BS 1910s|1918|Bollettino Salesiano Settembre 1918

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO

ANNO XLII - N. 9   SETTEMBRE 1918

SOMMARIO

Del sentimento religioso e patrio nell'educazione della gioventù.

La "Festa del Papa".

La solenne inaugurazione del nuovo Tempio di Maria Ausiliatrice presso Castelnuovo d'Asti - Il Triduo solenne - Avviso.

Echi delle Solennità giubilari in onore di Maria Ausiliatrice, Al Rev. Clero e per le adunanze mensili: - Tre opere sante, necessarie par render cristiana la società.

Fatti e detti di Don Bosco: X) Per consiglio.., a Don Bosco.

La conversione d'uno stregone a Santiago di Mendez nell'Equatore.

Dalla Prefettura Apostolica del Rio Negro.

Ricchi manipoli dall'Apostolato dell'innocenza. Per l'assistenza dei nostri emigrati al Perù.

Il Culto di Maria Ausiliatrice: Pel 24 corrente - Grazie e graziati.

Care notizie dal Perù: La "Messa d'Oro" dì Mons. Costamagna - il Presidente dello Stato nel Collegio Salesiano.

Note e Corrispondenze: - L'opera di Don Bosco in Palestina -- None a Don Albera - Notizie varie. Necrologio e Cooperatori defunti.

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE - VIA COTTOLENGO, 32 - TORINO

DEL SENTIMENTO RELIGIOSO E PATRIO NELL'EDUCAZIONE DELLA GIOVENTÙ

Nell'ora che passa una grande verità che si fa strada nella mente di tutti è la necessità dell'educazione cristiana della gioventù. La guerra parla, e ha già eloquentemente dimostrato con la prova dei fatti, che solo la Fede, coscientemente vissuta, rende l'uomo forte e sereno, capace d'affrontare con luminoso eroismo anche il massimo dei sacrifizi. Se si vuole la totale rinnovazione della società, senza la quale non sarà mai assicurata ne la pace ne la prosperità delle nazioni, è indispensabile educare cristianamente la gioventù.

Fedeli agli esempi e agli insegnamenti di Don Bosco, noi, dovunque siamo e saremo, ci occuperemo sempre della gioventù. «Lo scopo nostro è santo, diceva Don Bosco; e il successo dell'opera nostra sta nel fine stesso cui essa tende. Esso torna beneviso a tutti, perchè, senza far della politica, mira unicamente a far del bene alla gioventù ».

Quanta verità e quanta saggezza in queste parole! Fare del bene ai giovani, avendo di mira unicamente il loro bene, è rendersi altamente benemeriti della Religione e della Patria. Questa deve a quella i suoi migliori cittadini e, conseguentemente, il suo fiorire in qualunque età, come insegna la storia.

Religione e Patria, più che due grandi ideali, sono due grandi realtà, le sole che mirino e riescano ad appagare le più intime aspirazioni del cuore. Studiatele nei loro doveri e nei reciproci loro rapporti, e, così unite, fatele apprezzare ed amare: verrete a dischiudere una fonte di chiare e forti energie nell'educazione della gioventù.

Che cosa insegna la Religione?

La Religione Cristiana ha sempre additato ai popoli la via sicura per arrivare alla patria celeste e il modo di condurre una vita tranquilla nella patria terrena, educandoli alla nozione chiara di tutti i doveri, individuali, famigliari e sociali, al verace ossequio ad ogni autorità costituita, all'osservanza scrupolosa delle leggi, e insieme all'amore scambievole e alla concordia fra i singoli membri, così d'una stessa famiglia, come d'una stessa stirpe e, conseguentemente, d'una stessa nazionalità. Questo amore di preferenza che naturalmente lega tra loro i singoli membri d'una stessa famiglia, d'una stessa stirpe e d'una stessa nazionalità, è, secondo la dottrina della Chiesa, la prima applicazione logica del Precetto Divino: « Ama il tuo prossimo come te stesso » !

Questi principii la Religione li ha sempre insegnati, come sempre li ha inculcati l'educazione cristiana; ed oggi è conveniente ripetere ai quattro venti che la Chiesa insegna così, e che i preti educano così. Si sono, da tempo, addensate innanzi alle intelligenze popolari tali nubi spaventose, che ai più impediscono di veder la luce stessa del sole. Disperdiamo siffatte nubi; il momento è propizio.

Ripetiamo e facciamo comprendere a tutti che i migliori cristiani sono anche i migliori patriotti, perchè è la Religione che insegna e comanda di amare la Patria. Facciamolo sentire a tutti, perché è bene che tutti sappiano quali, su questo punto; sono i sentimenti dei figli devoti alla Chiesa. Facciamolo comprendere specialmente alla gioventù, che ha bisogno di un'educazione completa, per non rimanere scossa un giorno di fronte alle insinuazioni e alle calunnie dei nemici della Religione. Dalle esteriori dimostrazioni di cosciente ossequio ai doveri verso la Patria - più facili a ottenersi la gioventù verrà meglio educata allo spirito d'ordine, e ne avrà pure stimolo all'interiore ossequio verso i doveri religiosi.

Di questa sana pedagogia offrono splendidi esempi le giovani nazioni americane, dove il duplice sentimento religioso e patrio, fuso opportunamente, dà luogo, come nei Collegi Salesiani, a imponenti manifestazioni di vita cristiana e d'alta educazione civile e nazionale, con larghe simpatie per la causa stessa dell'educazione cristiana.

La "Festa dei Papa".

Nel numero di marzo u. s. in base ad un voto espresso al Santuario di Piova durante gli Esercizi Spirituali ivi compiuti da un eletto drappello di Cooperatori, e memori sopratutto degli esempi e degli ammaestramenti del nostro caro Don Bosco noi abbiamo caldamente raccomandato a tutti i Cooperatori di celebrare e di zelare, ovunque fosse possibile, la così detta « Festa del Papa ».

Prime in questo convenientissimo omaggio erano state due illustri archidiocesi italiane: Genova, patria dell'attuale Pontefice Papa Benedetto XV, - e Bologna, che si gloria d'averlo avuto Arcivescovo prima della sua elezione al Supremo Pontificato. Da questi due centri la splendida iniziativa prese a imitarsi in altre diocesi, e anche da noi.

E il nostro appello ha felicemente avuto una larga diffusione, specialmente all'estero. Nella Repubblica Argentina, mercè lo zelo di quei cari Confratelli, che sono sempre i primi ad appoggiare con slancio ogni nostra proposta, la « Festa del Papa» si è già celebrata solennemente in più luoghi. A Buenos Aires, nel Collegio Salesiano « Leone XIII » in via Dorrego n°. 2120, si è svolta la domenica 30 giugno con una cerimonia religiosa celebrata da Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Francesco Alberti, Vescovo Ausiliare, e con una solenne accademia, presieduta dallo stesso Nunzio Apostolico dell'Argentina, Mons. Alberto Vassallo di Torregrossa. Al mattino le Comunioni distribuite furono numerosissime, e tutte, come diceva apposito invito, vennero offerte al Signore secondo l'intenzione del Papa. Alla sera la moltitudine accorsa all'accademia fu quella delle più grandi occasioni.

Anche nell'Uruguay, per opera di quei nostri confratelli venne iniziato il devoto omaggio collo stesso programma da noi proposto: una comunione generale secondo l'intenzione del Papa e nel pomeriggio funzioni solenni con discorso sulla dignità del Romano Pontefice.

In ambedue le Repubbliche dapprima si è diffusa l'idea a mezzo della stampa quotidiana e periodica, poi si è venuti all'azione.

Ci auguriamo che il bell'esempio abbia ad essere imitato in tutti i luoghi ove si trovane Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, Cooperatori o Cooperatrici Salesiane. Per parte nostra non sbancheremo di tornare sull'argomento a tempo opportuno: e fin da questo mese, in omaggio al S. Padre che inizia il V° anno di Pontificato, noi osiamo promettere che i Cooperatori Salesiani saranno dappertutto solidali nel diffondere la santa proposta.

La solenne inaugurazione del nuovo tempio di Maria Ausiliatrice presso Castelnuovo d'Asti.

Vivrà a lungo il ricordo dell'entusiasmo e della divozione con cui s'è inaugurato l'elegantissimo tempio, eretto in onore di Maria Ausiliatrice di fronte alla poverissima casetta ove nacque il Ven. Don Bosco. L'agile e bel campanile e gli svelti pinnacoli che sormontano i quattro. frontoni del graziosissimo sacro edifizio, da tempo dovevano aver richiamato il pensiero di tutti gli abitanti delle colline e dei paesi corcostanti sulla prossima cerimonia della sua inaugurazione, e grande doveva esser l'attesa, se grande al di sopra d'ogni aspettativa fu il numero dei devoti, accorsi non solo dal vasto comune di Castelnuovo d'Asti, ma da Chieri, Riva, Villanova, Buttigliera, Arignano, Mombello, Moncucco, Moriondo, Cocconato, Piovà, Albugnano, Montafia, Pino d'Asti, Capriglio, Mondonio, ecc. ecc.

La cerimonia della benedizione rituale del nuovo Tempio venne compiuta la sera del primo agosto da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Pasquale Morganti, Arcivescovo di Ravenna e Vescovo di Cervia. L'illustre Prelato, dolente di non aver potuto prender parte alla solenne commemorazione celebratasi a Torino il 9 giugno, si recò con gioia a Castelnuovo per rendere omaggio a Maria SS. Ausiliatrice e al suo antico superiore Don Albera. Sua Eccellenza compì dapprima la benedizione delle quattro campane che mandarono subito un saluto alle amenissime colline circostanti : quindi procedette alla benedizione del Tempio secondo il Rituale Romano. Egli era assistito dal rev.mo Don Albera e dal rev.mo Don Amore, parroco di Marmorito, dal segretario Don Cavagna, da tutto il Consiglio Superiore della Pia Società Salesiana, dal m. rev. Don Luigi Bussi, parroco di S. Gaetano a S. Pier d'Arena, rappresentante il Comitato degli Ex-Allievi del locale Istituto salesiano, e da non pochi altri sacerdoti.

Compiuto il sacro rito, tutta la popolazione presente si riversò nel tempio benedetto, e Monsignor Morganti prese la parola. Ricordò la gioia con la quale egli stesso, tre anni fa, aveva appreso la cara notizia della posa della prima pietra di quel sacro edifizio; rievocò gli anni di Don Bosco fanciullo ; disse del vivo desiderio del Venerabile di veder sorgere il nuovo tempio e della pietosa gara con cui questo era stato condotto a compimento; e ne trasse i migliori auspici di copiose benedizioni celesti su coloro che avevano cooperato alla sua costruzione e su quanti si recheranno d'ora: innanzi a pregare nel devoto Santuario.

La cerimonia ebbe termine alle 21.30.

Il triduo solenne.

Alle 7 del 2 agosto lo stesso Eccellentissimo Monsignor Morganti cominciò la consacrazione del doppio altare marmoreo, splendido lavoro della Ditta Catella di Torino su disegno del carissimo nostro confratello prof. Giulio Valotti, al quale, come dicemmo lo scorso mese, si devono tutti i disegni del Tempio, che è un vero gioiello d'arte cristiana.

Fin dal principio della sacra cerimonia una larga schiera di fedeli, in attesa della celebrazione della santa Messa, riempì il sacro edifizio devotamente pregando e, molti, accostandosi alla santa confessione.

Non appena ebbe termine il sacro rito, seguito dai presenti con la più religiosa attenzione, l'Arcivescovo consacrante cominciò la celebrazione della santa Messa all'altare del coro ; e il rev.mo Don Albera, assistito, dal dott. Don Luchelli, Ispettore delle Case Salesiane del Piemonte, e dal Direttore dell'Istituto Don Bosco di Castelnuovo d'Asti, Don Giuseppe Guala, saliva all'altar maggiore per la Messa solenne. Era quello il dì preciso della sua Messa d'Oro; poichè, proprio cinquant'anni prima, il 2 agosto 1868, egli aveva celebrato la prima Messa nel Piccolo Seminario di San Carlo in Mirabello Monferrato.

Numerosi Cooperatori e Cooperatrici erano accorsi anche per questo alla cara cerimonia. Il zelante Comitato delle nostre Cooperatrici di Castelnuovo v'era quasi al completo; e la pia signora del Cav. Dott. Filipello aveva offerto uno splendido calice con finissime cesellature, col quale l'amato Superiore celebrò quella messa memoranda.

Anche le Case Salesiane più vicine si fecero un dovere di prender parte alla cerimonia. Da Castelnuovo vi si recò in corpo l'Istituto Paterno, col suo Piccolo Clero e la sua Schola Cantorum. Da Arignano vi pellegrinò tutto quanto l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, insieme con la Superiora Generale Madre Caterina Daghero ed altre Madri del del Consiglio Generalizio di Nizza Monferrato, cioè la Vicaria Generale e l'Economa Generale, Madre Eulalia Bosco, pronipote al Venerabile. Anche i piccoli Orfani di Guerra dell'Istituto Domenico Savio di Grugliasco, per i quali l'Autorità Militare mise a disposizione comodi mezzi di trasporto, e le Orfane di Guerra che le figlie di Maria Ausiliatrice hanno raccolte in Chieri, convennero in quel giorno ai « Becchi », ove furono la nota più simpatica e commovente. Inginocchiati per terra presso l'altare, con le mani giunte e lo sguardo fisso continuamente in Don Albera, essi ascoltarono devotamente la santa Messa, quali rappresentanti di tutti i bambini e delle bambine che avevano cooperato con le loro offerte alla costruzione del nuovo Tempio; e benchè l'ora fosse piuttosto tarda, quanti erano ammessi alla Santa Comunione, tanti vollero rimaner digiuni per ricevere Gesù nel loro cuore;.

Alle 11, in forma semplice e solenne, seguì il trasporto del SS.mo Sacramento dalla vecchia cappelletta, aperta da Don Bosco nel 1848, (che sarà conservata tale quale, come caro ricordo) alla nuova Chiesa. Aprivano il devoto corteo, al suono festoso delle campane e al canto del Pange lingua, gli Orfani di Grugliasco, e le Orfanelle di Chieri; seguiva l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Arignano; quindi l'Istituto Paterno di Castelnuovo; poi il Clero con a capo Don Albera, recante Gesù Sacramentato; e, subito dopo, veniva l'Arcivescovo di Ravenna Mons. Morganti tra il popolo devoto. Entrati in chiesa, venne impartita la benedizione eucaristica, e con essa ebbero termine le funzioni del mattino.

Nel pomeriggio il rev.mo Teol. D. Giulio Barberis, Direttore Spirituale della Pia Società Salesiana, benedisse e solennemente eresse le

14 Stazioni della Via Crucis, presente l'Istituto di Arignano, che egregiamente sostenne tutta la parte del canto liturgico. A notte venne esposto Gesù Sacramentato, e vi fu un'ora solenne d'adorazione predicata. Anche a quel l'ora il sacro tempio era pieno di fedeli.

Egual affluenza si ebbe il sabato, secondo giorno del Triduo. Tanto alle Messe celebrate al mattino, quanto alla funzione serale, accorsero in gran numero gli abitanti dei dintorni, tra cui non pochi villeggianti.

Il terzo giorno, domenica 4 agosto, fu un trionfo di Maria Ausiliatrice. Il nuovo Santuario, fin dalle prime ore del mattino, restò tutto il giorno affollato. Alla Messa celebrata alle otto dall'Eminentissimo Card. Giovanni Cagliero, la moltitudine era così pigiata che a stento potevan aprirsi un passaggio coloro che desideravano accostarsi all'altare per la santa Comunione. L'Eminentissimo, stupito di veder tanta gente, non contento di aver indirizzato ad essa la sua parola stilla soglia stessa della chiesa non appena v'ebbe posto il piede, tornò a rallegrarsi con i presenti animandoli ad accorrere sempre con fiducia al nuovo Santuario, la cui erezione - egli disse - « era un sacro dovere di riconoscenza per i Salesiani, per le Figlie di Maria Ausiliatrice e per i loro Cooperatori.

» Chi conosceva in passato -- esclamava l'Eminentissimo - chi conosceva questo luogo solitario, al quale oggi si volgono con tant'affetto gli sguardi d'innumerevoli persone da ogni parte della terra? Prima che la Madonna sciegliesse un umile pastorello, Don Bosco, nato nella casetta che è qui di fronte, a strumento delle sue meraviglie, chi conosceva questo luogo solitario?... Era dunque un sacro dovere l'erezione di questo tempio, che c'invita con i suoi svelti pinnacoli a guardare al cielo ! Venite, venite in gran numero e con la certezza d'esser benedetti in modo speciale. dalla gran Vergine Ausiliatrice, a questo suo bel Santuario ! ».

La Messa solenne venne cantata, anche nel terzo giorno del triduo, dal nostro superiore Don Albera. La parte musicale fu sostenuta con vero entusiasmo, suscitato dalla natural commozione che prova ogni figlio di Don Bosco nel pellegrinare all'umile casetta ove nacque il Padre Venerabile, dai bravi alunni della Schola Cantorum dell'Oratorio Salesiano di Torino, felici di ritardare d'alcuni giorni le vacanze autunnali per recarsi alla casa di Don Bosco.

Da Torino quel giorno convenne al nuovo Santuario anche una schiera di giovanotti del Circolo Auxilium dell'Oratorio festivo di Valdocco, in gita di premio per l'impegno messe e pubblicamente dimostrato nello studio dei catechismo. Anche l'Associazione degli ex-allievi dello stesso Oratorio Festivo v'inviò la stia bella rappresentanza, e non mancarono larghe rappresentanze degli Oratori festivi, maschili e femminili, di Chieri e Buttigliera d'Asti. Il circolo di Buttigliera d'Asti vi si recò in corpo col proprio vessillo.

Per tutto il giorno il santuario e le adiacenze rigurgitarono di pellegrini: si calcolano a non meno di quattromila i convenuti. E a quale scopo? sopratutto per pregare! Milleottocento furono coloro che s'inscrissero all'Associazione dei Divoti di Maria Ausiliatrice, eretta dal sig. Don, Albera, per privilegio apostolico, nel nuovo tempio ; e più di millecinquecento le sante Comunioni distribuite nei giorni del triduo. Quando si pensa che il caro Santuario sorge isolato all'aperta campagna, e che all'infuori dei pochi e sparsi casolari di Murialdo, e del piccolo paesello di Capriglio, patria di Mamma Margherita, ogni altro centro abitato è assai distante - Castelnuovo è ad un'ora di cammino - chi non resta altamente stupìto per tanta moltitudine accorsa? Si è pienamente avverata l'enfatica parola del zelantissimo Vicario di Castelnuovo, Mons. Giov. Battista Rossi, ora vescovo di Pinerolo, che caldeggiò assai l'idea del nuovo tempio: « Vedrete, egli diceva, quanti pellegrineranno ai Becchi!... Da queste parti manca ancora, in largo giro, un Santuario della Madonna. Sorga una bella chiesa in onore di Maria Ausiliatrice, di fronte al casolare donde Ella trasse l'Apostolo prediletto della sua divozione, il Ven. Don Bosco; e vedrete tutte le popolazioni dei dintorni accorrervi a gara, in devoto pellegrinaggio! »

F, tale fu il pensiero di tutte le carovane che fin dalle prime ore del mattino si vedevano scendere dalle colline circostanti, serpeggiare per la valle, e salire al Santuario.

Nel pomeriggio, a comodità dei divoti, le sacre funzioni vennero ripetute. Alla prima rivolse brevi parole il rev.mo Don Albera, il quale, prima d'impartire la Benedizione Eucaristica, diede a tutti i presenti anche la benedizione di Maria - Ausiliatrice.

Alla seconda funzione, cioè ai vespri, cantati in musica dalla Schola Cantorum dell'Oratorio di Torino, celebrò il rev.mo Don Filippo Rinaldi, Prefetto Generale della nostra Pia Società: e, dopo il discorso, l'Eminentissimo Card. Cagliero intonò il Te Deum, che fu proseguito alternamente, in musica dai cantori, dal popolo in gregoriano. In fine, lo stesso Cardinale impartì la benedizione col SS.mo Sacramento, prima dall'altare, poi dalla porta della chiesa, per soddisfare la pietà della moltitudine accalcata sul piazzale e nelle adiacenze.

Come annunzìammo nello scorso mese, le preghiere di questo solennissimo triduo furono offerte al Signore, non solo per quanti concorsero alla costruzione del Santuario, ma anche per i morti in guerra e per i bisogni particolari della nostra Patria e della Chiesa Cattolica nell'ora presente. Il Signore, nella sua bontà, voglia esaudirle!

