BS 1920s|1923|Bollettino Salesiano Gennaio 1923

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

ANNO XLVIII.   TORINO, GENNAIO 1923   NUMERO I.

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: VIA COTTOLENGO, 32 - TORINO (9)

SOMMARIO: Il Sac. Filippo Rinaldi ai Cooperatori. - 29 e 31 gennaio. - L'opera di soccorso in Russia. - Le Missioni Salesiane: Quali sono? - Indulto Apostolico - Il Ciaco Paraguayo - Dalle lettere dei nostri Missionari - Una sommossa di indii. - Una fondazione alle soglie della Russia. - Tra gli italiani all'Estero. - Le meraviglie di Maria Ausiliatrice. - Omaggio internazionale a Gesù Adolescente. - Azione Salesiana: Per la festa di S. Francesco di Sales - Dame Patronesse - VII Congresso degli oratori festivi - Nuove fondazioni - Nuovi vescovi salesiani. - Notizie varie. - Cooperatori defunti.

IL SAC. FILIPPO RINALDI ai Cooperatori e alle Cooperatrici del Ven. Don Bosco.

Torino, 1° gennaio 1923.

Benemeriti Cooperatori, Benemerite Cooperatrici,

Non è la prima volta che ho il piacere d'indirizzare la parola a Voi, egregi Benefattori e Benefattrici delle Opere Salesiane. Già l'anno scorso dopo la morte del compianto D. Albera, toccò a me intrattenervi sullo stato della nostra Società, di cui siete provvidenziale sostegno. Sentii il bisogno di rivolgermi nuovamente a Voi nel mese di maggio, per ripetere i più vivi ringraziamenti a chi ebbe la bontà di promettermi preghiere ed inviarmi auguri, e insieme per dire a tutti il grazie più sentito per la nota generosità e pregarvi della più concorde continuazione. Poichè, eletto Rettor Maggiore, nel chinare il capo alla volontà di Dio manifestatasi per mezzo dei miei confratelli, ricordando come il Ven. Don Bosco e il Servo di Dio D. Rua e il compianto D. Albera ebbero a dichiarare che senza l'aiuto Vostro non avrebbero potuto fare ciò che fecero, io tosto compresi che senza di Voi non avrei potuto far nulla. Il poichè questa convinzione, anzichè scemare, si fa in me sempre maggiore, ora che per la terza volta ho la fortuna d'intrattenermi con Voi, mi sento spinto, prima d'ogni altra parola, a ripetervi: « Grazie! ».

Grazie, o cari Cooperatori e generose Cooperatrici, della carità che continuate ai Figli di Don Bosco; grazie del ricordo nelle vostre preghiere, del vostro appoggio morale e materiale, della propaganda che ci fate, delle vostre elemosine quotidiane! Come è vero che l'Opera Salesiana è opera di Dio! Son già passati all'eternità il Ven. Don Bosco e il suo 1° Successore Don Rua; è morto Don Albera; è scomparsa una moltitudine di illustri ed umili nostri Benefattori; e l'Opera vive e prospera e vigoreggia sempre più, splendido esempio dell'assistenza divina. È veramente il Signore che continua ad assisterci, è la Divina Provvidenza che suscita in ogni luogo i nostri sostenitori; è Maria Ausiliatrice che con materna bontà li stimola a venire generosamente in nostro aiuto! Sia benedetta tanta bontà del Signore!

Sempre come Don Bosco !

A questa constatazione, chiara come la luce del sole, sì fa sempre più manifesta la necessità di attenerci al programma tracciato dal Ven. Don Bosco e di attuarlo col medesimo spirito con cui egli lo concepì, lo tracciò e lo svolse, se vogliamo che Iddio ci continui le Sue benedizioni. Man mano che gli anni passano, aumenta per noi questo dovere, e perciò anche la necessità di ricondurci ad ogni istante, e con intimo desiderio, alle nostre chiare sorgenti, e di indagare e studiare ciò che fece e insegnò Don Bosco per attenerci scrupolosamente ai suoi esempi e insegnamenti. A questo studio ci ha già più volte richiamati lo stesso Sommo Pontefice Pio XI, sia elogiando le virtù del Venerabile e il suo apostolato, sia invitandoci, di proposito, a vivere del suo spirito. Il Bollettino Vi ha riferito per vari mesi di seguito l'eco delle sue parole, e quindi non sto ,a ripeterle. Basta ricordare come nel preziosissimo autografo, che inviò ai Membri del nostro XII Capitolo Generale, l'Augusto Pontefice faceva espliciti voti « che i figli di don Bosco, sempre meglio imitando le virtù del loro venerabile Padre e Fondatore e con immutata fedeltà seguendo e custodendo le ammirabili tradizioni da Lui lasciate, collo stesso suo zelo in ciascuno di essi riacceso, lavorino alla salvezza delle anime ». E a me è caro il dichiarare che questa appunto fu l'aspirazione e lo studio delle nostre Adunanze, di null'altro essendoci preoccupati che di comprendere e sviluppare sempre più fedelmente il programma salesiano.

Il 4 maggio i Membri del Capitolo si recavano all'umile tugurio, ove Don Bosco ebbe i natali, e là sottoscrivevano tutti quanti questa solenne dichiarazione: « Il 4 maggio 1922, o Padre Venerabile, qua pellegrinarono da ogni parte del mondo i tuoi figli, Membri del XII Capitolo Generale della Tua Società, per ritemprarsi, nella misera casetta dove nascesti, alla fede Tua nella Divina Provvidenza, e rinnovare unanimi il sacro proposito di conservare all'Opera Tua, integro e inviolato, il programma mirabile che le tracciasti, lavorando, con la tua umiltà, con la tua Pietà, con la tua povertà, unicamente alla salute delle anime ». Non vi faccia quindi meraviglia, o zelanti Cooperatori e Ammiratori di Don Bosco, se io oso aggiungere, e con tutta l'anima, che mi sforzerò anch'io di imitare sempre meglio le virtù del Venerabile, e come Superiore della Famiglia Salesiana mi atterrò scrupolosamente a quest'unico programma: « Seguire e custodire le ammirabili tradizioni lasciate da Don Bosco, e procurare che quanti a Lui sono figli ed ammiratori lavorino collo stesso suo zelo alla salvezza delle anime ». L'aveva promesso al S. Padre, e sentiva il bisogno di ripeterlo a Voi.

La bontà del S. Padre.

E l'animo mio torna commosso al Sommo Pontefice, che in men di un anno ha prodigato alla Società Salesiana tante prove di tenerezza paterna. Avete notato Voi pure come il Vicario di Gesù Cristo abbia levato con frequenza la voce per rievocare con somme lodi il Ven. Don Bosco e benedire con pari affetto ai suoi Figli e alle sue Figlie, e alle Opere loro. Avete anche rilevato la sovrana cordialità con cui volle prender parte, con preziosissime Lettere Autografe, ai nostri Festeggiamenti per il Sessantesimo di Sacerdozio dell'E.mo Card.,

Giovanni Cagliero, a quelli per il Cinquantenario delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e al 1° Congresso Nazionale Italiano, da noi promosso in onore del S. Cuore di Gesù a Casale Monferrato. Ed io non posso tacere altri pegni di particolare fiducia che il S. Padre ha voluto dare agli umili figli di Don Bosco, come la nomina di Mons. Piani ad Arcivescovo Titolare di Drama e a Delegato Apostolico delle Filippine, di Mons. Hlond ad Amministratore Apostolico dell'Alta Slesia, di Mons. Emmanuele d'Oliveira a Vescovo di Goyaz, di Mons. Ernesto Coppo a Vescovo Titolare di Paleopoli e Vicario Apostolico di Kimberley in Australia; e l'aver voluto alcuni dei nostri tra i suoi Inviati in soccorso all'infelicissima Russia, e l'aver incaricato altri nostri confratelli ad assistere i profughi di Smirne. Potrei anche accennarvi come Sua Santità vorrebbe dare altri pegni di alta benevolenza alla Famiglia Salesiana, se questa fosse in grado di poterli accettare.

Ma più d'ogni altra prova, per noi sarà perpetuamente memoranda quella del prezioso favore, elargito a quanti appartengono in qualche modo alla Famiglia Salesiana - di poter lucrare ogni volta che uniscano al lavoro qualche divota invocazione, anche brevissima, l'indulgenza plenaria ogni giorno e l'indulgenza di 400 giorni ogni volta, applicabili alle Anime del Purgatorio. - Mi feci ardito di chiedere a Sua Santità una grazia così singolare, perchè ne fossimo spronati ad imitare sempre meglio Don Bosco, col vivere, come Lui, abitualmente uniti con Dio e col santificare tutte le nostre occupazioni, offrendole divotamente al Signore: ed io son certo, che Voi tutti avete compresa la preziosità del favore e Vi unite ora con me nel ripeterne a S. S. i più devoti ringraziamenti.

Altri motivi di conforto.

Mi tornò pur di conforto, e di grande conforto, il constatare, ripetutamente, o cari Cooperatori, lo zelo vostro nello svolgere il programma semplicissimo, eppure tanto provvidenziale, tracciato dal Ven. Don Bosco alla Cooperazione Salesiana. Così vidi a Nizza Monferrato, dove insieme col III° Congresso Internazionale delle Ex-Allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice si svolse un Convegno di azione salesiana; a Firenze nell'inaugurazione dell'artistico Tempio della S. Famiglia; a Casale nell'accennato I° Congresso Nazionale del S. Cuore, e più particolarmente in Valsalice al VII° Convegno dei Direttori Diocesani, e qui a Valdocco al Convegno Regionale degli Ex-Allievi Sacerdoti; e così avvenne in più luoghi anche all'Estero, in Francia, nel Belgio e nella Spagna.

Altra grande consolazione fu il veder iniziato dall'Eminentissimo Cardinal Arcivescovo di Torino - cui ci legano i più stretti e dolci vincoli di gratitudine - il Processo informativo, o dell'Ordinario, sulla santa vita, virtù e miracoli del 1° Successore del Ven. Don Bosco, il Servo di Dio Michele Rua. Pregate per questa Causa, che per la nostra Pia Società sarà la più gloriosa e la più edificante dopo quella di Don Bosco; perche, se come dissi, abbiamo il dovere d'immedesimarci dello spirito del Ven. Fondatore, chi meglio di Don Rua potrà condurci come per mano alla scuola di Don Bosco, se egli solo ebbe la fortuna di vivere continuamente al suo fianco e di compiere tale studio elle gli permise, appena morto il Venerabile, di calcarne così fedelmente le orme da farlo rivivere ancora per ventidue anni?

E poichè me se ne offre l'occasione, lasciate che v'inviti a pregare per le Cause di tutti i nostri Servi di Dio: di Domenico Savio, modello dei giovani, di Don Andrea Beltrami, modello crei religiosi e dei sacerdoti, di Don Augusto Kzartoryski, modello degli amici e degli ammiratori di Don Bosco, di Suor Maria Mazzarello, la Superiora Generale ed esimio modello delle Figlie dì Maria Ausiliatrice, e sopratutto del nostro Venerabile Padre Don Giovanni Bosco. Son omai tre anni che furono portati a Roma gli atti del suo Processo Apostolico, compiuto nella rev.ma Curia Arcivescovile di Torino, e c'è tutto a sperare che di quest'anno si possano ultimare i lavori preparatori per l'esame dell'eroismo delle sue virtù, onde Vi prego a raccomandare ogni giorno a Gesù Sacramentato e a Maria SS. Ausiliatrice questa Causa, perchè compia felicemente il suo corso, a gloria di Don Bosco, a nuova protezione della gioventù, a benedizione della triplice Famiglia Salesiana.

Resoconto del 1922.

Ma per noi tutti il maggior motivo di conforto e insieme di riconoscenza al Signore fu la continuata abbondanza delle divine benedizioni, che ci permise di far fronte alle opere iniziate e d'intraprenderne delle nuove, in Italia e all'Estero, alle quali ci costrinsero precedenti impegni ed eccezionali bisogni, nella fiducia di potere, fin da quest'anno, aumentar il numero delle vocazioni.

1) Opere compiute dai Salesiani.

IN ITALIA si apersero parecchie case: una a Perugia, per la quale si erano iniziate trattative fin da tempi di Leone XIII - altre a Torre Annunziata presso Napoli e a Santulussurgiu in Sardegna - una quarta a San Marino, nel capoluogo della Repubblica, accettata dal venerato Don Rua fin dal 1907, con opere esterne a pro' della gioventù e l'ufficiatura del venerato Santuario della Madonna della Consolazione, compatrona della Repubblica - una quinta a Torino, in Borgata Monterosa, presso l'Oratorio « Michele Rua » e la nuova chiesa della B. Vergine del Rosario.

Meritano pure un cenno speciale il nuovo Istituto per la formazione di nuovo personale, eretto ad Este presso il Collegio Manfredini - e la nuova casa di Chieri per i nostri cari confratelli malati.

IN EUROPA si stabilirono tre nuove case in Polonia: a Lodz, presso Varsavia, s'inaugurò un Oratorio quotidiano con circoli giovanili e un convitto per giovani operai - a Varsavia si stabilì una nuova residenza - e ad Antoniewo, si fondò un Ospizio per giovani abbandonati. - Inoltre a Warrenstown, nell'Irlanda, s'iniziò una Colonia Agricola: - e a Zagabria, dove i Salesiani erano desiderati fin dai tempi del Ven. Don Bosco, si fondò un Oratorio con varie opere giovanili.

IN AFRICA, a La Kafubu, presso Elisabethville, nel Congo Belga, si stabilì una nuova residenza di Missionari.

IN AMERICA si ebbero altre fondazioni (collegi, scuole professionali, oratori, chiese e residenze) a Santiago di Cuba, -- a Toluca nel Messico, a Tunja in Colombìa, -- a S. Rita do Araguaya nel Brasile, -- a Castex nella Pampa Centrale, - e a S. Antonio Oeste in Patagonia.

Nè si limitarono qui le, nuove iniziative; ma presso varie nostre case, o nelle loro vicinanze, si diè sviluppo ad altre opere in conformità del nostro programma. Si apersero infatti parecchi Oratori Festivi, come a Villastellone, presso Torino, a Bilbao e Madrid nella Spagna; - si accettarono pure varie parrocchie, come a S. Miguel nel Salvador, ad Aquidauna nel Matto Grosso, a Punta Arenas sullo Stretto di Magellano; - si consolidarono nuovi Istituti per le vocazioni degli adulti allo stato ecclesiastico, come a Biala in Polonia e a Sliema nell'isola di Malta: - e in vista del rapido moltiplicarsi dei campi di Missione affidati alla Pia Società, s'è da noi iniziato, provvisoriamente in Ivrea, il nuovo Istituto Cardinal Cagliero per le Missioni Estere Salesiane.

Anche alle varie Missioni si potè dare qualche aiuto. L'anno trecentenario dell'erezione della S. Congregazione di Propaganda accese tra i figli di Don Bosco un nuovo ardore per l'apostolato, e ben novantadue furono i giovani e i chierici e ventotto i sacerdoti e i coadiutori che riaccompagnarono alle loro sedi i capi di Missione convenuti al Capitolo Generale, cosicchè sommano a centoventi i cuori nobili e generosi, cui la parola di Gesù « Andate e ammaestrate » si fece sentire con sublime efficacia! Cinque dei nuovi missionari si recarono all'Assam, dove, con mia grande consolazione, l'anno scorso si poterono stabilire tre nuove residenze: una seconda a Shillong, nell'Orfanotrofio S. Antonio, e due altre a Raliang e a Gauhati.

II) Opere compiute dalle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Anche l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice ebbe a registrare nel 1922, che segnò il Cinquantenario della loro fondazione, preziosi pegni dell'assistenza divina e della simpatia, con la quale è universalmente riguardato. Dappertutto si festeggiò la data giubilare con solenni cerimonie; ed intere popolazioni, con a capo le Autorità civili ed ecclesiastiche, tra cui, Vescovi, Arcivescovi e Cardinali, ed anche Ministri e Capi di Governo, si unirono alle umili Religiose, e alle affezionatissime loro allieve ed ex-allieve, nel ripetere l'inno del ringraziamento. E dappertutto anche il nome della loro la Superiora Generale, Suor Maria Mazzarello, venne ripetuto con profonda venerazione, insieme con quello del Ven. D. Bosco; e, a quanto sembra, anche il Signore si è compiaciuto di esaltare, con grazie segnalate, la Sua umile Serva.

Ed anche le Figlie di Maria Ausiliatrice furori benedette dal Signore con molte nuove fondazioni.

IN ITALIA apersero un orfanotrofio a Caluso, presso Ivrea - altro orfanotrofio a Moncalvo nel Monferrato - un terzo a Barcellona, presso Messina: - un asilo per Orfane di guerra a Roma - un convitto-operaie a Lessona - una nuova residenza a Milano - altri asili a Novello d'Alba e a S. Salvatore Monferrato - ed oratori, laboratori, e giardini d'infanzia, già frequentatissimi, a Mazzarino, in provincia di Caltanisetta e a Parco, in provincia di Palermo.

ALL'ESTERO, degne di special menzione sono le prime case da loro aperte in Germania e in Polonia: ad Essen Borbek e a Rózanystok: - la scuola professionale aperta a Camagvey (Cuba) - la Casa Patronato di Panamà - e le scuole con laboratorio ed oratorio a Santuario in Colombia.

Anche tra le Figlie di Maria Ausiliatrice si accese un fuoco sacro per le Missioni; e 40 furono le nuove Missionarie e 20 le aspiranti o novizie, di cui una parte volò in aiuto alle consorelle che si trovavano già sul campo dell'apostolato, e una parte si recò ad aprire nuove Case di Missione, ospizi, orfanotrofi e laboratori, a Tanjore nell'India - a S. Rita do Araguaya nel Matto Grosso - e a S. Gabriel nel Rio Negro in Brasile.

