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Direzione nell'Oratorio Salesiano - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
SOMMARIO . - Avviso. - Necessità del Sacerdozio Cat-
tolico per la Religione e pel benessere della civile So-
cietà . - La Congregazione Salesiana e le vocazioni
e. cclesiastiche L' Apologista Cattolico ed i Cooperatori
Salesiani . - Notizie sui Missionari Salesiani . - In oc-
casione della partenza dei Missionari per le Missioni
Australi . - Necrologia dei Cooperatori . - Indulgenze .
AVVISO .
Ai Cooperatori e Cooperatrici riuniti in una
stessa famiglia potrebbe bastare una o due sole
copie del Bollettino al mese . Non sapendo noi
quali sieno costoro , li preghiamo che abbiano la
bontà di mandarci indietro quelle copie che loro
sono di troppo , mettendo sulla fascia la parola
di più, coll' indirizzo : Alla Direzione in Torino .
Questo ci servirà di norma per un'altra spedi-
zione, e ci diminuirà la spesa di posta e di stampa .
- Dello stesso favore ci raccomandiamo ai nostri
cari Decurioni , che si sono preso l' incomodo di
farsi distributori dei Bollettini ai Cooperatori
componenti le loro decurie ; ce ne rimandino uno
nella stessa guisa notandovi il numero delle copie
superflue . Chi cangia dimora ci favorisca il suo
nuovo indirizzo .
Necessità del Sacerdozio Cattolico per la Religione,
e pel benessere della civile Società .
Il Figliuolo di Dio discese dall' alto dei
cieli in sulla terra per fondarvi la sua Chiesa,
per propagarvi la sua Religione, e con que-
sto mezzo salvare le anime, e riformare l'u-
mana società .Mainquestmocì
sublime, in quest'opera cotanto divina, Egli
non volle esser solo . Per la qual cosa si
elesse degli Apostoli, creossi dei sacerdoti
i quali ne lo coadiuvassero durante la sua
vita mortale, e dopo la sua trionfante sa-
lita al Cielo, continuassero l'opera sua ri-
generatrice . « Io vi ho eletti, disse loro, E
vi ho destinati che andiate e facciate frutto,
e il frutto vostro sia durevole (Giov . XV,
16.) . » E altrove : « Andate per tutto il
mondo, predicate il Vangelo a tutti gli uo-
mini (Marc . ultim .) » .
Docili a questo divino comando gli Apo-
stoli , e gli altri discepoli, quali intrepidi
conquistatori si divisero il mondo per gua-
dagnarlo a Gesù Cristo, non già con armi
materiali, ma colla spada della divina pa-
rola . Con quest' arma temperata nel fuoco
dell' amor di Dio, essi conquisero i nemici
delle anime, gli errori, l'idolatria, e sulle
rovine dei templi pagani innalzarono la
bandiera di Gesù Cristo, loro generale, loro
principe, radunando intorno al vessillo della
sua Croce infiniti popoli .
Ma ciò non basta . Siccome per una parte
la religione cristiana estendersi doveva por
ogni luogo, e durare sino alla fine dei se-
coli ; e per altra parte i primi eletti erano
insufficienti a compire sì alta impresa per
tutto il mondo, e alla fin fine era giuocoforza
che pagassero ancor essi il loro tributo alla
morte ; così il suo divino Autore comandò
loro che scegliessero e consacrassero altri
sacerdoti e vescovi, e questi poi altri an-

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cora, affinché e colla predicazione della di- ceania,nella Patagonia, che vi troviamo noi
vina parola, e coll'amministrazione dei Sa- ancora oggidì, nella piena luce del secolo
cramenti, propagassero da per tutto, e conser- nostro? Ohimè! quale spettacolo straziante
vassero il suo regno ; regno della conoscenza non ci si para innanzi! Colà, come prima
e dell'amore di Dio, regno dell'equità e della della venuta del divin Salvatore, creature
giustizia, della concordia e della pace . A fine insensate, infami e bestiali, tuttora adorate
poi di far meglio intendere che questo regno in luogo del Dio unico e vero ; colà sacri-
non doveva più aver fine tra gli uomini, e fizi umani offerti agli dei falsi e bugiardi,
che gli Apostoli nei loro successori cessare a Satana medesimo ; colà una schiavitù spie-
più non dovevano, li assicurò che sarebbe tata e crudele, per cui la maggior parte
rimasto Egli stesso con loro tutti i giorni degli uomini viene trattata come le bestie,
sino alla fine del mondo e disse : « Et ecce venduti, lasciati o fatti morire dai padroni
ego vobiscum sum omnibus diebus, usque come cani e giumenti ; colà a milioni ogni
ad consummationem saeculi (Math .) . » anno i bambini, e specialmente le bambine,
Da questo fatto e da queste parole si ri- gettati a pascolo delle fiere, o fatti anne-
leva che i sacerdoti cattolici sono di divina gare nelle acque , o lasciati perire nelle
istituzione, stabiliti cioè e voluti da Dio stesso ; campagne, o sepolti vivi, perchè ai parenti
si rileva che essi sono necessarii, e perchè più non garba di allevarli . Ma perchè co-
la religione di Gesù Cristo si diffonda ove tante nefandità in quelle desolate re-ioni?
ancor non è, e perchè si conservi e prosperi
Il perchè si è che in esse ancora non
dove è già stabilita . Sì, per volere di Gesù esercitò, nè vi può tuttavia esercitare il suo
Cristo i sacerdoti sono necessarii, come benefico influsso il Sacerdozio cattolico .
gli agricoltori ad un padrone per dissodare, Che altro ci dice la storia? - Ci dice an-
seminare e coltivare un campo ; come gli cora che nazioni un tempo cristiane e in-
operai ad un architetto per innalzare una civilite, venendo a mancar tra loro i sacerdoti
fabbrica ; sono necessari come i canali per di Gesù Cristo, tornarono a paganizzarsi e
diramare le acque in un giardino, a fine imbarbarire . Le più vaste contrade dell'Asia
di mantenerlo verdeggiante , ben fiorito e e dell'Africa, non che varie provincie della
fertile ; sono necessarii come i soldati ad stessa Europa, sopratutto nella Turchia e
un re, come le armi ad un esercito per com- nella Russia, un di giardini floridissimi di
battere e respingere da un regno un' oste virtù e di fede, ed ora deserti aridi e ste-
nemica, e mantenervi la sicurezza e la pace . rili, ce ne sono una prova irrefragabile .
