BS 1900s|1906|Bollettino Salesiano Ottobre 1906

ANNO xxx. N. 10. OTTOBRE 1906.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI DI D.BOSCO

SOMMARIO: Memorie ed ammaestramenti paterni 289 Echi del V° Congresso : I° GRUPPO: Istruzione ed educazione della Gioventù : a) Educazione popolare (Discorsi, deliberati e note)    292

La chiusura del IV Congresso    298

Un bell'esempio    299

Nuove fondazioni: Nel Perù (Piura)    300

Tra gli emigrati : Dal Brasile    303 MISSIONI: Patagonia Sett. : Lungo le sponde del Rio Negro - Patagonia Centr.: Dal Chubut - Patagonia Merid.: Dal Territorio di S. Cruz - Dall'Italia alla Cina    308

IL CULTO DI MARIA SS. AUSILIATRICE: Pel 24 corrente - I ricordi del mese - Feste e date memorande - Grazie e graziati    311 Tesoro spirituale .

NOTIZIE VARIE: Una nuova spedizione di Missionari - In Italia : Caserta, Sampierdarena - All'Estero: Alessandria d'Egitto, Betlemme - Nell'America: Buenos Aires, Montevideo . . . 317

Necrologia e Cooperatori defunti    319

Memorie ed ammaestramenti paterni

Zelo per la gioventù abbandonata.

BENEDETTI i collegi dove regna Dio, poiché essi sono una scuola, ma la scuola di Dio; una famiglia, ma la famiglia di Dio; un Santuario, ma il Santuario di Dio. E con ragione la vera istruzione sta nel porre nelle intelligenze Dio qual primo principio, e la vera educazione consiste nel mettere nei cuori e nelle coscienze Dio, qual amore e regola suprema. E per questo che pensando alle balde schiere che tornano a ripopolare i nostri collegi e gli altri istituti di cristiana educazione, dal fondo dell'anima leviamo al Signore un cantico di ringraziamento.

Ma di fronte a sì lieto spettacolo, un altro, triste e lacrimevole, se ne affaccia spontaneamente al nostro pensiero. Quanti giovani, senza paragone assai più numerosi, abbandonati interamente a sè, crescendo irreligiosi e vani, si tuffano pur troppo nella miscredenza e nel vizio !... Son giovani delle scuole e delle officine; per essi, è vero, vanno moltiplicandosi le opere di preservazione o di riabilitazione - come circoli, scuole e associazioni eminentemente cristiane - superiori ad ogni elogio, ma sono insufficienti al numero degli spostati. Urge, o zelanti Cooperatori, che tutti i buoni s'interessino di proposito della salvezza di tanta gioventù, affinchè per gli sforzi comuni divenga meno sproporzionato al male il rimedio. E questo dev'essere pur vostro pensiero.

Se D. Bosco ancor vivesse, avrebbe la consolazione di vedere migliaia e migliaia di giovanetti accolti ne' suoi numerosi collegi; ma cinquanta o sessant'anni fa, quanti ne aveva attorno a se il buon Servo di Dio? Pure, anche allora egli era invaso, vorremmo dire, da quel prepotente amore che lo rese l'apostolo della gioventù del secolo decimonono ; e sì grande amore non istava nè compresso, nè inerte.

Oh! le pietose industrie usate dal pio Sacerdote per avvicinare e trattare coi giovanetti, affine di guadagnarli a Dio !... non esitava di andarli a cercare fin sulle piazze e nelle vie ! Avventurati noi, se riuscissimo a destare nel nostro cuore una scintilla di quella carità, onde avvampava il cuore di Don Bosco

Non sarà quindi inutile il rievocare le sante industrie del nostro buon Padre, di cui fu testimone per lunghi anni la città di Torino.

Passando innanzi alle officine nell'ora della colazione e di riposo, egli, se vedeva un crocchio di giovani apprendisti, non mancava di salutarli amorevolmente ; quindi si avvicinava a loro ; li richiedeva di che paese fossero, se avessero ancora i genitori, da quanto tempo attendessero a quel mestiere... e guadagnatasene la simpatia, passava ad interrogarli premurosamente se ricordassero ciò che avevano udito nei catechismi parrocchiali, se nell'ultima Pasqua si fossero accostati ai Sacramenti, se solessero recitare ogni dì qualche preghiera...

E non potrebbero, molte volte, imitare quest'industriosa carità di D. Bosco tanti dei nostri Cooperatori?

Alle franche risposte dei giovani, D. Bosco dava ad essi con eguale franchezza un appuntamento all'Oratorio di Valdocco ; e difatti la seguente domenica i così reclutati sedevano già attenti alle sue istruzioni.

Ma non si può dire - in brevi parole - tutto lo zelo di D. Bosco in questo campo. Anche attraversando i prati circostanti la città se vedeva per sorte un gruppo di monelli, egli si fermava sorridendo e li invitava dolcemente a sè. Accorrevano quelli, ed egli chiedeva loro se fossero allegri e buoni, come passassero la giornata, quali giuochi prediligessero, e tante altre cose ; e infine descriveva i lieti sollazzi d'ogni genere che godevano i giovanetti nell'Oratorio... E quelli, incantati dalla premurosa bontà del degno Sacerdote, finivano per assicurarlo che sarebbero pur essi andati da lui.

Altre volte gli accadeva d'incontrare in una pubblica piazza di Torino, per altro delle meno frequentate, un gruppo di giovani popolani, i quali seduti per terra giuocavano alle carte o alla tombola. Che faceva D. Bosco? Li avvicinava dolcemente : e con bel garbo - « Vorrei giuocare con voi!... diceva. Chi vince? chi perde? Di quanto si giuoca? Ecco qua, metto anch'io la mia posta! » E gettava una bella moneta insieme colle altre destinate ai vincitori. Ma dopo aver giuocato per qualche minuto, prendeva ad interrogarli sulle verità della fede, e trovandoli ignari, li istruiva colle parole più facili, conchiudendo l'improvvisato fervorino coll'invitarli all'Oratorio e... a confessarsi.

Altra volta attraversava il piazzale presso la chiesa di un sobborgo vicino alla città, ove molti ragazzi giuocavano rincorrendosi. D. Bosco aveva in mano un cartoccio di caramelle, che gli avevano donate poc'anzi. Alla vista del crocchio giovanile, levando in alto il cartoccio : « Qui ho delle caramelle, dice; le avrà, chi mi raggiunge! » e si mette a correre a gran carriera. I giovani gli tengon dietro, ed egli giunto alla soglia della chiesa, fa segno di cessar dalle grida, li fa entrare, li invita a sedersi negli ultimi banchi, e : - « Darò a ciascuno la sua parte, soggiunge, ma prima ascoltate tutti un po' di catechismo Orsù, ditemi... chi morisse con un peccato mortale sull'anima, qual sorte incontrerebbe nell'eternità?... E con qual rimedio si toglie dall'anima il peccato commesso dopo il battesimo? ...» . Gli occhi dei giovani son volti al cartoccio di caramelle ; ma nella speranza di riceverne, tutti fanno il possibile per rispondere il meglio che sanno. Finito il catechismo, il buon Padre esce sul. piazzale, distribuisce i confetti, e invita pur quei giovani all'Oratorio.

Nei pressi di Porta Palazzo brulicavano a quei tempi tanti fanciulli , merciai ambulanti, venditori di zolfanelli, lustrascarpe, spazzacamini, ecc. che vivacchiavano alla giornata sul loro magro negozio. Era quello uno dei luoghi preferiti da D. Bosco, che vi si recava ogni mattino, e poco a poco venne a conoscere tutti quei giovani per nome e a trattar con loro con dimestichezza paterna. Ad affezionarseli sempre più comprava talora uno o due cesti di frutta, e ne distribuiva a tutti. Con le sue buone maniere se li era talmente affezionati che non gli era più possibile attraversar piazza Milano senza doversi fermare. Al suo apparire i primi fanciulli che lo vedevano gli correvano incontro; e subito a poco a poco se ne aggiungevano altri ed altri ancora, finchè, sparsasi la voce, tutti lasciavano il loro posto per correre a a dargli il buon giorno... E Don Bosco allora: - « Volete che io vi conti qualche fatterello da ridere? » « Sì, sì ce lo racconti ! » gridavano i fanciulli, e il crocchio già numeroso, attirando la curiosità dei passanti, si faceva ad ogni istante maggiore. E D. Bosco saliva su qualche sgabello e narrava questo o quell'episodio, cui innestava destramente qualche riflesso morale. Nessuno zittiva. Quand'egli finiva di parlare, la gente andava ripetendo « D. Bosco ha ragione ; il primo pensiero dev'esser quello dell'anima » : e molti si allontanavano raccolti e pensierosi ; mentre, il più delle volte, un numero considerevole di giovanetti continuava ad attorniare D. Bosco per un buon tratto di via.

Simili scene si ripeterono, e con grande frequenza, fino al 1856. Qualcuno non le vedeva di buon occhio, e vi fu chi ne parlò col confessore di Don Bosco, perché lo invitasse a desisterne. Ma il Venerabile Cafasso: - « Lasciatelo fare, rispose ; D. Bosco ha dei doni straordinari ; sembri a voi quello che si vuole, egli opera per impulso superiore: aiutiamolo per quanto possiamo ».

Lo stesso zelo ardente non mancava di accompagnarlo nelle locande, nei caffè, nelle botteghe, e in ogni luogo; ove quanti fanciulli incontrava, tanti se li faceva amici, per poter seminar facilmente nei loro cuori l'amore alla pietà ed alle virtù cristiane.

Tale fu lo zelo di D. Bosco per i poveri giovani abbandonati. Noi riconosciamo per i primi la verità delle parole del Ven. Cafasso, che D. Bosco aveva dei doni straordinari; e quindi ammettiamo l'impossibilità di poterlo in tutto e per tutto imitare. Ma chi ci vieta, o zelanti Cooperatori, di fare quel che possiamo per seguir le sue orme? Alle volte una buona parola, detta con bel garbo ad un giovanetto per via, ha un effetto più pronto ed efficace delle stesse esortazioni che egli udrebbe dal parroco o dal confessore, se usasse alla chiesa e ai Sacramenti. Ma, purtroppo, molti disprezzano la Religione o non ne vogliono sapere per essere essi vittime di pregiudizî. Fate che li avvicini con giovialità e col cuore aperto un sacerdote, fate che anche una buona e stimata persona secolare si concilii la loro simpatia; quelle anime saran presto un campo di conquista, dal quale vi sarà facile allontanare l'ignoranza e l'errore per gettarvi il seme delle virtù cristiane.

Echi del V° Congresso (1)

Deliberazioni e voti - dote alle adunanze Alcuni discorsi.

Già fin dal numero di luglio, demmo un resoconto bastantemente diffuso del V° Congresso, tenutosi a Milano sul principio di giugno. Ma poichè, come osservò sapientemente l'Em.mo Card. Domenico Svampa, perchè le istituzioni di D. Bosco fioriscano, sono essenziali due condizioni : - che i Salesiani abbiano lo spirito del Fondatore e che non venga meno lo zelo attivo e generoso de' cooperatori e delle cooperatrici - e i Congressi Salesiani giovano mirabilmente a mantenerli costanti e fedeli nella santa milizia a cui sono ascritti, noi preghiamo i Cooperatori a seguirci attentamente in questa rubrica. Di qui essi verranno a conoscere sempre meglio e lo spirito della nostra Pia Unione, ed i mezzi migliori per rendere più intensa e fruttuosa la loro cooperazione.

L'ordine che terremo in queste pagine sarà quello degli argomenti proposti al Congresso, ordine che per ragioni speciali non si potè mantenere nelle singole adunanze. Gli argomenti adunque vennero riuniti in tre gruppi

I) Istruzione ed educazione della gioventù ;

II) Missioni salesiane ;

III) Proposte varie.

I. GRUPPO.

Istruzione ed educazione della Gioventù. a) EDUCAZIONE POPOLARE: I. Oratori e ricreatori festivi - Circoli educativi - Scuole serali e festive (relatore Sac. DoMeNico PASI di Faenza). - II. Circoli di sport, di musica, di drammatica (Relatore SAC. Avv. Guido GARELLI di Torino).

I) - DISCORso DEL REV.mo D. PASI. Signori Congressisti,

Cooperatori e Cooperatrici benemeriti, Vi porto il saluto della Romagna ed in particolare della mia Faenza, centro d'attività dei figli di D. Giovanni Bosco, e mi è grato parlare a voi in qualità di Relatore sugli Oratorii Festivi, perchè allievo io pure dell'Oratorio Festivo Salesiano posso con cognizione di causa dirvi i benefici effetti di una sì santa, benefica, geniale istituzione.

Signori e Signore,

Vi ha una età sorridente in cui tutto è incanto e profumo : l'età delle dolci illusioni, dei sogni dorati, dei facili trionfi, dei propositi ardimentosi.... la giovinezza. I giovani, questi fiori della creazione, verso cui ci sentiamo attratti da un senso d'irresistibile simpatia, che col sorriso dell'infanzia, col brio dell'adolescenza, con la stessa esuberanza della vita, sono tanta parte della gioia domestica, senza cui sarebbero mesti silenzi nei focolari deserti, su cui si fondano tutte le speranze della famiglia e della Patria... i giovani, chi non li ama ?

Eppure troppo spesso ci offrono di sè uno spettacolo sì amaro e ributtante, che noi sentiamo uno stringimento di cuore e quasi un cupo terrore per l'avvenire, giacchè in essi ci è dato vedere la società attossicata nelle sorgenti della sua vita. Qua io non venni, o Signori, a rivolgervi frasi iridescenti e vane, come bolle di sapone, ma sibbene a voi, che a fondamento e sostegno di tante virtù domestiche, religiose e civili, avete ferma nell'animo la più salda e duratura di tutte, la Fede, venni a rammentare il tratto misteriosamente soave del Vangelo, ove Gesù dice : Quanto si la per l'ultimo dei poverelli, è fatto a me stesso! Perciò vi ripeto : affrettatevi, Signori ! un infelice e caro infermo abbisogna della vostra carità, esso è agli estremi : ancora un poco e se non correte ci se ne morrà e sui vostri cuori peserà una grave sciagura ed un tardo pentimento. Quest'infermo è la gioventù dei giorni nostri.

Lo vedete voi stessi. Ormai noi ci troviamo tra le fresche demolizioni del passato ed i terrori di un incerto avvenire : una sorda agitazione compromette la tranquillità dei regni, in partiti scindonsi le città, le borgate e persino le stesse campagne; sotto lo stesso tetto il fratello odia il fratello, tanto da potersi dire col Poeta che regna discordia e livori fra quei che un muro ed una fossa serra.

Nell'orizzonte politico guizzano spaventosi lampi, inventansi con febbrile attività le armi più micidiali, come le bombe anarchiche minanti la vita dei giovani re anche nei momenti più solenni e felici della loro vita, anzi micidiali tanto che in un dì distruggerebbero l'intera umanità. Ora se in mezzo a siffatto ambiente crescono i nostri giovani, non è giusto che si tema per noi e per la patria ?

E questo timore è tanto più ragionevole, in quanto noi pensiamo che di là donde dovrebbe venire la forza della vera educazione, viene il pervertimento e la rovina. Parto, o Signori, della scuola senza Dio, della famiglia ove regnano lo scandalo ed il vitupero, di una stampa che porta nelle mani dei nostri giovani gli errori più ributtanti e le oscenità più schifose : parlo in fine di tante famiglie ove il turpiloquio, la bestemmia e la dissolutezza, sono il pascolo quotidiano di tante incoscienti e povere vitime.

Povere madri italiane, che avevate custodito il vostro bambino come un giglio di innocenza, fecondandolo più che coi vostri baci, con la vostra vigilanza e con le industrie del vostro materno amore e con le vostre preghiere, diteci voi, se potete, che cosa provò il vostro cuore, quando vi ritornò fra le braccia il bambino, che, addivenuto giovanetto, avevate inviato alla scuola o ad una grande officina per aprirgli le porte dell'avvenire. Ah ! voi sognavate di poterlo mostrare alle vostre amiche, più legittimamente orgogliose della Madre dei Gracchi, voi vi aspettavate sentire nel primo bacio la fragranza dell'antico giglio, voi pensavate che lo sviluppo della giovinezza avrebbe aggiunto nuova grazia e più gaie attrattive all'antica innocenza, ed invece!.. Ah ! che il giglio era appassito, ed in luogo di un figlio voi abbracciaste una larva!!! Il soffio dell'invadente immoralità e dell'ateismo aveva rapito a vostro figlio l'innocenza e con l'innocenza la Fede, la tenerezza, l'entusiasmo, l'energia, tuttociò insomma che faceva bello il suo cuore.... e là ove era sbocciato il giglio, altro non era restato che un cespuglio di spine. Povere madri !

Quando, o signori, io penso alle rovine che ha accumulato fra noi l'indifferentismo religioso, accidioso fumo, direbbe il Poeta , alle diverse lingue e le orribili favelle che si parlano nella presente società fra le quali debbono crescere i nostri giovani, all'orgoglio insano che ammaglia i falsi sapienti del secolo, i quali ormai sono addivenuti simili al fanciullino

che muor di fame e manda via la baglia (Dante, Parad. XXX),

quando mi si affacciano quei visini smunti e torbidi dei nostri giovani, che troppo bene parlano di costumi protervi, di sanità logorate dal vizio, di faccie travolte dal delitto e dal rimorso, di tombe scoperte anzi tempo a corpi che sono scheletri prima di essere cadaveri, e so che in mezzo a tale ambiente respira e vive la gioventù contemporanea, allora sento il bisogno di gridare alto in nome dell'amore della Religione e della Patria : Bisogna, o signori, alzar un argine, occorre improntare dighe per infrenare la marea della corruzione e del pervertimento che monta; e se nulla si fa, fra non molto un'orda irruente e distruttrice spegnerà nel sangue le più belle vite, brucierà col petrolio i nostri monumenti, e peggiore dei Goti e dei Visigoti non lascierà nascere l'erba dove passa, e delle turrite mura e delle superbe città non farà rimanere pietra sopra pietra.

Spetta a noi, Cooperatori Salesiani, il manifestare la nostra speciale benefica missione ; a noi il propagare lo spirito e le opere del nostro gran Padre Don Giovanni Bosco, giacchè esse sole valgono a prevenire tanti disastri, a salvarci da tanta rovina, specialmente quella diretta all'educazione ed istruzione dei figli del popolo, come gli Oratori festivi, con quelle annesse istituzioni che servono tanto a renderli ritrovi geniali e graditi. Signori, lo ripeto a gran forza : spetta a noi soli. E non vedete che anche gli avversarii di ieri, quelli stessi che hanno fatto spargere tante lagrime alla Chiesa, a noi rivolgono l'occhio fiducioso, pieni nel cuore di speranza per un più lieto avvenire, sicuri che noi soli potremo togliere al vizio tante povere vittime, che per l'incuria dei parenti, potrebbero dirsi i figli del trivio e della strada ? Ebbene facciamo vedere che noi siamo coscienti dello stato attuale e doloroso delle cose, e che noi non miniamo certo alla vita delle istituzioni, non armiamo di pugnale le mani de' giovani, nè insegniamo loro a fabbricare le bombe neppur vestite di fiori, chiamandoli attorno a noi nei nostri Oratorii per erudirne la mente nella verità religiose ed informarne il cuore alle più schiette e generose virtù.

