188010


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ANNO IV . N . 10 .
Esce una volta al mese .
OTTOBRE 1880 .
BOLLETTINO SALESIANO
SOMMARIO - Ragguagli sulla malattia , morte e fu-
nerali del Sacerdote D . Francesco Bodrato Missionario
Salesiano - Lettera dell'Arcivescovo di Buenos-Ayres
a D . Bosco - Relazione di D . Giacomo Costamagna -
La facciata della Chiesa di S . Giovanni Evangelista e
la vera strada e porta del Cielo - Lodevole slancio -
Lettera di un buon fratello - Modulo per raccogliere
notizie intorno all'Oratorio di S . Francesco di Sales -
Dal monte Berico a Torino - Storia dell' Oratorio di
S . Francesco di Sales - Una confessione ed una do-
manda - Bibliografia - Fascicolo delle Letture Cat-
toliche pei mesi di Agosto e Settembre - Antonio
Conte Sassolini di Sanseverino - Notizie della passata
guerra civile a Buenos-Ayres - Indulgenze speciali
pei Cooperatori Salesiani .
Noi pubblichiamo la lettera di condoglianza
che ne scrisse a D . Bosco 1' inclito Pastore
della Chiesa di Buenos-Ayres, Monsignor Ar-
civescovo Federico Aneyros ; e la faremo se-
guire dalla relazione di D . Giacomo Costa-
magna, la quale vide già in gran parte la
luce nel N° 222 della benemerita Unità Cat-
tolica . Dalla prima si rileva soprattutto la
esimia bontà, e la sollecitudine affatto pa-
terna di un illustre Arcivescovo verso i
Salesiani ; dalla seconda si scorge come
lavora, soffre, muore e viene onorato un vero
Servo di Dio .
RAGGUAGLI
Sulla malattia , morte e funerali dei Sacerdote
D. FRANCESCO BODRATO Missionario Salesiano .
Le lettere ed i giornali, che ci perven-
nero dall'America, sono ripieni di notizie
intorno alla malattia, morte e funerali del
compianto ed armatissimo Sacerdote D . Fran-
cesco Bodrato, che Iddio chiamava agli e-
terni riposi il 4 del passato agosto, come
abbiamo accennato nel N° precedente .
Gli estremi di una vita tutta infiorata di e-
lette virtù meritano di essere conosciuti dai
nostri Cooperatori, i quali apprenderanno
insieme quanta stima quel degno nostro con-
fratello abbia saputo guadagnarsi da ogni
ordine di cittadini dell' Argentina Repub-
blica ; quanto lutto vi abbia destato colla
sua morte ; quanto desiderio vi abbia la-
sciato di sé !
LETTERA
dell'Arcivescovo di Buenos Ayres a D . Bosco .
Buenos Ayres, 10 Agosto 1880 .
REv .mo D.Bosco,
La S . V . R.e"v avrà ricevuto con ras-
segnazione apostolica la trista notizia della
morte del Rev .d° Signor D . Bodrato, suo
amatissimo figlio ìn G . Cristo, e nostro caris-
simo amico .
La sua morte è una gran perdita per noi,
trovandosi egli alla testa della nuova isti-
tuzione Salesiana in America ; ed ora più
che mai ne sentiamo la mancanza .
Egli portava un gran peso sì, ma con
vero coraggio apostolico . Il Signore ha vo-
luto ricompensare già fin d' ora i suoi grandi
travagli e patimenti, eroicamente sofferti e
sostenuti per la Congregazione . Noi speriamo

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che ormai dall' alto della gloria del Cielo
egli intercederà grazie e favori pei suoi
Confratelli e per i suoi poveri orfani, che
con tanta cura dalle vie raccoglieva nelle
Case Salesiane .
Questi ultimi mesi furono terribili per
Buenos-Ayres a causa del flagello della
guerra civile ; ed il Collegio di Arti e Me-
stieri in San Carlos-Almagro, per trovarsi
tra i due fuochi, e dell'armata Nazionale e
della Provinciale, ha sofferto moltissimo . Si
dovettero licenziare quasi tutti i poveri fan-
ciulli, ritenendo quelli soltanto che non a-
vevano più tetto. Soffrimmo, ma più di tutti
ha dovuto soffrire D . Bodrato ! Dio lo ha
già rimunerato del suo patire e della sua
Carità .
Malgrado la critica situazione in cui si trova
il paese, il Collegio professionale e le altre
Case Salesiane vanno abbastanza bene .
La Signoria Vostra si sarà rallegrata
per le notizie, che le ho fatto pervenire
della Missione di Patagonia . Fin ora sono
dolente di non avere potuto ottenere dal
Governo i soccorsi promessi per questa Mis-
sione . Li reclamerò di nuovo e spero di ot-
tenerli presto, comparendo già essi nel bi-
lancio della Nazione . Non sarò contento fin-
chè questi aiuti non siano in mie mani, e
possa soccorrere con essi le Missioni che
versano in estremi bisogni (1) . Iddio vuole
per tal modo rendere maggiore e più puro
il nostro merito .
Ho ricevuto il suo telegramma col quale
mi comunicava la nomina del signor D . Co-
stamagna a capo delle Missioni d'America .
La scelta non poteva essere migliore .
Si degni,, Reverendissimo D . Bosco, esten-
dere i miei saluti a tutti i cari Salesiani e
comandi senza più al sempre
Suo affez .m°
FEDERICO Arcivescovo .
RELAZIONE DI D . GIACOMO COSTAMAGNA
Buenos Ayres, 5 agosto 1880 .
NOSTRO CAR .MO PADRE D . Bosco,
Il telegrafo già Le avrà trasmessa la dolorosis-
sima notizia della morte del nostro D . Bodrato, e
questa mia verrà pur troppo a confermarla . Si, ca-
(1) Prendiamo questa occasione per interessare viva-
mente la pietà e carità dei fedeli, affinchè vogliano venire
in aiuto di queste povere Missioni della Patagonia .
Esse sonosi aperte recentemente, e quindi abbisognano
di tetto, di suppellettili, di pane e di vestimenta i Missio-
nari coi loro cari neofiti, e le Suore di Maria Ausiliatrice
colle loro piccole Indiane .
rissimo D . Bosco, é caduto uno di quei prodi che
lasciano cadendo sgominato l'esercito, perché non
v'è più chi guidi, incoraggi e sproni alla batta-
E glia . - caduto D . Bodrato, è caduto combat-
tendo, ed è caduto quando più necessario era il
suo braccio forte . Fiat ! Ecco l'accento che mesto
risuona sul labro di tutti noi ! Fiat ! Dominus de-
dit, Dominus abstulit ! E lui che così volle ! Sit
nomen Domini benedictum .
Le darò adesso i particolari della sua lunga
malattia e santa morte . Già da circa quattro mesi
il nostro D . Bodrato sentivasi un malessere, che
non palesò a nessuno, per tema che l'obbligassero
a far delle eccezioni nella vita comune . Il pove-
retto, quantunque infermo, era esatto al punto che
si fe' scrupolo di aver assaggiato fuor d'ora alcune
frutta che gli regalarono, e ne fece umile emenda .
Ma per quanto tacesse il suo male, noi glielo leg-
gemmo tosto, sia in quella faccia che incominciò
a farsi più pallida e dimagrita , sia in quei ca-
pelli che presto incanutirono del tutto, e sia an-
che in quelle certe parole, che scherzando si la-
sciava sfuggire all'uno e all'altro : - Tu preparami
la cassa . - Tu la messa funebre . - Tu un bel-
l'elogio coi fiocchi ! - Insomma, egli già sentiva
la voce di Dio che lo chiamava a se .
Successe la terribile catastrofe della guerra ci-
vile, che diede un colpo fatale alla sua malattia,
e perché si vide costretto a mandare i ragazzi a
casa, e perché, essendo assediata la città, nessun
medico poteva venire a San Carlos, che stava fra
due fuochi . Ottenne finalmente il permesso di en-
trare in città il 21 di giugno, festa di san Luigi .
Ma in quel giorno appunto succedeva alle porte
di Buenos-Ayres tale un'ecatombe, che la storia
di questa nazione finora ancor non ha registrato
l'eguale, e quella vista di tanti cadaveri e di tanto
sangue ancor fumante finì per dare il tracollo alla
sua malattia .
Finita la guerra, venne tosto il bravo e reli-
gioso medico Iturios, si fece una consulta, e si
dichiarò l' esistenza di uno scirro, che si cambiò
in affezione cancherosa . Il male si fe' in breve
gigante , e D . Bodrato soffriva dolori acutissimi
con la rassegnazione e pazienza di un san Giobbe .
Ma nessuno di noi aveva anche il menomo so-
spetto che egli dovesse morire, e contavamo come
cosa certa che la Madonna ce lo dovesse tornar
salvo e presto, perché senza di lui non si potrebbe
tirar avanti . Onde è che, fattomi animoso, presi
a dirgli:Pa-dre,pchénomadDi
la guarigione come facciamo noi? - Io ho da
morire . . . . rispose . Io . . . . ho fatto un patto colla
Madonna . . . . Io domando che si faccia la volontà
di Dio ... - Ma, soggiunsi, io vorrei che si umi-
liasse a domandare la guarigione ; se è volontà
di Dio, questo s'intende . - A quel vorrei , che
io gli aveva detto in un momento in cui esso aveva
ancora molta forza, l'umile Sacerdote disse tosto:
- Ebbene, sì, domando la guarigione se è vo-
lontà di Dio . - Bravo ! e adesso mi dirà pure
quel patto che ha fatto colla Madonna . - Il patto
si è che Ella ci aiuti a pagare gli immensi de-
biti che abbiamo , e che io soffrirei fino alla
morte qualsiasi dolore . -