Imperocchè per divino consiglio il Sacerdozio Sì, ripetiamolo : perchè si propaghi in sulla
cattolico è il focolare, è la sorgente della vita terra, perchè si conservi, perchè fiorisca la
nella Chiesa ; per divino consiglio il sacerdo- vera religione, sono necessarii i sacerdoti
zio cattolico è l'organo permanente, per cui cattolici ; imperocchè è solo per essi che
Gesù Cristo compie a traverso dei secoli Gesù Cristo la bandisce ai poveri ; é per essi
l' opera della sua redenzione . Ond'è che, che Ei dispensa quaggiù i tesori della sua
dato il caso che i sacerdoti cessassero af- passione e morte ; è per essi che Egli nasce,
fatto , cesserebbe altresì la vera religione ; vive e regna nelle anime ; è per essi in-
quindi le nazioni pagane non diverrebbero somma, che Egli riempie di felici abitatori
cristiane giammai, e le già cristiane e in- il Cielo .
civilite ritornerebbero pagane e peggio.
Ma non solamente per la religione e per
Per convincersi quanto ciò sia vero, basta formare dei Santi sono necessarii i sacerdoti,
il consultare per poco la storia dei secoli ma altresì pel benessere della società, per
cristiani .
formare dei cittadini virtuosi e probi .
Che ci dice la storia? - Ci dice che dove Qual è la società prospera e felice? -
non penetrò il sacerdote di Gesù Cristo, dai Quella si è, nella quale dai sudditi è venerata
popoli si visse e si vive tuttora nella più la maestà delle leggi ; quella in cui fiorisce
crassa ignoranza delle cose di Dio ; prestossi la lealtà nei contratti pubblici e privati ;
e prestasi tuttavia un culto ridicolo, e spesso quella in cui si rispetta la proprietà e la
crudele a divinità immaginarie e vergognose . persona di tutti ; è società prospera e felice
La storia ci dice che ove non giunse il mi- quella da cui è bandito l'inganno, il tradi-
nistro cattolico non si conobbe, e tuttor s'i- mento, la vendetta ; quella insomma, nella
gnora che cosa sia carità fraterna, umanità, quale i cittadini si ansano . si prestano vi-
incivilimento . E per tacere di altre genti, cendevole aiuto, e via dicendo . Ed in vero,
se c'inoltriamo nelle Indie, nella Cina, nel che sarebbe di un popolo, in cui dai più o
Giappone, nella Nigrizia, nelle isole dell'O- da una buona parte d'individui si facesse

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tutto il contrario? Invece di una società ben
ordinata non si dovrebbe in allora appellare
piuttosto una bordaglia? Chi potrebbe vivere
in pace e tranquillo tra gente siffatta?
Ciò posto, qual persona avvi mai, la quale
più efficacemente che il sacerdote cattolico
predichi, ed inculchi, semini e coltivi nel po-
polo le virtù sociali? Il sacerdote cattolico
mentre parò che nell'uffizio suo ad altro non
miri che a trarre anime al cielo, è ad un
tempo il miglior sostegno, il più forte ba-
luardo dell'umano consorzio . Insegnando le
sublimi verità da Dio rivelate, che l'anima
col corpo non muore ; che dopo la presente
ha principio una vita imperitura ; che esiste
un Giudice sapientissimo onnipotente, ine-
sorabile delle azioni anche segrete e na-
scoste, il quale al di là del sepolcro darà un
premio eterno a chi avrà fatto bene quaggiù,
ed un sempiterno castigo in un fuoco ine-
stinguibile a chi avrà commesso il male,
il sacerdote cattolico soffoca nel cuor del-
l'uomo le malnate passioni, lega le mani al
ladro, fa cadere il ferro di mano all'assas-
sino, spegne gli odii e le ire, inspira orrore
e pentimento del delitto, risarcisce i danni
del furto, sradica dai cuori l'abito della di-
scordia, rinnova i vincoli della carità, caccia
in una parola il vizio dal seno degli indi-
vidui e dalle famiglie, e vi introduce e favvi
regnare ogni sorta di virtù . - Insegnando
che il Figliuolo di Dio ha cotanto amato gli
uomini, che per la loro salute descendit de
coelis, che da ricco si fece povero, da pa-
drone si fece servo, e che infine diede per
tutti il sangue e la vita, il sacerdote catto-
lico accende in ogni cuor ben fatto il fuoco
dell'amor del prossimo, forma uomini ma-
gnanimi e generosi, pronti nel bisogno a
prodigare le sostanze e la vita pel bene dei
fratelli . Con queste si celestiali dottrine egli
sprona i ricchi a sollevare i poveri, i po-
tenti a compatire ed aiutare i deboli ; e ai
poveri e ai deboli porge ad un tempo il più
forte stimolo ad amare o a tollerare almeno
con pazienza la condizion loro senza lamento,
senza invidia e minaccie . - Predicando ai
sudditi l'obbligo di prestare obbedienza ed
ossequio agli imperanti, ed a questi di non
abusare del loro potere, perchè soggetti an-
cor essi al Re dei re, Vindice degli oppressi,
il sacerdote cattolico dal canto suo impedisce
le popolari rivolte, consolida i troni, e nelle
republiche, nei regni e negli imperi man-
tiene il buon ordine, la concordia e la pace,
sorgenti di ogni prosperità . - No, dove
esiste e viene ascoltato il sacerdote non si
strappano di testa ai principi le corone per
rivolgimenti e tumulti sociali, nè hanno da
tremare i ricchi pei loro tesori ; dove esiste
ed è ascoltato il sacerdote non si mettono
in isciopero a centinaia, a migliaia gli operai
ed i servi in contegno minaccioso e traco-
tante contro i padroni, nè questi mostransi
disumani e crudeli con angherie ed inique
pretese ; dove è ascoltato il sacerdote non è
possibile il socialismo, nè il comunismo avrà
luogo giammai .