Signori ed amici, ad innamorarvi a fondare sì care e benefiche opere ed a fare maggiormente fiorire quelle del genere che già vivono, io dovrei qui parlarvi dei frutti che l'Oratorio festivo apporta là dove ha gittato le sue radici. Don Bosco disse - Chi. voglia rigenerare una città od un paese non ha altro mezzo più potente : bisogna che cominci coll'aprire un Oratorio festivo. - E diceva bene.

Signori miei, fulcro della vera educazione è la sola Religione : volete educare i giovani parlando loro solo delle lagrime della loro madre, o dei sacrifizi del padre ? Ma questi motivi saranno potenti sopra un cuore ben nato e talora opereranno prodigi; ma nulla inaridisce così presto come il sentimento e le lagrime. Farete appello al sentimento del dovere e dell'onore ? Ottime cose le sono coteste, ma troppo astratte per un giovaneto, che sente bollirsi il sangue nelle vene. Dunque non resta che la Religione, che sola può dirgli : Bada, o figliuolo ; c'è un occhio che arriva là dove non arriva quello del tuo istitutore, ed è l'occhio di Dio ; c'è una mano che non si ferma a castigare il tuo corpo, ma può chiudere la tua anima in una prigione di fuoco, dove si soffre e si piange in una disperazione che non ammette nè tregua, nè fine ; v'ha una giustizia, che premia sempre, e sempre secondo il merito, con premio che ogni desiderio avanza. Ora tutto questo si compie mirabilmente nell'Oratorio festivo di Don Bosco.

Lasciamo da parte, o signori, che il giovanetto attratto dagli onesti divertimenti nei nostri Oratorii, è tolto così ai pericoli della strada ; entriamo solo a vedere ciò che si fa in un Oratorio festivo.

Tolgo, o signori da leggiadro scrittore le seguenti osservazioni : « Nell'Oratorio, per ;l'esempio reciproco, si desta nei giovani il sentimento dell'emulazione, di quell'emulazione che sprona a virtù e conduce per tal guisa allo studio della perfezione, nel sentiero della quale non si può nè discendere, nè fermarsi, ma conviene andar sempre più in alto a quel vero excelsior, che dev'essere la méta dei desiderii dell'anima.

» All'Oratorio Festivo, attirati da più argomenti, accorrono in gran numero i giovani più abbandonati e scioperati, i quali non porterebbero mai altrimenti il piede in chiesa, nè si accosterebbero mai ai SS. Sacramenti.

» Nell'Oratorio festivo la parola del Sacerdote si conforma allo sviluppo delle menti, all'età, alla condizione di quei giovani uditori, e, insinuandosi dolcemente nell'animo, è come la minuta pioggia che penetra ben addentro nel suolo e fa inverdire i prati e li ricopre di fiori.

» Più ancora : nell'Oratorio Festivo si persuade con l'istruzione e con l'esempio la frequenza dei Sacramenti. Oh ! quanto non è bella cosa vedere i fanciulli e i giovanetti confessarsi di spesso e non lasciar mese senza ricevere quel Gesù, che volle benedire i piccoli e trattenersi con loro !... E chi conosce poi la missione altamente provvidenziale che esercitano nelle loro famiglie questi giovani convertiti e santamente educati dall'Oratorio Festivo ? Per mezzo dei figli si convertono i genitori e questi, prima ignari di pratiche religiose, avversi alla Chiesa ed al Sacerdote, ritornano a poco a poco a Dio ed alla sua santa Religione. I piccoli apostoli convertono per tal mezzo le intere famiglie (1). »

Questi i vantaggi che noi tutti possiamo constatare ogni giorno nelle nostre città ricche di un'opera sì utile e benefica quale l'Oratorio Festivo.

So bene, o signori, che a rendere florida una simile istituzione occorrono sacrifici e spese non indifferenti ; ma che monta ? Si trovano i denari per altre opere, non si troveranno per quella che costituisce la più grande necessità dei tempi? Ne troviamo pure per fare delle feste, apparati, luminarie, non li troveremo per salvare i giovani dei quali è il regno di Dio ? Facciamo, o signori, (lasciatemelo dire con romagnola franchezza) meno feste e spendiamo di meno in cose che sono di supererogagione, ma non trascuriamo quelle opere che servono a richiamare attorno a noi i giovani. Ciò io dico, non già perchè non riconosca anche la necessità dell'onore e del culto di Dio, ma unicamente perchè sono intimamente persuaso che se ci occupiamo solo di questo, giorno verrà e non sarà lontano, in cui suoneremo le campane, faremo prediche e feste, ma nessuno verrà nelle nostre chiese ad ascoltarci ed a pregare. Sì, sì, salviamo i giovani, o signori, per mezzo degli Oratorii Festivi.

E poichè ci vogliono allettamenti per chiamarli a noi, cerchiamo di crearli a patto di qualsiasi sacrifizio. Oggi servono molto al caso nostro le società ginnastiche e di sport. Nella mia Faenza non so se per il rispetto umano o per qualche altro motivo, i giovani maggiori di età avevano disertato l'Oratorio prima fiorente e rigoglioso di tanti frutti. La mercè dello zelo indefesso dell' attuale Direttore di quella Casa Salesiana, a cui vorrei che l'Assemblea mandasse un plauso di ammirazione essendo egli pure presente in quest'aula, si è allestita in pochi mesi una palestra ginnastica che in breve tempo fattasi numerosa dà oggi il massimo contributo dei molti giovani adulti, studenti ed operai, che ogni dì festivo assistono alle prediche , alle istruzioni ed alle funzioni religiose dell'Oratorio Festivo.

Nulla dico del grande allettamento che portano a frequentare l'Oratorio altre consimili istituzioni, come le fanfare, i concerti musicali, ecc. solo non debbo passare sotto silenzio l'importanza che a questo riguardo possono avere le scuole serali o domenicali per i giovani studenti.

Signori, se per chiamare all'Oratorio i giovani studenti servono molto i così detti - dopo scuola - perchè in essi i giovani trovano un aiuto al disimpegno dei lavori scolastici, non meno utili sono, per lo stesso scopo a cui mirano, le Scuole serali per i giovani operai. Io vi richiamo qui un fatto che cade sotto i nostri occhi.

In tutte le associazioni o circoli non nostri vi è l'allettamento della scuola per i figli del popolo. Questi poveri incoscienti si ascrivono a siffatte società perchè hanno il vantaggio di istruirsi e di mettersi un poco all'altezza dei tempi : escono poi da quelle fucine d'inferno e diventano grandi elettori rivoluzionari. Or bene perchè anche noi non possiamo fondare annessa ai nostri Oratori la Scuola serale o domenicale pei figli del popolo ? Ci hanno tacciato fino a ieri come gente che amale tenebre, mentre sta il fatto che le scienze e le lettere nacquero nei conventi e nei presbiterii e noi più degli altri le abbiamo sempre coltivate. Or bene mostriamo anche oggi la falsità dell'accusa aprendo coteste scuole che servono non solo a chiamare maggior numero di giovanetti, ma a farli altresí colti, istruiti, educati e buoni.

Benemeriti Cooperatori e benemerite Cooperatrici, ecco l'opera a cui dobbiamo dedicarci con tutti i mezzi che la Provvidenza Divina ci ha posto nella mano : noi saremo con ragione chiamati i veri salvatori della Patria.

Signori, nell'ultimo Congresso dei Cooperatori Salesiani di Torino, si fecero voti perchè gli Oratorii festivi e quotidiani sul sistema di quelli di Don Bosco si aprissero in tutte le Parrocchie specialmente dei paesi e delle città; che annesse a questi Oratorii fossero aperte scuole serali e domenicali pei figli del popolo; che peri giovani studenti fosse istituita l'opera dell'Avanti e Dopo scuola per facilitare ai medesimi l'adempimento dei doveri scolastici ed intanto attirarli all'Oratorio ed ai Sacramenti.

Or bene, l'avete voi fatto ? vi siete adoperati almeno all'incremento di opere consimili ?.... Voi mille volte benedetti !

Altro lavoro però resta a compiersi, chè la bufera infernal che mai non resta ogni di più si addensa sul nostro capo ed il Papa tutti ci chiama al lavoro.

In questa grande Metropoli Lombarda pertanto dove ci siamo radunati a Congresso e dove possiamo ammirare nella grandiosa internazionale esposizione il grande progresso del genio umano, qui, dissi, inspiriamoci a zelo più intenso, a novella e più vigorosa azione. Dio lo vuole, la Religione e la Patria lo richiedono.

Ecco pertanto i deliberati che anch'io propongo alla vostra approvazione.

Considerando l'utilità e la necessità degli Oratori festivi, il Congresso fa votì

I° Che tutti i Cooperatori Salesiani si adoperino con tutte le forze di fondare nelle Parrocchie dei villaggi, paesi e città Oratorii festivi sullo spirito dì D. Bosco ;

2° che allo scopo di riuscire si costituiscano Comitati di Sacerdoti , di Laici e di Signore intenti a provvedere i mezzi pecuniari e darne l'apoggio morale;

3° che annesse a questi Oratorii, sull'esempio dì altre città (che tanto vantaggio ne hanno risentito) oltre i divertimenti varii che sono proprii dell'età giovanile, si aprà la scuola serale o domenicale;

4° finalmente raccomanda l'istituzione dell'Opera dell'Avanti e dopo Scuola. Signori e Signore,

Voi approvaste le proposte presentate : ma non basta l'approvare, bisogna agire, lavorare e seriamente lavorare.

Chi non vede l'importanza di questo espediente per mettere come un puntello alla Fede, alla buona morale, alle energie varie di intelligenza, di cuore_ di carattere che nei giovani oggi minacciano rovina? Il giovane è come una debole canna che si piega a tutte le folate dei venti. È credulo, facile all'entusiasmo, basta una parola sola per spingerlo al male, come basta un sorriso per condurlo al bene. È un fiorellino che apre egualmente la corolla all'ape che ne succhia il miele, ed all'insetto schifoso che con la bava l'insudicia e, come dice il Pascoli, lo fa distillare il glutine di morte. Tocca a noi preparargli l'ambiente sano, perchè è l'ambiente che fa l'uomo.

Voi lo sapete, o signori. All'epoca della rivoluzione francese quando la ghigliottina funzionava sinistramente in tutte le città della Francia, si videro fanciulli elettrizzati, che ghigliottinavano anch'essi cani, polli ed altre specie di animali. I fanciulli di Atene che assistevano alla tribuna delle arringhe, erano sempre pronti ad inveire e declamare : quelli del Lazio , cresciuti fra i guerrieri, battagliavano e quelli della Bisanzio degli Imperatori, assuefatti ai sofisti, questionavano sempre. Ora chi potrà enumerare i risultati di un Oratorio festivo, che pone il giovanetto come in un'atmosfera di fede, di pietà, di buoni esempi, di soda istruzione religiosa e sotto gli amorevoli incoraggiamenti e rimproveri anche più amorevoli di persone che si dedicano al bene della gioventù con intelletto d'amore ?

Ma supponiamo pure che anche l'Oratorio festivo non riesca a preservare il giovane dalla tempesta dell'incredulità e della corruzione, perchè anche là si sente il fremito delle umane passioni, come talora, anche nel porto, il fragile legno viene sommerso per le scosse riflesse dei flutti che imperversano all'altra parte della scogliera. Anche allora, o signori, l'Oratorio ammanirà un'opera di salvataggio a più o meno lontana scadenza. In questo giovanetto, che muove tra i gorghi dell'errore l'Oratorio ha lasciato alcuni germi di vita. Sono certi ricordi della prima Fede, sono certe impressioni di tenerezza per le prime opere di pietà, il cui ricordo si è associato al ricordo della madre, delle scene soavi d'infanzia, delle prime espansioni del cuore, dei primi colpi di luce. Questi germi di vita saranno nascosti in quel cadavere, come in incubazione. Un giorno, lo schianto di una catastrofe, la sferza di un dolore continuato, lo sfumare di un'illusione lungamente accarezzata, un tradimento, saranno come il raggio di calore, che vivificherà quei germi nascosti.... e quel giovanetto, divenuto uomo, ritornerà a vivere, sarà salvo per l'Oratorio, a cui voi un giorno lo chiamaste.

Quante volte non vediamo simili risurrezioni prodotte da germi di vita lanciati nella mente e nel cuore all'ora della fanciullezza ? Sotto il turbine della vita si perde talora la freschezza dei ricordi dell'infanzia, si dimenticano le tenere raccomandazioni, i pii esempi, il generoso entusiasmo di ciò che è bello e buono ; questi fiori dell'anima appassiscono talora sotto il soffio arido e tempestoso della vita ; ma restano spesso le radici che a tempo opportuno ridoneranno al fiore la prima freschezza. E così l'Oratorio Festivo anche quando non riuscisse a preservare il giovanetto della catastrofe della Fede e della buona morale, così comune oggi fra la gioventù, ci dà speranza almeno di salvarlo quando sarà addivenuto meno impetuoso l'urto delle passioni ed il soffio delle tristi realtà della vita avrà sfrondato l'albero delle sue illusioni giovanili.

Finisco, o signori, innalzando un voto con tutto l'entusiasmo del cuore, e cioè che di fronte all'arte deleteria con cui gli empi fondano collegi atei, ricreatorii laici, laiche scuole per opporli ai nostri, i genitori cristiani abbiano il coraggio di mandare i loro figli da noi e di dire :

« Il nostro diritto naturale è anteriore e superiore al vostro civile di far leggi sull'istruzione ed educazione pubblica. Noi ricusiamo assolutamente di mandare la nostra figliuolanza ai vostri collegi e ricreatori, perchè la nostra persuasione e la nostra coscienza ce lo vietano. Vorreste voi con una legge di monopolio escludere da ogni civile carriera i figli allevati dai padri ? All'Italia, all'Europa, al mondo intero mancherebbero le parole per maledire la vostra tirannide.»

NOTE.

A questo proposito non aggiungiamo parole. I nostri lettori conoscono troppo bene l'importanza di quest'opera caratteristica della Pia Società Salesiana, per non zelare con tutte le loro forze sia l'impianto, sia lo sviluppo degli Oratori festivi.

Ci permettiamo tuttavia d'insistere presso quelli che col loro personale interessamento potrebbero apportare a quest'opera un rilevante appoggio materiale o morale, perchè diano volentieri il loro nome ai Comitati istituiti o che si venissero localmente istituendo a favore degli Oratori.

II) - L'AVV. TEOL. GUIDO GARELLI presiedette assai competentemente la discussione sui Circoli sportivi, sulla Musica e sulle Opere di perseveranza negli Oratori.

« La gioventù ci scappa in bicicletta, egli esordì sorridendo, e bisogna che noi le teniamo dietro in bicicletta!... » E dopo breve analisi dell'utilità degli sports negli Oratori, diè lettura dei seguenti deliberati.

Circoli di sport.

Il V° Congresso Generale dei Cooperatori Salesiani, compreso dello spirito di D. Bosco, che voleva attuati tutti i mezzi, purchè leciti, a fine di guadagnare e conservare la gioventù a Dio ; considerando le grandi attrattive che presentano ai giovani, così studenti come artigiani, i vari rami dello sport, la musica e la drammatica

i. plaude alle numerose società sportive sorte in questi ultimi tempi per opera dei figli di Don Bosco e dei loro Cooperatori secondo i deliberati del III° Congresso ;

2. fa voti perchè neglì Oratorii, nei Circoli e anche fuori di questi si promuovano e si moltiplichino Sezioni o Società cattoliche sportive, ove attendendosi allo sport, siano nello stesso tempo i singoli soci pronti alle pratiche religiose ed ogni altra pratica d'istruzione ed educazione cristiana ;

3. raccomanda che tutti i rami dello sport, secondo i bisogni e le convenienze , vengano adottati in modo da appagare le esigenze di tutti i buoni e porgere loro un mezzo perchè non abbiano alcun pretesto per iscriversi in società, in cui la religione e la morale non sono rispettate;

4. raccomanda che nel promuovere gite collettive, per cui si abbia ad impiegar il giorno festivo, si accluda una funzione religiosa, che assicuri ai giovani e testifichi al pubblico l'osservanza del precetto ; e fa voti che tali gite oltre il carattere ricreativo abbiano anche un carattere istruttivo;

5. fa voti che si promuovano, a maggior attrattiva ed incoraggiamento dei giovani e ad eccitamento per la fondazione di nuove associazioni : gare, concorsi, accademie sportive - e a rafforzamento dello spirito religioso fa voti perchè si curi la participazione in massa a manifestazioni di culto;

6. raccomanda a tutti i buoni, perchè compresi della utilità ed indispensabilità di questi mezzi moderni a vantaggio della gioventù, coadiuvino con tutti i mezzi queste opere promosse a completa educazione della gioventù.

Musica.

Il Congresso

I. Raccomanda l'istituzione di Scholae cantorum, Scuole di musica istrumentale e corale anche con piccoli numeri di componenti;

2. fa voti per l'istituzione di bande musicalì, di fanfare, e dove esistono società sportive anche di squadre di tamburini ; e neì circoli ricreativi di orchestrine e di scuole mandolinistiche ;

3. raccomanda a comune emulazione a a maggiore incremento la promozione di concorsi musicali, accademie pubbliche e private, con premi ed aiuti presentati dai buoni;

4. fa voti che, a contrapposto di tante canzonette luride ed ìmmorali, si promuovano concorsi di canzoni popolari, buone e morali benchè profane.

Sezioni filodrammatiche.

Il Congresso :

1. fa voti per l'istituzione di sezioni filodrammatiche con regolamento severo, che intendendo solamente alle finalità sia di garanzia contro qualsiasi inconveniente ;

2. invita le sezioni filodrammatiche a scegliere produzioni, che per dignità di linguaggio e di argomento, abbiano un vero senso artistico e ad evitare le pessime produzioni e riduzioni ;

3. fa voti per la fondazione di una federazione speciale delle sezioni drammatiche per affratellarne i componenti , e per promuovere il sorgere di produzioni buone e adatte ;

4. fa plauso alle pubblicazioni drammatiche salesiane d'Italia e dell'estero e le raccomanda vivamente a tutti gl'istituti cattolici ; e prega che si facciano conoscere ai periodici salesiani le migliori produzìoni altrui, per dar loro la dovuta diffusione.

Opere di preservazione.

Considerando i grandì pericoli cui viene esposta la povera gioventù e la sua poca esperienza e forza nel superarli, quindi il bisogno assoluto di una guida continua e pronta, anche dopo compiuta la sua educazione in Oratori ed Istituti cattolici, il Congresso fa voti che in ogni oratorio ed istituto educativo si curi la fondazione di opere di perseveranza, quali : unioni di antichi allievi, congregazioni mariane, sezioni di conferenze di S. Vincenzo de' Paoli, Piccole sezioni professionali giovanili, società di mutuo soccorso, ufficio di collocamento ecc. allo scopo di radunarle periodicamente, onde farle assistere ad una funzione religiosa e a una conferenza morale religiosa, che valga a mantenere vivo il sentimento cristiano in quei cuori giovanili, far notar loro i molteplici pericoli cui vanno incontro, e reggerli o ricondurli sulla via della virtù.