È superfluo il dire che tutti gli accorsi nei tre giorni al nuovo tempio visitarono, non senza commozione, l'umile casetta dove nacque Don Bosco. Anche l'on. Gazelli di Rossana, deputato del Collegio di Villanova, vi si recò riverentemente dopo aver visitato il Santuario. Che Maria Ausiliatrice, coll'abbondanza delle sue benedizioni, moltiplichi il numero dei devoti frequentatori e infonda in essi quello spirito profondamente cristiano, che il Ven. Don Bosco voleva veder fiorire in tutti i suoi figli.

* *

A Castelnuovo, dove il prof. D. Pietro Gallo, salesiano, aveva contemporaneamente predicato un triduo in preparazione alla festa di Maria Ausiliatrice celebratasi . nella Parrocchia per comodità di coloro che non potevano recarsi ad onorare la «Madonna di Don Bosco » nel nuovo Santuario, il nostro carissimo Don Fasulo, la sera del 4 agosto, tenne alla presenza di Don Albera e di un numerosissimo pubblico una conferenza con proiezioni luminose sulle Missioni Salesiane, la quale fu per i Castelnovesi degno epilogo delle indimenticabili solennità che accompagnarono, con loro particolare soddisfazione e intima letizia, l'inaugurazione del nuovo Santuario dedicato a Maria Ausiliatrice.

Ad essi, particolarmente all'ill.mo Signor Sindaco, al rev.mo Signor Vicario, e a tutte le altre Autorità che in questa cara occasione largheggiarono con noi d'indimenticabili gentilezze, - ai nobili coniugi Signori Damevino, che furono i Priori delle feste, - alla generosa e cristiana famiglia dei pronipoti di Don Bosco, che si sottopose a non leggeri incomodi per offrir la più cordiale ospitalità, noi rinnoviamo pubblicamente i più vivi ringraziamenti colla promessa di speciali preghiere secondo le loro intenzioni.

Al nuovo Santuario è continuata anche nei giorni seguenti, particolarmente nelle domeniche, nei sabati, e nella solennità dell'Assunta, una consolante affluenza di devoti. Il giorno dell'Assunta vi si recò in pio pellegrinaggio una larga schiera di signorine dei vari circoli fiorenti nell'Oratorio festivo delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Torino.

Avviso.

Il Rettore del nuovo Santuario, Sac. Francesco Cottrino, ci prega d'annunziare, a comodità dei Cooperatori e delle Cooperatrici dei paesi dei dintorni: I°) che ogni giorno coloro che si recano al nuovo Santuario hanno comodità d'accostarsi ai Santi Sacramenti: II°) che prossimamente, secondo la pia tradizione incominciata dal Ven. Don Bosco, verrà celebrata con particolare solennità la festa del Santo Rosario, nella prima Domenica d'Ottobre: III°) che il 24 d'ogni mese hanno luogo speciali funzioni, mattino e sera, secondo l'intenzione di tutti gli ascritti all'Associazione dei Divoti di Maria Ausiliatrice.

ECHI DELLE SOLENNITÀ GIUBILARI

IN ONORE DI MARIA AUSILIATRICE

Come fu eretta a New-York una nuova chiesa in onore di Maria Ausiliatrice.

Il 28 novembre 1898 giungeva a New Vork il Sac. Salesiano Don Ernesto Coppo con due altri confratelli, e cominciava a lavorare a pro' degli Emigrati Italiani officiando il basement di Santa Brigida (8th Street ed Ave. B.) e dimorando in tre piccole stanze d'affitto.

Da così umile principio messo a confronto con l'opera d'oggi, viene subito alla mente il ricordo del granello di senapa che si sviluppa fino a diventare un albero... Appena dodici italiani ascoltarono la prima Messa nella prima domenica in cui il basement di S. Brigida fu aperto al divin culto per gli Italiani dell'East side; ma i Salesiani non si perdettero di coraggio, anzi dal piccolo numero trassero argomento di fede e di speranza e proseguirono nell'arduo cammino. E l'opera fu coronata di benedizioni. Nei nove anni trascorsi in quel basement fu grande il bene, grande il risveglio di fede, grande lo slancio dei cuori che si aprivano alla giocondità della Religione avita.

Dopo nove anni. - Nel 1907 si comprarono le due case dal N. 429 al 431 nella 12.ma strada. In una si stabilì la dimora dei Sacerdoti, nell'altra s'iniziò la nuova Cappella... Quale Cappella ! Era una stalla! Anche Betlemme era una stalla e divenne dimora del Verbo di Dio! Quest'altro ricordo accrebbe le speranze... Vi celebrò la prima Messa Mons. Giovanni Edwards, attuale Vicario Generale, allora parroco della Chiesa dell'Immacolata alla 14.ma strada. Contemporaneamente si continuò a officiare il basement di S. Brigida, che serviva per le domeniche e per le grandi ricorrenze, specie per le S. Missioni.

Finalmente, per munifica donazione dell'Em. Card. Farley i Salesiani ottennero cinque lotti dell'antico cimitero tra la prima Avenue e l'Avenue A, dall'undicesima alla dodicesima strada, e su quest'area, lasciando un certo spazio per una futura Rettoria, fu costrutto l'attuale basement che costò circa 4o mila dollari e rispondendo più adeguatamente ai bisogni del popolo divenne il centro di migliaia di italiani che vi trovarono le costumanze della patria lontana e vi compivano più alacremente i doveri religiosi. Il basement fu incominciato nell'aprile del 1911 e fu dedicato dallo stesso Em.mo Card. Farley, assistito dai Rev.mi Monsignori Edwars e Lewis nel settembre dello stesso anno.

Un asilo infantile. - Allargandosi vieppiù il campo di azione, veniva a constatarsi il bisogno di provvedere in qualche modo alle madri che, a causa dei bambini, non potevano accudire al lavoro necessario al sostentamento della vita, e sorse e fu attuata l'idea d'un asilo infantile. Una delle case - quella precisamente che conteneva l'antica Cappella -- fu trasformata in uno dei più moderni e più belli Day-Nursey parrocchiali, dove si compie un bene immenso. In media vi son accolti ogni giorno 17o bambini da quelli lattanti ancora (in apposita sala se ne contano 25 al giorno) fino a quelli di sei anni. L'istituto funziona dall'ottobre 1816 ed è retto dalle Suore Mission Helpers of the Sacred Heart, alle quali è pure affidata la visita generale della Parrocchia con buona messe di frutti spirituali.

La grande idea. - L'asilo infantile, se riempiva. una lacuna, ne apriva un'altra che minacciava di diventare una voragine profonda da inghiottire le più belle speranze... Con la trasformazione della seconda casa, non vi eran più i locali adatti pel Sunday-School e per i Clubs giovanili

Che cosa sia l'opera parrocchiale senza la Scuola di Catechismo e che cosa sia l'Opera Salesiana senza i giovani è facile immaginare! Si ottenne, è vero, di trasportare il Sunday-School nell'antico basement di S. Brigida, ma il fiorentissime Sunday-School della 12.ma strada, che contava più di mille e duecento bambini, cominciò a tramontare. La distanza, le distrazioni, il non poter contare su tante piccole cose, furori le cause del decadimento.

Bisognava correre al riparo, ed ecco la grande idea della nuova Chiesa sopra il basement per aver libero questo per la scuola di Catechismo, per le riunioni dei Clubs, delle Società, ecc.

Come riuscirvi in questa difficoltà di, tempi

La nuova Chiesa. - Sorse per incanto. Su disegni dell'Architetto Serracino, il 4 giugno 1917 si mise mano ai lavori; il 15 luglio si pose la prima pietra; tutte le difficoltà (e quante!) vennero appianate. La cifra precisa del costo della chiesa non si può dare ancora, ma non sarà inferiore a 8o mila dollari, compreso l'altare, l'organo, e il rimanente del necessario mobilio. Iddio benedisse la generosa iniziativa. Ma non si trascurò nulla per suscitare la carità dei fedeli: per tutto l'anno un apposito bollettino zelò gl'interessi della nuova chiesa, incoraggiando ed infiammando gli animi; nè si tralasciarono quei mezzi che l'esperienza suggerisce.

Ed ora la bella Chiesa dedicata - come già il basement - a Maria Santissima Ausiliatrice, sorge maestosa con i suoi due campanili; e candida e bella nell'interno, tutta in stile romano, con le sue graziose cappelle, invita a pregare, a supplicare, a gioire e a piangere le più belle lagrime di pentimento o di rigenerazione, o di sante gioie spirituali... Venne dedicata il 10 febbraio di quest'anno da Sua Ecc. Rev.ma Mons Bonzano, Delegato Apostolico: ed anche l'Em.mo Card. Farley prese parte alle feste della dedicazione.

Il nostro popolo. - Dobbiamo rilevare che il nostro popolo corrispose e corrisponde con slancio mirabile, non ostante le ristrettezze dei tempi all'appello per la costruzione e ai bisogni della nuova Chiesa.

Appena si avanzò il pensiero di un altare in marmo più confacente allo splendore del nuovo edificio - l'altare della Vittoria per invocare l'aiuto di Dio e della Vergine Santissima sulle armi italiane - in meno di un mese e mezzo, la somma prevista fu completamente coperta e sorpassata: e sorse il bell'altare a testimonianza della fede del buon popolo italiano e insieme del suo vero e sincero patriottismo!

La Società di S. Anna ha la benemerenza speciale di aver devoluto l'intero suo fondo di cassa di mille dollari per l'organo, prezioso acquisto che darà alle funzioni il massimo splendore.

Le Figlie di Maria concorsero ad erigere l'altare dell'Immacolata; e tutti i parrocchiani si distinsero, chi in una chi in un'altra opera, per raccogliere i fondi necessari. Sieno essi ringraziati e benedetti da Dio!

La vita della Parrocchia. - Abbiamo accennato a varie opere fiorenti nella parrocchia; e non sarà senza duplice vantaggio l'elencarle. Tornerà d'incoraggiamento ai cari emigrati che leggono con tanto piacere il « Bollettino Salesiano », e di buon esempio ad altri.

1) La prima Associazione parrocchiale è quella dei divoti di Maria Ausiliatrice, con due sezioni, maschile e femminile. Entrambe ricevono la Santa Comunione la quarta Domenica di ogni mese alla Messa delle 7.30. L'adunanza per le donne è nello stesso giorno alle 4 pom.; per gli uomini, il giorno seguente. Celebra la festa patronale l'ultima domenica del mese di maggio: splendida festa che va prendendo sempre miglior sviluppo ed è un trionfo perla nostra Santa Religione.

2) In secondo luogo viene la Società di S. Anna. Le ascritte fanno la Comunione e tengono adunanza la prima domenica del mese. La festa annuale è il 26 luglio, o la domenica seguente.

3) Le Figlie di Maria Immacolata, hanno adunanza e fanno la loro Comunione mensile nella terza domenica del mese. La loro festa principale è l'8 dicembre.

4) La Società del Rosario, che tiene l'adunanza e fa la S. Comunione la seconda domenica del mese, e comprende i due sessi. La festa principale si celebra nell'ultima domenica del mese di ottobre, a conclusione del mese del Santo Rosario.

5) La Società del Santo Nome di Gesù, esclusivamente per gli uomini, per riparare il nostro Divin Redentore delle bestemmie degli eretici e dei cattivi cristiani. Celebra la festa annuale nella domenica del S. Nome.

6) La Società di S. Giuseppe, che è per soli uomini e intende onorare il grande Patrono della Chiesa Universale ed il Protettore della Buona Morte. La festa principale è nella domenica dopo il 19 marzo.

7) La Lega del Sacro Cuore di Gesù che si divide in due sezioni ogni primo venerdì del mese: la prima riceve la Santa Comunione alla Messa delle 6, e l'altra alla Messa delle 8. L'adunanza è al lunedì antecedente il prima venerdì.

Anche, questa Società ha concorso efficacemente per abbellire l'altare del Sacro Cuore, e le auguriamo veri trionfi colla sua propaganda in tutte le famiglie, mercè i Nove Uffizi, Guardie d'Onore, Ora santa, e la visita quotidiana al SS. Sacramento.

8) La Lega della Messa Quotidiana, recentemente stabilita e ricchissima di sante indulgenze, che promuove l'intervento quotidiano alla Santa Messa.

Si dirà:   Perchè tante associazioni?

Rispondiamo: - Oggi l'appartenere ad una Società Cattolica è come una patente di Cattolici praticanti. Oggi in cui tutto è solidarietà, unione e unità di energie, e in cui si moltiplicano ad ogni passo i pericoli per l'anima e per la vita spirituale, chi non vede la necessità per ogni buon cattolico di dare il nome a qualche società per appianare e superare col reciproco incoraggiamento e buon esempio le difficoltà che isolatamente s'incontrano nell'adempimento dei doveri cristiani?

L'isola di Menorca si consacra solennemente a Maria Ausiliatrice,

L'anno 1893, a Ciudadela, nell'isola di Menorca (Baleari) s'inaugurava un Santuario di Maria Ausiliatrice, a cura di un umile sacerdote.. Don Federico Pareja, che aveva iniziato in quella città un'opera di beneficenza a vantaggio della gioventù. Bello sarebbe ed edificante il rifare la storia di quella fondazione, che celebrò quest'amo il suo giubileo d'argento. Il fondatore, oggi salesiano, vi si recò anch'egli dalla Spagna, insieme coll' Ispettore ed altri figli di Don Bosco e la banda Salesiana di Sarrià-Barcellona, che, al suo passaggio da Mahòn a Ciudadela, vide commover tutta l'isola. E da notarsi che venticinque anni fa il zelante Don Pareja aveva voluto i Salesiani e la banda di Sarrià alle feste dell'inaugurazione

Il Santuario di Maria Ausiliatrice in Ciudadela da anni è divenuto insufficiente a contenere la moltitudine che vi accorre per la festa titolare, la quale si celebra in qualcuna delle chiese più grandi della città: e quest'anno Mons. Vescovo offerse la Cattedrale. Là statua, ché è una delle più artistiche che siano uscite dai laboratori di Sarrià, vi fu trasportata processionalmente: e ogni sera, dalle otto alle nove, si tenne la grande funzione della novena, durante la quale predicò con gran zelo un padre della Congregazione del Sagrado Corazón de Maria, il rev.mo P. Mariano de Benito.

Il giorno 24 maggio si celebrò la festa intima nel Santuario che fin dalle quattro del mattino era gremito di gente per la S. Comunione e tutto il giorno rimase affollato dì devoti. Il gran giorno però fu il 26, ultima domenica del mese di maggio. Tutta la città era pavesata a festa. Per tempo la banda prese a percorrere le vie. Nella Cattedrale si celebrò la Messa della Comunione Generale dall'Ispettore dei Salesiani e si distribuirono in quella sola Messa, più di 15oo Comunioni: moltissimi altri si comunicarono in altre chiese e durante altre Messe. La Cattedrale si affollò per la Messa Pontificale, celebrata dal Vescovo della diocesi S. Ecc. Rev.ma Mons. D. Juan Torras y Ribas, con la partecipazione ufficiale del Municipio e delle autorità della città e di altri paesi dell'Isola. I giovinetti della Schola Cantorum della nostra Casa locale, accompagnati dai Cantori della Cattedrale, eseguirono la grandiosa Messa del Pagella per la incoronazione di Maria Ausiliatrice, che fu di un effetto magnifico.

Ma l'atto grandioso del giorno, che costituiva il punto culminante della festa, doveva essere la processione solenne con la pubblica consecrazione a Maria Ausiliatrice.

Per questo motivo eran accorse molte persone, sia per divozione propria, sia come rappresentanti, da tutte le parti dell'Isola.

Con bell'ordine la processione sfilò tutta davanti la statua dell'Ausiliatrice; e benchè fosse composta solo di rappresentanze s'ebbe un corteo d'oltre 1300 persone. Presiedeva Sua Ecc. Mons. Vescovo, accompagnato da tutto il Capitolo, dai Parroci e sacerdoti della città. Seguiva il Sindaco l'ill.mo Sig. Conte di Torre Saura fra i consiglieri municipali e le rappresentanze di varii municipii dell'Isola. Circondavano la statua illustri signori della città con torcie, e sostenevano i cordoni del trono della Vergine gli Ecc.mi Sigg. Josè de Olives, ex senatore, e Juan Toltavull, Presidente della Adorazione notturna della diocesi. Erano presenti quattro bande. Il corteo accompagnato e seguito da tutta la popolazione si diresse alla gran piazza del Borne, dove nel 1525 prodi Ciudadelani s'immolarono per la difesa della patria. Presso la piramide che ricorda i caduti, in luogo elevato, fu posta la statua dell'Ausiliatrice, e là, alla presenza di quella gran moltitudine, il R. P. Mariano, predicatore della novena, tenne un'eloquente allocuzione, dopo la quale si lesse l'apposita formola di consecrazione della città di Ciudadela e dell'isola di Minorca a Maria Aiuto dei Cristiani. Gli evviva e la Marcia Reale coronarono le ultime parole! La cerimonia non poteva esser più solenne: tutti erano fortemente commossi. La processione riprese il suo giro per le vie principali, tutte addobbate. Sui balconi delle case e sulle porte vedevasi l'immagine dell'Ausiliatrice entro corone di fiori, e dappertutto era una pioggia di fiori, di biglietti e di letterine, dirette alla Vergine, inneggiando alle sue glorie e implorandone grazie e favori. Così si arriva in via Maria Ausiliatrice. Al suono della marcia reale, eseguita contemporaneamente da tutte le bande, mentre il popolo si accalca per la via, la statua, accompagnata dal Clero e dai pochi che la circondano, rientra trionfalmente nel suo Santuario, ove col canto della Salve a voce di popolo si pone fine alla grandiosa manifestazione, mentre il popolo sfila a poco a poco a salutare ancor una volta la sua Ausiliatrice.

A notte la banda di Sarrià dette un gran concerto in via Maria Ausiliatrice, davanti al Santuario. Via e Santuario erano illuminati a giorno: il formicolio di gente era enorme: i devoti continuarono ad entrare e uscire dalla chiesa per ringraziare la Vergine che avevano proclamato loro Regina.

Nei giorni seguenti continuò la stessa affluenza al Santuario e si tenne un'accademia commemorativa alla presenza di Mons. Vescovo e del fior fiore della cittadinanza.

il trionfo della Madonna di Don Bosco a Lima.

Lima, ove i lavori di un gran tempio in onore di Maria Ausiliatrice proseguono alacremente, il 24 maggio u. s. si è commossa tutta per onorare la Madonna di Don Bosco.

Celebrò la prima Messa della Comunione generale Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giacomo Costamagna, Vescovo Tit. di Colonia e Vicario Apostolico di Mendez e Gualaquiza.

Altra messa della Comunione Generale fu celebrata dal Rev.mo Vicario Capitolare Mons. Ballón. E da notarsi che la festa era stata preceduta da una santa Missione, predicata con gran frutto dai PP. Tejedor e Gòmez, della Compagnia di Gesù.

Mons. Ballón benedisse quattro statue per la cripta del Santuario in costruzione, una delle quali rappresentante Maria Ausiliatrice.

Alle 10 lo stesso Nunzio Apostolico, Mons. Lorenzo Lauri, Arcivescovo tit. di Esteso, pontificò la Messa solenne. Dirigeva la cerimonia il rev.mo Mons. Carlo Chiarlo, segretario della Nunziatura. Si eseguì una messa del Perosi, insieme coll'Ecce Sacerdos magnus del M°. Pagella e l'antifona O Maria, Virgo Potens, (l'antifona composta del Ven. Don Bosco) musicata per l'occasione da Mons. Costamagna.

Nel pomeriggio la statua di Maria Ausiliatrice fu recata in trionfo, lungo il Paseo Colón. Gli « Esploratori Peruani Don Bosco» facevano ala al corteo in servizio d'onore. Mons. Costamagna parlò all'immensa moltitudine, animandola ad onorare la celeste Patrona della gioventù e delle Opere Salesiane, per meritarsi la sua protezione validissima in ogni necessità della vita, specialmente in punto di morte.

Una cerimonia solenne nella Metropolitana di Buenos Aires.

A Buenos Aires, nel 19oo, allorquando si festeggiò, presente Don Albera, con un memorando Congresso dei Cooperatori il XXV° dell'impianto dell'Opera Salesiana in America, si costituiva un Comitato di Cooperatrici Salesiane allo scopo di promuovere lo sviluppo dell'Opera di don Bosco in quella Repubblica. Cinquanta sono gli stabilimenti aperti dai Salesiani e trentadue quelli aperti dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, disseminati nella Capitale, nelle Provincie, e nei Territori di quella vasta Nazione, con un totale di 25.000 (venticinquemila) alunni ed alunne, che in maggior parte vengono educati gratuitamente. Ora a tutti cotesti istituti provvede in qualche modo il Comitato suddetto, sia interessando le più alte autorità in loro favore, sia procurando loro l'appoggio dei facoltosi e di quanti sentono la necessità di educare cristianamente la gioventù, dalla quale dipende il lieto avvenire della Religione e della Patria.

