BS 1930s|1932|Bollettino Salesiano Agosto 1932

Anno LVI.   1° AGOSTO 1932 (X)   Numero 8.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

SOMMARIO: Il Beato Don Bosco esaltato dal Papa. -- Dopo il Congresso Eucaristico di Dublino. - Il Rettor Maggiore dopo la sua elezione. - La tomba del Beato Don Bosco cambiata in altare. - Il Cinquantenario della Consacrazione della chiesa di S. Giovanni Evangelista in Torino. - Intorno al Beato Don Bosco. - Vita delle nostre Missioni: Prima visita ufficiale del Rappresentante del Governo Italiano a Fortin Mercedes. - Convegni di Direttori Diocesani e Decurioni. - La Crociata Missionaria. - Per intercessione del Beato D. Bosco. - Notizie di famiglia. - La potente intercessione di Maria Ausiliatrice. - Necrologio.

Il Beato Don Bosco esaltato dal Papa

Il 17 giugno, Sua Santità, ricevendo in speciale udienza gli alunni dei Pontifici Seminari Romani Maggiore e Minore, coi RR.mi Rettori, tenue loro un paterno discorso incitandoli alla pietà e alla scienza per essere un giorno sacerdoti degni della loro alta missione. Prima di benedirli Sua Santità aggiunse queste parole che riportiamo integralmente dall'Osservatore Romano:

Sua Santità aveva, per quell'ora così consolante, trovato un lieto ricordo. Erano delle piccole medaglie che Egli consegnava al loro e suo Cardinale perchè le distribuisse in nome del Vicario di Gesù Cristo. Erano medaglie che con la effigie del Papa, - che sarà per ciascuno, come per il Poeta, la dolce paterna - recava la dolce immagine di Don Bosco nell'alto di coltivare, come egli sapeva fare, le prime giovinezze, e di condurle a Dio. E la vostra giovinezza - continuava Sua Santità - che cammina a Dio per via così alta con aspirazioni così sublimi, trova, nel Beato Don Bosco - grande coltivatore di vocazioni sacerdotali sì da poter dire, che la di lui opera in questa direzione ancora oggi, anzi oggi più che mai, si sente - il vostro modello di preparazione sacerdotale prima e poi di vita e attività sacerdotale. Il Santo Padre aveva potuto vedere molto da vicino il Beato, edificarsi proprio in presenza dell'una e dell'altra preparazione e vedere tutto quello che non tutti ebbero il piacere di vedere anche tra i suoi figli. Giacchè la sua preparazione di santità, la preparazione di virtù, la preparazione di pietà, da tutti era vista perchè era tutta la vita di Don Bosco: la sua vita di tutti i momenti era un'immolazione continua di carità, un continuo raccoglimento di preghiera: è questa l'impressione che si aveva più viva della sua conversazione: un uomo che era attento a tutto quello che accadeva dinanzi a lui. C'era gente che veniva da tutte le parti, dall'Europa, dalla Cina, dall'Africa, dall'India, chi con una cosa chi con un'altra: ed Egli in piedi, su due piedi, come se fosse cosa di un momento, sentiva tutto, afferrava tutto, rispondeva a tutto e sempre in un alto raccoglimento. Si sarebbe detto che non attendeva a niente di quello che si diceva intorno a lui: si sarebbe detto che il suo pensiero era altrove ed era veramente così; era altrove: era con Dio con spirito di unione; ma poi eccolo a rispondere a tutti: e aveva la parola esatta per tutto e per se stesso così proprio da meravigliare: prima infatti sorprendeva e poi troppo meravigliava. Questa la vita di santità e di raccoglimento, di assiduità alla preghiera che il Beato menava nelle ore notturne e fra tutte le occupazioni continue e implacabili delle ore diurne. Ma sfuggì a molti - aggiungeva il Santo Padre - quella che fu la preparazione della sua intelligenza, la preparazione della scienza, la preparazione dello studio e sono moltissimi quelli che non hanno l'idea di quello che Don Bosco diede e consecrò allo studio. «Aveva studiato moltissimo, continuò per molto tempo a studiare vastissimamente e un giorno ci disse ciò che non aveva confidato a nessuno, ma che, incontratosi con un uomo di libri e di biblioteca, gli pareva di dover dire: aveva un vasto piano di studi, un vasto piano anche di opere di storiografia ecclesiastica: ma poi -- aggiungeva ho visto che il Signore mi chiamava per altra via: mi mancava forse l'attrezzamento di spirito, di intelligenza, di memoria «. E così pensò di darsi alla vita della carità, al lavoro della carità applacandosi a prodigare tutti i tesori e tutti gli studi, che era venuto raccogliendo. Ma ciò spiega come egli abbia potuto scrivere tante cose utilissime specialmente per la gioventù, non cose di una speciale levatura. scientifica, ma tutti perchè meglio potessero giungere allo scopo che quel grande Apostolo si prefiggeva.

Tutto ciò conchiudeva Sua Santità, a proposito della medaglia che Egli aveva preparata per quei cari figli. L'immagine del Beato D. Bosco dirà ad essi e metterà sott'occhio un esempio di preparazione e di attività sacerdotale veramente sublime.

L'alta parola del Pontefice Pio XI non poteva meglio scolpire nella mente dei Seminaristi romani l'esempio del nostro Beato Fondatore, nè far meglio rifulgere davanti al mondo il lato forse poco conosciuto della complessa figura del Beato stesso. Siamo pertanto riconoscentissimi al S. Padre di aver colla sua parola posto in chiara luce questo riflesso della «dolce immagine di Don Bosco » che per noi e per tanti sarà incitamento a seguirla nella vita e attività sacerdotale.

Dopo il Congresso Eucaristico di Dublino.

Un'altra tappa della Chiesa nella sua marcia trionfale, è stato il Congresso Internazionale Eucaristico che ha fatto convergere a Dublino gli sguardi di tutto il mondo cattolico. Si rinnovò in Irlanda e nella vicina Inghilterra la vivissima commozione che hanno destato in America e in Australia i Congressi di Chicago e di Sydney. Tutto induce a sperare che il Congresso di Dublino segnerà un nuovo trionfo di Gesù Cristo sulle anime e riuscirà una nuova affermazione, di fronte al mondo materialista e paganeggiante, della vitalità della sua Chiesa e della potenza di quella fede che vince il mondo, mediante il sacramento del suo amore. E questa è pure la speranza che non si è mai stancato di infonderci il nostro Beato Don Bosco.

Una lettera di Don Bosco a Pio IX.

Il 13 febbraio 1863 (due giorni dopo la ricorrenza dell'anniversario dell'Apparizione della Vergine a Lourdes) il Beato finiva di scrivere una lettera al Santo Padre Pio IX. La lettera, oltre che una prova della devozione di Don Bosco al Papa, è uno storico documento che riassume con esattezza e concisione le tristi vicende che in quei giorni amareggiavano la Chiesa, e conteneva presagi circa l'avvenire: « le cose di religione e i sacri ministri esposti a gravi cimenti; l'istruzione religiosa bandita dalle scuole; il dilagare della stampa irreligiosa e della propaganda eretica colla connivenza delle stesse autorità; il sensibile diminuire delle vocazioni allo stato ecclesiastico; l'apostasia di non pochi preposti alla custodia del gregge del Signore ecc., ecco i grandi mali dell'ora... Santo Padre - continuava la lettera - secondi il pensiero che Dio le ispira nel cuore, proclamando ovunque possa la divozione al SS. Sacramento e la divozione alla Beata Vergine, che sono le due àncore di salute per la misera umanità ».

La lettera firmata « povero ma aff.mo figlio Sac. Gio. Bosco » finiva con una protesta di filiale divozione e di affetto inalterato da parte dei suoi Salesiani (allora non più di una quarantina) e dei settecento giovani, i quali « si succedevano ogni giorno in visite al SS. Sacramento e pregavano per la Chiesa e pel suo Augusto Capo ».

Ben a ragione fu detto che il Beato fu il grande amico e consolatore di Pio IX nella sua vita tribolata. Nelle più tristi ore del suo Getsemani il cielo si apriva al gran Pontefice e per mezzo dell'apostolo di Torino gli recava luce e conforto.

Le parole di Don Bosco a Pio IX erano forse l'eco di un messaggio dall'alto?

Un sogno di Don Bosco.

Pare che non vi possa essere dubbio al riguardo. Otto mesi prima, e precisamente la sera del 30 maggio 1862, Don Bosco radunati tutti i suoi Salesiani ed i settecento alunni, faceva loro una importante comunicazione. Aveva fatto un lungo sogno poche notti prima, e intendeva di raccontarlo ai suoi figli colla speranza che ne riceverebbero incitamento ad aumentare la loro divozione al SS. Sacramento ed a Maria Ausiliatrice. La narrazione del sogno, fatta con una grande varietà di dettagli - come attesta il suo biografo Don Lemoyne - durò più di una mezz'ora. Eccone i tratti più salienti:

« Mi parve - disse Don Bosco - di trovartisi su un alto poggio e di vedere dinanzi a me distendersi un vasto mare su cui manovravano numerosissime navi in ordine di battaglia. Da una parte una flotta poderosa composta di molte navi armate di cannoni, fucili, ecc... e di ogni sorta di materie incendiarie, tra cui - cosa singolare - notai un mucchio di libri e giornali irreligiosi. Dall'altra parte opposta in attitudine di difesa una flottiglia composta di una nave ammiraglia comandata da un capitano di maestoso aspetto e circondata da altre navicelle comandate da piloti di secondo rango. Ravvisai nel gran capitano il Sommo Pontefice e nei piloti i Vescovi. In mezzo al mare, a grande distanza, si ergevano due altissime colonne ai cui fianchi pendevano delle catenelle. La colonna più alta era sormontata da una enorme ostia e portava scritte alla base le parole Salus credentium, Salvezza dei credenti. La seconda colonna era sormontata da una statua dell'Immacolata Concezione e portava alla base la scritta: Auxilium Christianorum, Aiuto dei cristiani.

Intanto ecco che comincia la battaglia. Le navi nemiche si avanzano verso la nave comandata dal Papa e cercano di affondarla: non riuscendo nei loro tentativi cercano di incendiarla. Il vento infuria e sembra favorire la tracotanza nemica. Il Papa, vista la sua nave in pericolo, chiama a consiglio i piloti delle navi vicine; ma questi sono tosto obbligati a ritornare alle loro navi che sono pure in pericolo. Il Papa intanto ha lo sguardo fisso verso le due colonne nella cui direzione guida la sua nave. Vidi più di un Papa succedersi al comando del timone. Quando uno scompare, un grido di trionfo si eleva dalle navi avversarie, ma in men che non si dica i piloti delle navi vicine si radunano ed eleggono il successore. Finalmente dopo lungo combattimento in cui talvolta sembra che i nemici abbiano la vittoria, il Papa riesce a giudare la sua nave tra le due colonne. Non appena questo avviene, succede una confusione tra le navi nemiche che si ritirano a precipitosa fuga... I Vescovi pure raggiungono le due colonne colle loro navi che in mezzo ad esse si trovano sicure e gettano le àncore. Calma completa si fa allora sul mare ».

Don Bosco fece una pausa nel suo racconto, quindi rivolgendosi a Don Rua gli domandò: -- Che ne pensi, Don Rua? - Mi sembra - rispose Don Rua - che il mare significhi il mondo, ed il combattimento significhi la lotta tra la Chiesa ed i suoi nemici. - Hai detto bene - concluse Don Bosco. - «Si preparano gravissimi travagli per la Chiesa. I suoi nemici sono raffigurati nelle navi che tentano di affondare, se loro riuscisse, la nave principale. Due soli mezzi restano per salvarsi da tanto scompiglio: Devozione a Maria, Comunione frequente; adoperando ogni modo e facendo del nostro meglio per praticarli, e farli praticare ovunque da tutti ».

Due mezzi efficaci.

Che il Beato abbia cercato di praticare questi due mezzi nel miglior modo, tutta la sua vita lo prova. Bastano a conferma, le ultime parole dette ai primi missionari che nel 1875 salpavano per l'America: « Propagate la divozione al SS. Sacramento ed a Maria Ausiliatrice, e vedrete che cosa sono i miracoli ». ...e le parole solenni del suo testamento dettate dal letto di morte: «Vi raccomando la frequente Comunione e la divozione a Maria Ausiliatrice... Dal pulpito e in confessionale, ovunque, propagate queste divozioní... ».

Il suo sogno era di veder tutti i fedeli stringersi in una lega e sotto la protezione di Maria Ausiliatrice aiutare i parroci e i Vescovi nel promuovere la divozione all'Eucaristia con processioni, novene, tridui, comunioni frequenti ecc. E ideò l'Associazione dei devoti di Maria Ausiliatrice (Arciconfraternita aggregata al Santuario omonimo in Torino), arricchita di tante indulgenze, i cui membri sono esortati a stringersi intorno al Papa per difendere i diritti della Chiesa. Si noti come Don Bosco metteva nel « Regolamento dell'Associazione » la propaganda della buona stampa come antidoto contro il dilagare della stampa irreligiosa, vista nel sogno: così gli ammonimenti del sogno prendevano forma pratica nella sua mente di organizzatore e di apostolo.

Esortazioni di Pontefici.

Gli avvenimenti che si succedettero, diedero regione a Don Bosco. Gli attacchi contro la Chiesa culminarono nelle persecuzioni organizzate dalle sètte. Italia, Francia, Germania nel secolo scorso, ed ora Russia, Messico e Spagna passano attraverso il crogiuolo della persecuzione. I Papi per sostenere i fedeli additarono e additano come mezzi indispensabili e sicuri lo sviluppo della divozione all'Eucaristia e alla Madonna.

Leone XIII ricorda ai popoli che sono ritornati per la Chiesa i tempi di Lepanto, e nell'Enciclica del Rosario esorta a ricorrere alla Vergine come ad una protezione sicura contro i nemici: e coll'Encilica sull'Eucaristia prepara la via ai solenni documenti con cui Pio X inizia il suo programma di ristorazione in Cristo, esortando alla comunione frequente e quotidiana, e invitando i fanciulli a cibarsi del pane eucaristico fin dai loro teneri anni. Entrambi questi papi indicono Congressi Eucaristici e inviano Legati a presiederli in loro nome. Notate il carattere di questi Congressi: sono manifestazioni solenni di fede nel soprannaturale, nel dogma centrale della Teologia Cattolica, nella divinità di G. C e nella sua presenza reale in mezzo alla sua Chiesa, fatte da cattolici di tutto il mondo.

E la divozione alla Vergine procede di pari passo. Lourdes colle sue tre basiliche, che tre Papi. hanno incoraggiato e benedetto (lo attestano i tre medaglioni di Pio IX, di Leone XIII, di Pio X scolpiti sulle loro facciate), attira le folle da ogni parte del mondo. Ma non dimentichiamo, ricordando le meraviglie di Lourdes, che il soprannaturale si manifesta dinanzi alla rocca di Massabielle più che nelle guarigioni dei corpi nelle conversioni delle anime e nei solenni atti di fede in Gesù Sacramentato durante le processioni Eucaristiche. E come a Lourdes, così nei numerosi Santuari Mariani di cui è popolata l'Europa, così nel nostro Santuario di Maria Ausiliatrice, con la divozione alla Madonna fiorisce quella inscindibile a Gesù Sacramentato.

Tra gli stessi protestanti (1), il loro ravvicinamento a Roma è caratterizzato da un ritorno umile alla credenza nella presenza reale di Gesù nell'Eucaristia e alla divozione verso Maria.

L'Eucaristia e la Vergine Ausiliatrice sono e saranno sempre le due colonne, a cui si appoggerà la Chiesa per continuare in mezzo ai secoli la vittoriosa lotta contro le potenze infernali: contro queste colonne le porte dell'inferno giammai prevarranno.

(1) Recentemente gli anglicani hanno riedificato tiri celebre santuario della Vergine che era stato abbattuto in seguito alla riforma protestante. I pellegrinaggi organizzati nell'occasione della riapertura del santuario hanno sollevato proteste e discussioni in ogni parte dell'Inghilterra. È interessante notare che la lapide, commemorativa della riapertura del santuario, porta vicino alla data, le parole significative regnante Pio XI. Dove si vuole bene alla Madonna, si vuole anche bene al Papa.

Il Rettor Maggiore, dopo la sua elezione.

