BS 1880s|1881|Bollettino Salesiano Gennaio 1881

ANNO V. N. 1.   Esce una volta al mese.   GENNAIO 1881.

BOLLETTINO SALESIANO

Direzione nell'Oratorio Salesiano. - Via Cottolengo. N. 32, TORINO

SOMMARIO - Il Sacerdote Giovanni Bosco ai sigg. Cooperatori e alle sigg. Cooperatrici della Pia Società di S. Francesco di Sales - Ringraziamenti per buoni augurii - Nuove spedizioni di Missionari Salesiani e di Suore di M. Ausiliatrice - La festa di S. Francesco di Sales e la prescritta Conferenza - Corrispondenza particolare dell' Unità Cattolica - La Chiesa del Sacro Cuore di Gesù con ospizio annesso al Castro Pretorio in Roma - La Direzione del Bollettino Salesiano ai Cooperatori e Cooperatrici - Una divota dimostrazione a Maria Immacolata nel Comune di Lu - La mistica Città di Dio - Storia dell'Oratorio di San Francesco di Sales - Bibliografia -- Necrologia - Avvertenza -- Indulgenze speciali pei Cooperatori Salesiani.

IL SACERDOTE GIOVANNI BOSCO

Ai sigg. Cooperatori e alle sigg. Cooperatrici della Pia Società di S. Francesco di Sales.

Con grato animo mi presento a Voi, o rispettabili Confratelli e Consorelle in Gesù Cristo, per parlarvi dei risultati ottenuti dalle vostre sollecitudini e dalla operosa vostra carità. Perciò a norma del nostro Regolamento mi fo dovere di darvi breve ragguaglio sulle opere compiutesi nel 1880, e di quelle che coll'aiuto del Signore speriamo di mandare ad effetto nel corrente anno 1881.

Opere del 1880.

I nostri Collegi, gli Ospizi, i Ricoveri in quest'anno progredirono con grande soddisfazione. Molte Case di recente fondate ebbero tale sviluppo, che abbiamo potuto quasi duplicare il numero de' nostri allievi.

Nomino specialmente la Colonia Agricola della Navarra presso Frejus in Francia. Vi furono ampliati i locali, si aumentò eziandio il numero dei poveri fanciulli, tolti dal pericoloso abbandono, ed occupati alla coltivazione della terra, delle piante e dell'orticoltura. I buoni effetti già conseguiti permisero di estendere la coltivazione ad una superficie notabilmente maggiore, e con qualche frutto delle impiegate fatiche.

Così pure in S. Cyr presso Tolone, dopo molte difficoltà, fu regolarmente stabilita una Colonia Agricola per orfanelle abbandonate. Le Suore di Maria Ausiliatrice vi sono Maestre Direttrici, e vi educano le loro allieve nella scienza elementare, nei lavori domestici, nel coltivamento dei giardini, ed anche dei campi, secondo la loro età e forze.

L' Orfanotrofio di Nizza Marittima fu pure di molto ingrandito.

La necessità ci spinse in modo eccezionale ad ampliare l' Oratorio di S. Leone a Marsiglia. Mercé il nuovo fabbricato si poté triplicare il numero degli allievi ricoverati.

In Italia una novella Colonia Agricola si va cominciando nelle terre di Mogliano tra Venezia e Treviso.

Ma l' agricoltura ebbe uno speciale sviluppo nelle selvagge tribù della Patagonia. Appoggiati alla vostra carità in quest'anno, si fabbricarono Chiese, si aprirono scuole, abitazioni pei Curati e pei Maestri, ed Ospizi in favore degli Indi, erranti sulle sponde del Rio Negro.

Que' selvaggi divenuti assai docili alla voce della carità e della verità sono ansiosi di apprendere arti, mestieri, e soprattutto la sconosciuta agricoltura in que' fertili ed immensi terreni, né smossi né coltivati mai dalla mano dell'uomo.

Il Collegio di S. Carlo in Borgo S. Martino per difetto di locale non poteva più soddisfare a tutte le domande d' ammissione di nuovi allievi. Per la qual cosa in quest'anno medesimo fu aperta una Casa succursale in Penango nel Monferrato, la quale è ormai piena di giovanetti.

Le Suore di Maria Ausiliatrice aprirono due asili infantili; l'uno in Melazzo Diocesi di Acqui; l' altro in Borgomasino Diocesi d'Ivrea. Altra schiera delle medesime andò a stabilirsi nella città di Bronte in Sicilia, e vi dirige le scuole municipali, un ospedale, ed Oratorio festivo per le fanciulle. Fra poco vi apriranno eziandio un educatorio.

Nel corso di quest' anno abbiamo avuta la consolazione di vedere più migliaia di giovanetti, i quali un tempo versavano in gravi pericoli, ma raccolti, educati alla scienza ed al lavoro, furono riconsegnati alla civile Società pieni di buon volere , e capaci di guadagnarsi onestamente il pane della vita.

In Valle Crosia presso Ventimiglia è terminato l'edifizio per le scuole, pei maestri e maestre. I lavori della Chiesa annessa progrediscono pure; e speriamo che nel 1881 sarà aperta al divin culto.

Opere pel 1881.

Copiosissima messe la Divina Provvidenza ci prepara in quest' anno. Nella Chiesa di S. Giovanni Evangelista in Torino, e nell'Ospizio annesso, continuano i lavori , ma vi sono ancora molte opere a compiersi.

Nella Spezia progrediva alacremente l' edilizio per le scuole e per la Chiesa, quando un violento uragano danneggiò gravemente la novella costruzione. Ciò nulladimeno si ripigliarono tosto i lavori, ed abbiamo fiducia che nel corso di quest'anno saranno condotti a termine.

Chiesa del Sacro Cuore ed Ospizio annesso in Roma.

Ma un' Opera che dovrà occuparci assai è la Chiesa del Sacro Cuore con Ospizio annesso sul monte Esquilino in Roma.

Il Santo Padre desideroso di condurre a fine un'impresa, che fosse utile alla città di Roma, gloriosa a tutti i Cattolici, e di particolare vantaggio alla pericolante gioventù, ebbe la degnazione di affidarla alla Pia Società di S. Francesco di Sales, e allo zelo ed alla carità dei Cooperatori Salesiani. Nel Bollettino si daranno le norme con cui ogni Cooperatore, anzi ogni fedele Cristiano potrà concorrere a quest'Opera.

Le Missioni.

Il Sommo Gerarca della Chiesa ha testé pubblicato una Enciclica, con cui calorosamente raccomanda le Missioni estere alla carità di tutti i fedeli.

Le autorità civili ed ecclesiastiche in generale sono concordi nel proclamare la necessità di promuovere e sostenere tali Missioni coi mezzi, che la Divina Provvidenza ha messo in potere delle anime generose. Nella nostra pochezza uniremo i deboli nostri sforzi alla grande impresa.

Da due anni dovevamo fare una novella spedizione d' evangelici Operai nell'America del Sud, per recare aiuto ai Confratelli ed alle Suore di Maria Ausiliatrice, cui si presenta copiosissima messe, lavoro immenso nell'Uruguay, nella Repubblica Argentina, e soprattutto nella Patagonia. Ma tale spedizione non si poté effettuare per mancanza di mezzi pecuniarii. Tuttavia preso consiglio dalla necessità e dalla gravità del bisogno, riposta piena fiducia nella vostra cooperazione , o benemeriti Confratelli, fu deliberata una partenza di dodici Salesiani e di otto Suore di Maria Ausìliatrice. Essi partiranno per quelle remote regioni, gli uni il 22 di gennaio, gli altri al 3 di febbraio.

Quasi nel tempo stesso una schiera di Salesiani andrà a prendere possesso di una casa nella Spagna, nella città di Utrera presso Siviglia.

Mezzi materiali.

Al compimento di grandi imprese a gloria di Dio e a sollievo della umanità sofferente, la prima difficoltà che suol frapporsi è la deficienza di mezzi. Come provvedere a tanti ragazzi ricoverati, come sostenere tante opere già cominciate ? Ove prendere vitto, vestito, per tanti maestri ed allievi ?

Rispondo che la Divina Provvidenza ha tesori inesausti. Nel passato essa non ci mancò mai ; dovremo dubitare per l'avvenire?

No certamente. Facciamo tutti quel poco che possiamo, e Dio supplirà a quello che manca. Mentre poi mettiamo confidenza illimitata nella bontà del Signore, non ricusiamo la nostra cooperazione. Ciascuno rifletta un momento sul precetto del Salvatore quando disse : Date e vi sarà ricambiato con abbondante misura. E altrove Date il superfluo in elemosina. Del superfluo ne hanno tutti, e parecchi vi sono che ne hanno molto. Il divin Salvatore, quasi temendo che taluni non impiegassero questo superfluo a pro dei bisognosi, oppure che ne abusassero altrimenti, volle Egli stesso inculcare tale gravissimo dovere con queste terribili parole : E più facile che un cammello passi pel foro di un ago, che un ricco si salvi.

So bene che taluno dice che questo è consiglio e non precetto. Non badiamo a questa interpretazione. O consiglio, o precetto, il fatto sta ed è, che Gesù Cristo minaccia le pene eterne a chi non dà il superfluo in limosina. Non lasciamoci illudere. Facciamo piuttosto tesoro delle preziose parole dette dall'Arcangelo Raffaele al santo vecchio Tobia : « La limosina è quella che libera dalla morte, e purga i peccati, e fa trovare la misericordia e la vita eterna. »

Preghiere e suffragi.

Vi assicuro, o benemeriti Confratelli, e Consorelle in. G. C., che tutti i Soci Salesiani e i loro allievi innalzano al Cielo ogni giorno preghiere particolari , perchè Dio conservi la sanità, la pace, la concordia e la prosperità nelle vostre famiglie ; ma non posso omettere di raccomandare in maniera tutta particolare suffragi per le anime dei nostri Confratelli e Consorelle, che nel corso dell'anno testè spirato Dio chiamò alla vita eterna.

Abbiamo fatte perdite sensibili assai. Preghiamo che Dio si degni di accogliere quelle anime nel regno della gloria, nè mai dimentichiamole nelle nostre preghiere e nelle comuni opere di carità.

Benedizione di S. S. Leone XIII.

Sua Santità Leone XIII , Capo e Benefattore insigne della nostra Pia Associazione, nel 21 dell'ora trascorso dicembre mandò a tutti i Cooperatori e a tutte le Cooperatrici una speciale benedizione con queste preziose parole : « Alando la santa benedizione a tutti i Cooperatori e a tutte le Cooperatrici della pia Società di S. Francesco di Sales, affinché facciano molto bene, ma lo facciano presto , pecche il bisogno è grande. »

Dopo queste autorevoli parole del Santo Padre non debbo più altro aggiugnere, se non assicurarvi che farò ogni giorno un memento per Voi nella s. Messa, affinché Dio vi conservi in buona salute, e sempre nella sua santa grazia.

In fine raccontando me e i nostri giovanetti al valido sussidio delle vostre preghiere, mentre ho l'alto onore e la grande consolazione di potermi professare in Nostro S. G. C.

Obbl.mo Servitore Sac. GIOVANNI Bosco.

RINGRAZIAMENTI pei buoni Augurii.

Un numero incalcolabile di Cooperatori e Cooperatrici, in questi faustissimi giorni, per mezzo di biglietti di visita o per iscritto, fecero a D. Bosco lietissimi augurii di felicità.

Molti ebbero anche la esimia bontà di mandare la strenna ai suoi poveri giovanetti.

