BS 1900s|1906|Bollettino Salesiano Novembre 1906

ANNO xxx. N. 11.   NOVEMBRE 1906.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI DI BOSCO

SOMMARIO: Il sistema educativo di D. Bosco . 321 Nuovi missionari , . . . . 323 Una visita al Lazzaretto di Agua de Dios . . . . 324 Tesoro spirituale . . . . . . 325 Echi del V° Congresso: I° GRUPPO: Istruzione ed educazione della Gioventù: b) Gioventù studiosa; c) Gioventù operaia; d) Istruzione agraria . . 327 Il terremoto nel Chilì - Due case salesiane distrutte - Altre notizie da Valparaiso .   331 Tra gli emigrati: Una nuova chiesa a New York 333

DALLE MISSIONI: Matto Grosso: Alla Colonia del S. Cuore - Colombia : Cinque settimane a Contratacion - Patagonia Merid.: Nell'isola Dawson 335

IL CULTO DI MARIA SS. AUSILIATRICE: Pel 24 corrente - Nuove chiese e cappelle - Feste e

date memorande - Grazie e graziati .   . 342

NOTIZIE VARIE : Pel canto liturgico - Dall'Estero Smirne, Siviglia - Dall'America : Balataes, Concepcion, Cordoba, Repubblica Argentina . . . 848

Nel mese dei morti    350

Il sistema educativo di D. Bosco

I) In che consista.

RAFFRONTANDO i vari sistemi di educazione « una volta, scrisse Ausonio Franchi, si peccava, generalmente parlando e salve sempre le non poche eccezioni, di rigorismo: era una specie di tirannia da parte dell'educatore e di schiavitù da parte dell'educando;... sistema che faceva della pedagogia un'arte di addestrare animali e non di educare uomìni. Oggi si cade comunemente nell'eccesso contrario del lassismo; licenza al fanciullo di fare tutto ciò che vuole ed obbligo al pedagogo di lasciargli fare tutto ciò che gli piace;... sistema che fa della pedagogia un'arte di allevare piccoli mostri di vanità e superbia, abbozzi di despoti e tiranni della vita domestica e civile. »

Ma non vi può essere un sistema, che rifuggendo dai due estremi, sappia e possa affettuosamente contenersi nel giusto mezzo, proprio della virtù?

Fissiamo lo sguardo in D. Bosco. Amar D. Bosco, osserva uno dei suoi più illustri discepoli (2), vuol dire imitarne lo spirito di abnegazione e di sacrifizio; amar D. Bosco vuol dire comprenderne i desideri, assecondarne le ispirazioni, tradurne in pratica le intenzioni, le idee. E poichè fra queste primeggiano le idee, che riflettono l'educazione della gioventù, sì per l'importanza loro intrinseca come pel costituir che fanno lo scopo e la missione principale dell'Opera sua, così dev'essere anche nostro particolar dovere l'intenderle bene queste idee, per poterle animosamente e sapientemente praticare.

Or qual è il sistema educativo di D. Bosco?

Il sistema educativo di D. Bosco è il così detto sistema preventivo, il quale, fondandosi essenzialmente sulla carità cristiana, vuole si prevenga possibilmente il male, anziché commesso doverlo poi reprimere, adoperando in questa così nobile e delicata missione quell'assistenza vigilante ed accorta, quella dolcezza di parole e di modi, quella pazienza e costanza di propositi che sole valgono ad espugnare le volontà ed ammollir i cuori.

« Due, scrisse D. Bosco, sono i sistemi in ogni tempo usati nella educazione della gioventù: preventivo e repressivo (1). Il sistema repressivo consiste nel far tosto conoscere la legge ai sudditi e poscia sorvegliare per conoscerne i trasgressori ed infliggere, ove sia d'uopo, il meritato castigo. In questo sistema le parole e l'aspetto del Superiore debbono sempre essere severe e minaccevoli, ed egli stesso deve evitare ogni famigliarità coi dipendenti. Oltre a ciò, il Direttore, per accrescere valore alla sua autorità, dovrà trovarsi di rado tra i suoi soggetti, e per lo più solamente quando si tratta di punire e di minacciare. Questo sistema è facile, meno faticoso, e giova specialmente nella milizia, e in. generale tra le persone adulte ed assennate, che devono da se stesse essere in grado di sapere e ricordare ciò che è conforme alle leggi e alle altre prescrizioni.

» Diverso, e direi opposto - continua D. Bosco - è il sistema preventivo. Esso consiste nel fare conoscere le prescrizioni e i regolamenti di un Istituto, e poi sorvegliare in guisa, che gli allievi abbiano sempre sopra di loro l'occhio del Direttore o degli assistenti, che come padri amorosi parlino, servano di guida ad ogni evento, diano consigli ed amorevolmente correggano, che è quanto dire: mettere gli allievi nella impossibilità di commettere mancanze. Questo sistema si appoggia tutto sopra la ragione, la religione e l'amorevolezza : perciò esclude ogni castigo violento, e cerca di tenere lontani gli stessi castighi leggeri   »

È con tal metodo, che D. Bosco ha potuto raccogliere tanti fanciulli attorno a sè, ed ha saputo conquistarne facilmente il cuore e farsi amare d'amore così vero e intenso, che nessuno l'ha mai più dimenticato, cosicchè la sua immagine paterna è sempre viva negli occhi e nell'anima di quanti ebbero la fortuna di conoscerlo.

Non poteva essere altrimenti. Il sistema preventivo si concilia talmente l'amore dei fanciulli, che questi, in chi li alleva, li educa o li istruisce, non possono far, a meno di riconoscere altrettanti amici che vogliono realmente, interamente e unicamente il loro bene; per cui i genitori, i maestri e gli educatori possono usar sempre coi loro figli o alunni il linguaggio del cuore, sia nel tempo della loro educazione che dopo di essa.

Non sarebbe perciò desiderabile, che un tal sistema venisse introdotto in tutte le famiglie cristiane, e in tutti gli istituti di educazione pubblici e privati, maschili e femminili ? È certo che fu già adottato da un gran numero di educatori di varie nazioni, specialmente dell'Inghilterra. Là molti collegi, destinati alla gioventù povera e cattolica, presero a modello, dopo la morte di Don , Bosco, l'Oratorio di Torino e il suo regolamento : i fondatori studiarono la vita di D. Bosco e il suo sistema pratico di educazione, seguirono i suoi esempi con gran frutto per le vocazioni ecclesiastiche e il ritratto, del Servo di Dio occupa in quegli istituti il posto d'onore ed anche nei seminari (1).

Nè si dica che questo sistema, pur ripieno di tanta sapienza pedagogica, non sia sempre nè dappertutto traducibile in pratica, o che le cose pur solamente di ieri non si attaglino più alla gioventù di oggi. « Lungi da noi quest'inganno, questo tradimento diabolico! Crescono, è vero, i pericoli esterni; aumentano i mezzi d'ogni fatto di seduzione; va scemando ogni dì pur troppo di efficacia il principio di autorità ; ma la gioventù, non dimentichiamolo, è sostanzialmente la stessa in ogni tempo ed in ogni luogo, come lo stesso sostanzialmente quindi è, e dovrà essere, il metodo da adoperare nell'educazione di essa. Tutto si riduce per parte nostra a crescere d'industria, raddoppiare di vigilanza, moltiplicar di zelo (2) ».

Se ciò avverrà, non tarderemo ad avere una gioventù più morigerata e pia, una gioventù che sarà la consolazione delle famiglie e un valido sostegno per la civile società.

E poichè un nuovo anno scolastico è cominciato, ci sia lecito di scongiurare senz'altro tutti i maestri e gli educatori cristiani a voler adottare il sistema educativo di D. Bosco, e ci sia permesso di rivolgere anche a tutti i genitori la stessa preghiera. Ci riserbiamo di rilevare ordinatamente i segnalati vantaggi e il modo di porre in pratica il proposto sistema, ma vorremmo fin d'ora che la gran massima del nostro buon Padre: mettere gli allievi nella impossibilità di commettere mancanze ! diventasse proprio il programma dei nostri Cooperatori.

(2) Cfr. - Le idee di D. Bosco sull'educazione e sull'insegnamento e la Missione attuale della scuola - del sac. dott. FRANCESCO CERRUTI.

(1) I buoni Cooperatori si accorgeranno subito che le parole di D. Bosco son rivolte direttamente ai maestri ed agli educatori ; ma nessuno lasci per questo di meditarle, perchè ciò che egli dice ai maestri e agli educatori, noi intendiamo proporlo e raccomandarlo caldamente a tutti.

(1) Anche il il SAC. FRANCESCO FALCONE nell'opera sua recente: Per la riforma dei Seminari in Italia (Roma, Pustet 19o6), riporta con parole di encomio tutto il trattatello lasciatoci da D. Bosco sul sistema preventivo.
In Inghilterra poi anche fra i protestanti D. Bosco ebbe imitatori. Nei loro giornali apparvero non solo i cenni biografici di D. Bosco e il suo ritratto, ma pure uno schizzo del suo sistema educativo.

(2) Le Idee di D. Bosco sull'educazione e sull'insegnamento ecc. Pag. 7.

NUOVI MISSIONARI

UN'altra schiera di Missionarî, la sera del 25 u. s. si congedava solennemente da noi ai piedi dell'altare di Maria SS. Ausiliatrice. Una gran folla di cooperatori e di cooperatrici assistè con religiosa pietà alla conferenza tenuta dal Missionario D. Carlo Peretto, alla benedizione impartita dall'Em.mo Card Agostino Richelmy, nostro venerato Pastore, alle preghiere liturgiche pei pellegrinanti, all'affettuoso saluto dell'eminentissimo ai Mssionarî ed all'addio di questi al venerato Superiore D. Rua; e quando la generosa schiera - una cinquantina tra preti chierici e catechisti - sfilò commossa in mezzo al Santuario per uscire dal tempio, non seppe trattenersi dal manifestare ai novelli apostoli, in modo commovente, la più alta ammirazione.

Di quella sera, i nuovi Missionarî si recarono quasi tutti al Seminario delle Missioni estere in Valsalice, ove li raggiunse all'indomani mattina il sig. D. Rua, per dar loro gli ultimi ricordi presso la tomba del venerando nostro Fondatore.

Del glorioso drappello, parte si mise subito in viaggio, e parte si è affidato o si affiderà alle acque del mare in questo mese.

Per conto nostro, noi non sappiamo rivolgere a questi nostri cari confratelli un augurio migliore di quello che indirizzò loro l'Eminentissimo Principe di Santa Chiesa

« Andate felici; il Signore sia con voi nel viaggio, e ìl suo angelo vi accompagni! amene ambuletis, et sit Deus in itinere vestro, et Angelus eius comitetur vobiscum. (Tob., v, 21) »

Li accompagni pure una fervida prece dei nostri cooperatori.

Una visita al Lazzaretto di Agua de Dios

Ci è pervenuta, in edizione ufficiale, la Relazione che il Gen. Amador Gomez, Capo della Sezione-Lazzaretti al Governo di Colombia, e il Dott. Paolo Garcia Medina, medico aggiunto della stessa Sezione, incaricati di visitare nell'aprile u. s. il Lazzaretto di Agua de Dios, presentarono al Supremo Governo della Repubblica (1).

E un lavoro diligente e coscienzioso. Lo stato degli infermi, il loro numero, le loro necessità individuali e collettive, i pubblici uffici, il servizio sanitario, le condizioni dell'ospedale, degli asili e delle scuole, tutta insomma la vita che si vìve ad Agua de Dios, vi è oggetto di serio e minuto esame.

Amano leggerne qualche passo anche i nostri lettori ? Noi li abbiam trattenuti molte volte sull'opera che i Salesiani compiono in quel lazzaretto; ' ma da più mesi, causa la sovrabbondanza di altre relazioni, non ci fu più possibile farne parola. Quindi crediamo proprio di far cosa ad essi gradita spigolando fedelmente dall'accennata Relazione quei tratti, che riguardando-direttamente lo zelo e il lavoro dei nostri, interessano evidentemente anche i nostri buoni Cooperatori e le zelanti nostre Cooperatrici.

Cominciamo con un'idea generale su

Lo stato del Lazzaretto.

« ... Accostumati a sentir parlare della triste condizione del Lazzaretto, e sebbene conoscessimo gli sforzi del Governo e del suo Presidente l'Ecc.mo sig. Gen. Raffaele Reyes in favore dei lebbrosi di tutta la Repubblica, grande fu la nostra sorpresa quando venimmo a conoscere la vita che, realmente, oggi si vive ad Agua de Dios. Pagati con scrupolosa puntualità gli assegni giornalieri agli infermi, somministrati i vestiti necessari ; convenientemente stipendiati gli impiegati; diligentemente .attese le necessità più urgenti, come quella dell'assistenza medica, che, sia detto di passaggio, non lascia nulla a desiderare; organizzati assai regolarmente tanto l'ospedale ove gli infermi trovano il necessario, quanto gli asili per gli orfanelli e le orfanelle ; stabilito un buon servizio di poste e telegrafi... le condizioni dei malati si son cambiate favorevolmente in modo straordinario. Alla tristezza e alla disperazione, che erano una conseguenza della mancanza di soccorsi, è subentrata quella soddisfazione relativa di cui gode l'infermo il quale vede che si pensa alle sue necessità, ed anche quella soddisfazione maggiore che deriva dalla certezza di avere un Governo che sa amministrare ed aumentare in loro favore quella retta a cui hanno diritto come cittadini, e che esso ha serbato intatta per loro come sacro deposito, non solo per mantenere l'attuale loro benessere, ma anche per aumentarlo.

» Se poi oltre queste considerazioni, si ha dinanzi la missione evangelica dei rev.di Sacerdoti Salesiani, la cui carità è inesauribile e i cui servizi nel Lazzaretto non possono trovar adeguata ricompensa su questa terra, e l'esempio e l'abnegazione delle Suore della Carità (1) noi possiamo comprendere come mai abbiam trovato in Agua de Dios una popolazione che dal lato morale ben potrebbe proporsi come modello alle altre popolazioni della Repubblica (pag. 7-8)».

L'asilo degli orfanelli lebbrosi.

« Gli orfanelli son raccolti in due asili : uno chiamato Oratorio Unia, occupato dai fanciulli, e un altro riservato alle fanciulle (2).

» Il primo si deve allo zelo ed alla carità del rev. D. Unia, la cui memoria congiunta a venerazione ed affetto dura in tutti quelli che ebbero occasione di ammirarne le virtù e le opere. Fu egli che gettò le basi della riforma morale e materiale di questa Casa del dolore, e che riuscì col suo influsso a compiervi in tutto una vera trasformazione. In prova eloquente del suo amore per gli infermi, egli lasciò assai avanzata la costruzione di questa casa, che ha offerto protezione e pietoso ricetto a quegli esseri, doppiamente infelici per la loro condizione di orfani e pel male incurabile che li ha assaliti fin dai primi anni della vita.

» Continuatore di quest'opera, il rev. Don Luigi Variara sì è fatto più che maestro affettuoso a 65 fanciulli di varia età. Coadiuvato efficacemente dal rev. D. Emilio Baena, egli ha donato loro un'eccellente educazione morale; li ha avviati ad alcuni lavori che mentre daran loro un'occupazione e un po' di lucro, li salveranno dai pericoli dell'ozio; ha fondato una scuola di musica, e con rara sollecitudine egli provvede a tutto quanto può attenuare moralmente e materialmente la disgrazia di questi fanciulli, la cui sorte sarebbe assai più lacrimevole lungi dall'ombra dei loro protettori.

» Bello è l'edilizio in cui sono ricoverati gli orfanelli. E a due piani e di solida costruzione, e sebbene non sia ancor terminato, tuttavia presta già un servizio di valore incalcolabile; per cui ci permettiamo di raccomandare al Governo l'ultimazione di questo locale... (pagine 23-24) ».

Le Scuole.

» Quella dei fanciulli è diretta dal giovane confratello salesiano Egidio A. Sabio, le cui doti di istitutore sono nel Lazzaretto molto apprezzate. A queste egli accoppia felicemente un carattere soave ed allegro, per cui ha saputo conquistarsi tutto l'affetto dei fanciulli.

» Son 118 i bimbi che frequentano questa Scuola, 33 dei quali son sani, figli di padri infermi o di sani che vivono nel Lazzaretto. Quantunque il maestro li tenga separati, pure questa riunione è un'irregolarità, alla quale non si potrà ovviare fino a quando non si aprirà un apposito collegio pei fanciulli sani (1).

» Nell'ispezione compiuta si trovò in grande ordine la scuola; i fanciulli si dimostrarono obbedienti e disciplinati e diedero prove di avanzamento. È però necessario provvedere un aiutante, perchè non è possibile che il maestro, per quanti sforzi egli faccia, possa attendere come vorrebbe all'aumentato numero di alunni che frequentano le sue lezioni... (pag. 25) ».

La Chiesa.

« Il Lazzaretto di Agua de Dios è ben diverso da quello che si crede comunemente... I caseggiati son ben estesi e fabbricati in un luogo che ha tutte le attrattive di una vegetazione lussureggiante. Nella piazza, che è di bella vista, vi sono edifizi di solida costruzione e coperti di tegole. L'ala nord della piazza è occupata dalla chiesa, che ha due navi, una bella cupola, ed un altar maggiore che in particolar maniera richiama l'attenzione come opera di pregio in istile moderno ed elegante. Esso, nella maggior parte, è dovuto agli sforzi ed all'attività del rev. D. Raffaele Crippa, cappellano del Lazzaretto. Oltre il tempio, nella stessa aula s'incontra la pittoresca e assai modesta abitazione dei rev.di Salesiani... (pag. 31-32) ».

Il lavoro dei Salesiani.

« I Sacerdoti Salesiani non si son dedicati soltanto alla direzione spirituale di questo popolo e a vegliare che i suoi bisogni materiali sieno convenientemente soddisfatti, ma fan anche quanto possono per procurare agli infermi quelle distrazioni che rendano meno penosa la loro residenza al Lazzaretto. Essi hanno ridotto a teatro uno spazioso edifizio, capace di circa 800 spettatori, e l'han provvisto di scenari, decorazioni e vestiti. Quivi si dànno frequenti rappresentazioni che procurano alcune ore di sollievo agli infermi che possono presenziarle. Assistemmo noi pure a tre di tali rappresentazioni che ci furono una grata sorpresa e delle quali serbiamo la più grata impressione. Il rev. D. Emilio Baena, salesiano, tiene riservata a sè questa fatica di conforto ; egli sceglie i drammi e le commedie, che molte volte è costretto a trascrivere, e dirige le prove e le rappresentazioni ; in una parola, ha dedicato a quest'opera la stia intelligenza, la sua alta educazione ed il suo buon gusto letterario.

» Il rev. D. Evasio Rabagliati, l'infaticabile servitore dei lebbrosi, è veramente indefesso nel procurar sollievi d'ogni genere e passatempi agli infermi. Lo vedemmo organizzare in poche ore il taglio e la distribuzione di più di mille e trecento vestiti che si distribuirono (1); lo vedemmo consegnare ad ogni infermo che gli aveva dato qualche commissione, gli oggetti richiesti e (la lui stesso acquistati in questa stessa città (di Bogotà); e lo vedemmo presiedere le gratuite riffe domenicali , che egli ha organizzato per divertire gli infermi, i quali, radunati sulla piazza, ricevono i premi con entusiasmo e gratitudine, mitigando così per alcune ore i loro affanni. Ha portato per loro un grafofono, col quale rende più allegri tali trattenimenti, e non contento di questo, ha già richiesto all'Estero, a sue spese, un cinematografo per aumentare le ore di svago ai poveri malati e addolcire più che è possibile l'amarezza della loro sventura.