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Il dolore non era ancora la morte, quindi é che
noi, pieni di speranza , andavamo dicendogli : -
Su, coraggio , Padre, lei vivrà ancora, lei non
d eve morire ; dica di cuore al Signore il Domine
si adhuc populo tuo sum necessarius di san
Martino, ché questo é proprio il caso . - Sì, si,
continuò egli inchiodato nel letto del suo dolore,
si! Non recuso laborem , fiat voluntas tua! -
Ma il buon Dio faceva i conti diversi dai no-
stri . Il male sempre peggiorava, e si dovette ub-
bidire a D . Bodrato, che chiedeva gli ultimi con-
forti religiosi . Ricevette dapprima il Santissimo
Viatico colla fede e l'amore di un Santo, impe-
rocché volle raccogliere tutte le sue forze, e fa-
cendosi calare dal letto , ricevere ginocchioni il
suo Gesù, a cui die' un lungo ringraziamento, ri-
petendo con noi il Benedic, anima mea, Domino,
ed altri santi affetti del Salterio . Per l'Estrema
Unzione domandò perdono a tutti con lagrimevoli
ed umilissimi accenti .
-In seguito dava ricordi a quanti ne lo richie-
devano ; e come belli erano quei ricordi, e quanto
profondamente vogliamo ci stiano scolpiti nel cuore !
A me parlò una mezz'ora di seguito, in modo che
non mai l' aveva udito per l'addietro . Mi diede
avvisi salutari, m'incoraggiò coll'assicurarmi che
tutte le spine tanto acute, che gli avevano finora
ferito il cuore, in quel momento gli si cambia-
vano in fragranti rose, e, insomma, mi fe' pian-
gere a dirotto . A tutti raccomandava la carità
e l'obbedienza, promettendoci la felicità della no-
stra Congregazione dall'osservanza di queste virtù .
Più tardi entrava in un'agonia, che non doveva
durare solamente alcune ore, ma ben otto giorni
consecutivi! ! La Madonna aveva accettato il patto
mandava cioè alla casa cinquanta mila pesos in
un modo provvidenziale e inaspettato, regalando il
nostro buon Padre di quelle ore di agonia ! Al
vedere il moribondo a soffrire sì grandi dolori,
- Ah ! quanto bello deve essere il paradiso, di-
cevamo tra noi altri, se ci vuol tanto a comperarlo!
Ne'delirii della febbre D . Bodrato era tutto in
far raccomandazioni a' suoi fratelli , in parlar di
cose dell' anima, e perfino in cantar laudi sacre .
Che bell'anima ! Era così ben preparata, che io
ben posso paragonarla a un orologio d'oro di per-
fetta costruzione, adesso adesso uscito dalle mani
dell'orologiaio . Ne'suoi lucidi, intervalli a chi gli
domandava se tutto patisse per Gesù : - Già si
intende, rispondeva con tuono franco ; già s' in-
tende ! - In questo stato potè ancor ricevere una
volta il suo Gesù, che gli fu di vero Viatico pel
gran viaggio dell'eternità .
Il Nunzio pontificio , Monsignor Matera , non
volle essere da meno di Monsignor Arcivescovo,
che già era venuto a visitarlo due volte, onde è
che venne due volte esso pure, e prima di par-
tire pel Paraguay gli impartì l'indulgenza in ar-
ticulo mortis .
Venne finalmente il 4 agosto, giorno di San
Domenico . Il buon Padre aveva sofferto terribil-
mente e con indicibile costanza fin allora ; già da
molte $re aveva perduta affatto la parola, quando
aprendo ad un tratto gli occhi e vedendoci tutti
mesti intorno al suo letto, disse, in un modo che
non saprei ben definire, a me rivolto : - D . Co-
stamagna ! - Oh Padre , soggiunsi tosto , an-
diamo al paradiso ? - Lasci fare, lasci fare, ri-
peté il nostro caro Superiore , quasi dicesse
Ancora un po' . . . soffro ancora un pochino, e poi . . .
ci sarò davvero . . . . ! E seguitò lottando coi dolori
di morte con quell'ardore con cui un prode guer-
riero seguita a dare all' inimico gli ultimi colpi,
che gli hanno da assicurare la vittoria ! Povero
D . Francesco, quanto ha sofferto !
Ed ecco i segnali prossimi di morte ! Si dà il
segno colla campana della parrocchia ; i giovani
corrono alla chiesa, v'accorre pure il popolo, che
stava per perdere il suo caro parroco ; ed in quella,
che finivano le preci degli agonizzanti , il nostro
tanto amato Padre rendeva la sua santa anima a
Dio alle ore 8 3[4 del mattino di quel giorno .
Aveva combattuto abbastanza , e Dio chiamavalo
ad una bella corona nella sua gloria .
Ed ora ci vorrebbe un giorno, o carissimo Pa-
dre D . Bosco, per narrarle appuntino ciò che suc-
cedette, non dirò solo in nostra casa, ma in tutta
Buenos-Ayres, dopo questa morte per noi tanto
fatale . Tutti si accorsero ben presto del gran vuoto
che aveva lasciato . Io mi limiterò ad accennarle
come i ragazzi del Collegio non lasciarono più la
salma del loro Padre e fondatore della casa d'Ar-
tes-y-Oficios, ma l'accompagnarono con lagrime
e preghiere il dì o la notte . Si , anche la notte,
disposti per turno, seguitarono a recitare il Santo
Rosario, a cantare l'Officio dei morti, mentre al-
tri si sforzavano a scavare una fossa in fondo alla
chiesa, dove si sperava poterlo sotterrare l'indo-
mani . Nè fu delusa questa speranza : Monsignor
Espinosa Vicario generale dell'Archidiocesi a nome
di Mons . Arcivescovo tanto fece, che ottenne dal Go-
verno il sospirato permesso, e ci venne egli stesso a
riferire la consolante notizia, che cioè il nostro Pa-
dre e Superiore non si sarebbe partito da noi, ma
l'avremmo tenuto per sempre in casa nostra, nella
nostra chiesa parrocchiale !
L'indomani, 5 agosto, fu piuttosto una festa di
paradiso, che una cerimonia funebre, la nostra .
In un modesto catafalco stava la venerata salma
del nostro Padre esposta al pubblico . Membri del
venerando Capitolo Metropolitano , Parroci della
città e della campagna, semplici Sacerdoti, Reli-
giosi di S . Domenico, di S . Francesco, della Com-
pagnia di Gesù, Preti della Missione , del Sacro
Cuore di Gesù, della Madonna di Lourdes, Figlie
della Carità, i membri delle Conferenze di S . Vin-
cenzo, capitanati dal dottore Carranza ; che dico ? . . .
perfino alcuni ministri, tra i quali il dottore Frias,
intervennero al funerale . La chiesa era zeppa di
gente, che veniva a dar l' ultimo addio al caro
amico, fratello e padre .
Ma quel che più ci fu di grata sorpresa si fu
l' essersi offerto Monsignor Arcivescovo stesso a
pontificare e dire l'elogio funebre, prima di de-
porlo nella tomba nella nostra chiesa . Per dargli
un attestato della più alta stima aveva altresì or-
dinato che si suonassero tutte le campane della
città pel suo transito e pel momento delle esequie .
Terminate queste, Monsignore prese la parola, e as-
sumendo per testo le parole del salmo 24 : Anima

