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ANNO V . N. 12 .
Esca una volta al mese
DICEMBRE 1881 .
BOLLETTINO SALESIANO
SOMMARIO - Riconoscenza ed augurii di felicità -
Nuova partenza dì Salesiani per le Missioni di Ame-
rica - La Direzione del Bollettino Salesiano ai Coope-
ratori e Cooperatrici - Letture Cattoliche e Biblioteca
della Gioventù Italiana - La Diocesi di Casale Monfer-
rato e la prima Conferenza dei Cooperatori - Tratti
della Divina Provvidenza in riguardo alla Chiesa del
Sacro Cuore - Una Conferenza Ecclesiastica e la Chiesa
del Sacro Cuore - La Chiesa del Sacro Cuore e la dio-
cesi di Trento- Progetto di una rete meteorologica
nell'America del Sud per cura dei Salesiani- Storia
dell'Oratorio di S . Francesco di Sales - Suor Maria
Mazzarello -Collocamento del prima pietra di un nuovo
spedale in Torino - Due notizie - Il Sinodo Dioce-
sano di Torino e varie opere di religione e di carità,
- Brevi cenni sull'Oratorio festivo della città di Car-
magnola - Indulgenze speciali pei Cooperatori Sale-
siani .
notte del Santo Natale, i Salesiani e i loro
alunni la indirizzeranno a Dio , affin-
ché, pei meriti del graziosissimo Gesù
Bambino, spanda sopra dei loro Benefat-
tori e Benefattrici l'abbondanza delle sue
grazie celesti, e conceda loro un nuovo
e felicissimo anno, colla . perseveranza nel
bene .
RICONOSCENZA
ED AUGURII DI FELICITÀ
Il Sacerdote Giovanni Bosco e i nu-
merosi suoi giovanetti, ricordando con pia-
cere come, l'anno passato , molte benevole
persone abbiano avuto il caritatevole pen-
siero di mandare loro la strenna, godono
di cogliere la propizia occasione delle
prossime Feste Natalizie e della fine del-
l' anno , per augurar loro con viva ri-
conoscenza le più elette benedizioni ed ogni
prosperità, .
La Comunione, che per privilegio Pon-
tificio faranno nelle loro Chiese nella mezza-
NUOVA PARTENZA DI SALESIANI
per le Missioni di America .
La partenza di una nuova schiera di Sa-
lesiani per le Missioni dell' America del
Sud, già annunziata da noi nel N . prece-
dente, venne fissata pei lo del corrente
dicembre .
Nelle ore 3 pomeridiane di detto giorno, nel
Santuario di Maria SS . Ausiliatrice in Torino,
si terrà la Conferenza dei Cooperatori e
delle Cooperatrici ; dopo cui s'impartirà la
Benedizione col SS . Sacramento, si leghe-
ranno le preghiere- della Chiesa pei divoti
pellegrinanti, e infine si darà dai fra-
telli l'addio ai fratelli appié dell' Altare
della Vergine .
Nella sera stessa i Missionari partiranno
per Marsiglia, donde il 18, sul bastimento,
La France, salperanno pel nuovo mondo .
Essi sono guidati dal Sacerdote D . Luigi

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Lasagna, già assai noto ai nostri lettori, il
quale mesì sono essendo ritornato tra noi,
per ristorare la sua mal ferma salute, oggi
riede alla direzione del suo collegio di Villa
Colon, per la Dio mercè affatto ristabilito,
e ripieno di giovanile e santo ardore .
Invitìamo i Cooperatori e le Cooperatrici ad
implorare da Dio a questi nostri Confratelli
un viaggio felice . A quest'uopo li esortiamo
a voler recitare, durante la novena del Santo
Natale, un Patere ed Ave a Gesù Bambino,
affinchè comandi ai venti ed al mare che
siano loro propizi .
in cui abbiamo dovuto allestire una nuova
spedizione di Missionarii per l'America .
Il mezzo da usare per farci avere la loro
carità si è il Vaglia postale in lettera sem-
plicemente affrancata , oppure biglietti di
banca in lettera raccomandata od assicurata .
Si ricevono eziandio con riconoscenza offerte
di cibo e di vestiario, poiché dobbiamo prov-
vedere vitto e vestito a più migliaia di po-
veri giovanetti, raccolti nelle nostre Case .
LETTURE CATTOLICHE
Pubblicazione mensile di Torino .
LA DIREZIONE DEL BOLLETTINO SALESIANO
AI COOPERATORI E COOPERATRICI .
Ci gode l'animo al vedere tanti Coope-
ratori e Cooperatrici, che ben conoscendo
la spesa, a cui dobbiamo sottostare nello
stampare e nell'inviar loro il Bollettino,
concorrono volenterosi ad aiutarci secondo
le loro forze . Essi o sul principio, o sulla
fine, o nel corso dell'anno ci mandano la
loro piccola tangente fissata in L . 3, la
quale ci riesce una vera provvidenza . Di
questa loro carità noi li ringraziamo qui di
vivo cuore , e preghiamo Iddio che ne li
rimuneri coll' abbondanza delle sue celesti
benedizioni .
Altri non potendo soggiacere a questa
spesuccia si compiacciono d'informarcene,
facendoci umili scuse ; anzi non pochi, come
adontati di non essere in grado di man-
darci qualche materiale soccorso, quasi ci
pregano che loro non ispediamo più il gior-
naletto, quantunque lo ricevano e lo leggano
con molto piacere . Noi lodiamo questa loro
delicatezza di coscienza ; e siccome il Bol-
lettino è quale un mezzo di unione tra cia-
scun Cooperatore ed il Superiore della pia
Società Salesiana , così noi crediamo ben
fatto di continuarne loro la spedizione ,
nella speranza che quello che non possono
fare oggi, il possano domani, o che pure,
non potendo far grandi cose di per sè, si
adoperino a cercarci aiuti presso ad altre
persone caritatevoli, e preghino per noi .
A coloro poi dei Cooperatori o Coopera-
trici, che potrebbero aiutarci, ma nol fecero
finora per dimenticanza , oppure perchè
non sapevano quale mezzo adoperare, noi
li preghiamo umilmente che voglìano avere
la bontà di farci tenere quel sussidio, che
fosse in loro potere . Il piccolo obolo di L . 3
per la spesa del Bollettino sarebbe una ca-
rità squisita, specialmente in questo tempo,
I nostri Cooperatori e Cooperatrici , che leg-
gono la storia dell'Oratorio, sanno da quando co-
minciarono le Letture Cattoliche, quali sacrifizi
costarono a D . Bosco, il bene che produssero fin
da principio tra il popolo cristiano , le lodi che
riscossero dai buoni, e le ire dei nemici della fede .
Noi preghiamo pertanto i Cooperatori, che vo-
gliano associarvisi e per vantaggio proprio e dei
loro dipendenti, e in questo modo aiutarci a pro-
muovere più efficacemente il bene della Religione
e della società, che é lo scopo della nostra Pia
Unione .
A quest'uopo mettiamo sotto i loro occhi la
lettera seguente e il piano d'associazione .
ILL . mo E BENEM . SIGNORE,
Alla vista del gran danno, che reca in mezzo al
popolo cristiano la cattiva lettura , il sottoscritto
si adoperò di porvi qualche argine mediante la
diffusione di libretti, che si stampano a modico
prezzo in Torino col titolo di Letture Cattoliche .
Ma affinché i suoi sforzi non tornino inutili,
egli invita a coadiuvarlo tutti coloro, che amano
la nostra santa Religione e il bene delle anime,
che é pur quello della civile società .
Per la qual cosa raccomanda alla S . V . B .
il Programma delle mentovate Letture , pregan-
dola umilmente che voglia dardi quella maggior
pubblicità che Le sarà possibile, per accrescere
ognor più il numero degli associati e quello dei
lettori .
Che questi opuscoletti siano di grande utilità
al popolo cristiano, ben si può rilevare dall'elo-
gio che si degnò di farne il grande Pontefice Pio IX
di santa memoria, non che dalle testimonianze,
possiam dire, di tutto l'Episcopato italiano .
L'esperienza di quasi trent'anni ne é pure una
prova solenne .
Pertanto nella speranza che la S . V . voglia
prendere in benevola considerazione questa do-
manda, gliene rendo i più sentiti ringraziamenti,
e pregandole dal Signore ogni bene, con tutto ri-
spetto e gratitudine mi professo
Di V . S . Benemerita
Obbl .mo Servitore
Sac . GIOVANNI BOSCO .

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PIANO Di ASSOCIAZIONE .
1 . Lo scopo di questa Associazione si è di diffon-
dere libri di stile semplice e dicitura popo-
lare . La materia ne saranno istruzioni morali,
ameni racconti, storie edificanti, ma che riguar-
dano esclusivamente la Cattolica Religione .
2. In ciascun mese uscirà un fascicolo di circa
108 pagine .
3 . Il prezzo d'Associazione é di L . 1,25 ogni se-
mestre, e di L . 2,25 all'anno per chi vuole i fa-
scicoli franchi di posta . All'uffizio di Torino L .
0,90 per semestre , e L . 1,80 all'anno . Fuori
d'Italia L . 3 per tutta l'Europa .
4 . Per fare tutte le agevolezze possibili alle be-
nemerite persone ecclesiastiche e secolari, che
vorranno dar mano a quest'opera di carità, sa-
ranno loro spediti i fascicoli franchi di porto
per tutte le parti d'Italia , dove sono attivate
le ferrovie e per l'estero sino al confine , allo
stesso prezzo di L . 0,90 per semestre , o L .
1,80 all'anno, purché i socii facciano un cen-
tro, ove si possano indirizzare non meno di 50
fascicoli .
5 . Ove si possono spedire insieme per la posta
25 fascicoli, il prezzo d'associazione sarà ridotto
a L. 2.
6 . Il socio s'intende obbligato per sei mesi, e qua-
lora non intenda continuare, é pregato di darne
avviso un mese prima .
7 . Nelle città e luoghi di provincia le associa-
zioni si ricevono da persone designate dai ri-
spettivi Ordinarii diocesani, a cui l'opera é in
particolar modo raccomandata .
8 . In Torino si ricevono nell'uffizio delle mede-
sime Letture, che trovasi nell'Oratorio di san
Francesco di Sales, via Cottolengo, n . 32 .
9 . Attesa la modicità del prezzo d'associazione, si
prega di spedire i pieghi e le lettere franche
di posta .
BIBLIOTECA DELLA GIOVENTÙ ITALIANA .
Oltre alle Letture Cattoliche vi ha la pub-
blicazione della Biblioteca della Gioventù Ita-
liana . Essa é destinata specialmente per le per-
sone studiose , che amano di percorrere le più
belle opere letterarie dei classici italiani, senza
incontrarsi in pagine lubriche ed irriverenti alla
Religione .
Noi la raccomandiamo soprattutto ai padri di
famiglia , i quali hanno figli , che percorrono o
percorsero già la via degli studii ; e volgiamo ad
un tempo umile preghiera ai professori delle
scuole secondarie, ai direttori dei Ginnasi e dei
Licei, che la vogliano far conoscere ai loro sco-
lari ed alunni.
Un illustra letterato dei giorni nostri, Pietro Fan-
fani, così si esprimeva sul pregio di questa pubblica-
zione : « Essa è una collezione di migliori classici
nostri, condotta con ogni diligenza, con note di pa-
recchi valentuomini . Non si può avere a più buon
mercato una biblioteca di tal genere ; e raramente
si vedono i classici pubblicati con tanta diligenza e
perizia . »
Condizioni di associazione .
1 . La Biblioteca della Gioventù Italiana sarà
composta di volumi in complesso di pagine 250
caduno, e ne sarà pubblicato uno al mese nel
formato di 32° .
2 . L'Associazione è obbligatoria soltanto per un
anno, e la pubblicazione sarà fatta in modo, che
ciascun anno abbia le opere complete .
3 . Il prezzo dell'associazione è di L . 6 all'anno,
da pagarsi anticipatamente . I volumi sono fran-
chi per la posta nell'interno . All'estero : L . 8 .
4 . Chi procura otto associati ad uno stesso indi-
rizzo avrà una copia gratuita .
5 . I pagamenti si fanno in persona o con vaglia
postale indirizzato all'ufficio centrale, che è in
Torino nell'Oratorio di S . Francesco di Sales .
Questi pagamenti si possono anche fare a mano
di quei corrispondenti, presso cui è stata presa
l'associazione .
6 . Ogni piego , lettera , o qualsiasi altra corri-
spondenza deve essere franca di posta , indi-
rizzata semplicemente : Al Direttore della Bi
blioteca della Gioventù Italiana in Torino,
via Cottolengo, n . 32 .
LA DIOCESI DI CASALE MONFERRATO
e la prima Conferenza dei Cooperatori .
Sono ormai 18 anni, dacché sotto il titolo di
S . Carlo fu inaugurato il primo nostro Collegio
nella Diocesi di Casale Monferrato , e da quel
tempo in qua D . Bosco e i figli suoi vi ricevettero
da ogni ceto di persone splendide prove di bene-
volenza . Per toccarne rapidamente-alcune, fu pel
concorso di una esimia famiglia di quella Diocesi,
che noi gettammo in Mirabello le fondamenta della
prima nostra Casa fuori di Torino ; fu pel sussi-
dio di una nobile matrona di quelle parti, che
ne proseguimmo alacremente la fabbrica ; e fu
pure perla carità di varie persone del clero e
del laicato di colà , che ne facemmo fronte ad
una buona parte delle spese .
Aperto il Collegio nell'ottobre del 1863, la Diocesi
Casalese continuò a darci prove di sua affezione
e confidenza, coll' affidarci i suoi figli in educa-
zione . Fin dal primo anno salirono questi a cento,
e poi a centottanta, indi a duecento ed oltre .
Per maggior comodità dí viaggio l'anno 1870
da Mirabello fu trasferito il Collegio in altro ma-
gnifico locale , nel paese di Borgo San Martino
della medesima Diocesi, presso la ferrovia di A-
lessandria-Vercelli ; ma la benevolenza dei Casa-
lesi non che scemare si accrebbe . Di mano in
mano che il Collegio, corrispondendo all'aspetta-
zione delle famiglie, restituiva loro i proprii fi-
gliuoli bene educati ed istruiti , e varii di essi
percorrevano luminosamente la carriera o civile
od ecclesiastica, le domande di nuove ammissioni
aumentarono . Queste furono ultimamente così nu-
merose , che fu d' uopo aprire nella stessa Dio-
cesi un secondo Collegio per ricevervi quegli al-
lievi, che per mancanza di posto non potevano più
essere accolti nel primo . Perciò di bel nuovo col

