BS 1910s|1915|Bollettino Salesiano Settembre 1915

1 SETTEMBRE 1915

ANNO XXXIX - N. 9

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO

Redazione e Amministrazione - Via Cottolengo, 32 - TORINO.

Sommario. - Il Centenario della Festa di Maria Ausiliatrice e la posa della Ia pietra di un Santuario votivo - Appello del S. Padre Benedetto XV - Il Centenario di Don Bosco commemorato a Valsalice e a Castelnuovo d'Asti - Coro imponente di affettuosa ammirazione - Il discorso del Cav. Poesio - Pel nuovo Tempio votivo a Maria Ausiliatrice - Note e Corrispondenze.

Centenario della Festa di Maria Ausiliatrice

(1815 = 15 SETTEMBRE = 1915). LA POSA DELLA Ia PIETRA DI UN TEMPIO VOTIVO

IL Centenario di Maria Ausiliatrice è il Centenario dell'Istituzione della sua festa liturgica del 24 maggio. Questa, com'è noto, venne istituita dal Sommo Pontefice Pio VII in memoria e in ringraziamento del suo felice ritorno all'eterna città, donde era stato strappato e temuto lontano per cinque anni. Il suo ritorno a Roma fu quindi il fatto che determinò Pio VII a istituire la festa, e poichè esso accadde il 24 maggio I8I4, già nello scorso anno noi commemorammo quella prima data che si collegava al Centenario di Maria di Maria Ausiliatrice.

Quest'anno con la straordinaria e solennissima esposizione del SS. Sacramento compiutasi dal 22 al 24 maggio, noi volemmo ricordare la visita fatta a Torino dallo stesso Pontefice nel maggio del I8I5.

Ma la data intimamente legata al Centenario di Maria SS. Ausiliatrice, come quella che direttamente gli appartiene e lo determina, è il I5 di questo mese; perchè appunto il 15 settembre dell'anno 1815 è la data del Decreto Pontificio che istituì la festa di Maria Ausiliatrice.

Non è quindi possibile, cari Cooperatori, di lasciar trascorrere inosservato questo giorno solenne. Se l'affetto filiale che nutriamo per Marìa Ausiliatrice è tanto che sentiamo il bisogno di prepararci con la pia pratica di tutto un mese, e di un mese speciale come quello che ha principio il 23 aprile, alla dolcissima festa del 24 maggio; se tanto giocondo è il ricordo che questa festa ci lascia nell'animo, che non possiamo trattenerci dal ridestarne mensilmente le soavi impressioni, consacrando il 24 di ogni mese alla commemorazione mensile di Maria Ausiliatrice, come non celebrare la data centenaria che annunziò al mondo la pietà e la riconoscenza di Pio VII istituente la nuova festa in onore di Maria SS.ma sotto il tìtolo, così caro, così espressivo, così opportuno ai nostri tempi, di Maria

Aiuto dei Cristiani ?

Nè le preoccupazioni presenti ci distolgono, ma anzi ci stimolano al compimento di questo santo e delicato pensiero. L'ora che volge è così grave per tutto il mondo, che tutti sentono pìù vivo e più forte il bisogno degli aiuti celesti, i quali non si ottengono se non pregando.

Raccoglierci quindi ai piedi degli altari di Maria Ausiliatrice per effondere il cuore nella preghiera ed invocare il suo patrocìnio; ringraziarla degli insigni favori elargitici per implorarne dei maggiori, perchè maggiori sono le grazie che tutti invocano in questi giornì; è una viva necessità dell'anima che cerca e afferra con trasporto ogni occasìone diretta a favorire questo irresistibile e prepotente bisogno del cuore.

Or ecco una data quanto mai opportuna. Commemorare cento anni dacchè Maria Ausiliatrice è festeggiata come Aiuto dei Cristiani, non è solo ricordare i celesti favori che li precedettero, ma anche una catena centenaria d'innumerevoli benedizioni successive. Per noi in particolare ad es. vuol dire ricordare una lunga serie di grandi manifestazioni di fede, solenni trionfi di cristiana pietà, e insieme un cumulo di prodigi, cui in questi momenti è confortante riandare col pensiero. Chi non conosce le meraviglie che avvenivano attorno il Venerabile Don Bosco nella festa di Maria Ausiliatrice? Chi non ricorda le turbe devote che si prostravano ai piedi dell'umile Servo di Dio per essere da lui benedette nel nome di Lei? Chi non rammenta i mirabili effetti di queste benedizioni? L'Opera Salesiana che s'è diffusa così largamente, è il miglior pegno di tali meraviglìe. Ed ora chi non le vede rinnovarsi in gran parte, ovunque si celebra la festa di Maria Ausiliatrice?

Ebbene questa catena di fatti, strepitosi, quest'immenso tripudio, questo immensurabile slancio di affetto per Maria Ausìliatrice, risale all'atto riconoscente di Pio VII, al suo Decreto del 15 settembre 1815. E vi sarà alcuno tra i divoti di questa gran Madre che abbia a negarle un saluto, una prece, un pensiero affettuoso al compiersi di quella data centenaria?

Certo non conviene far pompa di addobbi e di altri apparati esteriori; ma ognuno di noi nell'intimo del cuore, e tutti nel fervore concorde della preghiera, così cara al Signore allorchè è fatta in comune, raccogliamoci sotto le vólte dei suoi cari Santuari, ai piedi degli altari di Lei, e preghiamo. Questa sarà la nostra commemorazione.

Purtroppo in alcuni luoghi, neppur questo sarà possibile... Suppliscano agli omaggi che qua e là forzatamente verranno a mancare uno slancio e una divozione maggiore. Nel Santuario di Valdocco si pregherà per tutti; si pregherà sopratutto secondo le intenzioni del Santo Padre, perchè sia ascoltato il suo grido di pace! La Vergine Ausiliatrice ci esaudìsca

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A ricordo del I° Centenario della Festa di Maria Ausiliatrice e della nascita di Don Bosco si sta erigendo un grazioso Santuario votivo dedicato alla nostra Augusta Patrona, a Castelnuovo d'Asti.

Della posa della prima pietra di questo tempio diciamo più innanzi: qui in luogo d'onore ne riportiamo l'Atto verbale.

In Nomine Domini. Amen.

L'ANNO del .Signore millenovecentoquindici, primo del Sommo Pontificato di Sua Santità Papa BENEDETTO XV, decimosesto del Regno di Sua Maestà VITTORIo EMANUELE III, nostro augusto. Sovrano; decimottavo, nel governo dell'Archidiocesi Torinese, di Sua Eminenza Rev.ma il sig. CARD. AGOSTINO RICHELMY, nostro munifico benefattore, graziosaznente firmato all'atto; al compiersi dell'anno quinto dal dì in cui il Sac. PAOLO ALBERA fu .assunto alla, direzione generale delle Opere Salesiane; il lunedì 16 agosto, nella borgata Becchi, frazione di Murialdo, comune di Castelnuovo d'Asti, dopo il canto della Messa solenne, fu benedetta secondo il Rituale Romano la pietra angolare di questo Tempio votivo, lungo metri 14, largo metri 11, in stile gotico-piemontese, da dedicarsi a Dio Ottimo Massimo e alla dolcissima Madre di Gesù, sotto il titolo di AIUTO DEI CRISTIANI, a ricordo dell'ANNO CENTENARIO DALL' ISTITUZIONE DELLA FESTA LITURGICA di Lei, Celeste Ispiratrice ed Augusta Patrona delle Opere Salesiane, e dell'ANNO CENTENARIO DALLA NASCITA del Venerabile Fondatore di esse, il Servo di Dio DON GIOVANNI Bosco, avvenuta nell'umile casetta tuttor esistente qui di fronte.

Oltre la fausta ricorrenza delle due date centenarie ci spronarono a gettar le fondamenta di questo Tempio, che Don Bosco desiderava tanto di costrurre egli stesso a vantaggio della sua borgata natale, la brama vivissima di dare a Dio e alla Benedetta Sua Madre un pubblico pegno di filiale riconoscenza per tutti i favori elargiti al nostro Padre Venerabile, a cominciare dal tratto specialissimo di materna bontà pel quale la misericordiosissima Vergine si degnò apparire a Lui, non ancor decenne, nella casetta paterna, additandogli la santa missione a cui Dio l'aveva predestinato, - il pio desiderio di propiziar sempre meglio la costante benedizione di questa Celeste Regina sull'intera Famiglia Salesiana, sui singoli membri e sulle singole opere, sugli Oratori festivi, su tutti gli Istituti di cristiana educazione, su tutte le Chiese e Cappelle, sulle varie Missioni impiantate in mezzo ai selvaggi e agli infedeli, - e finalmente il ferventissimo voto di vedere al più presto elevato il Ven. Don Bosco , agli onori degli altari.

I tempi correvano eccezionalmente difficili, tuttavia noi non potemmo a niun patto lasciar trascorrere inosservata la duplice data solenne, ond'è che alle intenzioni accennate e a tutte quelle che i presenti e gli assenti, uniti a noi in ispirito, formolarono individualmente in quell'ora memoranda, volemmo espressamente associata la fervida preghiera di veder presto, per l'intercessione potente di quella Benedetta che fu in ogni tempo l'aiuto dei cristiani, domato il terribile incendio scoppiato sulla terra e nuovamente discese su questa la giustizia e la pace per baciarsi in fronte e porre stabile dimora tra gli uomini.

La cerimonia venne compiuta dal rev.mo Don PAOLO ALBERA, assistito dai Membri del rev.mo Capitolo o Consiglio Supremo della Pia Società Salesiana, con la più ampia benedizione dell'Em.mo Card. Arcivescovo predetto che benevolmente accettò di essere Padrino dell'opera, e alla presenza delle Autorità locali, di illustri Rappresentanti del Clero, del Patriziato e della Città di Torino, della Rev.ma Superiora delle Figlie di Maria Ausiliatrice Suor Caterina Daghero, del nobile Barone Carlo Maurizio Gamba, rappresentante ufficialmente là Pia Unione dei cooperatori Salesiani, e di altre ragguardevoli persone.

Compiuto il rito della Benedizione, fu data lettura del presente Verbale; e questo, collocalo in un tubo di cristallo, insieme col ritratto ed una medaglia del I° anno di Pontificato di Sua Santità Benedetto XV, con alcune monete recanti l'effige di Sua Maestà Vittorio Emmanuele III, con parecchie medaglie di Maria SS. Ausiliatrice, tra le quali una dell'anno in cui fu dedicato il Santuario di Torino-Valdocco e un'altra dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, con i ritratti dell'Em.mo Card. Richelmy, del Venerabile Don Bosco e dell'indimenticabile Don Rua di sempre venerata memoria, e del loro Successore, con l'elenco dei Membri e delle Case della Pia Società Salesiana esistenti l'anno 1915 nell'uno e nell'altro Continente, col disegno del nuovo Tempio eseguito dall'Ufficio Tecnico della Pia Società Salesiana e una copia del Bollettino Salesiano del mese suddetto, venne deposto entro il cavo della pietra benedetta, la quale fu murata alla base del pilastro che divide il presbiterio dal resto del sacro edifizio, in cornu evangelii, mentre il rev.mo Celebrante elevava questa preghiera

« MARIA SANTISSIMA, Aiuto dei Cristiani, sempre amabile e generosa verso i suoi devoti, benedica tutti quelli che contribuiranno all'Erezione del sacro edifizio, specialmente i cari bambini e le bambine dei Cooperatori Salesiani, al cui obolo è in particolar modo affidata; e distenda ognora il suo manto sopra il Romano Pontefice e su tutta la Chiesa Cattolica, sull'Augusto nostro Sovrano e sull'Italia intera, sui Governanti di tutte le Nazioni e su tutti i popoli ove l' Opera dell'umile Pastorello dei Becchi è diffusa; e sia sempre la Madre tenerissima di tutti i membri della Pia Società Salesiana, dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e della Pia Unione dei Cooperatori Salesiani, donando a ciascuno o, ni grazia spirituale e temporale in terra e, dopo quest'esilio, un posto accanto il suo trono di gloria in Cielo!».

+ AGOSTINO, Card. Arcivescovo di Torino. - SAC. Paolo Albera, Rettor Maggiore dei Salesiani. - SAC. FILIPPO RINALDI, Prefetto Generale. - SAC. GIULIO BARBERIS, Direttore Spirituale. - SAC. CLEMENTE BRETTO, Economo Generale. - SAC. FRANCESCO CERRUTI, Consigliere Scolastico. - SAC. PIETRO RICALDONE, Consigliere Professionale. - SAC. LUIGI PISCETTA, Consigliere. - SAC. CALOGERO GUSMANO, Segretario. - SAC. Gio. BATT. LEMOYNE, Segretario Emerito - TEOL. DOMENiCO NIZIA, Vicario, Delegato dell'Em°. Card. Arcivescovo. - Avv. SAVERIO FINO, delegato a rappresentare l'Amministrazione Comunale di Torino. - TEOL. FROLA M. GIOVANNI, delegato del Collegio dei Parroci di Torino. - CARLO MAURIZIO GAMBA, rappresentante la Pia Unione dei Cooperatori Salesiani. - CAV. ARTURO PoESIO. - SUOR CATERINA DAGHERO, Superiora Generale dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. SUOR Luisa VASCHETTI, Consigliera Generale. - SUOR MARINA COPPA, Cons. Gen. - SUOR CLELIA GENGHINI, Segr. Gen. - SUOR EULALIA Bosco, Ispettrice, pronipote del Venerabile.

Seguivano altre firme, tra cui quelle del Sac. Emanuele Manassero, rappresentante gl'Ispettori Salelesiani; del Sac. Roberto Riccardi, rappresentante i Rettori dei Santuari di Maria Ausiliatrice; del Sac. Stefano Trione; del Sac. F. G. Cane per la Federazione Intern. ex-Allievi; di Suor Felicina Fauda, rappresentante le Ispettrici delle Figlie di Maria Ausiliatrice; dei rappresentanti di Castelnuovo d'Asti e di Capriglio; del Teol. Antonio Cucchi, Cappellano di Murialdo; del sig. Giuseppe Bosco, Pronipote del Venerabile; dei rappresentanti il Bollettino Salesiano.

Il Decreto DELL'ISTITUZIONE DELLA FESTA DI MARIA SS. AUSILIATRICE

Offriamo ai lettori il documento pontificio col quale venne istituita la festa di Maria SS. Ausiliatrice. Esso è uno splendido pegno della grandezza del benefizio concesso dalla Vergine al tribolato Pio VII. Eccone il testo originale e la versione italiana.

(2566) (4514)

URBIS ET STATUS ECCLESIASTICI.

Cum S.mus D. N. Pius VII Pontifex Maximus validissimum B. M. V. auxilium expertus fuerit in multis tribulationibus, aerumnis, angustiis, quas in diutina quinque et ultra annorum captivitate passus est, Ejus intercessioni leibuens felicem suum reditum in Urbem Sanctam, a qua lucrai ne f arie avulsus, accito R.mo Cardinali tulio Maria de Somalia Episcopo Tusculano, suo in Urbe Vicario Generali et Sacrorum Rituum Congregationi Praetecto, mentem suam esse signi ficavit, ut ad grati animi reddendum perenne testimonium gloriosissimae Virgini, quae insperato sibi et populo fedeli in auxilium venit, peculiare Feslum in ejusdem honorem instituatur peragendum die 24 Maji in aevum memoranda, felici Ipsius ad Petri sedem signata regressu; et aemulatus decessorem suum Sanctam Pium huius nominis V, qui ob insignem victoriam anno MDLXXI a Christiana Classe contea Turcas ad Echinadas insulas Dei Genitricis ope relata?, Litaniis Lauretanis alterum elogium inseri iussii Auxilium Christianorum; ita et Ipse hoc titolo decorare novum hoc Festum constituit cum Officio et Missa ab eodem Rev.mo Cardinali Praefecto, a R. P. Andrea Cavalli Promotore Fidei et a me infrascripto S. R. C. Adsessore revisis, curo in Urbe tum in toto Ecclesiastico Statu recitanda et respective celebranda, sub ritu duplicis majoris, ab omnibus tam Saecularibus quam Regularibus qui ad Horas Canonicas tenentur.

Et hoc Decretum in Acta Congregationis Sacrorum Rituum re poni ac publici juris fieri mandavit. Die 15 septembris 1815.

JULIUS M. Card. Ep.us Tusculanus DE SOMALIA S. R. C. Praefectus.

ANDREAS CAVALLI S. Fidei Promotor. ALOYsIus GARDELLINI S. R. C Adsessor.

(2566) (4514)

ROMA E STATO PONTIFICIO.

Avendo il SS.mo Signor Nostro Pio VII, Pontefice Massimo, toccato con mano l'aiuto della Beata Vergine Maria in molte tribolazioni, affanni e strettezze sofferte nella lunga prigionia di oltre cinque anni, ed ascrivendo alla di Lei intercessione il suo felice ritorno nella Città Santa, dalla quale era stato empiamente strappato, chiamato a sè l'Em.mo Card. Giulio Maria Della Somaglia, Vescovo di Frascati, suo Vicario Generale in Roma e Prefetto della S. Congregazione dei Riti, manifestò esser sua volontà che, per dare una perenne testimonianza di riconoscenza alla gloriosissima Vergine, la quale inaspettatamente venne in aiuto a Lui e al popolo fedele, fosse istituita in onore di Lei una festa speciale da celebrarsi il giorno 24 maggio, eternamente memorando, contrassegnato dal suo felice ritorno alla Sede di S. Pietro; ed emulando il suo predecessore San Pio V - il quale per l'insigne vittoria, riportata mercè l'aiuto della Madre di Dio dall'Armata Cristiana contro i Turchi alle Isole Curzolari nel 1571, ordinò che fosse inserita nelle Litanie Lauretane la nuova invocazione Auxilium Christianorum - cosí egli pure stabili di fregiare d'un tal titolo questa nuova festa con Ufficio e Messa, riveduti dal medesimo rev.mo Card. Prefetto, del rev. Mons. Andrea Cavalli Promotore della Fede e da me sottoscritto Assessore della S. Congregazione dei Riti, da recitarsi e celebrarsi rispettivamente, tanto in Roma quanto in tutto lo Stato della Chiesa, con rito di doppio maggiore, da tutti quei secolari e regolari, che son tenuti alle Ore Canoniche.

Comandò inoltre che il presente Decreto fosse inserito negli atti della Sacra Congregazione dei Riti e reso di pubblica ragione. Il 15 settembre dell'anno 1815.

+ GIULIO M. Carri. DELLA SOMAGLIA VeSC. di Frascati, Prefetto della S. C. dei Riti.

ANDREA CAVALLI, Promotore della Fede.

LUIGI GARDELLINI, Assessore della S. C. dei Riti.

Come celebreremo il Centenario dell'istituzione della Festa di Maria Ausiliatrice?

1) Colla preghiera del ringraziamento e la devota promessa di estendere, sempre piú, con tutte le forze, il culto di Maria Ausiliatrice.

2) Coi cooperare all'erezione del Santuario che si sta erigendo ad onore di Maria Ausiliatrice.

