BS 1900s|1902|Bollettino Salesiano Dicembre 1902

Anno XXVI.   Dicembre 1902.   N. 12.

BOLLETTINO SALESIANO

SOMMARIO - I nostri auguri . . . . pag. 353 . POI nuovo Presidente dell'Opera dei Congressi . . . . 354 La Religione nell'Educazione    355 Pagina intima - Per l'obolo di S. Pietro    358

7 novembre 1902   . .   .   . 360 Il Rappresentante del Successore di D. Bosco in America. 301 Per gli emigrati italiani .

Missioni - Matto Grosso - Patagonia - Attraverso l'Equatore, parte prima.

Notizie compendiate : (Buenos Aires - Bogotà - Capriolo - Corumbà - Spezia - S. Tecla)   374

Grazie di Maria Ausiliatrice   376 Necrologia - Rosa Quaglia ved. Persico . . . 381 Spigolature agrarie: Il sistema Solari nel vigneto . , . 382 Indice Analitico dell'annata 1902 , 383 Illustrazioni: Santuario dei S. Cuore in S. Paolo (Brasile) - Carta Geografica del Territorio del Neuquen- Il Rio Neuquen - Indigeni della Patagonia - Missione Salesiana di Gualaquiza tra i Jivaros.

I NOSTRI AUGURII

CHI può dire le intime gioie di quell'ora, che ricorda il Natale di Gesù?...

Le campane squillano a gloria, le chiese sfavillano di luce, e, fra un'onda di popolo commosso, i sacerdoti si avanzano all'altare per ripetere il grande mistero : oh ! com'è dolce pregare nella notte di Natale.

Anche le nostre Chiese, anche le nostre Cappelle offriranno sì lieto spettacolo; e, prime, saran quelle di Nazareth e di Betlemme, dove appunto il Verbo di Dio si fece carne...

Infatti , quando i nostri orologi di sera battono le dieci, in Palestina è già mezzanotte ; chè il sole viaggiando da oriente a occidente , là, come anticipa il giorno, anticipa anche la notte.

A Betlemme adunque , proprio accanto la grotta dove nacque Gesù, la notte di Natale, s'intonerà un inno di speciale riconoscenza per voi, o diletti Cooperatori e zelanti nostre Cooperatrici. E non saran cessate quelle prime preghiere, che mille altre, piene di pari affetto e di eguale riconoscenza , dalla Polonia, dall' Egitto e dal Capo di Buona Speranza, saliranno al cielo.

E finalmente, anche qui in Italia, gli orologi suoneranno mezzanotte.

Ed ecco a Torino insieme ai mille abitanti dell'Oratorio, lo stesso Successore di D. Bosco pregherà per voi all' altare della Vergine Ausiliatrice. E nel medesimo tempo, in tutte le altre Chiese e Cappelle d'Italia, della Sicilia, della Sardegna, della Svizzera, e, poco dopo in quelle di Francia, indi dell'Inghilterra, poi della Spagna e del Portogallo si ripeterà lo stesso fervente tributo. Le nostre case di Lisbona eccheggieranno ancora delle soavi preghiere, quando, all'oriente del Brasile andranno al . cielo altri fervidi canti di numerose schiere giovanili, raccolta; sotto il vessillo di D. Bosco. Dopo l'oriente l'onde armoniosa avvolgerà l'occidente; ed anche le vergini foreste del Mattogrosso vedranno nel cuor della notte brillar d'insolita luce la squallida cappella della Missione e udranno l'angelico saluto di pace. Intanto auche al Venezuela , al Paraguay e all'Uruguay, quindi alla Repubblica Argentina, all'estrema America, al Chili e alla Bolivia si desterà lo stesso entusiasmo, si faranno le stesse preghiere. E come potrebbero dimenticarsi di voi, il nostro carissimo Mons. Cagliero in mezzo ai suoi amati Patagoni, e l'invitto Mons. Fagnano , fra gli indii infelici della Terra del Fuoco ?

In Italia, suonano finalmente le sei ; allora , nel Perù e nell' Equatore , arrivando la notte alla metà del suo corso, in tutte quelle nostre case, anche tra i poveri Jivaros comincierà con lo stesso fervore la bella e divina funzione. Alle sette sarà poi la volta dei nostri fratelli del Centro America e di Nuova Jork ; un ora dopo di quelli del Messico : e finalmente, alle nostre nove antimeridiane , anche quelli delle case di S. Francisco in California potranno cominciare la Messa di mezzanotte, chiudendo il meraviglioso tributo della riconoscenza dei Salesiani pei loro generosi Benefattori.

Oh ! noi vorremmo che vi fossero altre nostre case seminate dall'Alaska all'Australia e dall'Australia a Gerusalemme, perchè continuasse incessantemente sul labbro dei figli di Don Bosco la dolce preghiera della riconoscenza ! Che bel Natale sarà quello per noi, quando potremo dire : «Finalmente, pel solo ministero dei Salesiani, ab ortu solis usque ad occasum, dal sorgere al tramontar del sole, sempre, notte e giorno, si offre al Divin Padre la Vittima che venne a redimere il genere umano ! »

BUONE FESTE NATALIZIE

Buon fine e miglior principio d'anno!

Pel nuovo Presidente dell'Opera dei Congressi

L'indole del nostro Bollettino non ci permette di dilungarci a trattare dell' opportunità tanto lodata della scelta del Conte Grosoli a Presidente dell'Opera dei Congressi.

Tuttavia ci sia permesso porgere all'Illustre Uomo, che ci onoriamo di contare tra i nostri Cooperatori, il nostro ossequio e le nostre congratulazioni per l'altissima carica a cui dalla fiducia di Leone XIII fa innalzato.

Il nostro direttore della Casa di Ferrara ci informa di essere intervenuto alla festa che in onore del neo-eletto fu data nel circolo Ferrariola. Ci fa piacere che in mezzo a tanta esultanza dell'intera cittadinanza ferrarese non sia mancato un rappresentante della nostra Pia Società,. Stia certo il nuovo Presidente delle forze cattoliche italiane che noi lo terremo presente nelle nostre preghiere e lo raccomanderemo a quelle dei numerosi fanciulli a noi affidati affinche Dio gli conceda tutte le b-zio di cui nella difficilissima sua carica egli abbisogna.

LA RELIGIONE NELL' EDUCAZIONE

L'EDUCAZIONE è opera complessa e richiede gli sforzi di più: occorre che questi sforzi siano fra loro bene armonizzati se vogliamo riuscire a buon porto: casa e scuola, famiglia e collegio devono ben intendersi e camminare in sommo accordo, se non si vuole rovinare ogni cosa.

Ogni persona seria deve convincersi che non vi è educazione senza religione e una triste esperienza ha fatto capire questa necessità ed ha destato un salutare risveglio. Difatti noi vediamo che ogni giorno più sono ricercate a preferenza d'ogni altra quelle scuole e quei collegi dove ai fanciulli è assicurato anche l'insegnamento della religione.

Pure se guardiamo da vicino le cose, i fatti ci convinceranno che in molti casi da collegi, scuole e famiglie, dove pure è entrata la religione, non abbiamo quei risultati che se ne sperava, ed il più delle volte si riesce anzi ad un effetto opposto. E questo perchè ? Perchè alla religione non è fatta tutta quella parte che le si spetta nell'educazione.

In fatto di scuola in generale un triste pregiudizio è causa dello spostamento odierno di tanti e tanti che s'incamminano per la via degli studi. Si mira in generale unicamente ad istruire non ad educare, o diremo più giustamente, tutti gli sforzi sono rivolti alla mente, nessuno al cuore. Questa stessa cosa noi la dobbiamo pur troppo ripetere anche per la religione nell'educazione. Da molti e molti si crede che essa debba tutto consistere nell'insegnamento più o meno esteso delle verità dogmatiche e morali, nell'imparare e recitare varie formole di preghiere, nel far osservare più o meno esattamente alcune pratiche esteriori. Ma sarà proprio questo sufficiente a salvare la nostra gioventù? Una religione che si fermi a queste esteriorità e che tutt'al più vada fino alla mente del giovane ma non tocchi il suo cuore sarà proprio quella che lo potrà allontanare dal mal fare?

Prendiamo il giovane uscito appena dalla educazione della famiglia, ed anche se si vuole da quella del collegio: egli sta per entrare in una vita nuova e si vede alfin vicina quella libertà che egli per tanti anni ha sognato : ma osservate in questo punto stesso la condizione in cui egli si trova : la sicurezza che gli viene dalla sua gioventù, il fremito delle passioni, le attrattive del piacere che lo circondano da ogni parte, gli incentivi al male si moltiplicano e per ogni dove persone, libri , giornali, teatri, feste che congiurano insieme a spingerlo sulla via del vizio. Che cosa farà allora il nostro giovane? Resisterà egli ? troverà egli la forza per farlo in quegli insegnamenti religiosi che ha; imparati nella sua prima educazione ? Anzi osiamo dire - nè vi faccia meraviglia - che questi stessi insegnamenti sortiranno un effetto contrario ed una specie di odio sorgerà nell'animo suo contro quei precetti, contro quelle verità che vengono ad intorpidire il pacifico possesso dei piaceri tanto sospirati. E perchè ? Perchè la religione non è scesa nel suo cuore.

Se volete che essa abbia tutta la sua energica efficacia, è necessario anzitutto ch'egli l'ami sinceramente. Ecco il gran segreto : far sì che il giovane giunga ad amare la religione. A questo solo principio dobbiamo inspirarci nel determinare veramente la misura che essa ha da occupare nell'educazione. Un giovane trae realmente profitto dalla scuola quando vi va volentieri, ed in generale noi troviamo che più della ragione determina ad operare il sentimento.

Si faccia dunque che il giovane riesca veramente pio, chè pietà significa appunto amore alla religione, ed allora si vedrà che nell'età del pericolo, dinanzi al piacere, egli sentirà ancora l'attrattiva della virtù e prima che perdere la pace del cuore, prima che soffocare le voci della sua coscienza, rinunzierà di buon animo a tutte le lusinghe del mondo

Padri e madri, sforzatevi di far entrare nel cuore dei vostri figli questo sentimento di pietà, di pietà vera, sincera, senza di che non sarà possibile che essi non corrano la via del vizio; e se ciò fosse vero lo si dovrebbe solo attribuire all'apatia di carattere, ad una ributtante freddezza. La vera pietà, scrive Joubert, è una sapienza sublime che supera tutte le altre: una specie di genio che dà le ali allo spirito. E per arrivare ad ottenere questa pietà studiamoci tutti insieme di far sì che la religione si presenti sempre con tutte le sue attrattive che saranno potentissime su un animo innocente sul quale le passioni non abbiano ancora nessun sviluppo. La serenità e la pace interna, che non può esser turbata dalle vicende esteriori, i piaceri dell'animo sempre puri e santi, quando diventino abituali nel cuore del fanciullo ne prenderanno tale possesso che non si deciderà facilmente a perderli. Tutto sta formare queste sante abitudini, ed a questo riusciremo quando il giovane potrà crescere in un ambiente del tutto religioso. Famiglia, collegio e società rimettano nel dovuto posto la religione, sia essa in cima a tutti i pensieri, regoli tutte le azioni della vita pubblica e privati e allora non stenteremo ad ottenere che il giovane cresca buono e pio.

Pur troppo dobbiamo ogni giorno toccar con mano che le contraddizioni fra l'insegnamento e la pratica, tra la famiglia e la scuola, scuotono nella crescente generazione ogni principio di fede, sicchè cresce nel dubbio e non potrà che fluire nel più ributtante scetticismo.

Negli anni della nostra giovinezza si ricorda un giorno, che sempre si affaccia vivo vivo alla mente e la sua memoria ci commove, il giorno della prima Comunione. Pii sentimenti, dolci emozioni che avete imparadisato per alcuni momenti l'animo nostro, che ci avete fatto versare lagrime deliziose, e spinti alla pratica del bene, perchè mai avete voi conservato tanta potenza sopra di noi? Perchè mai tornate così cari alla memoria di tutto Chi non si sente commosso soavemente, ma profondamente commosso al ricordo del giorno della prima Comunione? Perchè mai tanta potenza ha sempre potuto esercitare la sua memoria anche nei momenti più difficili della vita ? È tutta forza della religione, ma forza che sentiamo viva ed efficace in quel giorno, perchè almeno in quella circostanza la religione ha avuto tutto il suo posto nel seno della famiglia, nell'animo del giovane. La gioia e tranquillità interna, la festa che gli fanno i suoi cari al di fuori, gli si presentano tutti come effetto della religione e la religione abbellita di quei colori esteriori almeno per quell'atto sublime, lascia nel giovanetto un'impronta indelebile.

È necessario, scrive il Guìzot, è necessario che la religione si ingegni tutta nella scuola e nella famiglia: ed io non intendo solamente con questo che l'insegnamento religioso deve tenere il suo posto e le pratiche vi debbono esser osservate. Un popolo non è educato religiosamente a sì piccole e a sì meccaniche condizioni; è d'uopo che la religione sia data e ricevuta in seno di un atmosfera religiosa, che, le impressioni e le abitudini religiose vi filtrino da tutte le parti. La religione non è uno studio o un esercizio a cui si assegni il suo luogo e la sua ora: è una fede, una legge che deve farsi sentire costantemente dovunque, la quale solo a questo patto esercita sull'animo e sulla vita intera la sua azione salutare.

Ed il filosofo Joubert sopracitato, così lamentavasi: dobbiamo rimpiangere per la gioventù le lezioni di pietà, che per lo addietro i suoi sguardi incontravano dappertutto, perfino nelle vetrate dei chiostri, ove essa veniva educata; nel cospetto dei monasteri , alla vista degli inginocchiatoi appiè d'un crocifisso, che in ogni casa a capo del letto del padrone,. formavano come una cappella domestica. Scuole di pietà ci parrebbero, se fossimo saggi, indispensabili a quell'età che ha bisogno di essere indirizzata ad amare il dovere, perchè amerà il piacere. Oh! tornasse nelle nostre famiglie quel soave spettacolo, di cui solo più ci rimane la memoria, del padre, della madre che al termine della giornata, raduna intorno a sè la sua figliuolanza, l'invita a ringraziare il Signore dei benefizi ricevuti nel giorno trascorso, a domandargli grazie pel giorno veniente! Quanta docilità, quanta moralità, quanto amore pel proprio dovere non entrerebbe nell' animo dei nostri giovani! E voi, o padri e madri non dovreste tanto trepidare sulla riuscita dei vostri cari perchè questa riuscita sarebbe raccomandata ad una base sicura.

Questi sono i principii, queste le idee che assicurano le nostre povere fatiche nei nostri Oratori, Ospizi, Collegi ed Educatorî. Se volete però o genitori, che il miglioramento si consolidi nei vostri figli, e dove questo miglioramento non sia ancor operato, si operi per l'avvenire, unitevi con noi in una santa concordia e tutti insieme sforziamoci perché i giovani e nel collegio e nella famiglia non abbiano a respirare che aure di religione e di pietà.

L'Osservatore Cattolico nel suo numero 255 di quest'anno scrive: « Dai padri e dalle madri di famiglia si preferiscono gli istituti cattolici e per lo spirito che li anima e per le persone che vi attendono. Dato anche che negli istituti governativi si abbia di mira realmente l'istruzione della gioventù, e anche l'educazione presa in un senso relativo, è certo che ivi non si trova quello spirito religioso morale che informa tutta l'opera degli istituti cattolici. In questi tutte le regole disciplinari, tutte le materie d'insegnamento, tutte le pratiche del culto, tutta l'azione insomma del personale è diretta ad un unico scopo : a evitare il guasto della mente e del cuore dei giovanetti, a instillare in loro buoni principii, a perfezionarne l'animo, sì che crescan buoni cristiani e buoni cittadini. Nei collegi governativi invece solo per gettare polvere negli occhi si mantiene un cappellano.... il cui unico ufficio è quello di celebrare la Messa nei giorni festivi e di tenere un'istruzione di pochi minuti una volta la settimana. La Messa si ascolta in piedi, in atteggiamento militare, colle braccia al seno conserte, senza aprir bocca, senza forse neppur sapere di che si tratta: l'istruzione è fatta ordinariamente ad usum delphini battendo l'aria per lasciare il tempo che si trova. Non parliamo di Sacramenti e d'altre pratiche religiose : il principio della libertà di coscienza, preso nel suo senso peggiore, vi domina sovrano.

» Una religiosità simile può forse acquetare in qualche modo le coscienze di babbi e di mamme di facile accontentatura: ma non ha certo nessuna influenza sull'educazione dei giovani; anzi fa peggio che se non vi fosse. perchè li avvezza a non tenerne alcun conto. Ora quale educazione potrà darsi nei collegi governativi, toltavi la sua base naturale ? Non si predicherà l'immoralità, speriamolo; ma non si fa cio che solo può impedirla o prevenirla; e pur troppo non è raro il caso che simili collegi avverino la sentenza del Tommaseo: la scuola senza religione è una tana. Si ha un bel dire, ma tolto il principio religioso, è tolto il freno principale alle passioni, e la gioventù che mal stenta a reggersi anche quando è sorretta dalla fede, diviene facile preda degli istinti più malvagi, quando non sente il giogo salutare della religione. Dite quel che volete, ma l'ambiente nei collegi cattolici è migliore; più sana l'aria che vi si respira : e i genitori possono stare più tranquilli.

» Abbiamo accennato anche al personale. Dio ci guardi dal muovere censura a coloro che attendono alla direzione, all'insegnamento, alla disciplina nei collegi governativi. Noi vogliamo anche ritenere che sono tutte persone oneste e attente ai propri doveri. Ma possiamo dire, generalmente parlando, che si trovino al loro ufficio solo per vocazione speciale, come i religiosi e gli ecclesiastici degli istituti cattolici? Qui, negli istituti cattolici, troviamo persone che non hanno alcuna mira interessata , alcun scopo di ambizione, e che attendono alla gioventù per il solo bene della gioventù stessa, per il bene della patria e della società. Sono uomini o donne, che avrebbero potuto scegliere facilmente altre carriere più comode e più lucrose, e che l'amore del bene ha collocato tra i fanciulli ai quali prodigano generosamente ogni sorta di cure, amandoli davvero come figli, vigili custodi della loro innocenza, maestri amorosi di virtù e di sapere. Liberi da ogni legame di famiglia, tutta la loro vita consacrano all'educazione e all'istruzione, da loro riconosciute come un dovere di coscienza, che non avrà forse ricompensa umana, ma che sarà retribuito da Dio. L'eco la ragione per cui anche l' istruzione data con zelo affettuoso, con sapiente sollecitudine, dai religiosi, riesce ordinariamente più proficua, e i giovani dei collegi cattolici - nonostante le difficoltà che si vanno creando all'istruzione privata - fanno ordinariamente ottima riuscita e sostengono brillantemente le prove di esami davanti alle commissioni governative. Chi è stato educato nei collegi cattolici, sa che ivi si trovano dei veri padri della gioventù, e vi colloca volentieri i propri figli, perchè sa a quali mani li affida...

» Che se si vuole accennare anche alla retta, per il solito più bassa, alla salubrità dei locali, al buon trattamento, non avremo nulla ad osservare. Diremo solo che ciò entra ancora nella ragione da noi addotta dello spirito che anima gli istituti cattolici. Essi furono fondati e sono mantenuti non per scopo di lucro, ma per scopo eminentemente educativo : nessuno vi guadagna, epperciò vi si possono fare quelle facilitazioni che non si potrebbero fare altrove... »

La meditazione di queste pratiche considerazioni è per tutti i genitori amatiti dei loro figliuoli e auguriamo loro di cuore più pratiche risoluzioni intorno al modo di amare la propria figliuolanza.

PAGINA INTIMA

Voce del cuore.

È l'ora di Dio. Ei viene sulla terra a riscuotere l' omaggio di adorazione e di affetto, e se Egli lascia le cortine smaglianti dei cieli e scende a restringersi nelle miserie d'una grotta, mentre pare che annichilito diventi l'ultimo dei mortali , finisce per coronarsi di gloria e di splendore, finisce per mostrarsi figlio di Dio e riparatore dell'universo... A Lui rendono tributo di affetto : il cielo negli Angeli, che accorrono e cantano giulivi le glorie di Lui ; gli elementi dell'inerte natura, che mostrano dipender da lui, quale è appunto la fulgida stella che ne addita la culla: i dolenti figli del popolo, espressi nei pastori di Efrata, ed i potenti figliuoli della sapienza e della gloria incarnati nei Magi dell'Oriente... A Lui, che nasce al presepe , serve il tempo che fu, quale espressione, forma e figura di Lui ; il tempo in cui compariste ed i tempi futuri che l'accoglieranno sempre quale Ristoratore, centro e vita di ogni scienza e moralità, principio di fede e di coltura    Egli è quell'Uno intorno a cui s'aggira la storia del mondo antico e del nuovo. Fu il sospiro di quaranta secoli di profezie come è la gioia di venti secoli di storia.

