BS 1920s|1927|Bollettino Salesiano Gennaio 1927

Anno LI.   TORINO - GENNAIO 1927   Numero 1.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

SOMMARIO: Il sac. Filippo Rinaldi ai Cooperatori e alle Cooperatrici salesiane. - Mons. Giuseppe Gamba elevato alla Sacra Porpora. - In Famiglia. - Il convegno dell'Unione "Don Bosco" fra insegnanti. - Il cinquan tenario dell'Opera Salesiana nell'Uruguay. - Dopo la Consacrazione dei Vescovi Cinesi. - Le Missioni Sale siane: Giappone, Baia Negra, Alto Paraguay, Equatore. - Pubblicazioni missionarie. - Medaglia Commemorativa delle Missioni Salesiane. - Anime riconoscenti al Venerabile Don Bosco. - Il Culto e le grazie di Maria Ausiliatrice. - Azione Salesiana. - Tesoro spirituale. - Cooperatori defunti.

IL SAC. FILIPPO RINALDI ai Cooperatori e alle Cooperatrici salesiane.

Torino, 1° gennaio 1927.

Benemeriti Cooperatori, Benemerite Cooperatrici,

Il 1926 resterà memorando negli annali della Famiglia Salesiana. Destinato a commemorare il I° Cinquantenario delle Missioni iniziate dal Ven. Don Bosco nel 1875, vide fiorire tant'entusiasmo e tale unanimità di consensi per fiancheggiare e sviluppare un'opera così santa, che dobbiamo insieme ringraziarne il Signore. Dappertutto s'inneggiò all'apostolato missionario, se ne studiarono attentamente i bisogni e si additarono i mezzi, semplici e concreti, per superarli.

Cooperazione missionaria.

A diffondere in ogni classe, specie tra il popolo e le stesse masse operaie, un giusto senso di ammirazione per l'opera delle Missioni Cattoliche, dal maggio all'ottobre u. s., nella Casa-Madre della Società Salesiana si tenne un'Esposizione Missionaria; ed ognuno può farsi un'idea del bene che ha prodotto ove pensi che fu quotidianamente visitata da migliaia di persone, di cui richiamò il pensiero sui tanti milioni di anime ancor selvagge o idolatre, che aspettano dal Missionario la luce della Civiltà e della Fede.

Contemporaneamente si tennero riuscitissimi Congressi nazionali e regionali ed anche nelle singole Case salesiane si svolsero ben preparate adunanze sul tema missionario. Il < Bollettino » ha dato un ampio resoconto dell'imponente Congresso Internazionale, svoltosi a Torino con larghe rappresentanze di quasi tutte le nazioni, avvalorato dalla parola di eloquenti oratori, ed onorato della presenza di Augusti e Venerati Personaggi e di uno splendido Autografo del S. Padre.

Anche gli alunni degli Oratori ed Istituti Salesiani e le alunne delle Figlie di Maria Ausiliatrice gareggiarono nel commemorare la data missionaria. Si adunarono anch'essi in animate assemblee, posando lo sguardo avido ed affettuoso sullo stato miserevole dei popoli cui non è ancora apparsa la luce del Santo Vangelo; spontaneamente si proposero di compiere particolari preghiere ed opere buone per cooperare alla dilatazione del Regno di Dio; e, nella storica rievocazione dei nostri primi eroi - primo tra tutti il compianto Cardinal Cagliero - compresero anch'essi, ed è questo per me il frutto migliore, la sublimità della vocazione missionaria. I buoni propositi, che germogliarono copiosi dalle giovanili adunanze e che io spero, con la grazia di Dio, di veder giungere a maturità, mi fanno augurare che abbiano esse a ripetersi ogni anno. L'ideale dell'apostolato, congiunto all'amore, alla pietà e alla purezza della vita, di cui in questi giorni è rievocatore efficace il II° Centenario della Canonizzazione di San Luigi Gonzaga, sarà sempre tra i nostri giovinetti un altissimo coefficiente educativo.

Di fronte allo slancio dell'interessamento vostro, o benemeriti Cooperatori, e al sincero entusiasmo delle schiere giovanili educate alla scuola di Don Bosco, non potevano restare indifferenti i figli del Venerabile; ed anch'essi, con l'intervento di tutti i direttori delle Case Salesiane d'Italia e di Europa, tennero due convegni presso la tomba di Don Bosco in Valsalice allo scopo di studiare i mezzi per compiere sempre meglio, in conformità allo spirito ed agli ideali del Fondatore, la molteplice missione che Egli ha loro affidata.

Come vedete, o miei cari Cooperatori, abbiamo proprio speciali doveri di ringraziare insieme il Signore per le benedizioni che ci ha concesse nell'anno passato, affinchè meno indegno della bontà e generosità divina, salga al cielo il nostro ringraziamento.

Un altro pensiero che mi apre l'animo alle più fervide azioni di grazie è la vita rigogliosa che ebbe l'Opera Salesiana nel 1926. Non vi nascondo che in molte Case ci siamo trovati bene spesso in gravi strettezze; ma in fine l'aiuto della Provvidenza Divina non ci è mancato, e non solo abbiam potuto sostenere le numerose opere anteriormente iniziate - le quali importano ogni giorno una spesa assai grave - ma se ne iniziarono anche delle nuove, in paesi civili e in terre di missione.

LE FONDAZIONI DEL 1926. a) Fondazioni Salesiane.

Eccovene, come di consueto, un breve cenno. Quattro se ne ebbero in ITALIA: una per la formazione di nuovo personale a Chiari presso Brescia; - un'altra, allo stesso scopo, a Strada nel Casentino; - un pensionato per alunni di Scuole Medie e delle R. Scuole Professionali a Grosseto; - e un istituto con scuole interne a Tolmezzo nel Friuli.

Altre se ne compirono in EUROPA, di cui tre in Polonia; la prima a Posnania, dove poi fece il suo ingresso come Arcivescovo e Primate di tutta la nazione il nostro amato confratello, S. E. Mons. Augusto Hlond; - un collegio per scuole medie a Sokolow Podlaska - e un pensionato gratuito per giovani operai a Varsavia. In Germania si fondò un istituto per l'opera di Maria Ausiliatrice a Buxheim; e in Olanda si aperse la 1a casa salesiana a Niewhagen.

Nell'AFRICA si è inaugurato un oratorio festivo ad Algeri.

Nel NORD-AMERICA abbiamo avuto due nuove fondazioni negli Stati Uniti, a Goshen ed a Tampa (Florida).

Nel SUD-AMERICA se ne ebbero tre: a Rocafuerte nell'Equatore, - a Barcelona nel Venezuela - e una grande Scuola e colonia agricola a Pindapoy; diocesi di Corrientes, nella Repubblica Argentina.

Il 1926 resterà memorando anche per lo sviluppo dato all'attività missionaria con l'inizio di tre residenze nella nuova missione del Kyushu nel Giappone, - con lo sviluppo di altre residenze nel Ciaco Paraguayo; - e con l'iniziato lavoro dell'evangelizzazione della fiera tribù dei Cajamos nella Prelatura di Registro di Araguaya.

Anche le Missioni di Terra Santa, dell'Assam e della Cina e non pochi centri di altre Missioni ebbero nuovi aiuti con l'ultima spedizione missionaria di Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice, compiutasi il 10 ottobre u.s.

Nell'Assam si aperse una nuova residenza a Jowai con un orfanotrofio maschile; - s'inaugurò un altro orfanotrofio a Gauhati; a Badarpur si dedicò una nuova chiesa; - e a Shillong venne restaurata la bella chiesa parrocchiale.

In fine un'altra stazione di missione si fondò a Quasimodo, presso Madras.

b) Fondazioni delle figlie di Maria Ausiliatrice.

Anche le Figlie di Maria Ausiliatrice ebbero l'anno passato numerosissime proposte di nuove fondazioni, che non poterono ac cettare, dovendo consolidare parecchie fondazioni precedenti; tuttavia non poche furono le nuove Case.

In ITALIA, assunsero la direzione di un Giardino Infantile ad Alessandria con a lato A Verona e a Firenze s'incaricarono dell'assistenza domestica degli Istituti Salesiani.

A Caltagirone apersero un collegio, con scuola di lavoro, giardino d'infanzia ed oratorio festivo.

Oratorio festivo e scuole di lavoro diurna e serale, in piazza Monserrato.

Altri Giardini d'infanzia con Oratorio festivo ed altre importanti opere giovanili vennero aperti ad Orio Canavese ed a Rossana (Cuneo) - a Corticella (Bologna) con scuole private - a Brescia con esternato - a Pedara con laboratorio.

Nè mancarono di sviluppare un'opera cosa importante com'è quella dei convitti per giovani operaie, a Torino, presso lo stabilimento Fratelli Piacenza al Regio Parco, - a Carignano presso la ditta Bona, - e ad Occhieppo Inferiore presso il Cotonificio Poma.

Nell'AMERICA accettarono la direzione di una casa di cura a S. Paolo nel Brasile; - ed apersero collegi con esternati ed oratori festivi ad Heredia nella repubblica di Costarica - a Caqueza (Colombia) - a Huanaco nel Perù - a Pedrolina e Campo Grande nel Brasile - e a S. Julian nella Patagonia Meridionale.

E da generose missionarie s'inoltrarono anch'esse tra i Kivaros dell'Equatore nella promettente residenza di Mendez, ed apersero orfanotrofi e scuole a Jowai nell'Assam e a Madras nell'India.

"Com'è buona Maria!".

Come vedete, Maria Ausiliatrice continua a benedire le istituzioni da Lei ispirate e protette; ed ogni anno, anzi ogni giorno, ogni istante, compie in favor nostro nuove meraviglie, che c'impongono un aumento di profonda riconoscenza filiale.

Il Ven. Don Bosco, di fronte allo spettacolo dell'iniziale espansione delle sue istituzioni, soleva ripetere:« Com'è buona Maria!». Noi, che vediamo, e la povertà della casetta dove Don Bosco ebbe i natali, e le mille grandi case sorte nel suo nome in tutta quanta la terra, e conosciamo tutta la nostra pochezza, non possiamo non ripetere, prostrati ai piedi dell'altare di Valdocco « L'Ausiliatrice di Don Bosco è pure l'Ausiliatrice nostra! Sia Ella ringraziata e benedetta! ».

PROPOSTE PER IL 1927.

Ed abbiamo altri motivi di ringraziare Maria SS. Ausiliatrice, se guardiamo al lavoro che nel nuovo anno reclama l'opera nostra.

Non appena iniziate le Missioni, il Ven. Don Bosco otteneva che il S. Padre Pio IX, di s. m., approvasse due associazioni da lui ideate e lungamente studiate, l'Opera di Maria Ausiliatrice per promovere le vocazioni allo stato ecclesiastico, religioso e missionario, e l'Unione dei Cooperatori Salesiani per circondarsi di volenterosi aiutanti nell'apostolato.

Queste associazioni, che sono e saranno sempre il sostegno dell'Opera Salesiana, come furono una splendida prova dell'illuminata prudenza del Venerabile, ci tracciano il programma che dobbiamo svolgere nel nuovo anno.

La prima c'invita a moltiplicare il numero degli aspiranti alla Società Salesiana, specie per l'apostolato missionario.

La seconda ad accrescere il numero dei Cooperatori, che, con la preghiera e tutti quei mezzi di cui possono disporre, assistano concordi il lavoro che viene offerto in ogni paese all'Opera Salesiana.

a) Nuove Vocazioni.

Le domande di aprire istituti, oratori, collegi, scuole professionali ed agricole, e convitti e pensionati a favore dei figli del popolo, sono tante e così insistenti, che fa pena davvero non poterle soddisfare. Da varie città son anni ed anni che le istanze si rinnovano commoventi, non solo da privati, ma dalle prime Autorità Civili ed Ecclesiastiche, piene di ammirazione per lo spirito e il metodo educativo del nostro Venerabile Fondatore. È questa un'altra prova della benigna assistenza del Signore, e fu questo il mio pensiero dominante, quando, l'anno passato, mi fu dato di assistere personalmente a memorande cerimonie in Italia e all'Estero, come a Firenze e a Madrid, dove ebbi l'alto onore di ossequiare Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III e Sua Maestà il Re Alfonso XIII alla posa della prima pietra per nuovi istituti salesiani. Omai è universalmente riconosciuta la necessità della cristiana educazione della gioventù, se si vuol salvare la società.

E come aumenta e si diffonde cotesto salutare convincimento a pro' della gioventù dei nostri paesi, cresce anche lo zelo per portare la luce del Vangelo alle genti idolatre. Noi stessi, fin da quest'anno, in ossequio agli augusti desideri del Sommo Pontefice, il S. Padre Pio XI, che nutre una speciale benevolenza per l'Opera Salesiana, dovremo intraprendere il lavoro in due altri campi di missione privi di operai evangelici, nella Prelatura di Porto Velho, alle Amazzoni nel Brasile, e nella penisola di Malacca nell'Indocina.

Ci è perciò necessario ingrandire le case destinate alla formazione del personale missionario ed aprirne delle nuove. Ad esempio l'istituto di Penango Monferrato, che non poteva contenere più di 100 aspiranti, sarà ampliato in modo che possa accoglierne 200, come quello d'Ivrea. Quello di Foglizzo Canavese, che ospitava insieme gli aspiranti al sacerdozio e quelli che si vanno educando a divenire buoni coadiutori e maestri d'arte, verrà adibito esclusivamente per i primi; e bisognerà aprire contemporaneamente due altri istituti, uno per futuri missionari maestri d'arte, l'altro per futuri missionari agricoltori, che da ogni parte ci sono richiesti.

Ebbene, o zelanti Cooperatori e Cooperatrici, aiutateci a trovare nuove vocazioni. Se nelle famiglie di vostra conoscenza trovate bravi giovani che sentano ammirazione e trasporto per l'ideale religioso, sacerdotale e missionario - ed anche cari giovani artigiani e contadini, che lavorando nelle Scuole e Colonie Agricole delle Missioni, possono tanto efficacemente cooperare alla salvezza delle anime - fateci la carità d'indirizzarceli.

È una grande carità l'inviarci il necessario per mantenere un maestro d'arte, un catechista, o un sacerdote missionario; ma è carità assai maggiore quella di procurarci una nuova vocazione. Credo che si possa estendere a chi riesce a formare un missionario l'elogio che faceva S. Vincenzo de' Paoli a chi forma un sacerdote: « Egli non può fare un'opera migliore! ». Oh! quanta contentezza, o cari Cooperatori, avrete nell'ora estrema della vita, se potrete ripetere: « Anch'io ho procurato alla Chiesa un nuovo apostolo! ».

b) Nuovi Cooperatori.

Ma le sole vocazioni, purtroppo, non bastano. Le Missioni hanno anche altri bisogni, e d'ogni specie, i quali aumentano man mano che cresce il numero dei Missionari e si estende la loro azione. Essi debbono assistere anche materialmente i loro neofiti; erigere scuole, ospizi, cappelle per l'educazione della gioventù, per potere, come c'insegnò Don Bosco, coll'esempio attraente dei giovani, convertire più facilmente e intimamente anche gli adulti; ammaestrare giovani e adulti in un mestiere e nella coltivazione della terra; costrurre chiese ed aprir seminari per la formazione del clero indigeno, che a suo tempo assuma la direzione delle nuove parrocchie, ecc., ecc.; e i poveri figli di Don Bosco, che non hanno nulla all'infuori della buona volontà e delle proprie forze, fanno pieno e fiducioso appello al vostro buon cuore. La vostra carità non ci è mai venuta meno, e son certo non ci verrà meno neppure nell'avvenire; ma poichè si allarga il campo del lavoro e crescono perciò i bisogni, bisogna moltiplicare anche il numero dei generosi Cooperatori. Ed ecco la seconda raccomandazione che faccio a ciascuno di voi: se conoscete qualcuno che possa adempiere ciò che prescrive il regolamento della vostra Unione, con opportuno invito inducetelo a darle il nome.

E qui permettetemi di rispondere ad una domanda che incontro spesso nella corrispondenza dei nuovi Cooperatori: « É necessario praticare tutte e singole le opere di carità notate nel Regolamento?». Rispondo con Don Bosco: « Non è necessario; neppure è necessario praticarne o una o più in un tempo determinato; ma è necessario e basta praticarne alcuna quando si presenta l'occasione ».