Alle Società di mutuo soccorso potrebbero utilmente venire iscritti anche i giovanettì più adulti che frequentano l'Oratorio.

NOTE.

I) - Il Congresso fu unanime nel raccomandare ai fondatori di circoli o società sportive, tanto entro quanto fuori degli oratori, che adottino una divisa pratica ed attraente finchè si vuole, ma decente, in modo che non abbia da restarne offesa la modestia cristiana.

II) - Riconobbe pure la convenienza, che - specialmente nei grandi centri, piú indifferenti o irreligiosi - a conciliare piú facilmente alle società sportive le adesioni dei giovani e le simpatie di chi potrebbe aiutarle, non si diano alle società medesime nonni chiesastici, ma nomi tali, che, mentre segnino ai giovani quasi tutto un programma, non abbiano a cozzare col rispetto umano di alcuni. E' una sconfortante necessità questa, ma, pel momento, fu giudicata degna di essere presa in considerazione.

III) - L'Ecc.mo Presidente, Mons. Arcivescovo di Ravenna, chiese se, fatte le debite modificazioni, quanto si è dello dell'utilità degli Sports per gli Oratori maschili, si potesse dire degli Oratori femminili, e il Congresso fu di parere affermativo.

IV) - A togliere ogni titubanza agli incerti a fondare negli Oratori una Sezione sportiva e a far sempre meglio note le idealità a cui questa deve ispirarsi, riferiamo le parole rivolte dal S. Padre il 9 settembre u. s. ai 6oo bravi ginnasti francesi (che nel loro passaggio a Torino sostavano per brev'ora nell'Istituto nostro di S. Giovanni Evangelista).

« La Chiesa di Gesù Cristo non può che applaudire a queste istituzioni che, accoppiando al lavoro il gradito sollievo, provvedono alla buona educazione della gioventù.

« Si è detto infatti che non si può, in via ordinaria, mantenere sano lo spirito in un corpo debole e malato. Si deve per necessità encomiare questa ginnastica che, giovando allo sviluppo delle forze materiali, contribuisce mirabilmente a mantenere e ad accrescere le forze morali, l'esercizio della virtù che, come esprime la parola, dalla forza trae l'origine.

» Lotta è la vita sopra la terra : militia est vita hominis super terram. Tant'è vero che nel Santo Vangelo la vita si paragona ora ad un vivo campo di battaglia, dove non vince se non chi valorosamente combatte : ora ad un pallio, dove non riceve il premio se non chi è più celere alla corsa ; e il cristiano si paragona a un prode soldato, che combatte sotto il vessillo del Crocifisso. Ci è dolce perciò salutarvi con le parole del più giovane degli Apostoli: Scribo vobis, juvenes, quoniam fortis estis, el verbum Dei manet in vobis el vicistis malignum.

» Sì, sono necessari forza e coraggio per mantenere la fede quando tutti la perdono, per conservarsi figli della Chiesa quando tanti si fanno apostati e l'abbandonano, per mettere in pratica la parola di Dio quando tanti l'hanno bandita dalla loro anima. E necessario avere della forza e del coraggio per trionfare delle proprie passioni, per rimanere fedeli alla virtù e alla verità quando tanti la combattono, per vincere il demone del male e della menzogna quando tutti purtroppo ad esso offrono incensi.

» Ora, se siamo presso a poco all'epoca del regno di Antioco, epoca di viltà, di scoraggiamento universale, facciamo voti che la vostra condotta sia quella di quei giovani soldati, che costituirono la gloria più pura dell'ultima età di Israello, i quali per bocca del valoroso Matatia, risposero ai ministri del Re: Etsi omnes obedient Antiocho, ego et fratres mai obediemus legi patrum nostrorum ».

La Chiusura del IV. Congresso.

IL IV Congresso dei Cooperatori Salesiani, che si tenne a varie riprese in Lima (Vedi Bollettino di giugno, agosto u. s. ), venne chiuso solennemente il giorno 24 maggio con la cerimonia della posa della prima pietra di un nuovo tempio in onore di Maria SS. Ausiliatrice.

Le Scuole Salesiane di quella capitale si affollarono di cooperatori fin dalle prime ore del mattino.

Alle 7 celebrò la messa della comunione generale l'Ecc.mo Delegato Apostolico, Monsignor Alessandro Bavona. Alle 9 1/2 si celebrò una seconda messa, accompagnata da canto liturgico, alla quale presero parte molti devoti. Alle 10 ebbe luogo la cerimonia della collocazione della prima pietra.

In un palco, sopra cui spiccava il ritratto dì D. Bosco ornato di varie bandiere, presero posto l'Ecc.mo Arcivescovo dì Lima col suo segretario Mons. Garcia Irigoyen, l'Ecc.mo Mons. Ballòn, già Vescovo di Arequipa ed ora decano del Capitolo Metropolitano, il dottor forge Polar, Ministro di Giustizia e di Culto, la sposa sua signora, il dott. Carlo Wiesse, il dott. Gonzales Olaechea, il sig. Josè Castañon, e molti altri illustrì ecclesiastici e signori e signore.

Dopochè l'ill.mo Mons. Giacomo Costamagna ebbe compiuto le cerimonie prescritte, l'Ecc.mo

Metropolitano procedette alla posa della pietra, fungendo da padrini, in rappresentanza dell'ecc.mo sig. Presidente della Repubblica e dell'esimia sua signora, il dott. Polar e la signora Carmen E. de Polar.

La prima pietra fu collocata nel luogo dove sorgerà l'altar maggiore del sacro edifizìo, che fronteggerà il Corso della Maddalena.

Il nostro D. Sicher diè lettura del seguente verbale, che deposto in un tubo di zinco venne con varie medaglie e monete sigillato entro la pietra.

L'anno 19o6, il 24 maggio, festa di Maria SS. Ausiliatrice, governando la Chiesa il Sommo Pontefice Pio X e la Repubblica del Perù l'Ecc.mo sig. Dott. Giuseppe Pardo y Barreda, essendo Rettor Maggiore dei Salesiani il rev.mo D. Michele Rua, Delegato Apostolico ed inviato straordinario della S. Sede l'Ecc.mo Mons. D. Alessandro Bavona, Arcivescopo Titolare di Farsaglia, Ispettore delle Case Salesiane del Perù e di Bolivia il rev. D. Ciriaco Santinelli, e sindaco di Lima il dott. D. Federico Elguera ; l'ill.mo e rev.mo Mons. Dott. Emanuele Tovar, Arcivescovo di Lima, assistito dagli ill.mi e rev.mi Mbns. Giacomo Costamagna, Vescovo titolare di Colonia e Vicario Apostolico di Mendez e Gualaquiza, rappresentante di D. Michele Rua al IV Congresso Salesiano, e Mons. Emmanuele Secondo Ballón, già Vescovo di Arequipa, pose solennemente la prima pietra del tempio dedicato a Maria Ausiliatrice sul Corso della Maddalena presso Piazza Bolognesi, come ricordo imperituro del terzo Centenario della gloriosa morte di S. Toribio Alfonso de Mogrovejo e del IV Congresso Salesiano.

Furono padrini S. E. il sig. Presidente della Repubblica dott. José Pardo y Barreda e la sua degna sposa signora Carmen Heeren de Pardo, che per lutto domestico vennero rappresentati dal ministro di giustizia e di culto dott. Polar e dalla sua degna sposa la signora Carmen E. de Polar.

Nella prima pietra si collocarono alcune medaglie commemorative del III Centenario di S. Toribio A. de Mogrovejo e di Maria Ausiliatrice, varie fotografie, periodici e diarii della capitale e alcune monete peruane.

L'incaricato dell'Opera come direttore dei Cooperatori Salesiani è il rev. D. Carlo Pane ; l'incaricato della costruzione il rev. D. Isacco Sicher, sotto la direzione del sig. ingegnere ed architetto Giuseppe E. Castañon. che gratuitamente e generosamente presta l'opera sua.

La carità del popolo peruano, l'industriosa colonia italiana e tutti i buoni cittadini che tengono il Perù come loro seconda patria, sono gli umili mezzi che ci affidano d'innalzare questa casa di misericordia alla Madre di Dio.

Alla sera, alle 2,20, Si compì dopo i vespri una solennissima processione coll'immagine di Maria Ausiliatrice. Al ritorno, che sì effettuò sul viale 9 dicembre, prese la parola l'Ecc.mo Mons. Ballòn, commosso e commovente : e dopo il canto di un solenne Te Deum, con la benedizione eucaristica, data dall'Ecc.mo Monsignor Delegato Apostolico, si chiudeva il IV Congresso dei Cooperatori Salesiani.

A complemento delle notizie pubblicate nel Bollettino di giugno u. S. sull'Esposizione Professionale tenutasi in Lima dagli Istituti salesiani del Perù e di Bolivia, riferiamo le conclusioni del resoconto della Commissione esaminatrice.

a) Diploma di primo grado al collegio di La Paz pei lavori esposti; - Diploma alla Scuola di Lima, idem ; - Diploma alla Scuola di Arequipa per lavori di agricoltura e meteorologia.

b) Menzione onorevole alla Scuola di Sucre : idem a quella di Callao.

I diplomi portano la firma del Sindaco di Lima, sig. Federico Elguera, Presidente onorario del Comitato effettivo dell'Esposizione e del sig. Ignazio Prado y Ugarteche, Presidente effettivo. Recan pure le firme dei signori Edoardo Habich ed Enrico j. Gongora, membri della Commissione esaminatrice.

Un bell'esempio

Dopo le allegate raccomandazioni del V Congresso per la diffusione degli Oratori festivi, ci facciamo un dovere di pubblicare la seguente. È un bell'esempio di ciò che potrebbero fare molti sacerdoti cooperatori.

REV.mo SIG. D. RUA,

Amante delle opere di D. Bosco fin dalla mia prima età, sentendomi a queste legato perchè cresciuto in un oratorio festivo, cui devo la mia vocazione al sacerdozio, e perchè allievo di Mons. Taroni di s. m., non posso far a meno di non adoperarmi perchè lo spirito di D. Bosco si diffonda vie maggiormente.

Nell'agosto del 19o5, dopo pochi mesi di Cappellania rurale, ad un anno di distanza dalla mia uscita dal Seminario Faentino, fui destinato dal mio Eccellentissimo Superiore Mons. Gioachino Cantagalli, a cappellano di Granarolo, paesetto ad otto chilometri da Faenza, e parrocchia di circa 2000 anime.

Da qualche anno sentivasi in paese un bisogno grande di qualcuno che si occupasse della gioventù, che la soccorresse cioè a non cadere nelle mani dei nemici della Religione.

E a me pure, vedendo tanti poveri giovanetti, specialmente nei dì festivi, andare a zonzo per le vie del paese, costretti ad udire parole sconcie, bestemmie, insulti alla religione ed al buon costume, corse alla mente quel motto, che fu di Don Bosco di s. m. e sarà dei continuatori dell'opera sua : Salviamo la gioventù ! Occorreva pensare ad un rimedio pronto, efficace. Dopo un mese della mia dimora a Granarolo tengo in un giorno festivo un sermone su questo tema : Salviamo la gioventù ! rivolgendomi specialmente ai genitori. Avevo premesso a questo discorso una novena a Maria Ausiliatrice promettendole di farla conoscere ed amare, e questa Madre mi esaudì. L'idea di un Oratorio festivo fu accolta con entusiasmo.

Nel giro di otto giorni tutti i giovani del paese furono iscritti dalle loro mamme all'Oratorio e le più facoltose diedero il loro nome al Comitato costituito pel mantenimento dell'Oratorio medesimo. Il 15 ottobre l'Oratorio era solennemente inaugurato.

Ed in questi dieci mesi che si è fatto ?

Coll'aiuto dì Dio e di Mons. Vescovo in particolar maniera e di questo rev.mo Arciprete, nonche delle altre autorità locali, si è fatto molto. Si è già aperta anche una scuola di religione, e si è pur formata una sezione sportivo-ginnastica che ha già acquistato 15 strumenti per la sua fanfara.

Si è promossa ed ha avuto maggior incremento la frequenza ai SS. Sacramenti ; si è maggiormente assicurata la santificazione della festa ; e nella stagione invernale i giovanetti dell'Oratorio hanno dato parecchie rappresentazioni drammatiche.

Il 2 . maggio u. s. abbiamo solennizzato Maria SS. Ausiliatrice, benedicendo ed inaugurando in quel giorno la bandiera dell'Oratorio ; facendo un po' di Pesca di beneficenza, ed alla sera illuminazione e fuochi d'artifizio. Fu una festa bellissima, sì in chiesa che fuori.

Non si creda però che tutto sia andato a gonfie vele ; no, abbiamo avuto noi pure i nostri contrasti ma Iddio ha permesso anche questi per moltiplicare il bene

Il locale è però provvisorio.., ma speriamo di trovar presto coll'aiuto di Dio una residenza propria, dove l'Oratorio potrà moltiplicare il bene che fa presentemente

Granarolo di Faenza, 15 agosto 19o6.

SAC. ANTONIo GALASSINI.

Nuove fondazioni

NEL PERÙ.

Una nuova fondazione a Piura. - Ricchezze ed avvenire del Perù. - Il problema dell'emigrazione a quella Repubblica.

(Lettera dell'Ispettore D. Ciriaco Santinelli). Piura, 24 giugno 19o6. REVERENDISSIMO SIG. D. RUA, dovendo scriverle della fondazione della Casa di Piura, mi pare opportuno, amato Padre, farlo piuttosto diffusamente per non trascurare alcune notizie, che torneranno gradite ai nostri Cooperatori. È bene che essi conoscano quanto di nuovo si viene intraprendendo colla loro indispensabile cooperazione ; e se non erro, molti, oltre il quadro... desiderano pure la cornice. Ed io mi proverò a soddisfare anche costoro.

La nuova fondazione.

Nel 19o5, qui nel Perù, si aperse una Scuola pratica di agricoltura e di arti e mestieri nella città del Cuzco ; e in quest'anno 1906, colla protezione di Maria Ausiliatrice ed in memoria del III° Centenario di S. Toribio di Mogrovejo, II arcivescovo di Lima, si potè fondare una nuova Casa col titolo di Scuola Salesiana di arti e mestieri nella città di Piura, capitale del dipartimento omonimo, al nord del Perù, presso i confinii coll'Equatore. Se ne stese regolare contratto con quel Consiglio Comunale, che fu poi riconosciuto dalla nuova Legge sull'istruzione primaria. L'istituto si è aperto nella prima quindicina di febbraio.

All'arrivo, i Salesiani furono ricevuti dalle autorità e da alcuni zelanti cooperatori con affettuose dimostrazioni di stima. Il sig. Giovanni Ilarione Helguero, che fu in Piura direttore della Beneficenza per ben dodici anni, benefattore insigne degli orfani e degli infermi, s'era preso molto a cuore la cosa, e da tempo sospirava la nostra ventuta. Quindi ci accolse tosto in sua casa, ove restammo per alcuni giorni finchè potemmo passare all'abitazione provvisoria, la quale è pur sua, e ce l'offerse generosamente, finchè non avremo trovato un locale adatto pel nuovo istituto.

Colgo l'occasione per esprimere la nostra gratitudine al signor Helguero, così pure al Dott. Eguiguren, ex-ministro di giustizia in Lima, al signor Manuel Helguero, sindaco di Piura, e alle altre autorità locali per l'interesse che dimostrarono per la nuova fondazione.

Il dipartimento di Piura.

La città di Piura, venne fondata da Pizzarro nel 1532. Il grande conquistatore, allettato dalla esuberante vegetazione e fertilità delle sponde del rio Cira, vi poneva le fondamenta della prima città, che chiamò di San Michele, dove sorse pure il primo tempio cattolico del Perù. Però col tempo, per l'insalubrità del clima, la città di San Michele fu trasportata ad una valle più sana ove ebbe il nome che ha presentemente: San Michele di Piura. È a cento chilometri dal Pacifico, col quale comunica nel porto di Paita, cui è allacciata da un tronco ferroviario.

Nell'estate e durante le ore canicolari le vie di Piura sembrano una fornace, ma nel restante dell'anno benchè la città si trovi direttamente sotto i raggi del sole tropicale e vicina all'Equatore, ha nondimeno un calore relativamente mite. II suo clima è molto secco e sano. Non vi si conoscono malattie contagiose.

La città è di qualche considerazione e va aumentando ; ha una bella piazza, un ospedale; e il commercio, in proporzione al luogo, è grande. Però non ha acqua ; il rio omonimo, che rasenta la città, si secca durante quattro o cinque mesi dell'anno, ed in questo tempo la povera gente è costretta a fare alcune fosse nel letto del fiume e di là a tòr acqua. Quando avrà acqua in abbondanza, Piura si vedrà schiuso il più lieto avvenire. A poche leghe, a nord, passa il ricordato rio Cira : son già più anni che si pensa di condurne le acque alla città, ma non par lontano il giorno, che si vedrà compiuta quest'opera importante.

Patria del pittore Marino, Piura ha in oggi circa 8.000 abitanti ; tutto il dipartimento ne ha 136.ooo. Alcune regioni e località sono di qualche importanza per industria e commercio : tra queste è Tumbes, porto di mare, ove i pescatori di balene conducono le balene pescate nei mari equatoriali - Paita, con eccellente baia, patria dell'ammiraglio Grau, uno dei porti più importanti del Perù- Sullana, una popolazione molto commerciale per cotone ed agricoltura, trovandosi presso le sponde del rio Cira. Sullana, come pure le piccole popolazioni dei dintorni , serve d'anello tra il deserto e la lussureggiante vegetazione delle regioni tropicali, tra la assoluta mancanza d'acqua e l'abbondanza , vorrei dire tra la vita e la morte ; poichè se guardi da un lato non vedi che terreno arido e sabbioso, mentre dall'altra parte il Rio Cira veste le sue splendide rive di una vegetazione svariatissima e lussureggiante. Sullana dista da Piura un quaranta chilometri, cioè un'ora di ferrovia. A dieci chilometri da Piura trovasi Catacaos, un paese molto importante ed antico, dedito specialmente all'agricoltura ed alla fabbricazione dei cappelli di paglia chiamati col nome di Guayaquil.

Tra i prodotti di questo dipartimento son notevoli il cotone, i preziosi alberi di algarrobos i quali nascono e crescono senza nessuna coltivazione e del cui frutto si cibano varie classi di animali. Sechura poi ha delle saline, Tumbes petrolio e tabacco, Huanacabamba la cascarilla, ecc.

L'avvenire del Perù.

Fra pochi anni per la grand'opera intrapresa dagli Stati Uniti del taglio dell'istmo di Panamà, e quindi l'unione del Pacifico coll'Atlantico, i vapori d'Europa e dell'America del Nord toccheranno direttamente i porti del Pacifico, come quello di Guayaquil, Paita, Salaverri, Callao, con grande vantaggio non solo del departimento di Piura, ma di tutto il Perù. In questi ultimi dieci anni di pace, la repubblica Peruana progredì notevolmente in ogni ramo, nell'industria, nell'agricoltura, nel commercio ecc. Il Governo s'adopera alacremente per far fiorire l'istruzione in tutti i punti della repubblica, migliorare le condizioni della razza indigena e dare grande impulso all'industria, tracciando nuove ferrovie. Un tronco molto importante è ora in progetto, verso l'Oriente del Perù ; e a questo fine appunto si sta trattando dalle due Camere d'un prestito di tre milioni di lire sterline. Il nuovo tronco si spingerà fino al dipartimento di Loreto, dove sono incalcolabili le ricchezze della foresta, le quali verranno così in comunicazione diretta colla capitale e coi porti del Pacifico.

