BS 1870s|1879|Bollettino Salesiano Febbraio 1879

ANNO III. - N. 2.   Esce una volta al mese   FEBBRAIO 1879.

BOLLETTINO SALESIANO

- Direzione nell'Oratorio Salesiano. - Via Cottolengo, N. 32, TORINO

SOMMARIO - Lettera di Papa Leone XIII ai Missionarii Salesiani - Testo latino della precedente Lettera - Preghiera per un benigno compatimento - Modo di celebrare degnamente due grandi anniversarii. -Lettera del Superiore de' Salesiani d'America a D. Bosco - Le dieci Vergini prudenti ossia la seconda schiera di Figlie di Maria Ausiliatrice partite per l'America - Un ringraziamento - Storia dell'Oratorio di S. Francesco di Sales - Un grande Oratore ed un amico estinto - Un Cavaliere di S. Gregorio Magno fatto Sacerdote - Il più bel fiore nelle mani del Santo Padre - Bibliografia Salesiana - Appello alle donne cattoliche - I Missionarii Salesiani in porto - Indulgenze speciali pei Cooperatori.

LETTERA DI PAPA LEONE XIII
AI MISSIONARII SALESIANI.

Un principe saggio, che a sostegno del suo trono abbia soldati in campo di battaglia, mostra loro di tratto in tratto l'augusto suo gradimento, e con acconcie parole, o per sé o per mezzo de' suoi capitani, li sprona alla pugna. Gran Re si è il Nostro Signor Gesù Cristo ; suoi soldati sono tutti i fedeli, quelli specialmente, che, abbandonato patria parenti ed amici, spendono la propria vita nel propagare il regno della sua gloria. Or questo Principe celeste assai meglio che non i re della terra sa rincorare i suoi prodi : Egli li ingagliardisce non solo coll'additar loro il premio imperituro, l' immarcescibile corona, che li attende dopo la presente vita, ma col largheggiar loro fin di quaggiù prelibate dolcezze, al cui confronto sono un fumo tutte le gioie del mondo.

Un assaggio, tra gli altri, di sua divina bontà, gustarono, non è guari, i Missionaria Salesiani dell'America del Sud, per mezzo di una Lettera inaspettata loro giunta da Roma.

Saputa che ebbero l' esaltazione del regnante Pontefice alla Sede di Pietro, quei nostri fratelli gli scrissero una lettera di filiale devozione, dandogli in pari tempo ragguaglio della loro Missione. Sua Santità non solamente si degnava di gradire l'una e l' altro, ma in segno dell'alta e paterna sua benevolenza rispondeva loro con un graziosissimo Breve. Un guiderdone più ambito non poteva loro toccare. La parola e la benedizione del Vicario di Cristo produsse nei loro petti un'insolita gioia, e v'infuse novello ardore per combattere coraggiosamente la buona battaglia, bonum certamen, e zelare sino alla morte la salute delle anime. Avendo poc'anzi ricevuta dall'America una copia di si prezioso documento, siamo lieti di qui presentarlo ai nostri buoni Cooperatori e Cooperatrici.

LEONE XIII.

Diletti Figli, Salute ed Apostolica Benedizione.

Ricevemmo insieme colla narrazione delle cose, che riguardano la vostra Missione, la lettera, che, avuto l'annunzio della nostra elezione, Ci scriveste per dimostrare a Noi ed a questa Sede Apostolica il vostro figliale rispetto. Ci riuscì gratissimo, o diletti Figliuoli, questo attestato di pietà dato da voi, che, andati in lontani paesi per annunziare la Dottrina Evangelica, vi mostrate pronti a sostenere qualunque fatica per la salute delle anime, e godiamo di dare a voi tutti con queste Lettere una sincera testimonianza del Nostro amore.

Quelle cose, che Ci scriveste delle opere della vostra Missione, ci riempirono l'animo di non poca consolazione. Imperocchè potemmo conoscere da quel che avete narrato, che voi vi adoperate con gran zelo a promuovere la gloria di Dio ed a procurare la salute delle anime, e di cuore abbiamo ringraziato il Signore , che vi dà forza, e concede alle vostre fatiche quei frutti, che avete ricordato.

Non dubitiamo, o diletti Figliuoli, che questa benignità del Signore vi accrescerà coraggio, perchè strettamente congiunti coll' Apostolica Sede perseveriate alacremente nella incominciata carriera , e cercando quelle cose sole, che sono di Gesù Cristo, fedelmente vi adoperiate, affinchè crescano di numero e di merito i figliuoli della luce in coteste regioni.

Desiderando Noi sopra ogni altra cosa la gloria e la estensione del regno di Cristo, nulla più Ci starà a cuore che dimostrarvi tutta a Nostra benevolenza, e ferventemente invocare da Dio la pienezza di tutte le grazie sopra di voi , affinchè possiate essere costantemente validi strumenti della sua gloria, e della salute. delle anime.

Soprattutto ricevete, o diletti Figliuoli, l'Apostolica Benedizione, che, tratta dall'intimo del cuore , a ciascuno di voi impartiamo carissimamente nel Signore per augurio del celeste aiuto, ed in pegno del Nostro paterno amore.

Dato a Roma presso S. Pietro addì 18 Settembre 1878, del Nostro Pontificato anno primo.

LEONE PAPA XIII.

Ai diletti Figli Sac. FRANCESCO BODRATTO
Superiore, ed agli altri Missionarii
della Congregazione Salesiana.

BUENOS AIRES.

Testo latino della precedente lettera.

LEO PP. XIII.

Dilecti Filii, Salutem et Apostolicam Benedictionem.

Excepimus una cum narrationo rerum , quae ad vestram Missionem pertinent , litteras vestras, qual, nuntio accepto electionis Nostrae, ad Nos dedistis, ut vestri filialis obsequii significationes Nobis, et buic Apostolicae Cathedrae exhiberetis. Gratissimum hahuimus, diletti Filii , hoc officium pietatis a vobis profectum, qui, evangelicao doctrinae annunciandae causa in dissitas terras advecti, ad omnes pro salute animarum suscipiendos labores vos paratos ostenditis, ac vobis omnibus sincerum testimonium dilectionis Nostrae hisce litteris praebere gaudemus.

Ea autem, quae de Missionis vestrae operibus scripsistis, animum Nostrum non levi consolatione affecerunt. Vidimus enim ex iis, quae narrastis, vos magno cum zelo ad gloriam Dei promovendam, ad animarum salutem curandam incumbere, et Deo ex corde benediximus, qui vires vestras confortat, hìc eos, quos memorastis, fructus vestris laboribus propitius largitur.

Non dubitamus, dilecti Filii, quin haec Dei benignitas vobis animos addat, ut, Apostolicae Sedi firmiter adhaerentes, in suscepto cursu alacres perseveretis, et gnaerentes qiiao sunt Iesu Christi fideliter curetis, ut lucis filii et merito et numero in istis regionibus augeantur.

Cum Nobis maxime in votis sit Regni Christi gloria et propagatio, nihil certe erit potius, quam vos benevolentia Nostra complecti, et a Deo vobis fervide adprecari omnium gratiarum plenitudinem, ut valida instrumenta gloriae Eius et salutis animarum constanter esse valeatis.

Interea excipite, diletti Filii, Apostolicam Benedictionem , quam vobis singulis universis ex intimo corde depromptam, in auspicium superni praesidii, et in pignus paternae Nostrae charitatis, peramanter in Domino impertimus.

Datum Romae apud S. Petruin die xviii Septenibris arino MDCCCLxxvIII , Pontificatus Nostri anno primo.

LEO PP. XIII.


Dilectis Filiis Presbitero FRANCISCO BODRATTO
Praeposilo, Aliisque Missionariis
e Congregatione Salesiana.

BONAS AURAS.

PREGHIERA per un benigno compatimento.

Ben ci accorgiamo di mettere ad un gran cimento la bontà e pazienza dei nostri Cooperatori e Cooperatrici colla Lotteria annunziata il mese scorso , della quale stiamo ora distribuendo i biglietti. Nei passati anni più altre volte noi ci trovammo costretti a ricorrere a questo mezzo, per togliere la fame agli ottocento e più giovanetti ricoverati nella principale nostra Casa di Torino ; ma allora, perchò le Lotterie ben riuscissero, stabilivamo commissioni , facevamo esposizioni di oggetti , e scrivevamo in tutte parti per trovare e sollecitare persone benevoli ed influenti , che ci porgessero aiuto colla parola e colla mano.

Questa volta credemmo di poter far senza di un sì grande apparato ; e ci abbandonammo intieramente alla mercè dei benemeriti confratelli e consorelle, che in questi ultimi anni Iddio ci procurò in molte città e paesi d' Italia. Ma questa nostra fiducia, se per una parte è segno deti' immensa stima che nei abbiamo di loro, mette per un altro lato ad una gran prova la loro benevolenza verso di noi. Ci sentiamo perciò sospinti a volgere loro due parole in proposito, e pregarli di un benigno compatimento.