Fatti e notizie, riguardanti il nuovo Rettor Maggiore, che non poterono essere pubblicati nell'ultimo numero del Bollettino, ben meritano di entrare in questo a informazione dei nostri ottimi Cooperatori.

Anzitutto pubblichiamo due stupende lettere pervenute al Sig. D. Ricaldone alla vigilia della sua elezione, lettere che lette al Consiglio Generale suscitarono sentimenti di viva riconoscenza in tutti i rappresentanti che si accingevano a compiere l'atto più importante per il bene della nostra Società.

SEGRETERIA DI STATO DI SUA SANTITÀ N. 111.626.

Dal Vaticano, 11 maggio 1932.

Rev.mo Signore,

Sono lieto di rendermi interprete dei sentimenti del Santo Padre nel rispondere alla domanda ch'Ella a Lui umiliava per ottenere su cotesto Capitolo Generale, riunito per l'elezione del nuovo Rettor Maggiore della, Pia Società Salesiana, la Benedizione Apostolica del Vicario di Gesù Cristo.

Sua Santità infatti ben volentieri annuisce al filiale desiderio: e ben sapendo presso quante anime in mezzo a quali opere codesta Famiglia religiosa ha cura dei supremi interessi della Chiesa, di cuore auspica che una particolare assistenza divina ispiri e protegga in questo delicato momento la Pia Società, affinchè nello spirito del Santo, al quale s'intitola, e dietro gli esempi del Beato Fondatore, che la assiste dal Cielo, possa proseguire fedelmente e alacremente nella sua larga e provvida attività.

A conferma di questi voti Sua Santità invia quindi la implorata Apostolica Benedizione propiziatrice di celesti lumi e favori.

Con segni di sincera stima mi confermo

Della S. V. Rev.ma   aff.mo nel Signore

E. Card. PACELLI.

Roma, 14 maggio 1932.

Rev.mo D. Pietro Ricaldone, prossima la riunione del Capitolo Generale per eleggere il nuovo Rettore della Pia Società di S. Francesco di Sales in sostituzione del non mai abbastanza compianto Don Rinaldi. Essendo io Cardinale Protettore della Pia Società ed avendo personalmente conosciuto non solamente il compianto Don Rinaldi, ma lo stesso fondatore, il Beato Don Bosco, che sarà dichiarato santo in un prossimo avvenire, non posso lasciar passare questa grande circostanza senza indirizzare al Capitolo Generale una parola benedicente ed animatrice. Il giorno 16 io applicherò la Santa Messa pregando il Signore affinchè l'attuale Capitolo Generale compia il suo mandato, come lo hanno compiuto i precedenti Capitoli, eleggendo un Superiore che sia un degno figlio e successore del Beato Don Bosco; sarà questo sicura garanzia che il meraviglioso sviluppo che la Pia Società ha avuto finora per la dottrina, santità, zelo apostolico dei suoi membri, non solamente non si arresterà, ma avrà sempre maggiore incremento. Frattanto invio la migliore delle mie benedizioni a tutti e singoli i membri di cotesto Capitolo Generale.

PIETRO Card. GASPARRI.

La prima visita del Rettor Maggiore a Roma.

Chiuso il Capitolo Generale, il Sig. Don Ricaldone, accompagnato dal Sig. D. Antonio Candela, partì per Roma. Il 31 maggio si portava nella Città del Vaticano per rendere ossequio, al Pontefice Pio XI, che lo riceveva in udienza privata nella sua biblioteca intrattenendolo in lungo e cordiale colloquio per circa 40 minuti. Il Papa s'informò dell'andamento della Società, si congratulò con Don Ricaldone per la sua nomina augurandogli propizia l'assistenza divina per il buon esito della sua missione e benedicendo in lui confratelli, Figlie di M. A., Cooperatori, ex-allievi ed alunni.

Dopo l'udienza il Sig. D. Ricaldone si è recato a far visita al Card. Pacelli, Segretario di Stato, al Card. Gasparri, Protettore della Società e agli altri Eminentissimi residenti in Roma. Ebbe pure occasione di incontrarsi con il Preposto Generale dei Padri Gesuiti e con Superiori di altri Ordini Religiosi.

Il 1° giugno il Rettor Maggiore, accompagnato dal Procuratore Generale D. Tomassetti e da D. Antonio Candela del Capitolo Superiore, faceva visita al nostro Sovrano in Quirinale. S. M. il Re lo intrattenne cordialmente, interessandosi dello sviluppo delle Opere Salesiane e facendo i migliori auguri per l'avvenire della Istituzione di Don Bosco.

Il 7 maggio, nel pomeriggio, Don Ricaldone interveniva all'imponente riunione delle Patronesse delle Opere Salesiane nella cappella delle Nobili Oblate di Tor de' Specchi.

Presiedeva la riunione l'Eminentissimo Cardinale Pietro Gasparri cui facevano corona S. E. Mons. Carlo Chiarlo, Arcivescovo tit. di Amida e Nunzio Internunzio dell'America Centrale, il Rev.mo don Tomassetti, Procuratore; don Festini, Ispettore; don Candela del Capitolo Superiore.

L'adunanza fu aperta dal direttore del « Pio XI » don Rotolo, il quale disse poche parole non di presentazione, chè il nuovo Rettor Maggiore non aveva bisogno di essere presentato, ma piuttosto di compiacimento perchè la promessa fatta nella precedente adunanza del 17 aprile ora si realizzava nella comune letizia dei cuori.

Tenne quindi il discorso, tutto soffuso di cari ricordi, di opportuni richiami, di dolcissima bontà paterna il signor don Ricaldone il quale dopo uno sguardo all'Opera Salesiana nel mondo e alla non fissata vastità dei bisogni delle anime da condurre e da ricondurre a Cristo, ricordava come nel 1878, quando il Beato don Bosco riuniva i primi Cooperatori, non avesse che poche case aperte; oggi esse sono oltre milleduecento. Questo sviluppo consolante notava a loro stimolo e conforto: eredi di quella prima conferenza dei Cooperatori, oggi si trovano di fronte ad una messe che dice i frutti che ha dato la loro carità. Compiacendosi che si fossero proposte di aiutare particolarmente le Opere Salesiane di Roma, ricordò la predilezione di don Bosco per Roma. Stando egli sul letto di morte, quando volle lasciare una eredità, altro non seppe lasciare che: rispetto, amore, venerazione, per il Vicario di Cristo. Perciò egli era commosso nel vedere che tanti vogliono sviluppare le opere di don Bosco qui sotto agli occhi del Vicario di Cristo che ha dimostrato per l'Opera Salesiana tanta paterna benevolenza; e si compiaceva che particolari attenzioni si avessero per quell'e Istituto Pio XI » che sta tanto a cuore e che già tanto promette fino dai suoi inizi. Visitandolo e trovandosi in mezzo ai poveri figli del popolo dell'Oratorio Festivo annessovi, gli era sembrato di essere in mezzo ai birichini di don Bosco dei primi tempi dell'Oratorio.

Raccomandava poi la carità dell'Apostolato.

Ciascuno cerchi di concorrere coi suoi mezzi per redimere le anime: ognuno dia quello che può: chè le opere del Signore, si fanno con la collaborazione di tutti. Tutte le fortune e tutte le persone sono utili: quello che importa è la fiamma della carità con l'aiuto di Maria Ausiliatrice. Sono tempi difficili. Tutti lamentano la crisi: la Provvidenza non è mai in crisi. Termina ringraziando e invocando su tutti le celesti benedizioni.

Dopo il discorso del Rettor Maggiore, fu impartita la benedizione col SS.mo Sacramento. Durante la bella suggestiva cerimonia la Schola cantorum del « Pio XI » eseguì uno scelto programma di musica sacra.

Il venerato Superiore dopo aver visitato rapidamente le case salesiane di Roma e dei dintorni ha fatto ritorno a Torino.

Nuovi Membri del Capitolo Superiore.

Il nuovo Rettor Maggiore ha prescelto a Prefetto Generale il Sac. PIETRo BERRUTI, già ispettore nel Cile; a succedere al compianto Don Giuseppe Vespignani come Consigliere Professionale ha nominato il Sac. ANTONIO CANDELA, già Consigliere Capitolare; ed al posto rimasto vacante ha scelto il Sac. GIoRGIo SERIÈ, già ispettore nell'Argentina.

Ai novelli Superiori Capitolari auguri vivissimi.

Ai Cooperatori il fascino del Beato Don Bosco è stimolo a migliorarsi, a elevarsi, a santificarsi nell'atto stesso di aiutarne la multanime opera. I Cooperatori danno: ma è molto quello che ricevono di ritorno in valori spirituali. L'essere Cooperatori coscienti è una via, un rettifilo verso la santità: e la santità non è un lusso, è un dovere.

(Mons. Giov. CAVIGIOLI, nel discorso tenuto ai Cooperatori novaresi; gennaio 1932).

La tomba del Beato Don Bosco cambiata in altare

I mille e mille pellegrini che si recavano a Valsalice, dal 1888, prostrandosi davanti a una tomba, avevano vivo il presentimento che essa si sarebbe presto cambiata in altare.

Dal 20 maggio passato, il voto universale è diventato realtà. Il nuovo Rettor Maggiore, Don Ricaldone, circondato dai RR.mi Ispettori e Delegati delle Case Salesiane del mondo, alla presenza dei 18o liceisti, benediceva il nuovo altare e i nuovi mosaici.

La cappella - ben distinta da quella della « Pietà » che sorge nel piano superiore -- ricorda quegli arcosolii che si ammirano nelle catacombe. Dove fu la salma del Beato, s'apre un vano, con volta longitudinale, altare di marmo con sotto le figure dei quattro evangelisti, una reliquia. Davanti, sotto l'arco, una cancellata di ferro divide la cappella dall'antistante piano che dà nel cortile e nel terrazzo. Le pareti della cripta splendono di mosaici, eseguiti dallo Studio del Mosaico della Reverenda Fabbrica di S. Pietro - Vaticano - su disegni del pittore torinese Chiapasco. Eseguiti a Roma, vennero messi in opera da operai venuti dalla capitale, con laboriosa e diligente cura.

Il lavoro è bello di luci che scintillano, di colori che cantano e dànno risalto ai motivi ornamentali che corrono sull'arco e fanno magnifica la volta.

Sul frontone è scritto che là per 41 anni riposarono le ossa del Beato Don Bosco; ai lati della cripta, vicino a quel bassorilievo che stava davanti alla salma nella vecchia tomba, due motti, tolti dall'Apocalisse, dicono che il Beato fu morto e che ora è vivente.

Un sapiente dispositivo di lampade nascoste, dà risalto, di notte, a tutte le meraviglie che splendono nel mosaico, non fatto comunque, ma eseguito con quel senso arcaico che, da vicino, può sembrare dovuto a imperizia, mentre da lontano e nell'insieme è di un effetto che strappa lodi ai moltissimi che vi accorrono.

Dopo la benedizione della cappella, il novello Rettor Maggiore parlò con sapienti accenni a quel morire quotidiano a se stesso che fu la caratteristica di Don Bosco, per amor di Dio e delle anime. A quel rinnegamento di sè tenne dietro un vivere che tramuta ora la tomba in altare. Ai convenuti, Salesiani e giovani, il venerato superiore lasciò come programma questo morire che si risolve nel vero vivere. Seguì la benedizione Eucaristica e poi un solenne ricevimento, con lieti canti e belle parole di un allievo della terza liceale che porgeva ossequii e faceva promesse a nome di tutti gli allievi, fratelli nel Beato Padre. Il superiore rispose dicendo che quei giovani rappresentavano degnamente tutti gli allievi salesiani, e accettava la sfida da loro lanciata e l'affidava agli Ispettori e Delegati: - chi vincerà la gara nell'amare Maria Ausiliatrice e il Beato Don Bosco e nel trarre il più gran profitto dall'educazione, per la gloria della Chiesa e della Patria?

Simpatico interesse presero i molti Salesiani stranieri, alle Associazioni Giovanili di Azione Cattolica e alla Conferenza di S. Vincenzo de' Paoli che fioriscono numerose e operose, fra i liceisti. Essi presero dati e stampati, con l'intenzione di portare in lontani paesi il buon seme di quell'Azione Cattolica che è nei desideri del Papa e che risponde ai bisogni più urgenti della crisi che travaglia il mondo.

* *

Il Rettor Maggiore fu fatto bersaglio a ripetute fotografie, da parte dei giovani liceisti. Una di esse, qui riprodotta, lo rappresenta in mezzo ai ridenti volti, con lo sfondo fiorito e arioso dei colli di Valsalice.

Lettera di Don Giulivo ai giovani.

Carissimi,

Sono giunte le vacanze! Viva le vancanze!

Eccoci alcuni ricordi che appunto in tale ricorrenza soleva da;, il Beato Don Bosco.

« In ogni tempo fuggite i cattivi libri, i cattivi compagni e i cattivi discorsi. Fuggite l'ozio: occupatevi in svariate cose di studio, lavoro e ricreazione. Nulla dies sine linea, ne voraris a tinea. Nessun giorno senza applicazione, perché non v'intacchi il tarlo roditore.

Frequentemente accostatevi ai Santi Sacramenti della Confessione e Comunione.

Ogni giorno festivo ascoltate la parola di Dio e assistete alle altre sacre funzioni.

Mattino e sera recitate devotament le preghiere.

Ogni mattina fate una breve meditazione su qualche verità di Fede ».

Carissimi, accogliete cordialmente questi preziosi ricordi e metteteli in pratica; ne trarrete molto profitto. Il Beato Don Bosco vi sorrida dal Cielo e vi benedica.

Buone vacanze! Addio.   Affezionatissimo

Don GiuLIvo.

Un'Opera stupenda.

Un'Opera stupenda quella delle SEI MESSE celebrate OGNI GIORNO nella Basilica del Sacro Cuore a Roma. SEI MEssE celebrate secondo l'intenzione dei fedeli per le anime loro o per le anime dei loro defunti, per le anime care e per quelle che corrono speciali pericoli.

SEI MEssE quotidiane, assicurate a tutti coloro che, mediante l'umile offerta di L. UNA a testa, si fanno iscrivere alla PIA OPERA DEL SACRO CUORE Di GEsù, fondata per l'educazione della gioventù povera e abbandonata.

Il Cinquantenario della Consacrazione della chiesa di S. Giovanni Evangelista in Torino

La seconda chiesa di Don Bosco, il San Giovannino, come la chiamano a Torino, tocca il suo cinquantesimo anno di vita. Là dove nel 1847 s'era aperto l'Oratorio di S. Luigi, detto di Porta Nuova, con una rimessa adattata a cappella, il Beato aveva pensato fin dal 1869 di erigere una chiesa da intitolarsi a S. Giovanni Evangelista, il Santo patrono del Pontefice amico e benefattore Pio IX, a difesa della fede insidiata dalla propaganda protestante che colà presso aveva il suo focolaio, e ad incremento della pietà in un quartiere allora periferico e perciò trascurato. E nel 187o n'aveva affidato il disegno all'Arch. Conte Edoardo Mella, e cominciava a ricercare i mezzi. Si conservano ancora i poveri foglietti su cui dal '7o in là egli veniva segnando le oblazioni, tenui o vistose, senza distinzione. Tra difficoltà legali e noie d'altro genere molte e gravi, si venne all'esecuzione. Le quattro prime annate del Bollettino Salesiano sono assiduamente occupate in questa cura, e vi compaiono fin dal 1878 i disegni della Chiesa e del futuro annesso Istituto. Ma il lavoro procedette, secondo lo stile di Don Bosco, rapidissimo. Il 14 agosto '78 si collocava la prima pietra: il 25 aprile '82 Si allogava la superba statua di Pio IX, e il 28 ottobre 1882 Mons. Lorenzo Gastaldi, Arcivescovo di Torino, consacrava la chiesa, finita, decorata, arredata di tutto punto e il Beato Don Bosco vi celebrava pel primo la S. Messa. E la città ebbe un monumento di più, «che al di fuori piace a molti, e dentro piace a tutti ». Don Bosco aveva voluto anche la bellissima cappella sottochiesa per il suo Oratorio di S. Luigi, che ancora rimane, e la casa adiacente, aperta nell'84 per l'educazione della gioventù: un'opera salesiana completa.