Di fronte a questo sviluppo, che ha del prodigioso, massime se si pensa alle difficoltà dell'ora presente e alle numerose domande che ci arrivano per altre fondazioni, non so trattenermi dall'esclamare: « Oh! come è buono il Signore con i figli di don Bosco!... E quanto bene di più potrebbero fare, se potessero disporre di maggior personale! »

Proposte per il 1923.

Ed eccomi alla parte più importante di questa mia. Secondo le disposizioni di Don Bosco e sull'esempio suo e dei suoi Successori debbo ora, o cari Cooperatori, raccomandarvi qualche opera speciale per l'anno nuovo: e nella moltitudine delle imprese che reclamano una pronta attuazione, io stesso mi domando:

- A quali opere dovremo particolarmente rivolgere, tutti insieme, il nostro zelo nel 1923?

Anni fa, nel 1885, mi trovava a colloquio con Don Bosco quando appresi l'apertura di uria nuova casa salesiana nel Sud-America, precisamente quella di S. Paolo: al Venerabile ne era pervenuto allora allora l'annunzio, ed io feci quasi un atto di meraviglia nell'udire che si era fondata un'altra casa salesiana in Brasile. Il buon Padre se n'accorse, e sorridendo e fissando su me gli occhi vivi e penetranti, pacatamente, scandendo quasi le parole: - Col tempo, esclamò, avremo duecento case nel Brasile! Non tutte in una volta. A poco a poco. Ma arriveranno a duecento. - La parola di Don Bosco si avvia a diventare realtà. Son già 61 le sue case aperte in quella Repubblica, 3o dai Salesiani, 31 dalle Figlie di Maria Ausiliatrice: ma quanto cammino ancora prima di giungere alla mèta! E quando vi giungeremo?

Ciò per dirvi la mia convinzione che l'Opera Salesiana deve svolgersi ancora, e molto, e in ogni parte, e quindi il bisogno di appoggiarla.

Quanto prima partiranno altri nostri Missionari e Missionarie, con Mons. Comin e con Mons. Versiglia, per l'Equatore e per la Cina; e un altro drappello solo ieri si accomiatava solennemente dall'altare di Maria Ausiliatrice col nuovo Vicario di Kimberley per recarsi nell'Australia. Così Don Bosco vedrà i suoi figli sparsi in ogni parte della terra. Ma come potremo far fronte alle continue domande di nuove fondazioni? Tutti vogliono i figli di Don Bosco! Urge dunque studiare l'importante problema.

Permettete che vi ricordi ciò che mi disse il Venerabile, quand'ero direttore dei Figli di Maria, cioè dei giovani adulti aspiranti allo stato ecclesiastico. Conversando da solo a solo con lui, mi chiese, sorridendo, se avessi fatto domanda di andare in America. Risposi di no, ma che era disposto a partire in qualunque momento, se don Bosco me ne facesse l'invito. E il buon Padre continuò: - Tu andrai nelle Missioni, quando non ci sarà più bisogno di mandarvi altri! - E mi fece comprendere che voleva mi dedicassi di proposito a coltivare le vocazioni. Quel colloquio mi restò sempre nell'animo, e poichè questa mi parve la missione particolarmente raccomandatami da Don Bosco, fui sempre felice quando mi fu dato, colla grazia di Dio, di promuovere, aiutare, o anche solo incoraggiare una nuova vocazione, religiosa o sacerdotale. Permettetemi quindi, o cari Cooperatori, che vi faccia una raccomandazione ed una proposta:

1) Promovete attivamente nuove vocazioni religiose, missionarie e sacerdotali.

E uno dei punti chiaramente inculcati dal Ven. Don Bosco nel programma dei Cooperatori Salesiani.

Per grazia di Dio sembra sorta un'era nuova per le Missioni Cattoliche. Tra il popolo cristiano si va diffondendo, con un alto senso di carità per la sorte miserevole dei selvaggi e degli idolatri, una profonda ammirazione per coloro, che, abbandonando la patria e la famiglia, corrono a guadagnarli alla Religione e alla civiltà. E mentre molti seguono con vivo interesse le vicende dei Missionari e generosamente cooperano al loro apostolato, alcuni, specie tra i giovani, cominciano ad accarezzare il pensiero di rendersi anch'essi apostoli e missionari, e cercano chi li aiuti nel santo disegno. Incoraggiateli Voi, o zelanti Cooperatori, codeste anime generose, cui vorrei far giungere la mia parola, per invitarle dolcemente a schierarsi sotto la bandiera di Don Bosco. Direi, a ciascun di loro, quello che diceva a noi il Venerabile Padre: « Vieni, e sarai contento: quaggiù avrai un pezzo di pane e molto lavoro, e a suo tempo il Paradiso ». Pane, lavoro e Paradiso erano le promesse che Don Bosco faceva d'ordinario a quanti gli manifestavano il desiderio di far parte della sua famiglia: e come non è mai a mancato ai Salesiani nè pane nè lavoro, oh! state certi, che non mancherà nemmeno un posto in Paradiso. Il Venerabile ebbe più volte a ripeterci che gli pareva di poter assicurare nel Signore che quanti entravano e sarebbero entrati nella Società Salesiana e vi fossero rimasti perseveranti sino alla morte, la misericordia di Dio li avrebbe radunati, come in famiglia, anche in Paradiso. Voi sopratutto, o cari cooperatori sacerdoti, Voi, o carissimi nostri Ex-allievi, Voi, maestre e maestri, usciti dalle nostre scuole, Voi, padri e madri di famiglia, timorati di Dio e amanti del vero bene dei vostri figli, che comprendete la sublimità del dono che Iddio fa ad un'anima allorchè l'invita all'apostolato, aiutateci ora e sempre, a reclutare buone vocazioni.

Per le vocazioni missionarie noi abbiamo iniziato, come vi ho detto, l'Istituto Cardinal Cagliero; per quelle di giovinetti aspiranti allo stato religioso o sacerdotale abbiamo altri istituti; esponeteci, caso per caso, le condizioni e le domande di quelli che vi sembrano degni di esser presi in considerazione, e vedrete che, sull'esempio di Don Bosco, noi non risparmieremo nulla per aiutarli, ben felici di avere un compagno di più e di procurare alla Chiesa un nuovo sacerdote o un nuovo missionario.

Quest'appello lo rivolgo con grande fiducia ai Cooperatori Salesiani di ogni nazione. In quest'anno 1923, per grazia di Dio, noi potremo trasferire in Torino, in locale adatto, l'Istituto Teologico Internazionale Salesiano, dove si recheranno a compiere i loro studi i nostri chierici da ogni parte. La nuova fondazione ha importato e c'importerà ancora grandi sacrifizi, ma son certo che la Divina Provvidenza ci invierà dei generosi cooperatori. Io non ne dubito punto: troppo santo è lo scopo del nuovo istituto. Si tratta infatti di dare a tutti i nostri chierici una soda formazione, tanto dal lato religioso, quanto dal lato dóttrinale, e sopratutto d'imbeverli dello spirito genuino del Ven. Don Bosco, che è spirito di unione con Dio e di lavoro per la salvezza delle anime. Noi vorremmo che essi, tornando alla loro patria, fossero altrettanti apostoli, che rinnovassero nei loro paesi i prodigi della carità di Don Bosco - immancabili a chi si attiene al suo metodo - nel condurre a N. S. Gesù Cristo le masse giovanili, e le sue predilezioni per i più poveri e abbandonati, e la sua devozione a Gesù in Sacramento e a Maria SS. Ausiliatrice, e il suo amore al Papa, e insieme il suo zelo nel coltivare nuove vocazioni. Voi vedete, o cari Cooperatori, quale incendio di carità verso Dio e verso il prossimo potrà avvampare di qui a qualche anno, se ci assiste il Signore e la vostra carità.

Aggiungete altri vantaggi non lievi da questa accolta di tutte le nostre speranze sotto lo sguardo diretto dei Superiori Maggiori: il poter conoscere meglio dal loro labbro, insieme con gli usi e i costumi, anche i particolari bisogni dei paesi dove lavorano i figli di D. Bosco, e il comunicarsi che faranno essi stessi di quanto c'è di meglio in ciascun popolo da imparare.

Con la sistemazione dell'Istituto Teologico Internazionale, ci sarà facile il dar stabile sede e sviluppo anche al nuovo Istituto Card. Cagliero, per cui vi prego, ancor una volta, per l'amore che portate alle anime e il desiderio che avete per il trionfo del regno di N. S. Gesù Cristo sulla terra, a favorire, con azione individuale o collettiva, le nostre Missioni in genere, le varie Missioni in particolare, ed ogni nuova vocazione tanto religiosa, quanto missionaria.

Volete riuscirvi? Ecco un'altra raccomandazione:

II) Richiamate i nostri giovani al Divino Modello.

Se volete bene ai giovani, se vi è veramente cara la loro riuscita, dovete amarli come li ha amati Don Bosco ed accendere in essi l'amore alla frequente Comunione, perchè solo mettendoli a frequente contatto con Gesù Cristo e innamorandoli di Lui, darete loro la forza per superare i gravi pericoli, che li insidiano nell'età inesperta. Conduciamoli e stringiamoli adunque a Gesù Cristo!

Oggi, se in vari paesi, come fortunatamente in Italia, la Gioventù Cattolica fa concepire le più liete speranze, è da ricercarne il segreto nell'averla accostata di più al SS. Sacramento dell'Altare, come faceva, come insegnava Don Bosco. Ebbene, si prosegua con generosa abnegazione e senza abbattimenti, nel santo lavoro. E perchè esso sia maggiormente benedetto da Dio, perchè tutti i nostri giovani abbiano a stringersi più affettuosamente al loro primo Esemplare, ascoltate una proposta.

Tra le chiese che la nostra Pia Società ha in costruzione due saranno intitolate al divino modello dei giovani, GESÙ ADOLEScENTE: una a Nazareth, l'altra a Torino. Il gran tempio di Nazareth verrà aperto al divin culto tra qualche mese; i lavori sono omai compiuti. Non così è di quello di Torino. Proseguendo alacremente l'opera anche tutto quest'anno, credo che non si potrà consacrare al divin culto prima dell'anno venturo. Perchè non additarlo ai giovani ed invitarli e spronarli a recare al sacro edifizio il loro sassolino? Perchè non proporre un'opera così santa e semplice e significativa ai vostri figliuoli, ai nostri alunni, e a quanta gioventù vogliam posta sotto il manto dell'Adolescente Divino? Il sacrifizio d'un loro piccolo svago, o il frutto di una loro piccola mortificazione, non sarà gran cosa, nè darà al tempio in costruzione l'aiuto di cui abbisogna: ma sarà grande il frutto religioso ed educativo nei giovani cuori. Ed è sopratutto un'affermazione religioso-educativa, che io propongo. Noi dobbiamo spronare i giovani a rendere quest'omaggio esteriore a Gesù Adolescente, per invitarli più efficacemente a crescere essi stessi altrettanti templi di Dio. Faccia Egli, anche a gloria di don Bosco, che il mio invito sia accolto largamente! Vi assicuro che mi tornerebbe assai caro il poter incidere sulle pareti del nuovo Tempio, ideato nel 1918 - l'anno del Cinquantenario della Basilica di Maria Ausiliatrice e della Messa d'Oro del compianto Don Albera: - Al solenne omaggio al Divino Adolescente contribuì, con slancio e con fede, tutta la gioventù educata dai Salesiani e nelle famiglie dei Cooperatori.

Conclusione.

Termino, raccomandando alla carità delle vostre preghiere i figli di Don Bosco e le loro opere. Pregate perchè il Signore, ad intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, dia a noi la grazia di calcar fedelmente le orme del Ven. Fondatore, e perchè voglia mandarci nuove e sante vocazioni.

Per parte mia vi assicuro, che fedele alle raccomandazioni di Don Bosco morente, nelle comuni e private preghiere che si fanno e si faranno nelle Case Salesiane, intendo sempre compresi i nostri Benefattori e le nostre Benefattrici, perchè Dio conceda ad essi il centuplo della loro carità anche nella vita presente, colla sanità e concordia nelle famiglie, colla prosperità negli affari, colla liberazione od allontanamento da ogni disgrazia, e poi il premio nella vita futura.

Pregate anche per me, che sono e sarò sempre, di Voi, Benemeriti Cooperatori e Benemerite Cooperatrici,

Obbl.mo Servitore

Sac. FILIPPO RINALDI.

Per S. Francesco di Sales.

Nel Santuario di Maria Ausiliatrice la prossima solennità di S. Francesco di Sales sarà preceduta da un solennissimo triduo con funzioni pontificali e discorsi del rev.mo Mons. G. Manzini di Verona.

Ci auguriamo che dappertutto, ma specialmente in quei luoghi dove non è stata ancor ricordata la data trecentenaria della morte del Santo, ne venga celebrata la solennità con pompa speciale,

29 e 31 Gennaio.

Era il 31 gennaio, 1888!...

Da trentacinque anni Don Bosco riposa in seno a Dio dalle diuturne ed eroiche fatiche sostenute per la sua gloria, e da trentacinque anni compie un altro lavoro indefesso, pur nella visione beatifica, a prò dei figli e delle figlie, dei Cooperatori e di tutta l'opera sua, per il trionfo dell'ideale di carità che gli avvampò in cuore.

Il 29 gennaio celebreremo, con giubilo, il III° Centenario della sacra apoteosi di S. Francesco di Sales: e il pensiero vagheggierà il giorno dell'apoteosi di Don Bosco, e ci trarrà dal cuore la preghiera di veder presto la sua fronte, cinta, anche quaggiù, dell'aureola dei beati.

Francesco di Sales ci sarà a ciò avvocato potente. Ebbero lo stesso zelo, lo stesso spirito, lo stesso cuore; e nessun'altra virtù colpì maggiormente i contemporanei e contribuì all'efficacia della loro azione sulle anime, quanto la loro incomparabile dolcezza; e per l'uno e per l'altro era una vittoria! Avevan sortito, entrambi, un'indole pronta e ardente; entrambi la riconobbero contraria allo spirito del Vangelo, che proclama la beatitudine della mitezza; ed ascoltarono e seguirono l'invito di Gesù, che è un dovere e un precetto anche per noi: « Imparate da me, che son mite ed umile di cuore! ». E per amor di Dio e del prossimo, cioè per guadagnare più anime a Dio, giunsero a possedere una dolcezza così grande, che li rese splendide copie dell'Esemplare Divino.

Nella gioia, quindi, delle solennissime feste ad onore di Francesco di Sales, non potremo dimenticare la « Causa » di Don Bosco; e perchè le preghiere abbian ad essere più care ed efficaci, chiederemo la grazia d'imitar l'uno e l'altro, nella loro virtù caratteristica.

«Il divino amore, osserva S. Francesco di Sales, non solo comanda l'amor del prossimo, ma lo produce e lo spande nel cuore umano, come sua rassomiglianza e sua immagine; poichè, quantunque l'uomo sia l'immagine di Dio, tuttavia l'amore sacro dell'uomo verso l'uomo è la vera immagine dell'amore celeste dell'uomo verso Dio ».

Ameremo dunque noi pure così, e tutti, perchè tutti son figli di Dio, come noi. Purtroppo molti ne vediamo che non hanno il massimo dei beni, che è la Fede, non avendo alcun'idea di religione! Abbiamo compassione di loro, e procuriamo d'illuminarli. Dappertutto incontriamo tanti giovani, che non solo abbisognano di una parola buona, ma anche di appoggio e di soccorso; ad essi, sull'esempio di Don Bosco e col cuore di Don Bosco, che al pari di quello di S. Francesco di Sales si modellò sul Cuore di Gesù, diamo le preferenze della nostra carità, sollecita, generosa, e sopratutto mite e soave; e, coll'aiuto di Dio, il bene che ci sarà dato di compiere sarà sempre maggiore.

Quanti crederanno alla carità di Dio per la carità nostra! Non dimentichiamo mai la parola di Gesù:

- I miti sono i padroni del mondo!

L'Opera Pontificia di soccorso in Russia.

Siamo onorati di poter offrire ai nostri lettori le prime interessanti notizie del lavoro che va compiendo l'Opera Pontificia di Soccorso in Russia, della quale, com'è noto, fanno parte anche tre Salesiani. Uno di loro scriveva il 14 novembre u. alla Segreteria di Stato di Sua Santità:

« Dopo un mese di lavoro, interrotto più volte da mille difficoltà, la Missione Pontificia di Soccorso riuscì a stabilirsi definitivamente anche nella Metropoli dei Soviets.

» Il bisogno è immenso. Il 6 corrente uno dei nostri visitò uno stabilimento detto Collettore, che ha per compito di raccogliere dalle strade ragazzi e ragazze senz'assistenza. Nella città di Mosca ve ne son due di cotesti Collettori, che, secondo le informazioni assunte sul luogo stesso, nell'anno corrente hanno raccolto più di 20 mila tra bambini e bambine, trovati senza ricovero, e quindi già in preda all'atroce destino della morte di fame, senza che nessuno possa soccorrerli, neppure in vista della loro tenera età. Questi ragazzi, in via generale, vengono raccolti da appositi Comitati, stabiliti presso le Stazioni ferroviarie, dove i miseri fanciulli affluiscono in maggior numero. Raccolti che sono, vengon mandati in uno dei Collettori, dove un Comitato speciale cerca di venir a conoscenza delle loro generalità, li spoglia dei miseri e luridi indumenti a brandelli e, dopo d'averli fatti lavare e visitare dal medico, li riveste di altri abiti, puliti sì, ma che il più delle volte non son che miseri cenci che hanno già coperto chissà quanti altri poveri esseri umani! E, dopo vengono distribuiti nelle varie sezioni esistenti nel Collettore stesso. Ma questo primo lavoro, che in massima costituisce il compito del Comitato Collettore, non è sufficiente a salvare la vita dei miseri orfanelli, poichè altra cosa è il raccoglierli, ed altra è il somministrar loro il necessario per mantenerli in vita e coprirli convenientemente.