E quante occasioni si presentano per fare del bene! Dare un buon consiglio a un ragazzo per allontanarlo dalla strada cattiva ed indirizzarlo alla buona; cooperare al collocamento di un orfano in qualche buon istituto; insistere presso quel padre e quella madre di famiglia perchè allevino cristianamente i loro figliuoli; prestarsi a fare il Catechismo nelle parrocchie; diffondere buone letture; risparmiare qualche moneta a favore delle opere dirette alla maggior gloria di Dio e al bene delle anime, Riflettete sul dovere e sui frutti preziosi della carità.

« Iddio - sono parole di Don Bosco, - ha fatto il povero, perchè si guadagni il cielo colla rassegnazione e colla pazienza; ed ha fatto il ricco perchè si salvi colla carità e colla limosina ».

« Ricordiamoci tutti delle parole del Vangelo: Date et dabitur vobis: date e vi sarà dato. Riflettiamo che Iddio è un buon rimuneratore. Chi fa la carità al prossimo, presta a Dio ed è sicuro di tirare l'interesse del cento per uno».

« E che cosa sarà mai questo centuplo nella vita presente? Sono tutte le grazie, tutte le benedizioni spirituali e temporali che Dio suole accorciare nella vita presente; la conservazione della sanità, la guarigione dalle malattie, la prosperità dei negozi temporali, la preservazione dalle disgrazie, la buona educazione della figliuolanza, la pace e l'armonia nella famiglia, la vita più lunga, la perseveranza nella grazia di Dio, la comodità di ricevere i Santi Sacramenti e, così, fare una buona morte».

E «questa ricompensa - osserva Don Bosco - e questo premio, quantunque prezioso, è sempre piccolo in confronto di quello che il Signore ci darà dopo la vita mortale; premio che è la vita eterna, vale a dire il cielo, il paradiso, la pienezza d'una felicità interminabile ».

Cercate quindi, o cari Cooperatori, di mettervi in grado di fare elemosina; e tutti vi riuscirete vegliando per non sprecare il denaro in inutili spese. Sappiate fare dei risparmi negli arredamenti, nel vitto, nel vestito, nei viaggi, negli onesti divertimenti; e nell'imporvi questi piccoli sacrifizi, vi conforti il pensiero che cooperando quaggiù con le vostre elemosine alla salvezza delle anime altrui, assicurate all'anima vostra una grande mercede in paradiso (1).

Conclusione.

Pongo termine a questa lettera, come faceva Don Bosco, e con sue parole, « col ringraziarvi di tutto cuore del valido appoggio, che con tanta generosità mi avete prestato fin qui. Ve ne ringrazio a nome dei tanti giovinetti dei nostri Ospizi, a cui provvedeste pane e vestito; ve ne ringrazio a nome dei nostri Missionari, che con tanto slancio voi soccorreste nelle loro fatiche apostoliche; ve ne ringrazio a nome di tante anime, nelle nostre Scuole, nelle nostre chiese, nei nostri Oratorii, istruite, salvate dai pericoli, e indirizzate sulla via della virtù e della salute...

« Ogni mattina nella Santa Messa farò un memento speciale per voi tutti, pregando la misericordia di Dio che per i meriti di

N. S. Gesù Cristo e di Maria Ausiliatrice vi conceda in questo mondo tutto quello che può desiderare un'anima buona, specialmente la grazia di poterci trovare un giorno tutti insieme riuniti a lodarlo e benedirlo nella patria dei Beati».

Preghiamo tutti per le anime dei Cooperatori e delle Cooperatrici, che nell'anno testè spirato furono chiamati all'eternità. abbiamo fatto delle perdite sensibili assai.

Preghiamo il Signore ad accoglierle nel regno della gloria; e non dimentichiamole mai nelle nostre preghiere e nelle comuni opere di carità.

Pregate anche per me, e credetemi quale con profonda gratitudine mi professo,

di Voi, Benemeriti Cooperatori e Benemerite Cooperatrici, devotissimo Servitore

Sac. FILIPPO RINALDI.

(1) Vari Cooperatori domandano se possono, senza pericolo che sia mutata la loro intenzione, lasciare un legato o far testamento a beneficio delle Missioni Salesiane. Rispondiamo di sì, purchè, senza far nomi particolari, si attengano a questa indicazione generica : « Istituto Salesiano per le Missioni, (Torino) », null'altro. Ad es.: « Lascio un legato di... all'Istituto Salesiano per le Missioni (Torino) »; oppure: « Lascio mio erede universale l'Istituto Salesiano per le Missioni (Torino) ».

Il veneratissimo Arcivescovo di Torino Mons. GIUSEPPE GAMBA elevato alla Sacra Porpora.

Questa lieta novella fu appresa, in Torino e fuori, con unanimi manifestazioni di gioia ed ha riempito il cuore devotissimo dei cattolici piemontesi di profonda riconoscenza verso il Santo Padre Pio XI per il tratto magnanimo con cui chiama più vicino al suo trono il loro Arcivescovo.

La famiglia Salesiana si unisce al popolo plaudente, e ringrazia e benedice Iddio dell'alto e ambito onore che, nella persona del suo degnissimo Pastore, ha voluto concedere alla fedele e pia Città del Sacramento, della Consolata, dell'Ausiliatrice.

All'ombra del Santuario di Maria SS. Ausiliatrice, il nostro veneratissimo Cardinale, godette, fanciullo, la benevolenza e la tenerezza del Ven. Don Bosco; nel tempio a Lei dedicato Giuseppina pregò, cantò, con i suoi compagni, le lodi alla gran Vergine del Cielo, chiedendo ogni giorno la sua materna benedizione.

Il buon alunno dall'Oratorio non dimenticò mai la Casa, che lo ebbe figliuolo neí giorni della sua cara giovinezza. Una benevolenza tutta particolare ha sempre dimostrato Mons. Gamba verso Don Bosco e la sua Casa Madre di Valdocco, che fu pure per un po' di tempo, la sua seconda famiglia.

Oggi, i Salesiani, le Figlie di Maria Ausiliatrice, i Cooperatori e le Cooperatrici di Don Bosco si stringono esultando attorno alla sua persona rivestita di altissima dignità e, riaffermando i sensi della loro più profonda gratitudine e devozione, implorano su di Lui la pienezza delle grazie celesti e s'inchinano per la sua paterna benedizione.

IN FAMIGLIA

Questa pagina riguarda tutti i nostri lettori, ma in modo particolare i Cooperatori di Don Bosco, che della Famiglia Salesiana sono i fratelli ben amati.

« I membri della Congregazione Salesiana - dice il Regolamento dei Cooperatori (VI-1) - considerano tutti i loro Cooperatori come altrettanti fratelli in Gesù Cristo ».

Trattiamoci e parliamoci dunque come fratelli.

Il nostro Bollettino.

Si presenta, per il nuovo anno, in veste nuova. Il caro periodico ha ora la sua copertina, sul cui sfondo domina la soave e paterna effigie del Ven. D. Bosco. Con l'effigie, il motto di battaglia: « Da mihi animas caetera tolle! ».

Il Bollettino Salesiano deve perciò essere considerato come la voce viva, amorevole, confortatrice, ammonitrice del nostro Maestro e Padre; come il vincolo di unione degli amici di Don Bosco, che è quanto dire degli amici del bene. L'ha detto egli stesso, il buon Padre, quando era ancora tra di noi: - il mio studio fu di tenere i Cooperatori sempre uniti al centro, per dare a tutti lo stesso programma. Per mezzo del Bollettino - continua Don Bosco - ora s'inviteranno a fare il catechismo ai fanciulli; ora si raccomanderanno i nostri istituti; ora si tratterà dell'utilità dell'Esercizio della Buona Morte ovvero degli Esercizi Spirituali ogni anno; ora raccomanderemo le Letture Cattoliche e altro che interessi. Queste raccomandazioni fatte in modo semplice e amichevole, otterranno un gran bene».

Così Don Bosco. La via è dunque chiaramente segnata: è la via battuta felicemente e fedelmente dal nostro Bollettino da 5o anni! Per questa via cammineremo dritto e senza smarrimenti.

Il Successore di Don Bosco, il veneratissimo nostro Don Rinaldi, fedele custode dello spirito del Ven. Fondatore, confida che sarà impegno di tutti e di ciascuno di fare rivivere e fiorire in sè e negli altri questo spirito animatore, che ci deve tenere uniti come figli di una medesima famiglia, confortare nelle nostre pene, incoraggiare nel lavoro del nuovo anno, che vogliamo ripieno di buone opere.

1926! 1927!

Un anno che finisce, un anno che principia!

Che cosa ci ha lasciato l'anno che è morto? Dei ricordi, dei debiti, dei crediti.

Dei ricordi: tutto l'anno è un tessuto di ricordi, che legano il passato al presente, inesorabile catena d'anelli d'oro o di ferro spinoso, intreccio di fiori e spine.

Dei debiti: pesante fardello! Chi non ha colpe da detestare e da riparare?

Dei crediti: pensiero consolante! Un po' di bene s'è fatto: una parte di questo bene è l'aiuto prestato alle Opere di Don Bosco.

Questa parte di credito, oserei dire famigliare, compensa in grande misura il debito generale, che ciascuno deve pensare a saldare, o in un modo o in un altro fino all'ultimo quadrante. Don Bosco, a mezzo del suo Successore, vi ringrazia della vostra carità, o amici, e, in compenso, vi pregherà dal buon Dio un anno felice e ripieno di meriti, anzi una serie d'anni che prolunghino la vostra vita, e con la vita la vostra cooperazione al bene.

Per la festa del nostro S. Francesco.

Ricordiamo un articolo del Regolamento pei Cooperatori (V-8):

« Nel giorno di S. Francesco di Sales e nella festa di Maria Ausiliatrice, ogni Direttore, ogni Decurione radunerà i suoi Cooperatori per animarli reciprocamente alla divozione verso questi celesti protettori, invocando il loro patrocinio a fine di perseverare nelle opere incominciate, secondo lo scopo dell'Associazione ».

Da questo si comprende che la festa di S. Francesco di Sales deve essere celebrata in unione di anime e di cuori da tutti gli Associati e con la maggiore solennità.

Così soleva fare Don Bosco, fin dai primi tempi, nel suo Oratorio, convinto che le feste cristiane, se ben celebrate, dànno nuova vita, portano nuovi entusiasmi, risvegliano energie assopite, lasciano profonde impressioni e grati ricordi in quelli che vi partecipano.

I Direttori, adunque, i Decurioni, gli Zelatori e le Zelatrici siano l'anima di queste straordinarie giornate: s'industriino in tutti i modi, perchè le manifestazioni da loro organizzate, siano improntate a quel tradizionale spirito salesiano ch'è, infine, lo spirito del Ven. Don Bosco. Si dia molta importanza all'annuale conferenza di S. Francesco di Sales. « In tale conferenza si farà - come invita il Regolamento (VI-4) - una colletta in favore delle Opere Salesiane. Nei luoghi dove i Cooperatori non potessero costituire la Decuria, e quando alcuno non potesse: intervenire alla Conferenza, si farà pervenire destinazione col mezzo più facile e più sicuro (1) ».

La pratica di queste conferenze è stata raccomandata vivamente nell'ultimo Congresso di Torino e in tutti i Convegni di Decurioni tenuti nelle varie Ispettorie d'Italia.

Le ricordiamo con particolare insistenza quest' anno in cui ricorre il Cinquantesimo della Pia Unione dei Cooperatori Salesiani. Se non si potrà tenere una conferenza pubblica, di carattere solenne, non si tralasci almeno di raccogliere i Cooperatori e le Cooperatrici in una riunione privata e intrattenerli prendendo argomento dalla Lettera -Resoconto del nostro Superiore Generale, pubblicata in questo numero.

Ricordiamo anche ai conferenzieri e ai propagandisti Salesiani che la « Società Editrice Internazionale - Torino (109) - Corso Regina Margherita 174 » ha in vendita numerose serie di diapositive illustranti la vita e le opere del Ven. Don Bosco con testi spiegativi compilati dal sacerdote salesiano Dott. A. Fasulo. Tali sono: 1. Il sovrannaturale in Don Bosco. - 2. L'Opera educativa dei Salesiani. - 3. I Salesiani in America. 4. La Patagonia. - 5. Le Missioni della Patagonia e Terra del fuoco. -- 6. Le Missioni Salesiane del Matto Grosso (Brasile). - 7. La Madonna di Don Bosco. - 8. L'Opera educativa delle Figlie di Maria Ausiliatrice. - 9. Le Missioni delle Figlia di Maria Ausiliatrice. - 10. Le Opere di D. Bosco, ecc.

Ne ha inoltre pronta una serie illustrante, la vita di S. Francesco di Sales. Consta di novantotto magnifiche diapositive. Ogni veduta in vetro: Nere L. 2,5o. A colori L. 4..

Ogni veduta in celluloide. Nere L. 3,5o; A colori L. 5.

Della festa e della Conferenza fatta si mandi sollecita relazione alla Redazione del Bollettino Salesiano.

(1) Ogni offerta sia inviata direttarnente al Rettor Maggiore Soc. Filippo Rinaldi, Via Cottolengo, 32 - Torino (1o9).

Una nuova Causa di Beatificazione.

Lunedì, 29 novembre u. s., nella Veneranda Curia Arcivescovile di Torino, alla presenza del veneratissimo Arcivescovo Mons. Giuseppe Gamba, si è costituito il sacro tribunale per l'inizio del Processo Diocesano informativo per la Beatificazione e Canonizzazione della Serva di Dio Teresa Valsè-Pantellini, religiosa professa dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, fondate dal Ven. D. Bosco.

Vice Postulatore della Causa è il sac. Ferdinando Maccono della Società Salesiana, il quale ha scritto di Suor Teresa Valsè una interessante biografia (1).

(1) Un fiore di Umiltà (Suor Teresa Valsè-Pantellini). - Società Editr. Intern., Corso Regina Margh., 174 - Torino.

Suffragi.

Per iniziativa e invito del Rettor Maggiore Don Rinaldi, la mattina del 24 ottobre u. s. si è celebrata, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, una messa solenne di trigesima in suffragio di S. A. R. e I. la Principessa Laetitia di Savoia-Napoleone, insigne benefattrice e cooperatrice salesiana. All'invito si è associato il Comitato centrale delle Dame Patronesse delle Opere di D. Bosco, del quale, da tanti anni, l'augusta e compianta Principessa teneva con singolare zelo la presidenza onoraria.

L'ampia basilica, severamente addobbata a lutto, era gremita da un grande numero di personalità e di fedeli; un lato era riservato ai giovani dell'Oratorio. Un semplice tappeto nero steso sul pavimento e attorniato da grossi candelabri, formava il tumulo, more nobilium. Otto carabinieri in alta uniforme tacevano guardia d'onore ai quattro angoli, mentre ai due lati erano schierate le rappre~ wentanze con bandiere di Circoli giovanili e Scuole.

Oltre alle principali autorità, alle dame patronesse, presenziarono alla solenne cerimonia funebre i membri del. Capitolo Superiore, alcuni Ispettori salesiani, i rappresentanti degli ordini religiosi e altre personalità del clero e del laicato torinese.

La messa solenne fu celebrata dal prefetto generale della Società Salesiana D. Pietro Ricaldone, il quale diede pure l'assoluzione al tumulo.

La parte corale e musicale fu egregiamente eseguita dalla numerosa e scelta Schola Cantorum dell'Oratorio, diretta dal venerando maestro Cav. Giuseppe Dogliani.

Il largo tributo di preghiere offerto a Dio in suffragio dell'anima eletta della benefica Principessa valga a dimostrare la viva riconoscenza che la Famiglia Salesiana nutre per Colei che ebbe tanta ammirazione per le opere di Don Bosco.

Riproduciamo volentieri uno dei tanti preziosi documenti a conferma di quello che si è detto. E una letterina diretta al Sig. Don Trione, segretario generale dei Cooperatori salesiani.

Moncalieri, 31 ottobre 1925,

Reverendissimo Padre!

Sono dolente di saperla poco bene e le mando auguri sinceri per la sua pronta guarigione, Io accetto i suoi inviti per le feste salesiane e la prego di ringraziare il Rev.mo Don Rinaldi che mi vuole considerare (e con mio vivo piacere) come facente parte della loro grande e bella famiglia.

Verrò l'11 di sera e il 12, e spero di andare anche dalle Suore dell'Ausiliatrice l'8.

Che bel trio di riunioni Salesiane! Non le pare?

