BS 1920s|1920|Bollettino Salesiano Agosto 1920

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO

ANNO XLIV - N. 8   AGOSTO 1920

SOMMARIO

Salviamo la gioventù studiosa (Prof. R. Bettazzi).

L'Arcivescovo di Montevideo e le Scuole Professionali Salesiane - Trentacinque fanciulli tolti dal carcere.

Cento piccoli viennesi a Torino.

Consacrazione del tempio di S. Agostino in Milano. Don Albera a Verona.

Leggendo la "Vita" di Don Bosco.

Uno strumento di bene per i Cooperatori. Mostra didattico-professionale.

Nuovi Missionari nell'Alto Rio Negro (Brasile): Lettera dell'Ispettore Don Pietro Rota.

Partenza di Missionari Salesiani per il Chaco Paraguayo.

Il Culto di Maria SS. Ausiliatrice - Pel 24 corrente - Le esecuzioni musicali e gregoriane nel Santuario Grazie e graziati.

Note e Corrispondenze: - L'onomastico del Sig. Don Albera e la 51a dimostrazione filiale a Don Bosco - Le "Cause" dei nostri Servi di Dio - Concorso ginnastico internazionale in onore di Don Bosco - Conferenze Salesiane - Notizie varie: in Italia: all'Estero.

Necrologio e Cooperatori defunti.

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE - VIA COTTOLENGO, 32 - TORINO

Salviamo la gioventù studiosa (1)

La gioventù! Essa è la gioia e la forza di oggi, per essa spira la giocondità nei giorni che volgono; ma sopratutto essa è l'avvenire, e da lei dipenderà il prosperare o il declinare della società, oggi specialmente che, scossi usi e tradizioni, rotte le barriere che tenevano divise le classi, acuiti i desideri di piaceri e di comodi, accese le aspirazioni a capovolgimenti di condizioni sociali, si corre verso un nuovo assetto della società, che va cercando ancora la sua base, in una lotta alta e profonda, tra chi questa base vorrebbe fosse sopratutto l'agiatezza e il piacere, e chi invece intende che debba essere il dovere.

Questo stato di cose crea alla gioventù un non facile ambiente: e si vedono chiare le differenze tra la sua condotta e il suo contegno oggi e in passato - parlo per coloro il cui passato, come a me, si inoltra non poco nel secolo ormai trascorso. - Oggi, non v'è dubbio, essa è meno disciplinata, meno rispettosa che un tempo; ma insieme si riconosca che è più ardente di fare, di agitarsi, di lavorare, quand'anche sia poi meno paziente nel darsi la necessaria preparazione. Quello che si nota di buono in questo mutato contegno, è merito dei tempi, che hanno fatto sentire al giovine la necessità di azione anche per parte sua: di quello che vi è di male io credo che, sinceramente, dobbiamo - almeno in parte - accusarci anche noi anziani, che non abbiamo trattato i giovani come era necessario.

Riconosciamolo, signori, noi che vivemmo anche nel passato: troppo spesso o non abbiamo capito i tempi, e non sapemmo indicare ai giovani i mezzi di viver bene secondo le nuove idee: o non abbiamo inteso quali erano i bisogni e le aspirazioni della gioventù: o, egoisti, non abbiamo voluto cambiar modi per nostra comodità e per non faticare o studiare come farlo: o, superbi, ci parve ben fatto solo quello che noi avevamo sempre fatto, e quindi errata ogni aspirazione a diverse forme di azione.

Non così, signori, si comportò l'uomo in nome del quale qui ci siamo raccolti, D. Bosco: egli che, non solo intese i tempi, ma li previde e li divinò; e, nella sua umiltà e carità, scordò se stesso e le sue comodità per dare ai giovani quello che era a loro caro e adattò ai bisogni e alle esigenze della loro età il suo metodo educativo. Vero è che D. Bosco era un santo: ma vero è anche che noi dovremmo, proprio sull'esempio dei santi, modellare la nostra vita e le nostre azioni.

Per mio conto, io compio così un dovere. Io sono professore, e gli studenti sono l'oggetto del mio lavoro, le creature di cui, per qualche ora la settimana, mi viene consegnata l'anima: io devo renderne conto alla famiglia che me li affida come tesori, alla società che li attende fatti uomini anche per mano mia; a Dio che li ha ha guidati a me per esercizio della mia missione, a sua gloria, a bene dell'umanità.

Essi corrono abitualmente - e oggi più che mai - pericoli gravi. Oltre quelli dipendenti dalle loro qualità semplici di giovani, altri gravi essi ne trovano dipendenti da quella mezza cultura che acquistano nelle scuole, e che ne fa spesso dei presuntuosi o, per la superbia che li prende, giacchè qualcosa sanno, ne fa degli indifferenti in ciò che riguarda la scienza di Dio e i doveri dell'anima; mentre se è bello e utile il conoscere le verità profane, le bellezze del creato, le leggi della natura e del pensiero, è ancor più bello e non più utile soltanto, ma necessario, il conoscere Dio e le ve rità della fede, e le leggi dell'anima e i doveri di pietà e di carità, i quali ci incombono, si voglia o non si voglia. E dei gravissimi essi ne trovano per il fatto stesso di frequentare le scuole, sia a causa dei compagni che comunicano loro quanto sanno a riguardo del male e al male li iniziano; sia per i libri di testo che loro si mettono in mano e per le letture che loro si consigliano, sia - arrossisco a dirlo come appartenente alla categoria degli insegnanti - per quello che insegnano certi loro professori, che non esitano a insultare la fede, a falsare la verità, a schernire la purezza, a seminare dubbi nelle anime.

Di questi pericoli occorre preoccuparci, per preservare il giovine studente, da cadute gravi, talvolta fatali addirittura, che si ripercuoteranno sulla sua vita e impediranno tanto bene e produrranno tanto male. Gli studenti sono giovani che, o restati indifferenti in fatto di fede non sentiranno il dovere della propaganda per il bene e diverranno la grigia falange degli impiegati e professionisti, solo intenti ad un lavoro materiale, solo preoccupati di godere o assillati dal pensiero di arricchire: o, se appresero a sentire il dovere dell'apostolato e della propaganda, si getteranno in questa con ardore e con efficacia, ma faranno del bene o faranno del male a seconda dei principi di cui saranno imbevuti uscendo dalle scuole. È chiaro dunque che chi ha cura di loro, deve adoprarsi a instillare in loro sensi di fede, di carità, di dovere, e temprarli alla onestà della vita, ad avviarli al lavoro fecondo di bene, ed anzi far loro intendere che, nei limiti delle loro attitudini, che del resto andranno sempre crescendo coll'età, devono partecipare essi stessi, fino dagli anni di studio, al lavoro per il miglioramento della società, che è obbligo per tutti e che oggi si va facendo cosi imponente. E parlo degli studenti di ogni età; e dico cosi dei giovani, come delle giovinette e delle ragazze.

Guardiamo dunque con precisione e diciamo con sincerità quali devono essere le doti del giovine studente.

Quali devono essere le doti del giovine studente.

Deve egli possedere salda e sicura la fede; se no diverrà o inerte, o diffonditore di male; su lui avranno presa tutte le insidie della scuola, che lentamente ne faranno un indifferente, un tristo. Ma, per serbarsi integro, deve la sua fede essere illuminata: date le sue condizioni, egli deve prepararsi con una adeguata cultura, religiosa. Egli deve intendere, che se è bello apprendere quali sono le bellezze della natura, tanto più bello sarà conoscere quelle dell'autore della natura: e che se alle menti giovanili piace arricchirsi di verità, tanto più deve piacere l' accostarsi alle sorgenti della verità, anzi alla verità stessa che è Dio. E quindi si dovrà aver cura di fornirgli o nella scuola ordinaria, o se no in apposita scuola, una conveniente cultura religiosa, in modo da tener viva ed accesa nel suo cuore la fede.

E la pietà dovrà pure da lui essere coltivata, se no la sua fede sarà vana, e sarà poco più che sforzo di mente. Quel Dio che egli ha imparato a conoscere, deve egli servire ed amare, riconoscendo di avere verso di lui dei doveri imprescindibili e adempiendoli con precisione e amore. Senza la pietà, la fede gli sarà qualche volta persino bagaglio pesante, di cui facilmente si sbarazzerà, specialmente se nelle scuole sia in ciò secondato da compagni o da insegnanti.

Dovrà egli poi aver chiaro dinanzi alla mente che, appunto per la sua maggior cultura, è suo obbligo il proporsi di spenderla a vantaggio dei suoi fratelli: e perciò egli ha da dedicarsi, nei limiti di tempo, di circostanza e di preparazione che sono conciliabili colla sua età, all'apostolato ed all'azione. Sia apostolo fra i compagni, operi là dove non è necessaria grande conoscenza della vita, ma non cessi mai di spandere attorno ad essi verità e germi di bene, di soccorrere sventure, di preparare la via - come egli potrà - all'avvento della giustizia.

Tale sua partecipazione alla vita e al lavoro, che oggi fervono, è per lui dovere dell'oggi e è in piena preparazione al domani.

Per altro, ancorchè il suo apostolato e l'azione sua siano davvero utili agli altri e a lui meritorie, è necessario che egli abbia prima acquistato un ampio dominio su di se stesso, ed anche fatto una seria e rigida scuola di carattere generale, che, pur troppo, oggi si fa poco o niente, in special modo nella gioventù dei popoli latini. Il giovine che vuole, come deve, essere apostolo e lavoratore, bisogna che abbia altissimo il sentimento del dovere,, il quale si ha da compiere ad ogni costo; che sia temprato alla disciplina sana e bene intesa verso chi su di lui ha legittima autorità, che sia, preparato al sacrifizio e al dolore, le due grandi molle e le due grandi luci di ogni cosa bella, i segni distintivi delle opere gradite a Dio. Il quale volle che l'opera più grande che sia stata compiuta nel mondo, la Redenzione, che Egli avrebbe potuto realizzare con un semplice atto di volontà accadesse al prezzo del dolore più aspro e del martirio più sanguinoso del Figlio Suo: e così ci ammonì che se sì vuol fare opere di bene a Lui accette, si deve passare tutti attraverso la rinunzia, la contradizione, fors'anche la persecuzione; e che quindi chiunque - sia pure il giovine - non sappia utilmente soffrire, non sarà mai in grado di compiere un'opera cara a Lui.

Come scuola di sacrifizio, di rinuncia e come tempra di carattere, come custodia di energie potenti, oltrechè come chiaro dovere di legge divina, apprenda il giovine a custodire e rispettare scrupolosamente la propria purezza. Sono oggi frequenti e potenti i pericoli di sue cadute, e le insidie a lui partono non solo da luoghi e persone tristi o da ambienti indifferenti in sè, come la strada e il teatro, ma dagli stessi luoghi che parrebbe dovessero esser sani, come le scuole, la stessa cattedra talvolta.

Apprenda egli che la purezza è per lui dovere, ma è insieme orgoglio e benefizio: è prova di forza, e di forza è a sua volta sorgente: è culto di alti ideali, ed è causa di gioia, di salute, di giocondità, di felicità: solo potrà gustare la bellezza della famiglia e sentirne l'alta poesia, solo prepararsi a fondare una famiglia, chi intenda la sua missione appoggiata al rispetto vero della donna e al desiderio dei figli, colui che visse pura la sua giovinezza. Il giovine che voglia dunque prepararsi all'avvenire e intanto gustare tutto il fascino della sua giovinezza, deve essere educato alla pratica più rigida ed alla affezione più sincera di una purezza vera e completa di corpo, di anima e di pensiero.

Questo, signori, è vero programma salesiano: qui vi è tutta l'anima di Don Bosco e il Cooperatore fedele deve dar opera alacre ed attiva perchè questo programma sia svolto appieno nella educazione di tutta la gioventù, di qualunque paese, di qualunque età e sesso.

Come instillare nel giovine sensi di fede, di carità e di dovere....

Perchè la preparazione del giovine si' inspiri realmente ai principi su cui mi sono soffermato, occorre che si possano avere buoni istituti di educazione e di istruzione, che sia reso sano ed onesto l'ambiente in cui il giovine deve vivere, che si dia modo al giovine di sentir correggere gli errori che ascolta e di riparare al reale in cui possa cadere, che si tempri fortemente l'animo suo e il suo carattere e egli venga avviato al sano lavoro sociale a cui deve poi, fatto uomo, attendere.

A raggiungere questi scopi dedichino dapprima i Cooperatori ogni loro sforzo per avere buone scuole. Oggi la scuola pubblica, come è noto, non educa, quando pur non corrompa: e la scuola privata, anche se ottima, non offre agli scolari le facilitazioni grandi delle scuole pubbliche, ed anzi essa trova ostacoli, difficoltà e pastoie che si manifestano sopratutto negli esami. Di qui difficoltà nell'impianto e nel mantenimento di buone scuole private, di qui un accorrere di giovani alle scuole pubbliche, anche di quelli che le famiglie vorrebbero custodire buoni, ma per il timore di difficoltà negli studi e negli esami non mandano alle scuole private, correndo così il pericolo di vederli guastarsi nella fede e nel costume. Cerchi dunque il Cooperatore di lavorare in quei paesi, ove non vi è libertà, di scuola, perchè tale sacro diritto di tutti, e specialmente di chi ha una fede, venga rispettato: e si adopri colla propaganda scritta, orale, col premere sui pubblici poteri a far sì che venga concessa facoltà di aprire liberamente scuole di qualunque grado, senza privilegi speciali per quelle dello Stato, con esami eguali per tutti e dinanzi a giudici veramente imparziali ed estranei a qualunque scuola. E dove e quando vi sia tale libertà, egli zeli la fondazione di scuole veramente cristiane, dalle elementari alle universitarie se occorre, dove accanto al sapere profano, si dia ai giovani anche quello religioso, meglio dove l'idea divina penetri, pervada tutto l'insegnamento, tanto che imparino i giovinetti e i giovani che non vi ha verità che non sgorghi, direttamente o no, dalla scienza di Dio, e che la vita non sta nel solo sapere, ma nel compiere il dovere, e che l'acquisto della dottrina è subordinato al dovere di farla servire a scopo alto e di bene.

Per provvedere poi a porre i giovani al riparo dei pericoli che essi corrono alle scuole e fuori di esse, si cerchi di moltiplicare i pensionati tenuti, non per speculazione, ma per alto fine morale, da chi abbia alto lo spirito religioso, e i «dopo scuola » tanto graditi e tanto utili alle famiglie ed agli studenti stessi.

E non dimentichiamo le scuole di religione di ogni grado per gli scolari delle scuole pubbliche, i quali di religione non sentono parlare nella scuola, nei casi più fortunati, o ne sentono parlare malamente. Deve il giovine persuadersi che non soltanto è necessario che lungo la vita gli vengano ricordati i suoi doveri e le verità necessarie a salvarsi; ma che come si è orgogliosi di conoscere quante più verità si possono nel campo delle lettere e delle scienze profane, così si deve sentire il desiderio e il bisogno di possedere quella scienza, di ogni altra più vasta, che è la scienza di Dio, e che sarà sempre incompleta la coltura dì un giovine che non conosca quello che si riferisce alle cure della parte sua più nobile, che è l'anima.

(continua)

Prof. RoDOLFo BETTAzzI.

(1) Discorso del prof. Cav. Rodolfo Bettazzi all'8 Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani. L'egregio oratore esordiva con queste parole: « Eccellenze, Signori, si perdoni all'audacia che io ho avuto quasi improvvisandomi a sostituire chi degnamente poteva trattare il tema che mi è stato affidato, e dovè restar lontano da Torino per dolorose vicende domestiche (l'on. Cingolanì di Roma). L'ho fatto innanzi tutto perchè ai Salesiani, per proposito, non dico mai di no: poi perchè quello della gioventù è un tema che mi tenta e per l'interesse che ha in sè e per il fascino che su me esercitano, anche ora che invecchio, coloro che vengono sbocciando alla vita ».

L'ARCIVESCOVO DI MONTEVIDEO E LE SCUOLE PROFESSIONALI SALESIANE

Mentre a Torino continuano le visite di eminenti personalità e d'interi istituti e maestranze alla Mostra «Programmi » delle Scuole Professionali e Colonie Agricole Salesiane, in America, e precisamente a Montevideo nell'Uruguay, ferve un santo entusiasmo a favore delle locali Scuole Professionali Don Bosco. Da un anno s'è iniziata una colletta per ultimare i locali dell'istituto, in modo da poter accogliere non meno di trecento artigianelli, e il direttore Don Harispuru va raccogliendo, di porta in porta, l'obolo della carità cristiana, per condurre a termine il grande disegno. Ora ci giunge uno splendido documento in suo favore, nè più nè meno che una Lettera Pastorale del nuovo Arcivescovo di Montevideo, Mons. Giovanni Aragone, sopra la continuazione dell'edifizio delle Scuole Professionali D. Bosco. Eccola, fedelmente tradotta, nella sua integrità.

GIOVANNI FRANCESCO ARAGONE per grazia di Dio e della Sede Apostolica ARCIVESCOVO DI MONTIVIDEO.

Con una rapidità e larghezza meravigliosa si è diffusa in questa capitale una notizia molto consolante che ha destato un compiacimento generale, spontaneo: cioè che avranno il più ampio sviluppo e ordinamento le Scuole d'Arti e Mestieri di Don Bosco, col terminarne il grandioso edifizio iniziato.

La verità di questa notizia, che ci fu ufficialmente comunicata dal caro e benemerito Don Gamba, Ispettore dei Salesiani nell'Uruguay, ha prodotto in Noi la più viva soddisfazione che vediamo condivisa dal popolo cattolico e da quello che non, è tale, giacchè l'Opera di Don Bosco ha innumerevoli ammiratori e cooperatori anche tra quelli che non professano le nostre convinzioni religiose. Dirò di più, essa è stata ber l'animo nostro di una soddisfazione al tutto particolare, per l'alta dignità, cui piacque all'Altissimo, nella sua infinita bontà di elevarci. E come nascondere questa gioia in questi momenti, senza privare, forse, quest'Opera provvidenziale di quell'appoggio morale che può condurla ad un risultato più efficace a vantaggio della gioventù abbandonata, e quindi ad essere di maggior utilità per la santa causa che ci anima cordialmente in tutti gli atti del Nostro sacro ministero?

Ecco il tema principale di questa nostra Lettera che fin da questo momento vogliamo nunzia, ai diocesani tutti, della viva e profonda simpatia che C'ispira l'Opera di D. Bosco, sublime manifestazione della Provvidenza di Dio a prò dei figli del popolo ed argomento inconfutabile della vitalità e fecondità perenne del Cristianesimo. Come non può non albergare questi sentimenti nel_ cuore, chi vede che l'Opera Salesiana, nelle sue svariate e molteplici manifestazioni, forma e conserva i figli del popolo nella vera fede e nella pratica del bene, li libera dalle false dottrine e dalle vie abbominevoli del vizio, li preserva dai funesti Principii antiscristiani e dai conseguenti traviamenti morali, e insieme ne coltiva e modella le facoltà secondo le varie fasi di un lavoro che nobilita, rendendoli utili a sè stessi, alla famiglia e alla patria, ove han già dato prova delle loro virtuose attitudini e energie?

Ma quest'Opera, di tanto merito e così varia, può apprezzarsi in tutto l'ammirabile suo complesso, solo nei recinti della loro attività che i Figli di D. Bosco alzano per ogni dove, accanto a quelli della preghiera: in quei laboratorii, che sono veri alveari dell'umana industria, e che in mezzo a noi, stando per toccare il termine e la perfezione, hanno destato in lutti gli animi un sentimento di approvazione, d'entusiasmo e d'affetto sincero e profondo.

In vero, quelle varie officine, popolate di giovani, applicati ai lavori i più differenti, riposano dolcemente lo spirito nella tranquillità dell'ordine, nella disciplina, nel fraterno affetto e nel compimento del proprio dovere, che mirabilmente vi regnano. Nelle Case Salesiane, il giovane che si vedrebbe trascinato da mille circostanze della vita per le vie e le piazze di città e paesi, vittima dell'ozio e conseguentemente convertito in un elemento di dissolutezza, trova un tetto amico, una mensa cordiale, cuori affettuosi, maestri savi e zelanti, che gli dànno un'educazione integra, un'arte o un mestiere secondo le proprie forze, le proprie inclinazioni e tendenze, e un ambiente sano e delizioso, dove la gioventù si sviluppa pienamente, facendo acquisto di tutta la bellezza, vigoria e forza spirituale e materiale, di cui dev'essere dotato il cittadino laborioso ed onesto che vuol essere l'orgoglio della patria.