» Collaboratori suoi indefessi in queste opere sono i rev.di Salesiani D. Raffaele Crippa e D. Luigi Variara, e il confratello Egidio Sabio. Il primo è l'ammirabile cappellano di Agua de Dios, che in 14 anni di lavoro non si è tolto un momento di riposo, nè ha conosciuto un minuto di sollievo. Nessuna difficoltà lo arresta nell'esercizio del ministero, e non si saprebbe dire se egli abbia operato maggior bene con la sua inesauribile attività o colla santità del suo esempio. Il secondo, il reverendo D. Luigi Variara, ha dedicato la sua vita alla cura ed all'educazione dei fanciulli lebbrosi ; è a suo carico l'Oratorio e Asilo D. Unia, dove egli educa, istruisce e consola, ed insegna ad essi qualche lavoro ed ha formato tra loro una banda musicale che nella vita sociale del Lazzaretto è divenuta un elemento indispensabile. Il confratello Sabio, vive come D. Luigi pei fanciulli, ambedue gareggiando in tenerezza e cure per essi; egli ha consacrato al servizio dei suoi disgraziati alunni il fiore dei suoi anni più belli, ed è sempre con loro, tanto durante il tempo di scuola come durante i loro giuochi infantili. Completa questo gruppo di servitori del Lazzaretto il confratello Piantoni, operaio infaticabile e disinteressato, tipo di lealtà ed energia, che lavora per gli infermi con deciso affetto.

» L'opera dei Salesiani è stata feconda. Senza di essa e senza quella delle incomparabili Suore della Carità, che abbiamo ammirato nell'Ospedale e nell'Asilo delle fanciulle, consolando e dando esempio di abnegazione, il Lazzaretto non avrebbe potuto sostenersi nelle dure crisi che ha dovuto attraversare , nè sarebbe giunto ad essere , come abbiam detto, modello di moralità in tutto il senso della parola. Se fosse necessario addurre prove di questa moralità, basterebbe che noi dicessimo che moltissimi infermi pregarono la Commissione a sopprimere lo spaccio di bevande alcooliche ! L'impulso dato dal rev. D. Michele Unia, il cui nome non cadrà mai nell'oblio poichè fu l'iniziatore di questa sublime impresa, ha dato frutti duraturi... (pag. 33-36) ».

Un bell'atto di carità cristiana.

La relazione si chiude con varie proposte importantissime a favore del Lazzaretto: ad esempio l'aumento di acqua potabile, la riparazione delle case gratuite , la costruzione di nuove abitazioni, il compimento dell'asilo Don Unia e dell'Asilo per le fanciulle, la costruzione di un collegio pei fanciulli sani, ecc. ecc.

Facendo plauso a così sagge proposte, noi inviamo un plauso ai saggi e coscenziosi visitatori. Non contenti di una visita superficiale, con la carità più amabile essi si mostrarono compiacentissimi con tutti, ascoltarono quanti vollero parlare con loro, s'interessarono e si informarono di tutto l'andamento del Lazzaretto, e, conseguentemente, di tutte le necessità individuali e collettive.

Ma ciò che segnò come il colmo delle loro carità e che produsse negli infermi la più commovente impressione fu l'atto cristiano che compirono la sera del Giovedi Santo. Il compianto D. Unia introdusse ad Agua de Dios il costume di servire coi suoi confratelli, nella sera del Giovedì Santo, una cena agli infermi dell'Ospedale. L'atto pietoso non fu più lasciato una volta ! E quest'anno lo vollero riserbato a sè i bravi Ispettori in compagnia dei medici del Lazzaretto, dott. Luigi F. Torres e Beniaminio Osorio. Le due lunghe mense erano state splendidamente imbandite ed ornate di fiori! E le bimbe coi loro canti teneri e commoventi, le inferme colle loro lagrime, gli uomini con parole di sincero affetto dissero ai Salesiani, alle Suore ed a quegli egregi signori tutta la loro riconoscenza.

(1) Bogotà, Imprenta Nacional, 19o6 - Un bel fascicolo di 64 pagine, con varie splendide illustrazioni. (1) L'ospedale del Lazzaretto di Agua de Dios è assistito dalle rev.de Suore della Carità; quello di Contratacion dalle rev.de Suore di Maria Ausiliatrice.

(2) L'asilo per le fanciulle, con 36 piccole lebbrose, è diretto dalle rev.de Suore della Carità.

(1) Fra le varie proposte presentate al Governo dalla Commissione, vi è pur questa di fondare in Agua de Dios un collegio riserbato pei fanciulli felicemente immuni dal morbo.

(1) I signori ispettori, in compagnia di D. Rabagliati, avevano acquistato a Bogotà tanta stoffa per 5ooo scudi in oro, che venne portata al Lazzaretto su 26 bestie da soma. Giunti ad Agua de Dios, il primo pensiero fu quello di allestire un vestito per ciascun infermo; opera pietosa che si compì in brevissimo tempo, nella quale le Suore della Carità furono efficacemente coadiuvate da alcune buone signore dimoranti nel Lazzaretto, alle quali non meno che ad alcuni ottimi signori i Missionari e le Suore si professano molto debitori di poter compiere tanto bene.

TESORO SPIRITUALE.

I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati, divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella o, se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'INDULGENZA PLENARIA:

ogni mese

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno; 2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte;

3) nel giorno in cui si radunino in conferenza;

dal 10 novembre al 10 dicembre

1) il 21 novembre, festa della Presentazione di Maria Vergine ;

2) il 22 novembre, festa di S. Cecilia Vergine e martire.

3) l'8 dicembre , solennità dell' Immacolata Concezione di Maria Santissima.

Inoltre, ogni volta che essendo in grazia di Dio (senza bisogno di accostarsi ai SS. Sacramenti o di visita a qualche Chiesa reciteranno 5 Pater, Ave e Gloria Patri per il benessere della cristianità , ed un altro Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, lucrareranno tutte le indulgenze delle Stazioni di Roma, della Porziuncola, di Gerusalemme e di S. Giacomo di Compostella.

Echi del V° Congresso (1)

Deliberazioni - Note - Discorsi

I. GRUPPO. Istruzione ed educazione della Gioventù

b) GIOVENTÙ STUDIOSA: Relatore Dott. Arduino di Brescia. Collegi, educandati, pensionati e casefamiglia - Libri e periodici scolastici.

Il prof. Arduino di Brescia , direttore della Scuola Italiana Moderna, presiedette con rara competenza la discussione dei deliberati relativi a questa seconda Sezione.

Attesa la loro importanza - come quelli che son diretti ad intensificare e rendere più efficace l'azione benefica dell'educazione sana e completa di tanta gioventù studiosa - ci facciamo un dovere di segnalarli in particolar maniera all'attenzione e allo studio dei nostri Cooperatori.

CONSIDERANDO

che la ristorazione dell'ordine sociale, secondo i principi inconcussi della religione cristiana, richiede, come primo e necessario presupposto un'opera di previdente apostolato a favore delle giovani generazioni, e particolarmente di coloro che, a mezzo dello studio, diverranno un giorno le forze direttive dell'organismo civile; che il sovraddetto apostolato educativo cristiano è tanto più necessario, quanto più audacemente si va manifestando l'azione deleteria che, sotto il programma laicizzatore, tende a scalzare le basi di ogni autorità divina ed umana; che mentre è doveroso rivendicare i diritti, spesso manomessi e conculcati, della patria potestà, è altresì necessario integrare con opportune instituzioni l'opera spesso incompleta della famiglia ; richiamando anche le deliberazioni prese nel III Congresso internazionale tenutosi a Torino nel 1903 ;

IL CONGRESSO FA VOTI

I. che tutti i coopelatori salesiani si valgano di ogni mezzo consentito dalle leggi per rivendicare il diritto della libertà dell'insegnamento, specialmente dell'insegnamento primario od elementare, e per far rispettare l'obbligo scolastico dell'istruzione religiosa almeno nelle forme garantite dagli attuali ordinamenti, nei diversi stati (I);

2. che si favoriscano sempre più efficacemente le scuole ed i collegi che informano sinceramente al principio cristiano l'istruzione, la disciplina ed i sistemi educativi dei propri allievi ;

3. che i Salesiani di D. Bosco e le reverende Suore dì Maria Ausiliatrice possano coll'aiuto dei benemeriti Cooperatori, moltiplicare nuove scuole e collegi in ogni parte del mondo a incremento del progresso intellettuale e religioso della civiltà cristiana ;

4. che, come già fu deliberato dal Congresso di Buenos-Ayres, i Cooperatori e le Cooperatrici procurino di diffondere nelle città e nelle campagne i programmi dei collegi salesiani e quelli delle Suore di Maria Ausiliatrice, o di altri informati al medesimo spirito, allo scopo di estendere più che è possibile fra la gioventù studiosa i benefizi della educazione morale e religiosa ;

5. che i genitori pongano la massima cura nella scelta della scuola e del collegio a cui destineranno i propri figliuoli, e reagiscano con tutti quei mezzi che sono a loro diposizione contro gli abusi che insegnanti poco scrupolosi si permettessero di tentare, a danno di quelli, contro il patrimonio delle loro credenze religiose;

6. che nelle città che sono centri dì studi, sieno instituiti dei Pensionati, dove i giovani trovino guida nella loro istruzione e assistenza contro le insidie d'insegnamenti senza fede e di compagnie pericolose pci buoni costumi ;

7. che a questi Pensionati si annettano scuole dì religione, biblioteche, sale di lettura e di ricreazione, palestre ginnastiche e simili ;

8. che si provveda d'instìtuire dei Pensionati Cattolici Universitari, provvisti dì tutte le più moderne esigenze dell'ìgiene e di quei comodi che sono conciliabili con la tenuità della retta ;

g. che sopra tutto dove non è possibile l'instituzione di un pensionato, si provveda a collocare i giovani studenti presso famiglie meritevolì di fiducia, scambiandosi magari i figli secondo l'esigenze dei luoghi e degli studi ;

io. che presso le società e gli Oratori cattolici s'instituiscano dei luoghì di ritrovo, dove i giovani possano trovare insieme lo svago di onesti passatempi e l'assistenza nell'adempimento dei loro doveri scolastici e religiosi ;

II. che si ponga la maggior cura nel promuovere ed incoraggiare la stampa di buoni libri scolasticì, particolarmente nelle materie dove più si suole fuorviare la verità storica, o si offenda il dogma e la morale cattolica, mentre fa plauso alle benemerite Tipografie Salesiane le quali largamente e strenuamente già esercitano da tanti anni in tutte le parti del mondo questo provvidenziale apostolato ;

12. che si promuova la diffusione della stampa periodica scolastica inspirata a principi cristiani, come il Gymnasium salesiano di Roma, la Scuola Italiana Moderna di Brescia e la Staffetta Scolastica di Torino (1);

13. che si caldeggi da parte dei maestri cattolici l'adesione all'Associazione Magistrale Italiana « N. Tommaseo ».

14. Finalmente il Congresso fa voti che i giovani studenti delle scuole secondarie, aderenti ai circoli di studenti promossi dai Salesiani e dai Cooperatori, passando agli studi universitari, entrino a far parte delle associazioni universitarie cattoliche aderenti alla Federazione Universitaria Cattolica Italiana.

NOTE.

Non è chi non vegga l'importanza e la sapienza di questi importantissimi deliberati. Vorremmo che fossero oggetto di serio esame di tutti coloro che colla loro influenza o per la loro condizione sociale sono in grado di promuoverne l'attuazione.

Alla maggior parte dei Cooperatori ci limitiamo a raccomandare due cose

I) - Non manchino, in conformità del V° capoverso di porre la massima cura nella scelta della scuola e del collegio a cui destineranno i propri figliuoli ; raccomandazione questa, che non sarà mai inculcata abbastanza.

II) - Ad impedire la rovina di molti giovani e a supplire la deficienza dei buoni Pensionati, i Cooperatori delle città centri di studi, potendo disporre di una o più camere, accolgano volentieri a pensione presso di loro uno o più giovani studenti od operai costretti a passare gli anni più pericolosi della vita fuori della casa paterna e in mezzo alle seduzioni ed alle distrazioni ; col loro zelo e colla loro prudenza essi potrebbero conservare sul retto sentiero molte e molte anime.

NB. - A facilitare poi la conoscenza di tali famiglie e ad assumere convenientemente le informazioni del caso intorno i giovani accettandi, converrebbe istituire appositi Comitati o fondare speciali Sezioni in seno ai Comitati Salesiani già esistenti.

c) GIOVENTÙ OPERAIA: (Relatore D. Carlo Grugni di Milano). Scuole ed Istituti professionali - Convitti per giovani operai e per giovani operaie - Opere di preservazione pei giovani usciti da tali istituzioni.

Il relatore Sac. Carlo Grugni, premesso che il tema vasto e complesso e le spiegazioni opportune portate dai precedenti congressi non permettono che una sommaria elencazione delle opere pratiche a vantaggio della gioventù operaia ; considerando che la falange degli allievi dei salesiani e dei loro cooperatori può preparare un nucleo forte di buoni operai che potranno determinare le correnti vive del proletariato a seguire nella questione economico-sociale gli indirizzi del cristianesimo;

considerando altresì che la schiera numerosissima e distribuita in gran parte del mondo, dei cooperatori salesiani, bene interpreterebbe il programma d'immensa carità sociale coltivato da D. Bosco, quando s'applicassero con generosità di propositi alla cura provvida della gioventù operaia, propose i seguenti importanti deliberati

SENZA entrare in merito delle speciali iniziative di carattere esclusivamente religioso, il V° Congresso invita i Cooperatori Salesiani ad interessarsi assiduamente

a) - I. Per lo sviluppo delle scuole-laboratorio che a preferenza delle scuole-officine presentano migliori caratteri di coltura professionale e possono raccogliere con maggior larghezza gli aderenti ;

2. perchè le istituzioni delle scuole-laboratorio mantengano rapporti cordiali con iniziative analoghe, specialmente se ufficiali, (Governo, provincia e comune) e siano in condizione d'essere beneficate anche da enti aconfessionali.

b) I. Per offrire - specie nei grandi centri operai - mezzi di vitto ed alloggio al minor costo possibile in convitti separati pei due sessi della gioventù operaia ;

2. sviluppare, all'uopo, dei Patronati operai maschili e femminili, dai quali venga adottata con somma prudenza e con una saggia larghezza la cura morale preventiva dei giovani ;

3. per rendere facile con simili Patronati il partecipare alle manifestazioni utili ed oneste della vita dei grandi centri.

c) - I. Far inscrivere i giovani, appena escono dai convitti operai, alle Casse di mutua previdenza sociale, mutuo soccorso, invalidità e vecchiaia, pensione, infortunii ecc.;

2. persuaderli ad aderire ai Sindacati operai cattolici, partecipando alle proprie federazioni professionali ed alle istituzioni complementari di esse (uffici d'assistenza, di collocamento, segretariato del popolo, cooperative ecc.);

3. determinare i giovani e le giovani a prestar subito l'opera propria, anche se limitata, alla vita attiva delle associazioni di studio e di propaganda cristiana ;

4. favorire le opere di Patronato operaio per le buone ricreazioni, letture ed istruzioni, divise

nei tre rami : discussioni popolari, divertimenti, biblioteche circolanti con apposite sale, ove facilmente si possono trovare riviste e giornali cattolici ;

5. eccitare i giovani ad iscriversi alle leghe contro l'alcoolismo e per la moralità pubblica, ecc. e quelli usciti dalle scuole salesiane a dar subito la loro adesione all'associazione degli Antichi allievi.

NOTE.

Questi voti, la maggior parte, abbisognano di azione collettiva per venir attuati: sieno quindi studio dei Comitati Salesiani, massime nelle grandi città o nei grossi centri operai.

I singoli Cooperatori però

I) - Abbian presente l'assoluta sconvenienza e, talvolta, l'indecenza delle case-operaie promiscue, quindi, ove possano, si prestino ad accettare in pensione, conce si è detto,, anche giovani operai pel lodevole fine suaccennato.

11) - Si persuadano della necessità d'istruzione religiosa per giovani operai e per le giovani operaie ad impedire che sieno abbindolati dalle mene dei sobillatori e dalle lusinghe del vizio; perciò si adoperino pel loro intervento alle apposite scuole e conferenze di religione.

III) - Li tengano lontani dai giornali cattivi, e procurino loro, anche gratuitamente, qualche settimanale cattolico, ben redatto, che ribatti brillantemente le facili accuse contro la religione.

NB. - Ai capi-laboratorio ed agli stessi giovani operai il Congresso raccomandò vivamente « L'arte nelle Scuole Professionali » splendida rivista tecnica (la prima del genere) che si pubblica dalle Scuole Professionali di San Benigno Canavese (Abbonamento annuo L. 5). Chiedere numeri di saggio.

d) ISTRUZIONE AGRARIA: (Relatore Sac. Stefano Trione). Scuole e colonie agricole - Pubblicazioni agrarie.

Il Sac. Stefano Trione svolse la trattazione seguendo la linea dei deliberati del Congresso di Torino.

La discussione riuscì quanto mai interessante, attesa la tendenza, che oggi si rinviene generalmente pel ritorno ai campi ; ritorno che porterebbe senza dubbio un germe moralizzatore nella vita, porgerebbe il modo di evitare una pletora di professionisti e contribuirebbe eziandio a dare un migliore assetto alle condizioni sociali.

PLAUENDO all'Opera Salesiana, che, in conformità dei bisogni dei tempi, si occupa, altresì della fondazione di colonie agricole, propagando con intelligenza ed amore i principii economico-agrari Solariani, dalla cui applicazione può derivare realmente a tutte le classi sociali molto benessere materiale e morale ,

il V° Congresso fa voti perchè i Cooperatori Salesiani

i. si persuadano della necessità d'imprimere un indirizzo veramente razionale alla coltivazione delle terre, e, conseguentemente, della necessità di favorire e di estendere l'istruzione agraria, specialmente nelle classi dei lavoratori e di valersi di tutti i mezzi pratici per raggiungere un tale scopo ;

2. assecondino il movimento agrario iniziato dai Salesiani colle loro colonie agricole e colle varie pubblicazioni da essi dirette in varie parti del mondo ;

3. facilitino con ogni sforzo l'istituzione di scuole invernali d'agraria per diffondere i nuovi metodi razionali di agricoltura ;

4. procurino di moltiplicare facili e pratiche conferenze allo stesso fine ;

5. dovendo assumere fattori o agenti per le proprie campagne, scelgano persone convenientemente istruite nelle scuole agrarie salesiane, o in istituti agrarii congeneri ;

6. esperimentino infine per proprio conto il sistema Solari, o procurino che lo faccia chi ne è in grado, allo scopo di mostrarne praticamente il valore e contribuire utilmente alla sua diffusione.

NOTE.

I) - Il Congresso insistè caldamente per l'istituzione di Scuole invernali d'agraria e perchè si moltiplichino le conferenze agrarie.