Tra le belle iniziative dell'attivissimo Comitato, v'è pur quella di collettare il Pane quotidiano per la fanciullezza povera e abbandonata, in occasione delle Feste Patrie del 24 e 25 maggio.

Quest'anno, prima d'iniziare la colletta in detta circostanza, in omaggio ai due grandi Giubilei Salesiani, la Presidenza del Comitato stabiliva di celebrare una grande cerimonia religiosa. All'uopo domandò ed ottenne la Chiesa Metropolitana. La cerimonia si svolse la mattina del 23 maggio, vigilia delle feste patrie e della festa di Maria Ausiliatrice.

Nel presbiterio, su d'uno splendido altare in cornu evangelii, campeggiava la statua di Maria Ausiliatrice. Tutta la navata centrale, fino alla erocera, era gremita di signore e di signorine del Comitato, da rappresentanze dei collegi delle Figlie di Maria Ausiliatrice e d'altre associazioni. La schola cantorum del Collegio Pio IX di Almagro occupava l'orchestra ed eseguì scelta musica.

La cerimonia fu celebrata dall'Ecc.mo Mons. Francesco Alberti, Vescovo Ausiliare di Buenos Aires. Alla sua messa, nonostante l'ora tarda, un bel numero dei presenti s'accostò alla Mensa Eucaristica. Indi il venerato Prelato prese la parola col più grande affetto. Ricordò gli anni della sua giovinezza, quando frequentando la Chiesa di Mater Misericordiae nei primi mesi dell'arrivo dei Salesiani in America, imparò dallo stesso Don Cagliero ad amare e stimare Don Bosco e l'Opera Salesiana. È per questo, disse, che egli osserva con la più viva soddisfazione crescere il numero dei benefattori e delle zelatrici salesiane, con le quali si rallegrò dello zelo illuminato e attivo con cui promuovono l'incremento delle istituzioni di Don Bosco; e con l'eloquenza del cuore le incoraggiò a proseguire alacri e fidenti nella santa impresa, additando il gran bene che fa l'Opera di Don Bosco alla Nazione Argentina, dalla Capitale all'estrema Patagonia, educando cristianamente tanta parte delle nuove generazioni.

Vivo fu l'entusiasmo suscitato dalle convincenti parole del Vescovo Ausiliare, con intima gioia delle signore del Comitato e con vantaggio tangibile dell'opera buona e caritatevole che s'accingevano a compiere, sulla quale, molto opportunatamente, avevano voluto implorare le benedizioni di Gesù in Sacramento e di Maria Ausiliatrice.

"Nuove grazie, nuovi sorrisi dell'Ausiliatrice".

Con questo titolo ricevemmo da Padova la seguente relazione, ove si narra come Maria Ausiliatrice provvide d'una nuova casa le sue Figlie.

Padova fu particolarmente da Lei benedetta! L'Ausiliatrice che già rivolse un suo benevolo sguardo alla Pia Unione dei Cooperatori Salesiani di Padova trapiantando nel Seminario Romano, presso il Santuario « Regina dei Cuori», una tenera pianticella qui seminata e cresciuta, nuovamente in maniera più generosa e sensibile ha voluto benedire l'operaio della messe che è sua, il Direttore Diocesano della Pia Unione dei Cooperatori, Don Gioachino Stefani, Vicario in S. Massimo.

Dieci anni or sono, il pio sacerdote avea posto l'occhio e il cuore sovra una casa poco discosta dalla sua Chiesa, ed essendo riuscito ad acquistarla avea iniziato una Piccola Casa di Providenza pei fanciulli più poveri della Parrocchia affine di educarli cristianamente e convenientemente istruirli sotto la protezione dell'Ausiliatrice e sull'esempio di Don Bosco, che ancor vivente lo avea con sua lettera autografa confortato e benedetto. Cresceva fiorente la pia istituzione, quando venne a posarsi anche su di lei il sigillo cristiano della Croce: - quattro anni di prospera vita furono dolorosamente interrotti, e la Casa ospitale mestamente dovette chiudersi rifiutandosi a varie richieste d'alloggio; poichè secondo il pensiero del pio proprietario - confermato dal venerando don Giovanni Calabria di Verona, - tuttora « ardeva un fuoco sacro » che chiedeva nuove anime innocenti da confidar a Maria e prometteva nuovi sorrisi e benedizioni materne pei suoi figli devoti.

E fu vero. La Casa rimase chiusa per tre mesi. Nel giorno 6 luglio 1911 S. E. Mons. Vescovo Pellizzo chiama in plenaria adunanza i Sacerdoti della Città e del Suburbio, manifestando il suo vivo desiderio di vedere iniziata in Padova l'Opera salvatrice del Ven. Don Bosco mercè l'Istituto delle Figlie dell'Ausiliatrice a prò della gioventù femminile, e prega i presenti di studiare il modo pratico per realizzare il progetto cercando una Casa (1). E la Casa designata dall'Ausiliatrice vi era, ed alla distanza di un mese la carità forte, che non era morta ma sopita, si risveglia nell'agosto del 1911 per accogliere, plaudente S. E. il nostro amatissimo Vescovo, le rev.de Suore Salesiane di Don Bosco venute ad aprirvi un Pensionato-Convitto, per fanciulle desiderose di cogliere nelle pubbliche scuole ogni frutto di scienza, ma ben più vogliose di respirare in religioso asilo ogni profumo di virtù. Il venerato Pastore è largo d'ogni maggior aiuto e consiglio, ed il nuovo Pensionato sotto il manto dell'Ausiliatrice, per le amorevoli sapienti cure di chi lo dirige, cresce e fiorisce così da abbracciare un'altra casa attigua che ben presto diviene angusta anch'essa a contenere la forza espansiva della carità, che vuole sempre più estendersi per la gloria di Dio, per la salvezza delle anime. Chi sa tutte le ricerche fatte per assicurare un opportuno locale all'Istituzione, che tanto bene promette? Al dire del Superiore dei Salesiani D. Paolo Albera venuto nel maggio del 1914 a passare una giornata in mezzo a noi « l'Opera si trova in penose condizioni perchè non ha ancor sofferto e pregato abbastanza ». La parola non fu vana.

Volgeva al termine l'agosto p.p. 1917, il bel mese sacro al trionfo dell'Assunta, quando si sparge la voce che un illustre chirurgo, Senatore del Regno, che abita contiguo alle Figlie dell'Ausiliatrice, ha deciso di vendere il suo bellissimo palazzo cogli annessi fabbricati, giardino, boschetto, del valore complessivo d'oltre centomila lire per un'area di cinquemila metri quadrati. Chi avrebbe alici potuto sognare una tale decisione in quel personaggio che avea un culto sacro e particolare per la casa sua?!... Il Rev. Don Stefani guarda coll'occhio della fede il luogo, le circostanze, e divinando il gran bene che si potrebbe compiere, conoscendo a prova la liberalità e la potenza dell'Ausiliatrice, animato da tenerezza di figlio e da confidenza sicura e santamente audace; fa la domanda.

Scrive a Nizza Monferrato, acciò si facciano ovunque preghiere onde farne l'acquisto. L'impresa è ardua davvero, ma le insistenti preghiere che si innalzano al Cielo par che ne attendano un'altra volta l'onnipotente parola: « Ti sia fatto conforme hai creduto ! »

Siamo presso alla fine del settembre, quando l'Ausiliatrice dà cenni manifesti del suo materno intervento. La Superiora Generale risponde di favorire con preghiere e danaro l'ardito progetto purchè risulti evidentemente la volontà del Signore. Ed ecco, il 24 del mese, sacro alla Madonna della Mercede, un signore di 41 anno di età entra nella Chiesa di S. Massimo ove stava pregando il rev.do Don Stefani, lo avvicina e gli dice:

- Mi aiuti a fare un po' di bene; ad onor dell'Ausiliatrice, vorrei impiegare un po' di denaro. Intesi una voce che circola sulla vendita di un palazzo contiguo alle Suore di Don Bosco. Per ora basti. A rivederci!

Chi può mai descrivere l'emozione provata a tali accenti! Viene l'ottobre, addì 5, primo venerdì del mese; e il Rev. Don Stefani dopo aver celebrato la S. Messa e detto un fervorino coll'abbondanza del cuore e impartita la benedizione col Santissimo Sacramento, viene avvicinato dal suddetto signore, che vuole rimanere nel più stretto incognito e gli dice: « Eccomi a mantenere la mia parola, dacchè la Vergine Ausiliatrice si compiacque, contro ogni mia speranza, a lasciarmi in vita il padre mio, di salute cagionevole assai, per 76 anni, intendo ringraziare la Vergine, cooperando ad un'opera buona con altrettanti biglietti da... mille lire.

Il buon Vicario non sa che rispondere; non sa se prima rivolgersi alla Celeste Benefattrice, o al generoso suo messaggero, il quale dopo brevi spiegazioni sull'intenzione e l'entità dell'offerta, gli consegna un libretto al portatore della Cassa di risparmio con un credito inscritto di 76.000 lire. Don Stefani è profondamente commosso. Prende tosto la penna per informare la Superiora Generale dell'avvenuto, e S. E. Mons. Vescovo che allora trovavasi assente, il quale pieno di esultanza gli risponde, «non aver parole adeguate per manifestare la potenza e la bontà dell'Ausiliatrice, che volle così largamente venire al soccorso dell'Opera sua ».

In giornata Don Stefani pòrtasi tosto presso il Senatore per l'acquisto, e questi desidera che subito sia stipulato il contratto preliminare collo sborzo di 25.000 lire. Don Stefani s'affretta alla Cassa di Risparmio per riscuotere il danaro, ma gli viene risposto, non potersi ciò eseguire senza un preavviso di parecchi giorni. Eppure la cosa urge; potrebbe darsi che il differire ad altro giorno il versamento, possa recare notevole pregiudizio. Gli si risponde: esservi leggi tassative, non potersi derogare con nessuno.

- Con nessuno! soggiunge D. Stefani, ma non son io che prego, è l'Ausiliatrice per l'opera sua! - e con lieto sorriso gli si consegnano lire 25.000 colle quali in giornata vien tosto stipulato il contratto preliminare.

Pochi giorni dopo, come da precedente accordo, l'intera somma di 1oo.oo0 viene completata dalle rev.de Suore di Don Bosco, e il 15 ottobre senza spesa alcuna di mediazione, chè qui si è fatta Mediatrice Colei che ama farsi chiamare « Auxilium Christianorum », l'acquisto del vasto fabbricato e di tutto il terreno annesso, viene compito con regolare atto notarile, accresciuto della primitiva casa, culla dell'Opera, per generosa e regolare donazione del Sacerdote proprietario.

Oh!, egli dice di essere fortunato di donare tutto a Maria, poichè Ella ha ben saputo ricompensare la sua fede e il suo amore, e ha concesso che non un piccolo asilo, ma robuste mura, ambienti spaziosi, si dispongano a ricevere nuove anime innocenti da confidare alla sua protezione, in pegno di nuovi sorrisi e benedizioni materne di Lei ai suoi figli devoti.

Pensate se l'Ausiliatrice pietosa non ha raccolto a sua volta sorrisi e preghiere filiali, in questa sua casa benedetta, nello scorso cinquantenario!

Padova, 24 luglio 1918.

A. P.

La nuova cappella dell'istituto " Orfani di guerra " a Pinerolo dedicata a Maria Ausiliatrice.

Il 23 giugno anche gli orfani di guerra di Monte Oliveto, sopra Pinerolo, celebrarono con solennità le loro festa della Celeste Protettrice.

Del programma assai vario il punto più importante fu la benedizione della nuova Cappella dedicata a Maria SS. Ausiliatrice. Compì il rito della benedizione Sua Ecc. Rev.ma Mons. G. Battista Rossi, Vescovo Diocesano, assistito dai Rev.mi Canonici Mons. Celestino Ughetti, Vicario Generale, e Don Bonatto Segretario Vescovile. Da Torino v'intervennero i rev.mi Don Rinaldi, Prefetto Generale, e Don Luchelli Ispettore; da Pinerolo un'eletta di signore e signori, una folla numerosa di cooperatori e ammiratori.

Compita la benedizione, l'Ispettore Don Luchelli disse con eloquente affetto il panegirico di Maria Ausiliatrice. Seguì la devota processione con la statua della Madonna, portata in trionfo dai piccoli orfani intorno ai magnifici viali dell'Istituto.

Dopo la cerimonia religiosa quei cari fanciulli, in omaggio a S. Ecc. Mons. Vescovo e ai signori intervenuti, svolsero con quell'elegante precisione e disinvoltura che è loro propria, un applaudito saggio ginnastico.

Nella sala dell'Istituto erano esposti gli arredi sacri, che le Dame Patronesse Pinerolesi avevano offerto per la nuova Cappella.

L'inaugurazione di questa, compiutasi superando gravi, difficoltà, segna un passo importante nello sviluppo del provvidenziale Istituto, che potendo convertire in dormitorio l'antica, accoglierà quanto prima altri 20 orfani, in modo che il numero dei ricoverati salirà a 8o. Tante tenere anime, che verranno educate cristianamente ed amorevolmente assistite sin all'età in cui sappiano guadagnarsi un pane onorato, non sono anch'esse un pegno delle benedizioni di Maria Ausiliatrice?

La bontà del Card. Arcivescovo di Milano.

La festa di Maria Ausiliatrice nel nostro bel S. Agostino di Milano, fu onorata e resa più solenne dall'intervento dell'E.mo Card. Ferrari.

Giunto alle 6,30 precise del 26 maggio, salì sul pulpito, e all'affollato popolo prese a dire: « È sempre con vivissimo piacere che io vengo tra voi questa Chiesa Prepositurale di S. Agostino dei Salesiani, perchè sempre trovo di che consolarmi. Ma quest'oggi vi venni anche più volentieri, perchè intendo unirmi in ispirito alle feste cinquantenarie di Maria Ausiliatrice, e della Messa d'Oro del Superiore dei Salesiani, che si stanno per celebrare a Torino. E qui voglio farvi subito una confidenza. Non potendo io partecipare in persona a quelle feste, intendo farmi presente con un regalo al Superiore dei Salesiani, consistente in una preziosa reliquia di S. Carlo e cioè in un bel pezzo della veste che S. Carlo indossava, quando gli fu sparato un colpo di rivoltella, e un pezzo del suo braccio, che io estrassi dalla sua urna quando si celebrò il suo Centenario. Spero che cesta reliquia sarà molto gradita e parlerà a Maria Ausiliatrice di me e di voi». Prese quindi a dire delle grazie, che dobbiamo chiedere a Maria Ausiliatrice, e terminò il suo discorso con santi incoraggiamenti adatti all'ora presente.

Il commovente omaggio di Alassio.

Le feste giubilaci che si celebrarono lo scorso giugno a Torino, nel Santuario dell'Ausiliatrice, non potevano non avere un'eco trionfale anche ad Alassio, presso quel fiorente Collegio, che nella storia delle istituzioni salesiane segna una delle più antiche e più splendide affermazioni.

E oso infatti è tra le prime opere, cui il Ven. D. mise mano dopo compiuto e consacrato il tempio di Maria Ausiliatrice.

Anche ad Alassio una magnifica chiesa col misticismo francescano delle sue linee architettoniche e con la serena gaiezza della sua bella decorazione, che ricorda quell'anima buona e delicata del compianto D. Rocca che ne fu l'ispiratore, doveva attestare alla Vergine Ausiliatrice la divozione filiale d'innumerevoli schiere di giovani, nonchè la pietà di quella buona popolazione.

E fu specialmente durante tutto il mese di maggio che anche quest'anno si verificò una gara incessante di pratiche divote e fervorose comunioni; gara che si accentuò nel modo più confortante la domenica in cui un novello sacerdote Salesiano saliva per la prima volta l'altare ad offrire il S. Sacrificio; e più ancora la domenica seguente 2 giugno, destinata alla festa dell'Ausiliatrice:

Il concorso imponente di popolo, la maestà dei sacri riti, la partecipazione del numeroso piccolo clero, la profusione di fiori e di fiammelle attorno all'immagine della Madonna, i canti devoti delle Figlie di Maria, la musica liturgica eseguita magistralmente dalla Schola Cantorum del Collegio, tutto contribuì a rendere imponente la dimostrazione religiosa.

Ma ciò che più concorse a dare alla festa un carattere più splendido, a costituire quasi un avvenimento per la città di Alassio, fu la presenza dell'amatissimo Vescovo Mons. Angelo Cambiaso, accorso espressamente da Albenga per la circostanza. La sua mite figura, la sua bontà, che lo rende un vero angelo di nome e di fatto, ha suscitato emozioni indimenticabili.

L'abbiamo visto fin dalla sera precedente attendere, con cuore di padre e con pastorale sollecitudine, alle confessioni dei giovani studenti, animandoli al bene e alla pratica dei loro doveri. Al mattino S. E. celebrava, la Messa della comunità a cui intervenne anche il popolo; e non è a dire il numero grande di comunioni, cui predispose egli stesso l'animo dei giovani con brevi e toccanti parole.

Alle 10 Monsignore assistè pontificalmente alla Messa cantata dal rev. Prevosto; ed alla sera tesseva dal pulpito le lodi dell'Ausiliatrice, invocandone la protezione sulle giovani speranze della Patria nostra, sui nostri soldati, sul nostro popolo, che nella fortezza cristiana, nell'abnegazione, nello spirito di sacrificio, saprà temprare il suo carattere e preparare all'Italia un lieto avvenire.

La benedizione col SS. Sacramento, impartita dallo stesso Vescovo, chiuse la bella dimostrazione. Mai come in quel giorno la chiesa del collegio, con le sue tre navate, si trovò insufficiente per contenere un'onda di popolo, uno stuolo così numeroso di giovani.

La festa si rinnovò il 9 giugno con non minor fervore e non minor concorso.

Nel nuovo Collegio Salesiano di Lugano.

La prima domenica di luglio ebbe luogo nel Collegio Landriani un'imponente commemorazione.

Solenni e divote furono le funzioni religiose celebrate tanto nel mattino come nel pomeriggio.

La solenne accademia, celebrata nell'ampio salone del collegio, fu onorata dall'intervento di Monsignor Vescovo, di molti sacerdoti e di numerosi Cooperatori salesiani, convenuti da ogni parte del Cantone.

Noi ticinesi - scrive Vita del popolo - possiamo essere assai lieti che la commemorazione dei due giubilei salesiani coincida coll'inaugurazione di un nuovo istituto d'educazione salesiana, quello appunto in cui si tenne la solenne adunanza. Il quale istituto prenderà il nuovo titolo di « Istituto Elvetico Serafino Balestra, già Landriani ».

Al Rev. Clero e per le adunanze mensili.

Tre opere sante, necessarie per render cristiana la Società

a) Procurare un'educazione cristiana ad un giovanetto: b) assicurare la formazione d'un maestro elementare intimamente e sodamente cristiano: c) cooperare alla formazione di un buon sacerdote - è cooperare alla creazione di nuovi focolari di religione e di moralità, che irradieranno la loro benefica influenza al di là dello spazio e del tempo, cioè fino all'eternità.

Tre opere importantissime. Ciascuna meritevole di attenta considerazione. Noi ci limitiamo a sottolinearle brevemente.

a) Le scuole sono chiuse : si è in piene vacanze; ma il cervello di tante mamme, e anche di tanti babbi che proprio alla fronte hanno meglio conosciuto l'importanza dell'educazione cristiana della figliuolanza, è assillato continuamente da un pensiero:

- Il mio figliolo ha bisogno d'esser messo in collegio, perchè io non posso sorvegliarlo ed egli vien su troppo male!... Ma dove metterlo? Chi mi sa indicare un buon istituto, dove possa attendere con profitto agli studi o a un mestiere, e ricevere insieme un'intima e soda educazione religiosa e morale?

Cari Cooperatori, chissà quanti ne udirete di questi discorsi, sopratutto poi in questi mesi. Ebbene, che dovete fare? Una cosa semplicissima: dare il buon consiglio che si domanda. È tanto facile. Proponete, ad esempio, gli Istituti e i Collegi di Don Bosco. Indirizzatevi, o indirizzate, per ulteriori informazioni, al Direttore della Casa Salesiana più vicina; e, se si tratta di giovinette, rivolgetevi ad una Casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

È un gran bene che, ognuno di voi può fare con molta facilità; anzi, perchè non andate in cerca dell'occasione di poter dare di questi consigli?

b) I lettori che tengono dietro al movimento scolastico, avranno certamente seguito il dibattito, suscitato dai giornali cattolici, sulla minaccia di quel progetto di legge, con cui si vorrebbe imporre come condizione assoluta, per diventare maestri elementari, la frequenza di almeno un anno alle pubbliche Scuole Normali.

