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ANNO XVII . - N . 7 .
Esce una volta al mese .
LUGLIO 1893 .
BOLLETTINO SALESIANO
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
SOMMARIO .
Il Congresso Eucaristico di Gerusalemme.
L' onomastico di D . Bosco e l' omaggio a D . Rua.
Un Oratorio festivo per le figlie di Giaveno .
L' Opera di D . Bosco nella Spagna e nell'Inghilterra :
(Santander e Londra) .
Notizie dei nostri Missionari : Dalla Terra del Fuoco e
dalla Colombia.
Ad onor di Maria Ausiliatrice .
Grazie di Maria Ausiliatrice .
Azione Salesiana .
Notizie varie : - Un vestito ad un Fueghino - Nel
collegio Salesiano di Este -A Moncrivello . - Avviso .
Cooperatori defunti .
IL CONGRESSO EUCARISTICO
di Gerusalemme .
NEL maggio u. s. a Gerusalemme, la
città santa, si compivano con uno
splendore non più veduto solennità reli-
giose di un'importanza grandissima, delle
quali anche noi vogliamo tenere parola ai
nostri lettori; intendiamo dire del Congres-
so Eucaristico che là si tenne sotto gli au-
spizii di un Legato speciale del Papa e con
un concorso immenso di Vescovi e di pel-
legrini provenienti da ogni parte del
mondo .
Fine precipuo dei Congressi Eucaristici
si è di promuovere l'onore e la divozione
a Gesù Sacramentato . Ne fu primo pro-
motore quel grande scrittore cattolico,
Mons. de Ségur, che nel 1880 sottoponeva
all'approvazione della S . Sede il piano
di queste Assemblee . Delle quali la prima
fu tenuta a Lilla l'anno seguente 1881 ;
la seconda ad Avignone nel 1882 ; la
terza a Liegi nel 1883 ; la quarta a Fri-
burgo nel 1885 ; la quinta a Tolosa nel
1886 ; la sesta ad Anversa nel 1889 ; la
settima a Napoli nel 1891 . Ed ora si tenne
l'ottava a Gerusalemme, colà appunto dove
l'augustissimo mistero d'amore veniva isti-
tuito da N . S . Gesù Cristo la sera prece-
dente alla sua passione e morte .
Dalle Crociate in poi Gerusalemme non
vide mai spettacolo sì grande di fede .
Erano le due Chiese, quella d'Oriente e
quella d'Occidente, che colla moltiplicità
dei riti onde si adornano, con slancio si
univano tra loro a rendere testimonianza
sublime di fede e di amore alla SS . Eu-
caristia, sotto la guida del Rappresentante
del Papa, Vicario di Gesù Cristo, loro Fon-
datore e Capo.
Ed a rendere questa dimostrazione più

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splendida e più cara a Gesù Cristo ed
al suo Vicario non solo concorsero i va-
rii riti delle Cristianità unite, ma ben an-
che i fratelli scismatici . Approvando il
progetto di quest'ottavo Congresso pro-
posto dal Vescovo di Liegi Mons . Dou-
treloux, il S . Padre Leone XIII esprimeva
il suo ardente voto di « raccogliere nel-
l'integrità di una sola fede e di riunire
a noi coi legami di una carità perfetta i
popoli di quelle regioni, i quali, benché
disgiunti dalla Sede di Pietro, portano
tuttavia il nome di Cristiani (1) . » Ed
ecco che il Patriarca greco, il Vescovo ar-
meno ed il copto, dissidenti, ricevendo
l'invito dal Presidente del Congresso, gli
fecero cordiali accoglienze e presero tali
disposizioni che si possono riassumere nelle
seguenti parole dette da uno di essi : « Sì,
noi siamo uniti dalla fede, dal cuore, dalla
S. Eucaristia . » Oh! voglia Iddio adorato
in questo Sacramento di amore aprire dav-
vero gli occhi a quei nostri fratelli, trarli
dai loro pregiudizii e guidarli nell'unione
colla Chiesa Romana, sotto la obbedienza
del medesimo Pastore e Padre il Papa!
Altra cosa che fece tanto piacere a tutti
i pellegrini e che rese un bel servizio al
Congresso si fu la protezione assuntasi
dal Governo ottomano in questa circo-
stanza . Gli onori pubblici poi resi al Le-
gato del Papa, dalle Autorità civili e mi-
litari, il rispetto usato dai Turchi in tutte
le funzioni dei Congressisti tale impres-
sione lasciarono in tutti i pellegrini, da
far preferire in quel momento quei paesi
a tanti dei nostri cattolici .
Ingresso del Legato del Papa in Gerusalemme .
Gerusalemme fin dalla seconda settimana
di Maggio era in piena festa . Già erano
arrivati numerosi pellegrinaggi provenienti
di ben undici nazioni europee, capitanati da
insigni Prelati di S . Chiesa, e già si tene-
vano imponenti funzioni di penitenza al S .
Sepolcro . Il sabato 13, alle 3 pom . giunse
alla stazione Sua Eminenza il Cardinale
Langénieux, Legato del Papa . Nel discendere
dal treno, l'Em . Porporato, cui erano andati
incontro S . B . il Patriarca latino di Geru-
salemme Mons . Piavi, e Mons . Doutreloux,
Vescovo di Liegi e Presidente del Congresso,
fu primieramente ossequiato in nome della
Francia, protettrice di Terra Santa, dal Con-
sole generale francese, il quale gli espresse
in termini nobili e sentiti l'onore e la ven-
tura che aveva di riceverlo come rappresen-
tante della Repubblica . Sua Eminenza gli
rispose con grande effusione di cuore ! Quindi
(1) Breve del 3 Maggio 1892.
fa accompagnato, prima di formare il cor-
teggio, sotto una tenda apposta preparata
vicino alla stazione per l'illustre pellegrino
e pel di lui seguito . Quivi S . E . il Console
gli presentò i diversi rappresentanti delle na-
zioni europee, gli ufficiali della flotta francese,
allora ancorata nelle acque di Giaffa, e l'in-
viato della Sublime Porta, che era il primo
Magistrato della città . Il Patriarca greco-sci-
smatico aveva mandato in sua vece due Ar-
chimandriti ; il Vescovo armeno ed il copto
avevano delegato, l'uno un Archimandrita e
l'altro il suo Vicario generale ; il convento
siriaco un monaco dei più rispettabili .
Dinnanzi alla stazione era stato schierato
un corpo di cavalleria ottomana, mentre i
soldati di linea formavano spalliera . Nume-
rosi pellegrini eransi fino colà recati, non-
ostante la considerevole distanza dalla città ;
gli altri aspettavano presso la porta di Giaffa,
dove erano preparati i ricevimenti ufficiali .
Apriva il corteo la musica dell'Orfanotrofio
Cattolico di Betlemme, fondato dal C .co Bel-
lo.rnaPi,ceduvtiSalesn
la Croce, portata da un uomo a cavallo, cir-
condato da una guardia di onore di ufficiali
superiori dell'esercito turco ; poi veniva il
Cardinal Legato pure sopra un cavallo su-
perbamente bardato e condotto da due scu-
dieri ; quindi seguivano in carrozza S . B . il
Patriarca latino di Gerusalemme, il Vescovo
di Liegi, alcuni altri Vescovi ed i Membri
del Corpo consolare colle rappresentanze sun-
nominate .
Messosi in cammino il corteggio, entu-
siastiche acclamazioni di Viva Leone XIII!
Viva il Legato del Papa! accoglievano lungo
il tragitto l' illustre Porporato , il quale
giunto alla porta di Giaffa discese a terra
per indossare gli abiti pontificali .
Quivi stavano ad attenderlo Mons . Appo-
dia, Ausiliare del Patriarca latino di Gerusa-
lemme , col Capitolo di questa città , molti
altri Vescovi, de' quali alcuni maroniti, altri
siri, il clero della Diocesi e varie altre cen-
tinaia di Sacerdoti in cotta e disposti in due
file lungo la via che conduce al S . Sepolcro .
Indossato che ebbe il Legato il piviale e
la mitra , il Patriarca di Gerusalemme , pur
egli vestitosi pontificalmente, diede il ben-
venuto all'esimio ospite, ed espresse la più
profonda gratitudine al S . Padre, per la mis-
sione affidatagli . Il Cardinale rispose con un
discorso infiammato di amore per l'Oriente .
Poscia i due Prelati presero posto sotto
il baldacchino che i pellegrini eransi dispu-
tato l'onore di portare, ed il corteo pro-
seguì, o meglio, tentò di proseguire il suo
cammino ; giacchè non ostante il cordone
delle truppe ed il suo zelo nel mantenere
sgombro il passo, la calca era cresciuta a
tal segno che sembrava di soffocare ; nè solo
le vie erano gremite di gente, ma ben anche
le finestre, i balconi e perfino i tetti e le mura
di tutto il percorso .

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Finalmente, passo a passo, cantando il
Magnificat, il Tu es Petrus ed il Laetatus sum
in iis quae dicta sunt mihi, si giunse alla Ba-
silica, portativi più che altro da quella marea
di teste umane .
Giunti nella Basilica del S . Sepolcro, il
ricevimento fu fatto dal RR .m° Vicario Custode
di Terra Santa, circondato dai suoi bravi
Religiosi ; ma i preti scismatici avevano vo-
luto in qualche maniera unirsi ad essi, scor-
tandoli con torcia .
Poichè il Cardinal Legato ebbe venerato
il Santo Sepolcro, le cui chiavi gli vennero
pórte sopra un bacile d'oro, fu intonato il
Te Deum, e la cerimonia si chiuse colla be-
nedizione Apostolica. S. E . si recò al palazzo
patriarcale, ove attendevalo per salutarlo S .
B. Mons . Joussef, Patriarca greco-cattolico
di Antiochia, Gerusalemme ed Alessandria,
che non aveva potuto unirsi al corteo .
Le Sedute .
Il giorno dopo, domenica 14 maggio, ven-
nero aperte le solennità eucaristiche col Veni
C reator, cantato nella Basilica da Mons . Ve-
scovo di Liegi, Presidente del . Congresso,
circondato da una ventina de' suoi colleghi
e da innumerevoli fedeli .
Tra tutti i Congressisti ammontavano a
circa 1500 . Oltre ai Patriarchi latino e greco
di Gerusalemme, v'erano il Patriarca di Co-
stantinopoli, molti Vescovi greci , francesi,
belgi, svizzeri, italiani, spagnuoli ed ameri-
cani, ed un seicento sacerdoti all'incirca . Le
due Chiese orientale ed occidentale erano
bene rappresentate . I Cristiani uniti Greci,
Melchiti, Siri, Maroniti, Bulgari, Slavi, Ar-
meni, Caldei , Abissini , Cofti avevano loro
rappresentanti .
La prima radunanza del Congresso fu te-
nuta al lunedì . Alle 6 e mezzo del mattino
nella chiesa del S . Salvatore dei RR . PP .
Francescani vi fu Messa pontificale celebrata
dal Rev .m° Vescovo di Liegi Mons . Doutre-
loux alla presenza del Cardinal Legato . L'al-
tare era circondato da alti dignitarii eccle-
siastici . Alle 9, infine, il Congresso comin-
ciava i suoi lavori . Sua Eminenza il Card .
Langénieux pronunziò il discorso inaugu-
rale, pieno di ardore e di elevatezza di
idee, esponendo lo scopo del Congresso e
l'importanza che gli dava il Sommo Ponte-
fice . È superfluo dire che le acclamazioni
dell'uditorio risposero di frequente alle sue
parole . Finite le ovazioni all'insigne Porpo-
rato , si levò Monsignor Doutreloux, e con
voce vibrante di profonda commozione inter-
pretò i sentimenti che animavano l' assem-
blea verso il Papa e verso il suo illustre
rappresentante . L' uditorio acclamò anche
lui con frenetica esultanza . Con applausi ca-
lorosissimi furono pure approvati due tele-
grammi che il Presidente propose d'inviare
al Sovrano Pontefice ed al Sultano, l' uno per
annunciare l'apertura del Congresso, ed il
secondo per ringraziare S. A . I . d'aver auto-
rizzato l'imponente riunione ne' suoi Stati .
Si costituirono quindi gli uffici, e fu data
la parola al segretario del Patriarca greco
di Antiochia, Gerusalemme e Alessandria,
per leggerne il promemoria indirizzato al
Congresso . Questo lavoro esordisca con un
lungo elogio ai Congressi Eucaristici in ge-
nerale ed in particolare al Presidente Mon-
signor Doutreloux, cui si unisce un entusia-
stico omaggio a Sua Santità Leone XIII ed
al suo eminentissimo Legato . Si diffonde
quindi sugli onori resi nel rito greco al di-
vin Sacramento dell'altare ; spiega come vi
siano praticate le benedizioni colla SS . Euca-
ristia e le processioni ; dimostra come in pro-
cesso di tempo siano state soppresse certe
discrepanze col rito latino .
Dopo lui, S . B . il Patriarca latino, salu-
tato con gioia il Congresso Eucaristico, ne
indicò con molta precisione gli scopi ed enu-
merò i felici risultati che ne aspetta l'O-
riente .
La maggior parte delle altre sedute fu occu-
pata dalla lettura dei rapporti fra le differenti
liturgie orientali : differenza non solo tolle-
rata , ma approvata dalla Chiesa, anzi ne-
cessaria, perchè, come disse il Cardinal Le-
gato, nei differenti paesi risponde a necessità
imperiose, perchè difende diritti acquistati,
e la Chiesa rispetta le libertà nazionali che
si possono perfettamente conciliare coll'inte-
grità della dottrina e col pieno esercizio della
disciplina ecclesiastica .
Il Congresso durò otto giorni . La dome-
nica di Pentecoste, 21 maggio, a sera nella
Basilica del S . Sepolcro, S . Em . il Cardinal
Legato, con una splendida corona di Prelati
intorno alla sua persona, cantò il solenne
Te Deum e diede la Benedizione Apostolica ;
dopo di che Mons . Doutreloux intonò per
tre volte l' Oremus pro Pontifice nostro Leone,
al quale tutta l'assistenza rispose con mira-
bile trasporto di devozione . Nella seguente
mattina poi i pellegrini s' incontrarono per
l'ultima volta appiè dell'altare per la Messa
di ringraziamento . Dopo di che, coi cuori
gonfi di commozione, presero congedo gli
uni dagli altri per recarsi ciascuno in patria .
Altre Funzioni .
Oltre alle riunioni del Congresso Eucari-
stico, ogni giorno, in questo od in quel san-
tuario della Città Santa, nell'uno o nell'altro
rito orientale , si celebrava la santa Messa
con pompa insolita . Tutti i riti latino, greco,
siriaco, armeno, slavo, maronita, cofto si segui-
rono volta a volta, e sempre l'officiante è stato
un Vescovo , tranne il rito etiopico , per il
quale non funzionarono che semplici preti .
I pellegrini, molto assidui a tutte le ceri-
monie religiose, vi si comunicavano in grande
numero, ora secondo il rito latino ed ora
alla Messa conforme il rito armeno, che ha
conservato l' uso del pane azzimo . Sorpren-

