BS 1920s|1923|Bollettino Salesiano Luglio 1923

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

ANNO XLVII.   TORINO, LUGLIO 1923   NUMERO 7.

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: VIA COTTOLENGO, 32 - TORINO (9)

SOMMARIO: Per la consacrazione del Santuario di Gesù Adolescente a Nazareth. - II° Congresso Salesiano del Sacro Cuore. - Giornate di preghiere per le vocazioni sacerdotali. - Il S. Padre e la scoperta del Sepolcro di S. Stefano. - Il giorno della riconoscenza. - L'anima di S. Francesco di Sales. - Missioni Salesiane: Dalle lettere dei nostri. - Lo spirito educativo di D. Bosco nell'Orfanotrofio di Macao (Cina). - In memoria di Mons. Fagnano. - Una visita alle Colonie Indigene dei Bororos. - Una settimana in missione tra i Bhoi dell'Assam. - Le meraviglie di Maria Ausiliatrice: Echi della festa titolare. - Omaggio Internazionale a Gesù Adolescente. - Azione salesiana: Varie.

PER UNA DATA SOLENNE

la consacrazione del Santuario di Gesù Adolescente a Nazareth

Un avvenimento di particolare importanza rallegrerà prossimamente la famiglia salesiana, ed aprirà una sorgente di benedizioni alla gioventù di tutto il momdo.

Il 5 settembre p. v., nel paese di Gesù, e precisamente a Nazareth, dov'Egli visse gli anni dell'adolescenza, verrà consacrato solennemente al suo nome e al suo culto un grandioso ed artistico Tempio, eretto presso l'Orfanotrofio Salesiano.

Compirà il sacro rito S. E. R. Mons. Baudrillart, Vescovo titolare d'Imeria, Rettore dell'Università Cattolica di Parigi. A cura del Can. Caron di Versailles, che fu propugnatore indefesso e promotore del nuovo Santuario, si recherà a Nazareth un eletto pellegrinaggio giovanile e vi si troverà anche il nostro Rettor Maggiore, o un suo speciale Rappresentante, per implorare ai Salesiani, alle Figlie di Maria Ausiliatrice e ai Cooperatori, la grazia di educare la gioventù secondo le semplici ma santissime norme, che il Ven. Don Bosco lasciò come eredità ai suoi figli, attinte dall'Esemplare Divino.

Una data, così espressiva e solenne, non può e non deve passar inosservata. « Se volete bene ai giovani - scriveva il sig. Don Rinaldi ai Cooperatori nella lettera-programma del 1° gennaio u. s. - se vi è veramente cara la loro riuscita, dovete amarli come li ha amati Don Bosco ed accendere in essi l'amore alla frequente Comunione, perchè, solo mettendoli a frequente contatto con Gesù Cristo e innamorandoli di Lui, darete loro la forza per superare i gravi pericoli, che li insidiano nell'età inesperta. Conduciamoli e stringiamoli adunque a Gesù Cristo! »

Perchè questo contatto divino abbia a tornar più caro ai nostri giovani e ad essere maggiormente praticato, i Direttori delle singole Case Salesiane si valgano, opportunamente, di così propizia occasione. È lasciata a ciascun di loro ampia facoltà di opportune iniziative, ma tutti:

I) Con opportuni riflessi intrattengano più volte gli alunni sull'adolescenza di Gesù e sull'imminente consacrazione del nuovo Tempio di Nazareth.

II) La 1a domenica di settembre ricordino che il sacro rito si compirà il giorno 5, cioè il mercoledì seguente, perchè ciascuno vi sia presente in ispirito (1);

III) Procurino che la domenica dopo, 9 settembre, abbian tutti ad accostarsi devotamente ai SS. Sacramenti: e, con apposita cerimonia, siano consacrati all'Adolescente divino.

Nello stesso giorno il rev.mo sig. Don Rinaldo, o il suo Rappresentante, circondato dai nostri orfanelli di Nazareth e dai rappresentanti degli altri Orfanotrofi Salesiani della Palestina, compirà eguale cerimonia nel nuovo Tempio per consacrare a Gesù Adolescente tutti quanti i giovani che sono e saranno nelle Case salesiane e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, o sotto la vigilanza dei Cooperatori, affinchè tutti siano particolarmente benedetti negli anni, da cui dipende, in gran parte, la felicità loro temporale ed eterna.

Il presente Comunicato, rivolto ai Cooperatori di tutto il mondo a mezzo delle varie edizioni del Bollettino Salesiano, è raccomandato, per una pubblicità maggiore, alla stampa cattolica, affinchè quanti zelano il programma della Cooperazione Salesiana possano adoperarsi a tempo per circondare la consacrazione del nuovo Tempio di Nazareth di ampie e solenni adesioni giovanili.

(1) I direttori delle Case Salesiane d'Europa potranno farlo con apposita circolare ai singoli allievi in vacanza presso le famiglie.

II° Congresso Salesiano del S. Cuore.

Si svolse a Bahia Bianca, sotto la presidenza effettiva del rev.do Don Luigi Pedemonte, ispettore delle missioni salesiane del Sud Argentino, negli ultimi giorni festivi di maggio e nei primi di giugno.

Preceduto da un divoto pellegrinaggio al Santuario di Maria Ausiliatrice di Fortin Mercedes, s'inaugurò la mattina del 24 maggio con la commovente funzione di numerose prime comunioni.

Per ogni categoria di congressisti, giovani, uomini e donne, si fissarono apposite giornate, che si iniziarono tutte con una comunione generale e la consacrazione al Sacro Cuore, e proseguirono nel pomeriggio con assemblee generali per lo svolgimento e la discussione degli argomenti.

I temi svolti furono i seguenti:

I° - Sinite parvulos! Istruzione religiosa e educazione cristiana della gioventù (Catechismi, Oratori festivi, Compagnie religiose, Circoli giovanili, ecc.)

II° - La madre nella famiglia - I pericoli della fanciulla nel mondo - L'affetto della famiglia - Devozione pratica al S. Cuore di Gesù - Associazioni delle madri di famiglia.

III° - Venite ad me omnes! Gesù nella famiglia e nella società - La famiglia senza Dio - Dio deve tornare nella società - Associazioni dei padri di famiglia.

IV° - Messis quidem multa! Il sacerdote e l'opera delle vocazioni ecclesiastiche - Il sacerdote nella ricostruzione sociale - Le missioni.

V° - Le promesse del Sacro Cuore di Gesù.

Una solenne processione eucaristica coronò le deliberazioni.

Al Congresso, confortato da una particolare benedizione del Santo Padre, inviarono adesioni l'E.mo Card. Cagliero, il Nunzio Apostolico in Argentina, l'Episcopato dell'Argentina, del Cile, dell'Uruguay, del Paraguay, vari Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi d'Italia, parecchi Ordini religiosi, e il nostro Rettor Maggiore D. Rinaldi.

Giornate di preghiere per le Vocazioni Sacerdotali

Sua Eminenza Rev.ma il sig. Card. Basilio Pompili, Vescovo di Velletri e Vicario Generale di Sua Santità, diramava, in data 17 giugno u. s., il seguente invito sacro:

In una Lettera venerata, che si è degnato testè inviarci, l'Augusto Pontefice manifesta ancora una volta le sue preoccupazioni per il numero esiguo di coloro che aspirano al sacerdozio, ed invita i fedeli a rivolgersi al Cuore dolcissimo di Gesù Cristo, del quale ci venne, come da sorgente, il dono inestimabile del sacerdozio.

Il Santo Padre vuole che la nostra città di Roma, la quale, unica al mondo, ha la gloria di avere a suo Pastore immediato lo stesso Vicario di Gesù Cristo, sia esempio luminoso a tutte le altre diocesi d'Italia in questa nobile gara di preghiere.

Come potremo, o fedeli dilettissimi, non condividere anche noi le sollecitudini del Padre comune?

Poichè Dio ha voluto scegliere tra gli uomini i dispensatori dei suoi divini misteri, e per loro mezzo continuare nel mondo l'opera della redenzione, ognuno comprende quanto importino alla vita della Chiesa e alla salvezza dei popoli le vocazioni sacerdotali.

Dovunque si domandano sacerdoti santi ed istruiti: sacerdoti per le campagne, sacerdoti per il ministero parrocchiale, sacerdoti per tutte le opere buone; ma spetta, in gran parte, ai fedeli di procurarli, sia donando i proprii figli al Signore, sia fornendo i mezzi per la loro educazione, sia moltiplicando le loro preghiere al padrone della messe, che mandi operai alla sua messe (Matteo, IX, 38). Seminate e raccoglierete!

Noi scegliamo di proposito questa parola seminate, perchè si tratta della causa santa dei nostri Seminari, i quali contengono, secondo una felice espressione, tutta la speranza della messe: spes messis in semine.

Seminate molto e molto raccoglierete; e allora quei campi, che già gloriosi sudori di santi sacerdoti hanno fecondati, non più deserti, esulteranno per la venuta dei nuovi operai degni dei loro padri: pro patribus tuis nati sunt tibi filii (Salmo XLIV, 17).

Accogliendo, dunque, con entusiasmo la parola del Santo Padre, noi ci stringeremo intorno all'altare imploranti dal Sacro Cuore di Gesù grazie così urgenti e preziose.

E qui l'Eminentissimo passa a indicare le preghiere che intende sieno fatte in tutte le chiese di Roma al santissimo scopo, e conchiude:

Al trono del suo Figlio presenti Maria le nostre preghiere: noi, in questa occasione, la invocheremo più fiduciosi, con quelle parole medesime che la liturgia ci fa dire in tutte le feste di Lei: Sancta Maria, interveni pro clero!

Non si potrebbero indire dappertutto identiche Giornate di preghiere a cura dei nostri Cooperatori?

Il S. Padre e la scoperta del Sepolcro di S. Stefano.

La prossima Mostra Missionaria Vaticana.

Ricordano i lettori l'annunzio, da noi dato nel dicembre u. s., della scoperta del Sepolcro di S. Stefano? Era doveroso illustrare questo fatto, che interessa quanti amano la storia ecclesiastica in generale e quella del Paese di Gesù in particolare, dove ogni colle, ogni valle, e quasi ogni zolla, hanno un ricordo. E l'illustrazione della nuova scoperta è cominciata.

Il nostro confratello Don Giovanni Fergnani, prima di partire per la Missione dell'Assam, trovandosi a Beitgemal, scriveva una piccola monografia, venuta or ora alla luce, allo scopo di porre in rilievo le prove dell'autenticità della scoperta, quali emergono dalla nota Lettera di Luciano, prete di Cafargamala (1). E, a dir vero, son tanti e così caratteristici i dati di questa Lettera e rispondono così fedelmente alla scoperta, che mentre elevano questa al di sopra d'ogni dubbio, dànno al documento stesso così splendida nota d'autenticità, che non si può non conchiudere: « Anche se la Lettera di Luciano non fosse autentica, non si potrebbe mai negare che essa fu scritta sul sepolcro tornato or ora alla luce ».

Anche il celebre palestinologo P. Maurizio Gisler, Benedettino, il quale sta ultimando un prezioso lavoro tecnico sulla scoperta, ha pubblicato un piccolo opuscolo, riccamente illustrato, intitolato: « KA0APPAMALA »: il Sepolcro di S. Stefano Protomartire e dei santi Nicodemo, Gamaliele e Abibone, ritrovato a Beitgemal (Palestina) dai Salesiani del Ven. Don Bosco (2). La prima copia di questo lavoro, insieme con l'opuscoletto di D. Fergnani, venne presentata al S. Padre il 2 giugno u. s., per mano del missionario Don Alfredo Sacchetti, dell'Orfanotrofio Salesiano di Beitgemal, zelante propagatore della scoperta. Il Santo Padre accolse il presente con vivo interesse, e con tanta bontà intrattenne il nostro confratello anche sull'argomento delle Missioni tra i Mussulmani e della prossima Mostra Missionaria Vaticana, che crediamo abbia a tornar gradito ai nostri lettori il racconto che ce ne fece lo stesso Don Sacchetti:

- Beatissimo Padre, vengo dalla Palestina, dall'Istituto salesiano di Beitgemal, dove, sotto la guida del Padre Benedettino Maurizio Gisler, i Salesiani hanno avuto la fortuna di ritrovare il primitivo sepolcro di Santo Stefano Protomartire, e di S. Gamaliele, S. Nicodemo ed Abibone, e importanti resti della chiesa bizantina che vi fu costrutta sopra, dopo l'invenzione dei Santi Corpi nel 415. Presento a V. Santità il piano degli scavi eseguiti ed uno studio preliminare dello stesso P. Gisler.

- Bene, grazie, rispose il S. Padre, avevo già notizia di questa vostra scoperta; - e, dopo aver osservato tutto, chiedendo spiegazione di alcuni particolari, soggiunse: - Mi rallegro: è un lavoretto di propaganda che va bene assai, ma ora è necessario presentare quanto prima alla S. Sede un altro lavoro, di indole più strettamente tecnica, come si usa in questi casi.

- Santo Padre, risposi, credo che il P. Gisler terminerà ben presto anche questo lavoro, i cui materiali stava coordinando alla mia partenza.

- Benissimo, conosco il Gisler, che è uomo di gran valore in questa materia; siete davvero in buone mani.

- Beatissimo Padre, ripresi, ho qui una supplica per una Pia opera in onore di S. Stefano che avrebbe per scopo la ricostruzione dell'antico Santuario, ed una maggiore estensione dell'azione salesiana in Palestina; ed il nostro Rettor Maggiore Don Rinaldi mi incarica di dire a V. Santità che in omaggio ai desideri espressi da V. Santità nell'ultima udienza concessagli, disporrà che la nostra azione si estenda anche ai mussulmani, colla creazione di sezioni speciali con opere di assistenza per essi, mercè anche il concorso delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Il Santo Padre si compiacque assai e: - Bene, disse, mi occuperò volentieri della domanda; bisogna proprio cercare di far opera di penetrazione fra i mussulmani con tutti i mezzi che l'operosità salesiana saprà inspirarvi. Si parla tanto dell'impenetrabilità dell'anima mussulmana, ma io credo che se si cercasse di avvicinarla con vera carità cristiana, studiandone più a fondo il patrimonio intellettuale e spirituale, si eliminerebbero molte prevenzioni e si allargherebbe la cerchia di quella simpatia verso la Chiesa, della quale si hanno prove non dubbie.

- Beatissimo Padre, risposi, il nostro Rettor Maggiore sarà ben felice di seguire fedelmente, anche in questo, le direttive di V. Santità.

E qui il S. Padre benevolmente mi disse:

- Mi preme assai di far sapere ai vostri Superiori, che io desidero che i Salesiani si facciano onore nell'esposizione missionaria che si farà qui in Vaticano nel 1925. Ricordo che il vostro Fondatore Don Bosco, che io conobbi ed avvicinai più volte, un giorno in cui mi congratulavo con lui per i progressi delle sue scuole di arti e mestieri, specialmente nell'arte tipografica, mi rispose sorridendo: « Don Bosco vorrebbe star sempre all'avanguardia! ». Voi, quindi, seguite le sue orme, ed in questa circostanza dell'Esposizione Vaticana procurate di far conoscere la vostra attività missionaria, così vasta nelle sue manifestazioni.

A questo punto, sfogliando la monografia di P. Gisler ed osservando le imponenti rovine del monastero di S. Paolo (Nebi Boulos), vicino a Beitgemal, soggiunse: - Voi di Palestina, fra l'altro, curate di conservare alla Chiesa quei luoghi e monumenti che hanno per noi un particolare interesse.

Inginocchiatomi ai piedi del S. Padre, Lo pregai di una Benedizione al nostro Rettore Maggiore, e ai Salesiani e loro allievi di Palestina.

(1) CAFARGAMALA: Monografia e prove dell'autenticità della Scoperta del Sepolcro di S. Stefano. Torino, Scuola Tipografica Salesiana 1923.

(2) B. Kuhlen, Typogr. Apost., M. Gladbach. - L'incisione, posta a capo pagina, rappresenta appunto l'Orfanotrofio di Beitgemal.

La festa della riconoscenza.

Celebratasi il 23-24 giugno, sacro per noi « ai trionfi dell'amore e della riconoscenza », raccolse attorno il sig. Don Rinaldi, « erede delle opere e dello spirito del Ven. Don Giovanni Bosco », l'intera Famiglia Salesiana.

Al solenne omaggio, offerto la sera del 23, quanti presero la parola, ebbero tutti per il buon Padre le più vive e cordiali espressioni di riconoscenza, e per la dignità che riveste e per le personali virtù, che ricopiano tanto della dolce paternità di Don Bosco.

A nome dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice parlò, coi più grande affetto, il prof. Don Bartolomeo Fascie, Direttore Generale degli Studi e delle Scuole Salesiane. Il comm. ing. Stefano Riccadonna portò il saluto dei Cooperatori e delle Cooperatrici, e l'avv. cav. Felice Masera il saluto degli ex-allievi, che gli offersero un suo grande ritratto ad olio, egregio lavoro del pittore Mario Bedeschi. Anche gli alunni studenti e delle scuole professionali ed agricole, gli orfani di guerra e i giovani degli Oratori festivi, andarono a gara nell'attestargli la loro devozione. I soci del Circolo Auxilium vi associarono l'offerta di un primo fondo per una borsa di studio a favore dell'Istituto Card. Cagliero per le Missioni Estere Salesiane.

Don Trione presentò altri doni.

Il sig. D. Rinaldi, dopo aver umilmente dichiarato che l'omaggio era totalmente dovuto a Don Bosco, e sempre vivo nell'Opera sua », ebbe un grazie affettuoso per tutti, specie per gli allievi, cui invitò, insieme con i superiori, a deporre, la mattina seguente, il cuore sull'altare, perchè il reciproco affetto, benedetto dal Signore, abbia a produrre frutti santi e duraturi.

La sera del 24 fu particolarmente consacrata alla soavissima memoria del nostro Venerabile Fondatore, con una conferenza su « L'Opera di Don Bosco nell'Estremo Oriente », detta dal nostro dott. Don Sante Garelli. Con dati storici e belle e numerose proiezioni luminose, il giovane missionario mostrò, come sia suonata l'ora della evangelizzazione dei 400.000.000 di abitanti della Cina, e la parte che debbono avervi i Figli di Don Bosco.

In fine il signor Don Rinaldi, fatto. segno ad entusiastiche acclamazioni, disse venuto il tempo in cui si avvia al compimento ciò che il Ven. Don Bosco preannunziò circa lo sviluppo delle Missioni Salesiane, le quali, l'anno venturo, avranno un nuovo manipolo di evangelici operai a Shang-hai, e nel 1925 un nuovo vastissimo campo nel Giappone. La notizia venne accolta con indicibile entusiasmo; e il venerato Superiore se ne valse per esortare i giovani a prepararsi all'apostolato, i Cooperatori a raddoppiare la loro carità, e tutti a sostenere l'Opera delle Missioni con speciali preghiere.

C'era, in vero viva nell'animo dei presenti, dopo la conferenza di Don Garelli e le parole del sig. D. Rinaldi, la visione tracciata dal venerando prof. Don Francesca nell'Inno della festa, che, musicato dal maestro cav. Dogliani, fu cantato ambedue le sere:

« Son turbe di Popoli -- diverse di liti - di mente, di foggia, - di lingue, di riti, - che attendon fameliche - la santa Parola, - qui appresa alla scuola - di Pace e d'amor ».