A farsi un' idea delle ricchezze orientali di questa repubblica, bastano queste linee del noto geografo peruano Carlo Wiesse. e La straordinaria fecondità della natura appare nella montagna con migliaia di specie d'alberi che formano selve impenetrabili, dove si trova eccellente legname per costruzioni navali, per lavori di ebanisteria, per falegnami e per fabbriche di generi di tintoria. Basti ricordare: il legno di balsa, la quercia, il noce, il cedro, il legno di rosa, il cacaranda, il sandalo, il legno di campeche ecc. Altri prodotti delle selve sono: la sinfonia elastica ed altri alberi che dànno resina donde si estrae il jebe ed il cautchù, la chinachina che produce il balsamo del Perù, il capayero, il copal, la cascarilla e molte differenti specie di cinchanas che dànno le chine. Tra le piante medicinali v'è il matico, la zarzaparilla e l'achiote; vi sono pure differenti specie di palme, come il chambiro, che si usa nella fabbricazione delle amache, la tagua, i cui, grani contengono il marfil vegetale e la chonta.... »

E se oltre alle ricchezze del regno vegetale, volessi accennare a quelle del regno minerale, sembrerebbe quasi favoloso che queste repubbliche del Perù e della Bolivia abbiano nel loro seno tante specie di minerali, di cui la maggior parte sono ancora quasi sconosciuti. Solamente nel monte di Pasco (in un giorno di ferrovia si va da Lima a Oroya, e da Oroya al Pasco ci vogliono 8 ore) si trova una società di Nord-Americani, che in pochi anni già hanno profuso la bella somma di 25 milioni di scudi per acquisto di miniere e pei primi lavori di scavo. Secondo alcuni dati, si crede che troveranno un'immensa quantità di metalli di tutte le qualità: oro, argento, stagno ecc. Da questo è evidente che, una volta che vi siano vie di comunicazione, il commercio si svilupperà su grande scala e conseguentemente s'incanalerà l'immigrazione europea anche a queste regioni.

« Indigeni ed emigranti nel Perù. »

A proposito di emigrazione, desidero, amatissimo Padre, aggiungere una parola per rispondere anche alle continue sue istanze che i Salesiani si dedichino volenterosi a questa grand'opera di carità, quale é quella dell'assistenza degli emigranti. Nel Perù sino ad ora si può dire che non vi fu una vera corrente emigratoria. Vi furono alcuni tentativi di emigrazione europea, per colonizzare il litorale, ma disgraziatamente dovettero sospendersi. Io non intendo scendere al particolare per dimostrare le cause e le difficoltà che si opposero allo sviluppo dell'immigrazione. A prima vista se ne possono intuire le principali : ad esempio, la distanza che ci separa dall'Europa, il clima non troppo sano delle valli ed in modo speciale la mancanza di vie di comunicazione, attraverso le Ande, alle montagne dove stanno le grandi ricchezze. Tra i molti lavori nazionali e stranieri che si son pubblicati intorno a questa importante materia, merita di essere ricordata un'opera che supera tutte le altre e che fu studiata e scritta con sincerità, obbiettività, e profonda cognizione di materia, dal chiarissimo Dott. Luigi Pesce italiano, medico della facoltà di Torino e di Lima. Il suo lavoro è intitolato : Indigeni ed emigranti nel Perù; e venne pubblicato da questo Ministero di Agricoltura.

Nella prima parte l'autore si ferma a dimostrare la necessità che ha il Perù dell'aumento e del miglioramento della sua popolazione, accennando a tutti i mezzi che servono per migliorare da una parte la gente indigena e dall'altra l'emigrazione straniera. E' evidente che nel Perù la fonte principale della ricchezza e prosperità nazionale sta nelle miniere, perciò i mezzi indispensabili per lo sviluppo di dette industrie si devono collocare nel numero e nella forza degli individui per gl'impianti e sostenimenti di dette industrie, siano essi nazionali, sieno essi stranieri.

Il Perù con 1.8oo.ooo km2. viene abitato solamente da 3.000.000 di abitanti, per cui naturalmente ha sommo bisogno di immigrazione sia per il progresso generale delle sue industrie, come per la solidità delle istituzioni sue politiche e pel suo stesso movimento nazionale, nonchè per l'aumento della popolazione. E il ch. Dott. Pesce, dopo aver indicato le cause per cui il Perù fin qui non fu un paese d'immigrazione, dimostra tuttavia che, per la sua situazione, il Perù è atto a ricevere emigranti, come difatti vi si prepara. E dopo aver detto come le autorità pubbliche non possono ancora dedicarsi alla colonizzazione o all'immigrazione, il dott. Pesce termina il suo lavoro, sostenendo che questa Repubblica sarà un vero campo aperto agli emigranti europei, e dimostra con argomenti ben fondati i varii rami d'industrie, di commercio e di professioni, i quali offrono elementi favorevoli all'emigrante per la sua arte. Infatti vi sono elementi favorevoli peri contadini, qualunque sia il sistema che vogliono usare : similmente è facile l'impianto di piccole imprese industriali e commerciali in tutto il territorio, per cui viene ad abbondare il lavoro per meccanici, per fabbri ferrai, per falegnami e per muratori, e conseguentemente per quelli che preferiscono lavorare come manuali o giornalieri, sia nell'agricoltura, nel bestiame, nelle miniere, sia nei lavori pubblici (come nelle strade ferrate, irrigazioni ecc. ecc.). V'è poi un vastissimo campo per le professioni liberali, come medici, chimici, insegnanti, agronomi ecc.

I Salesiani e l'emigrazione.

I Salesiani del Perù e Bolivia, come in tutte le parti e come Lei sa, s'interessano, secondo le loro forze, degli emigrati da qualunque nazione, con l'educazione della gioventù, con scuole d'arti e mestieri e d'agricoltura, ricevendo i figli nei loro collegi, e con l'insegnamento della loro lingua nazionale. Nel nostro collegio di Lima abbiamo più di 40 alunni di nazionalità italiana, e molti altri di varie nazioni, e l'italiano s'insegna regolarmente in tutte le classi elementari.

Nel nostro IV Congresso Salesiano, nonchè nella riunione dei direttori dei Collegi del Perù e di Bolivia, si presero varie disposizioni per mettere in pratica le raccomandaioni della Commissione Salesiana stabilita per l'assistenza degli emigrati. In Lima fu direttamente incaricato dell'assistenza degli Italiani emigrati al Perù il rev.do D. Carlo Pane, Salesiano, e nella Repubblica di Bolivia il rev. D. Giuseppe Reineri, residente a La Paz.

La repubblica di Bolivia sta anch'essa facilitando sempre più la corrente immigratoria , e non passerà molto tempo che anche quelle immense regioni, ricche di miniere e di vegetali, specialmente nell'oriente della repubblica, saranno occupate. Anzi, leggo in un 'giornale di Lima, che il Governo di Bolivia ha fatto un contratto con la Casa Speyer per la costruzione di varie linee ferroviarie. In base a questo contratto si costrurranno mille ottocento Km. di ferrovia; un tronco andrà da Porto Pando a Viacha e a Oruro. Da questa città partirà un'altra linea sino a Cochabamba, a Potosi a Tupiza; il lavoro dovrà cominciare non più tardi di sei mesi dalla firma del contratto. Si è già sborsato al rappresentante della casa Speyer un milione di sterline e se ne sborserà un altro appena sieno incominciati i lavori.

Ultime notizie.

Volendo chiudere questa mia, ornai forse troppo lunga, mi limiterò a darle brevemente alcune ultime notizie. Non le dico nulla delle feste centenarie e del Congresso Salesiano, nè della collocazione della prima pietra del tempio di Maria Ausiliatrice, di cui le inviammo particolari relazioni. Piuttosto le dirò che in Lima si è pure aperta una nuova scuola per alunni esterni, ed a Callao si sta lavorando per aprire un Oratorio festivo.

Terminate le feste di Lima, partii alla volta di Piura, ove giunsi con tre giorni di viaggio di mare. Son qui per organizzare il Collegio e per scegliere un luogo adatto per il nuovo edifizio. Sono solo tre mesi che si è aperto quest'istituto ed abbiam già 13o alunni esterni. Le scuole procedono bene, gli alunni sono assai disciplinati ; e le autorità ed i Cooperatori si professano molto contenti dell'opera nostra.

Il 24 maggio si solennizzò la festa di Maria Ausiliatrice. Alcuni alunni fecero in quel giorno la prima comunione : vi fu pure messa e benedizione solenne. Il signor Vicario dott. Aristide Pita, il sig. Prefetto del dipartimento dott. Germano Leguia y Martinez, il signor Ispettore d'Istruzione Riccardo Lamadrid, il sig. Giovanni Ilarione Helguero ed altri presero parte alle funzioni. Si coronò la festa con un'accademia musico-letteraria.

Nel Perù e Bolivia le autorità ed i benefattori appoggiano e sostengono l'Opera Salesiana e desidererebbero la fondazione di altri collegi ; ma la mancanza di personale ce ne impedisce l'accettazione.

Per ordine del Ministro d'istruzione, Don Reineri è andato a Cochabamba a scegliere un luogo per la fondazione d'un nuovo collegio salesiano. Che il Signore e Maria Ausiliatrice benedicano la nostra Opera ed Ella, amatissimo Padre, non si dimentichi di mandarci un rinforzo di personale. perchè sa quanto ne abbiamo di bisogno.

Chiedendole una benedizione speciale per tutti i Cooperatori, peri Salesiani, ed in modo speciale per me, che ne abbisogno più di tutti, mi è caro protestarmi

Suo aff.mo ed obb.mo in G. C. Sac. CIRIACO SANTINELLI.

Tra gli Emigrati,

DAL BRASILE.

Un nuovo Oratorio festivo.

Ribeirão Preto (S. Paulo), 28 giugno 19o6. REVERENDISSIMO SIG. D. RUA,

INVIATo quale cappellano dell'ospedale di questa industriosa città vidi tosto la necessità di un Oratorio festivo, non solo a favore dei giovanetti nazionali ma specialmente per quelli della numerosissima colonia italiana ; e sull'entrar del settembre u. s. mi accinsi fiduciosamente all'opera.

I principi furono un po' scabrosi: non avevo nè cappella, nè oratorio, nè cortile ad hoc; e fu giuocoforza l'incominciare alla bell'e meglio in una modestissima cappelletta, con pochissimi giovani. Ora, grazie a Dio, è già un'altra cosa. I frequentanti regolarmente l'Oratorio sono più di 300. Abbiam anche fondate varie associazioni. Una fra gli artigiani ha circa 70 giovinetti inscritti ; un'altra ne stiamo preparando specialmente per gli studenti ; si è pure inaugurata una bella scuola di musica istrumentale nientemeno che di 40 suonatori! Un nostro ex-alunno del Liceo del S. Cuore di Paolo ci aiuta mirabilmente come maestro di banda e catechista.

Ed ora, amatissimo Padre, Ella deve sapere che questi 300 giovani, fatta una piccola sottrazione, sono tutti italiani. I loro genitori son entusiasmati dell'Oratorio e ci appoggiano con la loro influenza. Anche il Vice-Console Italiano di questa città, che conobbe personalmente D. Bosco, ci usa la benevolenza più grande, lieto dell'opera nostra a favore della Colonia Italiana.

Anche nell'Ospedale quanti italiani son accolti e fatti ricoverare!.. Avendo noi guadagnato la benevolenza dei medici dell'Ospedale, abbiamo anche ottenuto, che questi vadano generosamente a visitare tanti poveri italiani a domicilio , cui prestano ogni cura.

A sostegno poi dell'opera dell'Oratorio si sono uniti in società gli stessi padri di famiglia. Son già più di 8o gli inscritti che si radunano regolarmente ogni prima domenica del mese, ed ogni mese versano una quota a favore dell'Oratorio.

Ma chi ci assiste più di tutti in quest'opera di carità è il generoso Colonnello Francisco Alaximino Jungueira, stimato ed ottimo signore, che non avendo figliuoli, ha adottato per suoi i giovani dell'Oratorio.

Nel darle queste notizie, io penso, amatissimo Padre, alla dolce soddisfazione che ne avrà il suo cuore; e in questo pensiero mi auguro di potergliene inviare ben presto altre più copiose e consolanti.

Mi benedica intanto, riceva coi miei gli ossequii di tutti i giovanetti dell'Oratorio, e mi abbia sempre per suo dev.mo figlio

SAC. GIOVANNI CRIPPA.

Dalle Missioni

Patagonia Settentrionale

Lungo le sponde del Rio Negro.

(Lettera del Sac. Bernardo M. Maranzana a S. E. Rev.ma Mons. G. Cagliero).

Viedrna, I giugno 19o6.

ECCELLENZA REVERENDISSIMA,

Sono di ritorno da una breve missione che in compagnia del catechista Giuseppe Caranta ho dato lungo le sponde del Rio Negro : e penso che ne riuscirà gradita al cuore dell'Eccellenza Vostra Rev.ma una piccola relazione.

La nostra escursione cominciò il 17 aprile e finì il 24 maggìo p.p. Essendo stata la prima volta che mi dedicava a questa difficile e delicata impresa, se il frutto non fu così copioso come l'E. V. Rev.ma avrebbe desiderato, spero mi vorrà compatire. Tuttavia neì diversi puntì che perlustrammo, amministrai 31 battesimi e 56 cresime, benedìssi 4 matrimoni ed ascoltai più di 70 confessioni seguite da altrettante comunioni, di cui 7 per la prima volta.

Alla Boca della Travesia. - Isla Catalana e Rincón Sarmiento.

Il martedì dopo Pasqua si partì dalla Casa di Pringles sul nostro piccolo sulkis. Dopo dieci leghe di cammino giunti al paraggio detto Boca della Travesia, si incominciò ad esercìtare il nostro ministero. Colà sonvi alcune casuccie di paglia e di fango, poste alle falde della cuchilla o collinette che chiudono la valle. Gli abitanti si stanziarono lontano dal fiume dopo la terribile inondazione del 1899. Nella maggior parte son negri discendenti da quei 3o negri tratti dall'Africa sul prìncipio del secolo scorso. Uno di essi chiamato Mariano Crespo mori, non è molto, in età di 115 anni e fu uno deglì eroìci dìfensori del forte di Patagones nel 1827. La sua vecchia vedova ci accolse cordialmente e volle che rimanessimo quattro giorni in casa sua per dar comodìtà al vicinato di approfittarsi del passaggio del missionario.

Come si conserva la fede nel seno di quelle povere famiglie ! Entrando in una di quelle catapecchie aperta ai quattro venti, una giovane donna, sola con due pìccoli bimbi, ci offerse subito secondo il costume del paese un mate, quindì prese a dire

« Padre, l'anno passato in questi stessi giorni io giaceva gravemente inferma su questo lettuccio con queste mìe due creaturine - e c'indicava i due piccolini - implorai da Maria SS. Ausiliatrice la sanità, promettendole la celebrazione di due messe. Fui esaudita ed ora compio la mia promessa. »

E in quei giorni celebrai io stesso le due messe secondo la sua intenzione.

Ivi si battezzarono pure alcuni bimbi e si amministrò a vari la S. Cresìma. Buona parte di quella gente si confessò e si comunicò e prese parte alla recita del Santo Rosario ed alla spìegazione del catechismo.

Nell'Isla Catalana, piccola ìsoletta del Rio Negro, furono rigenerati nelle acque battesimali tre bambini di famiglie italiane ; benedissi il matrimonio del proprietario, e due giovanotte sui diciott'anni ricevettero per la prima volta il Pane Eucaristico.

A Rincón Sarmiento, detto comunemente la Balza, alcune famiglie disseminate in quella località accorsero giulive al Santo Sacrificio e soddìsfecero al precetto pasquale.

Alle colonie di Conesa, Frias, Cubanea e S. Javier.

In sul far della notte giungemmo a Conesa del Nord, in casa dei fratelli Giasotto, due bravi genovesi, che si pregiano di aver già altre volte ospitato i missionari di D. Bosco. Per mezzo loro venni a sapere che a due o tre leghe più in là avremmo trovato tre bìmbì non ancor battezzati, figli di un italiano. Si costeggiò il fiume, alquanto ingrossato in queì giorni, finchè si potè discernere il tetto d'una casuccia nascosta fra i cespugli. Due vispi fanciulli, molto abilì a remare, vennero a riceverci alla riva opposta. Il padre, al vedere in sua casa un Minìstro dì Dio, si decise di far battezzare i tre innocenti figliuolini.

Prima d'intraprendere la discesa lungo la costa sud del gran fiume, era ben giusto che sostassimo nella nostra Casa di Conesa. Vi festeggiammo, coi nostri confratelli e i convittori, il Patrocinio di S. Giuseppe. Ben 35 sono i giovanetti ìnterni ed esterni educati nel nostro Collegio di S. Lorenzo, e 5o le alunne interne ed esterne che frequentano l'Istituto delle Figlie di' Maria Ausiliatrice.

Nella seconda parte della nostra missione percorremmo più dì 40 leghe ìn una quindicina di giorni.

Nelle famiglie Payleman, Ovando e Bidegain si ebbe un buon numero di comunioni pasquali.

In Colonia Frias merita speciale menzione il sig. Mayor Linares, che V. E. R.ma conosce molto bene per esser stato uno dei noti aiutanti di campo del general Roca nella Conquista del deserto. Egli mise a disposizione del missionario la sua casetta e ci fu guida nel cercare alcuni indii da istruire e battezzare nei vari ranchos occulti in mezzo alle boscaglie.

In Primera Angostura avendoci sorpreso la notte a mezzo cammino, smarrìmmo la strada maestra. Però Dìo volle che non lungi scorgessimo nella gran pampa una luce : era l'abitazione del Giudice di Pace di Colonia Frias. Pernottammo in sua casa ed al mattino egli stesso ci porse l'occasione di conferire il battesimo e la cresima a due piccoli indiani.

Oh come è ancor viva in molti la memoria dei primi missionari del Rio Negro : di mons. Fagnano , di V. E. Rev.ma e specìalmente di Don Domenico Milanesio. Alcuni si ricordano ancora quando questi catechizzava gli indigeni Patagoni nel loro idioma araucano.

In Cubanea e San Javier abbiamo dato tutta la comodità possibile di battezzare i figliuoli a quelle famiglie, che o per indifferenza o per scarsezza di mezzì non avrebbero potuto recarsi alle parrocchie di Pringles o di Viedma.

Non voglio poi passar sotto silenzio l'edificante contegno con cuì udirono la Santa Messa e si accostarono ai SS. Sacramenti le pìù cospicue famiglie di Cubanea e S. Javier : cioè quelle del signor Lucero, di Ciovini e Nuñez che sono anche cooperatori salesiani, in ìntima relazione con i Missionari e specialmente con V. E. Rev.ma.

In tutti poi, anche nei più indigenti, trovai l'ospitalità più cordiale.

Il 24 maggio eravamo giunti al margine destro della lunga ed estesa laguna del Jungal, sulle cui limpide acque biancheggiavano numerosi stuoli di flamencos (uccellì acquatici).