D. Bosco vorrebbe quindi rispondere a ciascuno partitamente; ma ciò suo malgrado non essendogli concesso dalle molteplici occupazioni , egli li ringrazia qui tutti insieme dal più intimo del cuore, e prega Dio a spandere sopra di loro le più copiose benedizioni.

NUOVE SPEDIZIONI di Missionarii Salesiani e di Suore di M. Ausiliatrice.

É ora un anno, e noi toccando del bisogno di operai evangelici nell'America del Sud, e sopratutto nella Patagonia, uscivamo in queste parole « La Patagonia ci è aperta ; la prima Casa vi fu poc' anzi impiantata ; e il gran Padre di famiglia ci va a pii riprese gridando: Ite in vineam meam: andate nella mia vigna e lavorate. Per la qual cosa fidenti nella divina Provvidenza e nella carità dei nostri Cooperatori e Cooperatrici, noi stiamo preparando la quinta spedizione. Possibilmente saranno una decina tra Salesiani e Suore di Maria Ausiliatrice, e faranno vela nel mese di Marzo. » Così scrivevamo appunto nel gennaio dell' anno passato.

Malgrado la nostra buona volontà non abbiamo potuto spedire per allora che tre persone invece di dieci, e ciò per mancanza dei mezzi necessarii per la spesa del lunghissimo viaggio.

Ma in questo frattempo furono tante le suppliche, che ci pervennero di colà per avere soccorso di persone ; sì copiosa la messe che ci fu preparata ; sì bisognose le colonie stateci additate; sì numerose le tribù ed i popoli che aspettano la luce e la parola di salute , che ormai il cuore più non ci regge d'indugiare più a lungo a spedirvi aiuti.

A queste ragioni un' altra se ne aggiunse poco fa in buon punto , e fu una parola efficace venuta dal Vaticano. Lo zelantissimo Papa Leone XIII in una recente sua Enciclica ai Vescovi del Mondo Cattolico, in data del 3 passato Dicembre, raccomandava le Apostoliche Missioni con queste fervorose parole: « Voi , venerabili Fratelli, chiamati a parte della Nostra sollecitudine, caldamente esortiamo affinché sorretti dalla fiducia in Dio, e non isgomenti da veruna difficoltà, con animi concordi vi adoperiate con Noi ad aiutare alacremente ed energicamente le Apostoliche Missioni. Si tratta della salute delle anime , per le quali il Nostro Redentore pose l' anima sua, e costituì Noi, Vescovi e Sacerdoti, pel perfezionamento dei Santi e per la edificazione del suo corpo. Laonde ciascuno nel luogo dove da Dio fu posto a custodia del gregge, sforziamoci con ogni mezzo, affinché alle sacre Missioni siano arrecati quegli aiuti, che abbiamo rammentato essere stati in uso sin dai primordii della Chiesa, vale a dire la predicazione del Vangelo, e le preghiere e le elemosine degli uomini pii. »

Dopo questa esortazione il Santo Padre continua e dice : « Se alcuni dunque troverete zelanti della divina gloria, e pronti e idonei a intraprendere le sacre spedizioni, incuorateli affinché, esplorata e conosciuta la volontà di Dio, non si facciano impigrire dalla carne e dal sangue, ma si affrettino ad assecondare le voci dello Spirito Santo. »

Questa raccomandazione non poteva tornare più opportuna anche per noi. Pertanto sicuro di fare cosa gradita a Dio, e vantaggiosa alla Chiesa , D. Bosco è venuto nella risoluzione di spedire in America un nuovo drappello di circa venti persone, tra Salesiani e Suore di Maria Ausiliatrice. Per quest' opera dovremo , é certo , sottostare a grandi sacrifizi ; dovremo contrarre debiti, ma non importa. Dio ci aiuterà ; né ci verrà meno , lo speriamo , la carità dei fedeli nostri Cooperatori e delle Cooperatrici. Datemi anime, . e prendetevi il resto. Erano questi i sentimenti del nostro glorioso patrono S. Francesco di Sales; e queste devono pur essere le massime nostre e dei nostri Cooperatori. Che risponderanno mai al divin Giudice coloro, che lasciano negli scrigni oziare il danaro, o lo trafficano tutto pel mondo, mentre le anime piombano nell'inferno, perché i Missionarii mancano di aiuti per salvarle ? Niuno s' illuda ; i giudizi di Dio non sono quelli degli uomini ; e molti ricchi e benestanti forse si danneranno per ciò solo , che non fecero buon uso delle loro sostanze.

Le spedizioni per l' America saranno due. La prima sulla fine del corrente mese ; la seconda in sul principio del prossimo febbraio.

Quasi contemporaneamente una schiera di 6 Salesiani partirà pure per la Spagna, onde fondare una Casa nella città di Utrera a 30 chilometri da Siviglia. Li accompagnerà D. Cagliero , che l' anno scorso già vi riceveva splendide accoglienze da molti ragguardevoli personaggi di quella sempre cavalleresca nazione, tra cui il Marchese Ulloa, ed il Rev.mo Monsignor Gioachino Lluch Garriga, Arcivescovo di Siviglia, che fin d'allora si mostrò ai Salesiani padre amorosissimo. Daremo a suo tempo i particolari delle accennate partenze, del viaggio e dell'arrivo a destinazione; e intanto raccomandiamo questa impresa alla carità ed alle preghiere dei nostri cari benefattori e benefattrici.

LA FESTA DI S. FRANCESCO DI SALES e la prescritta Conferenza.

Ricordiamo ai Cooperatori e alle Cooperatrici che il 29 del corrente gennaio cade la festa del glorioso nostro Patrono S. Francesco di Sales, e perciò facciamo loro calda preghiera che la vogliano celebrare con molta divozione.

Sarebbe desiderabile che in quel giorno ciascheduno di loro udisse la santa Messa, e si accostasse ai Sacramenti della Confessione e della Comunione. Qualora ciò fare non possano il 29, giorno feriale, perché forse ne saranno impediti da occupazioni, vedano di compiere dette divozioni nella domenica seguente, o nel mercoledì, festa della Purificazione di Maria Vergine.

Negli altri anni i Direttori delle Case Salesiane, per quei luoghi dove queste esistono, e altrove i Capi o Decurioni tenevano la Conferenza prescritta dal Regolamento. Speriamo che ciò faranno egualmente in quest'anno, e ne li preghiamo di vivo cuore. Si raccogliessero anche in piccolissimo numero, fossero ben solamente due o tre, non importa ; eglino avrebbero Gesù Cristo tra di essi, secondo queste sue parole : Dove sono due o tre persone radunate in mio nome, io mi trovo in mezzo di loro. Quantunque pochi, essi potranno nondimeno eccitarsi vicendevolmente al bene, e intanto guadagnare la Indulgenza Plenaria concessa dal Sommo Pontefice per tale circostanza.

Affinché poi i Soci vi accorrano più numerosi, è necessario che il Capo qualche giorno prima li faccia avvertiti del tempo e del luogo. In alcune parrocchie, dove il numero dei Cooperatori e delle Cooperatrici é alquanto considerevole, il Parroco stesso od altro Sacerdote li avverte dal pulpito o dall' altare ; in altri paesi s'incarica una o due persone di avvisarli privatamente; in Torino ed altrove si spedisce a ciascuno un biglietto appositamente stampato. Tra questi mezzi si scelga all'uopo quello che, secondo la convenienza, sarà giudicato più acconcio ed opportuno.

Nella Conferenza si potrebbero trattare questi tre punti

I° Necessità di concorrere alla propagazione della fede tra le nazioni infedeli, alla salute dei fanciulli abbandonati, ed alla istruzione della gioventù in apposite scuole, per renderla o conservarla cattolica ; tre cose dal Santo Padre raccomandate nella recente sua Enciclica del 3 passato dicembre.

2° Dimostrare che la pia Società Salesiana abbraccia oggidì le tre Opere di religione e di carità, segnalate dallo zelantissimo Pontefice, quali sono l'Opera della Propagazione della Fede, la Santa Infanzia e le Scuole di Oriente. Le passate e le presenti spedizioni di Missionarii Salesiani nell'America e nella Patagonia, gli Ospizi di carità e le Scuole ivi fondate, ne sono una prova indubitata.

3° I Cooperatori e le Cooperatrici, soccorrendo, colla limosina e colla preghiera, la pia Società Salesiana , a cui sono ascritti, adempiono quanto viene inculcato dal Vicario di Gesù Cristo, e si arricchiscono di celesti tesori.

In fine della Conferenza si reciterà un Pater, Ave e Requiem pei Confratelli e Consorelle defunte ; ed un altro Pater, Ave e Gloria per implorare un viaggio felice ai Salesiani e alle Suore di Maria Ausiliatrice, che in allora si troveranno appunto in alto mare per alla volta di America.

Le collette solite a farsi nella Conferenza saranno destinate a saldare le spese contratte per eseguire le annunziate sacre spedizioni ; quindi i Direttori, i Capi e Decurioni sono pregati a farcele tenere per quella via, che sanno tornare più facile e più sicura.

Il glorioso nostro S. Francesco di Sales ci ottenga di praticare questa sua gran massima : Tutto per Dio ; niente contro Dio.

CORRISPONDENZA PARTICOLARE dell'UNITÀ CATTOLICA.

L' impareggiabile « Unità Cattolica » che per dottrina e zelo nel difendere la causa della Religione e della giustizia é a buon diritto considerata il primo giornale d' Italia , nell' or passato mese pubblicò una lettera pervenutale da Roma, che vogliamo qui riferire, affinché meglio si capisca quello che dovremo scrivere in appresso.

D. BOSCO E LA CHIESA DEL SACRO CUORE IN ROMA.

Roma, 10 Dicembre 1880.

« Non voglio tardare a comunicarvi una notizia, che da qualche giorno va spargendosi in Roma e che vi tornerà cara. Già vi é noto che fin dal 1878, per iniziativa del Santo Padre Leone XIII , fu stabilita un'apposita Commissione di ragguardevoli personaggi , aventi a capo l' Eminentissimo Cardinale Vicario, allo scopo di innalzare in quest'alma Città una chiesa ad onore del Sacro Cuore di Gesù. Per soddisfare ai religiosi bisogni della popolazione, che per l'ingrandimento di Roma va ogni anno crescendo sul monte Esquilino, fu scelto all'uopo un sito bellissimo a Castro Pretorio sulla via di San Lorenzo fuori le Mura, non lungi dalla stazione ferroviaria. La chiesa dovrà servire di parrocchia, ed essere ad un tempo quale un monumento al grande Pontefice Pio IX di veneranda memoria. Comperata l'area, furono incominciati i lavori sotto la saggia direzione del nostro illustre ingegnere , il conte Vespignani , e i muri sono ormai fuori di terra.

« Ciò posto, si diffonde ora la voce che il Santo Padre abbia affidata la continuazione di questa impresa alla sollecitudine del vostro Don Giovanni Bosco, il quale colla sua attività sorprendente condusse già a fine due altre magnifiche chiese in cotesta vostra Torino. Vedo che le persone dabbene di qui ricevono questa notizia con grande piacere, e tutti vanno convinti che Don Bosco é uomo da ciò.

