BS 1930s|1932|Bollettino Salesiano Luglio 1932

Anno LVI.   1° LUGLIO 1932 (X)   Numero 7.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO   

DON PIETRO RICALDONE 4° Successore di Don Bosco

Il Capitolo Generale Salesiano, convocato a norma delle Costituzioni, eleggeva il 17 maggio u. s. con una superba votazione il Rev.mo Sig. Don Pietro Ricaldone a Rettor Maggiore della Pia Società. Degli 87 membri aventi diritto del voto, ben 83 si affermavano sul nome di lui, conferendogli in forma plebiscitaria l'autorità suprema nel governo delle Opere Salesiane.

Era mezzogiorno quando si svolgeva l'elezione: le campane della Basilica di Maria Ausiliatrice festosamente squillanti parevano un invito alla gioia: e questa ebbe la sua spontanea esplosione pochi minuti dopo, quando fu dato l'annuncio ufficiale della proclamazione avvenuta e si vide il Sig. Don Ricaldone recarsi in chiesa cogli altri capitolari per il Te Deum di ringraziamento.

Tutti abbiamo ringraziato il Signore per questa elezione: si degni ora il Signore accompagnare il novello Successore di Don Bosco per l'ardua via piena di responsabilità e di doveri.

L'eletto.

Don Pietro Ricaldone è già noto ai nostri ottimi Cooperatori d'Italia e dell'Estero: basteranno perciò pochi cenni per integrare la conoscenza della sua amabile figura.

Nacque a Mirabello Monferrato il 27 luglio 1870, da famiglia benestante di agricoltori in cui era vivo e profondo il sentimento religioso; dal padre - uomo di non comune energia fisica e morale, e di grande dirittura di carattere - egli trasse la vigorosa e tenace volontà che gli permise di condurre felicemente a termine ogni impresa ed ogni missione che gli venne affidata: dalla mamma virtuosa donna di gran pietà che dell'educazione dei figli si era fatta una missione - trasse il timor di Dio, la benevolenza verso il prossimo e la delicatezza del tratto.

La sua adolescenza trascorse nella pace e benessere familiare, dando prova in ogni occasione della sua grande vivacità e del suo animo generoso. Non v'era cima degli olmi, che circondavano allora il cortile della casa natia, da cui la mamma sempre trepidante non avesse dovuto richiamarlo a terra... ma anche il fienile, a lato sinistro della casa, era il campo preferito per i divertimenti quotidiani con i coetanei, alcuni dei quali ci rievocavano con senso di nostalgia la gioia serena e ingenua dei lontani giorni della loro infanzia, che se aveva vivacità e spensieratezza, sapeva però contenersi per l'efficace educazione cristiana appresa nella famiglia e nella chiesa.

Il piccolo Pietro oltre l'attrattiva della pietà cominciò a provare quella dello studio. Frequentò con profitto le classi comunali, completandole con un anno passato nel Collegio municipale di Alassio (1879).

Con Don Bosco.

Mirabello è per ogni Salesiano un fulgido ricordo: nessuno ignora che Don Bosco vi fondò nel 1863 il suo primo collegio trasferito poi nella vicina Borgo S. Martino, nel 1870. I sette anni in cui il collegio restò aperto, bastarono per accendere nel cuore di tutta quella popolazione un sincero affetto per Don Bosco da tutti conosciuto e stimato.

Ciò spiega perchè il giovane Pietro sentendosi attratto agli studi ecclesiastici ed avendolo il padre indirizzato al Seminario di Casale nel 1885, dopo tre anni lasciò la vita del seminario per passare definitivamente con Don Bosco. A Valsalice fece il suo noviziato e nell'agosto 1890 emise la professione religiosa.

Nel settembre partiva per la Spagna, dove in capo ad alcuni anni, conseguiva nel 1892 il grado di Baccelliere nell'Università di Siviglia e riceveva l'ordinazione sacerdotale il 27 maggio 1893. Nominato nel 1895 Direttore della Casa di Siviglia, nei sette anni della sua direzione portò quell'Istituto a tale stato di floridezza da renderlo uno dei migliori, specialmente per l'insegnamento professionale.

Nel 1902 Don Pietro Ricaldone era posto dal Sig. Don Rua a capo dell'Ispettoria « Betica » che comprende tutta la parte meridionale della Spagna, e in tale ufficio si distinse per il suo saggio governo consolidando le svariate opere e creandone delle nuove, specialmente le fiorenti case di Cordoba, Ronda, Cadice ed Ecija.

Durante la permanenza nella Spagna Don Ricaldone ebbe fama per un'altra bella impresa: egli ideò e attuò la pubblicazione della « Biblioteca Agraria Solariana », che la giuria dell'Esposizione Nazionale ed Internazionale di Torino (1928) volle premiare col Gran Premio e con Medaglia d'argento del Ministero. Ci piace riportare un tratto della motivazione di sì distinta onorificenza:

«Essa (la Biblioteca) fu iniziata nel 1903 dal Sacerdote Don Pietro Ricaldone, allora Superiore dell'Istituto Salesiano di Siviglia ed ora Prefetto Generale di tutta l'Opera Salesiana di Don Bosco, e dallo stesso diretta e proseguita fino a pochi anni fa.

Si propone l'esposizione, la propaganda e l'applicazione pratica dei nuovi portati delle scienze agricole.

Accolta subito con generale simpatia, ebbe ben presto un'enorme diffusione.

A tutt'oggi (1928), furono pubblicati 140 volumetti in-8° (con un centinaio e mezzo, in media, di pagine ogni volume) molti dei quali ebbero parecchie edizioni.

Sono così quasi un milione di fascicoli che si sparsero nella Spagna e nell'America Latina, portando ovunque uno stimolo potente di risveglio agricolo e procurando solidi e notevoli vantaggi alla Economia delle Nazioni.

La biblioteca, intitolata al nome del grande Italiano Stanislao Solari, pioniere insigne della nuova agricoltura, per merito e tenacia di un altro distinto Italiano, il Sac. Pietro Ricaldone, si rese, forse, la pubblicazione agricola più benemerita e di maggior diffusione nella lingua di Cervantes ».

Dalla Spagna all'America del Sud.

Nel 19o8 il Sig. Don Ricaldone iniziava la sua vita di grande viaggiatore per amor di Dio e delle anime. Il 7 marzo salpava da Cadice per l'America del Sud avendo a compagno il Sig. Don Antonio Candela - oggi egli pure del Capitolo Superiore - per compiere a nome di Don Rua la visita straordinaria alle case dell'Uruguay, Argentina e Patagonia. L'avventuroso viaggio che durò oltre un anno, ebbe per ultima mèta le estreme terre del Sud, la Terra del Fuoco e le Isole Malvine: e l'infaticabile Superiore visitò ben 72 case prima di far ritorno a Torino nel giugno 19o9. Di qui ripartiva ancora alla volta della Spagna, ma non per fermarvisi lungamente: nel 1910 richiamato a Torino, gli veniva affidata nel Capitolo Superiore la carica di Consigliere Professionale, carica che gli fu poi confermata nel 1916 per elezione del Capitolo Generale e nella quale rimase fino al 1922, quando venne eletto Prefetto Generale; e anche in questo ufficio fu riconfermato nel 1929.

Nel Capitolo Superiore.

Negli 11 anni in cui Don Ricaldone diresse le Scuole Professionali e Agricole della Pia Società, lasciò un'orma mirabile della sua competenza e modernità coll'impulso vigoroso che seppe imprimere alle scuole, portandole ad un alto grado dì sviluppo, dotandole di programmi assai apprezzati da autorità e da competenti, e di manuali tecnici compilati egregiamente da persone di riconosciuto valore (1). E quel che più conta, provvide le varie scuole di un personale idoneo ed entusiasta.

Nuovi viaggi frattanto egli compiva in qualità di Delegato straordinario del Sig. Don Albera in varie parti del mondo: nel 1911-12 nell'America del Nord, nel 1919 nell'Oriente Mediterraneo (Egitto e Palestina) visitando le numerose Case salesiane.

Nel 1920, di ritorno a Torino, preparava la Mostra didattico-professionale che ebbe il più lusinghiero successo e riscosse calorosi consensi da numerosi e distinti visitatori.

(1) Ricordiamo: 1) La Biblioteca delle Scuole Professionali - 2) Il Corso di disegno per le Scuole Professionali - 3) I Libri dell'agricoltore, ecc.

Benemerenze insigni.

Eletto nel 1922 Prefetto Generale, Don Ricaldone fu, diremmo così, il braccio destro di Don Rinaldi nell'attuazione di importanti progetti. A nome di lui visitò nel 1924 le case dell'Inghilterra, del Belgio e della Francia; nel 1925 organizzò la partecipazione delle Missioni Salesiane all'Esposizione Missionaria Vaticana; nel 1926 ideò e realizzò la nostra Esposizione Missionaria di Torino, e nel 1926-27 compì per incarico del Sig. Don Rinaldi la visita a tutte le Missioni Salesiane dell'Estremo Oriente (India, Siam, Cina, Giappone) percorrendo oltre 6o.ooo km. dal 21 dicembre 1926 al 9 dicembre 1927.

E i lettori del nostro « Bollettino » non avranno certo dimenticato il grido di zelo, il caldo appello che egli, prima ancora di essere di ritorno a Torino, lanciò dal Siam per mezzo del Sig. Don Rinaldi ai Cooperatori Salesiani del mondo per una Crociata Missionaria; grido che egli rinnovò attraverso le molte conferenze tenute nelle varie città italiane durante il 1928 e che fruttò la fondazione di numerose borse destinate ad aiutare la formazione degli aspiranti missionari raccolti all'uopo nei vari istituti. Anche per questo riguardo l'attività del Sig. Don Ricaldone non solo fu intensa ma diremmo anche meravigliosa; egli fu che diede realtà al progetto del compianto Don Rinaldi, organizzando con metodo efficace i fiorenti Istituti Missionari di Ivrea, di Cumiana, di Penango, dei Conti Rebaudengo di Torino, di Bagnolo, ecc. oggi promettenti non solo, ma già in piena efficienza.

L'attività spiegata da Don Ricaldone nei 42 anni di vita religiosa nella Società Salesiana giustifica anche agli occhi dei profani la sua elevazione alla carica suprema di Rettor Maggiore. Ma a noi che siamo più a contatto della sua persona, rifulgono doti di intelligenza e di cuore, doti di carattere e virtù morali e religiose che lo rendono ben degno di succedere al Beato Don Bosco nel governo della sua Opera; e queste - pur non accennandole per non offendere la di lui modestia - sono per noi la garanzia più salda, la migliore certezza che egli, procedendo nel solco di Don Bosco, rinvigorirà e svilupperà sempre più l'opera provvidenziale creata dal Beato nostro Fondatore.

E con la protezione materna di Maria Ausiliatrice e del. Beato Don Bosco avrà pieno avveramento il fervido augurio che Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, Cooperatori ed Ex allievi hanno rivolto entusiasticamente al Sig. Don Ricaldone nel fausto giorno della sua elezione.

Dopo l'elezione.

Il Capitolo Generale Salesiano ha continuato per vari giorni a raccogliersi mattino e sera per trattare di argomenti riguardanti la Società Salesiana.

La cronaca di queste giornate registra alcuni fatti degni di rilievo: il primo e il più vivo nel ricordo fu la visita cordialissima che S. E. Mons. Maurilio Fossati, Arcive scovo di Torino volle fare al nuovo Rettor Maggiore, il giorno stesso dell'elezione. Alle 17, mentre il Capitolo Generale era raccolto intorno al Sig. Don Ricaldone, l'Eccellentissimo Presule arrivò all'Oratorio e venne subito accompagnato dov'erano i convenuti.

Mons. Mathias prefetto Apostolico dell'Assam (India) porse all'Arcivescovo il saluto a nome di tutti i Salesiani e indicandogli i sacerdoti raccolti disse: « Eccole, Eccellenza, rappresentata la carta geografica del mondo ». Nella sala infatti, erano radunati Salesiani provenienti dalle più lontane regioni. Mons. Mathias ha concluso ringraziando vivamente l'Arcivescovo della benevolenza che ha pei Figli di Don Bosco e assicurandolo della riconoscenza dei Salesiani che in tutto il mondo lo conoscono.

Mons. Fossati si disse lieto di salutare il nuovo Rettor Maggiore, e con esso tutti gli appartenenti alla Congregazione istituita dal Beato Don Bosco e affermò la sua fiduciosa certezza che la provvidenziale opera continuerà a svolgere la sua missione di evangelizzazione e di civiltà nel mondo. Indi benedisse i presenti e si trattenne in cordiale colloquio col Rettor Maggiore. Quando lasciò la sala e attraversò il cortile, tutti i ragazzi che stavano giuocando interruppero i loro sollazzi per offrire al pio Arcivescovo il tributo del loro entusiastico affetto.

Un piccolo episodio, pieno di significato, chiuse la giornata dell'elezione. Appena terminata la seduta del Capitolo, Don Ricaldone, accompagnato da Mons. Mathias, si recò alla casa di cura di Piossasco per benedire e confortare i Salesiani ammalati, ivi raccolti, e carissimi sopra tutti al suo cuore.

Il Capitolo Generale prima di chiudere le sue sedute effettuò una visita all'Istituto Agricolo Missionario di Cumiana e alla casa natia del Beato ai Becchi.

A Cumiana gli ospiti desideratissimi furono ricevuti dall'Ispettore Don Ziggiotti che diede loro il cordiale benvenuto a nome degli insegnanti e degli allievi. Dopo un rinfresco, il Sig. Don Ricaldone, che fu l'ideatore dell'Istituto, accompagnò egli stesso i Capitolari nella visita dei vari reparti - chimico, agricolo, attrezzi rurali, stalla, pollaio -- soffermandosi a spiegarne il funzionamento e mettendo particolarmente in rilievo le opere idrauliche eseguite per bonificare i sessanta ettari di terreno che costituiscono la tenuta dell'Istituto: terreno che anni addietro era quasi improduttivo. Durante la colazione, un aeroplano da turismo, sceso a bassissima quota sullo spiazzale ha lanciato una nuvola di manifestini tricolori recanti un saluto e un augurio al nuovo Rettor Maggiore.