Essendo così, assai benemerito della Re-
ligione e dello Stato si rende colui, il quale
con prezzi materiali e morali si adopera per
favorire e coltivare nei giovanetti le voca-
zioni allo stato ecclesiastico .
Se opera siffatta fu eminentemente reli-
giosa e benefica in ogni tempo, oggi lo è
più che mai . Ogni anno, or per avanzata età,
or per troppa fatica, ed or per morte precoce,
cadono a schiere a schiere gli Apostoli di
G. Cristo, e pochi son quelli che entrino ad
occuparne il posto . Intanto per difetto di
sacerdoti continuano immensi popoli a gia-
cere nella infedeltà e nella barbarie ; intanto
nella fede e nei costumi cominciano a patire
gravissimo danno gli stessi paesi cattolici .
Difatto in mezzo a noi eziandio già prende
ad estendersi l'ignoranza delle divine cose ;
ed in parecchie nostre città, borgate e vil-
laggi trionfa l'irreligione e l'empietà, ed il
vizio passeggia spudorato ed insolente . Or
causa precipua di male siffatto non è forse
perchè in cotali luoghi o non mai o ben di
rado si ode la parola del sacerdote? non
mai o ben di rado vi si vede in atto il sa-
lutare suo ministero? Sia pur vero che non
è il gran numero di sacerdoti che mantenga
accesa nel popolo la fiaccola della fede, e
leggiadri i fiori delle morali virtù ; sia pur
vero che a ciò bastino pochi, purchè buoni
e zelanti ; ma questa fiaccola non si è forse
spenta o quasi spenta ; questi fiori non si
sono appassiti, o mutatisi in cardi e spine
in certi paesi, perchè si fecero troppo rari,
o mancarono affatto i sacerdoti? Ahimè,
Cooperatori e Cooperatrici, qual triste av-
venire ci attende! Senza esercito o con un
sol pugno di difensori, qual sorte toccherà
ad una città, ad un regno minacciato da un
nembo di barbari? Circondati quali siamo
da tanti nemici che colla parola e colla
stampa a tutta possa si sforzano per istrap-
pare dal cuore dei grandi e dei piccoli re-
ligione e virtù, assai funesta sarà la nostra
sorte e quella dei nostri figli e nipoti se in
così vasta proporzione continuano a man-
care i sacerdoti tra noi . Laonde è tempo
che si scuota ogni cuor ben fatto, e secondo

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le sue forze si adoperi a preparare alla re- bontà di Dio, e per una speciale protezione di
ligione ed alla civile società giorni sereni
e felici ; è tempo che ognun si adoperi ad
accrescere il numero dei ministri di Dio .
Fortunato colui che sul letto della morte,
nel momento supremo di presentarsi al tri-
bunale di Cristo giudice, può ravvivare la
sua fiducia col riflesso che ha cooperato per
dare alla Chiesa un sacerdote zelante e pio .
Maria Ausiliatrice, un semenzaio di sacerdoti per la
Congregazione, e pei Seminarii di molte provincie .
Da un diligente esame fatto sui nostri registri
e sui calendarii di varie Diocesi risulta che dal-
l'anno 1857 sino al presente ben oltre a 600 gio-
vani, ora zelanti ed esemplari sacerdoti, e molti
pur anco Parroci e Canonici, furono raccolti, man-
tenuti, educati nelle nostre case ; e i più di essi
lavorano presentemente fuori della Congregazione
in varii luoghi d'Italia, sopratutto del Piemonte .
E per tacere di altre parti e di altri tempi, dal-
LA CONGREGAZIONE SALESIANA
e le vocazioni ecclesiastiche .
l'anno 1871 in qua, sopra cento sacerdoti ordinati
a pro dell' Arcidiocesi Torinese più della metà
erano stati allievi dell'Oratorio . L'anno scorso di
I Cooperatori sanno ormai che la nostra Con- venti, undici erano usciti dalle nostre scuole ; e
gregazione tra gli speciali suoi fini annovera pur
quello della cristiana educazione della gioventù .
Ella dacchè col favore di Dio e degli uomini potè
l'anno precedente, tredici sopra diciasette . - Ri-
guardo poi ai chierici, con vera soddisfazione pos-
siamo dire che sommano a 400, i quali presente-
aprire un buon numero di case nell'Europa e nel- mente sono sparsi nelle varie Diocesi, tra cui una
l'America, impartisce per mezzo dei figli suoi anno cinquantina nei Seminari di Torino .
per anno a parecchie migliaia di giovanetti l'impa-
reggiabile benefizio della scienza profana, non dis-
giunta da una istruzione eminentemente cattolica .
Fidàti al detto dello Spirito Santo, che il prin-
cipio o la fonte della Sapienza è il Timor di Dio,
E qui giova notare che la maggior parte dei
giovani, che oggidì intraprendono la nobile car-
riera sacerdotale, appartengono a famiglie oneste
bensì, ma povere di beni di fortuna, potendosi
ormai ripetere con s . Paolo, che tra noi vi sono
e che la scienza non entra, nè ferma il suo ono- non multi potentes, non multi nobiles . Quindi cotali
rato seggio in un'anima malevola, e schiava del
peccato, i Salesiani nei loro collegi procurano
anzitutto di formare giovani virtuosi, per averli
ad un tempo buoni studenti . Con questo metodo
si ottennero già, e vanno ottenendosi preziosi ri-
giovanetti sarebbero nella impossibilità di percor-
rere la via degli studii, se la Congregazione qual
madre pietosa non li accogliesse nell'Oratorio gra-
tuitamente o con pochissima spesa, e non li prov-
vedesse di ogni cosa all'uopo, finchè non abbiano
sultati . Quindi è che ogni anno, finite le scuole raggiunta la loro gloriosa mèta, o non siano in
ginnasiali o liceali, un buon numero escono dai grado di venire accolti nei seminarii delle loro
nostri Collegi, ed entrano quali nei Licei gover- Diocesi .
