ANNO XXXV - N. 9. Torino, Via Cottolengo 32. SETTEMBRE 1911.
PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI DI D. BOSCO
SOMMARIO: Il Santuario di Maria Ausiliatrice dichiarato « Basilica Pontificia » 257
Il Documento Pontificio 259
Il Congresso dei nostri Ex-Allievi 261
D. Bosco . - Inno (parole e musica) 262 Il V° Congresso degli Oratori Festivi e delle Scuole di Religione: II) I lavori delle sezioni . . . . 263 Tesoro spirituale . . . 264 Le nostre Chiese - Inaugurazione del nuovo Istituto a Cape Town . 265 DALLE MISSIONI: Terre Magellaniche: Folk-lore Fueghino - Rep. Argentina: Dalla Missione di Chos-Malal 269
IL CULTO DI MARIA SS. AUSILIATRICE: Pel 24 corrente - Grazie e graziati 274
NOTE E CORRISPONDENZE: Il trasporto delle Reliquie di S. Francesco di Sales - Un convegno delle Ex-Allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice - A Valdocco - Tra i figli del popolo - Gli Ex-Allievi - Notizie varie: In Italia, all'Estero 278
Necrologio 287
ERA questa la cara notizia, che preannunziata privatamente la vigilia di San Giovanni Battista aveva colmato di gioia quanti erano accorsi a Valdocco per la festa del cuore, e che noi lasciammo sperare di annunziar presto ufficialmente anche ai nostri lettori. Difatti l'augusto volere del S. Padre, che era stato allora allora soltanto comunicato alla S. Congregazione dei Riti, il 13 luglio ebbe solenne sanzione col Breve che pubblichiamo integralmente nel testo originale e in lingua italiana. Avremmo potuto dare un tale annunzio fin dal mese scorso ; ma poichè, quando giunse a Torino il Documento Pontificio, il Bollettino era già pronto per la stampa, preferimmo di riservarne la comunicazione a questo mese, per farlo in modo più conveniente.
Troppo caro e venerando è per i figli di D. Bosco e per tutta la Famiglia Salesiana il Tempio di Valdocco. Esso è veramente la Reggia della Sovrana delle Opere Salesiane; quindi tutto ciò che torna ad onore del medesimo, non può non riempire di giubilo l'animo di chi lo ama. E la ragione è chiara: « Per noi - diceva in un'altra data solenne il compianto D. Rua - Maria SS. Ausiliatrice è tutto. E lessa che ispirò e guidò prodigiosamente il nostro Don Bosco in tutte le sue grandi imprese; è dessa che continuò e continua tuttodì tale materna assistenza sulle nostre Opere, per cui possiamo ripetere con D. Bosco, che tutto ciò che abbiamo, lo dobbiamo a Maria SS. Ausiliatrice (1) ».
Anche per altro motivo ci sentiamo crescere il gaudio in questa circostanza. Iniziato nel 1864 ed aperto al divin Culto nel 1868, arricchito di un'Associazione internazionale di devoti nel 1869, decorato di esimie opere d'arte nel 1891, aggregato alla Sacrosanta Basilica di S. Pietro in Vaticano nel 19o6, ad ognuno di questi avvenimenti il Santuario di Maria Ausiliatrice da Valdocco diffuse la sua fama più largamente in ognì parte della terra, insieme con la venerazione più tenera e più salutare alla Sacra Effigie, che nel 1903 fu incoronata di aurea corona per mandato di Papa Leone XIII. Anche il nuovo onore singolarissimo, che oggi annovera il nostro Santuario fra i templi più celebri e venerandi della cristianità, avrà subito un'eco in tutto il mondo, e il cuore di milioni di divoti, sparsi in ogni stato dell'Europa e delle Americhe e in molte parti dell'Africa, dell'Asia e dell'Australia, non potrà non sentirne un palpito eli tenerezza e non averne un aumento di devozione e di amore.
Così le parole di D. Bosco: « Tempo verrà in cui ogni buon cristiano, in sierne colla divozione al SS. Sacramento ed al S. Cuore di Gesù, farassi un vanto di professare una divozione tenerissima a Maria Ausiliatrice (1) » si avviano rapidamente ad una consolante realtà. Sebbene non ancor fissata nel Calendario della Chiesa Universale, pure non v'è più forse alcuna diocesi che non abbia ottenuto dalla S. Sede l'ufficiatura di Maria Ausìliatrice. E mentre una delle parti del mondo - a noi la più remota - già da anni festeggia il 24 maggio con rito doppio di 1a classe con ottava, essendo Maria
SS. Ausiliatrice la Patrona principale di tutta l'Australia, ecco nuove diocesi andare a gara per scegliersi a Patrona questa Madre dolcissima.
Qual fine può avere la Provvidenza nell'amplificare il suo soavissimo Culto? A parer nostro, il fine dev'essere duplice: l'uno di porre sul labbro dei cristiani l'invocazione più forte ed espressiva nell'epoca in cui si muove una lotta così accanita alla Chiesa; l'altro d'illuminare nello stesso tempo le loro menti con questo pensiero, che tutta la bontà, la tenerezza, la misericordia ed ogni sorta di grazie di cui Maria Santissima è dispensatrice, furono e saranno sempre per i buoni cristiani.
Se questo pensiero si scolpisse nell'animo di tutti quelli cui tornerà di ineffabile consolazione l'apprendere il nuovo onore concesso al Santuario di Valdocco, preziosi - a parer nostro - già ne sarebbero i frutti. Che esso possa profondamente imprimersi nell'animo dei carissimi nostri Ex-allievi, che dall'8 al 10 di questo mese si raduneranno all'ombra della nuova Basilica, nel nome di D. Bosco. Le funzioni religiose della domenica 10 settembre - festa del Nome SS, di Maria - alle quali parteciperanno, come congressisti, vari Eccellentissimi Vescovì, anch'essi ex-allìevi dì D. Bosco, celebreranno assai degnamente l'onore altissimo conferito dal Regnante Pontefice al Santuario, ai quale si affisa e nel quale entra ogni giorno in ispirito tutta la Famiglia Salesiana.
In quel giorno si uniscano a noi i buoni Cooperatori, e dal cuore di tutti si elevino al cielo, con più fervore che mai, la preghiera secondo le intenzioni del Vicario di Gesù Cristo e il voto che sorga presto il giorno in cui ne sia dato d'inneggiare nel Santuario-Basilica al Venerabile nostro Fondatore.
(1) Dalla Lettera del 2o febbr. 1903, annunziante il Decreto per la Pontificia Incoronazione di Maria SS. Ausiliatrice.
(1) Cfr. La Nuvoletta del Carmelo, 1877 - nella prefazione.
PIUS PP. X. Ad perpetuam rei memoriam.
ANNo reparatae salutis MDCCCLXVIII pietate ac religione insignis vir, venerabilis Dei famulus Ioannes Bosco, Salesianae familiae pater ac legifer, Augustae Taurinorum ab imis fundamentis splendidum in honorem Deiparae Virginis Christianorum Adiutricis templum excitandum curavit, corrogata undique stipe, quam Catholici orbis fideles ob innumera divinitus accepta benefacta, grati animi ergo libentes contulerunt. Haec Aedes ingenti mole insignis, decora fronte, geminisque turribus et augusto fornice ornata, intuentium admirationem exterius sibi facile conciliat; interius autem et auro, et marmore, et omnigenae artis operibus renidet. Illuc non modo e Subalpinis, verum etiam e cunctis fece regionibus Italíae, nec non ab exteris quoque nationibus, frequentes fideles, saepe turmatim, opiferae Dei Genetricis inclytam I agine,aa quae ipsa in Aede recolitur, deprecaturi, quotannis solent confluere. Etenim quemadmodum ephemerides luculenter testantur, quae tibi singulis mensibus, novem conscriptae linguis, in vulgus prodeunt, Beatissima Virgo Christianorum Auxiliatrix, ex hac pia Aede, veluti e suo majestatis solio, abunde gratias munifica largitur. Ipso in templo, copiosa ac praedivite supellectile instructo, Klerus, idest sacerdotes e Salesiana familia, cuius domus Princeps ipsi Sanctuario continens est, divinis Sacrisque muniis pietate in exemplum adducenda funguntur. Memorare insuper juvat canonice ibidem erectam Archisodalitatem esse sub titolo et auspiciis Deiparae Virginis Adiutricis, ducentasque et am,plius per totum orbem eond-itas ejusdem nominis atque instituti societates, eidem Archisodalitio legitime esse aggregatas, et quinquagies centena millia sodalium iisdein societatibus inscripta enumerari. Nec silentio quidem praetereundum arbitramur, quadrigentas Ecclesias similiter per universum orbem in honorem ipsius Adiutricis Deiparae aedifcatas, huius Intaginem praeferre, illi similem, quae in enunciati templi Taurinensis ara Principe summa fìdelium religione asservatur. Privilegiis eliam et spirilualibus muneribus, atque indulgentiis singatlarib-us, Ap.lica haec Sedes inclytum idem templLunt loeupletavit; et ipse Decessor N.er Leo PP. XIII rec: mera: Cardinali Antistiti Taurinensium facultatem commisit, ut sexto Kalendas Junias anno millesimo nongentesimo terlio, pluribus adstantibus Episcopis acque inventi civium moltitudine, thaumaturgae ipsius Virginis Adiutricis Imaginis aureum diadema, sollemni rilu, ipsius nomine et Auctoritate imponeret. Haec animo repetentes, cum Sacerdotes Salesianae Familiae Supremi Moderatores, Nos supplicibus votis flagitaverint, ut ad opiferae Virginis cultura, ipsiusque templi decus adaugendum, superenunciatum Taurinense templum titulo ac dignitate .Basilieae Minoris ornare dignaremus, optatis his piis annuendum existimavimus. Quae cum ita sint, permoti etiam amplissimo commendalionis officio dilecti filai N.ri Augustini S. R. E. presbiteri Cardinalis Richelmy, ex dispensatione Ap.lica Archiep.i Taurinensium, Ap.lica Nostra Auct.e, tenore praesenCum Sacram Aedetin Augustae Taurinorum, Deo in honorem Deiparae Virginis Christianorum Adiutricis dicatam, ad Basilicae Minoris dignitatem evehimus, omnibus et singulis eidem privilegiis atque honorifcentiis attributis, quae Minoribus Almae huius Urbis Basilicis de jure competunt. Decernentes praesentes Literas firmas, validas acque effìcaces semper existere et fore, suosque plenarios atque integros efectus sortiri acque obtinere, illisque ad quos spectat sive in posterum speclare poterit plenissime sufragari, sicque in praemissis judicandum esse acque definiendum, irritumque ex lune et inane fieri, si secus super his a quovis, auctoritate quavis, scienter, stive ignoranter, contingeril attentari. Non obstantibus contrariis quibuscumque. Datum Romae, apud S. Petrum, sub annido Piscatoris, die XIII Iulii MCMXI, Pontificatus Nostri Anno Octavo. R. CARD. MERRY DEL VAL a Secretis Status. |
PIO PAPA X. A perpetua memoria del fatto.
l'ANNO 1868 dell'era volgare, un uomo insigne per carità e religione, il Venerabile servo di Dio Giovanni Bosco, fondatore della. Pia Società Salesiana, erigeva in Torino dalle fondamenta uno splendido tempio in onore della B. Vergine Madre di Dio, Aiuto dei Cristiani, con denaro raccolto da ogni parte, spontaneamente offerto dai Fedeli del Mondo Cattolico, in pegno di riconoscenza per innumerevoli benefici ricevuti. Questo tempio, insigne per la grandezza della mole e la maestà della fronte, ornato di due torri e di alta cupola, di leggeri all'esterno si attira l'ammirazione di chi lo guarda, e nell'interno risplende di ori e marmi ed opere artistiche. Ivi, ogni anno, non solo dal Piemonte, ma pur da quasi tutte le regioni d'Italia, nonchè da estere nazioni, sogliono accorrere molti fedeli, spesse volte a schiere, per pregare innanzi l'Augusta Immagine della Madre di Dio Ausiliatrice venerata nel medesimo tempio. Poichè, siccome è luminosamente provato dai Bollettino che ivi istesso viene mensilmente alla luce in nove lingue, la Beatissima Vergine Ausiliatrice dei Cristiani, da questo sacro Tempio, quasi dal trono della sua maestà, comparte munifica grazie abbondanti. Nel medesimo tempio, fornito di copiosa e ricchissima suppellettile, dal Clero, cioè dai Sacerdoti della Pia Società Salesiana la cui casa madre è annessa a detto Santuario, compionsi le sacre funzioni con urla pietà degna di esser proposta ad esemvio. Giova inoltre ricordare com'ivi sia pure eretta un'Arciconfraternita sotto il titolo e gli auspicii della Beata Vergine Ausiliatrice, e che a questo Arcisodalizio sono canonicamente aggregate più di duecento associazioni sotto lo stesso titolo e dello stesso scopo, sparse in tutto quanto il mondo, e che si contano fino a cinque milioni i soci ascritti alle medesime. Neppure crediamo che sia da passarsi sotto silenzio come quattrocento chiese innalzate. egualmente in tutto quanto il mondo in onore della stessa Vergine Ausiliatrice, presentino la sua Innnagine, eguale a quella che con somma venerazione dei fedeli si conserva sull'altar maggiore del sullodato tempio in Torino. Anche quest' Apostolica Sede arricchì un tal inclito tempio di privilegia e favori spirituali e singolari indulgenze; e lo stesso nostro Predecessore Papa Leone XIII, di felice memoria, dava facoltà al Card. Arcivescovo di Torino d'imporre, in suo nome e con sua autorità, l'aureo diadema alla Taumaturga Immagine della stessa Vergine Ausiliatrice, il 17 maggio 1903, alla presenza di molti Vescovi e di una moltitudine immensa. Ora, avendo i Superiori Maggiori della Pia Società Salesiana - col pensiero rivolto a queste cose - a Noi presentati umili voti, perchè ad accrescere il culto della Vergine Ausiliatrice e insieme lo splendore di detta chiesa, ci degnassimo di fregiare del titolo e della dignità di Basilica Minore il soprannominato Tempio di Torino, abbiam creduto di annuire a questi pii desiderii. Pertanto, mossi anche dall'amplissima commendatizia del Diletto Nostro Figlio Agostino Richelmy, Cardinale di S. R. C. dell'Ordine dei Preti, per apostolica dispensa Arcivescovo di Torino, col Breve presente Noi innalziamo il Sacro Tempio dedicato in Torino a Dio in onore della Vergine sua Madre, Ausiliatrice dei Cristiani, alla dignità di Basilica Minore, con tutti i singoli privilegi ed onorificenze, che spettano di diritto alle Basiliche Minori di quest'alma città. Decretiamo insieme che le presenti Lettere siano ora e sempre stabili, valide ed efficaci, ed abbiano e mantengano pieno ed integro valore, e favoriscano sempre nel modo più pieno quelli cui riguardano o potranno in seguito riguardare, e che in ciò che s'è detto debbasi così giudicare e definire, e che divenga immediatamente irrito e nullo quanto da chiunque, con qualsiasi autorità, scientemente o ignorantemente, si osasse per caso attentare contro il presente decreto. Non ostante qualsiasi disposizione in contrario. Dato a Roma, presso S. Pietro, sotto l'anello del Pescatore, il 13 luglio 1911, l'anno 8° del Nostro Pontificato. RAFF. CARD. MERRY DEL VAL Segretario di Stato. (L. + S). |
È l'avvenimento che dall'8 al 10 corrente allieta l'Oratorio di Valdocco.
Accorsa dall'Italia, dall'Europa, dall'Oriente e dalle Americhe, la folta schiera è una prova visibile delle benedizioni accordate da Dio alle Opere Salesiane ed un'apoteosi del Venerabile Fondatore.
Tutti dicono a Don Bosco
- Padre, noi siamo e saremo sempre con Te!
E Don Bosco ripete ad essi come un tempo
- Vi ringrazio di questa dimostrazione di affetto. Ovunque siate e andiate, rammentatevi sempre che siete i figli di Don Bosco. Siate veri cattolici coi sani principi e colle opere buone. Praticate fedelmente quella religione, che, unica vera, servirà a raccoglierci tutti un giorno nella beata eternità.
È dunque un incontro desiderato, una dolcissima festa di cuori, un rinnovamento di forti ed egregi propositi.
Noi, dando il saluto e dicendo il „grazie" più cordiale agli accorsi, ripetiamo anche ai lontani l'entusiastico invito
- Cantiam di Don Bosco, fratelli, le glorie, fedelmente seguendone le orme e gli insegnamenti.
DON BOSCO
INNO
Versi del prof. D. G. RUFFINO.