Verso le 15 salutati calorosamente da una folla considerevole, i Capitolari partivano per Castelnuovo Don Bosco, per poi proseguire per la frazione dei Becchi. Al loro giungere le campane del Santuario hanno squillato festosamente, e con loro, come per un'intesa preventiva, le campane delle chiese dei 34 paesi astigiani che cingono a corona la collina sulla quale domina la frazione dei Becchi, hanno unito la loro voce riempiendo l'aria di note festose alle quali hanno fatto eco le sirene di alcune fabbriche. Don Ricaldone è stato ricevuto ed ossequiato dal direttore del Santuario, il quale lo ha accompagnato a visitare la casetta dove nacque ed ebbe le prime divine rivelazioni il Beato Don Bosco. Il Rettore Maggiore si è intrattenuto lungamente nell'umile dimora: poi è passato a pregare nel Santuario di Maria Ausiliatrice: Santuario che, come è noto, sorse 27 anni dopo la morte del Beato Don Bosco e proprio nel luogo preciso dove l'edu catore dei giovani l'aveva sognato. Don Ricaldone, lasciata la chiesa, ha visitato la casa già appartenente al fratello di Don Bosco dove, con grande cura, in due modestissime camerette del primo piano, sono conservati il letto e un divano sui quali riposava il Beato quando, verso la metà di settembre di ogni anno, conduceva i suoi giovanetti in vacanza. In dette camerette sono conservati altri cari ricordi fra i quali i resti del letto sul quale nacque il Beato.

Terminata la visita, il Sig. Don Ricaldone coi Capitolari si sono raccolti per un rinfresco sotto il porticato prospiciente il prato dove Don Bosco, ancora fanciullo, radunava i suoi coetanei per ripeter loro le prediche che aveva udito in chiesa.

Avendo il Podestà di Castelnuovo Don Bosco, a nome di quegli abitanti, espresso il desiderio che il Rettor Maggiore degnasse di una sua visita la graziosa borgata, per aderire a quella richiesta, il Rettore Maggiore ed i Capitolari hanno affrettata la loro partenza e, giunti a Castelnuovo, hanno sostato sulla piazza dove sorge il monumento al Beato. Quivi, oltre il Podestà, si era raccolta la popolazione che ha tributato una calorosa dimostrazione.

La colonia Mirabellese di Torino.

La colonia dei Mirabellesi residenti a Torino appena saputo dell'elezione del Sig. Don Ricaldone, ha voluto presentare all'amato concittadino le proprie felicitazioni. Ed è venuta la sera del 19 maggio all'Oratorio ed ha offerto al Rettor Maggiore un artistico Calice, inneggiando a lui e auspicando il più fervido e fruttuoso apostolato.

Da ogni parte del mondo sono giunte al novello Rettor Maggiore, felicitazioni e auguri di autorevoli personaggi. Nei suoi lunghi viaggi e per le relazioni del suo ufficio, il Sig. Don Ricaldone ha contratto numerose amicizie; ma, oltre queste conoscenze personali, una moltitudine di amici, di ammiratori, di Cooperatori dell'Opera Salesiana, si è valsa della bella occasione per confermare la propria stima e formulare i più fervidi voti all'opera di Don Bosco nella persona del nuovo Rettor Maggiore.

Saremmo molto lieti di portare a conoscenza dei nostri Cooperatori le lettere e i telegrammi pervenuti e inneggianti alla elezione del Sig. Don Ricaldone; e d'altra parte sarebbe edificante per tutti apprendere l'alta considerazione in essi espressa, talora in termini assai entusiastici, e per l'eletto e per l'opera che la Divina Provvidenza ha con fidato al suo zelo. Dobbiamo però rinunziare a questa comune soddisfazione perchè il numero di pagine del nostro Bollettino non consente di pubblicare tutto ciò che l'affetto e l'ammirazione ha dettato in questa fausta occasione a Eminentissimi Cardinali, a Eccellentissimi Vescovi, e ai Rev.mi Superiori di Famiglie Religiose e di Seminari; ad autorità politiche, ambasciatori e rappresentanti di nazioni estere; a personalità militari, a magistrati, a docenti insigni, a dirigenti di Istituzioni educative della Gioventù; a migliaia di ottimi Cooperatori e di zelanti Cooperatrici, di ex allievi ed ex allieve, di Associazioni Cattoliche ecc. che vollero partecipare col più fervido voto del loro cuore alla nostra gioia.

Segnaliamo per tutte le felicitazioni che pervennero dalle Autorità supreme e da quelle a noi più vicine:

Sua Santità Pio XI.

CITTA DEL VATICANO. - Augusto Pontefice vivamente compiaciutosi elezione Don Pietro Ricaldone esprime novello Rettor Maggiore paterne felicitazioni, lo benedice di cuore unitamente Capitolari e religiosi tutti formando per la benemerita Congregazione fervidi voti sempre maggiori incrementi. - CARD. PACELLI.

S. M. il Re.

ROMA - CASA REALE. - Sua Maestà il Re ricambia il cortese pensiero di omaggio di V. S. coi migliori ringraziamenti. - Generale AsINARI DI

BERNEZZO.

S. E. il Capo del Governo.

ROMA. - S. E. il Capo del Governo sensibile cortese comunicazione e sentimenti espressigli nuovo Rettor Maggiore Salesiani ringrazia vivamente.

Saluti. - Segretario particolare; CHIAVOLINO.

Principi di Casa Savoia.

DA NAPOLI. - Le invio vivissime congratulazioni e mio cordiale saluto. - UMBERTO DI SAVOIA.

DA PADOVA. - S. A. R. la Duchessa di Pistoia ha appreso con vivo piacere la di lei nomina a successore compianto Don Rinaldi. Augusta Presidente Onoraria Patronesse Salesiane nell'inviare a mio mezzo vivissimi rallegramenti formula migliori voti prosperità per tanta benemerita Opera di Don Bosco così cara al suo cuore. Devoti ossequi. D. Ordine: G C. RICCARDI DI NETRO.

GARDONE RIVIERA. - Invio mie più vive felicitazioni per sua nomina a Rettor Maggiore dei reverendi Salesiani figli di Don Bosco ADALBERTO DI SAVOIA.

S. Em. il Cardinale Protettore.

ROMA. -- Rallegramenti in Domino per la sua prevista elezione; il beato Don Bosco avrà in lei un degno successore. - PIETRO CARD. GASPARRI.

S. E. il Prefetto di Torino.

TORINO. - Apprendo ora notizia sua nomina altissimo ufficio e mi affretto rallegrarmene con lei e con la grande famiglia salesiana che continuerà, sotto sua saggia guida, onorare nel mondo, con infinite opere di religione e di bene, il nome e il prestigio d'Italia. Il Prefetto: Ricci.

Il Podestà di Torino.

TORINO. - Desidero giunganle fra le prime e fra le più cordialmente devote le mie felicitazioni e reverente mio saluto con fervidi voti delle più elette remunerazioni. - Podestà Torino: PAOLO THAON DI REVEL.

Il Segretario Federale.

TORINO. - Esprimole vivissime felicitazioni per la di lei nomina plebiscitaria a quarto successore venerando Don Bosco e capo grandiosa e benemerita famiglia salesiana. Deferenti saluti. - ANDREA GASTALDI.

Il Podestà di Mirabello.

Mirabello accoglie con gioia indicibile notizia nomina Vossignoria Capo Benemerita Famiglia Salesiana, orgogliosa tanto illustre figlio. Congratulazioni e ossequi. - Podestà MASSOBRIO.

GIUDIZI DELLA STAMPA

La stampa italiana ed estera ha seguito l'elezione col più vivo interesse. Fin dal giorno della morte del Sig. Don Rinaldi si è interessata del « successore », e se non sempre ha discusso dell'argomento con la desiderabile competenza, pure ha dimostrato che ci teneva a parlarne, a trarre pronostici e fare previsioni. A più riprese essa ha anche fatto il nome di Don Pietro Ricaldone, testimoniandogli stima e considerazione.

Ora che l'elezione è avvenuta e i giornali nel riferirla l'hanno commentata, spigoliamo nella stampa che ci è capitata sottomano alcuni giudizi che torneranno edificanti e informativi pei nostri ottimi Cooperatori.

GAZZETTA DEL POPOLO (Torino) del 18 maggio:

« Esemplarissimo di vita, pronto di ingegno, semplice e affabile di modi ma fermo di carattere, Don Pietro Ricaldone è un degnissimo figlio di Don Bosco, non soltanto per le sue alte virtù di sacerdote, ma anche per il suo fervore di italiano ».

LA STAMPA (Torino) del 18 maggio:

« Il nuovo Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Pietro Ricaldone è nel contempo sacerdote di vasta dottrina e uomo di azione. Tutta la sua attività passata sta a dimostrare che nessuno meglio di lui sarebbe stato più atto a reggere le fila della vasta organizzazione salesiana, le cui propaggini si estendono in tutto il mondo, a tenere l'alto delicatissimo posto di successore di Don Bosco.

Don Ricaldone ha sempre rivelato un profondo spirito religioso: tutta la sua esita fu sempre informata ad una disciplina volonterosa, umile, animata da una fede vivissima nella Divina Provvidenza».

L'AvvENIRE D'ITALIA (Bologna) 18 maggio:

« Un'altra esemplare figura di sacerdote piemontese s'inserisce con Don Pietro Ricaldone nel nucleo dei Reggitori della Società Salesiana. Se la Pia Congregazione ha serbato intatto lo spirito trasfusole dal Beato Fondatore, lo si deve anche alle caratteristiche di gioviale semplicità ed inesausta tenacia di cui, a somiglianza di Don Bosco, son improntati i Salesiani che si succedettero al timone del gigantesco complesso di opere.

Esprimendo oggi a Don Ricaldone i nostri omaggi per l'avvenuta sua nomina a Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana stimiamo di non poter in modo migliore corrispondere ai suoi nobili desideri, formulando i migliori voti perchè, sotto il suo Rettorato, abbiano a trovare soluzione tutti i problemi missionari ed a rinvigorirsi ognor più la provvidenziale opera di bene voluta dal Beato Don Bosco ».

L'ITALIA (Milano):

« L'elezione odierna del prof. Don Pietro Ricaldone a quarto successore di Don Bosco sarà accolta in tutto il mondo con gioia e plauso vivissimo, poichè avendo dovuto per i doveri della sua carica visitare le istituzioni salesiane nei diversi continenti, in Europa, in Africa, in Asia, in America, ha lasciato ovunque così notevoli e gradite tracce del suo passaggio da farsi a lungo e caramente ricordare da tutti.

E se come lavoratore D. Ricaldone fu sempre instancabile, e le sue fatiche diedero gli attesi risultati, sopra a questi ed alle sue opere, bisogna porre le sue virtù sacerdotali, l'amor suo alla Chiesa ed a Don Bosco, la confidenza assoluta in Maria Ausiliatrice, quello spirito soprannaturale per cui si lavora non in vista della terra ma per elevare soltanto anime a Dio.

Ora egli è il Capo supremo della Congregazione Salesiana e continuerà coll'opera, coll'esempio, coll'incitamento a sempre più sviluppare le energie potenti che ha a sua disposizione, per ampliare il campo, per aumentare la semina e il raccolto: raccolto spirituale, s'intende, fra la gioventù, fra il popolo, tra gli infedeli e i dimentichi. Poichè Don Ricaldone è, soprattutto, il figlio di Don Bosco che tien fede al programma: Da mihi animas, caetera tolle. Messe di anime, pel trionfo del regno di Cristo ».

L'Eco DEL CHISONE (Pinerolo):

« Diventato Superiore Generale, Don Ricaldone continuerà la sua opera di apostolato e di animatore. Fidente nella Divina Provvidenza, egli darà come per il passato, tutta la sua attività, tutto il suo zelo, pieno di sano ottimismo e di profondo equilibrio. Le sorti della Pia Società Salesiana sono in mani sicure e sotto la sua direzione la grande Opera fondata dal Beato Don Bosco non potrà far a meno che di continuare il suo cammino ascensionale a sempre maggior gloria di Dio e a vantaggio della Società ».

LA SEsIA (Vercelli):

« Uomo di mente aperta, di vasta cultura, di spirito di sacrificio, egli, che è conosciuto in tutto il inondo, sarà salutato nella nuova carica con generale soddisfazione ».

L'80° genetliaco del Card. Pietro Gasparri

S. Em. il Card. Pietro Gasparri il giorno dell'Ascensione, per la fausta ricorrenza del suo 80° genetliaco, ha celebrato nella Basilica di S. Lorenzo in Lucina una sacra funzione di ringraziamento, partecipandovi un'elettissima folla di personalità. Dopo il Te Deum, Sua Eminenza ha impartito la trina benedizione Eucaristica, indi ricevette gli omaggi degli intervenuti.

Tra le felicitazioni, che da ogni parte del mondo sono giunte all'Eminentissimo, è stata particolarmente apprezzata una lettera autografa di viva felicitazione e di affettuoso augurio inviatagli dal Santo Padre.

All'Eminentissimo Cardinale Gasparri - Protettore della Pia Società Salesiana - rinnoviamo dalle pagine del Bollettino l'augurio più riconoscente della nostra Famiglia e, memori della sua paterna benevolenza, assicuriamo che sarà sempre vivo il ricordo di Sua Eminenza presso l'altare di Maria Ausiliatrice e l'urna del Beato Don Bosco, invocando sulla sua persona le più elette benedizioni del Cielo.

Lettera di Don Giulivo ai giovani.

Carissimi,

L'anno prossimo 1933 la gioventù di tutto il mondo cattolico celebrerà con gran vanto il centenario delle benemerite « Conferenze di S. Vincenzo de' Paoli » per la visita dei poveri a domicilio, fondate 100 anni fa a Parigi dal Servo di Dio, studente universitario, Federico Ozanam con sei suoi condiscepoli ardenti come lui di mirabile spirito di carità.

Oggi questa meravigliosa istituzione è sparsa ormai in tutte le parti del mondo e dà risultati splendidi. Il Bollettino ufficiale ne pubblica l'eloquente risultato complessivo dell'anno 1930 con le seguenti cifre: Conferenze (o Unioni) 11.103; confratelli 154.935 elemosine in franchi 166.833.481.

Tutto questo non è certamente una novità per parecchi di voi, che già appartengono a queste conferenze ma la mia parola ora è specialmente per quelli che non vi appartengono ancora e ai quali caldamente faccio le raccomandazioni seguenti:

1° Informatevi di queste Conferenze, avvicinatele e divenitene soci zelanti.