» A questo più grave compito, cioè a vestire e mantenere un così gran numero di bambini ridotti all'estrema miseria, attenderà la Missione Pontificia.

» Il giorno sei corrente, vigilia delle grandi feste del V° Anniversario della Rivoluzione, venne aperto l'Ufficio della Missione. Nei giorni seguenti furono assegnate le mansioni agli impiegati e si procedette subito allo spoglio ed all'esame delle domande di soccorso, ammucchiatesi nel corso delle trattative col Rappresentante del Governo per avere e preparare i locali d'installallielito. Accertata l'estrema miseria ed il bisogno impellente di soccorso immediato ad alcune famiglie, la Missione fin dal primo giorno cominciò la distribuzione di molti pacchi di viveri del valore di dieci dollari ciascuno. Il pacco dispensato contiene vari generi alimentari, dosati in riodo da poter preservare dal deperimento l'organismo di una persona per il periodo di due mesi ed è sempre accompagnato da un biglietto del tenore seguente, scritto in lingua russa: « La Missione Cattolica di soccorso gode di poter rimettervi un piccolo quantitativo di viveri - dono di Sua Santità Pio XI. - Spero che questo regalo potrà apportarvi un po' di sollievo nella attuale difficile condizione. - (Firma del Rappresentante della Missione di Soccorso) ».

» Nel periodo di sistemazione pervennero alla Missione anche molti elenchi da parte di Comitati di varie Istituzioni, Ospedali, Scuole Professionali e Case Collettrici di bambini e bambine trovati senza tetto, senza genitori, e così esposti all'inclemenza della rigida stagione, che in queste regioni comincia a farsi sentire in tutto il suo rigore. Convien notare che ora siamo appena alla metà di novembre. Che sarà nei prossimi mesi ?... »

Ai nostri carissimi giovani.

Di fronte a sì pietose miserie non si arresterà usai la carità del S. Padre, se i Cattolici sapranno sostenerla finchè durerà il bisogno. Chi non sente compassione di tanti poveri orfani, che non sono ancor in grado nemmeno di potersi dar ragione della miseria fatale che li perseguita? Che cosa non avrebbe fatto per loro il Venerabile Don Bosco?

Noi siamo convinti che anche gli alunni dei nostri Oratori, Collegi ed Istituti, andranno a gara nell'accorrere in loro aiuto.

Il nostro Rettor Maggiore affida e raccomanda la pietosa iniziativa ai singoli Direttori Salesiani e alle singole Direttrici delle Figlie di Maria Ausiliatrice. In Italia e in Europa converrebbe - fin da questo mese - promuovere al santo scopo qualche recita o trattenimento di beneficenza nelle singole case, specialmente negli Oratori festivi. Non si frapponga indugio, si lavori attivamente, e le offerte sieno direttamente inviate A Sua Santità Papa Pio XI

Vaticano   ROMA.

Un caro settimanale per i bambini.

In ossequio al S. Padre torniamo a raccomandare la più larga diffusione del « Corrierino », il graziosissimo settimanale illustrato per bambini, edito dell'Associazione Naz. della Buona Stampa.

« Sarà certamente una consolazione per il Santo Padre - scrive l'E.mo Card. Gasparri - quando vedesse la tiratura del piccolo « Corrierino » raggiungere il numero di tutti i bambini d'Italia.

» A ciò potranno molto aiutare i Direttori di Scuola, Istituti e Collegi, ai quali il S. Padre particolarmente raccomanda la bella e opportuna pubblicazione ».

Il prezzo d'abbonamento è di L. 18. I Cooperatori lo chiedano direttamente alla Direzione del « Corrierino », Via della Scrofa, n. 7o--Roma, 11.

LE MISSIONI SALESIANE

Quali sono?

Compiono quarant'anni dacchè la S. Sede affidava ai Figli del Ven. don Bosco le prime Missioni all'Estero col Vicariato Apostolico della Patagonia Settentrionale e Centrale e la Prefettura Apostolica della Patagonia Meridionale e della Terra del Fuoco.

Oggi i campi di Missione affidati ai Salesiani sono 12:

1°) La Pampa e la Patagonia Settentrionale e Centrale (1883).

2°) La Patagonia Meridionale e la Terra del Fuoco (1883), eretta a Vicariato Apostolico di Magellano nel 1916.

3°) Il Vicariato Apostolico di Mendez e Gualaguiza nell'Equatore (1895).

4°) La Missione dei Bororos nel Matto Grosso-Brasile (1902), elevata a Prelatura Apostolica di Registro d'Araguaya nel 1815.

5°) La Prefettura Apostolica del Rio Negro nel Brasile (1815).

6°) Il Vicariato Apostolico di Shiu-Chow nel Cuantung in Cina (1920).

7°) La Prefettura Apostolica dell'Assam (1921)

8°) Il Vicariato Apostolico di Kimberley nell'Australia Occidentale (1922).

A queste otto Missioni, affidate ai Salesiani dalla S. Sede, si devono aggiungere altri quattro vastissimi campi di Missione, affidati ai Figli di don Bosco dai relativi Rev.mi. Ordinari, e cioè:

1°) La Missione di Tanjore nell'India (1906). 2°) La Missione dell'Heung Shan al nord di Macao (19o6-1911).

3°) La Missione di Elisabethville nel Congo Belga (1910).

4°) La Missione del Ciaco Paraguayo (1919).

Cari Cooperatori, il lavoro è immenso, le domande di nuovo personale e di soccorsi finanziari sono continue. Aiutateci colla preghiera, colla propaganda e coll'opera personale. Noi vorremmo che il nuovo anno segnasse un risveglio di santa attività e di generosa simpatia missionaria tra i nostri zelanti Cooperatori, per poter far fronte ai più urgenti bisogni ed anche in preparazione al Cinquantenario della spedizione dei primi Missionari Salesiani al l'Argentina.

Indulto Apostolico a favore delle Missioni Salesiane.

Il S. Padre Pio XI, accogliendo una supplica del rev.mo nostro Rettor Maggiore, inoltrata a Sua Santità dail'E.mo Card. Laurenti, Prefetto della S. Congregazione dei Religiosi, ha benevolmente concesso che si possano percepire dai Superiori Salesiani, per destinarle a vantaggio delle case di formazione dei Missionari, le elemosine delle Messe binate, applicate secondo la loro intenzione.

Ecco il documento: Beatissimo Padre,

Il rev.mo Rettor Maggiore della Pia Società Salesiana, prostrato al bacio del S. Piede, espone alla Santità Vostra quanto segue:

Ogni giorno più si rende urgente il bisogno di accrescere il numero di zelanti Missionari per estendere il Regno di Gesù Cristo tra gl'infedeli. A questo fine la Pia Società Salesiana ha sempre cooperato con le sue migliori energie. Quest'anno, per dare nuovo impulso a quest'opera, che stava molto a cuore al Ven. Don Bosco, ha iniziato una novella istituzione destinata unicamente alla retta e completa formazione di coloro che nella Pia Società intendono dedicarsi al ministero delle Missioni.

Gli aiuti della Divina Provvidenza vengono già in soccorso alla detta Istituzione. Ma essendo innumerevoli i bisogni a cui si deve sopperire, e desiderando favorire più largamente la coltura di buone vocazioni missionarie anche in mezzo ai giovani poveri e privi di ogni olezzo di fortuna, e perciò incapaci di prestare, qualsiasi retribuzione negli anni della loro formazione, il rev.mo Rettor Maggiore dei Salesiani implora umilissimamente di poter percepire l'elemosina delle Messe binate, applicate secondo la intenzione dei Superiori Salesiani, destinando le medesime a vantaggio delle Case di formazione di Missionari.

Che della grazia ecc.

EX AUDIENTIA SS.mi diei 17 Octobris 1922.

SS.mus D. N. Pius PP. XI, referente infrascripto Card. Praefecto S. Congregationis Negotiis Religiosorum Sodalium praepositae, benigne annuit pro gratia, iuxta preces, AD TRIENNIUM, facta mentione huius Rescripti in libris Missarum. Contrariis quibuscumque non obstantibus.

Datum Romae, die, mense et anno, ut supra. C. Card. LAURENTI Praefectus. Maurus A . Serafini Ab. M. Secretarius.

La Missione del Ciaco Paraguayo

Il Ciaco Paraguayo è un territorìo vasto quanto l'Italia, avendo una superficie di 272.000 chilometri quadrati, con appena 20.000 civilizzati, senza un sacerdote, e circa 50.000 indigeni allo stato nomade e selvaggio.

Geograficamente è posto tra i 57° 34' 21" e i 63° 26' 54" di longitudine occidentale del meridiano di Greenwich, e tra i 17° 55' 43" e i 25° 21, 41 di latitudine sud.

L'estesa regione, limitata al nord dalla Cordigliera Chochis e nelle altre parti da tre fiumi, ad est dal Paraguay, a sud dal Pilcomayo, ad ovest dal Pirapiti, è incassata fra i contrafforti dell'altipiano Boliviano e il rio Paraguay, che attraversa i confini dell'altipiano Brasileno e Paraguayo.

I geografi generalmente la dividono in tre sezioni: alta, media e bassa.

La parte bassa è la più conosciuta e sufficientemente esplorata, perchè ricca di praterie per l'industria del bestiame e di boschi per l'estrazione del tannino. Qui, da trent'anni, è doloroso il dirlo, vi è stabilita una missione protestante, però con scarsissimi frutti.

La parte media, che si estende più o meno dal 23° parallelo verso il nord e lungo la sponda del rio, vien esplorata man mano che si tagliano i boschi di quebracho, ed è la regione delle grandi fabbriche di tannino.

La parte alta, completamente inesplorata, e sulla quale si è solo spiegata la fantasia di qualche scrittore, si svolge ad ovest della media fino alle frontiere della Bolivia.

E dappertutto vivono numerose tribù, a cui non fu ancora predicata la dottrina cristiana. Man mano che si risale il rio Pananà, dall'altura di Santa Fé si può già comprendere ciò che è il Gran Ciaco: una gran pianura coperta di fitte boscaglie con insensibile inclinazione a est, che l'occhio non può percepire.

Il paesaggio si fa più cupo all'entrare nelle acque del Paraguay, dove coi boschi s'incominciano a intramezzare densi e vasti palmeti, sotto l'influenza della zona torrida.

Le poche e piccole alture sono lontane ramificazioni delle catene del Paraguay o del Brasile, e la sponda del rio, essendo generalmente bassa, va soggetta alle inondazioni annuali e periodiche. Le annuali, rare volte, sorpassano i burroni che s'aprono in alcune parti; le periodiche, invece, che succedono ogni sette anni, s'innalzano di due o tre metri al di sopra delle annuali e invadono il terreno fino a 12 o a 15 km.

L'evangelizzazione del Ciaco Paraguayo fu uno dei grandi ideali del compianto Mons. Lasagna e del venerato Don Rua, il quale acconsentiva alla fondazione della Casa Salesiana di Asunción, sopratutto perchè fosse il punto di partenza per l'evangelizzazione del Ciaco.

Anche il compianto Don Albera, nella visita che fece alle Case Salesiane d'America, ad istanza dell'ispettore Don Gamba, nel discendere da Corumbà ad Asunción, benedisse all'esteso territorio perchè si aprisse presto ai figli di Don Bosco.

E il 19 marzo 1917 il Vescovo di Asunción, Mons. Giovanni Sinforiano Bogarin, offriva insistentemente ai Salesiani la Missione del Ciaco, e il nostro confratello Don Domenico Queirolo, a richiesta del Vescovo, perlustrava i porti e le fattorie del litorale, avvicinò anche gli indigeni per rilevare le difficoltà e le speranze di una missione, e tornava ad Asunción, dopo aver raccolto molto frutto spirituale fra i cristiani della regione, che da cinque anni non vedevano più il sacerdote, nemmeno nei punti di più facile avvicinamento.

E tre anni dopo, precisamente il 31 marzo 192o, tre missionari Salesiani partirono da Asunción alla volta del Giaco, avendo per méta Fuerte Olimpo. Erano stati sollecitati da una lettera del Colonnello comandante del Forte, che prometteva ogni sorta di aiuti; e furono alloggiati dal sig. Gregorio Segovía, eccellente cooperatore e cristiano di pura fede.

In questo modo s'iniziò la Missione del Ciaco, limitatamente ancora a pro' dei civilizzati.

Altre notizie del Ciaco.

Il missionario Don Domenico Queirolo ci dà altre notizie.

Questa grande missione è quasi tutta un'immensa pianura, che, in forma di cuore, si estende all'Oriente del Paraguay, e del fiume omonimo. I piccoli fiumicelli che la rincorrono sono salati. Non mancano piccoli laghi d'acqua dolce. Il terreno è coperto di fieno salmastro, ottimo per la vaccina. Gli alberi, in maggioranza, sono palme, quebracho (da cui si cava il tannino), palo santo, china, ed altri di poco valore.

Sul margine del fiume Paraguay si trovano molte popolazioni e fabbriche di tannino. Al sud, vi son fabbriche di zucchero che si cava dalla canna.

I pochi centri si trovano lungo il fiume anzidetto; e i principali, enumerando da nord a sud, sono Bahia Negra, Puerto Olimpo, Puerto Guaranì

Palma-Chica, Puerto Sastre, Puerto Casado, e Puerto Pinasco. I primi due sono comandi militari con discreta popolazione, gli altri son fabbriche di tannino. Qualcuna di queste fabbriche ha una popolazione che va da quattro a cinque mila ab.

Al sud, a 30 chilometri da Asunción, è la capitale del Ciaco, Villa Hayes, con una popolazione fissa di circa mille anime e la parrocchia di N. S. della Vittoria. A 15 chilometri, più in dentro, è un altro centro, chiamato Monte Sociedad, che si avvicina a 2.ooo ab., con una grande fabbrica di zucchero e tre o quattro fabbriche di acquavite. In faccia a Asunción vi son molte fabbriche di mattoni e molta popolazione.

L'interno del Ciaco, è popolato da più di cinquanta mila indigeni. Le tribù principali sono:

Ciamacocos, Guanàs, Sanapanàs, Tobas, Lenguas, Satiagais e Macás. A poche leghe da Villa Hayes, si cominciano a trovare indigeni, di cui sarà ben difficile l'evangelizzazione. Invece i Satiágais, i Guánds e i Ciamacocos sembrano più riducibili. Nel 1917 io visitai i Guanás.

Presto ci metteremo all'opera di evangelizzazione. Nel 1536 il capitano spagnuolo d'Ayolas attraversò quell'ignota pianura, e, pochi anni dopo, un altro spagnuolo, Domenico Martinez de Mala, l'attraversò di nuovo. Scopo di quelle spedizioni era di raggiungere le miniere d'oro e d'argento, che Francesco Pizzarro diceva trovarsi nelle montagne orientali dell'Alto Perù. Ora si stanno preparando altre spedizioni, ma da un'altra impresa. Sono i missionari Salesiani che vanno in cerca, non di oro nè di argento, ma di anime, fedeli al programma del loro Fondatore: « Da mihi animas, caetera tolle ».

I Ciamacocos.

Il Missionario Don Emilio Sosa Gaona, incaricato della missione di Fuerte Olimpo, scrive a sua volta al sig. don Rinaldi.

La nostra Missione abbraccia molte tribù di indi, di ogni qualità e condizione: bellicosi e mansueti, agricoltori e nomadi, raccolti in piccoli gruppi, che si chiamano tolderias e che obbediscono a un cacico. Le tribù più conosciute, perche più vicine al rio Paraguay, sono i Tobas, Lenguas, Angaités, Sanapanás, Guanás e Ciamacocos. Più nell'interno vivono i Macás, i Suhines e i Ciarnacocos, terribili e bellicosi.

L'indole e i costumi dei selvaggi son pressoche identici, con poche differenze che non occorre enumerare.

I Ciamacocos furono molto ben studiati dall'esploratore italiano Guido Boggiani. Sono nomadi; in conseguenza non costruiscono abitazioni, non coltivano campi, nè si curano del bestiame; e a differenza degli altri selvaggi, che ne hanno una turma, non hanno nè gatti nè cani, e non mangiano che carne cotta.

Le donne son fornite di una specie di scure, che termina in una pala schiacciata, che adoperano per estrarre il grumolo dalle palme e per difendersi o attaccare all'occorrenza. Gli uomini portano invece la freccia e la lancia come gli altri indi e una specie di fucile, che usano abilmente. Posseggono anche poche piroghe, fabbricate con tronchi d'albero, scavati a fuoco; ma in compenso sono nuotatori espertissimi, e passano da una riva all'altra a nuoto.

All'aspetto sono più simpatici delle altre tribù. Hanno una statura regolare, forme ben proporzionate, muscolatura marcata, spalle larghe e petto sporgente, capigliatura nera e folta, che tagliano solo nella vedovanza, in segno di lutto. Gli uomini bucano il labbro inferiore, introducendovi il tembetà dei Guarani, o barbozzo: non conoscono il tatuaggio, ma in cambio amano molto dipingersi il corpo e la faccia con vari colori, tra i quali predominano il rosso, l'aranciato, il violaceo, il giallo e il nero. Non vestono abiti e si contentano di una pelle ai lombi. Si adornano con corone fatte di piume di uccello a mille colori, ed usano collane, braccialetti, e cinture di conchiglie ed unghie di carnivori, e altri gingilli, che adoperano sovente nelle feste e cerimonie religiose.

La vita politica si svolge come fra i Guaranì. Son divisi in piccole frazioni governate da cacichi, i quali, alla lor volta, sono sottomessi all'autorità di un cacico principale.