Primieramente a quelli dei Cooperatori e delle Cooperatrici, cui mandiamo o manderemo biglietti della Lotteria, ci piace di far notare quattro cose

I. Noi non intendiamo di obbligarli che li ritengano tutti per sé.

2. Preghiamo specialmente i Decurioni che vogliano avere la bontà di aiutarci a compartirli tra i confratelli e consorelle, ed altre persone conoscenti ed amiche, e dir loro : « I poveri giovanetti di D. Bosco vi pregano a prendere qualche biglietto per fare ad essi la carità. »

3. Supplichiamo i nostri benefattori a volerci indicare altre persone caritatevoli, che sarebbero disposte a favorirci in questa bisogna, qualora noi medesimi ci raccomandassimo loro direttamente.

4. Se non ostante il buon volere qualche Cooperatore o Cooperatrice alla fine di Marzo non avrà potuto ancora smerciare tutti i biglietti, che gli furono spediti, potrà rinviarceli liberamente, e noi gliene saremo riconoscenti, ne avesse ritenuto o distribuito ben anche un solo.

Taluno potrebbe dire : Se io ne fossi in grado, riterrei più volentieri i biglietti per me che non prendermi la briga di esitarli ad altri : tanto più che in ciò accade spesso di ricevere dei rifiuti e delle mortificazioni.

Noi rispondiamo che sarebbe certamente una carità squisita , se uno potendo ritenesse per sé i biglietti, mandandocene più presto la limosina, foss'anche con qualche suo sacrifizio e diminuzione di qualche non necessaria spesa; ma facciamo altresì osservare che è cosa non meno nobile e meritoria il domandare la carità pei poverelli di Cristo. San Paolo apostolo andava egli stesso nella Galazia, Macedonia ed Acaja raccogliendo la limosina da mandare ai Cristiani di Gerusalemme ridotti a miseria ; anzi questo gli stava tanto a cuore che stabilì persino ai fedeli una regola per fare le loro offerte. Ecco quello che egli scriveva ,a quei di Corinto : « Quanto poi alle collette, che si fanno pei Santi (in quel tempo così chiamavansi i Cristiani), conforme alla regola data da me alle Chiese della Galazia , così fate anche voi. Il primo dì della settimana (cioè la Domenica) ognuno di voi- metta da parte e accumuli quello, che gli parrà bene; affinchè non si abbiano a fare le collette quando io sarò arrivato » (1). Così il grande Apostolo ; il quale poi per un lungo e pericoloso viaggio si prendeva ancora la pena dt portare in persona le offerte ai bisognosi. Ce lo assicura con queste altre parole: « Adesso poi andrò a Gerusalemme in servigio dei Santi ; imperocchè la Macedonia e l' Acaja hanno stimato bene di fare qualche colletta pei poveri, che sono tra i Santi di Gerusalemme » (1). Vedete là per le vie di Roma un giovane di sangue principesco colle bisaccie in collo passare di porta in porta a raccogliere il pane pei poverelli: Egli è Luigi Gonza-a. Chi di noi non reputa più bello, più nobile, più meritorio questo atto, che non il sedere sul trono di Castiglione! Ci fu dato più volte di vedere in Torino, Milano, Venezia, Bologna, Firenze e Roma, Patrizi o Matrone domandare la limosina or per l'edilizio o il ristauro di una Chiesa, or per l'impianto o il mantenimento di una casa di educazione, or per altra simile opera di pubblica beneficenza , e ben fummo testimonii che lungi dal perdere stima in faccia al mondo , ne acquistavano invece presso gli stessi increduli e miscredenti per l' esempio che davano di nobile franchezza e di sublime generosità.

E vero che nel perorare la causa dei bisognosi avviene talora d'incontrare rifiuti e disdette; ma in questo caso si tiene per buona la ragione o la scusa che se ne adduce, e si tira innanzi. - Ma si sentono anche delle parole rincrescevoli, e si bevono mortificazioni amarissime - e allora senza montare in collera contro chi ce le procura, e senza perderci di animo, se ne fa un'offerta al buon Dio, il quale a suo tempo non mancherà di darcene un condegno guiderdone. Ci consoli anche il pensiero che non domandiamo per nostro interesse, ma per amor di quel Gesù, il quale ha detto che avrebbe ritenuto come fatto a Lui medesimo tutto il bene, che si sarebbe procurato ad uno dei suoi più piccoli fratelli: Amen dico vobis, quamdiu fecistis uni ex his fratribus meis minimi:, mihi fecistis (2). Parole son queste, che nell'atto che infondono coraggio, compensano di ogni sacrifizio e di tutte le sofferte amarezze.

Noi ravviviamo pertanto la nostra speranza nel buon cuore dei Cooperatori e delle Cooperatrici, e nutriamo la più viva fiducia che la loro zelante operosità non ci verrà meno nel presente bisogno.

Se in media ognuno ritenesse od esitasse anche solo una decina di biglietti, la Lotteria otterrebbe un pieno risultato , e sarebbe provveduto alla necessità dei nostri poveri giovanetti.

(1) 1" Cor. XVI.

(1) Rom. XV.

(2) Matt. XXV, 40

MODO
di celebrare degnamente due grandi anniversarii.

Nel presente mese di Febbrajo ricorrono due grandi anniversaria, che non lascieranno di mettere in moto il mondo cattolico; l'anniversario della morte del grande Pio IX, e quello della elezione del suo degnissimo Successore, Leone XIII.

In qual modo potremo noi celebrare questi due giorni memorandi ?

Le virtù eroiche del grande Pontefice dell'Immacolata, le grazie che diconsi ottenute per sua intercessione, la concordia di tante elette intelligenze nel proclamarlo Santo, quasi non ci consentono d'inculcare preghiere in suffragio dell'anima sua. Nondimeno, finchè la Chiesa non ha pronunziato il suo giudizio, è sempre bene pregare per un defunto ; perciò noi invitiamo i Cooperatori e le Cooperatrici a porgere una dimostrazione di affetto e di gratitudine a quell'insigne nostro Benefattore col recitare il 7 corrente un Pater ed Ave, lasciando alla Sapienza di Dio l'applicarne il frutto ad altri qualora egli non ne abbisognasse.

Il 20 poi dello stesso mese, giorno in cui l'anno passato non solamente l'Italia, ma il mondo intiero cangiò le vesti da lutto, lugubres vestes mutavit, raccomandiamo di fare una speciale preghiera secondo la pia intenzione del Pontefice felicemente regnante. Una santa Comunione, od una Messa divotamente ascoltata, una visita al SS. Sacramento, un Rosario e simili, mentre torneranno a Lui di conforto , saranno un sincero attestato della nostra filiale devozione alla sacra sua Persona, e dell' inalterabile nostro attaccamento alla sua infallibile Cattedra.

Ove non si fosse ancora tenuta la prescritta Conferenza, sarebbe altro bel modo di onorare i suddetti giorni convocandola in uno dei medesimi. Ai Direttori e Decurioni non mancherebbero pensieri molto acconci da sviluppare a comune edificazione.

Per lo stesso fine suggeriamo ai Cooperatori di propagare più che sia possibile due libretti delle Letture Cattoliche, usciti dalla Tipografia Salesiana di Torino, intitolati l'uno : Ultimi giorni ed ore di Pio IX, e l'altro: Il più bel fiore. La lettura di queste due operette, composte l'anno scorso appositamente, risveglierebbe nei fedeli idee e sentimenti opportunissimi per questa circostanza. Prezzo del primo, cent. 10 alla copia, e L. 8 al cento; del secondo, cent. 40 alla copia.

LETTERA del Superiore de' Salesiani d'America A D. BOSCO

S. Carlos, 19 ottobre 1878.

REV.mO PADRE,

Ringraziamo il Signore che le cose nostre fin qui volgano bene. Anzi agli occhi del pubblico non possono andar meglio. Abbiamo come convittori cento quindici giovani tutti poveri, e la maggior parte orfani. Sessanta frequentano le scuole, e cinquantacinque sono addetti ad un mestiere. Finora non abbiamo ancora potuto accrescere i laboratorii, ma i quattro soliti sono occupatissimi ; 15 sarti ; 15 calzolai ; 15 falegnami e 10 legatori. Siamo in trattative per aprire una tipografia. Già si sono comperate due macchine, e non aspettiamo che l'arrivo dei due capi tipografi, che la S. V. mi ha promessi, per mettere mano al lavoro.

