BS 1920s|1920|Bollettino Salesiano Marzo 1920

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO

ANNO XLIV - N. 3   MARZO 1920

SOMMARIO

Congressi Internazionali delle Opere di Don Bosco: - VIII° Congresso dei Cooperatori: Il lavoro del Congresso -- I temi del IV Congresso degli Ex-Allievi - I temi del II° Congresso delle Ex-Allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Riconoscenza dei bambini di Vienna.

Il XXV° dell'Opera Salesiana nel Venezuela.

Per un'Esposizione annuale di arredi sacri a favore delle Missioni Salesiane.

Figure degne di memoria: - Giovanni Maraschi, allievo del Collegio S. Giovanni Evangelista di Torino.

Il Congresso Regionale dei Cooperatori del Matto Grosso. Nelle Feste di S. Francesco di Sales.

La nuova Missione Salesiana del Leng-Nam-Tou-Yin

(Cina): Relazione del Sac. Luigi Versiglia --- La consacrazione della Missione a Maria Ausiliatrice.

Il Culto di Maria Ausiliatrice: - Per il 24 corrente -

In onore di Maria Ausiliatrice - Grazie e graziati. Libri buoni - Al Rev. Clero. Riconoscenza al Ven. Don Bosco.

Tra gli italiani all'Estero.

"O catechismo o morte".

Note e Corrispondenze: - Per una crociata contro la moda indecorosa - Tra i figli dei popolo - Tra gli orfani di guerra - Negli Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice - Notizie varie: In Italia: all'Estero.

Necrologio e Cooperatori defunti.

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE - VIA COTTOLENGO, 32 -TORINO

Congressi Internazionali delle Opere di Don Bosco

(Torino, 20-23 maggio 1920)

VII° Congresso Internazionale dei Cooperatori.

Al benemeriti DIRETTORI DIOCESANI, ai DECURIONI, ai COOPERATORI che desiderano battere alacremente la via tracciata da Don Bosco, rinnoviamo, cori dolce insistenza, la preghiera d'inviarci quei suggerimenti e quei consigli, che abbiam domandato, il mese scorso, nell'additare i Temi proposti per l'VIII Congresso Internazionale.

Il lavoro del Congresso.

Chiunque rifletta all'abbondantissima messe che si può mietere nel campo della Cooperazione Salesiana MOLTIPLICANDO I LAVORATORI, non può non sentirsi spinto a procurare, con tutte le forze, un tale aiuto alla Chiesa ed alla Civile Società.

Non si tratta d'introdurre innovazioni, nè di dare un'interpretazione nuova al Regolamento: ma si desidera - unicamente - di richiamare l'attenzione dei Cooperatori su di esso, specie sul capo IV, in cui il Ven. Don Bosco addita le varie forme di cooperazione, per prendere, in merito, quelle deliberazioni che giovino ad aumentare il numero dei Cooperatori che le pratichino intensamente.

È da ricordare che il Ven. Don Bosco, sitibondo di promuovere il maggior bene possibile, mentre procurava di destare la cooperazione di tutti, accoglieva con somma riconoscenza, non solo l'ampia cooperazione entusiastica di chi può e si sente portato a far molto, ma pur quella modestissima di chi non può fare di più. Ogni forma di cooperazione, anche minima, purchè reale, è sufficiente - secondo Don Bosco - ad assicurare ad ogni Cooperatore l'acquisto dei favori spirituali, concessi dai Sommi Pontefici agli, ascritti alla Pia Unione.

Questo concetto è, e rimarrà sempre per noi una norma indiscutibile, perchè ciò che ha detto e ciò che ha fatto il Padre, è, e dev'essere inviolabile ammaestramento e perpetua guida ai figli. Ma, per la stessa ragione, ricordando lo zelo e la carità con cui Don Bosco si studiò - incessantemente - di moltiplicare il numero e l'attività dei Cooperatori, dobbiamo pur noi cercare di suscitare una santa gara per una continua e più intensa attività, la quale, mentre è voluta dagli straordinari bisogni dei tempi, è inculcata dal Regolamento della Pia Unione.

In una parola, noi vogliamo vedere moltiplicarsi, dappertutto, i più bei esempi di Cooperazione Salesiana, collettiva e individuale, che già allietarono i tempi di Don Bosco e di Don Rua, e che fioriscono in molti luoghi presentemente.

Tutti sanno - e ci è dolce ricordarlo - che ovunque è un nucleo attivo di Cooperatori, ivi è un Comitato d'azione Salesiana, o in aiuto all'opera salesiana locale, o per raccogliere aiuti e soccorsi per le Opere e Missioni Salesiane; - e che in più luoghi, mercè lo zelo di alcuni Cooperatori e Cooperatrici, si sono aperti nuovi Oratorii Festivi, fiorentissimi: o si è posto mano ad altre istituzioni provvidenziali, rivolte all'istruzione e all'educazione della gioventù, dell'uno e dell'altro sesso. Si può dire, con verità, che non c'è opera, indicata dal Ven. Don Bosco nel Regolamento della Pia Unione, che non abbia già interessato lo zelo di molti Cooperatori.

V'ha anche di più. Vari nostri amici hanno inteso così bene il programma della Cooperazione Salesiana, che, mossi dagli urgenti bisogni locali, non solo hanno messo attivamente in pratica tutte le forme d'azione indicate da Don Bosco ai Cooperatori, ma si son fatti generosi precursori dei Salesiani, iniziando opere proprie della nostra pia Società: come l'apertura di Ospizi, Collegi, e Scuole professionali, in attesa che noi potessimo disporre del personale necessario per assumerne la direzione.

Ora - ciò che si desidera - è-intensificare e Propagare codesta azione, alacre e generosa, dei Cooperatori.

Nel genuino concetto di Don Bosco, la Cooperazione Salesiana ha due manifestazioni essenziali, egualmente importanti, simultanee e parallele : - l' aiuto all'Opera Salesiana e l'azione locale.

Per aiuto all'Opera Salesiana non s'intende soltanto il soccorso all'Istituto o all'Oratorio Salesiano locale, o più vicino. I Cooperatori, di qualunque Nazione, debbono far capo al Successore di Don Bosco, il quale si tiene unito con ciascun di loro, e a ciascuno espone i suoi desiderii e i suoi bisogni, mediante il Bollettino Salesiano: e dovere di tutti i Cooperatori è metterlo in grado di far fronte ai bisogni generali delle opere fondate, ed anche, dov'è più urgente il bisogno, di suscitarne delle nuove. Qualora gli venisse a mancare codesto contributo dei singoli Cooperatori, egli vedrebbe paralizzarsi l'azione salesiana, e mancare all'Opera di Don Bosco quella vitalità perenne che, per mezzo della Pia Unione dei Cooperatori, il condatore intese di assicurarle.

I due Temi.

In base a quanto abbiamo ricordato fin qui, il I° TEMA che tratterà dell'ORGANIZZAZIONE deve:

a) in primo luogo chiaramente delineare e stringere vieppiù i vincoli di diretta corrispondenza tra i singoli Cooperatori e i gruppi locali, e il Successore di Don Bosco;

b) in secondo luogo deve specificare i legami che debbono associare i Cooperatori ai Decurioni e ai Direttori Diocesani, perchè questi, oltre l'aiuto diretto al centro dell'Opera, possano promuovere quello svolgimento, totale o parziale, del programma della Cooperazione, quale è richiesto dai bisogni locali, e di cui, localmente, sieno capaci i Cooperatori.

Nel II° TEMA, che tratterà della COOPERAZIONE SALESIANA, è di assoluta necessità, per propagare l'azione e a norma e indirizzo comune, concretarne il programma particolareggiato, secondo le linee tracciate ai capo IV° del Regolamento. Chi, in parte, lo ha già messo in pratica: ad es., chi ha fondato un Comitato d'Azione Salesiana - chi ha organizzato i Cooperatori, per l'insegnamento del Catechismo in particolare, o per l'incremento della vita cristiana in generale chi li ha interessati per la fondazione o il funzionamento d'un Oratorio Festivo, d'un Circolo, o di un'altra Opera giovanile - chi li ha stretti in santa lega per la diffusione della Buona Stampa - chi li ha indirizzati all'assistenza individuale dei fanciulli abbandonati o pericolanti, ecc. ecc. - può darci norme e suggerimenti, tanto più preziosi, quanto praticamente furono riconosciuti più efficaci.

Pertanto, e i benemeriti Direttori Diocesani, e i Decurioni, e tutti i Cooperatori - specialmente i Sacerdoti, che sentono il desiderio di calcare, generosamente, la via tracciata da Don Bosco - rileggano gli schemi da noi pubblicati nello scorso numero sullo svolgimento dei Terni proposti per l'VIII Congresso, e benevolmente si affrettino ad inviarci ogni suggerimento, affinchè la Commissione preparatoria del Congresso se ne possa giovare per la definitiva redazione dei Temi.

II° Congresso Internazionale degli Ex=Allievi.

Il 2° Congresso Internazionale degli Ex-Allievi si propone la discussione di due temi, preparati con lungo studio dalla Commissione organizzatrice del Congresso. Uno tratterrà l'organamento definitivo della Federazione Internazionale, l'altro studierà le speciali attività che ogni circolo, unione, associazione, può e deve svolgere negli attuali bisogni sociali.

1° TEMA. - Organamento definitivo della Federazione Internazionale degli ex-allievi salesiani.

CONSIDERANDO:

I° che dall'ultimo Congresso degli ex-allievi (1911) sorsero parecchi nuovi circoli locali e alcune associazioni nazionali, mentre non pochi circoli preesistenti si irrobustirono, accrescendo il numero dei soci, e ampliando l'azione loro

2° che alle nuove istituzioni e alle altre ampliatesi occorre più frequente e più efficace indirizzo da parte di un centro coordinatore, quale è appunto la Federazione Internazionale;

3° che cotesto indirizzo sarà tanto più sicuro quanto più il centro coordinatore della Federazione Internazionale e i centri minori prenderanno norme e vita dalla suprema direzione dei Salesiani e dalle direzioni ispettoriali e collegiali;

DELIBERAzIONI:

1° I Circoli o Unioni locali formano un'Unione regionale, riproducendo, per quanto è possibile, la circoscrizione ispettoriale salesiana; le Unioni regionali formano le Associazioni Nazionali; tutte le Associazioni Nazionali costituiscono la Federazione internazionale.

2° I Consigli dei Circoli, o delle Unioni locali, sono eletti, in conformità dei propri statuti.

I Consigli Regionali sono costituiti dai presidenti dei Circoli o Unioni locali, e hanno una Giunta direttiva formata: a) da tre consiglieri eletti dai presidenti suddetti, b) da due membri eletti dall'ispettore, c) da un sacerdote salesiano, rappresentante dell'ispettore. I membri di questa giunta direttiva eleggono il loro presidente.

I Consigli Nazionali sono formati dai presidenti dei Consigli Regionali, dagli Ispettori salesiani e dai loro rappresentanti.

La Federazione Internazionale è retta da un consiglio formato da cinque membri, residenti a Torino. Tre di questi membri sono eletti dal Rettor Maggiore, due dal Congresso Internazionale. Il Rettor Maggiore è rappresentato presso il Consiglio della federazione Internazionale da un sacerdote salesiano. I membri di detto consiglio eleggono il loro presidente.

3° I Membri dei Consigli regionali, nazionali, internazionali, durano in carica tre anni, e possono essere rieletti.

4° I Presidenti dei Consigli Regionali e Nazionali, pure rispettando l'autonomia di ogni Circolo o Unione locale e regionale, hanno per compito di promuovere lo spirito di fratellanza fra gli ex-allievi per mezzo di convegni, di pubblicazioni periodiche o straordinarie, di iniziative collettive di pubblica utilità, o di cooperazione salesiana.

3° Perchè un circolo locale sia regolarmente riconosciuto deve avere nel suo Consiglio direttivo il sacerdote salesiano rappresentante del superiore, e deve essere federato alla Federazione Internazionale di Torino con lettera di presentazione del presidente regionale e approvazione dell'ispettore.

6° Per favorire la mutua fratellanza e cooperazione è istituita una tessera di riconoscimento, la quale sarà rilasciata dai consigli direttivi dei circoli locali e dovrà essere rinnovata ogni anno.

Ogni Consiglio delle Unioni Regionali e delle Associazioni Nazionali abbia il suo periodico almeno trimestrale, col quale corrisponderanno i circoli locali. Questi, ogni anno, invieranno ai propri soci un resoconto stampato.

L'organo ufficiale internazionale degli ex-allievi, « Federazione », uscirà in fascicoli trimestrali.

2° TEMA. -Sui caratteri e sulle attività speciali dei circoli di ex-allievi.

Il secondo tema, di carattere più vario ed anche più vitale, viene proposto nelle somme linee affinchè tutti i nostri amici lo studino, e ne trattino di persona o con proposte o rappresentanze al Congresso.

Ecco pertanto i due considerando e le due deliberazioni che attendono, da tutti gli ex-allievi, studio, parere, consiglio, svolgimento.

CoNSIDERANDO:

1° che i circoli di ex-allievi attestano il perdurare dell'affetto riconoscente degli allievi verso i propri educatori e della fratellanza fra i condiscepoli;

2° che i vincoli di unione fra gli ex-allievi posono e debbono perdurare al, disopra delle particolari competizioni:

DELIBERAZIONI:

1° Ogni circolo sceglie le proprie, forme di attività secondo le sue origini, secondo e locali tendenze, possibilità e necessità.

2° Ogni circolo s'adoprerà per favorire e promuovere oltre l'istruzione, l'educazione popolare, secondo gli odierni bisogni e lo spirito di D. Bosco.

II° Congresso Internazionale delle Ex=Allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

1° TEMA.-Riaffermando lo spirito caratteristico delle Sezioni delle ex=Allieve delle FF. di M. A., se ne propone la definitiva organizzazione per mezzo di Comitati regionali e nazionali, collegati al Comitato centrale di Torino.

Il 2° Convegno internazionale delle ex-Allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice:

a) richiamando e confermando le considerazioni e le deliberazioni del I Convegno del 1911, intorno al modo pratico d'istituire le Sezioni ex-Allieve e di conservarne lo spirito caratteristico di simpatico risveglio di pietà, di riconoscente dimostrazione di affetto alle antiche Superiore e Educatrici, di fraterno sollievo, di vicendevole sostegno morale ed economico e di benefica diffusione dello spirito di Don Bosco.

b) considerando che l'azione benefica delle Sezioni avrebbe un più pronto e largo risultato -facilitando specialmente il ritrovarsi delle exAllieve con le antiche Superiore - ove esse fossero organizzate e coordinate secondo le circoscrizioni dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice ;

fa voti:

1° che le Sezioni, i Circoli e i Comitati delle exallieve - in ogni loro forma di organizzazione e di attività-- conservino immutabile il genuino proprio carattere familiare, sviluppantesi, intorno alle Suore, specialmente nella festa di Maria Ausiliatrice, nella commemorazione mensile del 24, nelle tradizionali feste interne delle Superiore, accademiche, scolastiche ecc. dell'Istituto, e in adunanze ordinarie o straordinarie, per studiare, promuovere e favorire l'istituzione di opere e per lo sviluppo di altre esistenti, alle quali le ex-Allieve dànno ogni miglior impulso pel bene della Chiesa e della Patria;

2° che presso ogni Ispettoria si costituisca un Comitato regionale, formato dalle Presidenti delle Sezioni, da due ex-Allieve, residenti nella città, sede dell'Ispettoria, e da una Suora designata dall'Ispettrice;

3° che, ove se ne vegga la convenienza, si istituiscano Comitati nazionali, formati dalle Presidenti dei Comitati regionali e da una Ispettrice rappresentante l'Istituto, designata dalla Superiora Generale.

4° che i Comitati regionali e nazionali curino il sorgere e lo sviluppo delle Sezioni locali e, in accordo col Comitato centrale di Torino, promuovano Convegni regionali o nazionali, secondo l'opportunità dei tempi e dei luoghi;

5° che il Comitato centrale (modificando il comma A dell'art. 8° del suo Regolamento, comunicato alle Sezioni il 10 gennaio 1912) prenda gli opportuni accordi con la Direzione di Federazione - Organo ufficiale degli ex-Allievi di Don Bosco - per la rubrica speciale delle ex-Allieve, e provveda alla regolare redazione degli articoli direttivi e informativi generali, e per mezzo dei Comitati regionali faccia pervenire brevi e interessanti relazioni delle attività locali.

2° TEMA. - « L'opera delle ex-Allieve delle FF. di M. A., informata allo spirito di Don Bosco, nella urgente necessità di restaurazione e rinnovazione della vita religiosa, famigliare e sociale della donna ».

Il 2° Convegno internazionale delle ex-Allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice:

a) considerando che è proprio dello spirito di Don Bosco il tendere con perseverante, amorevole e industriosa operosità, possibilmente, a prevenire o prontamente rimediare ai mali religiosi, familiari e sociali, usando ogni più nuovo e ardito mezzo fosse richiesto dai tempi e dai luoghi per conservare l'integrità della fede, l'onestà del costume familiare, specialmente salvaguardando la purezza della giovinetta, e per contribuire al miglioramento sociale;

b) considerando che la recente guerra mondiale produsse e va preparando impreveduti rivolgimenti e rinnovamenti in ogni ordine del vivere familiare e sociale, al cui buono o cattivo indirizzo avrà un'insolita efficace influenza la donna ;

c) affermando che amore di religione, carità di patria e genuina tradizione salesiana esigono che l'ex-Allieva delle Figlie di Maria Ausiliatrice sia preparata a tutte le nuove urgenti forme di apostolato, evitando ogni inutile e debilitante deplorazione di tempi che furono, adoperandosi invece a migliorare i nuovi;

plaude

all'azione varia, pronta e pratica, svolta dal Concitato Centrale di Torino e dalle Sezioni di ogni parte del mondo per attivare le Deliberazioni prese nel Convegno del 1911, e per le generose e pronte attività benefiche svolte durante la guerra; e

fa voti:

1° che si perseveri e moltiplichi sempre più l'azione personale e collettiva, per favorire e attuare le provvide iniziative elencate nel comma 4° deliberato sul secondo tema dal convegno del 1911 (1);

2° che il Comitato centrale, i Comitati regionali e nazionali, le Sezioni e le ex-Allieve aventi attitudini speciali si facciano centri direttivi di ogni utile e urgente istruzione, informazione e istituzione (ad es.: scuole professionali serali, festive, invernali, corsi e conferenze di economia sociale, di diritto costituzionale, amministrativo e elettorale; di legislazione del lavoro; di previdenza e risparmio, ecc.) atte a praparare le ex-Allieve a compiere i nuovi doveri sociali, ai quali la donna ormai è chiamata;

3° che l'ineluttabile preparazione sia fatta con provvedimenti e cautele tali, che non ne venga scapito, o almeno il meno possibile, al carattere proprio della donna, per la conservazione dello spirito della vita familiare, secondo il retto senso cristiano.

RICONOSCENZA DEI BAMBINI DI VIENNA.

Togliamo dall'Osservatore Romano del 15 Febbraio 1920:

Traduciamo a parola dal tedesco la seguente lettera che i bambini dell'Oratorio Salesiano di Vienna hanno inviato al Santo Padre:

Carissimo Santo Padre,

Noi bambini di Vienna Le scriviamo questa lettera. Le comunichiamo che Le vogliamo molto bene, e che sovente preghiamo per Lei.

Ella, Santo Padre, è buono tanto. I nostri Superiori ci hanno raccontato di Lei, come Ella ci ami tanto, quanto Gesù i piccoli bambini.