Più ancora, il giovane, che trovandosi in tristi circostanze ed avvolto nella corrente del mondo moderno finirebbe forse in carcere, o almeno sarebbe fatto segno al generale disprezzo, oggetto della comune esecrazione per le sue criminali tendenze e per la sua Perversità, nelle Case Salesiane si trasforma in elemento, di gran valore e, compiuto il suo nobile tirocinio, n'esce buon artista, pieno di soddisfazione e quasi trionfante per affermarsi nel mondo mercè il lavoro che costituisce la sua felicità, divenendo nel campo sociale, unità e forza d'ordine, di tace e concordia, mentre Per la sua pietà, pratica e convinta, si schiera decisamente, in posto d'onore, tra le file di quelli che lavorano per la causa santa della Chiesa.

Si può desiderare di più? Se l'azione sociale cristiana pel bene della classe operaia esige sopratutto la formazione d'uomini abili al lavoro e capaci di ben orientarsi nella vita, uomini che sappiano rispettare e consolidare con la condotta i principii che sono la base della società, devesi riconoscere che le Scuole Professionali Salesiane costituiscono un'opera essenzialmente sociale-cristiana, e che, perciò stesso, il lavoro generoso e perseverante dei figli di Don Bosco fra le classi operaie, coopera efficacemente alla restaurazione dell'ordine in mezzo al civile consorzio.

Ed è veramente così. I giovani usciti dalle Scuole Professionali Salesiane, formano una legione che di già si estende in ogni ambito della Repubblica; molti di essi sono Padri di famiglia onoratissimi, e la casa loro è albergo di tutte le virtù civili e religiose. Questa falange di ex-allievi degli Istituti di Don Bosco ha bene meritato, in tutto il territorio, il rispetto e la stima di tutte le associazioni, in mezzo alle quali vive, dedita com'è al lavoro ed all'industria, con le più alte e nobili mire, e con la maggior correttezza di costumi ed esemplarità di vita. Non sono essi davvero, quelli che ricorrono alla violenza Per migliorare le sorti finanziarie, nè quelli che si alimentano di odio e di ribellione contro le organizzazioni più essenziali della società; al contrario il loro intento caratteristico è stato e sarà sempre quello del lavoratore cosciente, onorato e cristiano, che è sinonimo di uomo di Pace, di armonia e di giustizia.

Che si può desiderare ancora da un'opera così bella e degna di entusiastiche lodi? Null'altro che perduri, s'ingigantisca, e continui a spandere a dovizia gli inestimabili suoi benefizi sulla gioventù e tra la popolazione del nostro Paese. È doloroso che fino ad oggi le Scuole Professionali Salesiane, stabilite nella nostra città, non abbiano potuto albergare che un piccol numero di giovani e non abbiano potuto moltiplicarsi in tutta quanta la Repubblica. Ora, pel compimento del primo di questi voti, si lavora assai: e si vuol dare tutta l'ampiezza possibile al grandioso edifizio in modo che sia capace d'un numero maggiore d'alunni, di scuole, e di maestri. Se queste Scuole Professionali di Montevideo, negli anni trascorsi, ebbero solo un centinaio di alunni, d'oggi in poi, per l'ampliamento che avrà l'Istituto, potranno dar luogo ad un numero tre volte maggiore, ossia a trecento. Ciò speriamo fermamente, per vedere, almeno triplicata, l'azione eminentemente educatrice dei Figli di Don Bosco.

Pertanto Noi confidiamo che la Società Uruguaya, che ha ricevuto dall'Istituzione, di cui parliamo, innumerevoli e preziosi elementi di laboriosità e di onoratezza intemerata, e perciò è debitrice di stima e di riconoscenza ai figli di Don Bosco, a questi intaticabili apostoli della verità e del bene in mezzo alle classi lavoratrici, concordemente e col più largo appoggio vorrà continuare a corrispondere agli sforzi generosi che la Chiesa, madre sempre affettuosa ed amica del povero e dell'umile, rivolge oggi a vantaggio della gioventù abbandonata.

Dal canto Nostro abbiamo tutta la speranza di vedere, presto e del tutto, terminati i lavori di queste Scuole Professionali, che hanno da raccogliere un numero assai maggiore di giovani che urge togliere dall'oziosità, dall'abbandono, dai pericoli del mondo, dalla corruzione e dalla rovina, Per avviarli sul sentiero della virtù, del lavoro e del bene, si da diventare il sostegno della famiglia, il decoro della Religione e l'onore della Patria. Così anche a Noi resterà facile il dovere che ci incombe di vigilare sugli interessi delle classi operaie, e vedremo con intima soddisfazione ingrossarsi le file di coloro che cercano nelle massime cristiane la soluzione dei gravi problemi che agitano il mondo del lavoro, e stabilirsi l'equilibrio sociale, base del benessere della prosperità e delicità dei popoli.

Voglia adunque Iddio benedire quest'Opera, alla quale auguriamo calorosamente che giunga presto al termine dei suoi santi e gloriosi fini, come Noi stessi la benediciamo dall'intimo del cuore, insieme con tutti i suoi collaboratori.

Che la Nostra benedizione sia feconda di tutti i favori e delle grazie più elette del Cielo!

Montevideo, 5 maggio 1920.

GIOVANNI FRANCESCO ARAGONE

Arcivescovo di Montevideo.

Trentacinque giovinetti tolti dal carcere.

L'ultimazione delle Scuole Professionali Salesiane di Montevideo e l'apertura di altre Scuole in altre città dell'Uruguay interessano vivamente quella nobile Nazione, la quale manca di un'istituzione e di ogni disposizione legale che tutelino la. correzione e l'assistenza dei delinquenti e dei minorenni, abbandonati

Quanti fanciulli e giovinetti vanno a finire dinanzi al' tribunale, o sono raccolti dalla questura, vengono condotti al Carcere correzionale, senza distinzione di sorta, con quanto pericolo d'ulteriore pervertimento, non è chì noi vegga.

Mossi da questo lacrimevole stato di cose, l'Ispettore Salesiano Don Gius. Gamba e il Direttore delle Scuole Professionali Don Bosco, Don Harispuru, non solo idearono l'ampliamento dell'Istituto, ma vennero senz'indugio nella generosa deliberazione di dare la precedenza, nelle accettazioni di nuovi alunni, ai giovinetti più bisognosi.

Infatti, mentre a Torino s'inauguravano i Congressi Internazionali in preparazione all'inaugurazione del Monumento a Don Bosco, essi si recavano al Correzionale di Montevideo per scegliervi 15 giovinetti tra i più abbandonati. L'opera pietosa intenerì maggiormente i loro cuori, e, senza esitare, portarono il numero a 25.

La chiassosa schiera giovanile usci dal carcere tra la mestizia di quelli che vi rimanevano; e i bravi figli di Don Bosco la condussero subito alla sede d'uno stabilimento profilattero contro la tubercolosi, dove, dopo che ebbero procurato a tutti un buon bagno, distribuirono a ciascuno un abito nuovo. Così, vestiti pulitamente, quella medesima sera del 20 maggio entravano nelle Scuole Professionali Salesiane, accolti a festa dagli alunni. Diciamo di più: la fortunata schiera non tardò a ingrossare, e per la festa di Maria Ausiliatrice i liberati dal Correzionale eran già trentacinque.

In questo modo l'Uruguay si associava generosamente alle dimostrazioni mondiali per l'inaugurazione del Monumento a Don Bosco.

Cento piccoli viennesi a Torino.

Altro episodio della carità salesiana per la gioventù bisognosa è quello che si svolse sul finir di giugno e ai primi di luglio nell'Oratorio Salesiano di Torino, dove erano scesi da Perosa Argentina i cinquanta fanciulli viennesi, giunti nel mese di marzo, e dove li raggiungevano da Vienna cinquanta loro compagni. I cento piccoli Viennesi fraternizzarono per più giorni con i giovinetti dell'Oratorio e, avanti che la prima carovana tornasse a Vienna e la seconda partisse per Perosa Argentina, dove trascorre allegramente questi mesi d'estate, vollero posare attorno al loro benefattore, il Successore di Don Bosco. Non è a dire quanto gioisse il cuore di Don Albera nel vedere la schietta, intensa, e commossa gratitudine dei piccoli beneficati, che raccomandiamo caldamente alla carità dei Cooperatori.

Consacrazione del Tempio di S. Agostino in Milano.

I riti solenni che si svolsero per la consacrazione della Chiesa di S. Agostino a Milano dal 19 al 26 giugno, meritano bene una pagina nel Bollettino, come quelli che, quantunque vivamente attesi, pure, relativamente alla mole ingente del tempio monumentale, avvenuti in breve spazio di tempio, diranno in perpetuo ai posteri quale sia stata l'attività dei nostri Confratelli e la generosità dei Cooperatori nei primi cinque lustri dallo stabilimento dell'Opera di Don Bosco nella metropoli lombarda.

E volle il Signore, che presenti alla consacrazione, insieme col venerando Successore di Don Bosco e di Don Rua che aveva zelato tanto quell'opera, fossero anche il primo Vescovo Salesiano, Giovanni Cagliero, nell'ammanto della Porpora Romana, fortemente commosso nel contemplare il frutto d'una storica conferenza da lui tenuta nel 1893, a San Marco - che fu il seme fecondo da cui fiorì l'Opera Salesiana in Milano, - e con lui Don Lorenzo Saluzzo, l'umile figlio di Don Bosco, che, inviato a coltivarla, non solo ne portò il grave peso per lunghi anni, ma le impresse anche quell'audace impulso, che, in gran parte, è divenuto oggi una splendida realtà. A Dio quindi l'inno del ringraziamento; a tutte le anime buone, che ci assistettero nell'ardua impresa, l'assicurazione di quotidiane riconoscenti preghiere.

La cerimonia della consacrazione.

Ebbe luogo la mattina di sabato 19 giugno, L'augusta cerimonia, iniziatasi alle 6 del mattino, fu compiuta dall'Em.mo Cardinal Arcivescovo di Milano che, in fine, celebrò anche la S. Messa e distribuì la S. Comunione ad una folla di fedeli, raccolti nel sacro tempio anche per lucrare le Indulgenze concesse dal Santo Padre per la fausta circostanza.

La domenica si svolsero, con grande solennità, le funzioni in occasione della Dedicazione della nuova Chiesa.

Il rev.mo Don Albera celebrò la Messa della Comunione generale con un concorso di popolo veramente eccezionale: i fedeli che si accostarono alla mensa eucaristica furono numerosissimi. Alle 10,30 seguì il pontificale solenne, in rito ambrosiano, tenuto dall'Em.mo Cardinal Cagliero, durante il quale la « Schola cantorum » dell'Istituto eseguì egregiamente alcune belle pagine di musica sacra, tra le altre una magnifica Antifona del Cardinal Cagliero. Al Vangelo Sua Ecc. Mons. Olivares, Vescovo di Nepi e Sutri, pronunciò un vibrato discorso celebrativo della solenne ricorrenza, ed inneggiava all'avvenire cristiano della nostra patria e del nostro popolo.

Nel pomeriggio del 20 giugno.

Seguì, alle ore 15, la benedizione del nuovo vessillo del Circolo di cultura dell'Oratorio di S. Agostino. Alla cerimonia intervennero numerosissime rappresentanze di Associazioni cittadine con bandiera; specialmente i Circoli erano largamente rappresentanti. Vi erano anche i nostri bravi esploratori. Un lungo corteo, muovendosi dalla sede dell'Oratorio, raggiunse la nuova Chiesa, ove si svolse la commovente cerimonia. Benedisse il vessillo don Albera: essendone madrina la signora Maria Annunciata Meda, e padrino l'avv. G. B. Migliori. Dopo la benedizione il rev.mo parroco di S. Agostino, sac. prof. Albino Carmagnola, rivolse agli intervenuti la sua parola di riconoscenza e di augurio; ed anche il venerato Don Albera volle aggiungere paterne parole di plauso e di incitamento all'opera di redenzione e di preservazione di tanta gioventù, che vanno svolgendo le associazioni cattoliche per affrettare il trionfo di G. Cristo nei cuori e nella società.

Ricompostosi, il corteo, tra le liete note di varie bande e il canto di «Noi vogliam Dio », raggiunse il cortile dell'Istituto, ove alla presenza di Don Albera, di Mons. Olivares, di Don Conelli del Consiglio Superiore Salesiano, di Don Saluzzo e dell'attuale direttore dell'istituto, Don Antonio Dones, ebbe luogo una simpatica riunione, durante la quale furono pronunciati vari discorsi, tutti esaltanti la solenne festività e auspicanti a sempre nuove conquiste per l'azione cattolica. L'imponente riunione fu chiusa da parole paterne di Don Albera, che fu oggetto della più alta venerazione di tutti i giovani e di tutti gl'intervenuti. In fine S. Ecc. Mons. Olivares impartì la benedizione ai presenti, e l'adunanza si sciolse al canto dei nostri inni e tra il più schietto entusiasmo.

Alla sera segui, nella nuova chiesa, il canto di Compieta, poi la processione col SS. Sacramento, che si svolse ordinata, tra una fitta ala di popolo, nelle vie adiacenti della parrocchia. Dopo la processione venne cantato un solenne Te Deum di ringraziamento; ed impartì la benedizione l'Em..mo Cardinale Arcivescovo.

Il 21 giugno numerosissimi furono i fedeli che si accostarono alla Mensa eucaristica, durante la messa della Comunione generale Alla messa delle ore 10, letta da Mons. Olivares, intervenne pare molta folla: e al Vangelo pronunciò un elevato discorso S. Ecc. Mons. Guerra, Arcivescovo di Santiago di Cuba. Una folla di visitatori affluì ininterrotta da ogni punto della città al nuovo tempio, durante l'ottavario.

Affettuosa dimostrazione.

Nel pomeriggio del 21 giugno, si vide l'ampio cortile dell'Istituto Salesiano rigurgitante di invitati, di rappresentanze, di allievi ed exallievi di Don Bosco, per festeggiare la data solenne ed ossequiare collettivamente l'em.mo Cardinal Cagliero e Don Albera, e i Vescovi Salesiani, intervenuti alla cerimonia. Anche l'Em.mo Card. Ferrari, il venerato Arcivescovo di Milano, volle unirsi alla commovente ed affettuosa manifestazione. Il cortile era tutto imbandierato e ricco di festoni multicolori. Al di sopra del palco d'onore era una epigrafe, che ricordava così la solenne ed intima cerimonia. A Voi - venerando Card. Giovanni Cagliero - degnissimo figlio di Don Bosco - intrepido evangelizzatore della Patagonia - splendore del Sacro Collegio, - insieme coll'amatissimo superiore - rev.mo Don Paolo Albeta, - che del Padre secondo Successore - integro ne tramanda lo spirito, -- e agli incliti Presuli - Che il nome e le Glorie di Lui - Nell'universo mondo onorano -- qui convenuti a render più solenne - le Consacrazione del nostro Sant'Agostino - compiuta dal Successore ed emulo - di Carlo e di Ambrogio - Em. mo Cardinal Andrea C. Ferrari - Salesiani - Cooperatori - Parrocchiani - esultanti e grati plaudono ed inneggiano.

L'accademia fu aperta da un caldo saluto di Don Dones: seguirono versi del prof. Burlando e d'un alunno studente, e un dialogo, brillantissimo. Mons. G. Pini, con una felice improvvisazione, portò agli illustri festeggiati il saluto dei Cooperatori e delle Cooperatrici formulando i migliori auguri per l'Opera di Don Bosco, a cui va tutta la simpatia dei cattolici di Milano e di Lombardia. La banda dell'Istituto eseguì scelti pezzi, che alternarono i discorsi e le declamazioni. La bella adunanza si chìuse dopo brevi e toccanti parole di Don Albera ed un discorso del Cardinale Cagliero, improntato a quello spirito pratico, che fu caratteristico del Fondatore della Pia Società Salesiana. L'Eminentissimo impartì quindi la benedizione papale; e la riunione si sciolse tra il rinnovarsi del più schietto entusiasmo. All'uscita dell'Em.mo Cardinal terrari dall'Istituto, gli allievi gli improvvisarono un calorosa dimostrazione, e la banda musicale fece servizio d'onore, mentre il cortile interno appariva tutto splendidamente illuminato alla veneziana.

Adunanze degli Ex-Allievi.

Riuscitissima fu l'adunanza degli allievi, sotto la direzione del presidente Egidio Legnani, il quale fece una relazione sul Congresso di Torino.

Intervennero all'adunanza S. Em. il Card. Cagliero, il rev.mo D. Albera, D. Lorenzo Saluzzo, D. Dones, l'avv. Paleari. Il presidente Legnani rivolse parole di saluto e di augurio a S. Em. il Card. Cagliero e a D. Albera. L'avvocato Paleari improvvisò elevate parole all'indirizzo dei due illustri rappresentanti della Famiglia salesiana. Chiuse l'adunanza con parole di incitamento a ben fare il rev.mo Don Albera, e Sua Em. il Càrdinale Cagliero diè a tutti la sua benedizione.

Tennero adunanza anche gli antichi allievi della Lombardia, presieduta dal rev.mo Don Angelo Rigoli, prevosto di Somma Lombardo e presidente di questa Associazione. Erano presenti molti sacerdoti ex-allievi. L'amico Legnani fece la relazione del Congresso di Torino, e si parlò a lungo della proposta della Casa dell'ex-allievo, che venne accolta dai presenti con cordiali approvazioni.

Così alle feste per la consacrazione del Tempio di S. Agostino a Milano presero parte tutti i nostri cari amici di Milano e di Lombardia, e ne ripartirono schiettamente decisi a vivere dello spirito di Don Bosco in seno alle loro famiglie e in mezzo alla società.

Don Albera a Verona.

Accompagnato da S. E. Mons. Felice Guerra, salesiano, Arcivescovo di Santiago di Cuba, e dall'Ispettore delle Opere Salesiane della Lombardia e del Veneto, Don Albera, affrontando i disagi e le incertezze del viaggio, in pieno tempo di sciopero ferroviario, giungeva a Verona la sera del 22 giugno u. S. Ossequiato alla stazione da un'eletta rappresentanza di distinte personalità che l'attendevano mettendo a sua disposizione tre magnifiche automobili, arrivava pochi istanti dopo all'Istituto, dove, in fondo al gran viale d'ingresso, oltre il Direttore della Casa, Don G. B. Antoniol, cogli insegnanti ed alunni, erano a fargli omaggio una numerosissima accolta di sacerdoti e di ragguardevoli persone della città, colle quali D. Albera si indugiò alquanto in famigliare colloquio.

La mattina seguente fu dedicata alla visita d'omaggio a S. E. il Cardinale, che trattenne a lungo il Rettor Maggiore in privato colloquio, improntato alla più schietta benevolenza.

LA CONFERENZA AI COOPERATORI. - Per la sera del giorno 23 era indetta una conferenza ai Cooperatori. La Cappella dell'Istituto era letteralmente gremita. Senza ricercatezze rettoriche, ma colla persuasiva eloquenza dei fatti, l'Arcivescovo di Cuba, Mons. Felice Guerra, illustrò l'opera di penetrazione religiosa e civile compiuta dai Missionari Salesiani fra popolazioni addirittura primitive, dapprima quasi refrattarie all'opera di civilizzazione, quindi gradualmente trasformate, a prezzo di immensi sacrifici, dallo zelo dei figli di Don Bosco.

La parola di Mons. Guerra in simpatica forma italiana, non ostante i trent'anni di apostolato in America, e con caldi ricordi di vita vissuta, ebbe un vero successo di ammirazione e sopratutto di persuasione.

CONVEGNO REGIONALE DI DIRETTORI. - Erano convenuti per la circostanza anche i Direttori dell'Ispettoria. Oltrecchè per un tributo di omaggio affettuoso al Superiore, erano invitati a conferire e ricevere istruzioni intorno a molte questioni riguardanti il buon andamento delle opere loro affidate e a concretare l'attuazione dei postulati formulati a Torino al Congresso degli Antichi allievi, riguardo alla costituzione delle Unioni regionali. D. Albera si compiacque della bella iniziativa che non sarà senza frutto, e chiuse l'importante riunione del mattino 24, con paterne parole di esortazione.