« Persona che credo bene informata mi assicura inoltre che Don Bosco intenda di acquistare eziandio, se già non l'ha acquistato, un terreno ed un fabbricato attiguo alla chiesa ; e ciò allo scopo di formare un Ospizio di carità, capace di accogliervi un 500 giovanetti poveri, di tutte le nazioni , i quali si trovino in Roma pressochè abbandonati. Molti di questi , senza una provvida mano che li raccolga, sono oggidì in pericolo evidente di cadere nella irreligione e nel mal costume; e non pochi per oziosità e misfatti vanno tutti i giorni a popolare le prigioni. Quindi un instituto, alla foggia dell'Oratorio di San Francesco di Sales in Torino, sarebbe per Roma una vera provvidenza, perchè, nel tempo stesso che in opportune scuole si darebbe la conveniente istruzione ad un mezzo migliaio di poveri fanciulli, si porgerebbe loro il mezzo di guadagnarsi onoratamente il pane della vita, mediante l' apprendimento di un'arte e mestiere.

« Noi Romani facciamo voti che queste voci si avverino. Se il Santo Padre affidò questo incarico a Don Bosco , abbiamo la più grande fiducia di vedere tra non molto una bella chiesa dedicata al dolcissimo Cuore di Gesù, ed una nuova casa di beneficenza in questa Roma , la quale fu e sarà sempre non solo il centro della vera fede, ma il focolare della più accesa carità.

« Nella speranza di potervi dare qualche altra notizia in proposito , vi saluto e sono tutto vostro, ecc. »

Quello che il corrispondente romano annunziava con un si dice é oggi una realtà, come si rileva dall'articolo che segue.

LA CHIESA DEL SACRO CUORE DI GESÙ con Ospizio annesso al Castro Pretorio in Roma.

Il notabile ampliamento della città di Roma sul Monte Esquilino , e il numero ognor crescente della popolazione in quel rione, fece sentire il bisogno di una chiesa parrocchiale, per agevolare a quegli abitanti l' adempimento de' loro religiosi doveri. E per ciò fu divisato che il tempio da erigersi in onore del Sacro Cuore di Gesù fosse edificato al Castro Pretorio.

L' Eminent.m° Cardinale Vicario di S. Santità diresse a questo scopo, nell'agosto del 1878, una circolare a tutti i Vescovi dell'orbe cattolico per promuovere collette. Il zelante direttore del periodico, Il Messaggiere del Sacro Cuore di Gesù, ne caldeggiò l'opera, e in due anni si poté raccogliere la somma di oltre cento mila lire. Fu tosto comperata un' area, e il 17 agosto dell'anno 1879 la prelodata Eminenza Sua con solenne funzione poneva la prima pietra del sacro edifizio sopra disegno del valente ingegnere conte Francesco Vespignani. Si cominciarono tosto i lavori e già procedevano con qualche alacrità. Ma Sua Santità Leone XIII bramando che colla maggiore possibile sollecitudine i lavori fossero continuati a vantaggio spirituale degli adulti, ed in particolar modo della povera gioventù, volle che la pia impresa fosse affidata al Sacerdote Gio. Bosco.

Non è a dire quanto Egli si stimasse onorato, e con quanta riconoscenza ricevesse il delicato incarico, e come con tutte le forze siasi adoperato per corrispondere alla sovrana e pubblica aspettazione.

Quando però si pose mano all' opera fu conosciuto, che oltre alla chiesa già in costruzione, dovevasi anche provvedere, nelle presenti condizioni di Roma , a tanta povera gioventù abbandonata. Divenne pertanto necessaria un'area più estesa e sufficiente per edificare:

1° Una chiesa per una popolazione di ben dodici mila anime.

2° Stabilire un giardino in cui raccogliere i giovanetti nei giorni festivi, trattenerli in piacevole ed onesta ricreazione dopo che avessero adempiuto ai loro religiosi doveri.

3° Scuole serali pei giovani operai più adulti.

4° Scuole giornaliere per quei fanciulli , i quali o perchè poveri, o perché abbandonati, a motivo della loro indigenza non possono frequentare le pubbliche scuole.

5° Un Ospizio dove, colla scienza, colle arti e co' mestieri, siano educati quei ragazzi, che trovansi vaganti per le vie e per le piazze da qualunque paese, città e nazione essi provengano. Perciocché non pochi fanciulli si recano in Roma colla speranza di trovar lavoro e danaro , ma restando delusi e cadendo nella miseria sono esposti a grave pericolo di mal fare, pel che non pochi vanno a popolare le prigioni dello Stato.

Presa perciò conoscenza dello stato delle cose, e vista la necessità di ampliare il disegno, con non leggieri sacrifizi, il sac. Bosco comperò un'area adiacente al sito destinato alla chiesa, e diede quindi più vaste proporzioni alla medesima, ed ideò di fabbricare attiguo alla chiesa un edifizio, capace di accogliere circa cinquecento orfanelli miserabili ed abbandonati, sul modello dell'Oratorio di S. Francesco di Sales già fondato in Torino.

Sua Santità Leone XIII approva la pia impresa e la raccomanda a tutti i fedeli.

Questo sacro monumento ricorderà pure le glorie del Sommo Pontefice Pio IX, fervoroso divoto del Sacro Cuore di Gesù, e grande amico dei fanciulli poveri e derelitti.

Vantaggi pei benefattori.

1° Il primo grande vantaggio é una speciale benedizione benignamente concessa dal Santo Padre a tutti coloro , che con mezzi materiali o morali concorrono al compimento dell'Opera. Ciò solo deve bastare a muovere tutti i buoni a venire in aiuto.

2° Appena terminato il sacro edifizio e consacrato al Divin Culto, nel venerdì d'ogni settimana all'altare maggiore sarà celebrata una Messa, recitata la coroncina del Sacro Cuore di Gesù, con alcune particolari preghiere per tutti i benefattori.

3° Il medesimo divoto esercizio avrà luogo nella solennità del Sacro Cuore di Gesù, del Santissimo Natale, del Santissimo Sacramento, e in tutte le feste dei santi Apostoli.

4° La sera di ogni giorno si reciterà la terza parte del SS. Rosario, si canterà una laude sacra, si darà la benedizione col Venerabile, e in fine sarà recitato Pater, Ave, e De Profundis col relativo Oremus in suffragio di tutti i benefattori defunti.

Modo di concorso.

1° Si può concorrere con danaro e con materiali da costruzione di qualsiasi genere.

2° Ognuno può efficacemente venire in aiuto anche colla preghiera, o dando consiglio ad altri facoltosi di rendersi benefattori.

3° In generale tutti i Cooperatori Salesiani sono pregati di cercare oblazioni,. le quali potranno inviare in Roma, all'Eminentissimo sig. Cardinale Raffaele Monaco La Valletta, Vicario Generale di Sua Santità ; o al Rev. Sac. D. Francesco Dalmazzo, Dottore in Lettere, via Tor de' Specchi, n. 36; e in Torino al Sac. D. Giovanni Bosco, via Cottolengo , n° 32. Daremo ulteriori norme nei numeri seguenti.

La DIREZIONE del BOLLETTINO SALESIANO AI COOPERATORI E COOPERATRICI.

Ci gode l'animo al vedere tanti Cooperatori e Cooperatrici, che ben conoscendo la spesa, a cui dobbiamo sottostare nello stampare e nell'inviar loro il Bollettino, concorrono volenterosi ad aiutarci secondo le loro forze. Essi o sul principio , o sulla fine, o nel corso dell'anno ci mandano la loro piccola tangente fissata in L. 3 , la quale ci riesce una vera provvidenza. Di questa loro carità noi li ringraziamo qui di vivo cuore, e preghiamo Iddio che ne li rimuneri coll'abbondanza delle sue celesti benedizioni.

Altri non potendo soggiacere a questa spesuccia si compiacciono d'informarcene, facendoci umili scuse; anzi non pochi, come adontati di non essere in grado di mandarci qualche materiale soccorso , quasi ci pregano che loro non ispediamo più il giornaletto, quantunque lo ricevano e lo leggano con molto piacere. Noi lodiamo questa loro delicatezza di coscienza; e siccome il Bollettino è quale un mezzo di unione tra ciascun Cooperatore ed il Superiore della pia Società Salesiana , così noi crediamo ben fatto di continuarne loro la spedizione, nella speranza che quello, che non possono fare oggi, il possano domani, o che pure, non potendo far grandi cose di per sè, si adoperino a cercarci aiuti presso ad altre persone caritatevoli, e preghino per noi.

A coloro poi dei Cooperatori o Cooperatrici, che potrebbero aiutarci, ma noi fecero finora per dimenticanza, oppure perchè non sapevano quale mezzo adoperare, noi li preghiamo umilmente che vogliano avere la bontà di farci tenere quel sussidio, che fosse in loro potere. Il piccolo obolo di L. 3 per la spesa del Bollettino sarebbe una carità squisita, specialmente in questo mese, in cui dobbiamo allestire una nuova spedizione di Missionarii per l'America.

Il mezzo da usare per farci avere la loro carità si è il Vaglia postale in lettera semplicemente affrancata , oppure biglietti di banca in lettera raccomandata od assicurata. Si ricevono eziandio con riconoscenza offerte di cibo e di vestiario, poichè dobbiamo provvedere vitto e vestito a più migliaia di poveri giovanetti, raccolti nelle nostre Case.

Cogliamo pure questa occasione per far sapere che nell' uffizio di questa Direzione sono disponibili alcune copie complete delle annate decorse 1877-78-79-80 del Bollettino Salesiano al prezzo di L. Ital. 10, franche per posta in tutta Italia, e L. 10, 50 per l'estero.

Si spediscono anche separatamente le due annate 1879 e 80, che contengono la storia dell' Oratorio di S. Francesco di Sales, al prezzo di L. 6 in Italia, e L. 6,30 all' estero.

Se poi alcuno mancasse di qualche numero e desiderasse di completare le annate, favorisca di parteciparcelo, e ci sarà grato di poterlo favorire.

Preghiamo inoltre tutti coloro, che ricevessero duplicato il Bollettino, di rimandarcene una copia, colla sola parola manoscritta sulla fascia-Duplicato.

Quelli che mutassero domicilio o ricevessero il Bollettino coll' indirizzo errato , si compiacciano d'avvisarci per tempo, onde ordiniamo le dovute correzioni.

Si prega eziandio che qualcuno dei parenti od amici d'un Cooperatore defunto abbia la bontà di darcene avviso per iscritto, ovvero di rimandarci il Bollettino, scrivendovi sulla fascia la parola - Morto, affinché ne raccomandiamo l'anima alle preghiere comuni, e sospendiamo l'invio del periodico.

UNA DIVOTA DIMOSTRAZIONE A MARIA IMMACOLATA nel Comune di Lu.

Ci è dolce il ricordare lo slancio di pietà e di amore, con cui migliaia di città e villaggi celebrarono nel mese scorso la festa di Maria Immacolata. Dalle relazioni pubblicate da molti giornali si è rilevato, che lo spettacolo fu per ogni dove edificante. Gremite di popolo le chiese; circondati di penitenti i sacri tribunali; frequentatissima l'angelica mensa.

Noi non ci fermeremo a dire quanto si é fatto in quel giorno in tutte le nostre Case e Chiese; ma non possiamo ommettere di segnalare invece la divota dimostrazione, che diedero in quella solennità gli abitanti di Lu, cospicuo paese della diocesi di Casale, dove da parecchi anni per la carità dei nostri Cooperatori e Cooperatrici teniamo aperta una Casa di Suore di Maria Ausiliatrice, che vi hanno asilo infantile, scuola, laboratorio, ed Oratorio festivo per le giovinette delle tre parrocchie.

Fin dalla vigilia varii Sacerdoti ebbero molto da fare; e al domani taluni non uscirono dal confessionale che verso il mezzodì. Sebbene al mattino si distribuisse liberamente la Comunione in ogni parrocchia ed in ogni ora, tuttavia la Comunione generale, che ebbe luogo nella chiesa principale di Santa Maria, fu così numerosa da riuscire una vera dimostrazione cattolica.