Era l'inno che si doveva inaugurare il giorno del Giubileo Sacerdotale del compianto D. Michele Rua e rimanere l'inno ufficiale degli Istituti Salesiani. Musicato ora in forma popolare sarà eseguito per la prima volta nel Congresso.
Cantiam di D. Bosco - fratelli, le glorie, l'ardito pensiero - il cuore gentil : le lotte giganti, - l'eccelse vittorie ci destan del canto -- l'ardor giovanil.
Ah! più che nel marmo - ne l'alme scolpito il nome del Grande - eterno sarà;
« Don Bosco! Don Bosco! » - è il canto infinito che udran de la terra - le mille città!
Apostolo e Padre - tal fiamma l'incende che il mondo nervade - con rapido pie' ; e i popoli ammiran - ne l'opre stupende avvinte in amplesso - la patria e la fe'.
Vivaci palestre - egli apre di studi, feconde officine - di onesto lavor; edùca e ricrea con fervidi ludi le giovani turbe - nel dì del Signor.
Con ansia sublime - a inospite lande rivela del mite - Vangel la virtù:
su l'ombra di morte -- la luce si spande, adoran la Croce - selvagge tribù.
*
Tremante a la sorte - che dura minaccia le plebi migrate - a lido stranier, ad esse pur tende - le provvide braccia nel santo di patria - fraterno pensier.
È l'Angiol di Dio - che sana e conforta, che pura fa un'onda - di vita fluir; per Lui una nuova - progenie risorta affronta serena - l'incerto avveuir.
Lavoro e preghiera! - fu il labaro santo che agli ardui cimenti - Don Bosco guidò ; de' memori figli - sia nobile vanto proceder sull'orma - che il Padre stampò.
NB. - Nel canto la 2a strofa è ripetuta dopo ogni quartina come ritornello fino all'ultima strofa « Lavoro e preghiera ! e che serve di chiusa.
II (1).
I lavori delle sezioni.
SEZIONE IV. Sport, musica e drammatica.
La questione dello sport, musica, drammatica, che si potrebbero definire le attrattive dei ricreatori festivi, è delicata e la discussione rivela subito due tendenze, quella elle vorrebbe queste emanazioni dell'Oratorio strettamente connesse coll'organismo principale, l'Oratorio, e con una stessa direzione; e quella che invece vorrebbe rivendicare a tali opere sussidiarie una certa autonomia, considerandole quasi come istituzioni a sè.
Riferisce in proposito il rev. D. Luigi Barlassina; interloquiscono brevemente in vario senso numerosi congressisti, ed infine si approva il seguente ordine del giorno:
« Il Congresso considerando che le sezioni sportive, di musica e drammatica, sono mezzi dell'Oratorio, e per evitare che venga meno la finalità dell'Oratorio stesso, la voti che tali sezioni dipendano dalla stessa direzione, e vivano della stessa vita dell'Oratorio. »
Sullo stesso tenia la sezione approva le seguenti conclusioni relative alle sezioni filodrammatiche:
« Considerando i danni che provengono dalla mancanza di revisione sicura sui cataloghi che corrono per rappresentazioni di Oratori, la voto che venga pubblicato un catalogo in, cui figurino solo le produzioni che hanno veramente uno scopo educativo.
« Considerando l'instabilità delle sezioni filodrammatiche adulti, e come in molti casi esse non si curino delle recite per attirare i giovanetti all'Oratorio, si fa voto che a fianco d'ogni sezione di adulti si formi la sezione « juniores ».
« Considerando finalmente come per queste sezioni giovanili siano rarissime le produzioni, si fa voto che sorga quanto prima una collezione che corrisponda ai bisogni accennati. Come mezzo, si propone d'indire un concorso a premi fra i nostri autori ».
SEZIONE V.
Educazione sociale - Risparmio e previdenza.
E relatore il rev. D.. Felice Cane, il quale, dopo che il Congresso con voto unanime ha sciolto la questione pregiudiziale da lui posta, che cioè l'istruzione sociale deve, ai giorni nostri, esser parte integrale dell'educazione giovanile nei nostri Oratori, constata come i giovani siano con noi sino ai 14 o ai 16 anni; ma appena nell'officina e nel laboratorio sono a contatto dei compagni, ci abbandonano per passare alle Camere del Lavoro.
Soggiunge pertanto che i voti deliberati intendono di portar l'affermazione di quel compimento di educazione a cui debbono oggi avviarsi i nostri Oratori, notando che il terzo voto è da ritenersi come semplice esemplificazione o indicazione di quello che subito si può fare in qualsiasi Oratorio, come opera sociale.
Le conclusioni sono le seguenti:
« Il Congresso fa voti che i Direttori degli Oratori festivi:
« 1° rendano Più completa ed efficace la loro opera di assistenza e di preservazione morale della gioventù, coll'aprire i locali dell'Oratorio anche nei giorni feriali, istituendovi dopo scuola e convegni serali, secondo i bisogni dei giovanetti studenti ed operai.
«2° dopo di avere provveduto ad una soda e completa istruzione religiosa, diano grande importanza alla preparazione e formazione religiosa dei giovani più adulti, mediante circoli di coltura, nei quali - meglio che con elevate e saltuarie conferenze -- con elementari, brevi, frequenti ed organici corsi e conversazioni si avviino i giovani alla conoscenza ed all'amore dello studio dei principali odierni Problemi sociali, ma con speciale riguardo a quelli d'interesse locale: e che fra i libri della biblioteca dell'Oratorio tengano il primo posto gli Atti Pontifici sull'azione sociale e specialmente l'Enciclica Rerum novarum;
« 3° affine di unire la pratica delle prime e più elementari forme di vita sociale alla teoria appresa nei circoli di cultura, istituiscano speciali sezioni che provvedano:
a) al collocamento degli apprendisti presso pa droni onesti, abili e cristiani ed all'assistenza nelle eventuali contese;
b) ad avviare i giovani alle forme più semplici e rimunerative del risparmio, valendosi delle facilitazioni praticate da parecchi istituti di credito per il servizio di depositi e con un tasso di favore;
C) all'iscrizione dei giovani ai migliori istituti di previdenza, e, preferibilmente, alla Cassa Nazionale di previdenza per l'invalidità e la vecchiaia degli operai. »
SEZIONE VI.
Oratorî femminili.
La sezione si adunò più volte nella bella sala Auxilium. Alla discussione che procede vivacissima, prendono parte attiva molte signore e signorine, portando il contributo della loro esperienza e le relazioni del loro operato. Presiede il Can. Diverio di Torino.
Le deliberazioni vengono così stabilite:
« 1°. Procurare adatta cultura colle scuole festive, colla lettura di libri buoni, forniti possibilmente dalla biblioteca circolante dell'Oratorio, valendosi della Federazione italiana per le biblioteche circolanti cattoliche.
« 2°. Procurare colle scuole della buona massaia una cultura economica.
« 3°. Fornire ove è possibile il lavoro in laboratori annessi o dipendenti dagli Oratori ottenendoli dagli industriali o almeno occupandosi del collocamento o protezione delle giovani operaie in buoni laboratori, e istituendo, ove è possibile, laboratori, scuole per un corso completo di istruzioni adatte alla donna.
« 4°. Inculcare la necessità al risparmio e procurare l'iscrizione collettiva alla Cassa Nazionale di previdenza e studiare altre opere congeneri, specie le casse dotali e le casse per inferme.
SEZIONE VII. Scuole di Religione.
Ne fu competente relatore Mons. Domenico Muriana. Le sedute riuscirono affollate, interessanti. Tra le proposte che si fecero - varie delle quali riflettevano bisogni o attitudini locali - emersero questi voti :
« Il Congresso per le Scuole di Religione fa voti
« 1° che si insegni anzitutto la religione nei, suoi dommi e nella sua morale con metodo didattico,
« 2° che a lato della istruzione dottrinale e storica vi sia anche l'istruzione liturgica,
« 3° che nel corso superiore venga
a) data facoltà agli alunni di presentare obbiezioni orali, circoscritte però all'argomento trattato nella lezione stessa;
b) suggerito agli alunni di presentare per iscritto, anche anonimo, le obbiezioni che crederanno opportune ;
c) data facoltà all'insegnante di rispondere o meno alle obbiezioni stesse, regolando la sua condotta secondo le circostanze;
« 4° che si cerchi di guadagnare la benevolenza e la fiducia dei giovani perchè vi accorrano con amore e vi conducano i loro compagni,
« 5° che si scelga l'ora più comoda alla maggioranza degli alunni, fissando per eccezione qualche altra ora per quelli che non possono intervenire all'orario comune, tanto più se appartengono ai corsi superiori ; e si fissi un orario preciso di entrata ed uscita, per un sufficiente insegnamento;
« 6° che i parroci si adoperino con ogni mezzo che la esperienza e gli usi locali suggeriranno per far conoscere ai genitori il proprio dovere di mandare i figli alle scuole di religione per compiere la loro coltura, nonchè l'utilità che ridonda ad essi ed ai figli stessi da una soda istruzione ed educazione religiosa ;
«7° che per dare stabilità alla scuola, ove consti di più sezioni, sia diretta da una presidenza nominata in quel modo che verrà determinato dall'Ordinario;
« 8° che si compili un elenco dei testi più adatti per le scuole di religione, ed in caso non se ne incontri alcuno che soddisfi pienamente ai bisogni, si provveda a mezzo di concorso o in altro miglior modo un testo da seguire ».
I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella o se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'Indulgenza Plenaria:
ogni mese:
1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno ;
2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona morte;
3) nel giorno in cui si radunino in conferenza;
dal 10 settembre al 10 ottobre:
1) il 14 settembre, festa dell'Esaltazione di Santa Croce;
2) il 17 settembre, festa di Maria SS. Addolorata ;
3) il 29 settembre, dedicazione di S. Michele Arcangelo;
4) il 1 ottobre, solennità del Rosario di Maria SS.
Tutte le indulgenze concesse ai Cooperatori sono applicabili alle Anime Sante del Purgatorio; ma pel loro acquisto è richiesta la recita quotidiana di un Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice coll'invocazione: Sancte Francisce Salesi, ora Pro nobis.
INAUGURAZIONE DEL NUOVO ISTITUTO A CAPE TOWN
IL TEMPIO DEL SACRO CUORE sul Vomero a Napoli
L'idea e il primo svolgimento del Santuario.
Dal N° Unico, pubblicatosi a feste compiute, togliamo queste notizie del rev. P. G. M. Piccirelli S. J., essendo molto interessanti per la storia del nuovo Santuario
Verso il '66 del secolo decorso la Marchesa Isabella De Rosis de' Baroni di S. Giovanni in Foresta, Fondatrice delle Riparatrici del S. Cuore, trovavasi boccheggiante sul letto di morte al Casino Occhetto. La favella era affatto spenta: gli altri sensi e la mente serbavano ancora il loro vigore. Venne a farle visita l'ill.mo e rev.mo D. Gennaro Carbonelli, allora Vicario Generale dell'Archidiocesi di Napoli. Non potendo parlare colla morente, si trattenne alquanto colle Suore che le stavano attorno; e, dopo aver saputo quanto riguardava l'inferma, incominciò a parlare pian piano del nuovo Rione che sorgeva sul Vomero, del bisogno di una chiesa pei fedeli, delle difficoltà che s'incontravano per costruirla, da parte specialmente dei signori Imprenditori, Ebrei in parte o protestanti. La morente udiva, e, dolendone, pregava. In un istante si sentì circonfusa di luce vivissima e: Cuore di Gesù, disse, se mi dai quanto basti di vita, io ti edificherò un Santuario di Riparazione. Le cose per quel dì non andarono più innanzi. Sua' Signoria Ill.ma e Rev.ma si trattenne qualche tempo ancora colle suore e poi, benedetta la morente, andò via.
Il voto della Marchesa de Rosis era giunto al trono di misericordia del Divin Cuore di Gesù, e avea trovato gradimento. L'inferma incominciò a migliorare e, dopo alquanti giorni, era in istato di levarsi di letto. Erano scorsi appena due mesi, e la De Rosis, col permesso dell'autorità ecclesiastica e accompagnata dalla sua amica ill.ma Duchessa di Castronovo, si presentò alla Società Edilizia del Vomero per comprare il suolo pel Santuario e per una casa di Riparatrici, che doveva sorgergli accanto. L'ottenne per lire 8o,ooo. Trattò poi cogl'ingegneri signori Maricorda e Compagni e, ultimati e approvati i disegni del Santuario e della casa annessa, fu stabilito il giorno per la benedizione e posa della prima pietra.
Si era al 28 aprile del 1889. Fin dal bel mattino le vie di Napoli che menano al Vomero nuovo apparivano più del solito animate e festanti. Si raccolse gran calca di popolo presso lo steccato, nel quale dovea compiersi la funzione religiosa. Molte signore e signori dell'Aristocrazia e dell'alta Borghesia Napolitana erano presso la De Rosis e le sue suore nel palazzo che sorge di rincontro al Santuario e agli adiacenti edificii. Verso le 9 a. m.
Sua Eminenza Rev.ma il signor Cardinale Don Guglielmo Sanfelice, Arcivescovo di Napoli, accompagnato dagli ill.mi e rev.mi Canonici della Cattedrale, accedeva con pompa sul luogo e si dava principio alla sacra funzione. Parlò Sua Eminenza con sensi altissimi dell'Opera e di chi la promoveva: si firmarono da quattro de' signori convenuti le pergamene da depositarsi nelle fondamenta del Santuario e, dopo averla benedetta, Sua Eminenza pose la pietra fondamentale dell'edificio che doveva innalzarsi. Si celebrò poi sotto un padiglione preparato il S. Sacrificio della Messa, e la gran gente raccolta si ritirò edificata e godente.
Il Divin Cuore avea voluto dalla Marchesa De-Rosis l'inizio del Santuario, ma ne riserbava il compimento ai RR. Salesiani di D. Bosco. Parecchie circostanze e ragioni varie persuasero di non metter mano immediatamente alla fabbrica del Santuario e a metter su una Cappella provvisoria per
incominciare l'opera di riparazione al Divin Cuore, e far conoscere a tutta l'Italia che s'intendeva erigere un Santuario di Riparazione non per la sola Napoli, sì per tutta la penisola Italica. L'idea fu accolta favorevolmente da per tutto, specialmente nel Settentrione. Si raccolsero in piccole contribuzioni Lire 38,000: tra suolo, fabbriche e spese d'ogni genere si erogarono L. 222,000.
Si era in tal punto, quando, per far fronte più direttamente ai Protestanti che invadevano il nuovo Rione Vomero e cooperare più efficacemente al bene spirituale della popolazione e all'educazione della gioventù, si pensò cedere quanto aveasi sul Vomero ai RR. Salesiani. S'iniziarono le pratiche e, colla benedizione del Divin Cuore, si giunse al termine sospirato. Non spetta a noi far conoscere come i Figli di D. Bosco superarono le gravi difficoltà che restavano a vincersi per l'edificazione del Santuario. Il certo è che l'opera è ormai compiuta.. V'è a sperare elle il Divin Cuore verserà abbondantissime le effusioni del suo amore su quanti cooperarono all'opera santa e su tutto il nuovo Rione Vomero che accorrerà fiducioso al trono delle sue misericordie. È questo il voto di quanti ansano il Cuore di Gesù SS., di quei specialmente che iniziarono il Santuario.
*
L'Opera di Don Bosco al Vomero comprende
1) La Chiesa del S. Cuore, che era di estrema necessità per gli abitanti di quel nuovo quartiere ;
2) L'Oratorio festivo frequentato da più centinaia di giovanetti, con scuola di canto, declamazione, bibliotechina, un fiorentissimo circolo sportivo che va raccogliendo le simpatie della cittadinanza, ecc., ecc.
3) L'Istituto-Convitto con classi elementari interne ;
4) Un Pensionato per giovani studenti inscritti ai corsi ginnasiali.
L'opera non ha ancora raggiunto lo sviluppo che si vorrebbe e che è nel desiderio di tutti i buoni ; ma fondatamente speriamo che essa, colla benedizione del S. Cuore di Gesù, in breve lo possa raggiungere, gradatamente sì ma senza interruzione.
Tanto noi speriamo, come frutto dei non lievi sacrifizi incontrati per l'erezione e il compimento del nuovo Santuario, dedicato a quel Cuore divino, che ha promesso le grazie più elette ai promotori del suo culto ed ogni benedizione a quelle case ove sarà esposta e venerata la sua immagine.
Il nuovo Istituto Salesiano di Cape Town. (Lettera del Direttore D. Enea Tozzi).
Somerset Road, Cape Town, 28 giugno 1911.
REV.MO SIG. D. ALBERA,
IL nuovo fabbricato in Somerset Road è compiuto. I lavori si cominciarono nell'aprile dello scorso anno, e l'istituto è già stato solennemente inaugurato.