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favore di persone caritatevoli del Monferrato si
acquistò una casa nel paese di Penango presso
Moncalvo, si ottenne un'apposita Stazione sulla
ferrovia Asti-Mortara , e fin dall' anno scorso si
cominciò il nuovo Collegio . Oggidì quel sito è già
sì ripieno d'alunni, che si dovette innanzi tempo
por termine alle accettazioni per difetto di spazio .
Nè dobbiamo tacere le prove di benevolenza
dateci dagli abitanti di Lu, altro paese della Dio-
cesi medesima . Colà una pia e cattolica famiglia
ed altre caritatevoli persone provvidero una casa,
e vi chiamarono le nostre Suore di Maria Ausi-
liatrice ad aprire asilo infantile , scuola privata,
laboratorio ed Oratorio festivo per le fanciulle .
Quest'opera di carità e di religione vi esiste or-
mai da sei anni, e quei buoni terrazzani, soprat-
tutto i Cooperatori e le Cooperatrici, non cessano
di aiutarla secondo le proprie forze .
Che più ? In tutte le spedizioni di Missionarii
per l'America la Diocesi di Casale prese una parte
vivissima . Essa ci diede parecchi dei suoi figli
tra i Salesiani, e varie sue figlie tra le Suore di
Maria Ausiliatrice ; mandò sussidii pel loro viag-
gio, e provvide a dovizia oggetti di biancheria e di
vestiario . Per la qual cosa possiamo dire che ben
poche Diocesi la pareggiarono in generosità verso
di noi, e nessuna la superò .
A tutte queste luminose prove di benevolenza,
che accenniamo di volo , i nostri Cooperatori e
Cooperatrici di Casale un' altra ultimamente ne
aggiunsero , la quale ci riempì di consolazione .
Desiderosi che si tenesse in quella città una Con-
ferenza Salesiana , essi ne parlarono col dotto e
zelante loro Vescovo, Mons . Pietro Maria Ferrè,
il quale non solamente approvò il pio loro divi-
samento, ma si degnò di scriverne di proprio pu-
gno a D . Bosco, e benignamente dispose che i
Parroci della città ne parlassero ai fedeli dal pul-
pito . Né pago di ciò, volle che vi prendessero
parte gli 80 suoi Seminaristi , la maggior parte
dei quali già alunni dei nostri Collegi ; anzi per
aggiungere lustro alla pia Radunanza v'intervenne
egli stesso in persona, tenendo alla numerosa u-
dienza un discorso magnifico .
Siccome questa é la prima Conferenza dei Coo-
peratori Salesiani tenuta nella capitale del Mon-
ferrato, così giudichiamo pregio dell'opera il fare
qui partitamente menzione delle cose principali,
per conservarne più duratura memoria .
Invito alla Conferenza .
Qualche giorno prima, Don Bosco mandava ai
benemeriti signori Cooperatori e Cooperatrici Sa-
lesiane della Diocesi di Casale, e dei paesi cir-
convicini, l'invito del tenore seguente
Giovedì prossimo 17 corrente si terrà una Con-
ferenza pei Signori Cooperatori e per le Signore
Cooperatrici della Città di Casale e suoi dintorni .
Questa è la prima Conferenza che io ho l'onore
di tenere in detta Città . Prego perciò le SS . VV .
che vogliano degnarsi d'intervenire onde, raccolti
insieme come membri di una stessa famiglia, pos-
siamo viemmeglio infervorarci nell' osservanza del
nostro Regolamento, a vantaggio ed a benessere
di tanta gioventù povera ed abbandonata .
Sua Eccellenza Reverendissima Monsig . Pietro
Maria Ferrò, veneratissimo Vescovo di Casale, ha
l'alta degnazione di presiedere e dar lustro alla
pia Radunanza colla sua presenza . Il Sommo Pon-
tefice concede Indulgenza Plenaria a quelli che vi
prenderanno parte .
Lieto di poter fin d'ora ringraziarvi dell'aiuto,
che prestate alle opere che abbiam tra mano, prego
Dio che sparga larghe Benedizioni sopra di Voi
e sopra le vostre famiglie, mentre ho l'onore di
potermi professare
Delle SS . VV. Benemerite
Torino, 12 novembre 1881 .
Obblm° Servitore
Sac . Giovanni Bosco .
Avvertenze .
I . La Conferenza si terrà alle ore 3,30 pom .
nella Chiesa di S . Filippo attigua al Semi-
nario .
II . E fatta facoltà di condur seco i proprii pa-
renti e quelle persone, che desiderassero co-
noscere la Pia Unione dei Cooperatori per
farvisi inscrivere .
III . •Si darà principio con una breve lettura, a
cui terrà dietro il canto di un mottetto in mu-
sica .
IV . Il Sacerdote Giovanni Bosco farà una breve
esposizione di alcune opere compiute e di al-
tre da compiersi a vantaggio della Religione
e della Società .
V . Si farà una questua in favore dell' Ospizio e
della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù in Roma,
e pei nuovi Missionari Salesiani, che stanno
per partire nel prossimo mese alla volta della
Patagonia e del- Brasile .
VI . I Cooperatori e Cooperatrici sono quindi pre-
gati di raccogliere eziandio limosine ed of-
ferte presso quei soci e quelle caritatevoli
persone, che non potessero intervenire alla
Conferenza .
VII . Si porrà fine col canto del Tantum Ergo
in musica, colla Benedizione del SS . Sacra-
mento , impartita da Sua Eccellenza Revma,
Monsignor Vescovo , e col De Profundis in
suffragio delle anime deì Cooperatori e Coo-
peratrici defunti .
VIII . Per norma di chi viene e parte per ferro-
via si pone quì il seguente specchietto del-
l'Orario delle linee, che fanno capo a Casale .
Esposizione di D . Bosco.
Nel giorno ed ora stabiliti la vasta Chiesa di
S . Filippo, splendidamente addobbata a festa, era
ripiena di Cooperatori e di Cooperatrici, e di molti
fedeli di Casale e di altri paesi anche lontani . Vi
si vedevano raccolti insieme il ricco ed il povero,
la dama e la donna di casa, il borghese e il con-
tadino, il padrone ed il servo . Quello poi, che molto
edificava, era lo scorgere tra il popolo i Parroci
e moltissimi altri Sacerdoti della città e delle
Parrocchie della Diocesi .
All'ora fissata si diede principio alla Confe-
renza colla lettura di un tratto della vita di san

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Vincenzo de' Paoli , laddove si descrive il suo zelo ! spizio del Sacro Cuore di Gesù in Roma, la cui
per la gloria di Dio e per la salute delle anime, erezione il regnante Pontefice Leone XIII si de-
e la sua industriosa ed inesauribile carità in sol- gnò di affidare allo zelo e alla carità dei Coope-
lievo delle umane miserie . Intanto assisa Sua Ec- ratori Salesiani .
cellenza Revma sopra il suo trono episcopale, un Dopo di aver detto abbastanza estesamente delle
coro di Seminaristi sull'accompagnamento dell'or- sullodate opere, D . Bosco confessò che da se solo
gano cantò il mottetto O quam suavis, la cui fe- non avrebbe potuto , non che compierle, nep-
lice esecuzione, preceduta da una bellissima suo- pure incominciarle ; perciò ne attribuì la lode
nata dell' abile maestro di musica il sig . Buffa, primieramente a Dio Ottimo, Massimo, poscia alla
preparò egregiamente gli animi alle parole di Don carità dei Cattolici, soprattutto dei suoi Coope-
Bosco . Il quale, salito il pergamo, parlò per un'ora ratori e Cooperatrici, che ben sapendo dove va a
e cinque minuti, e la numerosa udienza pendette finire la loro beneficenza, chi più chi meno, giu-
dal suo labbro con tale attenzione, che ben rive- sta le proprie sostanze, non cessarono mai di a-
lava e l'alta benevolenza e il vivo interesse, che prirgli generosamente la mano . Qui D . Bosco in-
ognuno prendeva per le cose, che l'oratore andava dirizzando al suo uditorio un caldo appello ,
esponendo .
perché volesse continuargli il suo caritatevole ap-
Siccome era la prima volta che egli parlava ai poggio, svolse alcuni pensieri sopra i vantaggi
suoiCoperatorieCoperatricidiCasale ,così
della limosina, che crediamo utilissimo di mettere
dopo esersi rallegrato della numerosa udienza , sott'occhio ai nostri lettori .
che lo onorava, tesse l'origine e lo sviluppo del-
l'Oratorio e dell'Ospizio annesso . In questa guisa
venne man mano facendosi strada a dire l' ap-
Vantaggi della Limosina .
La limosina che si elargisce in favore delle
poggio, che fin dai primordii gli prestarono si- opere Salesiane, osservò D . Bosco, si estende al
gnori e signore nel condurre innanzi l'opera sua, corpo e all'anima, alla società e alla religione, al
e quello che facevano in allora a benefizio dei tempo e alla eternità . Si estende al corpo, perché
suoi poveri giovanetti ; disse poscia della istitu- serve a provvedere albergo, vitto e vestito a più
zione delle Suore di Maria Ausiliatrice per la migliaia di poveri giovanetti, raccolti nelle nostre
educazione delle fanciulle ; della formale institu- Case di beneficenza, i quali senza di questo aiuto
zione dei Cooperatori a delle Cooperatrici appro- languirebbero nella più squallida miseria, o perché
vata dal grande Pontefice Pio IX, ed arricchita privi di parenti, o perché abbandonati . Si estende
di grazie e favori segnalati ; discorse delle prin- all' anima , perché questi giovanetti ricevono in
cipali opere intraprese e condotte a buon fine, pari tempo una istruzione religiosa, sono educati
mediante la loro carità , in Italia , in Francia, nel timor di Dio e nel buon costume, sono in
nella Spagna, in America ; l' impianto di nume- mille guise aiutati a procacciarsi l'eterna salvezza,
rosi ospizi e laboratorii per insegnare arti e me- a divenire un giorno felici abitatori del regno dei
stieri a giovanetti derelitti, onde renderli capaci Cieli . Si estende alla società domestica e civile,
a guadagnarsi un pane onorato ; della fondazione perchè i prelodati ragazzi, se sono addetti ad un
di colonie agricole per addestrare alla coltura della laboratorio, si faranno col tempo capaci, coll'e-
campagna fanciulli e giovinette di famiglie con- sercizio dell'arte loro, a provvedere un onesto so-
tadine, e con questo mezzo tenerle lontane dal stentamento alla propria famiglia, e colla loro in-
mettersi a servizio nelle città, dove farebbero fa- dustria ed attività recheranno pure non lieve gio-
cilmente naufragio e nella fede e nel costume ; del~ vamento al civile consorzio ; se poi attendono allo
l'apertura di Collegi a modica pensione, per dare ad studio delle scienze o delle lettere si renderanno
un maggior numero di giovani di eletto ingegno co- utili alla società colle opere d'ingegno, o con questo
modità di ricevere un'istruzione non disgiunta da o con quell'altro civile impiego . E poi, tanto gli
una cristiana educazione, onde riescano col tempo uni quanto gli altri, essendo non solo istruiti, ma,
o buoni Sacerdoti, o coraggiosi Missionarii, o sa- quello che più importa, saviamente educati , sa-
vii padri di famiglia ; della istituzione di Orato- ranno sempre tra il popolo una guarentigia di
rii festivi e giardini di ricreazione , per mezzo moralità e di buon ordine, saranno onesti citta-
dei quali attirare i ragazzi al Catechismo, tenerli dini, e non daranno fastidii alle autorità né po-
lontani dall'ozio, ed aiutarli a compiere i loro do- litiche né giudiziarie . Si estende alla Religione,
veri di pietà e di religione . A questo proposito poiché oltre che serve, come ho detto, a rendere
annunziò come avesse poc'anzi ricevuto da Faenza buoni cristiani tanti giovanetti , giova in pari
un telegramma, il quale gli dava la consolante tempo ad aiutare molti di essi a divenire Sacer-
notizia del felice arrivo di alcuni Salesiani colà doti, dei quali altri impiegheranno la loro persona
spediti, per aprirvi un Oratorio festivo ; e nel tempo e il loro talento in sostegno della Religione nei
stesso lasciò speranza che un Oratorio consimile nostri paesi, altri più coraggiosi battendo le orme
si sarebbe aperto tra non molto nella stessa città
di Casale . Toccò poscia delle sacre Missioni nella
selvaggia e sterminata Patagonia ; delle Case già
aperte colà a vantaggio dei figli e delle figlie dei
selvaggi ; della prossima partenza di altri Missio-
degli Apostoli andranno come Missionarii a pro-
pagarla tra i popoli, che ancor non la conoscono, .
come fanno oggidì molti Salesiani nella Patago-
nia . Si estende ancora alla Religione ; perché
parte di detta limosina viene impiegata ad innal-
narii per quelle regioni ; e di una nuova Casa, che zar Chiese al divin culto, nelle quali le verità in-
sarà aperta tra poco nell'impero del Brasile . Fi- segnateci da Gesù Cristo saranno predicate, di
nalmente venne a parlare della Chiesa e dell'O- fese e praticate nel presente e nell'avvenire . Che

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poi si estenda al tempo e all'eternità chiaramente gelo Raffaele parlando ai vecchio Tobia in nome
si rileva da altri vantaggi , che la limosina ap- di Dio pronunziò sulla limosina queste parole
porta a chi la riceve e a chi la fa .
Eleemosina a morte liberat , et ipsa est quae
Qui D . Bosco, lasciati a parte i vantaggi tem- purgat peccata, et facit invenire misericordiam
porali ed eterni, che la limosina procura a coloro, et vitam aeternam . La limosina libera dalla morte .
a cui vien fatta, disse dei vantag g i medesimi pro- Ciò può intendersi in tre sensi . Libera dalla morte
cacciati a chi la dispensa per amor di Dio, rile- dell'anima, o coll'ottenerci di non cadere in peccati
vandoli e dal santo Vangelo , e dalle parole che mortali, o col meritarci il pentimento dei medesimi,
si leggono nel libro di Tobia, in lode della limo- e la grazia di confessarcene colle dovute disposi-
sina, le quali riporteremo più sotto .
zioni, quindi il perdono . Libera dalla morte eterna,
Tutti, disse D . Bosco, abbiamo bisogno di ri- ossia dalla eterna dannazione, in quanto che ci ot-
cevere limosina da Dio . Abbiamo bisogno che il tiene il dono della perseveranza finale, la grazia
Signore dia la sanità del corpo a noi e alle no- cioé di morire nell'amicizia di Dio . Libera anche
stre famiglie, la fertilità delle campagne, la buona dalla morte corporale non già assolutamente, come
riuscita dei nostri affari e via dicendo . Or bene, se ci rendesse immortali, ma relativamente col
qual é il mezzo più efficace per ottenere questa tenerci lontani certi mali, che ci arrecherebbero
limosina da Dio? Uditelo dalla bocca dello stesso più presto la morte, coll' ottenerci la guarigione
nostro Signor Gesù Cristo : Date et dabitur vo- di malattie anche gravi e disperate . La sacra
bis ; date, e vi sarà dato ; fate limosina agli al- Bibbia ci narra di una certa Tabita da s . Pietro
tri, e Dio la farà a voi . In altro luogo lo stesso risuscitata da morte a cagione delle sue limosine .
divin Salvatore promette di retribuire quaggiù il Quando poi giunga l'ora nostra, la limosina ci
cento per uno di quanto si sarà dato per amor libererà dal fare una morte crudele e spaventosa,
suo : Centuplum accipiet in tempore hoc (1) . Questo ci otterrà di terminare la vita rassegnati e con-
centuplo Iddio lo dà non solo in beni spirituali, fortati, ci renderà la morte come il sonno di un
ma, come spiegano i santi Padri, anche in beni bambino, che si addormenta placidamente nelle
temporali . - Oggidì si lamentano forti rapine, braccia di amorosa madre : Eleemosina a morte
incendi, grassazioni e peggio . Sono mali questi, liberat - L'Arcangelo aggiunge : Ed essa è che
sono disordini dolorosi ; ma diciamolo anche : Di purga i peccati : et ipsa est quae purgat pec-
una buona parte di questi malanni sono pur causa cata . La limosina purga i peccati in questa e
coloro, che potendo non fanno limosina . Se quel nell' altra vita . Una persona, che faccia limosina
facoltoso, se quel ricco allargasse un po' meglio per amor di Dio o del prossimo, esercita un atto
la mano verso gl'Istituti di carità, se vi facesse di carità ; ora un atto di carità verso Dio perfetta
ritirare a sue spese quei giovanetti, che sono pres- cancella dall'anima non solamente i peccati veniali,
soché abbandonati, egli leverebbe tanti individui ma anche i mortali , purché abbia il desiderio
dal pericolo di diventare ladri e malfattori . Se di confessarli quando le si presenti occasione . Li
quei signori, se quelle signore, se quei possidenti purga eziandio coll' ottenercene più facilmente il
facessero limosina toglierebbero molte persone dalla perdono da Dio ; li purga col rendere più dispo-
mala vita, e intanto sarebbero più amati dai poveri, sta l'anima a ricevere in maggior abbondanza le
sarebbero eziandio più rispettati nelle loro cam- grazie del Sacramento della Confessione e della
pagne, nei loro negozi, nei loro possessi ; e così Comunione . Li purga non solo per questa, ma
non si avrebbero a deplorare tanti delitti . Invece eziandio per l'altra vita ; poichè la limosina, spe-
coll'avarizia, coll'interesse, colla spilorceria, colla cialmente quando viene fatta con qualche sacri-
durezza di cuore, mentre lasciano crescere tanti fizio, soddisfa pei peccati commessi, ci libera dalla
malfattori in mezzo alle vie, mentre lasciano lan- pena, che, per causa dei medesimi dovrem soffrire
guire tante famiglie nell'imo della miseria, e le - in questo o nell' altro mondo , e c' impedisce di
mettono come nella dura necessità di provvedersi cadere o di rimanere a lungo nel Purgatorio . E
per forza ciò , che vien loro negato per carità, questo vantaggio lo apporta la limosina non sol-
si fanno eziandio mal volere e odiare, e in un tanto all' anima di chi la fa, ma alle anime, che
subbuglio saranno essi i primi a pagarla (2) . E già si trovano in pena , soddisfacendo pei loro
poi che avverrà ? In un giorno, forse non lontano, peccati, liberandole dalla loro prigione, e metten-
si avvereranno anche quaggiù i guai pronunziati dole più presto al possesso dell'eterna gloria . -
da Gesù Cristo e dall'apostolo S . Giacomo contro Finalmente, facit invenire misericordiam et vi-
i ricchi senza cuore : Vae vobis divitibus : Guai tam aeternam ; la limosina fa trovare misericor-
a voi, o ricchi . Agite nunc divites, plorate ulu- dia e la vita eterna . Guai a noi, se il Signore ci
lantes in miseriis vestris , quae advenient vo- trattasse a tutto rigor di giustizia! Chi non a-
bis : Su via, o ricchi, piangete, alzate le grida a vrebbe a temere di cadere da un momento all'al-
motivo delle miserie, che verranno sopra di voi . tro sotto i flagelli dell'ira sua ? Chi non avrebbe
Ma quelli, che ci devono più efficacemente spro- a tremare nel doversi presentare al suo giudizio?
nare a fare limosina , proseguì D . Bosco, sono i Abbiamo quindi assoluto bisogno, che Iddio ci usi
vantaggi spirituali che essa ci arreca . L'Arcan- compassione, ci usi pietà e misericordia . E que-
sta compassione, questa pietà e misericordia Egli
(1) Matth . XIX . 29, e Mar . X . 30 .
(2) Sappiamo che in un paese essendosi appiccato il
fuoco alla cascina di un avaro ; quasi nessuno degli abi-
tanti si mosse in aiuto per ispegnerlo . Dicevano : Il dia-
volo si porta via quello, che costui ha rifiutato ai poveri .
la userà con noi, se noi la usiamo verso gli al-
tri mediante le nostre limosine . Gesù Cristo ce
lo promise con queste parole : Beati i misericor-
diosi, perchè troveranno misericordia ; ed invece