2° Adoperatevi a impiantarle dove ancora non vi sono, nei vostri paesi, negli Oratori Festivi, che voi frequentate, e anche nei Collegi e Convitti a cui appartenete.

3° Se vi occorrono schiarimenti al riguardo, rivolgetevi alla sede degli Stampati per l'Italia, Vicolo S. Matteo, Genova, mandando lire 2 per ricevere formulari e indicazioni pratiche.

4° Fate capire, che anche fra i convittori o alunni interni degli Istituti Educativi si possono scegliere dei soci da aggregare alle Conferenze più vicine, come ad esempio si pratica dal Collegio Convitto Salesiano di Valsalice in Torino, dal Convitto Civico di Cuneo, dal Collegio Convitto Municipale di Randazzo (Catania) ecc... - Tutta questa propaganda inoltre va intesa non solamente per la gioventù maschile, ma anche per la Gioventù femminile per le analoghe conferenze delle Dame di Carità e simili.

Su adunque! Fatevi tutti apostoli ardenti di queste Conferenze e sarete doppiamente degni di essere terziari del Beato Don Bosco, il quale era strenuo propagatore di questa istituzione dell'Ozanam.

Vivete felici. Addio.

Don GIuLIVo.

Madre Maria Mazzarello

Chiudendosi il 14 maggio u. s. la ricorrenza del cinquantesimo anno della morte di Madre Maria Mazzarello, in varie località è stata solennemente rievocata la bella figura di questa prima Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice da illustri oratori.

Ricordiamo in primo luogo la commemorazione fatta il 14 maggio a Torino nella Casa Generalizia delle Figlie di Maria Ausiliatrice, presente l'Ecc.mo Arcivescovo Mons. Fossati, i Superiori Salesiani, le Suore di Don Bosco e una folla di intervenuti. Parlò eloquentemente della Serva di Dio l'apprezzatissimo oratore Sac. Dott. Alberto Caviglia, svolgendo il tema dell'« Eredità spirituale di Suor Maria Mazzarello ».

Sentendo sì bene illustrare dalla dotta parola dell'oratore fatti e momenti della vita della virtuosa figliuola di Don Bosco, la soave figura di lei balzava alla mente dei presenti così fulgente e piena di virtù mirabili, che fu spontaneo sulle labbra di tutti il voto fervidissimo di poter presto venerare sugli altari l'eletta Serva di Dio.

Nè meno solenne e brillantemente riuscita fu la rievocazione fatta il 12 maggio a Nizza Monferrato, in quella casa che fu fino all'anno scorso la Casa Madre dell'Istituto e nella quale Madre Mazzarello trascorse i tre ultimi anni di sua vita e dove riposa tuttora la sua spoglia mortale. Là insieme con l'abbondanza dei ricordi materiali della Serva di Dio, sono più freschi e olezzanti i ricordi delle sue virtù; e la commemorazione che di lei si suol fare ogni anno, ha sempre un fascino particolare. È come far rivivere nel suo proprio ambiente la soave figura che un dì tutto l'imbalsamava col profumo della sua spirituale fragranza.

Per la ricorrenza speciale si trovavano a Nizza S. E. Monsignor Umberto Rossi, or ora trasferito da Susa ad Asti, che aveva il delicato cómpito dell'orazione celebrativa; il Rev.mo Sig. Don Pietro Ricaldone, oggi Rettor Maggiore della Società Salesiana e Madre Luigina Vaschetti Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice: e intervenne pure il fior fiore della città.

In una gioiosa cornice di inni festosi e di magnifici pezzi musicali, egregiamente eseguiti con la cooperazione dell'orchestra cittadina, S. E. Mons. Rossi inquadrò il suo bel discorso su Madre Mazzarello con tale elevatezza di pensieri e calore di sentimento da entusiasmare e commuovere il scelto uditorio che gremiva l'ampio cortile. L'Ecc.mo oratore svolse magistralmente due considerazioni sulla vita della santa Superiora: anzitutto fece rilevare il disegno della Divina Provvidenza nel preparare l'esecutrice dei disegni di Don Bosco in ordine alla Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice; quindi presentò la vita di lei nella luce della sua profonda pietà, che in lei fu tutto e che tutto spiega in lei; la sua laboriosità, lo spirito di mortificazione, di espiazione e di sacrificio, la sua purezza, il metodo e l'efficacia dell'educazione da lei impartita, e tutta la multiforme opera che compì come prima Superiora dell'Istituto fondato dal Beato Don Bosco.

Alla parola, applauditissima, di S. E. seguì quella del Sig. Don Ricaldone. Prendendo lo spunto dalla ricorrenza onomastica del Papa, egli rievocò ai presenti la venerazione profonda, l'amore vivissimo che il Beato Don Bosco seppe inculcare e trasfondere nei Salesiani e nelle Figlie di Maria Ausiliatrice verso la persona del Vicario di G. C. E confortando il suo dire con esempi della vita di Suor Maria Mazzarello rivolse ai presenti l'esortazione di amare il Papa della beatificazione di Don Bosco e di pregare il Signore perchè si compia l'auspicio con cui Mons. Rossi chiudeva il suo discorso: che il Papa, il quale cinse dell'aureola di beato il Padre, abbia pure la gloria di aggiungere la stessa corona alla migliore delle sue figliuole.

Il voto era nel cuore di tutti e le belle parole del Sig. Don Ricaldone riscossero l'approvazione da parte di tutto l'imponente uditorio.

L'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice nel cinquantesimo anniversario della morte di Madre Maria Mazzarello si è arricchito di un pregevole quadro, rappresentante la prima Superiora Generale presso la dolce immagine dell'Ausiliatrice adorna di rose e gigli.

Un'autentica fotografia della Madre, presa oltre cinquant'anni fa (l'anno della sua elezione a Superiora generale dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice) e ritrovata alcuni mesi or sono, servì al Crida per ideare questo nuovo lavoro che incontrerà, speriamo, l'approvazione di tutti gli ammiratori della Serva di Dio, tanto più che ci permette di contemplarla nei suoi lineamenti precisi al momento in cui essa realizzava il sogno di Don Bosco diventando la pietra fondamentale della meravigliosa istituzione creata dal Beato in riconoscenza alla celeste Ausiliatrice.

Il prof. Crida ha magnificamente ideato il suo quadro: ci ha dato una Madre Mazzarello che col sorriso sulle labbra e con lo sguardo sereno invita ad accostarsi a Gesù, che essa addita nel Crocifisso ricevuto dalle mani del Beato Don Bosco, e ad effondere con lei il tributo di riconoscenza verso la Madonna.

Mentre segnaliamo con piacere questo lavoro del Crida, che s'aggiunge al numero già considerevole di opere pregevoli che il valente artista ha disseminato per le case e chiese salesiane dei Becchi, di Borgo S. Paolo (Torino), di Lanzo, di Faenza, di Roma e delle nostre Missioni in Cina, ecc. siamo lieti di ricordare che il Grida è stato insignito della croce di Cavaliere della Corona d'Italia pei suoi meriti artistici, riconosciuti in tante opere, specialmente nel quadro del B. Umberto di Savoia, oggi nella parrocchiale di Avigliana, e che è la felice interpretazione del pensiero di S. A. R. il Principe di Piemonte che l'aveva ordinato. Anche per questo riconoscimento le nostre più vive congratulazioni al giovane artista.

INTORNO AL BEATO DON BOSCO

Festa del Beato a Torino.

La festa celebrata nel Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino è riuscita solenne con funzioni pontificate dalle LL. EE. Mons. Rossi vescovo di Susa e Mons. Perrachon, vescovo di Centuria, e con la partecipazione di una straordinaria folla di fedeli. L'urna e la cameretta del beato Fondatore sono state mèta di un incessante pellegrinaggio, che raggiunse il suo massimo nelle ore del pomeriggio. Le varie funzioni ebbero l'accompagnamento di scelte esecuzioni musicali sotto la direzione dei valenti maestri Scarzanella e Pagella.

Apoteosi del Beato in Eliopolis.

La bella Cattedrale Latina di Eliopolis ha visto la domenica, primo maggio, rigurgitare l'ampia navata di Italiani, colà convenuti dal Cairo per onorare il Beato Don Bosco.

Con la benedizione della statua del Beato, che è stata collocata nella Cattedrale Latina di Eliopolis, per iniziativa delle Figlie di Maria Ausiliatrice dirigenti la Scuola Italiana di quella città e di un gruppo di signore italiane e straniere, ebbe principio la funzione pontificata da S. E. Mons. Girard vescovo di Eliopolis.

Vi assistevano S. E. il Ministro d'Italia on. Cantalupo, il R. Console col. Liberati, il Preside comm. Chirone segretario del Fascio, i Capi Istituti, gli insegnanti, le rappresentanze delle Scuole civili e religiose, i dirigenti le Associazioni e Sodalizi ed una folla incalcolabile di connazionali.

« Subito dopo il Vangelo - scrive il Giornale d'Oriente -salì al pergamo Mons. Luigi Mathias, Prefetto Apostolico dell'Assam, che di passaggio in Egitto sostituì ben volentieri il predicatore della circostanza improvvisamente ammalatosi: Ed esaltò in perfetta lingua, italiana e con affascinante eloquenza la figura ed il meraviglioso programma sociale ed apostolico realizzato dall'umile figlio del popolo che Sovrani e potenti trattavano con amicizia e confidenza.

» Ricordò con parola accesa, quanto largamente Don Bosco praticasse la carità e come profondamente agisse per il bene dei fanciulli. onde strapparli alla strada, all'ozio e al vizio. Tutti i poveri egli attirava con la mansuetudine e la dolcezza della sua indole, e particolarmente si dedicava all'infanzia disagiata che il bisogno condanna innanzi tempo ad una vita grama e penosa se una mano soccorrevole non viene in suo aiuto.

» Giovanni Bosco, nato povero, era più di ogni altro consapevole di quanto soffrono i bambini condannati a tutte le rinunzie e come il disagio sia spesso cattivo consigliere. Perciò egli ebbe da fanciullo la prima visione che lo incitò a sognare un avvenire di lavoro e di studio a profitto dei bambini più poveri che la Madre Celeste gli additava. La fede ed il cuore immensamente caritatevole lo spronarono a realizzare in un modo così magnifico il sogno che i suoi contemporanei giudicavano utopistico.

» Scuole, ospedali, ricoveri, orfanotrofi, s'intitolano al nome di Don Bosco in tutti i continenti del globo terracqueo. L'umile operaio, che tutti i mestieri conobbe, si trasformò negli anni di sua vita terrena nel più grande educatore e con la bontà e la mansuetudine vinse ostacoli insormontabili e trionfò per il bene dei piccoli diseredati che andavano a lui fidenti, col carico delle loro pene, per avere asilo e conforto.

» I rivoli d'oro della carità, alimentarono abbondantemente le Opere Salesiane ed il santo vide stringersi attorno una larga schiera di sacerdoti come figli; ad essi il Beato Don Bosco ha commesso il còmpito di proseguire la sua Opera ; ed in ogni parte del inondo, nelle terre più lontane e meno civili il programma religioso e sociale del Fondatore della Società Salesiana è diffuso dai sacerdoti e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice che il Beato Don Bosco fondò per estendere anche alle bambine il benefizio dell'insegnamento e dell'assistenza morale.

»Tanto calore di fede pone Mons. Mathias nel tracciare la vita del Beato che gli astanti hanno quasi la impressione di vedersi animare la statua e sorridere ai bambini ivi raccolti che indossano la uniforme dell'Istituto Salesiano ».

Terminata la funzione, S. E. il Ministro Cantalupo si tratteneva aff abilmente con Mons. Girard e lo ringraziava della cura solerte che si prende della Colonia Italiana di Eliopolis e del Cairo. Anche Mons. Mathias ebbe le più vive congratulazioni da Mons. Girard e dal R. Ministro d'Italia, il quale gli inviava a Port Said il seguente nobile telegramma:

Mons. Mathias - Salesiani Scuole Italiane

PORT SAID.

Desidero ringraziare vivamente Vostra Eccellenza per magnifica celebrazione del nostro grande Don Bosco da lei fatta con tanto calore ieri ad Eliopolis. Il suo discorso è tornato molto gradito ai miei sentimenti di italiano e di cattolico. Cordiali ossequii.

Ministro CANTALUPO.

I giornali religiosi del Cairo rilevarono con vibranti parole la solennità della celebrazione del Beato italiano, ed ebbero entusiastici elogi per Mons. Mathias e per l'opera di bene che i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice compiono tra la Colonia Italiana in Egitto.

La festa ebbe nel pomeriggio la sua magnifica chiusa nella premiazione degli alunni e alunne della Scuola Italiana, organizzata dalle benemerite Figlie di Maria Ausiliatrice. Vi presenziavano, oltre S. E. Monsignor Girard e tutte le autorità religiose, Donna Sofia Cantalupo gentile consorte di S. E. il Ministro d'Italia, intervenuta con la madre; il R. Console Liberati; rappresentanze delle Scuole e delle Comunità religiose, e un imponente numero di connazionali.

Altare e quadro a Napoli.

La festa del Beato Don Bosco ha riservato ai parrocchiani della nostra chiesa del S. Cuore di Gesù al Vomero (Napoli) la bella sorpresa della benedizione data da S. Em. il Card. Ascalesi al nuovo altare (dono del Signor Federico Raffaele) e al nuovo quadro (opera d'arte del Irolli), dedicati al Beato nostro Fondatore.

Il bel quadro ha avuto l'elogio più caloroso dei competenti e dei critici d'arte. Leggiamo queste espressioni lusinghiere:

- Sul Mattino: « Giovanni Bosco, nel quadro di Irolli, è divinizzato, oltre che dall'espressione serafica conferita al Beato dall'arte e dalla devozione del pittore, dal tono di tutta la composizione.. ».

- Sul Giornale d'Italia: « Il quadro è opera degnissima di questo grande maestro, mago del colore. La bella testa di Don Bosco, dai capelli neri, i tratti dolcissimi, la fronte pensosa è illuminata da una luce d'infinita bontà... ».

