BS 1910s|1915|Bollettino Salesiano Dicembre 1915

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO

ANNO XXXIX . N. 12   1 DICEMBRE 1915

Sommario. - L'Angelo della Pace - Per la Polonia - Mons Cagliero Cardinale - L'opera dei Salesiani per i richiamati - Ancora del ritiro mensile dei Cooperatori - Battaglia santa! - Echi delle Feste Centenarie - Il titolo e la festa di Maria Ausiliatrice - Per il tempio votivo ai Becchi -- Le Missioni della Patagonia - Un'inondazione nell'Heung-Shan - Riconoscenza al Venerabile -- Grazie e favori - Note e Corrispondenze.

L'ANGELO DELLA PACE

L'Angelo è il Papa, Benedetto XV.

Dal primo istante in cui sali sul trono pontificale, egli volse lo sguardo al desolante spettacolo che presentava l'Europa e - quattro giorni dopo la sua elezione - paternamente, ma severamente, richiamava coloro che reggono le sorti delle nazioni a considerare la propria responsabilità e in pari tempo invitava tutto il mondo a inginocchiarsi al suo fianco per un'incessante preghiera di pace. Non cadranno mai dalla nostra mente le solenni preghiere indette per le domeniche 7 febbraio e 21 marzo in tutta l'Europa e nel mondo cattolico: nè i tre giorni di digiuno raccomandati a tutti i fedeli per placare il Signore; da tutti i cuori e da tutte le chiese si elevò a Dio il grido supplichevole di perdono e di misericordia e la stessa invocazione alla pace.

E non si contentò - l'Angelo della pace - di queste esortazioni rivolte ai cattolici di tutto il mondo: ma sempre, ad ogni propizia occasione, continuò e continua ad invocare e a raccomandare la pace.

Parla di pace quando scrive al Cardinale di Reims per condolersi dei suoi dolori e dei dolori della Francia desolata; grida pace allorché scrive ai Pastori di Colonia e di Antivari per lodarli della cura che hanno per i poveri prigionieri e infervorarli sempre piú nella carità; grida pace, sempre e a tutti, ogni volta che parla, ogni volta che scrive.

La sua voce si fe' udire piú imponente allorquando, nella ricorrenza della solennità di Tutti i Santi del 1914, con la sua prima Enciclica che destò la maraviglia di tutto il mondo, scongiurava Principi e Governanti ad ascoltare la sua voce, a deporre le armi, a ridare ai loro popoli i vitali benefici della Pace, a ricorrere ad altre vie, ad altre maniere, onde i lesi diritti possano aver ragione; esortando tutti, popoli e governanti, a ritornare all'osservanza delle norme e delle pratiche della saggezza cristiana.

E tornò la sua voce ad eccheggiare ancor « più alta » « ai Popoli ora belligeranti e ai loro Capi » nel triste anniversario dello scoppio del tremendo conflitto, il 28 luglio u. s., scongiuran doli nel nome santo di Dio, nel nome del celeste Padre e Signore, per il sangue benedetto di Gesù, prezzo dell'umano riscatto... a porre termine finalmente a questa orrenda carneficina, che ormai da un anno disonora l'Europa. È sangue fraterno quello che si versa sulla terra e nei mari.

Quest'ardente desiderio di pace è male interpretato da alcuni che ne prendono pretesto per calunniarlo. Ma l'Angelo bianco della Pace, incontaminato e incontaminabile, vola immacolato sopra a tutti gli odi di razze, di popoli, di nazioni e di partiti, dappertutto dov'è un conforto da dare, una lacrima da rasciugare, un incoraggiamento da portare agli uomini che sono tutti suoi figli.

Ed ecco le lettere al Cardinal Mercier per confortarlo negli estremi mali del suo Belgio e soccorrerne tutti quei prodi ed ottimi suoi figli, - le lettere ed i soccorsi all'Arcivescovo di Gnesna e Posnania per i paesi devastati della Polonia, - l'offerta al ministro Scholbert del Belgio di concorrere alla ricostituzione della preziosa biblioteca del Lovanio, incendiata nella distruzione di quella gloriosa città - la nobilissima lettera all'Arcivescovo di Reims per il bombardamento di quella Cattedrale - la lettera ed i soccorsi al Cardinale Amette per la Francia devastata - la lettera al Vescovo di Cracovia per quei paesi desolati - la lettera ed i soccorsi al Vescovo di Warmia per la Prussia Orientale e al Vescovo di Lussemburgo per questa regione che ha tanto sofferto anch'essa per l'ingiuria della guerra.

E che dire degli aiuti di ogni genere che il Santo Padre, malgrado le ristrettezze, sempre piú difficili, in cui, specialmente in questi momenti trovasi la Santa Sede, ha fatto pervenire alle varie opere di pietà e di carità, che qua e là sono andate sorgendo per lenire i dolori della guerra?

Chi non ricorda il discorso al Sacro Collegio dei Cardinali, tenuto il 24 dicembre, u. s.? Egli parla commosso dei benefici dolcissimi della Pace e piange al pensiero che indarno la solennità del Santo Natale sarebbe venuta a rammentarla agli uomini in armi, nelle trincee, lontani dalle loro trepidanti famiglie raccolte intorno ai muti focolari!

Egli infatti - il grande Pontefice - aveva proposto ai belligeranti un giorno di tregua per il S. Natale, perché i poveri soldati potessero trascorrere almeno la cara solennità nei dolci ricordi di pietà cristiana e di intimità famigliare senza pensiero di morte! La proposta, apprezzata confidenzialmente da tutte le Potenze, non ha effetto, perché qualcuno crede di non poterla assecondare; e il Natale passa in armi; ma nessuno, né tra i soldati nelle trincee, né tra i parenti, nelle case disperse e lontane, ripensando agli angioli che alla nascita del Divin Redentore portarono il messaggio di pace agli uomini di buona volontà, nessuno può non pensare che, se la buona volontà è mancata, non è mancata a Benedetto XV che ancor di piú appare agli occhi dei buoni ed è da tutti salutato Angelo della Pace!

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E, se per vedute politiche, non ha potuto aver effetto la tregua del S. Natale, pochi giorni dopo il Papa annunzia di avere ottenuto da tutte le potenze belligeranti, l'adesione alla sua proposta di scambio di prigionieri resi dalle ferite inabili ai servizi di guerra. Il Re d'Inghilterra, l'Imperatore di Germania, l'Imperatore d'Austria, lo Czar delle Russie, il Re di Serbia, il Presidente della Repubblica Francese, il Re del Belgio, il Sultano, il Mikado, il Re del Montenegro, il Ministro degli affari esteri di Prussia, il Presidente del Consiglio dei Ministri di Baviera ed il Consiglio Ottomano, telegrafano al S. Padre, congratulandosi con Lui della pietosa, ottima proposta, dicendosi lieti di poterla di tutto cuore accettare.

La fila interminabile di treni, carichi di feriti, ciechi, mutilati, che passano da ogni stazione, recando in patria tanti poveri infelici, che altrimenti chissà a quale fine sarebbero andati incontro; e le innumerevoli lettere e benedizioni che, da tutte le parti del mondo, inviano al S. Padre i soldati beneficati e le loro famiglie, di ogni nazione e di ogni religione, dicono tutta la portata ed il valore della semplice proposta, ideata e avanzata dall'amore che il Padre comune nutre per i suoi figli.

Oh! se potessimo enumerare e commentare. tutte le pietose iniziative a cui Benedetto XV è ricorso, per alleviare le conseguenze della guerra.

Lo scambio di tutti i detenuti civili - l'opera d'assistenza, in tutti i campi di concentrazione, - i poderosi uffici internazionali d'informazione l'ospedalizzazione per i malati e feriti internati che non sono invalidi per la guerra - è tale un colossale monumento di carità che il Santo Padre ha eretto per lenire i dolori di tutti i suoi figli di qualunque nazione e di qualunque religione, che non si può formarsene un'idea, se non si ripensa alla colossale ed inaudita guerra che gliel'ha suggerito.

Chiudiamo questa rassegna, sviluppata in apposito foglietto dell'Unione Popolare fra i cattolici d'Italia, con alcuni recenti comunicati dell'Osservatore Romano.

Il S. Padre e gli Armeni,

Dall'Osservatore Romano del 14 ottobre:

Il Santo Padre, fin dai mesi scorsi, aveva incaricato l'Ill.mo e Rev.mo Monsignor Angelo Dolci, Arcivescovo titolare di Gerapoli, Delegato Apostolico a Costantinopoli, di tenerlo informato di quanto concerneva gli Armeni, interponendo anche la Sua opera presso il Governo turco a favore dei medesimi, non senza ottenerne qualche felice risultato.

Il Santo Padre, però, non contento di ciò, interessandosi vivamente alla sorte di quegli infelici, inviava una Sua lettera autografa a S. M. il Sultano, lettera alla quale, stante le attuali vicende della guerra, non ha ancora ricevuto risposta, ma che, date le buone disposizioni di quel Governo, si spera possa ottener buon esito.

Esecuzioni capitali sospese per opera del Papa.

Dall'Osservatore Romano del 20 ottobre:

Era stato portato a conoscenza del Santo Padre che la signora Contessa de Belleville, la signorina Thulier ed altri sette belgi e francesi erano stati, in conformità colle leggi marziali, condannati a morte dalle autorità militari tedesche, perché imputati di aver favorito l'evasione di prigionieri francesi e belgi. Da varie parti, e sopratutto dalle Legazioni d'Inghilterra e del Belgio, erano state fatte a Sua Santità vive premure, affinché volesse interporre i Suoi buoni uffici presso S. M. l'Imperatore di Germania per ottenere che tale pena fosse condonata o almeno commutata. Difatti l'E.mo Signor Cardinale Segretario di Stato si affrettò a telegrafare, a nome del Santo Padre, all'Em.mo Signor Cardinale di Hartmann, Arcivescovo di Colonia, perché nella sua consueta bontà volesse trasmettere all'Imperatore la richiesta del Santo Padre colla massima sollecitudine, dovendo l'esecuzione aver luogo lunedí scorso. Ora è giunta la risposta telegrafica del sullodato Cardinale di Hartmann, il quale annunzia che l'Imperatore ha dato ordine di differire l'esecuzione medesima ed ha chiesto un'accurata relazione della cosa.

E l'Osservatore Romano dell'11 novembre soggiungeva che S. M. l'Imperatore di Germania aveva corrisposto alla paterna sollecitudine del S. Padre colla commutazione della pena alla Contessa de Belleville, di Luisa Thuliez e di Luigi Severin.

Il riposo festivo ai prigionieri di guerra.

Dall'Osservatore Romano del 25 ottobre:

Il Santo Padre, nella costante sua sollecitudine di procurare tutto il possibile sollievo alla sorte dei prigionieri di guerra, or non è molto, stimò opportuno di rivolgere un caldo appellò a tutti e singoli i Governi delle Nazioni belligeranti, affinché inspirandosi a sensi di religione e di umanità, convenissero nello stabilire che in tutti i luoghi, senza eccezione, ove trovansi i prigionieri stessi, sia osservato l'assoluto riposo domenicale. Ora siamo lieti di annunziare che tutti i governi suddetti hanno molto di buon grado significato la loro adesione all'appello pontificio. Sebbene molti Governi dessero già ai prigionieri riposo nel giorno di domenica o in altro giorno della settimana, pure tale impegno formale e reciproco assicura a tutti i prigionieri, nel giorno del Signore, quel riposo e sollievo, che mentre è si necessario per la stessa vita fisica, permette loro altresí l'osservanza dei doveri religiosi.

L'opera del S. Padre per le notizie dei combattenti.

Dall'Osservatore Romano del 29 ottobre:

Giungono ogni giorno al Santo Padre numerose richieste per avere notizie circa la sorte toccata ai militari, dei quali le famiglie non hanno da qualche tempo notizie.

Non mancano sollecitazioni da parte dei RR. Parroci, i quali, allo scopo di abbreviare le angosce delle famiglie prive di notizie dei loro cari, si rivolgono anche essi al Santo Padre.

La Santità Sua si rende perfettamente ragione delle trepide angustie delle famiglie e ben comprende quanto sarebbe opportuno soddisfare sollecitamente alle loro richieste. Ma non si può d'altra parte non tener conto delle gravi difficoltà che si incontrano per raccogliere esatte notizie su coloro dei quali vengono richieste le informazioni.

Ad evitare pertanto intempestive sollecitazioni, sarebbe utile che i RR. Parroci facessero paternamente intendere alle famiglie interessate, di aspettare pazientemente che vengano condotte a termine le difficili pratiche necessarie per raccogliere e comunicare le informazioni richieste.

PER LA POLONIA.

Commosso dalle gravissime sventure alle quali è soggiaciuta la Polonia, e pieno di paterna sollecitudine per questo paese così duramente provato, il Santo Padre, inviando con lettera del Cardinale Segretario di Stato l'Em.mo Card. Pietro Gasparri, nostro venerato Protettore, venticinquemila corone a Monsignor Sapieha, Principe Vescovo di Cracovia, faceva conoscere che sarebbe veduto « con soddisfazione che tutti i Vescovi della Polonia Austriaca, Tedesca e Russa, rivolgessero il loro fraterno invito a tutti i Cattolici, onde averli cooperatori e seguaci della preghiera e dell'offerta del Padre comune dei fedeli ».

In esecuzione dei desiderii espressi dal Santo Padre l'Episcopato Polacco indirizzava, pel tramite di un Comitato Generale di Soccorso per le vittime della guerra in Polonia, residente a Vevey (Svizzera), un appello agli Arcivescovi e Vescovi del mondo cattolico con la instante preghiera che il Clero, il 14 novembre p. p. annunziasse che la seguente domenica 21 era giorno stabilito per le preci in comune e per una colletta, in tutte le chiese cattoliche, a profitto della Polonia. E il desiderio dell'Episcopato Polacco trovò eco in tutto il mondo.

Per gli stretti vincoli di affettuosa riconoscenza che ci lega all'afflitta Polonia, la quale donò molti dei suoi figli alla nostra Pia Società, eresse nelle sue terre vari importantissimi nostri Istituti e si gloria di numerare quarantacinquemila Cooperatori Salesiani, sentiamo il dovere di raccogliere anche noi il voto del S. Padre e il grido di angoscia del venerando Episcopato Polacco, pregando i nostri buoni lettori a volerli assecondare nel miglior modo possibile. Il S. Padre, con tutta l'effusione del Suo cuore, a quelli che si son fatti e si faranno pii benefattori della Polonia, accorda una speciale benedizione apostolica.

Il Card. Gasparri scriveva a Mons. Sapieha:

Nel comunicare a V. S., e per suo mezzo a tutti gli altri Vescovi della Polonia, la confortante assicurazione delle speciali preghiere del Santo Padre, e nel trasmetterle in pari tempo l'accennata caritatevole offerta, che Ella, e gli altri Vescovi dell'intera Polonia, vorranno compiacersi di distribuire insieme alle parole del conforto e della speranza, dove più urgenti appariranno loro i bisogni, sono lieto di aggiungere che Sua Santità vedrebbe con soddisfazione, che tutti i Vescovi della Polonia Austriaca, Tedesca e Russa rivolgessero il loro fraterno invito a tutti i Cattolici, onde averli cooperatori e seguaci della preghiera e dell'offerta del Padre comune dei fedeli.

L'appello dell'Episcopato Polacco.

Ai Venerabili Fratelli, gli Arcivescovi e Vescovi dell'Orbe Cattolico, l'Episcopato Polacco, Saluto Fraterno!

Spinti ed incoraggiati dalle calde, veramente Apostoliche parole del Papa Benedetto XV felicemente regnante, di Cui Vi comunichiamo, colla presente Nostra, la lettera piena di ancore, mettiamo in esecuzione il bello e nobile cenno del Padre, a noi tutti tanto caro, dei Cattolici del mondo intero, il quale « confida che tutti i Suoi figli, dietro l'invito dell'Episcopato Polacco, gareggeranno nell'aderire all'appello e nel lenire con comuni Preghiere e con comune contributo le calamità » del nostro popolo, e Vi preghiamo caldamente di prestarci prezioso aiuto.

La Polonia, immenso paese cattolico, passa, per ragione della tremenda guerra, terribili sofferenze ed è, per la maggior parte, completamente devastata ed immersa in una miseria cosí profonda, che il mondo non ne ha forse veduto una maggiore: non solo combattono sopra il suo territorio milioni di soldati contro di loro da un anno, non solo vediamo innumerabili città, paesi, chiese e fabbricati completamente rovesciati dalle inesorabili necessità della guerra moderna, non solo sono totalmente esauriti tutti i viveri in un immenso territorio, ma piú ancora gli infelici Polacchi sono costretti a combattere contro di loro in tre eserciti avversari, e bene spesso viene tolta senza misericordia, talvolta anche senza saperlo, la vita da un fratello a un fratello, da un figlio a padre, da un parente a un parente, da un amico a un amico. Il Santo Padre poi confessa questa situazione eccezionalmente terribile del popolo Polacco, dicendo che esso « piú di ogni altro ha dovuto soffrire e soffre le tristi conseguenze della guerra ».

Questa Polonia, che era sempre un baluardo del Cristianesimo, ha difeso per secoli l'Europa contro le orde selvagge dei Tartari e preservato quest'Europa Cristiana ripetutamente dal pericolo del giogo turco. Essa, di più, non ha mai cessato, nemmeno nei momenti i piú duri, di essere la migliore e la piú fedele figlia della Chiesa e non ha vacillato neanche oggi nella sua fede, nonostante le dimensioni spaventose della sciagura, che le hanno destinata gli imperscrutabili giudizi della Provvidenza divina; essa si trova però in un bisogno estremo di aiuto morale - per superare con una fede inconcussa e con una ferma speranza, le sofferenze, che le sono ancora destinate - e materiale per salvare centinaia di migliaia dei suoi figli dalle malattie, dalla miseria e dalla morte cagionata dalla fame, che già ora richiede cosí numerose vittime.

Siccome però, come giustamente dice il Santo Padre « i mali della Polonia non possono ormai essere alleggeriti che dall'unanime soccorso dei Popoli », noi qui sottoscritti Arcivescovi e Vescovi della Polonia ci rivolgiamo con fiducia e con lagrime a Voi Venerabili Fratelli, a nome della Madre di Misericordia ed a nome di quei grandi Santi che dalla Polonia ebbe la Chiesa Universale, pregandovi e supplicando, acciocché disponiate, che i fedeli delle Vostre Diocesi, uniscano le loro preghiere alle « fervide preci del Santo Padre a peculiare beneficio di tutto il Popolo Polacco » e le loro offerte a quella che « il Vicario di Gesù Cristo nella Sua Augusta povertà, piú accentuata che mai in questa terribile ora » ha benignamente destinata per la Polonia. La piú breve preghiera e la piú modesta offerta saranno una prova edificante dell'amore dei Cattolici di tutte le nazionalità verso una sorella disgraziata e troveranno immancabilmente presso il Signore Misericordioso una generosa ricompensa.

L'appello termina coll'accennare alle modalità del chiesto soccorso e le firme di tutti gli Arcivescovi e Vescovi della Polonia.

Le offerte sieno inviate alla Banca Nazionale Svizzera - Losanna, colla semplice dichiarazione: « pel Comitato Generale in favore delle vittime della guerra in Polonia, residente in Vevey (Svizzera) ».

Il detto Comitato, stabilito sul suolo neutro della Svizzera, ha libero accesso in tutti i paesi, comprese le provincie della Polonia senza eccezione.

MONSIGNOR CAGLIERO CARDINALE.

Il Santo Padre Benedetto XV ha deliberato di tenere Concistoro segreto il giorno 6 e Concistoro pubblìco il giorno 9 di questo mese, per elevare all'onore della Sacra Porpora i seguenti prelatì : Mons. Giulio Tonti, arcivescovo titolare di Ancira, Nunzio Apostolico in Portogallo; Mons. Alfonso Maria Mistrangelo, arcivescovo di Firenze; Mons. Giovanni Cagliero, arcivescovo titolare di Sebaste, Delegato Apostolico e Inviato Straordinario nelle Repubbliche di Costarica, Nicaragua e Honduras; Mons. Andrea Frühwirth, arcivescovo tic. di Eraclea; Nunzio Apostolico in Riviera; Mons. Raffaele Scapinelli di Léguigno, arcivescovo tit. di Laodicea, Nunzio Apostolico in Austria-Ungheria; Mons. Giorgio Gusmini, Arcivescovo di Bologna.

Ai futuri Principi di S. Chiesa l'espressione devota della nostra pìù viva esultanza, degli umili nostri rallegramenti, dei più fervidi voti!

Nell'apprendere la lieta notizia che anche l'amatissimo Mons. Cagliero sarà prossimamente elevato all'onore della Sacra Porpora, il nostro pensiero volò subito, profondamente commosso, a Maria Ausiliatrice, al Papa e a Don Bosco.

A Maria Ausiliatrice... che si degna di proiettare sull'Opera sua, interamente sua, il fulgido rìflesso della Porpora Romana !

Al Sommo Pontefice Benedetto XV... che fin dal suo primo Concistoro ci dava alto incoraggiamento e conforto coll'accogliere la prima perorazione di rito per la Beatificazione del nostro Ven. Fondatore !