nativi, quali nelle regie Università, per seguire
la via or delle Lettere , or delle Leggi, or della
Medicina, del Notariato e simili, con tali principii
Noi ringraziamo di cuore il Signore che siasi
degnato di servirsi della nostra pochezza per im-
partire un così segnalato favore a questi paesi ; e
e massime religiose e morali in animo, da potersi lo preghiamo che voglia continuarci la sua prote-
regolare in ogni carriera ed impiego da uomini zione, mandandoci ad un tempo zelanti Coopera-
morigerati e pii, con grande vantaggio della so- tori e Cooperatrici, che per amor suo e per amor
cietà e delle famiglie .
della sua Chiesa ci aiutino nell'alta impresa con
Lo stesso pure dir si deve dei giovani artigiani . quei mezzi materiali e morali che sono in loro
Questi mentre attendono nei rispettivi laboratorii potere .
ad imparare un'arte o mestiere, onde potersi col
Taluno qui ci rifletterà : Vero è che molti edu-
tempo guadagnare onoratamente il pane della vita, cati nelle case della Congregazione vanno poscia
apprendono insieme a professarsi cristiani senza da Sacerdoti ad esercitare il proprio ministero
rispetto umano, a fine di non demeritare il cielo . nelle rispettive Diocesi ; ma è vero altresì che pa-
Ma una buona parte dei nostri giovani studenti, recchi si consacrano all' esclusivo servizio della
riflettendo quanto onorevol cosa e pur consolante Congregazione m; edesima anzi taluni si recano
sia il dedicarsi intieramente al servizio di Dio a eziandio nelle Missioni straniere ; quindi dell'opera
pro delle anime nello stato sacerdotale, a questo loro non si possono punto approfittare queste no-
sin dai primi lor anni fissano lo sguardo, e pon- stre contrade .
gono il loro affetto. Per la qual cosa, mediante
Rispondiamo : I sacerdoti che si dedicano al
le pratiche di ben intesa pietà, e le regole d'una servizio della nostra Congregazione giovano pure
prudente direzione, venendosi a svolgere il pre- assaissimo alle Diocesi ed ai paesi nostri . Abbiano
zioso seme della vocazione ecclesiastica loro get- di sopra accennato quanti ministri del Signore,
tato nel cuore dalla divina Provvidenza, e pro- sparsi ora in molte parrocchie, formaronsi nelle
cacciandosi essi le virtù richieste per uno stato case della Congregazione Salesiana . Or bene, a-
così sublime, terminati gli studi opportuni, do- vrebbe ella potuto somministrare alla Chiesa un
mandano le clericali divise, e intraprendono ani- siffatto contingente, se avesse mancato di sacer-
mosamente la carriera del Sacerdozio . Questo av- doti, che la coadiuvassero quali assistenti, profes-
viene in più o meno vasta proporzione in tutti i sori, direttori e simili? E potrebbe essa conti-
Collegi nostri, ma sopra tutto nell' Oratorio di nuare a somministrarne, se nessuno mai si fer-
;S . Francesco di Sales, divenuto per un' insigne' masse nel suo seno? No, di certo ; chè senza maestri

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non si hanno scolari . Laonde per poco che si ri-
fletta si scorge che i sacerdoti della Congregazione,
sotto l' ubbidienza del loro Superiore, in fin dei
conti lavorano ancor essi per tutto il popolo cri-
stiano ; imperocchè oltre alle prediche , alle mis-
sioni, al servizio che prestano in varie chiese pub-
pliche e private, oltre alle stampe di buoni libri,
cui attendono , oltre alla buona educazione che
danno a centinaia e a migliaia di ragazzi, i quali
dopo alcun tempo rientrano in seno alle famiglie
istruiti e virtuosi, oltre a tutto questo, eglino coo-
perano potentemente a far sì, che molti, docili
alla divina chiamata, diventino buoni e zelanti
operai nella vigna del Signore . Onde si può dire
con tutta ragione che, per ogni sacerdote che si
ferma in Congregazione, sono venti , cinquanta,
cento altri, i quali col tempo verranno da lui av-
viati e addestrati al nobile arringo, e si mette-
ranno poscia sotto la direzione de' proprii Vescovi .
Riguardo poi a quelli che si recano nelle mis-
sioni estere, dando sì alta prova d'amor di Dio e
del prossimo, ci limitiamo ad osservare : La Chiesa
di Gesù Cristo è Cattolica, cioè universale, e per
natura sua tende a spandersi per ogni dove per
mezzo dei suoi ministri . - Che sarebbe stato del
mondo pagano se gli Apostoli non fossero usciti
mai dai confini della Giudea? - Per quanto
s . Pietro e suoi successori, non escluso il regnante
Pio IX, abbisognassero in ogni tempo di buoni
sacerdoti in Roma e nell'Italia, non ne inviarono
eglino molti pur anche nelle Gallie, nelle Spagne,
nella Germania, nell'Inghilterra, e in più altri
lontanissimi luoghi'
A questo proposito ragione e religione esigono
che si procuri di somministrare buoni e sufficienti
sacerdoti ai nostri fratelli vicini, ma non si di-
mentichino i lontani assai più bisognosi, perchè
tuttora immersi nell' ombra di morte . Presso di
noi quantunque i sacerdoti sieno meno numerosi
che in altri tempi più felici, tuttavia difficilmente
si trova un paesello di mille anime che non ne
abbia uno al suo servizio almeno ogni domenica
e festa di precetto ; ma nelle Missioni, oltre ad im-
mensi popoli ancor pagani, s' incontrano popola-
zioni numerosissime già pur battezzate, le quali
passano anni intieri senza vedere un sacerdote .