I Cooperatori Sacerdoti, specie i Parroci, procurino seriamente di interessarsene. Con quanto vantaggio materiale e morale dei loro parrocchiani essi non potrebbero tenere in uno dei mesi invernali qua 'che breve Corso d'agraria ! e quanto bene non potrebbero pur invitarli a qualche conferenza! La difficoltà non sarà quella di trovare il conferenziere. Dunque all'opera !...

11) - Dei vari periodici salesiani d'agraria, quello che può interessare i Cooperatori italiani, ed aiutare efficacemente i RR. Parroci e Sacerdoti nell'accennata missione è la « Rivista d'Agricoltura » di Parma, settimanale, pratica e interessante. (Abbonamento annuo L. 5, Piazza S. Benedetto, Parma). - Chiedere numeri di saggio.

III) - Ai Cooperatori del Piemonte in particolare, ricordiamo l'apertura della nuova Scuola di Agricoltura, inauguratasi testè presso la « Colonia Agricola Salesiana, » Borgo S. Antonio, Ivrea. - (Per programmi rivolgersi a quella Direzione).

(1) Nei grossi centri, tornerebbe di grande utilità la fondazione di clubs o società speciali per gl'interessi scolastici.

(1) Il Gymnasium (letterario-didattico per l'insegnagnamento dell'italiano, latino, francese e greco) esce tre volte il mese. - Abbonamento annuo L. 4. Via Porta S, Lorenzo, 42, ROMA.
La Scuola Italiana Moderna (rivista per l'insegnamento primario) è settimanale. - Abbonamento annuo L. 5 - Via Porta Nuova, 33, BRESCIA.
La Staffetta Scolastica (rivista per le scuole elementari, complementari e normali) è pure settimanale. - Abbonamento annuo L. 6. - Via S. Massimo, 32, ToRINO.
Ci sembra pure il caso di qui raccomandare agli insegnanti, che desiderano avere un dolce stimolo a compiere cristianamente il loro dovere il mensile pedagogico ascetico « D. Bosco » di Milano - Abbonamento annuo L. 2 - Via Copernico, 9, MILANO.

Il terremoto nel Chili

Due case Salesiane distrutte - La catastrofe di Valparaiso e la carità di quei Salesiani.

Sul principio di ottobre giungevano finalmente al veneratissimo nostro Superiore i particolari della sorte dei nostri istituti del Chilì nel tremendo terremoto della seconda metà di agosto. Abbiamo da ringraziar sentitamente il Signore !.... £ vero, anche due delle nostre case furono distrutte, una terza ebbe gravissimi danni ed altre furono pur tocche dal terremoto, ma nessuna ebbe una vittima !

Le case distrutte furono quelle di Melipilla e di Macul. Il bell'edifizio che era stato eretto in quest'ultima località ed aveva costato la somma di 15o.ooo pesos, parte andò tosto in rovina e parte fu ridotto in condizioni di dover essere abbattuto.

L'istituto che fu gravemente danneggiato fu quello di Talca.

A Santiago si apersero delle screpolature nella facciata nella chiesa annessa all'istituto della Gratitud Nacional, anzi ne cadde una parte, sfondando la vólta e fracassando banchi , statue e il pavimento.

Nelle altre case non si ebbero danni rilevanti. E ciò in mezzo alla terribile catastrofe, che seminò la desolazione e lo sterminio in una zona di ben 6oo chilometri ! Abbiam dunque, davvero, da ringraziar sentitamente il Signore !

E a questi sentimenti di riconoscenza son improntate le lettere che ci recarono le riferite notizie, delle quali sarà caro anche ai lettori il leggerne per disteso qualcuna.

Salvi come per miracolo ! -- Scene raccapriccianti -- Poveri italiani ! - Il Collegio convertito in luogo di rifugio e in ospedale.

Valparaiso, 2o agosto 1906. REV.MO SIG. D. RUA,

Ancor viviamo ! Sì, per grazia straordinaria di Maria Ausiliatrice, a cui vorrei elevare colla presente un inno d'immensa gratitudine.

Sotto l'impressione della terribile catastrofe che ridusse questa città ad uno stato più miserabile di quello di S. Francisco, mi perdoni il disordine e le lacune di questa mia. Sento una cosa sola, di dover tranquillizare il suo cuore di padre.

Era dunque il 16 corrente. Avevamo celebrato con gioia la bella festa dell'Assunta e ricordavamo il 91° anniversario della nascita di D. Bosco, determinati di passar nel miglior modo possibile l'ultima parte dell'anno scolastico.

Nulla dava a temere che Valparaiso, la più importante città del Sud-America sulle coste del Pacifico, (contava circa 15o.ooo abitanti) avrebbe dovuto in pochi secondi passare da uno stato di febbrile attività al silenzio di un sepolcro.

Erano le 7 1/2 di sera ed osservando sull'orizzonte, verso ponente, certe fiamme che sembravano scariche elettriche : « l'atmosfera, dissi fra me, è molto carica di elettricità » ma, preoccupato da altri pensieri, non vi feci maggior caso. Passò una mezz'ora, e da noi si era sul finir della cena, quando si fe' sentire una scossa, che, come altre volte, credevamo di poca forza. Però subito ci disingannammo perchè lo spegnersi della luce elettrica, l'orrendo scricchiolio dell'edifizio e il poter - a mala pena - restar ritti in piedi, ci assicurarono spaventosamente che si trattava di un terremoto straordinario.

In quei momenti terribili, con tutta la forza dell'anima, invocai più volte ad alta voce Maria SS. Ausiliatrice ! Il cuore mi si spezzava in petto. Mi pareva che da un momento all'altro dovesse crollar l'edifizio e seppellire i nostri 240 giovanetti. Ella sa, che il nostro collegio sorge sopra una collina, da cui si domina tutt'intera la città e il porto. Temevamo per ciò maggiormente... Che istanti eterni!

Invece, senza alcun inconveniente, all'oscuro uscimmo tutti dal refettorio, e ci radunammo nel cortile nel cui mezzo sorte una bella statua di Maria Ausiliatrice. E i giovanetti raccolti insieme con noi attorno a quella, cominciavano a riprendere al par di noi un po' di coraggio, quando, dopo pochi secondi, si fe' sentire un'altra scossa ancor più violenta. Realmente, non si poteva restare in piedi ! E intanto udivamo crollar gli edifizî dalla sottostante città, e sollevarsi da essa un grido universale di angoscia infinita. Spaventati più che mai, noi ci andavamo raccomandando all'aiuto della nostra augusta Patrona, sotto una pioggia torrenziale.... Ed in mezzo al rumore spaventoso del terremoto e delle migliaia di edifizi cadenti, il nostro Collegio, alto tre piani, restò salvo come per miracolo... Si cominciò a piangere di dolore e di consolazione ; anche adesso gli occhi mi si empiono di lagrime. Il terremoto era trascorso ; ma la distruzione di Valparaiso era stata completa.

Cessata la pioggia che furiosamente, in mezzo a lampi e tuoni, accompagnò la catastrofe, chinammo lo sguardo sulla città distrutta, da cui continuava ad elevarsi un grido di disperato dolore ; e alla luce rossastra degli incendi che in ogni punto cominciavano ad avvampare, potemmo intravvedere qualche cosa della sorte terribile che era toccata alla Valle del paradiso! In pochi momenti, la città ardeva da una estremità all'altra ! Bruciò pure un edifizio accanto il nostro collegio ; ma anche dal fuoco la Madonna ci volle salvi.

Uno dei nostri sacerdoti uscì subito in soccorso dei moribondi e tornava dopo mezzanotte pieno di spavento. Valparaiso era distrutta. Per tutta quella notte illuminata a giorno dalle fiamme, ci parve sognare.

Il fuoco durò pure il giorno seguente, nel quale si venne a conoscere che in città non v'era rimasto più un edifizio in buono stato. Le chiese, i teatri, le grandi case di commercio, tutte cadute o per cadere, o bruciate. Poche strade, dopo la catastrofe, offersero alla gente un facile scampo ; eran piene di macerie. Tuttavia le piazze e le colline, in poco tempo, divennero altrettanti accampamenti.

Noi aprimmo subito le porte dell'Istituto a molte famiglie piombate nella miseria ed ai ragazzi rimasti orfani ed abbandonati. Non le so dire - neppure approssimativamente - il numero dei morti. Quello dei feriti è grande. E nessun ospedale rimase in buon stato. Per questo aprimmo i migliori dei nostri dormitori al ricovero degli infermi; sicchè il Collegio presentemente è ridotto ad Asilo ed Ospedale. Anche i Fratelli delle Scuole Cristiane, restati senza casa, son ospiti nostri.

Si dice che in Valparaiso i danni ascendano a 400.000.000 di pesos! Quante famiglie son piombate nella miseria ! E quanti italiani, dopo venti e più anni di lavoro, sono stati ridotti allo stato in cui si trovavano il dì che mettevan piede in America. Vari di questi nostri connazionali han posto in sicuro quel poco che han potuto salvare dalla rovina dei loro negozi, trasportandolo al Collegio.

Fino ad oggi continuano gli incendi, e si ripetono a quando a quando piccole scosse di terremoto. Ier l'altro potei uscire un momento e darmi conto della situazione. Le vie principali son ridotte a due lunghe ale di macerie; ovunque scene raccapriccianti, e gruppi di povere persone ridotte nella più squallida miseria.

Per disposizione delle autorità, quest'oggi noi pure cominceremo la distribuzione diaria di viveri a più di 1o.ooo persone. Anche per questo il lavoro di questi giorni è immenso : ma poichè il Signore ci volle salvi come per miracolo, è più che giusto che insieme coi nostri giovani ci adoperiamo come ci è possibile a vantaggio dei nostri fratelli.

Termino per ora, amatissimo Padre, supplicandola a ringraziar per noi Maria SS. Ausiliatrice nel suo caro Santuario. E ci benedica tutti. Sempre

Umil.mo figlio in G. C.

Sac. Domenico SOLDATI.

Altre notizie da Valparaiso,

L'aspetto della città - La comparsa del vaiuolo - Al disseppellimento delle vittime - Ottocento persone ricoverate.

Il predetto D. Domenico Soldati, in data 2 settembre , ci mandava quest'altre notizie.

« Quindici giorni son passati e le scosse ancor continuano ! Però, dopo le prime terribili impressioni, gli animi han saputo conformarsi colla terribile realtà. Quanti poveri Italiani non ho visto piangere sulle rovine delle loro recente fortuna.

» Si lavora intanto con febbrile attività pei bisogni più urgenti. Le strade son convertite in file di casupole di legno o di zinco nelle quali vivono anche molte famiglie che abitavano in superbi palazzi.

» E pur cominciato un esodo generale per mare e per terra; in pochi giorni forse se n'andarono più di cento mila persone. Si fugge dalla fame e dal vaiuolo che comincia a presentarsi e che, date le attuali circostanze, farà stragi.

» Si calcola già che i 15oo morti ritrovati siano appena la quarta parte delle vittime : ma l'aria viziata, le cattive condizioni della vita presente, la pioggia, la mancanza d'acqua potabile, e l'agglomeramento della povera gente saranno, senza dubbio, causa di ulteriori mali.

» Da noi si seguita a fare il maggior bene possibile. Orfani, famiglie indigenti, poveri, infermi e soldati riempiono il nostro vasto Collegio. A più di ottocento persone noi diamo alloggio e vitto e in parte anche il vestito.

» Il Regio Console signor Ancarano fu a visitarci e rimase soddisfatissimo. Lo ricevette un numeroso gruppo d'Italiani da noi ricoverati, ed egli ebbe per tutti buone parole e cordiali promesse.

» L'Italia , organo della Colonia Italiana di qui, fece grandi elogi all'opera nostra in quest'occasione.

» Intanto i nostri buoni preti e chierici, dopo aver prestato l'opera loro aiutando i bisognosi, cominciarono a lavorare in città nel disseppellire i morti. Si lavora da mane a sera. Bisogna rimovere mattoni, tagliare travi, praticar degli scavi in mezzo alle macerie ove si ha indizio di ritrovar qualche vittima, e dopo il lungo lavoro non si ha che la soddisfazione di scoprire un cadavere, molte volte in putrefazione ! Eppure si è contenti, perchè immenso è il debito di gratitudine che dobbiamo alla benedetta nostra Ausiliatrice, la quale così visibilmente ci volle immuni da tanto disastro. »

Gli orfani raccolti dai Salesiani di Santiago - Scene commoventi.

Il Direttore della Gratitud Nacional di Santiago, Sac. Ambrogio Turriccia, in data 1 settembre scriveva

Sono stato a Valparaiso donde condussi con me 22 orfani ; in questi giorni ne arriveranno altri. Il Comitato delle Cooperatrici lavora per mantenere questi poveri ragazzi e le Autorità ci aiutano molto, di modo che ne riceveremo quanti ci sarà possibile. Siamo risoluti di mangiare nei corridoi per ridurre i refettorii a dormitorii in caso necessario.

« La nostra bella chiesa ha sofferto molto dovemmo atterrare parte della facciata. La domenica dopo il disastro, celebrammo le messe nel cortile e vi fu chi pianse a quello spettacolo. Io celebrai in piazza Brasile e rimasi edificato al vedere come quella moltitudine mi accompagnava durante la Messa. Al Confiteor tutti si unirono a me ripetendolo in spagnuolo, così al Credo ed al Pater Noster. Non si può negare che vi è molta fede e che questa volta la voce di Dio, che parlò come una volta su il Sinai, è stata ascoltata ».

Per le vittime del disastro.

Per le vittime del tremendo disastro, specialmente pei parenti degli alunni di quei nostri istituti e per tutti i cooperatori, il 25 u. s. noi celebrammo insieme coi nostri giovanetti tornati dalle vacanze un devoto funerale nel Santuario di Maria SS. Ausiliatrice. Ai pietosi suffragi si vollero partecipi anche le anime dei periti nel precedente terremoto di S. Francisco.

Cantò messa il rev.mo signor D. Rua e gli alunni e i fedeli presenti si accostarono numerosissimi alla Santa Comunione.

Tra gli Emigrati.

NEW YORK. Una nuova chiesa per gli Italiani.

IL giorno 15 settembre, ottava della Natività 12 di Maria SS. la parrocchia salesiana di S. Brigida, che conta circa venti mila italiani, inaugurava al n° 431 E. 12 St. una nuova cappella succursale dedicata a Maria SS. Ausiliatrice.

Chi conosce quanto costino pochi metri quadrati di terra nella grandiosissima città di NewYork, non può far a meno di restar meravigliato al sentire come in poco tempo siavi stata eretta questa nuova cappella, la quale, ci scrivono, è riuscita un vero gioiello.

La benedizione solenne compiuta dal rev.mo Monsignor Edwards, Vicario generale dell'Archidiocesi, ebbe luogo nel mattino e, vorremmo dire, in forma privata, cioè senza sfarzo di pompa esteriore, ma divotissima. Era la festa del cuore che traspariva nel sorriso che infiorava il volto di tutti.

Dopo la benedizione celebrò la prima messa lo stesso rev.mo Monsignore. Numerose furono le comunioni, ed il nostro D. Coppo disse un discorso di circostanza sui vantaggi di una nuova chiesa.

Mons. Edwards che ama assai la nostra colonia si rallegrò pel suo movimento religioso ed osservò che la cappella non doveva servir solo per gl'italiani ma per tutti i cattolici, perchè i vessilli di Gesù e dell'Ausiliatrice non riconoscono diversità di nazione nè di lingua.

Seguì una messa cantata; e alla sera vi fu un solenne Te Deum di ringraziamento, mentre la facciata della Cappella e casa attigua ed un arco eretto sulla pubblica via, artisticamente illuminati, richiamavano l'attenzione dei passanti sulla solennità dell'atto compiuto.

E inutile dire che vi fu un grande accorrere di persone durante tutto il giorno; e che la domenica seguente, sebbene difetti ancor di banchi la chiesa fu continuamente assiepata.

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La nuova cappella eserciterà un apostolato fecondo di indiscutibili vantaggi anche in mezzo alla gioventù. A questo proposito il missionario D. Innocenzo Montanari ci scrive

« La messa dei ragazzi, che è celebrata alle nove, e la scuola di religione al dopo pranzo sono talmente frequentate da far ripromettere i più lieti frutti. Mentre attendiamo ai doveri della parrocchia il nostro sguardo stà fisso nel come provvedere sempre meglio all'educazione religiosa dei giovanetti che qui sono assediati da numerosissimi nemici della fede; e vogliamo sperare che la pietosa Ausiliatrice ci aiuterà a soddisfare a questo troppo grande bisogno.

» La cronaca e la tradizione della nostra casa ci dicono che sette anni fa, quando i Salesiani prendevano cura degli italiani di questa colonia, furono sette le persone che assistettero la primavolta alle sacre funzioni ; ma dopo un assiduo lavoro il numero andò ognor crescendo ed oggi la chiesa di S. Brigida e la sua succursale di Maria Ausiliatrice sì può dire che sono sempre piene di fedeli.

La parrocchia conta numerose società, i cui membrì fanno la comunione almeno una volta al mese; e non vi è gran bisogno di spronarveli, perchè generalmente il loro amore a Gesù Sacramentato è tale che molti vanno a riceverlo assai più spesso e non pochi anche quotidianamente.

» Il poter avere più facilmente i fanciulli e facilitare agli adulti il modo di frequentare i sacramenti furono i principali motivi che mossero ìl nostro Ispettore a costrurre questa nuova cappella, sempre nella speranza che non abbia ad esser lontano il giorno in cui coll'appoggio e il buon volere di tutti i cari figli d'Italia residenti in questa parrocchia, si possa por mano ad un tempio che abbia a soddisfare ai bisogni e ai desiderii di tutti. »

DALLA CALIFORNIA. Di nuovo all'opera. Il nostro confratello D. Bergeretti scrive:

Son appena passati sei mesi dal grande disastro e la città di San Francisco, in preda ad una febbrile attività, riprende un assetto novello. Per ora gran parte degli edifizii e magazzini sono di legno, ma non mancano varii imponenti fabbricati di ferro, mattoni e cemento che lanciano la loro mole superba di dieci e quindici piani, e pare invitino la città a risorgere dalle sue macerie. Difatti è veramente sorprendente l'attività con cui si rimuovono le rovine delle case distrutte, il moto di migliaia di carri che ne trasportano gli ingombri; il polverio ed il tramestio di migliaia e migliaia di operai d'ogni professione, occupati rei lavori di distruzione e ricostruzione.

La colonia italiana in questo movimento di riedificazione non è l'ultima, anzi si può dire che il luogo ove si vedono più case rifatte o in via di fabbricazione è nel quartiere Italiano. Fra queste nuove case primeggia la nostra chiesa italiana dei SS. Pietro e Paolo coll'adiacente casa parrochiale. Fra poche settimane sarà benedetta dal nostro amatissimo Arcivescovo, che vi amministrerà per la prima volta la prima Communione e la S. Cresima a varie centinaia di giovani.

Per ora le funzioni religiose si tengono nell'ampio basamento della chiesa, ove è pure una scuola frequentata da più di 30o ragazzi e ragazze.

I lavori di ultimazione vanno avanti in fretta, ma le spese sono grandi, poichè il prezzo del materiale e la paga degli operai è esorbitante, con minaccia di aumentare ancora di più.