Quasi tutti i giorni molti fra i signori più cospicui della città vengono a visitare il nostro Istituto, e al vedere tanti giovanetti a lavorare con un'attività consolante, ne restano coi-ne incantati. Mi fanno moltissime dimande intorno al regime della casa , qual sia il secreto che usiamo per mansuefare questi biricchinotti, che dal più al meno furono quasi tutti monelli di piazza. Io rispondo loro coll'esporre in breve le norme suggerite dalla prudenza e dalla carità, e poi li conduco a vedere la Chiesa, e additando il Tabernacolo, dico : Qui, signori , qui sta il gran secreto che mansuefà i biricchini di piazza. La spiegazione delle massime eterno, il Catechismo Cattolico, la frequenza ai Ss. Sacramenti sono il mezzo più valido di educazione. » Con ciò partono abbastanza soddisfatti, lasciando un biglietto di visita perché mi porti a vederli alle case loro. Io vado, ed al ritorno son contento d'esservi andato, perché non mi lasciano colle mani vuote.

Ogni giorno vo esperimentando gli effetti della bontà di Dio. Ogni volta che mi conducono in casa un ragazzino , proprio di quei raccolti per le vie , per lo più la divina Provvidenza mi fa aver roba per vestirlo, ed anche i mezzi per procurargli il pane. Qui si pagano le liste mensilmente ; e parecchie volte mi accade che il 28 del mese non ho un soldo, né so dove prenderne, eppure in soli tre giorni ecco entrare in casa due o tre mila lire appunto secondo il bisogno. Nel mese di aprile fu la limosina di dieci Messe che pagò dieci mila pesos. Nel mese di luglio furono retribuzioni per musica e funerali e via dicendo, notando che questi soccorsi vengono sempre in proporzione dei giovani poveri ed abbandonati, ricoverati in casa.

Io non iscrivo queste cose a Lei, caro Padre, come per dirle una cosa nuova ; so bene che Ella esperimentò molte volte in Torino ed altrove questi simili fatti di divina Provvidenza. Io le dico solo perché abbia un argomento di più alla mano per far conoscere a quelli, che sono contrarii alla spedizione dei suoi figli in America, per far loro conoscere, dico, che è proprio il Signore, il, quale ci chiamò in queste terre straniere, e che la nostra Missione non è pei ricchi , ma pei poveri e specialmente pei ragazzi italiani abbandonati. Io per me trovo tra questi poveri giovinetti tutte le mie consolazioni. Siano bianchi , o negri, o mulatti, io li amo ugualmente, perché sotto una pelle ruvida ed oscura, sotto stracci, che il mondo abborre, scorgo un' anima che sente molto, un' anima capace di gran bene per sé e per gli altri, un'anima soprattutto redenta dal sangue del Figliuolo di Dio. Contuttociò non mi mancano pene ; e siccome la lingua è sempre là dove il dente duole, così io devo essere al solito ritornello. La messe è molta, e gli operai son pochi. Vedo il gran bene che si farebbe se fossimo di più, vedo questi nostri fratelli, che, sebbene animati da zelo non risparmino fatica, pure non possono arrivare a tutto ; o perciò il cuore ci si strazia in seno per compassione di tanta gioventù, che nelle città e nelle campagne segue un mal cammino, perchè non v' è chi se ne prenda cura. Deh ! carissimo D. Bosco, ci consoli, ci conforti, ci mandi degli aiutanti.

So che non abbiamo fin qui compensate le grandi spese, a cui la S. V. dovette sottostare per le passate spedizioni ; però da' giornali Americani Ella avrà visto come furono impiegate le offerte ricevute. Le spese d'impianto ascesero ad un milionedi pesos, che fanno 200 mila lire ; di questa sommaci rimane ancora da pagare la terza parte, che si va ammortizzando mese per mese. Il disegno dello stabilimento , non essendo eseguito che in parte, richiede quasi altrettanto per essere condotto afine ; ma questo si farà poco per anno a misura che piacerà alla. divina Provvidenza. Del resto se noi avessimo fin d' ora la casa capace di 30 giovani, in un mese la riempiremmo.

Quell' Indio , di cui Le ho scritto , continua a sua classe, ma siccome ha dimenticato il proprio linguaggio, ho creduto bene di tenerlo qui, perché sarà dei primi che manderemo nella Patagonia appena istruito. Nel mese di gennaio p. vgliene manderò un altro in sua vece, che è proprio dell' interno de las Pampas; è tipo indi parla il suo idioma, e costi potrà essere maestro quelli, che vorranno prepararsi a questa Missione.

Non voglio terminare questa lettera senza parlarle della Bocca. Già Le aveva manifestato come un signore pieno di buona volontà si era impegnato per aiutarci a far la Chiesa. Si applicò qualche mese per raccogliere limosine ed offerte , e pareva che volesse fare mare e monti, ma poi si stancò per alcuni sinistri incidenti , e non volle più saperne. Pazienza ! In quest'anno abbiamo fatto molte funzioni, le quali riuscirono assai splendide. Si risvegliò in quel popolo la fede, di modo che non vi e più paragone. Il demonio va perdendo terreno ogni giorno, perché un principe più valoroso, Gesù Cristo, ne lo caccia. Tuttavia non potremo ottenere il nostro intento, nè le nostre fatiche potranno produrre il frutto desiderato, fintantoché non avremo una Chiesa capace di questa popolazione di 2,5 mila persone, la più parte italiani. La Chiesa parrocchiale che abbiamo presentemente è come l'antico Oratorio di Vanchiglia in Torino, il quale era appena sufficiente per un 500 giovanetti. Desidererei che la S. V. mi desse un consiglio a questo riguardo. Il popolo operaio è disposto a concorrere col suo obolo, ma i ricchi, che sono tutti commercianti in grande, anziché porgerci la mano sembrano piuttosto contrarii. Se si ha da organizzare una festa profana, erigere un monumento od una casa secondo i tempi , concorrono con somme vistosissime , ma per una Chiesa è tutt'altra cosa. Che mi dice adunque? Dobbiamo andare avanti così ? Oppure mi consiglia a metter mano all'opera col tenue obolo del povero, confidando nella divina Provvidenza? Mi dica qualche cosa. Del resto anche là si fa molto bene nella gioventù. Sono centoventi i ragazzi che frequentano le nostre scuole, e molti di questi già tirarono un bel numero di padri e madri alla Chiesa; della, quale sventuratamente avevano ormai dimenticata la via.

Mentre lavoriamo in Buenos Ayres, in Colon, ed in San Nicolas ecc. non perdiamo di vista la nostra Missione de las Pampas, e della Patagonia. Presto i nostri riprenderanno il viaggio che andò fallito nel maggio scorso. Intanto addestriamo operai , ammaestriamo giovani indii a questo fine ; insomma facciamo i debiti preparativi, affinché, sebbene lenta, possa riuscire sicura la conversione di quelle anime. Le rinnovo adunque la mia prcghiera : Mi mandi operai, sacerdoti e chierici, maestri e catechisti ; buoni secolari che sappiano un' arte o mestiere. Sono indispensabili almeno due tipografi, due fabbriferrai, calzolai e sarti. Se mai tra i Cooperatori Salesiani vi fossero artigiani, clie volessero venire con noi, benchè non appartengano definitivamente alla Congregazione, li mandi pure, che io assegnerei loro una paga onesta. Quanto alle spese di viaggio le pagheremo noi qui, ed essi lascierebbero un tanto al mese per ammortizzare questo debito. Per sua norma non Le posso tacere ciò che ho già scritto a D. Rua, cioè che qui dobbiamo sborsare. mille lire al mese, più la paga degli operai esterni, che lavorano nei_ nostri laboratorii, senza contare il vitto. Eppure non vi è altro mezzo, o chiudere i laboratorii, o passare per questa trafila.

Le porgo' i più teneri e rispettosi saluti di tutti i suoi figli, e la prego di volerli benedire tutti, ma specialmente il suo

Affez.mo in Gesù Cristo

Sac. FRANCESCO BODRATTO.

LE DIECI VERGINI PRUDENTI OSSIA la seconda schiera di Figlie di Maria Ausiliatrice
partite per l' America.