Questo progetto di legge, già approvato al Senato, qualora fosse approvato anche alla Camera, metterebbe quasi tutti i sacerdoti, i chierici, i religiosi e le religiose, nell'impossibilità pratica di conseguire il diploma magistrale. È sperabile che l'azione dei cattolici e il buon senso trionfino sopra questa disposizione, la quale sarebbe un passo avanti verso quella scristianizzazione della scuola che da mezzo secolo è tenuta di mira con sistematica pertinacia.

Frattanto gli amanti del bene debbono tentare ogni mezzo per aumentare il numero dei maestri veramente cristiani. Fra le istituzioni che si propongono di cooperare a questo santo scopo, v'è pur quella di Don Bosco. I suoi figli non vollero restare in seconda linea, e non risparminando fatiche e spese hanno ora il conforto di dirigere a Frascati una «Scuola Normale maschile Pareggiata» e a Torino la « Scuola Normale maschile Pareggiata Valsalice », l'una e l'altra con annesso convitto.

In queste Scuole, equiparate per tutti gli effetti legali alle Scuole Normali dello Stato, con personale dirigente ed insegnante composto esclusivamente di Salesiani, con convitti situati in saluberrima ed amenissima località, condotti secondo le migliori norme educative, un giovane può in tre anni formarsi una soda cultura, completare la sua formazione morale cristiana e conseguire il diploma di maestro elementare, senza bisogno di altro tirocinio.

Alla fine del corso gli alunni della Scuola « Valsalice », che ricevono fuori orario una soda istruzione religiosa, vengono presentati ad una Commissione nominata dal Cardinale Arcivescovo di Torino, e vi subiscono un esame che li abilita ed autorizza a insegnare il Catechismo e la Storia Sacra nelle scuole elementari. In questo modo si hanno maestri formati a principii schiettamenti cattolici e capaci d'impartire l'istruzione religiosa non solo con competenza ma anche con quello spirito di fede e di convinzione che dev'essere l'anima dell'insegnamento catechistico. Ai primi otto maestri usciti dalla Scuola Normale Maschile Pareggiata « Valsalice », muniti del Diploma che li abilitava all'insegnamento del Catechismo alle Scuole Elementari, il S. Padre Pio X, di santa memoria, si degnava di mandare una medaglia d'argento, come segno della sua augusta benevolenza ed approvazione, essendo quelli i primi maestri laici che nell'Archidiocesi di Torino conquistavano tale diploma.

L'una e l'altra scuola normale si propongono di attuare la sola maniera efficace per conservare o render cristiana la Scuola Elementare: preparare maestri veramente e sodamente cristiani. Ad ottenere tale scopo è però desiderabile che gli allievi maestri, per la famiglia da cui provengono e per l'indole e precedente condotta, diano affidamento di buona riuscita. E per questo che si fa umile e caldo appello allo zelo di tutti i buoni, e specialmente dei Reverendi Sacerdoti, affinchè vogliano indirizzare personalmente e coll'aiuto di altri a dette Scuole i giovani che fossero conosciuti dotati delle qualità morali e intellettuali richieste e che desiderassero frequentare il Corso Normale, per dedicarsi alla missione d'insegnanti nelle Scuole Elementari.

Per raggiungere più facilmente lo scopo, le accettazioni si fanno solamente per gli alunni che cominciano il Corso Normale. Per essere poi iscritti alla prima classe si richiede (come in tutte le Scuole Normali Regie o Pareggiate) la presentazione del diploma di licenza tecnica. Chi invece presenta l'attestato di promozione o di ammissione alla quarta classe ginnasiale, per essere iscritto alla prima classe deve superare un esame d'integrazione che si può sostenere presso le medesime scuole.

I signori Cooperatori debbono considerare quest'opera come una delle più sante e conformi al loro programma di lavoro. Fu detto che una scuola aperta è una gigione chiusa: purtroppo l'esperienza dimostrò la falsità di questa sentenza. Vera invece sarà sempre quest'altra: «Assicurare la formazione di un maestro elementare intimamente e sodamente cristiano, è cooperare alla creazione di un focolare di religione e di moralità, il quale irradierà la sua benefica influenza al di là dello spazio e del tempo, e cioè fino all'eternità ».

All'opera adunque: chiunque conosce un giovanetto desideroso di frequentare il Corso Normale sa a quali scuole può indirizzarlo.

- E per le giovanette?... Le Figlie di Maria Ausiliatrice fanno qualche cosa per loro?

Oh! sicuro! Le Figlie di Maria Ausiliatrice si trovano fortunatamente alla testa di tre fiorentissime Scuole Normali Femminili Pareggiate. Rivolgetevi per programmi alle rispettive Direzioni: a Nizza Monferrato, a Bordighera-Torrione, e ad Alì Marina. Fate conoscere anche queste tre scuole, e farete un'opera santa.

c) Finalmente una parola sulle Vocazioni all'Apostolato. A questo proposito basta ricordare ciò che scriveva il sig. Don Albera nella lettera del 1° gennaio dell'anno in corso:

«Dopo la guerra saranno infinite le nuove opere cui bisognerà por mano: opere di restaurazione, di carità e di previdenza sociale. Ma la restaurazione più urgente, la carità più necèssaria, la previdenza più saggia e illuminata sarà sempre quella reclamata dalle crescenti generazioni. Chi non scorge fin d'ora il bisogno di aprire dappertutto Oratori festivi e Scuole di religione, e di moltiplicare Scuole professionali e Collegi cristiani?...

» Ma per aprire nuovi Oratori e nuove Scuole e Collegi, e in essi educare i figli del popolo col paterno sistema preventivo di Don Bosco, bisogna aumentare il numero dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. E voi, o cari Cooperatori, potete darci un grande aiuto. Ecco un vastissimo campo per lo zelo e la generosità del Cooperatore! »

E in qual modo possono i Cooperatori esplicare quest'opera santa? In più modi. Li suggerisce Mons. Morganti nel Manuale di, pietà per i Cooperatori Salesiani

1) Indirizzando fanciulli e fanciulle, che mostrassero inclinazione alla vita religiosa, a sacerdoti od altre persone in grado d'occuparsene (1):

2) permettendo ai loro figli, che l'avessero, di seguire la. propria vocazione, non solo non osteggiandola, ma favorendola con un generoso distacco, che Dio premierà largamente:

3) prestandosi volentieri a sostenere, tutta o in parte, la spesa d'ingresso e ,noviziato ai giovani poveri ma chiamati da Dio a vita religiosa:

4) cercando, anche presso altri, soccorsi per essi, affinchè possano realizzare il loro sublime disegno.

Non basta certo ad un fervoroso Cooperatore rallegrarsi quando legge o sente che i Salesiani aprono nuove Case, nuove Missioni pel nuovo personale arruolato; ma egli vuol poter dire che alcuni di quei Sacerdoti o Catechisti, parecchie di quelle Suore sono frutto delle sue sante industrie. Qual gloria! quale consolazione per aver fornito alla causa di G. Cristo e delle anime altri eroi, campioni nuovi!

(1) S'indirizzino cotesti bravi giovinetti a qualunque Direttore delle Case Salesiane - specialmente al Direttore dell'Oratorio Salesiano, Via Cottolengo 32, Torino - e se si tratta di giovani dai 15 anni in su si raccomandino al Direttore dell'istituto S. Pio V in Penango Monferrato (Alessandria) che useranno loro tutte le facilitazioni possibili.

Per le fanciulle rivolgersi alla Superiora Generale dette Figlie di Maria Ausiliatrice, Collegio N. S. delle Grazie, Nizza Monferrato.

Fatti e detti di Don Bosco

Memorie inedite.

X. Per consiglio... a Don Bosco.

Sia lodato Iddio nei suoi Santi!

Don Bosco è stato sempre con me un vero protettore. La mia vocazione al Sacerdozio la devo a Lui. Fin dal mio primo ingresso in seminarìo pensai alla vocazione, ma per quanto pensassi, per quanto mi consigliassero i miei direttori spirituali e lo stesso Arcivescovo, per nove anni nel mio spirito si agitava una tempesta incredibile.

- Sacerdote sì, diceva, ma buon sacerdote; per non esser tale, non mi devo far sacerdote... - e qui lo scoraggiamento; voleva squarciare il velo dell'avvenire per prendere una decisione, ma indarno.

La parola dei direttori spirituali, le premure dell'Arcivescovo non valevano a rassicurarmi. Tutte le mie preghiere erano indirizzate a questo, ma il dubbio continuava sempre. Tante volte alla sera scriveva in un taccuino di appunti diversi: « ... Anche il giorno d'oggi è passato senza un raggio di luce, senza pace! Maria aiutami; Gesù fammi conoscere la tua volontà! » Talvolta era costretto a stringere forte forte la testa sembrandomi che scoppiasse, finalmente tornava la calma, tua sempre col solito ritornello: o buon sacerdote, o nulla!

Eravamo alla fine del 1885, quando una voce interna cominciò a ripetermi tra il tempestare dei dubbi

- Scrivi a Don Bosco; Egli di darà la pace.

Mi decido. - Scrivo come una confessione generale, aprendo candidamente il mio cuore e pregando il sant'uomo di dirmi quel che doveva fare.

Per quasi un mese trattenni la lettera senza spedirla; e la tempesta era più forte, tanto più che gli studi del Seminario volgevano al termine ed una decisione bisognava prenderla. imposto la lettera (mi trovava allora nel Seminario di Cagliari), e dopo cinque giorni, Mando in refettorio mi si appressò il superiore con una lettera dicendomi:

- Conosci questo carattere ?

- Non l'ho visto mai! - risposi; ma, visto il timbro postale di Torino, soggiunsi: dev'essere di Don Bosco.

- Precisamente! - e mi consegna la lettera.

Che cosa avvenne nell'animo mio in quel momento, appena toccai la lettera, senza ancora aprirla? Un miracolo! Svani ogni agitazione, una pace indescrivibile mi inondò il cuore; la decisione era presa: «Sarò sacerdote! » e questo pure lessi dopo, piangendo di consolazione, nella venerata lettera di Don Bosco. Immediatamente scrissi al mio Arcivescovo in Oristano partecipandogli la grazia ottenuta per mezzo di Don Bosco, e mettendomi a sua disposizione per ricevere gli ordini sacri. Il 24 maggio 1886, sacro alla Madonna di Don Bosco, cominciai. gli Esercizi Spirituali per l'Ordinazione; il 2o giugno seguente celebrai la mia prima Messa! ,

Mai da quel tempo m'è passato più un seni plice dubbio o un rimpianto sulla mia vocazione; anzi nei due anni che visse ancora Don Bosco gli scrissi per, altri, e per tutti rispose nel modo più giusto, sebbene non tutti abbiano seguito il suo savio consiglio, e di uno ho dovuto constatare quanto finisca male chi non segue la vocazione del Signore.

La lettera mia salvatrice la conservai come una reliquia fino a due anni sono; poi, dietro consiglio dell'Arcivescovo, la regalai al Seminario di Oristano, dove si conserva tra i cimelii preziosi.

Dopo che Don Bosco morì, ho continuato sempre a chiamarlo in mio soccorso, e sempre l'ho trovato pronto alla chiamata.

Ultimamente una persona consacrata al Signore correva pericolo di perder la sua vocazione: feci di tutto per salvarla, ma sembrandomi impresa disperata, riccorsi a Don Bosco, pregandolo che togliesse da quell'anima gli ostacoli che volontariamente si aveva posti nel cuore contro la vocazione, le desse una buona scossa alla volontà e una di quelle ispirazioni che solo lui sa dare a tutti. Come per incanto tutto fu messo a posto. La risoluzione più generosa è subentrata ai titubamenti pericolosi. Don Bosco ancora una volta si è mostrato mio buon amico!

In fede.

Sinaxis, 11 maggio 1918.

SAC. FRANCESCO MANCA.

LETTERE DEI MISSIONARI

EQUATORE

La conversione di uno stregone.

(Da una lettera del nostro missionario Don Giulio Martinez, residente nel Centro di Mendez.

Santiago di Mendez, 14-4-1918.

Sono alcuni mesi che ho posto ogni impegno guadagnare alla nostra santa Religione, jivaro Mashanda, che esercita l'ufficio di stregone. È ancor giovane, potrà avere 22 anni; un bel giovane, alto di statura. Fin da quando cominciai a istruirlo nella nostra santa Religione, mostrò sempre una certa sottomissione alla voce del missionario e cominciò a frequentare la casa della Missione, ma non vedendolo ancor troppo preparato per amministrargli il santo battesimo pensai di ritardare l'augusta cerimonia sino alla festa di Maria Ausiliatrice.

Naturalmente le mie ammonizioni cadevano di frequente sulla sconcezza del suo brutto mestiere; e con la grazia di Dio mi pare che la buona parola non abbia trovato un terreno cattivo.

Una domenica, dopo aver ascoltato la santa Messa e la spiegazione del Catechismo, accompagnato da altri Jivari mi s'avvicina, mi saluta rispettosamente, e mi dice:

- Padre Giulio, sono malato!

- Lascia di fare lo stregone, - gli risposi, - e io ti guarirò!

Restò perplesso: poi continuò:

- Padre Giulio, guariscimi! e io, vedrai che non dico una menzogna, cesserò di far lo stregone!

Gli toccai il polso; non aveva che una piccola indisposizione. A dir il vero, i due anni che trascorsi nello studio e un terzo nella pratica della medicina, in Spagna, mi servono assai.

Subito pensai fra me : - Perchè non giovarmi... di questa buona disposizione per far del bene al corpo e all'anima del poveretto?

Chiamai il capitano dei Jivari Ynùpi, e alla presenza sua, di altri Jivari, cristiani civilizzati, di coloni, e della stess'autorità civile, feci ripetere a Mashanda la promessa: che cioè egli avrebbe lasciato di far lo stregone, se l'avessi guarito. Lo ritenni in casa per due giorni, gli somministrai le medicine del caso e Mashanda., completamente guarito, con somma allegrezza, tornò a casa sua dicendomi:

- Padre, vado a casa! ma non berrò più l'anatèma (la bevanda che prendono gli stregoni prima d'esercitar il loro brutto mestiere). Te lo giuro! se tu verrai a sapere che io l'avrò bevuto ancor qualche volta, màndami alla prigione dei cristiani civilizzati (cioè: fammi punire dall'autorità civile!).

- Vivi bene, gli risposi, e lascia di fare lo stregone! - e lo congedai.

Dopo alcuni giorni, volendo mettere a prova la serietà del proposito di Mashanda., pregai alcuni Jivari che, se avessero cacciato un armadillo (il piccolo quadrupede, che i jivari chiamano shushuí) me lo portassero; l'avrei comperato volentieri.

Ed ecco, quando meno me l'aspettava, un Jivaro mi porta un shushui che sarà stato un chilo di carne. Lo feci cuocere; noi ne mangiammo un poco, e il resto lo serbai per offrirlo a Mashdnda.

All'indomani, eccoti l'amico che viene a trovarmi con due fratelli, più giovani di lui, senza sospettare affatto il terribile colpo che l'aspettava. Contento mi saluta e si siede su d'una panchetti. Io rispondo allegramente al suo saluto e: -- Aspetta un momento! -- gli dico; ci ho un buon boccone, e voglio farne parte anche a te; sei contento? - Vado in cucina, prendo un pezzetto di carne d'armadillo me lo metto in bocca, e portando il resto della carne sul piatto, torno a Mashanda mangiando e gli dico:

- È carne d'armadillo, sai! Da bravo, mangiane tu pure!

Bisognava aver visto come rimase il poveraccio! Sgranò tanto d'occhi; impallidì; poi subito divenne rosso come la brace; indi guardando prima la carne, poi me, tremando esclamò:

Padre! Padre!... a quale cimento tu mi poni!

-- Su, da bravo! - insistei - sii coraggioso mangia questa carne d'armadillo, e lascia ogni stregoneria!

Restò ancora per qualche istante perplesso: ond'io, per animarlo, gli dissi altre buone parole. Ed egli tutt'a un tratto con rapida risoluzione:

- Sì! rispose; sì! lo faccio perchè ti voglio bene, dàmmi la carne! - e la prese e ne mangiò saporitamente, come se per lui fosse il boccone più saporito!

Bravo Mashanda !

È da sapersi che uno stregone non può mangiar mai carne d'armadillo; nessuno glie n'offre, nè egli la cerca mai, perchè, dicono, detta carne toglie ogni efficacia alle stregonerie, cioè toglie allo stregone ogni capacità d'esercitare il suo ufficio.

Uno stregone non mangia mai carne d'armadillo!...

Perchè?... Che cosa ha di speciale codesta carne d'armadillo? Nulla di nulla! È una carne assai tenera e di buon gusto, facilissima a digerirsi, che si potrebbe consigliare agli ammalati.

E allora, perchè è tanto difficile, per non dire impossibile, ottenere che un brujo, cioè uno stregone, lasci il suo mestiere? Soltanto perchè è un mestiere troppo lucroso. Lo stregone ne vantaggia in due modi:

1°) Egli non è un misero mortale come gli altri: ha in mano la vita e la morte altrui! Viene a morir uno naturalmente? Nossignore ! egli è morto, perchè è stato stregato: ed è stato stregato, perchè allo stregone è parso bene così! Nessuno può impedirlo! E intanto il brujo è temuto e ben trattato da tutti, e da tutti riceve in dono porci, galline, ecc. ecc. e così passa tranquillamente la vita!

2°) Cade uno infermo? Chiama lo stregone, e questi è pronto a' ogni rimedio... Prima prende l'anatema; poi, gridando come un ubbriaco, salta addosso al povero paziente: e: « Stai tranquillo, gli dice, che ti guarisco io! » E si mette a far forti massaggi sulla parte malata e tormenta il malato in altre guise, finchè questi, o guarisce, o muore. Se guarisce, i doni si moltiplicano; se muore, non c'è da far altro che d'applicare la dottrina consolante del primo punto!

Poveri Jivari, quanto sono ignoranti e infelici!

Sta il fatto però che Mashanda si mantiene fedele, e non ha più bevuto l'anatèma; ed è questo un fatto piuttosto unico che raro nella storia della Missione. Deo gratias! C'è proprio a sperare che il caro Mashanda, al quale amministrerò il santo Battesimo nella festa di Maria Ausiliatrice, abbia a diventare un buon cristiano!

Sia benedetta Maria Ausiliatrice!

Sac. GIULIO MARTINEZ Missionario Salesiano.

RIO NEGRO (Brasile). In attesa di un'altra relazione.

(Lettera del Missionario D. Giovanni Balzola).

San Gabriel, 2 maggio 1918..

VENERATISSIMO E AMATISSIMO PADRE,

Deo gratias et Mariae! Nel mese scorso le mandai gli auguri per la sua Messa d'Oro, ed ora le faccio i più cordiali auguri per il suo giorno onomastico. Voglia il buon Dio colmarla delle sue benedizioni e conservarla lungamente al nostro affetto e alla nostra edificazione, in buona salute. Ad multos annos, veneratissimo Sig. Don Albera, ad multos annos!

Sul principio d'aprile l'informai della mia ultima missione al Rio Padaury e presto il nostro amatissimo Prefetto Apostolico Don Lorenzo Giordano le invierà un'altra relazione. Se non ci mancasse il tempo, quante notizie potremmo inviare per il caro Bollettino! Non mancherebbe mai la materia. Quanti casi, quanti piccoli episodi, sempre curiosi e interessanti, non ci occorrono, anche senza uscire da San Gabriel.

Qui stesso in San Gabriel, residenza delle Autorità Ecclesiastiche e civili, ultimamente vidi che stava arrivando un gruppo di gente che recava una cassa da morto; m'avvicinai e domandai se fosse un uomo o una donna; con tutta tranquillità mi si rispose che era una donna, ma che non era ancor morta.

Si figuri, amato Padre, la mia impressione.

- Come? Non è ancor morta, e la portate già chiusa nella cassa?

- Perchè, dissero, è già da qualche giorno che sta per morire e non vuol morire!... Noi l'abbiamo portata qui al paese, per veder che cosa si può fare

Poveri indii che si dicon civilizzati e manifestano così dolorosamente la loro ignoranza!

La portarono in una capanna e fa scopersero... Io mi avvicinai... e vidi che era proprio una vecchia, alla quale non mancava che di mandar l'ultimo respiro. Dimandai se fosse battezzata. Mi risposero che era stata battezzata e unita in matrimonio dagli antichi Missionarii. Quindi le mancava solo l'assoluzione e l'estrema unzione.

Suggerii che le raccomandassero ; nella loro lingua di chiedere perdono a Dio di tutti i peccati commessi, perchè il Missionario le avrebbe dato l'assoluzione... Lo fecero: essa balbettò un atto di dolore e io le diedi l'assoluzione, l'Olio Santo, e la benedizione papale in articulo mortis; e mezz'ora dopo ella rendeva l'anima a Dio. Parve proprio che avesse bisogno della presenza del sacerdote per morire !