- Sul Corriere di Napoli: « Nella dolce quiete di Capodimonte il maestro Irolli fermò, in tutte le sue luci, la personalità bonaria, indulgente e sorridente di Don Bosco, in un atteggiamento impressionante di serena dolcezza, quella serena dolcezza, che fu il carattere, l'azione, la vita, il fulgido esempio dell'Apostolo di Castelnuovo d'Asti.

» E in questa fedelissima espressione l'arte gloriosa di Vincenzo Irolli ha creato un vero capolavoro... ».

- Sull'Avvenire d'Italia: « È Don Bosco!... C'è l'uomo dall'aspetto sereno abituale, che calmo viene incontro, e par che davvero lasci la tela; che sorride come sempre sorrideva; che guarda sin dentro l'anima come sempre guardava con gli occhi profondi. C'è l'uomo che s'avanza su d'un vaghissimo tappeto di rose, gli onori e le ricchezze e le felicità della terra che vinse e sempre disprezzò. E c'è anche il Santo: non un santo in preghiera, perch'egli l'aveva in cuore la preghiera; nè un santo cogli occhi al cielo, perche il cielo è dentro la sua grande anima. Par che dica colle vigorose mani appoggiate al seno: « Non mi lasciate inoperoso; fate che lavori per voi anche in cielo... ». Così infatti, proprio così aveva detto ai figli negli ultimi istanti.

» E attorno sono Angioli, squisiti Angioli veneranti genuflessi al passaggio. Saranno forse le anime dei giovani che Don Bosco trasformava in anime di Angioli... Può darsi, perchè come invece han fatto altri pittori - il maestro Irolli non ha voluto circondarlo di giovani. Questi ci piace vederli vivi ai pie' dell'altare.

» Questa è la vita del quadro: aggiungete la ricca scelta e la sapiente disposizione dei colori aggiungete l'accurato studio d'ogni particolare, dalle rughe del volto alla venatura delle mani; aggiungete l'infinito cielo che trionfa nel fondo, e il quadro non lo dimenticherete più. Dalla mente del geniale pittore, lo sappiamo, sono usciti altri gioielli, in Italia e all'estero giustamente ammirati ed apprezzati: ma in quest'opera è l'anima che parla ed ha creato ».

Un busto inaugurato a Terni.

Nel Convitto Umberto I di Terni la festa di Don Bosco del 24 aprile è stata accompagnata da una cerimonia che trasse nella casa salesiana un pubblico tanto imponente per numero e per qualità di persone che mai prima era convenuto tra le sue mura. Si è inaugurato con straordinaria solennità un busto del Beato, dono espressivo degli antichi allievi alla casa che li aveva educati: e il pubblico che sente venerazione pel grande educatore vi ha preso parte con entusiasmo. La cerimonia ebbe luogo nel pomeriggio e fu coronata da vibranti discorsi di ex allievi, del valente oratore Mons. Crocetti e del prof. Tucci, cui seguì la benedizione impartita da S. E. Mons. Boccoleri.

Un ricordo a Camogli.

Il Beato Don Bosco nella primavera del 1882 fu a Camogli sulla Riviera Ligure.

Per tramandare il ricordo di tale avvenimento, che diverrà sempre più importante, il Comm. David Bozzo presidente della Fabbriceria ed ex allievo di D. Bosco ha voluto far apporre una targa in marmo nella facciata del fabbricato di piazza Vittoria 1, dove il nostro Fondatore fu ospite in quella circostanza.

Allo scoprimento della lapide commemorativa pronunciò breve discorso il cappuccino P. Teodosio da Voltri, indi Mons. Pietro Riva impartì la sacra benedizione. Molto popolo intervenne alla cerimonia e tutto il quartiere era bellamente pavesato ed imbandierato. La lapide porta la seguente epigrafe:

«IN QUESTA CASA - IL BEATO GIOVANNI BOSCO - NEL VI APRILE MDCCCLXXXII - FU OSPITE AMBITO - DELLA FAMIGLIA BOZZO - CHE DELL'ALTO ONORE - VOLLE PERPETUATO IL RICORDO - APRILE 1932 ».

RICORDANDO S. A. R. IL DUCA D'AOSTA

Con l'animo pieno della più viva ammirazione e ossequente riconoscenza ricordiamo ai nostri Cooperatori Salesiani il compianto Augusto Principe Emanuele Filiberto Duca di Aosta e ne raccomandiamo l'Anima eletta per copiosi suffragi nell'anniversario del suo decesso.

Egli fu sempre benevolissimo verso le Opere e Missioni Salesiane e ammiratore devoto del nostro fondatore e Padre il Beato Don Bosco.

Ancora qualche anno fa si degnava, in un con l'Augusta sua Consorte la Principessa Elena Savoia-Orleans, venire a visitare la nostra Casa Madre in Valdocco e interessarsi con alta carità delle Opere nostre.

Sia pace e gloria eterna a Lui presso il buon Dio, mentre rimarrà sempre viva nei nostri cuori la sua preziosa memoria.

VITA DELLE NOSTRE MISSIONI

L'efficacia della preghiera.

Amatissimo Padre,

All'appello di preghiere fatto con la relazione pubblicata sul Bollettino di Maggio, hanno risposto pronte anime pie, che, ascoltando la voce del loro cuore, hanno generosamente offerto non solo preghiere ma sofferenze e atti di sacrifizio che al Signore non potevano non tornare graditi. E per questo che io sento il dovere di ringraziare ora pubblicamente coloro che hanno voluto diventare missionari oscuri restando a casa loro e intercedendo davanti al Cuore SS. di Gesù per queste povere pecorelle sbandate e cieche.

Espongo cronologicamente e senza commenti.

Tre mesi erano trascorsi dalla mia relazione sul paese di Deuli, di cui avevo raccontato l'apostasia, allorchè una deputazione di quel paese con a capo il catechista, viene a Shimulia e si presenta a me. Dopo i pronam di uso e lo scambio di notizie dall'una e dall'altra parte, il catechista incomincia:

-- Padre, buone notizie; il tale, il tale, il tale... (e nomina otto capi-famiglia) con tutte le loro famiglie mi incaricano di chiederle perdono e di essere riammessi alla Chiesa.

- Ma come mai - esclamo io - se tre mesi fa non ne volevano sapere?

- Io non so davvero come sia. Il fatto è che già da parecchi giorni mi dicono con insistenza: - Va dal Padre, noi abbiamo bisogno di riconciliarci.

Neanche a farlo apposta, lo stesso giorno arriva dall'Europa una lettera, in cui tra l'altro mi si dice: « ... Dio appagherà il suo desiderio e le pecorelle, sono sicuro, ritorneranno all'ovile; Gesù ha detto che non ci negherà mai i favori spirituali. Io spero fra breve di sentire che il suo gregge è ritornato al pastore. Queste sono le intenzioni, a questo scopo ho fatto pregare anche le persone amiche... ».

Mi parve l'avveramento di una profezia e ne ringraziai di cuore il Signore.

Da notarsi che io mi ero di proposito astenuto dal fare pressioni di sorta anche perchè avevo passato il tempo nel visitare altre località mai fino allora visitate. Il catechista c 'più le preghiere delle anime buone avevano operato il prodigio.

Ma la cosa non si fermò qui.

Un altro mesetto dopo circa, essendo di nuovo venuto a Shimulia il catechista per affari, mi informò che altre otto famiglie (il villaggio non ne conta più di una ventina) si preparavano a ritornare. Non mi meravigliai, tanto più che nel frattempo io avevo ricevuto altre lettere di persone che promettevano preghiere. Una di queste mi commosse davvero per lo slancio di fede e il fervore che dimostrava. Riporto la parte più importante:

«... Il suo doloroso episodio (letto sul Bollettino di Maggio) mi ha commosso, come ha commosso il cuore di tutti allorchè il sig. Parroco ne trattò in una funzione del mese mariano. E posso assicurarla delle preghiere di tante anime buone. Io confido tanto nel Signore. Egli, da padre buono, non si lascierà sfuggir quei figli già dichiarati suoi, e lei vedrà presto quel popolo ritornare alla fede. Io sono troppo piccola per far udire la mia voce al trono di Dio, ma appunto per questo il Signore considerando la mia debolezza, discenderà e... non mi lascierà a lungo con le braccia aperte... ».

Tanta fiducia e tanta umiltà non potevano non strappare la grazia... E tu, anima « piccola », hai proprio ragione quando dici che « la preghiera è l'arma più potente ». Prega dunque molto e sta sicura che Gesù stesso, giacchè tu lo desideri, t'insegnerà « come usare di quest'arma potente ».

Così praticamente tutto il paese - quel paese che sembrava diventato come un castello in rovina, covo di pipistrelli e gufi - pare ritorni a nuova vita. Potei ancora recarmi a visitarlo per constatare davvero un risveglio di vita cristiana, un nuovo fervore, come se da quelle rovine volesse il Signore far risplendere una nuova luce, fonte nuova di vita per quelle povere anime:

Il demonio tiene ancora avvinte alcune delle sue prede. Tuttavia non potrà impedire che la preghiera e il sacrifizio generoso di anime pie non arrivi fino in fondo. E non è da meravigliarsi che spuntino anche fiori profumati di virtù, quasi a bilanciare l'opera del nemico delle anime.

L'ultima volta che mi recai a visitare il paese fu con molta gioia che alla gente adunata in chiesa per la Messa, prima della Comunione potei parlare di Gesù, Pastore buono, che cerca ed ama le sue pecorelle, per cui dà anche la vita. Mi pareva di notare, mentre parlavo, come un'intensa commozione in tutti: era certamente la consolazione della pecorella povera e smarrita che, sulle spalle del Buon Pastore, ornai sicura, non ha più paura di sbandarsi. Ma soprattutto notai un ragazzo, che era stato il primo a confessarsi e che il giorno innanzi non si era potuto per un momento staccare da me, il quale mi guardava come incantato.

Dopo Messa il catechista si mise a fare un po' di catechismo ad alcuni giovanotti e ragazzi. Finita la scuola, chiamai a me il ragazzo e, siccome sapevo che il padre era ancora assente e restio, gli domandai:

E tuo padre non verrà in chiesa? No, Padre, dice che non verrà più.

- E tu come mai vieni e stai qui? Tuo padre non te lo impedisce?

- Sì, alle volte si mette a gridare, ma io lo lascio gridare e me ne vengo alla chiesa. Tutte le volte che tu verrai io non mancherò...

- E tuo padre che pensa?

- Non so che pensi... So che una volta mi condusse per forza con lui da alcuni suoi amici Hindù, e quando tornammo a casa io caddi ammalato e restai male per alcuni giorni. Anche un'altra volta mi obbligò ad andare con lui, e anche quella volta io caddi ammalato. Allora io gli dissi: - Guarda, con te non ci voglio più venire. Il Signore mi castiga per colpa tua, e chissà che qualche giorno non castighi anche te...

- Ma non hai paura di tuo padre?

- Quando fa quelle cose non ho paura di lui.

E se si arrabbia?

Io sto zitto e la rabbia gli passa.

E se ti vuol battere?

Io... scappo. Ma se anche mi piglia, che mi batta pure. Io non ho paura di esser battuto quando non faccio niente di male. E poi è per il Signore, e io voglio più bene al Signore che a lui...

Anima semplice, cui la filosofia dell'amore di Dio ha già insegnato tante cose! Fiore candido, spuntato tra quelle rovine e già così profumato! Non potevano le preghiere di anime ottenere miglior risultato. E io sono sicuro che otterranno anche il resto, perchè la parola del Maestro è impegnata: « Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto ».

Amato Padre, continui a raccomandare alle preghiere dei buoni la nostra povera Missione che ha bisogno dell'aiuto di tutti. E poichè - come avrà potuto notare dalla presente relazione - dalla cooperazione dei buoni catechisti e maestri dipende alle volte il buon andamento di tutto, io mi permetto di rivolgere alle anime buone un appello di aiuto, con una proposta pratica. Abbiamo specialmente tre paesi, Shimulia, Malgajes e Shalabhumia, che abbisognano di maestri. Tanti ragazzi e bambine hanno bisogno di essere istruiti nella religione, e finora per mancanza del maestro, non hanno potuto ricevere che un'istruzione molto superficiale. Il maestro non si è potuto mettere per mancanza di mezzi pecuniari. Ora la paga di un maestro, da noi, si aggira sulle cinquanta lire mensili, somma non esagerata ma che siamo nella impossibilità di trovare qui. Non vi sarebbe, tra i lettori del Bollettino, qualche anima generosa che amando le anime dei fanciulli come le amava il Divino Maestro, voglia addossarsi l'incarico del mantenimento di qualche catechista?

Inoltre il ragazzo di cui ho parlato più sopra, cerca anche lui un aiuto. Un giorno, venuto da me, mi disse:

- Padre, mandami alla tua scuola,

- Vedremo, fu la mia risposta, ... ma il solito « busillis » mi ha impedito fino ad ora di vedere e provvedere. Aspetto un'anima buona anche per questo povero figliuolo.

Amato Padre, voglia davvero perorare la causa di questa poverissima Missione e raccomandare alla carità dei lettori del Bollettino la mia proposta, che se attuata sarà una vera Provvidenza per tante anime e, coll'aiuto della Grazia, un mezzo sicuro per estendere maggiormente il regno di Dio.

Shimulia (Krishnagar).

Sac. E. SANNA Missionario Salesiano,

Le difficoltà per l'azione missionaria in Giappone.

Armatissimo Padre,

Le relazioni mensili che so esser attese tanto dal suo cuore, come dai nostri cari lettori del Bollettino Salesiano, le portano le notizie salienti del lavoro dei suoi figli, che al fronte, agli avamposti in ogni parte del mondo, combattono la buona battaglia. Se per tutti i lettori possono rappresentare una fonte di gioia, di ammirazione, di compassione a seconda delle circostanze, per noi missionari sono una sorgente di consolazione ineffabile, perchè versare la piena del cuore nel cuore del padre, nel cuore di anime generose ed amiche, che convivono del nostro stesso ideale di azione e preghiera, fa sempre del bene. Tanto più quando si è amareggiati, affranti spiritualmente perche si desidererebbe fare quanto si ritiene necessario per le anime e non si può; si desidererebbe riuscire e non si riesce; si vorrebbero abbattere gli ostacoli, le barriere del nemico delle anime, che si moltiplicano, accumulano, intralciano in mille forme nuove inattese, insospettabili, il lavoro dell'apostolato, e non si trovano i mezzi.