S. E. Rev.ma Mons. Giovanni Rooney, nostro venerato Pastore, benedisse l'edilizio prima di partire per la visita al Vicariato. Mentre le sue preghiere accompagnavano l'aspersione dell'acqua benedetta da una sala all'altra, con fervido desiderio noi pure invocavamo il Signore a benedire il lavoro e le persone che vi passeranno le ore laboriose. Sia questa casa un alveare di bontà, la preservi il Signore contro le tempeste, e l'assista a fare un gran bene per molte generazioni!
Il 25 marzo poi, festa dell'Annunciazione, alle quattro pomeridiane, un numero considerevole di invitati aspettava sulla strada la Signora Botha, moglie del Primo Ministro che arrivò puntuale con due dei suoi figli. Ricevuta dal Senatore Powell aperse essa stessa la porta esterna, dichiarando la casa ufficialmente inaugurata, ove si entrò da tutti a suon di banda. Non sembrava più la nostra piccola musica; tanto era il brio e l'entusiasmo universale.
Come ebbero tutti preso posto sotto il porticato della ricreazione, il Senatore Edmondo Powell, già editore ed ora direttore del giornale « Cape Argus », rivolse la parola agl'intervenuti, Accennata la cordialità con cui il Primo Ministro, Generale Botha, e la sua Signora si sono resi accessibili alla cittadinanza, disse che non v'era bisogno della stia introduzione: ed aggiunse: « Per la prima volta si ha un Governo in Sud-Africa che s'interessa dell'Educazione Professionale della gioventù; si deve quindi gran lode a quelle associazioni che già da tempo con abnegazione ed intelletto si sono addossato questo peso ed hanno studiato questo problema di grande attualità. Fra questi van certo noverati i Salesiani che si pongono ora in prima fila con un Istituto fabbricato secondo tutte le regole, volute da una Scuola di Arti e Mestieri. E la Signora Botha con una nuova prova di interesse per questa bell'opera ha accettato di aprire il nuovo Istituto e di rivolgere la parola ai convenuti ».
Fra un altissimo e generale applauso l'ottima Signora sorse e con accento materno disse:
« Spero non si aspetterà molto da me che fui mossa ad accettare di compiere questa cara funzione per la gran simpatia che ho per l'Opera che si svolge dai Salesiani. Mi duole assai che il Generale stesso, impedito da pressante lavoro parlamentare, non possa esser presente ad affermare di persona l'interesse che egli ha per una Opera di tanto vantaggio sociale. Volentieri ho accettato di sostituire il Generale nel miglior modo che mi vien dato. Già da anni conosco l'opera che i Salesiani compiono in questa città ed ammirai con quant'abnegazione in locali per sè inadatti facessero tanto bene ad orfana gioventù. Si è quindi con gran piacere che saluto i Salesiani ed i loro generosi amici e benefattori in questo bel fabbricato, così ben rispondente all'opera loro educativa. Voglia il buon Dio benedire questa casa e coronare con successo gli sforzi di coloro che lavoreranno fra queste benefiche mura ».
Entusiastici àpplausi risposero alle gentili e belle parole dell'esimia Signora.
Il sottoscritto la ringraziò a nome di tutti i convenuti per tanta benevolenza; espresse viva gratitudine per le Autorità Scolastiche, specialmente al Sopraintendente Generale Dott. Tommaso Muir ed al sig. Ispettore Dott. David Craib. Col loro appoggio e consiglio la Scuola ha potuto raggiungere lo stato presente. Tributo di grazie rese pure al sig. Ingegnere G. Grant ed al costruttore sig. Giuseppe Rubbi che ci hanno finita una casa disegnata e corrispondente ai nostri bisogni. Un appello a tutti i presenti per un aiuto generoso a pagare i debiti gravi che ancor rimangono conchiuse la funzione.
Gl'invitati si sparsero quindi per i vari locali, visitandoli e restandone ammirati.
Il Cape-Tires ha consacrato alla nostra festa un lungo articolo entusiasta. Ne stralcio l'introduzione:
« Son solo 15 anni che là dove sorge l'oggi vecchio quartiere di Buitenkant Street, giungeva un piccolo gruppo di Salesiani dall'Italia e incominciava a lavorare per educare nella religione e nel lavoro parecchi ragazzi bianchi, che senza il loro aiuto avrebbero avuto poca fortuna nel mondo. Adesso con una Scuola di 85 alunni, dai 12 ai 18 anni, essi lasciavano il vecchio guscio diventato troppo stretto per loro, ed in meno di una settimana si stabiliranno nel bello edificio sorto sull'area di un vecchio cimitero in Sornerset Street. Il lavoro della Società Salesiana che ad una completa educazione in vari mestieri unisce un ordinaria corso scolastico fu riconosciuto utilissimo, ed è perciò che oggi la signora Botha dichiarò aperta la loro nuova casa. È un bell'edificio questo in cui si trasferiscono, quantunque sia solo una parte dell'intero progetto e quantunque i ragazzi, che al presente sono 85, lo riempiano subito.
» Esso ha 3 piani, oltre il pianterreno dove sono i refettori, la cucina, le sale dove si stampano e si legano i libri, e i magazzini. Al 1° piano vi sono le sale per le scuole, e quelle dei compositori, dei calzolai, dei sarti. Nell'altro piano vi sono tutti i dormitori con una vasta sala che per adesso serve da cappella e più tardi servirà anch'essa da dormitorio, perchè l'intero disegno comprende una cappella fabbricata a parte. Nell'ultimo piano vi è un vasto dormitorio con alcune stanze per le provviste.
L'entrata è nel piano dove sono le scuole, cui si accede dalla strada mediante una larga scalinata che sbocca in un fresco corridoio. Il bel mosaico del vestibolo, dei corridoi, e degli uffici di questo piano può far pensare ad una certa ricchezza, ma sarebbe un errore, perchè l'edificio fu progettato su basi molto economiche (eppure costò L. 325.000) e detto pavimento è un regalo del sig. Nannucci e dà una certa dignità ad un edificio che è semplice, pratico e solido nello stesso tempo, una costruzione insomma che è un vero ornamento architettonico per il vicinato e che alla Società Salesiana dev'essere di sprone a continuare nel lavoro intrapreso...».
Speriamo bene. Frattanto un influente Comitato si adopera alacremente a preparare un grandioso Bazar: « Il Carnevale di Venezia che avrà luogo ai primi di settembre a benefizio dell'Istituto.
Amato Padre, nella nuova casa s'è accresciuto il lavoro al nostro già scarso personale, che ogni giorno più sente il bisogno di un rinforzo. Voglia Ella venirci in aiuto, affinché il bene incominciato possa svilupparsi e recare ottimi frutti.
Abbia insieme la bontà d'invocare Ella pure una speciale benedizione sulla nuova casa, mentre noi le promettiamo le nostre preghiere ed io godo ripetermi
Suo Um.mo Figlio
Sac. ENEA M. Tozzi.
TERRE MAGELLANICHE
„Folk-lore" fueghino.
INIZIAZIONE DEI GIOVANI AI MISTERI TRADIZIONALI - Klóketen - ... (1) Gli spiriti rappresentati da uomini mascherati, sono otto.
1) Schort, spirito delle pietre bianche, è alto, di color bianco, molto panciuto, con occhi piccoli ed una testa capelluta che muove lentamente da una parte e dall'altra. Ha le braccia rigidamente piegate al gomito ed un po' gonfie, ed il dito medio della mano destra molto lungo e ricurvo. Egli porta un nodoso bastone con cui percuote le donne, specialmente quelle che sono meno rispettose verso gli uomini, e lancia pietre. Egli potrebbe ferire anche gli uomini, i quali, per rendere più verosimile la commedia spesso fingono di temerlo e di essere da lui feriti e persino uccisi. Egli abita nella terra, da cui esce sorgendo dal mezzo di un fuoco che arde in mezzo ad una capanna speciale.
2) Hàlpen, spirito delle nubi, è la sposa di Schort: è bianca come le nubi, discende e preannunzia il suo appressarsi con un rumore simile allo svolazzare di un uccellaccio. Essa può prendere le donne ed i bambini, portarli in alto, mangiarli e poi lasciarne cadere le ossa spolpate; e gli uomini non mancano di attribuire a costei i residui di scheletri disseminati per l'isola.
3) Tàne è la sorella di Hàlpen, a cui è in tutto simile, fuorchè nel colore che è rosso. Essa vive sotterra e dagli uomini viene dipinta come spirito di una gran ferocia: costei compare di rado.
4) Gkétermen è il figlio di Schort: è snello, alto, bianco con striscie rosse, bello e poco malvagio. Le donne non lo temono, anzi cercano di renderselo legato coll'affetto, perchè le difenda dagli altri spiriti.
5) Hàrciai, spirito delle pietre nere, è nero, grande, con lunghe corna sulla testa e porta un bastone in mano. La sua apparizione è la più temuta, perchè è il più feroce, iracondo e crudele odiatore di donne.
6) Gkmànta, spirito dell'albero vivo, è figlio del faggio, da cui esce: va vestito di corteccia.
7) Haíse, spirito dell'albero secco, di color bruno come la corteccia degli alberi secchi. Quando compare, egli entra nelle capanne, le sconquassa, spande l'acqua dai recipienti, danza sul fuoco e ne sparge le ceneri, spezza coi denti i crani di guanaco e ne divora le cervella.
8) Holemin, spirito del cielo, è considerato come un grande medico. Egli è dipinto di rosso e di bianco; guarisce istantaneamente, senza lasciarne traccia, le ferite che gli uomini fingono di aver ricevuto dagli altri spiriti, e persino risuscita i morti. Inutile dire che le ferite sono simulate con sangue di guanaco, come pure sono finte le morti.
Gli Ona per rappresentare le parti di questi otto spiriti si mascherano con pelli di guanaco senza pelo e si dipingono coi vari colori che le donne e i fanciulli nella loro superstiziosa paura credono abbiano i singoli spiriti.
Questi misteri vengono rivelati al ragazzo dopo un periodo di prova, durante il quale egli prende il nome di klóketen (novizio). La prova ha triplice scopo: primo, metterlo a conoscenza del secreto; secondo, abituarlo ai disagi della vita e a disprezzare la paura; terzo, ammaestrarlo sui doveri della nuova vita a cui si avvicina.
Fino a 14 anni il figlio maschio vive sotto la tutela immediata della madre, ma quando arriva all'età della pubertà, e può essere considerato tanto serio da diventare fido custode di una così importante rivelazione, i parenti maschili già adulti o gli uomini della tribù risolvono di farlo klóketen. Allora hanno principio varie prove che egli deve saper superare. Incominciano coll'allontarlo dal villaggio e lo mandano a vivere da solo nel bosco, dove dovrà procurarsi il cibo, astenendosi però da alcune parti di animali; non mangerà cervelli, non rognoni, non guanachi neonati, non carne grassa, non intestini, non trippa, non sego, non uova; non dovrà giuocare nè parlar molto, avrà aspetto serio e potrà indossare due pelli di guanaco in vece di una sola. Durante la dimora nel bosco viene spaventato dalle grida e dalle comparse dei creduti spiriti; le prime volte egli cede alla paura e ritorna al villaggio, ma gli uomini lo rimandano.
Nelle successive comparse degli uomini mascherati, che gli parlano con voce alterata e spaventevole, egli si fa forza e lotta con essi. Alcuni di questi presunti spiriti gli sono fatti comparire in una capanna costrutta appositamente dagli uomini, di notevole capacità, chiamata haain, colla porta opposta al villaggio, e a oltre 2oo metri da esso.
Ecco, per esempio, come fingono la comparsa di Schort. Gli uomini con l'iniziando si dispongono seduti in circolo attorno al fuoco e parlano di cose indifferenti. Dopo qualche tempo si ode un rumore sordo, particolare: gli uomini fingendo timore , lasciano le pelli di guanaco e fuggono col giovane lontano dalla capanna, e tutto ciò evidentemente per far credere che nella loro assenza Schort sorge dal fuoco. Difatti dopo un po' ritornando trovano che Schort sta seduto vicino al fuoco sopra il mucchio delle pelli abbandonate.
Alla sua vista tutti stanno in silenzio pieni di paura, finchè egli alzando il dito medio fa cenno al giovane di sedersi al suo lato.
Egli vi deve andare per amore o per forza, guardando però sempre il fuoco che arde nel mezzo del toldo. Ad un dato istante Schort fa cenno ad un uomo di prendere il giovane per le spalle ponendogli le braccia sopra gli omeri in modo che gli cadano sul petto, e ad un altro di minacciargli la schiena con un tizzone. Il ragazzo deve mostrarsi coraggioso ad ogni prova: non deve lamentarsi perché, diversamente, sarebbe dichiarato codardo ed abbandonato fino ad un altro klóketen; ma ciò pare che non avvenga quasi mai, tanta è la forza d'animo dei giovani che gli uomini giudicano degni di essere iniziati.
Nello svolgersi di queste prove trascorre circa un mese, durante il quale l'iniziando soffre e dimagrisce. Alla fine gli uomini svelano il mistero facendogli toccar con mano che tutto quello era un inganno ed una mascherata, e che questi spiriti da lui temuti per i racconti uditi e per la recente comparsa, non esistono, ma che sono invenzioni e truccature degli uomini per tener soggette le donne ed impedire che esse riprendano l'antico predominio. Infine lo minacciano di morte nel caso che si lasci sfuggire anche la minima parte di tale segreto parlando con donne, alle quali bisogna sempre far credere che questi spiriti veramente esistono, sono al comando dei soli uomini, e disposti a soffocare qualunque tentativo d'insubordinazione.
Dopo tutto ciò il giovane entra definitivamente nella compagnia degli uomini e si emancipa dalle donne, ma durante due anni dovrà far lunghi viaggi, andare molto alla caccia ed astenersi da determinati cibi.
Dopo questa esposizione vengono spontanee alcune domande. E prima di tutto si può chiedere:
- Se il segreto è così rigoroso, come riuscirono a scoprirlo i civilizzati?
Ecco le due fonti da me utilizzate: i prof. salesiani Tonelli e Carbajal udirono tutto ciò dai due fratelli Luca e Guglielmo, figli del pastore anglicano Tommaso Bridges. Di questi, Luca per una ventina d'anni fu fra gli Yagan, di cui conosce assai bene le lingua ed i costumi, poi si mise in relazione con gli Ona, ne imparò perfettamente la lingua. Per lui gli Ona non ebbero segreti. Di più il prof. Tonelli udì lo stesso fatto da una delle donne che vivono nella nostra missione di Rio Grande, la quale diceva di aver saputo ciò da un giovanotto, ed anche da un indio della stessa missione, il quale alla domanda in proposito si mise ridere, ma poi, fattosi serio, disse: non è verità; è un giuoco per spaventare le donne.
La seconda domanda che si presenta spontanea è la seguente:
- Perchè gli adulti non manifestano al giovane Ona questo segreto senza tanto apparato e senza tanti spaventi?
Pare che essi ritengano, che con quegli apparati rimanga più impresso l'obbligo del segreto; obbligo che viene ricordato ad ogni nuova iniziazione. Di più il giovane, dopo anni di spavento remoto al frequente apparire di quelli creduti spiriti, e giorni di spavento più intenso nella cerimonia del Klóketen, prova una intima compiacenza e quasi un senso di superiorità nel vedere che i non iniziati provano tanta paura, e si sente malignamente interessato a non privarsi di quel privilegio manifestando il segreto, il che d'altra parte sarebbe per lui umiliante dovendo nel caso confessare di aver avuto tanta paura di una mascherata. Da ultimo, essendo il Klóketen una cerimonia che si celebra nell'età pubere, il giovane sa che il segreto elabora nella sua o nelle sue future mogli una coscienza di sottomissione a tutta prova e di servitù rassegnata.
Dopo ciò si dovrà dire che gli Ona sono areligiosi ? No: questi mistificatori, che come strumento di governo rappresentano le parti di divinità da loro create, credono poi in altri spiriti, nella sopravvivenza dell'anima, nella metempsicosi, negli spiriti dei medici morti, ed in un abbastanza complesso sistema mitologico..
Sulla tradizione segreta del Klóketen si innestano molte leggende fra gli Ona. Per esempio, volete sapere perchè una specie di oca fueghina, quando cammina, tiene le ali larghe? Ecco: Essa è una delle cinque donne sfuggite alla strage, la quale aveva molti figli e desiderava coprirli per difenderli. Vedendo però che non poteva salvare nessuno, spinta dall'istinto di conservazione si diede a fuggire tenendo sempre le braccia aperte, e sperando, nel suo affetto materno, che i figli la seguissero sotto di esse. Ed anche ora si illude sempre allo stesso modo e seguita a tenere aperte le ali. Così pure: Sapete perchè un certo uccellino porta in capo alcune macchie che sembrano gocciole di sudore? Ecco: durante il gran massacro egli era un nanino, così accanito odiatore di donne che nella strage, per l'enorme e affannoso lavoro, gron dava sudore da tutto il capo. Diventato uccello, ritenne quei segni coree gocciole di sudore, quasi fossero gloriose cicatrici di eroica impresa!...