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dente fu il numero dei preti scismatici, che
accorrevano a gara a tali solennità , e non
la finivano di meravigliarsi nel vedere le
proprie cerimonie così perfettamente conser-
vate dagli orientali cattolici .
Ogni sera, in uno dei grandi Istituti cat-
tolici di Gerusalemme , facevasi con maestà
somma la processione del SS . Sacramento
nel convento dei Francescani del S . Salva-
tore, in quello di S . Anna dei Padri Bianchi
di Algeri, a Notre-Dame de France, all' Or-
fanotrofio di San Pietro , dei Religiosi del
P . de Ratisbonne, presso le Dame di Maria
Riparatrice, infine presso i PP . Domenicani
a S . Stefano . Dappertutto la commozione fu
universale . Ebrei e musulmani, accorsi a mi-
gliaia, s'inchinavano con rispetto al passag-
gio del SS . Sacramento .
Magnifico ed affascinante spettacolo fu
quello dell'immensa Croce illuminata a luce
elettrica dai PP . dell'Assunzione dinanzi a
Notre Dame de France . Fu più volte illumi-
nata anche la chiesa del S . Salvatore dei
Francescani .
Finita la processione del SS . Sacramento
a S . Stefano, Monsignor Pampirio, Arcive-
scovo di Vercelli, presidente del pellegrinag-
gio italiano, fece all'aria aperta una predica
in lingua francese, che lasciò profonda im-
pressione nei cuori .
All'Orfanotrofio Cattolico di Betlemme .
I pellegrini andati a Gerusalemme per
questo ottavo congresso non poterono certo
partire da Terra Santa senza fare una visita
a Betlemme, la città natale del Divin Re-
dentore . Parecchi di loro passarono anche
all'Orfanotrofio Cattolico del Can . Belloni,
ed ecco come ne scrisse uno di quei sacer-
doti ad un periodico di Torino, la Buona Set-
timana
Si fu per noi oggetto di gran consolazione il
ricevere pellegrini numerosi e di tutte le nazioni .
So ci fosse stato possibile , avremmo voluto mol-
tiplicarci per riceverli meglio che non abbiamo
fatto . Cionondimeno spero che non sia illusione
del nostro amor proprio, quei pellegrini che già
ci conoscevano sembravano soddisfatti dei pro-
gressi realizzati dopo i loro precedenti viaggi .
Nel numero di quelli che ci visitarono è nostro
dovere nominare particolarmente il Vescovo di
Liegi, nostro benefattore, che si tenne a stabilire
un orfanotrofio di D . Bosco nella sua città epi-
scopale .
Sua Eccellenza, per ispecial favore, si è degnata
venire direttamente da noi e prender parte al
nostro pasto della sera . In risposta ad un piccolo
complimento lettogli da' nostri alunni, Monsignore
parlò loro della SS . Eucaristia in termini che
provano l'ardente suo amore e la sua fede vivis-
sima . Ricordò loro un detto che D . Bosco pro-
nunciò parlandogli della Comunione frequente
« Monsignore, tutto consiste in questo . »
Monsignor Montes de Oca, vescovo del Messico,
da D . Belloni da lunga data conosciuto, ci ha
fatto l'insigne onore d'accettare la nostra ospita-
lità completa . Insieme a S . Eccellenza trovaronsi
nel nostro Orfanotrofio Mons . Redon, vicario ge-
nerale d'Avignone, Mons . Guillibert, vicario ge-
nerale d'Aix ed altri sacerdoti ed eminenti per-
sonaggi . Un terzo prelato, Sua Ecc . Rev .ma Mon-
signor Pampirio, arcivescovo di Vercelli, grande
amico dei figli di D . Bosco e che in dicembre
1891 aveva assistito alle feste di Maria Ausilia-
trice a Torino ed alla partenza per Terra Santa
di alcuni Salesiani, felice ora di rivederli e rico-
noscerne la simpatica fisionomia, si è degnato di
passare alcune ore in mezzo a noi .
Il giorno 16 maggio abbiam anche avuto la
ventura di ricevere il Molto Rev . Coemen, parroco
di N . S . a Verviers, al quale tanto siamo obbligati
in qualità di direttore del nostro Comitato belga,
e più altri eminenti signori dello stesso Comitato,
che portano risolto interesse agli stabilimenti no-
stri . Varii giorni innanzi ricevemmo visita, del
M . Rev. Sig . Parroco di Saint-Cyr (Francia), a-
mico del nostro caro D . Varaja, direttore della
Colonia agricola di Beitgemal .
Siccome si trovavano fra noi riuniti un bel nu-
mero di pellegrini, abbiamo chiuso la giornata del
16 con un piccolo dramma intitolato Les jeunes
captifs e preceduto da un prologo diretto ai nostri
Benefattori . I nostri piccoli cantori eseguirono
un pezzo di musica intitolato Il Congresso Euca-
ristico . E poichè è di mestieri sempre una nota
allegra, la rappresentazione si chiuse con un .
duetto (Don Procopio), eseguito da due nostri
capi di laboratorio .
Impossibile ci è far menzione di tutti quei che
ci visitarono ; ma non possiamo omettere l'eccel-
lente sacerdote Celestino Alvarez di Merida di Yu-
catan , presso il quale l'indefesso Don Piperni
alloggiò due mesi ; non possiamo omettere un
eccellente avvocato canadese, che raccolse elemo-
sine per Don Piperni . a Montereale e tutti i di lui
connazionali, sacerdoti e laici, che ci hanno pórta
la fortuna di passare alcune ore in loro com-
pagnia .
Il 17 maggio ricevemmo numerosi ecclesiastici
italiani, tutti molto benevoli all' Opera dei Sale-
siani, e fra loro il Rev . Don Vigo, parroco di
Santa Giulia in Torino e delegato da S . Eccel-
lenza l'Arcivescovo di Torino a suo rappresentante
al Congresso Eucaristico .
Con gioia riceviamo l'annunzio che gli Arcive-
scovi e Vescovi del Piemonte, radunati a confe-
renza a Vercelli nella prima metà di giugno u . s .,
di comune ed unanime accordo stabilirono di te-
nere il Nono Congresso Eucaristico a Torino, la
città del Sacramento, nel prossimo venturo anno
1894 .
L'ONOMASTICO DI DON BOSCO
E
L'OMAGGIO A D . RUA
IL 24 Giugno porta ogni anno gioia e
festa alla famiglia Salesiana . È il
giorno in cui, commemorando l'Onoma-
stico di D . Bosco, diamo sincere e giu-
live manifestazioni di amore e ricono-

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scenza all' amatissimo di lui successore
D. Michele Rua.
I nomi di D . Bosco e di D . Rua s'intrec-
ciano in tal giorno con canti e suoni,
prose e poesie, nell'entusiasmo di mille
e mille cuori, che per D . Bosco e D . Rua
sentono ineffabile affetto di teneri figli .
La sera del 23, vigilia di San Gio-
vanni Battista si tenne perciò anche in que-
st'anno una prima accademia nel cortile del-
l'Oratorio ; fu breve per lo sfavore del tem-
po, ma non per questo fu meno cordiale .
La dimani,
alle 9 ant ., en-
travano nell'O-
ratorio le rap-
presentanze de-
gli antichi al-
lievi . Li prece-
deva la nostra
banda musicale
con festosi con-
centi e venivano
salutati con fra-
gorosi applausi
dai nostri allievi
interni .
Entrati in ap-
posita sala, pre-
sentarono a D.
Rua omaggi e
doni, ed il ch .mo
prof . Maran-
zana lesse un
compitissimo
discorso d'occa-
sione, a cui D .
Rua rispose
commosso con
parole impron-
tate del più te-
nero affetto . So-
no scene che
suscitano nell'a-
nimo tenerissime emozioni. Questi cari
amici si recarono poscia a Valsalice a pre-
gare sulla tomba dell' indimenticabile
D. Bosco .
Nel santuario di Maria Ausiliatrice in-
tanto ebbero luogo grandiose funzioni
come nelle massime solennità . La Messa
solenne fu celebrata da D . Rua, con l'as-
sistenza Pontificale di S . E. Rev .ma Mon-
signor Cagliero . Numeroso il clero, mira-
bile la musica e molto edificante il con-
corso ed il contegno dei fedeli .
A sera si tenne altra accademia . V'in-
tervennero innumerevoli nostri benefat-
tori e benefattrici . Il cortile interno pre-
parato a festa era affollatissimo e presen-
tava un imponente spettacolo . L'inno
d'occasione musicato dal nostro maestro
Giuseppe Dogliani fu di effetto veramente
grandioso e sorprendente ; commoventis-
simo il quartetto in cui ripetesi un soave
saluto a Maria .
Canti, suoni, declamazioni, lettere, te-
legrammi ... succederonsi con molta va-
rietà e novità .
I giovani dell'Oratorio esterno ebbero
il felice pensiero
di eseguire un
inno musicato
da S . E . Rev ma
Monsignor Ca-
gliero nel 1878
per l' Onoma-
stico di D . Bo-
sco, e la loro
banda volle pu-
re dar saggio del
progresso che
va ognor facen-
do. Furono an-
ch'essi cordial-
mente applau-
diti .
Pose termine
a festa così cor-
diale e solenne
D. Rua stesso,
parlando di D .
Bosco come gli
dettava il cuore.
Ebbe inoltre
sentite parole di
ringraziamento
per tutti e vi-
cini e lontani
che vollero in
qualche modo
unirsi a noi in
questa cara manifestazione .
Un nostro amico di Milano ci mandò
una ben riuscita foto-incisione del ritratto
del nostro Superior Maggiore D . Michele
Rua . Più volte pregati da parecchi Coo-
peratori che volessimo pubblicare nel Bol-
letinoi.lBrstca,odeusriD
vi aderiamo ora ben di cuore, che ce ne
viene propizia occasione .

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UN ORATORIO FESTIVO
PER LE FIGLIE DI GIAVENO .
Questo bello e vasto borgo della Dio-
cesi o provincia di Torino, da cui dista un
25 chilometri , era già stato due volte meta
agli esercizi spirituali degli antichi allievi
di D . Bosco nel 1850 e poi nel 1852 . A Gia-
veno erasi nuovamente recato D . Bosco nel-
l'ottobre del 1860, per aprire quel piccolo se-
minario, che doveva prendere, dietro il suo
consiglio, uno sviluppo così prodigioso, e
dare ogni anno alla Diocesi buoni e zelanti
operai nella vigna del Signore .
Ora, si desiderava di avere un Oratorio fe-
stivo per le figlie . Per consiglio e col con-
senso di quel canonico Prevosto Teol . D . Gior-
gio Bernero, due pie signore, madre e figlia,
comperarono un sito conveniente, lo adat-
tarono ad uso di Oratorio , che col tempo
può prestarsi anche come Educandato, e poi
lo offrirono al Sig. D . Rua, perchè mandasse
le Figlie di Maria Ausiliatrice a prenderne
formale e solenne possesso . E ciò capitava
nel bel giorno del Patrocinio dì S . Giuseppe
di quest'anno al 23 aprile .
Le buone Figlie di Maria Ausiliatrice fu-
rono colà ricevute con grande tripudio . Era
un dire ad esse che erano le benedette fra di
loro perchè venivano, nel nome di Dio .Labnd
del luogo, che non suole suonare ad usi pro-
fani, domandò di potervi intervenire e ral-
legrare quella presa di possesso colla melo-
dia de' suoi concenti .
Molto giovanette, colle loro madri, andarono
all'incontro delle Suore, che ricevute a festa
allo scalo dei tramvai, ed accompagnate da
un numero sempre maggiore, incominciavano
così la loro nuova missione .
Appena si tacque la musica, esse sentirono
alcune parole di benvenute tra loro da una
cara bambina, che prometteva a nome di
cento e cento altre che alla loro santa scuola
si sarebbero fatte tutte buone . Ma. . .
Questo ma ci vuole, ed è tutto pel nostro
Superior Maggiore . Un bambino si fece far
largo, e vedendo due dei superiori Salesiani,
i Rev . D . Sala e D . Francesca , disse con
tutta confidenza : - Signori, io sono ben fe-
lice che mia sorella e le sue compagne abbiano
un Oratorio, ove possano ogni domenica racco-
gliersi a far ricreazione ed a sentire la pa-
rola di Dio ; ma vorrei che essi dicessero a
chi di ragione che si pensasse un poco an-
che a noi . Non fo' per dire, ma voglia di
farci buoni, l' abbiamo tutti ; e più ancora
quella di divertirci senza offendere il Si-
gnore . . .. Dicano adunque a D . Rua, che ci
pensi e provveda, e presto . . . ed allora con
la mia avrà la riconoscenza di tanti altri
giovanetti che gli promettono di essere alle-
gri e buoni, come ci dicono che raccomandava
tanto D . Bosco, anzi che la sua bandiera
era: Allegria e virtù! ... - Si plaudì il caro
fanciullo, e promessogli di eseguire la com-
missione, si diè principio alla sacra funzione .
Si benedisse la cappella dal Sig . Vicario e
poi D . Sala celebrò pel primo la S . Messa .
Il Sindaco del luogo non potendo interve-
nire, in segno del suo alto gradimento ebbe
la bontà di mandarvi quanto gli era di più
caro, cioè la moglie e la figlia ; anche altre
signore e signori vollero per quella prima
volta intervenire alle sacre funzioni .
Alla sera poi, dopo il canto del Te, Joseph,
celebrent,D.Francesifupo'dreica,
e disse alle buone Figlie di Maria Ausilia-
trice come D . Bosco, questo loro gran padre,
le avrebbe protette dal cielo ed aiutate in
quel paese, dove egli stesso, aveva condotti
i suoi figli agli esercizi ; come debbano fare
per guadagnarsi l'affetto delle giovinette,
che avrebbero frequentato il nuovo Oratorio ;
e finì ricordando il bell'apologo delle Bertuccie
che si legge nel libro I cinque lustri della
storia dell'Oratorio . Con la benedizione del
Ss . Sacramento si conchiuse la bella funzione
che lasciò in tutti i cuori le più grate me-
morie .
Si merita un particolare elogio la sullo-
data banda, che non solo rallegrò con le sue
note nel cortile, ma volle accompagnare an-
che il Tantum Ergo alla sera, suonare alla
Benedizione, e mostrarsi così veramente cat-
tolica .
Non possiamo dire come sia grande la ri-
conoscenza che noi sentiamo pel signor Vi-
cario e per la benefica famiglia che ci chiamò
a Giaveno, ma non taciamo che ogni giorno
colà si prega per loro, e che il bene che di
giorno in giorno si va propagando, dove
assicurare queste anime elette che il Signore
preparerà a loro una bella corona in Para-
diso . E ciò per la ragione che chi procura
la salute di un'anima, metto al sicuro la pro-
pria, come disse S . Agostino : Animam sal-
vasti? Animam tuam praedestinasti .
L'OPERA DI D . BOSCO
NELLA SPAGNA E NELL'INGHILTERRA
Per l'Oratorio festivo e Collegio di Santander .
La domenica 4 giugno a Santander in Ispa-
gua , dove l' anno scorso si è incominciata
una casa di D . Bosco (1), si faceva la so-
lenne inaugurazione di una cappella provvi--
soria per quel collegio, della qual funzione
togliamo i seguenti appunti da un lungo ar-
ticolo del La Atalaya, diario santanderino .
Alla cerimonia assistettero, oltre il drap
pello di giovanetti già colà raccolti, gran
numero di persone d'ogni classe .
La Messa cantata da quei giovanetti, dopo
la Benedizione di rito , riuscì solennissima .
All'elevazione fece la sua prima bella com-
parsa la scuola di musica composta di una
(1) V . Bollettino di agosto 1892 .