1.7 Page 7

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ha fatto minacciare dall' apostolo S . Giacomo un struzione religiosa e colla pratica della medesima .
giudizio senza misericordia a colui, che non avrebbe E ciò sapientemente : imperocchè Iddio non ci
fatto misericordia : Iudicium sine misericordia chiamerà conto, se saremo stati valenti matema-
ci, qui non fecit misericordiam . Ma non solo tici, o dotti letterati, o imaginosi e fervidi poeti ;
la limosina fa trovare misericordia, ma altresì la ma bensì se saremo stati buoni cristiani . Oggi un
vita eterna, vale a dire, il regno dei Cieli . Il di- fatale errore corre nel mondo : da molti si consi-
vin Redentore ce lo assicura , laddove parlando dera l'uomo solo a mezzo, come se non possedesse
del giudizio universale ci dice le parole, colle un' anima immortale, come se non avesse degli
quali nell'ultimo giorno decreterà ai benedetti il interessi al di là della tomba , e tutta la sua fe-
premio, e ai maledetti il castigo eterno : « Ve- licità consistesse quaggiù ; quindi altro non sì
nite, o benedetti dal Padre mio, prendete pos- cerca che d'istruirlo ed abilitarlo a procacciarsi
sesso del regno a voi preparato sino dalla fonda- una bella posizione nella vita presente, senza al-
zione del mondo : imperocchè nella persona del cun pensiero della vita futura . Tutto pel corpo,
vostro prossimo io ebbi fame, e voi mi deste da nulla per l'anima ; tutto per la terra, nulla pel
mangiare ; ebbi sete, e mi deste da bere ; fui Cielo . Ora contro un errore così funesto i Sale-
pellegrino, e mi ricoveraste ; era ignudo e mi ve- siani combattono a tutta possa . Nei loro Istituti,
stiste ; era malato e carcerato, e mi visitaste . » coll'insegnamento delle arti e delle lettere, eglino
Poi rivolto ai cattivi : « Via da me, o maledetti, si adoprano bensì a rendere i loro giovanetti ca-
Egli dirà, al fuoco eterno ; imperocchè nella per- paci a guadagnarsi un giorno il pane della vita,
sona dei vostri fratelli io era nel bisogno, e voi ed una conveniente posizione sociale ; ma in essi
non mi avete assistito . » Sì, conchiuse D . Bosco, promuovono anzitutto gli interessi dell' anima, e
eleemosina a morte liberat , purgat peccata, fanno si, che in cima all'arte, in cima allo studio
et facit invenire misericordiam et vitam aeter- mettano sempre il pensiero dell'ultimo loro fine,
nam . Procurate adrurque di farla ora e in avve- qual si è il possesso di Dio in questa vita me-
nire ; e per non rendervela impossibile abbiate l'oc- diante la grazia, e nell' altra mediante la gloria .
chio a non isprecare il danaro con delle inutili Aiutiamoli adunque colle nostre limosine, affinché
spese . Sappiate fare dei risparmii nella persona, possano procurare questo immenso , anzi questo
negli abiti, nella tavola, nei mobili, nei viaggi e unico bene, ad un numero di giovanetti ognor
via dicendo ; e qualora poi per sostenere le opere più grande .
di religione e di carità doveste fare anche dei 2° La evangelizzazione degli infedeli . -
gravi sacrifizi, vi conforti il pensiero che le vo- Noi abbiamo la bella sorte, proseguì Monsignore,
stre sostanze al di là della tomba non varranno più di conoscere Iddio ; godiamo i frutti della reden-
niente, e che invece adoperandole quaggiù a pro- zione ; camminiamo sulla via, che conduce alla fe-
curare la salute delle anime altrui, voi assicu- licità soprannaturate ; noi possediamo insomma la
rate la salvezza dell'anima vostra .
vera fede , la vera religione ; ma quanti popoli
Parole del Vescovo .
della terra sono ancora privi di questo benefizio ?
E che cosa manca loro, perchè ancor essi lo pos-
Finito che D . Bosco ebbe di parlare, alzossi sano ricevere ? Mancano solo degli Apostoli , che
sopra la sua cattedra Sua Eccellenza Rev .ma, ed adempiano le parole di Gesù Cristo : Euntes do-
improvvisò un sì bel discorso, che ci rincresce cete omnes gentes : andate ed ammaestrate tutte
altamente di non averlo fatto raccogliere per mezzo le genti . Quantunque scarsi al grande bisogno,
dello stenografo . Le sue parole furono la più splen- pure oggidì molti novelli Apostoli attendono ad
dida corona, che si potesse mettere alla esposi- evangelizzare le tribù e le nazioni infedeli nel-
zione di D . Bosco . Sua Eccellenza, fatto primie- l'Asia, nell'Affrica, nell' Oceania e nell'America .
ramente rilevare l'intervento della mano di Dio Tra questi si annoverano anche i Salesiani . Men-
nelle opere esposte dal Superiore, passò ad eccitare tre una parte di essi colla scuola, colla predica-
il suo popolo e l'eletta del suo clero a cooperare zione, colla stampa lavorano a conservare ed ac-
efficacemente in loro sostegno . L' esimio Prelato crescere tra di noi la Religione di Gesù Cristo,
usò un linguaggio sì ardente e facondo, da dimo- altri non pochi, benedetti dal Romano Pontefice,
strare che non solamente nutre una grande affe- salpano il mare, si portano nel nuovo mondo, e
zione pei Salesiani, ma possiede eziandio colla colà con uno zelo ammirabile imprendono ad e-
dottrina la vera eloquenza . Non permettendogli il vangelizzare una sterminata regione, la così detta
tempo di discorrere a lungo sul vasto argomento, Patagonia , sforzandosi con sacrifizi indicibili a
egli si limitò a segnalare tre opere, alle quali condurre alla cognizione del vero Dio innumere-
sono oggidì diretti in particolar modo i pensieri, voli tribù di selvaggi , allargando i confini del
le fatiche e le sollecitudini dei Salesiani ; e di- regno di Cristo , accrescendo di nuovi figli la
mostrato con istringenti ragioni la importanza di Chiesa , di felici abitatori il Cielo . Come figli
ciascuna delle medesime, mosse chi lo ascoltava dello stesso Padre noi dobbiamo adoperarci al-
a farsene benevolo sostenitore e patrono . Ecco in tresì per la salvezza di tanti nostri fratelli, tut-
sostanza i tre punti svolti dal Vescovo di Casale . tora sepolti nelle tenebre del paganesimo ; ma
1° La buona educazione della gioventù . - siccome non possiamo prestar loro questo benefi-
I Salesiani istruiscono i giovanetti non solo nelle zio col portarci tra essi in persona, così soccor-
scienze e nelle arti, ma nella religione ; non solo riamo coloro, che a tanta impresa si sentono il
ne dirozzano la mente, con utili cognizioni, ma ne coraggio, ed hanno la missione . In questo modo
formano il cuore a sode virtù, per mezzo dell'i- dilateremo ancor noi, per quanto possiamo, il, re-

1.8 Page 8

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gno di Dio in sulla terra, e parteciperemo ai
meriti ed alla gloria degli Apostoli di Gesù Cristo .
3° L'erezione della Chiesa del Sacro Cuore
di Gesù in Roma . - La nostra penna è inetta
a riprodurre i nobili pensieri svolti dall'eloquente
Vescovo intorno a questo argomento . Ne daremo
tuttavia una sfumatura . - Un'altra gloriosa im-
presa, disse in sostanza Mons . Ferrè, hanno oggidì
tra mano i Salesiani . Il Vicario di Dio ha loro
affidata la erezione di una Chiesa da dedicarsi al
Sacro Cuore di Gesù nella capitale del Cattolici-
smo, nell'alma città di Roma, ed essi ossequenti
hanno accettato l'onorevole sì, ma pur grave in-
carico . Ora importa assaissimo che questa im-
presa sia condotta felicemente a termine ; impe-
rocchè essa tornerà di gloria a Gesù Cristo, di
decoro alla Santa Romana Chiesa, di onore al
grande Pio IX, a cui servirà di monumento, di
sollievo alla umanità . Di gloria a Gesù Cristo, il
quale per l'amore, di cui arse il suo divin Cuore
verso di noi, ha dato tutto il suo preziosissimo
Sangue ; di decoro alla Santa Romana Chiesa, per-
chè colla suprema sua autorità avendo fin dai
primordii approvata e promossa la divozione al
sacratissimo Cuore, ormai per tutto il mondo dif-
fusa, é conveniente che vi metta l' ultimo sug-
gello colla erezione di un apposito Santuario in
Roma stessa , da cui si spande la luce della ve-
rità e del buon esempio a tutte le parti del mondo ;
di onore al grande Pio IX, che per lo straordi-
nario suo pontificato levò tanta fama di sè, e fu
già la delizia dei popoli ; di sollievo finalmente
alla umanità, perché accanto al gran tempio sor-
gerà in pari tempo un ospizio di carità, dove
saranno ricoverati 500 e più giovanetti poveri e
derelitti di qualunque paese e nazione . E dunque
questa un'opera nobilissima ed importante, oggi
soprattutto che gli empii insultano Gesù Cristo, e
lo vogliono bandito dalla famiglia, dalla scuola ,
dalla società ; oggi che si applaude ai suoi nemici,
e s'innalzano monumenti a chi gli ha dichiarata
sacrilega guerra ; oggi che nella stessa Roma si co-
struiscono tempii, e si ergono cattedre di pestilenza
contro la sua Sposa immacolata, la Chiesa Cattolica .
Ma un edifizio così colossale non s'innalza né coi
desiderii, né colle parole . Occorrono mezzi mate-
riali e grandi . E questi mezzi non si trovano già
nelle mani dei Salesiani, ma nelle mani dei loro
Cooperatori e Cooperatrici ; si trovano nelle mani
dei Cattolici . Per la qual cosa anche per que-
st' opera D . Bosco fa appello alla carità dei fe-
deli ; e il Vescovo di Casale é ben lieto di ap-
poggiare il suo appello , e pregarvi, o uditori
dilettissimi, di venirgli generosamente in aiuto .
Sua Eccellenza terminava il suo mirabile di-
scorso , ricordando il fatto degli antichi Ebrei ,
fabbricatori del secondo tempio di Gerusalemme .
Da una mano, conchiuse il dotto Prelato , usa-
vano gli strumenti dell' arte innalzando il sacro
edifizio, e dall'altra brandivano la spada per di-
fendersi dai nemici, che li molestavano . Così fanno
i Salesiani . Noi dobbiamo coadiuvarli in questi
giorni ; quindi con una mano prendere parte alle
opere di carità e di religìone, a cui essi atten-
dono, e combattere coll'altra, per conservare intatta
in noi e nei nostri simili quella fede, che ci fa
grati a Dio, e che dalla terra c'innalza al Cielo .
Se fosse stato acconsentito , siamo sicuri che
l'immenso uditorio avrebbe onorato il discorso del
suo Vescovo con un fragoroso applauso ; ma se
mancò l'applauso delle mani , quello non mancò
della limosina , che superò la comune aspetta-
zione .
La chiusura fu pure solenne e degna della prima
Conferenza Salesiana fatta nella capitale del Mon-
ferrato . Era veramente edificante e commovente
vedere il Capo della Diocesi , circondato dal ri-
spettabile Clero della città, e da quasi un centi-
naio di Seminaristi, trepide speranze della Chiesa,
prostrati appiè dell'altare riccamente adorno ed
illuminato, mentre un coro di giovani cantori fa-
ceva risuonare per la Chiesa in dolci note il mot-
tetto : Sacerdos et Pontifex . . . pastor bone in
populo, ora pro nobis Dominum . Esposto il San-
tissimo Sacramento, ed eseguito il Tantum Ergo in
musica da un drappello di allievi del nostro Col-
legio di Borgo S . Martino, Sua Eccellenza impar-
tiva la benedizione col Venerabile . Né furono di-
menticati i Confratelli e Consorelle defunti , pel
riposo delle cui anime venne in fine recitato il De
profundis .
La funzione, che durò per quasi tre ore, lasciò
nell'animo di tutti la più soave impressione . Dal
canto nostro non dimenticheremo giammai i segni
di benevolenza ricevuti in quel giorno, e mentre
dal fondo del cuore ringraziamo Sua Eccellenza
Revma, i Superiori del Seminario , i Cooperatori
e le Cooperatrici, che nulla risparmiarono per la
buona riuscita della Conferenza, imploriamo sopra
di loro tutti ogni celeste favore .
TRATiTnIriDgEuLaLrAdoDIaVlIlNaAChPiReOsVaVIdDeElNZSAacro Cuore .
Nel mese di settembre ci vennero a mancare
i mezzi per la erezione della Chiesa del Sacro
Cuore di Gesù, e quindi per non interromperne i
lavori abbiamo dovuto fare un imprestito di 20
mila lire . Ma chi ci aveva caritatevolmente im-
prestata questa somma, trovatosi all' improvviso
in bisogno , venne , dopo appena due mesi, per
ritirarla . Per questo imprevisto contrattempo, il
10 del mese di novembre, D . Bosco si vedeva in
un vero imbarazzo, e non sapeva dove dare del
capo, per mettere insieme una tal somma e resti -
tuirla ; quand'ecco arrivare il corriere e portare
le lettere . Tra queste egli trova le due, che qui
pubblichiamo, per dare un solenne attestato di gra-
titudine alla divina Provvidenza, la quale si com-
piacque di mutarci le spine in soavissime rose .
La prima viene dalla Repubblica Argentina , la
seconda dal Novarese .
Collegio di S . Nicolas, 16 ottobre 1881 .
REv . ED AMATO PADRE IN G . C .
Alcuni fra i Cooperatori Salesiani di questa
città, avendo letto nel Bollettino che Ella ha bi-
sogno del soccorso dei Cattolici, per continuare e