In tutti i tempi della Chiesa la donna cattolica diede luminose prove di uno zelo ardente nel fare conoscere ed amare Iddio , sostenere la sua Religione, e salvare delle anime. Fin dai primordi ella sacrificava per Lui le comodità e la vita, e nel propagamento del Cristianesimo coll'attrattiva della divozioné, colla sua parola semplice ed affettuosa, la donna cattolica insieme coi banditori dell'evangelica Legge sgombrava le tenebre dalla mente dei Pagani, ne innamorava i cuori delle verità della Fede , li persuadeva a calpestare gli idoli , a venerare la Croce, e adorare Colui che in un eccesso d'amore per gli uomini vi era spirato. In Gerusalemme le Marie ,. le Marte e le Maddalene conducevano a Cristo molti Giudei, che gli avevano poc' anzi gridata la morte. -In Roma le Pudenziane e le Prassedi appena convertite cooperavano alla salute dei loro concittadini, dando al primo Papa ostello nella loro casa; nella città di Tiatira e di Corinto le Lidie e le Priscilla porgevano opera efficace. a s. Paolo per diffondere la luce del Vangelo. Sorgono intanto le persecuzioni , e la Religione nostra santissima per circa 300 anni viene messa a ferro e a fuoco , ecco allora la donna cattolica ingagliardita nella lotta, predicare in mezzo al modo Cristo vero Dio ,e prepararsi alla palma del martirio col guadagnargli delle anime. Così le Cecilie , le Agnesi , le Emerenziane , le Eulalie , le Agate , le Anastasie, e milioni d'altre simili eroine, i cui nomie le cui gloriose conquiste sono registrate. a caratteri indelebili nella Storia ecclesiastica. E per esser brevi , chi non sa l' aiuto che nei secoli posteriori porsero alla Chiesa, chi non sa il fruttuosissimo apostolato che esercitarono a pro delle anime le Caterine da Siena, e le Terese di Spagna? E sarà egli possibile il dire tutto il bene che fecero e fanno tuttora tante Vergini a Dio sacrate? Come altrettanti Angeli visibili le une tu le vedi passare i giorni e le notti al capezzale dei malati , e con una pazienza eroica , con una bontà tutta celeste alleggerirne le pene, e prepararli al passo tremendo; le altre tu scorgi a lo- gorare la vita nelle scuole private e pubbliche, peguadagnare e conservare a Dio la tenera età; queste tu miri negli asili a farsi piccole coi piccoli per condurli a Cristo, che di continuo va gridando: Sinite pueros venire ad me; quelle infine compreso da maraviglia tu contempli impavide ai venti ed alle procelle abbandonare i patrii lidi, e portarsi quali apostoli o tra i negri dell'Africa, o tra gli infedeli dell'Asia, o tra i barbari dell'America e dell' Oceania. Ogni anno sono centinaia di Religiose d' innumerevoli Instituti, che specialmente Francia ed Italia veggono partire dai loro porti , per recare nelle più remote parti della terra colla Fede Cattolica la civiltà europea.

In questi ultimi anni a donne , della Religione e della Società così benemerite, altre, per la Dio mercè, se ne aggiunsero ; vogliam dire le Figlie di Maria Ausiliatrice. Questo novello Instituto, aggregato alla pia Società Salesiana, aperse già un buon numero di Case, Educatorii , Asili , Scuole gratuite, Laboratori, Oratorii festivi in varie città e borgate d'Italia e di Francia. L'anno scorso esso cominciò ad estendere l'opera sua al di là dell'Oceano, mandando un primo drappello di Religiose all'Uruguay, a fine di prendersi cura delle povere fanciulle, colà più che altrove abbandonate. Al principio poi dell' or passato Gennaio una seconda schiera di dieci ne inviò, destinate parie a Buenos Ayres, Parte a Montevideo per lo stesso scopo. Di questa, secondo la fatta promessa, daremo qui un breve ragguaglio.

Le Suore che fecero parte di questa spedizione americana furono quelle, che molti mesi prima ne avevano fatta ai Superiori formale richiesta; poichè giova qui notare che non si concede questo favore se non a quelle, che lo domandano, e. diano prova di ottima salute. Oltre a ciò, talora si ha pur riguardo ai genitori, e se questi per qualche ragionevole motivo si mostrano contrarii a che le proprie figlie vadano nelle Missioni estere, la Superiora li contenta facilmente.

Adunque il giorno 20 dicembre nella Casa di Mornese, cantato che fu il vespro in musica, il Direttore delle Suore sali all'altare e fece una breve e patetica parlata, annunziando come era giunto il momento, che le dieci prescelte prendessero le mosse per alla volta del nuovo mondo. Andate, egli disse, chè già gli Angioli dell'America vi attendono a prendervi sollecita cura di tante anime alla loro custodia affidate , e a cooperare con essi per salvarle e renderle eternamente felici. » Paragonando poscia le dieci Suore alle dieci Vergini del Vangelo chiamate ad andare incontro allo Sposo celeste ; l' oratore soggiunse: « Deh ! non siano tra voi le Vergini stolte , ma siate tutte prudenti. Tali voi sarete, se terrete ognor piene d'olio le vostre lampade, d'olio di pietà verso Dio abbandonando per amor suo quanto avete di più caro su questa terra, olio di carità verso il pros simo sacrificando la vostra vita per istruirlo, per edificarlo, per salvarlo. Coraggio adunque: andate a raggiungere le Sorelle che vi hanno precedute in quelle parti, e sotto il vessillo di quella Vergine Ausiliatrice, di cui- siete Figlie, ubbidite, lavotate. Forse non tarderà a risuonare alle vostre orecchie là gran voce che lo Sposo si avvicina ,ecce Sponsus venit, exite obviam ei; ed allora senza affanni e senza pene gli andrete incontro, e tosto entrerete ad incominciare con Lui le eterne nozze. » Queste ed altre parole produssero un gran contento nelle une, ed una sì viva commozione nelle altre, che lasciando libero il freno ai singhiozzi , ed alle lagrime, turbarono per un istante la serenità di tutte. Si cantò in appresso l' Ave Maris stella e il Tantum Ergo, e si diede la Benedizione col SS. Sacramento. Finita questa funzione, il Sacerdote lesse le preghiere dei pellegrinanti, invocando so- . pra il pio e devoto drappello la protezione di Dio nel lungo e pericoloso viaggio , che stava per, intraprendere, e si uscì di Chiesa.

Siccome il giorno era per cadere , la partenza da Mornese fu rimandata all' indomani. Il resto di quella sera fu impiegato allo sfogo degli affetti tra le Suora che partivano e quelle che rimanevano ;- nel lasciarsi vicendevoli ricordi, farsi promesse di eterna amicizia , di pregare le une per le altre, e nel darsi' parola di ritrovarsi un giorno tutte insieme nella Patria beata, ove sarà sbandita in eterno ogni pena ed ogni dolore.

Al mattino del 30 le dieci americane diedero per sempre l'addio all'amato asilo, e per un cammino abbastanza penoso a cagione della caduta neve si portarono a Gavi , indi alla stazione di Serravalle , donde pel convoglio diretto giunsero felicemente a Sampierdarena , ove presero alloggio. La partenza definitiva dal porto di Genova era fissata per la sera del 1° gennaio; fu quindi mestieri portarsi fin dal mattino a bordo del Sud America , che le doveva trasportare. D. Bosco con tre Missionari Salesiani, che partivano ancor essi, si trovò pure in quell'occasione nel nostro Ospizio. Venuta l'ora della separazione, non potendo accompagnare sin sulla nave l'amata schiera, egli la benedisse di casa per l'ultima volta. In questo atto il tenero padre fu visto altamente commosso; e lo sforzo, che ei dovette fare per contenere le lagrime, gli fece poscia uscir di bocca che per lo innanzi avrebbe data questa benedizione quindici giorni prima, per non averne tanto a soffrire.

I tre Missionari e le Suore si recarono al bastimento accompagnati da vani confratelli del Collegio. Intanto col visitare l'alloggio e fare conoscenza e alcune parole col Capitano era giunto il momento di separarsi. Alla parola finale : Dunque addio, successe una scena indescrivibile. Fu quello l' istante più doloroso per quegli animi generosi. Malgrado loro fu d'uopo concedere uno sfogo al tumulto degli affetti, e prorompere in caldissime lagrime. Questa non fu debolezza, nè segno di pentimento per la presa risoluzione, ma prova di sensibilissimo cuore. La Religione benedice anche il pianto. Lo stesso Gesù lagrimò sulla tomba di un amico, et lagrymatus est Iesus ; Egli ancora proclamò : Beati quelli che piangono, perché saranno consolati.

Alla sera verso le 4 1/2 un colpo di cannone dava il segnale che il piroscafo prendeva le mosse ed usciva dal porto. Dal molo alcuni dell' Ospizio agitando i fazzoletti salutavano le Suore ed i Missionari , che dalla nave facendo altrettanto rispondevano al saluto, mentre sulle placide onde si allontanavano rapidamente.

Ai 13 dello stesso mese due altri Salesiani salpavano da Marsiglia per la stessa destinazione.

Il misericordioso Iddio sia a tutti propizio, e li consoli col renderli abili strumenti della sua gloria, è salvatori d'innumerevoli anime sulle terre americane.

UN RINGRAZIAMENTO.