La feci portare nella Cappella, ove celebrai le esequie praesente cadavere, quindi la portarono a seppellire.

Generalmente la cassa da morto è una vecchia canoa segata a metà; la parte segata serve di coperchio. Forse la stessa canoa, che aveva usato tanto in vita, le servì di cassa dopo morte

Un altro fatto e, questo, consolante.

Evviva Don Bosco ! Anche in questi confini del inondo civilizzato, il nostro Venerabile Padre incomincia con celesti favori ad ìnspirare divozione e confidenza. Il 22 ottobre p. p. il soldato Clidenor da Rocha Canto, ex-allievo del nostro collegio di Bahia e alunno del nostro Prefetto Apostolico D. Giordano, fu attaccato da un colpo apoplettico. Ebbe tempo d'entrare in casa d'una buona signora, che cadde a terra come morto, poi cominciò a gridare straparlando, come chi ha perduto le facoltà mentali, e dando a conoscere che gli era rimasta immobile la gamba destra ed il braccio.

Mi mandò a chiamare, essendo D. Giordano in Missione. Corsi al suo capezzale.

Lo trovai in condizioni che faceva pietà! Straparlava continuamente. Gli misi al collo una medaglia di Maria SS. Ausiliatrice e del Sacro Cuore, raccomandandogli di baciarla sovente e di confidare in loro e in Don Bosco. Acconsentì volentieri. Il dì seguente, quando contava di poterlo confessare, il male lo attaccò alla lingua e perdette la parola: conservò però, l'intelligenza.

Appena mi vide, mi fece segno che non poteva più parlare. Lo confessai, perchè felicemente comprendeva tutto bene, e gli rinnovai la raccomandazione di confidare in Gesù e in Maria SS. Ausiliatrice. Fecec enno di sì, e, sforzandosi come per parlare, mi disse a segni, che voleva lo ricordassi anche a Don Bosco. Gli risposi che mettesse tutta la confidenza nel Venerabile, e io pure lo avrei pregato. Allora si mostrò più soddisfatto e sforzandosi ancora riuscì a pronunziar sotto voce: Don Bos...co ! Gli ripetei che, appena stesse meglio, sarebbe andato alla chiesa per fare la S. Comunione. Il giorno seguente incominciò a parlare e a muovere la gamba. Appena mi vide, parlò subito di Don Bosco, mi disse che anche la gamba stava meglio, e che perciò gli facessi fare due grucce per poter camminare.

Così si fece, ed in pochi giorni potè recarsi alla chiesa a compiere la promessa.

Ebbe in seguito altro attacco al cervello, e così forte, che lo condusse in pazzia. Si continuò ad aver fede in Don Bosco, ma non avendo qui il necessario per curarlo, le autorità lo fecero mettere in canoa e lo inviarono a Umarituba dal signor Fontes, perchè col suo vaporino lo conducesse fino a prendere il vapore per Manaos. Grazie a Dio, Don Bosco compi l'opera. Pochi giorni dopo il soldato mi scriveva che Don Bosco l'aveva guarito e che si recava a Manaos, ma non più come pazzo.

Tanto noi come lui riconosciamo nella sua guarigione una vera grazia di Don Bosco, che ci ha animati una volta più ad avere fiducia nel suo potente patrocinio.

Ci aiuti il nostro Venerabile Padre a compier tutto intero il nostro dovere d'apostoli a salvezza di tante povere anime, redente col sangue prezioso di nostro Signor Gesù Cristo e tuttavia sepolte nelle più grande ignoranza religiosa. La buona volontà non ci manca, ma le difficoltà sono molte!

Preghi anche lei, veneratissimo signor Don Albera, a questo fine, specialmente per il suo

Aff.mo figlio in G. C.

SAC. GIOVANNI BALZOLA Missionario Salesiano.

RICCHI MANIPOLI dell'Apostolato dell'innocenza.

Le educande dell'Istituto N. S. delle Grazie in= Nizza Monferrato, sul terminare dello scorso anno scolastico inviavano al sig. D. Albera questa lettera.

VENERATISSIMO PADRE.

Anche quest'anno, animate dalla parola buona e forte della nostre Superiore amatissime, noi, Educande dell'Istituto N. S. delle Grazie, abbiamo assunto come l'anno scorso il nobile ufficio di Apostole dell'Innocenza. Padre Reverendissimo, a quale fine sublime abbiamo unite le nostre preghiere ai nostri piccoli sacrifici!... Siamo state le piccole missionarie che, senza recarci nelle lontane terre, abbiamo aiutato i propagatori della vera Fede, offrendo a Dio preghiere e fiori di virtù, perchè Egli rendesse loro meno aspra la lotta contro le numerose difficoltà, perchè maggiore fosse il numero delle anime convertite alla Verità! Oh! se tutte le fanciulle che, come noi, hanno la fortuna di essere educate nei collegi di D. Bosco, ove quest'opera fiorisce, potessero in quest'ora unirsi a noi, certamente Ella, Padre Veneratissimo, esulterebbe alla visione di tante anime buone (e chissà quante, tuttora innocenti!) le quali, penetrando nello spirito della Chiesa, lavorano con zelo per il trionfo della causa di Dio e, in nobile gara, fanno un santo commercio di fiori celesti per l'incremento della Fede cattolica nelle nazioni civili, per la santificazione dei sacerdoti, il morale. sostenimento dei missionari cattolici, per suscitare buone vocazioni religiose, per la conservazione dell'innocenza nei fanciulli e per la conversione dei peccatori e dei moribondi, il trionfo completo del Cuor di Grisù sulla terra.

Ecco perchè ci compiacciamo di render noto a Lei, Padre Veneratissimo, il resoconto finale del taro lavoro di apostolato dal i gennaio scorso al 15 giugno:

Messe ascoltate N. 19.583 S. Comunioni fatte   »   18.750 S. Rosari recitati » 17.725 Via Crucis fatte » 7.177 Preghiere varie recitate » 354.673

Fiori di virtù   »   21.342

Nel mondo vi sono errori, tristezze, vizi ; molti gravi pericoli insidiano le anime buone e i sacri ministri di Dio; noi lo sappiamo e se ci conforta pensiero che nei nostri paesi tutti conoscano la dottrina di Cristo, altrettanto ne affligge il sapere che molti, purtroppo, la ignorano o, conoscendola aspramente la combattono; lo sappiamo, e per questo, unite in un solo pensiero e in un solo desiderio, promettiamo d'esser per tutta la vita Apostole dell'Innocenza, di propagare quest'opera i nostri alunni e di farla fiorire dove già sorge: sempre strette in santa lega, fisso lo sguardo a un solo ideale lotteremo fidenti per la causa di Dio. Ed Ella, Reverendissimo Padre, ci benedica; la sua benedizione sarà per noi forza, coraggio, vittoria.

Di Lei, veneratissimo signor D. Albera,

Devot.me e obbligat.me figlie

Le Educande del Collegio Convitto Madonna delle Grazie.

Per l'assistenza dei nostri emigrati al Perù.

Nel Perù, per accordi presi con l'Arcivescovo Lima, il Nunzio Apostolico Mons. Lauri ha affidato ai Salesiani l'assistenza spirituale di tutti gli italiani residenti in Lima e in Callao, costituendo per essi in parrocchia le chiese salesiane.

Ecco la lettera con la quale il rev. Don Giuseppe Reyneri, Ispettore, comunicava l'imporunte deliberazione, in data 24 maggio u. s.

« Carissimi Connazionali - l'istituzione Salesiana, oltre lo scopo principale dell'educazione della gioventù, specialmente povera ed abbandonata, si propone altresì l'assistenza spirituale e morale degli Italiani emigrati all'estero, secondo il desiderio del suo Fondatore.

» Infatti, quando nel Novembre del 1875, nostro venerabile Padre D. Bosco mandava da Torino all'America la prima schiera di Missionarii, capitanata dall'Eminentissimo Cardinal Giovanni Cagliero, allora semplice sacerdote, diceva loro fra altre cose: « Abbiate cura speciale dei nostri connazionali che in gran numero troverete disseminati in varie parti e fate loro il maggior bene possibile ».

» E quei Missionarii, ossequenti al paterno invito del venerabile Don Bosco, non appena giunti in America s'incaricarono subito della Cappella « Mater Misericordiae » destinata appunto al servizio religioso della numerosa Colonia Italiana di Buenos Aires.

» Anche qui in Lima, fino dal loro arrivo, (1891) i Salesiani, venuti d'Italia, non lasciarono di fare tutto quel bene che fu loro possibile, tanto a favore degli Italiani come, e specialmente, verso i loro figli.

» Anzi pochi anni or sono venne espressamente dall'Italia un Sacerdote Salesiano per occuparsi di proposito dei bisogni spirituali dei numerosi Italiani stabiliti in questa Città e nella vicina Callao.

» Ultimamente, mediante un accordo fra l'Eccellentissimo Monsignor Lorenzo Lauri, Nunzio Apostolico, e S. Ecc. Rev.ma Mons. Pietro Emanuele Garçia Naranjo d. f. m., allora Arcivescovo di Lima, si determinò che la Vice-Parrocchia di Maria Ausiliatrice, retta dai Salesiani, servisse pure per tutti i loro bisogni spirituali, inclusivamente pel Battesimo e Matrimonio, come se questa fosse la loro propria Parrocchia.

» Questo nell'aspettativa di avere più tardi una Chiesa più centrale, dove si possano celebrare le S. Funzioni religiose e predicare in italiano.

» Il medesimo accordo fu preso per Callao, potendo gli italiani residenti in quella città rivolgersi alla Chiesa della Concezione, retta pure dai Salesiani.

» Noi, accettando tale accordo, volentieri ci mettiamo fin d'ora a disposizione di tutti i nostri cari Connazionali in questo nuovo campo d'azione. certi di fare con ciò cosa gradita ad essi e, d'interpretare il pensiero e la volontà del nostro venerabile Fondatore D. Bosco, nonchè dei suoi due successori Don Rua di v. m. e D. Paolo Albera, attuale Rettor Maggiore. '

» Avviso. - Finchè non si abbia una chiesa propria, tutte le domeniche e i giorni festivi nella viceparrocchia di Maria Ausiliatrice alle 9 del mattino avranno gl'Italiani che lo desiderano la comodità di sentire la S. Messa.

» L'uffizio parrocchiale è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 11 a m. e. dalle 2 alle 5 p. m. - Pei battesimi si abilitano anche le ore della sera. Per gli ammalati non v'è restrizione di sorta ».

CULTO DI MARIA AUSILIATRICE

NEL SANTUARIO

Il 24 di ogni mese, si ripetono mattino e sera, devote funzioni inn onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino, ha luogo la messa della Comunione generale, seguita dalla Benedizione col SS. Sacramento. Alla sera poi, memori del grande insegnamento di Don Bosco, di unire sempre nelle nostre preghiere l'invocazione a Gesù Sacramentato e alla Beata Vergine, si compie in forma solenne, all'altare stesso di Maria Ausiliatrice. l'adorazione pubblica al SS. Sacramento.

E il buon popolo di Valdocco, con tutte le associazioni della Parrocchia, che con fede vivissima accorre alla devota funzione, che in questo mese si compie alle ore 19,45; come alle alle 16,15) sono i Cooperatori e le Cooperatrici Torinesi che s'adunano a conferenza ai piedi di Maria Ausiliatrice per l'Esercizio della buona Morte.

Vogliano tutti i nostri Cooperatori e tutte le pie Cooperatrici unirsi in ispirito a queste sacre funzioni mensili, le quali hanno due fini principali : pregare secondo le intenzioni del Santo Padre e affrettare il ristabilimento della ace fra le nazioni.

Ogni sera alla benedizione col SS. Sacramento si continua sempre a far pubbliche preghiere per la pace. Il Signore, nella sua infinita clemenza e per intercessione di Maria Ausiliatrice, le esaudisca a sollievo di tutti i popoli della terra.

GRAZIE E FAVORI (*)

Due favori segnalati.

Da due mesi il mio bambino muore era caduto infermo. La febbre lo travagliatiti continuamente, nè lo lasciò un giorno solo. Deperiva a vista d'occhio: mangiava pochissimo: giorno e notte, emetteva un lamento che Ci, straziava il cuore. La sua debolezza era tanto, che non poteva più reggessi in piedi.

Nei primi giorni dello scorso giugno, dietro consiglio del rev.mo Arciprete, mi decisi , portarlo nell'ospedale Ven. Dori Bosco, dove io stessa dovetti fermarmi, perchè il mio picchia mi voleva continuamente al suo capezzale, Fu visitato più volte dal dott. Coda, che, unitamente alle reverende Suore Salesiane, prodigò al caro bambino le cure più sollecite e amorose. Un giorno dopo averlo visitato attentamente, rivolto all'infermiera, il dottor. esclamò: - Vede? la siringa è piena di pus: - bisogna mandarlo presto in Alba per l'operazione: non c'è tempo da Perdere. - Io ero presente e sentii tutto. Nel pomeriggio di quel giorno stesso ero uscita nel giardino per dare sfogo, al mio dolore, senza che il bambino se ne accorgesse. In quel momento la Direttrice della Casa, dopo avermi confortata con buone parole, mi disse: - Facciamo una novena a Maria Ausiliatrice ed abbia fiducia. Pregheremo anche noi, e faremo pregare i ricoverati ed i bambini. Vedrà che la Madonna assisterà il suo figliuolo! - Incominciai subito la novena e feci voto, che se Maria Ausiliatrice mi mi salvava il figlio, avrei fatto pubblicare la grazia.

L'11 giugno, ad onta del tempo pessimo portai il bambino all'ospedale di S. Lazzaro in Alba.

Fu visitato dapprima dal dott. Cav. Piccaluga, poi dal dott. Astesiano, ed in seguite, e più volte, da quattro dottori.

Tutti confermarono pienamente la diagnosi del dott. Coda, e giudicando l'urgenza dell'operazione, fu stabilito che si sarebbe eseguita il giorn, 15.

Nel pomeriggio del 14 il dott. Piccaluga, mi avvertì con tutti i riguardi della gravità: del caso; mi disse che era necessario tagliare, non ricordo più bene, se una o due costole: ed intanto, mi consigliò di non restare là, per timore che avessi troppo a soffrire, tanto più che mio marito, avvertito telegraficamente del pericolo che sovrastava al bambino, era giunto dal fronte la sera innanzi.

Il 15 u. s. giugno, quattro medici convennero nell'Ospedale S. Lazzaro per procedere all'o-

perazione: questa doveva effettuarsi nel camerone stesso dove giaceva il piccino, perchè, dato lo stato di estrema debolezza, non si giudicava prudente portarlo nella solita sala delle operazioni. Il bambino era già steso sul tavolo, e si fece un ultimo assaggio colla siringa... In quel momento, a Diano, si pregava con fede viva... e la nostra fede fu premiata. La siringa, invece del pus che estraeva le altre volte, estrasse sangue.

I medici si guardarono in faccia, e dissero a mio marito di portare a casa il bambino, perchè non v'erà più nessuna operazione da eseguire. L'operazione l'aveva fatta Maria SS. Ausiliatrice!

Come noi restassimo in vista di questo fatto, che noi proclamiamo miracoloso, lo possono immaginare soltanto quei genitori, che vedono d'improvviso, restituito alla vita, il loro figliuolino teneramente amato, che essi già piangevano perduto.

Da quel giorno, il nostro Ennore non ebbe più la febbre: riacquistò l'appetito, scomparve quel velo di mestizia che da due mesi si era disteso sulla sua faccia, e dopo pochi giorni si mise a camminare.

Dà parecchie settimane egli frequenta l'Asilo e gode ottima salute. Che Maria SS. Ausiliatrice ce lo conservi sano di anima come lo vediamo, per sua intercessione, sano di corpo, e la nostra gioia sarà perfetta, come eterna sarà la riconoscenza a Colei che ben a ragione è chiamata consolatrice degli afflitti, salute degli infermi, e aiuto dei Cristiani.

Diano d'Alba, 8 luglio 1918.

ADELE MANSUTTI

Profuga di Tricesimo.

Si vede proprio che Maria SS. ama molto i buoni Dianesi. Difatti, non era ancora spenta l'eco dolcissima della miracolosa guarigione ottenuta, mercè la sua intercessione, al piccolo profugo Ennore Mansutti, che volle dare una novella prova della sua protezione ad una famiglia dianese che a Lei ricorreva in un momento di terribile angoscia.

Il decenne G. B. Gerlotto di Giuseppe, mentre guidava i buoi, fu inavvertitamente colpito da una verga all'occhio destro, la sera del 3 corr.

Venne immediatamente portato al Dottor Coda, che, dopo averlo visitato con quell'amorosa diligenza che gli è abituale, avendo rilevata la gravità del caso, consigliò il padre a portarlo a Torino, per farlo visitare e curare da uno specialista.

Accompagnai io stesso il Gerlotto padre e figlio nel viaggio a Torino; consultammo il Prof. Precerutti che visitò minuziosamente l'occhio offeso e ci disse: « È necessario che il ragazzo si fermi qui. Farò del mio meglio per curarlo: ma dico subito che la cura sarà lunga assai. Intanto si vedrà ».

Come restasse il povero papà al sentire quest'anst'antifona, lo lascio immaginare ai lettori. Io feci del mio meglio per infondergli un po' di coraggio, ed intanto lo portai con me al Santuario dell'Ausiliatrice. Prostrati dinnanzi alla Madonna di D. Bosco, promettemmo che se Maria SS. otteneva la guarigione avremmo fatto pubblicare la grazia ed avremmo fatto celebrare nella nostra parrocchia una grande funzione in ringraziamento.

Lasciammo Torino col cuore angosciato, ma fidenti nell'aiuto di Maria. Dopo soli tre giorni, la mamma del giovanetto accompagnata da mia moglie, volle rivedere il figlio. Entrarono trepidanti nel reparto dove l'ammalato giaceva. Ma quale non fu la loro meraviglia, quando videro venire incontro il Professore, che, sorridente in faccia, le rincorò con queste precise parole: « Il ragazzo era alla vigilia di rimanere cieco d'un occhio! Ora però ogni pericolo è scomparso! Egli è in piena convalescenza! Non mi sarei mai creduto che potesse guarire in sì breve tempo. Lo possono riportare a casa quando che sia. Il loro dottore eseguirà le ultime cure che ritengo necessarie, e la guarigione sarà perfetta in capo a pochi giorni!. »

La famiglia Gerlotto, col cuore riboccante di riconoscenza verso Maria Ausiliatrice, desidera che sia pubblicata la grazia segnalatatissima, onde sia sempre più riconosciuta la bontà e la potenza di Colei che sa ripagare l'affetto della divozione onde i Dianesi circondano la taumaturga statua che il ven.do Successore di D. Bosco benediceva e consegnava loro, or sono 18 anni.

Diano d'Alba, 28 luglio 1918.

Dott. BIESTRO Farmacista.

TORINO. - 18-vI-1918. - Nello scorso inverno mia moglie fu afflitta da un brutto male, che poco mancò non la portasse alla tomba. Si stava per mandarla all'ospedale, ma io non volli e coll'aiuto del Venerabile Don Bosco e di Maria Ausiliatrice, cui ci rivolgemmo tutti fiduciosi, s'ottenne la sua guarigione; e son venuto oggi per ringraziare la Madonna e Don Bosco del favore concessomi e per offrire al sig. D. Albera l'obolo della mia riconoscenza.

M°. GIRINo GIOVANNI di Garlasco Lomellina.

ALESSANDRIA. - 24-VI-1918. - Fidente nella Vergine Ausiliatrice, sotto la cui protezione io trascorsi e trascorro tuttora l'età mia più bella, domandai la grazia della guarigione del mio carissimo babbo, da qualche anno tormentato da un forte gastricismo. Ed Ella mi esaudì, quando mino me l'aspettavo, dandomi ancor una volta la prova della sua materna bontà e protezione.

Adempio alla promessa fatta di pubblicare la grazia ed intanto innalzo a Lei i più fervidi ringraziamenti invitando tutti ad avere nella Regina del mondo la più viva fede e la confidenza più illimitata.