Finalmente a Don Bosco... che a cent'anni dalla sua nascita vedrà prostrarsi rulla sua tomba, nello splendore della Sacra Porpora, un caro allievo, il giovane compatriota che egli educò amorosamente al Sacerdozio e al quale -- fanno ora quarant'anni - affidava il mandato di trapiantare l'Opera Salesiana al di là dell'Oceano, dandogli scritte quasi programma pei suoi Missionari - queste memorande parole

« Fate quello che potete, Dio farà quello che non tossiamo noi. Confidale ogni cosa in Gesù Cristo Sacramentato ed in Maria Ausiliatrice e vedrete che cosa sono i miracoli! »

Per noi e per l'Opera nostra, anche l'elevazione di Mons. Cagliero alla Sacra Porpora è un miracolo, un miracolo della bontà di Maria Ausiliatrice e del Papa... e insieme un nuovo raggio luminoso che irradia la figura di Don Bosco.

A Dio l'onore e la gloria

Al futuro Principe della Chiesa l'espressione di tutta l'anima nostra, nell'onda commossa di tante memorie!

L'OPERA DEI SALESIANI

pei richiamati e per i figli dei richiamati e dei profughi.

Dando uno sguardo all'anno che volge al tramonto, oltreché sui campi di consueto lavoro, l'occhio nostro si posa su di un altro, pieno di care rimembranze, che occupò straordinariamente l'attività dei figli di Don Bosco durante le ferie autunnali e, in molti luoghi, la tiene occupata tuttora.

Affrettata la chiusura dell'anno scolastico e partita la maggior parte degli alunni per le famiglie, non abbian visto quest'anno restar vuote le aule e deserti i dormitori; ma questi e quelle si popolarono subito di soldati feriti, che ci hanno edificato coll'eroismo del forte carattere e col profumo di una pietà schietta e sentita, e i cortili presero a risuonare ogni giorno delle voci di centinaia e centinaia di figli di richiamati, di profughi e di altri figli del popolo.

Ed ecco una breve rassegna di ciò che s'è fatto.

a) Molti nostri istituti, come quelli di Alessandria, Intra, Sondrio, Treviglio, Schio, Verona, Chioggia, Varazze, Ravenna, Parma, Faenza, Marina di Pisa, Macerata, Catania, ecc. ecc. furono trasformati in ospedali per soldati feriti o ammalati - ed altri, come quelli d'Ivrea, Spezia, Ferrara, Novara, ecc. furono adibiti a caserme.

b) L'opera nostra non si limitò alla cessione dei locali, né alla prestazione dell'assistenza religiosa; ma, ovunque fu possibile, anche nelle case occupate come sopra, si provvide all'assistenza giornaliera e a scuole per i figli dei richiamati e per altri figli del popolo. A Schio si cercarono altri locali con adatti cortili, sale, ecc. a questo fine. A Chioggia, nella parte lasciata libera ai Salesiani, si tennero aperte scuole gratuite per tutto il tempo delle vacanze. A Treviglio, rimasti liberi il cortile e i locali dell'Oratorio festivo, si continuò a raccogliervi i figli del popolo ogni giorno. Cosí si fece ad Iseo, Parma, Spezia, Firenze, ecc.

e) Quest'assistenza quotidiana ai figli dei richiamati si estese a tutti i nostri Oratori festivi, con i piú confortanti risultati.

E non si ridusse a una semplice sorveglianza. In piú luoghi, in proporzione dei mezzi disponibili, si diedero anche refezioni, e dappertutto si apersero scuole, e si cercò di far vivere ai poveri giovani una vita di onesto sollievo.

Nell'Oratorio S. Giuseppe in Torino, tenuto aperto dalle 8 alle 12, e dalle 13.30 alle 19, gli alunni ebbero un'ora scuola quotidiana ed una breve istruzione su temi di religione o di buona educazione. Nello stesso Oratorio si promossero tre funzioni solenni, con intervento dei parenti dei militari del Circolo locale « XV Maggio », per tutti i soldati combattenti; e coll'incasso di una recita straordinaria si abbonarono al quotidiano « Il Momento » tutti i militari del Circolo suddetto, che si trovano in zona di guerra.

Nell'Oratorio S. Luigi in Torino, aperto tutti i giorni dalle 8.3o alle 12, dalle 12.30 alle 19 e dalle 2o alle 23, vi fu un'ora di scuola quotidiana nel mattino, una mezz'ora d'istruzione religiosa e morale nel pomeriggio, e si tennero pure periodiche lezioni di canto e di declamazione con esercizi analoghi. Ogni giovedí i giovani raccolti eran condotti a una gita in collina, dalle 6 alle 12, e provveduti d'abbondante colazione. Si ricordarono qui pure i soldati appartenenti all'Oratorio e al Circolo D. Rua, con una funzione speciale celebrata il 19 settembre, con frequente corrispondenza epistolare, e con l'invio di qualche sussidio, raccolto nel teatrino, e di capi di biancheria, offerti da generose Cooperatrici. Parimente, presso la direzione, si stabilirono: un ufficio di collocamento che ebbe la soddisfazione di mettere a posto una dozzina di giovani, e un ufficio d'informazione per ricerca di lavori a domicilio, ricerca di profughi, notizie di militari ecc.; - si lasciò libero ingresso ai soldati per i quali fu messa a disposizione la bibliotechina circolante dell'Oratorio, dando a tutti comodità di scrivere e ai piú bisognosi qualche sussidio; - e agli oratoriani che si trovano al fronte vennero inviati libri, giornali, carta da lettera e cartoline.

A Roma, presso i Salesiani del Testaccio in Via Bodoni, fin dal 28 giugno vennero accolti gratuitamente tutti i figli dei richiamati dai 6 ai 12 anni dalle 8 del mattino- fino alle 6 di sera, vi furono amorevolmente assistiti, e vi ebbero ripetizioni scolastiche e giuochi ginnastici ed a mezzogiorno un'abbondante refezione gratuita.

A Bologna, nell'Istituto Salesiano della Beata Vergine di S. Luca, ben cento e cinquanta giovani ebbero anch'essi le stesse cure amorevoli e due refezioni quotidiane.

Quando si pensi che quest'azione benefica venne spiegata quotidianamente in piú di cento città e paesi, è facile comprendere la carità che si è compiuta.

d) Né minori furono i frutti morali e religiosi.

A Palermo fummo incaricati dal Card. Arcivescovo di prestar l'Opera nostra nel Ricreatorio pei figli dei richiamati, che le signore del Comitato Civile avrebbero aperto nell'Oratorio dei Filippini di quella città sotto la presidenza di Mons. Bibbia canonico della Cattedrale. Si iniziò con la seconda metà di luglio u. s. e furono da principio 10 bambini, poi crebbero fino a 300, vi si raccoglievano alle 9 antimeridiane e si trattenevano fino alle 5 del pomeriggio.

In poche settimane si ridussero ben disciplinati e contenti di radunarsi presso di noi dove ebbero oltre al canto, alla ginnastica, a proiezioni varie, due ore di scuola sulle materie scolastiche, e una di istruzione religiosa, quotidianamente. La domenica alla Villa Filippina, come si chiama il locale adibito, era vacanza.

Il due ottobre, circa 200 di quei giovanetti ben preparati, poterono far la Prima Comunione dalle mani dello stesso sig. Cardinal Lualdi, il quale manifestò in quell'occasione la sua alta soddisfazione per l'opera da noi compita.

Il giovedí seguente 308 di quei giovanetti, in premio della buona condotta, furono alle Scuole D. Bosco, ed ivi passarono lietamente gran parte della giornata. Fu uno spettacolo il veder quella lunga schiera, a quadriglie, marciar in passo cadenzato, preceduta da tamburi e fanfara, e traversar la città per l'andata e il ritorno dalle Scuole Don Bosco ; a molti spettatori uscivan parole di benedizione.

Ora le necessità delle nostre case di Sicilia, le quali videro partire piú di 5o insegnanti per le armi, hanno imposto il ritiro dei quattro salesiani a cui era affidata l'opera caritatevole; e lo fecero con rammarico, vedendo qual campo di liete speranze dovevano abbandonare. L'opera continua tuttavia, mercé le cure del benemerito Comitato delle signore Patronesse e di Mons. Bibbia, presidente della Villa Filippina.

e) Altrove si ebbe particolar cura dei figli dei profughi o degli internati dal Trentino e dalla Venezia Giulia. A Borgomanero, fin dal mese di luglio, vennero così assistiti circa cinquanta giovani, ai quali col concorso del Comitato di Assistenza si è data anche una refezione giornaliera.

Un centinaio dì ragazzi, di Grado, Monfalcone, Flava, Gorizia, Trieste e dintorni, vennero amorevolmente assistiti nell'Oratorio festivo di Torino Valdocco, date 8 alle 12 del mattino e dalle 13 a sera. Commovente la scena di carità fraterna che diedero gli alunni di questo Oratorio, che è il primo fondato dal Ven. Don Bosco, la prima volta che videro quel centinaio di fanciulli e giovanetti, scalzi, laceri, e mezzo ignudi. Corsero a casa e tornarono subito con molti capi di vestiario: calzoni, giubbe e giubbetti, calze, scarpe, pezzuole e berretti, ottenuti facilmente dalle mamme, buone popolane, che li seguivano con gioia per assistere alla distribuzione. Squisita carità cristiana e civile !

f) Alcuni Collegi salesiani accolsero gratuitamente, come interni, i più infelici di questi giovanetti. Ad es. due piccoli profughi vennero ospitati nel Collegio di Borgo S. Martino (Alessandria).

Altri Collegi abbondarono in sottoscrizioni ai Comitati cittadini. Il Collegio Municipale di Alassio, oltrecché l'assistenza religiosa, offerse 40 letti pei feriti, diede una serata a benefizio dell'Ospedale Militare cittadino, e corrisponde una quota mensile per la Preparazione civile.

Altrove si offersero locali alle pubbliche scuole - o si cedettero all'autorità militare -- o si cambiarono in segretariati, o uffici di corrispondenza come a Novara, o come a Savona in Casa del soldato.

A Roma, presso i Salesiani del Testaccio e precisamente nel Circolo giovanile S. Maria Liberatrice, venne aperto un uffizio di corrispondenza completamente gratuito per le famiglie dei militari, che a mezzo dell'organizzazione centrale della Gioventù Cattolica, assume anche notizie dei militari presso i Comitati appositi costituiti a Bologna ed in altri centri della zona di guerra.

g) Né mancarono negli Istituti nostri, presso i nostri ex-allievi e in mezzo ai giovani oratoriani, altre iniziative.

Il Circolo Giovarmi Bosco di Torino diede una recita straordinaria per le famiglie bisognose dei richiamati. All'Oratorio S. Giuseppe d'Ivrea se ne tennero tre, una per i figli dei richiamati, un'altra per la Croce Rossa della città, una terza per i coscritti dell'Oratorio medesimo. Altrettanto si fece a S. Benigno, a Foglizzo Canavese, a Perosa Argentina, a Cuorgné, ecc.

A Cuorgné il nostro Don Trione promuove frequenti conferenze ed altre opere di zelo per le famiglie dei richiamati, e invia periodicamente a tutti i soldati del paese lettere circolari contenenti care e interessanti notizie locali e cristiani e patriottici incoraggiamenti.

Nell'Oratorio di Torino-Valdocco i soci del Circolo « Auxilium » cedettero i loro premi, consistenti in bei tagli di vestito, ai piccoli profughi, e la loro sala di conferenze ai soldati, come ritrovo serale.

h) Questa medesima carità si è veduta fiorire in tutti gli Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice. A Torino esse furono le buone mamme di un centinaio di giovinette profughe, che addestrarono al lavoro di cucito e di buona massaia ; - apersero un distributorio di lavoro pei militari: - presero la direzione di un nuovo giardino d'infanzia per 30o bimbi dei richiamati; e, dopo aver compiuto il corso d'infermiere, prestano l'Opera loro nell'Ospedale di riserva « Regina Margherita » per malattie infettive prima, poi per feriti.

Altri ospedali vennero da esse assistiti ad Asti, Acqui, Alessandria, Casale, Tortona, Parma, ecc.

Opere somiglianti, come assistenza negli ospedali, assistenza ai figli dei richiamati, e distributori di lavori, furori comuni a moltissime case delle Figlie di Maria Ausiliatrice. A Catania, in vari punti della città formarono dei « nidi » per bambine, alle quali dànno anche il vitto, grazie alla generosità di Comitati femminili.

A Nizza Monferrato le alunne del Corso Complementare e Normale vollero destinati ai militari i numero i capi di vestiario, eseguiti e da eseguirsi secondo il programma scolastico, e rinunziarono ai premi perché l'importo dei medesimi servisse a procurare altri indumenti allo stesso fine.

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A conclusione ci è caro osservare che la stessa opera di carità e beneficenza è svolta dall'Opera Salesiana in tutte le Nazioni perché la carità di Don Bosco è la carità di Gesú Cristo, cioè universale. Potremmo esporre molti episodi commoventi riguardanti i nostri Confratelli all'Estero, prima e dopo che entrasse in guerra anche l'Italia. Fin nell'estrema America, anche per questo, il nome di Don Bosco è ripetuto in benedizione. Mentre a Buenos Aires i suoi figli son divenuti i tutori dei figli dei richiamati, e un numero cospicuo di orfanelli della guerra è raccolto gratuitamente nei loro Collegi (di 30 posti gratuiti dispose il solo Collegio Pio IX di Almagro), i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice di Port Stanley ebbero alti encomi dall'Ammiragliato inglese per la generosa assistenza prestata ai feriti trasportati alle Malvine! Anche quest'inno di benedizione era riservato alla memoria di Don Bosco nel suo I° Centenario!

Ancora del ritiro mensile. (I)

IL venerando Don Rua, che dal giorno in cui si mise a fianco di Don Bosco, con affetto di figlio devotissimo ne studiò lo spirito e ne raccolse gli insegnamenti e, chiamato a succedergli, non si preoccupò d'altro che d'imitarlo e ricopiarlo, inculcando ai Salesiani una grande dìligenza nel fare il rìtiro mensile, ricordava sempre come il Venerabile Fondatore ritenesse assicurata la salvezza di colui che si accosta ogni mese ai Santi Sacramenti e aggiusta le partite di sua coscienza, come dovesse di fallo partire da questa vita per l'eternità.

« Per questo, diceva Don Rua, il Ven. Don Bosco introdusse fin da principio nell'Oratorio l'uso di far ognì mese l'esercizio della buona morte; e a chi si meravigliava della buona condotta di tanti giovani rispondeva: Sono buoni, perchè fanno ogni mese l'esercizìo della buona morte ».

Altre volte con quell'aurea chiarezza che gli era propria, e con incantevole dolcezza paterna, l'amato Don Rua sì compiaceva di ripetere quest'epìsodìo

« Nel 1850, quando Don Bosco condusse un centinaio dei suoi giovani a Giaveno, perchè attendessero in quel Seminario ad un breve corso di esercizi spirituali, anch'io ebbi la sorte di essere nel numero di quegli avventurati e ricordo che egli, mentre non predicò gli Esercizi per essere più libero nell'assisterci, tuttavia ci diede i ricordi. - Miei cari figliuoli, ci disse, affinché possiate conservar il frutto di questo santo ritiro vi darò tre ricordi. Il primo ricordo è questo: Fate ogni mese l'esercizio della buona morte. E ci mostrò l'utilità di questo pio esercizio, animandoci soavemente a praticarlo. Il secondo ricordo, continuava Don Bosco, è questo: Fate bene.... l'esercizio della buona morte! All'udir queste parole, molti abbiam detto tra noi : Don Bosco questa volta si è sbagliato : egli ci dà il secondo ricordo eguale al primo. Difatti continuò a insistere sulla necessità di far bene l'Esercizio della Buona Morte per trarne vero profitto spirituale. Ma, allorchè passando al terzo ricordo, ancor insistette: Fate sempre bene l'esercizio della buona morte! oh allora tutti comprendemmo l'importanza che il nostro caro Don Bosco dava a questo pio esercizio. Infatti volle su esso formolare i suoi tre ricordi, avendoci raccomandato: primieramente di farlo ogni mese, in secondo luogo di farlo bene, in ultimo di farlo sempre bene, poìchè la morte può venire quando meno si aspetta. Miei cari, - terminava Don Rua - ascoltiamo tutti una così viva raccomandazione di Don Bosco ».

Ascoltatela voi pure, o benemeriti Cooperatori e benemerite Cooperatrici. Fissate all'uopo dei primi giorni del mese, quello che maggiormente vi accomoda ; e fin dalla sera precedente, recitando le vostre preghiere, chiedete al Signore la grazia di far bene il vostro ritiro.

Ritiro vuol dire appartarsi, dal rumore al silenzio, dall'agitazione alla calma, dai pensieri della terra ai pensieri del cielo. Perciò, oltre i soliti esercizi di pietà, in quel giorno fate un po' di meditazìone, esaminatevi innanzi a Dio in qual modo attendete alle obbligazioni del nostro stato; e confessatevi e comunicatevi come se fosse l'ultìma volta di vostra vìta. In fine chiedete a Dio la grazia di fare una buona morte.

Accogliete quest'invito, o cari Cooperatori, e ne raccoglierete mirabili frutti. Per assicurarveli, procurate d'isolarvi, di mettervi a faccia a faccia con voi stessi per conoscere bene chi siete; ascoltate le ispirazioni che vi manda il Signore; e abbracciate generosamente i propositi di migliorar la vostra vita.

Mentre, nel corso ordinario delle cose, certi pensieri sono fugaci e paiono soltanto sfiorare, diremo così, la superficie dell'anima senza cangiarsi in atti, nel ritiro la grazia del Signore li rende più intensi e la volontà ne è efficacemente mossa a prendere serie risoluzioni. Chi non si raccoglie mai interiormente, non conosce se stesso; non conoscendosi, va incontro a gravi pregiudizi nella vita presente e nell'eterna; per lo meno rimarrà sempre fatalmente al di sotto della sua mìssione.

E tutti, o cari Cooperatori, abbiam una missione da compiere. Voi, poi, come diceva assai bene l'Arcivescovo di Bologna (1) avete assunto «con certa solennità innanzi a Dio e agli uomini quel lavorìo di restaurazione cristiana, individuale e sociale, che da tanto tempo è l'aspirazione di tutte le anime buone », che non esclude « opera alcuna dall'ambito del proprio movimento, di quelle che mirano al bene materiale e morale, particolarmente del popolo e della gioventù», che anzi « pare che per tutte abbia un impulso speciale » ; quindi avete l'obbligo di raggiungere e rimanere all'altezza di questa missione, e come potrete farlo senza tornare a quando a quando, con tranquillità e con calma, sui vostri doveri ?

« Nulla - diceva il S. Padre Benedetto XV il 7 novembre scorso a circa duecento giovinette dei Ritiri delle operaie, e ben si posson applicare le sue parole a questi ritiri mensili - nulla è tanto necessario quanto di impedire il languore dell'anima: ma chi lo impedirà meglio della discreta frequenza degli esercizi spirituali? Questi ravvivano gli insegnamenti della fede ; questi ricordano gli obblighi propri di ciascun cristiano; questi mettono innanzi agli occhi i pericoli, ai quali il sonno spirituale ci espone; questi finalmente ci atterriscono colla minaccia dei divini castighi... Oh! chi non vede che gli esercizi spirituali sono il miglior modo di impedire al demonio di gettare la zizzania nel nostro cuore? Per riuscire a gettarla efficacemente, egli spia il momento del nostro sonno spirituale... Conserviamoci sempre desti! Egli non riuscirà nel malvagio intento » .

Animo adunque ! Noi confidiamo di poter presto annunziare, che da molti nostri Cooperatori e da molte nostre Cooperatrici, specie là dove è una casa salesiana, si è cominciato a praticare, e a comune edificazione e incoraggiamento collettivamente, il ritiro mensile.

(1) Mons. Giorgio Gusminì nel discorso da noi riferito nell'aprile u. s.

Battaglia santa!

Molti protestano contro la corruzione che dilaga: Cardinali e Vescovi, Senatori e Deputati, Magistrati e Operai, Corporazioni pubbliche e private, le stesse Giunte Comunali e Provinciali, e non basta ancora. Tutti devono protestare: questa - al dir dell'Em.mo Card. Maffi - è la « battaglia santa » sopra tutte le battaglie, dall'esito della quale dipenderà l'esito di tutte le altre battaglie. Una nazione, che, colla Pubblicità della stampa, fa pubblica la propria corruzione, è una nazione che ha Perduto anche il Pudore, l'ultima risorsa e l'ultima speranza per un risorgimento: che le resta?... Oh! benedetto chi grida alla riscossa ed invita quanti tentano ancora di Poter, di dover amare e difendere l'onestà, la virtù, la santità, a sollevarsi per respingere e far scomparire tanta vergogna, tanto vituperio, tanta rovina! Sia vittoria alla bella iniziativa ed alla forte campagna, che ai suoi gregari dirà riconoscenze un dí salutandoli come i veri benemeriti della patria e dell'intera umanità.