1.7 Page 7

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cinquantina di giovanetti, suonando con de-
licatezza la marcia reale spagnuola .
Alla sera vi furon pure solenni funzioni
con gran concorso di fedeli ; dopo le quali
una buona signora, certa doña Nicolasa Bas-
soco, per togliere da probabili imbarazzi quel
povero Direttore D . Tabarrini, gentilmente
prestossi a pagare un buon rinfresco a tutti
quei giovani ed a vani degli invitati, ed i
fuochi d'artifizio che in sul far della sera
posero bella corona a quella festa .
In una sala di quell'Oratorio stava esposto
il progetto dei grandi laboratorii, capaci di
più che cinquecento giovani, e della bella
chiesa che si costrurrà in Santander, appena
che i nostri ottimi Cooperatori e Coopera-
trici di Spagna, e specialmente di quella
città, ci avranno facilitati i mezzi necessarii
all'uopo .
Noi vogliamo sperare sia fra non molto,
giacchè il disegno piacque a quanti lo vi-
dero e l' opera salesiana ha già incontrata
la simpatia di tanti buoni signori di quella
e di altre città vicine .
Quel giorno stesso infatti, mentre a San-
tander si celebrava la festa suddetta, a Liér-
ganes si radunavano varii signori per trat-
tare di cose importanti per la società pre-
sente, e tra le altre di fondare una Lega
di padri di famiglia , sul modello di alcune
già esistenti a Madrid ed in altri siti, contro
la immoralità che fa tanto guasto special-
mente tra la povera gioventù dei giorni no-
stri . Orbene questi signori non poterono
sciogliere la loro seduta senza prima pen-
sare all'istituto salesiano di Santander, dove
già un bel numero di giovani, tolti dai pe-
rìcoli, vengono educati alla virtù ed al la-
voro, e fecero tra loro una abbondante col-
letta che di quella sera stessa vollero fare
avere nelle mani di quel Direttore, il quale
fu ben contento di far le parti de' suoi or-
fanelli per ringraziare quei buoni signori .
La nuova Chiesa dei Salesiani a Londra .
Togliamo da una lunga corrispondenza da
Londra alla Libertà Cattolica di Napoli il
seguente brano riguardante la nostra mis-
sione di quella capitale
« Se la missione dei Salesiani è provviden-
ziale dappertutto, dall'Italia alla Patagonia,
non lo è meno in Londra .
» Quando approdò a Londra l'esigua caro-
vana dei Salesiani, era povera e debole di
mezzi materiali, ma fidente nella sua alta e
nobile missione e ricca di quelle virtù che
valgono a rigenerare i popoli . Il Signore co-
minciò a benedire l'opera loro e mano mano
fornì loro una casetta, indi una cappella, ed
a misura che queste si stavano allargando
diventavano anguste al bisogno . Il sospiro
loro era quello di avere una Chiesa ; ed ec-
cola sorgere come per incanto e tale da su-
perare anche il desiderio e l' aspettazione .
La prima pietra fu solennemente collocata
nello scorso agosto ed oggi la muratura è
quasi finita . La è vasta ed elegante, e si
conta di inaugurarla ai primi di ottobre pros-
simo, in cui per la cerimonia verrà, speriamo,
a Londra, il Superiore generale dei Salesiani
Don Michele Rua .
» Vorrei pertanto che questa venuta del Su-
periore dei Salesiani nella metropoli della re-
gina dei mari, accoppiasse lo scopo di porre
la prima pietra del collegio ormai indispen-
sabile, e di aprire un'altra casa ed un'altra
Cappella nel punto opposto di Londra stessa .
» Se nel giro di pochi anni il loro zelo ha
saputo far tanto per il mondo intero e qui a
Londra , ove le loro scuole hanno già oltre
cinquecento alunni, ed ove un buon numero
di giovani si dedicano alla carriera ecclesia-
stica, è da sperare che i comuni voti e de-
sideri sieno appagati e pienamente, e che
Londra divenga un vero teatro dell'attività
dei Salesiani. Uno scopo sì nobile come il
loro non potrà che incontrare la simpatia di
tutti ed anche di chi presiede alle pubbli-
che cose » .
Il nostro Superiore D . Rua accetterebbe
ben volentieri il suggerimento del gentil cor-
rispondente Londinese, qualora questi si vo-
lesse incaricare di far dolce violenza al Pa-
dron della messe, perchè raddoppiasse il
numero degli operai evangelici nella Pia So-
cietà Salesiana, e di procurare nuovi Bene-
fattori all' opera nostra di Londra, la quale
non è senza aver incontrato dei grossi debiti
che sia giunta a quel punto sì consolante .
NOTIZIE DEI NOSTRI MISSIONARII
DALLA TERRA DEL FUOCO .
Puntarenas, 17 marzo 1893 .
Rev.m° Sig . D . RuA,
Ieri sono sbarcato di ritorno dall' isola
d Dawson e dalla Terra del Fuoco, ringra-
ziando Iddio, in salute, dopo di aver pas-
sato più di un mese fra pericoli e stenti . Era
andato colà in cerca di un luogo adatto per
lo stabilimento di una nuova Missione .
Al prìncipio di febbraio dettai gli esercizi
spirituali ai nostri confratelli ed alle Suore
della Missione di S . Raffaele , aiutandomi in
questo il nostro caro D . Beauvoir ; e quindi,
fatti i preparativi necessari, colla nostra pic-
cola imbarcazione arrivammo in faccia alla
costa occidentale della Terra del Fuoco, di
fronte alla nostra Missione . Venivano con me
Don Beauvoir , i confratelli Giovanni Fer-
rando ed Emilio Ibañez, il giovane Cesario
Villabos e due Indii, uno già battezzato, di
nome Luigi, e l'altro, Ottavio, non ancora
battezzato .

1.8 Page 8

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Luigi parla bene la lingua spagnuola e
la lingua Iagan, ed intende bene e parla di-
scretamente la lingua Ona . Ottavio , che è
puro Ona, intende, ma non parla la lingua
spagnuola ; venne con noi come pratico della
campagna e per metterci in relazione colle
tribù Onas del centro della Terra del Fuoco .
Sbarco nella Terra del Fuoco .
Il giorno quindici di febbraio, alle tre p .,
sbarcammo con tutto l'equipaggio, tende, vi-
veri e nove cavalli, ed accampammo alla falda
della montagna, la cui sommità si chiama
Nosepic, parola formata dalla lingua spa-
gnuola, che suol dire : Picco non so, ma che
gli Inglesi scrivono Nose Picetutti pronun-
ziano come essi .
È il principio di una catena di montagne
che costeggia il canale dell' Almirantasgo, tra
l'isola Dawson e la Terra del Fuoco, da nord
a sud, e si unisce quindi all'altra catena che
costeggia il canale di Beagle, da, oriente ad
occidente, ove s'innalzano i monti Darwin e
Sarmiento, i più alti della Terra del Fuoco .
Domanderà : - E che cosa portavate voi
per questa Missione? -Due sacchi di galletta,
un po' di riso, due chilogrammi di paste, un po'
di zucchero e caffè ed un po' di carne e pesce,
con una piccola tenda onde ripararci la notte
ed in tempo di pioggia ; questo per noi . Per
gli Indii portavamo tre grandi sacchi di co-
perte di lana, medaglie di Maria Ausiliatrice
e qualche Rosario . Avevamo pure l'altare
portatile per celebrare il Santo Sacrifizio .
A cavallo . - Il primo giorno di marcia .
Il giorno sedici ci alzammo alle cinque .
Fatta la nostra meditazione, mentre D . Beau-
voir celebrava la santa Messa, si recitarono
le preghiere ; ed il Rosario mentre celebrava
io . Fatto il dovuto ringraziamento, insel-
lammo i cavalli e ci disponemmo a partire .
Nostro scopo era di poter incontrare un
passo che mettesse in comunicazione col
fiume che sbocca al nord del Capo Peña,
come ella sempre mi indicava nelle sue let-
tere, e come tutti noi desideravamo, ma non si
potè andare avanti per le folte boscaglie vergini
e per le grandi estensioni fangose ; di modo
che per molti anni non sarà possibile questo
passo . Dico molti anni, perchè c'è bisogno
di togliere le piante, affinchè il vento ed il
sole asciughino un poco quella regione, per
poter quindi calpestare il terreno col passag-
gio di uomini e bestie .
Noi, anche ora visto ciò impossibile, ci di-
rigemmo all'oriente per la spiaggia sud della
Baia Inutile, fino dove terminano le selve .
Nel primo giorno di cammino l'indio Ottavio
era incaricato di portare la carne, s'intende,
sul cavallo ; ma che vuole? la sera quando
pensammo a fermarci, egli si accorse d'averla
perduta, e perciò mostravasi molto triste .
Lo animammo dicendogli che poco ci impor-
tava e che il Signore avrebbe mandato il
necessario . Non bisognava pensare di man-
darlo indietro a cercarla, perchè, fra tanti
burroni e cespugli, pei quali eravamo pas-
sati, sarebbe stato impossibile trovarla, per-
dendo un tempo prezioso. Accampammo la
notte, ove un ruscello si perde in una pic-
cola pianura, nel medesimo punto ove cinque
anni fa aveva trovato due famiglie indie .
Eravamo alquanto stanchi, per essere il primo
giorno di marcia, e più ancora per essere
maltrattati dalla pioggia e dal vento sud-ovest
che qui regna . Fatta un po' di cena e reci-
tate le preghiere tutti insieme, ci abbando-
nammo sul nostro letto , che consisteva in
un cuoio di pecora, una pelle di guanaco
e due coperte . Dormivamo tranquilli, pen-
sando che gli Indii in quel tempo si trova-
vano nel centro dell'isola alla caccia del
guanaco . I nostri due Indietti si coricarono
vicino al fuoco che tennero acceso quasi
tutta la notte, uso che non possono per ora
abbandonare, specialmente los Yaganes, che
hanno legna in abbondanza, vivendo sempre
vicino ai boschi che ingombrano le isole del-
l'Arcipelago .
Una cena preparata dalla Divina Provvidenza .
Al mattino del diciassette ci mettemmo in
viaggio alle 10, ed alle 11 1/2 ci dirigemmo di-
rettamente al sud-ovest, lasciando a nostra de-
stra le montagne ed i boschi, per un terreno
molto ondulato, tutto infestato da topi e da
talpe . Nella Repubblica Argentina questi ani-
mali li chiamano volgarmente, tucu-tucu, forse
dal fracasso che continuamente fanno sca-
vando il terreno e battendo forte colle gambe
di dietro, come i conigli; nel Chili li chiamano
cururu . Sono di color grigio e grossi come
un bel topo di acqua e appartengono alla
famiglia del coniglio .
Sono una provvidenza per gli Indii, poichè
è facile la loro caccia e ne hanno in abbon-
danza, quantunque siano una vera piaga per
la campagna. Si arrostiscono colla pelle
stessa e non sono disgustosi, ma la nostra ri--
pugnanza è troppo grande per poterci assue
fare a questo cibo . Camminammo fino alle cin-
que e mezzo, sempre vedendo ora a destra
ed ora a sinistra del fumo che indicava es ervi
dei selvaggi .
Siccome nostro fine principale era di giun-
gere presto al Rio Grande, vedere e designare
il posto per la nuova stazione, non potevamo
prenderci ora cura dei Fueghini, che incontra-
vamo . Siamo però sicuri che, appena fondata
la Casa, verranno a rifugiarsi alla nostra
Missione .
La sera ci accampammo in mezzo ad un
boschetto, alle sponde di un piccolo lago .
Innalzata la nostra tenda, acceso il fuoco
ed avvicinata la pignatta, si trattava se--
riamente che cosa si farebbe da cena . Un
po' di riso, un po' di grasso con un pezzo di
cipolla era tutto ciò di che si poteva disporre .
Nella giornata avevamo visto qualche gua