CONVEGNO DI EX-ALLIEVI. - La serata era per gli antichi allievi. Sebbene gl'inviti per le difficoltà recate dallo sciopero, fossero diramati solo a quelli residenti in città e vicinanze, pure alla riunione accorsero numerosissimi. Compiuta le formalità per l'elezione di una presidenza dell'unione locale e del Comitato direttivo, il nuovo Presidente Corradi Silvino, un ufficiale mutilato di guerra, ringraziava i compagni ex-allievi, D. P. Fritz e D. Rancani, promotori e organizzatori del convegno, per l'opera loro. In ultimo la Presidenza diede la parola a D. Giraudi, il quale in una rapida e serrata esposizione di criterii pratici per concretare il programma del Convegno e dell'Unione locale, effuse tutto il suo cuore di padre e di maestro, rievocando i momenti più caratteristici della vita di collegio vissuta dagli alunni presenti.

La lieta adunanza si chiuse con una bella sorpresa. L'Arcivescovo Mons. Guerra entrava improvvisamente nella sala e, presa la parola, esponeva un'idealità di ascensione cristiana, prendendo le mosse dal motto « Excelsior » del poeta inglese. Quando l'oratore, dopo aver tratteggiato l'immagine dell'ardito pioniere salito sulla vetta e in atto di agitare il suo stendardo, augurò che anche l'Associazione degli ex-Allievi di Verona, avesse la sua bandiera e offerse il suo contributo di mille lire, gli applausi scoppiarono fragorosi ed insistenti. Gli Ex-Allievi di Verona avranno in memoria, una bandiera coi fatidico nome « Excelsior! »

All'uscita dal salone dell'adunanza un grandioso gruppo fotografico raccoglieva in un sol quadro col Rettor Maggiore e Mons. Guerra, antichi e nuovi allievi, antichi ed attuali maestri con tutti i Direttori dell'Ispettoria.

Nel frattempo s'erano allestite all'aperto le mense per l'agape fraterna, offerta dal rev.mo sig. Don Albera. Fu una simpaticissima riunione di oltre 15o coperti, che stampò nel cuore dei presenti un ricordo incancellabile col desiderio vivissimo di ritornare presto fra le care mura dell'Istituto Don Bosco.

FESTA DEL S. CUORE E ACCADEMIA. - Il venerdì 25 fu consacrato alla festa in onore del S. Cuore. Si eseguì la Messa « Te Deum » del M.° Perosi. D. Albera benedisse con vivo compiacimento due nuove bandiere, affermazione di rinnovata vitalità delle Compagnie del SS. Sacramento e di S. Luigi fra i giovani del Collegio, e l'ex-allievo dell'Oratorio di Torino, D. A. Giordani, disse il panegirico di circostanza con, quel caldo accento che rende tanto efficace la sua parola, e guadagna i cuori.

Per la sera, era stato indetto un trattenimento musico-letterario, che S. Em. il Card. Bacilieri volle onorare della sua augusta presenza. Giungeva infatti all'Istituto all'ora annunziata, accompagnato dal segretario Mons. Tomba e dall'Ispettore, ed entrava nel salone insieme con D. Albera, accoltovi dal plauso rispettoso di una vera folla già convenuta.

Disse il primo saluto l'Ispettore, il quale fuse in uno stesso commosso e vibrante omaggio ricordi del Rettor Maggiore, vivente immagine del Ven. Don Bosco, e ricordi dell'Em.mo Porporato, che sempre seguì con vivo interesse e incoraggiò colla sua benevolenza l'Opera dei Salesiani in Verona.

Seguirono canti, esecuzioni musicali, e voci di allievi, ex-allievi, e cooperatori; applauditissime quelle di Mons. Grancelli e dell'Arciprete D. P. Fritz; significante il discorso di Diego Braggio, Consigliere Comunale, che portò il saluto della cittadinanza veronese ed ebbe alte parole di encomio per l'Opera di Don Bosco.

Chiudeva il trattenimento Sua Em. il Cardinale, esponendo, per la solenne dimostrazione, il suo compiacimento profondo e fu un momento di vera commozione quando l'E.mo Porporato con largo gesto della mano, a D. Albera riverentemente inginocchiato ai suoi piedi e all'intera assemblea, impartì la sua benedizione.

All'uscita Sua Em. il Cardinale e D. Albera furono fatti segno a rispettose ovazioni, e dopo la partenza di S. Em. si vide ancora per il vasto cortile una vera folla di persone segnare a dito il 2° Successore di Don Bosco, di cui si ripeteva da tutti il nome, e a gara farglisi attorno per baciargli la mano, in atto di commossa venerazione.

Antichi amici dell'Opera Salesiana ebbero a dire con entusiasmo che una tale dimostrazione rinnovò quanto s'era visto fare in passato attorno al Ven. Don Bosco e al suo primo successore, l'indimenticabile Don Rua.

Leggendo la "Vita" di Don Bosco. (1)

La vita dei santi è sempre feconda di belle: i loro esempi sono incoraggiamento e sprone a seguire le loro orme: perchè a vederli agire così, anche nelle stesse difficoltà che incatenarlo noi, circondati dalle stesse spine, dagli stessi ostacoli, siamo costretti a ripetere il grido generoso di Sant'Agostino: si isti et illi, cur non ego? Se essi poterono operare queste cose, perche non lo potremo noi?

Ora, parlando dell'organizzazione giovanile, abbiamo una vita da additare a coloro che sentono, sia pure una velleità, di fare qualcosa a prò della gioventù: la Vita di Don Bosco, e specie quella scritta dal salesiano Lemoyne, in due volumi

« Vita del Venerabile Giovanni Bosco (1) »

Questa vita va notata, a differenza delle altre vite, perchè ci fa assistere da presso e quasi ci mette in confidenziale rapporto col personaggio principale, di cui non solo ci dà le linee generali, ma l'aneddoto, il fatto speciale, il detto, la conversazione; sicche Don Bosco ci si presenta vivo e parlante in mezzo alle infinite sue opere, e sempre con il suo buon untore, con la sua soave ed avvincente carità.

La lettura di questa vita dovrà creare in chi si sente animato a prò della gioventù, una infusione di nuovo ardire, una somministrazione di coraggio e di zelo, una spinta ed un incoraggiamento a non lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà e avere santa costanza e più santa e confidente audacia.

Questa vita, per tutti coloro che si dedicano all'azione cattolica, vale più d'un corso di esercizi spirituali; tale e tanto è l'effluvio che n'esce, santificante, incoraggiante, ed animante ad opere belle e pie, di santificazione propria e degli altri, di carità e di fiducia nella Provvidenza di Dio e di tenero aurore per le anime.

**

Che cosa infatti trattiene molti, dal cacciarsi entro il lavoro dell'organizzazione giovanile?

Il lavoro d'incominciamento, le prime difficoltà, i primi scoraggiamenti.

Leggete questa « Vita » di Don Bosco. Il coraggio viene.

Forse fu ricco? Ma egli nacque povero, che a stento ed a prezzo di mille sacrifizi giunse a procurarsi un po' d'istruzione, che poi fecondò a forza di volontà.

Forse si trovò in un'accolta di giovani, riuniti per istruzione, bene educati? No! invece li attirò ad uno ad uno, e tra i monelli, tra gli abbandonati, e ne arrivò a riunire, e poi a dar loro da mangiare e vestirsi, varie centinaia, varie migliaia.

Forse si trovò assecondato da altre energie, da altri sacerdoti, da altri innamorati delle stesse idee?

No! da principio fu solo, fu anzi bistrattato, pigliato per pazzo, anche dagli amici, i quali perfino volevano fargli la carità di chiuderlo forzatamente in un manicomio.

Poi, procedendo, ebbe alcuni amici, che lo aiutarono, ma lasciando lui a portare la pesante croce.

Ma forse egli s'incontrò con una favorevole occasione di avere, a prima giunta, un buon numero di ragazzi da organizzare?

No, cominciò da uno, capitatogli per caso, nella sagrestia della chiesa di S. Francesco, ch'era un povero ragazzo pigliato a bastonate dal sagrista, e che fu il primo amico di Don Bosco.

Ma ebbe un edificio ben sistemato, che ridusse ad Oratorio, con tutto il corredo necessario?

Nemmeno per sogno; prima ebbe una sagrestia; poi un'altra, da cui venne scacciato; poi un ricovero, dal quale dovette allontanarsi parimenti, perche cacciato; solo, dopo lunghi anni e disagi riuscì ad avere una casa in un campo, presa in affitto, che poi riuscì a comprare.

Ora questi strapazzi, queste traversìe sogliono essere comuni a tutti gli organizzatori sul bel principiare.

Son costretti a vagare di chiesa in chiesa, da sagrestia in sagrestia; ma quale incoraggiamento non si riceve a vedere Don Bosco, che dovette lottare con le medesime difficoltà, con gli stessi intoppi, moltiplicati!

Eppure, fra tante contrarietà, Don Bosco non perdeva il suo buon umore.

Quando era costretto a lasciare un luogo per trovarne un altro, diceva: siamo come le api. Le api, finchè non trovano un luogo adatto da formarsi un alveare, non corrono vagando tutte insieme? Noi dovremo trovare, vagando, la nostra stanza, il nostro alveare: coraggio!

Ed egli non ebbe un programma definito fin da principio, ma lo ampliò, lo corresse, secondo che le circostanze richiedevano.

Prima pensò far la dottrina ai monelli, a marniera che gli capitavano; e cominciando con pochi, anzi da uno, riuscì ad averne stormi.

Pensò in seguito di dar loro da mangiare, ed a ricoverarli.

Che monta, se le prime volte finisce per essere, rubato, saccheggiato?

Un altro avrebbe desistito; egli all'opposto persevera e vince.

Poi aggiunge al suo programma... di istituire, di avviare i giovarci ricoverati nelle singole arti, poi a formare gli aspiranti al sacerdozio, poi ad istituire la Società dei salesiani.

Quindi il lettore, anch'egli, a vedere tante difficoltà superate, tanti ostacoli vinti, viene a sentire crescere nella sua anima il coraggio di intraprendere qualche tenue cosa, a non scorarsi di fronte alle disdette, a non fare intiepidire il suo zelo dalle immanchevoli critiche, anche di fratelli, a lottare e persistere nella via intrapresa, con gli occhi a Dio rivolti e le mani a lavorare, come faceva Don Bosco.

Ma Don Bosco... era un santo!

Sicuro, Don Bosco era un santo; ma noi, leggendo la sua vita, non vogliamo toglierlo a modello, nelle cose straordinarie e soprannaturali.

Andate ad imitare Don Bosco nel mantenere a via di carità parecchie migliaia di giovani, andate a volerlo imitare nel prestigio e nella fiducia, per cui potè disporre in vita, egli che non possedeva un centesimo, di parecchi milioni di lire; andate ad imitarlo in quella infinita fiducia nella Provvidenza, per cui intraprendeva, senza possedere una lira, opere che sarebbero costate centinaia di mila lire, anzi parecchi milioni.

Lo so, Don Bosco era un santo.

Ma non dovranno essere santi anche coloro che si dedicano alla cura della gioventù?

Ed una fiducia nella provvidenza essi la devono avere: la Divina Provvidenza non può lasciare senza soccorso chi, con retta intenzione ed anima caritatevole, si dedica alla gioventù.

Nè una qualsivoglia organizzazione incipiente ha bisogno di disporre di centinaia di migliaia di lire e di milioni.

Per quello di cui può aver bisogno, l'esempio in grande, osservato nella vita di Don Bosco, può incoraggiarlo.

Di che ha bisogno?

Di una chiesa, di una sagrestia, di un ricovero, di alcuni pochi mezzi.

Ebbene queste cose si possono trovare senza miracoli. Don Bosco non può spaventare.

Patto il primo sforzo, si può giungere a trovare persone caritatevoli, che diano un po' di premi, un po' di aiuto a fare una passeggiata, per una premiazione, a pagare il fitto per un locale.

Tutto sta ad incominciare, con fiducia nella provvidenza di Dio, che farà nascere la carità. Ed in ciò giova la Vita di Don Bosco, la quale contribuisce e ispira incoraggiamento e conforto.

Lo abbiano detto e lo ripetiamo: la Vita di Don Bosco giova quanto e meglio d'un corso di esercizi spirituali a chi voglia dedicarsi all'educazione e alla organizzazione della gioventù.

Noi abbiamo scritto questo articolo appunto per invogliare i nostri lettori a procurarsi ed a leggere la detta « Vita di Don Bosco (1) «.

Noi ci lusinghiamo che, a vista dei chiari esempi di lui, debba nascere in coloro, che ancor non sentono il bisogno e l'urgenza di lavorare per la gioventù, un certo senso d'interessamento, ed in coloro che si son messi all'opera di organizzazione, un senso di spinta e di fiducia a lavorarvi con sempre maggior impegno e senza lasciarsi scoraggiare da difficoltà, che devono considerarsi come ordinarie e indispensabili e come comprovanti l'opera di Dio.

(1) Da « L'Alba », Bollettino interdiocesano, organo della Giunta Provinciale esecutiva dell'azione cattolica di Capitanata.

(1) Se n'è pubblicata una nuova edizione, notevolmente ampliata, ai primi di luglio u. s.

Uno strumento di bene per i Cooperatori (RIVISTA DEI GIOVANI)

In occasione delle feste per l'inaugurazione del monumento a Don Bosco, nacque a cura della Federazione degli ex-Allievi una nuova pubblicazione periodica, della quale era sentito vivamente il bisogno e dalla quale abbiamo ragione di aspettarci copiosissimi frutti di bene.

Intendiamo parlare della Rivista dei Giovani.

Di essa demmo già un cenno nel passato numero del Bollettino; ora desideriamo presentarla e raccomandarla ai nostri lettori, mentre teniamo davanti le bozze del secondo ricco numero.

Quale il programma di questa rivista dei giovani? Volgarizzare e diffondere fra la gioventù il senso e la pratica della vita e dell'apostolato cristiano come lo intendeva Don Bosco e come viene vissuto nell'opera sua mondiale.

Non è dunque un notiziario o un bollettino, ma un organo di cultura viva, fatta per la vita e nella vita; di cultura, viva, diciamo e non di quella cultura che è vano sfoggio di sapere e pretenzioso atteggiamento dell'intelligenza.

Nei due numeri già usciti vengono toccati gli argomenti più vitali: Le attuali difficoltà e pericoli della Fede per i giovani; le fallaci basi della morale detta indipendente; il bisogno dell'autorità nel campo religioso; le miserevoli aberrazioni del Cristianesimo non cattolico; i documenti dei primi martiri cristiani; medaglioni di giovani rinnovanti ora gli antichi eroismi della Fede; la necessità ed i mezzi più acconci per agire a difesa della causa santa; ricostruzioni commosse di pagine evangeliche; giudizi schietti e assennati su pubblicazioni moderne che possono nascondere delle insidie; ecc.

A questi e altri temi s'aggiungono le pagine migliori uscite della penna del Maestro, Don Bosco; gli atti e documenti per la storia e per l'inaugurazione del suo Monumento; le iniziative, le attività molteplici e varie dovute alle unioni di ex-allievi, operanti nel mondo con circa trenta minori pubblicazioni, delle quali questa Rivista è organo inspiratore e centralizzatore.

Al primo numero di saggio largamente diffuso tra gli ex-allievi, fra gli amici e simpatizzanti, rispose il più lusinghiero successo ed applauso. Varii Cooperatori hanno procurato l'abbonamento di questa rivista ai loro figliuoli, persuasi di mettere così in mano a loro un perenne veicolo di bene, un'eco sincera e sicura dello spirito del Ven. Maestro.

Noi adunque raccomandiamo « Rivista dei Giovani» a tutti i nostri lettori e auguriamo che si avverino le parole contenute nel programma, che cioè questa rivista diventi il vivente monumento di quanti educatori, genitori, simpatizzanti, cooperatori ed ex-allievi ammirano in Don Bosco il più moderno Maestro cristiano (1).

*

A lato della Rivista dei Giovani è sorto un foglio più lesto e più alla mano, per le Unioni Italiane, che porta nel solo titolo, « Voci fraterne », tutto un programma. Ad esso vengono affidate le notizie minute per l'Italia, da esso tutti gli ex-allievi riceveranno mensilmente la buona parola, di esso si serviranno le singole Unioni per corrispondere coi loro Soci e per dire ai fratelli i trovati dell'umore che ricorda e del ricordo che opera.

(1) Rivolgersi alla Società Editrice Internazionale, Corso Regina Margherita, 174. Abbonamento, per quest'anno, L. 6.

Mostra didattico=professionale

Tra le Opere istituite dal Venerabile Don Bosco e affidate ai Salesiani, occupa un posto principalissimo - per la sua speciale importanza e per la sua organizzazione - quella delle Scuole Professionali e Agricole, che hanno per iscopo di formare operai onesti, educati, rispettosi, e - nel tempo stesso - abili nella loro professione, conoscitori non solo dei loro diritti, ma anche dei loro doveri verso Dio e verso gli uomini.

Amico sincero dell'operaio, il nostro Venerabile Maestro divinò i tempi nuovi, e - primo fra tutti - quando l'idea delle Scuole Professionali appena appena si andava, qua e là, delineando, nel 1853 aprì in Valdocco i primi laboratori di falegnami è calzolai che furono i primi semi delle attuali Scuole Professionali, le quali contano ora 92 Istituti dedicati agli Artigianelli, con il complessivo di 588 scuole o sezioni e un totale di 14.600 allievi.

Fu quindi ottima idea, quella di mettere in evidenza, in occasione delle feste per il Monumento a Don Bosco in Torino, questa magnifica creazione del Venerabile, con una Mostra Didattico-Professionale, la quale dice come i Salesiani si siano sforzati e si sforzino di migliorare sempre più le loro Scuole Professionali sulla guida degli ultimi ritrovati tecnici e secondo le moderne esigenze, pur gelosamente conservando ad esse quel carattere di praticità che le fa apprezzate da quanti hanno veramente a cuore l'elevazione del lavoratore e il benessere della gioventù operaia.

La Mostra didattico-professionale ha la sua base miei programmi scolastici professionali e agricoli, i quali furono soggetti a una revisione accuratissima, a modificazioni e ampliamienti suggeriti dai precedenti risultati e dall'esperienza personale di insegnanti e Capi tecnici periti nell'arte loro: lavoro lungo e paziente, che non mancherà di portare a suo tempo larghi frutti di bene.

Non si può dimenticare infatti il progresso enorme fatto dall'operaio dell'officina e della campagna, dall'epoca in cui Don Bosco iniziava l'opera sua ai nostri giorni.

Per ciò che riguarda la coltura generale era purtroppo umiliante per la Patria nostra la percentuale degli operai che non sapevano nè leggere nè scrivere. E in fatto di tecnica professionale, essendo appena ai suoi inizi sia l'industria nazionale, sia quei meraviglioso progresso di macchine e di lavorazione che ha raggiunto mète mai immaginate, in questi ultimi anni, non si avevano allora grandi esigenze dall'operaio industriale e purtroppo ancor meno dall'agricoltore.

Oggi invece sono profondamente mutate le condizioni dell'uno e dell'altro, non solo per ciò che riguarda la loro posizione sociale, ma anche per la loro coltura generale e professionale.

Per sostenere la continua concorrenza delle nazioni estere, ove non solo sono più abbondanti le materie prime, ma eziandio più curata e progredita la formazione dell'operaio, è indispensabile formare maestranze, la cui capacità tecnica non sia inferiore a quella dei nostri concorrenti; e occorrono all'uopo non solo mezzi adeguati per le esercitazioni pratiche, ma - ciò che più importa - programmi ben studiati e progressivi, capi d'arte capaci, abili insegnanti di disegno, un personale insomma che conosca quanto di meglio si fa a vantaggio dell'operaio e dell'agricoltore in Italia e all'estero, onde renderne sempre più rispondente ai tempi la formazione tecnica e sociale.

E questi furono appunto gli intendimenti della Direzione delle nostre Scuole Professionali nell'organizzare la Mostra Didattica: presentare cioè, rimodernati, i programmi delle nostre Scuole, corredati da tutti quei sussidi che possono giovare al loro più completo svolgimento, e a direttamente stimolare i nostri Istituti a non arrestarsi allorchè si tratti di beneficare l'operaio, fornendogli tutti quei mezzi di personale atto, di macchinario, di sussidi speciali che possono contribuire a renderlo migliore sotto ogni riguardo. Non è fuor di proposito aggiungere che se queste considerazioni valgono per tutte le arti, hanno un'importanza tutta speciale per le arti meccaniche, poiche il progresso fatto in questo ramo ha raggiunto dei limiti e ha tali esigenze che meritano la più seria considerazione. Solo con operai tecnicamente, socialmente e moralmente ben preparati, si riuscirà ad arginare la valanga che minaccia di sconvolgere l'ordine sociale.