TERESA BUTTERI ROLANDI.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, per il nuovo Santuario dei Becchi, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:

A) A. B. di Spoleto, A. B. C. di Corzoneso, A. D. di Lecce, A. D. B. di Torino, A. M. D. di Torino, A. AI. S. di S. Damiano d'Asti, A. P. di Torino, A. R. di Ponte Nossa, A. T. di Nizza Monferrato, Abbiati G., Accastello ch. G., Actis P., Adamo G., Adamoli ing. F., Agnelli M., Agonol M., Agosteo M., Aichino G., Albonico C., Alborghetti G., Albrito M., Aldrighetti A., Alessandri ch. A., Alessio M., Alessio S., Aletta M., Allemandi d. C., Allievi del piccolo Seminario di Bra, Amosso F., Andreoletti M., e G., Apostolo D., Ardagna D., Arguani d. D., Arrighetti G., Arrigoni E., Arrigoni M., Arzenton E., Astigiano G., Astrobi G., Atzeni-Bedda V., Arzolini d. R.

8) B. C. di Carmagnola, r3. C. di Cotrone, B. F. di Biella, B. F. di S. Arcangelo di Romagna, B. M. di Cinquefrondi, B. P. di Chiusa S. Michele, 13. S. M. di Poirino, B. T. R. cooperatrice Salesiana di Torino, B. V. di Monza, B. Z. di Sontmariva Perno, 13. L. di Torino, Babini d. P., Badarelli P., Ballo R., Baldi M., Baldino A., Balemi M., Balestro T., Ballarati d. S. direttore Oratorio maschile, Ballarino \\1., Ballero G. in, Rossi,. Balocco C., Balossino G., Balzani I., Balzano C., Bambine della scuola elementare di Riva di Chieri, Baratta M. in Mannucci, Baratta T., Barbera M. in Rollone, Barberi A., Barbero M., Barcelloni T., Barinettes E., Barraillier S., Barreca G., Basse A., Bassani S., Battistoni P. in Carrara, Baudin S., Baudino C., Baudino E., Bava A., Bazzica R., Becchi M., Beghin A. in Torresin, Bellezza R., Belossi G., Belotti A. in Cattaneo, Beltrame-Ponré d. C., Beneficata di M. A. di Palazzolo Arcide, Bensa avv. F. sottotenente, Benzi P. P. Beozzi M. P. Berchi A., Bergamini I., Bernardini M., Bernardini N., Bernini M. M., Bertana M., Bertoia A., Bertolino G. v. Martelli, Bertonasco C., Bertone-D., Bettoni B., Bettiaz G., Bezza, Bianchi A., Bianchi can. P., Bianco, Bianco A. M., Bia. rava G., Bicchieri P., Birelli eh. G., Bigalia L., Biglia L., Biglia T., Biglia ten. U., Bistolfi M., Bianco S., Bletton G., Boccaccio G., Boccadoro S. in Gaj, Bocchino S., Bodini Z., Bodratti M., Boetto B., Bolgiani E., Bolis T., Bonbelli A., Bombelli d. A., Bonard, Bonavia M. in Ferrando, Bondone C., Bonello T. in Rosea, Bonifaccio d. G., Bonilani E., Bouomo G., Bonvicino F., Boratto A., Bordino R., Borelli A., Borgaro C. in Vota, Borgogno A., Borlengo L., in Mellino, Borreani M. in Groppiolo, Borsotti V., Bortolini G., Bosca G., Boscaglia M., Boschi A., Bosco F., Boscd G., Bosoni P., Bosticco M., Botta M., Bottazzi d. L., Boulogne E., Bovelli C. ed I., Bovio P. in Brusati, Bovo E., Bracchi C., Braga M., Branchi P., Brandellero L., Brenta A., Brero M., Brunetta E., Bugada F., Bulanti-Pilo G., Burdese C., C., Burioni A., Burzio V., Busconi C., Busnelli E., Bussi G., Busti A., Buzzi E.

C) C. B. di Bardonecchia, C. C. di Torino, C. C. di Tromello, C. E. di Fubine Monferrato, C. E. D. G. M. di Stupinigi, C. I. di Impruneta, C. M. di Civitavecchia, C. O. di Frosinone, C. P. di Renate Brianza, C. S. di Commessaggio, C. S. di Cortanze d'Asti, C. V. di Torino, Cabras I., Cabras N. ed M., Cademartori G. B., Caffi I., Caglio N., Cagnoli A. in Renzi, Cagnolo G., Calegari A., Calvisi eh. P., Calvo L., Camera R., Camonilleri G., Camosso F., Campione dott. C., Camosso F., Camuto V. v. Saitta. Candusso I., Cane G., Canonica C., Cantone v. M., Capoferri A. in Vanoli, di Caprino, Careggio A., Carena E. in Torti, Cariboni I., Carte G., Carnelutti T., Carrara A., Carrera A., Casabona A. in Pezzicara, Casaleggio E., Casetta A., Casetta G., Casu E., Cassinelli T., Castaldi A., Castellani E. in Coppin, Castellano G., Castelli M., Cattalamo T., Catterino T., Cavagnini R., Cavallo R., Cavanna F., Cavasola E. insegnante, Cavatore A. M., Cavazza P., Cavazzini F., Cavoli d. O., Celada R., Celli G. in Pardo, Cesana A., Cesano eh. C., Checchi A., Cherubino d. E., Chiappe L., Chiappella C., Chiappello C., Chiaratti E. v. Franceschini, Chiodi A., Ciani C. Cicchinelli F.. Ciminera A., Cirotto G., Cirotto T., Civallero M., Clara R., Clementi E., Clori N., Codazzi M., Colleani A., Colli avv. C., Cullino A., Colloredo M., Colombo A., Colonna R. in Rondano, Colla C., Colombo M., Cometto P., Cometto T., Comis V., Corrotti cav. P., Congiu G., Coniugi Bertani, Canigiolio, Gribaudi, Gruaglio, Magni I. ed F., Consonni G., Conti G. in Cristaldi, Convitto Operaie di Cogno, tos peratori Salesiani di Sutera e Treglio di Valtellina, Cooperatrici Salesiane di *..., Borgo Vercelli, Castel del Rio Bolognese, Coppola C., Copreni V., Corazza C., Corbolani L., Conio C., Corna A., Correngia P., Cortelezzi I., Costa C., Costa E., Costa I., Costelli L., Cotza L., Crespo C. soldato, Cretier A., Crisci M. in De Bono, Cucchietti L.

D) D. A. L. dell'Ospedale Regina Margherita di Torino, D. F. di S. Vittoria d'Alba, D'Amico C., D'Onofrio C., Dadda P., Daldini A., Dall'Agnoletta A., Dalla Benetta M. in De Cao, Danna L., Darbaz E. in Thiebal, Dattrino N., De Benedictis d. O., Debernardi L. profuga, De' Carlo V., De Chiara G.; Decrione G., De Filippi G., Delfini A. in Bindi, Delfino A., Del Ventura d. A., Della Valle A., Dell'Oro A., Dell'Orto I., De Magistris A., De Magistris dott. E., De Maron G., De Matteis A., De Micheli Camisassa, De Michelis M., De Paolis E:, Depari T., De Pascalis G., De Pietro A., De Ricci A., De Rollo C., De Santis V., Dessi F., Di Mambro V., Dolbane D., Donati M. Maestra, Dongegnaz M., Dondero B., Dotta M., Duca P.

E) E. A. di Mombaruzzo, E. G. P. di Cornigliano Ligure, E. O. di Fiorenzuola d'Arda, E. R. di Mocconesi, E. T. di Ottiglio Monferrato, E. 'f. di Pisa, Elia B., Ercoli d. L.

F) F. A. di Ferrara, F. B. di Alessandria, F. C. di Murazzano, F. C. di Codroipo, F. L. G. di *   F. M. di Narzole, F. M. di Vercelli, F. P. di Orsara Bormida, F. P. G. di Parona all'Adige, F. R. di Laigueglia, F. T. di Pallanza, F. V. di Domodossola, Fabris E., Faccio A., Falcione A. soldato, Famiglie Bellone, Bernaschi, Boglione, Busato, Mascheri, Stoppa, Vergnano, Fanales A. in Coniglio, Fanelli G., Farinetti B. ed E. coniugi, Farina G. IVI., Fava v. R., Favara M. in Bonacasa, Favini B., Favre C., Febbraro T., Fenati A., Ferraguti d. C. rettore, Ferrari R., Ferrarlo M., Ferrero d. A., Ferrero G. soldato, Ferrero G. tenente, Ferrero L., Ferrini R., Filippucci A. M., Filomena G., Fiò M., Fiori M., Fiorina G., Fisi G., Fochessati A., Foiada G., Fontana prof. P., Formenti M. in Longhi, Forno M. in Ivaldi, Foschi D., Foschini G., Fracchioni T , Fradella M. cooperatrice Salesiana, Francescato V., Franco A., Franco G. sottotenente, Frattini G., Fratelli Cerino e Ferrero, antichi allievi e soldati, Frigerio C., Frola G., Frola L., Ingazzi G., Fumagalli I. in Belloni, Fumagalli T.

li) G. di *... G. A. di Calice al Cornoviglio, G. A. di Lunamatrona, G. A. di Tonco Monferrato, G. B. di Chiaravalle in Toscana, G. B. di Porto Maurizio, G. F. di Varallo Sesia, G. G. di Bellinzago Novarese soldato, G. G. di S. Marco Argentana, G. M. di Palazzolo Acreide, G. N. di Pontremoli, G. O. di Pontassieve, G. I'. di Lacchiarella, G. P. di Montagnana, G. R. di Quargnento, G. T. di Modica, Gabellini M., Gabiola L., Gabriella e famiglia, Galantini R., Gallesi C., Galli C., Galli I., Gallo E., Gallo G. e T., Gamalero M., Gambino B., Gandini A., Gangemi A., Gani ing. C., Garatti G., Garbaccio E., Garoglio V. in Lussello, Gaschino L., Gaspari M. in Fenzi, Gasparini L. di Chero di Carpaneto, Gasparini L. di Laveno Gastaldi A., Gatti G., Gavotto V., Gay G., Genghini M., convittrice, Gentile A. in Giuliano, Gerbino M., Gero M., Geume L., Ghigi P. in Cerretti Ghione A., Ghiotti C., Ghiotto O., Ghirardi C. in Cortassa, Ghirotti E., Giaccone A., Gianasso L., Gianneo G., Giannoni M. in Cimino, Gianquinto d. F.; Gibel L., Giglio O., Gilardi L., Gili IVI., Gillardi M., Girando S , Gioberti O., Gioffredo teol. A. parroco, Giongardi Occhipinti in Bianco, Giordano G., Giovanardi F., Giuliano A., Giuly G., Giusti C., Gnerro T., Gobbi suor M. G.; Goffi G., Gonella P., Gola T. maestra e cooperatrice Salesiana, Golin G., Golzenati V., Gorrao I., Gotti G., Cozzellino E., Grassino C., Gravi G., Graziani L.. Grazioli A., Greco d. S., Greco F., Grimaldi Grisaldi G. in Gusberti, Grosa M., Grossoni V., Guaitani avv. G., Guarinoni L., Guazzone C., Guazzone D., Guerra M., Guerra D. in Tosi; Guglielmino G., Guglielminotti M.

I) I. U. V. di Torino, Imeroni F., Imola M. L. in Buscardi, Innocenti C. in Franchini, Isaia R., Isoardi T., Isola C., Isola G. A., Ivaldi C., Ivaldi D., Ivaldi L., Ivaldi V., Iviglia C.

L) L. S. di Pizzate, Labò E., Lai R. in Ledda, Lamendola A., Lampo M., Lani A. in Camerani., Lanteri F., Lanza d. G., Larizzate G. e A., Lazzari E., Lazza-

Ani M., Lega G., Legè M., Lelli d. G., Lamasson L., Leonardi M. D., Leonori C., Levrin d. C., Lia A., Lisconi R., Lodrini C„ Lojacono C., Longhi F., Londero A, e A., Lorenzini D., Lubrici T., Lucchini M. in Stafiicri, Lusso A.

M) M. A. di Bergamo, M. A. di Carmagnola, M. A. di Celle Enemondo, M. B. di Catanzaro, M. C. di San Michele Extra, M. D. di Mombercelli, M. D. di Paullo Lodigiano, M. E. di Casteli!uovo d'Asti, M. L. di Piacenza, M M. di *... M. M. M. di- Pontestura, Al. M. di Sandrigo, M. M. di Volvera, M. M. C. cooperatrice Salesiana di Vilminore, M. P. di Benevento, M. R. A. di Veronella, M. S. T. di Costigliole d'Asti, M. T. di Chiavari, M. T. di Saluzzo, M. T. G. di Torino, M. V. di, Lusernetta, Maccio E., Macdonald E., Madre di famiglia di Cocconato, Madruzza M, P., Maestri P., Maffi Al., Maffia N., Maggiora G., Magnanini V., Magri, Maino T., Màiola G. in Faccio cooperatrice Salesiana, Maiorana cav. A., Maistri,V., Malandrone F., Maldorno A., Malugani C. di Chiavenna, Manacorda G., Manca d. F., Manca M. in Demurro, Manzoni G., Manzoni M., Marabini soldato, Maravigna A. e I., Marchese donna V., _archetto C., Marciam M., Mai inelli E., Marini E., Marino F. tenente (z. d. g.), Marino T., Marocco M., Marongiu M., Martinetto P„ Martin S., Martini d. D., Martinoli ch. L. Marzocchi d. A., Masneri L., Masoero V., Masperone M., Massa P.,,Massolino G., Massolino M., tiastalli L., Mauro P., Mazza F., Mazza S., Mazzei A., Mazzi P., Mazziotti R., Mazzoli P., Mazzoli T., Mazzone dott. G., Mazzoni V., Mazzucchi M., Meda C., Medda G., Melano G., Mele M. A., Mellauro C., Mellerio d.

Merlo G., Messina M. in Quartana, Mezzadonna d. G., Michelotti A., Migliavacca E., Mignone V. e Marchisio Caporali, Milanese d. P. cappellano, Milesi S., Miletto E., Milone E., Minasso R., Minoletti A., Miotti M. di Breganze, Miotti M. di S. Giorgio Veneto, Molinari M., Molteni E.. Molteni T., Mongini M. R., Monteforte S. tenente, Monti E., Montoan A., Mora L. soldato, Morandi E., Morando A., Morchio T., Morello T., Morganti T., Moricca L., Molini M. in Carretti, Morosîni E., Morra A., Moscatelli P. A., Moscato F., Motta C., Mulas G., Mulas L. in Lai, Muliari G., Mura C., Mura C., in Orrù, Murano suor R., Murelli F., Mussa M., Muttini M.

N) Nani d. G., Naretto M., Nava V., Navara G., Negri G. in Gaudio, Nesso G. in Bonivento, Nicola E. in Alessi, Nosici coniugi, Novarese F.

O) O. L. di *... Nggero S., Oliva C., ;Olivieri A., Olivieri E., Olivieri E., Olivieri G., Ollivero D., Olmi T. in Festa e Presidenza Besetti A., Orlandini A,, Osella L.

P) P. A. di Benevagienna, P. C. di Castellamare Adriatico, P. C. di Portoferraio, P. D. E. di Amalfi, P. D. di Cagliari, P. F. F. A. di Ferrara, P. F. di Pedemonte Etneo, P. L. di Lodivecchio, P. M. di Dronero, P. N. di Novara, P. U. di Ponzengo, P. Y. di Entraque, Paderi C., Padovani R., Pagani V., Paganin M., Pagliani C., Pagliarello R., Palassi M. v. Montecchi, Pallavicini 1:., Palazzolo C. studente, Palma L., Papa M., Paparo A., Parisi G. insegnante, Parodi M. in Bottino, Parolini d. P. cappellano militare, Paruzzi G., Pasdera M., Pasini A., Pasini L., Pasquali A. M., Pasquero B , Pasteris G., Pastori M., Pastorini G., Patrignoni e famiglia, Patrucco A., Pavetti G., Pedrelli A., Pelizza I., Peloso D., Perico B., Pericoli M., Perrons C., Peno T., Perrucon E., Pesce d. L., Pesenti, P., Pessarossi S. soldato, Prssion d. P. can., Petetti R., Petich G., Petetti G., Pezzano D., Pezzetti M., Piaggio A., Piazza G., Piazza d. L., Piccoli S., Pie persone di Acicatena, Acqui, Alessandria, Biella, Borgomanero, Borgo S. Martino, Camandona, Carmagnola, Castel S. Giovanni, Castelvecchio, Cicagna, Cornegliano d'Alba, Fano, Filetto di Lunigiana, Finalpia, Gattico, Girgenti, Granarolo, Lanzo Torinese, Magenta. Milano, Mombaruzzo, None, Orsara Bormida, Padova, Palermo, Pozzaglio ed Uniti (cooperatrice salesiana), Priero, Ranzi, Pietra, Rivoli, Roma, Romentino, Salerai, Samarate, S. Clemente dì Romagna, S. Maurizio Monferato, Sezzadio, Soverato Marina, Tavagnasco, Torino, Valmadrera, Varese Lombardo, Vergiate, Vigliano Biellese, Pignet C., Pini I., Pinsoglio S., Pirrone baronessa R., Pisano A., Pisci G., Pistoia A , Pitari avv, G., Piva G., Polastri M, maestra, Polesel S,, Polastrelli G., Polte G., Pomati T., Pone V. e A., Porta C., Pozzo F. in Carraro, Prandina L. in Zerboni, Preti S., Prevedello.

Fioravante A., Profuga di Conegliano Veneto, Pronzato F.. Protti V. in Barcoloni, Provera L., Pugliese. d, V.

4) Quaglino A., Quaini T., Quaranta C., QuYrico V., Quitini R.

R) R. A. di e,. .. R. A. di Bellinzago Novarese, R. C. di Gravellona Toce, R. C. di Lesino, R.. C. di Usseglio, R. D. di Borgo Vercelli, R. M. di Cumiana, R. M. di Lacedonia, R. N. di S. Damiano Macra, R. P. di S. Benigno Canavese, R. T. di Borgo S. Donnino, R. V di Rivarolo Canavese, Rabellotti M., Rabezzana T. in Siccardi, Rabocci A., Racis V., Ragni A,, Ramazzotti M. L., Ramondetti M., Rampone O., Ratti S , Ravaneiii T., Ravero M. in Oregiia, Ravizza R., Rebolini d. S. arciprete, Recagna Il., Recchia E., ltedaelli G., Regall€ C., Regazzi A., Regazzi G., Regis D., Regno A., Reineri C., Remóado A., Renzi A., Renzi R., Ricaldone A., Richiardi da Genova, Ricchini d. F., Ricchini M , Ricossa T., Ricottine F ,Rigazio A., Righino G., Rigobello A., Rigollet E., Rimoldi A., Rinaldi Ai— Riva A., Rivera L., Rizzoio d. G. B. cooperatore salesiano, Rizzotto M, Roi M., Roma A., Romano G., Romano G. B., Romelli L., Romussi R., Ronchia S., Rosa AL, Roscio avv. noi. F., Rosica T., Rossetti M., Rossi A. in Fumelli, Rossi d B., Rossi C., Rossi donna T., Rossi S., Rossi gnoli A., Rossino L., Rotondo S., Roveita G., Rubin A. cooperatrice salesiana, Ruffiero M., Rug,geri C., Ruotolo G., Ruscena A. in Bonome, Russo C., Russo V.

11) S. P. di Caluso, Saba B., Sabolo A., Sacchetti A., Sacco A. in Macchiavello, Sacco G, in Giovanetti, Salis M. Samuelli D., Sandri M., Santomaso A., Sarteur F., Sarteur M., Sarteur M. in Merlet, Sattamino P„ Savino C. ed F., Savio A., Sbarra A., Sbarra E., Scaglione L., Scagliotti T., Scandola E. in Sauro, Scandolara O., Svarione A., Sciutto A., Scognamiglio G., Scola A , Scudo G. in Spironelli, Sechi L., Secchi A., Secci D., Secci M. L., Sempio G., Serano V., Serra A., Serra P., Settrino M., Selva C., Sgarzini G., Sibona d. L. arciprete, Siccardi R., Siffredi A. in Spinelli, Signorotti V., Silvestri M., Sinelli C., Soino cav. D. e consorte, Solari G., Solera A., Solari S., Solarino A., Soldano A., Sone A., Soprani e famiglia, Soreca I., Sorelle Cunico, profughe, De Alexandris, Guatino, Lanfranchi, Marenco, Rabino, Santus, Toella, Sottimano T., Spanna A. in Negri, Spina C., Splendori d. G., Spreafico P., Stefani d. C., Stefani M., Stolfo R., Stratta L. cooperatrice salsesiana, Suor R. Cusemmà F. M. A., Superiora delle Clarisse di Boves,

T) T. C. di Verres; T. G. dì Pinerolo, T. P. di Torino, Tacca C., Tacchini E., Tagliafico A., Tamagnone G., Tansi A., 'l'antardini G. v. Losa, Tarasco D., Tarditi suor M., Tassera V., Tasso M., Tavola R., Tedeschi G., Testa E.; Testi M. in Zambelli, Todescan A., Todeschin' M.. Tognarelli E., Tomasson L., Torrente V., Torrieri I., Toscani I., Tosi M. di Calcinato, Tosi M. di Verona. Tosi M. in Mucci, Tramviere di Torino, Traselli T., Traverso C., Trinchieri C. cooperatore salesiano, Trinda can. G., Troglio M., Tubino G. in Mosso, Turci d. G., Torna I.

