BS 1920s|1927|Bollettino Salesiano Giugno 1927

Anno LI.   GIUGNO 1927   Numero 6.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

SOMMARIO: Il Successore di Don Bosco a tutti i Benefattori delle Opere Salesiane. - La Novena consigliata da D Bosco. - Pia Opera del Sacro Cuore di Gesù. - Ex Allievi Cooperatori. - Anime riconoscenti al Ven. Don Bosco. - Azione Salesiana: Convegni Salesiani nell'Ispettoria Ligure-Toscana - Conferenze Salesiane. - VII Congresso Salesiano del Sacro Cuore di Gesù. - La vita delle Missioni: Assam - Matto Grosso - Giappone - Cina. - Culto di Maria Ausiliatrice: La Festa del 24 Maggio. - Grazie di Maria Ausiliatrice. - Tesoro spirituale. - Notizie dalle Case Salesiane: Torino - Roma - Castel Gandolfo - Firenze - Volterra - Nizza Monferrato - Este - Alessandria d'Egitto - Montevideo - S. Francisco (California). - Necrologio.

Il Successore di Don Bosco a tutti i Benefattori delle Opere Salesiane

Lo scorso aprile il Sig. Don Rinaldi ha inviato ai Cooperatori e alle Cooperatrici una sua lettera-circolare per ringraziarli dell'appoggio costante prestato alle Opere del Ven. Don Bosco, e per animarli a intensificare la loro caritatevole cooperazione, specialmente dopo i tristi avvenimenti (incendi e devastazioni di centri di missioni) di questi ultimi mesi, che tanta afflizione e preoccupazione hanno portato al suo cuore.

Per desiderio del Veneratissimo Superiore, che come un buon Padre sente, e nella gioia e nel dolore, conforto confidandosi coi proprii figliuoli, riproduciamo l'accorato appello su queste pagine, perchè tutti i lettori del nostro Bollettino, e grandi e piccoli, conoscano tutte le vicende della Famiglia Salesiana, la quale, mentre lavora con rinnovato fervore per ottenere il maggior bene, va incontro qualche volta alle più dure prove.

Così faceva il Ven. Don Bosco, così hanno fatto i suoi successori.

Il Signor Don Rinaldi, fidente nella Provvidenza, che non può venire meno all'Opera di Don Bosco, Opera che si può ben dire un trionfo della Provvidenza, e sicuro dell'appoggio di tutti i buoni, che di questa divina Provvidenza sono gli strumenti, china la fronte davanti a Dio che « affanna e che consola », chiama a raccolta tutti i volenterosi, e attende sicuro il frutto di quella carità, che non venne mai meno al Ven. Don Bosco e ai suoi successori.

I danni sono gravi, i bisogni sono urgenti per le opere. colpite: i soccorsi adeguati non mancheranno, soprattutto alla nostra missione dei Bororos (Matto Grosso) su cui con tanta violenza si è scatenata la bufera devastatrice della rivoluzione. Il campo coltivato con tanti sudori, le due colonie brasiliane di S. Josè e del Sacro Cuore, così promettenti e bene avviate, hanno subìto la più grande rovina. Il missionario contempla ora col cuore pieno di tristezza il suo campo devastato, il frutto delle sue fatiche disperso, e soffre. Ma spera. Pronto a rientrare nel solco, abbandonato per un istante sotto la furia incalzante e travolgente di uomini armati, si conforta nella sicurezza di essere seguìto e sostenuto dai grandi amici delle missioni, sempre pronti a correre in aiuto, specialmente nell'ora dei grandi bisogni.

L'appello è lanciato dal Successore di Don Bosco, che è quanto dire da Don Bosco stesso, e la voce di Don Bosco sa ottenere ancora i prodigi della carità.

Nessuno, osiamo sperare, resterà indifferente alla voce supplichevole del Padre. L'occasione di farsi vivi è propizia.

Il 24 giugno, consacrato alla rievocazione del Venerabile Fondatore, è pure un giorno dedicato alle intime gioie di famiglia. Nella Casa Madre di Torino i figli si stringeranno, come già si faceva con Don Bosco, attorno al Padre, per festeggiare in santa letizia il suo onomastico. San Giovanni, onomastico di Don Bosco, è rimasto e rimarrà sempre l'onomastico del suo Successore. Tradizione bellissima, che dice una volta di più come Don Bosco continua ad essere lo spirito animatore di tutta la Famiglia Salesiana e come i suoi Successori intendono di farlo rivivere, riproducendo in se stessi, il perfetto modello.

Il 24 giugno è la festa dei cuori. Ed è pure, fortunatissima coincidenza, la grande festa del Sacro Cuore. S'accenda adunque la sacra fiamma dell'affetto nel cuore dei figli riconoscenti verso il loro Padre; si riaccenda la divina fiamma della carità dei fratelli e degli amici vicini e lontani e di tutti i Benefattori del Ven. Don Bosco sempre presenti e pronti non solo agli omaggi della stima e della venerazione, ma altresì al generoso contributo della loro inesauribile carità.

L'APPELLO.

Benemeriti Cooperatori, e Benemerite Cooperatrici,

Il nostro Venerabile Padre Don Bosco e i suoi due primi Successori solevano indirizzare ai loro benefattori lettere-circolari non solo per l'annuale relazione delle opere compiute e da compiersi, ma anche nelle occasioni di qualche particolare avvenimento, e di una maggiore urgenza della loro efficace cooperazione.

L'inno della riconoscenza.

La riconoscenza e la necessità mi muovono ora ad imitarli. Se grande è la gioia che provo ad intrattenermi alcun poco con voi, o insigni Benefattori, per esprimervi tutta la gratitudine dei figli di Don Bosco, non vi nascondo che questa mia gioia porta seco un senso di trepidazione, perchè alla riconoscenza che mi muove a scrivervi si unisce pure la necessità urgentissima di sollecitare il prezioso vostro contributo materiale e spirituale per le nostre Opere maggiormente provate in questi ultimi tempi, nei quali purtroppo i bisogni aumentano dappertutto in proporzione delle crescenti strettezze familiari.

Mi tranquillizza però il pensiero che la Provvidenza Divina e Maria Santissima Ausiliatrice v'ispireranno egualmente a continuarci il vostro valido aiuto, dandovi in contraccambio il centuplo quaggiù e la vita eterna in cielo. Questa mia perciò vuol essere in primo luogo tutta un inno di riconoscenza, oltreché a Dio, dal quale viene ogni dono, a voi, zelanti Benefattori e Benefattrici, per la costante cooperazione a noi prestata nei cinquant'anni dall'approvazione pontificia della Pia Unione dei Cooperatori Salesiani; e per quella maggiore che confido vorrete prestarci dopo che avrete letto l'enumerazione che sto per farvi dei bisogni che mi premono da ogni parte.

Sì, anche questa enumerazione di bisogni ha da essere una strofa, e la più commovente, dell'inno della riconoscenza per gli ingentissimi soccorsi dati in cinquant'anni alle Opere Salesiane da tanti buoni amici nostri sparsi per tutto il mondo.

Come già vi dissi nel Bollettino, per un anno intero - dal 9 maggio dell'anno scorso al 9 maggio di quest'anno - abbiamo voluto ricordare il giubileo d'oro dell'Opera dei nostri Cooperatori, che la s. m. di Papa Pio IX aveva approvato 5o anni or sono: un anno intiero di preghiere in ringraziamento a Dio, di suffragi per i Cooperatori defunti, e d'impetrazione di grazie per i vivi!

Ora, benemeriti Cooperatori e Cooperatrici, ho pensato d'intensificare questi ringraziamenti, questi suffragi e queste impetrazioni durante il mese, in cui si compie l'anno giubilare. Perciò nel nostro caro santuario di Valdocco e in tutte le case salesiane il mese di maggio fu dedicato solennemente a Maria Santissima Ausiliatrice, in azione di grazie a Dio che ha benedetto in modo palese la Pia Unione dei Cooperatori Salesiani, ispirata dalla Vergine medesima a Don Bosco per far del bene alla gioventù, per salvare tante anime, e per provvedere alla Società Salesiana i mezzi necessari a compiere la sua missione, coll'apostolato della moderna educazione cristiana, basata sulla forza della soavità paterna.

Volete, o benemeriti Cooperatori e Cooperatrici, aver dinanzi agli occhi della vostra mente, come in una preziosa miniatura, quanto ha fatto in questi cinquant'anni di vita la vostra Pia Unione? Ascoltate quello che disse il Santo Padre Pio X I nel commovente discorso che pronunciò il 20 febbraio di quest'anno, in occasione della lettura del Decreto sulle virtù eroiche del Venerabile Don Bosco:

« Meravigliosa visione, quella che anche per sommi capi si può avere, di una settantina di Ispettorie (come direbbesi: di Provincie), più di un migliaio di case, il che vuol dire migliaia e migliaia di Chiese, di Cappelle, di Ospizi, di Scuole, di Collegi, con migliaia, anzi centinaia di migliaia, ma molte centinaia di migliaia di anime avvicinate a Dio, di gioventù raccolta in asili di sicurezza e chiamata al convito della scienza e della prima educazione cristiana. Sono i Figli della Pia Società Salesiana, sono le Figlie di Maria Ausiliatrice; sono Professi, Novizi, Aspiranti, ormai sedicimila - e forse oggi, nell'ora che parliamo, anche più - operai e operaie di quest'opera immensa e magnifica. E tra questi operai e queste operaie, più di un complessivo migliaio sono alle prime trincee, nei primi approcci del nemico, nelle missioni tra le più lontane, che guadagnano al regno di Dio nuove Provincie, il maggior titolo di gloria che Roma stessa serbava agli antichi trionfatori romani! E all'Episcopato pure ha dato quasi una ventina di Pastori, quali insediati in diocesi civili, e quali sparsi in lontane missioni... ».

Ora, o insigni Benefattori e generose Benefattrici, questa è tutta opera vostra, perchè il Successore di Don Bosco, in omaggio alla verità, dovrà sempre far propria la confessione che lo stesso Venerabile fece nella Lettera-Testamento a voi diretta: « Senza la vostra carità io avrei potuto fare poco o nulla: colla vostra carità abbiamo invece cooperato colla grazia di Dio ad asciugare molte lagrime e a salvare molte anime ». Questa Lettera-Testamento è tutta un inno di gratitudine a voi, o Benefattori, una enumerazione del bene da voi compiuto, e un incoraggiamento a perseverare in avvenire. Sì, tutto ciò che la Società Salesiana ha fatto finora è frutto della vostra carità: il Signore si è servito di voi, delle vostre doti morali, delle vostre ricchezze e dei vostri beni: ne sia lodato e benedetto per tutti i secoli!

Noi tutti adunque - coi nostri allievi - ringraziamo il Signore e lo preghiamo di benedire quanti sono ascritti alla Cooperazione Salesiana, e in qualche modo sostengono l'Opera nostra: pregheremo che vi prosperi nelle cose spirituali e temporali, che tenga lontana da voi e dai vostri cari ogni disgrazia, che vi conceda ancora molti anni di vita felice; -e che quando giunga per voi il tempo di lasciare questa terra d'esilio, Maria, la nostra celeste Benefattrice, vi assista, vi conforti e vi accompagni al possesso di quei veri beni che il mondo non potrà rapirvi. E particolarmente pregheremo perchè i membri della Pia Unione già passati all'eternità abbiano ad entrare presto nella gloria dei cieli.

La domenica 8 maggio, ultimo giorno del nostro anno giubilare, abbiamo cantato il Te Deum nella Basilica di Maria Ausiliatrice, e lo stesso si è fatto in tutte le altre nostre Case. Vogliate unirvi anche voi, almeno in ispirito, affinchè dal cuore dell'intera famiglia di Don Bosco si elevi una voce sola per dar gloria a, Dio di tutto il bene che s'è fatto per merito di tanti umili Cooperatori e Cooperatrici, che vivono nascosti agli uomini, ma tanto più risplendono agli occhi di Dio.

Le prove dolorose. incendi, devastazioni.

Il secondo motivo che mi spinge a scrivervi questa lettera si è la necessità d'implorare da ciascuno di voi personalmente nuovi aiuti. Il Signore ci consola, insieme ci mette pure alla prova, per vedere come sappiamo porre in pratica il fiat voluntas tua sicut in caelo et in terra. Andrei troppo per le lunghe, se volessi enumerarvi tutte le prove ch'Egli ci ha mandate perciò ve ne accennerò solo alcune delle più recenti, da cui vi sarà facile arguire le altre molte pressochè inevitabili in una grande famiglia come la nostra.

In questi ultimi mesi il Signore ci ha veramente sottoposti alla prova del fuoco. A Sampierdarena un furioso incendio distrusse una grande scuola-laboratorio di falegnami, con rilevanti danni ai lavori che vi erano esposti. Pochi giorni dopo, il fuoco distruggeva a Trelew nel Chubut (Patagonia) la chiesa pubblica con casa e scuole.

Subito dopo ci giunse la notizia che nella Spagna, una delle nostre case più importanti, soffriva un danno di milioni di lire. A Watsonville in California il fuoco distruggeva in poche ore la Chiesa parrocchiale con due corpi di casa, a Este andava bruciato il Noviziato.

Al fuoco si unirono gli uomini per accrescere i nostri danni.

Nel Matto Grosso (Brasile) l'esercito rivoluzionario, incalzato dalle truppe regolari, devastò tre nostre missioni, portando via animali, strumenti, viveri, e quanto poterono trovare, ch'era destinato a servizio delle povere tribù raccolte intorno al missionario. Anche qui i danni ascendono a milioni di lire.

S'aggiunga quel che avviene presentemente nella Cina, cioè nel Vicariato di Shiu-Chow ed a Shanghai, dove le scuole e gli orfanotrofi son ridotti in uno stato da far compassione, se pure a quest'ora non sono affatto distrutti. A Shanghai i missionari hanno dovuto rifugiarsi per le campagne coi poveri orfanelli, e non sappiamo come facciano a vivere.

Anche dalle altre missioni giungono notizie di perdite e disgrazie, che richiedono pronti soccorsi.

Veniteci in aiuto!

Tutti si rivolgono qui per aiuto, al povero Successore di Don Bosco, il quale è ricco solo di buona volontà, e ha 95o ragazzi da mantenere. Questi ragazzi ch'egli ha a suo carico, sono sparsi in varie nostre Case d'Italia: parte sono orfani, o abbandonati, o in critiche condizioni; gli altri sono quei generosi che ad Ivrea, Foglizzo, Penango ed altrove stanno preparandosi all'apostolato missionario.

L'elenco delle necessità che mi premono sarebbe ancor lungo, ma credo che quanto qui vi ho accennato basti a farvi comprendere l'urgenza in cui mi trovo di fare un caloroso appello alla vostra carità, proprio in questa medesima lettera, che aveva da essere l'inno della nostra gratitudine per la vostra cinquantenaria Cooperazione.

Ma, come già vi ho detto, mi pare che questa enumerazione di bisogni e questo appello formino la strofa più commovente di tale inno; perchè se la vostra Cooperazione cessasse un momento di essere attuale, pratica e fattiva, sia materialmente come spiritualmente, verrebbero meno con essa le sorgenti che alimentano le Opere Salesiane, le quali perciò non potrebbero più vivere.

Nel linguaggio salesiano le parole « grazie e  «date » si alternano con ritmo incessante, come le pulsazioni del cuore che mantengono in noi la vita.

Voi stessi, o benemeriti Cooperatori e Cooperatrici, siete tanto persuasi di questo, che forse in cuor vostro vi sarete già domandati perchè l'attuale Successore di Don Bosco non venga con più frequenza a bussare alla vostra porta per chiedervi l'elemosina a pro delle Opere di cui gli è affidato il governo.

Ma se finora non ho fatto particolari appelli alla vostra carità, ciò fu perchè voleva aspettare quando non potessi farne a meno. Ora però i bisogni sono tali e tanto urgenti, che mi sentii in dovere di accennarveli, perchè alla vista di essi aumentiate la vostra cooperazione, e col vostro zelo ci otteniate anche dai conoscenti nuovi e più abbondanti soccorsi.

Lo so che voi siete già quelli che sostenete le opere benefiche della vostra città e del vostro paese; ma appunto per questo io confido nei vostri cuori pieni di generosità e di fede; è perchè vi so convinti che la cooperazione salesiana è un mezzo infallibile per far prosperare sempre più i vostri affari, ch'io mi riprometto da questo mio umile appello l'esito più felice. Quanti di voi infatti possono ripetere in cuor loro quello che disse il Comm. Cotta a Don Bosco: - ... Più le porto danaro per le sue opere, e più i miei affari vanno bene! -

La miglior cooperazione salesiana non è già quella che si fa in pubblico, nelle conferenze, e nelle adunanze prescritte dal Regolamento della Pia Unione, ma quella che si fa silenziosamente, in modo che, come vuole il divin Salvatore, non sappia la sinistra quello che fa la destra. Il mezzo migliore per venirmi presto in aiuto, è di pregare Iddio che non voglia abbandonare le Opere che la sua Provvidenza mi ha posto sulle spalle; e poi di mandarmi le vostre offerte. Le piccole somme potete inviarle con vaglia postale, quelle di qualche importanza, con assegno bancario o con lettere assicurata.