DIFFICOLTÀ MATERIALI. - Non le parlo delle difficoltà materiali. E ormai un ritornello «la crisi mondiale », e con questa persuasione si finisce, pur soffrendo, per adattarsi a questo quid che paralizza tutto, a far di necessità virtù, confidando solo nelle inesauribili risorse della Provvidenza, che non dimentica i suoi poveri figliuoli. Ma non sono queste le difficoltà che ci spaventano. La parola d'ordine che il cuore dei suoi figli le trasmette, la volontà dei suoi missionari, in Giappone, come già le dissi, è che soffriremo qualsiasi prova, anche la mancanza del necessario, ma non vogliamo dar indietro, nè diminuire il lavoro dell'apostolato intorno alle anime e alle opere iniziate; e finora, grazie a Dio, la parola è mantenuta. Si soffre materialmente, ma il Signore ci dona consolazioni spirituali ineffabili, battesimi, aumento di catecumeni, aumento di simpatia e di avvicinamento alla missione e all'opera nostra, necessità di iniziare nuove opere di carità (orfanotrofio, ricovero per vecchi), necessità di ampliare «e iniziate (seminario, scuola tipografica Don Bosco) a petto delle quali passano in ultima linea le preoccupazioni materiali che però premono da tutte le parti e a lenire le quali si alza sempre supplicante il grido del missionario. Oh lo ascoltino tutte le anime buone!

ALCUNE DIFFICOLTÀ CARATTERISTICHE. - Ma ciò che addolora il cuore del missionario, specialmente dei piccoli centri, è la difficoltà dell'apostolato in mezzo ai fanciulli e ai giovani, per varie condizioni di fatto più sentite nei centri e più in questa missione, una delle più, abbandonate anche dal punto di vista civile, perchè lontana dai grandi centri dell'attività giapponese; e, si sa... alla periferia il sangue circola meno intensamente che alle parti centrali.

Noi arrivando in un nuovo centro d'apostolato, secondo il nostro sistema apriamo l'oratorio. Ai primi giorni affluenza in pieno. Si sa! la curiosità, gli stranieri, i giuochi... Poi pian piano si stabilizza il gruppo dei frequentatori, finche un bel giorno, lei vede l'oratorio deserto. Quali le cause? Molteplici, svariate, secondo i luoghi. I° Alle volte gli insegnanti delle scuole pubblicamente o privatamente sconsigliano la frequenza alla missione. E i giovani ubbidiscono; in Giappone la scuola è legata ancora fortemente alla famiglia, dato il sistema completo di organizzazione scolastica, col concorso di tutte le forze educative, salvo la religione. 2° Non è infrequente, specie nelle Scuole medie, che l'insegnante parli anche contro la religione cattolica (pur essendo proibito di trattare in iscuola i problemi religiosi); 3° Coloro che frequentano la missione sono in molti casi messi pubblicamente in discredito dai compagni, e alle volte spaventati dai bonzi o dai genitori stessi che raccontano ai fanciulli le più sballate panzane sul conto dei missionari cattolici.

Sui cristiani poi, o sui convertiti, specie nei piccoli centri, incombono altre difficoltà: a) Pochi di numero, non sempre di condizione sociale che sappia farsi valere, sono segnati a dito, e la franca manifestazione della fede viene ad urtare contro molte difficoltà cui non tutti sanno far fronte con forza.

b) Uno dei problemi più assillanti poi è la partecipazione alle feste pagane, cui si vorrebbero obbligare anche i cristiani. Tutti gli abitanti del piccolo centro vi devono concorrere con il contributo fisso, specialmente in occasione delle feste degli dèi tutelari del paese. I cristiani che naturalmente si rifiutano, vengono considerati come nemici dell'impero, e i nemici nostri hanno buon giuoco di soffiare nel fuoco, presentando la religione cattolica come antinazionale.

E non c'è cosa che più faccia presa sull'animo del giapponese che quanto è pensato o creduto contrario alla sua nazione.

Il carattere poi sentimentale, suscettibile, di questo popolo, adorno d'altra parte di ottime qualità che lo hanno elevato all'altezza in cui si trova, rendono più sensibili le difficoltà sopraccennate. E sono appunto le accennate qualità, starei per dire insite nella razza, che rendono quanto mai delicato e difficile il problema molto più importante delle vocazioni, che pure è urgente risolvere, nonostante le difficoltà.

DIFFICOLTÀ NEL CAMPO DELL'ISTRUZIONE. -

Anche nel problema dell'istruzione, quale è impostata ufficialmente in Giappone, si trova una delle difficoltà all'espandersi del lavoro dell'apostolato e dell'opera nostra... non oserei dire che sia la maggiore, ma è certo una delle maggiori.

È notorio che l'organizzazione scolastica statale giapponese (la quale dagli infimi agli alti gradi dell'insegnamento è curata e che non ignora nessuno degli ultimi ritrovati educativi in uso nelle nazioni più progredite in fatto di educazione) ha fatto tali progressi, che le scuole cattoliche, e per insufficenza di insegnanti cristiani e per gli allievi che emigrano numerosi nelle scuole di stato, lasciando nell'abbandono le scuole dei piccoli centri, le scuole private (pagane o cattoliche poco importa se riconosciute legalmente) non possono competere con esse in alcun modo. I vantaggi che lo stato assicura agli allievi usciti dalle sue scuole, sono un forte richiamo. La laicità della scuola, i limiti imposti sotto tante forme alla libertà religiosa, ai dipendenti dello stato (comprensibili in un governo che pone in un fascio solo religione, venerazione verso gli antenati, buona educazione, patriottismo, perchè tali costumi ed usi tradizionali favoriscono l'orgoglio nazionale e la fedeltà al trono) sono altri limiti fortissimi all'azione educativa della scuola cristiana. Lo stato con questo monopolio ha trovato la via per forgiare lo spirito giapponese. La presenza delle scuole cattoliche in Giappone ha finora dato questo vero solo risultato: non una notevole influenza diretta sulla propagazione della fede, ma un ottimo mezzo per far conoscere la Chiesa Cattolica nei suoi elementi educativi e sociali e un lavoro calmo ed incessante attuato con programmi pedagogici ben definiti; con la disciplina ragionevole; esempio di insegnanti religiosi che si votano all'educazione per amor di Dio e del prossimo - insegnanti che originari dall'estero portano, coi vantaggi della civiltà, il grande avvicinamento delle nazioni fra loro - e che condurrà inevitabilmente all'assorbimento e all'assimilazione dei principi cristiani. Occorreranno ancora dei secoli... ma se si pensa che oltre tredici ne occorsero all'Europa...

E a darle, amato Padre, un'idea delle feste scolastiche di fine d'anno, entri con me in un teatro pubblico, in un salone delle città, nei magnifici saloni annessi alle scuole. Gioia, tripudio, aria di festività che sprizza dalle mille bandierine che ornano l'ambiente, dai volti sorridenti, dall'aria affaccendata ma sempre bonaria dei maestri e delle maestre, che mettono in ordine i loro piccoli eserciti, dànno gli ultimi avvertimenti, fanno gli ultimi preparativi. Quando gli allievi sono al loro posto, entrano i parenti, gli amici, i conoscenti, - non mancano in gruppo compatto gli ex allievi (organizzatissimi in Giappone e pars magna di queste manifestazioni, destinate a far apprezzare, conoscere, amare la scuola) entrano le autorità. Il direttore della scuola annuncia il motivo del trattenimento. La data delle manifestazioni intanto non è scelta a caso: o è l'anniversario di una festa dinastica - o è l'anniversario della fondazione della scuola - o di una data celebre della storia Giapponese... Anche in questo i Giapponesi sono abilissimi educatori. E si viene svolgendo il programma vario, attraente di canto, declamazione, coreografia, di recita teatrale, di giuochi da 20 a 40 numeri, che si susseguono ordinatamente, senza lunghe attese, con proprietà, eleganza, bella ed accurata preparazione...

Se l'effetto di un sistema educativo dovesse misurarsi dall'attraente, dal nuovo, dall'impensato, ci sarebbe da domandarci: « Ma che cosa potremo portare noi di nuovo, di migliore, di più addatto nel nostro lavoro educativo, per non sfigurare di fronte a queste manifestazioni? In scuole superiori, oltre alle cose sopraddette, lei può assistere a dei saggi ben preparati di declamazioni di lingue straniere, di lettura declamata, di storia, geografia, di scienze fisiche e naturali, corredati di copioso materiale didattico, usato con disinvoltura, con sicurezza di maneggio (anche in delicate manipolazioni) dagli allievi stessi. Che vuole di più?

È in tal modo che questo popolo, attraverso allo stampo statale, uguale per tutto il vasto impero, viene improntato educativamente dalla scuola. È in questo modo che questo popolo comprende che la scuola è una gran cosa, e l'ama, e l'apprezza, e fa qualsiasi sacrifizio per essa. È per questo che siamo obbligati a riflettere anche a questa non indifferente difficoltà, non certo insormontabile, dal momento che vediamo che la gioventù si avvicina a noi pure per essere educata. Oh amato Padre, quando alla Provvidenza piacerà darci i mezzi proporzionati per raggiungere lo scopo di santificare coi principi cristiani la scuola Giapponese? Per noi ancora agli albori dell'apostolato, è prematuro pensare all'avvenire: ma guardando il lavoro indiretto compiuto dal magnifico sforzo dei missionari che ci hanno preceduto, nonostante la reale difficoltà, da sperare e sperare assai.

L'aiuto di Dio, l'aiuto dei buoni, suscitato dai suoi incitamenti, non mancherà di condurci a quei risultati attendibili che tutti ci auguriamo. Lei, amato Padre, che coi suoi occhi ha veduto con vera ammirazione la fioritura delle opere educative giapponesi, e che può paragonare con quelle la nostra attuale miseria è in grado più di qualsiasi altro di comprendere la nostra necessità.

Takanabe (Giappone) 31 Marzo 1932.

D. VINCENZO CIMATTI Missionario Salesiano.

Dall'Ecuador.

S. E. Mons. Comin in una interessante lettera al Rettovi Maggiore dà relazione dell'ultima festa di Maria Ausiliatrice, celebratasi a Santiago de Mendez nell'Oriente Equatoriano.

« I coloni cristiani, accorsero numerosi, egli scrive. Siccome molti hanno il loro podere e la casetta lontano dalla missione e volevano onorare la Madonna con la santa Comunione, passarono la notte nei pressi della missione e in vari locali della missione stessa per aver comodità di confessarsi.

» Di grande consolazione mi fu l'aver dato la prima Comunione a tre Kivaretti e ad altrettante Kivarette, convenientemente istruiti, che tennero un contegno veramente edificante. Pochi mesi prima, quei poverini vivevano nella tenebrosa foresta, così lontani dal pensare alla viva gioia della quale avevano in quel dì ripieno il cuore ».

Monsignore annunzia quindi la fondazione di tre stazioni: a Sucua, a un giorno di cammino da Macas, dove, oltre al missionario che vi si reca periodicamente, è stata pure destinata un'ottima maestra per la scuola; - a Huambi, distante due ore di sentiero da Sucua, per la salvezza di quei poveri coloni insidiati dai protestanti; - sulle rive del Tutanangosa (antico confine tra il nostro Vicariato e la Prefettura dei Domenicani) dove fu acquistata l'anno scorso un'estensione di terreno. L'ultima volta che Monsignore giunse al Tutanangosa, in abito semisportivo, con sua meraviglia non vide nessuno degli Indi che venissero ad incontrarlo.

Anzi - scrive egli - dove sbucano i sentieri che menano alle loro capanne, trovammo dei rami buttati per traverso come per impedirci di passare di là. Che era avvenuto? Siccome venivamo da Macas dove essi sapevano infierire la così detta Spagnuola, non volevano il contatto con noi, temendone il contagio. Qualcuno però sbucò dalla foresta dopo qualche tempo e venne a chiederci medicine ».

A 5 ore dal Tutanangosa è stata fondata una quarta residenza, Chininbimi, dove ogni mese si reca un missionario da Mendez per l'evangelizzazione di quei Kivari numerosi e ben disposti, che costruirono una bella capanna a lato della quale è ora costrutta dai nostri una casetta di legno, in attesa del missionario stabile.

La potente intercessione di Maria Ausiliatrice.

LA FESTA DI MARIA AUSILIATRICE

A Valdocco, terra di miracolosa testimonianza, l'apoteosi di Maria Ausiliatrice si rinnovò il 24 maggio in un fantasioso tripudio di fiori e canti.

Ancora una volta il popolo volle stringersi intorno al simulacro della Vergine nella testimonianza di tutta la sua esultante e ardente devozione.

È impossibile descrivere il maestoso spettacolo di fede e di amore che per alcuni giorni consecutivi offerse la folla sempre crescente dei fedeli. Diremo soltanto che la grandiosa basilica, edificata dalla pietà del Beato Don Bosco, apparve troppo angusta per accogliere l'enorme pubblico degli oranti pellegrini. Confusi ad essi si notarono pure numerosissimi stranieri, venuti pur essi a testimoniare come il culto di Maria Ausiliatrice sia divenuto ormai mondiale. La vigilia della solennità trascorse in fervidi preparativi. Verso sera, appena le prime ombre cominciarono a fasciare la città, le vie del popoloso rione si punteggiarono di tremule luci. Su tutti i balconi, lampioncini esposti in osannanti diagrammi, dicevano lo schietto omaggio del popolo. La significativa luminaria popolare culminava, poi, nell'abbagliante sfarzo di splendore che inondava tutto l'esterno della basilica. La facciata e le varie cupole si mostravano vestite di candore, mentre, al culmine, la Vergine dominava come protesa verso l'infinito in un nimbo di fuoco.

Alle 22,15 incominciò l'adorazione predicata. La veglia continuò fervidamente attraverso il rapido alternarsi dei fervorini e delle preghiere. Dalla mezzanotte all'alba migliaia e migliaia di fedeli si accostarono alla Mensa Eucaristica.

Al mattino, verso le ore 6,3o il Rettore Maggiore della Congregazione Salesiana, Don Ricaldone, celebrò il divino Sacrificio a cui assistette una densissima folla. Più tardi ossequiato dai Superiori Salesiani, giunse alla Basilica S. E. Mons. Maurilio Fossati che celebrò la Messa solenne.