Ecco perchè bello e caro come il sorriso di una eterna gioventù riede a noi sempre il Natale di Cristo. È la festa degli uomini perchè Dio s'è fatto nomo è la festa dei cuori perchè Dio fatto uomo è amore; è la festa delle intime gioie domestiche perchè la famiglia è santificata dalla presenza di un Bambino divino ; è la festa del mondo perchè è l'ora di Dio, l'ora della pace che auguriamo perenne a tutti quaggiù dapprima, e poscia, ma al più tardi possibile, nella pienezza della celeste Sionne. È diretto questo nostro augurio in modo particolare agli operosi collaboratori dell'azione salesiana , che sono i zelanti Direttori, Condirettori, Decurioni, Zelatori e Zelatrici della nostra Pia Unione e più particolarmente a quelli che nel corso dell'agonizzante 1902 si assunsero questo nobile apostolato, fra i quali ci piace annoverare ancora tra i Direttori Diocesani : Mons. Gian Carlo Balestrino Protonotario Apostolico ad instar, Genova ; Mons Marano Enrico, Napoli; Maquignaz Can. Grato Giuseppe, Aosta; tra i Condirettori Mons. Francesco Olcese , Protonotario Apostolico, Arciprete di S. Pier d'Arena; Micanzi D. Paolo, Parroco Vicario Foraneo, Iseo ; - fra i Decurioni Zambarelli D. Giovanni, Arciprete di Minturno; Mariani D. Mario, viceparroco di Dorgali ; Galbiati D. Giuseppe, parroco di La Santa ; Andreucci D. Egisto di Cesena ; Rossi D. Francesco di Chiaromonte ; Peroni D. Giuseppe, parroco di Adro ; Colli Vasone D. Giuseppe di Cassolnovo; Bertoli D. Tommaso, parroco di Marone ; Cordemi Don Raffaele, arciprete di Stilo ; Prandini D. Angelo, parroco di Sulzano ; Bettoni D. Luigi , parroco di Zone ; - fra i Zelatori : Guerini Dott. Demetrio di Cesena ; - fra le Zelatrici: Nardone ved. Andina di Putignano e Giusti Maddalena, maestra di Marrubiu.

A questi ed agli altri tutti il nostro cuore ripete una parola sola, quella che il Verbo di Dio recò su la terra facendosi uomo nella squallida grotta di Betlem e che ha il profumo di tutta la profonda nostra gratitudine e dell'inalterabile affetto che a loro ci lega la pace del Buon Dio compensi ampiamente e coroni lo zelo con cui ci vengono in aiuto a fare un po' di bene alle anime che Cristo redense.

Per il Giubileo Sacerdotale del Santo Padre.

Pochi mesi omai ci separano dal giorno in cui si compie l'anno vanticinquesimo del Pontficato di Leone XIII. L'avvenimento glorioso riempie di trepida esultanza i cuori dei fedeli che in esso ravvisano un segno manifesto della speciale protezione della divina Provvidenza per l'augusto prigioniero del Vaticano. Ad assicurare il compimento di questo terzo miracolo nella storia del papato, per ogni dove, dalle selvagge inospiti pampas della lontana America, dove il messo di Dio , il missionario cattolico portò, qual rugiada sul fiore, la parola del conforto, e a costo del suo sangue , fece penetrare fra quei selvaggi il dolce raggio della civiltà, il lume splendentissimo della fede, ai ghiacci del settentrione dove il segno del riscatto è inalberato a rischiarare le tenebre delle lunghe notti invernali, s'innalza incessante, grave e solenne una prece del Padre dei credenti, il Vicario di Cristo ; prece resa più efficace dalle centinaia di migliaia di voci argentine che escono dal cuore degli orfanelli e giovani raccolti sotto lo stendardo di D. Bosco e beneficati tanto materialmente che moralmente dalla carità operosa e costante dei Cooperatori Salesiani.

Sono dessi quindi i Cooperatori e le Cooperatrici nostre che fra tutti i cattolici hanno più motivo di esultare perchè, oltre all' amore figliale che lega i membri della gran famiglia salesiana al Vicario di Gesù Cristo, essi hanno ancora un altro titolo di precedenza, quello di essere i naturali e più forti propagatori di questo attaccamento al Papa, merce l'azione loro diretta od indiretta, morale o materiale sull'animo della gioventù d'ambo i sessi, la quale cresciuta alla scuola dello spirito di D. Bosco, non può non nutrire amore e attaccamento sincero per il Santo Padre.

Di questo ne abbiamo solenne prova nella sottoscrizione aperta quest'anno per il Giubileo Papale fra i giovani e le giovinette affidate alle cure dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice : sottoscrizione che ha fruttato un ricco Album di oltre 65,000 firme e 10,000 lire per l'Obolo di S. Pietro. Queste, a confronto con le firme, sono una meschinità , ma considerate in sè hanno un valore infinitamente superiore, perchè rappresentano tanti piccoli sacrifizi compiuti da poveri giovani per mettere insieme quei pochi soldi da offrire al Papa.

E quest'importante omaggio giovanile per il giubileo papale, lo si deve in gran parte a voi, o buoni Cooperatori e Cooperatrici perchè senza di voi i Salesiani non avrebbero certo potuto ricoverare tanta gioventù per condurla con i vincoli dell'amore, ai piedi del Sommo Pontefice.

Ai piccoli sottoscrittori dell'Obolo di S. Pietro.

Noi vi mandiamo da queste colonne un bravo di cuore ! Quasi tutti avete corrisposto all'invito del Successore di D. Bosco ed i più indolenti, scossi dai loro buoni Superiori e maestri, compiono di questi giorni il loro figliale omaggio unendosi all'immenso stuolo dei compagni più premurosi. Bravo di cuore a tutti ed un grazie ai vostri zelanti Superiori che ci coadiuvarono nel compimento di questo non piccolo lavoro.

Nei primi giorni del nuovo anno verrà dal Revm° sig. D. Rua e da apposita delegazione giovanile presentato al Santo Padre l'Album con le offerte : oh ! quanto gioirà il Santo Vegliardo del Vaticano e quante benedizioni farà scendere sul vostro capo e sopra i membri delle vostre famiglie ! Se la benedizione paterna fu ed è sempre sorgente della felicità dei figliuoli, voi, benedetti dal gran Padre di tutta la cristianità, vi gioconderete del più lieto avvenire e noi ci diremo fortunati di essere stati strumento della vostra felicità. Ogni bene pel nuovo anno !

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Pubblicazione raccomandata.

INTENDIAMO parlare di un caro periodico « La Gioventù » organo degli Oratorii festivi, che da due anni si stampa a Savona *) con plauso di quanti lo conoscono. Il titolo ne dice il programma e noi lo raccomandiamo sinceramente a tutti i direttori degli Oratorii festivi, perché lo diffondano in mezzo, ai loro biricchini ed a tutti ì nostri Cooperatori. Il periodico è ben redatto e gli argomenti trattati sono importanti ; ma se l'egregia Redazione ci permette un nostro umile pensiero, ci pare che gli articoli non siano accessibili alla capacità di tutti i giovani che frequentano gli Oratorii ed il formato di giornale non troppo adatto alla propaganda fra giovani operai che sono la maggioranza dei nostri Oratorii. Per gli studenti si fanno già troppe pubblicazioni, e la Gioventù ha da essere la compagna fedele di tutti gli Oratoriani : sia quindi popolare e pratica tanto da farsi amare e gustare anche dal piccolo operaio, che nelle prime classi elementari apprese solo a leggere e scrivere. Questo però non toglie che sia un bel periodico degno di esser conosciuto, apprezzato e sostenuto.

*) Direz. Oratorio Salesiano Savona prezzo d'abbon. annuo L. 2 - Domandare n° di Saggio.

Il tesoro salesiano.

OGNI Cooperatore può acquistare Indulgenza plenaria una volta al giorno, applicabile ai Defunti, recitando la terza parte del Rosario di Maria Vergine con cinque Pater, Ave e Gloria avanti il SS. Sacramento e, non potendo avanti il Divinissimo Sacramento, davanti al Crocifisso.

Indulgenza parimenti plenaria ogni volta che si accosta alla santa Comunione.

Può altresì lucrare moltissime Indulgenze plenarie nel corso del giorno mediante la recita di sei Pater, Ave e Gloria secondo la mente del Papa. E queste Indulgenze, applicabili alle anime del Purgatorio, le può acquistare tutte le volte che recita i suddetti Pater, Ave e Gloria in qualunque luogo, senza bisogno di Confessione Comunione e visita, purché sia in grazia Dio.

Oltre a queste, un'altra ne può acquistare ogni Domenica pei defunti, e nei giorni qui sotto notati, purchè confessato entro la settimana, se ne ha l'abitudine, e comunicato visiti una qualche Chiesa salesiana, e in mancanza di questa la rispettiva Chiesa parrocchiale, o se dimorante in comunità, la propria Cappella privata, pregandovi pei soliti fini.

Mese di Dicembre.

3. S. Francesco Zaverio.

8. Solennità dell'Immacolata Concezione.

16. Primo giorno della Novena del SS. Natale. 21. S. Tommaso.

24. Vigilia del SS. Natale.

25. Natività di N. S. Gesù Cristo.

27. S. Giov. Apostolo ed Evangelista.

Mese di Gennaio.

1. Circoncisione di N. S. Gesù Cristo. 6. Epifania di N. S. Gesù Cristo.

IIa Dom. dopo l'Epif. festa del SS. Nome di Gesù. 23. Sposalizio di Maria Vergine con S. Giuseppe. 29. Festa di S. Francesco di Sales.

30. Commem. di tutti i Coop. e Benef. salesiani defunti.

Per l'Obolo di S. Pietro.

DIAMO il 4° elenco, notando che non è ancor completo per il ritardo di alcune Case più lontane e che la cifra tra parentesi indica solo il numero dei giovani, non l'offerta.

4° elenco

Callao: Collegio D. Bosco (206) - Id. Id. M.a Ausiliatrice (116) - Lanzo: Collegio San Filippo Neri (195) - Ivrea: Casa della Natività di M. V. (228) - Braga: Collegio S. Gaetano (137) - Mascali Nunziata: Collegio dell'Immacolata (72) - Torino : Oratorio S. Francesco di Sales (884) - Id.: Oratorio festivo S. Francesco (1105) - Burwash : St Joseph's Presbitery (32) Farnborough: Istituto Salesiano (37) - Novara: Istituto S. Lorenzo (201) - Bova: Seminario Vescovile dell'Immacolata (93) - Montemagno : Oratorio Mons. Luigi Lasagna (222) - Balerna: Collegio Don Bosco (80) - Rosario: Collegio Saint José (207) - Santiago: Collegio S. José (222) - Guayaquil: Società Filantropica (413) - Valparaiso: Collegio Salesiano (191) - Bahia Bianca : Collegio D. Bosco (483) - Riobamba : Scuola di S. Tommaso (225) - Id.: Scuola M. della Carità (162) - Civitavecchia: Istituto S. Sofia (107) - Carmagnola: Oratorio festivo maschile (217) - Trieste : Oratorio D. Bosco (318) - Lilla: Orfanotrofio D. Bosco (212) - Sevilla: Collegio de Sta Ines (313) - Id.: Oratorio de S. Benito (152) - Id Id. de la SS. Trinidad (1146) - Sarrià: Scuola di Arti e Mestieri (335) - Sergípe : Colonia S. Josè (36) - Salamanca: Scuola Salesiana (316) - Malaga: Oratorio Sant'Enrico (72) Id.: Asilo Infantile (74) - Gerona: Colonia Agricola S. Isidoro (78) - Madrid: Oratorio San Francesco di Sales (320) - Ecija : Collegio N. S. del Carmen (205) - Cordoba: Oratorio S. Fraucesco di Sales (210) - Ciudadela: Oratorio San Francesco di Sales (176) - Carmona: Scuola del SS. Sacramento (138) - Bejar: Collegio S. Francesco di Sales (108) - Barcellona: Scuole ed Oratorio festivo S. Giuseppe (624) - BaracaldoBilbao : Oratorio S. Paulino (235) - Vigo : Oratorio S. Mattia (115) - Valverde del Cani. Ao Collegio M.a Ausiliatrice (266) - Valencia: Oratorio S. Antonio (301) - Utrera: Collegi,, del Carmen (416) - Catania: Istituto M.° Ausiliatrice (239) - Quito: Scuola Professionale Don Bosco (318) - Fontanile : Casa Rabachino-Cavi glia (123) - Savona: Oratorio Sales. N. S. della Misericordia (637) - Catania: Oratorio M.a Ausiliatrice (66) - Crusinallo : Istituto S. Giuseppe (225) - Ipiranga: Asilo e Orfanotrofio (73) - Todi: Istituto della Provvidenza (118) - Rio Gallegos : Collegio Salesiano (25) - Puntarenas: Collegio Salesiano (27) - Perosa Argentina: Collegio S. Filippo (85) - Alassio : Collegio Municipale (245) - Betlemme : Orfanotrofio Cattolico (316) - Briga : Circolo Cattolico Italiano (346) - Verona : Istituto D. Bosco (220) - Beitgemal: Casa Agricola (38) Borgo S. Martino : Oratorio Festivo S. Teresa (207).

4 dicembre 1902

Dio li chiamò ed essi son partiti. Avevano la Croce sul petto e sembravan più lieti del solito : splendeva sugli occhi loro un raggio di pace ineffabile, di quella pace intima, profonda, solenne, che Dio dà in premio di grandi sacrifici.

Lasciare il tetto natio, la patria, gli amici... abbandonare il mondo e chiudersi fra quattro mura è atto magnanimo : ma dire addio agli stessi fratelli in Cristo... preferire alla patria un esilio lontano, sinchè gli occhi non avranno da chiudersi a questa luce per aprirsi agli splendori del cielo , è sublime ed eroico sacrifizio. Oh! solo chi nel suo amore infinito abbraccia tutti i popoli della terra, potè infondere sì forte coraggio... noi ! non possiam nemmeno immaginarci il fremito di quelle anime, nell' estasi silenti delle loro preghiere, quando Iddio le veniva preparando al sacrifizio!...

Quante volte, dopo di aver meditato sul Golgota i patimenti e la morte di un Dio, sentivansi spezzar il cuore alla vista di tanto male nel mondo... Là, nelle Americhe lontane, nelle città vaste e doviziose, sonanti di traffici e brulicanti di uomini d'ogni nazione, vedevano schiere di poveri fanciulli, crescere scostumati per le vie, sfacciati, riottosi... Tra le vergini foreste lussureggianti, dagli alberi maestosi e intrecciati da immense liane, sostavano da prima meravigliati al canto di vaghissimi uccelli, al profumo di fiori, al dolce mormorio di rivi d'argento... ma poi impallidivano alle improvvise grida scomposte ed alla corsa sfrenata di mille infelici selvaggi, ignari del grande amore di un Dio.

Fu allora, che sentirono intenerirsi il cuore e stringendosi con affetto al Dio Crocifisso

- Signore, gridarono; Signore, adveniat regnum tuum ! -

Ed Egli ascoltò il sospiro di quei generosi li baciò in fronte, diè loro il coraggio dei martiri, e comandò agli Angeli suoi... di aleggiare pietosi sulla nave che domani solcherà le onde, per condurli al luogo della visione.

La Fede ha scritto oggi una pagina gloriosa e la Carità... ha decretato una corona di gloria pei nostri Cooperatori

IL RAPPRESENTANTE DEL SUCCESSORE DI DON BOSCO IN AMERICA

(Relazione del Sac. Calogero Gusmano*)

DA quanto finora ho riferito intorno alla nostra dimora nel Brasile appare che essa fu confortata dall'ossequio e dalaffetto affetto d'ogni classe di persone, e che tutti manifestarono in maniera più solenne dell'ordinario l'attaccamento che di continuo li lega all'opera Salesiana. Lo stesso Presidente Federale accolse il sig. D. Albera colla massima cortesia dicendosi contento dell'attività nostra e del bene che si fa specialmente alla gioventù della sua patria. Gli doleva solo di non poterci ora aiutare così come quando trovavasi alla Presidenza di S. Paolo, dove i mezzi pecuniaria erano piu abbondanti e meno le opere da soccorrere.

Non parlo del Ministro dei Lavori Pubblici che ci concesse passaggio libero in 1a classe su tutte le ferrovie dello Stato in appresso anche sui battelli) durante l'intera nostra permanenza nel Brasile, e che tanto concorse a render feconda di buoni frutti la nostra in missione. Gli si fece una doverosa visita di ringraziamento; tanto più che l'esecuzione degli ordini di S. E. fu accompagnata da rispetto e singolarità al tutto eccezionali: salivamo e si scendeva in qualunque stazione, e mai alcuno osò chiederci dei nostri diritti per agire così e sulla meta del nostro viaggio. Visitammo anche varii altri Ministri, l'ex-Presidente di Cuyabà che si adoperò moltissimo insieme col Vescovo per l'impianto delle Case edella Missione Salesiana nel Matto Grosso, il Primo Magistrato, i Presidenti di Cuyabà, Bahia, Pernambucco, S. Paolo, ecc., e tutti ebbero tratti di deferenza squisita verso il nostro Superiore, degnandosi anche taluni di restituirgli la visita.

Dopo queste osservazioni generali di cui forse sì poteva fare a meno, continuo scrupolosamente nel mio ufficio di cronista noioso, ripigliando le mosse da Lorena, dove appunto lasciai il sig. D. Albera nell'ultima mia relazione.

A Lorena quel giorno (e in modo speciale alle 12 quando arrivammo noi) si poteva coscienziosamente non sentir freddo: il sole bruciava senza metafore e nell'estensione più infocata del termine, l'afa era enorme... Eppure quel bravo popolo venne numerosissimo alla stazione e faceva ressa, dimentico nel suo affetto del sole e dell'afa. Prima che il treno si fermasse la banda ci diede il benvenuto e allegramente ci accompagnò poi sino alla chiesa di S. Benedetto che noi dobbiamo alla munificenza del Barone di Castro sig. Moreira Lima, vero padre del popolo lorenese, dove non v'ha opera di beneficenza in cui egli non versi a piene mani parte dei molti beni di fortuna che Iddio provvidenzialmente volle affidargli. La chiesa è piccolina e tosto fu piena, rimasero moltissimi fuori, i quali aspettavano devotamente che il sig. D. Albera desse la benedizione coi SS. Sacramento; il che difatti fece dopo che Don Faussone ebbe detto a quella buona gente quattro parole di ringraziamento per il concorso affettuoso e due di spiegazione sulla visita straordinaria del Superiore Salesiano.

A Lorena vi è una casa per le vocazìoni tardive che già meritò le approvazioni di due congressi cattolici e il noviziato: intorno ad entrambe D. Albera spese le sue cure più affettuose perchè la prima gli ricorda il sorgere dei figli di Maria, i primi dei quali furono ricoverati a S. Pierdarena nel 1877, dove D. Albera, giovane prete, era stato mandato da D. Bosco a dirigere quella casa ; e il secondo lo riguarda in modo speciale come catechista dell'intera nostra Società. Al noviziato D. Albera dettò gli Esercizi Spirituali senza bisogno di servirsi delle sue disposizioni linguistiche, avendo costantemente usato l'italiano, lingua correttamente parlata da quei cari novizi e a loro tanto famigliare che a malincuore si piegavano a discorrere con noì nel dolce idioma portoghese, nel quale se qualche progresso facemmo eravamo però ben lungi dal possederlo com'essi l'italiano. Le due case d'accordo organizzarono un'accademia invidiabile per elevatezza di pensieri e splendore di forma. D. Lorandi specialmente si mostrò non solo poeta, ma ancora filosofo, e... profondo !

Lorena, è casa ispettoriale, comoda per le strade ferrate e l'abbiamo quindi scelta come centro della piccola periferia entro cui ci aggireremo durante parecchie settimane. Son così scomodi e lunghi i viaggi che quando si può in qualche maniera sottrarsi in parte alle molestie che portano con sè lo si fa volentieri ! D. Albera ripete sempre al suo segretario, cui tocca di preparare gli itinerarii, di accorciare, restringere... E si accorcia e si restringe, ma poi si finisce collo stare ancora delle giornate intere in treno come entro un forno colla consolante aggiunta della polvere chè si porta dapertutto e si ficca negli occhi, nelle orecchie, entro il collo, sotto i vestiti, per andare da un collegio all'altro talvolta ci si impiega uno, due e anche tre giorni. Fortunatamente questo non s'avvera tra Lorena e Guarantiguetà cui accedemmo in poco tempo per mezzo di tramwais gentilmente offertici dalla Compagnia.

Il nostro Collegio che piglia il nome da San Giuseppe è sopra una collina: costa arrivarvi , ma poi si è largamente compensati dallo splendido ponorama che si stende innanzi all'occhio attonito di chi guarda.