ABITAZIONI. - A causa della loro vita essenzialmente nomade e per la povertà della regione, le capanne degli Ona sono di un'estrema miseria. Fanno uso di due specie di capanne: una abbastanza complessa, per le dimore alquanto lunghe in un dato luogo, l'altra è un semplice riparo per le brevi fermate.
La prima è di forma circolare, costrutta con pali infitti nel terreno e che si congiungono nella parte superiore dando al tutto la forma di cono. Le fessure che rimangono fra palo e palo, per quanto avvicinati, vengono turate con zolle di terra; sopra la capanna distendono disordinatamente pelli di guanaco, senza pelo, dipinte in rosso con un miscuglio di terra e grasso di foca o di balena. L'entrata è costituita da un'apertura, senza uscio, l'ufficio del quale è rozzamente supplito da una pelle di guanaco. Nel mezzo della capanna arde costantemente il fuoco ed il fumo esce da ogni parte.
Attorno al fuoco c'è di tutto: residui di cibo, ossa spolpate, valve di conchiglie, pelli di guanaco e di altri animali. Gli utensili di casa e le armi per la caccia e la pesca ed i commestibili sono in parte appesi ai pali, in parte per terra confusamente alla periferia. Sono appesi dei dei pezzi di carne, pesci, canestri fatti di giunco e pieni di conchiglie, di cauta (Cyttaria Hookeri), di ter (Cyttaria Dawinii), ecc., la faretra di pelle di foca con entro le freccie. Per terra, appoggiati ai pali, stanno la culla, gli archi e gli arponi, e confusamente scatole di latta, bottiglie di vetro, cerchi di ferro di barili trovati sulla spiaggia, terra bianca e terra rossa per dipingersi, molti sacchetti fatti con pelle di foca, di volpe, di cururo, di uccelli, dentro i quali tengono gli ornamenti delle donne e dei bambini, semi di tai (una pianta crocifera), piume di uccello per le freccie, e tutte le loro ricchezze; di più sparsi pezzi di arenaria per lavorare le freccie ed affilare i coltelli, legna. da ardere, ecc. Tutto questo bazar di cose dà un aspetto molto disordinato ed insieme spiega la loro renitenza a permettere che il kolióte (forestiere) vi getti lo sguardo e tanto meno vi penetri.
Queste capanne che costituiscono l'abitazione di una certa durata, raccolte in gruppi formano dei villaggi, nei quali però attualmente non si scorge nessuna disposizione prestabilita. Dico attualmente, perchè gli Ona viventi secondo le loro abitudini non formano che due soli villaggi considerevoli, che è quello di Rio Fuego, presso la famiglia Bridges, e quello della nostra missione al lago Fagnano. Le nostre missioni naturalmente possiedono gruppi di casette disposte in bell'ordine con strade, piazze, ecc. Però anticamente, quando erano in maggior numero e non avevano subìto il contatto coi civilizzati, disponevano le loro capanne allineate ai piedi di una ripa elevantesi presso la spiaggia est della grande isola, e costituente per essi un valido riparo dai venti di ovest. Difatti quasi tutta la spiaggia est presenta questo repentino rilievo di variabile altezza, ai piedi del quale sono visibili numerosi larghi cerchi, il cui terreno è costituito fino a notevole profondità, da numerosissime valve di molluschi marini, loro cibo, di ossa di guanaco, di volpe, di cururo, frammenti di legno bruciato, ed una straordinaria quantità di selci scheggiate, evidenti frammenti prodotti nella lavorazione delle punte di freccia. Questi larghi cerchi sono sempre allineati ai piedi di quella ripa e ciò spiega come i naviganti vedessero, costeggiando quell'isola, numerosi fuochi, da cui poi derivò il nome della terra.
L'altra specie di capanna, che propriamente non meriterebbe tal nome, è piuttosto un sem plice riparo che improvvisano nelle fermate durante le loro peregrinazioni, oppure nelle brevi soste in un luogo. Consiste in alcuni pali di faggio o di leña dura, alti circa un metro, e fissati al suolo in forma di semicerchio, colla convessità contro il vento e sorreggenti pelli di guanaco, arrossate come il solito. Dalla parte concava scavano delle fossette nel terreno, dentro cui dispongono o fieno o pelli per adagiarvisi sopra: nel mezzo arde il fuoco.
Amanti come sono della vita nomade, nel trasferirsi da un luogo ad un altro scompongono, le loro capanne e ne portano seco le pelli ed i bastoni legati in un fascio con tutti gli altri utensili mediante corregge. Tutto questo carico deve essere trasportato dalle donne, le quali inoltre devono portare i bambini piccoli e pigliarsi cura dei più grandicelli. L'uomo precede coll'arco e colle frecce, pronto a colpire la selvaggina; seguono i cani, ai quali legano una zampa anteriore al collo, affinché camminando con tre, non si allontanino di troppo.
(Continua).
Dott. D. ANTONIO COIAZZI.
REP. ARGENTINA
Dalla Missione di Chos-Malal. (Lettera di D. Matteo Gavotto al sig. D. Albera).
Chos-Malal, 3o giugno 1911.
REV.MO ED AMATIssImo PADRE,
APPROFITTO di questa occasione che mi trovo in casa qualche giorno, per scriverle queste poche righe di figlial affetto e di sincera ubbidienza ed anche per darle una breve relazione di questa nostra missione.
Primieramente le dirò dal più profondo dell'animo che questa Missione di Chos-Malal, dopo 24 anni di esistenza, coll'aiuto di Dio e la protezione di Maria Ausiliatrice si mantiene nel suo primo fervore.
Sono ormai 22 anni dacchè giunsi a questa casa e non ne sono più partito e non so fino a quando ci starò, perchè sono e sarò sempre figlio della ubbidienza. La vita che viviamo qui glie la narrerà il caro confratello Serafin Sanbernardo, quando giungerà in Italia; il quale per molti anni fu il mio braccio destro durante le mie escursioni nel campo. La nostra parrocchia ha una estensione così vasta, che se non fosse perchè si dànno periodicamente le missioni in tutti i centri, sarebbe impossibile che i fedeli potessero compiere i loro doveri religiosi.
Sono pochi giorni dacchè ritornai da una missione, che durò dal 4 maggio fino al 22 giugno, la quale diede un buon risultato di frutto spirituale. In gennaio ne aveva dato un'altra che durò circa un mese. Il risultato di queste due missioni fu il seguente:
Comunioni 1047
Cresime 208
Battesimi 141
Matrimoni 12
Nell'anno passato si ebbero: Comunioni 1790
Cresime 540
Battesimi 425
Matrimoni 40.
Ecco, carissimo Padre, ciò che fruttano le nostre missioni annuali alla campagna, senza contare ciò che si fa nella parrocchia.
Gradisca i più cordiali saluti di questi suoi figli; ci benedica, e con noi benedica i nostri_ fedeli disseminati in queste terre. Il
Suo Um.mo figlio in G. C.
Sac. MATTEO GAVOTTo,
Missionario salesiano.
Pellegrinaggio spirituale pel 24 corrente.
Invitiamo i devoti di Maria SS. Ausiliatrice a pellegrinare in ispirito al Santuario-Basilica di Valdocco il 24 corrente e ad unirsi alle nostre preghiere.
Oltre le intenzioni particolari dei nostri benefattori, nelle speciali funzioni che si celebreranno nel Santuario-Basilica avremo quest'intenzione generale:
Implorare una speciale benedizione su tutti gli Ex-Allievi degli Istituti Salesiani.
GRAZIE E FAVORI
« Da Gesù Sacramentato, per Maria A. » *).
Da più anni un male mi affliggeva, nè le cure nè i consigli di tanti medici valevano a risanarmi. Ero triste, cupo; i miei sei bambini, la mia consorte, anzichè essermi di conforto, accrescevano il mio tormento. Ricorsi alla Vergine Ausiliatrice e formulando alcune promesse per la mia guarigione, mi abbandonai interamente alla sua protezione materna. La Vergine mi porse subito la sua mano e nel mio abbandono pieno, fiducioso, sentii tutta la forza della mia Protettrice. Lasciai i miei bambini e mi recai a Venezia e entrai in quell'ospitale, dove fidando nella misericordia di Gesù mi accostai ai SS. Sacramenti. Subii, quasi subito, una gravissima operazione chirurgica, dopo la quale i medici, le suore, gli infermieri riconoscendo il caso disperato, ripetevano quasi tutti: È finito, e finito!
Non vollero così Gesù Benedetto e la Vergine Ausiliatrice, poichè passato alcun tempo e giunto il Giovedì Santo, nel giorno dell'Istituzione della SS. Eucaristia, con stupore generale, il medico mi riconobbe in condizioni di potermi alzare da letto. Il mio stato tuttavia era grave e la ferita sempre aperta. Venne finalmente la cara novena dell'Ausiliatrice, pregarono gli orfanelli di Don Bosco, pregarono i miei bambini e con nuova grazia nel sabato della novena potei uscire dall'ospedale coll'obbligo di ritornarvi per le medicazioni poichè la mia gran ferita, anzichè rimarginarsi, rimaneva sempre aperta cagionandomi dolori. Ma ecco la cara festa del 24 maggio! Mi sveglio per tempo e sebbene i dolori mi avrebbero trattenuto ancora a letto, sebbene sentissi sotto la fasciatura abbondante la secrezione, tuttavia la certezza che la Madonna mi vuole consolare, mi fa vestire in fretta, ed accompagnato da un mio fratello mi reco nella Chiesa dove ricevo nel mio cuore il mio Gesù, il mio Dio. Lo ringrazio e lo prego di completare la mia guarigione e di restituirmi presto alla mia famiglia; e Gesù Benedetto compie il miracolo, la ferita si rimargina tosto, cessano i dolori e son dichiarato guarito !
Ora sono nella mia casa con i miei bambini, con la mia moglie e comincio a compiere le mie promesse pubblicando questa grazia ottenuta da Gesù nel Sacramento dell'Amor Suo per l'intercessione di Maria SS. Ausiliatrice.
Belluno, 23 giugno 1911.
LUIGI TESSARI fu GIUSEPPE.
Rivolgetevi a Maria Ausiliatrice !
Nella sventura, nel momento del pericolo, anche gli spiriti che si credono forti piegano il ginocchio davanti ad una sovranaturale potenza, e atteggiano il labbro alla preghiera.
Tanto più poi, quando la fede già riempie i cuori e soltanto più fervente si agita la speranza in un aiuto del cielo, là dove vengono meno gli affidamenti e la fiducia negli uomini.
Abbiamo avuto malato gravissimamente di doppia pleuro-polmonite, il nostro adorato angioletto di pochi mesi, Luigino; abbiamo trepidato, abbiamo pianto sulla sua sorte, quando la scienza non osava dire una definitiva parola; e l'abbiamo raccomandato fervorosamente a Maria Ausiliatrice, la cui immagine si erge maestosa, benedicente alla sommità della facciata della vicina chiesa. La Madonna benigna, ha accolto le preci dei genitori desolati, dei parenti, di quanti avevano caro il piccolo angiolo ; e in breve tempo, miracolosamente, ce l'ha ridonato guarito.
Ora è vispo, bello, forte e impara a giungere le manine e a pregare davanti all'effigie di Maria, quasi conscio che tutto quanto deve a Lei.
E noi riconoscenti alla Vergine Santa che ce l'ha salvato, lo cresceremo devoto di Lei, acciò non devii giammai dalla strada retta, e formi sempre la consolazione di quanti gli vogliono bene.
Prof. DINO e ENRICA MURATORE.
S. Clemente di Romagna. - Non posso fare a meno di rendere nota a tutti la bontà e la potenza di Maria Ausiliatrice e come questa Nostra Madre Celeste venga in soccorso dei suoi figliuoli anche nelle cose materiali.
Alcuni giorni or sono, un membro della mia famiglia perdette fuori di casa una carta rappresentante il valore di L. 300. Ognuno può facilmente immaginare l'angoscia dei nostri cuori per la perdita di tale somma, non indifferente per chi, come me, deve sudare più di 3 mesi per guadagnarla. Inutili furono le indagini di parecchi giorni per ritrovarla... Ricordai in buon punto che, quand'ero in Collegio, le mie ottime educatrici inculcavano spesso alle giovani affidate alle loro cure la divozione a Maria Ausiliatrice; riti balenò allora l'idea (felice idea!) di ricorrere a questa Buona Madre. Incominciai a tal uopo una novena, attenendomi alla formola suggerita dal Ven. Giovanni Bosco. Ebbene, nessuno il crederebbe , il 5° giorno , con nostro grandissimo giubilo venne ritrovata e a noi restituita la carta, creduta irreparabilmente perduta. Non potei fare a meno di baciare ripetutamente colle lagrime agli occhi l'immagine della Madonna.
10 giugno 1911.
ARCANGELA FABBRI Maestra.
Colognola ai Colli. - Era un mio nipote colpito di polmonite doppia con pleurite, e a detta dei medici era impossibile la guarigione; solo un miracolo poteva farlo guarire. A me avevano detto solo che era ammalato, e che fra breve potrebbe alzarsi. Tuttavia mi rivolsi a Maria Ausiliatrice pregandola a farlo guarire presto, colla promessa d'una offerta a grazia compiuta. Ma i fratelli e le suore che per più di cinquanta giorni lo assistettero erano disperatissimi vedendo inutile ogni sforzo, finchè un suo fratello, religioso Cappuccino , che per quindici giorni stette al suo letto in una continua angoscia di perderlo, invocata l'Augusta Regina con più fervore, lo vide scuotersi dal suo letargo, aprire gli occhi e tosto dar segni di miglioramento, il quale continuò, cosicchè in pochi giorni l'infermo lasciò il letto ed ora si trova in buona salute. I medici, le suore e quanti lo videro sono sbalorditi per una guarigione così straordinaria, attestando non esser altro che un prodigio della Vergine Santa.
Vorrei che la mia voce avesse la potenza di farsi sentire da un capo all'altro del mondo per dire a tutti : « Ricorrete alla Madonna di D. Bosco! »
10 giugno 1911.
ROSINA BOVI.
Arco. - Non posso a meno di pubblicare un segnalato favore ottenuto dalla potente Regina del Cielo. La sera del p. p. 15 novembre preparai, per me e per mio marito che si trovava indisposto, del the da prendersi prima di andare a riposo. Per isbaglio presi altr'erba e con questa preparai il decotto. Mio marito ne prese una buona dose, ed io una piccola tazza. Tutto in un momento ei perdette la favella e la conoscenza, vaneggiava e sembrava già prossimo alla morte. Chiamai aiuto , invocai con gran fede Maria Ausiliatrice, sentendomi presa anch'io da capogiro e da forte malessere. Venuto il medico, constatò che la pozione presa non era altro che giusquiamo. Dopo alcuni giorni ambedue fummo guariti, ma la guarigione la ascriviamo unicamente a Maria SS. Aiuto del popolo cristiano.
13 giugno 1611.
CATTERINA e LUIGI GIULIANI.
Vidracco. - Una persona di mia famiglia, in un momento d'esquilibrio mentale, assunse un impegno in affari di sommo interesse, che in seguito avrebbe portato un grave dissesto finanziario in casa , se non la completa rovina.
In sì triste frangente io mi rivolsi, come di consueto, con tutto il cuore all'Aiuto dei Cristiani, affinchè ci togliesse da così terribile situazione. Feci una novena, mi raccomandai pure alle preghiere di innocenti pargoletti e promisi di far pubblicare la grazia se l'avessi ricevuta.
La mia viva fede mi rassicurava e Maria SS. mi esaudiva.
Le cose cominciarono tosto a piegare al bene e dopo pochi giorni la mia famiglia fu salva e tranquilla.
6 luglio 1911.
MABRITO GIOVANNI.
Staranzano di Monfalcone (Austria). - Grazie, o Maria SS. Ausiliatrice! Se la mia bambina vive, lo devo a Voi. Era affetta da una tosse ostinata, bronchite, febbre ardente ; il medico avea dichiarato che il male era grave. A chi ricorrere in tanta strettezza, se non alla Vergine SS. Ausiliatrice i' La invocai, promisi di mandare un'offerta per le opere salesiane, e la Madonna mi esaudì tosto. La bambina stette meglio, ed ora è fuori di pericolo. Grazie, o Maria.
4 luglio 1911.
ROBERTO BONINI.