U) Ubiano M., Ullio G.

V) V. IL di Borgo S. Martirio, V. M. M. di Carinagnola, Vaccari C., Vaccaro M., Vachino L., Vagina M., Vaira G., Valente A., Valente M. profuga, Valente S., Vallaro D., Vallaro F., Vallerse G. soldato, Vallino S. Valsecchi A., Vannella M., Vannetti P., Vanoli N. in Cascutelli, Vaso V., Vassallo D., Vassallo L., Vassuri, B., Vaudagna G., Vandelli A. in Valmori, Vellano A., Velonà C., Venduto G., Venturi A., Vercelli A., Vercelli D., Vezzano C., Vianelli C., Vicentini T.; Viglino M., Vignetta G. decoratore, Villani M., Vincenzi L., Viola C. in Battaglia, Viot L., Vismara I:., Vogliano R., Voletto G., Vota M. in Mazzone.

Z) Zanett:i d. A., Zanini G. soldato, Zanocco B., Zanotto D., Zardin F., Zenati T., Zerardi v. C., Zerbini T., Zin O. in Frighetto, Zinotti T. in Panini, Zirotti L., Zubani A., Zubani C. in Frola, Zucca V.

Nel parlare del Ven. D. Bosco, intendiamo sempre protestare solennemente che non vogliamo contravvenire in nessun modo alle disposizioni pontificie in proposito, non volendo dare ad alcun fatto un'autorità superiore a quella, che merita una semplice testimonianza umana, né prevenire il giudizio della Chiesa, della quale- sull'esempio di O. Bosco - ci gloriamo di essere ubbidientissimi figli.

Care notizie dal Perù.

La " Messa d'Oro " di Mons. Costamagna. Il 18 settembre Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor GIACOMO COSTAMAGNA, Vescovo tit. di Colonia e Vicario Ap. di Mendez e Qualaquiza (Equatore), celebra la sua Messa d'Oro. Il venerando Prelato, cui l'Opera Salesiana deve tanta parte della sua espansione nell'Argentina, trovasi presentemente nel Perù in cerca di, sussidii per la sua missione, e al Perù l'hanno raggiunto i più fervidi voti da tutte le Repubbliche del Sud e del Centro America. Anche noi ci uniamo alla nobile gara, che è un doveroso tributo di congratulazioni sincere al Pastore pio ed esemplare, al Salesiano cresciuto alla scuola del Ven. Don Bosco di cui ritrasse costantemente lo zelo vivissimo per la salute delle anime, all'Apostolo instancabile che bagnò de' suoi sudori tante terre diverse. Il buon Dio conceda al venerando Prelato l'abbondanza delle più dolci consolazioni sacerdotali e tanta vita ancora da raddoppiare il bene operato fin qui nel campo delle Missioni Cattoliche.

Mons. Giacomo Costamagna ha compiuto 72 anni; nacque a Caramagna dì Piemonte nel 1846. Ordinato Sacerdote nel settembre del 1863; fu inviato da Don Bosco in America nel 1877.

Addetto al servizio religioso della Cappella Italiana Mater Misericordiae, attese con gran zelo al bene dei numerosi italiani colà presso dimoranti.

Nel '78 tentò di penetrare in Patagonia; nel 79, non senza gravi sacrifizi, fe' parte della spedizione religiosa che accompagnò l'esercito argentino, guidato dal generai Roca alla Conquista del deserto.

Nominato Ispettore dei Salesiani dell'Argentina, promosse l'impianto di numerosi istituti di educazione e di beneficenza e, in seguito, visitò più volte allo stesso fine il Chili, il Perù, la Bolivia, l'Equatore, il Centro e il Nord America.

Preconizzato Vicario Apostolico di Mendez e Gualaquiza ed eletto Vescovo titolare di Colonia da Papa Leone XIII il 18 marzo 1895, rivolse tosto la mente ai feroci Jivaros affidati alle sue sollecitudini; e sebbene impedito di fermarsi tra loro, seppe egualmente promuoverne l'incivilimento e dare sviluppo a quella difficile Missione. Per suo impulso vennero aperte nuove stazioni, tra cui meritano d'essere ricordate quelle di Santiago di Mendez e d'Indanza.

La sua attività, esplicantesi in continui viaggi apostolici, congiunta ad un zelo singolare, non conosce riposo; e dovunque si afferma, lascia un soave ricordo di sè, che torna di vivo onore alla Chiesa Cattolica e all'Italia.

Al venerando Prelato torni gradita l'espressione sincera dei nostri migliori auguri, accompagnati, dalla promessa di speciali preghiere.

Il Presidente dei Perù nel collegio Salesiano.

Il 6 giugno il Collegio Salesiano di Lima ebbe l'onore della visita dell'eccellentissimo sig. Dott. Giuseppe Pardo, Presidente della Repubblica. Accompagnato dal Ministro della Pubblica Istruzione, ricevuto dall'ispettore Don Reyneri e dal rev. Don Pane, l'illustre visitatore percorse minutamente le singole sezioni dell'istituto. Dapprima si recò nelle scuole professionali, esaminando col più vivo interesse i vari lavori in corso, il metodo seguito, l'orario, l'intento teorico-pratico delle singole scuole, in somma tutto il loro organamento, intrattenendosi nello stesso tempo, con affabilità paterna, con gli allievi. In seguito passò alla sezione degli studenti, dei quali visitò le classi, interrogando e assistendo per qualche istante alle lezioni in corso. Quindi si recò nel reparto degli esterni, informandosi del numero degli alunni e delle finalità dell'opera. In ultimo passò alla cripta del gran tempio in costruzione ad onore di Maria Ausiliatrice a lato dell'istituto, volle vedere i disegni dell'opera monumentale, e si compiacque dell'alacrità con cui procedono i lavori.

Prima di congedarsi, accogliendo amabilmente l'invito si recò nel teatrino, dove erano stati raccolti i 40o alunni. Uno dei professori rivolse al Capo della Repubblica brevi parole di ossequioso saluto; e l'illustre visitatore che aveva a lato, insieme col Ministro della Pubblica Istruzione, Mons. Giacomo Costamagna e l'ispettore Don Reyneri, espresse pubblicamente il più vivo compiacimento per la visita compiuta, rilevò l'ordine e il profitto degli alunni, ebbe parole di alto elogio per la bontà del sistema educativo, e assicurò Mons. Costamagna e Don Reyneri che il Governo avrà sempre a cuore il progresso e lo sviluppo di un'opera eminentemente filantropica, la quale rende alla Nazione servigi così segnalati, come fa l'Opera di Don Bosco.

L'eccellentissimo sig. Presidente fu ossequiato alla partenza coll'esecuzione d'un inno nazionale. E sempre grande il bene che compiono le visite di così illustri personaggi nel cuore dei singoli alunni. Sono efficace sanzione alla parola dei Superiori.

NOTE E CORRISPONDENZE

L'Opera di Don Bosco in Palestina.

Dopo lo scoppio della guerra europea, a poco a poco, tutti gli Istituti Salesiani della Palestina vennero a subirne le più tristi conseguenze. Fin dal 1914 si dovettero chiudere la Scuola Italiana di Giaffa e l'Istituto di Gesù Adolescente di Nazareth; l'anno dopo si chiusero la Scuola Italiana di Gerusalemme, la Colonia Agricola di Cremisàn e le fiorenti Scuole Italiane di Smirne; finchè nel maggio del 1916 anche l'Orfanotrofio Cattolico di Betlemme venne tolto ai Salesiani ed occupato dai Turchi. Triste divenne la condizione dei poveri orfanelli! Accolti dapprima nella nostra casa di Beitgemàl, in breve vennero tolti anche di là, e condotti a Gerusalemme sotto la direzione dei Turchi, i quali, per mantenerli, requisirono ogni cosa ai Salesiani. Che ne avvenne? Fino a quando durarono le provviste, l'istituto restò aperto; finiti i viveri, gli infelici non ebbero più pane, e furono in necessità di andarsene....

dove, se nella maggior parte non hanno chi pensi a loro? Se potessimo narrare le loro commoventi vicende, saremmo certi che numerose sarebbero le anime caritatevoli che si moverebbero in loro soccorso

Egualmente triste fu la condizione nella quale vennero a trovarsi quei nostri amatissimi Confratelli, alcuni dei quali, per il bene compiuto da lunghi anni a vantaggio della nostra Società, tennero in ansia specialissima tutti i Salesiani. Coll'entrare degli Alleati in Gerusalemme le loro condizioni presero a migliorare alquanto. Ma purtroppo tredici di essi, di cui uno ammalato, prima della capitolazione della Città Santa, vennero internati dai Turchi come ostaggi; e nulla, più nulla si è saputo di loro, tranne questo, che, due sono morti! Maria Ausiliatrice vegli amorosamente sopra i superstiti, li conforti nei dolori quotidiani e li difenda da ogni più grave pericolo!

Intanto alcune Case si sono di già riaperte, ma in quale stato! Spoglie di tutto, non possono riattivare, nel modo che sarebbe necessario, quelle opere di carità spirìtuale e materiale che compivano prima. L'Orfanotrofio di Betlemme ad es. non ha più una macchina nelle Scuole professionali; tutto fu asportato; eppure in novembre, quelle scuole si vorrebbero riattivare! Fin dal mese di febbraio si è riaperta la Scuola Italiana di Gerusalemme, che in breve vide salire a cinquanta il numero degli alunni. Si riaprirà anche la Scuola Italiana di Giaffa... e per il nuovo anno scolastico si vorrebbe fare qualche cosa di più

Chì ci aiuterà in questa santa impresa, che è rivolta a sollievo degli infelici compatriotti di Gesù? Nell'ora presente i bisogni sono tanti: ma anche questa è una carità che s'impone.

None a Don Albera.

Anche None, che si gloria di avergli dato i natali, ha voluto con unanime slancio di sincera esultanza commemorare il Giubileo d'oro dell'amatissimo nostro Rettor Maggiore.

Riferiamo dal « Momento » del 15 agosto:

Alla grandiosa dimostrazione di affetto e di stima data a D. Paolo Albera, Rettor Maggiore della Pia Società Salesiana, in occasione della sua Messa d'oro, non poteva e non doveva restare estraneo il paese che va glorioso di avergli dato i natali.

Tale doveroso atto di omaggio e di felicitazione da parte di None, lo sentirono fin dal giugno scorsa le due Autorità, civile ed ecclesiastica, elle unitamente ad un antico compagno e coetaneo del medesimo D. Albera, il ten. generale Gioachino Rubiano, si recarono ufficialmente a porgergli i loro ossequii ed auguri., a nonne loro ed a nome di tutti i suoi concittadini. Quegli omaggi ebbero il loro epilogo domenica scorsa nella veramente grandiosa ed imponente accoglienza che la popolazione nonese fece al suo illustre concittadino in occasione della celebrazione della sua Messa d'oro in paese. La dimostrazione ch'egli ebbe fin dal suo .arrivo in stazione, rallegrata dalle note della banda municipale, fu così cordiale ed unanime per parte delle Autorità e della popolazione, che lo stesso D. Albera non potè a meno di esserne grandemente commosso. Sulla facciata della chiesa campeggiava, tra drappi a colori, la seguente epigrafe:

« Onusto di meriti e di gloria - rientra D. Paolo Albera - nel Tempio che già ti accolse bambino, fanciullo e novello levita. - La tua None - altèra delle tue Nozze d'oro festante oggi ti accoglie - e ti porge l'augurio. di rivederti nelle Nozze di diamante ».

La grandiosità, poi, che assunsero le funzioni religiose e per il largo intervento dei sacerdoti nonesi e dei parroci della Vicaria, e sopratutto per il canto eseguito dalla « Schola Cantorum » deì Salesiani sotto la direzione dell'impareggiabile cavaliere Dogliani, è cosa che i nonesi ricorderanno a lungo. Furono eseguiti la Messa e il «Te Deum » del card. Cagliero. Tenne il discorso di circostanza mons. Rho, prelato domestico di S. S.

A mezzogiorno facevano corona a Don Paolo Albera mons. Vigo che per la prima volta indossava il « paonazzo » di Cameriere d'onore di S. S., il sindaco cav. Carossia, Mons. Giov. Rho, il ten. gen. Rubiano, il cav. Antonio Pittavino, ed altri. Alla levata di mensa dissero poesie di augurio e di felicitazione due pronipoti di Don Albera; il Sindaco porse, a nome della popolazione, il saluto di omaggio. Il teol. Gruero, vicario di Villafranca, parlò a nome del clero nativo di None in uri forbito latino di puro classicismo, presentando un'artistica pergamena, lavoro pregevole di un sacerdote nonese, D. Luigi Tabbia. Il prof. Albera Francesco ricordò episodi della vita dell'illustre zio; il signor Amerario, della Missione, parlò dell'esemplarità di educazione cristiana, tradizionale nella famiglia Albera; ed il teologo Civera illustrò l'apostolato di Don Albera. Il teol. Vaudano, prevosto di Castagnole, con vena facile ed arguta recitò in dialetto versi pieni di eccellente brio. Il cav. Bertero, curato di Candiolo, presentò una pergamena a mons. Vigo, a none del clero della Vicaria. Parlò infine monsignor Vigo rivolgendo la sua parola di ringraziamento a quanti avevano inneggiato alla sua onorificenza e facendo voti per la longevità e prosperità di D. Paolo Albera, il quale commosso ringraziò.

La festa si chiuse col ricevimento dato in Municipio, dove si fecero novellamente voti per la prosperità di Don Albera e della Pia Società Salesiana.

NOTIZIE VARIE

In Italia.

NAPOLI. - UNA BELL'AFFERMAZIONE DELLA

PIA CASA DEI SoRDoMUTI. - Togliamo dal Corriere d'Italia del 9 luglio:

Svolgimento più degno, più solenne, più sinceramente commosso e benaugurante non poteva avere la cerimonia della esposizione dei lavori dei sordomuti nella Pia Casa Arcivescovile di via Avellino a Tarsia.

L'espressione più eletta della cittadinanza napoletana un tutte le sue classi rappresentata convenne nelle sale dell'antico ospizio, risorto da pochi anni ad una nuova primavera

E la festa di ieri è stata in parte il riconoscimento del lavoro compiuto dal buon direttore e dai suoi valorosi cooperatori, in parte l'augurio espresso da oltre mille persone che la sua opera continui sempre così tenace e illuminata per il bene di tante infelici creature, molte delle quali hanno avuto il padre morto in guerra o mutilato.

La cerimonia. - La cerimonia ebbe luogo nel vasto giardino che è a ridosso della Casa. Esso era tutto adorno di festoni e bandiere italiane e degli Stati Alleati, come adorne di bandiere e festoni erano tutte le sale e tutte le aule dell'Istituto. All'ingresso facevan servizio d'onore pompieri, guardie municipali, squadriglie di boy-scouts cattolici. Anche altri giovani rappresentanti del neo-scoutismo cattolico prestavano servizio d'onore nel giardino e presso il palco delle autorità.

Nel giardino la banda della R. Marina allietava la festa dei suoi inni e un'altra banda militare, quella del Presidio, era in uno dei saloni a pianterreno dell'edificio.

Mentre gli invitati giungevano, entrambe le bande suonavano, alternandosi.

Dai balconi e dalle finestre prospicienti in via Avellino e sul giardino della Pia Casa era tutto uno sventolar di bandiere e uno scrosciare di acclamazioni.

I discorsi. -- Sul palco delle autorità presero posto S. E. l'on. Roth, l'ammiraglio Millo, il generale Caiano in rappresentanza del Comandante della Divisione, il senatore Placido, il prof. Ogliarolo, rettore della Università, il prof. Ingrosso in rappresentanza del Prefetto, la contessa Millo, Donna Antonia Nitti Persico, il prof. Castellini, il capitano William della Croce Rossa Americana, ecc. ecc.

Primo a prendere la parola fu Don Crippa il quale, non senza una sottile commozione, rilevò il concorso di tante pietose attenzioni all'opera che egli va compiendo con infinito amore, ricordò i benefattori e i patrocinatori, fra i quali il Duca d'Aosta che se fosse presente vedrebbe parte dei suoi ardenti voti compiuti, elogiò l'opera dei suoi cooperatori; poi, con sinceri accenti, ebbe parole di viva gratitudine e ringraziamento per tutti.

A Don Crippa seguì l'on. prof. Pietro Castellani.

Con parola elegante e suadente l'oratore, ascoltatissimo, rileva la infelicità del sordo-muto ed espone i suoi concetti sui doveri che verso gli infelici e i diseredati da natura ha l'umanità e quella parte, specialmente, della umanità che nell'esercizio della medicina ha maggiori doveri di soccorrere le altrui sventure.

Rifà l'oratore la storia delle cure che si pensò di rivolgere al sordo-muto, dalle prime loro origini nel '5oo fino ai nostri giorni ed esalta l'opera compiuta dalla Pia Casa Arcivescovile; e quella principalmente che si propone essa di compiere, dacchè alla sua direzione è un uomo che dà pieno affidamento di intelletto e di fede.

Molti applausi coronano il magnifico discorso.

nere: civile, militare ed ecclesiastico. I visitatori notarono eleganza nel taglio e precisione nella finitura. La stessa osservazione fu fatta per la sezione dei calzolai, dove la bella forma e la solidità, sì preziosa nei tempi presenti, piacquero in tutte le varietà dei campioni presentati. Dirimpetto ai mannequins dei sarti e alle vetrine dei dei calzolai erano esposti su lunghe tavole i lavori dei legatori e dei tipografi.

»Molti signori, e per primo il cav. Interdonato, ammirarono la fortezza e la comodità delle rilegature di registri, opere di biblioteca, manualetti di pietà ricchi ed eleganti con belle dorature e fregi, e la grande varietà dei lavori di stampa, dagli eleganti cartoncini a molteplici colori, fino a grandi fogli da registro, il tutto di una esecuzione di impeccabile precisione.

» La terza ed ultima sala era riservata ai meccanici e ai falegnami, che hanno esposto i lavori fatti ultimamente: mobili assai graziosi, fra i quali un elegante armadio in mogano, un bel divano e sedie di bella fattura. Alcuni visitatori fecero qui osservare una lacuna - che siamo certi di veder colmata l'anno prossimo. Si sarebbero vedute con piacere le fotografie degli altri numerosi e importanti lavori eseguiti nel corso dell'anno e già consegnati ai clienti.

» I meccanici, infine, non avevano nulla a perdere, per essere stati posti gli ultimi: al contrario i visitatori si trattennero a lungo davanti ai numerosi lavori di aggiustaggio e di meccanica. L'esposizione è davvero assai ricca e svariata e comprende una serie di esercizi graduati dai più semplici ed elementari a quelli complessi e che sono delle vere macchine: tra l'altro chiavi inglesi, graffietti, cesoie, occhiellatrici, perforatrici, una piegatrice, una spiana, e una pompa con sotto una vasca per mostrarne il funzionamento, il tutto eseguito dagli allievi. Quello che molto accresce il pregio di queste mostre è l'intelligente organizzazione che ha disposto tutto con bell'ordine, indicando, col nome dell'allievo, l'anno di tirocinio, il genere del lavoro e il numero delle ore impiegate per eseguirlo, L'impressione manifestata con molta insistenza dai visitatori fu di grande soddisfazione, di ammirazione per il progresso raggiunto in confronto dell'anno passato. Ma l'esposizione non terminava qui.

» La Scuola Femminile Italiana » Maria Ausiliatrice », aperta solo da due anni dalle Suore di Don Bosco, nel quartiere di Bab Sidra, non avendo ancora un locale conveniente per una esposizione, ha tolto anche quest'anno a prestito dall'Istituto Don Bosco una sala abbastanza vasta, ma ancora troppo ristretta per la profusione degli oggetti esposti. Passando da un'esposizione all'altra il cav. Interdonato e gli altri visitatori apersero pure l'esposizione dei lavori di cucito e ricamo, disegno e pittura della suddetta scuola.