Al discorso poi della sera, detto da uno dei nostri Confratelli, la spaziosissima chiesa rigurgitava letteralmente di popolo. La stessa sacrestia erane sì piena, da impedire il passaggio ai sacri Ministri ; e fin nel vestibolo e sulla piazzetta del tempio si vedevano uomini tendere ansiosi l'orecchio per udire le glorie della Gran Vergine. L'oratore dopo aver nella prima parte del suo sermone dimostrata la verità dell' Immacolato Concepimento di Maria, operato dalla potenza del Padre, dalla sapienza del Figlio, e dalla bontà dello Spirito Santo, ne trasse nella seconda parte un morale insegnamento opportunissimo, dimostrando come i padri e le madri dovevano imitare Iddio Padre nell'adoperarsi a preservare dal peccato i loro figliuoli; come questi imparare dal divin Figlio a cooperare alla salvezza dei proprii genitori; ed i conjugati apprendere dallo Spirito Santo ad amarsi ed aiutarsi in tal guisa, da passare nella virtù e nella santità tutti i giorni di loro vita. Il discorso fu di un effetto mirabile, e il numeroso uditorio ne portò un frutto grandissimo.

Ma se quella buona popolazione si mostrò in quel giorno così divota verso Maria Immacolata, lo si deve in parte al provvido pensiero, che ebbe l'Economo Spirituale, il R. Sig. Canonico Giovanni Garlando, di farvela preparare con apposito triduo di predicazione; nè sono da tacersi gli Esercizi spirituali dati contemporaneamente da un nostro Sacerdote alle figlie del paese nella Cappella del loro Oratorio, i quali servirono pure ad eccitare potentemente la pietà in ogni famiglia (1).

Vegli pertanto la Vergine Immacolata sopra quel divoto paese, e gli ottenga di serbarsi ognora per religione e moralità una delle gemme più splendide della diocesi Casalese, qual era al tempo di quel tesoro di pastore, che fu il Teologo Nicolao Roggero, Vicario Foraneo dell' insigne Collegiata di Santa Maria per quasi 50 anni ; uomo degno d'imperitura memoria.

(1) Abbiamo ricevuta poc'anzi una lettera, che ci riferisce il buon risultato di questi Esercizi; ma per difetto di spazio non possiamo pubblicarla per ora.

La mistica Città di Dio

È questo il titolo, che porta una Vita della Santissima Madre di Dio, scritta dalla venerabile Suor Maria di Gesù, Superiora del convento dell'Immacolata Concezione di Agreda nella Spagna; inclita Vergine, e gloria del maraviglioso Ordine del Serafico S. Francesco di Assisi, che ha dato alla Chiesa un popolo di santi e di sante illustri. Questa Vita contiene in sé tanti pregi e gode tanta probabilità che sia stata rivelata dalla stessa Regina del cielo , che il contrastarle questo vanto sembra oggimai che più non si possa senza far torto alla ragione. Essa fu tradotta in tutte le più colte lingue d'Europa, e persino in greco ed arabo; e se ne fecero circa 50 edizioni, tenendo conto dei Compendii.

Pel corso di oltre a due secoli, uomini sommi per dottrina e pietà, Vescovi e Cardinali, ne fecero splendidi encomii. Tra gli altri, il Vescovo di Tarazona , D. Michele d' Escartin , diocesano della veneranda Scrittrice, dopo un accurato esame intrapreso per incarico della Corte di Spagna, fin dal 1667 emetteva il suo giudizio in questi termini : « Non può entrare il menomo dubbio che questa scrittura non sia da Dio. Dobbiamo adunque rendere infinite grazie alla Divina Maestà, e riconoscere la nostra fortuna per essersi degnata di manifestare in questo secolo tale tesoro nascosto. »

Il Rev.mo D. Diego de Silva, Maestro di Sacra Teologia, Generale dell'Ordine di S. Benedetto e poi Vescovo di Guadix, scriveva alla sua volta « Ho esaminato le tre parti dell'Istoria della Mistica Città di Dio, scritta in questo secolo dalla venerabile Suor Maria di Gesù ... Tutto é divino quanto contiene... Le novità delle ricchezze celesti, che manifesta , sono raggi dell' Onnipotenza, i quali penetrano i cuori umani, e li abbruciano nella fiamma del divino amore.... Cominciare ad esaminarla per obbedienza, e finire per rimanere estatico per la sua eccellenza, più che ossequio é necessità. Quindi ho incominciato da censore , e porrò fine da ammiratore. »

Un eminentissimo Porporato, il Cardinale d'Aguirre, il quale per l'altezza dell'ingegno e per la vastità della erudizione veniva chiamato a' suoi tempi l'oracolo delle scienze, ne scriveva di questo tenore al Re di Francia, Luigi XIV : « Io mi applicai con tutta l' accuratezza e premura a me possibile ad esaminare esattissimamente tutto il contenuto nei libri della Mistica Città di Dio, e benchè tutta la mia vita io l'abbia consumata negli studii , ciò nondimeno mi sono veduto astretto a confessare, che quanto ho studiato ed imparato nel corso di cinquant'anni tutto è poco o nulla in confronto della profonda dottrina, che ho scoperto in detto libro, pienamente conforme alla Sacra Scrittura, ai Santi Padri ed ai Concilii. »

E per non andare troppo per le lunghe, l'anno 1860 essendo la Mistica Città di Dio ricomparsa alla luce in lingua francese, il celebre Monsignor Descamps , oggidì Arcivescovo di Malines , Primate del Belgio, e Cardinale di Santa Chiesa, ne faceva grande elogio, e ne raccomandava la lettura con queste parole : « Noi esortiamo il clero ed i pii fedeli, che desiderano di conoscere più a fondo le grandezze della Vergine Santissima, ad approfittarsi di questa pubblicazione, la quale essi non leggeranno senza edificazione ed utilità. »

Per queste ed altre autorevoli testimonianze noi possiamo oramai conchiudere colle parole di un recente editore francese : « La piaga del secolo, in cui viviamo , é il raffreddamento nella pietà , che si ravvisa nella massima parte dei fedeli, i quali sono così ingolfati nelle cose terrene, da dimenticare quelle del Cielo. Ora la Vita meravigliosa della SS. Vergine , che noi riproduciamo secondo la Città Mistica , è attissima ad inspirare cotesta pietà e cotesto amore alle cose celesti. Oltre a ciò, la divozione a Maria, come lo fu in ogni tempo , così anche in oggi é l'arma più valida contro i nemici della fede , ed é uno dei principali rimedii ai tanti mali privati e pubblici, che ci stringono da ogni parte. La lettura della Vita della SS. Vergine, composta dalla Venerabile di Agreda, è senza alcun dubbio uno dei mezzi più possenti per riaccenderne, ravvalorarne e propagarne la divozione e il culto. Tutti questi motivi mi hanno persuaso che la ristampa di quest'opera debba riuscire utile ed opportuna, e che non potrà essere biasimata se non dai nemici della Religione, dai Cristiani falsi, e dagli uomini di giudizi preconcetti » (1).

Di quest'opera cotanto ricercata essendo esaurite le nove edizioni italiane fatte fin qui, la cattolica e solerte tipografia Binelli di Torino sta ora facendone una nuova edizione. Essa uscirà nel corso dell'anno 1881, distribuita in circa 40 dispense , in 8° grande, di pagine 32, al prezzo di cent. 50 caduna. A coloro, che anticipano l'intiero importo dell' opera; si accorda al prezzo di sole lire 15. Ne uscirà pure una edizione più economica al prezzo di L. 10.

Per l'associazione ognuno può rivolgersi alla Libreria Salesiana, oppure alla Tipografia editrice Binelli, via Doragrossa, n. 13, Torino.

(1) V. Allegazione Storico -Apologetica della Mistica Città di Dio ecc. Tipografia Pontificia Mareggiani, Bologna, 1873.

STORIA DELL' ORATORIO DI S. FRANCESCO DI SALES

CAPO XXV.

Aggiunta - Elogio - Osservazioni - Tornata del Senato - Sua favorevole deliberazione.

Uno dei pregi indispensabili, di cui deve essere fornito lo storico, quello si é della veracità ; e di questo non esitiamo punto di menare vanto. Per essere veritieri noi piuttosto di registrare un fatto, che non possiamo accertare, il tralasciamo di buon grado; e intanto non risparmiamo fatica nel fare ulteriori ricerche; quindi scriviamo ad amici, interroghiamo persone attempate, rovistiamo documenti, nulla insomma ommettiamo, che possa apportarci più viva luce. Questa sollecitudine resta ben sovente rimunerata ; onde non di rado noi veniamo a cognizione di fatti e di circostanze, pur degne di fare parte di questa istoria, e che prima o non avevamo avvertite, o passate sotto silenzio. Così per lo appunto ci accadde poc' anzi, ed ora facciamo qui un'aggiunta.

Nel capo precedente , scrivendo degli Esercizi spirituali dati alla Gioventù Torinese , notammo che più non ci sovveniva il nome di tutti i benemeriti predicatori. Avendo assunte in questo intervallo più minute informazioni, siamo venuti a conoscere quali e quanti eglino si fossero. Erano quattro , cioé : il Canonico Borsarelli già prima nominato, il T. Borelli, il Sac. D. Pietro Ponte, ai quali siamo lieti di aggiungere il Canonico Lorenzo Gastaldi , oggidì nostro Arcivescovo veneratissimo.

E poichè qui ci cade in acconcio, vogliamo dire alcun che di questo dotto ecclesiastico, cui Iddio, pei suoi imperscrutabili consigli, collocava sopra la Sede di s. Massimo. Egli era in quel tempo, come il fu pure molti anni appresso , un grande ammiratore del nostro Oratorio, e ne faceva altissimi encomii. Della sua stima e benevolenza noi potremmo qui arrecare moltissime prove; ma per ora ci limitiamo ad un articolo, che troviamo pubblicato nel giornale « Il Conciliatore Torinese » scritto e diretto da lui medesimo. L' articolo è così bello, che ci sembra pregio dell'opera l'inserirlo quale documento in questa nostra istoria; e siamo sicuri che i nostri lettori ce ne sapranno grado. Eccolo pertanto nella sua interezza (1).

« Se all'uscire di questa città per la porta di Susa , nasca vaghezza a taluno di ricrearsi sotto il viale, che gli sta a destra, e costeggiando i quartieri militari e gli ospedali di S. Luigi e dei Pazzerelli , scendere per l'ameno declive sino al bel palazzo, che gli si porge innanzi, quindi volgendo a manca proseguire il delizioso cammino pel viottolo che rasenta i muri dei varii edifizi quivi attigui, a breve distanza gli si presenta un cancello di legno, per. cui entrasi in un recinto d'una certa ampiezza. Al fabbricato lungo sì, e piuttosto decente, ma assai basso, e di aspetto più rustico che civile, il quale, sporgendo verso mezzanotte, divide quel recinto in due parti, l'una assai più ampia e lavorata a mo' di orto, l'altra più stretta e lasciata incolta, egli di leggieri estima, questa sia la dimora di alcuni ortolani, di cui infatti abbondano quei dintorni ; ma portando l'occhio attento su quell'umile edificio, alle varie religiose iscrizioni, che vi si leggono, al campaniluzzo, che sormontato da una croce si eleva sul tetto, all'avviso: Questa é la Casa del Signore, che sta sopra l'uscio verso ponente ; egli vede, benchè non senza meraviglia, che qui è un sacro Oratorio. Ma quanto più crescerà il suo stupore , ove chiegga da chi e per qual fine siasi consacrato alle pratiche di religione quel luogo sì modesto, e gli sarà risposto che un umile Prete fornito di nessun'altra ricchezza che di una immensa carità, già da più anni vi raccoglie ogni dì festivo da cinque a seicento giovinetti per ammaestrarli nelle virtù cristiane, e renderli a un tempo figliuoli di Dio e ottimi cittadini.