E viva, da ogni cuore, si elevò ancor una volta la preghiera alla Vergine, con cui il poeta chiude la splendida ode, nella quale, dopo aver accennato all'opera svolta da S Filippo in Roma e dal Ven. Don Bosco in Torino, inneggia affettuosissimamente all'apostolato di Chi ha il nome di Filippo e il cuore di Don Bosco:

« Oh! a lungo, gran Vergine, - conserva tra noi - Chi al vivo ricopia i gemini eroi: - disperdi ogni nuvola - dal capo diletto: - del nobile petto adempi l'ardor ».

L'anima di San Francesco di Sales (1)

Prudenza.

La sua prudenza poteva dirsi veramente divina. Credo non siasi mai visto un uomo più di lui circospetto ed accorto in tutte le parole e in tutte le azioni; ogni cosa faceva saggiamente e posatamente, nulla con leggerezza. Tal modo di condursi veniva considerato come effetto della sua intelligenza, che a detta d'ognuno, era veramente una delle più vaste, solide e chiaroveggenti del suo tempo, adattabile ad ogni sorta d'occupazioni. Parlava con profonda saggezza, e le sue parole erano tanto efficaci che lasciavano sempre soddisfatti i suoi interlocutori; mai si lasciava trasportare a repliche vivaci, e neppure contrastava al male, se non dopo matura riflessione, dicendo, che, nell'opporsi agli errori, non bisogna commetterne altri.

Eppure odiava la prudenza del mondo... Mi scriveva un giorno: « Non mi lascerà mai sfuggire di niente, con l'aiuto di Dio, questa massima: che non bisogna assolutamente vivere secondo la prudenza ,umana, ma piuttosto secondo la fede del Vangelo, poichè la prudenza umana è una sciocchezza »...

Giustizia.

Era giusto verso Dio... attribuendogli l'onore d'ogni cosa e non attribuendo nulla a sè stesso, e mostrandoglisi riconoscente per tutti i benefici ricevuti... Parlava sempre di Dio, dei Santi, e delle cose sacre, con tale rispetto e con tanta devozione, da mostrare chiaramente quanto fosse grande la riverenza, la pietà e l'amore che sentiva per la Divinità... Non voleva neppure che si dicesse « fa troppo freddo, o troppo caldo » o simili, sembrandogli che con ciò si movesse quasi un appunto alla Divina Provvidenza.

Professava devozione a tutti i Santi;... e sommo rispetto alla S. Sede, al Papa, ai Cardinali, ai Vescovi, a tutti i Ministri della Chiesa... e a tutti i Religiosi, che amava e serviva, senza però mai testimoniare alcuna parzialità nei propri affetti... Certo è ch'egli prodigò al prossimo suo e specialmente alle sue care pecorelle, tutta l'assistenza possibile, sia spirituale che temporale, così da essere un vivo esempio di virtù e di santità fra gli Ecclesiastici. Quanto può dirsi sulla sua giustizia, rimane sempre men che nulla in confronto di quanto abbiamo visto e di quanto crediamo...

Abbiam ricevuto più lettere di plauso per questo « regalo» offerto ai lettori, e richieste del libro. Quanti lo desiderano - e lo raccomandiamo particolarmente ai sacerdoti - possono acquistarlo presso la Società Editrice Internazionale - Corso Regina Margherita, 174 Torino (9).

Fortezza.

Aveva ricevuto il dono della forza d'animo in grado eminente da Dio..— e l'ha dimostrato nel combattere generosamente e nel sormnontare tutte le sue passioni, sottomettendole alla legge della ragione e della santa volontà di Dio, aspirando continuamente all'unione dell'anima sua con Lui... Non s'è mai sentito dire che abbia contravvenuto al dovere dettatogli dalla coscienza, per nessun motivo, per nessuna promessa, per nessuna minaccia: ed era così irremovibile nel sostenere ciò che era conforme alla ragione e alla volontà di Dio, che niente riusciva a farlo mutare...

Diceva spesso che la bonaccia e la tempesta gli erano indifferenti, e scriveva un giorno: « Aspetto

una grande tempesta proprio sul mio capo, ma l'aspetto gloriosamente e, fidando nella Provvidenza di Dio, spero che si risolverà per la maggior gloria sua e per la mia quiete ».

Altra volta scriveva: « Bisogna vivere una vita soggetta alla fatica, poichè siamo figli della fatica e della morte del Salvatore e...

La sua forza d'animo ebbe a manifestarsi anche nella riforma di parecchi monasteri...

Una volta fu fatto bersaglio di vive contraddizioni clic lo molestarono assai. E fu allora ch'egli scrisse: ed io ho visto e letto la lettera scritta di sua mano:

« Sono molto infastidito, e mi pare che non avrei nessuna forza per resistere e che soccomberei se l'occasione mi si presentasse; ma più mi sento debole, e più la mia confidenza in Dio è viva e mi fa sperare che alla presenza dei miei nemici verrei rivestito della forza e della virtù di Dio e che li divorerei come altrettanti agnelletti... »

Dopo la conversione del Chiablese, il Consiglio di Stato di Sua Altezza il Duca di Savoia, tentava di persuadere quest'ultimo a lasciare, per ragioni politiche, tre ministri protestanti nel paese. Il nostro Beato vi si oppose, adducendo parecchie e gravi ragioni in contrario; ma, alla fine, vedendo che il parere del Consiglio stava per avere il sopravvento, si rivolse energicamente a S. Altezza dicendogli: « Ecchè, Monsignore! lasciare dei ministri nel paese sarebbe la perdita delle vostre terre e del Cielo, di cui un sol metro quadrato vale più di tutto il mondo! Non si può venire a patti tra Gesù Cristo e Belial! » A queste parole, S. Altezza rispose: « Che essi escano di là, dunque »; e così fu fatto.

In molte e molte occasioni potei constatare com'egli avesse un'anima forte e potente nel sopportare incarichi e lavori gravosi e nel perseverare nelle intraprese che Dio gli ispirava, e dalle quali non desisteva se non quando riconosceva che fosse tale la volontà di Dio...

Certo egli dimostrò una grande forza d'animo nel perseverare nel bene e nel praticare tutte le virtù come fece, giacchè mai lo si vide alterarsi, mai perdere un atomo solo della solita sua correttezza e della sua pa zienza, anche in mezzo a tutte le afflizioni e a tutte le contraddizioni, che in numero incalcolabile si presentarono sul suo cammino.

Temperanza.

Era estremamente sobrio nel mangiare e nel bere; usava le vivande più grossolane e, quando gliene si moveva rimprovero, rispondeva dolcemente che aveva lo stomaco rustico e che le vivande grossolane gli giovavano di più; mentre è ben noto com'egli fosse di salute delicata. La verità è questa, com'egli stesso confessò un giorno: ch'egli preferiva le pietanze dei poveri. Quando gli si servivano pietanze delicate, il che avveniva solo quando v'erano forestieri, egli, discretamente le passava ai suoi vicini, oppure le lasciava sul piatto, perchè venissero inviate poi agli ammalati, che spesso chiedevano i suoi avanzi per divozione. Per molto tempo usò fare un solo pasto al giorno, sia per astinenza, sia per aver più tempo disponibile per lavorare o ricevere tutte le innumerevoli persone che venivano a lui da ogni parte.

Osservava esattamente le Quaresime e tutti gli altri digiuni prescritti dalla Chiesa... e so che spesso faceva astinenza la sera. Ma la sua più grande mortificazione consisteva nell'accettare con la massima indifferenza quanto gli veniva servito, senza che mai trovasse a ridirvi, o a lagnarsene in alcun modo.

Molte e molte volle ci raccomandò di osservare quelle parole di Gesù: « Mangiate ciò che vi sarà messo davanti »: diceva ch'era questo il miglior modo di mangiare, perchè, mentre non rivela al mondo le nostre austerità, ch'esso ha in tanta considerazione, ci dà mezzo di praticare una non lieve mortificazione nell'adattare il nostro gusto all'altrui volontà, negando ai nostri appetiti ciò che essi desiderano.

Quanto alle altre mortificazioni so con certezza ch'egli si disciplinava spesso, e lo faceva di notte, per non essere sentito da nessuno; si assoggettò specialmente a severe discipline per impetrare dal Signore la perseveranza al bene per qualche anima affidata alle sue cure.

Si mortificava in tutto, secondo che se ne presentava l'occasione, ma in modo così discreto e segreto che a stento veniva scoperto soltanto da coloro che lo osservavano da vicino, ponendo speciale attenzione alle sue virtù.

Nessuna singolarità nelle sue azioni; tutta la bellezza di quella santa anima era interna e consisteva nella perfezione di tutte le virtù che Dio vi aveva divinamente ordinate e che apparivano soltanto nella perfezione straordinaria con cui compiva le azioni più comuni...

Purezza.

M. Philippe de Quoèx, Canonico e Penitenziere di S. Pietro a Ginevra..., che aveva spesso confessato il nostro Santo, vicino a morire, disse a suo fratello: « Non voglio portare nella tomba questa verità: voglio che tutto il mondo sappia che Monsignor di Ginevra è un fedele servitore di Dio, uomo santo e vergine ».

Parecchie altre persone testimoniarono la stessa cosa ed egli stesso lo disse ingenuamente a me, ordinandomi, se ben ricordo, di non ridirlo finch'egli fosse in vita.

E non fu esente da prova questa sua virtù, giacchè, come molti accertano, egli fu spesso tentato, e gravemente, da parecchie persone...

Portava nel viso, nel contegno, in tutte le sue parole l'impronta della purezza, dell'innocenza, del pudore.

Ebbe a dire, e l'udii io prima che fossi religiosa, che mai aveva guardato in faccia qualcuno per sapere se fosse bello o brutto, e che non avrebbe saputo dire. com'era il volto dei suoi interlocutori, quando non gli erano più dinanzi.

Io l'ho visto un'infinità di volte, in diverse compagnie e in diverse occasioni, e non ho mai scorto in lui la minima sregolatezza; al contrario ho sempre dovuto ammirare la gravità, l'affabilità, l'uniformità del tratto sia pure con le persone più familiari o particolarmente amiche; e questa sua gravità era accompagnata da una sì rara modestia e da tanta umiltà, da ispirare rispetto ad ognuno.

(Continua).

Suor GIOVANNA-FRANCESCA FREMIOT.

In copertina è riprodotta una fotografia del 1886, a ricordo di un bel numero di battesimi in Patagonia, una delle rarissime fotografie, illustranti quelle prime Missioni Salesiane. Preghiamo vivamente quei vecchi e nuovi Missionari a voler raccogliere quanto d'interessante possono ancor trovare di quei tempi omai lontani, per la storia, per illustrare il Bollettino, e per la prossima Mostra Missionaria Vaticana.

(1) L'Ame de S. François de Sales révélée par Ste. Jeanne-Françoise de Chantal. - Annecy, - Imprimerie J. Abry, 1922.

LE MISSIONI SALESIANE

Chi può aiutarci ?

L'appello di un nostro Missionario; « Chi vuole adottare un orfanello? » pubblicato nel marzo u. s. raccolse parecchie adesioni, tra le altre quella di un anonimo (C. F. di Milano), e una, collettiva, di dieci giovani operaie di un colonificio piemontese. Alle anime generose, dall'intimo del cuore, pubblicamente , rinnoviamo i più sentiti ringraziamenti, ai quali si associano, con imperitura riconoscenza, gli orfani beneficati. Don Deponti ci scrive ringraziando, commosso, e ci promette una letterina di U-Jiri.

Noi intanto siamo costretti a ripetere e ad allargare l'invito, e perciò domandiamo ai cari Benefattori;

- Chi vuol adottare un orfanello, un catechista, o un aspirante alle Missioni?

Per l'adozione d'un orfanello occorre la somma di lire 5oo.

Per quella di un catechista ci vogliono non meno di lire 1500 per un anno.

Altrettanto è indispensabile - pur usando la massima economia - per il mantenimento di un alunno, Sezione Giovani, nell'« Istituto Missionario Cardinal Cagliero ».

Pressochè ogni giorno arrivano al nostro Rettor Maggiore, dalle varie Missioni, richieste di aiuti materiali per il riscatto e il mantenimento di orfanelli o di poveri giovinetti abbandonati, con insistenza commovente: e domande, non meno pressanti e commoventi, di nuovo personale.

Dappertutto il lavoro è grande, la messe biondeggia, ma difettono i mezzi e gli operai.

Susciti il Signore, ad intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, molti cuori generosi, che facilitino ai nostri cari Missionari le sante imprese dell'Apostolato.

"La messe è davvero grande, e gli operai son pochi,,.

Nell'Europa i CRISTIANI sono il 95%: nell'Asia il 2%: nell'Africa l'8%: nell'Oceania il 22%: nell'America del Sud il 96%: nell'America del Nord il 34%. Complessivamente, 700 milioni di CRISTIANI, dei quali 320 CATTOLICI. Se si pensa che il mondo è popolato da 1 miliardo e 700 milioni di uomini, bisogna constatare, con profonda amarezza, che gli INFEDELI sommano a 1000 milioni!

E quanti sono gli uomini che si dedicano all'Apostolato Missionario? 15 mila Missionari sacerdoti, 5.000 laici, 45.000 suore; complessivamente 65 mila persone.

La sola Asia è popolata da 8oo milioni di uomini; e non ha che 4000 Missionari; 1 ogni 200.000!

L'Africa conta 170 milioni di uomini con 2.000 Missionari; 1 ogni 85.ooo!

I mezzi finanziari sono più insufficienti delle braccia. Il mondo cattolico non offre, complessivamente, più di 30 milioni di lire ogni anno per quest'opera colossale di evangelizzazione!

Dalle lettere dei nostri.

Dal Congo Belga.

In attesa di poter offrire ai lettori una relazione completa di quella nostra missione, spigoliamo da una lettera dell'Ispettore delle Case Salesiane del Belgio, Don Virion, scritta da Kiniama, in data 18 aprile:

... Eccoci a Kiniama: missione interessantissima, ove c'è molto da fare e scarseggiano gli operai e le risorse materiali. Non fu senza difficoltà che arrivai alla missione. Dovetti passare una notte alle stelle, nella foresta: all'indomani inviai uno dei negri a chiedere aiuto: ma ci volle tutta la giornata; e in compagnia di D. Mariage e di alcuni negri, arrivai alla missione soltanto all'una di mattino, bagnato come un pulcino.

Sono già stato con Don Van Heusden a fare una visita ad alcuni villaggi, ch'egli evangelizza, a 33 km. dalla missione. I sentieri hanno la larghezza di due piedi, posti l'un contro l'altro. Si cammina il più delle volte fra due mobili muraglie di erba, alte il doppio di un uomo, traversando ruscelli e paludi. Sulle rive s'innalzano ponti a fantasia, di cui talvolta bisogna ricercare il tavolato nel fondo delle acque. Tuttavia l'escursione fu bella. Le notti sotto le tende, in un villaggio di negri, hanno qualcosa di impressionante: le sere sopratutto, quando, avviluppato nella zanzariera, m'addormentava assai bene, nonostante le raffiche di pioggia, che inviava spruzzi sottili anche attraverso la mussolina.

Domani prenderemo la via del ritorno, a due o tre tappe; e siccome piove tutte le notti, avremo l'acqua non più fino alla caviglia, ma sopra le ginocchia....

Le Figlie di M. Ausiliatrice in Cina.

Le Figlie di Maria Ausiliatrice a Ho Si vanno abituandosi alla vita cinese, e fanno rapidi progressi nella melodiosa lingua di Confucio. Quasi di continuo son circondate da numeroso stuolo di bimbe che, appena finiti i loro lavori, corrono a divertirsi, formando così un oratorio festivo in permanenza. Alla domenica il numero aumenta col giungere dalla città le studenti della Scuola di Maria Ausiliatrice; le quali hanno già messo in pieno esercizio tutti i nostri giuochi, prendono gusto alla ginnastica, e già si sentono cantare le lodi dell'Ausiliatrice anche nel dolce idioma italiano.

Una sfida al foot-bal a Shiu=Chow.

Ci scrivono da Shiu-Chow, in data 21, aprile:

Il 22 corr. si celebrò la festa del Patrocinio di S. Giuseppe, patronale di Ho-Si, in modo veramente consolante. Preparata con cura, ebbe pure il favore d'un tempo insperato, che permise lo svolgimento di tutto il programma e di compiere le sacre funzioni all'aperto. La Messa della Comunione generale fu celebrata da Sua Ecc. Mons. Versiglia, che esortò tutti ad imitare S. Giuseppe nel modo di trattare Gesù. Le nostre Suore cantarono con grazia alcuni mottetti, ridestandoci nell'animo il ricordo di altri tempi. Alle 10 1/2 Messa in terzo, con discorso mira Missam, detto dal carissimo D. Frigo, che divotamente ricordò i tratti più salienti della vita di S. Giuseppe, quali ci son dati dal S. Vangelo. Il pomeriggio fu rallegrato da un breve trattenimento musico-letterario, che si chiuse con un riuscitissimo saggio ginnastico. L'allegria, schietta, che si leggeva sul volto di tutti gli alunni, diceva le anime ripiene di quei frutti cui mirano le solennità di nostra S. Religione.

La festa ebbe il suo epilogo il 23 con una passeggiata straordinaria ad uno dei mercati più importanti dei dintorni; ed anche questa, favorita da un bel cielo d'aprile, colmò la gioia di tutti e ci fece nascere in cuore le stesse speranze di bene, a cui miravano le storiche passeggiate del nostro Ven. Padre Don Bosco.

I birichini del nostro Orfanotrofio continuano a dar grandi consolazioni, chè, ogni dì più, crescono buoni presso Dio e di nome presso gli uomini. Nel canto e nel suono sono già i primi, non solo di tutto Shiu-Chow e Nam-Shiu-Lin, ma anche di tutto il Cuantung e isole e penisole adiacenti, chè ne han dato ripetuto saggio dinanzi ad autorità ed a personalità competenti, guadagnando elogi lusinghieri e lodi a profusione. La settimana scorsa conseguirono un altro trionfo in una sfida al footbal. Già prima avevano sconfitto le squadre delle varie scuole e ginnasi pubblici della città, senonchè rimanevano i foot-balisti più provetti, quelli della squadra protestante inglese, i quali, fino allora primi inter pares, mordevano non poco al vedersi crescere dei rivali ai fianchi, ed un bel giorno ebbero la degnazione di invitare, o meglio sfidare, i nostri orfanelli ad una partita decisiva. Ed i nostri umilmente accettarono, mentre la notizia sparsasi in un attimo per la città mise in movimento tutti gli studenti, i quali già pregustavano la gioia di vedere i loro vincitori, vinti, a tornarsene con le pive nel sacco.

E venne il giorno e l'ora stabilita. Nell'immensa piazza d'armi una gran folla di curiosi attende i combattenti. Eccoli: gli studenti dei protestanti inglesi, bei giovinotti, tarchiati, in elegante divisa: maglie variopinte, calzoni corti, mulattiere, scarponi inchiodati... Non mancano di nulla, neppure dell'aspetto di superuomini. E i nostri? Eccoli anche loro, con l'usuale vestitino, povero ma decente, scalzi, sorridenti, e tranquilli, guidati dal loro direttore che amano più che i parenti più prossimi.