Montepiano (Firenze). - La mia vecchia mamma spedita dai due medici, che tennero consulto e da due distinti sanitari specialisti di malattie di gola perchè giudicata affetta da un cancro tonsillare che l'aveva ridotta quasi agli estremi, è perfettamente guarita.
Pieno di riconoscenza, desidero che veuga pubblicata in cotesto Bollettino la grazia impetrata da Dio benedetto ad intercessione della nostra buona Madre Ausiliatrice, da me e famiglia invocata senza interruzione.
11 luglio 1911.
Sac. ATTILIO NUNZI.
Padova. - Sia benedetta quella volta che mi ascrissi all'arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice; dopo d'allora quante grazie scesero sulla mia famiglia! Anche nell'ottobre scorso, in un periodo di dolorosa agonia, mi rivolsi, co' miei cari, alla benigna nostra Madre, e con noi la invocarono pure i buoni Salesiani al Suo altare. Come sempre, la Vergine Potente ci consolò, esaudendo le comuni preghiere.
È quindi col sentimento della più viva gratitudine che io spedisco costà la mia seconda offerta per le Opere salesiane, in adempimento alla fatta promessa.
18 luglio 1911.
EGILDA PAVIATO.
Milano. - Mi trovavo senza impiego e avevo l'animo profondamente addolorato pensando al mio avvenire. Affidai la mia causa alla Vergine Ausiliatrice dalla quale molti e molti favori già ottenni e fui prontamente esaudito. Mentre pensieroso rincasavo, preoccupato, non sapendo a chi rivolgermi per ritrovare un impiego, ecco che una distinta persona mi avvicina prima ch'io parlassi e mi fa una proposta come appunto io desideravo. Grazie, o Vergine Santa , continuami il Tuo aiuto ora e sempre! Mando una tenua offerta qual pegno di riconoscenza.
16 luglio 1911.
L. Bossi.
Piverone. - Nel mese di febbraio mio padre si ammalò gravemente di polmonite e si temeva di perderlo. Che feci io ? Con piena fiducia ricorsi caldamente alla cara Madonna di Don Bosco, promettendo, qualora fossi esaudita, di fare celebrare tre messe nel suo Santuario e di pubblicare nel Bollettino Salesiano la notizia della grazia ricevuta. Poco per volta il caro ammalato cominciò a migliorare ed ora è bene di salute. Adempio quindi la promessa e ringrazio con fervore la Madonna Ausiliatrice che niente nega a chi in Lei confida.
8 agosto 1911.
MIRRA FAVERO.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti
A*) - Acireale S. Tecla : Leotta N., 5 - Acqui Maria Bogliolo Ivaldi, io - Agliè : Clara Romano Airasca : N. N., io -Albino : Vedovati Pietro, 2,40 - Alcamo: Patti Mondello Francesco, 5 - Ales N. N. 10 -Almese : Bertolo Lorenzo, 5 -Altavilla Monferrato : A. B. - Aragona : Conti Sebastiano, 2,50 -- Arco: Gallos Luigi, 3 - Arsiè : N. N. 50 - Asti: Lucia Capra, 3 - Augusta : D. L., 8 - Azzano Decimo : Del Rizzo Marsan Lucia 16,5o.
B) - Bagnara Calabra : Maria Clotilde Arena Soffri, io - Bagnatica: Brevi Pasquale, 17 - - Belvi : Sac. Erudu Giovanni, 2 - Bene Vagienna : Bobbi Margherita, 5 - Bibiana : Ramello Maria, 2,50 - Bonnevolle : E. B., io - Belforte Monferrato : Bosio Michele, 5 - Bologna : Clelia Modoni - Borgomanero : N. N., 5 - Brassi di Carignano : Meinardi Carlo, 3 - Brescia : Melchiotti Angelina, 5 - Brisighella : Argnani Elisa, io - Brusasco : G. B. - Buriasco : Raimando Giuseppe, 5.
C) - Cagliari : M. F., 2 - Camerata : Bernardino Salerno - Candia Lomellina : Prina Angiolina, 4 -- Caresana : Famiglia Franco, 6o - Carmagnola : Avalle Margherita - id. : Antonia Marengo, 2 - Carpeneto : Pichetta Luigi, 5 - Carrara : Amelia Menapace, 2 - Casa bianca di Verolengo : Giovanni Andrea, 3 - Casalgrasso : Colombatto Teresa, 3 - Casarsa : Arman Rosa, 3 - Cascina di Reggio Ginchè : F. E., 50 - Casola Valsenio : D. Lusi Battista, 5 - Castellal Pero : Pilione Maria, 2 - Castelnuovo del Friuli : Maria Colauti-Cesca io - Castenedolo : Dertelli Virginia, 20 - Catania : Distefano Giuseppina, 5 - id.: G. M. Decarlo, io - Cattolica : Maria Mazzoni, io - Cavaglià : Barbero Domenico, 2 - Cellarengo : Casetta Giuseppe, io - Centallo : N. N., io - Cento: N. N., 3 - Chambéry : Gaiton Charles, io - Cherasco : N. N., 5 - Chiari : Rota Marianna, 6 - Chiusa : Basiglio Elisabetta, 5 - Cignone : Martinetti Spirito'- Cisterna : Sacco Enrico, io - Collegno : Carobello Margherita, 5 - Colonia Ataliva : Carlo Resio, 42 - Copertino : C. C., 20 - id.: P. D., io - Corato Ernestina Cassano, 20 - Corte : Giusta Francesca, 2 - Cortemilia : F. Ferdinando, 5 - Cortiglione Robella : Gennaro Pasqualina, 2 - Cossato : Mora Secondo, 5 - Costevoli : D. B., 5 - Costigliole d'Asti: Rogero Luigia - id.: N. C., io - Crespadoro : Baldo Luigia, 2 - Cristo : Suor Rosina Croti, 5 - Cusignana : Rossi Tomaso, 20.
D) - Dazio : Ciapponi Rosa, 17 - Dogliani Papero Filippina, io - id.: Siamengo Giuseppe, 5 - id.: De Rici Angela, 4.
E) - Entraque : Piacenza Guglielmo - Este Ida Argenton Bono, 20.
F) - Ferrara : Prof. Luigi Ferri, 5 - Foglizzo Verza Antonio - id.: M. G., - Fossarmato Allevi Nina, 5.
G) - Gaiarine : N. N., 5 - id.: Santuz Antonio e figlie, 6,50 - id.: Santuz Maria, 3,50 - Garlasco : Rossi Francesco, 5 - Gattico : Cristina Carolina - Genova : N. N., - id.: Raffaele Zannini, 5 - id.: Ivaldi Celestina, io - id.: Lercari Elisa, i - id.: Roggero Ambrogio, io - id.: Blancino Maddalena, 2 - Gliedi : Dinardi Luigia, 5 - Giaveno : N. N. - Govone : Sacco Giovannina.
I) - Imola : Galeati Enrico, 4 - Intra : Stefano Ferini Strambi, io - Isili : Castangia Salvatore.
L) - La Morra : Rio Silvina, 5 - id.: Annetta Cane Brizia, 3. - Lanusei : Piroddi Giovanetta, 3 - Lesino : N. P., 3 - Livigno : Vàlgoi D. Cirillo, 5 - Livorno : Bianca Vigo, 2 - Lodi : Savarè Beppina - Loggia : Maria Piloto - Londra Lina Monti - Lu Monferrato : Coggiola Rosetta, 4 - Luserna S. Giovanni : Badariotti Rosa, 5.
M) - Macao (Cina): Suor Luigia Marelli - Maddaloni : Domenica Principe, io - Madonna di Campiglio : Adele Gasperi, 11 - Magliano d'Alba : Carlo Bongiovanni, 5 - Mathi: F. E. G., 5 - Mede Lomellina: Celada Carolin a, 2 -Melazzo: Chenna Maria, 4 - Miasino: Bernardo Poltroneri, 2 - Milano: Rici Ercole, io - id.: N. A. B., 5 - id.: Noemi Calzavara, 5 - Mistretta : Maria Di Salvo - Moirano : Boido Caterina, io - Molteno : Anna M. Bosisio, io - Mombello : E. T. F., 2 - Mondondone D. Marcello Cantù, io - Monteleone Calabro: Sac. Giovanni Mellano - Monjovet : C. Prola, 8 - Moretta : Lardone Emanuele, 5 - Mornese : N. N., 12 - Morsasco : Torielli Giovanni - Molta Balu ffi : D. G. V. e P. G., 3.
N) - Napoli : N. N., 5 - New-York : Santa Barna, 5 - id.: Costella Adele, io - Nirasca Massa Benedetta, 2 - Nizza Monf.: Angela Scriniaglia, io - Nunziata: Mariannina Patanè Barbagallo, 5.
O) - Olginate : Giuditta Gadda, 6 - id.: Isolina Gniechi, 12 - Oliena : Tolsi Luigi, 5 - Oreno : Camera Giuseppina, 4 - Ormea : Campagnio Carolina, 5.
P) - Pastorano : B. F. - Pedemonte (Verona): Vantini Lorenzo, 2 - Pellestrina : Antonia Gidera, 2 - Pernica (Cuneo) : Barocco Maurizio, 5 - Piazzola dei Rabbi (Trentino): Sac. Andrea Albertini, 53 - Pieve di Teco : Levreri Luigi, 5 - Pogli d'Arroscia : Margherita Ferrari - Poirino : Sorelle Barberis, 6 - Ponzone : Botto Garlanda Rosalia, 5 Pordenone : Elisa Bonini, 2 - Porto Vecchio (Venezia); Pinos Luigi, io - Pula : Piras Sac. Francesco, 2.
R) - Racconigi : Ved. Gastaldi Caterina, 35 - Ramona (Rep. Argentina): Giovanna pelano, 2,80 - Rivarossa Canavese : Crosetto Maddalena - Rosà : Bordignone Ch. Giosuè, 1,5o - Rosignano Monferrato : Giulia Caprioglio, 5 - id.: Baltri Teodolinda, 5.
S) - Sale Monf.: Giovanni Salvando, 20 - Saluggia : Formica Pasquale, 5 - Saluzzo : Boffa Teresa, 2 - Samboni facto Veneto : Cola Antonio, 7 - Sandrigo : G. M., 3 -S. Giorgio al Tagliamento Duriguto Luigia, io - S. Maurizio Canavese : Robazza Annetta, 5 - S. Michele di Piave : Cammatta Zandonadei Giuseppina, 5 - San Pietro Incariano Righetti Luigia, io - San Remo: Adelina Marsaglia, 20 - Sanseverino Marche : G. S., 5 - Santa Vittoria d'Alba: Fissore Oggero Margherita, i - id.: Badellino Giovanni, 5 - Santu Lussurgiu Falcui Carmina e Cons. 3 - Savona : C. R. R., 2 - Scaldasole : Coppa Luigia, i - Schio : Lucia Pantara Lovato - Serradi falco : Avv. Felice Cacciatore, 5 - Sesto al Regheno : Dal Molin Anna, 5 -id. : Giselda Milani, 16 - Soave : Busello Bettili Ugo, 30 - Solaio : Pe Morandini Domenica, 14 - Sommacampagna : Angelina Manzati - Sparone Can.: Giacchino Caterina - Spezia : B. C. - Stallavena : N. N. - Sultano : Sac. Francesco Gallizioli, 5 - Susa : R. C., 4
T) - Torino: Sac. Giacomo Manini, io - id.: Figliane Lucia, 5 - id.: G. T., 3 - id.: Pollano Luigi, 5 - id.: Folghera Alessandrina, 2 - id. B. A., 5 - id.: Mario M., 2 -- id. : Lina Morandi Bruno2 - id. : N. N., 3 - id.: Pasia Giuseppina, 3 -à.: A. M., io -- id.: D. F. i - id.: C. A. 6 - id.: Abrate Faustina, io - id.: Giuseppe Uccelletti, 5 - id.: N. N., 20 - id.: Cottura Domenica, 2 - id.: Eleonora Purghè Berton - id.: G. P., 5 - id. : Ferri Barbara, 2 - Tornago di Vespolate. Angiolina Colli Gregotti, 5 - Triglia Maugini Raffaele, 5 - Toriona : Maria Silvagno Ved. Cantù, 12 - id.: M. T. D., i - Trento : Anna Smelzer, 62 - Tromello : Gallotti Virginia, 3.
U) - Usmate: Angela Garancini, io.
V) -, Valtournanche : N. N., i - Venezia : C. S. - Verolengo : Careggio Giovanna, 5 - id.: Convoglio Lucia, 2-id.: A. G., 8- Vetta d'Alba: Pasquero S., 5 - id.: B. R., i - Vigliano d'Asti : Banio Margherita, 2 - Vignale Monf.: Grangíotti Carolina, 5 - id.: Ferraris Pierina, o,50 - id.: P. A., 2 - Vigonovo : Giulia Bressan, 5 - Villadeati : Manioni Caterita, 5 - Villalvernia : Simonazzi Maria, 5 - - Villanova d'Asti: Comino Anna, io - Villanovaforru: Ibba Antonio, 5 - Villanova Mondovì: Michele Fulcheri, 5 - Vineland (Stati Uniti): Celestina Cresci, 5 - Vinovo : Viotto Giuseppe - Virle Piemonte : Monasterolo Clementino, 5 - Vizzini (Catania): Can. Sebastiano Gandolfo, 5 - Voghera : Silvani Luigia, 5 -id.: Orsola Del Conte, 10 - Volvera : Racca Luigia.
W) - West Stochbridge Mass (S. U.): Silvio Negrini, 20.
Z) - Zavattarello : Pezzati Enrichetta, i - Zevio: Filissoni Anselmo, 5.
X) - Anna Banchio - Garlanda Rosalia, 5 - F. G., io -C. R. ed R. F., io.
Santuario-Basilica di Maria Ausiliatrice TORINO-VALDOCCO
Ogni giorno, celebrazione di una santa messa esclusivamente secondo l'intenzione di tutti quelli che in qualunque modo e misura hanno concorso o concorreranno a beneficare il Santuario o l'annesso Oratorio Salesiano. Per ogni corrispondenza in proposito, come anche per celebrazione di S. Messe e per novene o tridui di Benedizioni col SS. Sacramento, rivolgersi al Rettore del Santuario di Maria SS. Ausiliatrice, Via Cottolengo, 32 - Torino.
Ogni sera dei giorni feriali, benedizione alle 19.30.
Ogni sabato, alle 7.30, speciali preghiere per gli associati all'Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice.
Ogni domenica, breve spiegazione del Vangelo alle messe delle 5.30, 9, 11 - Spiegazione del Vangelo alle ore 10.- Vespro, Istruzione catechistica e Benedizione alle 16.30.
Dal 10 settembre al 10 ottobre.
17 settembre - Festa di Maria SS. Addolorata - Ore 6 e 7.30 messa della comunione generale; alle ore io messa solenne; alle 16 vespro, discorso e benedizione.
24 settembre - Solenne Commemorazione di Maria SS. Ausiliatrice - La devota funzione si compie alle ore 7.30 e 16.30.
29 settembre - Festa di S. Michele Arcangelo.
Il ottobre - La funzione serale, nei giorni feriali, comincia oggi ad essere alle ore 5.
6 ottobre - Primo venerdì del mese, ad onore del S. Cuore di Gesù, esposizione del SS. Sacramento per tutto il giorno (dalle 6 del mattino alle 5 di sera).
8 ottobre - Solennità del SS. Rosario - Come il giorno 17 settembre.
Il trasporto delle reliquie di San Francesco di Sales
Il 2 agosto un magnifico spettacolo di fede si è svolto nella cattolica Savoia in occasione del trasporto delle reliquie di S. Francesco di Sales e di Santa Francesca Frémiot di Chantal dall'antico Monastero della Visitazione, già espropriato dalla città, alla nuova casa fabbricata per le religiose in eminente posizione alle falde del Semnaz. Erano convenuti in Annecy due Cardinali, l'Em.mo Andrieux, Arcivescovo di Bordeaux, e l'Em.mo Maffi, Arcivescovo di Pisa, e cinquanta Vescovi; quasi tutti i comuni della Savoia avevano mandato delegazioni; durante la notte e nella mattinata milleduecento sacerdoti celebrarono messa in città. All'alba cinquantasei gruppi di pellegrini coi Parroci e i rappresentanti delle Società cattoliche si radunarono sulla sponda del lago colle fanfare e coi loro cori musicali. Sessantamila persone almeno presero parte al magnifico corteggio, seguite dal clero, dagli ordini religiosi, canonici e Vescovi che precedevano le urne delle sacre reliquie, portate sopra uno splendido carro, offerto dalle famiglie dei discendenti dei due Santi. Quattro Vescovi tenevano i cordoni delle due urne. Nel tempio il Cardinale Maffi celebrò la messa pontificale cantata da duecento coristi, e nel pomeriggio Mons. Touchet disse le lodi dei due santi.