Intanto, mentre attendo con fiducia la vostre carità, o buoni Benefattori e pie Zelatrici, vi prego di gradire fin d'ora i più vivi ringraziamenti ch'io vi faccio dal più profondo del cuore, a nome anche dei Salesiani, e di tutta la gioventù e dei Missionari beneficati. Noi vi serberemo imperitura gratitudine, mentre Iddio prepara alla vostra carità un'eterna mercede.

Invocando su voi, sulle vostre famiglie e sulle vostre buone opere la potente benedizione della Vergine SS. Ausiliatrice e del Venerabile Don Bosco, mi professo di Voi, Benemeriti Cooperatori e Benemerite Cooperatrici

dev.mo ed obbl.mo in Gesù Cristo Sac. FILIPPO RINALDI.

Ogni offerta sia inviata direttamente al Rev.mo Sig. Don Filippo Rinaldi - Via Cottolengo, 32 - Torino (109).

NOVENA

consigliata dal Ven. Don Bosco per ottenere grazie e favori da Maria SS. Ausaliatrice.

1) Recitare per nove giorni: Tre Pater, Ave, Gloria al SS. Sacramento con la giaculatoria: Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento; tre Salve Regina a Maria SS. Ausiliatrice con la giaculatoria: Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis.

2) Accostarsi ai SS. Sacramenti.

3) Fare un'offerta secondo le proprie forze per le Opere Salesiane.

4) Aver molta fede in Gesù Sacramentato e in Maria SS. Ausiliatrice.

PREGHIERA DI S. BERNARDO.

Ricordatevi, o piissima Vergine Maria, non essersi mai udito che sia stato abbandonato chi ha ricorso a Voi, implorato il vostro aiuto, chiesto il vostro soccorso. Io animato da tale confidenza, o Madre Vergine delle Vergini, a Voi ricorro, a Voi vengo, innanzi a Voi, peccatore contrito, mi prostro; non vogliate, o Madre del Verbo, sdegnare le mie preghiere, ma ascoltatemi propizia ed esauditemi. Così sia.

Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobis.

Pia Opera del Sacro Cuore di Gesù.

Cenno storico.

L'anno 1879 Papa Leone XIII affidava al Sacerdote Giovanni Bosco la costruzione della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù in Roma nella regione del Castro Pretorio. Il Servo di Dio accettava l'onorevole incarico e corrispondeva appieno alla pontificia aspettazione. Nel 1887 la Chiesa era non solo cos rutta, ma decorata, e solennemente inaugurata al divin culto, con feste splendidissime, e il santo uomo ormai cadente, recandosi per l'ultima volta a Roma, l'offriva a Leone XIII, quale omaggio dei Salesiani e dei loro Cooperatori nel suo glorioso Giubileo Sacerdotale.

Don Bosco, fin dal primo giorno in cui ebbe l'incarico di costruire la detta Chiesa, concepì il nobile pensiero d'innalzarle accanto un Ospizio per raccogliervi più centinaia di fanciulli poveri, abbandonati e in pericolo di morale pervertimento. A tal uopo acquistava tosto un terreno attiguo alla Chiesa per Ospizio. Per averne i mezzi e per assicurargli la vita D. Bosco ideò e stabilì quindi la Pia Opera del Sacro Cuore.

Vantaggi.

1. Ai Benefattori della Chiesa del Voto Internazionale, dedicata al Sacro Cuore di Gesù, al Castro Pretorio in Roma, era già stata promessa, quando detta Chiesa fosse compiuta, la celebrazione di una Messa ogni venerdì dell'anno, e la recita quotidiana del S. Rosario con altri esercizi di pietà.

Ad ampliare questi vantaggi spirituali e farvi partecipare più altre persone, venne stabilita nella suddetta Chiesa la Pia Opera del Sacro Cuore di Gesù, per la celebrazione in perpetuo di 6 Messe quotidiane, secondo le intenzioni di chi offre una lira italiana per una sola volta.

2. Queste Sante Messe sono celebrate, due all'altare del Sacro Cuore di Gesù, due a quello di Maria SS. Ausiliatrice, e due a quello di San Giuseppe. (A questi due ultimi altari è specialmente legata la memoria del Venerabile Don Bosco, che vi celebrò durante la sua ultima dimora in Roma).

3. Gli inscritti, vivi o defunti, oltre al vantaggio di sei Messe, partecipano in perpetuo:

a) alla recita del Santo Rosario e alla benedizione col SS. Sacramento, che ha luogo ogni giorno nella stessa Chiesa;

b) alle stesse funzioni, che hanno luogo quotidianamente nella Cappella dei giovanetti dell'annesso Ospizio;

c) alla Messa che viene ascoltata ogni giorno dagli stessi giovanetti;

d) a tutte le altre funzioni, novene, feste e solennità (che sono moltissime), le quali si celebrano nella suddetta Chiesa e Cappella;

e) a tutte le orazioni e buone opere, che vengono fatte dai Salesiani e dai loro giovanetti in tutte le loro Case, Collegi, Ospizi, Oratori festivi, Missioni, ecc., dappertutto dove sono stabiliti o si stabiliranno.

4. Tutti gli inscritti parteciperanno a tutti i suesposti favori dal giorno della loro inscrizione.

5. Col versare una sola volta l'elemosina di una lira l'offerente ha diritto di formare l'intenzione per tutte le sei messe, e per tutte le altre pie opere così a proprio, come a vantaggio dei suoi cari, vivi e defunti, e di cambiar intenzione in ogni circostanza secondo i particolari bisogni e desideri.

6. Ciascuno può con egual limosina iscrivere i bambini, gli assenti, i defunti e qualsiasi persona, anche a sua insaputa.

7. Desiderando partecipare o far partecipare più abbondantemente al frutto della Pia Opera, ognuno può, col ripetere detta elemosina di una lira, moltiplicare quanto gli aggrada le iscrizioni, tanto per sè quanto per gli altri, vivi o defunti.

8. Le offerte vengono erogate per la manutenzione della Chiesa, dell'Ospizio e per il mantenimento dei giovanetti dell'Ospizio stesso, rimanendo a carico dei Salesiani l'obbligo di fare adempiere tutti i pesi della Pia Opera.

9. I nomi degl'iscritti vengono raccolti in tanti volumi e conservati nel tempio del Sacro Cuore di Gesù a perpetua memoria.

10. La Pia Opera ha due centri, l'uno a Roma, l'altro a T'orino. - A Roma (121): l'indirizzo è: Rettore della Basilica e dell'Ospizio Sacro Cuore - Via Marsala, 42. - A Torino (1o9): Reverendissimo Superiore Generale dei Salesiani - Via Cottolengo, 32.

Ex allievi Cooperatori.

Mentre il Ven. Padre nello splendore delle eroiche sue virtù s'avvia verso l'ultima radiosissima vetta da milioni di cuori sospirata, i figli esultano e si richiamano da ogni paese e da ogni terra per riaffermare il proposito santo d'essere oggi e sempre degni del nome di Lui e del suo grande amore.

Gli ex allievi di Don Bosco che vogliono anche essere il fiore de' suoi Cooperatori prendono con rinnovato fervore il loro posto di combattimento, in prima fila, per l'attuazione sempre più vasta ed efficace del mirabile programma di bene religioso. e sociale che il Ven. Maestro e Padre reclama e aspetta.

Di ogni terra e di ogni nazione - bisogna ricordarle queste solenni parole del Presidente Generale Avv. Felice Masera - gli ex allievi di Don Bosco sono pronti, su l'esempio del Padre, a favorire ogni opera buona, a cooperare all'estensione del regno di Gesù Cristo sulla terra... Portate lo sguardo anche in altre nazioni: vedrete ovunque che gli ex allievi salesiani, e come individui e organizzatori, sono all'avanguardia dell'azione cattolica.

Così deve essere. Che cosa voleva Don Bosco dai suoi Cooperatori? Che lavorassero con lui, servendosi di quei mezzi che egli credeva più adatti ed efficaci ad ottenere il miglior rendimento nell'interesse del bene comune.

Cosa vuole, cosa raccomanda oggi il Successore del Ven. Don Bosco, erede del suo spirito e del suo zelo? Quello che voleva Don Bosco: lavorare per il bene religioso morale e civile della Società.

Quali i mezzi? Li ha offerti agli ex allievi come strenna pel 1927: «Diffondere l'idea della cooperazione salesiana». Chi coopera con Don Bosco, lavora pel bene comune: attua cioè quel programma di cristiano apostolato che tende alla salvezza delle anime e alla rigenerazione della società.

L'ex allievo salesiano deve essere il migliore, il più valido, il più attivo e zelante cooperatore, poichè egli ha la fortuna di appartenere alla parte viva e vitale dell'albero salesiano, come il figlio appartiene naturalmente alla sua famiglia.

Gli ex allievi di Don Bosco sono, e tali debbono considerarsi, come i figli primogeniti della Famiglia Salesiana, alla quale hanno appartenuto un giorno come allievi, alla quale sono rimasti necessariamente legati dai dolci ed indistruttibili vincoli della riconoscenza e della fratellanza. Gli ex allievi debbono volere e cooperare perchè la loro Unione prosperi, si accresca, si diffonda. Molto è il bene che le Unioni o i singoli individui d'iniziativa propria hanno voluto e fatto finora per lo sviluppo e il maggior rendimento della Istituzione che stava tanto a cuore a Don Bosco, a Don Rua, e a Don Albera, e alla quale il Sig. Don Rinaldi guarda con tanta simpatia e sicura speranza.

Il lavoro già compiuto sia motivo per aumentare le energie; i risultati ottenuti siano di conforto a proseguire con fervore e coraggio nella buona impresa; il cammino percorso sia di stimolo a raddoppiare il passo. Nessun rallentamento, nessun indietreggiamento anche di fronte alle più aspre difficoltà.

Nel nome di Don Bosco, avanti!

La parola della Presidente alle ex allieve delle Figlie di M. A.

A tutte il Comitato Internazionale manda, per mezzo mio, il suo cordiale saluto, allietato di grazie e benedizioni celesti, e mentre, guardando al passato, ringrazia Maria SS. Ausiliatrice del lavoro compiuto, si rivolge ancora a voi, care ex allieve perchè il programma d'azione, che ha proposto nella prima seduta dell'anno sociale, abbia, per mezzo vostro, la più sollecita e feconda attuazione. Affrettiamoci, collettivamente e individualmente, a intensificare in noi e intorno a noi la vita cristiana salesiana, che è vita di puro costume, di largo cuore, di carità multiforme, di evangelica dolcezza, di paziente mansuetudine, di cristiana, espansiva operosità.

Industriamoci a compiere con amoroso zelo questo nostro dovere di affezionate ex allieve, pensando pure che questo non è solo bene altrui, ma anche bene nostro, che può essere redenzione e salvezza per molti, ma è eziandio redenzione e salvezza nostra. « Date e vi sarà dato » sta scritto nell'Evangelo; diamo dunque a Maria SS. Ausiliatrice e alle opere di don Bosco un po' del nostro tempo (tanto se ne spreca!), un po' del nostro denaro; diamo colla nostra opera, il nostro cuore, le nostre preghiere! Tutte: ricche e povere, operaie, artigiane e agiate, dotte e incolte; di Torino, di Roma o di Sicilia; d'Italia o d'Europa o d'America; pressoché isolate nei piccoli sobborghi, o nel frastuono delle vaste metropoli, tutte possiamo fare alcunchè di questo, non indugiamo: il buon proposito di questo momento trovi immediatamente la sua pratica applicazione.

Maria SS. Ausiliatrice e Don Bosco ci aiutino a renderlo fecondo di bene per noi, per i nostri cari, per quanti ci sono in qualche modo affidati; ci benedicano, ci sostengano, c'inspirino e guidino!

Prof. MARIA VITTORIA CHIORA

Presid. Consiglio Internazionale.

ASCOLTIAMO DON BOSCO.

La Divina Provvidenza veglia sul destino degli uomini e nei maggiori pericoli non manca di venire in soccorso di chi confida in Lei.

Anime riconoscenti al Venerabile Don Bosco.

Nel parlar di Don Bosco e di qualsiasi altro nostro Servo di Dio intendiamo sempre protestare, come protestiamo solennemente, di non voler contravvenire in niun modo alle pontificie disposizioni in proposito, non intendendo dare ad alcun fatto un'autorità superiore a quella che merita una semplice testimonianza umana, nè di prevenire il giudizio della Chiesa, della quale = sull'esempio di Don Bosco = ci gloriamo d'essere ubbidientissimi figli.

Ringrazio pubblicamente il Ven. Giovanni Bosco che, invocato da me con fiducia, mi ottenne la guarigione di un'asma bronchiale che per gran parte dell'anno 1925 mi rese quasi inabile al mio sacro ministero. Una mia ottima parrocchiana presentatasi alla Casa Madre delle Figlie di Maria Ausiliatrice ottenne per me una reliquia del Ven. Don Bosco. Mi feci un dovere di portarla al collo. Da quel giorno incominciai a sentire sollievo nel mio male: ed ora, grazie al Ven. Don Bosco, posso compiere i miei doveri di parroco.

Nizza Monferrato, 10 Gennaio 1927. Sac. TESTA TOMMASO, Parroco.

Richiamato a vita !

Il 19 marzo corrente ho avuto la grazia di celebrare il cinquantenario della mia prima Messa. Ho ricevuto numerose congratulazioni che furono vive sopratutto perchè il festeggiato è un mezzo morto richiamato a vita. In questa occasione ho pensato a D. Bosco e al dovere di rendergli pubbliche grazie. Colpito da una strana indisposizione che si protraeva a lungo e prostrandomi ogni giorno più, fui obbligato ad entrare all'ospedale. Il medico mi esaminò accuratamente: il risultato fu che un confratello venne incaricato di dispormi a ricevere gli ultimi sacramenti essendo il caso mio assai grave. La carità dei confratelli moltiplicò le preghiere per me, private e pubbliche. Rassegnato m'abbandonai alla volontà del Signore ed incaricai di me il Ven. nostro Padre D. Bosco volendo che tutte le preghiere fatte per me fossero avvalorate dalla sua intercessione e dichiarando che, qualora il Signore le avesse esaudite, avrei ritenuta la grazia come concessa per intercessione di D. Bosco. Il periodo di sospensione tra la vita e la morte cessò, il pericolo con cui gli acciacchi dell'età e delle indisposizioni rendevano assai pericoloso il mio caso fu superato; io vivo, e sono ritornato fra i miei con meraviglia dello stesso medico curante. Nelle congratulazioni che ricevo pel mio cinquantenario voglio esser sincero a render lode e grazie a

D. Bosco dal quale son persuaso di aver ottenuto in dono la vita. Oh! venga presto il giorno desideratissimo in cui potremo venerare sugli altari D. Bosco Beato!

Beitgemal, 24 Marzo 1927.

Sac. EUGENIO M. BIANCHI Salesiano.

Colpito in forma grave da catarro bronchiale dopo quattro serie visite di un professore di radiologia in una clinica di Pinerolo, dovetti abbandonare forzatamente e con grande rincrescimento il mio ministero. Al male fisico si aggiunse un profondo scoramento morale. La devozione intensa verso l'Eucarestia mi suggerì un mezzo potente d'intercessione. L'immagine del Ven. Don Bosco m'accompagnava ovunque; sempre la volli con me. Fiduciosamente per 4 mesi pregai che Don Bosco mi ottenesse la sospirata guarigione. E dopo quattro mesi il Signore mi esaudì per l'intercessione certa del Ven. Padre a cui rendo infinite grazie. Guarii perfettamente; e ripresi il mio ministero con più forza e ardore di prima. Deo gratias! ed al Ven. Don Bosco la mia profonda riconoscenza.

In compenso aiuterò le Opere Salesiane con l'opera e con le offerte pregando fervorosamente per l'esaltazione del Ven. Padre.

Lusernetta.

Sac. Dott. GAUDENZIO TROMBOTTO. Coadiutore Parrocchiale

Nel febbraio ultimo scorso una mia sorella venuta a farmi visita in Torino, fu improvvisamente assalita da bronco-polmonite influenzale che rese impossibile il suo ritorno al paese. In pochi giorni l'ammalata fu ridotta agli estremi.

Il sacerdote chiamato per porgerle i conforti religiosi suggerì un ricorso a Don Bosco con una novena di fervide preghiere e regalò all'ammalata una reliquia del Venerabile. Al termine della novena la nostra speranza subì una scossa angosciosa: l'ammalata ricadde una terza volta nella bronco-polmonite, questa volta complicata con una risipola e flebite alla gamba sinistra. Che fare? Ravvivammo la nostra fede nella potenza di Don Bosco; raddoppiammo le nostre preghiere e il Venerabile ci ottenne la grazia sospirata.