« Questo egregio Sacerdote, pieno di quella filantropia, la quale non deriva da altra fonte che dalla fede cattolica, era altamente accuorato nel vedere, nei dì sacri al Signore, centinaia e centinaia di fanciulli , che abbandonati a se stessi , invece di accorrere alla Chiesa per attignervi lezioni di santità, si disperdevano nelle piazze, nei viali, nelle campagne che cingono la città, a sciupare tutto il giorno in sollazzi pericolosi, e quindi ritornavano alle case loro ognora più dissipati, e irreligiosi e indocili. La vista di tanti garzoncelli, che per la trascuranza, oltre ogni snodo biasimevole, dei genitori e dei padroni, crescevano nella più crassa ignoranza di ciò che più importa all'uomo, esposti a tutte le corruttele, che nascono dall' ozio e da pessime compagnie e da pravi esempli , il punse così vivamente nel cuore , che deliberò di porvi quel rimedio, che ei sapesse migliore. Che fece egli adunque il nuovo discepolo di Filippo Neri ? Consigliatosi col suo zelo, armatosi di una pazienza a tutte prove, vestitosi di tutta la dolcezza e umiltà , che ben conosceva richiedersi all'alta impresa, diedesi a girare nei dì festivi pei dintorni di Torino, e quanti vedesse crocchi di giovani intenti a' trastulli, avvicinarli, pregandoli che lo mettessero a parte di loro giuochi; poscia dopo essersi affratellato alquanto con essi, invitarli a continuare il giuoco in un luogo, che egli teneva a ciò assai più atto al sollazzarsi, che quello non fosse. Egli è facile il pensare con quanti scherni sarà stato assai delle volte ricevuto il suo invito, e quante ripulse avrà dovuto soffrire; ma la sua costanza e la sua dolcezza a poco a poco trionfarono in un modo prodigioso; e i fanciulli più riottosi, i giovanetti più scapestrati, vinti da tanta umiltà e da tanta mitezza di modi, si lasciarono condurre all'umile recinto che vi ho descritto, dove convertita una parte dell'edificio in modesta sì , ma divota cappella , si vanno alternando le ore del giorno festivo tra gli uffizii della religione ed innocenti trastulli.

« I primi giovanetti che vi furono chiamati , assaporate le dolcezze della pietà, provato l'ineffabile piacere di un' anima, che sentesi o cavata dall' abisso della corruzione , o sollevata alla più ferma speranza di un eterno premio , divennero altrettanti piccoli apostoli presso i loro compagni e colleghi nel vizio o nella dissipazione, promettendo a questi dei sollazzi assai più cari presso il signor D. Bosco (che tal' è il nome di questo esimio ecclesiastico), di quelli con cui si ricreavano per lo innanzi, e così di bocca in bocca divulgatasi la notizia del nuovo Oratorio, fra breve vi accorse una turba sterminata di giovani, con quanto pro dell'anima ognuno il pensi. Un alveare intorno a cui s'aggiri ronzando uno sciame di api, mentre una gran parte di queste dentro vi sta lavorando tranquillamente il miele, ti presenta una vera immagine di quel sacro recinto nei dì festivi. Per le vie che vi conducono tu incontri ad ogni passo frotte di giovinetti , i quali cantarellando vi si portano con più allegrezza che non andrebbero ad un festino : dentro per ogni parte tu vedi fanciulli a trastullarsi divisi in piccole brigate, ed altri saltellare, altri giuocare alla palla, altri alle boccie, chi fare all'altalena, chi dei capitomboli e chi la quercia; mentre nella Chiesetta altri imparano il catechismo, altri si preparano ai Sagramenti, e nelle attigue stanze ad altri s'insegna il leggere e lo scrivere, ad altri l'aritmetica e la calligrafia, ad altri il canto. Varii Sacerdoti vegliano quella turba composta di sì diversi elementi, agitata da sì disparate inclinazioni , adoperandosi a tutt'uomo per rivolgerne i pensieri, gli affetti, gli atti verso la religione, e vegliando perché nelle ore destinate alla preghiera e alla istruzione comune tutti cessino dai trastulli e si raccolgano nell'Oratorio. Ed egli é senza dubbio un piacere indicibile lo scorgere la docilità con cui tutti quei giovani, un dì sì male avviati, ora obbediscono a quegli ecclesiastici ; la gioia che loro sta dipinta sul volto , la divozione con che assistono ai divini uffizii , usano ai Sacramenti , frequentano le istruzioni religiose, che anche lungo la settimana si porgono a chi ne abbisogna, intervengono ai spirituali esercizi , che ogni anno si rinnovano pel corso di parecchi giorni.

« Ella é una meraviglia il vedere l'affetto e la riconoscenza tenerissima, che quei fanciulli nutrono in cuore verso il loro benefattore, il signor Don Bosco. Nessun padre riceve più carezze dai suoi figliuoli , tutti gli sono ai panni , tutti vogliono parlargli, tutti baciargli la mano ; se lo vengono per la città , escono incontanente dalle botteghe per riverirlo. La sua parola ha una virtù prodigiosa sul cuore di quelle anime ancor tenere, per ammaestrarle, correggerle, piegarle al bene, educarle alla virtù , innamorarle anche della perfezione. La sua umile abitazione è un asilo sempre aperto in ogni ora a qualunque sia giovanetto, che ricorra a lui per campare dai pericoli del mondo corrotto , per liberarsi dagli artigli della colpa , avere dei consigli, ottenere aiuto in qualche onesto intento. Non potendo capire in quest'Oratorio tutti i fanciulli che vengono a lui, egli già da alcuni mesi ne aperse un altro fuori di Porta Nuova, cui affidò alle cure di vani Sacerdoti già formati anch'essi alla scuola della sua carità, e che speriamo sarà per apportare frutti non meno copiosi di cristiana civiltà. »

Qui il valente scrittore pieno di caldo entusiasmo conchiude il suo articolo con questa bellissima apostrofe a D. Bosco:

« Salve perciò, nuovo Filippo, salve, o Sacerdote egregio. Il tuo esempio deh ! trovi molti imitatori in ogni città ; sorgano per ogni parte Sacerdoti a premere le tue orme ; aprano ai giovani de' sacri recinti, dove la pietà si circondi di onesti sollazzi ; chè solo in tal modo si potrà gua- rire una delle piaghe più profonde della società civile e della Chiesa, che è la corruzione dei giovani. »

Tal' é l'elogio che il Canonico Gastaldi tributava in quei giorni all' Oratorio di S. Francesco di Sales. E noi , mentre godiamo di arricchire queste nostre pagine di un siffatto documento, osserviamo che il nostro Oratorio, da quel tempo in poi, a guisa di un albero novello , di piccolo fusto e di poche fronde, crebbe a dismisura, distese ampiamente i suoi rami in Italia , Spagna, Francia, ed America, portandovi ubertosi frutti di salute e di vita, ammirato e benedetto, pel corso di 30 e più anni , dall' Episcopato cattolico , e soprattutto dal Vicario di Gesù Cristo. Notiamo ancora che le ultime parole dell' esimio scrittore furono quale un vaticinio. Ed in vero, come egli augurava , l' esempio di D. Bosco d' allora in poi trovò molti imitatori : sorsero per ogni parte Sacerdoti a premere le sue orme ; a lui si associarono numerosi Cooperatori , che sotto il suo vessillo nelle scuole , nei collegi , nei laboratorii, nei sacri recinti dove la pietà si circonda di onesti sollazzi , si affaticano oggidì a sanare le piaghe della società , e a consolare la Chiesa, coll' istruire ed informare alla virtù giovanetti di ogni città e paese. Al mirare pertanto così bene avverate le sue previsioni, ed esauditi i suoi voti , il Canonico Gastaldi , oggidì Reverendissimo Arcivescovo di Torino , dovrà certamente gioire in cuor suo , e sentirsi infiammato a confortare col valido appoggio della sua autorità un'opera , che fin dai suoi primordii rapiva l'illuminata sua mente alla più alta maraviglia (1). Ma se le lodi tributate al nostro Istituto erano di grande conforto per chi si prendeva tanta cura di noi, di non lieve momento doveva pure riuscire il vivo interesse, che cominciarono a dimostrarci i più ragguardevoli personaggi del Regno, il fiore della nobiltà, come stiamo per dire.

Erano passati circa due mesi dalla visita dei tre illustri Senatori sopra riferita, quando sul principio di marzo del 1850 si venne a sapere che l' alto Consesso erasi occupato delle cose nostre. In vero il primo di detto mese , sotto la presidenza del marchese Alfieri, i Senatori, tra le altre, discutevano due petizioni quasi analoghe, già annunziate sin dall'undici gennaio dell'anno stesso.

L'una sotto il N° 47 era così concepita : « Bruno Giuseppe Carlo, professore, propone che sia provvisto con legge al ricovero e alla educazione dei giovani oziosi e vagabondi. » - L'altra sotto il N° 48 era di questo tenore : « Bosco Giovanni, Sacerdote, espone come per opera sua siansi istituiti tre Oratorii nei contorni di Torino per l'educazione morale ed istruttiva dei giovani abbandonati , e chiede che il Senato voglia concorrere con opportuna deliberazione al sostentamento di detti Istituti. »

Relatore erane il marchese Ignazio Pallavicini, il quale , venuto il turno della prima petizione , sorse, e a nome della Commissione stabilita a tale uopo, parlò così, come ricaviamo dagli Atti Ufficiali, nella tornata del I Marzo 1850.

Senatore Pallavicini. - Il professore Giuseppe Carlo Bruno, medico-chirurgo del ricovero penitenziario dei giovani discoli, colla petizione contrassegnata n. 47, si mostra giustamente commosso dal numero notabilissimo di giovanetti oziosi, orfani od abbandonati dai genitori, bene spesso oziosi e fuggitivi dal paterno tetto, dormienti nelle vie, che percorrono la città vendendo zolfanelli o gomitoli di cera, o piccoli stampati, e quindi non dedicati a stabile mestiere, e senza ricovero fisso, per cui crescono all' infingardaggine, all'ozio, al delitto , alle pene , avvezzandosi fin da piccini a torre di tasca con arte finissima ora un fazzoletto, ora la scatola, ora l'orologio ; presagio funestissimo di più gravi delitti. Ad ovviare un sì luttuoso disordine vorrebbe il benemerito professore che tali monelli venissero tolti alla loro vita scioperata, e si allogassero invece in un qualche stabilimento, onde appararvi insieme alle massime religiose un qualche proficuo mestiere, che loro valga dippoi quale mezzo bastevole di onesta risorsa ; e a tale uopo propone l'istituto agrario-forestale della Generala di recente ristaurato secondo i moderni principii della riforma penitenziaria, e munito di tutti i soccorsi atti a somministrare una educazione morale, elementare, professionale. A corroborare la sua proposta, cita l'esempio di ciò che praticasi a Losanna, nel Belgio ed in Francia, ed invoca una legge che provveda al proposito. La vostra Commissione non può non far plauso grandissimo alle mire benefiche e filantropiche dello zelante professore, e convinta come ella é (e crede bene che tale sua convinzione venga con lei divisa dall'intiero Senato), essere utilissima misura da non doversi procrastinare più a lungo quella di provvedere efficacemente ad un tanto disordine, e popolare di giovanetti le case d'istruzione, onde restino deserte di adulti le carceri ed i bagni, a gran cuore vi propone di tramandare simile petizione al Ministro degli Interni, affiché provveda senza indugio e con efficacia a torre la causa di tanta depravazione tuttodì nascente pei monelli.