Alle solennissime onoranze, invitato con ripetute e pressantissime istanze, prese parte anche il nostro Rettor Maggiore D. Albera, in compagnia del direttore spirituale D. Giulio Barberis, per rappresentarvi quella Pia Società che, fondata dal Ven. Don Bosco, ha reso più diffuso in tutto il mondo il nome e il culto del gran Vescovo di Ginevra.
Un convegno delle Ex-allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Anche le Ex-allieve degli Educandati e degli Oratori femminili, diretti dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, hanno sentito il bisogno di raccogliersi per attestare alle loro zelanti educatrici tutta la loro riconoscenza ed eccitarsi ad un lavoro concorde specialmente a favore delle figlie del popolo, secondo lo spirito di D. Bosco. Il convegno avrà luogo in Torino dal 23 al 25 corrente. E stato pubblicato un numero di propaganda per caldeggiare l'idea ed assicurarle una messe di frutti abbondanti. Le invochiamo noi pure di cuore le più copiose benedizioni del Cielo.
A Valdocco.
Ospiti illustri. - Nell'agosto u. s. abbiamo avuto l'onore di ospitare per vari giorni nell'Oratorio Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Giuseppe Ridolfi, Arcivescovo tit. di Apamea e Delegato Apostolico al Messico, - e Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Matteo Makil, Vescovo tit. di Tralli e Vicario Apostolico di Changanachery, di rito siro-soriano.
I venerandi Prelati ci edificarono col loro affetto a D. Bosco e alla cara memoria di D. Rua, e con la tenerissima pietà con cui vollero ripetutamente celebrare all'altare di Maria SS. Ausiliatrice. Il Signore benedica i loro voti e li colmi di sante consolazioni nel loro apostolato.
TORINO. - I mesi di giugno e luglio furono un avvicendarsi di feste per i giovani dell'Oratorio di Valdocco.
L'ultima domenica di giugno si onorò con gran pompa l'Angelico Patrono della Gioventù, San Luigi Gonzaga. Sua Ecc. Rev.ma Mons. Costanzo Castrale, Vescovo Tit. di Gaza e Vicario Generale dell'Archidiosesi, si degnò di celebrare nella chiesa di S. Francesco la Messa della Comunione Generale.
La seconda domenica di luglio si compì la lunga gita annuale. Mèta di essa fu l'amena e vasta tenuta della Mandria, gentilmente concessa dall'esimio Sen. Marchese Medici, il quale non sool aperse le porte del suo parco alla gaia comitiva, ma fece mettere a disposizione tutto quanto le potesse occorrere, regalò il vino per tutti, il pranzo ai Superiori, ed accettò, non senza sacrifizio per lutto domestico, una piccola dimostrazione di affettuosa riconoscenza, e infine diede anche una generosa offerta al Direttore.
La quarta domenica dello stesso mese, si tenne la distribuzione dei premi. La festa, sempre piena di gioia e di entusiasmo, allietata da numerosi premi, dovuti in gran parte alla munifica generosità del Cav. Anselmo Poma, fu presieduta dal rev.mo sig. D. Albera, nostro venerato Rettor Maggiore, a cui facevano onorata corona distinte persone del clero e del laicato, nonchè i Circoli e le diverse Scuole dell'Oratorio, le quali con dialoghi, canti e suoni rallegrarono il trattenimento.
Finalmente la domenica 31 luglio, a chiusura dell'anno scolastico 1910-1911, si celebrò solennemente la festa del S. Cuore. Per la circostanza si benedisse una bella e divotissima statua del S. Cuore, la quale colle braccia dolcemente tese in atto di invito, par che dica: Lasciate che i pargoli vengano a me! E più centinaia di fanciulli sfilarono devotamente innanzi ad essa, dopo che il sig. Don Albera l'ebbe benedetta. Che il S. Cuore e Maria SS. Ausiliatrice continuino a spandere le grazie più elette sul 1° Oratorio di D. Bosco.
ROMA. - Al Testaccio. - Nel giardino annesso alle Scuole Pontificie, dirette dai Salesiani, ebbe luogo nel pomeriggio della domenica 16 luglio la premiazione degli alunni.
Il piazzale riccamente pavesato di damaschi e affollato da una massa di buoni popolani plaudenti ai loro figliuoli - oltre 300 - che attendevano il premio delle loro fatiche, presentava un colpo d'occhio magnifico. Il palco era sormontato da un bellissimo quadro del Papa. Presiedeva la festa Mons. Faberj segretario del Vicariato, a cui facevano corona numerose personalità distinte e benemerite dell'opera; tra cui il comm. Pericoli, Mons. Maglione, il parroco di S. Paolo, Fratel Biagio, presidente del Consiglio della F. A. S. C. I., la marchesina Maria Spinola, le signore Capo, Zecchini, Ambrosi e Rossi, il sig. Bazzolfi, presidente del Comitato parrocchiale, il cav. Filipponi, la direttrice delle Figlie della Provvidenza e la Superiora delle Suore Salesiane.
Vennero eseguiti scelti esercizi ginnastici dalla squadra « Excelsior » diretta dal maestro Montiroli. Il concerto di Santa Maria Liberatrice, che per la prima volta si presentava al pubblico, eseguì - sotto l'abile direzione del maestro Del Bianco - scelti pezzi di musica.
Fu applaudita sopratutto la premiazione della bandiera dell'Excelsior, che nel recente concorso di Frascati ebbe in premio una targa di bronzo ed una corona d'alloro.
Notato lo splendido esito riportato dagli alunni, alcuni dei quali si presentarono anche agli esami nelle scuole pubbliche.
La festa, durante la quale regnò la più grande cordialità e il più sincero entusiasmo, è stata ancora una volta l'indice del continuo sviluppo e degli incessanti miglioramenti che l'Opera di Don Bosco compie a vantaggio del popoloso quartiere..
BOLOGNA. - Solennissima per l'apparato esteriore e pel grande concorso di giovani riuscì la festa di S. Luigi, celebratasi all'Oratorio festivo Salesiano, fuori di Porta Galliera, il 16 luglio. Un doppio triduo di prediche, uno per gli adulti e l'altro per i piccini, aveva servito mirabilmente a preparare gli alunni alla festa sospirata. E difatti prima delle otto una folla di duecento giovani brulicava compostamente allegra nell'ampio cortile ornato tutto intorno di grandi festoni di edera, drappi e banderuole. Alle otto con l'arrivo di S. E. Rev.ma, Mons. Vincenzo Bacchi, che col suo gradito intervento accrebbe di molto la solennità e la gioia della festa, ebbero principio le funzioni religiose. S. E. aderendo con paterna benignità all'invito celebrò la messa, durante la quale rivolse ai presenti un devoto fervorino ; quindi impartì la Cresima a parecchi giovani, essendo presenti alla cerimonia un bel numero di parenti ed amici.
Alle 14 l'Oratorio si riaperse raccogliendo più di duecento cinquanta giovani. Alle 17 nella cappella dell'Istituto, gremita di oratoriani e di altre persone esterne, S. E. Mons. Bacchi parlò delle virtù di S. Luigi, proponendolo per modello a' giovani uditori. Terminato il suo dire impartì ai presenti la sua benedizione, indi prese parte alla solenne processione alla quale prestarono servizio, d'onore i soci del Circolo serale.
Le funzioni religiose furono seguite da una bella lotteria con distribuzione gratuita di biglietti, un breve concerto di banda ed una rappresentazione cinematografica.
FAENZA. - Solenne distribuzione dei premi.
La domenica 9 luglio si tenne nel cortile dell'Istituto Salesiano una breve ma cara accademia per la distribuzione dei premi ai giovani frequentanti l'Oratorio festivo, presente un bel numero di benefattori, ammiratori, e di parenti dei giovani. Sul palco d'onore sedevano molte notabilità del clero e del laicato cattolico. Disse il discorso d'introduzione il conte Carlo Zucchini che con forma elegante e calda di entusiasmo rivolse ai giovanetti parole di nobili sensi. Dopo una prosa di saluto letta da un giovane dell'Oratorio ed un ben riuscito dialoghetto, e l'esecuzione di scelti pezzi di musica strumentale per parte della banda dell'Oratorio medesimo, il direttore dott. D. Domenico Finco faceva un resoconto particolareggiato di ciò che erasi fatto per l'incremento dell'Oratorio, accennando alle straordinarie spese incontrate in quest'anno per la costruzione degli edifizi adibiti pel ritrovo giovanile, sala di lettura, scuola di banda (L. 8000), per la provvista dei nuovi strumenti (L. 200) e per l'impianto d'una graziosa giostra (L. 650). La bella festicciuola si chiudeva con brevi parole di Mons. Botti e colla distribuzione dei premi per il valore reale di L. 1o8o ai giovani che si distinsero per frequenza all'Oratorio.
BORGIA. - I giovani dell'Oratorio Salesiano la domenica 23 luglio si recavano a Cortale.
« Era bello (spigoliamo da una corrispondenza della Nuova Stampa di Nicastro) vedere più di sessanta ragazzi con a capo i Superiori dell'Oratorio entrare nel nostro paese tutti festanti e bene ordinati, suscitando l'entusiasmo di tutti i presenti. Cantata nella chiesa matrice una messa solenne dai cantori dell'Oratorio, il Parroco sig. Cefaly offrì loro un vermouth... Dopo il pranzo, nell'ampio atrio del palazzo del sig. Perfetto Cefaly trasformato in teatro, la compagnia filodrammatica eseguì alla presenza della parte intellettuale e più eletta del paese un grazioso programma.
» Applauditissimi furono i giovani attori e calde congratulazioni furono manifestate al Direttore, che di pochi ragazzi strappati all'ozio e alla corruzione della via ha 'saputo fare dei giovani modelli.
» Verso le i i l'Oratorio faceva ritorno a Borgia, lasciando nell'animo nostro una grande gioia, per aver goduto un divertimento non mai aspettato, e per aver visto con quale amore e con quanti sacrifizi i Salesiani cooperano all'educazione dei figli del popolo ».
MODICA. - Anche quest'anno, i cantori e i filodrammatici dell'Oratorio Ven. Don Bosco si recarono in carrozza all'amena casina di campagna del rev.mo signor Arciprete Scala. Vari rev.mi Canonici presero parte alla cara festicciuola di famiglia, che fu rallegrata da poesie e canti e suoni fra il verde dei vigneti e l'acuta fragranza dei gelsomini. Allo squisito e vario ristoro del mattino, che segui la messa cantata da' giovanetti, tenne dietro una partita al foot-ball, con altri divertimenti ed amena ricreazione.
Al dopo pranzo poi, su scene improvvisate all'aperto, si rappresentarono alcune farse a corona della gaia giornata; e prima del ritorno, venne formato un grazioso gruppo, gentilmente ritratto dal Prof. Maltese.
Al degno Arciprete, che di tanta generosità fu largo a che ogni cosa riuscisse di maggior piacevolezza, ed ai rev.mi canonici e professori Maltese e Fede, che lietamente accompagnarono l'allegra brigata, tornò assai gradito l'aver passato una bella giornata in compagnia di quei cari giovanetti.
BIRCHIRCARA (Malta). - Nell'Oratorio Salesiano » Savio Domenico », il 25 maggio si tenne una fiera di beneficenza, la quale fu dichiarata un vero successo dalle centinaia di persone di ogni ceto accorse ad attestare il loro apprezzamento per quest'opera di vero progresso religioso e sociale.
Essa fu splendida nella grande varietà di oggetti esposti in vendita, che, assieme ai diversi giuochi ed alla inappuntabile esecuzione di un bel programma per parte della musica di Birchircara, fornirono agli intervenuti un onesto divertimento, che ebbe termine con una recita nel Teatrino dell'Oratorio, per parte dei giovanetti di quell'istituto.
I giovani attori furono fatti segno a ripetuti applausi e ovazioni. Il pubblico ebbe così l'occasione di constatare il progresso fatto in pochi mesi da quei giovani sotto il sistema preventivo del Ven. Don Bosco.
Più di tutti però si divertirono i giovani stessi i quali, muniti di relativa tessera, si trovavano al completo, cioè in numero di circa 700. Essi, provvisti di buoni, ottenuti in premio della loro frequenza e della loro buona condotta nell'Oratorio, fecero dei belli acquisti e si divertirono un mondo; e questo appunto era lo scopo precipuo della Fiera.
Gli altri intervenuti, col modico diritto d'entrata fissato ad un soldo e coi loro acquisti, nonchè colla loro partecipazione ai diversi giuochi, diedero modo di coprire le spese del trattenimento ed il costo dei varii oggetti provveduti per questa festa geniale, alla quale contribuirono non poco, con oggetti forniti gratuitamente, vari negozi della città.
Della splendida riuscita di tutto prima va data lode al Signore, il quale benedice costantemente le opere del suo Servo Don Bosco, e poi ai molti ecclesiastici e laici che prestarono volenterosi la loro indispensabile cooperazione.
MILANO. -- Gli ex-alunni salesiani di Lombardia. - Convocata dal Comitato, presieduto dal prevosto di Somma Lombardo, D. Angelo Rigoli, l' 11 luglio si tenne nell'Istituto S. Ambrogio la annuale riunione degli antichi allievi lombardi delle Case Salesiane, che riuscì alquanto più numerosa del 191o e fu onorata dall'intervento del nuovo Vescovo di Chiavari Mons. Giovanni Gamberoni, alunno negli anni 1887-89 del collegio di Lanzo e dell'Oratorio Salesiano di Torino. Erano pur presenti il Prefetto generale D. Filippo Rinaldi e il direttore del Bollettino Salesiano, col nuovo Economo generale Don Bretto.
Mons. Gamberoni celebrò nella chiesa di Sant'Agostino e in un'affettuosa allocuzione, rilevando come quella riunione doveva servire di preparazione al primo Congresso Internazionale delle Società, Unioni e Circoli degli ex-allievi salesiani, disse che Maria Ausiliatrice come Debora, la donna dell'antico Patto, raccogliesse a consiglio, in falange serrata, i seniori per provvedere ai bisogni urgenti del popolo fedele a Dio e d'ogni parte incalzato dai nemici.
L'adunanza prese in attento esame i punti del programma di discussione al Congresso e l'istituzione presso l'Istituto di Sant'Ambrogio di un circolo che sia centro attivo di raccolta e di riunione degli ex-alunni della regione.
Pregatone dagli intervenuti, Mons. Gamberoni accettò la vice-presidenza onoraria dell'Associazione degli ex-allievi (la presidenza è tenuta da Mons. Morganti, Arcivescovo di Ravenna), e chiuse l'adunanza coi più vivi auguri.
Coronarono il convegno una modesta agape nel salone dei disegni ed un concerto offerto a S. E. ed ai convenuti dalla banda dell'Istituto.
NOVARA. - Il 27 luglio u. s. vi fu un'adunanza dei membri del Consiglio dell' « Unione ex-allievi di D. Bosco » e di alcuni soci, in preparazione al secondo convegno locale, indetto Pel 27 agosto p. p.
Lette le adesioni, il presidente Don Sacco fece un'ampia e dotta relazione del primo anno di vita, rallegrandosi che 111 ex-allievi si siano regolarmente iscritti all'Unione.
Aperta la discussione, alla quale parteciparono con vivo interesse tutti i presenti, furono fatte varie proposte e prese alcune deliberazioni, tra cui l'adesione alla Federazione Internazionale, che ha sede in Torino.
FAENZA. - Nello stesso giorno, 27 agosto u. s., tenevasi un importante convegno di ex-allievi in quella città. Ne parleremo nel prossimo numero.
MACERATA. - Il 20 luglio, con indovinato pensiero si volle far coincidere colla solenne distribuzione di premi agli alunni dell'Istituto Salesiano la costituzione dell'Associazione tra gli antichi allievi dell'Istituto stesso e quelli provenienti da altri Istituti ma dimoranti in Macerata o dintorni.
Fin dalle prime ore del mattino il treno portò in città tanti cari amici, che da tempo più non si rivedevano ed il cui ricordo, se non spento, era certo illanguidito. Fu uno scambio di saluti e di rinnovate conoscenze.
Alle 11 in una sala dell'Istituto gli intervenuti si adunarono sotto la presidenza dell'Avv. Comm. Pacifico Tacci. Dopo parole dei Presidente accennanti alle alte finalità della nuova associazione e del direttore dell'Istituto D. Simonetti in ringraziamento e in augurio, si diede lettura delle numerosissime adesioni e delle lettere degli amici lontani plaudenti alla geniale iniziativa.