Del resto Lei conosce la mia ammirazione per le loro opere cosi buone, così umane, e così italiane, e venero Don Bosco, che prega ogni sera devotamente. Capirà la mia gioia d'essere in mezzo a Loro.

Grazie ancora e gradisca i miei personali rispettosi saluti.

LAETITIA.

Padri e madri, non illudiamoci! È certo che voi dovrete rendere al tribunale di Dio un conto rigorosissimo dell'educazione data ai vostri figliuoli. È certo che molti figli si dannano per essere stati malamente educati.

Ed è egualmente certo, che molti padri e molte madri vanno all'eterna dannazione, per la cattiva educazione, data ai figliuoli.

Ven. Giov. Bosco.

Il Convegno dell'Unione "Don Bosco" fra Insegnanti

Giovedì, 2 dicembre, nella Sede di Corso Regina Margherita, 178, ebbe luogo l'annunciata Assemblea. Un pubblico elettissimo rispose alla chiamata, e la seduta fu aperta con nobili parole dell'Ing. Comm. Bianchi, Preside del R. Liceo Gioberti e Presidente dell'Unione stessa, il quale, dopo avere esposto il programma generale e il lavoro atto lo scorso anno, disse dei nuovi fervidi propositi di attività per l'avvenire.

Ebbe quindi la parola il Rev. sacerdote Dott. Fascie che trattò - con profondità di concetto e briosità di forma - di Don Bosco Educatore, facendone risaltare la personalità singolare e il carattere particolarissimo nel condurre la sua vasta opera educatrice, sorretta da regole sobrie e sapienti, dallo svariato e intelligente adattamento e soprattutto dall'amore; l'amore, non fatto di subiti entusiasmi, ma che insoavisce il dovere ed è volontà, perchè ha la sua scaturigine in Dio. E come motivo necessario, ancora una volta affiorava, or qui or là, fra mezzo la bellissima conferenza, l'eco di quel comando che drizzò il volo di questa grande anima verso i sentieri infiniti del tempo e dello spazio, per un dominio che maturerà attraverso a tutti i secoli e sarà completo nell'eternità: « Non con le percosse, ma con le buone maniere tu muterai i lupi in agnelli ».

La Conferenza fu applauditissima e la sodisfazione palese dei molti convenuti fu espressa all'oratore dal Prof. Grand'Uff. Vidari, il quale dichiarò di averne goduto intellettualmente non solo, ma ancora spiritualmente nel senso esatto della parola, e ripetè la sua devota ammirazione per Don Bosco, altissimo come sacerdote e come uomo.

Si associò alla conclusione del Dott. Don Fascie, esprimendo il proprio pensiero che, se l'opera di Don Bosco fu e rimane così feconda in tutto il mondo, è appunto perchè tutto il suo sistema educativo è basato su l'amore, il quale però ha come leva il convincimento dell'altrui dignità in genere e dell'anima del fanciullo in ispecie.

Qui è tutto il segreto dell'opera di D. Bosco, il cui principio combina con quello del Pestalozzi, altra gigantesca figura di educatore della quale ci prepariamo a celebrare il centenario: l'amore del fanciullo, poggiato sul rispetto del fanciullo, della sua anima, che intanto è una promessa, ma una promessa che non fallirà, se ben coltivata. E quest'amore e questo rispetto, come ha concluso l'illustre Professore, si fondono ed innalzano l'atto educativo, la comunione fra educatore ed educando, al concetto, alla realtà d'un rito, d'un atto religioso, per cui all'anima umana sono segnati i suoi veri confini, al di sopra di ciò che si vede, di ciò che si sente, di ciò che finisce.

Il commento dell'illustre Prof. Vidari fui salutato da vivi applausi e la riuscitissima cerimonia ebbe termine con la preghiera detta dal benamato Presidente.

Il largo concorso dei soci al Convegno e la sua bella riuscita deve confortare il lavoro dell'Unione, inteso a collaborare con quanti hanno a cuore il trionfo della scuola italiana e cattolica, sulle orme del grande Maestro, dei cui scritti fu pronunciato ancora di questi giorni il seguente giudizio.

«Quanto a Don Bosco, esistono parecchi suoi scritti, regolamenti, norme e sentenze pedagogiche, siano pure brevi, ma densi di valori educativo, come, per esempio, il prezioso trattatello sul « metodo preventivo», che vale, da solo, più di tutti insieme i volumi dei pedagogisti teorici elencati nei programmi.

L'averlo proposto allo studio dei futuri maestri italiani, oltre che un atto di giustizia verso una grande gloria italiana e cattolica, è occasione e stimolo opportuno, per i figli di Don Bosco e per i conoscitori e testimoni della sua opera educativa, a raccoglierne gli scritti pedagogici, ai quali hanno già preparato il più chiaro ed efficace commento i meravigliosi frutti del grande educatore moderno». (Civiltà Catt. 4 Dicembre 1926, pag. 445).

L'Unione Don Bosco tra insegnanti ha preso consolante sviluppo. Noi vorremmo che tutti gli educatori nostri vi appartenessero e ne zelassero l'attuazione del magnifico programma per raggiungere praticamente le finalità che si propone.

Il Cinquantenario dell'Opera Salesiana nell'Uruguay.

Un po' di storia.

Nell'anno 1876, e precisamente il 24 maggio, fu decisa la fondazione della prima casa salesiana nell'Uruguay. Il 26 dicembre dello stesso anno il bambino Gesù regalava alla giovane Repubblica primo drappello di Missionari Salesiani. Don Luigi Lasagna ne era il superiore.

Don Lasagna si stabilì in Villa Colón, allora incipiente paesello, e il 2 febbraio 1877 Vi inaugurò il Collegio salesiano Pio IX. Il Governatore, Colonnello La Torre, fece da padrino nella solenne cerimonia.

Con Don Lasagna, l'uomo dalla tempra robustissima, pari alla sua virtù e al suo zelo ammirabile, l'alberello cominciò a crescere e a frondeggiare. Il collegio Pio IX, di anno in anno sempre più fiorente, si arricchì d'una biblioteca, d'un museo di Storia Naturale e di un Osservatorio Metereologico.

Nel 1879 veniva affidata ai Salesiani la Parrocchia di « Las Piedras ». Nel 1881 si iniziarono le scuole degli esterni e poi quelle dei convittori.

Nel 1881 Paysandú riceveva i figli di Don Bosco,

Offre le frontiere.

Montevideo non fu il solo centro dell'Opera Salesiana nell' Uruguay. L'attività instancabile reclamava un campo ben più vasto.

Nel 1883 partiva dall'Uruguay il primo drappello di Salesiani pel Brasile, guidato da D. Michele Borghino, che fondava la Casa di Nictheroy. Tre anni dopo, nel 1886, D. Lorenzo Giordano poneva le basi del grande collegio di S. Paolo.

Nel 1893 D. Antonio Malan iniziava nel Brasile l'Opera Salesiana del Matto Grosso. Mons. Lasagna, dopo avere visto radicarsi e propagarsi l'Opera di Don Bosco, a cui con tanta generosità aveva dato tutte le sue energie, con il cuore ripieno d'ardente fiamma per il bene delle anime, cadeva tragicamente sulla breccia, con i suoi compagni, vittima: d'un terribile scontro ferroviario, bagnando del suo sangue la terra già fecondata dal suo sudore. Mons. Lasagna, fedele imitatore di Don Bosco, lavorò con fede; lasciò tracce luminose sul suo passaggio, segnato da una fioritura di opere sante. Cadde, a soli 45 anni, dopo aver assicurato la vitalità dell'Opera Salesiana nell'immenso impero del Brasile, affidata, dopo la sua morte, al suo degne, successore D. Gamba.

I benefici effetti dell'opera evangelizzatrice di Mons. Lasagna si fecero sentire anche nel Paraguay, dove i primi Salesiani arrivavano da Montevideo nel 1896, guidati da D. Turriccia, per incominciare il collegio « Mons. Lasagna » in Asunción. Il Paraguay conta parecchi Istituti Salesiani e l'importante Missione del « Ciaco Paraguayo ».

I frutti.

L'Ispettoria dell'Uruguay può rallegrarsi nella constatazione dei frutti raccolti.

Circa 8o mila fanciulli hanno ricevuto una sana educazione ne' suoi collegi. Una vera falange di exallievi, organizzati in una fiorente Federazione, e quattro anni appresso apriva le sue porte alla gioventù il fiorentissimo collegio di «Nuestra Señora del Rosario», il quale, è senza dubbio uno degli Istituti più importanti della Repubblica.

Da Colón l'Opera Salesiana si estendeva a tutta la Repubblica.

Nel 1889 a Montevideo si apriva il Collegio « Sacro Cuore di Gesù »; l'anno seguente nella borgata vicina al porto di Paysandú, il Collegio « D. Bosco », e nel 1892 veniva fondato nella fiorente Villa-Mercedes il collegio « S. Michele ».

Ed eccoci alla fondazione dei « Talleres D. Bosco », la « Casa del fanciullo povero », divenuta, pel concorso unanime della popolazione, uno dei migliori edifici di Montevideo.

lavora nel nome di Don Bosco, e secondo le direttive del suo programma a vantaggio dei proprii connazionali.

Più di 2oo sacerdoti, formatisi nell' Ispettoria, vi lavorano per la salvezza delle anime e il trionfo della Chiesa, animati dagli esempi mirabili e dai sacrifizi eroici di Mons. Lasagna, il vescovo martire, di cui sono la più bella corona.

Dall' Ispettoria dell'Uruguay sono usciti parecchi Ispettori, direttori e missionari, che portarono e portano il loro prezioso contributo di attività salesiana, in America e altrove, spiegando la loro opera intelligente e zelante nei vari campi d'azione Salesiana loro affidati.

Oggi, dopo 50 anni, l'augurio unanime e cordiale è che l'Uruguay possa continuare, sempre più forte di mezzi e di personale, l'opera sua benefica, a gloria di Dio e a salvezza delle anime.

Le figlie di Maria Ausiliatrice.

Mons. Lasagna fu l'uomo delle grandi imprese. Il Signore solo sa tutto il bene che egli avrebbe fatto, se la morte non lo avesse così presto rapito dal suo campo di lavoro.

Lo stesso anno in cui D. Lasagna incominciò i suoi lavori in Villa Colón (Montevideo), sentì la necessità che le Figlie di Maria Ausiliatrice prendessero la cura delle fanciulle. Don Bosco, pregato insistentemente, inviò nel 1877 un primo drappello di sei suore, destinate all'Uruguay. E si avverò per esse quello che avvenne dei Salesiani. Crebbero a centinaia. Il bene fatto in 50 anni di lavoro, dalle Figlie di M. Ausiliatrice, animate dallo spirito del Ven. D. Bosco, è davvero consolante.

Dopo la Consacrazione dei Vescovi Cinesi.

La consacrazione dei sei vescovi cinesi, compiutasi in Roma, per mano del Santo Padre, la mattina del 28 ottobre scorso, costituisce un fatto d'eccezionale importanza per la storia del mondo cristiano. È pure una prova di straordinaria benevolenza, di paterna premura del Capo della Chiesa Cattolica al popolo cinese; è infine argomento d'esultanza per quelli che, sospinti dall'Augusta Voce del Vicari, di Cristo, il Papa missionario, animati dalla divina carità, che vuole la salvezza delle anime, prestano efficacemente la loro cooperazione per l'estensione del regno di Dio fino agli ultimi confini della terra.

I vescovi consacrati sono i primi indigeni cinesi. Nessun cinese, per tanti secoli, era stato a capo delle comunità cristiane, che esistono in quella fiorenti regioni.

Oggi la Cina può contare, con i suoi 1071 sacerdoti indigeni, anche sei Vescovi, sei Pastori.

La Chiesa cattolica in Cina prende così decisamente il suo posto e s'incammina.

Il solennissimo rito che ha dato alla Cina i suoi nuovi Pastori, si è svolto presso le ceneri degli Apostoli nella grande maestà e santità del tempio di S. Pietro in Roma.

Terminata la solennissima cerimonia, il Santo Padre ha pronunciato dall'Altare Papale un breve discorso suscitando generali e vivissime impressioni.

- Noi non possiamo trattenere la letizia - detto il Papa - non possiamo reprimere la gioia della quale siamo tutti pervasi nel vedere consacrati per la prima volta, in questa città di Roma, dal Romano Pontefice, Vescovi indigeni del Clero Cinese, proposti al sublime uffizio immortale di relatori nella patria nell'impero di Cristo Re. La consacrazione la salutiamo come un rito benefico, col voto di poter presto anche altrove portare a effetto lo stesso proposito.

.... Pietro, come avete veduto, vi ha abbracciati, Voi, che con non lieve speranza offrite di diffondere la fede cattolica tra i vostri concittadini, quei vostri concittadini che abitano la vostra terra, così sconfinata, e già così fiorente da antichissima età per studi di scienze, di arti, di lettere; quei vostri concittadini, molti dei quali non del tutto privi di senso di religione, insieme con i fedeli cattolici Vi salutarono con gaudio, allorchè eravate per partire per Roma.

... In quest'ora solenne ben a ragione devono ritenersi anche a Voi rivolte quelle parole di Gesù Cristo, Creatore, Salvatore e Supremo Pastore: « levate il vostro capo e guardate la regione (quella vostra regione presso che sconfinata), che già biancheggia per la messe: andate, predicate, benedite!... Io vi ho eletti e vi ho destinati, affinchè andiate e portiate il frutto e il frutto vostro rimanga: « Fiat! ».

Quando il Papa ha finito di parlare, vien intonato il Te Deum. Intanto sfilano attorno alla Confessione e poi per la grande navata i nuovi Vescovi benedicendo il popolo, che commosso s'inchina e si segna con la croce al loro passaggio.

Risalgono infine l'altare, impartiscono la benedizione pastorale e baciano il piede al Santo Padre, che li solleva e li stringe al cuore.

Il 28 ottobre ha segnato una data memoranda, un'ora solenne per la Cina.

L'esercito missionario che combatte e avanza per la Croce può mettere a capo delle sue schiere sei nuovi comandanti della sua terra.

La Cina, l'immensa Cina, pure nella proporzione minima dei cattolici, per la sua ottima organizzazione ecclesiastica e missionaria, che non lascia ormai scoperta alcuna parte del suo sconfinato territorio, può guardare sicura all'avvenire.

- La Chiesa (1) ha fidato, sempre, nella divina preghiera. Le lotte sono state il suo pane di ogni giorno; ma essa sola può, ormai, realmente vantare i meriggi senza tramonti, e per tutto l'universo continuare la lode incessante al suo Fondatore.

Oggi celebra un voto secolare compiuto.

Nuovi Pastori ascendono all'altare della Cattedra e nella solennità dei riti, nel fulgore delle luci, ma più ancora, nella concelebrazione con il Pontefice Sommo sentiranno il trionfo perenne del Cattolicesimo che valica i confini di nazionalità, di lingue e di razza, e le anime tutte redente fa convergere al trono di Dio.

Lo spettacolo che in questo giorno memorando la Basilica immensa ci offre avrà fatto esultare i martiri e i confessori del Vangelo lanciatisi alla tormentosa e inaudita conquista di milioni di esseri privi affatto della luce soprannaturale.

Giovanni da Montecorvino, Odorico da Pordenone, i Domenicani castigliani e portoghesi, i Gesuiti del Padre Ricci e gli altri confratelli pionieri ed eroi, i Francescani e i missionari di S. Vincenzo, i Carmelitani, i Salesiani di D. Bosco, i sacerdoti degli istituti missionari, e tutta la splendida schiera del clero indigeno, in qualsiasi tempo abbiano vissuto, hanno sospirato di vedere l'alba di queste giorno santo e benedetto. Ora esultano dinanzi al compimento di quelle ansie operose che il fuoco avvivava nel cuore del grande Saverio, quando, esempio inaudito di costanza e di audacia, voleva giungere come ad una terra promessa in Cina, e morì, atleta della fede, al cospetto di essa, mentre il suo spirito si librava in alto carico dei meriti e degli eroismi del migliore dei conquistatori.

... È certo che più vasti orizzonti si dischiudono e nuova messe appare, nei campi sterminati, ai novelli operai, ai santi pastori, che si apprestane ad aprire le sorgenti della vita eterna per le innumerevoli anime che attendono tuttora offuscate dalla caligine della morte.