Quanto abbiamo accennato può far capire l'interessamento veramente eccezionale per la nostra Mostra, non solo da parte di alte personalità dell'industria e del movimento sociale, ma anche di capi tecnici e sopratutto di operai che vedono nel nostro umile sforzo l'attuazione di invocati miglioramenti e la soluzione dei problemi che agitano le masse proletarie.

La Mostra comprende due padiglioni corrispondenti ai due rami: agricolo e professionale.

All'ingresso del primo, vengono fissati i tipi delle nostre Scuole Agricole, indicata la distribuzione dell'orario e delle materie, e presentati i nuovi programmi. Nulla vi è trascurato: dall'abito e dagli attrezzi di lavoro, agli strumenti e alle principali macchine.

In un primo reparto v'è ciò che riguarda l'agricoltura generale: ogni ramo è illustrato da semplici corredini didattici. Interessanti in modo speciale quelli della praticoltura, frutticoltura, viticoltura, olivicoltura, risicoltura, frumenticoltura, orticoltura, giardinaggio, bieticoltura, boschicoltura, ecc.

In un secondo reparto sono rappresentate le principali industrie agrarie, quali l'enotecnica, l'enologia, la zootecnia, latteria e caseificio, apicoltura, bachicoltura, coniglicoltura, avicoltura, ecc. Non si tratta di oggetti collocati allo scopo di eccitare l'ammirazione del pubblico, ma di tutta una serie ordinata e progressiva di materiale necessario all'alunno per formarsi tecnicamente giusta le esigenze dei tempi, con esclusione di ciò che sia superfluo.

Un posto speciale è riservato al fabbisogno per la climatologia agricola, la topografia e agrimensura, ed agli strumenti e materiale occorrente all'alunno per le scienze fisiche e naturali: particolare menzione merita la sezione di chimica agraria, tanto importante ai nostri giorni.

Sono pure esposte le opere agricole pubblicate dai Salesiani: come la benemerita Rivista di Agricoltura di Parma, la Biblioteca Agraria Solariana di Siviglia coi suoi 106 volumi; e due altre Biblioteche Agrarie: « I Libri dell'Agricoltore» e le «Monografie Agricole Popolari », che si pubblicano in Italia.

Anche il più rapido sguardo al padiglione riguardante l'Allievo Agricoltore non può non rilevare il Progetto di Scuola Agricola, che compendia l'esperienza e lo studio di molti anni, esteso dal valente Architetto Prof. Mario Ceradini - nonche i due volumi del Cimatti « Il Libro dell'Agricoltore » e le « Lezioni di Agraria », ancora inediti, ma che vedranno presto la luce seguiti da altri, - compilati sulle tracce di apposito programma - e che faciliteranno ai giovani agricoltori l'apprendimento completo delle nozioni necessarie alla loro svariata coltura.

Nello stesso padiglione dell'agraria è raccolto, in sezioni speciali, ciò che riguarda la coltura generale, il disegno, i servizi di refettorio, dormitorio, igiene, ecc.; cose tutte in gran parte comuni agli artigiani e agli agricoltori.

Nell'ampio porticato esterno sono allineate alcune tra le più importanti macchine agricole.

* *

Nel reparto scuola, oltre i programmi di coltura generale e quello speciale di sociologia, illustrato da un geniale e interessantissimo corredino che facilita l'apprendimento tecnico delle più svariate istituzioni moderne di mutualità, assicurazioni e previdenza, è raccolto il mobiglio e l'arredamento scolastico, studiato e perfezionato nei più minuti particolari. Tutto è ben ideato : i banchi, la cattedra, la predella, la lavagna, la bibliotechina scolastica, i corredini per l'insegnamento delle scienze naturali e fisiche, gli albums delle città italiane per la geografia, i campionari per le più importanti nozioni di merceologia, le diapositive, il cinematografo per illustrare i punti speciali dell'insegnamento: ed anche qui - come già per l'Agraria - degni di essere rilevati i due primi volumi dei « Libri dell'Artigiano »: una nuova iniziativa, che segnerà un passo avanti nella istruzione dei giovinetti artigiani.

La Scuola di disegno, arredata con sobrietà e buon gusto, si fa particolarmente notare per la splendida collezione dei vari Corsi di disegno, editi dalla Società Internazionale di Torino per iniziativa e cura della Direzione Generale delle Scuole Professionali Salesiane. Accanto al Corso Preliminare di Disegno Geometrico dei Prof. Ceradini e Semplici, e a quello a mano libera del Vacchetta e Della Sala Spada - son gli altri

« Il Ferro », « L'Arte del Ferro», « Il Legno », «L'Arte dei Legno », e «La Decorazione Tipografica ».

A queste pregevoli raccolte vanno aggiunti il «Metodo di Taglio Massi e Garrone » per i calzolai, il Corso di Disegno preparatorio al taglio e il Corso di Perfezionamento del Rota, il notissimo Metodo di taglio (IIIa edizione) del Cenci per i sarti; - i Manuali Professionali per le diverse arti, quali « Il legatore di libri » di Pio Colombo, la « Lavorazione del legno », di Luigi Gastini, « Il sarto » di Viola e De-Lucia, il «Manuale di composizione, » dello Zanetta, « La Scuola tipografica moderna» del Luquin, trad. di A. Michelotti, « La Tipografia », di Gianolio Dalmazzo; - e i lavori tuttora inediti: « Il calzolaio» di Massi e Costamagna, « La Stampa tipografica » di Giorgis e Verdi, « La Stampa litografica » lezioni di Capelletto, « La Composizione meccanica a linotype » di L. Tagliaferri, « La Composizione meccanica a monotype » di Ollivero; - per aver un'idea dei mezzi, di cui possono attualmente disporre, per la loro formazione intellettuale e tecnica, gli Allievi delle Scuole Professionali di Don Bosco.

Il secondo padiglione della Mostra comprende - oltre il materiale didattico per la Scuola di teoria professionale - gli esercizi progressivi di lavoro per le singole arti e per le varie categorie che ciascuna di essa presenta: e qui pure ci limitiamo, più che altro, ad elencare.

Alle vetrine, ove è artisticamente disposta una ricca serie di modelli per abiti di ogni genere, che rappresentano la potenzialità dell'allievo al termine del suo tirocinio; - alla raccolta interessantissima di tavole illustrative e di abiti per conformazioni difettose, fanno seguito le vetrine ove, in modo accurato, sono collocati i saggi rappresentanti le progressive difficoltà del programma, il corredo per l'insegnamento della tecnologia, e i tavoli per la scuola di teoria e di taglio. Un posto speciale è riservato per le arti tessili. Il programma di calzoleria è curato in tutti i particolari con lavori progressivi e d'insieme assai interessanti. Anche la Conceria si presenta tra i rami professionali curati dai. Salesiani, che ne hanno parecchie Scuole nel Centro America (1).

Specialissima menzione merita il reparto per le Arti Metallurgiche. Abbondante il materiale didattico: ammirati i saggi progressivi, illustrati da disegni al cianuro, delle singole sezioni dei fabbri, aggiustatori, tornitori, fresatori, piallatori, elettricisti, ecc.

L'Arte del libro, con le sezioni di litografia, stamperia, composizione a mano e a macchina, e la legatoria, meriterebbe un cenno assai diffuso: così pure l'Arte della pietra (marmisti e scal pellini) e l'Arte del legno (biennio comune, riquadratori, stipettai, ebanisti, intagliatori e decoratori). Preferiamo, intanto, chiudere la nostra breve rassegna con alcuni giudizi di illustri Visitatori; giudizi, che mentre sono d'incoraggiamento a quanti dedicano le loro energie al bene dei giovinetti artigiani, fanno fede dell'ammirazione che desta questo ramo dell'attività salesiana.

« La Scuola Professionale Salesiana è scuola veramente modello e sarebbe desiderabile trovarla in ogni paese. - Dio benedica questa importante opera iniziata dal Venerabile Don Bosco. - Cardinale Bégin, Arcivescovo di Quebec ».

« La Mostra di Arti e Mestieri è opera splendida, che onora l'Oratorio e la Pia Società. - + Emanuele, Vescovo di Portalegre-Portogallo ».

« Ammiro, non senza commozione, nello splendore dei risultati, il grande insigne valore altruistico dell'Opera Salesiana, la quale rappresenta un cospicuo benefizio per l'umanità. -- Cav. Giuseppe Isidoro Arneudo ».

« Vivamente ammirando l'opera indefessa, proficua e altamente benemerita della Pia Istituzione Salesiana, porgo ai Rev. Sacerdoti dirigenti le mie più vive congratulazioni, - Maggior Generale Barbetta ».

« Ammiro molto la Mostra varia e completa, che ha sopratutto il merito di dimostrare quanto la buona volontà possa far progredire i nostri artigiani. - Dottor Rabajoli ».

« Scuole Professionali con sistemi superiori a ogni elogio, degne di essere aiutate con ogni mezzo da tutti. - Prof. Enrico Guglielminetti ».

« Splendida, sotto ogni aspetto, la Mostra modello, che onora il Piemonte e l'Italia. Dov'è Religione ivi è pure prosperità, poichè Dio benedice le opere fatte in suo onore. - Prof. Giuseppe De Bottazzi ».

Nel ringraziare quanti ci son larghi dei più lusinghieri incoraggiamenti, vogliamo assicurar tutti che la volontà costante di progredire a vantaggio (lei giovanetti Artigiani e Agricoltori non ci verrà meno giammai, sorretti dalla fede nella Provvidenza e dalla generosità dei nostri Cooperatori, i quali, anche dagli ultimi avvenimenti, hanno avuto agio di constatare la necessità assoluta di lanciare nella società falangi di operai tecnicamente abili e moralmente onesti, che - col prestigio del lavoro - sappiano tener alta la bandiera dell'ordine e del bene, quali riescono a formare profondamente e coscientemente gli insegnamenti di Don Bosco.

(1) Delle arti ed industrie insegnate nere Scuole Pro. fessionali Salesiane mancano solo le meno comuni, ad es. la pittura, che si coltiva con successo dai Sordomuti di Napoli e l'arte dei cappellai, un tempo fiorente nell'Oratorio stesso di Torino, ancor vivente Don Bosco, e che presentemente è bene sviluppata in varie Scuole Professionali Salesiane d'America.

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La Mostra didattico-professionaie resta aperta fino a settembre. Da tutti può esser visitata il giovedì, il sabato e la domenica: il mattino:

dalle 9 alle 11; - la sera: dalle 3 alle 7.

Preavvisando, gli Istituti Scolastici e le Società Operaie possono visitarla in qualunque giorno.

In fine della vita si raccoglie il frutto delle opere buone.

VEN. Gio. Bosco.

LETTERE DEI MISSIONARI

BRASILE Nuovi Missionari nell'alto Rio Negro.

(Lettera dell'Ispettore Don Pietro Rota).

San Gabriel, 3 aprile 192o.

Rev.mo ed amat.mo sig. Don Albera,

Col cuore risonante degli Allelua pasquali che oggi, Sabato Santo, l'eco giuliva porta a questo lontanissimo S. Gabriel dalle nostre Case del Vecchio e Nuovo Mondo, nelle quali si celebrano con tanta pompa i santi Misteri mi rivolgo a Lei, amat.mo Padre, e Le auguro ottime feste pasquali, a nome di questa piccola comunità del Rio Negro.

Anche questa Missione, deposto il lutto che vestiva dopo la dolorosa e inaspettata morte del suo primo Prefetto Apostolico, il compianto Mons. Giordano, potè intonare il suo Alleluia col ricevere il piccolo rinforzo di sacerdoti e confratelli, che ho avuto il piacere di accompagnare fin qui. E così l'Opera Salesiana del Rio Negro, che è opera di Dio, potrà continuare il suo cammino pur in mezzo alle gravi difficoltà che hanno contraddistinto il suo sorgere in luoghi, dove quasi tutto era ancora da farsi.

Il nostro arrivo a S. Gabriel. - Notizie generali sul luogo e sulla Missione.

Pioveva dirottamente quando, inaspettati, giungemmo il 14 marzo a S. Gabriel, sul battello Isabel, di proprietà di uno dei migliori amici della Missione, il sig. Antonio Fontes. Non era stato ben interpretato un mio telegramma al Vescovo di Manaos, e ci aspettavano per il mese seguente.

Il nostro carissimo Don Balzola prendeva le prime cucchiaiate di minestra del suo parco desinare, quando gli fu annunziato l'arrivo dei battello con alcuni sacerdoti a bordo. S'alzò di scatto e corse, sotto la pioggia torrenziale, fino al porto, cioè alle... roccie della riva del fiume, nel luogo dove si sbarca. Passata la furia più violenta della pioggia, ed essendo già corsa in S. Gabriel la voce del nostro arrivo, scendemmo e, accompagnati da un bel numero di ragazzi, ci dirigemmo alla nostra residenza, la quale, in attesa di una Casa di nostra proprietà, è la sede dell'Intendenza Municipale, gentilmente ceduta, fin dal principio della Missione, dalle Autorità locali: ed è il migliore edifizio di tutto il paese.

San Gabriel, situato a o° o8' 03" di latitudine sud, e 67° 05' 13" di longitudine occidentale (secondo i dati di una Commissione Americana di esploratori diretta dal dott. Hamilton Rice), sorge nella posizione più bella e più salubre di tutto il Rio Negro, ad 85 metri sul livello del mare, sull'alto ciglio della riva sinistra del fiume. La popolazione giunge a mala pena a 750 abitanti; ma lascia di gran lunga indietro altri paesi che, in altri tempi, erano assai fiorenti, e che attualmente si trovano in deplorevole stato di decadenza.

Non mi trattengo a dare altre informazioni, poichè se ne trovano abbondanti nelle lettere anteriori dei nostri Missionari. Dirò soltanto che S. Gabriel dispone, d'ora innanzi, di elementi infallibili di progresso materiale e morale, dovuti in gran parte al fatto di essere la sede della Prefettura Apostolica.

Col tempo una vasta e bella chiesa sostituirà l'attuale cappella, modestissima e angusta, che misura m. 8 x 5 e tra breve avrà l'aumento di altri 4 metri di lunghezza, e così sarà più degna della bella statua di Maria Ausiliatrice che vi si venera, artistico lavoro della nostra Casa di Sarrià. Per essa la Madonna di Don Bosco ha preso solenne possesso di questa terra, fecondata dai sudori apostolici dei suoi figli.

A San Gabriel la Missione mantiene una scuola gratuita, diretta finora dal nostro carissimo confratello Michele Bianco; e conta poco più di trenta ragazzi, i quali al mattino ricevono due ore di insegnamento elementare, e nel pomeriggio attendono, anche per un paio d'ore, a lavori agricoli. Debbo dire che io ed i nuovi arrivati rimanemmo assai bene impressionati per le ottime disposizioni di questi giovinetti, effetto dell'educazione religiosa ed intellettuale che ricevono.

Ascoltai le loro risposte sicure e precise, li udii pregare in chiesa, li vidi servire la S. Messa a perfezione, ed accostarsi con molta pietà e frequenza alla S. Comunione: e le assicuro che mi parvero alunni delle nostre grandi Case. Con questi elementi non v'è da temere del risultato della nostra Missione, e non dubito che tra essi fioriranno alcuni Missionari. La loro pietà incomincia ad essere largamente edificante: già varie persone e del sesso gentile e del barbuto seguono il loro esempio, ed il precetto pasquale, a poco a poco, cessa di essere una parola senza senso.

Durante il viaggio - Care ricordanze - Necessità di un battello per la Missione e di una residenza a Manaos.

Il nostro viaggio da Rio Janeiro fin qua, nulla offrì di straordinario, sebbene sia durato 37 giorni. Nelle fermate intermedie sull'Atlantico avemmo occasione di visitare i nostri Confratelli di Bahia e Pernambuco, che rivedrò poi con più comodità al ritorno. Passammo il mercoledì delle Ceneri a San Luiz di Maranhao, nel palazzo del nostro carissimo Mons. Elvezio Gomez d'Oliveira, Vescovo di quell'importante diocesi, il quale ci fu largo di cortesie veramente fraterne. Al Parà fummo ospiti dell'Arcivescovo Mons. Santino, che ci dichiarò suoi prigionieri fino all'ora della partenza per Manaos. La nostra carcere era il suo bel palazzo, costrutto nella parte , più pittoresca della città ; e la prigionia non fu così rigorosa da non permetterci belle passeggiate; anzi egli stesso volle accompagnarci a visitare i punti più belli e gli stabilimenti più importanti di quella grande città, nella quale dovemmo fermarci tre giorni intieri.

Il Parà era già stato anticamente visitato da quel nostro apostolo, che fu Mons. Lasagna di s. m. In quell'occasione (sono trascorsi quasi 40 anni) era Vescovo del Parà l'illustre ed eroico Mons. Antonio Macedo Costa, che ebbe a soffrire, durante l'Impero, violenze e prigionia per difendere la libertà della Chiesa e aveva ideato la costruzione del Cristoforo, cioè d'un grande battello a vapore, una vera chiesa galleggiante, destinata a percorrere gl'immensi fiumi dell'Amazzonia, portando ai poveri selvaggi la luce di Gesù Cristo.

Anima egli pure di eroe e di martire, Mons. Lasagna s'intese subito col grande Vescovo; e, se le circostanze non permisero nè all'uno nè all'altro di effettuare l'ardito progetto, il Signore volle che i figli di Don Bosco avessero più tardi una parte importante nell'evangelizzazione di questa zona sterminata, e che il primo Prefetto Apostolico del Rio Negro fosse un carissimo discepolo di Mons. Lasagna, cioè Mons. Giordano,, il quale pure vagheggiava, quantunque in proporzioni assai minori, un Don Bosco, o un Cristoforo, percorrente il Rio Negro e i suoi affluenti, che sono il campo apostolico dalla S. Sede affidato ai Salesiani.

Ma se nemmeno il compianto Mons. Giordano potè servirsi di quest'umile mezzo nelle sue escursioni di tre anni e mezzo, credo che non sarà lontano il giorno in cui la Missione Salesiana di San Gabriel possa inalberare il vessillo della Prefettura Apostolica su di un bel battello di sua proprietà, come già hanno le altre Prelature e Prefetture del Brasile. Le condizioni dei nostri fiumi, cioè la poca profondità delle acque, il loro letto seminato di enormi rocce formanti canali strettissimi e correnti assai pericolose, fanno sì che necessariamente il Don Bosco (sarà questo il nome del battello missionario?) debba essere di piccole dimensioni ed assai solido.

Mons. Giordano e D. Balzola più d'una volta hanno esposto questa idea, come coloro ai quali l'esperienza insegnò quante difficoltà vi sono, e quanto tempo prezioso si perde (senza contare le spese non piccole), dovendo dipendere completamente da altri in questi viaggi, in cui l'unica via è il fiume, la route qui marche: l'unica vettura, la barca: e gli unici cavalli quelli a vapore, oppure le braccia dei rematori.

A Manaos noi passammo una notte nel palazzo del Vescovo, Mons. Voffily, nostro grande amico, il quale non perdette il suo tempo e rinnovò le istanze fatte già altre volte per la fondazione di una Casa Salesiana nella capitale dello Stato delle Amazzoni.

E veramente, amatissimo signor Don Albera, anche prescindendo dal gran bene che l'Opera di Don Bosco potrà fare in questa città, dove attualmente non vi è un collegio cattolico per ragazzi, e consultando solamente gl'interessi della nostra Prefettura, della quale Manaos è la porta e la chiave, credo che se vi è in Brasile una nostra fondazione urgente (almeno una residenza), essa è questa. Un paio di sacerdoti, o poco più, con qualche confratello, posson fondare uno o più oratorii festivi, più tardi un piccolo esternato, che presto potrà convertirsi in... ciò che Iddio vorrà. Ed allo stesso tempo potranno essere di valido aiuto ai Missionarii del Rio Negro, specialmente in circostanze straordinarie ed in accidenti imprevvisti. Al mio passaggio nel ritorno, il Vescovo preciserà meglio le sue proposte.

Il « Francisco Salles ». - Nei luoghi dove cadde ammalato e spirò Mons Giordano. - Gli ultimi giorni di questo zelante Missionario.

Il nostro Francisco Salles (che non è nè S. Francesco, nè di Sales), grande battello a vapore della Compagnia Amazzonica, misura i suoi 5o metri di lunghezza per dieci o dodici di larghezza. Il piano inferiore è occupato dalle macchine dell'equipaggio; il superiore, aperto da ambo i lati all'aria libera, serve di luogo di passeggio, di sala da pranzo, di conversazione e di giuoco, ed alle volte di schiamazzo per buona parte della notte, e finalmente di dormitorio. I passeggeri, servendosi delle pochissime cabine soltanto per cambiare la roba e conservare gli oggetti più importanti, tendono in due file le loro reti o amache nel detto piano superiore, assicurandole a certi ferri appositamente collocati nel letto, e si dorme da tutti, così, all'aria libera.