In questi mesi tanto l'esimio nostro Console Italiano, Conte G. Naselli, e varii altri membri principali della Colonia, quanto il nostro D. Piperni con gli altri confratelli, si adoperarono alacremente per ottenere sussidi ai nostri connazionali ed il loro lavoro fu molto proficuo. Il nostro D. Redahan è la molla di questo grande movimento ; egli lavora giorno e notte sopra le carte necescessarie da presentarsi al Comitato del fondo dei sussidii, e son grandi le somme già ottenute dagli Italiani col suo appoggio.

In Oakland i danni prodotti dal terremoto furono riparati, ed abbiamo organizzato una fiera per pagarne le spese. Finita questa, riprenderemo le scuole notturne ; i banchi sono pronti e già più di duecento giovani frequentano la scuola domenicale

Dalle Missioni

Matto Grosso

Alla Colonia del S. Cuore. (Lettere del Sac. Giovanni Balzola).

Dalla Fazenda del dott. Santos, 1 giugno 1906.

AMATISSIMO SIG. D. RUA,

SAPENDO quanto le tornino gradite le notizie di questa nostra missione, son felice quando posso riunire qualche cosa di notevole da comunicarle.

Grazie al Sacratissimo Cuore di Gesù ed a Maria Santissima Ausiliatrice, le nostre fatiche continuano a darci le più liete speranze. Credo che avrà già ricevuto a quest'ora una consolantissima relazione dal nostro zelante Ispettore D. Malan sull'ultìma visita che ci fece e che produsse (come sempre) copiosi frutti. Persuaso di questo, io le parlerò solo di ciò che egli non ha potuto presenziare.

Prima di tutto, lasci che ripeta anch'io col mondo intiero : « Oh ! quanto è buono il Sacro Cuore di Gesù ! Quanto è buona Maria Ausiliatrìce !

Nuova minaccia delle febbri - Il caso più grave - L'aiuto del Cielo.

Anche quest'anno, proprio nel mese di S. Giuseppe, comparvero come l'anno scorso quelle terribili febbri che ci avevano decimati tre volte gli indii venuti dal Rio das Mortes. Poveri indii ! già stavano per ripetersi le scene strazianti, ed io temeva fortemente che disertassero dalla Colonia. Era un continuo chiamarmi alle loro capanne, un continuo dimandar rimedii, ma, pìù che tutto, un continuo richiedermi : « Padre, dovrò morire? » Sopra pensieri, mi recava a vìsitarli, somministrava loro qualche medicina, ma alla domanda se dovessero morire o no, io non sapevo che rispondere. Tuttavia confidando nella Divina Provvidenza li assicuravo che non sarebbero morti. Ai poverini tornava allora la speranza ; ma quando aggravavasi qualcuno, mi trovava proprio imbrogliato.

Come scrissi altre volte alla S. V. Rev.ma i loro Bari, cioè i loro sacerdoti o medici, quando dicono che uno deve morire il tal giorno e la tal'ora, se non muore lo soffocano ; e quando dicono che non deve morire, se muore lo attribuiscono alla colpa del povero defunto dicendo che aveva offeso Bope (lo spirito del male) mangiando qualche cosa proibita, e così hanno sempre ragione. Ma io non poteva dire altrettanto. Che fare ? Guardi le disposizioni della divina Provìdenza. Il loro Bari principale ed una quindicina di uomini erano usciti ad una caccia di due settimane. In questo frattempo si ammalò gravemente una parente del Bari una giovane di circa 18 annì, sposa del buon indio Ambrogio Turriccia. Io la vedevo peggiorare e soffriva ; una sera venne un ragazzo a dirmi che portassi giorubocuru (Medicinali.) a quell'ammalata. Finii di mangiare, presi qualche rimedio e andai. Rimasi sbalordito, quando entrando nell'aldea sentii delle grida dolenti in quella capanna; corsi tremando, temendo che fosse morta senza aver potuto ricevere ìl S. Battesimo, entraì e la vidi lunga e distesa, gìà quasi tutta pitturata di urucù come sogliono fare ai moribondi, colle parenti e amiche che piangendo battevano le mani, come tante anime disperate, mentre una di esse con le mani piene di quel colore rosso scarlatto continuava a colorire quel corpo semispento. Le rimproverai che la sporcassero così, ma esse mi risposero che dovevano farlo perchè stava moribonda. Allora m'inginocchiai per terra accanto la morente ; la chiamai più volte, ma non dava più alcun segno di conoscenza. Aveva già il rantolo spezzato, ìl polso debolissimo, e le estremità gelate. Le versai in tutta fretta l'acqua battesimale sulla fronte, rassegnato omai a vederla spirare. Però mille inconvenienti mi si affollavano alla mente per quella morte. Avevano già mandato due giovanotti a chiamare il marito e dicevo fra me : « Egli arriverà e forse la troverà già nella sepoltura.... Per questo lascierà la Missione e se ne andrà di nuovo per la foresta, e con lui andrà il suo buon fratello Giacomo, e Agostino e Vincenzo e il vecchio Tobia loro padre.... » Insomma prevedevo una grande emigrazione....

Che fare ? Eravamo nella novena di S. Giuseppe ; pertanto la raccomandai con gran fede, (ma lo confesso con poca speranza, vedendola con tutti i segnali di prossimo trapasso) a questo nostro glorioso Patrono, al Sacro Cuore di Gesù, a Maria SS. Ausiliatrice e poi, dovendo lasciarla, feci ancora un po' di coraggio ai circostanti e mi ritirai. Il cuore mi diceva: Se ricevi una tal grazia non potrai in niun modo astenerti dal pubblicarla sul Bollettino! Ebbene, amatissimo Padre, per finirla, le dirò che la moribonda andò da quell'ora migliorando a poco a poco, ed ora è in perfetta salute. Ne sia ringraziato il Signore ! Quando arrivò lo sposo, lei era fuori di pericolo, e questo mi servì molto per dir a tutti quanto è buono il Papai Grande Gesù e la Muga Grande Maria. E, grazie a Dio, fu questa l'unica seria minaccia di morte !

Le prime Comunioni - Il mese di Maggio - I fiori alla Madonna.

Come già le avevo scritto, stavamo preparando alcuni alla prima Comunione pel Santo Natale, ma per diversi motivi la commovente cerimonia si dovette rimandare a più tardi. Infatti si scelse la domenica delle Palme, in cui avemmo tra noi l'amatissimo nostro Ispettore. Di questo importantissimo atto, della gioia che si sperimentò in quel giorno (in cui fece pure il suo debutto la fanfara dei nostri indietti) non le dico nulla, perchè son certo che queste notizie omai non tornerebbero più nuove al suo cuore. Però, non posso tacere dell'impressione che ebbi io il sabato seguente quando i primi comunicati chiesero spontaneamente di confessarsi per far di nuovo la S. Comunione ! cosa che continuano a fare, non solo con regolare frequenza, ma pur con pietà, raccoglimento e piena conoscenza dell'atto che compiono.

Grazie a questa fioritura di edificante pietà tra i ragazzi e le ragazze, avevo stabilito di celebrare con un po' più di solennità la festa di Maria Ausiliatrice preparando altrì alla prima Comunione. Incomincìammo quindi il mese di Maria raccogliendo tutti i ragazzi alla recita del Santo Rosario. Ciò che in essi influì molto a celebrarlo con più divozione fu una bella immagine di Maria Ausiliatrice, che ci portò il nostro Ispettore, colla quale si formò un altarino nella povera cappella ancor coperta di paglia. Pei primi giorni misi io ai piedi di Maria alcuni mazzi dì fiori, ma la domenica parlai naturalmente della Madonna e raccontai l'esempio che riferisce anche S. Alfonso nelle sue Glorie di Maria, di quella pastorella, la quale avendo portato per tutto il mese delle ghirlande di fiori campestri ad una divota immagine della Madonna, meritò di vedere accanto al suo letto di morte la Vergine stessa tra un coro di verginelle che recava in testa l'ultima corona di fiori. e Così, dissi, dovete fare anche voi - acheragugì, occorebba, magari macacai Muga grande Maria, Maria taido macaguraga medo pichiriri... portare fiori molti, darli alla gran Madre Maria, e Maria sarà molto contenta dei ragazzi ! » Bastò. Dopo messa i piccoli amici corsero subito in cerca di fiori e ne portarono un fascio addirittura ai piedi dell'altarino. Li lodai di quella buona dìsposizione, ed essi contenti non lasciarono poi un sol giorno di abbellire con una splendida varietà di fiori l'altare di Maria SS. Ausiliatrice (1).

Proseguendo con tanta divozione il bel mese mariano, io stavo aspettando qualche grazia speciale dalla Madonna, che fosse proprio il premio alla buona volontà e divozione dei nostri indietti ; e con questa ansietà attendavamo il 24 maggio, quando ricevo da Cuyabà un telegramma che se veniva a sospendere la nostra festa, era però un pegno della bontà di Maria.

Il regalo della Madonna - La terza Colonia.

A 130 chilometri dalla nostra Colonia in direzione di Cuyabà, trovasi la bella fazenda con case, buoi, cavalli, vacche, muli ecc. del nostro grande amico e benefattore dott. Santos, la quale da qualche tempo era stata messa in vendita. Il nostro Ispettore l'avrebbe comprata troppo volontieri a benefizio di questi indii, se avesse avuto un 6o.ooo lire. Non si era ancor presentato alcun compratore, e il padrone, caduto infermo, risolveva di venderla a qualunque prezzo alla Missione, non solo per togliere dagl'imbarazzi la famiglia, ma anche per favorire direttamente l'opera nostra redentrice. E D. Malan, il 15 maggio, primo giorno della novena di Maria SS. Ausiliatrice, poteva, con obbligazioni e con speciali aiuti, stendere il relativo contratto. Il telegramma pertanto mi ordinava di andare a prender possesso del terzo centro di Missione ! Il povero Dott. Santos tre giorni dopo moriva ! Sia pace all'anima sua : ella trovi in seno a Dio un premio degno della sua carità !

Ebbene, l'istrumento sì fece, come ho detto, il primo giorno della novena di Maria Ausiliatrice, e il giorno della festa, il 24 maggio, potei celebrare la prima messa nel nuovo centro che servirà a raccogliere le famiglie degli indiì più civilizzati, per avvicinarli gradatamente al mondo civile. Come sono ammirabili le vie della Divina Provvidenza!....

Ritornato alla Colonia, determinerò il giorno della Festa di Maria Ausiliatrice e delle prime Comunioni.

Tuttavia mentre ci rallegrano i frutti che si raccolgono e le speranze che ci fan concepire i fanciulli, ci rattrista lo stato degli adulti, poichè quantunque non si oppongano ai nostri insegnamenti, pure non lasciano di continuare nei loro selvaggi costumi e nelle loro diaboliche superstizioni

(1) Questo spontaneo slancio di tenera divozione alla Madonna ci fa ricordare i bei versi del Manzoni nell'ode « Il nome di Maria ».

In che lande selvagge, oltre quai mari,
Di si barbaro nome fior si coglie,
Che non conosca de' tuoi miti altari
Le benedette soglie?

Una strana cerimonia - 4 nuovi iniziati alla vista dell' « aigge ».

Ultimamente ripeterono le macabre loro cerimonie per le ossa di alcuni morti del marzo dell'anno scorso ; e, generalmente, a queste funzioni che durano sempre più giorni tien sempre dietro anche la parte allegra. Questa volta fecero una funzione, cui non avevo mai assistito. Si fè già cenno nel Bollettino di quel pezzo di legno ovale e dipinto che legato ad una corda e ad un bastoncino si fa girare con forza sopra la testa producendo un forte frum frum.... E perchè? girando violentemente l'aigge, essi van girovagando pei campi per allontanare l'anima di quei defunti di cui stanno ripulendo le ossa, ma guai alle donne o ai ragazzi che vedessero l'aigge; ne morrebbero subito, subito !... Perciò in tal tempo le donne, i ragazzi e le ragazze si nascondono e si coprono gli occhi per non vedere.... Ma giunti all'età di 15 o 16 anni, i giovani vengono sottoposti ad una funzione speciale per esser iniziati alla vista dell'aigge e nello stesso tempo per stornar da loro ogni pericolo.

Questa volta furono 4, tra i quali Romano, uno di quelli che aveva fatta la sua prima Comunione e che voleva confessarsi ogni sabato. Siccome egli è presso di noi come interno e fa il falegname, suo padre lo venne a chiamare, dicendo che voleva condurlo a veder l'aigge. Gli risposi di no, che il figlio non aveva più bisogno di tali sciocchezze.... Ma il galantuomo diede alcuni giri e poi di nascosto si condusse via il ragazzo, che era pieno di vergogna per doversi sottomettere a quella funzione. Accortomene mi recai tosto nell'aldea e trovai i 4 giovani denudati che si lasciavano dipingere di colore di urucù. Mi mostrai un po' malcontento che stessero pitturando quei giovani che già avevano ricevuto il Battesimo,... ma il Bari ed i capitani sì discolparono col dire che bisognava fare così, che però sarebbe l'ultima volta, e li avrebbero lavati subito, subito. Che fare ? bisognava aver pazienza !... Anche ì vecchi erano tutti dipinti in diverse forme, anzi due apparivano coperti di fango dalla testa ai piedi come porci in brago; ed altri erano vestiti di foglie di alberi e di palme. I 4 ragazzi se ne stavano nel baito (il capannone delle funzioni) seduti in semicircolo con arco e freccie nelle mani. Gli adulti si allontanarono di là per 20o metri, quindì indietreggiarono come in processione, alcuni battendo forte i piedi, altri camminando come se fossero altrettanti quadrupedi, altri facendo girar l'aigge, e tutti imitando con urli altissimi la voce di diversi animali. Arrivati a un 1oo metri dal baito, uscirono i 4 giovani con altri indii. Scontratisi i due drappelli, tutti si misero a gettar fango sopra i quattro iniziati con urla di cani furiosi, coprendoli di fango dalla testa ai piedi. Quei poveri ragazzi se la videro brutta ; avevano piena di fango anche la bocca ! Quindi mostraron loro 4 aigge che allora per la prima volta dovevan vedere! essi le presero in mano e cominciarono a sventolarle... Finita la funzione, diedi ai quattro poverini un pezzo di sapone e li mandai a lavarsi...

Ecco, amatissimo Padre, come stiamo passando la vita e quante cose dobbiam vedere !

Per non abusar troppo della sua bontà per ora faccio punto, pregandola caldamente di raccomandare questa povera Missione alla carità dei buoni Cooperatori.

Voglia intanto, amatissimo sig. D. Rua, gradire i nostri più cordiali saluti e trasmetterli agli altri veneratissimi Superiori, e raccomandarci alle loro preghiere. Ella pure ci voglia benedire tutti, ma specialmente benedica al suo

Obb.mo figlio in Gesù e Maria Don GIOVANNI BALzoLA Missionario Salesiano.

Colombia. Cinque settimane a Contratacion.

(Lettera di D. E. Rabagliati al Sig. D. Rua) (1).

(1) Alle notizie ufficiali della vita che si vive ad Agua de Dios (ved. Pag. 325), facciam seguire questa lettera di D. Rabagliati, che ci parla dell'ultima sua gita al Lazzaretto di Contratacion, per soddisfare al legittimo interesse dei nostri lettori.

Contratacion, 22 luglio 19o6. VENERATISSIMO E CARISSIMO PADRE,

ANCHE questa volta, si è giunti felicemente all'altra riva ! Colla S. Cresima amministrata oggi per quest'anno la mia missione in questo lazzaretto è finita; e domani partirò per Bogotà, dopo 32 giorni di fermata.

Furono quattro o cinque settimane veramente piene. La prima settimana passò nel vestire di nuovo tutta questa grossa famiglia;da Bogotà erano partite con me dieci mule cariche di roba, comprata con denaro datomi dal Governo. Giunto qui, trovai una difficoltà che mi sconcertò non poco ; un mese prima l'Ecc.mo Mons. Vescovo del Socorro, mi aveva dato telegraficamente il numero esatto degli ammalati; ed io aveva fatto le provviste in proporzione del numero ricevuto ; ma ne trovai centotre di più, tutta gente arrivata sponte o spinte durante glì ultimi 30 giorni, e per disgrazia questi erano i più bisognosi. Come fare ? Si tagliarono le pezze di tela e di lana con tutta l'economia possibile, si soppresse il giubbetto agli uomini, qualche cosa di meno necessario per le donne, e così ce ne fu per tutti. Ne sia ringraziato il Signore, perchè tutti rimasero contenti, benedìcendo dal più profondo del cuore al provvido e generoso Presidente della Repubblica, Generai Raffaele Reyes, che in mezzo alle mille preoccupazioni del governo, sa interessarsi continuamente e seriamente di questi suoi compatrioti racchiusi nei lazzaretti, e loro non lascia più mancar nulla del necessario.

Infatti da un anno a questa parte, la vita in questi lazzaretti è veramente passabile ; la fame è scomparsa davvero, pagandosi settimanalmente e scrupolosamente l'assegno fissato per legge ad ognì lebbroso. Due anni fa, l'assegno giornaliero era di due pesos per ogni ammalato ; poi si passò a cinque; più tardi a dieci; ora da alcunì mesi si gìunse a quindici. So positivamente che la volontà dell'ecc.mo sig. Reyes era di dare ad ogni ammalato 20 pesos giornalieri (corrispondenti ad un franco di nostra moneta) e ne aveva già passato il mandato al Minìstro del Tesoro ; ma poi parve meglio di provare con 15 pesos, e si vide che sono sufficienti, almeno pel vitto, tanto più che si sarebbe pensato a parte a provvedere abiti, medici, medicine, come effettivamente si fece da un anno in qua. Oh! quam mutatus ab illo è ogni lazzaretto in questi ultimi tempi, e Deo gratias ben di cuore, perchè anche i Salesiani e le Suore addetti all'assistenza di questi lebbrosi, vedendo contenti e soddisfatti i loro protetti, si sentono più animati nel compire la loro difficile missione.

Negli ultimi tre mesi si è speso ben quaranta mila lire, solamente per vestire i lebbrosi dì Agua de Dios e di Contratacion, tutto denaro uscito dalle arche governative, con munifica generosità, alla quale applaude la Nazione intera senza una voce discordante.

Un'altra miglioria si è effettuata in questi lazzaretti, veramente importantissima ; mai ,e poi mai s'era potuto ottenere che un medico sano convivesse coi lebbrosi ; tutti i tentativi fatti in proposito avevano fallito. Ora s'immagini u i lazzaretto con molte centinaia di ammalati senza un medico ! Proprio con ragione molti lebbrosi si mostravano renitenti ad entrarvi ; poichè la mancanza di medico lasciava supporre la mancanza di medicine o di criterio nell'applicarle. Per questo quasi nessuno, ripeto, entrava nei Lazzaretti sponte, ma tutti vi venivano internati quasi per forza, grave inconveniente questo, in moltissimi casi. Invece in Agua de Dios ora vi sono due medici sani, splendidamente pagati (uno lire 1ooo e l'altro 750 ogni mese) oltre tre giovani praticanti, questi però ammalati.

Anche Contratacion avrà presto il suo medico, già nominato ufficialmente; se non è ancor qui è solo per mancanza di un alloggio conveniente.