Il Cinquantenario si è celebrato dal 2 al 5 giugno u. S. solennizzandosi insieme la festa del Beato Fondatore. Con un'affluenza di popolo, ch'è poco dire straordinaria, predicò il triduo il P. Michele Favero barnabita, trattando mirabilmente con profonda dottrina e divota pietà e con piena minuta conoscenza della storia e dello spirito di Don Bosco, della provvidenzialità, del metodo educativo, dell'apostolato cattolico, dello spirito sacerdotale del Beato, suscitatore della chiesa, dove da cinquant'anni si lavora « a difesa della fede, ad incremento della pietà » come diceva l'epigrafe collocata all'ingresso.

Splendidissime riuscirono le funzioni del 5 giugno nella chiesa riccamente adobbata, dove campeggiava in un trionfo di luci la figura del Beato nella gloria. Le comunioni che, durante il triduo si erano moltiplicate come in altrettante solennità, nel giorno della festa giunsero a parecchie migliaia. Celebrò la Messa della Comunione generale il Rev.mo Sig. D. Bartolomeo Fascie in rappresentanza del Rettor Maggiore, che in quel giorno era a Roma per la visita al Santo Padre. Pontificò alla Messa solenne e alla funzione vespertina S. E. Mons. Manuel Gomez de Oliveira, salesiano, vescovo di Goyaz (Brasile), assistito dagli Ispettori Salesiani della California, del Brasile, della Patagonia, e dal gruppo dei salesiani brasiliani della Crocetta e dell'Oratorio. La Schola cantorum del Collegio S. Giov. Evang. eseguì più che felicemente, accompagnata all'organo dal M° Cav. Mattey, la molta musica composta espressamente dal suo M° D. Pagella; tra cui la Missa S. Iohannis Evangelistae a voci dispari, il poderoso Exultate

Deo, il Quam metuendus, l'Ecce Sacerdos magnus.

In fine d'ogni funzione del triduo e della festa, i giovanetti intonavano, cara sorpresa del pubblico, l'Inno Salesiano, che talvolta il buon popolo accompagnava.

Tra questo popolo di devoti di Don Bosco si fecero presenti con più viva consolazione non poche persone che avevano veduto Don Bosco in quel giorno, e, per una cara coincidenza, parecchi salesiani della casa, a cominciar dal Direttore, Rettore D. Alessandro Luchelli, avevano partecipato alla consacrazione della chiesa. Anche il Sen. Conte Eugenio Rebaudengo, l'insigne benefattore dell'Opera Salesiana, volle trovarsi presente alla celebrazione cinquantenaria per continuare l'interessamento che lo suocero suo, il Barone Ceriana, aveva mostrato per questa chiesa, facendo da padrino alla posa della prima pietra e alle inaugurazioni successive.

INTORNO AL BEATO DON BOSCO

Omaggi degli oratori.

Don Bosco ha un culto ben radicato nell'animo dei giovanetti oratoriani. Ecco tre belle fotografie a dimostrarlo.

L'Oratorio di Napoli (Vomero) celebrò la festa il 5 maggio: centinaia di giovani presero parte al triduo di preparazione predicato da Don Folchitto, e il giorno della solennità gremirono l'ampia chiesa parrocchiale del S. Cuore per la messa della Comunione generale. Questo edificante spettacolo, di 400 e più giovani ai piedi di Gesù, è già la quarta volta che si ripete nel corso dell'anno. Ora è avvenuto per il Beato D. Bosco, il quale dal cielo avrà goduto dell'omaggio devoto tributatogli dai 15o ascritti all'Associazione che da lui prende nome, dai 12o della Compagnia del Sacramento, dagli 8o di quella di S. Luigi e dai 20o e più ascritti alla Compagnia Savio Domenico.

La giornata trascorse in santa letizia, rallegrata da ameni divertimenti, e gli amici e benefattori dell'Oratorio parteciparono alla gioia esuberante di tanta gioventù, soddisfatti anch'essi di aver cooperato ad un'opera, la più opportuna e fruttuosa per i giovinetti napoletani.

L'Oratorio di Messina (Giostra) ha preso un consolante sviluppo dopo l'inaugurazione della nuova Chiesa Parrocchia di S. Leonardo.

L'affluenza dei giovani al 3° Oratorio festivo, che i figli di Don Bosco hanno aperto in Messina, assume proporzioni inverosimili, così da dare, in certi giorni, l'impressione d'un alveare umano. Eppure questi buoni giovanetti non trovano ancora un ambiente adatto per la ricreazione e per le loro riunioni. Ci consola però la speranzaa di veder presto sorgere ampii e moderni locali per il nuovo Oratorio, che Sua Em. Mons. Angelo Paino, apostolo munifico e geniale della nuova Messina, ha promesso. L'Ecc.mo Arcivescovo ha fatto anzi qualche cosa di più, che rivela il suo gran cuore sacerdotale: ha messo ben cinque posti gratuiti del Seminario Diocesano a disposizione di altrettanti giovanetti dell'Oratorio di Giostra, che manifestassero vocazione allo stato ecclesiastico.

Auguriamoci di salutare presto il giorno, in cui l'opera benefica, attrezzata definitivamente per la sua salutare missione, sia monumento perenne di benedizione per l'infaticabile Benefattore, e palestra di virtù e di formazione cristiana a tanta gioventù abbandonata.

L'Oratorio S. Cuore di Tunisi ha festeggiato il B. Don Bosco il 12 giugno con insolita animazione. L'Ispettore Salesiano delle Case dell'Africa del Nord volle trovarsi fra quei cari birichini, e ne restò assai commosso per lo spirito di devozione di cui li vide animati e per la gioconda allegria che regna fra essi. La giornata fu tutta un programma, dalla Comunione generale alla colazione offerta dal Direttore Don Napione, ai divertimenti del pomeriggio e alla accademia della sera seguita da briose recite della compagnia filodrammatica. Oltre l'Ispettore Salesiano P. Prin assistettero alla festa Mons. Forconi, Mons. Patiniot, il Vicario Duvez, P. Vullo e tanti ottimi benefattori dell'Oratorio.

Un'accademia in Seminario.

Una bella iniziativa hanno preso i Cooperatori Salesiani seminaristi del Seminario Arcivescovile di Messina - Camerata S. Alberto - e fu di solennizzare il 28 aprile la chiusura della novena del Beato Don Bosco con una simpatica accademia. Dal discorso d'introduzione alle parole di chiusura, al canto degli inni, tutto sgorgò spontaneo dal cuore dei buoni seminaristi e tutto si svolse in un'atmosfera di santa letizia. Voglia il Beato Don Bosco proteggere e benedire dal cielo i giovani leviti che l'hanno così bene onorato, e ottenere loro uno zelo grande come il suo per svolgere a suo tempo con frutto la loro missione sacerdotale.

Prima visita ufficiale del Rappresentante del Governo Italiano a Fortin Mercedes.

Il Ten. Col. Cesare Afeltra, Vice-Console d'Italia in Bahía Bianca ha fatto (25 aprile) la prima visita ufficiale all'Istituto di Maria Ausiliatrice, sulle sponde del Rio Colorado a Fortin Mercedes.

L'illustre visitatore, accompagnato dal Direttore Salesiano dell'Istituto «La Piedad » di Bahía, fu ricevuto alla stazione ferroviaria « Pedro Luro » dal Direttore locale che in automobile lo condusse al Collegio di Fortin Mercedes, dove fu accolto colla più viva simpatia dagli alunni interni, dai Chierici Salesiani novizi e studenti e dai loro Superiori. E applausi frenetici lo accompagnarono mentre prendeva posto su un palco fra il tricolore italiano e la bandiera argentina.

Il Direttore presentò con ardente parola l'illustre ospite e diede rilievo alle virtù civili e militari del Ten. Col. Afeltra che gli meritarono nella campagna libica e nella ultima guerra tre medaglie d'argento al valore. Dopo il canto del coro del Nabucco « Va pensiero », un chierico declamò in onore del Rappresentante d'Italia due sonetti acrostici offrendone copia su artistica pergamena, e un alunno gli porse a nome dei compagni il caldo saluto e l'ammirazione per il popolo italiano, da lui rappresentato, popolo « di forti energie fisiche e intellettuali, che incarna sì bene la vetusta e gloriosa razza latina »; e ringraziò dell'ambita visita anche a nome di Don Bosco che primo rivolse a « quelle terre il suo sguardo, inviandovi i suoi figli per conservare nella fede cattolica e nell'attaccamento all'Italia i fratelli emigrati nell'Argentina, fatta per essi nuova e ubertosa patria di adozione ».

Cessata l'ovazione, sorse a parlare il Vice Console per dire la sua alta simpatia all'Opera Salesiana. L'oratore accennò ai due sogni di Don Bosco da cui ebbero inizio l'opera e le missioni salesiane; il sogno all'età dei 9 anni e quello in cui il Beato vide le sconosciute tribù selvagge placate e fatte civili dalle schiere dei suoi figli; e sciolse un inno alla memoria del Card. Giovanni Cagliero che dava principio all'opera di redenzione di quelle terre, e i cui frutti il lungo lavorìo del tempo non varrà a cancellare giammai.

«Gli storici, ricordando le glorie delle terre americane, non potranno dimenticare l'azione di bene e di civiltà svolta dai figli del Beato Don Bosco, che contribuirono efficacemente a rendere civili, nobili e gloriose ognor più le oggi grandi nazioni americane ».

Dal lavoro fruttuoso dei figli, l'oratore risale al Fondatore per esaltarne la sua tenace volontà, il cuore generoso e intrepido, la visione lungimirante - doti indiscusse della romanità che fece sentire al mondo l'ascendente della razza italica - da Romolo al Duce Mussolini.

Esortava quindi i presenti, le future schiere di intrepidi lavoratori e continuatori dell'opera, e prepararsi bene con lo studio per far sempre brillare in quelle terre il nome d'Italia.

Ringraziava ripetutamente e con gran cuore di tutte le dimostrazioni di simpatia e attaccamento dichiarandosi desideroso d'incontrarsi altre volte in quell'ambiente di famiglia che tanto sollievo dava al cuore, e terminava il suo dire in mezzo a un subbisso di fragorosissimi applausi. Venne per ultimo cantato l'inno a Don Bosco, mentre il Vice-Console, accerchiato dai giovani Chierici, partecipava a una familiarissima ed affabile conversazione.

Il restante della giornata veniva impiegato nella visita dell'Istituto, cominciando dal santuario: l'illustre ospite s'inginocchiò sull'inginocchiatoio innanzi all'altar maggiore per una divota preghiera, indi visitava minutamente il bel tempio che nella sua armonia semplice ed efficace rivela il buon gusto italiano, essendone italiani i suoi artefici, dall'Ingegnere Sac. Ernesto Vespignani al costruttore della Chiesa Sig. Patriarca e del campanile Sig. Brizzola, ai valenti artisti decoratori Sig. Mattia Abossetti e Sig. Giovanni Rampa. Di pregio singolare l'altar maggiore in ricchi marmi policromi, disegnato dall'ingegnere italiano Banchini ed eseguito dalla ditta Raimondo Rossi, dono munifico del Comm. Uff. Giovanni Antonio Canessa e consorte Maria Arbucco in Canessa, e che racchiude nell'ampio frontale il quadro della Vergine Ausiliatrice, opera del noto pittore italiano Rollini, quadro benedetto e donato alla Missione della Patagonia dal medesimo D. Bosco.

Adornano stupendamente l'artistica e bella vólta sette grandi quadri rappresentanti i fatti più salienti della vita della B. Vergine, opera pregevolissima del Prof. Pittore Carlo Thermignon di Torino, membro dell'Accademia. Nelle cappelle laterali ammirarsi altri bellissimi quadri opera dello stesso Professore, del quale pure prossimamente saranno collocati sulle pareti laterali del Presbiterio due grandissimi dipinti, rappresentanti l'uno Don Bosco in atto di distribuire la Comunione ai suoi birichini e l'altro il sogno di Don Bosco sulle Missioni della Patagonia.

Anche gli altri ambienti ebbero l'onore di una visita diligente: specialmente il Museo Regionale della Patagonia con l'abbondante materiale geologico, paleontologico, della fauna e della flora, il gabinetto di Fisica e Chimica completissimo, in gran parte dono munifico di S. E. il Primo Ministro d'Italia On. Mussolini che volle così dare un segno della sua benevolenza e approvazione all'Opera svolta dai figli di Don Bosco in quelle regioni. Per ultimo visitò l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Ossequiato dai Superiori e salutato più volte da nuovi e fragorosi applausi, il Vice-Console abbandonava il Collegio per rientrare nella sue sede di Bahía Bianca, lasciando nel cuore di tutti le più belle e profonde impressioni.

Come ricordo della visita scrisse nel Libro d'Oro del Collegio: « Con la mia ammirazione tutta la simpatia per la Missione Salesiana, fulgida gemma del cattolicesimo, dal cuore tenace di un italianissimo creata per la pace e la civiltà. Alla vigilia del 30 anno della festa della beatificazione di Don Bosco. 25 Aprile 1932 - X ».

Dall'Assam.

Don S. Ferrando scrive da Shillong:

In tutti i missionari è il proposito di celebrare con solenni festeggiamenti il primo decennio dell'arrivo dei Salesiani in Assam (13 gennaio 1922).

La stagione asciutta, che comincia coll'ottobre, è il tempo più propizio per l'apostolato missionario. Nei grandi centri e nelle più umili stazioni si pensa subito a celebrare la festa del Corpus Domini con la relativa processione: è la festa di rassegna delle forze cattoliche delle varie residenze e fa sempre sentire la sua benefica influenza sui pagani scuotendoli ed attraendoli alla fede. Cita l'ultima svoltasi a Gauhati - la roccaforte dell'Hinduismo - che piegò l'opinione pubblica in favore della Chiesa Cattolica.

Dà poi notizie di Jowaj i cui 6000 abitanti sono appartenenti a sei sétte diverse protestanti che fanno una propaganda a suon di tromba; con essi i missionari sostengono con successo una lotta accanita. Riferisce la similitudine, recata da un maestro in un congresso, per dipingere i protestanti; « Essi, diss'egli, somigliano ai tre ciechi della favola che furono condotti vicino ad un elefante. Uno disse che l'elefante era una colonna, l'altro che era un muro, e il terzo che era un tubo. Ciascuno riferì la sua impressione dalla parte che aveva toccato dell'animale, cioè le gambe, il corpo e la proboscide. Così sono i protestanti: giudicano la Chiesa Cattolica secondo i rispettivi e ristretti puliti di vista. Ma sono dei poveri ciechi... ».

Ogni anno nel giorno di S. Stefano si raccolgono in agape fraterna nel prato della nostra scuola di Shillong i cristiani dei vari distretti: l'ultima riunione fu particolarmente numerosa (circa 3000 persone) e fu inaugurata colla benedizione impartita da Don Tornquist.

Esercizi per Signore, Signorine, nell'Istituto delle Figlie di M. A. in NIZZA MONFERRATO

Dal 31 Agosto al 4 Settembre p. v. nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Nizza Monferrato, verrà dettato, da Sacerdoti Salesiani, un Corso di Esercizi Spirituali per Maestre, pie Signore, Signorine, Ex Allieve e Cooperatrici Salesiane.

Le Esercitande verranno alloggiate nell'Istituto in camere ariose e belle a letti con tende. La retta è fissata in Lire 30 per tutta la durata del Corso. Chi desiderasse qualche riguardo speciale, o per il vitto o per la camera, potrà averlo dietro richiesta e con relativo compenso.

Le domande per la partecipazione ai Santi Esercizi con la specifica del proprio desiderio siano rivolte alla Rev. Direttrice dell'Istituto N. S. delle Grazie - Nizza Monferrato (Alessandria), prima del 30 Agosto.

CONVEGNI DI DIRETTORI DIOCESANI E DECURIONI

Nel Veneto.

Cinque convegni ebbero luogo nel Veneto, riuscitissimi: a Schio il 25 aprile, a Verona il 26, a Venezia il 28, a Gorizia il 6 maggio, a Belluno il 10; ed hanno segnato una promettente ripresa del movimento salesiano nell'Ispettoria Veneta.

A Schio si raccolsero i Decurioni della diocesi di Vicenza con a capo Mons. Tagliaferro, arciprete, che in una interessante e pratica relazione trattò della collaborazione del Clero parrocchiale agli oratori salesiani. E a carattere di praticità furono improntati i rilievi degli altri oratori in forma di conversazione familiare.