Senatore Giulio. - Domando la parola.

Presidente. - La parola é al Senator Giulio.

Giulio. - I sentimenti di umanità manifestati dal petizionario, e dei quali fa plauso la Commissione di cui abbiamo ora udita la relazione, sono certamente divisi da ognuno di noi ; e di certo, tutti facciamo eguale voto perché si ponga efficace rimedio a mali, che il petizionario e la Commissione a ragione lamentano. Si può tuttavia dubitare, anzi egli è certo che i mezzi dal petizionario proposti , e che il Senato in certo modo approverebbe col rinvio della petizione al Ministro, ben lungi dal poter sradicare il male che si lamenta, verrebbero ad aggravarlo ed accompagnarlo con altri mali maggiori.

Prima di pronunziare il proposto rinvio, il Senato considererà certamente nella sua saviezza, se sia possibile che il Governo si incarichi direttamente dell'educazione di tutti questi fanciulli, se sia desiderabile che potendo lo faccia, se potendolo , l'incoraggiamento, che si verrebbe a dare alla negligenza dei parenti, non sarebbe male molto peggiore di quello che si vorrebbe evitare.

Io non prolungherò di più queste osservazioni, certo che basteranno per mettere il Senato in guardia contro un sentimento di umanità , il cui effetto potrebbe essere tanto diverso da quello, che evitare si propone.

Qui il Senatore Giulio proponeva il così detto ordine del giorno contro la petizione del professore Bruno, vale a dire proponeva che il Senato passasse oltre, senza prenderla in considerazione, e senza rinviarla né raccomandarla al Governo del Re.

Presidente. - Essendo proposto dal Senatore Giulio l'ordine del giorno, io lo metto ai voti perché ha la precedenza. Chi passa all' ordine del giorno voglia rizzarsi.

Dopo prova e controprova l' ordine del giorno del Senator Giulio é approvato, e perciò la detta petizione rimase inesaudita.

Questo infelice risultato della prima domanda faceva temere che sorte consimile toccasse alla seconda ; ma la cosa andò ben altrimenti. Ed ecco l' esito avventurato della petizione di D. Bosco , malgrado le opposizioni del Senator Giulio.

Senatore Pallavicini. - Analoga, per l'oggetto ed il fine che si propone, a quella che, testé ebbi l'onore di riferirvi, sebbene differisca alquanto nei mezzi da adoperare, trovasi la petizione, numero 48, che appartiene al distinto e zelante ecclesiastico di questa città-, Sacerdote Giovanni Bosco.

Anch'egli desideroso del vantaggio di tanti giovanetti forviati, ed in pari tempo di tutta intera la società, dedicossi già da qualche anno, coll'annuenza dell'Autorità Ecclesiastica e Civile, a radunare nei dì festivi, ed in diversi luoghi, giovinetti dai 12 ai 20 anni , e ben 500 frequentano l'Oratorio situato in Valdocco.

Quivi non capiendone più pel crescente numero, or sono 3 anni, un altro ne apriva a Porta Nuova, e da ultimo un terzo in Vanchiglia, ed in questi tre luoghi con istruzioni e scuole e ricreazioni si inculca il buon costume, l' amore al bene, il rispetto alle autorità ed alle leggi, secondo i principii della nostra santa Religione, cui hannosi ad aggiungere le scuole convenienti intorno ai principii della lingua italiana , aritmetica e sistema metrico, ed in fine un Ospizio aprissi per ricoverare 20 o 30 giovani dei più abbandonati e necessitosi.

L'Opera santa si sostenne così coi soccorsi di zelanti e caritative persone ecclesiastiche e secolari, ché la città di Torino non si rimane indietro in fatto di pii Istituti e di pie largizioni a pro del povero e dell'ignorante.

Ma le spese crebbero ogni anno, e l'Esponente è gravato dal fitto de' locali, che ascende a lire 2,400; da quelle della manutenzione dell'Ospizio e della rispettiva Cappella , cui aggiungonsi le quotidiane spese che l'estrema miseria di parecchi fanciulli rende indispensabili, e quindi trovasi costretto a cessare la continuazione di sì lodevole Istituto, troppo di frequente dovendo ricorrere alle persone che finora lo beneficarono. Egli vorrebbe pertanto che il Senato prendesse in benigna considerazione un'opera sì proficua, e che la sostenesse colle sue deliberazioni.

La Commissione non accontentossi di quanto veniva esposto dal petizionario ; e, benche' avesse già conoscenza di sì salutare Istituzione, nondimeno procurossi maggiori cognizioni, e risultolle che oltre i doveri religiosi che vi si praticano nei dì festivi a vantaggio di tali giovanetti, ai quali eziandio porgesi la necessaria istruzione, i benemeriti fondatori altro scopo si erano prefisso , e quello si era di insegnar loro , oltre le cose già dette, il disegno lineare, la Storia Sacra, la Storia Patria, e le nozioni della legge adatte al popolo, cui si sarebbe aggiunta la ginnastica, giuochi di destrezza, corse, ecc.

Si pensava ben anco di eccitare l' emulazione con qualche esposizione di oggetti d'arte, di industria , di dar qualche accademia e distribuire premii. Tutto ciò volevasi fare, ma non tutto poté praticarsi per la deficienza di mezzi e per le sorvenute critiche vicende. L'idea che vi accennài di una tale Istituzione da sé manifestasi per eminentemente religiosa, sociale, proficua, senza che abbia da spendere molte parole per persuadervene. Danno gravissimo sarebbe per la città tutta quanta, se a vece di prosperare tale Istituzione, e conseguire quello sviluppo che si erano proposto quei buoni amici del popolo, che la coltivano, dovesse interrompersi o perdersi affatto per non trovar braccio soccorrevole che sostenga anche quel bene, quantunque incompleto che sinora conservasi. - La vostra Commissione crederebbe di mancare a se stessa, al Senato che l'onorò di sì apprezzevole incarico , alla Società, se con tutta la convinzione del suo animo non vi proponesse di inviare simile istanza al Ministro dell' Interno, acciocchè voglia venire efficacemente in soccorso d'un'Opera sì utile e vantaggiosa.

Giulio. - Con mio profondo rincrescimento adempio per la seconda volta ad uno spiacevole dovere, quello di impedirvi di entrare in una via, nella quale tutti siamo tratti dal proprio cuore , la via della carità legale, via credo funesta , via nella quale spero che il Senato non vorrà entrare a proposito di una petizione.

Io propongo ancora su questa petizione l'ordine del giorno.

Sclopis. - Le considerazioni esposte per la seconda volta dal mio onorevole collega, il signor Senatore Giulio, toccano sicuramente ad una delle più grandi questioni, che si agitano oggidì nella Società Europea. Non é questo né il luogo , né il tempo di discuterla ; ma forse sarebbe, non dirò pregiudicar la questione, ma uno scoraggiare quegli Istituti, che ( provenienti da beneficenza privata) intendono a sopperire ad una lacuna immensa che è nella nostra Società attuale , se il Governo non desse qualche soccorso.

E qui mi pare che non conviene veder risolta la questione di carità legale, mentre s' invoca un soccorso, un aiuto in parte solamente sussidiario. Quando si trattò in altri paesi la gran questione della beneficenza pubblica, credo che coloro i quali con molta ragione volevano escluderne i principii assoluti, tuttavia riconobbero che là dove c'è impossibilità di soccorrere dal canto dei privati, e dove il Governo, senza impegnarsi in istituzioni sue proprie, può per altro riempiere, se non altro, temporariamente almeno , qualche lacuna, lo possa e lo debba fare.

Io vedo poi un bisogno tanto urgente, tanto stringente di provvedere a questa condizione dei ragazzi , i quali uscendo da quelle scuole infantili, di cui abbiano qui il benemerito promotore presente, si trovano quasi abbandonati dappoi nella circostanza , in cui le passioni si risvegliano, il sangue bolle. Credo importante che il Governo sussidii le opere più urgenti di beneficenza, senza impegnarsi tuttavia in modo permanente in queste istituzioni.

Ond' è che in questo caso inviterei il Governo a far ciò, e provvedere in modo che vi sia un mezzo di sopperire a queste gravissime esigenze. Per conseguenza dichiarando che la Commissione non ha (e credo che la Commissione sia del mio parere) non ha avuto in mente di entrare in una discussione di carità legale, ma solo di invocare un sussidio che il Governo dia come a tanti altri Stabilimenti di pubblica beneficenza, insisterò nella domanda dell'invio al Ministro degli Interni.

E lo dico colla più profonda convinzione, perché appunto ( come aveva già l'onore di esprimermi in questo Consesso in un'altra circostanza), il Consiglio Comunale avendo dovuto esaminare la condizione degli Operai , ha dovuto avvertire che c' é un gran difetto di assistenza in questa parte ; e si può, senza esporre il Governo a prendere un'assoluta determinazione, giovare per altro a mantenere in vita queste fondazioni , le quali poi con altri mezzi potranno forse diventare più durature. Il Governo debbe farlo; esso é un grande rimedio al male presente , una grande anticipazione di bene futuro.

Giulio. - Risponderò primieramente all' osservazione del Senatore Sclopis con due sole parole. I Governi son tenuti a distribuire la giustizia ai cittadini, non a distribuire elemosine, perché non disponendo dei beni proprii, ma sibbene dei beni dei cittadini, non possono disporne se non per motivi di giustizia. Queste considerazioni, che credo indubitabili, mi paiono sufficienti a dimostrare che non è obbligo di un Governo di concorrere con fondi non suoi alla manutenzione di opere di beneficenza , comunque raccomandate da sentimenti di umanità e dì religione.

I Governi non hanno altre beneficenze a distribuire che giustizia a tutti.

Sclopis. - Il Governo deve essere giusto anzitutto; sì, ma il Governo deve essere anche provvido; il Governo non deve impegnarsi in istabilimenti di carità legale, ma deve apportar sussidii nelle emergenze straordinarie. In questa parte l' assoluto non é la miglior via che si possa tenere. L' esclusività , massime nelle emergenze attuali , potrebbe indurre a far disperare del bene di molte istituzioni, che ci sono raccomandate non solo dalla voce della carità, ma anche da quelle della previdenza politica.

Sauli. - Aggiungerò che queste istituzioni non sono di semplici limosine, ma istituzioni di educazione morale e religiosa , alle quali credo che il Governo sia tenuto.

Pallavicino-Mossi. - Mi permetto di far osservare al Senato che non é molto tempo egli avvisò opportuno il dare un'educazione coatta ai ragazzi vagabondi per le vie ; il quale avviso manifestò con un suo voto dato per tale effetto ad un progetto di legge presentato dal Ministero alla Camera. Ora a che tende la petizione, della quale ci venne fatta relazione ? Essa tende a dare un'educazione non punto dissimile da quella accennata. Dunque, se il Governo era disposto a mantener questa educazione , può benissimo anche ora sopperire alle spese a ciò necessarie , senza entrare nella teoria della carità legale.