Eppure quelle anime sono preziose quanto le no-
stre, e al pari delle nostre ricomprate dal Figliuolo
di Dio collo sborso del sangue suo . Perchè adunque
non averne pietà?
L'APOLOGISTA CATTOLICO
ED I COOPERATORI SALESIANI .
Stavamo per consegnare alla Tipografia un breve
articolo, col quale mettere sempre più in chiara luce
lo scopo della Pia Unione dei Cooperatori Sale-
siani, quando ci capitò tra mano l'Apologista Cat-
tolico, nel quale trovammo bellamente trattato il
nostro argomento . Per la stima cui presso i buoni
meritamente gode questo giornale, che conta or-
mai 21 anno di vita, redatto sotto gli occhi dello
zelantissimo Vescovo di Mondovì e da persone di
alta scienza ed esimia pietà, non che per la retta
interpretazione che seppe dare alle cose nostre,
abbiamo creduto miglior partito mettere in di-
sparte il nostro articolo, e dare la preferenza alle
sue parole, non senza porgergli prima le più vive
grazie del favore che ci ha fatto . Ecco l'accennato
articolo :
« Con questo titolo di Cooperatori Salesiani è
instituita in Torino, nella Casa detta di D . Bosco,
sotto il patronato di S . Francesco di Sales e di
Maria Ausiliatrice, una Società di ecclesiastici, e
laici, uomini e donne, senza distinzione d' età e
di condizione, allo scopo di giovare al buon co-
stume ed alla civile società, anche in mezzo alle
loro ordinarie occupazioni, in seno alle proprie fa-
miglie, regolando anzitutto la loro vita con una
esemplare condotta .
Tale Associazione, che prende norma dalla Con-
gregazione Salesiana, ivi pure canonicamente isti-
tuita, e colla quale ha comune il nobile fine di
guadagnar anime a Dio, mediante la diffusione
delle buone massime e l' esercizio della carità
verso il prossimo, specialmentc verso la gioventù
pericolante, fu, insieme colla Congregazione, ap-
provata e benedetta dal sommo Pontefice Pio 1X,
il quale inoltre ad incoraggiarla ed accrescerla,
degnossi, con lettera apostolica del 9 maggio 1876,
arricchirla di segnalate indulgenze .
Non è nostro proposito per ora, nè saremmo in
grado di spiegare come i Religiosi Salesiani ab-
biano potuto in men di due anni dilatare sì am-
piamente e con felice risultato la cognizione del
vero Dio e della civiltà in molti luoghi dell'Ame-
rica, dove furono inviati ; persuasi che assai scarsi
sarebbero stati i frutti raccolti da pochi Missio-
nari in un campo così vasto e faticoso di messe,
se la divina Provvidenza che ha suscitato que-
st'opera e infuso in quei giovani cuori tanta ab-
negazione e tanto zelo per la salvezza delle anime,
non fosse efficacemente intervenuta in loro aiuto .
Quello che ci piace far conoscere è l' attribu-
zione che hanno i Cooperatori Salesiani dall'atto
che ne ricevono il diploma col relativo regola-
mento ; potendo eccitare ben altre persone a porsi
nel numero .
In pratica il lavoro è, questo : « Qualunque opera
personale di carità, sussidii, preghiere ; cooperare
coi parroci a fare tridui, novene, esercizi spirituali,
quaresimali, quarant' ore, catechismi ; adoperarsi
per aprire case di educazione e di beneficenza,
sostenere materialmente e moralmente quelle che
sono già aperte . Il sacerdote può lavorare con
zelo nel sacro ministero ; ma la cooperazione mo-
rale e materiale appartiene di preferenza alle per-
sone che vivono nel secolo, entro alle officine,
negli Uffizi civili, nel commercio . Essi possono con
maggior libertà e con maggier facilità conoscere
i bisogni e meditare sui mezzi atti a provvedervi .
Ma questi pii e zelanti cattolici abbandonati agli
sforzi individuali, avrebbero fatto opera assai in-
completa, perciocchè un solo che lavori non vede
che scarso frutto delle sue fatiche ; ma unendosi
ad altri e poi ad altri ancora che abbiano il me-

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desimo scopo e la medesima regola, possono otte-
nere assai . Vis unita fortior .
E dove trovare questo legame che si possa e-
stendere a tutti i tempi, a tutti i luoghi, a tutte
le classi di persone senza pericolo di degenerare,
anzi che valga a garantire una- cooperazione sicura
ed invariabile?
Ciò si propone nel Regolamento dei Cooperatori
Salesiani .
Siccome però l'educazione della gioventù abban-
donata in questi tempi costituisco un bisogno che
abbraccia tutti gli altri bisogni, così - i Coopera-
tori volgono la loro sollecitudine specialmente in
favore dei giovanetti .
Come ognun vede quest'opera, eminentemente
commendevole, merita il concorso di tutti i buoni ;
e mentre è un mezzo facile per conseguire grandi
meriti per l'eternità, è un freno potente alla sco-
stumatezza e perversità generali del nostro tempo,
che minacciano di rovina la civile società .
Raccomandiamo poi ai lettori nostri il Bollet-
tino Salesiano mensuale, che è l' organo proprio
della Pia Unione, dal quale abbian tolto l' argo-
mento dell' articolo, e ne' cui numeri leggemmo
commossi molti fatti edificantissimi e i prodigiosi
progressi della Missione Piemontese dei Salesiani
nell'America del Sud .
Chi dunque desiderasse rendersi Cooperatore
Salesiano, non ha che notificarlo al reverendo Di-
rettore dell'Oratorio di S . Francesco di Sales, in
Torino, che gli manda tosto il diploma . »
NOTIZIE SUI MISSIONARI SALESIANI .
Abbiamo ricevuto notizie assai distese sul viaggio
e felice arrivo al suolo americano dei nostri Mis-
sionari partiti ultimamente ; ma mancandoci lo
spazio per riferirle in questo Numero, le pubbli-
cheremo nel mese venturo . Facciamo in quella
vece di pubblica ragione la lettera seguente del
Direttore del Collegio Pio di Villa Colon, Della
Republica dell'Uruguay
Colon, presso Montevideo, 20 settembre, 1877 .