Ella ha aiutato i nostri cari padri prigionieri e ha mandato a noi da mangiare. Ella ci ha raccomandati ai paesi dove non c'è fame. Perciò vogliamo essere buoni e diligenti, pregare volentieri e bene, e obbedire ai genitori. Andremo sempre all' Oratorio, e faremo tutto quello che ci dicono i Superiori. E anche quando saremo grandi, saremo sempre riconoscenti e buoni per far piacere a Lei.

Carissimo Santo Padre, noi Le diciamo. Vergelt's Gott ! Dio La compensi ! e Le auguriamo molta salute e felicità. I nostri genitori fanno lo stesso. Preghiamo il Santo Padre di Ronza di non dimenticare i bambini di Vienna. Le mandiamo molti saluti e La preghiamo di benedire noi e i nostri genitori.

Noi bambini dell'Oratorio Salesiano di Vienna

Il 21 Gennaio 192o,

Wien III, Hagenmüllerg. 43.

Seguono ottocentoventi firme, le quali mentre rappresentano ottocentoventi cuori che palpitano d'amore e di riconoscenza verso il Vicario di Gesù Cristo, rappresentano altresi lo sviluppo fiorente che l'opera educatrice dei figli di D. Bosco ha assunto anche nella Capitale della Repubblica Austriaca.

Il XXV dell'Opera Salesiana nel Venezuela.

Nel febbraio del 1894 si presentavano a Don Rua S. E. Rev.ma Mons. Giulio Tonti, Delegato Apostolico nel Venezuela, poi Cardinale, e Mons. Giulio Arocha, Protonotario Apostolico e Vicario Generale di Valenza.

Scopo della visita era di richiedere per il Venezuela una Fondazione Salesiana, ed il compianto Superiore aderiva alle loro vive istanze.

Nel novembre dello stesso anno s'imbarcavano sette Salesiani, che, giunti felicemente a destinazione, si mettevano decisamente al lavoro, pieni di buon volere e di fede nella grandezza della loro missione.

Le opere assunte dai Salesiani nei venticinque anni decorsi sono le seguenti:

In Caracas: - Collegio di S. Francesco di Sales : - Scuole gratuite Don Bosco. - Santuario di Maria Ausiliatrice.

In Valencia: - Collegio Don Bosco - Scuole gratuite della Divina Pastora. - Santuario di Maria Ausiliatrice - Cappella della Divina Pastora.

In Tariba: - Istituto Don Bosco - Scuole gratuite, annesse all'istituto.

Nell'isola di Curaçao: - Orfanotrofio con scuole professionali e Scuola agricola S. Giuseppe.

Ecco dei brevissimi cenni dello sviluppo progressivo di queste opere.

CARACAS. - Il Collegio S. Francesco di Sales di Caracas, capitale della Repubblica, venne aperto nel 1895, e in breve, per il numero straordinario degli alunni, ebbe bisogno di un edifizio più vasto e più spazioso. Gli ex-allievi dell'istituto contano numerosi membri cospicui nel Clero e nel laicato. Nel decennio dalla fondazione il Governo Nazionale conferì alla direzione del collegio « la medaglia d'onore dei benemeriti dell'istruzione pubblica ».

-- Nel 19oo accanto ed annesso al collegio, venne innalzato un nuovo fabbricato, destinato a « Scuole gratuite » dette di « Don Bosco » per i fanciulli poveri, omaggio dei Salesiani di Caracas al S. Cuore, agli albori dei secolo XX. In esse hanno ricevuto istruzione ed educazione ben 2500 ragazzi.

La divozione a Maria Santissima Ausiliatrice, diffusissima nel Venezuela, fiorì ancor più dopo la costruzione di un bel tempio dedicato alla nostra Augusta Patrona. Inaugurato nel 19o9, esso è un vero gioiello d'arte, in stile romanico.

VALENCIA. - Il Collegio Don Bosco di Valenza risale allo stesso anno di quello di Caracas, al 1895. Ne fu primo direttore il salesiano Don Felice Bergeretti, veterano tra i missionari, che aveva già lavorato molti anni, prima nel Ceilan, poi in Palestina a fianco del Can. Don Antonio Belloni.

Nel 1898 una terribile epidemia afflisse la città: il collegio si chiuse, e il bravo D. Bergeretti si distinse talmente nell'assistenza dei colpiti, che fu decorato dal Municipio e dal Governo della medaglia d'onore.

Un altro salesiano che meritò la stima e gratitudine generale, fu D. Francesco Roffredo, che mori vittima del suo zelo sacerdotale durante il contagio.

Cessata la pubblica calamità, il Collegio riapriva le sue porte e risuonava nuovamente delle voci argentine di numerosissimi alunni. Più di tremila sono quelli che sono passati per le sue aule. Nel 1918 il Governo conferiva alla direzione « la medaglia d'onore dei benemeriti dell'istruzione pubblica ».

- Anche a Valencia, accanto all'istituto, sorge il Santuario di Maria Ausiliatrice, benedetto solennemente nel 1905, sorto per la divozione grande e l'entusiastico affetto che Valenza nutre per la Madonna di Don Bosco.

- Nel dicembre del 1915 i Salesiani vennero incaricati nella stessa città di un altro centro di studi, denominato « Liceo della Divina Pastora », in cui rivevono gratuitamente istruzione ed educazione, in gran numero, fanciulli poveri.

- Al liceo è annessa una chiesa pubblica, molto frequentata.

TARIBA. - Il terzo istituto salesiano del Venezuela sorse a Tariba. Desiderato da lungo tempo, venne aperto nel 1914 per la munificenza dell'esimia cooperatrice Isabella Chuecos, che portò a compimento un ardentissimo voto del defunto sposo, sig. Giuseppe Colmenares.

Nel 1916 si pose mano alla costruzione di uri nuovo edifizio, il quale abbraccia tre corpi di fabbrica: il Collegio, una chiesa dedicata a Maria Ausiliatrice, e le Scuole Professionali. Finora si è ultimato solo il Collegio.

CURAÇAO. - Annessa alle fondazioni salesiane nel Venezuela è da considerarsi l'opera compiuta nell'isola di Curaçao, delle Antille Olandesi, a poca distanza del Venezuela. Il rev. P. Domenico Fr. Antonio Frie, Parroco di S. Rosa, vi aveva iniziato un orfanotrofio, alla cui direzione per vent'anni, dai 1897 al 1917, stettero i Salesiani. Centinaia di poveri orfani ebbero, nei quattro lustri, una solida educazione cristiana durante l'apprendimento di un'arte o di un mestiere, col quale campano onoratamente la vita, benedicendo il nome di Don Bosco.

Nel tributare i piu vivi ringraziamenti a tutti i benefattori dell'Opera Salesiana nel Venezuela, non possiamo astenerci dall'additare tre nomi alla riconoscenza dei presenti e dei futuri:

S. E. Mons. Crispolo Uzcàtegui, Arcivescovo di Caracas e Venezuela, il Generale Gioacchino Crespo, Presidente della Repubblica, e il Can. Dott. Riccardo Arteaga, propagatore della Pia Unione dei Cooperatori nel Venezuela.

La domenica 23 novembre, nella chiesa di Maria Ausiliatrice in Caracas, si svolsero solenni funzioni in ringraziamento per le celesti benedizioni accordate, ne' XXV anni decorsi, all'Opera Salesiana in Venezuela. S. E. Rev.ma Mons. Francesco Marchetti, Internunzio Apostolico, celebrò la messa della Comunion generale ed assistè pontificalmente a quella solenne. Nel pomeriggio S. E. Rev.ma Mons. Filippo Rimón Gonzàlez, Arcivescovo di Caracas, intonò il Te Deum e impartì la Benedizione Eucaristica. Al mattino parlò il rev.mo Mons. Nicola E. Navano, Prot. Apostolico, decano della Cattedrale; e il suo discorso « La Obra Salesiana en Venezuela » fu pubblicato per intero dal quotidiano « La Religión ». Alla sera tenne un altro splendido discorso il Can. Reginaldo Esculpi, Segretario di Mons. Arcivescovo. I Cooperatori Salesiani, insieme col Clero e le più autorevoli personalità cittadine, presero parte cordiale alla bella dimostrazione.

Per un'Esposizione annuale di arredi sacri per le Missioni Salesiane.

Come preannunziammo nel mese scorso, il Comitato Centrale delle Dame Patronesse delle Opere del Ven. Don Bosco di Torino, con provvido pensiero, ha stabilito una Commissione permanente Per una «Esposizione annuale di Arredi Sacri per le Missioni Salesiane ». A capo della Commissione è la nobile contessina Mazè de la Roche, la promotrice del rivestimento in oro e pietre preziose dell'interno del Tabernacolo della Basilica di Maria Ausiliatrice. La sua pietà, la sua attività, il suo zelo per il decoro della Casa di Dio, emulati dalle nobili Signore e Signorine componenti la Commissione, ci son arra di ottima riuscita.

Or ecco la loro 1a Circolare, che raccomandiamo vivamente a tutte le Zelatrici e Cooperatrici Salesiane, e ai Comitati Femminili di Azione Salesiana.

Torino, 2 febbraio 1920.

Gentilissima Signora,

Una delle deliberazioni prese dal Comitato Centrale «Danne Patronesse delle Opere del Ven. Don Bosco », nell'adunanza del passato dicembre, f u quella di promuovere ogni anno, nella solennità di Maria Ausiliatrice, un'Esposizione di Arredi Sacri per le Missioni Salesiane.

La raccolta, degli oggetti, nonchè del materiale e dell'esecuzione dei medesimi, venne affidata a questa Commissione, la quale ha accettato di buon grado l'oneroso, ma gradito incarico, fidente nel valido appoggio delle singole Patronesse e di tutte le Zelatrici Salesiane. Essendo la S. V. nella nobilissima schiera, anche alla S. V. Gentilissima rivolgiamo con fiducia il presente appello:

1) La preghiamo a diffondere la santa idea e notificare alle più zelanti Cooperatrici di Don Bosco, che le Missioni Salesiane, per il continuò moltiplicarsi delle residenze dei Missionari e delle Cappelle, difettano sempre di arredi sacri, affinchè coloro, che vogliono provvedere direttamente pianete, piviali, tunicelle, veli omerali, conopei, camici, rocchetti, tovaglie, amitti, corporali, purificatoi, manutergi, ecc., ecc., si mettano subito all'opera per poter inviare i lavori all'Esposizione che si terrà, fin da quest'anno, nella festa di Maria Ausiliatrice.

2) La preghiamo in pari tempo, a procurarci: a) stoffe di seta, velluto, damasco, in taglio; vestiti da signora, e nastri alti e bassi; b) tela di lino; e) pizzi in filo, alti e bassi, per tovaglie, camici, rocchetti, purificatoi, ecc.; d), galloni d'oro e di seta, stoffe tinte unite per fodera, ecc.; e) ed anche offerte in denaro. Sarà cura della Commissione, sotto l'immediata sorveglianza della Presidente, di provvedere alla confezione degli oggetti secondo le norme liturgiche, in proporzione del materiale e delle offerte che si riceveranno, in modo che sieno pronti per la data del 24 maggio.

L'opera è santa, e della maggiore opportunità. Perciò la S. V. Gentilissima, nel suo affetto a Don Bosco e alle Missioni Salesiane, e nel sito vivo zelo per il decoro della Casa di Dio, si degni favorirci di quel concorso, che crede migliore, ed animare altre anime pie allo stesso contributo.

Con sentita riconoscenza e profondo ossequio,

LA « COMMISSIONE ARREDI SACRI »

Lorenzina Mazè de la Roche, Presidente Contessa Elena d'Agliano, nata Meana Maria Musso-Croce Contessa Violantina Brunenghi-Salvago Irene Sola-Garelli Maria Teresa Camerana, Segretaria.

NB. - La S. V. Gentilissima è pregata a inviare gli arredi e le offerte in oggetti, e in danaro, agli indirizzi seguenti:

1) Ill.mo e Rev.mo Signor Don PAOLO ALBERA, Rettor Maggiore dei Salesiani - Via Cottolengo, 32, Torino, - contrassegnando l'invio colla dicitura: « Per gli Arredi Sacri delle Missioni Salesiane

2) Contessina LORENZINA MAZÈ DE LA ROCHE - Corso Vinzaglio, 25, Torino.

Contessina MARIA TERESA CAMERANA - Corso Oporto, 23, Torino.

Figure degne di memoria.

GIOVANNI MORASCHI Alunno del Collegio S. Giovanni Evangelista in Torino.

Giovanni Moraschi è un luminoso esempio, una dimostrazione delle più efficaci, che la vita degli istituti di Don Bosco, quando è vissuta con piena arrendevolezza dell'anima e del cuore, conduce alla santità.

Questo amabile giovanetto non ebbe, nel breve spazio dei suoi tredici anni e mezzo, nulla di straordinario, se non le virtù proprie del suo stato ch'egli praticò con sempre crescente desiderio del meglio, e una pietà ardentissima nell'interno, che al di fuori si contenne nelle manifestazioni più temperate e composte. Eppure, quei che lo conobbero intimamente e frequentarono la compagnia di lui, lo dissero un santo; e il venerando Curato della sua parrocchia, avuta notizia del sereno suo trapasso, esclamò: «Un santo di più abbiamo in cielo! »

I lineamenti di questa santità, che nella semplicità delle sue apparenze fu cosciente, convinta e voluta, ed anzi attiva verso gli altri, furono una purezza illibata, la santificazione del dovere, lo spirito di sacrificio, l'amore delle anime, un'illimitata fede nella preghiera, la divozione a Maria Ausiliatrice e al SS.mo Sacramento, infine una pazienza eroica.

Nato in Alessandria nel 1905 da ottima e agiata famiglia, ebbe da un zio sacerdote, già alunno di un Collegio salesiano, un'educazione religiosa ispirata ai principii di Don Bosco, fondata cioè sulla pietà che santifica il dovere. Sua delizia erano, fin da piccolino, i pii racconti e le storie sacre, con cui in bella maniera intratteneva i suoi piccoli amici.

All'età di cinque anni corse un giorno tutto spaventato e piangente dallo zio, perchè involontariamente aveva veduto cosa non bella. E così, messo alle scuole della città, si difese contro gli scandali, le bestemmie e il turpiloquio, che dilagavano tra i fanciulli e la gente, colla preghiera e la frequente Comunione.

Amantissimo delle cose di chiesa, desiderava di servire all'altare e non ricusava mai: per questo il suo motto era: - « Subito e sempre. »

Entrato per gli studi ginnasiali nel Collegio di S. Giovanni Evangelista in Torino, egli vide nella vita collegiale un mezzo disposto da Dio per condurlo al bene ed alla santità. Fu ottimo scolaro e bravo giovanetto: senza ostentazioni, libero, gaio, schietto, piissimo senza darlo a divedere : amava fortemente il collegio e i suoi maestri e superiori.

Tra i suoi compagni di scuola e di collegio esercitò una vera missione. Fu infatti un piccolo missionario della devozione alla Madonna, e per merito suo, di lui ragazzetto sui dodici anni, si costituì nell'istituto la Compagnia di Maria Ausiliatrice, e questa si ampliò in quella del SS.mo Sacramento per i più grandicelli. Ma principalmente lavorò a far buoni i compagni sviati dal bene. Come facesse non si vide mai: si sa, perchè lo dissero e lo scrissero gli altri dopo ch'egli morì, che pregava per loro, e li riduceva al bene facendoseli amici.

Egli possedeva il segreto di santificare il suo dovere, in cui era diligentissimo, mirando a far piacere ai suoi genitori e ai suoi professori per far piacere a Maria SS.ma e a N. Signore. Vedeva cioè nei suoi doveri, come volle D. Bosco, un servizio di Dio. E parimenti vedeva Dio nei genitori, che amava santamente, e nei suoi maestri; per essi avrebbe fatto ogni sacrifizio. E davvero questo sentimento lo condusse a sacrifizi eroici per la sua età, sforzandosi di riuscire tra i primi a malgrado della debolezza che una malattia gli aveva lasciato.

La classe, a cui apparteneva, divenne, per imitarlo, esemplare. Tra i suoi fioretti ne fu trovato uno che diceva: « Farò il possibile per eseguire, in tutte le sue particolarità., il regolamento del collegio e la volontà dei miei superiori.

S'era proposto per le vacanze di non lasciar la Comunione nelle domeniche e nelle feste. Una volta, assalito dai prodromi d'una gravissima malattia, si volle nondimeno portare in chiesa a ricevere Gesù con una febbre altissima, perchè era domenica.

Colpito irrimediabilmente al cuore, e portato a casa sua, egli rivelò, nei due ultimi mesi di sua esistenza, una serenità angelica, e una pazienza che a chiunque lo vide apparve prodigiosa e un vero dono di Dio.

Ricevette il Santo Viatico recitando da sè a memoria le preghiere della Comunione che usava dir tutti i giorni; e partecipò all'Estrema Unzione con tanta divozione che intenerì gli astanti e il Sacerdote che glie l'amministrava.

Fino all'ultimo istante si conservò calmo, tranquillo, sorridente, devoto, e d'una gentilezza squisita per quanti lo avvicinavano. La sua unica preghiera era per la Madonna sua, Maria Ausiliatrice.

E così, senza pur un istante d'agonia, spirò nelle braccia di sua mamma. il 13 giugno 1919, in Alessandria.

Il suo buon zio, nell'accoglierlo dopo due anni di collegio, aveva esclamato:-1 Salesiani me l'han fatto un santo (1).

Il Congresso Regionale dei Cooperatori del Matto Grosso.

L'annunciato Congresso, indetto dai Cooperatori Salesiani del Matto Grosso a commemorare il XXV° dell'apertura della Casa salesiana di Cuyabà e della data due volte centenaria della fondazione della stessa città capitale, si tenne sul principio dello scorso dicembre, parallelamente ai bicentenari Festeggiamenti Ufficiali dello Stato.

Per l'occasione, il Nunzio Apostolico Mons. Scapardini, Arcivescovo tit. di Damasco, si recava a Cuyabà, ove fu ospite dei Collegio Salesiano di S. Gonzalo.

Il Congresso ebbe luogo nei giorni 4, 5, 6 dicembre.

Il 4 s'inauguravano i nuovi locali per le Scuole professionali e per l'Osservatorio Mereorologico e Sismografico del Collegio Salesiano, insieme con un'Esposizione scolastica e delle Missioni.

A sera, vi fu seduta inaugurale del Congresso con discorso di S. E. Mons. De Aquino, della Pia Società Salesiana, Presidente dello Stato.

Il 6, al mattino, si compì un'escursione, capitanata dal Presidente dello Stato e dal Nunzio Apostolico, alla Scuola Agricola Salesiana di Coxipó da Ponte.

A sera, seduta di chiusura del Congresso, con discorso di Mons. Scapardini.

Tutte le sedute constarono di due parti: la prima, oratoria o dottrinale: la seconda, musicale o ricreativa. Il concorso fu eletto e numeroso. Parlarono, su temi di azione salesiana, le principali autorità governative dello Stato. La Presidenza d'onore fu tenuta dal venerando Arcivescovo Metropolitano, Mons. Carlo Luigi d'Amour: l'effettiva dal signor Luigi da Costa Ribero: segretario generale e VicePresidente effettivo fu Mons. F. Ambrogio Daidé, Vicario Generale.

Il giorno 7 il Nunzio Apostolico benedisse e inaugurò, con tutta la pompa dei sacri riti, la nuova Chiesa matrice di S. Gonzalo, non ancor ultimata, ma già in istato da essere aperta al divin culto.