La Croce avanza. E il suo dominio supera vigorosamente le meschine competizioni dei tristi per innalzarsi, e, ove occorra, ritornare sempre più fulgidamente bella a segnare i confini illimitati del regno di Cristo. -

Per il trionfo della Croce anche Don Bosco ha mandato in Cina i suoi volonterosi figli. Essi lavorano compatti nel loro campo, con il grosso dell'esercito missionario, affrontando difficoltà d'ogni genere, sottoponendosi ad eroici sacrifici, pur di conquistare anime a Dio ed accelerare la marcia trionfale del cristianesimo nello sconfinato paese idolastra.

Un pensiero li conforta nella loro difficile missione: il pensiero, o meglio, la sicurezza che, dietro di loro, una vera falange di anime generose approvano, incoraggiano e aiutano la santa impresa. Queste anime generose sono i Cooperatori di Don Bosco, sempre pronti all'appello, quando si tratta della gloria di Dio e del bene del prossimo.

Richiamiamo caldamente coloro che ricevono il Bollettino e che cambiano di domicilio di farcelo sapere inviandoci la fascetta con l'indirizzo corretto, oppure indicandoci il nuovo recapito insieme al recapito di prima.

(1) Osservatore Cattolico, 28 ottobre 1926.

LE MISSIONI SALESIANE

GIAPPONE

Miyazaki, 6 giugno 1926.

M. R. Sig. D. Rinaldi, il 6 giugno anniversario dello Statuto, questo come italiano - è l'anniversario del Miracolo del SS. Sacramento - questo come torinese di adozione e cristiano... - ma il vero motivo della deroga per cui non aspetto il tempo solito a scriverle e faccio seguito alla recente lettera, è per inviarle alcuni dati pubblicati dal nostro giornale di Miyazaki sullo stato della religione in Giappone, emanati dal Ministero degli interni, e che come dati ufficiali mi pare possano servire di utile meditazione a tutti. Non ho la penna adatta per farlo; trovi Lei, se è utile e opportuno, uno che in base a questi dati faccia un toccante appello che dica a tutti i buoni: « Pregate, pregate, pregate pel Giappone »; che dica a tutti i volenterosi: « aiutateci in tutte le forme »; che dica a chi ha la vocazione missionaria: « c'è lavoro anche per te ». Se da un lato la meditazione di queste cifre può spaventare pel colossale esercito che si schiera davanti al missionario cattolico; o può far pensare all'intruglio, al caos immenso di idee (se pur ci sono) religiose fra questi milioni di anime, dall'altro fa certo comprendere parte delle grandissime difficoltà in cui si trova il missionario cattolico per portare tra queste anime il suo povero contributo all'avvento del regno di Dio; fa comprendere la necessità di anime generose che si consacrino alla missione evangelica e alla necessità dei mezzi occorrenti per facilitarla.

Eccole senza commenti i dati generali.

A) Shinthoismo ufficiale: Numero dei Lannuski ossia preti Shinto . . .   8.292

Shinthoismo religioso comprendente 12 sette con un complessivo di Lannuski    88.023

B) Buddismo: Numero complessivo dei Tempii (delle varie sette) officiati da uno o più Bonzi . . . 71.287

Ognuna di dette sette si suddivide in alti e e sono specificate nell'atto ufficiale.

Inoltre i buddisti hanno, fuori dei templi, luoghi di predicazione n. 5870.

Pensi poi quanto e il Shinthoismo e il Buddismo siano radicati nelle famiglie, perchè l'essere Iannuski o bonzo è anche trasmissione ereditaria. Pare (così annunciano i giornali) che nel nuovo Jus religioso, che sta per essere emanato, il Governo imperiale pretenda d'ora innanzi da questi guidatori di anime titoli di studio legali: se questo si effettuerà davvero, molte ali saranno tarpate e per la difficoltà degli studi in sè e per la questione finanziaria. Se è caotico tutto il numero complesso di queste sette, che conducono in definitiva per molti all'apatia religiosa (e d'altra parte è tanto poco, religiosamente parlando, ciò che domanda il Shinthoìsmo e il Buddismo, che non può non condurre all'indifferentismo), veda ora le altre divisioni religiose e il numero dei loro missionari:

Russi ortodossi   n. 149

Presbiteriani    » 334

Battisteriani   .   .   .   .   »   49

Anglicani    342

Congregazionisti . . .   » 159

Metodisti    » 36

Evangelisti Mi fu   »   -8

Evangelisti Fumi    »   6

Evangelisti Fukim   47

Luterani. .   .   19

Esercito della salvezza   »   9

Chiesa propangadista orìentale   5   2

Scandinavi    »

Cristiano Ariani    »   4

Chiesa degli Amici    »   24,

Evangelisti propagandisti . . . .   »   10,

Chiesa della misericordia . . . .   » Chiesa, dei Compagni , . , . . »

Chiesa cristiana    »   96

Cristiani    »   -3

Efigiba    *

Chiesa del 2° avvento    »

Nazareni    » Senza nome

Missionari cattolici apostolici romani   193

Mio buon Padre, meditiamo su questi dati. Pensi che la massima parte di questi cristiani dell'ultima pagina sono giapponesi, che si sono svincolati dagli insegnamenti e si sono resi indipendenti. Vecchi missionari definiscono il Giappone « anima naturalmente scismatica ».

Preghi, preghi per me. Venerdì prossimo è la festa del Sacro Cuore. Un anno fa alla vigilia mi diede l'annunzio della mia andata in Giappone. Quante cose a un anno da quella data! Grazie, dopo Dio anche a Lei. Mi aiuti a esser degno di tutte le grazie che mi ha fatto Gesù. Ci benedica tutti e consacri a Gesù il suo aff.mo

Don CIMATTI.

Assicuriamo il caro Don Cimatti e i suoi compagni missionari del Giappone che il loro accorato appello ci tocca e ci commuove.

Preghereno per la loro difficile Missione, missione, che, ultima in ordine di tempo, ha aperto ai Figli di Don Bosco un meraviglioso desideratissimo campo di evangalizzazione: un campo vastissimo il quale non mancherà, speriamo, di dare i suoi abbondanti frutti.

Avanti nel nome di Dio!

li Signore si serve di piccoli e deboli strumenti per incominciare le sue più grandi opere.

Il granellino gettato con fede nel primo solco del campo sterminato da arare e fecondare, germoglierà sotto il soffio onnipotente del Divino Padrone del campo e della messe.

Non fu così fin da principio?

Ed ora, e sempre, che cosa vogliono i volenterosi Figli di Don Bosco? Quello che il Padre voleva: «Da mihi animas! ».

Essi vogliono anime da condurre al Paradiso. Essi vogliono quello che voleva il Campione, l'Eroe, il Santo delle Indie che pel primo ha spalancato le sbarrate e ben guardate porte dell'oriente, segnando la via co' suoi piedi scalzi e sanguinanti ai compagni futuri banditori di Cristo e del suo Vangelo.

San Francesco Saverio! Eccolo solo, pellegrinante. Se ne va di villaggio in villaggio, con un fanciullo che l'accompagna portando una croce e scotendo un campanello, che invita, che chiama.

Francesco passa predicando, battezzando, benedicendo.

Dall'India va alle Molucche girando di isola in isola in cerca di cristiani, con dei fanciulli che lo scortano e l'accompagnano e lo sospingono nel suo cammino.

Sì, lo sospingono. Questi cari fanciulli sono, la sua scorta d'onore, i suoi piccoli battistrada. Vanno con lui, aprendo la via. Sono le primizie. Sono la sua delizia. Sono le sue piccole guide. Sono deboli, ma coraggiosi, generosi.

I ragazzi, i migliori « alleati ».

Un giorno Don Bosco ne trovò uno nella sacrestia d'una chiesa di Torino: la chiesa di S. Francesco d'Assisi. Era un povero sperduto. Lo confortò, se lo fece amico. Poi gli disse: «ritorna qui... ». La domenica seguente Domenico Garelli gliene condusse sei al catechisno, poi dieci, poi cento... Don Bosco se li prese con sè e scotendo un campanello incominciò a pellegrinare in cerca d'una casa. La trovò. L'Oratorio! Aperse le porte a' suoi piccoli amici, ed essi in compenso gli aprirono le vie dei cuori, le vie della beneficenza.

E li vide anche in sogno, i suoi piccoli amici, nella landa deserta, risonante di urli selvaggi, scorta e difesa ai suoi missionari, che passarono facendo piegare le ginocchia e cadere le frecce degli indi feroci.

I fanciulli, la delizia di Gesù, tutto possono perchè hanno la forza dell'innocenza e dell'amore.

In Giappone come a Torino! Avanti con i fanciulli; sulla strada battuta e consacrata da S. Francesco, scotendo il campanello, inalberando la Croce.

I fanciulli di qui, centinaia e migliaia, si uniranno ai Benefattori e Cooperatori tutti per pregare il buon Dio che voglia benedire le vostre fatiche, fecondare i vostri sudori, compensare i vostri sacrifici a gloria del suo Santo Nome, e all'avvento del suo regno nel grande Giappone.

BAIA NEGRA-ALTO PARAGUAY.

Reverendissimo sig. D. Rinaldi,

Dall'estremo punto abitato dell'Alto Paraguay invio a Lei, amatissimo Padre, il mio riverente saluto.

Mi sono spinto quassù per costrurre una chiesetta in mezzo a questa buona popolazione, formata in gran parte da soldati paraguayi.

Nella foresta vicina si annida qualche toldo di Indi Ciamacocchi. Volli recarmi fra di loro proprio oggi, festa di Maria Bambina. Vi andai con il bravo confratello coadiutore Gregorio Acosta, portando con me un ricco assortimento di vestitini inviatimi dai generosi benefattori d'Italia.

Trovai gli Indi tutti pitturati, come nelle occasioni di gala, preparati a una festa rituale, che sarebbe incominciata al tramonto dcl sole.

Potei osservare che i disegni più o meno geometrici tracciati sul viso erano curiosi e vari. Mi piacquero nella loro semplicità ed esatta esecuzione e mi posi a riprodurne alcuni, meglio che potevo, fra le meraviglie. degli Indi che ridevano di gusto quando loro mostravo lo schizzo tratteggiato lì per lì a matita o a penna.

I piccoli intanto mi avevano attorniato. Sedutomi fra di loro, presi a interrogarli a uno a uno, servendomi di un vocabolarietto ciamacocco compilato da me, a mio uso e consumo (bisogna industriarsi in tutti i modi per farsi capire!) e ampliato in questi giorni di permanenza a Baia Negra.

I genitori, ritti lì presso, facevano corona ai loro figli, vigilandoli attentamente. La loro guardi: però non era per nulla pesante e fastidiosa; anzi posso dire che riusciva per me assai opportuna. Opportuna e necessaria specialmente quando gli indietti alzavano la voce e mandavano strilli. Le mamme allora li richiamavano all'ordine imponendo alla loro maniera silenzio e attenzione.

Era il giorno di Maria Bambina. Come non parlare della Vergine benedetta? Io desiderava che la selva echeggiasse del suo dolcissimo nome, che ripetutamente facevo risuonare alle loro orecchie, per imprimerlo bene nelle loro menti e farlo, fiorire sulle loro labbra.

E finalmente li invitai a gridare: «Viva Maria!». il coro ripetè: «Viva Maria! ».

- Enóm! (più forte!) - raccomandai.

E il saluto alla Vergine del cielo risuonò unanime, più alto, più solenne, mentre i piccoli battevano e mani per la contentezza.

E la loro gioia s'accrebbe, quando incominciai a distribuire a ciascuno il vestitino nuovo. Dopo gli abiti regalai a tutti i miei piccoli selvaggetti la medaglia di Maria Ausiliatrice, spiegando come meglio potevo di chi era l'effigie scolpita e come dovevano baciarla e conservarla. Qualcuno capiva alla rovescia e invece di baciare la medaglietta se la metteva in bocca e la masticava... I genitori intervenivano subito con i loro scappellotti che servivano più che le mie non intese raccomandazioni.

Le ultime tre medaglie le riservai per i tre indi più anziani: tre vecchioni dai capelli lunghi e arruffati, dal volto abbronzato, dai caratteristici segni dei veri figli della foresta.

Uno di loro il più vecchio, di nome Sibillì, stese la mano, e, avuta la medaglia, la portò alle labbra, la baciò ripetutamente, e, fissando bene l'effigie della Vergine, si pose a cantare una canzone nel linguaggio rozzo e selvaggio del suo cuore. Scena veramente singolare e toccante! Il vecchio indio, infervorato nel suo canto, si dimenava guardando sempre la medaglia, mentre gli indietti lo ascoltavano in profondo raccoglimento. Cessata la canzone, Sibillì mi guardò sorridendo, e, stesa la sua destra verso Oriente, mi gridò:

- Pór os Pold!... (Dio in Cielo!). -

Compresi così che l'indio Ciamacocco crede in un Ente Supremo e lo adora selvaggiamente col ballo, col canto, coll'esorcismo.

Quando questi indi fanno le loro invocazioni, rivolgono gli sguardi al cielo, e fanno echeggiare, per giorni e notti, la boscaglia dei loro canti lugubri a lamentevoli. Se la siccità arde la selva, questi selvaggi chiedono urlando la pioggia benefica, e per essere più vicini al loro dio e farsi meglio sentire s'arrampicano sella cima degli alberi e lanciano al cielo le loro disperate suppliche...

Il vecchio Sibillì inneggiò alla Vergine nel giorno della sua Natività. Buon augurio questo. Maria Ausiliatrice li farà certamente suoi questi cari selvaggi... Io li benedissi, pregustando la gioia di poterli presto battezzare.

Uscii dalla selva al tramontare del sole e, accompagnato da un indio, ritornai in paese con l'animo pieno di emozioni e di speranze, le soavi emozioni e le dolci speranze che sono il conforto più ambito del missionario, che lavora per la redenzione delle anime.

Ci benedica, buon Padre, e faccia pregare per questa missione del Gran Ciaco, che si apre ai trionfi di Gesù e all'avvento del suo regno.

Suo devotissimo Sac. Livio FARINA Missionario Salesiano.

ASSAM.

Consolanti notizie.

(Lettera del Prefetto Apostolico Mons. L. Mathias). Shillong, 5 ottobre 1926. Amatissimo Padre,

Insieme al resoconto dettagliato del bene spirituale compiuto in questa nostra cara Missione dall'agosto 1925 all'agosto 1926, mi preme darle qualche notizia più particolareggiata, che tornerà gradita non solo al suo buon cuore tanto paterno, ma anche a tutta la numerosa Famiglia Salesiana, che segue con crescente simpatia l'opera dei suoi Figli nella lontana Assam.

Quando alla fine del 1922 Le annunziavo che coll'aiuto anche dei Reverendi Padri Gesuiti, allora in Assam, si contavano per quell'anno 448 battesimi, eravamo soddisfatti del nostro lavoro, ma volevamo raddoppiare ed anche triplicare presto questa cifra. Due anni dopo era quasi duplicata ed oggi, al quinto anno del nostro lavoro in Missione, è già triplicato.

Come vede dal prospetto, amatissimo Padre, abbiamo avuto la consolazione di amministrarne quest'anno 1300, ossia 525 più che l'anno scorso; abbiamo triplicato la cifra del primo anno, e questo porta a 3986 il numero dei battesimi amministrati dal 1922 in qua. Abbiamo avuto così in quest'anno la media di 11o battesimi al mese. Dobbiamo proprio ringraziare il Signore.

L'avvenire è sempre più promettente e speriamo che, colla grazia di Dio, con l'aumento degli operai evangelici ed il sostegno finanziario dei nostri ottimi cooperatori si possa in breve accrescere dieci volte di più la cifra del nostro primo anno ed offrirle in un giorno non lontano il dono di cinque mila battesimi amministrati in un anno.

Ma non si ferma qui il bene che coll'aiuto di Dio abbiamo potuto compiere dall'agosto 1925 all'agosto 1926.

L'undici novembre ci recavamo a Calcutta, dove la squisita bontà di S E. Mons. F. Perier S. J. ci aveva invitati, e si prendeva sotto la nostra intera cura e direzione la Catholic Orphan Press, ossia la stamperia cattolica degli Orfanelli, dove abbiamo la stamperia cattolica che gareggia con le migliori di Calcutta, una Procura generale per le Missioni, aiutando così i missionari nei loro vari e nu merosi bisogni. S. E. ci affidava col primo gennaio anche la cura della Cattedrale di Calcutta, dove i nostri, oltre alla cappellania di un Orfanotrofio diretto dai Fratelli Cristiani, curano la popolazione inglese, angloindiana e nativa della Parrocchia.