1.9 Page 9

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tore, Emilio Ibañez , avvicinarlo . La cena
pareva dunque dovesse essere ben magra .
Quando sento ragionare fra loro i nostri due
Indii, che desideravano mangiare carne . Yo
quiero comer carne, diceva Luigi, ed Ottavio
pensoso e mortificato perchè l'aveva perduta,
gli indicava il laghetto ove sguazzavano al-
cune anitre selvatiche . Senz'altro s'alzano e
corrono al margine del lago . Uno vi entra e
comincia a gridare e far gesti colle mani,
mentrel'altrocoreatornoatorno,cercando
raccogliere le anitre e farle uscire dal laghetto.
Intendemmo il loro tentativo ; Emilio Ibañez e
Cesario Villabos, coi tre cani che ci accom-
pagnavano, accorsero e in un batter d'occhio
furono padroni di undici poveri anitrotti,
che, deboli ancora delle penne, non potevano
volare . Esclamai : Com' è buono il Signore
ecco che viene in soccorso de' suoi servi !
Qual fu l'allegria dell'indio Ottavio, quando
ci vide provvisti di così abbondante caccia .
Egli e Luigi ne spennarono quattro, li avvi-
cinarono al fuoco e se li divorarono appena
abbrustoliti, come antipasto, aspettando poi
a cena cinque o sei piatti di minestra, altra
carne cotta, galletta, ecc .
Io godeva vedendoli tutti contenti, e ne
ringraziava di cuore la Provvidenza . Fatta
anch'io un po' di cena e recitate le preghiere,
mi posi per dormire alcune ore, per vegliare
di poi e far la guardia .
In guardia contro i selvaggi . Un accampamento .
Un cacico .
Dico far la guardia, perchè dobbiamo stare
molto attenti per evitare sorprese da parte
degli Indii, i quali potrebbero portarci via
qualche cavallo per mangiarselo, e forse an-
che ucciderci a freccie per vederci passare
per le loro campagne . Questi selvaggi pos-
seggono in questo senso l'idea di proprietà .
Cacciano gli uccelli, il guanaco e la volpe
sovra una superficie più o meno estesa, limi-
tata da qualche altura o da qualche ruscello,
e nessun estraneo alla tribù deve metter
piede in questa proprietà, se non vuole avere
guerra che riesce sempre colla perdita di
alcuni uomini e col furto di alcune donne e
ragazzi strappati al vinto .
Cercavamo le sorgenti del Rio grande, an-
dando sempre al sud-est, ma in questa di-
rezione sii estendevano sempre boschi, di modo
che solo dopo sei giorni di marcia tra valli,
colline e ruscelli, sempre calpestando ter-
reno minato, direi, dai curruru, arrivammo il
giorno ventidue a quaranta chilometri circa
all'occidente della sua foce nell'Atlantico .
Il giorno prima avevamo visto innalzarsi
del fumo in molti luoghi a destra e a sinistra,
segno che eravamo già nella zona e posse-
dimenti di caccia degli Onas . Passammo il
fiume e ponemmo campo, alle 3 pom, in
un'isoletta ricca di pascoli e con qualche
quercia, le ultime che incontrammo, perchè
scendendo lunghesso il fiume non ne ve-
demmo più nessuna .
Il nostro interprete Luigi scorse a poca
distanza un cao grande, ossia una casa grande
di indii, o, meglio, un accampamento, ed io
lo animai ad avvicinarvisi con Ottavio e dire
a quegli In dii essere scopo nostro di cercare
luogo adatto per fondare una casa, ove pro-
curar loro vitto e vestito, oltre una buona
abitazione pei loro figli ; ma che li avvisasse
di non accostarsi a noi di notte, perchè i
cani e gli altri nostri animali farebbero loro
molto danno ; venissero pure alla mattina a
visitarci, chè vedrebbero molte belle cose .
Luigi ed Ottavio vestirono una pelle di
guanaco e partirono .
Don Beauvoir ed io intanto visitammo la
piccola isoletta, cercando un passo donde
uscirne l'indomani e seguire il viaggio lungo
il fiume .
Era quasi notte, quando ritornarono i
nostri due Indii, accompagnati da un terzo,
il capitano di quella tribù, coperto d'una
pelle e colle gambe insanguinate .
Due giorni prima s' era accapigliato con
un'altra tribù e nella lotta aveva perduto
due uomini . Ora, vedendo il nostro fuoco,
aveva dubitato che fosse la tribù nemica
venuta a piantarsi presso della sua ; ma sa-
puto dai nostri due indi che noi eravamo
amici e che l'avremmo difeso da chiunque
cercasse far danno a lui, alla sua moglie, ai
figli ed alla sua tribù, pieno di gioia venne
a trovarci . Non accettò la minestra e la gal-
letta che gli offrii, ma prese un pezzo di carne
che divorò in un baleno . Po i gli regalai
due coperte di lana e gli misi al collo una
medaglia di Maria Ausiliatrice, licenziandolo
e promettendogli che al giorno seguente gli
avrei restituita la visita . Nella notte ciò
non ostante rimanemmo sull' avviso, avendo
scoperte nella esplorazione che feci con D .
Beauvoir delle pedate fresche di uomo e di
donna o ragazzo con un cane .
Una tribù di Indii alla tenda del missionario .
Al mattino per tempo, mentre facevamo
secondo il solito la meditazione, cominciarono
ad arrivare degli Indii, che io ordinai fossero
ricevuti attorno al nostro fuoco . Finita la
prima Messa, disponendomi io alla celebra-
zione, si collocarono tutti in bell' ordine a-
vanti la nostra tenda . Al cominciare della
Messa arrivarono le donne e le ragazze, le
quali pure si collocarono avanti la tenda die-
tro gli uomini .
Luigi qui la faceva da padrone : indicava
facessero silenzio, poi si faceva il segno della
croce , recitava le preghiere del mattino ed
il Santo Rosario, e ogni tanto si volgeva
in atteggiamento serio, quasi a dire : Io so
tutto questo .
Finita la Messa e fatto un po' di ringrazia-
mento, venne nella tenda il capitano e mi

1.10 Page 10

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offrì una pelle di guanaco, che accettai e
consegnai a Luigi , il quale non l'aveva
ancora . Indi, rinnovato il patto di difesa in
favor suo e della sua tribù, feci venire gli
uomini e poi le donne avanti alla tenda, e
li regalai tutti d'una coperta e d'una meda-
glia . Li interrogai poscia dove fossero i loro
vecchi ed i fanciulli, e mi dissero essere ri-
masti a casa, cioè all' accampamento, che
sorge in mezzo a cespugli .
Finita la distribuzione, si insellarono i ca-
valli . Tutti gli Indii stavano estatici osser-
vando ogni movimento nostro e dei cavalli,
e facendo di tutto le meraviglie . Per eccitarli
a maggior confidenza, mentre si caricavano
la tenda e i viveri, io misi in groppa di un
cavallo un fanciullo sui dieci anni, e tenen-
dolo per mano lo conduceva in mezzo a loro .
Ciò piacque moltissimo agli Indii, i quali,
vedendo che ci apprestavamo a partire per
alla volta del loro cao, salutandoci, inco-
minciarono a precederci per recare la nuova
del nostro arrivo ai rimasti coi bambini .
Una visita all'accampamento degli Indii .
Come tutto fu pronto, il nostro confratello
Ferrando volle far vedere agli Indii la forza
delle nostre armi . Allo sparo del fucile stra-
bigliarono tutti, ma insieme godettero sa-
pendo da Luigi che quelle armi erano buone
per la caccia e per la loro difesa .
Al segnale della partenza, gli Indii si
incamminarono per una scorciatoia e noi cer-
cammo evitare i luoghi fangosi .
Dopo tre quarti d'ora fummo in mezzo ai
nostri amici, aspettati fra i cespugli, spe-
cialmente da quelli che non ci avevano an-
cor visti . Contai tutti i presenti : erano cin-
quantadue . Distribuii una coperta a chi non
l'aveva ancor ricevuta, e diedi una meda-
glia raccomandando di metterla al collo . Pro-
misi che presto ci saremmo riveduti, che loro
avremmo parlato del Creatore dell'universo,
che ci aspettassero alle due lune . Eravamo per
lasciarli, quando vidi uno che trascinavasi
malamente . L'avvicinai : aveva la gamba de-
stra, dal ginocchio in giù, totalmente morta .
Servendomi di due fucili colla canna all'in-
giù, gli feci intendere che colle grucce avrebbe
potuto camminare meglio e che noi gliene
avremmo portate due . Vedendoli tutti di modi
semplici, ne invitai qualcuno fino alla Mis-
sione di S. Raffaele a vedere le nostre case
grandi, e quanto si fa per gli Indii . Accondi-
scese un giovane sui quattordici anni, che ci
seguì col suo arco ed un mazzo di freccie .
In sul partire i poveri selvaggi studia-
vano come manifestare il loro contento
per avere trovato gente tanto buona, tanto
forte per difenderli ; chi portava freccie, chi
archi, e fra le donne alcune si toglievano i
braccialetti di conchiglie per regalarli a Don
Beauvoir, ai confratelli ed anche a me, che,
già a cavallo, lasciai loro un Rosario rice-
vuto con segni di vivo gradimento .
La spedizione prosegue il viaggio e smarrisce la via .
Partimmo contenti d'aver consolato questi
poveretti che presto saranno, speriamo, buoni
cristiani, essendo poco distanti dal luogo
dove fonderemo la nuova stazione .
Ci accompagnarono con molto affetto fino
al passaggio del fiume, e dopo un quarto d'ora
li perdemmo di vista . Siccome era il 23 feb-
braio, diedi il nome di Benizio al nuovo
Indio, che non capiva in sè dalla gioia di
venire con noi . Era una giornata fredda ed
il vento ci disturbava molto ; la nuova dire-
zione, ad oriente, ci aveva tolti i boschi, e
quindi la legna, tanto necessaria all'aperta
campagna .
D . Beauvoir stava all'avanguardia . Deside-
ravamo giungere presso all' imboccatura del
fiume, perlustrare quei luoghi vicini e sce-
gliere il più adatto per fondare la nuova sta-
zione. Ma ci sorprese la notte in una piccola
valle, dove, se mancava legna, almeno abbon-
dava il pascolo . Lì accampammo, ed io,
molto stanco, recitate brevi preghiere, m'ab-
bandonai subito sul mio giaciglio e mi addor-
mentai .
Ma sempre col pensiero di essere tra Indii,
mi svegliai più volte ed osservava se vi fosse
qualche novità . Tutti dormivano, tranne D .
Beauvoir, che, per non aver voluto innalzare
la tenda e stendere il suo letticciuolo , non
potè chiudere un occhio .
Al mattino ci levammo di buon'ora, e, dopo
le solite pratiche di pietà, riprendemmo la via .
Avvertendo d'essere vicini al mare, il con-
fratello Emilio Ibañez indicò all' Indio Be-
nizio di porsi alla testa e guidarci per il sen-
tiero più breve.
Osservando la bussola due ore dopo, m'av-
vidi che ci dirigeva direttamente al nord .
Dapprima credetti che ciò avvenisse a scopo
di schivare qualche cattivo passo, ma mez-
z'ora dopo mi vedo avanti il capo Sunday, che
sporge sul mare a quindici miglia al nord
del Capo Peña e ad undici dall'imboccatura
del Rio grande . Faccio fermare tutti, e, chiesto
il perchè dello svio, conosciuto essere uno
sbaglio, faccio prendere la direzione sud .
D . Beauvoir si sentiva molto stanco e mi
disse : - Ho bisogno di riposare un poco,
conviene che mi fermi . Essi possono andare
avanti e, trovato il cammino, uno venga ad
avvisarmi che tosto li raggiungerò . - Lo
lasciammo alla sponda d'un delizioso laghetto
popolato da immensa quantità di anitre che
ci assordavano col loro molesto gracchiare .
Girammo a destra di una collina . Giunti
alla vetta , sento dire : Indios, Indios ! Fac-
cio fermare, aspettando le bestie da soma, e
do avviso di procedere adagio ed uniti .
Si videro tre, uno dopo l'altro , fuggire
fra cespugli . Noi avanzammo tranquillamente
discendendo quella collina, e guadagnandone
un'altra, tenendo però sempre d'occhio il luogo
ove s'erano nascosti quei tre Indiani . A cento