A capo del movimento religioso vi è un venerando sacerdote, coi capelli bianchi, di un sembiante amabile e sorridente di continuo, forse per nascondere le sue austere penitenze. È Italiano di nascita , ma d'affetto è Brasileno. Ancora giovane prete venne a Guarantiguetà e non se n'e mai più dipartito. Tutti lo hanno qual padre, e meritamente. Fu egli che preparò il nostro Collegio S. Giuseppe dove al presente si educano circa 70 interni, fu egli che chiamò le Figlie di Maria Ausiliatrice a dirigere l'ospedale della città e regalò la casa primaria che attualmente esse abbiano ; la quale è grandiosa ed ha spazio per tenere un incipiente noviziato, un numeroso educandato ed alla domenica anche un fiorente Oratorio festivo. In occasione dell'arrivo del Rappresentante del sig. D. Rua si volle dare un trattenimento musico-letterario-drammatico e tale fu la disinvoltura, spigliatezza e perfezione con cui disimpegnarono ciascuna parte che le tre ore passarono rapidissime. Un signore di Rio Janeiro, che casualmente si trovò presente a quell'accademia, domandò la parola al Signor D. Albera ; si presentò al pubblico dicendo ch'egli era professore in Rio, che la sua famiglia era tutta occupata all'insegnamento, che anni addietro, per incarico del suo Governo , aveva fatto una visita di osservazione e studio ai varii Istituti d'Europa. « Ebbene, » diceva egli, « vi posso assicurare che a nessuno dei visitati questo resta indietro, anzi qui l'istruzione della mente e l'educazione del cuore progrediscono di pari passo.

E non era una semplice incensata di cortesia perchè quel professore non si contenta di sole parole, le sue tre figlie sono educande nel Collegio delle Suore nonostante che Rio sia capitale, la più popolosa dell'America del Sud e disti otto ore di diretto da Guarantiguetà. È tanta la stima che godono le Suore che il generale attualmente alla testa di tutte le forze dello Stato di Matto Grosso, a 40 giorni circa di viaggio da S. Paolo , ad esse affidò le sue due figlie. E casi simili trovai su per giù a Lorena a Ouro Prete; ad Ipiranga, e altrove, ma specialmente ad Arara ove le ragazze raggiungono il bel numero di trecento, e a Pontenova ove alle Figlie di Maria Ausiliatrice sono affidate le normaliste, unico istituto di quel genere nel vasto Stato di Minas Geraes. In tutte queste case il sig. D. Albera, aiutato da D. Giordani predicò alcuni giorni di ritiro spirituale; ma dove il suo zelo non ebbe confini , fu a Pontenova. Egli vedeva in quelle giovanette le future maestre. E chi non sa quanto perniciosa può tornare una cattiva maestra ! Si fu per questo ch'egli stesso vi predicò una serie di adattate istruzioni. Chi sa questi semi gettati in quei cuori così ben preparati in quanti altri germoglieranno ! Fu qui che la popolazione tutta quanta con a capo le autorità civili ed ecclesiastiche, la banda cittadina ed i giovanetti e ragazze delle varie scuole aspettarono per due giorni il sig. D. Albera. Il guardafreno lungo il viaggio ci raccontava la delusione di quella buona gente. Noi non ne avevamo colpa, il treno v'impiegò un giorno dippiù e quando ce ne accorgemmo si mandò un telegramma che disgraziatamente ha tuttora da giungere a sua destinazione. Pareva l'entrata del Vescovo diocesano, le campane suonavano, la popolazione riempì la vasta chiesa, tutto intorno era gioia ed entusiasmo.

(Continua)

Per gli emigrati italiani

(Ved. Bollettino di Novembre)

II

Il S. Padre e la missione di Zurigo.

IL nostro confratello D. Giovanni Branda, Missionario Apostolico per gli italiani emigrati a Zurigo, ha ricevuto questa rilevantissima lettera dal Segretario di Stato di S.S. Leone XIII.

Molto Rev. Signore,

La semplice lettura del foglio indirizzatomi da V. S. il 2 del corrente mi fece comprendere che la relazione di esso sarebbe stata assai gradita al Santo Padre. Sua Santità infatti si è vivamente compiaciuta del molto bene che, nel breve tempo dacchè si trova alla direzione della Missione Salesiana in Zurigo, Ella ha già potuto fare agli Italiani colà emigrati. Certamente molto si deve al favore dell'autorità diocesana ed alla generosità di alcuni Cooperatori; nondimeno è piaciuto al Santo Padre di riconoscere che spetta alla S. V. il titolo precipuo alla gratitudine dei suoi connazionali costì residenti. Da così lieti principii Sua Santità ha anche tratto buon auspicio per ciò che Ella si propone di fare in seguito. In particolar modo agli occhi dell'Augusto Pontefice è sembrato degno di lode il divisamento di erigere in Zurigo una chiesa propria per gli Italiani e,

poichè Ella si è già opportunamente munita dell'approvazione del Vescovo Diocesano, non dubita Sua Santità che il bel divisamento apparirà benedetto dal cielo, mercè il favore che incontrerà presso i facoltosi. Chiunque si interessi alle sorti dei lontani fratelli dove concorrere nella misura delle proprie forze, a facilitar gli quel bene di ordine altissimo, che consiste nell'assistenza religiosa, e Iddio non può lasciar senza premio chi compia volonteroso un siffatto dovere. La S. V. abbia intanto il meritato conforto di sapere che il Santo Padre è contento dello zelo onde Ella attende all'affidatale missione, e che come auspicio di buon esito, benedice di cuore la sua iniziativa.

Con vero piacere La rendo di ciò consapevole, e colgo insieme l'occasione di raffermarmi con particolare stima

Di V. S.

Roma, 11 settembre 1902.

Affez.m° per servirla M. Card. RAMPOLLA

Noi a questa calda ed autorevole raccomandazione non aggiungiamo altro: spetta ai nostri buoni Cooperatori Pascoltarla concorrendo con generose offerte all'erezione della nuova Chiesa di Zurigo.

III.

Un'importante pubblicazione per gli emigranti allo Stato di S. Paolo nel Brasile - In che paese dovrà emigrare ? Un salesiano eletto membro del Comitato comunale di Torino per l'emigrazione.

Il Ministero di agricoltura, commercio ed opere pubbliche, durante l'amministrazione del Cons. Dott. Francesco de Paula Rodridrigues Alves, Presidente dello Stato di S. Paolo nel Brasile, ha commesso alla nostra scuola tipografica di S. Paolo la pubblicazione di un lavoro che meriterebbe di essere conosciuto da chiunque voglia emigrare verso quella fiorente repubblica.

La versione italiana dall'originale porto ghese venne eseguita per ordine del Dott. Antonio Candido Rodrigues, Segretario di Stato per l'Agricoltura. L'emigrante non potrebbe invero desiderare una guida più pratica chiara, alla portala anche dei meno istruiti,

Lo Stato di S. Paolo ha fatto un lavoro veramente modello, e tale da meritarsi la riconoscenza degli esuli nostri fratelli. Ad essi è in modo particolare dedicata la terza parte del libro. Vi sono indicati i vantaggi che le leggi del Brasile e dello Stato di S. Paolo assicurano agli emigranti ; le istruzioni su ciò che devono fare per recarsi a S. Paolo, le condizioni della vita in questo Stato, la rimunerazione del lavoro, ecc. Una nitida carta geografica-agricola, in cui sono chiaramente distinte a colori le varie coltivazioni del terreno, completa questo opportunissimo lavoro, che po' suoi pregi tipografici fa anche molto onore alla nostra scuola tipografica di S. Paolo.

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Ci pare opportuno stralciare dal suddetto lavoro la seguente pagina, che può tornare utile a molti desiderosi di emigrare

«In che paese dovrò emigrare? Vari sono i paesi di piccola popolazione rispettivamente all'immensità del loro territorio, ed in cui le ricchezze naturali, inesplorato per mancanza di braccia, offrono agli immigranti la prospettiva affascinante del lavoro garantito e rimuneratore. Ma tanto differenti sono questi paesi, come varie sono le condizioni da essi offerte, e pochi sono quelli che possono assicurare all'immigrante la comodità e prosperità necessarie per essere adottati come patria.

» Perciò non basta che l'immigrante incontri nel paese, in cui egli si trasferisce, lavoro facile e lucrativo, ma è necessario che il clima di questo paese sia abbastanza salubre e non molto differente da quello in cui egli nacque, a fine di facilitargli l'acclimatazione. Oltre a ciò, all'infuori dei vantaggi puramente materiali, è indispensabile che l'immigrante incontri un certo numero di condizioni morali, non meno importanti di quelle già accennate, come : leggi liberali, costumi non molto diversi da quelli della sua patria, la stessa sua religione e lingua facile ad imparare, insomma mezzi adatti per la sua pronta assimilazione nel paese eletto per suo nuovo domicilio e per rendergli la vita comoda e gradevole, oltre alla garanzia della sua sussistenza e del futuro dei suoi.

» Anche fra i paesi che offrono agli immigranti tutti i vantaggi summentovati, vi sono delle differenze, poichè per alcuni v'è maggior facilità per l'emigrante di trasferirvisi che per altri, e non in tutti, l'immigrante, che arriva molte volte senza alcuna risorsa, incontra immediatamente collocazione,. vedendosi, per mancanza di lavoro nei primi tempi, obbligato a soffrire disagi. È pertanto molto necessario che l'emigrante, prima di scegliere la sua destinazione, s'informi bene di tutte le condizioni che potrà incontrare nei paesi in cui pretende andare. Se non tiene qualche risparmio, è necessario avere, certezza d'incontrare senza ritardo collocazione in un servizio che le sue forze ed attitudini permetteranno disimpegnare.

» Se l'emigrante ha nel paese verso il quale egli vuole dirigersi un amico o parente, egli potrà ottenere per questo mezzo informazioni sicure per sapere se dovrà o no trasferirvisi con tutta la sicurezza. Egli potrà anche informarsi a questo proposito consultando quelli che già furono nel detto paese, o, in mancanza di questi mezzi, domandando informazioni agli impiegati del Governo, incaricati di prestar assistenza e consiglio agli emigranti, oppure agli agenti di emigrazione legalmente autorizzati.

» Converrà ricevere con qualche riserva le informazioni prestate da certi agenti di emigrazione. Alcuni sono tratti talvolta ad esagerare i vantaggi offerti dai paesi poi quali essi consigliano agli emigranti di trasportarsi. Vi sono informazioni che apparentemento rappresentano un vantaggio straordinario offerto da un paese, ma realmente sono semplici illusioni. Per esempio : accennasi all'emigrante la facilità di diventar proprietario subito arrivato a destinazione; gli si garantisce una concessione di terra gratuita, o con pagamento a lunga scadenza. - Ma dove si trovano queste terre? Ciò non lo si spiega molte volte all'emigrante, e questo, prendendo possesso del suo lote (porzione di terra), verifica, disilluso, che le terre si trovano in luogo inospite ed in regione completamente spopolata e senza mezzi di trasporto facile e rapido per le città, e perciò la sua vita sarà quasi impossibile e sempre piena di duri lavori e privazioni durante non pochi anni.

» Ma non è solamente ciò. Aver la terra non basta. A che servono la terra e le braccia se l'immigrante non tiene il capitale, qualche risorsa in denari, capace finalmente di permettere che, durante i primi tempi, mentre la terra non produce ancora, egli possa acquistare il necessario per vivere?

» Per conseguenza è molto preferibile che questi si diriga verso un paese che gli garantisce immediatamente lavoro anche salariato; di poi, con risparmio, gli sarà facile formare il peculio col quale acquisterà in pochi anni la terra che lo farà indipendente, col grande vantaggio di poter scegliere liberamente il luogo onde fissarsi come proprietario, ciò che non avverrebbe nel primo caso, perchè l'immigrante non ha la facoltà di scegliere liberamente il sopradetto lote.

» Ottenendo promessa di concessione di terre, sarà prudente che l'emigrante cerchi di aver la certezza che i nuclei coloniali dove si trovano i lotes di queste terre siano situati in luoghi salubri non molto distanti dai centri popolati, con facilità di trasporto per le città, affinchè i coloni possano vendere facilmente i prodotti raccolti nelle loro terre nei mercati e comprare ciò che loro è necessario; finalmente fa d'uopo che nei primi tempi i coloni abbiano sicurezza o di trovare lavoro salariato vicino ai loro lotes, o che loro si garantisca la sussistenza fino a quando le loro terre non abbiano prodotto.

» Per maggior certezza delle informazioni prestate dagli agenti di emigrazione, sarà prudente che gli emigranti cerchino di verificare se ciò che essi dicono rispetto al paese al quale essi li consigliano d'andare è confermato da qualche pubblicazione, che, per non essere sospetta, dovrà essere ufficiale ed autorizzata dalle competenti autorità. »

Leggiamo nell'Italia Reale: « In esecuzione della legge 31 gennaio 1901 e relativo regolamento 10 luglio stesso anno per la tutela degli emigranti, venne costituito in Torino un Comitato Comunale per l'emigrazione. Detto Comitato -composto dei signori : Martorelli avv. Alberto, pretore del V° Mandamento, presidente ; Abrate cav. Antonio, assessore municipale, rappresentante il Sindaco; Durando sac. prof. Celestino ; Vergnano dott. cav. Casimiro ; Navone cav. Giuseppe, industriale, membri, e Bernardi Pier Maurizio, segretario assunto - tenne li 29 marzo u. s. la sua prima seduta nel Palazzo Municipale, avvisando ai mezzi migliori di porsi in comunicazione cogli emigrati, sovvenendoli di informazioni, notizie, consigli, istruzioni, ecc. allo scopo di evitare le loro dolorose delusioni e gli inganni cui erano finora facilmente soggetti.

» A tale fine il Comitato raccoglie e diffonde notizie ed informazioni sulle condizioni degli operai ed emigranti nelle diverse colonie e paesi dove più facilmente vengono diretti, sulla facilità o meno di trovarvi lavoro ed occupazioni, e sul come e da chi possano trovarvi protezione ed aiuto. Parimenti si incarica di procurare agli emigranti informazioni sui prezzi dei viaggi, sulle linee di navigazione e sulla data di partenza dei piroscafi.

» La sua sede è in via Corte d'Appello, n. 1, piano terreno, presso l'Ufficio Municipale Atti di Notorietà e passaporti, dove chiunque potrà avere quelle notizie ed informazioni che gli sono necessarie.

» Vivamente ci felicitiamo dell'omaggio reso dal nostro Municipio alle benemerite Opere Salesiane, colla nomina del Rev.mo D. Durando, Salesiano, a membro del Comitato Comunale per l'emigrazione. »

Libri, opuscoli e periodici pervenuti in dono alla nostra direzione

Prof. Giuseppe Isnardi - I primi tre libri dell'Eneide di P. V. Marone L. 0,80 - Tip. Salesiana, Torino.

Prof. D. Eugenio Ceria - Le vite di Nepote L. 1,20 - Tip. Salesiana, Torino.

M. Tullio Cicerone - Lettere Brindisine con note del Prof. Ceria, 0,35 - Tip. Sales., Torino.

P. Lingueglia - L'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, L. 1,80 - Tip. Salesiana, Torino.

Giuseppe Giusti - Poesie scelte ad uso delle scuole per il Prof. Ceria, L. 1,00 - Tip. Salesiana Torino.

Questo bel volume costituisce il 28° della nuova collezione della biblioteca per la gioventù.

Pechenino - Verbi e forme verbali della lingua greca, 19' Ediz., 2,00 - Tip. Sales., Torino.

Giovanni Rossi - Grammatica Italiana per uso delle scuole ginnasiali. Parte 1' e 2' 1,20 - Tip. Salesiana, Torino.

Munerati - Theologiae sacramentariae elementa - De extrema unctione, ordine et matrimonio - Tip. Salesiana, Torino.

Paglia - Brevis Theologiae speculativae cursus. Tomus quartus-De Deo Redemptore. I quattro vol. costano L. 8,00 - Tip. Salesiana, Torino. La buona strenna. - Calendario illustrato pel 1903, 0,40 - Tip. Salesiana, Torino.

Questo almanacco che è un vero gioiello letterario ed artistico in soli quattro anni di vita riuscì a gareggiare coi migliori ed è straordinaria la sua diffusione.

Atomi - Versi di Clotilde Patrizi.

Abbiam ricevuto in omaggio questo bellissimo libro, che a parer nostro, non ha che un diffetto: il titolo! Come chiamar atomi questi aulentissimi fiori? Come chiamar versi queste elettissime poesie? Noi non ne facciamo una recensione; diciamo solamente ai nostri lettori: leggetele, e voi vi persuaderete che non si può fare miglior regalo per le feste natalizie, pel capo d'anno, pel giorno onomastico, per nozze, che questo libro così ben fatto, così bello anche nella stia graziosa edizione che fa onore al tipografo sig. Michele D'Auria. Chi li compra fa anche una carità all'Opera Salesiana del Vomero, a cui benefizio si vende.

Mandar cartolina vaglia di L. 2 al M. R. Sac. Angelo Piccono Salesiano, via Alessandro Scarlatti, n° 7, al Vomero Nuovo - Napoli.

MISSIONI

MATTO GROSSO La nuova Colonia fra gli Indii Coroados (Lettera di D. Giovanni Balzola)

REV.mO SIGNOR D. RUA,

Barreiro (Cuyabà) Colonia S. Cuore di Gesù, 2 febbraio 1902.

UNA cara notizia! L' impianto della nuova Colonia fra gli Indii Coroados-Boròros è un fatto compiuto. Oh ! se avessi anch'io una penna eloquente per esaltare, come dovrei, la bontà di quella Divina Provvidenza, che ci ha visibilmente protetti nel lungo viaggio di ben 500 chilometri, in mezzo a regioni selvagge, e durato un mese intero. Sia benedetto il Sacratissimo Cuore di Gesù, da cui abbiamo intitolata la Colonia; ed Ella, amatissimo Padre, gradisca egualmente la mia semplice e breve relazione.

L'addio - A Coxipò - Visita notturna - La Capanna del nostro Natale - Avventure di muli... e di missionari.

Il 17 novembre 1901, fu un giorno solenne pel nostro Collegio di Cuyabà; ed anche memorando, io credo, nella storia delle nostre Missioni. Uno stuolo di missionari e di suore di Maria Ausiliatrice, inginocchiato innanzi al SS.mo Sacramento nella nostra chiesa di S. Gonzalo, ripeteva quelle commoventi preghiere di addio, che omai hanno reso celebre in tutto il mondo il Santuario dell'Ausiliatrice. Furono momenti tenerissimi. Era spuntato il giorno, in cui cominciava a realizzarsi il sogno dell'indimenticabile Vescovo dei selvaggi, il compianto Mons. Lasagna, e quello del carissimo nostro padre Don Bosco.

Partiti subito per Coxipò, pernottammo in quella nostra casa ; e l'indomani, raggiunti dalle suore di Maria Ausiliatrice, dopo di esserci prostrati ancora una volta innanzi all'altare del Signore, fra i saluti e i voti più cordiali di quei nostri futuri confratelli, insieme col loro direttore e il signor Ispettore D. Malan, ci allontanavamo definitivamente dal mondo civilizzato per internarci nelle foreste. D. Malan avrebbe voluto accompagnarci un giorno intero; ma le funzioni della Novena del S. Natale l'obbligarono a separarsi da noi insieme col direttore di Coxipò, appena dopo qualche chilometro. C' inginocchiammo tutti per ricevere la sua benedizione e poi, lieti di fare la volontà del Signore, proseguimmo allegramente il cammino. Dopo

breve tempo, il cielo si oscura e comincia a cadere una piccola pioggia ma noi, spronando le nostre cavalcature, arriviamo al luogo fissato pel primo accampamento, senza quasi bagnarci; ad eccezione di quei poveretti, che guidando le bestie da soma cariche di tutte le nostre provviste, giunsero naturalmente più tardi, e quindi un po' più bagnati di noi.

Ma io qui non credo necessario, o amatissimo sig. D. Rua, di esporle per filo e per segno, tutte le piccole vicende del nostro mese di viaggio. Chi pensa, che noi fra missionari, suore e guide, eravamo diciasette persone ; e con noi, oltre le nostre cavalcature, avevamo ancora ben diciotto bestie da soma per portare a Barreiro le cose più necessarie per l'impianto della nuova Colonia, può facilmente immaginarsi tutte le curiose vicende, che vennero il più delle volte a rompere la monotonia del viaggio, e, talora anche ad impensierirci non poco. Nemmeno credo conveniente di perdermi nella descrizione dei luoghi attraversati, o dei monti che abbiam dovuto valicare, dei fiumi e dei mille fiumicellì che parevano volessero impedirci il cammino; perchè m'immagino che di tutte queste cose le avrà certamente parlato il sig. D. Malan, informandola dell'escursione che facemmo insieme per scegliere il punto della nuova fondazione. Quindi mi terrò pago delle particolarità più importanti. E comincio subito dalla prima notte...

Giunti, come le ho detto, al luogo prestabilito per la prima tappa, dopo di aver alzate le tende, cenato un poco e recitate le orazioni con gran fervore, ci coricammo. A mezzanotte in punto, mentre da tutti si dormiva tranquillamente, i cani cominciano ad abbaiare a squarciagola. Mi sveglio di sopprassalto e sento un confratello che grida:

- Padre, son soldati ! E poco dopo : No, son Indii !