A Verona, l'Ecc.mo Mons. Girolamo Cardinale, che l'aveva benedetto prima di partire per la Palestina, era rappresentato dal suo Vicario Generale Mons. Manzini. Il Direttore Dioc. Prof. D. Giuliano Mortari, dopo aver rivolto un pensiero al compianto Mons. Grancelli, trattò di Don Bosco e le sue opere, mettendo in rilievo il lato soprannaturale del grande educatore, additandolo come modello di sacerdote al Clero e invitando i Decurioni a ricopiarne lo zelo e l'amore per i giovani.

D. Pietro Fritz trattando della Cooperazione Salesiana disse che la migliore consiste nel diffondere lo Spirito di D. Bosco: debbono quindi i Decurioni studiare l'ascetica salesiana derivata da S. Francesco di Sales e resa più agile dal Beato. Mons. Manzini ricorda con smagliante parola D. Filippo Rinaldi chiudendo la proficua discussione.

A Venezia il convegno, indetto anche per le Diocesi di Treviso e Chioggia, fu onorato dall'intervento dell'Em.mo Card. Patriarca La Fontaine. Interessanti furono le discussioni: dopo la rievocazione della figura di D. Rinaldi fatta dal Direttore dell'Istituto Coletti, il Direttore del Patronato leone XIII trattò dell'apostolato di Don Bosco, illustrandone lo zelo multiforme e prodigioso. Mons. Saretta, arciprete di S. Donà di Piave, con una felice improvvisazione disse di D. Bosco precursore dell'Azione Cattolica. L'Em.mo Cardinale Patriarca con la sua parola incitatrice e con la sua benedizione chiuse il convegno: « Siamo tutti - egli disse -tenuti a seguire le mire della Provvidenza. Il B. Don Bosco fu suscitato da Dio per salvare la società educando la gioventù. È doveroso e necessario seguirlo. Stringiamoci intorno a Don Bosco, santo provvidenziale: siamo veri Cooperatori e col Beato e coi suoi figli cooperiamo alla difesa della religione e alla salvezza della società».

A Gorizia il convegno, svoltosi all'Istituto Salesiano S. Luigi, ebbe carattere di familiare cordialità e fu presieduto dal Rev.mo Amministratore Apostolico Mons. Giov. Sirotti.

Nell'adunanza, dopo breve commemorazione del compianto don Rinaldi, tenuta dall'Ispettore, e una relazione dell'ultimo convegno, esposta dal Direttore del Convitto S. Luigi, prese la parola Don Trione, trattando dell'importanza dell'organizzazione dei Cooperatori Salesiani, e del modo efficace di concretarla.

La cordiale unione di consensi, che animò la serena discussione, fu ben rilevata dalle calde espressioni, con cui il Rev.mo Amministratore chiuse la riuscita adunanza.

A Belluno, sotto la presidenza di S. E. Mons. Catarossi, Vescovo diocesano, erano rappresentate anche le diocesi di Ceneda e Feltre: 24 parroci inviarono la loro adesione spiacenti di essere impediti di intervenire da impegni di ministero.

Il Direttore D. Carpenè porse ai presenti un cordiale saluto e ringraziamento pel sacrificio impostosi intervenendo ed espresse un pensiero di riconoscenza pei decurioni defunti. Mons. Ciani commemorò Don Rinaldi mettendone in rilievo l'apostolato di carità: l'Ispettore salesiano Don Besnate porse un vivo ringraziamento per la collaborazione che i decurioni portano all'Opera Salesiana: Don Trione invitò i presenti a diffondere il Bollettino Salesiano come mezzo efficacissimo per molte opere di bene nelle parrocchie. Parlò quindi delle cura delle vocazioni e dello spirito che deve animare i Cooperatori Salesiani per un'opera attiva a bene delle singole parrocchie.

Chiuse Mons. Vescovo esortando i decurioni ad apprezzar l'Opera Salesiana mentre si augurava che i Salesiani allargassero sempre più il campo d'azione, secondo le loro forze.

Don Trione tenne poi nel teatro Sperti una conferenza sul «Beato Don Bosco e l'Italia all'estero», che il pubblico ascoltò per un'ora con intenso godimento e applaudì calorosamente.

A Cuorgné.

Il 2 giugno si raccoglievano nel Collegio « Giusto Morgando » diretto dai Salesiani i Decurioni della città e dintorni, per trattare di importanti argomenti e in modo speciale dei mezzi pratici per cui la Pia Unione dei Cooperatori può venire in aiuto alle Parrocchie nell'educazione cristiana della gioventù e nel favorire le vocazioni ecclesiastiche, religiose e missionarie. Si tenne pure l'adunanza generale delle Zelatrici e Cooperatrici, con apposita conferenza.

A Torino.

Convocati presso la Casa Madre il 9 giugno col duplice scopo di fare omaggio al Novello Rettor Maggiore Rev.mo D. Pietro Ricaldone e di studiare nuovi mezzi per una sempre più intensa cooperazione salesiana, intervennero numerosissimi e vivamente animati dal desiderio di affermare l'opera loro fiancheggiatrice dell'opera provvidenziale del Beato Don Bosco. Sul palco del teatro dell'Oratorio Salesiano artisticamente ridotto a sala splendentissima prendono posto insieme col Rettor Maggiore S. E. Rev.ma Mons. Albino Pella, vescovo di Casale Monferrato; S. E. Rev.ma Mons. Perrachon, dei missionari della Consolata; i membri del Capitolo Superiore; Mons. Mathias, Prefetto Apostolico dell'Assam; gli Ispettori Salesiani del Piemonte e altri Ispettori dell'Estero; Direttori Diocesani dei Cooperatori; il Comm. Avv. Felice Masera, per gli ex-allievi. La platea letteralmente occupata accoglieva pure una eletta rappresentanza di Figlie di Maria Ausiliatrice e di gentili Cooperatrici Salesiane. S. E. Rev.ma Mons. Filippello, vescovo d'Ivrea, fu all'ultimo momento impedito di partecipare come aveva annunziato.

Con un bellissimo canto in onore del Beato Don Bosco, eseguito dalla Polifonica dell'Istituto Teologico Internazionale sotto la direzione del M° Don Giov. Batt. Grosso, si apre il convegno. Don Fasulo, regolatore, legge una chiara relazione del convegno precedente, e ricorda che il convegno odierno è già il XXVI in Italia nell'anno 1932, ed è il primo presieduto dal Sig. D. Ricaldone, come Rettor Maggiore, e partecipa l'adesione cordiale dei Direttori e Decurioni Salesiani di ogni regione, dal Piemonte alla Sicilia, in numero di dieci mila, tutti inneggianti al Superiore degnissimo.

Mons. Bianchetta, Presidente del Collegio dei Parroci di Torino e il Parroco di Mirabello Monferrato recano un sentito omaggio al Rettor Maggiore; il primo con parole vibranti dice l'esultanza del Clero piemontese per la nomina felicissima del Sig. Don Ricaldone, e rievoca le umili origini della ormai gigantesca opera di Don Bosco, traendo i migliori auspici per un sempre maggiore sviluppo della medesima, promettendo attaccamento indefettibile e cooperazione sempre più intensa e pratica; il Rev.mo Parroco di Mirabello Monferrato, descrive con accenti di vera commozione la giornata 17 maggio 1932 che fu per il paese tutto una esplosione di gioia non mai provata, una festa solennissima, e a nome di tutta la popolazione promette aiuto di preghiere e di opere, all'illustre concittadino, 4° Successore del Beato Don Bosco.

Il Signor Don Ricaldone, tra uno scroscio di applausi fragorosi, sorge a ringraziare gli oratori e i convenuti, e invita tutti a riferire ogni merito al Beato Don Bosco, strumento fedele nelle mani della Divina Provvidenza per la prodigiosa espansione di un'opera che trova tanta messe di consensi e che realmente compie tanto bene, per grazia di Dio, in ogni parte del inondo.

Dopo un bellissimo mottetto: Da mihi ani mas.... Don Fasulo legge alcune adesioni, fra le quali applauditissima quella del Conte Senatore Rebaudengo, Presidente Generale dei Cooperatori. Giunge intanto, S. E. Rev.ma Mons. Maurilio Fossati, arcivescovo di Torino, che fa il suo ingresso nel salone acclamatissimo e ossequiato con grande cordialità.

Il Canonico Chiesa, Direttore Diocesano di Alba, relatore sul tema: « Esempi ed ammaestramenti del Beato Don Bosco », dimostra con elaborata ed esauriente argomentazione come il Beato Don Bosco abbia fatto della SS.ma Eucaristia a) il centro del suo sistema educativo; b) il mezzo principale di perfezionamento morale nei giovani; c) come abbia saputo innamorarne i giovani. Il Sig. D. Trione addita alcuni mezzi principali per coltivare le vocazioni tra i giovani: sul tema «Norme di azione Salesiana » si impegna appassionata discussione che inette in evidenza la volontà di tutti di cooperare efficacemente coll'Opera Salesiana.

S. E. l'Arcivescovo, prima che i Congressisti escano, esprime anche il suo vivissimo desiderio che il Clero si adoperi con grande zelo a coltivare le vocazioni che il Signore fa germogliare per le Diocesi, per le Congregazioni religiose, per le Missioni e impartisce a tutti la sua pastorale benedizione.

A Milano.

Al convegno di Milano (13 giugno) sono intervenuti 2oo sacerdoti della diocesi di Milano, Lodi, Pavia e Como, che hanno fatto festose dimostrazioni a S. Em. il Cardinale Schuster e al Sig. Don Ricaldone. L'adunanza fu aperta dall'Em.mo Cardinale con uno stupendo discorso nel quale egli additò in Don Bosco il salito provvidenziale che con uno spirito e un metodo nuovo lavora a fare del popolo scristianizzato dalla rivoluzione francese il populus sanctus Dei. Una falange di Salesiani sparsi in tutto il mondo, guidati. ora dal Successore di Don Bosco, Don Ricaldone, continua l'opera del Beato e noi - ha detto Sua Eminenza - non dobbiamo essere solo ammiratori, ma fedeli seguaci di tale opera e col medesimo spirito e metodo cooperare alla formazione di una nuova società tutta cristiana.

Il Cardinale lascia quindi l'Istituto dopo aver benedetto i convenuti, fatto segno a una calorosa dimostrazione d'affetto.

D. Fasulo dà relazione del consolante movimento dicendo dei sette convegni svoltisi nella Lombardia e nell'Emilia e commemora la bella figura del compianto Mons. Rigoli, prevosto di Somma Lombarda. L'adunanza seguì con crescente interesse lo svolgimento dei temi: Don Bosco e l'apostolato giovanile, trattato da Mons. Bassi, direttore diocesano di Pavia; Don Bosco e l'Eucaristia trattato da Mons. Montalbetto e Don Bosco e le vocazioni svolto dall'Ispettore e dal prof. Don Parazzini, direttore dell'Istituto; Don Bosco e le Missioni, svolto da Mons. Mathias, prefetto Apostolico dell'Assam.

Don Ricaldone ha commentato, con l'autorità di chi ha visto in opera su tutte le plaghe della terra il frutto del metodo di Don Bosco, che insegnando una pietà gioconda si ottengono i frutti più consolanti di bene da ogni popolo della terra dilatando sempre più questo Populus Sanctus Dei.

La benedizione eucaristica ha suggellato il convegno; e l'agape fraterna, offerta dalla tradizionale ospitalità salesiana, trascorsa tra lo scambio dei più fervorosi brindisi fu ancora coronata dalla parola di Don Ricaldone, che animò tutti a procedere sicuri nella santa missione.

La benedizione del Cardinale Schuster impartita all'inizio della assemblea legò i convenuti alla suprema autorità del Papa e con un telegramma spedito a Pio XI fu suggellata la giornata salesiana.

LA CROCIATA MISSIONARIA

Avvertiamo i generosi sostenitori della nostra Crociata delle Borse Missionarie che le offerte non verranno d'ora innanzi pubblicate di mese in mese sul periodico, come abbiam fatto pel passato, salvo poche eccezioni; ma ad intervalli di due o tre mesi.

BORSE COMPLETE.

82. Borsa GESÙ, GIUSEPPE e MARIA « per intercessione del Beato Don Bosco assiste temi adesso e nell'ultima agonia » - fondata dalla Sig.ra E. M., Cooperatrice Salesiana.

83. Borsa CHECCHI ACHILLE fondata dalla pia Sig.ra Assunta Ved. Checchi di Gavirate.

84. Borsa LUIZ ARELLANO DE SEQUEIRA fondata dalla pia signora omonima della Repubblica di Nicaragua.

85. Borsa NATALIA v. DE MEDIA fondata dalla pia signora omonima della Repubblica di Nicaragua.

86. Borsa BERTELLO D. GIUSEPPE

Somma precedente L. 19.000 - Faro. Temporini, 5o -- Fam. Dott. Ravasenga, 5o - Sig. Albani, 65 -- Comm. Albertoni, So - Ch. V. Beretta (raccolte fra compagni), 52 - M. G. Sacchi, 50 - Fam. Falzone, 15 - Maria Gandini, 100 - Ponzetto Anna, 25 - Iliani Marietta, 5 - Pietro Barbano, 20 Pelissero A., io - Corretto, 20 -- Pagani Domenica, io --- Guazzora Giuseppe, io - Famiglie di Convittori, 238 - D. S. Rastello, so - D. F. Pelizzaro, 5o - C. Rampini, 240 - Totale L. 20.140.

87. Borsa ANIME DEL PURGATORIO

Somma precedente L. 16.612 Colla Chiarina in suffragio dei suoi cari defunti, 1oo - N. N. (Sacrestia) a compimento della Borsa, 3300 - Totale L. 20.012.

BORSE DA COMPLETARE.

Borsa MONS. L. VERSIGLIA - Ch. Ciampi Alberto, 20 - E. M. S. (Lugano), 2oo - De Antoni Aurelia, 25 - Ing. Giandomenico Larcher, 200 Anna Maria Ler Marini, 5 -- R. D. Mauro Di Giovanni, 500 - Maria Mezza in ringraziamento, 5 C. G. secondo sua intenzione, 83,-50 - Vedani Maria e Cecilia, So - Avv. Angelo D'Alessandri, ioo - Can. Michele Curatolo, 50 - Sr. M. Giuseppina Galassi, io - Sac. Dott. Domenico Occelli, 20 - Brigando Carlo (versate per la borsa In te Domine speravi), 20 - Crosazzo Augusto (per la borsa D. Nai), 5o - Totale 1,. 16.976.

Borsa Ing. DOMENICO ALIQUO - Versamento del 4 marzo, 1000 - Totale L. 3000.

5 Borsa ANIME DEL PURGATORIO (2a) - Zanchi Elisabetta, 1000 - Stranieri Valentina a suffragio del marito, io - Maria Musitelli Locatelli, 5 - Maria Vittoria -Chiora, 5 - Teresa Parietti, 37,30 - Luisa Marenghi in ringraziamento per Enrico Rossini, 6oo - Gandino Caterina, 5o - Oliva Gilmozzi, 200 - N. N. (in cartelle), 1000 - Bruno Ines, io - Mincotto Maria, - Arame Teresa, 20 - N. N., 30 - Totale L. 2972, 30.

Borsa BEATO DON BOSCO (16a) - Bonfatti Rinaldo, 5 . Teresa Bruzzetti, 5o -- G. Pannelli Bianchetti, 618, 5o - Gottifredi Marta, 5 -Maria Fighetti, 3,50- Anna Figini, io Giudici Maria, 20 - Fabris Teresa De Marchi, 5o - Rocca Giovannina, ioo - Sorella Assunta Rocca, So - Olga Signorotti, 5 - Ghellini Carolina, io - Ferrari Maria, io - D. Umberto Poggi, io - L. M. D., 1000 - Bisognetti Teresa, 5o - Scorcioni Giuseppe, 5o - Ferrero Margherita, ioo - Ferretti Colombano, io - Giuseppina Bianchetti, 5o - Tomasina Teresa, 10 - Barbero Carolina, 5 - Pal Augusto, 5 - Pellosio Matilde, 5o - Gino Giuseppina, 5 - Bruno Ermelinda, io - Triulzi Rocco, io - Maria Balbo, io - Arame Teresa, 40 - T. R., 5 - Garelli Maria, 25 - N. N., 5o - Poglione Francesco, 25 - Totale L. 10.88o,85.