Nelle relazioni di famiglia osservano una stretta morale; e non hanno la poligamia, ad eccezione dei cacichi. Amano cordialmente i figliuoli, non li affidano mai a mani estranee, e tanto meno li vendono. Però è in vigore tra essi la schiavitù, sebbene limitata agli indi rubati alle altre tribù, per diritto di conquista; e, purtroppo, a questo scopo allestiscono frequenti scorrerie in terre altrui.

L'evangelizzazione di questi indi presenta serie difficoltà per la loro rudezza ingenita, ed anche per la varietà e diversità delle tribù che parlano dialetti differenti con modalità caratteristiche.

Inoltre nel Ciaco predominano i grandi latifondi in mano a imprese industriali, che non sì preoccupano punto del miglioramento morale degli indigeni: e mancano affatto le strade, e il terreno, piano e soggetto alle inondazioni, non si può percorrere che nella stagione asciutta, perchè nella piovosa i pantani sono assolutamente inguadabili. Finora il miglior mezzo di trasporto è il bue, perchè i cavalli non resistono al male dell'anca, endemico nella regione.

L'anno prossimo (il 1923) noi speriamo di poterci dedicare di proposito alla nuova Missione: ma ancora ci manca tutto! Confidiamo nella Divina Provvidenza e nell'aiuto generoso dei Cooperatori!

Una lapide a un benemerito Missionario.

Approfittando della prima visita fatta da S. E. Mons. Orzali, nel 1921 venne indetta una sacra missione nella parrocchia di Chos-Malal (Patagonia).

Tutto il paese era pavesato a festa per l'arrivo del Vescovo. Sulla soglia della chiesa, ornata con fiori e iscrizioni, l'Ispettore salesiano Don Pedemonte porse il saluto augurale a Monsignore, che rispose annunziando lo scopo della sua visita e invitando il popolo alle funzioni religiose. La missione s'iniziò, così, con entusiasmo e durò una settimana.

Il giorno prima della chiusura s'inaugurò sulla facciata della chiesa una lapide commemorativa dell'infaticabile missionario salesiano Don Bartolomeo Panaro, che nel 1887 fondò la parrocchia di Chos-Malal e lavorò per oltre 4o anni nel ministero apostolico e sacerdotale, con alto zelo ed abnegazione.

La missione ebbe termine colla benedizione eucaristica impartita da Monsignore, che diede pure la benedizione papale, quindi partì alla volta di Zapala.

Pochi giorni dopo il missionario Don Stanislao Trovesi, accompagnato dal salesiano Serafino Sanbernardo, si recò a portar la parola di Dio nella valle del Rio Curileo. Numerose le peripezie occorsegli, causa il cattivo tempo, ma l'escursione consegui buoni risultati, specialmente a Tricau-Malal, centro importante.

Dalle lettere dei nostri Missionari.

Come si vive nell'Assam.

Uno dei nostri Missionari dell'Assam, D. Hauber ci scrivo da Gauhati, in data 8 novembre:

La pioggia ci impedisce ancora di visitare i paesi più lontani del distretto. Facciamo di tanto in tanto una scappata nei dintorni a visitare gli ammalati e portare i conforti della nostra Santa Religione. Sono pochi i paesi cristiani vicini: il più vicino è a 10 miglia inglesi, circa 16 Km.; gli altri sono a 14 e 17 miglia. Altri, che visiteremo dopo il tempo di pioggia, si trovano a 24 e a 50 miglia, e son circa 11 paesi. I più vicini che possiamo visitare anche durante la pioggia sono 7. Son tornato quest'oggi da una visita agli ammalati di Kyndong, un paese distante 10 miglia, per i quali fui chiamato ieri. E un paese di circa 7o cristiani, uno dei paesi più ferventi. Ne trovai cinque, più o meno gravemente ammalati, e a tre diedi l'Estrema Unzione. E adesso il tempo delle malattie per gli indigeni, che per lo più sono infetti di malaria, che li predispone ad altre malattie, e non c'è da meravigliarsi che ne prendano, anzi c'è da meravigliarsi che non ne prendano di più, se si guardano le loro abitazioni: capanne basse, il cui tetto tocca la terra, e dove le porte servono per finestre, le quali mancano, e per camino: il fuoco è sempre acceso in un angolo e quindi la capanna è sempre piena di fumo. Gli ammalati stanno coricati per terra, sopra una stuoia, coperti di qualche cencio, vicino al fuoco. Alle volte è difficile avvicinarsi ad essi; la capanna, già bassa, è spesso tanto ingombra di ogni genere di roba, che bisogna chinarsi molto per poter passare. Usano le capanne così basse e piccole per poterle riscaldar meglio.

In questi rifugi gli ammalati sono abbandonati a se stessi, e l'unico aiuto l'hanno dal Missionario, il quale dovrebbe esser anche medico pel corpo. A lui ricorrono anche da lontano per aver qualche medicina. e si aspettano che il missionario conosca le loro malattie senza che gliele indichino; e noi cerchiamo sempre di poter dar loro qualche medicinale, perchè questo è un mezzo per affezionarli. Qui ne hanno incarico le Suore che, in meno di mezz'anno, hanno dispensato più di 15oo medicine.

Noi cerchiamo di far del bene a questa gente come si può, al corpo e all'anima: e speriamo che il Signore continui ad aiutarci, come finora ci ha aiutati visibilmente. Noi lavoriamo volentieri con tutte le nostre forze.

Da bordo dell' « Aquileia ».

Riceviamo dalla rev. direttrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice partite alla volta dell'India, Suor Teresa Balestra, da bordo dell'Aquileia.

Il primo stuolo delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che s'avvia alla lontana India, per dividere coi fratelli in Don Bosco il lavoro e i sudori dell'apostolato, è partito. Il sacrifizio nostro è compiuto: abbiamo pronunziato il Fiat ai piedi della nostra dolce Madonna nel Santuario di Torino, ed ogni giorno rievochiamo coli gioia quegli istanti di tenerezza, piene di desiderio di toccare presto il sacro suolo della missione.

La partenza da Torino sembrava decisamente ostacolata, ma la Provvidenza eliminò le difficoltà, e potemmo compiere tranquillamente il nostro viaggio fino a Venezia. Lungo il percorso, nelle stazioni principali, alcune consorelle vennero a salutarci, riallacciando con maggior forza i nostri vincoli di affetto, e assicurandoci che tante e tante persone care ci seguivano con l'ansia dell'anima, con la preghiera quotidiana, con il ricordo perenne. A Venezia avremmo dovuto essere ospiti delle buone Suore Canossiane, che ci attendevano nel loro Istituto, ma la signorina Zamara ci volle assolutamente in casa sua, trattandoci con una cordialità squisita; e rimanemmo a Venezia due giorni, assistendo alle funzioni solenni e grandiose che si celebravano in S. Marco per la festività di Ognissanti.

La mattina del 2 novembre, dopo aver ricevuto la benedizione del Cardinale Patriarca, c'imbarchiamo sull'Aquileja.

A bordo possiamo comodamente compiere le pratiche di pietà e ci atteniamo puntualmente all'orario per queste stabilito. Assistiamo ogni mattina alla Santa Messa, celebrata dal capo della spedizione, il salesiano D. Tomatis, e da altri salesiani, sull'altarino portatile, provveduto dalla contessina Camerana, segretaria del Comitato Centrale delle Dame Patronesse delle Opere di Don Bosco. Ci sono con noi altre Suore, e la vita di bordo è quindi confortata da persone amiche e conosciute.

Tocchiamo Brindisi il 4 novembre. Tre Salesiani, che hanno cura dei profughi di Smirne, vengono a salutare i loro confratelli sulla nave. Siccome ricorre l'anniversario dell'armistizio, assistiamo ad una festa grandiosa. Tutte le società cittadine sono al mare con musiche e bandiere. Sopra una torpediniera, affiancata da due cacciatorpediniere, a poca distanza da noi, vien innalzato un altare in mezzo a trofei e a festoni di colori vivacissimi. Rimbomba ad un tratto un colpo di cannone, e S. E. Mons. Arcivescovo di Brindisi inizia la S. Messa. È uno spettacolo magnifico.

Omai l'ultimo lembo d'Italia scompare dal nostro sguardo nella nebbia leggera del mare. « Addio, parenti amati, addio, patria cara ». Domani saremo a Porto Said...

Da Pacasmayo a Ciaciapoyas.

Il salesiano Don Gasbarri ci dà questi interessanti particolari del viaggio di Mons. Ortiz, di cui abbian fatto cenno altra volta:

Feste grandiose per la cerimonia della consacrazione, e distacco commoventissimo. Il viaggio. grazie a Dio, fu felice; ma poteva anche non esserlo, tanto è pericoloso. Meriterebbe una lunga descrizione. Per usare le cose andarono meno male, tranne a Pacasmayo, un porto di commercio attivissimo, dove, avendo il piroscafo gettato l'ancora lontano dalla spiaggia, corremmo serio pericolo nello sbarcare. Il mare era agitatissimo e sembrava che ci volesse ingoiare: a stento ci salvammo con i nostri bagagli.

» Incontrammo un'oasi di pace a Cajamarca, ricca di miniere d'oro, argento, rame, ferro, piombo, sale, zolfo, e celebre per l'incontro di Francesco Pizzarro, il noto conquistatore del Perù, con l'ultimo degli Imperatori Incas, Atahualpa, che estendeva il suo dominio fino a Santiago del Cile e di cui si mostra ancor oggi il luogo, dove fu prigioniero e crudelmente strozzato. La regione è freddissima, come dice il suo nome in lingua quichua (leggi chìciua), ma ha una ricca sorgente d'acqua termale, detta bagno dell'Inca, gestita da un impresario italiano, un nostro affezionatissimo ex-allievo, che ci accompagnò gentilmente per un buon tratto di via.

» Per entrare in diocesi, bisogna prima varcare l'unico ponte costrutto sul Marañon, e in seguito avventurarsi giù da un gran piano di arena, alto forse 200 metri, quasi a picco, e sovrastante un precipizio, dove non si può formare una strada. Non sapevamo deciderci alla discesa. Una mula, avvezza al passaggio, diede una sgroppata, e si precipitò, equilibratissima, sino al fondo. Alcuni dei viaggiatori che erano con noi, preferirono far la discesa a carponi, calando ora lentamente ed ora precipitosamente, insieme colla sabbia che si sfaldava sotto il loro peso. Noi invocammo Maria Ausiliatrice, e ci abbandonammo, giù per la china, in groppa ai nostri animali, che toccarono felicemente il fondo.

» Altro passo difficile fu quello della Cordigliera, alla Jalca grande, che ci attendeva col suo clima gelidissimo, ma superammo anche quel tratto felicemente; e la vista della città, che era la nostra mèta, e l'accoglienza trionfale che si ricevette, ci fecero dimenticare ogni disagio.

» Monsignore, da buon salesiano, ha già rivolto il pensiero ai giovani, istituendo la Congregazione della Dottrina Cristiana in quattro chiese, dove, complessivamente, si ha già ogni domenica la frequenza di 1ooo fanciulli e fanciulle ».

Episodi missionari.

Una sommossa di indii.

Una terribile lotta fratricida era scoppiata in Jadàn, presso Gualaceo, e, per sedarla, da molte parti s'invocava l'intervento della forza armata. Tuttavia prima di accondiscendere a un simile passo, che avrebbe terribilmente inasprito l'animo degli Indi, il parroco del luogo tentò le vie pacifiche della soluzione amichevole, e salito sul pulpito pronunciò una calda perorazione alla pace, assicurando che non avrebbe chiesto l'aiuto dei soldati.

Non erano trascorse molte ore, quando una scorta armata di 30 uomini compare in paese. Il parroco s'allarmò al pensiero di esser ritenuto come traditore e spergiuro; ma non potendosi ormai più nascondere il loro arrivo, fece circolare la voce che la forza era giunta per difendere l'archivio militare, incendiato pochi giorni prima. Gli Indi parvero acquietarsi alla spiegazione; ma il giorno appresso, verso le due del mattino, assalirono la casa parrocchiale che ospitava i soldati, lanciando pietre, sassi e frecce. Allo spuntar dell'alba i soldati aprirono il fuoco sugli assalitori, contrattaccandoli energicamente.

La lotta divenne in breve rabbiosa e micidiale. Vari morti e feriti giacevano al suolo; ma gli Indi, furiosi e avidi di strage, continuavano a combattere con la ferocia e tenacia loro propria, saettando con accanimento e distruggendo la piccola casa del municipio, il comando militare, la questura, il fisco ed una fabbrica di alcool. La ribellione minacciava di estendersi ad altri gruppi, e di mettere a ferro e fuoco quel po' di civiltà accumulata con tanti sforzi dal sacerdote, quando, messaggero di pace e d'amore fra tanto odio e spirito di vendetta, giunge opportunamente il missionario D. Albino Del Curto. Il valoroso figlio di D. Bosco, che da anni vive, lavora e soffre con gli indi, e ne conosce i cuori, si slanciò coraggioso in mezzo a quella turba furibonda ed ebbra di sangue, e s'avanzò fino a raggiungere i capi che stavano agitandosi e ordinando di sfondare le porte delle abitazioni private. Li riconosce, li avvicina, parla loro con l'affetto e l'autorità di un ministro di Dio, loro amico e benefattore, e li conquide, li calma, li convince ad arrendersi.

I combattenti guardano con stupore i loro capi gettare gli archi e le frecce: non sanno convincersi del repentino mutamento: tentennano dubbiosi e titubanti; ma l'esempio tronca gli indugi, cessano le ostilità, ritorna la pace, e con la pace il lavoro e la civilizzazione.

Dove l'armi e il fuoco avevano seminato odio e furore, ancora una volta trionfava la mite parola di Gesù, che scendeva dolce anche alle anime rudi degli Indi, e ne sprigionava sensi di amore e di perdono.

Oggi don Albino Del Curto, già così benemerito dell'Oriente Equatoriano, e decorato di una medaglia d'oro particolarmente coniata, è salutato da tutti: « il salvatore di Gualaceo »; e con il suo atto eroico ha scritto una pagina d'oro nei fasti delle Missioni Cattoliche.

Quito, novembre 1922.

Sac. CARLO IZURIETA.

I Salesiani ai confini della Russia.

Quasi a mezza via tra Ossowiec e Grodno, le grandi fortezze tanto nominate dai giornali durante la guerra europea, sorge Rózanystok, l'avamposto salesiano verso il nord d'Europa. Un colpo d'occhio sulla sua storia ce ne fa capire l'importanza.

Sullo scorcio del secolo XVII un ricco magnate polacco della famiglia dei Fyszkiewicz, possedendo dei latifondi in questa regione, fece costrurre su un'umile terrazza, dominante la pianura, una cappelletta, che volle adorna d'un grazioso quadro della Vergine, dipinto, per caso singolare, da un protestante di Grodno.

Il popolo, affezionatosi alla sacra effigie, prese a frequentarne la cappella con sempre maggior fervore, tanto più che la B. Vergine, non men generosa dei divoti, non tardò a largir loro le grazie più segnalate. In breve, ne corse la fama pei dintorni, e sempre più numerose divennero le schiere di pii visitatori, che mossero il ricco padrone ad erigere una chiesetta, la quale venne affidata ai Padri Domenicani, da tempo entrati in Polonia per opera dei beati Giacinto e Ceslao.

Questi zelanti religiosi, dedicatisi con alacrità apostolica a provvedere ai bisogni spirituali dei pellegrini, edificarono un tempio maestoso capace d'oltre 7000 persone, un fabbricato massiccio, atto a sfidar i secoli, e un ampio chiostro. L'immagine miracolosa, esposta sull'altar maggiore del nuovo tempio, divenne in breve tempo mèta di pellegrinaggi, affluenti anche da paesi remoti. E le autorità ecclesiastiche di Wilna, ammirando l'instancabile zelo dei figli di S. Domenico, sul principiare del secolo XIX eressero il tempio in parrocchia.

Ma ecco spuntar l'èra cruenta delle persecuzioni. Per estirpar più facilmente dal cuore del popolo la fede romana, il governo degli Czar dapprima decise d'espellere i buoni religiosi, affidando il santuario al clero secolare; e siccome in tal modo non si realizzavano ancora i suoi intenti, nel 1886 soppresse la parrocchia, convertì il santuario in tempio greco-scismatico, e, adattatolo alle esigenze delle funzioni eterodosse, lo consegnò alla cura del proprio clero. L'effigie taumaturga della Vergine fu conservata, ma le grazie cessarono affatto. Giova notar bene questa cosa, perchè poi avvenne l'opposto.

I popi, venuti in possesso d'un luogo cosi importante, s'appigliarono ad ogni mezzo per tramutar questo faro di fede cattolica in un centro di propaganda scismatica, mentre il governo non lesinava alcun appoggio, morale e materiale, per effettuare un disegno che era in pieno accordo colle sue mire politiche. Ma il popolo tenne fermo e non abboccò all'amo,

Accortosi dell'inanità di quegli sforzi, il governo. meditò allora un altro progetto, che di certo, a lungo andare, sarebbe riuscito. Inviò a Rózanystok una comunità di suore scismatiche coll'incarico di aprirvi un asilo infantile, un educandato di giovinette, ed altre istituzioni sociali. Il piano era satanicamente astuto: se gli sforzi per accalappiar gli adulti avevano fatto naufragio, a poco a poco l'educazione della gioventù nello scisma avrebbe guadagnato una vittoria ancor più duratura.

E nel 1901 si pose mano all'attuazione del progetto. Uno sciame di 40 monache eterodosse, provviste di denaro e di mezzi e requisiti pedagogici in tutto punto, s'apparecchiarono all'educazione di circa 5oo ragazze, propinando loro, a goccia a goccia, il fine veleno dell'errore de' Fozio. E per ingannar più facilmente gli adulti, fecero costrurre, accanto al Santuario, un tempietto in istile basilicale coll'intenzione di darlo ad officiare, in rito pseudo-cattolico, a un apostata.