1.9 Page 9

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terminare la Chiesa e l'Ospizio del Sacro Cuor
di Gesù in Roma, deliberarono di concorrere essi
pure con qualche limosina ad un'opera così bella
e meritoria . A tal fine, vennero Domenica pas-
sata a trovarmi in numero di sedici tutti italiani,
e la maggior parte contadini, e, dopo un breve di-
scorso che io tenni loro, ciascuno mi consegnò la
sua limosina . Il totale della somma ricevuta fu
di sessanta mila cinquecento pesos in moneta
del paese, equivalente a dodici mila duecento
novantatre franchi in oro, che per la cambiale
qui unita Ella potrà riscuotere in Torino .
Come vede, é una somma considerevole, e se
si tiene in conto la circostanza che gli offerenti
sono sedici contadini, i quali si guadagnano il
pane col sudore della fronte, e devono inoltre pen-
sare alle loro famiglie, risulterà più chiaramente
la generosità e nobiltà di cuore di questi ottimi
Cooperatori .
Essi mi hanno pregato di farle sapere, che nel
fare cotesta limosina hanno avuto di mira un tri-
plice fine . Il primo é di cooperare come Cattolici,
ed in particolare come Salesiani, alla edificazione
della Chiesa del Sacro Cuor di Gesù, e così me-
ritare a sé e alle loro famiglie le benedizioni spi-
rituali e temporali , di cui abbisognano . In se-
condo luogo di dare un attestato di venerazione
e di attaccamento al Santo Padre Leone XIII,
che tanto raccomanda quest'opera . Finalmente in-
tendono di ringraziare anche la S . V ., e manife-
starle la sincera loro gratitudine pii benefizi spi-
rituali, che ricevono dai suoi figli , da sei anni
stabiliti in questa città .
In mezzo a tante fatiche e travagli, che V . S .
deve sopportare, potrà tornarle di qualche con-
forto il sapere che i Cooperatori Salesiani au-
mentano di numero e di fervore, e quindi che, se
col loro concorso Ella poté già compiere cose grandi
nel passato, può nutrire speranza di poterne com-
piere delle maggiori ancora per l' avvenire . Dal
canto mio posso assicurarla che i suoi Coopera-
tori di S . Nicolas non saranno gli ultimi a ri-
spondere alla sua chiamata .
Possa questo nobile esempio di poveri conta-
dini dell'America essere di stimolo a tanti Cat-
tolici di Europa a porgerle la mano , affinchè la
S . V . possa condurre a fine tante belle opere alla
maggior gloria di Dio e alla salute delle anime .
Termino col presentarle i rispettosi ed affet-
tuosissimi saluti di tutti i suoi figli di S . Ni-
colas, Salesiani e Cooperatori ; pregandola a be-
nedirci tutti nel Signore .
Mons . Ceccarelli La riverisce in particolare
maniera . Egli è tutto occupato nel condurre a
buon termine la Chiesa Parrocchialc di questa
città ; impresa grande e difficile, ma di sommo
vantaggio alla popolazione di S . Nicolas, che già
gli deve tanto . Preghi anche Lei, affinché il Si-
gnore benedica e faciliti la esecuzione di così
bell'opera .
Con rispetto ed amore La riverisco e mi professo
Di V . S . Rev .m a
Umil .mo ed affez .mo figlio in G . C.
Sac . Domenico TomATIS .
7 novembre 1881 .
REVERENDISSIM0 D . Bosco,
La lettera, che la S . V . ebbe la degnazione di
scrivermi di tutto suo pugno , mi ha veramente
commosso . Ella dunque si trova in bisogno di
aiuto per la erezione della Chiesa e dell'Ospizio
del Sacro Cuore in Roma, e mi promette la ri-
compensa del Sacro Cuore, se concorro ancor io
alle spese . Ebbene., io non voglio tardare a con-
solare la S . V . e procacciare a me stesso i di-
vini favori . Perciò fin da questo momento metto
alla sua disposizione lire diecimila . La somma, se
è piccola in confronto di quella che io vorrei dare,
e che altri daranno, tuttavia alla mia tenuità essa
costa uno sforzo . Però lo faccio con grande pia-
cere per doppia ragione .
La prima è per appagare il desiderio espresso
dal Santo Padre nell'ultimo discorso ai pellegrini
italiani, la cui importanza non so esprimere a
parole quanto mi. apparisca grande e solenne . Se
con ogni sforzo dobbiamo aiutarlo nella lotta, che
Ei sostiene per la salute del mondo, sembrami
soprattutto efficace offrire al Sacro Cuor di Gesù
gli ossequii, che gli sono più graditi , onde im-
petrarne il divino soccorso . Or quale ossequio più
gradito che il concorrere, come ne esortò lo stesso
Santo Padre, a innalzare in Roma un tempio son-
tuoso, che attesti altamente la nostra riconoscenza
a Gesù, che dava il suo Cuore quale estremo ri-
medio ai mali che ci affliggono!
Fortunato Lei, Rev . sig . D . Bosco , che dal
Vicario di Gesù Cristo ha l'incarico di recare al
Cuore di Lui sì dolce consolazione, di innalzargli
cioé il trono, da cui sfogherà la piena delle sue
grazie su tutti i popoli, e proprio da quel monte,
in cui la sua SS . Madre colla neve prodigiosa ha
segnato già il terreno, sopra cui voleva fabbri-
cata quella basilica, che chiamiamo di S . Maria
Maggiore .
Le confesso che appena seppi come il Santo
Padre per mezzo della S . V . aveva affidata tale
opera ai Salesiani e ai loro Cooperatori, io con-
cepii ferma fiducia che si sarebbero radunate le
necessarie risorse, da fare che il tempio emulasse
le più belle chiese di Roma . Diceva a me stesso
Se a s . Pietro fu dedicato in detta città sì bel
tempio, qual è il Vaticano, non è egli conve-
niente che uno pur magnifico vi sia elevato a Co-
lui, del quale s . Pietro non é che il Vicario? Se
tutti i Cattolici si decidessero di portarvi la loro
pietra, l'obolo della loro Fede e del loro amore,
non sarebbe ciò il principio della salute univer-
sale? Non sarebbe da sperare che il Cuor di Gesù
nella sua divina bontà si movesse a compierla,
facendo anzi tutto cessare l' abbominazione della
desolazione sedente nel luogo Santo? Nel presen-
tare l'umile mia offerta questo voto gl'innalzo con
tutto l'ardore del mio cuore .
L'altra ragione é che tale ossequio é pur arma ef-
ficacissima ed opportuna, per riuscire vittoriosi nella
lotta suddetta . Mentre i nemici del Papa a sban-
deggiarlo da Roma, a soppiantarlo affatto, se dato
lor fosse, lo traducono come il nemico dei popoli ;
mentre specialmente i protestanti di ogni setta,

1.10 Page 10

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cogliendo l'occasione favorevole di sfogar l'antico
loro odio contro al Cattolicismo, e proprio sotto
gli occhi del Romano Pontefice, e presso le stesse
mura del tempio iniziato al Sacro Cuore, erigono
cappelle e scuole coll'infernale intento di rapire
ai grandi ed ai piccoli la vera fede, il rispetto
al Romano Pontefice e al Sacerdozio, è al certo
opportunissimo, pressantissimo che il mondo cat-
tolico e specialmente il Clero sorga a pacifica ef-
ficace difesa, col far risplendere in tutta la pompa
la vera carità, di cui é affidata la missione alla
Cattolica Chiesa . Vegga Roma , vegga il mondo,
vegga l'immortal Pio IX, vegga il suo degno Suc-
cessore Leone XIII, sollevar in alto lo stendardo
del Cuor SS . di Gesù e innalzargli un tempio sul-
l'Esquilino ; veggano amici e nemici sorgere ac-
canto al tempio anche un ospizio, per ricevervi i
poveri giovanetti, che furono già, sono e saranno
sempre la delizia del Cuor di Gesù ; li veggano
strappati dai pericoli della corruzione , educati
alle arti, alle scienze, alle virtù cristiane, e per-
sino all'Apostolato . Questi sono gli effetti di quella
carità, per la quale G . C . voleva esser ricono-
sciuto per Dio , pel vero Messia : Ut cognoscat
mundus quia tu me misisti . Qual gusto sarà
mai vedere anche in Roma molti giovanetti tolti
ai pericoli della eresia e del mal costume, con-
servati o trasformati in buoni cristiani, in buoni
artigiani ed anche in buoni sacerdoti e zelanti
missionarii! Allora i nemici della Religione no-
stra, e soprattutto gli eretici, riconosceranno per
prova che la carità vera e feconda si trova so-
lamente nella Chiesa Cattolica, che sola possiede
ad un tempo la vera dottrina di Gesù Cristo ; da-
ranno pure a vedere al mondo che le sétte nemi-
che, mentre nella fede si combattono a vicenda
senza poter mostrare un solo articolo di credenza,
che sia ammesso unanimamente , fuor dell'odio al
Papato e del proposito d'impedirlo dal beneficare
i popoli, nelle opere di carità sono sterili e morte,
perché non vivificate dal fuoco d'amore, di cui il
Cuor di Gesù é ardente fornace .
A Roma adunque è il posto d'onore, dove il
Clero cattolico deve schierarsi attorno allo sten-
dardo del Sacro Cuor di Gesù, per adempiere la
nobile sua missione, di rinnovare i prodigi della
sua divina carità .
A tale spettacolo il popolo vedrà più chiaro il
bene, che apporta il Papato e la Cattolica Chiesa ;
sarà stimolato a correre in seno a questa prov-
vida ed amorosa Madre ; si lascierà da lei gui-
dare con piena fiducia, perché col fatto, colla sua
sollecitudine si dimostra quella vera Madre , che
non vuole la divisione dei figli, ma la salute . -
Date huic infantem vivum, haec est vera mater .
Perdoni, Rev'n° D . Bosco , se troppo a lungo
l'ho tediata, e raccomandi al Sacro Cuor di Gesù
questo suo
Aff .mo e Dev .mo Servo
Sac . N . N .
(Ne tacciamo il nome per suo espresso co-
mando) .
UNA CONFERENZA ECCLESIASTICA
e la Chiesa del sacro Cuore .
Riceviamo da uno zelante Collettore la lettera
seguente colla limosina in essa notata .
Sezzè, 17 novembre 1881 .
CARO D . Bosco,
Oggi in Sezzé ebbe luogo la Conferenza eccle-
siastica di tutta la Vicaria per la soluzione di
varii casi dommatici e morali , secondo il pre-
scritto di S . E . Rev .'°a Mons . Vescovo di Acqui .
Il sottoscritto in tale occasione coll' annuenza
del suo prevosto Mallarini invitò tutti i membri
della suddetta Conferenza a venire in aiuto a V .
S . per la erezione della Chiesa del S . Cuor di
Gesù ed annesso Ospizio , cotanto raccomandati
da Sua Santità . La mia proposta fu bene accolta ;
si fece la colletta, che fruttò la somma di L . 85,
la quale siccome Collettore da V . S . delegato
ho ritirata, ed ora Le trasmetto .
Domani parto per dettare gli Esercizi spirituali
in S . Giuliano Vecchio . In quella occasione mi
adopererò pure per la bella impresa . Altrettanto
spero di fare in Castelnuovo Bormida ed in Bi-
stagno, dove predicherò la Quaresima .
Nella fiducia di poterle inviare altre somme
maggiori mi raccomando alle sue preghiere, nel-
l'atto che mi professo con alta stima
Di V . S . Rev .rna
Affezionatissimo
Sac . ALESSANDRO BUFFA
Missionario Apostolico .
LA CHIESA DEL SACRO CUORE
e la Diocesi di Trento .
Riproduciamo una seconda lettera sulla rela-
zione del viaggio fatto da un nostro Sacerdote nella
religiosa Diocesi di Trento, allo scopo di racco-
gliere offerte per la Chiesa e per l'Ospizio del
Sacro Cuore . Essa dimostrerà una volta di più
quanto caritatevole e pietosa sia quella popolazione
ad onta delle sue poco prospere condizioni finan-
ziarie .
Trento il 15 settembre 1851 .
AMATISSIMO E CARISSIMO SIG . D . Bosco,
Questa volta le spedisco mie nuove dalla cara
ed amena città di Trento, dopo aver percorse tutte
le valli di Non, di Fieme, di Fassa . La materia sa-
rebbe piuttosto abbondante ; ma avendo Ella i
suoi minuti contati, mi sarà necessario di dipin-
gerle il mio viaggio a tratti ed a pennellate .
Sotto un cielo limpidissimo, qual si suoi godere
sul principio d'autunno nelle alpestri vallate del
Tirolo, partito da Malé rifeci parte del mio viag-
gio del mattino . Visitato varie borgate e paesetti,
che si trovano sullo stradale o poco lungi, mon-
tai la salita fino a Cagnò, e pernottai presso
l'ottimo Curato . Percorsi poscia tutte quelle cu-
razie fino a Castelfondo, costeggiando a ritroso