» Dopo i lavori seri e pratici di abili operaie, ecco come in incantesimo i bei lavori di mani delicate. Sono graziosissimi soggettini di fiori, ornati, paesaggi e figure, finamente dipinti, o ricamati. su tela, raso, cartone, vetro, celluloide, tutti pregevoli per la precisione dell'esecuzione, la fine combinazione dei colori e l'eleganza delle montature. Così abbiamo ammirato una molteplice varietà. di arazzi, cuscini, porta-giornali, portaspazzole, e numerose scatole ed eleganti oggettini per salotto, sala da pranzo, ecc. Poi è una sfarzosa ricchezza di biancheria in ricamo d'ogni genere, dal semplice uncinetto e dal facile punto-croce sino ai più complicati e graziosi lavori a punto inglese, irlandese, norvegese e di Venezia, che attira l'attenzione dei competenti; due elegantissime coperte da letto, a punto inglese e di Venezia, ornate di una finissima frangia, sono in modo speciale elogiate per l'artistico disegno e la meravigliosa accuratezza dell'esecuzione. E pure in questa sala è da notarsi con vero compiacimento una svariata collezione di nitidi disegni d'ogni genere dalle linee sicure, che orna bellamente le pareti di fiori, paesaggi, animali e figure.

» Si esce da questa bella mostra incantati e davvero sorpresi d'aver visto cose tanto inaspettate ».

Fin qui il Messaggero Egiziano del 17 luglio.

La domenica appresso ebbe luogo la distribuzione dei premi nell'Istituto Salesiano. Presiedeva S. E. il marchese Negrotto Cambiaso, circondato da scelto e numeroso pubblico.

Il trattenimento iniziato al suono della Marcia Reale e dell'Inno Sultaniale si svolse rapido e interessante fra continui applausi.

Gli intervenuti ammirarono sopra tutto la rappresentazione di alcune scene dell'Attilio Regolo del Metastasio, assai bene collegate.

Tra i premi distribuiti ve ne furono alcuni veramente superbi, come uno splendido orologio d'oro offerto da S. E. il Ministro e vari altri, donati da amici e ammiratori dell'Opera Salesiana.

La festa terminava lasciando nei giovani e in tutti gli intervenuti la più gradita impressione. S. E. il Ministro e gli altri illustri signori espressero i più vivi rallegramenti per lo splendido saggio e formarono i voti più fervidi per l'avvenire del benemerito Istituto.

- Nella Scuola Italiana Femminile. - Il Messaggero Egiziano ci dà conto della festa dei premi, compiutasi solennemente anche in questa Scuola. riccone le, parole:

« ... Il trattenimento musico-letterario, offerto dalle alunne della scuola « Maria Ausiliatrice» in occasione della distribuzione dei premi, fu coronato di splendido successo, e riscosse l'ammirazione e il plauso di tutti i numerosi intervenuti. Presiedeva alla bella e simpatica festa S. E. il Ministro d'Italia, marchese, Negrotto Cambiaso, festosamente accolto al suono della Marcia Reale.... I vari punti dello scelto programma furono veramente svolti con molta grazia e disinvoltura dalle giovani alunne

« S. E. il Ministro espresse a più riprese il suo sincero compiacimento per la bella riuscita dello festa, che disse « lascierà in lui gratissimo ricordo è Tutti gli intervenuti ebbero per le brave suore i più vivi e meritati elogi, facendo voti elle prenda il più rigoglioso sviluppo un'opera che già negli inizi promette tanto bene ».

NECROLOGIO

Nob. D. Tommaso Sancini.

Sacerdote piissimo, mansionario della Cattedrale, da oltre un trentennio direttore dell'Oratorio Maschile di S. Zanino in Brescia, solo e senza mezzi, colla sola bontà dell'animo suo, davvero grande, seppe attirarsi intorno e tenere a sè legati centinaia e centinaia di giovani e coltivarli a virtù soda, così da avere la compiacenza di vederne parecchi ai Sacerdozio ed altri abbracciare la vita religiosa nel chiostro, ed i molti rimasti allo stato secolare, affermarsi per virtù religiosa e civile nei svariati campi della azione cattolica. Ora i diletti suoi giovani, pei quali solo visse lo piangono inconsolabili e mentre pregano pace all'anima sua benedetta, ne invocano dal Cielo la continua protezione.

Ing. Clelio Borgnini.

Il giorno 30 marzo era chiamato agli eterni riposi, nella città di Novara, l'Ing.re Prof. Clelio Borgnini, al cui artistico valore si deve il progetto del grandioso Istituto Salesiano con la Chiesa di Maria SS. Ausiliatrice in quella città.

Fu uomo di preclare virtù e dì sentimenti cristianamente generosi verso l'Opera Salesiana, e beneficò specialmente verso l'Istituto da lui ideato, alla cui costruzione attese con solerzia commendevole.

Si raccomanda l'anima buona e generosa ai pietosi suffragi dei Cooperatori.

Prevosto Cav. Cuttica Carlo.

Confortato dai carismi della Fede, dopo breve malattia il 26 marzo u. s. spirava a S9 anni il Prev. Cav. Cuttica Carlo da quasi sei lustri parroco di Valle S. Bartolomeo (Alessandria).

Di animo semplice e retto, di bontà delicata e generosa, di specchiata virtù, il compianto sacerdote si cattivò l'affetto di tutto il clero diocesano e del suo popolo. Fu degli antesignami dell'azione cattolica in Diocesi di Alessandria. Del suo zelo e della sua operosità sacerdotale e benefica a Valle S. Bartolomeo resteranno monumento gli abbellimenti e le decorazioni artistiche della Chiesa, la istituzione di diversi sodalizi religiosi, l'erezione del grandioso Asilo infantile, la Cassa rurale, l'Unione op. Cattolica da lui fondata fin dal 1894, il Circolo Giovanile Cattolico, e specialmente l'affezione del popolo professatagli e confermatagli in occasioni solenni.

Al sacerdote esemplare che apprese la sua vocazione alla scuola del Ven. D. Bosco cui ricordava sempre con tenerezza filiale, Iddio doni il premio di chi ha combattuto la santa battaglia nella fede e nella carità di Cristo.

Prof. Vittorio Piovano.

Serenamente è tornata a Dio l'anima eletta del Dott. Professore Vittorio Piovano del R. Ginnasio di Pallanza. Fin dall'infanzia affidato dal padre suo ai Salesiani, negli Istituti Salesiani rimaneva fino alla sua entrata all'Università, studente; diligente e religiosissimo, a conforto dei superiori, a buon esempio dei compagni.

Laureato alla R. Università di Torino, consacrò alla gioventù tutto il suo cuore, tutte le sue energie. Vero apostolo dell'insegnamento, rimase fino all'ultima lezione al suo posto, nonostante la crudel malattia di cuore che da tanti anni lo travagliava. Cattolico praticante, senza ostentazione e senza rispetto umano, riceveva con commovente edificazione tutti i Sacramenti di nostra Santa Religione.

All'anima eletta i nostri suffragi.

Preghiamo anche per i seguenti Cooperatori defunti :

Alloatti Luigi - Mirafiori (Torino).

Arietti Carlotta - Brusasco. Baldini Elisa - Roma. Bertone Nasi - Torino. Bertorello Lucia - Revello.

Bocca Don Carlo, Rettore S. Ignazio - Vigevano. Bodda Giacomo - Cisterna. Bonetti Maria - Torino.

Bombelli Alfonso di Giov. - S. Vittore Olona. Brenna Don Egidio, Parroco - Arluno.

Bresciani Don Gaudenzio, Priore di Verucole - S. Romano. Brusa Don Achille, Prevosto - Bee. Calliano Fiorenza ved. Comolli - Torino. Calligaris Cristina - Conzano. Corno Lorenzo fu Carlo Mombello Torinese. Correra Comm. Francesco Sav. - Caserta. De Caro Concetta - Caserta.

Duce De Andreis Luigia - Albissola Superiore. Floielli Caterina ved. Benucci - Roma. Foglietti Cristina ved. Tagliaferri - Torino. Gamba Don Luigi, Prevosto - Qualtordio. Gargatagii Monica - Torino. Giachino Bartolomeo - Corio. Giaconia Lojacono Marianna - Mistretta. Grasso Enrico - Torino. Mercorio Maria Teresa - Caserta. Marangoni Lodovico - S. Giorgio in Bosco. Mortarini Enrichetta - Confienza. Olivieri Don Lorenzo, Prevosto - Sassello. Osella Anna ved. Tamagnone - Riva di Chierì. Paglinca Vincenzo - Caserta - Caserta. Papi Rovai Emilia - Mortaio (Cavriglia). Perotti Giuseppe di Gius. - Dorno. Radogna Placida - Caserta. Ruta Don Antonino - Caserta. Sangirardi Silvia - Caprino Veronese. Scalvinoni Romolo - Borno. Scarella Mons. Silvio, Parroco - Carpasio. Sorice Carolina - Arienzo. Stroppani nata Gatti Clementina - Olcio. Tirane Antonio - Calliano Monferrato.

Viglietti Suor Pia, delle Fedeli Compagne di Gesti - Torino, Aldegheri Don Demetrio, Arcip. - Albaredo d'Adige. Amoroso Carmela - Limosano. Apostoli Luigi - Zinella.

Belloni Enea - Corbola. Bianchi Bassano - Caltignaga. Brelle Domenica - Chiaverano.

Capuzzo Olinda nata Ferraris - Castagnole Monf. Carena Elisabetta - Carmagnola. Cerva Don Giov. Batt., Prevosto - Casalgrasso. Coradini Teresa - Manciaud. Covatta Antonio - Limosano. Cresto Marianna fu Giuseppe - Pessinetto. D'Amico Ferdinando - Limosano.

Facciotti Don Bernardino, Prevosto - Tronzano Vercellese. Facco Maria - Fonte.

Fornasari Annetta - Sale. Franzoni Carolina - Bologna.

Appendice al "Bollettino Salesiano„

Agli alunni degli Oratori e Collegi Salesiani d'Europa e d'oltre mare,

A ricordo del 9 giugno 1918.

Maria Ausiliatrice.

Nel cinquantesimo anniversario della consacrazione del Tempio Salesiano a Maria

Santissima Ausiliatrice di Torino.

Non così forse in sul mattino il sole ascende e cielo irradia e terra avviva sì che natura di splendor festiva

tutta redole?

Così sciogliendo grazie, suo tesoro; così col suo Gesù sopra le braccia;

e gli angioli osannavano in sua traccia

fra nimbi d'oro,

Ella invocata venne. Oh di portento visione! E curvato sui ginocchi tremebondo levava il Padre gli occhi

in rapimento.

Venne e posò sovra l'aereo stelo de la dorata cuspide nel sole, materna, del suo tempio su la mole

fra terra e cielo;

e primavera discioglieva il canto disciogliendo i. suoi veli azzurri, fiori disseminando, pervadendo i cuori

di gaudio santo.

Ave, Maria! Il piano e la pendice intona su quel ritmo il suo peana

e ti celebra e inneggia a Te sovrana

ausiliatrice.

Tu reggi alta da l'alto. Giovinette schiere volgonsi a Te. Quanta dovizia d'innocenza l'aulente puerizia

nei cuori mette;

quanta speranza accende il confidente ingegno e di opre il dirompente ardore, quanto emana di fede il puro fiore

a Te consente,

a Te s'umilia come a sua regina;

e austeri di sudate carte ludi,

e martellare di lucenti incudi

da l'officina

in rituro alterno con il pio sonoro ritmo de la preghiera che feconda ogni fatica e di dolcezza inonda

ogni lavoro.

Madre, è per Te che noi ardimmo. I tuoi tabernacoli ovunque spazia il sole piantammo; e presso ed officine e scuole

coi nostri eroi.

Non queste Tu d'apostoli coorti, non questa Tu di vergini milizia guidavi? Di tue grazie la dovizia

li fece forti.

Tu innanzi, Tu nel nimbo di tua gloria; ed essi su' tuoi passi. E terra e mare videro là dove sostò il tuo altare

la tua vittoria.

O Madre, e quel che demmo a Te in offerta non vinca no quel che offerirti ancora queste anime ti vogliono. Le incuora

Tu, le raccerta.

E Tu da l'alto questa nostra terra

che l'Alpe e il mare serrano, ogni landa ed ogni cuore ne la tua miranda

bontà rinserra.

24 Maggio 1918.

CLEMENTE BARBIERI. Di qui la gloria mia!...

Valdocco!... valle dispregiata oscura

non son molt'anni, ed ora al mondo chiara e luminosa più che aerea altura

che il sol rischiara!

Valdocco!... campi di sognati eventi, già di legumi fertili e di grani, ed ora sedi placide e fiorenti

di semi umani. Umile prato di campestri fiori '

fecondo, ed ora piedestallo a Quella che in cielo regna fra i beati cori

Vergine Bella.

Valdocco!... trono eletto da Maria, ch'or su! dorata e vigilante sta,

donde ripete ancor: « La gloria mia

di qui verrà! »

Di qui: dal Tempio che ideò l'amore

d'Un che fu d'oro e fu d'argento privo, ma avea d'ardente carità nel cuore

turgido rivo.

Di qui: dal Tempio che varcar sue soglie vede ogni giorno pellegrina gente, che le grate promesse e i voti scioglie

riconoscente;

ove ogni giorno, le mattine e sere, giovane turba si raduna e pia fa risonare i canti e le preghiere

sacre a Maria.

Da questo sito - come di sul lido lanterna, accesa tra la bruma e il nero vel della notte, sovra il mar infido

raggia al nocchiero

vivida luce, che rincora e splende, - così pel mondo brillerà il fulgore

del Suo potere, ovunque l'uomo intende

suon di dolore.

Di qui, partendo, in vasta melodia « Gloria! » diranno popoli a Lei grati: corpi già incerti a l'orlo della via

lassi e prostrati;

occhi già spenti agli splendori umani; orecchie chiuse già all'amiche voci; misere fibre dilaniate a brani

da strazi atroci!

La sua gloria canteranno chiare voci di bimbi avvezze alle sue laudi;

cuor già premuti dalle angoscie amare,

d'intimi gaudi

poi da Lei sazi; ed anime smarrite del dubbio già nell'orrido sentiero, poi da Lei scorte su per le fiorite

vie del Vero.

Di qui salpando missionari ardenti, vergini suore per lontane spiagge, Amore e Fede recheranno a genti

rudi e selvaggie.

Oh sì, Maria, d'ogni parte quanta folla d'aspetto varia e di favella, al Tempio tuo rivolta, soave canta:

Gloria a Te, Bella!

Gloria! sussurra a Te la cotta argilla, ond'è contesta questa tua dimora; Gloria! i votivi doni, onde sfavilla

tutta e s'indora. Gloria! ti gridan infiniti cori

di vergini e garzoni, ancor nei cari ospizi accolti, dome vaghi fiori

nei tepidari. Gloria! ti canta una devota folla

d'ogni lido d'Europa travagliato, ed, oltre il mare, da ogni colta zolla

e suol arato.

Dalle foreste antiche, ove di belve l'urlo si mesce colla voce umana, dalle pampas deserte e dalle selve

dell'araucàna terra e dovunque posero le tende

i figli di Doli Bosco, ognor si plaude al Nome tuo e sempre a Te si rende

e gloria e laude.

E pur da liti solco a Te si guarda, o Madre, ove passa la morte ogni minuto: un canto s'ode: son le nostre squadre:

« Gloria ed Aiuto! ».

Prof. S. R.

L'immagine di Maria Ausiliatrice.

Oh com'è bella nel. gentil sorriso

la tua immagine, o eccelsa Ausiliatrice nel contemplarla sentomi felice ee provo un gaudio in cor di Paradiso!

Rosea la veste, azzurro il vago manto, d'oro i capelli e splendido il diadema: ivi la luce si commove e trema impotente a onorarti e darti vanto.

Nella destra hai lo scettro del comando: riposa il Bimbo Dio sul tuo cor, lene, e nel cor tuo a lenir del cor le pene, allarga a noi le braccia a te invitando.

a Oh venite, venite, affaticate

genti al suo seno amabile, materno: venite a Lei, terrore dell'inferno ed esultanza delle schiere alate! r

Veniamo. Anime afflitte dal dolore a te veniamo strettamente unite, gustanti in te dolcissime, infinite tenerezze che appagano ogni core.

Oh Ausiliatrice Vergine divina!

o conforto del popolo cristiano! alletta il inondo col tuo amor sovrano e le anime al, tuo 'giubilo trascina!

Sac. P. V.

Cinquantenario (1868-9 giugno-1918).

TRITTICO (1).

La Visione.

In forma di leggiadra pastorella

un dì La vide il Servo suo diletto: avea lo sguardo di fulgente stella ed un sorriso di materno affetto.

La vide conducente il tristo armento, - rapito ai paschi velenosi e immondi là dove un dì de' martiri il fermenta portò salite e germini fecondi.

Ei La seguì tra mutolo e stupito,

in mezzo a. un campo aperto all'oriente, e, riguardando ai cenni del suo dito, vide un fiorir di fertile semente

E: Guarda ancor, la bella Condottiera, riguarda, disse, in questo punto qui: e folgorante, come un sole a sera, un'altra scena splendida fiorì

Sull'alta fronte dell'ardita mole

arcano scritto si leggea così :

- Ecco il mio tempio! Sfavillante al sole tanta mia gloria fiorirà di qui. -

Vent'anni dopo.

Passarono vent'anni: il pio veggente avea cullato il sogno grande in cor; l'avea nutrito religiosamente come la fiamma d'un eterno amor

E là sul prato che Maria segnava teatro immenso della sua virtù, - un nuvolo di bimbi s'educava, divelti al giogo della servitù

Oh memorandi giorni d'eroismo, oh dolci incanti della nostra fè! O forza, o vita del Cattolicismo, quanto prodigio si rinserra in te!

Ma nella mente del Divinatore

si riagitava il lucido pensier,

che gli rapiva il sonno e a tutte l'ore lo sospingeva ai lidi del mister

Balzò nei cieli il grande monumento, marmoreo pegno d'un amor che fu, com'epopea melodiosa al vento vibrante d'una fiammea virtù

Ed Ella trionfante e gloriosa,

nella celeste e pura venustà, dall'alto della cupola radiosa mandò un sorriso alla regal città

La gloria.

Ecco la Chiesa! Su l'eccelse cuspidi della titania mole

estollesi sublime la gran Vergine riscintillante al sole...

Entro il mister delle navate l'organo la melodia diffonde, ed ai singhiozzi delle moltitudini i gemiti confonde

Oh sacri incensi, oh fede viva, oh cantici, oh suppliche non vane! la destra sua distende l'alta Vergine su le sciagure umane

Leggono i ciechi; alla loquela i mutoli

la lingua inaridita,

commossi; dal profondo, ecco disciogliere copie a, novella vita.

Camminano gli storpi e il passo affrettano al desiato altare,

dove arridente la materna Imagine cinta di gloria appare

Cessano i morbi: le tempeste e i turbini ristanno all'orizzonte, e uu vago riso nell'azzurro tremola dalla marna al monte.

La pace fa ritorno alle famiglie;

amor discende ai cuori.

Risplende il vero e desta il santo anelito in petto ai peccatori.

Un fremito così - son venti secoli! - correa la Palestina,

quando Gesù facea sentire ai popoli la sua virtù divina,,

e a loro il pan di sua Parola in liberi sensi d'amor largiva,

onde, spezzati i duri ceppi all'anime, l'umanità gioiva

Ecco: dal cerchio delle vette candide, dalle vallate alpine,

il Verbo redentor di nuovo affrettasi ai campi e all'officine.

Corre l'Italia, all'Europa stendesi, trapassa i mari e i monti

e va, fecondo, nelle lande impervie, agli ultimi orizzonti;

dove un dolor si cela e dove un gemito risuona inconsolato, dove ignoranza annidasi e col vizio dà l'onta del peccato...

Onore e gloria a te. Maria! de' pargoli le clamorose schiere, per tutti i lidi, armoniosi cantici t'inalzano e preghiere.

I templi tuoi sollevano le cupole

di sotto a tutti i cieli:

in ogni lingua a te si levan suppliche da Spille petti aneli.

Oh vedi, vedi! I figli dell'Apostolo,

del fervido veggente,

cui dal Piemonte tu segnavi i pascoli di sua futura gente,

ricantan oggi l'epopea di gloria che mezzo secol visse;

oh pagine sublimi! oh quale istoria più densa mai si scrisse?

Un fremito d'amor le cime italiche,

o Madre Santa, investe.

Ridono i cieli: al tuo bel Nome esultano le vergini foreste.

Esultano le terre e i vasti océani all'inneggiar felice;

che, coro immenso, all'infinito elevasi - MARIA AUSILIATRICE! -

(1) Fu stampato a cura dei Salesiani dì Caserta, per il 9 giugno u. s. Non potendo, per brevità di spazio, riferire per intero il bel Trittico, ne trascriviamo i passi migliori. La Visione illustra un sogno fatto da Don Bosco nel 1844, quando il Venerabile, insieme coll'Oratorio, vide sul suolo bagnato del sangue dei SS. Martiri Torinesi anche il Santuario di Maria Ausiliatrice Vent'anni dopo accenna alla costruzione del Santuario medesimo. La Gloria è la sintesi dei primi dieci lustri della veneranda Basilica.