Nello stesso giorno, lo stesso Mons. Scapardini incoronava !'immagine di Maria Ausiliatrice, con assistenza dei Vescovi presenti in Cuyabà, cioè del Presidente, del Metropolitano, di Mons. da Rocha Vescovo di Corumbà, e di Mons. Galibert, Vescovo di S. Luiz de Caceres. Seguì la benedizione eucaristica, nella quale venne usato, per la prima volta, un ricco e artistico ostensorio d'oro e brillanti, offerto dalle ascritte all'Associazione dei divoti di Maria Ausiliatrice all'eccelsa Patrona.

La sera dell'8, nel giardino Luigi Albuquerque, vi fu una grande Kermesse, o festa delle rose, promossa dalle cooperatrici a beneficio della Chiesa di S. Gonzalo.

Il 9 Mons. Scapardini celebrò nella cappella delle carceri: i prigionieri erano stati preparati ai SS. Sacramenti da un salesiano: per la circostanza Mons. d'Aquino mandò a tutti dolci e confetti.

I Cooperatori offersero a Mons. Scapardini un banchetto ufficiale, il giorno innanzi alla sua partenza.

Congratulazioni vivissime ai promotori del Congresso, che riuscì per Cuyabà un avvenimento memorando. Speriamo di darne altri particolari nel prossimo numero.

In occasione degli accennati Festeggiamenti Bicentenari, il S. Padre ha nominato Mons. De Aquino Assistente al Soglio Pontificio e Conte Romano.

Una preghiera.

Man mano che si va avanti in questo dopoguerra, noi sentiamo il bisogno di rendere viva e penetrante l'umile ma volenterosa opera nostro. Invochiamo il consiglio e la cooperazione di tutti. In modo particolare reclamiamo ed attendiamo i resoconti di quelle opere nuove, che imposte dai bisogni dei tempi, sono sorte in molti luoghi, mediante l'appoggio efficace degli Ex-Allievi e dei Cooperatori.

In pari tempo Preghiamo i nostri Direttori ad inviare alla Redazione del Bollettino Salesiano Via Cottolengo 32 Torino, almeno una copia (possibilmente due) di ogni periodico salesiano locale, edito in qualunque lingua, sia dai Salesiani, sia dalle associazioni di Ex-Allievi. L'invio sia fatto direttamente.

Nella Festa di S. Francesco di Sales.

ROMA.

La festa di S. Francesco di Sales, per la presenza del rev.mo sig. D. Albera, assunse quest'anno particolare splendore nella Chiesa del S. Cuore di Gesù in Roma. I Cooperatori ebbero apposito invito dall'Ispettore Don Tomasetti.

« L'egoismo - diceva la Circolare - l'odio, la violenza, che scaturiscono dalla sete dei beni della terra, svanirebbero come per incanto, se nei cuori degli uomini dominassero i soavi principi dell'amor di Dio e dell'amor del prossimo, quali furono professati dal nostro celeste Patrono. Invero la carità, di cui S. Francesco di Sales fu maestro, era non solo teorica, ma anche operativa di bene, essendosi egli adoperato a promulgare i principi e ancor più ad avvalorare, coll'esempio d'una vita tutta intesa al bene del prossimo, l'efficacia pratica della legge amorevole di Gesù Cristo.

» In lui tenne fisso lo sguardo il Ven. Don Bosco sin dall'inizio del suo ministero, modellando il suo zelo su quello così soave ed attraente del santo Vescovo di Ginevra, per diventare l'apostolo ammirato e benedetto dei giovani dei tempi nostri; ed in lui devono fissare lo sguardo i Salesiani e i Cooperatori, se bramano che la carità della loro grande istituzione sia davvero un riverbero di quella luce d'amore. Quindi il bene, il vero bene, l'unico bene dei poverelli ci unisca nei nomi, benedetti e cari, del Venerabile Don Bosco e di San Francesco di Sales. »

La Conferenza ai Cooperatori fu tenuta da S. Ecc. Rev.ma Mons. Giuseppe Ridolfi, Arcivescovo titolare di Irenopoli, la domenica 25 gennaio.

Il 29 celebrò la messa della Comunione generale S. E. Rev.ma il Card. Giovanni Cagliero. Il sig. D. Albera cantò la messa solenne, assistito pontificalmente da Sua Eminenza Rev.ma il Card. Teodoro Valfrè di Bonzo. Ai secondi Vespri pontificò S. E. Rev.ma Mons. Americo Bevilacqua, Arcivescovo titolare di Scitopoli, e disse il panegirico del Santo il rof. D. Rosario Mammani. Impartì solennemente la Benedizione Eucaristica l'Em.mo Card. Cagliero. Nello stesso giorno convenne benevolmente al S. Cuore anche l'Em.mo Sig. Card. Andrea Carlo Ferrari, Arcivescovo di Milano. Una festa solennissima. La Schola Cantorum dell'Istituto eseguì scelta musica. Gustatitissima l'antica Messa di S. Cecilia del Card. Cagliero, ritoccata, secondo le norme liturgiche, dal Maestro D. Antolisei.

TORINO.

Nella Basilica di Maria Ausiliatrice.

Togliamo dal « Foglietto mensile parrocchiale »: La festa di S. Francesco di Sales, favorita da un sole veramente primaverile, si svolse con la massima solennità nella Basilica, sontuosamente addobbata, coane per le maggiori solennità, tra un affollato concorso, in cui notavansi sopratutto numerosi Cooperatori e Cooperatrici di ogni parte della città. La maestà nelle sacre funzioni compiute coi riti pontificali da S. E. R.ma Mons. Giovanni Garigliano, Vescovo di Biella; le melodiose armonie eseguite con finezza di sentimento dalla Schola Cantorum dell'Oratorio Salesiano; e la elevata parola del R.mo Teol. Francesco Facta, Curato a S. M. del Carmine, che disse il panegirico del Santo, furono, insieme con la frequenza dei Sacramenti, le caratteristiche della solennità dell'amabile Patrono delle Opere Salesiane.

Nella Chiesa di S. Giovanni Evangelista, il 2 febbr.

Conferenziere fu il rev.mo Dott. Don Bartolomeo Fascie, Direttore Generale delle Scuole e degli Studi della nostra Pia Società. Egli illustrò lo scopo della Pia Unione dei Cooperatori per animare i presenti ad attuarlo in modo sempre più intenso ed efficace: li ringraziò, a nome del sig. Don Albera, dell'aiuto così volenterosamente prestato alle Opere Salesiane, e li pregò a volerlo assistere nei bisogni, sempre più gravi, dell'ora che volge.

Il rev.mo sig. Don Albera, ritornato da Roma -assistette alla Conferenza dal presbitero, e impartì, in fine, la benedizione eucaristica. La Schola cantorum dell'annesso Istituto, sotto la direzione del M° D. Giovanni Pagella, rese più devota la cerimonia con scelta musica liturgica.

VERONA.

Per la prima volta, dopo che fu sgombrato dall'ospedale militare, si celebrò nell'Istituto Don Bosco la festa di S. Francesco di Sales e si tenne la Conferenza ai Cooperatori. Le funzioni religiose si svolsero con pompa devota e la giornata si chiuse con un'operetta in musica. Il ch.mo Mons. Michelangelo Grancelli tenne la conferenza, esponendo le opere di assistenza morale e materiale, compiute dai Salesiani e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice durante la guerra.

TRENTO.

Nell'Istituto Salesiano: - Commoventissima - scrive il Nuovo Trentino - fu la funzione del mattino coll'intervento di Sua Altezza il nostro Principe Vescovo, che dopo aver rivolto la sua benevola e persuasiva parola agli allievi dell'istituto, impartì loro la S. Comunione. Quanta dolcezza in quelle parole, e come strappava le lagrime quella scena di fede e di pietà vivissima! Nel pomeriggio il teatrino, già gremito di spettatori e ornato graziosamente, accoglieva Sua Altezza fra gli applausi al suono dell'inno salesiano. All'inno seguì l'operetta « Un 'ora di vacanza », che suscitò il buon umore e la più schietta allegria. Quindi l'ottimo Mons. Michelangelo Grancelli di Verona cominciò la conferenza. La sua parola franca, intelligibile, commovente, attirò subito l'attenzione dell'uditorio. Egli esordì con una allusione così felice alla libertà finalmente acquistata dal Trentino e alla, nobile fermezza dimostrata in modo speciale da Sua Altezza, che suscitò negli astanti un vero entusiasmo e calorosi segni di approvazione. In seguito, nella sublime figura di Don Bosco e in quella dei suoi Successori, che, all'impero, d'una voce superiore, sorsero animosi alle opere della fede e della carità, mostrò, a vivi colori, il bene che compie l'Opera salesiana. Colla sua calda parola l'insigne conferenziere fece toccare con mano il miracolo di provvidenza e di amore che Dio operò nel secolo XIX, secolo di grandi vizi e di grandi virtù, mediante l'apostolo della carità, Don Bosco, che seppe diffondere in tutto il mondo i raggi benefici della fede e la più insigni opere di beneficenza, specialmente a favore della gioventù, praticando la massima di prevenire il male anzichè reprimerlo. Le altre produzioni in canto e in prosa - conclude il sullodato giornale - che i bravi giovani svolsero con tanta franchezza, confermarono sempre più la stima e l'ammirazione che godono gli allievi ed i maestri di quel simpatico Istituto.

MODENA - SCHIO.

Lo stesso infaticabile Mons. Grancelli tenne altre importanti conferenze.

A Modena, nella chiesa di S. Vincenzo, tratteggiò la figura del Ven. Don Bosco attraverso l'opera sua. «Rievocata brevemente l'umile origine della Istituzione Salesiana, che paragonò al piccolo grano di senapa del Vangelo, la seguì - con rapida sintesi e dati precisi - attraverso le più svariate sue manifestazioni: missioni, collegi, ospizi, oratori, circoli, colonie agricole ecc., fino a presentarla all'albero gigante, che oramai estende i suoi rami attraverso tutto il mondo. L'argomento - scrive l'Avvenire Italia - non poteva essere più adatto per lumeggiare l' adente carità e lo zelo instancabile del Ven. Don Bosco e dei suoi figli, nè il discorso meglio condotto per tener avvinto uditorio. Quando poi l'oratore accennò ai disagi che la guerra aveva causati, e per conseguenza alla necessità di riedificare materialmente e moralmente, ed indicò l'Opera salesiana quale ancòra di salute per tanti profughi, per tanti figli di richiamati e di caduti in guerra, l'uditorio che lo aveva seguito fin qui religiosamente, si trovò assorto e pendente dal suo labbro in modo da potersi veder chiaro, come la stima e l'affetto dell'oratore per l'Opera salesiana, si fossero trasfusi e penetrati nel cuore di tutti ».

A Schio lo stesso dotto conferenziere intrattenne il numeroso uditorio, per circa un'ora, sui colori, simboli e significato dello stemma che Don Bosco scelse per la Pia Società Salesiana.

A sera il degnissimo Arciprete Mons. Dalla Costa Dott. Elia fece, soli sue parole, un po' di catechismo, spiegando che cosa vuol dire Cooperatore Salesiano. Un solenne Te Deum in ringraziamento al Signore di avere, dopo due anni di forzato esilio, ricondotto i Salesiani in sede propria, e la Benedizione del SS. Sacramento chiusero la bella festa, che tanta buona impressione lasciò negli Scledensi che, in bel numero, vollero ascriversi all'Unione dei Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane.

PARMA.

A Parma, il 31 gennaio, si tenne la conferenza Salesiana nella sala maggiore del palazzo vescovile, presente S. E. Mons. Vescovo e un eletto pubblico. «Presentato dal prof. D. P. Lingueglia - scrive l'Era nuova - il rev.mo Don Emanuele Caronti, -Abbate di S. Giovanni Evangelista, ha tratteggiato con parola elevata e con sentimento di ammirazione la figura e l'opera di Don Bosco. Chi ha veduto in Don Bosco soltanto l'uomo sociale e politico, non ha veduto l'elemento fondamentale nella sua personalità. Don Bosco fu prima di tutto un'anima profondamente cristiana e sacerdotale, e dalla scuola del Vangelo trasse l'ispirazione e le norme della sua azione pubblica. L'oratore, con chiarezza mirabile, tracciò le grandi linee della pedagogia e dell'Opera salesiana, suscitando nell'uditorio un senso di ammirazione, che si manifestò spontaneo in un caldo applauso, alla fine della bella conferenza. S. E. Mons. Vescovo chiuse l'adunanza richiamando i presenti al pensiero del grande bene, che i salesiani fanno da tanti anni nella nostra città, e raccomandando il caro collegio di S. Benedetto all'appoggio morale e materiale di tutti i cittadini di Parma. »

FIUME.

Anche a Fiume, in occasione della Festa di San Francesco di Sales, si tenne la Conferenza ai Cooperatori. Invitati dal Direttore. del locale Oratorio Salesiano, convennero in buon numero nel salone teatro dell'Istituto S. Cuore, benevolmente concesso. Oratore fu il P. Reginaldo Giuliani, dei Predicatori, Cappellano degli Arditi, che svolse il tema: « l'opera divinata da Don Giovanni Bosco, mentr'era ancora fanciullo, veduta, a volo rapido, nel rigoglio della sua espansione, attraverso gli effetti benefici a pro' dell'umnatità, particolarmente della gioventù povera ed abbandonata. »

VIENNA.

Leggiamo nella « Sonntagsglocke » di Vienna del 9 febbraio: « Degnamente si celebrò la festa di San Francesco di Sales presso i figli di Don Bosco del III° distretto, Hagenmüllergasse 43. Essa venne iniziata alla vigilia, con una festa delle Missioni, cioè con una Conferenza del Missionario Salesiano P. Schütte e la rappresentazione del dramma « Il nemico del Messia ». Il giorno della festa, dopo la Comunione generale di tutti i circoli giovanili, il Prof. Dott. Junitzer, Decano dell'Università di Vienna, celebrò la Messa solenne. La sera, nella radunanza dei Cooperatori Salesiani, il direttore della Casa parlò dello sviluppo dell'opera salesiana, rilevando, come malgrado i tempi critici sorsero nell'ultimo anno 6o nuove fondazioni dei Salesiani e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice.

» La Conferenza ufficiale fu tenuta dal celebre Padre Redentoriata Foreitnik, il quale dinanzi al numeroso uditorio seppe maestrevolmente dipingere la figura del grande Apostolo della gioventù, eccitando tutti all'appoggio dell'Opera di Don Bosco a Vienna. I soci del. Circolo Giovani Bosco diedero prove della loro arte drammatica e raccolsero grandi applausi, mentre la Schola cantorum e le bande delle diversi sezioni giovanili contribuivano con un ricco programma all'abbellimento della festa. »

NB. - Faremo cenno di altre relazioni, che ci furono gentilmente inviate, nel prossimo numero.

(1) Di questo giovanetto narra la vita il Dott. D. Alberto Caviglia, che gli fu maestro, in " Un Piccolo Santo - Giovanni Moraschi„ - Tip. Editrice Internazionale, Torino, 1920. - È una biografia che farà del bene ai grandi e ai piccoli; ai primi, in una minuta analisi del sistema educativo di Don Bosco, additerà un modo facile di praticarlo: ai secondi, con gli esempi esemplarmente affascinanti del " Piccolo Santo „ insegnerà non solo a corrispondere generosamente alle cure dei genitori e degli educatori, ma a farsi apostoli tra i compagni.

LETTERE DEI MISSIONARI

CINA

La nuova Missione Salesiana del Leng-Nam-Tou-Yin. (Relazione del Missionario D. Luigi Versiglia)

La nuova Missione Salesiana in Cina comprende la regione del Leng-Nam-Tou-Yin, o del Pak-Kong, ossia del fiume del Nord, cioè la parte più settentrionale della provincia di KwangToung, tra il III° 7' e il 114° 3' di longitudine e il 23° 9' e il 25° 3' di latitudine. La sua superficie è di circa 34.000 kmq. e la popolazione di circa 3 milioni di abitanti.

CONFINI. - La conformazione geografica del paese si avvicina sensibilmente ad un triangolocolla base al Nord e il vertice al Sud. A Nord confina coll'Hu-Nam e col Kiang-Si; il lato Est col Kiang-Si e col resto del Kwang-Toung; il lato Ovest col Kwang-Si, e col resto del KwangToung.

Fiumi. - Un gran fiume, il Pak-Kong, o PeKiang, attraversa tutta la regione, dal Nord al Sud. Il Pak-Kong nasce alle frontiere dell'HuNan e attraversa la Sotto-prefettura di LokCheong, da cui prende il 1° nome che conserva durante il corso di 1oo km. circa. In seguito si unisce all'importante fiume di Nam-Hong o Ci-Heng. A sua volta il fiume di Nam-Hong, prima di unirsi con quello di Lok-Cheong e formare il Pak-Kong, riceve due importanti affluenti:. cioè il fiume di Ci-Heng e quello di Yan-Fa, che attraversano le Sotto-prefetture omonime.

Un ultimo fiume viene ad ingrossare il PakKong, ad una settantina di chilometri verso Sud, prima di uscire dal Len-Nam-Tou, cioè il fiume detto di Lin-Ciau, dalla Sotto-prefettura omonima.

ASPETTO DELLA REGIONE. - L'aspetto della regione è tutto montagnoso. Una corona di montagne, a guisa di Alpi, la cinge al Nord, formandone i naturali confini, che la separano dall'Hu-Nan e dal Kiang-Si, raggiungendo talvolta l'altezza di quasi 2ooo metri. Altre catene seguono gli andamenti più bizzarri e determinano le direzioni molto tortuose dei fiumi; ordinariamente dal Nord al Sud, convergendosi verso il fiume Pak-Kong nel centro.

A Ci-Heng, nel Yan-Fa e nel Lok-Cheong, durante l'inverno, le montagne si coprono di neve. Curiose sono le montagne del Yan-Fa, formate da blocchi granitici, rossastri e isolati l'uno dall'altro, da 200 a 300 metri, aventi le forme più bizzarre di grossi animali accovacciati, di superbi edifizi, di cattedrali e di guglie troncate, di grandi tombe romane e persino di statue gigantesche. Venendo per la via mandarinale, che dal Ci-Heng conduce al Yan-Fa, si ha quasi l'impressione di vedere una gran città, con altissime mura e bastioni e torri, e, all'intorno, un'immensa quantità di edifizi grandiosi, abbattuti e corrosi dai secoli e dalle intemperie. Tutto ciò è effetto dell'aggruppamento di dette montagne. Tra le altre, quelle dette di. TanHa, per le grotte, per i deliziosi luoghi di ritrovo e per i panorami meravigliosi che offrono, sono una delle meraviglie della Cina.

CLIMA. - Il clima è quello della zona temperata; all'inverno discende fino ad otto o nove gradi sotto zero; all'estate sale sino a 34 centigradi.

DIVISIONE POLITICA. - La nuova missione, politicamente, comprende una Prefettura indipendente, detta di Shiu-Chau, che ha per capitale Shiu-Kwan, situata nel cuneo formato dalla confluenza dei due fiumi di Lok-Cheong e di Nam-Hong.

La Prefettura si divide in undici sottoprefetture: Kuk-Kong e Ue-Uen al centro ; NamHong e Ci-Heng al nord-est ; Yan-Fa e LokCheong al nord; Lin-Ciau e Lin-Shan al nordovest; Yeong-Shan al sud-ovest ; Yeng-Tak e Yeong-Uen al sud-est.

CITTA PRINCIPALI. - Le città principali sono: Shiu-Kwan e Nani-Hong.

Shiu-Kwan aveva l'antica dogana imperiale, dove passavano tutte le mercanzie, che da qualunque punto del Nord discendevano al Sud, o viceversa. Era un importantissimo centro di commercio e il deposito generale dei materiali di scambio: sete, pelli, carni salate, te', legnami per costruzione e per ardere, porcellane, ecc.