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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la riva destra del Noce, sopra un altipiano sin-
golarmente pittoresco , mentre il fiume scorreva
a basso in una ristretta valle profonda . Da Ca-
stelfondo, dove ritrovai parecchi Cooperatori e
Cooperatrici zelantissimi , diretti da quel caro e
amabile vecchietto, che é il sig . Parroco Pater-
noster, mi diressi a Fondo, grossa borgata e sede
di un Decano, posta su di una delle più alte po-
sizioni del Trentino . Alloggiato in Canonica con
isquisita ospitalità . mi recai a visitare varie buone
persone, che mi furono larghe di offerte e di cor-
tesie . Fra queste debbo rammentarle il sig . Mae-
stro Anzelini, il quale unitamente all'ottima sua
consorte s'occupa con zelo alla buona educazione
della gioventù del paese . Egli mì usò la genti-
lezza di accompagnarmi per un gran tratto della
mia peregrinazione, facendomi da guida fedele e
da buon Cicerone .
Calcata al mattino sempre con dolce pendio la
strada postale, tracciata poco lungi dalla riva si-
nistra del Noce, e sostato nei varii paesi del de-
canato di Fondo, entrai in quello di Taio , dove
ripetuto lo stesso ritornello, discesi alla fortezza
di Rocchetta e di là a Mezzo Lombardo per vi-
sitare il sìg . Decano .
Ripartii al mattino per Mezzo Tedesco , dove
potei conoscere quelle due perle di sacerdoti, che
sono i fratelli Grandi ; Parroco l'uno e Cappel-
lano l' altro , e varie zelanti Cooperatrici Sale-
siane , fra cui la brava maestra signora Teresa
Gervasi, Direttrice dell' Asilo Infantile e Presi-
dente delle Figlie di Maria . Il ricavato della que-
stua, grazie a queste buone persone, fu superiore
ad ogni mia aspettazione .
Accomiatatomi, presi la via di Margreid , primo
paese del Tirolo Tedesco, collo scopo di assag-
giare per un'altra volta quel terreno, che mi si
era dipinto fertilissimo . Si dava allora una mis-
sione, e visitato il sig . Parroco mi feci ad esporre
il fine della mia venuta . Egli gentilmente m'as-
segnò per compagno il suo Cappellano, ottimo
prete, col quale m' acconciai alla bella meglio a
masticare un po' di tedesco . Avvicinate le prin-
cipali famiglie, m' accorsi subito che le informa-
zioni erano improntate della più sincera verità .
Profondo rispetto in tutti verso i sacerdoti, nelle
case segni esterni di religione e, quello che più
meraviglia, nelle stesse osterie si vedeano il Cro-
cifisso e la piletta dell'acqua santa . Tutti fecero
la loro offerta relativamente generosa, ed io ne
rimasi contento ed edificato . Ma . . . . questa volta
c'é un ma curioso . Mi si minacciò nientemeno
dal birgenmaister (Capo Comune) di farmi vedere
il sole a scacchi . Recatomi a fargli visita, gli
mostrai le mie carte, ma egli esaminatele, con un
cipiglio grave e severo, mi disse : - Ella potrà
andare incontro a dei gravissimi dispiaceri . . . Ed
io a lui : - Forse di venir condotto in prigione?
- Per l' appunto , se i gendarmi volessero fare
il loro dovere . - Gli risposi con vivacità - Si-
gnore, in prigione ci vanno i birboni, ed io son
conscio d'essere un galantuomo . Sappia che son
mandato- a questuare dal mio Superiore col per-
messo in iscritto di S . A . Rev ma il Vescovo, e
coll' approvazione della I . R . Luogotenenza di
Trento . Le dico inoltre che il mio ufficio tende
nientemeno che a salvare dalla prigione un gran-
dissimo numero di poveri giovani abbandonati,
appartenenti a qualsiasi nazione , raccogliendoli
nell'Ospizio che si sta fabbricando in Roma, e
procurando loro con una buona educazione un pane
onorato . - Calmato da questa dichiarazione, e
datomi ancor egli il suo obolo , mi consigliò di
munirmi del permesso della Luogotenenza d'In-
spruch , da cui dipende il Tirolo Tedesco ; ma
per non perder tempo , credetti bene per allora
di sospendere, e attraversata la feracissima val-
lata dell'Adige, mi diressi a Cavalese, capo luogo
della Val di Fieme , dove arrivai dopo otto ore
di continua ma romantica salita .
Il sig . Decano, un esimio e zelante ecclesiastico,
già allievo del benemerito Istituto Mazza di Ve-
rona, da cui tanti valentuomini uscirono per la
Chiesa e per la civil società , mi fece accompa-
gnare da uno de'suoi Cappellani presso varie fa-
miglie signorili . Volli anche parlare col signor
Capo Comune, il quale mi ottenne dalla Giunta Co-
munale un sussidio. Fu questo il primo Comune, che
con un atto, il quale molto lo onora, stanziò un'of-
ferta pel nostro scopo, sotto il punto di vista che,
accogliendo l'Ospizio giovani d'ogni nazione, era
pur conveniente che da tutte venisse aiutato .
Da Cavalese mi rivolsi a Predazzo, fermandomi
a Tesaro e Ziano e negli altri paesi lungo la bella
strada tracciata sul fianco del monte . A Predazzo al-
loggiai presso l'ottima famiglia del nostro Dell'An-
tonio ; indi mi diressi nella valle di Fassa fino a
Pozza, dove m'ebbi da tutti ogni più amorevole acco-
glienza, specialmente da quel caro ed amabile Sacer-
dote, tutto bontà e dolcezza, ed a Lei, sig . D . Bosco,
affezionatissimo , il quale meritatamente presiede
al Decanato, che porta. il nome stesso della valle .
Fatta ancor là una buona questua , e ritornato
a Cavalese, mi recai a visitare il Sacerdote Don
G. B . Sieff,,zelantcurodiMlnaepztd
esperto cultore dell'arte apistica . Mi fece gentil-
mente osservare gli apparati del suo sistema razio-
nale, che veramente gli fa ottenere buoni risultati,
ed in fine mi dié ad assaggiare del suo celebratis-
simo miele, meritamente assai stimato e ricercato .
Visitato qualche altro paese , discesi veloce-
mente a Montagna , e passando per Neumarck,
sostai a Salorno, dove feci la conoscenza dell'ot-
timo sig . Decano . Ripreso il cammino per San
Michele, vi ammirai un bellissimo Istituto agra-
rio , molto bene tenuto , e nell'interna economia
amministrato da monache . Da S . Michele mi re-
cai a Lavis, grosso paese poco lungi da Trento,
che si potrebbe chiamare una piccola cittadella .
Accompagnato dal sac . Dell'Antonio, feci visita a
varie signorili famiglie, che ho trovato molto e-
ducate e caritatevoli .
Al mattino, col cavallo di s.Franceso,p
per poco a pigione in cambio del solito bucefalo,
fatta una volata ginnastica al colle di Teano dei
Vigo, vi ritrovai eccellenti Sacerdoti , e col loro
mezzo potei fare la personale conoscenza di due
rispettabili signori, che sono i Baroni Salvatori,
di Riva il primo , e di Vigo il secondo . Quindi
sano e salvo sono ritornato a Trento,

2.2 Page 12

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Domani ripartirò per Val Sugana, e di poi, a Dio espresso il desiderio, perché si ordinasse almeno
piacendo, percorrerò le Giudicarie, sperando in una di tali stazioni nell' estremo Sud-America .
un'altra lettera di renderle conto delle nuove mie av- Ma diverse difficoltà s'incontrarono per l'attua-
venture .
zione di questo progetto, e la proposta del dele-
D . Febbraro mi scrive, che grazie all'aria sa- gato Italiano di stabilire una stazione al Capo
lnberrima , alle acque ed alle sollecite cure dei Horn, od in altri luoghi vicini, non trovò valido
buoni Cappuccini, sta molto meglio di salute, e le appoggio nel suo paese . Pare ora che i Francesi
manda tanti affettuosi ossequii . Ed ai suoi unendo vogliano andar essi al Capo Horn, ma è cosa an-
anche i miei, mi raccomando di nuovo alle sue cora incerta .
preghiere, e con profonda venerazione mi protesto » Appartenendo io appunto, come Segretario al
Di V . S . Illma e Rev
.maumil.moaf.mo figloinG.C.
terzo Gruppo del Congresso di Venezia, da cui
fu formulato il voto, non osai aggiungere parola,
per non compromettere innanzi tempo i Missio-
Sac . PIETRO POZZaN .
narii Italiani , della Congregazione dei Salesiani,
che sono in quelle regioni, sebbene ne conoscessi
l'operosità e il buon volere .
» Giunto però a Torino ne conferii senza indugio
PROGETTO
col venerando Capo, il sac . D . Giovanni Bosco, già
di una rete meteorologica nell' America del Sud
noto dovunque per la mirabile sua energia nel-
per cura dei Salesiani .
l'iniziare opere buone d'ogni sorta, il quale invia
1 ogni anno in quei lontani paesi un eletto stuolo
La Religione Cattolica lungi dall'essere nemica di suoi figli, che si consacrano al bene religioso
delle scienze profane, come vanno vociferando ta- di quei popoli, senza trascurarne l'intellettuale e
luni o maliziosi o ignoranti, n'è invece amicis- materiale vantaggio .
sima . Né potrebbe essere altrimenti . Infatti che » Come io già m'aspettava, D . Bosco accondi-
cosa è in fin dei conti la scienza di qualsiasi ge- scese di buon grado a quanto io gli esposi, sod-
nere ? Altro non è che la cognizione o di Dio o disfacendo in tal modo, senza molte pratiche inu-
di qualche verità od opera sua . Quindi é che il tili e senza difficoltà, al desiderio del mondo
primo amatore delle scienze è il Signore stesso, scientifico di estendere il suo dominio sulle re-
che si fa chiamare loro Dio : Deus scientiarum gioni poco conosciute del globo .
Dominus . Per la qual cosa in ogni tempo uo- » Un primo progetto fli concertato insieme, ed
mini pii e religiosi coltivarono or questo or quel- in seguito andrà man mano completandosi e per-
l'altro ramo di scienza anche profana, con grande fezionandosi .
studio ed amore, persuasi di fare cosa gradita a » Innanzi tutto , importa sapere , che , anche
Dio e vantaggiosa alla società .
prima del Congresso Geografico, nel mese di lu-
Una delle scienze, che forma oggidì la delizia glio, era venuto da me l'egregio prof . D . Luigi
degli uomini dotti, si é la così detta meteorolo- Lasagna, Direttore del Collegio Pio che i Salesiani
gia, la scienza cioè, la quale ha per oggetto i fe- i hanno a Montevideo , manifestandomi il divisa-
nomeni, che avvengono ed hanno origine nell'atmo- mento che egli aveva di ordinare una buona sta-
sfera, come venti, burrasche, pioggia, neve, gran- zione di meteorologia in quel Collegio, collocato
dine, apparizioni luminose, terremoti e simili . In in ottima posizione . Io accolsi con tutto il favore
questi tempi vagii illustri ecclesiastici attendono l'opportunissima proposta, e l'Osservatorio di Mon-
con ardore a questa scienza . Il celebre Padre Denza, tevideo ormai può dirsi un fatto compiuto . Gli
Barnabita, Rettore del Collegio Carlo Alberto in istrumenti sono già acquistati , ed io sto adde-
Moncalieri, ne sta in prima fila . Vi si applicano strando gli Osservatori, che tra breve partiranno
eziandio i Salesiani, specialmente nel Collegio di per quel luogo .
Alassio e di Lanzo . Tra poco si farà altrettanto » L'Osservatorio di Montevideo sarà fornito di
in varie nostre Caso dell'America, come si rileva tutti i migliori istrumenti, che posseggono le no-
dalla seguente esposizione del prelodato Padre stre stazioni meteorologiche , non escluso l'ane-
Denza .
moietografo Denza, ed un buon apparato per la
« Il terzo Congresso Geografico Internazionale declinazione magnetica . Esso potrà riguardarsi
di Venezia emise in seduta solenne il seguente l'Osservatorio centrale della nuova rete .
voto proposto dal 3 ° Gruppo .
» Oltre a questo Osservatorio, la cui fondazione,
» Il 3° Gruppo propone che si istituiscano lungo come è stato detto, è indipendente dal voto del
il Rio Negro di Patagonia e sulla baia di san Congresso Geografico , Don Bosco ne mette sin
Giuseppe alcuni Osservatorii meteorologici, diretti d'ora a disposizione altri due in quelle contrade,
specialmente alle osservazioni magnetiche, valen- uno a Buenos-Ayres e l'altro a Carmen non lungi
dosi in ciò della cooperazione dei Missionarii ita- dalle foci del Rio Negro, che é il confine setten-
liani in Patagonia .
trionale della Patagonia .
» L'importanza di stabilire delle stazioni me- » Queste due stazioni saranno anch'esse fornite
teorologiche in quelle regioni era già stata ri- di tutti gli istrumenti richiesti per una completa
conosciuta dal Comitato internazionale della me- stazione di meteorologia . In esse del pari che a
teorologia polare, e nella Conferenza, che esso Montevideo le osservazioni si faranno in modo re-
raccolse a Berna nell'agosto dell'anno passato 1880, golare e continuo, perchè esistono già in quelle loca-
per mezzo del delegato italiano prof . Cora, aveva lità Case di Salesiani fornite di personale adatto .

2.3 Page 13

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» Alle tre suddette stazioni se ne deve aggiun-
gere una quarta, che l'Associazione meteorologica
possiede nell'interno della stessa Repubblica Argen-
tina, dappresso alle Ande, fondata dall'antica Cor-
rispondenza meteorologica Italiana, nel Seminario
Conciliare di Salta, sotto la direzione del profes-
sore Sac . Noalles, e che già manda le sue osser-
vazioni da due anni .
» Alle ricordate stazioni se ne aggiungeranno
altre di terzo ordine , che saranno incaricate di
osservazioni sulla temperatura, sulla pioggia e su
altri fatti atmosferici, specialmente sul Rio Negro .
» Un'altra stazione, che anch'essa non mancherà
d'importanza, verrà molto facilmente ordinata da-
gli stessi Missionarii a Petropoli oltre Rio Janeiro .
» Questo primo ordinamento di un servizio
meteorologico, nelle regioni più meridionali del-
l'America , offre già per se solo una importanza
grandissima per la Fisica del Globo . Esso però
non è che il cominciamento di un lavoro assai più
grande ed esteso ; e, grazie all'operosità dei Mis-
sionari Italiani, ed al favore sempre crescente che
essi godono meritamente in quei paesi, altri luo-
ghi d'osservazioni anche più importanti si an-
dranno man mano ordinando, e vi ha grande spe-
ranza che tra pochi anni uno sarà messo vicino
allo stesso Capo Horn .
» In tal maniera senza grave dispendio, ' e senza
rumori, si giungerà alla difficile soluzione di un
problema , a cui anela ardentemente la odierna
meteorologia ; e, ciò che importa non poco, i ri-
sultati che saranno a noi inviati da quelle remote
contrade del Globo, in cui è ben difficile istituire
controlli, saranno tali da meritarsi l'intera fidu-
cia de' dotti, perché raccolti da quegli uomini di
sagrifizio, con nes un altro intendimento ,salvo
quello di rendersi utili alla Società ed alla Scienza .
Dall'Osservatorio di Moncalieri, 2 novembre 1881 .
P . F . DENZA . »
STORIA DELL'ORATORIO DI S . FRANCESCO DI SALES
PARTE S. ECONDA
CAPO III .
Attentati - Castagne e vino avvelenato - Coltello
da macellaio - Biasimevole condotta della pub-
blica .forza - Buon Uffizìo di un amico - Gran-
dine di bastonate .
I due ribaldi, di cui discorremmo nel capo pro-
cedente , uscendo dalla camera di D . Bosco, ave-
vano soggiunto con irato cipiglio : Ci rivedremo .
Queste parole e le non oscure minacce lasciatesi
sfuggire nel corso della loro conversazione ci
danno il bandolo di una lunga serie di attentati
contro la vita di D . Bosco . Essi furono tanti e
così fraudolentemente preparati e violenti , che
possiam dire senza esitazione che fu solo per un
tratto straordinario della divina Provvidenza, fu
solo per miracolo, che D . Bosco ne scampò ogni
volta . Questi fatti, riguardando così da vicino l'i-
stitutore del nostro Oratorio , sono strettamente
collegati colla nostra istoria . Per la qual cosa
noi ne racconteremo alcuni dei principali, di cui
o fummo testimoni oculari , o ne avemmo fedele
relazione da coloro stessi, che lo erano stati .
Una sera dopo cena stava D . Bosco facendo la
consueta scuola serale, quando due uomini di tri-
sto aspetto vennero a chiamarlo, che andasse in
fretta a confessare un moribondo, in un sito poco
distante da noi, appellato il Cuor d 'oro . Sempre
pronto al servizio delle anime, egli affida tosto
ad un altro la sua classe, e si dispone a partire
immantinente . Nell'uscire di casa, stante l'ora un
po' avanzata, gli venne il pensiero di menar seco
alcuni dei giovani più grandicelli , affinché gli
facessero compagnia, e li chiama . -- Non occorre
che conduca giovani insieme , dissero quei due
sconosciuti ; noi stessi l'accompagneremo nell'an-
dare e nel venire : e poi l'infermo potrebbe essere
disturbato dalla loro presenza . - Non datevi pena
di questo, rispose D . Bosco , questi miei giova-
notti hanno piacere di fare una passeggiatina ,e
giunti alla camera del malato si fermeranno al
di fuori . - E quei due, sebbene a malincuore,
tacquero e lasciarono fare .
Arrivati alla casa destinata, - Entri un mo-
mento in questa stanza , dissero coloro , e noi
andremo ad avvertire l'ammalato della sua ve-
nuta . - I giovani rimasero fuori, e Don Bosco
entrò in una camera a pian terreno , dove trovò
una mezza dozzina di bontemponi , che dopo una
lauta cena mangiavano o fingevano di mangiar
castagne . Accolsero essi D . Bosco con molti segni
di rispetto, lodandolo a cielo ed applaudendo . -
Favorisca, sig . D . Bosco, di servirsi delle nostre
castagne, gli disse poscia uno della brigata, por-
gendogli il piatto . - Non mi sento più di man-
giare, rispos'egli ; ho fatto cena solo poc' anzi, e
non prendo più altro . - Almeno beverà un bic-
chiere del nostro vino ; lo troverà buono, sa ;
viene dalle parti d' Asti . - Non mi sento ; non
sono abituato a bere fuori di pasto, e se bevessi
mi farebbe male . - Oibò ! Un piccolo bicchiere
di buon vino noti le farà male certamente , anzi
le farà bene , aiuterà la digestione . Lei beverà
dunque per farci piacere .
Ciò detto, colui dà di piglio ad una bottiglia
sul tavolo e mette da bere nei bicchieri . Siccome
studiosamente ne aveva messo uno di meno, così
egli, versatone in tutti, va poscia a pigliare e bic-
chiere e bottiglia in disparte e ne mesce per D .
Bosco . Non occorse d'avvantaggio, perché questi si
accorgesse del perverso loro divisamento, che era
di fargli bere il veleno . Senza dare ad intendere che
aveva scoperto la loro insidia , D . Bosco prende
in mano il bicchiere colmo di spumeggiante vino,
fa un brindisi alla salute di quei disgraziati, ma,
invece di metterlo alle labbra, cerca di riporlo sul
tavolo, ricusando di bere . - Non ci dia questo
disgusto, cominciò a dire uno ; non ci faccia que-
sto insulto, soggiunse un altro ; é un vino eccel-
lente ; vogliamo che lo assaggi alla nostra sa-
lute, gridarono tutti . - Ho già detto che non mi
sento, ed ora aggiungo che non posso e non vo-