Amatissimo PADRE IN G . C .
Mi lasciai sorprendere dall'ultima ora per iscri-
verle, stando già per far vela il postale italiano .
Perciò debbo, oltre il conveniente, accelerare e
precipitare la presente con iscapito della duplice
chiarezza e nella calligrafia, e nelle idee . Pazienza !
La S . V . mi perdoni, e intanto per leggere questo
povero scritto si faccia aiutare questa volta da
qualche interprete che abbia buoni occhi .
Come già l' è noto , quantunque il nostro Col-
legio sia vasto e spazioso, non può tuttavia capire
tanti allievi quanti ne fanno domanda . Ed ecco
il bisogno di fabbricare per non privare del be-
nefizio dell' istruzione e cristiana educazione un
buon numero di giovani . Il lavoro è incominciato,
et fervet opus . La spesa che ci occorre non è al
di sotto di L . 50 mila, per la quale siamo ricorsi
agli imprestiti . La Commissione incaricata ha già
raccolto L . 30 mila, somma bastevole a condurre
a termine la parte più importante ed indispensa-
bile del nuovo edilizio ; pel resto speriamo nella
divina Provvidenza .
Giorni sono abbiamo avuto in collegio una vi-
sita imponente, la quale per la Dio mercè ci fruttò
assai . Era il giovedì , 8 corrente, secondo giorno,
del mese di Maria, che noi facciamo in questo
tempo, perchè il più bello dell' anno , e il primo
di un triduo destinato a preparare gli allievi alla
gran festa del nostro patrono san Francesco di
Sales, recentemente dichiarato Dottore di Santa
Chiesa dal glorioso Pontefice Pio IX . Or verso lo
dieci antimeridiane mi si annunzia che alcuni si-
gnori vogliono visitare il Collegio . Occupatissimo
in quel momento , risposi che l' ora non era pro-
pizia, e che tornassero più tardi ; ma affacciandomi
alla finestra, vidi che per la porta della Cappella
eransi già introdotti in Collegio una ventina di
loro . Corsi allora, e li ricevetti coi dovuti compli-
menti . Ma chi erano costoro ? Erano i più grandi
negozianti, i più ricchi depositarii del Commercio
dello Stato , i quali si erano pigliato un giorno
di svago in simpatica riunione nelle amenissime
vicinanze del nostro Collegio, aventi alla testa la
banda musicale . Secondo l' espressomi desiderio
loro feci visitare alcune parti del Collegio ; ma
gli assennati uomini accortisi che tanta frotta di
gente recava non lieve disturbo in quell' ora di
studio, mi pregarono di assegnar loro un altro mo-
mento del giorno ; e fissate le due pomeridiane,
cortesemente si ritirarono, tanto più che si avvi-
cinava per essi l' ora del pranzo . Intanto furono
avvisati i giovani, che ad un dato cenno anda-
rono a mettersi in divisa, e taluni prepararonsi
eziandio per dare un breve spettacolo all'allegra
brigata .
Un'ora e mezzo da poco era scoccata, quand'ecco
i nostri visitatori entrare in Collegio, ed avan-
zarsi in fila a due a due colla banda alla testa,
comandati da due generali improvvisati, come
facciamo talora noi nelle nostre passeggiate . Pa-
reva un piccolo battaglione di signori, paffuti e
tondi, e allegri sì, ma nei giusti limiti, malgrado
la circostanza del giorno .
La vista di tal disciplina mi piacque ; li salutai,
e mi risposero con una scappellata generale . Essi
avevano dimandato di entrare in chiesa, e farvi
suonare la banda ; ma io pensando che avevano
solo poc'anzi pranzato, dissi loro che li avrei con-
dotti in seguito, e li feci invece entrare nel mag-
gior salone del Collegio . Entrati anche i giovani
furono prima salutati dagli illustri ospiti, poscia
dalla banda, che dato fiato agli strumenti, suonò
l' inno della Republica . Eglino si pensavano che
finito il suono tutto fosse finito ; ma ecco gli al-
lievi rispondere col canto, e intuonare con entu-
siasmo l'inno del Collegio, che è l'inno di Pio IX,
messo in musica dal nostro indimenticabile D . Ca-
gliero . Gli applausi furono sinceri e reiterati .
Nè qui fu il tutto : perchè incominciossi allora un
piacevole intrattenimento, per quei signori vera-
mente inaspettato, che finì per guadagnarci il loro
cuore . Pertanto comincia uscir fuori un giovane
vestito da Ciabattino col martello e con una cia-
batta in mano, e cantare con molta grazia, brio

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e disinvoltura, la nostra brillante canzone dell'o-
nesto operaio . A quegli uomini repubblicani , e
ad un tempo gente laboriosa , quel canto, che
alla democrazia unisce l'idea del lavoro e dell'o-
nestà, piacque siffattamente , che n'erano fuor di
sè per la gioia. Quindi ridevano, gridavano, bat-
tevano le mani e i piedi ancora, facevano insomma
tal fragore che io temeva che ne dovesse crollare
la volta della sala . Poco dopo mutò la scena . Fat-
tosi innanzi un fanciullo cantò il nostro Orfanello
con una sì bella e patetica voce, che trasse dagli
occhi di tutti le lagrime .
Volendo porre fine al trattenimento, perchè fa-
ceva un caldo soffocante (essendo per noi stagione
estiva), volsi a quei signori poche parole di cir-
costanza, accolte con molto rispetto . Mi si volle
rispondere, parecchi dimandarono la parola al loro
capo, e due la ottennero . Erano i direttori di due
giornali . Parlarono con vivacità e con entusiasmo,
benedicendo il nostro arrivo e i nostri propositi,
animando i giovani a corrisponderci, e congratu-
landosi colla patria delle felici speranze, che po-
teva legittimamente fondare sopra questo Istituto .