Già si vedevano da lungi Viedma e Patagones, ma ce ne separava ancora la distanza di 3 leghe. Si anelava di poter arrìvare ìn tempo alla festa della nostra eccelsa Patrona Maria SS. Ausiliatrice. Ma solo, dopo otto ore di difficile cammino per luoghi aridi e pantanosi, potemmo in sull'imbrunire porre piede nella cara residenza di Vìedma. Deo gratias et Deiparae!

Pongo termine a quest'umile relazìone bacìando a V. E. il S. Anello ed implorando una particolar benedizione per me e per tutte le persone, che in qualche modo cì aiutarono a fare un poco di bene nella suddetta missione.

Dell'Ecc. Vostra Rev.ma, dev.mo Figlio in Corde Jesu Sac. BERNARDO M. MARANZANA.

Patagonia Centrale

La Missione del Chubut (*).

(Relazione del Sac. Bernardo Vacchina).

Il lavoro dei Missionari - Le difficoltà delle missioni nel campo.

Il Chubut è vasto quasi quanto come l'Italia : in questi ultimi anni la popolazione si è decuplicata, e forma centri più o meno popolosi, sparsi a gran distanza gli uni dagli altri, nell'immenso territorio.

E non siamo che tre sacerdoti ! Uno, ogni giorno festivo, resta in Rawson, dove confessa, spiega il vangelo, catechizza ì ragazzi più grandicelli, fa l'istruzione agli adulti e, quasi non bastasse, la direzione dell'Oratorio festivo e tutte le altre briglie del Collegio e della parrocchia si riversano pure su lui. Un altro fa quasi lo stesso in Trelew. Questo paese, che nel 1895 Mons. Cagliero trovò microscopico, conta oggidì, coi dintorni più di 2 mila abitanti, e, per bellezza, commercio e ricchezza fa competenza alla stessa Capìtale del Territorio. Non parlo dei suoi particolari bisogni ; superano di gran lunga quelli di Rawson e, specie pel protestantesimo che vi domina, ne fanno un posto delicato e difficilissimo. Il terzo, l'ottimo D. Muzio, è quasi sempre in escursioni pastorali. Con vari cavalli, due mule e l'altarino portatile, scortato da un agente di polizia in mancanza di confratelli catechisti, va in cerca delle pecorelle smarrite. E nei suoi viaggi, dormire sul nudo suolo, ravvolto al più in una pelliccia o coperta ed esposto a tutte le intemperie ; nutrìrsi di sola carne più ravvoltolata nella cenere, che arrostita sulla brace, bere acqua fangosa o quasi salmastra, è cosa tutt'altro che straordinaria. E così, alle volte, bisogna guadagnare delle cime quasi inaccessibili, camminando sull'orlo di orridi precipizi, con dei passaggi da far raccappriccio, dove un piede dell'animale in fallo equivarrebbe a un capitombolo nel nero abisso. Non mancano nemmeno fiumi o torrenti da guadare, ancor non registrati nelle mappe geografiche ma che la fama fa paurosi divoratori di vittime, e pantani traditori, celati da un tappeto di erbe verdeggianti. Il cavallo vi si slancia, come in una prateria e vi resta senza scampo, ed è gran miracolo, se con lui non perisce anche il cavaliere. D. Muzio una volta vi scorse una vacca impigliata : la si voleva tirar fuori con quattro buoi, e vi si riuscì ma squartandola !

Consimili peripezie, che si leggono spesso sui Bollettino, sorprendono e quasì ricreano lo spirito. «Che avventure!» si esclama. Ma ìl povero uomo che le deve subire, ne resta accasciato e sfinito, e solamente volgendo il pensiero a Dio, si conforta e sa adattarvisi.

Almeno le anime che si vanno cercando con tanti strapazzi, si gettasssero fra le braccia del missionario, rìcevendo la salute che egli loro offre ! Ma no ! Si è rìcevuti con glaciale freddezza, e, non raramente, anche respinti. I più umani pensano al ristoro del Mìssionario, più o meno abbondantemente, perchè nel deserto l'ospitalìtà è un sacro dovere reciproco ; ma approfittar del suo passaggio per l'anima non ci pensano guari.

Si battezzano i piccolini, si amministra a questi la cresima, si benedicono dei matrimonii, ex necessitate anche se non sono sempre troppo ben disposti i contraenti ; ma confessioni e Comunioni, in cui sta il nerbo della Religione e della pietà, poche o punte.

« Ma su ! venite all'istruzione ! » insiste il missionario. E finalmente la famìglia si raduna nella capanna o toldo.

Seduti su teste di bue, rozzi banconi, e più frequentemente sulle calcagna, uomini e donne, per cinque minuti resistono e s'incomincia proprio daì più necessarii rudimenti. In mal'ora, arriva l'indispensabile tradizionale mate. La zucchetta, piena dell'aromatica erba colla cannuccia per succhìare, passa di mano in mano e di bocca in bocca, e la conversazione si riappicca senza riguardi e si fa più viva che mai. Uno si alza, l'altro l'imita, alcune donne hanno da preparare il desinare, altre corrono al marmocchio che strilla.... E il missionario ? Raccoglie le cose sue e fruga nella saccoccia, cercando la Corona per consolarsi colla Santa Madonna, e la preghiera e le lagrìme sgorgano insieme dal cuore lacerato.

Ma dunque non vi sarà proprio nulla di buono? Io non ho parlato che delle popolazioni disperse nell'immenso territorio ; certamente che nei centri ben costituiti dove la Chiesa esercita regolarmente il suo magistero e ministero, si trova molto da confortarsi ; ma nel deserto va male, e quantunque si trovino famiglie di civilizzati e d'individui di pietà profonda e sincera, pure son più rare che le oasi del gran Sahara.

Altri nostri missionarii, più virtuosi di noi, sanno far nascere i fiori anche dalle stille di sangue che spargono sulla loro via spinosa : le loro piacevoli relazioni edificano, ed i nostri Cooperatori si sentono potentemente attratti ad accorrere in soccorso delle Missioni. Perciò non so quale impressione potrà fare questa mia lunga, e sì poco seducente relazione sul Chubut : tuttavia, mi pare, che presi da compassione per tanti sudori sparsi finora con poco frutto, apriranno il cuore a molte preghiere per ottenere la pioggia delle divine misericordie sull'ingrato campo. Felici loro e noi, se sapremo stancare il Cielo, e scongiurare da questi miseri popoli i guai minacciati a Betsaida e Corozain. Hoc opus! hic labor!

Resoconto sommario.

Ora riassumendo in breve ed in cifre, ciò che si è fatto dal 19o5 a tutto aprile 19o6, ossia lo stato presente della missione, abbiamo Ministero pastorale : Centri attesi ordìnariamente : Rawson (cattolico), Trelew (semicattolico e protestante), Gaiman (protestante con qualche centinaio di cattolici : popolazione dei tre centri 8ooo abitantì.

Centri nella Pampa o tra le Cordigliere visitati dal 19o5 al primo trimestre 19o6, percorrendo (andata e ritorno) 5000 chilometri : Las Plumas; Martires; Altares; Ruinas; Paso de Indios, nei cui dintorni vi sono le genti di Kalfuquir e Pichiñan, cacichi, dei quali il primo mandò un figlio al Collegìo, e l'altro si sposò all'età di 6o anni ; Gualcaina popolazione civilizzata ed indìgena; Fofocahuel, popol. mista, Norquincó, indii ; Cushamen, indii ; Bolsón, cileni , Epullen, cileni ed indii ; Cholilo, cileni, Esquel ìnglesi protestanti ; Boquete Nahuelpan, indii del cacicho Nahuel-pan ; Arroyo del Pescado, misti ; Languineu, indii ; Tecka, misti. Restano da visitare tutto il Nord-est, il Sud e la parte orientale sulle coste dell'Atlantico, percorse due o tre volte, l'anno 1903 e 1904, dall'infaticabile D. Migone e da altri nostri missionarii.

Sacramenti amministrati : totale : Battesimi 369 ; cresime 56o : comunioni 1917 ; matrimonii benedetti 40. Il missionario, secondo la legge, per i territori semicivilizzati funge anche da ufficìale civile.

Istruzione ed educazione: Due convitti per giovani d'ambo i sessi di media condizione, orfani, indigeni e poveri con annessi collegi per esterni (classi elementari). Una Scuola di arti e mestieri ; un laboratorio di cucitura e ricamo. Tre oratorii festivi per ambo i sessi. Totale dei giovanetti e delle fanciulle che, in un modo o nell'altro, ricevono educazione religiosa, 280.

Stampa: Il periodico settimanale « La Cruz del Sur » religioso, pedagógico e notizioso, che circola con gran vantaggio in tutto il territorio lo ricevono anche molti protestanti.

Belle arti : Scuola di piano, musica strumentale, canto, declamazione, ricamo e disegno.

Beneficenza: Un ospedale con piccola farmacia. È l'unico ospedale esistente in tutto il Chubut ; attualmente funziona per soli uomini.

Chiese: Una grande in Rawson - una capella « Santa Maria de Indios » sulla sponda del Chubut, quasi nel centro del territorio - una chiesa incominciata in Trelew e sospesa per mancanza di lavoratori e materiali, dedicata a Maria SS. Ausiliatrice ed a S. Domenico. Tre altre, per cui si fanno pratiche e si spera di poter presto cominciare: in Tecka, Sarmiento e Gaiman.

Con tutte le autorità siamo in perfetta armonia. Le principalissime non mancano mai alla S. Messa, in posto distinto e con edificante contegno. L'esempio, che discende dall'alto, è sempre d'una influenza decisiva, e perciò il popolo della capitale si sveglia nella pietà, e ci vuol bene. Preghiamo il Dio della pace, che la vada sempre così, col fine di affrettare, colla Croce unita alla spada, l'ora della perfetta conquista civile e cristiana di questa pampa sterminata !

E sono al fine che è oramai tempo. V. S. desidera sapere donde caviamo i mezzi per sostenerci e progredire? V. S. come fa? Si afferra alla povertà, economizza sull'impossibile e poi col cappello in mano e gli occhi al cielo, cerca la carità. Abbiamo dovuto imparare la lezione, non dubiti, e domandiamo sempre, e questa volta anche a V. S. e due cose : io personale buono e ad hoc, perchè questo è indispensabile : 2° quattrini molti e non pochi, se no , tutto resterà paralizzato.

Ci benedica tutti, ma specialmente chi ha la grata soddisfazione di chiamarsi in Gesù e Maria

Sito aff.mo e dev.mo figlio

Sac. BERNARDO C. VACCHINA.

N.B. - La popolazione del Chubut, secondo l'ultimo censo è di 15.5144 abitanti senza contare i cileni che non furono compresi e sono moltissimi, come V. S. avrà visto anteriormente ; anche in altri siti la popolazione non si può calcolare, perchè il censo non fu fatto, e qualche tribù di indi è ancor nomade, per cui è impossibile ottenere un censo esatto. Il Governatore, dopo informazioni prese, calcola una popolazione totale dai 2o mila ai 25: la quale andrà di anno in anno, per l'immigrazione attivata in vari centri, considerevolmente crescendo.

Patagonia Meridionale

Dal Territorio di S. Cruz.

Il sac. D. Giuseppe Beauvoir (tornato sul finir dell'agosto u. s. in Italia) in data 24 maggio scriveva da Rio Gallegos al sig. Don Rua : - « E tempo che rompa il lungo silenzio e le dia qualche novizia della nostra casa di Rio Gallegos e Missione di questo estesissimo territorio di Santa Cruz... e le chieda aiuto di personale.

» Ella ricorderà come anni sono io voleva intraprendere una spedizione ricorrendo il territorio tutto o nella sua maggior parte, toccando i laghi Argentino , Viedma, ecc., per arrivare alle Cordigliere e, se fosse possibile, varcarle per visitare gli indii Chonos, abitanti la spiaggia del Pacifico, tra i canali Smith e Metieres e gli arcipelaghi della Gran Madre di Dio e della SS. Trinità, ecc. con alcuni dei quali avevo, parlato nel 1892 di ritorno dal Chili colla nostra goletta Maria Auxiliadora. Ma era necessario che rimaressi nella Missione e quindi non si andò, nonostante le preghiere di alcuni capi-tribù venuti a Rio Gallegos per i loro negozi.

» Ora, è vero che verso il Chili, Don Borgatello fece ripetute spedizioni, e nell'anno 19oo arrivò fino ad Ultima Esperanza, ma non venne in territorio argentino. L'anno scorso Don Dabronski fece un'escursione fin sopra il Puerto Deseado, ma in gran fretta per mancanza di tempo. Creda, rev.mo sig. D. Rua, abbiamo estrema necessità di personale, per poter spargere non solo tra i recentemente convertiti, ma fra gli stessi civilizzati qua emigrati e dispersi, la divina parola. E i protestanti non dormono: il pastore protestante di Puntarenas fa escursioni, sparge foglietti e bibbie, catechizza, battezza, ecc.

» In Rio Gallegos si fa tutto quel bene che è possibile. Nel collegio abbiamo il maggior numero di alunni che si possa avere, cioè cinquanta, non mai furono tanti, nemmeno quando Gallegos aveva più abitanti. La chiesa è frequentata, e funziona regolarmente , vi celebrammo il mese di Maria, che qui si fa in novembre, il più solennemente possibile. Anche il quartiere militare ci dà un po' di lavoro. Il comandante mi stima e mi vuol bene ; ed io non manco tre o quattro volte la settimana di recarmi in quartiere ove m'intrattengo cogli ufficiali e coi soldati, e specialmente coi malati nell'infermeria.

» Malgrado il freddo intenso della stagione (il termometro arrivò già a 18 centigradi, altri dicono a 20, e varie volte si è già congelato il vino durante la celebrazione della Messa) quest'inverno per mancanza di chi mi possa surrogare, dovrò forse passarmela qui. Però ultimamente Monsignore mi ha fatto sperare che forse potrò rivedere l'Italia fra breve, nel prossimo luglio od agosto. In tal caso la prego fin d'ora a preparare alcuni buoni Salesiani che al mio ritorno mi facciano compagnia! ...»

Dall'Italia alla Cina.

Dal Diario del viaggio dei nostri Missionari (1)

Domenica 28 gennaio. - Siamo in pieno Oceano Indiano. La banda nella quiete del mattino suona una marcia con dolcezza che pare un organo. Quelle sacre melodie ricordandoci che è domenica, ci trasportano ai nostri templi divoti. Rivediamo i parenti, gli amici... Qua gran tempio è la vòlta del cielo, altare la distesa delle acque. Sopra questo immenso oceano due idee in modo particolare son presenti ad ogni navigante : la grandezza di Dio rispecchiata nel mare e la piccolezza dell'uomo.

E l'Oceano Indiano par che ci avvisi col lungo suo brontolio di belva tranquilla ch'esso è il terzo mare della terra (km2 74,040.000) e che noi siamo in sua balia. Che siamo noi, il nostro vascello che con alterigia si chiama vasto, imponente, quando anche si riflette ch'esso sovente scivola come un guscio di noce sopra un cumulo d'acque di seimila metri d'altezza?!

Lunedì, 29 gennaio. - Solennità del nostro Patrono S. Francesco di Sales. Finora ci ha seguiti colla sua dolce protezione, poichè abbiamo potuto celebrare tutti i giorni la S. Messa. Rasentiamo Socotra, vecchia reliquia vulcanica.... La forza delle tempeste getta le sabbie fin sulle giogaie dei monti. Il caldo mette un malessere generale, eccetto in alcuni privilegiati.

Martedì 30 gennaio - Cielo e acqua! Il giorno si chiude con un tramonto meraviglioso. Un ventaglio sterminato di nubi, salendo da ponente, si colora con tutte le tinte più belle. Media, 25 gradi. Fa dunque più fresco; ma il caldo non tarderà a rinrinforzare.

Mercoledì 31 gennaio. - Il pensiero vola a Valsalice, presso la tomba del Padre compianto ! Rinnoviamo il proposito di tener alto l'onore della sua bandiera, e ci par che D. Bosco sorrida benedicendo all'omaggio filiale.

1 febbraio, giovedì. - Passa una, poi due altre bianche corazzate.

Dopo il tramonto si scorge un fanale : senza dubbio è sopra uno scoglio delle Luceadine.

2 febbraio, venerdì. - Capo Cornarino. Finalmente una spiaggia verde, estese boscaglie, interrotte appena qua e là da macchie rosse, da scambiarle per belle praterie di sulla fiorita! È invece il colore caratteristico del terreno di questi luoghi. Dietro le verdi selve, rocce, dapprima, alte, imponenti, che finiscono per spezzarsi in punte aguzze ed isolate.

Colombo.

Sabato, 3 febbraio. - Colombo ! La leggenda araba compendia in sè le bellezze di Ceylan. Narrano cotesti nomadi fantasiosi che quest'isola sia stata concesssa dalla misericordia di Dio per secondo paradiso terrestre all'umanità peccatrice.

E davvero, qui tutti gl'incanti della natura sposati a quanto di meglio può dare la ricca e intelligente industria del popolo inglese, credo lo rendano un paese unico al mondo. Ha la superficie di 63.930 km. cioè è più estesa di tutte le nostre isole maggiori insieme. Il monte più alto è il Pindorutalagala, detto anche Picco d'Adamo (m. 2540).

Già fin da ieri, dopo un magnifico tramonto di fuoco rasentando l'imboccatura del golfo di Manaar, noi si vogava felicemente verso l'isola fatata. Ed era una di quelle serate che ci fanno dimenticare per un istante d'essere in una valle di lagrime. Saliva sulla volta azzurra un arco splendidissimo di luna tra una festa brillante di costellazioni non mai viste. Un cielo di zaffiro specchiava una miriade di stelle in un mare placido e lucente come un lago, mentre l'aria profumata del lontano Picco d'Adamo veniva ad arruffarci i capelli passandoci carezzevolmente sul viso.

Stamane per tempo si ormeggia nel porto di Colombo !

Due lunghissime dighe, vere braccia protettrici, chiudono gl'innumerevoli battelli in esso raccolti.

A sinistra, a pochi passi dell'imboccatura, dormono o fingono dormire due corazzate dalla bianchezza di colomba , ferme lì per tutela della pace del paese e a rammentare insieme a chi entra la potenza del padrone.

Appena l'Alice getta l'ancora, si corre sui ponti donde meglio si abbraccia la grandiosità del porto. Che spettacolo imponente ! Credo che assai difficilmente sventolino così vicine maggior numero di bandiere di tante nazioni diverse.

A un tratto l'immenso porto pare si risvegli dal sonno : piroscafi partono e piroscafi arrivano. Le nere legioni dei carbonai appena ci hanno scorti in distanza corrono alla nostra volta a barcate di centinaia cominciando tosto nell'oscuro rimescolio a gettar carbone nei fianchi aperti del vapore. Lesti come cocodrilli, s'arrampicano alle corde attaccate ai ponti, nudi e neri quali sono, da far paura e ribrezzo.

Dietro a costoro brulicano barchette (se si possono chiamare con tal nome) assai singolari. Della forma di cassette non sono più larghe di mezzo metro, forse neppure, dove appena ci entrano le gambe d'un uomo, tenute in bilico da un tronco di legno nuotante nell'acqua, che è unito al vascelletto da due lunghe pertiche ricurve.