Non bastano però le proteste, se si possono fare dei fatti. I Cooperatori ricordino in modo particolare il titolo che il Ven. Don Bosco diede al Regolamento dell'Associazione: Cooperatori Salesiani, ossia modo pratico per giovare al buon costume e alla civile società. Dunque i Cooperatori, anche in questa battaglia, devono essere in prima linea e combattere praticamente. Che devono fare? Noi vorremmo che meditassero bene ciò che scrive la Settimana Sociale:

« Occorre sopratutto che ognuno, il quale vuole esigere dagli altri tante belle cose, cominci un po' da se stesso a dare il buon esempio. E qui, senza pretendere di fare i predicatori, ci permettiamo di rivolgerci qualche domanda.

» È vero, o non è vero, che mentre gridiamo contro il mal costume non ci siamo avvisti o facciamo le viste di non avvederci che troppe volte facciamo come faceva il padre Zappata, di piú o meno buona memoria, il quale predicava bene e razzolava male?

» Vogliamo davvero che la campagna contro il malcostume non illanguidisca?

» Vogliamo anzi che il popolo, il quale protesta oggi per un'occasione qualunque, protesti sempre contro il malcostume?

» Vogliamo anzi che non ci sia bisogno né di proteste, né di Governo, né di carabinieri?

» Ripensiamo meglio e piú profondamente all'offesa gravissima che il peccato reca alla Divina Bontà; ripensiamo meglio al danno che reca alle anime e ai corpi; ripensiamo meglio quali castighi Dio ha riservato, specialmente per gli individui che si rendono rei di simili colpe; e cominciamo una buona volta a sentir il bisogno di essere piú cristianamente puri e ad insegnare con l'esempio agli altri e specialmente alla gioventù quanto sia dolce la vita pura da queste colpe.

» Si grida e si grida contro l'immoralità che dilaga ed uccide da ogni parte; si grida che bisogna farla finita; s'invoca la legge e il carabiniere perché faccia l'epurazione e non si ha il coraggio di cominciare a epurare con lo spazzare davanti al nostro uscio!

» Cominci ognuno un po' a spazzare davanti a casa sua.

» E intanto:

» Perché facciamo entrare in casa, nostra certi romanzi, certi periodici, certe figure, certe quarte pagine?

» Perché adorniamo i nostri quartieri di certe ligure... artistiche?

» Perché permettiamo alle nostre mogli, alle nostre figlie, alle nostre sorelle di vestirsi come si vestono... quelle signore?

» Perché andiamo e rechiamo la famiglia a certi cinematografi, a certi teatri, a certi ritrovi?

» E si potrebbe continuare

» Eppure è così! Molti di coloro che hanno gridato e gridano nella grande dimostrazione contro la pornografia, invocando la legge e il carabiniere; non hanno ripensato che se il Governo volesse fare sul serio, e il carabiniere lo stesso, la prima cosa giusta che dovrebbe fare sarebbe quella di prender loro per i primi e infilarli subito in gattabuia!

» Ma pure il mondo è cosí. Si guarda troppo all'apparenza e non si guarda alla sostanza.

» Voi, che leggete questo articolo e che volete guardare alla sostanza, fate sul serio. Non aspettate troppo dall'azione pubblica, ma dalla vostra e da quella privata dei vostri amici: e vedrete che con l'aiuto di Dio verrà presto il giorno in cui, scomparsa come per incanto tanta immoralità, potremo rallegrarci d'avere impedito tante offese, che si fanno a Dio, d'aver salvate tante anime, d'aver reso alla patria nostra il piú grande servigio ».

Ciò posto, noi pure diciamo ai Cooperatori

Denunciate e protestate perché le vie e le piazze siano libere da ogni sorta di spettacoli, di manifesti, di giornali e di stampe pornografiche, in modo che voi e i vostri figli possiate camminarvi senza arrossire e senza dover voltar altrove lo sguardo !

Ma insieme : togliete, se vi fossero, dalle pareti delle vostre case ogni quadro men che onesto; ripassate, se occorre, i vostri libri e le vostre riviste per allontanare tutto ciò che offende la virtú e mette in mostra il vizio e predica l'orgia dei sensi; respingete sempre ogni giornale che non sia castigato nelle sue cronache, ne' suoi romanzi, nelle sue novelle, ne' suoi annunci ; o non combatta la buona battaglia per la moralità; assicuratevi sempre sulle letture che fanno i vostri figli, con quella premura con cui badate a non lasciar in mano ad essi il veleno che uccide il corpo; non avvicinatevi mai a quelle edicole, né frequentate quei negozi, quei caffé, quei ritrovi, dove si vendono o si espongono al pubblico libri, cartoline, e stampe oscene, o libere, tali insomma da offendere l'illibatezza dei vostri figli!

In una parola, sull'esempio di Don Bosco, in primo luogo prevenite il male in casa vostra e in secondo luogo combattetelo energicamente anche fuori dove dilaga!

TESORO SPIRITUALE.

I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella , o se virenti in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare Indulgenza plenaria dal 10 dicembre al 10 gennaio:

1) il 25 dicembre, Solennità del SS. Natale;

2) il 1 gennaio, Circoncisione di N. S. G. C. ; 2) il 6 gennaio, Epifania del Signore.

ECHI DELLE FESTE CENTENARIE.

BRASILE

VII Congresso dei Cooperatori Salesiani.

Si è tenuto in S. Paolo, alla fine di ottobre, ed è riuscito uno splendido omaggio a Maria Ausiliatrice, ispiratrice e Patrona delle Opere Salesiane, e al loro Ven. Fondatore Don Bosco. Le assemblee furono imponenti per numero di eminenti personaggi e pratiche conclusioni. Il S. Padre inviò un affettuoso telegramma. Aderirono pure il Presidente dello Stato, il Presidente del Senato ed altri uomini illustri. Vi presero parte otto vescovi.

I particolari al prossimo numero.

Ad Aracaju (Sergipe) il 23 maggio venne solennemente incoronata un'immagine di Maria Ausiliatrice. Le corone, ricche di brillanti, vennero provvedute dalla pietà dei divoti: Compì il sacro rito l'Fcc.mo Vescovo diocesano Mons. D. José Thomaz, il quale pontificò pure la messa solenne. Nel pomeriggio vi fu una devota processione alla quale prese parte un'immensa moltitudine insieme con 300 giovani dell'Oratorio Festivo.

REP. ARGENTINA

Congresso nazionale degli Ex-allievi.

Tra le altre solenni manifestazioni indette dalla nobile Nazione Argentina per festeggiare il Centenario di Don Bosco e di Maria Ausiliatrice, va, pure registrato un nuovo Congresso degli Ex-Allievi degli Istituti Salesiani. Le adunanze furono sei: tre particolari e tre plenarie, e vi parteciparono, numerosissimi, gli Ex-Allievi della Capitale e le rappresentanze delegate delle altre Unioni. Le adunanze particolari si tennero le sere del 7, 14 e 21 ottobre. Le plenarie le domeniche 10, 17 e 24.

Come coronamento di tutti i festeggiamenti si fece un grandioso pellegrinaggio a N. S. di Lujàn.

Attendiamo un ragguaglio diffuso, per comunicarlo ai lettori.

CHILI

Cinque Vescovi alla Commemorazione di Don Bosco.

Pel Centenario di Don Bosco a Santiago, nel tempio della Gratitud Nacional, vi fu solenne funzione religiosa. Cantò messa pro gratiarum actione il rev.mo Mons. Vagni, Incaricato d'affari della S. Sede, con assistenza pontificale del Vescovo di Concepción. Vi accorse tutto il fior fiore della capitale.

Alla Commemorazione civile, tenutasi nel pomeriggio, convenne un numero incalcolabile di persone. Presiedevano predetto Monsignore Vagni, il Vescovo Mons. Jara, il Vescovo di Ancud, quello di Concepción, i Vicari Apostolici di Tarapacà e Antofagasta, e gli Ecc.mi Ministri d'Italia, Francia e Spagna. Tenne la commemorazione il salesiano D. Aguilera.

MESSICO

Una commovente cerimonia nella capitale.

Nonostante l'anomalia delle condizioni in cui trovasi la pubblica cosa, anche in molte città messicane, particolarmente in quelle ove i Salesiani e le Figlie di Maria. Ausiliatrice han chiese, collegi, oratori ed altre opere di redenzione ed educazione giovanile, nè il Centenario di Maria Ausiliatrice, nè quello di D. Bosco, passarono inosservati. Infatti, e da Messico capitale, e da altre città, come da Puebla, Morelia, Monterrey, ecc. ci giunsero lunghe ed entusiastiche relazioni, che vorremmo pubblicare per intero, ma purtroppo lo spazio ci obbliga a limitarci ad alcune circostanze.

Tanto nelle feste di Maria Ausiliatrice, come nelle commemorazioni civili del Ven. D. Bosco, unanime fu la partecipazione di eminenti personaggi e dei nostri Ex-Allievi e Cooperatori, al pari di quella degli alunni dei nostri collegi ed oratori.

La chiesa di S. Agnese in Messico il 24 maggio venne tutta adornata di fiori freschi: sull'abside spiccavano le due date 1815-1915: sembrava un vero paradiso. Duemila furono le Comunioni. La chiesa, che è assai vasta, si riempi letteralmente di divoti, tanto alla Messa della Comunione come alla Messa cantata e alla funzione vespertina; e tale fu l'affluenza delle persone, che stiparono pur la sacrestia, il presbiterio e la pubblica via. La festa si ripeté il 31 maggio. Nell'uno e nell'altro giorno si espose il SS. Sacramento a guisa di Ouarant'Ore, e di mezz'ora in mezz'ora tutte le divote Associazioni delle Parrocchie e Chiese della città passarono per turno dinanzi all'altare.

La nota piú caratteristica di questa seconda festa fu l'inaugurazione solenne della Asso ciazione dei divoti di Maria Ausiliatrice, associazione che in mezzo a gravi difficoltà si era fondata in Sant'Agnese fin dal dicembre dello scorso 1914.

Settanta signori: medici, avvocati, commercianti ed operai, prostrati dinanzi la statua della SS. Vergine in presbiterio, alla presenza di numerosissima moltitudine, si consacrarono all'Ausiliatrice, ricevendo dalle mani del Rettore del tempio il distintivo dell'Associazione, il diploma ed il Regolamento. Fu uno spettacolo commovente, che fece piangere di santa letizia molti dei presenti.

A Monterrev (Messico) non furono sole le figlie di Maria Ausiliatrice in celebrare il Centenario della loro Augusta Patrona; usa tutta la città considerò il Centenario coane festa propria. A Monterrey, sita al Nord della Repubblica, si fondò, non sono molti anni, una Società ricreativa che prese il nome del nostro Ven. Fondatore « Don Bosco ». È composta di giovani cattolici, appartenenti nella maggior parte alla classe elevata della società. Benedetta dall'Ordinario, grande ammiratore delle Opere Salesiane, in poco tempo raggiunse lo stato piú fiorente. Fu questa società, che contando sulla cooperazione e sull'entusiasmo di tutta la popolazione, si propose di celebrare solennemente il Centenario della festa di Maria Ausiliatrice. Scelse una delle piú centrali e frequentate chiese della città e fece precedere alla grande solennità una fervorosa novena. Alla Messa della Comunione Generale tutti i membri della Società « Don Bosco i e moltissimi fedeli si accostarono alla Sacra Mensa. Il Santissimo stette esposto tutto il giorno e i divoti, divisi per turno nelle varie Associazioni religiose della città, visitarono la chiesa. La Messa cantata fu solennissima; la parte musicale venne disimpegnata da una scelta orchestra; disse il discorso di occasione, in lode di Maria Aiuto dei Cristiani, uno dei piú eloquenti oratori. La funzione della sera fu pure assai devota. Un gruppo numeroso di ragazze bianco vestite offerse fiori alla SS. Vergine e, prima che si impartisse la benedizione col Santissimo, vi fu la solenne consacrazione dei Soci e dei fedeli alla Vergine Ausiliatrice.

Alcuni giorni dopo la stessa Società dedicò a Maria Aiuto dei Cristiani una ben preparata Accademia musico-letteraria, la quale riuscí una vera apoteosi della Madonna di Don Bosco.

CENTRO AMERICA

Tremila persone alla Commemorazione di Don Bosco.

Eguale splendore rivestirono le stesse commemorazioni, tenutesi in varie città delle Repubbliche del Centro America, con intervento dei Rev.mi Ordinari.

A S. Anna nel Salvador S. E. Rev.ma Mons.

Villanova e Meléndez benedisse un nuovo quadro di Maria Auisiliatrice.

Il periodico « Don Bosco » di S. Tecla, nella stessa Repubblica, contribuí efficacemente a destare il piú vivo entusiasmo per l'uno e per l'altro Centenario, promovendo un gran numero di nuovi abbonati per diffondere la buona stampa. Il primo numero di agosto fu tutto dedicato alla cara memoria del Padre Venerabile.

Alla commemorazione tenutasi il 2o agosto, ad onore di Don Bosco, nella stessa città, eran presenti piú di tremila persone di ogni classe sociale. Fu un trionfo.

NEGLI ISTITUTI DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

Abbiano ricevuto circa centocinquanta relazioni di feste celebratesi negli Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice e siam rimasti edificati della divozione e dell'entusiasmo che le accompagnarono.

Le Feste centenarie di Maria Ausiliatrice vennero contraddistinte da un'ampia diffusione di religioso fervore con solenni novenari predicati in pubbliche chiese - con straordinarie comunioni generali - con imponenti e devote processioni - con l'intervento di alti dignitari ecclesiastici - e in cento altre maniere: come pubbliche consacrazioni alla Beata Vergine - accettazione di nuove schiere di Figlie di Maria - numerose prive comunioni - inaugurazione di nuove statue ed altari - canonica erezione di nuove associazioni di devoti di Maria Ausiliatrice - introduzione della pia pratica del 24 del mese, che torna cosí cara e vantaggiosa al popolo cristiano.

A S. Isidro, nell'Argentina, venne solennemente incoronata una statua di Maria Ausiliatrice.

A Bogotà il 30 maggio s'inaugurò una nuova chiesa, che costò quattro anni di fatiche. Da Medellin, da Guadalupe e dai vicini istituti di Guatavita, Soacha e Chía accorsero suore ed educande per partecipare alle feste solenni. Trentadue furono i padrini e trentaquattro le madrine della cerimonia. Compi il sacro rito S. E. Rev.ma Mons. Bernardo Herrera Restrepo, Arcivescovo di Bogotà e Primate di Colombia.

Né mancarono altre opere permanenti. Nell'Argentina s'istituirono fra le Ex-allieve due Comitati, per Scuole Serali ad adulte e per Catechismi preparatori alle prime Comunioni delle giovanette.

Il Centenario di Don Bosco rivesti eguale entusiasmo, che proruppe in grandiose accademie e solenni commemorazioni, precedute al mattino da numerose comunioni di ringraziamento. L'immagine del buon Padre sorse in molti cortili o sul frontone degli edifici, a ricordo della data memoranda.

Il Titolo e la Festa di Maria Ausiliatrice. (1)

Ai concetti ed ai fatti accennati, è ispirata la liturgia della Messa e dell'ufficiatura di Maria Ausiliatrice.

Essa può dividersi in due parti: la parte comune; desunta dall'ufficiatura ordinaria della Madonna, e la parte propria. La prima, tutta intonata all'idea dalla divina maternità di Maria Vergine, pone, per così dire, la base e il titolo fondamentale, per cui Essa è Madre e Ausiliatrice dei cristiani. La seconda, inspirandosi al concetto e ai fatti particolari, mette in rilievo - in modo semplice e sobrio, ma chiarissimo ed efficacissimo - il patrocinio di Maria in favore della Chiesa e della Cristianità.

Nella Messa i tratti particolari si riducono alle tre orazioni. La prima ricorda come Dio volle stabilire in Maria il perpetuo aiuto dei Cristiani, e invoca il suo patrocinio in vita ed in morte:

Onnipotente e misericordioso Dio, che hai meravigliosamente costituita la beatissima Vergine Maria continuo aiuto del popolo Cristiano; dégnati di concederci che dopo d'aver combattuto in vita mediante un tale aiuto riportiamo in morte vittoria su Satana, nostro nemico.

Bello, in questa preghiera, l'accenno alla lotta e alla vittoria. La vita dell'uomo sulla terra è una battaglia; principale nemico è il demonio; il suo assalto piú formidabile è al momento della morte. La Vergine che sul demonio ha riportato completa vittoria, che fu da Dio ufficialmente costituita nostra protettrice, e elle è terribile come esercito schierato in battaglia, ci difenderà e ci farà riportare la vittoria, a cui segue la gloria del Cielo. Anche nella salutazione angelica diciamo a Maria: Ora pro nobis peccatoribus nunc et in hora mortis nostrae.

La Secreta dice:

Immoliamo a tuo onore, o Signore, ostie di placazione per il trionfo della religione cristiana; affinché esse ci riescano a giovamento ci dia soccorso la Vergine Ausiliatrice, per la quale fu riportata questa vittoria.

Qui è chiara l'allusione alle vittorie riportate per l'intercessione di Maria sui nemici della religione cristiana.

Il Postcommunio è il seguente:

Sii proprio, o Signore, al tuo popolo, che ha partecipato al mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, e coll'aiuto della tua santissima madre esso sia liberato da ogni male e pericolo e sia perseverante in ogni opera buona.

Per conseguire il frutto finale della Redenzione, la vittoria e la gloria, è necessario evitare il male a cui siamo continuamente esposti, e compiere il bene. L'una e l'altra cosa otterremo mediante l'aiuto di Colei, che è Corredentrice del genere umano.

L'ufficio ha di proprio due inni, al Vespro e alle Lodi, due antifone e la sesta lezione. - Questa ricorda in modo generico i benefici di Maria in favore della Cristianità - e si sofferma in particolare al fatto della vittoria di Lepanto, che diede origine al titolo, e a quello della liberazione e del ritorno di Pio VII, che determinò l'istituzione della festa dell'Ausiliatrice.

Le due antifone, ai primi Vespri e alle lodi, ricordano in modo generale il patrocinio di Maria:

Ant. Ia. - Ecco Maria, la nostra speranza, al cui aiuto siamo ricorsi per essere liberati, ed ella venne in nostro soccorso.

Ant. IIa. - Siamo ricorsi a Te, o santa madre di Dio, e per tuo mezzo ci giunse l'aiuto di Dio.

La terza antifona, ai secondi Vespri, è la celebre antifona Sancta Maria, succurre miseris, che ricorre frequentemente negli uffici della Madonna.

I due inni, di buona fattura e di intonazione solenne, cantano i fasti dell'Ausiliatrice. Il primo riassume in una prima strofa il complesso dei benefici di Maria:

Spesso mentre il popolo cristiano, veniva oppresso dalle armi cruente dell'infesto nemico, scese ausiliatrice dal cielo la Vergine Maria.

Passa poi al grande avvenimento anniversario:

O giorno felice, degno d'eterna memoria, quando la sede di Pietro ebbe la beata sorte di accogliere nuovamente, dopo un triste lustro di vedovanza, il maestro della fede.

E termina pregando la Vergine elle voglia proteggere il Pontefice e aiutarlo nell'adempimento della sua missione di supremo pastore:

Vergine delle vergini, madre benedetta di Gesú, aumenta la tua protezione, affinché il pastore Pio conduca il gregge ai pascoli della salute.

Il secondo inno canta in modo piú generale la potenza del patrocinio di Maria in favore del popolo cristiano, contro cui si frange l'ira del demonio e la forza di ogni nemico, rappresentando la Vergine non solo come madre tenera e benigna, ma come torre e rocca inespugnabile, forte della stessa forza di Dio:

Se una tanta Patrona viene in nostro soccorso, cesserà il tumulto della guerra e a turme e a coorti cadranno o fuggiranno i nostri nemici.

Come la turrita casa di David, saldamente costrutta, ergesi maestosa sul Sion, munita di armi ed armati;

Cosí la Vergine, forte della potenza di Dio e ricca di doni, respinge dai suoi servi fedeli i colpi del diavolo.

*

Da tutto ciò che abbiamo detto, appare quale sia il vero concetto e l'importanza insieme del titolo e della festa di Maria Ausiliatrice.

Il titolo inserito nelle litanie, è comune e universale per tutta la Chiesa. La festa invece, con ufficio proprio, è concessa solo pro aliquibus locis e questi luoghi, che da alcuni anni a questa parte andavano sempre piú estendendosi, ora, in seguito alla riforma di Pio X, si sono ridotti assai.