Solo questa riforma, ha portato vantaggi rilevantissimi; si è già arrivato al punto di dover rifiutare a molti lebbrosi l'entrata nei lazzaretti per mancanza assoluta di posto, e ciò per decreto del governo, ìl quale ha già disposto che siano allestite convenientemente nuove case ad Agua de Dios; mentre il Lazzaretto di Contratación, a quanto pare, è deciso che sia trasferito ad altro luogo più confacente. Il punto a quest'uopo prescelto da una Commissione di medici e di ingegneri, chiamasi Cepità, sulla sponda destra del fiume Jordan (Giordano) a 16 leghe di qui ; un vero paradisino per questi cari amici, dei quali molti che lo conoscono non vedono l'ora di andarvi. Ma di ciò in altra mia, appena abbia una risposta definitiva dall'Ecc mo Generai Reyes che volle personalmente trattare questo punto importante, riservandosi il diritto della scelta del luogo, quando avesse in mano le relazioni scritte della Commissione (1).

Ma troppo ho divagato, e mi rimetto in carreggiata.

La seconda settimana si passò in divertimenti, almeno per due ore al giorno. Verso le 4 di sera si dava un tocco speciale di campana, e tutti gli ammalati, si radunavano davanti la casetta del Cappellano, gli uomini con sedie, le donne con piccoli tappeti (lo stesso che usano in chiesa sul quale s'inginocchiano e si siedono, non essendo qui in uso i banchi); ognuno prendeva il posto che più gli conveniva. Radunatisi tutti, si dava principio al divertimento. In una borsetta io collocava 50o numeri, dall'1 al 500 ; in apposito quaderno si trovavano i nomi dei 500 ammalati con assieme uno dei 50o numeri, e si gettava la sorte ; il numero vincitore, che veniva proclamato a voce alta, aveva diritto ad uno dei molti premi esposti alla vista del pubblico.

Erano fazzoletti, calze, cappelli, pettini, alpargates (scarpe fatte di corda, le uniche che usano i poveri) pantaloni nuovi ed usati, giubbe, camicie ecc. Vi erano anche ogni giorno alcune coperte di lana e vari paracqua che erano gli oggetti comunemente preferiti. Mancando oggetti, si suppliva con denaro, non meno di un franco per ogni premio. Ogni qual volta il vincitore era dei privilegiati, lo si festeggiava con una suonata o cantata del grammofono, che non dimentico mai quando vado ai lazzaretti. Insomma si passavano a questo modo due orette ogni giorno con cinquanta o sessanta premiati, cosicché nella settimana uscì dalla borsetta il nome di tutti, e tutti furono premiati, con immenso diletto di questa nostra Comunità.

La terza settimana fu tutta consacrata alla missione, che riuscì consolante. Ogni mattina alle 7 , alla sera alle 6 (le ore destinate alle prediche) alle 12 per il catechismo che si faceva in tre sezioni (bambini, fanciulle, adulti) la chiesa era sempre piena zeppa, come non l'aveva mai vista negli anni passati. L'entusiasmo andò ogni dì crescendo fino al termine della missione, che il Signore benedisse proprio speciali modo. I più famelici della parola di Dio erano i nuovi arrivati negli ultimi mesi, i quali per la loro condizione da anni ed anni non erano più entrati in una chiesa. Di questi credo che non mancò un solo a fare le proprie divozioni, e fra i primi fu un nostro italiano, un toscano, venuto qui spontaneamente due mesi or sono, appena si sentì addosso il male.

Il lavoro forte fu per i tre confessori, che dovettero lavorare giorno e notte per contentar tutti. Le Comunioni negli 8 giorni che durò la missione, oltrepassarono le due mila, perchè oltre i 500 lebbrosi vi è, come sa, un gran numero di sani, che accompagnano gli ammalati, e molti altri vennero dalle campagne e paesi vicini.

La quarta settìmana fu dedicata alle 40 Ore che riuscirono oltremodo solenni per la novità. In tanti anni è questa la seconda volta che si tengono le 40 Ore in questo lazzaretto. Quasi tutti gli ammalati spontaneamente tornarono ad accostarsi ai Sacramenti, preparati come si trovavano dalla missione precedente.

La quinta ed ultima settimana fu destinata alla Santa Cresima che venne conferìta a tutti quelli che non l'avevano ancora ricevuta ; e trovando un po' di tempo libero, si tornò alla lotteria e al grammofono come nella 2a settimana, per un paio di ore per giorno, nel che tutta questa cara gente si distrae e si diverte un mondo ; ma bisogna pur che aggiunga che più di tutti si è divertito lo scrivente, nel vedere così contenti questi suoi cari amici.

Oggi, ultimo giorno della mia permanenza, fu riservato alle prime comunioni dei fanciulli e delle fanciulle, ed alla festa di S. Luigi loro Patrono. Domani partirò per Bogotà, dove spero arrivare fra sette giorni se le strade saranno discrete e le mule faranno bene la loro parte, cosa sperabile dopo 32 giorni di riposo assoluto.

Mi perdoni la forma sconnessa di questa relazione gettata giù in tutta furia per la ristrettezza del tempo, volendo partire domani ad ogni costo per motivi urgenti. Benedica ai 4 Salesiani addetti a questo lazzaretto, alle 6 Figlie di Maria Ausiliatrice che assistono i malati dell'ospedale, e a tutti questi carissimi lebbrosi che sono pur suoi figli. E un'ultima benedizione, che vorrei fosse giornaliera, l'invii a questo tutto suo

Aff.mo figlio in Domino

Sac. EVASIO RABAGLIATI Missionasio Salesiano.

(1) In una lettera posteriore (del 12 agosto) D. Rabagliati scrive che giunto felicemente a Bogotà fu subito invitato a palazzo dell'Ecc.mo sig. Presidente, il quale l'accolse tenendo in mano il decreto di traslazione. Di quei giorni erano già andati in commissione a Cepità Mons. Vescovo del Socorro e il Governatore di quel Dipartimento, d'incarico del Governo, per l'espropriazione della sessanta o settanta case esistenti nel paesello : per cui in dicembre o gennaio (che sono in Colombia i più bei mesi di estate) forse si potrà realizzare il trasporto del Lazzaretto di Contratacion. Sarà questo un documento imperituro del caldo amor patrio e dell'attività dell'attuale Presidente della Repubblica.

Patagonia Meridionale

Dall'Isola Dawson.

Le conquiste della Religione.

(Lettera del catechista Pietro M. Rossi). Isola Dawson, Missione S. Raffaele, 11 agosto 19o6.

REV.MO SIG. D. RUA, conoscendo quanto a lei, e ai lettori del Bollettino Salesiano, tornino sempre gradite le notiz e dei nuovi cristiani di queste lontane regioni, ho creduto bene di raccoglìere qualche noterella in proposito, che ora son lieto d'inviarle.

Pietà e lavoro. - Undici indii che tornano alla Missione.

Dopo la pratica dei precetti della nostra Santa Religione, ciò che ha contribuito in modo speciale, e contribuisce tutt'ora a rendere morigerati e buoni gli abitanti di queste lontane Terre del Fuoco, è senza dubbio il lavoro. Si può dir co verità, che nella nostra Missione di Dawson tutti indistintamente si guadagnano il pane col sudore della fronte. Persino le indie, durante il giorno, si uniscono in un grande laboratorio, e ordinatamente si occupano in filare la lana. Al lavoro uniscono la preghiera ; e non lasciano mai passar giorno, senza recitare oltre le orazìoni del buon cristiano, almeno la terza parte del Santo Rosario, le Sette Allegrezze della SS. Vergine, e le Litanie Lauretane. Il primo venerdì del mese mese si accostano ai SS. Sacramenti, e cantano con noi le Litanie del S. Cuore di Gesù.

I fedeli di queste ultime Terre possono molto bene servir d'esempio a molti dell'antico continente. Alcuni, specialmente coloro che custodiscono le pecore, per venire ad ascoltare la S. .lessa alla domenica, tra andata e ritorno, percorrono 28 ed anche 30 chilometri !

Nella scuola si dà naturalmente la massima importanza allo studio della Religione, e tutti amano davvero la storia sacra, il catechismo, e la vita di Nostro Signor Gesù Cristo, senza trascurare il libro di letture, la storia patria, la geografia, l'aritmetica e la storia universale. La vita del Pastorello delle Alpi, del giovanetto Savio Domenico e il periodichino la Spiga d'oro sono libretti molto conosciuti e letti con avidità e non poco profitto. Gli adulti però non apprendono a leggere ; anzi è necessaria molta pazienza per far loro imparar le orazioni del buon cristiano. Il vecchio Eliseo, per esempio, sebbene reciti abbastanza bene il Pater noster e l'Ave Maria, non ha ancor potuto imparare la seconda parte del Gloria Patri ; sicchè quando colui che guida le orazioni ne ha recitato la prima parte, ìl buon vecchietto che non arriva a tener in mente il Sicut erat, ripete con tutta divozione : Gloria al Padre, al Figlio, ed allo Spirito Santo

Il io luglio, il nostro paesello di San Raffaele, era tutto in movimento. Appena vidi sventolare la bandiera nel centro della piazza, m'incamminai coi ragazzi alla spiaggia per vedere che c'era di nuovo. Erano arrivati undici indii dalla Terra del Fuoco : alcuni non avean più visto la Missione da circa quattordici mesi. Allontanatisi, dopo aver considerato il loro miserabile stato, avevano risolto come il Figliuol prodigo di far ritorno alla casa paterna ! Vennero accolti coi segni della più viva gioia ; si uccise un grosso vitello, e si diede subito a tutti il necessario alimento. Qualche settimana prima, era anche arrivato dall'Isola Grande un giovane fueghino dì circa 19 anni, il quale aveva servìto per molto tempo in una estanzia di un proprietario inglese, e non era mai stato alla Missione. S'incominciò subito ad istruirlo nei prìncipali misteri della Fede Cattolica. Per il giorno 8 settembre, speriamo sia sufficientemente istruito, da essere rigenerato anch'egli nelle acque salutari del Santo Battesimo.

La morte edificante di alcuni giovanetti cristiani - Una bella preghiera - Il cimitero della Missione.

La divozione all'Augusta Madre di Dio, Maria Santissima, che è la gemma più fulgida che brilla nella corona dei predestinati, è profondamente radicata nel cuore di questi nostri fratelli. Per farsene un'idea basterebbe aver assistito o presenziato anche una sola volta la solenne processione che si suol fare il giorno 8 dicembre, festa dell'Immacolata Concezione. Quelli che pochi anni addietro andavano girovagando seminudi a guisa delle bestie, in simile circostanza, dopo essersi accostati ai Santi Sacramenti, tra il suono festivo delle campane ed il canto solenne e devoto del Magnificat, dell'Ave Maris Stella e di altre laudi sacre, alcuni con bianchi gigli in mano ed altri con candele accese, fanno bella corona all'Immagine della nostra Celeste Regìna! E la loro divozione non è momentanea o passeggera ; ma stabile e perseverante sino al termine della vita.

In varie occasioni, trovandomi al fianco di alcuni nelle ultime loro agonie, dovetti esclamare che è veramente preziosa la morte dei veri devoti di Maria.

Ad esempio, tornava, non è molto, dalla Punta SS. Pietro e Paolo, quando mi avvisarono che il giovane indietto Stanislao, che trovavasi da qualche giorno in infermeria, aveva già ricevuto gli ultimi Sacramenti e desiderava parlarmi. Non me lo feci dir due volte ; consegnai il cavallo all'indio Clemente, e corsi al suo capezzale. Dopo avermi salutato e chiesto perchè non lo avessi visitato il giorno innanzi, mi soggiunse con tranquillità che aveva poco tempo da restare in questo mondo, e presto sarebbe passato all'eternità. Tentai di fargli coraggio, dicendo che il male non era poi tanto grave. « Ma io non ho paura della morte, sa ? » soggiunse con volto sorridente : « Anche questa mattina ho pregato la SS. Vergine ed il mio Angelo Custode e son contento : starò poco tempo in Purgatorio e gesto andrò in paradiso ». Vedendolo così ben disposto, incominciammo a parlare della misericordia di Dio, della bontà di Maria SS., del nostro buon padre Don Bosco e dell'eternità con suo grande contento. Dopo qualche ora, mi accorsi che il respiro incominciava a farsi un poco affannoso ; die' allora un ultimo sguardo ad un'immagine di Marìa Ausiliatrice e poi chiuse soavemente gli occhi, a guisa di chi si addormenta nel più placido sonno !

Il giovane Stanislao era entrato da poco nel 14° anno di età. Con molta divozione si accostava quasi ogni settimana ai SS. Sacramenti , e faceva regolarmente l'esercizio della buona morte. Aveva letto la vita del virtuoso giovanetto Savio Domenico e si era fatto famigliare il detto: I miei amici saranno Gesù e Maria. A tergo di un'immagine della Sacra Famiglia teneva scritta una breve, ma preziosa orazione, che recitava molto sovente e che io trascrivo affinché non vada perduta.

«Oh dolce mio Gesù ! oh Mamma mia Maria gradite, ve ne prego, il bel patto che io desidero molto di fare con voi ! Il patto consiste in questo che anche nel decorso di questo giorno io bramo e sospiro ardentissimamente di emettere Bell'intimo del cuore, ad ogni mio respiro, col più grande affetto possibile, verso dei vostri santissimi ed amabilissimi Cuori, tanti e tanti atti di amore, di adorazione, di ringraziamento e di lode, quante sono le goccie d'acqua dei mari, dei fiumi e dei laghi di tutto il mondo. Desidero poi unirli a tutti quelli che vi hanno dato e vì daranno tutti gli Angeli e tutti i Santi del Paradiso : e tutto questo per risarcirvi dei tanti, disgusti ed oltraggi che ricevete continuamente dagli eretici, dagl'infedeli e dai cattivi cristiani ».

Quest'orazione la recitavano già con santo ardore anche parecchi altrì suoi compagni ; quindi facilmente si può immaginare qual tesoro immenso di meriti si siano acquistati per la vita eterna ! A molti di questi giovani indietti che hanno finito i loro giorni qui con noi ben si può applicare il detto della Sacra Scrittura : in Poco tempo han vissuto molti anni

Nel giorno del Giudizio Universale il cimitero di questa Missione dovrà presentare uno spettacolo degno della più grande ammirazione. Sono 754 i poveri indii battezzati, già sepolti in terra benedetta ed abbiamo fondata speranza per credere che tutti risorgeranno gloriosi per schierarsi tra gli eletti ! Che bel conforto per noi e pei nostri Cooperatori. A noi il pensiero di queste consolanti speranze riempie l'animo di consolazione. Il cimitero della Missìone è posto sopra una collinetta a cìrca venti metri dalla spiaggia del mare. Dal centro della Missione dista quasi mezzo chilometro. La salita costa un poco di fatica, ma viene abbondantemente ricompensata, poichè di là si scorge uno splendido panorama. D'estate è per noi un breve passeggio dei più favoriti.

Ci benedica, amatissimo Padre, e ci raccomandi sovente a Maria Ausiliatrice, affinchè su questa nostra Missione discendano abbondanti le benedizioni del cielo. Il suo

Aff.mo Figlio in Corde Jesu PIETRO MARIA Rossi.

IL CULTO di MARIA AUSILIATRICE

Noi siamo persuasi, che nelle vicende dolorose dei tempi che corrono non ci restano altri conforti che quelli del cielo, e tra questi l'intercessione potente di quella benedetta che fu in ogni tempo l'Aiuto dei Cristiani.   PIO PP. X.

Pel 24 corrente.

OLTRE le private intenzioni dei nostri benefattori, nelle sacre funzioni che si celebreranno nel Santuario il 24 corr., avremo anche quest'intenzione generale che raccomandiamo a tutti i lettori

Ricorrendo in questo mese il XXXI° anniversario della prima spedizione di Missionari Salesiani, raccomanderemo con particolare affetto alla nostra pietosa Ausiliatrice tutte le Missioni di D. Bosco.

NUOVE CHIESE E CAPPELLE.

MENDOZA (Repubblica Argentina). -Il 16 settembre u. s. si collocò la prima pietra di una nuova cappella che verrà dedicata a Maria Ausiliatrice. Grande fu l'affluenza dei divoti, con a capo le più distinte persone della città. Fra queste ci vennero segnalate il deputato provinciale sig. Ramón M. Rodriguez e consorte, il sig. Andrea Bello, agente consolare italiano e consorte, il sig. Ezechiele Tabanera e consorte, il signor Laureano Nazaz e sorella e la signora Milagro de Correa. Alla cerimonia tenne dietro un'accademia commemorativa.

NEW YORK. - Nel distretto parrocchiale di S. Brigida come diciamo diffusamente altrove, l'8 settembre s'inaugurò una splendida nuova cappella dedicata alla nostra pietosa Ausiliatrice.

MADRID. - La divozione a Maria SS. Ausiliatrice va ognor più diffondendosi dalla nuova cappella inaugurata l'anno scorso in quella capitale, ed oggi condotta felicemente a compimento. Siamo lieti di offrirne ai lettori la veduta della facciata e dell'interno.

Feste e date memorande.

MESSICO - 16 dicembre 1906! - È una data che rimarrà memoranda negli annali del Culto di Maria SS. Ausiliatrice. Il 16 dicembre p.

venturo verrà solennemente incoronata la taumaturga immagine di Maria SS. Ausiliatrice venerata nella capitale del Messico. Si prevede che per grandiosità di festeggiamenti e sopratutto per apparato, per intervento di devoti e pel numero di Vescovi presenti, la cerimonia non troverà riscontro in quella repubblica che nella memoranda incoronazione della miracolosa Madonna di Guadalupe.

Abbiam voluto preannunziare il lieto avvenimento, perchè son molti mesi, che quei buoni Cooperatori vi ci si vanno preparando, ed anche affinchè i devoti tutti di Maria SS. Ausiliatrice abbiano in ispirito a prendervi parte.

S. NICOLAS DE LOS ARROYOS (Repubblica Argentina). - In questa città va prendendo sempre maggior sviluppo la divozione a Maria Ausiliatrice. Nella scorsa festa titolare, che si celebrò il 27 maggio, venne inaugurata e benedetta nella Chiesa del Collegio Salesiano una nuova splendida statua della nostra gloriosa Regina. Erano presenti in qualità di padrino, il sig. Francesco Càmpora detto Chinco, gran benefattore dei Salesiani, e la signora Maria Doyle, donna di virtù non comuni e legata con grande affetto, come cooperatrice zelante, all'Opera di Don Bosco. La chiesa era gremita di gente ansiosa di vedere la desiderata Immagine. I giovanetti intonarono dall' orchestra un canto corale a Maria Ausiliatrice, ed allora si abbassò il velo della statua, mentre il celebrante, circondato da numeroso clero la benediceva solennemente.

« Grande, ci scrivono, fu sempre la nostra fiducia in Maria Ausiliatrice ; ma ora che ne abbiamo davanti le sue forme così ben scolpite, aumenterà assai la nostra confidenza, e saranno pure maggiori le grazie spirituali e temporali, che riceveremo indubbiamente dalla sua munificenza più che regale e dalla sua bontà materna. Quanto non dobbiamo a Maria Ausiliatrice ! »

ROJO (Repubblica Argentina). - Anche in questo modesto paesello, poco lungi da S. Nicolas de los Arroyos, va prendendo piede la divozione a Maria Ausiliatrice. L'anno scorso, in occasione d'una passeggiata degli alunni del Collegio di S. Nicolas a quel paese, veniva solennemente benedetto un piccolo quadro della nostra cara Madonna e collocato nella Chiesa Parrocchiale, in luogo distinto. Da quel giorno la dolcissima divozione andò sempre progredendo. Già si dovette cambiare il piccolo quadro ir. un quadro più grande, e non è lontano il giorno che questo sarà collocato su d'un proprio altare. Maria Ausiliatrice ha già fatto anche le sue prime reclute predilette in quel modesto paese; ha inviato cioè ben 12 giovanetti di Rojo al vicino Collegio di S. Nicolas.