G'Indii lo chiamano katamaran, che quando è aiutato dalle vele, vola rapidissimo. Molti ragazzi però seggono addirittura sopra piccole travi appena scavate. È senza dubbio la nave primitiva, perchè maggior semplicità di quella non si può supporre ; messa in moto da un remo ugualmente primitivo, una mezza canna spezzata.

Uno sguardo alla città.

Scendiamo in un magnifico sbarcatoio sotto un'alta tettoia di ferro, non inferiore a quelle delle nostre più belle stazioni, non escludendo la comodità di molti sedili.

Dopo 17 giorni di mare continuo, dopo un tiro di circa ottomila chilometri, fatti tutti di seguito, ad eccezione di poche ore di fermata, non ci par vero di toccar terra, e nell'illusione che tutto si muova ancora all'ingiro, battiamo forte i piedi, per assicurarci che quella che calpestiamo è veramente terra soda. Con tale idea pel capo entriamo quasi senza avvedercene in città. Ma che città di nuovo genere!

Qua tu vedi un monumento marmoreo della Regina Vittoria maestosamente assisa quale imperatrice delle Indie ; colà sorge un povero torso di Budda. Palazzi sontuosi all'europea, e grandi e splendidi negozii... accosto a povere catapecchie dove sotto una bassa tettoia è pigiata ogni sorta di mercanzie. Ricchi signori in abiti bianchi colle sigarette in bocca passano accanto a figure bronzine coperte da larghi manti a trascico. Presso un dorato cocchio, si movono lentamente in tutta pace carretti tirati da piccoli e gobbuti bovi o zebú. Ma questa è la più strana di tutte : biciclette volanti fuggono attraverso a carrozzini messi in moto da uomini, proprio da uomini vivi e veri, seminudi e grondanti sudore.

Tagliano le strade tramvie elettriche e di lontano scorgi barchette filare sulle placide onde e odi il fischio del treno tonante. È uno stupore continuo...

Presso i PP. Oblati.

Passando fra curiosità l'una più nuova dell'altra, noi ci avviammo a far visita a S. E. Rev.ma Mors. Arcivescovo Conderc. Non c'è, ma siamo accolti con tutta bontà dai buoni Missionarii Oblati, che ci obbligano a mangiar una minestra con loro.

Il palazzo arcivescovile, la chiesa, la casa della comunità, perduti quasi nell'immensità d'un prato, sotto l'ombra di bellissime piante, tra la letizia di fiori stupendi ci fanno provare l'illusione d'aver ritrovato, dopo tanto tempo, la casa paterna. E l'illusione è così viva che ci par quasi di dover vedere da un momento all'altro spuntare dagli svolti di questi corridoi l'amabile figura del nostro amato padre D. Rua e degli altri Superiori.

Benedetti i vincoli religiosi, i quali facendo battere i cuori all'unissono, sebbene di nazioni affatto diverse, ci stringono subito in una sola famiglia.

L'isola di Ceylan fu santificata dalla presenza di S. Francesco Saverio, l'apostolo dell'Indie. E i preziosi frutti germogliati dal suo sudore durano tuttora. Ci dissero i buoni PP. Oblati che in Ceylan si contano almeno 300.000 cattolici, dei quali 40,000 nella sola città di Colombo. Gli stessi zelanti missionari raccolgono alle loro scuole la bellezza di 30.000 e più allievi. Scuole, si noti bene, mantenute tutte colle spese dal governo inglese, pronto nel sostenere qualunque buona impresa.

Tali notizie non solo ci consolano assai, ma ci fanno anche comprendere la ragione dei saluti di tanti giovanetti perbene e dei graziosi inchini di parecchi Indiani, inchini di riverenza accompagnati da sorrisi così graziosi, da riscontrarsi appena nella infanzia innocente.

Dopo reinterati saluti e ringraziamenti ai buoni Padri (il superiore dei quali risiede in Colombo da oltre 5o anni, avendo impiegato la prima volta per arrivarci la bagatella di sei mesi) ci avviammo al collegio di S. Giuseppe, diretto da religiosi della stessa Congregazione.

Anche qua prati a perdita d'occhio, dove frotte di ragazzi ben puliti se la godono salutarmente al crisket e al foot-bal.

Alla vastità del prato corrisponde la grandiosità signorile dei locali, in cui le aule scolastiche e le altre stanze sembrano addirittura le stesse abitazioni dell'aria e della luce. Ma ciò che indubbiamente centuplica il pregio del Convitto è la fortunatissima posizione. È sito sopra una piccola penisola, in modo che un braccio del lago versa le sue onde tranquille sull'argine fiorito del prato, fin davanti alla casa. E quale aspetto gradevole presenti la distesa del lago, tutto incorniciato di boschi profumati e fioriti, tra cui occhieggiano le belle palazzine degli Europei, è cosa che sorpassa ogni immaginazione. Persuasi d'esprimer tutto, dicendo nulla, non si fa che ripetere : A un Eden!

Alla Cattedrale.

Siccome il tempo incalzava, il Superiore ebbe la cortesia di farci venire sul momento sei vetture bell'e pronte ; così avremmo potuto fare una corserella alla cattedrale.

Sei vetture per sei persone : nè più nè meno che una per ciascuno ! Ma non si creda che si tratti di cavalli e traini rumorosi : sono precisamente di quei certi carrozzini già visti stamane, un tempo in uso solamente nel Giappone, chiamati jirinkshasta. La loro specialità è semplicissima : e consiste in ciò che cavalli cocchieri sono uno stesso individuo!... Era quindi naturale per noi la ripugnanza di adattarci a quella sorta di veicoli.

Durante la curiosa jirinkshastata si potè rivedere con calma quanto al mattino s'era intravisto in confuso.

Ma in Colombo, sia che trottiate colle vostre gambe o con quelle del vostro simile, una compagnia non v'abbandona mai in qualunque luogo andiate a capitare, la quale sarà ben lieta di venire magari fino sul piroscafo ad augurarvi il buon viaggio. Sono turbe senza fine di gracidanti corvi. Fortunate bestie ! che godono non solo la stima di lucidi alati, ma l'affetto di parentela presso gli Indiani, i quali credono quei volatili gentili abbiano in corpo, per via di chi sa qual metempsicosi, l'anima di qualche loro antenato, persuasi alla fin di vita di dover trapassar anch'essi in qualche corvo e così gracidare allegramente per molti anni. Peccato che i corvi europei ignorino tanta fortuna dei loro fratelli, chè , volando tutti nell'India, potrebbero rifarsi ad usura della cattiva fama in che furono tenuti da una gente che finora non ha saputo abbastanza apprezzarli !

Distratti, ora dalla vista degli uomini ed ora dei corvi, s'arrivò in pochi minuti alla cattedrale : un edifizio grandioso sormontato da sette statue. Il color bianco di calce che ne rallegra l'interno, ti fa parer meno pesante la sua struttura. Bisogna però convenire che sono tutti pregevoli i lavori di legno : balaustrate, altari e specie il pulpito.

Quindi dovemmo risalire a bordo.

Non ostante che la civiltà europea da parecchi secoli faccia sforzi erculei per insinuarsi e tramutare secondo il nostro gusto quella forte schiatta ; gl'Indiani si rammentano tuttavia della loro primitiva natura. Una frotta di ragazzotti stassera ce ne ha dato terribili saggi.

Con non poca ammirazione dei passeggieri, abbandonato il loro trave in balia alle onde, s'attaccano alle corde, e su come scojattoli fino ai ponti. E da quella altezza si mostrano pronti a gettarsi nelle acque e pescarvi una moneta, e quindi in un baleno tornar sopra e gironzolare abbrancicati agli orli dei parapetti colla sicurezza delle lucertole che corrono sull'estremità delle grondaie!...

Ma in breve, si levò l'àncora e, dopo mezz'ora, dello splendido miraggio di Colombo, non restavano che tre fiamme delle lanterne, e una luccicante linea di fanali sulla spiaggia.

Di nuovo in rotta.

Domenica, 4 febbraio - Un incendio sul mare!

Ecco la sola novità del giorno, novità non mai trascurabile. Peccato che i miei poveri schizzi a matita possano rubare così poco del molto che si gode !

Era dunque un tramonto d'oro, ma d'oro fulgentissimo : una sola linea d'argento puro stava librata sulle nubi disinfiammate.

Il sole, grande e prezioso come un grosso rubino di Boemia, cala lentamente spargendo una pioggia di fuoco all'intorno. Intanto sulle acque fila silenzioso un lontano piroscafo.

Lunedì, 5 febbraio- L'ora aspettata. Ormai abitualmente, direi meglio, distrattamente, non si fa che gettare lo sguardo sulle acque dell'oceano, come nell'aspettativa che sorga da un momento all'altro qualche novità da' suoi gorghi misteriosi.

Sul tardi, mare grosso, aria umida : è un pronostico di mal tempo. Speriamo bene, tuttavia !..

Finalmente è l'ora aspettata. Quanti e; sono qua dentro a cui Dio ha fatto dono degli occhi corrono sul più alto ponte. Non un arco soltanto, ma tutta la cerchia orizzontale stasera partecipa alla gloria del tramonto...

Martedì, 6 febbraio - Sumatra. Uno scoglio isolato, un vero testone tutto capelluto di piante è la lieta avanguardia della terra vicina. Oh che splendida conca in vivo smeraldo abbiamo di fronte! Non si finisce di deliziare la vista in quella morbida spiaggia curvata, tutta varia di colli e di valli, che non hanno un palmo scoperto. Fortunate casette bianche che ve ne state tranquillamente dormendo tra quei talami verdi

L'aria ossigenata ci ravviva i polmoni.

Un golfo assai largo succede al primo, dalla cui estremità s'alza un monte pizzuto, che rammenta nell'insieme la bella Partenope ; se non che d'abitazioni non si ha nessuna traccia. Forse ci sono, ma la distanza le nasconde. È questa la punta settentrionale di Sumatra, paradiso degli Olandesi, l'isola immensa e verde, doppia quasi dell'Italia.

(Continua).

IL CULTO di MARIA AUSILIATRICE

Noi siamo persuasi, che nelle vicende dolorose dei tempi che corrono non ci restano altri conforti che quelli del cielo, e tra questi l'intercessione potente di quella benedetta che fu in ogni tempo l'Aiuto dei Cristiani.   PIO PP. X.

Pel 24 corrente.

OLTRE le private intenzioni dei nostri benefattori, nelle sacre funzioni che si celebreranno nel Santuario il 24 corr., avremo anche quest'intenzione generale che raccomandiamo a tutti i lettori

Che le benedizioni di Maria Ausiliatrice scendano copiose sulla nostra cara gioventù e l'accompagnino in tutto il nuovo anno scolastico.

Dagli Annali del Santuario

1868=1906. - La divozione del SS. Rosario ancor prima che ricevesse da Papa Leone XIII tant'ìmpulso e tanto nuovo splendore, era carissima nel Santuario di Valdocco. Infatti, anche allora, non passava giorno che più di mille persone, in tre cori distinti, cioè alla prima e alla seconda messa della comunità e dopo la benedizione alla sera, non ripetessero - com'oggi si continua a fare - la bella e cara preghiera del Santo Rosario innanzi la prodigiosa Immagine di Maria SS. Ausiliatrice. E non fu in grazia dell'aiuto di Lei prestato all'armata cristiana nelle acque di Lepanto, che fu estesa a tutto il mondo la solennità del S. Rosario e venne inserita nelle Litanie Lauretane l'invocazione « Auxilium Christianorum, ora pro nobis » ?

Non manchino i divoti di Maria SS. Ausiliatrice - quali dovrebb'essere tutti i Cooperatori - di recitare anch'essi con più vivo fervore la terza parte del S. Rosario in questo mese, non dimenticando i bisogni generali e individuali della nostra Pia Unione.

Feste e bare memorande

Troia (Foggia). - Ci scrivono: Per l'immenso concorso di popolo effettuatosi negli ultimi anni in ricorrenza della solennità di Maria santissima Ausiliatrice e per il numero sempre crescente di fanciulli e fanciulle che in tale circostanza si assidono la prima volta alla Mensa Eucaristica, quest'anno fu necessario festeggiar la Madonna di D. Bosco, nella monumentale Chiesa Cattedrale con gran gioia e soddisfazione di tutti.

» Molteplice, efficace e gentile fu l'azione dei Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane, diretti, in assenza del Direttore diocesano, dallo zelantissimo Arciprete della Cattedrale, D. Domenico Marziale.

» Il nostro vener.mo Pastore, Monsignor Paolo Emilio Bergamaschi volle come sempre allietare di sua presenza la festa e celebrò la Messa solenne assistito da Mons. Luigi Can. Piacenti, suo segretario e Cooperatore Salesiano attivissimo.

» La commozione maggiore fu quando, in due belle schiere, 120 fanciulli e fanciulle , visibilmente raccolti e commossi, s'appressarono a ricevere la prima volta il Pane degli Angeli , mentre soavi inni di occasione cantati pure da un coro di fanciulle, facevano risuonare le maestose volte del Tempio. Anche peccatori ostinati si videro quel giorno piangere come bambini e chiedere ansiosi un ministro del Signore per confessarsi. Otre quelle dei fanciulli e delle fanciulle, le Comunioni amministrate furono più di 440 !

» Nel pomeriggio, dopo la rinnovazione dei Voti Battesimali, Monsignor Vescovo, a cui sta tanto a cuore l' educazione e l'istruzione religiosa della prima età, volle a sè la bella schiera degli ammessi e delle ammesse alla prima Comunione, i quali, in una sala acciò preparata, recitarono poesie e dialoghi di occasione, manifestando con rara semplicità i loro sentimenti di gioia e di gratitudine. Tutti ricevettero immagini-ricordo e confetti.

» La sera della festa, come le tre sere precedenti, la vastissima cattedrale era letteralmente stipata da un'immensa folla di gente. Il dotto P. Luigi Caterini della Compagnia di Gesù, oratore mariano, disse eloquentemente come col gloriosissimo titolo di Auxilium Christianorum, Maria SS.ma si dia a vedere costituita da Dio, quale potentissima Patrona della Chiesa e della Società cristiana universale, ispirando ed aiutando opere provvidenziali come quelle di Don Bosco che tanto bene profondono, ed accogliendo sotto il suo speciale patrocinio le anime tenere che si fortificano la prima volta alla lotta della vita col Pane del Cielo.

» A compimento della corona deposta a' piedi dell'Ausiliatrice, fu letto dall'Arciprete can. Marziale il telegramma, con cui il S. Padre impartiva l'Apostolica Benedizione a' cari fanciulli e fanciulle e a tutti i devoti. »

GRAZIE E FAVORI

La Benedizione di Maria Ausiliatrice.

Mia moglie, Bisio Teresa di Bartolomeo, colpita da febbre puerperale fu dal Dottor curante giudicata fuori di speranza. Era il 12 giugno u. s.; il 13 riceveva il SS. Viatico ed il 14 mattino, festa del Corpus Domini, aggravandosi sempre più riceveva anche l'estrema unzione e in fine la benedizione di Maria Ausiliatrice, alla quale cominciammo un triduo di preghiere affine di ottenere, mediante il suo potente aiuto, la guarigione dell'ammalata.

Qualche ora dopo, la febbre da 40 gradi e 1/2 scendeva repentinamente a 36 e l'ammalata pareva assopita. Noi di casa giudicammo questo subito abbassamento di temperatura come una depressione di forze ed attendevamo da un momento all'altro la catastrofe.

Si era stabilito un consulto, ed ecco finalmente il Dottor curante in compagnia di un celebratissimo Dottore specialista, esaminano la paziente e rimangono sorpresi nel trovare un inaspettato miglioramento. Indagano per averne spiegazione, ma non trovando nulla di esauriente in armonia colla scienza concludono cosi: « Il m,i^ 'ioramento c'è; prendiamolo ». Il giorno seguente il Dottor curante, constatato che il miglioramento persisteva, usci in questa frase : « O del Signore, o da noi   il miglioramento c'è. » Tuttavia nei giorni seguenti la febbre ritornò, ma intermittente e non più cosi elevata e quindi andò man mano sparendo.

La guarigione, è vero, si fece aspettare; ma il bravo Dottore diceva: « Dobbiamo essere contenti che vada così. Ora è fuori pericolo, ci vuole ancora della cura, è vero ; ma dobbiamo pensare che nel caso in cui si trovava la nostra malata dì mille se ne salva una ! »

Ora la benedetta dall'Ausiliatrice è guarita e ringrazia con noi la SS. Vergine e quanti pregarono per lei, perchè fosse serbata alle cure ed all'amore dei suoi figliuoletti.

S. Pier d'Arena, io agosto 19o6.

EMILIo REPETTO.

Una buona ispirazione.

Da più di un anno una mia parrocchiana soffriva acuti dolori per una gastrite intestinale. Negli ultimi due mesi la malattia si svolse in polmonite, e finì in etisia. Di giorno in giorno la sofferente deperiva a vista, e medici e chirurgi trovarono, dopo consulto, il caso disperato, e la sofferente sull'orlo della tomba.

Un giorno, per buona ispirazione, mi porto alla malata col Bollettino Salesiano in mano, ed a lei, quasi cadavere, feci notare la rubrica: Grazie di Maria Ausiliatrice, esortandola a fare di cuore una novena. La povera donna s'aggrappa con fede viva a quest'ultima ancora di salute che le rimane, e fatta mettere sul vicino canterale l'immagine di Maria Ausiliatrice, a Lei si rivolge con occhio fiducioso, ed incomincia la novena.

Da sei mesi non s'era potuto muovere dal letto, ficcatavi dal male inesorabile che la rodeva, e lo credereste? S'era appena al terzo giorno della novena, quand'ella vedendo che i fiori che ornavano l'immagine della Madonna erano mal disposti, disse al marito che le stava accanto: « Quei fiori sono mal messi, aspettate che provo io ad ordinarli. » S'alzò fidente di poter ordinare i fiori, s'accostò alla Madonna e fece quanto desiderava... dopo sei lunghi mesi di completa immobilità! ... « Miracolo » esclamò la sofferente, e copiose lagrime di gratitudine e di contento le velarono gli occhi.

I dottori meravigliati non seppeno addurre ragione alcuna che valesse a spiegare il fatto, e convennero che tale improvviso miglioramento doveva avere qualche motivo incomprensibile a loro; e noi grati a Maria Ausiliatrice, intendiamo proclamarne ancora una volta la potenza, facendo pubblico il fatto.

Casale Popolo, 5 agosto 19o6.

PAOLO D. MINAzzI, Rettore. La parola di un medico.

La Madonna Ausiliatrice ci ha compito un miracolo salvandoci il nostro Vincenzo, dodicenne, il quale versava in condizioni di salute tristissime, anzi disperate. Non dirò quante cure gli erano state prodigate e quanti rimedi apprestati per vincere la malattia. Passarono giorni, per noi lunghissimi giorni, e poi settimane e mesi!.., ed il male persisteva, anzi minacciava di rendersi cronico.

In tale stato, e vedendo ogni rimedio inefficace, ci volgemmo alla Madonna e d'allora in poi il figlio infermo prese a migliorare di giorno in giorno prodigiosamente, finchè oggi gode florida salute. Sento il dovere di far pubblico il prodigio per rendere infinite grazie alla Madonna Ausiliatrice e per adempiere ìl voto fatto.

