BS 1920s|1928|Bollettino Salesiano Dicembre 1928

Anno LII.   DICEMBRE 1928   Numero 12.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

SOMMARIO: La Pagina d'Oro. - Pace, Pace! - Il centenario di un amico di D. Bosco. - Sviluppi dell'Opera Salesiana: Il tempio votivo della Vittoria e della Pace del Sacro Cuore di Gesù in Livorno - Chiesa Parrocchiale a Grottaferrata - Lieti ricordi. - Anime riconoscenti al Ven. D. Bosco. - Dalle nostre Missioni : L'incoronazione dell'imperatore del Giappone - Tra gli affluenti del Rio Negro - Consolazioni nell'Assam - Nella Patagonia. - Lettera di D. Giulivo ai Giovani. - Culto e grazie di Maria Ausiliatrice. - Necrologio. - Indice 1928.

La Famiglia Salesiana, le Figlie di Maria Ausiliatrice, i Cooperatori e le Cooperatrici, e la gioventù educata nelle molteplici Istituzioni di D. Bosco, all'inizio

DELL'ANNO GIUBILARE DI S. S. PIO XI

invocano sul Vicario di G. C. il conforto di copiose benedizioni celesti, auspicando che la fausta ricorrenza segni nuovi, splendidi trionfi e tragga docili al Capo della Chiesa le nazioni del mondo, perchè sentano il palpito del cuore e dell'amore di Gesù Cristo.

IL Sac. FILIPPO RINALDI

RETTOR MAGGIORE DELLA PIA SOCIETÀ SALESIANA

con tutti i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice, con i giovanetti e le giovinette alle loro cure affidati, presenta i più fervidi auguri per le prossime feste

DEL NATALE E DEL CAPO D'ANNO

ai benemeriti Cooperatori, alle benemerite Cooperatrici e alle loro famiglie; e prega il Bambino Gesù di concedere a tutti le più gioconde grazie spirituali e temporali.

LA PAGINA D'ORO

87. Borsa Gerli Antonio fondata dalla Vedova Casati Adele e figli.

88. Borsa M. Ausiliatrice (6a) fondata dalla Signora M. B. A.

89. Borsa Maria Ausiliatrice (7a) fondata dall'Associazione M. A. di Buenos Aires.

90. Borsa S. Cuore di Gesù fondata dalle Signore dell'Associazione dell'Apostolato della preghiera di Buenos Aires.

91. Borsa S. Teresa del B. G. (5a) fondata dai suoi devoti di Buenos Aires

92. Borsa D. Bosco Educatore fondata dai maestri e dagli studenti di Buenos Aires.

93. Borsa S. Carlo fondata dai Parrocchiani di S. Carlo di Buenos Aires.

94. Borsa S. Giuseppe fondata dagli alunni artigiani del collegio Pio IX di Buenos Aires.

95. Borsa S. Luigi fondata dagli alunni studenti del collegio Pio IX di Buenos Aires.

96. Borsa Sacra Famiglia fondata dalla Sig.ra Graciana Bodarampé di Rivera (Buenos Aires).

97. Borsa N. S. del Carmine fondata dalla Sig.na Margherita Etchegoyhen e sorelle in memoria del padre (Buenos Aires).

98. Borsa Lega Dame cattoliche fondata dalla Giunta parrocchiale di S. Carlo (Buenos Aires).

99. Borsa delle Anime Benedette fondata dall' Opera del perpetuo suffragio in memoria dei defunti della parrocchia S. Carlo (Buenos Aires).

100. Borsa Mons. Genuardi a cura dei Cooperatori della Diocesi di Acireale.

SECONDA SERIE.

1. Borsa Pio XI offerta dai Fratelli Castelli in omaggio al Pontefice nell'aprirsi dell'Anno Giubilare.

2. Borsa Maria Mater Gratiae fondata da una Signora per un missionario in sostituzione del figlio che avrebbe desiderato dare al Signore.

3. Borsa Cap. Dott. Enea Minelli fondata dalla sorella Sig.a Giuseppina Giovannini.

4. Borsa Maria Ausiliatrice 3a(compl.) Somma precedente L. 19.730,00.

Maria Franchiggio, 50 - Apra Irene, 5 - Giannasso Antonino, 50 - Carta Masser Teresa, 40 - Rolle D. Andrea, 20 - Bertolini Maria, 10 - Bonzano Alessandro, 20 - Salvatore Alfonso, 20 - Audagna Giacinto, 10.

Totale L. 20.000,00.

BORSE DA COMPLETARE

Borsa Maria Ausiliatrice (8a).

Elisa De Stefani, 125 - Macchi Esterina, 50 - A. M., 50 - Goccie d'acqua raccolte ad Orano (Algeria), 150 - Mandrilli Margherita, 3000.

Totale L. 3375.

Borsa S. Teresa del Bambino Gesù (4a).

Somma precedente L. 5919,35.

Sig. Bevilacqua Rusconi, 500 -- Carta Messer Teresa, 40 - Sorelle Camaschelli, 100 - Cesare Sormani, 100 - Gatti Maria, 100 - 51. M., 85 - Invernizzi Ing. Giuseppe, 50 - Macchi Esterina, 50 - Lillia Ida, 50 - Coniugi Marescalchi, 50 - Maria Cabale, 50 - Correngia Lama, 50 - N. N., 50 - Cambiaso Filomena, 50 - Rosina Settepassi, 50 - Fea Maria, 25 - Valente Rosa, 25 - Basso Teresa, 25 - Demicheli Antonietta, 25 - Ernesta De Camillis, 20 - Rossi D'Angiolo, 20 - Giacinta Lombardo, 20 - Gallo Caterina, 20 - N. N., 15 - N. N., 10 - Ginevra Rossi, 10 - Digmatici Gino, 10 - Bertani Savina, 10 - Giuseppina Milito, 6 - Gasparini Annunciata, 5 - Balassi Marianna, 5 - Figlie M. A. 5 - Carmela Angela, 5 - Giuseppina Stella, 5 - D. Raff. Mineo, 5 - Un genovese, 1000 - Gioventù Missionaria di Tariba, 778 - Varie Cooperatrici di Puebla, 522,60 - Vari Cooperatori, 514,30 - Sac. Ireneo Bassi, 500 - Vari Cooperatori, 240 - Ferro D. Giovanni, 500 - Francesco Cagliarotti, 500 - Pascoli Ing. Francesco, 500 - Ch. Alfonso Barbera, 295 - Botto Maria 205 - Sac. P. Della Schiava, 200 - Roberto Berruti, 200 - Antonio Zammit, 200 - Calvi Antonio, 200 - Vittoria, Fontana, 200 - Amori Amore, 184 - Porzio Stefano, 175 - D. Fedrigotti, 170,50 - Sao, Pasquale Alessi, 170 - Sorelle Bergese, 325.

Totale L. 15.143,75.

Borsa Besucco Francesco. Sig.ra C. M. L. 10.000.

Borsa Don Bosco Educatore.

Somma precedente L. 16.160,35.

Taurino Amelia, 5 - D. Giacomo Morbi, 100 - D. Adelmo Zoli, 97 - Maria Cattaneo, 80 - Sac. Raimondo Manconi, 67 - Rebecco Virginia, 65 - Arciprete di Corleto M., 64 - Pia Cardinali, 53 - Bettoni Maria, 50,50 - Elisabetta Cartolari, 50 - Bardelli Adele, 50 - Alota Corrado, 50 - Urrini Salvatore, 50 - Maria Denina, 50 - Bracco E. Giuseppe, 50 - Carrera e figli, 50 - Bonelli Cesare, 50 - Sac. Ottavio Buzzo, 50 - Donadoni Batt. e Anna, 45 - D. Emanuele Tortorelli, 40 - Cucuzza Francesco, 30 - Grosso Marianna, 25 - D. Tassi Paolo, 21,80, - D. Severino Anedda, 100.

Totale L. 17.448,56 Borsa Don Rinaldi (2a).

Somma precedente L. 5147,20.

Rossi Giovanni, 690 - D. Erminio Brunoldi, 150 - N. N. ex-allievi, 130,50 - Parroco N. Cuorno, 150,30 - Magni Eugenia, 110 - Emma Paoli, 110 - D. Luigi Pallanda, 109- Girardino Pietro, 100Frisia Tomasina, 100 - Cannavetta Ernesta, 100 -Costanza Azimonti, 100 - Arrigoni Angela, 100 - Trivioli Ines, 100 -- Giovannina Santoro, 100 -Graglia Giuseppe, 10.

Totale L. 7257,00.

Borsa Don Bosco (5a).

Somma precedente L. 2281.00.

Arpiani Clelia, 10 - Casinghino Enrichetta, 5 - Stratta Botta, 10 - Vielmi Carolina, 10 - Ester Polloni, 20 - Bertoli in Maria, 10 - Solito Michele, 25 - Folto Olimpia, 25 - Caliari Bianca, 30 - Bruno Maria, 36 - Spreafico Rosa, 40 - Cavallini Teresa, 50 - Cav. Ant. Mangano, 50 - Maschetti Umberto, 50 - De Iordanis Clotilde, 50 - Istituto delle Guglielmine, 50 - Sorelle Agnelli, 50 - N. N., 75 - M. S., 100 - Famiglia Billia, 100 -- R. A., 100 - Sig. Ravizza, 100 - Carta Masser Teresa, 40 -- Camagno Antonio, 500 - Arnoldo Orsolina, 1000 - Sig. Ester Gagliardi Di Francia, 1000.

Totale L. 6817.00 Borsa Don Rua.

Somma precedente L. 20,00.

Franchini Cei, 20 - Gaspardo Luigia, 20 - Sala Giovannino, 20 - Circolo Ripa, 16.85 - Gina Angelini, 15 - D. Cubeddu Francesco, 15 - Moretti Caterina, 15 - Strazzabosco Attilio, 14 - Petrini Caterina, 10 - Molinari Pietro, 10 - Corradini Giorgio, 10 - M. M. 10 - Frassinelli Clemenza, 6 -

Olivari Maddalena, 6 - Francesca Plecitto, 5 - D. Michelangolo Milito, 5 - Sarina Franzò, 5 - Melina Mineo, 3 - Rosina Fatuzzo, 3 - Agostina Fatuzzo, 2 - Marietta A. di Saverio, 2 - Gina Mineo, 2.

Totale L. 240,85.

Borsa Don Cerruti. Somma precedente L. 11.008,25.

Germano Serafino, 50.

Totale L. 11.058,25.

Borsa Mons. Fagnano. Somma precedente L. 5000,00.

D. Borgatello, 4000.

Totale L. 9.000.

Borsa S. Gennaro (2a).

Somma precedente: L. 8.000.

ALTRE BORSE INIZIATE. Borsa Cortemilia, L. 1000.

Borsa S. Margherita da Cortona, L. 3000.

Borsa Savio Domenico, L. 483,70 - Olivares, 45 - Gay Giovanni, 10 - Totale L. 538,70.

Borsa S. Cuore di Gesù salvateci, L. 600 - Delfina Zumaroni 5 - Totale L. 605,00.

Borsa S. Francesco di Sales, L. 100.

Borsa Decurioni Salesiani d'Italia, L. 1100. Borsa S. Giuseppe, L. 50.

Borsa Madonna di Loreto (2a), L. 100. Borsa S. Cuore di Maria, L. 100. Borsa Eucaristica in perpetuo, L. 100. Borsa Buon Pastore, L. 500. Borsa D. Luigi Calcagno, L. 1000. Borsa Mons. Coppo, 1654. Borsa Friulana, L. 200. Borsa Garbellone L. 244,50 N. N.

Borsa Pier Giorgio Frassati (2a), L. 160 Maria Marchioneschi.

Borsa D. Albera (3a), L. 100 Sig. Ravizza.

Borsa D. Piscetta, D. Favini, L. 100. Borsa D. Marco Nassò, N. N. L. 100. Borsa D. Cimatti, Troiero Osvaldo, 21. Borsa Papa Pio X, R. n., 50.

Borsa Mamma Margherita, Sigg. P. S. M. (Torino), 500 - Coniugi Borghero, 25 - Totale L. 525.

ASPIRANTI MISSIONARI AGRICOLTORI

L'Istituto Missionario di Cumiana, aperto solennemente da pochi mesi, accoglie già un discreto numero di Aspiranti Missionari Agricoli. Ma c'è posto ancora per altri

I Rev.mi Parroci sono pregati di indirizzarvi i giovani (sopra i 14 anni) che, favoriti da Dio della vocazione missionaria, volessero divenire aspiranti missionari agricoltori.

Per le opportune pratiche rivolgersi alla

DIREZIONE ISTITUTO MISSIONARIO SALESIANO (Torino)   CUMIANA

Pace, Pace!

È l'inno cantato dagli Angeli sulla culla del pargoletto Gesù: è l'inno tramandato dalla Chiesa a tutte le generazioni nei secoli; è l'inno che racchiude speranze gioconde, che sintetizza auguri fervidi di cuori cristiani.

Quest'inno riudito ogni anno, nella dolce poesia del Natale, richiama alla mente l'ineffabile benefizio della Redenzione, invita a correre incontro a Gesù che viene a noi, per fargli un tempio del nostro cuore, e unire al coro degli angeli la voce delle anime nostre santificate dalla presenza e dell'amore di un Dio.

Amici carissimi, che colla preghiera, col consiglio, coll'elemosina generosa confortate e aiutate le Opere di D. Bosco, noi ve l'auguriamo questa pace, ve la imploriamo in unione coi nostri giovanetti, dal Cielo, abbondante, ristoratrice.

Pace anzitutto nei vostri cuori allietati dalla grazia, illuminati dalla fede, rallegrati dalle speranze più pure, ardenti di carità. Pace copiosa, stabile, in seno alle vostre famiglie, ove sull'esempio dei genitori i vostri bimbi crescano vaghissimi fiori aulenti di cristiane virtù, speranze della Chiesa e della Patria.

Pace nella compagine e in ogni ceto dello Stato perchè in Cristo esso trovi la via della vera grandezza, la fonte di nobili aspirazioni, lo stimolo per efficacemente cooperare, nel consesso delle Nazioni, alla pace universale.

Tutti, animati da uno stesso spirito, raccogliamoci sul Presepio, ove vagisce su paglia il Bambino Gesù, e imploriamo da Lui la pace, che gli Angioli annunziarono agli uomini di buona volontà.

Ai viventi.

Ci par di riudire le parole tremende del Profeta: « Pace, pace; e la pace non era ».

Quanti, anche tra i Cristiani, non godono la pace. Non hanno Gesù nel cuore: Egli solo è il sorriso di pace. Perchè non regna nella famiglia, nella famiglia non v'è pace.

Mio Dio, in quanti cuori, in quante famiglie, in quante regioni non regna Gesù!

Fortunati i cristiani che hanno e possono riavere Gesù: sventurati i fratelli che, giacenti nell'ombra di morte, non ebbero ancora la sorte di conoscerlo.