Per Shiu-Kwan dovevano passare tutti i Missionarii che si dirigevano al Nord. Essi, seguendo la via mandarinale al fianco del fiume di Lok-Cheong, attraversavano il passo di CheLeng, per entrar nell'Hu-Nan e nel Fu-Pak, e salivano su su fino a Pekino; o, seguendo un'altra via mandarinale, quella di Nam-Hong, varcavano il passo di Mei-Leng, ed entrati nel Kiang-Si, salivano fino a Shangai e a Nan-King.

Le visite della dogana di Shiu-Kwan erano cosa rigorose per gli stranieri che incutevano terrore; solo dopo averle subite, potevano respirare.

Dalla città di Lok-Cheong a dieci leghe verso Nord, esiste ancora una famiglia cristiana, che ospitava i Missionarii colà di passaggio. Di certo, dopo aver superate tutte le difficoltà d'un viaggio di circa un mese (tanto ci voleva da Canton a Shiu-Kwan) e le difficoltà ben più gravi della dogana di Shiu-Kwan, non doveva loro sembrar vero di potersi fermare a tutto agio presso quella buona famiglia, la quale, animata. dallo spirito di fede, li ospitava con gran premura, e faceva loro dimenticare, per qualche giorno, i disagi patiti, e infondeva in essi un po' di lena per continuare il viaggio. Oggi, in ferrovia, è un viaggio che si fa in dieci ore, e la dogana, allora tanto terribile, è quasi interamente aperta agli Europei.

La città di Shiu-Kwan ha perduto molto della sua importanza, specie dopo la costruzione delle ferrovie del Nord, che attirarono la maggior parte del commercio, anche dal centro della Cina, verso Tientsin e Shangai; ma è sempre uno dei primi centri, che riprenderà l'antico commercio, non appena saranno finite le linee ferroviarie gìà progettate, anzi incominciate, che attraverseranno quei luoghi.

A Shiu-Kwan faranno capo almeno tre linee ferroviarie. Una è quella che da Canton sale fino a Han-Chau, a Pekino, a Tientsin, a Mukden, a Karbin, e si congiunge alla Transiberiana. Di questa linea è ultimata la parte Nord fino a Han-Kan nell'Hu-Nan: della parte Sud manca il tratto tra Canton e Shiu Kwang, che sarebbe già compiuto, se i lavori non fossero stati interrotti dai continui torbidi guerreschi tra il Nord e il Sud della Cina.

Una seconda linea è quella che andrà da Shiu-Kwang a Yan-Fa, ed una terza, partendo da Shiu-Kwang, in direzione di Nam-Hong, si spingerà nel Kiang-Si.

Le cristianità di Skiu-Kwang risalgono al tempo della predicazione del P. Matteo Ricci, della Compagnia di Gesù. Questo celebre missionario marchigiano (nacque a Macerata), cacciato da Shiu-Heng, fu condotto da un mandarino, suo amico, a Shiu-Kwang, e vi fondò diverse cappelle, sgraziatamente distrutte.

Dopo Shiu-Kwang la città più importante è Nam-Hong, antichissima e ben situata, essendo l'emporio del commercio del Kwang-Toung col Kiang Si.

ABITANTI. - Gli abitanti della regione sono distinti in tre razze: i Miau-Tze, considerati come i veri aborigeni; i Pun-Ti, ossia i primi conquistatori del luogo ; e gli A-Kà, o razze sopraggiunte.

1) I Miau-Tze. - I Miau-Tze sono pochissimi, e s'incontrano solo nelle Sottoprefetture di Lin-Ciau e di Lin-Shan. Distrutti e cacciati, in gran parte, ai tempi delle emigrazioni delle razze, che discesero dal bacino del fiume Giallo e che poi costituirono l'attuale popolazione cinese, i pochi superstiti, anzichè sottomettersi, si ritirarono nelle montagne, formandovi dei villaggi indipendenti, segregati da tutti.

Le autorità cinesi non hanno alcun potere su di loro. Essi accettano le leggi, a piacimento e ad arbitrio; dirimono le questioni tra loro ed hanno i proprii capi di villaggi, con diritto di vita e di morte sopra tutti i dipendenti. Si affacciano raramente nelle città principali, solo per le permute; poi si ritirano. Si sa che i loro costumi sono molto depravati; conoscono poco e rispettano poco l'unione famigliare, e forse, anche per questo, il loro numero non si moltiplica. Le donne non si vedono mai. A chi tenta penetrare nei loro villaggi offrono anche dei donativi, purchè tornino indietro: e si oppongono colla violenza, a chi volesse a tutti i costi penetrarvi.

2) I Pun-Ti. - Questo non è un nome propriamente etnologico, che indichi una razza particolare, ma designa i primi conquistatori o abitanti di un dato paese, qualunque sia la loro razza e provenienza. In questo senso qualsiasi paese ha i suoi Pun-Ti.

I Pun-Ti del Leng-Nam-Tou costituiscono ordinariamente dei villaggi interi, ove gli abitanti portano tutti lo stesso cognome, perchè discendenti da uno stesso stipite. La somiglianza della loro lingua colla lingua Ok-Lo li direbbe originarii del Fuk-Kien. Emigrati, forse, a causa delle molte rivoluzioni si dispersero nelle migliori vallate, del Leng-Nam-Tou, che trovarono disabitate, o donde gli antichi abitanti avevano emigrato, e là, cresciuti in numero, formarono gli accennati villaggi, ciascun dei quali si considera come padrone di tutta la vallata: di qui il nome di Pun-Ti, ossia: È terra nostra. Qualsiasi altro individuo non discendente dalla medesima famiglia, che in seguito volle stanziarsi in quei luoghi, dovette comprare il diritto d'innalzarvi case e di coltivare i terreni: e d'ordinario l'antica famiglia Pun-Ti si è riservato il diritto d'origine, riconosciuto dal compratore mercè il pagamento di un canone annuo, ai cui frutti partecipano tutti gli abitanti del villaggio, secondo l'ordine stabilito nel Registro delle famiglie.

Questo libro ha un'importanza capitale nelle relazioni famigliari dei Cinesi, perchè costituisce una specie di codice amministrativo, legale e penale. Ogni grande famiglia, cioè tutto un villaggio, o meglio tutti quelli aventi lo stesso cognome, ha il suo registro, nei quali sono notati tutti i discendenti del capo stipite, nonchè tutti gli atti importanti relativi a ciascuno; quindi è la regola delle successioni nei beni privati e della distrìbuzione dei beni comuni. A questo modo i fondi comuni diventano inalienabili, richiedendosi per l'alienazione il consenso di tutti e singoli i membri della grande famiglia.

Ma la particolarità più curiosa di questi libri sta nel fatto che essi determinano in precedenza anche i nomi dei futuri discendenti e ciò in perpetuo, sicchè i padri sanno già quali nomi avranno i loro figli, nipoti e pronipoti; come, dal nome di un individuo, si può dedurre immediatamente il grado di parentela che esso ha. con un altro qualsiasi dello stesso cognome, quanto disti dal capo stipite, quanto gli tocchi nella distribuzione dei beni comuni, e in quale graduatoria.

Questa determinazione avviene in un modo semplicissimo. Il capo stipite compose alcuni versi, dei quali la prima parola è costituita dal suo nome, e questo deve passare a tutti i suoi discendenti. I figli aggiunsero al nome del padre, conce loro nome proprio, la seconda parola del verso e, dopo questa, altri nomi a libera scelta. I nipoti invece, abbandonata la seconda parola, aggiunsero al nome del nonno la terza, i pronipoti la quarta, e via di seguito. Quando tutte le parole dei versi sono esaurite, si comincia da capo. In questo modo, mentre si conosce tutta la discendenza, avendo lo stesso cognome, con tutta facilità si conosce altresì il grado di parentela.

Nello stesso libro sono scritte, a modo di legge, anche le usanze da osservarsi nei genetliaci, nei matrimoni e nei funerali: le feste e le cerimonie superstiziose da praticarsi nelle diverse epoche dell'anno: e così si perpetuano i costumi patriarcali del capostipite.

Il libro di famiglia contiene anche le pene da infliggersi per certi delitti. Ad esempio: in alcuni luoghi l'adulterio è punito col mettere i colpevoli in un grande cesto di bambù, e nel tuffarli insieme e annegarli nelle acque del fiume. Essendo una legge famigliare, si pratica infallantemente nella famiglia colpita dal disonore, e le autorità non vi hanno nulla da ridire.

Non voler sottostare alle leggi e alle prescrizioni sancite dal libro di famiglia, vuol dire rinunziare alla famiglia stessa, e, quindi, perderne i diritti. Ciò avviene a coloro che si fanno cristiani, e questa è una delle gravissime difficoltà per la conversione dei Cinesi.

3) Gli A-kà. - Il nome, benchè significhi solamente ,famiglia ospitata, tuttavia è omai entrato nell'uso per significare una razza unica, quantunque sparsa nel Kwang-Toung e nel Kwang-Si, nell'Hu-Nan Sud e nel Fu-Kien.

Gli A-kà sembrano oriundi, la maggior parte, dal Shan-Toung, e parte anche dal ShanSi e dal Ngan-Hwui, donde furono obbligati ad esulare, in seguito a sanguinose persecuzioni, che cominciarono ai tempi della dinastia dei Ts', tra il 249 e il 209 av. G. C.

Stabilitisi nell'Hu-Nan, nel Ngan-Hwui e nel Kiang-Si, parte vi rimasero cambiando nome ; ma i più, a causa di un'altra persecuzione, furono costretti ad abbandonare anche quella regione circa 6oo anni dopo, spargendosi verso i confini del Fu-Kien, o sulle montagne che separono il Kiang-Si dal Kwang-Toung.

Dal 196o al 1279, come soldati, furono forti sostenitori della dinastia dei Sung; ma, all'avvento dei Mongoli, gli A-kà dovettero ancora una volta esulare dal Fu-Kien e discesero. nel Kwang-Toung, in maniera da rovesciare quanto loro si parava davanti; misero il quartiere generale nel Ka-Yn-Chiu e, sempre a causa di rivoluzioni o di sommosse, si sparsero per tutto il Kwang-Toung, nel Kwang-Si e perfino nell'isola di Hai-Nan.

Gli A-Kà del Leng-Nam-Tou, invece, vennero direttamente dal Ka-Yn-Chiu.

In generale gli A-Kà sono molto robusti, attivi, anzi invadenti; il che spiega, alquanto, le molte persecuzioni subite e le continue discordie con i Pun-Ti.

Vendicativi e tenaci nelle loro superstizioni, pongono altrettanta fermezza e costanza nella pratica del bene.

La donna A-kà non ha mai i piedi fasciati, perchè lavoratrice; essa, oltre all'allevamento dei figli, attende ai lavori della campagna, anche ai più pesanti, come il taglio e il trasporto della legna. Quindi per gli A-kà, in generale, prender moglie vuol dire comprarsi una bestia da fatica.

PRODOTTI DEL PAESE. - Come per tutte le regioni meridionali della Cina, la principale coltivazione di questo paese è il riso. Vi si coltivano anche, ili: minor quantità, il frumento, la cui farina serve specialmente per far dolci, il mais, da cui si ricava una specie di vino, e la patata dolce, usata come nutrimento invernale.

Intensa è invece la coltivazione degli alberi fruttiferi, del melo, dell'arancio, del pesco, del castagno: degli arachidi e della camelia, da cui si estrae l'olio: del tabacco, che abbonda in modo speciale al nord: della canna di zucchero e del te'. Ve ne sono delle qualità anche celebri, come il te' del Fong-Tong e quello del Fu-Hang

Nelle montagne di Fong-Tong all'Est della Sottoprefettura del Ci-Heng, trovai varie specie di viti selvatiche che producono uve non del tutto disprezzabili, già mature nel mese di lu glio: segno che con una coltivazione razionale, specie coll'importazione di germogli scelti, potrebbero dare buon frutto.

Il terreno è dunque abbastanza produttivo: ne fanno fede anche alcune esperienze dei missionari, e non mancando di corsi d'acqua e abbondando di pascoli aromatici, vi si potrebbero anche stabilire ottimi allevamenti di bestiame.

V'è pur una grande e multiforme ricchezza di legnami, specialmente di pino, abete, larice, cipresso. Abbonda altresì la canfora ed il sandalo e vi sono qualità svariatissime di eucalyptus e di bambù. Vi sono foreste immense di bambù, che è la pianta provvidenziale della Cina. Infatti col bambù fanno sedie, divani, letti, cesti, stuoie, scodelle, mestoli, pipe, scope, scatole e e cento altri oggetti. Le qualità più fini sono un ornamento pei giardini, mentre quelle più grosse vengono sfruttate in modi svariatissimi.

Questi bambù, di circa 25 cm. di diametro e 15 metri di altezza, servono a far travature alle capanne dei. contadini, armature e ponti resistentissimi per le fabbriche, scale a pinoli lunghissime e relativamente molto leggere. Spaccati in striscie di due o tre centimetri di larghezza, oltre ai diversi usi domestici suindicati, si adoperano per formare una specie di cemento armato, che usano nel costrurre le case, cui si vuol dare una solidità a tutta prova. Spaccati in striscie più sottili ancora, si usano per intrecciare grosse gomene, con cui, di solito, i Cinesi rimorchiano i vapori. Finalmente sminuzzati e macerati nella calce, offrono un materiale eccellente per le fabbriche di carta, di cui abbonda la regione.

Anche la foglia del bambù serve a fare coperture per le case della povera gente, mentre la radice dà un bulbo squisitissimo, molto rinfrescante.

Essendo il paese montagnoso, abbonda anche di miniere, le quali sarebbero di prezioso commercio, se la superstizione degli abitanti, l'ingordigia dei mandarini e le località poco sicure non sconsigliassero di farlo. Tuttavia, in questi ultimi anni, s'è cominciato a fare qualche cosa.

Nel Kuk-Kong si sta sfruttando su vasta scala l'antimonio ed il piombo; nel Lok-Cheong il wolfrang che si trova proprio a fior di terra. La pietra wolfrang, tal quale si trova, portata sul mercato di Lok-Cheong si vende non meno di di 35 o 40 franchi al quintale. Un brav'uomo del paese, ignaro di tanto valore, la usò per costruirsi una casa, ed ora si domanda se gli convenga più conservarsi la casa, oppure abbatterla e venderne la pietra. Evidentemente il secondo partito è più vantaggioso.

Nel Yan-Fa sono in attività le miniere di zolfo; nel Ci-Heng di argento e ferro; nel NamHong di oro; nel Yeng-Tak di ferro,

L'antracite (carbone) si trova in molti luoghi a fior di terra, ma di qualità molto scadente, che arde con troppa difficoltà.

In un'escursione nella Sottoprefettura di Ci-Heng, ad un'ora di distanza dal fiume, incontrai una grande montagna di marmo di un color rosso vivissimo, screziato da vene bianche; e la stessa qualità, ma di un color nero più vivo, la vidi in un'escursione nel Lok-Cheong.

Nel Ci-Heng abbonda anche la porcellana per le stoviglie, e ve ne sono molte fabbriche; qualcuna delle quali appartiene a cristiani. La materia, al dire di persone competenti, è ottima, mentre la lavorazione è rudimentale.

LE NOSTRE SPERANZE. - La regione è ricca per prodotti naturali: e noi, se avremo forti mezzi, sia pecunarii, sia di personale, giovandoci degli stessi elementi locali, potremo far molto bene alla popolazione, non solo dal lato religioso, ma anche dal lato civile e commerciale. Confidiamo quindi nella beneficenza dei cuori generosi, nell'appoggio delle autorità, e sopra tutto nella benedizione di Colui, il quale disse:

- Andate, ammaestrate tutte le genti!

Sac. LUIGI VERSiGLIA, Salesiano.

La Consacrazione della Missione del Leng Nam Ton a Maria Ausiliatrice.

Spigoliamo da una lettera del Missionario Don Giovanni Guarona, da Shiu Kwan:

Il 24 ottobre 1919 , fu il giorno caro e bedetto, che segnò la solenne consecrazione di tutti noi, della Missione nostra, e dei nostri cristiani a Maria Ausiliatrice. La bella statua della Vergine, portata da Don Garelli, era rimasta troppo a lungo rinchiusa nella povera cassa, nella quale era giunta fin qui. Non doveva restare più nascosta, ma dall'alto dell'altare ricevere le nostre suppliche.

La cerimonia si svolse così. Fin dalla sera del 23 ottobre la bella immagine di Colei che a Torino ci aveva dato la materna benedizione, come pegno di futuri trionfi, adorna di semplici fiori, veniva collocata sull'altare dell'umile cappelletta.

Il mattino del 24 le messe si succedettero al suo altare, e alle 7 1/2 il nostro amatissimo Superiore Don Versiglia celebrava la messa votiva solenne di Maria Ausiliatrice, presenti tutti noi; intendendo con ciò consacrare alla Vergine tutti i confratelli e la nuova Missione affidata alla Pia Società Salesiana in Cina.

Alla sera, dopo la benedizione col SS. Sacramento, si ripetè parola per parola, l'atto di consacrazione a Maria Ausiliatrice, che fu recitato, nel dì memorando del Giubileo del Santuario, di Torino, dal rev.mo sig. Don Albera e dagli altri Superiori.

Nè quì terminò il nostro omaggio. Per mettere anche i nostri cristiani a parte di quell'atto solenne, la domenica seguente venne ripetuto con maggior pompa, anche per implorare una speciale benedizione sul viaggio, che, all'indomani, intraprendemmo tutti per le nostre residenze

Numerosi furono gli accorsi e consolante l'affluenza ai Santi Sacramenti.

Certo, il luogo ove si svolsero queste funzioni non è una cattedrale, e nemmeno un piccolo Santuario di Maria Ausiliatrice; ma tutti, con profonda emozione, avemmo chiara la visione del non lontano avvenire, in cui, anche in Cina si celebreranno solennemente le glorie delle nostra Patrona e se ne magnificheranno i trionfi

IL CULTO DI MARIA AUSILIATRICE

Nel Santuario, il 24 del mese,

si compiono, mattina e sera, devote funzioni in onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino, ha luogo la messa della Comunione generale, seguita dalla Benedizione Eucaristica: - alla sera, alle 20, un'ora di adorazione predicata - ed è il popolo di Valdocco, con le associazioni della Parrocchia, che con vivissima fede accorre alla devota funzione.

Vogliano i buoni Cooperatori e le pie Cooperatrici unirvisi in ispirito.

In onore di Maria Ausiliatrice.

A PALERMO, nell'Istituto Don Bosco, il 24 gennaio u. s. l'Em.mo Card. Alessandro Lualdi, accolto festevolmente da un popolo pieno di giubilo, tra la commozione dei presenti, procedette alla pia funzione, benedicendo solennemente un'artistica statua di Maria SS.ma Ausiliatrice; quindi tenne all'affollato uditorio un discorso d'occasione, in cui spiegò il significato del rito compiuto e inculcò a tutti una filiale divozione per Maria Ausiliatrice. Coronò la cara cerimonia la Benedizione Eucaristica, dopo di che Sua Eminenza Rev.ma se ne ripartiva, visibilmente sodisfatta, tra gli evviva d'un popolo plaudente.

