BS 1900s|1906|Bollettino Salesiano Settembre 1906

ANNO XXX. N. 9.   -   SETTEMBRE 1906.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI DI D. BOSCO

SOMMARIO: L'Opera di D. Bosco all'Estero . . 257 Una data gloriosa. La commemorazione a Valdocco 264 Dal Chili    267

Tesoro spirituale    267

Echi del V Congresso : Le adesioni    268

Ai Cooperatori del Piemonte    271 DALLE MISSIONI : Matto Grosso: Una nuova spedizione di Missionari fra i Coroados-Bororos; Le consolanti notizie promesse - Equatore : D'in mezzo ai Jivaros - Cina: La prima festa di Maria Ausiliatrice a Macao    272

Fra gli Emigrati : Da S. Francisco . .   . 278

IL CULTO DI MARIA SS. AUSILIATRICE: Pel 24 corrente - I ricordi del mese - Echi della festa titolare. - Grazie e graziati .   . . .   280

NOTIZIE VARIE: Mons. Josè C. de Barros - A Valdocco - In Italia: S. Benigno Canavese. - All'Estero: Sliema-Malta - Cordoba - Rawson . 285

L'Opera di Don Bosco all'Estero

La pia Società Salesiana, invitata a prender parte all'Esposizione Internazionale di Milano nella Mostra degli Italiani all'Estero, aderì volentieri all'invito, non solo nel desiderio di poter accrescere l'onore che proviene all'Italia dall'alacre e molteplice attività dei suoi emigrati, ma anche per additare - quasi in un quadro - ai propri suoi ammiratori e benefattori quel po' di bene che essa ha potuto realizzare fin qui col loro appoggio morale e la loro cooperazione.

Pertanto vennero inviate all'Esposizione di Milano numerose collezioni fotografiche, grandi albums, quadri, statistiche, monografie e documenti, illustranti le tre grandi sfere dell'opera di D. Bosco all'estero

I) gli istituti di educazione e di beneficenza;

II) l'evangelizzazione e colonizzazione di oboli selvaggi ; III) l'assistenza degli emigrati; ed anche le missioni varie assunte nei Lazzaretti e in Oriente, nonché altre opere meritevoli di cenno speciale.

Crediamo che sia per tornare interessante ai nostri benemeriti Cooperatori il riassumere i dati principali di questo movimento dovuto alla loro carità; poichè noi dobbiam loro ripetere le parole di D. Bosco: « Colla vostra carità noi abbiam fondato numerosi collegi ed ospizi, stabilito delle Missioni sino agli ultimi confini della terra, asciugato molte lagrime, innalzato molte chiese e cappelle, per giovare al buon costume ed alla civile società ».

Istituti di educazione e di beneficenza.

EDUCARE la gioventù, specialmente la gioventù bisognosa di particolare assistenza, aprendo anche un asilo gratuito ai giovani più poveri od abbandonati, è il primo punto del programma salesiano. Per conseguenza è questo uno dei più vasti campi dell'attività dei Salesiani all'Estero.

A questo fine tendono ben 164 fondazioni: scuole d'arti e mestieri, scuole teorico pratiche di agricoltura, collegi-convitti, esternati, oratori festivi ecc., disseminati in Europa, in Asia, in Africa e nelle Americhe conforme il prospetto seguente

NOTA. - Dalle località scritte in carattere nero non si ebbe ancora alcun dato sul numero degli alunni. Le cifre vennero raccolte scrupolosamente; anzi teniamo a dichiarare che più volte son inferiori alla realtà, poichè non avendo avuto di molti Istituti gli ultimi dati, ci fu necessario attenerci a quelli di alcuno degli anni anteriori, pur conoscendo l'avvenuto loro sviluppo.

Queste 164 fondazioni abbracciano

72 istituti d'arti e mestieri o di agricoltura con 5170 alunni; 106 collegi-convitti con 5888 alunni interni:

95 esternati con 12819 alunni ;

115 oratori festivi con 24883 giovanetti frequentanti, cioè con almeno 30000 Inscritti.

A questi son da aggiungere oltre due mila ragazzi frequentanti altri 29 istituti. (collegi, scuole ed esternati) aperti fra popoli un tempo selvaggi, di cui diciamo più innanzi.

Son quindi oltre 50000 i soli giovanetti che fuori d'Italia ricevono ora annualmente istruzione ed educazione dai Salesiani.

All'Esposizione vennero inviati 9 grandi quadri illustrativi di queste fondazioni, delle quali, chi conosce il sistema educativo di D. Bosco seguito negli Istituti Salesiani, non può non apprezzare i segnalati vantaggi che ne derivano alle famiglie e conseguentemente ai singoli Stati.

A corollario poi di questa prima sezione, inviaronsi all'Esposizione anche vari disegni di alcuni Istituti, egregi lavori d'ingegneria e di costruzione, felicemente compiuti all'estero con onore e vanto dell'arte italiana.

Parimenti s'inviò una serie delle nostre principali pubblicazioni periodiche: ad es. della Biblioteca Agraria Solariana di Siviglia, di cui si pubblicarono già 39 volumi, che van popolarizzando nella Spagna i moderni sistemi di agricoltura razionale.

II.

Evangelizzazione e cívilizzazione di popoli selvaggí.

QUATTRO vastissimi campi di missione vennero successivamente affidati ai Missionarî di D. Bosco

I) la Pampa e la Patagonia Settentrionale e Centrale, dall'anno 188o;

II) la Patagonia Meridionale e la Terra del Fuoco, dal 1883 ;

III) i Jivaros di Mendez e Gualaquiza nell'Equatore, dal 1893;

IV) i Coroados-Bororos del Malto Grosso (Brasile), dal 1902.

I) Il primo campo (una superficie di 730.000 km2), duce ed auspice il Vicario Apostolico Mons. Giovanni Cagliero, venne definitivamente conquistato alla religione ed alla civiltà. L'operato dai Salesiani di D. Bosco in 5 lustri di missione nella Pampa e nella Patagonia settentrionale e centrale è rappresentato da un totale di

14 parrocchie e ,15 chiese ad esclusivo servizio dei fedeli del Vicariato, senza contare le Cappelle interne e quelle già costrutte o che si stanno costruendo in mezzo alle campagne, che sono numerosissime ;

8 collegi con alunni interni;

1 scuola di arti e mestieri e 3 di agricoltura ;

9 esternati annessi generalmente ai collegi interni ; 2 case per la formazione dei personale ;

2 ospedali e asili per invalidi;

1 importantissima farmacia a Viedma ;

3 circoli di operai e numerose associazioni religiose;

8 asili infantili, cioè in tutti i luoghi ove esistono le Figlie di Maria Ausiliatrice, che vi hanno pure fiorenti Scuole e Collegi (1); 5 osservatori meteorologici ;

in fine numerosissime relazioni di viaggi e monografie sui costumi e sulla lingua degli antichi abitanti; di cui si servì il salesiano D. Lino Carbajal per scrivere l'opera sua magistrale sulla Patagonia (2).

All'Esposizione s'inviò pure una memoria su vari Osservatori meteorologici, innalzati sopratutto in terre fino a ieri selvagge, che han portato e portano alla scienza un preziosissimo contributo nonchè vari schizzi topografrci rilevati in importanti esplorazioni dai nostri Missionari.

II) Anche il secondo campo (una superficie di 507.049 km2) omai è completamente conquistato. Lo stato delle Missioni Salesiane della Patagonia Meridionale e Terra del Fuoco non solo tra i selvaggi, ma nella stessa città di Punta Arenas ove da qualche anno si va concentrando una forte immigrazione, risulta già assai confortante dal semplice confronto prospettico, steso dal Prefetto Apostolico Mons. Giuseppe Fagnano nell'ultima sua venuta in Italia.

Anno 1886.   Anno 19o4.

Cattolici di tutto il territorio i 500 Cattolici di tutto il territorio 29000 Protestanti    1700 Protestanti    3700 Indii da civilizzare . . . . 6ooo Indii da civilizzare . . . 500 Scuole cattoliche . . . . i Scuole cattoliche . . . . 14

Cappelle cattoliche   . . .   2 Chiese cattoliche . . . .   7

Cappelle cattoliche . . .   7

Oggi (19o6) son nove nella Prefettura le case salesiane. Degne di particolar rilievo le Colonie di S. Raffaele e del Buon Pastore nell'isola Dawson e quella della Candelara al Cabo Peñas nell'isola maggiore della Terra del Fuoco, che sono tre nuovi villaggi sorti per opera dei missionari, con 2 collegi maschili e 3 collegi femminili pei figli di quegli Indii civilizzati. Altri 3 collegi maschili (tra cui importantissimo quello di Puntarenas) e 4 collegi femminili diretti dalle Figlie di Maria Ausiliatrice vennero aperti in vari centri della Prefettura.

III) Non si può ancor dire altrettanto del Vicariato di Mendez e Gualaquiza. Tuttavia i missionari residenti nell'unica casa hanno già fatto assai, essendo riusciti a farsi benvolere dai terribili Jivaros, ad apprendere il loro linguaggio, a conoscere i loro usi e costumi e ad amministrare più di I20o battesimi. La loro è una missione difficilissima. Sembra però vicina la fondazione di altre stazioni, che avvolgeranno il Vicariato in un'immensa rete benefica per conquistarlo definitivamente alla religione ed alla civiltà.

IV) Invece la Missione dei Coroados-Bororos nel Matto Grosso (Brasile), iniziata nel 1902, è già nel più lusinghiero sviluppo.

Son tre le residenze o Colonie già fondate in mezzo ai selvaggi.

La a presso il Rio Barreiro, detta del S. Cuore di Gesù (con 24.5 indii) e la 2a presso il Rio das Garças, intitolata dall'Immacolata Concezione (con 163 indii) sono due graziosi villaggi. Le scuole maschili e femminili della Colonia del S. Cuore son rispettivamente frequentate da 38 fanciulli e 36 fanciulle; quelle della Colonia dell'Immacolata, per ora da 144 fanciulli e 16 fanciulle.

La terza Colonia, presso il Rio Sangrador, è appena sul nascere ; ma avrà uno sviluppo maggiore delle altre due, essendo destinata al perfezionamento degli indii civilizzati nelle altre colonie.

(1) Anche l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice figura all'Esposizione di Milano con un'azione spiegata da 106 fondazioni, cui corrispondono 48 Collegi Convitti con Educande interne 4500 - 5 Scuole Normali, Licenziate nel 1905, 50 - 57 Scuole Esterne, Alunne frequentanti 11720 - 7 Scuole Comunali, Alunne frequentanti 18oo - 6 Scuole Professionali, Artigiane 1460 - 63 Laboratori, Alunne 3700 - 9 Asili d'infanzia, Bambini 1120 - 8 Orfanotrofi, Orfanelle 800 - 75 Oratori festivi, Giovani inscritte 32.000; frequentanti 29450 - 7 Case Missione, Indii 950 - 5 Ospedali, ammalati curati annualmente 1300; ecc.

(2) LA PATAGONIA, Studi generali; Note storiche - Topografia - Etnografia - Climatologia e Storia Naturale - Economia - Politica - Istruzione - 4 volumi, S. Benigno Canavese, 1900.

§. III. Assistenza degli emigrati.

È il terzo vastissimo campo dell'Opera di D. Bosco all'Estero. Limitandoci a far cenno di quanto si fa per gli emigrati italiani (1)

I) Sono 16 le case salesiane appositamente aperte per gli emigrati italiani in Europa, sul Litorale Mediterraneo e nel Levante, e in America : e precisamente a Zurigo e Briga-Naters nella Svizzera; Diedenhofen nella Lorena, Tunisi, Smirne (2 case), Costantinopoli e Gerusalemme; Buenos Ayres (2 case) e Vignaud presso Cordoba nell'Argentina ; S. Francisco di California (2 case), New York (2 case) e Troy nel Nord-America ;

II) Ancor più numerose son le altre case salesiane che s'interessano alacremente degli emigrati; ad es. quelle di Liegi (ove ha sede l'Opera degli Italiani emigrati nel Belgio), Alessandria d'Egitto e Cape Town; le case tutte delle repubbliche dell'Argentina e dell'Uruguay,- di S. Paolo, Bagé, e Rio Grande nel Brasile, ecc.

ili) Nè è da tacere la pubblicazione di due periodici, scritti in italiano e pubblicati appositamente per gli emigrati : il « Cristoforo Colombo » a Rosario nell'Argentina, e « L'Italiano in America » a New York, popolarissimi.

(i) Avendo, mercè la sua diffusione, comodità di soggetti adatti allo scopo, la Pia Società Salesiana esercita in più parti a benefizio di emigrati di altre nazionalità la stessa attiva e cordiale assistenza, che si fa un vanto di usare per gli italiani. In questo campo meritano ad es. special ricordo le fondazioni di Londra (Mercer Street, Shadwel) all'est di quella capitale, per gli emigrati polacchi, e quella di 0akland (S. joseph's Portuguese Church, 885 Chesnut Street) presso S. Francesco di California, per emigrati portoghesi.

Gli emigrati italiani sui quali si estende l'assistenza salesiana sono in numero rilevante ; circa 150 mila nell'Argentina, circa 6o mila nell'Uruguay, più di 1oo mila nel Brasile, 70 mila negli Stati Uniti del Nord America, 35 mila in Europa ecc. Giova ricordare che le case salesiane, sebbene non abbian tutte per scopo diretto l'assistenza degli emigrati, tuttavia per l'indirizzo a tutte comune, ovunque se n'interessano nella miglior maniera.

Missioni varie.

Meritano pure special menzione altre missioni.

In primo luogo è da ricordare l'eroica assistenza nei Lazzaretti dei lebbrosi in Colombia: - ad Agua de Dios dove vivrà eternamente la memoria di D. Unia che vi si racchiudeva nell'anno 1891 - a Contratacion, dove i Salesiani entrarono nel 1897 - e presto anche nel lazzaretto di Caio de Loro e in alcuno dei Lazzaretti dipartimentali, così instancabilmente propugnati dal Salesiano direttamente incaricato dell'attuazione di questa pietosa iniziativa, il missionario D. Evasio Rabagliati.

In secondo luogo vengono le importanti fondazioni dell'Opera Salesiana in Oriente. Nella Palestina son cinque le case salesiane che esercitano un vero apostolato di carità; come pur nelle Indie e nella Cina, col sorgere del 19o6, due nuove fondazioni allargavano il campo dell'Opera di D. Bosco.

Complessivamente son duecento le case e circa 1oo le pubbliche chiese o cappelle aperte all'Estero, tra popoli civili e selvaggi, a benefizio dei nazionali e degli emigrati, della cui vitalità si avvantaggiano direttamente nel 1906:

più di cinquantamila fanciulli, istruiti ed educati ;

quasi ottantamila persone un tempo selvagge, ed ora quasi tutte conquistate alla civiltà ;

più centinaia di migliaia di emigrati italiani e di altre persone civili appartenenti ai vari Stati in cui fioriscono le accennate fondazioni.

Chi, conscio dell'unico movente dell'Opera di D. Bosco - la carità! - al di sopra di ogni spirito di parte considera il bene molteplice ch'essa compie noti può non provarne un senso di forte ammirazione. Ma noi, nei nostri Cooperatori almeno e nelle zelanti Cooperatrici, più che una semplice ammirazione vorremmo che si formasse un'intima persuasione che tutto l'esposto movimento di carità non si sarebbe potuto svolgere, nè si potrebbe ampliare o continuare, senza la loro generosa e costante cooperazione.

Verso la metà del mese la Libreria Salesiana di Torino pubblicherà il nuovo Elenco dei libri di testo per l'anno scolastico 19o6-1907; s'invierà gratuitamente a quanti ne faranno domanda.

Raccomandiamo intanto con particolar interesse i nuovi libri di lettura « Bontà e sapere » per ciascuna delle prime quattro classi elementari, pubblicati testè dalla nostra tipografia.

UNA DATA GLORIOSA

FIN dal suo sorgere abbiamo salutato l'anno due volte secolare della vittoria che Torino oggi ricorda, frutto dell'eroismo e della pietà dei suoi cittadini. Ora che la commemorazione del grande avvenimento viene solennemente celebrata ed ogni buon torinese vive del ricordo di quei giorni traendone giusto argomento di esultanza e di vanto, ci è caro l'intrattenere nuovamente i lettori su quel fatto glorioso, a comune edificazione e conforto. E troppo bella questa pagina di storia, perchè possiamo dispensarci dal porla in tutta la sua luce.

La meditino con particolar interesse i nostri Cooperatori di Torino, per conoscere chiaramente come si comportarono i loro maggiori nel 17o6 ; la leggano pur anche gli altri Cooperatori per imparar sempre meglio, che nell'ora della tribolazione e del pericolo, al pari degli individui e delle famiglie, anche le città e gli Stati hanno una fonte inesauribile di fortezza nella preghiera.