Gli studenti bardati sorridono al vedersi accostare quel gruppo di pigmei, come una volta il gigante Golia sorrise al pastorello David, anzi alcuni ripetono che non era conveniente abbassarsi a lottare con simili bambini.... ma infine, certi della vittoria, discendono in campo e... la lotta ferve da ogni lato. Si sente il rombo dei calci formidabili, lanciati con quei piedi rivestiti di pelle buffalina contro il povero pallone, il quale balza, rimbalza, scivola, sfugge per ogni lato; ma quei piedini ignudi, assuefatti a correre pel cortile dell'Orfanotrofio al giuoco di barra-rotta, ai ladri, ecc. lo raggiungono, lo trattengono, lo spingono e lo costringono a passare sotto i gamboni ferrati, sotto il naso del portinaio, e... «Yt (uno)!!! ». È un grido universale ed un battimano lanciato ai piccoli David, che, noncuranti delle lodi, continuano gli attacchi e i contrattacchi, e le difese... sempre svelti, snelli, leggieri, mentre i Golia sdrucciolano qua e là, si spingono a vicenda, corrono confusamente, sostano stanchi, varcano i confini, violano le regole del giuoco, pur di guadagnar la palma... « Gni (due!!!) » «...Sam (tre!!!) ». E i birichini disprezzati son già al 3° punto fra il plauso frenetico degli spettatori, mentre i superuomini sono ancora a zero con di più una spossatezza insuperabile... e cedono le armi!

I nostri piccoli vincitori, umili in tanta gloria, trattengono la loro soddisfazione piena, giusta, dinanzi alla folla, ma appena varcato il portone dell'Orfanotrofio si stringono con indicibile affetto attorno al loro piccolo «Don Bosco», e, più dagli occhi luccicanti e dal loro innocente sorriso, che dalle loro parole e grida festanti, si capisce il linguaggio del loro cuoricino semplice, ma riboccante di amore e gratitudine. Anche i vinti rimangono rapiti da tanta umiltà e semplicità cordiale, motivo per cui, pur sentendosi inferiori, per la battuta presa, non conservano astio, nè insultano al vincitore, ma ammirano, applaudono anch'essi e, guardandosi le gambe calzate e ferrate all'anglosassone, non sanno spiegarsi come siano state vinte da poveri fanciulli con le gambette corte e ignude, ma con una testolina sul collo sveglia, intelligente, e, quel che è più, guidata ed educata con affetto e con cure paterne!

Lo spirito educativo di Don Bosco nell'Orfanotrofio di Macao (Cina).

L'Orfanotrofio di Macao, la primissima delle Opere Salesiane sorte nella Cina, si preparava a celebrare la tradizionale festa di Maria Ausiliatrice ed insieme due avvenimenti nuovi e significativi: l'ordinazione sacerdotale - la prima in Cina - di due Chierici Missionari Salesiani, e l'inaugurazione del secondo corpo di fabbrica del magnifico edificio, posto su amena collina di fronte al mare. Espansione materiale, ascensione spirituale aprivano il secondo decennio di un'opera che era sorta minuscola e quasi impercepita nella vastità dell'Opera Salesiana. I nuovi locali, innalzati per la tenace volontà dell'infaticabile direttore Don Bernardini, e per la benevolenza del Vescovo di Macao Mons. Giuseppe da Costa Nunes, che continuò ai Salesiani la piena fiducia del suo indimenticabile Predecessore, fondatore dell'Istituto, davano la possibilità di accogliere comodamente circa 2oo alunni, che già da tempo bussavano alla porta per essere ammessi ad imparare un mestiere europeo; e la consacrazione dei due novelli sacerdoti era pure novello sprone alle parecchie vocazioni religiose che venivano rivelandosi tra gli alunni cinesi più intelligenti e più pii.

Il 29 giugno si chiudeva il mese del Sacro Cuore di Gesù con una giornata tutta consacrata all'amore di Gesù Benedetto, e ricca di benedizioni celesti anche per la Missione del Leng-Nam-Tou.

Già fin dalla vigilia i circa 13o alunni cristiani mostrarono di sentire quanto altre mai segrete corrispondenze con la festa al Cuore Sacratissimo del loro Salvatore, poichè si disposero tutti ad una confessione più divota ed accurata.

Al mattino, prossimamente disposti da calde parole di Don Pedrazzini celebrante, davano al Cuore di Gesù l'omaggio di una fervorosa Comunione generale. E il buon Gesù, entrando in quei cuori che Egli stesso sì era scelti fra tanti milioni di Cinesi, accoglieva benignamente la preghiera che sentiva ivi palpitare per la conversione dei loro numerosi fratelli pagani, per i Missionari che a quell'opera redentrice si sono dedicati, e particolarmente per il loro antico Superiore, novello Vescovo e Vicario della Missione Salesiana, a cui vollero consacrati i meriti di quella giornata di amore al Cuore di Gesù.

Nella Santa Comunione furono particolarmente i Cristiani che nell'abbraccio al Redentore vollero concretizzare la riconoscenza, venerazione e stima per.Mons. Versiglia, e per la novella opera sua. Ma dopo la Messa solenne, celebrata con servizio di piccolo clero e con canto gregoriano a due cori, dei musici e di popolo costituito questa volta da quelle anime che Gesù predilige, si espose il SS. Sacramento, e si iniziò l'adorazione, protratta fino alle 4 del pomeriggio.

Così per sei ore fu un continuo succedersi di lodi al Cuore Divino e di preghiere ardenti, affinchè ogni più eletta e fecondatrice benedizione scendesse sul capo del Vicario Apostolico, su quello dei suoi Missionari, sul cuore dei numerosi pagani del Leng-Nam-Tou, nell'anima di tutti.

E da questa adorazione e supplica non si poterono escludere gli alunni non ancor cristiani. Come potei, nella mia imperizia della lingua, ne esposi le principali ragioni; riconoscenza e amor a Gesù, invocazione di celesti benedizioni sulla novella Missione, sul novello Vicario Apostolico, sui suoi coadiutori: lasciando però la più piena libertà a chi avesse o, non avesse voluto. E vollero, affatto spontaneamente e con entusiasmo, la quasi totalità!

Il primo fanciullo non cristiano che venne a chiedere di adorare Gesù, si presentò titubante.

- Padre, posso anch'io adorare Gesù?

- Credi tu in Gesù Cristo?

- Sì, Padre, credo in Gesù Cristo.

- E lo ami anche?

- Sì, lo credo e lo amo.

- Se Gesù ti ha già fatto la grazia di conoscerlo e di amarlo, chi può ora impedirti di adorarlo? Sì, tu puoi adorarlo, e Gesù ti farà pure la grazia che tu possa un giorno anche goderlo.

Quello fu il primo, a cui altri molti si unirono. Il che, però, non deve molto destar meraviglia, se si pensa che il mese precedente la massima parte dei fanciulli pagani avevan chiesto di essere battezzati alla festa di Maria Ausiliatrice.

Pur troppo prudenza e pratica comune esigono che non si battezzino se non coloro che, o per età o per le condizioni di famiglia, diano una morale certezza di rimanere perseveranti. Così la massima parte di questi fanciulli rimane inappagata nei vivi desideri prodotti dalla fede e dell'amore che già hanno nel cuore.

Più di uno chiese il Battesimo a calde lacrime.

- Ma tu hai solo 12 anni: i tuoi parenti sono tutti pagani; essi ti obbligheranno ancora ad adorare gli idoli.

- No, Padre, non li adorerò.

- Ma tu sei piccolo, ed essi ti costringeranno.

Il fanciullo abbassa la testa nella coscienza della propria debolezza che trova un conforto nelle lacrime abbondanti, che, unica protesta dei deboli, gli cadono dagli occhi.

- Fa' cuore: nessuno potrà impedirti di credere e di amare Gesù, che un giorno, quando sarai padrone di te, ti farà certo la grazia del Santo Battesimo.

Con fanciulli impropriamente pagani di tal sorta, la proposta di una adorazione a Gesù, sia pure per sei ore, doveva necessariamente riuscire una vera delizia di pietà.

La Compagnia di S. Giuseppe, prima nel buon esempio, prese sopra di sè la cura di elencare i nomi, disporre i 24 gruppi e capo-gruppi, vigilare al puntuale ed esatto succedersi dei turni. Così tutto potè procedere col massimo buon ordine, pur trattandosi di una novità tra tanti vispi ragazzi. Io stesso volli fermarmi a fare la mia adorazione, insieme con quelli che avevano appunto scelto il tempo del pranzo, perchè il più lungo e per dare ai compagni una maggior comodità. Fu quello il gruppo più numeroso ed io che con loro pregavo, sentendo per una parte io stesso gli stimoli della fame e della stanchezza, e per altra sentendo pure il fervore con cui pregavano quei fanciulli, sebbene non avessero più mangiato dalle 5 del pomeriggio del giorno precedente, mi sentivo davvero commosso e mi chiedevo se la natura cinese non fosse per caso in grado di rendere in pietà cristiana più della natura nostra europea.

Così, per turno di un quarto d'ora, quasi tutti i 200 alunni, cristiani e non cristiani, passarono innanzi a Gesù a rendere al suo cuore Divino l'omaggio dei loro giovani cuori, e la preghiera più fervida per il loro antico Superiore. La pratica pia si chiuse con la parola fervida e maestra di Don Canazei, e la Benedizione solenne.

La cena, quel giorno, fece epoca, perche fatta per tutti in cortile, al fresco di un venticello primaverile regalatoci dalla amorosa Provvidenza, e perchè tale da rallegrare davvero con lo spirito il corpo, che l'aveva, del resto, ben meritato, servendo quel giorno docilmente allo spirito, nell'effusione della pietà cristiana. Le variopinte luci della illuminazione alla facciata interna della casa, le liete note della banda musicale, e i clamorosi spari di petardi, diedero l'ultima intonazione d'allegria, educando l'animo a quella segreta attesa di gioia scaturente dalla pietà e dal servizio di Dio, che educa alla sua volta le anime cristiane all'attesa del Cielo in premio della virtù.

Così l'anno scolastico-professionale, condotto un po' faticosamente fino all'ultima festa, poneva nel cuore dei Superiori una dolce e meritata soddisfazione.

L'anno si era incominciato clamorosamente davanti agli uomini. Alla presenza di quasi tutti gli istituti Scolastici, maschili e femminili della città, del fior fiore della cittadinanza Portoghese e Cinese, presente lo stesso Governatore della Colonia, molto pubblico di parenti, conoscenti, amici e curiosi, i giovani, con riuscitissimi saggi di ginnastica e di musica, avevano mostrato di ben meritare i premi che in quella circostanza venivano distribuiti ad alcuni dei più fortunati, e gli elogi e gli applausi frenetici che specialmente i Cinesi indirizzavano a quella massa di giovani campioni della loro razza. E forse quegli animi giovanili, marciando fieri al suono dei vari inni nazionali, ed esaltati dai clamorosi battimani, avevano inconsciamente sognato una qualche conquista.

E conquista davvero ci fu, ma per l'opera armonica dei loro educatori fu sopratutto conquista di anime.

Al dolce contatto della mano carezzevole di Gesù Benedetto, chiudevano l'anno con una festa tutta pietà, tutta conquista dello spirito. Quella Comunione generale compiva la serie quasi quotidianamente ininterrotta di 17.000 contatti divini,, che le carni immacolate di Cristo ebbero nel corso di dieci mesi coi loro cuori giovanili. Quali grazie Gesù Cristo vi avrà infuso con la larghezza divina? I loro educatori non sanno; vedono però con consolazione vivissima il frutto più tangibile della loro opera cristianizzatrice, nei Battesimi annualmente amministrati a quegli alunni, che, o per età omai maggiorenne, o per particolari fortunate condizioni di famiglia, dànno la certezza morale di perseverare nella fede.

Per ora sono solamente una media di dieci all'anno; ma quei dieci rappresentano certamente, nel corso di un tempo non molto lontano, altrettante famiglie cristiane, alle quali saranno legate almeno quattro anime figlie di Dio. Cosicchè, nel corso di dieci anni, l'Orfanotrofio può calcolare qual frutto del suo buono spirito un 400 anime che saranno aggiunte, a suo tempo, all'amore di Dio e alla Chiesa di Cristo, oltre il frutto dei giovani già cristiani sodamente educati. È vero, quel numero non è subito un atto, è dapprima soltanto una impercettibile potenza soggetta per di più alle vicissitudini della vita: ma quelle vicende non potranno mai distruggerla nella sua sostanza.

Che se poi lo spirito di D. Bosco, quale si è più chiaramente delineato in questi ultimi anni, con l'associazione degli Ex-Allievi, potrà tenere legati attorno al cuore che li ha generati alla grazia, o li ha solidati nella fede, i giovani cristiani che manda nel mondo, e farne un corpo, una rete, una cooperazione di bene, chi può ancora dubitare che quella potenza sarà un atto che Dio solo può calcolare?

E se pensiamo che vi sono cristianità che da più secoli sono stazionarie nel numero di non più che alcune centinaia di cristiani, mentre pur si stima bene spesa la vita che da anni ed anni i Missionari o Preti indigeni vi consacrano, succedendosi gli uni agli altri, che conto si deve fare della crescente falange di giovani, ogni anno sospinta fuori alla conquista cristiana della Cina? questo, forse, un sogno dell'amore?

Intanto sta il fatto che di fronte, da una parte, alla disagiatezza e ristrettezza a cui si è costretti, alla barriera frapposta dalla lingua, che mentre è il primo veicolo d'educazione è purtroppo assai difficile rendersene padrone come sarebbe necessario ad un buon educatore, e di fronte, dall'altra, alla corrispondenza, che, nonostante le piccole peripezie ben note a chi tratta la difficile arte dell'educare, realmente si ottiene; i loro superiori, che altrove con ben altri mezzi e ben altri giovani hanno avuto da fare, si sentono uscire a forza di bocca una sola esclamazione:

« È fin troppo quello che noi otteniamo ».

Un cinesino mi viene un giorno incontro coi suoi compagni, e mi dice così:

- Padre, tu sei un santo.

- Bene! gli rispondo, sorridendo alla sua ingenuità. Dimmi dunque: i santi fanno miracoli?

- Sì, Padre.

- Risuscitano anche i morti?

- Sì, anche.

- Vediamo dunque se sono proprio un santo.

Vieni qua: con un colpo di coltello ti taglio la testa, e poi, siccome sono un santo, faccio il miracolo di riattaccartela sul collo. Sei pronto?

Il fanciullo mi guarda con due occhioni sorpresi, e poi soggiunge timoroso: - Padre, no.

- Non credi dunque che io sono un santo?

Il mio cinesino riflette un istante; la sua fede non arrivava fin là: ma poi contento di aver trovato la parola che corrispondeva meglio all'animo suo, mi risponde sorridendo:

- Volevo dire che tu, Padre, sei buono.

- Hai dunque sbagliato la prima frase: guarda, correggila ancora un pochino e di' soltanto così: - Padre, tu ci ami come Don Bosco ti ha insegnato ad amare.

- Sì, sì, Padre, tu ci ami davvero, e noi siamo contenti.

Che dirà chi, per lunga esperienza, o per scienza acquisita da persone degnissime di fede, si è formata la convinzione che il fondo del carattere cinese sia un misto di freddezza e di interessato egoismo, troppo refrattario a quanto di più caldo sentimento e di più nobile idealità è inchiuso nel Cristianesimo? Che egli si è ingannato? O che si debbono rinnovare giudizi di lunga esperienza?

Nè l'una nè l'altra cosa: ma solo, forse, si dovrà conchiudere che ove lo spirito di Don Bosco, questa soave umanizzazione dell'amore di Dio pei germogli dell'umanità, giunga a contatto dei cuori giovanili, non può non destarvi a vita quel minino di idealità e di sentimento che il Creatore ha posto nelle creature umane, che, in qualunque angolo della terra, Egli ha create sole e tutte per sè, per conoscerlo e per amarlo.

E allora, contemplando quelle giovani vite cinesi, prostrate con fede ed amore davanti a Gesù Sacramentato, con una or ora sorgente visione di idealità da secoli ignota allo spirito della loro razza, un sospiro, un voto, una preghiera vien su necessariamente dal profondo del cuore: - Possano i Figli di Don Bosco porre tutti i cuori giovanili della lor vasta Missione a contatto con lo spirito del loro Padre; e possa lo spirito di questo grande conquistatore di cuori giovanili, che domani sono cuori di popoli, rompere i confini e diffondersi a tutti i quattrocento milioni di Cinesi. Forse quel giorno nella storia della Cina e della Civiltà Cinese comincerà un nuovo capitolo, che Dio solo è in grado di conoscere che cosa conterrà e quando avrà il suo punto fermo.

Ai bravi artigiani dei nostri Istituti, che sono le nostre braccia conquistatrici dappertutto, ma specialmente nelle estreme terre orientali della Cina e del Giappone, ove l'opera loro di salesiani maestri d'arte è ancor più indispensabile dell'opera nostra sacerdotale, non così difficilmente sostituibile, a tutti loro, e specialmente ai nostri cari alunni artigiani d'Italia, raccogliere il voto, e nel segreto del loro cuore puro, pio, generoso, condurlo a maturità fino a partire essi pure Missionari, per dar a Dio e alla Chiesa nuovi popoli di lavoratori cristiani, cingendosi la fronte della luminosa aureola dei veri conquistatoril

Sac. SANTE GARELLI, Missionario Sal.

In memoria di Monsignor Fagnano.

La figura del compianto Mons. Giuseppe Fagnano vive ancora luminosa nell'animo della popolazione magellanica. L'anno 1921 quando si celebrò il IV Centenario della scoperta dello stretto di Magellano, ai festeggiamenti (di cui facemmo parola) tenutisi in onore del celebre navigatore, con tutta spontaneità si volle associato il nome dell'eroico figlio di Don Bosco, che fu in quelle terre infaticabile banditore di fede e di civiltà. È ancor grande il rimpianto per la morte di Monsignore, e la stima e l'ammirazione perle sue virtù; ed anche la sua tomba è mèta di affettuosi pellegrinaggi di persone d'ogni ceto, che vi s'indugiano a pregare e meditare. Di questa fiamma d'affettuosa gratitudine è chiara testimonianza anche il fatto di veder varie opere e località intitolate al suo nome. Eccone un semplice elenco:

Il Lago Fagnano, il più esteso della Terra del Fuoco, chiamato dagli Indii Acqua grande. Scoperto da Monsignore, mentre accompagnava in esplorazione una spedizione scientifica argentina, appunto per questo lo si volle a lui intitolato.

L'Erbario « Fagnano ». E la parte principale del Museo regionale « Maggiorino Borgatello » di Puntarenas, ricco di oltre 50o esemplari della flora magellanica, fino ad oggi unico nel suo genere.

Il Collegio « Giuseppe Fagnano ». Sorge a Puerto Natales (Ultima Esperanza) e reca sulla facciata una lapide che ricorda i fatti e le date più interessanti della vita di Monsignore. È un avamposto di civiltà e di istruzione.

Il Teatro « Fagnano ». Venne costruito nel collegio S. Giuseppe di Puntarenas. Sul frontispizio, circondato da festoni di margherite e di rose, campeggia uno splendido ritratto di Morisignore, col motto «Dio e Patria ».