Avete riflettuto, amici e benefattori, a questa grave disgrazia? Sono oltre mille milioni - un miliardo - gli uomini che ancor non conoscono il Salvatore! L'eco giocondo dalla pace non ha finora rallegrato le anime loro intristite nella superstizione e, spesso, nella più avvilente degradazione.

Ora Gesù dalla Grotta di Betlemme ci ricorda che viene in cerca dei fratelli traviati e a ciascuno di noi fa obbligo di contribuire a salvarli. Non ascolteremo la sua voce che è un invito pressante, un cocente desiderio? Che abbiamo fatto finora per la salvezza di tante anime?

Nati, cresciuti in ambiente cristiano, forse pensiamo troppo poco ai fratelli che gemono nella più squallida miseria morale. I loro angeli custodi ci ripetono l'invito a nome di Gesù pargoletto: ascoltiamoli!

Portiamo ai nostri fratelli il sorriso celeste, la giocondità della pace cristiana, che è caparra di felicità eterna. E questa l'alta finalità della Crociata Missionaria: è grido di carità per i poveri pagani del mondo!

Pace ai morti.

Le anime cristiane vollero nel mese decorso far scendere le benedizioni della pace sulle anime dei loro trapassati. Com'è dolce per chi soffre, ritrovare la serenità, il balsamo della pace! Quale gioia per le anime del Purgatorio l'essere strappate al loro dolore e tratte al godimento della pace eterna dalla carità dei loro cari!

Il 2 novembre, mentre i cristiani effondevano sui loro defunti i suffragi della preghiera, una famiglia ci inviava questa lettera squisitamente cristiana:

Il 3 novembre ricorrendo, l'anniversario della morte dell'amato Gerli Antonio, la vedova Casati Adele e i figli Gaetano Raimondo, Carlo, Francesco, Paolo, Antonietta, Virginia, Rosa, desiderando suffragare l'anima, costituiscono una borsa missionaria intitolandola al nome del caro estinto.

Preghiamo tutti pei vivi e pel defunto della distinta famiglia che ci offre tanto esempio di carità e religiosità.

In quegli stessi giorni la nobile Sig.ra Giuseppina Giovannini Minelli a ricordo del suo eroico fratello, Cap. Dott. Enea Minelli, morto in Francia durante la guerra, in suffragio dell'anima di lui, istituiva una borsa intestandola al suo nome. Alla famiglia della benemerita Patronessa e Cooperatrice i nostri sentiti ringraziamenti e le nostre più fervide preghiere.

Sono ancora intitolate alle anime di gloriosi defunti le due Borse raccolte, per opera del Rettore della Cappella Maria Ausiliatrice presso l'Istituto Internazionale D. Bosco; la Borsa Giuseppe Thannhuber, omaggio alla memoria dello zelante missionario, vittima del dovere, la cui vita fu un olocausto perfetto; tributo di ammirazione di un affezionato maestro al discepolo esemplare, indimenticabile, offerto da pia persona per dare suffragio a un carissimo defunto - e la Borsa D. Giovanni Balzola, omaggio al missionario che, primo, nella sera del 22 maggio 1925, gettò colà il germe dell'idea missionaria, omaggio reso dai fedeli alla terra del Rio Negro, dove Don Balzola finì i suoi giorni.

Altra bellissima lettera ci inviava una madre:

In memoria di un mio Angelo, toltomi a 14 mesi, vorrei contribuire al mantenimento di un giovane avviato alla vita religiosa. Desidererei essere un poco la madre spiritua e di esso, per dire a lui quello che avrei auto al mio piccolo, se Dio me l'avesse lasciato...

Un'altra nobile Signora che ha fondato una borsa intitolata a Maria Ausiliatrice, accompagna la sua offerta con questa eloquente motivazione: « perchè protegga sempre la mia famiglia ed ottenga il Paradiso ai miei carissimi Defunti! ».

Quali nobili sentimenti fa sbocciare la carità verso i defunti, e come rende delicata e ammirabile l'opera di suffragio che i buoni compiono in memoria dei loro cari estinti.

Irradiazioni della pace.

Il Vicario di G. C. nella formula di Consacrazione a Gesù Cristo Re, implora per tutti la tranquillità nell'ordine, la pace; e la vuole estesa a tutti i popoli della terra.

I missionari, banditori della pace nei paesi più remoti, poco potrebbero fare senza l'aiuto dei buoni, senza il concorso della carità cristiana.

Noi vogliamo che tutti i buoni si uniscano per essere strumenti d'irradiazione della pace nel mondo: con la preghiera, con l'elemosina, con sacrifici essi renderanno l'inno di Betlemme più gradito a Dio più efficace per la salvezza delle anime.

La storia di certi sacrifizi esala un profumo di cielo ed è l'espressione della più generosa carità. Scrive un nostro confratello sacerdote:

Una povera stiratrice aveva raggranellato 500 lire per il pellegrinaggio a Lourdes. Vi rinunciò ed offerse la somma per S. Teresina del B. G. affinché questa suscitasse molti oblatori.

Un operaio della Fiat ex allievo con coraggio fece colletta tra i compagni di reparto riempiendo così due bollettari.

Ci fu anche la crociata dei piccoli sacrifizi. Alla bussola di S. Teresa fu appeso un cartellino con la scritta tolta alla santa: « I piccoli sacrifizi germinano le rose molteplici ». In quella bussola si trovarono anche le monete da 5, da 10 e più lire, ma specialmente da 10 - 5 - 2o centesimi. Qualche gita in tramwais, qualche piccola golosità, qualche vanità, ecc. era stata cambiata in offerta per le missioni.

Un nostro Direttore ci comunica:

Ai primi di ottobre ho l'annunzio di una graditissima visita.

È un ottimo giovane, contabile in una importante Casa di Commercio, il quale, da qualche anno, consacra volontieri qualche ora del suo riposo quotidiano, per assistere un'Amministrazione salesiana, o - come egli dice - per fare qualche cosa per l'Ausiliatrice. Trovasi ora in viaggio per la solita visita annuale ai parenti ed agli amici. Il discorso cade (è il tema del giorno!) sulle Borse Missionarie, e vedo ch'egli prima si fa attento e poi si concentra come assorto in un breve esercizio di calcolo mentale, che tosto conchiude dicendomi: - Vero che lei accetta anche la mia modesta offerta? e mi pone sul tavolo settecentocinquanta lire, pregandomi a non scrivere che le sole iniziali A. B. su la ricevutina....

- È un piccolo prestito, che faccio a Maria Ausiliatrice e non vorrei che la vanità ci stampigliasse sopra il « Pagato ». Ho poco, perciò voglio collocare i miei risparmi ad un buon tasso.... E mi lascia nel sospetto (che non credo temerario) ch'egli abbia accorciato il viaggetto permessogli dalle brevi ferie annuali,.... per allungare la preziosa ghirlanda dei « piccoli sacrifizi » che le anime generose sanno imporsi a vantaggio delle Missioni.

La persona generosa che fondò la Borsa Maria Mater Gratiae mentre vuol nascondere il suo nome, permette si pubblichi che la Borsa è « fondata da una madre che, desiderosa di dare al Signore almeno uno dei tanti suoi figli, non avendolo potuto, desidera che altri, in sostituzione dei suoi, porti ai poveri pagani la luce della fede ».

Sono queste le più belle irradiazioni della pace!

Da ogni parte ci giungono relazioni commoventi. Cooperatori, zelanti Cooperatrici, ex allievi, allievi, amici tutti del Ven. D. Bosco lavorano con vero slancio per assicurare l'esito della Crociata Missionaria

L'America compresa della santità dell'azione gareggia nobilmente coll'Europa. Il Direttore del Collegio Pio IX di BuenosAires scrive al Sig. D. Rinaldi:

Le mando il primo frutto della raccolta per la Crociata Missionaria: sono 12 Borse pei dodici Apostoli che costituiranno il primo collegio missionario. Sono frutto di collette fatte nel mese di agosto, il mese di D. Bosco, che per noi fu il mese della Crociata. Grazie alla propaganda e all'organizzazione di apposite Commissioni, fu anche il mese della raccolta; e vi corrisposero generosamente le famiglie della Parrocchia e quelle dei nostri alunni.

Il lavoro della Crociata ha servito mirabilmente a rompere l'orizzonte dell'egoismo nazionale nella pratica della carità, e a renderci più cattolici nelle nostre mire e nei nostri sentimenti le famiglie cristiane hanno preso parte attiva a questo movimento e hanno appreso con vivo interesse gli ideali missionari.

Nei mesi venturi continueremo il lavoro. Amato Padre, speriamo col tempo non solo contribuire con offerte alle vocazioni missionarie, ma inviare dall'Argentina numerosi missionari alle missioni che la Provvidenza ha affidato alla Congregazione Salesiana. Un plauso cordiale ai generosi e ardenti nostri fratelli, e una preghiera pei zelanti oblatori della nobile Argentina. Siam sicuri che anche le altre Repubbliche sapranno emulare gloriosamente questo alto esempio.

Pel Giubileo del Papa.

Il 19 dicembre in Roma sarà solennemente aperto l'Anno Giubilare di Sua Santità Pio XI.

Al grande Pontefice, che tanto sviluppo ha dato alle Missioni e alle Opere Missionarie, guardano oggi più che mai le nazioni come a faro di luce e di verità, anelanti a un solo ovile sotto un solo Pastore e struggertisi in un desiderio vivissimo di pace, che rechi alle stanche anime un ristoro divino. E guarderanno pure a Lui con intima gioia i suoi figli cristiani del mondo intero, e mentre innalzeranno più fervida la preghiera a Gesù perchè protegga e guidi a più splendidi trionfi il suo Vicario, associeranno alla preghiera le opere belle che il loro amore filiale inspira.

Una prova di questo slancio cristiano in omaggio al Papa per la ricorrenza giubilare ci è data da questa lettera che l'Eccellentissimo Mons. Olivares, Vescovo di Sutri e Nepi, ha scritto al Sig. D. Rinaldi accompagnando l'offerta di una Borsa Missionaria:

Nepi, 5 novembre 1928. Rev.mo Sig. D. Rinaldi,

Accludo l'offerta della Ditta per Imprese di costruzione Figli di Pietro Castelli (Milano - Roma) per la fondazione di una Borsa Missionaria da intitolarsi al Sommo Pontefice Pio XI.

I bravi fratelli Castelli intendono rinnovare con ciò l'espressione della loro riconoscenza all'Augusta Persona del Vicario di Gesù Cristo che li ha altamente onorati incaricandoli per l'Anno Santo di costruire i padiglioni della Esposiziome Vaticana; - intendono pure fare atto di omaggio al Papa Missionario nella imminente apertura delle Sue feste giubilari.

Voglia ottenere, Veneratissimo Padre, da Maria Ausiliatrice e dal Ven. D. Bosco una speciale protezione sugli offerenti e sulle loro degne famiglie.

+ LUIGI OLIVARES, Vescovo.

Ringraziamo vivamente S. E. Mons. Olivares e i generosi offerenti Fratelli Castelli, ai quali dobbiamo oggi l'ineffabile gioia di fregiare l'elenco delle borse missionarie del nome Augusto di Pio XI. L'esempio dato dai Fratelli Castelli non è di quelli che si ammirano soltanto; è un esempio che addita a tutti i buoni una via pratica di rendere omaggio alla Persona del Papa, cooperando alle opere che più sono vive nella Sua mente e nel Suo cuore.

Abbia l'esempio molti imitatori; e l'Anno Giubilare di S. S. Pio XI, santificato delle preghiere e dalla carità dei fedeli, riuscirà una ricorrenza vivificatrice che diffonderà più ampiamente nel mondo la pace di Gesù colla redenzione di tante anime.

Il centenario di un amico di D. Bosco.

Tra le feste svoltesi per la ricorrenza del centenario del Teol. Murialdo, dobbiamo rammentare quella di chiusura compiutasi in Roma nella chiesa dell' Immacolata il 22 ottobre u. s. In quel giorno S. S. Pio XI, ricevendo in udienza speciale le rappresentanze delle molteplici e fiorenti opere della Pia Società di San Giuseppe di Italia, tesseva l'elogio del Servo di Dio.

Amico e aiutante di D. Bosco negli Oratori Festivi, D. Murialdo fu della schiera di quei santi sacerdoti che nel secolo passato, con le opere meravigliose della loro fede e della loro carità, scrissero una delle pagine più belle della storia religiosa torinese.

Uscito da nobile famiglia, in seno alla quale passò i primi otto anni come un angioletto, fece i primi studi al collegio degli Scolopi in Savona, dove tra i compagni emerse per pietà e amore allo studio. A 16 anni, valendosi del consiglio del Canonico Rinaldi, orientò la sua vocazione al Seminario, dove entrò nel 1846.

Da chierico conseguì la laurea di Teologia all' Università e nello stesso tempo fece le prime prove nell' apostolato tra la gioventù.

Fin dal 1851 egli aveva incominciato a frequentare nelle feste l' Oratorio dell'Angelo Custode in Vanchiglia. Fu là, in quell' Oratorio, che la Provvidenza depose il germe del futuro Istituto degli Artigianelli per opera di D. Cocchi vi adunò i preziosi compagni, specialmente i cugini Teologi Roberto e Leonardo Murialdo che tanto avrebbero poi contribuito all' opera, consolidandola stabilmente, dopo aver fatto sotto la direzione e in un oratorio di D. Bosco un provvidenziale tirocinio.

L'Oratorio di Vanchiglia, che, fondato nel 1841 dal piissimo sacerdote D. Cocchi, era stato chiuso nel 1849, fu riaperto da D. Bosco per provvedere al bene spirituale della gioventù di quella regione. D. Bosco provvide a inviarvi da Valdocco i catechisti mentre collocò alla Direzione i più zelanti sacerdoti del clero torinese. Uno di questi fu nel 1843 il Teol. Roberto Murialdo quando già il cugino chierico Leonardo vi disimpegnava la parte di catechista.

Nel 1856 Leonardo fu ordinato sacerdote e prese a occuparsi della gioventù nella chiesa di S. Dalmazzo. Un giorno del 1857 D. Bosco l'incontrò in una via centrale di Torino e, fermatolo, gli disse: - Teologo, vorrebbe pagarmi la colazione? - Il Murialdo invitò tosto D. Bosco in un caffè e D. Bosco allora gli fece conoscere come avesse bisogno di un sacerdote, fornito delle stesse doti di lui, per mettere alla direzione dell'Oratorio di S. Luigi a Porta Nuova: e con istanze indusse il Murialdo ad accettare. E li rimase direttore dell'Oratorio fino al 1865, avendo in aiuto come catechisti i chierici salesiani Rua, Cagliero, Durando, Cerutti e Albera che divennero poi le colonne dell'Opera Salesiana.

Pareva dovesse esser quella la missione del Murialdo, tanto di Don Bosco egli prese lo spirito! Ma per la partenza della famiglia, dovette dimettersi e seguirla in Francia.