Iddio però vegliava sul suo popolo fedele. Non erano ancor terminati i preparativi di questa nuova, più intensa propaganda, quand'ecco scoppiare l'incendio immane della guerra europea. Alla notizia delle sconfitte russe e del fulmineo avanzarsi delle armate germaniche, le monache scismatiche pensarono a mettersi in salvo, portando seco quanto di prezioso erano in grado d'asportare, e prima di tutto l'effigie, un dì miracolosa, ed otto magnifiche lampade del santuario.

L'esercito vincitore, accampatosi in Rózanystok, adibì la chiesa a magazzino, spedì le suppellettili migliori in Germania, e guastò il resto, sparando perfino contro le finestre del santuario, frantumandone i bei vetri istoriati. Venne anche per lui l'ora dell'umiliazione e dello sfratto; e la chiesa fu riattata e restituita al culto cattolico, e la parrocchia ripristinata e affidata ad un sacerdote secolare.

L'arrivo dei Salesiani.

Ma le autorità ecclesiastiche eran di avviso che a provveder degnamente ad un santuario così insigne occorrevano delle forze collettive, e si rivolsero all'ispettore D. Pietro Tirone pregandolo a mandarvi i Salesiani. La proposta fu vivamente caldeggiata anche da Sua Ecc. il Nunzio Apostolico d'allora, Mons. Achille Ratti, oggi S. S. Papa Pio XI, felicemente regnante. Ed i Salesiani s'insediarono nell'antico convento domenicano nel 1919.

Come tutte le imprese apostoliche, anche questa dei Salesiani attecchì e crebbe tra le prove. Dovettero passare momenti assai critici, sopratutto durante l'invasione bolscevica dell'anno 1920. Il 26 luglio alcuni soldatacci, armati fino ai denti, spiccatisi dal grosso dell'esercito, che dopo la caduta di Grodno s'avanzava a grandi giornate verso Varsavia, comparvero alla porta dell'antico monastero, di cui senza riguardi si diedero a rovistar ogni canto, a perquisire ogni persona, frugando impudentemente anche nelle tasche dei sacerdoti e derubandoli degli orologi, dei temperini, e di quei pochi quattrini che avevano, compresi 4000 marchi, deposito della locale Colonia Agricola. Essendosi poi costituito nella vicina borgata di Dabrowa un comitato rivoluzionario, una commissione, formata d'ebrei, il 7 agosto prendeva possesso del patrimonio del chiostro. Fu sigillata ogni cosa, ai nostri fu proibito di toccar checchessia, mentre i migliori arredi furori distribuiti alle diverse cancellerie bolsceviche. I poveri Salesiani, privati anche del necessario, pensavano con angoscia all'avvenire. Ma il popolo ebbe cura del loro mantenimento con una sollecitudine più che paterna, e più d'una volta, col suo intervento energico, li liberò da vessazioni, finchè la bufera, come si scatenò inattesa, pur rapida si dileguò.

Oggi, dopo tre anni d'umile ma assiduo lavoro, quell'altura, donde per cinquant'anni incombeva sugl'immensi piani tutt'intorno lo spettro dell'errore scismatico, è di nuovo un focolare d'intima pietà e di vera religione. Ad ogni festa della Madonna il Santuario rigurgita di popolo fedele, che accorre, con inalterata fiducia, a pregar dinnanzi al quadro taumaturgo, di cui, in attesa dell'originale, sta esposta una copia autentica. E il fonte delle grazie celesti, col ritirarsi dello scisma, ha ripreso a zampillare qual viva sorgente: l'Ausiliatrice dei Cristiani concede grazie anche straordinarie ai suoi divoti, nè passa settimana senza che qualche anima riconoscente non venga a ringraziarnela e ad appendere l'ex-voto al suo altare.

Il lavoro compiuto.

I Salesiani non potevano limitarsi alla cura del santuario: essi hanno il bisogno di circondarsi della gioventù; là poi, dove questa veniva pervertendosi, spogliata dell'inestimabil dono della fede, s'imponeva un'opera di riparazione e conversione; dove si distruggeva, bisognava pensare a riedificare. E già edificano i giovani figli di Don Bosco coll'attività febbrile di chi teme d'attardarsi. Già 200 giovani sono raccolti sotto il loro vigile sguardo, tra cui un buon numero di sventurati orfanelli, reduci dalla Russia, dove, durante l'imperversare della rivoluzione, videro rapirsi gli amati genitori dalla pestilenza, dalla fame, o dal proiettile omicida. L'antico convento abbraccia vari fabbricati: in uno funziona già, regolarmente, il ginnasio inferiore; in altri i laboratori dei falegnami, dei calzolai e dei sarti che brulicano di vispi apprendisti; anche una colonia aricola, con i suoi reparti di orticultura, floricoltura, pomicoltura ecc. è in istato di consolante sviluppo.

Non basta. Nell'ambito della parrocchia, che ha una superficie di 72 chilometri2, s'insegna il catechismo anche in parecchie scuole elementari pubbliche. In molte parrocchie il parroco, a tenore dei programmi, dovrebbe fare due ore settimanali di catechismo in ogni classe, e la cura d'anima non gli lascia libera. un'ora sola al giorno. Ciò è inevitabile nelle parrocchie di quella regione, che contano 6.ooo, 10.ooo, 20.000 e perfino 25.000 anime, disperse in paesi distanti dalla chiesa parrocchiale 1o, 15, 2o chilometri, e con uno o due, e di rado tre sacerdoti. Rózanystok si può chiamare una terra di missione, tanto più che sono ancor numerosi gli scismatici ed i maomettani nei dintorni. Anche quest'anno 1922, parecchi di loro, specialmente giovani scismatici, ebbero la grazia d'entrare nel seno della nostra Santa Religione. Fu questo un avvenimento, si capisce, che inquietò il loro popo, residente nel territorio parrocchiale. Il poveretto, vedendo le sue pecorelle accorrer piuttosto alle funzioni, piene di maestà e di splendore, dei Salesiani, si lambicca il cervello per scimmiottare i riti cattolici, che tanto piacciono a questo popolo. Ma non s'illude, e prevede già melanconicamente che tra non molto rimarrà solo, deserto, nel suo tempio, a cui anch'egli, alla fin fine, darebbe l'addio, se non fosse per i bisogni... della famiglia.

Ad integrare l'opera dei Salesiani son giunte a Rózanystok anche le Figlie di Maria Ausiliatrice per occuparsi delle fanciulle. Era necessario che le suore cattoliche si accingessero ad un'opera benefica e piena d'abnegazione cristiana, là dove lo scisma voleva servirsi dell'educazione per inquinare la pura fede d'un popolo fedele.

Oh! benedica la Vergine Santa i sudori delle prime sei religiose, accorse dalle ridenti terre d'Italia a quell'estremo lembo di terra polacca e benedica insieme tutto il novello semenzaio salesiano, germinante sulle soglie della Russia!

Tra gl'italiani all'Estero.

Chiesa monumentale.

Sta sorgendo, a cura dei Salesiani, in S. Francisco di California. L'ampia cripta fu inaugurata parecchi anni fa, ed ora è in febbrile costruzione il superbo edifizio soprastante che verrà dedicato agli Apostoli Pietro e Paolo.

Con metodo antisismico se ne compi l'ossatura in ferro, prima di cominciarne la costruzione in cemento.

La pietra angolare, un superbo blocco di granito, regalato dalla Ditta Goyle e Ghilotti, venne benedetta la domenica 15 ottobre, e riuscì l'atto più grandioso di ogni antecedente celebrazione dal giorno di Colombo, o del Columbus Day, ad iniziativa degli italiani, che registrino gli annali di S. Francisco.

Un imponente corteo, al quale parteciparono numerosissime società italiane ed americane con bande, tamburi, e carri allegorici, sfilò dal Municipio a Washington Square di fronte alla chiesa erigenda. Si calcolò che fossero presenti non meno di 1o.ooo persone. Piazza Washington era decorata di numerose bandiere italiane ed americane.

S. E. Mons. Edoardo J. Hanna, Arcivescovo di S. Francisco, assistito da Mons. Ryan Vicario Generale, da Mons. Connolly, Segretario, e Mons. Cantwell, Cancelliere di Curia, compì il sacro rito. Funsero da padrino il cav. uff. Alfredo Sbarboro, da madrina la signorina Ester Rossi. Era presente anche il R. Console Italiano Comm. Fileti, il quale, compiuto il rito della benedizione, consegnò, con nobilissime parole, la commenda della corona d'Italia all'Arcivescovo per le sue alte benemerenze a pro' della Colonia. La moltitudine, che gremìva la piazza e gli sbocchi circostanti, scoppiò in applausi. Mons. Hanna, commosso, sciolse un inno all'Italia, « madre feconda di eroi », « maestra di civiltà a tutte le genti ». « Oh! il mondo intero, ripetè più volte l'eloquente Prelato, oh! il mondo intero ha verso l'Italia un debito grande, che non potrà mai soddisfare pienamente! »

Sull'impalcatura, artisticamente decorata, era stato eretto un altare, dove Sua Ecc. Mons. Guglielmo Piani, salesiano, Arcivescovo di Drama e Delegato Apostolico delle Filippino, celebrò la S. Messa all'aperto, assistito e circondato dai Prelati e da numeroso clero, tra canti ed inni religiosi, con accompagnamento di armonium, di banda e di orchestra.

Al suono dell'Inno Nazionale Americano e della Marcia Reale si chiuse la maestosa cerimonia e sfollò quella moltitudine di italiani, recando un entusiastico ricordo.

Il Sindaco della città, impedito da lieve indisposizione di assistere personalmente all'atto solenne, vi aderì con una stupenda lettera, elogiando « la magnifica impresa della costruzione del nuovo tempio, che segna un passo avanti nella vita religiosa della città ».

Il monumentale edifizio ricorderà il XXV° dell'Opera Salesiana in S. Francisco. « I lavori - scrive il giornale l'Unione - sono già abbastanza inoltrati, ed anche allo stato attuale la Chiesa dei SS. Pietro e Paolo è uno degli edifici più imponenti della città. Essa attira in modo speciale l'attenzione di quanti entrano nella nostra magnifica baia attraverso la porta dorata, ed è una giusta sorgente di gloria al clero ed al popolo, che hanno reso possibile questo monumento.

» I Salesiani celebrarono pochi mesi fa il giubileo d'argento del loro arrivo in San Francisco. Allora si cantò un solenne Te Deum di ringraziamento per il buon risultato dei loro lavori, delle loro fatiche durante un quarto di secolo. L'erezione di questo magnifico edifizio è la prova evidente del loro zelo per il bene spirituale dei loro parrocchiani, ed anche della cooperazione dei fedeli cattolici italiani nel progresso della Parrocchia, alla quale essi appartengono. Era il marzo 1897, quando il venerando e benamato Don Raffaele M. Piperni arrivava in questa città con due suoi confratelli per prender cura del bene spirituale degl'Italiani di San Francisco. I primi tentativi di procurare un tempio più degno di Dio furono ritardati dai terremoto del 19o6; dopo tale data, essi cominciarono a ricostrurre dalle fondamenta quanto era stato completamente distrutto, e nella Chiesa monumentale di oggi si può ammirare il frutto delle loro indefesse e intelligenti fatiche ».

Il Missionario Cattolico!

Ecco il più puro, il più splendido, il più attraente ideale dell'uomo di fede e di sacrificio. Dimentico di se stesso, non vive se non per di ci d re ovunque la luce del Vangelo e della civiltà; null'altro anela se non la salvezza delle anime. Esso è il frutto più prezioso di una religione piovutaci dal cielo; è colui che più al vivo riproduce in mezzo agli uomini l'immagine adorata dell'Uomo-Dio. Creatura sovrumana, non tollera d'essere legata ad un punto qualsiasi della terra da vincoli di parentela o dall'amore del suolo natio; il genere umano intiero è sua famiglia, il mondo universo è sua patria. Insensibile agli agi e alle dolcezze della vita, lo splendore delle cariche e l'ambizione degli onori terreni non lo toccano, né valgono a tarparne le ali del suo zelo, con le quali vola ovunque son lagrime da tergere, piaghe da curare, anime da redimere. Gli sterminati oceani, i vorticosi fiumi, le più vaste ed orride foreste, non lo possono arrestare; egli non paventa i pericoli, affronta con gioia le privazioni e i patimenti, sprezza le persecuzioni, sospira il martirio come un premio, solo temendo di non meritare una tanta gloria.   Sac. PAOLO ALBERA.

Le meraviglie di Maria Ausiliatrice

Nel Santuario di Torino si compiono il 24 del mese, devote funzioni, in onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino ha luogo la messa della Comunione generale, seguita dalla Benedizione Eucaristica - alla sera, alle 20, un'ora di adorazione predicata; e sono particolarmente i divoti di Valdocco, che con vivissima fede accorrono alla devota funzione. Vogliano i buoni Cooperatori e le pie Cooperatrici unirsi, ad essi, in ispirito.

Triduo solenne per il Cinquantenario delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Il nostro Rettor Maggiore Don Filippo Rinaldi volle che si rendessero solenni grazie al Signore e a Maria SS. Ausiliatrice nel cinquantenario dell'istituzione della seconda Famiglia di Don Bosco, innanzi al medesimo altare, dove il Venerabile nel maggio del 1871 fece innalzare speciali preghiere dai suoi figli per aver lumi celesti nella nuova impresa.

E i festeggiamenti, indetti a questo fine, anche perchè uniti alla solennità per noi sempre cara dell'Immacolata, ebbero un esito veramente consolante. Furono tre giorni di ferventi preghiere e di funzioni frequentatissime da gremire ripetutamente il Santuario. Tutte quante le istituzioni che in Torino hanno vita, e florida vita, per opera delle Figlie di Maria Ausiliatrice, si avvicendarono, tre volte al giorno, ai piedi della « Madonna di Don Bosco »; al mattino per accostarsi alla S. Messa, più tardi per prender parte alla messa pontificale e per far corte d'onore a Maria SS. e la sera per la funzione solenne con discorso del rev.mo P. Reginaldo Giuliani e la Benedizione Eucaristica.

Le sacre funzioni che si svolsero meriterebbero tutte un rilievo speciale. Ricordiamo le comunioni generali, veramente imponenti, cui parteciparono il primo giorno più di mille oratoriane ed ex-allieve, il secondo tutte le Religiose dell'Istituto che sorge all'ombra del Santuario, e l'ultimo giorno tutte le assidue dei vari istituti ed oratori diretti dalle Figlie di Maria Ausiliatrice in città: - poi la prima funzione serale del giorno 9 per la benedizione dei bambini dell'Asilo Principessa Clotolde e di altri mille bambini, recati dalle mamme ai piedi di Maria Ausiliatrice, ai quali rivolse care e tenerissime parole, prima d'invocare su loro le grazie celesti, l'E.mo Card. Richelmy: - in fine i solenni riti pontificali, celebrati dal Vescovo Missionario Salesiano S. E. Mons. Domenico Comin, squisitamente accompagnati dalla Schola Cantorum della Basilica, e dalla Schola Caeciliana dell'Oratorio Femminile coadiuvata da quella dell'Opera Pia Barolo, coronati dal canto del Te Deum.

Era doveroso il render solenni azioni di grazie all'Ispiratrice e Patrona delle Opere Salesiane; e ci pare di poter affermare che l'omaggio, sia per le solennità con cui si svolse, sia per l'intimo fervore che lo animò, dev'esser tornato gradito alla Madre Celeste.

NB. - Completeremo, a poco a poco, nei prossimi numeri, il ragguaglio dello sviluppo preso dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, in Italia e all'Estero, nei primi cinquant'anni.

GRAZIE E FAVORI (*)

Maria Ausiliatrice, invocata con fede, salva da morte imminente una religiosa, dopo una gravissima operazione.

L'ottima nostra Superiora, Suor Margherita Stefani, Calasanziana, da molti anni sofferente di stomaco, era ridotta al punto da non poter prendere alcun cibo, senza subirne dolori e disturbi fortissimi, che non le davano tregua, nè giorno, nè notte. Valenti medici e specialisti dichiararono il caso gravissimo. Lo stomaco abbassato di quindici centimetri e il piloro chiuso riducevano impossibile la digestione e toglievano ogni speranza di guarigione. Come ultimo e disperato tentativo ci consigliarono di sottoporre la sofferente ad un'operazione, ma difficile, complicata e dolorosa. Con viva fede, dietro il consiglio del confessore, ci rivolgemmo alla Madonna Ausiliatrice, e, il giorno stesso che la malata fu condotta all'ospedale, cominciammo una novena alla cara Vergine, supplicandola, con tutta l'anima, a serbarci la nostra buona superiora.

Il mattino del 27 ottobre 1921 Suor Margherita fu condotta nella sala operatoria e l'operazione durò circa due ore, lunghe e piene di ansie, ma riuscì bene; quando, dopo pochi minuti che fu posta nel letto, un fenomeno inaspettato, raro e dolorosissimo, ci mise tutte nella più grande apprensione, compresi i dottori. Una forte emorragia, nonostante i rimedi più energici, non voleva arrestarsi: il sangue a fiotti le usciva dalla bocca, e si temeva un soffocamento, o che ne soffrisse la ferita dello stomaco così recente. Dato il caso gravissimo e mortale, ci rivolgemmo con più fede a Maria Ausiliatrice, e, dopo circa quattro ore di timore e di ansie, la Suora fu dichiarata fuori di pericolo, se non si ripeteva l'emorragia. L'emorragia non si ripetè, e la malata andò riprendendo le forze a vista d'occhio. Dopo dieci giorni usci dall'ospedale guarita; e in breve riprese speditamente il suo ufficio e continua a lavorare per il, bene delle anime, presentemente nella casa di Livorno, riconoscente con tutte noi alla cara e miracolosa Vergine Maria Ausiliatrice.