Il fervore di un'anima che si effonde divotamente innanzi al Signore è un dolce spettacolo ; più cara è la scena di un'intera famiglia, che, a cominciar dal capo fino al più tenero dei figliuoli, piega le ginocchia sotto lo stesso tetto, unita in un solo religioso sospiro : - ma lo spettacolo di un'intera città, che a cominciare dal suo Re fino all'ultimo figlio del popolo innalza concordemente al cielo il grido supplichevole della preghiera, e dalla preghiera trae il coraggio, la resistenza e la gloria del trionfo è uno spettacolo veramente sublime. Tale fu quello che presentò nel 17o6 la città di Torino.

Così ne scrisse lo stesso Carlo Botta:

« ... Forti erano i presidiari, forti i Torinesi, nè minore la pietà; i tempi più terribili, sempre più religiosi. Nè sia senza pregio il narrare, fra tanto fracasso d'armi, le divote dimostrazioni del culto divino e le caritatevoli opere verso i miseri, che nella tormentata città si andavano giornalmente facendo. Non cessava il concorso del popolo nella chiesa, ma più frequente diveniva quando per gli assalti del nemico il pericolo cresceva e più spaventevole il rimbombo e i sibili degli strumenti di guerra si udivano. Più fervide allora le preghiere sorgevano, più divoti i pianti, più vivo l'implorare aiuto dalla divina pietà. Le chiese a cui più numerosi accorrevano gli afflitti cittadini erano quelle di S. Francesco di Paola, dell'Annunziata di Po, di S. Filippo, ed in ultimo quella dell'Ospedale di Carità

» Nell'ultima fra le nominate chiese i Padri nella Compagnia di Gesù attendevano continuamente alle predicazioni ed alla celebrazione dei divini Uffizi, promovendo specialmente devozione verso i santi martiri Solutore Avventore ed Ottavio, protettori eletti di Torino. In essa, allorquando un qualche assalto contro la vecchia città e la cittadella imperversava, si congregavano i poveri dell'Ospedale coll'Esposizione del Sacramento, pregando da Colui che dà energia alla mente e forza alle mani per vincere, assistenza ed aiuto, onde a felice fine l'animoso contrasto riuscisse. In quel generoso ospizio trovavansi poveri d'ogni sorta, uomini e donne, vecchi e giovani e massimamente orfani fanciulli. Terribile ad un tempo e toccante mescolanza di quelle voci o stanche per vecchiezza, o pietose per sesso, o tenere per fresca età coll'orrendo frastuono dei ferri, dei piombi, dei bronzi militari di tante nazioni accolte a rovina ed a salvazione della città bagnata dalla Dora...

» Nelle altre chiese le medesime funzioni si praticavano, non eccettuate quelle che nella parte più antica di Torino edificate, erano più esposte alle tempeste della nemica Francia. E quanto più spessi erano gli squarci cagionati dalle batterie, tanto più il numero dei divoti, che ormai avvezzi a quel fiero bersaglio, più nol curavano; donne e fanciulli del pari intrepidi che uomini e adulti. In nessuna chiesa mai s'interruppero i divini uffizi ; i parrochi zelanti, come l'infelice condizione richiedeva. Le novene si moltiplicavano, le processioni ancora, dentro e fuori della chiesa ; ogni mira, ogni cura volta a placare Dio, a incoraggiar gli uomini. Ogni lunedì con pompa di funebri apparati, per provvidenza dei rettori della città, si celebravano i Santi Sacrifizi in suffragio delle anime degli uffiziali morti in difesa della patria. Nè mancò del pastoral debito l'arcivescovo Vibò, che a niuna cosa che gravosa o pericolosa fosse guardando, accorreva nella sua vecchia età dovunque o confortare o consolare abbisognasse. La guerra gli animi al divino culto, alle pietose operazioni, in ogni sacro luogo accendeva...

» La divozione e il ricorrere a Chi tutto può, da cui erano infervorati i cittadini, ai soldati stessi si comunicava. Ogni sera, sull'imbrunire del giorno, il reggimento della Guardia si congregava nella piazza di S. Carlo, dove i soldati prostrati innanzi ad un piccolo altare dedicato alla Madre del Salvatore, la salutavano ad alta voce col canto delle Litanie e colla recita del Rosario. Cuori e mani forti per natura, per uso, per esercizio, per religione ».

Oggi i Centenari sono di moda: ma poche commemorazioni possono avere ad argomento un fatto così glorioso per la religione e per la patria.

La Commemorazione a Valdocco.

IL 15 agosto u. s. alla presenza, di Sua Eccellenza Mons. Giovanni Cagliero, del rev.mo D. Rua, degli altri nostri Superiori e di un gran numero di cooperatori e d'invitati, nei cortili dell'Oratorio di Valdocco, in occasione della distribuzione dei premi agli alunni studenti, si tenne una solenne Commemorazione della gloriosa liberazione di Torino.

Esordì ìl venerando prof. D. Giovanni Battista Francesia con elette parole. Seguirono prose e poesie relative al grande avvenimento declamate con bel garbo dai giovanetti. Conchiuse D. Rua rallegrandosi dell'opportuna commemorazione.

E poichè l'eco festosa dei solenni festeggiamenti civili e religiosi che commovono Torino ce ne fa un dolce invito, siamo ben lieti di pubblicare anche, per intero, le belle parole del prof. Francesia.

Egregi Signori e carissimi giovani,

Non vi è forse nella Storia Nazionale altro fatto così grande, come quello che si vuol oggi celebrare, donde si diffondono le parole che educano ed i ricordi che ringagliardiscono.

Quindi, mentre voi vi preparate a prendere le corone fra gli applausi, come premio delle pacifiche vostre battaglie, che nel corso di un anno fra mille traversie ed ansietà vi siete tessute, sotto lo stendardo glorioso di Maria Ausiliatrice, parve giusto, che rapidamente si illuminasse questo periodo di storia, che sebbene succeduto due secoli fa, fu rinverdito nella memoria da molte pagine di libri, ha chiamato a meditare più d'uno studioso di patrie notizie, ed ha fatto palpitare più di un cuore di santo patrio affetto. E ciò s'intende ora di fare, non per sollevare nazionali contestazioni, o ire tra popolo e popolo, suscitare sospetti o vane gelosie, o al fine di promuovere nuove vendette ; ma bensì per modesto nostro orgoglio e di questa nostra piccola terra, per onore di quei forti, che combattendo hanno ricinti fin da quei giorni il nome dei Piemonte di una viva e verace aureola di gloria.

Che se Roma vanta un Muzio Scevola, un Fabio Massimo, se ricorda con materna compiacenza la sua vergine Clelia, se plaude a Vetruria, che strappa il figlio dall'ignobile campo e lo riconduce tranquillo tra le mura della patria, Torino, in quell'anno fatale, potè vantare con nazionale fierezza, che quanti nel dì del pericolo si schierarono suoi figli a difenderla, altrettanti furono solleciti a coronarla regina di gloria fra le città d'Italia. Ah! veramente ella poteva esclamare, che

...i figli suoi

Fur tutti grandi, furon tutti eroi !

Io non farò che accennnare.

Due secoli fa questa nostra Valle degli uccisi (1), e nell'ora stessa, in cui lieti e pacificamente ci assidiamo empiendo l'aria di clamorose grida di festa, era assordata da ben altre voci. Battuta dal temuto straniero, circondata da forti e da fortini, da cui si slanciavano nella città assediata bombe omicide, e pietre, che scuotevano la terra, era ripiena di mine aperte e nascoste, in cui si tentava di avvolgere, prima sepolti che morti, i coraggiosi difensori di Torino. Ed anche qui la Vergine Santa, circondata di splendore, era vista dalla loro pietosa fantasia, discendere dal cielo per sostenere la loro costanza, rivelarsi Consolatrice degli afflitti, ed agli avversari terribile come numerosa schiera ordinata a battaglia. Mai come nell'assedio di Torino si vide verificata la sentenza dello Spirito Santo : La pietà è utile in ogni impresa.

Di fatto il suo fulmine di guerra, il Principe Eugenio, dopo la vittoria di Zenta , ove 20 mila Turchi cadono colpiti dalla sua terribile spada, si vede alla sera, quasi a diporto, passeggiare con il Rosario alla mano. Ed ora là sul colle di Superga trova conforto, recitando alla Madonna con fiducia, accanto al Duca Amedeo, il Monstra Te esse Matrem! Ed è là che dopo il gran voto, egli esce a perlustrare la vasta pianura, ove stanno attendati i nemici. Mentre col suo occhio di aquila scorge il piano di battaglia, e conforta di sua presenza con segnali la desolata Torino, esclama con aria di trionfo : I nemici sono già vinti per metà! Nel silenzio della notte, di là sopra, avrebbe potuto sentire i nostri soldati, e specialmente i granatieri del Duca, che bivaccavano sotto i portici di S. Carlo, dietro gli esempi del B. Sebastiano Valfrè, elevare dai robusti loro petti il canto delle Litanie dopo il santo Rosario.

Ed una bella pagina fu scritta anche dagli orfanelli, che sostenuti dalla carità cittadina, facevano ciò che meglio potevano per essere intrepidi figli di intrepidi padri. Mentre i forti espongono la vita contro il nemico, comparivano numerose schiere di giovani con la croce sul cuore... entravano pregando nel Santuario della Consolata e poi spargevansi per la città a portarvi il sorriso del trionfo. Ed essi, per chiamare soldati, come nelle prime crociate, far risuonare la fatidica parola d'ordine : Cittadini, Dio lo vuole! accorrete sulle mura!... Ed allora ad infondersi novello ardore nei petti dei cittadini, ad ingagliardirsi la speranza della vittoria ! « Dio lo vuole! » si dicono a vicenda, e si scagliano volonterosi nella mischia.

E che ordine sapevano mostrare e che costanza ! Uscivano a frotte a frotte dal loro Ospizio, e dopo la preghiera, mentre più fervea la pugna, si portavano là dove cadevano le bombe, che scoppiando potevano danneggiare la città ed i suoi abitanti ; ed essi a disfare il selciato, perchè le bombe trovando più soffice il suolo non iscoppiassero, e poi con rapidità accorrevano a spegner le miccie e a salvare la vita. E ciò senza paura e senza esitazione !

Una volta non giunsero a tempo, e molti rimasero uccisi e feriti. Ed i superstiti a raccogliere con pietà le sparse membra dei compagni e portarli in divoto contegno alla sepoltura : poi prendersi tra le braccia i feriti e recarli all'ospedale, per tornare più coraggiosi ed avveduti all'ufficio pericoloso.

E siccome la carità cittadina provvede ai materiali bisogni delle famiglie, così tutti hanno una parte da compiere. E le donne popolane, non solo incoraggiano i loro mariti ed i loro figli a correre al campo per liberare Torino, ma si vedono in lunghe file portare terra sulle fosse aperte dalle mine, ed anche sulle mura squàrciate dalle artiglierie e chiudere il passo alle irrompenti schiere nemiche. Ed i vecchi a piangere la loro età trascorsa, invidiare i giovani soldati, contenti ad animare alla pugna anche i più riottosi e poi entrare nei templi e pregare.

Ed in alto le campane, che frementi si agitano, ondeggiano, gittano a torrenti per l'aria le note dei loro concenti. E se nei giorni di festa esse ti parevano un coro di vergini alleluianti, od una salmodia dolce di confessori, od il canto di trionfo de' martiri, ora sembrano un inno di guerra. Ed il loro rintocco grave, maestoso, solenne, come la voce della giustizia di Dio, accende i nostri alla pugna, e fa cadere di mano ai nemici le armi sanguinose.

E tu la sentisti, questa voce, o Maria Bricco, che il racconto popolare ricorda come guidasti i soldati piemontesi a sorprendere nel Castello di Pianezza alcuni francesi, che alla vigilia della gran battaglia vi si preparavano con le danze. E tu con la scure in mano rompesti le porte, e divina guerriera ti presentasti all'improvviso ai danzanti per annunziar loro la morte.

Quando Silvio Pellico pronunziò il grand'elogio all'Italia, con il verso : « Polve d'eroi non è la polve tua? » volgeva forse l'occhio ed il pensiero a questo estremo suo lembo di terra, ed a questo periodo di gigantesche lotte.

Ma nulla vi dirò di quel fatto, che tra il popolo piemontese sintetizza questi eroici sforzi dal principe al popolano, dal nobile all'artiere, dal vecchio al giovane, dall'uomo di chiesa a quello delle arti e dei commerci, cioè di Pietro Micca? Virgilio rappresenta il suo valoroso Acheo, che cade mentre gli fiorisce l'età, e morendo ricorda la patria diletta Et dulces moriens reminiscitur Argos ! Invece l'eroe, che fanciullo pregò all'altare della Madonna de' suoi monti, adesso, mentre sta per appiccare la miccia fatale, egli si inginocchia e sta là ad implorare il consiglio di Dio. Un dubbio l'assale : Sarà la mia morte utile alla patria ? Dovrò, potrò arrischiare la mia vita? E poi, senza por tempo in mezzo, dice al suo compagno, che trema nell'avvicinare il fuoco : « Va là che sei più lungo d'un giorno senza pane! » Queste parole così semplici e nell'istesso tempo così sublimi fan vedere che l'eroe credeva tutti capaci di eseguire le più ardite imprese.

I nostri storici nel parlare di questa azione virtuosa fra le più virtuose, la trovano di tanta bellezza che al paragone vien meno la gloria degli eroi della Grecia e di Roma. Imperocchè il sacrificio di quelli compivasi in modo solenne al cospetto del mondo, in condizioni che portavano una morale ebbrezza, che ne accresceva la forza. Micca non poteva avere la speranza che il suo sacrifizio potesse mai essere conosciuto al mondo. Semplicissima gli sembrava quell'azione , e tanto semplice che comandava al compagno di farla, e solo potè accorgersi che non fosse azione così volgare, dar la vita per la patria, quando lo vide esitare. Quale sublimità di coraggio in quella piacevolezza: Va là, che sei più lungo di un giorno senza pane ! Ed insieme qual fraterna carità, qual riguardo nel non voler supporre che temesse la morte, nell'accusarne la lentezza e non la paura.

Ma inutile sarebbe stato tanto valore nei soldati, tanta costanza nei cittadini, tanta virtù e genio ne' capitani, se la fiamma della fede non avesse fortemente accesi i cuori; e se prima che a Superga ognuno non avesse elevato nel suo cuore un tempio a Maria. E nel nome di Maria ogni fatica fu leggera, ogni sacrificio piacevole, e la morte stessa, perdendo ogni orribile aspetto, diventava un martirio, onde si andava alla battaglia come ad una festa, perchè ogni caduto era circondato dall'aureola della immortalità.

Oh fortunata Torino, che in quei giorni si sentiva scossa dalla poderosa voce del suo Beato Sebastiano, che esclamava : Viva Maria! Fortunata Torino, che ripeteva con certa fiducia l'augusta parola della sua B. Maria degli Angeli : « La Bambina ci porterà la libertà! »

E Torino fu salva ! e i fiori sbocciarono in tutti gli ameni colli del Piemonte e trapiantati dalla provvida mano di Dio, mandano a Maria profumo di pietà. E la Consolatrice, che guidò i nostri padri alla battaglia ed alla vittoria, vide in ogni terra un altare, e sopra ogni altare il voto della riconoscenza. Ed il Beato Sebastiano Valfrè sorrise certo dal cielo, quando D. Bosco qui sui campi stessi degli stranieri, alla distanza di un secolo e mezzo sollevava l'augusto Santuario di Maria Ausiliatrice sulla cui maestosa cupola s'inalza dorata e bella la sua statua. Essa raccoglie ogni giorno i divoti canti e gl'innocenti schiamazzi di quasi mille vispi fanciulli, studenti ed artigiani.., e qui attorno par che aleggi lo spirito di D. Bosco, del profondo conoscitore dei tempi, del grande educatore della gioventù. Se i nostri Padri tra il dolore e la prova si fermarono davanti alla cara immagine della Consolatrice degli afflitti, e se col gemito dell'anima si soffre e si invoca rassegnazione per chi soffre e per chi muore, in oggi i figli di D. Bosco cantano giulivi Auxilium Christianorum, ora pro nobis, e l'eco del coro armonioso di bianche voci si ripercuote nel vicino Santuario, che va ripetendo la preghiera della consolazione....