Discusso ed approvato lo statuto dell'Associazione, vennero elette le cariche sociali. A presidente onorario fu eletto per acclamazione il Comm. Vittorio Trebbi, a presidente effettivo il Coram. Pacifico Tacci, a Vice-presidente il Dott. Aristide Matteucci, a Segretario Cassiere il Sac. Torello Simonelli, a Consiglieri i sigg. Rotelli Nicola, insegnante, Dott. Tuzi Giuseppe, Foglia Pio, Matteucci Ciro, Cancrini Francesco.
Vennero inviati telegrammi al Superiore Generale dei Salesiani sig. D. Albera, agli antichi direttori dell'Istituto ed un riverente saluto all'amatissimo Vescovo Mons. Sarnari.
VALPARAISO (Chile). - Una delle feste più simpatiche tra quegli ex-alunni è la Comunione Pasquale. Quest'anno presero parte alla sacra cerimonia non solo gli entusiasti giovani dello sport, ma anche i padri di famiglia, che cogli anni e con le occupazioni hanno dimenticato i giuochi, ma non l'educazione ricevuta quando ancor sedevano sui banchi di scuola. Infatti essi accorsero all'invito del Direttore in numero di circa un centinaio, e si prepararono all'atto religioso con un triduo devoto.
L'Ecc.mo Internunzio Mons. Sibilia, tutto af fetto per le Opere Salesiane, si recò espressamente da Santiago a distribuire loro la S. Comunione; e commosso a tale manifestazione religiosa, si congratulò coi superiori che sì abbondanti frutti sanno trarre dalla gioventù da loro educata ed esortò gli ex-alunni a continuare uniti nei santi vincoli della religione, che sono i più forti e duraturi.
Che sì bella festa, praticata da vari anni dagli ex-alunni di Valparaiso, sia di sprone a tanti all'adempimento d'uno dei più sacri doveri del cristiano.
In Italia.
Ali MARINA. - L'11 giugno s'inauguravano solennemente i restauri dell'Educandato di Alì Marina, rovinato nel terremoto del 28 dicembre 19o8, compiutisi mercè la generosità del S. Padre e lo zelo di Mons. Cottafavi e Mons. Albèra. Alle 6 tutte le educande, tra cui dieci orfanelle tenute gratuitamente, sfilarono devote alla chiesa, ove si accostarono tutte alla S. Comunione. Alle 7 1/2 incominciò la seconda messa e la popolazione impaziente si riversava nella casa di Dio facendola echeggiare di preci e di canti. Alle 10 la messa solenne radunò per la terza volta ogni ceto di persone ai pie' della Vergine Ausiliatrice e nel pomeriggio una bella accademia dedicata alla Vergine strappò palpiti e lacrime di tenerezza. L'ampio sotterraneo che serve da teatrino, rimasto illeso, era letteralmente stipato da più di un migliaio di persone. Tutti, anche i genitori lontani, molte delle antiche alunne vollero quel dì trovarsi presenti, perchè più cordiale, più affettuosa, più cara, riuscisse la festa del cuore. Non mancavano le rappresentanze delle Autorità Ecclesiastiche e Civili, e presiedeva il rev.mo Mons. Paolo Albèra, alla cui opera solerte devesi in modo speciale la felice ristaurazione del Collegio. A rendere più grandiosa la festa giunse in buon punto un telegramma del S. Padre - recante le sue benedizioni - che fu accolto con filiale riconoscenza. Ma la corona alla solennità doveva metterla l'imponente processione colla statua della Vergine Ausiliatrice, seguita da un'onda di popolo devoto, che ora cantando lodi, ora pregando, ora scoppiando in fragorosi « Evviva Maria! », scosse le più intime fibre degli animi di tutti i presenti.
ESTE. - Da un'elegante monografia pubblicata dalla direzione del Collegio-Convitto Manfredini di Este, quale ricordo dell'anno scolastico 1910-11, togliamo queste notizie riguardanti la festa dei premi:
- L' 11 luglio ebbe luogo la solenne accademia musico-letteraria di chiusura dell'anno scolastico e di distribuzione dei premi. La simpatica e sempre poetica cerimonia si svolse nel cortile sud sotto i fronzuti platani che tanto bene lo ombreggiano, dinanzi all'ampia campagna festante di luci e di colori.
Presiedeva il rev.mo Mons. G. B. Dal Mutto, parroco delle Grazie a cui facevano corona parecchie notabilità del clero e del laicato estense e quasi tutti i parenti degli allievi.
Ottima l'esecuzione della parte musicale, ben appropriate le poesie declamate con brio e spigliatezza tanto dai più grandicelli come dai più piccolini, la cui grazia ingenua e franca strappò frequenti e calorosi applausi.
Il punto più notevole però di tutta la cerimonia fu la proclamazione dei premiati. E ve ne furono molti: oltre le splendide medaglie in oro, argento e bronzo per merito scolastico, vi furono pure meda glie speciali di buona condotta e ginnastica, di declamazione, di musica e numerosissime sovratutto quelle di religione. Ed era bello e commovente vedere tante mamme con mano quasi tremante e con gli occhi ripieni di lagrime di consolazione fregiare esse stesse il petto dei loro figliuoli della bella medaglia ed imprimere, sulla loro fronte baci e baci...
Disse poi appropriate parole Mons. Parroco delle Grazie e quindi il Direttore del Collegio Don Secondo Marchisio con accento commosso chiuse con un saluto ed un augurio di buone vacanze raccomandando ai cari allievi la pratica costante, anche nel meritato riposo autunnale, dei principii educativi appresi in Collegio, per divenire un giorno quali li desiderano religione, famiglia e patria.
MACERATA. - Solennissima riuscì la stessa festa dei premi anche nell'Istituto Salesiano di Macerata. Si svolse il 20 luglio nello spazioso cortile, apparato elegantemente con arazzi e bandiere tricolori. Mons. Vescovo teneva il posto d'onore, circondato dall'avv. Comm. Pacifico Tacci, dall'avv. Galanti, dal Can. Scarponi, dal Can. Soldini e da altre notabilità di quella città. Dopo brevi parole dette da uno degli alunni della V Ginnasiale e dopo un caldo saluto in francese recitato con brio di un altro alunno della stessa classe fu letto l'esito degli esami di licenza ginnasiale. Di 21 candidati 2o furono promossi, e fu bello veder sfilare, al suono della marcia reale, quei baldi giovani, che furono premiati con bellissime medaglie.
Seguì la lettura dell'esito delle altre scuole; gli alunni di III Ginnasiale, presentatisi al R. Liceo Leopardi, e gli alunni di IV Elementare all'esame di maturità nelle civiche scuole ebbero pure un esito lusinghiero.
Disse parole di chiusa il direttore Dott. Don Giovanni Simonetti, il quale manifestò la sua piena soddisfazione della condotta morale e dello studio dei giovani durante tutto l'anno scolastico ed ebbe un saluto caldo, affettuoso ai giovani di V Ginnasiale che additò agli altri alunni come esempio da imitare.
I presenti ebbero la più grata impressione e « tutti - scrive Il Cittadino - partimmo convinti una volta di più che l'educazione del cuore al sentimento religioso unita e ad uno studio sano ed assiduo, è il mezzo più sicuro per preparare alla vita le nuove generazioni.
Lo stesso settimanale, dopo aver pubblicato l'elenco dei premiati, nota con compiacenza:
« A titolo di cronaca pubblichiamo la seguente interessante statistica.
« Negli ultimi dodici anni l'Istituto ha presentato agli esami di licenza ginnasiale al pubblico Liceo N. 118 giovani; di questi 102 la conseguirono a luglio e solo 16 ad ottobre ».
MILANO. -- Le Scuole professionali dell'Istituto Salesiano di Sant'Ambrogio. - Gentilmente invitati -- così L'Unione di Milano del 25 luglio - abbiamo assistito agli esami finali delle scuole professionali nell'Istituto Salesiano della nostra città. In tre ampi ed eleganti saloni erano raccolti gli svariatissimi lavori degli alunni, con ordine e disposizione mirabile divisi scuola per scuola e corso per corso. Dal saggio di lavoro al lavoro già quasi compiuto, e dal lavoro più o meno perfetto a quello egregiamente eseguito, ben appariva il metodo didattico razionalmente eseguito in queste scuole professionali, con indirizzo saggiamente moderno. Gli allievi sostennero con lode l'esame teorico pratico dato da una competentissima commissione, composta dai più valenti e noti professionisti di Milano, che lasciarono attestazioni lodevolissime del programma svolto in queste scuole, e del profitto degli allievi, non pochi dei quali si ebbero speciali encomi e tra poco usciranno dall'Istituto col diploma di aver felicemente compito il tirocinio dell'arte loro, certi di essere tosto bene occupati presso le migliori ditte della città.
-- Nella festa dei premi. - Il 31 luglio finiva l'anno scolastico con la solenne distribuzione dei premi ai giovani studenti. Presiedeva l'accademia musico-letteraria S. I;. Mons. Pietro Brioschi, Arcivescovo di Cartagena. Quanto mai elevato, brillante e nello stesso tempo logicamente persuasivo il discorso d'occasione tenuto dal Sac. Lott. D. Gaetano Zappa. Disse del patriottismo cattolico, nel senso più ortodosso e verace della parola, dell'educazione non solo morale e religiosa, ma anche civile e italiana, che s'imparte nelle scuole cattoliche, deplorò come oggi dalle sfitte si cerchi con arte maligna di rivestire ogni forata di manifestazione patriottica, di carattere anticlericale, quasi che non si possa essere nello stesso tempo buoni cattolici e buoni italiani.
NAPOLI. - Nella Pia Casa Arcivescovile per i Sordomuti. - Togliamo dalla Libertà di Napoli dell'8 luglio: - « Commoventissima la prima Comunione di diciassette sordo-muti il 29 giugno u. s. È così che i salesiani della Pia Casa Arcivescovile vollero chiudere il mese del SS. Cuore di Gesù e festeggiare nel tempo stesso l'onomastico del Reverendissimo loro Rettore Maggiore, sig. D. Paolo Albera. Non si poteva scegliere giorno più propizio.
« Una prima Comunione, per chi vi assiste, ha sempre una delicatezza, un non so che di arcano che attrae e commuove; ma una prima Comunione di sordo-muti ha qualcosa di più intimo, più penetrante che conquide il cuore, l'anima, e strappa lagrime di commozione. Piangevano i nostri benefattori, che tanto amorevolmente facevano corona ai fortunati fanciulli! Piangevano quando a quelle labbra non più mute, si sprigionava, armoniosa molto, no, ma flessibile, cordiale, l'angelico saluto: Ave Maria. Una sola posta essi recitarono del S. Rosario; l'uno guidava: Vi saluto, o Maria.... e tutti gli altri rispondevano in coro, unisoni, essendo fissi alle labbra del loro Maestro che li assisteva. Altre brevi preghiere recitarono per preparare il loro cuore a Gesù che veniva, e chissà quale inenarrabile comunione vi sarà stata fra Gesù e le anime loro...
Il Superiore sac. Cesare Crippa, che celebrava, prima di distribuire le sacre Particole rivolse brevi parole ai poverelli comunicanti. Rievocò le loro promesse perché Gesù restasse sempre con loro con la sua grazia. Disse che Gesù desiderava assai entrare nel loro cuore, che dopo una preparazione, lunga, sì, di alcuni mesi - ed invero quei poverini diedero prova di vero amore a Gesù e con lo studio del catechismo e col desiderare il fortunato giorno -- Egli infine veniva, era là pronto e Lo diede a ciascuno. Il Cuore Eucaristico di Gesù, che arpa starsene con i figliuoli degli uomini, veniva appagato, consolato.
» Seguì il ringraziamento e i sordo-muti, alternandosi come prima, rispondevano al loro compagno che invocava Maria con i dolci titoli delle Litanie: - Prega per noi; Prega per noi.
» La funzione riuscì assai; tutto si svolse nella quiete e nell'ordine. La Messa letta fu servita nelle cerimonie anche da due sordo-muti con una precisione ed esemplarità degna dei più devoti accoliti ».
La commovente cerimonia fu seguita dalla più schietta allegria, che si protrasse festosa per tutta la giornata. Quei buoni giovani ebbero in dono sei finissimi fazzoletti fantasia, e dolci, confetti e rinfreschi, e la loro gioia fu tanta che chiusero il lietissimo giorno con una bella illuminazione.
SCHIO. - L'inaugurazione di un ricordo in bronzo a Mons. Francesco Panciera - Fu un vero plebiscito di stima, di affetto e riconoscenza quello che si svolse la domenica 2 luglio, all'Istituto Salesiano. Celebrandosi le feste di San Luigi e del SS. Cuore di Gesù si inaugurò un ricordo in in bronzo al compianto Mons. Francesco Panciera, opera squisita del prof. cav. Carlo Lorenzetti di Venezia.
Alle 9 dalla sede dell'Unione Cattolica (già sede dell'Oratorio di S. Luigi diretto da Mons. Panciera) partivano le rappresentanze delle Associazioni Cattoliche cittadine, più quelle delle Società di Giovenale, Magrè, Poleo e Torrebelvicino e, preceduti dalla Banda dei Salesiani, si venne all'Istituto per la Messa solenne cantata dal novello Sacerdote don Cesare Rossi. La « Schola Cantorum » dell'Istituto eseguì egregiamente una messa del Perosi. Attorno all'altare facevano corona sette bandiere delle Società intervenute.
Alle 10,30 il teatro era gremito. Si notavano i più distinti signori della città, antichi allievi ed ammiratori dell'opera del compianto Monsignore, splendida prova che la carità è una virtù che si impone a tutti senza distinzione di partito. Occupava il posto di onore il rev.mo D. Cesare Rossi, come rappresentante dei parenti del defunto Monsignore, Mons. Saccardo, confondatore dell'Opera, D. Ottavio Ronconi, ecc, Attorno al monumento erano schierati una rappresentanza dei Luigini e gli allievi ginnasti nella loro elegante uniforme. Lo spirito di Mons. Panciera avrà esultato nel trovarsi così circondato di fanciulli, egli che dei fanciulli aveva formato le sue delizie. Il discorso di occasione fu tenuto dal sig. Alessandro Dalla Cà, il quale fece rilevare la carità inesauribile del defunto ed il suo grande affetto per la gioventù cui egli avea consacrata tutta la sua vita, nè fu pago se non quando vide assicurata l'opera dell'oratorio nelle mani dei figli di D. Bosco. Un fragoroso applauso scoppiò allo scoprimento del bronzo, mentre la banda faceva echeggiare le note di una marcia festosa.
Il Direttore dell'Istituto, nel prendere in consegna il ricordo, ringraziò di cuore quanti vi avevano concorso in qualunque modo, notando che l'opera di Mons. Panciera vive tuttora, e coll'aiuto di Dio vivrà, fiorirà e frutterà anche in avvenire quando non venga meno il benevolo appoggio della cittadinanza. Il rev.mo D. Ottavio Ronconi fu lieto con brevi ed appropriate parole di cantare l'inno della riconoscenza anche a nome di tanti altri sacerdoti, a cui Mons. Panciera fu padre e guida negli anni più difficili della vita.
Così le venerate sembianze del compianto Mons. Panciera furono fissate nel bronzo e rimarranno inalterate in mezzo a quelle mura, ove la memoria di Lui, più duratura ancor del bronzo, durerà viva in ogni cuore.
VARAZZE. - La premiazione al Collegio. - « Il trattenimento di stamane - (la relazione è del Secolo XIX di Genova, del 2o luglio) - nell'Oratorio di N. S. dell'Assunta, pel saggio accademico e la solenne distribuzione dei premi agli alunni esterni ed ai convittori del Collegio Civico riuscì brillante, oltre ogni dire, per concorso di pubblico e per la cordiale nota simpatica onde s'improntano sempre queste commoventi feste della gioventù studiosa.
» All'ora fissata, gli innumerevoli invitati, riceviti con vigile ed oculata cortesia dal cerimoniere municipale sig. Domenico Lombardo Craviotto, erano al loro posto. Noto: il sindaco avv. Visca, gli assessori Piceda ed Ambrogio Cerruti, il decano degli amministratori comunali, il segretario comunale sig. Baglietto, il canonico Rosso, il teologo Astengo, i canonici Villa e Varaldo e molti altri confusi nella folla multiforme di varazzesi e di bagnanti, tra i quali predominava l'elemento femminile in freschi e vaporosi abbigrliamenti.
» Dopo una marcia per orchestra e pianoforte l'on. avv. Filippo Meda, deputato di Rho, sale sulla tribuna ed incomincia l'annunciato discorso prendendo le mosse dalla nota frase di D'Azeglio: « L'Italia è fatta, son da farsi gl'Italiani ». E con questa opportuna intonazione, passa a trattare concisamente della funzione della scuola, che vuol essere integrata, per ogni più benefico effetto sociale, dall'esercizio delle domestiche e famigliari virtù, sotto l'egida indefettibile di quella eterna religione che ha potuto infiammare i cuori dei più grandi... Rivolgendo il pensiero memore e grato alla figura di D. Bosco dice che questi - sommamento generoso e benefico - fu evangelizzatore per educare ed educatore per evangelizzare...