Iesi (Marche), 3o novembre 1922.

Le Suore Calasanziane.

Era divenuta uno scheletro! - Invio una tenue offerta alla Madonna Ausiliatrice e al Ven. Don Bosco che ha voluto,. con una grazia singolare, ridar la salute alla mia piccina e la gioia al mio cuore materno. La Marietta, bimba di cinque mesi, era molto ammalata per debolezza di stomaco. Il medico specialista per bambini mi aveva detto chiaro che il caso era gravissimo e disperato. Io avevo già perduto tre altri bimbi per la stessa malattia e fortemente temevo per la piccina, divenuta ormai uno scheletrino da far pietà. Nell'immenso dolore ebbi il conforto di sentirmi suggerire, come ultima speranza, una novena a Maria Ausiliatrice. Non appena cominciata la novena, dopo aver applicato alla piccina una reliquia del Ven. Don Bosco, su immagine firmata da Don Rua, le condizioni dell'inferma migliorarono subito in modo veramente consolante.

La cara Vergine di Don Bosco, voglia rendere duraturo il beneficio della guarigione, affinchè la bimba stessa cresca buona e riconoscente verso tanta Benefattrice.

Lugaggia (Svizzera), 18 - xi - 1922.

Una Cooperatrice.

Guarito da mastoidite. ..- Mio marito, sentendo dei forti dolori all'orecchio destro, dolori che continuarono per oltre due mesi, ricorse alfine a specialisti dai quali fu consigliato, trattandosi di « mastoidite» di farsi subito operare.

Inutile ridire lo strazio che portò al mio cuore, e a quello dei miei figli, tale notizia! Ma non c'era tempo da perdere: l'attesa di qualche giorno, al dire dei medici, poteva essere fatale. Che fare? Fiduciosa mi rivolsi alla Vergine Ausiliatrice e al Ven. Bon Bosco, con promessa, se guariva, di fare un'offerta alle Opere Salesiane. E fui esaudita in modo meraviglioso!

La grave operazione andò bene: in poco tempo la larga ferita, con meraviglia dei medici, si chiuse perfettamente, non lasciando traccia alcuna di cicatrice, e, quel che è più, il senso dell'udito non rimase per nulla offeso. Sciogliendo la promessa, riconoscente inneggio alla Vergine Ausiliatrice e al Venerabile Don Bosco.

Suno (Novara), 12 - XI - 1922.

GIUSEPPINA BARAGGIA-RUSPA.

Guarito di bronchite cronica dopo due novene a Maria Ausiliatrice. - Un mio fratello, giovane di 26 anni, dopo i lunghi disagi sopportati alla fronte, nell'ultima avanzata dal Grappa a Fiume infermò di bronchite. Tornato a casa in congedo, dovette mettersi sotto cura, essendosi la bronchite fatta cronica. Nel cambiamento di stagione, per ben due mesi ogni volta doveva rimanere assente dal lavoro; la tosse si era fatta così intensa che dava a temere irremissibilmente una prossima fine. Avendo perduto in poco tempo il papà e una sorella, il pensiero di una terza catastrofe, mi fece ricorrere alla SS. Vergine e, in Lei confidando, feci due novene e la promessa di pubblicare la grazia. Il fratello incominciò subito a migliorare, presto potè ritornare al lavoro, ed è completamente guarito.

Reggio Emilia, 24 novembre 1922.

LYDIA LEONI.

Guarisce, dopo la promessa di un'offerta per le Missioni Salesiane. - In seguito ad un brusco movimento, riportai una distorsione che mi cacagionò dolori acutissimi in tutta la persona, costringendomi a tenere il letto, e rendendomi impossibile qualsiasi movimento. Ricorsi a massaggi, cerotti, ma invano; il male perdurava fortissimo: in tanta angoscia ricorsi a Maria Vergine Ausiliatrice, promettendo un'offerta per le Missioni di D. Bosco e la pubblicazione della grazia sul Bollettino Salesiano, come Cooperatrice.

Sono completamente guarita e adempio la mia promessa, unendo un'altra piccola offerta per la celebrazione d'una Messa all'altare della SS. Vergine, in ringraziamento di tante altre grazie ricevute.

Vicoforte, 15 - IX - 1922.

BoGLIo ELISA.

Maria SS. Ausiliatrice ritorna la pace in una famiglia. - Vittima di una ingiustizia che lo danneggiava nella posizione, un caro membro della mia famiglia da parecchi anni soffriva e, con lui, anch'io era torturata. Desolata all'estremo, invocai con insistenza e fede la Vergine Ausiliatrice, e, in modo insperato, la situazione cambiò e in casa nostra è rientrata la calma. La Madonna di Don Bosco, che già tanto ci consolò, continui a proteggerci, dando una posizione stabile al caro mio congiunto.

Torino, 16 - xI - 1922.

Una Cooperatrice.

Maria Ausiliatrice mette in salvo una bimba innocente. - Voleva togliere ai pericoli e alla miseria una bambina di sette anni, e si frapponevano innu merevoli ostacoli e contrarietà. Pregai e pregai tanto e con fede, e finalmente l'innocente è al sicuro in un istituto, dove verrà educata, istruita e preparata, spero, ad una vita onesta e operosa secondo il sano principio religioso e morale.

Brescia, 14- XI - 1922.

LUIGIA SCOLARI.

Un moribondo guarisce dopo una novena a Maria Ausiliatrice. - Mio figlio Placido nei primi giorni dell'ottobre scorso trovavasi in fin di vita nell'ospedale di Thiene. Il primario di detto ospedale lo aveva ormai spacciato e umanamente parlando non gli restavano che poche ore di vita. Ricordando le tante grazie che fa l'Ausiliatrice ai suoi devoti, cominciai la novena raccomandata dal Ven. Don Bosco ed oh prodigio! il mio caro Placido da quel momento cominciò a star meglio ed ora già è con noi in buona salute. Compio la promessa di far pubblica la grazia, e nel maggio del '23 verrò in persona a Torino col figlio a ringraziare la cara Madonna di Don Bosco.

Schio, 16- xI - 1922.

FRANCON PIETRO.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per il Tempio erigendo a Gesù adolescente e alla Sacra Famiglia, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguente:

A) - A. A., A. L. A., Aime Pietro, Alfonso Rosa, Alghisi Anna, Allegranza Lucia, Almondo d. Giacomo, Antoniazzo Antonio, Ardoino doti. G. B. e Ilda, Armas Francesca, Avanzato F.

B) - B. A. di Biella, B. A. di Bricherasio, Balducci Luisa in Lancetti, Baletti Carletto, Barbieri Carolina, Bardazza Fanny, Barloggia Adalinda, Barnero Enfrosina, Beltrame Gina, Belluati Armida, Benassi Anna, Bernasconi Geronima, Billotti Filippa in Corvaia, Bocchio Rosita, Bocolo famiglia, Bodrito Assunta, Boglio Elisa, Bollo Braccio Massinello, Bonarchi Benita, Bonassi Elena, Bonissone Maria, Bonomi Giacomo, Bragadin Enrica, Braida Concetta in Bruno, Brighenti Grata, Buffatti Maria in Cecchini, Buonanni ch. Mario, Busca coniugi, Buzzetti Frida.

C) - C. F., C. Giuseppangela, C. Luigina, Cainola Rosa, Campagnolo Giuseppina, Campora avv Giovanni, Cantini Teresa in Vanuzzi, Cappellazzi Giulia in Fin, Cardelli Carlo, Caredda Maria in Pibiri, Carrà Emilia, Carta Luigi, Castagnedi Ernesta, Castagnola Linda, Castagnola Luigia, Cattaneo Regina, Cavallari Mons. Cesare, Cavalli Onesta, Cavallo Celso, Cesana Carlo, Ceschelli Giovanna, Ciccarelli Lucia, Clerici Giovanna, Coilliard Emma, Colombo Laura in Ripamonti, Compostella avv. Piero, Conchatre Carolina, Coni Anna, Cooperatrìce di Aranco, Cooperatrice di Torino, Corti Emilia, Costa Agata, Cravino Giacomo, Cravino Vincenzo, Cremonini Famiglia, Cristiani Virginia, Croci Antonietta in Pandiani.

D) - Dalla Mura Erminia in Marani, Debernardi Felicina, De Fidio Angela, Del Favero Giovanni, Del Granda Maria, Della Valle Maria, De Maria Vittoria, De Rollo Corrada, Desirello Francesca, De Vincenzi Bianca in Robotti, Di Croce Maria in Colombo, Di Lavore Antonia in Cremona, Dordoli Adele in Pozzoli.

E) - E. B. G. di Novara, E. U. C. di Torino, Ex allieva di Bologna.

P) - Facchi Teresa in Maggi, Faedo Terenzia in Balestro, Falzoni Angela, Fancon Pietro, Fellini Bernardina, Fenini Ettore, Filippi Angelina, Forlani Maria in Dedè, Fossati Giuseppe, Frascotti Cristina, Furnari Luigina.

G) - G. R. di Bagnatica, Gaino Pietro, Gallione Famiglia, Gampagna Agatina, Carone Angela, Garrone Giuseppina, Gasparini Tommaso, Gelatti Umberto, Ghiazzo Angiolina, Glitioni cap. Luigi, Ghiotto Teresa in Zaninello, Ghirardi Marianna, Giannelli Ninetta, Giardini Chiara in Bussetti, Gilardini Isabella, Gioia Francesco, Giuliano Domenica, Gnerro Carolina, Gonzo Pietro, Grandi Ida in Bentivoglio, Grappiolo Paolina, Griglia Amalia, Grossi Maria, Gruaglio coniugi, Guaschino Pierina, Guidoni Maria Beatrice.

I) - Ianni Giuseppina in Cinaglioni, Invernizzi Emma, Ivaldi Edvige.

L) - L. I. e C. di Torino, L. I , Lazzarato Caterina, Leonardi Angela, Leoni Lydia, Locatelli Giuseppina, Loddi Francesca, Longa Candida, Lorrai Ernesta, Lovera Margherita, Lucca Andrea.

M) - M. E. di Oddalengo Grande, M. Giuseppina, Maino Amalia, Manca Marietta in De Muro, Mangoni Suor Crocifissa, Manusse Angela, Manzoni Costanza ved. Barberis, Marchesa Litta, Marengo Antonia, Marinato Clementina, Martini eh. Domenico, Marzocchi d. Alessandro, Massa Benedetto, Massara Francesco, Massola Felicita, Mattedi Giuseppina, Matteoli Matilde, Mauroni Costanza ved. Barberis, Mazzoleni Giuseppe, Mazzonzelli Ettore, Meaglia Liberata, Melilli Giacinta, Mencaroni Emma, Mercuri Emmanuella, Messina Maria, Messina Rosina, Migliori Maria, Milesi Caterina, Molinari Giuseppina, Molinari Rosa, Molino Luigia, Molteni Francesca, Moiigini Eufrosina, Mori Matteo, Mottinelli Ghina, Mularoni Vincenzo, Murari-Brà Ernesta Matilde.

N) - Neri Elia, Neri Luigi.

O) - Obinu Caterina, Ogliara Angela in Bruino, Ognibene d Loreto. Olivieri Ginevra, Olivieri Guido, Omodeo Maria in Sali, Ottino Antonio.

P) - P. D. P. di Pisa, P. F. F. A. di Ferrara, Padovani Emma in Micheli, Pagani Carmela, Pallavicini Fratelli, Panier Torello, Panighini Margherita, Parini Maria, Pasolini Assunta, Pasotti Attilio, Passadori Aurelia in Giudici, Pastori Romilda, Pepe Giuseppina, Perfumo Sebastiano, Perono Paola in Cacciafuoco, Pertíle Angelo, Pertoldeo Anna, Pessiou Abramo, Pezzana h.mn renziana, Piagini Maria, Piatti Angelica, insegnante, Piras Pieirino, Pizzigoni Federico, Pontalti Maddalena, Ponzetta Francesco, Posnomi Maria, Preacco Agnese ved Accamo, Pretto Anita, Prevedello Caterina e Paolina, Provenzano Mariangela in Riggio, Pugginni Putzu Francesco.

R) - Ragni Angela, Ravetto Angela, Rean Luigi, Reggiori Botacchi Maria, Renda famiglia, Renz: Augusto, Reynaud Emma, Ricca sorelle, Riccardi Camilla, Ricolfi Marchesa Anna in Dona, Riconda Teresa in Gianotti, Rigo Maria, Rigoli Delia, Rocchietta Marcella, Rogero Elisabetta, Rolfo Giovanni. Rollone Francesco, Romanengo Pietro, Rondanini prof. Flaminio, Rossi Erminia, Rossi Luigia, Rota Sabina, Ruffino Emilia in Villa, Russo d. Francesco.

S) - S. B. P. G., S. G. di Villanova Canavese, S. M. di Roma, Sr. L. M. M., Sacerdoti Raffaele, Sala Dorina, Salini Peppina, Salvatori Lina in Ma sè, Sautarossa Pierina, Santuz Maria, Sarba Teresa ved. Cavagliato, Savoini Serafino, Scalvini Giorgio, Schilirò di Vincenzo, Scolari Luigia, Sereno Camillo, Sionis Consolato, Solinas Maria in Sanna, Sosio Maria, Spanti Giovanna in Bei, Socchi Cecilia, Suore Canossiane di Jesi, Suor Maddalena.

T) - Tempini Norina, Tomin Giulio, Tolti Maria, Tradigo Marietta in Garbolo, Trincucci Adele.

V) - V. M. di Rivoltella, Vaia d. Giuseppe, Vanellone Maria, Veglio Teresa, Venturino Chiara, Ventura Francesco, Veronesi Rosa in Toesca, Vezzola ch. Tommaso.

Z) - Zanoni Filippo, Zecchi Margherita, Zubani Maria.

X) - N. N. di Ancona, Castione Presolana, Conegliano, Cornigliano Ligure, Diano Marina, Genova, Lesa, Mombello Torinese, Piove di Sacco, Roma, S. Giovanni Ilarione, S. Marzano Oliveto, Valfenera, Volterra.

Omaggio internazionale a Gesù Adolescente.

Il nuovo Tempio di Borgo S. Paolo (Torino),

L'appello lanciato a favore dell'erezione del nuovo Tempio in onore di Gesù Adolescente a Borgo S. Paolo a Torino, comincia ad aver un'eco generosa in molti cuori.

Primi furono i Padri e le madri di famiglia e i giovani del Circolo e dell'Oratorio dello stesso Borgo S. Paolo. Ecco le loro parole:

I Padri e le Madri di famiglia di Borgo S. Paolo, sarebbero orgogliosi di erigere da soli il Tempio da cui verrà la luce della verità e il fuoco della carità nelle loro famiglie. Non potendo, chiedono ai genitori cristiani d'Italia e del mondo intero, specie a quanti sono e si gloriano di essere Cooperatori delle Opere di Don Bosco, generosa solidarietà fraterna; e col voto che il Divino Adolescente benedica e guidi tutti i loro figliuoli per la via della Religione e della Civiltà, offrono al santo scopo una prima somma di L. 1000.

I soci del Circolo dell'Oratorio S. Paolo, bramosi di veder presto ultimato il nuovo Tempio da cu-i Gesù Adolescente benedirà con generosità divina a tutta la gioventù cattolica, in special modo a quella che si educa nel Collegi, Istituti ed Oratori Salesiani, implorano fin d'ora ogni benedizione celeste su quanti affretteranno con le proprie offerte la santa impresa; ed offrono anch'essi L. 500.

I fanciulli dell'Oratorio S. Paolo, sapendo che le preferenze di Gesù sono per i piccoli, certi di un tenero sguardo dall'Adolescente divino, privandosi del soldo avuto dai genitori, offrono per il nuovo Tempio L. 100.

Tra le altre offerte che ci giunsero dalla città e di fuori, « per un sassolino al tempio di Gesù Adolescente » ovvero « per un mattone alla nuova chiesa », ricordiamo, le seguenti:

Da Torino: - « I tre piccini del prof. M. T, offrono lire 2oo, perchè Gesù benedica papà e mamma, come essi desiderano; dia ad Aldo buona volontà e felice riuscita nello studio, conservi Giuseppina buona come è ora, e vegli su Giulio affinchè il più piccolo cresca il più buono di tutti ».

Da Quinzano d'Oglio (Brescia): « Angelica e Giulia Antonini inviano L. 70, tenue omaggio a Gesù Adolescente per il suo tempio in Torino. Gesù, fate che i nostri cari Paolo, Mario e Andrea, crescano, al pari di Voi, in sapienza e grazia ».

D. Giorgio Giammartino, arciprete di Sciara (Palermo), scrive: « Invio il mio mattone pel tempio di Gesù Adolescente, coll'intenzione che il buon Gesù mandi un soffio di vita nella gioventù della mia parrocchia ».

La famiglia Favilli di Ponsacco (Pisa) accompagna l'offerta dicendo: « Siamo due poveri vecchi con una giovane figlia. Mandiamo questo meschino obolo, perchè il Signore ci salvi l'anima a tutti ».

Mirra Favaro di Piverone: « perchè la Sacra Famiglia vegli sui nostri figli e nipotini, e li conservi nel santo timor di Dio ».

Il prof. Cesare del Chicca di Ripoli invia L. 200 scrivendo: « Come potrò io, misero vecchio, lucrare le preziose indulgenze concesse da Sua Santità ai Salesiani e ai Cooperatori che lavorano? Non so se arriverò al nuovo anno... Invio lire 200 per la chiesa di Gesù Adolescente, perchè egli abbia misericordia di me, e per unirmi, in qualche modo, al lavoro dei figli di Don Bosco ».

AZIONE SALESIANA

Per il Centenario di S. Francesco di Sales.