Come appendice al precedente articolo cì sentiamo in dovere di aggiungere ancora alcune parole. Ventiquattro persone, secondo annunziammo, dovevano partire per la Repubblica Argentina e dell'Uruguay, e ventiquattro partirono infatti in Dicembre e Gennajo : 14 Salesiani e 10 Figlie di Maria Ausiliatrice, provveduti di tutto.

Fu un momento che noi temevamo davvero di dover sospendere e rimandare ad altro tempo la partenza almeno della seconda schiera ; ma Dio nol permise. Ei seppe inspirare a molti fedeli di sovvenirci in modo così ammirabile; che è superiore ad ogni encomio. Chi mandò danaro , chi abiti chi tela, chi arredi di Chiesa, chi altri oggetti ; onde nel termine di 15 giorni noi ci trovammo in grado di effettuare la progettata spedizione. Un dotto e piissimo canonico di Tortora, che tenteremmo di offendere qui nominandolo, ci faceva tenere la somma ili lire 400 con queste graziosoo parole : « E questo un tenuissimo tributo di ammirazione e di affetto , dai quali è compreso il mio spirito verso dei Figli del gran Salesio, divenuti, mercè di Lei, novelli Apostoli delle genti. »

Pochi giorni prima del partire mancava tuttora un soprabito ad un Missionario, e già stavasi pensando al mezzo di provvederlo ; quand' ecco da Mazzo di Valtellina giungerci per ferrovia un involto con questa lettera

« MOLTO REVERENDO D. Bosco;

Trovandomi piuttosto scarso di danaro, e desiderando di poter pure in qualche modo cooperare al corredo necessario ai Salesiani , che fra brevi giorni salperanno per l'America, Le invio il mio soprabito d'inverno affatto nuovo, con pre ghiera che V, S. od il Missionario che lo indosserà, o meglio entrambi facciano nella santa Messa uno speciale Memento per me. Intanto io porterò ancora quel vecchio, che a dir vero non è poi sdruscito del tutto.»

Al ricevere questa lettera e quell' oggetto, che appunto ci abbisognava , dovemmo esclamare : « Quanto è mai buono e provvido il Signore ! Quanti bei cuori non palpitano mai nella Chiesa Cattolica ! «

Chi ci mandava quel dono era un Sacerdote, Cooperatore Salesiano.

La madre di un giovane Missionario tuttor Chierico , oltre all' averci provveduto danaro , tela , biancheria e simili , ci mandava una bella cotta da consegnare al figlio con queste linee « T' invio un rocchetto fatto col bianco velo , che ti copriva ed ornava quando fosti portato al saero Fonte. Esso ti ricordi sempre il gran dono che in quel giorno ti fece Iddio coll' annoverarti tra i suoi figli , e intanto ti serva di stimolo a prepararti colle richieste virtù al favore non meno grande di divenire un suo degno Ministro. Prega per tua affezionatissima madre. »

Con simili atti di carità, che potremmo citare a centinaia, noi fummo posti in grado di appagare le domande dei Reverendissimi Pastori di Buenos Avres e di Montevideo, e soddisfare ai desiderii dei nostri fratelli d'America, che imploravano il soccorso di altre persone.

Sieno pertanto infinite grazie a Dio, e loie pur anche ai Cooperatori e Cooperatrici, che con "tanta pietà secondarono gli impulsi della sua divina grazia.

STORIA DELL'ORATORIO DI S. FRANCESCO DI SALES

CAPO II.

La festa dell'Immacolata Concezione - Principio
dell' Oratorio festivo.

L' Oratorio di S. Francesco di Sales egli altri, i che hanno vita da lui, sono come altrettante famiglie di giovinetti. Ma una famiglia, perché sia bene ordinata, educata e difesa , abbisogna di un'amorosa madre. Or Madre pietosissima di queste instituzioni, e loro Protettrice potente, esser doveva la gran Vergine Maria. Che così Iddio volesse, molti eloquentissimi fatti potremmo qui addurre in prova; ma dovendoli per ora tacere, ci basta il far qui rilevare che fu appunto in un giorno sacro alla più bella gloria della celeste Regina, che ebbe incominciamento l' Oratorio, di cui stiamo tessendo la storia.

La vista dolorosa dei giovani carcerati e di tanti altri, che battevano la via del disonore e della perdizione, era un continuo stimolo al cuor di D. Bosco, ed eccitavalo potentemente a prendersi sollecita cura di tanta inesperta gioventù pressoché abbandonata. Avutone consiglio con Dio e con D. Caffasso, come accennammo nel N° precedente, egli stava da qualche giorno sopra pensiero, sul quando e sul dove cominciare l'opera sua; quand' ecco un fatterello inaspettato venirgliene ad aprire la via.

Così ci raccontano alcuni dei nostri più antichi compagni. Era l'otto dicembre dell'anno 1841, festa solenne dell' Immacolata Concezione dell'Augusta Madre di Dio, quando all' ora stabilita il nostro D. Bosco nella sacrestia di S. Francesco di Assisi stava in procinto di vestirsi dei sacri paramenti per celebrare la Messa. Il sagrestano, vedendo un giovinetto in un canto, lo invita a venirgliela servire.. - Non so, egli rispose tutto mortificato. - Vieni, replicò' l'altro; voglio che tu serva Messa - Non so, riprese il giovinetto; non l'ho mai servita - Bestione che sei, gridò allora il sacrestano tutto infuriato, se non sai a servire Messa, perché vieni in sacrestia? E in men che non si dice dà di piglio allo spolverino, e già colpi sulle spalle e sulla testa del poveretto. Mentre questi se la dava a gambe, che fate, gli gridò D. Bosco ad alta voce? perchè battere quel giovinetto in cotal guisa? che cosa vi ha fatto?

- Perché viene egli in sacrestia, se non sa servir Messa?

- Comunque sia, voi avete fatto male.

- A Lei che ne importa ?

- M'importa assai : è un mio amico. Chiamatelo sull' istante, perché ho bisogno di parlargli.

A questa intimazione, toder, toder (1), prese egli a gridare; e corsogli dietro e assicuratolo di miglior trattamento lo condusse vicino a D. Bosco. Il poverino si approssimò tutto tremante e in lagrime per le busse ricevute. - Hai già udita la Messa, gli domandò il Sacerdote con tutta amorevolezza - No, rispose - Vieni dunque ad ascoltarla ; dopo avrò da parlarti di un affare, che ti farà piacere. - Desiderio di D. Bosco era solo di mitigare l'afflizione di quel tapinello, e non lasciarlo con sinistre impressioni contro gli addetti alla sacrestia ; ma ben più alti erano i disegni di Dio, che voleva, in quel giorno porre la base di un grande edifizio.

Celebrata la santa Messa, e fattone il dovuto ringraziamento, D. Bosco fece a sè venire, e condusse il suo candidato in un coretto della Chiesa; ove con faccia allegra, ed assicurandolo che non avesse più timore di percosse, prese ad interrogarlo così

- Mio buon amico, come ti chiami? - Mi chiamo Bartolomeo Garelli. - Di che paese sei?

- Sono di Asti.

- Vive ancora tuo padre?

- No, mio padre è morto.

- E tua madre?

- Mia madre è anche morta. - Quanti anni hai?

- Ne ho sedici.

- Sai leggere ,e scrivere?

- Non so niente.

- Sei già stato promosso alla santa: Comunione? - Non ancora.

- Ti sei già confessato!

- Sì, ma quando era piccolo.

- Vai al Catechismo ?

- Non oso.

- Perché ?

- Perché i miei compagni più piccoli sanno la dottrina, e io sì grande ne so nulla; per questo ho vergogna di mettermi tra loro.

- Se ti facessi io stesso un Catechismo a parte, verresti ad ascoltarlo?

- Ci verrei di buon grado.

Verresti volentieri anche in questa cameretta ?

- Sì, sì, purché non mi diano delle bastonate.

- Sta tranquillo che niuno ti maltratterà più ; anzi d'ora in avanti tu sarai mio amico, ed avrai da fare con me e con nessun altro. Quando vuoi dunque che incominciamo

- Quando a Lei piace.

- Stasera ?

- Sì.

- Vuoi anche adesso.?

- Sì, anche adesso con molto piacere.

D. Bosco allora fece il segno di santa Croce per cominciare, ma il suo allievo nol faceva perché ne ignorava il modo e le parole ; e perciò in quella prima lezione , il maestro s' intrattenne a fargli apprendere la maniera di fare il segno della Croce, e a fargli conoscere Iddio Creatore e il fine per cui ci ha creati. Dopo circa una mezz' ora egli lo licenziò con grande benevolenza, facendosi premettere. che sarebbe ritornato la seguente Domenica. Sebbene di tarda memoria, tuttavia coll' assiduità e coll'attenzione in poche feste il giovinetto riuscì ad imparare le cose necessarie da poter fare una buona Confessione, e poco dopo una santa Comunione.