Questi piroscafi, che viaggiano nei fiumi, sono volgarmente chiamati gaiolas (gabbie), non so perchè. Nel nostro Francisco Salles non ho trovato nulla che si assomigliasse a un'abitazione di uccelli o di bestie feroci; per saperne il motivo, bisognerebbe forse risalire alle origini, e credo non abbia ad interessare molto.

In cinque giorni (dal 2 al 7 marzo) il gaiola ci portò a San Isabel, termine del viaggio, non permettendogli le condizioni del fiume di continuare più oltre. Nulla di avventuroso ci accadde durante questo tratto, il quale fu piuttosto monotono. Sempre quelle acque oscure. sulle quali scivola lentamente la nave: due enormi siepi verde-oscure del bosco, che senza interruzione ci accompagnano su ambo le rive: un cielo quasi sempre nuvoloso che sovente (per fortuna!) ci manda una pioggia refrigerante: pochi paesi, che ebbero già la loro importanza ed ora si trovano in desolante rovina: alcuni pochissimi battelli e canotti che fanno il loro viaggio di andata e ritorno: fermate noiose per caricar legna e scaricare mercanzie... ecco tutto. Gli indigeni che dimorano in queste fermate sono semicivilizzati, mescolati a lavoratori (ogni volta più scarsi) che vengono da altri Stati del Brasile. Si vedono molte faccie pallide e smunte: la grippe anche qui fece il suo passaggio trionfale, senz'opposizione alcuna, poichè da Manaos in su non si trova nè un medico, nè chi sappia applicare qualche ragionevole medicina. È da stupire che questo fiume non si converta in un cimitero, specialmente il basso Rio Negro. Lo spopolamento di questa regione è uno dei problemi che dovrebbero interessare di più le autorità.

Ma se nella di avventuroso ci accadde in questa parte del viaggio, non è però vero che non vi sia stato nulla di notevole.

Il giorno 5 si sapeva che eravamo vicini al luogo, dove il nostro carissimo Mons. Giordano aveva passato gli ultimi giorni della sua feconda vita apostolica, e speravamo di avere informazioni sicure sugli estremi suoi momenti.

Infatti era passata di poco la mezzanotte, e il Francisco Salles si era fermato dinanzi a Barracao Fortaleza, quando mi sento chiamare. Salto giù dalla rete e mi si dice che son saliti a bordo due giovinotti, Edmondo ed Emanuel Teixeira Rodrigues, nostri ex allievi di Pernambuco, nella cui casa Monsignore aveva passati alcuni giorni, trattato, com'uno della famiglia, dalla loro veneranda madre. Ed a quell'ora, approfittando della fermata, noi tutti facemmo circolo intorno a loro per udire i particolari che ci stavano tanto a cuore. Fu allora che seppi con certezza che Monsignore morì il 4 dicembre e non il 5, come si credeva.

Non ripeterò qui ciò che il nostro D. Balzola ha scritto. Ho però da notare che duplice era il fine che si proponeva Mons. Giordano in quel viaggio. Il primo di conoscere il fiume Padauiry, affluente del Rio Negro, dove egli non era ancora stato, ed amministrare alcuni Sacramenti; l'altro quello di dar l'ultima mano a due suoi lavori, ai quali consacrava tutto il suo intelletto e la sua energia, cioè un piccolo catechismo in lingua indigena e una grammatichetta a uso dei Missionari. Proprio per questo egli desiderava consultare un profondo conoscitore della lingua nheengatù (pronunciasi gneengatù) che si trovava da quelle parti, il Cooperatore Salesiano Giovanni Amazzonas de Sà, il quale ebbe a dirmi che si trattava di un lavoro di merito non comune e affatto nuovo.

Fu nella casa di questo buon amico, nel Padauiry, che egli si ammalò di febbre; e, quantunque non si trattasse di cosa grave, volle ritornare a S. Gabriel. A questo fine si fece trassportare sul Rio Negro, nella casa Teixeira Rodrigues, in aspettativa del piroscafo che doveva passare di là il 5 dicembre. Ma, siccome esso non si fermava in quel luogo, quando fu il tempo opportuno, lo trasportarono un poco più in su, al Barracelo Javary, punto di fermata del Francisco Salles. Questo ci raccontarono quei due nostri amici, dai quali ci separammo poco dopo, ringraziandoli di cuore delle cure affettuose che avevano prodigato al nostro caro confratello.

Alle nove del mattino giungevamo al Javayy, baraccone del sig. Giulio de Macedo, il quale non soltanto ci accolse come fossimo suoi antichi amici, ria ci fece visitare la camera che l'ultimo giorno della sua vita aveva occupato Mons. Giordano e la rete dove egli aveva reso la sua bell'anima a Dio, verso le 9 di sera. Ci fece notare che nessuno prevedeva il caso fatale, pòichè la febbre non era alta; ma il povero ammalato era assai abbattuto, e si crede con fondamento che vi sia stata qualche complicazione o di cuore, o d'altro. E la buona signora Macedo, ancor piena di commozione, ci contava che durante l'agonia, breve e placida, Monsignore stringeva la mano or dell'uno, or dell'altro, ringraziandoli delle loro cure, fino a tanto che, mentre gli astanti pregavano e cantavano le litanie (secondo un lor costume), tranquillamente spirò.

Non ebbe il conforto di un confratello che gli fosse accanto negli ultimi momenti; ma certamente non gli sarà mancata l'assistenza di tante anime da lui salvate, nè la protezione di Maria Ausiliatrice e del nostro Ven. D. Bosco...

Il giorno seguente, verso sera, quando giungeva il piroscafo, ritornavano dal cimitero coloro che avevano portato all'ultimo riposo la salma del primo Prefetto Apostolico del Rio Negro. Questo cimitero si trova dal lato opposto del fiume, a S. Joaquim: e noi non potemmo andarci: ma ho speranza di poterlo visitare al ritorno.

L'« Jsabel ». - L'ultima parte del viaggio. - Noie e pericoli. - Un'idea di Mons. Giordano. -Il personale della Missione.

A S. Isabel ci accomiatammo dal nostro Francisco Salles; prendemmo posto coi rostri bagagli sul battello Isabel (anche questa non è la santa), e poi, su su, per l'alto Rio Negro.

Il paesaggio è identico, e vi sarebbe anche la stessa monotonia, se non fosse interrotta più o meno poeticamente, dalle varie cateratte, che rendono impraticabile questa parte del fiume ai grandi piroscafi. Infatti, si può dire che tutto il letto del medesimo è di pietra; grandi scogli emergono dalle onde, mentre altri stanno perfidamente appiattati sotto la superficie delle acque; varie differenze di livello fanno sì che, in alcuni luoghi, l'acqua si precipiti per buona parte della larghezza del fiume furiosamente in giù; gli scogli resistono al suo impeto, e le imprimono direzioni così diverse e capricciose, che alle volte non si sa se si vada in su o in giù; insomma è un ribollimento, un andirivieni, un'anarchia da non dirsi. Ed il povero battello, guidato da esperto pilota, gira, serpeggia, avanza e retrocede, e alle volte finisce di cedere definitivamente, sotto pena di vedersi sfracellato in mezzo a tanti scogli. Allora succede uno dei maggiori contrattempi di questa navigazione: il battello cerca la riva, scarica bagagli e passeggeri, e, così alleggerito, ritenta il passaggio; quindi l'equipaggio, ed alle volte gli stessi passeggeri, pazientemente trasportano merci e bagagli al di là della cateratta, e si rimettono a bordo. E tutto questo sotto i raggi cocenti del sole, o inzuppati da una pioggia dirotta. Sono gl'incerti di questi viaggi.

Per ben due volte fummo in pericolo di subire quest'operazione; ma, grazie a Dio, dopo vari giri, e coll'aiuto di persone più pratiche del luogo che, tuffandosi nel fiume, tiravano il battello con corde e in parte lo spingevano, il nostro Isabel vinse tutte le difficoltà. Ma quanto tempo perduto!... quanti soprassalti!... specialmente quando si vede che i barcaiuoli, incerti, si consigliano fra loro in una lingua per noi incomprensibile: o, sotto un'apparenza di impassibilità, lasciano trapelare i loro dubbi e timori! Allora il viaggiatore dice fra sè: « Non mi pigli un'altra volta! »; difatti chi passa per di qua una volta, non desidera passarvi la seconda, a meno che la necessità o il dovere glielo imponga.

È per questo che il nostro caro Mons. Giordano, tra i vari progetti che aveva formulato, aveva anche quello di ottenere dal Governo la costruzione di una strada carrozzabile per una cinquantina di chilometri, che permetta di evitare almeno la parte più pericolosa del fiume, e colla sua tenacità certamente l'avrebbe ottenuta.

Qui pongo termine a questa mia, riserbandomi d'inviare più tardi altre notizie circa il mio ritorno. Parto domani per Manaos, insieme con due dei nostri confratelli, che furono sostituiti da quelli che vennero con me.

E così il Personale completo della Prefettura Apostolica del Rio Negro resta costituito attualmente da tre sacerdoti: D. Giovanni Balzola, Capo della Missione, D. Luigi Montuschi e D. Luigi De Britto; più quattro confratelli cioè: Michele Bianco, Valerio Fernandes, Antonio Gama e Giuseppe Carneiro.

Ci benedica tutti, amatissimo Padre, e specialmente questo suo

Umil.mo e affino figlio in C.e M. Sec. PIETRO ROTA.

Partenza di Missionari Salesiani per il Chaco Paraguayo.

Abbiamo già accennato, suo tempo, che la S. Sede, ad istanza di S. E. Rev.ma Mons. Bogarin, Vescovo del Paraguay, volle affidata ai Salesiani la civilizzazione degli indii che popolano il gran Chaco Paraguago, in numero di 5o. ooo. Or ci viene annunziato, che il 21 marzo u.s. partirono da Assunzione i primi Missionari, alla volta di Fuerte Olimpo, a 68o chilometri al nord di quella capitale, e che di là moveranno quanto prima verso l'interno. Auguri di sante consolazioni ai valorosi Confratelli, nell'arduo campo del nuovo apostolato.

Che grande ricompensa avremo di tutto il bene che facciamo in vita!...

VEN. G. Bosco.

IL CULTO DI MARIA AUSILIATRICE

Nel Santuario, il 24 del mese, si compiono, mattina e sera, devote funzioni in onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino, ha luogo la messa della Comunione generale, seguita dalla Benedizione Eucaristica: - alla sera, alle 20, un'ora di adorazione predicata - ed è il popolo di Valdocco, con le associazioni della Parrocchia, che con vivissima fede accorre alla devota funzione.

Vogliano i buoni Cooperatori e le pie Cooperatrici unirvisi in ispirito.

Echi delle feste titolari.

Nel prossimo numero faremo cenno di alcune feste celebratesi in onore di Maria Ausiliatrice, particolarmente degne di nota, non permettendoci, quest'anno, la moltiplicità di altre notizie di darne un resoconto completo.

Le esecuzioni musicali e gregoriane nel Santuario di Maria Ausiliatrice.

Togliamo da Musica Sacra di Milano di maggio giugno u s.:

« Con un progresso meraviglioso la Schola cantorum Salesiana di Torino, diretta dall'infaticabile maestro cav. G. Dogliani, e forte di circa 2oo esecutori, ci ha veramente estasiati in questi passati giorni, facendosi gustare istanti di paradiso con la triplice esecuzione del capolavoro Palestriniano « la Missa Papae Marcelli » a 6 voci sole, senza accompagnamento. I cori, così sapientemente ammaestrati dei soprani, e contralti, gareggianti con quelli delle voci virili nella esatta interpretazione del sacro testo, assursero a un tal grado di finezza e perfezione da non potersi desiderare di più.

» Nè meno felici furono le esecuzioni del pomeriggio, ove spiccarono le belle produzioni del Pagella, del Dogliani e del Cagliero. A condecorare le solennità contribuirono efficacemente la Banda musicale dell'Oratorio Salesiano diretto dal prelodato maestro G. Dogliani col concerto serale, e la Banda antichi allievi magistralmente diretta dal Maestro Cav. Federico Caudana, direttore della Banda cittadina e della Cappella del Duomo di Cremona.

» E noi, mentre segnaliamo alla pubblica ammirazione, non solo le predette esecuzioni musicali, ma ancora l'efficace buon esempio che dà la Casa-madre Salesiana con la costante esecuzione settimanale, in gregoriano, delle messe domenicali,

alternate sempre fra la schola cantorum locale (che eseguisce pur deliziosamente tutte le parti variabili) e la gran massa degli altri 6oo collegiali, facciamo voti che tanto buon esempio non abbia mai ad affievolirsi per nessuna causa, e che il Motu proprio e l'arte vera abbiano sempre a trionfare nel celebre Santuario di Maria Ausiliatrice» (1).

(1) La Schola cantorum dell'Oratorio Salesiano è stata invitata, per la fine di questo mese, alle solennissime Feste Centenarie del Santuario di Oropa.

GRAZIE E FAVORI (*)

Una guarigione prodigiosa.

Al primo dei nostri quattro bimbi, Giovannino, che oggi appunto compie i 7 anni, quando aveva un anno e mezzo, si manifestò sotto l'ascella sinistra una specie di glandola, che venne man mano crescendo fino a raggiungere le dimensioni di tana grossa mela. Questo malessere gli dava molto noia e gli era causa di una grave debolezza generale, che ci teneva tutti in pensiero.

Coll'animo pieno di angoscioso timore sul conto del nostro adorato piccino, furono da noi consultati parecchi specialisti in materia, ma nessuno seppe dirci con sicurezza di che si trattava: tutti erano d'accordo nel consigliare l'intervento chirurgico, ma nessuno ce ne assicurava l'esito.

Nel dubbio doloroso non si acconsentì all'operazione, ma furono tentate tutte le altre cure, esperimentati tutti i rimedi che la scienza può suggerire in simili casi; perfino l'applicazione del radium. Nessun miglioramento si manifestò peraltro nella salute del bimbo. Allora si fecero abluzioni con l'acqua di Lourdes sulla parte malata: poi, tutti in famiglia, ricorremmo con viva fede al Venerabile D. Bosco, praticando la novena da Lui stesso suggerita, promettendo che, se si otteneva dalla cara Vergine Ausiliatrice la guarigione del figliuoletto, si sarebbe fatta pubblicare, perchè servisse per la Causa della sua Beatificazione. Sospendemmo quindi ogni cura, affidandoci esclusivamente alla Grazia Divina. E la grazia tanto sospirata finalmente giunse; a poco a poco la glandola diminuì e dopo qualche mese scomparve del tutto e con essa l'incubo che da quattro anni ci pesava sull'anima. Ora, alla distanza di un anno e mezzo dalla guarigione miracolosamente ottenuta, sciogliamo la promessa fatta rendendo le più vive pubbliche azioni di grazie al Venerabile D. Bosco, mentre il suo piccolo beneficato, in omaggio a Lui, di cui porta con gioia il nome, e alla sua cara Madonna, farà la sua 1a Comunione, proprio il 24 maggio di quest'anno.

Voglia il grande Apostolo della gioventù benedire, ora e sempre, la nostra famigliola e i nostri cari tutti, e continuare, come per il passato, ad essere il nostro mediatore presso la Potentissima Ausiliatrice!

Torino, 3o aprile, 192o.

ERMINIA VANZAGHI BRUNETTI ex allieva delle figlie di Maria Ausiliatrice.

Prof. OTTORINO VANZAGHI, cooperatore salesiano.

NIZZA MONFERRATO. - 19- III- 1920. - Sono partiti i miei tre figli, con la medaglia di Maria Ausiliatrice e la benedizione della loro madre. La guerra li balzò nel furore della mischia. Più e più volte corsero pericolo della vita; ma la Madonna di Don Bosco li salvò. E sani e incolumi tornarono alla loro madre; la quale non aveva dubitato mai della protezione di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco, a cui li Aveva affidati; ed ora ringrazia commossa e benedicente, inviando una tenue offerta.

ALBINA PONGONE MORINO.

24 - v - 1920. - Molte grazie io debbo alla celeste Madre, ma non le posso manifestare perchè intime, e faccio pubblica solo questa segnalatissima per me e per i miei cari, sopra tutto per mia sorella.

Entrando l'Italia in guerra, furono varii dei miei parenti che presero le armi: uno di essi morì quasi subito, e passammo giorni tristissimi: ma in fine gli altri ritornarono tutti salvi. Per tutto il tempo della guerra feci la novena di Maria Ausiliatrice, consigliata dal Ven. Don Bosco e raccomandai ai miei cari che facessero lo stesso, e Maria Ausiliatrice fu la loro salvezza. Mia sorella specialmente scioglie un inno di riconoscenza a sì tenera Madre.

Una Figlia di Maria Ausiliatrice.

AGLIÈ CANAVESE. - 15 - IV - 192o. - L'unica mia sorella, Antonia, fu nello scorso settembre gravemente inferma di malattia di cuore con paralisi alle gambe, e i medici disperavano di poterla guarire. Già le era stato amministrato il Sacramento dell'Estrema Unzione e la poveretta, pienamente rassegnata, aspettava con serena calma la morte. Nelle angoscie dell'anima mia, ricorsi con fiducia all'intercessione di Maria SS.

Ausiliatrice e del Venerabile Don Bosco implorando il loro aiuto e incominciai la novena promettendo di far pubblica la grazia sul Bollettino Salesiano. Lo stesso giorno la mia cara sorella cominciò a migliorare con visibile sorpresa dei medici, ed ora se non è totalmente guarita, non sente più alcun dolore, e può benissimo aiutarmi a disimpegnare le faccende di casa. Rendo perciò vivissime grazie alla V. SS. Ausiliatrice, al Ven. Don Bosco, che ancora una volta si degnarono di venire in mio soccorso.

PETRONIO MARIA, Figlia di Maria.

AGLIÈ CANAVESE. - 10 - III - 1920. - Una volta ancora ho potuto esperimentare quanto sia vero che Maria Ausiliatrice non abbandona mai chi a Lei si rivolge con fiducia.

Mio marito Antonio, fin dall'inizio della guerra dovette partire per il fronte, e prese parte a terribili scontri, oltre ai pericoli e i disagi della trincea. In quelle ore angosciose, io ricorsi alla Materna Bontà di Maria SS.ma Ausiliatrice, affidando a Lei mio marito, e promettendo di far pubblicare la grazia sul Bollettino Salesiano, se egli fosse ritornato a casa sano e salvo.

E Maria SS. Ausiliatrice si è degnata di esaudirmi; mio marito ha finalmente potuto far ritorno in famiglia senza la minima ferita, salvato miracolosamente fra tanti pericoli in cui ebbe a trovarsi. Non ho parole bastanti per esprimere tutta la mia riconoscenza alla Madonna del Ven. Don Bosco, alla quale mai si ricorre invano.

MICHELA GIUSEPPINA nata NARETTO.

TORINO. - V - 1920. -- Affetto da un'osteite ad un piede, il dottore curante dichiarò necessaria un'operazione chirurgica ritenendo insufficiente la medicazione ordinaria. In unione alla famiglia ricorsi con fede a Maria Santissima Ausiliatrice pregandola a volermi concedere la grazia della guarigione, senza dover ricorrere all'intervento chirurgico. Ora rendo grazie alla Vergine Santissima, poichè, senza operazione alcuna, mi trovo sulla buona via della guarigione, e sciolgo la promessa, offrendo Lire 5o per l'Oratorio San Paolo, fidente che la Madonna mi farà giungere presto a completa guarigione.

FORNAS GIUSEPPE.

TORINO. - V - 1920. - Una grave malattia mi sorprese, per cui i medici dichiararono essere necessario un atto operativo. Ma le mie forze erano sì deboli, per cui si temeva poterla felicemente superare, e, per rinforzarmi, lui venne suggerito di stare due mesi in riposo assoluto e di cambiare soggiorno. Furono giorni di ansietà e di preghiera. Maria Ausiliatrice ebbe pietà di me e si degnò esaudire, con la mia, la preghiera del mio bambino che avrei lasciato orfano sulla terra, poichè, ritornata dalla vacanza e presentatami nuovamente alla visita, mi si giudicò scomparso il male e da oltre otto mesi non è più ricomparso.

Grata a Maria Ausiliatrice, rendo pubbliche grazie e depongo al suo altare la mia piccola offerta.