3) Col procurare nuove ascrizioni all'Associazione dei divoti di Maria Ausiliatrice.

4) Con prendere parte alle devote funzioni che saranno celebrate nelle chiese salesiane.

Affinchè ogni Cooperatore si unisca con maggior slancio alle comuni preghiere durante il sacro Novenario che si celebrerà nel Santuario di Valdocco (Ved. pag. 263) riferiamo il nuovo grido di tace lanciato dal Vicario di Gesù Cristo.

BENEDICTUS XV ai popoli ora belligeranti e ai loro Capi.

Allorchè fummo chiamati, quantunque immeritevoli, a succedere sul Trono Apostolico al mitissimo Pontefice Pio X, a Cui il dolore per la lotta fratricida, poco prima accesasi in Europa, aveva abbreviata la santa e benefica vita, sentimmo Noi pure, nel volgere il trepido sguardo verso gli insanguinati campi di battaglia lo strazio di un padre, che vede la sua casa devastata e resa deserta da furioso uragano. E pensando con inesprimibile cordoglio ai giovani figli Nostri, i quali venivano a migliaia, falciati dalla morte, accogliemmo nel Cuore, dilatato dalla carità di Cristo, tutto lo schianto delle madri e delle spose vedovate innanzi tempo e tutto il pianto inconsolabile dei fanciulli troppo presto orbati della guida paterna. Nell'animo Nostro, partecipe dell'affannosa trepidazione d'innumerevoli famiglie e ben compreso degli imperiosi doveri impostici dalla sublime missione di pace e di amore, che in giorni sí tristi Ci era affidata, Noi concepimmo tosto il fermo proposito di consacrare ogni Nostra attività ed ogni Nostro potere a riconciliare i popoli combattenti; ne facemmo, anzi, solenne promessa al Divin Salvatore, che volle a prezzo del Suo Sangue rendere tutti gli uomini fratelli.

E di pace e di amore furono le prime parole, che alle Nazioni ed ai loro Reggitori dirigemmo come Supremo Pastore delle anime. Ma il nostro consiglio, affettuoso ed insistente qual di padre e di amico, rimase inascoltato! Si accrebbe in Noi il dolore, non si affievolí il proposito ; proseguimmo perciò a volgerci fiduciosi all'Onnipotente, che ha in mano le menti ed i cuori cosí dei sudditi, come dei Re, invocando da Lui la cessazione dell'immane flagello. Alla fervida ed umile Nostra preghiera volemmo associati tutti i fedeli, e, a renderla piú efficace, procurammo altresí che fosse accompagnata da opere di cristiana penitenza. Ma oggi, nel triste anniversario dello scoppio del tremendo conflitto, più caldo esce dal Nostro Cuore il voto che cessi presto la guerra, più alto il paterno grido di pace. Possa questo grido, vincendo il pauroso fragore delle armi, giungere sino ai popoli ora in guerra ed ai loro Capi, inclinando gli uni e gli altri a piú miti e sereni consigli!

Nel nome santo di Dio, nel nome del celeste Padre e Signore, per il Sangue benedetto di Gesú, prezzo dell'umano riscatto, scòngiuriamo Voi, che la Divina Provvidenza ha posto al governo delle Nazioni belligeranti, a porre termine finalmente a questa orrenda carneficina, che omai da un anno disonora l'Europa. E sangue fraterno quello, che si versa su la terra e nei mari! Le più belle regioni dell'Europa, di questo giardino del mondo, sono seminate di cadaveri e di ruine : dove poc'anzi ferveva l'industre opera delle officine ed il fecondo lavoro dei campi, ora tuona spaventoso il cannone e nella sua furia demolitrice non risparmia villaggi, né città, ma semina dovunque e strage e morte. Voi portate innanzi a Dio ed innanzi agli uomini la tremenda responsabilità della pace e della guerra; ascoltate la Nostra preghiera, la paterna voce del Vicario dell'Eterno e Supremo Giudice, al Quale dovrete render conto tosi delle pubbliche imprese, conte dei Privati alti vostri.

Le copiose ricchezze, delle quali Iddio Creatore ha fornito le terre a Voi soggette, Vi consentono la continuazione della lotta; ma a qual prezzo? Rispondano le migliaia di giovani vite, che si spengono ogni giorno sui campi di, battaglia; rispondano le rovine di tante città e villaggi e di tanti monumenti dovuti alla pietà e al genio degli avi. E quelle lagrime amare versate nel segreto delle domestiche pareti o ai piedi dei supplicati altari, non ripetono anch'esse che è grande, troppo grande il prezzo della diuturna lotta?

Né si dica che l'immane conflitto non può comporsi senza la violenza delle armi. Depongasi il mutuo proposito di distruzione: riflettasi che le Nazioni non muoiono : umiliate ed oppresse, portano frementi il giogo loro imposto, preparando la riscossa e trasmettendo di generazione in generazione un triste retaggio di odio e di vendetta.

Perché fin da ora non ponderare con serena coscienza i diritti e le giuste aspirazioni dei popoli? Perché non iniziare con animo volenteroso uno scambio, diretto od indiretto, di vedute allo scopo di tener conto nella misura del possibile di quei diritti e di quelle aspirazioni e giunger cosí a por termine all'immane lotta, come è avvenuto in altre simili circostanze? Benedetto colui, che primo alzerà il ramo di olivo e stenderà al nemico la destra offrendo ragionevoli condizioni di pace. L'equilibrio del mondo e la prospera e sicura tranquillità delle Nazioni riposa su la mutua benevolenza e sul rispetto degli altrui diritti e dell'altrui dignità assai più che su moltitudine di armati e sui formidabile cinta di fortezze.

È questo il grido di pace, che più alto erompe in questo triste giorno dall'animo Nostro; e Noi invitiamo quanti sono gli amici della pace nel mondo a darci la mano per affrettare il termine della guerra, che ornai da un anno ha cambiato l'Europa in un vasto campo di battaglia. Faccia Gesú misericordioso per l'intercessione dell'Addolorata Sua Madre, che spunti alfine, dopo sí orribile procella, la placida e radiosa alba di pace, immagine del Suo volto divino! Risuonino presto gli inni di riconoscenza all'Altissimo, Datore di ogni bene, per l'avvenuta riconciliazione degli Stati; tornino i popoli, affratellati dall'amore, alla pacifiche gare degli studi, delle arti e delle industrie e, ristabilito l'impero del diritto, risolvano di affidare d'ora,in poi la soluzione delle proprie divergenze non più al filo della spada, sibbene alle ragioni con la dovuta calma, e ponderazione. Sarà questa la loro piú bella e gloriosa conquista!

Nella cara fiducia che di cosa desiderabili frutti l'albero della pace torni presto a rallegrare il mondo, impartiamo l'Apostolica Benedizione a quanti formano il mistico gregge a Noi affidato, ed anche per coloro che non appartengono ancora alla Chiesa Romana preghiamo il Signore di stringerli a Noi con vincoli di perfetta carità.

Roma, dal Vaticano, il 28 luglio 1915.

BENEDICTUS XV.

PREGHIERE nel Santuario di Maria Ausiliatrice

IN TORINO

Il 15 corrente settembre si darà principio ad un sacro Novenario per festeggiare degnamente la data centenaria.

Al mattino, alle ore 6: messa della Comunione generale, con assistenza di pii Istituti.

Alla sera, ore 19.30 Esposizione del SS. Sacramento, breve discorso, Preghiera composta dal S. Padre, Litanie della B. V. e Benedizione solenne.

La mattina del 15 celebrerà Sua Eminenza Rev.ma il

CARD. AGOSTINO RICHELMY,

Arcivescovo di Torino.

Il 24 settembre Commemorazione mensile di Maria Ausiliatrice, a chiusura del solenne Novenario, le sacre funzioni saranno pontificate da Sua Ecc. Rev.ma MONS. GIUSEPPE CASTELLI, Vescovo di Susa, che la sera predìcherà l'Ora Santa innanzi a Gesú Sacramentato e intonerà l'inno del ringraziamento.

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Il Centenario di Don Bosco

COMMEMORATO A VALSALICE E A CASTELNUOVO D'ASTI

LA data centenaria della nascita del nostro amatissimo Padre Don Bosco non passò, neppure tra noi, inosservata. Non ebbe lo splendore che avrebbe rivestito se i tempi fossero stati propizi; ma fu accompagnata da sì larga e deferente partecipazione di ogni classe sociale, da così intima convinzione della santità di Don Bosco, e - sia detto col dovuto ossequio a tutte le prescrizioni pontificie - da così piena fiducia nella continuità della sua benedizione alle Opere Salesiane e della sua valida intercessione presso il Trono di Dio, che sentiamo il dovere di far questo rilievo, affinché la Famiglia Salesiana colla preghiera e coll'opera, mercè la più scrupolosa fedeltà agli insegnamenti paterni, ne renda a Dio degne azioni di grazie.

Alla nostra Commemorazione non mancò che l'apparato ufficiale.

Non si inaugurò il monumento che la riconoscenza degli ex-allievi ha decretato al Ven. D. Bosco sulla piazza della Basilica di Maria Ausiliatrice; ma migliaia di anime si volsero egualmente con intenso affetto filiale alla sua tomba, dando a conoscere di avergli eretto in cuore un monumento ben più prezioso del bronzo e del marmo.

A Torino e a Castelnuovo d'Asti non convennero i rappresentanti e i delegati dei Salesiani, degli ex-Allievi e dei Cooperatori delle Nazioni ove l'Opera di Don Bosco è diffusa: ma fu contemporaneamente in ogni terra verace e sentito tripudio, spontaneamente generato dalla riconoscenza e dall'amore. Fin dalle zone, ove aspra ferve la guerra, giunse a Torino il memore pensiero commosso di figli e ammiratori, col voto che Egli voglia affrettare dalla Divina Clemenza il ristabilimento della pace!

Così la Commemorazione Centenaria della nascita di D. Bosco, benchè spoglia di ogni pompa festiva là dove avrebbe dovuto essere più solenne, fu un'imponente e affettuosa rievocazione delle sue virtù, fortemente congiunta al proposito di volerle fedelmente ricopiare, e fu soprattutto una manifestazione di pietà secondo lo spirito del Venerabile.

Che esso aleggi sempre tra i suoi figli e Cooperatori; e vivo e parlante come noi lo vediamo e l'udiamo ancora, giunga alle più tarde generazioni accendendo in tutte il suo dolce operoso zelo per la gloria di Dio e la salute delle anime !

La Commemorazione a Valsalice.

CoME noi avevamo preannunziato nel Bollettino di luglio, e il nostro Rettor Maggiore Don Albera con lettera del 1° agosto recava a miglior conoscenza dei Cooperatori, la Commemorazione Centenaria della Nascita di Don Bosco fu indetta pel 15 agosto presso la sua Tomba in Valsalice e pel giorno 16 a Castelnuovo d'Asti. L'una e l'altra parte si completarono a vicenda, poichè - dalla tomba alla culla! - fu tutta una rievocazione di una vita edificante interamente vissuta per la gloria di Dio.

La funzione del mattino.

Il vasto cortile del Collegio delle Missioni Estere Salesiane cominciò ad affollarsi, prima ancora dell'ora prefissa, di persone d'ogni condizione « tutte animate dallo stesso desiderio - rilevava giustamente l'egregia Voce dell'Operaio - di ringraziare il Signore nel giorno centenario della nascita del suo gran Servo Don Bosco ».

Tra la moltitudine dei Cooperatori e delle Cooperatrici, spiccavano numerose le turbe giovanili: la Scuola di Musica Strumentale dell'Oratorio Festivo di Valdocco, cui era, riservato per tutto il giorno il servizio d'onore ; baldi gruppi di giovanotti dei Circoli Auxilium, XV Maggio, Michele Rua e Martinetto; l'Oratorio Don Bosco in Valsalice al completo; la squadra femminile Giovanna d'Arco e un'ampia schiera delle ex-allieve dell'Oratorio delle Figlie di Maria Ausiliatrice; e il nucleo degli alunni studenti ed artigiani dell'Oratorio di S. Francesco di Sales e quello degli alunni delle Scuole Apostoliche al Martinetto, stretti tutti quanti attorno i propri vessilli.

All'invito del Consiglio Centrale dell'Unione Operaia Cattolica di Torino avevano risposto unanimi e volenterose anche le singole Sezioni Operaie Cattoliche della città con numerosi rappresentanti e le loro bandiere spiegate al sole, dando il piú bell'esempio di viva gratitudine e verso il grande Apostolo della redenzione e cristiana elevazione morale delle classi popolari ».

Era insomma una folla immensa, che in devoto raccoglimento attendeva il principio della sacra cerimonia.

Prevedendosi impossibile tener questa nella chiesa, con autorizzazione dell'Em.mo Cardinale Arcivescovo si era eretto un altare sotto il portico che prospetta la Tomba del Venerabile. Nei banchi collocati lungo il portico, a destra ed a sinistra dell'altare, stavano le rappresentanze, tra le quali vedevasi in prima fila il Consiglio Superiore delle Figlie di Maria Ausiliatrice; mentre le schiere dei giovanetti e delle fanciulle si erano collocate di fronte, e dietro a esse s'era stretta, tutt'attorno, la divota moltitudine.

Alle ore 7 precise cominciò la recita del S. Rosario, e alle 7,15 al canto d'un inno religioso, sali all'altare il nostro Superiore Don Albera.

Durante il S. Sacrifizio s'alternarono con gran divozione salmi ed inni, cantati a voce di popolo, e religiose melodie egregiamente eseguite dalla sullodata banda musicale. Il momento dell'Elevazione fu commoventissimo. La distribuzione della S. Comunione, compiuta in unione col celebrante da due e da tre altri sacerdoti a piú di mille e cinquecento persone, durò quasi un'ora. Fu uno spettacolo indimenticabile. Don Bosco dovette certo esultare nel veder cosí ben ascoltato il suo desiderio d'innamorare la gioventú e il popolo cristiano alla frequenza della Mensa Eucaristica.

Finita la Santa Messa, Don Albera dava sfogo alla piena degli affetti che gl'innondavano il cuore, esortando tutti ad infervorarsi vieppiù nell'amore a Gesú Sacramentato e nella divozione a Maria Ausiliatrice.

La Commemorazione.

La solenne commemorazione di D. Bosco era fissata per le 17.30; ma tutto il giorno, specie nel pomeriggio, affluirono in ogni ora a Valsalice i Torinesi, per far visita alla tomba del Venerabile. Alle ore 16, la musica dell'Oratorio festivo di Valdocco, diretta dal maestro Cav. Garbellone, diede, presente una gran moltitudine, un applaudito concerto.

Alle 17.30 insieme coi membri del Consiglio Superiore della nostra Pia Società, coll'oratore Cav. Arturo Poesio, col Presidente del Consiglio Direttivo della Federazione Internazionale degli Ex-Allievi degli Istituti Salesiani, Tenente Cav. Prof. Piero Gribaudi, accorso - al pari di altri affezionatissimi - per poche ore a Torino unicamente per prender parte alla cerimonia; insieme col Presidente dell'Associazione Antichi Allievi dell'Oratorio Can. Cav. Berrone, col Can. Sorasio, Prevosto della Metropolitana, con Mons. Muriana, col Cav. Balbo, col Cav. Bonino, col Cav. Brazioli di Bologna, col Ten. Meli di Firenze e molti altri ecclesiastici e laici, Don Albera prese posto avanti il porticato per assistere alla commemorazione. Non meno di cinquemila persone si serravano compatte in un magnifico gruppo che nessuna macchina fotografica riuscí a ritrarre. Fatta eccezione di pochi metri presso il tavolo dell'oratore, quell'ampio cortile, così splendidamente ombreggiato da sei file di platani, era una sola massa di gente, di ogni età e di ogni classe sociale, nella quale spiccavano molti sacerdoti e Figlie di Maria Ausiliatrice con la loro Superiora Generale, avente a lato la pronipote del Venerabile, Suor Eulalia Bosco. Davanti alla tomba erano schierate le bandiere dei Circoli e delle Associazioni Operaie di Torino, e su tutta la terrazza superiore vedevasi pigiata un'altra moltitudine silenziosa ed attenta, mentre egli angoli del cortile divertivansi tranquillamente i giovani degli Oratori festivi, ai quali non fu possibile assegnare un posto donde potessero udire l'oratore.

La solenne adunanza venne aperta con belle parole dal Cav. Gribaudi, consigliere comunale di Torino, che come Presidente della Federazione Internazionale degli Ex-Allievi si compiacque della grandiosa manifestazione, e diede lettura delle molte ed entusiastiche adesioni di illustri personaggi, prima fra le quali una lettera dell'Em.mo Card. Gasparri, Segretario di Stato di Sua Santità poi quelle degli Eminentissimi Richelmy, Ferrari, Boschi, Maffi, Prisco, Nava, Lualdi; del Patriarca di Venezia e di molti arcivescovi e vescovi del Piemonte e d'Italia.

Tutte quante vennero salutate da applausi, che eccheggiarono addirittura scroscianti dopo i nomi dell'Em.mo Card. Segretario di Stato, dell'Em.mo Card. Richelmy, e del Presidente del Comitato Torinese per i nostri festeggamenti centenari Sua Ecc. Mons. Bortolomasi, Vescovo dell'esercito e dell'armata, che inviò dal fronte una nobilissima lettera vibrante di entusìasmo per il valido contributo dell'Opera di Don Bosco nella formazione di una gioventú degna della religione e della patria.

Cessati gli applausi, sali alla tribuna l'oratore officiale cav. Arturo Poesio, capo-sezione al Ministero del Tesoro, Presidente degli ExAllievi di Don Bosco in Roma; e per un'ora egli tenne avvinto l'uditorio tratteggiando a grandi linee la vita e l'indefessa e molteplice operosità del grande Maestro e Apostolo. Il suo discorso, fervido e colorito, vibrante di affetto e ammirazione, che strappò piú volte entusiastici applausi e fu coronato da una grande ovazione, vien pubblicato per intero.

Quindi, prese la parola l'avv. Saverio Fino, consigliere comunale, in rappresentanza del Sindaco Senatore Conte Teofilo Rossi, a ricordare come Don Bosco e i continuatori dell'opera sua trovaron sempre il più cordiale appoggio nelle Autorità cittadine - indizio questo della bontà intrinseca della loro opera - e terminava, applauditissimo, augurando che in giorno non lontano possano trovarsi attorno al Monumento di Don Bosco tutte le autorità a celebrare quella pace, che solo potrà essere duratura quando sarà fondata sullo spirito di civiltà cristiana, diffusa da Don Bosco in tutti i suoi istituti, collegi, e scuole professionali, in Italia, in Europa, e nelle due Americhe.

Un applauso insistente, suggestivo e generale salutò quindi l'alzarsi di Don Albera. Egli si allietò della entusiastica commemorazione ; ringraziò particolarmente il rappresentante del Sindaco e il Cav. A. Poesio; e si augurò che i Cooperatori diano sempre il loro appoggio alle Opere Salesiane e in pari tempo si adoperino a diffondere lo spirito cristiano nelle loro fa miglie e nella civile società a maggior gloria di Dio, della Chiesa e del Ven. Don Bosco.