Ritornò un anno dopo e trovò pronto il campo che gli affidava il Signore. Lo zelante D. Cocchi aveva iniziato l'Istituto degli Artigianelli, e affidata la direzione ai Teologi Tasca e Berizzi, i quali si erano successivamente ritirati tra il 1863 e '66. Il Murialdo arrivò in tempo per assumere la direzione di quest'opera, che ampliò, perfezionò e dilatò nei 34 anni che vi rimase a capo. E per fare questo gettò nel 1872 le basi della Pia Società di S. Giuseppe, oggi estesa in varie regioni d'Italia e nei paesi di Missione.

Il Teol. Murialdo moriva il 3o marzo 1900 in concetto di santità, lasciando consolidata e fiorente l'opera che il Signore gli aveva ispirata.

Ricordiamo l'elogio da lui fatto della santità di D. Bosco:

« D. Bosco fu uno di quei Servi di Dio, i quali costituiscono la santità nel sacrificarsi per la salute delle anime e per la gloria di Dio, secondo il motto: Qui orat bene facit, qui juvat melius facit. A me non constano di D. Bosco nè prolungate orazioni, nè penitenze straordinarie: ma mi consta il lavoro indefesso, incessante per lunga seriee di anni in opere di gloria di Dio, con fatiche non interrotte, fra croci e contraddizioni d'ogni fatta, con una calma e tranquillità al tutto unica, e con un risultato per la gloria divina ed il bene delle anime al tutto prodigioso. Ora Dio non suole scegliere a speciale strumento della grande opera della santificazione delle anime uomini nè malvagi, nè mediocri in fatto di virtù».

Queste parole del dotto e santo fondatore dei Giuseppini rivelano in fondo quello che fu la sua vita: sulle orme di D. Bosco egli trovò la sua missione e la sua santità.

RACCOMANDIAMO

ai nostri ottimi Cooperatori di diffondere ampiamente;

GIOVENTÙ MISSIONARIA

(Periodico illustrato mensile sulle Missioni - Abbonamento annuo: L. 6,20) fra la gioventù;

LETTURE CATTOLICHE

(Volumetti mensili di letture edificanti - Abbonamento annuo: L. 12,50) fra le famiglie;

MARIA AUSILIATRICE

(Periodico mensile del Santuario - Abbonamento annuo: L. 5 -) fra i divoti di Maria Ausiliatrice;

RIVISTA DEI GIOVANI

(Rivista mensile - Abbonamento annuo L. 12,50) fra i giovani studenti delle Scuole Superiori;

L'AMICO DELLA GIOVENTÙ

(Scolastico quindicinale - Abbon. annuo: L. 10,50).

VIRGO POTENS, o MARIA AUXILIUM CHRISTIANORUM.

Nuova opera musicata dal valente M° Magri. Il testo del bellissimo MelodrammaOratorio in tre quadri può fornire eccellenti parti musicali per chiesa, per teatri e per accademie, parti dolcissime, chiare e facili.

Il libretto è inserito nel testo e stampato anche a parte: il prezzo dell'opera è di L. 20 - del libretto L. 3 - (spese postali in più).

Rivolgersi alla Direzione Istituto Maria Ausiliatrice - Piazza M. Ausiliatrice, 1 - Torino (109).

SVILUPPI DELL'OPERA SALESIANA

Il tempio votivo della Vittoria e della Pace del Sacro Cuore di Gesù in Livorno

Quasi da un secolo, scriveva un giornale, in Livorno non si erano più costruite chiese: e i primi che misero mano a costruirne sono stati i Salesiani col maestoso tempio votivo dedicato al S. Cuore di Gesù.

Essi si accinsero all'ardua impresa il 14 luglio 1919 in momenti particolarmente difficili e di crisi finanziaria confidando negli aiuti che il S. Cuore di Gesù avrebbe inviato a mezzo di anime generose. E gli aiuti vennero; il tempio votivo della Vittoria e della Pace in suffragio dei Caduti aveva anche in sè un contenuto di bellezza ideale da incitare gli animi alla generosità.

Nove anni durò la costruzione e non è ancora del tutto finita: furono anni di fatiche pel direttore D. Tommaso Masera che già aveva per le mani la costruzione di quelle altre opere che oggi riempiono del nome venerato di D. Bosco e vivificano del suo spirito i popolari quartieri di Porta Colline. Oggi anche cotesto numeroso quartiere ha il suo tempio, ed è un tempio che s'aggiunge all'aurea collana di templi e chiese che la Congregazione Salesiana ha innalzato in onore del S. Cuore di Gesù in Italia e fuori: dalla prima maestosa Basilica al Castro Pretorio in Roma ai Santuari di Casale, di Napoli, di Londra, di Barcellona, di Recife e S. Paulo (nel Brasile) di Almagro e Bahia Bianca (nell'Argentina), di Santiago del Cile, ecc. Sono circa 40 templi che i Salesiani hanno eretto nel mondo per onorare il divin Cuore di Gesù; e questo di Livorno è uno dei più grandi, misurando 50 m. di lunghezza, 20 m. di larghezza nelle navate, con una capacità di 4.000 persone.

L'opera d'arte.

Il valente Arch. Ing. Torello Macchia di Livorno pel disegno dell'opera sua si è inspirato ai capolavori dell'arte cristiana del '300, ed ha creato col suo ingegno un'opera bella e armoniosa.

La sagoma esterna è quella propria delle chiese a tre navate: il portale centrale è costituito da 4 arconi digradanti verso l'ingresso, formando sul vano della porta una lunetta che sarà decorata da pittura; ornato di due angioli oranti, il portale termina in forma triangolare con sul vertice la statua del S. Cuore di Gesù. In alto un gran rosone, con archeggiamenti trilobati perimetrali che rompono opportunamente la monotonia della facciata, terminata da un coronamento d'archetti trilobati su mensole, e da 4 pinnacoli in corrispondenza dei pilastri e un altro centrale con la croce.

L'interno è a tre navate, terminate da absidi poligonali; la nave traversa è larga e lunga quanto la principale, mentre le navate laterali hanno metà larghezza della centrale. Sono divise da pilastri a fascio con colonne ausiliari addossate ed hanno a riscontro i semi-pilastri nelle pareti delle navate laterali. Grandi archi a sesto acuto dividono la nave maggiore dalla minore, ambedue terminate da grandiose volte a crociera con nervature poligonali diagonali, raggiungendo quelle maggiori l'altezza di metri 20.

Finestre ad arco trilobato e finestroni ad arco circolare illuminano il tempio, che sarà corredato di 7 altari in marmo: quello maggiore è costituito di due parti distinte, l'anteriore con la mensa e il ciborio, il retro altare formato da un'edicola sormontata dalla croce con nel centro la statua del S. Cuore di Gesù.

Per tutta l'area della chiesa si stende la Cripta, destinata a ricordare in lapidi marmoree i nomi dei valorosi Caduti per la Patria. In fondo sarà eretto un altare, ove saranno celebrate le Messe esclusivamente per i Caduti, essendo la nuova chiesa il centro dell'Opera Nazionale del suffragio per i Caduti.

La benedizione.

Benchè non ultimato in tutte le sue parti - mancano ancora il pavimento, gli altari, le vetrate istoriate, ecc. - fu aperto al culto per soddisfare alle necessità spirituali della popolazione. In preparazione al gran giorno della benedizione fu predicato in Duomo un ottavario dal distinto oratore Can. Colombatto di Cuorgnè e una Sacra Missione dal nostro D. Trione per i popolari quartieri adiacenti al tempio.

Il 3 novembre alla presenza del nostro Rettor Maggiore D. Filippo Rinaldi, di distinte personalità livornesi e di una gran folla, Mons. Piccioni, Vescovo di Livorno, lo benedisse, e D. Masera celebrò la prima

Messa in suffragio dei Caduti e per i benefattori vivi e defunti.

Il 4, con eccezionale concorso di fedeli, si svolsero solenni funzioni, con assistenza degli Eccellentissimi Mons. Munerati, Vescovo di Volterra e Mons. Guerra, arcivescovo di Verissa. Nel pomeriggio Monsignor Piccioni tenne una magnifica allocuzione; poi si cantò il solenne Te Deum, cui presero parte le Autorità Civili e Militari, seguito dalla Benedizione Eucaristica. A sera i quartieri adiacenti al tempio furono decorati di una superba illuminazione e rallegrati da fuochi pirotecnici, per iniziativa di un apposito comitato cittadino.

Il Sig. D. Rinaldi fu lieto in questa circostanza di constatare il consolante sviluppo preso dalle opere salesiane in Livorno, e la vivissima simpatia che hanno per esse le Autorità tutte, le quali collaborarono in tanti modi al crescere della nostra istituzione. Documento lusinghiero di tale benevolenza furono le adesioni entusiastiche di molte autorevoli personalità, la cui alta approvazione all'Opera di Don Bosco è per noi ad un tempo ambito conforto e stimolo a zelare con rinnovato ardore quelle opere di carità che Don Bosco ci ha inculcato.

Chiesa parrocchiale a Grottaferrata.

Dal 29 ottobre i Figli di D. Bosco sono nel grazioso paese di Grottaferrata per l' officiatura della nuova chiesa parrocchiale.

Ai piedi di Monte Cave, presso la famosa Badia Greca fondata da S. Nilo, luogo preferito di villeggiatura e il più vicino a Roma, in questi ultimi anni si sono moltiplicati i villini e il paese ha preso una discreta estensione, spostando il suo centro a notevole distanza dalla chiesa abbaziale e restando pure lontano dalla chiesa che la pia famiglia Santovetti aveva costruito in frazione Capanne. Fu quindi sentito dalla popolazione il bisogno di una chiesa più prossima.

Un solerte Comitato sorse con l'intento di dotare il centro principale della chiesa facilmente accessibile ai fedeli e diede l'incarico al valente ing. Arnaldo Bianchi di preparare il disegno, che l'Arch. Pietro Guidi completò specialmente per la parte ornamentale.

I lavori risentirono della crisi di questi ultimi anni ed ebbero una sosta; ma dopo che Sua Santità Pio XI affidò la costruzione alla rinomata ditta Castelli, i lavori ripresero con grande impulso e l'opera fu condotta in breve a termine.

Il Santo Padre alle tante offerte ha voluto aggiungere la somma occorrente per l'altar maggiore che sorge isolato nell'abside, mentre gli altri altari si devono alla generosità privata, ed uno all'associazione dei Combattenti, la quale permanentemente vi farà ardere una lampada.

L'Em.mo Cardinal Lega, vescovo suburbicario, ha da parte sua contribuito efficacemente ad assicurare il culto ed una efficace assistenza parrocchiale che succede a quella diuturna e diligente dei monaci basiliani: ed i Figli di D. Bosco hanno accettato l'incarico loro offerto.

La nuova chiesa parrocchiale fu consacrata il 30 ottobre dall'Em.mo Cardinale Lega, e inaugurata il giorno di tutti i Santi con pontificale solenne e festa nel paese. Sua Eminenza ha voluto compiere tutte le cerimonie e nel pontificale ha rivolto al popolo la prima omelia, nella quale « ha ricordato quanto la popolazione di Grottaferrata deve ai figli di San Basilio, che per mezzo di S. Nilo hanno avuto in sorte di veder sorgere il loro paese all'ombra di Maria, e la prosperità che loro portò la Badia con la coltivazione dei terreni, già incolte boscaglie.

Oggi mentre le loro cure saranno ancor rivolte alla custodia del Santuario, all'educazione della gioventù Albanese, ed allo studio, i Salesiani loro succedono nella cura parrocchiale alla quale devono corrispondere con tutta la loro pietà religiosa. »

L' Em.mo augurandosi un rigoglioso sviluppo di opere, impartì la benedizione.

L'Osservatore Romano - da cui abbiamo riassunto la cronaca dell'avvenimento - aggiunge:

« Il tempio a tre navate misura m. 32,50 di lunghezza per 22,5o di larghezza: è dedicato al S. Cuore di Gesù e destinato ad una grande missione di bene, anche a vantaggio dei numerosi villeggianti che reclamavano l'assistenza spirituale in prossimità delle loro case di campagna».

La popolazione di Grottaferrata che accolse con squisito senso di entusiasmo i Figli di D. Bosco ha voluto nel giorno solenne ringraziare il nostro Rettor Maggiore D. Rinaldi con un caloroso telegramma per mezzo del suo Podestà D. Alessandri e del Cav. Finocchi presidente del Comitato.

Facciamo noto ai nostri benemeriti Cooperatori che le opere nostre hanno il conto corrente postale col N. 2-1353 (Torino) sotto la denominazione DIREZIONE GENERALE OPERE DI D. BOSCO - TORINO. Ognuno può valersene con risparmio di spesa, nell'inviare le proprie offerte, ricorrendo ull' ufficio postale locale per il modulo relativo.

Lieti ricordi.

Partenza di Missionari.

La cerimonia, svoltasi il 7 ottobre nel Santuario di Maria Ausiliatrice, riuscì anche quest'anno commovente e solenne. I fedeli gremivano il Santuario avidi di ascoltare il discorso di saluto, detto dal Missionario Salesiano D. Giov. Guarona, Pro-Vicario di Shiu-Chow (Cina), e assistere alla distribuzione dei crocifissi fatta da S. Em. il Card. Gamba, Arcivescovo di Torino, e al comiato affettuoso dei Missionari dal Sig. D. Rinaldi e dagli altri Superiori.

Il numero dei partenti non era esiguo neppure quest'anno: 85 tra Sacerdoti, Chierici e Coadiutori e 37 Figlie di Maria Ausiliatrice. I missionari e le Suore sono diretti un po' dappertutto: al Giappone, alla Cina, all'India, al Siam, alle Americhe, ecc.

Visita dell'Em.mo Card. E. Lépicier.

Trovandosi a Torino per le feste in onore del Beato Patrizi, il 9 ottobre Sua Eminenza volle visitare l'Oratorio Salesiano. Accolto con entusiasmo nel teatro, Sua Eminenza all'indirizzo di omaggio lettogli da un alunno, rispose con una cordialità che rese la sua parola gratissima a tutti i presenti. S. E. n. disse di gloriarsi di essere un Cooperatore Salesiano e di ammirare il bene che compie l'Opera di D. Bosco; augurò ai giovani di essere a suo tempo buoni apostoli in ogni parte del mondo e per riuscirvi inculcò loro la divozione a Maria.

La sua parola fu oltremodo persuasiva per un ricordo personale che Sua Em. raccontò argutamente. Narrò che cominciando il corso di latino sentiva estrema difficoltà nell'apprendere tale lingua, tanto che era sempre l'ultimo della classe: ma un giorno si raccomandò caldamente alla Madonna ed essa l'aiutò sì bene che al primo concorso, egli dall'ultimo posto passò al primo, e non risentì più difficoltà.

Manifestò le belle impressioni riportate dalla Missione Salesiana dell'Assam, dove Egli fu in qualità di Visitatore Apostolico, ed esortò tutti a svolgere il tesoro di grazia che Dio ha deposto nel cuore di ciascuno.