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ejus in bonis demorabitur, et semen ejus hae-
reditabit terrarn ; l'anima di liti sarà nell'ab-
bondanza dei beni, e la sua stirpe avrà in retaggio
la terra ; ricordò con voce commossa ed eloquente
le fatiche di D . Bodrato nella fondazione della
scuola d' arti e mestieri ; lo zelo infaticabile, la
serenità in mezzo alle dure prove, per cui aveva
dovuto passare a fine di consolidare un' opera si
grande . Ricordò l' immortalità riservata ai giusti,
e incoraggiò i Salesiani, gli alunni del Collegio, e
i fedeli della parrocchia a seguire le orme lumi-
nose del primo dei più illustri figli di D . Bosco,
che moriva nel nuovo mondo, ma dove vivrà
nell'amore degli uomini di cuore e di religione .
Che spettacolo commovente vedere il nostro
Superiore li steso nella bara , vestito degli abiti
sacerdotali, ed il Capo della Chiesa Argentina dirne
le lodi davanti a tutto un popolo , che piangeva
sconsolato ! Ah ! le nostre lagrime non erano più
tanto amare in quegli istanti, ed il buon Dio miti-
gava visibilmente la piaga del nostro povero cuore .
Anche l' ex-ministro Bonifacio Lastra , molto
amico del nostro D . Bodrato, non potendo conte-
nersi, prese permesso da Monsignor Arcivescovo,
e seguitò a tesser le lodi del defunto . Tra le al-
tre cose disse che il Sacerdote D . Bodrato era
tino di quegli uomini che non dovrebbero morire,
perché era un grande benefattore della umanità .
Egli terminava con un tenerissimo : Adios, hasta
la eternitad ! A rivederci nella eternità !
E infine la preziosa salma fu calata nella tomba,
ma la gente non voleva che si coprisse ancora,
ché non le pareva vero dover abbandonare sì a-
mato tesoro di Padre ; quindi i delegati della po-
lizia di Flores dovettero pazientare che tutta que-
sta pia popolazione di Almagro desse libero sfogo
alle sue lagrime, versandole sulla fresca tomba .
Oh caro Padre D . Bosco ! Che le pare? Non
vedesi compiuto alla lettera ciò che del giusto
dice la Santa Bibbia, che cioè : In die defun-
ctionis suae benedicetur ? Fortunati noi in mezzo
a tanto infortunio ! Imperocché noi abbiamo uno
di più che nel cielo sta pregando poi poveri
Salesiani , e la sua salma dal silenzio del se-
polcro manderà continua una voce : Ancor per
un poco . - M odicum et videbitis me, e con me
il gran Dio, che già forma il mio paradiso .
Adesso stimo inutile, carissimo D . Bosco, l'ag-
giungere una parola per dipingerle il nostro stato
ed il bisogno stretto, che abbiamo di personale e
d' un capo che sostituisca il Bodrato . La carità
del nostro Padre D . Bosco saprà trovar rimedio
anche pei nostri mali . Per ora, ci impartisca la
sua santa benedizione, affinchè non veniamo meno
in queste sì critiche circostanze, ed operiamo tutti
con uno spirito solo ed un solo cuore, sempre in-
tenti a cercar solo la gloria di Dio .
Riceva i teneri saluti di Monsignor Arcivescovo,
di Monsignor Espinosa e di tutti i suoi figli e fi-
glie, cine tengono sempre il nome di D . Bosco
scolpito nel bel mezzo del cuore .
Addio, carissimo Padre in G . C ., addio .
Di lei a f.f mo figlio in G . C.
D . GIACOMO COSTAMAGNA .
La facciata della Chiesa di S . Gio . Evangelista
e la vera strada e porta del Cielo .
La Chiesa di S . Giovanni Evangelista, che i no-
stri Cooperatori e Cooperatrici colle loro limosine
ci aiutano ad innalzare in Torino, quale imperituro
Monumento al Grande Pio IX nostro benefattore,
fa ormai bellissima mostra di sè . Quanti vi pas-
sano da presso la contemplano e ne partono am-
mirati . E voce comune essere uno dei più eleganti
sacri edifizi, elevati in Torino in questi ultimi anni .
Appena asciugata l'interna arricciatura, vi entrerà
il rinomato decoratore, il professore Costa da Ver-
celli ; e porrà mano agli ornati ed abbellimenti,
secondo i disegni dell'impareggiabile Conte Edoar-
do Mella . Nel tempo stesso si farà il pavimento,
si collocheranno gli altari, i pittori eseguiranno i
loro affreschi, ed altri artisti le rispettive opere .
Per la qual cosa ci arride la speranza che nel 1881
il sacro Monumento sarà inaugurato al divin culto,
e che il Signore e il suo discepolo prediletto ne
prenderanno intiero possesso .
Presentemente i passeggieri transitando sul viale
dei platani, o corso Vittorio Emanuele 11, fermansi
ad osservare sulla facciata della Chiesa due stu-
pendi mosaici, opera della Società Musiva di Ve-
nezia . Uno rappresenta il divin Redentore seduto
in cattedra colla scritta : Ego sum via, veritas et
vita : Io sono la via, la verità e la vita . L'altro
più in alto raffigura l'apoteosi di s . Giovanni, ov-
vero la stia trionfale salita al Cielo sulle ali del-
l'aquila . I due mosaici sono eseguiti così perfet-
tamente, che sembrano due affreschi d' insigne
pennello . Fin dai primi giorni che furono scoperti,
questi due lavori riscossero l'ammirazione degli
intelligenti . Sappiamo che la rinomata Società Mu-
siva ne ricevette lusinghiere congratulazioni, e che
in seguito le furono affidati importanti lavori di
simil genere nella Chiesa di S . Secondo, Monu-
mento ancor essa dei Torinesi all' immortale Pon-
tefice dell' Immacolata .
Una cosa venne notata come provvidenziale a pro-
posito della Chiesa di S . Giovanni . Chi dalla stazione
ferroviaria di Porta Nuova si dirige verso il Po
pel detto Corso incontra a sua destra il tempio pro-
testante, sulla cui fronte si leggono queste parole
« Fermatevi sulla strada e considerate ed in-
terrogate intorno alle antiche strade quale sia
la strada buona, e camminate per essa, e tro-
verete ristoro alle anime vostre . » Senza fare
la critica a questa iscrizione, che ben la merite-
rebbe , ecco cento passi più innanzi la Chiesa di
S . Giovanni additare al passeggiere la strada buo-
na che è invitato a cercare . Sopra la sua fac-
ciata è scritto : J anua Coeli : Porta del Cielo : e
il divin Salvatore in atto maestoso e autorevole
v'insegn a dalla cattedra : Io sono la via che voi
cercate ; Io il Maestro verace che dovete ascoltare
La Chiesa Cattolica è la porta del Cielo : Qui
entrate adunque ed avrete la vita, il ristoro , la
pace : Ego sum via, veritas et vita .
Speriamo che di questo invito faranno lor pro non
solo i veri credenti, ma gl'increduli eziandio ed i
protestanti, i quali nella Chiesa di S . Giovanni Evan-

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gelista, come già in tante altre della città, potranno
tra non molto rinvenire quella retta via, che hanno
smarrita ; conoscere quelle verità di fede, che igno-
rano od hanno rigettate ; e trovare quell' unica
porta , che dà l' ingresso al regno dei Cieli, di
cui tiene le chiavi il Successore di s . Pietro , il
Romano Pontefice .
alla carriera religiosa, e con questa mia sono per
rallegrarmi immensamente con te d' aver preso
così bella e così buona risoluzione .
Si, felice te, che con nobile abnegazione hai
saputo distaccare per sempre il tuo cuore dalle
cose mondane per tutto darlo a Dio ! Felice te ,
che valutasti giustamente la falsa felicità di una
vita temporale, e l' hai posposta alle savie disci-
pline d' una vita spirituale .
Ah i quanti giovani in procinto di scegliersi uno
LODEVOLE SLANCIO .
stato, se pensassero seriamente alla vanità delle
cose del mondo, alla fugacità del tempo, alla cer-
Al passato N° del Bollettino andava unito un sup- j, tezza della morte, all'esistenza di un tribunale terri-
plemento, con cui D . Bosco faceva umile invito bile aldilà del sepolcro, farebbero come te, sceglien-
ai Cooperatori Sacerdoti, che volessero avere la do la carriera ecclesiastica anche a costo dei più
bontà di celebrare quel numero di Messe, che fosse duri sacrifizi! Ed infatti che sono i più duri sacrifizi
loro possibile, cedendone la limosina a benefizio di questa vita in confronto delle pene terribili ed in-
della Chiesa di S . Giovanni Evangelista, i cui la- terminabili dell'altra vita, se uno si danna?! Ed è
vori stanno ultimandosi .
facile il dannarsi ad un individuo che vive nel
L' invito fu accolto universalmente con uno slan- mondo, inquantoché le tentazioni sono tali e tante,
cio di pietà veramente edificante . Da 20 giorni due e si presentano con aspetto così lusinghiero, che
segretarii non fanno che registrare gli atti di ca- quantunque dotato di fermezza cade pur troppo
rità di rispettabili ecclesiastici, tra cui si anno- e si contamina nella feccia del peccato ! Moltis-
verano pure molti Vescovi ed alcuni Eminentis- sime volte si è visto che un cattivo incontro ha
simi Principi di Santa Chiesa . A tutt'oggi son ben posto un'anima sul margine dell'abisso della per-
10 mila le Messe che pel maggio del 1881 saranno dizione, e ve l' ha precipitata .
celebrate, e speriamo che le profferte continueranno
Dunque benedici il Signore che ti ha posto in
ancora . Altri non avendo libera la celebrazione spe- cuore il divino proposito di amarlo e servirlo : b e-
discono invece una limosina secondo le proprie forze, nedicilo egualmente quando per provare la tua
che ci riesce oggidì opportunissima .
virtù ti manderà le afflizioni, e pensa che le me-
Noi ringraziamo il Signore di questo conforto desime, sopportate nel modo che le sopportò Gesù
che ci manda, e nutriamo la più grande fiducia Cristo, ti faranno degno del soggiorno dei beati .
che Egli non ci lascierà mancare i mezzi per con-
Ho ricevuto i Bollettini Salesiani che mi hai man-
durre a termine un' opera, che fu intrapresa alla dato ; li leggo con gran piacere ed ammiro le no-
sua maggior gloria, a vantaggio delle anime, e bili figure di quei Missionarii, che tanto soffrono
a perpetuare tra di noi la memoria di un Papa, e tanto operano per dilatare il regno di Dio , e
che tanto bene fece nella Chiesa e nel mondo, e che meco medesimo mi dolgo che il Signore non mi
forse darà il suo nome a questo secolo, tanto egli abbia concesso i mezzi di darmi all' Apostolato,
fu straordinariamente grande e maraviglioso . Si , perché conosco che è la più sublime Missione, che
Iddio, che ha incominciato quest' opera, Egli la si possa adempiere su questa terra - Pazienza ! .
compirà : Qui coep.Egiltousbnm,erfict
Se ho da parlarti di me, ti dirò che da etto
strumenti della sua divina provvidenza saranno giorni non mi sento troppo bene ; è un vero esi-
i nostri Cooperatori , quelli soprattutto , che lio questa ultima terra d'Italia .
stanno in prima fila , quali sono appunto gli ec-
Avrei bisogno di ritornare in patria, e tu ricor-
clesiastici, a cui Dio fece dono di una soda pietà , dami nelle tue preghiere per ottenermi da Dio un
e di un ardentissimo zelo per la gloria del suo trasloco in qualche città dell' Italia Superiore .
nome .
Questa domanda io la credo onesta , essendo io
l' unico sostegno della famiglia , che potrebbe in
una buona destinazione unirsi novellamente a me .
LETTERA DI UN BUON FRATELLO.
Addio, studia e dammi di tanto in tanto di tue
notizie, che mi giungono sempre care .
Ci viene comunicata una bellissima lettera, scritta
da un impiegato governativo ad un suo fratello
chierico in risposta ad un' altra, in cui questi gli
annunziava di essersi consacrato al Signore . Ci pare
degna di essere stampata . Essa è del seguente te-
nore, soppressone per convenienza il nome dell'au-
tore e il luogo donde scrive .
""" 11 Settembre 1880 .
CARIssIMo FRATELLO,
Ho letto con commozione e al tempo stesso con
ammirazione la tua carissima lettera dei 22 agosto
scorso, che mi dà la notizia che tu ti sei dedicato
Tuo affez.m° fratello
M. A.
MODULO
Per raccogliere notizie intorno all'Oratorio
di S. Francesco di Sales.
Nella fausta occasione del 25 e 29 luglio, in cui
molti allievi dell'Oratorio rivedevano il loro an-
tico nido , i Redattori del Bollettino Salesiano
distribuirono a ciascuno un foglio appositamente