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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metri di distanza, dissi a Luigi che gridasse
essere noi di passaggio e che non li a-
vremmo danneggiati . Allora uno cacciò fuori
la testa , e poi levossi in piedi : era una
donna , la quale gridò forte che ella faceva
legna, che aveva un unico figlio, il quale an-
dava cacciando, e che non voleva farci del
male . Tutti ci avvicinammo e vedemmo che
anche gli altri due erano indie, una delle
quali zoppa teneva un bambino sulla schiena .
Le salutammo e demmo loro un pezzo di gal-
letta, che gettarono via . Le interrogammo se si
trovavano Indii prima d'arrivare al Rio gran-
de e la prima, più vecchia delle altre, sempre
a ripeterci che aveva un figlio solo, il quale
andava cacciando nei dintorni, che non vo-
levafarcidelmale,echeIndi nonven'erano.
Incontro con una tribù pericolosa .
Proseguimmo scendendo la collina . E qui
vedemmo ancora tre o quattro Indii sbandarsi ;
ed ecco quella buona vecchia, che adagio a-
dagio ci aveva seguiti, a gridare che non
continuassimo quel cammino, perchè v'erano
molti Indii, che ci avrebbero uccisi colle loro
freccie . Non facemmo caso del suo gridare e
sicuri ci avanzammo . M'accorsi, ben tosto di
essere davvero in mezzo ad una tribù
battagliera, che aveva avuto relazioni coi cri-
stiani . Mandai avanti i nostri Indii, perchè
raggiungessero quei selvaggi che avevamo
visti e li tranquillizzassero, mentre noi bel
bello procedevamo . Alle buone parole dei
nostri galantuomini tosto furono rassicurati,
si fermarono e, giunti noi, ad un cenno dei
nostri Indii, mi porsero la mano .
Mentre ci salutavano e miravano i nostri
cavalli, io mi diedi cura di avvisarli che non
facessero male ad una persona della nostra
carovana che sarebbe passata poco dopo di
noi. Intendeva parlare di D . Beauvoir, al
quale mandai Ottavio per avvertirlo che ci tro-
vavamo fra Indii. Intanto andavano crescen-
do i selvaggi intorno a noi, e i soprav-
venuti avevano certa arditezza, certo disor-
dine di giravolte che non mi piaceva punto .
Donai loro un po' di galletta, che accettarono
e mangiarono, alcune coperte ai capi, di-
videndo le altre che mi rimanevano per co-
prire un po' i fanciulli e le fanciulle .
Il nostro Luigi fece benissimo le sue parti
parlando della nostra Missione, casa, col-
legio, cappella, goletta, animali, alimenti e
vestiti, perché nell' udire queste cose si
mostravano allegri e contenti . Allora li in-
terrogai se conoscevano il Rio grande, ed essi
indicando col dito mi dissero che si trova-
va vicino (ad una decina di miglia) . Sulla
sponda destra di questo fiume un inge-
gnere, Giulio Popper, aveva eretta una
piccola abitazione di assi per fermarsi qual-
che giorno e vedere se eraviosulpagi
dell'Atlantico, ma poi l'aveva abbandonata .
Ora io desiderava sapere se vi fosse ancora,
e però li feci interrogare da Luigi . Potemmo
capire che l' avevano abbruciata per iscal-
darsi . Allora Luigi dimostrò loro che ciò non
andava fatto ; che noi saremmo tornati ,
avremmo eretto casa, e che, se alcuno avesse
osato farci il minimo danno, egli avrebbe sa-
puto farlo pagare molto caro . Pareva facesse
loro impressione questo discorso , perchè ,
quantunque fossero disturbati da uno di loro
che al gridare, ai gesti pareva quasi matto,.
essi non badavano che a Luigi .
Finalmente vidi da lungi spuntare D . Beau-
voir con Ottavio, ed io mi accommiatai, fa-
cendo prima segno a Ferrando di sparare due
colpi di carabina in apparenza come dimostra-
zione di festeggiamento, ma in realtà per in-
dicare ai selvaggi che le nostre armi potreb-
bero al caso difenderci da ogni loro malo
tentativo .
Allontanatici alquanto e già raggiunti da
D . Beauvoir, seppi che questi selvaggi la
notte avanti ci avevano spiati ed avevano
cercato di rapirci qualche cavallo, ma non
erano riusciti , perchè gli animali stava-
no legati vicino alla tenda ed erano sorve-
gliati dai nostri bravi cani da guardia .
Due giorni dopo incontrammo degli sche-
letri di cavalli, certamente rubati al signor
Popper nella sua escursione in cerca di me-
talli, prova della poca fedeltà di questa tribù .
Luogo ove stabilire una nuova Missione .
Alle cinque e mezzo di sera accampammo
sulla sponda sinistra del fiume, ove ci sor-
prese un po' di pioggia . Era sabato . Ripo-
sammo la domenica, visitando bene quel luo-
go, che ci parve proprio adatto per fondare
la nuova Missione . È situato presso le spon-
de di un lago, distante mezzo chilometro dal
margine e cinque dalla foce del fiume ; sarà
un tempo il porto della Terra del Fuoco,
come il Rio Negro lo è di tutto il territorio
del suo nome e della Patagonia settentrionale .
Lunedì visitammo bene il Rio grande, così
detto perciò è il più grande della Terra del
Fuoco, sì per estensione come per profondità .
Corre dall'occidente all'oriente, volgendosi un
po' al nord cinque miglia prima di gettarsi
nell'Atlantico . La sua imboccatura è a undici
miglia al sud del Capo Sunday, e da cinque
a sei a nord del Capo Peña . Nella barra
misura, in bassa marea, tre metri di profon-
dità, in alta marea giunge a nove, profon-
dità che si presta per molti bastimenti . La
marea è sensibile fino a cinque chilometri
dalla foce . Credo quindi doversi qui fondare
la casa e per l'acqua dolce e per la como-
dità dei trasporti . Il suo letto è di un cento
metri in bassa e un cinquecento in alta ma-
rea, ed il fondo è di ghiaia. I pesci vi entrano
in abbondanza col crescere della marea, e
sempre ne resta un gran numero all'asciutto,
quando l'acqua si ritira .
I boschi trovansi a quaranta chilometri
all'occidente della foce di detto fiume e ad
una quindicina al sud ; quindi è che per la

2.2 Page 12

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legna necessaria alla missione si dovrà sem-
pre impiegare qualche giorno d'ogni mese,
e questa sarà una buona occupazione per
gli Indii .
Lotte fra i poveri selvaggi od i coloni europei.
Lo scopo del mio viaggio era compiuto ;
ma avanti di ritornare volli passare alla
Baia di S . Sebastiano ed assicurarmi di
varie notizie avute circa stragi di Indii che
vivono sulle alture dei monti che circon-
dano il nord della Terra del Fuoco, sullo
stretto di Magellano . Il fatto è questo .
II Governo del Chilì concesse sullo stretto
di Magellano più di centomila ettari di ter-
reno a due Società inglesi che importarono
pecore. Gli Indii, che alle falde di questi
monti vivono di pesca, di frutti di mare e di
guanacos, furono scacciati e dovettero ripie-
garsi al sud , dove erano in minor nu-
mero i guanacos e non vi è spiaggia . Co-
minciarono quindi ad osteggiare i pastori,
rubando loro pecore e cavalli e rompendo le
cinte, fatte a pali traversati da cinque o sei
fili di ferro orizzontali . Di qui la guerra, in
cui l'Indio perdeva la vita ed i pastori le
pecore .
Certamente non si può giustificare il fatto
che venti o trenta Indii rubino cinquecento o
mille pecore, rompendo loro le gambe ; ma
nemmeno si può difendere quell'uomo civiliz-
zato, quel pastore che per pigrizia non guarda
il suo gregge, e di poi uccida qualunque
Indio incontri, anzi lo insegua e barbaramente
scanni uomini, donne e bambini . Oltre di ciò,
siccome in questa parte nord della Terra
del Fuoco si trovò dell'oro nel letto de' ru-
scelli, da tutte parti accorse gente, la quale,
a dir la verità, non era la più costumata del
m ondo e commetteva infamie a danno di qual-
che famiglia facile a lasciarsi ingannare ;
onde l'odio di questi selvaggi pel bianco
e civilizzato . Se si aggiunge poi che il gua-
naco inseguito dai cani dei cacciatori cristiani
non si lascia più avvicinare tanto dall'Indio,
il quale perciò soffre la fame, si vede che
il selvaggio è in parte scusabile di quanto
cerca fare contro il civilizzato .
Veramente mi hanno contate crudeltà ne-
fande commesse dagli europei e ne sono accer-
tato dalle morti e stragi avvenute , pel che
tocco con mano la necessità di fondare questa
nuova stazione .
Gli Onas sono ben formati della persona e
capaci d'essere bene istruiti . Non è conve-
niente si uniscano, nella Missione di S . Raf-
faele, coi Yaganes, perchè costoro sono infetti
da malattie loro portate dagli europei e che
pur troppo passano di generazione in gene-
razione . Ci conceda il Signore di poter presto
occuparci anche di questi poveri selvaggi e
formarne dei buoni Cristiani . Certo anche la
loro vita sarebbe di molto migliorata .
Ora devo attendere qui a Puntarenas alle
funzioni di Settimana Santa ; chiudo quindi
questa mia pregandola a voler benedire tutti
questi suoi figli della Terra del Fuoco e spe-
cialmente il suo
Dev .m° ed Aff.m° in G . C .
D . GIUSEPPE FAGNANO
Prefetto Apostolico .
COLOMBIA
Dal Paese dei Lebbrosi .
Così scrive un visitatore dal Lazzaretto di
Agua de Dios ad un giornale di Torino, da
cui lo riproduciamo integralmente :
La via ch'io percorsi per giungere in questo
infelicissimo paese-lazzaretto è sommamente
pittoresca . Bella e comoda in certi punti, è,
al contrario, in molti altri orribile e peri-
colosa . Ripide discese tagliate sulla viva
roccia, profondi pantani, nei quali il mio
povero mulo affonda fino al ventre, torrenti
passati al nuoto, ecco in succinto la strada
che conduce da Bogotà ad Agua de Dios .
Osservo panorami stupendi d'una sublime
bellezza selvaggia, valli immense formate da
centinaia d'altre valli ; precipizi orribili che
non si possono issare senza essere presi da
vertigini. Dopo quasi tre giorni di cammino,
eccomi giunto in questo paese di dolori . Esso
produsse sull'animo mio una profonda im-
pressione .
Seduta su d'un sasso vicino alla porta di
una capanna vedo per prima una giovane
donna col viso deforme, essa manca del naso,
le sue orecchie sono ingrossate almeno quattro
volte più ed hanno preso una forma bizzarra .
Orribile a dirsi ! Essa tiene fra le braccia
una bambina, frutto del suo amore, infelice
creatura destinata a soffrire e forse a pro-
creare altri disgraziati .
In tutta la Colombia si calcolano a ven-
ticinquemila i lebbrosi . Davanti a questo
orribile flagello, che cresce ogni anno a di-
smisura, il Governo ha l'imperioso dovere
di provvedere .
La triste mia impressione aumenta man
mano ch'io mi addentro nel paese . Spinti
dalla curiosità, escono dalle capanne uomini e
donne che non hanno più nulla d'umano . Molti
di essi mancano del naso, alcuni portano
occhiali verdi, che contribuiscono a dare alla
loro faccia ischeletrita una forma spaventosa .
Ne vedo uno con certe orecchie larghe e
lunghe quasi un palmo, cascanti sulle spalle .
Il Padre Unia, salesiano, nativo di Cuneo,
cappellano da circa due anni in Agua de
Dios, si offre di accompagnarmi a visitar
l'Ospedale . Accettai l'offerta del coraggioso
prete italiano e visitai in sua compagnia
questo luogo d'indescrivibili dolori .
L'ospedale attuale è piccolissimo ; può ap-
pena contenere una cinquantina di letti ; ma,
grazie alla carità veramente grande dei Co-