A questo giovane allievo, che può chiamarsi la prima pietra dell' Oratorio, altri se ne aggiunsero in appresso; ma per quell' inverno D. Bosco limitò la sua cura ad alcuni de' più grandicelli , che si trovavano lontani dalle proprie . famiglie, perché forestieri in Torino, e più bisognosi di un Catechismo speciale. Fra questi ve n'erano molti delle parti di Biella e di Milano, soprattutto muratori.

Questo pertanto è il principio del nostro Oratorio, che benedetto dal. Signore e protetto dalla Vergine Immacolata prese quell' incremento, che niuno si sarebbe immaginato.

(1) Toder è parola piemontese di scherzo o di scherno, con cui si appellano gli uomini di nazione tedesca.

UN GRANDE ORATORE ED UN AMICO ESTINTO.

Per più lustri le Chiese di Torino gremite di popolo risuonarono spesso di una voce eloquente, che illuminava ad un tempo ed accendeva le anime. Era la voce di un nobile e giovane Oratore, che ogni settimana, sovente ogni giorno, e in certe occasioni più volte al dì, fulminava dal pergamo l'incredulità ed il vizio, ed innamorava gli uditori della fede e della virtù, da sommo maestro svelandone la celestiale bellezza. Per più lustri i poveri di Cristo si ebbero in Torino un padre che teneramente li amava ; gli afflitti un angelo consolatore ; la gioventù una guida sicura ; le anime pie un direttore esperto ; le pecorelle smarrite un pastore amoroso. Per più lustri ancora il nostro stesso Istituto e le Opere Salesiane provarono gli effetti salutari di un amico sincero, di un benefattore insigne, di un patrocinatore imperterrito. Ed ahi ! sventura ! or questa voce, ai Torinesi sì dolce e si cara, per sempre si tacque ; questo padre dei poveri, questo amico fedele, da un morbo fatale ci fu come all'improvviso rapito. E' MORTO L' ABATE DON MASSIMILIANO BARDESSONO.

La nostra penna non è capace a descrivere a dovere i meritati elogi di un uomo siffatto , caduto vittima del suo zelo per l' onor di Dio e per la salute delle anime ; ma noi non possiamo tuttavia tacere che egli collo splendore della virtù, con una vita intemerata, coll'eloquenza della parola seppe guadagnarsi l' amore , seppe riscuotere l' ammirazione di ogni ceto di persone , dal nobile al plebeo, dal grande al piccolo, dal dotto all'ignorante. Ciò è si vero che in Torino non fuvvi persona che il conoscesse, la quale, all' annunzio della sua morte , non si sentisse restringere il cuore per somma afflizione. Quanto egli vi fosse amato e stimato, chiaro si scorse dagli spontanei onori, che gli fecero i concittadini, ed uno stuolo numerosissimo di Patrizi, di Sacerdoti e Dignità ecclesiastiche, nell'accompagnarne la salma all'ultima dimora. Si grande fu in vero la folla, che in atto mesto e doloroso prese parte alla sua sepoltura, da far dire che quelli parvero i funerali non già di un semplice Sacerdote, ma di un Vescovo, di un Principe. Quanti poverelli, quanti beneficati , quanti penitenti non si videro mai in quell'occasione a spargere amare lagrime dietro il suo feretro ! Ella ti sembrava una famiglia inconsolabile, che piangesse la morte del padre o della madre ; ei ti pareva di assistere al pietoso spettacolo succeduto in loppe alla morte della caritatevole Tabita. Tanto desiderio, tanta mestizia e lutto è il migliore degli encomii, che si possa tributare alla Memoria di un uomo.

L' abate D. Bardessono era affezionatissimo alla Congregazione Salesiana, ed erane Cooperatore ardentissimo. Un mese innanzi alla morte ei fu all' Oratorio , e nel partirsene disse : « Un giorno o l'altro io finirò per venire qui dentro, e mi farò Salesiano semplice e netto. » Ma se tale non era di nome, lo era di spirito e di fatto. Non riceveva mai invito di predicare nelle nostre Case di Torino, specialmente nel Collegio di Valsalice, che tosto non vi aderisse. Novene , tridui, esercizi , quarantore , panegirici ei nulla mai rifiutava , tutto faceva gratuitamente, anzi ancor ci ringraziava dell'occasione che gli porgevamo di far del bene ai nostri giovanetti. Nell' Oratorio di San Francesco di Sales predicava con particolare affezione, memore di avervi l'anno 1859 come inaugurata la carriera della sua parola, Diacono tuttora, dicendovi le glorie di s. Giacomo apostolo, di cui in quel giorno ricorreva la festa. Più volte la sua voce potente echeggiò pure nel Santuario di Maria Ausiliatrice, e ancor si rammentano i begli esempi, i fatti edificanti, le delicate similitudini con cui egli cercava d'innamorare or di Gesù in Sacramento , or di Maria Santissima, i nostri giovani. Il dono mirabile di sua eloquente ed efficace parola egli spesso non solamente nelle private conversazioni, ma nelle prediche pur in - che adoperava per raccomandare e promuovere le Opere Salesiane. Aveva una predica che ei faceva pressoché in ogni novena, nei mesi di Maria, e sempre nei quaresimali, intitolata della beneficenza. Or in questa il grande ed applaudito Oratore all'immenso uditorio, che come estatico pendeva dalle sue labbra, narrava o meglio descriveva l'origine e lo svolgimento dell' Istituto Salesiano con tanto affetto, ne metteva in chiara luce lo scopo benefico con tanta maestria e facondia, che ti faceva come una dolce violenza, e quasi ti costringeva a sovvenirlo generosamente. 11 suo zelo poi da Cooperatori fu tale, che in Torino stesso ei fece dal pulpito gli elogi della Pia Unione dei Cooperatori, mostrandone i vantaggi privati e sociali, ed eccitando i suoi uditori a darvi il proprio nome, e per godere degli alti favori concessi loro dal grande Pio IX, e per avere il vanto di concorrere coi Salesiani al benessere della gioventù più bisognosa ed insidiata, e così giovare realmente al buon costume ed alla civile società. « Ecco , o signori , ei disse , ecco il segno verace da mostrarsi buoni filantropi ; ecco il mezzo efficace per arrestare la marcia del Comunismo e del Socialismo , che tentano d' invadere città , regni ed imperii ; ecco la bandiera dei sinceri amici della patria. »

Il compianto D. Bardessono era poi attaccatissimo a D. Bosco. Ne sia una prova il fatto seguente. L'anno 1872 un bugiardo e schifoso giornalaccio di Torino componeva e pubblicava una monografia dell'Oratorio Salesiano e del suo Direttore, infarcita d'errori e d'ingiurie ; ma ecco pochi giorni dopo per le vie di Torino spargersi un libretto anonimo intorno a D. Bosco e all' Opera sua, corredato di fatti e di prove tali, che chiudevano la bocca alla malignità , ricacciandole in gola i suoi spropositi e le sue menzogne. Si seppe di poi che il sollecito autore erane il Bardessono, il quale non solamente si era assunta la pena della compilazione , ma la spesa eziandio della stampa e della diffusione. Queste ed altre moltissime prove di affezione e di valido appoggio ci fanno quindi tornare amarissima la sua morte , alla cui notizia non potemmo davvero frenare il pianto. In questo degno ecclesiastico noi abbiamo fatto una grave perdita. Voglia il pietoso Iddio far sì che la sua bell'anima, che fondatamente già speriamo in gloria, continui dal Cielo a farci provare gli aiuti efficaci della sua dolce amicizia.

L'abate Massimiliano Roberto Bardessono era nato in Torino il 9 Maggio 1838 dal Conte Gerolamo e dalla Contessa Maria Teresa Valperga Sanctus di Cuorgné. Morto nella notte sopra il 1" dello scaduto Gennaio aveva poco più di 40 anni. Morì rassegnato e in pace come il giusto, che non ha nulla a temere, ma tutto a sperare; perché sebbene cessasse di vivere ancora in sì giovane età, nondimeno poteva ripetere le parole della Sapienza Consummatus in brevi explevi tempora multa. Lavorava per due ed anche per tre Sacerdoti zelanti, tanto lo cuoceva l'amor di Dio e delle anime. Il giorno stesso che spossato di forze si pose a letto, che fu il 22 dicembre, aveva fatte tre prediche in tre diverse chiese di Torino, preparando i fedeli alla solennità del SS. Natale. Laonde simile al buon soldato che cade in sulla breccia , egli occuperà una bella pagina negli annali della Chiesa. La sua memoria sarà in benedizione, e il suo nome verrà dai nostri più tardi nipoti ricordato con gloria insieme con quello dei più virtuosi e degni Sacerdoti Cattolici.