Borsa B. D: BOSCO (Orat. Valsalice) - Vincenzo Botto, 20 - Totale L. 1670.

Borsa D. BELTRAMI di Borgomanero --- Somma ricevuta, 6ooo - Zanetta Filippo, io -- Famiglia De Agostini, io - N. N., 25 - N. N., 20 - Totale L. 6o65.

Borsa BORGATELLO D. MAGGIORINO --N. N., 30 - Mascherpa Angela, io Covino Lina, 5o - N. N. (Fortezza), 50 Tre sorelle, io - Totale L. 15.324,65.

Borsa CARD. G. CAGLIERO (3 a) - Giulio Fabris, io - Totale L. 1182,50.

Borsa MONS. E. COPPO - L. Bocca ved. Gallo, 50 - M. Bocca, 50 - Totale L. 2154.

Borsa CORTEMILIA - Famiglia Abbate, 25 -Totale L. 15.957.

Borsa MONS. G, COSTAMAGNA (2a) -- M. A., 10 - Totale L 535.

Borsa DECURIONI D'ITALIA - 13a rata, Can. Titomanlio Sabino, 25 -- Totale L. 166o.

Borsa DIVINA PROVVIDENZA - Maria De Santis Laurenzi, 40 - Maria Mambelli Mariani, 15 - M. C., 105 - Mariani Arenando, 20 - idem, 15 - N. N. (Torino), ioo - Boglione Francesco, 25 - - Totale L. 316o, 5o.

Borsa DON BOSCO EDUCATORE (2a) - Prof. Pardo Michele, 24 - Rag. Retta Guido, 25 - Una mamma, 5o - Bondino Stefano, io - Avv. Antonio Fadda, Ioo -- N. N., 100 - Totale L. 19.223.

Borsa DON BOSCO, PADRE DEGLI ORFANI - Berta Maria (Roma), 25 - Ricavo vendita libro « Ricordi d'infanzia di A. Moi », 9o - Totale L. 1077.

Borsa DON BOSCO PROTETTORE DEI GIOVANI - Teresa De Donato, 12 - G. C., I - Filomena Amalfi, 200 - Totale L. 992.

Borsa DON BOSCO, SALVATE I NOSTRI FIGLI - Angelino Marra Florio (4° versamento), 25 Rosa Corapi Polearo, Ioo - Civalleri M., io - Ida Noero, io - Totale L. 5895.50.

Borsa FRANCESIA DON G. B. (2a)-Maria Bianco, 250 - Totale L. 545.

Borsa FRASSATI PIER GIORGIO (2a) - N. N., 6o - Cecilia Rebughi, 120 - Giovanni Bottero, io - Totale L. 3310.

Borsa FRIULANA Sac Antonio Armellini, ioo - Ditta Fratelli Astori, io - Offerte varie, 54,10 - Gemma Kratter, 25 - Nigris Luigia, io - Mecchia Caterina, 5 - Offerte varie, 38 - Totale L. 6,617,10.

Borsa G. - M. - D. B. (2a) - Antonia Toneguzzo, 209 - Totale L. 5459.

Borsa GARNERO CESARE - Maria Pasino, 12 - Garnero Lucia, 25 - Totale L. 1617,80.

Borsa G. B. NEL PRESEPIO - Guidotti Viola, 45 - Totale L. 295,30.

Borsa GIRAUDI D. FEDELE - Elvira Bolla (Ronca), 50 - Basso Teresa, 5 - Prato Teresa, 5o - Adelina Marchesini, 200 - Oreste Lilli e Giovanni Adelino ex discepoli, 2000 - Totale L. 16.86o.

Borsa GUIDAZIO D. PIETRO (2a) - Rosa Guidazio, 30 - Totale L. 1045.

Borsa LAJOLO D. AGOSTINO -- Laìolo Ernesta, 30 - Totale L. 475.

Borsa MONS. L. LASAGNA - Ferrero Ernestina, 30 Baronessa Olga Gianotti Borsarelli, 5o - Ernestina Ferrero, 25,30 - Totale L. 7000,

Borsa MADONNA DELLE GRAZIE (Pinerolo) - Raccolte dal Sig. Telesforo Fava, 433 - Totale L. 3931,50.

Borsa MADONNA DI CASTELMONTE - P. M., 5o - Totale L. 1625.

Borsa MADONNA DI LORETO -Sac. Cappa Michelangelo, 1o0 - Arbuatti Riccardo, 15 - Totale L. 1881 ,o5

Borsa MAMMA MARGHERITA (2a) - Barbaro Giovannina, io - Totale L. 700.

Borsa MONS. G. MARENCO - Raccolte dal Sig. Gigi Canale, iooo - Totale L. 7743,50.

Borsa .MARIA AUSILIATRICE - Antonietta Cavinato, 70 - Calati G. B. raccolte fra i ferrovieri a favore della Borsa, 111, 50 - Famiglia Cena Pietro, 5o Avv. Francesco Palazzolo, 100 - Giuseppina Bianchetti, 50 - Maria Cavalli riconoscente a M. per mezzo del Direttor di Treviglio, 200 - Ghellini Carolina, io - Provvidenza Farmeschi, 3000 - Clara Sartorio, 30 - Antonietta Cavinato, 6o - Pittarito Clemente, 5 - Colombo Giuseppina, io - Cesare Borselli, 2S - Gina Castiglione in ringraziamento, ioo - Bisognetti Teresa, 5o. - Gino Giuseppina, 5 - A. B., 5o - Tomasina Teresa, io Bice Careta Bertola, 20 - Arame Teresa, 40 Totale L. 15.953,70.

Borsa MARTIRI GIAPPONESI - Cooperatori di Basilea, 418 - D. Carlo Prandi, 200 - idem, 50 - Totale L. 10.307,60.

Borsa MONS. P. MORGANTI - Giovannina Facchini, 30 - Totale L. 135.

Borsa MONS. GIUS. NOGARA Arcivescovo di Udine - Benedetti e Querrini, 20 - N. N., 20 - N. N., 5o - Egisto Scalon, io - Battaglia Ottavio in morte Felice Cester, io - Giordani Sabina, io - Dal Sup. Teresina, io - Saro Angelo, 5 - N. N., i - Colpi Gaetano, 2 - Egisto Scalon, io - De Toma Nicola, io - Furlani Livia, 5 - Sabina Giordani, io De Alti Antonio in morte Ada Pirioni, io - Rossi Umberto per un lieto evento in famiglia, 5o - Giuditta Candolini, 5o - Giordani Sabina, 15 - Marcuzzi Massimino, io - N. N., 2 - Scalon Egisto, io - N. N., 32 - Nel Trigesimo della morte di Don Filippo Rinaldi Rettor Maggiore dei Salesiani, l'Unione ex allievi D. Bosco di Udine, io - Ottavio Battaglia, io - Avv. Annibale Botto, io - Di Gaspero dott. Francesco, io - N. N., io - Colpi Gaetano, 5 -- Don Corrado Royatti, io - Rossi Umberto, io - Botto Giuseppe, 5 Egisto Scalon, io - N. N., 5o - N. N., 2 Giordani Sabina, io - Ottavio Battaglia in morte Sig. De Reggi Aristide, S - Id. in morte Mores. Giovanni Mauro, 5 - Botto avv. Annibale in morte Don Cossutti, io - Id. in morte Mons. Giovanni Mauro, io - Totale L. 7129,75.

Borsa PARROCCHIALE M. A. - Dalle cassette del Santuario, 288,25 - idem, 263,75   Totale L. 4728,45.   (Continua).

Per intercessione del Beato Don Bosco

(Grazie ricevute).

Dichiaro io qui sottoscritto che il bambino Ruffini Giovanni di Giovanni, di mesi 15, si ammalò l'8 dicembre di febbre influenzale; dopo una decina di giorni si manifestò una complicanza di bronco polmonite al lato inferiore del polmone destro, che presto si diffuse a tutto il polmone sino all'apice, impegnandolo completamente. Fu visitato da un collega viciniore il quale fu d'accordo nella diagnosi e nella prognosi molto riservata. Il giorno 26 dicembre con la puntura esploratrice estrassi poche gocce di liquido di aspetto purulento; e ciò faceva supporre la formazione di un ascesso polmonare. Fu chiamato da Brescia il Dott. Rampinelli, specialista delle malattie dei bambini, il quale, vedendo il caso gravissimo, consigliò il ricovero del bambino in Ospedale per sottoporlo alla radioscopia e ad un'eventuale operazione. L'ammalato fu portato in casa di salute il pomeriggio dell'istesso giorno. Ma anche là il bambino andò aggravandosi di giorno in giorno, sino a perdere anche la temperatura normale (35 gradi), non si alimentava più, aveva a brevi intervalli fenomeni di collasso: tutto faceva prevedere la fine da un momento all'altro. Il Dott. Rampinelli ed un altro distinto chirurgo non credettero opportuno praticare l'operazione, date le condizioni gravissime, senza più alcuna speranza. Dietro insistente richiesta della mamma, permisero che il bambino venisse ricondotto al paese natio, perchè i famigliari preferivano che il piccolo morisse in casa propria, anziché all'Ospedale. Il bambino ritornò a casa il giorno 4 gennaio c. a. Per le condizioni molto disperate furono sospese tutte le cure.

La mamma allora, come ultimo tentativo, scrisse ai Salesiani di D. Bosco a Torino pregando di iniziare una novena per la vita del suo piccolo. Le fu subito risposto che la preghiera era già stata incominciata. Dopo qualche giorno le condizioni del bambino cominciavano leggermente a migliorare. Gli ritornò la febbre e la tosse, incominciò a mangiare qualche cosa; il polmone cominciava a schiarirsi. Alla fine dei primi nove giorni il miglioramento continuava ad aumentare. Da tutti in famiglia fu fatta una seconda novena. Alla fine degli altri nove giorni il bambino era già fuori pericolo. Attualmente è guarito completamente: non ha più febbre, non più tosse: il polmone è libero in tutta la totalità; mangia con appetito: è in piedi e cammina: ha di nuovo il suo brio e buon umore di prima.

Ciò che noi medici avevamo detto alla famiglia, che cioè solo un miracolo poteva salvare il piccolo, si è verificato: un vero miracolo, tenendo presenti le condizioni gravissime dell'ammalato, che facevano vedere la morte da un momento all'altro; invece ora il bambino è ritornato sano, vispo ed allegro. La burrasca che si era riversata su quella famiglia, e che ha tenuto sospesi i familiari e noi medici per circa due mesi, si è dileguata completamente e ora la quiete e la tranquillità è ritornata in quella casa.

Ho scritto queste poche righe dietro richiesta della mamma per testimoniare il fatto miracoloso avvenuto e che corrisponde alla pura verità.

Odolo, 20 febbraio 1932.

Dott. MARVULLI NICOLA.

Riconoscenti ringraziamo vivamente Maria Ausiliatrice e il Beato Doti Bosco per la grazia ottenuta, inviamo l'offerta che ogni anno ripeteremo perchè Don Bosco protegga il nostro bambino e l'intera famiglia.

Odolo, 22 febbraio 1932.

Coniugi RUFFINI GIovANNI e MARCELLINA.

Guarita da gravissima malattia. - Colpita da gravissima e inspiegabile malattia che mi costrinse a letto per sei mesi consecutivi e che lasciava incerti i medici sulla cura da seguirsi, andai rapidamente aggravandomi, tanto che il Parroco stimò necessario recitare le preghiere dell'agonia vedendomi ormai agli estremi.

A mia sorella, che amorevolmente mi assisteva, venne l'ispirazione di rivolgersi al Beato D. Bosco di cui noi abbiamo avuto sempre una venerazione speciale.

Fu così che, quando ormai si vedeva che la mia fine fosse prossima, incominciai invece a migliorare e in pochi mesi a guarire quasi perfettamente. Con somma riconoscenza al Beato Don Bosco oggi posso sciogliere il voto fatto inviando la promessa offerta di L. 5oo (cinquecento), pregando il Beato che voglia esaudirmi ancora, concedendomi un'altra grazia che mi sta a cuore come quella ricevuta.

Albano Vercellese.

Lupo AMALIA in DE-ANGELI.

Segnalata grazia del Beato Don Bosco. - La forzata assenza dopo più di un anno di malattia gravissima, non n'impedisce di mandare la mia fervida adesione al caro convegno di amici ex-allievi del mio antico collegio, che si onora del nome del Beato Don Bosco.

Come sa, dal 15 maggio 1931, colpito al cuore da miocardite, mi trovavo in casa, inchiodato in letto o su di una poltrona. I dolori e le umiliazioni sofferte durante questo tempo sono indescrivibili. Ma nel tempo stesso, mentre fin da principio i 6 medici che mi visitarono, mi diedero per uomo perduto e destinato a morire in poche ore od al massimo entro il mese, pure non mi son mai perduto d'animo e con fiducia, anzi con la certezza del miracolo, mi rivolsi al Beato Don Bosco, che invocai in ogni istante. Pregò per me fin dal principio il mio popolo e, come mi fu riferito, ogni sera bambini, ragazze, giovani, donne e uomini, si davano convegno in chiesa per pregare per me e con me il Beato.

Dal 3 gennaio u. p. non potei più alzarmi da letto. Pregai fervidamente il Beato, facendo tre novene di seguito in preparazione alla sua festa del 31 gennaio (giorno della sua morte). Mi feci attaccare sulla flanella la reliquia del nostro Don Bosco, in maniera ch'essa fosse aderente alla pelle e sul cuore ammalato, e non permisi mai che nè medico, nè infermiere mi facessero i massaggi prescritti, asserendo che per me c'era il medico D. Bosco e che egli solo ci avrebbe pensato.

Ma quasi a farlo apposta, da quel giorno il reale s'aggravò. Asma, affanni, prostrazioni non mi abbandonarono mai. Il mio corpo, esageratamente gonfio, si ricoperse di piaghe. E nelle cento volte che il mio buon Cooperatore mi raccomandava l'anima a Dio, mentre io sentiva fuggire lo spirito e lentamente con affanno terribile le forze andarsene, pure anche in quegli istanti mi sembrava udire una voce misteriosa che mi diceva: Prega, credi, spera; ed io ho pregato, ho creduto, ho sperato anche contro ogni speranza.

Il 19 marzo perdetti la cognizione. La sera del 9 aprile si attendeva da tutti il mio trapasso, ed invece il mattino seguente incominciai a sentire un leggero sollievo al cuore. Il 17 aprile incominciai una nuova novena in preparazione alla festa del Beato, che cade il 26 aprile. Migliorai subito sensibilmente. Cessò il gonfiore, le piaghe si asciugarono, la palpitazione dolorosa scomparve. In una parola incominciai a dormire, a mangiare, a sollevarmi sul letto, a riposare di fianco.

Finalmente il 26 aprile 1932, festa del Beato Don Bosco, alle ore 15 1/2 balzai, dopo tanto tempo, dal letto; mi feci vestire e condurre alla finestra, ove rimasi per circa tre ore, senza provare alcun giramento di capo: e d'allora non ebbi più alcun disturbo.

Il 24 corrente maggio, festa di Maria Ausiliatrice, la dolce e cara Madonna del Beato, dopo 325 giorni di interruzione, potei finalmente celebrare la S. Messa in casa. E, questa mattina celebrai in mezzo al mio popolo, nella mia chiesa, che rividi dopo un lungo anno, tra l'immensa commozione mia e delle anime a me affidate.

Io non so, nè debbo pronunciarmi se questo avvenimento sia grazia o miracolo. Spetterà ad altri, se si crederà opportuno, dichiararlo! Solo dico che ascriverei a mia somma ingratitudine se tralasciassi un giorno solo di ringraziare il Signore, Maria Ausiliatrice e il caro Beato. « Misericordias Domini in aeternum cantabo ».

Unitevi, pertanto, a me. o cari amici, ad inviare un evviva solenne a chi ci fu Padre e Maestro nei suoi Sacerdoti in terra, ed ora ci è Patrono dall'alto dei cieli. W. Don Bosco!

Lugagnano (Verona), 29 - V - 32.

Vostro aff.mo

Don GIUSEPPE RANCANI Parroco.