L'Osservatorio Meteorologico « Mons. Giuseppe Fagnano ». Sta ad eternare l'amore allo studio e alla scienza, che il valoroso Missionario congiunse con quello della fede e del Vangelo. È apprezzatissimo fra gli studiosi per le sue rigorose segnalazioni scientifiche.

Via « Fagnano ». È una delle più popolose di Puntarenas, e si volle a lui dedicata come omaggio del popolo al suo più grande benefattore.

Così vien tramandata ai posteri la memoria dell'umile figlio di D. Bosco, che spese tutta la vita per l'elevazione morale e materiale delle più lontane e dimenticate tribù, che lo ricorderanno sempre come loro primo Apostolo e civilizzatore.

In visita alle Colonie Indigene dei Bororos

(PRELATURA DI REGISTRO DI ARAGUAYA-MATTO GROSSO (BRASILE).

(Lettera del Sac. Sidrac Vallarino al sig. Don Rinaldi).

S. Rita da Araguaya (Brasile), 10 aprile 1923).

Padre Amatissimo,

Di ritorno a Santa Rita, dopo d'aver avuto il piacere di accompagnare l'amatissimo Mons. Malan nella visita Pastorale al Registro ed alle

Colonie, mi affretto a farle parte delle grate impressioni che S. Ecc.za ed il suo umile segretario serbano vive nel cuore.

Dopo il nostro arrivo da Rio Janeiro, dove il Signore ci concesse la grazia d'assistere al solenne Congresso Eucaristico, che fu un vero trionfo di Gesù presente nell'Ostia Sacrosanta, ci fermammo appena nove giorni a Santa Rita dell'Araguaya.

Sebbene la stagione delle pioggie fosse già inoltrata e tornasse disagiato il viaggiare, pure Monsignore decise di mettersi in cammino e, passando pel Registro, visitare le nostre care

Colonie indigene che, da parecchi anni, non rivedeva: perchè altre regioni domandano la sua presenza nella prossima primavera.

Lasciammo adunque i cari confratelli ed il popolo di Santa Rita alquanto tristi, per la breve fermata di Sua Eccellenza fra loro. Noia pochi, per intrattenersi ancora alcuni minuti coll'amato Pastore, vollero accompagnarci un bel tratto di via.

Ed eccoci, in cammino, sui nostri muletti, sfidando le pioggie torrenziali, i venti ed il caldissimo sole dell'estate equatoriale, per fare, in direzione al nord, i quasi 400 chilometri che ci separano dal Registro.

Durante il viaggio. - A registro. - Un buon Cooperatore. - La festa di San Francesco di Sales.

Rivediamo i cari fedeli di quella zona che, con tanto piacere, ci dànno ospitalità, e sanno approfittare del nostro passaggio per ricevere con grande pietà i SS. Sacramenti. Si attende con gioia alle loro necessità spirituali anche di notte, per poter, il giorno dopo, proseguire al più presto, il cammino.

Dopo otto giorni di cavalcata, giunti alla confluenza del Diamantino coll'Araguaya, abbracciamo il caro confratello Nonnato ed il buon bororo Galdino, che ritornano a Santa Rita, e saliamo sul battello che deve condurcì al Registro.

La pioggia cadeva dirotta. Sotto un piccolo riparo di palme che copriva parte della barca, si accomodò, il meglio possibile, Monsignore, e si lasciò la sponda. La piena del fiume aumentava la nostra velocità e copriva gli scogli che, in tempo di siccità, rendono assai pericolosa la navigazione.

La sera del 13 gennaio, si giunse felicemente al Registro. Sulla riva ci attendevano le autorità locali, gran numero di popolo e le due scuole pubbliche dei nostri collegi. I Salesiani e gli allievi salutarono per i priori l'amato Pastore; quindi anche le 100 e più alunne delle Figlie di Maria SS. Ausiliatrice, in uniforme, agitando bandierine nazionali, gli diedero il benvenuto.

Fra gli spari giulivi di razzi, ci dirigemmo alla chiesa, dove Sua Eccellenza ringraziò e benedisse il popolo, che lo seguì fino al collegio.

Ogni volta che accompagnai Mons. Malan al Registro, ebbi occasione di constatare quanta questa buona gente la stimi e lo veneri. Pochi furono i momenti di cui egli potè disporre a piacimento, perchè tutti desideravano parlargli in particolare e ricevere la sua benedizione! E non venivano mai colle mani vuote! Nei 20 giorni che Sua Eccellenza passò al Registro, nulla ci mancò, nemmeno le zucche e le mandioca, dono di qualche vecchierella.

Anche le alunne delle Suore vollero offrire a S. Ecc.za un pranzo campestre, e Monsignore per accontentarle, ed anche in ringraziamento della bella accademia che gli avevano dedicato, accettò l'invito, in compagnia di varie autorevoli persone del Registro!

Al ritorno, il sig. Alessandro Monteiro, che aveva preso parte a quella festicciuola tutta intima e collegiale, volle che Monsignore gli promettesse di passare un giorno nella sua villa, sull'altra riva dell'Araguaya, nello Stato di Goyaz, con i giovani del collegio. Così, prima di lasciare il Registro, potemmo constatare il grande amore che quel signore nutre verso i figli del Ven. Don Bosco! Non è possibile che i nostri alunni dimentichino quella bella passeggiata! Il sig. Alessandro, dopo il lauto pranzo, dimenticando i suoi 73 anni, volle prender parte egli stesso ai loro divertimenti.

Il giorno di S. Francesco di Sales, come tutte le volte che Sua Ecc.za celebrò nella pubblica chiesa, la Santa Comunione fu generale. Quella sera, poi, dopo le sacre funzioni, vi fu una ben riuscita accademia, nella quale le alunne delle Suore vollero unire la loro voce di ringraziamento e d'affetto a quella degli alunni.

L'attesa nelle colonie. - Le feste dell'arrivo. - Una parlata del capitano Arturo.

Da parecchi giorni era giunta la comitiva che doveva condurci alle Colonie, e, il 3 febbraio, lasciammo il Registro!

Il popolo, venuto a salutare Monsignore, dopo averlo accompagnato alla Chiesa e ricevuta la sua benedizione, volle ancora seguirlo fuori dell'abitato, dove gli baciò ancora una volta l'anello, e quando ci mettemmo in marcia, elevò ancora un grido di buon viaggio, a cui si unì il suono festivo delle campane!

Accompagnavano Monsignore vari signori, il Direttore del Collegio con un drappello di alunni e due buoni indii della Colonia dell'Immacolata, venuti appositamente per salutare Sua Eccellenza, a nome loro e dei compagni.

Prima del tramonto si percorsero più di 30 chilometri, e, giunti al luogo destinato per la fermata, avemmo notizie delle Colonie. « In questi giorni - scriveva Don Colbacchini -il nome di V. Ecc. passa con sorriso ed allegria di bocca in bocca. Dal piccino che balbetta, all'adulto austero, tutti parlano di Monsignore. La notizia della sua prossima venuta, è notizia di festa. Nuova vita si sparse in tutti... Pare che risplenda un nuovo sole sulla nostra colonia; un sole più vivo, più caldo, più vivificante! E la visita del Padre, del Pastore, del Messaggero di Dio; e tutti si rallegrano e con giubilo si preparano per ricevere il desiderato Padre e Pastore ».

« Non può immaginarsi la nostra allegria, il nostro giubilo - scriveva Don Luthe - al ricevere la notizia della preziosa visita di Vostra Ecc.za Rev.ma! Fu come un raggio di sole in un giorno nuvoloso! Mons. Malan viene! questa parola ci rianima tutti! I Bororos, anche i più indifferenti, compiono meglio il loro dovere, i bambini cantano d'allegria. Noi, salesiani, dimentichiamo i sudori sparsi nel passato e speriamo un futuro migliore! .E qual sarà il giorno del suo arrivo? Voglia comunicarcelo, affinchè, per quanto sta in noi, possiamo parare viam Domini! »

In pochi giorni percorriamo i 140 chilometri che ci separano dalla Colonia del S. Cuore!

Ad una quindicina di chilometri incontrammo Don Colbacchini ed alcuni indii.

Erano le due dopo il mezzodì: eravamo partiti all'albeggiare con una semplice tazza di caffè, e avevamo già percorso circa 40 chilometri! Alle 15, eravamo in vista della Colonia!

La pioggia, cessata allora allora, permise agli indii d'uscire di casa e di stendersi in due lunghe file.

Il nostro arrivo fu salutato con un grido di allegria!... Monsignore ricevette il benvenuto dai ragazzi e bambini, dalle giovani e bambine, e dal personale delle due Comunità; e tutti passarono a baciargli l'anello.

Finalmente sei arrivato! » diceva uno.

« Come stai bene! » ripeteva un altro.

« Perchè hai aspettato tanto a venire? Noi ti vogliamo sempre bene. I Bororos sono sempre tuoi! » esclamava un capo.

« Adesso non ti lascieremo più andar via! » ripetevano le mamme.

Monsignore aveva per tutti uno sguardo paterno, una stretta di mano, un saluto, un sorriso!

In cappella, diresse loro la parola, ascoltato con attenzione. In fine li benedisse. All'uscita, gli baciarono ancora l'anello e si ritirarono alle loro case soddisfatti.

Il giorno dopo, festa della Madonna di Lourdes, celebrò la S. Messa della comunità, servita da due indietti in veste talare. La S. Comunione fu generale, e prima di distribuirla Monsignore rivolse a tutti un fervorino, eccitandoli a ringraziare il buon Dio delle grazie loro concesse.

Durante il giorno, i capi s'intrattennero, un per uno, con Monsignore: e all'accademia in onore dell'Immacolata, organizzata dalle Figlie di Maria Ausiliatrice e presieduta da Sua Eccellenza, non mancò la voce dell'affetto e della riconoscenza all'amato Pastore.

Dopo le orazioni della sera Don Colbacchini richiamò la nostra attenzione sopra un fatto che ci passava inavvertito.

È costume fra i Bororos che il capo prima di andare al riposo, dalla porta di casa, in voce alta, chiami per nome un per uno i suoi dipendenti e assegni il lavoro per il giorno dopo.

Quella sera, il capitano Arturo, dopo aver compiuto questo dovere, prese a ripetere i consigli ricevuti da Sua Eccellenza nell'udienza particolare.

« Ed ora state ben attenti a quello che vi dico, - esclamò con voce più alta: - e nessuno si addormenti! Monsignore è venuto a visitarci per i primi, perchè ha saputo che noi osserviamo i consigli che Egli ci ha lasciato! Monsignore è venuto da lontano, con tanta pioggia, con tanti pericoli, per visitarci, perchè ci ama molto e perchè noi avevamo gran desiderio di rivederlo. Adesso è qui! Ciascuno procuri di essere sempre migliore! Monsignore vuole che amiamo il Signore e la Madonna, perchè così potremo un giorno essere felici nel Paradiso!...

» Quindì le donne che parlano sempre molto e che sono causa di molti intrighi, leghino la lingua! Non la lascino parlare tanto! Non si richiamino in mente le cose passate! Perchè far rivivere i disgusti passati? Non è da cristiano! Si deve perdonar tutto! E tutto dimenticare! Così fa il Signore con noi, quando, pentiti, ci confessiamo!...

» Vi è poi chi ascolta le cose degli altri e le mette in giro! Questo pure, non va! non si deve fare! È molto mal fatto! È servire il demonio! E piantare il male! Attenti, dunque, e non si faccia più questo!

» Vi è anche chi non dice la verità! ma un Bororo, un vero Bororo, un Bororo cristìano, non fa questo davvero!... ».

E continuò, così, per due ore. In fine tossì e disse: « Ho già parlato molto, e volevo parlarvi tutta la notte, ma la gola si sta seccando! Pazienza... ».

Monsignore, che assisteva con noi a quella scena, mandò all'oratore un bicchier di vino bianco, affinchè potesse continuare la predica. L'indio, sorridente, lo ricevette ringraziando e, dopo aver bevuto, disse agli altri: « Non ve ne ho offerto, perchè era poco e la gola era secca. davvero! » Una risata generale accolse quell'uscita così graziosa! Accortosi, però, che noi lo ascoltavamo, tagliò corto, come si dice.

« State, dunque, bene attenti alla lingua! State in guardia! Quando Monsignore andrà via, deve partire contento, perchè deve viaggiare molto! Ma basta per oggi! »

(Continua)

SRC. SIDRAC VALLARINO.

Una settimana in missione tra i Bhoi dell'Assam

(RELAZIONE DEL MISSIONARIO DON PAOLO BONARDI).

Shillong, 1 aprile 1923.

Avuta la benedizione di Monsignore, al 19° miglio della strada Shillong-Gauhati, si fa sosta col catechista, aspettando i Nongkitnong (portatori) pel trasporto dei bagagli e delle cibarie.

Durante un'attesa. - Credenze religiose. - Le medicine europee. - Le formiche bianche.

In India la gente non ha mai fretta: quindi è affatto inutile sgomentarsi per un'attesa anche lunghissima; ed è meglio impiegare subito, utilmente, il tempo. Al 19° miglio v'ha un gruppo di capanne, Ursning, - una ventina soltanto - abitate in parte da Hindù, in parte da Khassì. Un di questi sta accoccolato avanti l'uscio suo a godersi il sole; ottima disposizione per attaccar discorso, e, senz'altro, s'incomincia, con una barzelletta.

Da tutto l'insieme, le sue cognizioni teologiche non son troppo chiare: lo si comprende subito: e ciò è legittimo risultato del non esservi nel villaggio alcun « nonghikai », o maestro, nè alcun stregone; per cui la gente cresce con quelle scarse nozioni apprese nei lunghi ozi diurni, sedendo al sole in compagnia degli amici, pure sfaccendati, tra una boccata di fumo e una masticata di kwai (cicca rossa)... complesso di azioni che va sotto il nome di « shonghai » (sedere a diletto), e che forma l'occupazione precipua della giornata.

Però, in mezzo all'incertezza delle credenze religiose, egli ritiene questo come fermo: « Dio è creatore degli esseri, e il demonio è il servitore di Dio (u shakri) nella somministrazione del male »; quindi le malattie, le disgrazie, la morte sono opera sua: di qui la necessità di placarle con offerte e sacrifici, e rendercelo propizio. Quanto a Dio, egli perdona i peccati, purchè l'uomo lo preghi: non tutti i peccati però... perche davanti a certe colpe anche la sua potenza si arresta, nè v'ha chi possa rimettere. Una di queste ad esempio, è il parlare contrariamente alla verità, altra il commettere omicidio. Forse, dopo la morte, tutti gli uomini andranno a Dio: i cattivi però cadranno nel Dujok, luogo di acque profonde e di pena.

Alla conversazione, la quale diveniva via via più interessante, cominciò a prender parte la moglie del Khassì, che prima stava in casa con un bimbo al collo: poi una vecchia malcontenta e bisbetica, poi dei ragazzetti e degli uomini dalle capanne circostanti. Altra gente s'interessava, di lontano, al nostro assembramento.

La vecchia, bisbetica e malcontenta, a cui il tema spirituale importava discretamente poco, condusse tosto il discorso al campo materiale; e ricordò come, anni sono, soleva passare di là un « Sahep » (signore), germanico, il quale era tanto, tanto bravo, perche distribuiva gratuitamente medicinali: ed anch'essa doveva dir grazie a lui, se, per un po' di tempo, i suoi occhi avevan trovato sollievo nella malattia, che tanto la disturba tuttora. Capii l'antifona, e le diedi un po' di collirio. La notizia che il Sahep bianco, dalla barba nera, distribuiva medicinali, corse rapida di capanna in capanna; e, come uno sciame di api, mi vedo tosto arrivare d'ogn'intorno gente con boccette e cannucce di bambù adattate a recipiente, che inizia la narrazione di malattie e di erbe medicinali colte nella foresta, o somministrate dai loro medici, e dell'inutilità dei rimedi; e finisce col supplicarmi di dar loro le medicine Phareng (europee), le sole portentose, infallibili.

L'avevo previsto! Succede sempre così! Alcune pillole ai grandi: una medaglia o un confetto ai piccini: una parola a tutti: ed eccoli soddisfatti;: ed io posso far caricare i bagagli ai due coolies, che nel frattempo erano giunti.

Però non s'ha a pensare a partir subito, no: ancora una sosta, perchè il babù (catechista) possa, fare la sua fumata! Quindi si potrà imboccare il viottolo fra le risaie. È presso il mezzogiorno.

Fin dal primo passo, la fisionomia della regione Bhoi, alla quale siamo diretti, si palesa quale continuerà ad essere in seguito: una serie incalcolabile di collinette incolte, rigogliose di erbame, disseminate di pianticelle tisiche e basse, che si alternano ininterrottamente con depressioni del terreno, e vallette ridotte a risaia, su cui silenzio e sole: tratto tratto qualche insenatura con alberi giganteschi, formanti fitta boscaglia: sentieri tortuosi e giallastri, di fango indurito, riverberanti vampe di calore; tutte insistentemente le piante rovinate dalle formiche bianche.

È disastroso il lavoro di demolizione di questi animaletti! Minuscola e approssimativamente usuale alla nostra comune, la « formica bianca » è caratterizzata dal corpicino adiposo e bianco. Dotata di forza riproduttiva stragrande e di potenza divoratrice incredibile, rovina, come il tarlo, le piante di qualsiasi specie, eccezion fatta del solo bambù, e alla parte legnosa, che vien distruggendo, sostituisce man mano del fango, lasciando solo intatta parte della corteccia e leggere venature del tronco, sì che, con poca difficoltà si possono far cadere a terra infrante, a guisa della statua di Nabucodonosor, simili piante di fango, che si erigono maestose al cielo. Le generazioni delle formiche bianche continuarono indisturbate la loro opera attraverso i secoli, ed ora tutta la regione ne è infestata.

Dopo due ore di cammino, per dar agio ai due portatori di riposare, sostiamo noi pure a rinfrescarci a un torrente che scorre tra massi di granito e bel quarzo: poi di nuovo su e giù, tra risaie o colline, facendo continuati esercizi di equilibrio sui bambù, appoggiati, comunque, alle sponde dei canali, finchè si arriva a Umdep.

Nella tribù dei Bhoi. - In un paesetto incipiente. - Scuola di catechismo. - A riposo.

Si sapeva della venuta del Missionario, e quindi era stata approntata una capanna nuova: e il refrigerio della sua ombra fu il regalo più gradito.

La tribù dei Bhoi, nomade per istinto, con la facilità con cui abbandona un paese, sa tosto costruirne un altro: una capanna in meno di tre giorni è fatta: otto solidi bambù, piantati a terra, sorreggono il tetto di paglia, le pareti e il pavimento. Questo, pure completamente di canne di bambù, ridotte a fascie fibrose e resistenti mediante l'immersione per una settimana in acqua e battendole con pietre, è sapientemente elevato da terra alcuni palmi, ed ha nel mezzo un quadrato, fatto con fango e sterco di vacca: è il focolare. In esso, tre piuoli sorreggono il « Khiew », o recipiente in cui si cuoce il riso: ecco tutto!

Ben inteso, nelle capanne dell'India il camino è superfluo, quindi non è in uso: il fumo si spande invece nell'ambiente, passando prima attraverso gli occhi degli inquilini, poi uscendo dalle fessure tra bambù e bambù, attivando la ventilazione.