2.4 Page 14

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glio bere , riprese D . Bosco . - Eppure bisogna
che Lei beva ad ogni costo, esclamarono in coro
quei furfanti . Poscia dai detti passando ai fatti,
uno di loro prese il povero prete per la spalla
destra, un altro per la sinistra, dicendo : - Non
possiamo tollerare questo insulto : se non vuol
bere per amore, beverà per forza .
A questa violenza D . Bosco si trovò veramente
tra il martello e l'incudine ; e fu quello per lui
certamente un brutto istante . Siccome l'usare con-
tro di loro la forza non era nè prudente, nè fa-
cile cosa, così giudicò meglio ricorrere all'astu-
zia , e così fece . Disse pertanto : - Se assolu-
tamente volete che io beva, lasciatemi in libertà,
perché prendendomi per le spalle e per le braccia
mi fate tremare la mano e versare il vino . - Ha
ragione, risposero quelli, e si scostarono alquanto .
Allora D . Bosco, colto il momento propizio , fa
un lungo passo indietro, si avvicina all'uscio, che
fortunatamente non era chiavato, lo apre e invita
i suoi giovani ad entrare . Lo spalancarsi improv-
visamente dell'uscio, e la comparsa di quattro o
cinque giovinotti sui 18 e 20 anni pose freno alla
tracotanza di coloro, il cui capo fattosi mogio mo-
gio disse : - Se non vuol bere , pazienza ; lasci
pure, e stia tranquillo .
Ma dov'è il moribondo? domandò D . Bosco ;
bisogna almeno che io lo veda . - Per coprire il
loro vile attentato uno di quei malfattori condusse
il sacerdote in una camera al secondo piano . Colà
invece di un malato, D . Bosco trovò coricato nel
letto uno di quei due, che era andato a chiamarlo
all'Oratorio . Don Bosco gli fece tuttavia alcune
domande, e quell' impostore matricolato , non o-
stante lo sforzo erculeo per contenersi, non po-
tendone più, diede in uno scroscio di risa di-
cendo : M i confesserò poi domani ; e D . Bosco
se ne partì, ringraziando in cuor suo il Signore
di averlo per mezzo dei figli suoi protetto da
quella mano di scellerati .
Avendo poi inteso per filo e per segno come
erano andate le cose, alcuni di noi abbiamo vo-
luto al domani fare delle indagini intorno a que-
sto fatto, e siamo venuti a scoprire che un cotale
aveva pagato a quei vigliacchi una lauta cena, col
patto che avessero fatto bere a D . Bosco un po'
di vino, che egli aveva preparato appositamente
per lui . Coloro adunque erano compri sicarii .
Gli attentati, che avevano incominciato sin dai
primordii della emancipazione data ai protestanti
e agli ebrei, e si erano fatti più frequenti quando
in Piemonte, nel 1850, venne abolito il foro ecclesia-
stico , crebbero di poi in tanto numero, che una
vasta congiura di eretici e di malfattori pareva es-
sersi in Torino organizzata coll'unico scopo di levare
Don Bosco dal mondo, come il nemico loro più for-
midabile . Essendo impossibile il ricordarli tutti,
ne riferiremo qui ancor due, che ci stanno pre-
senti alla mente , come se or ora fossero acca-
duti .
Una sera di agosto intorno alle ore sei Don
Bosco trattenevasi presso il cancello di legno, che
chiudeva il cortile dell'Oratorio, e discorreva pia-
cevolmente con alcuni dei suoi giovinetti, quando
un grido si fa udire di mezzo a loro : Un assas-
sino, un assassino . Ecco infatti un certo An-
drinmacdi.,onuclte.da
macellaio in mano , correre furiosamente contro
D . Bosco gridando : Voglio Don Bosco, voglio
D . Bosco . Lo spavento a primo tratto s'impadronì
di noi tutti , che ci demmo alla fuga sbandati,
chi nel campo aperto che ci stava dinanzi, e chi
nel cortile della casa . Tra i fuggenti eravi un
chierico, oggidì parroco di una illustre chiesa di
Torino . L'assassino, presolo per D . Bosco, si diede
ad inseguirlo ; ma accortosi dello sbaglio ritornò
verso il cancello . In quel breve intervallo D. Bo-
sco aveva avuto tempo di mettersi in salvo, sa-
lendo alla sua camera , e chiudendo a chiave il
piccolo cancello di ferro , che stava a piè della
scala . Questo era appena fermato, quando soprag-
giunse il manigoldo, il quale trovando chiuso prese
a battere, scuotere, urtare con impeto il cancello
per aprirlo, ma indarno . Egli stette colà per più
di tre ore come tigre aspettante la preda ; pareva
un pazzo, ma il fingeva per interesse .
Intanto i giovani , scosso il primo spavento e
alquanto rinfrancati, si erano nuovamente riuniti .
Alla vista di colui, che minacciava la vita del
nostro benefattore e padre , ci sentimmo bollire
il sangue nelle vene . Dando ascolto alla voce del
cuore, ed abbandonandoci all' ardor giovanile , ci
armammo ognuno di uno strumento , chi di ba-
stone, chi di pietre, chi di altro arnese, e ci dis-
ponemmo ad assalire quel miserabile e a farlo in
pezzi ; ma D . Bosco, temendo che alcuno di noi
avesse a riceverne qualche ferìta, ci proibì di toc-
carlo .
Con quella fiera in casa niuno poteva quietare .
La buona Margherita soprattutto era . nella più
alta costernazione e pei figlio e per noi . Che fare?
Si mandò subito e ripetutamente avviso alla que-
stura ; ma, duole il dirlo, non si vide mai com-
parire né una guardia, né un carabiniere sino alle
nove e mezzo di sera . A quell'ora soltanto si pre-
sentarono due gendarmi , legarono quel malan-
drino, e seco lo condussero alla caserma, libe-
randoci da una violenza , che fece poco onore a
chi presiedeva in quei giorni alla pubblica forza .
E come se una tale inerzia nel difendere un li-
bero cittadino non fosse ancora sufficiente ad im-
pensierire ogni persona onesta, ecco all'indomani
commettersi dal questore un' imprudenza ancor
peggiore . Ei manda un uomo della polizia ad in-
terrogare D . Bosco, se perdonava a quell'oltrag-
giatore . Rispose egli che come cristiano e come
Sacerdote perdonava quella ed altre ingiurie an-
cora ; ma come cittadino e capo d' Istituto invo-
cava a nome della legge, che la pubblica autorità
gli guarentisse un po' meglio la persona e la casa .
Or chi lo crederebbe? Nel giorno stesso il que-
store fa mettere in libertà quello scellerato, il
quale nella sera stava nuovamente appostato a poca
distanza dall' Oratorio , attendendo che D . Bosco
ne uscisse per eseguire il suo sanguinario disegno .
Ma chi moveva colui a tanta scelleratezza ? -
Un amico di D . Bosco e nostro insigne benefat-
tore, il Com . Dupré, ci pose in grado di poter
rispondere a questa domanda . Osservando egli che
non poteva aversi dalla pubblica forza una sicura

2.5 Page 15

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difesa, si assunse il cómpito di parlare con quello
sciagurato, che ci teneva notte e giorno in ango-
sciosa apprensione . - Io sono pagato, rispose il
ribaldo ; mi si dia quanto altri mi danno, e me
ne andrò . - Ciò inteso, gli vennero pagati ot-
tanta franchi di fitto scaduto, ed altri ottanta per
anticipazione , e così finì quella commedia , che
avrebbe potuto finire in sanguinosa tragedia .
Ma più insidiosa fu l' aggressione che stiamo
per descrivere, e dalla quale D . Bosco non usci
intieramente incolume .
Poco dopo il fatto riferito, una domenica a sera
verso notte D . Bosco vien chiamato da un uomo,
per confessare una malata in casa Sardi, quasi
di rimpetto all' Istituto del Rifugio . I fatti pre-
cedenti gli suggerirono di farsi accompagnare da
due di noi . - Lasci, lasci pure i suoi giovani a
casa, disse quel cotale, non li disturbi ; l'accom-
pagnerò io stesso . - Queste parole fecero cre-
scere il sospetto e produssero l'effetto contrario ;
quindi D . Bosco invece di due giovani ne chiamò
quattro, tra cui un certo Giacinto Arnaud e Gia-
como Cerruti, così nerboruti e forti , che in un
bisogno avrebbero squartato un bue . Giunto al
luogo designato , egli ne lasciò due a pié della
scala, e i due sopra nominati salirono con lui al
primo piano, e fermaronsi sul pianerottolo presso
l'uscio della camera . Entrato, vi scorge in letto una
donna tutta ansante , la quale sapeva fingere sì
bene, che pareva veramente volesse mandare l'ul-
timo fiato . A quella vista Don Bosco invitò gli
astanti in numero di quattro ad allontanarsi, a
fine di parlar liberamente alla malata e prepa-
rarla ad acconciarsi dell'anima . - Prima di con-
fessarmi, prese allora a dire la donnaccia con
una gran voce, io voglio che quel briccone là si
ritratti delle calunnie, che mi ha imputate . - No,
rispose uno Silenzio, aggiunse un altro - Sì
- No - Taci infame, se no ti strozzo . - Que-
sti ed altri non men graziosi accenti , misti ad
orrende imprecazioni, si sollevarono ben tosto a
produrre un' eco spaventosa per quella camera
d'inferno . In mezzo a questo diavolio si spengono
i lumi, e allora nel buio cessa il tuono e comin-
cia una grandine di bastonate, dirette al sito dove
stava D . Bosco . Non tardò egli ad indovinare il
giuoco che gli volevano fare , vale a dire, rom-
pergli le ossa . In quel frangente , non sapendo
come meglio ripararsi, egli in tutta fretta dà di
piglio alla scranna, che stava presso il letto, se
la pose in testa, e sotto a quel parabotte cerca
di guadaguare l'uscio . Intanto quei scellerati da-
vano giù colpi mortali, che invece di cadere sul
capo del povero D . Bosco, piombavano con gran
fracasso sulla sedia . A quel rumore i due gio-
vani appostati aprono l'uscio, e D . Bosco gettata
la sedia si lancia nelle loro braccia, lieto di aver
portate salve le spalle e la testa . Ricevette tut-
tavia una bastonata sopra il pollice della sinistra
mano, che in quel parapiglia teneva appoggiata
sullo schienale della sedia . Il colpo, quantunque
per se stesso leggiero , nondimeno gli portò via
l'unghia colla metà della falange, e dopo 25 e più
anni D . Bosco ne conserva tuttora la cicatrice .
Non sono infondati i sospetti che queste ed
altre moltissime insidie fossero ordite o per la
malizia o pel danaro di coloro, i quali vedevano
di mal occhio il giornaletto l'Amico della Gioventù,
gli Avvisi ai Cattolici e sopratutto le Letture Cat-
toliche .
Del resto gli eretici di Torino non facevano
che battere le orme dei loro' antenati , i quali,
per tacere di molti altri assassinii , il giorno 9
di aprile dell'anno 1374, in Bricherasio, con una
grandine di colpi trucidarono barbaramente il
beato Pavonio da Savigliano , perché predicava
contro la loro dottrina, e convertiva gran numero
di Valdesi alla Chiesa Cattolica .
SUOR MA R IA MAZZARELLO
CAPO III .
La prima figlia di Maria Ausiliatrice,
Seguendo la storia di Maria Mazzarello l' ab-
biam vista da saggia fanciulla divenire fervente
figlia dell'Immacolata, separarsi poscia coraggio-
samente dall'amata famiglia, unirsi ad alcune sue
buone consorelle col sacro vincolo della carità di
Gesù Cristo, formare con loro una piccola Comunità,
e animata dall'instancabile suo zelo, sotto la dire-
zione dell' esimio sacerdote Domenico Pestarino,
pregare e lavorare'indefessa pel bene delle anime .
Or bene quella piccola Comunità fu il primo
nucleo della Congregazione delle Figlie o Suore di
Maria Ausiliatrice ; Congregazione, che protetta
in modo speciale dalla Vergine Santissima sua
Patrona, fa ai giorni nostri un gran bene alle fan-
ciulle del popolo, e, coadiuvata dai benemeriti Co-
operatori e Cooperatrici Salesiane, attende oggi-
mai alla educazione ed istruzione non solo in
vani luoghi d'Europa, ma eziandio nell'America,
e persino tra le povere selvagge della Patagonia .
E pregio dell'opera il dire qui come incomin-
ciasse questa umile Congregazione . Ecco in breve
quanto si ricava dalla cronaca delle Figlie di Ma-
ria Ausiliatrice .
L'anno 1862 il virtuoso sacerdote D . Domenico
Pestarino di Mornese, avendo conosciuto D . Bosco
e la Pia Società di S . Francesco di Sales, con-
cepì vivo desiderio d'impiegare alla maggior glo-
ria di Dio ed a salute del prossimo le sue
sostanze, anzi la sua vita stessa . Recatosi per-
tanto in Torino si offerse volenteroso a D . Bosco
come docile suddito al proprio Superiore . Più
tardi si legava alla Congregazione dei Salesiani,
divenendone membro operosissimo . Era intenzione
del buon Sacerdote di fondare nel suo paese na-
tivo una qualche opera di pubblica utilità ; per la
qual cosa pose le fondamenta di un vasto edifizio
da destinarsi all'educazione della gioventù, coa-
diuvato efficacemente da D . Bosco e di danaro e
di consiglio pel compimento dell'opera . Desiderio
de'suoi compatriotti si era che quell'ampio locale
servisse per un Collegio di fanciulli, e tale era
pure il pensiero di D . Bosco . Ma il Signore, che
nella sua divina Provvidenza aveva disposto al-
trimenti, permise che insorgessero alcune gravis-