Sclopis. - Il Governo lo ha fatto in una circostanza recente degli scaldatoi, e ne é stato rimeritato dalla riconoscenza di tutti i cittadini.

Presidente. - Due proposizioni sono fatte. Una della Commissione che raccomanda la petizione al Governo per un sussidio; l'altra del cavaliere Senatore Giulio, che vorrebbe che il Senato passasse all'ordine del giorno. Io porrò ai voti l'ordine del giorno, come quello che deve avere la precedenza.

Messo ai voti, l'ordine del giorno non é approvato.

Presidente. - Pongo ai voti le conclusioni della Commissione.

Queste sono adottate ; e perciò la domanda di D. Bosco fu dal Senato rinviata al Ministro dell'Interno, affinché gli venisse in soccorso pel sostentamento del suo Istituto.

Tale deliberazione dell'Alta Camera fu per noi di una importanza grandissima ; imperocché da quel giorno il nostro Oratorio ed Ospizio annesso fu preso in molta considerazione dallo stesso Governo, il quale di tratto in tratto ne mostrò e ne mostra il suo gradimento, ora lodandone il nobile scopo, ora inviandovi sussidii, ora raccomandandovi poveri ragazzi come in luogo sicuro , dove possono imparare a divenire onesti cittadini , utili a se stessi, alla famiglia, allo Stato.

(1) V. Conciliatore Torinese, n. 42, anno 1819. - Questo periodico cominciò ad uscire il 15 Luglio del 1818 , e venne a mancare nel mese di Settembre del 1819. Nera Direttore e Gerente il Canonico Lorenzo Gastaldi.

(1) Nel numero 149 dell'Armonia dell'anno 1849 abbiamo pure trovato un rapido cenno della nostra rappresentazione sul sistema metrico , della quale abbiamo parlato nel capo precedente. Qui la riportiamo allo scopo d' inserirla poscia a suo posto in una ristampa. « Ieri (16 dicembre) assistemmo ad un saggio che diedero i figliuoli dell' Oratorio di S. Francesco di Sales sul sistema metrico-decimale. Si sa che quest'opera fu fondata ed è diretta dall'ottimo Sacerdote D. Bosco, che all'educazione dei giovani operai consacra le sue sostanze e la sua vita. Non ci stenderemo a fargli verun elogio, chè i suoi giovani colle savie risposte, colle belle maniere, coll'edificante compostezza ieri glielo fecero tale, da non potersi desiderare nè più ampio nè più veritiero. Lo commenderemo però altamente per aver voluto chiudere il saggio con un tratto di storia sopra Pio VI e Pio IX. scritto bene e declamato con forza da un giovinotto, talchè riscosse gli applausi della stipata moltitudine che assisteva. »

BIBLIOGRAFIA

Un bel libretto di poco costo.

Annunciamo con questo titolo un' operetta del chiarissimo Monsignor Antonio Belasio, Missionario Apostolico già noto ai nostri lettori , autore di

molte opere esimie e ricercatissime, quali sono Conferenze pei bisogni del popolo , la Madre Chiesa, prediche e meditazioni al popolo, istruzioni pel popolo , le Verità Cattoliche esposte al popolo e ai dotti ecc. L'operetta é il Tesoro della Santa Messa e il Vespero spiegati ; libretto che ci pare destinato a fare del gran bene.

Esso può dirsi il compendio di tutta la religione cattolica tradotta in pratica; é tale operetta, che capitasse pure in mano agli increduli, si farebbe rispettare, perché piglia l' uomo dalla parte più tenera il cuore, che hanno tutti. Dopo d'averlo letto si sente di dover amar la Chiesa, e si trova consolato di essere cattolico. Questo libretto farà il giro del mondo. Oggi si stampa a Betlemme in lingua Turca, e in America in Ispagnuolo, e tra poco lo sarà anche in Francese. Parte di esso, cioè la Santa Messa, fu già stampata persino nella lingua Indiana, e ne furono esaurite due copiose edizioni da una tipografia inglese, perché serve come di manuale nelle Missioni dell' India, dove fa amare la religione cattolica ai colti e ai poveri popoli.

Questa operetta riguardo alla spiegazione ed accompagnamento della S. Messa ha l'approvazione di quaranta reverendissimi Vescovi, i quali desiderano che diventi il libro del Clero o delle famiglie delle loro Diocesi. Essa é poi affatto nuova per quello che spetta alla spiegazione del Vespro. Salutiamo questa spiegazione che nessuno ha mai dato in tal modo. Essa ci sorprende veramente colle belle notizie e colle sublimi e popolari inspirazioni, per le interpretazioni brevi , ma sugose dei Salmi, dei Capitoli, degli Inni dei Vespri di tutte le feste dell'anno. Chi legge questa spiegazione deve correre intenerito a cantare il Vespero, e pigliare e portare a casa con sé la benedizione di Gesù Santissimo in Sacramento. Crediamo quindi che sia il miglior libro per santificare la festa, perché vi si beve colla pietà il sugo della cattolica fede.

Per maggior comodo poi dei fedeli, che cantano nella casa di Dio i Vesperi, trovansi in fine del libretto, senza l' interruzione della spiegazione, i salmi per i Vesperi delle Domeniche e della Beata Vergine.

Si vende alla Tipografa Salesiana di Torino al prezzo di Cent. 40, e legato in tela marocchinata con fregi in oro Cent. 60.

NECROLOGIA

Sono questi i nomi dei Cooperatori e delle Cooperatrici statici dalla morte rapiti nell' anno ora decorso , e del cui transito ci venne data notizia.

Noi raccomandiamo le loro anime alle preghiere dei Confratelli e Consorelle, a cui facciamo riflettere che molti di noi superstiti saremo pure nel nuovo anno chiamati all'eternità, quantunque ne ignoriamo il momento e l'ora. Per la qual cosa conviene a tutti lo stare preparati; e far presto il maggior bene possibile, onde possiamo rispondere alla grande chiamata con molta fiducia nella misericordia di Dio.

ELENCO dei COOPERATORI e delle COOPERATRICI passati all'altra vita nell'anno 1880.

1. Abate D. Ambrogio Superiore degli Antoniani - Roma.

2. Abelli D. Giuseppe Prevosto - Elva. 3. Alorii D. Giovanni Arciprete - Casorate. 4. Allegro D. Romualdo Rettore S. Antonino - Vercelli.

5. Alliod Abbé François Pierre Curé Archeprétre - (Aoste) Arvier.

6. Aliberti Commen. Vincenzo - Torino.

7. Andreanna Gaudenzio - (Treviso) Asolo.

8. Arduino D. Innocenzo Can. Prev. della Collegiata - Giaveno,

9. Argento Canonico Emanuele - Genova.

10. Artusio D. Giuseppe - Piobesi d'Alba.

11. Asinari Giuseppina vedova Valle - Mazzé. 12. Aurotti D. Angelo - Amborsasco di Pavia. 13. Alvigini D. Gio. Batt. Canonico Rettore del Seminario - Casale.

14. Baldo Eugenia - Trento.

15. Barbato Pasca Monsignor Luigi Vescovo d'Alife.

16. Battistoni D. Giovanni Arcipr. Vic. For. - (Mantova) S. Antonio.

17. Bearzato Osvaldo - Maniago.

18. Benzi D. Giovanni Maria Arciprete - Cavatore.

19. Bernabò-Brea D. Augusto - (Genova) Illontesignano.

20. Bertotti Rosa - Chieri.

21. Bentivoglio D. Saverio Conte Can. - Modena. 22. Bergia Armando Chiara - S. Rocco di Bernezzo.

23. Bergia Pietro fu Giacomo - Idem.

24. Beltramo Casimira nata Lerda - Idem. 25. Benvenuti Orsola - Bagnarola.

26. Bertolotto D. Matteo Prevosto di S. Andrea

- Savona.

27. Bidoglia D. Carlo Parroco. (Milano) - Cantù Carugo.

28. Bionda D. Giovanni Parroco - Meina.

29. Biandrà D. Giuseppe Avvocato - Torino. 30. Bolla D. Domenico Prevosto - Savona Calice Carbutta.

31. Bonelli Bocca Ebe - Acqui.

32. Bogliacini Prof. Lorenzo - Carmagnola. 33. Bobba Margherita - Frassinetto Po. 34. Bonadei D. Andrea Canonico - Sondrio. 35. Bortolussi Vincenzo - Idem.

36. Borgnis D. Guglielmo Parroco - (Novara) Bugnanco Fuori.

37. Bot Angela - Bagnarola.

38. Bregazzi D. Giovanni Arciprete Vicario Foraneo - Nesso.

39. Brero Rosa - Druent. 40. Brizio Teresa - Bra.

41. Bussola D. Gaetano Prevosto Vicario Foraneo - Cantù.

42. Buzzone D. Claudio - Monte Caslino. 43. Signora Borgogna - Asigliano.

44. Caccia D. Giovanni Parroco - Arconate. 45. Calanzano Vigna D. Bartolomeo Canonico Biella.

46. Capitanio Ildegonda - (Vicenza) Thiene. 47. Cavalieri Mons. Francesco Can. Vie. Gen. - Acqui.

48. Caveglia D. Nicolò Teol. Pievano Vic. For. - Ceres (Torino).

49. Cantù Michele Antonio - Racconigi.

50. Caldini D. Giovanni Arciprete Vic. For. - (Bobbio) Coli.

51. Carozzi D. Vincenzo - Orsara Bormida. 52. Cavina D. Carlo Parroco - (Ravenna) - Lugo. 53. Calosso Orlanda Catterina - Carignano. 54. Carm'inati D. Valdimiro Rett. del Seminario - Bergamo.

55. Cavalleri Annetta Dubois - Milano.

56. Campagnola Lucia - Marano di Valpolicella, (Verona).

57. Cordero di Vonzo Laura Nobile - Torino. 58. Le Baron Marcellin Cooporand d'Auvarc - Nice.

59. Celebrini Francesca Eugenia Contessa - Nice. 60. Cecchetti D. Antonio - (Vicenza) Nove Bassano.

61. Chiotti D. Giovanni Filippo -. Torino.

62. Chiatellino Rosa nata Griva - Carignano. 63. Chiantore Giovanni Battista - Torino. 64. Chiarletti Annetta Damigella - Torino. 65. Chiesa Margherita - Frassineto Po. 66. Chalvin D. Giuseppe Vic. Parroco (Pinerolo) - Balboutet.

67. Cimossa D. Matteo -- Caramagna Piemonte. 68. Corsi D. Bernardino Teologo - Treviglio. 69. Cotti Luigia fu Giovanni Orfanotrofio femminile - Asti.

70. Conti Angela vedova Prina - Milano.

71. Combi D. Francesco Parroco di Solbiate - Olona.

72. Coggiola Francesca - Lu Monferrato.

73. Campra D. Emanuele Canonico Teol. Prev. - S. Mauro Torinese.

74. Cosi D. Giacomo Parroco - (Brescia) Avenone.

75. Crotti D. Sante Curato - (Crema) Rubbiano. 76. Dardano D. Gio. Batt. Arciprete Vic. For. - Gamalero.

77. D' Alzon Padre Emmanuele - Nimis. 78. Dabeni D. Battista Arciprete - Osimo. 79. Dagnon Giuseppe - Incisa Belbo.

80. De Monte D. Giovanni Parroco - (Udine Cividale) Pers.

81. Mons. Della Bona Giovanni Battista Vescovo e Principe - Trento.

82. De Alexandris Clementina (Acqui) - Ponzone. 83. Dell' Oro D. Benvenuto Prevosto Vie. For. - Como Lomazzo.

84. Desimoni Antonio - Bormio.

85. Dellavia Vittoria - Vignole Borbera. 86. Dominoni Catterina - Caravaggio.

87. Dupraz Gio. Batt. Commenratore - Torino. 88. Duz Catterina. - Bagnarola. 89. Farina D. Giuseppe Canonico - Brioni. 90. Fazio Maddalena - Albissola. 91. Forra Matilde fu Angelo - Asti. 92. Forzani D. Fiorenzo Professore - Torino. 93. Favre Pierre - Aoste. 94. Gavegno Nicoletta - Incisa Belbo.