L'ammalata lentamente si riebbe tanto da poter far ritorno al paese natio per la convalescenza.

La mia riconoscenza al Ven. Don Bosco sarà eterna.

Torino, novembre 1926.

FELICINA PERUSSO in GAVELLO

AZIONE SALESIANA

Convegni Salesiani nell'Ispettoria Ligure-Toscana.

Nei mesi di marzo e aprile si tennero con numeroso concorso di partecipanti e molto buon esito cinque Convegni interdiocesani di Direttori Diocesani e Decurioni nell' Ispettoria Salesiana Ligure-Toscana e precisamente a Firenze, Livorno, Spezia, Genova, Sampierdarena e Alassio.

Tre speciali Temi erano nel programma:

1. Organizzazione e Azione dei Cooperatori Salesiani.

2. Azione dei Cooperatori a pro delle Missioni Cattoliche in generale e delle Missioni Salesione in particolare.

3. Apostolato delle vocazioni ecclesiastiche, religiose e missionarie.

In ogni convegno vi furono anche proposte varie.

Oltre ai Relatori dell'Ufficio Centrale della Pia Unione: il sig. D. Stefano Trione, inviato speciale del Rev.mo sig. Don Rinaldi e il signor D. Antonio Fasulo, organizzatore e Conferenziere, presero parte allo svolgimento dei temi distinti Relatori locali con mirabile eloquenza e competenza, in modo che tutti i Convegni riuscirono assai animati e con trattazioni molto pratiche ed esaurienti. Intervenne e prese viva parte ai Convegni l'ispettore Salesiano Prof. D. Paolo Valle.

A Firenze presiedette S. Ecc. Rev.ma Mons. Donato Velluti Zati dei Duchi di S. Clemente, Direttore Diocesano della nostra Pia Unione. V'intervennero numerosi ecclesiastici delle Diocesi di Firenze, Fiesole, Arezzo, Siena, Montepulciano, Pistoia e S. Miniato. Rappresentava gli Ex-Allievi di Don Bosco il fervente Zelatore Cav. Uff. Prof. Carlo Meli.

Relatori aggiunti parlarono brillantemente il prof. D. Luigi Mori e il prof. Giulio Nervi di Firenze.

A Livorno presiedettero il Convegno gli Ecc.mi Vescovi di Livorno e Volterra. Vi erano largamente rappresentate le diocesi di Livorno, Pisa, Lucca, Volterra, Pescia, Massa Marittima e Grosseto, in tutto 120 ecclesiastici, oltre a parecchi zelatori e numerose zelatrici. Aderirono per lettera altri 15o ecclesiastici.

Riferì sull'Azione Missionaria Mons. Ugo Mioni di Pisa, e sulle Vocazioni l'oratore Don Giuseppe Merlino di Volterra. Riferì sul Convegno precedente Mons. Mario Marcucci, Direttore Diocesano della Pia Unione.

A Spezia presiedette il Rev.mo Mons. Giovanni Costantini, Amministratore Apostolico di Luni-Sarzana. Fu relatore delle Missioni Mons. Giuseppe Corona da Fosdinovo e dell'Opera delle Vocazioni il prof. D. Giovanni Montaldo di Spezia. Intervennero numerosi Monsignori e sacerdoti delle Diocesi di LuniSarzana, Brugnato, Massa Carrara e Pontremoli. Vi accorsero anche molti Zelatori e Zelatrici. L'avv. Boracchia rappresentava la Presidenza degli Ex Allievi di Don Bosco.

A Genova-Sampierdarena intervenne a presiedere il Convegno S. Ecc. Rev.ma l'Arcivescovo Mons. Dalmazio Minoretti. Vi erano rappresentate le Diocesi di Genova, Bobbio, Chiavari e Savona. Relatori aggiunti furono il Teol. D. Reverdino, Prevosto di S. Fruttuoso e l'Ispettore Salesiano prof. D. Paolo Valle.

Anche S. Ecc. Rev.ma Mons. Arcivescovo si degnò di fermarsi coni numerosi convenuti alla modesta mensa salesiana all'Istituto e Don Bosco» di Sampierdarena con gioia e festa per tutto l'istituto che accoglie sempre con giubilo l'esimio Pastore.

Ad Alassio il Convegno dei Decurioni Salesiani delle Diocesi di Albenga e di Ventimiglia si volle quest'anno far coincidere con quello degli ex allievi del Collegio Salesiano locale, perchè tanto i Cooperatori come gli ex Allievi stessi avessero il bene di sentire la paterna parola del nostro Veneratissimo Rettor Maggiore il sig. D. Rinaldi, che in quei giorni si recava a visitare quella casa.

L'amatissimo sig. Don Rinaldi, ricevuto solennemente sabato 23 Aprile alla stazione dalle Autorità ecclesiastiche e civili, dai Cooperatori, dai Salesiani, allievi ed ex allievi del Collegie, il giorno dopo volle assistere all'adunanza generale degli Ex Allievi, che per l'occasione erano accorsi numerosi anche da lontani paesi, ed egli stesso di sua mano distribuì la tessera ai nuovi ascritti all'Associazione, rievocando cori efficace parola la figura di Don Bosco.

Nel pomeriggio benedisse la nuova bandiera dell'Oratorio, di cui fu madrina la zelatrice Sig.a Zappa e Padrino lo stesso signor Podestà. Quindi ebbe luogo una solenne Accademia in onore del venerato Superiore, nella quale parlarono il sig. Podestà Avv. Durante, l'On. Lanfrancone ed altri, inneggiando all'opera religiosa e patriottica della Congregazione Salesiana. Don Rinaldi chiuse ringraziando commosso fra il più grande entusiasmo dell'imponente massa dei partecipanti

Lunedì 25 ricevette l'omaggio dei Comitati dell'azione salesiana e delle dame patronesse che gli presentarono un consolante resoconto dell'opera svolta con una cospicua offerta e il pregiato materiale di una seconda esposizione missionaria locale.

Martedì 26 ebbe luogo il Convegno dei Decurioni Salesiani della Diocesi di Albenga e Ventimiglia presieduto da S. Ecc. Rev.ma Monsignor A. Cambiaso e presenti numerosissimi parroci con alcuni zelatori laici.

Svolti dai zelatori i temi assegnati, prese la parola il sig. Don Rinaldi suscitando anche qui il più affettuoso entusiasmo per il più valido fervore di cooperazione salesiana. Di questi sentimenti furono interpreti il Vicario Generale di Albenga Mons. Abbo e specialmente Mons. Vescovo con le sue nobilissime parole di saluto e di augurio.

Al pranzo, dopo opportune parole dell'Ispettore Salesiano, il Podestà ospite graditissimo, mandava un fervido saluto a Mons. Vescovo ed al rev.mo sig. Don Rinaldi, il quale rispondeva con vive parole di ringraziamento.

Conferenze Salesiane.

Oltre questi Convegni interdiocesani di Direttori e Decurioni Salesiani, dobbiamo ricordare le interessanti Conferenze Missionarie, tenute dal Salesiano Don Antonio Fasulo, in vasti ambienti, con l'intervento di elette udienze con a capo le primarie Autorità locali.

Così avvenne a Parma, a Bologna, a Faenza, a Firenze, e più recentemente a Livorno, a Pontremoli, a Lucca, a Spezia, a Sampierdarena, a Genova, a Carrara, a Grosseto, ecc.

In alcune città anzi queste Conferenze furono solenni commemorazioni del compianto nostro Card. Cagliero pel primo anniversario della sua morte.

Noi siamo altamente riconoscenti all'Em.mo Sig. Cardinale Nasalli-Rocca, Arcivescovo di Bologna e agli altri Ecc.mi Ordinari Diocesani, che presiedettero queste Conferenze e riunioni, agli egregi signori Prefetti, Podestà, Presidi e Direttori di Regie Scuole e altri distinti signori che si degnarono di presenziarle e ai benemeriti Comitati Salesiani che ne curarono la felice riuscita.

VII Congresso Salesiano del Sacro Cuore di Gesù.

In questo mese di giugno, come già annunziammo, si terrà nell' Istituto Salesiano di Gesù Bambino in Betlemme il VII Congresso Salesiano del Sacro Cuore di Gesù, sotto l'Alto Patronato di Sua Ecc. Mons. Luigi Barlassina, Patriarca di Gerusalemme. Esso terminerà con una solennissima processione eucaristica attraverso alle principali vie della Città Santa.

In preparazione e adesione a questo Congresso, e con gli stessi ordini del giorno o voti, e con gli stessi temi per i discorsi d'occasione si tennero già recentemente numerosi Congressi locali presso le 52 Chiese Salesiane dedicate al Sacro Cuore di Gesù e presso molte altre Chiese e Case dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice fin nelle più lontane terre e Missioni, e altri ancora si terranno nei mesi prossimi quale eco feconda di buoni frutti.

Perchè meglio si rilevi l'importanza di questo, che per noi è un dolce avvenimento di singolare pietà, ci piace riportare il seguente tratto della Lettera già da noi pubblicata, dell'Em.mo Card. Pietro Gasparri in data 18 marzo per incarico del S. Padre diretta al nostro Rev. Sig. Don Rinaldi.

«Culminando esso in Betlemme, presso i venerandi Luoghi, dove il Divin Cuore del Signor Nostro Gesù prese ad accendere su la terra quel sacro fuoco purificatore, che la forza perseverante dell'apostolato cristiano tien vivo e va dilatando fra gli uomini con sempre nuove energie, non è da dubitare che questo VII Congresso segnerà sulla via del medesimo apostolato una luminosa traccia di bene, e varrà per la sua parte a ridestare in molti la pura fiamma della carità.

Paternamente invocando i divini favori sulla nobile iniziativa - tanto più accetta in quanto che i lavori del Congresso stesso si rivolgono altresì all'Opera delle Missioni e delle Vocazioni Missionarie, e al culto dell'angelico Patrono della Gioventù Cristiana S. Luigi Gonzaga - l'Augusto Pontefice se ne compiace di cuore con la P. V. Rev.ma e con tutti i figli di Don Bosco; e mentre forma paterni voti per il pieno successo dei singoli convegni e del convegno finale presso la Basilica della Natività, invia di cuore alla P. V., ai suoi figli e a quanti in qualsiasi modo partecipano ai lavori di queste devote assemblee, l'Apostolica Benedizione ».

LA VITA DELLE NOSTRE MISSIONI

Don P. Ricaldone rappresentante del Rettor Maggiore visita le Missioni dell'Assam.

Una visita al Distretto di Laitkynsew

(Relazione del Missionario Salesiano Don Stefano Ferrando).

Shillong, 29-3-27.

Amatissimo Padre,

Ho avuto la grande fortuna di accompagnare il Sig. Don Ricaldone nella sua visita al distretto di Laitkynsew. Il Rappresentante del Successore di Don Bosco non poteva aver un'accoglienza più cordiale. La semplicità espansiva di quelle popolazioni ci commosse e l'accorrere di migliaia di pagani per vedere il Fadar Rangbah (il Padre Grande) fece esclamare: La messe è molta e biondeggiante.

Accoglienze festose.

Si partiva coll'amatissimo nostro Monsignor Mathias la mattina del 19 c. m. Laitkynsew é distante 64 km. da Shillong. I primi 50 sono percorsi in automobile. La strada serpeggia inerpicandosi su colline coperte da superbe pinete: a destra lasciamo il Peak (2ooo m.) su cui torreggia una croce in legno eretta dai nostri novizi. Ed ecco la strada correre sul ciglio della montagna, sull'orlo di precipizi paurosi che si sprofondano a picco. L'automobile corre veloce per molti chilometri in mezzo a un scenario grandioso e impressionante. All'avvicinarsi di Cherrapunjee, notiamo strati di carbon fossile. Il villaggio di Cherrapunjee gode fama mondiale per essere il paese più piovoso del mondo. In un giorno caddero perfino 1020 mm. di acqua, e il record dell'acqua caduta in un anno fu di 13 metri. All'ingresso del villaggio i cristiani ci attendono.

Si sparano le prime bombe in segno di festa e ai fedeli inginocchiati sulla strada il Sig. Don Ricaldone dà la benedizione dell'Ausiliatrice. Al termine dell'auto-carrozzabile c'incontriamo in gruppi di altri cristiani, pittoreschi nei manti multicolori. Vogliono stringerci la mano, ci offrono i primi aranci, e scambiato ancora una volta il simpatico saluto kassì: khublei, ci sediamo all'ombra per consumare la refezione.

Father Bars.

Nel frattempo siamo raggiunti dagli orfanelli di Sant'Antonio e dai confratelli diretti pure a Laitkynsew a rendere più solenne la festa con la banda. Verso il termine della refezione ecco giungere tutto trafelato Father Bars, il padre missionario del distretto. I Kassì lo chiamano: Father motocar (Padre automobile), perchè nel suo zelo instancabile corre sempre da un punto all'altro su e giù per le pareti scoscese di questi monti. Quel giorno stesso veniva da un paese distante 6 ore, chiamatovi d'urgenza ad assistere un ammalato. C'incamminiamo: gli orfanelli, agili come cerbiatti; saltellano giù per i gradini rozzamente intagliati nel monte... Father Bars ci fa da guida e da Cicerone: Laitkynsew è là, come un nido d'aquila sovra la cresta d'un monte; il rosso tetto spicca fra il verde. Una vallata profonda, cupa, si sprofonda sotto i nostri piedi. Ascoltiamo con crescente interesse le spiegazioni di fenomeni tellurici e vulcanici di cui la regione è ricca. Father Bars, mentre c'indica numerose cascate d'acqua, estrae un involtino. È il suo desinare. Un missio nario deve provvedersi anche di quello e abituarsi a mangiare camminando, per risparmiare tempo. C'inoltriamo fra boschi d'aranceti. Quasi in fondo alla valle su un ciglio avanzato è adagiato un paesello, come gregge di pecore pascolanti sul monte. Vi sono molti cristiani, che a distesa suonano la campana della cappella scuola. Con rincrescimento dobbiamo lasciarlo da parte e proseguire.

Gradite sorprese. - Sogno e realtà.

Dopo due ore di cammino allo svolto dei sentiero ci troviamo davanti alla più gradita sorpresa. In una spianata al principio dell'erta per arrivare a Leitkynsew è tutto una festa di colori, bandiere multicolori svolazzanti, archi trionfali intrecciati con verde, fiori e iscrizioni.

Tre rozzi sedili coperti da drappi stanno nel mezzo della spianata e tutto all'intorno fanno corona bambine biancovestite, ragazzi e un mare di popolo... Ci fermiamo estatici a contemplare, mentre scoppiano i petardi facendo rintronare cupamente la valle, i fanciulli agitano bandierine, e il popolo grida: Khublei, Fadar Rangbah! Benvenuto, o Padre Grande. E si avanzano 6 paggi vestiti nel costume nazionale kassì, elegante, sfarzoso nel luccichìo delle corazze d'argento, nelle collane d'oro e di rosso corallo, col bianco pennacchio che ondeggia sul turbante; e offrono fiori al Sig. Don Ricaldone. I fanciulli quindi cantano con le loro voci argentine un inno di occasione. Ora la folla si accalca; i bambini sono i primi; vogliono stringere tutti la mano, vogliono presentare tutti un arancio! Quante strette di mano, quanti khublei e sorrisi, e soprattutto quanti aranci! Per fortuna i confratelli e gli orfanelli sono numerosi. Prima d'intraprendere la salita si canta in italiano, da tutti i fanciulli l'inno « Cantiam di Don Bosco». Cantano i bambini senza capire: « Don Bosco è un canto infinito che udranno del mondo le mille città ». E in quelle gole sperdute di montagne, lontane, lontane, noi pensiamo a un sogno di Don Bosco, quando il buon Padre vide corrersi incontro bimbi dalle facce bronzee e gridargli « Finalmente sei venuto. Ti abbiamo aspettato lungo tempo! ». Il sogno è realta.

Su per l'erta. - I nostri canti.

Si comincia la salita. I fanciulli ci precedono. La loro infantile gaiezza, l'emozione del ricevimento come in un'ala di tenerezza ci aleggiano intorno e rendono meno arduo l'affannoso arrampicarsi e il caldo soffocante. Davvero come sui gironi del Purgatorio Dantesco:

noi salivamo per entro il sasso rotto e talvolta

piedi e mani voleva il suol di sotto.