2.6 Page 16

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sime difficoltà . In quel frattempo D . Bosco, il quale
aveva già fondate varie case ed oratorii per l'e-
ducazione dei giovanetti, ricevette da molte parti
domande pressanti, che volesse provvedere ezian-
dio al benessere morale, civile e religioso delle
fanciulle . Egli vi pensò sopra alcun tempo, ne
conferì con varie assennate persone , e d'accordo
con D . Pestarino determinò che il nuovo fabbri-
cato servisse non più a Collegio pei giovanetti,
ma fosse un Educatorio per le giovani zitelle . A
questo fine l'anno 1870 furono chiamate ad abi-
tarlo colle poche loro educande le buone Figlie
dell'Immacolata, di cui abbiamo sopra parlato, e
delle quali faceva da Superiora la nostra buona
Maria Mazzarello .
La piccola Comunità fino a questo punto aveva
sempre osservate le regole della Compagnia delle
figlie di Maria Immacolata di Mornese, e pel vo-
lere e per l'esempio della Mazzarello era rimasta
ognora soggetta alla Superiora della medesima .
Ma entrate che furono nella casa novella fu d'uopo
mutare dipendenza . Allora quella sottomissione ed
ubbidienza, che avevano professato alla Superiora
delle figlie della Immacolata, cominciarono ad eser-
citarla verso D . Bosco e al sacerdote D . Dome-
nico Pestarino, che a nome di lui prese a dirigerle .
Fin qui quelle buone figlie non avevano alcun
pensiero di farsi religiose, quantunque già vives-
sero come tali . Ma cosa chiama cosa, e la cor-
rispondenza ad una grazia rende meritevole di
.una grazia più bella . Ora in premio della loro
umiltà, e soprattutto in vista del basso concetto
in che si teneva la giovane Maria, il Signore non
tardò ad infondere nel cuore di lei e delle sue
figlie un vivissimo desiderio di costituirsi insieme
per tal modo, da poter attendere con maggior
frutto all'educazione delle giovanette . Il pio divi-
samento veniva dal cielo, e D . Bosco, coadiuvato
da D . Pestarino, lo assecondò efficacemente . Per-
tanto, dopo averne conferito e chiesto opportuno
consiglio a S . E . Rev .ma Monsig . Giuseppe Scian-
dra Vescovo di Acqui , ne compose una regola
conforme ai bisogni dei tempi e secondo lo spi-
rito della Chiesa, e si diede viva sollecitudine ad
erigere quell'umile Comunità in religioso Istituto
femminile, avente lo scopo di fare pel bene delle
fanciulle quello, che la Congregazione Salesiana
già procurava a vantaggio dei giovanetti .
Se da principio si fosse detto alla giovane Maz-
zarello ed alle sue compagne, che tra breve sa-
rebbero state le pietre fondamentali d'una Con-
gregazione religiosa, non avrebbero creduto . Ep-
pure contro la loro stessa aspettazione il Signore
le avviò al nobile stato di Spose a Lui sacre per
mezzo dei consigli evangelici , e sotto il vessillo
della Vergine Auxilium Christianorum . In que-
sto modo Iddio dimostrò quanto sia ammirabile
nella sua provvidenza . Egli sa disporre ogni cosa
soavemente e pur con fortezza, secondo gli alti
suoi consigli . Fortunati coloro, che desiderosi di
amarlo e di servirlo si abbandonano nelle sue
braccia amorose ! Così fece la nostra Maria Maz-
zarello, ed ebbe la bella sorte di essere la pie-
tra angolare di un nuovo Istituto religioso ; la
prima Figlia o Suora di Maria Ausiliatrice .
Disposte le cose e fatti precedere alcuni giornì
di Esercizii spirituali, l'anno 1872 al dì 5 Ago-
sto, sacro alla SS . Vergine della Neve , ben 15
di loro ricevevano dalle mani di S . E . Rev .ma , il
Vescovo di Acqui, l'abito religioso, e prendevano
il titolo di Figlie di Maria Ausiliatrice . Nello
stesso giorno la nostra Maria con varie sue figlie
dinanzi all'altare di Gesù Sacramentato, ed alla
presenza di Monsignor Vescovo e di D . Bosco,
pronunziava con amoroso trasporto i santi voti di
povertà, castità ed obbedienza .
Alla religiosa e commovente funzione erano
presenti, oltre il Vescovo, D . Bosco e D . Dome-
nico Pestarino, parecchi illustri personaggi, tra cui
il sig . Canonico Olivieri, Arciprete della Catte-
drale di Acqui ; il sig . D . Marco Mallarini Vi-
cario Foranco di Canelli, Monsignor Verri Arci-
prete d'Incisa, e il sig . D . Carlo Valle Prevosto
in Mornese .
Indicibile fu la gioia che inondò in quel giorno
i cuori di quelle vergini avventurate ; indescrivibile
il ginbilo della Mazzarello, quando videsi incoro-
nare quale Sposa di Gesù . Ella più non rifiniva
di ringraziarne Iddio e la Santissima sua Madre,
e con parole piene di riconoscenza faceva consi-
derare alle sue figlie quale grazia sublime avesse
loro fatta il Signore ; perciò le esortava ad amarlo
ognora più, ad imitarlo nei patimenti e nelle u-
miliazioni, a perseverare in quollo stato sino alla
morte, e a farsi sante e presto sante . Fu quello
un giorno di gran festa, e in ogni angolo della
casa si udiva ripetere : Viva Gesù - Sempre nei
nostri cuori - Viva Maria - E chi la creò .
Se fino allora Maria Mazzarello aveva cammi-
nato a grandi passi sulla via della perfezione, da
quel giorno Ella prese a salirne l'alta cima con
rapidi voli .
Ma prima di proseguire questi cenni crediamo
bene di qui riportare il giudizio , che ne emise
il saggio suo Direttore spirituale , D . Pestarino,
il quale in un suo memoriale , prendendo nota
delle prime Figlie che avevano fatta vestiziene e
professione, e dato formale incominciamento al
nuovo Istituto, così si esprime sulla nostra Maria :
« Maria Mazzarello mostrò sempre buono spirito,
ed un cuore molto inclinato alla pietà . Frequen-
tava molto i santi Sacramenti della Confessione e
Comunione, ed era assai divota di Maria Vergine .
Accettò volentieri di entrare nel nuovo Istituto e
fu pur sempre tra le più impegnate nel bene, e
sottomesse ai Superiori . Era d'indole schietta ed
ardente, e di cuore molto sensibile . Mostravasi
sempre disposta a ricevere qualunque avviso dai
Superiori, e pronta a dar loro prova di umile som-
messione e rispetto . Fu sempre conforme di vo-
lontà e di giudizio, e così unita di spirito coi me-
desimi, che si protestava pronta a dar la vita ed a
sacrificare ogni cosa, per obbedirli e per promuovere
il bene . Tenendo luogo di Superiora era fervente
nel proporre e nel sostenere la parte, che le parea
ragionevole ; però finiva sempre coll'umiliarsi e
pregare le compagne d'avvisarla quando mancava .
A questa bella testimonianza vogliamo aggiun-
gerne un'altra, che ricevemmo solo poc'anzi dalla
sua sorella, ancor essa Suora di Maria Ausilia-

2.7 Page 17

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trice . Testimonio dei suoi primi anni e dei pri-
mordii di sua vita religiosa così ella ne scrisse :
Quando l'indimenticabile mia sorella si tro-
vava ancora in famiglia erano tali le disposizioni
del suo cuore, che ben dava a divedere averli
Iddio destinata a grandi cose . Giovanetta ancora
già avea risoluto di tutta consacrarsi al Signore, E
tanto amava la bella virtù verginale, che fin d'al-
lora ne fece voto a Dio .
» L'amore poi che nutriva al Celeste suo Sposo
Gesù era molto forte ; e ben, lo può attestare il
metodo di vita che teneva per compiacerlo .
» Dovendo attendere ai lavori campestri, poco
o nulla di tempo le rimaneva per le pratiche di
pietà . Stanca e spossata dalle fatiche del giorno
il corpo suo, piuttosto gracile, chiedeva riposo,
ma che faceva ella? Vincendo la natura, compieva
di notte ciò, che di giorno le era impossibile !
» Quante volte per potersi risvegliare per tempo
ed accostarsi al banchetto Eucaristico, cui tanto
anelava, coricavasi per terra vestita ! Negando
alle stanche sue membra il necessario riposo, al-
zavasi per tempissimo , si recava alla chiesa,
e cibatasi delle immacolate carni di Gesù ritornava
a casa, prima che la famiglia si fosse posta al la-
voro . E ciò ella faceva d'inverno e d'estate, non
badando nè al freddo, né alle intemperie, né alle
pessime strade, che le toccava percorrere per ar-
rivare alla Parrocchia, abitando noi in campagna .
» Quando i genitori la mandavano in paese per
qualche commissione, si rallegrava grandemente,
perchè poteva in tale occasione visitare il suo
caro Gesù Sacramentato !
» Se invece mandavano me, caldamente mi pre-
gava a voler far le sue parti innanzi al Santo
Tabernacolo .
» Quando le fu dato di appagare l'ardente suo
desiderio, quello cioè di riunire alcune buone fi-
glie ed insieme convivere per meglio servire il
Signore, la sua gioia fu al colmo . Coraggiosa-
mente abbandonò padre, madre, fratelli, sorelle,
insomma l'intiera famiglia, lasciandoci tutti nel
pianto e nella desolazione .
» In questo nuovo genere di vita, ella diede
prova d'un coraggio eroico . Nella nuova casa trovò
la vera povertà di G . Cristo . Tante volte man-
cava alla piccola Comunità il necessario sosten-
tamento, mancava talora persino la farina per fare
la polenta, e spesso quando si aveva questa man-
c ava il legno per farla cuocere !
» Che faceva essa allora ? Usciva in campagna
con alcuna delle figlie, ed ora in qualche bosco
o della famiglia, o di un conoscente, o del Co-
mune faceva un fascio di legna secche , e con
quello in ispalla, come santa Francesca Romana,
ritornava a casa a preparare il cibo . Fatta la po-
lenta, la portava poscia nel cortile , e depostala
col piatto sul nudo terreno invitava le compagne
al lauto pranzo . Mancavano i tondi , mancavano
le posate, ma non l'appetito . Quando mancava e-
ziandio un po' di pietanza, mia sorella la som-
ministrava colle amene e sante sue parole . Di-
fatto pareva che i suoi discorsi sapessero dare
tale condimento al povero cibo, da renderlo più
saporito d'ogni squisita vivanda . Erano povere,
ma contente di quella contentezza, che proviene
dalla grazia di Dio e dal desiderio d'imitare Gesù
Cristo e la SS . Vergine nella casa di Nazaret .
» 'Poco però rimasero in tale abitazione . Dopo
alcun tempo la piccola Comunità, fu chiamata ad
abitare un vasto locale , quello cioè che fu la
prima Casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice .
» La carissima mia sorella, intesa la volontà
del Superiore, non vi pose ostacolo, ed incorag-
giando le più timide, entrò con grand'animo nella
nuova abitazione .
» Posto che vi ebbero il piede, il paese non tardò a
sparger voce che non l'avrebbero durata a lungo .
E umanamente parlando, e stante la mancanza di
molte cose , avrebbe dovuto essere così . Ma la
coraggiosa figlia non si sgomentò delle prime
difficoltà, e tenendo la mente ed il cuore fissi in
Dio, da lui solo aspettava l'opportuno soccorso .
Colà essa continuò la sua vita di fatica e di sa-
crificio . Non essendo ancora terminata la fabbrica,
era tutto il giorno occupata ad accumulare pietre .
E con qual ardore persisteva in tale faticosissimo
lavoro ! Come animava le altre colla parola e col-
l'esempio ! E il bucato ? Oh ' anch' esso serviva
ad esercitare nella virtù e la mia sorella e le
degne sue compagne . Il fiume così detto Verno
si trovava alquanto lungi dal paese . Venuto il
giorno destinato pel lavare, essa punto non esi-
mevasi da quell'uffizio ; ma preso un po' di pane,
od anche solo alcune fette di polenta, si portava
con varie altre al fiume , e vi durava sino alla
fine del lavoro .
» In simili occasioni non si vedea sul volto di
alcuna né tristezza, né scoraggiamento, che anzi
erano quelli i giorni più cari per tutte . L'amata
sorella colla sua allegria e col suo esempio sa-
peva convertire i più duri sacrifizii in dolci e
soavi diletti ; sicché lasciava in tutte il desiderio
di sempre nuovi patimenti .
» Ritornata a casa stanca ed anche bagnata,
ella non si occupava di sè, ma era tutta solleci-
tudine per far cambiare le altre , per preparar
loro qualche cosa di caldo, e simili . Era insom-
ma, come le madri amorose, sempre intenta a pre-
ferire ai proprii i comodi delle sue figliuole .
» A questa vita attiva e sacrificata ella con-
giungeva più altre eccellenti virtù . Ho sempre
scorto in lei gran candore di vita, profonda umil-
tà , povertà , ubbidienza, rassegnazione a tutta
prova . » Fin qui la sua sorella, suor Felicita Maz-
zarello .
Tale si era dunque la prima Figlia dell'Istituto
di Maria Ausiliatrice . Vedremo in appresso quale
ne sia stata la prima Superiora generale .
COLLOCAMENTO DELLA PRIMA PIETRA
di un nuovo Spedale in Torino .
Torino, città del Santissimo Sacramento e di
Maria Consolatrice ed Ausiliatrice dei Cristiani .
non scema punto, neppure ai tempi nostri, nè la sua
fede, nè la sua carità . Mentre i Protestanti nei
loro rendiconti confessano che detta città è campo

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sterile per essi, noi la vediamo andarsi fecon-
dando di nuove opere di carità a sollievo delle
umane miserie .
Sul principio dello scorso novembre l'augusta
Torino vedea sorgere nel suo seno un'umile casa
delle Piccole Suore dei poveri, a conforto dei
vecchi poveri ed abbandonati ; e all'undici di detto
mese assisteva al collocamento della prima pietra
di un nuovo Spedale dell'Ordine dei Santi Mau-
rizio e Lazzaro . La funzione , nella quale non ci
entrò politica , fu religiosa e civile , ordinata e
splendida . Il Rev .mo Arcivescovo di Torino ne
benedisse la pietra secondo il rito, e Sua Maestà
il Re Umberto I vi pose la prima calce .
Noi salutiamo di vivo cuore il principio di quel
monumento di pubblica beneficenza , e il vederlo
consacrato dalla Religione ci fa aprire l'animo alla
lieta speranza, che sarà da Dio benedetto e con-
dotto a termine felicemente .
DUE NOTIZIE .
Per abbondanza di materia e per difetto di spa-
zio diamo qui due notizie compendiosamente , ri-
serbandoci di parlarne altra volta più in diffuso .
Oratorio Salesiano in Faenza -
Per impegni presi già da qualche anno, abbiamo
dovuto mandare alcuni Salesiani ad aprire un
Oratorio festivo pei giovanetti nella città di Faenza .
I Salesiani vi fecero il loro ingresso il giorno 10
dello scorso novembre , accolti dal Clero e dal
popolo con significazioni della più alta benevo-
lenza ; e il giorno 20 dello stesso mese , bene-
detta la cappella , inaugurarono l' Oratorio sotto
il titolo di S . Francesco di Sales . Abbiamo sot-
t'occhio una lettera scrittaci in proposito da un
Cooperatore faentino, che pubblicheremo in altra
occasione .
Benedizione di Campane - Il 1 0
del corrente dicembre furono battezzate cinque
campane della Chiesa di S . Giovanni Evangelista
in Torino . La funzione quantunque quasi improv-
visata riuscì nondimeno di alta soddisfazione . Spe-
riamo di descriverla in altro numero, e dire al-
cun che dei lavori della detta Chiesa, la quale è
oggimai un vero gioiello . La consacrazione ne
sarà fatta o nell'aprile o nel maggio dell'anno
venturo .
IL SINODO DIOCESANO DI TORINO
ED ALCUNE OPERE DI RELIGIONE E DI CARITÀ.
Il dieci dello scorso novembre venne raccolto
in Torino il sinodo diocesano . In quella propizia
occasione Sua Eccellenza Rev .ma, l'Arcivescovo
Mons . Lorenzo Gastaldi, raccomandò al Clero va-
rie opere di religione e di carità, altamente re-
clamate dai bisogni dei tempi . Crediamo utile
accennare qui almeno le principali di esse , sic-
come quelle che corrispondono allo scopo della
Pia Unione dei Cooperatori Salesiani .
Il Rev .mo Arcivescovo, dopo di aver parlato
della origine dei sinodi, o concilii, e tessuta per
sommi capi la storia dei sinodi apostolici, e di
alcuni dei primi secoli tenuti in varie città, tra
cui la stessa Torino ; dopo di aver discorso dei
sinodi diocesani celebrati dai Vescovi suoi pre-
decessori, e detto della loro utilità soprattutto ai
giorni nostri, passò a raccomandare varie opere
utilissime tra cui le seguenti .
1 . Custodire gelosamente la fede in noi mede-
simi e negli altri, e non metterla a repentaglio
col leggere giornali irreligiosi ed empii, né so-
stenerli col proprio obolo mediante l'associazione .
Il farci vedere con siffatti giornali in mano, o il
dare a conoscere nel paese che vi si è associato,
reca scandalo al popolo, e lo abitua alle stesse
pestifere letture colla perdita della fede . Né dob-
biamo fidarci della nostra cultura e dottrina, ri-
cordandoci del fatto deplorabile di Tertulliano, il
quale dopo aver scritto si bene e dottamente a
difesa della Religione, e a salute degli altri, ter-
minò col cadere nella eresia e perdersi egli stesso .
2 . Dispensare la parola di Dio con frequenza,
con sodezza di dottrina e con ordine, avendo di
mira di parlare alla immaginazione con appro-
priate similitudini e con esempi adattati . Di que-
sto modo di predicare ci é modello il nostro di-
vin Maestro colle parabole del Vangelo .
3 . Fondare Oratorii festivi pei giovanetti . A
questo proposito il Rev .mo Arcivescovo provò che
questi Oratorii, soprattutto nelle città, non sola-
mente sono utili, ma oggimai sono necessarii .
Nelle città alquanto popolate si vedono delle neb-
bie o per meglio dire delle nuvole di fanciulli e
giovanetti dai 10 ai 15 anni, la maggior parte
dei quali non vanno al catechismo . Che sarà di loro
quando saranno adulti ? Se andiamo avanti di que-
sto passo si giungerà al punto che gli uomini
non avranno più fede, e noi vedremo le chiese
ed i confessionali frequentati solo più dalle donne
e dalle ragazze . Gli Oratorii sono il mezzo effi-
cace per iscongiurare questo pericolo . Ivi i gio-
vanetti si attirano mediante onesti divertimenti,
ivi s' instruiscono nel catechismo , ivi ancora si
rassodano nella fede e nella pietà con istruzioni
e prediche adattate alla loro capacità e bisogno .
Intanto, prendendo fin dai primi anni la lodevole
abitudine di frequentare le funzioni religiose ed i
Sacramenti, difficilmente la perderanno nell'età
avanzata, e noi li vedremo crescere e vivere o-
gnora da buoni cristiani ed onesti cittadini .
Monsignor Arcivescovo confermò la realtà di que-
sto buon risultato con una prova di fatto, e non
giudicando di prendere questa prova dalla città
di Torino, che fu la culla degli Oratorii di San
Francesco di Sales, di S . Luigi Gonzaga, dell'An-
gelo Custode, di S . Giuseppe, di Santa Giulia, di
S . Martino, di S . Filippo, di S . Secondo, e di
varii altri per le fanciulle, portò l'esempio degli
Oratorii di Brescia diretti dai Filippini .
4 . Esortò ognuno ad impegnarsi a fare in modo
che dal proprio Comune sieno eletti maestri e
maestre, che abbiano lo spirito cristiano , e che
colla parola e coll'esempio sappiano instillare nella
scolaresca stima, rispetto ed amore alla Religione .
5 . Raccomandò l'instituzione delle Società de-
gli Operai Cattolici, e ciò per impedire che i con-