2.3 Page 13

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lombiani, se ne sta costruendo un altro ca- Bosco, va meravigliosamente estendendosi
pace di ricoverare trecento e più lebbrosi . ovunque e con grande vantaggio delle anime .
Il primo infelice che si presenta alla mia A Catania più di un migliaio sono le per-
vista entrando in questo triste luogo è un sone ascritte alla Confraternita eretta nella
giovane sui venticinque anni . Un dottore, chiesa dei Salesiani di S . Filippo . A cura dei
anch'esso lebbroso, gli sta vicino . Due gio- RR. Salesiani si solennizzò tutto il mese
vanissime suore di carità, curvate su questo di Maggio con Rosario, canzoncine , breve
misero corpo già quasi scheletro e piagato discorso e Benedizione. La chiesa fu sempre
dall'altezza del petto ai piedi, stanno l'una frequentatissima e assai numerose le Comu-
lavando le fetenti piaghe con acqua fenicata, nioni all'altare della Vergine .
l'altra coprendole con filacce . È uno spetta- Che concorso poi nel dì della festa 24 Mag-
colo sublime e commovente di carità cristiana . gio ! Era giorno di lavoro, pioveva, eppure già
Appena il povero lebbroso vede il Don alle 5 la chiesa era zeppa di divoti . Alle ore
Unia, lo chiama padre . Questi si avvicina, 7, vi fu Messa con colloquio e Comunione ge-
stringe nella sua la mano che gli viene stesa nerale pel popolo ; quindi Rosario, Litanie,
e trova per questo infelice tali parole di ca- canti e Benedizione col Santissimo . Alle ore
rità e rassegnazione che riesce a far brillare 8, altra Messa con colloquio e Comunione ge-
dalla gioia gli occhi già spenti del povero nerale poi giovanetti dell'Oratorio, a cui si
lebbroso .
unirono pure le figlio del Conservatorio delle
Confesso che mi è mancato il coraggio di Verginelle . Alle ore 10, la Chiesa già era gre-
sopportare più a lungo la vista di tanta in- mita di fedeli accorsi per la solenne Messa
felicità e uscii dall'ospedale col cuore op- cantata. I giovani dell' Istituto Salesiano e-
presso .
seguirono in musica con grande maestria la
Più tardi feci osservare a Don Unia che Messa di S . Infanzia . Il P . Puglisi nel suo
egli era in dovere di prendere tutte le pre- sermone parlò bene di Maria Ausiliatrice, po-
cauzioni possibili per tener lontana da lui tente aiuto dei Cristiani e valido sostegno
questa terribile malattia . Egli mi rispose delle Opere Salesiane . Dopo la Messa can-
« Sappia che la lebbra rende questa po- tata, gli stessi giovanetti eseguirono un bellis-
vera gente estremamente sensibile . Se io mi simo Tantum ergo e quindi si diede la solenne
dimostrassi con loro schifiltoso, invece di a- Benedizione col SS. Sacramento .
marmi, son certo che mi odierebbero . Pochi La festa in Chiesa era finita . Il tempo sem-
giorni fa fui abbracciato da un morente . Se pre piovigginoso ed incerto teneva nell'an-
io l'avessi respinto forse sarebbe morto ma- sia un numero grande di cuori desiderosi
ledicendomi, ed io sarei stato causa della sua di assistere alla Festa di Maria fuori della
morte non cristiana . »
chiesa, nel cortile dei Filippini . Verso le due
Per farsi un' idea del sacrifizio immenso ecco ricomparire il sole, rasserenarsi il cielo
di questo buon prete si sappia, che vi sono e nel cortile un movimento grande per pre-
in Colombia parecchi sacerdoti lebbrosi ; parare ogni cosa .
nessuno di questi ha voluto accettare la Si pone innanzi all'effigie di Maria Ausi-
cappellania d'Agua de Dios . Il Don Unia liatrice un altarino tutto adorno di bellissimi
ha sofferto molto nella sua salute ; il suo fi- mazzi di fiori , si adornano i portici con
sico non è più quello d'un robusto monta- palloncini, in mezz'ora tutto è all'ordine .
naro, ma bensì d'un uomo che se continua Verso le 4, incominciano ad entrare nel cor-
nella sua nobile missione raccoglierà presto tile le distinta persone invitate e alle 5 già
il frutto della sua santa vita .
l'ampio cortile è ripieno. Anche i giovani
Uscendo dall'ospedale mi trovai, dopo po- dell'Istituto Salesiano di Villa Piccione vi
chi passi, sulla piazza del mercato . Centinaia prendono parte, e la loro novella banda mu-
di lebbrosi comperano e vendono . Nessuno sicale rende veramente simpatico il religioso
grida la propria merce, nessuno discute, tutto trattenimento con bellissime suonate . Ven-
si fa in silenzio : è il paese della morte .
gono lette composizioni in prosa ed in poesia
Il caldo è qui tutto l'anno soffocante ; la in italiano ed in latino, in francese, tede-
media è di 31 centigradi all'ombra . Mi di- sco, greco ed anche in siciliano . I giovani
menticavo di dire che il numero dei lebbrosi dell'Istituto e quelli delle scuole diurne del-
in Agua de Dios è di circa 800 . Ai più po- l'Oratorio S . Filippo cantarono due simpa-
veri il Governo corrisponde lire 1,50 al giorno tici inni alla Madonna.
pel loro sostentamento .
Siamo lieti che si cantino e si encomino
le glorie di Maria non solo in chiesa, ma pur
anche in pubblici trattenimenti religiosi, per-
AD ONOR DI MARIA AUSILIATRICE
chè la Vergine è la Sede della Sapienza e-
quindi giustamente merita di essere onorata
anche da chi attende allo studio profano .
FESTE CELEBRATESI IN VARIE CITTÀ D'ITALIA .
Un'altra festa, ejusdem generis, fu celebrata
Sempre care ed entusiastiche riescono le l'ultima domenica di Maggio dai Salesiani
feste ad onore di Maria . La divozione alla di Villa Piccione . Chi scrive vi si recò per-
gran Madre Ausiliatrice, alla Madonna di D . sonalmente nelle ore p . m . - Lotteria, mu-

2.4 Page 14

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sica, accademia, partenza di palloni, illumi-
nazione, canti, brio, movimento generale. Ed
al mattino gli si disse che in chiesa c' era
stato un vero paradiso .
(Dalla Campana di Catania del 1° Giugno) .
Da Bordighera-Torrione ci scri-
vonoi:nLdatfes28mpgrol,
che suolsi celebrare ogni anno nella nostra
chiesa parrocchiale di Maria Ausiliatrice con
grande solennità, riuscì quest' anno vera-
mente maestosa, simpatica .
Già nella solenne novena, che precedette
in preparazione alla festa, erano accorsi nu-
merosi fedeli ad ascoltare il valente oratore
D . Piasco Bartolomeo, professore a Venti-
miglia ; ma nel giorno della festa questo con-
corso possiamo dire che fu veramente straor-
dinario, tanto alle messe lette, in cui molti
s'accostarono alla mensa eucaristica, quanto
specialmente alla messa solenne ed alle fun-
zioni della sera .
Cantò la messa solenne il Rev .m° Canonico
Prevosto della cattedrale di Ventimiglia,
Monsignor Lagorio ; e dopo il canto dell'E-
vangelo salì in pergamo il predicatore della
novena, il quale con parola calda e vibrata
trattò del culto di Maria nei suoi principii
e nel suo svolgimento , dimostrandolo con-
forme al buon senso, alla retta ragione .
Le più belle lodi meritano i bravi musici
del nostro collegio di Alassio, i quali ese-
guirono con molto buon gusto ed espressione
scelta musica tanto al mattino che alla sera .
Ma il momento più solenne, più maestoso
fu quello in cui, dopo il canto dei vespri in
musica e dopo la conferenza pei Cooperatori,
tenuta dal nostro amatissimo Sig . D . Albera,
cominciò lo sfilare della processione .Quale
imponente spettacolo presentava quel nume-
rosissimo popolo, che accorso dalle città e
paesi vicini per venerare la Vergine Ausilia-
trice nel tempio a Lei dedicato, e non potendo
capirvi per la ristrettezza del medesimo, che in
tal circostanza avrebbe voluto essere due o
tre volte più vasto, prolungavasi in lunga di-
stesa sul piazzale e sulle strade, da far rimanere
incantato l'osservatore di tanto concorso! Oh!
chi non avrebbe detto in quel momento, in
cui la Vergine usciva trionfante dal suo san-
tuario in mezzo a tanta turba di fedeli, che
la fede cattolica, la divozione a Maria che
i Valdesi tentarono e tentano tuttora di
spegnere, si mostrava allora più che mai
forte e gagliarda?
Ebbe termine la festa colla benedizione
solenne del SS . Sacramento ; dopo la quale
la banda di Bordighera, che aveva pure ac-
compagnata la processione, eseguì in sul piaz-
zale della chiesa varii pezzi scelti . A tarda
sera vi fu pure splendida illuminazione con
fuochi d'artifizio .
Passò la festa, ma non il frutto ; chè questo,
lo speriamo fondatamente, rimarrà a lungo
duraturo, e manterrà la fede, la divozione
sempre viva in questa terra infetta dall'e-
resia . Oh sì , possa crescere ognora più la
divozione verso Maria , e Maria, di cui la
Chiesa canta : cunctas haereses sola intere-
misti in universo mundo , vincerà in questo
luogo pure l' eresia valdese, che in tutti i
modi cerca menare guasto tra i fedeli .
Il M . Rev . sacerdote Emanuele Cappello, ze-
lante Cooperatore Salesiano di Ragusa In-
feriore ci scrive pure una lunga relazione
delle feste colà celebratesi ad onor della Ma-
donna di Don Bosco . È solamente il quinto
anno che là si festeggiala Gran Madre di Dio
sotto il titolo di Aiuto dei Cristiani . E questo
anno prese un aspetto davvero solenne ed
imponente più del passato, inaugurandosi
una nuova statua di Maria SS . Ausiliatrice .
Grande fu il concorso dei fedeli a venerare
la Vergine potentissima, bellamente raffigu-
rata da quel simulacro in legno , e grande
pure l' affluenza ai SS . Sacramenti . - Un
encomio ben sentito si merita il D . Cappello
e vani altri sacerdoti di quella città, che pieni
di zelo per le anime spontaneamente presta-
rono tutta l' opera loro in quei giorni, per-
ché più splendida e più fruttuosa riuscisse
quella festa, come pure l'organista della Ma-
trice musicando ed insegnando ad un bel
coro di giovanotti alcune lodi di Maria . La
Vergine Ausiliatrice rimeriterà tutti quei
buoni signori di quanto fanno a suo onore,
implorando sopra di loro copiose le celesti
benedizioni .
Come conclusione a quest'articolo in onore
di Maria SS . Ausiliatrice riporteremo qui la
lettera che gli Operai e le Operaie del Coto-
nificio Valdocco in Torino indirizzavano a Don
Rua la sera della festa di Maria Ausiliatrice,
dopo d'aver portato un ex-voto ricchissimo
alla Chiesa e d' aver ivi assistito ad una
Messa per loro celebrata all'altare della Ver-
gine Ausiliatrice, come già dicemmo nel nu-
mero di Giugno
MOLTO REV . SIG . Don RUA,
Gli operaì e operaie del Cotonificio Valdocco
sentono il dovere di altamente ringraziare
la S . V . R .ma dell'accoglienza loro fatta nel-
l'occasione dell'offerta dei loro cuori a Ma-
ria SS . Ausiliatrice ; accoglienza che fece
viva impressione, e riavvivò maggiormente
la fede nei cuori, a confidare mai sempre
nell'intercessione e protezione di sì grande
Madre .
E sia lode a Maria SS ., che tuttochè vol-
gano per la povera patria nostra tempi as-
sai tristi, la face della fede . sia tutt'altro che
spenta . Faccia pure sorda guerra il materia-
lismo, si cerchi pure di corrompere e di per-
vertire : potranno distruggere i corpi, non le
anime, i cuori, non la fede ; ché memori di

2.5 Page 15

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essere nati all' ombra del Santuario di Maria,
non potremmo essere figli tanto degeneri da
tralasciare un solo momento dall'invocarla
nostra consolazione, nostra ausiliatrice, la
nostra più viva speranza .
E Maria, confidiamo, ci preserverà dai con-
tinui pericoli tanto materiali che spirituali
da cui siamo continuamente attorniati, com-
pensando così l'illimitata fiducia che in Lei
abbiamo riposta .
E la S . V . R .ma preghi pure per noi, e
faccia pregare, acciò Dio ci serbi sempre
intatta la fede, onde poterci sempre procla-
mare degni e non degeneri figli di Maria .
Della S . V .
Rma Torino,24Magio1893.
Devotissimi
OPERAI ed OPERAIE
DEL COTONIFICIO VALD0CC0 .
NB . - Questi Operai ed Operaie in numero di
cinquecento la Domenica 25 Giugno vollero celebrare
insieme con noi nel Santuario di Maria Ausiliatrice
la festa di S . Luigi Gonzaga . Ascoltarono con divo-
zione la messa bassa celebrata appositamente da D .
Rua, il quale al Vangelo rivolse loro affettuose parole
esortandoli tutti caldamente ad essere sempre buoni
Operai laboriosi, nemici acerrimi della bestemmia e
dell'immodestia. In questa circostanza fu distribuita
a ciascuno una medaglia di S . Luigi .
GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE
Maria Ausiliatrice ripaga ad u-
sura : - Il 25 agosto dell' anno pas-
sato, venendo a Torino per affari, scesi prima
di tutto in Valdocco a visitare la nostra buona
Madre, Maria Ausiliatrice . Ascoltai la S .
Messa di Mons . Reggio, Arcivescovo di Ge-
nova, che di quei giorni si trovava appunto
all'Oratorio, e poscia mi recai in sacristia a
fare una offerta per il decoro di cotesto san-
tuario, così bene abbellito come monumento
dell'indimenticabile D . Bosco, affinchè la Ver-
gine Santissima volesse preservarmi in un colla
mia numerosa famiglia da ogni disgrazia sì
spirituale che temporale . Dieci giorni dopo,
ai 4 di settembre, tornando dalla campagna
colla moglie e quattro ragazzi sul carro, il
più piccolo di questi, di quattro anni, im-
provvisamente mi cadde per terra, e prima
ch'io potessi fermare la bestia . le ruote gli
passarono proprio sulla testa . Povero bam-
bino! Io, esterrefatto per l'accaduto, scendo
per raccogliere non più che un cadavere sfra-
cellato . Ma viva Maria Ausiliatrice, che dal
cielo vegliava a favor mio e di mia famiglia!
Mentre, avuto riguardo al peso del carro e
roba esistente sopra, equivalente ad un 700
e più chilogrammi, la testa del bambino do-
veva essere schiacciata, non riportò che una
lesione all'orecchio, la quale pure in breve
fu guarita. Sia dunque benedetta una sì buona
Madre !
Oggi, 24 Maggio, festa di Maria SS . Au-
siliatrice, son venuto col figlio salvato da
certa morte e colla moglie a ringraziare
questa nostra potente Ausiliatrice ed a por-
tarle un'altra tenue offerta in ringraziamento
di questa grazia e perché voglia continuare
a farci da Madre tenerissima .
Torino, 24 Maggio 1893 .
LUIGI FESSIA
di Crotte di Strambino .
La santa Comunione ad onore
di Maria Ausiliatrice . - Una signora
da più di tre mesi teneva il letto e non
potea che prendere scarsissimo cibo, tanto
che si ridusse ad una debolezza estrema . Si
rivolse a Maria Ausiliatrice, supplicandola
che volesse concederlo la grazia di alzarsi e
fare la S . Comunione il dì della sua Festa . Il
Mattino del 23 maggio, sicura di ottenere la
grazia, si alza, prende l'orologio e catena d'oro
e si avvia alla Chiesa dei Salesiani di San
Filippo per offrirli a Maria A . Giunse in
Chiesa estenuata e grondante sudore : si
presenta in sacristia, consegna l' orologio
e catena al Sacerdote che quivi trova, e quindi
lo prega di volerla confessare . Tosto fu asse-
condata, e dopo la confessione parve aver
acquistata nuova vita . Fece ritorno a casa, ed
il giorno 24 potè fare la S . Comunione ed
assistere a tutte le funzioni solenni nella
suddetta Chiesa . Sia lode a Maria Ausiliatrice
che volle così manifestamente gradire quella
promessa in onore suo e del suo divin Figlio!
Un giovane studente dell'Istituto Tecnico,
certo Patanè Carmelo, divertendosi nel cortile
dei Filippini la sera di venerdì 26 maggio,
cadde disgraziatamente all'indietro, e tale fu
la battuta del capo sii d'un sedile di pietra,
clic svenne e _parve morto . Soccorso pronta-
mente ritornò in sé, e fu fatto accompagnare
a casa . La Domenica seguente, alle ore 10
del mattino, si presenta a me un suo compa-
gno tutto spaventato e mi prega a recarmi
a casa di Carmelo che si trovava in pericolo
di morte . Io, che nulla sapeva dell'accaduto,
restai fortemente sorpreso, e conosciuto il
fatto, dissi al giovane che avrei fatto pregare
Maria Ausiliatrice per lui, il quale da quel
momento avrebbe incominciato a migliorare,
perchè Maria Ausiliatrice non potea per-
mettere una catastrofe per l' Oratorio . I
medici radunati a consulto aveano dichia-
rato che Patanè per il colpo ricevuto all'O-
ratorio era affetto da violenta congestione
cerebrale, e quindi entro pochi giorni o sa-
rebbe morto, oppure diverrebbe pazzo o folle .
Ma viva Maria Ausiliatrice che si compiacque
esaudire le nostre suppliche! Patanè promise
a Maria che, appena avrebbe potuto alzarsi,
si sarebbe recato a fare la S . Comunione. Ed
eccolo tosto il martedì 30 maggio alzarsi
perfettamente guarito e recarsi a scuola fra