Father Bars per consolarci ci racconta di un Kassì che durante la stagione delle piogge mise un piede in fallo e precipitò ruzzoloni rimanendo ucciso. L'allegria però non viene mai meno, e il Sig. Don Ricaldone, pure con la sua candida barba, dà dei punti ai giovani. Finalmente il sentiero cessa d'inerpicarsi e segue la falda del monte, fra alberi ombrosi. Il sentiero piano rianima la conversazione e i fanciulli prorompono in canti argentini. Oh, meraviglia! Sono i nostri canti; i canti dei primi tempi dell'Oratorio, che i fanciulli di Torino cantavano nel medesimo perfetto accento, quando Don Bosco era in mezzo a loro:

Bondì, care maraie...

Viva don Bosco, nostro Papà!

E non solo in piemontese cantano, ma in italiano, francese, spagnuolo. Hanno imparato questi canti dalla bocca dei chierici durante le vacanze e ora questi monti risuonano delle arie salesiane e tutto il repertorio da «volano, volano», alla « formiga la va sulla spiga », al « Marinaio » del Cardinal Cagliero, viene eseguito mentre camminiamo, e anche noi siamo costretti a unire le nostri voci. Il Sig. Don Ricaldone commosso esclama: «Ma guarda un po'! Bisognava venire proprio qui per sentire tutti i nostri canti! ». Così senza accorgerci arrivammo sulla vetta, alla chiesa, e là trovammo che un altro ci aveva preceduti: Don Bosco. Sì, perchè i cristiani stessi con delicato pensiero, nel piazzale davanti alla chiesa, avevano collocato, come in un trono, il ritratto di Don Bosco decorato con fiori e drappi. E così il sorriso di Don Bosco ci diede il benvenuto. I paggi, fieri nella loro bella divisa, fecero corona al quadro e ancora una volta s'elevò l'inno del trionfo Cantiam di Don Bosco,...

A Laitkynsew come a Torino!

Laitkynsew è situato sulla cresta d'una catena montagnosa che da una parte si protende subito nell'immensa pianura del Syllet irrigata da fiumi navigabili, e dall'altra piomba con ripido pendio su vallate profonde e voragini. Il clima è invidiabile. Numerosi paeselli, come nidi nel folto del bosco, sono disseminati ovunque. Intanto la spianata davanti alla chiesa ha assunto l'aspetto delle nostre sagre montane; come in una multiforme scacchiera dai vivaci colori i gruppi dei cristiani ci sono disposti secondo la loro provenienza. Alcuni sono venuti da villaggi, lontani due giorni di cammino; hanno ancora sul dorso il sacchetto del riso.

Noi dobbiamo passare di gruppo in gruppo, fra questa buona gente che ha ancora tutta l'ingenua franchezza delle popolazioni semplici. Vogliono portare la mano del Fathar Rangbah alla loro fronte, vogliono regalarci aranci e specialmente i fanciulli non sanno distaccarsi da noi. E come sono tutti puliti, graziosi! La banda diffonde le prime note giulive; terminiamo il giro con una visita a Gesù ed entriamo in casa per prendere un po' di riposo. La gente ci segue; si ferma fuori e aspetta...

Il giorno seguente si dovette cantare la Messa all'aperto. Celebrò il Sig. Don Ricaldone. Erano presenti più di 1500 persone, seduti su tavole disposte a palchetto. I nostri orfanelli cantarono una messa del Pagella, e così sotto la volta del cielo sereno e al cospetto dei monti giganti l'ostia di pace s'innalzò a benedire la regione tutta... Alle 11 ci fu un saggio ginnastico.

La squadra « Don Bosco » di St. Antony fece meraviglie. E come godeva tutta la gente nel vedere i cari fanciulli, i loro Kassì fare così begli esercizi! Il nostro bravo confratello Roncoroni eseguì maestralmente la gran volta alla sbarra fissa! Per tutta la moltitudine passò un brivido, e alla fine esclamarono: « Harrì ! Fare la guerra con questa gente! Chi potrebbe mai? ». E guardavan a lui come a un mago. Inutile dire che tutto il giorno il Sig. Don Ricaldone fu assediato da un continuo affluire di gente, ed io ero occupato a dargli medaglie e immagini dell'Ausiliatrice da distribuire. I fanciulli, e anche gli uomini e le donne venivano e dicevano: « Padre, dammi Gesù! dammi Maria ». Sì, buoni e semplici popoli, ora vi daremo l'immagine di Gesù, ma presto speriamo di darvi davvero Gesù stesso! Vennero infatti anche commissioni da cinque o sei paesi con una supplica per avere un maestro cattolico, perchè tutti volevano farsi cristiani! Come stringeva il cuore il non potere accontentarli subito; come soffriva il Sig. Don Ricaldone quando doveva fare rispondere con un: « Vedremo, faremo il possibile ». E come fare a provvedere a tanti bisogni? Oh! il giorno in cui avremo i mezzi per mettere il catechista in ogni villaggio la religione di Cristo riporterà, il trionfo! Nel pomeriggio ci fu la riunione. Attendevano più di 3000 persone e tutti i discorsi furono su Don Bosco e il suo rappresentante. Alla fine, fra la sorpresa generale, si alzò il Sig. Don Ricaldone e lesse un indirizzo in Kassì! La pronunzia corretta, la sua sicurezza fecero un'impressione immensa. Tutti i volti erano raggianti nel sentirlo parlare Kassì ed esprimevano la loro meraviglia davanti a tanta scienza. La benedizione all'aperto chiudeva la solenne adunanza.

Quando le tenebre della notte discesero, in un palco improvvisato i nostri confratelli coadiutori con i giovani di St. Antony rallegrarono tutta la moltitudine con una rappresentazione teatrale. Il teatro aveva attirato un'altra folla enorme. Il divertimento si protrasse oltre le undici, fra la soddisfazione generale! Che risate, come seguivano con crescente interesse i punti più salienti! Il lunedì fu il giorno degli addii. Prima di partire per i differenti villaggi i cristiani vennero a inginocchiarsi a turno davanti al Sig. Don Ricaldone per domandare la benedizione dell'Ausiliatrice. Le parole che più frequentemente ci venivano sulle labbra al succedersi di tali spettacoli di fede erano: « Oh! se ci fosse qui il Sig. Don Rinaldi!».

Commoventi episodi.

Il martedì ritornavamo a Shillong. Nell'allontanarci dalla residenza missionaria un vecchio ci corse ancora incontro, s'inginocchiò e disse al Father Rangbah: « Dio ti conceda un prospero viaggio. Se non ci vedremo in terra prega che possiamo vederci in cielo con Don Bosco ». Ma il viaggio doveva terminare con un altro episodio commovente. A 5 km. da Cherrapunjee è situato il villaggio di Mausmai. Fu in questo villaggio che nell'anno 1842 i protestanti iniziarono l'opera di evangelizzazione fra i Kassì. Nonostante tutti i loro sforzi non riuscirono mai ad avere un adepto; il fatto è più sorprendente quando si consideri che in tutti gli altri villaggi i protestanti sono potenti. Tre anni or sono, per l'opera specialmente d'un bravo cattolico Kassì, il buon seme cadde a Mausmai; germogliò nel cuore d'un vecchio che era come un patriarca benedetto dal Signore con numerosa figliuolanza, nipoti e pronipoti. E il vecchio si convertì, e comunicò il fuoco sacro a metà del villaggio, e Father Bars in un giorno solo ebbe la consolazione di amministrare 1o5 battesimi, e il movimento continua. Quella cristianità è d'un fervore ammirevole e fa ripensare ai primi cristiani. E il buon vecchio, in cui prima la grazia di Dio si manifestò, chiuse gli occhi alla luce ci questo mondo tre mesi or sono. Il suo nome di battesimo era Petrus; anche lui fu un apostolo e dell'ultima ora, ma morì contento, col sorriso sulle labbra perchè andava a vedere il buon Dio. La cristianità di Mausmai meritava una visita, e quando l'automobile giunse alle prime case, vedemmo che tutto il paese era ornato con bandierine di carta, e i fanciulli che ci aspettavano corsero dietro alla macchina... Ci fermammo alla casa di Petrus. Avevano preparato un ricevimento in piena regola. La stanza della casa o meglio capannone era decorata con festoni: in mancanza di tavolo, un asse alto mezzo metro suppliva a meraviglia. E per la circostanza solenne c'era distesa una tovaglia bianca, e c'erano le tazze di porcellana, e anche i dolci all'europea. Ci sedemmo a quella tavola, sui sedili Kassì, bassi, bassi. Attorno a noi tutto il popolo, circa 15o persone, stava ritto. Intonarono un inno di occasione e lessero un indirizzo domandando un maestro. « Siamo già 15o, diceva il lettore, e molti altri vogliono essere istruiti. Non ci abbiamo nessuno. Tu che sei il padre delle anime nostre, tu che sei stato mandalo da Don Bosco, mandaci il catechista a insegnare ai nostri bambini ad amare Dio ». E il Sig. Don Ricaldone fece dire loro che avrebbe trovato un benefattore per costruire al più presto una chiesetta e scuola. E in quell'ambiente di famiglia, semplice, ingenuo, si cantò, si rise; si eseguirono i canti nostri che i bambini conoscevano a perfezione. Ci offrirono il tea, e anche qui vennero tutti con aranci da riempirne due grosse ceste... E venne il momento del distacco; alcuni fanciulli piangevano e anche noi eravamo commossi. Il tempo stringeva. Don Ricaldone li benedisse, strinse a tutti la mano e l'automobile si mosse; « Khublei ! Khublei ! ». Quando fummo fuori del villaggio notammo allora che i fanciulli avevano adornato l'automobile con dieci bandierine svolazzanti... E con quel segno di trionfo e di allegria, noi raggiungemmo Shillong.

Ecco, amato Padre, una pallida idea di tutto quello che quei bravi cristiani fecero al Rappresentante di Don Bosco! Se questi cenni susciteranno qualche benefattore a ricordarsi di Mausmai e di altri villaggi, le ossa del vecchio Petrus esulteranno nella loro tomba e Maria Ausiliatrice diventerà presto la regina di questa terra. Ci benedica tutti e in modo speciale il suo dev.mo in C. J.

Sac. FERRANDO STEFANO.

GIAPPONE.

Si entra sul campo.

(Relazione di Don Vincenzo Cimatti, Missionario Salesiano).

Miyazaki, 22 febbbraio 1927.

Veneratissimo Sig. Don Rinaldi,

Torno ora da Nakatsu dove ho insediato i cari confratelli Don Piacenza, Don Leone e Merlino. Deo gratias! La famigliuola di Miyazaki va scindendosi ed iniziando il lavoro prefisso.

La nostra primavera.

Un anno fa incominciavamo il lavoro di preparazione, cimentandoci colle difficoltà della lingua, ed in mezzo alle meraviglie di natura che si delineavano sotto ai nostri occhi estasiati, sognavamo il momento in cui avremmo potuto fare qualche cosa per le anime a noi affidate. Ed ora al ricomparire della fiorita primavera giapponese, tra le stesse affascinanti bellezze, pur appena balbettanto la difficile lingua, iniziamo nel nome di Dio, di Maria Ausi liatrice e del Ven. Don Bosco l'umile opera nostra.

Le gemme turgide, i fiori sboccianti, le verdeggianti coltivazioni, fondentisi in un tutto armonico col verde cupo delle pinete fiancheggianti i ripidi dossi delle montagne, roccie variegate, col seccume dei canneti di bambù e col ceruleo mare disseminato di neri scogli e promontori, mi richiamavano le speranze dei frutti futuri, l'armonia dei cuori di tanti fratelli ed amici lontani che con nostalgico affetto pensano a noi, l'unione intima di preghiere e di aiuti di tanti generosi che non mancheranno di soccorrerci. E, mentre il treno ci trasportava veloce, sognavo, sognavo... Guardando attorno a me vedevo i buoni giapponesi o taciturni e riflessivi, o parlando dei loro affari; udivo le allegre chiassate degli studenti che affollano i treni per recarsi ai centri di studio; a destra il mare che viene apparendo e scomparendo in forme sempre nuove; a sinistra belle coltivazioni in piano o alternantisi in magnifici ripiani sulle scarpate di luoghi scoscesi, e più lontano le montagne ed un susseguirsi continuo di villaggi, di piccole città, di centri popolosi dediti all'agricoltura o al commercio.

Invano il mio occhio cercava tra questi paesi, in mezzo a queste case, la bella chiesa cattolica, la croce elevantesi in alto... Si! qua e là nel verde del bosco, su un rialzo il tempio pagano...; qua e là disseminati per la campagna piccoli cimiteri. Dappertutto un pulsare di attività economica consolante, ma come più fruttuosa, se fosse avvivata dalla nostra fede! Dappertutto un rigoglio di vita fanciullesca e giovanile, che si diverte spensieratamente nell'incoscienza dell'età o che si raccoglie numerosa nelle scuole... E guardavo i campi verdeggianti di grano o di orzo... « O Gesù, quando mireremo i campi biondeggianti per la messe? Quando mieteremo? ».

Primi germogli.

Le nove lunghe ore di treno sono passate ed eccoci a Nakatsu, il punto più a nord della missione, una bella cittadina di oltre 20.ooo abitanti, su linea ferroviaria importante, a poca distanza dal mare interno del Giappone. Pianura ben coltivata a cereali, a frutta, a verdure e limitata dalla parte interna da una bella catena montagnosa, dove qua e là si vedono ancora lembi di neve.

Alla stazione si trovano a riceverci alcuni dei pochi cristiani residenti in Nakatsu. La famiglia del fotografo ci volle in casa sua a riposarsi e ristorarsi. Verso le 7 di sera facemmo la nostra entrata solenne. Nella modesta cappelletta intonammo il Te Deum ed affidatici alla protezione di Maria Ausiliatrice e di S. Giuseppe cui è dedicata la residenza, e rinnovati i nostri voti a Don Bosco, non ci rimaneva che andare a preparare i nostri letti. Il letto giapponese è presto allestito; sulla stuoia un piccolo materasso, poi le coperte e.... buona notte! Il mattino seguente intronizzai stabilmente Gesù in casa e... venga presto il suo regno in queste anime! La giornata fu occupata a mettere in ordine le cose nostre. L'indomani, domenica, funzione solenne, discorso del caro Don Piacenza, musica e canti coronati dalla benedizione di Gesù. I sei cristiani presenti erano giubilanti, e pensavano con gioia all'avvenire della loro comunità. Al suono dell'armonium, ai canti, qualche curioso occhieggiava dall'esterno; è un primo richiamo.

A tarda sera tre ragazze vengono ed esprimono il desiderio di istruirsi. Diamo qualche libro, l'immagine e la medaglia di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco. Cosa volere di più per quel giorno? Ed ora? Cara Madonna mia Maria Ausiliatrice e Don Bosco mio buono, pensateci voi.

Pel trionfo della Croce !

Assestate alla meglio le cose, in vera povertà salesiana, non mi rimaneva che tornarmene:. E mentre il treno mi riconduceva verso Oita e Miyazaki, ora inerpicandosi sulle ripide coste, ora attraversando i numerosi tunnel, e spaziando nelle verdi campagne, continuavo a pregare e a meditare. E rivedevo questa terra di Oita già rampo principale dell'apostolato di San Francesco Zaverio e forte baluardo del Cristianesimo in Giappone! Rivedevo i missionari Gesuiti allora numerosi, le numerose chiese, le scuole, gli ospedali, i 70.000 cristiani! E come in una fantasmagoria passavano in ridda vertiginosa i tre secoli di persecuzione, le dolorose apostasie che cambiarono aspetto a questi campi ubertosi di fede!

Al lavoro iniziato con tanto zelo dai Missionari delle Missioni Estere di Parigi aggiungono ora le loro minuscole forze i poveri figli di Don Bosco. Certo questa grande nazione giapponese nei disegni della Provvidenza deve aver avuto la missione di rigenerare i popoli dell'estremo oriente conducendoli a Gesù Cristo. Questo, mi pare, è il significato del meraviglioso suo progresso; questa pure la spiegazione delle difficoltà di ogni genere che si oppongono all'apostolato cattolico dalle forze coalizzate del nemico delle anime. Secondo il pensiero dei missionari che ci hanno preceduti; cooperare all'evangelizzazione del Giappone è compiere un'opera d'immenso valore per la Chiesa intiera. Ebbene, o fratelli, o Cooperatori nostri, colla preghiera, col sacrifizio lottate a fianco nostro per Gesù e per le anime.

Benedica, amato padre, i nostri primi lavori. Abbiamo iniziato la nostra missione a Nakatsu all'aprirsi del mese di San Giuseppe, predicando sulla parabola del seminatore. Buoni auspici! Oh, che il seme caduto in terreno buono e, cresciuto, frutti davvero e trenta e sessanta e cento.

Per tutta la colonia salesiana giapponese suo come figlio

Don VINCENZO CIMATTI.

Il saccheggio della Colonia S. Giuseppe.

(Relazione di D. Cesare Albisetti, Missionario Sai.). I "revoltosos,,.