Balzo in piedi, e vedo infatti al chiaror della luna una schiera d'indii , armati di tutto punto; i quali, avvicinatisi, appena mi ebbero riconosciuto , mandarono un grido di gioia, esclamando

- Bari! Bari! (Padre! Padre!) Ed io a loro

- O Boróros, caibà achì gigì? (O Bororos, dove andate ?)

Ci scambiammo ancora altre parole; e poi mi chiesero da mangiare.

- Curibioru, Bari! (abbiam fame, Padre!)

Feci dar loro da mangiare. Seppi che andavano a Cuyabà ed io, informatili dello scopo del nostro viaggio, mi feci promettere che tornando sarebbero venuti a trovarci nella nuova colonia. Finito che ebbero di mangiare si addormentarono placidamente accanto a noi, sopra alcune pelli di bue che mi avevano chieste. Li contai; erano 15. All'indomani, prima che partissero, li invitai ad andare al Collegio S. Gonzalo a trovare il Superiore D. Malan, dicendo che avrebbe fatto loro qualche bel regalo; ma essi : - Papera, Bari. (Una lettera, Padre). Diedi loro due righe e li mandai soddisfatti. Siccome poi mi accorsi che per mancanza di animali era stata lasciata a Cuyabà ancor molta roba da caricare, pensai di mandar subito a prenderla; e diffatti giunti altri cinque muli carichi, il 20 dicembre ci rimettemmo in cammino.

La vigilia di Natale, la pioggia che ci aveva annoiato un poco anche nei giorni precedenti, divenne più importuna; sicche non ci fa possibile arrivare al luogo stabilito e dovemmo far alto presso alcune capanne. Mentre cercavo con ansia un rifugio qualsiasi per liberarci dalla pioggia, un brav'uomo ci viene incontro per offrirci un capannone aperto da tutti i lati, ma coperto di foglie di palma. Accettai con riconoscenza quell'asilo che ci era offerto; e divisolo con coperte e tendoni, improvvisammo in un batter d'occhio due case Salesiane, una per le suore, l'altra per noi; e là sotto, continuando sempre a piovere, celebrammo le care funzioni di Natale, colla mente rivolta a Betlemme, la cui capanna non doveva essere certo più meschina della nostra. Quanta povertà e quanta festa! Invano ci tentò il demonio, ponendoci dinanzi la viva esultanza di tutto le nostre Case in quella notte ed in quel giorno così memorandi; poiché ognuno di noi ebbe a dire di non aver passato mai nessun altro Natale più ricco di soavi ed ineffabili consolazioni. Com'è vero che la grazia del Signore ci accompagna dovunque, ed è solo per nostra colpa, se noi siamo infelici !

Il 29 dicembre, giunti alla fattoria del sig. Borges, possiamo aver aiuto di animali, perchè alcuni dei nostri, omai troppo stanchi, ci rendevano incomodissimo il cammino. Là ci fu pure da confessare, battezzare e benedire matrimoni. Egual consolazione ci fu data nei due giorni seguenti al Capim-Branco. Dal primo giorno dell'anno poi sino all'Epifania, che a causa della pioggia dovemmo celebrare sotto le tende, il viaggio non poteva essere più felice : ma dopo cominciarono le strane avventure.

Il 7 gennaio, tornò il bel tempo : ma gli animali si erano sbandati. Feci di tutto per poterli raccogliere e quando mi parve che le cose fossero bene avviate, m'incamminai con D. Salvetto ed un confratello coadiutore per precedere un poco la carovana, a fine di scegliere il luogo dell'accampamento e piantare i pali per allargare a tempo le tende. Ma sì; dopo di aver fatto un bel cammino, avevamo già preparato ogni cosa, quando dopo un lungo aspettare, non compare nessuno. Finalmente si vedono alcuni muli; ma poi, eccoci da capo: passa un'ora, e non giunge più nessuno. Si fa notte, e nulla di nuovo. Quand'ecco, mentre eravamo in mille pene, dopo un lungo aspettare, si odono alcune grida prolungate e poi altre grida ancora. Erano i nostri. Rispondemmo subito con altre grida, tanto per facilitare in mezzo all'oscurità la direzione che dovevano tenere, e dopo un lungo ed alterno gridare, vedo Silvio Milanese, Minguzzi e Grosso più morti che vivi, con alcuni muli che li avevano fatti disperare, e finalmente tutta la carovana. Un mulo però, protetto dalle tenebre, si sottrasse ai nostri sguardi col carico sulla schiena, e si addentrò nella foresta. Subito , era inutile cercarlo; ma il giorno dopo, ci fa perdere molte ore inutilmente. Eppure quel mulo aveva anche la farina per fare le ostie: quindi ci stava troppo a cuore il trovarlo. Che fare? Non sapendo più a qual partito appigliarmi, appicco il fuoco alla foresta. I compagni se ne fecero meraviglia; ma quando il fuoco avvampò e si estese largamente, e cacciò un fumo intenso in ogni lato, e videro il mulo trottare rapidamente verso noi, approvarono anch'essi quell'estremo rimedio. Ma il guaio non era finito. Il somaro aveva perduto la soma ! Ne andammo subito in cerca, prendendo la direzione dalla quale l'avevamo veduto sbucare, e, per fortuna, mentre erasi già bruciato un involto di coperte ed una sedia di cui era pur caricato l'animale (era quella l'unica sedia che avrebbe dovuto far parte del gran mobilio della nostra colonia!) per fortuna, dico, trovammo ancora intatto il piccolo sacco della farina.

Il grido dei novelli crociati -18 gennaio 1902 - messe abbondante - Le ricchezze della passione.

Tuttavia la domenica 12 gennaio non potei celebrare. M'ora affrettato nel giorno innanzi di arrivare alla fattoria del dottore Emanuele Gioacchino Dos Santos, per provvedere in tempo a vari urgenti bisogni della carovana, pensando che i compagni mi avrebbero raggiunto l'indomani, prima di mezzogiorno: ma sì, fu grazia che arrivassero la sera. Che era avvenuto? Tante cose. Anzitutto era morto un mulo, poi, quasi tutti gli animali erano sfiniti. Un confratello, credendo che il suo bucefalo fosse più stanco di lui, salta di sella deliberato senz'altro di lasciarlo indietro e proseguire il viaggio a piedi. Ma sì, non aveva fatto cento passi, che il mulo, sentitosi libero, dà in un raglio sonoro, e via nella foresta. Il cavaliere vedendosi così burlato, si mette a corrergli dietro, e corre tanto che finisce per perdere il mulo e la strada... e, quasi quasi, faceva anche perdere la pazienza ai compagni, che erano stanchi di aspettarlo! Rifornitici di viveri presso l'egregia famiglia Dos Santos, dove fummo trattati con paterna delicatezza (talchè mi sento in obbligo di raccomandarla, insieme con quelle del sig. Borge s e del sig. Pietro Fernandez, alle sue speciali preghiere, o amatissimo sig. Don Rua), dopo un' altra settimana di viaggio, che fu senza dubbio la più faticosa, finalmente sani e salvi, giungemmo a Barreiro. Quando mostrai da lungi il luogo del nostro stabile accampamento, un grido unanime di gioia andò alle stelle : e non so, se esultassero tanto i crociati, alla vista di Gerusalemme. Il demonio rimase ferito da quel grido e tentò subito di farne vendetta. Giunti sul posto, mentre cercavo il punto preciso, in cui piantare le tende, ad un tratto il mio mulo entra in un pantano coperto d'erba, si dibatte per uscire e cade : torna a rialzarsi, ma cade subito nuovamente ed io, cadendo con lui, gli sdrucciolai fin sul collo, e non mi feci nulla. Scelto il luogo più conveniente, caliamo tutti di sella e inginocchiatici, baciamo quelle vergini zolle, dove, coll'aiuto di Dio sorgerà la prima casa e la prima cappella di questa Missione. Erano le 4 pomeridiane del 18 gennaio, giorno di sabbato, vigilia della festa del SS. nome di Gesù.

L'indomani, collocata sull'altare la statua del S. Cuore, che tanto ci consola col suo dolce aspetto, celebrammo la santa Messa, e tutti ripetemmo con fede la bella preghiera prescritta dal grande Pontefice gloriosamente regnante, qual formola di consacrazione al dolcissimo Cuor di Gesù... « Sì, o Signore, siate il re finalmente di tutti quelli, che sono avvolti nelle superstizioni del gentilesimo, e non ricusate dal trarli dalle tenebre al lume ed al regno di Dio »

Mandai subito alla stazione telegrafica più vìcina, distante dalla colonia un 40 chilometri, per annunziare a D. Malan il nostro arrivo e chiedere al nostro amico e benefattore Fernandez aiuto di viveri. Gli indii, per fortuna, non si sono ancora presentati : e se venissero, come farò a cavarmela, avendo appena il necessario per noi, tanto di vitto, quanto di vestito? Speriamo nella Divina Provvidenza e nella generosità dei nostri Cooperatori e delle nostre buone Cooperatrici. Il campo è vastissimo: da Barreiro a Cuyabà son 500 chilometri ove scorrazzano i selvaggi. Unico segno di civiltà è la linea telegrafica, i cui pali ci furono quasi sempre di guida nel nostro cammino. Al Nord di Barreiro, sempre lo Stato del Matto Grosso si avanza ancora per 1500 chilometri ; ed anche questa immensa regione è scorazzata da tribù selvagge. Dopo ciò, mi pare supefluo, o amatissimo Padre, esporle i nostri gravi ed urgenti bisogni. Credo che la nostra sia la Missione più difficile e più povera della nostra Pia Società. Questa lettera... l'ho scritta sopra un tavolino di canne, sul quale posando la pietra sacra, celebriamo la S. Messa : ed in questo momento una pioggia dirotta passa la tenda e mi fa interrompere di scriverle... Ma poichè le ho parlato di altare le dirò, come è fatta la Cappella. Ecco : una coperta serve di sopraccielo, un'altra forma la parete di dietro ed una terza copre questo classico tavolino, sopra il quale poniamo, come le ho detto, la pietra sacra e le semplici tovaglie. Ogni mattiva aggiungiamo ai lati due coperte e sten diamo per tappeto due larghe pelli di bue. Ecco la nostra Cappella, dove il 31 gennaio abbiam suffragato con grande affetto l'anima del nostro amatissimo fondatore. Dalla Cappella può farsi un'idea del nostro refettorio, dormitorio, ecc., ecc.! Ieri mattina, accomodando un po' le coperte, perchè riparassero meglio la pioggia, trovai in una di esse una grossa vipera che poco mancò non mi mordesse gravemente. Abbiamo già cominciato ad aprire strade, segar pali e preparare il terreno per alcune piantagioni. Il lavoro materiale, addolcito dalle pratiche di pietà, ci fa passare il tempo così velocemente, che il mezzo mese già trascorso in questa immensa solitudine, ci è volato in un baleno. Presto potremo, io spero, costrurre anche qualche capanna, ma tuttavia non ci sarà possibile per ora poter conservare il SS. Sacramento in mezzo a noi, ed è questo il nostro unico dispiacere.

Preghi, amatissimo Padre, e faccia pregare per questi suoi figli, perduti in mezzo a queste vergini foreste. Ella può comprendere se ne abbiamo bisogno.

Ossequi tutti i nostri carissimi Superiori, specialmente il sig. D. Filippo Rinaldi mio primo amatissimo direttore, ed Ella permetta che le baci la mano in nome di tutti e le chieda la paterna Benedizione - Mi creda sempre

Suo aff.mo figlio in Corde Jesu

D. GIOVANNI BALZOLA.

* Nel dare questa relazione non possiamo a meno di raccomandare in modo speciale alle preghiere dei nostri lettori la vita e il lavoro di questi nostri missionari che ai più grandi pericoli sono esposti

PATAGONIA (Territ. del Neuquen).

Visita Pastorale e Missione di S. E. R.ma Monsignor Giovanni Cagliero. (1)

LA Repubblica Argentina si divide politicamente in quattordici Provincie e dieci grandi Territorii : quello del Neuquen è per certo uno dei più importanti e di splendido avvenire.

Diviso in sei dipartimenti misura una estensione di chilometri quadrati 109.703. Si estende dal grado 35 al 41.30 di latitudine australe, e gode di una bellissima posizione geografica. Ad Occidente le più alte vette delle Ande segnano il suo limite ed ii suo punto di contatto col Chili.

È un territorio ricco di acque; grandi fiumi l'attraversano in tutti i sensi; pittoreschi laghi, immense valli ed ubertosi altipiani ne rendono più ameno il soggiorno.

Considerato geograficamente si presenta sotto la forma di un delta, i cui lati sono formati da grandi fiumi : Limai e Neuquen, che unendosi formano il Rio Negro, il quale dopo un percorso di 120 leghe mette foce nell'Atlantico.

Nell'anno 1899 fu tale l'abbondanza di acque, che questi due fiumi scaricarono nel Rio Negro, che quest'ultimo straripò innondando una vallata di ben 500 leghe quadrate, abbattendo case e piante, distruggendo a milioni i capi di bestiami, e riducendo ad un mucchio di rovine le fiorenti popolazioni di Roca, Pringles e Viedma, capitale del Territorio del Rio Negro e centro delle Missioni Salesiane della Patagonia.

Il clima è salubre; un poco umido nei luoghi elevati, mentre nelle regioni intermedie è secco è temperato. La neve copre le sue più alte montagne, e la benefica pioggia feconda di sovente le sue fertili pianure. Sorgenti naturali di fresche ed abbondanti acque irrigano le ubertose colline e le pittoresche valli, le quali si rivestono di abbondanti pascoli. I venti però sono frequentissimi, molesti e freddi, specie se provenienti dalle Ande.

Le Cordigliere nelle loro viscere rinchiudono preziose fonti di acque termali ; miniere di oro, d'argento, di rame e carbone ; emanazioni di petrolio, e cave di marmi, graniti e di gesso. Tutte queste ricchezze naturali giacciono ancora nell'oblio ed abbandono, e solo dalla cava aurifera nella Cordigliera del Vento, gli stranieri esportano l'oro, il più prezioso della Repubblica.

Le strade carrozzabili, ben contate , non sono che tre : una al Nord costeggia il Neuquen, l'altra al Sud corre parallela al Limay, mentre la terza chiamata di Zapala facilita le comunicazioni del centro.

Questo strade non è a credersi che siano tenuto nel modo più desiderabile, dappoichè il camino è scabrosissimo e seminato di avanzi di carri, e di carrozze abbandonato nel bel mezzo della via, dagli sfortunati viaggiatori.

Al nostro biroccio poi non toccò miglior sorte, poichè per ben sette volte si scompose e fu sottoposto a replicate riparazioni ; mentre la carrettella delle provvigioni ne ebbe rotte le ruote, e solo a forza di composture e ferrea volontà da parte nostra, potè servire fino al fine della Missione.

La popolazione attuale è da 25 a 30 mila anime; la maggior parte vengono dalla vicina Repubblica del Chilì , gli altri sono stranieri , inglesi, prussiani, italiani e francesi; gli argentini sono molto pochi.

Si stanno già formando quattro paeselli di 1.500 abitanti, e sono : Chos-Malal (capitale), Las Lajas, Junin e San Martin de los Andes.

La gente della campagna vive in poveri tuguri e capanne, sparpagliati pei monti, nelle valli e burroni.

Amministrazione. - Fauna e Flora. - Fertllità. - Divisione dei terreni.

Risiede nella capitale un Governatore ed un Giudice di prima istanza, incaricati del governo del Territorio; intantochè i commissarii , i giudici conciliatori e gli alcaldi (sindaci) li coadiuvano e tutelano l'ordine nei dipartimenti.

Una linea di piccole stazioni militari facilita il servizio postale , unisce Chos-Malal con i centri più popolati ed agevola le comunicazioni colle autorità dipartimentali, mentre le guarnigioni di cavalleria di linea, installate in Chos-Malal, Las Lajas e San Martin de los Andes difendono le frontiere comuni col vicino Chilì.

L'agricoltura e l'allevamento del bestiame sono in via di progresso; l'industria è ancora incipiente; il latte però è confezionato con bastante perfezione ed i formaggi sono non solo gustosi, ma anche squisiti.

La rete telegrafica che unisce la capitale con i punti più importanti della Repubblica, le strade ferrate, parte in costruzione e parte in progetto, saranno la fonte ed i fattori del commercio, della prosperità e colonizzazione di questo esteso e fertile territorio.

Il suolo, in gran parte vergine ancora, abbonda di ricchi pascoli, dove a migliaia si moltiplicano i capi del bestiame di pecore, vacche, buoi e cavalli. Abbondano boschi di pini, roveri e cipressi, da cui, gli industriosi abitanti, ricavano legname in grande quantità.

Nella fertile e vasta regione del sud-ovest, detta comunemente Manzanera, il melo (manzano) cresce allo stato silvestre, adornando le rive dei fiumi, ed aggruppandosi nelle vallate delle Ande, in modo da formare intere boscaglie, che destano l'attenzione del viaggiatore, alla cui ombra fa sosta e ne assapora le sugose mele. Ricreano la sua vista leghe e leghe di siepi e pianticine di belle e saporite fragole , di vegetazione spontanea, che si può raccogliere col solo incurvarsi sopra il suo cavallo.

Il guanaco, il puma, il tigre, la vizcaccia ed il lancodón patagonico scorrazzano pei vasti altipiani, profonde valli ed amene sponde dei fiumi, mentre l'aquila, il condoro e molti altri avoltoi, dominano le superbe cime dei monti e le inaccessibili creste delle cordigliere, pronti sempre a piombare sopra i teneri agnellini, che si sbandano dal gregge.

Il progresso e l'avvenire del Neuquen stanno nella moderata e giusta scompartizione dei suoi terreni. Questi in gran parte sono del fisco, che con tacito consentimento permette al povero emigrante di vivere provvisoriamente nella sua povera capanna, attendere il suo piccolo gregge e lavorare il campicello, che gli produce grano, frumentone, verdura, patate, avena e biade di ogni specie.

L'altra parte dei terreni appartiene a signori molto ricchi , che hanno delle estensioni di 10, 20 e fino 60 leghe di campo. Le affittano in parte ed in parte sfruttano per mezzo di mezzadri e fattori. È per questo che pochi degli abitanti sono padroni delle terre che occupano, e nessuno si dà pensiero di fare solidi edifizii, costrurre facili canali d'irrigazione , piantar alberi ed introdurre altre migliorie.

Gli affittaiuoli delle possessioni particolari sono anche pochi, a causa dei prezzi carissimi che esigono i padroni. Non dividendosi questi terreni in piccole proprietà non si avranno mai vere colonie, e la immigrazione ed il progresso del Neuquen si farà ognor più difficile e problematico.

Popolazioni indigene. - Religione. Missioni.

Tra gli abitanti di questo Territorio vi sono molti indii, che vivono disseminati lungo le rive e vallate dei fiumi, e nelle gole ed altipiani della Pre-Cordigliera. Sulle rive del Rio Aluniné vive il cacico Namúncurà con molti della sua tribù, occupati tutti in coltivare le otto leghe di terreno che loro concesse il Governo della Repubblica. Parimenti sulle alture di San Martin de las Andes abita con molte famiglie indigene il cacito Curuhuinca: parecchie altre si trovano stazionate nelle gole delle Ande e lungo le deliziose sponde del lago Nahuel-Huapí.

I Tehuelches vivono più verso il sud nel Territorio del Rio Negro e specialmente del Chubut. S'incontrano pure per le pianure limitrofe varie tribù ed aggruppazioni nomadi di Araucanos che trafficano col Chilì.

Il carattere degl'Indii della Patagonia è umile e paziente. Vincendo la loro apatia naturale, incominciano ad amare il lavoro ; coltivano la terra, attendono al gregge e fabbricano capanne (ranchos): desiderano pure l'educazione dei loro figliuoli e si sottomettono quasi tutti al soave giogo del Vangelo, amando e praticando la Religione, che li ha inciviliti.

È quindi un errore il credere che nella Patagonia non vi siano più indii. sarebbe più corretto il dire che non vi sono più selvaggi, poichè i Missionari Salesiani, da ben vent'anni, lavorano per la loro conversione. Ciò non ostante è d'uopo sempre istruirli nelle verrà della fede, inculcando loro i principii della morale cristiana, dalla quale emana la vera felicità temporale ed eterna.

Ad eccezione, di poche famiglie alemanne, tutti gli abitanti di questo Territorio professano la Religione cattolica , ed è per questo che , anche a costo di grandi sacrifizii, si vanno costruendo nei centri più popolati chiese e cappelle.

I Missionarii percorrono il Territorio in tutta la sua estensione, portando ovunque la benefica luce del Vangelo ed, il germe della civiltà.