S. LAZZARO REALE (Porto Maurizio). - Chi si fosse trovato la domenica 2 settembre in quest'ameno paesello, che giace sulla sinistra sponda dell'Impero, verso l'estremità superiore della valle d'Oneglia, avrebbe visto come quei cooperatori sanno onorare Maria SS. Ausiliatrice. Ogni anno, dal 26 maggio 1895 che segnò la prima festa, questa crebbe di solennità e splendore. Quest'anno la Parrocchiale era addobbata con sfarzo quale mai per l'addietro ; sulla porta maggiore si leggeva quest'iscrizione:

O Maria - Virgo Auxiliatrix - intercede - pro populo tuo -. Sull'altare maggiore, adorno di fiori e scintillante di lumi, spiccava, sotto ricco padiglione, la statua dorata della Vergine Ausiliatrice.

Grande fu l'affluenza alle sacre funzioni, specie alla messa solenne ed ai vespri, dopo i quali lo zelante Prevosto locale, D. Paolo Zunino (che ogni anno vuole riserbato a sè il dolce incarico di tessere le lodi dell'Ausiliatrice) parlò come egli sa parlare della Madonna di D. Bosco. La funzione terminò colla benedizione del SS. Sacramento : e a notte le alture sovrastanti il paese apparendo vagamente illuminate, mentre segnavano il termine della festa, annunziavano anche ai lontani che S. Lazzaro Reale aveva onorata in quel giorno Maria SS. Ausiliatrice.

MONTERUBIAGLIO D'ORVIETO. - Il giorno 8 settembre la Società Mutuo Soccorso di Monterubiaglio promosse una bella festa ad onore di Maria SS. Ausiliatrice. Al mattino il pievano D. Antonio Sabatini infra missam pronunciò un analogo discorso. Alle 10 preceduti dalla banda musicale e schierati dietro la bandiera, i soci, con a capo il Vice Parroco D. Amedeo Cecci e il loro Presidente, si recarono alla piccola Cappella di Maria SS. Ausiliatrice edificata nel 1900 poco lungi dal paese, quando scelsero la Madonna di D. Bosco a loro speciale protettrice. Dopo alcune preghiere ed il canto di alcune laudi, un nostro Confratello rivolse loro alcune parole, per infervorarli nella cara divozione. Tornati al paese vi fu la messa cantata. Maria SS.ma Ausiliatrice premii con l'abbondanza dei suoi celesti favori la pietà di quei ferventi devoti.

GRAZIE E FAVORI

Sei davvero potente, o Ausiliatrice !

Non c'era più umana speranza: i medici l'avevano detto, e la mia povera sorella, gravemente ammalata, doveva rassegnarsi ad un passo altrettanto difficile quanto doloroso: una operazione chirurgica!

Non c'era più speranza! Su questa terra no, ma lassù nel Cielo, pietosa e buona c'eri ancor tu, o potentissima Ausiliatrice

Il 24 maggio i dottori dell'ospedale di Casale, dove si era portata l'inferma, dichiararono necessaria l'operazione, e la fissarono per il 26. Io andai a trovare la povera malata, e trovandola in pessimo stato, feci accendere una candela all'Ausiliatrice dell'Istituto S. Cuore; mentre mia sorella non voleva saperne di operazioni, avendo ferma nel cuore la certezza della grazia.

Le infermiere intanto lavoravano per i preparativi ; il filo di seta stava già sul tavolino, e le suore confortavano l'inferma a rassegnarsi, e ad abbandonare ogni illusione... Essa rispondeva a tutti con un sorriso e con una sicurezza da sembrar follia: « L'operazione non me la faranno! »

Venne il giorno fissato: sabato. I medici, quelli stessi che avevano constatato due giorni prima essere la malata affetta da grave tumore, si adunarono. Quando l'udirono dichiararsi guarita, sorrisero di compassione, e più per compiacere l'ammalata che per speranza di scoprire qualche vero miglioramento, accuratamente la visitarono... Chi può immaginare le meraviglie di quei medici, quando trovarono perfettamente scomparso ogni male ?

Maria Ausiliatrice dal Cielo mi aveva guarita la sorella, la quale lo stesso giorno uscì dall'ospedale fra l'ammirazione di tutti, ed oggi io rendo pubblica la grazia, mentre invio una offerta in pegno di una riconoscenza e di un amore che non conosceranno tramonto

Ottiglio Monferrato, 20 Giugno 19o6.

LAVAGNO MARIA n. SARZANO. « Tu sola puoi salvarmela!....»

Lo scorso agosto mi giunse la notizia che mia mamma si trovava grave tanto, per accessi di mal di cuore e continui svenimenti, che i medici non le davano più speranza di guarigione.

Essendo desidesio della povera inferma il vedere questa sua unica figlia, e d'altra parte, essendo a me affatto impossibile recarmi a trovarla, stante la grande distanza che mi separava trovandosi essa in Polonia, collo schianto nel cuore dovetti rassegnarmi , ed offrire a Dio il sacrifizio di non veder mai più su questa terra la carissima mia genitrice. Questa pure, da donna cristiana, si rassegnò a morire senza vedermi, e però a mezzo d'una lettera ch'essa stessa dettò a' miei fratelli, m'inviò la sua materna benedizione, assicurandomi che moriva rassegnata e tranquilla nelle mani del Signore. Non so descrivere lo strazio del mio cuore nel ricevere quello scritto. Però sebbene mi si dicesse essere impossibile che l'inferma potesse guarire, anche a motivo della sua età di 75 anni, io sentivo nell'animo una grande fiducia nella Vergine Ausiliatrice, e ripetevo fra me stessa: « 7u sola puoi salvarmela!... » Cominciai pertanto una fervorosa novena alla Madonna di D. Bosco, ed oh! bontà grande di Maria... appena finita la Novena, seppi che la mamma aveva cominciato a migliorare. Ora sta bene, e con me rende infinite grazie alla potente Ausiliatrice dei Cristiani, che le ha ridonato la salute.

Conegliano Veneto, 21 agosto 19o6.

ANNA VALENGA.

Le « Grazie » di Maria Ausiliatrice.

Una signorina, cristiana di nome ma non di fatti, non volea sentir parlare della Madonna, anzi ella stessa confessò che non sapeva più nemmeno l'Ave Maria. Una mia sorella cominciò a parlarle della grande bontà, e misericordia della SS. Vergine, le raccontò le grazie che si leggono nel Bollettino Salesiano, e quella, al sentìrle cominciò a commuoversi e a piangere. Allora la mia sorella le diede una medaglia di Maria SS. Ausiliatrice. Quella la baciò e se la pose al collo; promettendo che tutti i giorni, mattina e sera, le avrebbe recitato l'Ave Maria, che volle subito imparare. Mantenne davvero la promessa: ed ora è una fervente devota, che fece già diverse novene a Maria Ausiliatrice per ottenere alcune grazie, e le ottenne.

Che tutti Ti onorino, e a Te fidenti si rivolgano nei loro bisogni, o potentissima Ausiliatrice !

Trento, 11 settembre 1906.

G. G.

Da morte a vita.

Una giovane di S. Pietro in Volta di circa 24 anni, di nome Antonia Ballarin di Brum, era ridotta agli estremi da fierissima malattia. Aveva già ricevuto i conforti di nostra Santa Religione, aveva dato alla vedova madre l'ultimo bacio dicendo : A rivederci in Paradiso: quando persona divota della Madonna di Don Bosco le suggerì di votarsi a Questa colla promessa di una S. Messa al suo Santuario in Torino e di ascriversi al Bollettino Salesiano.

Intanto le fu data un'immagine di Maria SS. Auxilium Christianorum che essa baciò riverentemente con gran fede e le fu posta sotto il guanciale. Mentre i famigliari preparavano il vestito per l'ora in cui sarebbe spirata, l'agonizzante sentì un po' sollevarsi nelle sue angustie, indi cominciò a sentirsi sempre meglio, così che dopo una discreta convalescenza l'altro giorno si portò alla Chiesa insieme alla madre a fare le sue divozioni non senza bagnare di lagrime riconoscenti i gradini dell'altare della Madonna, immaginandosi di trovarsi presso l'altare della sua Benefattrice nel Santuario di Valdocco in Torino.

La graziata offre cinque lire per una messa di ringraziamento, spiacente di non poter offrire di più.

Portosecco di Pallestrina (Venezia), 24 settem. 1906.

D. PIETRO ZENNARO, Decurione.

Invocando Maria Ausiliatrice!

In una bella e ridente vallata sparsa d'ulivi e d'aranceti che si stende presso il fiume Simeto, v'è l'umile mia casina di campagna. Là ogni anno uso passare alcuni giorni colla mamma ottuagenaria ed una figlia mia amica.

Il 27 del p. passato maggio tornai alla nostra villeggiatura. Non so perchè, una ripugnanza grandissima sentiva in andarvi!... i briganti che infestano le belle contrade!.. Mi feci animo e vi andai. Ma proprio la prima sera, mentre recitato il rosario innanzi ad un altarino, mi disponevo ad una cena frugale, voci sinistre giungono al mio orecchio: Mio Dio ! sarebbero mai i briganti? ! In preda alla più grande costernazione, mi precipito verso l'uscio, ed ecco due ceffi orribili pararmisi dinanzi e chiedere imperiosamente cena e ristoro. Lascio immaginare a chi è pratico di questi luoghi in quale situazione io mi trovassi. Con forza disperata chiudo l'uscio, e cado prostrata mormorando non so quale preghiera.

I ribaldi alzano la voce, bussano, imprecano, bestemmiano, per più di un'ora, giurano di toglierci la vita!.. « Maria, auxilium Christianorum, ripetei, baciando convulsivamente la medaglia, aiutatemi e farò un'offerta al vostro Santuario e Pubblicherò la grazia sul Bollettino ! » Terminata questa invocazione, i ribaldi quasi per incanto cessano le loro minaccie e si allontanano rapidamente... E non fu una grazia della Madonna di D. Bosco?

Piena di gratitudine adempio la promessa.

Bronte (Sicilia), 23 luglio 19o6.

MARIANNA PRESTIANNI.

Torino. - Aveva delle gravi febbri nella testa, per cui ero incapace della più piccola occupazione. La mia vita era di compassione e non dava più alcuna speranza. I medici si erano pronunziati a mio riguardo come affetta di un male insanabile. Capii in quella misera condizione che mi si raccomandava alla protezione di Maria Ausiliatrice con la promessa di far pubblicare la grazia nel suo Bollettino. Adesso sono sana e nel pieno possesso delle mie facoltà, e desidero di far sapere il segnalato favore che ho ricevuto da Dio mercè la protezione di Maria Ausiliatrice. Possa il mio atto di ringraziamento e di riconoscenza invogliare altri sofferenti a ricorrere a questa fonte inesauribile di grazie che è Maria Ausiliatrice.

17 ottobre 19o6.

Suor GIUSEPPINA ALICE.

Monteforte d'Alpone (Verona). - Oh! quanto è potente Maria. A Lei non si ricorre mai invano ! Difatti, nei giorni scorsi, Maria SS. Ausiliatrice si dimostrò tra noi Madre benefica : esaudì le preghiere di cento cuori, e mediante il valido e potente suo patrocinio affari di molto rilievo ebbero contro ogni aspettativa esito felicissimo. Evviva dunque Maria! ...

17 settembre 19o6.

Suor DOMITILLA ZADRA Figlia dei SS. Cuori.

Chieri. - Mia moglie Maria fu colpita dal tifo. Dal letto de' suoi dolori innalzò alla Vergine Ausiliatrice una preghiera piena di fede e speranza. Passò la crisi; il dottore curante meravigliato ci assicurò ch'essa era omai fuori pericolo, salva per miracolo ! Da parecchi giorni sta bene, ed ha ripreso le sue occupazioni, rallegrando col suo sorriso la casa e i figli che per lunghe notti avevano vegliato trepidanti al suo capezzale. Compio coll'animo pieno di riconoscenza la promessa di una offerta che valga a propagare sempre più il culto di Lei, Madre dei tribolati.

10 settembre 19o6.

GIOTTO MAURIZIO.

Torino. - Quante volte t'ho invocata col cuore stretto dall'angoscia, oppressa dallo sconforto, nei momenti che mi sentivo sola, immensamente sola! E Tu, o Vergine Ausiliatrice, hai asciugate le mie lagrime. Grazie, o Maria, d'esserti ancora una volta mostrata veramente Madre!

Vorrei dire a tutti la mia riconoscenza, vorrei che l'eco della mia voce si ripercuotesse in tutti gli angoli della terra affinchè tutte le anime che dolorano, ricorressero a Te che sei la speranza, il conforto, l'aiuto dei Cristiani.

Adempio alla mia promessa e depongo ai tuoi piedi la mia umile offerta ripetendoti ancora e sempre: - Grazie, o Mamma Celeste, grazie della Tua infinita bontà.

21 luglio 19o6.

MARIA VERZATTI.

Agugliaro (Vicenza). - Il mio bimbo Antonio si ammalò di meningite ed in breve fu ridotto a tale stato da farci perdere ogni speranza nell'arte medica; ma non svanì la mia speranza nell'aiuto del Cielo. Venni a conoscere la divozione a Maria SS. invocata sotto il titolo di Aiuto dei Cristiani e udii delle grazie che il Signore per sua intercessione concede a coloro che sotto questo titolo la invocano. Cominciai subito una novena colla promessa. d'una offerta per la celebrazione di una messa di ringraziamento all'altare della Vergine e di pubblicarne sul Bollettino Salesiano la grazia. Potenza di Maria! il bambino poco dopo diede segni di miglioramento ed ora è fuori d'ogni pericolo.

Grata e riconoscente, spedisco una tenue offerta in soddisfazione della promessa e prego di pubblicare questa mia, acciò sempre più cresca nei fedeli la fiducia in una Madre così buona e potente.

17 settembre 19o6.

ANGELA POLDE.

Riva di Chieri. - Con vivissimo sentimento di gratitudine rendo pubbliche grazie alla SS. Vergine Ausiliatrice per la prodigiosa guarigione accordatami.

Affetta da malattia nervosa alla spalla destra per circa due anni, per dichiarazione di varie celebrità mediche si temeva dovessi rimanere disgraziata per tutta la vita, col braccio destro inerte, e colla testa curva sulla medesima spalla; tanto si erano ritirati i nervi. In casa era una desolazione, non più un'ora di gioia! Fu in tale stato di angoscia che unita all'unica sorella che ancor mi rimane in famiglia mi rivolsi con fiducia a Maria Ausiliatrice promettendo di far celebrare una messa, di recarmi io stessa in Valdocco a ringraziarla, e di pubblicare la grazia. La nostra preghiera fu esaudita. Maria asciugò le nostre lacrime. Riconoscente alla potente Ausiliatrice il 24 maggio u. s. adempii le mie promesse.

settembre 1906.

FASANO MARIA

Cooperatrice Salesiana.

Ierago. - Una mia scolara, per circa quindici giorni fu in lotta colla morte, tanto che il medico curante diceva, se era di mattino, che non avrebbe visto la sera, di sera che non sarebbe giunta al trattino.

Il grave malore cominciò col morbillo, poi visitata dal medico, la bimba si spaventò tanto che il morbillo disparve all'istante, ma subentrò una di quelle grandi febbri, quasi sempre a 41°, che ci faceva tremare; quindi si voltò in nefrite. Il dottore curante non dava più speranza di guarigione;. altro non diceva alla mamma che la lasciasse andare in paradiso. Da noi si pregava, e si pregava. La mamma non si rassegnò così facilmente, ma decisa di tentare ogni prova, deliberò di portarla all'Ospedale maggiore in Milano. All'indomani la bimba fu sottoposta all'operazione, la quale con meraviglia di tutti riuscì felicissima !...

Altra segnalatissima grazia: la guarigione di un tenero bambino, seguita da un'altra grazia più segnalata concessa al babbo del bambino graziato, ci concesse la Vergine Ausiliatrice. E quante altre grazie non ci ha elargite ancora! Com'è buona la nostra Santa Madonna! Sia Ella benedetta in eterno.

13 settembre 19o6.

Suor LUIGIA BARDINA.

Mendoza (Repubblica Argentina). - La signora Rosario M. Zapata da I5 anni soffriva orribili infermità di stomaco con vomiti. Più volte era arrivata all'orlo del sepolcro. I medici non trovavano rimedii per calmare i suoi continui dolori e vomiti. Quanti patimenti ! Quante spese inutili in medici e medicine! La signora Zapata non aveva più speranza che nell'aiuto del Cielo. Fu consigliata a rivolgersi alla Madonna di D. Bosco. Così fece, piena di fede e di amore verso Colei, che tanto ci ama. Promise di far pubblicare la grazia sul Bollettino Salesiano, se l'otteneva; e Maria l'ascoltò facendola guarire in pochi giorni dal terribile morbo. Da più mesi essa n'è immune. La signora Zapata venne dal paesello del Tupungato fino a Mendoza apposta per attestare la sua gratitudine a Maria Ausiliatrice chiedendo di far inserire la grazia nel Bollettino.

agosto 19o6.

Sac. MARCELLINO BERTOLOTTO.

Graglia (Novara). - Da più mesi una madre teneva il suo bambino molto sofferente. A nulla giovavano le cure più diligenti. Nello scorso luglio gli si era aggiunta una tosse convulsa, onde temeva di perderlo. Le venne il felice pensiero di porgli al collo la medaglia di Maria Ausiliatrice, colla promessa di un'offerta e di far pubblicare la grazia. Ora il piccino si può dire guarito, e la madre riconoscente adempie alla promessa.

12 settembre 19o6.

Suor FRANCESCA.

Carignano. - Riconoscente adempio la promessa fatta alla gran Madre Maria SS. Ausiliatrice, per l'ottenuta guarigione, nello scorso marzo, di un mio bimbo affetto da difterite.

Offro pertanto un oggetto in oro ed una tenue somma per la celebrazione di una santa messa nel suo santuario in Torino.

17 settembre 19o6.

GANDIGLIO CAROLINA.

Livorno. - Mia moglie Giuseppa Betti Vivoli sul finire dello scorso giugno, fu colpita da bronchite capillare, con ripetuti attacchi alla pleura ed alla base polmonare, accompagnati da tosse violenta e spasmodica che ne aggravava le sofferenze, oltre i soccorsi umani si ricorse immediatamente a quello celeste, e con tre devote novene alla Vergine SS. Ausiliatrice, questa si degnò intercedere dal Supremo Datore d'ogni bene, prima la mitigazione, poi il miglioramento, infine la cessazione degli attacchi morbosi.

Desidererei che ne fosse fatto pubblico cenno sul Bollettino, a titolo di riconoscenza.

8 settembre 19o6.

GUGLIELMO VIVOLI.

Mornese. - Il mio cuore erompe in un grido di riconoscenza e di gratitudine al sacro Cuore di Gesù ed a Maria SS. Aiuto de' cristiani. Da più mesi soffriva di catarro gastrico, ed insieme svenimenti di cuore. Consultai il medico condotto, che mi prodigò una diligente cura. Ma tutto riusciva inutile, ed il male invece di indietreggiare, andava vieppiù aumentando. Fu allora che mi sovvenni di ricorrere alla potente Ausiliatrice, essendo stato da lei altre volte esaudito, con una novena in suo onore. Alle mie si unirono le preghiere de' miei parenti, e con queste ottenni completa la grazia con sorpresa di tutta la famiglia.