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stampato con preghiera che volesse scrivervi con
sua comodità quelle notizie, che avesse ricordato,
e che potrebbero servire per la Storia dell' Ora-
torio , che si sta ora scrivendo .
Crediamo bene di qui pubblicarlo per norma di
coloro, che in quei giorni non si trovarono pre-
senti, e che all'uopo potrebbero somministrarci
qualche notizia interessante, che preghiamo voler
indirizzare alla Direzione del nostro periodico in
Torino .
AVVERTENZE .
1 . Ancorché le notizie non siano scritte corret-
tamente, non importa, purché sieno esatte nella
loro sostanza ; imperocché prima di pubblicarle
saranno esposte secondo il bisogno e le con-
venienze .
2. Per quanto é possibile si notino le circostanze
di luogo, di tempo, e delle persone .
3 . Si facciano materia di notizie non solo i fatti,
ma anche i detti, gli interrogatorii, i discorsi,
sia che riguardino ai giovani , sia che riguar
dino a D . Bosco, al Teologo Borelli, o ad altri
che più di proposito si prestavano nell'Oratorio .
4 . Non si trascurino soprattutto gli episodii edi-
ficanti .
5 . Non siano esclusi i giudizi favorevoli od av-
versi delle persone estranee all'Oratorio .
6.Senlaprtdisogàpublicatsrov
qualche cosa da togliersi o da aggiungersi, si
favorisca di notarla, perché in una ristampa si
possa tenerne conto .
Qualità delle notizie .
I . Fatti riguardanti a se stesso o ai giovani del-
l'Oratorio .
II . Fatti e detti riguardanti a D . Bosco .
III . Fatti e detti riguardanti alle persone che aiu-
tavano nell'Oratorio .
IV . Fatti e detti intorno alle persone estranee
all'Oratorio favorevoli od avverse .
V . Feste e funzioni religiose .
VI . Divertimenti e passeggiate .
VII . Cose riguardanti ai giovani ricoverati nel-
l'Ospizio .
VIII . Episodii edificanti .
IX . Correzioni da farsi e cose da aggiungersi
alla parte di storia già pubblicata .
DAL MONTE BERICO A TORINO .
Un egregio religioso dei Servi di Maria, ad-
detto al Santuario di Monte Berico presso Vicenza,
scriveva due mesi sono una graziosa lettera a Don
Bosco, nella quale tra le altre cose rammenta i
primordii dell'Oratorio di S . Francesco di Sales . I
redattori del Bollettino credono bene di qui pre-
sentarla ai Cooperatori e alle Cooperatrici . Essa
è del seguente tenore.
REVERENDISSIMO D . Bosco,
La bontà che Ella ebbe in mandarmi il Diploma
di Cooperatore Salesiano mi fece una dolce e
gradita sorpresa, e ne la ringrazio proprio di
vero cuore . Non posso esprimerle quanto io go-
detti nel leggere i sette ultimi fascicoli del Bol-
lettino, che pur si compiacque d'inviarmi . Ed
eccone il perché .
Io fui a Torino nella Parrocchia di S . Carlo
dal 1840 sino al 1850, ed ebbi occasione di udire
dei primordii dell' Oratorio suo . Per mezzo del
santo giovanetto Rossi nostro parrocchiano ne
udiva i rapidi progressi, ed il bene grande che
con tal mezzo si faceva alla gioventù abban-
donata , e ne esultava di gioia . Dopo traslocato
altrove, e poi andato in Inghilterra, nei tredici
anni che ivi dimorai perdetti di vista l'Oratorio
di D . Bosco, ma non posso esprimerle il piacere
che provai quando ritornando in Italia udii in
Torino che il Signore si era servito di Lei per
arricchire la sua Chiesa di nuovi figli e d'intrepidi
operai, che seguendo le orme di S . Francesco di
Sales, l'Apostolo della dolcezza e dello zelo se-
condo lo Spirito di Gesù Cristo, perpetuassero
l' egregia e moltiforme opera di carità già prima
iniziata . S'immagini ! da più di 30 anni io va-
gheggiava l'idea di vedere un di trasfuso anche
in una società religiosa lo spirito di soavità, di
semplicità , di zelo ardentissimo del mio grande
protettore , ed avvocato S . Francesco di Sales.
Di qui concepirà l'intimo piacere, che io provai nel
vedere appagato il mio desiderio .
Mi duole che essendo io religioso, già avanzato
in età con molti incomodi di salute , e dimo-
rando nel nostro Santuario di Maria Santissima
di Monte Berico alquanto distante dalla città, non
possa compiere direttamente i doveri di Coope-
ratore Salesiano ; tuttavia procurerò di supplirvi
col desiderio di promuovere i Cooperatori ogni
volta che il Signore me ne manderà l'occasione, e
col pregare nella mia debolezza il Signore, affin-
ché si degni di estendere su tutta la faccia della
terra si li Operai, come i Cooperatori Salesiani,
e tutti investirli dello spirito , e dello zelo del
loro grande Patrono s . Francesco di Sales, onde
possano come una falange invincibile opporsi agli
sforzi dell'Inferno scatenato (a' nostri di in modo
particolare) contro Gesù Cristo ed i suoi seguaci .
Ho parlato pure con un Prete di Vicenza che
ogni mattina viene a celebrare al nostro Santua-
rio, e l' ho esortato ad impegnarsi a formare al-
meno una decuria di Cooperatori nella città, e mi
disse che guarderà di farlo .
Siccome poi la provincia di Vicenza é una delle
provincie d'Italia più fertili per vocazioni religiose
si nei giovani, come nelle giovanette, e siccome
la gente pia accorre al Santuario da tutte le parti
della provincia, talvolta anche per consigliarsi
circa la loro vocazione, se io fossi informato delle
Regole dei Salesiani e delle Suore di Maria San-
tissima Ausiliatrice, e delle qualità richieste per
l'accettazione, forse potrei procurare aspiranti ad
un Istituto, verso cui io sento tanto interessamento
e di cui ho la più alta stima .