2.6 Page 16

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lo stupore di tutti ; il mercoledì andare a con-
fessarsi, ed il giovedì mattino venire all'Orato-
rio sano ed allegro tra i suoi compagni a
fare la S . Comunione in ringraziamento della
grazia speciale ottenuta . I medici non sep-
pero come spiegare tale guarigione improvvisa
senza adoperar medicina alcuna, e riconob-
bero il fatto come fuori d'ordinario, ed il
giovane non facea che ripetere che la
sua guarigione era dovuta totalmente a Ma-
ria Ausiliatrice . Evviva dunque la nostra
potente Protettrice !
Catania, 5 Giugno 1893 .
Sac . GHIGLIOTTI FRANCESCO .
Strepitosa conversione . - Un pub-
blico peccatore, che da oltre tre mesi giaceva
infermo nel suo letto spedito dai medici, non
voleva sapere nè di preti nè di Sacramenti ;
anzi al Sacerdote, che più volte andò a vi-
sitarlo per ridurlo a migliori sentimenti, sempre
rispondeva sdegnosamente che non si sarebbe
confessato in eterno . - Che fare? Lasciarlo
perire? No mai! Troppo doloroso sarebbe
tornato al cuor di Maria, per cui l'infermo
suddetto nutriva ancora una certa qual di-
vozione, appresa forse nell' infanzia . Lo si
raccomandò pertanto a questa potentissima
Ausiliatrice dei Cristiani : si era appunto nel
mese di Maria . Si fecero preci pubbliche e
private per la sua conversione ; ed ecco che
sentendosi venir meno, egli stesso manda a
chiamare il Sacerdote . Con edificante conte-
gno fa la sua confessione, riceve il Viatico,
l'Estrema Unzione, la Benedizione papale ;
ed il dì seguente, dopo aver chiesto agli a-
stanti perdono degli scandali dati, se ne spira
tra le braccia del Ministro di Dio con chiari
segni di salvazione .
È proprio vero che non si ricorre mai in-
vano a Maria Santissima e che i suoi divoti
si salvano certamente .
America del sud, 1893 .
UN MISSIONARIO SALESIANO .
La medaglia di Maria Ausilia-
trice . - Il mio caro consorte, mi dicea
una giovane sposa di Villa d'Ajano, era gra
vemente infermo di una di quelle malattie,
da cui pochi guariscono . Il medico, con sa--
pienza ed amore, gli prodigava ogni maniera
di cure . Ma il mio povero marito ogni dì più
deperiva, veniva meno e si struggeva come la
cera al fuoco, come la neve al sole . - Oh che
sarà di me e de' miei poveri bambini, se il Si-
gnore ci toglie l'unico sostegno della nostra
vita? - andavo io sospirando . Un buon Coo-
peratore Salesiano seppe delle mie angoscia
mortali ; venne a me, mi consolò e mi esortò a
ricorrere alla Madonna Ausiliatrice che si ve-
nera in Torino, della quale mi diede una
medaglia . Appesi al collo del caro infermo
l'immagine benedetta e pregai, cioè, tutti
pregammo, e la Vergine SS .ma volse a me e
alla mia desolata famiglia gli occhi amorosi,
esaudì le mie preci ardenti, ed ecco ch'io le
presento mio marito totalmente ristabilito, il
quale, d'accordo con me, offre a lei e per lei
al Sig. D . Rua, una tenue offerta, perchè
sia destinata a glorificare M . SS . Ausiliatrice
che mi ha guarito il mio caro marito . Sì, lo
dico e lo ripeto : Il medico l'ha curato con
sapienza degna d'ogni encomio , ma Maria
SS . l'ha guarito . Sia benedetta e ringraziata!
Così parlava questa buona Signora . Serva
questo racconto di edificazione a tutti i di-
voti di Maria Ausiliatrice .
Faenza, 12 Giugno 1893 .
Sac . ANGELO CAIMO
Salesiano .
Ringraziamo ancora Maria Ausiliatrice, per
segnalati favori ottenuti mediante la sua
potentissima intercessione, i seguenti
Arrigoni Giovannina . - Ambrosio Chiaffredo, Vi .
gone . - G . Ravizza, Vignale . - Varno Giuseppe . -
Coriasso Teresa. - Nelva Clementina, Torino . - Clara
Ivaldi, Asti . - Martoglio Elisa, Torino . - Orsola
Amadio, Torino . - Dellachiesa Bianca, Torino . - Lu-
suardi Maria, Torino . - Bimbi D . Gio . Batt . par-
roco, CastelnuovoGarfagnana.Gi-nsoMarghet,
Torino . - Pasquero Secondo di Costanzo, Vezza
d'Alba . - Alcsina Maddalena, Montanaro. - Ardis-
sino Rosa, Cascine ili Romano . - Cantone Antonia,
Galliate. - Moda Albina, Lù . - Rosso Francesca,
Villarbasse . - Corvo Teresa , Mondovì . - Fornara
Carolina, Borgomanero . - Pagliero Maria. - Ferrua
Giuseppina, Asti . - Manassero Rosa, Macello. -
Punti Antonio, Avigliana. - Pogliani Maria, Ivrea.
- Voir Albertina, San Didero . - Belli Enrico, To-
rino . - Tesio Catterina, Torino . - Barbero Giuseppe,
Chivasso . - Bodo Luigia ved . Tarchietti . - Sola Fran-
cesca . - Bentini damigella Luigia . - Alessio Lucia,
Carainagna . - Bellone D . Ignazio, Coassolo d'Ivrea.
- Miglio Pietro, Bellinzago . - Ferrarotti Faustina,
Collana . - Molinengo Giovanni, Busca . - Paiasacco
Cristina, Czivasso . - Bertola Marianna, Vallardora .
- D . Ambrosini Giacomo domenicano . - Cecchetti
Cristina, Torino - Armezzero Adele, Mosso S . Maria .
- Manassero Giovanna . - Melano Maria . - Buffa
Elisabetta, Cavour . - Ugo Maria, Cavour . - Arborio
Mela Coniuge, Torino - Gazzaniga Arturo, Voghera .
- Gaggino Catterina, Alassio . - Bertinetti Catterina,
Torino . - Bando Teresa, Villarbasse . - Toschino Te-
resa, Carmagnola, - Pagolotti Maddalena, Giaveno.
- Tacchini Giuseppe, Valduggia . - Comotti Battista,
Luvero Valtellina . - Porta Maria, Bianzè . - Data
Camilla, Carignano . - Savio Maria, Torino . - Carrieri
Margherita . - Fina Paola, Sciolze. - Tuninetti Ni-
cola, Villano ce . - Ghiotti Emilio, Pozzo di Strada.
- Zucchi Giuseppe, Magliano Alpi . - Feletti Leo-
nardo, S . Raffaele . - Martini Teresa, Rivarolo Cava-
rese . - Cofano Clementina, Montechiaro d'Asti. - Cu-
siana Adelaide, Torino . - Avanzato Nicola, Castel-
rosso. - T . D . Gallo Luigi, Racconigi . - Turione
Giovanni, Verolengo . - Fassio Giuseppe, Castelrosso.
- RufinoEnricheta.

2.7 Page 17

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AZIONE SALESIANA
sfacelo morale e materiale, anelando solo ai
terreni caduchi piaceri, nè altra legge cono-
scendo che quella dell'interesse, nè altro di-
Anche nello scorso giugno si tennero pa- ritto che quello della forza, unico rimedio è
recchie Conferenze Salesiane .
il ritornarla al Vangelo di Cristo e con tutti
Oltre quella, di cui già parlammo, tenuta i mezzi adoperarsi per ricostituirlo la sua
dal nostro Superiore D . Albera a Bordighe- base nella morale cristiana .
ra-Torrione ed altre da lui stesso fatte in
varie città della Francia, il Sacerdote D . An-
gelo Caimo della Casa Salesiana di Faenza
ne tenne una in Valle d' Ajano ed un'al-
tra in Vergato, come apprendiamo dalla let-
tera seguente :
Il nostro Sac . D . Stefano Trione poi ne
tenne una a Strambino , un'altra a Imola ,
Lugo, Bagnacavallo, Loreto, Casalmaggiore,
Noceto, Carpi, Borgo S . Donnino, Soragna
ed altre città .
Vi accorse ovunque gran numero di udi-
REV .mO SIG . DIRETTORE,
tori . Pel popolo si erano pubblicati oppor-
« Con somma nostra gioia abbiamo final-
mente avuto tra noi il M . Rev . D . Caimo ,
sacerdote salesiano dell' istituto di Faenza,
per somma cortesia inviatoci dal sig . Don
Rua a tenere una conferenza a questi Coo-
peratori Salesiani .
« La chiesa nostra, come quella di Ver-
gato, dove ne tenne un' altra, era affollata
di gente desiosa di sentire un figlio di Don
Bosco .
tuni manifesti ed ai Cooperatori si erano di-
stribuiti appositi biglietti d'invito . Anche
in quelle città, nelle quali in sulle prime ta-
luno temeva che tal genere di conferenze
non potesse incontrare il pubblico gradimento,
se ne ebbe invece cordialissima soddisfazione
in tutti, non esclusi i profani alla carità cat-
tolica, accorsivi pure in buon numero .
Se ne abbia una prova nella seguente cor-
rispondenza della Lega Lombarda
» E l'entusiasmo suscitato invero fra que- Bagnacavallo . - Conferenze per le O-
sti terrazzani dalla parola di D . Caimo fu pere Salesiane. - Sebbene alquanto in ritardo,
tale, che desidereremmo si rinnovassero di stimo opportuno darvi notizia della confe-
sovente tra noi queste pie riunioni .
renza tenuta qui nella insigne Collegiata
» Il numero dei Cooperatori Salesiani au- di S . Michele Arcangelo il giorno 10 giugno
mentò di molti e speriamo che altri ancora dal. Sac. Stefano Trione della Pia Società
si faranno inscrivere, conoscendone ora i Salesiana. Il tema, come l'annunziavano gli
grandi vantaggi e lo scopo sommamente u- avvisi a stampa affissi per ogni parte della
manitario che si propone tale pia Unione . città, era : « Gli emigrati italiani e le Mis-
Vallo d'Ajano, 15 giugno 1893 .
Sac . G . PIETRO VALLISI .
sioui di D . Bosco nell'America .» L'oratore,
preceduto da bella fama acquistatasi per
conferenze tenute nelle principali città d'Ita-
lia, nonchè in parecchie città della nostra
Romagna, ebbe il consolante spettacolo di
Altra ne tenne Mons . Cagliero a Faenza, una numerosissima udienza, dove unitamente
come leggiamo nell' Unione di Bologna
al Clero, a molti delle Autorità civili e mili-
Non è a dire quali cordiali entusiastiche tari, a moltissimi signori e signore, si con-
accoglienze si ebbe Monsignor Giovanni Ca- fondevano individui di tutte le società politi-
gliero non soltanto nell' Istituto, ma altresì che, accorsi senza distinzione di partito ad
dai Cooperatori e Cooperatrici di Faenza, ascoltare la trattazione di un argomento
che numerosi intervennero alla conferenza riguardante così d'avvicino i sentimenti di
da lui tenuta nell'ampia chiesa dell'Istituto civiltà ed anche semplicemente di umanità .
stesso . Molti vi convennero pure dai paesi e L'oratore fu insinuante non solo, ma commo-
dalle città vicine, per udire dalla viva voce ventissimo, toccando i punti principali della
del generoso apostolo dell' America Meridio- vita degli emigrati che incontrano in terre
nale il prodigioso sviluppo di quella Missione lontane chi parli la loro lingua, chi li con-
ed il gran bene che questi Missionarii otten- soli con dolci parole, chi presti loro sussidi
gono per la salute di tante anime e per pro- temporali sì necessari in quei luoghi, chi li
pagare fra quelle barbare popolazioni la luce soccorra coi Sacramenti, nel che consiste la
della vera civiltà .
missione dei sacerdoti Salesiani . L'uditorio
Presenziava la gradita cerimonia quell'ama- alla facilità dell' eloquio, alla vivezza della
tissimo Vescovo, Monsignor Gioachino Can- descrizione ne rimase impressionato . L'ora-
tagalli, il quale, poichè Mons . Cagliero ebbe tore poi aggiunse fatti ed episodii relativi ai
terminato la sua conferenza , con acconcie selvaggi della Patagonia e della Terra del .
parole si rallegrò della tanto benemerita Fuoco, i quali per opera dei Missionari di
azione di questi figli di Don Bosco, inco- D . Bosco respirano l' aria della religione e
raggiando i benefattori presenti a continuare della civiltà, e sono soccorsi coi mezzi prestati
nella santa opera intrapresa . Oggi che la dai Cooperatori Salesiani d'Europa . A tali
società, dimentica di Dio e della sua legge, Cooperatori l'oratore in fine della sua confe-
corre a precipizio verso la decadenza e lo renza fece appello caldissimo, il quale non