Non è più il grido di guerra sanguinosa che qui oggi vi raccoglie, ma la lotta del lavoro e dello studio, della scienza.e della fede, della mente e del braccio, la lotta per la religione, che dai campi della prova e del dolore ci dispone all'aureola delle pacifiche conquiste in terra e di quella immarcescibile corona che Dio ci ha preparato in cielo. E se tornasse oggi il B. Sebastiano Valfrè, che vinse al grido di Maria Consolatrice, si unirebbe a D. Bosco che lasciò per eredità a' suoi figli l'Ausiliatrice. Ed i due antichi sospiri a Maria della chiesa militante, affratellati nelle Litanie Lauretane affratellano due anime grandi, monumenti della fede e della carità cristiana, affratellando due secoli a Maria.

O città di Torino, va' superba di tue antichità, di tue molteplici glorie, de' tuoi monumenti religiosi ! Hai una bella storia ! Ma alla corona già fulgida unisci queste due gemme che ti abbellano e ti fanno più gloriosa: il Beato Sebastiano Valfrè e D. Bosco !

(1) Alcuni storici dicono che questo nome di Valdocco sia venuto dal gran numero di soldati morti tra Massenzio e Costantino; altri invece dal martirio dei Santi Solutore, Avventore ed Ottavio, principali patroni di Torino.

DAL CHILI.

Due telegrammi, uno da SANTIAGO e l'altro da VALPARAISO, hanno assicurato il sig. D. Rua che tutti i Salesiani furono salvi dal terribile terremoto che devastò quelle regioni.

Ci affrettiamo a pubblicare questa confortante notizia, per rassicurare le famiglie di quei nostri confratelli, quasi tutti italiani.

TESORO SPIRITUALE.

I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati, divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella o, se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'INDULGENZA PLENARIA

ogni mese

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno;

2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della

Buona Morte;

3) nel giorno in cui si radunino in conferenza;

dal 10 settembre al 10 ottobre

1) il 14 settembre, festa dell'esaltazione di S. Croce;

2) il 16 settembre, festa di Maria SS. Addolorata;

3) il 29 settembre, dedicazione di S. Michele Arcangelo ;

4) il 7 ottobre, solennità del Rosario di Maria santissima.

Inoltre, recitando 5 Pater, Ave e Gloria Patri per il benessere della cristianità, ed un altro Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare tutte le indulgenze delle Stazioni di Roma, della Porziuncola, di Gerusalemme e di S. Giacomo di Compostella.

Echi del V° Congresso

LE ADESIONI.

E adesioni pervenute al V Congresso, tenutosi a Milano sul principio dello scorso mese di giugno, furono un'imponente dimostrazione di plauso all'azione salesiana, che non possiamo in niun modo nascondere ai nostri lettori, per non privarli di una cara soddisfazione e soprattutto di un forte stimolo a raddoppiare lo zelo e l'attività delle loro santa cooperazione.

I) Em.mi Sigg. Cardinali.

Come annunziammo in luglio, inviarono la loro preziosissima adesione ben 24 Principi di S. Chiesa, cioè gli Eminentissimi Signori Cardinali P ampolla del Tindaro, nostro venerato Protettore, Respighi, Vicario dì S. S., Della Volpe, Vives y Tuto, Gennari, Segna, Cassetta, Tripepi e Cavicchioni ; gli Eminentissimi Cardinali Arcivescovi: Richelmy di Torino, Svampa di Bologna, Capecelatro di Capua, Nava di Catania, Boschi di Ferrara, Prisco di Napoli, Portanova di Reggio Calabria, Fischer di Colonia, Lecot di Bordeaux, Coullié di Lione, Skrbensky di Praga, Gruscha di Vienna, Netto Patriarca di Lisbona, Casañas di Barcellona e lo stesso Em.mo Card. Andrea C. Ferrari, nel cui palazzo arcivescovile si tennero le adunanze parziali e sotto la cui presidenza si chiuse il Congresso medesimo.

L'Em.mo Card. Mariano Rampolla del Tindaro, augusto Protettore della Pia Società Salesiana, scriveva questa nobilissima lettera

Apprendo con piacere che per iniziativa del Comitato Salesiano Lombardo si tiene in questi giorni a Milano il V Congresso generale dei Cooperatori Salesiani di D. Bosco. Partecipo anch'io e di gran cuore alla gioia di tutti i buoni che si uniscono in fraterno amore per il nobilissimo scopo di indirizzare saggiamente le molteplici e benemeriti opere salesiane e con sincero affetto lo voti perchè il Congresso riesca , secondo i comuni desideri, a sviluppare con maggiore intensità e sicurezza il bene che è l'anima e la vita della Pia Società Salesiana. Ai bisogni sempre più pressanti dell'odierna società sono valido soccorso le istituzioni di D. Bosco, e i Salesiani, che ne ereditarono lo spirito di sacrificio e di carità e i Cooperatori Salesiani che li coadiuvano nelle ardue imprese, con la benedizione del Signore avranno senza dubbio il plauso e l'encomio dei buoni. E il V Congresso, lo spero, sarà una nuova gloria per l'Istituto Salesiano.

Io da parte mia in questi giorni raddoppierò le mie preghiere, perchè il Signore sia a Loro tutti propizio delle sue grazie e de' suoi aiuti speciali...

L'Em.mo Cardinal Pietro Respighi, Vicario Generale. di Sua Santità, scrivendo al nostro Superiore D. Rua, diceva affettuosamente :

Il Congresso dei Cooperatori Salesiani che fra giorni si aprirà a Milano, è una chiara e novella prova che lo spirito del venerando D. Bosco vive continuo nei figli, come è un nuovo titolo, fra tanti, che essi acquistano alla riconoscenza pubblica.

Ben venga adunque ! Io lo saluto dall'intimo dal cuore, colla fiducia piena che le accurate discussioni e le scambievoli vedute condurranno a conclusioni pratiche, sagge ed opportune ai bisogni sempre crescenti della gioventù, la quale ne ritrarrà man mano abbondanti e preziosi vantaggi, come desiderano quanti amano questa gioventù stessa e le vogliono il maggior bene.

Maria Ausiliatrice guardi propizia ai lavori del Congresso, e, da lei pregato, li benedica il Figlio...

L'Eminentissimo Card. Cassetta Francesco dì Paola, Vescovo di Sabina, faceva voti che il V Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani rispondesse ai desiderii di tutti i buoni cattolici, e con la divina benedizione fosse fonte di vero progresso all'umana società.

L'Eminentissimo Cardinal Francesco Salesio Della Volpe, scriveva all'Em.mo Card. Arcivescovo di Milano :

Mi permetta V. E. che Le significhi la parte vivissima, che, presente di spirito, nella mia pochezza prenderò al Congresso aderendo fin d'ora a quanto in esso si stabilirà a maggior incremento delle saluberrime Opere Salesiane e conseguente maggior gloria del Signore e bene delle anime.

Non mancherò di porgere in quei giorni a Dio O. M. umili preghiere affinchè per la intercessione di Maria SS.ma Ausiliatrice e di S. Francesco di Sales scendano sopra tutti i Congressisti e spespecialmente sui degnissimi Presidenti le più copiose benedizioni del Cielo.

L'Eminentissimo Card. Casimiro Gennari aveva la degnazione di scrivere all'indirizzo della missione dei Cooperatori di D. Bosco queste parole

Non ultimo ammiratore delle opere stupende di questo grande Apostolo dei tempi nostri, aderisco con tutto il cuore al detto Congresso, facendo caldi voti che le imprese salesiane abbiamo sempre maggior incremento e riescano a diffondere da per tutto la luce della religione e della verità.

E poichè valido ausilio delle dette imprese è l'Associazione dei Cooperatori Salesiani, a quest'Associazione prego da Dio il massimo esplicamento ed il più fervido zelo, sperando che a ciò contribuisca efficacemente la celebrazione del prossimo Congresso Internazionale.

L'Eminentissimo Card. Francesco Segna così diceva dell'Opera di D. Bosco :

Nella Società come si trova constituita ai nostri tempi, malgrado le molteplici opere dirette a sovvenire ai bisogni delle varie classi che la compongono, non era difficile scorgere che esisteva tuttora un grande vuoto; mancare cioè una istituzione, che avesse per scopo diretto e immediato togliere all'ozio, al vagabondaggio e al vizio che ne conseguono, i fanciulli delle classi meno agiate, aprire loro asili dove potessero apprendere un mestiere o un'arte, e ricevere ad un tempo educazione morale e cristiana. Ora, Dio suscitò D. Bosco precisamente per riempire questo vuoto, e provvedere a un sì urgente bisogno della società moderna; e che l'opera fosse realmente inspirata da Dio, lo mostra, a tacere di altro, manifestamente la rapida diffusione delle fondazioni salesiane in tutte le regioni del mondo e i frutti copiosi di benedizione che da per tutto esse producono.

E l'Eminentissimo Card. Giuseppe Calasanzio Vives y Tuto

Ricordando con somma consolazione i benefcii che il Sacro Cuore di Gesù e la Beatissima Vergine Ausiliatrice per mezzo della venerata memoria di D. Bosco e dei suoi figli, moltiplicano nel mondo intero, specialmente nell'Europa e nell'America latina, e che questi beneficii nel Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani avranno maggior incremento , vorrei essere personalmente presente a quelle interessantissime sessioni per avere una parte anch'io del merito che si acquistano i carissimi Cooperatori.

E sapientemente l'Eminentissimo Cardinal Luigi Tripepi

Presente con l'affetto, tributo plauso di fervida e piena adesione al V° Congresso dei Cooperatori Salesiani; e godo con tutto l'animo nell'ammirare che i degni figli e discepoli di D. Bosco, con opere memorande e salutari, rendano sempre più manifesto non potere il mondo giocondarsi di vera e costante civiltà, se a questa non s'invocano le benedizioni della Chiesa e del Papato.

L'Eminentissimo nostro Arcivescovo, Cardinal Agostino Richelmy, sempre pieno di tenero affetto per le Opere di D. Bosco, scriveva al sig. D. Rua

Provvedere al bene della gioventù in tutte le classi sociali e specialmente in mezzo ai figli del popolo, è fra i supremi bisogni dei tempi nostri.

Egli è perciò impossibile non far plauso al nuovo Congresso dei Cooperatori Salesiani; si abbia V. S. Rev.ma, si abbiano i suoi confratelli le mie vive congratulazioni. E se dal Vescovo della terra che vide nascere D. Bosco si vuole una speciale benedizione, di gran cuore e con caldo affetto io benedico.

Arrida benigno il Cielo ai promotori e aderenti, ai benefattori; serene e pratiche siano le discussioni; forti e santi i propositi; copiosi e preclari i frutti.

L'Em.mo Card. Domenico Svampa, promotore del io Congresso dei Cooperatori Salesiani, con lettera all'Em.mo Arcivescovo di Milano, così applaudiva al Congresso

Mi rallegro con V. Eminenza R.ma che avrà la consolazione di tenere a Milano il quinto Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani. Per l'affetto vivissimo che ho sempre portato ai figli di D. Bosco, e alle molteplici opere a cui essi si consacrano, io sento il bisogno di esprimere a V. Eminenza i voti fervidi che faccio per la felice riuscita di questa adunanza. Perchè le istituzioni di D. Bosco fioriscano, sono essenziali due condizioni: - che i Salesiani abbiano lo spirito del Fondatore e che non venga meno lo zelo attivo e generoso de' cooperatori e delle cooperatrici. I congressi che essi tengono, giovano mirabilmente a mantenerli costanti e fedeli nella santa milizia a cui sono ascritti.

L'Eminentissimo Cardinal Giulio Boschi, Arcivescovo di Ferrara, invocava sopra il Congresso le più elette e copiose benedizioni, affinchè se ne avessero gli ottimi effetti desiderati da tutti coloro che amano l'incremento della Religione, il benessere della Società e la vita rigogliosa di una Istituzione tanto benefica, specialmente alla gioventù, qual' è quella di D. Bosco.

L'Eminentissimo Card. Giuseppe Prisco, Arcivescovo dì Napolì, aderendo pienamente a quanto si sarebbe trattato nel Congresso, soggìungeva

Voglia il Signore far sempre più larga l'opera di zelo apostolico e di eminente civiltà cristiana, accompagnando con ispeciali benedizioni i lavori del prossimo congresso.

L'Eminentissimo Card. Giuseppe Nava, Arcivescovo di Catania, si rallegrava dell'impulso che avrebbero ricevuto le opere salesiane, già meravigliosamente sviluppale in tutto il mondo, «dalle quali, scriveva Sua Eminenza, non sono pochi i vantaggi che riceve anche la mia Archidiocesi fra le prime ad accogliere gli ardenti apostoli della gioventù, mandati dallo stesso santo Fondatore ».

II) Ecc.mi Patriarchi, Arcivescovi e Vescovi.

Aderirono pure colle espressioni più cordiali e coi voti più ardenti

I) l'Ecc.mo Mons. Aristide Cavallari, Patriarca di Venezia ;

II) gli Eccellentissimi Arcivescovi di Bari , Belem nel Brasile, Benevento, Brindisi, Conza, Kalocsa in Ungheria, Firenze, Gaeta, Genova, Lanciano e Ortona, Lucca, Malines nel Belgio, Modena, New York, Otranto, Palermo, Pisa, Salerno, Sassarì, S. Severina, Sorrento, Vercelli, Wesminster in Inghilterra, Udine, Zara, e l'Arcivescovo-Vescovo di Viterbo e Toscanella ;

III) gli Eccellentissimi Vescovi di Acerra, Acqui, Albenga, Arezzo, Anagni , Aosta, Arcireale, Ascoli, Avellino, Alife, Andria, Bergamo, Biella, Bobbio, Borgo S. Sepolcro, Bovino, Caiazzo, Carpi, Casale, Cariati, Ceneda, Cesena, Chioggia, Chiavari, Civita Castellana e Orte, Como, Convesano, Cortona, Concordia, Cremona, Cuneo, Caltagirone, Faenza, Forlì, Fossano, Galtelli Nuoro, Guastalla, Iglesias, Imola, Ischia, Ivrea, Lacedonia, Lucera, Macerata, Mantova, Menorca nelle Baleari, Modigliana, Mazzara del Vallo, Melfi e Rapolla, Montepulciano, Mondovì, Montalcino, Montefeltro, Nardò, Nepi e Sutri, Nicotera e Tropea, Nola, Noto, Nusco, Pavia, Pinerolo, Policastro, Pozzuoli, Rieti, Rimini, S. Marco Argentano e Bisignano, S. Angelo dei Lombardi, S. Paolo nel Brasile, Sarsina, Segni, Sessa Aurunca, Squillace, Sulmona, Susa, Terracina, Sezze e Piperno, Teramo, Tortona, Treviso, Trento, Tortosa (Spagna), Urbania e Vado, Ventimiglia, Volterra ; Mons. Peri - Morosini , Ammìnistratore Apostolico del Ticino, e il Vescovo tit. di Daulia, Ausiliare di Aquila.

Anche di queste numerose adesioni diamo un eloquentìssimo saggio.

S. E. R. Mons. Teodoro Valfrè di Bonzo, Arcivescovo di Vercelli, scriveva al Comitato Promotore

Con quanta consolazione dell'animo mio prenderei parte al V° Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani!... Mando la mia adesione e l'augurio che il futuro Congresso, per gli studii e per l'opera di chi l'ha preparato, sia fecondo di frutti quali tutti i buoni si ripromettono ed in prima fila sia fonte copiosa di bene religioso e morale di tanto cara gioventù che dai Salesiani viene educata sotto l'influsso dello spirito di D. Bosco.

S. E. R. Monsignor Giuseppe Giustiniani, Arcivescovo di Sorrento, rallegravasi con l'Eminentissimo Card. Ferrari, che mentre con diabolica pertinacia si vuole laicizzare anche la carità, mediante il Congresso si salvasse almeno la prima delle virtù cristiane dal veleno del materialismo.

Il venerando Decano dell'Episcopato Subalpino, S. E. R. Mons. Emiliano Manacorda, Vescovo di Fossano, scriveva paternamente

Conosco troppo bene che quando lo spirito del venerando D. Bosco raccoglie il cuore dei benemeriti suoi Cooperatori, non è che per moltiplicare opere benefiche e sante, ed imprime in tutti quello slancio di devozione , di azione e di carità cristiana, che distrugge l'inerzia, ed effonde in mezzo al popolo luce e beneficenza. La vera soluzione della questione economica sta nella carità illuminata ed operosa. Tale lo spirito di D. Bosco, che incessantemente ed universalmente agisce con mirabile e f etto; niente quindi di più efficace e di più opportuno, che la raccolta di questi cuori Salesiani per illuminarli ed eccitarli all'opera. Pertanto i miei rallegramenti ed il mio plauso cordiale al nuovo Congresso dei Cooperatori Salesiani in Milano. E' questo un mio sentito bisogno ed una speranza salda come la mia fede.