Visitati i vari ambienti dell'Oratorio Sua Em. ripartiva calorosamente applaudito dagli alunni e ossequiato dai superiori, lasciando in tutti il più dolce ricordo.

E. Em. il Card. Van Roey, Primate del Belgio, negli ultimi di ottobre, reduce da Roma, si è fermato per due giorni in Torino, ospite graditissimo nostro.

Il ricevimento cordiale che gli si fece all'Oratorio Salesiano (Casa Madre), all'Istituto Internazionale della Crocetta e a Valsalice, disse la stima e la riconoscenza che si ha per Sua Eminenza dai Figli di D. Bosco, cui egli prodiga tante affettuose gentilezze nella sua nazione.

S. Eminenza rimase assai soddisfatto di aver potuto ammirare nell'Oratorio i ricordi degli umili inizi e lo sviluppo dell'Opera di D. Bosco. Partendo lasciò a noi un caro ricordo della sua persona e delle squisite sue doti.

Echi del 90° anno di Don Francesia. - Per la ricorrenza del 90° anno, sono pervenute al Sig. D. Francesia calorosi auguri dai molti e affezionati discepoli sparsi in Italia e all'Estero, e da numerose distinte persone che hanno con lui vincoli di amicizia. Segnaliamo pure un'altra bella iniziativa sorta in suo onore nella cittadina di Cherasco. Per opera del Cav. Gino Bernocco e di altri amici si è costituito colà un Comitato che si propone di raccogliere offerte per costituire una Borsa Missionaria intitolata a D. Francesia: per mezzo del Bollettino il Comitato fa voti che tutti gli ex allievi del venerando D. Francesia vogliano contribuire a completarla per la data del 3 ottobre 1929.

Auguriamo che la bella iniziativa raggiunga il suo scopo e sia novella testimonianza di affetto per D. Francesia, che in Cherasco svolse con entusiasmo il suo zelo e la sua feconda missione di educatore e di sacerdote.

ANIME RICONOSCENTI AL Ven. D. BOSCO

Avevo bisogno che una mia domanda trovasse buona accoglienza presso i miei superiori ; pregai Don Bosco e ottenni il favore desiderato, favore non molto facile, trattandosi di una faccenda burocratica.

Casalpusterlengo.

GIUSEPPE SONETTI.

La nostra piccola Angiolina di due anni e mezzo, venne in seguito ad indigestione colpita da forti convulsioni.

Il medico curante stava in pensiero e asseriva non essersi mai trovato davanti a un simile caso.

Nel nostro immenso dolore, ci rivolgemmo con fervore a Don Bosco perchè intercedesse da M. Ausiliatrice la guarigione della nostra bambina. E questa, dal giorno in cui le posi la reliquia del Venerabile e incominciai la novena, dette segno di miglioramento ed oggi è perfettamente guarita.

Mirabello.

SISTO MARIA PORTA.

Per mezzo mio il cooperatore Fiaschetti Augusto invia l'acclusa offerta per grazia specialissima ricevuta mediante l'intercessione del Ven. D. Bosco, a cui aveva fatto ricorso privatamente e pubblicamente con una novena di preghiere, mentre la propria consorte, gestante, trovavasi in gravissime condizioni di vita da veder ormai necessario l'intervento chirurgico. Ma dopo aver con tanta fiducia deposta l'immagine e la reliquia del Venerabile, espressamente fatta venire da Torino, sul letto della malata, istantaneamente ella si sentì più sollevata, sentì migliorate le forze e in breve diede felicemente alla luce la sua creaturina. Ora sta benissimo, mentre tutte le altre volte si era trovata in serio pericolo di vita.

Questo mi ha raccontato il Fiaschetti, commosso fino alle lagrime.

Castelplanio.

D. AMEDEO CHIORRINI.

Un venerando e ottimo mio superiore era da parecchio tempo affetto da grave infermità, che i dottori curanti, data l'età, avevano giudicata inguaribile. In tale circostanza ricorsi a D. Bosco ed egli non tardò ad esaudirci. Il venerando infermo cominciò a migliorare ed ora trovasi in piena convalescenza e presto riprenderà la sua vita normale, con grande gioia della nostra famiglia religiosa e con stupore dei medici che avevano dato per disperato il caso.

UN RELIGIOSO FIORENTINO.

Il 13 giugno 1927 mio marito ebbe la certezza di aver perduto completamente la vista. I dottori oculisti di Ivrea e Torino, consultati, lo dichiararono affetto di cateratta senile ad ambi gli occhi.

Chiesi in quel giorno a D. Bosco la grazia del ricupero della perduta luce degli occhi per mio marito, ed oggi, dopo un anno dall'operazione, sono lieta di rendergli grazie per avermi esaudita. Il Prof. Grignolo che ha operato mio marito assicura che l'occhio ha ripreso le sue funzioni normali. Mando con riconoscenza la mia offerta con preghiera di pubblicare la grazia.

Ivrea.

C.ssa MARIA CLOTILDE DE GIORDANI di Montalto.

Un mio fratello aveva subìto un'operazione d'una fistola sotto un occhio; ma per quanto fosse andata bene, i dottori avevano deciso di mandarlo alla Clinica di Modena, per sottoporlo ad una radioscopia.

Io feci una novena al Venerabile Don Bosco promettendogli un'offerta per le sue Missioni, qualora il fratello fosse risanato.

Esattamente nove giorni dopo veniva informato che il fratello era guarito perfettamente senza doversi neppure recare alla Clinica, e che i dottori eran rimasti stupefatti di quella rapida guarigione.

Milano.

ENRICHETTA RIVA.

Il mio nipotino Carlo fu sottoposto ad una dolorosa operazione, che parve riuscita bene. In seguito, i Professori giudicarono di sottoporlo ad un nuovo atto operatorio. In tale terribile frangente mi rivolsi al Ven. D. Bosco, promettendo un'offerta per le sue Missioni. Con stupore dei Professori, il mattino stesso dell'operazione, mio nipote fu trovato completamente guarito, e non fu più necessaria alcuna operazione.

Alba.

PRANDI ANNETTA.

Una piissima Signora aveva un nipotino alunno della scuola parrocchiale italiana diretta dalle Figlie di M. Ausiliatrice. Con un pretesto qualsiasi i genitori un bel giorno lo tolsero, per farlo iscrivere ad una scuola americana.

La signora ne provò grandissima pena, poichè l'atto le sembrò un affronto alle buone Suore ed ai Salesiani alla cui chiesa la scuola è annessa, e più ancora perchè l'educazione cristiana del nipotino le parve con tutta probabilità in pericolo. Tentò d'indurre i genitori a mutar di parere, ma inutilmente. Piena di fiducia si volse quindi al nostro Venerabile Padre Don Bosco, pregandolo di farsi protettore del caro fanciullo e ricondurlo al più presto possibile all'ovile.

Non fu delusa. Al principio di settembre, col ricominciare dell'anno scolastico, i genitori « spontaneamente » lo iscrissero di nuovo alla scuola Cattolica Parrocchiale Italiana.

Riconoscente, la pia signora fece generosa offerta al nostro Orfanotrofio e ci pregò di render nota la grazia sul Bollettino.

North Haledon N. J.

IL DIRETTORE.

Mi trovavo gravemente ammalata e il giorno 4 Maggio 1927 dovettero portarmi all'ospedale per una difficile operazione. Il male andava crescendo, gli stessi medici non sapevano più che fare e temevano pel risultato. Lo stesso mattino che decisero di farmi l'operazione, però senza speranza, vennero le Suore di Maria Ausiliatrice a visitarmi; io stavo quasi senza conoscenza, solo udii una Suora che mi disse: Signora Luigia, si faccia coraggio, abbia fede in D. Bosco, che farà il miracolo di guarirla; e mi mise una reliquia del Venerabile sul cuore. Oh prodigio! Subito mi sentii meglio, e ritornati i tre dottori per l'atto operatorio, mi visitarono un'ultima volta, e con gran sorpresa, dichiararono che non era più necessaria. Ora sono completamente guarita.

Los Andes (Cile).

LUIGIA CANIGGIA.

C. L. (S. Paolo - Brasile) ottenne coll'invocazione di D. Bosco la guarigione di una persona cara da lungo tempo gravemente malata.

MARIA BARTOLINI (Volterra) riconobbe una grazia di D. Bosco nell'essere scampata nella notte del Giovedì Santo al pericolo di un violento incendio, scoppiato in casa nel cuore della notte, mentre dormiva.

UN RELIGIOSO (Firenze) in gravi angustie di famiglia ricorse a D. Bosco perchè provvedesse ai suoi cari e liberasse lui dal pericolo di dover abbandonare forzatamente la sua vocazione: fu subito esaudito.

DEI-PIO VINCENZO (Dezerto, Brasile) ottenne dal Venerabile due segnalate grazie.

EX ALLIEVA DELL'ORATORIO (Chieri) ricorse a D. Bosco per una grazia tanto sospirata e l'ottenne.

MONTALDO LUIGIA (Bossolasco) invocò Don Bosco perchè guarisse suo marito affetto di polmonite doppia: il quinto giorno della novena il malato era fuori pericolo.

E. A. (Varazze) da tanto tempo desiderava una grazia speciale: l'ebbe dall'intercessione del Venerabile.

GIOVANNA SIMONETTI (Bernal, Argentina) chiese la protezione di D. Bosco in una difficile operazione, ed ora è interamente risanata.

PISCHEDDU BATTISTINA (Terralba) con una reliquia di D. Bosco ottenne che la figlia fosse perfettamente risanata senza l'operazione, giudicata necessaria dai medici.

ERMINIA RAVARINO (Carpignano) invocando D. Bosco fu libera da dolori di stomaco che da due anni la tormentavano.

FRANCESCO GIACOLONE coll'intercessione di D. Bosco ottenne alleviamento ai prolungati dolori di stomaco.

DALLE NOSTRE MISSIONI

L'incoronazione dell'Imperatore del Giappone.

Miyazaki 8-x-1928. M. R. Sig. D. Rinaldi,

Il Giappone viene alla lontana preparandosi alle grandi manifestazioni dell'Incoronazione dell'Imperatore. La capitale è in fervore di preparativi esteriori: le provincie, i comuni, i privati si prodigano in raccolte di offerte per i festeggiamenti e per esternare in qualche opera di pubblica utilità (ospedali, ponti, acquedotti, ecc) il ricordo del grande avvenimento. I cristiani con manifestazioni religiose e civili vogliono dire al loro Sovrano la devozione, la sottomissione fedele, l'affetto che e per natura e per insegnamento religioso sentono vivo per Lui, che incentra il pensiero, l'aspirazione del popolo giapponese.

I giornali pubblicheranno copiosi riassunti delle caratteristiche funzioni, ma non sarà discaro ai lettori del Bollettino qualche notizia che anche dal punto di vista storico chiarisca questo avvenimento.

La grande cerimonia dell'accessione al trono verrà svolgendosi dal 10 al 14 novembre a Kyoto con un susseguirsi di riti e cerimonie quotidiane che riassumono in pittoresca rappresentazione le principali e più antiche tradizioni religiose.

Da Jimmu Tennò, il fondatore della dinastia imperiale, bisogna giungere al 927 d. C. per trovare un corpo di norme cerimoniali abbastanza complete per l'incoronazione, e finalmente al 1889 (promulgazione della costituzione) in cui si ha il cerimoniale ora in uso.

- Perchè, mi si domanderà si ritarda tanto a compiere questa cerimonia?

L'intronizzazione si celebra al terzo anno dalla morte del precedente imperatore. È un richiamo storico antichissimo. In origine alla morte del Sovrano si abbandonava la casa da lui abitata e il nuovo imperatore andava altrove a costruirsi l'abitazione e con lui il codazzo dei servi e tutto il servizio amministrativo. Inoltre la successione non sempre era pacifica e quindi fra i trasporti e le costruzioni dei nuovi edifizi e fra le guerre di successione che non di rado si scatenavano fra i pretendenti al trono, occorreva un certo tempo. Quello che allora era suggerito da necessità di cose, ora è legge.

- Perchè tale cerimonia si fa in autunno? - Perchè ogni regno deve cominciare con un'offerta solenne delle primizie più notevoli del paese, la quale in Giappone non è possibile che in autunno.

- Ma allora dalla morte dell'Imperatore fino al compimento dell'àttuale cerimonia la dignità imperiale rimane senza titolare?

L'uso ha introdotto una cerimonia privata che si compie a Tokyo subito dopo la morte dell'imperatore e che consiste sostanzialmente nella consegna della spada e dei gran sigilli dello Stato fatta nel tempio del palazzo imperiale. Questa cerimonia fu difatti compiuta il 26 dicembre 1926 e il 28 dicembre nell'udienza pubblica il sovrano notificava al popolo il suo possesso al trono.

I preliminari delle grandi feste dell'incoronazione sono date dal Rito divinatorio che si compie davanti a uno dei templi di Tokyo e conclude sulla scelta delle risaie ove sarà coltivato il riso da offrirsi agli dèi nel giorno della festa delle primizie. Il cerimoniale è minuziosissimo: al suono della musica sacra si bruciano scaglie di osso di tartaruga al fuoco purissimo di legno di ciliegio speciale. Designato il luogo, persone di fiducia coltiveranno con cura il riso.

L'inizio delle feste (6 novembre) è dato dalla partenza dell'imperatore da Tokyo.

È difficile descrivere l'imponenza, lo sfarzo del corteo imperiale che indossa ricchi costumi dell'8° secolo e che a tappe si dirige verso Kyoto. Le truppe nelle loro brillanti divise, i preti shintoisti nei loro ricchi paludamenti, la cassa contenente gli oggetti sacri (lo specchio, la spada, la collana di perle e i sigilli dello Stato, la cui consegna forma l'essenziale della cerimonia), la gioia di un popolo che festeggia il suo sovrano, sono cose altrettanto facili a immaginare più che a descrivere.

La vera cerimonia dell'intronizzazione consta di due parti: una religiosa fatta al mattino alla presenza dei principi del sangue, delle più alte dignità e degli ambasciatori delle Potenze estere. L'imperatore davanti all'arca contenente i sacri tesori annuncia la presa di possesso del trono e fa le rituali adorazioni, imitato dai principi imperiali - nella funzione civile, si asside sul trono, significando al mondo intero (rappresentato dagli ambasciatori) che egli accetta la successione imperiale, e dopo la lettura del proclama i presenti, inchinatisi profondamente, gridano: Banzai !

L'11 novembre in presenza di molta gente si eseguisce la grande danza sacra di ringraziamento agli dèi. Il 12 novembre vi è il solenne ricevimento a palazzo di tutti gli inviati portatori delle offerte imperiali ai templi nazionali: ad essi viene consegnata la preghiera che devono leggere nel consegnare l'offerta. Tali offerte sono tessuti di seta, cotone, canapa e monete coniate per l'occasione, chiuse in cassette di legno bianco legate con cordoni di seta.