Nel pomeriggio l'affluenza della folla crebbe fino a raggiungere proporzioni notevolissime, nella speranza che avesse luogo la consueta processione, impedita però dalla pioggia.

Il patrocinio di Maria Ausiliatrice. - Nel novembre 1928 dovetti subire un'operazione chirurgica, che quantunque ben riuscita, per infezione sopravvenuta mise in gravissimo pericolo la mia vita. In quella funesta circostanza mia nipote Maria Gallo ricorse per ottenere la mia guarigione al patrocinio di Maria SS.ma Ausiliatrice e vi interpose la mediazione del Servo di Dio D. Michele Rua, e fece voto di offrire lire mille da distribuirsi egualmente fra i due celebri Santuari di Torino e Pompei.

Ora nuove grazie rendo alla benedetta Madre di Dio per la ricuperata sanità e adempio il voto mandando l'offerta.

Nicotera.

Can. TESORIERE MICHELE GALLO.

Guarigioni insperate. - Nello scorso gennaio 1931 una fiera epidemia colpiva la nostra famiglia: due figlie ed un bambino d'anni quattro furono aggravati al punto di far temere imminente una catastrofe. L'egregio Medico curante Sig. D. Bernasconi, coadiuvato dall'assistenza di una Suora e d'una infermiera, fecero prodigi di sacrificio, ma invano. Una triste sera avevano ormai la certezza che gli inferni e, specialmente il piccolo Valentino, non avrebbero riveduto il giorno. In quella terribile notte ci rivolgemmo, colla disperazione nel cuore, a Maria Ausiliatrice promettendole un'offerta qualora avessimo avuto la consolazione di non vederci tolto nessuno dei nostri cari figli. Al mattino con grande nostro sollievo, i nostri ammalati sembravano già alquanto migliorati. Il miglioramento andò gradatamente aumentando sempre più, ed ora tutta la nostra famiglia gode d'una ottima salute invidiabile.

Campo V. M. (Canton Ticino).

Coniugi FRANCESCO e ELISA LANZI.

Una mamma guarita. - Nell'ottobre u. s. mia madre si mise a letto accusando un malessere generale, con inappetenza, nausea, capogiri, pesantezza allo stomaco, e continui vomiti. Ben presto all'acuirsi di questi disturbi s'aggiunse una emorragia intermittente, ma piuttosto abbondante, che dopo un mese ridusse l'ammalata in uno stato di esaurimento tale, da far temere prossima una catastrofe. Molte e discordanti furono le diagnosi di cinque medici, e tutte dubbie essendo diverse le ipotesi sulla causa del male. Fu allora che intensificammo le preghiere a Maria A. e a Don Bosco, perchè ci ritornassero guarita la mamma. La grazia non si fece aspettare. Se ne videro i primi segni, quando messasi in viaggio per essere ricoverata in una clinica a Catania, sopportò senza il minimo disturbo quattro ore di treno, mentre da sana, il più piccolo viaggio le cagionava sofferenze. Operata dopo quattro giorni, felicemente in breve l'ammalata fu in grado di tornare in seno alla famiglia per la convalescenza.

Messina, 1-1932.

Ch. PILATO CATALDO, sales.

Guarito da bronchite. - I coniugi Lorenzo ed Anna Canalis dalla loro felice unione ebbero un figlio, Michelino, che amano svisceratamente. La vita di questo bambino di quattro mesi fu minacciata, giorni or sono, dalla più insidiosa bronchite. In pochi giorni egli perdette ogni vigoria, tanto che il medico curante dubitava assai di salvarlo. Il mattino del giorno 14 gennaio (1932) il dottore perdette ogni speranza: ma il padre del caro angioletto volle tentare ancora una prova: un triduo di benedizioni ad onore del Beato Don Bosco e di Maria Ausiliatrice e rimise ogni cosa nelle loro mani.

Il giorno trascorse nella più affannosa angoscia dei genitori, che oramai speravano sol più nell'aiuto dell'alto.

Verso le ore 16 il bambino cadde come in un assopimento e sembrava volesse da un istante all'altro chiudere gli occhi alla luce del sole. Ma il Beato D. Bosco e Maria Ausiliatrice intervennero in suo aiuto. Verso le ore 18 l'ammalato si risveglia da quell'assopimento quasi mortale, fa brillare i suoi occhietti, li posa di bel nuovo or sull'uno or sull'altro dei circostanti, quasi volesse parlare; incomincia a riacquistare il suo colorito naturale, al punto che, il mattino seguente il dottore dichiara, che, se nessun altro male subentrerà, il bambino è fuori pericolo.

Ora detto bambino è completamente guarito, ed i genitori, riconoscenti al Beato D. Bosco ed a Maria Ausiliatrice, presentano la propria offerta alle opere del Beato Don Bosco.

Borgo S. Bernardo di Carmagnola.   X.

Due belle grazie. - Mia figlia Giuseppina nel novembre 1930 fu colpita da bronchite, e ne riportò conseguenze di febbri e di tosse per cinque lunghi mesi. Il dottore consigliò la visita di uno specialista, ritenendola ormai affetta da tisi. La feci visitare a Torino da un valente dottore, il quale confermò purtroppo la diagnosi del mio medico curante, prescrivendo un rigoroso isolamento dell'inferma.

Atterrite dalla terribile sentenza ci recammo nella Basilica di Maria Ausiliatrice, insieme pregando la Vergine e il Beato di voler stornare sì triste malattia. La notte pregai continuamente, incapace di prender sonno. Al mattino seguente però con sorpresa non sentii più tossire la figliuola; mi parve che la grazia fosse concessa. Subito volli far esaminare la figlia ai raggi; il dottore non riscontrò quanto io temeva, Tua mi ingiunse di ricondurre l'inferma per un'altra visita dopo 40 giorni. Nel frattempo andò sempre migliorando, per cui, nuovamente visitata al tempo stabilito, venne dal dottore riconosciuta in perfetta salute.

- La mia nuora, giovane sposa, madre di due bambini fu colpita da debolezza cerebrale. Dopo due mesi di inutili cure, pensai di affidarla alla protezione di M. A. con assistere nel Santuario di Torino ad una Messa accompagnata da una fervorosa Comunione. Ritornando a casa, trovai la nuora che tranquillamente lavorava di cucito, cosa, che da due mesi piè non faceva. Da quel giorno andò migliorando fino a guarigione completa.

CELESTINA C. B.

Guarita da esaurimento nervoso. - Una mia sorella, affetta da esaurimento nervoso, dovette essere ricoverata in una casa di cura. Le sue condizioni di salute, invece di migliorare, andavano peggiorando di giorno in giorno, tanto che il 28 ottobre i medici stavano per avvisarci che la catastrofe era imminente. Con tutto il fervore della fede cominciammo la novena a M. A. e quasi immediatamente ottenemmo il prodigio. Mia sorella è salva prodigiosamente (lo dichiarano gli stessi medici) ed ora è quasi guarita. Rendo infinite grazie alla SS.ma Vergine e al Beato D. Bosco.

Brindisi.   LAODICE CALASSO.

Esprimono pure le loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice e al Beato Don Bosco i seguenti:

Poesio Enrichetta (Arignano) ci scrive: «Nel 1927 mi venne la flebite unita ad un forte mal di stomaco; mi raccomandai con fede al Beato D. Bosco, e con mia grande gioia, dopo breve tempo mi trovai perfettamente guarita. Più tardi, nel 1931, dovendo dare alla luce una mia creaturina, sperimentai anche in questa difficile circostanza l'intercessione del Beato ».

E. C. per la protezione del Beato sperimentata nel periodo degli esami.

Mario G. (Rimini) colpito nel marzo 1930 da una terribile malattia, dopo tante cure vane, si affidò a valenti specialisti che lo giudicarono in pericolo di vita. Ricorse allora con fede al Beato e colla sua potente intercessione potè migliorare tanto le sue condizioni di salute da poter riprendere il lavoro che da 10 mesi disimpegna senza interruzione con grande meraviglia degli stessi professori.

Coniugi Zaccolo (Latisanotta) angosciati per la scarsissima speranza che il medico nutriva per la guarigione della loro Giovannina, di 20 mesi, colpita da broncopolmonite influenzale, ricorsero fiduciosi al Beato D. Bosco. La bimba ebbe sùbito un notevole miglioramento seguito da completa guarigione.

Morsellino Filomena (Calatafimi) minacciata di eclampsia e perduta quasi completamente la vista, chiese aiuto al Beato e l'ebbe rapidamente.

Arolfo Elis. Vansetti (Scalenghe) causa intorpidimento alla gamba destra dopo provate diverse cure per circa quattro mesi, ricorse al Beato; e a poco a poco potè riprendere l'uso del suo membro.

Amelia Durio (Torino) per la guarigione della cara nipote Dionisia.

S. B. (Torino) per il conseguito impiego al fratello dopo aver pregato M. A. e il Beato.

Giuseppina Lodigiana (Novara) per il felice esito di un'operazione chirurgica che la ristabilì in salute, dopo tre anni di penosa malattia.

Manuela Gracia (S. Salvador) per gli esami riusciti splendidamente e pel conseguimento del diploma.

N. N. in mezzo alle lotte ed ai pericoli, sola e abbandonata, ha ottenuto coll'intercessione di Maria SS. A. una grazia grandissima, ed ora ringrazia la Madonna con riconoscenza di aver vegliato su lei nelle ore più buie della sua esistenza.

Cooperatore (Roma) per la guarigione della moglie colpita da febbre intestinale, lungi da casa.

Teresa Bertero de Vives (C. L. Argentina) per aver ottenuto coll'intercessione di M. A. un'importantissima grazia speciale.

Fratelli Mellino (Vezza d'Alba) per la liberazione del fratello Fiorenzo, missionario in Assam, da febbri gastriche.

E. M. riconoscente per la nascita della sorellina. Meineri Teresa (Beinette) per la guarigione del figlio colpito da pleurite.

Gori Francesco (Pezzuolo del F.) per il buon esito di un'operazione difficile di ulcera pervorale allo stomaco, seguita da guarigione.

N. N. (Monferrato) per la riacquistata salute.

Angela Navoni (Bormida) avendo il fratello, gravemente colpito da una scheggia all'occhio destro, in procinto di perdere l'occhio, nè giovando le cure prodigate, ricorse a M. A. e al Beato. Quasi subito si notò un miglioramento, seguito da rapida guarigione.

Rosina Simonini (Rovereto) colpita da tre anni da appendice cronica con febbre dovette passare lunghi mesi in letto, senza alcun miglioramento. Consigliata a ricorrere al Beato e a M. A., dopo otto giorni potè alzarsi e migliorare sensibilmente. Avuto un nuovo attacco, fidente nei suoi intercessori si sottopose all'operazione ed ora è quasi libera da ogni malanno.

Coniugi Cocca (Breseda) avendo il loro piccolo Giuseppe di 4 mesi colpito da grave risipola con l'aggiunta di enterite e paralisi alla gamba, desolati si rivolsero all'intercessione di M. A. e del Beato. Il piccolo, contro tutte le speranze, ora è perfettamente guarito.

Bianca Bronzi (Samprugnano) avendo la mamma colpita gravemente da mal di fegato, la mise con fiducia sotto la protezione di M. A. e del Beato

D. Bosco. Le fasi della malattia furono lunghe e difficili: due volte fu portata in clinica in osservazione e per l'operazione, ma con la reliquia del Beato il male dileguò da sè.

Gaetana Caputo Gliozzo (Cesarò) colpita da uno strano malore, ribelle ai più potenti rimedi, ricorse a M. A. e al Beato, e ottenne rapidamente di essere dichiarata fuori pericolo e di rimettersi in salute.

Tosina Torti (Vigevano) colpita da paralisi alla parte destra ricorse al Beato e a Maria Ausiliatrice con viva fiducia: il miglioramento fu rapido e in breve si trovò ristabilita.

Giarrizzo Aristide. Sua figlia Odilia fu colpita da tifo, che si complicò per una broncopolmonite, che sopraggiunse. In tale dolorosa situazione si rivolse piena di fiducia alla Vergine Ausiliatrice, fece la novena consigliata dal Beato D. Bosco, e ben presto riebbe perfetta salute.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice o dal Beato D. Bosco, e alcuni, pieni di riconoscenza inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:

Antonini A.

Bignami A., B. L. (Gamalero), Bontempi Fr. e V., Bertelli L., Bionda Famiglia, Bic Car., Bormia R.,

Corsanego C., Chiorrini E., Cauli E., Colombis F., Currò G., Cossi M., Corazzin M., Cassina C., Chiarot M.

Ferrari G.

Gambaudo C. per grazia ric., Garabello G. per grazia ric., Galbiati C., Godi L., Gentilini R.,

Grasio O.

Motta E., Murisengo C., Martini G., Montanari L.,

Manna O., Maccarione M., Meghini L.

N. N. (Castelsanpietro), N. N. (Bardonecchia),

N. N. (Chivasso), L. 5o per gr. ric. N. N. (Caltanissetta), L. 2.

Orengo M., Ortelli S. e B., O. B. per grazia ric.,

Occhiena E. per gr. ric.

Piantoni A., Paganoni I., Pellegrini M., Piazza

Sorelle, Pattoneri G., Paschetta M .(catenella d'oro in ringraziamento.

Raffone C., Re Testa M., Re G., R. A. Saglio O., Sandri L., Sacco R., Sillitti A. Vittoni T., Viscardi R., Villar A. Zanella A.

Esercizi per Signore, Signorine nell'Istituto delle Figlie di M. A. in NIZZA MONFERRATO

Dal 31 Agosto al 4 Settembre p. v. nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Nizza Monferrato, verrà dettalo, da Sacerdoti Salesiani, un Corso di Esercizi Spirituali per Maestre, pie Signore, Signorine, Ex Allieve e Cooperatrici Salesiane.

Le Esercitande verranno alloggiate nell'Istituto in camere ariose e belle a letti con tende. La retta è fissata in Lire 30 per tutta la durata del Corso. Chi desiderasse qualche riguardo speciale, o per il vitto o per la camera, potrà averlo dietro richiesta e con relativo compenso.

Le domande per la partecipazione ai Santi Esercizi con la specifica del proprio desiderio siano rivolte alla Rev. Direttrice dell'Istituto N. S. delle Grazie - Nizza Monferrato (Alessandria) prima del 30 Agosto.