1.7 Page 7

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Augurando ogni più eletta benedizione del
Cielo a V . S . Rev .ma, a tutti i suoi operai ed ope-
raie, ed a tutti i suoi Cooperatori e Cooperatrici,
e caldamente raccomandandomi alle sue preghiere,
col più affettuoso rispetto mi dico
Suo umil .mo Servo
Fra . Bosio FILIPPO M
Sacerdote dei Servi di Maria .
STORIA DELL'ORATORIO DI S . FRANCESCO DI SALES
CAPO XXII .
Il sistema di D . Bosco conforme all' indole dei
tempi - Suoi frutti - Un Beniamino della
divina Provvidenza - Un piccolo barbiere -
Rovescio delle armi piemontesi - Pericolo
corso da Carlo Alberto in Milano - Preghiere
pel Re - Fuga di Pio IX .
Il sistema introdotto e praticato da D . Bosco
nella educazione della gioventù oltre all'essere con-
sentaneo alla ragione e alla Religione pareva più
conforme altresì all'indole dei tempi . Era in que-
gli anni un forte gridare in Italici e fuori contro
i governi assoluti ; si levavano soprattutto alti
lamenti contro le misure di severità , colle quali
generalmente si reggeva il popolo e si ammini-
strava la giustizia . I Principi medesimi più te-
naci dell'antico regimine , a fine di evitare guai
e prevenire tumulti, avevano creduto bene di pie-
garsi alle popolari domande, e introdurre nei loro
Stati riforme radicali tanto nell' amministrazione
civile, quanto nella giudiziaria . Il mitissimo Pio IX
salito nel 1846 al trono pontificio, secondando l'in-
nata bontà del paterno suo cuore, aveva data l'amni-
stia, vale a dire il perdono a tutti gli esiliati per
delitti politici, riscuotendo l'ammirazione e gli ap-
plausi universali . Poco di poi concedeva alcune
riforme governative giudicate utili ai suoi popoli
e alla Cattolica Religione . Carlo Alberto tra gli
altri Principi italiani fatto aveva egualmente ;
anzi elargiva la civile Costituzione, colla quale
spogliavasi di una parte di sua regia autorità per
investirne il popolo, rappresentato dalla Camera
dei Deputati e dal Senato , mutando così il suo
governo di assoluto in governo costituzionale . Di
qui acclamazioni, feste, tripudii non più uditi, non
più veduti in ossequio alla libertà, in lode a Pio IX
e a Carlo Alberto, i cui nomi insieme congiunti
risuonavano da un capo all'altro d'Italia .
Ora queste aspirazioni popolari ad un governo
più mite, assecondate dai rispettivi Principi, fa-
cevano sì che i giovanetti ancora esigessero dai
loro Superiori una direzione più affettuosa e pa-
terna . Quindi un sistema di educazione ruvido e re-
pressivo quale in qualche altro tempo erasi prati-
cato sarebbe stato ripugnante alla natura dei tempi,
e tra gli altri avrebbe prodotto due gravissimi
mali . Avrebbe allontanati i giovani dall'Oratorio,
dove si portavano spontaneamente, e donde pote-
vano eziandio partirsene di pieno arbitrio senza
che alcuna legge od autorità ne li trattenesse ; e
per soprappiù avrebbe confermate presso di loro
le male dicerie, che prezzolati giornalisti, saltim-
banchi e teatranti andavano largamente spargendo,
essere cioè i Sacerdoti altrettanti tiranni, nemici
della libertà e del popolo . Ma col mezzo del suo
sistema D . Bosco impedì che un tanto malanno
s'infiltrasse tra i suoi giovanetti . Perciò l' Ora-
torio fu sempre frequentatissimo da rendere ne-
cessaria l'apertura di altri in varie parti della
città ; e per altro lato se qualche lingua maledica
veniva a sparlare dei Sacerdoti alla presenza no-
stra, bastava che noi ci richiamassimo alla mente
i tratti di squisita bontà che D . Bosco ci usava, per
dare ai maldicenti una solenne mentita . Difatto
nelle nostre officine ci accadde più volte di ad-
durre questo argomento contro di coloro, che ta-
gliavano le legna addosso ai Preti, e ci ricorda
che allora, non sapendo più che risponderci, di-
cevano : Se i Preti fossero tutti come il vostro
D . Bosco avreste ragione ; ma non è così . Noi
per altro che vedevamo un teologo Borelli, un
teologo Chiaves, un teologo Carpano, un teologo
Murialdo , un teologo Vola , un teologo Marengo
e più e più altri esemplarissimi Sacerdoti a fare
splendida corona a D . Bosco, e studiarsi d'imi-
tarlo nel volerci bene e trattarci da fratelli e da
padri, stavamo saldi nelle nostre convinzioni, e
giudicavamo le maldicenze siccome calunnie, quali
erano , e tiravamo innanzi . In siffatta guisa in-
sieme coll' amore e attaccamento alla Religione
Cattolica nutrimmo sempre verso i suoi ministri
un'alta stima e una profonda venerazione ; e non
ci peritiamo di dire che questi frutti sono dovuti
alla educazione, che ci diedero D . Bosco e i suoi
affettuosi e pazienti coadiutori .
A prova dell'efficacia e della bontà del mento-
vato sistema, non che dell'utilità dell' Oratorio fe-
stivo e dell'Ospizio di D . Bosco, ecco qui un fatto
molto eloquente .
Quantunque un mille e cinquecento giovani della
città si raccogliessero in giorno di festa nell'O-
ratorio di San Francesco di Sales e in quello di
San Luigi Gonzaga, tuttavia molti altri, per in-
curia dei parenti e dei padroni, ancor ne rimane-
vano erranti per le piazze e per le contrade, lon-
tani dalle sacre funzioni . Tra questi ve n'era un
drappelletto avente a capo un garzoncello sui 15
anni, snello della vita, di carattere ardente , ca-
pace a guidare di per sè un reggimento di sol-
dati . Una Domenica dell'anno 1847, essendosi riu-
niti nel solito luogo dei loro divertimenti, egli
trova che manca un compagno, e ne domanda agli
altri la ragione . - Si è recato, risponde uno di
essi, si è recato all' Oratorio di D . Bosco . -
Oratorio di D . Bosco ! ripetè il giovanetto ; ma
che cosa è questo Oratorio ? che cosa vi si fa? -
Dicesi che è un luogo, dove si raccolgono molti
giovani, e corrono, giuocano, saltano, cantano e
poi si ritirano in una chiesetta vicina per fare
orazione . - Corrono, giuocano, saltano, cantano !
tutte cose che fanno per noi ; ma dov'è questo
luogo ? - È in Valdocco . - Andiamo a vedere,
conchiuse il capitanello, e gli altri lo seguirono .
Giunti sul luogo trovano chiusa la porta, perchè

1.8 Page 8

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i giovani dell'Oratorio erano già ritirati in cap-
pella, ed egli dice ad un compagno : Fammi di
scala colle tue spalle e io salgo sul muro e os-
servo quello che c' è . - L' amico gli si presta
tantosto, ma quando l'esploratore fu sopra il mu-
riccio, vedendo nessuno , salta al di là come un
gatto . Stava poi raggirandosi nel cortile, quando
visto da taluno venne condotto in chiesa . In quella
sera predicava il teologo Borelli e parlava degli
agnelli e dei lupi, facendo rilevare che i primi
sono i giovani innocenti, e i secondi sono i com-
pagni maliziosi e perversi . « Se non volete, egli
diceva, se non volete essere sbranati dai lupi ra-
paci, fuggite, o miei cari giovani, dalle compa-
gnie cattive, da quelli che bestemmiano, da quelli
che parlano sconcio , da quelli che rubano, da
quelli che stanno lontani dalla Chiesa . Alla festa
poi venite all'Oratorio . Qui vi trovate come ri-
parati nell'ovile ; qui i lupi non entrano, e qua-
lora entrassero vi sono anche i cani fedeli, vi
sono dei buoni Sacerdoti, dei buoni assistenti, che
vi difendono e vi custodiscono . » Queste ed altre
consimili parole fecero una profonda impressione
sul cuore del giovanetto, che non mai in vita sua
aveva udito una predica più adatta e più affet-
tuosa di quella . Finito il breve sermone, s'into-
narono le litanie, ed egli che aveva una bellis-
sima voce e sentiva passione per la musica, prese
parte a quel canto con un trasporto di gioia . Era
poscia smanioso di conoscere D . . Bosco, ed uscito
di cappella domandò ad uno dell'Oratorio : - Qual
è D . Bosco? è forse quel piccolo Prete che ha
fatto la predica? - No, gli rispose quegli ; ma
vieni con me , e te lo farò conoscere ; - e lo
menò dinanzi a lui, attorniato già da una turba
di giovani . L'accoglienza fattagli da D . Bosco fu
oltremodo amorevole . Lo invitò a prendere parte
ai trastulli, lo fece cantare da solo, ne lodò la
bella voce, gli promise di fargli imparare la mu-
sica e cento altre cose . Una parolina dettagli in
fine all' orecchio finì per guadagnarlo appieno, e
legarlo a D . Bosco con un vincolo indissolubile .
D' allora in poi il giovinetto prese a frequentare
l'Oratorio festivo con un'assiduità esemplare, con-
ducendovi ancora parecchi suoi compagni . Siccome
aveva bisogno di una istruzione particolare, così
venne affidato alle cure di un buon Sacerdote ; e
qualche tempo dopo egli faceva nella nostra cap-
pella la sua prima Comunione con un gaudio inef-
fabile .
Ma questa non è che una parte del nostro rac-
conto . Qui è da sapersi che il povero ragazzo
aveva due genitori, che potevano chiamarsi me-
ritamente due suoi persecutori . I maltrattamenti
erano_ quotidiani ; e ben sovente, dopo avergli lo-
gorata tutto il giorno la vita, gli facevano soffrire
la fame, quasi pretendessero che egli facesse come
gli uccelli, i quali messe le piume se ne partono
dal nido a cercarsi da vivere . Dell' anima non
si curavano nè punto nè poco ; anzi quando sep-
pero che egli frequentava l' Oratorio presero a
dargliene la baia per allontanarnelo . Don Bosco
sapendolo in siffatta tribolazione e pericolo lo ve-
niva incoraggiando, ed una volta tra le altre vi-
stolo a piangere gli disse con grande effusione di
cuore : Ricordati che in ogni evento io ti farò
sempre da padre, e tu trovandoti a mal par-
tito fuggi a casa mia . Questo fatto non tardò
ad accadere . Il padre suo faceva il miniatore, e
un giorno in bottega, essendo il discorso caduto
sopra D . Bosco e il suo Oratorio, egli disse al
figlio : -= Voglio che tu la finisca, e fin di Do-
menica ti guarderai bene dal recarti da quel .
e qui eruttava una villania ed una bestemmia . Il
figlio quantunque rispettoso aveva nondimeno la
lingua molto sciolta, e gli rispose pertanto : « Se
all'Oratorio io imparassi a rubare, a rissare o a
fare lo scellerato, avreste ragione di proibirmi che
io vi andassi ; ma colà io imparo nulla di m; ale
anzi m'insegnano persino a leg ere e a scrivere
e a far conti ; perciò io ci voglio andare, e ci an-
drò sempre . - Ci andrai sempre ? riprese il pa-
dre, e in così dicendo gli dà tale uno schiaffo da
fargli girare il capo. Il povero figlio temendo di
peggio prende la porta, e fugge come una lepre
verso l'Oratorio . Ivi arrivato fu sorpreso dal ti-
more che il padre gli tenesse dietro e il venisse
a trar fuori ; per la qual cosa in vece di entrare
in casa si arrampicò ad un gelso, che sorgeva in
sito che corrisponde oggidì presso al coro della
Chiesa di Maria Ausiliatrice, e vi si nascose tra
i rami e le rare foglie . Era autunno inoltrato e
in sul far di una sera, che incominciava ad es-
sere rischiarata dai raggi della pallida luna .
Il buon ragazzo era appena salito su quell'albero,
quand'ecco a spuntare i suoi genitori, che difatto
venivano a cercarlo presso D . Bosco . A quella
vista il figlio fu come atterrito, ma il pietoso Id-
dio gli teneva gli occhi sopra , e in quella sera
medesima poneva un termine ai suoi dolori . Quelle
due persone passano sotto il gelso senza nulla ve-
dere, e si presentano difilato a D . Bosco , do-
mandando del figlio loro . D . Bosco intesa la
cosa rispose recisamente : - Qui vostro figlio
non c'è - Eppure ci deve essere - E io vi dico
che non c'è, e ancorché vi fosse voi non avete il
diritto d'introdurvi in casa altrui - Ebbene an-
drò dalla Questura, disse il padre montato in sulle
furie, e lo farò uscire dalle unghie dei Preti -
Sì, andate pure alla Questura, soggiunse D . Bo-
sco, ma sappiate che ci andrò anch'io, e saprò
svelare le vostre virtù e miracoli, e se in questo
mondo vi sono ancora leggi e tribunali voi ne su-
birete tutto il rigore . - A questa risolutezza di
D . Bosco quei due individui, che non avevano la
coscienza netta, se ne partirono quatti quatti, e
da quel giorno in poi non ne abbiamo più saputo
notizia alcuna . Così D . Bosco non solo mostravasi
padre dei giovanetti suoi, ma a tempo opportuno
ne diveniva eziandio eloquente e valoroso avvo-
cato .
Ma di quel giovinetto che ne fu? - Allontanati
i suoi due persecutori, D . Bosco con sua madre
ed alcuni dell' Ospizio si porta sotto il famoso
gelso, e chiama per nome il fanciullo invitandolo
a discendere ; ma indarno , chè il poverino non
dava alcun segno di vita . Si guarda più attenta-
mente, e al chiarore della luna lo si vede immo-
bilmente abbracciato ad alcuni rami . D . Bosco
ripete più forte : « Discendi, caro mio, non te-