Da vari mesi circolavano notizie di saccheggi compiuti dai revoltosos, ossia briganti; erano scorrerie, saccheggi, uccisioni, vessazioni d'ogni genere che a stento si credevano. Sul finir di novembre i revoltosos avevano assalito il villaggio di Cassonunga, dove si trovava il Rev.mo Amministratore Apostolico Mons. Couturon. Appena avuta notizia, io partii per recargli aiuto, ma dopo poca strada incontrai un uomo che, fuor di sè dallo spavento, mi annunziò l'imminente arrivo dei briganti. Dovetti allora tornare indietro, e provvedere a mettere in salvo la mia colonia.

La sera del 4 novembre giunse alla colonia un nucleo di soldati, incaricati di opporsi ai revoltosos. Erano soldati che si dicevano volontari, ma che di volontari non avevano nulla fuorchè il nome. In seguito altri soldati giunsero, e riempirono la casa sparpagliandosi poi nei vari punti della Colonia.

Una ritirata in tutta fretta.

La locale stazione telegrafica era in continua comunicazione col comando generale della zona. I ribelli però continuavano le loro scorrerie, ben guidati da un tal Prestes.

La notte del 20 dicembre giunse un cavaliere annunziando che i revoltosos erano a 15o km. e attraversavano il Rio das Garças. Il 22 essi attaccavano la Colonia del Sacro Cuore mettendola a ferro e fuoco. La notizia mise tutti in orgasmo. Il comandante dei soldati non sapeva che fare, vedendo che una resistenza era impossibile.

Io allora approfittai della novena del S. Natale, per riunire in chiesa tutta la Colonia. Dopo le preghiere comunicai nel modo meno allarmante che mi fu possibile lo stato delle cose e il mio piano che si sarebbe effettuato il giorno dopo. Esortai ad essere calmi, obbedienti ; il Bambino Gesù e la Sua SS. Madre ci avrebbero aiutati.

La notte non fu certo delle più tranquille. Al mattino celebrai la Santa Messa, comunicai i presenti, consumai le SS. Specie ed impartii gli ordini necessari per una ritirata in tutta fretta.

Usciti di chiesa, radunai i ragazzi, feci loro apparecchiare il proprio fardello, e dopo pochi minuti, sotto il comando del chierico Aquato partirono. Io contavo sull'arrivo del nostro camion per far ritirare con quello le RR. Suore e le alunne piccole. Bisognava pensare anche ai Bororos. Diedi loro abbondanti viveri, feci le raccomandazioni del caso e li rimandai perchè si ritirassero al più presto nella foresta.

Ci eravamo appena messi a mangiare un boccone, quando arrivò un corriere che, più coi gesti che con le parale, ci annunciò che i revoltosos erano vicini. Neri c'era più tempo da perdere. Ci alzammo e ci mettemmo in marcia abbandonando la residenza. Lungo il cammino fummo sorpassati da soldati che accorrevano sulla linea di resistenza, gridando e dando ordini e controordini.

Accampati.

Verso sera eravamo a 15 km. dalla Colonia, e ci accampammo in una valletta, dove il Chierico Amato ci aveva preceduto con la sua squadra. In breve si preparò una capanna di foglie per le RR. Suore e le ragazze. La pioggia, le alte erbe, la marcia, la trepidazione ci avevano prostrato le forze; non ci avevano però tolta la tranquillità dell'anima e la fiducia nel Signore.

Nella fretta avevamo dimenticato ogni provvigione, e la fame si faceva sentire. Ad un tratto sentimmo il rombo di un motore: la speranza che fosse il nostro camion ci animò ad un tratto. Difatti poco dopo ecco il P. Poli che guidava il nostro auto-trasporto e veniva in soccorso.

Ringraziammo il Signore della sua visibile protezione, e ci ristorammo alquanto. Ormai eravamo tutti riuniti: 54 persone! Scese la notte.

All'alba si riprese la marcia, ed a sera ci accampammo di nuovo tra le alte erbe.

Natale tragico.

Al mattino consultai il coadiutore Teodoro sulla opportunità di fare una ricognizione nei luoghi percorsi nei giorni antecedenti, e spingersi magari fino alla Colonia per sapere notizie sulla situazione. Infatti egli ed il mio meccanico partirono. Ma dopo poco ecco ritornare un giovane bororo che li accompagnava, e annunziarci spaventato che i revoltosos erano a tre chilometri di distanza. Mi sforzai di rimanere calmo: recitate alcune preghiere in comune, ordinai che ognuno raccogliesse le sue cose, misi alla testa della comitiva alcuni pratici dei luoghi, e ci avviammo verso il fiume, per poterlo attraversare su una passerella che avevo visto il giorno prima.

Il passaggio fu oltremodo difficile, perchè la passerella era leggera e senza parapetti. Ouando la comitiva fu passata, ordinai che si contassero i presenti: ne mancavano parecchi. Allora mi diedi a ricercarli tra le liane, e quando li ebbi trovati e fatti passare al di là del fiume, ordinai al grosso di attendere, e consultai il coadiutore Teodoro e il nostro meccanico sulla possibilità di ricercare il nostro camion. Stavamo incamminandoci, quando vedemmo levarsi dalla foresta una colonna di fumo denso. - È il nostro camion che brucia! -dicemmo. Difatti il meccanico e il coadiutore Teodoro si spinsero fino al luogo dell'accampamento, e constatarono il fatto. Riuscirono a porre in salvo due sacchi di sale. Da due soldati fuggitivi seppimo poi che la nostra Colonia era stata invasa dai revoltosos, e che i soldati ed i rinforzi avevano avuto la peggio.

Allora ritornammo sui nostri passi, attraversammo il fiume e ci riunimmo ai nostri.

Dopo narrato l'esito della ricognizione, ci raccogliemmo a recitare l'Angelus: era la sera di Natale! Il pensiero correva al Natale passato nei nostri paesi, tra la solennità del tempio e la pace della famiglia, e rendeva ancora più vivo il contrasto col Natale presente nel cuor della foresta!

Nella Colonia devastata.

Io andava tuttavia accarezzando l'idea di una ricognizione nei luoghi devastati. Infatti, condotti al sicuro i nostri, attraversai di nuovo il fiume a nuoto e ritornai verso i nostri accampamenti. Circa 10 km. prima di giungere alla Colonia cominciai a vedere le traccie dei ribelli: linea telegrafica interrotta, indumenti, finimenti, rottami, viveri sparpagliati in ogni parte; cadaveri, carogne di animali, munizioni, armi spezzate: era uno spettacolo che stringeva il cuore.

Finalmente giunsi in vista della Colonia. I soldati che erano giunti... due giorni dopo che erano partiti i ribelli, mi accolsero cordialmente. Entrai coi pochi compagni che mi avevano seguito nella nostra residenza: che desolazione! In ogni parte erano sparsi rottami, libri, carta, riso, fagiuoli, paramenti sacri; nei dintorni della casa erano i resti dei mobili mezzo bruciati. E come non bastasse la devastazione dei ribelli, i soldati... difensori erano entrati ad occupare la casa ed a rovinare quanto era stato in tutto o in parte risparmiato dai ribelli. Feci le mie rimostranze al capo dei soldati, ma fu inutile.

700.000 lire di danni!

Al mattino seguente visitai nuovamente e minuziosamente la Colonia, e constatai ancora più la devastazione arrecata. Tutto era stato rovinato, asportato, danneggiato; persino sui registri trovai scritte mille insolenze e trivialità all'indirizzo dei Padri e delle Suore. Il danno subito non è inferiore a 200 contos, che al cambio attuale salgono a 700.000 lire italiane!

Constatati i danni, bisognava pensare ai rimedi. Pensai anzitutto a mandare a prendere le persone. Composi una carovana e la fornii dei viveri ed attrezzi necessari; ed in due scaglioni tutti i nostri poterono felicemente ritornare. Quelli che ci avevano preceduto avevano lavorato a ridare alla residenza almeno una parte dell'antico aspetto. Quando tutti fummo rientrati, ordinai un rastrellamento generale nei dintorni, poi un gran fuoco e una bollitura generale di tutte le coperte, camicie, vestiti raccolti. E le buone Suore, nel cui appartamento erano stati i cavalli, si assunsero tutto questo lavoro di ripulitura e disinfezione.

Fiducia cristiana.

Ora sentiamo la mancanza di tutto, anche del necessario; ci mancano i mobili, i vestiti, gli attrezzi da lavoro, gli animali, i mezzi di trasporto, e per di più siamo nella stagione delle pioggie. Tuttavia non ci manca la rassegnazione, la pace e... il buon umore! Il giorno dell'Epifania abbiamo improvvisato una rappresentazione drammatico-musicale in onore di Gesù Bambino.

I Bororos ci hanno consolato nel nostro dolore. Essi dai loro nascondigli hanno osservato tutto lo svolgersi degli avvenimenti, e quando videro scomparso il pericolo, tornarono alla residenza portando quanto avevano potuto sottrarre alle formiche, alla pioggia ed ai... volontari, dimostrandoci il loro rincrescimento. Questo attaccamento verso i missionari ci consola e ci è pegno della protezione del Signore.

Questo il Natale 1926 alla Colonia S. Giuseppe.

Attualmente l'orizzonte non è ancora sereno, ma si spera che l'autorità abbia domato la rivolta.

Termino chiedendo ai miei buoni amici la carità di una preghiera. Chiedo questa che è a tutti possibile! Chi poi potesse offrire qualche aiuto anche materiale, farebbe opera veramente provvidenziale. Nel maggio p. v. verrà in Italia il Superiore della Missione, il quale si incaricherà di ricevere le offerte della carità dei buoni, ai quali tutti io anticipo a nome dei miei cari compagni i miei ringraziamenti più vivi.

D. CESARE ALBISETTI.

Preoccupazioni.

Da molte parti con giustificata insistenza si chiede come si trovano i nostri cari missionari di Cina in questi tempi di così gravi perturbamenti. Il Sig. Don Rinaldi c'incarica di rispondere che da Shangai hanno sgombrato. Sono però al sicuro. Ce lo dice anche Don Ernesto Fontana. Ecco una sua breve relazione:

Shangai, 2 aprile 1927.

Dopo i gravissimi fatti di Nan-kin, durante i quali morì trucidato il caro Gesuita Torinese Padre Vanara, nostro ottimo amico, abbiamo avuto ordine di ritirarci immediatamente. Siamo partili subito, portandoci

dietro qualche valigetta, prendendo la via del fiume perchè più sicura, protetti dai nostri bravi marinai italiani.

Ora siamo al sicuro nella Concessione, all'ospedale Sacro Cuore con una quarantina di allievi condotti con noi.

Ogni giorno arrivano dall'interno molti missionari. Lo-Pa-Hong, il grande benefattore della Chiesa Cattolica e delle Opere Salesiane in Cina, è pure soggetto a gravissime prove.

Ho avuto occasione di passare qualche giorno in compagnia di Mons. Tsu, il vescovo cinese che visitò anche l'Oratorio di Torino e che ci vuole tanto bene. Egli ha tradotto in cinese la vita del nostro Domenico Savio e desidera grandemente un collegio salesiano in Diocesi.

Ci raccomandiamo alle preghiere di tutti coloro che ci seguono di lontano con fraterna carità sulla via che vogliamo percorrere anche se seminata di spine pel trionfo della Croce.

Sac. ERNESTO FONTANA.

Nel Vicariato di Shiu-Chow i nostri missionari continuano imperterriti il loro lavoro di apostolato sostenendo con eroica costanza le difficili prove della presente situazione assai grave prodotta dagli ultimi sconvolgimenti politici, e guardano all'avvenire fiduciosi in Dio e decisi di compiere ogni giorno, ogni ora, sempre tutto il loro dovere.

CINA.

(Relazione del Missionario Salesiano Don Giovanni Guarona). (Vedi Bollettino di Maggio.)

Triste epilogo.

L'assedio di Wu-Shek non creava una situazione nuova a Shiu-Chow, ma aggravava semplicemente le critiche circostanze, che durano ormai già da più di un anno.

Nessuno si fa idea di che sia divenuto il Kuang-thung dopo il bojcott dichiarato e tenacemente mantenuto contro Hong-Kong.

I nostri missionari abituati a tante rinunzie non ebbero gran difficoltà ad adattarsi a nuovi sacrifizi, e ci si adattò al più volgare vivere cinese. Le barriere ultradoganali formate dagli scioperanti di Canton arrestano inesorabilmente ogni merce o prodotto europeo e la nostra maggior preoccupazione è pel vino da messa che non sappiamo come provvederci, finchè continuerà lo sciopero di Canton, la cui fine sembra allontanarsi sempre più.

Wu-Shek non era che un piccolo episodio del disordine infinito di questa travagliata provincia, ma che ci colpiva assai pel rincaro dei viveri giunti a prezzi proibitivi. Canton stesso sofferse non poco per la sospensione del traffico e dei treni che portano ogni giorno i viveri alla capitale, ed il governo prese le ultime misure pel colpo decisivo ai pirati.

I soldati contavano di più di quattrocento morti con diversi ufficiali, mentre i pirati, protetti dalle superbe mura degl'inespugnabili castelli, avevano perduto poco ed avevano l'aria di vincitori.

Il giorno dell'attacco è giunto; due mila soldati son presti all'azione: tre cannoncini da montagna son piazzati sulle colline soprastanti e domani i castelli saranno sventrati.

La resistenza dura da un mese ed i pirati comprendono che sarà difficile continuare.

Giuocano l'ultima carta. Chong-Sai-Keu, il famoso capo banda, ha dato i suoi ordini precisi; severissimi; mentre i rifugiati del terzo castello, con fuoco attivo occuperanno i soldati attirandone tutta l'attenzione, quelli del primo e del secondo castello si lanceranno sulle trincee del lato nord e tenteranno di aprirsi una breccia lungo la via del fiume.

La notte è oscurissima. Il silenzio è solo interrotto da qualche raro sparo di fucile e dal - chi va là - delle sentinelle. All'una tutti i pirati sono pronti: il capo imparte ancora qualche ordine deciso ed un fuoco nutrito s'apre dal terzo castello e mette un po' di scompiglio nel campo avversario. Altri colpi s'odono a nord, ma il grosso delle truppe si spinge a sud, mentre il piratone, alla testa dei suoi segugi, riesce ad aprirsi un varco, e protetto dalle tenebre, passare il fiume e porsi in salvo sui monti di Ving-Tak.

Il mercato è occupato, il terzo castello espugnato, una trentina di pirati passati alla baionetta; ma tardi s'accorgono dell'evasione della banda. Inseguirli nelle tenebre è pericoloso, e la soldatesca, burlata, si getta furibonda sul mercato: fa strage di tutto ed appiccando il fuoco ad ogni casa sfoga sulle deserte abitazioni la sete di vendetta.

Triste epilogo! Un mese di lotta, di stenti, di malessere; popolazioni terrorizzate, famiglie decimate, un esercito mobilizzato, spreco enorme di materiale, circa cinquecento morti per giungere poi a lasciarsi scappare di mano la preda e finire con la distruzione di un grosso mercato!

Tornavo da Canton, dopo di aver accompagnato S. E. Mons. Versiglia al vapore, che lo trasportò in America e mi si strinse il cuore nel contemplare le rovine di Wu-Shek. Le mura spoglie ed affumicate, tutta le case senza tetto, le vie piene di rottami ancora fumanti e pochi individui che s'aggiravano istupiditi in quel regno di morte invano cercando qualche avanzo di vita.

Il treno correva veloce verso Shiu-Chow, ma il desolante spettacolo mi rimase vivo nella mente e pensavo come avremmo potuto venire in soccorso ai tanti poveri, che rimarranno a lungo senza tetto.

Il nostro orfanotrofio è sempre aperto a tutti, e finchè avremo un soldo, lo daremo con cuore ai poveri sventurati, sicuri che la Provvidenza non ci mancherà mai.

I soldati tornarono trionfanti alle loro caserme, salutati da prolungati spari di Pau-Chong, mentre i pirati se la godevano in montagna e gli sventurati gemevano sulle rovine delle loro case.

Ripiglia intanto il movimento, si ridesta nuova vita sul fiume e da Chi-Ring mi giunge Jok Sit, un'altra vittima dei pirati.

- Come mai da queste parti? - gli chiedo dopo d'avergli offerta una tazza di the.

- Vado a Ving-Tak a prendere mia nuora. - Come hai saputo che trovasi colà?

- Il comandante stesso mi scrive di andarla a ritirare, però pregherei il Shin-fu a farmi accompagnare dal Shin-shang.

- Ben volentieri e che il Signore ti benedica.

Dopo tre giorni eran di ritorno, ma la nuora non comparve. Occorrevano cinquanta dollari per spese di viaggi, nutrizione, cancelleria, ecc. In Cina senza soldi non si ottiene nulla, e mi industriai di cercarglieli donandoli in parte, ed in parte imprestandoglieli, sicuro che me li restituirà, quando le cose saranno tornate tranquille. Così anche la sposina fu liberata e giunta a Shiu-Chow non finiva di ringraziare e promettere di studiàre, al più presto, quello che ancora manca di catechismo per poter essere battezzata. È catecumena da un anno circa.