Non appena Don Albera fini di parlare, un sonoro squillo di tromba converse gli sguardi di tutti verso il porticato, nel cui mezzo era stato ricollocato l'altare. Non uno dei presenti si mosse, e il canto grave e solenne delle Litanie Lauretane sali da migliaia di anime, alle quali s'aggiunsero, colle loro voci squillanti, anche i giovani degli Oratori. Subito molti s'inginocchiarono, tutti si misero in atto di preghiera, e l'ampio cortile fu trasformato in un attimo in un gran tempio. Infatti anche Gesú in Sacramento fu là trasportato, in devoto corteo, dalla chiesa soprastante, ed esposto all'adorazione dei fedeli per la benedizione, che venne solennemente impartita da Don Albera.

Un lungo applauso insieme colle note d'una marcia religiosa salutò il ritorno di Gesú Sacramentato alla chiesa ; e in quel mentre giungeva a tutti i convenuti e all'intera Famiglia di Don Bosco, ai Salesiani, alle Figlie di Maria Ausiliatrice, agli allievi, agli ex-allievi, ai Cooperatori, la piú ampia paterna benedizione del Vicario di Gesú, desiderata corona all'indimenticabile adunanza indetta in memoria di Colui che per tutta la vita insieme con l'amore a Gesú Cristo zelò incessantemente l'onore e l'esaltazione del Romano Pontificato.

A tutti gl'intervenuti venne distribuito un elegantissimo Ricordo col ritratto del Venerabile ed alcune sue massime, che furono il programma del suo apostolato rivolto specialmente alla gioventù.

A Castelnuovo d'Asti.

*

L' indomani, 16 agosto, fu la volta di Castelnuovo d'Asti. Già dal 6 agosto alla frazione dei Becchi, nell'umile cappelletta aperta da Don Bosco medesimo, s'era dato principio, mattino e sera, a una devota novena in preparazione alla solennità di Maria SS. Assunta al Cielo, in ringraziamento a Dio di aver dato alla Chiesa e alla Patria un sacerdote-apostolo cosí zelante, quale fu D. Bosco.

La festa dell'Assunta riuscí solennissima. Numerosi i fedeli accorsi dai paesi vicini, numerose le SS. Comunioni, devotissime le funzioni solenni, rese piú imponenti da scelte armonie di apposita Schola Cantorum, composta di bravi musicisti delle nostre Case di Torino, diretti dal maestro Cav. Dogliani. Per la fausta circostanza anche la Scuola Musicale delle Scuole Apostoliche del Martinetto crasi recata ai Becchi, ed ospitata insieme coi musicisti nell'Istituto Paterno di Castelnuovo, insieme con essi era tornata la mattina del 16 agosto all'umile frazione, per la Commemorazione Centenaria.

Ai Becchi.

Quanti ricordi ci si affollavano alla mente quella mattina nell'avvicinarci al povero cascinale dei Becchi! Quante pietose rimembranze dell'infanzia e della vita di Don Bosco!...

Ecco la via che Egli, a piedi scalzi e d'inverno, faceva quattro volte al giorno per andare a scuola a Castelnuovo!... Là dietro è Murialdo, con la chiesetta ov'egli, sol che le udisse, mandava a memoria le prediche del cappellano... Di qua, a destra, sulla bianca via che scende serpeggiando da Buttigliera avvenne l'incontro suo col venerando Don Calosso, suo primo benefattore!...

Il poggio dei Becchi par messo a festa nel verde cupo dei suoi vigneti ed è la mèta ove s'affrettano lunghe file di popolani che scendono per i piccoli sentieri di campagna dall'ampia linea delle colline circostanti.

Ed eccoci all'umile e povera casetta ov'Egli nacque. Le basse, oscure e anguste camerette sono squallide e deserte; non un mobile, non un ricordo; in un angolo, come abbandonate, le sponde di un vecchio letto di Mamma Margherita e null'altro; eppure rigurgitano di visitatori. Tutti sanno che qui a Lui, non ancor decenne, apparve in sogno la Beata Vergine; e baciano furtivamente le umili pareti e s'inginocchiano e pregano. Come impedirlo? Se si ammonissero, si avrebbe indubbiamente l'effetto contrario.

È un andirivieni continuo. Quanti scendono dalle umili stanze non s'allontanano, ma s'aggirano con raccoglimento nei luoghi vicini. Nell'angusta cappelletta fin dalle prime ore del mattino si succedono senza interruzione le Sante Messe. Meschina cappelletta! non è alta più di tre metri, e non ne misura tanti in lunghezza e in larghezza: la inaugurò Don Bosco stesso fin dal 1848... Egli avrebbe voluto provvedere gli abitanti della sua borgata di un luogo più vasto e piú degno del culto divino; ma ciò che Egli non poté, o forse non osò nella sua umiltà profonda, lo faranno i suoi figli, ed oggi sarà collocata la prima pietra di un grazioso Santuario votivo in onore di Maria Ausiliatrice. È giusto che sia onorata qui, presso la casetta di Don Bosco che noi riguardiamo come la culla dell'Opera Salesiana, Colei che di quest'Opera fu la prima ispiratrice! qui, presso il prato ov'Egli, docile al suo comando, fu pastorello ed apostolo! in questi luoghi romiti che raccolsero per tanti anni, nelle belle sere d'autunno, l'eco della sua voce sacerdotale e dei lieti canti di un'ampia schiera di figli adottivi, da lui qua condotti con fraterno affetto a passar qualche giorno di svago!

Oggi par che rivivano quei giornì passati. C'è un drappello dei suoi figli di Torino, c'è la musica, e c'è pure una larga schiera di facce amiche, come gli anni in cui Egli stesso veniva qua per la festa del Rosario.

La nebbia, che s'affittiva al mattino, ha ceduto davanti a un sole glorioso, e dai paesi circonvicini, Mondonio, Capriglio, Serra Capriglio, Murialdo, continua come un pio pellegrinaggio. Son uomini, donne e fanciulli..., e fra tante buone persone c'è chi si vanta conterraneo della madre di Don Bosco, c'è chi ricorda Domenico Savio, ci sono ex-allievi, vecchi e giovani, e tutti, cercando e trovando conoscenze, ricordando i tempi passati, rendono tributo di omaggio riconoscente al Venerabile, il cui spirito par che aleggi sopra i convenuti.

Alle ore 8.30, insieme con la popolazione di Castelnuovo e delle vicine frazioni, su splendide automobili, gentilmente favorite dai baroni Carlo Gamba e Romano Gianottì, dal cons. comm. Luigi Grassi, dal cav. Antonio Novo e dal sig. Francesco Domenico Mossino, giungono i membri del Consiglio Superiore della Pia Società Salesiana; i rappresentanti dell'Amministrazione Comunale e del Collegio dei Parroci di Torino; il Cav. Poesio; il Consiglio Superiore dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

La famiglia di un pronipote di Don Bosco, Giuseppe Bosco (figlio di Francesco Bosco e nipote di Giuseppe Bosco, fratello affezionatissimo al Venerabile) va a gara per fare gli onori di casa con semplice cordialità, come a membri di una stessa famiglia.

La cerimonia solenne.

Intanto fervono gli ultimi preparativi per la sacra funzione. L'altare, su cui è collocato un quadro di Maria Ausiliatrice, sorge nel punto stesso ove s'innalzerà l'altare del nuovo Santuario. Una marcia religiosa è l'avviso che si dà principio alla cerimonia. Tutti si raccolgono ai lati e di fronte, possibilmente in un angolo all'ombra sotto l'ampia tenda distesa sopra l'altare, o presso le pareti della casa ove nacque D. Bosco e lungo i muri della casa e delle tettoie circostanti.

Prima però prende la parola il Cav. Poesio, e ricordando con frasi commosse come dall'umile casetta di fronte sia uscito Colui, che dopo

cent'anni riempie del suo nome e delle sue sue opere il mondo, accresce in tutti gli animi il proposito di ringraziarne affettuosamente il Signore.

E senz'altro ha principio la messa solenne. Celebra Don Albera, assistito da due ex-allievi, il rev.mo Mons. Pio Cassetta, parroco di Tigliole e il caro Don Mellica di Buttigliera d'Asti; e la Schola Cantorum l'accompagna con scelta musica liturgica.

In cornu Evangelii assistono in rocchetto e mozzetta i delegati dei Parroci di Torino ed altri parroci, tra cui il Vicario di Castelnuovo d'Asti, Teol. Nizia, rappresentante il Card. Arcivescovo.

In cornu Epistolae è il Consiglio Superiore della nostra Pia Società; e presso la vecchia cappella sono le Superiore dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, con le loro consorelle e novizie di Riva di Chieri, Arignano e alcune di Torino.

Finita la messa, segue la cerimonia della benedizione rituale e del collocamento della prima pietra del nuovo Tempio, fra la divozione universale. Tutti son compresi del filiale omaggio che si vuol rendere a Maria Ausiliatrice. Don Trione legge il verbale dell'atto e Don Albera nell'invocare le benedizioni del Cielo su quanti coopereranno all'erezione del sacro edifizio, e su tutti i Salesiani, amici e benefattori dell'Opera dell'umile Pastorello dei Becchi, è preso da cosí viva commozione che a stento profferisce le parole fra i singhiozzi; egli piange, e piangono con lui molti dei presenti. Si gusta oseremmo dire, quasi un saggio delle benedizioni e consolazioni che Maria Ausiliatrice elargirà dal nuovo tempio. E un momento di tenerezza sublime.

La cerimonia ebbe termine coll'aspergere d'acqua benedetta, tutt'in giro, le fondamenta già scavate, e con le ultime preci di rito....

Sorga presto il Tempio promesso

Inaugurazione della lapide.

Compiuta la funzione ai Becchi, prima ancor di mezzodí aveva luogo l'inaugurazione della lapide commemorativa, collocata nella chiesa parrocchiale di Castelnuovo d'Asti, ove Don Bosco fu battezzato il 17 agosto 1815.

Convennero alla cerimonia in forma ufficiale, insieme con tutte le autorità presenti ai Becchi, il deputato del Collegio on. Gazelli, il sindaco colonnello Spirito cav. Musso e quasi tutti i consiglieri comunali; il cav. Teobaldo Bertagna, il dott. cav. G. B. Filipello, il cav. Avventino Musso, l'avv. Giuseppe Datta, il tool. Giuseppe Matta, presidente della locale Unione ex-allievi, il téol. Giuseppe Solaro, il cav. dott. Francesco Diotti e altri illustri cittadini.

Tolto il velo che copriva l'elegantissima lapide apparve quest'iscrizione:

« Nel primo centenario dalla nascita - del glorioso concittadino - Ven. Giovanni Bosco - battezzato in questo sacro tempio - Auto;, là e popolo di Castelnuovo d'Asti - acclamando all'apostolo insigne - posero - 16 agosto 1915 ».

Il nostro Don Trione sali quindi in pulpito, e a nome dei Salesiani ringraziò le autorità cittadine e la popolazione della simpatica iniziativa, che disse efficace incoraggiamento di religione e patriottismo alle giovani generazioni.

Compiuta cosí l'inaugurazione, fu intonato il Te Deum e Don Albera, circondato da uno stuolo di sacerdoti Salesiani ed ex-allievi, impartí solennemente la benedizione eucaristica.

Uscite di chiesa, tutte le Autorità col Consiglio Comunale e con le rappresentanze accorse da Torino, precedute dalla musica si recarono al salone Mons. Cagliero per una modesta colazione. Ai brindisi dissero elevate parole ispirate all'ammirazione piú schietta pel Ven. Don Bosco, l'on. Augusto Gazelli di Rossana, il colonnello Musso, il vicario teol. Nizia, l'avv. Fino, il cav. Poesio, l'avv. Brazioli di Bologna e il dott. Diotti. L'on. Augusto Gazelli fu l'interprete genuino della venerazione altissima in cui è tenuto nella sua terra il Venerabile.

Don Albera, cittadino onorario di Castelnuovo, fu lieto di poter rivolgere a tutti un'affettuosa parola di ringraziamento.

Né fini qui l'omaggio ufficiale dei Castelnovesi a Don Bosco. Alle 17 nell'ombroso cortile dell'Istituto Paterno si adunò con biglietto d'invito del Sindaco la maggior parte della cittadinanza, con tutte le autorità sunnominate.

Dopo una marcia festosa, Don Trione comunicò il gran numero di adesioni, che pubblichiamo, e presentò l'oratore.

E il valoroso Cav. Poesio, degno esponente dell'affetto degli ex-allievi per Don Bosco, fu lieto di rendere nuovamente al Padre, al Maestro e all'Apostolo insigne, l'omaggio della sua calda ammirazione e della sua commossa parola, entusiasmando per oltre mezz'ora l'uditorio.

Dopo lui, tra l'attenzione piú deferente parlò l'On. Gazelli di Rossana. Con accento squisitamente paterno disse di aver voluto egli pure visitare, poco prima, la casetta ove nacque Don Bosco e di averla trovata tanto povera, quale non avrebbe mai immaginato, pur avendo sentito descriverla da molti cosí meschina; e ne trasse argomento per rilevare il dito di Dio nell'Opera del Venerabile.

« Ed ora, egli esclamò, a me pare che Don Bosco dev'essere contento di noi. Noi lo abbiamo onorato, lo abbiamo festeggiato; e come un buon padre, dopo aver ricevuto nel giorno della sua festa l'omaggio degli amati figli, si volge loro soddisfatto e dice sorridendo: Figli miei, io son contento di voi; chiedetemi quel Premio che volete, così Don Bosco, io credo, in questo momento dal cielo ci sorride e ci dice : Voi, concittadini miei, mi avete fatto festa e ve ne ringrazio; ditemi ora quello che desiderate da me! Ebbene, miei cari amici, rispondiamo al Ven. Don Bosco che desideriamo che egli ci ottenga da Dio la sospirata pace!...»

Un applauso interminabile accolse le commoventi parole dell'uomo venerando.

Anche l'avv. Saverio Fino recò, a nome del Sindaco di Torino, un'elettrizzante saluto alla memoria del grande Castelnovese, al quale insieme con Torino il mondo intero sente di dover tributare riconoscenza imperitura.

In fine Don Albera, in nome proprio e in nome degli altri nostri Superiori e di tutta la Famiglia Salesiana rese effusissime grazie alle Autorità ed alla' Cittadinanza Castelnovese per le solenni onoranze tributate con tanto affetto e con tanta cordialità al dolcissimo Padre.

Com'ebbe finito di parlare Don Albera la musica intonò la marcia reale e la numerosa assemblea sfollò lentamente, poichè tutti andavano a gara nel manifestarsi a vicenda la propria soddisfazione, come di un alto dovere compiuto.

In vero tutte le commemorazioni accennate, mentre rivestirono turi carattere d'intimità famigliare anche per non violar menomamente i riguardi dovuti alle presenti condizioni, infusero in tutti i cuori questi due sentimenti consolanti: l'universalità spontanea della venerazione che circonda Don Bosco, la quale ha superato ogni barriera e com'è ripetuta in ogni lingua è pur condivisa da ogni cuore, degno premio questo allo slancio di carità con cui Egli abbracciò tutta la terra; e l'intima e aperta persuasione unanime che Egli, già al possesso della gloria celeste, può senza dubbio intercedere per i suoi figli, per i loro benefattori, per quella Patria che lo chiama sua fulgido vanto, e in questi trepidi giorni anche per la pace universale!

TESORO SPIRITUALE.

Indulgenza plenaria dal 10 settembre al 10 ottobre

1) il 29 settembre, San Michele Arcangelo; 2) il 7 ottobre, SS. Rosario della B. Vergine.

CORO IMPONENTE DI AFFETTUOSA AMMIRAZIONE

NELLA fausta ricorrenza del Centenario della nascita di Don Bosco giunsero al nostro Superiore Generale e al Bollettino Salesiano tante e così affettuose adesioni in lettere e telegrammi che formeranno senza dubbio, insieme col discorso del cav. Poesio, il più caro ricordo della nostra Commemorazione.

Al Santo Padre Benedetto XV, agli Eminentissimi Porporati, agli Eccellentissimi Presuli, a quanti c'inviarono auguri, benedizioni e voti, l'umile omaggio della nostra più viva e devota riconoscenza.

I. Il Santo Padre.

In risposta a un telegramma di D. Albera, che annunziando le modalità della Commemorazione Centenaria rendeva omaggio - a nome dell'intera Famiglia Salesiana - alla sua Augusta persona, il Santo Padre faceva inviare il seguente telegramma

Roma, 15 Agosto.

Rev.mo D. Albera

Rettor Maggiore dei Salesiani - Torino.

Sua Santità paternamente soddisfatta del pronto e concorde pensiero che immensa Famiglia Salesiana volge al suo trono dalla prima tomba del grande Istitutore, vede con gioia commemorarsi in tempio votivo Ausiliatrice virtù e benemerenze Don Bosco ; e compiacendosi che ossequio Salesiani al Vicario di Cristo onori il nome dell'Apostolo e Maestro e con fermi pregi sua Istituzione, imparte, con affetto, a Lei, Religiosi, Cooperatori, ex-Alunni, Apostolica Benedizione.

CARD. GASPARRI.

Inoltre, il 16 agosto il S. Padre ebbe la bontà di ricevere in particolare udienza il Salesiano prof. Gio. Battista Francesia, recatosi a Roma per alcuni corsi di predicazione.

Sua Santità fu di un'amabilità squisita col nostro venerando confratello. Gli dichiarò benignamente che coll'ammettere in quell'ora alla sua augusta presenza il piú antico dei figli di Don Bosco, Egli intendeva di rendere omaggio alla Pia Società Salesiana nel fausto Centenario della Nascita del Venerabile Fondatore; e parlò con alta amirazione del giovane Allievo dell'Oratorio il Servo di Dio Domenico Savio, che Don Francesia si vanta di aver avuto a scolaro, del quale Papa Benedetto XV aveva sullo scrittoio la bella Vita recentemente scritta da Mons. Salotti (z).

L'atto amabilissimo del Santo Padre sarà appreso con viva gioia in tutte le Case Salesiane, nelle quali, ogni giorno, ma specie in questi in cui l'Augusto Pontefice entra nel second'anno di Sommo Pontificato, s'innalzano fervorose preghiere secondo le sue sante intenzioni!

II. L'Em.mo Card. Pietro Gasparri Segretario di Stato di Sua Santità e nostro augusto Protettore.

PADRE REVERENDISSIMO,

Ben di cuore mi associo alla gioia della intera Famiglia Salesiana nella fausta ricorrenza del Centenario della nascita del Ven. Fondatore Don Bosco. Due fulgide glorie ebbe la Cattolica Torino nello scorso secolo, il Can. Cottolengo e Don Bosco, ambedue santi, benché per diverso cammino giungessero alla santità. Come non ammirare la Divina Provvidenza nelle Fondazioni Salesiane cosí appropriate e cosí necessarie ai tempi nostri? Essa prepara in modo veramente mirabile il piccolo Bosco a tutto ciò che voleva che egli facesse poi; Giovanni Bosco corrisponde perfettamente ai disegni della Divina Provvidenza; ed ecco sorgere le Congregazioni Salesiane di uomini e di donne che con le loro svariate opere si diffondono nel mondo intero. Che lo spirito del Ven. Fondatore aleggi sempre sopra di esse e le animi a dedicarsi con zelo apostolico, come han fatto fin'ora, alla formazione cristiana della gioventú, specialmente proletaria, come oggi vuol chiamarsi, esposta alle seduzioni di un secolo corrotto e corruttore.