E tu prode di Cristo, e dolcissimo amico, giacchè hai lasciato un vuoto si grande tra le nostre file, deh ! fa almeno che un tuo degno seguace il venga tosto a riempiere colla tua stessa eloquenza, collo stesso zelo, colla stessa tua dottrina. Fa soprattutto, che i tuoi superstiti commilitoni, a tuo esempio, non si lascino giammai cader di mano le armi, nè per villane contumelie, nè per atroci calunnie, escano pur queste da labbro sacro o profano.

Un Cavaliere di S. Gregorio Magno
fatto Sacerdote.

Se fa piangere il cuore al vedere ogni anno diradarsi le file dei Ministri della Chiesa mentre più ferve la guerra contro di Lei, il riempie in quella vece di purissimo gaudio lo scorgere che uomini cospicui del Laicato Cattolico vengono di tratto in tratto ad arrolarsi nella milizia di Cristo, a pigliare le armi dei caduti, ed infiammare il coraggio di tutti. Tra gli altri, l'anno passato un Patrizio di Torino, già deputato al Parlamento Subalpino ed acerrimo difensore del Papato , il Conte Carlo Cays, rallegrava la Chiesa vestendone le sacre divise ; e por' anzi un altro ricco ed istruito signore, il Cavaliere Carlo Occelletti, ne seguiva il nobile esempio.

Questo buon Cattolico veniva consacrato Sacerdote dall'Arcivescovo di Torino , Monsignor Lorenzo Gastaldi, il 21 Dicembre, e celebrava al domani la sua prima Messa in età di oltre a 60 anni, passati in un virtuoso celibato. Cooperatore Salesiano, egli si decise ad abbracciare la carriera ecclesiastica in sì tarda età per consiglio di persona autorevole, che lo credette atto a tale uffizio, e ve lo incoraggiò. Tutti quelli che lo conoscono vanno d'accordo dicendo che ei meritossi dal Cielo un sì alto favore colle sue opere di zelo e di carità. Da circa 20 anni tiene aperto in sua casa, in Borgo S. Salvarlo, un Oratorio festivo frequentato da più di 500 giovinetti della città. Di quest'Opera, della Religione, della famiglia, della società, così benemerita, il Cav. Occelletti fu non solo l'iniziatore , ma il sostegno e l'anima. Per la sua carità poi egli meritamente può dirsi uno dei più insigni benefattori di Torino , specialmente nella sua parocchia. Anche le nostre Chiese, i Missionari, e soprattutto i giovanetti dell'Oratorio Salesiano sperimentarono più volte la liberalità di quest' uomo. Sua Santità Pio IX avendo avuta contezza di una vita così piena di opere egregie, lo annoverava tra i Cavalieri dell'Ordine di S. Gregorio Magno; ed ultimamente Iddio davagli l'onore più ambito per un cuor Cattolico coll' ascriverlo tra i suoi Ministri. Ce ne congratuliamo col degno signore, e facciamo voti che ei possa ancora per molti anni zelare il bene della Religione e la salute delle anime.

IL PIÙ BEL FIORE
NELLE MANI DEL SANTO PADRE.

Nel mese di Settembre dell' anno passato dalla tipografia Salesiana di Torino usciva per le Letture Cattoliche un fascicolo intitolato : Il più bel fiore. Il libretto é specialmente destinato a far conoscere quanto avvenne nel Conclave, che il 20 Febbraio dello stesso anno consolava la Chiesa colla mirabile elezione del Papa regnante, di cui contiene eziandio una breve biografia. Una copia di quest' umile operetta essendo stata presentata nelle mani auguste del Sommo Pontefice, questi non solo l'accolse con benevolenza, ma con sovrana degnazione diede incarico al suo Segretario di Stato di ringraziarne D. Bosco colla lettera seguente

Roma, 29 Novembre 1878.

REVERENDO SIGNORE,

Tornò ben accetta al Santo Padre l'offerta, che la S. V. Rev.da. gli fece giungere col suo rispettoso foglio dell' undici cadente mese, di un suo lavoro, diretto specialmente al vantaggio spirituale dei giovanetti studiosi ed artigiani. In esso Sua Santità ha ravvisato una novella prova del suo zelo pel bene delle anime, e della sua filiale devozione alla Santa Sede. F perciò che l'augusto Pontefice mi affida il piacevole incarico di farla certa del gradimento Suo, e della paterna Stia benevolenza, e mentre ringrazia anche Lei, e tutti i membri dell' Istituto da Lei diretto, delle preghiere che per Lui giornalmente fanno, comparte dal più intimo del Suo cuore a loro tutti, non che agli allievi, l'implorata Benedizione.

Quanto a me rendendole anch'io i corrispondenti ringraziamenti per la gentilezza usatami, godo di confermarmi coi sensi di distinta stima.

Di V. S. Ill.ma e Rev.da

Affina nel Signore

L. CARDINALE NINA.

Rev. D. GIOVANNI Bosco
Torino.

BIBLIOGRAFIA SALESIANA.

La Direzione delle Letture Cattoliche inaugura le periodiche sue pubblicazioni dell'anno 1879 ponendo tra mano ai suoi benevoli Associati un fascicolo di 300 pagine, intitolato l' Apostolo di

Roma , ed è la vita di S. Filippo Neri, scritta dal P. Giuseppe Tassoni. E un libretto piacevo- lissimo e per i bei fatterelli di cui è ripieno, e pel modo con cui questi sono raccontati. Siamo si- curi che a chi lo legge una volta, verrà voglia di leggerla ancora un'altra. Lo crediamo poi utile a tutte le età e condizioni per gli ottimi e svariati am- maestramenti che vi si contengono ; poiché l'uomo ecclesiastico vi s'inspira allo zelo per la salute delle anime, il laico impara a vivere nel mondo senza venarne corrotto ; il padre, la madre, il di- rettore, il maestro apprende le regole per bene educare ; la persona pia vi trova una saggia di- rezione di spirito; e la gioventù vi attinge il modo di vivere allegra e contenta senza offendere Iddio. Prezzo del fascicolo cent. 40.

APPELLO ALLE DONNE CATTOLICHE.

Un nostro degno Cooperatore di Orvieto ci trasmise il seguente appello, che trovato meritevole di essere conosciuto , qui lo pubblichiamo, con preghiera che lo si diffonda nelle famiglie il più che sia possibile.

« La ragione, la storia, l'autorità , la legislazione, l' esperienza alto gridano contro la diffusione e lettura dei libri pericolosi, come cagione funesta dei più perniciosi effetti contro la Società, la Religione, la Morale. Ma qual pro potere additare la cagione dei mali, se poi nori si tenta di rimoverla? Qual pro rabbrividire all'aspetto dei mali effetti della stampa immorale , rimpiangerli nel fondo del cuore, e nori cercare d' impedirli ? Se un incendio s' appicca ad una casa , s' accorre a spegnerlo, perché non la distrugga ; se un fiume rigonfia e colle sue acque rompe gli argini, si corre a rattenerne la piena ; se si teme s'introduca la peste per le città, si prescrivono precauzioni per non contrarla : e nulla si farà ad impedire la diffusione e la introduzione dei cattivi libri , vero fuoco che divora, sovvertendo la mente, torrente che, corrompendoli, deserta i cuori, peste che, degradandolo, infetta lo spirito ? E avverrà che nei nostri petti arda minor zelo pel bene , di quello di che ardono i tristi pel male ? Avverrà che s'abbia maggiore attività a distruggere di quello che ad edificare ? Avverrà che si ponga più studio a scristianare, a degradare l'umanità, che a moralizzarla , ad incivilirla ? Qual vergogna per noi che mentre gli increduli, i libertini, gli eterodossi possono disporre d' ingenti somme, raccolte dal ricco e dal povero, dall'uomo, dalla donna, dalla fanciulla, dal negoziante fino alla infima rivendugliola , a sostenere le spese di stampa di libri pericolosi o cattivi, di emissarii a più migliaia per diffonderli ovunque anche gratuitamente a milioni per ogni anno ; noi al contrario siamo sì schivi a sussidiare e promovere la buona stampa, sì indifferenti a farne acquisto, sì inerti a diffonderla! Su dunque s'ingaggi la lotta, s'opponga arma ad arma , alla stampa perversa si sostituisca quella buona, alla diffusione di tanti fogli, opuscoli, romanzi e libri pericolosi, eterodossi, inverecondi, si sostituisca la diffusione di altri libri istruttivi, dilettevoli, morali, che su d'ogni argomento giornalmente si vanno stampando, mercé la cura, lo zelo di tanti cattolici sì ecclesiastici che laici. Ed oh ! quanto più attivo sarebbe il loro zelo nello scrivere, se vedessero fruttificare le loro fatiche, se vedessero diffusi i loro lavori di penna !