NOTIZIE DI FAMIGLIA

Un busto di Pio XI.

Nella ricorrenza della festa di S. Achille, onomastico del Santo Padre Pio XI, nell'Oratorio di Valdocco, Casa Madre della Pia Società Salesiana, è stato inaugurato un busto che riproduce ottimamente le sembianze del Pontefice, opera dello scultore romano Parisi.

Il busto, poggiato su una elegante mensola di marmo, è collocato sotto il portico antico dell'Oratorio ove comincia la scala che conduce alle camere abitate da Don Bosco.

Il busto fu inaugurato dal Sig. Don Ricaldone a perenne segno di gratitudine verso il Pontefice della beatificazione del fondatore; e ciò è bellamente significato nella iscrizione posta sotto il monumento.

Per la circostanza fu inviato a Sua Santità il seguente telegramma:

Sua Santità - Città del Vaticano.

Salesiani inaugurando Casa Madre Monumento ricordo Papa della Beatificazione di Don Bosco inneggiano, pregano, protestano filiale costante devozione Vostra Santità - RiCALDONE.

Sua Santità faceva pervenire la seguente risposta per mezzo del Card. Pacelli:

Don Ricaldone - Via Cottolengo - Torino.

Sua Santità ravvisa in filiale omaggio nuovo attestato devozione Cattedra di Pietro benemerita

Famiglia Salesiana; ringrazia e benedice con paterno affetto augurando figli Beato Bosco e loro opere più felici incrementi - CARD. PACELLI.

I Principi di Piemonte al nostro Orfanotrofio di Palermo.

Durante il loro soggiorno a Palermo, gli Augusti Principi di Piemonte, dopo aver fatto pervenire agli alunni del nostro Istituto di Via S. Chiara abbondanti dolci, si degnarono anche di visitarli di presenza il 26 aprile. E la preziosa visita tornò graditissima ai nostri cari orfanelli, i quali si sentirono orgogliosi dell'augusta preferenza.

Al loro ingresso furono ricevuti dall'on. Dudan e dal sen. Libertini, da S. E. il Prefetto Albini, dal Comandante delle Forze Armate della Sicilia generale Scipioni, dal Segretario federale prof. Pavone, dal Provveditore agli Studi comm. Reina e da altre numerose personalità; facevano gli onori di casa l'Ispettore Salesiano Sac. Dott. Antonino Orto, il Direttore dell'Istituto e il Direttore del Collegio Don Bosco.

Con la guida della Presidente Onoraria del Comitato Dame Patronesse, la Principessa di Valdina, della Presidente effettiva baronessa Cammarata di Scovazzo, e del Direttore dell'Orfanotrofio, i Principi si soffermarono nel salone d'ingresso a salutare il scelto gruppo delle Dame Patronesse Palermitane, quindi passarono nel cortile, salutati dalle vibranti note della marcia reale e da frenetiche acclamazioni degli orfanelli e delle orfane di altri istituti colà convenuti coi loro vessilli.

Un nostro orfano di guerra e un'orfanella, appena fu ristabilito il silenzio, lessero due nobili indirizzi di omaggio, offrendo agli Augusti Principi in segno di riconoscenza dell'alto onore ricevuto con l'ambita visita, e dalla Famiglia Salesiana e dalla Sicilia tutta, ricchi fasci di fiori.

Dopo aver visitato il nuovo grandioso dormitorio, i nuovi refettori e i singoli laboratori, gli Augusti Principi lasciavano l'Istituto fra i più entusiastici applausi, esprimendo il loro compiacimento alla Principessa di Valdina e al Direttore.

La festa della carità a Trento.

Gli allievi missionari dell'Istituto Salesiano di Trento hanno avuto una genialissima idea: celebrare la festa di Don Bosco in compagnia di 150 giovanetti, scelti tra i più poveri della città. Vi si disposero con un triduo, predicato dal Rev.mo D. Pio Gabos degli Stimmatini, che li infervorò all'esercizio della « carità » e il giorno della festa ognuno di essi fece da protettore ad un povero giovinetto, assistendolo durante la Messa solenne, quindi cedendogli il suo posto in refettorio e in più ricreandoli durante il pranzo con canti e suoni. Gli allievi missionari distribuirono per ultimo a ciascuno degli invitati un pacco, per completare la loro letizia, contenente un paio di scarpe, una dozzina di fazzoletti e una scorta di viveri. Alla distribuzione assisteva gran folla di cittadini, mentre la banda degli Artigianelli rallegrava i presenti colle sue melodie.

Concerto benefico a Savona.

Nel teatro dei P.P. Scolopi, che era stato concesso, domenica 10 aprile, in presenza di S. E. il Vescovo diocesano, Autorità cittadine, e di folto e scelto pubblico, ebbe luogo l'annunciato concerto di beneficenza pro Chiesa di Maria Ausiliatrice dell'Oratorio Salesiano.

La bella manifestazione ha superato in ogni sua espressione, le previsioni più liete, essendo arriso al concerto stesso il più bell'esito: merito del quale va indubbiamente al Comitato organizzatore delle gentili Dame patronesse e specialmente al Sig. Alfredo Panconi, Presidente degli ex allievi di D. Bosco, che ne fu attivissimo propugnatore e animatore infaticabile.

La Direzione dell'Oratorio Salesiano, riconoscente, invia da queste colonne un sentito ringraziamento a quanti hanno cooperato, sia come attori, sia come spettatori, al buon esito del concerto.

Onoranze.

- A Torino nella nuova sede del Ginnasio Liceo e Cavour » professori, allievi ed ex allievi hanno reso omaggio al prof. Comm. Rodolfo Bettazzi, che dopo 47 anni d'insegnamento - quaranta dei quali trascorsi al Liceo Cavour - si ritira. Al benemerito insegnante e caro amico nostro l'augurio che il buon seme gettato in tanti cuori germogli e fruttifichi perennemente.

- A Genzano (Roma) il 10 aprile il Sac. Salesiano prof. Luigi Brunelli ha celebrato le sue nozze d'oro sacerdotali fra l'esultanza dei confratelli. Don Brunelli, formatosi nel seminario di Faenza, entrò da giovane sacerdote nella Società Salesiana e svolse con molto frutto la sua missione educativa, formando generazioni intere di sacerdoti, religiosi e missionari. , continua tuttora, malgrado i suoi 74 anni, offrendo splendido esempio di attività e di virtù.

- Mons. Umberto Rossi, Vescovo di Susa, e Mons. Evasio Colli, vescovo di Acireale sono stati dal Santo Padre trasferiti rispettivamente alle sedi di Asti e di Parma. Vivissime felicitazioni.

Il 60.mo di vita dell'Istituto Don Bosco di Sampierdarena.

La ricorrenza del sessantesimo anno di vita del fiorente Istituto Don Bosco di Sampierdarena fu festeggiata con un solenne convegno degli ex allievi il 21 aprile. La riunione riuscì oltremodo feconda di belle iniziative; ricordiamo, tra le altre, quella del rinnovamento completo dei laboratori delle Scuole Professionali, appoggiata calorosamente dagli ex allievi, i quali hanno anche discusso sui mezzi pratici per realizzare la grande impresa. Durante il convegno il Prof. Fazio commemorò il compianto Don Filippo Rinaldi con parola assai efficace.

DON LUIGI NAI

Con vivo dolore partecipiamo ai nostri ottimi Cooperatori la morte del Direttore della Casa Capitolare, DON LUIGI NAI, avvenuta la mattina del 30 aprile u. s. dopo aver da pochi giorni compiuto i 77 anni e dopo brevissima malattia. La sua morte, serena, tranquilla fu veramente un degno epilogo di una lunga vita, tutta svolta nell'esercizio delle più rare virtù, tutta consumata nella effusione di quella grande bontà che in lui aveva plasmato il Beato Don Bosco.

Dei suoi 77 anni ben 63 li passò nella Congregazione o come allievo o come salesiano. All'Oratorio di Torino fece il ginnasio sotto la guida di Don Bosco, poi si fermò con lui quale affezionatissimo figlio, abbandonandosi con entusiasmo nelle sue mani. E Don Bosco, conoscendone le belle qualità, gli affidava nel 1879 la carica di prefetto della nuova casa di S. Benigno Canavese e nel 1887 lo nominava Direttore.

L'attività di Don Nai divenne ben più vasta e intensa allorquando i Superiori lo posero al

governo delle case salesiane della Palestina, e di quelle del Cile nel 1906. In entrambe le regioni Don Nai sviluppò e consolidò l'Opera Salesiana con felice successo; e nel 1925-26 adempì ancora la delicata missione affidatagli dal compianto Don Rinaldi della visita straordinaria alle case di alcune repubbliche sud-americane. Ritornato a Torino, egli assunse la direzione della Casa Capitolare.

La sua cortesia e affabilità, la rettitudine della sua vita illuminata dal riflesso di una profonda pietà e di un inestinguibile affetto verso D. Bosco, facevano di lui un patriarca da tutti venerato. Tutti, trattando con lui, riportavano un ricordo soave della sua bontà e un'impressione viva di bene che più non si cancellava.

Ricordando il nostro estinto chiediamo ai Cooperatori il favore di generosi suffragi perchè, se occorre, sia affrettato a questo degno figlio di Don Bosco l'amplesso eterno col padre nella luce di Dio.

Per intercessione del Beato Don Bosco

(Grazie ricevute).

Avevo subìto in una clinica chirurgica l'operazione di appendicite. Nei giorni successivi invece di migliorare andai sempre più aggravandomi fino ad essere in pericolo di vita. Scampato questo primo pericolo, tutti credevano che non dovessi attraversare altro. Invece gravissime complicazioni riaggravarono oltremodo il male.

Cominciai una novena al B. D. Bosco pieno di fiducia nella sua intercessione, già sperimentata altre volte.

Dalla ferita continuava ad uscire pus in abbondanza, e periodi di soffocazione si facevano di giorno e di notte sempre più frequenti. In queste condizioni il Professore curante mostrava segni di grande preoccupazione. Era l'ottavo giorno della novena e dopo le parole sconfortanti del chirurgo, dissi a mia cognata che mi assisteva: « Ho avuto piacere che il professore veda lunga all'infinito la mia guarigione, perchè domani D. Bosco lo farà parlare in altro modo » - Il giorno seguente, alla quotidiana medicazione, fu conosciuta e tolta la causa del male ed il professore ebbe a dire: Coraggio! ora siamo sulla buona via. Così dopo un mese dall'operazione cominciò il miglioramento ed ora completamente guarito rendo pubbliche grazie al B. D. Bosco ed in segno di gratitudine desidero di essere ascritto fra i Cooperatori Salesiani.

Lucca.   FAVILLA MARIO.

Guarita istantaneamente. - Il giorno 5 di febbraio mia figlia Elisa durante la sua permanenza a Genova per intercessione del Beato Giovanni Bosco ebbe la guarigione istantanea da una gravissima contusione riportata al ginocchio destro. Da dodici giorni giaceva quasi immobile nel letto ed il male sempre più intensificava la sua azione dolorosa. Fu allora che in uno slancio di fede si rivolse al Beato chiedendogli la guarigione. Insieme a quelli di casa incominciò la coroncina al Beato Don Bosco durante la quale si sentì passare come un fluido freddo per la gamba e s'accorse di non sentire più alcun dolore. Potè subito discendere dal letto e il giorno dopo ritornare a casa sua.

Ecco come testimonia il fatto il dottor curante Adolfo Merlini:

« Io sottoscritto medico chirurgo dichiaro di aver visitato il giorno 27 gennaio scorso, la sig.na Elisa Trebino fu Andrea di anni 22, e di averla trovata affetta da contusione con ematoma paroarticolare alla regione esterna del ginocchio destro, contusione riportata il giorno 25 dello stesso mese in seguito a caduta. Dichiaro inoltre che l'ematomia presentava e presentò ancora in seguito tutti i segni obiettivi di una suppurazione, che si andava svolgendo, e che tutti questi segni improvvisamente dileguarono il giorno cinque febbraio corrente, ricuperando l'ammalata quasi istantaneamente la completa funzionalità dello arto.

F.to Dottor ADOLFO MERLINI.

Un tale prodigio fu pure testimoniato dal Sac. Colombo Fasce il quale ha potuto rendere più esatte le mie parole. E così oggi dalle pagine del Bollettino esterno il mio ringraziamento al Beato insieme alla cara naia figlia guarita e mando una piccola offerta per le Opere Salesiane.

Genova, marzo 1932.

La madre TREBINO FORTUNATA.

Illeso sotto un fulmine. - Il 27 giugno 1930, verso le ore 14, si scatenava su Niscemu un furioso temporale. Passeggiavo per le stanze, tenendo in braccio la mia piccola Laura di 5 mesi, e avevo in cuore il presentimento di qualche sciagura perchè nella mia tristezza invocavo spesso il nome del Beato Don Bosco alla protezione del quale, pochi giorni prima avevo affidato me e la mia famiglia.

I fulmini si susseguivano scroscianti fragorosamente: uno di essi scoppiò sulla casa, abbagliandomi e stordendomi completamente. Non so come, mi sono trovato a terra e la piccina a pochi passi da me entrambi illesi. La stanza era piena di calcinacci e i muri del primo e secondo piano erano stati forati in più parti.

Ringrazio commosso il nostro grande Protettore e invio un'offerta in segno di riconoscenza per le Opere salesiane.

Niscemu.   ANTONINO TINNIRELLO.

Il nostro allievo Piazza Pietro, affetto da osteomielite, a giudizio unanime dei medici, doveva subire l'amputazione della gamba destra. Assieme ai genitori, e alle Ancelle della Carità del locale Ospedale, che amorosamente lo curarono, scongiurammo il Beato Don Bosco di risparmiare quella fiorente giovinezza. Ripetemmo con insistente fiducia la novena al nostro caro Beato, e l'ammalato si trova ora in via di perfetta guarigione, senza alcun bisogno dell'atto operatorio.

Sciogliamo il nostro voto di far pubblicare la grazia ottenuta nel Bolletino, e i genitori riconoscenti inviano modesta offerta per le Opere salesiane.

Tolmezzo.

Il Direttore del Collegio Salesiano.