Benedico tutti i figli e figlie di Don Bosco, i Cooperatori e le Cooperatrici, e con perfetta stima mi confermo

Di Lei, Padre Rev.mo, Dev.mo

PIETRO CARDINAL GASPARRI Protettore.

Rev.mo Don Albera Superiore Gen.le dei Salesiani di Don Bosco.

Emmi. Cardinali Arcivescovi

L'Em.mo Card. Francica-Nava Arcivescovo di Catania.

Catania, 15. - Aderisco noto corde toto commemorazione solenne Centenario nascita Venerabile Don Bosco, e ringraziamenti al Signore averci dato grande Apostolo gioventù Chiesa Cattolica. Possa venerato suo nome apparire ramoscello ulivo sospirata pace universale.

CARD. NAVA.

L'Em.mo Card. Giulio Boschi

Arcivescovo di Ferrara.

Camaldoli, 14. - Ammiratore Venerabile Don Bosco, aderisco pienamente codeste feste centenarie, unendomi suoi figli esultanti.

CARD. BOSCHI.

L'Em.mo Card. Andrea Carlo Ferrari Arcivescovo di Milano.

La sera del giorno dopo l'Assunta a Murialdo si poté dire : « E nato al mondo un uomo ». Oh! bene avventurato bimbo! Il tuo natalizio non rimarrà imperfetto. I benedetti tuoi genitori non potranno soffrire che tu rimanga « figliuolo dell'ira »; e il buon Pievano sotto il nome Bosco Giovanni Melchiorre scriverà : « ieri sera nato, questa sera solennemente battezzato ». Nel sacro fonte risorse a vita nuova, fu come nuova creazione l'essere incorporato in Cristo, Uomo nuovo.

Piccola Murialdo del 1815, rallegrati ché piccola non rimarrai più innanzi! Murialdo del 1915, vedi come sei divenuta grande! Di te su tutta la terra si parla, perché in te vide la luce del giorno, e poi da te uscirà, quell'uomo che, rendendo splendidissima testimonianza a Gesú Cristo, perché di Lui tutto viveva, diffuse e diffonde tuttora nel mondo immensi tesori di beni veraci, dei quali lo fece dispensatore il Cielo.

Anzi seppe conservare i tesori di grazia, dei quali fu arricchito nel suo secondo e perfetto natalizio. Le solenni promesse di quel giorno le mantenne costantemente; la candida veste dell'innocenza la circondò delle più squisite cautele, né mai permise che, avesse, non dirò a spegnersi, via ad illanguidirsi la lampada che allora gli fu consegnata, e dalla quale apprese del continuo a credere, a sperare, ad amare, come ad uomo rinato conviene.

Dalla fede che vince il mondo, dalla speranza che non rimane mai confusa, dalla carità che è forte più della morte, seppe trarre il segreto di quella meravigliosissima operosità, della quale volle eredi i figli suoi, come a loro retaggio lasciava le tre rose degli eletti, il triplice amore alla SS. Eucaristia, alla Divina Ausiliatrice, all'altra nostra Madre, la Chiesa Santa col Vicario di Cristo, fondata su Pietro, che sempre vive Leon di Giuda « terror d'Egitto e d'Israel conforto ».

Dinanzi alla Religione, che alle generazioni che passano addita dei figli quale un Ven. Don Bosco, è doveroso inchinarsi e riconoscerla e venerarla siccome figlia del Cielo, capace essa sola di procurare prosperità vera e pace ai popoli ed alle nazioni.

14 agosto 1915.

+ ANDREA C. Card. FERRARI Arcivescovo di Milano.

L'Em.mo Porporato ebbe la bontà d'inviare anche il seguente telegramma:

Milano, 14. - Prendo vivissima parte solenni onoranze Centenario loro Fondatore, insigne benefattore e lustro della Chiesa e della Patria.

CARD. FERRARI.

L'Em.mo Card. Giuseppe Prisco Arcivescovo di Napoli.

Napoli, 15. - L'alba radiosa del giorno in cui l'Apostolo della gioventú, il Ven. Giovanni Bosco, entrò nel mondo, commemorata al compirsi d'un secolo, sia foriera di un nuovo fecondo apostolato di luce e di amore, oggi che il mondo intiero per raggiungere il sospirato bene della pace ha tanto bisogno dell'una e dell'altra.

+ GIUSEPPE CARD. Arcivescovo.

L'Em.mo Card. Alessandro Lualdi

Arcivescovo di Palermo.

Palermo, 15. - Ricorrendo primo Centenario Nascita Don Bosco, plaudo figli onoranti tanto Padre; auguro sua figura irradiante carità splenda sempre Più luminosa e benefica in questi tempi calamitosi.

CARD. LUALDI.

L'Em.mo Card. Pietro Maffi Arcivescovo di Pisa.

Pisa, I4. - Nella esultanza del Centenario pel Venerabile che consolò tante miserie e che è dolce speranza anche nei dolori di questi giorni, mi senta vicino. Prego e confido: Don Bosco salverà.

+ CARD. MAFFI. IV.

ECCELLENTISSIMI ARCIVESCOVI. S. E. Mons. Giorgio Gusmini

Arcivescovo di Bologna.

L'astro provvidenziale.

L'umanità in genere, la gioventú in ispecie, Per la stessa sua inesperienza, pel bollore delle sue Passioni, Per l'attraenza particolare che su di essa ha il mondo, hanno bisogno di guide sicure che, colla parola, coll'esempio, con le cure quasi materne l'avviino per i sentieri della verità, della virtù, della salvezza. Ma questo bisogno piú grande si fa, quando il mondo è sottosopra, quando l'orizzonte è turbato da passioni, Particolarmente politiche, che sono le più ardenti, quando la gioventú sopratutto, Per l'azione stessa dei turbamenti Politico-sociali, è privata delle naturali sue guide, quasi sono i genitori, o almeno ne ha reso quasi sterile l'influenza che Può avere dalle loro cure. Allora interviene la Provvidenza e suscita nel mondo alcuni di quegli uomini grandi che quasi senza che il vogliano, diventano la salvezza della società, Particolarmente col diventare i Padri, le guide, la salvezza della gioventú stessa. Girolamo Emiliani, Vincenzo di Paolo, Giuseppe Calasanzio e, Per lasciare cento altri, Don Bosco, di cui appunto si ricorda il Centenario della nascita, dicono chiaramente quanto tutto questo sia vero, a chi appena mediocremente conosca la storia del Passato e gli avvenimenti del presente. E giusto pertanto festeggiare si bella ricorrenza perché la festa sia come un inno di ringraziamento alla Provvidenza, che, nei momenti torbidi delle nostre rivoluzioni, ha suscitato questo grande Angelo in mezzo alla gioventú, ed alla gioventù piú abbandonata, per toglierla non solo all'abbandono, ma alla miseria e al vizio che ne conseguitano, e guidarla al benessere materiale e morale. Cosí la gioventú si lasci ora guidare da coloro che, avvivati dallo spirito di Don Bosco, ne continuano nel mondo la missione provvidenziale, che tutta se ne risentirà in bene la travagliata società nostra.

Bologna, S. Lorenzo, 1915.

+ GIORGIO, Arcivescovo.

S. E. Mons. Francesco Rossi

Arcivescovo di Cagliari.

Aderisco volentieri alle solenni Feste Commemorative del I° Centenario della nascita del Ven. Don Bosco, il quale vive ancora ed opera nei suoi Figli e nelle sue Istituzioni.

I benefizi portati alla umanità da questo Uomo provvidenziale sono immensi, e la società sente che ha ancora bisogno di Lui. Ebbene vivano e Prosperino le Opere sue, benedette da Dio, dalla nostra riconoscenza, dalla carità dei buoni.

Cagliari, 12 agosto 1915.

FRANCESCO, Arcivescovo.

S. E. Mons. Alfonso M. Mistrangelo Arcivescovo di Firenze.

Domani compiono cento anni dacché il Ven. Giovanni Bosco, il vostro glorioso padre, il grande benefattore della gioventú, salutava prima la terra, campo fecondo delle mirabili sue fatiche.

In questo faustissimo giorno, unito alla Famiglia - Salesiana che va ripetendo pel inondo i miracoli del Fondatore, plaudo di cuore alla piissima Anima,, augurando ai Figli, col sorriso paterno, la benedizione del cielo.

Firenze, 14 agosto 1915.

+ ALFONSO MARIA, Arcivescovo.

S. E. Mons. Lodovico Gavotti Arcivescovo di Genova.

Ex fructibus... cognoscetis,

Ho visto i frutti dell'Opera vasta, molteplice, adattata ai tempi del Ven. Don Bosco, e ho conosciuta che egli fu un'anima grande e santa, suscitata da Dio per il bene della Società, sopratutto Per la salvezza della gioventú.

Come dunque non benedire il Signore ed esultare nel Centenario della nascita di cotesto illustre figlio del Piemonte?

Unisco Pertanto la mia voce di plauso a quelle innumerevoli che ricorderanno la fausta data ed eleveranno inni di giubilo e di ringraziamento.

6 agosto 1915.

+ LoDovico, Arcivescovo di Genova.

S. E. Mons. Teodoro Valfrè di Bonzo Arcivescovo di Vercelli.

Santa e denota commemorazione:

Santo e doveroso il Proposito della Congregazione Salesiana di commemorare solennemente ed affettuosamente, con trasporto sincero e schietto di amore e di pietà filiale, il I° Centenario dalla nascita del suo Fondatore, il Venerabile Don Giovanni Bosco.

Santo il proposito : poiché onorare Don Bosco, è onorare Iddio nei santi suoi che nell'esercizio d'ogni piú eletta virtù, con sagrifizio incessante di sè stessi si innalzarono tant'alto al disopra dai loro simili e furono modelli viventi e maestri di santità.

Doveroso il Proposito, Perché tali e tante furono le opere compiute dal Venerabile, tutte feconde di bene, che i buoni, ed in ispecie i beneficati, e sono innumerevoli, hanno sentito il bisogno di manifestare i loro sentimenti di gratitudine e di amore. Oh! si rallegri, caro Rettor Maggiore Don Paolo Albera, che da tutte le classi sociali, beneficate dall'Opera di Don Bosco, sorga spontaneo il tributo di verace affetto e di profonda riconoscenza a Chi, mosso unicamente dalla carità di Gesú Cristo, mente e cuore profuse largamente e generosamente, pur di fare del bene ai fratelli bisognosi.

Faccia Iddio che presto la Chiesa Cattolica possa annoverare un santo di piú nella persona dell'indimenticabile Don Bosco!

8 agosto 1915.

+ TEODORO, Arcivescovo di Vercelli.

S. E. Mons. Pietro La Fontaine Patriarca di Venezia.

Humilia mundi elegit Deus ut confundat fortia.

Il primo centenario della nascita di Don Bosco! Povero piccino, mi pare di vederlo come un cadaverino tutto ricoperto di lebbra, chi nemo mundus a sorde, nec infans... Tanto esizialmente opera in noi la trasgressione dei primi parenti.

E pure a quel cadaverino è rivolto lo sguardo di Gesú. Per carità immergete quell'anima morta nelle acque battesimali, dove s'accoglie la virtú vivificatrice del Sangue prezioso del buon Pastore! Non vedete come già il fanciullo si muove, s'agita, balbetta tutto vegeto e mondo? Oh! questa si è vera nascita, a cui sorride il Signore in modo non ordinario.

E pure chi conobbe allora la nascita del piccolo Bosco? che importava al mondo che fosse divenuto suo abitatore il neonato di un contadino?

Passano cento anni, si succedono alcune generazioni e il nome di Don Bosco risuona in tutte le parti della terra acclamato e benedetto. Sono voci di orfani raccolti, nutriti ed educati, di discoli messi sul buon sentiero, di selvaggi redenti dalla schiavitú e dalla superstizione, di operai, che nelle o cine di Don Bosco appresero un onorato mestiere, di rispettabili padri di famiglia, d'insegnanti commendevoli, di soldati, di ufficiali, che fanno onore alla propria bandiera, di magistrati intemerati, di Sacerdoti zelanti e di Vescovi, i quali tutti ripetono che a Don Bosco, dopo Dio, debbono la felicità della loro condizione.

E la Chiesa guarda con compiacenza il generoso Figliuolo che mentre da una parte le porse aiuto a spiegar le tende in regioni inospitali, dall'altra fu uno dei suoi pila validi sostegni, che adattandosi a meraviglia all'indole dei tempi per vie nuove procurò la salvezza d'innumerabili schiere di gioventú.

La Patria poi, il cui nome rese celebre fin nelle terre de' selvaggi, gli pone sul capo la corona d'alloro, e a lui, al figliuolo del contadino, innalza un monumento di gloria, sul quale l'animo cristiano dopo aver letto il merito immenso di questo nuovo Campione della carità, correndo col pensiero alla nascita e al battesimo di Don Bosco, esclamerà con gioia: humilia mundi elegit Deus ut confundat fortia.

12 agosto 1915.

+ PIETRO, Patriarca di Venezia.

V.

ECC.MI ARCIVESCOVI E VESCOVI ex-allievi del Venerabile.

S. E. Mons. Pasquale Morganti

Arcivescovo di Ravenna.

Lesmo, 15. - Unito tripudio mondiale Centenario Nascita Venerabile Don Bosco faccio voti espandasì maggiormente suo spirito risanatore corruzione società, mediante prosperità benemerita Congregazione Salesiana.

+ PASQUALE MORGANTI, Arcivescovo.

Laudemus Virum gloriosum.

Multi in nativitate Fius gaudebunt. Questo che non poté verificarsi nell'umile abituro dei Becchi un secolo fa, ignorandosi dai parenti il futuro del neonato, si compie oggi nell'esaltazione entusiastica di tutto il mondo pel primo Centenario della nascita di Don Bosco.

Se allora nessuno ripeté la domanda sollevatasi attorno alla culla del Battista, suo Patrono -- Quis putas puer iste erit? - oggi, dopo un secolo di meraviglie, la storia registra e divulga stupefatta le mirabili gesta da lui compiute e che altrimenti non sa spiegare se non affermando anche di lui come del gran Precursore, che Manus Domini erat cum illo.

Se allora che comparve alla luce audierunt soltanto vicini et cognati eius et congratulabuntur coi fortunati e modesti parenti - oggi è tutto l'orbe che si felicita colla grandiosa sua famiglia anche nel barbato idioma delle prode piú remote e selvagge.

Il padre del Battista, sentendo preannunziarsi le future meraviglie del figlio, chiese dubitoso a Gabriele : Unde hoc?... com'è possibile tutto questo? Ed anche oggi chi contempla l'opera svolta da Don Bosco, colpito d'ammirazione si domanda : Unde hoc? donde, come tutto questo?

Vede, infatti, ch'Egli, come il Battista, s'accinse animoso contro le colluvie degli errori moderni, insinuatisi anche nella mente del popolo, ad dandam scientiam salutis plebi eius, e colle industrie della fede e della carità ricondusse infinite anime a Dio: Multos convertit ad Dominum Deum, richiamandoli al Vangelo e paralizzando od almeno ostacolando gli audaci progressi del materialismo, del naturalismo e del socialismo, deprimenti nell'uomo ogni senso nobile di moralità colla devastazione di quanto sovrasta al fango del mondo corrotto.

Tali prodigi forzarono spesso a venerazione verso la sua persona anche gli avversari della sua fede, trattenuti ora d'unirsi alle nostre entusiastiche dimostrazioni soltanto dalla meschina superbia di non confessarsi vinti e dalle ignobili catene d'un protervo e irrazionale settarismo, disposto anche a rinunciare barbaramente alla pace da. tutti invocata e che ci procurerebbero con sicurezza le dottrine di Don Bosco, che son quelle appunto del Principe della Pace

Praeibis ad dirigendos pedes nostros in viam pacis.

Ebbene simile ingenerosità e piccineria c'infervori a ripetere con maggiore e piú vivo slancio : Laudemus Virum gloriosum et Parentem nostrum in generatione sua! In memoria aeterna erit Justus!

Agosto 1915.

+ PASQUALE MORGANTi, Arcivescovo.

S. E. Mons. Giov. Vincenzo Tasso

Vescovo di Aosta.

Nota sicura di santità: „Sentire cum Ecclesia".

Antico allievo di Don Bosco, son ora cinquanta anni che sono uscito dall'Oratorio di Torino... Uscito da Don Bosco, son sempre stato unito di cuore e di spirito a lui, alla sua famiglia, e ai suoi degnissimi Successori : quindi mi è ben grato pel centenario della sua nascita del Venerabile scrivere una parola, un pensiero... sebbene sia persuaso di portare luce al sole.

Non parlo dell'impressione di santità che mi lasciò Don Bosco fin dalla prima volta che lo vidi, né dell'aura di santità che lo circondava all'Oratorio, e neppure del buon odore e della fama di santità che cominciava a spandere tutto all'intorno. Ricordo solo che all'età di tredici anni, nel 1863, essendo ritornato in paese per le prime vacanze, andando a servire la messa la mattina del 27 agosto, il mio venerando Arciprete mi disse : - Stamane bisogna assistere alla Messa con maggior divozione perché oggi è la festa del tuo santo Don Bosco.

- No, risposi io, il santo di Don Bosco è San Giovanni, che noi abbiamo celebrato con grande solennità il 24 giugno con canti, suoni, poesie...

- San Giovanni, riprese l'Arciprete, è il santo di Don Bosco, perché ne porta il nome : ma oggi è San Giuseppe Calasanzio che fece né piú né meno di quello che fa Don Bosco per l'istruzione e l'educazione della gioventú. Io non ci sarò piú, ma tu che sei ancora giovane vedrai che lo faran santo anche lui, e che un giorno si farà la festa di San Giovanni Bosco, come oggi si fa la festa di S. Giuseppe Calasanzio.

E ora ne siamo alla vigilia.

Fra i caratteri di santità, uno dei principali è il sentire cum Ecclesia, che è la Sposa di Gesú Cristo, per sentire con Gesú Cristo stesso, secondo il linguaggio di S. Paolo : Hoc sentite in vobis quod et in Christo Jesu - Nos autem sensum Christi habemus. Per questo si richiede e basta che quando la Chiesa manifesta i suoi sentimenti uno vi si conformi di mente, di cuore e di opera, docilmente, cordialmente e pienamente : non si richiede di più per sentire cum Ecclesia.

Don Bosco andò piú avanti: io ho rilevato varii punti nei quali non solo si conformò perfettamente ai sentimenti manifestati dalla Chiesa, ma li scopri, li indovinò ancora nascosti e li prevenne, e non credo temerario il dire che forse contribuì non poco alla loro manifestazione colla sua pratica e col suo esempio.

Quando Leone XIII usci fuori col Rosario alla Messa, molti se ne stupirono e non pochi lo criticarono ; ma Don Bosco e i suoi figli vi erano preparati da lunga data, e poterono dire con santa compiacenza.- Son quarant'anni che noi abbiamo questa bella pratica di associare la Madonna al Sacrificio della Croce, non è una novità, anzi Gesú Cristo è stato il primo ad associarsi la sua santa Madre nella prima Messa che celebrò sul Calvario... Nos autem sensum Christi habemus... e seguiamo il suo esempio nel mettere in pratica ciò che raccomanda e prescrive il suo Vicario... Ave Maria... ora pro nobis!

Quando il Santo Padre Pio X usci fuori colla Comunione frequente e quotidiana non solo degli adulti, ma anche dei teneri fanciulli, quanto dovette gioire Don Bosco in cielo, quanto gioirono i suoi figli sulla terra, al vedere si apertamente sanzionata dall'Autorità Suprema del Vicario di Gesú Cristo una pratica che essi si erano sforzati di introdurre e stabilire da oltre sessant'anni, in mezzo a tante difficoltà e contraddizioni. Che santa compiacenza hanno provato al sentire il Papa stesso attestare che questo era veramente sentire cum Ecclesia e con Gesú

Cristo stesso, e poter ripetere anche in questo : Nos autem sensum Christi habemus, e chi fin'ora ha sentito diversamente era ben lontano dai sentimenti di Gesú Cristo e della sua Chiesa.

L'amore filiale, la devozione al Papa oramai è cosa ordinaria e comune non solo tra il clero, ma anche tra il laicato cattolico; non cosí ai tempi di Don Bosco, almeno ai primi tempi. Allora era piuttosto di moda il timore del Papa, o, tutto al piú il rispetto al Vicario di Gesú Cristo, al Pastor Universale della Chiesa, almeno quando parlava ex Cathedra. Don Bosco fu dei primi a nutrire nel suo cuore, a fomentare e insinuare nei suoi figli e in tutti quelli che l'avvicinavano, l'amore e la confidenza filiale, la devozione che domina presentemente e che è il vero sentire della Chiesa e dei suoi figli verso il Santo Padre. Anche in questo, Don Bosco e i suoi figli possono gloriarsi e ripetere : Nos autem sensum Christi habemus...

Noi ammiriamo la rifioritura delle Associazioni Cattoliche tanto raccomandate dagli ultimi Papi e ci sforziamo di stabilirle ed organizzarle in mezzo a mille difficoltà e disillusioni ; ma una delle prime di queste Associazioni, delle piú estese, delle meglio organizzate e delle piú feconde in opere buone, è senza dubbio quella dei Cooperatori Salesiani, estesa a tutto il mondo, stabilita in tutte le città, per non dire in tutte le Parocchie, una vera mobilitazione generale, come si direbbe ora, per fare cooperare tutti, ognuno al suo modo, chi coll'opera, chi col denaro, chi colla parola, chi colla stampa, tutti col desiderio e colla preghiera alle grandi opere di pietà, di carità e di civiltà che Don Bosco per mezzo dei suoi figli continua a stabilire e propagare in tutto il mondo, ad imitazione della Chiesa Cattolica, di cui i Cooperatori Salesiani sono la parte eletta, tutti ripieni del suo spirito e dei suoi sentimenti...

Potrei aggiungere altri punti, ma questi bastano per far vedere quanto spicchi in Don Bosco e per lui nei suoi figli il grande carattere di santità di sentire cum Ecclesia e con Gesú Cristo stesso, per estenderne l'opera redentrice e santificatrice usque ad ultimum terrae, e, speriamo anche, usque ad consummationem saeculi...

8 agosto I915.

+ GIO. VINCENZO, Vescovo d'Aosta.

S. E. Mons. Luigi Spandre Vescovo d'Asti.

Asti, 15. - Fausta ricorrenza primo Centenario Venerabile Don Bosco, figlio devoto e riconoscente di un tanto padre e maestro, raccolto presso la sua tomba insieme con cooperatori ed amici carissimi, prego si affretti desiata beatificazione.

+ LUIGI, Vescovo.

S. E. Mons. Giovanni Gamberoni Vescovo di Chiavari.

Chiavari, 15. - Presente spirito commemorazione primo Centenario nascita Venerabile Giovanni Bosco, cordialmente plaudo gran Padre gio ventú, ognor vivente Salesiana Congregazione, ringraziando Dio concessami fortuna avvicinarlo anni importanti adolescenza.

+ GIOVANNI GAMBERONI, Vescovo.

S. E. Mons. Bernardo Pizzorno Vescovo di Crema.

Lo spirito di Don Bosco.

Fra questi liguri monti, ove son venuto a cercare un po' di rinvigorimento alla debilitata salute, mi giunge la notizia che il 15 del corr. mese si commemorerà a Torino il I° Centenario della nascita del Ven. Don Bosco. Quanto volentieri piglierei parte a questa commemorazione! Il ricordo di Don Bosco è cosí fortemente e soavemente impresso nell'anima mia, che ben poche cose son cosí capaci di scuoterla e infiammarla, come quelle che riguardano il loro grande e santo Fondatore, che ebbi la fortuna di conoscere in persona, anzi di avvicinarlo si da presso per tre anni nell'Oratorio Torinese. Ma poiché il recarmi costi, mi torna impossibile, mando con tutta l'ardenza dell'anima ammirata e riconoscente la mia adesione ed offro alla memoria di Lui il fiore del mio omaggio devoto, affettuoso. Quanti cuori si innalzeranno a Lui in quel giorno! quanti inni di amore, quante preghiere! I tempi che corrono, invitano, sforzano. Innumerevoli suoi figli si trovano fra i cimenti piú arditi. Come non sentire il bisogno di levarsi col pensiero, con la preghiera al Padre buono, santo? E la commemorazione sarà perciò opportuna, giovevolissima in quest'ora solenne, tremenda. Lo spirito di Don Bosco disceso nei suoi figli, appartengano o no alla sua peculiare famiglia salesiana, per gl'insegnamenti, gli esempi, le tradizioni, li sostiene, li illumina, li guida, ne fa cittadini, sacerdoti, soldati ammirevoli ; ma il rivolgersi a Lui, in quest'ora, con singolare intensità di pensiero e d'affetto, non potrà non giovare grandemente a rinsaldare, a rinvigorire sempre piú questo spirito, che, come ha già prodotto, così produrrà in avvenire miracoli di fortezza, di sacrificio, di bene. Con questo augurio vivissimo mi unisco alla festa commemorativa e plaudo con tutto il cuore.

Rezzoaglio, 9 agosto, 1915.

+ BERNARDO PIZZORNO, Vescovo di Crema.

S. E. Mons. Giovanni Marenco Vescovo di Massa-Carrara.

D. Bosco fu uomo straodinario.

Al compiersi di un secolo dalla nascita del Ven. Don Bosco, chiunque ebbe qualche notizia di lui sente il dovere di onorarne la memoria e di celebrarne le opere. Fu egli per fermo uno di quegli uomini straordinari, che la Divina Provvidenza suole suscitare di tratto in tratto nella Chiesa a rinnovamento e salute delle nuove generazioni. A lui ben si addice il detto del Poeta

Se il mondo sapesse il cor ch'egli ebbe    Assai lo loda e più lo loderebbe.

Vi sono però i suoi figli spirituali che meglio il conobbero, i Salesiani, le Figlie di Maria Ausiliatrice, i loro alunni e Cooperatori ; ad essi perciò il sacro compito di onorare la memoria di un tanto Padre.

Fu quindi con vero compiacimento che lessi sul Bollettino Salesiano le disposizioni prese dal rev.mo D. Albera per commemorare la fausta data, sia pur in forma modesta, quale consentono le circostanze ; l'affetto supplirà vantaggiosamente alla mancanza di solennità esteriore.

Dio benedica alla Commemorazione ed il Venerabile la gradisca dal cielo!

Io vi partecipo con tutta l'anima, ringraziando la Provvidenza di avermi fatto vivere sedici anni vicino a Don Bosco, e faccio voti che il suo spirito si conservi integro ed operoso nei figli presenti e si tramandi per opera loro nei figli venturi.

12 agosto, 1915.

+ GIOVANNI MARENCO, Vescovo di Massa.

S. E. Mons. Giuseppe Gamba Vescovo di Novara.

Implori un po' di pace l

Il 15 corrente presso cotesto Oratorio si commemorerà il I' Centenario della nascita del Ven. Don Bosco.

Cento anni! La mente si riempie dei ricordi del santo uomo di Dio, degli episodi cosí cari della sua infanzia e giovinezza, degli straordinari esempi di virtú, della grandiosa sua opera di educazione e piú del fortunato ma troppo breve contatto che lo scrivente ebbe col Venerabile in tempi ormai tanto lontani.

Aderisco di tutto cuore alla doverosa commemorazione, e vorrei davvero poter intervenire per render omaggio ai meriti ed alle virtú elettissime del Ven. Don Bosco. Ma quanto rattrista il pensiero che questo I° Centenario debba celebrarsi in mezzo a tanto furore di guerra!

Oh! implori dal Cielo il Ven. Padre un po' di pace alla povera umanità e faccia che tutti i popoli ritornino ad amarsi in quell'unione cristiana di fede e di affetti, che è l'ideale dell'apostolato salesiano in tutto il mondo.

6 agosto, 1915.

+ GIUSEPPE, Vescovo.

VI.

ECC.MI VESCOVI. S. E. Mons. Angelo Bortolomasi

VESCOVO DELL'ESERCITO E DELL'ARMATA PRESIDENTE DEL COMITATO TORINESE PEI NOSTRI FESTEGGIAMENTI CENTENARI.

Religione e patria!

Spiacente di non potermi trovare presente alle feste commemorative del I° Centenario della nascita di Don Bosco, aderisco di cuore ai festeggiamenti.

Riesca la Commemorazione degno omaggio al Grande Educatore, valga ad infonderne lo spirito nei suoi ammiratori e nella gioventù nostra da cui in molta parte dipendono i destini della Patria e la pervada dei santi ideali che oggi aleggiano sull'Italia Religione e Patria.

Corroborati dallo spirito di Don Bosco, crescano i, giovani sani, robusti e virtuosi cosi da diventare prodi sul campo dell'onore fino al sacrifizio, forti cristiani che benefichino la Patria e la Società col lavoro e colla virtú e raggiungano la Patria Celeste.

... 8 agosto 1915.

+ ANGELO BORTOLOMASI,

Vescovo di Campo.

S. E. Mons. Battista Arista Vescovo di Acireale.

Acireale, 12. - Avvicinandosi primo Centenario nascita Venerabile Don Bosco - gloria purissima Nazionale, Cattolica, mia Diocesi che prima in Sicilia ne accolse i Figli e che ora si appresta a dare alle Figlie Casa Noviziato con Chiesa particolarmente dedicata Culto Eucaristico, lieta frutti raccolti Apostolato Salesiano, speranzosa frutti ancora maggiori, nella esultanza universale augura vicino giorno solenne beatificazione, preludiando giorno solennissimo santificazione venerato Padre.

+ ARISTA, Vescovo.

S. E. Mons. Disma Marchese

Vescovo di Acqui.

Ravvivi lo spirito cristiano!

...Santa deliberazione di voler commemorare, i giorni 15-16 del corr. mese, il Ven. D. Giovanni Bosco pel compimento di un secolo dalla nascita di un uomo destinato da Dio a salute dei popoli dell'uno e dell'altro emisfero! Certo tra gli orrori della presente guerra, che bagna di sangue umano e getta nello squallore e nella desolazione l'intera Europa, disdicono le solenni e più fragorose manifestazioni di gioia anche in sé giustissima e santa; ma lasciar passare la fausta circostanza senza ristorare la memoria di questo grande Apostolo, di questo sostegno dato da Gesù Cristo alla sua Chiesa in questi tristissimi tempi di incredulità e dissolutezza, di questo indiscutibile benefattore del mondo intero colla procurata salvezza della gioventú, piú che una sconvenienza sarebbe stato un delitto. Simili uomini non sono mai commemorati abbastanza!

Mentre però col desiderio e con le preci affrettiamo il giorno in cui l'oracolo del Vaticano ne renda gloriosamente eterna la memoria decretandogli gli onori degli altari, ricordi il mondo, ma specialmente i Subalpini ed i luoghi, ove nacque ed ove ha tomba onorata, rammentino quanto il Ven. Don Bosco operò pel bene eterno e temporale dei popoli, con la sua vita di vero Apostolo, facendosi quale altro

San Paolo tutto a tutti, per tutti guadagnare a Gesù Cristo...

Tutti però i credenti debbono, in questo Centenario, ringraziare il Signore d'aver suscitato quest'Uomo veramente mirabile, lo debbono specialmente Torino ed il Piemonte tutto, ch'ebbero le primizie del suo Apostolato; lo debbo io conte Vescovo di Acqui ove le venerande Figlie di Maria Ausiliatrice ebbero la culla ed ove per volere del Venerabile Fondatore hanno tuttora la Casa Principale, ed operano tanto bene, attendendo ne' numerosi e ben diretti Collegi, nelle Scuole e negli Oratorii Festivi, che sostengono qua e làà per la Diocesi, alla cristiana educazione della gioventú femminile, che avrà in mano la futura generazione.

... La prossima commemorazione, benché tanto modesta nelle esteriori forme, valga a ravvivare in tutti lo spirito cristiano, ed acceleri però il giorno in cui la Divina Giustizia, placata, ponga fine a flagelli e ci consoli coi tesori d'una durevole e gloriosa pace.

13 agosto 1915.

+ DISMA, Vescovo di Acqui.

S. E. Mons. Natale Serafino Vescovo di Biella.

Educatore soprana.

L'affettuosa ricordanza e la venerazione che sento in cuore profonda e vivissima per quell'incomparabile Benefattore dell'umana famiglia che fu il Venerabile Don Giovanni Bosco è antica in me poiché si riannoda agli anni della mia fanciullezza. Mi torna quindi soprammodo dolce ed onorifico inviare la povera ma cordialissima parola mia di adesione e di plauso alla Commemorazione del primo Centenario dalla Nascita di Lui, che il 15 del corrente si terrà in cotesta illustre Città, dove Egli gittò il piccolo seme che crebbe in poderosa, grandissima pianta ed estese i suoi rami fecondi d'innumerevoli ed egrege opere di bene su tutta la terra. Faccio pertanto voti fervidissimi che, per quanto lo permette l'ora presente, riesca grandiosa e solenne la filiale commemorazione del Sacerdote insigne, che senza iattanza di astratte teorie e di umani accorgimenti, acceso solo dalla carità e dallo spirito di Gesti Cristo, a questa Carità e a questo Spirito attinse il secreto di informare i giovani alla virtú e fu il primo Educatore non solo dell'Italia nostra ma del mondo intero. In Lui parve mirabilmente rivivere e fiorire l'operosa carità di Vincenzo de' Paoli, la soave amabilità, di Francesco di Sales, la santa festività di Filippo Neri, la filiale confidenza in Dio di Gaetano Thiene, e la meravigliosa fecondità del poverello

Ah! sorga, presto, e lo affretti il Signore, quel giorno auspicatissimo, nel quale non soltanto in Torino e nel nostro Piemonte, non soltanto nelle Case Salesiane, ma in tutto l' Universo, e nella Terra e nel Cielo gli uomini e gli angeli sciolgano inni di giubilo e di lode all'Immortale Don Bosco, elevato agli onori degli Altari.

11 agosto 1915.

+ NATALE SERAFINO, Vescovo.

S. E. Mons. Rodolfo Caroli Vescovo di Ceneda.

L'elogio più bello!

In questo faustissimo giorno, tutti i miei rallegramenti ed auguri alla grande Famiglia Salesiana. Ho la felicità di avere in Diocesi varie Case delle Suore di Don Bosco. Ogni Casa è un centro di bene alle anime e di consolazione per me. Per di più,

se non la formale promessa, mi si è data speranza che verranno presto nella mia Diocesi anche i Salesiani. Perciò riconoscenza ed interesse mi spingono a partecipare con entusiasmo alla gioia di questo giorno cosí caro ai Salesiani. Mi associo dunque al plauso e ai voti, che da tutte le parti del mondo oggi vengono... Sono questi l'elogio piú bello che Don Bosco e i suoi Figli possono desiderare quaggiù.

15 agosto 1915.

RODOLFO, Vescovo di Ceneda.

S. E. Mons. Giovanni Cazzani Vescovo di Cremona.

Un nuovo raggio di divina bontà.

Faustissimo veramente per l'Italia, per la Chiesa, per il mondo intero, fu il giorno che vide nascere Giovanni Bosco. Un nuovo raggio di sua divina bontà mandava Iddio all'umana famiglia in questo uomo singolare, vero veggente per lo spirito di Dio, da cui sarebbe stato mosso e condotto, che piú d'ogni altro doveva intendere l'indole, i pericoli e i bisogni della generazione a cui apparteneva e prevenire quelli dell'età successiva, iniziando e organizzando quel mirabile insieme di istituti educativi, per i quali si consacrassero e si incentrassero in Cristo la scuola, il lavoro, la stampa : i tre elementi più caratteristici della novissima civiltà nostra.

Il Centenario di quel giorno faustissimo va dunque celebrato, non solo dai figli di Don Bosco, ma da quanti altri si interessano e lavorano a far cristiana la vita dei popoli nella nostra età.

8 agosto 1915.

+ GIOVANNI CAZZANI, Vescovo di Cremona.

S. E. Mons. Matteo Filippello Vescovo d'Ivrea.

Siamo degni di Luil

È bello, opportuno e giovevole il commemorare il primo Centenario della nascita del Ven. Don Giovanni Bosco. Cotal celebrazione vuol essere molla che ne sollevi a benedire quel Dio che sí mirabile appare nel suo gran Servo; luce e sprone ad imitare quelle virtù eroiche, ond'Egli risplendette ed a cui arrivò colla vivezza della sua Fede e coll'ardore della sua carità estesa a tutti.

Deh! che quanti si onorano del caro titolo di Figli, Cooperatori e Conterranei del Ven. Don Bosco si rendano e si conservino degni di Lui nella vita presente, sicché ad essi sia dato di rivederlo in Cielo, ov'Egli li aspetta.

10 agosto 1915.

+ MATTEO FILIPPELLO, Vescovo, Conterraneo di Don Bosco.

Sua Ecc. Mons. Giovanni Carli

Vescovo di Luni, Sarzana e Brugnato.

Il Ven. D. Giovanni Bosco portò all'umanità immenso bene che si perpetua nelle sue fondazioni e nell'attività caritatevole, prudente e generosa dei Figli suoi, i buoni Salesiani, i quali alimentano, specialmente nella gioventù, lo spirito del loro Fondatore. Pertanto ben a ragione si celebra con entusiasmo il i ° Centenario della nascita di quel grande e provvidenziale Benefattore al quale, giova sperarlo saranno da Dio concessi gli onori dell'altare.

In questa lieta circostanza mi unisco al gaudio del degnissimo successore rev.mo Superiore Generale D. Albera, e a tutta la Congregazione Salesiana per innalzare all'Altissimo l'inno del ringraziamento...

Sarzana, 14 agosto 1915.

+ GIOVANNI, Vescovo.

S. E. Mons. Mario Sturzo Vescovo di Piazza Armerina.

Non ultimo tra gli ammiratori della vita e delle opere del Ven. Don Giovanni Bosco, molto piú per averne visto i frutti salutari in questa Città, dove da circa 15 anni le Figlie di Maria Ausiliatrice operano grande bene a favore delle fanciulle cristiane, delle quali trasformano la mente, il cuore e la vita : aderisco toto corde e pienamente alle feste centenarie, che avranno principio costi col 16 corrente data memoranda della nascita del Venerabile... per avere il loro pieno splendore a guerra finita.

Affretto con fervidi voti la cessazione dell'immane flagello anche a questo fine...

11 agosto 1915.

+ MARIO, Vescovo.

S. E. Mons. Giovanni Battista Rossi Vescovo di Pinerolo.

L'educatore provvidenziale.

... Se invece di dar principio al mio ministero pastorale in Castelnuovo d'Asti il 2o agosto 187o, l'avessi dato 55 anni prima, e versando l'acqua Battesimale sulla fronte del neonato Giovanni Bosco avessi profetizzato: Puer iste magnus erit coram Domino et hominibus: di qui a 1oo anni sarà Venerabile, ed un numero grandissimo di figli, riuniti in istituto religioso e circondati da un numero sterminato di ammiratori, di ogni età e condizione, in ogni parte del mondo, esulteranno gridando : Evviva Don Bosco e l'opera sua! i miei uditori mi avrebbero chiamato un mentecatto: ma oggi sarei acclamato come buon profeta.

Non potendo cingermi la fronte di quest'aureola, me la cingo di quella di essere stato per 25 anni Pastore della parrocchia in cui nacque Don Bosco, e di quella di trovarmi in mezzo allo sterminato numero dei suoi ammiratori, e con tutti esultare di viva gioia e ringraziare il buon Dio per aver mandato non solo a Castelnuovo, a Torino, al Piemonte, all'Italia, all'Europa, ma a tutto il mondo il Provvidenziale Educatore della gioventù!

8 agosto 1915.

+ Giov. BATT. Rossi, Vescovo di Pinerolo.

S. E. Mons. Tito Maria Cucchi Vescovo di Senigallia.

Il Ven. Don Bosco e Pio IX.

Con questi miei dilettissimi diocesani ben volentieri prendo parte in ispirito alle feste solenni com memorative del primo Centenario dalla nascita del Venerabile Don Bosco, al quale in Roma baciai la mano, e del quale ascoltai una conferenza nella cappella di Tor de' Specchi, quando il Sommo Pontefice Leone XIII gli commise di condurre a termine la Chiesa e l'Ospizio del Sacro Cuore.

E tanto piú volentieri partecipo alle dette feste, in quanto mi trovo Vescovo in questa città, patria del gran Servo di Dio Pio IX, legato al Venerabile Don Bosco con i vincoli di una stima altissima e d'una affettuosissima amicizia.

Perciò facciamo voti perché presto il giorno della morte santa del Venerabile sia chiamato col linguaggio liturgico il suo dies natalis, e perché nella gloria e negli onori dei beati resi al Padre della gioventú venga associato anche il Pontefice dell'Immacolata, come già la storia nelle sue pagine immortali ha registrato i nomi dell'uno e dell'altro fra i Grandi del secolo XIX.

Senigallia, 8 agosto 1915.

+ TITO MARIA, Vescovo.

S. E. Mons. Ambrogio Daffra Vescovo di Ventimiglia.

... Il Beato Giovanni!

Sento che nella solennità di N. S. Assunta in Cielo si farà gioconda memoria del Venerabile Don Bosco, che il 15 agosto 1815 vide la luce di questa terra. L'animo mio ne gode e partecipo al gaudio di V. Rev.ma e di tutti i suoi figli Spirituali.

Ricordo il Sacerdote santo, il padre degli orfani, l'educatore per eccellenza della gioventú, il prete divotissimo di Maria, il predicatore del cuore, lo scrutatore degli animi, il profeta, l'istitutore della Congregazione Salesiana, che per mezzo dei suoi figli coltiva la gioventú e conduce anime a Dio.

Viva il Venerabile Don Bosco ed il buon Dio mi conceda la grazia di celebrare la Messa del Beato Giovanni!

Bandito (Bra), 8 agosto 1915.

+ AMBROGIO DAFFRA Vescovo di Ventimiglia.

VII.

ALTRE ADESIONI.

Altre cordialissime adesioni ci giunsero da illustri Cooperatori, Ecclesiastici e' laici, da numerosi Circoli e pie Opere che si gloriano d'intitolarsi da Don Bosco, da associazioni di ExAllievi e da benemeriti Comitati Salesiani.

Scegliamo fra esse due lettere: l'una, indirizzata al nostro Rettor Maggiore D. Albera da un affezionato allievo di Don Bosco, il Comm. Prof. Costanzo Rinaudo, Assessore Comunale di Torino; l'altra di un illustre Cooperatore, Consigliere Comunale di Roma e Direttore Superiore alla Corte dei Conti ; e questo telegramma di un altro ex-Allievo dell'Oratorio il Sac. Luigi Orione, Fondatore e Superiore dell'Istituto della Divina Provvidenza, che fu pure a Valsalice per la Commemorazione.

Don Albera, Successore di Don Bosco, Via Cottolengo, 32 - Torino.

Bra, 14. - Religiosi Divina Provvidenza riconoscentissimi e con affetto come di figli unisconsi esultanza Salesiani Centenario nascita Venerabile Don Bosco, pregano Ausiliatrice affrettargli gli onori degli altari; a Lei, Successore degnissimo, a tutta la Congregazione Salesiana umiliano gratitudine e attaccamento filiale.

SACERDOTE ORIONE.

* *

Egregio Cav. Poesio,

Apprendo dal Bollettino Salesiano che nella ricorrenza del I° Centenario della nascita di Don Bosco, la S. V., quale Presidente dell'Associazione degli Ex-allievi di Don Bosco residenti in Roma, terrà in Torino una solenne commemorazione civile.

Ultimo dei Cooperatori Salesiani e dolente di non poter intervenire alla cara festa, la prego di ricordarsi di me presso la tomba di quel grande figlio del forte Piemonte, augurando per la gloria e fortuna d'Italia, che alla voce del dolce Gesú in terra proclamante in un giorno non lontano la santità di Giovanni Bosco, risponda dall'alto del Campidoglio il plauso e la riconoscenza all'amico e vero benefattore del popolo, al sacerdote che nel secolo XIX, né da ambizione sospinto, né da lucro, né da intenti settari, volle solo condurre anime a Cristo, il quale è via, verità e vita per gl'individui e per le' nazioni.

Accolga i sensi della mia stima, e mi creda

Ronca, 12 agosto 1915.

Suo Dev.mo

LUIGI TACCHI VENTURI.

* *

Torre Pellice, 12 agosto 1915.

Mio carissimo amico,

Domenica prossima da popoli diversi e in tanta varietà di lingue si celebrerà il Centenario della nascita del nostro gran Padre Don Bosco.

Anche le nazioni, che cosí aspramente si combattono, saranno in quel giorno rappresentate da un coro di voci concordi nel benedire il suo santo nome.

Possa questo giorno di concordia essere precursore d'una prossima pace col trionfo del diritto e della giustizia!

Ti prego di unire la mia modesta voce al coro unie versale che inneggerà all'Apostolo della Gioventù e della pace operosa e virtuosa.

Con affetto di fratello, commosso dal grande ricordo, saluta in Te il degno successore di Don Bosco, e ti abbraccia

il tuo aff.mo

COSTANZO RINAUDO.

(1) MONS. SALOTTI: Domenico Savio. Torino, 1915, Libreria Internazionale Buona Stampa: Prezzo L. 3. - Le richieste di quest'opera esimia, che raccomandiamo vivamente ai Direttori di ogni istituto di educazione, siano inviate direttameute alla Libreria editrice Corso Regina Margherita 176, Torino.

Il Venerabile Don Bosco.

DISCORSO DEL CAV. ARTURO POESIO

SE da questo sacro mausoleo, termine estremo della carriera mortale del Ven. Don Bosco, rivolgiamo a ritroso le pupille della mente verso l'umile casetta dei Becchi, dove cento anni or sono egli vide la luce, la traccia del suo passaggio nella vita e nella storia appare avanti a noi come una via ampia, luminosa, lanciata verso le vette più eccelse della santità e del genio.

Questa via, pur svolgendosi per quasi tutto il suo percorso nelle angustie di difficili passi, su terreni seminati di asperità e di insidie ed attraversata da ostacoli di ogni genere, tuttavia si presenta come una linea costantemente dritta, indirizzata, senza alcuna deviazione, verso una méta chiara, sicura ed immutabile.

Ricalcando col pensiero le orme segnate dai passi del Ven. Servo di Dio, si vede sfilare davanti allo sguardo stupefatto, lungo i margini di questa via, la piú inattesa serie di figure e di eventi straordinari.

La esistenza del modesto sacerdote di cui molti dei presenti, ed io pure, ricordiamo con commossa tenerezza l'aspetto dimesso e bonario e il linguaggio semplice e paterno, si rivela all'osservatore ricca a dovizia di fatti singolarissimi, di episodi sorprendenti e di meravigliose peripezie, che si avvicendano, in successione ininterrotta, con i piú vivi contrasti di luci e di ombre.

Sulla via di Don Bosco si alternano e si intrecciano le spine e le rose; la povertà e le grandezze; i disprezzi e la esaltazione; le lotte più acerbe del livore e della calunnia, e le glorie ed i trionfi dell'amore.

Anche la figura di Don Bosco, in se stessa considerata, ci si offre in una moltiplicità di aspetti e di manifestazioni incredibile.

Lo vediamo bambino ancora e già fervido apostolo, fecondo di ingegnosissime iniziative; giocoliere insieme e predicatore; servitorello e catechista; studente e in pari tempo garzone di caffé, musico e apprendista sarto e falegname; adulto e sacerdote, mentre è modello di zelo nel comune ministero della predicazione e del tribunale della penitenza, ecco si palesa iniziatore di nuove forme di apostolato; fascinatore e moderatore impareggiabile di turbe giovanili ; fondatore, organizzatore e promotore di numerose originali e genialissime istituzioni di ogni genere: martello instancabile dei protestanti; campione e sostegno del Pontefice Romano ed insieme consigliere e negoziatore del governo del Re; scrittore inesauribile dei piú disparati argomenti ; precursore dei tempi nella esatta visione dei bisogni e dei rimedi dei mali moderni ; pedagogista insigne e creatore e banditore di un nuovo sistema educativo, legislatore e maestro di due grandi famiglie religiose...

Ecco la proteiforme figura di Don Bosco!

Ma come gli innumerevoli raggi multicolori che si sprigionano dalle faccette di un diamante, si fondono in una sola luce concentrandosi nella loro comune origine, cosí le svariatissime vicende ed i diversi aspetti ed atteggiamenti del Ven. Don Bosco si armonizzano e si ricompongono in una stupenda unità, se si considerano in relazione a quella particolare missione che fu il centro unico a cui convergevano le singole manifestazioni della sua complessa attività.

La storia non ci offre alcun esempio che possa reggere al paragone del Ven. Don Bosco per la unità piena e continua di tutta la vita, così nel fine ideale come nell'azione pratica.

Per lo piú gli uomini sommi nelle scienze e nelle arti e gli stessi Santi, soltanto negli anni maturi hanno avuto l'intuito e la percezione del loro genio e della loro missione; e rari sono i casi in cui a tale percezione sia susseguita immediata e perseverante l'azione.

Nel Ven. Don Bosco invece la chiara visione della missione a cui era destinato è stata pressoché simultanea al primo aprirsi della stia mente al lume della ragione; ed egli l'ha iniziata senza ritardo, l'ha proseguita senza soste, consacrandovi, con tenacia ed abnegazione indefessa, ogni suo pensiero, ogni sua facoltà, ogni sua energia.

Questo inarrivabile esempio di un'intera esistenza, impiegata nell'attuazione di un solo nobilissimo ideale, assume una importanza cosí singolare nella storia delle ascensioni umane verso la perfezione, da meritare al Ven. Don Bosco un posto di altissimo onore, dandogli diritto alla aureola della gloria e della immortalità, di cui è un preludio la manifestazione odierna intesa a celebrare il primo centenario della sua nascita.

La distanza di un secolo è un velo che ottenebra ed oscura la memoria della maggior parte degli uomini, anche di quelli che furono dai loro contemporanei proclamati illustri ed immortali.

Quelle poche figure che attraverso a questo velo secolare rimangono visibili, ci appaiono fredde e pallide, incapaci di destare nel cuore un vivo slancio di sentimento.

Ma la figura di D. Bosco, dopo cento anni dalla sua nascita appare più bella, più grande, più eccelsa e desta nei cuori un palpito caldo, profondo, entusiastico.

Ond'è con animo commosso, che io mi accingo a rievocare davanti a voi questa meravigliosa figura, trepidante per la difficoltà del compito assunto, ma lieto di aver occasione di attestare pubblicamente a Colui, che io chiamo padre dilettissimo dell'anima mia, il più sincero, il più devoto, il più ardente affetto filiale.

È forse necessario di ricordare, a voi, quale sia stata la missione del Ven. Don Bosco? I monumenti a lui già eretti e quelli che si stanno preparando l'hanno sintetizzata rappresentandolo ' circondato da un gruppo di poveri fanciulli, stretti intorno a lui nell'atteggiamento di discepoli, anzi di figli, intorno ad un padre amantissimo ed amatissimo.

Don Bosco medesimo piú volte nei suoi discorsi definí la sua vocazione, affermando di essere stato mandato per la educazione religiosa e civile dei giovanetti delle classi popolari, e specialmente di quelli orfani, abbandonati e pericolanti per farne - sono sue precise parole - buoni cittadini in questa terra, perché siano poi un giorno degni abitatori del cielo.

Divina missione, degna sopra ogni altra di un vero sacerdote di Gesú Cristo, il quale voglia mostrarsi erede dei sentimenti piú teneri del Divin Maestro. Divina missione, che, per le sue benefiche conseguenze d'ordine religioso e civile, acquista a colui che santamente la compie, un impareggiabile titolo di benemerenza di fronte alla Chiesa, alla patria ed alla Società intera.

Dio medesimo, in una visione che Don Bosco dovette narrare per iscritto per comando dell'angelico Pio IX, Dio medesimo assegnava a Lui non ancora decenne questa nobile missione e gli largiva in pari tempo i doni necessari per esercitarla; cosicché le doti fisiche e morali di cui egli fu ornato, - cioè l'aspetto dignitoso ed attraente, la destrezza ed il vigor delle membra, l'indole intraprendente, la versatilità dell'ingegno e la memoria portentosa, la piacevole semplicità del linguaggio, la sconfinata tenerezza del cuore, la illibata purezza e l'ardore dell'anima - tutto insomma in lui si rivela adatto, appropriato al compito a cui egli era chiamato.

E parimenti si scorgono provvidenzialmente preordinate alla preparazione per la missione assegnatagli le vicende e le circostanze della. sua giovinezza.

Colui che era destinato a compiere l'opera piú vasta che la storia ricordi, per il sollievo dei dolori e degli stenti dei giovinetti appartenenti alle piú umili classi sociali, doveva in se stesso, sperimentare i disagi, le sofferenze ed i pericoli della povertà.

Ed ecco che Don Bosco nasce da una modestissima famiglia di contadini e passa l'infanzia, la puerizia, l'adolescenza e la prima gioventù nella fatica e nelle strettezze, costretto appena dodicenne a guadagnarsi il pane col suo lavoro di servitorello, e ad iniziare e proseguire gli studi tra umiliazioni e fra contrasti, col concorso della carità altrui o col guadagno delle sue prestazioni e dei suoi servigi.

Vero 'è che, se la mano della Provvidenza fu scarsa verso di lui di beni di fortuna, lo compensò largamente largendogli un tesoro sopra ogni altro prezioso, cioè una madre incomparabile; modesta popolana, priva di ogni orna-, mento di cultura letteraria, ma adorna invece di quella vera sapienza che solo dalla fede deriva e ricca delle piú eccellenti doti del cuore e dell'anima.

Le virtú che nel Ven. Servo di Dio giganteggiarono, cioè l'amore al lavoro ed alla povertà, la purezza, la pietà, la perseveranza, la fermezza, furono lo specchio delle virtú della madre sua, la quale in lui le inspirò ed educò coll'esempio prima ancora che colla parola, mentre con amorevolezza non disgiunta dall'autorità dolce ma insieme ferma ed austera, ne plasmava lo spirito ed il cuore, temprandone il carattere imperioso e l'indole esuberante.

Questa umile donna del popolo, nelle mani della Provvidenza, fu efficacissimo strumento della remota preparazione morale di Don Bosco all'apostolato, come in seguito fu il suo conforto nelle incertezze e nelle maggiori difficoltà e la sua prima cooperatrice negli anni dei piú duri sacrifici.

Inchiniamoci, o Signori, davanti a questa stupenda figura di madre cristiana, la cui fama, cosí viva dopo cento anni dal giorno in cui Essa donava al mondo il futuro taumaturgo di Valdocco, noi, figli di Don Bosco, dobbiamo con religiosa cura trasmettere all'avvenire consociata con quella del figliuol suo, onde, finché nei secoli durerà la famiglia salesiana, il nome di Margherita Occhiena, anzi di Mamma Margherita, sia ripetuto con gratitudine, con venerazione e con affetto.

Se si studiano con intelletto d'amore i fatti singolari della puerizia e della giovinezza del

Ven. Don Bosco, riesce evidente che il loro svolgimento è guidato dalla divina volontà in modo da costituire come un noviziato continuo e progressivo alla preparazione interiore ed esteriore per la sua missione futura.

E si osserva altresí che questa preparazione non è fatta di lungo studio, di contemplazione, di meditazione, di silente raccoglimento; ma è fatta invece di attività, di moto, di vivacità.

Il piccolo contadinello novenne, appena conosciuto il compito assegnato dal Cielo alla sua vita, si accinge senza indugio ad attuarlo, e non si attarda nell'attesa di circostanze. favorevoli o di una occasione propizia, né tanto meno nella ricerca affannosa di larghi mezzi preparatori, ma discende senz'altro alla pratica, sforzandosi di adattare l'azione alle circostanze quali si presentavano, provocando egli stesso l'occasione di esercitare l'opera sua di apostolo, servendosi ingegnosamente dei mezzi che aveva a disposizione. Per tal modo egli insegnava, che quando il Signore ispira un'opera buona, si deve risolutamente metter mano alla esecuzione, non aspettando che i tempi diventino adatti al nostro lavoro, ma adattando il nostro lavoro alle esigenze dei tempi; e che la scarsità dei mezzi attuali non deve arrestare lo slancio nelle intraprese dirette alla gloria del Signore, il quale, in questi casi, tanto è piú largo dei suoi celesti favori, quanto è più grande la confidenza che in Lui si dimostra.

Queste massime riassumono tutte le caratteristiche dello spirito salesiano; cioè lo slancio nelle intraprendere le opere che le circostanze dimostrano necessarie, la praticità e la modernità del metodo, la risolutezza e la santa audacia, serena e fidente nella Provvidenza.

Ed è per questo spirito, risoluto, pratico, intraprendente 'che il Ven. Don Bosco, fanciullo ancora, mettendo a profitto gli unici mezzi che aveva allora a disposizione, cioè la giocondità, la destrezza e la memoria pronta, si fa giocoliere e saltimbanco, per attirare i suoi conterranei e specialmente i fanciulli alla preghiera e alla parola di Dio; è per questo spirito che, servitorello nella cascina dei Moglia in Moncucco, vi crea una scuola regolare di catechismo per i suoi coetanei; è per questo spirito che studente in Castelnuovo d'Asti ed in Chieri, esercita fra i suoi compagni una magnifica propaganda religiosa che ottiene la conversione di un suo compagno israelita e si fa organizzatore della Società dell'allegria, servendosi dell'attrattiva degli onesti svaghi per sviluppare nei condiscepoli la pietà e la morigeratezza; è per questo spirito che in seminario si fa centro di quel cosidetto « Circolo scientifico che era insieme palestra di studi e scuola di mutua edificazione, collo scopo di acquistare tra i suoi amici un alto prestigio che gli permettesse di diffondere tra essi lo zelo della salute della gioventú.

Ogni momento insomma ed ogni circostanza presta al suo ingegnoso zelo un modo nuovo di esercitare fra i giovani la sua benefica influenza.

Quest'attitudine, anzi questa facilità eccezionale di adattare l'opera sua all'ambiente è stata sempre in Don Bosco ammirabile in tutto il corso della sua carriera mortale; tuttavia, se pure è possibile una graduazione in tale materia, sembra che specialmente debba essere degna di ammirazione negli anni della sua prima giovinezza, perché è l'indice di uno spirito di osservazione cosí profondo, di uno sforzo di volontà cosí tenace e di un fuoco di carità cosí ardente, che in un giovine immaturo si debbono riconoscere inauditi e sovraumani, rivelando un'anima già molto avanzata nel cammino della santità.

La preparazione del Ven. Servo di Dio alla sua missione è terminata colla sua consecrazione al sacerdozio, avvenuta il 5 giugno 1841 e si è perfezionata colla permanenza di tre anni nel Convitto ecclesiastico di Torino, dove egli, non solo ebbe agio di acquistarsi l'inapprezzabile aiuto dell'amicizia e della protezione di quella perla eletta di sacerdote, onore e vanto del clero piemontese, che fu il Ven. Don Giuseppe Cafasso, ma poté eziandio completare la sua esperienza sulle tristi condizioni della gioventú di quei tempi, studiandone i dolori e le miserie nell'abbandono e nei vortici della vita mefitica della grande città, nella indigenza delle soffitte, nelle corsie degli ospedali e nelle celle delle carceri.

Lo spettacolo della immensa rovina materiale e morale di tanta gioventú acuì nel suo spirito il proposito di consacrarsi alla redenzione di quelle povere anime inesperte, abbandonate e tradite, ed aggiunse nuovo alimento all'ardore del suo cuore. Una scintilla bastava perché la fiamma divampasse, sprigionando intorno la sua luce ed il suo calore.

E la scintilla cadde... I maltrattamenti inflitti da un sacrestano ad un fanciullo, l'8 dicembre 1841, nella sacristia di S. Francesco d'Assisi, provocarono l'intervento del Ven. Don Bosco... egli interpose la sua parola a favore dello sventurato, lo difese, lo consolò, gli propose di prendersi cura della sua istruzione religiosa e lo invitò a ritornare.

E il giovinetto, intenerito da tanta inusitata bontà, tornò ma non solo... altri giovanetti si erano uniti a lui, e il primo gruppo divenne presto schiera numerosa, che in breve si fece turba imponente.

Il cuore di Don Bosco si apriva ai suoi piccoli amici, ed essi vi trovavano tanta amorevolezza che ne erano incantenati e conquisi fino all'entusiasmo.

Coloro che, guardando con occhio miope alle apparenze esterne, non compresero il significato di tanta gioventù accorrente intorno a quel giovine sacerdote sconosciuto, giudicarono l'opera da lui iniziata inopportuna e pericolosa.

L'istituzione, calunniata, minacciata, perseguitata, dovette condurre vita precaria e randagia dalla piazzetta di S. Francesco d'Assisi alle povere stanzette del Rifugio; da queste alla Chiesa di S. Pietro in Vincoli e poi ai molini di S. Martino; e dai molini di S. Martino alla casa Moretta e dalla casa Moretta al prato Filippi... e venne un giorno in cui parve che non vi fosse più posto alla luce del sole per l'opera di Don Bosco.

Era la prova... il martello, battendo il metallo colato dal crogiuolo, ne cementava più salda l'amalgama, ne espelleva le scorie, ne metteva in luce più bella la finezza, la resistenza, lo splendore.

Quando, il 12 aprile 1846, giorno di Pasqua di risurrezione, dopo quàsi cinque anni di lotte e di stenti, il povero Don Bosco poté radunare i suoi fedeli birichini nella casa Pinardi, in quel luogo che egli doveva in seguito trasformare in un teatro di meraviglie, l'Oratorio, attraverso alle dure prove sopportate, aveva dimostrato di aver in sè quella vitalità incoercibile che è propria di tutte le istituzioni volute dalla provvidenza.

Da quel giorno cominciava per l'opera di Don Bosco una nuova fase che doveva terminare con il trionfo dell'Oratorio.

L'Oratorio festivo, quale venne concepito ed attuato dal suo fondatore, rimane anche oggi la più tipica e la più provvida delle opere salesiane in pro' dei figli del popolo.

Considerato superficialmente, nelle sue linee esteriori, sembra a tutta prima una istituzione semplicissima, non dissimile da quelle altre riunioni ricreative per i fanciulli che altrove ed in altri tempi sorsero e fiorirono. Studiato invece profondamente, nel suo intimo concetto informatore, nel suo integrale congegno propulsore, nelle sue regole dettate dalla penna di Colui che lo istituí, l'Oratorio è invece un organismo complesso, che contiene ed attua in pratica i principi e le norme di un nuovo metodo pedagogico-religioso. Esso concentra in germe tutta la multiforme opera morale ed intellettuale necessaria per la formazione cristiana dei giovanetti dei tempi nostri e si presta ad uno sviluppo illimitato di tutti quei disegni, che può proporsi un vero zelatore della salute delle anime giovanili.

L'Opera Salesiana si è dappertutto iniziata con l'Oratorio festivo ed è per mezzo dell'Oratorio che essa, estendendo ogni giorno la sua azione salutare, pervade insensibilmente tutte le fibre del corpo sociale, preparandone a poco a poco la rigenerazione cristiana.

Di quale svolgimento sia suscettibile questa istituzione, ce lo insegna la storia di quel primo Oratorio che di tutti fu modello ed esempio.

La pianticella dell'Oratorio di Don Bosco, appena radicata solidamente in terreno stabile, si sviluppò rapidamente, si fece tronco robusto, moltiplicò i suoi rami, si coperse di fiori e frutti copiosissimi.

La misera casetta, che il Ven. Don Bosco venne ad abitare nel 1846, si ampliò, si prolungò, ingigantí; ed ecco sorgere come per incanto la Chiesetta, le scuole serali, l'ospizio, i laboratori, le scuole ginnasiali... ecco insomma tutta la grande città della gioventù, vibrante di alacre operosità e di santa letizia; ecco, monumento insieme dei trionfi passati e pegno sicuro dei trionfi futuri, il grandioso Santuario dalla cupola maestosa, sulla quale domina vigilante, col proteso scettro di regina, Maria Ausiliatrice.

Colla edificazione del Santuario alla Celeste protettrice di D. Bosco, la missione di lui, entra nell'ultimo e più glorioso periodo; quello della espansione ed insieme della consolidazione dell'opera sua.

L'opera si dimostrava e si affermava cosí straordinaria ed efficace, che non era più possibile ignorarla, e conoscerla voleva dire apprezzarla e favorirla. Ed è così che il giovane sacerdote di Valdocco cominciò a raccogliere intorno alle sue iniziative quelle anime buone, le quali anelano soltanto di portare il loro contributo di energia dovunque risplende fulgida la luce del bene; é cosí che egli poté rivolgere verso le sue istituzioni quella arcana inesauribile vena di generosità, che la virtù di Dio alimenta, per misteriose vie, a sostegno delle opere a Lui gradite; è cosí insomma che venne a poco a poco a raggrupparsi intorno a lui quella folla di amici, di ammiratori e di benefattori, che, col comune onorifico titolo di Cooperatori Salesiani, ebbero ed avranno la gloria di essere il più valido sostegno del Fondatore dell'Oratorio e dei suoi Successori.

D'altra parte era così potente il fervore di vita che Don Bosco aveva saputo destare nel mondo giovanile crescente all'ombra benefica dell'Ora torio, che i confini di questo, sebbene ampliati oltre ogni speranza, non erano piú sufficienti a contenerlo.

E già due nuovi oratori domenicali eransi fondati a Torino, quando nel 1863 si aperse la prima casa filiale a Mirabello Monferrato ; poi un'altra a Lanzo... poi man mano, con un moto sempre piú rapido, le colonie si moltiplicarono e, vivente ancora Don Bosco, conquistarono il Piemonte, la Liguria e l'Italia col Trentino, si diffusero nella Francia, nella Spagna e nell'Inghilterra, e traversando l'Atlantico, si stabilirono anche nel nuovo mondo, trapiantandosi fecondamente nella Repubblica Argentina, nell'Uraguay, nella Patagonia, nel Chili e nel Brasile.

Le forze di Don Bosco si erano centuplicate nei suoi figli.

In quei monelli che egli aveva strappati al lastrico della strada o che erano accorsi al richiamo della sua bontà dai campi nativi e dai tuguri, per essere da lui salvati dalla ruina morale e materiale, Don Bosco aveva trasfuso coll'esempio e colla parola i suoi grandi sentimenti, i suoi pensieri, la sua carità.

Essi avevano imparato a palpitare dei suoi stessi palpiti, avevano fatti proprii i suoi ideali, e avevano chiesto di formare con lui una sola famiglia, di partecipare al suo lavoro, di dividere con altre schiere di fanciulli quel pane di vita, di cui egli li aveva satollati.

Ed ecco sorgere la Pia Società di S. Francesco di Sales, alla quale segui piú tardi, la creazione dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, informato allo stesso spirito, col fine di integrare i benefici dell'Opera salesiana, estendendone alle fanciulle la salutare azione provvidenziale.

L'istituzione della Pia Società Salesiana si presenta come il frutto piú maturo e piú prezioso del lavoro di D. Bosco e come il coronamento della sua missione; attesoché, non solo ne assicurava la perpetuità nei tempi e la estensione nello spazio, ma dimostrava altresì coi fatti quali siano i benefici effetti di questa missione nel piú vasto quadro della redenzione morale e religiosa delle nazioni, mercé tutta quella miriade di opere diverse che il lavoro dei figli di Don Bosco fece germogliare e fiorire, a vantaggio della Chiesa e del popolo cristiano.

Oh! come sono ammirabili i disegni della Provvidenza.

Don Bosco, figlio del popolo, aveva votata ai figli del popolo la sua vita ed ecco che i figli del popolo si votavano a Lui, per tramandare alle future generazioni i suoi benefici, saldando al suo cuore, col fuoco dell'amore, i primi anelli di quella catena infinita di anime generose che, di anello in anello, si è prolungata fino a stringere oggi col suo giro il mondo.

*

Quando la vita di Don Bosco declinava al tramonto i frutti delle sue fatiche apparvero nella loro immensità.

Egli avea eretto a Dio molti templi maestosi, aveva creati cento Oratori festivi, ospizi, laboratori, collegi, colonie agricole per la salvezza della gioventú, educando in tali istituti una schiera innumerevole di onesti operai, di valenti professionisti, di zelanti sacerdoti.

Aveva aperte numerose scuole cattoliche popolari da opporre come contravveleno alle scuole della empietà e della corruzione; aveva già fondate varie tipografie da cui erano stati diffusi a milioni libri di pietà, di letture educative e di storia; aveva mandate schiere di figli a redimere dalle tenebre della idolatria ed a conquistare al Vangelo e alla Civiltà i selvaggi della Patagonia; aveva iniziato l'opera della assistenza degli Italiani emigrati in America; aveva organizzato mirabilmente con sapienti norme l'esercito dei Cooperatori Salesiani; aveva dato allo milizia della Chiesa cattolica due nuovi manipoli, ordinati secondo i bisogni del tempo, a cui si erano ascritti a migliaia i sacerdoti e le suore, che raccolto dalle sue mani ormai tremanti il suo immacolato vessillo avevano giurato di tenerlo alto e di portarlo con coraggio e con fede alla gloria di nuove battaglie e di nuove vittorie.

Ed oggi, dopo cento anni dalla nascita di Don Bosco, il mondo constata ammirato che nel nome e per virtú di lui, l'Opera salesiana continua incessante la sua marcia trionfale, e che le sue conquiste, fra il plauso e la riconoscenza dei popoli si sono estese fino agli ultimi confini della terra.

Ed. ecco che il Centenario della sua nascita è celebrato solennemente in cento e cento città di varie nazioni, e le lingue piú diverse e piú strane risuonano concordi nel cantar l'inno della sua gloria.

Continua.

Il Centenario di Don Bosco all'estero.

Dalle Americhe ci giungono da tutte parti le piú liete notizie di grandi preparativi per celebrar degnamente la fausta data centenaria. Vescovi e Arcivescovi, Delegati Apostolici e Internunzi, Capi di Stato e Capi di Federazioni di Stati promisero benevolemente di presenziare le feste indette pel 16 agosto. Mentre ci affrettiamo a preannunziare tali dimostrazioni plebiscitarie, sollecitiamo caldamente i nostri Ispettori ad inviarcene acconcia relazione.

PEL TEMPIO VOTIVO IN ONORE DI MARIA AUSILIATRICE AI BECCHI DI CASTELNUOVO D'ASTI

Il graziosissimo tempio sorgerà su disegno proposto dall'Ufficio Tecnico della nostra Pia Società. Elegantissimo nelle semplici linee dello stile gotico- piemontese, in fronte esso leva in trionfo sulla fioritura dell'ornamentazione della bella porta ogivale la statua di Maria Ausiliatrice, mentre la sveltezza di tutto l'edilizio, compresa l'agile torre campanaria, par che inviti ad innalzare un'Ave fervente. Agli altri lati s'aprono tre graziosissime pentàfore, o finestre a cinque vani, le quali, nei giorni di grande concorso, permetteranno a un maggior numero di persone di assistere alle. sacre funzioni, restando anche fuori di chiesa.

I lavori furon subito continuati dopo la posa della pietra angolare.

Il nuovo tempio è particolarmente raccomandato all'infanzia e alla gioventù cattolica, come pubblico pegno di venerazione a Maria Ausiliatrice e affettuoso omaggio al Ven. Don Bosco nel loro Centenario. L'idea, accennata di volo nella posa della ia pietra, ha già raccolto queste gentili primizie.

Rev.mo Sig. Don Albera,

Una pia persona ebbe la bella idea di far posare attorno la statua di Maria Ausiliatrice alcune piccine del nostro Oratorio e alcuni bimbi del nostro Asilo Infantile, e mi lasciò l'incarico di rimetter copia dello splendido gruppo alla S. V. Rev.ma.

Non potrebbe servire pel caro Bollettino a richiamare l'attenzione dei genitori ed educatori cristiani e delle buone Direttrici degli Asili infantili sulla nuova chiesa dei Becchi, affidata - com'Ella disse quel dì memorando - in modo particolarissimo alle piccole oblazioni dei bambini e delle bambine? Qui abbiamo già incominciata la sottoscrizione, nè solo tra essi, ma anche fra le ragazze dell'Oratorio.

Perdoni la libertà e mi creda con filial devozione della S. V. Rev.ma,

Torino-Valdocco, 24 agosto 1915.

Dev.ma

La Direttrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Rev.mo Padre,

Il 16 agosto u. s. quando ebbi la fortuna di assistere alla sublime cerimonia della posa della prima pietra della nuova chiesa ai Becchi, promisi che avrei fatto del mio meglio per raccogliere un soldino da tutti i bambini del nostro Asilo Infantile, allo scopo di ottener loro una speciale benedizione dalla Vergine Ausiliatrice per tutta la vita.

Il numero dei cari angioletti in questi mesi di vacanza è assai ridotto; son pochini, pochini. Tuttavia ho il piacere di rimetterle una prima offerta di lire cinque, arrotondata un po', glie lo confesso candidamente, dall'umile sottoscritta.

Arignano, 25 agosto 1915.

La Direttrice dell'Asilo Infantile.

NOTE E CORRISPONDENZE

ALLA STAMPA.

Alla stampa quotidiana e periodica che il mese scorso cosí concordemente ed affettuosamente volle commemorare la data centenaria della Nascita di Don Bosco, torni gradita l'espressione cordiale della nostra gratitudine.

Avremmo voluto fin da questo numero dare un ragguaglio dei molti articoli che ci,saranno di forte eccitamento a diffondere sempre piú largamente lo spirito di Don Bosco, avendolo visto cosí nobilmente compreso e altamente apprezzato ed amato.

Quello che non ci è stato possibile questa volta, lo faremo con viva esultanza nei mesi seguenti, dichiarandoci felici se i nostri rilievi potranno suscitare fra i Cooperatori un santo zelo per una maggior diffusione della buona stampa italiana, alla quale auguriamo dall'intimo del cuore le gioie soavi di un operoso e fecondo apostolato, instauratore del pensiero e del vivere cristiano tra le buone popolazioni della Penisola.

NEL SANTUARIO DI VALDOCCO Il 24 agosto u. s.

Anche il 24 u. S. una devota moltitudine di fedeli accorse alla Basilica Pontificia di Maria Ausiliatrice durante le sacre funzioni solite a celebrarsi con gran fervore il 24 di ogni mese.

Al mattino straordinariamente affollata fu la sacra mensa, specie alla Messa della Comunione Generale, celebrata dal Rev.mo Mons. Gio. Battista Piano, ex-allievo del Venerabile Don Bosco e Curato della Gran Madre di Dio, il quale in una chiara e vibrata allocuzione rilevò il bisogno dell'aiuto di Maria SS. nell'ora presente ed esortò tutti ad invocarlo per sè e le proprie famiglie, per la Chiesa e la Patria, e in modo speciale pel Vicario di Gesù Cristo.

Alla sera, con elegante facondia, predicò l'Ora Santa sullo stesso argomento il Salesiano Don Innocenzo Montanari, Missionario negli Stati Uniti.

La bontà di Maria Ausiliatrice.

Lo spazio non ci permette, in questo mese, di pubblicare alcuna delle grazie concesse da Maria. Ausiliatrice ai suoi devoti. Siamo però lieti di registrarne, almeno in parte, l'elenco, il quale, nella sua semplicità, è sempre un inno eloquente di gratitudine.

A*) -Acicatena: Rosario Balsamo, 2-Acqui: Giulia Fagotto, 3 - id.: Una pia persona, i - Aglié Canavese : Maestra Maria Mautino, 5 - id.: Francesco Vincenti, 5 - Alba : N. N. - Albera Ligure : Teresa Lovotti, 5 - Alcamo : N. N., 4,90 - Alice Castello : Giuditta Bacchio, 2 - Alice Superiore: Maddalena Targhetti, 3 - Alí Marina : Annetta La Rocca, 5 - Alpignano Francesco Garis, 25 - Aosta: Ernesto Bionaz e padre, 5 - Aranno di Lugano (C. T.): N. N., 5 - id.: N. N., io -Armungia: D. Francesco i'iras, 2 - Arosio : N. N., 5 - Arsiero : Maddalena Biasin in Stella, 3 - Artegna: N. N. a mezzo Oliva Vidani, 25 - Asti : Angelo e Ida Vacchero - id. N. N., 2.

B) - Badia di Stura : Tommaso Bollito, 5 - Bandito : Giovanni Ivaldi, 5 - Bardolino : Ottavia Agosti Ved. Faltoelli, io - Baroncelli: Bianca Pennetti, io - Barzanò : Angioletta Proserpi in Redaelli, 1,5 - Bedonia : Giovita Polini, 5 - Bellano : Coniugi Francesco e Maria Balbiani e figli, 25 -- Belluno Veronese : Leonilda Pasini, - Benevagienna : G. B., i - id.: N. N., 4 - Bergamo : Maria Pedrini, 3 - Berra Ferrarese : Teresa Babini, 5 - Bessolo: B. A. -- Bibbiano Maria Tagliazucchi Ved. Del Rio, 5 - Biella Adele Magliola in Poma, 25 - Bienno : Maria Tempini in Donzelli, 50 - Bivona : Eleonora De Bono, 8 - Bologna : Anna Bendini in Guidicini, 2 - id.: Elisa Ventura Ved. De Lidolo, io - id. N. N., 9,90 - Bonferraro: Ambellina Tedeschi, 3,50 - Bono : Una Cooperatrice, 7 - Borghetto Borbera: Stefano Roncoli, io - Borgoma-nero Famiglia Beltrami, io - id.: Maria Sacchi, 7 - Borgo S. Martino : D. Vitale per N. N. - id. N. N., 5 - Bra : Vittoria Capra, 5 - Bracchio D. Giuseppe Mortarotti Arciprete, 25 - Breme Lomellina : Maria Rota, i - Breno : Maria Celeri in Ronchi, io - id.: Maestra Giovanna Alberzoni fu Agostino, 15 - Brissogne : Marcoz Brunel 5 - Brossasco : N. N. a mezzo signor Prevosto, i o - Brusasco : N. N., 2 - id.: B. Antonietta, 5 - Brusco : N. N., 2 - Brusnengo : Teresa Romersa, 5 - Brusson : N. N., 5 - Buccheri : Giuseppina Campailla in Abate, 5 - Busca : Luigia Garino, i - id.: N. N.

C) - Cà di David : N. N., 3 - Calciavacca : Luigi Gallardo, io - Calizzano Zerboraglia : Filomena Cannonero, io - Caltanisetta : Francesco Vendemmia, 3 - Cambiano : Famiglia Vaudano, 6o - Caramagna Piemonte : Giovanni Tropini, i i - id.: Spirito Tropini, 5 - Carate Brianza : Maria Mazza, 5 - Cardé: Mattia Bordese, io -- id.: Giovanna Peretti Ved. Busso, io - Cariati Emma Venneri, 3 - Carlo forte: Laura Boggio di Giuseppe - Carmagnola : Coniugi Gruaglio, 5 - id.: Maestra Teresa Priasco - id.: Anna Solavaggione Ved. Cavaliero, 2 - Carugo : N. N., lo -- Casa Bianca : Angela Frola, 3 - id.: Giuseppe Giovannini, 5.30 - Casale Monferrato: N. N. a mezzo Teresa Acuto, 20 - id.: Teresa Pozzan, infermiera, 5 - Casatisma : Angelo Scaglia, 3 - Cascia : Suor Maria Pia Fontana, io - Castello di Montaldo Torinese : G. O. - Castelnuovo d'Asti': P. A., 3,50 Castel S. Pietro dell'Emilia: Don Giuseppe Lelli, 5 Catania: N. N., io - id.: N. N., 25 - Cattabiano : Artemisia Riccardi, 20 - Cavaglià : Serafino Chinea - Cavallermaggiore N. N., 5 - Cavour: Caterina Bertero, io - id.: N. E., 3 - Cemmo : D. Carlo Tognati Arciprete, 20 - Cento : Una pia persona, 7 - Cerrina Monferrato: N. N., io - Cervo Ligure : Angiolina Terrizzano in Fiori, 3 - Cessole : Giuseppe Manarino, 5 - Champoluc : Martino Delfino Favre, 13 - Cherasco : Giuseppina G., so - Chiari : Maria Colzana in Bertoli, 5 - id. : Annita Baresi, 1,20 - Chiavari : Maria Nicolini, io - id.: Can. D. Giuseppe Rocca, io - Chiaverano : N. N., 5 - Chieri Caterina Fasano - Chiusa di Pesio : Teresa Serono, 3,50 -- id. : N. N., 2 - Chivasso : N. N., g - Cigliano : N. P. C., 5 - Cinquefrondi : Dr. Giuseppe Moricca, io - Cirié : N. N. - Cislago N. N., 15 - Cittadella : Luisa Piazzo in Brandelero Cooperatrice, io - Cittadella Laghi : Lago G. B., i - Cittadella di Padova : Luigi Zuliani, 8 - Codroipo : Mario Garlatti, 2 - Colonia S. Vincente (Rep. Argentina): Valentino Baravalle, iio,5o - id.: Maria Aira, 2,50 -- id.: N. N. - Comiso : Biagio Giongardi Occhipinti, io - Como N. N., 7 - Conegliano Veneto : Suor Ottavia Maccone, 51 - Conzano Monferrato : Antonio Balzola, 5 - Cordignano : Pasqua De Osti, 5 - Coreglica Antelrninelli : Lucia Tognarelli, 5 - Costantana Vercellese : Giovanni Benso, 5 - Cusino D. Paolo Bianchi, 3.

D) -- Domegge (Cadore): Marina Giacobbi, 5 - -- Domodossola : Famiglia Scagliotti, io.

E) - Esine : Paolo Fenini fu Fiorino, 25.

F) - Faenza : N. N., 5 - Ferrara : Cleonicia Simoni, 200 - Filadelfia (St. U. d'America): Angiola Zanotta, 5 - Fiobbo d'Albino : D. Pietro Colombo, 15 - Firenze : N. N. ringrazia pubblicamente la Vergine Ausiliatrice che per intercessione del Ven. D. Bosco la liberò da un grave pericolo. - id.: N. N., 2 -- Fonzasco : Giuseppina Capuzzo, 5 - Forlí di Romagna: D. Mario Bandini - Forlimpopoli: Carolina Bazzocchi, io - Franchini Alessandrino : Anna Zaio, i,5o - Frascaro : D. Pietro Piccotti Parroco, 5.

G) - Gallarate : Maria Sironi in Senaldi, 30 - Gazzaniga : Lucia Bellotti, 2 - Gazzoldo degli Ippoliti: Celesta Donelli Ved. Cremonti, 2 - Genova : Canonico Bartolomeo e Luigi Grasso, 7 - id.: Emilio Fugazzi, 2 - id.: G. C. riconoscentissima alla S. V. Ausilatrice che per intercessione del Ven. D. Bosco le ottenne due grazie importanti. - id.: N. N., 2 - id.: D. D., 2 - Gerace Superiore : N. N., 15 - Ghemme : Teresa Arbone, 5 - Girgenti : Di Caro Assuntina, i - Grezzana Veronese : Luigia Zampieri, 6 - Guidomandri D. Emmanuele Basile, 5.

I) - Intra (Lago Maggiore): N. N., 5 - Irma N. N., io - Isili : Raimondo Orrù fu Raffaele, 7 - Isolabella Novarese : N. N., 6 - Ivrea : N. N., 5.

L) - Lenta Vercellese : Lena Viola - id.: Margherita Ferracino in Carrazzo - Licata : N. N., i - Linguaglossa : Antonina Castrogiovanni in Cainardi, 3 - Livorno Piemonte : N. B. 1\\I. - Livorno (Toscana): Adele Tellini, 5 - Locarno Sesia : N. N., G. A., 5 - Lodi: Una madre Lo-. digiana, io - Lonigo : Natarino Tomba, 7 - Lu Monferrato: Rosina Coggiola, io -. Lugo di Romagna : N. N., 2 - Lujan de Cuyo (Argentina): Maria Scagliotti, 5.

M) - Macerata : Rosa Pianesi, io - Madone Antonia Ruggeri, 7 - Magenta: Clementina Viola in Manzetti - Malvino : Maestra Edvige Ivaldi - id. : Claudina Bondone, i - Manarola : C. A., io - Mantova : D. Angelo Gadioli, 3 - id.: Vittorina Rossini, 7,15 - Margetelli : Demetrio De Bonis Maestro, 5 - Marinasco : Giuseppe Brozzo fu Gio. Battista, 5 - Mazzarino : N. N., 5 - Mercato Saraceno : Gemma Angeli, 17,5 - Mercedes St. Luis (Rep. Arg.): Andrea Pagnone, ioo - Milano : L. Rusca, 50 - Mirabello Monferrato. Pietro Aiolo, 5 - id. : Ernesta Gasco, 5 - id.: Agostino Deambrosis, 3.50 - id.: N. N., 3 - Modica Alta: F. A., 2 - id. : Assunta Curcio, io - Molaretto di Susa: Emilia Gravier, 5 - Molfetta Isabella Carabellese, io - Molvena Vicentino Mansueto Costenaro, 2 - id.: N. N., 5 -- Mondacce (C. T.) T. C. - Monesilio : Caterina Scacicino - Monreale: Cristina Di Miceli, 5 - Montagnana di Padova : Albina Gemmo in Rodighero 5 - Monteforte d'Alpone: N. N., 5 - ilionlelupo Albese: Felicina Loggero, 2 - Montesilvano Spiaggia : Giovanna Castellani, 4 - Moretta di Cuneo : D. Giorgietto, 5 - Mortara : Emilia Bossi, lo - Mosogno (C. T.): Annnuziata Gianini in Darni, 6.

N) - Napoli : Gaetano Coppola - Nave : Antonio Mutti, Consigliere Comunale, io - id.: N. N., io - Nembro : Teresa Trovesi Cooperatrice Salesiana, 5 -- Nizza Monferrato : Carlo 13rovia, 5 - Nevi Ligure : Maria Antognotti fu Giacomo, 7 -Novara: Giuseppina T. M., 5.

O) - Oggiona : Angelo Riganti, 5 --- Oliena Raimonda Massain, 2 - Oliveri : Catena Calabrio, 1,50 - id. : Vincenzo Calabri, i,5o -- id.: Giovanna Maiorana, 1,50 - id.: Giovannina Nania, 2 - id.: Nicolina Nania, 2 - id.: Antonina Ventura, i - Orco Canavese : Maria Berola, 3 - Ormea N. N., 3 - Orsago : Sorelle Licini, 5 - Orsara Bormida : Clementina Carozzi, 5 - Ortacesus C. E., 15 - Ottobiano : N. N., 5 - Oulx : N. N., 5 - Ovada : Rosa Salvi, io.

P) - Palermo : E. G. C., 3 - Palestro : N. N. - Pallanza : Giulietta Franzini in Gnocchi, 4 - - Parabiago : Rosa Fumagalli, 5 - Pavia : Teresa Avigni in Pilotti Maestra, 5 id.: E. C., 5 - id.: Attilio Mairaghi, io - id.: N. N., 5 - Pedemonte : Lorenzo Vantini, 2 - Perosa Argentina Maria Bertalotto, 5 - Pezzolo : Teresa Farotta, 5 - Pian Camuno : N. N. a mezzo Maria Marziali, 35 - Pianfei: Lucia Bongiovanni, 5 - Pian dei Ratti : Caterina Ratto in Porro, 5 - Pieve di Castelfranco: D. Antonio Campion, so - Pila sul Cromolo : B. A., 5 - Pino d'Asti: Domenico e Maria Delmastro - Poirino : N. N. - Polleggio (C. T.): Giovannina Imperatori, io - Ponte Caffaro: Maria Beltrami in Rota, 15 - Portomaurizio : E. P., io - Pralormo : Paolina Burzio - id.: Anna e Rosa Delmastro, 20 - id.: Francesco Dassano, 2 - Prata di Pordenone : Marietta Novelli, 5 - id. : Maria Puyatti di Gio. Batt., 5 - id.: Marianna Fusari, 5 - id.: N. N. per mezzo di Antonio Ceccato, 2 - id.: Elisabetta Puyatti, 2.

R) - Rapallo : Direttrice S. Pietro Novello, 5 - - Reggio Emilia : Italina Lodesani, 5 - Rettorgole :. D. Luigi Piazza Parroco, ioo - Revine Lago (Vittorio): Eleonora Gerardini, 5 - Ri Chiavarese : D. Domenico Bozzano Prevosto, io - Rignano sull'Arno : Giulia Toi, io - Rivalta Scrivia : Antonia Bianchi, 5 - Rivanazzano : N. N., i - Rivarolo : Maria Paglia - id. : N. N., 5 - Roccagrimalda : Claudio Secondino, 3 - Roma Un devoto di Maria Ausiliatrice e di D. Bosco, 5 - id.: Un Eccellentissimo Vescovo Portoghese esigliato, a mezzo di D. Borasio, 5 - id.: Augusto Chialvo - id.: Maria Lucidi, 5 - Roncaglia Monferrato : N. N., 3 - id.: Cristina Calligaris - Rosasco : D. Cesare Bisagno, 3 - Rosignano Monferrato : Ida Caprioglio, 5 - Rossa : N. N. - Rovescala : Giuseppina Brandolini in Gatti, 3 - Rovigo : Albina Dall'Ara Ved. Gobbatti, io.

S) - Salerno : Due persone a mezzo di Agnese Rienzi, 20 - Sampierdarena: C. P. G., so - S. Basilio : N. N., io - S. Bonifacio Veronese Onesta Gola, 2 - S. Cataldo : Ch. Marco Rinaldo Salesiano, io - Sandrigo : Francesco Galletto, io - S. Giorgio Canavese : N. N., io - S. Maurizio Monferrato: N. N. - S. Potito di Romagna: Giovanna Nuvoli, 5 - S. Vito al Tagliamento : Secondiana Fancello, 5 - S. Zenone di Minerbe: Pia Maschi in Fagiuoli - S. Agata di Militello Vincenza Cardinale, 5 - S. Barbara de Cuiomar (Brasile): Marcellino Bimbato, 2,50 - S. Cristina Angela Valsesia, io - S. Maria della Versa Carlotta Brandolini, 3 - S. Vittoria d'Alba: Luigi Bruno - id.: Suor Francesca Bruno, figlia di Maria Ausiliatrice - id. : N. N., 17 - Saronno Virginia Cepreni, 15 - Sarsina : Stefano Maria Pino, 5 - Sassari : Maria Manca Ved. Passino, io - Savigno : Elio Orlandi, 6 - Savona : O. P., 2 - Secchiano di Marecchia : Luigi Chiari, 5 - Scaldasele: Pietro Veneroni, 1o - Scalenghe: D. Chiaffredo Clary, Cappellano, 5 - Scandolara Ripa d'Olio : Ida Ferrari in Madella, io - Schio : Anna Lorenzetti, 5 - id.: L. A.. C., io - Sciacca: Giuseppina Liguori in Bentivegna - Selino : Maria Borella Serino : Gaetano Mariconda, io - Serravalle Scrivia : Marianna Aragona, 7 - Settimo S. Pietro : Giovanna Murru, 5 - Senni D. Gio. Batt. Rizzolo, Rettore 20 - Sommari va Bosco : G. A. S., 5o - Soverato : Nicola e Lucia Menga - Spacca forno: Francesco Mostaccio, 20.

PEI NOSTRI MORTI.

Il S. Padre Benedetto XV con apposita Costituzione Apostolica ha esteso ai Sacerdoti di tutto il mondo cattolico il privilegio, già elargito dal suo predecessore Benedetto XIV alla Spagna e al Portogallo, di poter celebrare tre Messe il giorno 2 novembre, sacro alla Commemorazione dei fedeli defunti.

Sia benedetto l'atto caritatevolmente paterno del Vicario di Gesù Cristo, poichè giunge così opportuno mentre la guerra fa tante vittime; e susciti fin d'ora in tutti i fedeli una vera gara fraterna per suffragare le anime dei trapassati.

Cooperatori defunti dal 1° luglio al 1° agosto

Antici Mattei Princ. Tommaso - Roma. Bargetto Maddalena Ved. Bargetto - Torino. Belli Enrico - Torino. Bertalotto Martino - Perosa Argentina. Bertetti Albina - Torre Bairo. Bisazza Domenico - Trissino. Sono Giorgio - S. Giorgio Lomellina. Borgialli Angela - Rivarolo Canavese. Bottini Ernesto - Pontremoli. Casicci Teresa - S. Savino.

Cellino Rosa Ved. Ienacane - Celle Edmondo. Ceresole Bruno Enrichetta - Saluzzo. Colombo Vittorina in Cane - Milano. Cremonini Caterina - Ponte S. Pietro. Cuman Giustino - Sandrigo. Faciano Lucia - Caluso. Ferlosio Giovanni - Cassano Spinola. Ferrari D. Giulio - Lottigna. Festa Pietro fu Carlo - Monte di Malo. Galasso Anna Maria Fornari - Napoli. Gatti Adelaide Ved. Ronco - Poccapaglia. Giavito Teresa - Tarcento. Giunipero Pasqualina, maestra - Murisengo. Gorgaini Bortolo - Mantova. Greco Rosa - Castrogiovanni. Grosso Margherita - Trinità. Landolina Marietta Cav. Arturo - Castronovo. Longhini Matteo - Fiumicello di Campodarsego. Martani Francesca - Pandino. Martini Carolina - S. Michele Extra. Melica Cav. D. Felice - S. Mauro Torinese. Oldano Maiocco Margherita - Casale. Pasquali Giuseppina - Roma. Piccheddo Cossu Giuseppe - Rosa. Pontiggia D. Enrico - Mapello. Raineri Domenica - Moretta. Reginato D. Natale - Treviso. Regis Luigi - Saluggia.

Rivolta Clemente - Vanzaghello.

Rizzardini Ved. Monego Augusta R. - Legnago. Rossi Luigi fu Cesare - Santorso. Sibilla Ch. Giuseppe Giovanni - Albenga. Tomatis Sorelle fu Giovanni - Mondovì Breo.

Raccomandiamo ai suffragi dei Cooperatori anche vari amatissimi Confratelli nostri, morti sui campi di battaglia.