La giornata si chiude con riti di abluzioni per l'imperatore e di esorcismi dalle impurità materiali e morali per gli altri dignitari della corona.

Alla vigilia della festa delle primizie si celebra il rito della tranquillità dell'anima per procurare lunga vita, sanità e felicità alla famiglia imperiale; e consiste in preghiere, danze sacre antichissime e due riti di magia simpatica. Sono ricordi derivati dalle primitive idee dei Giapponesi, che a tenere più facilmente unita l'anima al corpo servano riti religiosi.

Gli dèi protettori del palazzo imperiale al suono delle arpe e dei flauti, e dei canti di gioia dei sacerdoti sono evocati - si preparano le offerte (spada, arco e casco con frecce, bozzoli del baco da seta, seta, canapa, bambagia, sakè - vino - e alimenti) si recitano preghiere per rendersi propizi gli dèi - un lungo filo di seta, simbolo della vita dell'imperatore, viene annodato dieci volte a significare che la vita viene rafforzata - si danza in preda a un sacro delirio per calmare l'azione magica degli dèi.

La serie delle grandi feste è chiusa dall'offerta solenne delle primizie; è una delle più antiche feste shintoiste. Viene celebrata in un tempio provvisorio, costrutto per la circostanza (riproduzione dei templi del 6° e 7° secolo) e i partecipanti vestono costumi antichissimi. La funzione si compie di notte, tra fuochi sacri. Nella cucina si prepara il riso, mentre su 8 tavole si dispongono bellamente le offerte alimentari giunte da tutte le parti del Giappone (riso, miglio, orzo, grano, legumi, pesci, erbaggi e frutta d'ogni genere).

Tra canti e suoni si offrono agli dèi le primizie. Su una piccola tavola è servito il pasto all'imperatore che, dopo aver adorato gli dèi, gusta pel primo dei vari cibi. Così la cerimonia è finita.

Nei giorni seguenti vi è il banchetto offerto al corpo diplomatico, e l'altro ai dignitari. Alla fine di novembre la grande rivista militare a Tokyo e a dicembre la rivista navale chiudono definitivamente le feste.

Strani contrasti di idee e di realtà! Il Giappone che è fra le nazioni moderne all'apice della civiltà materiale e che solennizza colla riproduzione del cerimoniale delle sue più antiche idee religiose l'avvenimento che incentra la massima parte della sua grandezza. Contrasti che spiegano da un lato il lento evolversi anche di queste idee e realtà e dall'altro le difficoltà dell'apostolato missionario che si dibatte tra questi contrasti.

Se tutti i buoni, rendendosi chiaro conto di queste difficoltà, incarnate tenacemente nella natura di questo popolo, ci venissero in aiuto con la preghiera e con mezzi materiali! Ispiri questo il buon Dio per il bene di milioni di anime che ancora non lo conoscono.

D. VINCENZO CIMATTI

Missionario Salesiano.

Tra gli affluenti del Rio Negro.

(Relazione di D. A. Giaccone - Ved. N. di luglio).

Nel partircene, gli indi ci dissero che ormai eravamo fuori della foresta deserta e che in giornata avremmo trovato le prime « maloche ». Dopo alcune ore ci apparve la prima dal tetto nero fra palme gigantesche, abitata da pochi indi. Una vecchietta con un paio d'orecchini di argento e coperta di un lurido cencio, si fece vicino per dirmi:

- Padre, vedi? Non ho più roba per coprirmi. - Vedo... Ma perchè invece della stoffa hai comprato questi gioielli?

Abbassò il capo e senza aggiungere parola ritornò presso il fuoco. Questi poveri selvaggi son fatti così, dànno tutto per un falso gioiello che loro vendono commercianti disonesti: non è raro il caso che per una fisarmonica o un grammofono si rendono schiavi per mesi ed anni, condannandosi al duro lavoro dell'estrazione della gomma.

Proseguiamo per Tucano Cachoeira- residenza di Tucano-Dessanas. Ai tempi della missione francescana formava un ben ordinato villaggio con case e cappella, ma partiti i missionari, gli indi ritornarono alla primiera vita pagana della maloca. Oggi ad un cenno del missionario hanno di nuovo abbandonata la maloca, per le case e già quattro famiglie hanno costruite le loro.

Gli indi ci accolsero con festa: quasi tutti erano passati per Taracuà e ci conoscevano, perciò ci tempestarono di domande. Verso sera li riunimmo tutti nella grande maloca, presso l'altarino improvvisato, ad ascoltare l'istruzione religiosa e a recitare le preghiere. Nella notte arrivarono dalla pesca i Dessanas, così che alla funzione del mattino partecipò una folla più numerosa.

Tra villaggi che iniziano la vita civile. - " A Gesù dovrai sempre obbedire! ". - I " figli della tigre ".

Ripartiti, verso le quattro pomeridiane avvistiamo la grande maloca dov'ha sede la tribù Mirity-Tapuia, la tribù meno numerosa di quante abitano questa regione, ma in compenso è la più selvaggia e temuta. Una cinquantina di persone ci attendono e il cacico ci porge il saluto in portoghese.

Trovammo anche là cinque casette di fresca costruzione. Alla sera, raccolti gli indi nella maloca, rischiarata da fuochi, spiegai loro il 12° quadro della Via Crucis che avevo appeso al palo principale: quando dissi loro che Gesù Cristo è anche il loro « Vioge » (= cacico - non hanno gli indi alcuna parola per indicare il Signore!) il cacico ebbe un atto di sorpresa e volgendosi al figlio che teneva sulle ginocchia gli disse: - Tu non vuoi più obbedire a me, ma a Gesù dovrai sempre obbedire! - Quei poveri indi, contenti che avrei lasciato loro in dono il quadro, si sforzarono di imparare una giaculatoria con cui salutare il loro Salvatore ogni volta che entrassero nella maloca.

Con tre ore di navigazione giungemmo a Piraiba-Pozo, ma avendo trovato colà soltanto quattro indi, proseguimmo per Wira dove ci attendevano un centinaio di persone. Cosa insolita, i ragazzi ci vennero incontro pei primi e ci stettero sempre al fianco. Il vecchio cacico « Lorenzo» ricordava i tempi della missione francescana e volle indicarci il luogo dove sorgeva la cappella e ci discorse delle usanze che i missionari avevano introdotte nella sua tribù allora assai numerosa. Wira-Pozo ora risorge a nuova vita, ha già 14 casette, in massima parte colle pareti di fango, e presto avrà anche la chiesina. E appena dal febbraio 1926 che quegli indi sentono la febbre della civiltà e fu il caro D. Marchesi a inocularla con la visita loro fatta. Se il missionario potesse visitare più spesso questo centro, sarebbe presto guadagnato alla civiltà.

Mi congratulai col cacico per il progresso constatato: egli non fu insensibile alle mie lodi e si compiacque accompagnarmi nelle singole abitazioni per collocarvi l'immagine di Maria Ausiliatrice e dire a ciascuna famiglia una buona parola. E davanti alla Madonna quante esclamazioni di meraviglia da parte delle donne; ne furono così entusiaste che mi pregarono d'insegnare loro una giaculatoria per salutarla ogni mattina.

Quando stavamo per ritirarci nella casetta destinataci, scorgemmo uscir fumo dall'antica maloca distante 200 m. dal villaggio.

- Vi è gente colà? - domandai ai ragazzi.

- Non vi è alcuno! - mi risposero.

Andiamo dunque a vedere chi ha appiccato il fuoco!

- Non vi sono indi: là vi sono i Macùs....

Gli indi credono che i « Macùs » non siano uomini come gli altri: li chiamano « i figli della tigre » e li considerano loro schiavi. E quegli infelici lo sono di fatto e volontariamente. Sembra che abbiano la vocazione di servire e preferiscano la condizione di paria. Dopo alcuni periodi di vita nomade nella selva dove disputano alle scimmie i frutti selvatici, essi si raccolgono presso le maloche dei Tucano, Piratapuias e Dessanas mettendosi a loro disposizione per il disboscamento, ricevendo in compenso un pó di cachiry (bibita) e farina di mandioca. Alle volte però si rifanno della misera paga saccheggiando las rogas (le piantagioni di mandioca) dei loro padroni.

Più volte abbiamo tentato di civilizzarne alcuni, ma o essi si stancarono presto o pensarono i padroni a farli scomparire perchè più non ci avvicinassero. Quasi tutti i cacichi hanno in casa dei piccoli Macus incaricati della sorveglianza dei figli, e dei lavori più bassi nella maloca: alle volte questi infelici divengono strumenti di vendette nelle mani dei capi ed esecutori efferati di assassinii.

Nell' antica maloca trovammo 4 famiglie di Macus abbrutiti : non uno si mosse per salutarci, le donne si rintanarono negli angoli più oscuri e i bimbi si nascosero il viso tra le mani tremando di paura. A stento potei strappare ad un vecchio due parole... Lasciai tuttavia nella maloca un' immagine di Maria Ausiliatrice, affidando alla sua materna protezione i poveri Macùs.

Tutti gli indi assistettero alle funzioni religiose in casa del cacico, e ci accompagnarono al fiume malgrado cadesse dirotta la pioggia.

S. Josè. - " Sono avvelenato! ". - Il timore del veleno. - " Ecco la tua casa ! ".

Come Dio volle, si giunse a S. Josè, dove trovammo in costruzione 8 gruppi di case che davano un aspetto grazioso al nascente villaggio.

Un vecchio tucano, Joanico, che conobbe gli antichi missionari, ci parlò con molto entusiasmo di Fra Venanzio e si disse lieto che D. Marchesi avesse dato agli indi il consiglio di abbandonare la residenza unica della maloca: egli pure con la sua autorità persuase gli indi a seguire il suggerimento del missionario. Così sorse il villaggio ed ora anche la chiesetta in costruzione diverrà il centro della nuova vita cristiana di quegli indi.

Dopo aver amministrati alcuni battesimi, ripartiamo. Toccando S. Lucia abbiamo una sgradevole sorpresa: gli indi son ancora coi fumi dell'orgia compiuta il giorno innanzi e le donne sono tuttora orribilmente dipinte: non hanno voglia di ascoltarci. Proseguiamo quindi per Maracajà dove speriamo trovare la popolazione più ben disposta.

Il furioso latrare dei cani che annunzia il nostro arrivo getta lo scompiglio nella maloca: le donne balzano dalle amache, prendono i bambini e fuggono nel bosco. Ma appena si accorgono del missionario, ritornano ridendosela per la paura avuta.

Entrando nella maloca vediamo presso il fuoco un indio sui 25 anni, col collo assai gonfio, che ci guarda con espressione di grande tristezza.

- Che cos'hai?

- Sono avvelenato

Ti daremo una medicina.

- È inutile, tanto devo morire... - Non volle accettar nulla, convinto com'era di essere stato avvelenato e di dover morire: aspettava la sua ora suprema

Il veleno è l'incubo continuo degli indi di questa regione; essi ci dicono che vien comunicato dall'alito di certi individui... È loro convinzione che l'uomo non muore di morte naturale ma per l'influenza nefasta di agenti esterni. Il catarro p. es. e la malaria vengono inoculati dai commercianti: tutte le altre malattie sono causate dal veleno, soffiato in volto da certi indii, specialmente dai vecchi. E assillati da questo timore non entrano nelle maloche dove sospettano vi sia un avvelenatore. Quando poi muore un indio, ne incolpano sempre chi passò per ultimo alla maloca. Se muoiono in una maloca vari indi in un breve intervallo di tempo, vengono consultati i Pagè (stregoni), i quali ordinariamente consigliano di abbandonare la maloca e costruirne un'altra perchè -dicono -l'alito velenoso ha pervaso tutta la casa e tutti gli utensili.

Anche il pilota della nostra canoa - un vecchio Tucano affezionatissimo - aveva un sacro terrore del veleno e arrivando alle maloche dei Dessanas o Mirity Tapuia, tra i quali sospettava esservi degli avvelenatori, non volle mai scendere dalla canoa e preferì passar la notte all'intemperie anzichè nelle amache della capanna: se talora entrava nelle maloche, faceva immancabilmente a certa distanza i complimenti d'uso, senza permettere ad alcuno di avvicinarlo.

Passando per Boa Vista in tre ore di navigazione arriviamo a Pary-cachoeira, il più numeroso centro di Tucani. Sulla spiaggia appare una bella casetta dalle pareti di fango e i rematori mi dicono ad una voce con entusiasmo: - Pai, ecco la tua casa... l'hanno fatta per te e da molto tempo ti aspettano! - Lasciamo per ora la casa e ci dirigiamo alla maloca che misura 3o m. per 5o: gli indi, che se ne stanno ivi oziosi nelle amache con la bocca piena di padù (una foglia da masticare), al vederci balzano a terra per salutarci. Preparato l'altare, tutti assistono con divoto contegno alla S. Messa. Poi il cacico ci fa la regolare consegna della casa e approfitta della occasione per insistere nuovamente affinchè un sacerdote si stabilisca colà. Pary-cachoeira è davvero un luogo delizioso e opportuno per una residenza: è il centro dei Tucanos che fino ad oggi fu il più abbandonato. Quanto al fissarvi una stabile residenza, Dio solo sa se potremo realizzare questo sogno: al presente intanto il personale della missione basta appena per le opere a cui attende.

Sull'Umary. - Igarapè derisi dagli Indi.

A Pary-cachoeira, dovendo navigare sull'Umary-lgarapè, un affluente impetuoso e ricco di cascate terribili, fu d'uopo abbandonare le grandi canoe per adottare le piccole di 4-5 m. per o,50 di larghezza, capaci di tre persone.

In tre piccole canoe adunque ci disponemmo a risalire per un centinaio di chilometri l'Umary. Per la prima giornata non avremmo potuto desiderare di peggio; cinque ore e mezza sotto lo scroscio dell'acqua senza poterci ristorare e neppure riscaldarci: alla prima cascata dovemmo da noi stessi trasportare bagagli e canoe non potendo avere l'aiuto di nessuno. Alle 4 del pomeriggio eravamo alla seconda cascata: là indi Dessanas ci aiutarono nel trasporto dei bagagli e delle canoe e poi ci accompagnarono alla maloca per passarvi la notte.

Eravamo letteralmente grondanti di acqua.

L'accoglienza degli indi fu delle più glaciali. Due uomini ci salutarono sulla porta della maloca: quelli che eran dentro si sedettero nelle amache per squadrarci e ridere sonoramente alle nostre spalle. Anche le donne ci contemplavano dalla testa ai piedi e poi ridevano da contorcersi. Provai ad avvicinare i bambini: se ne fuggirono urlando: cercai di attaccar discorso con qualcuno, ma la risposta fu una risata più clamorosa. Quanti commenti ridicoli sulle nostre persone! Si può dire che tutti i nostri connotati balzarono fuori ad uno ad uno assai meglio che alla visita militare.

Quell'accoglienza mi disorientò un poco, benchè ne indovinassi la ragione. Questi indi, lontani dal gran fiume dove passano missionari e commercianti, non sono mai stati a contatto della civiltà e sono i più selvaggi. Lasciammo perciò che si sfogassero a piacimento durante la nostra cena, finita la quale cominciammo a disporre l'altare. Allora cessarono le risate e furono sostituite da esclamazioni prolungate di meraviglia. Quando mi videro indossare la cotta, le donne esclamarono: - Che bel vestito ha il Padre e noi non abbiamo quasi nulla per vestirci! - e vennero a domandarmelo.

Pensavo con pena che probabilmente non mi avrebbero lasciato svolgere la funzione, nè parlare; in cuor mio pregai il Signore per un insperato aiuto. E questo venne coll'ingresso nella maloca di una giovane. Era stata per un mese alla missione di Taracuà, perciò appena mi vide, venne a salutarmi con rispetto, e a offrirmi l'opera sua. Radunò le donne e raccomandò loro il silenzio: anche gli uomini si acquetarono. La giovane mi diede un prezioso aiuto specialmente per insegnare il segno della S. Croce, e far recitare le orazioni.

Quando al mattino videro i paramenti sacri della Messa, gli indi rinnovarono con più espansività le loro esclamazioni: il camice li riempì di tanto stupore che credetti definitivamente compromesso il contegno durante il divin Sacrificio... Grazie alle esortazioni della buona catechista la calma ritornò e fu possibile compiere la sacra funzione.

Si ripartì verso l'ultima cascata - la più lunga e difficile - chiamata dagli indi Andurihna Cachoeira (Rondinella cascata) e si proseguì oltre per i meandri tortuosissimi dell' igarapè, che si faceva sempre più stretto, finchè ad un punto largo appena poco più di un metro ci dovemmo fermare, diventando impossibile la navigazione.

Entrati in una capanna di indi Tucuja, questi ci accolsero con freddezza e diffidenza e a malincuore ci assegnarono un cantuccio per passare la notte. Erano essi gli indi più indolenti che avessi incontrato: lo dimostrava il tetto della loro capanna tutto foracchiato. Uomini e donne assistettero indifferentissimi all'istruzione religiosa che mi provai di dar loro. Prima di addormentarci, io e il mio compagno rivolgemmo una fervida preghiera al Signore perchè illuminasse quelle anime e le rendesse più docili a un'altra visita del missionario.

(Continua).   D. A. GIACONE Missionario Salesiano.

Consolazioni nell'Assam.

La missione dell' Assam, sui monti Khassi e Jantia, dopo cinque anni, ha dato consolazioni ineffabili al nostro Prefetto Apostolico Mons. Mathias che con occhio sicuro e con ferma fiducia ha tanto lavorato a realizzare i suoi grandi disegni.

Battesimi - Prima Vestizione chiericale.

Il giorno di Pasqua, coll'ingresso di un forte numero di pagani nella Chiesa Cattolica per mezzo del Battesimo, è sembrato a tutti l'inizio consolante di un'èra nuova per la nostra Missione. E stato difatti il primo raccolto abbondante di frutti, germinati dai sudori sparsi dai missionari tra mille difficoltà. E quale fervore in quei neofiti! Non si tratta soltanto di idoli infranti e sacrifizi ributtati, ma di cuori rinnovati e interamente consacrati alla causa di Dio.

Se grande fu la gioia dei cristiani Khassi di veder accresciuto lo stuolo dei credenti in nostro Signore, più grande fu quella per la vestizione chiericale di un giovane Khassi - il primo figlio di questa terra che entra nella via santa del sacerdozio.- Lo stupore, la soddisfazione più lieta era su tutti i volti degli indigeni che assistevano alla cerimonia e che non si saziavano di rimirare col più schietto compiacimento il chierico novello, Francis Diendogh, nella nuova divisa. Agli occhi loro egli appariva un privilegiato della Provvidenza, mentre alla loro mente si dischiudeva un orizzonte nuovo pieno di speranze nel vedere uno dei loro tendere ad una mèta eccelsa e creduta fin qui inaccessibile per loro, privilegio dei popoli occidentali e cristiani da secoli.

Francis non si appagò di esser chierico, e chiese a Mons. Mathias di appartenere alla nuova famiglia che i Khassi hanno incominciato a stimare ed amare. Voglio dire la famiglia dei Novizi e Studenti Salesiani. Essi sono qui chiamati dal popolo con nomi veramente esotici; ora brodar (corruzione di Brothers) ed ora Nobìs (corruzione di Novices), ma ciò non toglie che siano popolarissimi e conosciuti in tutti i villaggi per la loro allegria, per i loro canti giocondi e per la loro pietà.

Tra essi è entrato il primo chierico Assamese per attuare il suo bel sogno: diven tare Fadar (Padre), sacerdote e missionario dei suoi fratelli nella stessa famiglia dei missionari che lo redensero.

Un miracolo della grazia.

Il ritmo ordinario della nostra vita, è stato alterato da un avvenimento che ha destato in tutti un intenso interesse e si è risolto infine in un trionfo della grazia che ha rivelato una volta ancora la grande forza morale del cristianesimo tra questi popoli barbari.

I Bengalesi sia che professino l'Induismo o il Maomettismo, sono poco accessibili all'evangelizzazione, tanto più poi se appartengono a caste elevate. Non già perchè si oppongano per sistema al missionario, ma piuttosto perchè sono di un liberalismo paradossale in fatto di religione.

«C'è una nuova religione? Sia la benvenuta! - Voi la volete. propagare? Siete uomini ammirevoli: la vostra causa è santa. Però, anche noi abbiamo la nostra religione e il nostro dio. Voi e noi andiamo per vie diverse alla stessa sorgente: perchè osteggiarci? Un giorno forse ci meraviglieremo di trovarci insieme, pur essendo stati di religioni in apparenza contrarie «. Con questo ragionamento hanno uno stato d'animo di gelida indifferenza, che forma una muraglia insormontabile: e se conversioni avgengono, esse hanno il carattere di un vero miracolo della grazia.

Così fu della conversione alla religione cattolica di Ghobin Singh Sanganària babù, un indiano puro sangue, appartenente alla casta alta dei re. Quante difficoltà egli abbia dovuto vincere per fare il passo decisivo, è più facile immaginare che descrivere: il demonio poi da parte sua non lasciò nulla d'intentato per atterrire un'anima ed ha perduto per bontà di Dio la partita.

Sacre ordinazioni.

Un altro spettacolo insolito per questi Khassi fu dato dalla Ordinazione Sacerdotale che Mons. Perrier, Arcivescovo di Calcutta, è venuto a tenere a Shillong per D. Igino Ricaldone e D. Giuseppe Foglia.

Il popolo, pur non potendo darsi ragione di tante cerimonie, delle lunghe Litanie, del prostrarsi per terra, delle frequenti imposizioni delle mani, delle unzioni, ecc. osservò tutto con grande attenzione. E capì che si svolgeva un'azione arcana, sublime, ben diversa da quelle che compiono i suoi sacerdoti stregoni; ammirò sopratutto la compostezza solenne, la religiosità del Vescovo consacrante, e riportò un'impressione di pace, un desiderio di bene dalla sacra funzione.

Sotto l'impressione di quel solenne spettacolo (l'avrebbero seguito senza dar segni di stanchezza per l'intera giornata) più di uno dei pagani presenti ricordò la profezia di un antico loro antenato: - « Quando verranno ai nostri paesi uomini che vivranno casti e vergini, allora sarà predicata a noi la vera religione » - e interrogò il suo cuore se non fosse già venuto il fatidico giorno.

Per tutto il resto della giornata si svolse un attraente programma di riunioni, feste e giuochi nell'ampio padiglione che Mons. Mathias ha preparato pel nuovo laboratorio di falegnani e meccanici. E tutto il popolo vi fu ammesso per partecipare vivamente alla nostra gioia di avere due nuovi leviti e con questi veder inaugurata la serie di Sacre Ordinazioni che ogni anno saranno rinnovate e che saranno pure qualche cosa di eloquente per questo popolo desideroso della verità.

D. E. SANNA Missionario Salesiano.

Nella Patagonia

L'Ispettore Salesiano D. Gaudenzio Manachino ha inviato all'Arcivescovo di Buenos Aires l'annuale resoconto sulle missioni della Patagonia. Da esso stralciamo alcune informazioni che torneranno care ai nostri benemeriti Cooperatori, perchè dimostrative del lavoro compiuto in quest'anno da quei nostri confratelli.

Nuove opere.

Nell'anno si sono condotte a termine felicemente le seguenti opere

a Trelew si è rifatto l'edificio distrutto due anni fa da un incendio - a Neuquèn si è ampliata la casa parrocchiale perchè potesse ac cogliere la sede del Circolo Operaio Cattolico - a Villa Regina e in Allen sono state inaugurate due chiesine - a Pichimahuida è stata costruita una cappella pei missionari di passaggio in quella località -a Fortin Mercedes si è ampliato il collegio delle Figlie di Maria Ausiliatrice, dotandolo di una lavanderia elettrica, e nella Scuola Normale « D. Bosco » si è inaugurato l'Osservatorio Meteorologico e ampliato i locali del Museo Regionale della Patagonia. Con la creazione del museo si ebbe l'intento di riunire quanto è caratteristico della regione nei suoi vari aspetti, naturale, industriale, agricolo, commerciale, e storico. - In Bahia Bianca si è allestito in un braccio nuovo di fabbricato il «Salone del Centenario» che misura m. 65 X 12,55, ed è già in costruzione un altro braccio riservato ai laboratori della Scuola Professionale. Fuori di Bahia Bianca sono stati acquistati 15.ooo mq. di terreno per edificarvi un oratorio e un esternato - a S. Carlos de Bariloche è stato riaperto con grande soddisfazione della povera gente l'Ospedale, grazie alla carità di esimi Cooperatori.

Opere da compie fare.

Restano due opere della massima urgenza e di assoluta necessità: il collegio di Comodoro Rivadavia - il gran centro petrolifero Argentino - e quello di Roca nuovo.

* * *

Senza parlare del bene morale e religioso compiuto dai nostri Confratelli, la lista delle opere surriferite dimostra da sè quanto si è potuto fare colla carità dei benemeriti Cooperatori e delle benemerite Cooperatrici. Ed è lavoro di un anno, in una sola missione!

Lettera di D. Giulivo ai Giovani.

Carissimi,

Innanzi tutto vi faccio i più lieti auguri pel Santo Natale e pel Capo d'anno, « Gesù Bambino ci colmi delle più elette sue grazie e benedizioni ».

Ora a noi! Il benemerito consigliere scolastico del Collegio Salesiano di Lanusei (Sardegna), Prof. Don Arturo Caria, mi scrive:

« ...i nostri giovani della Compagnia di San Luigi e quelli dell'Unione di Domenico Savio durante il periodo delle recenti vacanze seppero mantenere l'entusiasmo per la Crociata Missionaria. Ritornati in Collegio portarono con i blocchi un totale di più di due mila lire, oltre ai salvadanai pieni e pesanti che saranno presto aperti in pubblica adunanza.

» Ora stiamo organizzando una fiera di beneficenza, e terremo qualche trattenimento musico~ drammatico a pagamento, a cui interverranno molti invitati. La cittadinanza qui s'interessa molto della nostra Crociata, perchè è opera eminentemente religiosa e patriottica.

» La premiazione dei migliori propagandisti si terrà quanto prima e con solennità. Frattanto nelle sale di studio e nelle bibliotechine circolanti girano più copie ogni mese del Bollettino Salesiano e di Gioventù Missionaria ».

» Che ve ne pare? Molti altri Istituti Educativi, sia maschili, che femminili, fecero e fanno altrettanto. È cosa molto buona ed edificante. Ma non crediate che tutta questa gioventù di zelatori e zelatrici della Crociata si occupino soltanto di denaro: essi sono ancor più impegnati per produrre opere spirituali (cioè preghiere, comunioni, rosari, visite al SS. Sacramento e a Maria SS., atti di virtù, sacrifici e mortificazioni) a favore delle Missioni. Perchè questo specialmente raccomandava il buon Gesù, quando esclamava: « La messe è molta, ma gli operai sono pochi; pregate perchè il padrone della messe mandi operai nella messe sua ».

Ora poi che siamo al principio del nuovo anno scolastico, tempo in cui si sogliono rinnovare gli abbonamenti ai periodici, o rifornire di nuovi libri le bibliotechine circolanti, eccovi altre opere buone da compiere: FATE PROPAGANDA DELLA STAMPA MISSIONARIA.

Anzi fate anche di più, cioè: 1) Come giovani aspiranti dell'Unione dei Cooperatori Salesiani, Unione che raccomanda assai l'apostolato della buona stampa, fate propaganda attiva d'ogni buona stampa, tra amici e conoscenti, in famiglia, in collegio, negli oratori, ovunque, e offrite anche questo merito a pro delle Missioni.

2) Adoperatevi perchè nelle Compagnie religiose ed Associazioni Giovanili, a cui appartenete, sia introdotto, oltre il Gruppo Eucaristico che ormai è già in tutte, anche il « Gruppo della Buona Stampa ».

E in questa propaganda, non dimenticate i seguenti periodici:

Bollettino Salesiano (con un'offerta annuale per le Opere e Missioni Salesiane); Gioventù Missionaria (L. 6,20); Letture Cattoliche (L. 12,50); L'Amico della Gioventù (L. 10,50); Rivista dei Giovani (L. 12,5o).

Siate sempre giocondi e felici. Affezionatissimo

D. GIULIVO.

TESORO SPIRITUALE

L'indulgenza plenaria:

Ogni mese:

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno. 2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte;

3) nel giorno in cui si radunino in conferenza.

Gennaio:

2 SS. Nome di Gesù.

6 Epifania.

13 S. Famiglia.

18 Cattedra di S. Pietro.

23 Sposalizio della Madonna. 25 Conversione di S. Paolo. 29 S. Francesco di Sales.

Ricordare anche

che ogni giorno, con la sola condizione d'essere in grazia di Dio, i Cooperatori Salesiani, che durante il loro lavoro o in mezzo alle loro occupazioni uniranno il loro cuore a Dio per mezzo d'una breve e pia invocazione, possono acquistare:

1. Per una invocazione qualunque a loro scelta, un'indulgenza plenaria.

2. Per tutte le altre, 400 giorni d'indulgenza, ogni volta.

NB. - I Cooperatori, impediti per malattia di portarsi alla chiesa, possono acquistare le indulgenze sopra dette, recitando in casa cinque Pater, Ave e Gloria.

CULTO E GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE

Manifesta la sua bontà ai nostri studenti della Cina.

Il 24 agosto 1928, giorno consacrato alla commemorazione di Maria Ausiliatrice, l' Ispettore Salesiano della Cina, Sig. D. Canazei, accompagnato da due chierici si recava da Macao ad HongKong con tutta la mobilia, i libri e gli oggetti dei chierici e professori dello Studentato Teologico, trasferito in quest'ultima città. In tutto aveva circa settanta colli. Il vapore Sui Tai, che fa servizio regolare fra le due colonie, giunse ad Hong-Kong alle 11,50 e i passeggeri ne scesero; rimasero solo a bordo gli impiegati e coloro che avevano merci da sbarcare. Alle 12,5 la campanella di bordo dà il segnale d'incendio. Un fuggi fuggi generale dei numerosi facchini e dei pochi passeggeri. L'Ispettore coi due chierici prese tutto ciò che era possibile afferrare con le due mani e dovette allontanarsi lasciando tutta la roba sulla nave, nei locali della terza classe..

In un attimo le fiamme si estesero da poppa a prua, tutto avvolgendo e distruggendo. Con lo schianto nel cuore veniva seguito l'avanzar dell'incendio e quando giunse dove era il mobilio dello Studentato, le speranze dell'Ispettore svanirono tutte. Fiat! Dieci chierici sarebbero restati con i soli abiti che indossavano senza un libro, un capo di biancheria! Quasi un rimpianto saliva al cuore: Proprio oggi giorno della Madonna, accadere questo! Essa sapeva in quali strettezze finanziarie si trovava il nostro povero Studentato!

I pompieri, giunti quasi subito, iniziarono il lavoro di spegnimento che durò alacre per più di due ore. Le superstrutture furono interamente distrutte; all'esterno e specialmente dalla parte ove stavano gli oggetti dello Studentato, il battello appariva danneggiatissimo. Il ponte di comando, le cabine di prima, i saloni di seconda scomparsi. Ma quando i funzionari ed i pompieri entrarono nel locale della terza classe posto più in basso, con grandissimo stupore videro tutto intatto. Bagnato sì, per l'acqua versata a torrenti dai pompieri, ma intatto. E il fuoco era passato accanto, aveva imperversato due ore di sopra e di fianco, aveva bruciato la parete di legno contro cui gli oggetti erano appoggiati, praticandovi delle aperture. Si trovò solo una corda che incominciava a bruciare. La cosa destò meraviglia in tutti, tanto che gli stessi giornali protestanti della città narrarono il fatto qualificandolo per straordinario.

La nostra riconoscenza verso la Madre celeste che così visibilmente manifestò la sua benevolenza verso lo Studentato Teologico Salesiano della Cina non avrà limiti.

Ma non fu tutto. La sera il Signor Ispettore venne invitato per telefono a recarsi alla sede della Compagnia cui apparteneva il battello bruciato per ritirare due colli che colà si trovavano. Andò e trovò una cassetta ed una valigia che due ladruncoli avevano asportato dalla nave al momento del fuggi fuggi generale e di cui in casa non se n'era notata la mancanza, causa il trambusto di quel giorno. La Madonna così volle completare la sua opera e nulla permise che andasse perduto.

Riacquistai la vista.

La sottoscritta Serra Maddalena nata Matta da Castelnuovo d'Asti, da nove mesi era afflitta da cateratta bioculare che mi impediva del tutto di vedere. Sottoposta a un atto operativo sull'occhio sinistro per cause imprecisate si produsse nell'occhio operato un'infezione, in seguito alla quale è stato necessario estirparlo.

Restava ormai più il solo occhio destro, operando il quale avrei potuto sperare di riacquistare la vista. Ma purtroppo l'oculista lasciava pochissime speranze sull'esito dell'operazione essendo io affetta da spiccata eucofilia.

Ricorsi allora con fiducia all'intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, promettendo un'offerta per le opere salesiane, qualora aiutando Maria SS. Ausiliatrice l'opera dei medici io avessi riacquistata la vista.

Sottoposta a operazione, sono guarita in breve perfettamente.

SERRA MADDALENA.

Mi liberò da due soci pericolosi.

Ero in società con due commercianti poco onesti e pericolosi. Non sapevo in qual modo liberarmene e mi era insopportabile trattare con loro. Ricorsi a D. Bosco e a Maria Ausiliatrice: e fui subito inspirato nel modo di procedere verso i soci e in brevissimo tempo potei ottenere più di quanto desideravo. Ringrazio Maria Ausiliatrice e invio un'offerta per le Missioni Salesiane.

Genova.   N. N. Mi guarì da un vespaio.

Nello spazio di 8 mesi ho avuto tre vespai: pei due primi fui operato e dopo 6 mesi di sofferenze, sono finalmente guarito. Sopragiuntomi il terzo, il dottore mi disse subito che era necessaria una terza operazione. Rimasi male a tale annunzio e decisi di ricorrere invece a Maria Ausiliatrice. Il 17 luglio mia moglie e gli altri di famiglia cominciarono una novena: il 25 successivo ero completamente risanato. Evviva Maria Ausiliatrice!

CAMERINI VORZI CESARE.

Protesse mio marito.

Il 4 agosto, per non aver ben calcolato la curva che dal Corso Palermo sbocca in Corso Sempione, e per schivare l'improvviso ostacolo di un auto, mio marito e un suo amico precipitarono con la motocicletta nel fossato della ferrovia. Mio marito fu raccolto in gravissime condizione e portato all'ospedale con commozione viscerale. Io mi rivolsi con ferma fiducia a M. Ausiliatrice e da essa lo riebbi presto guarito.

Torino.   MAGGIOTTO RITA.

Mi libera da un eczema.

Da oltre 6 anni soffrivo di un eczema secco alle mani.... Il giorno stesso che incominciai la novena di M. A. sulla mano malata si chiuse completamente una screpolatura profonda e alla fine della novena ero del tutto guarita senza l'aiuto di alcuna medicina, anzi trascurando affatto i suggerimenti medici di bagnare la mano il meno possibile, di non adoperare sapone di nessuna qualità, ecc. Sia gloria a Maria Ausiliatrice.

Sarteano. MATILDE BOLOGNA BERNARDINI.

Un'amputazione scongiurata.

L'amputazione della mia gamba (per una frattura complicata riportata in un incidente motociclistico e non bene curata) pareva inevitabile... Disperavo... ma le Tue Figlie che maternamente mi curavano, mi parlarono di Te, della Tua Bontà, della Tua Onnipotenza sul Cuore di Dio, ed allora con viva fede a Te mi rivolsi, domandando la grazia.

Non solo l'amputazione fu risparmiata, ma con grande meraviglia del Professore Medico Chirurgo, la dolorosa operazione potè essere eseguita felicemente e dopo poco tempo io ero in condizione di riprendere il lavoro.

Grazie, o Maria Ausiliatrice; a Te la riconoscenza perenne, mentre Ti prego di volere continuare su me e sulla famiglia la Tua potente e materna protezione

Torino.   PieRo BETRONE.

Ha tutelato i nostri interessi.

Da vari mesi eravamo in ansia per la liquidazione di un credito, negatoci dapprima recisamente. Facemmo varie novene a Maria Ausiliatrice e a D. Bosco, con la speranza che ci avrebbero aiutato. Dopo parecchio tempo i debitori si dichiararono disposti a venire a transazione. Questa decisione, per noi che conoscevamo il carattere dei nostri contendenti, ha del prodigioso. Così senza molto dispendio abbiamo ottenuto il pagamento in buona percentuale e abbiamo mantenuto coi nostri debitori buoni rapporti senza pregiudizio per future trattative di affari. A Maria Ausiliatrice e a D. Bosco il nostro vivo ringraziamento.

FAMIGLIA M.

Mi ha guarito il marito.

Coi primi di marzo mio marito si ammalò: i dottori non seppero darci schiarimenti sulla natura del male e mi decisi di farlo esaminare ai raggi. Osservatolo, i professori manifestarono i più forti dubbi per la guarigione e consigliarono la cura in clinica. Il malato venne perciò accompagnato a Torino da me e dal figlio maggiore per nuove visite: il risultato non poteva essere più sconfortante: i professori dichiararono la malattia inguaribile.

Non mi perdetti d'animo alla fatale notizia; esortai il figliuolo, che sconsolatamente piangeva, a confidare in Maria che tutto può, e, lasciato il marito all'ospedale per nuove visite, col figlio andai al Santuario di Maria A. a chiedere la grazia alla Madonna di D. Bosco. Ascoltai la Messa che si celebrava secondo la mia intenzione, poi ritornai all'ospedale.... I professori mi dissero che nelle nuove visite fatte all'ammalato, con loro grande meraviglia non avevano più riscontrato alcun male. Mio marito da tre mesi ha ripreso il lavoro senza sentire più nessun malessere. Ringrazio la cara Ausiliatrice della grazia concessami e invio per le opere di D. Bosco l'offerta promessa e non sarà l'ultima.

Lu.   UNA COOPERATRICE.

Nella sua festa mi ha guarita.

Il 24 maggio, festa di Maria Ausiliatrice, è avvenuta la mia guarigione. Viva Maria Ausiliatrice.

Nurri.   LAURA MARCIALIS.

E il Dottor Pietro Pillosi testifica:

« A richiesta dell'interessata, non ho nessuna difficoltà a dichiarare che dal 16 giugno 1927 al 22 maggio 1928 (data dell'ultima visita) ebbi sotto cura la giovane Laura Marcialis di Francesco di 27 anni di questo comune di Nurri, affetta da isteronevrosi a fenomenologia tanto grave ed imponente da dichiararla il 22 maggio in pericolo di vita. Due giorni dopo, il 24 maggio, la Marcialis era inaspettatamente del tutto guarita senza residuo di sorta di tutte le contorsioni, e le contratture, di tutti i disturbi della vista, della loquela, dell'intelligenza. Tanto per la verità dei fatti ».

Dott. PIETRO PILLOSI.

Mi ha salvato la figlia.

Mia figlia Ida, presa da forte febbre puerperale e da gravissima infezione, fu ridotta in breve in fin di vita, e disperata dai medici. Allora mi rivolsi fiduciosa a Maria Ausiliatrice pregandola a volermi salvare la figlia promettendo un'offerta per le opere salesiane. La malata cominciò tosto a migliorare ed ora sta benino. I medici dicono che tuttavia sarà necessaria un'operazione chirurgica, ma io nutro fiducia che la Madonna guarirà completamente mia figlia anche senza l'intervento chirurgico.

MARIANI MARIA.

Sotto la protezione di M. A.:

Sfondrini Dante nel maggio 1927 si ammalò di meningite. Mentre i dottori curanti disperavano di poterlo salvare, una pia Cooperatrice Salesiana consigliò alla famiglia di mettere il malato sotto la protezione di Maria Ausiliatrice, promettendo un'offerta. Con meraviglia di tutti il giovane guarì perfettamente.

La giovane Luigia Pizzorni in una pericolosa caduta fatta il 2o dicembre 1927 si fratturava il piede destro. La rottura era abbastanza grave e si temeva avesse a lasciare conseguenze dolorose. La giovane si raccomandò subito a M. A., promettendo, oltre all'aumento di devozione, un'offerta per le opere salesiane. Coll'esito felicissimo dell'intervento chirurgico la giovane guarì completamente.

Rossiglione.   Sr. IDA RAVIOLA Direttrice del Convitto Operaie.

Mi assiste in una lite.

Da due anni avevo una lite che non riuscivo a veder liquidata per la mala fede del mio avversario. Pregando con perseveranza e con fede M. A. e promettendole un'offerta per le Missioni Salesiane, riuscii finalmente ad ottenere completa ragione.

M. B. B.

Quanto è sollecita Maria Ausiliatrice

Atroci dolori in tutta la persona mi tormentarono per dodici anni, rendendomi inabile a camminare e muovermi. Dopo aver provato invano tanti rimedi prescrittimi dai medici, mi raccomandai alla Vergine Ausiliatrice con una novena, dopo la quale con mia somma gioia, mi sentii guarita e ripresi a camminare come se mai avessi avuto male.

N.

Ringraziano Maria A.

RINA CELLA (Piacenza) per la protezione accordata ad un suo fratello.

Una mamma per aver risanato un suo figlio, il quale, convalescente, potè non solo riprendere gli studi ma superare felicemente gli esami.

GHIDOTTI LUIGI per averle guarita una sorella, colpita da male alla mano e che un'operazione non aveva potuto sradicare.

PINA MARGHERITA (Roncaglia) per averle risanato il bambino di 3 mesi ammalato gravemente d'enterite.

ROSA IBERTI (Vesime) per la guarigione di un'ostinata pleurite che da tre mesi l'andava consurnando.

D. G. DELEAVERO per aver ottenuto tre segnalatissime grazie ricorrendo a M. A.

R. M. per la completa guarigione del nipotino.

MARIA DEMOLLI (Casorate) per aver trovato con sollecitudine l'impiego desiderato.

CARLO ALESSI (Villore) per il buon esito degli esami di abilitazione.

FRATE PIETRO (Civo) per essere stato risanato dei dolori artritici che da tre anni lo tormentavano.

CONCETTINA CASTELLANA (Vicari) per averle scampato il marito da un investimento automobilistico.

C. L. per le consolazioni avute dopo una giornata passata in grave orgasmo.

R. per il brillante esito degli esami del figlio.

S. G. (Bettole) per aver salvato dal disonore del carcere un carissimo congiunto, raccomandato a Lei con due novene.

Sac. UGO Rossi (Roma) scrive: «Minacciato da pericolosa malattia mi sono raccomandato a Maria SS. Ausiliatrice promettendo per ottenere il suo celeste aiuto, un'offerta alle Missioni Salesiane: e ho ricevuto la grazia ».

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte per la celebrazione di Ss. Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:

A) - Acito Maria, Agnello Rosalia, Albano Angelo, Albertelli Rosetta, Alessi Laura, Ancora Nicoletta, Angeleri Emma, Arpellino Giovanni, A. S., Astori Michele, Aversa ch. Vincenzo.

B) - Bacilieri Giocle, Balestra Margherita, Barbarau Eugenia, Barbati Antonietta. Bardelli Emilia, Barneschi Maria, Baronio Can. Carlo, Barrafranca Giuseppe, Beccuti Luigia, Bellagamba Giovanna, Beltrami Caterina, Bernardi Maria, Bert Carolina, Bertone Carolina, Bianchi Benvenuto, Bianchi Emma, Bidinot Luigi e Elisa, Bigano Giuseppina, Binda Virginia, Biton Rosina, Biza Cav. Matteo, Blesi Luigi, Boccagni Maria, Bocchio Rosita, Berretti Maria, Borgonovo Giovanni, Borla Costantino, Boscariol Caterina, Bottio Erminia, Braga Edvige, Brunelli Elisa, Brunetti Santina, Brusatti Carolina, Bussi Giuseppina, Buzzetti Frida.