Il 19 marzo si apriva la stazione di Jowai in Assam. Vi si recarono il carissimo Don Farina ed il buon D. Uguet, seguiti ben presto dalla Rev. Sr. Vallino e da due altre Figlie di Maria SS. Ausiliatrice, per impiantarvi un orfanotrofio maschile ed uno femminile cori tessitura, maglieria e laboratorio femminile. - Le difficoltà non mancano e non mancheranno in questo centro importante. Jowai è la capitale dei Jaintia Hills ed è dopo Shillong la seconda stazione più importante su questi monti. È anche rocca forte degli Wellsh o Metodisti, che vanno perdendo terreno. In seguito a scissioni tra loro si fondò una Chiesa nazionale Khasi che portò in questo solo villaggio a undici il numero delle Sette protestanti. - La popolazione guarda ed aspetta per vedere quello che noi faremo. L'anno venturo vedrà, speriamo, questo centro florido e prosperoso.

Il 24 maggio s'inaugurava solennemente l'orfanotrofio maschile di Gauhati con una trentina di vispi ragazzetti che formano la gloria di D. Piasecki, anche lui, come tutti noi, preoccupato per trovare i mezzi per sostentare la sua crescente famigliola.

In Madras accettammo una nuova Missione detta di Quasimodo, estesissima e assai povera, e la domenica di Quasimodo la si inaugurava con una muta di santi spirituali esercizi, che lasciò un benefico influsso in tutti i numerosi nativi (quasi tutti pescatori) che vi attesero. In questo quartiere popolosissimo e promettente i figli di D. Bosco avranno certamente un grande e bell'avvenire.

Le Figlie di Maria SS. Ausiliatrice accettarono in questa stessa città una scuola esterna per anglo-indiani ed ai primi di giugno inauguravano il loro lavoro con sodisfazione di tutti. La scuola conta circa 2oo tra fanciulli e fanciulle esterne.

Le due opere di Calcutta - le due di Jowai - l'opera di Gauhati - e le due di Madras portano a sette il numero delle nuove istituzioni apertesi in quest'anno. Ma non è tutto qui.

Abbiamo avuto l'inaugurazione di quattro grandi chiese e parecchie cappelle. A Badarpur, dove il caro Don Tormo lavora con zelo indefesso, si inaugurò una seconda chiesa nel quartiere della Ferrovia. La bella chiesa è dedicata al Sacro Cuore.

A Nongbah benedissi la chiesa nuova principiata dall'indimenticabile D. Deponti e che il carissimo D. Mazzetti portò a compimento. Si ebbe in quel giorno un ricordo tutto particolare per la Signora Lina Gallinoni di Milano che tanto gentilmente regalò la statua della Madonna.

Benedii anche la nuova chiesa di Gauhati, frutto del lavoro indefesso del Signor Don Gil, - In Maggio si inaugurava solennemente la Cappella del Noviziato che ci servì come parrocchia per circa tre mesi, mentre si restaurò la grande chiesa di Shillong seriamente danneggiata da numerosi terremoti.

Aspettiamo che la generosità di buone, anime ci permetta di condurre a termine la costruzione di due cappellette laterali in onore del Sacro Cuore e di Maria SS. Ausiliatrice.

Tralascio di parlare delle varie scuole apertesi in vari villaggi per non allungare di troppo questa mia relazione.

Come vede, possiamo veramente ringraziare e benedire il Signore che volle aiutarci tanto in quest'anno passato. - Voglia, amatissimo padre, benedirci perchè possiamo perseverare costantemente e meritarci da Signore l'aiuto per lavorare sempre meglio a propagare il suo Santo Nome tra questi popoli avidi di luce e di verità.

Benedica in particolar modo il suo

Ubb.mo ed aff.mo figlio in C. J.

L. MATHIAS Prefetto Apostolico dell'Assam.

RESOCONTO.

Ecco il resoconto annuale del bene spirituale fatto dal 1° Agosto 1925 al 1° Agosto 1926.

Personale della Missione.

Sacerdoti    13

Chierici    9

Coadiutori    12

Novizi e Aspiranti    26

Figlie di Maria SS. Ausiliatrice    8

Irish Christian Brothers    10 Suore di N. Signora delle Missioni 2e Suore di N. S. di Loreto . . . . . . 18

Totale Missionari    108 Abitanti della Prefettura Apostolica . 8.200.000

Cattolici    8.382

Catecumeni    1.945

Catechisti indigeni    47

Cristianità    16o

Opere varie.

Chiese    11

Cappelle    46

Cimiteri    48

Oratori festivi    2

Orfanotrofi    9

Orfani ricoverati    234

Laboratori    12

Collegi per europei    2

Convitti per europee    2

Scuole maschili    3

Scuole femminili    2

Scuole miste    40

Numero totale di allievi    1.884

Maestri secolari    35

Maestre secolari    6

Asili per vecchi    1

Associazioni    16

Soci (totale)    476

Farmacie    4

Catecumenati    52

Lavoro compiuto.

Battesimi    1.300

Cresime    575

Confessioni    37.781

Comunioni    133.375

Estemi Unzioni    81

Matrimoni tra fedeli    111

Matrimoni misti    3

Funerali    98 Istruzioni catechistiche ai fanciulli . . 1.618 Istruzioni catechistiche agli Adulti . 591 Istruzioni catechistiche fatte ai Catechisti 2.617

Prediche    2.521

Esercizi spirituali ai religiosi    10

Esercizi spirituali ai laici    17

Tridui e novene    36

Visite ad ospedali    158

Visite alle carceri    8

Visite agli infermi    1.105

Con i 1.300 battesimi amministrati quest'anno Il numero dei battesimi dati in Assam dal nostro scrivo somma a 3.986.

Comunioni    454.552

Confessioni    140.442

Come vede abbiamo già al nostro attivo più di 4.ooo battesimi, giacchè, mentre le scrivo, da Agosto in qua abbiamo già amministrati più di 400 battesimi, che verranno registrati pel prossimo anno. La sua paterna e specialissima benedizione ci faccia raddoppiare quest'anno veniente il numero ottenuto finora.

EQUATORE (Missione dei Kivaros).

Tra gli stregoni di Arapicos.

Molto si è parlato delle difficoltà di questa missione ed io non voglio nascondere che il Kivaro, il quale non fu mai dominato militarmente nè dagli ìncas, nè dagli spagnuoli, nè dagli equatoriani, è fiero e superbo della sua libertà e dimostra quasi un disprezzo per tutto ciò che non è esclusivamente retaggio della sua tribù. La prodigiosa fertilità della terra, che abita, ed il clima invidiabile, lo rendono quasi sprezzante della nostra opera caritativa. La libertà stessa dei costumi e la mancanza di un culto lo rendono quasi insensibile alle dolcezze della nostra religione. Però, più si studia da vicino, e più ci si convince che, pure essendo un albero silvestre, su di lui si potrà certamente innestare con efficacia il buon virgulto di Cristo.

La festa del Corpus Domini dell'anno scorso mi trovavo in missione tra i selvaggi di Arapicos. Nella sera precedente era arrivato alla Kivaria del Ciriapa un loro capo; mi accorsi che il poveretto era infermo e che già gli stregoni si tenevano pronti per curarlo. Per non destare sospetti, facendomi vedere molto stanco, stesi per terra alcune foglie di banano, mi ci sdraiai sopra, facendo finta di dormire. Gli stregoni, credendomi addormentato, spenti i lumi, incominciarono la loro cura a base di invocazioni, di scongiuri, di strilli, e di sputi che durarono tutta la notte. Verso l'aurora, cessato l'effetto del narcotico, se ne andarono; ma io rimasi così seccato e sopratutto così inorridito da tali pratiche superstiziose e selvagge, che, fatto innalzare l'altarino per la Santa Messa, tenni loro una lunga istruzione sulla necessità di usare delle vere medicine per guarire, e nei casi difficili di ricorrere alla Vergine Santissima Ausiliatrice. Prima di partire, loro regalai alcune immagini della Celeste Patrona che io, con fede viva, avevo fatto deporre sulla tomba di San Pietro in Roma.

Verso sera ripartii per un'altra kivaria, e, radunati i bambini, incominciai ad istruirli sulla Passione di G. Cristo. Intanto s'era fatto scuro. Sorbito un po' di brodo, mi ero sdraiato per terra stringendo la corona del Rosario. Ma non potevo pigliar sonno. Avevo un triste presentimento. Infatti, verso mezzanotte odo in lontananza una voce lugubre, straziante e prolungata di donna: « Il Kivaro Mascianda sta per morire! ». Sveglio i selvaggi; una donna sale all'aperto, e, mettendo le mani alla bocca in forma di tromba, intreccia un dialogo.

Che era successo ? Uno degli stregoni, malgrado la mia predica, volle sfidare la fede, e, fatti i soliti scongiuri, appena ingoiato il narcotico, ebbe un assalto epilettico, stramazzò al suolo tramortito con la bocca spalancata, con gli occhi fuori dell'orbita. Le donne spaventate gridavano come ossesse; io volevo discendere per assistere l'infermo. La mia fedele guida si rifiutò assolutamente d'insegnarmi la strada, dicendomi che gli stregoni mi avrebbero accusato di essere io la causa di quella morte, e che forse avevano ordito un tradimento. Consigliai di far trasportare l'infelice alla casa paterna, e, alla prima aurora discesi. Quale non fu la mia meraviglia, quando, penetrando all'improvviso nella casa del sinistro, vidi che i selvaggi avevano raccolto tutte le immagini dell'Ausiliatrice, e che, appesele ad una stuoia, le avevano circondate di fiori ed illuminate con torcie di resina forestale.

Mentre le donne attendevano alle faccende domestiche, due selvaggette con le mani giunte pregavano come avevo loro insegnato al mattino precedente. A questa vista rimasi commosso. Non potei trattenere le lacrime. Invitai i due angioletti ad Innalzare una fervida preghiera alla Vergine. Pochi minuti dopo giungeva la notizia che lo stregone era rinvenuto. La Madonna aveva voluto fare la grazia completa. Lo stregone da quel giorno si fece amico sincero dei Missionari.

D. CARLO CRESPI. Missionario Salesiano.

ASCOLTIAMO DON BOSCO.

Il Signore con moltiplicati tratti di bonta compensa la rassegnazione e la pazienza di coloro che soffrono per suo amore.

PUBBLICAZIONI MISSIONARIE. Due opere premiate.

Abbiamo appreso con piacere che il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione ha assegnate Lire mille per l'opera di Don Antonio Colbacchini sui « Bororos orientali » del Matto Grosso (Brasile), già lodata dalla « Settimana Sociale» di Milano, ed esaminata particolarmente, come ben

si merita, in un lungo e interessantissimo studio della « Civiltà Cattolica » (27 luglio 1926 - pagine 150-155).

L'amministratore della R. Accademia Nazionale dei Lincei, in data 15 novembre 1926, comunicava al Superiore Generale delle Opere Salesiane che il Consiglio di Presidenza della R. Accademia, nella seduta del 6 novembre, aveva deliberato di assegnare un contributo di lire mille per la pubblicazione « Contributi Scientifici delle Missioni Salesiane del Ven. Don Bosco », presentata dal Socio Prof. C. F. Parona.

La Collana, presa in considerazione dalla R. Accademia dei Lincei, è edita, come la pregevole opera del Colbacchini, dalla Società Edit. Intern., Corso

Regina Margherita 174, e conta già le seguenti monografie.

1. La Patagonia. - 2. Prefettura Apos. del Rio Negro.-3. Vicariato apost. di Mendez e Gualaquiza. 4.. La civiltà nelle regioni Magellaniche e i missionari salesiani. - 5. Il Ciaco Paraguayo e le sue tribù. - 5. Vicariato Apos. di Shiu Chow (Cina).-7. L'Orfanotrofio di Macau e la Missione dell'Heung-Shau (Cina). - 8. La Missione Salesiana del Katanga (Congo Belga). - q. Prelatura di Registro di Araguaya (Brasile).

Raccomandiamo vivamente queste importantissime pubblicazioni. Il diffonderle costituisce una eccellente forma di cooperazione salesiana missionaria.

Una nuova pubblicazione.

GiovANNI CASSANO. - I Pirati Cinesi. Romanzo d'avventure. Elegantissimo volume di oltre 200 pagine, con artistiche illustrazioni di Roberto Sgrilli... Società Editr. Inter. Corso Reg. Margherita 174 Torino (109).

L'opera del Cassano si fonda su elementi veridici della vita missionaria in Cina. Da un episodio del brigantaggio (la piaga che strazia quella terra, che la Croce redime a prezzo di tanti sacrifici, giorno per giorno), hanno origine le interessantissime vicende, che animano di belli entusiasmi di vita e di fede tutto il racconto.

Contro gli idoli brilla vittoriosa la Croce; contro l'ingiustizia, la carità; contro il male, il bene; contro l'errore, la verità. È una riposante e divertente lettura per le famiglie, per i giovani, per le scuole.

Il libro è scritto, come gli altri dello stesso autore, con purezza di lingua, con semplicità ed eleganza di stile, con agilità e vigoria di pensiero.

Il racconto animato da rappresentazioni vive di paesaggi, d'usi, di costumi e d'ambiente, insegna, diverte, attrae, mentre raggiunge il suo fine educativo, morale e religioso.

Il libro è dedicato, con gentile pensiero, ai giovani zelatori delle missioni salesiane.

Può essere un graditissimo regalo da farsi a persone care in questi giorni di Feste Natalizie e Capo d'Anno.

Medaglia Commemorativa delle Missioni Salesiane.

Della riuscita Esposizione Missionaria Salesiana, è rimasto ancora, come ricordo, l'artistica Medaglia di bronzo coll'effigie del S. Padre Pio XI e del Ven. Don Bosco, fondatore dei Salesiani.

È un bel lavoro dell'artista Commendatore M. Nelli di Firenze.

La Medaglia, coniata in due dimensioni - mm. 5o e mm. 28 di diametro - è in vendita, a favore delle Missioni, a L. 15 la grande, a L. 2 la piccola.

La piccola può servire anche per premiazioni scolastiche.

La spesa di spedizione aumenta del 10% l'importo.

Per acquisti dirigere richieste ed importo alla: Libreria Salesiana - Via Marsala 42, Roma (121).

Anime riconoscenti al Venerabile Don Bosco.

Un nostro alunno di 2a ginnasiale, Belli Emanuele, cadde ammalato di polmonite; cui s'aggiunsero poi altre gravi complicazioni, tanto che valenti medici chiamati a consulto, lo dichiararono spedito. Sarebbe stato un disastro per il Convitto, già tanto provato dal Signore in quest'anno. - Si ricorse allora con fiducia all'intercessione del Ven. D. Bosco si pose una reliquia del Venerabile sotto il capezzale dell'infermo. D. Bosco ci ottenne la grazia, e il nostro Emanuele potè riprendere gli studi perfettamente ristabilito.

Frascati, luglio 1926.

D. FRANCESCO DEAGOSTINI Salesiano.

Al Venerabile Don Bosco l'inno del mio ringraziamento e della mia imperitura riconoscenza!

Chiamata improvvisamente al cappezzale del morente mio babbo che da trent'anni più non si confessava, vedendolo ancora riluttante ad ogni esortazione, misi sotto il guanciale un'immagine ciel Venerabile, cominciando in pari tempo una novena. Ed oh, qual mutamento! Nello stesso giorno chiede di confessarsi e muore serenamente dopo una vita tempestosa lontana da Dio.

Ed alla grazia del babbo volle il Venerabile aggiungerne un'altra a favore dell'umile sottoscritta che, affetta da un anno da continue ulcerazioni agli occhi le quali mettevano in serio pericolo la vista, esperiti inutilmente tutti i mezzi umani, fatto ricorso al Ven. Padre, ottenne contro ogni aspettativa medica, la tanto desiderata guarigione. In fede.

Milano, 24 maggio 1926.