Ora a riparare a tal difetto di diffusione della buona stampa, e con questa a vendicare i diritti della fede contro l'incredulità, della giustizia contro la prepotenza , della verità contro l' errore, della moralità contro il vizio , a chi faremo appello ? Al laicato ? Ma questo distratto dai domestici affari , tiranneggiato dai rispetti umani , paralizzato dal timore d'incorrere lo sdegno e sottostare alla vendetta dei malvagi, vi si rifiuta. Al Sacerdozio ? Ma chi non sa, conte è presa in sospetto ogni sua mossa, come sindacato ogni suo detto , come in mezzo a tanta libertà pel male, sia il solo a cui è interdetta quella pel bene ? A voi, sì solo a voi, o Donne cattoliche, è affidata l' alta missione d' impedire i danni che derivano dalla lettura dei libri pericolosi e cattivi ; e di promovere i vantaggi che derivano da quella dei buoni. Impedirete tali danni , se vigilerete con tutta cura che nelle vostre famiglie e in quelle delle vostre amiche, compagne e conoscenti, non s'introducano sotto qualunque pretesto libri di tacolore, periodici, romanzi, novelle ; ol introdotti li gittiate alle fiamme. Oh Dio ! avreste cuore vedervi attossicato di veleno un vostro caro, morso dal dente di una vipera, dibranato dalle zanne di un lione ? Or bene, cotali libri avvelenano, mordono, dilacerano la parte più nobile dell'uomo, la mente , il cuore , la coscienza. Non sarà dunque parte della missione della donna cattolica allontanare cotali danni dalle famiglie , danni che ridondano dipoi contro la Società, la Patria, la Religione ?

L'altra parte della missione della donna cattolica è quella di promovere e diffondere la buona stampa : per questa sono rettificate le idee, confutati gli errori , confermate le verità , svelati i tenebrosi arcani dell'empietà. Per essa è sollevato lo spirito al bello della verità, è animato il cuore al buono della virtù. Attratti i leggitori dalla saggia scelta degli argomenti, dalla eleganza dello stile, dalla novità del racconto, dal sublime e poe- tico della Bibbia , dalla maestà della Religione, dal solenne linguaggio dei sacri Riti, e da tutti quegli altri singolari pregi di che ridondano gli scritti cattolici, di leggieri si prendono in dispetto e in abbominio quelli dei libertini, anzi tale aborrimento si comunica anche agli altri : sicché quanto più si diffondono i buoni, tanto più perdono di credito i cattivi libri : con vantaggio universale non solo, ma anche particolare di quelli stessi sieno scrittori, sieno stampatori , sieno diffusori , che prostituiscono la penna , la mano, l' opera alla causa dell' immoralità e dell' empietà, i quali vedendo isterilito il loro guadagno per questo lato, si porranno in una via onorata a menare vita da uomo onesto e cristiano.

Ma con quali mezzi ottenere sì utile risultato? Oh ! la donna cattolica, specialmente se di sufficente fortuna, dovrebbe dare il nome ad una o a più delle accreditate associazioni di libri di Letture Cattoliche (1), e con poche lire annuali provvedersene una o più copie al mese : dovrebbe animare a fare altrettanto altre donne della sua condizione : o dopo d'aver profittato di tali libri, per sé e per la famiglia, dare il corso al libro perché passi per la lettura ad altre persone, che non potrebbero provvedersi del proprio. Con un insensibile ritaglio alle spese di lusso, di galanteria, di vano e talvolta di pericoloso divertimento, una donna cattolica può preservare dalla corruzione la Società , dar mano perché non cada in sfacelo, rasciugare le lacrime della Chiesa , e così adoperarsi che Cristo viva , regni ed imperi su tutti. Or qual donna si ricuserà di procurare con sì poco un così segnalato vantaggio?

Donne cattoliche, ad onore del vostro sesso, a stimolo del vostro operare, ricordivi, che la donna, per un istinto provvidenziale, fu sempre capace delle più alte imprese. Colla sua cooperazione gli Apostoli fondarono delle Chiese , propagarono la fede, convertirono i popoli. Nel palazzo o nella capanna, in mezzo al mondo o fuori di tutti i legami del secolo , vergine o maritata , laica o religiosa, la donna fu sempre e da per tutto ammirabile, prodigiosamente benefica, sotto l'aspetto politico e religioso. Nè meno grande e potente apparve sul trono , or forte e saggia a reggere popoli , or coraggiosa ed intrepida a sostenere i diritti conculcati della giustizia , or pia ed equa a promovervi la virtù, a sbandire il vizio. La sua mercè il clero secolare e regolare riuscì ad erigere sacri edifizi , a fondare monasteri pe' due sessi, a seminare la terra di tanti svariati istituti di carità. Nè sono cessati i prodigi di zelo, di carità che sa operare la donna cattolica. Vedete voi là quelle navi, che trasportano a stuolo a stuolo quelle delicate e nobili donzelle , che con virile generosità col patrio lido abbandonarono tutto che di più lusinghiero loro presentava il mondo ? Sono novelle eroine, che a costo di travagli e di stenti vanno a calcare incognite contrade, ad abitare tra popoli abbrutiti per l' ignoranza, per la superstizione , pel vizio. Quivi elleno fonderanno scuole, stabiliranno orfanotrofi, erigeranno ospedali, si faranno tutte a tutti per civilizzarli, per cristianizzarli , per salvarli. Prodigi di annegazione , che dovrebbero coprire il volto di cocente rossore a tante moderne donzelle, che dimentiche della propria dignità , colla vita vanitosa e talora spudorata, prostituiscono l' onore e la coscienza. Nel vostro cuore però, o Donne cattoliche, sì onorate memorie del vostro sesso suscitino un vivo zelo d' imitarne le opere : nol potrete nelle grandi imprese : ebbene , la vostra opera , pur essa a voi gloriosa e ai prossimi utile, si limiti ad impedire la diffusione di libri pericolosi o cattivi, e a propagare libri edificanti e buoni.

(1) Fra le Letture Cattoliche sono opportune al bisogno quelle che da venti sette anni si stampano a Torino nella tipografia Salesiana; esco un libretto al mese di oltre 100 pagine, a L. 2, 25 annue, compresa la spesa postale. Chi credesse di associarvisi scriva al Direttore delle Letture Cattoliche, via Cottolengo n. 32, Torino , per quel numero di copie che intende, unendovi un vaglia postale, o il prezzo occorrente in lettera raccomandata.

I MISSIONARI SALESIANI
IN PORTO.

I Missionarii Salesiani partiti in Dicembre per Buenos Ayres sono giunti felicemente in porto. Non abbiamo ancora ricevute da loro lettere particolari, ma ce ne assicurava il seguente telegramma pubblicatosi sui giornali:

Buenos Ayres, 8 Gennaio - E giunto felicemente il Vapore Umberto I, della Società Rocco Piaggio e Figli.

Abbiamo pure ragione di bene sperare per la seconda schiera, poiché un altro telegramma degli 11 dello stesso mese ci dava il Sud America arrivato a S. Vincenzo e partito per la Plata.

Stante i naufragi e le spaventose disgrazie, che succedono sì di frequente, noi abbiamo motivo di ringraziare il Signore e la Vergine SS. Ausiliatrice, che finora nulla di simile sia accaduto ai nostri Confratelli.

INDULGENZE SPECIALI
pei Cooperatori.

Ogni Cooperatore può acquistare indulgenza plenaria una volta al giorno, da applicarsi alle anime del Purgatorio, recitando la terza parte del Rosario di Maria Vergine avanti al SS. Sacramento, e non potendo avanti al divin Sacramento, recitandola innanzi al Crocifisso.

Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta alla santa Comunione.

Può altresì lucrare moltissime indulgenze plenarie nel corso del giorno mediante la recita di sei Pater, Ave e Gloria, secondo la mente del Sommo Pontefice. E queste indulgenze applicabili alle anime purganti, le può acquistare toties quoties, ossia tutte le volte che recita i suddetti Pater Ave e Gloria in qualunque luogo, senza bisogno di Confessione e Comunione, purchè sia in grazia di Dio.

Oltre a queste un' altra plenaria ne può guadagnare ogni Domenica, e nei giorni qui sotto notati, purchè confessato negli otto giorni, e comunicato, visiti una qualche Chiesa, pregandovi secondo l'intenzione del Sommo Pontefice.

Mese di Febbrajo

2. Purificazione di Maria Vergine.

4. S. Giuseppe da Leonessa.

13. Beata Angela da Foligno.

22. Cattedra di S. Pietro in Antiochia. 23. Santa Margherita da Cortona. 24. San Mattia Apostolo.

Sampierdarena 1879. Tip. di San Vincenzo de' Paoli.

Con permesso dell'Aut. Eccl.   FERRARI GIUSEPPE gerente respons.