S. E. R. Monsignor Carlo Castelli, Vescovo di Bobbio (promosso alla sede arcivescovile di Fermo nelle Marche) aveva la bontà di scrivere

Dolente che impegni di Diocesi mi impediscano di prendervi parte, nel mentre mi rallegro e con Milano e colla veneranda Società dei Salesiani del bene che da questo Congresso è per derivare a tutti, con tutto il cuore vi aderisco, e prego Iddio benedica a tutti coloro che in qualsiasi modo coopereranno alla sua buona riuscita.

S. E. R. Monsignor Igino Bandi, Vescovo di Tortona

Sono ben lieto, scriveva, mi si presenti quest'occasione per manifestare la mia consolazione pel bene che ovunque vanno operando i figli di D. Bosco.... ben volentieri mi ricorderò nella S. Messa del Congresso e di tutti i Congressisti raccomandandoli alla Vergine SS. Ausiliatrice.

S. E. R. Mons. Giuseppe Staiti, Vescovo di Andria

Ammiratore sempre delle Opere dei benemeriti figli del grande D. Bosco, siccome pel IV° congresso già tenutosi in Lima del Perù nello scorso Marzo, così pel V° che sarà celebrato dal 4 al 7 prossimo giugno in Milano, fo i miei augurii di prosperità e di incrementi maggiori. Ho ritenuto sempre che l'opera dei Salesiani fosse come l'attuazione più bella e più esplicita della vera azione cattolica secondo i dettami del grande pontefice Leone XIII, che già ha ricevuto la corona di giustizia in cielo, e dell'Augusto Pio X felicemente regnante, a Cui il Signore dia sempre forza, coraggio e conforto nel governo della Chiesa. Il Congresso perciò di Milano facendo sempre più risplendere la luce che tramandano i figliuoli dell'umile prete di Torino, sia anche di esempio e sprone per gli altri, onde l'azione cattolica sia svolta per ogni dove tenendosi come norma e modello le opere salesiane.

S. E. R. Mons. Fortunato Vinelli, Vescovo di Chiavari

Faccia il buon Dio, diceva, che gli ideali dei Cooperatori Salesiani sieno ben intesi ed attuati. Oramai il mondo dovrebbe essere persuaso che soltanto nell'azione cristiana come da Gesù Cristo e dal suo Vicario ci viene insegnata, potrà trovare il rimedio ai suoi mali. Io prego che tale persuasione diventi un fatto compiuto, e perciò benedico il Congresso che sta per aprirsi e gli auguro la più desiderabile riuscita.

S. E. R. Monsignor Mario Palladino, Vescovo d'Ischia, affermando l'opportunità del Congresso, osservava

Nella splendida ed operosa Milano, dove è aperta la grande esposizione delle forze della natura, della mano e dell'intelletto dell'uomo, è bene che si compia l'armonia con una grande Esposizione delle energie cristiane. Ammiratore , da quest'Isola, imploro sul Congresso le benedizioni di Dio.

S. E. R. Mons. Giovanni M. Diamare, Vescovo di Sessa Aurunca, scriveva all'Em.mo Cardinal Ferrari

Lieto di appartenere anch'io al novero dei Cooperatori Salesiani, ascrittovi proprio dal Fondatore D. Bosco di s. m., aderisco pienamente al Vo Congresso Internazionale dei Cooperatori, miei confratelli, che si terrà in codesta illustre Metropoli.

E S. E. R. Monsignor Giuseppe Ricciardi, Vescovo di Nardò, congratulandosi collo stesso Em.mo Principe, che Milano ospitasse il 50 Congresso nostro, pregava S. Eminenza a far noti.i suoi sentimenti di riconoscenza ai Cooperatori Salesiani pel gran bene che fanno.

Inviarono cordialissima adesione anche il rev.mo Vicario Capitolare di Gerona (Spagna); i revv. Direttori Diocesani di Como e di Pavia ; il sig. Marchese di Villeneuve, il sig. Don Manuel Pasqual di Barcellona, i Cooperatori di Las Palmas nelle Isole Canarie, i Cooperatori di Buenos Aires ecc. ecc.

Dopo così benevoli incoraggiamenti e tanto preziosi conforti, non osiamo aggiungere che una parola : una parola di ringraziamento sentito e profondo a tutti, in particolar modo agli Emìnentissimi Principi ed ai Venerandi Arcivescovi e Vescovi che nella loro bontà sciolsero un inno così benevolo all'Opera di D. Bosco.

A suggello poi di quest'alta dimostrazione di stima, di fiducia, di benedizioni e di speranze, rendiamo di pubblica ragione il testo originale dello splendido Breve inviato al Congresso dal S. Padre, del quale già demmo la traduzione.

PIUS P. P. X.

Dilette Fili, salutem et Apostolicam Benedictionem.

Quotquot ex universis terrarum oris illustri censentur nomine adiutorum rei Salesianae, valde equidem grate novimus conventum Mediolani esse acturos de provehenda tum piae Sodalitatis tum sacri civilisque cultus opera sollicitos.

Quam multis et qual libenter eiusmodi congressiones complectamur votis, admonet sane vos superiorum coetuum memoria, perspicueque declarat sive Nostra in Salesianos non intermissa unquam voluntas, sive earum enarratio rerum, de quibus conferre in coetu consilia praescripsistis. Etenim significata Nobis argumenta conventus gravitate praestare omnia et communi commendaci gratia reperimus, ut ecce conferendas in iuventutis commodum curas, sive litteris addieta illa sit, sive incumbat labori: impertienda populo, tum ad corpus tum ad animum sublevandum auxilia, comparanda iis, qui e patria migrarint, omne genus adiumenta ; suppeditandum demum ethnicis fidei catholicae atque adeo humanitatis lumen. Quod coetus studia in hisce collocare costitutum sit, magnopere gratulamur, laudemque auctoribus damus, quum quia utilia Sodalitio parant, tum quia opportuna et congruentia tempori spectant. Quamobrem summo eventus uberrimi desiderio congressionem prosequimur, nihilque interea dubitamus, quin frequentia sodalium et alacritas expectationi Nostrae respondeant. Quae autem consulenda vobis aut providenda in congressu erunt, iis benignitas Dei propitia et volens adspiret, donetque abunde munera coelestia. Horum vero auspex Nostrique animi testis Apostolica Benedictio sit, quam tibi atque e coetu singulis peramanter in Domino impertimus.

Datum Romae apud S. Petrum die XXII Maii anno MCM VI, Pontificatus Nostri tertio.

PIUS P. P. X.

Dilecto Filio Praesidi conventus generalis adiutorum Sodalitatis Salesianae - Mediolanum.

AI COOPERATORI del Piemonte e ai Direttori dei nostri Istituti viciniori ricordiamo che nel Collegio S. Giovanni Evangelista in Torino v'ha una Scuola di Religione per gli alunni delle scuole pubbliche elementari, medie e superiori. Vogliano i nostri ottimi Benefattori e Confratelli avviare a detta scuola i loro conoscenti ed alunni, che torneranno o si recheranno per gli studi a 'orino, con la certezza di cooperare all'educazione cristiana della gioventù.

NB. - Il Collegio S. Giovanni Evangelista, (Via Madama Cristina 1, Torino) fondato da Don Bosco nel 1882, ha annesse le scuole elementari e ginnasiali pareggiate alle governative.

Dalle Missioni

Matto Grosso Una nuova spedizione di missionari fra i Coroados=Bororos.

IL 3 marzo u. s. dieci Missionari partivano dal Collegio S. Gonzalo di Cuyabà alla volta delle Colonie del S. Cuore e dell'Immacolata Concezione, richiesti dallo sviluppo crescente di quelle, e sospirati dai bravi confratellì che da quattro anni, sovraccarichi di lavoro, vivono segregati nel centro delle foreste mattogrossensi.

Del loro viaggio abbiamo questi appunti non privi d'interesse per i loro dati topografici, inviati dal ch. Pessina al sig. D. Rua.

Si partì da Cuyabà fra i cordiali saluti dei confratelli, i clamorosi evviva dei collegiali e le melodiose note della banda musicale. Rinfrescati da una buona pioggia (che non mancò un sol giorno del viaggio) giungemmo a Coxipò ove quell'ottimo Direttore, favoritici di un asciolvere, gentilmente ci accompagnò per un buon tratto.

Il cammino è allagato; una delle tre guide che ci precedono a cavallo, con sforzi erculei esce dal pantano e, tastando, ci indica i punti meno pericolosi, ove passiamo tutti più o meno male.

All'Aricà, presso le cui sponde alzammo le tende, ci raggiunse l'amatissimo nostro Ispettore, ritenuto in casa da urgenti occupazioni. Affamati moscherini e feroci carapatos ci fecero tormentosa ed inseparabile compagnia nei tre giorni seguenti di viaggio e di pioggia continua.

Dopo questo noiosissimo triduo, ci trovammo dinanzi ad un'erta e rapidissima serra, ricca di burroni d'ogni specie e di pericoli. Noi sembravamo un gruppo di alpini all'assalto di qualche picco ; ma gli animali, carichi delle provviste per le Colonie, ad ogni passo eran per terra ; fu necessario sollevarli un poco, lasciarli quietare e poi ricaricarli e proseguire... e finalmente si toccò la cima !

Due notti passate tra l'armoniosa musica dei moscherini ed un esercito di rabbìose formiche ci diedero forza per passare il fiume Manso, mansueto però di nome e non di fatto, e di sponde così melmose, che pareva volesse invischiarci tutti quanti.

Sorpresi e rinfrescati da una pioggia torrenziale ci rimettiam tosto in cammino ed alla sera alle otto arriviamo a Capimbranco. Una popolazione di circa trecento anime, con stazione telegrafica, situata in una piccola valle, circondata di verdi collinette, ecco Capimbranco. L'ottimo signor Leone, degnissimo telegrafista locale, ci usò la squisita gentilezza di porre a nostra disposizione tutto il locale della stazione e di farci sedere alla sua mensa. Giunti in sabbato, la dimane i sacerdoti celebrarono la S. Messa, ultimo l'amatissimo Ispettore che basandosi sul Vangelo die' norme pratiche di vita cristiana a queì fedeli accorsi numerosissimi ad udire la divina parola. La giornata passò nell'amministrazione dei sacramenti : undici furono i battesimi amministrati e ventidue le cresime. Alla sera si raccolsero circa duecento persone, alle quali dopo il canto di alcuni inni, il sig. D. Malan fece un po' di predica, mostrando come si possa condurre una vita felice e tranquilla vivendo cristianamente. E seppe discendere così bene alla pratica che quei poveretti pendenti dal labbro del Missionario andavano abbastanza forte dicendosi l'un l'altro : « Questo fa per te!.. Questo per me... Questo per voi ! »

Chico Nunes, un rialzo di terra fra valle e colle, fu il luogo della seguente fermata, ma pel timore delle serpi velenose colà frequenti e pel martirio che c'inflissero sterminati eserciti di rabbiosi ed affamati moscherini passammo una notte disgraziata. Appena si fece giorno, tosto si partì ; ma stanchi e sonnolenti com'eravamo, si sonnecchiò tutto il tempo della cavalcata. Giunti a Ponta de Pedra potemmo, grazie a Dio, riposarci.

Ripartiti la dimane per tempo, ci fermammo a Cachoeirinha, in una capanna perduta nella selva, ove un amico, dedito all'allevamento del bestiame ed alla caccìa delle terribili tigri che infestano quelle plaghe (ne aveva freddata una pochi giorni innanzi e ne potemmo vedere la spoglia), sprovvisti com'eravamo di alimento, ci uccise un bue lì su due piedi, le cui carni ci fornirono l'alimento per quello ed altri giorni ancora.

Dopo Lagoa secca, che fu un'altra tappa, dovemmo oltrepassare molti torrenti tra cui il Sapè e tre altri di guado difficile e pericoloso. Si fece alto sulla sponda del Sangradorsinho, e l'indomani fra il mormorio di lieti rigagnoli che ci ricordavano i lìmpidi ruscelletti che scorron giù dalle nostre prealpi, giungemmo a Sangrador Grande. Qui s'incontrarono in buon . punto i soccorsi inviatici dalla Colonia del S. Cuore, in viveri ed animali.

Il dì seguente si viaggiò sotto la sferza di una pioggia torrenziale. Un fiumicello, il più terribìle, il cui nome suona da noi Esplorazione, si fece veramente esplorare. Fu un guado lungo e difficile, pericolosissimo. Ed eravamo già quasi tutti bagnati, quando finì per inzupparci una pioggia inistente che durò dalle 2 alle 6 dì sera finchè non ci fermammo su di un rialzo, detto As areias.

Nella capanna che la Divina Provvidenza ci offerse, si accese il fuoco e ci scaldammo alquanto. Che bella, ma strana scena ! in un clima torrido qual è quel di Matto Grosso, battere i denti pel freddo, accoccolati vicino una buona fiammata !.. I tre giorni di viaggio che ancor seguirono la Provvidenza ci favorì un tempo dìscreto; però il cammino fu sempre più o meno orrido. Ma tutto si dimenticò alla vista della nostra terra promessa, la Colonia del S. Cuore.

Dalle nuove Colonie,

Le consolanti notizie promesse (1). (Lettera dell'Ispettore D. Antonio Malan).

VENERATISSIMO SIG. D. RUA,

vendo incaricato il chierico Pessina di darle notizie del vostro viaggio da Cuyabrì alle nostre Colonie, in questa mia mi limito a dirle dello stato degli indii in questi ultimi tempi.

Il passaggio del Barreiro. - Accolti colla banda musicale. - Prime Comunioni. - L'Osservatorio Antonio Paes de Barros.

Il 23 marzo, verso le due pomeridiane, arrivammo alle sponde del Barreiro che aumentato per le piogge ci rendeva più difficile il passaggio. Ma anticipatamente il nostro caro D. Balzola aveva fatto costrurre dagli indii una specie di barca con cortecce di burity, sopra la quale a due a due transitammo il fiume, guìdati o meglio tirati dagli indii. Anche il nostro bagaglio fu trasportato a questo modo. Quelli però che attraversavano quelle acque per la prima volta, e su quella barca stile liberty! ebbero in quei momenti non poca paura... Gli animali pure pas sarono a nuoto, parte sopra le pietre di una piccola cascata che alcuni giorni prima aveva travolto un robusto giumento del corriere postale. Ma, grazie a Dio, anche quel pìccolo Acheronte fu tragittato senza alcuna disgraza.

Dopo due chilometri di marcia, a 9oo metri dalla Colonia del Sacro Cuore, vedemmo spuntare sulla cima azzurra della collina Santa Cruz un numeroso gruppo di indii dìsposti in due ale con i bimbì nel mezzo, innanzi ai quali un'incipiente banda musicale, composta di 15 suonatori indigeni, dava fiato negli istrumenti salutandocì con una marcia festosa....

E proprìo mirabile che in quelle regioni si sia già formata una banda musicale e composta di quei selvaggi che quattro anni or sono erano il terrore di quei deserti !... Quelle note armoniose che si perdevano per la vergine campagna mi commossero in fondo al cuore : piansi e con me piansero di dolce consolazione alcuni dei miei compagni di viaggio !

Di certo, per ogni anima anelante il progresso di questa tribù oltremodo intelligente e degna di miglior sorte, quello fu un momento solenne il modulato suono dei clarini ci parve la voce della civiltà che si inoltra trionfante in mezzo ai numerosi selvaggì ancor nascosti nelle dense foreste.

Unitici al pittoresco corteo continuammo il viaggio fino al centro della Colonia, dove fummo ricevuti da un altro gruppo di indii, non meno dei primi lieti dì vederci arrivati.

Grazie a Dio, il progresso della Colonia del Sacro Cuore è costante ; pegno sicuro che il S. Cuore da cui s'intitola non cessa di proteggerla e difenderla amorosamente.

In questa ultima visita ebbi la consolazione di ammìnistrare il Santo Sacramento del Battesimo ad alcuni ; della Penitenza e della Santa Comunione ad altri.

E la nuova banda musicale, di cui le mando un'istantanea, poco ben riuscita, suonò i migliori pezzi del suo repertorio, aumentando colle sue armonie la commozione spirituale di sei giovani anime che rìcevettero per la prima volta l'Agnello divino, il Redentore di tutti i popoli, che si è accinto ad accogliere nella sua Chiesa Cattolica e in seno al mondo civilizzato tutte queste popolazioni che pure gli appartengono.

Non le posso esprimere, amatissimo padre, la gioia immensa che provai nel distribuire ai sei neofiti il Pane degli Angeli, il Cibo Celeste, la Luce che s'incarna per alimentarci, santificarci ed illuminarci!, Però Ella lo può immaginare, e son sicuro che anche il suo cuore esulterà nel leggere questa consolante notizia. Anche di questi sei fortunati figli della tribù dei Bororos le invio un'istantanea, pur questa un po' oscura e confusa.