Suor ANNETTA BORSARI. M'HA GUARITO IL FIGLIO! - D'improvviso lo scorso mese, venne a mancare il lavoro alla nostra piccola azienda, ben avviata e promettente. Ne soffrimmo tutti, principalmente il figlio, il quale ne restò così impressionato che perdette la pace e senza quasi più nutrirsi andò in giro colla sua bicicletta per 15 giorni in cerca di lavoro. Questi strapazzi e lo scoraggiamento per l'esito negativo di tutte le ricerche lo costrinsero a porsi a letto con forti dolori viscerali, mal di capo e febbre alta: e in otto giorni il male lo ridusse come un'ombra. Il medico dichiarò trattarsi di una forma tifoidea grave, resa ancor più allarmante dalla persistente febbre

Allora mi rivolsi con fede al Venerabile Don Bosco perchè ottenesse dalla sua potente Ausiliatrice la guarigione del figlio. Promisi un'offerta per la Causa della sua Beatificazione e di rendere pubblica la grazia. La mia povera supplica e promessa non fu vana. Il caro infermo pareva dovesse mancare da un momento all'altro, ed io agonizzavo accanto al suo letto, quando, presa una pozione calda contro le prescrizioni mediche, si calmò per incanto, entrò in un sonno abbastanza tranquillo e al mattino era senza febbre e fuori pericolo.

Mando la promessa offerta con viva preghiera di pubblicare la grazia. Appena la nostra azienda sarà di nuovo a posto, ne manderò un'altra per la Beatificazione di Don Bosco.

Cassano Magnago, 1° luglio 1926.

Una madre riconoscente.

Mia moglie, di anni sessantasette, erasi ammalata di resipola; nel curare questa malattia si prese un'infezione alle mani, le quali gonfiarono in modo allarmante e divennero una sola piaga. Chiamato un medico da Torino, questi constatò trattarsi di cancrena, e, mentre metteva in opera i mezzi per arrestarla, consigliò di condurre l'ammalata a Torino, dicendo ch'era cosa gravissima e che non si poteva guarire prima di sei mesi.

Si condusse l'ammalata a Torino il 28 di settembre, e si cominciò la cura.

Contemporaneamente si continuò a pregare con molto fervore il Ven. Don Bosco, a cui era stata raccomandata l'inferma, che s'era messa al collo una sua reliquia. Nei giorni 29 e 30, nulla di nuovo; il giorno 1° ottobre il medico trovò un leggerissimo miglioramento alla punta di qualche dito; il giorno 2 verso le quattro pomeridiane si pregava fervorosamente in Beinasco, insistendo presso il Ven. Don Bosco per la grazia; alle ore cinque il medico toglieva le bende all'ammalata per la solita medicazione, ed, oh prodigio! trovò le mani libere, dalle piaghe; la pelle superiore seccata cadde e rimasero le mani con pelle nuova interamente guarite. Il Dottore non potè a meno di esclamare: Questo è un miracolo!

Inutile è dire la nostra riconoscenza. Preghiamo che si voglia dare pubblicità alla detta grazia, mentre promettiamo a Don Bosco ed a Maria SS. Ausiliatrice di continuare ad essere loro fedeli devoti.

Beinasco - Fornaci Nuove, 25 ottobre 1926.

GIUSEPPE ROTA. Medico Curante Dr. MARIO R. VIGLIANI.

Le meraviglie di Maria Ausiliatrice

PALESTRO (Pavia).

La domenica 22 agosto u. s., venne benedetta e collocata su apposito altare una splendida statua di Maria Ausiliatrice, dono di un'ex-Allieva riconoscente alla Madonna di Don Bosco.

La cerimonia si è svolta in forma solenne, con largo concorso di popolo, che ha visto soddisfatto un desiderio da tanto tempo accarezzato.

Palestro infatti, che vanta una colonia di Salesiani e di Figlie di Maria Ausiliatrice, e uno stuolo numeroso di Cooperatori e di ex-Allievi, nutre una divozione profonda a Maria Ausiliatrice, coltivata con affetto filiale fin dai tempi di Don Bosco.

Quel giorno è stato quindi interamente sacro Alla Madonna, e ha chiuso santamente il lavoro svolto a favore delle Missioni Salesiane durante tutto l'anno cinquantenario.

Per iniziativa infatti di un solerte gruppo di benemerite Cooperatrici, costituitesi in Comitato, erano stati in antecedenza inviati alle missioni della Palestina centinaia di capi-vestiario, da esse appositamente confezionati, e vari arredi e paramenti sacri.

Un banco di beneficenza, aperto in occasione delle feste pasquali, diede un largo provento, con cui furono acquistati e destinati alle Missioni dell'Assam due letti, numerosi indumenti e una cassetta-cappella, che figurò nell'esposizione di arredi sacri; infine una solenne giornata missionaria, svoltasi con apposite funzioni religiose e conferenza con proiezioni luminose, testimoniò, ancora una volta, il buon cuore della popolazione, sempre generosa verso le Opere di Don Bosco.

Un bel monumentino a Maria Vergine.

La domenica 26 Settembre, a Fratta Todina (Perugia) con un concorso di popolo, che al dir della gente dei luogo in nessuna occasione s'era visto mai così numeroso, si fece una cara festa per l'inaugurazione di una statua a Maria Ausiliatrice. L'iniziativa fu presa in occasione del breve rimpatrio di un Missionario salesiano.

La graziosa immagine della Madonna, inviata là da Torino, sorride su di un bello e svelto piedestallo di granito di più di tre metri di altezza, nel punto in cui si biforca il miglior viale del paese, come per ricevere il saluto del viandante e per dispensare i celesti favori a tutti quei che passano.

Un ringraziamento e un plauso alle Autorità, civile ed ecclesiastica, al Comitato dei festeggiamenti, nonchè a coloro che contribuirono con generosità per la statua e per la festa.

L'Ausiliatrice dei Cristiani sia larga di favori chi ha contribuito pel suo culto.

LE GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE

Un disastro scongiuralo.

Offrendo questo cuore d'argento a Maria Ausiliatrice, intendo ringraziare nuovamente queste nostra tenera Madre per avermi scampato, tre anni or sono, il 6 giugno, da un gravissimo pericolo, durante il mio viaggio in Brasile: per la quale grazie già Le resi - tornato in Italia - il mio umile tributo di riconoscenza nel Suo Santuario di Torino.

Dalla città di Brusque, nello Stato di Santa Catharina, m'ero recato a visitare la colonia italiane, di Porto Franco. Un nostro connazionale mi aveva provveduto una vettura a due cavalli, ai quali se ne erano dovuti aggiungere altri due.

Nel ritornare, i cavalli ad un certo punto si spaventarono e, non obbedendo più al freno, si dettero a fuggire precipitosamente per un terreno situato sulla sinistra della strada maestra, travolgendo, nell'impeto della corsa, alcuni pali del recinto da cui era limitato il terreno.

In quel terribile frangente, invocai l'aiuto della Madonna. Quasi istantaneamente, i cavalli, già sull'orlo di un piccolo fosso, con un repentino sbalzo a destra - e senza più le redini, che erano cadute a terra-vanno, a rimettersi sulla buona strada, e la vettura, come per incanto, si arresta. Due soli cavalli vi erano rimasti attaccati. Gli altri due, distaccatisi per la rottura del tirante, continuarono per chilometri la loro corsa sfrenata, senza arrecare il menomo .danno alle persone che transitavano per la via.

Con tutto il cuore resi grazie a Maria Santissima Ausiliatrice; tanto più considerando che in quei, successivo tratto della strada, che corre lungo le rive scoscese del Rio Itajahy, la vettura sarebbe andata quasi sicuramente a sprofondarsi in qualche burrone.

Passate alcune settimane, ecco giungermi, con mia cara sorpresa, dall'Italia una cartolina con l'immagine di Maria Ausiliatrice, speditami proprie, in quel giorno 6 di giugno dalla mia sorella Giuseppina, con queste parole:

« La nostra cara e bella Madonnina di D. Bosco, che già ci diede prova di tanta predilezione con la grazia concessa a Luigi e con tante altre, viene a te, per recarti tutte quelle benedizioni e grazie speciali che io con tutta l'anima già ti ho implorato, insieme a Luigia, domenica 3 giugno, in una festa solenne, celestiale, che giù a Villa Sora hanno fatto per l'incoronazione della loro Madonnina. Ho tanto pregato per te. Che la Vergine Santissima Ausiliatrice ti benedica e protegga sempre! ».

Alle preghiere delle mie buone sorelle dalla patria lontana, alle mie invocazioni nel momento del pericolo, la Madonna di Don Bosco aveva voluto rispondere con un visibile segno della Sua materna protezione.

Salga a Te ognora il mio inno di grazie, o Maria!

Frascati, Villa Sora, 24 maggio 1926.

LUIGI SEGHETTI.

Le bambine della scuola elementare, accompagnate dalla loro insegnante, si recarono per parecchi giorni in chiesa, ai piedi della Vergine Ausiliatrice, implorando la grazia della guarigione dell'ottimo pievano Don B. Bartolini. L'infermo, di cui si temeva l'irreparabile perdita, usciva quasi subito da ogni pericolo, fra la gioia immensa dell'intera popolazione.

Fu perciò organizzata una solenne festa di ringraziamento.

Seano (Firenze).

RITA CIVININI.

ARNOLDI GIUSEPPINA, madre di quattro povere creature si può dire risuscitata dalla sua tremenda infermità.

È venuta a ringraziarmi con le lagrime agli occhi d'averle fatto conoscere l'Ausiliatrice, Don Bosco e M. Mazzarello che l'hanno salvata da tubercolosi fulminante. Manda riconoscente la sua offerta.

Momo, 9-VII-1926.

A. BERGAMASCO.

Promisi di offrire la mia catenella d'oro, se la Madonna mi guariva da inesorabile male. Ottenni subito la grazia. Adempio, con il cuore pieno di riconoscenza, la mia promessa.

Nichelino-Torino, 21-VIII-1926.

TARSILLA BECCHIS.

Sono una povera madre di famiglia. L'inverno scorso mio figlio di 20 anni si abbandonò al giuoco e ci dava tanti dispiaceri, minacciando sempre peggio. Lo raccomandai, mezzo disperata, a Maria Ausiliatrice. Essa ebbe compassione di me. Ricondusse il figlio sulla buona via. Sia benedetta mille volte l'Ausiliatrice!

Carmagnola, 23 - IX - 1926.

Una madre riconoscente.

Ricorsi con filiale confidenza al Ven. D. Bosco e a Maria Ausiliatrice. Le mie consorelle pregarono con me. E la grazia della mia guarigione ormai disperata non mancò. Viva D. Bosco! Viva Maria Ausiliatrice!

Suor SISTA GIORDA di S. Anna e della Provvidenza.

A Maria Ausiliatrice debbo la grazia di aver potuto, tra gravissime difficoltà e opposizioni, seguire la mia vocazione religiosa.

Ringrazio la Madonna di Don Bosco, di cui sarò sempre particolarmente devoto.

Un novizio del Seminario di S. Gregorio.

A Maria Ausiliatrice tutta la mia gratitudine per l'ottenuta guarigione d'un male che a giudizio del medico era imperdonabile. Scoraggiata mi rivolsi con viva fede alla Celeste Ausiliatrice, promettendo una tenue offerta per le Opere Salesiane qualora m'avesse ottenuta la grazia. Oh bontà di Maria! Dopo un po' di tempo, fatte le cure del caso, mi trovai in perfetta salute, tanto da poter riprendere il mio lavoro. Riconoscente invio una tenue offerta, colla promessa di venire al Santuario di M. A. a ringraziarla personalmente.

Serralunga d'Alba, 15-XI-1926.

LUIGINA B.

Il nostro Rev.do Parroco Don Felice Tanzi, essendosi, inavvertitamente, ferito con arma da fuoco, la mano sinistra, al punto di doversene temere l'amputazione, abbiamo chiesto a Maria SS. Ausiliatrice la grazia che gli fosse conservata la mano, necessaria per continuare l'esercizio del suo Santo Ministero. Maria SS. ci ha esaudite: escluso il pericolo della amputazione, la mano si trova ora in via di guarigione, che chiediamo ancora alla Vergine sia la più completa possibile.

Nel ringraziare Maria SS. per questa grazia inviamo la nostra offerta come avevamo promesso. San Martino Sinzano (Parma). Alcune parrocchiane.

Il Prof. Dott. Gaetano Rubino unitamante alla signora Anna Palladini ringrazia Maria Ausiliatrice e Don Bosco per aver ricevuta la grazia della guarigione della Signora stessa e consegna un'offerta. Torino, 6 ottobre 1926.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti:'

A). - A. C., A. C. ch. d'Ivrea, aspirante Missionario Salesiano, Abbà G., Accominotti M.. Accornero G., Acquistapace O., Actis-Dato M. in Rossiglioni, Adami M., Adriano R., Agnelluzzi A., Agnesotti F., Agostinis M., Aguzzi G., Aimone Q., Alcune impiegate di Torino, Alessi T., Alescandris G., Ailizzod R., Almerini B., Amadesi G., Amato C., Ambrosiani E., Ambrosiani M., Amendola E., Amendola S., Ancellotti M., Ancona F., Anderis L., Andreoli G., Angisi F., Antonini G. e P., Ansaldo A. in Giraudo, Appendino G., Appiano R., Aquilino B., Aquiloni di G., Arbore R., Argangeli R., Arienzo A., Arnaldi A., Artusi C., Ascheri E., Atzeni C., Atzori Pin. T., Avandero C., Avanzato C., Avanzini G., Avenati G., Azzalini M.

E). - B. B., B. M. di Cavallermaggiore, B. M. di Torino, Bacis L., Badano T. in Brilla, Baggio E., Baggiovara C., Balbi C., Baldassarri E., Baldini C., Balla R., Ballarati C., Ballerio M. in Malnati, Ballor v. D., Ballor A., Ballotta M. in Serra, Barbero C., Barbieri C., Barnaba A., Baroli A. in Moiani, Barone A., Bartesaghi A., Bartocelli d. V., Batellino M., Battisti E. in Quagliarini, Battistini M., Battistrizzi A., Batzella P., Bechini A., Bellasio G., Bellinzone M., Bellomo V., Bellorti G., Beltrandi G., Belvederesi A. in Testa, Benedetto L., Benedectis G., Beni M. T., Benso E., Berretta M. in Villa, Bernardi R. in Bordignon, Bernasconi G., Bernerio L., Berti G., Bertoldi G., Bertoldo L., Bertolino S., Beseval C., Bessi C., Bethaz A., Bianchi G., Bianco M., Bidoglio T., Biestro I., Biganzol d. E., Binetti E. in Colombo, Binetti E., Bioletti F., Biondi prof. D., Blesa C., Bodrito R. in Ravina, Boi R., Boldieri A., Bolla M. in Grattarola, Bolletta G., Bonafide A. in Desecondi, Bonazzi V., Bondettini I., Boneili R., Bonincontri L., Bonvicini S., Borgognoni G., Borra M., Bosco A., Bosio C., Bosso C., Bottazzi A., Bottazzi N., Braga d. G., Brianti A., Bricalli L., Brischetti M., Brogi L., Bronzini F., Bronzini O., Brosio M., Brunacci A., Brusasca A., Buonconvento A., Buonsignore C.

C). - C. C., C. G., C. L. S., C. R., C. T., Cabras I., Caccia A., Caccia I., Caffo F., Calandri L. ex allievo Istituto Don Bosco di Rojas (Rep. Argentina), Cantavenna L. in Marcantonio, Cantù d. P., Cannizzo M., Capello T., Capitani G., Capovani A., Cappa E., Capra M., Capretto E., Capriglio M. in Brunetto, Caputo G. in Nicolosi, Caracciolo A., Carbone G., Carboniero C., Carboniero R., Carena A., Carignano B., Carlantonio M., Carletto V., Carlevaris G., Carli D. in Eboli, Carlini E., Carminati M., Carnevali M., Carra M., Carradorini A., Carrara M., Carso G., Carta P. in Sanna, Carnana G., Casale M., Casalegno T., Cassi S., Castelli A., Castelnuovo C., Castaldi E., Cauli A., Cauda C., Cavalieri D., Cavallero M., Cavalli M., Cazzaniga C., Celidonio S., Celii G. in Pardo, Cena L., Cerafogli L., Cerrato A., Ceschi C. in Zambaldo, Cespa E., Cherchi A., Chiosso M., Cicardini T., Ciccarelli L., Cirino L. in Libari, Civinini R., Cocchietti L., Cocciolo A., Colò C., Colombo E., Colombo G., Colombo I., Colombo M., Colombo T., Colzani M., Compà G., Concetta L., Coniugi Gado A. e C., Porta M. e P., Mamburini, Cono L., Consigliere G. in Moresco, Conti G., Cooperatrici Salesiane di Lugo e Torino, Corà M., Corfù A., Cornago C., Corrà S., Corradini F., Corrado M., Corsero A., Costa A. in Avetta, Costa G., Cotta G., Cottini E., Covolato D. in Cremonesi, Crosta E., Cucchietti G., Culpo G. B., Cumella C., Cumella V., Curtangeli S.