Il primo atto di cortesia, appena entrati, è di porre a disposizione dell'ospite un lungo e grosso bambù, ripieno d'acqua: poi tutti si siedono per terra, osservando ogni atto, ogni gesto del nuovo arrivato.... quindi accendono e si passano scambievolmente la pipa, fumando tutti allo stesso cannello. Noi piazzammo subito una bella oleografia di Maria Ausiliatrice all'interno della capanna, e una gran croce all'esterno, e s'incomincia la Missione.

È questo un paesello che appena comincia a formarsi ora: cinque capanne già fatte, altre in costruzione: due capannoni di Hindù, e altri posti già preparati per abitazione di altre famiglie che, prima di edificare vollero parlare col Missionario, ed ottenerne il consenso. Gli abitanti, eccezion fatta di una famiglia Bhoi e degli Hindù dediti alla pastorizia e adoratori di ceppi di piante, son tutti nongpyrshang (sperimentatori), ossia catecumeni, provenienti da altri paesi Bhoi, e desiderano ricevere presto il S. Battesimo e promettono di fermarsi in quella località e abbellire e accrescere il villaggio.

Però la loro aspirazione alla fede non è del tutto disinteressata; vi è anche la speranza di avere denaro dal Missionario: e ci vuole del bello e del buono per far loro intendere l'importanza dei vantaggi spirituali della religione al disopra dei materiali.

Mentre il vento infuria di fuori - è la stagione -noi, seduti sul pavimento della capanna, cominciamo l'istruzione catechistica dal segno della croce. Dapprima un per uno, a volte in coro: « Ha ka hyrteng u Kpa, bad u Khun, bad a u Mynsiem Bakhuid, Amen ». I ragazzetti imparano presto, e se ne vantano presso i vecchi, che sbagliano ancora. Un buon uomo, per non meno di quaranta volte di seguito, ripeteva sempre: « ... In nome del Padre e... dello Spirito Santo »: finchè il figliuoletto prese con pazienza e carità ad ammaestrarlo, ed egli arrivò a porre anche il « Figliuolo » dopo il « Padre ».

Per quel giorno, a varie riprese, si potè ottenere che tutti sapessero far discretamente il segno della Croce e recitassero metà del Pater noster.

Intanto s'era fatto buio, e si accese la lucerna, vale a dire un pezzo di ramo di pino, posto ad ardere su un sasso, e che, con un po' di luce, ventava in viso vampate di fumo, denso e nero, fragrante di resina. Preparata la cena, tentai di licenziare tutta quella brava gente: ma essi desideravano vedere, se il Padre mangia veramente, e come fa a mangiare; e... fu giocoforza dare spettacolo in presenza di tutti!

Finito che ebbi, parvero soddisfatti: e, un per uno, andarono alle loro capanne pel « bam ja », (a mangiare il riso); poi si riprese l'istruzione fino a tarda notte; fino a quando, cioè, la provvista del legno resinoso andò scarseggiando: e, con la previsione del buio, anche la stanchezza persuase a prendere riposo.

Dormono con me nella capanna, oltre al catechista, anche tre ragazzetti, il cui russare si confonde col fischio del vento tra le canne.

La S. Messa. - Mercantaggio dei ragazzi. - Un nuovo villaggio intitolato a Don Bosco. - Formalità dell'atto.

L'indomani mattina, molto per tempo, adattato l'altarino portatile alla facciata della capanna, celebrai la S. Messa, la prima, in quel villaggio e tra quei monti; poi incominciai un po' di catechismo.

Mentre sto parlando della Passione di Gesù Cristo, uno dei Rangbah, (capi del villaggio), mi interrompe:

- Phadar, noi abbiamo una risaia stregata dall' « u ksuid » (demonio), che esce da quella grossa buca del terreno che vedi laggiù, e fa andar a male ogni volta le semine. Fa' tu in modo che egli non ci molesti più oltre.

- Metti il cuore in pace, gli rispondo, imploreremo la benedizione sul villaggio e sui campi: e se tu, collo studio del catechismo apprenderai a conoscere e amare il vero Dio, non mancheranno nemmeno le prosperità materiali alla tua capanna e ai tuoi lyngka (campi).

- Or, vedi, Padre, io ho anche un « ram » che non posso pagare: e U Jenì, il minore dei miei figli, che tu desideri condurre alla tua scuola di Laitumkhrah, deve servire ancora per tre anni. Dammi le cinquanta rupie, e U Jenì, potrà venir con te!

È uso, in queste parti una specie di mercantaggio dei ragazzetti; soltanto in questo minuscolo villaggio mi sono imbattuto in due casi consimili; i genitori chiedono un prestito di denaro (ram), in seguito, prevedendo di non poter estinguere il debito, impegnano la figliuolanza al servizio del creditore per un determinato numero di anni (es. un anno per ogni 10 rupie di debito); e il ragazzo impegnato, così, tassativamente, non può più assentarsi senza sua autorizzazione... con quale scapito dell'educazione e della moralità, ognuno il comprende!

Alternata, a varie riprese, l'istruzione religiosa con la trattazione degli interessi locali, si combinò che alcune famiglie, disseminate qua e là per la foresta, venissero a far parte del nuovo paese, e si designò il terreno dove avranno a costruirsi le capanne; poscia radunati i Rangbah, ossia i capi, si lanciò la proposta di battezzare il nuovo villaggio col nome « NoNGDONBOSCO » (cioè Villaggio Don Bosco; Nong, abbreviazione dì Shnong = villaggio, anteposta a moltissimi nomi).

Fu accolta con entusiasmo e all'unanimità. « Oh, il Padre dice bene e opera assennatamente, s'alzò a dire uno dei rangbah più influenti, il Padre vuole aiutarci davvero. Un presentimento in cuore mi suggerisce che il nostro villaggio prospererà senza dubbio, perchè prende il nome di un grande... Sì, il villaggio prospererà! » E gli altri in coro « haoid (sì, sì) il villaggio prospererà! »

Detto fatto.

Il catechista, conscio della solennità del momento, sospese la pipatina, e scrutando i lineamenti del volto dei rangbah, s'alzò a ricordare, non senza una vampa di santo orgoglio, che egli sta appunto aiutando i Missionari nella traduzione in khassì del della « Vita di Don Bosco », e con i suoi stessi occhi potè leggere cose meravigliose del Nongialam jong ki Phadar (del fondatore dei Padri), che quindi sarebbe da « babieit » (dissennati) rifiutare una proposta simile. Ciò detto, si passò a stendere l'atto legale di denominazione del villaggio.

(Continua).

Sac. PAOLO BONARDI

Missionario Salesiano.

Le meraviglie di Maria Ausiliatrice

Echi della festa titolare in Italia e all'estero.

Ancor una parola sulle solennità che si celebrarono nel Santuario di Valdocco.

Alla brevissima relazione, data lo scorso numero, conviene aggiungere qualche rilievo. Le Sante Comunioni, distribuite dal 23 aprile al 27 maggio, sommarono a 60.000; tra cui molte di uomini per l'adempimento del precetto pasquale. Numerosi furono anche gli accorsi a riferire grazie ottenute da Maria SS. Ausiliatrice e dal Ven. Don Bosco, o ad implorare l'efficace benedizione della Benedetta Madre di Dio, col rito introdotto dal nostro Venerabile Fondatore ed approvato dalla Chiesa. La pietà della popolazione abitante tutt'intorno al Santuario si fece splendidamente manifesta nell'illuminare, concordemente, la sera della vigilia, le proprie abitazioni.

Il giorno solenne segnò un così insigne trionfo mariano, che supera ogni descrizione: per farsene un'idea, bisogna assistervi. Conviene anche notare che fu quasi una grazia della Madonna l'aver potuto compiere l'imponentissima processione la sera del 24, perchè subito dopo cominciò a piovigginare e dal venerdì al mercoledì seguente, ogni giorno, continuò a piovere in abbondanza.

Tuttavia l'accorrere dei fedeli alla Basilica fu consolante anche durante l'ottava, specie la domenica 27 maggio, in cui le sacre funzioni furono onorate dall'intervento di S. E. R. Mons. Costanzo Castrale, Vescovo di Gaza. Nel pomeriggio parlò ai Cooperatori il nostro missionario Don Sante Garelli. L'interessante e commoventissima conferenza, che tenne avvinto l'uditorio, per oltre un'ora, sui prodigi che la grazia di Dio e la bontà di Maria SS. Ausiliatrice vanno prodigando nei vari campi delle Missioni Salesiane, particolarmente in Cina, giovò mirabilmente a infervorare gli animi alla santa causa dell'apostolato missionario, e a disporli a ripetere a Dio l'inno del ringraziamento, che risuonò armonioso sotto le volte della Basilica. La Schola cantorum contribuì assai, come sempre, allo splendore dei sacri riti, con classiche esecuzioni.

Particolarmente cara riuscì la festa celebratasi la domenica io giugno nel santuario di Castelnuovo d'Asti, presso la casa del Ven. Don Bosco. Fin dal mattino vi si recavano numerose carovane da tutti i dintorni. Il graziosissimo tempio votivo è, tutto l'anno, mèta di divoti pellegrinaggi, guidati da Parroci, Maestri e Maestre, e Zelatori e Zelatrici Salesiane. L'anno scorso, in agosto, durante una prolungata siccità, vi accorsero in giorni distinti le popolazioni di Montafia, Castelnuovo ed Albugnano per impetrare la pioggia; ed ogni paese fu esaudito il giorno dopo il pellegrinaggio. L'albo dei visitatori, accanto alle firme dei rappresentanti di queste divote comitive e di personaggi illustri, raccoglie anche quelle di semplici sacerdoti, chierici e religiosi, che accorrono a visitare la Madonna e ad implorare da Don Bosco la grazia di santamente corrispondere alla propria vocazione. Il 10 giugno u. s. vi pellegrinò anche la Scuola Paterna di Castelnuovo, recando fino a notte, su quei colli placidi e tranquilli, l'entusiasmo dei suoi cento giovinetti, che si posson chiamare i beniamini di Don Bosco, come quelli di Valdocco. Numerose le S. Comunioni alle Messe celebrate dal Rettore del Santuario, dal Direttore della Scuola Paterno, dai Missionari D. Cogliolo e D. Garelli e da altri sacerdoti. Alle 10, alla messa cantata dal missionario D. Tozzi, venne eseguita una splendida Messa a 3 voci, di sapore palestriniano, intitolata a Maria, Auxilium Christianorum, composta e diretta dal maestro prof. D. Ottavio Tempini. Nel pomeriggio, guidati dal Prevosto, vi giunsero anche numerosi pellegrini da Mondonio, la terra donde volò al cielo il Servo di Dio Domenico Savio; e vi giunse anche il nostro Rettor Maggiore, che impartì la benedizione eucaristica. Terminate le funzioni, gli alunni della Scuola Paterna, con slancio superiore ad ogni elogio, inneggiarono a Don Bosco e a Maria Ausiliatrice, chiudendo la festa con un trattenimento musico letterario, al quale presero parte più di mille persone. Il sig. Don Rinaldi consegnò ad un insigne cooperatore, il sig. Giovanni Febbraro di Murialdo, l'onorificenza pontificia « Pro Ecclesia et Pontifice ».

Imponentissima la solennità celebratasi nella parrocchia-santuario del S. Cuore di Gesù al Belvedere in VERCELLI, alla quale parteciparono migliaia e migliaia di persone, accorse da ogni punto della città e dei dintorni, dando alla devota dimostrazione il carattere di una solennità cittadina. S. E. Mons. Arcivescovo, accompagnato da vari canonici della Metropolitana, prese parte attivissima alla festa, celebrando la messa della Comunione generale, recitando il panegirico al Vangelo della messa solenne, e presiedendo la grandiosa processione che sfilò, divotissima, tra due fitte ali di fedeli, per un'ora e mezzo.

A NOVARA, fin dalla vigilia una moltitudine di fedeli gremì il divoto santuario, vagamente illuminato. All'indomani, insieme col nostro Rettor Maggiore, resero più solenni le sacre funzioni, coronate da un'imponente processione, Mons. Barberis, direttore diocesano dei Cooperatori, e Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giuseppe Gamba, Vescovo diocesano. Una festa solennissima.

Processioni devote e grandiose si svolsero pure a RIMINI, ove la facciata della Chiesa di Maria Ausiliatrice sulla via litoranea venne sfarzosamente illuminata; a CASALE MONFERRATO, dove per la prima volta Maria Ausiliatrice passò in trionfo per le vie del Valentino; ad ANCONA, dove il Vescovo di Macerata Mons. Pasi predicò il triduo, distribuì più di 100 prime comunioni, e disse le lodi della celeste Patrona delle Opere di Don Bosco.

A ROMA, nella Basilica del Sacro Cuore al Castro Pretorio, la vigilia pontificò ai vespri Mons. Bevilacqua ed impartì la benedizione eucaristica il Card. Sbarretti. Il 24 maggio vennero distribuite più di tremila comunioni. Alla messa solenne pontificò Mons. Olivares, Vescovo di Nepi e Sutri, accompagnato dal canto dei giovani dell'Ospizio salesiano e di valenti professori delle cappelle romane. A sera impartì la benedizione il Card. Laurenti. A corona delle feste, il giorno 27 si svolse una processione, che riuscì una splendida manifestazione d'ancore alla Madonna di Don Bosco.

A Roma, anche in altre chiese, la festa di Maria Ausiliatrice si celebrò con grande divozione. Nella parrocchia d'Ognissanti fu preceduta da un triduo di preparazione, predicato da Mons. Cribellati, e contrassegnata da un gran concorso alla mensa eucaristica. L'E.mo Card. Tacci distribuì la S. Comunione per oltre un'ora.

A PERUGIA vi prese parte l'Arcivescovo Mons. Rosa, che distribuì la prima comunione a ottanta fanciulli, amministrò la S. Cresima e benedisse la nuova bandiera del Circolo « Don Bosco ». Mons. Mignini cantò messa solenne. Nel pomeriggio, la processione, svoltasi nel popolarissimo Borgo S. Antonio, destò tanto entusiasmo, che l'Arcivescovo. dovette impartire la benedizione eucaristica sulla pubblica piazza, gremita di popolo.

A VERONA, come diremo altra volta, il 24 maggio rivestì una particolare importanza per la città e per l'opera nostra, per la posa della prima pietra delle nuove Scuole Professionali Salesiane.

A FRASCATI, nel cortile del Collegio di Villa Sora, trasformato in ampio padiglione, per mano dell'Em.mo Card. Cagliero ebbe luogo l'incoronazione e l'imposizione dello scettro alla Statua di Maria Ausiliatrice, che poi fu portata in processione, alla quale parteciparoro in massa le associazioni locali; e Mons. Olivares coronò il sacro rito solenne coll'impartire la Benedizione Eucaristica.

Improntate a schietto entusiasmo popolare e giovanile furon le feste celebratesi a CASERTA; a FIGLINE VALDARNO; a CAVAGLIA', dove il Sac. Calogero Gusmano tenne una conferenza sulla divozione a Maria Ausiliatrice e il suo grande propagatore, il Ven. Don Bosco; a DIANO D'ALBA, che venera Maria SS. Ausiliatrice come sua patrona; a ScHIo dove l'elezione a Vescovo di Padova di quel rev.mo Arciprete Mons. Della Costa, così benemerito delle Opere Salesiane locali, raddoppiò in ogni cuore il più santo entusiasmo; a MARATEA, dove numerosi bambini furon portati ai piedi dell'altare per essere consacrati a Maria Ausiliatrice; a PISA, dove accorse anche l'Em.mo Card. Maffi e tenne la conferenza il Can. Mussi della Cattedrale di Massa; ad ALESSANDRIA, con discorso del Can. Colli; a S. PIER D'ARENA, dove fu benedetta la bandiera dell'Unione Padri di famiglia.

A TORINO, anche il mercato del burro, a Porta Palazzo, volle celebrare il decennio della sua consacrazione a Maria Ausiliatrice con solenni funzioni, mattino e sera, frequentate da numerosi devoti e rallegrate da scelte esecuzioni musicali della Scuola cantorum degli Artigianelli.

***

Fervore di devozione e di preghiere caratterizzarono le grandiose feste anche all'Estero.

A CIUDADELA (Baleari-Spagna), la città consacrata a Maria Ausiliatrice, fin dal mattino, richiamati dalla banda che percorse le vie suonando, i fedeli affluirono in massa per accompagnare la statua della Madonna alla Cattedrale, dove stragrande fu il numero delle Sante Comunioni e solennissime le funzioni pontificate dal Vescovo.

A SIVIGLIA, come degna preparazione al gran giorno, ex-allievi, soci dei circoli salesiani, operai, e signori del borgo della SS.ma Trinità, passarono la notte in adorazione e in preghiera, e il 24 si unirono alle associazioni religiose e agli alunni interni ed esterni delle scuole salesiane nella consacrazione a Maria Ausiliatrice dei loro bambini.

A ToURNAI la festa fu tutta un inno di ringraziamento a Maria Ausiliatrice per lo scampato pericolo nel fortuito incendio del gennaio scorso. Numerosi fedeli corsero a pregare dinnanzi all'immagine rimasta perfettamente incolume nel disastro: e, nel pomeriggio, Mons. Vescovo benedisse una lapide commemorativa, con la quale quei confratelli han voluto tramandare ai posteri la propria riconoscenza a Maria Ausiliatrice, che, in modo manifesto, salvò l'Orfanotrofio da una completa distruzione.

GRAZIE E FAVORI (*)

Riconoscenza a Maria SS. Ausiliatrice.

Il 24 febbraio u. s. mia sorella Adalgisa entrava in casa di cura per sottoporsi a una difficilissima operazione. Si trattava di alcune ulceri al duodeno, che da molto tempo recavano alla paziente dolori atroci. I medici, pure esperti e pratici di simili operazioni, erano stavolta esitanti, sia riguardo ai progressi del male, sia riguardo alla buona riuscita dell'operazione.

Si ricorse con tutta la fede alla nostra cara Madonna Ausiliatrice. I miei giovani convittori si unirono con slancio a me, e si incominciò la novena consigliata dal Venerabile Don Bosco a Maria Santissima, in forma solenne.

L'operazione fu decisa: durò questa per ben tre quarti d'ora. Si dovette recidere all'inferma circa 15 cm. d'intestino ulcerato: e per sei giorni furono continue le alternative di speranza e di timore. Frattanto si pregava incessantemente, fervorosamente. Terminata la novena, se ne incominciò una seconda. E Maria, la nostra cara mamma Ausiliatrice, volle premiare la fede dei suoi figli.

Mia sorella, dopo due mesi dall'operazione, gode ora ottima salute, e non sente il minimo disturbo del male che prima tanto la tormentava. Riconoscente, quindi, sciolgo il voto. Faccio nota questa grazia di Maria, a sua gloria ed a perenne mia riconoscenza; ed invio l'offerta promessa per il suo Santuario di Valdocco in Torino. Si volle ancora dimostrare la nostra riconoscenza a Maria Santissima Ausiliatrice, mettendo nella chiesa del Collegio il suo quadro, intorno al quale aumentano di giorno in giorno le preghiere dei devoti.

Mantova, 24 aprile 1923.