Grave pericolo scongiurato. - Nel marzo 1928, un mio caro fratello, padre di quattro figli, ebbe un lieve attacco di trombosi cerebrale, che fu subito scongiurato con rimedi e cure. Egli migliorò e stette bene, tanto da far credere che ogni cosa fosse scongiurata. Invece nel giugno 1929, trovandosi fuori residenza, per ragioni del suo ufficio, fu colpito ancora una volta dal terribile male, che, per quanto fosse stato ancora leggero, pure gl'impediva di parlare liberamente,

Lo spavento della moglie e di noi suoi parenti fu grande, e fu allora che io mi rivolsi con fede vivissima al Beato D. Bosco, nel quale ho una fiducia illimitata.

Finora grazie a Dio, mio fratello sta bene, ha ripreso il suo solito aspetto, lavora e per quanto stia sempre ad un regime stretto, pure se la passa discretamente.

Chieti.

ARGENTINA MARCHIANI.

NECROLOGIO

Raccomandiamo ai suffragi dei Cooperatori e delle Cooperatrici i seguenti defunti, mentre presentiamo alle rispettive famiglie le nostre più sentite condoglianze:

Don GIUSEPPE BERTOLI

Parroco di Nogaredo di Prato, amato cordialmente dalla popolazione che aveva conosciuto per 12 anni il suo zelo sacerdotale e le sue rare virtù, spirava santamente l'11 aprile dopo breve malattia. E spirava in vera povertà avendo sempre cercato di lenire i dolori altrui nella sua inesauribile carità. Don Bertoli fu pure un nostro fervido Cooperatore; con ogni industria destò la simpatia per le Missioni salesiane che soccorreva con frequenti elemosine, e coltivò le vocazioni indirizzando varie anime alla nostra Pia Società e ad altre Congregazioni. Fu un sacerdote modello, attivo e sollecito della gloria di Dio e del bene delle anime.

Don TEODOSIO VIGOLO

Spirava nel bacio del Signore il 21 gennaio, in Cornedo Vicentino. Consacrato fin da piccolo alla Madonna dai piissimi genitori, sentì sbocciare con la divozione a Maria la sua vocazione sacerdotale e, coll'aiuto della Madre di Dio, fu zelantissimo sacerdote, tutto intento a glorificare il Signore colla virtù e coll'indefesso apostolato a pro' delle anime.

Decurione dei Cooperatori Salesiani, non solo si adoperò con ardore a diffondere la divozione all'Ausiliatrice, ma volle che le Suore di Don Bosco, da lui chiamate a Cornedo, efficacemente l'aiutassero in questa santa propaganda. Fu pure un fervido propagandista della Pia Opera del S. Cuore per le sei messe quotidiane.

Conte EMERICO MOCCHIA DI COGGIOLA

Spirava or è un anno, in Torino - a 84 anni - questo generoso ammiratore e benefattore dell'opera di Don Bosco. Alla nobiltà dei natali accoppiava in sè una squisitezza di sentimenti, di fervore religioso, e di generosa carità, per cui ogni opera di religione e di bene trovava in lui un efficace protettore. Tale fu per le Opere Salesiane, che largamente beneficò durante la sua lunga vita.

FRANCESCA FIETTA

Volava al cielo il 14 febbraio, alla veneranda età di 82 anni, dopo una breve malattia, confortata dai SS. Sacramenti, dalla Benedizione speciale del S. Padre, e di S. E. Mons. Filipello, vescovo di Ivrea. Accolse, con lacrime di materna compiacenza, i telegrammi augurali e benedicenti del figlio lontano, S. E. Mons. Giuseppe, Nunzio Apostolico ad Haiti. Alla sepoltura, solennissima, presero parte tutti i giovani Aspiranti Missionari dell'Istituto Salesiano « Card. Cagliero » per attestare alla loro buona Mamma, la più filiale riconoscenza,

FAVA MARIA.

Moriva santamente il 26 dicembre 1931 a Pinerolo, lasciando un grato ricordo di sè per le sue virtù domestiche all'apostolato in favore delle opere cattoliche, in ispecie quelle missionarie. Fu zelante presidentessa del Comitato Pro Missioni Salesiane, dal 1924, e lavorò sempre con intensa attività a raccogliere aiuti e quanto poteva tornar utile per le nostre Missioni. Maria Ausiliatrice e Don Bosco le avranno già ottenuto da Dio il premio abbondante al suo apostolato zelante.

Rag. EZIO ZANGHELLINI.

Presidente per 6 anni dell'Unione Ex-allievi di Trento, morì il 29 novembre in una clinica di Arco dopo sei mesi di penosa malattia. Tal periodo doloroso rivelò, ancor più del periodo della sua attività professionale, la forza del carattere e la tempra di cristiana pietà attinta in famiglia e alla scuola del Beato Don Bosco. Fu un fervoroso e zelante propagandista delle Missioni Salesiane per le quali offrì un bel calice, accompagnando l'offerta con delicati sentimenti all'indirizzo di Don Rinaldi nella sua prima visita alla casa salesiana di Trento, nel novembre 1926.

La Reliquia di Don Bosco, regalatagli dal Rev.mo Don Giraudi, Economo generale, la tenne sempre al collo e il nome di Don Bosco fu mormorato dalle sue labbra morenti fino all'estremo respiro.

GIUSEPPINA ROATI ved. COLLI

Donna piissima, svolse tutta la vita nel più scrupoloso adempimento dei doveri cristiani e nell'educazione della numerosa figliuolanza: e, ricca di meriti acquistati con l'umiltà e con la rassegnazione chiuse la sua operosa giornata in Lu nel febbraio. Da circa 35 anni era fervente Cooperatrice e fu lieta di aver donato tre dei suoi figli a Don Bosco nella Società Salesiana e nelle Figlie di M. A.

D. PIETRO ROCCHIA. (Parroco di Madonna dell'Olmo, Cuneo).

Spirava serenamente il 18 dicembre u. s. all'età di 55 anni. Di lui si possono ripetere le parole evangeliche: pertransiit benefaciendo. Buono e gentile di cuore, fraternamente ospitale, sempre illuminato sul volto da quel sorriso che era lo specchio dell'animo suo sereno, prodigò tutto se stesso per il bene delle popolazioni fra le quali svolse il suo ministero; specialmente amò intensamente i giovani. Per questo fu un fervente divoto di D. Bosco, zelante Cooperatore e benefattore dell'Opera Salesiana in Cuneo.

PLACIDO FARINA,

Si addormentava serenamente nel bacio del Signore a 79 anni in Randazzo, il 22 novembre assistito dal figlio D. Mario, Direttore della Casa di Taormina, dalla figlia Sr. Concettina delle Figlie di M. A. e dai congiunti. Bella figura d'anima retta, animatore e attivo Cooperatore delle Opere Salesiane. Egli diede tre figli al Beato D. Bosco, due, come sopra si è detto, e un terzo, Domenico, Missionario nell'Assam.

GIUSEPPINA COLLI ved. MARTINETTI.

Madre di undici figliuoli che educò a sentimenti profondamente cristiani e ai quali fu sempre di esempio colla sua vita attiva e pia è volata al cielo il 19 gennaio in Alagna (Pavia). Aveva 93 anni: ma fu sempre arzilla e vegeta fino agli ultimi giorni in cui fu assalita e vinta da una bronchite. Era tanto affezionata all'Opera Salesiana che soccorse a nome dei figli con premura veramente materna. Al figlio Prev. Teol. Pietro Martinetti, ex allievo e' decurione, e alla famiglia le nostre più sentite condoglianze.

Soc. ANGELO POGLIANI.

Pio, operoso, umile sacerdote, svolse negli 85 anni di vita un fecondo apostolato per le anime specialmente nella Parrocchia di S. Francesco da Paola in Torino coll'attendere assiduamente al ministero delle Confessioni. Segretario affezionato e prezioso di Mons. Bertagna e di Mons. Castrale, era pure un fervente cooperatore delle opere di Don Bosco. Morì nel Seminario di Torino l'8 dicembre 1931.

Cooperatori defunti:

ARCHETTI GIOVANNI, Coccaglio (Brescia).

ASTOLFI Cav. ISNARDO, Modena.

BA ROSA, Lobia di San Bonifacio (Verona). BRCHETTI GHIDINI M., Lumezzane Sant'Apollonio BEDA CAROLINA, Auressio (Svizzera). BELISAI GIANOTTI IGEA, Padova.

BELTRAME ENRICO, Rosignano Monf. (Alessandria). BERTELLI MATTEO di DOMENICO, Irma (Brescia). BETTINZOLI MASSENZIA, Invico (Brescia). BIANCONI GIOVANNA Ved. MILANI, Falmenta (Nov.). BONALDO CATERINA, Chioggia (Venezia). BoNzI ANNETTA, Alessandria.

BORGHETTI MARIA Ved. FONTANA, Tavernole (Bresc.) BORGHETTI VIRGINIA in ZANOLINI, Tavernole (Bresc.) BOZZALLA CARLO, Chieri (Torino). BRAMBILLA SAVINO, Carugate (Milano). BUCCIARELLI PIETRO, Cori (Roma). CALABRESE ERNESTO Gius., Campi Salentina (Lecce). CAPRIATA MARIA Ved. ORSI, Castellazzo Bormida (Al) CAVALIERI MANASSE M. Comacchio (Ferrara). CAVALLOTTO CATERINA, Castiglione Falletto (Cuneo). CERRI GIUSEPPE, Carisio (Vercelli). CHIEFFO CATELLO, Ascoli Satriano (Foggia). CHIODA MARIA Ved. CHIODA, Valgoglio (Bergamo). CORSINI ALESSANDRO, Irma (Brescia). DAMIOLINI DOMENICA in LEGENA, Sellero (Brescia). DELL'ANTONIO GIUDITTA, Moena (Trento). DISTEFANO VINCENZO, Paternò (Catania). ELLENA LUIGI, Cherasco (Cuneo). ERBA MARIA, Montichieri (Brescia). FESTA CATERINA, Nole (Torino). FRAGALE ANTONIETTA, Frazzanò (Messina). GALLIA MARGHERITA, Marmentino (Brescia). GARAU SALVATORE, Elmas (Cagliari). GATTA LUCIA Ved. ZUBANI, Marmentino (Brescia). GATTI MARIA, Desana (Vercelli). GELMI CATERINA BERTOLINI, Malonno (Brescia). GENERO MADDALENA, Villaretto-Falchera, (Torino). GERINI GIUSEPPE, Soliera Apuana, (Massa Carrara). GHEZZI ADELE, Mandello Lario (Como). GIANOTTI GIUSEPPINA, Legnago (Verona).

GIAROLA VITTORIO, Coda (Verona).

GIBILIsco SANTO, New Britain, Conn. (Stati Uniti). GIOVANNINI BATTISTA, Casabianca (Torino). GIUDICI ZACARIA, Malegno (Brescia). GIULIANO TERESA, Murazzano (Cuneo). GNUTTI LUCIA, Lumezzane S. Sebastiano (Brescia). GOTTIFREDI VENERANDA, Corenno Plinio (Como). GRAZIANO VINCENZO, Casabianca d'Asti (Alessand.). GROSSETTI MARIA, Lu Monf. (Alessandria). GUIDOTTI MARIA MONIGHELLI, Monte Carasso (Sviz. ) GUIZZARDi ADELE, Bologna. LANERI PIETRO, S. Stefano D'Aveto (Genova). LEALI D. PIETRO, Ronco di Giussago (Brescia). LEVA CATERINA, Torino.

LIETA MARGHERITA, Malonno (Brescia). Loss FILOMENA, Caoria (Trento). MANCINETTI NICOLA, Perugia.

MANGOLA CECiLIA Ved. NEGRA, Campertogno (Nov.). MANISCALCO DOMEN. Ved. ALONGE, Burgio (Agrig.). MARCHIARO ANGELO, Torino. MARCONETTi D. DOMENICO, Sanfront (Cuneo). MICHEL ANNA, Romallo (Trento). MONACO ANNETTA GASTALDO, Borgoreggio (Torino). MOSSONE ROGGERI AMALIA, Torino. MUSCARELLA CONCETTINA, Valle d'Olmo (Palermo). MUSSO GIOVANNA n. GASTALDI, Chiusa Pesio (Cuneo) NEGRI FIovo, Novara.

NEPOTE ANTONIO EDOARDO, Torino. NEPOTE MARGHERITA, Torino.

OLDOFREDI-TADINI, Conte Teodaldo Mad. dell'Olmo. OLIVIERI GIACOMO, Gorizia. ORSINGHER MARGHERITA, Canale S. Bovo (Trento). PASI RAFFAELE, Poggio Renatico (Ferrara). PASQUALETTI FRANCESCA, Sarnano (Macerata). PASTA GIus. fu GIOVANNI, Buttigliera d'Asti (Aless.). PAZZAGLIA CATERINA, San Quirico (Grosseto). PEZZATO GUIDI ANNA, Comacchio (Ferrara). PEZZOLI FRANCESCO, Leffe (Bergamo). PEZZONI ANTONIO, Malegno (Brescia). PoLOTTI SANTO, Lumezzane Pieve (Brescia). RAFFAINI BORTOLO, Malonno (Brescia). RAUD D. ANDREA, Montichiari (Brescia). RINALDI VIRGINIA, Cavaglio d'Agogna (Novara). RIOLFO CARLO GIOVANNI, Monesiglio (Cuneo). ROSSI GIOVANNI, Novellara (Reggio Emilia). SACCO COSTANZA, Cherasco (Cuneo). SALATO MICHELANGELO, Salassa (Torino).

SALERI FONTANA GIUSEPPINA, Tavernole (Brescia). SALUZZO FRANCESCO, Troina (Enna). SARDO ANNA, Vicenza.

SERRA CATERINA, Santulussurgiu (Cagliari). SISSA FRANCESCO, Quinzanello (Brescia). SNELLA SALVATORE, Elmas (Cagliari). Soci GIOVANNA, San Fortunato (Forlì). SOLDI GIOVANNINA, Ovada (Alessandria). SORGATO AMALIA, Padova. STEFENELLI TERESINA, Riva (Trento). TAGLIABUE D. GIUSEPPE, Bareggia (Milano). TRETTEL BATTISTA, Ziano (Trento). VIGNOLO GIUSEPPE, Pinerolo (Torino).

ZAMBONI MARGHERITA, Lumezzane S. Apollonio. ZAMBOTTI ELISA, Mairano (Brescia).