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mere, non c'è più nessuno, ed ancorché ritornas-
sero ti difenderemo ad ogni costo ; » ma egli par-
lava al vento . Allora un brivido scorse nelle vene
di tutti pel timore che gli fosse accaduta qualche
disgrazia ; perciò fatta portare una scala D . Bosco
col cuore trepidante sale sull' albero, gli si ap-
pressa, e lo trova come intirizzito e fuor di senno .
Colle richiesto cautele lo tocca, lo scuote, lo chiama,
ed allora il ragazzo come svegliato da un letargo,
credendo che gli fosse addosso il padre,si pone agri-
dare come un'aquila ; morde e si dibatte con tanta
furia, che fu ad un pelo di rotolare a terra in-
sieme con D . Bosco . Il buon Prete assicuratosi
con un braccio ad un robusto ramo, e coll' altro
tenendo stretto il povero fanciullo , « non abbi
paura, gli ripeteva, mio caro, io sono D . Bosco ;
vedi che ho la veste da Prete ; guardami in fac-
cia ; calmati ; non mordermi perché mi fai male ; »
insomma tanto fa e tanto dice, che lo ritorna
in sè , e lo riduce alla calma . Riavutosi il gar-
zoncello, dà un lungo respiro, e poi coll'aiuto di
D . Bosco cala dall'albero, che a buon diritto po-
teva chiamare l'albero della vita . Menato in casa,
la buona Margherita , che aveva il cuore gonfio
dall' ambascia, lo scalda al fuoco, lo ristora con
buona minestra, e da quella sera l'Ospizio di san
Francesco di Sales divenne sua casa, e D . Bosco
suo padre amoroso .
Da prima e per tutto l' anno 1848 e parte del
seguente egli fu applicato ad imparare l'arte da
legatore da libri ; ma in appresso D . Bosco, co-
nosciutone lo svegliato ingegno e l'indole buona,
lo destinò agli studii, facendogli scuola egli me-
desimo d'italiano e di latino . Crescendo in età
egli progrediva altresì nella scienza e nella virtù,
e dopo alcun tempo manifestò segni non dubbii
di vocazione ecclesiastica . Ancor legatore faceva
mirabili discorsetti ai suoi compagni . Avendo na-
turale inclinazione per la musica la imparò a me-
raviglia . Ricevette lezione di piano-forte da Don
Bosco , e riuscì buon suonatore di organo, e il
suo braccio destro nelle partite e feste musicali .
Vestito l'abito chiericale il 2 di febbraio 1851
gli divenne poscia un potente ausiliare per l' O-
ratorio e per l'Ospizio . Iddio, che aveva comin-
ciato a fargli provare le finezze di sua amorosa
provvidenza, continuò a favorirlo . Nel 1857, com-
piuti i suoi studii , egli veniva elevato alla di-
guità sacerdotale,ed ebbe il vanto di essere il primo
Prete di D . Bosco . Per ragionevoli motivi essen-
dosi dato ad esercitare il sacro Ministero in mezzo
al popolo, egli occupa oggidì un posto ragguar-
devolissimo tra il clero torinese . Egli è sempre
attaccatissimo a D . Bosco, per opera del quale
Iddio lo sollevò dalla polvere, e lo collocò tra i
principi del suo popolo : Suscitans a terra ino
pem . . . . ut collocet eum cum principibus populi
sui . . . . Noi abbiamo quindi ragione di chiamare
questo degno ecclesiastico il Beniamino della di-
vina Provvidenza, e un frutto prelibato dell'Ospi-
zio di S . Francesco di Sales, non che gloriarci di
averlo già avuto a compagno e di poterlo tut-
tora annoverare tra i nostri amici fedeli . Il suo
nome sarà rivelato dalla storia in tempo più op-
portuno .
Un altro dei primi fanciulli raccolti in quel
tempo merita pur qui una particolare memoria .
D . Bosco entrò un giorno in una barberia di
Torino per farsi radere la barba . Colà egli trovò
un ragazzetto che vi faceva l'apprendista, e se-
condo il suo solito gli volse tosto la parola per
guadagnarlo al suo Oratorio festivo . - Come ti
chiami, caro mio ? - Mi chiamo Carlino Gastini .
- Hai ancora i tuoi genitori? - Ho solamente
più mia madre . - Quanti anni hai ? - Undici
- Hai già fatta la tua prima Comunione? -
Non ancora - Vai al Catechismo? - Quando
posso ci vado sempre - Oh ! bravo, bravino !
Ora in paga voglio che tu mi faccia la barba -
Per carità, disse allora il padrone, non si arri-
schi, signor teologo, perché questo ragazzo è da
poco tempo che impara, ed è appena capace a ra-
dere la barba ai cani - Non importa, signor mio,
rispose D . Bosco : se il garzoncello non fa la prova
non imparerà mai - La mi scusi, mio reve-
rendo ; la prova, se occorre, gliela farò fare sulla
barba di un altro, ma non su quella di un Prete .
- Oh ! bella ! la barba mia è forse più preziosa
che quella di un altro? Non si affanni dunque,
signor barbiere ; e qui svelato il suo nome, la
mia barba , soggiunse , è barba di Bosco : pur-
chè il suo apprendista non mi tagli il naso, il
resto non soffre . - Fu quindi giuocoforza che il
piccolo barbiere si accingesse all'operazione . Non
occorre il dire che sotto quelle mani inesperte e
tremanti il povero Don Bosco dovette ridere e
piangere ad un tempo ; ma lasciò fare intrepida-
mente . Finito il cómpito - Non c' è malaccio,
disse al fanciullo il paziente Sacerdote , non c'è
malaccio ; poco per volta, e tu diventerai un fa-
moso Barbiere . - Egli s'intrattenne ancora
alquanto con lui , lo invitò all' Oratorio per la
Domenica vegnente, e il fanciulletto glielo pro-
mise di cuore . Pagato poscia lo scotto al padrone,
D . Bosco se ne partì, palpandosi per istrada di
quando in quando la faccia, che assai gli bru-
ciava, contento nondimeno di essersi guadagnato
l'affetto di un nuovo ragazzo .
Il Carluccio tenne la data parola, e la Dome-
nica dopo fu all'Oratorio . Don Bosco ne lo enco-
miò altamente, lo fece trastullare coi compagni e
prendere parte alle sacre funzioni . Terminate le
quali, il buon Prete avutolo a sè gli disse all'orec-
chio una di quelle parole che guadagnano i cuori,
e menatolo in sacrestia lo preparò conveniente-
mente e ne - udì la confessione . Fu tanta la con-
tentezza che il fanciullo provò in quell'atto, che
ad un punto si pose a piangere dirottamente, e
trasse le lagrime anche a D . Bosco . Da quel giorno
l'Oratorio divenne il luogo di sua predilezione, e
nel giorno festivo appena era in libertà vi cor-
reva tantosto . Egli, profittava sì bene degli inse-
gnamenti che gli si davano, che nella sua bottega
quando udiva qualcuno ad uscire in cattivi. di-
scorsi lo rimbrottava dicendo : Non avete vergo-
gna di parlare in tal modo alla presenza di
un fanciullo ? e lo faceva tacere .
Erano passati pochi mesi da questo felice in=
contro, quando il giovinetto già orfano di padre per-
deva la madre . Un suo fratello maggiore trova-