19 agosto 19o6.

D.r CORRADO MESSINA, Medico-Chirurgo, e consorte GRAZIA MESSINA.

BENEDIZIONI E PREGHIERE all'altare della Taumaturga Immagine.

È dover nostro - a rendere sempre più diffuso il devoto e figliale omaggio - il rilevare a quando a quando le grazie segnalate, che la nostra cara Madre Maria SS. Ausiliatrice elargisce ai suoi divoti, che a lei si raccomandano con particolari tridui o novene di Benedizioni o con altre preghiere, all'altare del suo Santuario di Valdocco in Torino. Tra le ultime relazioni pervenute scegliamo le seguenti.

S. Daniele di Friuli. - Le novene di preghiere e di benedizioni all'altare di Maria Ausiliatrice secondo la mia intenzione sono state esaudite;

Il giorno sette aprile mio figlio cadeva ammalato di gravissimo tifo. Nessuno potrà immaginare la nostra angoscia nel vederlo lottare per due mesi contro il terribile male che lo condusse ripetutamente in grave pericolo di vita. Ma fin dal primo giorno ci affidammo con viva fede alla protezione di Maria Ausiliatrice, ordinando le suddette preghiere, e promettendo un'offerta e la pubblicazione della grazia, a guarigione compiuta. Il giorno della festa di Maria Ausiliatrice la febbre scomparve e l'infermo cominciò a migliorare. Ora è in convalescenza avanzata, incomincia ad uscire di casa e si sente benissimo. Adempiamo con la più viva riconosenza a tutte le promesse fatte invocando anche per l'avvenire uno speciale memento ai piedi della Taumaturga Immagine.

1 agosto 19o6.

LUIGIA DONIN NARDUCCI.

Teano. - Fin dal maggio dell'anno scorso fui colpita da tale una nevrosi, specialmente alla testa che mi sentivo impazzire ; non potevo trovar riposo, non mi era concesso neppure di leggere o scrivere, anzi con mio sommo rincrescimento dovea tralasciare qualunque occupazione per non soffrire acutissimi dolori.

Continuando in questo stato, giorno per giorno andava aumentando in me la malinconia e l'impazienza; mi sentivo in preda allo sconforto, al pianto, e non mi rimaneva che rassegnarmi al pensiero della morte.

Giunta al colmo della desolazione priva di ogni sollievo, ricorsi a colei che è il conforto degli afflitti, alla gentile Madonna Ausiliatrice; in lei riposi ogni fiducia e la pregai caldamente perchè mi concedesse la grazia della guarigione.

Scrissi all'Oratorio raccomandandomi di far cominciare per me una novena di preghiere: e ciò fatto, con ansia indescrivibile cominciai ad aspettare la grazia domandata ; e difatti dopo pochi giorni fui esaudita. Ora sto bene e rendo perciò pubblico ringraziamento alla Madre Santissima, che fu così pronta ad ascoltare le preghiere dei giovanetti dell'Oratorio Salesiano.

3o agosto 19o6.

ANNINA CAPRIO,

Cooperatrice Salesiana.

Terralba (Cagliari). - Erano solo tre giorni ch'era cominciata la Novena all'altare di Maria Ausiliatrice a favore di una persona inferma da me raccomandata, la quale da più di due mesi, stretta di forte male alla gola non poteva più profferire una parola, quando, come per incanto, questa prese a migliorare prodigiosamente. Ora parla speditamente e non ha più alcun male.

1 agosto 19o6.

SAC. RAIMONDO ARTUDI.

Lancenigo (Treviso) - Affetto da nevrastenia acuta, per la quale i medici dicevano non esservi rimedio, ero omai privo di forze e non potevo disimpegnare i miei doveri di Sacerdote Curato e per più mesi impossibilitato perfino a celebrare la S. Messa.

Le sofferenze erano giornaliere, e gli accessi nevrastenici sì terribili da farmi perdere la conoscenza dei miei atti, e di ciò che mi stava attorno.

Per avermi un po' di riposo mi fu d'uopo prender ogni sera, una buona dose di bromuro di potassio, e questo per vari anni : talchè era ridotto a questa disperata alternativa, o di sentirmi rovinato lo stomaco pel bromuro, come purtroppo ne presentivo i sintomi, o di vedermi allibire pegli assalti potenti.

Ma buon per me, che non mi mancò mai la fiducia nella benedetta Ausiliatrice, cui feci ricorso. Nel Santuario di Valdocco si pregò , e i giovanetti dell'Oratorio offersero al Signore, secondo la mia intenzione, la Comunione fatta nella notte del S. Natale.

Breve - entro l'anno - mi sentii rimesso in forze così bene, che ho potuto lasciare l'uso dell'insidioso bromuro, e riprendere gli uffici del mio ministero.

Ora adempio alle promesse, e unisco la mia povera voce a tante altre che sanno dir molto meglio di me, perchè la dolcissima Vergine Ausiliatrice sia sempre più ringraziata, esaltata e benedetta.

11 settembre 19o6.

D. DOMENICO OSELADOR, Capp. Cur.

Scalenghe. -- Avendo un caro figlio gravemente ammalato, anzi spedito dal medico, insomma in caso disperato, dissi e promisi all'Aiuto dei Cristiani che se me lo guariva avrei fatto pubblicare la grazia. Pare persino impossibile, eppure è così; appena ciò detto il figlio cominciò a respirare più libero, al domani era fuori pericolo ed al posdomani già si alzava da letto. Quanto è buona la Madonna di D. Bosco!

26 giugno I9o6.

Gio. BATTISTA GEDDA.

Bologna. - Ti ringrazio, Maria, di avermi fatto sperimentare la potenza del tuo aiuto. La sorellina mia affezionata, colta da improvviso malore metteva in costernazione la famiglia: ma Tu, invocata fervorosamente, ridavi a lei le forze perdute e toglievi a me ed ai miei cari ogni trepidazione.

Ti ringrazio di nuovo, Maria; al tuo altare verranno quanto prima a rendere il debito omaggio riconoscente la favorita da Te, la mamma ed il devoto tuo

15 agosto 19o6.

Cu. MARIO MANZINI.

Troina (Catania). - Tre giorni dopo la morte di una mia cognata che lasciò sette figliuole senza padre, l'unico e prediletto mio nipote Avv. Natale Castiglione venne assalito da un'abbondante emorragia, che seguì a più riprese dalla sua bocca. Tale sopravvenienza gettò l'intiera famiglia nel più profondo dolore. Si ricorse subito a medici locali e lontani ma senza buoni risultati : il disturbo persisteva.

Fu allora che pensando d'aver letto più volte nel Bollettino Salesiano le tante ed innumerevoli grazie elargite da Maria SS. Ausiliatrice, col cuor pieno di sconforto per lo stato del nipote ma con tutto il fervore, feci ricorso alla potenza di così tenera Madre, promettendole di far celebrare una messa nel Santuario di Valdocco e pubblicare la grazia. Da quel giorno l'emorragia si arrestò completamente e non tardò a manifestarsi un conseguente miglioramento, che crebbe fino a completa guarigione. Col cuore riboccante di riconoscenza rendo grazie alla potentissima Ausiliatrice che ascoltò la mia preghiera.

14 agosto 19o6.

ROSARIO CASTIGLIONE.

Cherasco (Cuneo). - Evviva Maria Ausiliatrice! E il grido erompe sincero da un cuore affezionato e riconoscente. Da più mesi aspettavo un impiego, pel quale dovevo superare non lievi ostacoli e combattere molti avversari. Disperavo già d'ottenerlo quando ricorsi con fiducia a Maria Ausiliatrice, che mi guidò sicura alla vittoria.

Vi ringrazio, o Maria, e vi prego di continuarmi la vostra celeste protezione.

Agosto 19o6.

E. G.

Catania. - Adempio la promessa di render pubblica la grazia ottenuta dalla SS. Vergine Ausiliatrice. Quando mio padre trovavasi in imminente pericolo di vita ed era già stato spedito dal medico, mi rivolsi alla sublime Regina dei Cieli e La pregai con fede perchè mi conservasse il genitore. Essendo state le mie preghiere esaudite, innalzo lodi e grazie alla Madre Divina.

5 agosto 1906.

GIUSEPPE SCUTO PELLEGRINO.

Fanco-Villadeati (Alessandria). - Una giovane mia sorella, sposa da un anno, fu colpita da sì forte febbre puerperale che in pochi giorni fu ridotta in uno stato veramente miserando. Dopo un diligente consulto delle migliori celebrità mediche il caso fu dichiarato gravissimo e pressochè disperato.

Sfiduciato nei mezzi umani mi rivolsi fidente alla potente Madonna di D. Bosco con promessa di celebrare tre Messe ad onore di Lei, di fare una offerta pel suo Santuario, e di far pubblicare la grazia sul Bollettino.

Quanto è mai buona Maria Ausiliatrice ! Quasi istantaneamente la mia buona Romana si sentì meglio, ed il medico curante che aveva ritardato di mezz'ora la consueta visita, credendosi di trovarla morta, con grande sua meraviglia la trovó invece sciolta da ogni pericolo e fu costretto a dire: Questo è un prodigio!

Abbiti, o Maria, il vivo ringraziamento del mio cuore riconoscente.

10 agosto 1006.

Sac. EDOARDO COGGIOLA.

Viù (Torino). - « Maria salvami, salvami la mia figliuola » gridai a Te desolata, allorchè dessa più s'aggravava per le febbri persistenti che me l'avevano ridotta in uno stato che veramente m'allarmava. E Tu, me la salvasti davvero, o Maria, Aiuto potente de' Cristiani, ed io con riconoscenza infinita per l'ottenuta guarigione, Te ne rendo vivissime grazie e compio la promessa, mandando una lieve offerta al tuo Santuario, mentre imploro ancora la Materna tua benedizione per la mia famiglia e per me.

20 agosto 19o6.

SANTINA Ved. ENRICO.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti

A*) - Acero (Brescia): Sorelle Pienzi, a mezzo del Sac. Giuseppe Berardi - Acireale: BiganoMangeri Ignazia 5 - Acqui: N. N. 2. per buon esito in difficilissima impresa; id.: Penacci.o Giovanni - Aidone (Caltanisetta): Sac. Toscano Angelo 5 - Alice Castello: N. N. i. - Amborzasco (Genova): Focacci Francesco 15 - Azzano Decimo (Udine): Longo Luigi 2.

B) - Bellinzago Novarese: Miglio Paolo i - Bergamo: Locatelli Luigi 8 - Bolzaneto: Luchin Elena, 2 - Borgo Vinelli (Novara): D. Mondino Vincenzo, Parroco, a nome di una pia persona 5 - Bosconero (Torino): Gardetto Teresa 5 - Bussero (Milano): Ch. Annibale Brambilla 2 - Busto Garolfe: P. A. Tettamanzi io.

C) - Cairo Montenotte (Genova): Cristino Pasquale io - Camerota: Luigi Salerno studente - Canelli (Acqui): Bistagnino Maria - Canicatti (Girgenti): Francesco De Simone di Carmelo 10 - Cannero sul Lago Maggiore Adelaide Carmes, 10 Cappellazzo-Cherasco: Abrate Tommaso 10 - Carcoforo (Varallo Sesia): Angela Maria Bertolino nata Cacciauccelli 5 - Caresana (Vercelli): Conti Matilde di Antonio - Carmagnola(Torino): Battista e Catterina Solavaggione - id.: Fratelli Ottavio e Giuseppe Marengo - id.: N. N. 2 pel buon esito di una difficile operazione - id.: Salero Francesca - Cartasegna Ligure: N. N. - Casalmonferrato: Rondano eh. Vincenzo 3 - Casalgrasso : A. A. Cooperatrice - Casoli (Chieti): Tucci Angelina io - Cellori d'Illusi (Verona): D. Alfonso Capra, parroco 3 - Cerreto Langhe (Cuneo): Porta Luigia 3 - Cervere (Bra): B. C. o. 5o - Cesarò: Vincenzo Pettinato fu Calcagno 5 - Chatillon: G. M. 3 - Chironico (C. Ticino): Santamaria Pacifica 5 - Chivasso: Dorotea Carossa 5 - Cisterna d'Asti: Antonio Pavarino 5 - id.: Palma Maria - Codrigo (Udine): Pasqualini Riccardo 2 - Cologna Veneta (Verona): Faggionato Guerrino 5 - Conegliano (Treviso): Suor Martina Bresciani dell'Immacolata, di S. Fior di Sopra a Conegliano, 10 - Corio Canavese: Nicoliuti Bernardo - Cornaredo (Milano): Coniugi Taroppio 10.

D)- Darlo: Maria Paoli in Bontempi 6- Diano d'Alba (Cuneo): O. Z. 5.

E) Erbè (Milano): Panini Finotti Teresa, 2,50.

F) - Fumane (Verona): Averani Angela 2.

G) - Gallerate: Signora Abbona in Lana 10 - Gavardo (Brescia): Vitali Mora Angela 2 - Grinzano di Gervere: Costantino Maria nata Giaccone.

I) - Inverigo (Como): Castelli Andrea 15 - Iseo (Brescia): N. N. 10.

L) - La Chiazza (Modena): Mezzacqui Albino 5 Leonforte (Catania): Suor Angelina Lamarca.

M) - Magliano d'Acqui: Zucchi Barbara - Marone: (Brescia): Pessotti Angela 1 - id.: Falappi Angela 10 - Mergozzo sul Lago maggiore: Duca Maurizio - Mestre (Venezia): G. B. per grazie ricevute - Mezzocorona (Trentino): Weber Catterina 5 - Milano: Quintè Balzari Gaetana 5 - id.: Radice Giulia ved. De Micheli 10 - id.: Dompè Catterina - Moena: CatterinaZanoner-id.: Sommavilla Margherita 1 - Moggio (Como): Combi Pasqualina 2 - Moncalvo (Alessandria): Pia Martinetti 2 - Moncrivello: Carlino Maddalena ved. Arisio - Monleale (Alessandria) : Zanlungo Tommaso - Monte di Valenza (Alessandria) : Cavalli Orlando Elisa 5 - Montesilvano (Teramo) : Castellani Giovannina 2 -Montosso (Vicenza): Rossi Valentino 2 - Mortara : Sorelle Roero - Napoli Amalia Giandolfi 2 - Negrar (Verona) : Olga Righetti - Nicastro (Catanzaro) : Saveria Scaramuzzino 5 - Niscemi : Famiglia Cavaliere Vacirca - Noli (Genova) : Garzoglio Carmelita 2.

O) - Occimiano Monf.: Delodi Felice 2 - Oggiono (Como) : Invernizzi Teresa 1 - Omegna (Novara) : M. N. i - Oneta (Bergamo) : Salera Catterina 12 - Orsara Bormida : Rizzo Catterina 10.

P) - Palermo : Sampieri Pietro 2,50, a nome dí un congiunto - Palestrina (Venezia) : Scalabrin Giovanni i, a nome di Antonia Gioda - Peveragno (Cuneo) : Civalleri Matteo 5 - Pont Canavese -Brunasso Lucia - Pontelagoscuro (Ferrara) : Mariannina Ridolfi M. 3 - Prata di Pordenone : N.N. 14

R) - Rancio Valnavia : Carolina Grattini Parini 5 - Refrancone d'Asti : Casabone Cristina - id.: Quaglino Giovanni Battista - Riccò del Golfo (Genova) : Ciuffardi Annunziata io - Rimini : Angelo Porcellini 5 - Ribanazzano (Pavia) Luti Camillo 5 - Romano Canavese : V. M. - Rosignano Monf.: Rossi Ernesta 3 -

S) - Sale (Alessandria) : Ch. Ceveriati Agostino 2 - Sala Monf.: Sorelle Giuseppina e Maria Piano 5 - Saluzzo : Francesca Garino ved. Eynardi 5oS. Michele Extra : Fiordelise Vanzo 2 - S. Paolo (Brasile) : Italia Dalla Coletta 5 - S. Stefano (Udine) : Bufon D. Luigi 3 - S. Vittoria d'Alba Basso Dabbene Genoveffa 2 - id.: Viassone Stroppiana Anna Maria 2 - Sambonifacio (Verona) Zanini Santa 10 - Scalenghe : G. Battista Gedda 2 Schio (Vicenza) : Lovato Lucia - id. : Boschi Corradi Clementina 2 - Serravalle Scrivia : Ch. Aragone Francesco 1 - Settimo Torinese : Verderona Teresa - Soave (Verona) : Busello Bettili Carolina 1o- Subbiano : Gabrielli Isolina 5 - Sutri (Roma) Cavicchioni Sofia 3.

T) - Tavagnano (Torino) : Caretti D. Stefano 5 - Tiavena (Lucento) : D. M. - Tigliole d'Asti .: Cerrato Susanna 4 - Torino: Borgogno Lorenzo. id. : D. Vincenzo Cimati - id.: G. V. - id. : Fezzoli Anna 5 - id. : Amalia Torri - id. : C. A. - Torreselle (Padova) : Bianco Primo 2,50 - Traghetto (Ferrara) : Biavati Rosa io - Tricerro Clotilde Bioglio - Trino Vercellese : Famiglia Stuppi 11.

V) - Valdobbiadene (Treviso) : Giovanna C. ved. Righini 5 - Valenza (Alessandria) : Visconti Carolina 12 - Valgatara (Verona) : Carcereri D. Pietro 5 - Varzi (Pavia) : Gattone Maria 5 - Venezia G. B. Morandi 2 - id. : Emilia Morandi 5 - Vercelli : Vacino Giulia - Verona : N. N. 5 - id. Torzi Genoveffa 2- Vicenza : Anzi Irene 10-id.: Piccoli Milani Dorotea io - id.: Zanella Carolina 5 - Vignale Monf. : (Alessandria) : Pozzoli Giovarmi 4 - Vinovo (Torino) : Gianassi Anna 5 - Volvera : Giuseppa Bosco - Vobbia (Genova) Pagano Pessino Rosetta 2.

Z) - Zavattarello (Pavia) : Antonielli Clementina 5 - Zone (Brescia) : Ciocchi Battista e Bernardi Elisabetta.

X) - Una nuova Cooperatrice 5 - Asselle Maria nata Milanesio - Una zelatrice della Pia Opera del S. Cuore di Gesù. - Un sacerdote, per oltre otto anni vittima di fiera persecuzione, ringrazia Maria Ausiliatrice di esserne sato liberato.

Santuarìo di Maria Ausìlìatrìce

TORINO

Ogni giorno, celebrazione di una santa messa esclusivamente secondo l'intenzione di tutti quelli che in qualunque modo e misura hanno concorso o concorreranno a beneficare il Santuario o l'annesso Oratorio Salesiano. Per qualsiasi commissione in proposito, rivolgersi al Direttore dell'Oratorio S. Francesco di Sales - Via Cottolengo, 32 - Torino.

Per celebrazioni di S. Messe e per novene o tridui di Benedizioni col SS. Sacramento, rivolgersi al Rettore del Santuario.

Ogni sabato, alle 7.30 speciali preghiere per gli associati all'Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice.

Dal 10 ottobre al 10 novembre.

NB. Col 1° ottobre la funzione serale è stata anticipata alle ore 17

14 ottobre - Da oggi, nel pomeriggio di ogni domenica si riprendono le due funzioni, col seguente orario: - Ore 14 e 16: vespri, predica e benedizione.