Ed i pirati? Proprio mentre scrivo ricevo lettera dal nostro missionario D. Bardelli, che mi dice: La navigazione sul fiume diventa ogni giorno più difficile. Sono molto perplesso nel permettere alle catechiste di venir giù per gli esercizi e prego di pensarci bene prima di mandare i ragazzi per le vacanze estive.

Nessuna meraviglia; tale è la vita del Missionario in Cina e chi si sente chiamato, deve addestrarsi per tempo.

D. GIOVANNI GUARONA.

Per la cura dei fanghi in Aqui.

Signore e signorine che desiderano alloggio e pensione accurata e tranquilla durante le cara alle Terme, possono averla presso l'Istituto Santo Spirito delle Salesiane di D. Bosco. Per schiarimenti e programmi rivolgersi alla Direzione. - Istituto S. Spirito. - Acqui (Alessandria).

Le Feste al Santuario di Valdocco

Il bellissimo mese ha preparato la festa, e la festa fu un vero trionfo per Maria Ausiliatrice.

Ogni anno così: una fitta folla di devoti; un commovente, indescrivibile spettacolo di fede e di pietà.

Valdocco, l'arido campo affidato dalla Vergine all'umile prete dei Becchi, è oggi uno splendido giardino; la misera e buia tettoia del prato deserto, un magnifico tempio di dove la Vergine dispensa a piene mani le sue grazie e i suoi tesori.

Don Bosco, il costruttore del Tempio, fa risuonare sempre più alta e irresistibile la sua voce d'invito: « Tutti ai piedi della nostra gran Madre Ausiliatrice! ».

All'invito rispondono i vicini e i lontani, i piccoli e i grandi. Li abbiamo visti, nel mattino del 15 maggio, scendere a Valdocco e sfilare, a squadre, in un tripudio di canti e fra l'allegro squillare delle loro fanfare, i prediletti amici di Don Bosco, e gremire il tempio della celeste Ausiliatrice, per renderle l'omaggio della loro fiorente giovinezza. Erano circa quattromila i fanciulli e giovanetti convenuti dai punti più distanti della città, fin da Villastellone, da tutti gli oratori di Don Bosco, da Valsalice e dal Martinetto, da S. Paolo e da Monterosa, dalla Crocetta e da S. Luigi, per unirsi ai compagni del 1° Oratorio di Valdocco e con essi cantare le glorie della Vergine, partecipare al Celeste Convito dell'Agnello e mangiare insieme, come una volta attorno a Don Bosco, il dolce pane della Casa Paterna.

così il mattino.

A sera, lo stesso spettacolo, un'altra gioconda sfilata al tempio. Centinaia e centinaia di fanciulle e giovinette, guidate dalle Figlie dell' Ausiliatrice, si raccolsero a sciami per l'ora santa di adorazione nel Santuario.

Come è bello, come è caro il mese della Madonna fiorito di tanta giovinezza!

E poi il popolo, il buon popolo torinese, il fortunato popolo di Valdocco che tanto ama la sua Madonna. Ogni giorno, tre volte al giorno, specialmente a sera è accorso in massa presso Maria Ausiliatrice, esaltata in dolci cori di fanciulli e giovinette, ad ascoltare con intenso godimento le glorie così ben predicate della nostra celeste Madre e Regina. Tre furono gli oratori, e ben possiamo dire i cantori dell'Ausiliatrice: Don Marto, Don Rolando, e Padre Terenzio da Cento, il degno figlio di S. Francesco, che tanto fascino ha esercitato sulla fitta massa degli uditori con la sua eloquente ed evangelica parola.

E poi, durante la novena i pellegrinaggi. Imponenti per numero ed edificanti per devozione fra gli altri furono quelli delle madri cristiane delle borgate S. Paolo e Monterosa.

Ed eccoci alla vigilia. Il tempio è tutto uno splendore; vi si respira un'atmosfera di fede e di pietà intensa. La numerosa massa corale, sotto la direzione del venerando Maestro Cav. Dogliani, l'infaticabile figlio di D. Bosco, che con tanta abilità e tanto amore, da più di 5o anni prepara le grandiose esecuzioni musicali pel Santuario dell'Ausiliatrice, apre i vespri pontificali col solenne Ecce Sacerdos del M° Salesiano D. Pagella. Le due scuole di canto dell'Oratorio interno e dell'Istituto Internazionale Don Bosco della Crocetta, istruita dal M° Salesiano Don Grosso, fuse in un perfetto insieme, raggiungono una potenzialità impressionante. Il programma musicale della vigilia e della solennità, che culmina nel capolavoro di Mitterer, la Missa Solemnis in laudem Sanctissimi Salvatoris e nella grande antifona O Maria Virgo Potens del Pagella, è in gran parte di compositori salesiani: Pagella, Dogliani, Cagliero. tira il desiderio di Don Bosco di avere, non solo cantori e maestri, ma anche compositori suoi, della sua famiglia. Oggi anche questa è una consolante realtà.

A notte la sfarzosa illuminazione elettrica della Basilica. Poi la veglia Santa, che trova il Santuario affollato di fedeli in preghiera a tutte le ore della notte, fino al mattino.

La giornata del 24 passa in continue e crescenti manifestazioni di fede e di religioso entusiasmo. Nel Santuario si celebrano messe a tutti gli altari, a tutte le ore, fino a un'ora dopo mezzodì; si distribuiscono comunioni continue (10 mila e fosse più), si svolgono solennissimi i pontificali, si elevano preghiere e suppliche, s'impartisce la benedizione dell'Ausiliatrice. Dall'alba a notte la gente a ondate scende a Valdocco. Poi la fiumana diventa marea: la piazza è un mare di teste. È l'ora della solenne processione, del trionfo della Regina di Valdocco. Il popoloso quartiere accoglie la sua Madonna con indescrivibile esultanza. La sfilata è imponente, interminabile. Il Cardinal Gamba nello splendore della porpora, gli eccellentissimi Vescovi Mons. Pinardi, Mons. Perlo e Mons. Pranzini, accompagnano il ricco Simulacro per le vie del fortunato quartiere, tra due ali continue di popolo che applaude e si protende in commossa riverenza verso Colei che passa benedicendo.

Così aveva sognato il Venerabile Don Bosco. Bella, indimenticabile la festa della Madonna Ausiliatrice a Valdocco! Quell'altare, quella cupola, quel trono sfolgoranti di luci nei giorni e nelle notti della festa, continuino a risplendere davanti ai nostri occhi dolcemente abbagliati, in ogni ora della nostra vita. Su quell'altare, su quella cupola, su quel trono brilla la più fulgida stella del Paradiso, Colei che Don Bosco ci addita come nostra spes, salus, vita; consilium, refugium, auxilium nostrum: Maria!

LE GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE (1)

Maria, nostra vita !

Abbiamo provato, proprio di questi giorni, quanto è grande la potenza d'intercessione del Ven. Don Bosco presso la sua Madonna. La mia cara consorte e due carissime bimbe, se sono in vita, lo debbono unicamente a Don Bosco e a Maria Ausiliatrice. Questa grazia si ebbe il 25 gennaio; e cinque giorni or sono la consorte ottenne un'altra grazia segnalata, superando felicemente un'operazione chirurgica, alla quale dovette sottoporsi. Riconoscentissimo invio un'offerta per le Missioni Salesiane, sicuro, per la parola di Don Bosco, che le benedizioni di Maria Ausiliatrice accompagneranno sempre la mia famiglia.

Mantova, 14 aprile 1927.

Colonnello FRANCESCO MESSINA.

Fatta segno a ingiuste persecuzioni, ero in serio pericolo di rimanere in mezzo a una strada co' miei due figli. In tale frangente ricorsi alla potente Ausiliatrice, pregando i figli e il nipote; educati alla scuola di Don Bosco, di voler fare con me la Novena consigliata dal Ven. Padre.

Perduto l'impiego, la mia fede non venne meno: pregai e feci pregare con maggior fervore. In capo a un mese riuscii ad avere piena sodisfazione e giustizia.

Adempio alla promessa fatta con l'animo pieno di gratitudine per la Madonna di Don Bosco.

Viù, 3 aprile 1927.

MARIA MORTAROTTI. Ved. Picco.

Contenta di poter eseguire la promessa fatta, offro L. 500 per le missioni di Don Bosco come segno di gratitudine alla Vergine, che mi ha concesso specialissime grazie. Per esperienza posso proprio dire che colla preghiera unita all'elemosina si ottiene da Dio e dalla Madonna quanto si desidera.

Brez, 9 aprile 1927.   G. M.

Non si ricorre mai invano alla Madonna del Ven. Don Bosco!

Nel maggio u. s. caddi a terra e mi fratturai una gamba. Mi raccomandai a Maria Ausiliatrice, feci la sua novena e promisi un'offerta se guarivo perfettamente. In breve tempo ottenni la grazia tanto sospirata e potei riprendere le mie occupazioni.

Colla più viva gioia e riconoscenza adempio alla mia promessa inviando la mia offerta di lire cinquecento.

Varese, 1 - 3 - 1927.

UNA MADRE DI FAMIGLIA.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e al= cuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebra= zione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti:

A) - A. B. di Borgo S. Martino, A. P. di Torino, Accominotti M. A., Actis, Grosso G., Adami M., Adriano R., Aganno F., Aimone Q., Alberti R., Alcune impiegate di Benevento, Alessi G., Alessi T., Alexandrelli G., Alemanni C., Allizond R., Almerini B., Aloi A., Amadesi G., Ambrosiani E., Ambrosiani M., Americucci A., Americucci S., Ancellotti M., Ancona F., Andreis L., Andreoli G., Angisi F., Angisi S., Antoniazzi M. G., Antonietti C., Antoni G. e B., Appedisano C., Appendino G., Acquiloni d. G., Aquilino B., Arnaboldi S., Arnaldi A., Arona L., Arrighetti L., Arrigoni G., in Berteno, Ascalini M. in Petroboni, Assalini D., Assarotti G., Atiaresi M., in Bacelieri, Angisi F., Aureli A., Avandero A. in Nicolini, Avandero G., Azario S., Azario P., Azanti E., Azelio B., Azzaroni A.

B) - B. C., B., C. di Ornavasso, B. L. di San Giorgio di Susa, B. M., Bacis L., Baggiovara C., Balbi C., Baldassarri E., Baldassarcini L., Baldizzone d. T., Balla R., Baliù M., Baroli A., in Moiani, Barone A., Barraccu S., Bartesaghi A., Bartolini G., Bassani R. in Valazzo, Bateilino M., Battisti E. in Quagliarini, Bella M., Bellasio G., Bellorti G., Beltramelli C., Belvederesi A. in Testa, Benedictis G., Beneintende G., Bensi M., ved. Molinari, Beretta M., Beretta M. in Villa, Bernardi R. in Bordignon, Bernardini M., Bernasconi G., Bernasconi P., Bernerio L., Bernerio S., Bernini M., Bernini P., Berquet G., Bertini R. in Rossini, Bertoia A., Bertoldo A., Bertoldo L., Bertoli C. in Pintossi, Bertolino S., Bertonasco N., Bessi C., Bessi M., Bettarra R., Bettega G. B., Bianchi I., Bianco M., Bidoglio T., Biganzol d. E., Bianchi M., Binello M., B. M., Boasso E., Bocca M., Bogliolo G., Boglione A. in Bogetti, Bolla M. in Grattarola, Bolletta G., Bombardieri eh. A., Bondettini I., Bondonno C., Bonelli R., Bonetti T. in Pilloni, Bordino A., Borello C., Borra A., Bosco A., Bosso M., Bottazzi A., Bottazzi d. L., Bozon L., Brandino C., Brianti A., Sricalli L., Brichetti M., Brigatti A., Brogi L., Brontu A., Bronzini F., Bronzini O., Brosio M., Brugnetti C., Brunacci A., Bruno A., Brusadelli M., Brusasca A., Buonconvento P., Buonsignore M., Buselli C. in Bettili.

C) - C.C. di Abbiategrasso, C. M. d' Intragna, C. R. di Groppello Cairoli, C. T. di Benevagienna, Caffaro. D., Calandri L. ex allievo di Rojar (R. Arg.), Campione O., Candela G., Candelo C., Cannizzo M., Cantavenna L. in Marcantonio, Cantù d. P., Capitani G., Capovani A.. Cappa E., Capra E., Capra M., Capretto E., Capriglio L., in Brunetto, Carboniero C., Carboniero R., Caracciolo A., Cardinali P., Carena A., Carignano B., Carlantonio M., Carletto V., Carlevaris M., Carminati A., Carnevali M., Carpocca M., Varra M., Carradorini P., Carrara M., Carso G., Carta L., Casale M., Casalegno T., Cassi A., Castagnero M. in Ghigo, Castiglione N, Cataldi B., Cattaneo V., Canda C., Cauli S., Cavalli M., Cazzaniga B., Celidonio S., Celli M., Cerrato A., Chasseur I., Chergarzon S., Chiantella D., Chiantella R., Chiapello M., Chicco A., Chicco G., Cini V., Cirani C., Cirino S. in Santinelli, Cisternino can. S., Civinini B., Cocciolo A., Cocchietti L., Cocco B., Colò C., Colò G., Colombani M., Colombo E. in Binetti, Colombo I., Colombo T., Colonnese C., Comitini M., Concetta L., Coniugi Gado A. e C., Porta M. e P., Cono L., Consigliere G. in Moresco, Consogno M., in Boselli, Conti G., Cooperatrici Salesiane di Lugo, Napoli e Torino, Cera R., Corà M., Corfù A., Cornago C., Corradini F., Corsero A., Corsi C., Corsi R. in Coatti, Cossu M., Costa B., Costa L., Costa R., Cotta R., Cottini E., Crosta E., Crotti C., Cucchietti O..

D) - Degna M., Dal Cal R., Dalla Pozza M., Dalmazzo S., Dalodi P., Darbesio C., Deagostini G., De Bernardi I., De Cicco M., Del Boca A., Delfino A., Della Malva L., Della Savia B., Delogu M., Delù S., Del Rosso A., Demarchi M., De Maria I., De Nicola G., Deoato A., De Piero M., Devalle O., D'Abbraccio P., D'Angelantonio can. L., D'Ottavi O., Di Benedetto M. A., Di Capua L., Di Giorgio O., Dili G., Di Mattia N., Diotalevi C., Dogier C., Dondero A., Dotzo B., Drocco G., Durandetti P., Durando L.

E) - E. Q. di Serravalle Scrivia, Ellena S., Ernaresio E., Enrichetta O., Enrici B.

F) - F. T. di Carmagnola, Fabbri N., Falconetti R., Falzoni T., Famiglie Baroli, Belleri, Danesi, De Mumari, Ferrero G. B., Getto, Rossi e Russo, Venuti, Fantin A., Farinetti rn. Fioravanti, Ferranti M. in Negri, Ferrari C., Ferrari C. in Truffi, Ferrarotti D., Festi M., Festi R., Focacci E., Francetti M., Franzosi L., Fusari L.

G) - G. G. di Chiusa di Pesio, G. M. di *** G. M. di Brea, G. V. di ***, Gallo A., Gamba F., Gandolfi G., Garbi E., Gartner G. ed E., Gay C., Gay M., Ghidini E., Ghiglione A., Ghiotto M., Giacobino C., Giongardi S , Girometta L., Giusti F. ex allievo, Gobbi E., Gobbi M., Gramaglia M. in Ramellino, Gramegna F., Guaini B., Giarnieri E., Guidi E., Guglieri M., Gullino (sorelle).

I) - Icardi D., Isola M.

J) - J. T. d'Intragna (C. T.) Jacobelli M. e G., Juanita R.

L) - La Delfa F. P., Lambiase F., La Rocca P., Lay S., Leccisi P. in Licci, Leonesi U. M. T., G. e inviano offerta per l'Opera dei Figli di Maria. Logozzo G., Lussiana d. C.

M) - M. A. di Novello d'Alba, M. C. di Vinovo, M. E. di Quinto al Mare, M. R. di Peralta (R. Argentina), Mabrito U. e Fratelli, Maggipinti d. O., Maia G., Miliziano G., Manera L., Manzoni L., Mapiangelo M. e D., Marangoni C., Marchesi T., Marchetta A., Marconi A., Marroccu A., Martinolich A., Masero L., Massari V. di Readsboro, Vermont (S. U. N. A.), Massidda P., Mattai M., Mauri C.,) Mazzucco M. in De Giovanni, Melis G., Messina Col. F., Mengaccini R., Michelini C., Milanesi G., Militello S., Minchianti G., Miorelli G., Mirenna A., Moiso G., Mollo G. e V., Monchio M., Morando A., Mortaretti M. v. Pieco, Mortigliengo M. in Franchino, Mura C., Mura R.