In Chos-Malal hanno residenza tre Sacerdoti ed un Catechista. In Junin de los Andes vi sono due fiorenti collegi uno diretto dai Missionarii, e l'altro affidato alle Figlie di Maria Ausiliatrice. S. E. Mons. Cagliero visitò questo Territorio nel 1887, accompagnato dai sacerdoti D. Domenico Milanesio, D. Bartolomeo Panaro e dal catechista Zanchetta. È appunto in quell'occasione che nella Cordigliera del Vento il nostro Monsignore (a causa del cavallo male insellato) cadde , riportando una grave lesione alle costole. Travagliato dalla febbre e da acerbi dolori rimase più di un mese sotto una povera capanna , finche convalescente passò al Chilì a ristabilirsi nella sua salute. Nella Missione e visita pastorale di quest'anno (1902) lo coadiuvarono i sacerdoti D. Domenico Milanesio, D. Matteo Gavotto, D. Giovanni Franchini, D. Zaccaria Genghini, D. Giovanni Beraldi ed il catechista Sanbernardo.

Fu la più importante, la più lunga e pericolosa missione, durante la quale Iddio ci fu largo delle sue benedizioni ; come si rileverà dalla relazione che si pubblicherà ad edificazione dei nostri buoni Cooperatori e benemerito Cooperatrici, che colle loro generose offerto concorrono al sostegno ed incremento delle Missioni Salesiane della Patagonia.

(1) Il Segretario di Mons. Cagliero ci favorisce questi cenni sul Territorio del Neuquen per la maggior intelligenza della relazione sull'importantissima visita pastorale e missione compiuta lo scorso anno, e che noi verremo pubblicando ed illustrando nei prossimi numeri.

Attraverso l'Equatore

(Impressioni di un viaggio*)

PARTE PRIMA Dal Pacifico alle foreste amazzoniche

L'addio.

LA Scuola d'Arti e Mestieri di Lima, la leggiadra città dei Re, erasi adornata come nei giorni più solenni. Sotto i suoi portici e sulla verzura dei suoi ameni giardini battevano i molteplici colori al vento, cento bandieruole unite come sorelle in graziose frangie. Sul volto dei maestri e degli alunni, dei piccoli e dei giovanotti si leggeva un solo sentimento, confermato dalle molte coccarde che brillavano sui petti di quella rumorosa gioventù l'entusiasmo e fallegrezza della pietà. E ben a ragione; perche l'oggetto di questo comun sentimento, l'eroe della festa, era pure un compagno, un amico, un fratello, dal cui sembiante circondato di gloria trionfale, irradiava quella luce di divozione e di letizia : Luigi Gonzaga.

Pose termine alla gioconda festa un piacevole trattenimento musico-letterario, dedicato a Mons. Giacomo Costamagna, Vicario Apostolico di Mendez e Gualaquiza. Fu allora che superiori ed alunni udirono dal loro Vicario generale la inaspettata e dolorosa parola d'addio, che suggellò le impresssioni della giornata. Quando si partirebbe per l'Equatore, ove ben sei collegi e, più di tutti, i selvaggi delle foreste orientali, aspettavano il terzo Vescovo salesiano, per sette anni impedito di abbracciarli dalle ire di Satana ? La partenza si attendeva fra pochi giorni.

Il dì seguente Monsignore si diresse al Callao per visitare i suoi figli di quel porto. Ma il vapore Perù, che ci deve trasportare, ha voluto guadagnar tempo. Oggi stesso, 22 giugno, è arrivato dal Chilì, e parte stassera verso il Nord. Si accelerano i preparativi e nel pomeriggio siamo a bordo , accompagnati dai pochi confratelli ed alunni consapevoli dell'improvvisa separazione.

L'addio costa sempre qualche lagrimuccia anche ai veterani. E la nostra nave, onde lasciarci pagare questo tributo del cuore, uscita lentamente dai bacini del titolo, fermasi conce padrona, nel bel seno del porto. Di qui le barche dei boteros riconducono quelli che rimangono, dopo le solite scene di tenerezza e le raccomandazioni degli uni e degli altri, e fra l'usato agitarsi di mani, di fazzoletti e di bastoni.

Imbrunisce. La luna si specchia nella placida superficie del golfo. Le torri del Callao annunziano l'Avemaria, che si diffonde sul curvo ed ampio seno del mare, e si ripercuote nella scogliosa isola di S. Lorenzo che lo chiude di fronte. Tutto è pace : nel cielo , sull'oceano e sul continente. Ma forse nell'oscuro fondo degli abissi marini fremono ancora le forze titanniche che, or sono cento cinquanta anni vomitarono quest'isola, e scagliando montagne d'acqua sul porto cosmopolita distrussero dalle fondamenta la città e i suoi dintorni. Così in queste ore fremono e ruggono fatidiche , annichilitrici e vindici del Cielo, in seno ad una delle più belle Antille (1).

Il Perù prende l'alto. Noi recitiamo l'Ave Maris stella e diamo col pensiero un ultimo sguardo ai fratelli, ai giovani, agli amici del Perù e del Chilì, a tanti cari oggetti nascosti fra quelle linee disuguali, che più si vanno perdendo nelle ombre quanto più ci allontaniamo dalle spiaggie. Poi, come incalzato dal. bisogno, il cuore vola alle amate riviere d'Italia, all'Oratorio, al paesello nativo...

Quattro giorni di felice navigazione, interrotta da alcune soste nei porti peruani. A sinistra l'immensità; a destra spiaggie arenose, solcate talora da verdeggianti e deliziose valli; poi scogli ignudi addossati al continente o perduti nell'oceano, dimora di lupi marini, anitre e pellicani. A bordo si celebra ogni giorno il Santo Sacrificio e si cerca di fare un po' di bene, direttamente o indirettamente con parole e foglietti, e perfino colla musica.

Tutti conoscono il genio di Monsignore. Peruani, Chileni, Argentini, Francesi, Inglesi e Tedeschi si compiaciono di fargli compagnia, lo onorano, lo ascoltano con avidità, vogliono informarsi dell'opera salesiana.

(*) Da Cuenca (Equatore) in data 8 settembre 1902 ci manda queste impressioni il Sac. Felice Tallachini , a nome di Mons. Giacomo Costamagna , e le dedica ai confratelli di Valsalice e S. Benigno con queste parole : « Incaricato dal mio venerato Superiore e Vescovo di lasciare scritto un ricordo della sua recente visita alle Missioni di Gualaquiza, a chi lo potrei dedicare meglio che a voi, giovani chierici e coadiutori, che dei sacrifici del Missionario fate il tirocinio sotto l'egida di D. Bosco e gli sguardi di D. Rua? Nella fiducia che lo gradirete nei faccio ardito di offrirvelo. Se il colorito che osserverete in questo racconto vi facesse sospettare della sua veracità, ricordate che vi riferisco i fatti e le impressioni che io ho presenziato e sentito; e che non sarei veritiero se non procurassi di far sentire anche a voi per mezzo del colorito, quei sentimenti reali che io ho provato. Tuttavolta, se nel corso della narrazione, io fossi obbligato ad introdurre qualche sfumatura che non fosse storica, mi farò scrupolo di avvertirvene. Vi supplico inoltre a non cercare fiori di lingua nella penna di chi scrive in dolce favella italiana, dopo undici anni di assenza dal bel paese dove il sì suona. »

Guayaquil.

Il mattino del giorno 27, spunta bello e raggiante a scoprire dal velo di leggera nebbia la verde, lussureggiante e smagliante foresta, che dalla destra mano e in fronte a noi si estende; su un dolce pendio, verso illimitato orizzonte. Che grandezza! Che magnificenza ! È un quadro superiore ad ogni canto. Sembra di trovarci fra due oceani che si toccano e si rispettano. Da un lato il mare azzurro delle acque; dall'altro il mare di smeraldo delle foreste vergini: ambidue maestosi, imponenti, esuberanti di vita, di abissi e di misteri. Le onde oceaniche qui sono appena sensibili; pare che i due elementi si diano un bacio ed un giuramento di pace eterna. L'ateo che non vede Iddio, qui è forzato a contemplarlo.

Tutto spira grandezza. Anche il nostro vapore sembra aver parte di un sentimento grandioso, mentre, abbandonando le orgogliose onde del mare, volge la prora con sovrana maestà alla corrente del Guayas, fra le cui sponde ancor lontane si inoltra; mentre quello, con generosa e modesta lentezza, riversa nel Pacifico per molteplici bocche le acque che or ora gli han regalato parecchi grossi fiumi; accarezzando e lambendo con solerti e infinito industrie le vergini sorelle che gli stendono le verdi e folte chiome.

Così lasciamo alla sinistra la bell'isola di Punà colla sua corona di isolini minori; e montiamo il corso del fiume pel canale sud, detto di Jambelì, cui rese immortale il genio e il temerario ardimento di Garzía Moreno. Man mano che le sponde si avvicinano, le selve ci mandano un'ondata delle loro profumate esalazioni; le acque si fanno giallognole; ci saluta lo schiamazzo dei papagalli, lo stridere di qualche scimiotto, il pigro tuffarsi dei cocodrilli.

Ma, gli sguardi di tutti sono ormai attratti sulla sponda sinistra, ove siede come regina coronata di boschi e di fiumi, la perla del Pacifico, la città di Guayaquil, coi suoi leggiadri palazzi e colle svelte torri; Guayaquil, città dei lavori e dei piaceri, nuova Fenice che dalle ceneri sorge più vezzosa di prima. Tuttora sembra mostrare l'impronte di un lungo cordoglio, nello squallore dei suoi moli, mentre cerca di coprire con frange le ancor visibili traccie delle fiamme che nel 1896 e nel 1899, la distrussero quasi per intiero.

Ti salutiamo, gentile città, coll'augurio di migliore avvenire; come già ti salutammo in quei giorni dolorosi nei quali, per gli odii politici tu ci ripudiavi. Allora sì, eravamo presaghi della sciagura che, pochi dì appresso, il fuoco avrebbe versato su te. Ma oggi tutto sorride al tuo dimani. Eppure è scritto che fra venti giorni tu vedrai ancora ceneri e tizzoni ove ora ostenti ventotto belle contrade. Forse così Iddio vuol lavare le macchie di quel sangue fraterno, che per te, sì roventi ha fatto rossa la terra equatoriana...

Per non abbatterci con terribili difficoltà, arrivammo a Guayaquil inattesi ed incognitamente. Ma il sig. Fernandez Madrid, Capitano del porto, che aveva conosciuto Monsignore, quando questi visitò l'Equatore nel 1890, venuto a bordo, lo riconobbe tosto e volle portarlo a terra nella sua scialuppa. La sera dello stesso giorno i venditori di giornali strillavano per le vie la frase : llegada del obispo Costamagna; ossia: arrivo del vescovo Costamagna.

il popolo di Guayaquil, che da molti anni non ha Vescovo, ne fu gratamente sorpreso. Il clero regolare e secolare si affrettò a rendere gli ossequii di uso al nostro Vicario. Specialmente la Curia volle mostrarsi generosa offrendo a Monsignore la cattedrale, ove questi celebrò nel dì solenne dei SS. Pietro e Paolo.

Rimanemmo a Guayaquil due giorni, nella Scuola Filantropica, ove da qualche mese si erano stabiliti tre nostri confratelli. È questa un bel caseggiato con iscuole e buoni laboratorii, cui accorrono diariamente circa seicento giovanetti. Il fuoco che più volte, ed anche in questo ultimo anno ha consumato la città, ha rispettato sinora questo edifizio.

Il 29 Monsignore presiedette la distribuzione dei premii nel Collegio di S. Luigi, fondato e diretto nel palazzo vescovile dall'infaticabile apostolo, il Canonico Santisteban. Furono molto gradite le parole che ivi pronunziò Sua Eccellenza facendo voti per la prosperità degli Istituti e delle scuole cristiane... Ma oggi quel collegio, collo stesso palazzo vescovile e con parte della Cattedrale è ridotto a cenere.

La sera dello stesso giorno potemmo ammirare il gusto musicale e l'ingegno della gioventù Gua yaquilese , in una riuscitissima prova sabbatina, celebratasi nella Scuola Filantropica, in cui i nostri alunni fecero sfarzo di spigliatezza, istruzione e doti drammatiche. Vi posero termine alcuni bei consigli dati da Monsignore ed applauditi dall'uditorio.

(1) Allude alle eruzioni della Martinica, avvenute nel maggio del 1902.

La locomotrice.

Il 30 di giugno, di buon mattino, un bel vapore fluviale ci trasportò all'altra sponda del fiume, risplendente dei primi raggi solari. Ivi, nella stazione di Duràn, ci attendeva il treno incaricato della prima giornata del nostro viaggio in terra ferma. La corsa fu comoda, la natura magnifica, incantevole.

Fin oltre il pomeriggio la locomotrice non corre, vola come conquistatrice della civiltà, attraversando la non interrotta foresta, sotto un tunnel di selvaggia verzura che pare inchinarsi e far largo per lasciarla passare. La via ferrea disegna in tutto il suo percorso tre o quattro linee rette, che danno agio a contemplare i chiari oscuri dell'arruffato bosco smaltato di capricciosi e variopinti merletti ; i folti canneti di bambù gli immensi alberi del cautchu, le svariate liane pendenti dalle coppe altissime ai fianchi della via, o spezzate in alto in gruppi disuguali a guisa di stalattiti viventi. Di tratto in tratto la selva si apre, lasciando scorgere un bel lembo di cielo, campi ubertosi di banani e di canna da zucchero, di gigantesche palme, di rigoglioso cacao, di esuberante caffè, di cotone e di zafferano; fiumi dalle acque lente e terrose ; ameni paeselli dalle case di canne e paglia, sollevate su tronchi discreti, difensori contro l'umidità, le inondazioni e le serpi. Dopo quattro ore di queste sempre nuove bellezze , la locomotrice sbuffando vuol vincere la salita che si fa sensibile; dalla boscaglia, che si va man mano diradando, soffia una brezza che non è più tropicale e che divien quasi fredda; quando, verso le tre pomeridiane s'ode lo scroscio tonante del fiume Chimbo. Sulle sue sponde la nuova linea ferrera abbandona la vecchia; e noi, seguendo quella, cambiato il treno, si ripiglia la corsa. Siamo già nella regione montuosa. Il fiume Chimbo col Chanchal e colle ignude e taglienti roccie, si congiurano per opporre all'invadente vapore, una resistenza che solo in ispecie avrebbero opposto le selve. Valli, e ponti arditi, e precipizii, e scoscese balze, e scarpe rocciose, vorrebbero ispaventare il genio, ora imprigionando la macchina in angustissime gole di macigni, ora balzandola da rischiosi dirupi, qua sollevandola sui vortici spumanti del torrente, là obbligandola a serpeggiare su pel dosso rapido del monte. Essa, fremendo, mugghiando e quasi ruggendo, fa strepitare le rupi, sprigionando grosse colonne di nero fumo che nasconde l'abisso, ed esalando mostruosi boati cupi e profondi sì che la valle ne è piena e l'erta ne rimbomba. Due ore di lotta gigantesca danno la vittoria alla nostra portatrice.

Guigra.

Guigra è l'ultima stazione, e finora l'unica, della nuova strada ferrata.

Usciamo dal carrozzone un po' confusi, e piede a terra.

Siamo in un brullo e profondo vallone. A destra, a sinistra, di rimpetto ed alle spalle, greppi ignudi, monti diroccati e strette gole.: A un fianco, il fiume rumoreggiante. Gente bianca, india, mora, che va e che viene : tutti affacendati, frettolosi, portando od ispezionando bagagli, dando o ricevendo ordini. Un centinaio di tende campestri, gettate qua e là, come in un accampamento. Una sola casa di legno, oltre la stazione. Ecco Guigra: il paese che aspira, dopo due mesi di esistenza, a diventare città, centro di varie linee ferroviarie.

L'aria frizzante, la stranezza scoraggiante degli individui ci confermano nell'intenzione già concepita di seguire la strada sino a Guataxì, dove un buon Cooperatore ci accoglierebbe. Ma l'ora incalza ; perché sono oltre le cinque, e il sole comincia a tingere in rosso le cime già ombreggiate d'occidente.

Gli amici di viaggio si sono dispersi, in cerca ognuno di ciò che più gli convenga. Noi cerchiamo di fare lo stesso. Trattasi di trovare cavalli, o muli, o pur che fossero, ciuchi, per inforcarli.

Abbiamo una raccomandazione da Guayaquil: un documento della stessa impresa ferroviaria. È scritto in inglese ; perchè tutta questa gente, meno gli indii che transitano, sono impiegati della Compagnia, venuti dagli Stati Uniti o dalle Antille britanniche. Siamo dunque a buon punto.

Via: dov'è il Capo stazione?

Eccolo là, nel suo officio, tutto intento a contare, ad esaminare, a calcolare, a dare e ricevere.

- Eh! Signor tale!... La mi faccia il favore... Senta per piacere una parola... Ma, la supplico. Veda che si fa notte... Via!... Mi ascolti una parola solamente e me ne dica un'altra, nella lingua che vuole: in ispagnuolo, in francese, in inglese, in italiano, in tedesco, in latino, in greco, in arabo... Sissignori! Quel tale continuava col capo giù, crollandolo ogni, tanto, poi ricevendo, contando e facendo passare da un tavolino ad un altro, pacchetti, pieghi postali, carte e ricevute. Dopo molto aspettare, cedendo alla tempesta, guardò l'interlocutore, prese la raccomandazione, l'aprì, la lesse, gliela restituì senza far motto; poscia continuò a contare e far passare le carte.

- Buona notte! Bonne nuit! Buenas noches! Good night ! Gute nacht ! mio bel signore. La mi stia proprio bene.

Andiamo in cerca di altri. Tutti fratelli, tutti stretti ad un patto; gente che, per non saper lo spagnuolo, non vuol capire nessuna lingua, ed al più si contenta di rispondere: Me non intendare. Oramai non si ha più a pensare neppure agli asini; perchè il sole è già andato giù, ed i ciuchi ci farebbero lo stesso giuoco.

(Continua)

Notizie compendiate

BUENOS AIRES - La Chiesa del suffragio di San Carlo. - Il 29 agosto , il Collegio Salesiano di Artes y Oficios in Almagro fu onorato dalla visita del comm. Ludovico Gioia, Console Generale d'Italia, il quale si recò tosto sui lavori del nuovo tempio, che si stanno con alacrità ultimando. In verità osservandone i disegni è un edifizio che s'impone sia per la grandiosità delle linee, che per la particolare struttura. È un genere di severa e grandiosa architettura medioevale, nuova per queste regioni, che onora altamente il genio di un sacerdote italiano dello stesso Istituto. Il corpo generale dell'edificio si eleva a metri 1,50 sopra terra, dando luogo ad una vasta cripta sotterranea. La pianta è a tre navi larghe, complessivamente m. 26 e misura m. 62 in lunghezza. Una doppia fila di pilastri sostiene all'intorno un'ordine di gallerie, e sopra elevasi sino a ricevere gli archi e le crociere delle grandiose volte alte in. 20 dal fianco.

Dette gallerie comunicano dalla cantoria ad un grandioso presbiterio e rispettivo altare in fondo a servizio della comunità, è ciò che costituisce una particolare caratteristica di questa chiesa. L'esterno ritrae fedelmente della struttura interna. La facciata monucuspidale si eleverà con svelte linee sino a 50 metri dal livello della strada Già si vede gran parte della cripta o chiesa inferiore ; appariscono le tre navi, la maggiore delle quali misura ben m. 10,30 di luce. È un succedersi di volte a crociera quadrale ed oblunghe con larghi lucernarii aperti sul centro.

Il ferro vi è impiegato solamente come legamento e contrasto di sospinte , e in alcune parti uniti al cemento formano robuste nervature incassate negli archeggiamenti costituendosi così una nuova applicazione del cemento armato, e che di per sè solo , non sarebbe acconcio a questo tipo di costruzione religiosa.

È ammirabile l'animazione che ferve nell'Istituto per la nuova chiesa. Ogni laboratorio presta il suo contributo, i falegnami a preparare le armature e le centine, i fabbri a congiungere le chiavi di muro ed intestarvi i bolzoni, gli stuccatori e i formatori modellano e gettano fin d'ora gli ornamenti dei capitelli e delle cornici; persino gli stampatori lavorano per divulgare circolari e cedole di sottoscrizioni per la chiesa.

Ma ciò che dovette consolar non poco l'egregio signor Console, che più di tutti conosce l'indigenza di tanti operai italiani in causa di eccezionale scarsezza di lavoro, fu certamente il vedere una numerosa squadra di volonterosi italiani che da oltre quattro mesi toglie di qui il sostentamento per le proprie famiglie.

La cripta destinata a santuario di suffragio pei poveri morti ha trovato già un discreto numero di pietose persone che hanno voluto legare a questo monumento la memoria dei loro cari, contribuendo chi con offerte mensili di 0,50 e chi con offerte di un metro cubo pari a ps. 15.

Non possiamo non ricordare e raccomandare ai nostri lettori quest'opera, anche per sentimento di patriottismo , poichè essa ridonda a lustro e decoro dell'Italia.