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tornò vano, raccogliendosi tra i presenti una
considerevole elemosina . Inutile dire che il
contegno di tutti fu veramente edificante
e l' oratore partendone soddisfattissimo, ebbe
il conforto di lasciare traccia profonda del
suo passaggio col desiderio di udire altra
volta lui, o qualche altro della sua Pia So-
cietà, che con tanta valentìa tratteggi le vi-
cende dei poveri emigrati e le opere vera-
mente umanitarie compiute dai Sacerdoti di
D . Bosco .
Bagnacavallo n'è lietissima e l'onore fatto
al zelante oratore ridonda pure a gloria della
educata ed ospitale città .
Elemosina e risveglio. La elemo-
sina è uno dei frutti delle Conferenze Sale-
siane, ma non corrisponde certamente al bi-
sogno .
Ordinariamente ci vogliono dodici confe-
renze per ottenere almeno quanto occorre per
pagare il viaggio ad un missionario . Partono
in media dall'Europa 60 Missionari Salesiani
ogni anno . È quindi da far voti che si ten-
gano numeroso conferenze Salesiane e che
queste eccitino maggiormente la carità dei
fedeli che vi accorrono .
Un effetto poi consolantissimo delle Confe-
renze Salesiane si è il grande risveglio di
zelo che si eccita nei Cooperatori e nelle
Cooperatrici Salesiane .
Dopo tali conferenze in molte città s'im-
piantarono Oratorii festivi , crebbe lo zelo
poi catechismi parrocchiali dei giovanetti ,
la diffusione della buona stampa , fa cura
d'indirizzare provvidenzialmente e coltivare
nuove vocazioni ecclesiastiche . . ., insomma
ripigliò florida ed attivissima vita il Regola-
mento della nostra Pia Unione dei Coopera-
tori e Cooperatrici .
Direttori e Comitati Diocesani
della Pia Unione dei Cooperatori
e delle Cooperatrici Salesiane . -
A quanto pubblicammo su tale argomento
nel Bollettino dello scorso Giugno, aggiun-
giamo ora quanto segue
Feltre - Rev.m° D. Gian Maria Bordin Par-
roco .
Bologna - Rev . mo Can . Mons . D . Evaristo
Zanasi, Cameriere d'onore di S . S . Leone
XIII e Cancelliere Arcivescovile .
Imola - Rev .m° Can . Mons. Aristide Golfieri .
Bagnacavallo (Faenza) - Vice-Direttore lo-
cale Rev .m° Sac . Conte Tallandini, Parroco
della B . V. del Carmine .
Recanati - Rev .m° Can . D. Ant. Mandolini .
C(-VaisrcelmoDng)t
locale, Rev .m° D. Giacomo Olzi, Prevosto
di S . Leonardo.
Noceto (Parma) - Vice-Direttore locale,
Rev.m° D. Michele Gallis, Arciprete Vica-
rio Foraneo .
Carpi - Rev .m° D. Pietro Malagoli .
Borgo S . Donino - Rev .m° D . Giuseppe
Bolzoni, Vicario Perpetuo della Cattedrale .
Strambino - Vice-Direttore locale , Rev .mo
Sac . Teol . Commendatore D . Manfredi .
NOTIZIE VARIE
Un Vestito ad un Fueghino .
Ci scrivono da Schio : « Lo scorso Maggio, nel-
l'occasione in cui fu da noi un Sacerdote Salesiano
per tenere conferenze al popolo ed ai Cooperatori
della nostra città, i giovanetti del nostro Oratorio
festivo vollero fargli una grata sorpresa . Egli recossi
colà per vedere quei buoni amici di D . Bosco, dìresse
loro un breve discorsetto e poi volle regalare a tutti
una medaglia di Maria Ausiliatrice . Ed i giovanetti
che fecero? Con nobile pensiero lì per li rinun-
ziarono alla loro piccola monetuccìa delle feste e
la vollero donare al suddetto sacerdote Salesiano,
per provvedere almeno un vestito ad uno dei tanti
piccoli selvaggi Fueghini, che i missionarii di
D . Bosco hanno nell' isola Dawson . Esempio
ben meritevole di essere pubblicato ed imitato .
Anzi vorremmo che altrettanto facessero tutti gli
oratorii e collegi . »
Fin qui il corrispondente ; noi poi aggiungiamo
che questo fatto ci commosse e ci affezionò sempre
pìù all'Oratorio festivo di Schio, per la cui pro-
sperità innalziamo di gran cuore fervidi voti al
Cielo .
Nel Collegio Salesiano di Este .
(Dall' Italia Reale)
Il giovedì 8 giugno nel Collegio salesiano
Manfredini di Este, per impulso dello ze-
lante direttore sac . prof. Pietro Gallo, si te-
neva una Accademia musico-letteraria in o-
nore del Sacro Cuore di Gesù . La presie-
deva il Rev .m° sac . prof. D . F . Cerruti, di.
rettore generale degli studi della Società Sa-
lesiana ; l' onoravano di lor presenza i RR .
Parrochi dei dintorni, alcuni ottimi signori e
gentili signore e la completavano colle dolci
melodie dei loro strumenti alcuni egregi gio-
vani cattolici estensi . Aperta dalla parola
calda e vibrata del Direttore si sviluppò la se-
rie dei componimenti, svolti parte dai giovani,
parte dai Superiori in una unità davvero
sorprendente, perchè temperata da sobria va-
rietà, senza monotonia nè stonature . Stabi-
lito dapprima il carattere della divozione al
Cuore divino di Gesù con un rapido ma su-
goso cenno storico, si vennero via via de-
terminando le relazioni di questo Cuore san-
tissimo coi fanciulli, con quelli che sono alla
vigilia delle prove del mondo, colle persone

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che più si segnalarono in amarlo, come l'an-
gelico Pio IX e Don Bosco ecc . ; e si con-
chiuse con una risposta complessiva a tutte
queste domande, accennando alle relazioni
del S . Cuore colla Società del secolo XIX .
Terminavano il trattenimento il prof . Don
Cerruti, congratulandosi del felice risultato,
prova evidente come nel Collegio allo studio
si accoppi la pietà, e richiamando alla mente
quali ricordi, i tre grandi doni del Cuor di
Gesù , cioè : l' Eucaristia , la Madonna e la
Chiesa .
La parte musicale, nella sua seria intona-
zione, più che un'eco si poteva dire fedele
interprete della parte letteraria, specie il
Bone Iesu del Palestrina , imponente nella
sua severa semplicità . Davvero simili saggi,
come sono confortevoli testimoni della buona
e seria educazione che in questo Collegio
s'imparte, sono pure esempio che si desidera
vedere frequentemente ripetuti ed imitati nei
collegi cattolici .
infantile . Veniamo informati che, oltre ad un nu-
mero straordinario di persone, si trovava presente
quel degnissimo Parroco ed altri ecclesiastici con-
venuti anche di lontano, il Sig . Sindaco del paese
con le persone e famiglie del luogo più distinto
per censo e istruzione . Ci si parla della musica
bellamente eseguita dal sig . Maestro locale, coa-
diuvato da dilettanti , nonchè del saggio stupen-
damente riuscito .
Non ci è possibile far posto a tutta la corri-
spondenza . Solo prendiamo l'occasione che ci si
offre per ringraziare l'Autorità Ecclesiastica e ci-
vile, e tutti quegli ottimi signori della benevolenza
che mostrarono di nutrire per quell'Istituzione, e
in particolare la non mai abbastanza lodata Si-
gnora Persico, per la cui generosa carità ebbe o-
rigine e vita . In. fine facciamo nostro l' augurio
espresso dal Teol . D . Giovanni Marenco, colà invia-
to dal Sig . D . Rua per rappresentarlo ; che cioè la
carità e il favore del Municipio e dei privati
metta in grado quell'opera di produrre abbondanti
frutti di benessere morale e civile in quell' il-
lustre borgo .
Da Moncrivello .
Ci si scrive da quel borgo cospicuo del Ver-
cellese che il 7 Maggio scorso ebbe luogo una
cara festa nell'Istituto di S . Rosa tenuto e diretto
dalle Suore di D . Bosco .
Era la premiazione agli alunni ed alunne delle
scuole private e il saggio dei bambini dell'Asilo
Avviso - Gli Esercizi spirituali per le Mae-
stre e per altre pie Signore e Cooperatrici Sale-
siane soliti a tenersi ogni anno nella chiesa di
Maria Ausiliatrice in Nizza-Monferrato, quest' anno
incominceranno la sera del 7 p . v . Agosto e fini-
ranno il mattino del 16 . - Per maggiori infor-
mazioni rivolgersi alla Superiora delle Suore di
M . A . in Nizza Monferrato .
Cooperatori defunti nel Maggio e Giugno 1893
1 . Acler D . Francesco-Levico(Trento).
2 . Addoli D . Fedele - Piacenza .
3 . Albergotti marchesa Luisa - A-
rezzo .
4 . Albonetti Paolina - Faenza (Ra-
venna) .
5 . Balsamo Don Giuseppe - Carrù
(Cuneo) .
6 . Bariani Angola Maria Doria- Cella
(Pavia) .
7 . Beltrami D . Alessandro - Grava
(Torino).
S . Bianconi Adriana - Sannazzaro
(Paria) .
9 . Blandino Stefano fu Tommaso -
Rubiana (Torino) .
10, Bonamico vittoria veda De-Boi -
Torino .
11 . Borella Anna- Sannazzaro (Paria) .
12 . Bosio Domenico - Villanova d'Asti
(Alessandria) .
13 . Bottero Paolo - Torino .
14 . Bottini D . Leonardo - S . Remo
(Porto Maurizio) .
15 . Cagna Domenica - Lu Monferrato
(Alessandria) .
16 . Calcagno Ilaria ved° Garagozzo -
Randazzo (Catania) .
17 . Campana Orsola - Erbusco (Bre-
scia)
18 . Caprini D . Gio . Battista - Castel-
g
offredo (Mantova) .
19 . Carini Domenica - Valgattara (Ve-
rona) .
20 . Casiri Carlo - Sannazzaro (Pavia) .
21. Castellani Domenico - Valgattara
(Verona) .
22. Cipani cav . prof . Giambattista -
Torino .
23. Cucchietti Don Pietro - Boves
(Cuneo) .
24. Depaoli Rosa - Sannazzaro (Pavia),
22. Dal-Palù D . Pietro . can . - Verona .
26 . De Angelis Antonio . usciere - Fe-
lizzano (Alessandria) .
27. Demartini Giuseppe - Lu Monfer-
rato (Alessandria) .
28. Digo D . Francesco - Druent (T'o-
rino) .
29 . Faletti Maria Carola - Torino .
30 . Fenoli Agnese-Ba olino (Brescia) .
31 . Fiorani D . Pietro. Arcip . Vie . For .
- Marmentino (Brescia) .
32 . Fiorini Giulia - Bologna .
33 . Frassi Ing. Giacomo - Milano.
34 . Galeotti D . Pompilio, Prev. Vicario
For . - Licciana (Massa Carrara) .
35 . Genesio Margherita - Castagnito
(Cuneo) .
36 . Giustiniani D . Settimio , Can . -
Piano (Roma) .
37. Gori Ilaria - Firenze .
38. Grumelli Maddalena - Rudiano
(Brescia) .
39 . Laboranti Maria - Sannazzaro
(Pavia) .
40 . Lumello Gaspare- Ruffia (Cuneo) .
41 . Macinata Domenica - Bagolino
(Brescia) .
42 . Madia D . Giuseppe Amedeo, Cano-
nico - Savigliano (Cuneo) .
43 . Martini comm . Tommaso . Sen . del
Regno - Napoli .
44.-LuMarotnifeTz
45 . Modonesi Rosa-Sannazzaro (Pavia).
46 . Molinari Alfonsina - Casale (Ales-
sandria) .
47 . Morardo Michele - Vinovo (Torino)
48 . Moretti Catterina-Rivoli (Tostino) .
49 . Moretto D . Bernardino - Bassano
(Vicenza) .
50 . MotturaD .Andrea-Cardè (Cuneo) .
51 . Noziglia D . Luigi - Coreglia (Ge-
nova) .
52 . Palletta Gio . Battista - Torino .
53 Panciera cav . Domenico - Schio
( Vicenza) .
54. Pauluzzi P . - Cividale (Udineo .
55 . Peynetti D. Pietro, canonico - Susa
(Torino) .
56 . Raucan D . Gio . Battista - Arzi-
gnano (Vicenza) .
57 . Razzetti Edoardo - Torino .
58 . Resico di Palazzolo Luigia - To-
rino .
59 . Riboglio Sebastiano - Cigliano (No-
vara) .
60 . Ronchetti Antonio - Galbiate (Mi-
lano ) .
61 . Rota D . Pietro, arcipr . - S . Giorgio
in Preto (Milano) .
62 . Rota Rosa - Lu Monferrato (Ales-
sandria) .
63 Siccardi P, Enrico - Modena .
64 . Sgrignoli Antusa-Lamoli(Pesaro) .
63 . Testù di Camburzano conta Ales-
sandrina - Fossano (Cuneo) .
66 . Tizian Gio . fu. Domenico - S . Do-
nato (Belluno) . .
67 . Trotta D . Raffaele - San Severo
(Foggia) .
68 . Trucco Francesco - Villatalla (Porto
M.aurizo)
69 . Turco Giuseppe - Castelnnovo
d'Asti (Alessandria) .
70 . Valsecchi-Ravasio Erminia - Ber-
gamo .
71 . Vespa Teresa - S . Marzano Oli-
veti (Alessandria).
7-2 . Virgilly Innocenza - Torino.
73 . Zanagiù D . Luigi - Pesaro .
74 . Zemaro Mecca Antonia - Pelle-
strina (Venezia) .
75 . Zigliara Mons . Tommaso, Cardinale
- Roma.