N) - N. N. di Abbiategrasso, Benevagienna, Leno (Brescia), Monterchi, Murisengo, Nugheddu, Palestro, Torino, Villeneuve (Aosta) Massivera M., Nava M., Negri L., Negri M., Negro D. in Camaroglio, Neri M., Nocelli Ing. C., Nullis L. ed O.

O) - Onesti A. in Gallo, Orsingher M.

P) - P. G. di Vanzone con San Carlo, P. M. di ***, P. M. di Ventimiglia, Pagano T., in Coco, Pallua Avv. S., Panizza G., Papalardo A., Parietti d. B., Parietti F., Parietti L., Parusso F., Paruzzi A., Passani G., Patri C., Pedrelli C., Pedrotti G., Peirotti A., Penasa M., Perino V., Perlo C., Perona M., Perotti d. G., Perpruner T., Perruchon A., Petrangeli Z., Pezzini M., Piazza A., Piccardi C., Piccina A., Pietosi R., Pimone M., Pisanti F., Piva F., Pivot M., Piz C., Plassa R., Polotto M. in Somaglia, Pontani R., Prandina B., in Bianchi, Prato P.

R) - R. C. B. di Tonengo Monferrato, R. B. C. di Saluggia, R. T. G. di S. Stefano Roero, R. Z. di Nizza Monferrato, Raffero A., Ragoz zino I., Ragusa N., Ragusa G., Ragusa V., Ramezzana G. e famiglia, Ranciglio G., Rapetti L., Rapetti M., Ratti M., Ravaglia G., Ravano E., Re L., Redaelli E., Reinaud G., Renzi G., Revelli M., Revelli M. A., Ribori C., Riccabone P., Riccardi L., Rigo R., Rigotti G., Rimolfi A., Ritzu L. m. Marchese, Rizzo I., ved. Galvagno, Robin A., Roccella S. in Velardita, Rognoni A., Rolandi M., Romani L., Romano A., Rosetta M., in Orengo, Rossi A., Rossi A. in Goia, Rossi C., Rossi G., Rossi L., Rossi T., Rossi E., Rotti N., Rovere G., Rubini A. in Palladini, Rubini dr. G., Ruffatto D., Russo d. G., Russo G.

S) - S. B. di Cuneo, S. N. di Villafranca d'Asti, Sabidussi M., Sabioni R., Saggiani R., Saglietti T., Saitta G., Salussoglia G., Sander M., Sandrino F., Sannia S., Sant'Agata A., Santarosa E., Saracco R., Sarchi F. in Fugazza, Sattanino S., Scaglia P., Scanarini A., Scarrone E., Scarsello M., Scarsi R., Scimone d. L., Scottini G., Seghetti G., Segnafiori L., Selva O., Strano F., Sesano R., Sgadari V., Signorini C., Silvestri S., Simonetti C., Siri M., Sivelli V., Sizia D. ed L., Sobria G., Sorelle Cavaciocchi, Cinzano, De Giorgis, Dispensa R. ed O., Fabbiano, Gazzaniga, Renzi, Sorrentino B., Sovin E., in Ottobon, Squero R. di Bengasi (Africa), Stardero F., Starola A., Stifani G., Stolfo R., Stoto, Strappazan L., Sulis G., Cairo S. prof. A. Dirett. Figlie di M. Aus. a N. S. delle Grazie di Nizza Monferrato, Sr. G. Cognato, Sr. E. Immoville, Sr. B. Pogliano.

T) - T. M. G. di Vanzaghello, Talladini A., Tasini E., Tassera L., Tavazzani C., Territo M., Testa O., Todero can. S. Truni C., Toniolo S., Tortarolo G.; Tortorella G., Todeschini A.,

Travaglini B., Traverso O., Trezzi L., Tricarico D., Truffo A., Tucci M., Turci d. G., Turco N., Turrì M. in Fabris.

U) - Un divoto di M. Aus. di Borgomanero, Un'abbonata del Boll. Salesiano di Torino, Una divota di M. Aus. di Centallo, Una patronessa del Borgo S. Paolo (Torino), Ursella D.

V) - Valabrega C., Valente A., Valente I.. Valentinotti B., Varrini L., Vassallo C. ved. Fancon, Vassallo T., Veltroni L., Venturi L., in Micanzi, Verthny R., Vescoz C., Vianello B.,. Vicini M., Vicino T., Vigevano O., Viglino T., Villa L., Villata C., Vincenti A., Viretti M. ved. Verna, Viscardi C., Voccasia Volpi C., Volpi D.

Z) - Zalia E., Zambelli D., Zamboni M., Zambonin M., Zamparo d. G., Zanini M., Zanta A., Zattini E., Zattini U., Zavattaro F.,. Zelaschi Fam., Zeppegno L., Zerboni A. in Bianchi, Zoppa M. in Balbo, Zorzoli d. G., Zovetto d. C.

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella, o se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'Indulgenza plenaria (come dal Decreto della S. Congregazione delle Indulgenze 2 Ottobre 1904):

Ogni mese:

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno; 2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte;

3) nel giorno in cui si radunino in conferenza..

Dal I° giugno al 31 giugno nei seguenti giorni:

3 giugno Pentecoste.

12   »   SS. Trinità.

16   »   Corpus Domini.

24   »   Sacro Cuore di Gesù. - Natività di S. Giovanni Battista.

Ricordare anche

che ogni giorno, con la sola condizione d'essere in grazia di Dio, i Cooperatori Salesiani, che durante il loro lavoro o in mezzo alle loro occupazioni uniranno il loro cuore a Dio per mezzo d'una breve e pia invocazione, possono acquistare:

1. Per una invocazione qualunque, a loro scelta, un'indulgenza plenaria.

2. Per tutte le altre, 400 giorni d'indul-genza, ogni volta.

NOTIZIE DALLE CASE SALESIANE

TORINO-Casa Madre. Prima Unione Ex Allievi Oratorio inferno.

La Pasqua degli Ex Allievi dell'Oratorio interno fu fatta quest'anno con un fervore ed una solennità particolare.

La cripta della Basilica di Maria Ausiliatrice raccolse a sera pel triduo di preparazione oltre 100 soci dell'Unione convenuti anche di lontano per sentire la fervida parola di P. Reginaldo Giuliani.

Assunse questo triduo un vero carattere di ritiro spirituale. Nella viva e toccante eloquenza del simpatico oratore, ex allievo anche lui, si provò da tutti il fascino intimo e sublime di quest'omaggio a Gesù, del banchetto divino apprestato nella casa del Padre, nella Cappella ove aleggia ancora il suo spirito, che, come in questa dimostrazione collettiva, opera ancora e sempre praticamente nella mente e nel cuore di tutti i presenti.

Celebrò la S. Messa presso la Cameretta del Venerabile il sig. D. Fedele Giraudi, che alla Comunione ebbe per tutti parole di paterno, fervido incoraggiamento a praticare nella vita gl'insegnamenti qui appresi. Lo stesso Superiore, anche durante la colazione sociale offerta dalla squisita benevolenza del Direttore Don Salvatore Rotolo, inneggiò alla fedeltà e riconoscenza dei presenti ai quali ancora confermò tra gli applausi la notizia dei nuovi locali che quanto prima saranno assegnati alla fiorente Unione Ex Allievi Interni.

Così, con entusiasmo d'amore e di fede, dopo l'adunata pel gruppo fotografico, si chiuse la festa Pasquale della 1a Unione Ex Allievi.

Prime Comunioni all'Oratorio festivo. Premiazioni quaresimali.

Il giorno 7 aprile, giovedì di Passione, furono ammessi alla 1a Comunione ben 93 bambini dai sei ai sette anni appartenenti al 1° Oratorio festivo di D. Bosco. Raccolti in gruppo a parte e preparati convenientemente nei catechismi quaresimali, si presentarono il mattino del grande giorno freschi, lindi, bianchi, puri. Inginocchiati nei banchi della chiesetta di S. Francesco colle mani giunte, e cogli occhi pieni di trepida attesa, sembravano tanti angioletti. Di fianco assistevano le Dame Patronesse, e vicino i babbi e le mamme.

Celebrò e distribuì la Comunione il parroco di Maria Ausiliatrice sig. D. Riccardi. All'uscita trovarono pronto... l'obbiettivo fotografico, e poi tutti nel teatro, dove dalle Signore Patronesse era stato preparato un abbondantissimo cioccolatte. Parlò un bimbo per tutti, che salutò e ringraziò Patronesse e Superiori dell'Oratorio. Furono distribuiti ancora dolci e caramelle unitamente all'immagine ricordo, e poscia la turba dei piccoli ed irrequieti innocenti, ridati alle mamme, sciamarono per casa loro. Alle due dopo pranzo, ritorno all'Oratorio e partenza in tram per Valsalice dove riconfermarono sulla tomba del Padre i propositi del giorno. Giornata veramente indimenticabile è quella della 1a Comunione nell'Oratorio di D. Bosco: avviene all'inizio della primavera tra effluvi di fiori in isboccio; ma quanto è più soave ed efficace il profumo di questi cuoricini che, unendosi per la prima volta a Gesù, sanno attirare per tutto l'anno sulle loro famiglie, sulle signore Patronesse, sui Superiori, sull'Oratorio intero le benedizioni celesti!

Domenica 24 Aprile si tenne la tradizionale premiazione di tutti quelli che frequentarono il catechismo quaresimale. Circa 15o riuscirono i premiati, quelli cioè che non soltanto si limitarono a non mancare mai, ma frequentarono studiando il catechismo, e tenendo buona condotta. Due terzi si ebbero un taglio di vestito e gli altri magnifici volumi di letture amene.

Un gruppo scelto fra tutti i premiati (una quarantina) sta alacramente preparandosi per la tradizionale gara catechistica.

Pellegrini Belgi.

Il bel mese dell'Ausiliatrice chiama a Valdocco i vicini e i lontani.

La Casa Madre di Torino si rallegra ogni volta che può accogliere e ospitare i buoni amici di Don Bosco, da qualunque parte essi vengano per pregare la « sua» Madonna.

Furono ospiti graditissimi dell'Oratorio: il 22 aprile Mons. Merlo, direttore generale dell'o pera della santa Infanzia; il 2 maggio Mons. Pietro Segura Muñoz, arcivescovo di Burges; durante la settimana Santa due squadre di studenti francesi, diretti a Roma per prendere parte al pellegrinaggio internazionale della Gioventù Cattolica nel quale la Francia si trovò rappresentata da 15oo giovani.

Sarà soprattutto indimenticabile la visita del pellegrinaggio belga (diocesi di Namur) condotto da Mons. Heileu il 3 maggio: erano 350 i pellegrini di cui 53 sacerdoti.

Arrivarono a Valdocco in due gruppi distinti, il primo alle ore 17, il secondo alle 18, accolti al suono della « Brabançonne» e della «Marcia Reale », fra i ripetuti entusiastici applausi degli allievi artigiani e studenti dell'Oratorio fieri di poter salutare in quei pellegrini presenti, tutto il cattolico ed eroico Belgio.

I Pellegrini, commossi e sorridenti risposero ogni volta con pari slancio al cordiale saluto dei fortunati allievi della prima Casa del Ven. Don Bosco.

Visitate le camerette del Venerabile e di Don Rua, i pellegrini entrarono nella Basilica per rendere Omaggio alla Vergine Ausiliatrice, che li accoglieva nel suo bel santuario per loro dispensare le sue benedizioni e le sue grazie.

ROMA. Il Papa esalta le Opere Salesiane ai tremila parrocchiani del Testaccio.

Oltre tremila parrocchiani di S. Maria Liberatrice, nel popolare quartiere Testaccio, affidata ai Salesiani, sono stati ricevuti solennemente dal Santo Padre. Le fiorenti opere parrocchiali fondate e alimentate dallo zelo dei figli di Don Bosco erano tutte presenti e furono presentate al Santo Padre con un nobile indirizzo dal parroco D. Colombo.

Sua Santità, dopo aver passato in rassegna per quaranta minuti lo schieramento dei parrocchiani, si è assiso sul trono nell'Aula delle Benedizioni e gli furono presentati offerte e doni. Una bambina porse al Papa su di un bacile uno zucchetto di raso bianco. Essa accompagnò l'offerta con la recita di alcuni versi nei quali pregava il Papa a voler gradire quel piccolo dono, rilasciando in cambio lo zucchetto che aveva sul capo, perchè la Parrocchia lo conservasse come ricordo della memoranda udienza. E Pio XI, sorridente e commosso, si tolse lo zucchetto e deponendolo nel vassoio, prese l'altro che gli era stato presentato, e se lo pose in capo. Il gesto del Papa fu salutato da un vivissimo e prolungato applauso.

Nel suo paterno e affettuoso discorso Pio XI disse di ammirare quanto si era fatto là dove erano passati i Salesiani, le Suore della Carità, della Divina Provvidenza e di Maria Ausiliatrice; ha soggiunto che pochi erano tra gli uditori che hanno potuto vedere quanto la mano di Dio ha fatto per la loro parrocchia. Egli stesso ricordava le sue passeggiate al Testaccio, verso il 188o, quando Egli era studente in Roma. Niente v'era ove oggi è una parrocchia di 20 mila abitanti: qualche catapecchia, qualche simulacro di casa, e poi il deserto. Ora è un giardino con tutta una bella fioritura di opere di religione e di azione cattolica. Egli ha ben ravvisato che non c'è opera religiosa e cattolica che non vi sia istituita. E questo lo stile dei figli di Don Bosco di fare le cose bene e in grande. Egli che di Don Bosco ha potuto godere la conversazionc, pensa quanto ora dal Cielo sarà lieto e contento il Venerabile Fondatore scorgendo tutto questo insieme di opere.

Roma (Castel Gandolfo). Il Circolo Venerabile Bosco.

Il Santo Padre, che chiamò i Salesiani per ospitare gli Eccellentissimi Vescovi che volessero passare alcun tempo nello storico palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, ha messo anche alcuni locali a disposizione della gioventù di Castello, ed i Salesiani si sono visti in poco tempo attorniati da un bel numero di giovani che veramente fanno sperare molto bene per la Chiesa e per la Patria. Diamo la fotografia presa nella cara festa di San Francesco di Sales, che si celebrò con vero entusiasmo, presieduto da Monsignor Beccaria.

FIRENZE. L'omaggio del Comitato Salesiano a S. M. il Re.

Il 4 marzo alle ore 9, S. M. il Re al Quirinale si degnava di ricevere in privata udienza il prof. cav. uff. Carmelo Meli, presidente degli ex allievi di Don Bosco di Firenze ed il rev. Don Bernardo Savarè, direttore dell'Istituto Salesiano della stessa città. Scopo della visita era quello di ringraziare il Sovrano il quale lo scorso novembre, nell'anniversario della Vittoria, presenziò in Firenze alla posa della prima pietra della costruenda scuola professionale salesiana, e di offrirgli in omaggio la vita del Venerabile.

Il Sovrano ha gradito molto la bella opera del Lemoyne artisticamente legata dagli allievi delle nascenti scuole professionali sotto la direzione del loro maestro Colombini Guido.

Pure lieto e ammirato è rimasto il Sovrano leggendo il testamento di un ex allievo morto al fronte e che i donatori, con opportuno pensiero, hanno voluto unirvi in foglio annesso per testimonianza di quella forte e sana educazione ispirata ai sentimenti di religione e di patria che i Salesiani impartiscono ai loro allievi. Il testamento è del sottotenente Frattigiani Orazio.

L'udienza è durata oltre venti minuti. Il Sovrano si è dimostrato affabilissimo. Egli stesso, dopo aver notato che il 4 marzo ricorreva la festa di un suo antenato, il beato Umberto di Savoia, ha parlato con lieto orgoglio dei Santi e dei Beati di Casa Savoia. Ha chiesto quindi minutamente dell'Opera di Don Bosco, della sua espansione compiacendosi della gran parte che in essa hanno gli Italiani.

VOLTERRA. Visita del Rettor Maggiore D. Rinaldi.

Giovedì 14 aprile alle 16,30 giungeva a Volterra il Rev.mo D. Filippo Rinaldi, il 3° successore del Venerabile Don Bosco. Lo ricevettero alla stazione S. Eccellenza Mons. Vescovo, il Presidente della Giunta Diocesana Marchese Matteucci e il Sig. Giulio Bartolini Presidente Federale della Gioventù Cattolica. Dinanzi al cancello del Vescovado si era riunita una discreta folla e nel cortile, tutto parato a festoni e bandiere, erano schierate le Suore di carità con le piccole ricoverate e una larga rappresentanza del Seminario, che ebbero la primizia delle sue amabili e paterne parole.