Ho pure un'altra notizia a darle non meno consolante, la quale sarà ricevuta con piacere anche dal mondo scientifico; abbiamo cioè inaugurato un nuovo Osservatorio Meteorologico intitolato Antonio Paes de Barros, fondato dietro reiterate istanze di diversi centri meteorologìci e dello stesso Governo dello Stato, come già le significai in altra mia.

Il nuovo Osservatorio è di 2a classe, congenere a quello dipendente dal Collegio Salesiano di Cuyabà, che in 7 anni ha prestato rilevanti servigi alla scienza, divulgando le sue osservazioni quotidiane in appendice alla nostra rivista « Matto Grosso. » La speciale importanza del nuovo Osservatorio deriva dall'esser situato in una zona di una temperatura ben differente da quella della Capitale, essendo lungi da quella 50o chilometri, ad un'altezza considerevolmente più alta e in differente versante, cioè in quello del nord dello Stato.

Alla Colonia dell'Immacolata. - I primi lavori. - 11 battesimi. - Lieto avvenire.

Nove mesi dopo la sua fondazione visitai questa nuova Colonia ed ebbi a meravigliarmi nel constatarne i grandi progressi. Se la Divina Provvidenza fu prodiga verso la Colonia del Sacro Cuore , debbo dire che essa si mostra ancor più benevola verso questo nuovo centro di civiltà, che va formandosi con il titolo più prezioso per la Madre di Dio « l'Immacolata Concezione ».

Ed invero in questi nove mesi un personale, come anche Lei sa, limitatissimo, aiutato da pochi indii, poichè le condizioni non permettevano che se ne accettassero di più, costrusse capanne provvisorie che serviranno ottimamente finchè non si alzeranno altri ranchos più ampi e più comodi; bonificò un buon tratto di terreno, ove seminò grano, riso, fagiuoli, mandioca ; piantò alberi fruttiferi ; inizìò i lavori per la coltivazione della canapa, del caffè e della vite, ed aperse un piccolo canale per l'irrigazione delle terre della Colonia e mettere in movimento un piccolo mulino, una segheria e una macchina tessitrice. Giova sperare che i prodotti, che si confida di ottenere dai campi e dall'industria, uniti ai soccorsi che non ci lascieranno mancare i nostri benefattori (non solamente quelli che possono disporre di grandi sostanze ma quanti sono in grado dì mandarci un piccolo obolo) giova sperare, dico, che la carità e i prodotti del luogo saranno bastanti, fin da quest'anno, per indirizzare e mantenere un buon numero di indìgeni nella vìa della civiltà.

Ed intanto, qui pure, ebbi già la consolazione di battezzare ii neofiti, i meglio preparati tra i 53 indii che si trovavano nella Colonia , che nè più nè meno sono i famigerati autori di quelle orrende atrocità che si commisero presse le sponde dell'Araguaya cinque anni or sono. Le disposizioni che dimostrarono nel ricevere il sacramento della rigenerazione, provarono chiaramente quanto possono la Fede e la Grazia anche sulle anime selvagge. Nove mesi fa, essi vivevano come le bestie ; adesso si adattano ai nostri costumi, desiderosi di far parte della grande famiglia cristiana.

Ho potuto presenziare più volte il grazioso spettacolo di bimbi e bimbe che si ripetevano con edificante serietà le spiegazioni ricevute dai loro maestri. Così si vanno preparando e sviluppando i germi del futuro progresso reale di questo nuovo centro religioso e civile!

Ma come avremmo bisogno di venticinque o trentamila lire per la costruzione di una cappella un po' più decente di quella che si ha al presente, per rendere omaggio al nostro buon Dio con un culto esterno più solenne e imponente, ben sapendo qual forza esso abbia su tutti gli uomini ma principalmente su questi selvaggi dalle idee primitive e molto materiali!...

È proprio vero; l'esterno s'insinua più facilmente. Nella Colonia del Sacro Cuore i nostri Missionari spiegano il Catechismo ed i fatti principali della Storia Sacra per mezzo di ricchi quadri che compendiano tutta la storia dalla Creazìone del mondo ai nostri giorni, dono pre zioso di una benemerita signora brasilena, donna Carmen de Azevedo, nell'ultimo mio viaggio a Parigi. Di questi stessi quadri ci serviamo aha domenica per la spiegazione del vangelo e della morale cristiana. E questo metodo d'insegnamento è proprio, per ora, il più adatto; produce effetti sorprendenti. La verità entra nei cuori anche dagli occhi, e non lascia di produrre i più cari risultati.

In cerca di soccorsi. - Un rappresentante della tribù.

Amatissimo Padre, abbia la bontà di ripetere ai generosi benefattori, amici e Cooperatori Salesiani che le nostre Colonie sono di nuovo quasi totalmente sprovviste di mezzi e che, se piacerà al Signore, verso la fine del corrente mese, forse mi metterò in viaggio per attraversare nuovamente l'oceano e venire a raccogliere le offerte in compagnia di uno dei piccoli Boro ros ammessi alla Ia Comunione, un giovanetto dai 13 ai 14 anni, il buon Miguel, figlio di uno dei capi o cacichi, anzi del Capitano maggiore.

Questo caro giovanetto, che mi fu compagno fedele tra le foreste del Matto Grosso, sarà forse il mio compagno anche tra le popolose città della civile Europa che vorrà beneficare in lui, lo spero fermamente, tutta una razza infelice e bisognosa, di cui egli sarà come il rappresentante (1).

Ho deliberato di compiere questo lungo viaggio anche per esporle a voce i nuovi progetti sulle missionì, parlarle della necessità dì nuovo personale e della compera di utensili per i laboratori

e per i lavori della campagna, di biancheria e vestiti per gli indii, di alcune centinaia di coperte, di telai per tessere il cotone che noi potremo coltivare con risultato splendido. Di modo che, se così piacerà alla Divina Provvidenza, si potrà, al mio ritorno, dare un nuovo e più vigoroso impulso alle Colonie già esistenti e procedere anche alla fondazione di altre che ornai, data la conoscenza degli indii e del paese, non presentano più quelle difficoltà che dovemmo superare in principio. Qui il campo di azione è vastissimo, immenso. I risultati ottenuti colla fondazione delle esistenti Colonie impressionarono favorevolmente tutto lo Stato , cosicchè sono molti gli inviti che riceviamo di fondare nuovi Centri di Missione al nord e al sud del Matto Grosso.

E a noi non manca il buon volere nè la confidenza nell'aiuto di Dio per questa opera benefica ; vorremmo anzi disporre di doppia energia per conquistare religiosamente e civilmente quelle immense regioni, guadagnare il cuore di quei feroci selvaggi, renderceli tutti amici, per farne cristiani esemplari ed utili cittadini.

Ci aiuti Lei in questa santa ìmpresa, amatissimo Padre, col prepararci un eletto personale, e col benedire ai nostri santi desideri. Benedica quanti lavorano in queste Missioni ed in modo particolare chi, con sentito affetto, le bacìa la mano e si sottoscrive

Dev.mo figlio in G. C.

D. ANTONIO MALAN.

Da bordo del « Matto Grosso », in viaggio per Rio Janeiro, 19 maggio 19o6.

(1) D. Malan e Miguel sono già arrivati (vedi pag. 286).

Equatore.

D'in mezzo ai Jivaros.

DALLE foreste dell'Equatore è pervenuta al sig. D. Rua una lettera del missionario D. Francesco Mattana, superiore della Missione tra i Iivaros di Gualaquiza (in data 6 febbraio u. s.), che cì dà queste importanti notizie.

«... Benchè con moltissime difficoltà, tuttavia abbiamo potuto finire i due cammini che da molto tempo desiderava aprire, perchè ci fosse più facile l'andata alle trìbù distanti dal centro di Gualaquiza ; e li abbiamo finiti proprio da noi, coll'aiuto di alcuni lavoratori da noi pagati.

« Di queste strade l'una conduce al mezzogiorno di Gualaquiza, alle tribù di Chuchumbleza nella parte opposta del fiume di questo nome, ad un giorno di viaggio, ed alle tribù di Pachicosa sulle sponde del gran fiume Zamorra che discende maestoso dalle Cordigliere e provincia di Loja, ad un giorno e mezzo di cammino da Gualaquiza. L'altra via conduce all'oriente di Gualaquiza ad Indanza.

« Queste strade sono molto importanti. La prima non solo ci mette in comunicazione con varie tribù jivare, ma ci avvicina alla città di Loja e a varie popolazioni da essa divendenti. La seconda c'inoltra in direzione delle tribù di Iunganza, Chupianza, Mendez, Pongo chico, e Pongo grande, verso i confini del Perù.

« La missione d'Indanza è assai importante, in vista delle molte famiglie cristiane che vi emigreranno quanto prima, cioè non appena sarà finita la via carrettiera intrapresa da vari anni dal mandamento di Gualaceo a quella volta.

« Fra pochi giorni pur noi partiremo per quella importante comarca, e d'accordo colle autorità del cattolico popolo di Gualaceo e paesi dipendenti, sceglieremo fra le foreste indanzegne il luogo più opportuno per la nuova Colonia.

« Ci aiuti adunque, amatissimo Padre, con buon personale ed abbondanti mezzi pecuniari per sviluppare la residenza di Gualaquiza e por mano almeno a due nuove residenze...

I nostri lettori raccomandino fervorosamente al Signore la missione di Gualaquiza.

Cina.

La 1a festa di Maria Ausiliatrice a Macao.

(Lettera del Sac. Luigi Versiglia).

Macao, 8 giugno 19o6. AMATISSIMO SIG. DON RUA,

ED i suoi figli della Cina hanno fatto la festa di Maria SS. Ausiliatrice ? Altro che l'hanno fatta... e come !... Lasci anzi che le dia alcune notizie a questo riguardo. Ella sa che il due aprile abbiamo iniziato l'opera nostra, aprendo l'orfanotrofio pei Cinesi sotto il titolo dell'Immacolata. Gli orfanelli in principio furono una ventina, ben presto salirono a 37, e subito impararono ad invocare Maria SS. Ausiliatrice.

Fin dai primi giorni fu nostra cura di insegnar loro qualche lode e qualche cantico, sicchè arrivato il mese di maggio lo si potè incominciare in modo non certamente molto dissimile da quello delle altre nostre case. Tutte le sere si dava la benedizione col Santissimo, eseguendo un programma non dispregevole : - una lode; lettura apposita in Cinese; canto delle litanie in musica e Tantum ergo in gregoriano : si finiva col Laudate Dominum, omnes gentes e questo tutte le sere. Anzi le dirò di più che il Parroco del nostro distretto, rev. Can. Francesco Zaverio Suarez, volle che i nostri piccoli cantori andassero tutti i giorni a ,cantare anche nella Chiesa Parrocchìale per la medesima funzione.

Arrivò intanto il 24 maggio, sacro quest'anno all'Ascensione di G. C. Pur ricordandoci in quel giorno in modo speciale di Maria Ausiliatrice, ne rimettemmo la festa alla domenica seguente : ma la Madonna non mancò di darci fin . dal 24 una caparra della sua bontà. Difatti, dopo pranzo, ecco arrivare due poveri orfanelli, i quali, piangendo, chiedono con insistenza di essere ammessi nell'istituto. Osservate le carte che mi presentarono per assicurarmi della loro condizione : « Poveri figliuoli, dissi loro. E Maria Ausiliatrice che vi manda, entrate ! » Presi poi quelle carte, e le portai al nostro buon Vescovo, il quale contento vi scrisse sopra di proprio pugno : « A gloria e honra de Maria Auxiliadora = admittidos! » Era adunque il regalo di Maria Ausiliatrice. Uno di quegli orfanelli fu messo in sartoria e l'altro ? L'altro fa... il legatore. Ma come se non c'è il maestro ?... Iddio provvederà, come provvide in simil caso al nostro caro D. Bosco, che in identiche condizioni fondava il suo primo laboràtorio di legatoria.

Giunse intanto il giorno della festa ! In molte nostre case, si sarà celebrata la festa di Maria SS. in quel medesimo giorno e molte avranno offerto a Marìa Ausiliatrice lo sfarzo di addobbi, di musiche, e solenni funzioni... come avremmo fatto anche noi se ci fosse stato possibile; ma io credo che niuna abbia potuto fare alla nostra dolcissima Madre un'offerta più preziosa della nostra; del battesimo, cioè, di un caro orfanello di 14 anni che, abiurando il gentilesimo, proprio in quel giorno diveniva cristiano. Egli già da un paio di settimane era stato ricoverato nell'orfanotrofio.

Questa funzione, nella sua sublime semplicità, ci commosse fino alle lagrime. Gli stessi orfanelli ne furono profondamente impressionati, e 5 di loro, ancor gentili ma che si van preparando al battesimo, piangevano pel dispiacere di non poter aver anch'essi in quel giorno una sorte sì bella. Il fortunato neofito parve che sentisse persin sensibilmente il salutare effetto della grazia : il suo volto era trasformato e per tutto il giorno fuori di sè per la gioia non sapeva staccarsi dai piedì di Maria Ausiliatrice. Ebbe i nomi dì José -Maria. Gli fu madrina la gentilissima signora Constancia Roliz, che con tanto zelo aveva incominciato e condotto a buon termine l'istruzione del catecumeno prima che fosse ricoverato da noi, e padrino il rev. P. Alvaro Coroado nostro buon amico. Ministro del S. Battesimo fu il rev. Padre Roliz della Compagnia di Gesù, fratello alla madrina e nostro valido aiuto attendendo egli all'istruzione e alle confessioni dei ragazzi.

Dopo la cerimonia del battesimo seguì la messa cantata del medesimo rev. Padre Roliz, assistito dal P. Alvaro Coroado e dal nostro buon D. Olive.

L'accompagnarono in canto gregoriano (missa angelorum) i nostri poveri orfanelli : e se Ella considera che questi poveri giovani non capiscon e non parlano che il Cinese che noi ancor non sappiamo nè capire nè parlare, che non sanno leggere nessuna scrittura europea, e che tanto della messa come degli altri canti dovettero imparar tutto a memoria, comprenderà, amatissimo Padre, che ci volle un miracolo di buona volontà da parte di D. Fergnani che li ammaestrò e da parte dei ragazzi stessi, per fare quel che si fece. E l'assicuro che cantarono molto bene, nè temo di esagerare dicendo che anche il sig. D. Rua, se fosse stato presente, ci avrebbe fatto i suoi complimenti. Quelle voci esili esili riuscirono oltremodo patetiche nel Benedictus e nell'Agnus Dei.

Nel pomeriggio si fece una passeggiata fino al Santuario di Nostra Signora della Penha, dove Mons. Vescovo ha la sua villa.

Giunti alla méta, Sua Eccellenza che, si può dire, apposta per noi aveva anticipato la sua andata in villa, ci accolse con bontà più che paterna.

Dopo un po' di riposo, entrammo nella Cappella, e là il rev. P. Antonio M. Roliz, fece una breve panegìrico di Maria SS. Ausiliatrice, in cinese, s'intende, e forse fu il primo che siasi fatto in tal lingua. Seppe parlar così bene che i nostri poveri fanciulli, sebbene non avvezzi a sentir prediche, lo ascoltavano senza batter palpebra.

Finita la funzione un'altra novità portò al colmo la gioia dei nostri cari orfanelli, la distribuzione cioè di una buona merenda che Sua Eccellenza volle si preparasse.

La sera si tornò a casa col cuore ripieno della più cara soddisfazione : i giovanetti stessi, entusiasmati, non finivano di parlare della bella giornata.

Non le pare, amatissimo Padre, che sia questo un principio di buon augurio, cioè che questa festa abbia ad esser seguita da molte altre in molti altri luoghi della Cina?

Però, mentre dobbiamo ringraziare Maria SS. Ausiliatrice, è ben giusto che tributi pubblicamente i più sentiti ringraziamenti anche al nostro veneratissimo Vescovo, D. Paolino de Azevedo e Castro, il quale oltre somministrarci tutti i mezzi necessarii per compiere l'opera nostra, cerca pure, con vera sollecitudine, di renderci meno pesanti che sia possibile i piccoli sacrifizii che sono inseparabili dalle opere di Dio, specie nei principi.

Benedica, amatissimo Padre, tutti i suoi figli della Cina, ma speciali modo il

Suo Dev.mo in Corde Jesu SAC. LUIGI VERSIGLIA.

Tra gli Emigrati.

DA SAN FRANCISCO.

« La chiesa per gli Italiani deve risorgere ». - 3000 famiglie italiane soccorse per mezzo dei Salesiani.

San Francisco di California, 2663 Hyde Str. 5 luglio 19o6.