Guarita da tifo addominale. - Gravemente ammalata di tifo addominale, furono inefficaci gli aiuti dell'arte medica cinese apprestatimi da 4 medici. Mi apparecchiavo già alla morte e ricevetti gli Olii santi. Nello stesso tempo per suggerimento del missionario salesiano mi votai a D. Bosco e mentre la sua reliquia veniva appesa al mio capezzale, promisi di pubblicarne la grazia nel Bollettino Salesiano e di lavorare nell'insegnamento seguendo le saggie norme del Beato. La stessa sera del voto si abbassò la febbre, ciò che fu l'inizio della mia guarigione.

Sciolgo ora la promessa, raccomandando ai cristiani di ricorrere all'intercessione del Beato nelle loro pene e sofferenze.

Linchow, 24 luglio 1931.

THONG GIULIA Suora cinese.

Don Bosco si fa vivo nelle Missioni. Nell'aprile dell'anno scorso si era ammalato di bronco polmonite il giovanetto Basilius, figlio del Shorkar (Catechista) del villaggio di Shimulia. Il padre ne era preoccupato, anche perchè era già la terza volta che il giovanetto ricadeva nella stessa malattia. Il medico del luogo cercò di apprestargli tutte le possibili cure, era il malato deperiva a vista d'occhio e già si temeva prossima la fine.

Fu allora che il Missionario diede al Catechista una reliquia del B. Don Bosco, raccomandandogli di incominciare una novena di preghiere in suo onore, e impartì al malato la benedizione di Maria Ausiliatrice. Al secondo giorno della novena il malato stava già meglio; e migliorò di giorno in giorno, finche, al termine della novena, potè alzarsi e accostarsi ai Sacramenti, manifestando così la sua riconoscenza al Padre e Amico dei giovani. Lo stesso Direttore non nascose la sua viva sorpresa per la pronta insperata guarigione.

D. E. SANNA

Missionario Salesiano.

« Non io, ma Don Bosco lo ha salvato! ». - Nella piccola infermeria dell'Orfanotrofio « Don Bosco », un giovanetto Khasi di nome Bonaventura, prima tutto vita ed allegria, è ora immobile, disfatto da una forte polmonite doppia. Il dottore Reginaldo Ashe, ottimo cattolico e nostro benefattore, ha fatto di tutto per salvarlo, ma invano. Dopo averlo ancora una volta visitato accuratamente, tutto mesto mi dice: « Non c'è più speranza alcuna; è alla fine! ». E lui stesso mi suggerisce di raccomandarlo a Don Bosco.

Uscito il dottore, raccolsi la Comunità, ed invitai tutti ad incominciare una fervorosa novena a Don Bosco per ottenere la guarigione del piccolo infermo. Parve che Don Bosco non aspettasse altro. Uscito di Cappella fui nuovamente a visitare il morente. Quale cambiamento! Mi salutò col sorriso gaio di altri tempi. Alla mia domanda come si sentisse rispose: La jem! (Va meglio). Prima che terminasse la novena, era completamente guarito!

Il bravo dottore, convintissimo del prodigio avvenuto, mi disse candidamente: « Ritenga per certo che non son io, ma è Don Bosco che lo ha salvato! ».

Sac. GIUSEPPE FOGLIA Direttore.

Mio figlio Denis, di anni 17, nell'ottobre scorso fu colpito da grave setticemia. Essendo ben poca la speranza di guarigione, incominciai con uria moglie una novena al Beato D. Bosco, fiducioso nella sua potente intercessione. Appena iniziata la novena, subito si riscontrò un notevole miglioramento, che giunse ben presto a completa guarigione, con grande meraviglia degli stessi medici curanti.   GIARizzo ARISTIDE.

NOTIZIE DI FAMIGLIA

Ai piedi del Papa.

Nel mese di giugno ebbero la bella fortuna di essere ammessi in Vaticano tre nostri Istituti per rendere omaggio a Sua Santità Pio XI: - l'Istituto Professionale Pio XI e la Scuola d'Agricoltura - il Collegio Villa Sora di Frascati - e l'Istituto « Gesù Nazareno » delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Roma.

L'Istituto Pio XI e la Scuola di Agricoltura offrirono al S. Padre in dono un lavoro in pelle, uso mosaico, riproducente l'Istituto Pio XI; un piccolo trittico in alluminio, riproducente la Basilica e la immagine di Maria Ausiliatrice; un astuccio con le medaglie dell'Apostolato della Preghiera annesse al tempio di Maria Ausiliatrice; una riproduzione dell'effigie di Pio XI, egregiamente eseguita da un allievo.

Dopo la lettura di un indirizzo di devozione e di omaggio, fatta da un alunno, Sua Santità rivolgeva ai giovani la sua paterna parola ringraziandoli della visita che avevano fatto al Vicario di G. C. e dei doni che gli avevano recato e specialmente delle preghiere fatte nell'occasione del suo 75° anno che ricorreva proprio allora. E dopo aver loro ricordato saggie norme di attività professionale e di esemplare metodo di vita cristiana, li benedisse con paterna bontà.

« Vogliamo -- concludeva il Santo Padre - benedire in modo particolare questo Istituto che una grande bontà di figli ha voluto chiamare col Nostro nome; questo Istituto che la vostra buona volontà e l'abnegazione dei Superiori fa un istituto esemplarmente fecondo di bene. Benediciamo in modo particolarissimo la nuova chiesa che sorge, che sarà, come ha cominciato ad essere prima ancora di essere essa medesima, una nuova parrocchia; cosa così importante e così cara al nostro cuore di Vescovo di Roma, di capo della Nostra Diocesi; una nuova parrocchia che viene a prendere un .posto così importante e così luminoso di belle speranze. Ci sembra davvero questo l'antidoto più efficace contro la piaga, così penosa al Nostro cuore, dell'insidia alla Fede cattolica: il lavoro, l'apostolato diretto per la lotta contro l'eresia e la incredulità.

«Dirvi questo è dire in qual modo il Nostro cuore è con voi; col Nostro e vostro caro Istituto, con quelli che dedicano la migliore attività al suo fiorire e al fiorire delle sue opere; è dirvi con quali sentimenti vi abbiamo salutato e vi benediciamo e con voi benediciamo il vostro direttore e nostro parroco. Gesù benedetto, per quella predilezione onde amava i piccoli e tutti quelli che si consacrano alla gloria del Padre Suo, la vostra e la Nostra cara Ausiliatrice, vogliano accompagnare questa benedizione ».

* Il Collegio Villa Sora di Frascati recò al Papa l'obolo filiale per la « Crociata di Carità » e lo presentò all'Augusto Pontefice accompagnandolo con la lettura di un indirizzo di omaggio, riaffermante i sensi della loro filiale devozione e l'ossequio alle recenti disposizioni della provvida Enciclica Caritate Christi.

Alle parole, dette con calda convinzione da un alunno della terza liceale, Sua Santità rispose ringraziando dell'offerta e dei sentimenti di amore e di devozione che avevano espressi al Vicario di G. C. E il S. Padre sapendo di parlare a giovani del ginnasio e del liceo - che sono, diceva il Papa, come le anticamere dell'Università li esortava a prepararsi degnamente non solo all'Università ma alla vita. E si degnava spiegare l'essenza di tale preparazione; essa è e sarà, nel nome benedetto del Beato Don Bosco, non solo di scienza, ma anche di virtù; non solo intellettuale, ma anche morale. Quei giovani amano, si gloriano chiamarsi figli del B. Don Bosco. Ebbene dal loro Beato essi hanno il tesoro inestimabile di un'educazione non comechessia buona e cristiana, ma profondamente, compitamente, squisitamente cristiana e cattolica, come appunto il Beato la voleva e la coltivava, come la continuano tanti degni suoi figli sparsi in tutto il mondo.

Questa educazione cristiana - il Santo Padre lo aveva accennato - non è soltanto dell'intelligenza, ma anche della volontà, non è soltanto della scienza, ma anche della virtù.

La intelligenza ci dà la cognizione del bene, del dovere; la volontà ci dice come si deve camminare sulla via da percorrere e come si debba lavorare all'acquisto della virtù. E la virtù deve essere cristianamente intesa e praticava, perche solo la fede cristiana ha portato nel mondo il concetto vero, genuino della virtù. Prima del cristianesimo ed anche oggi nei paesi o negli ambienti ove non ancora risplende la luce della vera fede, la virtù è una povera cosa, piena di difetti e di miserie che non può bastare non solo per una vita cristiana ma anche semplicemente per una vita dignitosamente umana. Con il tesoro delle virtù cristiane, invece, l'uomo è completo e l'attrezzamento alla vita è pieno e perfetto: allora anzi si può affrontare la vita stessa con la volontà rinsaldata costantemente dal dovere compiuto, compiuto non per dei riguardi esteriori, ma per la dignitosa sensibilità della coscienza cristiana.

Conoscendo che essi avevano dato il loro nome all'Azione Cattolica, il S. Padre ne era lietissimo e li incoraggiava a non lasciare mai quelle file benedette se non per prender posti di più vasta responsabilità nell'Azione Cattolica stessa: e inculcava loro l'apostolato del bene colla preghiera, la buona parola, l'esempio, per assicurare non solo il dono dell'educazione cristiana per sè, ma anche il vantaggio di solide virtù e di zelo per la propria vita e per il vantaggio del prossimo.

Il Gesù Nazareno delle Figlie di Maria Ausiliatrice, con orfanelle, 50 neo-comunicate, un centinaio di bimbe delle classi elementari e 250 alunne dell'Istituto Magistrale, presentò al Papa un'artistica pergamena con un indirizzo di omaggio, generose offerte spirituali e un filiale obolo per la Crociata della carità.

Sua Santità ringraziò cordialmente dei doni offertigli, specialmente delle Comunioni e preghiere fatte per lui nella festa di Maria Ausiliatrice, « festa che è dolce promessa di ausilio per tutti ».

Impartita la Benedizione il Santo Padre faceva portare delle piccole immagini. Aveva pensato Egli di dare un piccolo ricordo a quei piccoli in una immaginetta che porta una preghiera. Desiderava che essa fosse detta da loro perche Gesù ha per essi, e specie per i più piccoli e per gli orfani, un udito speciale. La preghiera apposta all'immagine domanda a Dio la riunione dei cristiani di Oriente e proprio in quell'udienza il Santo Padre aveva incontrato una rappresentanza - una Figlia di Maria Ausiliatrice, che Gli aveva chiesto una speciale benedizione per i genitori e la sua patria, la Russia - di questa grande parte della famiglia che è uscita di Casa e cerca con ardore la porta della Casa paterna ed è veramente sulla via del ritorno. Era dunque lietissimo di dare quella preghiera proprio di Sua mano alla loro Superiora che a tutti avrebbe distribuita la bella immagine nel nome stesso del Papa.

I bambini eseguirono quindi un bell'inno a gran coro, meritando l'elogio di Sua Santità. Dopo di che, fra i più calorosi applausi, il Santo Padre lasciava la sala.

Commemorazione di M. Mazzarello.

Ha avuto luogo al Pensionato M. Ausiliatrice in Torino, il 5 giugno con intervento di S. A. R. la Principessa Maria Adelaide di SavoiaGenova, di S. E. Mons. Gomez de Oliveira, del Sig. D. Tirone del Capitolo Superiore Salesiano, e di parecchi Ispettori e Direttori Salesiani. Vi assistevano pure la Rv.da Madre Luigina Vaschetti Superiora Generale delle Figlie di M. A., accompagnata dalla Rv.da M. Eulalia Bosco; autorità cittadine e invitati. La bella cerimonia si svolse nel cortile, artisticamente pavesato, con nello sfondo il magnifico quadro del cav. prof. Crida: oratore ufficiale fu il Sac. salesiano D. Celso Zortea, che trattò, applauditissimo, della Figura morale di Madre Mazzarello, mettendo in rilievo le virtù, specialmente l'ardente carità, di cui era adorna colei che D. Bosco scelse quale pietra angolare dell'Istituto che istituì come monumento vivente della sua gratitudine verso Maria Ausiliatrice.

Seguì un programma svariato di esercizi ginnastici, ritmici e coreografici, eseguiti a perfezione dalle buone signorine del Pensionato. In fine venne offerto a S. A. R. in omaggio un pregiato lavoro ad ago e un mazzo di fiori, doni che la Principessa gradì, complimentando ed incoraggiando con la sua gentile parola le signorine offerenti. La bella commemorazione ha lasciato la più soave impressione, accendendo in tutti i presenti la speranza vivissima di veder presto glorificata coll'aureola dei santi l'umile serva di Dio M. Maria Mazzarello.

Mons. Giuseppe Franciolini, Vescovo di Cortona.

Appartiene alla grande falange degli ex-allievi salesiani. La Voce del Collegio dell'Istituto Salesiano di Gualdo Tadino pubblicava nel numero di maggio-giugno la seguente lettera che il degno Prelato inviava al Direttore del Collegio che l'aveva invitato al convegno:

Carissimo Sig.Direttore,

A Lei sono particolarmente grato delle sue buone parole, perchè il Collegio di Gualdo lo considero sempre come la mia famiglia. La mia elevazione mi fa tremare e piangere; ma se posso goderne è anche per la gioia che la grande benemerita Famiglia Salesiana può provarne, come di cosa in gran parte sua.

« A Lei, ai Confratelli, ai carissimi giovani tutti, un'affettuosa benedizione, confidando nelle loro orazioni ».

Anche dalle colonne del Bollettino giungano a Lui affettuosissime le nostre felicitazioni coll'augurio di fecondo apostolato e di elette, copiose benedizioni.

La potente intercessione di Maria Ausiliatrice.

Feste in onore di Maria Ausiliatrice.

La cronaca sarebbe assai lunga se dovessimo riportare le varie relazioni che da molti luoghi ci pervennero; non essendo possibile questo, ci limitiamo a segnalare le feste che assursero ad una più splendida manifestazione di pietà cristiana e di fervida divozione verso la Vergine Santissima.

Ricordiamo dapprima tre magnifiche feste celebratesi in Roma:

I. AL QUARTIERE TUSCOLANO. - Preceduta da un divoto triduo, la festa si svolse solennissima con la partecipazione di S. Em. il Card. Vicario Francesco Marchetti Selvaggiani, che distribuì la Comunione a un grandissimo e commovente stuolo di giovani, di operai e di popolani. S. E. Mons. Ivanios, arcivescovo di Betania, celebrò la Messa in rito siro-malankarese-antiocheno e Mons. Palica cantò la Messa solenne, assistito dai Chierici filosofi di San Callisto. Nel pomeriggio si snodò per le vie del quartiere una grandiosa processione (la prima che nel nome di Maria Ausiliatrice si sia fatta nella nuovissima periferia di Roma) cui parteciparono S. E. Mons. Signorelli e S. E. Mons. Lisson; rientrando la processione nel cortile dell'Istituto Pio XI, S. E. Mons. Carlo Salotti tenne al popolo un vibrante discorso infervorando tutti alla divozione verso la Madonna.

II. AL QUARTIERE DI S. SABA. - La festa celebrata nella basilica di S. Saba fu caratterizzata da un gran concorso di popolo che assistette alle funzioni e si accostò ai Sacramenti con edificante pietà. Durante la Messa cantata, lo zelante parroco disse le lodi di Maria Ausiliatrice e in fine fu benedetta solennemente la bandiera del consiglio parrocchiale dell'Azione Cattolica. Nel pomeriggio nonostante il tempo piovoso, si è svolta un'imponente processione, tra acclamazioni senza fine a Maria Ausiliatrice, acclamazioni convertitesi in una vera ovazione quando la statua della Vergine rientrava nella Basilica.

Il popolo di S. Saba ha voluto dare poi la sua solenne e fervida manifestazione d'amore alla sua celeste Patrona, illuminando le case del quartiere.

III. AL QUARTIERE APPio la festa di M. A. è per eccellenza la solennità popolare di ogni anno e si svolge con magnificenza di rito e con vibrante entusiasmo nella parrocchia di Ognissanti in Via Appia Nuova, affidata alla benefica Opera di Don Orione.

Dall'Ave Maria al tocco fu un susseguirsi di sante Messe; tre Ecc.mi Presuli diedero lustro alla festa col loro intervento, Mons. Albera, vescovo di Mileto, Mons. Vallega, arcivescovo di Nicopoli, Mons. Tito Trocchi, arcivescovo di Lacedemonia; per tutta la giornata fu un avvicendarsi incessante attorno al trono della Madonna di folla orante e fidente; e al pomeriggio la caratteristica processione, spettacolosa e per il numero dei partecipanti, e per la massa rispettosa degli assistenti.