Dopo ciò si passò nella Cappella, ove la banda
suonò e i giovani cantarono il grandioso inno, la-
sciato pure come ricordo dal nostro caro D . Ca-
gliero, in onore di S . Rosa dl Lima, la grande
Patrona, la Santa più amata e venerata da tutta
l'America, siccome uno dei primi e più leggiadri
fiori della Chiesa, sbocciati in queste parti dopo
la scoperta fattane da Colombo .
Usciti di Cappella i capi a nome di tutta la co-
mitiva mi si fanno appresso inteneriti, e uni an-
nunziano il comune proposito di lasciarci un ri-
cordo . E quali ? Nientemeno che il più bel Piano-
Forte di Montevideo, da cinque mila franchi . Ne
siano ringraziati, esclamai ! ne avevamo veramente
bisogno .
Dopo nuovi saluti e replicati evviva al Com-
mercio, alla Repubblica, ed a D . Bosco, quei si-
gnori partirono dal Collegio con tutte altre idee
da quelle che avevano prima . Imperocchè so di
certa fonte, che otto sopra dieci di loro da prin-
cipio non volevano neppur metter piede sulla so-
glia della nostra casa, perchè ci credevano altret-
tanti... e retrogradi , come dicesi oggidì, e di
null'altro capaci fuorchè ad insegnare il Pater e
il Catechismo . In quella vece mirarono cogli occhi
proprii che alla religione può ben camminare di
santo accordo lo studio, la scienza, l'insegnamento
delle belle arti, ed un'allegria piacevole e garbata .
Ne furono soddisfatti, anzi entusiasmati, e ne fu
un'indubbia prova il fattoci regalo .
Il triduo di san Francesco si fece assai bene e
la festa solenne riuscì devotissima, onorata dal
nostro Veneratissimo Monsignor Vescovo, il quale
distribuì la Comunione generale, assistette poscia
alla Messa solenne , e diede la santa Cresima a
25 giovanetti interni, e a 50 degli esterni .
Alla sera dopo le funzioni di chiesa la festa si
finì nella gran sala, dove si declamò e si cantò
in onore di s . Francesco e di Monsignore .
Questo insigne prelato così buono e così affe-
zionato ai Salesiani, in quel giorno mi supplicò
con istanza di un favore, che non è da me il con-
cedere , ma da lei . Ed ecco di che si tratta . La
parrocchia da cui noi dipendiamo è quella de las
Piedras, distante tre miglia dal Collegio ; bella
cittadina, con bellissima chiesa fabbricata da poco .
La popolazione è buona, ma i cattivi, che si tro-
vano da per tutto, fecero guerra così accanita al
parroco , già religioso ed ora sacerdote secolare,
che il poverino rinunziò all'uffizio suo con grande
scapito delle anime . Ora monsignor Vescovo vor-
rebbe ben porre un altro sacerdote a sua vece,
ma non lo trova, tanto scarseggiano i preti in
queste parti . Quindi desidera, prega e scongiura
che pel bene di tante anime, a gloria di Dio, ed
anche per levar una gran pena dal suo cuore, vi
andiamo noi . Oltre al locale pel parroco e pel cu-
rato, egli ci otterrebbe ancora una casa attigua,
che si presterebbe assai bene per fare scuola ai
fanciulli e alle fanciulle del paese . La parrocchia
sarebbe ceduta in perpetuo alla nostra Congrega-
zione . Tanto il vescovo quanto io desideriamo e
aspettiamo da lei una risposta .
Vorrei ancora proseguire ; ma si appressa l'ora
d'impostare la lettera, e mi è giuocoforza di met-
ter fine, e termino coll'augurare alla S . V . a nome
mio e di tutta la casa gioconde le prossime feste
natalizie, e un buon fine e capo d'anno .
Oh ! sì il divin Pargoletto Gesù le riempia il
cuore di ogni più squisita dolcezza, nasca, viva,
e regni in eterno nell' anima sua . Le conceda e-
ziandio l' Autor della vita molti anni ancora per
nostro consiglio e conforto , e col braccio della
sua onnipotenza la sostenga nelle dure fatiche che
per la sua gloria e per la salute delle anime deve
ogni giorno sostenere . A questo fine ne lo pre-
ghiamo, e ne lo pregheremo . La S . V . faccia al-
trettanto per noi , affinchè non ci rendiamo mai
indegni di lei e della nostra Congregazione .
Sito obb.mo ed aff .mo
Sac . Luigi LaSAGNa .
NELLA PARTENZA DEI MISSIONARII SALESIANI
per le Missioni Australi .
Ergi la fronte all'eternale Iddio,
Dalle tue luci, deh rasciuga il pianto,
Ascolta Italia, un glorioso addio!
Bella! Infelice! Non è il mesto canto,
Di chi piangendo al tuo dolor, s'invola
Per non morirti combattendo accanto ;
Ma di colui è l'ultima parola
Per cui, ridente ad immolar la vita,
Per quella fè, di cui sei centro . vola .
Oh i generosi! E l'hanno pur sentita,
Profonda al core lor parlò la voce,
Che dal Calvario, in rosso ammanto, è uscita
Eccoli tutti con in man la croce,
Ecco il Vessil, che li conforta e spinge
Di Colorado a superar la foce .
Ma non han patria, non amor astringe
De' cari loro, il cor di quegli atleti
Per correr l'onde e disfidar la sfinge?
Nell'animo pur troppo, irrequieti
Oh ! sentono i lamenti e le parole,
Che piangere li fanno e meno lieti,

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V'è un padre, oh sì ! che sua diletta prole
Forse abbandona, in quel campion di Dio ;
La madre v'è, che dell'addio si duole .
E quale il lagno di lontano rio,
Tal qui s'ascolta, in lacrimabil suono,
E degli amici e dei fratei l'addio .
Oh chi li cita? E quale man fa dono
Ai figli del Signor, di forza e ardire
Oh lo m: irate È Cristo sii quel trono
Ei, che morì per soddisfare all'ire
Della diva Giustizia ohimè oltraggiata!