D'indomani, .fu giorno di gran festa per la popolazione di Sampolo, che accorse alle sacre funzioni, svoltesi mattina e sera solennemente. A tutti gli accorsi venne donata una medaglia di Maria Ausiliatrice. « La bella festa - scrive La Vita di Palermo - ha lasciato in tutti la migliore impressione, che non sarà più dimenticata: onde facciano voti, perche la Chiesa di Sampolo diventi presto un vero Santuario di Maria SS.ma Ausiliatrice, che possa apportare non solo a quel popoloso quartiere, ma a tutta Palermo abbondanti frutti di bene. »

A PARMA, la prima domenica di febbraio, nella Chiesa di S. Benedetto s'inaugurò un bel quadro del prof. Luigi Morgari, rappresentante Maria Ausiliatrice in mezzo a S. Benedetto e S. Francesco di Sales. La chiesa, ornata con decoro, accoglieva dalle prime ore del mattino fino a tarda sera, un numero grande di pii visitatori. I momenti più solenni, furono al mattino quando, il rev. Parroco, compiva la rituale benedizione del quadro e, colla voce velata dalla commozione, intonava il Magnificat; e alla sera mentre il Vescovo Mons. Conforti, parlava di Maria Ausiliatrice, di S. Benedetto e di S. Francesco di Sales, con quell'eloquenza, che è propria dei santi. Fu un'affermazione di fede, di cui resterà a lungo la memoria.

La città di MoLiNA (Chile), il 24 maggio 1919 scrisse nella sua storia una pagina d'oro.

Per opera delle Figlie di Maria Ausiliatrice, chiamate dalla Curia Arcivescovile di Santiago ad assumere la direzione del Collegio di N. S. del Transito, fu riattivata al culto divino la magnifica Chiesa pubblica, che il terremoto del 1906 aveva dolorosamente chiusa sopra una rovina di macerie e una desolazione di anime. E dopo ben tredici anni, fu la nostra cara Maria Ausiliatrice ad aprire le porte colossali; fu la dolce Madonna di Don Bosco la prima ad entrarvi, Essa, che dappertutto va, ricercando altari e cuori per profondervi le sue materne munificenze!

Trionfale il corteo di oltre 5000 persone, acclamanti e piangenti, dalla parrocchia alla chiesa; commoventissima la cerimonia dell'entrata, fra una selva di bandiere, e una gloria di campane, d'incensi, di luci, di fiori, di suoni e di canti mai più vista, eternamente memoranda, la storica giornata di Molina.

All'ombra dell'Ausiliatrice il Collegio del Transito, aperto da oltre 45 anni ed ora affidato alle figlie di Don Bosco, va ripigliando vita rigogliosa e benefica. Lo popolano numerose convittrici, di cui ben 4o godono pensione gratuita, e più numerose le alunne esterne affluiscono a quelle scuole pubbliche, al laboratorio, alla scuola professionale e all'oratorio festivo, dove vigoreggia, nella sua carità affascinante, lo spirito di Don Bosco.

A CIUDADELA, la città consacrata a Maria Ausiliatrice, si tenne alla fine dell'anno scorso una missione nel tempio di S. Agostino. Perchè avesse il miglior frutto, vi si portò, dal suo Santuario, l'immagine di Maria Ausiliatrice. Fu un trionfo. Quando la nostra Augusta Regina fu riportata alla sua chiesa, la popolazione le fece tale dimostrazione, che non si ricorda l'eguale. Gloria a Maria Ausiliatrice!

GRAZIE E FAVORI (*)

La medaglia di Maria Ausiliatrice.

«Sai? -- diceva a sua moglie un uomo di 28 anni, in fin di vita, ricoverato all'Ospedale Salesiano di Viedma. - Sai? Tutte le sere, per riposare un poco debbo togliermi questa medaglia dal collo! Essa... mi desta rimorsi che mi impauriscono ».

Eppure, in collegio, egli aveva fatto la Ia Comunione e ricevuto la Cresima, più tardi il Sacramento del Matrimonio, ed ora il S. Viatico e l'Estrema Unzione. Perchè mai, dunque, l'imagine di Maria, conforto dei moribondi, era per lui fonte di paura? Il disgraziato non aveva ricevuto il Battesimo. Egli lo sapeva, ma nessuno lo seppe mai: ed egli avrebbe voluto nasconderlo perfino a se stesso. Ma la Madonna vegliava amorosamente su lui, e finalmente parlò, e il Cappellano dell'Ospedale, un salesiano, informato della cosa, provvide subito alla rigenerazione di quell'anima, coll'amministrazione del Santo Battesimo e degli altri sacramenti.

Così il protetto di Maria ebbe pace di spirito, non tolse più la medaglia dal collo, migliorò, e dopo quindici giorni uscì dall'ospedale, guarito, grato a Dio e a Maria SS. Ausiliatrice.

Lo credereste? solo due giorni dopo, mentre si preparava ad iniziare una vita di lavoro e di merito, era chiamato al premio eterno.

Cosi la Madonna SS. veglia sulle anime e le prepara al Paradiso.

Viedma, 24 dicembre 1919.

Suor CECILIA CAVALLO, F. di M. A.

TORINO. - 24-1-1920. - La mia cara figliola secondogenita, Giovannina, da tre anni malata di nefrite, era improvvisamente peggiorata tanto che il sacerdote, chiamato con sollecitudine, non aveva più potuto amministrarle altri Sacramenti all'infuori dell'Estrema Unzione. Aveva perduto la favella e i sensi, aveva l'occhio spento e noi, che le stavamo attorno con lo schianto nell'anima, l'abbiam veduta, ad un certo punto, dare un gran respiro che credemmo l'ultimo, e poi rimanere rigida.

Io, fuor di me per l'angoscia, con la morte nell'anima, mi rivolsi a Maria Ausiliatrice, supplicandola a far rivivere la mia figliola anche malata e per poco, purchè avesse potuto compiere, con lucidità di mente, i suoi doveri con Dio. Ma perdetti ogni illusione, era evidente, la mia Giovannina non viveva più.

Dopo qualche ora, dacchè tutti la piangevamo morta, ad uno dei miei bimbi che aveva gridato il nome della povera mia figlia, essa rispose... Fu un miracolo di bontà della potentissima Ausiliatrice, che volle consolare una madre.

Ora sciolgo alla Vergine il mio voto, pubblicando la grazia, ed inviandole l'umile offerta promessa. MERLO ANGIOLA.

FIRENZE.-23-1-I920. - Da oltre un anno ero sofferente di una periostite, causata forse dagli strapazzi dovuti sopportare al fronte e, benchè avessi consultato i migliori specialisti in materia, nessuno di essi era riuscito a farmi ottenere un miglioramento. Non sapendo più cosa fare, mi rivolsi con fervore alla Vergine Ausiliatrice, che tante volte, mi aveva salvato dai pericoli durante la guerra, e implorai la sua ispirazione per tentare qualche altro mezzo per guarire. Finalmente venni esaudito: un medico, a cui mi rivolsi, mi consigliò una cura, mediante la quale ormai sono riuscito a scacciare quei terribili dolori.

Ne rendo perciò pubbliche grazie all'Ausiliatrice, confermandoLe la mia fede infinita e gratitudine immensa.

B. R. ex-Allievo.

C. VENETO. - 24 dicembre 1919. - Invio l'offerta del cuore. È un vecchio mio debito che ho con Maria Ausiliatrice per aver ritrovato un oggetto prezioso, e per aver ottenuto il riavvicinamento di due anime a me carissime, grazia da tanto tempo desiderata, e della quale interessai per il passato, le preghiere dei buoni. Sciolgo ora la promessa, che sarebbe stata maggiore, ma per il momento non mi è possibile fare di più. In seguito completerò ogni cosa.

N. Nob. G.

MESSINA - 27-xII-1919. - Sii sempre benedetta, o Maria.

Implorai il tuo soccorso nell'ora dell'afflizione, e Tu pietosa, mi concedesti la grazia, grande, proprio secondo i miei desideri.

Riconoscente, rendo pubblico il favore, per il quale ringrazio Te sola, o Madre di bontà e di misericordia!

EVELINA CIMINO.

S. GIOVANNI `LA PUNTA. - 24-xII-1919. -- Grazie, o Maria! Il mio bambino cadde ammalato In pochi giorni fu gravissimo così, che pareva già sorridesse agli angioli del Paradiso. In quel dolore senza nome, gridai a Maria Ausiliatrice tutta la mia angoscia e la mia fede. Maria vide il mio pianto e mi salvò il figliuolo. Grazie o Maria! Invio tenue offerta.

ACATINA MORABITO PATTI.

ToRINo. - 21 gennaio 1920. - Fidente nella Vergine Ausiliatrice, sotto la cui protezione trascorsi e trascorro l'età più bella, domandai la grazia della guarigione della mia cara mamma, che da vent'anni era affetta da un tumore.

Ella mi esaudì quando meno me l'aspettavo, dandomi, ancora una volta, la prova della sua materna bontà.

Adempio alla mia promessa fatta di far pubblicare la grazia, e, innalzando a Lei i più fervidi ringraziamenti, invito tutti a grande confidenza verso la potente Ausiliatrice.

ELVIRA LIATTI.

ALASSIO. - 14-1-1920. -La povera mia cognata doveva subire un'operazione difficilissima, per evitare la morte. Che fare? Mi rivolsi di cuore a Maria Ausiliatrice con un triduo ed una Messa al suo altare, nel giorno dell'operazione. La mia preghiera fu esaudita, l'operazione andò bene, e chi era, in pericolo di morte, ora è a casa perfettamente guarita.

Esultante di tanta fiducia nella Vergine, adempio la mia promessa.

Can. PELATO G. B.

VILLA MARONE (Stradella) - 10-11-1920. - Mi trovava lontana dalla famiglia, quando fui colpita da pleuro-polmonite. Il medico curante dichiarò il caso grave. Immaginate la costernazione mia e quella dei miei, quando fui avvertita. Non mi perdetti d'animo. Posi la mia fiducia nell'intercessione di Maria SS. Ausiliatrice e, con tutto lo slancio del cuore, incominciai una novena a suo onore, con la promessa di un'offerta e di pubblicare la grazia. Al quarto giorno mi sentii alquanto migliorare ed il medico, con grande sua meraviglia, dichiarò scongiurato ogni pericolo. Con affetto di figlia, ti ringrazio, o Maria, e ti prego d'assistermi spiritualmente in tutta la vita. CLELIA RICCARDI.

SCHIO: - 8-11-1920. - Tutti di casa han dovuto pagare il tributo alla malattia grippe, ma, fortunatamente per noi ebbe forma benigna, mentre ci fece temere assai per la sorella Rina. Il medico, impressionato della febbre improvvisamente salita da 38° a 41°, lasciò trapelare il grave pericolo, e fu allora ch'io con fede mi rivolsi a Maria Ausiliatrice, promettendo di pubblicare la grazia e fare una tenue offerta per il suo Santuario di Torino. La notte fu terribile, ma al mattino il pericolo era scomparso; il dottore stesso non seppe nascondere la sua meraviglia davanti al fenomeno strano, diceva lui, compiutosi in realtà per la potente intercessione dell'Ausiliatrice dei Cristiani.

DE PRETTA GIUSEPPINA.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, Per il tempio erigendo alla S. Famiglia, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti:

A) - A. B. di Torino, A. G. di Biella, Acalese I., Acciarini D., Avernesi L., Accorsi V. in Folchi, Accorsi G., Adernini L., Albapanis L., Albertazzi Q., Alberteili R., Alberti G., Albertotti E., Alci F., Alessio A., Alessandretti G., Almede G., Amarol A., Amaruzzi d. T., Ambrosio M., Amendola S. Anderlini I., Andreotta L., Andreotti B., Angeleri A., Angeleri N., Angelini O., Anselmimi R., Anselmo O. in Petitti, Antolisei N. Antonietti L., Antonioli U., Antoniazzi G., Appelis C. Appendino G. B., Arangone D., Arconesi O., Astaferri R., Avaro M., Avataneo Z , Azzareschi. L.

B) - B. A. di Desana, B. C. di Fontanetto, B. L. di Rovasenda, B. T. di Bagnacavallo, B. T. di Ascoli Piceno, Baldi M. in Ferroni, Baldinozzo C., Balestra M., Ballatore M., Balocco C., Banca A., Banchio M., Baracane D., Baralis M. in Bo, Barberis G., Barbotto N., Bardi A., Barili C., Barlassina T., Barocelli B., Barone d. C., Bartolini M., Battaglia M., Becchio M., d. Bechis, Benaviso L., Benso M., Berardini V., Bernabese L., Bernabei M., Bernabò E., Bernocchi A., Bertolini A., Bertolissi G. B.; Bessone L., Bezzolini R., Binzecheri L., Boasso T., Boccalatte L., Boccanera V., Bologna N. in Bernardini, Bonacina A. in Solari, Bonato A., Boncompagni S., Bondini C., Bonellini D., Bonorali S., Bonzi V., Borello M., Bossucci B., Bottero L., Bozzalla G., Bozzini T., Brandese F., Brandini O., Briata P. in Bosco, Briccarelli G., Briccarelli N., Broccardi M., Brozzani S., Brunelleschi G., Bruna T., Brunone P., Brunoni M., Brosasco C., Buffoni M. in Mandolini, Burzio di Poirano, Busetto G. in Vianello, Butiniani P.

C:) - C. F. cooperatore salesiano di Torino, C. S. di Torino, Cacciarmi A., Cadoni M., Caliceti Matilde, Campagnone L., Candeli A., Cantamessa C., Cantù G., Capomasi M. T., Capparella V., Cappellari M., Caputo L., Caramellano C., Carbone P., Cardino M., Carena A., Cassina suor A., Cassone G., Castellani M., Castelli I — Castelli M., Catone d. M., Cattaneo G., Cavallari L., Cavallero C., Cavallo suor C., Cavigioli E., Cazzaniga G., Cazzarelli M., Cebada C., Celli G., Cena L., Cerioli E, in Smancini, Ceroni S. in Lena, Cerruti G., Chierici B., Chiericucci T., Ciconiani F., Cimino E., Coccolino T., Colombini E., Colombo F., Colombo S., Colonna M., Cometti C., Cooperatori vari di Mirabello Monf. a mezzo del rev. Don Ricaldone, Coniugi Manca, Contardi B., Cora G., Corona E., Cossani L., Costamagna M. Costantini L., Costanza G., Cottafava N., Cottarella V., Cottarini G., Cotterchio M. Cotlino M., Craco E., Crandola B., Cravacava B., Cretaz C., Cretier G., Crocemani S., Cugliandolo C., Cumagno M.

D) - D. E. di ***, D. L. di Termini Imerese, D. L„ di S. Vito al Tagliamento, Daffara P., Dandini L., Doma A.. Danna G., D'Amico L., Dazzolini M., Dormea A., Deambrogi C., De Angelis M., De Bisogni O., Decaro. lini G., Delfavani B., Degiovanni R., Dellemani O., Dellepiane M., Delmonte A., Del Pero L., Del Soriso G., De Marconi S., Depiccoli M., De Pieri C., De Poli E., Desantis G., Dessantoni E., Di Maggiorino A., Dinali M., Di Vitaliano O., Dogliotti A., Dominione C., Donatis A., Dottorini M., Drisaldi E., Drocco L., Durando P., Duranti G.

E) - E. S. di ***, Edippo G., Ercolini O., Ermandini T., Eterno B., Ezzolini M. in De Bianchi, Ezzumannu A.

F) - I. B. di Messina, I. L. di Livorno Toscana, I. M. di Santulussurgiu, I. L. di Torino, Faberini R., Fabiani L., Famiglie Corrado, Cortini, Dorini, Dughera, Lago, Trevisan C., Vaudano, Fantoni G., Farinetti E., Fedeli P., Fedrigo L., Feliciani L., Febraro N., Fedora M., Fegioli P., Fellonia V., Feminetta P., Fermolini G., Fernoso A., Ferrarmi G., Ferrata G., Ferrero C., Ferri G., in Sidoti, Fessia G., Festa S., Figini di C., Filippini A., Fogliata T., Fontana P., Fontanesi O., Fonte B., Forestoni B., Formigoni B,, Formillini F., Fortis S., Franzini I.', Fraschetti N., Fresca I., Fresia G., Fresia D.

G) - G. L. di Nizza Monfer., Gabrielli F., Gadin L., Gaggero G., Gai E., Gaiotti A., Galli G., Gallicano A., Galimberti L., Galimberti M. L. in Cerioli, Gallo A., Gallo G., Gammarra G., Gandino A., Gandolfo suor T. Garaglio V., Garigiio C., Gasparini L., Gatti M., Gattolini A., Germano T. in Chivino, Gessa F., Giaccherino M., Giatninelli S., Giarola E., Giliberti T.. Giliotti M., Gino G., Gioia d. P., Giontoni Z., Giorgis P., Giovannini A., Girinsondo G., Giulini A.. in Borsa, Goli L., Gonella F., Grattolini P., Guerra A., Guerra V., Guglielmoni L.

I) - Torio A., Isnardi A., Isnardi M., Ivaldi V.,

L) - Lanfranchi V., Lai R., cooperatrice sales., Landoni ved., Lanzo V., Laurenti S., Lausero G., Lavezzo G., Lazzareschi V., Lentini I , Leoncelli D., Levante P., Leveroni B., Lombardi d. R., Lombardi G., Lonardi A. M. in Fasoli, Longhi F., Lusso A., Luzzani B.

M) - M. A. di Caspoggio, M. C. di Campagnola, M. L. di Torino, Maccachero M., Maggio L., in Manzoni, Magistrelli D., Magistri C., Malandrino A., Malasagna A., Malvezzi I., Mangiola M., Manunza M. e G., Maradorni I.. Marchionis B., Marcucci F., Marelli F., Maranini A., Marinelli D., Marinangeli O., Marocco C., Marsegaglia S., Marsigliese G., Marsotti G., Martinotti S., Marucelli F., Marzolini L., Mascarino G., Massera L., Massari mons. dott. P., Masini Pietro, Umberto, Giovanni e Vittorio con la mamma, per grazie segnalatissime, Mattis ch. G. P., Meirano P., Malaroni B., Merlo A., M,gliarino C., Miglio G., Milano F. e D. Mingolini L., Mingolini M., Miolini O., Mioresi S., Miotti F., Miscandora R., Mognino G., Mobilio G., Molinetto A., Moliotti S., Mo usco P., Molvini A., Molteni G., Monai A., Monasterolo T. in Comba, Morabito Patti A., Mora G., Morellotti A., Moretti G., Moricozzi A., Moris T., Morrantoni G., Morravini G., Mosconi M., Murgia L., Musso A , Musso G., Muzio M.

N) - Negretti O., Negrucci P., Neddoli P.. Nerone T., Norcia S., Novo D., Neivolini G.

O) - Oberto A. in Bovio, Oliana C., Olciati M., Olmetto P., Onesto E., Orzini Q., Oratoriana di Brancaleone.

P) - P. M. di Predimulera, Paes R, in Barreta, Pagliaro S., Pallanza M., Palmas L. Panciani D., Parisi d. S., Paschetto C., Patrizi A., Peccorini L., Pe drini M. in Rossi, Pedretti D., Peirone C., Pellandi M., Pellegrini L., Pellegrino D., Percini M., Peroni A., Peronini U., Perosi T., Perria P., Perugini A., Petrin E. in Tappa, Pezzana B., Piani d. G., Pianizza S., Pie persone di Acceglio, Acqui, Alba, Alto, Batataes (Brasile), Castino d'Alba, Cerretto Langhe, Ceva, Cisterna d'Asti, Conegliano, Dronero, Farigliano, Frascati, Gamalero, Lequio Berra, Lu Monferrato, Magliano d'Alba, Molo di Borbera, Mongiardino Ligure, Montafia, Montaldo di Mondovi, Peveragno, Pietraperzia, Pontecurone, Quaranti, Rocchetta Belbo, Rocchetta Tanaro, Sale, S. Damiano d'Asti, S. Lazzaro Renle, Torino, Torre Bormida, Valdier,, Valgrana, Votign. (ee, Pinazza F., Pincetti D. in Nicoli, Piredda S., Pistateiglio A., Pittaluga P., Poggetti P., Polese C., Pollini G., Ponzio L., Porporato M., Prezzamone D., Pucciarelli L., Puccioni M.