24 ottobre - Solenne commemorazione mensile di Maria Ausiliatrice .- La devota funzione si compirà alla messa delle 6, 7.30 ed alle ore 17. - Indulgenza Plenaria.

28, 29, 30 ottobre - Solenni Quarant'Ore - Dalle ore 5 alle 11 messe lette consecutive - alle ore 6 messa dell'esposizione - Alle ore 17 vespri, discorso e benedizione solenne.

10 novembre - Solennità di tutti i Santi - Ore 6 e 7.30, messe della Comunione generale ; ore 9.30, messa solenne ; ore 15.30, Vespro dei Santi e dei defunti, discorso e benedizione solenne.

2 novembre - Commemorazione di tutti i fedeli defunti e primo venerdì del mese - Ore 6, esposizione del SS. Sacramento fino alle 5 di sera.

TESORO SPIRITUALE.

I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati, divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella o, se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'INDULGENZA PLENARIA

ogni mese

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno;

2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte;

3) nel giorno in cui si radunino in conferenza;

dal 10 ottobre al 10 novembre

1) il 14 ottobre, festa della Maternità di Maria Vergine ;

2) il 21 ottobre, festa della Purità di Maria Santissima.

Inoltre, ogni volta che (senza bisogno di accostarsi ai SS. Sacramenti o di visita a qualche Chiesa - ma purchè sieno in grazia di Dio) reciteranno 5 Pater, Ave e Gloria Patri per il benessere della cristianità, ed un altro Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, potranno lucrare tutte le indulgenze delle Stazioni di Roma, della Porziuncola, di Gerusalemme e di S. Giacomo di Compostella.

Una nuova spedizione di Missionarìi.

Si sta allestendo una nuova spedizione di Missionari. Le insistenti domande di aiuto che pervennero da molte parti di America al veneratissimo nostro Superiore la rendono indispensabile, anche con nuovi sacrifizi di personale. Ma il personale non è tutto. Una spedizione di Missionari costa sempre una somma ingente, che aggraverà le critiche nostre circostanze nell'ora attuale. Se ne persuadano i buoni Cooperatori: - Noi abbiamo urgente bisogno della loro carità.

- Il Missionario D. Antonio Malan ha dovuto rinviare il suo ritorno in America al prossimo mese di novembre. Insieme coll'indio Magone Miguel, egli è ora in cerca di sussidi presso alcuni benefattori.

L'indio Miguel è figlio di un Bari dei Bororos. Accolto nella Colonia del S. Cuore nel 1902, egli è un esempio eloquentissimo della felice corrispondenza della sua tribù all'opera civilizzatrice dei Missionari. Il buon giovanetto, quando per la prima volta mise piede nel Santuario di Maria Ausiliatrice, andò tosto a prostrarsi ai piedi della taumaturga Immagine con acceso fervore ; similmente la prima volta che fu condotto a visitare la tomba di D. Bosco a Valsalice, si avvicinò spontaneamente ad essa e v'impresse un affettuosissimo bacio. Il caro Miguel parla correttamente il portoghese, e comprende un po' anche il francese e assai bene l'italiano.

Ne diamo il ritratto, ritto presso la persona di D. Malan, per cui egli nutre un devoto affetto.

In Italia.

CASERTA - L'Oratorio festivo. - Ci scrivono: « É frequentato da molti giovanetti, che nelle belle feste che si celebrano sanno unire l'onore del Signore, coll'accostarsi ai SS. Sacramenti, all'allegria più gaia e piacevole. Mons. Vescovo n'è contentissimo e lo dimostra con parole, con aiuti materiali e con rendere più solenni le festicciuole, onorandole della sua presenza ».

» Quest'anno si ebbero 68 prime Comunioni. Il 3° Console della Gara Catechistica, giovanetto che per mancanza di mezzi non frequentava più le scuole, dopo la Gara, venne ammesso da Sua Eccellenza a frequentare le scuole del Seminario. Col permesso di Mons. Vescovo, il fortunato ricevette la veste chiericale nella nostra chiesa alla presenza dei giovanetti dell'Oratorio e del pubblico. Son già cinque i giovani dell'Oratorio che indossarono le sacre divise, ed uno di questi nel prossimo Natale sarà già ordinato Sacerdote. Ne sian rese grazie a Dio, che ci aiuta a fare un po' di bene.

SAMPIERDARENA - L'on. Consiglio Municipale dell'industriosa città che si estende oltre il faro di Genova, in segno di riconoscenza al nostro Fondatore che la donava d'una delle prime e più importanti fondazioni salesiane, ha voluto intitolata dal nome di Giovanni Bosco la bella strada che si apre alla sinistra dell'Ospizio salesiano e d'in via Aurelio Saffi sale verso il colle di Belvedere.

All'on. Consiglio i nostri più vivi rallegramenti per la sua deliberazione, che tornò di grande soddisfazione a tutta la cittadinanza.

Dall'Estero.

ALESSANDRIA D'EGITTO - Distribuzione di premi all'Istituto D. Bosco. - « Il trattenimento, leggiamo nel Messaggere Egiziano del 10 agosto, si aprì alle ore 4 1/2 coll'arrivo del sig. Vice-console Monzani Reggente il Consolato, e di Mgr. Aurelio Briante, accolti al suono della Marcia Reale e da un fragoroso battimani. Nella vasta aula del teatrino addobbata sfarzosamente a colori nazionali, notammo tra gli intervenuti il sig. Benaducci Bey, rappresentante il Governatore, il Comm. Avv. Verità, delegato dell'Associazione Nazionale, il R. Applicato Consolare sig. Piacentini ed una eletta schiera di notabili persone della Colonia.

» Dopo un saluto rivolto all'Assemblea con una graziosa poesiola , ebbe principio il melodramma Aurora del M° Soffredini, accompagnato al piano dal M° Marini, e diretto dal maestro di canto dell'Istituto...

» Dopo la prima e la seconda parte dell'Aurora furono declamate tre poesie. Destò viva ilarità la recita quanto mai spigliata del piccolo alunno E. Lopez. Bella pure la poesia patriottica « l'Assedio di Torino ». Ma quella che maggiormente piacque e, aggiungeremo, strappò pure qualche lacrima fu la poesia d'occasione: « il 29 Luglio », ricorrendo la morte del buon Re Umberto, recitata con sentimento dall'alunno A. Cherubini. La banda, la cui valentia è ben nota agli Alessandrini, rallegrò il trattenimento con scelta musica.

» Dopo il melodramma ebbe luogo la distribuzione dei premi, i quali furono tutti offerti dalla benemerita Associazione Nazionale. A darle maggior lustro vollero concorrere con premi particolari : il sig. Vice-Console Monzani pel premio speciale di lingua italiana al Corso Secondario ; l'egregio professore Balboni che assegnò la sua bell'opera « Gli Italiani nella Civiltà Egiziana » come premio speciale di lingua italiana nel Corso Elementare, il sig. Schiarabati bey, Direttore del Contenzioso dello Stato, il sig. Dr. Colloridi, ed il sig. Giorgio Castrino di Hawandich per i premi di condotta, consistenti in tre orologi d'argento.

» L'offerta dei premi particolari, il numeroso concorso degl'intervenuti sono segno della simpatia che la nostra Colonia nutre per quest'opera italiana che va sempre con maggior progresso svolgendo la propria azione ».

BETLEMME - Nella chiesa del S. Cuore di Gesù annessa all'Istituto nostro di Betlemme, il 22 giugno si celebrò con molta solennità la festa titolare. La comunione generale fu di grande consolazione per tutti ; si ebbero più di trecento comunioni alla sola messa della comunità cui assistevano tutti i nostri alunni interni, gli esterni e gli allievi della scuola agricola di Beitgemal.

La messa solenne fu assistita pontificalmente da S. E. Rev.ma Mons. Luigi Piccardo, Vicario Capitolare ed Amministratore della Sede Patriarcale vacante di Gerusalemme.

I vespri furono seguiti dalla processione del santissimo Sacramento, che percorse la via di Betlemme, esempio unico in Palestina.

Che gli onori tributati dai nostri Confratelli al S. Cuore di Gesù nella sua città natale, richiamino una pioggia copiosa di particolari benedizioni su tutte le Opere di D. Bosco e sui nostri benefattori.

Dall'America.

BUENOS AIRES - Posa della prima pietra del nuovo edifizio per gli « Huerfanitos de Don Bosco ». - - Il 22 luglio in calle Maldonado, venne posta la pietra fondamentale pel nuovo edifizio destinato ad accogliere i poveri Huerfanitos de Don Bosco.

Fin dal 19o1 fu aperto l'istituto con ottimi laboratori, adibendo all'uopo baracche di legno. Ma era tempo che venisse rassicurato l'esistenza di un'istituzione che tante simpatie raccolse in Buenos Aires, principalmente nel popoloso quartiere di Maldonado.

Compì la cerimonia S. Ecc. Mons. A. M. Espinosa Arcivescovo. Fecero da padrini il sig. Teofilo Lacroze e Donna Maria de Belocq ricevuti coll'allegro suono della banda del Collegio Pio IX.

Compiuta la cerimonia religiosa parlò eloquentemente l'ingegner Briano ex-alunno dei Salesiani ed Architetto del nuovo edifizio. Prese la parola Mons. Raynerio I. Lugones, ricordando le benemerenze dell'Opera di D. Bosco nell'Argentina e principalmente il bene compiuto nella capitale.

MONTEVIDEO (Uruguay) - Il Convitto D. Bosco. - Quest'anno ricorreva il decimo annivessario della collocazione della pietra fondamentale dell'edificio nuovo che mari mano viene a sopperire all'insufficienza del locale primitivo del Convitto D. Bosco di Montevideo. Salesiani, alunni e cooperatori andarono a gara per celebrar quella data, in cui la soddisfazione dell' opera in parte compita destò nuovo slancio per affrettarne il pieno compimento.

Il Convitto « D. Bosco » di Montevideo venne fondato sul cominciar del 1892 dal zelo illuminato e previdente dell'indimenticabile Mons. Lasagna; e fin dal principio abbracciò un Oratorio festivo , una scuola d'esterni, un internato per giovani artigiani, con una cappella che fu di grande servizio pel vicinato.

Ma il numero dei giovani andò ingrossando ed il posto venne naturalmente restringendosi. Di più il barraccone di legno che serviva di dormitorio ai confratelli e di laboratorio, sotto gli sbuffi impetuosi che soffiano dalle pampe argentine, minacciava assai presto di sfasciarsi. Era quindi necessario por mano al nuovo imponente edificio ideato dal nostro ing. Del Piano.

Mons. Mariano Soler, illustre arcivescovo di Montevideo e buon Padre dei Salesiani nell'Uruguay, ne collocò la pietra fondamentale fra numerosissimo concorso di popolo.

L'edificio venne su lentamente, faticosamente: non era così facile raggranellare il denaro necessario per un tale lavoro. Appena finito, il primo piano venne occupato. Il vasto sotterraneo si convertì in cucina e refettorio, le sale in scuole e dormitori e la metà dello spaziosissimo corridoio in cappella, poichè l'antica era insufficiente per i fedeli ognor più numerosi. Dopo un lungo intervallo furono ripresi i lavori interrotti e non si lasciarono fino al compimento del 2° piano: il decimo anniversario sorprese l'opera a questo punto.

Benchè incompleto, l'edificio, lungo novanta metri, con due ale laterali e col locale antico non ancora distrutto, ricovera un trecento alunni dei quali oltre cento interni.

La cappella è dedicata a Maria Ausiliatrice. E, si può dire, l'unica chiesa del quartiere che il popolo un po' alla volta ha battezzato col nome di Don Bosco. Progressi consolantissimi vi fa la divozione alla Madonna: si poterono rilevare anche nel maggio u. s. dal concorso grandissimo di fedeli ai Sacramenti ed alle funzioni sacre.

Malgrado ciò, resta ancor molto a fare, mancano due piani superiori, gli edifizi per alcuni laboratori ed un tempio conveniente. Speriamo che una pace duratura in quella repubblica e l'appoggio dei buoni cooperatori condurranno presto a compimento un'opera che sarà d'immenso vantaggio al popolo e tanta gioventù di quella Repubblica Orientale.

NECROLOGIA

La Sig.a Domenica Floresta di Cloz.

ERA una fervente cooperatrice. Madre e sorella affettuosissima, dopo dieci mesi di malattia, spirava serenamente all'alba del 2 aprile, fra le lacrime della sorella Maria, nostra zelatrice, e dei figli desolatissimi. 7,e imploriamo con affetto particolari suffragi.

Il notaio Serra Federico.

IL giorno 19 giugno, dopo breve malattia, rendeva la bell'anima a Dio il benemerito sig. notaio Serra Federico, cooperatore e asiduo zelatore delle opere Salesiane. Sia pace all'anima sua. All'addolorata famiglia, ai parenti tutti, le nostre sentite condoglianze, ed al caro estinto abbondanti suffragi dai nostri Cooperatori.

Il sig. Natale Milintento.

Nello scorso giugno spegnevasi in Modica (Siracusa) il sig. Natale Milintento, uomo di gran fede e pietà, ottimo cristiano e benefattore di quell'Oratorio e laboratorio gratuito, diretti dalle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Alla sua morte piansero inconsolabili specialmente i poveri di Modica da lui soccorsi con generosità. Speriamo che l'anima sì caritatevole del compianto estinto sia già stata accolta dal Signore nella gloria dei Santi, nondimeno le imploriamo una prece.

FACCIAMO particolari suffragi pei seguenti cooperatori defunti dal 15 marzo al 15 maggio.

Ferraris Carlo, fornaciaio - Robbio, Pavia. Ferreri D. Carlo - Cavour, Torino. Ferroni Sofia - Bagnacavallo. Fischer Joseph - Firenze.

Floresta Domenica - Cloz, Tirolo. Fontanesi Giovanni - Gonzaga, Mantova. Fontanesi Giuseppe - Gonzaga, Mantova. Frau Giuseppe - Buggerru, Cagliari. Franceschino Giuseppe - Cuorgnè. Frassati P. Giuseppe Maria - Crescentino. Gariggioli Catterina, Maestra - Torrione. Gallotti Ernesta - Pavia.

Gaoso Rosa n. Zecchini - Garda, Verona.

Garneri Clara V.a Bogatto - Torino. Garbin Sante - Arre, Padova.

Garis Antonio - Castagnole Piemonte, Garau-Onida Mons. Palmerio, vescovo - Ales. Gallina D. Benedetto, curato - Onigo, Treviso. Gabrielli Maddalena - Predazzo, Tirolo.

Ghirardelli D. Girolamo- Ponte dell'Oglio, Piacenza. Giana Maria - Vanzaghello.

Giorgi Francesco, maestro di musica - Pavia. Gilioli Giuseppe - Gatta, Reggio Emilia. Gibelli Pietro - Pavia.

Gioiggi Emilio - Sacconago, Milano.

Giorgi D. Raffaele - Castelnuovo Garfagnana. Gorri Settimia V.a Montolti - Roversano, Forlì.

Graziani D. Gio. Battista - Isola di Malo, Vicenza. Guglielminetti Lorenzo - Torino. Guglielmoni Giovanni - Fasio, Ticino (Svizzera). Invernizzi Pietro - Pavia. Zoppi D. Giuseppe, parroco - Manzano. Lazzari Dott. Lorenzo - Allerona, Perugia. Lelli Teresa, maestra - Roma. Litteri Carmelo - Catania. Lirussi-Gargo Teresa - Spilimbergo, Udine. Longo Celestino, orefice - Torino. Lorenzi D. Luigi, arciprete - Angarano, Vicenza. Lovera di Maria marchese Cesare - Torino.

Luda contessa di Cortemiglia n. Crotti - Costigliole Sal., Mauro D. Mariano - Barletta. Magario Battista - Agliè.

Mainini Gio. Antonio di Bernardo - Vanzaghello, Milano., Maiello Mons. Cristoforo, vescovo - Gravina, Bari. Massimo-Giartosio Massimina - Torino. Malacalza Luigi - Bobbio, Pavia. Malesani cav. Giovanili Battista - S. Michele Extra. Manga Augusta - Verona.

Marinelli Vittore - Vervò, Austria. Marcelli D. Domenico, arciprete - Anversa. Marescotti Mons. Stefano Ernesto - Alessandria. Mari D. Luigi, canonico - Tolentino.

Mascarini D. Girolamo, prevosto - Mezzano S. Pavia. Meneguzzi Pietro Antonio - Cornedo, Vicenza. Medana D. Antonio, parroco - Merlera, Novara. Michelon D. Michele, parr. -S. Vito oltre Brenta, Padova., Miniati D. Pietro, parroco-S, Giustino Valdarno, Arezzo., Milani Giovannina - S. Salvatore Monferrato.

Milesi D. Giacomo, parroco - Oltre il Colle, Bergamo._ Morelli D. Alberto, parroco - Vilmaggiore, Bergamo. Molinari Federico, avvocato - Torino. Mori Ulderico, chierico - 5. Severino Marche. Monti Anna - Bologna.

Mocchia di Coggiola damigella Albertina -- Piossasco. Molini Giuseppe - Montecrestese, Novara. Mozzi Clara Bertacchi - Bobbio. Morino Giuseppina - Bra.

Musso Angela - Savona.

Mura Antonio - Ghilarza, Cagliari. Murialdo Eudossia V.a Musso - Torino.

Neri D. Agostino, prevosto - Poggibonsi, Siena., Noli Teresa - Vallereggia, Genova. Oliboni Angela - S. Michele Extra, Verona. Olmo Giovanna V.a Pavia - Torino.

Ossi Mons. Ferdinando, vescovo - Quilon, India. Padovani Claudia - Bologna. Papiri Mons. Roberto, arcivescovo - Fermo. Pattino D. Gaetano, mansionario - Nicosia. Parigi D. Giovanni, rettore - Montaio, Arezzo.

Pallini D. Antonio, parroco - Arzengio, Massa-Carrara,, Parsi Mons. Eutizio, vescovo - Bagnorea, Roma.

Padre Prudenzio, missionario apostolico - Soazza, Svizz. Parteli Scolastica - Taio, Trento. Pasqual-Brocca Edvige V.a - Torino. Paletta contessa Eugenia n. Rocca - Cossombrato, Aless, Pellegatta D. Ottavio, parroco - Gavirate. Penoncello D. Francesco, vicario - Cortereggio, Torino. Pellegrino Maria n. Bosio - Cuneo. Peiretti Maria fu Stefano - Castagnole Piemonte. Piacenza damigella Paola - Torino. Piossasco contessa Delfina di None - Piossasco, l'orino., Pinna Maria Angela - Santo Lussurgiu. Piras-Cilloco Rosa - Villanovaforru. Porta D. Sante - Villafranca Lunigiana. Poggi D. Luigi, canonico - Imola. Ponziani-Tarabini contessa Bettina - Modena. Quartero Teresa - Torino.

Rattalino Battista - Monasterolo, Cuneo.

Ranice Carminella - Isola Lunga, Portomaurizio. Reggiani D. Virginio, arciprete - S. Polo d'Enza. Rezzi D. Giuseppe - Boca, Novara. Ribero Pietro - Savona. Righi D. Gaetano - Carpi Righetti Linda - Ferrara. Riva Teresa - Balerna.