Ricordiamo pure la festa solennissima celebratasi a Trieste con un'imponente processione per le vie del quartiere S. Giacomo; - alla Pia Casa Sordo-Muti di Napoli, dove alla festa religiosa del mattino seguì nel pomeriggio un magnifico trattenimento con la partecipazione dei Cooperatori e Cooperatrici napoletani; - a Faenza con una grandiosa processione con intervento di tutti gli istituti religiosi della città e di S. E. Mons. Gardini, vescovo di Bertinoro; - a Monza nella chiesa di S. Pietro con la partecipazione dei Cooperatori e della gioventù monzese, riuscita assai feconda di frutti spirituali, ecc.

Maria Ausiliatrice mi protegge. - Ne ho avuto due prove chiarissime.

Dopo l'uscita dal Collegio del Servo di Dio Leonardo Murialdo, la mia vita sbandò alquanto pel rispetto umano e per l'accentuarsi di passioni con alternative di religiosità e di trascuranze nei doveri cristiani; specialmente mi divenne sempre più rafforzata l'avversione ad accostarmi ai Sacramenti e in modo particolare alla confessione.

Aiutavo volentieri alcune pie Istituzioni tra le quali l'Asilo Infantile diretto dalle Figlie di Maria

Ausiliatrice; e le ottime Suore pregavano con fervore per il mio ravvedimento, fiduciose di essere esaudite dalla Madonna.

Frattanto fui traslocato da S. L. a M. Anche colà perseverai purtroppo nella mia vita irregolare e nello stesso tempo continuai a favorire le opere di Don Bosco.

L'11 gennaio fui colto da paralisi facciale: questo colpo lo considerai come un avviso di Maria Ausiliatrice, e decisi fra me di arrendermi e prepararmi con una buona confessione alla Pasqua. Ma nella notte del 9 marzo sentii in me un'ansia così opprimente, una straordinaria irrequietezza, che il mattmo mi recai in una chiesa e lai accostai ai Sacramenti. Nella pace conobbi la vittoria che Maria Ausiliatrice aveva riportato e ebbi una prova della bontà della Madre Celeste nell'avermi essa risanato nel corpo e nell'anima.

Recentemente un'altra disgrazia mi incolse: fui sopraffatto dagli scrupoli da sembrarmi di venirne pazzo. La pena morale si ripercuoteva così intensamente nel mio fisico, che mi sentivo malato. Decisi allora di fare una novena a Maria Ausiliatrice, (durante la quale non mancai di raccomandarmi anche all'intercessione del Beato Don Bosco, di Leonardo Murialdo, ecc.): anche le Suore di Maria Ausiliatrice e altre anime religiose chiedevano per me la sospirata grazia. E la grazia venne al termine della novena: improvvisamente ogni pena cessò.

Esprimo dunque la mia riconoscenza alla Vergine Ausiliatrice, e la, prego di continuarmi la sua valida protezione.   C. B.

In cerca d'alloggio... - Sfrattata dal negozio che occupavo nelle adiacenze di via Roma, non avevo che 40 giorni di tempo per sloggiare. Con quale interessamento mi diedi alla ricerca d'un nuovo negozio! ma inutilmente; tutte le sere me ne tornavo a casa stanca e più che mai sfiduciata, non trovando assolutamente nulla che facesse al caso mio. Non mancavano più che pochi giorni al 30 giugno, epoca in cui incominciavano le demolizioni. Buona parte degli altri inquilini già se n'erano andati e parte stavano traslocando; già s'era deciso di mettere i mobili e la merce in un magazzino (con quale scapito!) quando lessi per caso un periodico di Maria Ausiliatrice, e fui colpita dalla facilità con cui si ottenevano grazie dal Beato D. Bosco. Volli provare anch'io. Incominciai di cuore una novena, ed ecco che nel settimo giorno vennero proprio in casa ad offrirmi un locale convenientissimo. Non potevo credere alla proposta! Tutto andò bene ed ora mi trovo soddisfattissima. Ringraziando di cuore D. Bosco e M. Ausiliatrice invio l'offerta promessa.

Torino.   NAVARRA MARIA.

Maria vigila sui suoi figliuoli. - Il pomeriggio del 21 aprile scorso in Foglizzo corse rapida la voce: « Nell'Oratorio di D. Bosco si è ucciso un ragazzo! ». Un buon ragazzetto aspirante, Barbero Biagio, andando per pigliare la palla, era caduto giù a capofitto da un muraglione di oltre 6 metri, andando a battere su rottami e pietre. Il Direttore che per caso passava vicinissimo, sentì un tonfo e poi dei gemiti. Il bimbo fu raccolto semisvenuto, e con timore di grave lesione al capo e alla schiena ove accusava più forte il dolore. Portato nella infermeria dell'Istituto, fu tosto visitato da infermieri e Superiori, con trepidazione, mentre il bimbo a mani giunte e pallidissimo invocava Maria Ausiliatrice.

Non aveva all'esterno una scalfittura; nella testa e nella schiena nulla. Poco dopo arrivava il babbo suo, costernato; ma presto con indicibile gioia di tutti potè condursi per mano a casa il figliolo che sorrideva dicendo: « Non sento più niente ».

L'indomani lo si vide di nuovo giocare allegro come il solito.

Genitori, superiori, oratoriani ringraziano insieme al graziato commossi e riconoscenti la Madonna di D. Bosco.

Foglizzo.   Sac. CoLOMBARA VINCENZO

Direttore dell'Oratorio.

Esprimono pare la loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice e al Beato Don Bosco i seguenti:

Gianola Umberto (Colleretto) per guarigione da grave polmonite.

Anna Maria F. essendo in angustie per affari di famiglia, invocò la protezione del B. con una novena; al termine di questa riceveva il telegramma che le annunziava superate tutte le difficoltà.

Diomira Sole migliorata nella salute mercè l'intercessione del Beato, attende da lui la perfetta guarigione.

L. G. (Vigone) si rivolse al Beato per grazie spirituali e ottenne in parte quanto desiderava.

L. Y. (Romano) avendo il suo piccolo di 16 mesi colpito da broncopolmonite e col femore destro rotto lo raccomandò al Beato e l'ebbe risanato senza residui di sorta.

Un sacerdote più volte colpito da gravi disturbi al cuore durante le sue predicazioni, tenendo sul petto la reliquia del Beato provò sempre gran sollievo e potè compiere con rinnovata lena il suo lavoro.

Un giovane colpito da forti e persistenti febbri, con pericolo di complicazioni alla vista, raccomandato al B. Don Bosco, e posta al suo capezzale una reliquia del Servo di Dio a poco a poco migliorò e guarì perfettamente

Un fanciullo sbadato inghiottì uno spillo. Nella costernazione di tale incidente e nel timore di fatali conseguenze egli si pose addosso la reliquia del Beato e non ebbe alcun disturbo.

Agosti Maria (Milano) di 4 anni colpita alla gola dal male del grup e spedita dai medici, fu dal Parroco raccomandata al Beato; e nelle 24 ore la bambina fu perfettamente guarita.

Rosa Gennaro affetta per tre mesi da dolore alla schiena e trovati inefficaci i rimedi, ricorse al Beato applicandosi la di lui immagine alla schiena; il giorno dopo ogni dolore scomparve.

Adele De Stefanis (Moncalieri) aveva una lite che, protrattasi dal 1927 al 1931, finì con esito sfavorevole e con la condanna alle spese. Nel ricorrere in Appello si raccomandò al B. promettendo un'offerta; ed ecco che per il ritrovamento di un documento, la lite vien risolta con una piena vittoria.

N. N. (Chieri) offre L. 1oo per una grazia che spera compiuta in quest'anno per intercessione di Maria Ausiliatrice e del Beato.

Rosa C. (Torino) raccomandò con una novena al B. e a Maria A, una persona affetta da grave malattia intestinale: al quarto giorno notò il primo miglioramento nell'inferma, che ora è pienamente guarita.

Lucia De Peric (Sta Crux) invia L. 23 per due segnalate grazie ottenute a intercessione del Beato.

Rina Michelangelo (Mussomeli) assalito da forte nevrastenia, in un momento di calma ricorse al Beato e dopo otto giorni di spasimi, cominciò a riposare e a riprendere lo stato normale.

N. N. ringrazia il Beato per avergli ottenuta la grazia di conoscere meglio la propria vocazione.

B. C. (Pinerolo) ebbe il marito affetto da influenza maligna, degenerata in una peritonite gravissima, per cui lo vide in procinto di morire. Cominciò una novena al Beato e il marito migliorò, potendo subire nei mesi seguenti due difficili operazioni, dalle quali uscì salvo.

G. A. M. per l'ottenuto lavoro al figlio disoccupato.

Candida Trota (Alba) disperando di salvare con rimedi umani la nipote gravemente inferma, ricorse con novelle e con offerte al Beato e vide la nipote guarire e ritornare al suo impiego.

Cauda Maddalena (Torino) raccomandò con una novella al Beato la sorella gravemente inferma, e fin dal primo giorno notò in essa un sensibile miglioramento, seguito poi dalla guarigione.

Nicola Carla ringrazia il Beato per l'impiego ottenuto e invia offerta per le Missioni.

Stefenino C. Maria offre L. 2oo alle missioni per grazia ricevuta.

L. M. (Genova) per essere stata liberata istantaneamente da male di stomaco invocando il Beato.

Sac. Angelo Gini (Milano) per l'assistenza del Beato nella grave operazione, felicemente riuscita

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice o dal Beato D. Bosco, e alcuni, pieni di riconoscenza inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:

Aimone Bonda M., Arena M., Armanno C., A. M. (Gorizia), Aiassa E. e P., Adorno M. ved. Goggi, Anselmi A., Augugliano S., Ardesi P., A. M., Aimonin, A. A.

Bianchi C., Benzoni G., Bozzani O., Bianchi A., Bonaldi A., Brix A., Bendini Boni M., Bagiardi M., Bertoldi C., Baldini A., Bonacina E., Ballarati C., Bosio C., Bozzo L., Bruno C., Bertotto C., Bava G., Becchio P., Bellini F., Buccaccini A., Baravalle I,., Babini M., Bertolini R., Bertoldi C., Bilancioni A., Bettini E., Biffi A., Brunori G., Birocchi B. T., Barbieri C., Bettelli G., Bozzetti R., Barattini Famiglia, Belloate C., Ballarati, Blanchetti, Bozzi G.

Cardarelli Don C., Colautti E., Colombo C., Colli A., Cavalloni G., Colombani C., Corradini C., Calcagno C., Cerrina A. Cabiati, Ciampichini Don A., Colpani M., Colombara I., Cavanna S., Ciuffreda M., Costa L., Colarossi M., Coluaghi L., Costa 13., Cavenaghi Famiglia, Challancin M., Cozzani A., Cerrato T., Carena M., Canova A., Canepa G., Calderoni A1., Cervi A., Casazza F., Ceria R., Catel

M. I,., Cimalando C., Cauda L., Cavaletto I,., Canonica avv. C., Chalausenet, Colla I., Calligaris A., Citi Fea E., Canonico M., C. A. (Torino), Cibrario M., Cena A., Cooperatrice (reo), Capellaro G.

De Martino Suor R., Del Torto I., Dolora A., De Franco R., Della Torre S., Davico B., De Mario M., Di Carlo comm. Calogero, De Andreis M. B., De Trucco M., De Martin E., Dorua M., Dieghi A. B., Dassano M.,

Fontanini Coniugi, Fanara M., Franco M. G., Fortuna Don G., Fenini P., Fagnola G., Findo G., Finazzi M., Fontanini C., Florio P., Favre C. e T.

Gandoni A., Goggi G., Giorgio G., Ghisi P., Gazoppi E., Guizzetti O. B., Gerbino Don G., Gritti P., Galletti A., Giarola I,., Giuliari Avv. Giov., Gallizio R., Guerro T., Gallarato C., Garetto, Ghirone T., Gallerio M., Geimonat G., Giovanotto A., Gattoni M., Ghiglia M. O., Gatti G., Gatti E., Gallo A., Garavaglia T., Gamalero A., Gorgo B., Contessa M. Gay di Montagiolo, Galleo T., Castaldi M., Gabelli I,., Gialli R. E., Go M., Granetti L., Giovannini, Giovannini Famiglia, Griffa M., Grassano A.

Lanfredi L. B., Laterzo A., Leanza S., Lari L., Leporati G. C., Larussa M., Li Calzi A. e V., L. G. (Modena) per grazia rie., Lazzaroni E., Lavatelli T., Lupino, Lioi M., Lupo A., Locatelli A., Laiolo M.

Medure M., Moscato G., Mazza B., Marini M. Macchi S. T., Morini M., Marchianda T. R., Minetti P., Maestrello C., Marianni G. A. Moldotti C., Montanari A., Marzullo B. F., Maga P. Marcias R., Mela C. S., Molino L., Membretti M. E., Masi II., M. C. (Londra), Mandrà M., Musso M., Milocco YL, Morgante rag. R., Alagnin P., Maggiolo P. S., Migliavacca G., Masera M.

Nizzi L., Negra G., N. N. (IV'lango). N. N, (Torino), N. N. (Livorno), N. N. (8o), M. N. (Andorno).

Osella G., Osella I,.

Pirrello A., Pernechele E., Porta P., Pasquinangeli G., Prestifilippo C. C., Palmisano R. A., Pegoraro R., Pagani G., Pacincani M., Piacentini G., Pasquini L., I'atrucco R., Pogioli M., Pramotton Don F., Parascandolo A., Perrone G., Pecchio C., Poggi N., Perasso V., Prato P., Pedrana B., Pellegrino M., Pistoni T. M., Picchio G., Pellegrini S.

A., Pelizzerio Famiglia, Pizzetta Z. T., Premoli C., Piccablotto G., Prato A. M., Pellanda C., Pollino P., Piccione N., Pavia L., Pitono T. (m. e f.).

Rechembergh E., Ranzi A., Ragno Z. A., Rombai avv. A., Ricchini F., Rossi G., R, M. A., Romerio C. e. C., Rovelli A., Rocco M., Ruffini M., Rossi A., Rizzetti A., Rege, Remando G., Righetto O., Rosso M.

Salmaso M., Seghesio G., Sacra G., Sguerzo Faumiglia, Segato E., Savio M., Santarcangelo C., Scalvini G., Serra B., Spaiai Don M., Scarsi C. C., Sagleoni, Sassi E.

T. C. (Pontestura), Tornasi G., Taddei M., Ticci T., Teso Il., Tabacco P., Testoni M., 'troia C., Ternendo F.

Ugoletti V. V.

Viola C., Vassoney S. B., Vitali N., Viscardi M. M., Valle B. M., Votero R., Vagni U., Vandani S., Vaio R., Vaglio C., Vallò R., Vaschetti M., Valente G., Visca E.

Zolin C., Zannantoni M., Zorzi Don P., Zonca A., Zannazzo M. C., Zanasso prof. G. B., Zurzato R., Zarattini A., Zotto L.

NECROLOGIO

Raccomandiamo ai suffragi dei Cooperatori e delle Cooperatrici i seguenti defunti, mentre presentiamo alle rispettive- famiglie le nostre più sentite condoglianze

MASOERO EMILIA

Si spense santamente in Castagnole Lanze il 21 aprile u. s.

Ottima cooperatrice si adoperò per tenere unite le file dei Cooperatori di Castagnole in memoria di suo zio Pietro Cantarello ex-allievo salesiano.

Don LUIGI DELL'ACQUA

Dopo essere stato zelante parroco per oltre 40 anni, dando tutto il suo cuore e le sue forze a bene delle anime affidate alle sue cure, si era ritirato a Chiuso di Valtellina a passare gli ultimi anni. Non furono però di completo riposo, perchè continuò anche colà a prestare l'opera sua preziosa, per quanto gli permetteva l'età. Da ottimo e fervente Cooperatore salesiano aiutò generosamente le nostre Missioni: e volle ricordarle ancora nelle sue disposizioni testamentarie, insieme alle altre opere benefiche della Valtellina.

Cav. Mons. FRANCESCO ROCCO Protonotario Apostolico Parroco di Rovigno d'Istria.