D). - Dal Col A., Dalla Vecchia L., Dalmazzo L., Darbesio M., Deagostini F. Salesiano, De Barbieri A., Decaroli R. ed L., De Cicco M., Delfino A., Delfino D., Della Savia V., Della Scuola T. in Moricca, Del Rosso M., Delù G. ved. Berretta, De Luigi C., Del Net A., Deodato A., De Serra M., De Valle D., D'Aniello L., D'Ottavi O., Di Capua A., Di Dino A., Di Giorgio G., Di Mattia E., Diotalevi-Zeduri, Dispenza R. ed O. sorelle, Dogier C., Dotzo C., Divoto di Maria Ausiliatrice, Durandetti C., Durando L., Duroux M.

E). - E. Q., E. T. T., Ellena A., Emaresio E., Enrichetta G., Enrici E., Ersilia D., Elegir P.

P). - Fabre T., Fabbri N., Facen M., Falconer G., Famiglie Baroli, Biancurdi, Bulatuh, Carena, Farnese,Maggiori, Mascher, Pagnatti, Piana, Tarina, Farnese C., Fascianella d. L., Favetto R. in Orsi, Favre D., Ferraiuolo G., Ferrero Teol. d. A., Ferro F. maestra, Fessia A., Figlia di M. Ausiliatrice di Catania, Filippi L. ved. Marchia, Filippini S., Fissore V., Fiumalbi V., Fiumana V., Foco M., Foglia G., Follia G., Forineilo A., Formenti E., Fornara C., Fornasin M., Forte T., Fossati O., Fracchia A., Francia G., Franzoni N. in Benedetti, Frati E., Fratini D.

G). - G. S. G., Gabrielli I., Gaggino A., Galla-Loredan, Gallarini I. ed R., Galleazzi F., Galliani G., GalloMoschetta, Gallo C., Gallo M., Gallo V., Gallotti A., Galvagni A., Gambarini M., Gancia L. in Giacomardo. Gancia M. in Vitrotti, Caran A., Garigliano P., Garneri, A., Gattoni E. in Beltrami, Gattoni F., Gava E., Gazzano C., Gemone L., Gerondino M., Ghiani E., Ghilardi M., Ghion L. ved. Semin, Giachino G., Giachino M., Giacobbe A., Giacometti O., Giraudi R., Giromini C., Glendi M., Godio A. e P., Gorgenti C., Gorgerino R., Graffeo F., Gramaglia T. in Molino, Gravino G., Gregotti M., Gremo C., Grilli C., Grillo G., Grimaldi P., Groscavallo M., Groppi E., Grossi C., Grossi G., Grosso F., Guadagnini A., Guadagnini F., Guaita O., Guerra T., Guerrasin C., Guglielmi A., Guglielmi M., Gullè M.

I). - Iacobelli M. G., Innocente L., Invernizzi rag. G.

L). - L. M. C., Laguzzi L. in Traverso, Lajolo G., Lampugnani E., Lana A., Lana, E., Lancini C., Lanzarini M., Lanzavecchia O., Leccisi P. in Licci, Leidi C., Leidi M., Lemut A., Leone G., Lindiri R., Lionello A., Lì Volsi F., Lochis L. in Torri, Lolli M., Lo Marco G, Lombardo G., Loro F. in Piana, Lo Verde d. L., Lovisatti A., Luja P., Lunardelli C., Lunardi R., Lunardini A., Lunardoni V., Lussiana d. C.

M). - M. A. di Benevagienna, M. A. di Abbiategrasso, M. C. dì Castelnuovo Scrivia, M. C. di Lunatrona, M. P., M. R. P., Maffei N., Maggi A., Maggia A., Magnanelli B., Malano A., Malgrato A., Manildo A., Manera L., Mandrile G., Maranzoni V., Marcato A., Marchetti C. in Dori, Marchetti L., Marchiando d. A., Marchio N., Marini E. in Chiorini, Marroccu A., Martelli D. in Bedeschi, Martignoni L., Martinella P. in Querenghi, Mascarino L., Massidda C., Massidda P., Massobrio M., Mazzoretti R., Mazzucchelli O., Melesi M., Meneghetti C., Merisio L., Meriatti G., Mezzullo C. in D'Abbraccio, Michialino A., Migone L., Miriani D., Mocci A., Mogavero L., Molina M. in Galbani, Molteni V., Monti D. in Zibarelli, Monzeglio, Morabito E., Morassi T, Morerio A., Moretti C., Moretti L. in Zoratti, Morino L., Moro G., Moschetto d. G., Motti M., Mundula C., Mura cav. R., Muratori T., Murelli F., Murgia L., Muschitelli d. G., Muscolo ch. R., Musmeci G., Musso E., Musso F., Muzio d. G.

E). - N. N. di Abbiategrasso, Benevagienna, Benevento, Catanzaro, Centallo, Civitavecchia, Forlinpopoli, Frosinone, Londra, Macerata, Mombercelli, Palazzolo Acreide, Palestro, Rapallo, Reggio Emilia, Rivara Canavese, Rivoli, San Benigno Canavese, San Didero, San Giusto Canavese, San Nazaro dei Burgondi, San Nicolas de los Arroyos, Santulussurgiu, Siracusa, Torino, Trani e Vicenza, Narice Gio. B., Neato L., Nebiolo d. A., Nicotera R., Nizia L., Nizzi M. in Trampeltini, Novelli M., Muzzolillo L.

O). - Ognibene G., Oddi F., Odorizzi A., Olla d. L., Oldrlni G., Ordinolfi M., Orlandini S., Orlanducci N., Orsi d. C., Orsinelli B., Ottolini M. e zia. Ottria V.

P). - P. M., Paderi D., Pagani G., Pagliari P., Pallua avv. S., Pandini P., Pandolfi A. M., Parusso F. in Ga vello, Pavan-Vaccari M., Pavesio G., Pavone A., Pazza glia E., Pecoraro E., Pedrelli A., Pedrotti G., ,Peirotti A., Pellini E., Pelloso M., Penasa M., Penasa N., Penna R., Pepe G., Perasso A., Peratoner G., Perego L., Peretti V., Perino V., Perlo C., Pernice cav. G., Perona M., Persiani d. L., Persichetti dr. G., Pesce O., Pieracci M., Piloni A., Pinna T., Pisani V., Piscetta F., Pistilli E., Pittalvì A., Pivot M., Podda N., Poggeschi G. e consorte, Polesel R., Pollina d. V., Ponsiglione P., Porro L., Pozzi C., Pradella M., Presazzi S., Prevosto M., Prono C., Provenzano M. A., Puddu R., Pusceddu M.

Q). - Quadri G., Quattrocchi R. in Cecconi.

R). - R. B. C., Raffero A., Ragusa V., Ramezzana. G. e famiglia, Rapetti M., Ravano E., Ravetto A., Ravina G., Regoli D., Rembado A., Restivo E., Ribero A., Riccardi L., Ricotti A., Righini A., Ritzu marchesa L., Rizzo I. ved. Galvagno, Rocca R., Rodilosso C., Rolfo A., Ronchetti G., Rossi A., Rossi C., Rossi L., Rossi M., Rossignoli C., Rosso A. per buon esito di esame, Rosso G., Rossotto T. in Lagna, Rota G., Rota R., Rotti C., Rotti N., Rovano E., Rovatti E., Rovere. R., Rubini A. in Palladini, Rubino dr. G., Ruffatto D., Ruta Ch. S.

S). - S. L. M., S. M., Sabioni R., Saffirio F., Saggiavi E., Saìtta G., Samperi A., Sancassani F., Sandrino F., Sangiovanni M. in Tapuri, Sanna S., Sannia S., Santarosa E., Savio F., Scarrone E., Scarsello M., Scarzì C., Scavarone A., Schicchi O., Schirru A., Sciabbarasi L., Scimmone comm. avv. I., Scolari suor D., Seghesio M., Seghetti comm. L., Segnafiori L., Sella E., Selva G., Serano C., Sesano S., Sgadari V., Signorini I., Silvestri G., Siniondi V., Simondi V., Sorelle Bogliola, Bourgeois, Buccini, Clerici, Dispenza, Fabiano, Gazzaniga, Soria G., Sorrentino B., Spann M., Squero R., Stoppino C. in Scazzola, Strazzacappa G., Studente Universitario, Suor T. Pentore Figlia di M. Ausiliatrice a Buenos Aires (Argentina).

T). - T. G. R., T. M. G., Tallandini A., Tassera A., Tavazzani C., Tedoldi M., Territo P., Testa G., Tolu B., Tonelli F., Tonini L., Tonni P., Toniolo A., Torrengo F., Travaglini R., Traverso M. in Riccabone, Trae verso G., Trezzi M. in Ceriani: Trigilio T., Tropea A., Tucci M., Turco N.

V). - Vaia d. G., Valabrega C., Valente A., Valente I., Valentinotti N., Valerio R. in Carbone, Valla M., Vanini A., Vanzetto C., Vasoni M., Vassallo T., Vecchio d. C., Velloso A., Venturi G., Vercelli M., Vercellio A., Vicini M., Vigevano A., Villa R., Viola M. in Rossi, Viscardi C., Vocasia G., Vogliano T.

Z). - Zalia E., Zambelli D., Zambelli F., Zanini M., Zanta A., Zattini R., Zeppegno A., Zoppa M. in Balbo, Zucchi A.

AZIONE SALESIANA

FIRENZE (Istituto Salesiano). La larga per gli Ex-Allievi caduti - La prima pietra delle Scuole Professionali.

La duplice cerimonia, svoltasi il giorno 4 novembre u. s., alla presenza di Sua Maestà il Re d'Italia, Vittorio Emanuele III, e del Rev.mo Don Filippo Rinaldi, Superiore Generale dei Salesiani, riuscì solennissima per il largo concorso di autorità, di associazioni e d'invitati, e ha segnato per l'Opera Salesiana di Firenze una data memoranda.

Il faustissimo avvenimento fu preparato dallo stesso Comitato, che aveva, l'anno scorso, organizzato le riuscitissime onoranze al Ven. Don Bosco a Palazzo Vecchio.

S. M. il Re giunse all'Istituto Salesiano alle ore 15 accompagnato dal Sindaco, dal Prefetto, dal Ministro Principe di Scalea, dai generali Cittadini e Cavallero, Sottosegretario alla guerra, e da tutte le altre notabilità componenti il suo seguito.

Erano a ricevere il Sovrano il Rettor Maggiore Don Filippo Rinaldi, il Sig. Don Fedele Giraudi, economo generale dei Salesiani, il Comm. Avv. Felice Masera, il Comm. Durante Duranti, presidente del Comitato esecutivo con i vicepresidenti On. Guido Donati e Conte Giulio Guicciardini, il Cav. Uff. prof. Carmelo Meli, il Direttore dell'Istituto Don Bernardo Savarè e molti altri sacerdoti e invitati.

Il Re fu accolto al suono della Marcia Reale fra gli applausi frenetici della folla imponente che era convenuta da ogni parte per assistere alla cerimomia.

Il vasto cortile, completamente trasformato per il solenne avvenimento, era tutto un tripudio di tricolori, di fiori e di gagliardetti.

Sotto il loggiato era stato eretto il trono reale. Di fronte, fra alti pennoni sopra cui sventolavano le bandiere nazionali, spiccava un grande ritratto del Ven. Don Bosco, posto sopra una striscia bianca su cui si leggevano le seguenti parole: Dio benedica chi viene ai morti, che furono gli eroi di ieri. Dio benedica chi viene ai vivi, che saranno gli eroi di domani.

Sua Maestà si avanza verso il loggiato e sale sul palco reale dopo essere stato ossequiato da S. E. il Card. Mistrangelo, col quale ha scambiato qualche parola. Il Re prende posto fra Sua Em. il Cardinale Arcivescovo e il Sig. Don Rinaldi, circondato dal folto gruppo delle Autorità e Rappresentanze. Erano presenti, fra gli altri, i Generali: Cittadini, Banani, Cavallero, Pecori Giraldi, Ceccherini, Ricci, De Marchi, Sandrelli, Leoncini (medaglia d'oro); gli onorevoli: Perla, Di Scalea, Capanni, Marquet, Trigona, Martelli, Brunelli; S. E. Sirianni, il Prefetto Gr. Uff. Regard, il Sindaco Sen. Garbasso, i senatori Niccolini, S. E. Giannastasio, primo presidente della Corte d'Appello, il Cav. di Gr. Cr. Chierichetti, il presidente della Deputazione Provinciale Pelli Fabbrone, il Presidente della Giunta Provinciale Gr. Uff. Badiani, il Conte Municchi, il Marchese Niccolini, il Col. Poggesi, il Comm. Barbieri, il Gr. Uff. Pepi, il Comm. Tortonese, Provveditore agli Studi, il Comm. Gaudi per il Nastro Azzurro, i Monsignori: Marchisone, Monardi, Fanelli, Berti, d'Indaco, i Consoli generali Campili, Borgia, Chiodi, alcuni consiglieri comunali e molti altri ancora. Al lato destro del palco eranvi le madri dei Caduti ex-Allievi Salesiani ed i componenti il Comitato Esecutivo.

Sotto la pensilina erano schierati i 200 alunni salesiani; dietro il quadrato formato dai RR. Carabinieri e da Esploratori figuravano le rappresentanze di Circoli e associazioni.

Cessati gli applausi, hanno inizio i discorsi.

Parla pel primo l'on. Donati, il quale, dopo di avere ringraziato il Sovrano d'essersi degnato di onorare con la sua augusta presenza la bella cerimonia, presenta l'Opera salesiana, che ha il suo principio nelle scuole professionali, che sorgeranno, ed ha il suo fine nel trionfo della nobile impresa. L'oratore rievoca mirabilmente coloro che s'immolarono per la grandezza della Patria, inneggiando alla Casa Savoia, cui sono legate le fortune d'Italia.

La fine del discorso è applauditissima.

Si avanza quindi l'allievo orfano di guerra Utili Pietro, che colla sua squillante vocetta ringrazia commosso il Re, che è venuto fra i piccoli « birichini » che promettono di voler divenire bravi cittadini della patria. Il piccolo orfano, alla fine, è abbracciato e baciato dal Sovrano fra gli entusiastici applausi della folla.

Il prof. Meli, presidente degli ex allievi, in brevi parole esprime il concetto informatore delle Scuole Professionali di Don Bosco nel Cinquantenario della Missioni Salesiane all'estero.

Terminati i discorsi, il Card. Arcivescovo col Clero, il Sovrano, seguito dalle Autorità, si recano dinanzi alla lapide dei caduti, apposta sulla parete sotto il loggiato. Tolto il drappo tricolore, che ricopre il marmo dove sono scolpiti i nomi degli ex-allievi di Don Bosco caduti in guerra, la musica intona l'inno del Piave, cantato in coro dagli exallievi.

Dopo l'inno, il Cardinale benedice la lapide. Sotto la lapide è stata posta una grande corona di alloro a bacche d'oro inviata da S. M. il Re.

Sulla grande lapide, nel cui mezzo è scolpito lo stemma salesiano, si legge una bellissima epigrafe.

Il corteo intanto si reca nel cortile per la posa della prima pietra dell'erigenda scuola professionale.

Dopo la benedizione del Card. Arcivescovo, la pietra è calata nello scavo, cosparsa di calce da S. M. il Re.

Fatto segno ad una nuova imponente manifestazione di affetto, il Sovrano, ossequiato da S. E. il Cardinale, dal Superiore Generale dei Salesiani e dai componenti il Comitato, lascia l'Istituto per recarsi a inaugurare la Targa Monumentale dei Caduti del rione di S. Giovanni.

VERCELLI. Commemorazione di S. Luigi Gonzaga.

Questa solennità fu celebrata con grande fervore il 26 settembre u. s. dai giovani dell'Oratorio Festivo e del Circolo, preparati all'uopo dalla predicazione del Sac. salesiano Don Michele Gregorio.