AMATISSIMO SIG. DON RUA,

Nella mia del 2o aprile, che Le portava la dolorosa notizia della distruzione della nostra Chiesa nel quasi totale incendio della città di San Francisco, finiva dicendo, che le avrei dato altre notizie. Compio oggi la promessa.

Siamo già di nuovo al nostro posto. Incoraggiati da Mons. Arcivescovo, anzi per suo ordine, abbiam cominciato la ricostruzione della nostra Chiesa che non sarà così bella come quella incendiata, ma sebbene modesta sarà sufficiente ai bisogni urgenti del servizio religioso. La prima era costata cinquantasei mila scudi: e insieme con essa nell'incendio si perdettero dipinti di gran valore, veri capolavori di arte italiana, come quello di S. Pietro del Toietti, e magnifiche statue, un bel gruppo della S. Famiglia, ornamenti preziosi ecc.

Come dico, la nuova Chiesa, bella anch'essa senza dubbio, sarà tuttavia modesta : manca il danaro perchè possa competere colla prima. Sarà di un nave : al di sotto ha una cripta ben ariosa, e assai illuminata, alta quasi quattro metri, che servirà per l'insegnamento del catechismo ai ragazzi e ragazze della parrocchia. Son già due settimane che io celebro nella cripta, e credo che prima di due mesi sarà finita anche la chiesa, che, già s'intende, vien rifatta in legno. L'architettura è buona ed a suo tempo potrà essere stupendamente decorata.

A qualcuno potrà parere quasi incredibile che si possa far così presto ad innalzare qua in America edifizi anche maestosi e sontuosissimi, chiese e palazzi magnifici in pochissimo tempo. Ma bisogna sapere che tutti i pezzi son fatti a macchina, per cui non c'è altro a fare che metterli a posto.

Presto cominceremo la ricostruzione anche della nostra casa, a lato della Chiesa. E chiesa e casa a quest'ora sarebbero già state riedificate, se non l'avesse impedito la scarsità del materiale : un'attività febbrile regna in città per riedificare case e baracche, tutte in legno.

Le ho detto che fummo incoraggiati a rifare la Chiesa da Mons. Arcivescovo. Ben contento dell'opera nostra, Sua Eccellenza ce ne die' una pubblica testimonianza nella prima assemblea dei Parroci della città che egli convocò subito dopo la catastrofe : « La Chiesa per gli Italiani, disse Mons. Arcivescovo, deve risorgere, ancorchè dovessi vendere la mia proprietà ! » E noi siamo all'opera per volontà sua.

E il popolo italiano ? Il nostro caro popolo, che impaurito e quasi impazzito fuggiva dal fuoco divoratore, chi pei monti e per valli, chi sul mare e chi per le vicine città e borgate... comincia a tornare al nido distrutto : e sospirando e singhiozzando riedifica sulle ceneri non più le sue belle case, ma povere e incomode baracche... La condizione di molti è tristissima oltre ogni dire. Fra due o tre mesi verrà la stagione delle acque autunnali e poi l'inverno. Che sarà di tanti che vivono ancora sotto le tende, e sono in serie difficoltà di trovare una baracca o una casuccia? La cosa diventa ancor più critica pel rincaro di tutto. Le pigioni sono altissime : la mano d'opera è rialzata di molto : il materiale di costruzione è assai costoso; quello che v'è di buono, è il lavoro; ce n'è per tutti.

Prevedendo una pessima invernata pei poveri, ho mandato al periodico L'Italiano in America di New York e al Cristoforo Colombo dell'Argentina un appello di carità pei nostri Italiani. Faccia Dio che non ci manchi l'aiuto.

Moltissimi dei nostri Italiani, rifugiatisi nelle vicine città, vi si sono stabiliti, ricominciando là i loro piccoli affari, e forse non ritorneranno mai più a San Francisco, che è ancora un deserto più che una città : e mi consola il sapere che dovunque si son rifugiati hanno incontrato le simpatie e l'ammirazione di tutti. Ma l'antico quartiere italiano di S. Francisco, che prima dell'incendio contava da otto a nove mila Italiani, oggi è sostituito da appena cinquecento o seicento baracche; speriamo che aumenteranno ancora.

Un altro gravissimo danno ci ha portato l'incendio, e forse il più grave di tutti: - la dispersione dei nostri 15oo ragazzi e ragazze che frequentavano con molto profitto le scuole di catechismo. Questa scuola domenicale, od Oratorio festivo che si voglia chiamare, in cui aveva messo tutte le forze dell'anima sua il caro confratello Don Redahan, era. il nostro incanto ed il nostro orgoglio, e formava un oggetto di ammirazione a tutta la città. Oggi, appena alcune dozzine di fanciulli son tornati attorno alla Chiesa. Oltre l'Oratorio festivo andarono sconquassati i sodalizi della Parrocchia. Così le perdite morali sono lamentevoli. come le materiali. Questo pure fu un vero disastro.

E noi ?... Dopo la catastrofe, che cosa hanno fatto i Salesiani miei confratelli? Si sono portati da bravi figli di Don Bosco. Quelli di Oakland per un mese e più somministrarono assistenza corporale e spirituale a molte centinaia d'Italiani, ripartendo loro con carità le provvisioni di vitto e vestiti ottenute dal Comitato Generale di soccorso. E noi, quelli della distrutta Chiesa di San Pietro e Paolo, ci siamo ripartiti il lavoro di assistenza, visitando e consolando i nostri Italiani pei campi di rifugio. Quando, dopo qualche settimana, arrivarono dalle città di America le centomila tende pei fuggiaschi, si organizzò nuovamente un buon servizio religioso. Io celebrava in una rimessa di cavalli e carri, salvata dal fuoco, Don Redahan e Don Buss sotto le tende, tanto nelle Domeniche come nei dì feriali. Là, si amministravano i Sacramenti, si predicava e si tenevano le istruzioni del caso ; ed in questa assistenza si distinsero molto i detti Confratelli, infaticabili sempre, presenti in ogni dove, non lasciando a me altra parte che quella d'invidiarli. Questo lavorio continua ancora, e continuerà finchè non cominceranno le acque autunnali. Nè l'attività loro si limita a queste. Sotto il governo militare che durò in città sino al i° di questo mese, essi guadagnatasi la fiducia dell'Autorità Militare, vennero autorizzati a scrivere e firmare le domande di vitto, abiti, letti, ecc. per gli Italiani bisognosi di esser riforniti del necessario, che avevano perduto nell'incendio. A tutt'oggi, più di tremila famiglie italiane han goduto di questo beneficio a mezzo dei nostri confratelli ; ed anche quest'opera continua ancora.

E noi dove abitiamo ? Non avendo ancora la nuova casa, il sottoscritto ospita in casa di un ottimo cooperatore per nome Agostino Craviotto, genovese, dove anche celebrò per varie settimane nei giorni feriali; Don Redahan e Don Buss vanno ogni sera alla nostra casa di Oakland, o a quella di Corpus Christi. E così si dovrà fare, sino a che la nostra casa non sia riedificata.

Non ci resta pertanto che far nota a Lei pure la gratitudine pei nostri confratelli di Oakland e di Corpus Christi, che proprio di cuore e con amplissima benevolenza fraterna ci han prestato e ci prestano ogni sorta di aiuto in questa terribile disgrazia; dobbiamo anche ringraziare il sig. Ispettore Don Borghino, Don Coppo e tutti i Salesiani di New York, pel sollievo morale e materiale che essi pure ci hanno generosamente prodigato.

Ci benedica, amatissimo Padre, e mi creda

Suo dev.mo figlio in Corde Jesu SAC. RAFFAELE M. PIPERNI

IL CULTO di MARIA AUSILIATRICE

Noi siamo persuasi, che nelle vicende dolorose del tempi che corrono non ci restano altri conforti che quelli del cielo, e tra questi l'intercessione potente di quella benedetta che fu in ogni tempo l'Aiuto dei Cristiani.   PIO PP. X.

Pel 24 corrente.

OLTRE le private intenzioni dei nostri benefattori, nelle sacre funzioni che si celebreranno nel Santuario il 24 corr., avremo anche quest'intenzione generale che raccomandiamo a tutti i lettori

Imploreremo le benedizioni speciali di Maria SS. Ausiliatrice sui particolari bisogni di S. Chiesa.

Dagli Annali del Santuario

1868. - Il servo di Dio, D. Giovanni Bosco, dopo la consacrazione del Santuario, inviava con figliale confidenza al S. Padre Pio IX alcune medaglie-ricordo dell'avvenimento, recanti da un lato la fronte del Santuario, dall'altro lato la Taumaturga Immagine. E il S. Padre, con lettera autografa del 23 settembre, rallegrandosene con D. Bosco, diceva che la vista dell'Immagine di Maria Ausiliatrice avrebbe servito moltissimo ad accrescere la sua fiducia « poichè - continuava il S. Padre - Noi siamo d'avviso che non avvenne senza un divino consiglio, che mentre si rinnovava dagli empi terribìle guerra contro la Chiesa Cattolica, si celebrasse con nuovi onori la celeste Patrona col titolo di Aiuto dei Cristiani. »

ECHI DELLA FESTA TITOLARE (1)

Lo stesso vivo entusiasmo e la religiosa pietà per cui si distinsero le feste celebratesi ad

onore di Maria Ausiliatrice nella nostra Penisola,

ammantarono anche le belle solennità che ebbero luogo all'Estero, parimente ad onore di Lei. Non potendo, pel numero, accennare a tutte, faremo un cenno brevissimo delle principali.

Nella SPAGNA : a Malaga, alla solenne processione che si svolse per le vie della città, parate a festa, prese parte anche un picchetto di soldati in alto uniforme, colla loro fanfara : - a Ciudadela, nelle Isole Baleari, una pia persona dono due splendide corone d'argento per la statua della Vergine; la messa venne cantata dall'orchestra della Cattedrale, e durante la processione suonarono a gloria tutte le campane della città.

Nel PORTOGALLO: a Lisbona v'intervennero tutti i benefattori dell'Istituto Salesiano ; - ad Angra do Heroismo, nelle Azzorre, venne benedetto un nuovo altare in piena armonia col magnifico quadro dell'Ausiliatrice, venerato nella chiesa annessa a quell'Istituto Salesiano.

Nel BRASILE : a Recife il giorno della festa l'eccellentissimo Vescovo diocesano ammise alla prima Comunione un bel numero di giovanetti del Collegio del S. Cuore, e la sera pronunziò un eloquente discorso ad un'accademia tenutasi in detto Istituto.

Nell'URUGUAY : a Paysandú la solennità si celebrò il io giugno, con intervento dell'Ecc.mo Arcivescovo di Montevideo che vi benedisse una nuova cappella ad onore di Maria Ausiliatrice.

Nell'ARGENTINA la festa maggiore si celebrò a Buenos Aires, ove a San Carlos si distribuirono nel mattino due mila comunioni : altre quattromila vennero dispensate negli Oratori maschili e femminili della città. La messa solenne fu assistita pontificalmente dall'Ecc.mo Mons. Antonio Sabatucci, Internunzio Apostolico. Alle due pom. lo stesso eccellentissimo Prelato benediceva ed inaugurava solennemente la grande statua di Maria Ausiliatrice, collocata sull'alto del nuovo tempio. Assistevano alla cerimonia, con un popolo denso, circa due mila giovanetti. Funsero da padrini della cerimonia S. E. il dott. Montes de Oca, Ministro del Culto e rappresentante di S. E. il Presidente della Repubblica, e la distinta signora del Presidente, Donna Giuseppa B. de Figueroa Alcorta. Quando l'Ecc.mo Internunzio, al tocco di un bottone elettrico, fece cadere il velo che copriva la statua di bronzo dorato già collocata sul vertice della cupola a 46 metri dal suolo, un gruppo di trombe squillarono dall'alto della chiesa annunziando a tutto il quartiere di Almagro il sospirato avvenimento, e numerosi cori delle Scholae cantorum di Almagro, Bernal, La Boca e S. Catterina intonarono l'antifona Corona aurea composta dal M. Dogliani per la pontificia incoronazione di Maria Ausiliatrice. La processione solennissima, coronata dalla benedizione col SS. Sacramento impartita nella cripta e nella parte superiore del nuovo tempio gremito di devoti, pose termine alla festa religiosa. Il dì memorando si chiuse con una velada riuscitissima e col lieto spettacolo di splendidi fuochi artificiali.

Nella PATAGONIA, di anno in anno le feste in onore di Maria SS. Ausiliatrice aumentano di splendore. Solennissime quelle celebrate a Patagones e Viedma. A Patagones, la sera del 24 maggio, venne benedetta la bandiera del Collegio S. Giuseppe, fungendo da padrino, insieme colla sua degna consorte, il sig. Tiburzio Aldao, Comandante in capo della squadriglia fluviale, che pronunciò nobilissime parole ; a Fortin Mercedes, si volle riservata alla vigilia della festa la commovente cerimonia dell'abiura di due protestanti, che all'indomani insieme con 48 giovanetti si accostarono anch'essi alla prima comunione ; - a Rawson nel Chubut, molte prime communioni ed una bella accademia ; - anche a Trelew confortante concorso di devoti ed affluenza ai SS. Sacramenti.

Anche nel CHILI' straordinaria affluenza nella Chiesa della « Gratitud Nacional » a Santiago.

A Lima nel PERU' si pose la prima pietra di un nuovo santuario ; i particolari dell'importante cerimonia ci pervennero al momento di andare in macchina ; li daremo nel prossimo numero.

A Valencia, nel VENEZUELA, ebbe luogo una splendida processione.

Nella COLOMBIA, solenni le feste celebrate a Cartagena : tenne il discorso il rev. P. Nicolao Caceres S. J. Alla processione intervennero tutti gli istituti della città ed anche una compagnia del battaglione di guarnigione con la sua banda musicale.

A S. Tecla nella Repubblica del SALVADOR (Centro America) solenni funzioni nel nuovo Santuario, con messa cantata da un neo-sacedote e discorso e conferenza salesiana del rev.mo D. Evaristo Falcò.

Nel GUATEMALA, a Cobán, con pubbliche sottoscrizioni si volle provvedere per la circostanza una bella statua dell'augusta Protettrice. L'arrivo del simulacro suscitò il più grande entusiasmo ; tutto il popolo gli mosse incontro fuori della città, dove crasi innalzata una piccola cappella. Colà fu deposta per brevi istanti la S. Immagine, la quale venne quindi introdotta trionfalmente per le vie messe a festa. All'ingresso il sindaco rese gli onori alla Vergine, salutandola Regina di Coban e dei dintorni. La musica cittadina allietava l'imponente corteo.

Nel MESSICO, solennissimo l'omaggio reso dall'Istituto Salesiano della Capitale. S. E. R. Mons. Giuseppe Ridolfi, Delegato Apostolico, celebrò la messa della Comunione generale e S. E. R. Mons. Silva, vescovo di Michoacan, le funzioni del pomeriggio.

Negli STATI UNITI ebbero luogo solenni funzioni a New York, nella Chiesa di S. Brigida ed alla parrocchia della Trasfigurazione.

Alcuni fogli di un fascicolo di grazie di Maria Ausiliatrice.

Una mia nipotina di circa dieci anni, assalita fortemente dal male così detto di S. Vito, era ridotta all'impossibilità di passeggiare, di scrivere e quasi anche di parlare; tanto erano forti le scosse nervose dalle quali veniva assalita senza tregua.

Il suo stato straziava veramente il cuore, specialmente a chi l' avea conosciuta qualche mese prima gaia e piena di vita. Invano si era ricorso ad ogni rimedio ; il male andava vieppiù progredendo. Ma ecco brillare una lieta speranza. Rovistando alcune carte, mi cadono sott'occhio varii fogli di un libriccino scritto da D. Bosco, di felice memoria, contenente molte grazie ottenute da Maria SS. Ausiliatrice, tra cui una ove si leggeva, come D. Bosco avesse suggerito ad una pia signora per ottenere una grazia da Maria Ausiliatrice, di recitare tre Ave ed una Salve Regina dalla prima domenica di ottobre sino alla vigilia di Natale. Ne feci consapevole mia sorella, mamma della bambina. Eravamo proprio nell'ottobre u. s. e così decidemmo d'incominciare immediatamente una simile pratica. E giunti alla vigilia di Natale la grazia incominciò, giacchè con mia gran meraviglia avendo ripetuto alla nipote di scrivere la letterina per gli auguri natalizi alla mamma, subito vi si accinse e vi riuscì senza alcuna fatica ; mentre il giorno innanzi non v'era in niun modo riuscita, quantunque io cercassi di guidarle la mano.

Da quel giorno il miglioramento fu progressivo e tanto che in breve guarì perfettamente. Siano grazie dal profondo del cuore a Te, o Maria. Che altri ed altri esperimentino la bontà del tuo cuore di Madre!

Spezia, 14 luglio 1906.

