BS 1910s|1918|Bollettino Salesiano Agosto 1918

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO ANNO XLII - N. 8   AGOSTO 1918

SOMMARIO

L'inaugurazione del Tempio votivo ai "Becchi di Castelnuovo d'Asti": - Triduo di preghiere propiziatorie per i bisogni della Chiesa e della Patria.

Una circolare del Comitato "Dame Patronesse Opere Ven. D Bosco,, Torino.

Echi delle solennità giubilari in onore di Maria Ausiliatrice.

Al Rev. Clero e per le adunanze mensili: - Combattiamo la bestemmia e il turpiloquio. Per le Scuole di Religione.

Ai nostri Sacerdoti militari.

Fatti e detti di D. Bosco: - IX) Dopo la consacrazione dal Santuario di Maria Ausiliatrice.

Un Sinodo diocesano e l'Opera degli Oratori festivi. I Missionari partiti per la Cina.

Il Culto di Maria Ausiliatrice: Pel 24 corrente -- Grazie e graziati.

Pel tempio votivo in onore di Maria Ausiliatrice a Castelnuovo d'Asti.

Riconoscenza al Ven. D. Bosco.

Pubblicazioni di omaggio e di circostanza.

Nota e Corrispondenze: - Una cara udienza pontificia

- Esercizi spirituali per i Cooperatori Salesiani -

Notizie varie.

Necrologio e Cooperatori defunti.

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE - VIA COTTOLENGO, 32 - TORINO

L'inaugurazione del Tempio votivo ai "Becchi" di Castelnuovo d'Asti

Triduo di preghiere propiziatorie per i bisogni della Chiesa e della Patria.

Quando questo numero giungerà ai Cooperatori, l'inaugurazione del Tempio votivo, eretto di fronte alla casetta ove nacque Don Bosco, avrà compiuto un desiderio, anzi una promessa di Lui che, pieno di bontà con tutti, più volte aveva manifestato il pensiero d'erigere una chiesetta a comodità de' suoi conterrazzani.

La prima pietra del sacro edificio fu posta il 16 agosto 1915, cioè il giorno stesso del Centenario della nascita del Pastorello dei « Becchi » ; e compì la cerimonia il nostro Superiore Don Albera, cui era anche riserbato il conforto d'aspergere dell'acqua benedetta il nuovo edifizio, aprirlo al divin culto e celebrarvi la prima messa.

Non a caso s'è scelto per l'inaugurazione del nuovo tempio questo principio d'agosto. Agosto è il mese della nascita di Don Bosco; e parve conveviente che non solo per il dì anniversario di essa, ma più ancora per la novena e festa solenne che lo precedono in onor della Madonna. alla quale il nuovo Santuario è dedicato, fosse questo già benedetto. Di più il 1° agosto è il dì anniversario dell'ordinazione sacerdotale di Don Albera, e il 2 quello della sua prima messa ; e parve pur conveniente che siccome si anticipò al 9 giugno u. s. la commemorazione della sua

« Messa d'oro » per celebrarla insieme col Giubileo del Santuario di Maria Ausiliatrice, così anche l'inaugurazione del nuovo tempio all'Ausiliatrice si anticipasse di qualche giorno per farla coincidere colla data della « Messa d'oro » di Don Albera, il quale benedirà perciò il nuovo Tempio la sera del 10 agosto, e la mattina del 2 solennemente vi celebrerà la prima messa.

Ma non si dimentichi la special caratteristica, con la quale vien aperto al divin culto il nuovo Santuario. Quando se ne benedisse la prima pietra, l'Italia s'era già impegnata nella guerra; e da, oltre un anno questa infuriava in Europa. «Il nuovo Santuario - si disse allora - sia anche un voto per la Pace!» E fu durante tre anni di guerra che venne condotto a compimento. Vi cooperarono, in prima linea, folte schiere di bimbi e bimbe d'Italia e dell'estero, ma specialmente d'Italia con animo di accaparrarsi una sguardo propizio del grande Apostolo della gioventù, che trascorse i primi anni là ove si volle eretto il Tempio votivo, e d'impetrare insieme le benedizioni materne di Maria Ausiliatrice sopra di sè e sulle proprie famiglie, specie sui babbi combattenti. Alle schiere dei bimbi s'aggiunse, con fede altissima, un ampio stuolo di spose e mamme cristiane, imploranti gli stessi conforti dall'Ausiliatrice, sui mariti e i figli soldati. Contemporaneamente negli Istituti Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice s'accese la stessa gara di pia adesione, e sempre per sollecitare, dalla Vergine potente quell'aiuto celeste di cui oggi la Patria e la Chiesa abbisognano.

Non è quindi senza care speranze che viene inaugurato il Tempio votivo dei «Becchi » ; ce ne affidano lo scopo per cui si volle, il modo con cui sorse, il luogo prescelto, e la bontà della Vergine cui viene dedicato.

L'inaugurazione di questo Tempio votivo - mentre registrerà un altro scambio d'affettuosi sensi tra il Capo venerato e tutti i membri della Famiglia di Don Bosco, nei quali rinnoverà il proposito di calcar fedelmente le orme del Fondatore - stringerà sempre più i vincoli di devotissimo culto che legano la Triplice Famiglia Salesiana a Maria Ausiliatrice; - moverà questa dolcissima Madre a largheggiar di celesti favori con quanti concorsero ad innalzarle il nuovo seggio di gloria e con tutti quelli che, dopo Dio, sono il sostegno quotidiano delle Opere Salesiane - ma sopratutto impegnerà la stessa pietosa e potente Regina ad accogliere le suppliche insistenti che a a Lei s'innalzano per la salvezza e prosperità della patria e perchè la Divina Provvidenza, affrettando il trionfo della Chiesa Cattolica fra tutte le genti, confermi solennemente all'Italia quel glorioso mandato di maestra di Fede e di Civiltà che essa ebbe in passato.

L'ora, o cari Cooperatori, è in vero solenne: preghiamo !... e la Vergine Ausiliatrice avvalori le nostre preghiere con la sua intercessione e le presenti al trono di Dio. Noi avremo bene meritato della Chiesa e della Patria; e la Madre di Dio non tarderà a manifestarsi ancora una volta la dolce Patrona d'Italia e l'Ausiliatrice gloriosa del Popolo Cristiano.

Il nuovo Tempio.

Ed ora una parola sullo stilo architettonico del nuovo Tempio. Per verità, chi conosce un pochino l'arte sacra in Piemonte, non tarda a ravvisar una somiglianza tra gli elementi che lo compongono, e quelli di alcune Chiese sorte nel secolo XIII e XIV, quali Santa Maria della Scala in Moncalieri, S. Antonio di Ranverso, il Duomo di Saluzzo e Pinerolo, ecc. E appunto l'arte sacra di quel tempo, suggestiva e sincera, perchè ispirata a un profondo sentimento religioso, con gli archi e i pinnacoli slanciati verso il cielo quasi a portare lassù il nostro pensiero, meritamente si volle preferire al gelido neoclassicismo e al mondano barocco. Si volle che lo spirito di fede rivivesse come allora nella materia, di modo che ogni pietra, ogni mattone, sentisse della fede stessa con cui son lavorati. Così sulla facciata, di struttura semplice, nel portale d'ingresso con il finimento a forma di ghimberga, sorreggente la statua dell'Ausiliatrice, si rievocherà in buon mosaico, quando i mezzi lo permettano, la cara visione che ebbe in sogno Don Bosco fanciullo intorno alla missione che la Vergine Santissima gli affidava per la salute del gregge di Gesù Cristo. Fu in questo luogo che Maria volle fin d'allora visibilmente far conoscere al suo Servo che l'Opera Salesiana sarebbe stata sua, e che Ella l'avrebbe sempre protetta. La bella pietra di Viggiù, fornita dai F.lli Catella di Torino, dal portale riccamente scolpito raggiunge uno splendido effetto decorativo nel basamento alto m. 2,50; nelle pentafore lungo i lati del Tempio, ideante per dare ai fedeli mezzo di assistere alle sacre funzioni, quando la capacità interna non potrà ricevere tutti i devoti; nell'immancabile rosone centrale; nell'elegante cornicione ad archetti, disposato a pitture eseguite a buon fresco dalla Ditta Barberis e Pedoia di Torino. Le vaste superficie lisce sono dominate dal nudo mattone, che, con il tono caldo, dànno un effetto vario e pittoresco, da ritenere che i mezzi semplici nella costruzione sono il segreto fondamentale perchè un'opera sia veramente d'arte. La sopraddetta Ditta Catella ha allestito anche l'artistico altare in marmo di Carrara, e la Ditta Luisoni i bei stucchi dei capitelli e della nicchia. La decorazione piena verrà eseguita più tardi, secondo i modelli che in monumenti e opere maggiori vanta il Piemonte.

Intanto va tributata una lode particolare al sig. Francesco Rofinello di Castelnuovo d'Asti, impresario, il quale, vincendo e superando sacrifizi e ostacoli non pochi per la deficienza dei materiali, seppe condurre a termine l'opera affidatagli, e al modesto prof. Giulio Valotti, salesiano, cui si devono i disegni del Tempio.

Il programma dell'inaugurazione.

GIovEDI I° AGosTo 1918. - ORE 20 - BENEDIZIONE DELLE CAMPANE E DEL NUOVO SANTUARIO.

VENERDI 2 AGOSTO - I° GIORNO DEL TRIDUO. Consacrazione del doppio altar maggiore, compiuta da S. E. Rev.ma Mons. Pasquale Morganti, Arcivescovo di Ravenna e Vescovo di Cervia. - Prima Messa cantata nel Tempio votivo dal rev.mo D. Paolo Albera, Successore del Ven. Don Bosco. - Indi altre Messe.

Ore 10 - Trasporto solenne del SS. Sacramento dalla vecchia cappella al nuovo Tempio - Messa ultima.

Ora 20,30 - Esposizione del SS. Sacramento, Ora di Adorazione solenne e Benedizione Eucaristica.

N.B. - Tutte le S. Messe e le preghiere di questo giorno saranno offerte al Signore particolarmente per i bambini e le bambine che concorsero colle loro oblazioni all'erezione del Santuario, e secondo l'intenzione del S. Padre.

SABATO 3 AGOSTO - II° GIORNO DEI. TRIDUO. - Ore 5-6-7-8 Messe lette.

Ore 12 - Comincia l'Indulgenza, della Porziuncola o del Perdono d'Assisi.

Ore 20,30 - Rosario, Predica, e Benedizione Eucaristica.

N. B. Tutte le S. Messe e le preghiere di questo giorno saranno offerte al Signore per tutti i morti in guerra, perticolarmente per i defunti appartenenti alle famiglie dei Benefattori del nuovo tempio.

DOMENICA 4 AGOSTO - III° GIORNO DEL TRIDUO. -- Continua per tutto il giorno l'Indulgenza della Porziuncola o del Perdono d'Assisi.

Ore 5-6-7 Messe lette.

Ore 8 - Messa della Comunione generale celebrata da Sua Eminenza Rev.ma il sig. Cardinale Giovanni Cagliero.

Ore 9,30 Messa solenne, cantata dal Rev.mo D. Paolo Albera, Successore del Ven. D. Bosco.

Ore 16,30 - Vespri solenni - Discorso - Te Deum - Trina Benedizione Eucaristica impartita dall'Em.mo Card. Cagliero.

N.B. - Tutte le S. Messe e le preghiere di questo giorno saranno particolarmente offerte al Signore per i bisogni della Chiesa e della Patria nell'ora presente.

Il Comitato "Patronesse Opere Ven. D. Bosco„ di Torino ha diramato questa importante circolare a tuffi i Comitati femminili d'azione salesiana:

Coll'animo esultante della più viva gioia, vi notifichiamo anche noi il trionfale esito dei recenti festeggiamenti giubilari salesiani in Torino.

Per quanto riguarda l'Esposizione di arredi e paramenti sacri e l'Obolo per là «Messa d'oro » del Veneratissimo Sig. Don Albera a pro' dei giovanetti orfani e profughi di guerra da lui ricoverati si ottennero risultati superiori alla nostra aspettazione. Gli appelli in proposito a voi diretti l'ottobre e il novembre dello scorso anno 1917 non caddero invano, e noi vi ringraziamo altamente per la pronta corrispondenza e cooperazione.

Dall'Estero non ci potè giungere gran cosa in fatto di arredi e paramenti sacri, ma sappiamo che ìn quasi tutte le Ispettorie Salesiane, anche nelle più lontane, si fecero Esposizioni locali ben riuscite. E noi ci auguriamo, che sia prossimo il giorno in cui possano giungere a Torino anche da tali Esposizioni almeno quei particolari cospicui doni che fossero stati preparati per la Basilica di Maria Ausiliatrice. Allora vedremo questo perinsigne primario tempio della Madonna di Don Bosco ricevere, nel suo Giubileo d'Oro, il tributo universale d'omaggio dalle più svariate e lontane terre. Ciò invochiamo e speriamo da detti paesi.,

Ed ora saranno finite le nostre relazioni con voi? Avendo noi constatato quanto giovi all'azione comune dei nostri Comitati il tenersi in vicendevoli rapporti, osammo umiliare al veneratissimo Superiore Generale sig. Don Albera, il progetto di una generale organizzazione o federazione dei Comitati stessi, sotto la diretta di lui dipendenza.

Egli che già da tempo vagheggiava tale disegno lo accolse con plauso, lo approvò pienamente, e nella sua grande bontà volle che il nostro Comitato promotore, come più vicino a lui e al centro primario delle Opere Salesiane, assumesse in così vasta organizzazione l'incarico di Comitato Centrale, a cui farà capo la nuova Federazione.

Nel farvi tale comunicazione non vi nascondiamo di sentire tutta la nostra insufficienza per così alto ufficio, ma ci affidano, e c'incoraggiano assai, insieme con l'autorevole appoggio del veneratissimo sig. Don Albera, la benevolenza e la cooperazione vostra.

Dalla nostra Federazione, pur rimanendo del tutto intatta l'autonomia di ciascun Comitato locale, proverrà nuovo impulso e maggiore uniformità di direttive all'azione nostra comune, la quale tornerà più efficace a seconda dei bisogni sì locali che generali delle Opere Salesiane, e più conforme alle direttive del veneratissimo Successore del Ven. Don Bosco.

Oltre ai Comitati permanenti che già da tempo esistevano, ne sorsero ora parecchi per la ricorrenza dei recenti festeggiamenti. Che sarà di questi? Noi facciamo caldi voti perchè noti abbiano a sciogliersi, ma anch'essi abbiano a federarsi con noi come Comitati permanenti.

Ove poi presso le Case Salesiane, o in centri notevoli della Pia Unione dei Cooperatori Salesiani, non esistesse ancora il Comitato delle Patronesse o delle Zelatrici nostre, è da far voti, che questo sorga quanto prima per iniziativa almeno di alcune pie Cooperatrici Salesiane coll'autorizzazione del Superiore Salesiano più vicino, dandone comunicazione al rev.mo sig. Don Albera.

Tali Comitati potranno anch'essi prestare notevoli aiuti alla preparazione e al buon esito delle conferenze e feste annuali di San Francesco di Sales e di Maria Ausiliatrice, alle adunanze mensili e allo svolgimento di tutto il programma dei Comitati salesiani, sì ben espresso nel Manuale Direttivo della nostra Pia Unione.

ECHI DELLE SOLENNITÀ GIUBILARI IN ONORE DI MARIA AUSILIATRICE

Molte relazioni ci giungono da ogni parte intorno le feste celebratesi quest'anno con maggior splendore in onor della nostra Madre e Regina, Maria Ausiliatrice. Noi ringraziamo cordialmente i benevoli che si prendono cura d'inviarcele e, mentre ne cominciamo l'attesa pubblicazione, facciamo voti che abbiano a suscitare in altri luoghi quello stesso fervore di cristiana pietà, di cui sono splendido indice a gloria di tante città e paesi d'Italia e dell'Estero.

Maria Ausiliatrice raccoglie il primo omaggio della vecchia e della nuova Aosta.

Ad Aosta la duplice data giubilare fu celebrata con santo entusiasmo. L'antica città, situata fra le superbe montagne ricche di minerali e di acque attirò l'attenzione della potente Ditta Ansaido, che pensò d'utilizzarne gli immensi tesori coll'iniziarvi ampie officine, atte a convertire il ferro delle grandi miniere di Cogne ad usi industriali, e le acque della Dora in carbone bianco, e così emancipare l'Italia dal tributo di altre nazioni a vantaggio delle industrie italiane. I grandiosi lavori portarono ad Aosta gran numero di operai che impegnarono la Ditta a fabbricare molte case, che presto formeranno una nuova città industriale col suo tempio, asili, scuole, e quanto occorre ad una moderna città.

L'impresa colossale attirò l'attenzione del Veneratissimo Vescovo di Aosta, Mons. Tasso, il quale, intuendo i bisogni spirituali, morali e materiali di tanti operai, d'accordo colla Ditta rappresentata e diretta in Aosta dall'ing. Leopardi e coll'Associazione Nazionale « Italica Gens », di cui è anima il Commendator Schiapparelli, ottenne dal nostro Superiore Generale, nell'ottobre del 1917, insieme con un primo gruppo di Figlie di Maria Ausiliatrice, un Sacerdote Salesiano con la promessa di altri, non appena l'opera di assistenza potrà svilupparsi e intensificarsi. Intanto s'iniziarono magazzini con annessa cucina economica per gli operai e un Oratorio festivo per le fanciulle dei medesimi: e fu mercè questo primo centro d'azione salesiana che si potè festeggiare la duplice data cinquantenaria, il 16 giugno.

Al mattino Mons. Tasso, recatosi a celebrare la S. Messa nella Cappella delle Figlie di Maria Ausiliatrice, distribuì la S. Comunione alle numerose alunne dell'Oratorio Festivo, lasciando in tutte una dolce impressione dell'intima festa.

Alla sera, terminate le solermi funzioni nella Cattedrale, si svolse nel salone dell'Episcopio un edificante trattenimento onorato dalla presenza di S. E. Mons. Vescovo e di altri membri del Clero, del Sotto Prefetto e dei Procuratore del Re colle rispettive famiglie, e dal fiore della cittadinanza Aostana, dalle rappresentanze dei Collegi femminili, e sopratutto da benemeriti Cooperatori e Cooperatrici Salesiane.

Una bella statua di Maria Ausiliatrice, dono del Commendator Schiapparelli, troneggiava nell'ampia sala come sovrana della festa, circondata da uno stuolo di alunne dell'Oratorio festivo, le quali diedero un ben riuscito saggio catechistico, alternato con dialoghi, inneggianti a Maria Ausiliatrice e a Don Bosco.

Quindi prese la parola il dottor D. Arturo Conelli, Direttore delle Scuole Salesiane e rappresentante del sig. Don Albera che espresse ammirazione per il brillantissimo esito della simpatica festa, lumeggiò la duplice ricorrenza coll'additare la molteplice attività svolta in 5o anni dai Salesiani in tante parti del mondo nel nome di Don Bosco e con la protezione di Maria Ausiliatrice; e promise di farsi fedele interprete dei presenti presso il sig. D. Albera, col pregarlo di recarsi al più presto ad Aosta per constatare e benedire le Opere Salesiane così felicemente iniziate.

Infine sorse a parlare Mons. Vescovo, il quale, coll'abituale dolcezza e con paterna effusione di cuore, manifesta la sua alta soddisfazione pel primo mirabile saggio di cristiana attività spiegata dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. Si augura di veder presto in Aosta, non solo lo svolgersi dell'Oratorio femminile, ma eziandio il fiorire dell'Oratorio maschile. Ricorda le 500 giovanette presentate dalle figlie di Maria Ausiliatrice al S. Padre, che esplicarono una meravigliosa gara catechistica alla sua augusta presenza e fa voti che ad Aosta anche i giovani abbiano ad arruolarsi numerosi sotto la bandiera di Don Bosco. Con efficaci parole commemora il grande Apostolo della gioventù, avendo avuto la fortuna non solo di conoscerlo, ma d'averlo a maestro e confessore. Ricorda i suoi santi consigli, sopratutto quello di essere divoto della Madonna, invita tutti i presenti previa la benedizione della statua, a consacrarsi a Maria Ausiliatrice; e con ispirata parole conchiude: « Figlio di Don Bosco, da molto tempo desideravo i Salesiani nella mia diocesi. La Madonna ha esaudito il mio desiderio! Faccio voti che questa statua di Maria Ausiliatrice, a cui ora faremo la nostra consacrazione, sia venerata in un grandioso tempio costruito nella nuova città d'Aosta, e che in quel Tempio, come nel Santuario di Torino, Maria Ausiliatrice stabilisca una sorgente perenne di benedizioni e di grazie per i nuovi e antichi abitanti d'Aosta e di tutta la valle.

Compiuta la ritirale benedizione della statua, tutti i presenti, prostrati ai piedi del simulacro . della SS. Vergine, accompagnarono l'atto di consacrazione a Maria Ausiliatrice, letto ad alta voce da Mons. Vescovo; e si dipartirono dalla com movente riunione, bene auspicando che presto abbiano a realizzarsi i voti del zelante Pastore della Diocesi Valdostana.

Un monumento a Maria Ausiliatrice nel Collegio Don Bosco di Verona.

Fu benedetto dall'Em.mo Mons. Vescovo Castrense, che aveva tenuto una conferenza ai cappellani militari nella chiesa dell'Istituto Don Bosco, il 23 maggio u. s.

Il monumento a Maria Ausiliatrice sorge nel giardino del collegio. E una svelta colonna di marino sopra una base quadrata; sulla colonna una bella statua che ritrae la immagine classica dell'Ausiliatrice di Don Bosco; lavoro, nel quale lo scultore Cabianca pose la bravura del suo scalpello e la bontà del cuor suo.

Eseguito dai convittori un breve mottetto, il direttore prof. D. Giraudi, spiega il perche di quel monumento, dovuto alla bontà de' suoi alunni e dei Cooperatori. Esso ricorderà i Giubilei della consacrazione della Basilica torinese e della Messa d'oro di Don Albera.

Appena finito il discorso, cade il velo che avvolge la statua, e un fragoroso applauso saluta Maria Ausiliatrice.

L'Ecc.mo Mons. Bortolomasi, indossati rocchetto e stola, compie la cerimonia della benedizione.

Seguono alcune declamazioni e brevi discorsi, intercalati da scelti pezzi di musica.

Ultimo parla Sua Ecc. Mons. Bartolomasi, sin da bambino, com'ei dice, ammiratore di Don Bosco e divoto di Maria Ausiliatrice; i suoi lo conducevano fanciullo nella Chiesa dell'Ausiliatrice, ove tra la magnificenza delle solennità apprese ad amar di più la Madonna.

Dopo cena gli alunni si raccolsero novamente dinanzi alla statua di Maria Ausiliatrice per le orazioni della sera; e Sua Ecc. diede loro il tradizionale augurio della buona sera, e così la cara festa ebbe termine.

Un nuovo Tempio in Livorno.

A Livorno S. E. Rev.ma Mons. Sabatino Giani, prendendo occasione dal duplice nostro Giubileo per raccomandare l'Opera Salesiana fiorente in quella città, la sera stessa del 9 giugno tenne nella chiesa di S. Benedetto una splendida conferenza sui tema « La basilica di Maria Ausiliatrice in Torino ed il Tempio del Sacro Cuore in Livorno: Gloriosi ricordi e liete speranze dei figli del Venerabile Don Bosco ».

A proposito del nuovo tempio che sorgerà quanto prima in Livorno, il Fides che si occupa così largamente e con tanta benevolenza dell'Opera Salesiana, pubblica queste notizie, assunte presso l'egregio prof. arch. Torello Macchia, autore di tutti i disegni degli edifici sorgenti per l'opera salesiana in quella città.

« Il nuovo Tempio misura una lunghezza di metri 5o ed una larghezza nelle navata di metri 19, quindi è capace di contenere circa 2ooo persone.

» Lo stile prescelto è quello dell'Architettura dei secolo XIII, ispirata ai più begli esempi dei nostri grandi artisti. È a tre navate terminate da absidi poligonali, con pilastri a fascio di colonne sui quali poggiano le arcate a sesto acuto e le vòlte a crociera con nervature diagonali. Avrà nel suo interno nove altari di marmo, compreso quello maggiore, sul quale sovrasta la statua del Sacro Cuore. La facciata del Tempio veramente grandiosa sarà eseguita (se le offerte dei buoni lo permetteranno) in pietra a due colori e decorata di sculture in marmo e pitture a buon fresco. Completerà il fabbricato della Chiesa la torre delle campane, che si eleva isolata su base quadrata per un'altezza di metri 36.

» La Chiesa non è il tutto che i buoni figli del Ven. D. Bosco intendono costruire nei quartieri popolari. Alla medesima faranno corona due fabbricati, pure in istile del secolo XIII; destinati, uno già costruito, per i vari bisogni della parrocchia; l'altro da costruirsi, per il ricreatorio dei fanciulli. Un fabbricato di 92 metri, a tre piani, in parte già costruito, sarà destinato a scuole primarie, medie, professionali, interne ed esterne e dopo scuola, un ospizio per gli orfani di guerra.

» Altri fabbricati ancora... - a questo punto l'architetto comprese di avere detto troppo e troncò la conversazione dicendoci: Il molto già fatto garantire il di più che ancora si deve fare, ma tutti hanno il dovere di portare il loro contributo

N. B. - Non mancheremo di parlar di proposito di quest'opera ai nostri Cooperatori.

"Vergine del Rosario" e "Ausiliatrice".

Un manifesto, pubblicato a cura del Rettore della Chiesetta della B. Vergine del S. Rosario dei Siri Maroniti in Livorno (Toscana), diceva:

«Mentre i benemeriti figli di Don Bosco fanno appello al mondo cattolico perchè si unisca a loro a festeggiare il Cinquantesimo della dedicazione dell'insigne Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino, noi non possiamo restare sordi a questo invito. I due titoli gloriosi del Rosario ed Ausiliatrice che la Chiesa diede alla Gran Madre di Dio hanno una storica e dolce comunanza dalla vittoria di Lepanto; e perciò la nostra Chiesa, che alla Vergine del Rosario si intitola, non può lasciar passare inosservato un avvenimento così solenne, essendo questo una nuova gemma che s'incastona nella corona dei prodigi e dei trionfi di « Colei che è onnipotente per grazia ».

» Per questa occasione un'artistica Immagine di Maria Ausiliatrice, fac-simile del grande quadro che si venera in Torino, verrà inaugurata e incoronata, e quindi posta su di uno speciale trono.

» In tal guisa la Vergine Benedetta, venerata nella nostra Chiesa sotto i due gloriosi titoli del Rosario e Aiuto dei Cristiani, ricorderà i prodigi dei Rosario cantati al Santo Pontefice Pio V».

Quale l'esito di quest'invito?

« Il nome di Maria - ci scrivono - è una dolce eco nel cuore dei Livornesi, e da questa eco in tutto il giorno i fedeli furono guidati alla nostra Chiesetta dinanzi al trono speciale ove regnava, quale sovrana Regina incoronata, la Vergine SS. Ausiliatrice.

» Quando, qual voto per grazie ricevute, desiderammo che insieme al titolo del Rosario, la Vergine Benedetta, nella nostra Chiesa, fosse venerata anche «Aiuto de' Cristiani », non pensavamo mai che il popolo Livornese avrebbe accolto il nostro povero invito come un grido di fede. Ma non fu il nostro invito; fu la voce di Maria che, ripeto, in tutto il giorno fece accorrere centinaia di persone a pregare e ad ammirare la Vergine Ausiliatrice che, nella sua effige identica a quella di Torino, poneva stanza nella nostra Chiesetta.

» Momento solenne quello della Comunione generale, alla quale il P. Abate Anaissi rivolse parole calde di fede verso Gesù e la Vergine SS. Momento ultra solenne quello della Messa cantata alla quale il celebrante sac. Mario Cappi rivolse per due volte, al popolo che gremiva ogni angolo, perfino del coretto e della sacrestia, la sua parola vibrante di fede. E al momento solenne della incoronazione ogni ciglio era bagnato di lagrime; la commozione invase tutti, sacerdoti e laici, vecchi e giovani.

»Alla sera il panegirico detto dal Sac. Cappi fu inno alato alla « Mamma Bella »; e col canto del Te Teum, e con la Trina Benedizione impartita pontificalmente da. Mons. Abate Gabi-Anaizzi le feste si chiusero lasciando nel cuore lieto ricordo».

Un cortile trasformato in Chiesa.

Anche dai Salesiani e dai Cooperatori di Collesalvetti si volle festeggiare degnamente il duplice Giubileo della consacrazione del Tempio di Maria SS. Ausiliatrice in Torino e della Messa d'oro del secondo successore di Don Bosco, il venerando Don Albera.

Per coincidenza tutta speciale vi si associò il 25° anniversario della fondazione di quell'Istituto; così il tripudio fu completo. Collegio e popolo celebrò in date e con solennità distinte la festa di Maria SS. Ausiliatrice, il 24 maggio e il 2 giugno. E la domenica 9 giugno collegio e popolo si riunì nuovamente in una sintesi di affetti per cantare le glorie di Maria e del suo fedel servo Don Bosco.

Non bastando la cappella del collegio ad accogliere l'onda del popolo, fu trasformato in grandioso tempio il cortile estivo, ed ivi al rezzo delle piante e sotto un limpidissimo cielo si svolsero le funzioni: Messa della Comunione generale; Messa solenne in musica; alla sera Benedizione col Santissimo, e poi Accademia musico-letteraria.

Portò lustro alla festa il rev.mo Mons. Attuoni, Vicario Generale della Diocesi, che parlò alla Messa cantata e chiuse l'accademia con un magnifico discorso, che fu un inno di ammirazione alla bella, immortal, benefica Fede, ai trionfi avvezza; alle sue manifestazioni adatte a tutti i tempi, a tutti i luoghi, a tutte le persone; alle sue istituzioni di carità, ai suoi santi; ed esaltò la figura di D. Bosco, dei suoi successori, della molteplice sua opera, ed ebbe parole di dolce conforto per i giovani collegiali che con amore corrispondono alle solerti cure dei loro educatori.

Dire in particolare del programma svoltosi sarebbe cosa lunga; ce lo scrivono in poche parole:

Concorso di popolo, brio di giovinezza, gioia pura e spontanea, profumo di fiori e di virtù, canti, suoni; declamazioni, discorsi commemorativi, tutti diretti ad esaltare l'uomo dei tempi, Don Bosco, il suo Successore, e la sua Madonna, che da un trono di gloria, fra serici derappi, luci di doppieri e piante e fiori, fu la sovrana dei cuori, la ispiratrice di nuove energie, termine fisso su cui si posarono tutto il giorno amorosi sguardi, caldi affetti, tenere esortazioni, fervide preghiere e generosi propositi.

A sera tarda, quando l'improvvisato tempio fu sgombro, prima di andare a riposo, ancor una volta i collegiali vollero sfogare la piena dei loro affetti a sì tenera Madre recitando, prostrati a terra, le preghiere della sera.

La festa di Maria Ausiliatrice In un Ospedale Militare di riserva.

A Lugo, nell'Ospedale Militare di riserva, assistito dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, la divozione alla Madonna di Don Bosco va ogni dì crescendo. La cappella dell Ospedale è appunto dedicata a Maria Ausiliatrice.

Era da tempo che si desiderava una statua più grande, più proporzionata all'altare... Che bella occasione poterla inaugurare pel 24 maggio, ma dove prenderla? Ci pensò la pietà e l'industria della Direttrice del locale Istituto S. Gaetano, diretto pure dalle Figlie di Maria Ausiliatrice: scambiare l'attuale piccola statua dell'Ospedale con quella imponente e superba del loro cortile: benchè alquanto avariata dalle intemperie e dal tempo. Ci pensò a stuccarla e decorarla a nuovo un soldatino decoratore dell'Ospedale, e la mattina del 24 la nuova Ausiliatrice figurava bella e maestosa nella cappella parata a festa fra un scintillare abbagliante di candelieri mettallici, avuti a prestito, e una profusione doviziosa di fiori d'ogni colore.

Il sergente, che funge anche da Cappellano, aveva ottenuto dal sig. Colonnello di poter aprire in quel giorno la chiesa al pubblico. E il pubblico accorse numeroso.

Si celebrò messa in terzo, cantata dalle alunne dell'Istituto S. Gaetano, che in corpo vollero intervenirvi.

I soldati confessarono di non aver mai assistito a funzione così bella. Seguirono le cerimonie raccolti, attoniti, commossi. Sopratutto il canto fu quello che li rapì, abituati a sentire in quel pio luogo il canto maschio e rude delle loro voci.

A mezzogiorno, con a capo il loro sergente, i buoni soldati continuarono la festa partecipando in comune a un modesto pranzo, preparato dalla Provvidenza e dalle buone Figlie di Maria Ausiliatrice. Che improvvisata fu anche questa! Una magnifica tavola, lunga lunga, tutta infiorata e imbandierata, coperta di candide tovaglie, stoviglie e bicchieri. Altro che le vecchie gavette !

Si assisero religiosamente i poveretti come fossero ancora in chiesa, e attesero che il prodigio s'iniziasse.

E fu un vero prodigio della Provvidenza! Ta gliatelli asciutti fatti di farina e uova autentiche, coniglio arrosto con carciofi, insalata e uova sode, ciliegie, pane bianco e vino generoso. Che cosa si poteva desiderare di più? Ma quello che fu più gustato... fu quell'intimità, il trovarsi così uniti come in famiglia. Che loquacità, che effusione d'animo, che espansione ! Donde il segreto ? Se lo domandavano e lo chiedevano al sergente; e il sergente, benedicendo in cuor suo a Don Bosco e al suo sistema educativo, spiegò che quello era frutto della coscienza tranquilla. E aggiunse « Volete provar sempre questa gioia, questa pace del cuore? Santificate sempre, come oggi, il giorno festivo, non bestemmiate, non andate all'osteria». Con slancio lo promisero tutti.

Nel pomeriggio vespri solenni, predica e benedizione col Santissimo, impartita dal Direttore dell'Istituto Salesiano. I soldati ascoltavano attenti la parola del buon sacerdote che tanta popolarità gode in mezzo a loro; e il loro proposito di rispettare, onorare, amar sempre la celeste Madre non fu certo inferiore per spontaneità ed efficacia a quello fatto durante il banchetto.

A sera, dopo il silenzio, tutto era finito: le luci spente, il cortile deserto. I soldati dormivano. Un solo vegliava ancora : il sergente d'ispezione.

Pensava alle feste svoltesi in quel giorno a Torino e alle altre feste di Maria Ausiliatrice celebrate negli anni addietro nel « suo collegio » e confrontava... Che solennità in chiesa, che intimità a pranzo tra superiori e allievi ! Poi i vespri, la predica, la processione, l'illuminazione e tutto un popolo, che si riversava in cappella, in cortile, per pregare, ammirare, partecipare. Proprio come quel giorno! Che c'era dunque da rimpiagere o da invidiare?

Maria Ausiliatrice suscita un nuovo risveglio cristiano.

A Bettona la divozione a Maria SS. sotto il titolo « Auxilium Christianorum », promossa dalle donne del paese fin dal principio della guerra, ha avuto in tre anni uno sviluppo insperato e prova evidente ne è stata la festa celebrata domenica a6 maggio. In ogni parrocchiano si è accesa una viva gara di fede: un vero entusiasmo religioso ed una reviviscenza d'opere cristiane è stato il frutto consolante di questa cara devozione.

La prima lode va tributata alle figlie di Maria Ausiliatrice che da anni esercitano in questo paese la loro missione in mezzo alla gioventù femminile, ed hanno saputo instillare nel cuore di tante giovanette un amore così ardente verso la cara nostra Madre Celeste.

La festa fu preceduta da un triduo predicato dal Rev.mo Arciprete Parroco D. Luigi Racani e lo stesso Mons. Vescovo Diocesano volle renderla più solenne col suo intervento ed amministrò il Sacramento della Cresima a 30o bambini e il Pane degli Angeli a 120 giovanetti e a centinaia di fedeli.

Le ragazze stesse, che può dirsi abbiano costituito una schola cantorum per rendere più decorosa le funzioni parrocchiali, delle quali sorse veramente il decoro, eseguirono la Missa Te

Deum del Perosi. Tutti ammirarono la sontuosità con cui le pie giovanette, sotto la guida delle Figlie di Maria Ausiliatrice, avevano preparato il bell'altare della Vergine, ricco dei loro doni, in specie di un conopeo artisticamente da loro lavorato, e di ori e di lumi.

Per quattro sere si rappresentò con immenso concorso di popolo, che trasse anche dai paesi vicini, l'artistica e religiosa iconografia del « Christus » intramezzata da canti commoventi ed appropriati, eseguiti dalle stesse giovanette.

L'entusiasmo, che fu condiviso da ogni ceto di persone della vasta parrocchia, non verrà certo mai meno, anzi sotto l'influsso benefico della Vergine Ausiliatrice è a sperare che s'accresca e dia ubertosi frutti per il progresso religioso e morale della grande parrocchia.

Solennissime funzioni a Roma. - L'Em.mo Card. Decano del S. Collegio intona il "Te Deum".

il Già 24 maggio il tempio del S. Cuore di Gesù in Roma, dove il primo altare della crociera è dedicato a Maria Ausiliatrice, fu mèta di un pellegrinaggio ininterrotto per tutta la giornata di fedeli stipati in ogni angolo mentre le confessioni e le comunioni si protrassero numerosissime dalle primissime ore fino a mezzogiorno. Pontificò ai primi vespri Mons. Giuseppe Ridolfi, Arcivescovo di Irenopoli; impartì la Benedizione Eucaristica l'Em.mo Card. Ranuzzi de' Bianchi. Nel giorno della solennità disse la Messa della Comunione l'Em.mo Card. Lega; pontificò alla Messa solenne ed ai Vespri Mons. Ridolfi, e impartì la Benedizione Sua Em.za Rev.ma il sig. Card. Giorgi.

Il 9 giugno poi memori dello stretto vincolo che il Santuario del S. Cuore di Gesù ha colla vita del nostro Venerabile Fondatore - si ripeterono in esso solenni funzioni. Quivi infatti Don Bosco, ornai sulle soglie dell'eternità, contemplò il coronamento di quel programma che l'Ausiliatrice gli aveva tracciato. Qui la visione da lui avuta all'età di 9 ai 10 anni gli si riaffacciò allo spirito quando celebrò all'altare di Maria Ausiliatrice il 16 maggio dell'87, e gli fece versare copiose lagrime di tenerezza. Signore —avrà detto in quell'istante a Gesù - Vergine cara - avrà ripetuto alla sua Ausiliatrice - ora tutto è compiuto! Ora mandate i vostri angeli a pigliare il vostro Servo ! - Le sacre funzioni rivestivano adunque una solennità di letizia e di commozione per tanti soavi ricordi..

Tutte le associazioni parrocchiali radunate ai piedi dell'altare insieme con la grande famiglia del S. Cuore, si alternarono a gara nell'inno di grazie. Alla Comunione generale celebrò P. Stradelli S. I., predicatore del mese del S. Cuore, che non potè ristare dal volgere parole infocate, le quali trovarono eco profonda in tutti, e furono efficace preparazione delle anime al mistico amplesso con Gesù.

Alla messa cantata vi fu pubblica consacrazione solenne a Maria SS. Ausiliatrice.

Alla sera il ch.mo P. Stradelli trattò della storica ricorrenza; disse che i trionfi dell'Opera Salesiana sono i trionfi della Chiesa, perchè l'opera di

Don Bosco è opera di Dio, protetta da Maria Ausiliatrice, fortificata dalla Comunione frequente, onde attinge quella bontà e dolcezza che il Ven. D. Bosco volle fosse la virtù della Pia Società, cui volle dato a modello e protettore S. Francesco di Sales. Terminò con una rapida rassegna dei trionfi di questi 5o anni, compendiati nel Giubileo Sacerdotale di Don Paolo Albera, che ne fu testimone oculare, provando la verità di quelle profetiche parole viste in sogno dal Venerabile Fondatore intorno al futuro tempio di Maria Ausiliatrice: Hic domus mea, inde gloria mea.

La solenne commemorazione si chiuse colla Benedizione Eucaristica per le mani dell'E.mo Cardinale Vincenzo Vannutelli, Decano del Sacro Collegio e Datario di S. R. C., il quale intonava il Te Denaro del ringraziamento e della esultanza.

A Palermo. - Un discorso dell'Em.mo Card. Lualdi.

Il cinquantenario della consacrazione del Tempio di Maria SS. Ausiliatrice in Torino e le Nozze d'oro sacerdotali di Don Paolo Albera vennero solennemente ricordati anche a Palermo.

Dopo un triduo di preghiere tenuto dal 6 all'8 giugno, la domenica 9 ebbe luogo la conclusione delle feste con speciali funzioni sacre, svoltesi nelle ore antimeridiane e nel pomeriggio con un trattenimento musico-letterario.

Dopo una prima messa, celebrata nelle prime ore del giorno, alle ore 7 ebbe luogo la Messa della Comunione generale per gli alunni interni dell'Istituto, celebrata dall'Em.mo Card. Arcivescovo.

Seguì altra messa e alle ore 10 il direttore Don Salvatore Camuto celebrò per i giovanetti esterni, molti dei quali fecero la loro prima Comunione.

Alle 11,30 il R.mo Can. A. Virzì, direttore diocesano dei Cooperatori Salesiani, cantò la Messa solenne che venne seguita dalla Benedizione Eucaristica. Disse il Panegirico il M. R. P. Bernardino da Bronte.

Seguì nel pomeriggio il trattenimento musicoletterario, al quale intervenne il Card. Arcivescovo, accompagnato dai Segretari Mons. Anichini e Sac. D.r E. Baranzini. Una folla di gente gremisce l'ampio salone delle feste, nel quale di fronte al trono dell'Eminentissimo spicca, sotto il busto di Don Bosco, l'Immagine di Maria Ausiliatrice, contornata da una selva di fiori. Il trattenimento s'inizia con un bellissimo inno corale A te, Regina delle vittorie molto applaudito; e prosegue in un bellissimo intreccio di discorsi, canti, suoni e declamazioni.

Ultimo sorge a parlare l'Em.mo Card. Lualdi. Egli fa sue le parole del programma, ove si dice che le feste indette hanno lo scopo di ringraziare Maria Ausiliatrice per i tutti favori concessi nello. spazio di cinquant'anni al Ven. Don Bosco e ai suoi Sucessori, alle Opere Salesiane e ai loro benefattori, e in questo ringraziamento ravvisa l'espressione dell'anima collettiva della Pia Unione dei Cooperatori Salesiani, che vede nell'Opera di Don Bosco e dei suoi figli, anche in Palermo, tanta promettente e vigorosa fioritura di sante energie.

L'Eminentissimo dice inoltre che « bisogna implorare da Maria Ausiliatrice le sue Celesti Benedizioni sulla Chiesa e sul Papa, di cui Ella è la Stella confidente; sulla Patria di cui è la dolce Guardiana, Vergine Italica, che là sul Grappa guarda i soldati che al monte si aggrappano; sulle famiglie, e particolarmente sulla famiglia Salesiana così meravigliosamente feconda in fervide opere di bene, anche nella nostra Palermo.

Su tutto e su tutti l'Em.mo invoca le benedizioni del Cielo, e chiude la giornata giubilare formulando l'augurio che l'Opera dei Figli di Don Bosco possa sempre fiorire per il bene della Chiesa e della Patria.

Maria Ausiliatrice torna a benedire trionfalmente le vie di Londra.

Anche quest'anno, e proprio nel giorno che a Torino si celebrarono le Nozze d'oro del Santuario di Maria Ausiliatrice e della Messa del Sig. D. Albera si tenne a Londra una processione in onore di Maria SS., che riuscì oltremodo imponente. Grande fu il concorso; anche molti della parrocchie vicine presero parte a questo attestato di devozione alla nostra grande Protettrice, Maria SS. Ausiliatrice. L'ordine fu perfetto, anche da parte de' molti protestanti, che stavano ammirando lo svolgersi del religioso corteo, che sfilò indisturbato. Si cantarono inni, si recitarono preghiere, e non si sentì una parola di contrasto o di offesa.

Quattro signori, un d'essi l'ex sindaco di Battersea sig. Brogen, portavano la statua della Madonna. Nel lungo tragitto s'incontrarono molti altarini nelle finestre, segno che in quelle case dimoravano dei cattolici.

Al ritorno nella magnifica nostra Chiesa del Sacro Cuore, ove si celebrava la festa patronale, vi fu breve discorso del celebre Padre Filmen, ch'esortò il numerosissimo uditorio alla divozione di Maria Ausiliatrice, anche per ottenere la fine della guerra.

I Salesiani di Londra non potevano scegliere giorno migliore di quello per onorare la comune Protettrice e Ispiratrice e far eco alle solennità di Valdocco. La cerimonia riuscì solennissima, malgrado che il tempo minacciasse la pioggia. Difatti piovette un poco prima e dopo la processione, ma durante questa il tempo non poteva esser più bello: un vero sfolgorio di sole. A lungo rimarrà impressa nel cuore di tutti così bella manifestazione di pietà.

La festa finì colla benedizione del SS. Sacramento; la Chiesa era gremita anche nelle navate laterali. Feste simili portano sempre buoni frutti non solo fra i cattolici, ma anche fra i protestanti, e vanno ripetute con tutto quello splendore, che è proprio del culto cattolico.

L'inno « God bless Our Pope » Iddio benedica il nostro Papa, fu cantato da più ili mille voci, che ascesero al Cielo ad invocare sul S. Padre le benedizioni di Dio.

Al Rev. Clero e per le adunanze mensili.

Combattiamo la bestemmia e il turpiloquio.

Se vogliamo che Dio ci benedica, rendiamoci degni delle sue benedizioni. Due piaghe purulenti dilaniano la società: la bestemmia e il turpiloquio. Insorgiamo tutti, e stretti in una santa crociata adoperiamoci per purificare la società da tali lordure.

Quando si parla del gran male che sono e che fanno la bestemmia e il turpiloquio si è d'accordo - ben inteso tra galantuomini - nel riconoscere queste grandi verità:

1) Che la bestemmia è il più grande dei peccati, perchè - insegna S. Tommaso -- assale direttamente Dio in sè e ne' suoi santi;

2) che il turpiloquio è uno dei mali più contaggiosi e deleteri, perchè -- dice lo Spirito Santo i cattivi discorsi corrompono i buoni costumi e le passioni sono facilmente infiammamabili;

3) che la bestemmia e il turpiloquio sono perciò causa e sintomo di degradazione civile, oltrecchè morale e religiosa;

4) che queste due piaghe cancrenose sono diffuse anche nella nostra cara Patria al punto che all'Estero - è umiliante e doloroso costatarlo - talvolta alcuni sono conosciuti per italiani, perchè bestemmiatori.

Se si è d'accordo su questi quattro punti, s'è presto d'accordo:

1) Anche nel riconoscere che il combattere la bestemmia e il turpiloquio è un'opera eminentemente religiosa, morale, civile e patriottica, ìn quanto che mira a distruggere questo doppio vizio che insulta la Religione, guasta la morale, corrompe la civiltà e degrada la Patria:

2) nell'ammettere il dovere che stringe tutti i galantuomini di combattere i due vizi esecrandi.

TRE OBIEZIONI CHE NON HANNO FONDAMENTO.

Quando si deplorano i mali della bestemmia e dei turpiloquio per muovere gli onesti e i ben pensanti a combatterli, s'odono accampare frequentemente tre obiezioni:

a) V'è chi dice: - E un male troppo diffuso ed è inutile combatterlo; tanto non ci si riesce.

b) Altri sentenziano: - Ci vuole il Codice: multe, multe e multe.

e) Altri osservano: -- Non tocca a noi, ma tocca ai preti, specialmente ai Parroci.

Una parola a tutti.

I) Ai primi: Voi dite: Il male è troppo diffuso è inutile combatterlo. Ma ragionate così quando si parla del colera, della difterite o del vaiuolo? Appunto perchè il male è diffuso, va combattuto con più energia. E chi vi ha detto che non si riuscirà a nulla, proprio a nulla? Se con la vostra azione voi impediste anche solo una bestemmia, o un solo discorso immondo, non avreste fatto già un gran bene?... E poi chi vi ha detto che colui che ha resistito fin oggi alle vostre esortazioni, resisterà anche domani, doman l'altro, e non sia mai per arrendersi? E il caso di ricordare che il grano va seminato anche dal vecchio che teme di non vederlo fiorire e di non poterlo raccogliere. Mieteranno altri ciò che voi non riuscirete a raccocogliere e fidenti semineranno anch'essi ciò che solo altri raccoglieranno. Ricordate che il Signore è fedele e grande anche nel retribuire. Egli non dà la mercede proporzionata al raccolto come fanno gli uomini, ma sempre proporzionata alla buona volontà e alla fatica incontrata. Dunque lavoriamo, con buona lena e con fiducia.

II) Ai secondi. Qualche cosa c'è già nel codice penale e nel regolamento militare; e siamo tutti persuasi che se certe sanzioni fossero sempre applicate, produrrebbero buoni effetti. Ma non pretendiamo tutto dal Codice; facciamo piuttosto che il popolo, almeno la maggior parte, la pensi come noi; abbia, come noi, orrore al parlare immondo e blasfemo; e allora la cosa verrà da sè, e vedrete che si decreteranno anche certi articoli invocati, e, quel che è più, saranno applicati; e, quel che più monta ancora, verrà forse anche il tempo in cui non ce ne sarà più bisogno. Ma finchè lasciamo che attorno a noi si parli scioccamente e anche satanicamente, l'invocare il Codice è, perdonate la frase, un parlare al vento, una misera e vuota ostentazione di zelo, un fare dell'accademia.

III) Ai terzi. Nessuno può negare che i preti e specialmente i Parroci, non facciano il loro dovere, perchè sono zelantissimi. Ma tocca solo ai preti, ai Parroci, difendere la religione, la morale, la civiltà, la patria? Oh! no! Don Bosco non l'intendeva così. Infatti nello stendere il Regolamento dell'Associazione dei Divoti di Maria Ausiliatrice, volle che tutti gli ascritti si dèssero « MASSIMA CURA, per sè e presso le per sane da loro dipendenti d'impedire la bestemmia e qualunque discorso contrario alla religione », e al Regolamento della Pia Unione dei Cooperatori Salesiani diede, nè più nè meno, questo titolo espressivo : Modo pratico PER GIOVARE AL BUON COSTUME e alla Civile società.

Era nella pratica dello zelo di Don Bosco il raccomandare a tutti, in tutte le circostanze, di far tutto il bene possibile. Anche nel Regolamento per le Case Salesiane, prima d'enumerare le attribuzioni proprie di ciascuno dei Superiori, dava questa nonna generale: « Quelli che trovansi in qualche ufficio o prestano assistenza ai giovani che la Divina Provvidenza ci affida, HANNO TUTTI L'INCARICO DI DARE AVVISI E CONSIGLI a qualunque giovane della casa, ogni qual volta vi è ragione di farlo, specialmente quando si tratta d'impedire l'offesa a Dio ». E spiegava: « Cercate di aiutar tutti per quanto potete, colle parole e colle opere, e specialmente colle orazioni. Quando ci si presenta l'occasione di fare del bene, non dite mai: Questo non è ufficio mio, non me ne voglio immischiare; perchè questa è la risposta di Caino che ebbe la sfrontatezza di rispondere al Signore: Son io forse il guardiano di mio fratello? Ciascuno è obbligato, potendo, a salvar il prossimo dalla rovina ».

Quindi, o cari Cooperatori, chiunque di voi ha cuore e possibilità si faccia avanti e lavori! Si faccia promotore di educazione civile e religiosa fra il popolo, e non solo fra il popolo minuto, ma anche negli alti ordini sociali, perchè è dall'alto che la bestemmia e l'immoralità sono passate al popolo. Ah! i funesti effetti dei tristi esempi!

COME SI PUÒ E SI DEVE LAVORARE PER COMBATTERE IL TURPILOQUIO?

Prima raccomandazione: Non ispaventiamoci se il lavoro è grande. Non si esige che ognuno di noi faccia tutto, nè che riesca subito.

Seconda raccomandazione. Ognuno però faccia la parte sua. Quindi:

1) Non permettete, cioè impedite, che i vostri figli, e servi e scolari e operai e quanti sono da voi comunque dipendenti, bestemmino. Ditelo loro chiaramente che non lo permettete; correggeteli, istruiteli all'uopo... Adempiamo tutti questo dovere?

2) Reagite apertamente là dove si parla male e si bestemmia:

a) Reagite con la parola, se la prudenza lo permette, correggendo e riprendendo:

b) ove non è conveniente la parola, reagite con un contegno di aperta condanna, ed anche allontanandovi, se occorre.

3) Raccomandate ai figliuoli, alle spose, alle sorelle che non provochino i genitori, i mariti, e i fratelli maggiori, alla bestemmia, col disubbidire, ecc.; ma insistete più di tutto che si facciano apostoli per la dignità del linguaggio nella famiglia. Quante volte una sposa, una fanciulla, un bimbo, sono riusciti ad ottenere, - ciò che al sacerdote stesso non era stato possibile.

4) Educhiamo le nuova generazioni a questo apostolato. Pertanto nelle conversazioni famigliari, durante il catechismo e durante la scuola, diciamo sovente una breve parola, per inspirare orrore alla bestemmia e insegnare il mondo di opporsi al linguaggio blasfemo. La stessa cosa si faccia ,negli Oratorii festivi, nei dopo scuola, nei circoli, ecc. ecc. Questa propaganda produrrà infallententente un doppio frutto: -Paralizzerà e distruggerà il male dove esso fa strage;- preserverà immuni dal duplice vizio tante labbra innocenti.

5) Sono state istituite delle leghe contro la bestemmia e il turpiloquio. Noi stessi abbiamo più volte ricordato la Lega Nazionale contro la bestemmia e il turpiloquio, sorta per iniziativa di un gruppo di Cooperatori Salesiani a Torino e ne abbiamo riportato non solo il Regolamento, ma anche eminenti adesioni ad essa pervenute. Ebbene, procuriamo che molti vi s'inscrivano, specialmente gli uomini. Se tutti non saranno soci attivi, tutti almeno si sentiranno maggiormente obbligati a non profanare il Santo Nome di Dio.

6) In fine una raccomandazione: la più importante. Gesù, quando c'insegnò a pregare, dopo d'averci richiamato al cielo, donde siamo venuti e dove dobbiamo tornare: Pater noster, qui es in coelis; ci ha subito posto nel cuore e sul labbro -prima d'ogni altra - questa preghiera:

Sanctificetur Nomen tuum: SIA SANTIFICATO IL TUO NOME!... Il Pater è di un'efficacia particolarissima sempre, quand'è detto con fede. Ebbene, cari Cooperatori, ogni giorno, la prima volta che ripetiamo il Pater, fermiamoci su queste parole: Sia santificato il tuo Nome! e con tutta l'anima preghiamo il Signore ad estirpare dalla faccia dalla terra, e specialmente dalla Patria nostra - che Egli volle maestra di fede e di civiltà a tutte le genti - il vizio esecrando della bestemmia e quello non meno schifoso del turpiloquio.

TESORO SPIRITUALE.

Indulgenza plenaria dal 15 agosto al 15 settembre:

1) il 15 agosto, Assunzione di M. V.

2) il 16 agosto, S. Rocco.

3) l'8 settembre, Natività di M. V.

4) il 12 settembre, S. Nome di Maria.

5) il 15 settembre, Sette Dolori di M. V.

Per le scuole di Religione

Riceviamo da Parma:

Il 25 giugno si compiva nel salone maggiore dell'Episcopio una funzione che attira sempre una gran folla di spettatori e di interessati, la premiazione annuale alla Scuola Vescovile di Religione. Quest'anno il concorso era anche maggiore, circa duecento giovani dalle pubbliche scuole, dai rappresentanti degli scarsi universitari che non son ancora sotto le armi a quelli delle prime ginnasiali e tecniche, tutti i corsi di tutte le scuole erano rappresentati. Presiedeva i'Ecellentissimo Arcivescovo-Vescovo, circondato dal Vicario generale della diocesi, dal Capitolo della Cattedrale, dai parroci e da parecchi membri delle varie famiglie religiose; il resto del pubblico era costituito da una folla di signore, signorine, che con un qualche babbo rappresentavano le famiglie dei giovani ascritti alla scuola. Non descriverò la funzione ma invece, prendendo occasione dal fatto che questa Scuola Vescovile compie di questi giorni l'anno trentesimo della sua feconda esistenza non mi par inutile render pubblicamente relazione della stia organizzazione e del suo metodo di funzionamento, nella fiducia che ciò possa valere per norma o per lo meno di qualche aiuto per le altre scuole analoghe già fondate o da fondare.

Credo superfluo dimostrare l'importanza, e anzi la vera necessità, di questo genere di scuole. Basta dare un'occhiata alla statistica della popolazione scolastica secondaria - poichè qui si tratta solo di studenti delle scuole medie e superiori - e un'altra ai catechismi parrocchiali, come e da chi sono frequentati, per formarsi la convinzione indiscussa che una scuola di religione rappresenta la tavola di salvezza per tanta parte della nostra gioventù e particolarmente di quella che è destinata a diventare la classe colta della nostra società.

E noto che il catechismo, osteggiato nelle scuole elementari, è olimpicamente proscritto nelle classi medie e superiori. Pare che certa gente - la gente che conta - dica: « Tolleriamo che si possa discutere ancora di catechismo da ammettere o tollerare nelle scuole elementari, ma per tutte le altre ci mancherebbe altro; è una cosa pacifica, ammessa da tutti, dagli stessi preti che non ne hanno mai parlato, che di catechismo o religione non se ne deve affatto far questione. ».

E allora? Allora i casi sono due. Nell'ipotesi benigna che il dopo guerra ci porti un mitigamento dello spirito d'oggi, - e sarebbe ora, - bisognerà seriamente pensare all'organizzazione decorosa dell'insegnamento religioso in tutte le scuole secondarie del Regno e al ripristino della Facoltà Teologica nelle Università, e di questo si potrà, dato il caso, parlare; oppure noi assisteremo alla continuazione cronica di questo stato malaugurato di cose e fors'anche a un aggravamento di ostilità verso quanto sa di religioso, nelle pubbliche scuole. La conseguenza legittima è che bisogna ricorrere all'insegnamento libero della religione chissà ancora per quanto tempo: ciò avrà anche valore di esperienza e di allenamento per quel tempo, che deve pur deve venire se la fede e la logica contano ancora qualche cosa nel mondo, che un professore sacerdote debitamente laureato dallo Stato e dalla Chiesa entrerà settimanalmente in tutte le scuole pubbliche dalla prima Ginnasio alla terza Liceo, dalla prima Tecnica alla quarta Istituto, dalla prima Complementare all'ultima Normale, in tutte le sezioni, si capisce, a fare la sua ora di scienza della , religione. Ma quando?!

Intanto queste parecchie diecine di migliaia di allievi non si possono lasciar passare per tutto il curriculum studiorum senza aver sentito l'influsso del Cristianesimo, senza aver preso cognizione in forma adeguata alla loro crescente cultura delle verità fondamentali della Fede e delle risposte che si devono opporre alle obiezioni più correnti. Ma di questo, a dir la verità, avevamo stabilito che non si doveva neppure parlare.

Una Scuola di Religione si deve fare, deve sorgere in ogni città, sede un poco numerosa di studenti secondarii.

- In che modo? - Qui interviene a rispondere la venerata memoria del marchese Colombi che ci dice la sempre vera sentenza: le cose si fanno o non si fanno. Proprio così. Alcune persone non chiuse alla voce dei tanti doveri che oggi si fanno sentire, ma neppure disposte a misurarne la intera portata, si contentano di una via di mezzo, istituendo, per restare nel nostro argomento, una scuola purchessia, in un locale purchessia. La scuola c'è, la coscienza è tranquilla; ma è frequentata, è conosciuta, è tale da allettare? Mah!... Questa è un'altra questione e qui entra in campo la tristezza dei tempi. La quale certamente esiste e come! ma non bisogna nemmeno coi birbanti aggravare la mano e non dare a Don Rodrigo colpa dei pericoli che Renzo ha corso di venir impiccato.

Bisogna che la scuola di religione sia fatta bene. Deve avere un fondo, se il sacerdote che è in grado di farla, può farla gratuitamente, di parecchie centinaia di lire per spese di tessera, di manutenzione di locali, di premiazioni, di adunate varie. È elementare che ci vuole una tessera coi relativi bolli di frequenza tenuti regolarmente, ed è anche chiaro che queste tessere, trattandosi di giovanotti, debbon essere un poco eleganti e civettuole. È chiaro che il locale dev'essere centrale e decoroso. Qui a Parma le lezioni si tengono nel Palazzo Vescovile, e questo è già un coefficiente d'intervento dei giovani. È chiaro che i giovani han bisogno di essere allettati a frequentare le scuole libere dopo tante ore di scuola obbligatoria.

Da questa verità palmare derivano due conseguenze, del pari logiche e ineluttabili.

La prima che il professore di Religione, come è' norma pedagogica di ogni insegnamento, deve rendere attraente la sua materia. Non basta che una data scienza sia vera, sia importante; c'entra sempre un po' la questione degli orli del vaso di tassiana memoria. Chi scrive, questo anno ha intrecciato la trattazione della divinità di Gesù Cristo colla confutazione garbata - per quanto gli è stato in grado - degli errori religiosi contenuti nell'opera poetica di Giosuè Carducci, e ha avuto l'avvertenza di mettere questa seconda parte per prima in ordine di tempo. Così ha avuto la soddisfazione di sapere dai giovani studenti un po' già elevati che essendosi iscritti così pro forma e pro forma essendo intervenuti alle prime lezioni, ci avevano preso gusto per via di Carducci e c'erano continuati a venire conducendovi anche amici, quando Carducci aveva ceduto il posto a Nostro Signore. E ciò senza ombra di ipocrisia, con tanto di programma stampato e distribuito agli allievi.

La seconda conseguenza non è meno naturale. I giovani sono quello che sono e non quello che siamo disposti a pensare o immaginare noi. Quindi se anche un teatrino a noi netta brividi col pensiero delle beghe concomitanti di prove, di istruzioni, di contrasti, ecc. una scuola di religione deve avere il suo teatrino e caldeggiato, favorito, lealmente, non per finta. Qui a Parma essendo la scuola affidata ai Salesiani, serviva il teatrino del loro Istituto, in cui si alternavano - ora c'è la guerra - recite di collegiali e recite molto più ambite, di allievi della Scuola Superiore. Siccome se si vuol far del bene non bisogna badare alle spese, così la scuola di Religione concorse alle Gare filodrammatiche di Como e di Roma - riportandone premi d'oro - e si fece essa stessa iniziatrice di un concorso nazionale riuscito assai bene. E questo, sia detto ad onor del vero, senza mai tralasciare, per le recite, una sola lezione.

Così pure noi a Parma siamo soliti a far una bicchierata quando gli iscritti toccano il numero di cento. Sua Eccellenza apre i battenti del suo palazzo e fornsice quella diecina e più bottiglie del suo vino migliore; altri amici, tra cui l'on. Micheli, antico allievo, coll'on. Longinotti e tanti bravi professionisti attuali, della Scuola, concorrono in ragione dei bicchieri; qualche ragazzo dice un brindisi a S. E. che ne prende occasione, finita la bicchierata, sempre allegra, di dire una buona parola. Si tengono pure, a quando a quando, conferenze dei giovani stessi scelti tra i più attivi. Insomma si cerca di formare intorno alla scuola, colla necessaria rèclame, un ambiente di simpatia e di gaiezza. In realtà alle scuole dì Religione bisogna applicare, colle opportune variazioni, quelle attrattive che si richiedono in altro campo per far fiorire gli Oratori festivi.

Naturalmente le scuole vanno divise per sezioni, e le singole sezioni non passino la cinquantina d'iscritti. Noi avevamo sezioni duplicate, e anche triplicate, pel tecnico che è il più numeroso. L'orario non va fatto, secondo il comodo dell'insegnante, ma avuto riguardo alla comodità e alla possibilità per allievi di pubbliche scuole

Poi vengono i premi. Nonostante le autorevoli osservazioni in contrario, qui da 3o anni si è sempre mantenuto il principio di dar il premio in denaro. Per il corso superiore - liceo, istituto tecnico, università - il primo premio è di 1oo lire; gli altri in proporzione. La somma complessiva della nostra premiazione è dalle 35o alle 400 lire; negli anni migliori per concorso si dovettero passare le lire 500. Detta somma si è sempre messa insieme senza difficoltà facendo appello a Istituti bancari cattolici, all'Eccellentissimo Vescovo, che alla Scuola di Religione non dice mai di no - quest'anno egli ha predicato il triduo di preparazione alla Comunione pasquale, che si fa in forma collettiva, - e a qualche altra degna e danarosa persona. I libri e le medaglie servon di premi secondari e inferiori.

Ancora una parola sul concorso. Circa due mesi prima della fine dell'anno scolastico si assegna un tema da svolgere conforme all'argomento svolto nell'annata e si dà un largo tempo allo svolgimento, I concorrenti presentano il tema in busta chiusa .von motto, ecc. come si fa in tutti i concorsi. S. E. nomina una terna di teologi esaminatori che convengono insieme per l'audizione dei lavori. Sul loro giudizio di relazione si basa l'assegnazione dei premi.

I corsi vanno da novembre a maggio, con una quarantina o una cinquantina di lezioni bisettimanali.

Inconvenienti ce ne sono? Certo; quanti si è soliti a trovarne nelle opere umane; ma bisogna farsi coraggio, tendere al meglio e contentarsi di risultati così così, dicendo sempre che le cose vanno nel modo migliore per tener alto il morale. Ma del bene se ne fa e positivo; non bisogna perciò lasciarci sgomentare o peggio stancare dalle difficoltà o dalla eventuale poca corrispondenza. Bisogna perseverare. Solo a questa condizione si fa del vero bene.

Altre cose si potrebbero ancor dire, ma l'articolo è sufficientemente lungo. L' opera è santa, l'opera è necessaria. Dio la vuole e la benedice; bisogna elle dov'è, si allarghi e si rinsaldi; dove non è, sorga e si sviluppi, non guardando alle difficoltà, ma ai benefizi che se ne possono e se ne devono aspettare.

Ai nostri Sacerdoti Militari.

Ci è stata gentilmente rimessa la Circolare N. 3.

« L'Archidiocesi Torinese ai suoi Sacerdoti Militari

(giugno 1918) ». Insieme con le lettere dell'Em.mo Card. Arcivescovo e del Vescovo Castrense, una relazione della Commissione diocesana di Assistenza ai Sacerdoti Militari, il foglio ha due brevi ma preziosi articoli sul Ven. Giuseppe Cafasso e sul Ven. Giovanni Bosco. Grati a chi ebbe il deferente pensiero, poiche tutto ciò che. illustra autorevolmente Don Bosco è nel programma del Bollettino Salesiano, non possiamo trattenerci dal riportare l'affettuoso profilo del nostro Fondatore.

Il Ven. Giovanni Bosco.

Quando, il 9 giugno 1868, alla solenne consacrazione del grandioso tempio eretto in Valdocco, il Ven. D. Bosco vedeva coronati i suoi voti e scioglieva l'inno dei ringraziamento, già da 27 anni e 4 giorni Egli era sacerdote, essendo stato ordinato il 5 giugno 1841. Fu quella una delle tappe più consolanti e gloriose della sua vita apostolica, che quindi proseguì per circa -altri vent'anni e si chiuse colla morte dei Santi il 31 gennaio 1888.

Alla distanza di 30 anni da quella morte, di 50 da quella consacrazione (commemorata pochi giorni or sono con solennità commovente e grandiosa), uno sguardo all'uomo ed all'opera sua ci riempe di ammirazione venerabonda e ci obbliga ad esclamare: « Digitus Dei est hic! ».

Se a noi è affatto impossibile dire in breve di quell'esistenza così operosa e di quell'azione così vasta e multiforme, non è però difficile riconoscervi, fra gli altri, alcuni tratti caratteristici, che sono fecondi dei più attuali e pratici insegnamenti. Una attività senza pari ed un'indomita fortezza, messe a servizio di un comune e supremo ideale, la salvezza delle anime: ecco - se ci è lecito riassumere - Don Bosco e l'Opera Salesiana.

Di quell'attività non si può dare che un rapido cerino, e ci restringiamo anzi ad un solo aspetto della medesima: il suo adattarsi cioè ai bisogni dei tempi e ad ogni circostanza particolare in cui ebbe ad incontrarsi. Lavorare per Iddio, per la Chiesa, per la società, per la gioventù, per le anime, subito, sempre, instancabilmente, dovunque si può, come si può, coi mezzi che si' hanno a disposizione, in attesa di altri migliori. Questo il programma che - prima di lasciarlo in eredità ai suoi - il Venerabile Don Bosco mise in pratica nei 47 anni del suo sacerdozio.

E tutto questo in mezzo a difficoltà d'ogni maniera, in mezzo a disdette e disinganni che non gli mancarono mai. No, egli non riuscì se non a prezzo di una continua abnegazione, di sacrifizi talvolta eroici nell'intensità, sempre tali per la costanza ininterrotta nel sopportarli, e che rivelano un fortezza sovrumana. Quest'uomo mite, gioviale, pieno di amabilità con tutti, fu un forte nel vero senso della parola.

Forte contro le tentazioni dello spirito e della carne, contro la superbia, la vanità, l'interesse: forte contro ogni forma di scoraggiamento; forte sempre, sopratutto quando si trattava della fedeltà sua e dei suoi figliuoli alla causa di Dio e della Chiesa.

Ebbe doti naturali non comuni, sì; ma ebbe sopratutto un cuore infiammato di zelo apostolico. Fu uomo, naturalmente parlando, superiore, sì: ma fu sopratutto ed essenzialmente sacerdote.

Perciò quanto feconda l'opera sua! Quanto bene fatto da lui, e continuato, e dilatato dalla sua Istituzione! Quanti giovani strappati al male ed educati cristianamente! Quanta luce di vera civiltà latina e cristiana conservata fra noi e portata nelle regioni più lontane! Quante benedizioni, per Lui, all'Italia nostra, dagli emigrati assistiti all'Estero, dai poveri selvaggi beneficati e protetti.

Le applicazioni pratiche? Cari Sacerdoti-militari, guardate in Voi stessi, guardatevi attorno, e fatele Voi.

Circostanze sfavorevoli? Non lo sono mai del tutto pel povero Sacerdote di Gesù Cristo. Le vostre poi sono tanto propizie che - non dimenticatelo, per amor del cielo - vi sono anime che soltanto adesso avvicinano il Sacerdote, e chissà se lo avvicineranno ancora! E questo Sacerdote, siete voi! Pensate quanto belle o quanto male può derivare alle anime dalla condotta anche d'un solo!

Difficoltà? Senza dubbio. Perciò siate forti.

E per esserlo? Pregate. « Estote fortes in Fide ».

Sì è forse abbreviato il braccio del Signore ? Maria ha forse cessato di essere la Madre, l'aiuto dei cristiani, e specialmente dei Sacerdoti? No. Ispiratevi adunque in questo periodo di prova agli esempi del Ven. D. Bosco, gloria del Clero Torinese e vero modello di vita sacerdotale, rivolgetevi anche voi con fiducia a Maria Ausiliatrice ed a Lei innalzerete un giorno quel cantico di ringraziamento e di lode che sgorgava dal cuore del Venerabile nel giugno 1868, e che in questi giorni passati si ripercoteva entusiastico sotto le volte del Santuario di Valdocco.

Fatti e detti di Don Bosco

Memorie inedite.

IX. - Dopo la Consacrazione del Santuario di Maria Ausiliatrice (1).

Ho conosciuto Don Bosco, un fac-simile del Teologo Cottolengo e dell'Abate Saccarelli. Di lui si vanno raccontando fatti meravigliosi e inesplicabili senza intervento sovrumano; muti che parlano, storpi che si rizzano, ciechi che vedono e infermi che d'un tratto risanano, appena da Lui raccomandatì a Maria Ausiliatrice e benedetti nel di Lei Santo Nome.

Miracolo incontrastabile e permanente è quello ch'Ei fa di dar ricovero e nutrimento a un migliaio di poveri orfani, tolti dalla strada, educandoli e addestrandoli in vari mestieri. Egli non ha il menomo reddito, non possiede, non può far conto su altro che non siano le eventualità e i soccorsi della carità, e i poveri si sfamano, sono decentemente vestiti e vengono provvisti di tutto quanto abbisogni alle arti loro.

Il quartiere in cui abita il buon prete, mancava d'un Tempio, ed eccolo, lui senza mezzi, accingersi ad alzarne uno decorosissimo intitolato a Maria Ausiliatrice; eccolo mettere gli operai agli scavi con soli otto soldi nella borsa e la promessa d'una signora, gravemente inferma da tempo, di destinare mille franchi, perché si pagasse la prima settimana dei muratori, s'ella potesse scendere dal letto per poco nel volgere di quei sette giorni. E, all'ultimo, non solo ottenne la dimanda, ma si recò in persona a porgere al sant'uomo la propria offerta.

Ora la chi sa è sorta in due anni. Si spesero 400 mila frac echi, venuti per tre quarti da mano incognite e lasciate alla porta di lui, senz'altri schiarimenti che la scritta: «Per grazia ricevuta ».

Lo trovai in una povera stanzetta, nuda di tutto: un piccolo letto, un grande scrittoio affollato d: carte, con sopravi un grande Crocifisso d'avorio che vi campeggia e lo domina (2).

Don Bosco è di mezza età, mero, gentile di modi, semplice di abito, di contegno e di parole; narra modestamente, e come persona che vi sia affatto estranea, le grandi cose, mercè cui si compieva l'erezione del Santuario, porgendo grazie di tutto al solo intervento divino.

Uomo di penitenza e di austere privazioni, non ha altra tavola (quando non digiuna) che quella dei suoi orfani, che è quanto dire il pasto del più povero.

Il Conte X... che lo amava molto e che vorrebbe vederlo un po' più sostenuto, onde la di lui salute non ne decada, sapendolo in urgenza d'una somma per soddisfare gli operai del tempio, gli disse, che se volesse pranzare in famiglia da lui, ogni volta che ci andasse avrebbe trovato un biglietto da cento (1oo) sotto il tovagliolo, e tanti fino al valore di lire 12oo, se promettesse aderire per dodici volte all'invito. Don Bosco se ne dolse, esitò, volle modificare le condizioni, respingere il modo dell'offerta; ma gli operai aspettavano e gli fu forza di cedere, dicendo però che simili condizioni, salvo necessità estrema, non le avrebbe accettate più. Andò, ma ne uscì quasi digiuno.

Don Bosco fu a Roma, e anche colà non poteva mostrarsi senza avere un codazzo di miseri che ne implorassero la mediazione. Il Papa lo vide spesso, e con deferenza somma. E così il Card. Antonelli, allora infermo di certo vizio organico gravissimo, per cui gli si raccomandava offerendosi a concorrere per 3000 franchi all'erezione della detta Chiesa, se col tempo arrivasse a guarirne. In meno di una settimana il Card. Antonelli fu risanato, cosicché l'uomo di Stato volle aggiungere altra offerta a quella già fatta.

Pregai Don Bosco di venire un giorno tutto intiero da noi, un giorno all'aperto, alla vista del cielo, al calore del sole, alle fragranze dei fiori. Promise di venire fra la Trinità ed il Corpus Domini: (indicazione di tempi da pari suo)...

Don Bosco fu con noi dalle 4 alle nove. Per la prima volta in quest'anno ei sentiva la gioia di essere all'aperto, in piena campagna, onde la prima sensazione ch'egli ebbe, sceso di carrozza ai piedi del viale, fu quella di guardar con amore ai grandi alberi che lo fiancheggiano: Che belle piante! quanto verde! Oh la buon'aria.

A tavola fu gaio, semplice, e ci lasciò fare fino a ripetere certa panna montata con intorno una pasta di Marrons glacés dicendo sorridente:

- Se mi pigliano per la gola, sono capace di tutto.

Il Benedicite, detto da lui con voce lenta, in attitudine fervorosa, trasformò una prosaica necessità del corpo in una poetica elevazione dell'anima.

L'Abate Michel, altro invitato, bel parlatore e che ha viaggiato e osservato molto, tenne vivo il discorso. Don Bosco vi si compiacque, vi prese parte e si mostrò colto più assai che la sua modesta semplicità non premettesse. Conosce varie lingue, tra cui l'inglese e la greca. Sa di musica, di disegno, ed è sottile scrutatore del cuore umano.

L'Abate Michel accoppia idee larghe alla fede più viva, osservatore sottile delle cose dell'anima sa dimostrarle, colorirle con un carattere di attraenza tutta sua: possiede in grado superlativo il talento d'imitazione, così da non mostrar più la sua individualità, ma quella dell'essere che rappresenta. Missionario, egli ha visto e viaggiato molto. Prete, anzi frate, ha molto sofferto. La sua anima di artista e di poeta vagheggiò giovinetto, i rapimenti del Beato Angelico pensando i chiostri baluardi alle passioni ; sacri atenei dove l'arte, gli studii e la Fede si abbracciassero in santissimo amplesso. Presi i voti là dove la maggior povertà, prometteva più ampia abnegazione del corpo e più alto sviluppo dell'animo; e ravvolta nel saio la machia e svelta persona, entrò novizio nei cappuccini. Ma quantunque il suo spirito, il suo sapere gli facessero largo, ponendolo tosto tra i superiori, pure non potè reggere a lungo... Uscì di là per entrare nelle Missioni.

Dopo pranzo, seduti all'aperto, Don Bosco ci narrò alcuni fatti miracolosi e recenti. Vedendolo cosi ad animo aperto, osai dire come egli dovesse avere rivelazioni speciali e sovrannaturali rapporti con Dio. Egli eluse l'inchiesta, dicendo però:

- Sbaglierebbe di molto chi volesse attribuire all'uomo ciò che è di Dio; e se qualcuno si volgesse a Don Bosco per la menoma delle grazie, sarebbe cosa vana, tanto come la chiedesse ad una di queste piante. Loro al pari di me, creature inette, implorano dall'alto le rugiade; perchè noi siamo atomi mossi da Lui e nel suo ambiente, come il pesce è nel mare.

(1) Dalle Memorie della Baronessa Olimpia Savio di Berustiel Rossi, nata a Torino nel 1815, morta a Torino nel 1889. Donna religiosa, colta, ospitale, aveva una villa di sua proprietà a Millerose, Sassi Torinese.

(2) Il Crocifisso era un caro ricordo del Ven. D. Cafasso ; e fu regalato da Don Bosco ad un sacerdote che glie ne fece domanda.

UN SINODO DIOCESANO e l'Opera degli Oratori festivi.

Nei giorni 14, 15 e 16 aprile u. s. si tenne a Catania il Sinodo diocesano dopo 250 anni. L'Em.mo Card. Francica Nava, zelantissimo arcivescovo dell'Archidiocesi, nell'indirizzare al Clero le più vive raccomandazioni a lavorare attorno la gioventù negli Oratori, ebbe la bontà di accennare anche al Ven. Don Bosco e all'Opera Salesiana. Uno dei sacerdoti presenti raccolse fedelmente le sue parole, e noi siamo lieti di pubblicarle.

L'Eminentissimo, dopo aver citato il preclarissimo esempio di S. Filippo Neri, continuava:

... Ed anche ai nostri giorni noi abbiamo avuto un esempio ammirevole nel Venerabile Don Bosco. Osservate quale meraviglioso sviluppo ha preso l'Opera sua benefica, benchè di fondazione recente! Se voi mi domandate come mai egli potè compiere opere così belle e grandiose a vantaggio della Chiesa e della Società, io non farò che ricordare le belle parole che egli stesso ripeteva frequentemente ai suoi figliuoli: Se ho potuto fare qualche cosa, tutto si deve all'opera degli Oratori festivi. Da questi cominciò l'opera nostra; son essi che preparano alla Società buoni cristiani, ferventi cattolici, ai Seminari e alla Chiesa buoni Seminaristi ed ottimi Sacerdoti.

È tempo che anche noi, o Fratelli dilettissimi, ci persuadiamo che senza la cura dei giovani del popolo, noi non otterremo mai dall'opera nostra frutti reali e duraturi. Alle nostre Chiese, per grazia di Dio, accorrono ancora molti giovanetti, ma sono per lo più soltanto quelli di buona condizione, quelli che i parenti accompagnano; e la grande massa dei giovanetti ci sfugge e si perde travolta dalle correnti del male che dilaga.

Quando m'avviene di passare per certe strade e sento ferirmi l'orecchio da discorsi osceni e da bestemmie orribili, pronunziate da giovanetti in ancor tenera età, l'animo mio più che da sdegno resta preso da un sentimento di pena infinita e da una tenera compassione, al pensiero che non sono essi i colpevoli. A loro è mancata la cura dei genitori, l'assistenza di anime pietose, di maestri zelanti che li istruissero nella pietà e nel santo timor di Dio.

Ebbene, ciò che i genitori non sanno o non vogliono fare, ciò che non si fa più nelle scuole pubbliche, debbono fare i Sacerdoti e specialmente i curatori di anime, ai quali in modo particolare Iddio ne affidò la cura.

Oh! se avessimo lo zelo di Don Bosco, e se fossimo persuasi dell'importanza degli Oratorii festivi, noi faremmo scomparire o almeno sapremmo superare tutti gli ostacoli e le difficoltà che la nostra debolezza ci fa credere insormontabili.

- Per attirare giovanetti all'Oratorio, si dice, ci vogliono tante cose, e specialmente i mezzi pecunarii. - É vero, ma non bisogna esagerare e credere che ci vogliano grandi somme. Dico invece che se sapessimo ridurre certe spese inutili, ed impiegare allo scopo dello pur anche una sola parte minima di ciò che si profonde per altre opere più appariscenti ed assai meno utili, l'Opera degli Oratori festivi sarebbe un fatto compiuto.

All'opera dunque, o fratelli carissimi, e ognuno da questo solenne convegno porti seco il proposito sincero e fermo d'intensificare la propria opera a vantaggio della gioventù abbandonai e specialmente di promuovere e sostenere l'opera degli degli Oratori festivi in tutti i modi.

LETTERE DEI MISSIONARI

I Missionari partiti per la Cina.

Il caro drappello, partito in giugno per la Cina, è tuttora in viaggio, e non giungerà a destinazione prima del termine di questo mese, salvo eventuali ritardi. Desideriamo che i buoni Cooperatori e le pie Cooperatrici continuino a ricordare quei nostri confratelli nelle quotidiane preghiere.

Qui intanto pubblichiamo il sunto di una bella conferenza che il loro capo, prof. D. Sante Garelli, teneva a Torino nella Chiesa di S. Giovanni Evangelista a favore della nuova Missione.

Nel solenne Giubileo del tempio di Maria Ausiliatrice la Società Salesiana poneva un prezioso scettro nelle mani dell'Augusta Regina. Il compimento del suo abbigliamento regale era il simbolo del compimento del suo regno, che acquistava al culto di Maria Ausiliatrice l'ultima provincia, la Cina, con la nuova Missione.

Fu il dono di anime dei Salesiani a Maria nel suo giubileo; ma fu pure il dono di Maria alla Società Salesiana nelle Nozze d'oro Sacerdotali del suo Superiore e Padre, D. Albera. Già Don Bosco, che aveva assunto il motto « Da mihi animas coetera tolle », aveva spinto lo sguardo profetico in quella vasta regione Cinese, e aveva ardentemente sospirato e con gioia previsto la redenzione dei 400.000.000 di Cinesi, ed il riscatto dalla loro schiavitù dell'idolatria, poichè la loro civiltà non li distoglie dall'inginocchiarsi innanzi ad idoli ributtanti ed umilianti; schiavitù dell'errore, di cui un piccolo indice sono i banchetti offerti alle anime dei parenti defunti, affinche si sazino anche dopo la morte; schiavitù del demonio, che le tiene a sè legati con molteplici superstizioni, fino al punto di credere e di compiere malefici per opera di spiriti maligni, schiavitù del peccato, di cui può essere un segno l'esposizione dei bimbi, rinnegati fin da coloro del cui amore son frutto.

Era ben giusto il sospiro di Don Bosco, come sacerdote, poichè il suo grido « Da mihi animas coetera tolle » è null'altro che la traduzione del «Sitio » di Cristo morente per le anime: e come italiano, poichè se v'ha nazione cui debba stare a cuore la civiltà cristiana è appunto l'Italia. Per questo essa è maestra delle genti in modo che nessuno mai le potrà strappare tanto onore: perchè non c'è Civiltà Cristiana senza Cristianesimo, non v'è vero Cristianesimo senza Vicario di Cristo, non Papa senza Roma, e non v'è Roma senza l'Italia.

Il Missionario o è italiano, o dall'Italia, da Roma, dal Papa deve ricevere il mandato o la conferma della sua - missione. Chiunque voglia innalzare anche su questo titolo di gloria dell'Italia il suo primato, deve contrapporre alla Civiltà Cristiana una civiltà non cristiana. Ecco perchè diciamo: nessuno può esser buon italiano se non è Cristiano. Che cosa sia una civiltà non cristiana lo si vede anche oggi in alcune tristi vicende della guerra, mentre che cosa sia la Civiltà Cristiana lo si vede nel cuore del primo cristiano, il Papa, anelante ad una giustizia in cui i diritti di tutti i popoli siano rispettati, ad una pace in cui i fratelli si stringano nuovamente quelle destre, che il Creatore ha dato non per rovinare ed uccidere ma per cooperare nell'amore al compimento della creazione del Padre. Così il Cristianesimo è germe imperituro di risurrezione da tutte le rovine dei popoli; e portare questo germe di risurrezione perenne a tutti gli uomini è opera di altissimo senso di umànità; quale alberga nel cuore dei Santi. E Don Bosco lo sentì potente, e lo trasmise ai suoi successori, Don Rua, D. Albera. Ma solo quest'ultimo doveva attuarlo, perchè il compimento di quel nobilissimo desiderio era ben degno di costituire un dono di nozze nel Cinquantenario di Messa del secondo successore di D. Bosco.

E la Missione si potè ottenere, e potè giustamente meritare gli auspici del Governo Italiano. È vasta quanto il Belgio, con 3.000.000 di anime, di cui solo 2.400 cristiane. Vasto campo di lavoro, che si compirà in parte col sistema ;proprio dei figli di Don Bosco, e in parte col sistema comune a tutte le Missioni: Residenze, Cappelle, Stazioni, Scuole , Catecumenati, Orfanotrofi , Ospedali, Ricoveri, Collegi, Seminari, Oratori. Un immenso cumulo di opere, per le quali si richiedono spese ingenti. Ma nè le spese, nè i pericoli dei ladroni, che non son pochi, nè i pericoli della vita trattengono il Missionario, che sa non esservi cosa che maggiormente attiri le compiacenze di Dio quanto il bene compiuto. E la Cina si presenta quale ottimo terreno per compiere il bene nel nome di Cristo. Sono solo passati venti anni dalla terribile rivoluzione dei Boxer. Allora teneri fanciulli, spose felici, vecchi cadenti, uomini e donne di ogni età e condizione mostrarono quanto valga nel bene quella tenacità che li aveva resi dapprima restii alla Conversione: e fra tormenti di ogni sorta consacrarono col sangue la loro fede e la loro terra. Un suolo bagnato dal sangue di martiri è un suolo che Cristo fa suo.

Sicura è dunque di avere un interesse celeste ogni somma offerta per la Missione di Cina.

Diceva una buona donna nel consegnare al Missionario tutto il frutto del suo risparmio:

- Lei dovrà forse dare la vita: è giusto che io dia almeno il superfluo.

Conceda Iddio al Missionario la forza di dare, se occorre, la vita; e ad ogni anima buona la generosità di dare in preghiera, in oggetti, in danaro, quanto le sopravvanza.

IL CULTO DI MARIA AUSILIATRICE

NEL SANTUARIO Il 24 di ogni mese, si ripetono mattino e sera, devote funzioni in onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino, ha luogo la messa della Comunione generale, seguita dalla Benedizione col SS. Sacramento. Alla sera poi, memori del grande insegnamento di Don Bosco, di unire sempre nelle nostre preghiere l'invocazione a Gesù Sacramentato e alla Beata Vergine, ha luogo in forma solenne, all'altare stesso di Maria Ausiliatrice, l'adorazione pubblica al SS. Sacramento.

h il buon popolo di Valdocco, con tutte le associazioni della Parrocchia, che con fede vivissima accorre alla devota funzione, che in questo mese si compie alle ore 19,45; come alle alle 16,15 sono i Cooperatori e le Cooperatrici Torinesi che s'adunano a ,conferenza ai piedi di Maria Ausiliatrice per l'Esercizio della buona Morte.

Vogliano tutti i nostri Cooperatori e tutte le pie Cooperatrici unirsi in ispirito a queste sacre funzioni mensili, le quali hanno due fini principali : pregare secondo le intenzioni del Santo Padre e affrettare il ristabilimento della pace fra le nazioni.

Ogni sera alla benedizione col SS. Sacramento si continua sempre a far pubbliche preghiere per la pace. Il Signore, nella sua infinita clemenza e per intercessione di Maria Ausiliatrice, le esaudisca a sollievo di tutti i popoli della terra.

GRAZIE E FAVORI (*)

Quanto è buona Maria Ausiliatrice!

Trovandomi nel colmo della disperazione e del dolore per uno spasmodico male di occhi, e di più avendo veduto una mia amica, per lo stesso malore perdere la vista, sempre più agitata non sapeva a chi rivolgermi per avere speranza e conforto. In tale costernazione, non so come, mi venne fra le mani il Bollettino Salesiano, ma mi era impossibile poter leggere solo una linea, chè l'occhio non potevo aprirlo. Tuttavia mi sforzai a leggere... e capitai a leggere nella pagine dei favori e grazie che la Maria Ausiliatrice per mezzo del Ven. Don Bosco concede a chi l'invoca. Con slancio di fede, buttandomi ginocchioni domandai a cosi eccelsa Regina la mia istantanea guarigione; sì istantanea, poichè necessitava, trovandomi in casa, sola, collo sposo che da più tre anni è colpito di apoplessia cerebrale ed io, nell'obbligo di accudire alle faccende domestiche e sbrigare tutti gli affari... Ed oh! prodigio!... Tutto a un tratto l'occhio mi sento refrigerato, sparito il gonfiore, e con mia meraviglia la sera stessa posso guardare senza difficoltà il chiarore del lume, che da parecchio tempo stentava fissare; la notte contro il solito dormii placidamente, e al mattino mi trovai perfettamente guarita, recandomi a Messa con istupore di quanti erano stati consapevoli de' miei affanni per tal disgrazia. Dopo aver mantenuta la promessa coll'offrire un tende dono a Maria Ausiliatrice, che si venera in una chiesa vicino a casa mia, ed accostandomi ai SS. Sacramenti innanzi all'imagine di sì prodigiosa Benefattrice che tanto mi ha beneficato, prego voler compiere la mia promessa col pubblicare la grazia nel Bollettino e in pari tempo predicare a tutti, quanto sia valevole tal protezione altresì in Zona di Guerra, avendo le tante e tante volte veduto i miei due figli difesi da ogni pericolo d'anima e di corpo.

Rimini, 24 aprile 1918.

MARIA GRAZIELLI.

Una grazia segnalata.

Coll'animo profondamente commosso e riconoscente, pubblico la portentosa grazia ottenuta addì 24 maggio u. s. ad intercessione della nostra cara Madre e del padre nostro amatissimo Ven. Don Giovanni Bosco.

Il signor Francesco De Vivo, di Bari, trovandosi al servizio del Coniando Militare a Bassano, mentre scriveva fu colpito da una pietra sollevata per lo scoppio di una mina, proprio alla cassa del cervello, in modo da renderlo impotente nell'udito e nella parola. Fu portato in quest'ospedale di tappa « San Benedetto », il 28 aprile, in condizione compassionevoli. Esaminato colla macchina radiografica, si constatò che una scheggia dell'osso, premeva sul suo cervello e quindi, se l'operazione era urgente, altrettanto era difficile ed incerta.

Pochi giorni dopo arrivò la famiglia, la quale, straziata dal dolore, tentò ogni mezzo per farlo trasportare a Bari prima che venisse operato; ma le diverse domande non vennero esaudite perchè l'ammalato versava in condizioni gravissime e i tre bravi chirurghi che l'esaminarono, si opposero. Il buon Francesco soffriva immensamente, anche perche, consapevole dello stato infelice in cui si trovava, capiva di dover rimaner infelice per tutta la vita; e servendosi dello scritto manifestava le sue pene, i suoi timori, ma più spesso si struggeva in lagrime.

Per mezzo dello scritto, noi lo si invitava a pregare con fede la Vergine Ausiliatrice. Poi gli si mise al collo la medaglia benedetta che baciava frequentemente; ed egli sovente manifestava alla Mamma e alle sorelle il desiderio che pregassero per lui, ponendo loro in mano i libri di pietà e la corona.

Il 22 maggio, giorno destinato per l'operazione, mentre i Medici disponevano ogni cosa, il Sig. Maggiore, riflettendo alla gravità del caso, volle che i parenti firmassero la dichiarazione di volerla e di sottoporsi ad ogni conseguenza. Il fratello si rifiuta, e l'operazione viene sospesa; sebbene si vada ripetendo che il ritardo potrebbe riuscire fatale al povero Francesco. La costernazione della famiglia è al colmo, tanto che l'ammalato stesso ne è scosso ed è preso da un momento di disperazione. Il giorno 23, scrivendo, prega d'essere portato in cappella, per implorare dalla Vergine Ausiliatrice la grazia della guarigione o della morte. Si sta perplessi nel concederglielo nel timore che gli succeda qualche disgrazia; ma egli si agita in modo che bisogna accontentarlo. Condotto davanti alla Madonna, vorrebbe buttarsi a terra, e con le braccia stese piange e prega in uno stato che tutti, e specialmente noi suore, ne rimaniamo costernati, e si sente il bisogno di pregare per ottenergli la grazia sospirata. Dopo più di mezz'ora quasi forzatamente lo si riporta sul letto, e la direttrice gli pone sulla ferita, sotto la fasciatura, una medaglia benedetta di Maria Ausiliatrice che aveva toccata la salma del Ven. Don Bosco l'anno scorso 1917; dona all'ammalato la fotografia del Ven. con la scritta « Don Bosco, dal Paradiso pregate Maria Ausiliatrice, perchè ci ottenga la grazia che tanto desideriamo », e lo esorta caldamente ad accrescere la sua fede nella potenza di Maria e del Venerabile.

Il giorno 24, portata nella sala la statua della Madonna e l'altare, si celebra la S. Messa, e il buon Francesco, che non aveva dormito in tutta la notte, è fuori di sè, non cessa un istante dal fissare gli occhi sulla Madonna, tanto che non s'avvede d'avere il fratello vicino al letto. Finita la S. Messa, si porta via la Statua, passando davanti a Francesco, il quale, tendendo le mani, piange ed implora fervidamente, quand'ecco si rivolge al fratello e gli domanda con chiara voce:

- Quando sei venuto?

Oh! prodigio! si grida al miracolo! Più di duecento ammalati ne sono testimoni e rimangono sbalorditi di sì strepitosa guarigione. Francesco, felicissimo, non solo parla a tutti, ma di più sente benissimo, nonostante che i medici avessero dichiarato che, se anche l'operazione fosse riuscita bene, difficilmente avrebbe acquistato l'udito.

Questo fatto, prodigioso si sparse in un attimo per tutta la città, e tutti rimasero lieti del miracolo operato dalla Madonna, ma più di tutti il buon Francesco, che era stato allievo dell'Oratorio dei Salesiani di Bari.

Francesco De Vivo partì dall'Ospedale « San Benedetto» il giorno 30 maggio, in compagnia di altri cento suoi compagni, in buona salute, camminando benissimo e con la ferita cicatrizzata, non sentendo più nessun dolore.

Giunto a Caserta, scrisse una cartolina assicurandoci del continuo miglioramento, contento di partire per Bari, nella speranza d'unirsi presto alla diletta famiglia, e riconoscente alla Madonna per tante grazie ricevute. Ieri l'altro ci giunse un'altra sua lettera da Bari, nella quale dice così:

« Facendo seguito al mio scritto da Caserta, La informo che il giorno 7 giugno giunsi a Bari ed attualmente trovomi ricoverato nell'Ospedale Principale. Fra giorni però sarò dimesso e mi recherò in licenza di convalescenza... Ho già scritto a Torino per ascrivermi all'Associazione colà costituita e ciò per mantenermi sempre riconoscente alla cara Maria Ausiliatrice... - Francesco De Vivo, Via De Fiosa, 113. »

In fede, a gloria di Maria Ausiliatrice e del Ven. Don Bosco.

Farina, Ospedale di tappa « S. Benedetto 16 giugno 1918.

Suor RACHELE CATTANEO Direttrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

TORINO. -- 24-v-1978. - Siano rese grazie alla cara Vergine SS. Ausiliatrice! Da oltre due anni mi trovavo affetta da grave nevrastenia nell'impossibilità di attendere alle cure della mia giovane famiglia. Feci inutilmente tutte le cure, suggerite dall'arte medica e mi adattai pure ad allontanartisi da casa dietro consiglio del medico per poter attendere in una clinica alle cure del caso. Dopo quindici giorni invece di migliorare peggiorai; quindi stanca e demoralizzata mi trovavo in un angoscia inesprimibile. Così mi trovò una mia cognata che venne a vedermi e mi suggerì di fare la così detta novena di D. Bosco; subito l'incominciai e mi sentii leggermente migliorata. La suddetta mia cognata m'incoraggiò a ripetere la novena, così feci a più riprese, ed ora mi sento perfettamente guarita con stupore dello stesso medico che mi aveva sentenziata inguaribile. Devo ancora schiettamente confessare che mentre facevo le novene ho lasciato qualsiasi altra cura; quindi non ho che da ringraziare la cara Madonna di Don Bosco, Maria Vergine SS. Ausiliatrice, alla quale mai si ricorre invano. Con viva gioia mi recai a ringraziarla ed a presentarle la mia tenue offerta nel suo Tempio a Torino. N. N.

NIZZA MONFERRATO. - 31-V-1918. - Il 1 novembre p. p. mentre guidava verso casa un carro carico di legna, improvvisamente caddi a terra. I buoi che trascinavano il carro si fermarono all'istante; ma io non mi poteva muovere, perchè da una parte la ruota teneva fisso al suolo le vestimenta, dall'altra il più lieve movimento avrebbe potuto aizzare i buoi, ed io ero nel pericolo di venire tagliato a mezzo dalla ruota stessa. Invano chiamavo aiuto!... Mi sentiva gelare il sangue nelle vene, quando un pensiero mi balenò alla mente: Maria Ausiliatrice, salvatemi! La invocai con fede, ed oh prodigio! la ruota si mosse lievemente lasciando libere le vestimenti, cosicchè potei scivolare in avanti ed essere salvo. Riconoscente, ringrazio Maria Ausiliatrice, inviando al suo Santuario l'offerta promessa di L. 20.

FRANCESCO QUAGLIA.

MILANO. - 24 - III - 1918. - Nella nuova vita di profuga, vedo, o Maria, la Tua continua assistenza amorosa.

Tu hai protetto e proteggi i miei vecchi genitori che in mezzo alle privazioni attuali sono rassegnati e stanno bene di salute.

Tu hai concesso al fratello di rimanere presso loro a conforto, proprio quando stava per esserne separato!

Deh! Madre amorosa, continua a proteggere, a benedire la mia famiglia, mentre io prometto di volerti sempre servire.

Una profuga di Conegliano Veneto.

TROFARELLO. - 7-VII-1819. Grazie, Maria Ausiliatrice, che esaudisti benigna la mia preghiera facendo risaltare la tua potenza e bontà in favore di persona a me cara, quando tutto pareva concorrere a deludere ogni speranza.

Al mio fratello maggiore spettava per diritto l'esonero permanente dal servizio militare, ma noti riusciva mai ad ottenerlo. Sorgevano sempre nuovi ostacoli e difficoltà da ogni parte.

Quando pareva perduta ogni speranza, affidai la pratica a Maria SS. Ausiliatrice promettendo di far celebrare una messa a suo onore e pubblicare la grazia, se fosse venuta in aiuto della mia cara famiglia che versava in urgenti bisogni per l'assenza del fratello. La Vergine Santa esaudì l'umile preghiera della sua figlia e, proprio il 24 maggio u. s., giorno sacro all'Ausiliatrice, mio fratello maggiore otteneva finalmente ciò che gli spettava.

Suor C. M., F. di M. A.

FORNO. - 12-III-1918. - Mi trovavo agitata a motivo di un interesse che a me pareva prendesse una piega non retta; mi raccomandai tanto alla Vergine Ausiliatrice e al Ven. D. Bosco per avere la tranquillità, e tosto la cosa si sistemò conforme ai miei desiderii.

LUISA GALANTI.

NIZZA MONFERRATO. - 22-111-1918. - I gravi bisogni che l'ora presente ha reso più acuti anche nella mia famiglia mi hanno fatto invocare la protezione particolare di Maria SS. Ausiliatrice, con la novena solitamente raccomandata dal Ven. Don Bosco. Per la intercessione di lui ottenni una serie commoventissima di grazie, la cui continuazione spero e, incessantemente invoco. Riconoscente offro L. 10.

A. T.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, per il nuovo Santuario dei Becchi, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti.

A) A. C. di Cuneo; A. C. di Favria Canavese; A. F. di *...; Aquarone A.; Actis Grosso C.; Actis Oreglia E.; Agnanno F., Agosti R.; Aicardi C.; Albarello L.; Albé C.; Albuttone A.; Aldini L. in Nicoli; Alessandri M. in Bellotti; Allara sr. C.; Alessiato T.; Almerici; Amadei A.; Ambrogetti G.; Amitrano d'A.; Andreetta A.; Anedda F.; Anselmi R. in Cappelletti; Arduini A ; Arena E.; Argentieri G.; Arsego A.; Arsini A. in Marini; Artana L.; Audisio T. in Oggero; Avviena cola P.

B) B. C. dell'America del Nord; 13. C. di Bessolo; B. E. di Gaibiate; 13. G. di Cartel Guelfo; B I. di Mezzenile; B. M. di Bessolo; Bacciarini R ; Baffo M ; Bagnato P.; Ballo A.; Bainotti G.; Balla M. B.; Baratti L.; Barbarossa M.; Barberis geom. P.; Barbero A.; Bardi G.; Baronio A.; Baronio d. G.; Basurto F.; Battilana L.; Begradi R.; Bellario S.; Bollasi G.; Bellegrandi D. e A ; Bellonio A.; Bellotti G.; Bellotti L.; Bellotti G.; Beltramiuo D.; Benedetti M. in Sanciti; Benni d. V.; Beretta M. di Trisobbio; Beretta M. di Triuggio; Beretti M. in Pandini; Borino D ; Berlo L.; Bernacchi E. in Wagner; Beruuzzi G.; Bertini C. in Arezzo; Bertola F. di Agugliano; Bertola F. di Montebello Vicentino; Bertoliuo A.; Bertoletti A.; Bertoletti C.; Bertoni 'l.; Besenti B.; Besenval C.; Bevilacqua G. in Lazise; Bianchetti E.; Bianchi C.; Bianchi G.; Bianchi e.s P.; Brava E.; Bigi G.; Biggi A.; Bignami I.; Bina A. in Bettellini; Bini M.; Biroldi L; Blanda M, in De Nicola; Blaudini R. in Corti: Bo M. v. Giacotti; Boario R.; Bocca C. in Curco; Bocchia d. G.; Boerto A.: Boggio E.; Boggio P.; Bolla E.; Bollano D.; Bolzan P.; Borsetti I.. di Morignone; Bon etti L. di Torri del Benaco; Bonometti M.; Bonomi E.; Bonzanini A.; Bordone G.; Burghetti E.; Borra V.; Borri F.; Bortolani A.; Borlolo A.; Bortolo D ; Bortolassi C.; Bosca T. in Borsello; Borio L.; Botta 11 ; Botta d. R.; Bottero P. di Michele; Bottero P. di Giuseppe; Bovio C.; Bovio M.; Bressa M.; Brezzo S.; Briggi L.; Briguglio C.; Brunengo L.; Brusuengo L.; Brultomessi A.; Bulini G.; Bugnola G.; Biula ch. M.; Buriani A.; Buriani G.; Busetti G.; Busetti C.; Butti E.

C) C. L. di *...; C. L di Torre Annunziata; C. R. di Penango Monf.; Cabiddu B. e P.; Cabiddu E in Dore; Cadoni M. in Conto; Cagnotti C.; Calami C.; Callegera G.; Camerani A. in Lami ; Campione .E.; Canceli E.; Candusso I.; Canegallo N., Canegallo P.; Canelìa D. in Monagatta; Canonica cav. E.; Cao O. in Saba; Capello L.; Capra M.; Capra P.; Caputo A. in Bruno; Carnaghi M.; Carnelutti T.; Carones A.; Carta A. in Tamburino; Carta G.; Cartasso G., Casaro M.; Casetta G.; Cassinelli M. in Corradi; Castellani G.; Castelli A.; Castino N.; Castracane A. M.; Castruccio E. in Prato; Cattaneo M. in Bosisio; Cavalieri P.; Cavanna E.: Cavarero A., Cavazutti A.; Cavigioli R.; Cazzaniga v. Volta; Ceccon R.; Celle I. in Ricchetti; Cerrato C.: Cerutti C. in Pavese; Cerotti F.; Cerotti G.; Cerutti P.; Cerutti S. Cevasco C. in Iluzio: Caugner A.; Chiara I..: Circolo C.; Civolo O.; Clara d. A.; Claris d. C.; Coco M.; Cocco M.; Coe S.; Cogno ML; Colombo R.: Colossi G.; Commod R.; Coniugi Boccadoro; Una Cooperatrice Salesiana di Monchiaro; Due Cooperatrici Salesiane di Torino; Corallini G.; Cornaglia A.; Corradi L.; Corsici A.: Cossa R.; Cosso M. in Cambiano; Costa E.; Costa M., Costa sr. L.; Cravino C.; Crespini M.; Crétier S.; Cuneo M.

D) D. B. di Jolo di Prato in Toscana; D. G. di Torino; D. N. di D. S, B. di D'Ancicco G.: D'Ardio B. e G ; Daghero A ; Dallesa F.; Danese I., Darò G.; Deambrosi G.: De Angelis d. S.; De Cesari F. De Cicco d. P.; De Cicco M.; Degli Esposti C. in Pinto; Delfini A.; Dell'Anna A ; Della Rovere dr. L.; Del Piazzo E.; Delù M. in Antino; Demarchi T.; Demaria C.; De Martini A.; De Martini G.; Denaro A.; De Paola R, in Farina; Deregibus G.; De Stefeni F.; De Stefanis F.; Dezutti G. G.; Di Cola A.; Di Maria D.; Di Seri d. C.; Di Stefano C.; Domaè G.; Dovigo R.; Dro A.; Drocco A. e M.

E) E B di Legnago; E. M. di Campobasso; E. G. M. di Asti; E. T. P. di Torino; Enrico A.; Equini M. R.; Erbetta G.

F) Falchi N,; Falconieri N.; Una familia di Trisobbio; Famiglie Bartolotti, Botteri-Prevido, Capello, Dorò, Gai, Polarolo, Redona, Speri; Faravelli C. in Cattaneo; Farina A. in Napolitano; Farinelli C.; Farinelli P.; Farinetti P.; Fasoli C.; Favaro M.; Favini M.; Festa NL; Fenini P.; Fera C. in Ilyraci; Ferrari A.; Ferrari M.; Ferreri A.; Ferrario A.; Feriero A.; Ferrero A. in Donadi; Ferrero A. fu D.; Ferretti C. di Carezzano; Ferretti C. di Acitrezza; Fioccone B.; Follis V.;,Forlani E.; Formica C.; Fornaroli L.; