BS 1920s|1924|Bollettino Salesiano Febbraio 1924

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

ANNO XLVIII.   TORINO, FEBBRAIO 1924   NUMERO 2.

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: VIA COTTOLENGO, 32 - TORINO (9)

SOMMARIO: Reclutiamo aiutanti per le Missioni. - "Bollettino Salesiano". - Cinquantenario delle Missioni Salesiane (1875-1925). - Dalle lettere del Ven. Don Bosco: Come si ha da lavorare per la gioventù. - A gloria del S. Cuore! - I campi delle Missioni Salesiane. - Le residenze dell'Assam rovinate dal terremoto. - Da S. Francisco di California al Kimberley. - Istantanee di vita kivara. - Dal Rio Negro. - Un orfanello cinese aspirante missionario. - Fervore di vita cristiana tra i Bororos. - Le meraviglie di Maria Ausiliatrice. - Anime riconoscenti al Ven. Don Bosco. - Azione salesiana. - Notizie varie: Dall'Italia e dall'estero. - Necrologio.

Appello a tutti i Cooperatori, specie ai Sacerdoti.

Reclutiamo aiutanti per le Missioni.

L'anno scorso vi abbiamo ripetutamente comunicato l'invito che l'Eminentissimo Card. WAN RossuM, Prefetto della S. Congregazione di Propaganda, indirizzava ai Superiori degli Istituti e Religiosi Missionari, cioè di far conoscere al popolo cristiano il bisogno di generosi coadiutori per il lavoro delle Missioni. « Sarebbe opportuno - scriveva l'Eminentissimo - che gl'Istituti, i quali ammettono nelle loro file anche fratelli laici, si studiassero di cercare il modo di far conoscere a tante anime desiderose di darsi a Dio, le quali, per mancanza di studi preparatori o per altre ragioni, non possono convenientemente ascendere al sacerdozio, che esse pure potrebbero, e mirabilmente, cooperare all'eroico lavoro delle Missioni. Queste, infatti, hanno grande necessità di uomini pii e volenterosi, periti in qualche arte o mestiere, e capaci tanto di insegnare le arti e i mestieri stessi ai popoli presso cui sono inviati, quanto di attendere, con l'aiuto di altri, a fabbriche di edifici, impianto di officine, lavori tipografici; e, senza dilungarci troppo, basterà solo accennare al bene grande che tali fratelli, debitamente preparati, potrebbero compiere, occupandosi dei catechisti indigeni, insegnando nelle scuole primarie, ecc. ».

Tornando a pubblicare l'invito, noi torniamo a raccomandare a Voi di diffonderlo opportunamente in modo da renderlo efficace.

Desideriamo che esso giunga specialmente a quegli esemplari artigiani e professionisti, i quali, pur non avendo intrapresa la carriera ecclesiastica, reputandosene indegni, hanno un'anima sacerdotale, sitibonda di apostolato. Il bene che tanti bravi operai e capomastri, geometri ed agrimensori, periti industriali, ed anche medici e chirurghi, ingegneri ed architetti, possono compiere nelle Missioni Estere, è incalcolabile ed altamente prezioso innanzi a Dio e innanzi agli uomini.

Desideriamo che lo stesso appello giunga a molti giovani e giovinotti - dai 14 anni in su - agricoltori ed operai, desiderosi essi pure di consacrarsi alla vita missionaria. In vista dell'affluenza di questi giovani aspiranti, il nostro Rettor Maggiore Don Rinaldi ha stabilito di aprire nell'ISTITUTO CARDINAL CAGLIERO PER LE MISSIONI ESTERE SALESIANE una Sezione per coadiutori missionari, con regolari e ben ordinate Scuole Professionali, dove, in un triennio, potranno compiere la loro preparazione.

Senza dubbio, una delle più belle celebrazioni del « GIuBILEO D'ORO » delle Missioni Salesiane di Don Bosco, sarà il metterci in grado di provvedere al più presto le singole residenze missionarie di scelto personale laico, che permetta ai Sacerdoti di attendere principalmente all'esercizio del sacro ministero ed alla predicazione, affidando ad abili e volenterosi aiutanti la cura delle varie opere sussidiarie, indispensabili per sostenere le cristianità nascenti sulla via della fede e dell'incivilimento cristiano.

Su voi, adunque, o zelanti Cooperatori e pie Cooperatrici, su voi, specialmente, o reverendi Parroci e Sacerdoti, noi facciamo assegnamento per trovare molti cuori desiderosi di consacrarsi a Dio, sotto la bandiera di Don Bosco, nel lavoro delle Missioni.

Incontrando coteste anime generose, dite loro il nostro invito cordialmente fraterno, esponete i molteplici e gravi bisogni delle nostre Missioni, fate ad esse comprendere che potrebbero spendere la vita alla maggior gloria di Dio e alla salvezza delle anime con preziosi frutti di bene, catechizzando, insegnando e lavorando negli Orfanotrofi, nelle Scuole Professionali e nelle Colonie Agricole, prestando, insomma, in cento modi, un aiuto, prezioso e desiderato, ai Missionari.

Fate ben comprendere che, anche non sacerdoti, essi potranno essere veri apostoli e missionari. Fate insieme rilevare che il loro esempio, la loro parola, la stessa vita loro quotidiana, nel campo che verrà loro assegnato, avrà un'efficacia speciale, che tornerà di gloria al Signore e di vantaggio alle anime, confermando abitualmente, colla santità del vivere, la verità della. parola sacerdotale.

O cari Cooperatori, pur nel vivo affetto che portate al Ven. Don Bosco e nella grande simpatia che vi stringe alle Opere Salesiane, credete che se ci prestate la propaganda che invochiamo, voi ci rendete il miglior servizio.

Divulgate, divulgate, la conoscenza e i bisogni delle Missioni Salesiane, e soprattutto questo APPELLo; divulgatelo nelle famiglie di vostra conoscenza, nelle scuole e nelle officine, nelle città e nelle campagne, nei circoli giovanili e negli Oratori, dovunque sperate di trovar anime bramose e capaci di dedicarsi al lavoro delle Missioni. E incontrandone, datevi premura di farcelo sapere, mettetele in relazione con noi, indirizzatecele, dite subito ad esse che saranno accolte gratuitamente.

Iddio, sempre ricco in bontà e in misericordia, con le più abbondanti benedizioni ricompenserà il vostro zelo e le vostre sollecitudini.

Ogni corrispondenza in proposito sia diretta al Rev mo Sig. Don FILIPPo RINALDI Superiore dei Salesiani, Via Cottolengo 32 - TORINO (9).

"Bollettino Salesiano „

Togliamo dal quotidiano « Il Popolo » di Roma, del 27-28 dicembre, con vivissimi ringraziamenti - per la buona propaganda - alla Redazione del giornale e all'illustre scrittore dell'articolo:

« BOLLETTINO SALESIANO »

È il periodico mensile per i cooperatori delle opere e missioni di Don Bosco, e si pubblica regolarmente a Torino, e si diffonde per tutte le parti del mondo.

Non credo che abbia molti lettori laici. Eppure niuna pubblicazione, come questa, meriterebbe di essere seguita attentamente da coloro che dubitano ancora sull'efficacia educativa degli uomini religiosi. Tutti coloro inoltre che s'interessano ai problemi dell'elevazione fisica e morale della nostra infanzia ed alle sorti della nostra scuola primaria, dovrebbero lungamente indugiarsi su le pagine di codesto Bollettino e meditare sui risultati straordinarii, miracolosi anzi, che vengono riferiti ad ogni pagina.

Don Bosco per se stesso ci aveva abituati a le cose straordinarie: non cape ancora nelle nostre menti che un uomo solo, nella sua umiltà, abbia potuto, nello spazio di pochi anni, redimere tante migliaia di bambini e creare in Italia e fuori tante scuole di lavoro agricolo ed industriale.

Ma l'impeto di quell'anima permane dopo la sua morte: i suoi successori, i suoi seguaci se ne riempiono ed operano come egli fosse presente. La fiaccola di vita che egli accese passa, attraverso le generazioni che si seguono, di mano in mano, senza oscillare, ma acquistando maggior luce e calore.

E il miracolo continua. Le Americhe sono già compenetrate delle opere di Don Bosco ed ora è la volta del vasto continente asiatico. Le guerre civili non hanno tregua in Cina e gli uomini intenti ad uccidersi non si preoccupano dei bambini che restano abbandonati: tra il terrore della morte passano i Salesiani ed i bambini vengono raccolti e nutriti ed allevati e riempiti di ricchezza umana.

Gli episodi di questa lotta tra il bene ed il male, tra la vita e la morte, tra la tenebra e la luce sono fermati nelle pagine del Bollettino, e non si possono leggere senza emozione. Ecco una lettura che dovrebbe propagarsi nelle nostre scuole!

Avanzando verso l'interno di quelle regioni precluse ad ogni soffio di civiltà, i missionarii salesiani s'incontrano spesso in nuclei di barbarie e la loro vita è in pericolo e non di rado soccombe nel martirio. Ma ciascuno di essi è sì pieno di amore che non vi è durezza di animo che vi resista a lungo, e per lo più vincono ed i bambini selvaggi si raccolgono attorno a loro e diventano in breve tempo umani. Come agiscono su codesti bambini? quale tipo di psicologia mettono in uso? di quale dettame scientifico e filosofico si servono?

Domande legittime per un educatore laico, ma che non hanno senso per un educatore cristiano. Il quale chiama a sè le anime perchè ha sete di anime, e questa sete viene dalla fede. La ebbe in grado supremo Don Bosco, e l'hanno i suoi cooperatori nel tempo e nello spazio.

Cinquantenario delle Missioni Salesiane

Azione degli ex-allievi.

Non appena il Comitato Centrale dei Cooperatori Salesiani, costituitosi in Torino, per promuovere una decorosa e proficua celebrazione del Giubileo d'Oro delle Missioni Salesiane, ebbe lanciato il suo fervido « APPELLO », da noi pubblicato fin dal mese scorso, il Presidente della Federazione Italiana degli ex-allievi di Don Bosco, Cav. Avv. Felice Masera, diramava direttamente alle Associazioni aderenti la seguente Circolare:

Torino, 8 dicembre 1923.

Nell'anno 1925 si avrà il GIUBILEO D'ORO delle MISSIONI SALESIANE. Le Unioni e gli ex-allievi, come singoli, devono svolgere un'alacre propaganda in favore delle Missioni medesime nel prossimo anno preparatorio alla lieta ricorrenza. Bisogna che si abbia il meraviglioso spettacolo di una moltitudine di cuori di ex-allievi, di cooperatori, che in tutti i comuni d'Italia vogliono vivere in ispirito la vita missionaria dei Figli di Don Bosco e concretamente provare queste loro unione d'anime. Cotesta On. Unione sarà, lo deve essere, tra le più benemerite di tanto fervore missionario.

Ed in primo luogo occorre:

a) Che cotesta On. Unione o fiancheggi subito l'azione dei cooperatori, patronesse, ex-allieve, e la fiancheggi validamente, o si FACCIA INIZIATRICE, DI UN COMITATO D'AZIONE MISSIONARIA pro Figli di Don Bosco...

b) Occorre che facciano parte del Comitato - se non altro d'onore - le Autorità, tutte e le persone più influenti e più rappresentative.

e) Tali Comitati conviene siano formati non solo nel centro ove esiste opera Salesiana o Unione, ma sopratutto nei piccoli centri limitrofi alla zona, servendosi dell'opera di qualche ex-allievo, opportunamente eccitato, sopratutto a viva voce.

d) Ogni Unione deve avere attorno à sè una CoRONA DI COMITATI LOCALI PRO MISSIONI SALESIANE. A tale scopo in ogni comune d'Italia, ove esista anche un solo ex-allievo, deve sorgere per mezzo suo un GRUPPO D'AZIONE, che concorra, anche in minima parte, a favore delle Missioni. L'ex-allievo in tal caso, potrebbe utilmente invocare l'aiuto del rev. Parroco locale, del Sindaco, degli Insegnanti, dei Circoli giovanili, Compagnie religiose, ecc.

L'Azione che Unioni, Comitati, Gruppi d'azione potranno svolgere sarà varia:

I. Conferenze;

2. Diffusione di stampe;

3. Funzioni sacre. La Giornata delle Missioni, con vendita di appositi ricordi, immagini, medaglie, ecc.;

4. Raccolta di oggetti: stoffe, telerie, attrezzi rurali, casalinghi, macchine per agricoltura, per laboratori di qualunque genere e per uso domestico;

5. Pesche di beneficenza;

6. Passeggiate di beneficenza;

7. Vendita del fiore;

8. Recite;

9. Saggi ginnastici;

10. Saggi musicali.

Le varie concrete iniziative potranno essere prese in relazione al tempo, al luogo, ecc. ma i Comitati non devono limitare la loro attività ad una soia forma di azione, bensì a diverse successive, opportunamente distribuite...

Azione delle ex-allieve.

Anche la Presidente del Consiglio Direttivo Internazionale della « Unione Ex-Allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice », prof. Maria Vittoria Chiora, inviava da Torino alle Presidenti delle Unioni Ex-Allieve, la seguente circolare:

Ci è molto gradito annunciare , fin d'ora, che, nell'anno 1925, verrà celebrato il Giubileo d'Oro delle Missioni Salesiane. Tutti i Cooperatori, ammiratori, amici dell'Opera Salesiana andranno a gara per svolgere un'alacre propaganda a favore delle Missioni medesime, affinchè il Giubileo possa esser celebrato nel modo migliore.

Le Ex-Allieve non possono e non debbono essere seconde a nessuno nella nobile gara, e cotesta Sezione vorrà, certamente, essere fra le più benemerite ed attive: quindi molto ci attendiamo dalla sua cooperazione.

È necessario perciò che la S. V. aderisca validamente a tutte le iniziative che potranno essere prese costì a favore delle Missioni Salesiane, ed appoggi ogni azione atta a far conoscere le stesse.

Pur non limitando la loro attività ad una sola forma di azione, ma favorendo, anzi, tutte quelle che possono dare affidamento di buona riuscita, e che saranno varie a seconda dei luoghi e delle opportunità, è desiderio del Consiglio Direttivo che le Sezioni ex-allieve promuovano tutte una GIORNATA MISSIONARIA. Essa, iniziata al mattino con funzioni religiose, durante le quali si dovrà parlare particolarmente delle Missioni, potrà essere completata con recite, accademie, banchi o pesche di beneficenza, lotterie, conferenze, a seconda dei casi....

Azione delle Dame Patronesse.

A sua volta il Comitato Centrale "Dame Patronesse„ delle Opere del Ven. Don Bosco ha, con apposita circolare, diramato a tutte le Cooperatrici Salesiane il seguente programma di lavoro, per gli anni 1924 e 1925, a benefizio delle Missioni' di Don Bosco.

I. - Arredi Sacri.

A) Ricercare nelle proprie case o fra le conoscenze quei tagli di seta o velluto che possono servire per confezionare piviali, pianete, veli omerali, stole, conopei. Similmente per la biancheria d'altari, cercando di avere da Ditte e negozi scampoli e facilitazioni, affine di avere materiali per fare camici, rocchetti, amitti, corporali, purificatoi, tovaglie, animette, manutergi.

B) Istituire nei centri delle varie Ispettorie Salesiane e altrove laboratori con ore di lavoro collettivo e individuale. Questo lavoro sia fatto sopratutto dai Comitati di Patronesse, Zelatrici e Cooperatrici Salesiane e presso Istituti e Oratori delle Figlie di Maria Ausiliatrice e di altre Suore, cointeressandovi specialmente le gioventù femminile, la quale facilmente si anima a questo lavoro e sa trovare preziose risorse nella sua giovanile attività ed industria per il bene delle Missioni.

C) Procurare calici, pissidi, ostensori, ecc. A questo scopo si prega caldamente di raccogliere piccoli oggetti d'oro e d'argento, anche rotti, cari ricordi forse di persone defunte, destinando tutto a trasformarsi in ciò che più da vicino tocca il SS. Sacramento dell'Eucarestia.

II. - Vestiti e Medicinali.

A) Ricercare e procurare scampoli di stoffe in lana e cotone di colore, percalle, filati di lana e cotone per farne vestiti, camicie, calze, maglie per i poveri bambini orfanelli ricoverati nelle Missioni Salesiane, confezionarne indumenti in laboratori o individualmente, oppure inviando la stoffa a noi a Torino.

B) Essendovi, in varie Missioni, degli Ambulatori medici e chirurgici, si provvedano medicinali e materiali di medicazione (bende, garze, cotone, disinfettanti) e quant'altro può servire all'uopo.

E la Circolare scende a questi particolari:

Quelle Cooperatrici e Zelatrici che volessero destinare a qualche Missione speciale i propri doni, lo indichino dettagliatamente.

Di più si consiglia che in ogni centro delle Ispettorie Salesiane, o anche presso le Zelatrici a cui fa capo questo lavoro, si tengano ogni anno delle piccole esposizioni locali di tali doni per le Missioni Salesiane, a comune edificazione e incoraggiamento. In Italia ciò si potrebbe fare all'epoca della festa di Maria Ausiliatrice, onde poter inviare di poi ogni cosa a Torino pel 24 giugno, all'annuale Esposizione Missionaria Generale in omaggio al Rettor Maggiore per il suo onomastico, che si celebra appunto in detto giorno.

E finalmente per sopperire alle ingenti spese che occorrono allo svolgimento di questo programma, le Cooperatrici, Zelatrici e Patronesse Salesiane si facciano attive collettrici per le suddette Missioni.

Negli Oratori, Collegi, Educandati... si promuovano piccole feste di beneficenza pro Missioni.

Alla gioventù noi rivolgiamo uno speciale appello: essa ha iniziative sempre nuove. Alle studentesse, ai fanciulli noi facciamo giungere la nostra voce, perchè specialmente nei mesi sacri al Bambino Gesù e a Maria Ausiliatrice si facciano gli angioli delle Missioni con le loro offerte.

Così pure alle persone che non possono cooperare altrimenti, noi chiediamo caldamente l'obolo generoso della loro carità.

Per ogni invio, sia in offerte che in natura, il recapito generale è presso il Rev.mo Sig. D. FILIPPO RINALDi in Torino, Via Cottolengo, 32.

In Italia si può pure far capo, per gli Arredi Sacri, alla Sig.ra Maria Musso-Croce, Via Ospedale, 55 - Torino.

Per vestiti e medicinali, alla Contessa Elena d'Agliano di Meana, Via dei Mille, 36 - Torino.

Per ogni schiarimento di propaganda e corrispondenza, alla Segretaria Contessina Maria Teresa Camerana, Corso Oporto, 23 - Torino.

***

Il Comitato Centrale « Dame Patronesse » tenne la seduta inaugurale del nuovo anno di benefica attività nel pomeriggio del 14 dicembre, con intervento dell'Augusta Presidente, S. A. I. e R. la Principessa Laetitia, nel Collegio di S. Giovanni Evangelista. La segretaria Contessina Camerana lesse uno splendido indirizzo di omaggio a Sua Altezza. Don Trione comunicò l'appello del Comitato Centrale per il cinquantenario delle Missioni Salesiane, e le deliberazioni prese in proposito dalla presidenza. Il sig. D. Rinaldi fece un breve resoconto dell'opera svolta lo scorso anno dal Comitato.

Frutto dell'adunanza fu d'iniziare, senza indugio, e di continuare tutto l'anno la più attiva cooperazione missionaria.

E la domenica 3o dicembre a cura dello stesso nobilissimo Comitato si tenne un artistico concerto di beneficenza, riuscitissimo, presieduto da S. A. I. e R. la Principessa Laetitia, nel Salone Margherita dell'Istituto Professionale Maria Laetitia.

Azione giovanile.

Ci scrivono dall'Istituto Elvetico, diretto dai Salesiani a Lugano (Svizzera): - I nostri alunni interni ed esterni, delle scuole elementari, tecniche e commerciali, con uno slancio degno della nobilissima causa, han voluto iniziare l'azione missionaria del prossimo Giubileo d'Oro, con un contributo pro Missioni Salesiane.

Hanno improvvisato pertanto, nel giorno dell'Epifania, che ricorda la vocazione dei Gentili alla culla di Betlem, una geniale Lotteria, offrendo essi stessi i doni e acquistandone i biglietti.

La somma ricavata - ottocento lire - l'hanno destinata così: - quattrocento lire a Mons. Versiglia pel mantenimento di un orfanello cinese, al quale desiderano imposto il nome di Filippo, in omaggio al Rettor Maggiore dei Salesiani; le altre quattrocento a Don Mederlet (Tanjore-India) pel riscatto di cinque bimbi indiani, ai quali vorrebbero imposti i nomi di Achille, in omaggio al Sommo Pontefice; Aurelio, in onore del Vescovo diocesano; Aristide, come segno di grato affetto al direttore del Collegio; Giuseppe e Luigi, per implorare il patrocinio dei due grandi protettori della gioventù studiosa.

I bravi allievi, accompagnando l'offerta con delicate espressioni, si son proposti di rinnovare con maggiore slancio il loro contributo « pro Missioni Salesiane » nelle prossime Feste di Maria Ausiliatrice.

Dalle lettere del Venerabile D. Bosco.

Come si ha da lavorare per la gioventù.

I bisogni e i pericoli dei giovani d'oggi son più gravi di quelli che insidiavano la gioventù ai tempi di Don Bosco. Lavoriamo, adunque, con amore e con metodo a pro' dei giovani, sugli esempi del Venerabile.

Il programma di Don Bosco è noto a tutto il mondo: Far del bene alla gioventù; di preferenza, ai fanciulli più poveri e pericolanti. Oggi, specialmente, senza un aiuto pronto ed amorevole, molti giovani andrebbero a finir male; moltissimi poi, crescendo irreligiosi, diverrebbero irremediabilmente infelici per tutta la vita. La disgrazia più grande è quella di non aver fede.

L'opera, quindi, che si ha maggiormente a promuovere, l'opera che oggi deve maggiormente preoccupare tutti gli uomini di zelo e di buona volontà è la formazione religiosa della gioventù, massime di quella, che, avendo terminato le scuole, non potrà neppure in esse avere quell'educazione religiosa che provvidenzialmente è stata assegnata. L'ideale di chi si consacra all'apostolato giovanile, oggi sopratutto, dev'essere questo: Formare dei buoni cristiani. Facciamo dei buoni cittadini, diceva Don Bosco, ma prima ancora dei buoni cristiani. Lavoriamo per formare dei buoni cristiani, ed avremo formato anche dei buoni cittadini.

E poichè, dappertutto, il lavoro si fa ogni giorno maggiore, perchè dappertutto crescono i pericoli, non contentiamoci di lavorare, ma incoraggiamo anche, e sproniamo altri al lavoro: Vis UNITA FoRTIOR! Don Bosco è universalmente ammirato per la sua grande attività, per il suo lavoro illuminato ed incessante; ma egli merita maggior ammirazione, perchè seppe spronar altri al lavoro, e riuscì a stringere attorno a sè un esercito di anime bramose di coadiuvarlo. È notorio: molte opere caritatevoli a pro' della gioventù, sul suo esempio e per suo consiglio, furono iniziate dai Cooperatori, ed in seguito, varie vennero rilevate dai Salesiani, ma le più rimasero a carico di quelli. Ascoltiamo l'invito di Don Bosco, seguiamo il suo esempio: - Lavoriamo, iniziamo, organizziamo opere giovanili, ed insieme cerchiamo altri che si associno al nostro lavoro.

Ma se vogliamo veder benedette da Dio le nostre fatiche con l'abbondanza di frutti salutari, studiamoci di calcar fedelmente le orme del grande Apostolo della gioventù, attenendoci a queste norme fondamentali:

1° - Cerchiamo, solo e sempre, in ogni cosa, la gloria di Dio e la salvezza delle anime. Iddio, diceva il Venerabile, non manca mai di venire in aiuto a chi lavora per la sua gloria e la salvezza delle anime. Quante volte Don Bosco ebbe a ripetere con grande sentimento, quando si trattava d'impedire l'offesa di Dio, che nulla avrebbe potuto arrestarlo e che anche da solo avrebbe affrontato un esercito! Scoprire, identificare un bisogno urgente, e fare ciò che poteva per provvedervi, anche quando agli occhi degli uomini pareva temerità, fu sempre il programma di Don Bosco.

2° - Costanza nel lavoro iniziato. Un fuoco di paglia non approda a nulla. Guai a chi si lascia abbattere dalle difficoltà! Ogni opera di Dio - ogni opera rivolta alla sua gloria e alla salvezza delle anime - incontra sempre delle difficoltà, quando non è aspramente combattuta. Che avrebbe fatto Don Bosco, se si fosse spaventato alle prove d'ogni genere, che cercavano di sbarrargli la via?

3° - Non facciamo mai della politica, e non parliamo mai di politica, nè prò, nè contro. Rendete ossequio - ripeteva e inculcava - a tutte le Autorità civili, religiose, municipali e governative; ma astenetevi dalla politica. Attenetevi a questo principio, e non vi mancheranno nè gli appoggi materiali e morali degli uomini, nè i lumi e gli aiuti del Cielo. Il mondo vede con simpatia tutte le opere di carità, specie quelle rivolte all'assistenza e all'educazione della gioventù, al di sopra d'ogni partito. « Nel 1848, confidava Don Bosco a Mons. Bonomelli, m'accorsi che se voleva fare un po' di bene, doveva mettere da banda ogni politica; me ne sono sempre guardato, e così ho potuto fare qualche cosa e non ho trovato ostacoli; anzi ho trovato aiuti anche là dove meno me l'aspettava ».

*

Questi ammonimenti affiorano luminosi da una lettera inedita di Don Bosco, che riferiamo qui appresso. La leggano e meditino i Cooperatori, specie quelli che lavorano, o vogliono lavorare, per la formazione cristiana della gioventù

D. Bosco al sig. Carlo Vespignani. Sig. Carlo mio carissimo,

Nelle cose che tornano a vantaggio della pericolante gioventù, o servono a guadagnare anime a Dio, io corro avanti fino alla temerità: perciò anche nel suo progetto di iniziare qualche cosa che giovi ai fanciulli poveri e pericolanti, a tòrli dai pericoli di essere condotti nelle carceri, farne buoni cittadini e BUONI CRISTIANI (1), è lo scopo che ci proponiamo. Ella dunque prepari il campo e la messe, ed io sarò lieto di fare una gita a conoscere di presenza e ringraziare tanti confratelli, che, prima di conoscermi personalmente, mi usano già grande carità...

Ella mi ha invitato a cominciare la danza; ho accettato l'invito, ma bisogna che ci adoperiamo con tutti i sacrifizi per condurla a termine. Si ritenga bene che, se vogliamo andar avanti, bisogna che non si parli mai di politica, nè prò, nè contro ; il nostro programma sia fare del bene ai poveri fanciulli. Le cose annesse a questo principio verranno da Dio suggerite e guidate di mano in mano ne sarà mestieri...

Dio benedica la sua famiglia, piccola e grande; faccia rispettosi ossequi ai nostri collaboratori; dica a tutti che di buon grado li raccomando ogni giorno nella S. Messa, e che mi raccomando alle loro preghiere.

La grazia di N. S. G. C. sia sempre con noi. Amen.

Torino, II - I - 79.

Aff.mo servo ed amico Sac. Giov. Bosco.

(1) Nell'originale queste parole erano sottolineate.

Agli insegnanti delle classi elementari

ricordiamo che è stato pubblicato appositamente per loro:

Il Metodo educativo di Don Bosco (estratto dal 2° volume della Vita del Ven. Giovanni Bosco del LEMOYNE).

Un bell'opuscolo di 1oo pagine, in ottavo grande: presso le Librerie della Società Editrice Internazionale di TORINO, Corso Regina Margherita, n. 174 - MILANO, CATANIA e PARMA.

Contiene: 1°) I capi VI, VII, VIII della 5`` parte, cioè: La vita dell'Oratorio e i primi discepoli del Venerabile; Il sistema educativo; « Prevenire, non reprimere »; 2° Il trattatello scritto da Don Bosco: Il sistema preventivo nell'educazione della gioventù; ed un estratto del Regolamento delle Case Salesiane.

Si vende al mitissimo prezzo di L 2,50.

A GLORIA DEL S. CUORE!

Fate vostra ogni giorno l'intenzione assegnata agli ascritti all'Apostolato della Preghiera, e il 1° venerdì del mese, sacro al Cuore di Gesù, e il 24, sacro a Maria SS. Ausiliatrice, raccomandate anche l'intenzione speciale, mensilmente proposta.

INTENZIONI PER IL MESE DI FEBBRAIO 1924.

Intenzione quotidiana:

« LE UNIVERSITÀ CATTOLICHE ».

Perchè maturino copiosi frutti di penetrazione cristiana nella mente e nel cuore di quanti le frequentano, per una larga diffusione degl'ideali di N. S. Gesù Cristo in mezzo alla Società.

Per il 1° venerdì e il 24 del mese:

« LA CAUSA DI BEATIFICAZIONE DEL VEN. D. Bosco«

Perchè Iddio, nella sua bontà e ad intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, affretti il giorno in cui il nostro Venerabile Maestro e Fondatore sarà elevato agli onori degli altari.

INTENZIONI PER IL MESE DI MARZO 1924.

Intenzione quotidiana:

« LA CONSACRAZIONE DELLE FAMIGLIE AL SACRO CUORE «.

È dovere d'ogni cristiano cooperare efficacemente al trionfo sociale di N. S. Gesù Cristo. Non ripetiamo nel Pater: « Adveniat regnum tuum? « Se vogliam davvero che Gesù Cristo regni nella Società, cominciamo a farlo regnare nei nostri cuori e nelle nostre famiglie: consacriamole ufficialmente al suo Cuore divino: e zeliamo e propaghiamo questa consacrazione, non solo con l'esempio, ma anche con la parola e con la preghiera.

Per il 1° venerdi e il 24 del mese:

« LA CAUSA DI BEATIFICAZIONE DI DOMENICO SAVIO ».

Il 9 marzo si compiono 77 anni dalla preziosa morte di questo Servo di Dio. La sua glorificazione sarà la più significativa illustrazione del Sistema educativo del Ven. D. Bosco, e il più forte stimolo, per la nostra gioventù specialmente, a studiare e ricopiare i virtuosissimi esempi del pio alunno dell'Oratorio Salesiano.

*

* *

Ad onore del S. Cuore di Gesù venne intitolata e benedetta la Cappella del nuovo Istituto Internazionale « Don Bosco », aperto in Torino.

La devota cerimonia si svolse in modo solennissimo il 7 dicembre u. s.; celebrante fu il nostre. Rettor Maggiore D. Filippo Rinaldi.

Il giorno dopo, sacro alla celeste Ispiratrice delle Opere Salesiane, Maria SS. Immacolata, dai 12o chierici salesiani, studenti di sacra teologia, si accompagnarono con scelti canti liturgici e con tutta la pompa delle sacre cerimonie le prime funzioni solenni, che si svolsero nell'ampia cappella.

LE MISSIONI SALESIANE

I campi delle Missioni Estere Salesiane.

Tornerà, senza dubbio, ben gradito ai nostri lettori il conoscere, quali sono i campi di Missioni Estere, nei quali lavorano presentemente i Salesiani. Sono i seguenti:

1) LA PATAGONIA (Repubblica Argentina), che, sebbene non formi più una duplice circoscrizione ecclesiastica sotto la giurisdizione diretta di un Vicario Apostolico e di un Prefetto Apostolico della nostra Pia Società, tuttavia è ancor interamente affidata ai Salesiani.

La Missione della Patagonia, dove i primi Salesiani posero piede fin dal 1879, e col beneplacito dell'Arcivescovo di Buenos Aires sì stanziarono definitivamente nel 188o, veniva affidata dalla Santa Sede direttamente alla Società Salesiana nel 1883, divisa in due circoscrizioni ecclesiastiche.

La prima abbracciava la Patagonia Settentrionale e Centrale, e formava un Vicariato Apostolico, di cui fu titolare, primo ed ultimo, l'Em.mo Card. Giovanni Cagliero, allora Vescovo Titolare di Magida.

La seconda comprendeva tutta la Patagonia Meridionale e la Terra del Fuoco, non esclusa la parte politicamente appartenente al Cile, al sud della diocesi di S. Carlos de Ancud; e formava una Prefettura Apostolica, della quale primo ed ultimo titolare fu Mons. Giuseppe Fagnano, morto a Puntarenas nel 1916. La memoria di questo zelante Missionario è in benedizione: la sua tomba è mèta di continue preghiere; e si desidera vivamente, da quanti lo conobbero, che sia presto pubblicata la sua biografia.

Presentemente la Patagonia è divisa in 6 Vicarie foranee, affidate ai Salesiani, con autorità ordinaria, dalle Curie Vescovili di Buenos Aires, La Plata e S. Juan de Cuyo, alle cui diocesi appartiene canonicamente; ed i suoi bisogni sono sempre immensi, perchè dappertutto crescono e sorgono, ogni anno, nuovi centri, per lo sviluppo che l'agricoltura, l'industria e il commercio vanno prendendo in quelle terre. Ed è immensamente triste il dover lasciare molte anime senza regolare assistenza religiosa! Molti luoghi, e per la lontananza e per l'esiguo numero dei missionari, non vedono il sacerdote che ogni tre, quattro, cinque e più anni!

2) LA PAMPA CENTRALE (Repubblica Argentina), dove i nostri fin dal 1896, per delegazione dell'Arcivescovo di Buenos Aires e, in seguito, del Vescovo di La Plata, hanno autorità ordinaria come in Patagonia. È pur questa una missione immensa, a favore di più migliaia di indii (diciamo di indii) e di 120.00o immigrati, con parrocchie che funzionano regolarmente, e con molte cappelle. Quanto bene di più vi si potrebbe fare, se si duplicassero e triplicassero gli operai evangelici! I missionari, che di continuo, debbono attendere. alle missioni del campo sono insufficienti; è quindi paralizzato, pur troppo, il lavoro apostolico...

3) IL VICARIATO APOSTOLICO DI MAGELLANO (Cile), eretto nel 1916 e di cui è titolare il salesiano Mons. Aguilera; abbraccia l'antica Prefettura Apostolica di cui fu titolare Mons. Fagnano, esclusa la parte che politicamente apparteneva all'Argentina.

La città principale, Puntarenas, residenza del Vicario Apostolico, quando vi approdò per la prima volta Mors. Fagnano, non contava mille anime. Ora è vicina ai 25.000 abitanti, in massima parte cileni ed immigrati europei.

A un piccol numero, invece, sono ridotti i superstiti delle antiche tribù, ma il loro tramonto è allietato dalla parola evangelica e dai conforti della Religione. Si narrano e avvengono ancora, alla morte di quegli infelici abitanti degli ultimi confini della terra, le scene più edificanti!

4) IL VICARIATO APOSTOLICO DI MENDEZ E GUALAGUIZA (Equatore), retto presentemente dal salesiano Mons. Domenico Comin, ed estremamente bisognoso di sussidi finanziari e di personale.

Il Vicariato Apostolico di Mendez e Gualaguiza venne affidato ai Salesiani nel 1895.

Ne fu primo titolare il zelantissimo Mons. Costamagana, il quale, per varii motivi, nonostante il suo ardentissimo zelo, non potè dedicarsi alla Missione, che presenta difficoltà particolarissime.

Molti si domandano ancora: Si possono convertire i Kivari? La scienza dice che è una razza destinata a scomparire; i nostri missionari, invece, osano affermare che potrà essere civilizzata come le altre. Il Kivaro è un forte, è un intelligente, è un asiatico molto attaccato alle sue tradizioni: ma il giorno in cui il missionario potrà mostrarsi materialmente superiore a lui, ed avere una casa più bella della sua, ed intorno buoni banani, bestiame abbondante, jucca saporita, bianchi fiocchi di cotone per il tessuto, la conversione del Kivaro sarà un fatto certo e sarà una grande conquista.

Sono, però, indispensabili abbondanti mezzi materiali. Urge, ad es., inviare a quei missionari almeno 50.000 lire per finire i lavori della strada mulattiera di Mendez, incominciata da tre anni tra la foresta; e, più ancora, nuovo personale. Per ogni residenza di missione sono indispensabili almeno tre missionari, due per i piccoli kivari ed un terzo per attendere alle kivarie: poichè bisogna aprir scuole e collegi per i giovani, e insegnare agli adulti a dissodare e sfruttare il preziosissimo terreno.

5) IL VICARIATO APOSTOLICO DI SHIUCHOW (Cuantung-Cina), di cui è titolare, dal 1920, il salesiano Mons. Luigi Versiglia.

Questa Missione conta una popolazione di circa cinque milioni di abitanti, dei quali appena poco più di duemila sono i cattolici.

La guerriglia, che da più anni tiene in armi e in allarme quelle popolazioni, è un impedimento gravissimo all'espansione della missione e all'attività di quei nostri zelantissimi confratelli. Grande, tuttavia, è il bene che si raccoglie nelle varie residenze, specie nell'Orfanotrofio di Ho-si, e nella nuova fondazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice: e, senza dubbio, nuova stima e molte nuove simpatie apporteranno alla Missione le Scuole Professionali in costruzione.

6) Il VICARIATO APOSTOLICO DEL KIMBERLEY in Australia, affidato al salesiano Mons. Ernesto Coppo nel 1922: - una missione vasta, povera, scarsa di popolazione e, per altre ragioni, difficilissima. Ha bisogno del miglior appoggio spirituale e materiale di quanti zelano l'incremento delle Missioni Cattoliche.

7) LA PRELATURA DI REGISTRO DO ARAGUAYA, nel Brasile, eretta per l'evangelizzazione dei Bororos e di altre tribù selvagge, è un vastissimo campo di missione, poichè non comprende soltanto le terre abitate dalla tribù dei Bororos, ma una gran zona aperta all'immigrazione, dove si vanno formando centri popolati, ed un'altra vastissima, piena di fiumi e di foreste, dove vivono randagie altre tribù ancor completamente selvagge, che i nostri si preparano ad avvicinare.

Accompagniamo quei zelanti Missionari con ferventi preghiere.

8) LA PREFETTURA APOSTOLICA DEL RIO NEGRO, nel Brasile, affidata al salesiano Mons. Pietro Massa: - territorio immenso che si estende per una superficie lunga oltre mille chilometri, con molte popolazioni indigene disseminate lungo le sponde dei fiumi e nell'interno delle foreste.

Quando, nel 1915, il S. Padre Pio X affidò questa Prefettura alla nostra Pia Società: « È un campo assai difficile, disse, che vi costerà del sangue e v'imporrà dei sacrifici «. E ci è già costata la vita del primo Prefetto Apostolico. Mons. Lorenzo Giordano, morto in un'escursione di missione, lontano da tutti, per le privazioni e i disagi cui andò incontro.

Ma il Signore, visibilmente, prese a benedire l'eroico sacrifizio. La popolazione di S. Gabriel, residenza del Prefetto Apostolico, ammira già i benefici frutti di due fiorenti collegi; uno maschile l'altro femminile. E l'anno scorso il nostro caro don Balzola, che conta già al suo attivo più di trent'anni d'apostolato, fondava una nuova residenza tra i Tucanos, per iniziare in mezzo a quelle foreste un nuovo centro di fede e di civilizzazione.

9) LA PREFETTURA APOSTOLICA DELL'ASSAM, nell'India, affidata al salesiano Mons. Mathias, con sette milioni di abitanti che parlano più di centosessanta lingue diverse.

Un altro campo vastissimo, dove i Salesiani entrarono nel 1921, e dove è giunto testè un nuovo rinforzo di missionari con un primo drappello di Figlie di Maria Asuiliatrice.

Ma, per molto tempo ancora, sarà sempre piccolo, immensamente piccolo, il numero dei nuovi Missionari che vi si potranno inviare, di fronte al numero delle anime ad essi affidate e al loro felice movimento verso il cattolicismo.

Preghiamo Iddio a suscitare, anche tra gli indigeni, nuove vocazioni.

Oltre questi nove campi immensi, i Salesiani hanno vari altri centri di Missione; e precisamente:

10) TRA I NEGRI DEL CONGO BELGA, nella Prefettura Apostolica di Elisabethville, affidata ai RR. PP. Benedettini.

La Missione Salesiana nel Congo Belga, ad istanza del Governo Belga fu offerta al Servo di Dio don Rua di v. m. dall'E.mo Card. Mercier, e, mercè l'appoggio dello stesso Governo, va prendendo uno sviluppo consolante. Ha già un fiorentissimo istituto professionale in Elisabethville, con circa 400 alunni, dei quali più di duecento indigeni; due attivissimi centri a La Kalubu e Kiniama nel Katanga, ed una nuova residenza intitolata a Don Bosco. Degno di nota un primo nucleo di giovani indigeni, avviati alla carriera ecclesiastica.

II) IL DISTRETTO DELL'HEUNG-SHAN, in Cina, affidato ai Salesiani dal Vescovo di Macao, fin dal 1911.

Il distretto dell'Heung-Shan ha una popolazione di circa 2.000.000 di abitanti. La sola città di Shek-ki ne conta più di 200.000. E i missionari sono appena tre, con tre residenze e l'assistenza religiosa e due lebbrosari..

Rogate Dominum messis...

12) IL DISTRETTO DI TANJORE NELL'INDIA. - Il distretto o provincia di Tanjore conta circa due milioni e mezzo di abitanti, e la nostra missione vi ha, dal 19o6, una parrocchia che numera 9000 cattolici, sparsi in città, e 6o villaggi, con molte scuole. Recentemente vi hanno aperto una loro residenza, con ambulatorio farmaceutico, anche le Figlie di Maria Ausiliatrice.

13) IL CIACO PARAGUAVO, affidato nel 192o alla Pia Società Salesiana dal Vescovo di Asunción per un periodo di 5o anni. Difficoltà d'ogni genere lasciarono, fino ad oggi, quasi del tutto inesplorato questo misero campo vastissimo, che si schiude ora allo zelo dei nostri missionari.

14) In fine non possiamo tacere molte varie opere di Missione, (Orfanotrofi, Colonie Agricole, Scuole Professionali, ecc che i nostri confratelli dirigono in Oriente, particolarmente in TERRA SANTA, in Egitto e in Tunisia.

Le residenze missionarie dell'Assam visitate e rovinate dal terremoto. (Lettera del missionario Don Gio. De Ponti al sig. Don Rinaldi).

Jowai, z8 ottobre 1923.

Rev.mo signor Don Rinaldi,

Le scrivo da Jowai, dove mi trovo da due settimane per preparare l'ambiente materiale e morale, e cominciare, anche qui, l'opera nostra di evangelizzazione. Che vuole? Da quando incominciai a pensare a Jowai, dal giorno in cui scrissi a Lei e a Monsignore il mio progetto di trasportarvi il nostro orfanotrofio di Raliang, l'idea non mi abbandonò più: e, nell'attesa di approvazione e di mezzi, incominciai a venire, a farmi vedere, a farmi sentire, per aprirmi in breve la via.

Il disegno di un nuovo orfanotrofio a Jowai.

Ho ragioni per credere che l'idea sia buona e venuta da Dio. « Si consulti spesso con Gesù in Sacramento, mi scriveva di quei giorni Monsignore, ed il Signore le suggerirà i mezzi per fare del bene ». Ebbene: come non lusingarmi che l'idea mi sia venuta dal buon Gesù, se mi venne proprio davanti al SS. Sacramento?

Che se poi il consiglio di compiere una opera buona si deve accettare e seguire anche quando viene da un nemico, senta la coincidenza! Ieri, un catechista protestante anglicano, venuto a farmi una visita di convenienza e forse mandato dal suo pastore per investigare le mie intenzioni, spontaneamente, prima ancora che io gli avessi fatto il minimo accenno attorno il mio proposito, uscì a dirmi: « Se voi incominciaste qui un orfanotrofio come quello che avete a Shillong, per raccogliere ed educare tanti fanciulli poveri ed abbandonati, vi rendereste molto benemeriti di Jowai, fareste cosa cara anche ai pagani, e trovereste molti aderenti alla vostra religione.

A quel consiglio, dal quale nel modo con cui mi veniva esposto, lui parve di scorgere una certa preoccupazione: «Sì, risposi, fonderemo a Jowai un orfanotrofio e così cercheremo di fare un po' di bene tra i pagani, e... tra i protestanti » aggiunsi bonariamente, sorridendo e scrutando l'interlocutore.

Questi pure sorrise; e mi confidò come in altri tempi egli appartenesse alla sètta dei Presbiteriani, tra i quali aveva insegnato molti anni; in seguito, causa i dissensi di quella sètta , era passato alla « High Church of England », ove esercita l'insegnamento da ventisette anni.

- Bene, conclusi io; ora insegnerà altrettanto tra i Cattolici!

Sebbene non si mostrasse fermo nella sua religione, pure, alla mia proposta, buttata là tra il serio ed il faceto, scosse il capo, e mi fece capire che ne sarebbero andati di mezzo gli interessi materiali.

Se questo le dice, amato Padre, quanto sarebbe opportuno un orfanotrofio a Jowai, le dice anche, come i protestanti retribuiscano lautamente i loro catechisti, e conseguentemente contro quali potenze ci prepariamo a lottare. Ma non temiamo. Abbiamo l'Ausiliatrice con noi, et portae inferi non praevalebunt adversus Eam.

Il terremoto ha recato gravi danni alle stazioni missionarie. - Chi vorrebbe provvedere una statua di Maria Ausiliatrice per Wongbah?

Era venuto a Jowai anche per un altro motivo: per potermi recare, con maggior facilità, a far visita alla stazione di Lamin. Senonchè preannunziato a quei cristiani il mio arrivo, ne ebbi in risposta che aspettassi ad andar da loro quando la stagione delle piogge fosse decisamente finita, perchè attualmente, non avrei trovato neppur un pezzo di tetto rotto, sotto cui ripararmi dalle intemperie. Deve sapere che il giorno lo settembre u. s. il terremoto ha finito per rovinare chiesa, scuola e casa del Missionario.

Conoscendo lo stato degli ambienti, ed avendo avuto notizia della gravità delle scosse, non mi fece punto meraviglia la risposta da Lamin. Purtroppo anche questo viene ad aggravare le nostre strettezze finanziarie.

Mi ascolti, Padre.

Non dirò nulla di Shillong, ove devono affrettare le riparazioni della chiesa, se non vogliono doverla rifare presto dalle fondamenta; e non dirò nulla neppure dei danni avuti nel dìstretto dei Synteng e degli War, che, sebbene leggeri per altre borse, per noi sono gravi.

A Raliang, siccome le travi su cui poggia tutta la costruzione erano già rose dalle formiche bianche, la chiesa cedette in diversi punti e l'intonaco cadde quasi completamente.

Anche la casa che abitiamo, sebbene piccola e di costruzione più recente, data l'ampiezza e la durata delle oscillazioni sismiche (immagini che una scansia di medicinali venne rovesciata!) subì screpolature in tutti i sensi e si trova pur essa in pessime condizioni.

- Vedi?!, Padre, mi faceva osservare a proposito un nostro orfanello, vedi?! È inutile che ti ostini a voler fabbricare una bella casa in questo paese! è inutile! Sei venuto tra noi e devi adattarti ad abitare, come noi, in capanne di paglia! Se no, sarai sempre senza casa!...

Dura verità dalla bocca di un fanciullo! E bisognerà adattarvisi, sostanzialmente. Intanto tutti abbiamo estremo bisogno di aiuto. Lo dica, amato Padre, ai nostri cari Cooperatori; insista perchè ci vengano in nostro soccorso. I nostri bisogni sono eccezionali; chi non lo vede, in mezzo a queste disgrazie e tra tante buone disposizioni di questa gente ad entrare nel regno di N. S. Gesù Cristo?

A Wongbah chi ebbe la peggio fu una bella statua dell'Immacolata, l'unico oggetto che ornasse quella povera chiesa.

L'avevano legata al collo con fil di ferro. Ma questo coll'umidità s'era arrugginito; e novanta minuti secondi di scosse ruppero il ferro e ridussero la bella statua, di gesso, in semplici frantumi. A Wongbah si rifarà la chiesa; ma la perdita della statua, se qualche buona persona non vi provvede, sarà irreparabile. Troveremo un'anima pia che ci regali una bella statua di Maria Ausiliatrice?

Quanto a Lamin, ripeto, la notizia non mi fece meraviglia. E il paese in cui le formiche bianche sono più voraci. Nulla si può salvare, e, da tempo, la nostra chiesa, e casa e scuola, n'erano completamente corrose. L'avevo notato fin dal gennaio u. s., e ricordo l'impressione che n'ebbi, entrando nell'abitazione. Un tavolo era tutto a sghimbescio; osservo, e vedo che non aveva più che una gamba!... Mi faccio per raddrizzarlo ed appoggiarlo ad una trave che fa da colonna, e questa, al piccolo urto, si sposta! Di quanto c'era in casa e della casa stessa non c'era rimasta che l'apparenza; e il terremoto ne ha compiuto, con tutta facilità, la distruzione.

Scuola di formazione di nuovi catechisti.

Ma per bontà di Dio sunt bona mixta malis; il Signore non vuole da noi un sacrifizio continuo, e ci dà molte consolazioni. Preoccupati per la penuria di catechisti e d'insegnanti nelle scuole, ultimamente indicemmo un breve corso d'insegnamento durante la stagione delle piogge. Otto volenterosi risposero all'invito, e vennero ad abitare a Raliang presso di noi.

Ci dividemmo le ore e le materie d'insegnamento un catechista, Don Mazzetti ed io, e per un mese facemmo scuola diurna regolarissima, come si sarebbe fatto nel più ordinato istituto d'Italia. Ed era proprio bello vedere quelle otto anime volenterose, tra cui tre padri di famiglia, non usi a sedere sui banchi della scuola, attenti alle spiegazioni del Catechismo, e a leggere, e scrivere e far di conto, per oltre cinque ore e sentirli. poi, nelle ore libere della scuola, ripetere ad alta voce le risposte del Catechismo che dovevano mandare a memoria pel giorno dopo.

Lo crederebbe? in un mese di scuola, seguito da regolare esame, non solo riuscirono a leggere, scrivere e far di conto con discreta abilità, ma anche a mandare a memoria nella loro lingua tutte le preghiere, che si recitano nelle case salesiane, e tutte le risposte di un piccolo Catechismo di una trentina di pagine.

Per dare all'esame di religione una certa solennità, pensammo di tenerlo in forma di gara catechistica alla presenza dei Missionari, delle Suore, e dei giovanetti d'ambo i sessi, che frequentano la scuola regolare del villaggio. Tutti otto si fecero onore, e ai tre migliori demmo un premio particolare in denaro. Siam poveri, ma ci teniamo alle tradizioni: e non occorre che Le dica il contento di tutti.

La splendida riuscita di questo tentativo c'incoraggia, pur con veri sacrifizi pecuniari, a ripetere simili corsi accelerati.

Oh! affretti Iddio il giorno, in cui anche a Jowai, dove, presentemente, di cattolico non c'è che il Missionario, centinaia e migliaia di cuori amino il Signore e cantino le sue lodi. Preghi e faccia pregare a questo fine, perchè tanto piccolo si sente l'uomo, sia pure un missionario, quando si tratta di convertire le anime!

Di Lei, amatissimo Padre,

aff.mo figlio in C. J. Sac. GIOVANNI DE PONTI Missionario Salesiano.

RICORDIAMO AI COOPERATORI ché il BOLLETTINO si stampa ogni mese, in più lingue, e si spedisce largamente - più di centodiecimila copie solo in italiano - senza abbonamento fisso; mentre per noi è fissa ogni mese, ed ingente, la spesa.

Vogliano averlo presente i buoni Cooperatori nel caritatevole invio delle loro offerte per le Opere Salesiane. Chi non può fare di più, abbia la bontà d'inviarci, annualmente potendo, almeno i necessario per le spese del periodico. Il Signore glie ne renderà il centuplo in questa e nell'altra vita!

Da S. Francisco di California al Kimberley

(Lettera di S. E. Mons. Ernesto Coppo, Vic. Apost. del Kimberley).

Broome (Kimberley-Australia), 1-XI-23. Rev.mo sig. D. Rinaldi,

Eccomi finalmente nel Kimberley. Il viaggio fu lungo, ma non privo di consolazioni, perchè nel visitare gli Stati Uniti e quello che fu per molti anni il mio campo di lavoro, ho potuto raccogliere aiuti preziosi per la nuova missione e compiere altresì un po' di bene fra i nostri connazionali. Ebbi infatti la dolce soddisfazione di benedire !a pietra fondamentale delle nuove scuole della Trasfigurazione, dirette dai Salesiani a New-York, e il terreno su cui sorgeranno nuove chiese per gli Italiani a Garfield, a Passaic e a Newark, nello stato della Nuova Jersey.

A New York battezzai 5 figli di un nostro amico, di cui avevo benedetto il matrimonio vent'anni fa, e regolarizzai l'unione di un altro, che vari anni prima si era sposato davanti ad. un ministro protestante.

Per assecondare il desiderio dei confratelli mi recai pure a Watsonville, dove amministrai la S. Cresima a un centinaio di persone, fra cui alcuni convertiti, e a Chicago strinsi cordiali rapporti coi dirigenti della benemerita società cattolica Extension, che in 20 anni ha costruito in America centinaia di chiese, cappelle e scuole, provvedendone luoghi più bisognosi. Mi son impegnato d'impiantarla anche in Australia, e .ne spero un aiuto efficace per la propagazione dei regno di Dio.

A S. Francisco, in mezzo al giubilo di tutta la olona italiana, ordinai sacerdote un nostro confratello, e, come già a New York, per invito dell'Ecc.mo Arcivescovo, tenni la commemorazione trecentenaria del nostro Patrono, celebrando pontificalmente nella Cattedrale. Quel giorno arrivava in città il Presidente degli Stati Uniti, Hardíng, e, due giorni dopo, io partiva per l'Australia ed egli si disponeva a partire per l'eternità. Sic transit gloria mundi! La notizia della sua morte ci fu comunicata, mentre eravamo in rotta verso le isole Hawai.

Da S. Francisco a Sidney.

Arrivati ad Honolulu, capitale dell'arcipelago, fummo accolti con la massima gentilezza da Mons. Vescovo, che ci volle suoi ospiti. Poco dopo si presentò a palazzo un ministro protestante, per pregare il Vescovo di partecipare al funerale che le sette protestanti avevano indetto in memoria del defunto Presidente. Il poveretto non comprendeva la differenza tra la Chiesa di Gesù Cristo e la colluvie di sette protestanti, che solo per eufemismo continuano a chiamarsi cristiane; e al cortese, quanto energico rifiuto dei Vescovo, partì mogio e sconsolato, senza capacitarsene.

L'isola di Tutuita, nell'arcipelago di Samoa, fu prima terra oceanica su cui ponemmo piede, e ci facemmo un dovere di visitare i Padri e i Fratelli Maristi, che ne hanno la cura spirituale. Gli Stati Uniti hanno mirabilmente provveduto allo sviluppo della vita materiale e sociale in quelle terre; ma il merito del progresso spirituale delle popolazioni, che fino a pochi anni fa erano semiselvagge, spetta unicamente alle fatiche dei missionari cattolici.

Dalle Samoa a Sidney il percorso è lunghissimo, ed io me ne approfittai per destare un soffio di spiritualità e di elevazione morale, predicando e tenendo conferenze a bordo.

Tra gli uditori, notai, attentissimi, un dottore calvinista, un anglicano, professore all'Università di Leeds, un ufficiale cattolico, un negoziante presbiteriano, e un ministro metodista. Come vede, v'erano tutte le gradazioni religiose; e, a suo conforto, posso dirle che la predicazione non fu inutile. Pochi minuti prima che il piroscafo imboccasse il porto di Sidney, mi avvicinò uno dei viaggiatori dicendomi: « Fui presente alle sue conferenze: so che Lei va a lavorare fra i poveri aborigeni del Kimberley, e spero che non avrà a male se le presento una piccola offerta. Voglia celebrare una messa e pregare per me. Non son cattolico, ma ammiro il lavoro compiuto dai missionari cattolici ». Era un protestante presbiteriano!

La prima offerta, adunque, errando in terra di missione, mi venne porta da un eretico! Mi parve un pegno che Iddio benedica i nostri passi, e con animo commosso Lo pregai a ricondurre lo sconosciuto oblatore al nostro ovile.

Nella terra di Maria Ausiliatrice.

Sbarcammo a Sidney con un senso di ammirazione e di venerazione. La magnifica città ci stava davanti nella sua piena bellezza e nella sua ricca opulenza. Quando nel 1788 il capitano Phillip, dopo più di otto mesi di navigazione, riusciva a scoprire il porto di Sidney, certo non pensava che la piccola colonia penale, da lui inaugurata su quella spiaggia, nel giro di poche decine di anni si sarebbe mutata nella metropoli dell'Australia. Sidney conta ora circa un milione di abitanti, ed è certo una delle più grandi e più ricche città del mondo.

Ma ciò che riempiva il nostro cuore d'intima gioia era il trovarci in una terra consacrata fin dal secolo scorso, per voto unanime dell'episcopato, a Maria Ausiliatrice. Fu perciò con gratitudine tutta particolare che accettammo l'invito di esser ospiti della Rettoria di Maria Ausiliatrice, e di celebrar la prima Messa e di tener la prima predica nella. Cattedrale a Lei dedicata.

L'Arcivescovo era temporaneamente assente, e così pure il Delegato Apostolico Mons. Cattaneo; ma, appena tornati, ci furono larghi di cortesie e gentilezze. Per invito di Mons. Cattaneo presenziai le feste giubilari, celebratesi nella vicina città di Bathurst; così ebbi occasione di avvicinare parecchi Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi dell'Australia, dai quali ricevetti i più cordiali segni di affetto. Ricordo fra gli altri l'Arcivescovo di Melbourne Mons. Mannix, e l'Arcivescovo di Brisbane, Mons. Duhig, che espressero insistentemente il desiderio di avere nelle loro archidiocesi i figli di Don Bosco.

Verso il Kimberley.

Dovendo percorrere, prima di giungere nel Kimberley, ancora migliaia di chilometri, affrettammo la partenza, pur facendo varie tappe, Visitammo Melbourne, Adelaide, Perth e Fremantle. ricevuti sempre cordialmente dalle autorità ecclesistiche, che si prodigarono in mille modi per offrirci i conforti materiali e morali di cui abbisognavamo. Oh! la carità cristiana, quanto è bella e cara, sopratutto allorche si è lontani dalla patria, e quali accenti e gesti di bontà sa trovare verso i fratelli in Cristo!

A Melbourne l'Arcivescovo mi condusse a visitare le istituzioni cattoliche, e la località in cui spera di veder sorgere presto il primo collegio salesiano. Nella stessa città mi fu riservata la consolazione d'incontrare molti connazionali accorsi alla funzione, che tenni appositamente per loro nella chiesa di S. Ignazio, e fui edificato della generosità, con cui i cattolici risposero al mio appello per le missioni del Kimberley durante la predica tenuta in Cattedrale.

In Adelaide m'attendeva un gradito incontro. Venne a trovarmi il Padre Roche, ottimo domenicano irlandese, reduce dalla guerra europea, il quale mi raccontò che quando stava per partire pel fronte, un buon salesiano irlandese gli raccomandò di mettersi sotto la protezione di Maria Ausiliatrice. Lo fece di cuore, ed a Lei sola egli dice di dovere la vita. La stessa dichiarazione aveva fatto pubblicamente, pochi giorni prima davanti a un folto uditorio; ed il fatto mi recò immensa soddisfazione, vedendo anche in questo, come Maria Ausiliatrice avesse voluto precederci col suo culto, allargando in queste terre il numero dei suoi devoti.

Quasi di contraccolpo ci giunse a Perth una dolorosa notizia. Un nostro confratello era caduto ammalato, e un telegramma ne annunziava l'arrivo per sottomettersi ad un'operazione. Gli procurammo subito un buon letto all'ospedale, e lo affidammo alle cure di un valente medico specialista.

A Perth ebbi la fortuna di esser presentato a tutte le autorità che hanno relazione col Kimberley, e lo stesso Arcivescovo mi accompagnò dal Primo Ministro, che si dimostrò ben disposto ad aiutarci quanto gli sarà possibile.

Nelle singole tappe fatte in Australia, potei raccogliere informazioni utilissime per la nostra missione, specialmente da Padri Gesuiti e Benedettini, che conoscono il luogo e gli abitanti.

Il Kimberley fa parte del West-Australia, cioè dello Stato più vasto della confederazione australiana, sebbene abbia una popolazione ancor molto limitata. Il clima del West-Australia nella parte meridionale è simile a quello della nostra Italia, ma nella parte settentrionale, e precisamente nel Kimberley, è torrido, e i prodotti sono propri della zona torrida. Gli aborigeni son pochi e vanno rapidamente scomparendo per la facilità con cui contraggono le malattie importate dagli Europei.

La loro conversione è difficilissima. Mi raccontava il Padre Catalan, abate dei Benedettini e da vari anni direttore della missione aperta sui Drysdale, ai confini del Kimberley, che talvolta dopo lunghi sforzi e spese gravissime non riuscirono a battezzare uno di quegli infelici.

Queste notizie ci persuasero a confidare solo nell'aiuto di Dio e nelle preghiere dei buoni.

Nella Missione.

Fremantle fu l'ultima tappa. Giungemmo al Kimberley sul vecchio piroscafo « Bambra », che appartenne già al Lloyd germanico, col nome di « Principe Sigismondo », e che, catturato durante la guerra, cambiò titolo e proprietari. Assai lentamente, dopo nove giorni di navigazione (che un transatlantico moderno avrebbe compiuto in tre) entrò nel porto di Broome, la capitale del Kimberley. Era il 27 ottobre. Fu una festa per tutti noi, che ci trovavamo finalmente, dopo un viaggio di circa 30.000 chilometri, nella terra della nostra missione, terra, quindi, d'amore e di speranze, di lavoro e di fatiche, e, speriamo, anche di consolazioni.

Ringraziammo il buon Dio d'averci condotti sani e salvi, e ci mettemmo all'opera.

Ad un'altra notizie sulla missione.

Il Signore ci aiuti a compiere un po' di bene, e a rimuovere gli ostacoli che si preannunziano numerosi per la diffusione del suo santo Nome. Ella pure, rev.mo sig. D. Rinaldi, voglia a questo fine raccomandarci alle preghiere dei nostri Cooperatori, sul cui aiuto contano questi suoi figli, e, più di tutti, il

Suo aff.mo in C. J.

+ ERNESTO COPPO,

Vescovo Tit. di Paleolopoli, Vicario Apostolico del Kimberley.

Purtroppo c'è qualcuno che si abusa del nome di Don Bosco e dei Salesiani, anche con lettere circolari e stampati, per raccogliere offerte a vantaggio d'iniziative personali, che non hanno alcuna attinenza con la Direzione Generale delle opere e Missioni salesiane.

Rammentino gli ottimi Cooperatori che ogni offerta per le Opere e Missioni Salesiane va esclusivamente indirizzata al Successore del Ven, Don Bosco, signor DON FILIPPO RINALDI, via Cottolengo N. 32, Torino; il quale non ha mai dato e non dà mai a nessuno l'incarico di collettare a suo nome.

Dall'Equatore. = Istantanee di vita Kivara.

(Relazione del Missionario Salesiano Don Salvatore Duroni). (Fa seguito alla relazione pubblicata nel mese di aprile u. s. Irriducibili i Kivari.? )

Dopo 7 mesi di completo isolamento, cominciarono ad avvicinarsi nuovamente i selvaggi; il primo gruppo ce lo condusse Tandu dal Yulupass. Chi avrebbe pensato che questo poveretto, dopo aver passato dodici anni nelle nostre case di Guayaquil e dopo aver viaggiato per vari anni sui bastimenti fra Guayaquil e Valparaiso, dovesse tornare alla foresta! lui che era così ambizioso nel vestire!

Perchè sei tornato fra questi boschi? - Padre, qui si sta meglio.

- Così miserabile; senza vestiti; mangiando male e, spesso, poco; con una vita così dura?

- Credi, padre, si sta meglio qui!

Rimase nella Missione tre settimane aiutando i parenti nei lavori campestri per aver tele ed attrezzi agricoli, quindi ripartì. Ho visto che i suoi lo stimano molto: sa leggere e scrivere; parla spagnuolo discretamente bene: ha voluto carta e lapis per tenere corrispondenza epistolare con noi. Ci può aiutare molto questo giovinotto: l'ho subito notato dalla facilità con cui potevo riunire i ragazzetti, di regola così selvatici. Gli diedi un catechismo in Kivaro e spagnuolo, perchè insegni specialmente ai bambini. M'ha fatto molte promesse.

Vedremo.

*

*

Un altro che s'è stabilito definitivamente vicino a noi è Cayapa: ha riunito intorno a sè tutta la famiglia delle sue tre mogli, figlie del Sandu, assassinato cinque anni fa. Venne molte volte a pregarmi che andassi a vedere suo cognato Mangasci che soffriva forti dolori ad una gamba. Volevo farlo venire alla missione, ma quando seppi che non vi sarebbe mai venuto per paura, poichè fu uno degli autori della strage del dicembre u. s., mi risolsi di andarlo a vedere. Giunsi improvvisamente alla casa del Cayapa e così vi colsi pure l' Ungucia, un altro galantuomo... Vedo Mangasci che giunge dalla selva colla lunga cerbottana e una ventina d'uccelletti appesi alla cintura.

- Perchè m'hai ingannato, dicendo che sei infermo?

- Di giorno sto meglio; di notte soffro molto. Volevo parlare con te; ma temevo che fossi cattivo, per questo non discesi alla Missione.

- Victor, era mio amico; perchè l'hai ucciso? - Perchè lui ha ucciso mio padre: - ed

alzando la voce, e gesticolando furioso, mi descrive la morte del padre.

- E pensi d'ammazzarne altri?

- No, non ne voglio più sapere di guerre:

voglio vivere vicino a te, lavorare i miei orti

ed essere amico dei cristiani.

- Credo che vuoi ingannarmi.

- Perchè devo ingannarti? il mio cuore è buono, quindi pensa bene e non può ingannare:

- e continuò a parlare lungamente per convincermi delle sue intenzioni pacifiche.

Dopo essermi trattenuto circa due ore lassù, lo invitai a discendere alla Missione e mi accinsi a partire. Il Cayapa mi offre di nuovo una tazza della sua ciccia prediletta.

- No, dico io, non ho sete. Piuttosto accompàgnami alla missione.

- No, non ho voglia di movermi.

- Vieni; non vedi che son rimasto solo? - Se vengo, che cosa mi dài?

- Son venuto su per te, quindi accompàgnami almeno un tratto.

- No, non ho voglia.

- Devo parlarti di una cosa importante. - Davvero?!... Allora vengo.

Partimmo. Durante la brutta discesa, parlammo dell'assassinio di un tal Tendezza, avvenuto pochi giorni prima.

- E vero che l'ha ucciso il Muispa?

- Sì, e ha fatto bene, perchè era uno stregone. Lo stesso Mangasci forse fu stregato da lui.

- Pare impossibile che tu creda queste sciocchezze.

- Sciocchezze? Voi cristiani non conoscete i Kivari e meno ancora gli stregoni. Lo stregone può fare tutto il male che vuole e a chi vuole: ha le vene piene di frecce piccole e acute come aghi, e a sua volontà può lanciarle lontanissimo, a giorni di distanza, nel corpo dei suoi nemici. Così produce le malattie più differenti e gravi, e solo un altro stregone più potente di lui può estrarre quegli aghi malefici.

- E tu li hai visti quegli aghi?

- Io no, perchè solo di notte si possono estrarre, e lo stregone non li può far vedere a nessuno.

- Caro mio, neppur lui può vederli, perchè non esistono. Lo stregone è un bugiardo, un ozioso, che vive alle spalle altrui. Ne conosco molti, e nessuno di essi lavora. Ne conosci forse uno che abbia molti orti? nessuno! Eppure son quelli che stan meglio: han galline, porci, cani; son ben vestiti, perchè si fan pagare bene dai loro clienti, o si fanno prestare le cose per non restituirle più, sapendo di esser temuti... Lo stregone non sa far nulla. Due anni fa tu e vari della tua famiglia vi ammalaste di morbillo: Ti ricordi? poco mancò che non morissi tu. E Huambutzara e altri stregoni ti hanno fatto migliorare un po'?

- No, padre, dopo le loro stregonerie mi trovai peggio: e mi presero le poche galline e il più bel cane. Se non venivo alla Missione, sarei morto.

- E tuo cognato l'han fatto guarire?

- No, per questo viene da te. - E credi ancora negli stregoni?

- Sì, Padre, lo stregone è terribile: ha un potere straordinario.

Ero giunto a casa da circa mezz'ora, quando giunge Mangasci sorridente. Mi prende per mano come vecchio amico, e senz'altro comincia la sua conversazione.

- Son venuto a prendere il rimedio, e anche per un altra cosa. C'è qui, che lavora nei tuoi orti, il Huà: devi sapere che è cattivo quel Kivaro: aveva dato una figlia, Ciassu, in moglie a mio fratello, ed ora glie l'ha tolta.

- E vuoi che glie la faccia restituire?

- No, Ungucia non ne vuol più sapere: ho pensato di prendermela io.

- Non puoi

- Perchè no? Senti: io mi nascondo: tu chiami qui Ciassu, la prendi per un braccio e me la dài: io me la conduco subito dall'altra parte del fiume, a casa dei miei parenti.

- Ti dico che è una birbonata: « Cichician nuarin casamgheip: non rubare la donna d'altri! » l'hai ripetuto tante volte, quando i Padri ti facevano pregare e l'hai dimenticato.

- Sì, si; però sei tu che non vuoi, e dici che sei mio amico! ..

- Sì, son tuo amico; per questo vorrei vederti buono.

- Bene, bene, farò come tu dici.

Pochi giorni dopo, l'amico rapiva la stessa moglie di Huà. Per fortuna se n'accorsero subito e lo stesso Cayapa inseguì i fuggitivi, li raggiunse e dopo poche ore restituiva a Huà la moglie rapita.

Son così questi selvaggi! Preghiamo, preghiamo per loro! Solo il Signore, con l'abbondanza delle sue grazie, potrà soggiogarli e stringerli definitivamente attorno la Croce:

Mendez, 24 novembre 1923.

Sac. SALVATORE DURONI Missionario Salesiano.

Rimani con noi, o Padre buono!

Escursione sul Rio Tikiè coronata da 150 Battesimi.

(Lettera del missionario D. Giov. Balzola al sig. Don Rinaldi).

Taracuà (Rio Negro-Brasile) 27 agosto 1923.

Reverendissimo signor Don Rinaldi,

La Missione tra gli indigeni del Rio Tikiè, aperta di recente, grazie alla corrispondenza di questa povera gente, va prendendo uno sviluppo consolante. Sono tutti indii, sparsi in grandi malocche, cioè in enormi capanne, assai distanti le une dalle altre, disseminate specialmente lungo il fiume. Hanno già, in parte, una qualche idea della nostra santa Religione, per essere stati a contatto con civilizzati e per aver sentito altre volte la parola del Missionario. Il nostro primo Prefetto Apostolico Mons. Giordano, di cara memoria, si era inoltrato anche in mezzo a loro, e fu proprio l'ultimo viaggio, prima d'intraprendere improvvisamente quello dell'eternità! Le dirò di più, sig. Don Rinaldi, da parecchi il Missionario era atteso col più vivo desiderio!

Umili preparativi. - Di capanna In capanna. - l primi Battesimi. - Pary Cachoeira. - Un caro amico.

I preparativi furono fatti all'apostolica. Su di una canoa, lunga 7 metri e larga 1,30, Ponemmo le poche masserizie, alzammo la tenda per la notte, caricammo un piccolo tavolino ed una pentola per fare un po' di minestra.

L'equipaggio era composto di un pilota, di quattro rematori, e di un ragazzo che mi fece da cuoco e da sagrestano.

Partimmo il 25 luglio. Molti indii ci accompagnarono fino all'imbarcazione, contenti di vedere alcuni dei loro compagni seguire e aiutare il Missionario.

La prima malocca che visitai, fu quella di Carurù. Vi trovai un povero vecchio cieco, nessun altro: e alla sera arrivai a quella di Matapy, dove una trentina di indii mi accolsero con segno di giubilo. Eretto l'altarino, incominciai subito la missione, insegnando loro il segno della Croce, il Pater, l'Ave, e qualche canto. Il giorno dopo celebrai per tempo la S. Messa, ed ebbi la consolazione di poter amministrare alcuni Battesimi.

Prima di notte giunsi a Taiassù-ruca; e dalla festa del giorno posi alla località il nome di S. Anna di Matapy.

A Taiassù-ruca trovai una ventina di indii, raccolti nella malocca ancora provisoria. Conforme alle loro usanze, ogni famiglia ha il proprio fuoco, attorno al quale stende le reti per dormire. Si può quindi immaginare quanto siano materialmente e moralmente perniciosi simili ambienti! Eppure, ottenuto un cantuccio, anch'io vi passai pazientemente la notte, in mezzo al fumo, e al mattino vi celebrai le funzioni religiose e potei avere la soddisfazione di amministrare, anche qui, alcuni Battesimi.

Il trovarmi a contatto con questa povera gente, ancora in uno stato primitivo, spoglio di ogni manifestazione di civiltà, mi riempie l'anima di sconforto, vedendo quanto sia ancor lungo il cammino da fare per portarla alla vera luce. Ma le vie mirabili per cui la Grazia divina penetra anche in quei poveri cuori e l'attenzione devota, con cui seguono l'amministrazione dei Sacramenti ai bambini e a quelli che s'incontrano già preparati, solleva l'animo a dolcezze ineffabili e lo riempie di nuovo coraggio.

Toccata Mitacà, dove non era anima viva, proseguii alla volta di Sarnaúma, dove incominciano le numerose e popolose malocche dell'alto Tikiè. La regione precedente è poco abitata, perchè acquitrinosa e facilmente soggetta alle alluvioni nella stagione delle piogge. A Samaúma (l'antica S. Tommaso) fui accolto con gioia dagli indi, e così pure nei centri successivi, fino a Pary Cachoeira.

È questa la località più importante del Tikiè, dove si vedono ancora le tracce del passaggio degli antichi missionari. Ma oggi, in tutta la regione, non si trova più un civilizzato: la popolazione è composta esclusivamente di indi, fra cui abita quel Sirio Giovanni Bosco d'Albuquerque che condussi con me in Italia nel 1915 e che ora, fattosi forte e vigoroso, sta formandosi un discreto avvenire. Egli mi presentò al vecchio Tuixàua (al capo), che mi fece visitare l'antica, grande capanna, in via di abbattimento, e la nuova, non ancora ultimata. La benedissi, prima che il demonio ne prendesse possesso con le sue luride feste, e ad uno degli alberi principali appesi le immagini del Sacro Cuore, di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco, a protezione , e difesa. Questi indi usano seppellire i morti nella stessa capanna, facendone anche un cimitero. La vecchia capanna, infatti, era piena di tombe e divenuta, anche per questo motivo, inabitabile

Oltre Pary Cachoeira. - Per il sentiero della foresta. -- A una grande malocca. - « Non siate solleciti!... « - Fruttuosa missione.

Fino a Pary-Cachoeira la regione era stata visitata dal compianto Mons. Giordano, che vi si spinse sul vaporino di Manduca d'Albuquerque. Io volli andar oltre, approfittando dell'aiuto che mi offriva il Tuixàua per portare la canoa al di là della cascata. Questi frequenti sbalzi di acque son sempre di non poco fastidio: di notte impediscono di riposare per il rumore assordante e continuo, di giorno ostacolano gravemente il cammino. Parecchie cascate le superammo scendendo a terra e trascinando la barca. Ma davanti alla cascata di Cururù, deponemmo ogni speranza di trasportare la canoa; e, giunti oltre la cascata, salimmo su di una piccola zattera. Ma era così leggera che, ad ogni piccola scossa, l'acqua, che arrivava già sino all'orlo, si riversava nel basso scafo, con pericolo, da un momento all'altro, di mandarci a fondo. Se ne avvide il buon Giovanni, e prese in prestito un'imbarcazione più solida.

Nella prima malocca, incontrai quattro indii Macus, che, secondo il costume, ci offrirono del pesce cotto in salsa piccante, una specie di tortella fatta con farina di mandioca, e alcune banane mature. Fu una provvidenza, perchè le difficoltà del rimanente del viaggio ci stimolarono l'appetito. Infatti le cascate lunghe e frequenti non ci permisero più di far uso di qualsiasi imbarcazione, e ci dovemmo mettere per il sentiero della foresta, carichi, tutti quanti, delle cose indispensabili.

La guida, un indio giovane e valente, cì precedeva con una sveltezza mirabile, saltando tronchi d'albero, guadando torrentelli e fossati, e procedendo per il terreno fangoso con una disinvoltura pari al suo vestito, quasi adamitico. Il sottoscritto invece, impegnato a reggere la sottana e l'inseparabile valigietta contenente l'altare, il messalino, il breviario, il calendario, l'Imitazione di Cristo, ecc. ecc., durava fatica a seguirlo; sicchè, dopo alquanto cammino, mi sentii tutto molle di sudore. Credevo che il tragitto fosse breve; ma, dopo varie ore, la mèta era sempre lontana. Finalmente, apparve fra piantagioni di mandioca, una grande malocca, e un alto Deo gratias! mi uscì dal cuore.

Al mio apparire, donne e bambini fuggirono in un attimo a nascondersi nella foresta, e solo il Tuixàua, circondato dai suoi uomini, attese sulla porta. la carovana che si avanzava. La guida disse subito chi ero e lo scopo del mio viaggio, e allora il capo m'introdusse nella malocca, e preparò un banchetto in onore degli ospiti.

Quel giorno provai quanto sia difficile, anche per un vecchio missionario, l'adattarsi ai gusti così vari e così poco puliti degli indi; perchè, per quanti sforzi facessi, il mio stomaco, già indebolito dal viaggio faticoso, non riuscì a inghiottire alcun cibo. Mi rassegnai alla nuova necessità, e mi posi in un angolo a recitare il breviario. Era il giorno di S. Gaetano, 7 agosto, e l'antifona del Benedictus diceva: « Non siate solleciti di ciò che mangerete o berrete. Il Padre vostro sa ciò che v'abbisogna ». E al Magnificat ripeteva: « Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato per soprappiù ». Lessi quei sacri ammaestramenti come diretti a me; e, sebbene stanco, mi posi con ardore e fiducia al lavoro d'evangelizzazione.

Era già scomparsa da quella gente la paura, ed erano rientrati tutti nel capannone. Feci preparare l'altare, intonai un canto e una preghiera, e spiegai a quei poveri esseri abbrutiti nella solitudine i misteri principali della nostra santa Fede. Mi ascoltavano cogli occhi incantati, immobili, dando segni di approvazione e di consenso, quando, attraverso immagini e similitudini adatte alla loro intelligenza, spiegavo la Dottrina di N. S. Gesù Cristo.

Quell'attenzione, così viva e manifesta, e la parola che a me veniva spontanea dal cuore, e i sentimenti di bontà che vedevo sensibilmente germogliare in quelle anime ingenue, mi furono d'infinito sollievo e di gaudio indicibile. Dimenticai e non sentii più le sofferenze patite nel viaggio, felice di posare lo sguardo su quelle figure di catecumeni, molti dei quali, per la prima volta, sentivano parlare di fede.

Il dì seguente celebrai la S. Messa e, dopo nuove e ripetute istruzioni, ebbi il conforto di amministrare, qui pure, alcuni Battesimi.

Una scena commovente. - «Rimani con noi, o Padre buono!... » - Più di 150 battesimi. - Verso l'alto Rio Negro.

Era quella l'ultima e più grande malocca del Tikiè. Al di là incomincia il regno degli indi, ancor selvaggi e nomadi, appartenenti alle tribù dei Macus, dei Barigudos, dei Baràs, ecc., sempre in guerra con quelli che abitano il bacino dei rio Papory e del Japorà, appartenenti alle Prefetture Apostoliche di Tefté e del Solimaes.

Benedissi Iddio, che anche sull'ultimo limite della mia escursione m'aveva concesso una grazia così cara! Anche il Tuixaua era entusiasta della visita: e non cessava, insieme con le altre famiglie, di ringraziarmi e di manifestarmi la sua soddisfazione.

- Rimani con noi, o Padre buono, mi andavano ripetendo: Rimani con noi, o Padre buono! Tu educherai i nostri figli! Tu c'insegnerai ad amare Iddio! Noi ti vorremo sempre bene!

Dissi, e ripetei, e spiegai loro che altri mi attendevano e aspettavano una buona parola; e tutti a ripetermi in coro:

- O Padre buono, ritorna presto allora!,,, Addio, o Padre buono, addio, addio!

Il capo, in segno di affetto, mi concesse la stia canoa; e si potè discendere rapidamente la corrente, senza rifare il faticoso viaggio di terra. Giunti, così, alle nostre canoe oltre la grande cascata, in due giorni funno a ParyCachoeira. Di là, tornai a visitare tutte le malocche, visitate nel risalire ìl fiume, e finalmente fui di nuovo a Taracuà.

Sia benedetto il Signore! In questa escursione potei visitare una trentina di malocche ed amministrare più di 15o BATTEsIMI! Deo gratias! et semper Deo gratias! In tutti vivo è il desiderio di riveder presto il Ministro del Signore, ed ho promesso di tornarvi una o due volte all'anno. Così, a poco a poco, anche lungo il Rio Tikiè, aumenteranno gli adoratori del vero Dio, e si diffonderà la luce del S. Vangelo. Oh! se fossimo in buon numero!... A Pary-Cachoeira, che per il suo posto si presta a residenza, fabbricheremo presto una chiesetta. Quando ne diedi la notizia agli indii, esultarono di gioia, mi aiutarono a tracciare il disegno, e il Tuixàua mi promise il materiale di costruzione, togliendolo dall'antica malocca.

A Taracuà ritrovai i confratelli e gli indi molto ben animati e desiderosi di dare impulso alla nuova missione, davvero promettente.

Ripartirò fra qualche giorno, e mi dirigerò all'alto Rio Negro, fino ai confini del Venezuela, ove quelle popolazioni vogliono rivedermi. Purtroppo per chi non è più tanto giovane, ogni escursione è una fatica piena di sofferenze e di pericoli; ma io sento sempre in cuore tanto conforto, che se la carne fosse pronta, vorrei continuar questa vita fino al mio ultimo giorno!

Ci ottenga Lei, amatissimo Padre, con le sue preghiere e quelle dei nostri cari Cooperatori, la grazia di veder molte e molte anime entrare nell'Ovile di N. S. Gesù Cristo!

Si ricordi particolarmente di me, che Le sono e sarò sempre

affezionatissimo figlio in C. J.

Sac. GIOVANNI BALZOLA Missionario Salesiano.

Un altro orfanello cinese... aspirante missionario.

Si chiama Ju-K'un. Nacque non sa dove, forse in una delle mille e mille barche, che popolano gli innumerevoli fiumi della Cina. I genitori, questo è certo, o per miseria o per ingordigia, lo vendettero ad una vedova di HongKong. In Cina chi non ha figli maschi, ne compra uno per perpetuare il nome. Così Ju-K'un, prima ancora di comprendere le carezze e l'affetto materno, cambiò casato, e nel nuovo ambiente crebbe fra gli stenti e l'apatia e la freddezza della matrigna, che conviveva con la vecchia mamma.

Ad undici anni si pensò di metterlo a lavorare, e venne condotto a Canton, ad una fabbrica di fiammiferi, ove fu accettato dietro compenso del vitto quotidiano e di 5 dollari all'anno. Ma il povero piccolo si mise tanto a piangere e a strillare che la matrigna, dopo averlo sonoramente battuto, lo ricondusse a Hong-Kong.

Venne presto l'inverno, con i freddi venti di tramontana, e la donna, ammalatasi di polmonite, fu trasportata all'ospedale, ove dopo pochi giorni morì. Yu-K'un, rimasto solo nella stamberga, sempre attendendo che guarisse la matrigna, consumò quel po' di riso che aveva, poi si recò all'ospedale, ed ebbe la triste notizia.

Mesto e sconsolato tornò a casa, rovistò i pochi cenci che vi si trovavano, non vi trovò di buono che 7 hau, circa 7 lire italiane, che si mise in tasca; e lasciando il luogo dove aveva tanto sofferto, si mise a girovagare per le vie. Ma la vita gli apparve sempre più triste, e pensando e pensando gli venne un'idea: - Tornerò a Canton per entrare nella fabbrica di fiammiferi. Dopo tutto, avrò il vitto assicurato.

Ma i denari per il viaggio? Dove trovarli? Un'altra idea! Senz'altro si avvia al molo, sguscia tra la gente, sale sul piroscafo, inosservato, e si nasconde cautamente dietro un mucchio di cordami. Quanta trepidazione in quell'ora: ma alla fine il piroscafo parte! Nella mente dell'infelice si accavalcano i più tristi pensieri, come i flutti del mare! In fine, vinto dalla stanchezza e cullato dalle onde, s'addormenta... e sogna!

Il vapore getta l'àncora e il rumore dei passeggeri sveglia Ju-K'un, che si mette subito all'erta, e, colto il momento opportuno, sguscia nuovamente tra un viaggiatore e l'altro, ed eccolo, non visto, a terra, per recarsi alla fabbrica di fiammiferi.

Ma che è, che non è? Guarda, riguarda e crede di sognare! Si stropiccia gli occhi, guarda ancora... ma quella città, assolutamente, non è Canton. E dà in un pianto alto e dirotto, inconsolabile. Una guardia l'avvicina, l'interroga, e, poichè non risponde, lo prende per mano e l'accompagna alla questura.

Dal porto di Hong-Kong salpavano contemporaneamente, dallo stesso punto, due piroscafi: uno per Canton, l'altro per Macau; e Ju-K'un si era portato a Macau!

Uno sbaglio fortunato! La questura lo fece accompagnare, senz'altro, all'Orfanotrofio Salesiano dell'Immacolata Concezione, ov'egli trovò 220 compagni, quasi tutti poveri anch'essi, ma felici e contenti, alla scuola di Don Bosco.

Son passati due anni, ed ora Ju-K'un studia, presto sarà battezzato, e dice e ripete che vuol farsi salesiano per diventare un piccolo Don Bosco tra i suoi compatriotti. Così l'aiuti il buon Dio! Come gli diede un padre in Don Bosco e una Madre in Maria SS. Ausiliatrice, così lo faccia nostro compagno nell'apostolato!

Come sono pietose le vie della Provvidenza! Chi sa che, a mezzo del « Bollettino Salesiano », non gli trovi anche uno o due cuori, pii e generosi, che vogliano adottarlo per figlio?

Cari Cooperatori e pie Cooperatrici, chi vuole adottare Ju-K'ún?

Macau, 8 dicembre 1923, Solennità di Maria SS. Immacolata.

Sac. GIusEPPE CUCCHIARA Missionario Salesiano.

Fervore di vita cristiana tra i Bororos.

Togliamo da una , lettera dell'Ispettore Don Ermenegildo Carrà:

A Registro.

Registro - da cui prende il nome la Prelatura Apostolica affidata a Mons. Malan (1) - è un paese posto al confine orientale dello stato di Matto Grosso con lo stato di Goyaz, sulle sponde dell'Araguaya. I Missionari Salesiani vi hanno un collegio con le scuole comunali maschili e la parrocchia. Anche le Figlie di Maria Ausiliatrice vi hanno un collegio, le scuole comunali femminili, l'Oratorio festivo e un laboratorio. Si può dire che il paese è tutto nostro, poichè, grazie a Dio, nulla vi è ancora penetrato di quello che non è progresso e civiltà, ma regresso e corruzione, come il cinematografo, l'infiltrazione protestante, e la propaganda spiritistica.

Fui a Registro per la festa di Maria Ausiliatrice. Mi venne a ricevere una brillante cavalcata, composta dagli uomini più influenti, dagli alunni nostri e dalle alunne delle Figlie di Maria Ausiliatrice. La solennità si iniziò con una comunione veramente generale e si svolse nel più vivo entusiasmo, con messa cantata, processione, illuminazione. Davvero la Madonna è colà molto amata, e lo spirito di pietà è profondamente radicato, soprattutto nella gioventù. Ho dettato gli esercizi spirituali ai giovani, ed io spero che l'anno venturo alcuni domanderanno di essere inviati alla nostra casa di formazione di Lavrinhas.

Alla Colonia del S. Cuore.

Da Registro ci recammo alla Colonia del Sacro Cuore, accolti con affettuosa dimostrazione. Conoscevo già i Bororos, e le nostre guide appartenevano alla loro tribù; ma questa volta, fin dal primo giungere alla Colonia, fui rapito al vedere come la pietà, il lavoro, e l'ordine gettino profonde radici in quelle famiglie.

Visitai le scuole maschili e femminili, ed ammirai la prontezza con cui gli alunni risposero alle mie domande di catechismo, di lingua e di aritmetica. Coltivano anche la musica, ed io non so dire la commozione profonda che m'invase, quando due piccoli Bororos cantarono, con grazia e sentimento, in italiano, le romanze del Marinaio e dello Spazzacamino del Card. Cagliero! Mi pareva di non esser più fra le foreste, lungi dal mondo civile; ma a Torino e all'Oratorio, quando Don Bosco, anche col canto, sapeva educare folte schiere di giovani cristianamente.

Parallela all'azione dei nostri si svolge quella delle Figlie di Maria Ausiliatrice, con egual metodo ed eguali risultati:

« Andiamo ... in Cielo?!... ».

Alla Colonia dell'Immacolata ebbi una dolorosa sorpresa. Non vi trovai più il mio piccola amico Silvestro, un frugolo di cinque anni, che m'avea tanto colpito nella visita precedente. Ne chiesi conto alla Direttrice. « È andato in Paradiso con gli angeli », mi rispose, e me ne fece il racconto.

« Fu ridotto in fin di vita da una triste malattia, che gli durò due mesi, contro la quale non approdarono a nulla le nostre cure e le lacrime dei genitori, che adoravano quel piccolo tesoro. Andavo ogni giorno a visitarlo, e lo vedeva, ordinariamente, immerso in un sonno profondo, fra le braccia della madre, che lo teneva sempre stretto al cuore. Forse, pensava la povera donna, tenendolo così, la morte non avrebbe osato rapirle l'unico figlio! Un giorno lo trovai desto e insolitamente vivace. Un dolce sorriso gli illuminava il volto macilento; e, fissandomi con gli occhietti, lucidi e neri, mi domandò: - È bella la Madonna? - Oh! sì, tanto, tanto! - Ebbene, io voglio andare a vederla, voglio andare con gli angeli del Signore. -- E reclinò il capo in seno alla madre, chiudendo gli occhi come per addormentarsi. Poco dopo li riaperse e continuò - Andiamo dunque in cielo? - Carino, non posso ancora. Il Signore vuole che stia qui per consolare i tuoi genitori, per far del bene ai tuoi fratelli Bororos. Ma tu, quando sarai con gli angeli, ricordati di noi, prega pei tuoi parenti, per la tua tribù e anche per me. - Sì, si, rispose con voce fioca, alzando al cielo gli occhi e le piccole braccia ischeletrite. La povera madre seguiva, muta e con occhi di pianto, il sogno del suo piccolo Silvestro. Egli volse ancora uno sguardo all'intorno, fece un cenno d'addio con la mano, e spirò ».

O mio piccolo amico, riposa in pace! Prega per la tua tribù e per i suoi Missionari, perchè presto tutte le tue foreste natie risplendano della luce della Fede!

Sac. ERMENEGILDO CARRA'.

(1) Mons. Malan, il mese scorso, fu trasferito alla nuova diocesi di Petrolina.

Le meraviglie di Maria Ausiliatrice

Nel Santuario di Torino il 24 del mese, si compiono speciali funzioni in onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino ha luogo la messa della Comunione generale, seguita dalla Benedizione Eucaristica - alla sera, alle 20, un'ora di adorazione predicata, e sono particolarmente i divoti di Valdocco, che con vivissima fede accorrono alle devote funzioni. Vogliano i buoni Cooperatori e le pie Cooperazioni unirvisi in ispirito.

GRAZIE E FAVORI (*)

Maria Ausiliatrice salva un paese.

Macas è un paese di 70o anime, ai piedi delle Ande nell'Oriente dell'Equatore. Da più di 25 anni è senza sacerdote, e per disgrazia da dieci anni i protestanti vi mantengono un loro ministro. Da vari anni i Salesiani della Missione di Mendez vi fanno di quando in quando una visita. Naturalmente han propagato la divozione a Maria Ausiliatrice, ed è consolante il vedere come vari quadretti della Vergine passano continuamente di casa in casa, dove sono ricevuti in trionfo, collocati su apposito altarino tra fiori e luci ed onorati, durante 24 ore, con preci e canti.

- Perchè quegli archi di fiori? - domandò la diaconessa (moglie del ministro protestante).

- Perchè, rispose la bambina interrogata, oggi viene da noi Maria Ausiliatrice.

- Ma non siate sciocchi: buttate via quei fiori!

- Lei vada a comandare a casa sua.

Poco dopo la nemica di Maria col suo compagno alzava le tende per altri lidi.

- Signora, le chiede una donnetta, è vero che se ne va?

- Sì, qui non si può trattare, con questa gente: dappertutto Maria Ausiliatrice... non sanno parlare che di Maria Ausiliatrice! - E se ne andarono. Si sono stabiliti in una Kivaria, a un giorno da Macas.

Nell'aprile scorso ritornando alla Missione di Mendez, nelle vicinanze della nuova casa del protestante, m'accorsi che un giovinetto della comitiva era rimasto indietro. Ci fermammo per aspettarlo. Ci raggiunse quasi subito, di corsa, sorridente.

- Dove sei stato? gli domando.

- Il ministro scappò da Macas per non vedere Maria Ausiliatrice: ho attaccato quattro immagini della Madonna agli alberi... Dio volesse che se ne vada anche di qua!

Mendez, 24 novembre 1923.

SRC. SALVATORE DURONI

Missionario Salesiano.

SIA DA TUTTI BENEDETTA LA BONTÀ DI MARIA SS. AUSILIATRICE! - Finchè avrò vita, predicherò sempre a tutti la bontà di Maria SS. Ausiliatrice verso la mia famiglia. A Lei, mio fratello, mia sorella ed io, in modo specialissimo, siamo debitori di grazie segnalate. Troppo lungo sarebbe l'esporle tutte quante; ma non posso assolutamente tacere la grazia straordinaria, concessa a me, lo scorso novembre.

Da dieci anni io soffriva per una cisti alla gola, che, a quando a quando, mi dava sofferenze incredibili. Consigliata, più volte, a sottomettermi ad un'operazione, non ne aveva il coraggio. Alla fine, aumentando sempre il male, mi decisi, accompagnata da speciali preghiere delle superiore e dalle consorelle e dalla benedizione di Maria SS. Ausiliatrice, impartitami dal sig. D. Rinaldi. « Dopo. 15 giorni, mi disse Don Rinaldi, tornerà contenta a Torino. Abbia molta confidenza in Maria Ausiliatrice ». Partii per Asti; e l'8 novembre mi sottomisi all'atto operatorio. Quale costernazione! Con vero sgomento dello stesso dottore, che mi operava, si constatò che non si trattava solo di cisti, ma, anche di un tumore maligno con diramazioni. Io era sveglia, e acuti sentiva i dolori e i commenti, ma non mi smarrii. Invocai con tutte le forze dell'anima mia Maria Ausiliatrice e Don Bosco, di cui aveva le medaglie benedette sul capo; e mi abbandonai nelle mani della Madonna. L'operazione fu difficile e lunga: il professore fu bravo assai, ma l'ottimo risultato e la calma necessaria la debbo a Maria Ausiliatrice e al Ven. D. Bosco. E dopo quindici giorni precisi tornava a Torino, a render grazie alla Celeste Benefattrice nel suo caro., Santuario. Sia da tutti benedetta!

Torino, 8 dicembre 1923,

Suor CLOTILDE MORANO.

MARIA AUSILIATRICE È LA MIA PROTETTRICE. - Ogni qual volta ricevo il Bollettino Salesiano con grande ansietà corro subito a cercare le pagine del culto di Maria Ausiliatrice, e trovo grande consolazione nel leggere i favori che la Regina Celeste concede ai suoi devoti.

Nei miei bisogni spirituali e temporali più volte ricorsi a, Maria, e La trovai sempre la mia Ausiliatrice, e perciò le promisi di pubblicare i favori ottenuti e di chiamarla la mia Protettrice.

Nell'ottobre del 1918 fui colpito da una bronchite epidemica. Pregai e ripregai Maria a liberarmi da quel morbo fatale e fu esaudita la mia preghiera; da quel momento stesso fui illeso dal morbo.

Un mio amico venticinquenne, di nome Elia De Bono, fu colpito anch'esso da questo morbo fatale e ridotto in fin di vita. Nuovamente pregai la mia Madre Protettrice e raccomandai a persone divote di fare la novena consigliata da Don Bosco, ed ecco, al nono giorno della novena, la bronchite scompare e l'amico ritorna al miglioramento cori meraviglia del dottore curante e del vice Parroco che gli prestava i conforti religiosi, come pure di tutti gli astanti.

Riconoscente anche per altre grazie, invio, come promisi, un'offerta ad onore e gloria di Maria Ausiliatrice.

Sliema-Malta, 5-12-23.

ANTONIO GALEA.

GRAZIE AL S. CUORE E A MARIA SS. AUSILIATEICE. - Col cuore pieno di riconoscenza verso il S. Cuore, e Maria SS. Ausiliatrice, sciolgo la promessa di pubblicare la presente grazia ricevuta.

Era più di un anno che viveva in una continua tristezza per motivi assai delicati. Sapevo che dalle persone del mondo non potevo sperare aiuto, perciò mi rivolsi subito con fiducia al S. Cuore, e Maria SS. Ausiliatrice, e per un anno li supplicai con continue novene, certa di esseere esaudita. Ì; così fu. Quando pareva che dovessi perdere tutte le speranze, che per tanto tempo mi hanno sorretta, ecco ritornare il sereno. Il S. Cuore e Maria Ausiliatrice hanno fatto molto di più di quel che ho chiesto, ed ora con l'animo traboccante di gioia sciolgo la promessa di pubblicare la grazia sul Bollettino, inviando una lieve offerta per le Opere, Salesiane.

19 dicembre 1923.   N. N.

UNA NOVENA A MARIA AUSILIATRICE. - Colpiti da sintomi di grave malattia due miei carissimi congiunti, pei quali il medico aveva fatte cattive prognosi, mi rivolsi per intercessione del Vèn. Don Bosco a Maria SS. Ausiliatrice e dopo pochi giorni di preghiere, il dottore me li trova fuori di malattia, convalescenti! Promisi allora e mantengo la promessa di far pubblica la grazia e d'inviare un'offerta per le Missioni, implorando da Maria SS. Ausiliatrice, con la salvezza dell'anima, la salute e la pace.

Guarda, o Maria, la mia famiglia e pènsaci Tu!

Torino, 24 dicembre 1923.

R. N.

IL 24 MAGGIO FUI ESAUDITA! - Un mio fratello era da più di un mese ammalato, non dirò gravemente per il momento, ma in maniera da far temere seriamente che il male degenerasse in forma terribile, ciò che ci teneva in grande trepidazione, La febbre era persistente e la tosse continua. Domandai fervorosamente a Maria Ausiliatrice la guarigione, attendendola con fiducia il 24 maggio che era prossimo, e stabilendo di far pubblicare sul Bollettino la grazia, se l'avessi ricevuta. La mia speranza non fu delusa: proprio quel giorno per la prima volta la febbre scese in maniera che il giorno dopo la temperatura era normalissima, così mantenendosi in seguito. La tosse pure sparì, sicche da quel giorno si potè dire guarito. Io sono convintissima che fu una vera grazia di Maria Ausiliatrice, che ringrazio pubblicamente di tutto cuore.

Pisogne, 24 luglio 1923.

Sara Santi fu G. B.

SALVE, O MAMMA AUSILIATRICE! - Già le umane speranze erano perdute e l'arte medica credevasi impotente, quando una terribile bronchite teneva a letto l'amico mio. S'era in dicembre, quando mi pervenne la triste nuova. Mi rivolsi a Te, e prostrato davanti una tua immagine, da te implorai la guarigione dell'amico. Se tali non dovevano essere i disegni della Provvidenza, ti chiesi almeno che non passasse all'eternità, senza ricevere bene i SS. Sacramenti. Fui esaudito e a Te, sciolgo, o Vergine, il mio grazie di riconoscenza.

Dopo 7 mesi di penosa malattia, l'amico guarì e si accostò ai SS. Sacramenti. Ora sente la voce che lo chiama tra i Salesiani. Tu esaudisci anche questa prece: ch'egli possa essermi compagno nelle file di Don Bosco.

S. Gregorio di Catania, 6 agosto 1923.

Ch. G. Maria Guolfo.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per il Tempio erigendo a Gesù Adolescente e alla Sacra Famiglia, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti:

A) - A. S., Agradi Antonio, Aguti Ester, Aiardi Francesca, Albonico Candida, Albuti Ludovico, Alessi Rosina, Amisano Giuseppe, Andreina Delfina, Arcari Azelia, Arcozzi Valentina, Arezzo Giuseppina e Maria, Arlenghi Celestina, Aymonod Geremia.

B) - B. L., Badano Bartolomeo, Baghino Giuseppe, Baldassar Elvezia, Balducci Luisa in Lancetta, Balduino Maria, Balestreri Tersilla, Baletti Carletto, Balocco Giovanna in Audreone, Barbessi Maria, Barbieri Celeste in Martinotti, Baruzzi Anna, Bassino Nicolina, Buzzara Regina, Becezino d. Stefano, Bella Maddalena, Bellamoli Giovanni, Benzi Dante, Bertarione Cecilia, Bertelli Domenica, Bertinrtti Caterina, Bertolazzi Maria, B -rtoldi suor Maria, Berton Caterina, Bettihazzi Adelaide, Bianchi Caterina, Bigoni Caterina, Blandi Teresa, Bocchiardo Guglielmo, Boccrani Pasquali, Bogni Orsola, Bonacina Innocente, Bonardi Angela, Bonifacino Teresa, Bonomi Esterina, Borghero Lina, Borgogno Antonia, Bortolussi Maria, Botta Jole, Bottini Maria, Braccio Massimilla, Branda Marianna in Bruno, Branchetto Iride, Brioschi Felice, Bruno Luigia, Buffatti Maria Vittoria, Butchianti suor Agnese.

G) - C. G., C. M., C. M. M.. C, T., Cadeo Virginia, Calderoni Adele, Calligaris Rosa, Calli Francesco, Canrmarata Maria in Pedone, Candeli Alessandrina, Canepa Maria, Cornata Giuseppe, Carni ci. Emanuele, Canova Caterina, Cantù Achille, Capelli Virginia, Capirone Teresa, Capra Eugenia, Cardini Fausta, Caretti Francesco, Carozzo Clementina, Casale Battista, Casaieggio Luigia, Casetta Anna in Forneris, Casetta Anna, Castagnaro Giuseppina, Catti Rosa, Cauli Armida, Cerati Nazaro, Cervi Noceta, Cipriano Can. Michele, Condurite Luigina, Coniugi Martino, Conniso Maria, Cono Luigi, Cont Jolanda, Conto Giannetta, Coppa Marianna in Viglino, Coppi Palmira, Coppo Giovannina, Corino Amalia. Corlazzoli Eugenia, Cornoletti Pietro, Corona Giuseppina n. Spina, Corradi Pia, Cortelazzi Adelaide, Costa Martellina, Costadone Giovanni, Cresta Sartina, Cristino Pasquale, Crovato Maria, Cucco Lucia, Cutrona-Rossi Ferdinando.

D) - Dao Lucia, Dalloro Maria. Damilano Erminia, Danesin Ch.o Paolo, De Micheli Antonietta, Daniele Agnese, Dall'Olmo Giuseppe, De Benedictis Don Otello, De Cesto Guido, De Ferrari Laura, De Giovanni Francesca, De Lorenzo Teresa, De Marchi Giuseppe, De Maria Giovanna, De Michelis Bonifai Maria, Demorra I., De Piccoli Maria, De Vera Carolina, De Stefani Elia, Di Benedetto Giuseppe, Di Canossa marchese Giuseppe, Dopony Giovanni, N. D. Romilda dei Marchesi Cava di N aceto.

E) - E. F.

P) - Fabris Matilde, Facchini d. Sante, Falcione Teresa, Faravelli Linda; Famiglie Barale, Bertone, Bessone, Ciarlo e Gola; Fasani Dìna, Favero Ines, Fedrizzi Anta, Feria Giuseppe, Ferrara Edoardo, Ferraro Innocenza, Ferrero Maddalena, Figini Lorenzo, Flora Teresa, Foglia Marina, Forzavi Giuseppe, Frascoli, Fracchia Marianna, Fratelli e Sorelle Pasquini, Fugazza Carla.

0) - Gabetti Domenica, Galla Antonio, Gallarini Ilde, Galletto doti. Pietro, Gallizioli Angelo, Gamba Giuseppe, Gangarelli coram. Sante, Garretti Maria, Garlatti Anna, Ghirardelli Caterina, Giacchero Albina, Gianoli Giuseppina in Balosso, Giglioli Elvira, Gioco Emilia, Giordanese Gio. Batt., Giordano M. C., Giraudo Maddalena in Busca, Giribaldi Maria, Gnerro Teresa, Grasso doti. Giuseppe, Gregori Lodovica, Grollero Anna, Groppetti Lauro, Guilla Ercolina, Gunella Angela, Gusmini Caterina.

I) - I. F., Isaia d. Giovanni.

L) - Laboranti Maria, Lampugnani Elvira, Lanzavecchia Margherita, Laureati Ada, Lipari Marco, Locatelii Giuseppina, Logolus Eva, Lombardi Giuseppe, Lo Presti d. Giorgio, Lucia d. Bernardo, Lupo Maddalena.

M) - M. B., M. C., Maffi Antonietta, Magario Giacomo, Maggioni Maria, Magni Giuseppe, Mai Mini, Manial Antonio, Manunza Mary, Marchesini Mina, Marchino Giovanna, Marcolini Rosa, Marcotti Maria, Margara Giuseppina, Martitiniano Enrica, Marziano Lina, Massa Benedetta, Massucco Carolina, Mazzoleni Ferruccini Giovarmi, Mezzano Giovanni, Micheli Maria, Mione Rosa, Misseri Carlotta, Molino M. Tina in Balbo, Monti Amelia, Morando Antonio, Morivi D. Livio, Moscheni Emilia, Mossino Pietro, Murgia Giovanna.

N) - Nani d. Francesco, avv. Nicola, Nccoli Cristiani Ercole.

O) - Obert Luisa in Pollano, Obbermito Palmira, Oliva Umberto, Orsolini Giuseppina.

P) - P. F. F. A., P. G. S., Patini Guido e Agnese, Pagliano Luigina, Paola Lodovina, Paoletti Angelo, Pedrazzini Virginia in Maciotti, Perata Angiolina, Peretti Caterina, Personè nob. Cristiana, Pianetti Domenica in Conterio, Piani coniugi, Pibiri Caredda Maria, Pini Amelia, Platone Lucia, Politi Marianna, Portaluppi Maria, Prono Cristina.

R) - R. C., R. F., R. G., R. N., Ragusa Francesca in Buscemi, Raimondi Carmelina, Raimondo Gioia, Ra. stella Estenua, Ravazzini Roggero, Repetto Irma, Bevessi Antonio, Ribaldone Sabina, Bigotti Natalia, Bigotti Valeria, Rizzi Teresa, Robuffo Giuseppe, Rocca

Vincenzo, Roncagliolo suor Maria, Romania Eugenia Roncher Lodovico, Rossi Rosina, Rosso Carolina, Rota. Maddalena, Rovera Maddalena, Rubin Raffaela, Ruschena Vittoria.

S) - Sacchi Pia, Saffirio Maria, Saglia Giovanni, Salussolia Teresa, Salvadori Pietro, Sammarata Maria, Sancassiani Francesco, Sauna Tigelia, Santacini Mario, Sappa d. Giovanni, Sara Gerolamo, Saracco Gemma, Sartori d.r Luigi, Savio Ida, Savio Virginia, Sbanna Maria, Scarone Clelia, Scazzi Caterina, Sciascia Elettra, Semperboni Catty, Signorino Luigia, Siri Chiariva, Sogno Lucrezia; Sorelle M., Penna, Percini; Stacul Giulia,. Stassano Giuseppe, Sterpi Aida, Superiora Suore Domenicane, Suppini Roberto, Svampa ch.o Ottavio.

T) - T. C., T. F., Talamini Angelo, Tamburini Cleofe, Tambutto Daniele, Taraffo Bianca, Tassera Vittorio, Techel Lorenzo, Terzino Maria, Todescan Angelina, Tomatis Giovanni, Torregrossa Rosina, Trisconi Adelina in Vannay, Tropea Manetta in Maesano.

U) - Urso Albina.

V) - Valero Irene in Savio, Vallauri Angela ved. Racca, Valle Antonio, Valle Margherita, Vallese Gio-, varani, Valletti Carissima, Vargiolu Maria Anna, Vasallo Anna, Vassallo Luigi, Ventura Lina, Vercelli Domenico, Verena Raimondo, Vespa Angela, Vezzetti Orsola Vezzoli ch.o Carlo, Vicario Lena, Villan Libera, Villar Carmelina, Vinco Maria, Visconti Giovanni, Visendas Onorina in Sarteur.

E) - Zaftaroni Teresa, Zanotti Maria, Zappalà Maria, Zernan Elisa, Zertini Giuseppe, Zucchini Elisa.

Anime riconoscenti al Ven. Don Bosco.

Nel parlar del Veti, D. Bosco, e di qualunque altro nostro Servo di Dio, intendiamo sempre protestare, come protestiamo solennemente, di non voler contravvenire in niun modo alle pontificie disposizioni in proposito, non intendendo dare ad alcun fatto un'autorità superiore a quella che merita una semplice testimonianza umana, nè di prevenire il giudizio della Chiesa, della quale - sull'esempio di Don Bosco - ci gloriamo d'essere ubbidientissimi figli.

Una guarigione segnalata.

Nello scorso ottobre mio marito, Corona Enrico, si ammalò gravemente di meningite, e s'aggravò tanto che il 30 ottobre 1923 alle 15, lo comunicarono col S. Viatico e gli diedero l'olio santo e la benedizione in articulo mortis. Lascio immaginare l'angoscia mia e de' miei bambini nel sentirmi dire dal Dottore curante che non vi è più niente a sperare. e se desideravo un consulto con qualche specialista! Che specialista! Non vi è un medico celeste! Non vi è Maria SS. Ausiliatrice, Avvocata potente dei poveri tribolati! Non vi è un Ven. Don Bosco che disse a' suoi figli prima di partire da questa vita mortale: « Non lasciatemi in ozio! » Incoraggiata da questi pensieri, sapendo mio marito molto divoto di Maria SS. Ausiliatrice, ammiratore delle Opere di Don Bosco, incominciammo la novena a sì potente Madre, invocando in aiuto il Ven. Don Bosco. Oh! bontà di Maria SS. Ausiliatrice. Oh! efficace aiuto del Ven. Don Bosco! All'ottavo giorno della novena, mio marito, che durante gli otto giorni non aveva più la conoscenza, aprì gli occhi e disse: « Pregate e ringraziate Maria SS. Ausiliatrice; Don Bosco mi ha detto che guarisco ancora »; e chiuse di nuovo gli occhi e perdette di nuovo i sensi. Al nono giorno, si svegliò e disse: « Ove mi trovo?! mi pare d'aver fatto un sogno lungo lungo, un sogno ristoratore, e ora mi sento meglio ». Venne il Dottor curante e disse: « Questo è un miracolo! questo è un morto risuscitato! »

Riconoscente, invio un'offerta per la Causa di Beatificazione del Ven. Don Bosco, e presto ne manderò un'altra per le Opere Salesiane.

Vignale Monferrato, 5 dicembre 1923. CORONA GIusEPPINA n. SPINA.

Il mio nipotino Erminiuccio Pietranera, un mese fa, fu colpito dalla scarlattina; e la violenza del male e la gravità delle complicazioni sopravvenute misero a serio repentaglio la sua vita. Trepidanti, invocammo l'intercessione della Beatissima Vergine Ausiliatrice. Potemmo mettere sotto il capezzale del piccolo infermo una reliquia del Venerabile Don Bosco.

Le preghiere nostre e delle anime buone, che con noi implorarono la grazia, sono state esaudite.

Con animo riboccante di gratitudine verso la Vergine e D. Bosco, adempiamo la promessa e preghiamo di darne notizia sul « Bollettino »

Mazzarino, 23 ottobre 1923,

LuIGI LONGo

Sost. Avvocato erariale, ex-allievo salesiano

RICORDANDO Una benedizione di Don Bosco.

Si era nel 1882: e contavo 12 anni, e ricordo benissimo che in casa si era tutti in faccende per l'allevamento dei bachi. Il lavoro, straordinario e pesante, ci pareva leggero nella speranza di un buon guadagno: e omai si pregustava la serenità del riposo, perchè i bachi, belli e robusti, cominciavano a salire per far il bozzolo. Ma che è, che non è? Quanti salgono, dopo brev'ora, cadono tramortiti, e muoiono.

Allarmata, ma piena di fede, la mamma manda il fratello Paolo, che aveva due anni più di me, a Valdocco, per esporre a Don Bosco il grave inconveniente, che minacciava di mandare a vuoto tante fatiche, e per pregarlo di mandarci una benedizione. Il fratello corre all'Oratorio, e appena potè entrare da Don Bosco:

- Padre, gli dice, la mamma la prega di benedire i nostri bachi, perche son giunti al tempo di fare il bozzolo, e, invece, cadono e muoiono tutti quanti.

Al racconto di mio fratello, Don Bosco si mette a sorridere, e, ammirando la nostra fede, pone la mano sulla testa di Paolo egli dice prontamente:

- Sta' tranquillo! va' a casa, chè non cadono più!

In quel medesimo istante i bachi cessavano di cadere! In casa subito si notò il fatto; subito si disse: - Ecco, Don Bosco li ha benedetti, perchè non cadono più! - Difatti, poco dopo, ritornava mio fratello e ci confermava la notizia.

E fu davvero così. Come Don Bosco aveva detto, i bachi non caddero più, e si fece un bel raccolto di bozzoli.

Torino, 25 giugno 1923.

MADDALENA CANTONI.

AZIONE SALESIANA

La Consacrazione di Mons. Munerati

Della solenne Consacrazione Episcopale del nostro rev.mo Procuratore Generale, creato Vescovo di Volterra - fissata per il 29 u. S. nella Basilica del S. Cuore di Gesù in Roma, per mano dell'Eminentissimo Card. Cagliero - diremo nel prossimo numero.

Rinnoviamo, intanto, al nuovo Pastore i più cari e devoti auguri!

Mons. Malan, Vescovo di Petrolina.

Dall' Osservatore Romano del 9 gennaio:

La Santità di Nostro Signore Papa Pio XI si è benignamente degnata di erigere una nuova diocesi nel Brasile, e precisamente nello Stato di Pernambuco, alla quale è stato dato il nome di Petrolina, dalla città ove venne innalzata la cattedra vescovile.

La nuova Diocesi venne smembrata da Pesqueira, e fa parte della provincia di OlindaRecife.

Alla nuova Chiesa Cattedrale di Petrolina è stato traslato MONS. ANTONIO MALAN, dei Salesiani, già Vescovo tit. di Arriso e Prelato Ordinario della Prelatura « Nullius » di Registro di Araguay a.

I nostri più vivi rallegramenti.

Ad onore di S. Francesco di Sales.

Il III° Centenario dalla morte di S. Francesco di Sales, anche in ossequio alle prescrizioni del Santo Padre Pio XI, ebbe degna corona non solo nelle nostre chiese, ma in molte altre, per cura dei mostri zelanti Decurioni e Direttori Diocesani.

A Torino, dal 28 al 30 dicembre, nella Basilica di Maria SS. Ausiliatrice, tornò a predicare sul nostro caro Titolare e Patrono, e sempre ascoltatissimo, il rev.mo Mons. Giuseppe Manzini di Verona. Le sacre funzioni del triduo furono illustrate dalla partecipazione delle LL. EE. RR. Mons. Costanzo Castrale, Vicario Capitolare dell'Archidiocesi, Mons. Pinardi, Vescovo tit. di Eudossiade, Mons. Rossi, Vescovo di Susa.

A Bologna, negli stessi giorni, si celebrò un triduo solennissimo nella chiesa di S. Giovanni Battista dei Celestini, con intervento delle LL. EE. RR.

Mons. Olivares, Vescovo di Nepi e Sutri, Mons. Giovanni Pranzini, Vescovo Ausiliare, e dell'Eminentissimo Cardinal Giovanni Nasalli Rocca, che celebrò la Messa della Comunione Generale il primo giorno e tenne il discorso ed impartì la Benedizione Eucaristica il giorno di chiusura.

A Lodi la commemorazione trecentenaria, ad iniziativa del Direttore diocesano dei Cooperatori, si tenne solennemente nella Cattedrale, con discorso del nostro Don Fasulo.

A Biella predicò il triduo il rev.mo Mons. Teol. Cupia, parroco di S. Marco di Novara; e l'ultimo giorno assistè ad una conferenza sulle Missioni Salesiane ed impartì la benedizione eucaristica Mons. Vescovo Diocesano.

Convegno Militare "F. Bianchetta".

Ad iniziativa dei Salesiani del Collegio di San Giovanni Evangelista, fin dal 1921, sorse il Convegno Militare Cattolico « Felice Bianchetta » (un caro chierico salesiano, sottotenente d'artiglieria, morto santamente durante la guerra europea), allo scopo di prodigare aiuti morali e materiali ai soldati residenti in Torino, desiderosi di conservare lo spirito cristiano e la purezza della fede e dei costumi.

Il Convegno, più volte benedetto, incoraggiato e aiutato dal compianto Card. Richelmy, da Mons. Pinardi, Vescovo Ausiliare, e da altri Ecc. Vescovi, perche fu la salvezza di molti loro seminaristi, e appoggiato dalle autorità locali, ha prodotto in questi armi di vita frutti consolantissimi. Non è infatti una semplice Casa del Soldato, ma un luogo di formazione cristiana, dove ogni settimana si tengono due conferenze su temi religiosi e morali, ed ogni sera, nelle ore di libera uscita, i buoni soldati, insieme col necessario per scrivere ai parenti lontani, trovano giornali, riviste, e una scelta, bibliotechina, con l'aiuto della quale possono occupare le ore libere, anche nelle caserme.

La piccola ma devota Cappella, adornata dagli stessi soldati, li accoglie ogni sera davanti ai Sacro Cuore e all'Immacolata per recitare insieme le preghiere del buon cristiano e ricevere la « buona notte » dall'Assistente Ecclesiastico, che opportunamente ricorda loro la famiglia e la mamma lontana, e i consigli da lei ricevuti al partire per la vita militare; mentre le pie partiche del primo Venerdì del mese, dei Nove Uffici, e le novene, le frequenti feste ed altre devozioni, fomentano la pietà nei bravi giovani, i quali, sovente, con sacrificio degno di alto encomio, si accostano alla S. Comunione alla Messa del Soldato, che incomincia alle 12, 30.

Così la domenica 9 dicembre, preceduta da un triduo di conferenze, il Convegno celebrò la festa dell'Immacolata. Alle ore 13, la chiesa di S. Secondo presentava uno spettacolo che strappò le lacrime a parecchi fedeli. Ben 100 soldati, a quell'ora ancor digiuni, si accostarono divotamente alla S. Comunione, che venne distribuita da S. E. R. Mons. Pinardi. Seguì una modesta refezione nei locali dell'Opera Card. Richelmy, a cura del Comitato delle Dame Patronesse; e, in fine, un'accademia musico-letteraria in onore della Vergine.

Diamo queste notizie ai Cooperatori per invitarli ad indirizzare al Convegno Militare « Bianchetta» i giovani militari di loro conoscenza. Faranno un'opera insigne di carità cristiana.

Care notizie da Santiago di Cuba.

A Santiago di Cuba il Salesiano Mons. Felice Ambrogio Guerra, Arcivescovo della città, inizierà in questo mese il 2° Sinodo Diocesano. Il primo Sinodo, celebrato nell'archidiocesi, risale al 1684, e fu tenuto per ordine del Vescovo di Cuba Mons. F. Giovanni Garcia de Palacios, che era anche Vescovo della Florida e di Giamaica.