1.10 Page 10

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vasi sotto le armi ; ed egli rimasto solo con una
Quando una voce orribile,
sorellina fu di soprassello cacciato in mezzo ad
una via dal padrone di casa, perchè la madre du-
Che mi spaventa ancora,
Dal caro ostello scacciami
rante la malattia non aveva potuto pagare la pi-
gione . Una sera pertanto D . Bosco veniva verso
Così meschino fuora .
Come l'augello pavido,
Valdocco, quando arrivato presso al così detto
Rondò ode i singhiozzi di un fanciullo . Gli si ac-
A cui fu tolto il nido .
Fei coll'acuto grido
costa e vede il suo piccolo barbiere immerso nel
L'aire risuonar .
dolore e nel pianto . - Che cosa hai, gli do-
manda , Carlino mio ? Ed il poveretto con un
parlare interrotto dai singulti gli racconta la do-
lorosa storia . Don Bosco ne fu intenerito, e come
se Dio gli avesse fatto trovare un tesoro prende
Quanto mi parve misera
La mia vita allora!
Oh ! quale fosca tenebra
Dopo una bella aurora !
Ma veglia Iddio sugli orfani !
per mano il desolato orfanello e se lo conduce
all'Ospizio . La sorellina fu alla sua volta allogata
Ei su immortali penne
In mio soccorso venne,
in casa di povera, ma cristiana donna, e poscia
Ei che mia prece udì !
collocata all' Ospizio in Casale Monferrato, dove
terminava i suoi verdi anni nella pace di Dio .
Per Lui mi vidi accogliere
Da un'alma si pietosa,
Il nostro giovinetto poi fu istruito, imparò l'arte
da legatore, e crebbe morigerato e pio, a Don
Che pace e gaudio semina
Ovunque l'occhio posa ;
Bosco sempre affezionatissimo . Oggidì egli é pa-
dre di famiglia , e col mestiere che apprese in ,
Quindi non più nel timido
Mio cuor ansia, paura,
sua giovinezza guadagna il pane a se stesso e ai
figli suoi, cittadino onorato e fervente cattolico .
Rovistando antiche carte abbiamo trovata una
Quindi non più sventura
A funestarmi i dì .
poesia stata letta a D . Bosco nel 1864 in occa-
sione del suo giorno onomastico, nella quale con bel-
Nella seconda meta di questo anno 1848 ebbero
lissimi versi si descrive il fatto da noi raccontato . luogo alcuni fatti importanti , che diedero a di-
Crediamo pregio dell' opera il qui riferirla (1) . vedere che i giovani dell' Oratorio erano buoni
Sovra un giaciglio povero
cittadini e ad un tempo fervorosi cattolici . Noi
Dal morbo illanguidita
alludiamo al rovescio delle armi piemontesi sui
La madre mia trovavasi
campi lombardi, e alla fuga di Pio IX da Roma .
Sul termine di vita ;
Colla pupilla tremola
Sullo scorcio del mese di luglio l' esercito sardo
sopraffatto dal numero di Austriaci, ed estenuato
A cui fea il pianto velo,
Figlio, diceami, al cielo
dalle fatiche e dagli stenti, dovette abbandonare le
posizioni occupate con isforzi di supremo valore .
Quest'alma ascenderà !
Carlo Alberto ritiratosi in Milano col nerbo delle
Ahi! quale veggo pendere
sue truppe tentò di tenere fronte al nemico ; ma
Sulla tua bionda testa,
essendo la città sguarnita e colta come all'im-
Ignaro ancor di vivere,
provviso, egli il 4 di agosto fu costretto a capi-
Terribile tempesta !
Ma Quei, che al campo in umile
,. tolare col generale Radetzky, a fine di evitare una
inutile effusione di sangue . Questo atto di prudenza
Veste, colora il giglio,
Ti scamperà, mio figlio,
Ti unirà meco un dì .
E più non disse . . . Esanime
Sul letto si abbandona,
e di buona politica, questo sentimento di umanità
non tornò gradito ad una torbida fazione, che, messa
a tumulto una parte del popolo milanese, si recò
furibonda sotto il palazzo del Re gridando : Morte
al traditore ! Il coraggioso Principe non esitò
E un freddo umor la pallida
Sua fronte già incorona . . .
punto di mettersi al balcone per rivolgere una
parola amica ai tumultuanti ; ma poco mancò che
Come improvviso turbine
quella vita, la quale sui campi di battaglia era
Il giovin fiore invola
stata risparmiata dalle palle nemiche, non rimanesse
Che sulla fresca aiuola
spenta dalle palle cittadine . La notte del 5 al 6
Al primo sol si aprì ;
di agosto fu per Carlo Alberto una notte infer-
Tal sul mio capo un cumulo
nale . Il povero Principe scampò all'assassinio come
Di doglie allor discese ;
per miracolo, involandosi di notte tempo a piedi
Non più di madre provvida
e travestito da quella turba di forsennati .
Le veglie e le difese,
Queste infauste notizie giunte a Torino desta-
Non più il festoso ridere
Alla pietosa intorno,
rono in noi tutti un sentimento di desolazione e
un alto raccapriccio . Non potendo altro, si fecero
Nè il mondo più soggiorno
particolari preghiere nella nostra cappella, e ci
Di amabile sperar .
ricorda che D . Bosco al Sacerdote destinato ad
.(1) La poesia è anonima , ma crediamo che sia stata
composta dal Sac . D . Giovanni Francesia . Dottore in let-
tere, ed oggidì Direttore del Collegio di Valsalice in To-
rino,
impartire la Benedizione col SS . Sacramento rac-
comandò di non mai dimenticare l'Oremus appo-
sito per la prosperità del nostro Sovrano .
Una sorte non guari dissimile a quella di Carlo