VIRGINIA Rossi ZANTA

BORGOSESIA. - 24 - v - 192o. - Grazie, VerVergine Ausiliatrice, grazie. La Vostra generosità verso di me superò ogni, aspettativa: giunta all'Ospedale Mauriziano, sentii errata la diagnosi che tre distinti sanitari avevano fatta sulla mia malattia, e fui dichiarata colpita unicamente di febbre malarica La cisto-pielite era scomparsa. Oh, potenza della Madonna di Don Bosco! L'Ausiliatrice m'aveva ottenuto dal Cuore di Gesù più di quanto Le avevo chiesto.

Continuatemi, Potente Maria, il Vostro aiuto, la Vostra Protezione, che Vi prego estendere sui miei parenti e su quanti mi furono di conforto nella lunga malattia.

GIUSEPPINA BIANCHI.

Forti dolori al braccio sinistro da otto giorni m'impedivano ogni più piccolo movimento. L'ottima mia Direttrice mi voleva mandare dal medico, ma io non ci volli andare temendo maggior male. Mi appigliai al mezzo della preghiera, rivolgendomi al Ven. Don Bosco con la novena da Lui consigliata, e il mio braccio cominciò subito a migliorare; ora lo posso muovere liberamente.

Sentivo pure dolori in una gamba e a stento potevo fare le scale, ho ripetuta la novena e nuvamente mi sono sentita sollevata.

Riconoscente, faccio noti gli ottenuti favori affinchè sia conosciuta sempre più la potenza che ha in cielo il Ven. Don Bosco.

12 aprile 1920.

Suor MARIA BERTON.

Dichiarata da varii specialisti debole ed ammalata, all'inizio inoltre di uno stato interessante che non mi si assicurava avesse buon fine nè per me nè per la creatura che doveva nascere, piena d'angoscia mi raccomandai a Maria SS.ma

Ausiliatrice ed a D. Bosco, promettendo di pubblicare la grazia, e mandare la mia piccola offerta.

Oggi, felice per la grande grazia ottenuta, ch'io considero quasi un miracolo, sciolgo il mio voto, mentre prego che la Vergine e Don Bosco mi continuino la loro santa protezione, benedicendo il mio angioletto e preservando tutta la mia famiglia dai pericoli che ci minacciano.

Corna di Darfo, 2o aprile 192o.

MARINA LAINI GRASSI.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe ai ringraziamento, per il tempio erigendo alla S. Famiglia, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti:

A) - A. B. di Balerna (C. T.), A. E. di S. Ambrogio Olona, A. E. S. di Torino, A. M. di Carmagnola, A. M. di Genova, A. N. di Alessandria, A. N. d, Bergamo, A. O. di Savigliano, A. R. P. di ***, A. R. di Serravalle Scrivia, A. R. di Torino, A. S. di Tarcento, A. V. di Sorrento, Abate L., Abbiate A., Abbiati C., Abbracchio P., Abellonio S., Abriata M., Accamo G., Accastello M., Accomasso G., Accomazzi B., Accomello M., Accorsero G., Accossato L., Aceto B., Achilotti O., Acquadeo G., Actis V., Actis-Grosso A., Adamt L., Adamoli G., Adarnoli R., Adormini P., Atlaticati R., Agazzone L., Aggazzotti I., Agnosini B., Agosti T., Agostinelli V., Agresti S., Ainierito C., Airaldi A., Airoletti Ivi., Airolo C., Ajello T., Albera T., Albertazzi A., Aibertottf A., Albonetti P., Aldieri M., Aldobranditii P., Aldrighetti G., Alessio V., Alignani G., Alinosi G., Alippi M. A., Allara M., Allegri O., Allerate M., Altare C., Altavilla C., Aluffi D., Alvigiani A., Amadei L., Ainadori M., Ambrosio B., Ambrosione L., Amburatone N., Amorth P., Amossetti C., Amparone G., Anchisi B., Andreani d. E., Andreone P., Andreuzzi M., Anfossi L., Angela C., Ansaldi E., Anselmet G., Anselmet V., Anselmo B. in Calcagno, Antiga G., Antolini A., Antonelli L., Antonielli B., Antognotti S., Appendino S., Aphiotti G., Aprosio S., Aquadro A., Aquilino C., Archieri P., Ardini M., Ardizzone A., Ardizzone T., Arduino V., Arimondo L., Armanino L., Arminchiardi V., Arnaboldi C., Arnani I., Arrigoni M., Arteaga C., Artoni O. in Poldi, Artusio L., Ascheri avv. D., Assamoneo B., Astarita L., Astesano G., Astesano N., Atzeni A. M., Audenino L., Audenna E., Audisio S., Augello A., Avalle, Avanzato I., Avanzini M., Avezzano A., Avigdor G., Avvauzino (G., Avviena Col. P., Aymalotti A., Aymonino C., Aymonod G., Azzimonti B.

B) - B. E. di Courmayeur, B. L. di La Morra d'Alba, B. L. di San Pietro di Morubio, B. M. G. di Sampierdarena, B. N. di S. Maria Maggiore, Baccalini G., Bacchetta P., Bacchialoni S., Bacciarini N., Baccini L., Baccoletti S., Baccolo V., Badalotti C., Badellino O., Bagaggini R., Bagattini. G. in Passerini, Bagliani A., Bagnascone A., Bagnati R., Bagnati suor L., Baiardo A., Baingiu M. A., Balangero A., Baldisserotto G., Ballerio G., Ballero G., Ballo L. in Viale, Ballor P., Balossino A., Balottini d. A., Baluzzi G., Baraldi O. Baralini G., Baratta M., Baratti d. F., Barbaglini A., Barbaro T., Barberis A., Bardin G., Barducci C., Barge G., Bariola E., Barnabotti S., Barroero C., Bartolotto G., Bassani G., Bassignana V., Basso L., Bastianel L., Basti can R., Battaglia C., Battioli A., Bau B , Baudino E., Baudino d. G., Bavarini A., Bazzicalupo L., Bazzoni G., Bealesio L., Becchetti A., Becchis G., Becchis M., Bedeschi A., Bedeschi T., Bedeschi V., Bedeschini L., Bedoni G., Beiletti C. m. Cignetti-Arede, Belfiore d. S., Bellacomba O., Bellagamba S., Bellentini A., Bellenzini G., Bellocchio L., Belloni in Rusconi, Belluzzi F., Belmondo A., Belsere A., Beltrami F., Benassi A. in Corvi, Benedetti D., Benedettino D., Benedicenti C., Benelli C., Benelli E., Benetti P. in Begalli, Benevolo C., Beniamino A., Benini T., Benso M. in Rota, Bentivegna D., Beretta M. di S. Margherita Ligure, Beretta M. di Triuggio Milanese, Beretta M. ved. Pandini, Bergaglio G. ved. Norando, Bergamasco d. G., Bergodano T., Berlato C., Bernaccino G., Bernardi A., Bernardi M., Bernardi R., Bernardini L., Bernati D., Bernich G., Remo I., Berruti G , Bertacchi A., Bertani C., Bertazzoni C., Bertetti L., Bertinato A., Bertinato T., Bertini C., Bertolini M., Bertolino C , Bertolino R., Bertolotti F., Berton d. G., Bertoncini P., Bertuzzi V., Bessone E. in Piacenza, Bethaz S., Bettanini D., Bettoni F. in Lenzi, Biamonti F., Bianchetta O., Bianchetti S., Bianchi C., Bianchi G., Bianchi R. ved. Abbiati, Bidoli v. A. M., Biega E. in R., Biglietti E., Bignami R., Bimbe del Catechismo di **'` Biolchi M;, Biondini D., Biscaretti A., Biselli M., Bisello T., Bisio R., Bistagnino F., Blanchard M., Blancotto N., Blandini R. in Maltese, Blengin O., Blumenthal G., Boalino A., Bobbio C., Boboni M., Boccagni R., Boffa A., Boggio A., Boglietti P., Bolla A. in Fiorito, Bollano D., Bologna M. ved. Bernardini, Bon C., Bonaria E., Bondioni d. G., Bondone C., Bonelli S., Bonetti L., Bonfadini S., Bonini M., Bontempi F., Bora L., Borasio I., Borda G. in Barolo, Bordaro R. in Nasisi, Bordonaro P., Borgharello E., Borghetti E., Borghi E. in Raggi, Borgo R., Bosco D., Bosinelli V., Bosio A., Bosio L., Bosisio L., Bossi D., Bottinelli G., Bottini V., Bozzo T., Brambilla F., Branda C., Brandolini C., Brava C. in Zenoni, Brazzola A., Bressan G., Bressan d. M., Brigasi G., Brigatti E. in Repetti, Brignone G., Broggi G., Brucellario N., Bruno R., Bruno U., Bruzzese A., Buiatti M., Buletti F. in Mossi, Buongiovanni M., Busca L., Busetto C. in Bettili, Bussi C., Bussi L., Bussolini A.

C) - C. A. di Chiaravalle Marche, C. D. di S. Damiano d'Asti, C. D. di S. Lorenzo al Mare, C. E. di Torino, C. F. di Torino, C. J. di Vizzini, C. L. di La Morra d'Alba, C. L. di Torino, C. M. di Pralormo, C. P. di Orbassano, C. T. di Ornavasse, C. V. di Moncalieri, Cabaili B., Cabras I., Caffarena L., Cafferata d. G., Cagnolini S., Cagoni T., Calamari V., Calamaro B., Calandra M. in Bo, Calatroni P., Calcagnis N., Calcagnoli d. F., Caldarella G., Caldonazzo N., Callini G., Calosso P., Calvagno G., Calvi G., Calvisani O., Calzolari S., Campi SI., Campi R., Campia V., Campigliani P., Campora M., Candeli A. Candemi C., Candemi M., Candretti A., Canegallo C., Canepa E., Canepa M. A., Caneto V., Caorsi C., Capelli d. L., Capetti S., Capparella A., Caproni E., Caracciolo A., Caramella M., Carando A., Carazafi R., Carazzini B., Carbogna A. in Demartin, Cardano F., Caretto Suor E., Caresio M., Carlanare A., Carlevatti B., Carli A., Carmagnani O., Carneri B., Carobolante A., Caroni E., Carosello A., Carozzi E., Carrega d. G. Carta A., Cartasegna O., Casicci d. G., Casiraghi T., Cassanello in Rebuffo, Castagno G., Castagnotti C., Castano C., Castano, Castellani N., Castellaro C., Catanzaro G., Caudini C., Cavaliere M., Cavallero A., Cavallero D., Cavigioli T., Cecutti d. G., Cedri G., Celio E., Centolini S., Ceresa A., Ceresini A., Cerfoglio L., Cerignacco M., Ceriani V., Cerioli E., Cermelli O., Cerrato A., Cervesini B., Cerviguasco A., Cervino L., Cesa F., Chelli V., Chetoccini A., Chiantore A., Chiaperotti V., Chiapirone G., Chiappara J., Chiapelhni G., Chiappello T., Chiapuzzi T., Chiare[lotti V., Chiaverotti A., Chierighino F., Chiesa G., Ciant o G. in Tumino, Ciastellardi M., Ciaudano A., Cicardini T., Cicognani G., Cini C., Cinzia T in Bitti-Gentili, Cipriani A. in Sartoris, Ciravegna A., Circolone L., Ciresolfi F., Ciriani D., Cirotto M., Civallero S., Clarini S., Clarisia P., Clementino A., Coiazzi M., Cola O., Coleghin F., Colli P., Colò G., Colombero G., Colombini A., Colombo B., Colombo E., Colombo L., Colombo M , Comba S., Cominetti C., Comis S., Comizzoli M., Convoglio L., Compagni E., Comune M., Concina C., Congiu L., Coniugi Bollo e Marcarini, Coni M. E., Conte A., Conte G., Cooperatore Salesiano della Val Barbera, Coraggini S., Coriasso B., Cornalino M., Coro R., Corona E., Corsi G., Cortese F. in Casella, Cortevesio L., Corti L., Corvo M., Costa A., Costa M. di Grantorto Padovano, Costa M. di Perugia, Costanza A., Cotronci A., Cozzi P.. Cozzini G. in Pozzoni, Cracchi M. A., Crayon C,, Crisarà B., Cristiani P., Cristilli L., Croci G., Crotti C., Crudeli G., Cucchi G., Cucco (Famiglia), Curtino M., Cuschera O., Cutticini L., Cuvertino B.

D) - D. A. di Mogliano Veneto, D. M. di Tronzano Vercellese, D. N. di Casale Monferrato, D. P. studente di D. P. di Bologna, D. P. di Pavia, D. R. L. di Vigevano, D. V. d'Intragna, Dalla Fina M., Dalla Vecchia M., Dalmasso C. di Garzegna, Dalmasso G. di Garzegna, Dal Pozzo C., Damberto V., Damiani A., Damilano O., Damosso E., Danellini B., Darbesio M., Da Ronco d. E., Deagostini M., De Alessandri B., De Antonio G., De Barbieri G., De Bastiani M., De Battisti M., De Bernardi A., De Bernardi N., De Candido L., De Caro A., Decastagnis L., De Cristoforis G., De Falco E., De Ferrari R., De Filippi G., De Filippi N., De Franceschi U., De Giovannini I., Degli Azzoni T., Della Banca A., Deilacà D., Della Savia V., Dellutriche G., Delfino L., Delminio V., Deloga M. A., Delpino G., De Marchi T., De Maria R., De Martini suor A., Denti M. in Balbiani, De Paolis E., De Regibus F , De Rin d. V., De Santis R., De Simone A., Desirello C., Desirello F., Destefanis. M., Destefano C., Devalle A., Devalle S., D'Ambrosio A., D'Orsara D., Di Aichelburg M., Diano G. v. Riccardi, Dienatti L., Di Marco L., Di Naro S., Dioaiti M., Di Pasqua G., Di Savauroux L., Divizia A., Dogliani M., Dogliotti A., Dolcini P., Domenicotti L., Dominici can. I., Donà G., Donalisio D., Donalisio M., Donarese L., Donella B., Dominga G. v. Martignoni, Donnini A., Donzelli G., Doria C., Doricelli S., Dorigo R., Doriguzzi A., Dotti S., Dottorelli G., Draghi M., Drappero G., Dughera A., Dulbecco S., Duminucco A., Durandetti G., Durando C. e famiglia, Dutto E.

F) - E. A. di Torino, E. B. di S. Anna di Pelago, E. G. di Villanova, E. N. di Saluzzo, E. O. di Alessandria, E. T. di Romagnano Sesia, E. Z. di Bologna, Ebranci S., Einaudi O., Elenotti G., Emanuel A., Enria G., Epaglia S., Ercolotti B., Erlenghi A., Errani A., Errera T., Euripio A., Evangelista A.

F) - F. A. di Bardonecchia, F. A. di Roma, F. A. di Torino, F. F. A. P. di Ferrara, F. L.. di Borgomanero, F. N. di Portomaurizio, F. V. di ***, Fabriani G., Fabiani A., Fabiani M., Fabini d. P.. Facchínetti B., Facini cont.a, Fadda M., Falco O., Falletti V., Famiglie Andreoni, Arlotto, Baldi, Cane, Cucchi, Galli, Gay, Pel. losio, Piovano, Riccardo, Serena e Viborti, Fangazio R. in Fra, Fantino A., Fantino M., Farinoni G., Faro A., Fasogho A. e P., Fassi C., Fassio G., Fatalini C., Favaro I., Fenocchio L., Fenoglietti A., Ferrandini S., Ferrara F., Ferrara G., Ferrari A. di Castellaro, Ferrari A., in De Berti, Ferrari C., Ferrari I., Ferrari L., Ferrasi S., Ferrario F., Ferraro I., Ferraroni V., Ferrero C., Ferrero E., Ferrero d. G., Ferrero O., Ferri prof. L., Ferrini G. in Marchisolo, Fgrrondi M., Fessia G., Festa cli. G., Filiberto P., Filippi cont.a, Filippi L., Filippi S. in Locatelli, Filippone T., Fìlippotti A., Fincaldi M., Finco M., Fiocchi G., Fioramonti S., Fiorio L., Fiorito C. in Poggio, Flora A., Flora D., Floreani B., Fochesato G., Fontana I., Fontanella A., Fontanesi M., Fontanini A., Fonte L., Fontino S., Forlani M., Fornetti A. M., Francavilla F., Franceschetti O., Franceschini S., Francesconi G., Prancesconi V., Fraschini A., Franchini V., Franco d. C., Franzinelli M., Fraschini M., Fratelli Aquilina, Fresia T., Frigo prof.a G., Fumagalli A., Fumasoli A., Fusarini N., Fustenoni G.

G) - G. A. di Firenze, G. A. di ***, G. D. di Pinerolo, G. F. R. di ***, G. G. di Piedimulera, G. G. di Tricarico, G. L. di Caramagna Ligure, G. S. di Cuneo, G. V. di Vimercate, Gabrielli. C., Gaccio A., Gaddarelli NI., Gado S., Gaffuri M., Gaffuri N., Gaggino C., GaglioC., Gai L., Gaj A., Gai P. e G., Gallarini R., Galassi d. F., Gallenza C., Galli C., Galli AI., Galli M., Gallicini G., Gallina d. G., Gallo E. Gallo E. di Altavilla (Cuneo), Gamacchio A., Gamalero A., Gamalero N., Gamba I., Gambarana B., Gambarino C., Gambatesa L., Gambetta C., Gambetti C., Gambotto C. in Lombardi, Gancio S., Gandelli G., Gandino suor A., Gandolfo L., Garbarino T. Gai-bizza AI., Gardini L., Gardoncini A., Gardoncini B., Garelli M., Gargatagli E., Ganione G., Gasco C., Gasparini A. di Borgotaro, Gasparini A. di Gargagnago, Gasparini C., Gasparini d. A., Gasparoli B., Gatti E., Gatti M., Gattiglio M., Gaudio T., Gavazzone B., Gavazza A., Gavinelli A., Gay A., Gelfi G., Gendre G., Gendre L. e G., Genero T., Genovese O. D., Gerardini A., Gerbaldi D., Gherardelli M., Ghiglia M., Ghione eh. G. B., Giacchetto A., Giachino prof. A., Giachino N., Giambiati G., Gíanetti E., Gianni I., Giannino L., Gianoglio E., Gianoglio T., Gianotti L., Gianozzi L., Gibelli T., Gilliotti C., Gina E., Ginella E., Gini, E., Giorgi V., Giovannini C., Giovannini P., Giovinazzo G., Girabello I., Girelli C., Giro M. in Bisi, Girola T., Giromini P., Girotto A., Giuliani A., Giuliano C. in Adorno, Giustimani M., Gnech A., Gnech R., Gnocchi A. in Bìgnani, Golzio G., Gonella L., Gonella M., Gonzano M., Goriaci V., Gramigna L. in Emanuele, Granara d. A., Grandi A., Grandi I., Grasso d. M., Grattarola M. G. v. Violardi, Graziadei O., Graziavi E., Graziani L., Graziano T., Graziolini A., Greco M., Greghini O., Gregotti M., Gregucci B., Grillo D., Grosso R., Gruaglio (coniugi), Gruffelli E., Guarna M., Guarnareîli S., Guarona M., Guastini D., Guatta M.. Guazzoni D., Guerrinelli B., Guerrini C., Guida R., Guiffetti P., Guglielminetti v. Borgogno, Guglielmotti M., Guglielmotti R., Guspini M.

I) - I. B. di Palermo, I. E. di Savigliano, Ibertini L., ignoresi A., Impallomeni M., Inanetti L., Inchellino B., Incivili Z., Incudini N., Ingegnati N., Ingegnoli M., Innocenti V., Invernizzi A., Invernizzi M., Invernizzi R., Isnardi A., Isoretti G., Ivaldi D. di Bruno, Ivaldi D. di Somma Campagna, Ivaldi F., Ivaldi O., Ivaldi V.

J) - Jaccod M., Jeantel C., feraci M., Joanelli C., Joni M.

L) - L. D. di Lunamatrona, L. I. di Morozzo (Cuneo), L. P. di Caltagirone, Laboranti M., Lacqua T., Lafeur G., Laini M. in Grassi, Lajolo G., Lamanzo B., Lamara O., Lambertini O., Lamanzo B., Lambertini O., Lamberto C., Lana P., Lancellotti G., Landolfi A., Lanzaretti G., Lanzini B., Larghetti A., La Rocca M., La Strada D., Lavaggi L., Lazzarini M., Legà L., Legé M., Leidi C,, Lemasson M., Lenzi P., Leporini G., Lessona D., Liffredo N., Ligabò U. ed L. coniugi, Lissone L., Lombardi G., Lombardo E. in Celaschi, Lonardi A. M. in Fasali, Longa O., Longo C. in Nicoletti, Longo C. di Belpasso, Lontra d- E., Lorenzoni A., Lovise E., Lucchetti A., Lucenti A., Lucci M., Lucrini M,, Lupi M. v. Faverio.