Celebrò la Messa della Comunità il Rev.mo Mons. Orsenigo, che, commosso dinanzi a tanta fede e pietà dimostrate dai giovani, non potè trattenersi dal tributare pubblicamente ad essi un bellissimo e lusinghiero elogio, invitandoli a proseguire verso la mèta che è l'imitazione delle virtù eroiche dell'angelico S. Luigi.

Alle 12 ebbe luogo l'agape fraterna, alla quale vollero prendere parte, oltre a Monsignore, il professor Battezzati, il Cav. Cavallero, il Cav. Simondi, il Sig. Autino, il Rag. Racca, il Sig. Rinaldo Olmo e altri benefattori. Con voce unanime si auspicò alla sanità e prosperità dell'amatissimo Arcivescovo ed al suo ritorno in mezzo ai giovani dell'Oratorio.

Inaugurazione della bandiera del Circolo. - Ma la funzione più importante della giornata fu la benedizione e inaugurazione della nuova bandiera del Circolo « Unione Don Bosco ». Ad essa presenziarono le autorità religiose, civili e militari.

Nelle prime file del vasto salone dell'Oratorio presero posto il Rev.mo Mons. Orsenigo, il Gr. Uff. Felice Lombardi, donatore e padrino della bandiera, il Sottoprefetto Cav. Uff. Gianelli, l'on. Avv. Roberto Olmo e Signora, il Prof. Briccarello in rappresentanza del Commissario Prefettizio, il colonnello Zo, il Cav. Cavallero, e altri.

Parlò per primo il Sig. Direttore-Parroco, Don Signoretti, ringraziando il Gr. Uff. Lombardi del munifico dono, ricordando le sue molteplici benemerenze verso le Opere Salesiane del Belvedere. La benedizione della bandiera fu impartita da Monsignor Orsenigo fra il generale entusiasmo.

In seguito lesse il discorso ufficiale il Prof. Battezzati, che con eleganza di stile tessè un alato inno alla grandiosa Opera Salesiana, ponendo in rilievo il bene fatto dai Salesiani in Vercelli mirabilmente coadiuvati dalla generosità inesauribile del Gr. Uff. Lombardi.

L'indimenticabile giornata, che destò tanto entusiasmo fra i giovani tutti dell'Oratorio, si chiuse con un ben riuscito trattenimento drammatico-musicale.

Alla simpatica festa avevano aderito, oltre al Santo Padre Pio XI, il Ven.mo Sig. Don Rinaldi, S. A. R. il Principe di Piemonte ed altre illustri personalità.

ALESSANDRIA D'EGITTO. Scuole Professionali Salesiane.

A proposito di questo nostro istituto ecco quanto scrive il Messaggero Egiziano:

«... Un esempio vivo dell'importanza che sanno acquistare le Case Salesiane all'estero lo abbiamo qui, in Alessandria.

Primi a fondare una scuola di Arti e Mestieri, i figli di Don Bosco continuano a mantenere il primato, non ostante le peripezie che spesso impigliarono le loro ardenti energie in una rete di difficoltà e di pericoli. Ma, ricordando il detto alfieriano, vollero, fortissimamente vollero, ed oggi, la diroccata caserma inglese di trent'anni fa è divenuta un edificio la cui sagoma austera, e non definitiva, domina la città. Il piccolo istituto, allora mancante di tutto, ricettacolo alla bohème di future speranze, oggi è una Scuola Regia, in cui s'educano più di trecento giovani convittori allo studio e al mestiere! E, fra i mestieri, quelli più utili sono insegnati all'Istituto Don Bosco. Bisogna vedere che vestiti, calzature, libri, oggetti in ferro, mobili escono da quelle scuole professionali! Parrebbe incredibile che ragazzi dai 10 ai 15 anni sappiano eseguire di quei lavori, eppure basterebbe visitare l'esposizione che si tiene in questi giorni all'Istituto Don Bosco, per comprendere quanto si può ottenere anche dal piccolo mondo dei fanciulli, se una mente lo dirige con scienza e con coscienza.

Visitando questa mostra si comprende meglio che il sistema educativo è quello che forma il lavoratore e ne rende pregevole l'attività... ».

CARTAGO (Costarica).

Notevoli sono i progressi ed i risultati delle Scuole d'Arti e Mestieri dovuti all'interessamento entusiasta dei Cooperatori e delle Cooperatrici che nutrono grande amore a questa istituzione, che sostengono anche con sacrificio.

Il Governo pure riconosce il loro alto valore educativo e contribuisce al loro mantenimento in una maniera straordinariamente utile per tutta la Nazione. Esso ha fondato in dette scuole un cresciuto numero di borse in favore di tutti i dipartimenti della Repubblica, in modo che ciascuno di questi dipartimenti può mantenere in esse due o tre giovinetti.

Quando rimane vacante un posto, i Direttori dei Collegi Dipartimentali devono tirare a sorte fra gli alunni di IV elementare, ed è tale l'interesse per guadagnare questi posti, che vi sono ragazzi i quali hanno fatto novene a M. Ausiliatrice per ottenere la grazia di entrare nei laboratori di Don Bosco.

Trattandosi ultimamente di aumentare il numero di queste borse, una voce in Parlamento osò lanciare alcune insinuazioni contro l'abilità delle Scuole. Ciò determinò il Direttore dello Stabilimento a chiedere una prova ufficiale per dimostrare l'efficienza delle Scuole Professionali, soprattutto per il laboratorio dei sarti che era stato particolarmente attaccato.

La prova ebbe luogo in uno dei più stimati stabilimenti della città alla presenza del Presidente del Congresso, di un Deputato, del Direttore del giornale di Costa Rica, di un redattore della Tribuna e di altre persone competenti.

L'esito fu così lusinghiero per gli allievi della Scuola Salesiana, che lo stesso padrone della sartoria dove ebbe luogo la prova sentì il bisogno di proporre alla Società dei Sarti della città l'idea di creare delle borse a favore dei figli dei sarti membri di tale società nell'Istituto Salesiano che tanto onora il paese.

IPACARAI (Paraguay). Una curiosa forma di cooperazione.

In Ipacarai, abitata da una popolazione cattolica fervente, assai laboriosa ed entusiasta per ogni forma di bene e di progresso, si sta innalzando un bell'edificio per la « Scuola agricola Don Bosco ».

Una domenica, duecento e più persone, uscite dalla messa, sfilarono dietro al loro parroco Padre Valdez Verdum, accompagnate dalla banda, dirigendosi in fondo allo stabilimento salesiano dove eravi una montagnola di mattoni e diciotto barrocci pronti per essere caricati.

Il parroco spiegò come quel materiale doveva servire alla costruzione del nuovo edificio da adibirsi a scuola agricola salesiana così utile per il popolo. Disse pure che per condurre a termine quell'opera ci volevano aiuti. E li invitò senz'altro a prestarsi pel trasporto dei mattoni al luogo designato.

Uno scroscio d'applausi accolse la proposta del signor Curato. E si misero subito all'opera. Caricarono i barrocci, poi, presi ciascuno tre o quattro mattoni, s'incamminarono dietro processionalmente cantando fino al luogo dove si sta innalzando il nuovo edificio.

Deposti i mattoni, salutarono con salve di applausi i Salesiani, il Sig. Curato, il Signor Capo Politico cav. Morinigo e il popolo di Ipacarai, promettendo di ripetere la processione tante altre volte quanto fosse necessario.

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori Salesiani che, dopo essersi confessati e devotamente comunicati, visiteranno qualche chiesa o cappella pubblica, come pure quelli che vivendo in comunità visiteranno il loro Oratorio e vi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono acquistare

L'indulgenza plenaria Ogni mese:

1) Un giorno a scelta nel mese.

2) Il giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte.

3) Il giorno in cui assisteranno alla Conferenza Salesiana mensile.

Ogni giorno:

Dal 1° Gennaio 1926 al 10 Marzo 1927. 2 gennaio Il Santissimo nome di Gesù. 6 gennaio   Epifania.

13 gennaio   Sacra Famiglia.

18 gennaio   Cattedra di S. Pietro in Roma.

23 gennaio   Sposalizio di Maria SS.

25 gennaio   Conversione di S. Paolo Apostolo.

29 gennaio   S. Francesco di Sales.

2 febbraio   Purificazione di Maria SS. -

22 febbraio   Cattedra di S. Pietro in Antiochia.

Ricordare anche...

che ogni giorno, con la sola condizione d'essere in grazia di Dio, i Cooperatori Salesiani, che durante il loro lavoro o in mezzo alle loro occupazioni uniranno il loro cuore a Dio per mezzo d'una breve e pia invocazione, possono acquistare:

1. Per una invocazione qualunque, a loro scelta, un'indulgenza plenaria.

2. Per tutte le altre, 400 giorni d'indulgenza, ogni volta.

NB. - I Cooperatori, impediti per malattia di portarsi alla chiesa, possono acquistare le indulgenze sopra dette, recitando in casa cinque Pater, Ave e Gloria.

NECROLOGIO

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Paolo Prevignano.

Questo vero modello di cooperatore salesiano si spense serenamente il 3o maggio u. s. nella casa di salute di Diano d'Alba.

La sua vita fu tutto un intreccio d'opere buone e le sue sostanze generosamente donò ad istituti religiosi.

Innalziamo per lui una fervida prece.

Can. Giovanni Spadaccini.

Da molti anni nostro zelante cooperatore si spense placidamente dopo lunghe sofferenze il 16 luglio u. s. in Novara.

Fu apprezzato direttore spirituale nei Seminari di Arona, di Gozzano e di Novara. Il pergamo, il confessionale, il giornale cattolico, i circoli cattolici, le adunanze del clero, il carteggio assai largo e nutrito furono le vie per cui egli profuse tesori di sapienza cristiana, direttive e soavi conforti.

Il Signore conceda l'eterno riposo all'anima del compianto canonico, la cui memoria vivrà a lungo fra i cooperatori salesiani, fra gli alunni suoi e fra i molti beneficati.

Maria Vassallo.

Cooperatrice salesiana e insegnante esemplare, si spense a la Valletta (Malta) a soli 48 anni, lasciando la più cara memoria.

All'ottima maestra che insegnò alle sue alunne il santo timor di Dio colla parola e coll'esempio, conceda Gesù il riposo eterno riservato alle anime elette.

Can. D. Federico Tognacini.

Dopo breve malattia serenamente rendeva la sua bell'anima a Dio il 17 settembre u. s. in età d'anni 67 nel Convitto Ecclesiastico di Firenze.

Questo pio e caritatevole Sacerdote, già Proposto di Faella per oltre un trentennio, era da parecchi anni un zelante cooperatore salesiano ed amò sempre con sincero affetto le opere del Ven. Don Bosco. I suoi funerali ebbero luogo in Figline e riuscirono imponentissimi. Noi pensiamo che il bene compiuto nel lungo esercizio del sacro ministero, e i dolori sofferti in questi ultimi anni con ammirabile pazienza, abbiano già elevato lo spirito di lui al premio eterno; tuttavia chiediamo per lui dai nostri amici e lettori ferventi preghiere. Alla desolata famiglia Tognaccini le nostre più vive condoglianze ed assicurazione di suffragi per l'indimenticabile nostro benefattore.

Alessio Prof. Cav. Don Felice.

Spirò dolcemente nel Signore il 13 ottobre u. s. nella veneranda età di 79 anni.

Cooperatore e zelatore dell'Opera Salesiana e modello d'insegnante cattolico fu grande il bene da lui compiuto nei lunghi anni d'insegnamento nei ginnasi.

Gli ultimi anni di sua vita li passò a Luserna nell'esercizio delle virtù sacerdotali, preparandosi, come egli stesso diceva, a ben morire.

Al fratello Sac. Don Giuseppe ed ai parenti tutti le nostre sincere condoglianze.

Anna Maria Guarona.

Fu chiamata al premio eterno il 2 gennaio 1925 in Roma.

Dotata di belle qualità di mente e di cuore la sua vita fu tutta dedicata alle opere di beneficenza fra le quali predilesse mai sempre gli Istituti diretti dai figli del Ven. Don Bosco e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Ai parenti tutti e in particolare al fratello Sacerdote salesiano Don Giovanni, zelante missionario in Cina, sincere condoglianze e la promessa di copiosi suffragi.

Giovanni Tomassi.

Rese la sua bell'anima a Dio il 4 giugno u. s. a Cassino in età di 73 anni.

Ben cinquant'anni di sua esistenza li spese facendo scuola ai figli del popolo che educò ai grandi ideali di Dio e Patria. Nei dolorosi anni della guerra si adoprò in tutti i modi per venire in soccorso ai figli dei richiamati ed ai profughi.

Era da molti anni zelante cooperatore salesiano e pur sperando che Iddio l'avrà già ricompensato con il premio degli eletti lo raccomandiamo alla carità di tutti i cooperatori per copiosi suffragi.

Donna Efisia Gina.

Volò alla pace dei giusti a Lanusei il 14 agosto, nell'età di 85 anni.

Fu la donna forte del Vangelo nella sua vita esemplare di sposa e di madre. Educò santamente la numerosa famiglia, tanto che quattro tra figlie e nipoti entrarono nella vita religiosa. Nella serena sua vecchiaia godeva dell'ospitalità data in casa sua al Venerato Don Rua e lo ricordava con frequenza come un Santo.

Offriamo preghiere per l'anima eletta e porgiamo condoglianze alla famiglia, particolarmente al figlio Avv. Antonio Gina, tanto benemerito dell'Opera salesiana.

Preghiamo per i Cooperatori defunti:

ALBERTINI Angela Maria, † Cannobio (Novara). AMATO Comm. Cosimo, † S. Benedetto (Caserta). BELLONI Giov. Batt., † Fiesso Umbertiano (Rovigo). BERALDI Nicola, † Vernazza (Spezia). BERTAGNOLLI Prof. Eman., † S. Zeno (Trento). BISOGNI Francesca, † Cardezza (Novara).

BRACCO Giovanni, † Mondovì-Carassone (Cuneo). BRUNI D. Giacinto, † Belfiore (Arezzo). CAIROLI Cesare, † Barlassina (Milano). CALDERARA Francesca, † Casatenovo (Como). CASARI Melania, † Bergamo. CATTERCHIO Maria, † Brusasco (Torino). CAVOLI Angelina, † Pinzolo (Trento). Coppo Giuseppe, † Costanzana (Novara). Cuomo Clotilde, † Caserta. DELCORNO Achille, † Voghera (Pavia). DEMARCHIS Luigi, † Villadeati (Alessandria). FASOLI D'Arcadio, † S. Pietro Incariano (Verona). FATTOROSI Cav. Domenico, t Caserta. FAVETO Antonio, † Genova. Fusco Prof. Angelo, † Casola (Caserta). GALLI Clementina, † Pavia. GASTALDI Enrico, † Parma. GELLI Passonesi Virginia, † Mantova. GERINI Rosa, † Soliero (Massa Carrara). GIRINO Giuseppina, † Frassineto Po (Alessandria). GRIGLIO Don Alessandro, † Pinerolo (Torino). IACCARINO B.ssa Ersilia, † Caserta. INCUTTI N. U. Francesco, † Stili (Reggio Emilia). LONGHI Gaetano, † Barlassina (Milano). LosA Antonia, † Torre de' Busi (Bergamo). MACCIACCHINI Ernesto, † Varese (Como). MARZANO Mariano, † Caserta. MEORA D. Bernardo, † Corna (Brescia). MINOLI Bartolomeo, † Treiso (Novara). NoERO Margherita, † Farigliano (Cuneo). PERETTO Felice, † Fiesso Umbertiano (Rovigo). PIANA Claudina, † Torino. Pozzi D. Attilio, † Como. Ricci N. D. Clementina, † Treviglio (Bergamo). RIVA D. Emanuele, † Bergamo. RIVELA Aldo, † Catania.

Russo Cav. Francesco, † Caserta.

SANTONI Con. Mons. Vincenzo, † Genzano (Roma). SCUERO Giuseppe, † Corsione d'Asti (Alessandria). SGARGI Aurelio, † Baricello (Bologna). SIRTORI Ercole, † Milano. TESEI Mariano, † Straffolo (Ancona). TESTA Rosa n. Capello, † Grana (Alessandria). TIussI D. Pietro, † Castion delle Mura (Udine). TREINA Matilde, † Masera (Novara). TREN Catterina, † Moggio (Udine). VOGLINO Candida, † Castagnole Lanze (Cuneo).

R. I. P.