BOGOTÀ (COLOMBIA) - Benevolenza di insigni personaggi - Il 15 giugno, sei dei nostri carissimi Confratelli di Bogotà ordinati sacerdoti la domenica precedente, salivano per la prima volta all'altare: Alle 7 1/2 accolto dalla banda dell'Istituto entrava in chiesa l'Ill.mo Sig. Presidente, il quale, avendo accettato di essere il padrino della festa, voleva assistere alle singole Messe dei nuovi sacerdoti, che le celebrarono successivamente, al suono dell'organo ed al canto di sacri mottetti. L'ultima fu cantata. A questa entrò nel Sancta sanctorum anche l'Ecc.m° Mons. Delegato Apostolico, D. Antonio Vico, col suo segretario; ed al Vangelo il carissimo D. Evasio Rabagliati fece un discorso sulla dignità e sui doveri del Sacerdote. Questi illustri personaggi ebbero anche la degnazione di gradire la nostra povera mensa: ed era bello il vedere, di fronte ai nuovi sacerdoti, seduto al posto d'onore il capo della Colombia, avente alla destra Mons. Delegato Apostolico, rappresentante del S. Pontefice, alla sinistra l'Ecc.mo Arcivescovo della capitale. Improvvisatasi quindi un'accademiola, il Ministro della Pubblica Istruzione encomiò l'opera nostra e promise agli alunni che sarebbe andato quindi innanzi a visitarli ogni mese per premiarne i migliori. L'Ill.mo Presidente poi, nel commiatarsi, si rallegrò sinceramente con quei nostri confratelli e ripetendo più volte « I Salesiani educano molto bene i figli del popolo » aggiunse : « Ho passato finalmente alcune ore di svago in mezzo ai pericoli della guerra; ho trovato un'oasi sul deserto della mia vita pubblica ! »

CAPRIOLO (BRESCIA) - Ci scrivono : « Domenica, 21 settembre si tenne in Capriolo dal M. R. Salesiano Don Giuseppe Capra, l'annuale conferenza salesiana con un esito oltre ogni dire soddisfacente. Tutta la grossa borgata vi pigliò parte gremendo la vasta Chiesa Prepositurale; numerosissime le iscrizioni, generosa l'elemosina, quantunque si mandino spesso offerte lungo l'anno. Ciò che mi preme segnalare, a lode dei Capriolesi ed a comune incitamento a lavorare per le opere di D. Bosco è l'entusiasmo dei medesimi per esse, la loro generosità, l'attività ed il numero veramente stragrande dei Cooperatori, circa 500. Tutto ciò si deve, dopo Dio, allo zelo ed amore per le opere salesiane del Rev.mo D. Bernardo Guatta, Vie. Parr. coadiuvato da influenti e zelanti persone. Il nuovo Rev.mo Prevosto che a giorni ardentemente si aspetta vorrà certo continuare l'opera così ben cominciata e renderla se è possibile più efficace ».

CORUMBA' (MATTO GROSSO) -La fondazione dì un oratorio festivo al Ladarìo - Desiderato dal compianto Mons. Lasagna e sempre differito per mancanza di personale, si è finalmente aperto anche al Ladario, nelle vicinanze di Corumbà., un Oratorio festivo. Ne fu posta la prima pietra il 25 maggio dal nostro D. Antonio Malan, fra l'entusiasmo generale e la più viva compiacenza di molti nostri Benefattori. Impazienti di vederlo inaugurato, benchè non fosse ultimata la fabbrica, il nostro D. Agostino Colli dovette cominciare senz'altro la sua Missione fin dalla prima metà di agosto, raccogliendo i giovanetti sulla pubblica piazza. L'oratorio è dedicato a S. Michele Arcangelo. Ne furono-principali sostenitori il Capitano Raimondo de Sousa Lobo , il sig. Antonio Ferreira do Carvalho , Capitano di fregata, il Sig. Gonçalo Cristoforo, Console del Portogallo, il Maggiore Giovanni Augusto, il Capitano Licurso Leonida Moscoso e la Sig. Amalia Techeira, ai quali mandiamo i nostri sinceri ringraziamenti.

SPEZIA (GENOVA) - Comitato degli Antíchi Allievi, delle Scuole S. Paolo - Il Presidente D. Giovanni Gaudo; Prevosto di S. Venerio, ci comunica: « In dicembre si compie l'anno ventesimo quinto delle Scuole S. Paolo, dove noi abbiamo trascorso gli anni più belli della vita. Nella ricorrenza di questo giubileo, noi torneremo alla Spezia per attestare la nostra riconoscenza agli antichi e venerati Superiori e partecipare alle feste solenni, che essi celebreranno in ringraziamento a Dio, nel nuovo Santuario di N. Signora della Neve. Il zelantissimo Vescovo Diocesano Mons. Giovanni Carli ci ha già data la sua benedizione; con lui converranno all'Istituto altri venerati Pastori : l'oratore sarà il P. Semeria. Molti nostri compagni ci hanno già inviata la loro adesione : quest'annunzio serva a sollecitare gli altri, affinche l'omaggio riesca più solenne ».

S. TECLA (REPUBBLICA DI S. SALVADOR) Lo sviluppo dell'Opera Salesiana nell'America Centrale - Da una corrispondenza favoritaci da un nostro egregio Cooperatore il sig. Felice Peña, rileviamo: Il 2 dicembre 1897 che segnò l'arrivo dei figli di D. Bosco, capitanati dall'indimenticabile D. Luigi Calcagno, sarà sempre una data memoranda sugli annali della Repubblica. Il Collegio, dalla capitale, ove in origine era stato fondato, trasferito alla vicina città di S. Tecla nel locale preparato con tanto zelo dal Dott. Manuel Gallardo, ha preso uno sviluppo consolante. Merce la carità di altri benefattori e specialmente della nobil donna Beatrice Mejias de Esteves e della sua degna sorella la damigella Soledad Mejias, amendue chiamate al premio dei giusti, si è potuto raddoppiare il locale primitivo. Presentemente sono più di cento i giovani interni che attendono all'apprendimento di un'arte in ampi laboratori. La scuola di musica è eccellente, l'esternato numerosissimo. Quanto prima su gli alti pinnacoli della facciata della nuova elegante Cappella s'innalzerà sovrana una statua della Vergine Ausiliatrice. Sul frontone del Collegio si è posto un bel gruppo in marino rappresentante il Divin Salvatore in mezzo ai fanciulli; e su larga fascia si leggono a grossi caratteri le parole evangeliche: Sinite parvulos ad me venire.

Nella Capitale poi è già aperto un oratorio festivo, il quale fra poco avrà una graziosa cappella. Quivi pure, si sta innalzando un collegio ed un'altra cappella per le figlie di Maria Ausiliatrice. Nella città di S. Anna per lo zelo del P. Filippo di Gesù Moraja è sorto un altro fabbricato che aspetta i Salesiani. Insomma la messe è molta, e mancano gli operai.

GRAZIE di Maria Ausiliatrice

Lourdes, Pompei e Valdocco ecco i Santuarii più celebri della seconda metà del secolo decimonono. La Vergine apparve a Lourdes per ammaestrare il mondo. Col mistico linguaggio del suo candore, disse ai popoli : « Siate irnrnacolati » e stringendo nelle mani la corona del S. Rosario, aggiunse: « Ricordate i trionfi di questa devozione! » - Infatti, invocata a Pompei con tale preghiera, dispensa grazie e favori; e salutata a Valdocco col titolo glorioso di Ausiliatrice dei cristiani, moltiplica i pegni dell'amor suo. E non è forse questo soavissimo titolo il memoriale eterno della strepitosa battaglia di Lepanto, ottenuta colla recita del S. Rosario ? Il ricordo è grandemente suggestivo, massime ai tempi nostri. Invochiamola adunque Ausiliatrice del popolo cristiano con la recita del S. Rosario che è storicamente la divozione caratteristica dei divoti dell'Ausiliatrice; promettiamole di aiutare , come possiamo , le opere di D. Bosco (che tanto si adoperò per diffondere il suo culto) ed otterremo certamente quelle grazie e quei favori, che forse andiamo da lungo tempo sospirando.

Guarito dal tetano.

Commosso nell'intimo dell'animo do ragguaglio di una grande grazia che l'Ausiliatrice impartì a un mio nipote quindicenne, Tuninetti Giovanni. Egli il 22 maggio scorso da San Remo, pellegrinando con altri suoi, fu al Santuario della Madonna di D. Bosco in Torino, dinanzi alla quale effuse i pietosi sentimenti del suo cuore. Di ritorno dalle imponenti feste di Valdocco, fatta presso di me una breve sosta, lo colse un acuto e spasimante dolore di denti. Ricondotto al suo paese, la violenza del male andò crescendo spaventosamente: delirio, respiro affannoso, contrazione muscolare. I medici dichiararono il malato preso dal tetano, ed essere il caso disperato. Infatti il Giovanni due giorni prima di recarsi in pellegrinaggio a Torino, lavorando nel giardino si era inflitta una leggera scalfittura al braccio sinistro, ma tenendo la cosa leggera, ne aveva taciuto in famiglia anche per non fraporre ostacoli al viaggio tanto bramato.

Addolorato per caso sì angoscioso, io non volevo capacitarmi che la Madonna tanto buona non accorresse amorevolmente a salvare da immatura e straziante morte quel buon figliuolo che, spinto dall'amore a Lei, erasi testè condotto al suo Santuario : e fiducioso Le promisi di celebrare una Messa al

Santuario stesso, di ritornarvi con mio nipote nella festa del 24 maggio 1903, se Essa gli ottenesse la grazia della guarigione che avrei pubblicato. All'indomani di questo voto una pia persona mia conoscente, inconscia della malattia di mio nipote, venia a regalarmi una statuetta di Maria Ausiliatrice acquistata all'Oratorio di Torino e benedetta dal Rev.m° Sig. D. Rua. Dinanzi ad Essa si accesero lumi e si moltiplicarono preghiere.

I giorni passavano: il caro malato era sempre più in preda a spasimi atroci : la morte pareva avanzarsi a gran passi con grande strazio dei parenti ; ma sempre più fervide continuarono le preghiere dinanzi alla benedetta Immagine.

Oh prodigio! L'Ausiliatrice ci esaudì! La mano pietosa di Lei si posò sul corpo del nostro Giovanni e miracolosamente lo strappò alla morte, ridonandocelo baldo di gioventù, colle rose della salute che gli infiorano le guancie, colla immensa gratitudine che serba in cuore per la sua Salvatrice.

Grazie, o Maria, grazie. Tu ben sei la Madre potente che ridà la vita a chi ti ama, e confida in Te.

Polonghera 30 agosto 1902.

Don LUIGI TUNINETTI Priore Beneficiato.

Guarito nel corpo e nell'anima.

Nell'aprile del corrente anno un mio figlioccio e nipote ammalava sì gravemente che in pochi dì era ridotto in fin di vita. Spedito dal medico curante e da quanti l'avvicinavano non ci rimaneva che la penosa, aspettativa del suo ultimo respiro. Quasi, sempre in preda al delirio, agitato per di più orrendamente dall'eccesso dei suoi mali, avrebbe dovuto egli lasciar la vita senza ricevere almeno i conforti della Religìone?

Quanto ciò pesasse sull'anima mia non lo può la mia penna esprimere. Mi restava una speranza; mi rivolsi di cuore alla Vergine Ausiliatrice, pregai con fede, pregai a lungo e promisi un'offerta se Essa mi esaudisse. E Maria sempre buona mi ottenne la grazia. Alcune settimane dopo infatti, con istupore di quanti furono spettatori delle sofferenze di quel mio caro, egli non solo trovavasi perfettamente ristabilito, ma poteva eziandio riprendere le sue ordinarie occupazioni.

Però la più bella, la più consolante soddisfazione che ebbe a provare il mio cuore fu quella di vederlo rivolgere i suoi passi alla chiesa, fare la sua confessione, ricevere la Santa Comunione... ciò che da parecchi anni forse non aveva fatto più.

Voglia la nostra buona Madre guardarlo amorosamente dal cielo mentre io per tanta bontà Le rendo infinite grazie e unisco la promessa tenue offerta.

Traversella, 28 agosto 1902.

BRACCO ELENA

Un collegio salvo dal vaiuolo.

L'anno scorso il Signore volle visitarci. Tre maestri furono presi da tale prostrazione di forze, che a stento potevano reggersi in piedi ed un nostro carissimo superiore fu affetto da pericolosa malattia, che difficilmente perdona. Per 15 sabati consecutivi recitammo l'intiero Rosario e appena terminata questa divozione vedemmo i nostri cari ammalati, pieni di brio, riprendere le loro fatiche.

Quest'anno poi apparve nel paese il vaiuolo, che ebbe a mietere molte vittime, specie nella capitale; e poco dopo al vaiuolo si unì anche la scarlattina. Quasi ogni famiglia aveva parecchi ammalati; ed il Consiglio d'igiene ordinava che fossero sospese le scuole pei giovani esterni. Anche allora facemmo ricorso a Maria. Ci ponemmo sul petto la medaglia della nostra potente Ausiliatrice, e neppur uno fra noi interni (e non siamo un piccol numero!) con meraviglia grande del nostro medico cadde in quei giorni ammalato.

Voglia la Vergine Benedetta continuarci sempre la sua protezione e conservarci nel novero dei suoi figli.

Las Piedras (Uruguay), aprile 1902.

I maestri e gli alunni del Collegio Salesiano.

Una segnalatissima grazia.

Dal 2 luglio dell'anno scorso fino ad òggi, siamo sempre state in timore di essere espulse da questo S. Eremo. Tutto congiurava contro di noi! In gennaio le cose erano giunte a tal punto, che noi ci aspettavamo di giorno in giorno l'intimazione di partire. Dio mio! Abbandonare questo santo luogo, pieno de' più soavi ricordi... senza sapere che cosa sarebbe poi successo di noi. Ci raccomandammo alla nostra Madre S. Chiara, e soprattutto a Maria SS. Ausiliatrice, di cui abbiamo una bella statua, perché ci ottenesse dal S. Cuore di Gesù l'allontanamento di tanta sciagura. Ebbene, proprio oggi, antivigilia della gran festa di Valdocco, ci è stato partecipato, che a Roma venne riconosciuto il diritto di riversibilità in due di noi, tanto del locale, quanto della chiesa e dell'annesso terreno. Questo è un miracolo! Accludo un vaglia di lire 10 per una Messa di ringraziamento all'altare dell'Ausiliàtrice ed in favore delle Opere Salesiane. Io sono confusa: oh! quanto è buona Maria!

Padova, S. Remo, 22 maggio 1902.

Suor Ma FORTUNATA SOLDÀ Abbadessa delle P. V. Eremite Francescane.

Morto con i Sacramenti.

Il giovine Cortesi Augusto incolto da pneumonite acuta con febbre altissima venne ricevuto il 29 aprile u. s. in questo Ospedale. L'indomani si aggravò maggiormente, e a detta dei periti sanitari, gli rimanevano pochi giorni di vita. Chi vegliava l'ammalato sospirava e pregava per la salute di quell'anima di cui si conosceva l'assoluta indifferenza in fatto di religione. Alla mattina del 1° maggio, alla febbre si aggiunse il delirio, e in un momento che l'infermiere era uscito dalla corsia, in un accesso più violento, il Cortesi alzatosi da letto, si buttò da una finestra a sei metri di altezza e cadde sul ciottolato. Giudicandosi imminente il pericolo, si corso per il sacerdote; ma l'infermo raccoglieva tutte le sue forze per protestare che egli non voleva sapere nè di preti ne di Sacramenti. Il fratello che gli era vicino, aizzava smaniosamente quel fuoco d'inferno, e col demonio cospirava anch'esso alla dannazione di quella povera anima. In buon punto mi era stata data una medaglia di Maria Ausiliatrice, ed io pieno di fiducia la posi sotto il guanciale del morente. La mattina dopo ritornai al suo letto e gli domandai come stesse. Mi rispose di sentirsi bene; ma la sua era vana lusinga, difatti poco appresso entrava in agonia. Mi provai di suggerirgli alcune giaculatorie, e il moribondo le ripetè spontaneamente a più riprese. Maria gli aveva toccato il cuore. Tali felici disposizioni mi incoraggiarono assai ; gli presentai l'immagine di Maria ed il poveretto la baciò con espressione e tenerezza di figlio. Che altro ci voleva per assicurarmi che Maria aveva trionfato? Venne chiamato il sacerdote a cui il moribondo si confessò con piena lucidezza, di mente, e, poco appresso portatogli il Santo Viatico, comunicossi con tanta pietà da intenerire gli astanti. Sopravvisse alcune ore e poi morì tranquillo e sereno confortato dalla protezione della SS. Vergine.

Bagnacavallo (Romagna), 18 gennaio 1902.

Suor EmiLIANA B. Sorella di Carità.

Da morte a vita.

Nel mese di febbraio, e precisamente il 2, festa della Purificazione di Maria SS. fui assalita da grave malattia; pleurite e poi polmonite cardiaca e bronchiale, In pochissimi giorni fui ridotta agli estremi. Invano si fecero consulti, poichè i medici mi dissero spedita, anzi soggiunsero, che se per caso strano l'avessi scampata, sarei rimasta scema. Mi furono amministrati tutti i SS. Sacramenti mi fu impartita. la Benedizione papale, e mi furori lette tutte le preghiere degli agonizzanti. Fu allora che mia sorella si rivolse con fede a Maria SS. Ausiliatrice, pregò e fece pregare in pubblico e in privato: e Maria la consolò. lo fui guarita. Questa grazia straordinaria è riconosciuta da tutti, poichè tutti mi chiamano la morta risuscitata.

Appena il possa, verrò costì a ringraziare la Madonna nel suo Santuario : per ora invio la tenue offerta di lire 5 per una Messa di ringraziamento all'altare della pietosa Ausiliatrice.

Saluzzo, 4 luglio 1902.

BOARELLI TERESA.

Dopo diciassette anni.

Verso la metà di maggio io mi trovava a celebrare le lodi di Maria in una chiesuola campestre, detta del SS. Crocifisso, tra i confini di Rossiglione e di Belforte Monferrato. S'agitava in quei dì la causa del Parroco del SS. Salvatore in Vercelli, una causa già vecchia di 17 anni. Le ostilità e le insidie degli oppositori erano tante che umanamente parlando non era possibile di venire ad una soluzione equa e soddisfacente. Fu allora, che in un impeto di amorosa fiducia nell'Ausiliatrice dei Cristiani, dissi queste parole : Se

Voi, o mia ben amata Signora, farete cessare questo contrasto fra popolo e parroco nel termine di questo mese, io mi dispongo a pubblicare sul Bollettino Salesiano anche questa grazia. Ed ecco al 28 del mese il Ministro Guardasigilli toglie il suo veto al Procuratore del Re in Torino, per la concessione del R° Placet all'atto di nomina di questa Curia Arcivescovile di Vercelli, e così ebbero termine quelle liti infinite che funestavano questa

Parrocchia da 17 anni. Sia benedetta e ringraziata in eterno la bontà di Maria l Vercelli, 27 luglio 1902.

D. SALVATORE GIRELLI.

Rettore-Parroco del SS. Salvatore.

Valperga Canavese. - Afflitta lo scorso inverno per un dolore al braccio destro che m'impediva di muoverlo, feci scrivere a mia figlia, Figlia di Maria Ausiliatrice, perchè pregasse an che lei la nostra comune e celeste Madre.

D'accordo con lei feci la promessa di pubblicare la grazia e far celebrare una S. Messa al suo Santuario, se si degnava esaudirmi. Ed ora voglio segnalare la mia gratitudine verso la cara nostra Ausiliatrice ringraziandola con affetto e rivolgendomi a quanti, angustiati dalle terrene miserie, hanno sfiduciato il cuore, perchè invochino con ardenza di fede Colei che nell'esaudirci avanza i desideri.

15 settembre, 1902.

LUIATTI DOMENICA.

Porto S. Pancrazio (VERONA).- La scienza umana di tre dei migliori medici Veronesi, messa alla prova contro una complicazione di mali seriissimi che minacciavano la mia esistenza, aveva visto vani tutti i suoi sforzi e già si aspettava non lontana la mia povera fine. Un'amica, Cooperatrice salesiana, venuta a visitarmi, in un momento che ero in possesso delle mie facoltà mentali, mi suggerì il ricorso all'Ausiliatrice. Diedi subito ordine per un'offerta agli orfanelli perchè interponessero le loro innocenti preghiere : e contro tutte le previsioni della scienza umana, con alto stupore dei medici io risanai e presto. In pegno della mia riconoscenza, mentre bagno di lacrime i piedi della mia pietosa Ausiliatrice, domando il diploma di Cooperatrice Salesiana.

12 maggio 1902.

SONCINI MALVINA.

Mascali Nunziata (CATANIA). - La sera del 10 maggio mi trovavo a passeggio in compagnia della sig.a Camardi Antonina di Castiglione, nostra antica educanda. Fatti pochi passi le domandai: Che fai tu di bello in questo mese, per la Madonna?

- Oh mi lasci stare: io non prego più : me la prendo coi Santi e perfino colla Madonna, perchè la mamma sta peggio.

- Davvero ?