» Seguì il saggio vocale e istrumentale con sceltissimi cori, inappuntabilmente eseguiti quali: l'inno alle vacanze, l'Ave Maria di Mascagni, il coro nell'opera « Nabucco » e quello d'introduzione della « Cavalleria Rusticana ».
» Vivissime ovazioni salutarono pure le declamazioni dei giovanetti Gibello, Leveratto, Borelli, Piano, Craviotto, Cerruti e Bizzocchi.
» Con sobria frase elegantissima il direttore del collegio, D. Viglietti, fece quindi una breve relazione dell'andamento degli studi nel collegio di Varazze, che - non a parole ma a fatti - ha saputo addimostrare il proprio lusinghiero incremento.
» Basta infatti considerare che da 6oo - come erano l'anno scorso - gli alunni hanno, in quest'anno raggiunto la bella cifra di 8oo e che, nei precedente corso, come pur si spera per questo non essendo per anco ultimate le prove, tutti i candidati del Collegio alla licenza ginnasiale e a quella tecnica furono promossi con lusinghiere votazioni.
» La relazione produsse ottima e profonda impressione nel pubblico ammirato, che - dopo la premiazione, svoltasi con perfettissimo ordine - lasciò la sala al suono di un'allegra marcia di chiusura, portando seco ogni più dolce impressione del graziosissimo convegno ».
All'Estero.
MAROGGIA. - Con un buon saggio musico-letterario il 6 luglio si chiuse l'anno scolastico al collegio D. Bosco.
Il salone delle accademie era parato a festa, con festoni di verde e di fiori, dove spiccavano le bandiere e gli stemmi dei vari Cantoni. Un numeroso pubblico di amici e di parenti assiepava la sala palpitante di gioia e di attesa. In assenza del prof. D. A. Pometta, improvvisamente impedito, aperse il trattenimento il prof. Aristide Radaelli, direttore dell'Oratorio festivo di Lugano.
La parte musicale e le singole declamazioni furono acclamatissime. Il Rettore Don Ronchail rivolse poche, ma sincere parole di augurio ai giovani e di ringraziamento ai parenti, invocando dal cielo ogni bene a tutti durante il corso delle ferie autunnali.
ALESSANDRIA D'EGITTO. - All'Istituto D. Bosco la domenica 23 luglio s'inaugurava l'esposizione annua del lavori delle Scuole Professionali. V'intervennero: il reggente il Consolato d'Italia cav. Dolfini, il comm. dott. Valensin bey, per la Municipalità d'Alessandria; il sig. Beneducci bey, per S. E. il vice-governatore; i sigg. fratelli Degiardè; il sig. Stabile; l'avv. Vella; il sig. Bekhit; il prof. Balboni; il sig. Adem, cassiere della Banca d'Atene; il sig. Akhad, presidente del Circolo Antichi Allievi col vice-presidente, sig. Madiona; il prof. Tortelotti e molti altri.
Le autorità furono salutate, al loro ingresso, dall'inno reale italiano e dall'inno egiziano, suonati dalla banda dell'Istituto, mentre i giovani schierati nel corridoio del pianterreno facevano ala al passaggio. Autorità ed invitati fecero il giro dei vari reparti dell'esposizione, quindi passarono ad un'ispezione dei singoli laboratori. I giovani artigiani resero omaggio ai loro ospiti e ricevettero da tutti, specialmente dall'ottimo cav. Dolfini, parole di incoraggiamento e di lode. Agli intervenuti fu offerto un vermouth d'onore; e il cav. Dolfini e gli altri brindarono alla prosperità dell'Istituto. A tutti rispose il direttore, ringraziando a nome suo, dei suoi collaboratori, e in ispecial modo degli alunni.
- La domenica seguente si compì la distribuzione dei premi. V'intervennero il cav. Dolfini colla sua signora; S. E. il vice-governatore; il sig. Chataway bey, amministratore del Municipio; il sig. Beneducci bey, segretario del governatore; il dott. Colloridi bey; il sig. Della Rovere bey e signora; barone Emanuele Guerra, direttore del Banco di Roma; il dott. Tozzi Condivi; l'avv. Mario Vella; il prof. Balboni; il prof. Fichera; i sigg. Bekhit, Abbas, cav. Luigi Ronci, cav. Domenico Faro, Raffaele Adenr, Filippo Akad, Luigi Rocchi, la signora Clotilde Degiardè e una larga rappresentanza degli Ordini religiosi.
Esordi il direttore con un discorso di circostanza: poi « gli allievi - scrive Il Messaggere Egiziano - espletarono con generale soddisfazione il programma della bellissima festa.
» I premii erano stati offerti: dal R. Governo italiano, medaglie; - dall'Associazione Nazionale dei Missionari all'estero; libri in splendida legatura; - ed altri genialmente offerti da ammiratori dell'Opera Salesiana. - Terminata la cerimonia gli intervenuti si recarono a visitare l'esposizione dei lavori delle scuole professionali, esprimendo al direttore ed al corpo insegnante tutta la loro soddisfazione, ciò che volentieri fa anche il Messaggere. »
HAWTHORNE (New-York). - Il 24 giugno gli alunni del « Columbus College » diedero al Webster Hall un grande trattenimento musico-letterario, intercalato dalla distribuzione delle medaglie e dei diplomi ai più meritevoli e dalla proclamazione del vincitore nella Gara di virtù e di studio. Il trattenimento ebbe un esito fortunatissimo, sia per la esecuzione inappuntabile del concerto, al quale prese parte la signora J. Olivieri colle sue allieve ed il sig. V. Ragusa e la signora A. Sedelmaver sia per la parte letteraria eseguita da giovanetti.
Vincitore nella gara fu proclamato il giovanetto J. Bove di Orange con 48.000 voti; il quale gua dagnò un viaggio in Italia, che il comm. Solari ha graziosamente e generosamente offerto. Con un viaggio al Niagara Folls sono stati premiati i giovani Cristiano G. e A. Lemis che riportarono rispettivamente 45.000 e 43.000 voti, e con un viaggio ad Atlantic City i giovani L. Sabbia e F. Ranghelli.
- Il « Columbus College » si eleva sopra un amenissimo colle prospiciente la stazione di Hawthorne a poche miglia dalla città di New-York, in un clima saluberrimo. L'insegnamento vi è impartito secondo il programma vigente nello Stato di NewYork, e per tutti è obbligatorio lo studio della lingua italiana, alla quale si dà non meno di un'ora al giorno.
Nell'Istituto vengono accolti di preferenza quei giovani che sentono vocazione per lo stato religioso od ecclesiastico.
NEW-YORK. - Nella parrocchia della Trasfigurazione cento e più baldi giovanotti italiani dai 16 ai 3o anni costituiscono la Società di S. Luigi, che celebra annualmente con gran pompa la sua festa titolare. Quest'anno la sera del 21 diede uno splendido trattenimento e la domenica seguente si svolse il programma religioso con un'edificantissima comunione generale e, nel pomeriggio, processione solenne e panegirico detto dall'eloquente P. Michelangelo Draghetti. Anche la numerosa Società S. Giuseppe, e quella del S. Nome e di S. Anna, insieme con altre associazioni, presero parte alla festa.
La Società S. Luigi ha costituito testè il gruppo filodrammatico Alessandro Manzoni, il quale sta preparando una rappresentazione a beneficio della erigenda chiesa di Maria SS. Ausiliatrice.
QUITO. - Un trionfo dell'Istituto Salesiano. - Ci scrivono: - Invitati con apposita circolare dal Direttore degli studi a prendere parte ad una gara di tiro a segno ed esercizi ginnastici coi nostri giovani, vi aderimmo, ancorchè un poco a malincuore, causa il brevissimo tempo disponibile per una conveniente preparazione. Non c'erano che una ventina di giorni. Tuttavia ci accingemmo all'opera con l'impegno e la diligenza possibile.
» Ma in men che non si dice, giunse il giorno destinato alla prima gara di tiro a segno. Cinque erano i giovani scelti per detto concorso; e tutti cinque uscirono dal concorso vincitori e trionfanti, con meritati applausi. Molti erano i collegi che avevan preso parte al concorso, tanto religiosi come governativi, e tutti vi si distinsero, ma i nostri giovani superarono tutti gli altri di quattro punti.
Fin da quel momento il nome dei nostri allievi incominciò a correre di bocca in bocca, accompagnato dai più lieti pronostici per la futura patina che avrebbero riportato nel concorso ginnastico. Giunse il 24 maggio, destinato alla gran gara. Per tempo i nostri cento e venti giovanetti, con il loro bianco uniforme militare e la fascia tricolore sul braccio si accostarono tutti alla S. Comunione; ed alle 7 precise con a capo la banda di musica sfilavano alla piazza d'armi, marcando il passo al suono della marcia salesiana.
» Gli esercizi ginnastici, si eseguirono alla presenza dell'Ecc.mo Presidente della Repubblica e dei varii Generali d'Armata e di moltissimi altri dignitari. Arrivato il loro turno, i nostri giovani si avanzarono nel circo al suono dell'inno nazionale, facendo sventolare la bandiera di Don Bosco. Fu quello un momento solenne. L'esecuzione disinvolta, precisa e marziale delle varie evoluzioni ginnastiche, riscosse tosto gli applausi e le ovazioni di tutti gli spettatori; e il sig. Presidente ebbe parole di alto enconio per la singolare disciplina che i nostri giovani dimostrarono Il saggio fu coronato da un fragoroso: Evviva i Salesiani!
La Giurìa dichiarò il nostro Collegio vincitore di tutti quanti i primi premi: primo premio di tiro a segno, primo premio per la perfezione degli esercizi ginnastici, e primo premio pel semplice ed elegante vestito uniforme.
I diversi giornali, parlando di questo avvenimento, hanno intestato le loro colonne con queste parole: El triunfo del Instituto Salesiano...»
PUNTA ARENAS (Chili). -In suffragio di S. A. I. R. Maria Clotilde di Savoia=Bonaparte. -Il missionario D. Maggiorino Borgatello ci scrive: - « Il 30 giugno, trovandosi ancorata in questa rada di Punta Arenas la R. Nave Italiana Etruria, abbiano celebrato un solenne funerale di 7a per S. A. I. R. la Principessa Maria Clotilde. La chiesa, severamente messa a lutto, presentava un imponente colpo di vista pel suo maestoso catafalco e neri addobbi.
» Assistettero alla sacra funzione il sig. Governatore Civile del Territorio, il sig. Comandante dell'Apostadero Navale, il sig. Comandante dell'incrociatore Etruria Adolfo Fasella di Torino con tutta l'ufficialità e soldati, il sig. Governatore marittimo, il Console Italiano ed il Corpo Consolare col suo Decano in capo, e molti signori e signore del mondo sociale. Vi presero parte anche tutti i nostri alunni del Collegio e le alunne dei due collegi delle Suore di Maria Ausiliatrice. La chiesa era letteralmente gremita. Un bel coro di musici eseguì una messa funebre di ottimo effetto. Tutto si compì con un ordine ammirabile, lasciando in tutti i presenti la più cara impressione. Celebrò solennemente Mons. Fagnano. Dopo la funzione il Comandante dell'Etruria cogli ufficiali passarono tutti a salutare i Salesiani nel nostro Collegio di San José ed a visitare il museo territoriale, partendo assai bene impressionati del progresso delle nostre Missioni in queste parti.
Noi avevamo preparato un bel trattenimento teatrale con cantici italiani per l'ufficialità dell'Etruria, ma lo si dovette sospendere per la morte della santa Principessa. È sempre caro per noi, trovandoci in paesi così lontani ricevere di tratto in tratto qualche visita dei nostri connazionali; e nello stesso tempo è cosa grata anche a chi ci visita il trovare in questi confini del mondo degli amici cordiali che vi fanno risuonare il dolce idioma d'Italia... ».
Contessa Carlotta Callori di Vignale.
Rese la sua bell'anima a Dio la mattina del 13 agosto, nel castello di Vignale.
Sorella del conte di Sambuy, senatore del regno, fu dama d'onore della Regina Maria Adelaide. Dotata di una pietà piuttosto unica che rara, all'amore della religione congiunse uno spirito altissimo di carità. E impossibile dire con quanta generosità e a quante opere di beneficenza sì pubblica che privata abbia aperte le sue mani. Basti ricordare l'asilo infantile di Vignale, da lei fondato fin dal 1876, e le scuole elementari femminili, comprese le classi superiori, per cui fu insignita della medaglia d'oro come benemerita dell'istruzione popolare.
Per Don Bosco ebbe, fin dai primissimi tempi, una stima ed una generosità pari ai meriti ed ai bisogni dell'Uomo di Dio. Ci è impossibile enumerare le volte che lo ebbe ospite desideratissimo nell'avito castello, i sussidi generosamente elargiti, e le molte altre prove di singolare benevolenza.
Non faccia quindi maraviglia se noi, riserbandoci di dir meglio della veneranda estinta, ci affrettiamo a raccomandarla ai pietosi suffragi di tutti i nostri confratelli, alunni e cooperatori.
S. E. il Ministro Urbano Rattazzi.
Morì in Roma il 4 agosto, munito dei conforti religiosi e di una benedizione speciale del Santo Padre, tra il compianto dei suoi congiunti e numerosissimi amici.
Ministro di Stato, Vice-Presidente del Senato, nipote ed omonimo del famoso statista che circondò di altissima stima D. Bosco ed il suo apostolato, ereditò dallo zio un singolare affetto per l'Opera Salesiana, lieto di poterlo dimostrare in ogni migliore circostanza. L'Ospizio del S. Cuore di Gesù in Roma lo ricorderà come uno dei suoi più alti patroni; e l'Opera intera di D. Bosco non potrà dimenticarlo giammai.
Sia pace all'anima sua nobilissima! e pace e requie eterna le implorino affettuosamente anche i nostri lettori.
D. Lorenzo Taramaschi.
Arciprete di Sesta Godano, spirò religiosamente il 19 aprile. Era tanto zelante per la gloria di Dio e il bene delle anime, che sulla sua tomba fu ripetuto come motto scritturale a lui appropriatissimo: Zelus domus tuae comedit me.
Nella sua importante Parrocchia era amato e stimato assai da ogni ceto di persone. I funerali, imponenti oltr'ogni dire, furono una commovente dimostrazione di affetto di tutta la popolazione verso di lui. Era pure un caro cooperatore.
Teol. D. Egidio Capurro.
Membro del Collegio Teologico di S. Tommaso d'Aquino e Prìore di S. Sisto in Genova, ivi rese l'anima a Dio il 26 luglio u. s. dopo breve malore. Alunno dell'Ospizio di S. Vincenzo de' Paoli in Sampierdarena, sacerdote pio, dotto e zelante, fu uno dei nostri ex-allievi più affezionati. Più volte tenne predicazioni nella nostra casa di S. Pier d'Arena e anche quest'anno vi dettò gli Esercizi sprirituali, con molto frutto di quei numerosi alunni. Sia pace all'anima sua! Alla prece del clero genovese e de' suoi parrocchiani, si unisca quella dei nostri lettori.
Comm. Prof. Francesco Bonatelli.
Prof. di filosofia nella R. Università di Padova fu nella lunga sua vita di studioso, di cittadino e di padre di famiglia, il modello delle più elette virtù cristiane. Strenuo e insigne sostenitore della spiritualità dell'anima e del libero arbitrio, toccò i fastigi della scienza, apprezzatissimo in Italia e all'estero, massime in Germania, anche nel campo avversario. Insignito di varie onorificenze di cui non fece mai pompa, si mantenne modestissimo e amante degli umili, dei piccoli. Morì santamente sulla breccia, continuando a insegnare fino al giorno antecedente al malore, che lo colse e in due giorni troncò la santa sua esistenza, assistito dai numerosi suoi figli, a cui lasciò l'eredità di santi, luminosi esempi, benedetto dal suo Vescovo e dal S. Padre.
Accolga Iddio misericordioso l'anima di questo esimio Cooperatore nei suoi santi tabernacoli.
Mons. Luigi Rossi.
Sulla fine di maggio, nell'età di 91 anno, rendeva in Genova l'anima a Dio Mons. Luigi Rossi, Protonotario Apostolico e, sotto Mons. Magnasco, Vicario Generale, a noi ed alle opere nostre affezionatissimo. Le eminenti virtù gli conquistarono durante la lunga esistenza indefettibile stima e fervidissimo affetto; i nostri suffragi gli affrettino la dovuta mercede in cielo!