R) - R. C. di Torino, Raggi L., Reforzini C., Rellani C., Remondini T., Repele A., Revelli G., Riccardi A., Ricci A., Rio T., Rivellotti A., Rizze M., Robinetti C., Robino G., Rolfi M., Romano d. G., Rosignoli A., Rossarelli G., Rossetto O., Rossi A., Rossi G., Rossini M., Rubini A., Ruccelli B. Ruganesi L., Rusconi V.

S) - Saccaresi O., Sacconi G., Sala L., Salvadori N., Salvamagi A., Salvarani I., Sanda d. I., Sandri G., Sanguinetti P., Sapino R., Sardoni V., Sartor R. in Mosutti, Savino M. ved. Gastaldi, Savoia G., Scagliotti A., Scalzotto G., Scarelli A., Scavino S., Schimidith G., Scotti dott. A., Scusa A., Semino F., Semperboni C., Siametti G., Sibari G., Siccia L., Sidari F., Sinibaldi S., Smancini nob. G. in Cadolino, Sollerini M., Sommavilla A., Sorelle Beffa e Dotta, Sancini nob. A., Spezzani M., Stefanini I., Stornaiolo S., Stradella A., Straniero C.,

T) - Tagliacarne d. E., Talamini B., Tampieri A., Tarabini C., Tarmelli S., Tartufelli A., Tebaldi G., Tecchi O., Tessero L., Thiébat not. G., Tiburziano L., Tommasini M , Tonelli G., Tonietti G., Toniarotti B., Tonnata M., Toppetti A., Tosco, Traversino G., Travostino T., Tropini G., Turco I., Turinelli D.

U) - Ufezzini E., Ugolini I.

V) - Valbone R., Valentini I., Valentino L., ValerianB., Valsania M., Vanerelli O., Vatteone C., Vellano R. in Barbano, Venia V., Verardi M., Verdonesi G., Verulli A,, Vezzoli P., Vidarelli T., Villaviano F., Viola V., Vitaloni R., Vulcan E., Volta M., Votamassi M..

LIBRI BUONI

Sac. Prof. GIOVANNI RAVAGLIA: Armonie Divine

Corso completo d'istruzione religiosa perle Scuole medie, con artistiche illustrazioni:

Vol. I. - LA FEDE: per la 1a Classe delle Scuole ginnasiali, tecniche e complementari.

Vol. II. - LA MORALE: per la 2a classe.

Vol. III. - LA GRAZIA : perla 3a classe, (in corso di stampa). - Ogni volume, L. 3.

Sono in preparazione altri cinque volumetti, in nodo che si avrà un corso regolare e gradualmente completo di cultura religiosa, che prende su il fanciullo all'uscita dalle classi elementari, e l'accompagna fino alle soglie dell'Università.

I primi tre volumetti, destinati alle Scuole medie inferiori, dànno un'esposizione, necessariamente piana, della dottrina cattolica su la Fede, la Morale, la Grazia, esposizione illustrata da punti corrispondenti di Storia Sacra e di Agiografia e da sentenze e racconti edificanti, e formano un primo gruppo dal sottotitolo: ARMONIE DI FATTI; perchè l'armonia, in essi, risulta dall'insieme ordinato e completo dei fatti religiosi rivelati.

Il secondo gruppo consterà di due volumetti per il Ginnasio superiore, le Scuole Normali e studi equiparati. Questo, riassumendo un po' più ampiamente i punti principali della dottrina esposti nel primo gruppo, li illustrerà con brani di Sacra

Bibbia, di autori nostri antichi e moderni, di poeti italiani e stranieri, di tante bellezze letterarie che dalle raccolte scolastiche vengono, per lo più, escluse, ed avrà per sottotitolo : ARMONIE DI VOCI

Il terzo gruppo, destinato agli studenti di maggior età e cultura, che frequentano il Liceo e gli ultimi anni degli Istituti tecnici o altri corsi corrispondenti, comprenderà tre volumetti dal sottotitolo: ARMONIE DI RAGIONI; perchè in esso, formando una vera, sebbene limitata, apologia della religione, avrà parte principale il ragionamento.

Come appare dal semplice accenno dell'orditura, in ARMONIE DIVINE del Ravaglia abbiamo un'opera magistrale, che i genitori, preoccupati della perseveranza nella fede dei figliuoli che frequentano le scuole pubbliche, debbono mettere nelle loro mani, e assisterli in una lettura, attenta e ordinata, anche se hanno la fortuna di inviarli alle Scuole di Religione. Vedranno formarsi in essi, di quella tempra d'acciaio cui s'informano, d'ordinario, tutte le amorevoli e perseveranti iniziative domestiche, quella coscienza profondamente cristiana, che al cozzo della miscredenza e del vizio, in luogo d'infrangersi, diviene più robusta e convinta, perchè sente il bisogno di qualcosa di vero, di bello, di generoso, di grande, di puro, di santo, che non si trova fuori della pratica della Religione.

« Letture Amene ed Educative ». - La Società Editrice Internazionale di Torino (Corso R. Margh. 174) ha lodevolmente iniziato la ristampa dei migliori volumetti della nota Collana di Letture Amene ed educative, pressochè esaurita in questi ultimi anni. Trai volumetti ristampati, con piacere ne vediamo sei del Mioni, vari del Matteucci, la Vocazione tradita del Viglietti: e Perle e diamanti, profili storici, l'Aurora degli Astri, ossia la giovinezza di personaggi illustri, e Giovanna d'Arco, la pulcella d'Orleans, del nostro caro Don Andrea Beltrami.

Li additiamo tutti alle buone famiglie e alla gioventù studiosa ed operaia, ma raccomandiamo in modo speciale Giovanna d'Arco di Don Beltrami, dove la grande eroina, che nel prossimo maggio sarà solennemente ascritta al catalogo dei Santi, è ritratta in un ambiente così vivo e luminoso, che fa a tutti del bene.

Al Rev. Clero.

La stessa Società Editrice Internazionale (Corso Regina Margherita 174, Torino) ha pubblicato - a mezzo della scuola tipografica salesiana - una pregevolissima edizione dell'Officium Majoris Hebdomadae a Dominica in Palmis usque ad Sabbatum ín Albis, con un'accuratissima notazione gregoriana a tutte le parti cantabili della liturgia dei singoli giorni, tanto della Messa, quanto dell'ufficiatura, non escludendo nulla: nè le antifone per la Processione delle Palme, nè il Passio, nè gli Improperii, nè l'Exultet, nè quanto occorre per le funzioni della Lavanda dei piedi e della Benedizione degli Olii Santi, assolutamente nulla, in modo che supplisce non solo il Breviario, il Messale e il Pontificale Romano, ma ogni libro corale. Si sollecitino le richieste, perchè non ne restano disponibili che poche copie.

RICONOSCENZA AL VEN. DON BOSCO

Nel parlar di Don Bosco, compiamo il dovere di protestare solennemente che non vogliam contravvenire in niun modo alle pontificie disposizioni in proposito, non intendendo dare ad alcun fatto un'autorìtà superiore a quella che merita una semplice testimonianza umana, nè di prevenire il giudizio della Chiesa, della quale - sull'esempio di Don Bosco - ci gloriamo d'essere ubbidientissimi figli.

Grazie, o Venerabile Padre.

Da quattro mesi mi sentiva travagliata da farti dolori che sovente m'impedivano ogni più piccolo movimento e mi costringevano a continue eccezioni nella comunità. Le più fine attenzioni dell'ottima direttrice e la grande carità delle care sorelle non potevano calmare il più piccolo mio dolore. Esse erano afflitte perchè nel paese non vi era dottore, e per trovarlo si doveva fare un lungo viaggio che, al solo pensarvi, provava grande timore. Intanto il male progrediva sempre più e con tanta rapidità che mi pareva di dover soccombere alla forza del morbo crudele, quando alla mia buona direttrice venne la felice idea di fare una novena in comunità, al S. Cuore di Gesù, mettendo per intercessore il nostro Venerabile Padre Don Bosco, con promessa di far pubblicare la grazia sul Bollettino. Applicai alla parte più inferma una reliquia del Venerabile Padre e con grande confidenza di ottenere la grazia s'incominciò la novena. Durante i nove giorni il male seguitò il suo corso ed io non provai miglioramento, anzi l'ultimo giorno mi sentii più male del solito. Allora s'implorò la grazia con più fervore e confidenza e il Divin Cuore, pregato dal nostro Ven. Padre, ci esaudì. A un tratto il male cessò e mi sentii perfettamente guarita; ed ora, dopo un anno e più dell'ottenuta guarigione, compio la promessa.

Rendo pure le più vive grazie al Venerabile di altro favore fattomi nell'anno 1916. Continuate, o caro Padre, la vostra paterna assistenza sopra di me e sulla cara comunità e Missione a cui appartengo, affinchè tutte possiamo lavorare a vantaggio di tante povere giovanette in queste lontane terre della Patagonia.

Junin de los Andes, 8 settembre 1919.

Suor VIRGINIA MOSSINO

Figlia di Maria Ausiliatrice.

D. Bosco si compiace di rivelare, di tanto in tanto, il suo potere presso il Cuore di Gesù. Ero ammalata da un anno, e ridotta in condizioni quasi disperate, e ottenni miracolosamente la guarigione mediante l'intercessione del grande Venerabile. Un'amica gentile mi aveva procurato una reliquia di Don Bosco, consigliandomi di fare una novena in suo onore. Mi preparai a farla con la più fiduciosa speranza e la speranza non fu vana, perché dopo pochi giorni, proprio quando i medici lo ritenevano impossibile, cominciai a migliorare sensibilmente e ad avviarmi verso la guarigione da lungo inutilmente invocata. Valga questa grazia ad accrescere nei buoni la fiducia nel grande protettore Don Bosco.

Varese, 12-12-1919.

ADA BONACINA SOLARI.

Aveva mio figlio gravemente ammalato. Ricorsi a tutte le risorse dell'arte medica, ma invano. Mi sovvenni allora di Don Bosco e cominciai a lui una novena. Prima che la finissi, mio figlio era fuori di pericolo e cominciò a nutrirsi, entrando in convalescenza. Riconoscente, invio un'offerta per le Opere Salesiane.

Dal Brasile, dicembre, 1919.

GIUDITTA SCHMIDT.

Ho promesso di far pubblica testimonianza in questo caro periodico della potenza che il Venerabile Don Bosco ha presso il Cuore Sacratissimo di Gesù e di Maria SS. Ausiliatrice, ed eccomi ad assolvere il mio impegno.

Obbligato al servizio militare, mi trovavo da più mesi affetto da grave deperimentò organico, causato da molteplici disagi, fisici e morali, quando eccomi assalito da morbo più grave ed oscuro. Ricoverato all'Ospedale militare, il mio stato, in seguito appunto alle prostrazioni di forze ed alla debolezza cardiaca, destava serie preoccupazioni. Mio fratello, Sacerdote Salesiano, accorso al mio capezzale, mi invitò a riporre tutta la raia fiducia nell'intercessione del Venerabile Don Bosco e mi munì d'una preziosa sua reliquia.

Antico allievo pur io d'un Istituto Salesiano, accettai con trasporto l'invito e la preziosa effige reliquia dell'amato Padre divenne il mio toccasana, l'antidoto sicuro contro ogni malanno. La broncopolmonite, dapprima minacciosa, ebbe un arresto quasi istantaneo. Ma le prove per me non erano ancora finite: al primo ecco sostituirsi un male ancor maggiore per l'aumentata debolezza: la pleurite. Ma anche per essa pronto ed efficace fu l'intervento del mio caro Venerabile Protettore. Dopo una semplice puntura esplorativa il liquido viene completamente assorbito ed eccomi per entrare nella sospirata convalescenza.

La mia fiducia però doveva essere ancor messa ad altra terribile prova. Un assalto di grippe spagnuola mi sorprende. Ormai sembrerebbe che la partita abbia ad essere per me perduta... ma Don Bosco nuovamente e definitivamente mi salva.

Ora mi trovo in mezzo alla mia faniigliuola coll'animo ognor riboccante di riconoscenza pel mio generoso salvatore e col proposito di zelarne presso tutti il culto e la memoria.

MARIO RAMELLI.

TRA GLI ITALIANI ALL'ESTERO.

ZURIGO.

I nostri Confratelli, addetti alla Missione Cattolica Italiana, svolgono un'opera intensa e benefica, che La Patria, settimanale degli emigrati, illustra pressochè in ogni numero.

Hanno celebrato due solenni funerali per tutti i caduti in guerra; hanno costituito il Circolo « Giosuè Borsi » per i giovani; hanno fondata la società dello « Figlie di Maria » per le giovinette; celebrarono le feste di Natale con tale splendore, che riuscì una dimostrazione di fede veramente consolante; e pensarono anche ad un geniale e artistico presepio e all' « Albero di Natale ». Questo, grazie alla generosità di cospicue membri e famiglie della Colonia, fu assai ricco di doni, i quali vennero distribuiti con menzioni onorevoli ai giovani e alle giovinette più diligenti, in una festa di canti e suoni, tra la gioia pura e la più viva soddisfazione dei nostri connazionali.

BARCELLONA (Spagna).

Durante la guerra si è andata felicemente sviluppando l'opera religiosa « Fede e Patria » a favore degli Italiani: 1° con la messa domenicale e festiva, e spiegazione del Vangelo; 2° con l'insegnamento del catechismo della Dottrina Cristiana e Storia Sacra ai fanciulli e fanciulle della nostra Colonia, preparandoli alla Prima Comunione, alla Cresima e alla pratica della vita cristiana; 3° con l'assistenza ai poveri e agl'infermi, sia a domicilio che nei pubblici ospedali.

Volendo ora dare alla stessa Opera una sede stabile e un'azione più vasta, l'Ispettore dei Salesiani Don Giuseppe Binelli, in unione col Direttore dell'Opera Dott. P. Giuseppe Laurenti, ha diramato un appello per avere i mezzi necessari, lanciando anche l'idea della costruzione di una chiesa per gli Italiani. L'Opera intanto pensa di estendere la sua attività: 1° agli emigrati con la nota e benemerita « Opera Bonomelli »; 2° ai giovani con un circolo ricreativo e istruttivo; 3° agli operai con la scuola serale d'italiano e biblioteca circolante; 4° a tutti con il segretariato per il popolo.

LA PLATA.

I Salesiani del Collegio S. Cuore hanno raccolto, in elegantissimo opuscolo, le varie manifestazioni di suffragio e di omaggio rese alla memoria degli Aviatori Italiani e Argentini, periti nel disastro dello scorso giugno.

Il Capo della Missione Areonautica Militare Italiana per l'Argentina, Antonio De Marchi, inviava al Direttore del Collegio Salesiano la seguente lettera: « La Missione Militare Areonautica Italiana per l'Argentina, profondamente grata per le solenni esequie che codesto Collegio Salesiano ha voluto tributare alla memoria del capitano Enzo Giovanardi e motorista Giuseppe Sartorelli, che in unione del tenente di fregata Mario Sarmiento, diedero la loro vita in olocausto alla patria, m'incarica di porgere a Lei, reverendo

Direttore, e, per suo mezzo, a tutti i componenti del Collegio Salesiano, i sensi di profonda ed eterna gratitudine ».

BUENOS AIRES.

I Cattolici Italiani, residenti a Buenos Aires, hann dato uno spettacolo imponentissimo di attaccamento alla Patria e un'alta prova dei loro sentimenti religiosi.

Ci scrivono in data 24 dicembre u. s.:

A Lujàn, ove il Santuario della Gran Vergine è mèta e sospiro di quanti in Argentina cristianamente pensano ed operano, ogni anno i nostri connazionali accorrono in foltissime schiere, dandosi là convegno da ogni parte della grande Repubblica. E il pellegrinaggio degli Italiani è sempre un avvenimento.

Quest'anno l'avvenimento ha sorpassato tutte le previsioni. Si trattava di recarsi in massa ai piedi della Gran Madre per ringraziarla della vittoria concessa alle armi italiane a Vittorio Veneto e quindi era dovere di tutti i credenti della Colonia nostra di non mancare.

Ben trentamila furono i pellegrini che una ventina di treni speciali riversarono a Lujàn da Buenos Aires, da Avellaneda, da Temperley, da La Plata, da Flores, da Bernal, ecc. Moltissimi altri connazionali giunsero, in treni ordinari, da altre parti della Repubblica. A Lujàn era una notevolissima colonia italiana, che vibrava all'unisono per la Patria lontana, che ad essa mandava palpiti di affetto, di riconoscenza.

Nella gran Basilica molto solenni furono le cerimonie religiose, funzionando, tra gli altri, Mons. Giovanni Alberti, vescovo di La Plata, e Mons. Giacomo Costamagna, Salesiano. Nella vastissima piazza e nelle vie laterali, maestosa riuscì la processione votiva, nella quale numerosi corpi musicali innalzavano al cielo fanfare e inni religiosi. Sulle gradinate del gran Tempio s'ebbero discorsi patriottici del sac. Tito Graziani, ex-cappellano nell'Esercito Italiano, e del rev. D. Michele Tonelli, salesiano, instancabile Direttore della Italica Gens. La marcia reale italiana e l'inno argentino s'alternavano in ogni angolo tra gli applausi più entusiastici. Gruppi di tricolori, frammischiati al bianco-azzurro della Repubblica, si agitavano tra la folla variopinta che osannava alla Patria e ai suoi eroi. Si sono notate scene di vivissima commozione, di vero patriottismo.

1 giornali della Capitale e della Provincia segnalano, con lusinghiere espressioni, la grandiosa manifestazione patriottica-religiosa della nostra collettività cattolica. Gli stessi fogli anticlericali additano ai loro lettori la compattezza dei cattolici e il loro fervore per le glorie della Patria.

Tutto questo risveglio di attività nel campo nostro è confortante e insieme promettente. Ne è centro la Società Cattolica Popolare di N. S. di Misericordia, che ha sede in Moreno 1669, il luogo dove approdarono i primi Missionari Salesiani. Il presi-

dente cormo. Domenico Repetto, un ligure dalla tempra d'acciaio, e l'assistente ecclesiastico Don Michele Torelli, un piemontese attivissimo che trova tempo per ogni cosa, hanno infuso alla Società Cattolica un vero fervore di opere egregie.

VALPARAISO.

L'« Italia » quotidiano della Colonia Italiana del Chile, recava ampi particolari di una visita degli alunni studenti e artigiani del Collegio Salesiano di Valparaiso a bordo dell'« Ansaldo S. Giorgio II », ancorata in quelle acque. Giunti al molo Prat, vennero accolti dal sig. Mario Goio su apposite lance, sulle quali raggiunsero il piroscafo. Durante la traversata, la banda eseguì liete marcie. A bordo della nave gli alunni declamarono poesie in italiano e rivolsero un deferente saluto al signor Comandante, all'Ufficialità e all'equipaggio, protestando: e Amiamo l'Italia, perchè fu patria di Cristoforo Colombo, di Dante Alighieri, di Petrarca, di Manzoni e del grande Apostolo del secolo decimonono, il venerabile Don Bosco. » Quindi, guidati dagli ufficiali, visitarono minutamente il piroscafo.

Alla solenne funzione mensile che si celebra per la Colonia Italiana nella chiesa salesiana, intervennero anche il Capitano e gli Ufficiali dell'« Ansaldo S. Giorgio II », accolti, alla soglia del tempio, con speciale dimostrazione di giubilo da numerosi connazionali.

LIMA.