In Italia ed all'Estero, in occasione del III° Centenario dalla morte di S. Francesco di Sales (avvenuta il 28 dicembre 1622) son uscite, a cura dei nostri, varie operette che vorremmo vedere largamente diffuse.

Una, a cura del Sac. Luigi Terrone, è il compendio della vita del Santo: « Il pio autore - dice la Civiltà Cattolica - ne narra con semplicità, ordine e chiarezza i principali tratti della vita, perche i giovani e le famiglie cristiane prendano autore all'amabile Santo e si studino di imitarlo » (1).

Un'altra contiene alcune pagine del Santo, scelte dal Sac. Domenico Novasio ed offerte come guida ai Sacerdoti (2). « L'occasione del III° Centenario della morte di S. Francesco di Sales - dice la stessa rivista - ha suggerito al rev. Don Novasio la pubblicazione di questa utilissima Guida che ha tratto dagli opuscoli del S. Dottore. Oltre la divota Maniera di celebrare divotamente e con frutto la S. Messa, che fa dell'elegante volumetto anche un fedele compagno quotidiano del Sacerdote, l'editore vi ha inserito le Norme per i confessori, la ben nota lettera Sulla predicazione, e alcuni sentimenti del Santo (avvalorati dal suo esempio) intorno all'Ufficio divino. In fine è riportata una breve esortazione del S. Dottore Agli ecclesiastici di applicarsi allo studio. Bastano i titoli per invogliare a leggere; e, del resto, il solo nome di S. Francesco di Sales invita a conoscere le cose sgorgate dalla sua anima dolcissima ».

Una terza operetta è la Vida de S. Francisco de Sales, obispo y doctor, del Padre Ribadaneira, pubblicata dai Salesiani di Buenos Aires, con un'interessante appendice.

Altra pubblicazione è la nuova edizione del Teotimo di S. Francesco di Sales, a cura della Scuola Tipografica Salesiana di Roma, 21, (Via Marsala 42), in discreto formato e chiari caratteri. Il gran pregio della ristampa è di presentarci la preziosissima opera in una traduzione nuova, eseguita da quell'affezionatissimo ex-allievo di Don Bosco, che è il prof. Alessandro Fabre (3).

(1) LUIGI TERRONE. S. Francesco di Sales. Breve vita nel III° Centenario, L. 1,50. Torino, 1922. Società Editrice Internazionale.

(2) S. FRANCESCO DI SALES. Guida del Sacerdote. Pagine scelte e tradotte dal Sac. Dottor Domenico Novasio, Salesiano, vol. in-16° di pag. 192, L. 5. - Torino, 1922. Società Editrice Internazionale.

(3) S. FRANCESCO Di SALES Teotimo ossia Trattato dell'amor di Dio. Traduzione del Prof. A. Fabre. Due volumi. L. 12. - Roma (21), 1922. - Libreria Salesiana Editrice, Via Marsala, 42.

Avvicinandosi la Festa di S. Francesco di Sales.

Avvicinandosi il mese di gennaio e quindi i tempo della la Conferenza annuale, prescritta dal Regolamento della Pia Unione dei Cooperatori, richiamiamo l'attenzione dei Sigg. Ispettori e Direttori nostri e dei RR. Direttori Diocesani sulle varie serie di DIAPOSITIVI PER CONFERENZE SULLE OPERE, E MISSIONI SALESIANE, offerti dalla Società Editrice Internazionale di Torino 9, Corso Regina Margherita 174, e dalle filiali di Milano, Parma, e Catania.

Essendo forse troppo grave, per tutte le borse, l'acquisto dei diapositivi delle 16 conferenze allestite dal Dott. Don Antonio Fasulo, ed anche preferendo i singoli conferenzieri illustrare le conferenze proprie, a semplice richiesta le Librerie suddette inviano gratis l'elenco di tutti i diapositivi che hanno a disposizione, i quali si possono acquistare, a libera scelta, al prezzo di L. 2,50 ciascuno.

Per volgarizzare codeste utilissime Conferenze con proiezioni, converrebbe, a parer nostro, crear alcuni depositi di diapositivi presso i revv. Ispettori Salesiani o uno dei Direttori Diocesani della regione, ai quali far capo dai viciniori per il semplice noleggio. La Società Editrice Internazionale, su nostro invito, si dichiara pronta ad entrare in trattative.

Presso la stessa Società si possono anche acquistare:

una serie di 43 diapositivi sulla vita di Domenico Savio, l'angelico alunno del Venerabile Don Bosco;

i 10 diapositiva della 1° Serie delle splendide cartoline del Mastrojanni, illustranti la vita di Don Bosco, i quali aumenteranno, a poco a poco, fin oltre i 100. Un saggio delle vedute è quello di cui abbiamo ornata la nostra copertina.

Sono in preparazione:

più di 1oo diapositivi dal vero (personaggi, monumenti e documenti) illustranti storicamente la vita del Ven. Don Bosco e del suo I° Successore Don Rua;

più di 1oo diapositivi illustranti le Missioni Salesiane della Cina, con testo di S. E. Mons. Versiglia

Comitato Centrale Dame Patronesse.

L' 11 dicembre u. S. nel Collegio S. Giovanni Evangelista in Torino si tenne la prima adunanza generale del nuovo anno di caritatevole attività del Comitato Centrale Dame Patronesse Opere Ven. Don Bosco.

Il nobile Comitato era quasi al completo e onorato dall'intervento di S. A. I. R. la Principessa Laetitia, Duchessa d'Aosta, e del Successore del Ven. Don Bosco.

La benemerita segretaria contessina Maria Teresa Camerana, dopo aver presentato all'augusta Presidente d'onore il riconoscente omaggio delle intervenute, fece una succinta relazione del lavoro compiuto nell'anno scorso, direttamente qui in Torino o con apposite circolari ed altri modi presso gli altri Comitati Salesiani femminili, sparsi in ogni parte.

Il sig. Don Rinaldi tratteggiò il programma d'azione che proponeva alle nobili Dame Patronesse del Comitato Centrale pel nuovo anno, programma vasto e interessante, che le zelantissime Dame accolsero con favore.

Seguì infatti una pratica trattazione del programma proposto, per diretta iniziativa e pratico interessamento di S. A. I. R. la Principessa Laetitia.

VII Congresso degli Oratori Festivi e delle Scuole di Religione.

Si è costituito in Bologna il Comitato organizzatore del VII Congresso degli Oratori Festivi e delle Suole di Religione, che si terrà in detta città i giorni 24, 25 e 26 aprile pr. v.

Il Congresso si tiene per iniziativa del rettor maggiore dei Salesiani di Don Bosco, sig. D. Filippo Rinaldi, sotto il patronato e le direttive di S. E. Rev. Mons. Giovanni Nasalli Rocca, Arcivescovo locale e dell'Episcopato della regione, con l'augusto incoraggiamento e la benedizione del S. Padre.

Quanto prima ne sarà inviato il programma a tutti i Vescovi d'Iralia, con preghiera che direttamente o per mezzo di delegati o di apposite adunanze di competenti, si degnino prenderne visione e inviare quelle osservazioni e proposte che crederanno opportune.

NUOVE FONDAZIONI

I Salesiani a San Marino.

Sul finir di novembre alcuni nostri confratelli si recavano ad aprire una nuova casa nella Repubblica di S. Marino, e precisamente nel capoluogo. L'opera loro è rivolta alla gioventù esterna con Oratorio festivo, dopo scuola, corsi serali, circolo, ecc. Accolti con gioia e circondati di profonda simpatia, c'è tutto a sperare che essi possano svolgere, con l'aiuto di Dio, un'azione ampia ed efficace.

La Libertà, quindicinale popolare locale, dava l'annunzio del loro arrivo in questi termini, specificando la missione di quei nostri confratelli.

« Fra breve avremo anche noi la grande e non facile fortuna di ospitare nella nostra Repubblica i Salesiani. Salutiamo con gioia e con soddisfazione questo nuovo avvenimento poichè la nostra Terra, fondata da un Santo, ha bisogno di conservare intatte le sue doti religiose; e i suoi figli hanno bisogno di coltivare nel loro cuore e sviluppare il sentimento religioso e farne la base della loro vita di giovani oggi, padri di famiglia domani, e di degni figli del grande consorzio umano.

» I Salesiani verranno fra breve ed apriranno la loro casa in Borgo. E la loro casa accoglierà con i suoi giuochi, col suo teatro, con le sue preghiere, con la sua istruzione i numerosi figli del popolo che oggi, molte volte non per colpa diretta dei genitori, sono abbandonati ai pericoli della strada. I numerosi figli del popolo, dopo le ore di scuola e nei giorni di vacanza troveranno l'accoglienza affettuosa e paterna nella casa dei Salesiani; i giovani troveranno in essa il modo di passare il loro tempo e di istruirsi, oltre che nei numerosi problemi della religione, nelle complesse questioni sociali; i babbi e le mamme avranno modo di togliere i loro figliuoli al pericolo della strada e affidarli a gente che nella sorveglianza ne fa le veci meravigliosamente e pensa ad educarne il cuore.

» L'anima di Don Bosco, il padre dei Salesiani, aleggerà finalmente anche fra le rocce di questo superbo Titano per ingentilire il cuore delle sue future generazioni, per preparare giorni migliori al suo popolo, che nella rinascita del sentimento religioso e con la vita informata ai santi principi del Vangelo di Cristo saprà restituire alla terra del Santo l'impronta che Lui volle darle ».

Ai Salesiani venne anche affidata l'ufficiatura d'un bello e venerato Santuario, dedicato alla Madonna della Consolazione, Compatrona della Repubblica.

A Perugia.

Fin dai tempi dì Leone XIII, e specialmente in questi ultimi anni, i Cooperatori di Perugia domandavano i figli di Don Bosco per l'educazione della numerosa gioventù della bella città umbra; e finalmente, il 2 ottobre u. s., alcuni salesiani entravano in Perugia per assumere la direzione dell'Istituto Penna Ricci, fondato nel rione più popoloso, allo scopo sopratutto di assicurare un'assistenza quotidiana agli alunni delle Scuole Elementari.

E il nuovo istituto ha già una vita fiorente. Dopo aver completato il dopo-scuola, iniziato dalla Commissione Amministrativa, e stabilito una sezione speciale per gli orfani di guerra, e per gli alunni delle prime classi medie; ai primi di novembre ha aperto un triplice corso di scuole serali pei giovani apprendisti operai e adulti analfabeti.

Inoltre, ogni domenica, più di 20o giovani si raggruppano nell'Oratorio festivo « Don Bosco », disciplinati e suddivisi nelle incipienti sezioni della scuola cantorum, della squadra ginnastica, e del Circolo giovanile; mentre un gruppo dei più grandi si accosta divotamente, ogni settimana, alla S. Comunione.

Ogni giorno, poi, si dà comodità a tutti i giovani di ascoltare la santa messa, celebrata proprio per loro; così pure la sera, ai termine delle ripetizioni e del dopo-scuola, si raccolgono di nuovo in cappella per la recita delle preghiere, dopo le quali hanno una buona parola, come gli alunni dei nostri collegi, e quindi tornano a casa.

Insomma, il nuovo Istituto, pur mantenendo la particolare fisionomia per cui venne fondato, vive della più bella vita salesiana.

L'8 dicembre Mons. Mignini, in pieno cortile benedisse la statua di Maria Ausiliatrice, regalata dall'on. Cingolani, che venne portata processionalmente a braccia dai giovani alla nuova Cappella. La domenica seguente celebrò Mons. Scarante, Vicario di Perugia e vescovo eletto di Sarsina. Più di cento i giovani che si accostarono alla S. Comunione, ai quali unirono gli Ex-allievi, i Soci del Circolo Universitario e del Giosuè Borsi. Monsignore rivolse a tutti magnifiche parole, profondamente commosso.

Nel pomeriggio, al trattenimento accademico i giovani superarono i 250, pigiati sul palco, dove Maria Ausiliatrice dominava da un magnifico trono di fiori. Intervenne la nobiltà di Perugia, compreso il Presidente del Tribunale. Erano forse presenti oltre 700 persone. Ai giovani si associarono, nel rendere omaggio alla Vergine, il Circolo Universitario e gli Ex-allievi. Il nuovo Arcivescovo Mons. Rosa mandò un magnifico telegramma.

La cittadinanza guarda con simpatia al lavoro fervidamente iniziato dai nostri confratelli; e noi siamo certi che, con la grazia di Dio, assai copiosi ne saranno i frutti, se i buoni Cooperatori Perugini continueranno ad essi il loro appoggio cordiale.

A Santulussurgiu.

La cittadina di Santulussurgiu in Sardegna, grazie al lascito Carta e Meloni, ha un ginnasio, al quale possono inscriversi gratuitamente i giovani del paese che voglion compiere gli studi classici. Dal 1848 al 1920, eccettuati brevi intervalli, il Ginnasio fu retto dai Padri Scolopi, e il 28 settembre u. s. vi subentrarono i Salesiani, i quali vollero, con la solita funzioncina del 24 del mese, rendere omaggio a Maria SS. Ausiliatrice; e, a sua volta, questa buona Madre, proprio lo stesso giorno, sanava da malattia giudicata incurabile una buona cooperatrice, che aveva ricevuto gli ultimi sacramenti.

I nostri hanno iniziato, per quest'anno, la 1a Ginnasiale con una dozzina di interni ed altrettanti esterni: e contemporaneamente hanno aperto l'Oratorio festivo, al quale accorrono già più di cento ragazzi, e insieme con essi, ogni doménica, convengono a sentire la S. Messa, nella cappella dell'Istituto, molte persone della parte alta del paese, che assistono volonterose, colla loro carità, i figli di Don Bosco, nelle strettezze materiali in cui versano, date le grandi spese per l'arredamento dell'istituto. In pari tempo hanno fondato, tra gli esterni, il Circolo Domenico Savio, e una sezione filodrammatica, che ha dato parecchie recite pei ragazzi dell'Oratorio e per i Cooperatori. Ora stanno allenando gli aspiranti a « Giovani Esploratori ».

NOTIZIE VARIE

Il sig. D. Rinaldi nel Veneto.

Il nostro venerato Superiore il 25 novembre u. s. si recò ad Este, ad inaugurare una nuova casa per la formazione del personale della nostra Pia Società, presso il Collegio Manfredini. Ebbe un'accoglienza imponentissima. Sentiamo il dovere di esprimerne la più viva riconoscenza al Sindaco Comm. Avv. A. Lancerotto, all'abate mitrato cav. Mons. E. Sartori, al comm. avv. V. Pellizzari, e a tutti i membri più ragguardevoli del clero e del laicato cattolico cittadino.

La mattina del 26 il sig. D. Rinaldi impose l'abito chiericale a dodici giovani, aspiranti al sacerdozio, ed altri dodici ne ascrisse alla nostra Pia Società, come coadiutori. Nel pomeriggio presiedette un cordialissimo trattenimento famigliare, al quale parteciparono Cooperatori, Ex-Allievi e parenti degli alunni e alunni del Manfredini, coronato dalla distribuzione dei premi a quelli che si distinsero nell'anno scolastico 1921-22.

Tutti i giornali della regione, compresi alcuni che generalmente dissentono dai nostri principi, ebbero parole assai deferenti per l'Opera di Don Bosco e per l'attuale nostro Rettor Maggiore.

Nel ritorno da Este, il sig. D. Rinaldi il 27 scese a Verona, ove si fermò il 28, festeggiatissimo dai 275 alunni del Collegio Salesiano e da affezionati Cooperatori, tra cui ricordiamo l'On. Ugo Guarienti, Mons. Grancelli, Mons. Manzini, Don Fritz e l'avv. Antonio Alberti.

Mons. Grancelli paragonò il Ven. Don Bosco, Don Rua, Don Albera, Don Rinaldi... e successori... a quei giovani greci che si trasmettevano, correndo, una fiaccola accesa, simbolo, nei nostri, della più, operosa carità evangelica.

Il sig. Don Rinaldi fu a visitare l'E.mo Card. Bacilieri, che lo trattenne per un'ora in affabile colloquio. Ripartì da Verona il 29, dopo aver incoraggiato quei confratelli all'ampliamento che reclama l'Istituto, fidente nella Divina Provvidenza e nella generosità dei Cooperatori.

Un salesiano amministratore apostolico dell'Alta Slesia.

Il Santo Padre, affine di provvedere convenientemente all'assistenza spirituale della Alta Slesia, politicamente inclusa, oggi, nel nuovo Stato polacco ed appartenente fino a ieri alla diocesi di Breslavia, ha stabilito affidarla a un particolare Amministratore Apostolico, ed ha nominato Amministratore, con tutti i diritti privilegi inerenti all'alto ufficio, il rev.mo mons. Augusto Hlond, della Pia Società Salesiana.

Due nuovi Vescovi Salesiani.

Il Santo Padre Pio XI, nel Concistoro segreto dell'11 dicembre u. s. preconizzava Vescovo di Goyaz nel Brasile il salesiano DoN EMMANUELE GOMEZ D'OLIvEIRA, e Vescovo tit. di Paleopoli il salesiano Don ERNESTO CoPPo, Vicario Apostolico di Kimberley nell'Australia Occidentale.

Mons. Emmanuele Gomez d'Oliveira, fratello di mons. Elvezio, già vescovo di S. Luiz de Maranhao ed ora Arcivescovo di Marianna, fu segretario particolare di mons. D'Aquino, Arcivescovo di Cuyabà, quando era Presidente dello Stato di Matto Grosso. Presentemente si trovava a Nictheroy, direttore di quel grande Collegio Salesiano. La sede vescovile di Goyaz sarà elevata, quanto prima, a metropolitana, e così saranno tre gli Arcivescovi salesiani nel Brasile, i fratelli d'Oliveira e mons. d'Aquino, cui è da aggiungere il vescovo mons. Malan, apostolo dei Bororos, Prelato di Registro di Araguaya.