Mons. Cav. LODOVICO SCALARI Rettore del Collegio Pio X.

Se sono ancor viva, è un miracolo di Maria Ausiliatrice! - Tanti la scongiuravano per me, tra gli altri un drappello di fanciulli, proprio ai piedi del suo altare nel Santuario di Valdocco. La casa mia stava per allietarsi della nascita di due nuovi figliuoletti, quando, disgraziatamente, uno d'essi morì, prima di venir alla luce, intossicando mortalmente la madre e il fratellino. L'una e l'altro eran destinati a perire, finchè, dopo vari giorni, si ricorse all'operazione, sebbene con ben poca o nessuna speranza. Ma la potenza della Vergine benedetta, pregata con viva fede, si fece ad un tratto manifesta. Il piccino nacque, e non visse più di 30 giorni; e la madre, che i medici avevano data per spedita, non solo si riebbe, ma in breve tempo riacquistò la salute, tra la gioia e la riconoscenza dei suoi.

Non avrò mai parole bastanti per ringraziarvi, o Maria Ausiliatrice; gradite l'offerta che invio al Santuario.

Padola di Cadore, 5 giugno 1923. ROSARIA DE MARTIN

Guarito per bontà di Maria Ausiliatrice. - Afflitto da gravissima malattia che la scienza disperava di curare, un mio bambino di pochi mesi fu, per più giorni, in pericolo gravissimo di morire.

Solo un miracolo poteva ridargli la salute. Ricorsi alla SS. Vergine Ausiliatrice. A lei mi abbandonai completamente, ed in Lei ebbi fede e speranza... Come è buona così tenera Madre! Guarito e in compagnia delle sorelle e dai genitori, oggi egli viene a ringraziare la SS. Vergine Ausiliatrice nel suo Santuario.

Giaveno-Torino, 15 maggio 1923.

Una ex-allieva delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Grazie a Maria SS. Ausiliatrice a al Ven. Don Bosco. - Ai primi d'aprile u. s. la mia carissima mamma veniva colpita da terribile cardio-nefrite, che in pochi giorni la ridusse in uno stato impressionante. Data l'età avanzata e il grande esaurimento di forze, il medico curante riteneva il caso disperato, anzi ornai imminente la catastrofe, per cui le furono amministrati gli ultimi sacramenti.

Col cuore lacrimante, ma fiduciosa, mi rivolsi a Maria SS. Ausiliatrice e incominciai la novena, consigliata dal Ven. Don Bosco, ponendo una sua piccola reliquia sotto il capezzale dell'inferma Oh prodigio! Prima ancora del termine della novena la mia buona mamma con meraviglia del medico si sentì migliorata, ed ora, con grande letizia della famiglia e dei parenti, trovasi completamente fuori di pericolo.

Siano vive grazie a Maria Ausiliatrice e al Venerabile Don Bosco.

Verucchio (Forli), 17 maggio 1923.

Suor PRASSEDE BELLuccI.

Grazie, o Maria Ausiliatrice! - La mia figliuola Maria Ruggeri, di anni otto, gravemente ammalata per difterite, era ormai in fin di vita: i medici non le davano più alcuna speranza di salvezza. In quei momenti angosciosi, a Voi ricorsi, o Vergine Ausiliatrice, e Voi, come altra volta, avete esaudito le mie preghiere. La mia bambina è guarita. Grazie a te, o Maria Ausiliatrice, al cui Santuario invio tenue offerta.

Trecastagni, 21 maggio 1923.

GRAZIA RUGGERI TORRISI.

Salva la vita a un orfano di guerra. - Il nostro piccolo Nicolino, in seguito a lunga infermità, andava perdendo la vista di giorno in giorno, per cui fu dichiarata la necessità di un'operazione. La condizione del piccino era molto critica, perchè se l'operazione era inevitabile, la sua età, ancor troppo tenera, lasciava incerto il professore di poterla eseguire. Con angoscia ci rivolgemmo alla cara Vergine Ausiliatrice, mettendo intercessore il Ven. Don Bosco, supplicandolo d'aver pietà del nostro pargoletto, già abbastanza sfortunato, perchè orfano di guerra. Il giorno 5 settembre entrò all'ospedale per essere operato, ed invece, dopo sapienti cure, cominciò a migliorare, ed il 4 novembre fece ritorno a casa, senza che l'operazione venisse compiuta. Il piccino, che non riusciva a distinguere fra le persone neanche i famigliari, per bontà della Celeste Ausiliatrice, gode ora di una vista discreta. A Lei la nostra gratitudine vivissima e il nostro amore.

Parma, 29-4-1923.   Famiglia PAINI.

Maria Ausiliatrice e il Ven. Don Bosco. - Nel marzo scorso la mia bimba Adriana, di sette anni, cadde ammalata, prima d'influenza, poi di scarlattina, con febbre forte glandolare, persistente, per più di venti giorni. La vedeva soffrire, sempre eguale, e quella febbre mi faceva paura, data già la debolezza della bimba. In quei tristi giorni, invocai Maria Ausiliatrice ad intercessione del Venerabile Don Bosco, incominciando una novena, e promettendo la pubblicazione e un'offerta per le opere Salesiane. Al sesto giorno la bimba cominciò a migliorare, la febbre in due giorni scomparve, e ora è completamente guarita.

Invocai la Vergine e Don Bosco in altri momenti egualmente tristi e ansiosi, e sempre fui esaudita; ora adempio la mia promessa. Accettino la Vergine Ausiliatrice e il Venerabile Don Bosco il mio grazie più vivo in pegno di perenne riconoscenza.

Asti, 23 maggio 1927.

ERNESTA MONTICONE.

Dinanzi a un quadro di Maria SS. Ausiliatrice. - Mesi sono, mentre io, mia moglie ed i miei bambini percorrevamo una ripida discesa su di un barroccio, il cavallo inciampò, e fummo ribaltati a terra. C'era da rimanerne uccisi. Per buona sorte la disgrazia avvenne proprio dinnanzi ad un bel quadro di Maria Ausiliatrice, la quale, da noi fervidamente invocata nel duro frangente, ci protesse e ci salvò da più gravi sciagure. Mia moglie, per salvar la bambina che aveva in braccio, non potè parare il duro colpo ed ebbe una contusione, via guarì in pochi giorni. Preghiamo la Madonna di Don Bosco a benedirci sempre.

Cherasco, 23-5-1923.

Prof. GINO BERNOCco.

Grazie, o Vergine Ausiliatrice! - Anche questa volta ti sei dimostrata con me Madre amantissima, ottenendomi dal tuo divin Figlio la guarigione da grave malattia! Si trattava di una seria appendicite, che minacciava non poter risolversi senza un'operazione chirurgica. Riuscendo vana ogni cura, e desiderando ardentemente scongiurare l'operazione, mi rivolsi con fiducia a Te che sei la salute degli infermi e incominciai la novena tanto raccomandata dal Ven. Don Bosco, insieme con i miei famigliari e con altre pie persone buone. Passati i nove giorni, ne incominciai una seconda, e si era alla fine anche di questa, ed io soffriva sempre in modo indescrivibile. Ma oh, meraviglia! proprio la sera dell'ultimo giorno m'addormentai così profondamente, che non mi svegliai fino al mattino alle 6; e dire che in 54 giorni di malattia non ero mai riuscita a dormire un'ora! Era perfettamente guarita, con stupore dì quanti conoscevano la gravità della malattia. Gradisci, o Vergine Ausiliatrice, una tenue offerta in segno della mia grande riconoscenza, e dègnati di continuare la Tua protezione su me e sulla mia famiglia.

Alba, 11-6-923.

MARY CARLETTA, maestra.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per il Tempio erigendo a Gesù Adolescente e alla Sacra Famiglia, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti:

A) - A. C., A. C. C. M., A. R., A. M., A. T., A. Maria in Palma, Acide Giovanna, Agnelli Teresa, Agosti Angela, Aldovlni Teresa, Alghisi Marietta in Loda, Alisiardi Angela, Allemand Onorina in Pellerin, Allora Annetta, Alvisio Angela, Ambu Raimonda, Amigoni Rosanna, Arciola Annita, Arezzo Gaudenzia, Augello Angela, Avanzato Franco, Avanzino Argentina in Lusvardi.

D) - B. M., Baignini Maria in Clementi, Baratta suor Ernestina, Barzaghi Nilde, Basso Prea in Sandrin, Battaglino Orsola in Ferrero, Bayardi Rosa, Bazzonì Irene, Belgrano Onorina, Belinzoni Antonietta, Bellucci suor Prassede, Beltramo Antonio, Benassi Irma, Benzi Angelina, Berchi Stefano, Bernardini Carolina, Bernasconi Maria, Bernero Adele, Bernocco prof. Gino, Berrino Giuseppe, Bertolino Margherita, Bertolo Maria, Bessi Caterina, Bessi Isabella, Biancheri Edvige, Bianchi Rosa, Biava Giovannina, Blesso Maddalena, Boarino Pietro, Bogliolo Clara, Boi Giovanna, Bonassi Elena, Bonelli Giovannina, Borghetti Enrico, Borsellino Quintilia, Bortoli Emilia, Botto Quintina in Sartori, Breganze avv. Antonio, Bruno dott. Aristide, Brussino Margherita.

C) - C. A., C. E., C. M. A., C. V., Calosso Placido, Camiletti Caterina, Cammarata Francesca, Canepa Luigi., Cantatore Cesare, Cantone Paolina, Cappellani Anna, Cappellani Anna in Bordino, Cappellino Rosina in Vittore, Caratti Maria, Carbonelli Chiarina, Cardino Edoardo, Carenini Elisabetta, Carola Maria, Casali Albini Angela, Casini A., Castellione Agnese, Castini Francesco, Cavazza Agnese, Cencigh cav. sac. Antonio, Cerani Teresa in Binda, Cereghini Domenica, Chiarlo Giustino, Chiesa, Cirillo Maria in Soreca, Classe Annetta, Costa Clorinda, Costa Ina, Costa Luigia, Cortese Caterina, Coppola Rosa, Coniugi Coggiola, Coniugi Palermo, Comodi Rosa, Colombo Pia, Colzani Giuseppina in Zappa, Colombano Giuseppina, Codiroli Quirino, Cravero e Risso per segnalatissima grazia, Craviotto Vittoria, Cremona Emilio, Crippa Bambina, Cristiani d. Giovanni, Cristiani Giuseppe - e Francesco fratelli, Cumino Luigia in Alciati.

D) - D. Ch., D. G. N., D. R., Dalmasso avv. Stefano, Damilano Erminia, De Angeli Erminia, De Angeli Emilia, De Antonio Giovannina, De Cao Giovanni, Degli Uberti, Aurelia, Del Forno Luigi, Dellachà Giulietta, Dematteis Lucia, De Meio Maria in Barnabò, De Negri Edoardo, Depari Maria, De Vecchi Alice, De Vincenzi Bianca in Robotti, De Vita Adele, Diotto Rosa, Doriguzzi Adriana, Dulio Maria.

F) - Fabricio Francesca in Ciriani, Fabris Maria, Fabris Virginia, Falconet Edvige, Famiglie Agazzi, Consigli, Ferrero, Gardenghi, Grosso, Jacopini, Nodari, Rovere, Solini, Fangazio Rosa, Fanny Giovenale per grazia ricevuta ad intercessione del Servo di Dio D. Michele Rua, Fanti Lina, Faveto Elisa in Baliani, Febraro Lucia, Fenini Paolo, Ferrari Elisa, Ferraris Angiolina in Signorini, Ferrarís Cristina, Ferraro Elisa, Filippi Teresa, Finetti Albina, Fiochini Carolina, Fontana Teresa, Fontana Caterina, Fornero Luigia, Fossati Olimpia, Franco Angela Maria, Frattini Maria, Frigerio Carolina in Ripamonti.

G)- G. R., Gabelli Francesca, Gaia Lucia, Gai Agnese, Galassi Annetta, Galli Adele, Gallina d. Giovanni, Gallivanone Ginevra, Gamba Ignazio, Gamba don Pietro, Garbarino Anna, Garbarino Teresa, Garbetta Teresa, Garzia baronessa Lucrezia in Civico, Garzino Mario, Gasparini Teresa in Russo, Gastaldi Caterina, Gavinelli Maria, Gelatti Umberto, Gembillo Amalia in Scolaro, Ghirardi Giovanni, Ghisla Maria, Giaccardi Giuseppe, Giacobino Erminia, Giorcelli Costantino, Giordano Carlo, Giordano Giuseppe, Giordano Giuseppina, Giovanetto Felice, Giribaldi Giovannina, Gola Mary, Grandi Ermelinda, Grattino Caterina, Greppi Agostino e Famiglia, Grosso Felicita, Grosso Maria, Grosso Vittorio, Guabello P., Guasti Ernestina in Gatti, Guglielmi Antonio.

I) - Jacono Teresa in Di Iorio, Ingarano Caterina, Invidiato Francesco, Isnardi Fortunato, Ivaldi Domenica.

L) - L. S. I., Lagorio Giuseppe, Lana Antonietta, Lanza Giuseppina, Lanzon Giuseppina, Laterza Angela, Lazzarini Maria, Lecchi don Carlo, Lombardi Elisa in Celuschi, Lungati e Roberto.

M) - M. C. B., M. G., M. S. Luisa, M. V., Maffeis Caterina, Malatesta Rina, Malatto Rina, Mancuetti ing. Nicola, Manetta Caterina in Tomalino, Manzoni Angela, Maravigna Agata in Viola, Mariella Bianca, Marongiu Anna, Marostica Angela, Martini Giovanna, Martinoia Sofia, Masi Maria Antonia in Gasparini, Mazzarone Francesco, Mazzini Maddalena, Mazziotti Can. Alfonso, Mazzorini Francesco, Mazzucco Teresa in Giollero, Medda Consolata in Sionis, Melano Clelia, Mellano G. B., Michielini Alba, Milesi Maria, Monticon Ernesta, Monzali Ada, Moscato Maria Giovanna, Mosconi Giuseppina, Mussi Giovanni.

N) - N. Maria, Nardi Ferdinando, Nassani Carlo, Natale Teresa, Nizzio Virginia, Nodari Colomba, Novelli Maria.

O) - Oliva Angela, Olivero M., Ollearo Alessandro, Omarini Caterina, Omedè Caterina Giovanna, Orso Maria.

P) - P. F., P. F. F. A., Pacchiotti Margherita, Pagliai Olimpia in Martelli, Pagliotti Margherita in Scavarda, Paini Maria, Pascut Albina, Pastorini Adele in Dodi, Pedrini Carolina in Salini, Peluffo Francesco, Peregalli Marianna, Peretti don Gaetano, Perilongo Maria in Bottini, Perinelli Anna, Periti Angelo, Perletti Anna Maria, l'erria Peppina, Perron Celestina, Pession can. Pietro, Pezzani Merope, Piccarolo Carolina, Piccinin Giuseppina, Pignocchi Giovanna e Marianna, Pintauro Bonaria, Piras Gigina, Pizzio Caterina, Poggi Aurelia, Poggi d. Giuseppe, Porro Luigi, Pozzi Maria in Gadda, Pozzoli Luigi, Prono Cristina, Puppin Teresa.

R) - Radolico Pasqualina, Raimondo Angela, Raimondo Felicita, Rambaldi Angela, Ramognini Vincenzo, Ramponi Maria, Randi Rita, Rapetti Severina, Rastelli Leandro, Ratti cav. Giuseppe e Consorte, Ratti Mansueta, Ratto e famiglia, Ravotti Modesta, Reita Luigi, Renzi Augusto, Revelli Nunzietta, Ricci Angiolina, Ricossi fratello e sorella; Rigo Gaetano, Rinaldi Antonietta, Riva Maria, Roana Maria, Robaudi Pierina, Roella Teresa e sorelle, Rolfo Carlo, Roncato Angela, Rossi Gaspera in Turelli, Rossi Ines. Rossi Maria, Rosso Margherita in Garnero, Rosso e famiglia.

S) - Saccone Carmelo, Saia Elisa, Salis Gaetano, Samperi Angelo, Sampietri Margherita, Santuz Antonio, Scalari Mons. cav. Lodovico, Scarafia Margherita, Scolari Pietro, Scultetus Ubaldo, Seghesio Giuseppe, Servato Francesca in Farinetti. Sirma Domenica, Soave Giuseppina, Sorasio teol Clemente, Sorelle Cartoni, Mollardo, Murari, Spagnoli Iva, Stalla Elena, Straneo Vittoria, Suini Emilia in Bianchetti.

T) - T. S. Angela, T. P., Tamiotti Adelina, Tarantola Eufemio, Tarca Giovanni, Taricco Maria, Tola Peppina, Truffi Carlo.

U) - U. G., Ubezzi Giuseppe, Ugazzi Ester.

V) - V. D. T., Vacchiotti Aldo, Vaglio Alice in Jori, Valentini Maria, Valle Camilla, Varcellone Maria, Vasso Catterina, Vellano Ernesta in Damonte, Vernengo Anna, Vergnano Carolina, Viganò d. Pietro, Viglietti Giovanna, Villani Francesco. Villata Severina, Vinco Gelmina, Viola Piero, Vivano Margherita, Vittorelli Diomira e Nina, Vitrotti Margherita, Voi Maddalena.

Z) - Zaccaria Maria, Zamboni Famiglia, Zambonin prof. G., Zamboni Lina, Zanchi Alfredo, Zanocco Biagio, Zanoni Caterina, Zanotti Angela, Zolin Sebastiano.

X) - N. N. di Alice Castello, Bardonecchia, Belluno, Borgomanero, Brisigbella, Calciavacca di Veroengo, Coglio (C. Ticino), Craveggia, Curo Tanaro, Este, Frisauco, Invorio Inferiore Merano ;Trentino), Mombello Torinese, Mb, Pavia, Pontedassio, Rivoli, Romagnano Sesia, San Germano sul Chisone. Savona, Toirano, Torino, Valentino (Casale), Venezia, Vigevano.

Omaggio Internazionale a Gesù Adolescente

Il nuovo Tempio a Borgo S. Paolo in Torino.

Inviamo L. 105, per il Tempio Internazionale a Gesù Adolescente e per riconoscenza alla Vergine Ausiliatrice, sempre benefica e materna con noi e i nostri cari. - Cav. Giuseppe Ratti e Consorte, di Alessandria.

Il giovanetto Aldo Vacchiotti di Avigliana, fattosi promotore di una colletta tra i suoi amici a favore del Tempio Internazionale di Borgo S. Paolo in Torino, perchè Gesù Adolescente lo faccia crescere buono e virtuoso, e gli prepari un bel posto in Paradiso: L. 25.

I fratelli Secondino ed Angela Ricossa, di Portocomaro (Asti), inviano L. 10, secondo frutto dei loro piccoli risparmi raccolti in apposito salvadanaio a favore del Tempio ad onore di Gesù Adolescente, implorando aiuto e protezione per sè, per i genitori e per i fratelli.

Moscato Maria Giovanna di Carmelo, di Siculiana (Girgenti), offre L. 15 per il tempio di Gesù Adolescente in S. Paolo, implorando grazie speciali.