Ma non è da far meraviglia, attesa l'importanza vera e reale che tale festa ha negli interessi della Chiesa e della Cristianità, in ordine sopratutto alla difesa della Religione e all'attuazione dell'opera redentrice di Cristo: non è da far meraviglia, se taluni abbiano manifestato e manifestino tuttora il desiderio che essa venga estesa alla Chiesa universale. - Non mancano ragioni, e gravissime, in contrario. La prima è costituita dalle disposizioni recenti di Pio X, contrarie all'inserzione di nuove feste nel Calendario; la seconda, dalla molteplicità, da taluni ritenuta già superflua, delle feste in onore di Maria SS.; la terza, dal fatto che il concetto dell'Ausiliatrice è già implicito in tutte le feste della Madonna; la quarta, dal fatto particolare che un concetto, anche storicamente molto affine, è già celebrato in una festa universale, circondata da una divozione popolarissima, quella del Rosario. - Ma non mancano neppure ragioni in favore. In primo luogo, un concetto speciale che è consacrato da tanti fatti storici e che ha tanta importanza da riassumere, in certo modo, tutta l'economia di Maria nell'ordine della salute e della redenzione, pare meritevole di una commemorazione speciale e universale. Non si tratta quì di un titolo particolare o di un fatto di interesse locale o personale, ma di un titolo e di fatti di interesse universale; non inventato da pie escogitazioni, ma sgorgante dall'ufficio stesso della Madre di Dio e consacrato da un'intera storia di fatti prodigiosi (1). In secondo luogo, non parrebbe inopportuno che, come il mese di ottobre, consecrato a Maria, è contrassegnato da una festa speciale in suo onore, cosí il mese di maggio, pure consacrato a Maria, fosse pur contrassegnato da una festa in onore di lei. Ed il giorno 21, libero da ogni ufficio, pare appositamente collocato in attesa per accoglierla. - Altre ragioni si recano o si potrebbero recare.

Noi non portiamo nessun giudizio in proposito. Unico giudice competente in materia è la suprema autorità ecclesiastica. E quando Dio vuole l'istituzione di una festa, sa scegliere i tempi opportuni; e sa anche vincere tutte le difficoltà e le opposizioni che si muovono da qualunque parte. Istruttive sono in proposito le feste della SS. Trinità, del Corpus Domini e del S. Cuore di Gesù.

Solo facciamo rilevare l'opportunità della divozione a Maria Ausiliatrice, specialmente ai tempi nostri. L'apostolo dell'Ausiliatrice, il Ven. Don Bosco, nacque proprio nell'anno in cui veniva istituita la festa; e sotto la sua protezione pose l'opera sua di ristorazione cristiana della società, di diffusione e di difesa della Religione. Se l'Ausiliatrice è tale in quanto è Madre di Gesù e corredentrice del genere umano, se la sua protezione e il suo aiuto si fece sempre sentire a difesa della Religione e a beneficio della redenzione, che cosa vi può essere di piú conveniente e di piú utile che invocare l'aiuto della Vergine per richiamare allo spirito cristiano una società perduta dietro a un rinnovato paganesimo, per tutelare la religione attaccata da ogni sorta di nemici, per difendere i diritti della Chiesa manomessi e conculcati?

E in questi giorni di tremenda sciagura, in cui un'orrenda guerra travolge popoli e nazioni e allaga in un mare di sangue la terra e riempie di angoscia la povera umanità, non corre forse spontaneo alla Vergine il nostro cuore per implorare protezione ed aiuto? Il S. Pontefice Benedetto XV ci dà insieme consiglio ed esempio con la sua preghiera per la pace. - La Vergine Ausiliatrice, come in altri tempi di terribili prove, cosí in questi deve aiutarci, proteggerci, salvarci.

Sarà forse un nuovo prodigio della Vergine - la sospirata, pace - una pace vera e duratura, poggiata sui principii della legge di amore e di fratellanza, dello spirito di Cristo - che suggellerà il Centenario della festa dell'Ausiliatrice? Sarebbe questo il titolo piú bello per un nuovo splendore alla sua corona.

E potrebbe bene un tale avvenimento essere consecrato nella storia con la celebrazione di una festa universale. Faxit Deus!

(1) Continuazione e fine (Ved. num. di nov. u. s.).

(1) L'importanza eccezionale della festa di Maria Ausiliatrice, benchè da un pento di vista alquanto ristretto, fu riconosciuta dal continuatore dell'opera del Guéranger, il quale, contro il consueto, ne fece menzione nell'anno liturgico, sebbene si trattasse di una festa particolare.

AVVISo ImPORTANTE

I benemeriti Cooperatori e le benemerite Cooperatrici nell'inviare - conforme il Regolamento della Pia Unione - al nostro venerato Superiore Rev.mo Sig. D. Paolo Albera, Via Cottolengo, 32, Torino la loro libera offerta per le Opere Salesiane e per il Bollettino, abbiano la cortesia di indicar sempre anche il loro indirizzo, e se occorre

1) le correzioni necessarie al proprio indirizzo, unendo in questo caso la fascetta colla quale ricevono il periodico, debitamente corretta per evitare a noì ìnutile lavoro di lunghe ricerche e facili errori causa le frequenti omonimie;

2) il nome di quei Cooperatori defunti all'indirizzo dei quali vedessero che si continua l'invio del periodico ;

3) ìl nome, cognome e indirizzo esatto, e chiaramente scritto, di coloro che desiderano essere ascritti fra i Cooperatori.

PEL TEMPIO VOTIVO IN ONORE DI MARIA AUSILIATRICE AI BECCHI DI CASTELNUOVO D'ASTI

Nel pubblicare nuove adesioni all'erigendo tempio votivo ai Becchi di Castelnuovo d'Asti, ricordiamo nuovamente che esso non sarà soltanto un ricordo del 1° Centenario della Festa di Maria Ausiliatrice e della Nascita di Don Bosco, ma vuol essere - piú che tutto una consacrazione dell'infanzia a Maria Ausiliatrice ed una supplica-omaggio., per affrettare la pace universale.

Zelino i nostri Cooperatori la diffusione di questi nobilissimi intenti e procurino altri mattoni pel caro Santuario!

Rose e Gigli.

I bimbi dell'Asilo di Montecastello (Alessandria) inviano il loro modesto obolo di L. 5.50 per il grazioso Santuario votivo in costruzione accanto alla casetta in cui nacque D. Bosco ; e implorano su di sè e sulle famiglie, particolarmente sui loro cari combattenti, le celesti benedizioni dell'Ausiliatrice. - Maestra Cornelia Chiaraviglio.

Siamo i bimbi dell'Asilo di Cavaglio (Novara), che offriamo L. 5 per il Santuario dei Becchi. Accolga la Vergine l'umile offerta e benedica noi e il nostro paese.

Ecco... da Borgo Cornalese (Torino) vengono alcuni mattoni pel tuo nuovo Santuario, o Vergine Ausiliatrice. Deh! non guardare all'offerta, ma al e more con cui la facciamo. - I bimbi dell'Asilo. L. 5.

Dal paesello di Bèssolo tutti i bambini dell'asilo, niuno eccettuato, coi voti più cari e nell'esultanza delle famiglie, mandano il loro obolo pel Santuario dei Becchi. Ascolta, o Vergine Santa, le loro preghiere. - L. 12,50.

Anche questi piccini di Chertsey, della lontana Inghilterra, privandosi di qualche leccornia, inviano giubilanti L. 50 per la costruzione del Tempio di Maria Ausiliatrice nella terra natale del Padre Venerabile, implorando per sé e le famiglie ogni benedizione. - Suor Chiarina Giustiniani, Ispettrice.

Sono lire 1o, tenue obolo dei cari fanciulli del nostro asilo, che presento come omaggio alla SS. Vergine perché protegga e benedica questi cari fiorellini, che desidero crescano degni del Paradiso. - Nizza Monferrato - Suor M. Fabiola di N. S. della Neve.

I piccoli allievi dell'Asilo di Cicagna (Monleone) alla Regina delle Vittorie, supplicando pel pronto ritorno de' loro padri, inviano il modesto obolo di L. 5, pel Santuarietto dei Becchi.

I bimbi dell'Asilo Maria Ausiliatrice all'Arenella di Palermo, offrono L. 10, invocando pei loro cari le benedizione di Colei, cui s'innalza il nuovo graziosissimo tempio.

Il piccolo obolo di lire 10 dica la vivissima brama dei bimbi di Catalabiano (Catania) di veder Presto innalzato il caro Santuario dei Becchi!

Siamo i piccoli compatriotti di Suor Maria , Mazzarello, e nell'inviare L. 10 pel Santuario dei Becchi supplichiamo la Vergine Ausiliatrice a benedire a noi, alle nostre famiglie, specialmente ai nostri babbi che combattono al fronte. - I bambini di Mornese (Acqui).

Piccoli amici di D. Bosco e Maria Ausiliatrice.

Vannino e Gigetto Vanzaghi di Torino invocano la materna protezione della Vergine Ausiliatrice ed offrono L. 5 per ottenere, coll'intercessione del Ven. D. Bosco, grazie speciali alla loro famiglia.

Le sorelline Caterina, Gabriella, Sergia, Ippolina... per la salvezza spirituale di persona cara, L. 5.

Un gruppo di bimbe dell'Oratorio delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Torino, rinunziando ai dolci per amore della Madonna e di Don Bosco, L. 5.

Alessandro Riverer, dell'Asilo Principessa Maria Clotilde, nell'abbandonare Torino per recarsi a Capua coi suoi, offre in onore di Don Bosco, pel Santuario dei Becchi, L. 4.

Inviamo con tutto il cuore il nostro obolo, frutto di piccoli risparmi, per l'erigendo Santuario di Maria Ausiliatrice, perché la SS. Regina ci riunisca tutti sani e salvi, noi, mamma e Papà, in casa nostra colla promessa di fare di più quando la Madonna ci abbia esauditi. - Nicolino e Mario Astengo di Castagneto Po, L. 1.

La bimba Anna Grandi di Mordano (Bologna), si priva dei suoi piccoli risparmi (L. 2) per l'erezione della chiesina dei Becchi, invocando da Maria Ausiliatrice e da Don Bosco una special benedizione per il fratello combattente.

Una buona bambina, di Gardone Valtrompia (Brescia), Angela C. M., m'incarica di spedire lire 3, come obolo pel nuovo Tempio votivo ai Becchi di Castelnuovo d'Asti, e raccomanda alle preghiere dei figli di Don Bosco la propria famiglia e le persone che le son care. - Don Guido Decca, Curato.

Angiolin a Mattiotti di Lombardore, invia L. 5, affinché Maria Ausiliatrice la benedica e le ritorni salvo e presto il babbo dalla zona di guerra.

Maria Carani di Novara nel giorno della sua prima Comunione offre L. 10 - anche a nome dei fratellini - per il Santuario di Maria Ausiliatrice nella patria di D. Bosco - implorando le benedizioni celesti sul padre ripartito per la guerra.

Mamme e insegnanti devote.

Sorrida la Vergine Ausiliatrice alla piccola, oblazione dei bimbi Giulia Civalleri di quattro anni e Alberto di sette mesi. Sia ognora ausilio potente per i loro genitori ed ottenga a tutti i bimbi la gioia di goder presto le tenerezze del padre lontano. - L. 5.

Perché Maria Ausiliatrice benedica e protegga con predilezione i miei piccini Savina, Sandra, Giuseppino, e... il loro fratellino, offro L. 2o pel Santuario di Castelnuovo - Gemma Moneta di Milano.

Perché le mie figliuole Ottavia e M. Teresa Bijno crescano pie e in piena armonia fraterna, L. io.

Implorando le benedizioni celesti sulla mia scolaresca... - Luisa Teiso, insegnante municipale, L. 5.

A Te, o Vergine Benedetta, insieme con le animucce affidate alle mie cure, offro L. 5 pel Tuo Santuario, perché mi assista nell'alta missione. - Luisa Picchio, insegnante municipale.

Maria Gallo di Caramagna, offre con gioia L. 5 a Maria Ausiliatrice pel nuovo Santuario chiedendo una benedizione pei suoi figli.

Una mamma che ama teneramente le sua figlietta adottiva, offre L. 2.20 per l'erigenda chiesa dei

Becchi e chiede alla Madonna di Don Bosco la grazia di vederla crescere sana e diligente e pia, e di conservarla al suo amore. - M. C.

Preci e ringraziamenti.

La signorina B. T; perché la Madonna la benedica ora e sempre. - L. 2.

Pietà di noi! Pietà d'un core affranto! - all'alma mia Tu pace ridona ; - proteggi i figli miei che amo tanto - Torino, W. L. L. 2.

Perché Maria Ausiliatrice abbia presto presso la culla del Suo fedel Servo Don Bosco un nuovo trono di benedizione. - Emma Camoletto, L. 10.

Tornavamo in patria... e Maria Ausiliatrice ci scampò da ogni pericolo. A Lei riconoscenti offriamo L. 29, in suffragio delle Anime del Purgatorio, pel nuovo tempio dei Becchi. - Alcune viaggiatrici.

La famiglia Bigano di Torino, implorando la benedizione di Maria Ausiliatrice sulle bimba Angiolina, L. 1o.

Offro L. 5 per il tempio votivo in onore di Maria Ausiliatrice ai Becchi, perché riconduca, sano e salvo dal fronte, l'unico figlio dei miei buoni e cari amici. - Gina Ballanti.

Anche i Collegi...

Le buone Educande del Collegio Immacolata in Novara inviano L. 5o per l'erigendo Tempio votivo dei Becchi, sicure che il Ven. Don Bosco le proteggerà e benedirà nei loro studi.

... e i Convitti operai.

Le giovani operaie del Convitto S. Famiglia di Vigevano, son felici di cooperare - con lire 30 - alla costruzione del Santuario di Maria Ausiliatrice ai Becchi di Castelnuovo d'Asti, volendo rendere devoto e riconoscente omaggio a Chi ha speso la sua vita pel bene della gioventù operaia.

.., e gli Oratori festivi.

Legati da forti vincoli di particolare riconoscenza al Ven. Don Bosco, lo preghiamo ad ottenerci una special benedizione da Maria Ausiliatrice, pel cui nuovo Santuario inviamo lire 5, frutto di una piccola lotteria. - L'Oratorio di S. Giuseppe. - Torino.

Un bell'esempio.

Il sottoscritto Parroco ben volentieri manda egli pure la sua piccola pietra, in L. 5, per l'erezione del tempio votivo in onore d. Maria Ausiliatrice ai Becchi di Castelnuovo d'Asti; e rievocando la santa memoria del Ven. Don Bosco, confida che l'Augusta Vergine, pei meriti del suo gran Servo voglia proteggere e crescere cristianamente tanti bambini e fanciulli della sua povera Parrocchia, esposti a mille pericoli per le loro anime. - Papozze (Rovigo), D. Beniamino Ghiotto, Arciprete.

LETTERE DEI MISSIONARI

REPUBBLICA ARGENTINA

UNO SGUARDO GENERALE allo stato delle Missioni della Patagonia.

Riassumiamo fedelmente dall'annunziata Relazione presentata dall'ispettore Don Luigi Pedemonte all'Arcivescovo di Buenos Aires

L'inondazione del Rio Colorado ha distrutto la cappella e la casa di Missione di Rio Colorado e la cappella di Barrancas nel Territorio del Neuquén. Il Missionario Don Pietro Martinengo, presso la Colonia 25 Maggio, perdette i cavalli, il carro e tutti i bagagli, e a stento ebbe salva la vita. Anche la Colonia Agricola di Fortin Mercedes subí gravi danni.

Gli ultimi straripamenti del Rio Negro han reso assai tristi le condizioni degli abitanti di quelle sponde, già in strettezze pel contraccolpo della guerra europea.

Viedma teme continuamente il disastro di una nuova inondazione, finché il Governo non pensi a una sistemazione del Rio Negro.

L'evangelizzazione ha trovato un efficace contributo nei corsi di missione predicati nei centri principali.

Le Scuole Salesiane hanno dato istruzione gratuita a 875 fanciulli poveri, ed asilo a 293. Degna di encomio è pur l'opera delle Figlie di Maria Ausiliatrice a vantaggio delle fanciulle.

I ragazzi abbandonati e i discoli internati dai tribunali hanno un ospizio rigeneratore con cinque scuole professionali e una colonia agricola. L'efficacia dell'educazione impartita col sistema di Don Bosco è visibile: essi diverranno buoni e coscienziosi operai.

Il Piccolo Seminario delle Missioni ha ampliato il suo campo e ha dato due nuovi sacerdoti.

Il Circolo Operaio, la Società di S. Giuseppe, le Unioni degli Ex-allievi di Don Bosco di Viedma e di Trelèw, hanno continuato regolarmente la loro vita operosa e benefica, meritamente apprezzata dalle Autorità nazionali del Territorio. Il Giudice dott. Francesco Aquilar ebbe a felicitarsi colla presidenza del Circolo Operaio per non aver mai dovuto condannare alcun socio.

Il Clero prende viva parte a tutte le feste religiose elle celebrano le varie Colonie d'immigrati, con immenso vantaggio spirituale di questi.

I festeggiamenti patri ebbero un'eco solenne in tutto il Territorio: in tutte le chiese si è cantato il Te Deum e si è innalzata la preghiera per la sprosperità della Nazione.

I 125000 abitanti che popolano gli 8oo chilometri metri quadrati del Territorio patagonico, vivono la maggior parte lontani dai centri popolati; per cui le missioni al campo divengono sempre piú faticose.

I sacerdoti D. Luigi Marchiori, D. Pietro Martinengo, D. Carlo Marelli, D. Carlo Frigerio, Don Angelo Veneroni, D. Domenico Anselmo, D. Augusto Crestanello, e altri nel Territorio della Terra del Fuoco, percorsero nel 1914 circa 4000 leghe, pari a 20.000 chilometri, battezzando e catechizzando, sopportando stenti incredibili.

Il Vicario Foraneo del Chubut, Don Bernardo Vacchina, sta erigendo il nuovo tempio parrocchiale a Rawson e una cappella a Madryn.

Fiorente è la nuova residenza di Comodoro Rivadavia, i cui missionari attendono anche alla Colonia Sarmiento.

In Puerto Deseado fu data una missione e presto sorgerà la chiesa, ideata da Mons. Fagnano.

Il Vicario Foraneo di S. Cruz dà buone notizie delle scuole della Missione. I nostri Collegi hanno 77 alunni e 127 alunne; le scuole domenicali 96 fanciulli e 150 fanciulle.

Per scarsità di personale, si è dovuta diminuire l'assistenza spirituale a S. Julian, ove si è ultimata or ora la chiesa.

I 102 indigeni della Colonia Tehuelche furono visitati dal Missionario, che si fermò con loro 15 giorni.

Il Vicario Foraneo della Terra del Fuoco scrive che fece scuola a 15 fanciulli, diede istruzione religiosa a 25, e tenne l'assistenza religiosa dei detenuti in quelle carceri, i quali sono 7oo.

Alla Candelaria si tengono aperte due scuole.

Presso il Lago Fagnano, Capo S. Agnese e Rio Fuego vi son vari gruppi di indigeni, che sommano in tutto a 230. La scuola mista ha 40 alunni.

Importanti ampliamenti si ebbero negli Ospedali. A Viedma, si è ultimato il primo padiglione del nuovo Ospedale S. Giuseppe, colla cooperazione delle popolazioni di Viedma e Patagones, delle Cooperatrici Salesiane e di altre generose persone. Anche l'ospedale di Rawson ebbe varie migliorie. Gli infermi ricoverati negli Ospedali nel 1914 furono più di 300 con una spesa di piú di 30000 lire. Anche nelle Missioni al campo si dispensano gratuitamente medicinali e medicamenti alle famiglie bisognose.

All'opera dei Missionari torna di grave ostacolo la preoccupazione commerciale degli immigrati, che sfruttano le braccia degli indigeni, i quali son ridotti alle zone peggiori, ove si trovano male e quindi cercano di emigrare.

Il flagello della Patagonia è l'alcoolismo ; guasta le fibre dei migliori lavoratori, indigeni e immigrati, e rovina sotto ogni aspetto le famiglie i

La relazione ebbe un decreto d'encomio dall'Arcivescovo, il quale si congratula per il lavoro compiuto nelle singole Vicarie, mercé le missioni, le escursioni apostoliche e lo zelo spiegato nell'educazione della gioventù.

La vita dei Missionari della Patagonia.

(Lettera del Sac. Luigi Marchiori).

S. Carlos de Bariloche, 2 agosto 1915.

REV.MO SIG. DON ALBERA,

Sono tre mesi che arrivai col mio nuovo catechista Emmanuele Vargas, a S. Carlo di Bariloche, amenissimo paesello alle falde delle Precordigliere, bagnato dal magnifico lago Nahuel Huapí, che forma colle sue isole uno dei punti più belli dell'Argentina. Era il termine fissato alla nostra missione che durò quasi otto mesi. Il nostro intento era di celebrare le funzioni della settimana santa in forma di missione, darne poi un'altra di otto giorni nella penisola di S. Pietro che dista 2o chilometri da Bariloche, e quindi tornare a Viedma per gli Esercizi Spirituali, fissati alla metà di luglio, insieme cogli altri Missionari della Patagonia.

Ma l'uomo propone e Dio dispone. Giungere a Bariloche e cominciare a piovere dirotto per giorni e settimane intiere fu la stessa cosa. In aprile piovette per 19 giorni: in maggio 27, e cadde la bellezza di 8oo e più millimetri di pioggia!

Il lago, che ha 3 miglia di larghezza, 1oo di lunghezza ed una profondità da novecento a mille metri, si gonfiò straordinariamente facendo temere una inondazione uguale a quella del 1899.