Mons. Ernesto Coppo è nativo di Rosignano Monferrato. Alunno di ginnasio nel collegio salesiano di Borgo S. Martino, compì gli studi nel Seminario di Casale, dove per un biennio fu professore nel piccolo seminario.

Ordinato sacerdote dal compianto Monsignor Pulciano nel 1892, entrò nella Pia Società Salesiana, e nel 1898 partì per il Nord-America, dove, con rara prudenza ed attività, per più di vent'anni esercitò il ministero parrocchiale a New York a favore degli emigrati italiani, da cui era amatissimo. Fu ispettore di quelle Case salesiane per circa un decennio. Ultimamente era parroco a Port Chester. Tornato in Italia per prender parte all'elezione del nuovo Rettor Maggiore della Pia Società, percorse in questi ultimi mesi il Monferrato, tenendo conferenze di propaganda in preparazione all'apertura del nuovo tempio eretto ad onore del S. Cuore in Casale.

I nostri più cordiali auguri al nuovo vescovo missionario, che veniva consacrato la vigilia di Natale nella Basilica di Maria Ausiliatrice. Diremo, nel prossimo numero, della solenne cerimonia.

* A Torino le Piccole Suore dell'Assunzione stanno erigendo una graziosa chiesetta. Ne benedisse la 1a pietra il nostro Rettor Maggiore Don Rinaldi, il quale esortò i presenti a cooperare all'erezione del sacro edifizio e in pari tempo ad innalzare nel loro cuore un tempio spirituale sulla vera pietra angolare, che è Gesù Cristo.

*. La costruzione del Tempio della Vittoria a Livorno (Toscana) è giunta ai finestroni e ai capitelli. La grande massa si va elevando imponente e severa, e il bel disegno dell'ing. arch. Torello Macchia si prospetta nelle sue linee armoniche. La nuova chiesa, che è un voto di fede e patriottismo, sarà pure la parrocchiale di una popolazione estraurbana di oltre 10.ooo anime. Questo pensiero scenda al cuore di tante pie persone, e il Signore susciti una gara di benefattori perche l'opera, così bene iniziata e di somma necessità spirituale, giunga nel nuovo anno al termine sospirato.

*. Nel monumentale tempio di S. Agostino in Milano, la domenica 12 novembre, ebbe luogo il collaudo del nuovo organo. L'esecuzione accuratissima dei pezzi scelti diede campo ad ammirare ed apprezzare il nuovo lavoro della Ditta Fratelli Viletti di Monza. Collaudatori furono il prof. Galliera del Conservatorio di Milano, il M.° Terrabugio e il nostro Don Pagella.

Cereseto di Monferrato, il giorno della festa patronale, ha tributato solenne omaggio al compianto suo concittadino Don Antonio Aime, Ispettore delle case salesiane in Colombia. La commemorazione fu tenuta dal nostro D. Ernesto Briata, alla presenza del Consiglio comunale, del Sindaco sig. Giuseppe Omegna, e di tutta la popolazione.

*. A Biella-Riva, nella parrocchia di S. Cassiano officiata dai Salesiani, del 16 al 16 novembre si tenne una consolantissima missione, predicata dal teol. Frola, Parroco del S. Nome di Gesù in Torino, e dal teol. Chiarodo, Parroco di Albiano. La giornata mariana riuscì imponente: così pure le manifestazioni giovanili e delle associazioni parrocchiali: solenne la chiusura con intervento di S. E. Mons. Vescovo.

*. «Un lieto avvenimento-scriveva l'Osservatore Romano - ha rallegrato il 3 dicembre la famiglia Salesiana di Roma - l'ordinazione sacerdotale di Paolo Mariaselvam, il primo alunno indiano, che è asceso all'altare, prima, gentile offerta, che i Salesiani delle Indie hanno fatto alla Chiesa.

» Paolo Mariaselvam fu mandato in Italia dal Collegio di Tanjore, per completare nel nostro ridente paese la sua educazione e istruzione religiosa. Ha fatto il noviziato nella vicina Genzano e gli studi teologici nel Seminario Maggiore di S. Giovanni in Laterano. E domenica nella Cappella dello stesso Seminario ricevette l'ordinazione sacerdotale da S. Emma il Signor Cardinale Basilio Pompilj, Vicario Generale di Sua Santità ». Cara e significativa la coincidenza dell'ordinazione del primo sacerdote salesiano delle Indie con la festa di S. Francesco Saverio, il grande Apostolo, di cui ricorreva lo scorso anno il III Centenario dalla Canonizzazione.

A Torino dall'8 al 10 dicembre u. s., nella chiesa dei SS. Martiri, si celebrò un triduo solennissimo per il III Centenario della S. Congregazione di Propaganda Fide e della Canonizzazione di S. Ignazio di Loiola e di S. Francesco Saverio. Per la circostanza fu recata a Torino ed esposta alla pubblica venerazione la preziosa reliquia del braccio destro di S. Francesco Saverio, che poco prima aveva fatto un giro trionfale in Francia e Spagna. Il II° giorno del Triduo cantò messa il rev.mo nostro Rettor Maggiore D. Rinaldi, e disse il discorso il nostro confratello dott. D. Antonio Cojazzi. L'ultimo giorno contribuì assai allo splendore delle Sacre funzioni la Schola Cantorum della Basilica di Maria Ausiliatrice, in unione con quella del Ven. Seminario Arcivescovile.

Il 13 dicembre la preziosa reliquia venne recata al Seminario delle Missioni Estere di Valsalice, dove fu accolta devotamente dai chierici e da tutta la comunità e processionalmente recata in chiesa, per mano del rev.mo Sig. Don Giuseppe Vespignani, ove rimase esposta per tre ore. Ascolti il grande Patrono delle Missioni Cattoliche i fervidi voti, che gli abbiamo innalzati per tutti i nostri Missionari.

* Gli orfani di guerra di Grugliasco (Torino) ricevettero una cara visita del sig. Don Rinaldi, che volle rallegrarli della sua presenza e rivolger loro una parola di conforto e d'incoraggiamento. Il venerato Superiore celebrò la Santa Messa, li comunicò e distribuì a tutti una medaglia di Maria Ausiliatrice, esortandoli ad essere i cari amici di Gesù e di Maria con una buona condotta.

*. L'Oratorio Salesiano di Schio il 15 novembre diede una serata di gala in onore di S. E. Mons. Rodolfi, Vescovo di Vicenza. Recite, canti e discorsi s'intrecciarono con la distribuzione dei premi ai concorrenti della gara catechista. Chiuse affettuosamente Mons. Vescovo, avendo parole di elogio per le finalità educative dell'opera di Don Bosco.

All'Estero:

NAZARETH.

Il Tempio di Gesù adolescente.

I lavori di costruzione del Tempio dedicato a Gesù Adolescente volgono al termine. Secondo l'uso orientale, gli operai festeggiarono la posa dell'ultimo mattone, immolando un agnello nel vuoto lasciato temporaneamente aperto nella volta.

Il bel tempio è dunque coperto, e le mura sorgono solenni e maestose, ma spoglie di qualsiasi ornamento, di qualsiasi grado. Una generosa famiglia ha offerto la somma necessaria per l'erezione dell'altar maggiore, ed altre pie persone hanno provveduto le statue di Maria Ausiliatrice e di S. Giuseppe per i rispettivi altari, se la generosità dei benefattori invierà i prezzi necessari per questi ed altri lavori.

Intanto, anche nella sua squallida bellezza, il nuovo tempio è mèta di visite e di ammirazione. Nel nuovo anno, ad iniziativa dei Padri Assunzionisti si effettuerà un grandioso pellegrinaggio a Nazareth con partenza da Marsiglia. Sarà la consacrazione della gioventù a Gesù Adolescente, e segnerà l'inizio di tanti altri pellegrinaggi.

I nostri orfanelli intanto pregano quotidianamente per i loro benefattori.

*. Il terremoto del Cile che ha tenuto in apprensione noi e le famiglie di molti nostri confratelli, specie quelle dei giovani e chierici aspiranti missionari, partiti nello scorso autunno a quella volta, non ha fatto alcun danno nè alcuna vittima alle nostre Case. Un telegramma dell'ispettore Don Nai, spedito da Santiago in data 16 novembre (e che non giunse a tempo per essere pubblicato lo scorso numero) diceva: « Salesiani, alunni, case, incolumi ». Ne sian grazie al Signore!

* Il Collegio S. Giuseppe di Puntarenas ebbe la visita del Governatore delle Terre Magellaniche, accompagnato dalle autorità locali, che s'intrattennero con interesse nel Museo Storico regionale, nell'Osservatorio metereologico e nel Teatro Fagnano, dove ricevettero gli omaggi dei Superiori e degli allievi, ricambiandoli con parole di gran lode all'Opera delle Missioni Salesiane.

*. Per festeggiare il genetliaco della Regina Margherita di Savoia, nell'istituto salesiano di Costantinopoli convennero il Console Generale d'Italia, comm. Nuvolari e famiglia, l'Ammiraglio Pepe, Comandante la divisione navale italiana del Levante, Mons. Cesarano, Vicario Generale della Delegazione Apostolica, ed uno stuolo di amici e benefattori, i quali, insieme col trattenimento dato dagli alunni, ebbero ad ammirare, con vivo compiacimento, la loro cordialità famigliare, intima e rispettosa, verso i Superiori, frutto prezioso della felice applicazione del sistema educativo di Don Bosco.

*. L'On. Luigi Macchi l'8 novembre visitava l'istituto salesiano di Alessandria d'Egitto, riportandone un'impressione gradita, che espresse pubblicamente con frasi lusinghiere. Nello stesso istituto, nella ricorrenza dell'11 novembre, si cebrarono al mattino solenni funzioni religiose per invocare le benedizioni di Dio sul Re e sulla patria, e a sera si svolse un festivo trattenimento, cui partecipò il fior fiore della colonia italiana.

* Il III Congresso Nazionale degli ex-allievi della Spagna, su proposta del Presidente della Federazione, sig. Giuseppe Duràn, espresse il voto che quanti escono dalle case salesiane, consacrino a Maria Ausiliatrice la loro famiglia e tengano esposta nella loro abitazione un'immagine o una statua della Celeste Patrona. E lo stesso sig. Duràn, non appena finito il Congresso, fu il primo ad attuare il nobilissimo voto.

* I numerosi visitatori dell'Esposizione Industruale di Tournai furono meravigliati dei lavori presentati dalla Scuola Professionale Don Bosco, nei cinque reparti di ebanisteria, scultura in legno, calzoleria, sartoria, meccanica. I lavori recavano l'età del ragazzo che li aveva eseguiti e destava grande ammirazione il veder dati di prima giovinezza su opere di fine esecuzione. La cultura tecnica che la Scuola Professionale Don Bosco assicura agli allievi è d'indiscusso valore. I laboratori occupavano già un vasto spazio nell'istituto, ma le continue domande di nuovi alunni consigliarono ingrandimenti, che permetteranno di accettarvi anche dei buoni giovinetti esterni.

*. Anche a Liegi, nell'Orfanotrofio Salesiano S. Giovanni Berchmans, si tenne un'esposizione professionale, dove « tutto è degno attenzione, - scriveva la Gazzetta di Liegi - ma ciò, che attira particolarmente gli sguardi di simpatia sono i lavori di modellatura e di scultura condotti con gusto e maestria. In altre sale sono esposti i saggi degli aggiustatori e tornitori, nei quali si manifesta il metodo rigoroso e razionale d'insegnamento, i lavori numerosissimi di tipografia, e infine quelli di calzoleria, accompagnati da dimostrazioni intuitive, che indicano la lodevole tendenza di elevare questo mestiere all'altezza di un'arte. Ogni professione occupa con onore i propri reparti, decorati sobriamente da disegni tecnici e ornamentali, eseguiti dai giovani delle rispettive categorie. Ecco un'esposizione-tipo di scuola professionale, esposizione di lavori degli allievi, che porta il sigillo della sincerità e della modestia, ma che fa molto onore ai saggi educatori e maestri ».

NECROLOGIO

Comm. Avv. VITTORIO TREBBI - Presidente del Consiglio Provinciale di Ascoli Piceno, niente chiara ed aperta alle più alte idealità, portò nella vita pubblica e nei delicati uffici a cui fu eletto tutta la fermezza del suo carattere cristiano, una fede profonda ed un affetto sincero per la patria. Ex-allievo di Alassio amò l'opera di Don Bosco di tenerezza grande, e la sua parola non venne mai meno nelle circostanze più solenni della Pia Società. Alla desolata consorte le più sentite condoglianze e l'assicurazione di preci per il diletto estinto.

GIOVANNI BATT. SANTI - Affezionatissimo a Don Bosco, a Don Rua e a Don Cerruti, aveva una tenera divozione per Maria Ausiliatrice e una grande simpatia per tutte le opere Salesiane e godeva particolarmente dei trionfi con la grazia di Dio riportati dai nostri Missionari, come se si dovessero ad altrettanti fratelli carissimi. Morì, dopo brevissima malattia il 26 novembre u. s. a Bra, in età di 72 anni. Il Signore gli dia la pace dei giusti.

COMM. COL. SPIRITO MUSSO. - Ex-sindaco di Castelnuovo d'Asti, si spense cristianamente nell'ottobre u. s. in età di 86 anni. Ogni buona iniziativa ebbe in lui un fautore operoso. Zelò l'erezione del Monumento al Ven. Don Bosco, e, a sue spese, lo circondò della cancellata che lo adorna: e favorì sempre, e di cuore, ogni manifestazione rivolta a gloria dell'immortale concittadino e a vantaggio dell'Opera Salesiana. Sia pace all'anima sua!

ROSINA RAVETTI nata COLOMBANO. - Si spense in Torino il 27 settembre u. s. Donna forte, consorte impareggiabile e madre affettuosa, passò la sua vita tutta dedita alle cure della famiglia, lasciando, con una morte cristianamente esemplare, al marito amatissimo ed al figlio, il più caro ricordo delle sue elette virtù. Al prof. Ravetti ed ai figlio Corino le nostre più vive condoglianze.

Preghiamo anche per i Cooperatori defunti:

ACCONCIAmEssA Giuseppe, † a Torino. ANTONIETTI TRABATTONI Angelica, † a Cantù. AsToRi D. Achille, † a Carpenedolo (Brescia). BALBi D. Alessandro, † a Stazzano (Alessandria). BECCHERLE Elena, ved. † a Caprino Veronese. BERTOLOTTO PONGIGLIONE,. Luigia, † a Savona. BIANCHETTI Comm. Avv. Carlo, † a Torino. BLANCH Teolog. D. Luigi, † a Bricherasio (Torino). BORio Giuseppirna, † a Costigliole d'Asti. Bozzo CERRUTI Luigia, + a Varazze (Genova). BRENTEGANI D. Vincenzo, † a S. Ambrogio Valpol. CALOVINI Maddalena, † a Preghena (Trento). CAMPORINO Luigi, † a Castelnuovo Calcea (Ales.). CARIBONE Francesco, † a Bra (Cuneo). CASIRAGHI Rosa, † a Lesino (Milano). CATALDI Violantina n. CATTANEO, † a Romairone. CELLERINO D. Giovanni, † a S. Martino Alfieri. CHIAPPINI Cont. Carolina, † a Gragnano Trebb. CIGNETTI Mons. Giuseppe, † a Ivrea (Torino). CuRINA Guglielmina, t a Fano (Pesaro). DE MARCHIO Giovanni, † a Vigonovo (Udine). FRATTINI Bernardino, † a Paganico (Perugia). FRATTON D. Giov. Batt., † a Portese (Brescia). GANDI GIORDANA Rosa, † a Racconigi (Cuneo). GARBATI Tiopiste, † a Stazzema (Lucca). GIUMETTI Ch. Anselmo, † a Fano (Pesaro), GNEME Lucia, † a Rogna. GOBBO .Ch. Silvio, + a Morgano (Treviso). GUERRINI D. Giuseppe, † a Oggebbio (Novara). GuICCIARDI Carolina, † a Tirino. LERDA D. Giuseppe, † a Centallo (Cuneo). LERDA Michele, † a Centallo (Cuneo). LONGARATO D. Luigi, † a Gambellara (Vicenza). Lucchi BECCHERLE Elena, † a Caprino Veronese. LuGOBONI Maddalena, † a Negrar (Verona). MASOERO Secondo, † a Conto. MoLINo Margherita, † a Portacomaro (Alessandria). MONTANI D. Giovanni, † a Lumellogno (Novara). ORTO Carlo, † a Catania. PAVIA Antonietta, † a Settime d'Asti.

PETITTI DI RORETO Cont. Tommasina, † a Torino. PICcoLi Penelope, † a Milano. POGGIO MEREGALLI Suor Maria, † a Piacenza. POLI Avv. Giov. Maria, † a Torino. PRADELLI Vittoria, † a Milano.

PRANDONI Paola, Ved. SIGLI, † a Vaprio d'Adda. PREVITALI Mons. Luigi, † a Venezia. RoBBA Angela, † a S. Damiano d'Asti. Rosà Domenico, † a Vignole (Trento). ROTA Bucò Giuseppe, † a Palazzago (Bergamo). RUSCHETTA Teolog. D. Luigi, † a Vezzo (Novara). SCAMuzzI Carolina Ved. BORGHINO, † a Torino. SOAVE Tomaso, † a Castelnuovo Belbo (Aless.). SPINELLI Antonietta, † a S. Regno (Porto Maurizio). STICCA Margherita Ved. COLLIEX, † a Torino. TRAVAINI Ferdinando, † a Maggiate Super. VERONELLI Luigi, † a Roma. ZANEI Antonio, † a Petropolis (Brasile). ZANI Luigia, † a Clusane (Brescia). ZORZI Antonio, † a Petropolis