C) - Calabresi Francesca, Calabria Concettina, Caldi Antonio, Caltabiano Santina, Calvi Guglielma, Calvo Antonio, Campora Angiolina, Camozzi Teresa, Camusso Maria, Candeli famiglia, Capello Felicita, Cappelletto Francesco, Carli Amelia, Carmagnola Angela, Carozzi Clementina, Carpaneto famiglia, Casale Valentina, Cavanna Lorenzo, Cavrini Angela, Cavazza Maria„ Cazzavillan Ella, Cedro Domenica, Ceresere Maria, Cherchi Cecilia, Chesi Virgilio, Chiappero Irene, Cibrario Teresa, Cielo Dina, Ciotti Maria, Colombi Giuseppina, Consolo Bianchi Clotilde, Contessi Maria, Conti, Corrias Antioca, Cossu Giuseppe, Crescimanno Maria, Crespi Teresa, Cristaleni Giovanni.

D) - Dabove Carolina, Damilano Erminia, Della Torre Sabina, Demagistri, Demuro Marietta, De Sardo Caterina, De Simone Cristina, Dezolt, Di Marco Maria, Di Somma Anna, Dolores Battista, Donati Augusta, Dottaterelli Vincenzina, Dotto Maria.

E) - E. G., Ellena Felicita.

F) - F. di M. Ausil., Fabbri Ester, Facelli Lando, Fallaci Maria, Faitanini Marianna, Farina Andreana, Fedrígo Gluseppa, Ferraro Cherubino, Ferretti Marianna, Fiaschetti Augusto, Fieta Andrea, Fieta Maria e Luigi, Francalauzi Giovanni, Franchino Giuseppe.

G) - Gaglia Caterina, Gagliardini Teresa, Gaviglio Ugolina, Gallo sorelle, Garda Emma, Garduer M., Garello Netta, Garone Luigi, Garrone Giovanni, Gaviglio Rosina, Gazzelli Pia, Gerardini Eleonora, Ghiddi Carlo, Giovannino Ada, Gilardi Teresina, Giorgi P. Bartolomeo dei Servi di Maria, Giovannini Maurina, Giuliani Filomena, Ghiglino Teresa, Ghignone Rosa, Grillo Francesco, Grugni Elvira, Guiglia Alfonsina, G. V. di Saluzzo.

H) - Holzhauser Elena.

I) - Ians Maria, Iugliano Guido.

L) - La Della Marietta, Lago Nana Lagoluso. Eva, Lama Rina, Landoni Enrichetta, Lazzaroni Don Attilio, Leanza Zingale Mariangela, L. F., Limone Dino, Lupano coniugi, Lusso Caterina e Lorenzo.

M) - Magrone Margherita, Mainardi E., Malinari Maria, Malpelli Giovanna, Manaia Francesca, Manini Bartolomeo, Mantelli Adele, Marchelli Celestina, Marchese Nicolò Quaratesi, Maritano Giovanni, Maroni Francesco, Martini Maria, Marzaro Crivellaro Amalia, Marzaro Baccarica Maria, Maspero Giuseppina, Matteotti Rag. Battista, Meriggi Enrico, Miroglio Eugenio, M. M. di Fano, Moletti famiglia, Molle Lina, Monti Marianna, Molza Giacomo, Montesanto Irma, Morina Luisa, Morone Violetta, Moselli Antonietta, Mozzone Carlo, Musuraca Cecilia.

N) - Nave Mario, N. B. di Borgomanero, Nebiolo Maddalena, Nicoli Catterina, N. N. di Acireale, Conegliano, Malta, Monticello d'Alba, Pinerolo, Ponte Stazzemese, S. Giorgio di Lomellina, S. Stefano Rocro, di Ziano, Noacco Adelaide, Noussan Clotilde, Novaglia Abbondio.

O) Ormea Primo, Ornato Anna Ved. Borio, Orsini Emilia.

P) Palma Avv. Dott. Silvestro, Panizza Anna, Pasini Angela, Pedinotti Tina, Pelacchi A., l'era Maddalena, Peretti Caterina, Perghem Gino, Perisiè Adele, Perruquet Michele, Petrangeli Zelinda, Petruzzelli Anna, Philip Caterina, Piccaluga Maria, Piccione Italia, Pirazzi Giuseppina, Pittau Giovanni, Pizzurro Salvatore, Pogliani Eugenio, Polatti Maria, Poli Don Pietro, Ponchia Maria, Ponte Rina, l'ortera Antonietta, Pozza Annetta, Pressante Rina, Preti Cesira, Pretini Teresa, Preyet Oliva, Prina Laura, Puppati Amelia.

R) - Ravano Enrichetta, Re Eufemia, Renzi Gina, Rinaldi Angela, Rolandi Giovannina, Roncarolo-coniugi di Stroppiana, Repetto Eugenio, Rontini Narciso, Rossi fratelli, Rossi Ginevra, Rossi Ines, Rossi Luigia, Rosso Rina, Rosso Virginia.

S) - Sala-coniugi, Sala Rinaldo, Sanguinetti Maria, Sapa Angelo, Scaglioli Giacomo, Scalabrin Caterina, Scanarotti Stefania, Scaramellini Maria, Stivali Ernesto, Senes Maria, Serra Carolina, Settepassi Rosina, Simondi Vincenzo, Sorenti Teresa, Spasari Elvira, Stazzi Maria, Suntin Teresa.

T) Tadolti Don Francesco, Tarasco Pasqualina, Ternovasio Giuseppina, Thiébat Vittorina, Tione Francesca, Todeschini Angelina, Torti Lucia, Trenti Maria, Treves Amalia, Trivella Azzi Emma.

U) - Ugliano Secondino, Uras Angelica.

V) - Vaia Don Giuseppe, Valsocchi Gesualda, Varalda Maria, Varalda N., Varischio Rosa, Vecchi Albina, Vendrame Giovanni, Vespro Angelo, Viotti Irma, Vocello Rosa, Volenteri Giuseppe, Vottero Domenica.

Z) - Zedde Giuseppe.

NECROLOGIO

al bene dalla sua attività illuminata e dalla sua grande bontà. Fu cooperatore fervido delle Opere di D. Bosco.

Comm. Avv. Fausto Pincetti

Fondatore della Banca Popolare di Tortona.

La sua vita, tutta dedicata alla famiglia, alla beneficenza e ai doveri cristiani e sociali, si chiuse santamente in Tortona il 28 settembre, destando largo rimpianto. Anche le nostre opere furono beneficate dalla sua generosa carità.

Dott. Bosia Gaetano

Chimico farmacista.

Spirò serenamente in Castelnuovo d'Asti, nei primi di luglio.

Ex allievo salesiano del collegio di Lanzo e di Alassio, si mantenne sempre fedele a Don Bosco e fervido ammiratore delle opere salesiane. Dimostrò il più vivo affetto ed interessamento per l'Istituto Paterno, che aiutò prima di morire.

Angelina Pasquariello ved. Ricciardelli.

Fin dalla venuta dei Salesiani a Caserta, trent'anni fa, fu una delle più zelanti ed insigni benefattrici dell'Opera nostra. Di esimia pietà volle tra le prime dare il nome alle varie associazioni religiose erette nel nostro santuario, e ne adempì con scrupolosa esattezza tutti i doveri. Divotissima di Gesù Sacramentato, negli ultimi anni volle godere più di frequente delle consolazioni eucaristiche coll'assistere più spesso alla S. Messa celebrata nella sua cappella privata, e zelò in modo speciale il decoro dei sacri paramenti, ai quali provvedeva con le sue stesse mani. Educò cristianamente la numerosa famiglia, e nella santa morte coronò tutta la santa vita. Al figlio Avv. Ludovico, al genero Cav. Sebastiano Ruta, Colonnello Medico e Direttore di sanità del Corpo d'A. Territoriale di Torino, e a tutti i congiunti le nostre condoglianze e l'assicurazione delle più fervide preghiere per l'anima della pia benefattrice.

Eugenio Ceroni.

Si è spento santamente a Genova nell'età di 52 anni. Zelante cooperatore salesiano, militante nell'azione cattolica, promosse con tutte le sue forze la diffusione delle Opere e dello spirito di D. Bosco nella società, edificando con gli esempi della sua virtuosa vita.

Giacinta Morandi.

Chiuse la cara esistenza in Barzesto il 1° ottobre 1928 a 88 anni.

Donna di preclare virtù, nutrì una ardente divozione a Maria Ausiliatrice, e da zelante cooperatrice salesiana ricordò sempre le opere di Don Bosco nella sua generosa carità.

D. Carlo Marelli.

È un altro zelante missionario della Patagonia che scompare, dopo una vita di attività e di abnegazione per la conquista delle anime.

Spirava il 27 luglio nel nostro ospedale di Viedma a 57 anni, dopo lunga malattia sopportata con santa rassegnazione.

Era uno dei missionari volanti per le campagne del Rio Colorado e per le alte Volli del Rio Negro, amato dai coloni che lo avvicinavano con gioia nelle sue visite periodiche.

In Roca dov'era ultimamente alla direzione del Collegio S. Michele, fu colto dal male e si dovette trasferirlo a Viedma per una cura più regolare. Ma il Signore volle chiamarlo a sè per dargli il premio ben meritato col suo zelo e colla sua virtù.

Vogliano i nostri cari Cooperatori ricordare l'anima sua nelle loro preghiere.

De Lai Marianna ved. de Toni.

Ottima cooperatrice delle Opere Salesiane decedeva a Malo il 12 ottobre in età di 88 anni. Santificò la vita colla religione e colla virtù, lasciando fulgidi esempi della sua fede e della sua carità.

Don Giacomo Squassoni

Canonico della Basilica di S. Nazario e Celso.

Antico e fedele amico delle opere di D. Bosco, fu illuminato consigliere ai Salesiani che si stabilirono a Brescia e con cuore li aiutò efficacemente negli inizi dell'opera loro. La sua bontà e la sua virtuosa vita consacrano la memoria di lui in benedizione.

Cav. Piazza Francesco.

Uomo di antico stampo, modesto, sinceramente cristiano, fu benefattore esimio di molti pii istituti. Era affezionatissimo alle opere di Don Bosco, e reputò sempre una fortuna ospitare in casa sua i Salesiani di passaggio per Brescia.

Teol. Lora D. Francesco.

Arciprete di S. Pietro a Boscomarengo.

Moriva a 68 anni dopo breve malattia il 30 agosto. La sua vita retta, zelante, caritatevole maturò intorno a lui l'affetto più devoto dei parrocchiani che ebbero sempre incitamento

Preghiamo anche per:

Barbero Vincenzo, Castelrosso (Torino). Belmonte Catterina, Genola (Cuneo). Bertoldi Salvelli Daria, Sirmione (Brescia). Biancorosso Avv. Angelo, Palermo. Calderari Elisa, Maroggia (Svizzera).

Castioni Cucchi Giuseppina, Carbagna Novarese. Chianelli Stanislao, Firenze.

Chiavetta Filippetta Mulè, Valledolmo (Palermo). Collino Morra Maria Teresa, Rivoli (Torino). De Gasparis Cav. Carlo, Padova. Di Saluzzo S. E. March. Marco, Torino. Fedrigo Luigi, Negrar (Verona). Gallo Cav. Luigi, Acqui (Alessandria). Garzino Dott. Giovanni, Foglizzo (Torino). Gazzelli Camilla, Cesio (Imperia). Gerbino Beatrice, Chiusa di Pesio (Cuneo). Ghiotto D. Ippolito, Vivaro (Vicenza). Lavello Giuseppe, S. Giorgio Canavese (Torino). Lanzarotto Francesco, Frammura (Spezia). Lodigiani Can. Andrea, Lodi (Milano). Macgni Giovanni, Costa Imagna (Bergamo). Marcante Catterina, Nova Padova (Brasile). Merlino D. Giovanni, Cordova (Brasile). Metti Maria, Lu Monf. (Alessandria). Morassutti Emilia, Sesto al Reghena (Udine). Nardi Sofia, Pieve di Soligo (Traviso). Paier Luigi, Cordenons (Udine). Parodi Suor Ignazia, Genova. Piludu Maria, Iglesias (Cagliari).

Pincetti Avv. Cav. Fausto, Tortona (Alessandria). Ravotto Ernesto, Torino.

Ricca Dott. Gaudenzio, Cresta (Novara). Romano Anna, Palermo.

Rossi Antonio, Casale (Alessandria).

Salvadori Prof. Giulio, Roma. Sciaccalugo Ernesto, Genova.

Semitecolo Carlo ed Emma (Coniugi), Roma. Sonda Maria, Nova Padova (Brasne). Stecchini Marangoni N. D. Teresa, Roma. Sterpi Domenico, Tortona (Alessandria).

Stiscia Bentivegna N. D. Maria Anna, Palermo. Tagini Martina Lorenzini, Meina (Novara). Varalda Margherite. n. Magnetti, Costanzana Vignola Virginia n. Morgante, Verona. Zanon D. Marco, Cartigllano (Vicenza).

R. I. P.

Presentiamo vivissime condoglianze alle famiglie, raccomandando ai suffragi dei nostri Cooperatori gli amici defunti.

INDICE 1928.

ARTICOLI VARI:

Il Sac. Filippo Rinaldi ai Cooperatori e Cooperatrici salesiane pag. 1 Del metodo educativo di D. Bosco » 33 Museo Etnologico Missionario » 36 Il Card. Augusto Hlond » 38 Il Rappresentante di D. Rinaldi nell'Estremo Oriente » 41 All'Accademia Letteraria Brasiliana » 42 Quarantesimo Anniversario della morte di D. Bosco   » 65 Crociata Missionaria: 97, 129, 161, 195, 225, 257, 289, 321.

D. Michele Rua, 104.

Il 24 giugno a Valdocco   » 230

Presso la casetta natia di D. Bosco   » 271

Il Museo Maggiorino Borgatello   » 327

Il Giubileo di M. Ausiliatrice   » 328

SVILUPPI DELL'OPERA SALESIANA: 7-9-43, 166, 198, 200, 264, 268, 295, 326.

OMAGGI A D. BOSCO: 236.

ANIME RICONOSCENTI AL VEN. DON Bosco:

14-47. 84, 145. 171. 238. 275. 301. 335.

AVVENIMENTI PRINCIPALI: 72, 77, 78-102, 140, 197. 202, 216, 300, 325.

DALLE MISSIONI:

Giappone, 15, 85, 173. 280, 305. 339. India-Assam, 21, 52, 148, 244. 276. 303. Siam, 109, 277, 308.

Cina, 49, 176, 284.

Kivaros (Ecuador), 53. 145. 178, 250. Matto Grosso, 112, 181, 208, 310. Amazzonia, 303.

Ciaco Paraguayo, 342. 344.

AZIONE SALESIANA: 90, 107, 169, 205, 275. GRAZIE DI M. A.: 24-56, 88, 121, 124, 153, 185,

215. 249, 285. 313. 346.

LETTERE DI D. GIULIVO: 139, 210, 274. 318,

331.

DALLE NOSTRE CASE: 26-59. 92, 155, 157, 220,

251, 287, 316, 349.

VARI: 75. 332.

NECROLOGIE: 11, 31, 62, 94, 126, 153, 192, 223, 255, 288, 298, 319. 351.