I suoi emissari, cioè il Limay ed il Rio Negro, tennero per varie settimane costernati tutti gli abitanti dei paesi limitrofi: Rocca, Conesa, Pringles e Viedma. Ma grazie a Dio non ci furono forti straripamenti, ma solo timori e spaventi generali. Le strade che in questi luoghi montagnosi presentano molte difficoltà per viaggiare anche in tempo d'estate, dopo tanta acqua caduta sul cominciare dell'inverno, divennero impraticabili. Com'era possibile intraprendere un viaggio di mille e più chilometri per arrivare a Viedma! Perciò, nostro malgrado, dovemmo sospendere il viaggio e rimanere tutto l'inverno a Bariloche per incominciare di qua la missione ventura da farsi la prossima primavera.

Ma intanto che si è fatto in Bariloche? Finite le funzioni della settimana santa, alle quali presero parte quasi tutte le famiglie del paese accompagnate dai loro figli, molti dei quali si accostarono ai Sacramenti insieme coi loro genitori, ci recammo, previo avviso, a benedire le case facendo in pari tempo un piccolo censimento parrocchiale.

Ne risultò una popolazione di circa 70o abitanti, i cui due terzi sono chileni e l'altro argentini, spagnuoli, italiani e tedeschi..

Tutti i giorni si fa un'ora di catechismo, al quale assistono in media da 2o a 25 tra ragazzi e ragazze.

Già si son fatte 40 prime Comunioni e tutte le domeniche se ne preparano delle nuove. Che bravi ragazzi! Impararono a cantare l'Ave Maris stella, le Litanie della Vergine, il Tantum ergo e più di venti lodi. Spero che ne impareranno altrettante, poiché è degna di ammirazione la costanza, e l'entusiasmo e facilità che hanno questi giovanetti pel canto. Degne di lode son anche le famiglie chilene che hanno il pio costume di pregare in comune tutte le sere e un impegno speciale d'inviare i loro figli al parroco perché questi li istruisca, come dicono le madri, nella cristianità. È per questo che anche nei giorni di pessimo tempo non ha mai diminuito la loro assistenza alla Dottrina cristiana, e quindi non si è mai tralasciato un giorno d'insegnarla, né tralasceremo fino a che rimarremo in questo luogo.

Con tutto ciò dovevano pensare anche a noi, che se avevamo una Cappella per celebrare la Santa Messa, non avevamo una casa dove ricoverarci. Per circa un mese fmmo ospitati in diverse famiglie, con non poca loro molestia stante la poca comodità delle abitazioni, e il nostro orario che mal si adatta à quello di famiglie particolari. Inoltre era necessario provvedere alle povere mule che già stanche per la lunga missione e non accostumate a una temperatura così rigida dimagrivano notevolmente, minacciando molte volte di prendere il cammino che conduce a Viedma.

Quanto a noi, avendo saputo per telegramma inviatoci dal nostro Ispettore D. Pedemonte che nella prossima primavera si aprirebbe una casa di missione in Bariloche, ne parlai ai fedeli in pubblico ed in privato ed avendomi assicurato il loro appoggio, ci mettemmo all'opera e in meno di venti giorni, in cui piovve quasi sempre, siamo riusciti con un falegname alla testa a fare tre stanzucce di legno ed una stalletta per le bestie ed il foraggio.

Abbiamo inoltre preparato e seminato a frumento e ad avena i quattro ettari di terra appartenenti alla Cappella, rifacendo con pali e tavole gran parte della siepe per difenderli dagli animali. Così il salesiano destinato a Bariloche avrà dove rifugiarsi e anche di che mantenersi più facilmente col prodotto che gli darà la terra; giacché non potrà avere altre risorse. D'altra parte questa nuova residenza è di una importanza non comune: situata quasi nel centro delle missioni alle Cordigliere, presterà grandi servizi a tutti i nostri che dovranno transitare per questa immensa regione. Ogni Missionario, ritornando dalle sue lunghe escursioni, potrà quivi raccogliersi e prepararsi più comodamente per le susseguenti, evitando viaggi interminabili, penosi e inutili per sé e per le povere bestie che abbisognano più che mai di riposo.

Aggiungo, in fine a questa mia, una breve rassegna della nostra ultima missione, che benedetta da Dio e dalla Vergine Ausiliatrice è stata assai feconda di frutti spirituali.

Ci aiuti, amato Padre, a ringraziarne il Signore; ci raccomandi a Maria Ausiliatrice e mandi a questo suo figlio la sua paterna benedizione.

Aff.mo in Corde Jesu Sac. LUIGI MARCHIORI.

Resoconto della Missione data dal Sac. Luigi Marchiori, accompagnato dal catechista Emmanuele Vargas, dal mese di agosto 1914 all'aprile del 1915.

Luoghi visitati, 73.

Battesimi d'indigeni, 410 (284 di bambini, 126 di adulti) - Battesimi di bianchi 546 - Totale: 956 battesimi.

Cresime, 11o5.

Prime Comunioni, 470 (286 di fanciulli, 184 di fanciulle).

Comunioni, 613.

Confessioni, 895.

Matrimoni regolarizzati civilmente, 73. Matrimoni benedetti, 135.

Cimiteri benedetti, 11.

Famiglie visitate, 358.

Fedeli che assistettero alla S. Messa, 2170.

Fedeli che assistettero al catechismo, 3395.

Fedeli che assistettero al Rosario della sera, 2369.

Istruzioni catechistiche, quasi tutti i giorni e più volte al giorno: cioè ad ogni occasione di messe, battesimi, cresime, matrimoni, ecc.

Oggetti religiosi distribuiti: Catechismi piccoli, 15oo - catechismi grandi, 500 - Corone del Rosario, 700 - Crocefissi, 385 - Immaginette, 3000 - Immagini per parete, 200 - Scapolari benedetti, 500 - Libretti di propaganda, 95o.

Distanza percorsa: in carrozzella, 2800 chilometri - a cavallo 915 chilometri - in tutto 3715 chilometri.

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Da Coronel Pringles scrive il Missionario Don Bernardo Maranzana

Dopo Pasqua abbiam fatto una piccola escursione nelle adiacenze di Pringles. In una settimana si percossero duecento chilometri, si visitarono una dozzina di famiglie sparse qua e là in queste estese e solitarie pianure, si amministrarono cinque battesimi, si benedissero due matrimoni, vi furono alcune confessioni e comunioni.

Nel mio secondo gira ricorremmo strade e paraggi le molte volte già frequentati dai nostri esperti e provetti missionari della Patagonia. Non vi furono battesimi, ma solo frequenza alla messa e qualche comunione. Rilevai con gran piacere elle alcune famiglie del campo tengono con sacrifizi i loro figliuoli nei Collegi Salesiani di Patagones, Viedma, Fortin Mercedes, Roca, ecc. Tutti apprezzano assai l'educazione ed istruzione che í Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice impartono, alla gioventù

CINA Un'inondazione nell'Heung-Shan.

(Relazione del Missionario D. G. Pedrazzini)_

La Celeste Repubblica a me sembra il paese della cuccagna! In nessun luogo, come qua,. ho dovuto ripetere il vecchio proverbio: Le disgrazie son come le ciliege: una tira l'altra! In pochi anni le ho viste tutte: rivoluzione, piraterie, furti, coléra, inondazioni, ecc.

In tema d'inondazioni, quella di quest'anno pare sia stata un'ultima edizione... riveduta e corretta. A memoria d'uomo, dicono i vecchi, non si rammenta un'altra inondazione piú terribile. Quello che vidi io stesso, nel mio piccolo territorio, è veramente desolante. Parlo dell'Heung-Shan e specialmente del territorio di Pah-Hong-Sa, che fu piú duramente provato. Appena ebbi sentore del disastro, corsi là ove piú grave era il pericolo e piú abbondano i miei cristiani.

Quella vasta estensione, prima verdeggiante, era sparita sotto le acque, e come macchie impercettibili spuntavano da lontano le capanne coronate di fronzuti bambù...

Gettai due monete in una barca ove tre uomini sbadigliavano pel digiuno, ed essi, rapidi, ai ferrarono i remi, si curvarono... e si parti L'acqua, omai ferma, pareva cinicamente con tenta d'aver tutto domato. Unico nemico la dardeggiava il sole, un sollione extrapotente Pareva che tutte quelle terre a un colpo di bacchetta magica, si fossero abbassate per dar luogo all'acqua.

Dov'erano infatti i sentieri da me battuti le mille volte? ove i campi, i prati, le risaie, i gelsi? Tutto era sparito sotto quell'immenso lenzuolo, oscuro e fangoso!

Ove il garrulo vociare dei bimbi scorazzanti fra i canneti del fiume, e l'argentino canto delle fanciulle intente a raccogliere la foglia pei filugelli, e il mormorare del vento fra gli alti pioppi ed il cinguettio degli uccelli?

Tutto era silenzio... ed il continuo fruscio della barca sui piú alti rami dei gelsi era l'unico lamento della natura che moriva sepolta viva: e a quel lamento facevan eco i singhiozzi dei remi che batteano cadenzati sull'immensa spianata di acque.

La barca correva sempre. Una fila di cedri ancor ben diritti nascondeva il gruppo delle capanne... ma dietro i cedri ecco il bel verde pennacchio del bambù gigante che aveva tenute diritte le capanne. Ci siamo!... il mio occhio indaga, mentre il cuore batte veloce... Passiamo fra due grossi tronchi, ed ecco lo spettacolo, il triste spettacolo. La capanna,' coperta d'acqua quasi fino al tetto, formava un isolotto sul quale viveva quella povera gente.

La prima famiglia era composta di nove ragazzi e una bimba. I piú grandicelli in un attimo gettarono delle tavole tra i cedri e il bambù formando un solido e pittoresto ponte sul quale mi arrampicai.

Mentre un frugolo mi offriva la pipa tradizionale, la mamma, una buona massaia, cercava di raccogliere poche legna per fare il thé. Il padre si teneva in disparte ed era molto abbattuto.

- Via, caro Pietro, gli dissi, fatti animo, non è poi tutto finito. Vedi che bella famiglia numerosa? E tutti vivi ed allegri? Poteva ben esser peggio!...

- Ah padre! sono tre anni di inondazioni, rea come questa!... Tutto abbiamo perduto! I laghetti, omai pieni di pesci da vendere, strariparono ed i pesci son fuggiti. Il baco, in mancanza di foglia, è morto...

La donna, intenta a soffiare nel fuoco, continuò:

- Padre! i porci, le galline, i pulcini, le anitre, tutto ci rapi la corrente... E le lacrime della brava cristiana filavano giù tra le fessure del tavolato, come perle nell'acqua. Anche l'uomo s'asciugò gli occhi col dosso della mano, mentre i bimbi nell'ingenua loro spensieratezza giuocavano colla barca.

Avrei voluto dir loro tante cose, ma sentiva un nodo alla gola farmisi sempre piú stringente e tacqui: aveva paura di dar cattivo esempio.

Il buon Pietro aveva pulito le tazzette, vi aveva versato il thé e, presentandomi la bevanda con mani tremanti, mi diceva:

- Tuttavia non voglio dir che il buon Dio non mi abbia aiutato. Sì, questi miei bimbi, li ho salvati per miracolo... quella marmocchietta (ed accennava alla bimba) l'abbiamo pescata come una trota. E ora tutti stanno bene e non pensano nemmen piú al pericolo passato.

- Si, coraggio, mormorai; dei beni materiali ti potrai rifare col lavoro assiduo; e perciò diamo grazie a Dio che tutti i tuoi figli son salvi.

Guidato da Pietro, una dopo l'altra, visitai tutte le capanne dei cristiani di quell'estesa regione.

Sono ben 2o famiglie, circa 200 cristiani, cosí gettati nel dolore! e dappertutto, colla piú squallida miseria, trovai la piú edificante rassegnazione in Dio, e che non vi era da lamentare nessuna vittima.

Ero partito verso le 10 di mattino ed alle 6 di sera ritornava. Il mio occhio, turgido di pianto, guardava con sgomento il sole che imporporava del suo rosso i cedri e si tuffava in quell'immensa estensione d'acque. Un brivido d'orrore mi corse per l'ossa al pensare che là, dietro quei cedri, c'era gente che non aveva più un pane... e che io mancava di mezzi per soccorrerli.

Macau (Cina), Settembre 1915.

Sac. GIOVANNI PEDRAZZINI Missionario Salesiano.

Da Macao, in data del 1° luglio u. s. il nostro confratello Don Giovanni Guarona ci dava queste altre notizie.

Abbiamo celebrato solennemente il Centenario di Maria Ausiliatrice, nella quale occasione si ebbero sei battesimi di adulti e si stabili pubblicamente l'Associazione dei Cooperatori. Il Vicario della Diocesi Mons. Nunes tenne la conferenza su Don Bosco e se ne ebbe subito buon frutto.

Macao è una Colonia Portoghese, ma è piena di Cinesi e vi si vive vita cinese. Il nostro Orfanotrofio è una Missione, giacché un buon numero di alunni è di pagani, che vengono disposti al S. Battesimo. Se i mezzi non ci difettassero si potrebbe dare maggiore impulso al catecumenato, che per ora è il mezzo migliore per fare ai cinesi del bene. Essi non sono ancora preparati alle nostre scuole professionali e quindi non le possono giustamente apprezzare. Se le nostre scuole professionali non han dato grandi risultati, specie pei ragazzi che ci vengono dalla Missione, è perché tornati al loro paese non possono esercitarvi il mestiere che viene loro insegnato.

Nella Missione invece il lavoro è molto piú proficuo e si fanno dei continui progressi. Quest'anno si ebbe uno sviluppo prodigioso in tutti i centri principali e non mancarono conversioni consolantissime. Ora si ha un movimento assai lusinghiero fra i protestanti, specie dopo la conversione di un Moc-Si (pastore) e di un maestro, i quali sono ora adibiti come catechisti nella nostra Missione.

Il merito di questo movimento va attribuito allo zelo del Vicario della Missione Don Versiglia e dei missionari D. Canazei e D. Olive.

IL CULTO DI MARIA AUSILIATRICE

NEL SANTUARIO. Il 24 di ogni mese,

si ripetono, mattino e sera, solenni funzioni in onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino, alle 6,30, ha luogo la messa della Comunione Generale, seguita dalla Benedizione col SS. Sacramento. Ed è veramente consolante il vedere quanta gente vi accorra da ogni punto della città. Il 24 novembre u. s. celebrò il sig. Don Albera, applicando la S. Messa per tutti i morti in guerra e secondo le intenzioni di tutte le madri italiane. Il gentile invito venne fatto al rev.mo nostro Superiore della Pia Unione delle Madri Cristiane, canonicamente eretta nel Santuario, che assistevano in folla e col loro distintivo all'imponente cerimonia.

Alla sera, alle ore 19.3o, ha luogo in forma solenne l'adorazione pubblica innanzi al SS. Sacramento.

Vogliano i benemeriti Cooperatori e le pie Cooperatrici unirsi in ispirito a queste sacre funzioni mensili le quali hanno queste due intenzioni principali : pregare secondo le intenzioni del Santo Padre e affrettare il ristabilimento della pace fra le nazioni.

GRAZIE E FAVORI(*)

La preghiera di una piccina.

La mia piccola Mary, appena cinquenne, venne colpita da forte malattia. Chiamammo subito un dottore e non ci nascose che la povera piccina correva grave pericolo. Si può immaginare qual fu il nostro dolore al pensiero di vederci rapito da un momento all'altro il nostro amato angioletto. Io e mio marito sembravamo pazzi pel dolore ed eravamo sempre accanto il suo lettino ad assisterla. Tutt'a un tratto essa mi chiama e mi dice: « Mamma ho tanto male, prendimi un po' la Madonna d'Italia. (Il Bollettino Salesiano che parla sempre di Maria Ausiliatrice, che la piccina chiama sempre la Madonna d'Italia). ...Prendimi un po' la Madonna d'Italia; voglio pregarla, che mi faccia guarire ». Si può immaginare l'effetto che mi fecero quelle parole, profferite da una bimba sí piccola e morente. Subito l'accontentai e insieme con lei mi misi a pregare facendo un voto.

Oh! quanto è grande la potenza dell'Ausiliatrice e di Don Bosco. La mia cara Mariuccia prese subito a migliorare e ora è perfettamente guarita.

Sia lode ed amore alla SS. Vergine Ausiliatrice, che ascolta cosí presto i figli che a Lei ricorrono.

Portland, Oregon, li maggio 1915.

ANGELA BISIO.

Maria Ausiliatrice mi protegge !

Questa tenera Madre sparge sempre su me e sulla mia famiglia le grazie che domandiamo. Due miei bambini furono da lei guariti. Uno, colto da periostite alla mano destra, fu operato piú volte, sempre senza alcun miglioramento. Feci una novena a Maria Ausiliatrice quando si temeva gli si dovesse amputare la mano, e guarí tosto perfettamente. L'altro, bambino di pochi mesi, ridotto agli estremi da grave malattia viscerale, guarí nello stesso modo, con grande stupore del medico curante.

Anch'io, assalita in seguito a tali ansie da forti dolori di stomaco e itterizie ed epatite, vedendomi ridotta uno scheletro, feci ricorso a Maria Ausiliatrice, cui promisi una piccola offerta e la pubblicazione della grazia: e per incanto disparve ogni male. Sia benedetta una cosí tenera Madre! Voglia continuare a proteggere me e la mia famiglia!

Monteforte Cilento, aprile 1915.

AURORA SCAVARONE.

Croce di Monte Colombo (Forlí). - Luigi Paolizzi, infermo di gastro-enterite, nel luglio 1914, per 25 giorni fu in grave pericolo di morte. Ottenuta la completa guarigione invocando l'intercessione di Maria SS. Ausiliatrice e del suo Servo il Ven. Don Bosco; il 1° settembre 1915 sciolse il voto fatto di recarsi a Torino a visitare il Santuario di Valdocco e la Tomba del Ven. Don Bosco in ringraziamento di tanto favore.

5 ottobre 1915.

D. PASQUALE M. PAOLIZZI.

X... - Con tutta fiducia mi rivolsi alla cara Vergine di Don Bosco per impetrare una grazia singolare, di cui avevo stretto bisogno. Inesaudita non fu la mia richiesta. Dopo tante e tante altre grazie, già fattemi, ancora una volta Ella volle mostrarsi verso di me, indegno, madre benigna. Grazie... grazie, o Maria, grazie, o Ven. Don Bosco. Mai potrò ringraziarvi come il mio cuore vorrebbe!

1o settembre 1915.

N. N.

Azeglio. - Da due anni soffriva acerbi dolori al ginocchio sinistro che era sempre gonfio. Avevo un nervo fuori di posto. Invano aveva consultato medici e usato medicamenti. Ricorsi a Maria SS. Ausiliatrice interponendo l'intercessione del Ven. Don Bosco e, come per incanto, ebbi la sospirata guarigione. Invio un'offerta per una Santa Messa e per le Opere Salesiane.

15 ottobre 1915.

Una Cooperatrice.

Cerretto Langhe. - Una mia parrocchiana, molto divota di Maria Ausiliatrice, avendo promesso di pubblicare sul Bollettino Salesiano le grazie ottenute della triplice guarigione veramente miracolosa di persone della sua famiglia, scioglie oggi il voto, mantenendo la promessa, ed inviando in ringraziamento l'offerta di lire 10. Dopo giorni e notti di trepidazione, e più non sperando nell'aiuto divino, aveva la buona madre pregato coli tutto il cuore Maria SS. ed Ella benignamente volle ascoltarla. La Vergine Santa le accordi ancora la sua protezione della quale ha tanto bisogno.

27 settembre 1915.

Sac. RAVINA ALFONSO,

Arciprete.

Bologna. - Colta improvvisamente da una sordità cosí completa che non mi permetteva di udire qualsiasi rumore, anche il più forte, vedendo che nessun medicamento suggerito dal medico mi portava giovamento, ebbi l'ispirazione di fare una devota Novena alla Madonna di Don Bosco. Sospesi affatto ogni altra cura e con tutta la fiducia incominciai le preghiere a Maria SS. Ausiliatrice. Dopo tre giorni la grazia da Maria lui fu concessa. Andai in persona a ringraziarla dinanzi all'Immagine di Maria Ausiliatrice nella cappella dell'istituto Salesiano ed ora voglio che si pubblichi la grazia sul Bollettino Salesiano.

LUCIA BAFFE'.

S. Vito (Cagliari). - Non sono piú nelle carceri giudiziarie di Cagliari, ma nel seno della mia famiglia, in San Vito. Maria SS. Ausiliatrice e l'intercessione del Ven. Don Bosco hanno fatto palese la mia innocenza alla giustizia terrena, da cui son stato assolto. Prego pubblicare nel Bollettino Salesiano questa grazia, che attribuisco tutta all'intercessione della Madonna e del Ven. Don Bosco, dei quali prometto fin d'ora d'essere sempre devoto.

23 ottobre 1915.

CIREDDU EFFIsio LUIGI.

Casalmonferrato. -- Sia sempre benedetta la Vergine SS. Ausiliatrice che non abbandona mai i

suoi devoti. Da molto tempo mio figlio cercava un impiego, ma invano. Pensai allora di ricorrere a Maria Ausiliatrice, facendo una novena, promettendo di fare un'offerta e la pubblicazione sul Bollettino, se fossi stata esaudita. Non era ancora finita la novena che veniva offerto a mio figlio l'impiego tanto desiderato.