Adempiendo oggi alla mia promessa, unisco una piccola offerta pel Santuario.

23 luglio 19o6.

LORENZO MAZZARELLO.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti.

A*) - Acqui: Aimar Ernesta 5 - id.: Chiappero Cristina - Alma Frabosa Sottana: Basso Angelina - Alba: Vignolo Prassede 10 - id.: Un Chierico del Seminario - Albo (Novara): Sac. Gerolamo Bucciotti - Alice Castello (Alessandria): Massara Francesca 1 - id.: Salussolia Luigia in Caldera - Aosta: Domaet Elena - Arignano: Carpineto Lucia - Arzignano: Bruttoneno Angela 2,45 - Atripalda (Avellilo): Una Religiosa del Conservatorio - Avegno (Svizzera): Bondietti Giacobbe 2.

B) - Barge: Trombotto Margherita - Barrafranca (Caltanisetta): Cristiano Gennaro D. - Bazzano di Paganica (Aquila): Mariani Teresina 5Bellinzago: Barbero Bietro - Bologna: G. Crispolti 5 - Bolzaneto: Lucchini Martino 2 - Borgo S. Bernardo di Carmagnola: Marengo Antonia - Borgo S. Martino (Alessandria): N. N. 2. - Boscomarengo (Alessandria): ved. Lago Maria - Buggerru: Gottini Giovanni 5.

C) - Cabiate (Como): Mauri ch. Enrico 5 - Cagliari: Porru Giuseppina 2.5.0 - id.: Boy Antonio 5 - Carmagnola: Ghirardi Marianna - id.: Tesio Cecilia 6 - Carcina (Brescia): Maggi Giuseppina 2 - Carezzano Superiore (Alessandria): Bellingeri Giuseppina - Carpugnino (Novara): Crova D. Agostino 4 - Cartasegna di Gabella Ligure: Scapolla Albina io - Casale Monferrato: De Giovanni Ernesta 2 - Caserta: Angelina Memartino - Casorate Sempione (Milano): Conte Alessandro Ridolfi Cassal 5 - Castelletto d'Orba: Musso Angela 5 - Cavergno (Svizzera): DadòLopreto Veronica 5 - Cervina (Alessandria): N. N. 2,50- Chievoldo: Cassan Domenico io - Cigliano Vercellese: Michela Luigi - Ciravegna (Pavia): Callegari Margherita 4 - Cintano (Torino): Cappa Domenica - Coggiola (Novara): Ubertalli Mariannina 20 - Coglio (Svizzera): Lanfranchi Maria 7 - Colonia del Capo di B. S.: Signora Rabbolini di Gonna (Knysna) - Corato (Bari): Capano Ernestina 25 - Costanzana Vercellese: Mezza Maria- Castigliole d'Asti (Alessandria): N. N. 4Costigliole di Saluzzo: M. A. - Cremolino: Priarone Andreina io - Curcuris (Cagliari): eh. G. C.

D) - Delebio (Sondrio): Sac. Daniele Compagnoni 20 - Diano d'Alba: Rosa Sinistrello.

F) - Ferrere (Asti): Valente Anna - Tresonara (Alessandria): Vernetti Angela 5o - Formello (Roma): Plini Silvia io.

G) - Gerra-Gambarogno: N. N. 5. - Giagnari (Brasile): Cristofori Eugenio 7 - Graglia (Novara): Signora Borrione - id.: Suor Francesca per una pia persona 5..

I)- Imola: M. C. M. 50

L) - Lead: Merengo Simone 5 - Legnanello (Milano): D. Roberto Bernasconi, coadiutore, 5 - Longone al Segrino (Como): P. Giudici Giuseppe 4 Lugo (Ravenna): L. Minzoni 10.

M) - Mango d'Alba: Teresa Vola ved. G. 5 - Mirabello Monferrato: Alessandrina De Martini 2 Molare (Alessandria)f Ester Accame 5 - Mombello: Virone Eugenia n. M. - id.: S. L. - Monasterolo di Savigliano: Busso Chiaffredo - Monselice (Padova): N. N. - Monteo Roero: Virano Margherita.

N) - Nezarine (Verona): Viglietti Rosalia 2 - Nicosia (Catania): Luigi Nicosia, Vie. Generale ed Arcirpete io.

O) - Odalengo Grande: Sereno Camillo 20 - Omegna (Novara): V. R. 2 - Ormea: Seno Maria 3 - Orsara Bormida: Carozzo Catterina 10 - Ottiglio Monferrato: Bonardi Teresa Croppo - Oviglio Monferrato: N. N. per due grazie, 12.

P) - Palermo: Lanza D. Gaetano 5 - Palestro: Chiabotti Catterina - Parma: Broli Giuseppe ed Elisa Germani, coniugi, 5o - Pavarolo Torinese Rufatti Teresa e Rufatti Francesco - Pelizzano (Austria) Irene Bontempelli 10 - Pensilvania: N. N. 25 - Perosa Argentina : Macari Maria - Piacenza: Liverani Antonio 5 - Piedicavallo (Novara): Candeli Luigia - Pieve di Teco: D. Ferrari Giovanni Battista io - Pizzoni: Cangermi D. Domenico - Podenzano (Piacenza): Annetta Danesi Pontelagoscuro (Ferrara) : Zammariotti Giuseppira a nome del cognato Alberghini Giovanni - Pralboino (Brescia): Galimberti Francesco - id.: Borgogna Marta 3 - Pralungo (Novara): Mercandino Elisabetta.

R) - Riva di Chieri: Marianna Gorgerino nata Gamba - Roma: Palmira Matteini U. 5, per la guarigione della sua bambina.

S) - Salerno: Ch. Lorenzo Borriello 2 - Saliceto: Rubino Giuseppe - Saluggia (Novara): Sac. Gabriele Momo 5o - San Nicolas de los Arroyos: Giovanna di Dominguez di Sanchez - S. Croce di Magliano: Prospero Arc. Tartaglia 5 - S. Albano (Pavia): Marini Giovanni 12. - S. Ambrogio di Torino: Favretto Luigi - S. Gallo (Svizzera): Osella Lucia - S. Giorgio Canavese: Il Parroco io - S. Martino: Patrucco Albina - S. Margherita di Bobbio (Pavia): Il Parroco 2 - S. Margherita Ligure: Frugono Teresa 5 - Santena (Torino): N. N. io-Sassello di Varazze:Annetta Ramorino - Schio (Vicenza): Una divota di M. AusiliatriceSelci (Perugia): Lurigini Domenico 1 - Sestola (Modena): Maria Corradi - Somma Lombardo (Milano): Pinazoni Giuseppe 5 - Stradella: ch. Angelini Lodovico 3 - Stroppiana (Novara): De Carlin Margherita io - Suco (Argentina): Ghidone Michele 5 - Susa: Baroni Alessandrina.

T) -Tinnura (Cagliari): Lai Maria io- Todi: La Direttrice dell'Istituto della Provvidenza - Torrazza (Porto Maurizio): Ferrero Orsola - Torino: Rama Margherita - id.: B. N. 5 - id.: Una figlia affezionata di Maria Ausiliatrice - id.: Preti Giovanni - id.: Sac. N. N. per segnalatissima grazia - Traves (Torino): Garavaso D. Egidio io Troina (Catania): Gaetana Compagnone 1,50 - Trino Vercellese: Morano Antonia.

V) - Vara Ho Pombia (Novara): Inzignoli Maria 7 - Varengo: Aichino Margherita - Vercelli: R. P. 5 - id.: Un cooperatore Salesiano, antico alunno dell'Oratorio di Torino, per segnalatissime grazie accordate ad uno dei suoi fratelli, io (ved. nota) - Verona: Maria Marcora 5 - Veronella: Malesani Teresa 5 - Verzasca (Svizzera): Pedrazzi Maria 5 Vezza d'Alba: Pasquero Secondo- Vicenza: Ceccato Erina 5 - Villacidro (Cagliari): Lorenzo Urrù - Villa Talla (Porto Maurizio): Marta Rossi 10 - Villaretto (Torino): Falchero Giuseppa - Volvera: N. N.

Z) - Zone (Brescia): Berardo Elisabetta e Ciocchi Battista.

X) - Zerbero Pietro - Maga Maria n. Sciacero 5 - Lina Albini - N. N. 7 a nome di pia persona, 3 per una grazia - Treglia Lucrezia 5 - M. D. - Una madre di famiglia angustiata per avere un figlio in età già matura e senza impiego, ringrazia Maria SS. Ausiliatrice, per averle concesso di vederlo convenientemente collocato (ved. nota).

NB. - Delle relazioni anonime o firmate con sole iniziali non si fa che un semplice accenno nell'elenco dei graziati.

Santuario di Maria Ausiliatrice

TORINO

Ogni giorno, celebrazione di una santa messa esclusivamente secondo l'intenzione di tutti quelli che in qualunque modo e misura hanno concorso o concorreranno a beneficare il Santuario o l'annesso Oratorio Salesiano. Per qualsiasi corrispondenza in proposito, rivolgersi al Direttore dell'Oratorio S. Francesco di Sales - Via Cottolengo, 32 - Torino.

Per celebrazioni di S. Messe, o per novene o tridui di Benedizioni col SS. Sacramento, rivolgersi al Rettore dei Santuario.

Ogni sabato, alle 7.30 speciali preghiere per gli associati all'Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice.

Dal 10 novembre al 10 dicembre.

20 novembre - SS. Martiri Solutore, Avventore ed Ottavio - Speciali funzioni alle 6, 7.30 ed alle 17.

22 novembre - S. Cecilia - Speciali funzioni alle ore 6, 7.30 ed alle 17.

24 novembre - Solenne commemorazione mensile di Maria Ausiliatrice - La devota funzione si compie alle messe delle 6 e 7.3o ed alle ore 17. - Indulgenza Plenaria.

29 novembre - Comincia la Novena dell'Immacolata.

5 dicembre - Triduo solenne dell'Immacolata Ore 6, messa, predica e benedizione ; ore 17, lode, predica e benedizione.

7 dicembre - Primo venerdì del mese - Ad onore del S. Cuore di Gesù, esposizione del SS. Sacramento dalla messa delle 6 alle 5 di sera.

8 dicembre - Solennità di Maria SS. Immacolata - Ore 6 e 7.30, messe della Comunione generale ; ore io, messa solenne; ore 15, vespro, panegirico e benedizione solenne.

Pel canto liturgico.

A facilitare la riforma del Canto liturgico così sapientemente sancita dal regnante Pontefice, nelle scorse ferie autunnali si tennero in più case salesiane brevi corsi di canto gregoriano e di musica sacra per cura dell'apposita Commissione Salesiana e per espresso desiderio ed incoraggiamento del signor D. Rua.

La Settimana Gregoriana di Cuorgnè ebbe un centinaio di inscritti, quali al corso di interpretazione delle melodie gregoriane, quali al corso pratico per l'accompagnamento delle medesime coll'armonium o coll'organo. E non erano tutti Salesiani gli accorsi a Cuorgnè anche da città lontane, ma v'intervennero pure alcuni seminaristi di varie diocesi e capi di scuole di canto nei rispettivi Seminarii, nè mancavano maestri e valenti organisti secolari, bramosi di apprendere ciò che è indispensabile per l'esatto adempimento della parte che ad essi spetta nelle sacre funzioni.

La Settimana s'inaugurò con un discorso del prof. D. Giuseppe Bertello sull'importanza delle disposizioni pontificie relativamente alla musica sacra e sull'obbligo di metterle in pratica.

Maestro dello studio d'accompagnamento fu il nostro confratello sig. Giuseppe Dogliani, e maestro di canto il salesiano Don Giovanni Grosso. Le sedute furono intercalate da varii saggi musicali. Il pubblico fu ammesso a un riuscitissimo concerto d'organo, dato dagli esimi maestri cav. Cecilio Manfredi, direttore della cappella musicale del duomo di Novara e dott. Paolo Copasso. La Settimana, encomiata e benedetta dall'Episcopato Subalpino, avrà, lo speriamo, consolantissimi frutti (1).

Un altro corso teorico-pratico per la retta interpretazione del canto liturgico, ebbe luogo nel Collegio salesiano di Caserta.

Un terzo, di quindici giorni, si tenne con esito davvero brillantissimo nelle Scuole salesiane di Sarrià, presso Barcellona nella Spagna, al quale convennero tutti i maestri di canto e di musica delle Case Salesiane di quel regno. Gl'insegnanti furono i medesimi della Settimana gregoriana di Cuorgnè. L'impegno, da una parte e dall'altra, non poteva esser migliore, e, conseguentemente, migliori non potevan essere i frutti. Un particolare eloquentissimo. Aprendosi il corso, furono scelti 12 giovanetti, ignari totalmente del canto, ai quali si tenne giornalmente una lezione, come scuola ai maestri presenti di educazione di voci bianche; e alla fine del corso, cioè dopo quindici giorni, quei bravi giovanetti seppero eseguire con piena intelligenza e con grazia elegante una bella messa in canto gregoriano !

Facciam voti che in tutti i nostri Istituti, ed anche negli Oratori festivi, si continui a coltivare amorosamente il canto liturgico, affinchè, come tanto desiderava Don Bosco, i Salesiani portino efficace contributo al rifiorimento di quelle armonie, le quali mentre rendono più decorose le sacre funzioni, fanno pur risaltare la grandiosità del culto esterno con cui si rende gloria a Dio.

(1) Ecco il programma svoltosi durante la Settimana gregoriana di Cuorgnè :
1. Giorno: Oremus - Epistola - Vangelo - Prefazio - Pater - Deus in adiutorium - Capitolo - Versetto - Lezioni.
2. Giorno : Salmodia - Canti sillabici - Credo - Antifthonae breviores della Madonna.
3. Giorno: Canti antifonali - Antifone maggiori - Introiti - Communio.
4. Giorno : Canti neumatici ed ornati - Graduali - Alleluia. 5. Giorno: Esecuzione della Messa e del Vespro del giorno.

Dall'Estero.

SMIRNE (Turchia). - Una visita Illustre. - Per la solennissima inaugurazione della nuova Scuola Femminile eretta a cura dell'Associazione Nazionale, essendosi recato a Smirne S. E. il Marchese Guglielmo Imperiali dei Principi di Francavilla, Ambasciatore d'Italia presso la Sublime Porta, anche le nostre scuole ebbero l'onore di una sua visita. Il 5 ottobre Sua Eccellenza si recò alla Scuola Tecnico-Commerciale. Lo accompagnavano il Console Generale d'Italia, il sotto-colonnello Elia, il marchese De-Medici, il Comandante dell'Archimede cap. Coma e molti ufficiali. Sua Eccellenza venne accolta dal Marchese Giustiniani, dal direttore e dal corpo salesiano insegnante. Nel ringraziare gli alunni della loro affettuosa accoglienza, disse loro che essi avevano un mezzo sicuro di divenire buoni cittadini: mostrarsi, in tutto, docili alta direzione dei loro venerati maestri. La colonia italiana era largamente rappresentata al solenne ricevimento. Il giorno 9 Sua Eccellenza visitò la Scuola popolare alla Punta, e là pure ebbe le più festose accoglienze dai numerosi alunni e da molti italiani, che popolano quel sobborgo operaio.

SIVIGLIA (Spagna). - Per lo studio del catechismo. - Segnaliamo con viva compiacenza il bell'esempio che han dato tutte le case salesiane dell'Andalusia, per animare , i giovanetti allo studio del catechismo. Ogni istituto dopo di aver stimolato i propri alunni con gare e saggi catechistici, inviò i più valenti a Siviglia per due gare collettive, una pei giovani più piccoli, un'altra pei più grandicelli. La prima riuscì così splendida, che i quattro giovanetti vincitori, dopo aver lottato per circa un'ora senza cadere nel minimo fallo, dovettero venir sorteggiati per l'assegnamento del io premio, che consisteva in un bel viaggio fino a Madrid; e la sorte favorì il giovanetto Luca Bravo del collegio di Cadice. Nella seconda gara riuscì vincitore il giovane Viedma Martínez del collegio della SS. Trinità di Siviglia. I saggi vennero presenziati da numerosissimo clero, con a capo l'Ecc.mo Arcivescovo di Siviglia, e benedetti con un affettuosissimo telegramma dal S. Padre.

Dall'America.

BATATAES (S. Paolo-Brasile). - La Colonia Agricola di S. Giuseppe e le annesse scuole, fondate nel 1904, hanno preso in poco tempo il più lieto sviluppo. Attese le continue richieste di nuovi posti per giovanetti, si è dovuto por mano ad un ampliamento del locale primitivo. Delle scuole dell'istituto già si avvantaggiano molti figli di italiani.

CONCEPCION (Chili). - Ci pervenne un bel gruppo dei giovanetti dell'oratorio festivo di Concepcion, proprio nei giorni in cui il terremoto richiamava su quella zona gli sguardi di tutti. L'abbiano riportato in questo numero, a titolo di incoraggiamento per la loro buona volontà e per l'impegno, con cui come ci scrivono - intervengono assiduamente all'Oratorio.

CORDOBA (Repubblica Argentina). - Il Collegio Pio X continua a prendere il più lusinghiero sviluppo. La costruzione del nuovo fabbricato, lungo circa 70 metri, a due piani e con spazioso porticato, è omai alla fine. La spesa vien coperta settimanalmente dalla Divina Provvidenza e da Maria Ausiliatrice, che con continue grazie e favori eccita molti suoi devoti a venire in soccorso a quest'opera.

I giovanetti dell'oratorio toccano regolarmente il mezzo migliaio..Si spera nei primi mesi del prossimo 1907 di poter inaugurare le scuole d'arti e mestieri. La città dimostra al nascente istituto la più schietta simpatia. La festa di Maria Ausiliatrice riuscì un trionfo; l'onorò di sua presenza Monsignor Cabanilla, vescovo ausiliare. A quella di S. Luigi intervenne Mons. Ferreira, altro vescovo ausiliare. Nella solennità del Corpus Domini un coro dei giovanetti cantori dell'Oratorio prese parte alla processione solenne, destando in tutta la cittadinanza grande entusiasmo pel canto liturgico.

La prima domenica di luglio nella chiesa dei reverendi Padri Domenicani si tenne una conferenza salesiana: presiedeva l'Ec.mo Mons. Zenon Bustos, vescovo diocesano, avente alla destra l'ecc.mo signor Governatore della Provincia, circondati dalle primarie autorità civili ed ecclesiastiche.

I Salesiani di Cordoba s'interessano pure della Colonia Italiana. Durante la novena della Madonna del Carmine, in una chiesa suburbana, diedero una missione pei nostri connazionali.

REPUBBLICA ARGENTINA. - Il Missionario D. Domenico Milanesio, che nel suo viaggio di ritorno in Patagonia si fermò qualche giorno nell'Uruguay e nella capitale dell'Argentina, ci manda queste notizie, le quali sebbene d'indole famigliare, non mancheranno di tornar gradite.