- È da settembre che ha le febbri infettive: siamo venute a Nunziata per cambiamento d'aria ed invece qui peggiora.

- Possibile ? .

- La settimana scorsa siamo andate a Catania per un consulto, ma dopo che la Mamma prende quelle medicine peggiora tanto, che non c'è speranza di guarigione, perciò...

- Oh ! soggiunsi io : s'avvicina la novena di Maria Ausiliatrice : io ti mando una medaglia, tu e la mamma fate una novena alla Madonna, chiudete la novena colla S. Comunione e promettetele un'offerta e la pubblicazione sul Bollettino se fa la grazia.

- Va bene

S'incominciò la novena : ai primi giorni la febbre scomparve e la convalescenza fu così rapida che fece stupire tutti i parenti.

Il giorno 24 fecero la Comunione di ringraziamento ed otto giorni dopo la signora , perfettamente ristabilita, ritornava in seno alla famiglia, consegnandomi la somma che qui includo da spedire al Santuario di Torino.

Viva la potente Ausiliatrice dei Cristiani ! 3 giugno 1902.

CATERINA PAGLIASSOTTI Figlia di Maria Ausiliatrice.

Agliano d'Asti. - Era il 30 maggio e con l'animo straziato lasciavo la mia buona mamma in un ospedale di Torino, perché, secondo il parere, dei medici, era necessaria una grave operazione. Il giorno innanzi a quello fissato per operare, tornai al letto dell'inferma e stetti là passando alcune ore in ansietà e in preghiera. La fiducia sull'aiuto potente della Madonna di Don Bosco si accrebbe nel mio cuore; e parendomi in quel tempo di aver notato nella mamma mia un visibile miglioramento, l'assicurai che non avrei mai perni esso l'operazione. All' indomani, contro ogni disposizione dell' arte medica , la feci riportare a casa, ove, dopo alcuni giorni si alzò da letto, nonostante i suoi settant'anni ed il gravissimo tumore interno, omai quasi completamente scomparso. Sciolgo la mia promessa inviando un'offerta pel Santuario dell'Ausiliatrice in Valdocco.

30 luglio 1902.

APPIANI ROSA

Buttigliera d'Asti. Un morbo crudele colpì la mia povera bambina. Straziato dall'angoscia, ara pieno di fiducia, invocai Maria sotto i titoli più cari, e promisi all'Aiuto dei Cristiani un'offerta di lire 25, se la bimba guariva. Ottenuta la grazia, oggi adempio il voto. In paese. è voce comune che la perfetta guarigione della mia Carolina sia un miracolo, ed il parroco stesso rivedendola esclama: È risuscitata una morta!

10 ottobre 1902.

PAOLO MARCHISIO.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Torino, o per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di D. Bosco, i seguenti:

A*) - Arcireale: Regano Mangen Ignazio e famiglia, L. 25, in rendimento di grazie a M. A. cui vanno debitori per tanti doni ricevuti - Agliano d'Asti: Alciati Teresa 2, per Messa di grazia per guarigione della figlia Emma - Alba: Artusio Giuseppe 10, per grazia - Alcuno (Trapani): Polizzi Giovannino 5, per grazia - Pipitone Angela 10, per guarigione della figlia - Ales (Cagliari): Melìs Anna 1, per grazia -' Alginate (Como): Una cooperatrice salesiana ringrazia M. A. di cui sperimentò i celesti favori - Arenzano: Calcagno Agostino 15, per grazie ottenute da lui e e da un suo nipote Arona: Beyna G. maestro, con cuore riconoscente rimette offerta per Messa per essere stato liberato da una serie di gravi malattie - Ascona (Svizzera) : B. Sasselli 20, per guarigione da gravissima polmonite.

B) - Bahia Bianca (Rep. Argen.): D. Giuseppe Maria Brentana, Missionario Salesiano, perla guarigione da persistenti febbri tifoidee dell'alunno Giovanni Zabala, figlio del Sig Raimondo, nostro egregio benefattore. Ci scrivo: « I primi passi, che Giovanni diede fuor di casa, furono verso la Cappella del Collegio per sciogliere innanzi alla Vergine il voto della gratitudine per la grazia ottenuta: Gustavo L. Varela, liberato da grave malattia, - Barano d'Ischia: Iacono Teresa 10, per Messa di grazia - Bellinzago Sorelle Gavinelli Maria e Francesca maritate Apostolo 10, per grazia - Bologna: Fiorelli Emma Ganussi, con immensa gratitudine, per grazia: Giuseppe Montanari, antico alunno dell'Istituto Salesiano di Faenza 2, per esito felice d'importanti esami ed ottenuto impiego - Botticino (Brescia) : Borsetti Angela 2, per grazia - Borgo Franco: C. Catterina 15, per salate ricuperata da grave malattia- Borgomaro (Porto Maurizio): D. L. R. 5, per grazia - Borghetto Burbera: G. A. 5, per grazia - Branco (Udine): Bernardini Francesco 2,50, per grazia - Breno (Brescia): B. B. 2, riconoscente alla Vergine Aus. per averla soccorsa in un bisogno - Bricherasio (Pinerolo) : Verduna Enrichetta 5, per Messa di ringraziamento per abbondante vendemmia - Rubbio (Alessandria): Sacco Giovanni 14, per liberazione dal servizio militare - Buttigliera d'Asti : Melano Antonio 10, per grazia : Famiglia Solaio 15, per grazia.

C) - Cagliari: Pliros Fany offre un' anello d'oro per grazia ricevuta - Calascibetta (Caltanisetta): Sorelle Corvaja 20, per grazia - Carne (Cuneo): Dialot Fiorentina 8, seconda offerta per aver, non ostante il giudizio dei medici, ottenuto completa guarigione da grave malattia che la affliggeva da due anni, dopochè fece celebrare due Messe e un triduo di preghiere all'altare dell'Ausiliatrice in Torino - Calapone (Udine) : De Filippi D. Gianpietro 2, per grazia - Campomorone (Genova): D. Pozzolo F. Saverio Parroco per la guarigione di Pozzolo Luigia. - Canale (Cuneo) : Gorgerino Margherita per un suo cognato liberato da malattia nervosa che l'aveva ridotto agli estremi. Scrive : « S'immagini lo strazio della famiglia: morire a trent'anni, coi cinque figliuoletti tutti inferiori agli otto anni... ma la Madonna di D. Bosco ci ha esauditi » Caramanico (Chieti) Colacito Francesca 10, per grazia ricevuta - Carpaneto (Piacenza) : Penco Verrai Enrica 50, per grazia - Casale Monferrato: Baldi Filomena rende grazie per guarigione da grave polmonite seguita da gastrite acuta - Casalino (Novara): Bonzoni Francesco ringrazia l'Ausiliatrice che accolse le sue preghiere Catania: S. C. V. quattro volte graziato da Maria SS. pregandola di un'altra grazia più importante ancora delle precedenti. - Cavour : Gattero Maria 20, p r grazia- Cernobbio (Como) : Signora Mandelli 5, per Messa di grazia - Chignolo (Pavia): Ardemagni Maria 10, gratissima a Maria per grazia - Cerea (Torino) : Tappati Pietro 5, per grazia - Champ de la Praz (Torino) : O. A. F. Cooperatore Salesiano 11, 15, per, le Missioni Salesiane, e 10, per due Messe di ringraziamento per segnalati favori ricevuti. - Cicogni di Pecorara (Piacenza): Corradi Maria. maestra 1, in ringraziamento pella guarigione di una sua nipotina - Cignano (Brescia): Mombelli Arici Vincenza. 40, per varii favori ottenuti e specialmente per la guarigione della figlia Maria Mombelli maritata Bignetti da una polmonite doppia con forma infettiva. - Coira : Sac. Giov. Battista Pozzi 5, in riconoscenza per grazia segnalata - Colonia Felicia (America del Sud): Famiglia Galiasso Giuseppe 12, per Messa di grazia e offerta al Santuario - Como : L. C. 4, per Messa di grazia - Conegliano Veneto : Ronchi Maria 2, per grazia - Condove (Torino): Maffido Benigna, Cooperatrice Sales. per esito felice di dolorosissima operazione subita. - Cordenons (Udine): Teodora Del Sotto 5, per una Messa di grazie all'altare di M. A. da cui ha ottenuto la guarigione della mancia. - Corsico (Milano) : Una buona madre manda L. 5, riconoscente per una grazia singolare ricevuta da un suo figlio - Costagainara (Porto Maurizio): Gandolfo Angela Maria 5, per Messa di grazia Costanzana (Vercelli) Fasano D. Andrea 2, per grazia - Cuneo: E. B. 2, per grazia..

D) - Delia (Caltanissetta): Marchiolo Meo Marianna 2, per grazia - Donosi (Cagliari): Serpi Antioco 5, in riconoscenza di grazia singolare- Dysart (Stati Uniti):, Alini Carlo e Sofia 50, in ringraziamento per pronta guarigione ottenuta.

F) - Faenza: Resta Dall'Osso Maria 5, per Messa di ringraziamento per operazione felicemente riescita e per ottenuta guarigione dopo di essere ricorsa all' Ausiliatrice e di aver usato dell' olio benedetto della sua lampada - Fiume.: Famiglia Sporzina 5, per la guarigione del padre.

G)- Gassino (Torino) : G. Bucatto, Coop. Sal. per tre grazie- Gavirate (Milano): Lucchini Marianna 5, per ottenuta guarigione - Genzano (Roma): Ch. A. R., alla vigilia della partenza per lontane terre, rende pubbliche grazie a Maria che esaudì le sue preci rialzandolo dallo scoraggiamento e dal dolore - Genova: Dodero Michele 1, per grazia; Marenco Paolo 10, per ricuperata salute; Balbi Teresa 5, per grazia ; Alessi Temistocle 10, per dieci Messo di rinaziamento per insigne e disperato favore. - Graisca (Austria): Bernardi Mario 2, e scrive: « Ringrazio M. A. per aver salvato la vita al mio babbo che corse pericolo di rimanere uccisi» - Guazzalo, (Alessandria): Palazzo Carolina 5, ringrazia M. A. di avergli, dopo ripetute offerte e novene di preghiere, ridonato il figlio elio, colto da grave polmonite con complicazioni e ricaduto, era stato spedito dai medici.

J) - Jesi : Le sorelle Moggi ringraziano M. A. che, dopo una novella fattale, ridonando impiego a un loro fratello, provvide ai loro bisogni.

L) - Laas (Tirolo Austriaco) : Francesco Callierotti i. r. maestro, con un'offerta in favore delle Opere Salesiane e per due Messe di ringraziamento per segnalato favore.- Laigueglia (Genova): Prove Soccorso 5, per Messa di grazia - Lozzolo (Novara): Franchino Francesco 10, per Messa in ringraziamento di ottenuta guarigione da lunga malattia.

M) - Magliano (Massa): Sac. Mori Teodoro 3, per grazia - Malta (Isola di Malta): N. N. 1,25, per le Missioni Salesiane e 5 per una Messa di ringraziamento per due favori segnalati ottenuti dalla Vergine Ausiliatrice- Mandriole (Ravenna) : Baldini Maria 2, per grazia - Monastero Bormida: Lido Margherita 10, per grazia - Montefiorini Castrignano (Modena): Nannelti Don Virginio spedì offerta a M. A. per grazia - Montemagno (Alessandria) : Ferraris Aquilina 3, per grazia ricevuta da G A. - Monticelli (Parma): Ghielmi Lodovico e Campanini Angelina, con l'offerta per una Messa in ringraziamento della guarigione ottenuta da Maria Ausiliatrice al loro figliuolo Enrichetto. - Mornese (Acqui): Le educande dell'Istituto delle Suore di Maria Ausiliatrice, per la guarigione della loro Direttrice, scrivono: «Spinte dal bisogno del cuore si corse in cappella a piangere ed a-pregare promettendo una doppia novella di preghiere, un cuore d'argento, la celebrazione d'una S. Messa e la pubblicazione nel Bollettino Salesiano, qualora la grazia si fosse ottenuta». -Muraminis (Cagliari): Serci Paola 2, per ottenuta guarigione. - Murazzano (Cuneo): Gatti Giuseppe, perla guarigione del figlio Domenico.

N)-Negrar (Verona) : N. N. 1,20, per grazia-Noli (Genova): Terrizzani Girolama 5, con lagrime di riconoscenza a M. A. che ridonò a sua figlia la salute implorata - Nizza Monferrato : Albina Ponzone Moliuo 10, liberata da penosa operazione - Novara: Bravo Erminia 2,90, per la guarigione della figlia Guglielmina.

P) - Padova : De Santis Pietro 3, per Messa di grazia che gli guarì una figlia di anni nove da violenta pleuro-polmonite - Pellestrina (Venezia): M argilla Angelina-Papozze (Novigo): Felisatti Giuseppe 2, riconoscente a M. che lo salvò da mortale malattia- Pianengo (Cremona) : R. A. 10, a scioglimento di voto per grazia - Piazza Armerina (Caltanisetta) : Giorgio Giuseppina 2, per ricuperata salute - Pinerolo : Garbolino Giov. Battista 5, per grazia - Pola (Istria) Fabris Amalia 5,20, por grazia - Polesine di Pegognaga (Mantova) : Allegretti Giovannina 1, per grazia Polinago (Modena) : Ciatti Pietro 1, per grazia - Pontelagoscuro (Ferrara) : Malacarne Pietro 5, per grazia - Portici: Saggese Nicolini Luigia 27, per felice componimento di lite interessantissima per suo marito.

R) - Ragusa : M. A. S. 10, per Messa di grazia - Riva di Sotto (Iseo) : Donati Giulia 5, per Messe di grazia - Roburent (Cuneo): Sassa Lorenzo 5, per Messa di grazia - Roma: Stara Vincenza 10, per Messa di grazia ; Catena Giacomo 1,50, per grazia - Roderetto (Pinerolo) : G. D. G. B. per una grazia, la quale, come scrive, sa del -miracoloso.

S) - S. Andrea Vallefredda (Caserta) : Gagliardi Federico ringrazia l'Ausiliatrice alla cui protezione ascrive il ritorno improvviso in patria di un fratello, dopo una novena di preghiere fattale, del quale, da tre anni in America, la famiglia non aveva notizie - S. Benigno Canavese: A. D. ringrazia l'Ausiliatrice per felice esito di esami della figlia - S. Eufemia (Dioc. di Faenza). Lucia Piazza, liberata da tubercolosi ossea 2, per una Messa di ringraziamento - S. Francesco d'Albano (Genova) : Parodi Giuseppe 1, per grazia - S. Lazzaro Reale (Porto Maurizio): Zurino Grazietta3, soddisfa il voto pubblicando la grazia fattale da M. A. col salvarlo una bambina affitta da difterite e che i medici avevano data per morta - S. Lorenzo al Mare (Porto Maurizio): Sac. Arengo Domenico 5, per grazia - S. Lorenzo di Valvasone ( Udine ): Florit Giovanna 5, per segnalatissima grazia. - S. Martino di Venezia (Rovigo): Zanella Piccinali Virginia 2, per grazia - S. Salvatore Monferrato : Raiteri Luigi 5, per Messa di grazia - S. Venerina (Acireale) Ch. Grassi Sebastiano 2, per grazia - S. Vito Legnago (Verona) : Calerletti Rosina 2, per grazia - Scaldasole (Pavia) : Poltroneri Giuseppe 3, per grazia - Sestri Ponente: Famiglia Garlarino 100, e ci scrive: «Estremamente angustiati ed accasciati ricorremmo al potentissimo aiuto dei Cristiani che è la cara Madonna di Don Bosco ed Essa ci consolò. Oggi con l'animo lieto e riconoscente adempiamo la promessa fatta » - Sinigallia: Avallo Federico 'e, per Messa di ringraziamento per guarigione da grave malattia dell'avola ed altre grazie ottenute - Stradella (Palia): Signora Giorgi 5, riconoscente all'Ausiliatrice che le ridonò miracolosamente sana e salva la figlia Maria, la quale sorpresa da gravissimo morbo, stava per perdere - Sucre (Bolivia): Buffo Giov. Battista, guarito -da mortale malattia.

T) - Terranova di Sicilia : De Felice Maria 8, e ci scrive: « Mia sorella era stata colpita da tremendo male che non solo le danneggiava la salute ma ne comprometteva la posizione sociale. Implorammo l'aiuto della benefica Madre e fu pronta ad esaudirci » - Terzo di Tolmezzo (Udine). Lena Domenica 5, per grazia - Terzorio (Porto Maurizio): I coniugi Agostino Ferrare e Curti Battistina 5, per la loro bambina di quattro anni , salva da grave pericolo - Tirano (Sondrio): Pola Emilia 10, per Messa di grazia - Torino : Pagano Spiritica 5 , per grazia; Fratelli T. P. T. 100, riconoscentissimi a Maria Santissima Ausiliatrice per una segnalata grazia loro concessa, fiduciosi che voglia sempre continuare a proteggerli ; Piglione Rosina 2, per Messa di grazia, essendo stata preservata in un accidente dal pericolo della vita ; Trinceri Angela rende mille grazie a M. A. per averla guarita da un vespaio alla spalla destra; Corino Felice ringrazia M. A. di averlo guarito dopo una novena di preghiere da una forte nevralgia contro la quale lottavano da parecchio tempo inutilmente i medici e i parenti Coli amorevoli cure; - Patrona Anna ci scrive « Affetta da acuti dolori che non mi davano requie, dopo di aver invano ricorso all'arte medica, incominciai una novena a Maria Ausiliatrice, promettendo di recamisi a ringraziarla nel caro Santuario, di pubblicare la grazia e di far celebrare, una S. Messa. Sensibilmente migliorata sin dal principio della novena, alla fine di essa mi trovai affatto liberata dal male. Coll'animo ripieno della più viva gratitudine, compio ora il dovere di rendere alla cara nostra Madre pubbliche azioni di grazie»; Mosca Luigia 20, per grazia - Trapani : G. M. C. 2, per Messa di grazia - Treviso (Sondrio): Meratti Elisabetta 5, per grazia speciale -Trivero Biellese: Aprile Celestina insegnante 10, per, Messe di ringraziamento, riconoscente per grazie specialissime - Tropea (Catanzaro) : De Mendoza Giovanni 2, per grazia particolare; Trepiono A. B. ringrazia per favori ottenuti e prega di altri di cui abbisogna - Tunisi Algeria): Prof. D. Carlo Vittone per pronta liberazione da acuto mal di denti.

V) - Varazze: Paolini Angela in Ferro 5, e ci scrive: « Il Signore mi aveva fatta madre di rin caro bambino; in tal circostanza corsi grave pericolo. Il mio sposo e l'intera famiglia mi' circondavano costernati; io soffriva taceva e pensava alla cara Madonna Ausiliatrice della quale era molto divota avendo da fanciulla frequentato amidi arti ente l'Oratorio delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Ricorsi a Lei con fervore promettendolo una tenue offerta e la mia divozione costante. Oh potenza della Vergine! Nella notte appresso mi sentii come d'un tratto sollevata, e il medico meravigliato conte i miei di casa, dichiarò cessato il bisogno, prima ritenuto, di una operazione. Sia ringraziata la Potente Ausiliatrice! » ; Piccardo Federico 3, per grazia - Venezia: Rossetto Angela 2, per grazia; L. D. B. 5, per Messe di grazia per la guarigione di persona cara - Verucchio (Rimini): Ch. Riccardi Giuseppe 5, salvo da lunga e penosa malattia. Scrive: « grazie, o mia guida, mio conforto, mia unica speranza ; memore dei benefizii ricevuti , colla mente e col cuore a te sempre sarò congiunto ; sempre ed ovunque, nel momento del pericolo, nel giorno dell' afflizione , nei travagli della vita, te invocherò, o Madre Santa! » - Viareggio (Luca): N. Gerada Teresa 15, per grazia - Villafranca Filetto (Massa) : Razzoli Colomba 5, per grazia - Villastellone (Torino) : Appennini Anna 5. per grazia - Vedo (Belluno): Zanmicheli Osvaldo 5, per Messe di grazia - West Noboken (Nord America) : Aimone Prima Angelina, già di Paviguano di Biella 5, per guarigione e scongiurata operazione.

X) - N. N. 250, per grazia speciale - N. N. 1, per grazia - N. N. 7, per guarigione - N. N. di Terranova di Sicilia 1, per guarigione di un fratello malato di difterite -N. N. trovandosi in gravi angustie di famiglia ricorse a Maria SS. Ausiliatrice e fu prontamente esaudito: ora La ringrazia di tutto cuore.

Rimisero offerte per grazie ricevute: Boda Giacomo di Cisterna d'Asti - Bruno Catterina di Villanova Solaro - Ch. Pietro Cerotti di Borgomanero - Do Grandi Domenica - Finello Francesca di Torino - Sig Giacometti di Saluggia (Novara) - Rendono pure pubbliche grazie a Maria Ausiliatrice: Issoglio Maddalena di Cumiana (Torino) per guarigione del nipotino Carlo-Coniugi avv. Cesare e Ludovica Gastaldi per la guarigione della loro bambina Sofia che trovavasi in pericolo di vita.