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2.1 Page 11

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Alberto toccava poco dopo all' angelico Pio IX .
La setta massonica, che voleva disfarsi del Prin-
cipe di Roma per atterrare in appresso l'autorità
del Papa e abbattere la Croce, dopo avergli il
15 novembre in pien meriggio pugnalato il primo
ministro Pellegrino Rossi , eccitava il popolo ad
inique pretese e alla ribellione . Allora una turba
di settarii e loro addetti circonda il palazzo del Qui-
rinale, dimora del Papa ; gli disarma le guardie, vi
appunta i cannoni, minaccia orribile saccheggio . I
ribelli armati di fucile crivellano di palle il pa-
lazzo medesimo, e Monsignor Palma segretario
di Pio IX colpito in fronte gli cade morto da
presso . In quei giorni supremi l'addolorato Pon-
tefice delibera di fuggire da Roma ; ma come riu-
scirvi essendo assediato in sua abitazione ? Egli
scamperà nondimeno sotto le ali della divina Prov-
videnza .
La sera del 23 novembre, mentre il tempo
nuvoloso e la notte oscura parevano rendere impos-
sibile la partenza del Sovrano di Roma, Pio IX
entra nel suo Oratorio privato e fa una calda
preghiera a Gesù Crocifisso, raccomandandogli il
suo Vicario . Dopo si alza, muta divise, e trave-
stito ed accompagnato da un solo domestico, con
una lanterna in mano, entra per una porta se-
greta, traversa lunghi corridoi, e coll' aiuto del
Cielo riesce ad illudere la vigilanza dei suoi sgherri .
Ad un luogo stabilito trova il conte Spaur am-
basciadore del Re di Baviera, che lo accoglie nella
sua carrozza e lo conduce nel regno di Napoli .
Pio IX giungeva sano e salvo in Gaeta la sera
del 25 novembre .
Così i due Principi , che al dire degli stessi
loro avversarii avevano iniziata l'éra della libertà,
furono i primi a subirne le amare conseguenze,
per opera di una nerissima setta, nemica della
Società e della Religione .
Se lo sfortunio del legittimo ed amato nostro
Sovrano ci accorò profondamente, le inique scel-
leratezze commesse contro la persona del Vicario
di Gesù Cristo ci riempirono l' anima di un do-
lore indicibile . Diremo a suo luogo la prova di
figliale amore che dato gli abbiamo nel suo esi-
glio, e come ne fummo da Lui ricompensati .
UNA CONFESSIONE ED UNA DOMANDA,
Ci vengono inviati ben sovente da varie parti
d'Italia libri, di fresco usciti alla luce, con pre-
ghiera di darne un cenno bibliografico nel nostro
periodico . A questo proposito noi dobbiamo fare
una confessione ed una domanda a chi ci usa questo
riguardo e questa confidenza . - Noi siamo tut-
todì così occupati nel sacro ministero a pro della
gioventù, che a mala pena ci resta tempo a leggere
e a fare conoscere quei libri , che escono dalla
nostra tipografia , e che si vendono nelle no-
stre librerie - Per la qual cosa noi siamo e
sarem o gratissimi a tutti coloro, che ebbero ed
avranno la degnazione di offrirci l'omaggio delle
loro opere , ma domandiamo loro un benigno
compatimento se non possiamo occuparcene nel
nostro Bollettino - Rivolgendosi per gli annunzi
a quei giornali e periodici, o provinciali o, nazio-
nali, che si occupano di tali riviste, essi potranno
più di leggieri ottenere lo scopo della necessaria
pubblicità e diffusione .
BIBLIOGRAFIA
Un buon Libro di testo per la Storia .
Ognuno sa che il nostro istituto mira special-
mente alla istruzione, ed alla cristiana educazione
della gioventù . Se a questa conferiscono assai i
buoni maestri, giovano eziandio non poco i buoni
libri, e soprattutto quelli che servono di testo nelle
scuole . Quindi le tante pubblicazioni, che da pa-
recchi anni sono uscite dalla nostra tipografia .
Ma un insegnamento ed un libro pericoloso è
quello della storia ; perché non di rado avviene che
sieno o non ben esposti o mutilati i fatti, alterate
le istituzioni, vituperati i personaggi più grandi,
calunniate le intenzioni, insomma si fa la storia
per servire a preconcetti sistemi . A fine di pre-
servare la gioventù da questi agguati, il Sac . Prof.
G . Antonio Terreno pubblicava, non ha molto, un
Corso di Storia d'Italia con Cenni sugli altri
Stati dell'Europa, in cui con retto criterio, con
sana critica, con lucidità e chiarezza esponeva la
verità storica, attingendola non ad altri compen-
dii, ma ai fonti proprii, e corredando il racconto
di brevi osservazioni, mediante le quali la storia
non è un laccio per sorprendere gli incauti , ma
diventa scuola di prudenza e maestra della vita .
Cotale giudizio han dato dell' opera molti giornali
e parecchi insigni scrittori , i quali ancora la
lodarono per purezza di lingua veramente ita-
liana, per la eleganza dello stile , e per certa
varietà , che la fa leggere con diletto . Quest' o-
pera risponde pienamente ed abbondantemente al
programma governativo del corso Liceale, ed è di-
visa in due volumi . L' uno contiene la Storia del
Medio evo, l' altro la Moderna , e si vendono il
primo a Lire 2, il secondo a Lire 2 50, nella nostra
libreria di S . Francesco di Sales, e dai principali
librai d'Italia . In pochi anni ne furono esaurite
due copiose edizioni , e siamo oramai alla terza .
Per soddisfare alle richieste di molti parenti e
istitutori, l' autore pubblicò pure per i ginnasii, per
le scuole magistrali, e per gli Istituti di educazione
un Compendio di Storia Romana (L . 1, 25), ed un
altro Compendio di Storia d' Italia (L . 1, 50) .
Fascicolo delle LETTURE CATTOLICHE
P
EI MESI DI AGOSTO E SETTEMBRE .
Vita del Venerabile P . Gio . Batt . Trona Filippino .
Nella seconda metà del secolo passato viveva
in Mondovì, patria di grandi uomini, questo de-
gno Religioso , il quale fece rifiorire le virtù di

2.2 Page 12

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un s . Vincenzo de' Paoli, di un s . Filippo Neri,
di un beato Sebastiano Valfrè , di cui era con-
temporaneo . Questo uomo insigne meritava dav-
vero di essere meglio conosciuto dal popolo cri-
stiano, e fu quindi commendevole consiglio quello
dell' Eccellentissimo Mons . Stanislao Eula Ve-
scovo di Novara di aver dato incarico di scriverne
la vita al Sac . D . Giovanni Rossignoli Professore
di lettere nel Seminario di Novara, che ne esegui
il delicato cómpito con una lingua pura e sem-
plice ad un tempo - La lettura di quest'operetta
tornerà utile a tutti, specialmente ai Sacerdoti e
Chierici, ai quali raccomandiamo in modo parti-
colare la lettura del capo VI .
ANTONIO CONTE SASSOLINI di Sanseverino.
Alcuni avevano creduto che fosse morto questo
signore ; ma invece è mancato ai vivi fin dal 1878
il suo signor padre Conte Giuseppe Sassolini
dell' Università, fu - come distrutto : di 200 gio-
vani che lo componevano non rimasero in piedi
che 36 . Alcune vie correvano sangue , e molti
carri e gli stessi tramways non bastavano a rac-
cogliere i feriti per trasportarli agli ospedali . In
Buenos Ayres fu un momento di panico generale,
e di disperazione . Si vedevano fratelli e parenti
scannarsi —li uni gli altri . Tuttavia la città ri-
cusava di arrendersi .
La cessazione di ulteriori guai si deve in gran
parte allo zelo del Nunzio Apostolico, Monsignor
Matera . Questo Ministro di pace si portò più volte
presso il presidente Avellaneda ; radunò il Corpo
diplomatico ; fece di tutto perché una mediazione
efficace riuscisse a far cessare quello spargimento
di sangue ; ed i suoi sforzi furono coronati . Il
governatore Teledor rinunziò alle sue pretese ;
Buenos-Ayres si arrendette, e poco di poi ritor-
nava la pace . Iddio protegga quella Cattolica Re-
pubblica, e i 300 mila italiani che vi hanno stanza .
NOTIZIE
della passata guerra civile a Buenos Ayres .
Tanto l'Arcivescovo di Buenos Ayres quanto
D . Costamagna ci parlarono , nelle loro lettere,
della guerra civile, che nella passata primavera
funestò la Repubblica Argentina, e cooperò ancor
essa alla deplorata morte del nostro D . Bodrato .
Non sarà dunque discaro ai nostri lettori che ne
diamo qui alcune notizie .
Stando per aver luogo l'elezione del nuovo Pre-
sidente della Repubblica, il governatore della
provincia di Buenos Ayres, Tejedor, sostenuto da
un forte partito in città, volle imporsi quale can-
didato contro il generale Rocca , candidato della
Nazione . Quindi un sollevamento in città contro
l' attuale presidente Avellaneda , anzi contro 13
altre provincie della Repubblica, e perciò guerra
del Governo Provinciale di Buenos Ayres contro
il Governo nazionale .
Il presidente Avellaneda, vistosi in pericolo nella
città, ne usci coll' esercito della Nazione, assediò
e bloccò Buenos Ayres ; mentre il governatore
colle truppe della Provincia si trincierò e fortificò
arruolando quanti uomini potè . Tutta la povera
gente, che si trovava in Buenos Ayres ed anche
nelle vicine campagne, fu costretta a prenderne la
difesa . Malgrado le armi fatte venire dal di fuori,
pure il Governo provinciale fu costretto ad armare
molti uomini di un bastone con un coltello o for-
bici legati in punta . Il primo scontro tra i due
eserciti non costò che da un 10 a 15 uomini ; ma
al 21 di giugno vi fu sulle porte e nelle vie della città
una sanguinosa e formidabile battaglia . Essa durò
undici ore ; cominciò al chiarore della luna dalle
3 del mattino e terminò alle 2 della sera colla
disfatta dell'esercito provinciale . Il primo batta-
glione di volontarii, la maggior parte studenti
INDULGENZE SPECIALI
pei Cooperatori Salesiani .
Ogni Cooperatore può acquistare Indulgenza ple-
naria una volta al giorno, da applicarsi alle anime
del Purgatorio, recitando la terza parte del Ro-
sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,
e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-
tandola innanzi al Crocefisso .
Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta
alla santa Comunione .
Può altresì lucrare moltissime Indulgenze ple-
narie nel corso del giorno mediante la recita di
sei Pater, Ave e Gloria, secondo la mente del
Sommo Pontefice . E queste indulgenze applicabili
alle anime purganti, le può acquistare toties quo-
ties, ossia tutte le volte che recita i suddetti
Pater, Ave e Gloria in qualunque luogo senza
bisogno di Confessione e Comunione, purchò sia
in grazia di Dio .
Oltre a queste, un'altra Plenaria ne può gua-
dagnare ogni domenica, e nei giorni qui sotto
notati, purchè confessato negli otto giorni, e co-
municato visiti una qualche chiesa, pregandovi
secondo l'intenzione del Sommo Pontefice .
Mese di Novembre .
1 . Festa di Ognissanti .
2 . Commemorazione di tutti i Fedeli defunti .
16. Sant'Agnese di Assisi sorella di santa Chiara .
19 . Santa Elisabetta di Ungheria .
21 . Presentazione di Maria Vergine al Tempio .
26 . S . Leonardo da Porto Maurizio .
29 . Festa di tutti i Santi dei tre Ordini di san
Francesco .
30 . Sant' Andrea Apostolo .
Con permesso dell'Aut . Eccl . - FERRAR] GIUSEPPE gerente respons .
Tip, di San Vincenzo del Paoli . Sampierdarena 1880 .