« Da Montevideo passai a Buenos Ayres a bordo di un vaporino che fa il tragitto tra queste due città sul Rio della Plata impiegandovi 14 ore. La prima sorpresa, che sperimentai all'entrare nel magnifico collegio di S. Carlo in Almagro, fu la veduta della gran mole della nuova chiesa in costruzione, la quale si eleva svelta e gigantesca accanto all'edificio del Collegio. La bella facciata artistica, le agili guglie che ne sormontano il tetto, la torre, la cupola sebbene non ancora del tutto terminale, la cripta che già si funziona, con un elegantissimo altar maggiore e graziosissimi altari laterali, fanno proprio onore al nostro caro confratello ed architetto D. Ernesto Vespignani, che di tutto ha tracciato il disegno. Ma se D. Ernesto si è distinto nel tracciar linee ed archi con tanta maestria, non è rimasto inferiore a lui il fratello D. Giuseppe che regge. quell'Ispettoria, in quanto che questi ha dato prova di rara abilità nel trovare i mezzi necessari per poter proseguirne i lavori.

» Il collegio è fiorentissimo e gli alunni oltre che allegri sono studiosi gli uni e laboriosi gli altri.

» In Bernal ho pure provato una gran soddisfazione nel vedere un bel gruppo di giovani bramosi d'ingrossare le file salesiane, e ben 200 esterni.

» Si trovano pure in istato di prosperità le Scuole e gli Oratori di S. Francesco della Plata, di Maldonado, di S. Giovanni Evangelista alla Boca, di Santa Catterina e l'oratorio festivo di S. Antonio. A La Fiala il nostro D. Zaninetti oltre la chiesina che seppe condurre a termine anni fa, ampliò notevolmente l'edificio del collegio per potervi ricoverare un maggior numero di pupilli e di esterni.

» In Bahia Bianca D. Guerra va ultimando la costruzione di un salone, spazioso dormitorio per alloggiare con un po' più di comodità i cento alunni interni che conta attualmente il suo collegio colla speranza di riceverne più tardi un maggior numero. Gli esterni son circa 450. Egli ha pure condotto a felice termine tre cappelle nei centri più popolati della campagna nei dintorni della città, cioè a Quatrero, Torquinst e Porto Militare, ed è in via d'intraprendere la costruzione di un'altra, a Porto Comerciale, distante circa 10 chilometri dalla città ».

D. Milanesio, ai primi di settembre, sostava anche in Viedma per catechizzare alcuni indii araucani detenuti in quelle carceri : quindi ripartiva per Junin de los Andes.

Nel mese dei Morti.

Pii Cooperatori e pietose Cooperatrici ! per quella carità che ci rende come fratelli di una stessa famiglia, non dimentichiamo, particolarmente in questo mese, le anime dei Cooperatori defunti. Rammentiamo le parole di Gesù : « La misura che avrete usato per gli altri, sarà pure adoperata per voi. (1) »

(1) Matt., VII, 2.

Defunti dal 15 marzo al 15 maggio.

Ronco Domenico - Pinerolo, Torino. Rossetti D. Vincenzo - Verona.

Rosso D. Lorenzo, parroco Cossilla Matr., Novara. Ruffoni D. Giuseppe Achille, prevosto - Castelletto-Tic. Ruffini Manlio - S. Maria del Piano, Ancona. Rustici D. Sebastiano, rettore - Agugliano, Ancona. Ruggier Edgardo - Cospicua, Malta. Stancanelli D. Luigi, arciprete - Novara Sicula, Messina. Salvadori baronessa Elisa n. Zavatta - Riva sul Garda. Simonini Annibale - Serravalle, Austria. Sangiuliano Maria Fedele - Montenero. Sozzi Teresa, maestra - Brembio, Milano. Solaris Sebastiano - Cagliari.

Spada-Rossi Pasqua - Possagno.

Spadafora D. Francesco, Vic. For. - Rovito, Cosenza. Spada Antonio, consigliere Corte d'Appello - Venezia. Suor Alessandra Adami - Roma.

Superiora Maestre Pie Venerini - Roma. Tassistro Luigia - Bolzaneto.

Taverna D. Domenico, canonico - Carmagnola. Taetti Filomena - Calcinato.

Tensati Luigi - Pavia.

Thorosano damigella Ernesta - Barge, Cuneo. Tommasini Antonietta n. Zadra, Fonzaso. Trettenero Sofia Vanzan - S. Gennaro Berrici. Trusso D. Antonino - Patti.

Turchi D. Francesco, parroco - Filattiera.

Valerio Rosa di Domenico - Collereto Castelnuovo. Vanelli Maria di Antonio - Casorate Sempione. Vaiarini D. Girolamo - Cemmo, Brescia.

Veneri Mons. Vincenzo Giuseppe, vescovo - Amelia. Venditti Lorenzo, vice pretore - S. Paolo di Civitate. Vivi D. Vincenzo, prevosto - S. Venanzio, Modena. Villani Augusto - Finalmarina, Genova. Viglietti D. Gio. Battista, prevosto - Calice, Genova. Zampieri D. Pietro, arciprete - Quinto Vicentino. Zanutti Mons. Giuseppe - Cividale.

Zavagli Luigia - Rimini.

Zendrini Maria V.a Corbellani - Brescia. Zecchino D. Matteo - Abbasanta, Cagliari. Zigliani Carolina Vedova - Gottolengo, Brescia. Zitelli D. Luigi, canonico - Norcia.

Zucchi Girolamo, colonnello - Roma.

Dal 15 maggio al 15 agosto.

Abrate Lorenzo Sommaviva - Bosco, Cuneo. Agosto Matteo - Morsasco, Alessandria. Aguzzi D. Davide - Rieti, Perugia.

Aldighieri Sante fu Valente - Muntecchia, Verona. Ameglio Anna M. - Valloria, P. Maurizio. Andreoni D. Quirico P. - Fontanella, Mantova. Antonino Francesco - Druagno, Novara. Arriassi Giuseppe - Brescia.

Arrigoni Maggi Romilda - Primaluna, Como. Asinari Luigia - Gualtieri, Reggio Emilia. Azzari n. Faggiani Melania - Riva, Torino.

Babbini D. Ostiano, canonico - Mantova.

Bacchetti D. Antonio - Vittorio, Treviso. Baratelli Malilde - Cocquio, Milano. Barbano Carlo - Frassineto Po, Alessandria. Barra Anna - Piasco, Cuneo.

Basile D. Giorgio, arciprete-Foiano Valfortore, Benev. Bedina Carlotta - Antegnate, Bergamo. Bellati Maria, superiora - Padova. Benassi Teodoro - Castellarana, Reggio Emilia. Béranger Abbé, vicaire - Cavaillon, Francia. Berrardo Simone - Rossano, Cuneo. Berrardo Simone fu Carlo - Rossano, Cuneo. Bertacchi Chiara - Bobbio, Pavia. Berti prof. Carmelo - Concordia, Venezia. Bertoia Pietro fu G. B. - S. Lorenzo, Udine. Bertuccio Mariannina n. Paternò - Castello, Catania. Bianco D. Giuseppe, arciprete - S. Antonio della Serra. Bolis D. Giovanni, parroco - Mornico al Serio, Bergamo. Bonato D. Antonio - Campolongo Oliviero, Vicenza. Bonomi Rachele - Badia Calavena, Verona. Bondi D. Giuseppe - Girgenti. Bonesi Maria fu Giov. - Cattaeggio, Sondrio. Borgatello Natale di Pietro - Varengo, Alessandria. Borgagno D. Pietro - Asigliano, Novara. Borla Massimo - S. Didero, Torino. Bosetti Annunziata - Milano. Bovero Michele, dottore in medicina - Torino. Bosio Antonio, dottore - Rossiglione Inf., Genova. Bozio Pietro - Caprile, Novara. Brandolini conte Vincenzo - Vittorio, Treviso. Briccolo D. Primo - Sommacampagna, Verona. Briganti Mons. Antonio - Fossano, Cuneo. Calderini D. Pietro, canonico - Varallo Sesia, Novara. Calusio D. Antonio - S. Giorgio Canavese, Torino. Camera Catterina - Dogliani, Cuneo. Campesato G. - Alessandria, Egitto. Campitelli Matteo Giuseppe, dottore - Parengo, Austria. Camporesi Domenico - Teodorano, Forlì. Candiani Leopoldo - Busto Arsizio, Milano. Canestri-Trotti Luigi - Forlì. Camuto Nunzio - Bronte, Catania. Casalini D. Giovanni, prevosto - Cassano, Bologna. Cassin Angela di Giovanni - Casazza, Udine. Cantore Felice fu Carlo - Chiusa S. Michele, Torino. Cattaneo Giuseppina-Meschini - Gallarate, Milano. Cattaneo marchese Giulio - Genova. Cavalli Faustino - Intragna, Svizzera. Cavelli Pietro - Morsasco, Alessandria. Celledoni Luigi - Taedis, Udine. Capuani D. Tommaso, parroco - Peschiera d'Iseo. Cipriani D. Giuseppe, rettore - Prun, Verona. Clerici Teresa fu Giovanni - Casalsolone, Novara. Comotto Battista - Grondona, Alessandria. Cogno Fratelli - Carmagnola, Torino. Contini Teresina - Gualtieri, Reggio Emilia. Cornazzani D. Luigi - Roma. Corteccia D. Luigi - Brisighella, Ravenna. Cramazzi D. Cromazio - Artegna, Udine. D'Amici Vittoria - Milano. Debolini D. Giuseppe, - S. Giovanni in Valdarno. De Cavazzani Corinna, maestra - Castellamare Adriat. De Gasperis Barbara - Fara Novarese, Novara. Dell'Arte D. Sebastiano - Avola, Siracusa. Della Rossa Costanza - Pallanza, Novara. Della Valle Preve Amalia - Torino. Donzetti Maria - Pola, Austria. Durante D. Giuseppe, parroco - Venegazza, Treviso. Ecli avv. Gio. Battista - Verona. Facelli Anna V.a Camilla - Torino. Facenti Marietta in Brignett - Gottolengo, Brescia. Falqui Pasquale - Arisci, Cagliari. Fari D. Filippo, segr. vesc. - Città della Pieve, Perugia. Faroppa Vittoria, maestra - Torino. Faroppa D. Francesco, parroco - S. Sperato, Cagliari. Fassini D. Giacomo, curato - Antegnate, Bergamo. Ferrari Giuseppe - Vernazza, Genova. Ferrari D. Guglielmo, arciprete - Folignano, Piacenza. Ferrari D. L., parroco - Pozzo, Massa Carrara. Ferrugia Antonia-Pomiglia -S. Giuseppe Iato, Palermo. Farighi Veronica - Marano, Vicenza. Ferrato Girolamo - S. Paulo, Brasile. Fiacchini D. Gaetano, parroco - Camerino Lettegge. Finizia D. Francesco, arcip. - Rodi Garganico, Foggia.

Fontana Emilia - Torino.

Foralli D. Domenico - Costiglione Fiorentino, Arezzo. Formaglini D. Guglielmo, arciprete - Renazzo, Ferrara. Franchi Angela - Torino.

Francone Carolina - Chivasso, Torino. Garbati Cirillo - S. Bassano.

Garetto V.a Giuseppina n. Prelli - Torino.

Gasparone D. Sante, cappellano - Tezze di Bassano. Gatti Virginia - Vescovato, Cremona. Gazzaroli Silvestro, maestro - Comero, Brescia. Genero D. Antonio - Fagagna, Udine. Gerardi Barbara - Rubiana, Torino.

Gerbido di Cannitello Mons. Stefano, vescovo - Trapani. Germani Costanza - Pavia.

Ghelia Edoardo, capo stazione - Mathi, Torino. Ghiglietti di Cortanzone contessa Luigia - Torino. Giacomelli Giuseppe fu Sebastiano - Montagnana. Giacomelli Orsola - Barzaniga, Cremona.

Giacomelli D. Pietro Stefano - Ossino Inferiore, Brescia. Giampedraglia Agostino - Chiavenna, Sondrio. Gianni D. Carlo - Lucca.

Gianoglio D. Giuseppe, pievano - Montechiaro d'Asti. Giansiracusa Maria V.a Gricoli - Noto, Siracusa. Gianelli D. Matteo, econ. spirit. - Ogliano, Massa Carr. Giorgi Francesco - Milano.

Giorgis Luigia - Venaria Reale.

Ghiotti D. Carlo, rettore - Luccardo, Firenze. Goano Maria V.a Rossi - Torino.

Gobbo D. Domenico - Montagnana, Padova.

Giudici comm. Gio. Battista - Legnago.

Giusso contessa Maria Teresa D.ssa del Galdo - Napoli. Giusto Bernardo - Arenzano.

Grosso D. Basilio, rettore - Trana, Torino.

Guaita Giuseppe, fabbro ferraio - Torino. Guernelli D. Paolo, curato - Ferrara.

Guerri Paolina V.a Bicoli - Mercatale, Pesaro Urbino. Lambarini Vera - Roma.

Lanzi D. Lorenzo, canonico - Norcia.

Leggiardi D. Giacomo, prevosto - Viù, Torino. Lemmi D. Luigi, parroco - Antisciano, Massa Carrara. Locatelli Maria - Madone, Bergamo. Lorandi Marcellina - Torino.

Lorenzi Pasquino - Badi, Bologna.

Lupo V.a Giustina - La Loggia, Torino. Lussich Matteo - Pola, Istria.

Maggi Romilda - Primaluna, Como.

Maggioni Amalia V.a Bianchi - Legnago, Verona. Maiocco D. Vincenzo - Baldicchieri, Alessandria. Malfatti Ch. Giuseppe - Verona.

Malpasciuto Margherita - Chivasso, Torino. Manega D. Antonio - S. Stefano di Valpolicella. Marelli Rosa - Rivanazzano, Pavia.

Marello D. Giovanni, pievano - Callianetto, Alessand. Martinazzoli D. Alberto - Bienno, Rrescia. Massi D. Paolo, economo - Ascoli-Piceno.

Mecchia D. Giovanni, conf. - S. Martino di Valvasone. Menzio Lucia - Isolabella, Torino.

Meregalli D. Eugenio - Santa, Milano.

Modroni D. Rodolfo - Borgolieto, Cremona. Molon D. Carlo, parroco - Arcugnano, Vicenza. Monticone Giuseppina - Torino.

Monaro D. Girolamo - Venezia.

Moro D. Umberto - Como.

Mossa D.a Rosina - Cagliari.

Murari Ch. Alvise - Verona.

Nasetta Domenica fu Giacomo - Cardè, Cuneo. Noscardi Clotilde - Rivanazzano, Pavia. Obert Martino - Ayas, Torino.

Oreggia D. Pietro - Oneglia.

Oreglia Giovanni - Novello, Cuneo.

Ornati Carlo - Vigevano, Pavia.

Orsini Leonilda - Bergamo Alta.

Piazza Maria - Vescovato.

Piazzini D. Luigi - Poggibonsi, Siena.

Palanca Teresa fu Antonio - Ventimiglia. Pallavicini D. Giovanni - Doccio, Novara. Pan Giromella Anna - Ameglia, Genova. Pardini D. Angelo, rettore - Casoli, Lucca.

Padre Gusmano Sciacca Bernardino - Sciacca, Siracusa. Pasotti Romella - Nave, Brescia.

Perletti Luigia - Bagnatica, Bergamo. Perenzoni D. Giovanni - Verona.

Petterino Giacinta - Gattinara.

Peschiera Maestra - Gottolengo, Brescia.

Pever D. Biagio, curato - Serravalle, Treviso. Pizzorno D. Gian Luca - Rossiglione, Genova. Poggi D. Antonio - Rovegno, Pavia. Poli D. Giuseppe - Novara. Ponzo Lorenzo - Torino. Poli Adelaide - Vescovato, Cremona. Piovene conte Felice - Brendola, Vicenza. Porceddu Raffaele - Arisci, Cagliari. Pradelli D. Antonio, rettore - Venezia, Pugno Mario - Torino.

Punta Antonio fu Antonio - Carciadi di Spilinga. Radisoli Giovanni - Montecolombo, Forlì. Ragogna D. Marco - Torre di Pordenone. Rangoida D. Giovanni - Torino. Rastelli D. Bortolo - Zibello, Parma. Resci Cristina - Corsano, Lecce. Revedin contessa N. - Gorgo, Treviso. Rigotti Anselmo - Lavis, Tirolo. Rizzo Edmondo, maggiore - Sliema, Malta.

Rizzo Giacinta V.a Pignone - Rossiglione Superiore. Ronzier y Foulerard D. Silvestro - Roma Rosellini D. Gustavo, priore - Pisa. Rossetti Ceresa Rosa - Torino. Rossino Alberto - Duesture, Alessandria. Ruffo Maria -n. Mazzarella - Catania. Saccomandi D. Pietro - Forlì. Salverano Leone, farmacista - Tuna, Piacenza. Santilli D. Domenico, parroco - Beffi, Aquila. Sanziel Tommaso - Cavour, Torino. Savarino Elena - Casellette, Torino.

Scirè Can. D. Gaetano, parroco - Francoforte, Siracusa. Secondo D. Luigi, parroco - S. Maria di Travacò, Pavia. Sensoli Filomena - Montecolombo, Forlì. Silvestri D. Giuseppe, parroco - Udine. Tacci-Bonna Benedetta, monaca -- Laterza, Lecce. Tamburini D. Giosuè - Gallipoli, Lecce. Tarchetti Giovannina - S. Salvatore Monferrato. Terziani Francesco fu Felice - Castiglione Fiorentino. Tezza Margherita - Vittorio, Treviso. Tinelli D. Giuseppe, parroco - Catanzaro. Toeschi Gaudenzio - Tortoli, Cagliari. Tolino Not. Elia fu Gaetano - Montoro Inferiore. Tommasini D. Carlo - Ortona, Chieti. Toni Giovannina V.a Gilberti - Modena. Torri D. Raffaele, priore - Serra S. Abondio, Urbino. Tortore Teresa di Rocco - Monticello d'Alba, Cuneo. Ubaldini D. Angelo - Rieti, Perugia. Ugolini Teresa - Marano di Valpolicella. Urbini D. Carlo, parroco - Sorrivoli, Forlì. Vaccarino damigella Domenica - Torino. Vazo Lino - Barlassina, Milano. Venzo D. Antonio, parroco - Campolongo d'Oliero. Verri D. Pietro - Silvano d'Orba. Viberti Teresa V.a Barberis -Alba, Cuneo. Zanni D. Ignazio, rettore - Cagnola, Reggio Emilia. Zappata Marianna - Torino. Zitelli Temistocle - Mogliano, Macerala.

Dal 15 agosto al 15 ottobre.

Abrate Giovanni, orologiaio - Carmagnola, Torino. Adami Teresa - S. Pietro Incariano, Verona.

Adani Dott. D. Riccardo, canonico - Mirandola, Modena. Albera P. Luigi, P. della Missione - Scarnafigi, Cuneo. Alessandria Madre Antonietta - Torino. Aliverti Giuseppe - Vedano Olona, Como. Ambrosi Leopolda - Pelizzano, Tirolo. Amici Romualdo - Caldarola, Macerata. Ansaldi Paolo - Vocemola, Alessandria. Appiani D. Michelangelo, pievano - Borgatto, Cuneo. Aprile Domenica - Negrar, Verona. Baldassini D. Luigi, parroco - Querica, Massa Carrara. Ballarin Giovanni - Chioggia. Baratta Elvira, maestra - Maiano, Parma. Baratta Antonia - Milano.

Barbano D. Evasio, canonico - Casale Monferrato. Bartoletti D. Giuseppe - Costacciaro, Perugia.