E strappar l'uom dalle infernali pire .
Ed essi il sanno, e a caritade ornata
Han l'alma pura, quei campion di Cristo,
Perchè nel cor la doglia sia arrestata .
Ei van sicuri ; come un dì fu visto
Uscir di Palestina quella Croce
E rapida volare al grande acquisto ;
E all'Ebro, al Mauro, al Gange in sii la foce
Mietere palme, nuovo allòr raccorre,
E trascinar le terre alla sua voce ;
E l'onde infervorar del Tebro, e porre
Ad esse in sen, contro il lione Ircano,
Su ferma pietra un'inconcussa torre .
Oh sì volate . Con quel segno in mano
Voi vincerete, già lo disse Iddio ;
Itene, ed infiammate il monte e il piano .
Eccoli in campo . D'un fantasma rio,
Uscito fuor dalla tartarea fossa,
A fronte stan . L'investe orribil dio,
E seco ha pure l'infernale possa,
Vestita a ferro e colla lancia in resta,
Che grida : Avanti, mangerò tue ossa .
Ahimè . . . Ma invan, che il prode non s'arresta,
E prega sì Maria Ausiliatrice,
E già all'orribil pugna omai s'appresta ;
A mille spade incontro, all'ira ultrice,
Va fidato in Colui che tutto pilote,
E di soffrir per Lui tiensi felice ;
Spingesi ardito, e sovra i templi scuote
Di Cristo la bandiera, e al suo splendore
V'accorre l'uom delle regioni ignote .
Quest' è il trionfo del celeste amore!
Folgori siete nelle man di Dio,
Volate adunque, ed accendete il core .
Oh il ciel volesse, che potessi anch'io
Seguirvi, e vosco il bel vessil piantare
Sì, della croce in mezzo a un popol rio!
E il derelitto, e il fanciullin, chiamare
A quel vessillo, e della sposa il pianto,
Orbata del consorte, rasciugare ;
E offrire al vecchio . dal dolore affranto,
Urna parola di couforto, e alzare
Bello d'amor celestiale il canto ;
Ma non mi è dato di salir P altare
E mia virtude sì alto non arriva,
Chè un tanto minister mi fa tremare .
Ma pur v'invidio, e se lontani, viva,
Cara memoria serberò di voi,
Infin elle l'ora del morir m'arriva .
Oh le virtudi di cotesti eroi
Deh canta Italia ! Di nessun più sono,
Sono di Dio, che li ha chiamati suoi .
Ascolta or deli ! Dall'eternale trono,
Coll'arpe in man, l'Angelica coorte,
Qual'eco, ti rispondo al lieto suono,
Mentre lontan, scotendo le ritorte
Satan di rabbia, in murmure represso,
Ai forti impreca, che gli dièro morte .
Ma qual chiaror ! Che fia ? Dal cielo un Messo
Oli nol vedete ? egli è disceso . Ha in mano
E palma e allor : nol conoscete ? È desso .
Egli è Francesco ; dall' eccelso piano
I figli scese a incoronar, i figli,
Che spiegan l'ali al suolo Americano,
A far fiorir da quelle lande i gigli .
RESTITUTO ALLIEVI .
ALTRI COOPERATORI E COOPERATRICI
chiamati all'altra vita nell'anno 1877 .
Ci venne favorito il nome e cognome di altri
confratelli e consorelle defunti nell'anno testò
passato, e qui li pubblichiamo raccomandandoli
alle comuni preghiere .
1 . Aimerito D . Pietro Professore di Tecn . e Gin-
nasio Pievano - Chivasso .
2 . Anselmi Rosa vedova - Cherasco .
3 . Biraghi D . Luigi Par . - Canonica del Lambro.
4 . Botto di Rovre D . Gius . Teol . Coni . - Torino .
5 . Buttesi D . Benedetto Canonico - Tortona .
6 . Coraglia Maria - Monten Rllero .
7 . Faraut Augusto Avv . - Nizza Marittima .
8 . Faraut Maria vedova - id .
9 . Febbrari D . Lorenzo Vie . for . - Ghedi.
10 . Ferrcro Massimo - Montechiaro d'Asti .
11 . Filippi Maddalena - Pontedassio .
12 . Gaviglio Carolina - Cherasco .
13 . Grossi D . Lorenzo Parr . - Alessandria .
14 . Gusmani D . Franc . Canonico - Mortara .
15 . Lupi Giacomo - Cogoleto .
16 . Mella Luigi Luogotenente Generale - Torino .
17 . Podestà D . Giov . Batt . - Lavagna .
18 . Ranazzo Maria - Torino .
19 . Simond Emilia - Nizza Marittima .
20 . Simond Teresa -
id .
21 . Viglio D . Luigi Can . Teol . - Mortara .
22 . Zappa D . Vincenzo Canonico - Spezia .
INDULGENZE SPECIALI
pei Cooperatori .
Ogni Cooperatore può acquistarc indulgenza ple-
naria una volta al giorno, da applicarsi alle anime
del purgatorio, recitando la terza parte del Ro-
sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,
e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-
tandola innanzi al Crocifisso .
Indulgenza plenaria ogni volta che celebra la
Messa, o si accosta alla santa Comunione .
Oltre alla indulgenza della Messa o della Co-
munione, un'altra plenaria ne può guadagnare
ogni domenica e nelle feste qui sotto notate, pur-
chè confessato negli otto giorni, e comunicato, vi
aggiunga una visita a qualche chiesa, pregandovi
secondo l' intenzione del Sommo Pontefice .
Mese di Febbraio .
2 . Purificazione di Maria Vergine .
4 . S . Giuseppe da Leonessa .
13 . Beata Angela da Foligno .
23 . Santa Margherita da Cortona .
Con permesso dell'Aut. Eccl . FERRARI GIUSEPPE ger . resp .
Sampierdarena, 1878 . Tip . S . Vinc. de' Paoli .