L'Italiano di Lima, del 14 dicembre u. s., reca un'entusiastica relazione della festa dei premi agli alunni della Scuola di lingua italiana, istituita nel Collegio Salesiano. La festa si svolse con una rappresentazione teatrale in lingua italiana. Era « il primo saggio di studio della lingua italiana che davano pubblicamente gli alunni di quel collegio e, francamente, non poteva essere più lusinghiero tanto per i medesimi maestri che hanno tratto un bel profitto dal nobile loro sforzo, quanto per gli allievi, le cui famiglie devono esserne soddisfatte viemmargiormente, se italiane. »

Assistevano alla rappresentazione il Regio Ministro d'Italia, Comm. Ruffillo Agnoli, avendo ai lati il rev.mo D. Chiarlo, Segretario del Nunzio Apostolico, e il Dott. cav. uff. Giuseppe Boero, Presidente del Comitato, rappresentante la Colonia Italiana. Negli intermezzi si eseguirono scelti pezzi di musica e si declamarono, con garbo squisito, poesie, prose, e dialoghi in italiano. I premi vennero offerti dal R. Governo per coadiuvare i Salesiani a « esteriorizzare lo scopo umanitario e civile della loro missione, con un esempio della più schietta e più pura italianità. »

TESORO SPIRITUALE.

Indulgenza plenaria dal 10 marzo al 10 aprile:

1) il 25 marzo, Annunciazione di Maria SSma.;

2) il 26 marzo, Comm. dei 7 dolori di Maria SSma.; 3) il 28 marzo, Domenica delle Palme; 4) il 1° aprile, Giovedì Santo;

5) il 4 aprile, Pasqua di Risurrezione.

O catechismo o morte !

Da un articolo del nostro Don Lingueglia, pubblicato da un settimanale di Parma, togliamo queste gravi parole, che vorremmo seriamente meditate dai genitori credenti.

Quest'alternativa della morte è stata posta spesso di rimpetto a cose molto amate, di cui si voleva mettere in evidenza, col contrasto, la necessità. Noi cattolici siamo in questo caso; non è per puerile psittacismo che possiamo accoppiare questi due nomi, ma per la coscienza profonda e incrollabile d'un dovere, che non patisce dubbio e incertezze.

Il problema è troppo vitale per essere dissimulato da ogni cattolico, da ogni onest'uomo di fede. Non facciamoci illusioni, e guardiamo anche a che si riduce per molte parrocchie il catechismo domenicale e quadragesimale.

Noi dovremmo ener dei comizi, agitar la questione, emettere dei voti, dei. desiderata, delle richieste, formulare delle esigenze. Se ne fan tutto il giorno per cose che valgono molto meno, e sarebbe una bella dimostrazione a favore dei valori morali, in questo basso prorompente dilagar di materialità; sarebbe uno scendere in piazza, che porterebbe la piazza più in alto della Signoria.

Anche questo si potrà fare, si farà, quando avremo i nostri bravi giovani formati alle esigenze combattive e apologetiche del nostro programma religioso-sociale. Ma, in questo frattempo, utilizziamo i ritagli che ci sono lasciati.

La legge, com'è noto, consente l'insegnamento nei locali scolastici fuori orario, a richiesta dei padri di famiglia. Bisogna guardarci da acquiescenze e scoraggiamenti perniciosi, che consistono nel gettar il manico dopo la scure. Su questa disposizione d'animo, troppe volte verificatasi, fanno calcolo i nostri avversari che sanno, anche troppo, che il mondo è di chi se lo piglia, e che anche in tempi di libertà giova sempre, più che non si creda, far la voce grossa.

Facciamo delle liste, presentiamole a chi di dovere, colla coscienza e la franchezza di chi chiede un diritto, e l'applicazione d'una legge. E se ci bocciano; se troviamo invece di amici della libertà dei tirannelli, non cessiamo così subito, non tiriamo le corna nel guscio al primo ostacolo; ricordiamo che tanti dei migliori soldati d'Italia erano dei nostri, e per amor loro e di questa nostra amata patria non mostriamoci dei vili in questo fronte interno della religiosità, su cui, dicano quel che vogliono quei che negano i bisogni spirituali, si combatteranno le più belle battaglie incruente d'un glorioso immancabile domani. Ricordiamo che ogni scuola di catechismo, ottenuta anche a costo di qualche sforzo, vuol dire anime portate a contatto di Cristo, vuol dire prevenzioni e ostilità di meno, vuol dir germi di vita soprannaturale che fruttificheranno a suo tempo. Il grande alleato dell'anticlericalismo è l'ignoranza.

NOTE E CORRISPONDENZE

Per una crociata contro la moda indecorosa.

Le ex-allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice nell'Argentina hanno intrapreso una santa crociata per combattere la moda indecorosa nel vestire.

Sta il fatto che molte signore e signorine, anche di buona volontà e timorate di Dio, si lasciano troppo facilmente attirare dall'andazzo della moda, e talvolta si presentano anche alla Mensa Eucaristica in abito poco conveniente. L'Episcopato del Piemonte, pochi anni fa, proibiva di dare la S. Comunione alle persone indecorosamente vestite, e ordinava di tenere continuamente esposto nelle pubbliche chiese cotesto formale divieto.

Nella fiducia che il buon esempio delle Ex-allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice dell'Argentina abbia a seguirsi da tutte le Oratoriane delle Figlie di Maria Ausiliatrice d'Italia, per rafforzare, anche fra noi, il sentimento della modestia cristiana, pubblichiamo gli articoli del breve Statuto.

Lega contro la moda indecorosa.

Le Signore e Signorine che aderiscono alla Lega, promettono di osservare il seguente statuto:

1) Non porteranno nè vesti nè sottovesti troppo scollate o dalle maniche troppo corte e trasparenti, o comunque contrarie alle norme della modestia cristiana.

2) Andranno in chiesa col capo coperto, sopratutto quando si accostano ai SS. Sacramenti;

3) Coloro che hanno persone alla loro dipendenza esigeranno che s'attengano alle norme suddette.

4) A mezzo delle proprie amiche e conoscenti, diffonderanno in ogni sfera sociale la stessa influenza benefica a combattere con fermezza il dilagare della moda invereconda, e ciò faranno particolarmente nel proprio ambiente, in modo che tutte coloro che le circondano, vestano con modestia e decoro cristiano; e, per quanto è possibile, evitino la compagnia di coloro che vestono indecorosamente.

5) Le ascritte alla Lega si obbligano ad una Comunione mensile in riparazione delle offese che riceve Gesù nel SS. Sacramenti dalle persone che profanano, con l'indecoroso vestire, la santità della Casa di Dio.

TRA I FIGLI DEL POPOLO

FIGLINE VALDARNO.

La festa dell'immacolata segnò un lieto risveglio di vita giovanile, dopo i quattr'anni di sosta forzata a causa della guerra. Precedette una devota novena. La comunione fu numerosa, anzi generale. La messa solenne fu celebrata dal Can. Proposto D. Mazzucchelli. Alcuni seminaristi di Fiesole accompagnarono le sacre funzioni con scelta musica liturgica. La bella giornata si chiuse con un trattenimento musico-letterario.

Il giorno della festa del Nome di Gesù, solennizatasi a Figline in riparazione del turpe vizio della bestemmia, il Consiglio Direttivo del « Circolo Ven. Don Bosco » chiamò a raccolta i giovani reduci, i quali, convinti che non vi è vera allegria se non e prima benedetta da Dio, col loro bianco vessillo, preceduti dai soci del « Circolo S. Luigi, si recavano solennemente in Collegiata per ricevere insieme col popolo, nei loro cuori, Gesù, principe della pace, datore di ogni consolazione.

Nell'Oratorio l'orario si svolse regolarmente secondo l'usato; ma i giovani reduci tornarono in corpo, anche nel pomeriggio, ad assistere alle funzioni della Collegiata; quindi, fra un'eletta di signori e signore, assistettero ad un'apposita conferenza tenuta dal Dott. Badii, nella quale si commemorarono i caduti sui campo dell'onore; poi si raccolsero ad agape fraterna, allietata da numerosi brindisi; in fine, al canto di « O bianco fiore», tornavano contenti alle proprie famiglie.

CASERTA.

Nell'Oratorio Salesiano, il 7 dicembre, si compì la festa dei premi, allietata dalla presenza di scelto pubblico, di benefattori, e piena di brio e di entusiasmo. Concetto predominante nei vari discorsi fu l'illustrazione dello scopo dell'Oratorio. Il Vescovo diocesano S. E. Mons. Palladino, con belle parole, inneggiò all'opera di educazione morale e religiosa, che l'Oratorio festivo svolge fra i figli del popolo.

FIUME (Istria).

Anche a Fiume, la perla del Quarnero, sebbene le condizioni economiche si presentino assai difficili per l'incerta situazione politica, l'opera dei Figli di Don Bosco va man mano esplicandosi a favore di quella povera gioventù.

Chiamati dall'Associazione e Maria e, che è a capo di varie istituzioni locali di beneficenza, i Salesiani, or sono due anni, assumevano la direzione di un Oratorio, con lo scopo di togliere-dal vizio e dai pericoli delle strade un buon numero di ragazzetti, nelle ore libere dalla scuola.

Il locale, bellissimo in sé, sorge in un'incantevole posizione, da cui si domina tutta la città che, a guisa di anfiteatro, dal dorso delle colline circostanti va digradando fino al mare, sì da distendersi per tutta la lunghezza d'un ampio golfo, cui fanno corona dall'Adriatico le grandi isole di Cherso e di Veglia e l'estreme punte della rocciosa e triangolare Istria. L'Oratorio, sebbene disti un po' troppo dal centro della città, ove maggiormente pulsa la vita e più impera il bisogno, ed abbia un accesso impervio e disagevole; ciò nonostante, è già frequentato da qualche centinaio di giovani, attratti dal sistema di paterna bontà a cui s'ispira e col quale si svolge l'opera dei pochi Salesiani che vi sono addetti. Con un fiorente Circolo, che s'intitola dal nome venerato di Don Michele Rua, per i più grandicelli, v'è già una Compagnia assai numerosa di Luigini, composta da quanti dei rimanenti furono già ammessi alla 1a Comunione. Oltre la chiesetta, dalle linee semplici ed eleganti, ma insufficiente ai bisogni, si ottenne, adattando i locali, con un discreto teatrino, anche una sala di bigliardo e di lettura per le serate invernali e per i frequenti giorni d'intemperie. Il regolamento, sostanzialmente, è quello degli altri Oratori, e l'orario ha leggere modificazioni, a seconda delle stagioni e delle circostanze.

Gli alunni sono docili ed affezionati e, a poco a poco, vanno pure prendendo gusto alla pietà. Fatto insolito per questa plaga, ove purtroppo regna una grande apatia per le pratiche religiose, anche in famiglie che si direbbero morigerate e per tradizione cattoliche, si è che, in breve volger di tempo, s'è già ottenuta una regolare frequenza ai SS. Sacramenti, tanto che al presente ogni festa, un po' solenne, viene contraddistinta da una Comunione quasi generale, sopratutto da parte dei soci del Circolo.

Ad affiezionare vieppiù i giovanetti al luogo che li ospita, servono assai i divertimenti estemporanei e le premure da parte dei superiori per alleggerire, con qualche distribuzione di viveri e di vestiario, il grave disagio economico. Mediante il prezioso concorso del Comitato Civile e Militare, si può da qualche mese distribuire a tutti, ogni domenica un'abbondante merenda e, in occasione del S. Natale, s'inaugurò una discreta esposizione di doni, che andò man mano arricchendosi, fino a poter offrire un bel premio a quanti s'erano segnalati per la frequenza. Si attese per la distribuzione un'occasione propizia, e questa si ebbe con la venuta del nuovo Ispettore, Don Fedele Giraudi. I giornali cittadini ne avevano dato l'annunzio per tempo, sicché la domenica 11 gennaio, nel pomeriggio, il teatrino era stipato di egregi Cooperatori e di benemerite signore, accorsi ad onorare di loro presenza il trattenimento musico-comico-letterario, indetto per la circostanza. Lo spettacolo si chiuse con la consegna di ben 250 oggetti di biancheria e di vestiario ai più meritevoli e bisognosi fra gli alunni.

Un grazie di cuore, anche da parte di tante famiglie beneficate, ai diversi Comitati di beneficenza della città di Fiume e, particolarmente, alla Croce Rossa Italiana e all'ill.mo sig. Sindaco, il Cav. Riccardo Gigante, che pel tramite dei figli di Don Bosco, sanno lenire tanti dolori e tergere tante lagrime.

TRIESTE.

Il nuovo Vescovo all'Oratorio Salesiano. - La domenica 25 gennaio fu giorno di festa per Trieste e per l'Oratorio Salesiano di Via dell'Istria. Al mattino, con cerimonia memoranda, il nuovo Vescovo, Sua Eccellenza Mons. Angelo Bartolomasi, fece il suo ingresso solenne nella Cattedrale di S. Giusto.

Salito sul pergamo, eretto quasi nel centro della chiesa, ringraziò le autorità civili e militari per la cordiale accoglienza, ebbe parole d'ossequio per il Commissario Generale Civile S. E. Mosconi, presente alla cerimonia insieme col rappresentante del Comune conte Noris, e rivolse al popolo dei fedeli, presenti e assenti, i sentimenti della sua viva riconoscenza.

«La lunga guerra mi ha insegnato - disse il Vescovo - che vi è un dovere da compiere senza transazioni, tutto intero, fortemente; il dovere di assistere chi soffre, di aiutare chi è in miseria, di consolare chi è in afflizione. Io sono povero, povero più di un operaio, mira, come l'operaio, laborioso e fervido di volontà nel bene. Cercherò di aiutare quanti lui richiederanno, sebbene piccoli siano i miei mezzi; darò il cibo per il corpo, ma anche il pane dell'anima. »

Alle 13.30, all'Hôtel Savoia fu dato in onore del nuovo Vescovo un banchetto di 4o coperti, al quale presero parte tutte le autorità civili e militari, e alcuni ecclesiastici, col Vescovo di Parenzo Mons. Pederzolli.

Allo spumante il Commissario Generale Civile cormo. Mosconi salutò con elevate parole il Primo vescovo di Trieste italiana, e S. E. il tenente generale Sailer, cornandante la forza di Trieste, rievocò i meriti militari di Mons. Bartolomasi, che rispose commosso.

Alle 17.30, il nuovo Vescovo si portava all'Oratorio di via dell'Istria, dove si svolse in suo onore un trattenimento musicale, presenti numerosi invitati. Il Direttore ricordò un episodio. Mentre rotta la fronte del Piave, il 4 novembre 1913, Mons. Bartolomasi celebrava a Motta di Livenza una messa da campo, dagli areoplani vennero lanciati dei foglietti annuncianti l'entrata delle nostre truppe a Trieste: e subito nell'entusiasmo del momento, i soldati presenti acclamarono « al primo vescovo di Trieste italiana. »

Anche i giovani dell'Oratorio hanno già preso a chiamare Mons. Bartolomasi il nostro Vescovo, e gli hanno promesso di amarlo con affetto di figli prediletti.

Tra gli ORFANI DI GUERRA

CORIGLIANO D'OTRANTO.

Ci scrivono, in data 12 gennaio: Oggi la cronaca paesana registra un lieto avvenimento, inatteso, eccezionale. S. E. Mons. Trama, l'on. Fumarola, l'on. Dell'Abate, il Senatore Tamborino, l'on. Paolo Tamborino, il cav. Zaccaria Pesce hanno voluto fare una visita a questo Istituto agricolo dei Salesiani, che ricovera orfanelli di contadini morti in guerra. Gli ospiti illustri, accolti dal direttore, delle Autorità locali e dalla nobile Famiglia Corni, vennero salutati dalla fanfara degli orfanelli. Le signore Fumarola, dell'Abate e Zaccaria Pesce, offersero loro, con gentile pensiero, dolci e confetti. L'impressione de' visitatori è stata di entusiastica ammirazione per la nettezza, l'ordine, la proprietà e i programmi d'istruzione dell'Istituto.

L'on. Fumarola ed il Senatore Tamborino, nella loro rispettiva qualità di Presidente e Vice Presidente del Patronato Provinciale, hanno, e non invano, promesso d'intensificare la loro cooperazione per portare a cento gli orfani da educare ed istruire nell'Istituto di Corigliano.

Così il legato Colui, nella sua ultima provvidenziale destinazione, raggiunge uno scopo umanitario, civile, e sommamente utile alla società.

VERONA.

Orfani di guerra triestini all'Istituto Don Bosco. - Leggiamo nel Corriere del mattino del 22 gennaio: - «Agli orfani di Guerra ricoverati nell'Istituto Don Bosco della nostra città, in questi giorni se ne sono aggiunti degli altri.

» Sono due cari giovanetti sui dodici anni, provenienti da Trieste, i primi orfani di guerra delle terre redente, accolti nella sezione Artigianelli dell'Istituto, sezione che durante la guerra, a causa della requisizione di gran parte dei locali, dovette essere di molta ridotta, e che ora va prendendo un consolante e promettente sviluppo.

» Ci consta anche che il Sindaco di Fiume, cav. R. Gigante, ha raccomandato all'Istituto Don Bosco parecchi orfanelli di guerra fiumani, i quali saranno fra pochi giorni indirizzati a Verona.

» Alla scuola dei Figli del Ven. Don Bosco essi avranno modo di ricevere un educazione cristiana seria e compiuta, di apprendere un mestiere che li metterà presto in grado di guadagnarsi decorosamente la vita.

» Segnaliamo il fatto alle persone di cuore, affinchè, con la loro generosità, mettano l'Istituto Don Bosco in grado di esercitare la sua missione così rispondente ai bisogni dei tempi nostri, in un campo sempre più vasto ».

NEGLI ISTITUTI DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

NIZZA MONFERRATO.

Un buon esempio degno di essere imitato è quello che diedero le Ex-Allieve della Figlie di Maria Ausiliatrice e le Signore aderenti all'Unione, il 24 gennaio u. s. Ci scrivono: - « Una circolare della Presidenza le aveva invitate a rinnovarsi nel fervore per la Commemorazione di Maria Ausiliatrice e per compiere insieme l'Esercizio della Buona Morte. Numerose risposero all'appello. La chiesa parrocchiale di S. Giovanni Batt. era affollatissima: oltre 400 le intervenute: centinaia le S. Comunioni. L'altare della Madonna di Don Bosco, tutto luce e fiori. Era una sola famiglia in ginocchio davanti alla più tenera delle Madri; una sola famiglia, impetrante per sé e per i propri cari la grazia di ben vivere, la grazia, sopratutto, di ben morire.

« Brave le Ex-Allieve di Nizza! Avanti sempre! avanti nel coraggio cristiano e nella cristiana solidarietà per ogni opera buona, ».

CHIERI. -

Il 1 febbraio, alla presenza di un bel numero di allieve e di ex-allieve, di oratoriane ed ex-oratoriane, e di un'eletta rappresentanza del clero della città, si tenne una solenne commemorazione del Ven. Don Bosco. Parlò il prof. D. Secondo Rastello, direttore del Pensionato Salesiano per liceisti. Esortò col dire che in quel momento avrebbe desiderato essere estraneo all'Opera di D. Bosco per sentirne le prime impressioni e subirne il fascino del nuovo e dell'insospettato, e scese a tratteggiare, con vivezza di fatti e di immagini, con calore di affetto e di entusiasmo, «lo svolgersi della fortunosa ed attivissima esistenza, l'umile origine, la pura e meravigliosa giovinezza, la virilità feconda, l'onorata luminosa instancabile vecchiaia, tutta la vita radiosa di alti ideali, di dure fatiche, di nobili lotte, di opere giganti e di vicende sovrumane del grande Apostolo della gioventù. »

NOTIZIE VARIE

In Italia.

TORINO.