Auguri i più cordiali! Siamo certi che la santa iniziativa apporterà frutti consolanti, anche per il grande favore che Clero e popolo accordano a tutte le iniziative del zelante prelato.

Recentemente, in occasione del suo onomastico e compleanno, Mons. Guerra ebbe unanimi prove d'affetto da tutta la popolazione, cui si unirono gli alunni delle scuole professionali D. Bosco, i Cavalieri di Colombo, e i Cavalieri di Don Bosco, la simpatica nuova istituzione, fondata da Monsignore.

Abbiamo anche appreso, con vera soddisfazione, un altro particolare: nell'archidiocesi va diffondendosi in modo consolante, la divozione al S. Cuore. In una sola parrocchia, durante l'anno 1922 e i primi sei mesi del 1923, si compì la consacrazione al S. Cuore di 377 famiglie.

NOTIZIE VARIE

In Italia.

* GLI ORFANI DI GUERRA DELL'ISTITUTO DIRETTO DALLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE A SASSI, ai piedi della collina di Superga, presso Torino, il 3 gennaio, davano un trattenimento di affettuosa riconoscenza al provvido Comitato dei loro Benefattori e delle loro Benefattrici. Il Regio Prefetto della Provincia vi mandò a rappresentante il can. Ravera. I cento orfanelli, che frequentano le scuole comunali, furono ammiratissimi per la grazia e cordialità che dimostrarono nei canti e nelle declamazioni. Il sig. Don Rinaldi ebbe per loro care parole di elogio e d'incoraggiamento, e colse volentieri l'occasione per rivolgere ai loro benefattori il ringraziamento più cordiale.

* A LORETO, LA PRIMA DOMENICA DOPO LA FESTA. DELLA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA, tutti gli alunni dell'Oratorio Salesiano, preceduti dalla bandiera dell'unione Domenico Savio, si recarono in pellegrinaggio al venerato Santuario, per pregare per i compagni degli Oratori festivi salesiani e di tutte le altre Unioni giovanili. Il parroco don Silvio Bianchi rivolse loro belle parole di circostanza. Ammirato il divotissimo contegno dei giovani da tutta la cittadinanza.

* L'ALBERO DEL NATALE HA ALLIETATO anche quest'anno i giovinetti che frequentano l'Oratoria Salesiano di Trieste. Il giorno dell'Epifania una. folla di popolo assiepava la palestra. Eminenti personalità, Prelati con a capo Mons. Mecchia, Vicario Capitolare, e lo stesso Comandante il Corpo d'Armata, S. E. il Tenente Generale Vaccari, presero parte alla giocondissima festa. Duecento vestiti alla marinara ed altri trecento premi, consistenti in capi di biancheria, scarpe, berretti,, ecc. vennero distribuiti ai giovinetti più assidui. S. E. il Tenente Generale passò dalia palestra ,a visitare le scuole di banda, di canto, il Circolo « Savio Domenico », le sale di lettura e di divertimento del Circolo « Don Bosco », la biblioteca; e, nel congedarsi espresse vivo compiacimento per l'opera benefica che svolge l'Oratorio Salesiano nel popoloso rione di S. Giacomo.

* L'UNIONE EX-ALLIEVI DI BORGO SAN MARTINO ha istituito due premi speciali, consistentii in due artistiche medaglie d'oro, da assegnarsi agli allievi dell'Istituto, eminenti per buona condotta e studio. Fin dalla premiazione dell'anno scolastico decorso, l'ambito premio venne conferito ad un alunno del corso ginnasiale e ad un altro del tecnico.

I membri della stessa Unione, con delicato pensiero compirono una passeggiata sociale alla casa natia di Don Bosco ai Becchi di Castelnuovo: e fu un pellegrinaggio, ricco di emozioni incancellabili.

All'Estero.

* DA 15 ANNI FIORISCE A MELLES-LEZ-TOURNAY (Belgio) l'Istituto salesiano S. Paolo, che ha due sezioni: una di 120 alunni dei corsi elementari; l'altra per le vocazioni degli adulti, la quale, quest'almo conta una cinquantina di aspiranti allo stato ecclesiastico, provenienti da ogni parte del Belgio e della Francia. Nel luglio scorso sedici di questi giovani lasciarono l'istituto per entrare nei seminari e in istituti religiosi.

* L'OPERA DI DON BOSCO A TOURNAI (Belgio), già fiorente in un internato con scuole elementari, secondarie e professionali, e in un esternato cole corsi elementari e un oratorio, si è accresciuta di una scuola professionale esterna, per meccanici, elettricisti, scultori in legno, falegnami ed ebanisti, sarti e calzolai. Lo scopo è il medesimo di tutte le scuole professionali salesiane: formare operai onesti e coscienziosi, istruiti e abili nel lavoro, ma soprattutto buoni cristiani.

* IL 4 NOVEMBRE A BUENOS AIRES FU INAUGURATO il nuovo edifizio del collegio salesiano San Giovanni Evangelista. L'ampia costruzione, sorta su disegni dell'architetto salesiano D. Ernesto Vespignani, consta di tre piani, con tutte le comodità ed esigenze igieniche, richieste per il buon funzionamento di un istituto educativo. La cerimonia inaugurale si svolse con gran concorso di pubblico, presenti più di mille giovani. Un battaglione degli Esploratori Don Bosco fece servizio d'ordine, e la banda musicale degli orfanelli del Collegio Leone XIII intercalò, con la scuola di canto degli allievi ed ex-allievi, scelti pezzi di musica classica. La benedizione ai nuovi locali fu impartita dall'ispettore D. Valentino Bonetti.

* ANCHE QUEST'ANNO SI COMPÌ IL PELLEGRINAGGIO ITALIANO al Santuario di Nostra Signora di Lujàn, presso Buenos Aires. Oltre 15.000 connazionali vi presero parte, con fervorosi sentimenti di fede e di gratitudine verso Maria SS.

Mons. Lovazzano disse dai pulpito un vibrato discorso con accenni alla patria lontana ed anche il salesiano D. Valle animò i presenti a conservare sempre pura e immacolata la fede che arde in cuore ad ogni buon italiano.

* I MEMBRI DELLA MISSIONE UNIVERSITARIA GENOVESE, in visita di studio presso le Università Argentine, furon ospiti anche del Collegio Pio IX, a Buenos Aires, accolti dall'ispettore, dal direttore e dagli altri superiori, con la maggior cordialità. Un alunno porse loro il benvenuto, seguito da uno scambio di fraterni saluti da ambe le parti, coronato da applauditi discorsi di Mons. Giuseppe Pecora, Segretario dell'Università Cattolica di Milano, e del doti. Franco Cremascuoli, capo della Missione. Guidati dal Presidente del Centro Universitario, ex-allievo salesiano, gli ospiti visitarono il collegio e l'artistica chiesa, e si recarono anche agli istituti Maria Ausiliatrice e Leone XIII, accolti ovunque con segni di grande simpatia. Di passaggio a Còrdoba, visitavano pure quel nostro istituto di arti e mestieri, riportandone la più gradita impressione.

* ANNUENDO ALLE INSISTENTI RICHIESTE DELLA POPOLAZIONE DI COMODORO RIVADARIA, le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno risolto di affrontare colà una nuova fondazione a favore della gioventù femminile.

* NELLO STESSO CENTRO INDUSTRIALE, dal 1914, lavorano i figli di D. Bosco, i quali nell'impossibilità di condurre presto a termine la costruzione del Collegio D. Michele Rua, sono stati costretti a rinnovare l'affitto di una casa, ogni dì più insufficiente al bisogno. L'opera, infatti, deve abbracciare un oratorio festivo, scuole diurne e serali e una chiesa. La necessità di imprimere un vigoroso impulso morale a quegli abitanti è urgente e indispensabile, dato lo sviluppo che la località va prendendo per il commercio e l'estrazione dei petrolio.

* «ALBORES », LA RIVISTA MENSILE DEI, COLLEGIO Pio Ix DI BUENOS AIRES, pubblica un elegante numero speciale sul centenario di S. Tomaso d'Aquino, omaggio degli studenti di teologia e dei corsi di apologetica all'eccelso Patrono, ed insieme egregio pegno della preparazione intellettuale, con cui essi intendono praticamente ascoltare il monito lasciato da D. Bosco ai suoi figli : Il nostro Maestro sarà S. Tommaso! Sono in esso riferite le feste celebrate, i trattenimenti svolti, e alcuni saggi illustrativi sulla grandiosa figura dell'Angelico e sulle opere da lui scritte.

* IL COLLEGIO « PATROCINIO DI S. GIUSEPPE », DI SANTIAGO DEL CILE, ha compiuto nello scorso 1923 il cinquantesimo di fondazione. L'opera, infatti, fu iniziata nel 1873 dallo zelantissimo sacerdote cileno D. Blas Cañas, che nelle sue peregrinazioni in Italia conobbe Don Bosco e fu da lui incoraggiato a mettere in esecuzione i suoi propositi per il bene della gioventù. Nel 1894 il Collegio era affidato ai Salesiani, che ne conservarono lo scopo e il carattere, riordinando le scuole secondo i criteri moderni. Gli alunni nello scorso anno furono 350, e la vita del collegio fu animatissima per l'azione svoltasi in varie accademie letterarie, nelle associazioni religiose, e dal reparto esploratori. I giovani dei corsi superiori, alla domenica, si recano all'Oratorio festivo per insegnare il catechismo ai fanciulli operai. Fiorente è pure l'Unione ex-allievi, cui è affidato l'oratorio festivo, frequentato da 400 fanciulli, nonchè un patronato per giovani operai, fornito di un reparto sportivo e musicale, di una biblioteca, di un policlinico sociale, e di una scuola per l'insegnamento primario.

La ricorrenza cinquantenaria fu ricordata con una solenne commemorazione, alla quale presero viva parte allievi ed ex-allievi.

* A QUITO (EQUATORE) PRESIEDETTE LA DISTRIBUZIONE DEI PREMI AGLI ALUNNI DEL COLLEGIO SALESIANO il Ministro Italiano Comm. Vincenzo Fileti, accompagnato dal generale Pirzio Biroli. Sua Eccellenza, al saluto d'omaggio, rivoltogli dal direttore, rispose rilevando come il cuore di Don Bosco fu così grande, che volle e potè abbracciare non solo la gioventù d'Italia, ma quella di tutto il mondo; e raccomandava alla generosità della gentile società equatoriana i figli di D. Bosco, coi quali si congratulò per i risultati ottenuti nei campo educativo. Quindi visitò l'istituto e la sala d'esposizione dei lavori degli allievi. Nell'accomiatarsi promise che avrebbe presto condotto al collegio il Presidente della repubblica e i Ministri di stato; ed avendogli il gen. Biroli osservato che parecchi alunni si fermavano a passare tutte le vacanze in collegio, perchè orfani o poveri, li invitò tutti a trascorrere allegramente un giorno nella sua villa.

* NEL PROGRAMMA DI LAVORO CHE I SALESIANI DELLA PATAGONIA si son proposti per il 1924, è compresa la costruzione di un ospedale per tubercolotici e l'erezione di un padiglione per vecchi e invalidi in Viedma, e la riparazione del collegio di Junin de los Andes, che ha bisogno di restauri.

NECROLOGIO

Don FEDERICO MULATTIERI. - Prevosto e Vicario Foraneo a Niella Tanaro, morì dopo brevissima malattia, il 15 dicembre u. s. Alunno dell'Oratorio Salesiano, nutrì sempre il più cordiale affetto per il Ven. nostro Fondatore e per le Opere Salesiane. Divotissimo della Madonna, zelante del bene delle anime e dello splendore del culto divino, arricchì la sua parrocchia di uno splendido Santuario, dedicato per consiglio di Don Bosco a N. S. del Sacro Cuore, ed oggi assai venerato nei dintorni. Avrebbe desiderato i Salesiani alla sua custodia! Un affettuoso suffragio per questo buon ex-allievo, che lavorò per la buona causa fino all'estremo della vita.

Mons. FELICE NESPOLI. - Canonico onorario della Metropolitana di Milano, Custode delle S. Reliquie della Curia Arcivescovile, e Rettore della Chiesa di San Giuseppe in via Giuseppe Verdi, campì gli studi ginnasiali e filosofici nell'Oratorio di Valdocco, compagno di Mons. Pasquale Morganti, il compianto arcivescovo di Ravenna. Pio, operoso, zelante, di rara modestia, fedele nell'amicizia, ossequente ai superiori, devotissimo al Papa e al suo Arcivescovo, fu un degno ex-allievo di Don Bosco. Iddio gli doni largo premio di tante virtù ed opere buone!

Mons. FERDINANDO APOLLONIO. - Arciprete della Basilica di S. Marco di Venezia, insigne modello di pietà sacerdotale, di scienza e di carità , si spense serenamente il mese scorso, più che ottuagenario. Tutta Venezia volle tributargli la prova dell'immenso affetto che gli portava. S. Em. il Card. Patriarca ne tessè un elogio nobilissimo, riboccante di profondo pensiero cristiano. La memoria del venerando Prelato sarà in benedizione.

CAN. DON CARLO CREMONA. - Morì a Varese dove lavorò molto da vero sacerdote, amato ed ammirato universalmente. Zelò la fondazione dell'Orfanotrofio femminile, prestò assidua assistenza alla Casa Famiglia delle Figlie di Maria Ausiliatrice, cooperò efficacemente al benessere dell'Oratorio Veratti. In cielo egli ha raccolto il premio di tanto zelo e di tante opere buone.

Preghiamo anche per:

ABBENE D. Giuseppe, † Mombarearo (Cuneo). AIRALE Giuseppe, † Carmagnola (Torino). AMATEIS Teol. D. Matteo, † Moncalieri (Torino). ANTONELLI dei Conti d'Oulx Comm. Nob. Alessandro † Torino.

ANTONIAZZO D. Alberto, † Lenta (Novara). BACCHETTA Comm. Pietro, † Gattico (Novara). BARRESI D. Giuseppe, † Vizzini (Catania).

BERETTA Angiolina di Carlo, Trisobbio (Aless.)BIANCO Cristoforo, † Montegrosso d'Asti (Aless.). BONANOMI D. Luigi, † Bergamo. BoNINO Angela, † Torino. BORGOGNO Giovanni, † Cherasco (Cuneo). Bosco Luigia, + Villastellone (Torino). BRIGNONE Giovanna, † Trino Vercell. (Novara). BUSÀ D. Venerando, † Acireale (Catania). CABRI Mons. Giuseppe, † Modena. CAGLIO Marni, † Busto Garolfo (Milano). CALCAGNOLI D. Pietro, + Acquacanina (Macerata).. CAUDANA Teol. D. Bernardino, † Virle Piemonte. CHISARI Mons. Nicolò, † Palermo. CORSARO D. Bartolo, † S. Gregorio (Catania). DALL'ARMI Rosa, † Lion d'Albignasego (Padova). DA PASSANO March. Manfredo, † Migliarina a DELPONTE Annetta, † Bubbio (Alessandria). DE MAGISTRIS Giuseppe, † Introdacqua (Aquila) DIANA Ambrogio, † Terno (Milano). DOGLIANI Cristina, † Cuneo. FECI Pietro, † Borgotaro (Parma). GAMBA Enrico, † Darfo (Brescia). GARIGLIANO Cav. Tomaso, † Poirino (Torino). GELMI GAMBA Angelina, † Darfo (Brescia). GIANNONE FRANCHINI Clara, † Barletta (Bari). GIORGI Mons. Angelo, Bergamo.

GIUIUSA Can. Gaetano, † Mazzarino (Caltanisetta). GRILLO Teol. D. Bernardino, † Sommariva Basco. LANFRANCO CHEVALLEV Maria, † Torino. LONGHI Maria, † Dozio (Como). LORO D. Claudio, † Coggiola (Novara). LOSTIA Rita, † Cagliari.

MATRICI D. Leonardo, † Condofuri (Reggio Cal.). MAINA Germana, † Poirino (Torino).

MANFRINI Olimpia, † Cartel S. Pietro (Bologna). MENINI Domenica, † Angolo (Brescia). MEO Rosina, † Delia (Caltanisetta). MIGONE G. B., † Chiavari (Genova). MISSIO Beppino, † Udine. MOLINARI Maddalena, † Guidale (Udine). MONDONIO Caterina, † Torino.

MONGIARDO D. Antonio, † S. Andrea del Jonio. MOSER LAITO Giovanni, † Faida (Trento). MULATTIERI D. Federico, † Niella Tanaro (Cuneo). NECCHI D. Edoardo, † Cannero (Novara). PIANTINO Maurizio, † Camburzano. PILOTTO Lucia, † Torino. RAGNOLI Giov. Batt., † Agnosine (Brescia).. REGINE Mons. Giovanni, † Nicastro (Catanzaro). RIMOLDI Antonio, † Venano (Como). ROSATI D. Francesco, † Scala Coeli (Cosenza). SALVADORI Martina, † Zoppè (Treviso). SANTI Giacomo, † Azzone (Bergamo). ScALzoTTO Virginia, † Sossano (Vicenza). SCANDOLA Ester, † Bosco Chiesanova (Verona). SCIUPI D. Settimio, † Acireale (Catania). TRICERRI Albina Ved., † Trino Vercell. (Novara). VALSECCHI Caleb, † Asso (Como). VALSECCHI Giacomo, † Malgrate (Como). VIALE Can. D. Giuseppe, † Cuneo. VIGNA Giuseppe, † Venaria Reale (Torino). VINCIGUERRA Vincenza, † Taormina (Messina).