2.9 Page 19

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tadini e gli artieri diano il nome alle società
massoniche, ed anche per tenerli uniti alla Chiesa
Cattolica, che fu sempre la promotrice delle buone
Associazioni .
6 . Finalmente inculcò che ciascuno si desse
grande sollecitudine per avviare dei giovanetti
allo stato ecclesiastico . Siccome i giovanetti, che
mostrano maggiore attitudine e lasciano più fon-
data speranza di riuscire in detta carriera , per
lo più sono poveri, e le loro famiglie non pos-
sono fare le spese per mantenerli agli studii, così
il Rev .mo Prelato spronò il suo Clero a mostrarsi
caritatevole e generoso, col pagare per essi la ne-
cessaria pensione . Qualcuno dirà che si trova egli
pure nelle strettezze, e può fare poco o nulla . In
questo caso , soggiunse Sua Eccellenza , chi non
può per sè, il faccia per mezzo di altri . Ricorra
al buon cuore delle persone pie e più o meno fa-
coltose, e perori presso di loro la causa dei po-
verelli ; e così un po' dall'uno , un po' dall'altro
otterrà quanto occorre per la spesa richiesta . Del
resto vi sono taluni, osservò giustamente l'Arci-
vescovo, i quali pregali di voler prestare la mano
ad un'opera buona rispondono che non possono o
vi concorrono debolissimamente, e poi o spendono
anzi sprecano il danaro in cose inutili, o vengono
alla fin di vita con vistose eredità da lasciare ai
loro nipoti, che in poco di tempo scialacquano tutto .
Talora il cadavere dello zio è ancor caldo, o in-
sepolto, e i parenti, mal celando l'interna gioia
della morte alfin venuta , fanno oscena baldoria .
E non é ella una stoltezza, non è un aver per-
duta la testa il non impiegare il fatto suo in o-
pere buone in vita, o almeno non disporne savia-
mente in morte, per lasciarlo a chi forse ne farà
sì cattivo uso e non si ricorderà neppure dell'a-
nima nostra ? Adunque adoperiamoci di dare alla
diocesi qualche Sacerdote, e se per questo ci oc-
corre di fare alcun sacrifizio , facciamolo volen-
tieri per amor di Gesù Cristo, il quale per la sua
Chiesa, e per le anime nostre da ricco si fece
povero, e diede persino il suo preziosissimo sangue .
Monsignor Arcivescovo non tralasciò di tribu-
tare una pubblica lode a quelli, che morendo ave-
vano disposto dei loro beni secondo le sue lode-
voli intenzioni, e intanto pregò i presenti che ne
seguissero l'esempio, poiché abbisogna di aiuto per
soddisfare alle ingenti spese fatte pel compimento
di varie opere importanti .
Più altre cose raccomandò Sua Eccellenza Re-
verendissima, le quali sarebbe troppo lungo il
qui enumerare . Di queste abbiamo voluto tenere
parola, perchè nella sostanza sono le medesime,
che noi andiamo promovendo col modesto nostro
periodico . Vi ha una sola differenza ed é che
Mons . Arcivescovo di Torino raccomandò le sud-
dette buone opere al suo Clero solamente, e in fa-
vore dei giovanetti e dei fedeli della sua diocesi,
e noi la caldeggiamo presso i Cooperatori e Coo-
peratrici e a benefizio dei giovani e dei fedeli
cristiani, non solo della diocesi di Torino, ma di
molte altre d'Italia , di Francia , di Spagna , di
America, e per gli stessi selvaggi della Patago-
nia ; perchè sappiamo che questo è il vivo desiderio
del Capo della Chiesa Universale, secondo la rac-
comandazione da Lui fatta nella sua Enciclica
Sancta Dei Civitas del 3 dicembre 1880 . In
quel memorabile documento di carità e di zelo il
regnante Pontefice Leone XIII diceva ai Vescovi
del mondo cattolico : « Voi, Venerabili Fratelli,
chiamati a parte della Nostra sollecitudine, cal-
damente esortiamo, affinchè sorretti dalla fiducia
e non isgomenti da veruna difficoltà , con animi
concordi vi adoperiate con Noi ad aiutare alacre-
mente ed energicamente le Apostoliche Missioni . »
Per la qual cosa conchiudendo preghiamo i no-
stri amatissimi Cooperatori e Cooperatrici, che a
sostegno della Fede vogliano promuovere la buona
lettura col promuovere e diffondere la stampa cat-
tolica . Voi potete ciò ottenere facilmente, leggendo
e facendo leggere i fascicoli delle Letture Cat-
toliche, della Biblioteca della Gioventù Italiana,
il Bollettino Salesiano ed altre molte operette,
che vi sono mensilmente annunziate . Poca è la
spesa che occorre per provvedersele, immenso é il
bene che se ne ritrae .
Adoperatevi con tutto zelo per la istruzione re-
ligiosa della gioventù . A questo fine sforzatevi
ciascuno nella sua parrocchia a mandare e atti-
rare al catechismo i fanciulli e le fanciulle delle
proprie famiglie, dei parenti, dei vicini, dei co-
noscenti, di tutto il mondo se fosse possibile .
Favorite a quest'uopo l'opera degli Oratorii fe-
stivi ; dove ci sono sosteneteli col consiglio e
colla mano, e dove mancano procurate che s'im-
piantino, per attirare un maggior numero di gio-
vanetti alla istruzione cristiana, alla pratica dei
Sacramenti, e per allontanarli più efficacemente
dalle vie del vizio e della perdizione .
Accrescete il numero dei Cooperatori e delle
Cooperatrici, e fate sì che in ogni luogo vi sia un
drappello d'uomini e di donne di buona volontà,
che uniti ad un patto e animati dallo stesso spi-
rito sostengano la religione e la virtù nei loro
paesi, e colla loro beneficenza e carità concorrano
a promuoverle eziandio per quanto é larga la terra,
per quanto si estende la Chiesa Cattolica, che
mira alla salute di tutti i popoli .
E finalmente promovete in tutti i modi le voca-
zioni allo stato religioso ; sostenete colla vostra
generosità quegli Ospizi, quei Ricoveri, quei Col-
legi che sono pieni di giovanetti, onde piamente
educati e saviamente istruiti ne sorgano de' buoni
maestri e degli zelanti Sacerdoti a mantenere viva
ora e in avvenire la luce del Vangelo nei paesi
cristiani, e a portarla eziandio come gli Apo-
stoli ai popoli infedeli .
BREVI CENNI SULL'ORATORIO FESTIVO
della città di Carmagnola .
Nel novero de' molti Oratorii festivi , che si
andarono istituendo in Piemonte sulle orme di
quelli aperti da D . Bosco in Torino, tiene un
luogo distinto quello di Carmagnola, la cui fon-
dazione rimonta all'anno 1855 . Essa é dovuta alla
carità dell'Arciprete Teol . Paolo Serra di sempre
venerata memoria, e del Canonico di quella insigne
Collegiata D . Alberto Ariccio . A loro si associa-

2.10 Page 20

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rono presto alcuni altri benemeriti sacerdoti e laici,
cui, guidava una speciale dilezione per la gioventù .
E a notarsi come sul bel principio convenissero
a cotesto Oratorio i giovani di età superiore ai
dodici anni, i quali, già addetti a diversi mestieri,
nella loro occupazione si erano fatti dimentichi del
Catechismo, il quale perciò veniva loro insegnato
in sulla sera delle domenìche e dopo le funzioni
parrocchiali . In questi trattenimenti si ebbe a co-
noscere qual bisogno avesse quella gioventù di
maggiore educazione . Quindi per sopperirvi, nello
inverno si istituì una scuola serale per i più
adulti, ed i minori erano ricevuti lungo il giorno
al loro ritorno dalla scuola e nella vacanza, ed
assistiti con diligenza nello adempimento dei loro
cómpiti scolastici, mentre pure si distribuiva loro
un po' di nutrimento corporale . Fra quelli, i quali
frequentavano il detto Oratorio, fuvvi il giovane
Michele Magone, che raccolto poscia nel nostro
Ospizio di Torino, vi si segnalò tanto bene nella
virtù, che dopo morte D . Bosco ne scrisse una
edificante Biografia, che vide la luce nelle Let-
ture Cattoliche .
Subiva di poi quest'Opera di carità, come ogni
cosa buona sulla terra, le sue peripezie, parti-
colarmente per la morte di parecchie persone
che l'aiutavano .
Ma sopravvivevano per tutti i due soprannomi-
nati, i quali cercarono ogni modo di dar nuova
vita alla loro Istituzione . E nell'anno 1865 il lo-
dato Canonico, fatto acquisto di un caseggiamento
vario e diverso per cortili ed abitazioni, e ridot-
tolo a forma regolare ed ampia, vi fondava l'I-
stituto di povere figlie, sotto il titolo della Con-
cezione di M . SS ., e nella sua industria carita-
tevole e sacerdotale disponeva siffattamente le cose,
che vi si poté annettere altresì l'Oratorio festivo .
Si aggiunse allora terzo per la costituzione del-
l'Oratorio l'illustre profess . D . Angelo Cantù, il
quale come Catechista aveva per qualche tempo
frequentato il nostro Oratorio dell'Angelo Custode
in Torino, e si era imbevuto dello spirito e imprati-
chito del sistema da tenersi coi giovanetti . Ala sven-
turatamente egli insieme coll' Arciprete fu troppo
presto rapito dalla morte all'amore di Carmagnola .
Al primo aprirsi delle porte del nuovo Istituto
vi convennero quasi tutti i fanciulli della città . E
Carmagnola salutò con viva riconoscenza l'istituzio-
ne dell' Oratorio festivo , lo aiutò col concorso
dell'obolo di molte e notabilissime persone, ed am-
mirò quindi sempre con tutta soddisfazione quest'o-
pera, a cui deve assai la educazione de' suoi figli .
Grandioso é il cortile dell'Oratorio , e vi sono
parecchie camere, ove si riuniscono i giovani per
lo insegnamento della Dottrina Cristiana . Magni-
fica poi la Cappella, dove, radunate insieme tutte
le classi, si tiene ai ragazzi un breve ragiona-
mento, loro adattato, si cantano i Vespri e si im-
parte loro la Benedizione di Colui, che ha detto :
« Lasciate che i pargoli vengano a me . »
Assistono ai fanciulli nell'Oratorio parecchi laici
ed ecclesiastici ; ma é sempre presente col suo
amabile ed ilare volto il Canonico Ariccio . Ogni
industria vi ò adoperata per dar loro la istru-
zione religiosa . Non fanno difetto i divertimenti
fanciulleschi, le diverse distribuzioni di premii in
libri ed abiti, le ricreazioni drammatiche, le pas-
seggiate e tutto il resto, che può rendere piace-
vole al fanciullo la sua frequenza all'Oratorio .
L'Oratorio gode delle simpatie di ognuno, ed i
vispi fanciulli aspettano sempre ansiosi il mo-
mento. di nuovamente convenirvi, fatti esperti del
gran bene che ne ritraggono .
Sia quindi plauso alla carità del signor Cano-
nico D . Alberto Ariccio , che il suo patrimonio,
la sua sanità e tutto se stesso profonde a benefi-
zio della gioventù Carmagnolese , e possa la sua
bell'opera godere sempre della necessaria flori-
dezza, e servire di esempio a tante altre instituzioni
consimili, di cui vanno già pure forniti vagii luoghi
del Piemonte, come Buttigliera d'Asti , Chieri,
Carignano, e più altri paesi e città d'Italia, fra cui
è da annoverarsi l'Oratorio della Città di Saviglia-
no, che sotto il Titolo di S . Giuseppe si inaugurò
l'otto del corrente mese, festa dell'Immacolata .
INDULGENZE SPECIALI
pei Cooperatori Salesiani.
Ogni Cooperatore può acquistare Indulgenza ple-
naria una volta al giorno, da applicarsi alle anime
del Purgatorio, recitando la terza parte del Ro-
sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,
e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-
tandola innanzi al Crocefisso .
Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta
alla santa Comunione .
Può altresì lucrare moltissime Indulgenze nel
corso del giorno , mediante la recita di sei Pa-
ter, Ave e Gloria, secondo la mente del Sommo
Pontefice . E queste indulgenze applicabili alle a-
nime purganti , le può acquistare toties quo-
ties, ossia tutte le volte che recita i suddetti Pa-
ter, Ave e Gloria in qualunque luogo senza bi-
sogno di Confessione e Comunione, purché sia in
grazia di Dio .
Oltre a queste, un' altra Plenaria ne può gua-
dagnare ogni domenica, e nei giorni qui sotto
notati, purché confessato negli otto giorni, e co-
municato visiti una qualche chiesa , pregandovi
secondo la mente del Sommo Pontefice .
Mese di Gennaio .
1 . Circoncisione di N . S . G . C .
6 . Epifania .
15 . Festa del Santissimo Nome di Gesù .
18 . Cattedra di S . Pietro in Roma .
23 . Sposalizio della Beata Vergine con S . Giu-
seppe .
25 . Conversione di S . Paolo Apostolo .
23 . S . Francesco di Sales .
In questo giorno l'Indulgenza plenaria si può
lucrare da tutti i fedeli cristiani, purchò con-
fessati e comunicati visitino una Chiesa o pub-
blico Oratorio della Congregazione Salesiana .
Con permesso dell'Aut . Eccl . -FERRARI GIUSEPPE gerente respons .
Tip . di San Vincenzo De' Paoli, Sampierdarena 1881 .