Inviano per l'Omaggio Internazionale a Gesù Adolescente: Bertolo Maria di Torino L. 10; Pagliotti Margherita nata Scavarda di Rivarolo Canavese L. 10; da Foglizzo Canavese, due poveri orfani L. 10; i bimbi Domenico ed Annibale Minotti da Como L. 5; N. N. d'Isola della Scala, L. 10, raccomandandosi alle preghiere dei giovani per ottenere da Gesù e da Maria Ausiliatrice una grazia per un nipote carissimo.

Da Pisa, Agatina Magi Pardi, a nome dei nipotini Francesco, Alfredo, Alberto e Giuseppino, rimette L. 5o per l'erigendo Tempio di Gesù Adolescente, perchè li accompagnino sempre le celesti Benedizioni.

I giovani dell'Oratorio S. Carlo di Borgo S. Martino, privandosi dei loro piccoli risparmi, offrono per la costruzione del Tempio a Gesù Adolescente L. 50, coll'augurio che Gesù voglia suscitare altri cuori generosi.

Da Marsala, al sig. Don Rinaldi: - Gli orfanelli, i convittori, e gli esterni dell'Istituto Salesiano, memori della sua paterna visita, inviano L. 15o per il Tempio di Gesù Adolescente, al quale si consacrano e raccomandano perchè Egli li aiuti e li benedica.

Un industriale, implorando l'abbondanza delle divine benedizioni, per l'Omaggio Internazionale a Gesù Adolescente, L. 100.

RICORDIAMO ai nostri Direttori e alle revv. Direttrici delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ai Maestri e alle Maestre aderenti al programma delle Cooperazione Salesiana, il duplice invito del nostro venerato Rettor Maggiore di promuovere tra la gioventù loro affidata:

1) Una Colletta per i poveri bimbi della Russia, da inviarsi « DIRETTAMENTE » al SANTO PADRE Pio XI - Vaticano - Roma.

2) Altra Colletta a favore del nuovo tempio in costruzione a Borgo S. Paolo a Torino, in omaggio a Gesù Adolescente, da inviarsi allo stesso nostro Rettor Maggiore, Via Cottolengo, 32, TORINO (9).

AZIONE SALESIANA

Solenne Convegno giovanile.

Nei giorni 26 e 27 maggio u. s., nell'Oratorio di S. Francesco di Sales in Torino si tenne l'annunciato Convegno Generale delle Compagnie Religiose fiorenti negli Istituti Salesiani. In preparazione, in quasi tutte le nostre Case d'Italia e dell'Estero, si svolsero identiche adunanze, le quali, primieramente, giovarono ad infervorare gli alunni all'esemplare compimento dei loro doveri e, in secondo luogo, mercè la raccolta di pratiche norme e suggerimenti, contribuirono efficacemente al buon esito del Convegno Génerale.

Il S. Padre, informato che si teneva questo Convegno, inviò una cara benedizione col seguente telegramma:

Rev. Don Rinaldi, Rettor Maggiore dei Salesiani, Torino. - In occasione del fraterno Convegno delle Compagnie Religiose giovanili degli Istituti Salesiani, il Santo Padre invia di cuore l'apostolica benedizione, augurando che lo spirito del Venerabile Fondatore vivifichi alla luce della Fede la cristiana loro attività. - Card. Gasparri.

Gli atti del Convegno saranno pubblicati in opuscolo a parte e diramati a tutte le nostre Case; ma perchè i Cooperatori possano comprendere ciò che sono e ciò che fanno le accennate Compagnie, ideate dal Ven. Don Bosco per il buon andamento dell'Oratorio e dei suoi Istituti, non mancheremo, quando sieno pubblicati gli atti, di tornar sull'argomento.

Centenario di S. Francesco di Sales.

Fu commemorato a Venezia, presso il Patronato Leone XIII, e riuscì una vibrante manifestazione di fede. Alla festa si volle associata la benedizione del vessillo sociale del fiorente circolo giovanile « Salesio », che fu impartita dall'E.mo Card. Patriarca La Fontaine, fungendo da padrino il conte Massimo Lovatelli, comandante la base navale, e da madrina la sig.na Carla Mortola, figlia dell'Ammiraglio, comandante- l'Alto Adriatico, presente una massa imponente di giovani, accorsi da ogni parte della città con bandiere e gagliardetti, che sfilarono in lunga processione, recando in trionfo per le vie del popolarissimo borgo dì Castello la statua di Maria Ausiliatrice. Da parecchi anni non si era visto nel rione spettacolo religioso così commovente! Nel pomeriggio vi fu un'accademia ginnico-musicale, eseguita dagli esploratori cattolici, e presenziata dalle autorità cittadine. L'avv. Comm. Valentino Pellizzari, ex-allievo, disse, ascoltatissimo, il discorso commemorativo, rievocando, ad ammaestramento dei giovani, gli episodi più significativi della gioventù di S. Francesco. Alla festa inviarono una particolare benedizione il Santo Padre e un'affettuosa lettera il nostro Rettor Maggiore.

Il Collegio Salesiano di Mogliano Veneto sceglieva a mèta dell'annuale passeggiata il Santuario alle Corti, vicino a Treviso, ove dalle Religiose dell'Ordine della Visitazione si conserva il cuore di S. Francesco di Sales: così gli alunni poterono riportare dalla contemplazione della preziosa reliquia soavi eccitamenti all'amore delle più elette virtù.

A Milano, l'on. Cingolani tenne una commemorazione del santo nell'artistico tempio di S. Agostino, trasformato in elegante salone, presenti le rappresentanze di vari istituti, numerosi amici e benefattori, ed un eletto stuolo di notabilità ecclesiastiche e civili. Presiedeva Sua Eminenza il Card. Tosi, che al termine della manifestazione si rallegrò vivamente coll'oratore, ed ebbe care parole per Don Bosco e per l'Opera sua, nella quale disse di ritrovare l'eredità di quello spirito di operosità e dolcezza che caratterizzò il Santo di Sales.

In memoria di Mons. Pasquale Morganti.

Nell'Oratorio Maschile Arcivescovile di Ravenna, diretto dai Salesiani, il 6 maggio u. s., ad iniziativa dei giovani e precisamente del Circolo Don Bosco, fu inaugurata una lapide di marmorea in memoria del compianto Arcivescovo Mons. Pasquale Morganti. Squisita fattura di quattro artisti milanesi, a lui legati da relazioni di affetto e di stima, la lapide reca nel timpano lo stemma arcivescovile e nel campo, sotto un medaglione in bronzo con la figura e il nome del virtuoso Prelato, questa iscrizione:

Animo retto e zelo ardente - carità e profondità di dottrina attinta alla Pura fonte delle S. Scritture - rifulsero nei XVII anni di sue Paterne sapienti cure - a questa vetusta archidiocesi - ridesta alla fede e pietà degli avi - colla parola, coll'esempio - con provvide e benefiche opere - a salvezza della gioventù, - dal pio padre e Pastore - cresciuta ai nobili sensi di Religione e di Patria.

Il Comitato promotore pubblicò, in un elegantissimo Numero Unico, le adesioni e i giudizi di eminenti personaggi, da cui balza viva e forte la figura dell'insigne Prelato.

L'Em.mo Card. Cagliero, nell'augurare « pace e riposo eterno all'amico e discepolo », ne ricorda lo zelo per la salvezza delle anime, attinto alla scuola del Ven. Don Bosco, e profuso, fra l'altro, nel Manuale dei Cooperatori salesiani, e nell'aureo libretto « Sic orabitis ». Il Card. Maffi afferma

« uno dei ricordi più soavi quello di Mons. Morganti: così buono, così zelante, così fervoroso ». Il Card. Lualdi di Palermo lo chiama « anima sacerdotale di bronzo, anzi di diamante, innanzi a Dio e agli uomini ». Il Card. Tosi di Milano ne rammemora « le maschie e gagliarde virtù ». Il suo antico segretario, P. Brianza, Provinciale dei Domenicani, ne rileva la fede indomita e costante, attraverso a non lievi difficoltà pastorali. « Era un'anima piena dello spirito di Dio, ardente del desiderio di ridare appunto questo santo spirito alla moderna società »: scrive il suo successore nell'Archidiocesi di Ravenna, Mons. Antonio Lega.

Il Numero Unico riferisce pure le testimonianze dei giovani e dei seminaristi da Mons. Morganti intensamente amati e beneficati, e le impressioni di quelli che lo ebbero, negli anni di formazione, direttore di spirito. Mons. Orsenigo, Internunzio Apostolico dei Paesi Bassi, lo dichiara e impareggiabile educatore di anime »; il Vescovo di Lugano scrive: « Conservo nello spirito, con affetto di figlio, la sua grande figura di Sacerdote e di Pontefice secondo il cuore di Dio ».

Noi facciamo nostro l'augurio del nostro Rettor

Maggiore: « Susciti Iddio tanti sacerdoti che lo imitino, e dia a Lui la gloria dei Santi anche in terra ».

Commemorazioni Manzoniane.

Nel Teatro dell'Oratorio di Torino, ad iniziativa del nostro Rettor Maggiore, il 17 maggio u. s. si commemorava il Cinquantenario della morte di Alessandro Manzoni, e la commemorazione assunse particolar splendore per l'importanza delle personalità che vi presero parte e la valentia dell'oratore.

Spiccavano in prima fila l'E.mo Card. A. Richelmy e S. A. R. il Duca di Bergamo. Dietro ad essi erano altre autorità e numerosi rappresentanti degli istituti scolastici cittadini, le Dame Patronesse, ed esimi benefattori.

Oratore fu l'On. Prof. Achille Pellizzari dell'Università di Genova, che per oltre un'ora deliziò l'uditorio. Cominciò a ricordare le tre date che il Manzoni pose via via nella prima stesura del suo romanzo, e i mutamenti apportati nel rifacimento, esemplificandone alcuni nelle modificazioni dei nomi dei. personaggi, e illustrandone il significato e il valore artistico. Fatti alcuni raffronti fra l'opera sua e quella di Dante e dei maggiori poeti italiani, passò alla genesi e alla storia psicologica del ritorno del Manzoni alla fede, che nel suo romanzo ha una delle più nobili e alte affermazioni artistiche. Finì col rilevare le serene e auguste finalità morali, che emanano da tutto il romanzo, ne illuminano lo svolgimento, e culminano nelle quiete conversazioni che i due protagonisti fanno tra loro, allorchè concludono che i dolori umani vengono, anche senza andarli a cercare, ma che

« quando vengono, o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce e li rende utili per una vita migliore ».

La commemorazione manzoniana ebbe luogo anche in altre case salesiane d'Italia e dell'Estero.

Nel Collegio di Villa Sora a Frascati la tenne il prof. Giulio Salvadori dell'Università di Roma; e molti rappresentanti dei collegi cittadini, e numerosi ammiratori, fecero larga corona all'E.mo Card. Cagliero, presente alla manifestazione.

A Nizza Monferrato, nella Scuola Normale Pareggiata dell'Istituto di N. S. delle Grazie, tenne una conferenza il nostro confratello Dott. Don Antonio Cojazzi, autore di una nuova opera su Alessandro Manzoni, nella quale ha raccolto, ordinato sistematicamente, e illustrato l'intero pensiero del Manzoni su tutti gli argomenti che appartengono all'apologia cattolica; importantissima e interessantissima opera per il Clero e la gioventù studiosa (1).

A Costantinopoli, nell'istituto salesiano B. Giustiniani, si svolse alla presenza dell'ammiraglio Galleani, comandante la Divisione Navale Italiana del Levante, del Console Generale, dei rappresentanti della Delegazione Apostolica e dell'Alto Commissariato, e di tutte le notabilità della Colonia. Oratore fu il . Dott. Cornelio Di Marzio dell'Ambasciata d'Italia, che illustrò le più belle figure del romanzo manzoniano.

(1) Dott. D. ANTONIO COJAZZI. Manzoni Apologista.
Bel volume in-I6 grande, di oltre 450 pagine, L. 15. - Franco L. 16,50, presso la S. E. I. di Torino.

GLI EX-ALLIEVI

« Gli ex-allievi sono la nostra corona e la nostra gloria. Io desidero di vederli sempre più uniti ai loro antichi maestri, e che siano considerati ancora come nostri figli, anche dopo che son divenuti padri di famiglia. Maria Ausiliatrice e Don Bosco li benedicano, come prego ogni giorno dal profondo del cuore ».

Queste parole del nostro Rettor Maggiore ebbero una completa realizzazione nei recenti convegni, che si tennero dagli ex-allievi in ogni parte d'Italia: indice eloquente dell'affetto che li lega ai loro educatori, e del loro proposito di collaborare alla diffusione dello spirito di Don Bosco nella società.

A Bologna, la domenica che seguì il VII Congresso degli Oratori Festivi e delle Scuole di Religione, si riuniva il Consiglio Nazionale con l'intervento del Presidente Avv. Masera, dei Presidenti regionali e dei loro delegati, per trattare del modo di ottenere agevolazioni economiche per i tesserati, dare più vigoroso impulso alla costituzione di Unioni ex-allievi in seno agli Oratori festivi, e sostenere maggiormente il periodico mensile nazionale: « Voci fraterne ».

A Catania, in occasione della visita del sig. Don Rinaldi, si svolse il IIA Congresso regionale, presieduto pure dal Presidente Nazionale. Le discussioni trattarono dello spirito dell'ex-allievo e del modo pratico di organizzazione delle singole unioni, e giovarono, infatti, a metter in luce e ricordare tanti mezzi, piccoli ma efficaci, per mantener viva la fiamma dello spirito di Don Bosco.

Gli ex-allievi del vecchio Collegio di Borgo San Martino, presso Casalmonferrato, tennero il 17 maggio un'affollatissima adunanza, presieduta dall'avv. cav. Masera, che fu tutta una rievocazione di intimi e cari ricordi, e un'attestazione di affetto indelebile agli antichi educatori. Nello stesso giorno gli alunni dell'ultimo corso festeggiarono la propria entrata ufficiale nella famiglia degli ex-allievi, fraternizzando con loro.

Il pensiero e la preghiera di tutti fu rivolta ai compagni morti in guerra; alla cui memoria fu scoperta una lapide di marmo, recante i nomi dei caduti, sormontata dalla Croce, avvolta in un fascio di raggi, sotto cui spicca lo stemma nazionale tra rami d'alloro.

A Castelnuovo d'Asti si raccolsero, nello stesso mese, nella Scuola Paterna, per celebrarne il venticinquennio, con messa in suffragio degli ex-allievi defunti ed un' adunanza antimeridiana, su argomenti relativi alla vita dell'Unione e sul tema: L'ex-allievo, Cooperatore salesiano. Nel pomeriggio, in presenza del Consiglio Comunale al completo, delle associazioni, delle autorità e delle famiglie, fu scoperta una lapide ai caduti in guerra. L'avvocato Francesco Filipello disse il discorso commemorativo, cui fecero eco altri oratori rievovanti la giovinezza e il sacrifizio dei caduti. Quindi si formò un corteo, che scese al monumento di Don Bosco, dove l'avv. Filipello esaltò le virtù dell'immortale concittadino.

A Spezia, il giorno della festa di Maria Ausiliatrice, in cui S. M. il Re fece visita alla sede del Io Dipartimento Marittimo, più di cento ex-allievi delle scuole S. Paolo riaffermavano il proposito di mantenere, attorno alla famiglia salesiana, quel fervore di consensi e di aiuto, che caratterizza le Opere di Don Bosco, constatando, con lieta soddisfazione, lo sviluppo e il progresso dell'istituto in cui vennero educati, che si è ultimamente arricchito di nuove scuole professionali.

Lo stesso giorno si adunarono gli ex-allievi di Modena, ed assistettero alla messa solenne; poi, riunitisi in assemblea per commemorare il primo direttore dell'Istituto D. Armelonghi, morto nello scorso anno, decisero, con voto unanime, di erigere un ricordo alla sua memoria.

A Mogliano Veneto, il 27 maggio, commemorarono il 40° della fondazione di quell'istituto, festeggiandone, col più vivo affetto, il I° direttore don Mosè Veronesi, che ne regge ancor presentemente le sorti, e inauguravano una lapide, pregevole opera d'arte, in memoria dei compagni caduti.

A Maroggia tennero un Convegno quinquennale, presenziato dal prof. Don Bartolomeo Fascie, Direttore Generale delle Scuole Salesiane, e per frutto immediato si ebbe la costituzione definitiva delle Unioni di Maroggia e di Lugano.

Ad Alassio inaugurarono due lapidi ai caduti in guerra, e gettarono le basi per un'attiva organizzazione.

L'attività multiforme, che in questi anni s'è venuta spiegando nelle varie unioni, si può rilevare dai fogli locali, che son l'eco del loro movimento, in Italia e all'Estero.

A questo proposito preghiamo i singoli Presidenti a voler inviare regolarmente, due esemplari d'ogni loro pubblicazione periodica alla Redazione del Bollettino Salesiano, per darci modo di poter, periodicamente, dar conto del movimento dei carissimi Ex-Allievi.

NOTIZIE VARIE

In Italia.

* La città di Parma, ai primi del maggio scorso, dava al nostro Rettor Maggiore una cordiale dimostrazione, indice di tutto l'affetto che nutre per l'opera di Don Bosco. Lo stesso Ecc.mo Arcivescovo volle presenziare il trattenimento musicoletterario, durante il quale l'avv. Pedretti, seguito da altri oratori, espresse a nome del Comune fervidi ringraziamenti per l'opera benefica, che i Salesiani svolgono da un trentennio nel rione di S. Benedetto. Il mattino seguente una folla di giovani convenne alla messa celebrata dal sig. Don Rinaldi, e ricevette dalle sue mani il Pane degli Angeli. La distribuzione della S. Comunione durò tre quarti d'ora, con viva soddisfazione del celebrante. Nel pomeriggio la banda salesiana di Borgo S. Donnino diede concerto, al quale accorse eletto pubblico, che rinnovò ancor una volta un'affettuosa dimostrazione all'astato Superiore.

* Il sig. Don Rinaldi, da Novara ove si era recato a visitare quell'istituto salesiano e a presiedere la solennità di Maria SS. Ausiliatrice, il 3 giugno, cedendo a un vivo desiderio del cuore passò ad Omegna per visitare la tomba del Servo di Dio, Andrea Beltrami, Sacerdote Salesiano, del quale è in corso il Processo Apostolico per la Causa di Beatificazione e Canonizzazione. Il Signore ascolti le preghiere che noi pure gli innalziamo per la glorificazione di questo santo confratello, e questi ci benedica dal paradiso.

* Il 14 giugno, anche la Casa di formazione di nuovo personale, aperta dalle Figlie di Maria Ausiliatrice a Bosto, ebbe una visita del sig. Don Rinaldi. La Luce di Varese, parlando di questa visita e del passaggio dei nostro Superiore in quella città, usa le espressioni più care. «Spirito profondamente equilibrato, - scrive la Luce - Don Rinaldi parla la parola dell'esperienza, e nel suo dire pacato, conciso, circonfuso di un'aura santamente paterna, v'è qualche cosa che trascende le forme consuete dell'umana conversazione... Noi ascriviamo a grazia particolare del Signore quell'ora felice passata coll'uomo santo, che ha raccolto la vasta eredità di D. Albera, di D. Rua, e di Don Bosco... ».