Un'altra grazia ottenni pure da Maria SS. Ausilitrice. Fui colpita da grave malattia, tanto che i dottori dissero di essere gravissima, ma io non mi perdetti di coraggio: pregai la cara Madonna di Don Bosco di volermi ridonare la salute, ed io avrei fatto un'offerta per le opere salesiane e la pubblicazione della grazia sul Bollettino.

Bontà di Maria! non tardò a venirmi in aiuto la cara Madre: posso già attendere ai lavori necessari di famiglia.

Col cuore commosso, sciolgo il mio voto.

2 novembre 1915.

M. A.

Genova. - Una giovine mia parente il 4 agosto u. s. fu in casa mia colpita da grave paralisi facciale, in modo da restar deformata forse per tutta la vita, come lasciò capire il professore che l'ebbe visitata. L'ammalata, addoloratissima, dietro mio suggerimento cominciò una novena ad onor di Maria SS. Ausiliatrice, promettendo l'offerta di L. 2 al Santuario di Lei per la celebrazione d'una S. Messa se otteneva dalla Madonna la sospirata guarigione, ed io per lo stesso scopo invocai l'intercessione del Ven. Don Bosco colla promessa di L. 5 per le Opere Saleiane. Terminata la novena, la giovine era perfettamente guarita, per cui sciogliamo con gioia le nostre promesse.

5 ottobre 1915.

I C.

Falicetto. - Dall'età di due anni la nostra cara bambina s'ammalò di mal d'orecchi. Inutili furono le cure dei dottori; si disperava orinai della sua guarigione. Dopo quattro anni e sei, mesi di sofferenze, ci rivolgemmo con fiducia alla Vergine Ausiliatrice, ed in breve abbiamo avuto la consolazione di veder la nostra cara e buona bambina completamente guarita.

Riconoscenti alla Vergine per sì bella grazia, adempiamo la promessa di pubblicarla sul Bollettino Salesiano; e mentre La supplichiamo a volerci sempre benignamente esaudire, inviamo l'offerta per la celebrazione di una Messa in ringraziamento.

25 giugno 1915.

O. M. e C.

Torino.- - Una madre di quattro bambini, in grande ansietà per la sorte del marito, lo raccomandò a Maria Ausiliatrice ed al Ven. Don Bosco. Avendo ricevuto la grazia, conforme a promessa, oltre L. 5o supplicando la Vergine SS. ed il Ven. Don Bosco a voler proteggere sempre i suoi cari.

26 settembre 1915.

S. B.

Breganze. - Ricorrete a Maria, o voi tutti elle siete alilitti. Per lungo tempo ho pianto, per lungo tempo ho visto un pericolo sovrastariui. Per lungo tempo ho camminato sull'orlo d'un precipizio. Ma la speranza in Maria non mi ha abbandonato! Oh! quanto invocai, Maria, in simile frangente, e feci pregare ai piedi del suo altare. Ed Ella, Madre di misericordia, esaudí le preghiere dei suoi amati orfanelli, e quando tutto pareva perduto, ho ottenuto quanto sospiravo. Sciolgo quindi il mio voto inviando una tenue offerta e pregando di essere ascritta cooperatrice salesiana.

5 ottobre 1915.

V. M. B.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti

A) - A. B. Z. di Milano - A. S. di Torino, 5 - Acossati Lucia, 2 - Actis Annetta - Agosta Felice, 1o - Agosteo Margherita, 2 - Albano Angela - Alexandre Annita, 5 - Alessandroni Moyne, 5 - Allemandi Domenica in Zasce, 5 - Antolini Maria, 5 - Armanini Zaira, 22 - Arrigoni Ernesto, 2.

B) B. E. di Vercelli - B. R. di Bessolo, 2 - Bacciarini Rosina, 22 - Balestro Lucia, io - Balistreri Anna, 2 - Baroncelli Maria per Pagani Giulia, 5 - Bartocetti Francesco, 20 - Badassi Donlenico, 5 - Bellero Angiolina - Bertoldo Francesca - Bettoni Enrichetta, 5 - Boccardo Lina, i - Boccini Elena, 2 - Bollo Giuseppe, 5 - Boria Clementina, 5 - Bosco Maria, 5 - Brigatti Eruminia in Repetti, 20 - Bruni Maria, 2 - Burelli Eugenia, 2 - Busello Carolina, 5 - Busello Carolina in Bettili, 2.

C) - Cooperatrice di Bessolo, 23 - Cooperatrice di Lombardia, 23 - C. Caiello, io - Calcina Giovanna - Canale Angela, 20 - Canova Rosa - Canto 1). Marcello, 20 - Cappa Maddalena - Cappelletti, i -- Carozzi Clementina, io - Carpignano Emma e Teresa, i - Casale Chiaffredo, 2 - Castegini Luigi, 5o - Castelli Maria, 2 - Castellini P., 5 - Cavedon Gaetano, io - Cerrato Annetta, 2 - Cerrato Maria, 5 - Cerino Maria, 3 - Cimossi Giuseppina, 2 - Cireddu Efisio Luigi - Coccia Celestina -- Colombi Antonio - Colombi Maria, io - Colombo Margherita in Palma, io -- Comodi Rosa, 3 - Comoli Adele in Cavallini, 5 - Composta Giuditta, io - Conchieri Teresina, 2 - Congiu Luigia, 5 - Corsini Suor Dorotea, Direttrice Scuole Fenmminili, i o - Costa Lucia - Crosazza Maria - Cutrí Francesca Maria, 5.

D) - Daffara Elena, 5 - Dalio Fam. - Damiani Maria, io -- Dani Eugenio, i o - Danzi Angelo, io - Passano Francesco, 5 - Sorelle De Agrò, 5 - De Angelis Calino, 5 - De Filippi Nunzia, 5 - De Franceschi Antonio, 25 - Del Favero Giuseppina, 5 - Della. Savio Valentino, 5 - Demartin l'ierina, 5 -- Demartin Rosina, i - Dettoni Maria, 2 - D'Aquila I). Mario, 5 - Pini Emilia - D'Orlando Anna in Angeli, 5 - D'Orsara Maria Stella, 5 - Drocco Luigi, 4 - Divoti vari dalla Zona di guerra.

E) - E. P. di Puia di Podernone, 20 - E. V. di "lonza, 15 --- Eterno Felicita, 5.

F) - F. R. del Canton Ticino, 5 - Falletti Giovanni, 2 - Favretto Luigi, 2 - Fenoglio Rina - Fernando Ester, 5 - Fornenti Carlotta in Roncaglio, 3 - Fossarelli Luigia, 5 - Fossati Modesto, 2 - Francesco Federico, 2 - Frattini Giacomo, 5 - Frero Paolina, 25 - Furlan Lucia, io.

G) - G. A. C. di Torino, io - G. D. di Torino, 5 - Gabetti Maria fu Celso, 6 - Gaggino Ernesta, io - Garassino Marianna - Gavazza Annetta - Gazzotti Edvige - Gerbino Ch. Giuseppe, 5 - Ghirardelli Caterina, 15 - Gioli Matilde, 15 - Giordano Rosetta, 5 - Giromini Pietro, 5 - Glerian Ermenegildo, 5 - Gonella Agostino, 5 - Guagnini Teresa in Demori -- Guarnaccia Giuseppe i - Guietti Gaudenzio, 3,10.

I) - Tacco Ernesta, io - Iani Luigia, 5 - Iannarino Nicolangelo, 25,75 - Invernizzi Dell'Oro Angiolina, 2 - Isetta Maria in Ferro, 3 - luzzi Serafino e Maria, io.

L) - La Marca Irene in Falci, io - Lattanzio D. Angelo, io - Leporini Prescilla in Fezzoli, - Lirosi Permisi, io - Iosa Stefana - Lugari D. Giorgio, 5.

M) - M. A. di Casale Monf. -M. B. di Faenza, 20 - M. C. di S. Lorenzo Fossanese, 1o --- M. P. di Torino, 2 - M. M. di Caserta, 1o - M. R. di Torino, 5 - M. T. di Ozzegna Canavese, 25 - Magra Maddalena, 8 - Maina Teresa, 20 - Malvestiti Pietro, 8 --- Marchetti Teresa, 27 - Marchisio Ved. Lovera - Martinengo Caterina, 5 -- Martino Giuseppe fu Giovanni Battista, io - Massoero Antonio, 5 - Mazzonzelli Bernardo, 5 - Melloni Raffaele, io - Miani Silvio, 3 - Michelina Maria, i5 - Micirina, 5 - Militello D. Vincenzo, 15 - Milone Giuseppina, io - Mola Francesco, io - Mongini Fuirosina Ved. Ricci, 20 - Monti Teresa Ved. Prati, 100 - Montruccoli D. Pietro, 2o - Mottini Teresa, i - Mottino Vincenza, 2 -- Mauri Luigi, io - Musmeci D. Giovanni, io.

N) - N. N. di Aosta, 19 - L. N. di Arienzo, 3 - N. N. di Bogogno, 2,20 - -N. N. di Caluso, 6 - N. N. di Chieri - N. N. di Civiasco, 5 - N. N. di Comelico, 50 -- N. N. di Cresole, 15 - N. N. di Diano Castello - N. N. di Gallarate, 5 - N. C. di Galliate, 1,5 - N. N.. di Gessate, io - N. N. di Incisa Belbo, 2 - N. N. d'Ivrea, 5 - N. L. L. della Loggia - N. N. di Legnano, ioo - N. N. di l,ongare, 25 - N. N. di Mazzarà S. Andrea, io - N. N. di Modica, 2 - N. N. di Oneglia, 5 - N. N. di Orsara Bormida, 5 - N. N. di Quattrelle, i o - N. N. di Settimo S. Pietro, 2 ---N. N. di Torino, 5 - Nabacino D. Gildo, 3 --- Nebbia D. Ercole Prevosto, i 5 -- Nervo Luigi - - Nicola Ignazio, 1 o - -- Novelli Margherita, 2.

O) - Ottin Maria Eulalia, 4o - Ottone Maria, 3.

P) -- Panzan Ernesto - Paolini Teresina, 5 -- Parietti Feliciana, 5 - Paterni Rachele in Alemanni, 20 -- Pellanda Giuseppe, 20 --- Pesce Comm. Vincenzo, 20 -- Petizzi Maria, 2 - Pezzoli Sara, 20 - Piovano Schiavo Anna, 10 - Piscio Francesca, 3 - Pittia Elisa, io - Pizzigati Ilaria, so - Pizzorno Apollonia, 5 - Polastri Margherita --Polese Caterina - Polese Corinna, 20 - Ponte Margherita, 5 -- Porello Maria, 5 --- Primon Gin seppe - Provenzano Mariangela, 5 - Puiatti Maria di Gio. Batt., 5

Q) - Q. C. di Voghera, roo - Quartieri Vasco, i,5o - Quattrocchi D. Ferdinando, 12.

R) - R. B. di Torino, 6 - R. M. C. S. di Pavia, 5 - R. O, da Torino - R. O. di Ovada, 12 - Ravaioli Marianna, 20 - Rebuffo A., 2 - Reginato Antonietta, io - Renzi Roni, 5 - Ricci Francesca - Ricci Martinè, 5 - Rigazzi Domenico, 3 - Rigoni Caterina in Pesavento, 5 - Riolo Maria in Defalco, 5o - Rizzolo Maria, 5 - Rossi Maria, 5 - Rovetto Angela, 2.

S) - S. Carlo - Salmoiraglii Maria, roo - Salta Efisia, i - Sanino Teodogario, 7 - Santamaria Ottavia, io - Sarina Sapienza, io - Saretto-Caffi, studente - Sbernadori Gesuina, 5 - Senes-Cossù Antonia, 5 - Setti D Luigi, 3 - Sibilla Antonietta, 5 - Sparta Maria, io - Stupini Virginia, 5 - Stupino Costantina, 5.

T) - T. C. di Torino, 5 - T. P. di Bordighera, 50 - T. P. di Piani di Borghetto, 5 - Tacchini Pietro, io - Temperini Giovanni, 25 - Tondello Domenico, 5 - Tonello Carlotta, 30 - Tonello Erminio, 5 - Torelli Edoardo-Torre Carlotta, io - Torrinetta Candida, Maestra, 3 - Tosi Aida, 5 Travaglianti Vito, io - Trufla Clementina. .

V) - Vagliasindi Teresina in Romeo, 5 - Valcari Luigi, 2 - Vanella Can. Federico, 2 - Vanoli Maria - Vena Modestina, 3 - Vendemmia Francesco, i - Vialardi Modesta, 3 - Viale Vincenzo, 4,5o - Vigliocco C., 25-Villata A. 3.

Z) - Zanella D. Crocifisso Parroco, ioo.

Tutte queste persone rendono pubbliche grazie alla Vergine Ausiliatrice, per soddisfare alle loro promesse e nella fiducia di meglio impetrare da cosí buona Madre - in altre penose circostanze - nuove grazie e nuovi favori.

Esse appartengono ai paesi seguenti:

PIEMONTE. Agliano d'Asti, Alba, Alessandria, Alice Castello, Aosta, Arona, Asti, Barone Canavese, Bellinzago Novarese, Benevagienna, Benevello, Bertolla Torinese, Bessolo, Biella, Bistagno, Bognanco Dentro, Bogogno, Borgo Lavezzano, Borgomanero, Bogrosesia, Brignano Curone, Brusasco, Bruzzolo, Buriasco, Caluso, Cambiano, Cantavenna Monferrato, Carignano, Carmagnola, Cartosio, Casa bianca, Casale Monf., Castagnole Monf., Castiglione Tinella, Cavour, Chieri, Cisterna d'Asti, Colcavagno, Cumiana, Cureggio, Dogliani, Ferrera d'Asti, Galliate, Garessio, Gargallo, Grana Monf., Incisa Belbo, Ivrea, La Loggia, La Morra, Lisio, Mombaruzzo, Monasterolo Casotto, Mondoví, Morano sul Po, Moransengo, Morsasco, Omegna, Orsara Bornaida, Ovada, Ozzegna Canavese, Pancalieri, Pinerolo, Polenzo, Pont Canavese, Pralormo, Rivoli, Sale Monf., Saliceto, Salaggia, S. Cassiano, S. Damiano, Macra, S. Lorenzo di Possano, S. Nazzario, Sant'Ambrogio Torinese, Santo Stefano Roero, Serravalle Scrivia, Sornmariva Perno, Stazzano, Tigliole d'Asti, Tonco Monf., Torino, Tortona, Valmenera, Valtournanche, Varallo Pombia, Varallo Sesia, Vercelli, Vergano, Vestigné, Vignale Monf., Villafranca Piemonte, Villanova Canavese, Villa Solaro, Vinchio d'Asti, Volvera.

LOMBARDIA: Appiano, Barzizza, Bastida Pancarana, Berbenno, Borsano, Brescia, Busto Arsizio, Candia Lomellina, Capriolo, Castenedolo, Cellatica, Civate, Como, Curnasco, Erba, Gallarate, Garlasco, Garlate, Gavardo, Gazzoldo degl'Ippoliti, Gessate, Gorla Minore, Isola di Rovegno, Legnano, Lesino, Loco di Rovegno, Lodi, Maggionico, Mairano, Mantova, Mede Lomellina, Mede Milanese, Medolago, Milano, Mondondone, Monza, Mortara, Olineneta, Pavia, Pisogne, Ponte S. Pietro, Quattrelle, Ranica, Retorbido, Rho, Rovetta, Serena, Sopraponte, Torre Berretti, Vall'Alta, Verolavecchia, Voghera.

VENETO: Aprato di Tarcento, Arcole, Asiago, Belluno, Bertiolo, Candiana Padovana, Campomolino di Gaiarine, Cartigliano, Castelfranco Veneto, Comelico, Cresole, Firmano. Fontanelle d'Oderzo, Fumane, Gaiarine, Isola di Verona, Latisana, Longare, Lozzo Cadore, Lusevera di Tarcento, Marano Valpolicella, Martignacco, Monselice, Montecchio Maggiore, Noaglie, Padola, Pedemonte, Pissatola di Badia Polesine, Pordenone, Puia, Rualis, S. Bova, S. Brixio, S. Daniele del Friuli, S. Gregorio di Veronella, S. Nicolò del Comelico, Soave Veronese, Venezia, Verona, Volta Brusegana,

LIGURIA: Bordighera, Degna, Diano Castello, Genova, Moneglia, Oneglia, Piani Borghetto, Pieve di Teco, Pontedassio, Sampierdarena, Savona, Trensasco, Vallecrosia, Varazze.

EMILIA: Bologna, Borgo S. Donnino, Castel San Giovanni, Faenza, Faetto di Monfestino, Forlí, Formigine, Lavezzola di Romagna, Meldola, Mirabello dell'Emilia, Paullo di Casina, Piacenza, Reggio Emilia, Roncovero, S. Pietro in Casale, Scascoli.

LAZIO: Roma, Scrofano.

MARCHE: Campo filone, Chiaravalle, Montegrimano, Saltara.

TOSCANA: Bibbiana, Firenze, Livorno, Peccioli, Pisa.

UMBRIA: Massa Martana, Orvieto Bagni.

ABRUZZI: S. Benedetto in Perillis, S. Ruffina.

CALABRIE: Gioiosa fonica, S. Eufemia d'Aspromonte.

NAPOLETANO: Arienzo, Cari le, Caserta, Limosano, Meta, Viso Equense.

PUGLIE: Bari.

SARDEGNA: Bonorva, Bosa, Buggeru, Cagliari, Isili, Ozieri, Antioco, S. Vito Sardo, Settimo San Pietro.

SICILIA: Biancavilla, Butera, Caltanisetta, Canicatti, Catania, Catenanuova, Cesarò, Granmichele, Mascali, Mazzarà S. Andrea, Mazzarino, Modica, Palma Montechiaro, Pietraperzia, Randazzo, S. Giovanni Gemini, S. Domenica Vittoria, Sciara, Trapani, Troina, Valguarnera Caro pepe.

AMERICA: Argentina: Colonia Castez, Rosario Santa Fé; Stati Uniti: Port Chester, Southbridge Mass.

EUROPA: Francia, Lione : Svizzera, C. T. Besazio, Reazzino.

N B. - Per l'Estero ci limitiamo a notare i paesi, donde giunsero relazioni inviate da Italiani.

In questi e in tutti gli altri paesi, fiorisca e si diffonda sempre più, in aiuto del popolo cristiano, la devozione alla nostra dolcissima Madre Celeste!

RICONOSCENZA AL VEN. DON BOSCO.

Nello svolgere questa rubrica, torniamo a protestare solennemente che non intendiamo contravvenire in nessun modo alle disposizioni Pontificie in proposito, non volendo dare ad alcun fatto un'autorità superiore a quella che merita una semplice testimonianza umana , né prevenire il giudizio della Chiesa, della quale - sull'esempio di D. Bosco - ci gloriamo di essere ubbidientissimi figli.

Serpeggiava in paese una malattia infettiva di carattere assai grave, sí che nel passato mese di settembre ebbero a soccomberne ben 9 persone. Il mio figlio maggiore ne fu pure colpito e in pochi giorni andò peggiorando al punto che lasciava molto a temere della sua cara esistenza.

Io che ebbi la fortuna di conoscere e amare l'indimenticabile Don Bosco, e che dallo stesso ho già piú volte ricevuto veri favori, in tale frangente non vidi altra speranza di salvezza e colla piú viva fede mi sono rivolto a Iati con una novena, certissimo che mi avrebbe esaudito. E ancor prima che io me l'aspettassi e contro ogni mio merito, la sospirata grazia giunse prodigiosa, completa, da tutti riconosciuta: mio figlio incominciò tosto a sentirsi meglio, a migliorare ogni giorno, ed ora si alza ed è fuori d'ogni pericolo.

Nella gioia del mio cuore non posso tralasciare dal rendere pubblica una grazia cosí prodigiosa ottenuta mercé l'intercessione del Ven. Don Bosco e sinceramente attestare, che il mio affetto e la mia riconoscenza per un sí grande protettore non verranno mai meno.

Casarso, 12 ottobre 1915.

GIOVANNI SCURI.

Lo scorso inverno il mio bimbo Andrea, di mesi 17, ammalò di difterite. Non so descrivere lo strazio e l'avvilimento in cui piombammo, poiché erano solo dieci mesi che avevo perduta un'amore di bambina, di due anni e mezzo, per lo stesso male. Un pensiero mi balena in buon punto per la mente: corro in chiesa, e mi rivolgo al Ven. Don Bosco dicendogli di pregar lui Maria SS. Ausiliatrice a farmi la grazia e ridonarmi il mio bimbo, poiché io non avevo la forza di pregare; mi sentivo inebetita. E il mio figlio fu salvo!

Altra volta, per affari di famiglia, era angustiatissima. Mi rivolgo di nuovo al Ven. Don Bosco e mentre io indirizzavo a lui le mie suppliche, nella stessa ora aveva la grazia. Me lo disse mio marito, che ritornò la sera con grata sorpresa, e tutte le angustie vennero dissipate.

Port Chester (New York), 27 settembre 1915. CELESTINA COCCIA.