Morì il Mercoledì Santo della morte dei giusti. Avendo conosciuto personalmente, a Torino, il Beato D. Bosco ammirò la santità e l'opera di lui.

Fattosi sacerdote, maggiormente si affezionò ai salesiani, ed eletto parroco di Rovigno, ove rimase per più di quarant'anni, cercò in tutti i modi di avere l'opera salesiana nella sua città. Il signor Don Rua lo confortò a sperare e ad attendere; finalmente nel 1913 potè avere i salesiani per l'Oratorio, che divenne poi sempre più fiorente e formò l'opera più cara al suo cuore. Il compianto Monsignore era un vero padre dei giovani. Sul letto di morte ricordava i suoi cari giovanetti dell'Oratorio, a cui lasciò un prezioso calice e una ricca pianeta. Il suo affetto pei giovani bene lo riassunse il Can. Santin nell'elogio funebre: « L'Oratorio fu il suo palpito costante, la parte più sensibile del suo cuore, la sua gioia più schietta. Ed esso resta a cantare l'amore perseverante di un Pastore buono e previdente ».

CARLO PIFFARETTI

Zelante cooperatore spirava santamente a Novazzano (C. Ticino) il 15 novembre 1931, lasciando vivo ricordo delle sue virtù e dello zelo industrioso da lui spiegato per sostenere le Missioni Salesiane.

Sac. CARLO TADDEI

Prevosto di Rancate (Canton Ticino) da 42 anni, aveva celebrato con la partecipazione più viva del populo, da lui tanto amato, il cinquantesimo di Messa nel 1920. uomo di elette virtù e di bell'ingegno, consacrò tutto se stesso a bene delle anime, favorendo con zelo ogni opera buona che ridondasse a gloria di Dio. Conobbero la sua generosa carità le opere e le missioni nostre, da lui sempre beneficate. Dio premiava i suoi meriti il T9 marzo u. s. chiamandolo al cielo.

MINUTO NICOLETTA, zelatrice.

Spirava il 6 dicembre in Savona, a 9; anni. Fu una delle prime e attive patronesse dell'Opera Salesiana locale e non risparmiò fatiche e industriose sollecitudini per accrescere il numero dei nostri Cooperatori. Colpita da cecità negli ultimi anni non desistette dal lavorare e soprattutto dal pregare per le opere da lei amate.

LAVACHER nobile MATILDE

È spirata santamente il 1° marzo in Parola, coronando con una buona morte la sua vita tutta intessuta di opere buone compiute nei lunghi anni passati quaggiù. Le opere salesiane di Parma perdono un'esimia cooperatrice che spiegò sempre verso di esse uno zelo e un'attività mirabili.

BERNARD CHIAFFREDO

Passava all'eternità la mattina del 25 febbraio in Caldanes di Casteldelfino (Cuneo) per improvviso deperimento organico, conservando fino all'ultimo istante una piena lucidità di mente. La sua lunga vita, di oltre 80 anni, fu tutta intessuta di opere buone e di preclare virtù, di costante fedeltà ai doveri religiosi e di generosità verso le istituzioni salesiane: in questo emulò la consorte Maria Ruà, che circa un anno e mezzo fa lo precedette all'altra vita, e con la quale ora si è ricongiunto nella felicità di Dio.

CAVALLERO PIERINA nata CAMISASSA

Decedeva santamente il 23 febbraio in Cavallermaggiore, lasciando largo rimpianto di sè nella famiglia che aveva edificato colle sue elette virtù e in quanti avevano ammirato l'inesauribile carità del suo cuore. Amò le Opere Salesiane e da generosa Cooperatrice non solo le aiutò in vita, ma volle ricordarle e beneficarle ancora in punto di morte.

GUALA ANTONIA

Si spegneva serenamente il 12 Marzo u. s. in Oyara Bormida (Alessandria) accompagnata dalle preghiere e dal compianto di quanti la conoscevano. Amava teneramente Maria SS. Ausiliatrice e il Beato D. Bosco, al quale donava con gioia l'unico figlio sacerdote salesiano, restando sola, lavorando però, e pregando per le opere salesiane che ormai formavano l'unico pensiero della sua vita.

Frutto del suo zelo di Cooperatrice è l'erezione di una cappella dedicata a Maria SS. Ausiliatrice, con magnifica statua, alla frazione Moglia; essa fu la maggior offerente, e infiammò del suo fervore gli altri che si unirono a lei nella devozione verso la Madre di Dio.

MANGOLA CECILIA ved. NIGRA

Donna di antico stampo pose ogni sollecitudine nell'allevare cristianamente la sua famiglia. Nella sua esistenza ebbe a provare non comuni dolori che sempre sopportò con animo ilare e rassegnato. Devota di Maria SS. Ausiliatrice e ammiratrice delle Opere del Beato Don Bosco ardentemente desiderò ed ottenne che i suoi tre figli fossero educati e apprendessero un'arte nelle Scuole Professionali di S. Benigno e del Martinetto. Morì alla viglia di S. Giuseppe munita da tutti i conforti religiosi e rassegnata ai Divini voleri.

BASSIGNANA ANTONIETTA n. MORANDO

Si spense santamente a Torino, come santamente era vissuta, munita dei conforti religiosi, il 23 aprile, dopo breve malattia.

Donna di profondo sentire cristiano godeva di aver potuto dare due suoi figli alla Congregazione Salesiana e si augurava di poter dare anche l'ultimo che le rimaneva.

Durante la breve malattia diede prova della sua profonda pietà vivendo rassegnatissima alla santa volontà di Dio e pregando continuamente.

FORTUNATO TAGLIAFERRO

Volava al Cielo improvvisamente in Padova, il 2 aprile 1932. Ottimo padre di famiglia di ben 11 figli, cristiano dell'antico stampo, coraggioso fino all'entusiasmo nella professione della sua Fede, zelante Cooperatore Salesiano. si diceva lieto d'aver dato un figliuolo alla Società Salesiana, ben contento, soggiungeva spesso sorridendo col suo solito buon umore, se anche tutti gli altri suoi figli avessero preso la stessa via.

Ammiratore entusiasta del Beato don Bosco, godeva rievocare in mezzo agli amici, i tratti più salienti della vita del Beato, raccontandoli con la sua facile verve, in qualsiasi occasione: «Se i miei affari vanno bene, ripeteva spesso, è perchè ho don Bosco che mi aiuta; se la salute di tutti è ottima, è perchè don Bosco ci protegge e.

La sua scomparsa getta nel lutto la numerosa famiglia, e lascia largo rimpianto in Lozzo Atestino, sua patria, dove il compianto defunto godeva la stima universale.

N. D. TECLA CROCI CORRADINI

A Matelica, il 19 marzo, munita dei Sacramenti di N. S. Religione, confortata da una speciale Benedizione del S. Padre, si spegneva dopo lunghe sofferenze, sopportate con cristiana rassegnazione. Terziaria dei Servi di Maria, Priora per 45 anni delle Sorelle dell'Addolorata, era pure devotissima del B. D. Bosco e insigne Cooperatrice Salesiana insieme alla figlia Luisa, che più volte presentò offerte della mamma all'opera nostra di Gualdo Tadino.

Comm. ENRICO PIRO

Si spense in Napoli il 12 marzo in età di 76 anni. Uomo di mente eletta e di cuore grande, del suo patrimonio, frutto di un lavoro indefesso e di una rara oculatezza, si servì generosamente in vita a sostegno ed incoraggiamento di opere buone; ed anche in morte volle beneficate le varie opere care al suo cuore cristiano, non dimenticando, tra le altre, l'Opera del B. D. Bosco, che già in vita aveva amato e beneficato.

Ai parenti, e specialmente alla piissima sua sorella Emilia, che lasciò erede del suo spirito di generosa carità, le più sentite condoglianze, accompagnate dalle più riconoscenti preghiere.

IRENE SOLA GARELLI

Donna di alte virtù cristiane, fu esempio indimenticabile ed efficace nella famiglia, che educò ai più nobili sentimenti della religione e della carità; e volle di questa fare un distintivo della sua vita operosa. Amò intensamente le opere Salesiane e da zelantissima Patronessa si adoperò per il loro più rigoglioso sviluppo.

AMALIA AMADURI LOSCHIAVO

Spirava santamente in Marina di Gioiosa Ionica, il 7 giugno, dopo lunga serie di sofferenze. Era fervente cooperatrice delle Opere del B. Don Bosco, e come tale era esemplarissima e praticante nei suoi doveri cristiani. Dal Beato aveva ottenuto in passato la singolare grazia della guarigione da una gravissima malattia: Don Bosco l'avrà certo ricompensata della divozione avuta per lui e di aver dato alle opere sue anche uno dei figli.

ALESSANDRO STUCCHI

Merita di essere segnalato questo Cooperatore Salesiano della prima ora, sempre fedele ammiratore del Beato D. Bosco e delle Opere Salesiane. Umile e modesto operaio, ottimo padre di famiglia, attivo membro delle associazioni cattoliche, membro delle opere pie parrocchiali, caro a tutti per la sua semplicità e per la sua vivissima fede, lasciò esempio di vita intemerata e cristianamente operosa a quanti lo conobbero, e specialmente alla famiglia, che ne prosegue gli esempi buoni. Morì il 25 aprile scorso ricco di meriti acquistatisi col bene fatto silenziosaniente attorno a sè.

LUIGI LOMBARDINI

Milite fervente dell'Azione Cattolica, cristiano esemplare, attivo Cooperatore; ecco tre belle qualità di Luigi Lombardini. Da 4o anni, facendosi piccolo coi piccoli, spiegava la Dottrina Cristiana all'Oratorio maschile di Busto Arsizio, avendo iniziato questo apostolato quando l'indimenticabile Card. Tosi era stato nominato « Assistente dell'Oratorio ». Fu amico affezionato dei Salesiani dal giorno che Mons. Tettamanti li chiamò alla Direzione di quell'Oratorio, e continuò ad amarli anche quando dovettero lasciare, mostrandosi sempre in ogni occasione fervido ex-allievo e Cooperatore zelante.

Pel suo carattere buono, per l'esemplarità cristiana della sua vita, la sua morte avvenuta in Busto Arsizio destò largo compianto in quanti lo conoscevano.

N. D. TERESA CATTAFI

Spirò il 1 maggio, a 38 anni, in Barcellona Pozzo di Gotto, dopo lunga malattia cristianamente sopportata. Donna di grande virtù, ano l'Opera salesiana beneficando largamente il nostro Oratorio di Barcellona, che deve la sua fondazione al di lei consorte Comm. Cattafi. Don Bosco le avrà già ottenuto da Dio la ricompensa della generosa carità, fatta ai suoi figli, dalla pia signora.

Cooperatori defunti:

ADAMOLI ROTTA ANGELA, Milano.

ADINOLFI GAETANO, Santa Lucia (Salerno). ALBERTI STEFANO, Borghetto D'Arroscia (Imperia). ANGELLA Cav. Dott. UMBERTO, Torino. ANSELMINO AccoLTO ANTONIO, Torazzo (Vercelli) ASTRUA ALESSINA, Cuorgnè (Aosta). BALESTRAZZI GAETANO, Monteveglio (Bologna). BALLARDIN GAETANO, Breganze (Vicenza).

Bosco Don GIOVANNI, Montechiaro D'Acqui (Alessandria.

BECCHIO MARGHERITA, Carmagnola (Torino). BELLI BAGLIA LEONILDE, Bergamo.

BERNASCONI GIUSEPPE, Morbio Inferiore (Svizzera). BIGANDO D. FERDINANDO, San Colombano Belmonte (Aosta).

BINELLo MICHELANGELO, Priocca (Cuneo). BRESSI D. FRANCESCO, Ostellato (Ferrara). CAMAGNI LUIGI, Sorbano (Forlì). CAMPUS VITTORIA, Lanusei (Nuoro).

CANEPARO ANNA, Barazzeto-Cascinetto (Vercelli). CAPRILE D. ANTONIO, Quarto Dei Mille (Genova). CARBONATO FRANCESCO, Cuorgnè (Aosta). CARDUCCI D. PASQUALE, Morro di Camerino (Macerata).

CASTEGINI Rag. SILvio, Arcole (Verona).

CELLA CAROLINA in PARETI, S. Stefano d'Aneto (Genova).

CERETTO MARIA Veda AGOSTINO, Cuorgnè (Aosta). COATTI AuRELio, Cavalcaselle (Verona). CORA PROSPERO, Mombarcaro (Cuneo. COSTA ANTONIETTA, Torino.

CRIVELI MARIA Ved. FAVERIO, Vacallo (Svizzera). CROSETTO ANTONIO, Cuorgnè, (Aosta). DALLA VIA NELLA, Mato (Vicenza). DANZI GIUDITTA, Mascengo (Svizzera). DI GIAMBERNARDINO IDA, Bologna.

DOGLIOTTI GIACINTA Ved. OLIvERi, Cuorgnè (Aosta). FANCON ERMINIA, Malo (Vicenza). FERALDI MARIA, Asigliano (Vicenza). FERRERI D. STEFANO, Vialfre (Aosta). GARINO DOMENICA, Torino.

GATTI MARIETTA, Modena.

GIACOMINI GIOVANNI, Morgnaga (Brescia). GIBELLINO COMETTO MARIA, Cuorgnè (Aosta). GORIA ANTONIO, Cortadone (Alessandria). - GROSSI GIACINTA, Casorate .Sempione (Varese). HYERACI Avv. AGOSTINO, Marina di Giojosa (Reggio Cal.).

LEGÈ Mons. VINCENZO, Tortona (Alessandria). LEPORA ROSA, Alice Castello (Vercelli). LUPARIA FELICE fu LUIGI, S Maurizio Monf. (Alessandria).

MAFFI CAROLINA, Rovescala (Pavia). MALIGHETTI D. GIUSEPPE, Paratico (Brescia). MANZANO ANTONIO, Risano (Udine). MAPELLI ERNESTO, Milano. MARANETTO MARIA, Osasco (Torino). MARZIN TERESA, Massanzago (Padova) MASSETTI EMILIO, Ozegna (Aosta). MILESI CONTE FRANCESCO, Ancona.

MINGHINI MONTANARI MARIANNA, Lugo (Ravenna). MOSSANO BATTISTA fu LORENZO, Ceresole D'Alba (Cuneo).

MOTTI EMILIA in MOTTI, Arena Po (Pavia). NOVELLI CLARA, Frassinetto Po (Alessandria). OBERMITTo DOMENICO, Alba (Cuneo). OBERTo DOMENICO, Cuorgnè (Aosta).

OGGERO MARIA AVIDANO, Nizza Monf. (Alessandria). OLIVA Comm. Avv. GIOVANNI, Locorotondo (Bari) PANCHERI CATERINA, Romallo (Trento).

PANE CESARE, Torco (Alessandria).

PARRAVICINI ORSOLA fu Alessandro, Lovero (Sondrio PEDERIVA GASPARE, Soraga (Trento). PEIRANA PARVIDA Ved. MANZINO, Noli (Savona). PETRANGELI D. LUIGI, Nottoria di Norcia (Perugia) PIANA GIACOMO, Casalotto (Alessandria). PIUMATTI CATERINA, Fossano (Cuneo). POLINO MARIA, S. Pietro A Patierno (Napoli). PONCHIA CAROLINA, Rivarolo Canavese (Torino). PONTON ELISA Ved. BATTAGLIA, Udine. RASCHIO GUIDETTo GIUSEPPE, Cuorgnè (Aosta.) RATTI DELFINA Ved. MASSARO, Trisobbio (Alessandria).

REGIS MARIA Ved. BUFFO, Cuorgnè (Aosta). SCAGLIOTTI ERMELINDA, S. Maurizio Monf. (Alessandria).

SENSI D. PIETRO, Guistrigona (Siena). STRAPPARAVA GIUSEPPE, S. Michele (Verona). TALLONE PIA Ved. MICHELOTTI, Fossano (Cuneo). TAMBURINI D. FRANCESCO, Gardola (Svizzera). TESTA ANGELO, Venezia. ToRELLO TERESA Ved. BENSO Torre di Mondovì

(Cuneo).

VERNETTI Coniugi PIETRO e PAOLA Cuorgnè Aosta).

VIRONDA Teol. D. Giov. BATTISTA, Noasca (Torino) ZANOTTI ISIDORO, Plemo di Esine (Brescia). ZOCCOLI SANTA, Lodrino Sotto (Brescia).