* A Taormina, la domenica di Pentecoste, nell'antico Teatro Greco, gentilmente concesso, s'inaugurava il Reparto « Taormina I » dell'A. S. C. I. costituito nell'Oratorio Salesiano, alla presenza di un'immensa folla, sparsa per l'ampia cavea, adagiata sui vecchi ruderi, assiepata intorno all'arena. In posti riservati, erano tutte le autorità cittadine. Il programma esordì con la presentazione e la sfilata del nuovo reparto, allietata da squillante fanfara; seguì il discorso d'occasione, indi la benedizione della bandiera, di cui fu madrina Miss Mabel Hill, insigne benefattrice dell'Oratorio Salesiano, e in fine, la promessa degli Esploratori e una serie attraentissima di evoluzioni ginnastiche. La folla non si stancò d'ammirare e d'applaudire i baldi giovinetti anche quando attraversarono le vie per tornare all'Oratorio.

* A Sassi, presso Torino, lo stesso giorno l'Istituto Orfani di guerra, diretto dalla Figlie di Maria Ausiliatrice, era in festa per una visita del sig. Don Rinaldi. Dopo aver rivolto ai centoventi orfanelli una tenera allocuzione, ed impartita in cappella la benedizione eucaristica, il buon Padre gradì l'omaggio che vollero presentargli; e circondato dal Comm. Borello, dal Cav. Del Signore, dall'egregia signora Carle e da uno stuolo di benefattori e benefattrici, siedette in mezzo a loro, ascoltando le voci del loro cuore, e indirizzando ad essi, in fine, affettuose parole per assicurarli che il Successore di Don Bosco, anche col volger degli anni, li riguarderà sempre come i più cari figliuoli.

* A Torino, anche quest'anno, il Collegio dei Parroci della città indisse due distinte gare interterparrochiali di catechismo pei fanciulli e fanciulle degli Oratori festivi e scuole di Dottrina cristiana, che si svolsero il 26 aprile e 3 maggio, con circa 8o concorrenti per volta; e la parrocchia di Maria Ausiliatrice vi partecipò con quattro ragazzi e quattro bambine, riportando il primo premio in ambedue le gare.

Lo stesso onore venne colto dai soci del Circolo « Auxilium » del 1° Oratorio festivo di Don Bosco nella duplice gara catechistica, indetta dalla Federazione diocesana giovanile tra i soci operai e studenti dei vari Circoli Cattolici.

Cordiali rallegramenti ai vincitori.

* La domenica 10 giugno, il Circolo « Auxilium », fiorente nel io Oratorio aperto dal Ven. Don Bosco in Valdocco, rinnovava il glorioso vessillo, logoro ornai dopo 17 anni di vita. Ebbe la consolazione di compiere per la 2a volta il sacro rito il fondatore stesso del Circolo, il rev.mo sig. Don Rinaldi, alla presenza di numerosi soci dei primissimi anni. Il nobile sig. Barone R. Gianotti fece da padrino, e la contessina Laura Arborio Mella da padrina. Oratore ufficiale fu il cav. Felice Masera. Festeggiatissimo, da tutti i soci, nuovi e anziani, il benemerito presidente cav. Luigi Pisani. Il Signore conservi ed accresca l'ottimo spirito che regna nell'egregia accolta giovanile.

* Il 21 giugno, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, si celebrò un solenne funerale in suffragio del compianto signor Anselmo Poma. Sulla porta si leggeva l'iscrizione: A Dio Ottimo Massimo preci solenni propiziatorie nel Decimo Anniversario di ANsELMo POMA innalzano la Famiglia, il Cotonificio, e quanti ancor ricordano l'insigne modello di cristiano e di cittadino. Il Santuario, parato a lutto, si gremì letteralmente. Cittadini d'ogni ceto, istituti e comunità religiose, e centinaia e centinaia di beneficati si associarono, d'un sol cuore, nel mesto tributo.

Neppur noi non dimenticheremo mai chi largheggiò sempre coll'Opera nostra, particolarmente cogli alunni degli Oratori Festivi.

* Nel teatro del Popolo a Biella, stipato in ogni ordine di posti da un pubblico entusiasta, fra cui Mons. Vescovo e il Sindaco della città, l'on. avv. Saverio Fino, tenne il 29 aprile una commemorazione di Don Bosco. In sintesi brillante, egli rievocò dapprima i sogni giovanili del pastorello di Castelnuovo d'Asti e le prime vicende del suo Oratorio e i primi sviluppi, e quindi venne a parlare di tutta l'Opera Salesiana e delle sue varie iniziative nel campo della carità cristiana. L'adunanza seguì con intima soddisfazione il fecondo oratore, e gustò anche i vari pezzi di classica musica istrumentale e corale, magistralmente eseguiti sotto la direzione del M.° S. D. Sella.

* L'Istituto Salesiano di Bologna, la domenica 13 maggio inaugurò una mostra professionale, in cui i piccoli artigiani, sarti, ebanisti, meccanici, tipografi, calzolai e legatori, con la precisione dei lavori dimostrarono la bontà del metodo d'insegnamento. L'esposizione fu visitata da Sua Em.za il Card. Arcivescovo, dal Prefetto, dal Sindaco, dal Comandante il Corpo d'Armata; e tutti ebbero cordiali espressioni di ammirazione e d'incoraggiamento. Anche una folla di popolo si riversò nelle sale, sotto i portici e nel cortile dell'istituto, per visitare la mostra e prender parte alla Fiera di beneficenza, organizzata dal solerte Comitato delle Dame Patronesse, con ricchi doni del Sommo Pontefice e dei nostri Augusti Sovrani.

* Le Figlie di Maria Ausiliatrice, tra le altre opere cui attendono in Roma, hanno anche la direzione dell'Asilo Savoia per l'infanzia abbandonata, popolato da una schiera di ragazzetti che vi son mantenuti fino ai 10 anni, ed anche di ragazze che vi possono rimanere fino ai 18. Presentemente circa cento degli alunni son orfani di guerra di Roma e della provincia. La benefica istituzione, cui presiede il senatore Alberto Cencelli, gode di una particolare predilezione di S. M. la Regina Elena, e per questo, in occasione del matrimonio di S. A. R. la Principessa Jolanda, due orfani dell'asilo furono scelti a paggetti della sposa durante il sacro rito. Nella stessa fausta occasione Sua Maestà la Regina volle che ai 15o alunni dell'Asilo, che avevano assistito alla cerimonia, fosse servito il pranzo nella serra centrale dei giardini del Quirinale, e che a tutti fosse distribuita una bomboniera, col ritratto degli sposi, colma di finissimi confetti.

* Il 27 maggio la parrocchia di S. Maria Liberatrice al Testaccio in Roma celebrava la festa della celeste Patrona con una solennità, « che - al dire dell'Osservatore Romano - ogni anno diventa sempre maggiore ». Dalla comunione generale del mattino, distribuita dall'Em.mo Card. Cagliero, all'illuminazione di tutte le case alla sera, fu tutta una manifestazione di sacro entusiasmo, che raggiunse il colino nella divotissima processione.

* Nella Basilica del S. Cuore di Gesù, al Castro Pretorio in Roma, si è celebrata con la consueta solennità la festa del Sacro Cuore di Gesù. I primi vespri furono pontificati da Mons. Olivares, Vescovo di Nepi e Sutri. La benedizione fu impartita dall'E.mo Card. Ranuzzi de Bianchi. Il giorno della festa celebrò la messa della Comunione generale Sua Fm. il Card. Cagliero; furono distribuite oltre 2500 comunioni. La Messa solenne fu pontificata da Mons. Palica, Arcivescovo di Filippi e Vicegerente di Roma; alle 12 si ripetè la Consacrazione delle famiglie al S. Cuore. I secondi Vespri furono pontificati da Monsignor Bevilacqua, Arcivescovo di Scitopoli; disse il panegirico il Can. Sordini; ed impartì la benedizione solenne Sua Em.za il sig. Cardinale Basilio Pompili, Vescovo di Velletri, Vicario Generale di Sua Santità. Tutte le sacre funzioni furono accompagnate da scelta musica liturgica eseguita dalla « Schola cantorum » dell'Ospizio, diretta dal M.° R. Antolisei.

All'estero.

* A Smirne, la domenica in Albis, venne riaperto l'Oratorio festivo, che da vari anni era stato chiuso per i noti rivolgimenti, culminati nell'incendio della città. La cerimonia fu compiuta da S. E. l'Arcivescovo Mons. Vallega, che celebrò la Santa Messa, e distribuì oltre cento S. Comunioni. Eran presenti il Console generale d'Italia, il Comandante Pellegrini, decorato di medaglia d'oro, con gli Ufficiali e i Marinai della Regia Nave Premuda, che diedero alla sera un grazioso trattenimento drammatico-musicale. L'Oratorio è già frequentato da oltre duecento giovani, che aumentino di giorno in giorno, perchè, dopo gli ultimi avvenimenti, l'azione sua si ravvisa sempre più necessaria.

* L'Istituto Salesiano di Costantinopoli, nonostante le critiche circostanze in cui si trova la Turchia, svolge tranquillamente la sua opera di carità. Il numero degli alunni, da 18, quanti erano l'anno scorso, è salito a 70. Alle quattro elementari s'è aggiunta la la tecnica, e man mano si aggiungeranno le altre classi, in modo che gli alunni possano completare il Corso Commerciale nell'Istituto. Per assecondare i desideri della Colonia Italiana si apersero, quest'armo, anche le scuole professionali di sarti, calzolai e falegnami. Il macchinario è scarso, ma si confida nella Divina Provvidenza e nell'aiuto dei Cooperatori. L'Istituto accoglie figli d'italiani ex combattenti, e greci, giorgiani ed armeni. La beneficenza, nel prossimo anno, verrà estesa anche ai turchi, in ossequio ai desideri del S. Padre Pio XI.

* L'Alto Commissario di S. M. il Re d'Inghilterra, in Palestina, Sir Herbert Samuel, accompagnato dal Segretario particolare, dal Direttore dei Servìzi di Antichità, dal Governatore di Gaza, da quello di Ebron, da un Capitano inglese coli un Ufficiale indigeno di Polizia, nonchè da una piccola scorta di soldati a cavallo, il 19 aprile u. s. si recava a visitare la Scuola di Agricoltura e l'Orfanotrofio Salesiano di Beitgemal. Accolto a festa da tutta la Colonia, ringraziò coi termini più cordiali, dicendosi lieto di essersi finalmente recato a quell'istituto. Il dì seguente, insieme con la comitiva visitò gli scavi che hanno messo in luce gli avanzi della chiesetta eretta sulla tomba di S. Stefano, scoperta di recente; visitò l'Osservatorio Metereologico, il piccolo gabinetto di chimica agraria, e, montato a cavallo, con tutto il suo seguito fece un giro pei terreni osservando le coltivazioni, i lavori di dissodamento, il lungo canale di scolo per quella zona malsana e le piantagioni di alberi pel rimboschimento dei dintorni, esprimendo la viva soddisfazione per il lavoro compiuto. Infatti, intento dell'opera dei nostri non solo è di avviare gli orfani all'agricoltura, ma pur quello di destare, con l'esempio, energie ed iniziative tra gli abitanti indigeni dei paesi dei dintorni: e si va già notando che a chiedere al Governo pianticelle pel rimboschimento sono appunto gli abitanti dei paesi vicini a Beitgemal. L'Alto Commissario, compiuta la visita dei terreni, ripartiva per Gerusalemme, donde, per lettera, s'affrettava ad inviare i suoi ringraziamenti per la cordiale accoglienza, mandando, insieme con un suo ritratto, un'offerta per un'allegra passeggiata ai giovani, e ripetendo ciò che aveva scritto nell'albo dei visitatori, che l'escursione gli sarebbe rimasta dolcemente impressa tra le più care memorie, per la bellezza del sito, la cordialità degli ospiti, e la bontà dell'istituzione.

NECROLOGIO

PuLCIANO NOB. COMM. INC. MELCHIORRE. -

Volò al cielo nel maggio u. s. Come i compianti fratelli, Mons. Edoardo, Arcivescovo di Genova, e comm. Luigi, Avvocato Generale, che in morte di Don Rua pronunciò uno splendido elogio del Successore di D. Bosco alla Corte d'Appello di Torino, nutrì un'alta venerazione per Don Bosco e l'affetto più generoso verso l'Opera Salesiana. Non lasciava passar occasione senza dimostrarlo. Le varie tribolazioni, che lo travagliarono verso il termine della vita, non ne scemarono punto le energie per il bene, e sino all'ultino prestò preziosi servizi alla buona causa, venerato ed amato da tutti. Pace all'anima nobilissima.

DOLZA LUIGIA NATA FASSETTA. - Spirò ottantenne il 10 maggio u. s. al Lingotto, in Torino. Cooperatrice zelante, nel saggio governo della casa e nella retta educazione dei figli mostrò ciò che può un'anima, semplice e retta, che attinga alla fede la generosità del quotidiano sacrificio. Ai figli e ai congiunti torni di conforto il pensare che, certamente, ella continua a vegliar su loro dal regno dei santi.

UGOCCIONi FERDINANDO. - Spirava improvvisamente in Castelluccio di Montese, il 27 maggio u. s., in età di 75 anni. Uomo di fede antica, congiunta ad instancabile attività e spirito di sacrificio, si preparò alla morte con una vita esemplarmente cristiana. Zelante cooperatore, educò e offrì generosamente i suoi tre figli al Sacerdozio nella Pia Società Salesiana. Il Signore doni meritato compenso alle sue virtù e abbondanza di conforti alla desolata famiglia.

LOCATELLI MONS. CARLO. - Prevosto-Parroco del Capitolo della insigne Basilica-Collegiata di S. Stefano in Milano, si spense, in tardissima età, ricco di meriti. Sacerdote pio, esemplare e zelante, favorì efficacemente ogni manifestazione dell'Ooera di Don Bosco in Milano. La sua memoria vivrà, anche in mezzo a noi, con grato affetto.

CANE ELISABETTA, vedova di Antonio Cane. - Coronò una vita santa con una santa morte, la vigilia della festa di Maria Ausiliatrice, in Omegna. Era cooperatrice fin dal 1884. Mite, generosa, e pia, visse dell'affetto della famiglia che educò esemplarmente, e nell'esercizio delle più elette virtù, lasciando di sè il più vivo desiderio. Condoglianze agli affezionati parenti, specie al figlio Don Felice Giulio, salesiano.

RICCARDI TERESA nata BARBERIS. - Spirò serenamente il 5 giugno u. s. a Torino-Valdocco, lasciando nel pianto la numerosa figliuolanza, da lei fortemente allevata ai doveri della vita nel santo timor di Dio. Nell'attraente semplicità e nella rettitudine quasi connaturata della vita e nella dolcezza del carattere, fu uno splendido esempio di quella schietta virtù popolare che s'impone all'ammirazione di tutti. Divotissima di Maria Ausiliatrice, ripetè più volte che le sarebbe stato di gran conforto il morire all'ombra del suo Santuario, presso il quale dimorava da pochi anni. E fece una morte da santa!

MASERA GIUSEPPE. - Cuor buono e pieno di carità, educò santamente la famiglia, prestò per lungo tempo l'opera sua di maestro-falegname a favore dell'Istituto Missionario della Consolata, e morì portinaio dello stabilimento della S. E. I., dove si stampa il nostro periodico. Al cristiano esemplare, che nutriva una venerazione somma per Don Bosco e l'Opera sua, fraterni suffragi.

Preghiamo anche per:

ARDUINO LUSSO Maria, † a Settimo Torinese. AIMINI Maria, † ad Alassio (Genova).

BACCHETTA Can. Nicola, † a Borgosesia (Novara). BALLATORE D. Ermanno, † a Torino. BATTILANA Rosa, † ad Annunziata (Svizzera). RAUMANN Clara, † a Borgosesia (Novara).

BIZZARRO GUERRATO Pina, † a S. Donà di Piave. BONETTI Francese, † a Torino. BoNor,A Delfino, † a Mandello Vitta (Novara). BUDANI Guglielmo, † a Ortona a Mare (Chieti). BUSSOLINI Carlo, † a Milano. CANE Elisabette, † ad Omegna (Novara). CHERCHI FANCELLO Giovanni, † a Dorgali (Sassari). COLOMBATTI Benedetta, † a Giaveno (Torino). CORBETTA.Fiocina, † a Cascina Valle (Como). CURATOLO AMICO Mar ietta, † a Caltanissetta. DOLZA FASSETTA Luigia, † a Torino. Dosio Giuseppe, † ad Almese (Torino). FAUSTINI Maria, † a Passirano (Brescia). Fioraio Maria Emilia, † a Torino. GALETTA LIONNE Adele, † a Torino.

GALLI Teresa Ved. SCRIBANI, † a Bettola (Piacenza) GANDO Lorenzo, † a Monterosso (Genova). GATTI Stefano, † a Fontanile (Alessandria). GAUDIO Francesca, † a S. Lorenzo di Vignale. GIANELLI RIr3ECCAI Albina, † a Montamagno (Ales.) GRANDI Lorenzo, † a Rubiana (Torino). GULLO Glernentina, † a Bari. LEVRA Matilde, † a Torino. LISTELLO Teresa, † a Chieri (Torino). LOCATELLI Mons Carlo, † a Milano. LODONE Concetta, t a Torino. LOSANO Can. D. Luigi, † a Pinerolo (Torino). LOVERA Giovanni, † a Cuneo. MAIA Dott. Mario, † a Torino. MALFATTO Giuseppe, † a Nizza Monferrato. MALFATTO Luigi, † a Nizza Monferrato. PIANLTTA Rosa, † a Castello D'Annone (Aless.). MASERA Giuseppe, † a Torino. MATTA D. Eugenio, † a Vinovo (Torino). MOSCA Cesarina, † a Biella (Novara). MOSCHETTO Elisabetta, † a Perosa Argentina. MUZZINI Beatrice, t a Castelnuovo ne' Monti. NEGRI MAESTRI Camilla, † a Borgosesia (Novara). OSSOLA Rosaria, t a Bedero Valcuvia (Como). PARISI Cav. Nicola, † a Caserta.

PARODI GROSSO Laura, † a Vado Lig. (Genova). PASE Ernesta, † a Jaguary (Brasile). PASETTI VILLANI Bianca, † a Firenze. PERUCCA Spirito, † a Torino. Pozzo Carlona, † ad Ailoche (Novara). PUGNO Ernesto, † a Torino. PULCIANO Comm. Melchiorre, † a Torino. RABBIA Lodovico, † a Castagnole Piemonte (Torino) RAPETTI Giuseppe, † a Orsara Bormida (Aless.). RASINO Domenica, † a Castagnole Piemonte. RATTI Carlo, † a Domodossola (Novara).

RoMOLI Stefano, † a Castel de' Ratti (Aless.). SCAIIN Giovanni, † a Schio (Vicenza). SCARPA Marietta Ved. PEROLETTO, † a Venezia. SCRIBANI Peppina, † a Bettola (Piacenza). SoLDINI Isabella Ved. SALA, . a Torino. TESTORi Pietro, † a Gozzano (Novara). ToMMMASINI Luigi, † a Lodano (Svizzera). UBERTI CORTE Elena, † a Torino. VALLANA ZENONE Teresa, † a Borgosesia (Novara.).. VICARI RATTONI Cesarina, † a Torino. VOLTA Luigia Ved. RICCA, † a Borgomanero.