Il Commissariato degli Esploratori Cattolici promoveva una recita Scoutistica «pro-bimbi dell'Europa Centrale », la sera dell'8 febbraio, nel Teatrino dell'Oratorio S. Luigi.

« Per la caratteristica base evangelica dello Scoutismo -- diceva l'invito - che stabilisce il dovere nostro di aiutare il prossimo in ogni occasione, per un cristiano sentimento di amore che ci affratella con tutti, ma specialmente colla gioventù dolorante, i nostri Esploratori domandano il concorso dei buoni, per porgere ai bambini dell'Europa Centrale quegli aiuti materiali che loro necessitano.

L'importo della recita sarà devoluto all'Istituto Salesiano di Perosa Argentina, che ha accolto 5o bambini provenienti dagli Imperi Centrali. »

E i bravi esploratori, vestiti nella loro bella uniforme, diedero eloquentissima prova di svolgere in grande armonia tra loro e con insolito entusiasmo, il più bel programma d'azione giovanile cattolica.

Fra il numeroso pubblico che applaudì la balda schiera dei giovani esploratori per la indovinata interpretazione alla rappresentazione data, notavasi l'ill.mo sig. Conte Prospero Balbo di Vinadio, commissario regionale dell'A. S. C. I., il quale si congratulò assai col sig. ten. M. Fassino, commissario provinciale, e col commissario locale, per l'impulso e la vita che danno ai Reparti, d'accordo con lo zelante Direttore del 3° Reparto.

CHIERI.

Un nuovo circolo giovanile si è costituito nel Pensionato Salesiano per studenti di liceo. L'iniziativa è dovuta a un drappello di ex-soci del Circolo studenti « Don Bosco » di Valsalice. Il nuovo Circolo è intitolato «Adolfo Ferrero »: chi era costui? Un giovane, ex-allievo del Collegio Giusto Morgando di Cuorgnè, che sedendo sui banchi di un regio liceo, all'affermazione del professore di filosofia - il quale non ebbe timore di far pubblica dichiarazione d'ateismo - « Se in fin d'anno vi sarà ancora qualcun di voi che crederà in Dio, questi sarà un cretino » - ebbe il coraggio di chiedere la parola e di rispondere:

« Signor Professore, quel cretino ci sarà, e sarò io! »

il caro giovane, di cui abbiam parlato altra volta, morì sottotenente al fronte. Il suo nome è una bandiera di coraggio cattolico e di amor patrio.

FOSSANO.

Il Collegio Civico rendeva solenne omaggio di filiale devozione al nuovo Vescovo Mons. Quirico Travaini, la domenica 14 dicembre. « Fu la giovinezza viva, dalla voce argentina e dall'occhio scintillante, - scrive la Gazzetta di Fossano - fu il profumo della pietà emanante da cuori su cui non è passato il soffio mortifero delle correnti mondane, fu la vita in tutta la sua più schietta e semplice bellezza, disposata al fascino dell'arte, che noi abbiamo ammirato, con profondo godimento, là, sul palco del grazioso teatrino ».

VENEZIA.

Per benevolo e caldo invito dell'Em.mo Cardinal Patriarca, i Salesiani furono chiamati a continuare il Patronato Leone XIII di Castello in Venezia, che un tempo fioriva sotto la direzione di un altro Istituto. E un'opera provvidenziale, che è di grande utilità ai giovanetti del popolare rione di Castello. L'Oratorio quotidiano raccoglie giornalmente circa 200 giovani, ai quali s' imparte non solo l'istruzione religiosa, ma per mezzo del Dopo-scuola si provvede largamente anche per l'istruzione scolastica. Nell'Oratorio fiorisce pure un'eccellente Schola Cantorum, che forma gran parte della cantoria di S. Marco egregiamente diretta dal valente prof. Termignon; e, tra le altre utili e importanti istituzioni, si distingue quelle dei piccoli Esploratori Cattolici, che gode ampie simpatie.

NAPOLI.

Una lesta patriottica nella Sala dei Sordomuti -

Ci scrivono, in data 29 gennaio - Alla Pia Casa Arcivescovile per i Sordomuti ebbe luogo, come preanunziò tutta la stampa cittadina, una bellissima cerimonia patriottica, per la Pace sociale. Celebrò la Messa solenne Mons. Buonomo, Prelato domestico di S. Santità, a cui assisteva ufficialmente S. E cc, Mons. Michele Zezza, Arcivescovo Coadiutore di S. Eminenza, il Cardinale Giuseppe Prisco, in rappresentanza del medesimo. Al suo arrivo, come a quello delle autorità, i Sordo-muti in bella mostra, con la loro bandiera tricolore, gli fecero i dovuti onori.

La musica egregiamente eseguita da numerosi e valenti artisti, e diretta dal prof. Ferdinando

Grippa, risuonò maestosa per il vasto tempio, letteralmente gremito di scelto e colto pubblico. Il rev.mo P. Eugenio Bovenzitenne parlò dal pergamo con molta elevatezza di pensiero e di sentimento. Intervennero il rev.mo Sac. prof. Paolo Albera, Rettore Maggiore dei Salesiani, col rev.mo Sac. D. Francesco Tomasetti, e tra le autorità il comm. Davide Donvito per la Camera di Commercio, il cav. De Paola per il Questore, l'avv. Emanuele Caruso pel P. P., il capitano Gennaro Castelli pel maggior generale cav. Galliano, il cav. Ciro Dora per la Commissione Provinciale di beneficenza, il Comm. Emanuele Pisani e il cav. Adolfo Ricciardi per la stampa, il cav. dott. Candela, il prof. Ignazio Meo pel Sub-commissario Teti. Vi era pure una rappresentanza delle sordo-mute della Fidale della Pia Casa in Casoria con le Suore Stimmatine, e numerosissimi benefattori e benefattrici dell'Opera, e rappresentanze di molti Istituti di educazione della città.

Infine le autorità e gli intervenuti visitarono i bei locali riportandone la più soddisfacente impressione, per l'igiene, per la pulizia e per l'ordine.

La simpatica rcerimonia lasciò in tutti un profondo sentimento di affetto per i poveri sordo muti, di ammirazione per un'opera tanto umanitaria, ed un desiderio vivissimo di quella pace sociale tanto aspettata.

All'Estero.

CACHOEIRA DO CAMPO.

Il 24 novembre si compì a Cachoeira do Campo

(Brasile) la festa della consegna dei diplomi di Agronomo agli allievi che terminarono il corso in quell'Istituto Salesiano, riconosciuto dal Governo dello Stato con legge speciale. Numerose personalità presero parte alla cerimonia, alla quale disse il discorso il Dott. Mario da Lima, exallievo. Dieci furono i diplomati. Rivolse a questi buone parole di saluto e a tutti di sincero ringraziamento il Direttore D. Carlo Peretto.

CONCEPCIÓN.

I Cooperatori di Concepción hanno reso uno splendido omaggio di affettuosa riconoscenza, in unione con i Salesiani, al nuovo Vescovo di Ancud, Mons. Antonio Castro.

SANTIAGO. - IL COMITATO DELLE DAME PATRONESSE delle Opere Salesiane, fiorente in Santiago, in una lettera al Comitato Centrale delinea, così, il lavoro compiuto fin dalla sua fondazione:

«L'anno 19o6 il Collegio, detto della « Gratitud Nacional », minacciava rovina; di qui l'idea di della formazione di un comitato, per la ricostituzione totale dello stabilimento. La nostra prima radunanza ebbe luogo il 17 luglio 19o6, presieduta da Mons. Angel Jara, di venerata memoria.

» Nello stesso anno, e precisamente in agosto, la nostra patria fu sconvolta da un terribile terremoto, che lasciò sul lastrico migliaia di famiglie. Subito i Salesiani si lanciarono nelle diverse provincie in cerca di centinaia di giovanetti, che furono da loro ricoverati. Quell'avvenimento suscitò tra le signore, componenti il Comitato, un'ar dente gara per provvedere letti, biancheria, vestiario, viveri, ecc. ecc.

» In seguito abbiamo fatto abbellire l'esterno del Tempio di Maria Ausiliatrice, il cui quadro è un dono e un ricordo di una delle nostre compagne: e continuammo a riunire fondi per mezzo di banchi di beneficenza, kermesses, e collette private per contribuire alla costruzione dell'edifizio, dei dormitori, dei laboratori, ecc.

» Ci siamo anche proposte di fondare delle borse di studio. La prima risale al 1910, in occasione del Centenario dell'Indipendenza Nazionale, ed è perciò chiamata « Borsa di studio del Centenario ». Nel 1911 si stabilì la seconda, intitolandola alla Purissima. Concezione. Nel 1913, XXV Anniversario dell'arrivo dei Salesiani nella Repubblica, se ne fondò una terza, dedicata al Venerabile D. Bosco. Nel 1915, centenario della festa di Maria Ausiliatrice, se ne costituì una quarta, intitolata alla stessa celeste Patrona. Una nelle nostre consorelle, la signora Parmela Cotapos de Pereira, ne fondò di suo peculio una quinta ; e nell'anno 1919 la signora Elena Erazo de Buzeta ne istituì una sesta, anch'essa di proprio peculio ».

Al venerando Porporato tornino di sollievo, nella dolorosissima perdita, anche i devoti suffragi che, per l'anima del distinto e pio Sacerdote innalzeranno, al Dio d'ogni consolazione, Salesiani e Cooperatori.

Angela Biedermann Mattirolo.

Si spense santamente, come visse, il 5 gennaio 1920, a Cuneo.

Offertasi in olocausto per la salute di un'anima, Iddio pienamente l'esaudì. Sofferse per 23 anni dolori indicibili, pur tutto donando nell'eroismo della carità e costantemente rinnegando se medesima, ultima sempre in ogni luogo. Amò il prossimo più che sè stessa, e Iddio di un amore straordinario. « Oh mio buon Gesù, - soleva dolcemente pregare ogni giorno - io Ti raccomando tutti quelli che piangono e soffrono, e tutti quelli che fanno piangere e soffrire. Ti raccomando l'infanzia abbandonata, la gioventù nello scandalo e nel pericolo, la vecchiaia nel bisogno, chi non ha tetto, pane, vesti; chi piange la dipartita de' suoi cari, chi cerca lavoro e non ne trova; gli ammalati e i moribondi, e i carcerati; quelli che patiscono ingiustizia, gli affitti di spirito ; tutti i dolori umani Ti raccomando: Tu li benedici, li sollevi, li santifichi. Ti raccomando il Sommo Pontefice, il Cattolico Episcopato, il Clero, i Missionari: deh! manda tanti e tanti operai nella Tua messe. Ti raccomando pure gl'infedeli, gli eretici, i scismatici: forma presto un solo ovile sotto un solo Pastore. » - Un'anima che prega ogni giorno così, è una santa.

Al desolato consorte, al quale era unita dal più forte affetto coniugale e dalla comunanza più stretta degli stessi ideali cristiani, affettuose condoglianze.

Luigi e Francesco Ricaldone.

A Mirabello Monferrato, a un giorno di distanza, si addormentavano serenamente nel Signore, padre e figlio, Luigi nella veneranda età di 82 anni, Francesco a 57.

Il padre, forte tempra di cristiano esemplare, si gloriava di aver dato un figlio alla nostra Pia Società; e Francesco era ancor più felice nel vedere, tra i Salesiani, quattro omai de' suoi figliuoli, e l'unica figlia tra le Figlie di Maria Ausiliatrice.

Il caso pietoso delle due tombe, aperte dallo stesso morbo una accanto all'altra - le campane avevano appena finito di suonare per la sepoltura del padre, quando annunziavano la morte del figlio - commosse il paese di Mirabello, ov'è ancor viva la memoria di Don Bosco e dei suoi primi aiutanti. Così richiami abbondanti suffragi anche dai nostri lettori, a conforto di tutti i congiunti, in modo speciale di Don Pietro, del Consiglio Superiore della nostra Pia Società, vivamente colpito nei suoi più cari affetti di figlio e di fratello.

Carmelo Bottazzi.

Nato a Pozzolo Formigaro, emigrò ancor giovane in Patagonia, dove attese con alacrità alla coltivazione dei campi, dedicandosi. specialmente

NECROLOGIO

L'Em.mo Card. Aristide Rinaldini.

Si spense il 10 febbraio u. s.. Era nato in Montefalco, Archidiocesi di Spoleto, il 5 febbraio 1844. Recatosi giovinetto di 15 anni a Roma e sentendosi inclinato alla carriera ecclesiastica, fece il corso di filosofia nel Seminario Romano ed entrò quindi nel Collegio Capranica, dove compì gli studi e fu ordinato sacerdote nel 1868. Nel giugno dello stesso anno fu inviato a Lisbona come Segretario, presso quella Nunziatura Apostolica; in seguito fu Uditore di Nunziatura nel Belgio, Internunzio in Olanda, Sostituto della Segreteria di Stato a Roma, poi Nunzio a Bruxelles e a Madrid, donde nel 1907 venne promosso alla Sacra porpora.

Per l'eminentissimo Principe, che consacrò più di cinquant'anni a servizio della Chiesa e della Sede Apostolica, e che era nostro affezionato Cooperatore, una fervida prece.

Teol. Giovanni Gabriele Musso.

Fra nato il 1° gennaio 1892 in Armostrong (Repubblica Argentina).

Giovane d'anni e maturo di senno, zelantissimo della gloria di Dio e del bene delle anime, si spense serenamente la mattina del 10 febbraio, poco dopo aver ricevuto la S. Comunione, come aveva fatto ogni giorno della cruda malattia. Era il più giovane dei Sacerdoti componenti la corte dell'Em.mo Card. Richelmv, che l'ebbe giustamehte carissimo.

alla viticultura. Di carattere intraprendente, da modesto operaio e contadino qual era, a base di energia e costanza, seppe elevarsi ad una condizione agiata, ed esercitare larga influenza, che gli procurò la nomina a vice-console italiano.

Buono, caritatevole, intelligente, si valse di questa carica per estendere la sua azione benefica a tutti gli Italiani della regione, e fu arcaico affezionato dei Salesiani, specialmente del Card. Cagliero, che lo ebbe carissimo.

Di sentimenti profondamente religiosi, diede alla sua azione sociale un'impronta schiettamente cristiana. Anche la sua morte. avvenuta in Buenos Aires l'11 novembre, fu una prova luminosa di forza cristiana. Volle comunicarsi più volte, e talora, in mezzo ai dolori, ricordando con mestizia l'abbandono di alcuni amici, stringeva fra le mani il Crocifisso dicendo: « Questi non abbandona mai », e lo baciava con tenerezza, e si quietava.

Una prece per questo buon Cooperatore, pioniere di civiltà cristiana e di gentilezza italiana, in Patagonia.

Angela Merlo Curino.

Morì a Casalino, il 4 gennaio u. s. Donna semplice, ma di molto buon cuore e molto buon senso, aveva per l'opera nostra un affetto di madre. Prendeva parte vivissima a tutte le nostre gioie e a tutti i nostri dolori, ed era felice, quando poteva indurre le sue amiche e conoscenti a qualche elemosina per le Missioni e per i nostri orfanelli. Il Signore le doni il premio della sua carità.

Maria Morteo Ardissone.

Chiuse la virtuosa esistenza, sulla fine di gennaio u. s., in Alassio. Spesa e madre esemplare, angelo di tenerezza, era buona e caritatevole con tutti, non solo con i suoi, ma anche con gli estranei. Colta da lungo malore, che negli ultimi mesi le procurò sofferenze indicibili, restò sempre serena, umile e docile ai voleri di Dio. Dal cielo continui a proteggere l'affezionata famiglia.

Maria Quaglia Balzaretti.

Fervente cooperatrice, dopo 81 anni di vita cristiana, martire del dolore, chiudeva gli occhi alla terra per aprirli eternamente in cielo. Fra nata a Palestro nel 1836: morì il 23 gennaio u. S. Modello di pazienza, fino all'estremo respiro sopportò con edificante rassegnazione le tribolazioni con cui il Signore la volle provare. Ai suoi sincere condoglianze; per l'estinta devoti suffragi.

Preghiamo anche per:

ACCATINI Pietro, † a Villafranca Lunigiana. ALLEMANDI Sebastiano, 'j a S. Michele (Cuneo). ANTONIAZZO Giuseppe, † a Lenta. ARRIZZONi Don Mosè, † a Sesto S. Giovanni.

ASTARITA Alfonso † a Torino.

ANSINELLo Domenica, † a Caluso.

BALzELLA Pisano Giuseppina, † a Nuraminis. BELTRAMO Pietro, † a Occhieppo Inferiore. BENEDETTI Francesco, † a Bolzano Vicentino. BENVENUTI Vincenzo, † a Padova. BERARDI Giulia, † a Ortona a Mare. BoNELLI Elisa n. Cantello, † a Torino. BORG Emmanuele, † a Sliema (Malta). Bosco Avv. Francesco, † a Acqui.

BOSSATIS Can.co Avv.to Antonino, † a Torino. CABODI Giacomo, † a Mezzenile.

CALLEGARIs Giovanna n. Palvi, † a Mede (Pavia). CARTA Antioco, † a Serdiana (Cagliari). CASSINI Don Pietro, † a Varengo (Alessandria). CELEBRINI S. Giuseppa, † a Mondovì Carassene. CAVAGLIÀ Lodovica n. Tamagnone, † a Torino. CiuRo Don Antonio, † a Gangi (Palermo.

DE ANTONI Giov. Battista, † a Vallanora (Vicenza). DUBINI Beatrice, † a Milano. FALANELLi Ferruccio, † a Montecenere (Modena). FERRARI Maria, † a Montacuto (Alessandria). FESTA Antonietta n. Fumero, † a Torino. FRANCI Assunta, † a S. Quirico (Grassetto). GNAVI Teresa, † a Caluso (Torino). GORGERMNO Carola, † a Alpignano (Torino). GRANDI Dott. Gaetano, † a Tuenno (Trentino). IvALvi Giacomo, † a Acqui. MASSA Cap. Giuseppe, † a Caluso (Torino). MAZZETTI Sebastiano, † a Montemagno. MENEGUZZO Francesco Palmarino, † a Arzignano. MERLO Francesco, † a Caluso. MIOROSINI Adele, † a Varese (Corno). NEBBIA Giulia, † a. Giarole. NEBBIA Gabriella. † Giarole. OGGERO Can. Francesco, † a Pinerolo. PECHENINO Domenico, † a Priacco (Torino). PEROGLio Carlo, † a Torino. PEYRoN Alessandra, † a Torino. PIANTELLi Ada, † a Crema.

Picco Alessandro, † a Caluso (Torino) PoLizzi Emmanuele, † a Aci S. Antonio. POMPIGNOLI Francesco, † a Brisighella. PONZETTI Adolfo, † a Caluso,

POSSETTO Caterina, † a Vigone (Torino). RIBOLDi Carolina, † a Renate (Milano). RomITo Mario, † Bari.

RUGGERi Ludovico, † a Albino (Bergamo). SALvETTI Benedetta, † a Caluso.

SIENA Maria n. Gabasio, † a Borgo Vercelli. Soci Michele, † a S. Fortunato (Rimini). TEDESCHI Dan Ercole Cassinese, † a Palermo. ToPPINO Caterina, † a Piana (Cuneo). TROTTI March. Galeazzo, † a Torino. UBERTINI Maria, -j- a Montanaro. VALsECcHI, Alberto, † a Bergamo. VALMACCHINO Giulio, † a Cuccaro Monf. VERCELLI Giovanni † a Caluso.

VIGLIETTI Giuseppina, † a S. Raffaele (Torino) VoLi Cont. Luigi, † a Torino.

LURLETTI GALLARATI Francesca, † a Alessandria.