Da vari giorni mi sentivo forti dolori dalla parte del cuore, e tornendo mi venisse qualche grave male, incominciai una novena a Maria SS. Ausiliatrice per l'intercessione del Ven. Don Bosco, liti procurai un pezzettino di indumento del Venerabile e lo applicai alla parte dolente, promettendo di pubblicare la grazia sul Bollettino. Essendo stata esaudita adempio la promessa.

Anche mio fratello, durante il servizio militare, ricevette una grazia dal Ven. Don Bosco. Colpito da meningite cerebro-spinale, venne raccomandato al Venerabile, e guarí prodigiosamente.

La nostra riconoscenza sarà eterna!

Erba, 24 ottobre 1915.

TERESA MOLTENI.

Una Cooperatrice di Marsiglia scioglie l'inno della riconoscenza al Ven. Don Bosco; dal quale ritiene aver ottenuta la guarigione del figlio gravemente ammalato di tifo. Animata a far una novena al Venerabile, ascoltò l'invito con fede, e, ottenuta la grazia invia una tenue offerta al Successore di Don Bosco con preghiera di far noto il favore sul Bollettino Salcsiano a gloria di Dio e del suo fedel Servo!

Novembre 1915.

Una Cooperatrice.

Ottenni, non è molto, e resi di pubblica ragione una grazia portentosa mercé l'intercessione del Ven. Don Bosco ed ora ne ho ottenuta un'altra segnalatissima. Sciolgo pertanto nuovamente l'inno del ringraziamento!

Valguarnera, ottobre 1915.

FRANCESCO FEDERICO.

Il Ven. Don Bosco liti trasse da profonde angustie ottenendomi dalla misericordia di Dio un'importante grazia temporale. Ne sia lode al Signore, mirabile ne' suoi Santi, e il Ven. Don Bosco mi continui la sua protezione paterna.

7 novembre 1915.

Una madre esaudita.

Dopo tre mesi di preghiere a Maria Ausiliatrice e al Ven. Don Bosco la grazia sospirata venne prodigiosamente dal Signore concessa. Grazie a Maria Ausiliatrice, grazie al santo Fondatore. Invio, conte promisi, lire cento in adempimento del voto, con preghiera di pubblicare queste linee, e cosa completare la promessa.

Nuoro, 9 ottobre 1915.

C. M. S.

NOTE E CORRISPONDENZE

LE SCUOCE SALESIANE DEL LIBRO all'Esposizione Internazionale di Lipsia.

All'Esposizione Internazionale del Libro e d'Arte Grafica, tenutasi a Lipsia dal 6 maggio al 18 ottobre 1914, prese larga parte anche l'Italia, e, con l'Italia, anche l'Opera Salesiana con programmi, numerosi saggi degli alunni e una memoria sulle « Scuole Salesiane del Libro », il tutto, ordinatamente, elegantemente disposto in un'ampia vetrina a cura della direzione generale delle' nostre Scuole Professionali.

Purtroppo, a causa della guerra, venne a mancare la possibilità d'inviare a Lipsia giurati italiani, i quali, in numero di 32, avrebbero dovuto prender parte ai lavori della Giuria Internazionale: - ma il R. Commissario italiano ritenne di dover dichiarare la partecipazione italiana mori concorso; e la Commissione di organizzazione, d'accordo col Comitato Promotore, desiderando che agli espositori della Sezione italiana a Lipsia fosse assegnato un attestato ufficiale, fu autorizzata dal R. Governo a preparare, e preparò e inviò di fatto speciali diplomi agli espositori.

Per parte nostra siamo lieti di registrare vari documenti.

Il primo è l'annunzio della nostra partecipazione, come fu redatto nel Catalogo-Guida Ufficiale della Sezione Italiana (1).

« Opera Don Bosco » Sede principale - Torino - Via Cottolengo, 32. - D. Bosco, l'Apostolo della gioventú povera, con la sua niente divinatrice, primo in Italia, nel 1864 fondò le Scuole Professionali, che dànno all'allievo ricovero, vitto, educazione, istruzione e professione. Da Torino le sue istituzioni si diffusero rapidamente in tutta la Penisola, poi in Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Inghilterra, America, Africa e Asia. Presentemente le sue Scuole Professionali sono circa 500, fra le quali: 53 tipografiche, 51 di legatoria, 4 di litografia, 3 di fonderie di caratteri, e 42 librerie. Lo studio e la scuola sono alternati coll'insegnamento teorico-pratico dell'arte. Gli operai, usciti a centinaia dalle case di Don Bosco, godono la massima fiducia degli industriali, per condotta e abilità, e conservano viva riconoscenza ai loro educatori.

L'Opera di Don Bosco è insieme opera di beneficenza e opera professionale.

Altro documento è il lusinghiero giudizio che si legge nella « Relazione sulla Partecipazione ufficiale dell'Italia alla Esposizione Internazionale del Libro e d'arte grafica Lipsia 1914, organizzata e diretta Per incarico del R. Governo dal Comitato Nazionale Per le Esposizioni Italiane all'Estero », relazione (1) edita a cura della Commissione d'organizzazione. A pag. 26 si legge

Sala XIV. - Vi figurano le tre più importanti Scuole Tipografiche Italiane : la R. Scuola Tipografica di Torino, che gli studiosi stranieri dimostrarono conoscere ed apprezzare da lungo tempo : la Scuola del Libro di Milano, che alla sua mostra aveva data speciale importanza nel campo del manifesto artistico: l'Opera Pia « Don Bosco» di Torino vi si afferma con gli ordinatissimi risultai della sua vasta, benefica organizzazione ».

Finalmente trascriviamo pei lettori l'accenno che l'Arte Tipografica, l'autorevole rivista tecnica delle arti grafiche edita dalla R. Scuola Tipografica di Torino, dedica pur essa alla modesta opera nostra (2):

L'Opera di Don Bosco con sede centrale a Torino ha riunito nelle sue vetrine il fiore della produzione proveniente dalle diverse succursali sparse in Italia. Il carattere speciale di questa benemerita Istituzione, che è scuola diurna ed officina insieme, permette di esplicare un lavoro maggiormente pratico. Il materiale esposto, ispirato prevalentemente a tale concetto: molti saggi sono il risultato di commissioni e lavori « finiti », il che rende piú facile un giudizio sui risultati generali, che sono veramente ottimi ».

Il Santo Padre e la nuova vita di Domenico Savio,

L'Osservatore Romano del 12 novembre ci recava questa cara notizia: - Avendo Mons. Carlo Salotti umiliata al Santo Padre una copia del suo libro Domenico Savio - che ha incontrato tanto favore, cosí che in meno di tre mesi se ne sono esaurite due copiosissime edizioni - ha ricevuto dall'Em.mo Card. Gasparri, Segretario di Stato di Sua Santità, questa bella e preziosa lettera:

Ill.mo Signore,

Dal Santo Padre ricevo il venerato incarico di porgere a V. S. Ill.ma i suoi Sovrani ringraziamenti per l'omaggio dell'aureo libro Domenico Savio, che Ella ha voluto umiliare al Suo Trono augusto in segno di filiale devozione e perché, quando fosse benedetto dal Papa, piú copiosi risultassero i frutti di santificazione che è destinato a produrre nei giovani.

Sua Santità si è soavemente compiaciuta della limpida e spontanea semplicità con cui la S. V. amorosamente tratteggia la cara figura dell'angelico giovanetto, rivelandone tutti i tesori di grazie che si contenevano in quel cuore innocente, e facendolo come rivivere davanti ai lettori nella sua casa paterna e in mezzo ai suoi compagni della scuola e dell'Oratorio. Ed in pari tempo la Santità Sua ha pregustato tutto il fascino, che questa biografia eserciterà fra i piú diletti Suoi figli, i giovani, i quali in Domenico Savio troveranno un amico esemplare da seguire ed uno stimolo potente da secondare, per correre virtuosa ed onorata la vita.

L'Augusto Pontefice, pertanto, oltre ai ringraziamenti, esprime alte felicitazioni alla S. V., la quale, anche in mezzo alle sue molteplici mansioni, sa trovare tempo, volontà ed energie da consacrare alla gio ventú, volgendo a, vantaggio di questa, con le parole e con lo scritto, le sue molteplici cognizioni ed il suo zelo sacerdotale. E nell'esortarla a continuare generosamente nel sacro apostolato, pel cui successo, sempre piú felice, Egli ama porgere il paterno contributo dei Suoi piú vivi voti, le imparte con particolare benevolenza l'Apostolica Benedizione.

Accolga la S. V. anche i miei vivi ringraziamenti per l'altro esemplare della medesima vita, che Ella mi ha cortesemente destinato, e che io ho percorso non senza particolare diletto; e gradisca l'attestato della distinta stima con cui volentieri mi ra ermo

Di V. S. Ill.ma affmo per servirla

P. Card. GASPARRI.

In memoria di Mons. Lasagna.

L'Ispettore Salesiano Don Pietro Rota scriveva al sig. D. Albera il 6 ottobre 1915 da Juiz de Fora:

Come vede, le scrivo dal luogo che ci ricorda la tristissima scena del 6 novembre 1895, e dallo stesso convento degli ottimi RR. PP. Redentoristi olandesi che prestarono le ultime cure alle nostre vittime. Vi son qui anzi due Padri di quel tempo. Il motivo per cui venni qua è il seguente: Avendo manifestato il desiderio che in quest'anno, XX anniversario, si collocasse un piccolo ricordo funebre sul luogo del disastro, poiché altrimenti fra qualche tempo nessuno piú lo ricorderebbe, l'idea fu accettata con entusiasmo e l'Unione Popolare Cattolica di questa città s'incaricò di fare le pratiche necessarie. Ottennero (cosa che io non sperava) dalla Direzione delle Ferrovie il permesso di erigere un piccolo monumento sul luogo della catastrofe: si fece un disegno, ed ora si lavora alacremente affinché il tutto sia pronto pel 6 novembre; ed io venni appunto per intendermi con loro sul programma, ecc. Si tratta di una gran croce di granito, collocata su di una base a varii scalini, pur di granito: sulla parte anteriore una bella lapide di marmo bianco col bassorilievo del busto di Mons. Lasagna, ed una breve iscrizione analoga.

Nella parte posteriore si collocherà la stessa lapide che si conserva ancora nel cimitero (vengo ora da vederla), donde si tolsero i resti mortali delle vittime che ora riposano nel Monumento di Maria Ausiliatrice a Nictheroy.

Mons. Felice Guerra.

Abbiamo ricevuto alcuni particolari sulla consacrazione episcopale di questo nostro confratello.

Il sacro rito ebbe luogo nella chiesa metropolitana di S. Salvador. Consacrante fu S. E. Rev.ma Mons. Antonio Adolfo Pérez y Aguilar, Arcivescovo; assitenti le LL. EE. Rev.me Mons. Giov. Antonio Dueñas y Argumedo, Vescovo di S. Miguel e Mons. Giacomo Riccardo Vilanova y Meléndez, Vescovo di S. Ana.

Il Presidente della Repubblica volle essere il primo padrino nella sacra cerimonia, ed eminenti personaggi si disputarono lo stesso onore: cioè il sig. Ramon García Gonzalez, l'ecc.mo dott. Martinez Suarez, Ministro degli Affari Esteri, il dott. Salvador Gallegos, Presidente del Tribunale Supremo di Giustizia, e il dott. Estupinian, grande amico nostro di S. Tecla. Anche il Ven. Capitolo Metropolitano assistette in corpo alla cerimonia. La stamperia nazionale pubblicò uno splendido numero unico, a spese del Governo, tutto in omaggio al nuovo Vescovo, il quale nelle sue lunghe permanenze al Salvador si era cattivato la stima e l'affetto universale.

L'espressione piú devota della nostra profonda riconoscenza a quei nostri esimi benefattori !

(1) Edito a cura del Comitato Nazionale per le esposizioni e le esportazioni italiane all'Estero, Roma - Commissione d'organizzazione, Milano - Ved. pag. 96 (seconda edizione).

(1) Stampata nelle officine dell'Istituto d'Arti Grafiche in Bergamo, 1915.

(2) L'Arte Tipografica, ecc. ultimo numero.

NOTIZIE VARIE

LOMBRIASCO. - Scuola di Agricoltura. - Togliamo dalla Gazzetta di Saluzzo del 30 ottobre: « A Lombriasco, l'agreste paesello sulla linea tramviaria Saluzzo-Torino, i Salesiani hanno istituito, da vari anni, una Scuola di Agricoltura a vantaggio e comodità delle famiglie di agricoltori, proprietari, affittuari - e di qualsiasi ceto che dall'agricoltura razionalmente intesa voglia trarre profitto. E una importante istituzione di cui la nostra regione dev'essere obbligata ai figli di Don Bosco. La necessità di perfezionare i nostri metodi agrari, e i magnifici risultati che si ottengono dalla coltura razionale del suolo, sono oramai fuori discussione. I concimi chimici, l'uso delle leguminose in rotazione coi cereali, le nuove coltivazioni, le cure profilattiche delle piante, hanno accresciuto e migliorati i prodotti; le novità agrarie predicate degli uomini benemeriti che all'agricoltura hanno dedicate le risorse dell'ingegno non incontrano piú l'indifferenza e la ripulsa delle masse agricole tenacemente ostinate a nulla modificare di ciò che i vecchi hanno sempre fatto.

Una difficoltà tuttavia si oppone, ed esiste realmente: la deficienza di istruzione agraria. Bisogna formare la nuova generazione degli agricoltori, bisogna avviare i giovani alla scienza dei campi: perciò la scuola di agricoltura è una vera opera di benemerenza. Le risorse maggiori d'Italia e la ricchezza nazionale dipendono principalmente dall'agricoltura. I Salesiani di Lombriasco ci hanno dato la scuola agraria, di cui mancava la nostra regione. L'abbiamo visitata, grazie alla squisita cortesia del Direttore, e ne siamo usciti veri ammiratori. L'Istituto ha la sua sede nell'antico castello di Lombriasco restaurato e rimodernato. L'antico magnificenza dell'edificio è tutta conservata nelle aule spaziose piene di aria e di luce, negli ampli cortili e nelle alberate verdi e vigorose. L'insegnamento è ripartito in tre anni, coli un completo programma di studio condotto sui criterii della scuola tecnica e accresciuto della. istruzione agraria. All'Istituto è annesso un vasto Podere, dove gli alunni sono esercitati in ogni genere di lavoro: dell'orto, del frutteto, della vigna, del campo, del prato, del giardino, ecc. Vi sono accolti i giovani che abbiano raggiunto i dodici anni.

» Per le famiglie che intendono avviare al lavoro o alla direzione delle campagne i loro figli, e sono in condizioni di offrir loro un'istruzione superiore, nulla di meglio che la Scuola di Agricoltura. E noi crediamo di aver fatto opera buona e civilmente benefica segnalando la Scuola dei Salesiani di Lombriasco. »

SPAGNA. - Ad iniziativa degli Ex-allievi di Sarrià (Barcellona) venne diramata alle Associazioni degli Ex-allievi degli Istituti Salesiani di tutta la Spagna l'invito a raccogliersi in Unione Nazionale. Lo scopo è d'intensificare il lavoro comune e renderlo piú proficuo alle singole Unioni e ai singoli Soci.

Col voto che l'opportuna iniziativa si compia al piú presto e solidamente, inviamo ai promotori i piú vivi rallegramenti.

CACHOEIRA DO CAMPO (Minas Geraes, Brasile). - S. E. il Dott. Delfino Moreira, presidente dello Stato di Minas Geraes, il 23 settembre u. s. si recava a visitare la « Scuola agricola Don Bosco », che ha levato cosí nella fama di sé in tutto il Brasile. Lo accompagnavano il suo Aiutante da campo tenente colonnello Vieira Christo, il suo ufficiale d'ordinanza dott. Antonio Moreira de Abreu, il segretario d'Agricoltura, il direttore della Stamperia ufficiale ed altri signori. Uno dei 11o allievi lesse all'indirizzo dell'ospite illustre un complimento, quindi cominciò la visita alle singole aule dello stabilimento e ai singoli reparti della tenuta. La visita si protrasse fino a sera, destando nell'illustre conmitiva alta ammirazione per il sistema razionale di cultura adottato, che ha cambiato il deserto in un giardino, e per il profitto raggiunto dagli allievi.

BUENOS AIRES. - 2500 giovani degli Istituti Salesiani compivano collettivamente anche quest'anno, il 12 ottobre, la loro gita-pellegrinaggio al Santuario di N. Signora di Lujàn, su treni speciali. Nell'andata ogni carrozzone eccheggiava di cantici sacri. Scesi alla stazione, mossero in corteo alla Basilica, dove ascoltarono la S. Messa e si accostarono alla S. Comunione. Nel pomeriggio, visitato nuovamente il Santuario, tornavano alla Capitale, pieni di pura esultanza. Vari ex-allievi universitari compirono nello stesso giorno il medesimo pellegrinaggio, facendo quasi tutto il cammino a piedi, con edificazione dei giovani alunni.

- A Buenos Aires si è inaugurato un nuovo tempio dei PP. Sacramentini, che è un vero monumento d'arte. Ì disegno del nostro confratello prof. D. Ernesto Vespignani.

LIBRI BUONI

Sul finire dell'anno ci piace raccomandare vivamente due pubblicazioni periodiche, elle hanno fatto un gran bene in passato e continuano a farne tanto anche oggidí, e potrebbero senza dubbio farne di piú, se fossero maggiormente sostenute e diffuse.

La prima è la pubblicazione mensile delle Letture Cattoliche di Torino, fondate dal Ven. Don Bosco nel 1853, amorevolmente proseguite dai suoi figli e da essi redatte tuttora diligentemente. La parte amministrativa fu ceduta alla Libreria internazionale della « Buona Stampa », ma la redazione dei singoli fascicoli, torniamo a ripeterlo, è direttamente compiuta dai Salesiani, o sotto la loro immediata sorveglianza.

I buoni Cooperatori dunque e le zelanti Cooperatrici, che desiderano promuovere la diffusione della buona stampa secondo lo spirito di Don Bosco, procurino di abbonarsi o di cercare un nuovo abbonato alle Letture Cattoliche, per il prossimo anno 1916. A tutti si manda in dono il Galantuomo, calendario popolare illustrato pel 1916.

E qui ci piace particolarmente raccomandare, un fascicolo delle Letture Cattoliche: La Vita Cristiana del sac. Dott. Eusebio Vismara. Conoscere la vera religione e viverla in tutta la sua pienezza, compiendo una continua ascensione morale, una perenne elevazione verso Dio, un'effettuazione più ampia e piú intensa del suo Regno: ecco l'ideale a cui dovrebbe far convergere i suoi sforzi ogni anima. A raggiungere quest'ideale tende la cara opericciuola, la quale è un felice tentativo di divulgazione popolare di concetti teologici. Il fascicolo si può avere a 25 centesimi.

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L'altra serie di libri buoni che raccomandiamo ai Cooperatori per diffondere tra i giovani studenti delle scuole medie e secondarie - è la collana delle Letture Amene ed Educative, pubblicazione bimestrale illustrata, edita anch'essa dalla Libreria della S.A.I.D. Buona Stampa di Torino.

Il suo scopo è quello di mettere in mano alla gioventù delle nostre scuole secondarie, ginnasiali tecniche, complementari, normali e commerciali, una serie di racconti e piccoli romanzi, ameni ed educativi, che servano a distorglierla da inopportuni racconti, empi o libertini.

Padri e Madri, e voi, educatori cristiani, che desiderate porre un argine alla propaganda della stampa immorale, alla quale tenete chiuse con sacro orrore le porte di casa vostra, date in mano ai vostri giovani le Letture Amene di Torino, che i Salesiani continuano a pubblicare in omaggio a un vivo desiderio del Ven. D. Bosco.

L'abbonamento annuo alle Letture Cattoliche è di L. 2,25 - alle Letture Amene ed Educative di L. 4,50- - L'abbonamento cumulativo alle due pubblicazioni è di L. 6,25.

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È uscita, anche quest'anno, dalla stessa libreria editrice la Buona Strenna, Calendario per l'anno 1916. È un elegante fascicolo, ricco di molte novelle e articoli di attualità, di Ferdinando Paolieri, Saverio Fino, Carlo Dadone, Vincenzo Fontanarosa, Maria di Borio, P. Senieria, Francesca Fiorentina ecc., con numerose illustrazioni di valenti artisti e belle tavole fuori testo. Il prezzo è L. 0,50. Nessuna famiglia dovrebbe esserne priva. È il piú bel regalo che si possa mandare in questi giorni ad ogni soldato. La Libreria Editrice sarà lieta di soddisfare prontamente ogni incarico.

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Raccomandiamo vivamente anche i foglietti settimanali per la Gioventù.

Questi foglietti (di 4 pagine ciascuno) di carattere religioso e popolare contengono fatti, aneddoti, pensieri edificanti, istruttivi, oltre un breve cenno sul Vangelo domenicale. Vanno diffusi in modo particolare negli Oratori festivi, tra i giovanetti e gli operai. S'inviano anticipatamente per quattro settimane, in modo che i Direttori e i Parroci possano distribuirli ogni domenica. Per l'abbonamento vedasi in copertina.

NECROLOGIO

Don Luigi Guanella.

Nell'apporre questo nome nell'elenco dei Cooperatori defunti, ci trema la mano pensando all'ambascia dei numerosi beneficati che seguirono con ansia trepidissima le fasi dell'ultima malattia del piissimo e venerando Don Luigi Guanella. mentre, come noi a Don Bosco e a Don Rua, essi pure andavan allestendo al santo sacerdote grandiosi festeggiamenti per le prossime Nozze d'oro! Anche quest'umile apostolo era entrato come Don Rua nell' anno giubilare : ed egli pure ha lasciato la terra per il cielo nella stessa età di Don Bosco e di Don Rua, cioè ha passato i 72 anni e non ha raggiunto i 73 (10 dicembre 1842 + 24 ottobre 1915).

Per avere un'idea di quanto ha fatto quest'uomo pel bene del prossimo, per le classi piú derelitte e sventurate, occorre ricordare S. Vincenzo De Paoli, il Cottolengo, P. Lodovico da Casoria, e Don Bosco. C'era nell'animo suo un amor grande per gli altri, che non gli permise di restare in patria ove gli pareva di non far nulla, e lo condusse a Torino nell'Oratorio Salesiano, e lo tenne alcun tempo sotto la guida di Don Bosco, che per tre anni lo volle direttore delle scuole e dell'oratorio aperto a Trinità di Mondoví.

Ma venne il momento di operare direttamente pel nuovo apostolo; e colla benedizione del Venerabile nostro Fondatore tornò alla sua diocesi, dalla quale, privo di mezzi di fortuna e ricco soltanto di una grande carità, contrariata spesso nelle sue imprese da quella che si chiamava la prudenza umana, che ebbe talvolta a chiamarlo un temerario, superando difficoltà di ogni sorta ha potuto spargere in Italia le sue fondazioni molteplici, per deficienti, per cronici, per bambini, per giovani donne tratte dalla via del vizio, per civili decaduti e vergognosi, per sacerdoti vecchi e infermi, per emigranti, fondando in pari temo colonie agricole, Oratori festivi, pensionati ecc.. opere tutte che vanno sotto il nome di Opere della Divina Provvidenza affidate a due nuovi istituti, pur da lui fondati, i Servi della Carità e le Figlie della Divina Provvidenza.

Da una recente statistica appare che sono piú di duemila i ricoverati di Don Guanella, senza contare gli innumerevoli ospitati negli asili infantili e nelle scuole d'arte istituite un po' dappertutto, e quaranta le case da lui fondate in Europa e in America.

Il nome di quest'uomo venerando, elle ebbe le predilezioni dei Sommi Pontefici Pio X e Benedetto XV, al pari dell'ammirazione e dell'aiuto di numerosi cooperatori, passa glorioso alla storia come quello di un nuovo apostolo della carità, e noi ci dichiariamo orgogliosi di averlo avuto un tempo nell'elenco dei nostri confratelli e poi in quello dei piú affezionati e attivi Cooperatori. Egli fu il modello dei Cooperatori zelanti e il Signore ha rinnovato per opera sua i prodigi di Don Bosco!

Don Carlo Maria Viglietti.

Non avremmo mai pensato di dover lamentare nell'anno centenario della nascita di Don Bosco la perdita del giovane segretario che gli fu a lato negli ultimi anni, e lo accompagnò nei viaggi trionfali a Barcellona, a Milano, e a Roma, conte il piú devoto e il più affettuoso dei figli! Morto il Venerabile, il carissimo Don Viglietti fu educatore attivissimo a Lanzo, poi direttore a Bologna, ove vide sorgere, per generoso impulso dell'Em.mo Card. Domenico Svampa, quel grandioso Istituto Salesiano: indi venne inviato a Savona e a Varazze, ove lo colse la bufera famosa del 1907, che diede alla sua fibra robusta una scossa fatale. Dopo, Don Viglietti non fu più Don Viglietti. Anche gli ultimi anni, che passò a Torino all'ombra del Santuario di Maria Ausiliatrice, furon pieni di attività e di lavoro, tua si vedeva che egli andava continuamente deperendo. E tuttavia, sereno e tranquillo, rimase sulla breccia fino all'ultimo, quando né il riposo ne i rimedi dell'arte salutare valsero a rifarlo. Egli si è spento, dolcemente, conte una lampada senz'olio, l'8 novembre u s. Poche ore prima che morisse, noi gli ricordammo ancora gli amici che aveva numerosissimi assicurandolo che avrebbero pregato sempre per lui ed egli, che pareva non intendesse, con uno sforzo supremo protese il braccio e ci strinse la mano.

Di lui scrittore, che ha lasciato vari libri utilissimi alla gioventú, diremo altra volta : ora imploriamo per il carissimo amico e per la sua mamma dolente una prece fraterna!

Luis Martí y Codolar.

Pochi giorni prima della morte di Don Viglietti, volava al cielo questo nobile cooperatore spagnuolo, che l'invocò con gran desiderio al suo capezzale nell'ora estrema! Santamente orgoglioso di aver ospitato Don Bosco nella sua villa principesca (ove volle si recassero e Don Rua e Don Albera, nelle loro visite a Barcellona) aveva contratto la piú intinta e cristiana amicizia col giovane segretario del Venerabile, che non si ruppe neppur con la ritorte. Le due anime volarono insieme al paradiso, come speriamo, per circondare a lato di Don Bosco il trono di Maria Ausiliatrice.

Alla nobile famiglia Martí v Codolar rinnoviamo l'espressione delle più sentite condoglianze e la promessa di suffragi.

Maria Giani Ved. Rigoli.

spirata santamente nella pace eterna eli Cristo, il 28 ottobre u. s., in Somma Lombardo, nella veneranda età di 86 anni!

Donna di squisita carità e di vivissima fede, fin da quando il Ven. Don Bosco iniziò le sue opere, avendone inteso a parlare, concepì una profonda stima e una grande devozione per lui e poi suoi Quanti dei nostri, malandati in salute, o bisognevoli di riposo, godettero per giorni, per settimane e anche per mesi interi, della sua cordiale ospitalità e dei suoi delicati riguardi. Chi la conobbe, non dimenticherà mai l'amabilità e la cortese dignità della sua persona, che ispirava conforto e fiducia.

Noi quindi prendiamo viva parte al dolore dei suoi figli e congiunti; e ad essi, in special modo al carissimo Don Angelo, Presidente dell'Associazione degli Ex-allievi salesiani di Lombardia, inviamo commossi l'assicurazione di ferventi suffragi.

Dott. Enrico Besozzi.

Coronò una vita laboriosissima, spesa interaniente a sollievo degli infermi, con una morte esemplarmente cristiana.

Medico della Casa Ducale di Genova era ricercatissimo da molte altre famiglie di Torino e fuori, e tuttavia era sempre pronto ad accorrere premurosamente all'Oratorio o alle altre nostre Case ad ogni invito. Del Collegio pareggiato di S. Giovanni Evangelista era medico ordinario. Aveva un cuor d'oro, un animo generosissimo. Il Signore lo ricompensi di tanta carità, eternamente in cielo. Alla famiglia, sentite condoglianze.

Cooperatori defunti dal 1° ottobre al 1° dicembre: Abate Scala Maria - Modica.

Balenii Maria - Tenero.

Basile Antonino - Randazzo. Bauzano Clementina - Niella Belbo pettinata Lucia V.a Spinetti - Torino. Itlandini dottor Feliciano - Mineo. Calderone G. B - Lerma. Cavaretta D Giuseppe - Salemi. Ceschi Anna - Negrar.

Colombara Margherita    - Invorio Superiore.

Colombo Luigi - Caronno Milanese.

Corba D. Giuseppe - Canicatti. Costantino D. Giulio - Torino. Dominedò Pietro - Randazzo.

Fantuzzo Mons. D. Bartolomeo - Treviso. Franchi Giovanni - Gravago. Isidori Evaristo - Roma. Marina Evelina - Rivoli Martin Can. D. Giov. Pietro - Pinerolo. Mazzola Giovanni -Cantù. Metto Suor Concetta - Muro Leccese. Mezzolani Giacomucci Anna - Cagli.

Miglietti Bartolomeo fu Giov. Batt. - Occhieppo Inferiore Morra Cav. D. Francesco - Asti. Pagliaroli Elisa - Genzano.

Piras Serra Elisio - S. Gavino Monreale. Quadrio D. Diaconio - Como. Scaglioni Sebastiano -- Domodossola. Schiria Giuseppe - Ghilazza. Soldati Teresa V.a De Lucca - Torino. Soldati nob. Vittoria - Torino. Tarroni Suor Barbara - Santiago. Tettoni Giacinta Ruggeri - Torino. Tommasi Paolo - Negrar. Vallanti Elisa - Cherasco. Veglia Carlo - Torino.

INDICE.

Articoli e documenti.

Lettera del rev.mo Don Paolo Albera (1° gennaio 1914), pag. 1.

L'Istituto delle Figlie di Maria Aus. nel 1914, 8. Per il Monumento di D. Bosco : io - La statua di Don Bosco, 36 - Il gruppo dell'umanità

prostrata al bacio della Croce, 121, 253

Adesione di Mons. Morganti, 173.

Dei paesi della guerra: lettere edificanti, i i.

Preghiere per la pace, 33, 65, 323.

Don Bosco e Maria Ausiliatrice, 38.

Contardo Ferrini (cenni biografici), 42.

Come è amato Don Bosco e stimata l'opera sua, 47. Echi del terremoto Abruzzese: Le rovine di Gioia de' Marsi - 295 orfani ricoverati - Visite della

Regina Madre e degli inviati dei Papa, 69.

Due grandi Catechisti (S. Francesco di Sales e Don Bosco), 79.

Vita del Ven. Don Bosco: Fine del capo V : 82. Le Feste di Maria Ausiliatrice: Centenario e Cinquantenario - Tutti a Valdocco, 97. Rimembranze : la i' pietra del Santuario di Maria Ausiliatrice, Zoo.

Gli orfani del Terremoto e le sollecitudini del S. Padre, 101.

Il Servo di Dio Domenico Savio: Commemorazioni e pellegrinaggi alla tomba, 120 - D. S. e Mons. Cagliero, 309 - Ved. anche 244..

Gesú Sacramentato e Maria Ausiliatrice ascoltino le nostre preghiere, 129 - Il Centenario di Maria Ausiliatrice, 130.

Arbitrato e mediazioni dei Papi, 132. Pagine edificanti, 135.

Un abuso deplorevole, 138.

La parola del Papa (lett. al Card. Decano), 162. Il cuor di Gesú e la scuola del dolore, 163. L'Opera Nazionale per la Buona Stampa, ,66. L'Opera di D. Bosco nell'ItaliaSettemtrionale, 168. All'opera, 193.

Un colloquio storico (Mons. Carlo Salotti), 244. Appello del S. Padre Benedetto XV, 262. Un fiore di paradiso, 304.

Giudizi su Don Bosco e l'Opera sua : L'organizzatore (F. Meda), 310.

Il titolo e la festa di Maria Ausiliatrice, 330, 365. L'Angelo della pace, 353 - Per la Polonia, 355. Mons. Cagliero Cardinale, 357.

L'opera dei Salesiani per i richiamati e per i figli dei richiamati e dei profughi, 358. Battaglia santa ! 361.

I Cooperatori Salesiani: Introduzione, 34 - Chi

sono, 66 - Che cosa fanno, 133 - Come sono

organizzati, 194 - Scopo fondamentale, 289 - Il ritiro mensile, 321 - sua importanza, 360.

Nel Centenario della Nascita di Don Bosco : Discorso di S. E. R. Mons. Giorgio Gusmini, Arcivescovo di Bologna, 103.

Il Centenario della Nascita di Don Bosco --- l'ed. pag. 9, 38, 221 - Ved. pel Monumento - inoltre Un voto (Card. Richelmy): la commemorazione (Mons. Morganti): il programma (D. Albera): il proposito (Card. Maffi), 225, 241 -- Dal prato

dei Becchi al Santuario: pagine avtobiografiche del Venerabile 228 - La Conunemorazione a Valsalice e a Castelnuovo d'Asti, 264 -- Il discorso del Cav. Poesio, 280, 292 - Coro iliponente di affettuosa ammirazione, 271, 334 - Concorde omaggio della stampa alla memoria di Don Bosco 297, 328 - Ved. anche : Echi delle feste Centenarie e Commemorazioni di D. Bosco.

Il Centenario della Festa di Maria Ausiliatrice Ved. 97, 100, 129. 330. 365 - inoltre: La posa della prima pietra di un tempio votivo, 25;; 11 verbale, z59: la cronaca, 268 -Il decreto dell'istituzione della festa, z6r - Pel tempio votivo ai Becchi di Castelnuovo d'Asti, 285, 303, 332, . 367 - Commemorazione del Centenario di -Maria Ausiliatrice a Torino, 175, 297.

Echi delle Feste Centenarie: Argentina: Lettera Pastorale di Mons. Espinosa, 197 - I festeggiamenti, 201 - Pastorale del Vescovo di Curo, 242 - Omaggio del Presidente d lla Repubblica, 299 - Due autografi di Don Bosco, 327 ---Fortin Mercedes, 327 - Congresso Ex allievi; 363.

id. - Bolivia: Incoronazione di Maria Ausiliatrice a Sucre, 325 - Una via intitolata a Don Bosco a La Paz, 326.

id. -- Brasile: Notizie varie, 203, 301, -VII Congresso dei Cooperatori, 363.

id. - Chili: « D. Bosco è la gloria d'Italia», 328, 363.

id. - Colombia: Imponente dimostrazione, 242 -L'adesione delle Camere Legislative al Centenario di Don Bosco, 324.

id. - Equatore: - La detenuta politica, 243.

id. - Perù: Consacrazione del Santuario di Areequipa, 202 - ll 15 agosto, 326.

id. --- Uruguay, 302, 328 - Stati Uniti: 326.

id. --- Messico e Centro America. 363.

Alcuni fatti ascritti all'intercessione di Don Bosco 24, 56, 140, 206, 308, 337. 377.

Pei piccoli amici di Don Bosco : Un gran pensiero, 13 - Due mamme, 39 - Degni d'imitazione, 9'r - Tutti missionari, 112 - Dai campi della guerra, 144 - Per i Missionari, 174.

Dalle Missioni.

Cina: La Missione di Seung-Ciau (D. G. Pedraczini), 18 - Inondazione nell'Heung-Shan, 3,--1 - Altre notizie, 372.

Equatore: Da Gualaquiza al Sigsig, 114 -- La, nuova residenza d'Indanza: eroismi ignorati e poco corrisposti (D. A. Del Curto), 211 -- Le Missioni dell'Oriente: Lettera pastorale del Vescovo di Cuenca: Un ponte sull'Indanza 1,D. A. del Curto), 339.

India: L'Olfanotrofio - di Tanjore (D. F. Carpené), 171.

Matto Grosso (Brasile): Nuova escursione al Rio das Mortes (D. G. Balzola), 16.

Rep. Argentina: Dal Territorio del Chubut: preghiere per la pace europea (D. B. Vacchina), 14 - Missioni date nell'alto Neuquén durante il 1914 (D. M. Gavotto), 113 - Stato delle Missioni in Patagonia (D. L. Pedemonte), 369 ---La vita dei Missionari in Patagonia (D. L. Marchiori) 370 - e 371.

Fiori e frutti : IX) Le orfanelle del Rio Colorado (D. P. Bonacina), 49 - X) S. Giuseppe mi ha fatto la grazia (D. P. Bonacina), 84 - XI) Un fiore della Patagonia, (D. G. Vespignani), 145

Un interessante giudizio sulle Missioni Salesiane (P. Gius. Grisar S. J.), 305. 341 - Patagonia, Pampa e Terra del Fuoco, 341.

Eroismo e riconoscenza, 115. -- Diploma d'onore, 344.

Il Culto di Maria Ausiliatrice.

Nel Santuario di Valdocco : I restauri, 20, 87, - Funzioni solenni per la pace: - 2o, 52, 87, 116, 147. 214, 247. 286, 373 - Il cinquantenario della 1 ° pietra della Basilica, 147, 175.

Le Feste Titolari, 175. 214. 311.

Nuove Chiese e Cappelle, 20.

Feste e date memorande : Este, 87.

Grazie e favori, 21, 52, 88, 116, 147, 179, 216, 247. 286, 312, 345. 373.

Un reggimento infantile, zo.

Note e Corrispondenze.

Per la Festa di S. Francesco di Sales, 27, 58, 92. L'Opera di D. Bosco all'Esposizione Coloniale di Genova, 27.

Il terremoto; 35. 69.

Le nostre edizioni in lingue estere, 58.

Feste dei premi, 92 (a Torino, Ravenna, Savona, Este, Bogoth).

Lavoriamo negli Oratori festivi, 94.

Il V° Anniversario di Don Rua, 115. Il sig. D. Albera, 121, 152. 353.

Feste e Conferenze Salesiane, 121.

Commemorazioni di Don Bosco : Valsalice, Torino, Broni, Diano d'Alba, Chieri, 122 - Milano, Bologna, ecc. 154, 183 Nizza Monferrato, Pavia, Alessandria, 204 -- Venezia, Cagliari, Verona, 316.

Mons. D'Aquino Correa, 152. 379. Mons. Antonio Malan, 152.

Per la divozione a Gesú Sacramentato e a Maria Santissima, 158.

Mons. Felice Guerra, 183. 349. 379. Pei Salesiani militari, 183.

Nella Pia Casa dei Sordomuti in Napoli, 184. Festa in famiglia (70° genetl. di D. Albera), 207Tra riviste e giornali, 209.

Il 16 agosto 1915, 221.

Il giorno della riconoscenza (28-29 giugno), 251. Alla stampa, 286.

Pel nuovo anno scolastico, 291.

Il VII Congresso Intern. dei Cooperatori, 296, 363. La proposta di un ex-allievo, 318. Il Missionario D. Balzola, 318.

Nell'associazione S. Cecilia, 318.

Per i nostri morti, 333.

All'Esposizione Internazionale di Lipsia, 378.

Il S. Padre e la nuova vita di Savio Domenico, 378. In memoria di Mons. Lasagna, 379.

Cooperatori zelanti

Albenga, 58 - Calascibetta, 154 - Elizabeth, 94 - Mirabe1lo Monferrato, 28 - Mussomeli, 1255 -S. Cataldo, 222.

Tra i figli del popolo.

Alassio, z8 - Bologna, 155 - Catania, 59 - Firenze, 59 - Frascati, z8 -- Gorizia, 59 - Napoli, 350 - Roma, 59 - Torino, 59. 155. 222, 253 - Trieste, 59.

Gli ex-allievi.

Brasile, 318 - Argentina, 363 - Spagna, 380.

Negli Istituti delle Figlie di Maria /;.

Gioia de' Marsi, 124 - Nizza Monferrato, 27, 252 - Roma, 186 - Scutari d'Albania, 27 - Torino, 27, 221, 252 - Varazze, 252.

Per gli emigrati.

Un nuovo tempio per gli italiani a S. Francisco in California, 73 - A New York, 123 - A Buenos Aires, 12-1 - ivi : Centocinquantamila lire annue a beneficio dei figli degli Italiani, 187 - Per gli Emigrati italiani a New York, 349.

Notizie varie.

In, Italia.   ,

Bologna, 6o - Borgomanero, 28 --- Borgo S. Donnino, 222 - Cagliari, 111 -- Faenza, 6o -- Firenze, 189 - Ivrea, 29- Lanusei, 350--- Lombriasco, 380 - Mogliano Veneto, 189 -- Napoli, 60, 189 - Novara, 156 --- Palermo, 156 --Pontebosio, 6o - - Roma, 125, zz ; -- Salnpierdarena, 254 -- Trino Vercellese, 319.

All'Estero.

Bernal, 125 - Bogotà, 2() - Buenos Aires, 380 ---Bac',oeira do Campo, 380 --- Ibague, 29 - Manga, 61 --- New York, 350 -- Puntarenas, 125 -Rosario, 6i - Santiago, 157 - Sarrià, 380 - Valparaiso, 61 -- Viedma, 320 - Vignaud, 157 - Villa Colon, 191.

Libri buoni.

Purezza (R. Bettazzi), 30 - Come dobbiamo educare i nostri figli (M. Bettazzi-Bondi), 62 -Storia dei Tempi del Nuovo Testamento (Felten), 94 - Osservazioni sulla Morale Cattolica di A. Manzoni, edite da Antonio Cojazzi, 125 - De' principi pedagogico-sociali di S. Tommaso (F. Cerruti), 126 - La scienza della Religione (G. Rossignoli), 157 - Letture Cattoliche e Letture Amene-educative, 191, 380 - Parvum manuale ad usum sacerdotum, 223 - Sic Orabitis (Mons. Morganti) 223 - Vita del Ven. Don Bosco (Lernoyne), 255 - Cercando la via e Le belle Maniere (Francesca Fiorentina) 350.

Necrologio e Cooperatori defunti.

Per la Memoria di Pio X, 31, 246.

S. E. il Card. Aristide Cavallari, 62. S. E. il Card. Antonio Agliardi, 127. S. E. il Card. Serafino Vannutelli, 320. S. E. il Card. Claudio Vaszary, 320.

S. E. il Card. Benedetto Lorenzelli, 320.

Ved inoltre pag. 31, 62,-95, 127, 159. 192. 224. 255 288, 351, 381.