95. Galfione D. Pietro Lorenzo Prevosto - Biella 96. Gallo D. Emilio Professore - Cortemiglia. 97. Garbari Luigi Negoziante - Trento. 98. Gallo Andrea di Pietro - Caramagna. 99. Gerbarini Arsilla -- Bobbio (Pavia). 100. Gerbi Giuseppina fu Michele - Asti. 101. Gioggiatti Augusta - Lonigo Veneto. 102. Giorda Filomena - Robbiano. 103. Giadenigo Conte Leonardo - Este.

104. Gonella D. Carlo Rettore - Magliano Alpi. 105. Grell a D. Giacomo - Nole Canavese. 106. Gratarola D. Emilio - Acqui. 107. Guidinali D. Giuseppe - (Canton Ticino) Dongio.

108. Guzzoni Don Alessandro Curato - Monticelli d'Ongina.

109. Guglielmo D. Giacomo - Montalenghe. 110. Guarnieri Spinola Marchesa Aurelia - Porto Maurizio.

111. Hofner Rosa - Tirolo Cavalese.

112. Julien Mademoiselle Marie Meximieux - (Ain) France.

113. Lauragaís Mons. Carlo Arcivescovo Bourges (France).

114. Latoni Monsignor Francesco March. Vescovo di Sinigaglia.

115. Lace Adele Delpozzo - Torino.

116. Lepschij D. Giacinto - Treviso Veternigo. 117. Legnaro Melchiorre - Este. 118. Leanza Cavaliere Antonio - Brindisi. 119. Marchi Giuseppe - Spezia. 120. Martelli Carlo Segretario - Strambino. 121. Matera Giovanni Chierico - Ischia.

122. Margosio D. Giacomo - (Brescia) Angone. 123. Mazza D. Domenico Par. - S. Cangelasio. (Borgo S. Donnino).

124. Martino D. Gioacchino Paroco di Cervignasco - (Saluzzo).

125. Manetti Mons. Filippo Segretario della Sacra Visita - Roma.

126. Mezza-ora D. Carlo - Arena.

127. Meijer D. Claudio Priore di S. Giuliano - Roccabruna.

128. Medici Domenica nata Asteggiano - Torino. 129. Mistraletti D. Luigi Prevosto - (Pinerolo) Villaretto.

130. Minacci D. Martino Prevosto - Viganella. 131. Milanese D. Luigi Prevosto - Frassineto Po. 132. Milani Mons. 1). Carlo Prevosto Mitrato - Cassano d'Adda.

133. Modolo D. Antonio Parroco a S. Rocco - - Conegliano.

134. Montano Rosa - (Genova) S. Francesco r'Albaro.

135. Morrone D. Vincenzo Parroco - Cerano. 136. Mortarotti D. Giacomo Arciprete - (Novara) Cavaglietto .

137. Micotti D. Carlo Parroco - (Intra) San Giorgio.

138. Marini D. Giuseppe Canonico Prevosto - Novara.

139. Monticelli Benedetta e Teodora sorelle - Brindisi.

140. Mosso D. Giovanni Canonico - Chieri. 141. Muffoni Virginia - (Introbbio) - Cortabbio. 142. Neri D. Giuseppe - Varallo Sesia. 143. Narbona Maria - Cardè. 144. Nenci Francesco - Lugo delle Romagne. 145. Occelletti Domenica - Torino. 146. Ottella D. Giacomo Arcip. - Gaglianico. 147. Oddenino Angela nata Racca - Chieri. 148. Origo Luigia nata Tavasso - Santa Vittoria. 149. Odasso Paola nata Bellini - Revigliasco Torinese.

150. Oppizzi D. Francesco Parroco - Lodi Mazzano.

151. Odorico Giovanna - Bagnarola.

152. Oddone Francesca vedova Perazza - Incisa Belbo.

153. Orsini D. Gerolamo Parroco - (Brescia) Gazzane di Preseglie.

154. Paggi Giuseppe fu Giacomo - Rovegno. 155. Patrito Catterina - Chieri. 156. Papais Cesare - Bagnarola. 157. Pelizza Giovannina - Tortona. 158. Perin D. Agostino Parroco - Este.

159. Perani Antonio Maestro - (Este) Ospeda letto.

160. Pistarino Antonia - Incisa Belbo. 161. Piovano Marianna - Chieri.

162. Piano Antonia fu Matteo - Caramagna. 163. Piantanida D. Gaetano Canonico ri S. Gaudenzio - Novara.

164. Piana Catterina fu Antonio - (Novara) Fornero.

165. Pizzorno Carolina - (Genova) Rossiglione Superiore.

166. Piccolo Antonio - Bagnarola.

167. Picco D.Matteo Teologo Professore- Torino. 168. Ponti D. Paolo Parroco - Corte Milano. 169. Polio D. Giuseppe - Moasca.

170. Peretti della Rocca Monsieur l' abbé - Seine Sceaux.

171. Podestà Domenico - (Genova) Moneglia. 172. Rabbi D. Zeffirino Canonico - Novara. 173. Randone D. Francesco Parroco - Mombello Torinese.

174. Ravone D. Giovanni - S. Stefano Belbo. 175. Raviola D. Giuseppe Vic. For. - Trino. 176. Reinaudi D. Vincenzo Cav. - Cavour.

177. Renna Angela fu Giovanni - (Alessandria) Banengo.

178. Reineri D. Giovanni Battista Vicario Foraneo - Genola.

179. Ribero Teresa - Torino.

180. Righetti D. Paolo Arciprete - (Rimini) San Vito.

181. Ricotti Contessa Maria Federica - Fermo. 182. Rho D. Giovanni Cav. Canonico - Casale.

183. Rodolfi D. Giacomo Vicario For. - Brescia Mairano.

181. Rossi Chierico Giulio - (Novara) Miasino. 185. Marchesi Pietro Ristori - S. Pier d'Arena. 186. Rota D. Bartolomeo Prevosto - Sondrio Lovero.

187. Ros Luigia - Bagnarola.

188. Ricci D. Domenico Prof. Can. - Illodena. 189. Rossello Suor Maria Giuseppa Illadre Generale delle Figlie della Misericordia - Savona.

190. Santini Francesco - Pergine (Trento). 191. Sadino Margherita - (Casale) Forneglio. 1.92. Sarago D. Domenico - Catanzaro Tropea. 193. Sala D. Antonio Par. - (Milano) Alzerio. 194. Sant' Agostino D. Pietro Parroco - (Alessandria) Spazrana di Gamalero.

195. Squaranti D. Antonio - Verona.

196. Servanzi Colli Teresa nata Bonaducci Contessa - S. Severino Marche. 197. Sola Felicita - Torino.

198. Tadini Monsignor Giov. Batt. - Cremona. 199. Testa D. Litigi Parroco - (Bergamo) Osio Superiore.

200. Toscana Damigella Giannetta Maestra S. Giorgio Canavese.

201. Triulzi D. Carlo Parroco - (Milano) Locate Varesino.

202. Turchi Luigia - S. Severino Illarche. 203. Tavallini Antonio - Vercelli.

204. Tenti D. Giovanni Rettore - (Forlì) San Lorenzo in Sogliano.

205. Ubezio Pietro - (Novara) Cerano.

206. Veronese D. Giovanni Battista - (Legnago) S. Anna dei Boschi.

207. Vallauri Teresa - Torino. 208. Vaccarino Orsola - Racconigi. 209. Vassarotti Maria - Carignano. 210. Vallega Francesco - Alassio.

211. Valverti Antonia (Brescia) - Sonvico.

212. Venturi Monsignor Vicario Generale - Nocera (Umbria).

213. Vercelli D. Giuseppe Cantore della Metropolitana - Torino.

214. Viglietti D. Felice Pievano - (Alessandria) Viarigi.

215. Viara Cavaliere Eugenio Colonnello - Fossano.

216. Viretti Giuseppina - Torino.

217. Viazzoli Orsola Confalonieri - Milano. 218. Volpi D. Giovanni Arciprete - (Piacenza) Bilegno.

219. Votero Bertello Giuseppina - Pancalieri. 220. Vai D. Giuseppe Par. S. Martino - Asti. 221. Zatelli Antonio - Trento. 222. Zamparo D. Osvaldo - Bagnarola. 223. Zambone Costanza - Torino. 224. Zerbato Francesco - (Vicenza) Malo. 225. Z ggiotti Augusta - Lonigo Veneto. 226. Zerbarini Arsilla - Bobbio (Pavia). 227. Zonca D. Antonio Arciprete- Caraglio. 228. Barale D. Antonio Cappellano - Volvera.

AVVERTENZA.

Forse non tutti i cooperatori e Cooperatrici, che passarono all'altra vita durante l'anno 1880, si troveranno in questo elenco. Noi vi abbiamo registrati quelli soltanto, di cui abbiamo saputo con qualche sicurezza il transito. I parenti e i conoscenti di qualche Confratello o Consorella defunti, non leggendone qui pubblicato il nome, favoriscano di notificarcelo , e ne faremo menzione in altro numero del Bollettino.

Potrebbe anche darsi che nei nomi qui pubblicati sia occorso qualche sbaglio. Ciò sarebbe da attribuirsi a qualche malintesa, o alla poco chiara scrittura di chi ce ne diede avviso. Del resto, se avvenne qualche errore di annunzio , questo non impedisce punto il frutto delle comuni preghiere, e quindi non occorre di darsene pena.

INDULGENZE SPECIALI pei Cooperatori Salesiani.

Ogni Cooperatore può acquistare Indulgenza plenaria una volta al giorno, da applicarsi alle anime del Purgatorio, recitando la terza parte del Rosario di Maria Vergine avanti al SS. Sacramento, e non potendo avanti al divin Sacramento, recitandola innanzi al Crocefisso.

Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta alla santa Comunione.

Può altresì lucrare moltissime Indulgenze plenarie nel corso del giorno mediante la recita di sei Pater, Ave e Gloria, secondo la mente del Sommo Pontefice. E queste indulgenze applicabili alle anime purganti, le può acquistare toties quoties, ossia tutte le volte che recita i suddetti Patir, Ave e Gloria in qualunque luogo senza bisogno di Confessione e Comunione purché sia in grazia di Dio.

Oltre a queste, un'altra Plenaria ne può guadagnare ogni domenica , e nei giorni qui sotto notati, purché confessato negli otto giorni , e comunicato visiti una qualche chiesa , pregandovi secondo l'intenzione del Sommo Pontefice.

Mese di Febbraio.

2. Purificazione di Maria Vergine.

4. S. Giuseppe da Leonessa.

13. Beata Angela da Foligno.

22. Cattedra di S. Pietro in Antiochia. 23. Santa Margherita da Cortona. 24. S. Mattia Apostolo.

Con permesso dell'Aut. eccl. - FERRARI GIUSEPPE gerente respons.

Tip. di San Vincenzo de, Paoli, Sampierdarena 1881.