NECROLOGIA

Rosa Quaglia ved. Persico dì Moncrìvello.

Un fiore ed una prece sulla tomba di questa esimia nostra benefattrice mancata ai vivi il 24 settembre, nell'invidiabile età di 80 anni compiuti. Rimasta vedova a 52 anni, a Dio ed al prossimo consacrò il restante di sua vita umile sì, ma eminentemente operosa e benefica. Convertì la sua casa in pio istituto sotto il titolo di S. Rosa e vi chiamò le Figlie di Maria Ausiliatrice ad impartire istruzione ed educazione seria religiosa e civile alle figlie del paese. In esso dove Ella pure si ritirò e convisse madre affettuosa saggia e venerata delle suore e delle figliuole del popolo, volle sorgesse l'Oratorio femminile in cui più di cento giovani adulte trovano asilo sicuro e vigile difesa alla virtù troppo insidiata dalla tristezza dei tempi. Spoglia di tutto, trovò malo di essere ancora la provvidenza dei poveri, degli infermi, degli umili, i quali, a lei, benigna quanto modesta, mai ricorsero invano. Morì povera, tra il rimpianto di quanti la conobbero. Ma Dio la premiò in morte, che fa santa, come santa n'era stata la vita: volò a ricevere la mercede delle sue opere, proprio nel dì sacro alla Vergine SS. della Mercede, in mercoledì, giorno dedicato a S. Giuseppe, in cui aveva dichiarato bramar morire.

I suoi funerali per suo espresso volere strettamente religiosi, senza sfarzo di musiche e fiori, riuscirono imponenti, per la parte che vi prese l'intero paese e varie notabilità, tra le quali l'egregio sindaco cav. Angiono e i nobili Castelnuovo, e per la solennità delle funzioni. La sua bara , per sua volontà, fu portata dalla compagnia delle Umiliate di cui era consorella o dalle sue figlie di Maria Diede in Chiesa l'ultimo saluto alla donna benefica il Rev.do Mazzaro profondamente commosso.

Sia pace all'anima giusta, ed eternamente viva benedetta la sua memoria nella mente e nel cuore dei moncrivellesi, i quali, nell'istituto di S. Rosa, che da lei prese vita e nome, veggono in perpetuo aperto il più sicuro asilo alla loro gioventù.

SPIGOLATURE AGRARIE

SOMMARIO. - Introduzione. - Come applicare il sistema Solari mancando di danari. - Come applicarlo avendo i mezzi necessari. - Conclusione.

In questi mesi di maggior lavoro campestre abbiamo dimenticato in un canto la penna: ma non ogni male vien per nuocere. I lettori hanno così potuto leggere invece della solita chiacchierata un ottimo articolo comparso sulla Rivista di Agricoltura di Parma, ed i viticultori in ispecie ne saranno rimasti più che soddisfatti. Ora però eccoci pronti a chiudere in qualche modo quanto si scrisse in quest'anno. Una conclusione pro forma veramente , poichè troppe cose rimangono a dire, troppe avrebbero bisogno di più ampio svolgimento.

Ad ogni modo concluderemo pronti sempre a ritornare su qualche argomento speciale nel prossimo anno 1903.

Abbiamo detto qualche cosa del sistema Solari o meglio ne abbiamo accennato i principii fondamentali, ma come cominciare una pratica tanto economica se manca il danaro per comperare i concimi per la doppia concimazione? Ecco l'unica o principale obbiezione che si sente dovunque.

E veramente non neghiamo che l'obbiezione è grave. Se manca il danaro pei concimi, manca il modo di far prosperare le leguminose e quindi di applicare il sistema Solari. Fin qui il ragionamento corre da sè.

A questa obbiezione rispondiamo che un po' di danaro ci vuole assolutamente. Con niente si fa niente ! Ma un po' di danaro crediamo non venga negato a nessuno.

Supponiamo che un agricoltore sia padrone di 10 ha. di terreno, manchi di danaro ed abbia il terreno omai esausto. Certamente che se vuole in due anni avere il terreno tutto tutto a sistema Solari la cosa è un po' difficile. Ma se invece di ridurre il suo terreno a sistema Solari in due anni si accontenta di far la medesima cosa in un tempo più lungo, in tre o quattro anni, ad esempio, la cosa si rende possibile.

In questo caso egli comincia il 1° anno a seminare 1/2 ha. ad es. di trifoglio, concimandolo poscia colla doppia anticipazione. La spesa del concime per 1/2 ha. si riduce a 80 lire circa, in cifra rotonda lire 100. Possibile che un tale agricoltore non riesca a trovare 100 lire? Un vitello venduto può dare questo danaro, il quale benchè sia un capitale che esce dalla stalla non è certo perduto, ma solo un capitale impiegato diversamente. Nel frattempo invece di usare del letame pel frumento e pel granoturco se ne può usare una buona parte per formare 1/2 ha. di medicaio.

L'anno dopo il trifoglio pagherà l'interesse del vitello che non c'è più e lascierà il margine per concimare con perforsfati e gesso il 1/2 ha. di medicaio: ed il maggior frumento ottenuto sul trifoglio aprirà la strada a continuare nell'opera di redenzione del campo. E non si tema di riuscire a rifarsi nella stalla del vitello venduto. Il 3° ed il 4° anno i raccolti raddoppiati sia del foraggio come dei cereali obbligheranno ad aumentare il numero del bestiame, e, quel che sarà meglio ancora pel caso nostro , produrranno il danaro necessario per tale compera.

Non possiamo dilungarci nell'esempio, nè con dati statistici rendere complicato il concetto facile ad essere afferrato. Pei singoli casi rivolgendosi ad un buon periodico agrario si possono certamente avere suggerimenti adatti.

Così si ragioni pei vigneti. Dopo l'articolo riportato dalla Rivista di Agricoltura di Parma sembrerebbe un soprapiù discendere a particolari, ma l'esperienza ci insegna che si è mai troppo chiari !

In un vigneto adunque, ad es. di due ha., se uno non ha i mezzi per seminarvi in tutto il vigneto una leguminosa e poscia concimarla chimicamente colla doppia anticipazione, perchè non si incomincia dal poco? Tre o quattro filari per anno sono poi gran che? Ed il danaro necessario, possibile proprio che non si possa avere? Basta ad es. far qualche sacrificio, destinare il ricavo di un po' di uva a quello scopo, oppure quello di un po' di vino. Se la tempesta vi faceva qualche visita alla bella meglio od alla bella peggio avreste pur pensato di tirare avanti Il sacrificio di un anno sarà certamente ben ricompensato.

Queste poche parole dovrebbero bastare a spingere anche i più restii a tentare la prova.

Fin d'ora si pensi a destinare pel trifoglio un piccolo appezzamento di terreno seminato a frumento ed in proporzione della superficie di ciò che uno possiede questa primavera poi, terminato il trifoglio, si incomincino le economie per mettere insieme il danaro che dovrà servire alla compera dei concimi. All'autunno non sarà così sentita la spesa a cui da mesi si cerca di prepararsi. Si ricordi però di non diminuire le quantità di concime prescritto ; meglio impiegare un anno di più per riuscire in un intento, che spendere danari a far sacrifizii senza averne la sperata ricompensa.

**

Per chi poi disponesse del danaro necessario , la cosa cambia di aspetto. Egli può facilissimamente ed in breve tempo ottenere quel che vuole da' suoi campi. Intanto faccia dei buoni impianti di medicai e da quelli concimati razionalmente avrà: 1°) un prodotto rimunerativo di erba ; 2°) un prodotto più rimunerativo. ancora di frumento; 3°) i suoi campi migliorati.

Ed ora ci domandiamo perchè mai dopo tanti risultati, dopo tante ragioni esposte in libri, in periodici vi sono ancora degli ostinati? Lavorano da mane a sera, sudano... e sfiniti si accingono a raccogliere un prodotto che certo non compensa le loro fatiche, ma ridursi a cambiar sistema no, assolutamente no !

Pei caparbi di natura non abbiamo parole che possano convincerli ; a tutti gli altri vorremmo lasciar come ricordo di quanto abbiam detto in quest'anno, il proverbio - tentare non nuoce. -

Dopo tutto, altri del colle e del piano, dei paesi più meridionali d'Italia e del settentrione l'hanno provato e ne ebbero prodotti consolanti. Questi medesimi hanno voluto che altri sapesse ciò che essi avevano ottenuto (e si conoscono i risultati ottenuti in Piemonte, in Liguria, in Toscana, in Sicilia ecc.) perchè non volerne imitare l'esempio? Per la millesima volta ripetiamo : chi non crede alle asserzioni altrui provi per conto suo. Nei dubbi si rivolga alla Rivista di agricoltura di Parma, organo ufficiale del sistema Solari, alla famiglia Agricola di Brescia, tanto benemerita del medesimo, ed attenendosi alle istruzioni avute provi nel piccolo : i risultati lo persuaderanno che è conveniente estendere dovunque questo nuovo metodo di cultura.

E noi saremo ben felici se le nostre povere fatiche avranno indotto qualcuno a far da sè l' esperienza provando integralmente quanto si è consigliato.

Indice Analitico dell'annata 1902

Documenti ed articoli.

Enciclica di SS. Leone PP. XIII in data 19 marzo 1902, pag. 135. Enciclica di SS. Leone PP. XIII sulla SS. Eucaristia, 225, 264. Lettera del Rev.mo D. Michele Rua (1° gennaio 1902), 3. - Una data preziosa, 7.

Omaggio al Giubileo Pontificale di Leone XIII - Sentimenti di D. Bosco sol Papa, 33.

A Leone XIII, 65.

Il Giubileo Pontificale di Leone XIII, 66. Il patrono dei nostri laboratorii, 72.

Efficacia dell'educazione materna, I, 98.

»   s   »   11, 164.

1 figli alla Madre (Pensieri, feste e pellegrinaggi ad onore dell'Ausiliatrice), 130, 134.

Maria Ausiliatrice e il S. Cuore di Gesù - Torino e Roma, 162. Gli Annali delle Missioni, 193.

Le feste di Maggio a Torino, 195.

Nell'onomastico di SS. Leone PP. XIII, 227.

Nell'onomastico dell'Em-mo Card. Richelmy, 229. Don Bosco e D. Rua (23-24 giugno 1902), 234.

Inaugurazione del Collegio-Convitto di Lanusei(Sardegna), 236 Il Giubileo della Cartiera di Mathi Torinese, 240.

Alla vigilia dell'apertura delle scuole (Considerazioni dedicate

ai genitori , 259.

L'opera di protezione della giovine, 290.

L'opera di D. Bosco nella Patagonia, 292.

Le recluto pel Sacerdozio (Avanti per la patria e per la civiltà!), 321.

2 Novembre 1902, 323.

Un giudizio non sospetto, 327.

I nostri auguri, 353

La religione nell'educazione, 355.

La prima Esposizione delle nostre scuole professionali, 9, 38. Il 110 Congresso degli Oratorii festivi, 35, 151, 196. Le Nozze d'oro dello Letture Cattoliche, 11, 209, 251, 317. Omaggio al Papa «Obolo di S. Pietro», 2, 33, 71, 202, 296, 326,359

i'zL9 iaaa intinga.

a) Albo dei nostri Decurioni e Direttori diocesani, 37, 71, 201. b) 1 P Adunanza dei nostri Direttori Diocesani e Zelatori, 294. e) Dopo 50 anni! - Nuovo favore spirituale pei nostri Coope

ratori, 324. - Voce del cuore - Per il giubileo del Papa -

Pubblicazione raccomandata -Tl tesoro salesiano, 358.

Missioni.

Africa (Lettera di D. Ghione Anacleto), 333,

Brasile del Nord (Letta di D. Lorenzo Giordano), 300.

Colombia (Lett. di D. Evasio Rabagliati), 19, 53, 170, 331. Equatore (Lett. di D. Francesco Mattana), 80, 107, 147.

•   » L. Giaccardi), 274.

•   (Impressioni di D. Tallachini), 371.

Giamaica (Grandi Antille - Leit. di E. Tedeschi), 303, 335. Matto Grosso (Lett. di D. G. Balzola), 51, 77, 109.

»   (Relaz. di D. Antonio Malan) , 148, 166, 206,

269, 297.

•   (Lett. di D. Balzola), 366.

Paraguay (Relazione), 172.

Patagonia Chubut (Lett. di D. Bonacina), 21.

Patagonia-Pampa Centrale (Relaz. di D. G Hellestern), 240, 268 Patagonia-Rio Negro (Relaz. di D. G. Beraldi), 329. Patagonia-Neuquen (Relaz. di D. G. Berald ), 369. Terra del Fuoco (Lett. di Mons. G. Fagnano), 328. Venezuela (Lett. di D. G. Oreni), 275.

Grazie di Maria Anslliatrice. 24, 56, 84, 115,152, 179, 204, 211, 276, 313, 344, 376.

n Rappresentante

del Successero di .D. Bosco in America, 42, 101, 230,

Per gil Emigrati Italiani 74, 105, 145, 203, 337.

Notizie compendiate.

Alassio, 247.

Alessandria d'Egitto, 183. Algeria (Africa), 183. Ancona, 14.

Arequipa (Perù), 279. Ascona, 184. Avigliana, 214, 305. Balerna, 187. Baranquilla, 306. Betlemme, 183 Biella, 92, 279, 347. Bobbio, 214. Bologna, 91. Bogotà, 375. Boja (Colombia), 276. Buenos-Ayres, 17, 48, 280, 374. Cagliari, 215, 306. Callao (Perù), 177, 183. Caltauisetta, 280. Capriolo, 375.

Caraglio, 291. Casteleuovo d'Asti, 261. Catania, 88.

Chieri, 91, 119, 155, 215, 247. Chioggia, 248.

Chos-Malal, 178.

Chubut, 151, 176.Cordova, 115_ Conegliano Venoto, 91. Corigliano d'O., 13. Coruinbà, 375. Cuorgne, 216, 262. Este, 119.

Faenza, 347. Ferrara, 92, 216. Firenze, 90.

Foglizzo Canavese, 119. Fossano, 262. General-Acha, 176. Genola, 19, 248. Genova, 90, 216. Giaveno, 23, 247. Giamaica, 82. Gorizia, 17, 92, evo. Gualdo Tadino, 155, 262. Gualtiori (Guastalla), 217. Iesi, 15, 281.

Intra, 217, 248. Ivrea, 60.

Lanzo Torinese, 88, 262.

La Plata 155.

Las Piedras, 18, 347.

Legnate, 91.

Lima (Perù), 348. Lisbona, 89. Londra, 281.

Loreto 262   . , , Lubiana, 91. Lugano, 184. - Malta, 248. Mantova, 283. Mendoza, 309. Messico, 121. Milano, 92, 120. Modica, 217.

Mogliano Veneto, 262. Monasterolo Vasca, 30 Montemagno, 218. Nizza Monferrato, 807. Novara, 15. Olegeio, 218. Omegna, 15. Orvieto, 92, 119, 262. Parma, 183. Pavia, 93.

Pedara, 283.

Piazza Armerina, 310. Plrano, 121, 283. Puntarenas, 82.

Quartucciù, 283.

Quito, 349. Rapallo, 119, 218. Rio Gallegos, 150. Rio Neuquen, 275. S. Tecla, 375. Rio Negro, 150.

Riva di Chieri, 155, 217. Roma, 249, 283. Sampierdarena, 92, 218. S. Benigno, 284. S. Gregorio, 348. S. Paolo, 50, 311 S. Tecla, 375.

41 Schio, 13.

Spezia, 92, 375.

Torino - Valdocco, 45, 90,188,

195, 219, 234.

Torino - S. Giovanni, 46, 87. Torino - Vr lsalice, 89. Torino - Martinetto, 90, 250. Torino - S. Giuseppe, 16. Torino, 119.

Torrione di Bordighiera, 90. Trovi, 263.

Treviglie, 188. Trino, 92. Troia, 312. Uribellarea, 122. Urbana, 220.

Notizie varie.

Il nuovo Vescovo di Bobbio, 144. Pellegrinaggi a Maria Ausiliatrice, 158.

La parte musicale nelle feste di Maria Ausiliatrice, 200. Mons. Giacomo ('ostamagna alla volta dell'Equatore, 206. Congresso internazionale Mariano, 210. Scuola di ceramica artistica a Milano, 220., Le Figlie di Maria a Roma, 267. Guarigione da tubercolosi polmonare, 319.

Bozzetti patagonici.

Come si cacci il leone puma, 54. Una tempesta in Patagonia, 83. Ciò che può la carità cristiana 112,. Il compagno del Missionario, 113.,

Spigolature agrarie.

Degli elementi necessari allo sviluppo della, pianta, 28. Dei concimi organici, 58.

Dei cono mi chimici, 123.

Piante induttrici e consumatrici di azoto, 190. Cenni sulla Scuola Agraria di Parma, 253. Come si può indurre l'azoto (Esempi),. 285. Il sistema « Solari » sul vigneto, 349.

»   »   senza denari, 382.

Poesie.

P. Rovella S. I. - Canto di un selvaggio della Patagonia, 114. In memoriam di Mons. P. Taroni, :57.

Avv. L. Bianchetti - I nostri biricchini, 293.

Dott. G. B. Francesia - Pel Giubileo della vestizione clericale dei Sig. D. Rua, 325.

Necrologia.

Cooperatori defunti, 63, 95, 127, 223; 255, 287, 351. Albertario D. Davide, 338. Avataneo Maddalena, 221. Balduzzi Prof. Gregorio, 341.

Buzzetti Giosuè, 221.

Chiatellino D. Michelangelo, 27. Ciravegna P. Matteo, S. I., 340. Freddi Luciano, 221. Gallina D. Carlo Antonio, 340. Gastini Carlo, 61.

Gilardi Maria, 221.

Guidazio D. Pietro, 341.

Mantegazza Mons. Angelo, Vescovn. 338. Moreno Marianna del Alcazar Ascasubi, 254. Palmigiani Mons. Serafino, 62. Piazza Prof. Antonio, 28.

Quaglia Rosa ved. Persico, 391.   ` Raineri Salvatore, 63.

Reviglio Teol. Felice, 93.

Taroni, Mons. Paolo, 156.   -

Zernitz Mons. Antonio, 62.   ,.   ,.

Zonghi,. Mora. Aurelio, Arcivescovo. 285. -   " Zucchi Pecoroni, Avv. Francesco, 94.

Avvisi vari.

Per la Conferenza di S. Francesco di Salsa, 1. Pel mese di Maria Ausiliatrice, 97, 100. Ai" benevoli lettori, 129. Feste di Maria Aus. (Programma), 133. Ai lettori dellaa pagina intima, 161. Villeggiatura di Onlx, 172. Esercizi spirituali poi secolari, 202. Per gli agricoltori, ivi.

Esercizi Spirituali per le Signore e Maestre, 220. Ai genitori, 261, 263.

Poi libri di testo, 289.

Illustrazioni.

Albertario D. Davide, 340. Alunni delle nostre Case

Catania (Scuola di Religione), 89.

Eckmuhl (Antichi Allievi), 173.

Lima e Callao, 184.

Lisbona, 79, 81.

Londra (nella visita di D. Rua), 282.

Nictheroy (al passeggio), 329.

»   (Scuola di musica), 330.

Parma (Scuola agraria), 243, 249.

Pernambuco, 331.

S. Paolo (Banda e scuola di commercio), 110, 113. Baiestra Mons. P. Arcivescovo di Cagliari, 237. Cappella del Collegio di Callao, 146. Chiesa S. Carlo a Buenos Ayres (disegno), 49. D. Manuel, infante di Portogallo, 102. La Paz (Bolivia) - Laboratori. Leone XIII, 34.

Lisbona - Officine Sal,siane, 83. Londra - Scuole Salesiane, 273. Mantegazza Mona. Angelo, 339. Merello. Comm. Luigi, 307.

Monumento al Divin Redentore a Nichteroy, 124, 126. Nizza Monferrato - Chiesa e scuole di M. A., 311. Picinelli Comm. Prof. Giuseppe, 309. Ricordo del Congresso degli Oratori festivi, 197.

•   della IV adunanza dei Direttori Diocesani, 295.

•   della visita di D. Albera a Nictheroy, 76.

•   delle feste della la Comunione a Chieri e a Salamanca

149, 187.

•   di due processioni a Buenos-Ayres, 25, 75.

•   della Benedizione della prima pietra del Santuario di

M. A. a Nichteroy, 108, 120, 121.

•   del Sant. della Madonna dei Laghi in Avigliana, 306. Saggi delle nostre scuole professionali:

Oratorio di Torino, 10, 41, 46, 55.

S. Benigno Can., 14, 16, 18.

Milano, 210, 215, 219.

Barcellona-Sarrià, 39, 73, 163.

Solari Stanislao, 39.

Tempietto di M. Ausiliatrice a Buenos-Aires, 269. Santuario del S. Cuore di S. Paolo (Brasile), 362. Carta del Neuquen, 368.

Il Rio Neuquen, 369. Indigeni della Patagonia, 3'71. Missione di Gualaquiza, 379.