M) - M. D. di ***, M. D. di Siena, AI. F. di Pavullo Lodigiano, M. F. di Racconigi, M. E. di ***, AI. G. dl Varallo Sesia, Al. M. di Poirino, M. R. di Bosconero, AI. T. G. F. di Torino, M. V. di Locana, Macchioni D., Macciotti C., Maffaroli R., Maffei G. B., Maggia A., Maggiore C., Magliani C., Maglioni M., Maida T., Malara M., Malatesta R., Malchiodi C., Maltisotto M., Mancuso Mons., Manenti F., Mantredo E., Mangoni suor C., Manni E., Mantegna G., Manzoni M., Marcellesi T., Marchesa A., Marchese F., Marchese M., Marghetti L. M., Marchetta M, Marchisio A. ed M., Marconcini B., Margelli O., Mariani G., Mariannini A., Martetto in Camoreto, Marinelli A., Marinetti d. M., Marino M. in Romero, Marino G., Maritano E., Mariucci O., Marletta M., Marocco v. T., Marras V., Marson G., Martinengo M., Martinetto L., Martinotti L., Martoglio C., Marzocchi d. A., Masini C., Massa B., Massara T., Massari C., Massídda D., Masso G., Massolino R., Matta A. M., Mattei A., Mattonis V., Mazzoleni M. in Ferracini, Mazzolis in Marenco, Mazzone avv. G., Medicini S., Meduri M., Meduri T., Melano M., Melis E. in Rodriguez, Meloncelii M., Menegazzi O., Menegoi L., Menga N., Merli R., Merlo A., Merlo G., Meschini M., Meura C., Meynet V., Mezzane R.. Mori P., Micheletti B., Michelino A., Migliavacca E., Migliavacca G., Miglio P., Migliore P., Mignoli A., Milanesio A., Milano M., Milia G., Milone E., Milone T., Mocci T., Molmenti C., Molteni P., Moltini S., Monferrino B., Mongiat F., Montanari R., Montefusco M., Montegrosso M., Monterano M., Monti A., Monticone E., Monzeglio F., Morandini C., Morando B., Moratti A., Morbelli C. Morchetti V., Morera M., Moresi E., Moretti (famiglia), Moretti G., Morganti v. T., Mori L., Morichini R., Moro A., Morra M., Morii G., Mosconi E., Mosconi V., Mossano M. A., Mosso G., Mossotto C., Motta M., Mularoni V., Mulo in Chiavetta, Mura A., Murari C., Muratore C., Musmieci d. G., Musso R., Mussino C.

N) - N. E. di Cinaglio, Nardi M., Nasalli-Rocca conte F., Natalini S., Natoli cav. B., Nava V., Negri P., Negro A., Negro O., Nelva B., Nicoletti D., Nizzi M., Nizzoli M., Nobili E., Nobillini S., Noi sr. G., Nonetti S., Nuzzi A.

O) - O. M. di ***, Obertello A., Ocleppo M., Oddino A., Oddone A., Olivero C., Olivieri B., Oliviero F., Olivotti A., Omarini C., Ongaro M., Onofri A., Onorini C., Oracini B., Orandini L., Oratorio D. Bosco di Modica, Orengo D., Orsini R., Ostorero C., Ottonello D., Ottonello P., Ottoni M.

P) - P. A. di Pegli, P. A. M. di San Niniato, P. C. di Genova, P. L. di Castions di Stsada, P. L. ved. Terzuolo, P. O. dì Bardonecchia, P. T. di Torino, P. V. F. di Moucrivelio, Pacchiani d. P., Paglia A. M., Pagliarino G., Palmas L., Palmeri d. G., Paudolce A., Panesco R., Panico T., Panigali C., Panizza V., Paoletti suor T., Parachi G., Parghetta M., Parino P.. Parodi M. in Bottino, Parotto R., Parravicini G., Paruzzi G., Pasquali O., Pasqualini G., Pasqualino F., Pasqualotto L., Pasquini V. v. Antonione, Passamonti ch. V., Passi R. cont.a in Tellung, Pastorelli M., Patriarca d. E., Pautasso C., Pavesi R., Pecollo L., Pedrini E., Pellasci A., Pellegrini N., Pelletti A., Pelletti E., Pelletti G., Pentore A., Pepinelli M., Perin L. in Dal Soglio, Periti A., Pernice G. Perono P., Perosa I. in Franceschini, Perotti d. G. Arciprete, Perron R., Persiani C., Persico, Pertile A., Peruzzi M., Pesce I., Petetti O., Petrangeli A., Petrangeli Z., Petretto can. d. G., Petricig E., Petronio suor M., Pettinati C., Piano d. G., Piasco G., Piazza R., Piccaroni D., Piccialini A., Piecinini d. S., Pie persone di ***, Acquacanina, Adria, Agrate Conturbia, Albanella, Alessandria, Angrogna, Aramengo, Ascoli Piceno, Attigliano, Avolasca, Babia Calavena, Balsorano, Barano d'Ischia, Bassanello, Bardassano, Bassano in Teverina, Bassano Veneto, Bauladu, Bedero Valcuvia, Belforte Monf., Bellinzago Novarese, Bevilacqua, Brìcherasio, Balerna, Benevagienna, Bobbió Lomellina, Borgnone, Bova Marina, Brusasco, Calcababbio, Caluso, Camairago, Campagnola Emilia, Caramagea Ligure, Caramagna Piemonte, Carmagnola, Catania, Castellina Marittima Castelnnovo Banano. Cernusco Lombardone, Chitignano, Codrongianus, Coggiola Sesia, Diano Marina, Divignano, Empoli, Forlì del Sannio, Fornolasa, Frosinone, Fuorigrotta, Genova, Girgenti, Girifalco, Gorizia, Granaglione, Grisignano di Zocco, Guazzora, Langhirano, Larciano, Lasalle, Laureana di Borello, Macerata Feltria, Macugnaga, Mandatoriccio, Mantova, Marcianise, Marsala, Mentoulles, Milano, Modena, Mombello Torinese, Mongrando, Montabone, Montefiascone, Monticelli d'Ongina, Nizza Marittima, Nuraminis, Nuvolento, Oakland di California, Ombriano, Pancalieri, Pastrengo, Pavone Canavese, Pavullo Lodigiano, Perosa Argentina, Pescarmona, Piacenza, Piani di Vallecrosia, Pontassieve, Pontedarsio, Quargnento, Rammacca, Ranzanico, Reggio Calabria, Rivarolo Ligure, Rovigno, S. Benigno Canavese, S. Miniato, Sicignano, Sorrento, Spezia, Spoleto, Torino, Tornavento, Trecastagni, Treviglio, Vallevergnano, Vedano Olona, Verolavecchia, Vigone, Vimercate, Pillin d. G., Pilotti E , Pinitello M., Piredda S., Pirolini B., Pirovano A., Pisano A. M., Pisotta M., Pistilli E., Piu P. in Martinetto, Poggi A., Polese M., Polesel S., Pollini L., Pollo B., Poltroneri G., Pontari M., Ponzani L., Porcario I. A., Porcu G., Porese M. Porta A., Potentini ch. R., Prandi A., Prato S., Preacco N., Preti A., Previtera A., Procacci S., Provenzano C., Provicim A., Puddini S. in Bullitta, Puiatti E. in Brunetto, Puppati A., Putzu C.

Q) -- Q. D. di Tirano, Quaglia A., Quaglia G., Quarelli M., Quarello P., Quarra C., Quartero M., Quattrocolo L.

R) - R. C. di Thiene, R. P. di Somma Lombarda, Rabino G., Raffalini G., Ragiolini E. in Landoni, Raimondi M., Rampa G., Rancani M , Ranco A., Rapetti A., Raspini R. in Gancia, Ravaglia P., Ravizza C., Ravotti G., Razzoli D., Re A., Re C., Recordi G., Redaelli C., Regazzoni B., Reghitto.O. R. Regnasco C., Revelant F., Rezzani C., Riboldozzi A., Ribn G. B., Riccarani d. G., Riccardi L., Ricchiardone V., Ricci O., Riconda M., Rigazio A., Rigo G., Rigoli D. in Agnelli, Rigoni R. in Ferrari, Rinaldi A., Rinaudo M., Rinoldi A., Ripamonti F., Risaro M., Riva I., Roana M., Roberti A., Roberti V., Roberto M., Robino M., Robusti L. v. Negri, Rodino G., Roggerini C., Rollone A. ed F., Rollone F., Roma A., Romano B., Roncagli dott. L. Ronco T., Rosati C., Rossi I., Rossi L., Rossi M., Rossi P., Rosso prof. G., Rossini cav. A., Rota B., Rota C. in Conti, Rotellini A., Rotisciani E., Ruggia L., Rusca L.

S) - S. C. di Pedrengo, S. C. di Trofarello, S. C. S. di Torino, S. A. di Torino, S. N. di Chiaravalle Marche, Saba F., Sacchi M., Saglio in Calavita, Sala F., Sala G., Salerno F., Saletta M., Salvaneschi G., Salvatori M., Salvatorini G., Salvetti D., Sanmartino L., Sandonà B., Santini N., Santoni N., Sanzottoe L., Sappirelli V., Sartori A., Sartori M., Saracino B., Sasso C., Satriano A., Savini F. in Raccamadoro, Saviuzzi B., Scala Carola, Scalisi S., Scarella N., Scarrono I., Scartazzini P., Scavenna A., Schiripotti G., Schiavina G. in Marabotti, Sciandra F., Sciarini L., Scholl A., Scotta R., Scudella M., Scudellari M., Scuto C., Secci D., Seggiaro D., Selva G., Selva P., Seraci L., Serafini M., Serra M., Serrafini D. D., Sferrazza G., Sfondrini M., Sigismondi B., Signorelli V., Signorotti G., Silarta L., Sileri G., Silvetta B., Silvestrelli A., Silvestri I.., Simili S., Simondetti L., Simonetti Q., Sinforiano A., Sinfornini O., Sioli, Sioni A., Siracusa O., Sirello G., Selisizzo d. O., Soffietti L., Sola A., Solaris L., Soldano A., Sàero F., Soley D., Solinas C., Somarcotti A., Somasi G., Seria M., Sorianelli B., Soriatlelli S., Sorelle Bellono, Benedetti, Del Pup, Marone, Massidda, Mathi, Soreca M., Sossetto P., Sottimano V., Spreafico R., Stampatori C., Staderini E., Strafforello M., Stramondi, Sturzo Mons. M., Succini B., Suor Rosalinda, Suore di S. Giuseppe.

T) - T. A. di Firenze, T. A. di Reggio Emilia, T. B. di Albo di Mergozzo, T. G. D. P. di Schio, T. R. di Torino, T. T. di Cardoso di Stazzema, Tacchella L., Tampalini P., Tantardini L., Tarchetti R., Tarelli E., Tialdi G., Teboldi M., Tellarini M., Tellino dott. T., Tenaglietto M., Terenziani L., Terenzini A., Teresino P., Testa G., Thérisod M., Thiebat M. in Chouquez, Tiri G., Tirelli T., Tirola M. in Salici, Todeschini C., Tognolini C., Tomatis G.. Torni M., Tommasi S. detta Rosa, Tomola C., To mola T., Toppia V., Torre M. prof.sa, Torresi F., Torriani G., Torta L., Torti G., Tortone M., Tos C., Tosca. nelli L., Toschi avv. O., Totinelli A., Totino A., Treppunti V., Treves B., Trevisani B., Tricerri B., Tropini G., Trucco N., Tunesi I., Turchetti G., Turcomondo A , Turinetti B., Turotti B., Turni B.

U) - Ugoccioni L.

V) - V. C. di Torino, V. E. di Chatillon, V. T. di Cagliari, Vacca-Soru A., Vacca C. ved. Esposito, Vacchina G., Vaghi (sorelle), Vairetti P., Valcavi B., Valenzano A., Vallauri A., Valle prof. A., Vanni M., Vannini D., Vanoli G., Vanzulli Celestina per grazia ottenuta della guarigione di mia figlia Natalina, colpita da grave malore, Varalio V., Varese G., Varnetti L., Vasario A., Vaschetti M., Vaschetti M. ed A. Casalot coniugi, Vecchione V., Veltroni L., Vendusi G., Venturi A., Veracini A., Vettorelli N., Viale I., Vialetto d. P., Viani G., Viberti L., Vibo F., Villa R., Villata L., Vilmotti A., Vincenzetti A., Viola A. in Maravigna, Virano d. L., Viscardi C., Visco A., Visendaz can. F., Vismara M., Vita E., Voti G., Vottero V.

Z) - Z. G. di Milano, Z. V. di Schio, Zacchi A., Zaffaroni E., Zambonin prof. G., Zampinone O., Zanin A., Zanini M., Zanoni E., Zanuso T., Zavattini A., Zerbi G. in Marzorate, Zerbone A., Zigliotto A.

NOTE. E CORRISPONDENZE

L'onomastico del sig. Don Albera e la 51a dimostrazione filiale degli ex-allievi a Don Bosco.

Sempre cara e gradita, sempre piena di soavi emozioni e di nostalgici ricordi è tornata pur quest'anno la festa dell'amatissimo nostro Superiore, Attorno a lui, lieti di una gioia santa, si sono stretti i figli in atto riverente e pio, quasi a gustare ancora un'eco dolcissima delle grandiose feste di maggio.

Son venuti da tutte le Case più vicine per recare ognuno il proprio fiore, il proprio omaggio: per dire al Padre con rinnovato ardore la parola dell'affetto e della riconoscenza.

Aprì la. lieta serata il venerando Don Francesia, giovane sempre di animo e di cuore, che inneggiò alla grande carità cristiana di D. Albera in versi pieni di sentimento, vestiti di note musicali dal M° Dogliani.

A lui successe D. Trione, che presentò gli omaggi dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, lesse numerose ed autorevolissime adesioni, e con gli ossequi dei Cooperatori e delle Cooperatrici, offerse i doni raccolti per l'occasione.

E l'assemblea, che seguiva coll'animo teso l'interpretazione felice dei propri sentimenti, scoppiò in frenetici applausi, quando l'oratore annunciò che il Governo Italiano aveva offerto a Don Albera l'alta onorifìcenza di Grand'Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, Con deferentissime parole, il Prefetto di Torino, Grande Ufficiale Paolo Taddei, aveva comunicalo al venerato Superiore questo telegramma ricevuto da S. E. il Presidente del Consiglio dei Ministri:

Sua Maestà il Re con « motu proprio » 27 Giugno volgente, si è compiaciuto nominare Grande Ufficiale Mauriziano Reverendo Don Paolo Albera, Rettor Maggiore codesta Società Salesiana. Pregola dare conforme partecipazione decorato, presentandogli felicitazioni del Governo per conseguita e ben meritata alta distinzione onorifica. - Presidente Consiglio Ministri, GIOLITTI.

Quindi si succedettero alla tribuna i rappresentanti di moltissime case: vispi ragazzi degli Oratori festivi, giocondi fanciulli studenti ed artigiani, facce espressive e fiere di giovani dei circoli salesiani, volti abbronzati di lavoratori, profili pensosi e seri di chierici delle nostre Case di formazione alla vita salesiana.

Commoventissimo l'omaggio di un bambino viennese, il quale con profondo sentimento, sebbene con parola stentata, volle porgere in lingua italiana il ringraziamento cordiale dei suoi compagni al Padre, che, con atto di squisita carità, li ha sottratti alle angosce della fame e degli stenti.

Nobile e delicatissimo il saluto degli antichi compagni di D. Albera, recato dal comm. Rinaudo, che, con viva commozione, ricordò i lontani giorni della comune giovinezza trascorsa attorno a Don Bosco.

La serata, piena di soave e fresca poesia familiare, rallegrata da canti e suoni, si chiuse colle parole del sig. D. Albera, il quale ringraziò tutti degli omaggi sinceri, e riversò sulla turba giovanile, che pendeva dal suo labbro tutta l'affettuosa effusione del suo cuore paterno e grande, animandola all'amore costante a D. Bosco.

In fine il Card. Cagliero impartì la benedizione, mentre dal fondo del palco d'onore la statua di Don Bosco sembrava sorridere d'una gioia nuova e ravvivarsi sotto l'impulso ardente dell'affetto dei figli.

*

Non meno simpatica e densa di caldi affetti fu, nella serata seguente, la 51a dimostrazione filiale degli antichi allievi a Don Bosco.

Se la prima sera era la voce dei giovani sboccianti alla vita che, collo sguardo teso al futuro, inneggiavano alla carità e alla bontà dell'Opera Salesiana, impersonificata in D. Albera, la sera seguente era la voce robusta e forte dei vecchi figli che ritornavano al Padre per ringraziarlo dei benefizi ricevuti ed attestare solennemente l'efficacia di quel sistema educativo, che li aveva resi forti e tetragoni nelle lotte della vita.

Ancor una volta Don Francesia ci fece sentire i suoi versi pieni d'amore per Don Bosco: e poi parlarono Don Montefameglio, Rettore del Convitto Sant'Anna di Torino, portando il saluto dei più antichi allievi dell'Oratorio e rievocando con voce commossa i «tempi eroici »; l'Avv. Battù per la Federazione, inneggiando al Monumento di D. Bosco, voluto dagli exallievi e auspicando al prossimo sorgere della Casa dell'ex-allievo; lo studente Gribaudi per l'Associazione Studenti Secondari «Giuseppe Toniolo ».

L'Avv. Perlo, dell'Unione Antichi Allievi « Sezione Giovani » dell'Oratorio, tenne un applauditissimo discorso, tracciando egregiamente il compito dell'ex-allievo nella società. Prendendo lo spunto dall'opera generosa dei Missionari Salesiani, l'oratore disse che ogni ex-allievo dev'essere un missionario, non fra le Pampas della Patagonia o fra le foreste del Matto Grosso; ma qui, nel mondo nostro, nelle nostra società. Anche qui abbiamo le varie tribù selvagge: le classi sociali in aspra lotta fra loro. L'ex-allievo, forte del nome e del programma di D. Bosco, deve compiere con animo invitto la grande opera missionaria di pacificazione, di affratellamento, di cristianizzazione della società: l'operaio nelle officine, lo studente nella scuola, il professionista nel suo campo.

La Contessina Camerana, con eletto discorso, portò l'omaggio delle Dame Patronesse, notando conte per la prima volta in questa circostanza una di esse prendeva direttamente la parola; e inneggiò entusiasticamente alla collaborazione nella famiglia salesiana.

Il Prof. Cav. Piero Gribaudi, Presidente della Federazione, esaltò, con parola piena d'affetto, la forza arcana e l'efficacia misteriosa del sistema educativo di D. Bosco, che, dovunque, nei vari paesi del mondo, con gli stessi semplici mezzi ottiene risultati meravigliosi.

Il sig. Pivano, degli ex-allievi del 1° Oratorio Festivo, lumeggiò il significato e l'operato del 2° Congresso Internazionale; e il ferroviere Dabaudi parlò dell'opera benefica che i Salesiani svolgono nel Borgo S. Paolo di Torino e dei frutti recati dall'Unione Padri di famiglia, sorta in quell'Oratorio.

La dimostrazione filiale si chiuse ancora con la parola paterna di Don Albera improntata sempre a una soavissima bontà; e sugli animi commossi scese la benedizione del Card. Cagliero, dopo che ebbe, con slancio giovanile, invitato tutti ad amar Don Bosco e a salvare la gioventù.

Le "Cause" dei nostri Servi di Dio.

Martedì, 8 giugno 1920, nel Palazzo Apostolico Vaticano, si tenne la Congregazione particolare dei Sacri Riti, nella quale gli Eminentissimi e Reverendissimi Signori Cardinali e i Rev.mi Prelati officiali, componenti la medesima, hanno discusso e dato il loro voto:

a) intorno alla validità di tutti i Processi Apostolici e Ordinarii della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Venerabile GioVANNI Bosco, Sacerdote, Fondatore della Pia Società Salesiana e dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice;

b) intorno alla validità e al rilievo del Processo Apostolico costituito nella Curia di Torino, sopra la fama in Genere del Servo di Dio DoMENico SAVIO, giovinetto alunno dell'Oratorio Salesiano.