Nel Salone dell'Episcopio ricevette subito l'omaggio del Rev.mo Capitolo e dell'Istituto delle Sorelle dei Poveri che cantarono in segno di giubilo l'inno a D. Bosco.

Poco appresso in compagnia dell'Eccellentissimo Mons. Vescovo usciva a visitar la città. Il giorno dopo, festa dei sette dolori di Maria SS. celebrò la santa Messa nella Cappella dedicata alla Madonna Addolorata annessa alla Cattedrale con assistenza di una vera folla di popolo che la gremiva letteralmente.

Distribuita la S. Comunione ai Seminaristi e a numerosi fedeli, disse commoventi parole di circostanza intrattenendosi particolarmente sul dovere che abbiamo di apprendere da Maria SS. com'è che si deve soffrire, chè soffrire si deve un po' tutti.

Nella mattinata ebbe agio di ricevere molte visite. S. Ecc. ebbe poi il delicato pensiero di onorare il gradito ospite, già suo Superiore, con un pranzo intimo a cui presero parte anche il Sig. Podestà Cav. Colonnello Carraro col suo Segretario, il Marchese Matteucci, il Signor Bartolini, e i Rev.mi Canonici Valori e Marmugi Direttori Diocesani dei Cooperatori Salesiani.

Dopo appena 24 ore di permanenza, Egli ripartiva per la sua Torino, ove lo attendevano .ansiosi tanti suoi figli, ai quali portava la benedizione speciale del Papa, ammiratore entusiasta del Venerabile D. Bosco, delle cui virtù poco tempo fa tesseva il più alto e più significativo elogio.

E quelli che ebbero la fortuna di avvicinare il Rev.mo D. Rinaldi in questa sua apparizione fugace e rapida, sono rimasti con nell'animo la dolce e soave illusione di avere avvicinato lo stesso D. Bosco!

NIZZA MONFERRATO.

Il Direttore Gen. delle Scuole Salesiane ha commemorato Aporti.

Nel salone dell'Istituto Magistrale Femminile Parificato, Nostra Signora delle Grazie, ebbe luogo ai primi di maggio una seconda conferenza su Ferrante Aporti, la commemorazione centenaria del quale venne disposta da S. Ecc. il Ministro della P. I.

Conferenziere il Rev. sig. Sac. dott. Bartolomeo Fascie, Direttore Generale degli studi e delle Scuole Salesiane. Con la sobrietà e sicurezza proprie di chi sa largamente e conosce a fondo il suo tema, l'insigne oratore, figlio del Ven. Don Bosco, presentò la figura dell'Aporti nella sua giusta e piena luce. Rievocò l'età in cui visse, età tumultuosa per le vicende politiche e guerresche; età di pensiero nonchè di azione; età che diede, artisti e scienziati, quali un Manzoni ed un Volta; e dall'inquadramento storico fece emergere spiccata la fisionomia dell'educatore e chiaro il pensiero che informò e diresse l'opera sua.

Non è possibile riassumere in breve spazio la conferenza poderosa di concetto e viva di sentimento vigoroso. Nella parola dell'illustre conferenziere, Superiore Salesiano, vibrava l'anima dell'educatore secondo il cuore di Dio, ed era la forza di quella sapienza e di quell'arte delle quali solo larghi studi e ricca sapienza di fatto dànno pieno possesso.

ESTE.

Violento incendio nell'Istituto Salesiano „ Manfredini ".

(Dal Foglietto locale)

All'alba del giorno 11 aprile, un terribile incendio, sviluppatosi nei locali del Noviziato in seguito alla combustione della conduttura della « Termos » dei bagni, ha distrutto l'ala destra del fabbricato adibita ai novizi. I danni sono ingenti, ma fortunatamente l'incendio potè essere domato prima che fosse investita l'abitazione delle Suore e la parte centrale del Collegio. Il contegno ammirevole degli allievi ha riscosso il plauso fervido di tutta la stampa che s'occupò del grave fatto.

Prendiamo l'occasione per ringraziare tutte le Autorità del loro interessamento e favore, gli amici del conforto che ci hanno recato in un'ora di tanta tristezza, quelli che ci vennero in soccorso e in modo speciale i Pompieri di Este e di Padova, i Militi della Milizia Nazio nale, i RR. Carabinieri, gli abitanti dei dintorni, che con slancio esposero anche la loro vita a serio pericolo.

ALESSANDRIA D'EGITTO.

Il R. Console Generale, Conte Della Croce di Dojola, ha inviato alla Direzione del R. Istituto Don Bosco la seguente lusinghiera lettera che molto volentieri riproduciamo:

Alessandria, 24 Marzo 1927. «Signor Direttore,

» Mi è grato comunicarle che S. E. il Capo del Governo, accogliendo le proposte della Commissione giudicatrice della Gara indetta con circolare N. 18 del 23 Febbraio 1926, ha assegnato il diploma di merito con medaglia d'argento al Sig. Edoardo Simonoff, alunno della quarta classe di scuole medie inferiori in codesto R. Istituto.

» Nel pregarla di partecipare quanto precede all'interessato, esprimo a Lei ed a tutto il personale insegnante le vive congratulazioni di S. E. il Cavaliere Mussolini nonchè la mia personale soddisfazione, di cui Ella vorrà rendersi interprete presso il giovane premiato.

Con distinta considerazione.

»G. Della Croce».

MONTEVIDEO. L'aviatore De Pinedo fra i Salesiani del Collegio " Don Bosco".

Non ostante la strettezza del tempo ed il sopraccarico dei festeggiamenti ufficiali, il nostro eroico aviatore seppe trovare una mezz'ora per i Salesiani.

Venne accolto al Collegio « Don Bosco » nel pomeriggio del 14 di marzo u. s. dall'Eccellentissimo Mons. Arcivescovo di Montevideo, dall'Ispettore Salesiano e da una moltitudine di giovani desiderosi di conoscere il « re dell'aria ».

Erano pure accorse le allieve del prossimo Collegio delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Dopo il suono della Marcia Reale, l'Ispettore, Don Riccardo Pittini, gli rivolse un caldo saluto.

Ne riproduciamo alcune frasi.

Benvenuto, Signor Colonnello, in questa ed in tutte le Case di Don Bosco!

Siano esse tutte come casa vostra.

Guardatevi d'intorno. Mille occhi, mille cuori giovanili palpitano più che d'ammirazione, di affetto per voi, aereo messaggero, personificazione eccelsa di una Patria tanto più cara quanto più remota.

Don Bosco fu, e lo è nei suoi figli, un conquistatore instancabile dello spazio, per illuminarlo tutto cogli splendori della fede e della civiltà.

Egli, l'umile sacerdote piemontese, da oltre mezzo secolo, quando la sua opera era ancora in germe, ebbe uno dei suoi misteriosi sogni profetici. E gli parve di varcare tutta l'America del Sud, dalla Colombia allo Stretto di Magellano.

Orbene: sulla rotta dei grandi fiumi che inizierete domattina; sul Parane, sul Paraguay, sulle Amazzoni, sull'Orenoco; disseminata su tutta l'ampiezza delle tre Americhe, apparirà al vostro sguardo l'opera del sognatore, in pieno fermento di vita.

Noi vorremmo consegnare al vostro cuore un messaggio d'affetto, perchè lo lasciaste cadere sui nostri fratelli missionari che dalla profondità delle foreste, vedendovi trasvolare, vi additeranno ai selvaggi attoniti come l'annunziatore, l'araldo d'Italia.

De Pinedo con voce tremante di commozione promise che, percorrendo le vie del cielo, si sarebbe unito spiritualmente ai forti e silenziosi pionieri di civiltà che sono i missionari di Don Bosco, e che, tornato a Roma, avrebbe ricordato la loro opera al patrio Governo.

Ricevette pure commosso tre piccole medaglie d'oro della Vergine Ausiliatrice una per sè, le altre per i due compagni dell'arrischiato volo.

E si dipartì tra gli evviva e gli applausi della folla.

S. FRANCISCO (California).

Allentati dinamitardi contro la Chiesa italiana dei SS. Pietro e Paolo.

Scrive il «Messaggero di D. Bosco » - Aprile 1927

La mattina di domenica, 6 marzo, alle ore 4,15, per la 5a volta, nello spazio di 13 mesi, la nostra chiesa italiana dei SS. Pietro e Paolo, in Filbert Street, è stata oggetto di un attentato dinamitardo, che, questa volta, non solo non ha avuto effetto, grazie alle rigide cautele che aveva preso la polizia di S. Francisco, ma s'è risolto nella uccisione di uno dei perpetratori dell'attentato e del ferimento ed arresto dell'altro. Aggiungiamo a nostra particolare soddisfazione che nessuno dei due criminali è italiano.

Il tanto atteso epilogo delle famose bombe si è svolto in modo tragico, fulmineo, quasi misterioso. La impressione da esso destata nella colonia, in città, nello Stato, è stata immensa, la soddisfazione che il colpevole o i colpevoli erano stati finalmente assicurati alla giustizia fu generale, il plauso allo splendido lavoro compito dalla polizia fu unanime. L'uomo che fu chiamato al tribunale di Dio mentre cercava di sfregiare il suo tempio rendeva a prezzo di sangue e quasi nello stesso tempo soddisfazione a due giustizie, divina e umana, e mostrava a tutti la verità del gran proverbio: « Dio non paga il sabato ».

NECROLOGIO

Dott. Cav. Uff. Francesco Brunelli.

Spirò serenamento in Faenza l'ultimo giorno dello scorso anno, lasciando di sè il più caro ricordo in quanti lo conobbero e da lui furono beneficati. Non dimenticò mai le Opere di Don Bosco, che appoggiò costantemente animato dal vero spirito di un buon Cooperatore salesiano. Alla desolata vedova, al fratello Don Luigi, salesiano, e ai parenti tutti le più vive condoglianze.

Don Secondo Fiocchi.

Ex alunno dell'Oratorio di Torino, fu per molti anni zelante Prevosto di Albuzzano (Pavia). Vi morì poverissimo, dopo essere vissuto prodigandosi in opere di carità. Nella sua beneficenza non dimenticò i Salesiani ai quali si dimostrò costantemente riconoscente per il bene ricevuto nella casa Madre di Torino.

Don Emilio Battista.

Arciprete di Civitanova del Sannio, vi spirava santamente il 17 febbraio scorso, nella veneranda età di 92 anni e 7 mesi.

Per oltre mezzo secolo egli fu il padre buono e il pastore amato del popolo, che ammirava in lui le più rare doti ed elette virtù. Fu un vero modello di Cooperatore salesiano secondo lo spirito e il cuore di Don Bosco.

Zampieri Don Giuseppe.

Questo nostro zelante Cooperatore ed amico rese la sua bell'anima a Dio il 19 gennaio u. s. a San Giovanni Lupatoto, ove si era ritirato per prepararsi ad una santa morte.

Degli 83 anni di sua esistenza ben 45 li passò a Buttapietra Parroco e pastore amantissimo del suo gregge, pel cui bene consacrò tutte le cure del suo cuore paterno.

Lo raccomandiamo vivamente alle preghiere dei nostri Cooperatori.

Mons. Emilio Lombardi.

Consigliere dell'Opera Nazionale Bonomelli per la protezione degli emigranti all'estero, morì in Cremona il 7 gennaio u. s. per affezione di cancro allo stomaco. Era stato parroco di Sant'Agostino di Cremona, ove col suo carattere gioviale e buono aveva potuto operare un gran bene; ma il compianto Mons. Bonomelli lo chiamò a sè come suo segretario particolare e fu scelta felicissima poichè egli fu come il filo materiale necessario per mantenere legato il vescovo con tutte quelle relazioni personali che il suo apostolato di italianità gli procurava.

Fu anche cappellano di bordo della regia nave « Italia» durante la crociera nell'America Latina ove ebbe modo di visitare varii nostri istituti manifestando tutta la sua simpatia per le opere del Ven. Don Bosco di cui era fervente ammiratore.

Chiuse la sua esistenza con un'opera di carità fondando un istituto per i bambini ciechi ove contava di passare anni di riposo e di pace.

I nostri Cooperatori siano larghi di suffragi verso l'anima del compianto Monsignore.

Giovanni Maria Cossu

Ingegnere industriale-elettrotecnico.

Si spense serenamente, dopo gravissime sofferenze, in Genova, il 14 marzo u. s. a soli 37 anni di età.

Animo nobile e generoso, a un ingegno eletto univa volontà forte e costante, fermezza di carattere temprato dalla fede, tratto squisitamente gentile.

Alla Patria terrena diede gli anni suoi più belli. Fu promosso capitano per merito di guerra e decorato al merito ed al valore.

Visse più per gli altri che per sè, schivo di onori e di clamori mondani, ricercando unicamente nella fede cristiana, nella nobiltà dei suoi sentimenti, nella bontà per tutti la gloria che non perisce.

Affezionatissimo all'Opera Salesiana, concorreva, secondo le sue forze, con la preghiera e con la beneficenza.

Ai parenti tutti, e in particolare al fratello Sac. Salesiano Dott. Pietro, sincere condoglianze e promessa di preghiere.

Mons. Giacomo Lombardi

Prevosto di Chiari.

Fu zelante Condirettore Diocesano dei Cooperatori Salesiani. Passò improvvisamente all'eternità l'8 febbraio scorso.

Fu sacerdote e Parroco esemplare: pio, zelante, animato di viva fede e di vero spirito sacerdotale consacrò tutta la sua vita alla gloria di Dio ed al bene delle anime. Pel Ven. Don Bosco ebbe sempre un affetto figliale e pochi giorni prima di morire, al Direttore del nostro collegio di Chiari, manifestava tutta la sua gioia per essere riuscito ad avere i Salesiani nella sua giurisdizione parrocchiale.

Ai suoi funerali intervennero in massa il popolo, le autorità e tutto il personale della nostra casa di Chiari.

Iddio conceda una degna ricompensa all'anima sua benedetta e susciti altri sacerdoti che gli rassomiglino.

Preghiamo anche per:

ASTOLFI Antonia, † Sarone (Udine).

BADINI Angiolo Antonio, † Lozzolo (Vercelli). BATTISTA D. Emilio, † Civitanova Sannio. BERGIA Teol. Can. Carlo, † Cuneo. BERSANINO Cav. Giuseppe, † Torino. BOANO Benedetto, † Govone (Cuneo). Bosco C.ssa Clotilde di RuFFINO, † Torino. Bovio Giuseppe, † Bellinzago (Novara). CASTAGNETTO Ermenegilda, † Torino. CORBELLA Giuseppina, † Borgosesia (Novara). DADDA Maria CATTANEO, † Terno d'Isola. DELPIANO Virgilio, † Zumaglia (Novara). DILAGHI Angela Ved. BRUSCHI, † Firenze. DONINI Massimina, † Desco (Sondrio). FAGNANO Lorenzo, † Ancona.

FENOGLIO Giuseppina, † Mombarcaro (Cuneo). FERRARIS Angela, † Mollere di Ceva (Cuneo). FERRERO Giovanna cheda, † Tonco (Aless.). FIORENZA Salvatore, † Centuripe (Catania). FUGAZZA Carmela, † S. Maria della Versa. GALBIATI Angela, † Chiari (Brescia). GASPAROLO Celeste, † Genova. GIRAUDO Don Carlo, † Aisone (Cuneo). GHIRARDI Dott. Giuseppe, † Arsiè (Belluno). GROSSI Gino, † Sondalo (Sondrio). IONico Alessandro, † Castions di Strada. LAVEZZARI Emilio, † Saronno (Milano). LOTTI Virginia ALBERICI, † Modena. MALAVOLTA Infantino, † Roma. MASANTE Angela Ved. CAPELLO, † Torino. MIGNONE Prof. Giuseppe, † Asti (Aless.). MINIATI Camilla, † Perugia. MIRACOLOSA Concetto, f Frazzanò (Messina). MORELLO Antonia, † S. Vittoria d'Alba (Cuneo). NERVO Elisa, † Montecchio Magg. (Vicenza) Nucci Carmela, † Collelengo (Perugia). PAPA Maria, † Frazzanò (Messina). PARODI Rosa, † Sampierdarena-Genova. PASTORINO Domenico, † Carpaneto d'Acqui. PERONA Teresa Ved. PERINO, † Ciriè (Torino). PEAGNO Cav. Ignazio, † Caluso (Torino). Picco D. Antonio, † Piasco (Cuneo). POLI Celestino, † Bondo (Bergamo). Pozzi Lodovico, † S. Salvatore Monf. (Aless.). RINALDINI D. Domenico, Parroco, † Cassia. SALET Antonio, † Guarany (Brasile). SCALVINI Antonio, † Bagolino (Brescia). STRINA Orsola, † Livorno-Ferraris (Vercelli). TORZOGNI Erminia Ved. LAZZARINI, † Bergamo. TREVES Attilio.

TRuzzi Martina, † Desenzano (Brescia). VERONESE Antonio, † (Ca Labra) Cavarzere.