COZZANI ADELAIDE, COZZANI MARIA ved. FURNO, FURNO LUISETTA, beneficata.

GRAZIE E FAVORI

Una serie di grazie.

Tacendo degli innumerevoli soccorsi spirituali e materiali ricevuti in momenti critici, non posso fare a meno di pubblicare quattro grazie speciali.

i. La guarigione, chiamata prodigiosa dagli stessi dottori, di un amico della mia famiglia;

II. l'assoluzione, in un grave processo, di un'autorevole persona, la cui onorabilità era atrocemente minacciata da calunnie infamanti;

III. la riuscita di un giovane di cui ormai si disperava il ravvedimento;

iv. il miracoloso ritorno a Dio di un'anima, immensamente cara, che da ben 52 anni era lontana dai SS. Sacramenti. Si noti che quest'ultima grazia l'invocai come grazia speciale, nel testè trascorso santo mese di maggio.

Nel dare pubblicazione a queste grazie intendo far atto d'ossequio e di gratitudine alla cara Vergine Ausiliatrice, felice di poter attestare con cognizione di causa, che chi ricorre a Lei con ferma fede, costanza e purezza di intenzione nelle contingenze tristi e quotidiane della vita, viene sempre esaudito.

Torino, 12 luglio, 19o6.

A. M. B.

Torino. - I primi dello scorso maggio caddi ammalato di polmonite bilaterale. Le mie condizioni si fecero tosto gravissime. Richiesti i conforti religiosi, promisi a Maria SS. Ausiliatrice, che se mi avesse fatto la grazia della guarigione, mi sarei recato personalmente a Torino per ringraziarla. Essendo stato pienamente esaudito ho compiuto oggi, con gioia, il voto fatto.

18 luglio 19o6.

DOTT. EMIDIO GIORGETTI

Ufficiale sanitario del Comune di Villa Basilica (Lucca).

Nicosia. - Da qualche tempo soffrivo una malattia di nervi che nello scorso gennaio si accentuò al punto da far temere della mia stessa ragione.

Ero circondata dalle cure amorose dei parenti, della continua assistenza del medico che cercava investigare il male ed opporvi un rimedio: ed oggetto di lacrime e di compassione per chi mi aveva affetto e comprendeva il mio stato, ero pure oggetto di riso per altri che, appagando il mondano tributo della convenienza, sentivano le frasi sconnesse ed inconcludenti che profferivo. Ma la Vergine vegliava su di me. Ella vide che continuando in quella maniera non potevo rimanere a capo dell'Orfanotrofio che dirigo da quattro anni, e, commossa forse per le care e sventurate fanciulle a cui sono legata dai più saldi vincoli di carità, volle pietosamente lasciarmi a loro. Una mia amica consigliò la mia sorella a ricorrere alla Vergine Ausiliatrice, promettendole la pubblicazione della grazia ed un'offerta, e lo stesso giorno mi portò un piccolo quadro con l'immagine della Madre invocata! Prodigio!...

La sera mi sentii meglio, e volli prendere cibo, l'indomani lasciai il letto, il dolore che mi straziava era scomparso, e poco per volta ripresi la direzione dell'Istituto.

Oh! Maria!... la medaglia tua benedetta che mi pende sul seno sarà il monile più prezioso, l'ornamento più caro, la divisa che mi proclamerà tua figlia e divota per sempre.

Maggio 19o6.

ALFONSINA CUVA Direttrice dell'Orfanotrofio dì Nicosia.

S. Marzano Oliveto. - Mesi sono fui chiamato in fretta al letto della signora Carolina Caligaris. I sintomi della morte la più vicina si vedevano già scolpiti sulla fronte della giovane sposa ; lo stesso sig. Dottore si era allontanato dicendo che solo un miracolo poteva salvarla, ed in tutta quella casa non si sentiva che un piangere dirotto. In quel terribile momento ad un amico dello sposo venne la santa inspirazione di consigliarlo a ricorrere a Maria Ausiliatrice con la promessa di fare un regalo e di una messa di ringraziamento al suo altare. Chi l'avrebbe mai detto ? Appena fatto il voto, cominciò subito il miglioramento, ed in breve fu restituita sana e salva allo sposo colei che già si piangeva come morta. In adempimento della promessa fatta, lo sposo, di nome Caligaris Giuseppe di Lorenzo, per mezzo mio prega che la grazia sia fatta pubblica nel Bollettino Salesiano, ed offre al santuario lire dieci pregando di celebrare una messa di ringraziamento all'altare dell'Ausiliatrice.

1o maggio 19o6.

Sac. ZERBINO ALFREDO, Arciprete.

Caltanissetta. - Minacciato da dissesti finanziarii per opera di alcuni che si facevano inconsci strumenti di mia rovina economica, dopo avere esauriti tutti gli espedienti umani per impedirla, ma senza profitto, mi rivolsi fiducioso alla SS. Vergine Ausiliatrice, e implorai da Lei quanto non mi si concedeva dagli uomini. Ed oh misericordia di Maria! Subito le difficoltà come per incanto scompaiono, ed io più stimato e ben voluto che prima ritorno nella mia occupazione, passando dalla tristezza più cupa alla gioia più santa. Grazie, pietosa Ausiliatrice.

Maggio 19o6.

FRANCESCO VENDEMMIA.

Torrione - Pallavicino. - Una buona madre di famiglia di nome Vittoria Cognasco, soffriva da 12 anni del male detto della pietra, il quale crescendo sempre più era diventato intollerabile. I medici consigliavano l'operazione, e la poveretta non aveva il coraggio a decidersi temendo per la propria vita. Una pia persona la consigliò allora di rivolgersi a Maria SS. Ausiliatrice implorando il coraggio della decisione; e intanto io promisi che a guarigione perfetta avrei fatto relazione della grazia ottenuta sul periodico salesiano. Maria SS. venne tosto in aiuto alla povera ammalata che prese animo per recarsi all'ospedale di S. Giovanni in Torino, ed il r9 aprile scorso l'operazione si fece con perfetto esito asportando una grossa pietra che avrebbe presto occasionato la morte della povera Vittoria. Adempio alla mia promessa con questa relazione, alla quale aggiungo una piccola offerta in riconoscenza a Maria SS. Ausiliatrice che non s'invoca mai invano.

Luglio 19o6.

Marchesa M. PALLAVICINO Rossi.

Lucca. - Evviva la dolce e potente Signora, Aiuto dei cristiani! In quest'anno doveva superare una prova importantissima, che decideva di me e della mia cara famiglia. Che fare? L'esortazione del buon Padre D. Bosco si fece sentire alle mie orecchie : « Nelle necessità della vita ricorri all'Aiuto dei credenti ». Ed io a lei ricorsi, colla promessa di far pubblica la grazia su queste care pagine, se l'avessi ottenuta. Maria Ausiliatrice profuse su di me le sue benedizioni ed io adempio alla promessa, ringraziandola dal profondo del cuore.

24 luglio 19o6.

Un Cooperatore Salesiano.

Monterubiaglio (Orvieto). - La mattina del 29 giugno, il nostro Luigi fu morso da un velenoso serpente mentre attendeva ed alcune faccende di campagna. Fu subito portato dal vicino medico curante, il quale, con sollecitudine, gli prodigò le prime cure richieste dalla gravezza del caso : ma, passati due giorni, aumentando il male repentinamente, il nostro povero Luigi perdette la conoscenza. Che fare? Tutte le cure e tutte le premure parevano inutili, quando da una mia vicina fui consigliato di rivolgermi alla cara Madonna di D. Bosco, Maria SS. Ausiliatrice, con una novena e con una piccola offerta a grazia ottenuta. Da quel giorno il figlio cominciò a migliorare ed ora è quasi perfettamente guarito, e già si reca ad una vicina cappellina eretta e dedicata, qualche anno fa, in onore di Maria SS. Ausiliatrice. Sia sempre benedetta e ringraziata la cara Madonna di D. Bosco, che ci salvò da certa e dolorosa morte il nostro Luigi.

16 luglio 19o6.

INNOCENTE e ELENA PICCIOLINI.

Cherasco. - Grazie, o Maria Ausiliatrice ! Sei tu che ci hai assistita la mamma nei diversi accessi di stenocardia da cui essa fu colpita, in seguito a debolezza acuta di cuore! A Te noi ricorremmo con tutta la forza dell'animo, quando, per la nostra cara ammalata, non ci sorrideva più alcuna speranza umana!.. La mamma è ormai da tempo molto e molto migliorata; e noi, ti vogliamo ringraziare pubblicamente, affinchè sia sempre più conosciuta la tua potenza e la tua bontà.

23 luglio 19o6.

La Famiglia RINALDI.

Chieri. - Una famiglia, trovandosi senza mezzi e quasi ridotta alla disperazione, ricorse fiduciosa con una novena alla Vergine Ausiliatrice. Dopo qualche giorno la Vergine l'esaudì, dandole modo di soddisfare a tutti i suoi impegni. Riconoscente oggi rende pubblica la grazia.

19 luglio 19o6.

Sac. A. B.

Cologna Veneta. - Quando tutto sembrava combinato ed io quasi rassegnata (cedendo all'altrui volontà) stavo per compiere un atto che mi costava il maggiore dei sacrifizii, con fede ricorsi a Te, o Maria, pregandoti a farmi conoscere la volontà di Dio in questa cosa. Oggi con tutta l'effusione del mio cuore Ti ringrazio, poichè contro ogni mia aspettativa, Tu hai fatto sorgere tale ostacolo da rendere impossibile il mio sacrifizio, con mia immensa gioia.

26 luglio 19o6.

Una figlia di Maria.

Torino. - Ricevetti da Maria Ausiliatrice una grazia segnalata, per cui aveva promesso un'offerta. Avendo trascurato di inviarla, m'è tornato il male da cui la cara Madonna di D. Bosco mi aveva liberato. Mi affretto a soddisfare il mio debito, con preghiera di essere nuovamente liberato.

Luglio 19o6.

G. B. T.

Borgo S. Martino. - Ci scrivono: Una famiglia desolata per una persona cara in fin di vita e che da 23 anni non s'era più confessata, ricorse alla Madonna di D. Bosco con speciale promessa. Il giorno stesso, l'ammalato chiese e ricevette tutti i conforti religiosi con una disposizione e rassegnazione tale da far stupire il confessore ed il parroco che l'assisteva. La famiglia riconoscente compie la promessa.

- Un'altra persona, travagliata da un male che non si poteva conoscere, promise a Maria Ausiliatrice che se i medici avessero scoperto il suo male, avrebbe pubblicato la grazia ed inviato al suo santuario un'offerta. Nel medesimo giorno ottenne la grazia. Riconoscente anch'essa compie la promessa invitando tutti a ricorrere all'aiuto dei cristiani.

Trino Vercellese. - Mia madre, colta da crudele malattia doveva subire una operazione per cui temevo di perderla. Ricorsi con voto all'Ausiliatrice dei Cristiani, di cui avevo già altre volte sperimentato la potente intercessione, feci celebrare una messa al suo altare nella Chiesa Salesiana, incominciai un triduo di preghiere, che fecero pure questi buoni giovanetti dell'Istituto Salesiano, promisi di pubblicare la grazia nel Bollettino e Maria mi ha esaudita! L'operazione ebbe felice risultato ed ora la mia mamma non solo è fuori di pericolo ma gode perfetta salute.

28 luglio 19o6.

INES DEMARCHI.

Pescantina (Verona). - I sottoscritti dolenti che il raccolto dei bozzoli, che è una delle loro maggiori risorse, minacciasse di essere nullo, ricorsero a Maria Ausiliatrice, e la Madonna di D. Bosco li esaudì, donando loro un raccolto relativamente abbondante. Inviano una piccola offerta in segno di riconoscenza.

26 luglio 19o6.

DONATELLI GIOVANNI e RIGHETTI ADELE Coniugi.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti

A*) - Agliano d'Asti: A. T. - Alessandria: Bartolomeo Gaddi- Avigliana (Torino): B. C. 5 - Azeglio: B. L.

B) - Balladi (Ravenna): B. E. B. Lasi 10 - Balzola Monferrato: Carrara Giovannina 5 - Bassanello (Roma): Giusto Mariani 3 - Bosa: N. N. - Bessica: Irene Balestrin 7 - Bregano (Como): Brignoli Festa Maria 5 - Bibiana (Torino): Giraudo Maria 5 - Bolognano (Chieti): Giacomo Rosa e famiglia 13.65 - Boscomarengo: Bonabello M. 1.50 - Boston (N. America): Marchisio Andrea 10 - Buttigliera d'Asti: Novizzano Margherita.

C) - Cà di Janzo: Maria Vecchi Gavina - Calascibetta: Corvaia Elisa 5 - Corato (Bari): Capano Pepe Ernestina - Carignano: Appendino Giacinta - Carmagnola: Baduino Lucia - Castelcerino: Suppi Carlo 3 - Carpeneto d'Acqui: Depaoli Cle mentino Michelina e Mariuccia - Castellamonte P. A. - Casingo (Bergamo): Guerini Monica 5 - Chatillon : Besenval Cesarina 1.25 - Cavaglio d'Agogna: Mazzoni Elisabetta e Gusmano Giuseppina - Cavallerleone (Cuneo): Panza Bartolomeo - Cisterna d'Asti: Sacco Margherita nata Cassetta - id.: Berardi Giuseppe fu Battista - Crescentino: De Biaggi.

E) - Esino (Como) : Guelfi Margherita.

F) - Faedis (Udine): Tribos ch. Germano 1 - Forino (Avellino): Francesco Faieldattilo 1o Fossano: Margherita Anselmi riconoscentissima per singolare grazia ottenuta - Fraveggio (Trentino): Corradini Anna 4 - Faido (Svizzera): Luigi Gianelli 5.

G) - Galatina (Lecce): Zamboi Domenico, enologo 1o- Goririzza di Codroipo (Udine): Pellizzoni Teresa 25 per essere stata benedetta nel raccolto dei bozzoli - Govone: Ernestina Barracco.

I) - Iseo: N. N. 5.

L) - La Plata: Bruno Folino, cooperatore salesiano, per singolar grazia temporale - La Thuile (Torino): N. N. 10 - Lyon: N. R. 10 - Livigno: Silvestri Sebastiano 5 - Locarno: Rita Romerio Giugni 10 - Lodetto di Rovato (Brescia): Famiglia Venturi 10 per esser stata benedetta nel raccolto dei bozzoli e preservata dalla grandine - Lucca: Giorgetti Rachele 2.

M) - Magenta: Zocchi Pietro 2 - Manarola (Genova): Andreoli ch. Angelo 2 - Masone (Genova): Nicoletta Pastorino - Mascali (Catania): Musmeci D. Giovanni per una pia fanciulla 1,85 - id.: Vosta Francesca 1.50- Milano: Collina Luigi 5 - Minusio (Svizzera): Cavalli Margherita, 5 - Montegrosso d'Asti (Alessandria): Santero Silvestro 5 - Morello: Giordano Giacomo - Moriago (Treviso): Rasera Davide 5 - Morozzo (Cuneo) Tomatis Lodovica 2.

N) - Negrar (Verona): Teduli Marianna 5 - id.: Maria Tomasi Nicastro: Scaramuzzino Saveria 5.

O) - Odalengo Grande (Alessandria): Cerchio Luigi 5.

P) - Paluzza (Udine): Sac. A. T. Parroco 5 - Pordenone: Elisa Bonin Guarnieri 20 - Pietrasanta (Lucca): Lenzi Giovanni e Barberina 10 -

R) - Retorbido (Voghera): M. Guerra MolinarilRivalta di Torino: Scorcione Anna 5 - Rivanazzano (Pavia): Camillo Leidi - Rivoli: C. F. - Rovagnano Sesia (Novara): Rabaglio Ch. Giuseppe 3.50 - Russi (Ravenna): Fusinano Virginia.

S) - Savona: Una Cooperatrice - id.: A. T. 15 - S. Albano di Bobbio (Pavia): Colacciati Giovanni 5 - S. Pietro in Canale: Farnè Raffaele 5 - S. Stefano di Cadore (Belluno): 4 - Scaldasole (Pavia): Poltron,eri Giovanni 1.5o - S. Giovanni di Bellagio: Raineri Maria - Scarnafigi (Cuneo): Gullino Margherita - Sestri Levante: Vittoria F. Cavi 30 - Settimo Rottaro (Torino): N. N. i - Schio N. N. - Susa (Torino): Gonella Pietro 2.

T) - Tarcento (Udine): J. P. e B. V. 4 - Torino: I coniugi Golzio 50, sperando un'altra grazia non meno segnalata - id.: Comino Giovanna - id.: Tusco Giovanni - id.: Craveri Giacinta 2 - id.: Adele Valente 5 - Trecastagni (Catania): Agostina Patti io - Trevisago (Como): Menatti Camilla 3 - Tritello Vercellese: Cavallone Clotilde 5 Tricesimo d'Udine: Vincenzo Bertossio - Trino: Teresa Ferraro.