Martedì poi, 27 luglio u. s. nello stesso Palazzo Apostolico Vaticano, si tenne un'altra Congregazione, ordinaria, nella quale, al giudizio degli Em.mi e Rev.mi Signori Cardinali, componenti la medesima, venne sottoposta l'Introduzione della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio ANDREA BELTRAMI, Sacerdote della Pia Società Salesiana.

Di questa Causa diremo più diffusamente nel prossimo numero.

Concorso Ginnastico Internazionale in onore di Don Bosco.

Indetto e organizzato dal Consiglio Regionale Piemontese della F. A. S. C. I. e dal Consiglio Direttivo della S. G. Valdocco, si terrà dal 20 al 22 corrente in Torino, ad onore di Don Bosco. E perchè?

« Se un giorno la Chiesa vorrà dare un Santo come patrono della Ginnastica e dello Sport, darà Don Bosco»: così disse un celebre personaggio dei nostri tempi.

» E ben ha ragione, - commenta il proclama lanciato ai ginnasti. - Il piccolo giocoliere e saltimbanco, che della destrezza e agilità si fa un mezzo per far buoni i suoi piccoli amici, l'infaticabile e giocondo animatore di sterminate schiere giovanili, l'educatore avveduto che primo e sopra tutti intuì l'efficacia formativa ed educativa del giuoco, del canto, della musica, del teatro, della declamazione, il sacerdote aperto a tutte le più ardite, purchè sane, novità, ha legato ornai indissolubilmente il nome a tutte le forme di quell'educazione fisica, che mira a dare e conservare un corpo sano perche vi alberghi un'anima sana.

» A quest'uomo, sacerdote ed educatore mirabile, venne inaugurato il 23 maggio p. p. un grandioso Monumento in Valdocco; monumento voluto ed eretto dall'amore riconoscente dei suoi allievi, che senza numero sono sparsi nel mondo. In occasione di un avvenimento così grande d'importanza internazionale, il Consiglio Regionale della F. A. S. C. I., aveva deciso che si svolgessero gare sportive, ginnastiche, teatrali ecc. » Il Con corso Ginnastico, che non fu possibile svolgere nel maggio, avrà luogo in questo mese di agosto dal 2o al 22.

Conferenze Salesiane.

In preparazione alle feste per l'inaugurazione del Monumento a Don Bosco il nostro confratello Dott. D. Antonio Fasulo tenne numerose Conferenze in varie città d'Italia, illustrando cori proiezioni luminose la figura di Don Bosco ed il Monumento.

Riconoscenti agli Ex-Allievi, alle Ex-Allieve, ai benemeriti nostri Cooperatori, che le hanno promosse, e ai giornali che ne hanno dato ampie relazioni, eccone un cenno ordinato.

Aprile 11. Parma. - Un pubblico scelto affollò l'ampio salone dell'Episcopio gentilmente concesso e seguì col più vivo interesse l'illustrazione del Monumento a Don Bosco, manifestando il suo consenso con una bella offerta.

Aprile 12 e 13. Borgo S. Donino. - Le conferenze furono tenute nel teatro S. Donnino ad iniziativa del Direttore Diocesano Mons. Bolzoni. Grazie all'efficace cooperazione dei soci del Circolo S. Donnino, consolante frutto dell'Oratorio festivo, la cittadinanza rispose largamente e generosamente all'invito. Vi assistette anche S. E. Mores. Fabbrucci col Seminario.

Aprile 14 e 15. Bologna. - Le conferenze promosse con affettuoso entusiasmo dagli Ex-Allievi, si tennero nell'artistica Sala dei Fiorentini e riuscirono un'ottima preparazione al Convegno, che si tenne il 19 aprile per ricordare il primo 25° anniversario del memorando Congresso Salesiano di Bologna.

Aprile 16 e 17. Faenza. - Oltre a due Conferenze per gli alunni interni ed i Cooperatori, ne fu tenuta una terza per gl'Istituti cittadini e il Seminario, affettuoso omaggio giovanile al Ven. Don Bosco. Anche le povere orfanelle dell'Istituto Mazzolani e del Ritiro Sacra Famiglia vollero offrire, per il Monumento al Padre degli orfani, il frutto dei loro modesti risparmi.

Aprile 19,e 20. Firenze. - Furono tenute tre conferenze, di cui una per gli istituti giovanili nella magnifica Sala Fiorentina, e riuscirono una degna corona al Convegno degli ex-Allievi, che si era svolto nell'Istituto Salesiano. Presentò l'oratore il sig. Franchini, Ex-Allievo e Presidente del Circolo, che promosse le Conferenze.

Aprile 21 e 22. Livorno. - Un pubblico numeroso e distinto, rispondendo all'invito delle benemerite Darne Patronesse dell'Opera Salesiana, accorse all'Istituto di Porta Colline e diede il suo generoso contributo per il tempio che ivi sta sorgendo in onore del Divin Cuore.

Aprile 29. Nizza Monferrato. - Un caldo appello rivolto alla città; che è sede centrale dell'Istituto di Maria Ausiliatrice, dai Comitati Donne Cattoliche, Ex-Allieve, Ex-Allievi e Cooperatori Salesiani, raccolse nel Teatro Sociale gentilmente concesso, un pubblico imponente, che disse la sua simpatia per Don Bosco e per l'opera delle sue Figlie e dei suoi Figli, con una vistosa offerta pro Monumento a Don Bosco.

Aprile 30. Genova. - Dopo una prima conferenza nel nuovo ampio teatrino dell'istituto San Gaetano in S. Pier d'Arena, ebbe luogo a sera un'altra conferenza a Genova, nel Salone dell'Istituto Vittorino da Feltre.

1° Maggio. Sampierdarena. - Un pubblico numeroso si unì nuovamente agli alunni interni ed esterni dell'Ospizio S. Gaetano per assistere all'illustrazione del Monumento a Don Bosco.

Maggio 2 e 3. Livorno. - Anche le Ex-Allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice vollero manifestare il loro attaccamento a Don Bosco facendosi promotrici di due conferenze pro Monumento. Un pubblico numeroso, con a capo il nobile sig. Pate, insigne benefattore dell'Opera di Don Bosco in Livorno, rispose alla loro iniziativa: gremì in entrambi i giorni il vasto salone dell'Asilo San Spirito; e coronò di entusiastici applausi le Conferenze e gli intermezzi musicali, fra i quali gustatissimo un inno a Maria Ausiliatrice, musicato dalla sig.a Pate, che sedeva al piano.

Maggio 4 e 5. Roma. - Due Conferenze nel Teatrino dell'Ospizio S. Cuore, ad iniziativa degli Ex-Allievi, coll'intervento di S. Em. il Card. Cagliero.

Furono ripetute nei giorni 6 e 16, presente S. E. Mons. Fezzoni, Vescovo di Sulmona, per gli alunni dell'Ospizio, i quali vollero anch'essi portare la loro pietruzza al Monumento a Don Bosco. Alla loro colletta unirono il loro affettuoso obolo gli orfani di guerra della Scuola Pratica di Agricoltura.

Maggio 7. Trevi. - La Conferenza, preceduta dal canto dell'inno a Don Bosco del M.° D. Pagella ed allietata dal Concerto cittadino, si svolse nel Teatro del Collegio Lucarini, ad iniziativa delle Unioni Donne Cattoliche, Ex-Allievi e Cooperatori Salesiani.

Maggio 8. Perugia. - Un gruppo di ex-allievi umbri, studenti delle Scuole Secondarie e dell'Università, che hanno costituito l'Unione « G. Isnardi », furono promotori della Conferenza a Perugia « pro Monumento » a Don Bosco. Questa ebbe luogo presso il Duomo, nella Sala dell'Arcipretura, col favore del Direttore Diocesano Mores. Alfredo Mignini.

Altre conferenze tenne il nostro D. Fasulo il 9 maggio, nell'Istituto S. Roberto di Gualdo Tadino; i giorni 11 e 12 nell'Istituto Salesiano di Caserta, il 13 a Roma nella Sala Clemnson, il 14 a Genzano, il 15 e 16 a Roma nella sala Benedetto XV. di Via Appia Nuova e nel Salone Pio X alla Lungara.

Commovente il tributo cordiale dato a Don Bosco dalla gioventù maschile e femminile dei quartieri popolari di Roma. Al Testaccio, alunni ed alunne degli Oratorii festivi misero insieme, coi loro soldini, la somma di L. 123 per il Monumento a Don Bosco.

20 Maggio. Torino. - Ad iniziativa della Presidenza Generale dell'Unione Ex-Allievi, la Conferenza sul monumento a Don Bosco fu ripetuta il 20 maggio a Torino nel Teatro Cesare Balbo gentilmente concesso e fu opportuna prolusione ai nostri Congressi.

Delle conferenze tenutesi dopo l'inaugurazione del Monumento a Don Bosco, diremo, brevemente, in altro numero.

NOTIZIE VARIE

In Italia.

PARMA. - LA FESTA DEI PREMI ALLA SCUOLA DI RELIGIONE si svolse, anche quest'anno, in forma solennissima, presente un pubblico eletto e numeroso.

L'oratore Mons. Giulio Belvederi, presentato dall'Arcivescovo-Vescovo, trattenne per oltre tre quarti d'ora, che parvero un lampo, i giovani allievi, a cui era diretta la sua calda e vibrante parola, sui doveri di farsi apostoli del bene in mezzo alla moderna società, arricchendo il già splendido suo dire con vasti tesori di esperienza personale tra la gioventù bolognese, tra cui esercita il suo fecondo apostolato.

Seguirono due brevi discorsi degli alunni, uno del Corso Superiore, l'altro dell'inferiore.

In seguito il zelante can. professor Castellina leggeva un'elevata e diligente relazione sul Concorso a premio, facendolo precedere da nobili esortazioni alla perseveranza cristiana fra la gioventù delle pubbliche scuole. Il tema era « La concezione cristiana della vita sociale mira alla elevazione spirituale e materiale del popolo, secondo i dettami più puri del Vangelo, che è parola di giustizia e di fratellanza operosa ». I lavori premiati furono dieci.

Chiuse l'adunanza, davvero memorabile e riuscitissima, Mons. Arcivescovo-Vescovo, che ringraziò l'illustre conferenziere Mons. Belvederi, e « i Salesiani del Ven. Don Bosco, che da trent'anni prestano la loro opera a questa Scuola Superiore di Religione, da cui è da aspettare gran vantaggio per il risveglio cristiano della società ».

Vennero spediti telegrammi augurali agli antichi allievi della scuola, le LL. EE. il Ministro dell'Agricoltura on. G. Micheli, e il Sottosegretario al Lavoro on. G. Longinotti. Un plauso di riconoscenza alla Cassa Cattolica, a S. E. Mons. Conforti e al Credito Emiliano che concorsero a formare le lire 50o della premiazione.

Gli onorevoli Micheli e Longinotti risposero così

« L'antico alunno, che apprese in codesta scuola le infinite verità della fede, ringrazia commosso, ricambiando affettuoso saluto. MICHELI ».

« Cordiale saluto, che ricambio, Scuola Superiore Religione Parma, giunsemi singolarmente gradito, perché rievocatore di lieti anni lontani e della memoria incancellabile di Don Baratta, nel cui nome riattesto pel bene ricevuto raia perenne gratitudine Società Salesiana. LONGINOTTI ».

All'Estero.

COSTANTINOPOLI. - AUGUSTE CONGRATULAZIONI. - Sua E. Mgr. Angelo M. Dolci, Delegato Apostolico in Costantinopoli, nell'ultimo viaggio a Roma, faceva nota alla Santa Sede l'opera sua, eminentemente caritatevole, spiegata

in favore degli orfani armeni dopo l'entrata dell'Intesa; e tra le altre cose volle anche far cenno della cura e dell'istruzione che si dà a cotesti orfani da un figlio di Don Bosco. E il S. Padre, sempre pieno di riconoscenza per quanti si adoprano a lenire le pene dei sofferenti, specie dei fanciulli, faceva inviare al salesiano Don Almajan la seguente lettera

Segreteria di Stato di Sua Santità.

Dal Vaticano, 24 marzo 1920..

N.° B. 4451

Ill.mo Signore,

Monsignor Dolci, Delegato Apostolico in Costantinopoli, ha segnalato alla Santa Sede come la S. V. Ill.ma attenede con zelo ed abnegazione al bene di cotesto Orfanotrofio, che si intitola dal nome del Pontefice gloriosamente Regnante « Benedetto XV».

Il Vicario di quel Gesù, il quale diceva amorosamente: « Sinite parvulos venire ad me » sente Egli pure una particolare affezione per i teneri fanciulli, cui rende più amabile il candore dell'innocenza; ma fra tutti predilige quelli che furono provati così per tempo dall'avversa fortuna, rimanendo orfani dei loro amati genitori; e come rivolge ad essi le speciali Sue paterne sollecitudini, così si compiace di quanti si dedicano con sensi di cristiana carità al loro bene morale e materiale, e attendono con zelante cura alla loro educazione religiosa e civile.

L'Augusto Pontefice quindi vuole espressa alla S. V. la Sua gratitudine per quanto Ella fa a beneficio di codesti infelici Suoi figliuoletti; ed affinché l'opera sua possa esplicarsi con sempre maggior profitto a vantaggio dei medesimi, il Santo Padre Le invoca l'abbondanza dei celesti aiuti coll'impartirle di cuore l'Apostolica Benedizione, mentre benedice in pari tempo i suoi zelanti collaboratori ed i singoli orfanelli.

Con sensi di stima distinta mi dichiaro

di V. S. Ill.ma

aff.mo per servirla

Card. P. GASPARRI.

Rev. Sac. Giovanni Almajan, Direttore dell'Orfanotrofio Armeno «Benedetto XV ».

NECROLOGIO

L'Em.mo Card. Giulio Boschi.

Nato a Perugia nel 1838, fu il primo fanciullo cresimato dall'Arcivescovo-Vescovo Mons. Gioachino Pecci, che fu poi Leone XIII. Il gran Papa non dimenticò mai la bontà, le virtù e i meriti di Giulio Boschi, che, salito al sacerdozio e nominato Canonico Arciprete. della Cattedrale, riempì le città dell'Umbria della fama della sua amabilità e del suono della sua parola, dignitosa, colta, apostolica. Creato Vescovo di Todi e tra stento alla sede di Sinigaglia, nel 1900 fu promosso alla Sede Arcivescovile di Ferrara, dove in breve venne insignito della Sacra Porpora, e dove rimase fino all'anno scorso, quando, bisognoso di riposo e di un clima più mite, optò per la Sede Suburbicaria di Frascati. Un improvviso malore l'incolse il 9 maggio e il 15 lo trasse all'eternità, in età di 82 anni, in Roma.

L'E.mo Cardinal Boschi voleva un gran bene all'Opera Salesiana, e noi non dimenticheremo mai la bontà con la quale accettò di solennizzare la data giubilare della benedizione della prima pietra del Santuario di Maria Ausiliatrice, il 2 aprile 1915. Sia pace e gloria eterna all'anima sua

Mons. Roberto Calai-Marioni.

Cessò di vivere la sera del 19 giugno in Gualdo Tadino, sua patria, a 78 anni. Patrizio Gualdese e Spoletino, Canonico onorario di Camerino, Sinigaglia, Cagli, Pergola, Vescovo titolare di Esbon, era, insignito per le sue alte benemerenze filantropiche della Croce di Cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro, della Commenda della Corona d'Italia e di quella del S. Sepolcro.

Devoto oltre misura alla propria terra natale, non volle, per nessun motivo, allontanarsene. Possessore di un vistosissimo patrimonio, lo destinò a incessanti opere di carità. Il povero, miscredente o credente, lo trovò sempre pronto e generoso al soccorso. Mai un rifiuto, a nessuno: Quod superest, date pauperibus ».

La memoria di quest'uomo venerando vivrà tra noi in benedizione. Ne raccomandiamo, caldamente, l'anima benedetta.

Enrichetta Valenza ved. Bria.

Zelante cooperatrice salesiana, si spegneva serenamente la mattina del 6 febbraio p. p. Era il primo venerdì del mese, giorno ch'essa consacrava in modo speciale al Sacro Cuore di Gesù, di cui era devotissima, e Gesù volle chiamarla a sè per darle il premio delle sue opere buone. Pia ed umilissima, amava operare nel silenzio, ma il bene che fece ad aiuto e conforto dei poveri fu grande. Una prece.

Preghiamo anche per:

ARBIzzoNi Mosè † a Sesto S. Giovanni (Milano), BADINI CONFALONIERI Sen. Alfonso † a Torino. BARACCO Ernestina † a Roddi (Cuneo). BARAVALLE Carolina † a Torino.

BECCHIo Don Vincenzo † a Villastellone (Torino). BELLINO Don Emilio † a Cinzano (Torino) BENZONi Angelo † a Torino.

BERNELLI Secondo † a Lanzo Torinese. BIANCHI Can. Don Nicola † a Bdalaucco. BONETTI Francesco † a Cavedine (Trentino). BORGO Domenica † a Vistrorio (Torino). BRESCIANI Elvira † a Riva di Trento. BRUSAT1 Maria † a Bellinzago Novarese. CALDESi Anna † a Faenza.

CERUTTI Clotilde † a Torino.

CHIRIOTTI Catterina † a Torino.

COSTANTINI Angelina † a Belpasso (Catania). CORTI Caterina ved. MATTEOVICH † a Roma. DANIELI Francesco † a Cuveglio in Valle (Como). DAPPORTO Don Luigi † a Faenza. D APPORTO Vincenzo † a Faenza. DI ANGELI Amalia † a Cloz (Trentino). DELL'OCA Elisabetta † a Morbegno (Sondrio).

ELEONORI Don Domenico † a Castelraimondo. FORNARA Margherita † a Vergano Superiore FRANCO Don Calogero † a Racalmuto (Girgenti,). GALLINI Don Giuseppe † a Cerignale (Pavia) GAY DI MONTARIOLO Cont. Giorgina † a Torino. GALLO Michele † a Soriano (Cuneo). GENTA Caterina † a Torino. GREPPI Angelo † a Caresana (Novara). GUNETTO Maria † a Castelnuovo d'Asti. LANFRANCONI Maria † a Rongio (Como). MAGISTRIS Cav. Don Carlo † a Cavaglio S. Donnino. MAGNAGUTI Cont. Faustina † a Faenza. MANZONi Teol. Don Domenico † a Nava (Como) MARINI MISSIROLI. Orsola † a Faenza. MATTEUCCI ZACCARIA Olimpia † a Faenza. MAZZONZELLI Bernardo † a Arona (Novara). MEAZZA Can. Don Luigi † a Alzo (Novara). MENTUCci Don Raffaele † a Piazza al Serchio. MINGUZZI Ch. Giuseppe † a Faenza, MONTANARI Maria † a Faenza. NASCIMBENE Casanova † a S.to Stefano di Cadore. PARMIGIANI Antonio † a Villa Garibaldi (Brasile). PASINI Carlo † a Soave (Verona). PASSERIN D'ENTRÉVES E COURMAYEUR Contessa

Maria n. GAMBA † a Torino.

PELOSO Angelo † a Sommacampagna (Verona). PERLA Cav. Alessandro † a Brozolo (Torino). PERDOMo Filippo † a Portocomaro (Alessandria). PEROTTI Siro † a Pieve Albignola (Pavia). PESCE Conun. Vincenzo † a Genova. PETTINATI Angelo † a Pieve Albignola (Pavia). PETTINATI Angelo † a Melazzo (Alessandria). PLACCI Ercole † a Faenza. RAIMONDO Domenico † a Genova. RATTERO Matilde † a Volvera (Torino). RICHARD Sorelle † a Celle di Bellino (Cuneo). RIPAMONTI Carlo † a Borgomanero (Novara). RODOLFI Marco † a Corteolona (Pavia). ROLANDO Don Andrea Lazzaro † a Bruino (Torino). SAVIDI Don Giovanni † a Ravenna. RUGGIERI Dott. Lucio M. † a Martina Franca. SBARRA Emilio † a Gabbiana (Massa Carrara). SCHINELLI Davide † a Pavia. SICCARDI Pietro † a Torino. SIOTTo Filomena † a Orani (Sassari). SOLAGNA Don Virgilio † a Anzano (Treviso). SPONTON Ch. Mario † a Papozze (Rovigo). TOMMASONI Virginia † a Faenza. TRUAISCH Maria † a Olivone (Svizzera). TURCHETTI Can. Giovanni † a Faenza. UBEZZI Can. Don Costantino † a Novara. Vizzi Sebastiano a Cesarò (Messina). VOGLIOTTI G. B. † a Verolengo (Torino). VoGLIOTTI Giuseppina † a Torino. ZACCARINI Francesco † a Faenza.