V) - Valfenera d'Asti : Visconti Giovanni - Vallese (Verona): Tromo Giovanna 2 - Vedano d'Olona: Aliverti Giuseppe e famiglia 5 - Venezia: Angelina Agosti 4 - Villafranca d'Asti: Dezzano Luigi - Villafranca (Verona): Mendini Teresa - Voghera: Bolognesi Da Carro Giuseppina - Volvera: Martinengo Clotilde

Z) - Zimone (Novara) : Givone Baldassarre 4.

X)- N. R. - Caliari Maria 2 - Una Cooperatrice di Lombardia 25.

Santuario di Marìa Ausiliatrice TORINO

Ogni giorno, celebrazione di una santa messa esclusivamente secondo l'intenzione di tutti quelli che in qualunque modo e misura hanno concorso o concorreranno a beneficare il Santuario o l'annesso Oratorio Salesiano. Per qualsiasi commissione in proposito, rivolgersi al Direttore dell'Oratorio S. Francesco di Sales - Via Cottolengo, 32 - Torino.

Ogni sabato, alle 7.30 speciali preghiere per gli associati all'Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice.

Dal 10 settembre al 10 ottobre.

16 settembre. - Festa di Maria SS. Addolorata - come nel giorno 8.

24 settembre. - Solenne commemorazione mensile di Maria Ausiliatrice - La devota funzione si compirà alla messa delle 6 e delle 7.30, ed alle 19.30 - Indulgenza plenaria.

29 settembre. - Festa di S. Michele Arcangelo - Alla Messa delle 6 ed alle 19.3o benedizione col SS. Sacramento.

5 ottobre. - Primo venerdì del mese ad onore del SS. Cuore di Gesù: Esposizione del SS. Sacramento per tutto il giorno (dalle ore 5.3o del mattino alle ore 5 di sera).

7 ottobre. - Solennità del SS. Rosario : come nei giorni solenni.

NB. - Sino alla 2a domenica di Ottobre, nei giorni festivi vi sarà nel pomeriggio una sola funzione, alle ore 16.

La staffetta scolastica.

È una rassegna settimanale d'istruzione e di educazione per gli asili infantili, le scuole elementari, complementari e normali. Ogni fascicolo, complessivamente di 24 pagine, contiene 8 pagine di didattica e 4 di supplemento illustrato di lavoro manuale. Si pubblica da VII anni, sotto la direzione dell'egregio cav. prof. Matteo Miraglia.

Abbonamento annuo L. 6 ; semestrale L. 4. - Rivolgersi alla direzione: Via S. Massimo 38,

p. 3, Torino.

NOTIZIE VARIE

Sua Ecc. Mons. JOSÈ de CAMARGO BARROS Vescovo di S. Paolo nel Brasile.

VoGLIAM dirne qui, in questo punto destinato alle notizie dell'Oratorio, dove lo avemmo ospite carisssimo pochi giorni prima della tremenda catastrofe. Chi l'avrebbe detto allora, che il forte ed ardito Vescovo Brasiliano dovesse passar cosi presto all'eternità? Una vita lunga, piena di opere generose e sante, ci ripromettevano la sua età e il bisogno di un uomo apostolico e dalle grandi iniziative in quella vasta ed importante diocesi di S. Paolo, a cui ci stringe particolare affetto pei tanti nostri connazionali colà emigrati.

Mons. Camargo giunse a Torino il 21 di luglio, e di quel giorno medesimo volle recarsi a pregare sulla tomba di D. Bosco a Valsalice. La mattina del 22 celebrò la messa nel santuario di Maria Ausiliatrice; quindi sali a Superga, dove ricevuto festosamente da Monsignor Brielli visitò le tombe reali e la Basilica, tornando nella mattinata in città.

A mezzogiorno presiedette l'agape degli antichi allievi dell'Oratorio, e prese anch'Egli la parola per inneggiare alla azione feconda dei Salesiani nella sua S. Paolo.

Dolentissimo di non poter ossequiare di presenza l'Eminentissimo nostro Cardinale Arcivescovo - che in quel tempo trovavasi in Liguria - fu a far visita al vicario generale, S. E. Rev.ma Mons. Castrale, per manifestargli i suoi ardentissimi voti di poter avere molti e buoni sacerdoti dell'Archidiocesi pel milione d'emigrati a San Paolo. Già da parecchi anni era in relazione col rev.mo can. Sorasio a questo stesso fine.

E veramente, un'azione piena, illuminata e benefica in loro favore potevano attendere dal compianto prelato tanti nostri connazionali. Nato dal popolo, vissuto sempre pel popolo, Mons. de Barros intendeva di consacrare ad esso tutta la sua energia apostolica. Non aveva che 48 anni. Eletto Vescovo di Curytiba nel 1894, in due lustri rimise in fiore in quella diocesi la disciplina e gli studi ecclesiastici, e strenuamente vi promosse la buona stampa. L'Estrella, ottimo foglio di larga diffusione, ed un settimanale religioso sorsero per sua iniziativa. Anche a S. Paolo Mons. de Barros impiantò il giornale cattolico, un giornale poderoso - il San Paulo - quotidiano, politico, commerciale, religioso e letterario, di alta importanza.

Mons. de Barros lasciava Torino il 23 luglio col diretto delle 15 alla volta di Genova, Ventimiglia e Barcellona, donde inviava al rev.mo nostro Superiore una cartolina illustrata con queste parole: « Al Rev.mo Sr. Dom Miguel Rua - Agradecimentos, saudações, despedidas - Barcellona, 3-8-19o6 - Mons. J. C. Barros Bispo de S. Paulo » ... Ringraziamenti, affettuose rimembranze, per commiato!...

E il commiato fu per l'eternità! Il sig. Don Rua, il quale prima ancora di questi saluti riceveva la notizia della catastrofe del Sirio e della morte del virtuoso Prelato, ne pianse amaramente.

I particolari della catastrofe son noti: Monsignor Camargo rimase travolto dalle onde benedicendo! A noi pure il compianto Prelato mandi una sua benedizione dal cielo, come prontamente ed affettuosamente noi applicammo per l'anima sua i più ferventi suffragî.

Per la verità - e per dare ai lettori una novella prova del cuore paterno di D. Rua - ci piace confermare le notizie pubblicate dalla stampa quotidiana, che il nostro Superiore, non appena conobbe la gravità del disastro del « Sirio » telegrafava all'ispettore Sac. Pietro Ricaldone, ordinando che venissero ricoverati negli Istituti Salesiani di Spagna alcuni giovanetti resi orfani dal disastro; come pure, prima del rimpatrio dei superstiti, telegrafava e scriveva alla Direzione della Navigazione Generale Italiana a Genova, di aprire allo stesso fine le porte dell'Oratorio di Valdocco.

- A bordo del « Sirio » trovavasi anche Sua Ecc. Rev.ma Mons. José Marcondes, Arcivescovo di Belem do Parà, di fresco consacrato in Roma e da noi ossequiato all'Oratorio , dove fu ospite veneratissimo poco dopo Mons. Camargo. All'illustre Prelato l'espressione della nostra esultanza cordiale per essersi salvato nella grande catastrofe, e rinnovati auguri di un lungo e fecondo pontificato !

A Valdocco.

L'ULTIMA domenica di luglio, una cinquantina di giovanetti artigiani ci diedero il sempre caro spettacolo di una solenne Gara

Catechistica. I gareggianti si mostrarono veramente preparati. La prontezza e la precisione delle risposte, la resistenza tenace dei più prima di cedere le armi, l'incoronazione del principe, il giovanetto falegname Ignazio Rivolti, per mano del sig. D. Giuseppe Bertello, che presiedè il trattenimento e lo chiuse con acconci ammaestramenti, tennero desta l'attenzione di tutti gli altri giovanetti, presenti insieme a molti dei nostri confratelli ed alcuni benefattori.

Nella prima metà di agosto ebbero luogo gli esami finali tanto per gli studenti quanto per gli artigiani, con esito consolante. Gli esami professionali dei giovanetti artigiani vennero presieduti da valorosi maestri esterni delle singole arti, i quali rimasero meravigliati del profitto e della valentia dei nostri alunni. Anche i giovanetti studenti ebbero l'onore di essere esaminati da parecchi professori della città. A tutti questi egregi che s'interessano cosi benevolmente dei nostri ricoverati, i più vivi ringraziamenti.

Insieme con vari altri Superiori delle nostre Missioni di America, è giunto dal Matto Grosso in cerca di sussidi e di personale per una terza Colonia, l'ispettore D. Antonio Malan, come preannunziammo. Lo accompagna uno dei 36 fanciulli bororos della Colonia S. Cuore, dell'età di 13 anni, assai ben sviluppato fisicamente e civilmente. Desta proprio meraviglia il vedere un frutto così nobile e precoce delle fatiche dei nostri Missionari! Il caro Miguel è un giovanetto ben educato, pio, e amantissimo di imparare. Ne daremo il ritratto insieme con altre notizie nel prossimo numero.

D. Malan fa conto di ripartire alla fine del mese corrente. Chi avesse tenuto in serbo per la sua Missione qualche offerta speciale, abbia la bontà d'inviarla con sollecitudine al signor D. Rua.

In Italia.

S. BENIGNO CANAVESE - Augusto incoraggiamento.

L'Arte nelle scuole Professionali che si pubblica dalla Scuola Tipografica Salesiana di S. Benigno Canavese e di cui abbiamo più volte fatto parola ai nostri lettori, venne recentemente onorata della seguente lettera dell'ecc.mo Ministro della R. Casa:

S. Anna di Valdieri, 17 agosto 19o6.

Codesta Direzione ha compiuto omaggio ben gradito a S. Maestà il Re, inviandogli raccolti, in uno speciale volume, i primi dodici numeri della Rivista tecnica pei giovani operai.

Tale periodico è stato oggetto di benevola considerazione da parte del nostro Sovrano, il quale ha mostrato di apprezzare in giusto modo le nobili finalità ch'esso persegue, porgendo al giovane operaio pratici e moderni insegnamenti che gli valgono ad elevarsi moralmente e ad affermarsi nell'arte propria.

Sua Maestà mi ha quindi incaricato di riferire a Lei ed ai suoi collaboratori i reali ringraziamenti per i sentimenti di devozione di cui l'offerta è gentile testimonianza, ed io di buon grado compio l'ufficio affidatomi, valendomi dell'occasione per dichiararle, preg.mo Signore, la mia perfetta osservanza.

Il Ministro

E. PONZIO VAGLIA

All'egregio periodico sinceri rallegramenti e l'augurio di molti... nuovi abbonati! (1)

All'Estero.

SLIEMA-MALTA - L'esposizione dei lavori, che alla metà di maggio, in occasione della distribuzione dei premi, ebbe luogo nella Scuola Industriale di San Patrizio riscosse l'ammirazione e i più sinceri applausi dai numerosi visitatori, fra i quali dobbiamo registrare S. E. il Governatore. Questi, così scrive il giornale locale Malta « dopo la distribuzione dei premi, si congratulò col Direttore, con i Salesiani e coi ragazzi dell'Istituto pel progresso marcatissimo nei lavori fatti durante l'anno e fece sue le osservazioni di Don O'Grady, nel suo discorso sulla educazione tecnica e sui vantaggi che ne deriverebbero all'Isola, ed augurò ai giovanetti d'essere i primi fattori d'una competenza assennata ai lavori stranieri.

» Giustificò quindi il Governo contro la negligenza che vorrebbero alcuni attribuirgli di non completare la fabbrica di tanto utile istituto, assicurando l'uditorio che è certamente desiderio del Governo di veder presto compita quest'opera, ma solo per difetto di mezzi esso non può tosto soddisfare questo che è il desiderio di tutti : come per questa stessa ragione tralascia altri lavori pure di estrema necessità. Quando ultimamente egli ebbe il piacere d'una visita del rev.mo D. Rua, S. E. lo assicurò delle buone intenzioni del Governo, e D. Rua si mostrò soddisfatto delle spiegazioni dategli da Sua Eccellenza. E soggiunse : « la sposa non può disporre che del panno che il marito mette a sua disposizione, per fornirlo degli abiti necessarii ». Quanto al resto, citò il proverbio: Chi s'aiuta, Iddio l'aiuta. E qui S. E. espresse il suo desiderio, confermando quanto aveva detto il Direttore dell'Istituto, che il pubblico aiuti l'opera tanto bene avviata, col cercar di persuadere i genitori a non ritirare i loro figli dalla scuola industriale, prima che abbiano acquistato le cognizioni tecniche necessarie per essere davvero in grado di competere col lavoro straniero.

« Il Governatore volle dare un premio speciale a quello tra i ragazzi dell'Istituto che per condotta e profitto nei lavori tecnici era riuscito il migliore, e regalò al più meritevole un orologio d'argento. Molti altri premii, oltre quelli dati dall'Istituto, furono regalati dagli amici del medesimo.

» Al suono del God save the King si sciolse l'adunanza ».

CORDOBA (Repubblica Argentina). - Il nuovo Collegio Pio X. - Compiutasi la funzione della benedizione e collocazione della prima pietra del Collegio Pio X, i lavori non s'intrapresero subito, ma per diverse circostanze non ebbero principio che il 26 marzo p. p. La parte che s'innalza presentemente è di circa 5o metri colla facciata nella via 9 de julio. « Conterrà la cappella e le scuole degli esterni. Se poi la Divina Provvidenza provvederà i mezzi, si penserà anche ad alcuni saloni per dar principio alle Scuole d'arti e mestieri, le quali, ove non mancasse il personale insegnante, si potrebbero inaugurare nel marzo venturo. L'edifizio in costruzione è a due piani e con portico, su disegno di D. Ernesto Vespignani. Finora la Divina Provvidenza ci assiste. La commissione dei Cooperatori lavora indefessamente per cercare i mezzi necessari. Quest'anno si è aumentata una scuola di esterni, e così son 1oo circa i ragazzi che frequentano le quattro classi aperte presentemente.

» Tra le feste celebratesi in quest'anno scolastico risalta pel suo splendore quella di S. Giuseppe. Erasi inviata copia in pergamena dell'Atto della Benedizione della prima pietra al S. Padre Pio X, e Sua Santità si degnò firmarla di proprio pugno e rinviarla con una benedizione speciale pei ragazzi e parenti assieme ad un'indulgenza plenaria da acquistarsi il giorno di S. Giuseppe. Tanta benevolenza del Sommo Pontefice destò in tutti grande entusiasmo e li stimolò a celebrare con fervore e solennità la festa di S. Giuseppe, che è pure l'onomastico del S. Padre. Precedette la festa un triduo che servì per inaugurazione dell'anno scolastico e il 19 marzo S. E. Rev.ma Mons. Bustos, Vescovo diocesano, fu a celebrare la S. Messa e a distribuire la S. Comunione ai numerosissimi giovanetti dell'Oratorio. Non mancarono lungo il giorno lotterie ed altri divertimenti... Degna di ricordo la breve ma riuscitissima accademia tenutasi al mattino dopo messa, in cui Monsignore esortò i giovani a perseverare nel cammino della virtù per divenire degni cristiani ed onorati cittadini.

- L'Oratorio Festivo seguita ad essere molto frequentato e in tutte le classi il catechismo si studia assai ; tutti si preparano per una gara catechistica che avrà luogo in questo mese.

RAWSON (Chubut) - Per le feste patrie del 25 maggio anche quest'anno venne cantato un solenne Te Deum nella Chiesa della Missione Salesiana, presenti il Governatore del Territorio, le autorità e tutta la gioventù delle scuole.

Il Superiore D. Bernardo Vacchina disse il discorso di circostanza. Prestava servizio d'onore la banda dell'istituto la quale, finita la funzione religiosa, accompagnò il numeroso corteo alla casa del Governatore. Quivi le educande delle Suore di Maria Ausiliatrice cantarono l'inno nazionale e recitarono poesie di occasione, dopo di che S. E. il Governatore pronunziò alcune belle parole.

- Nel medesimo giorno venne inaugurato un Bazar in favore dell'Ospedale Salesiano di quella incipiente città. Le benemerite dame del Comitato salesiano locale che ebbero la felice idea di organizzare la festa possono ben andare liete perchè il bazar fruttò una considerevole offerta.

Al medesimo ospedale, in vista degli ottimi servigi che arreca a tutto il Territorio, con decreto del ministero dell'interno venne accordato una sovvenzione mensile di 1oo pesos. I nostri ringraziamenti all'ottimo sig. Governatore Dott. Giulio Lezana che s'interessò cordialmente per questo fine.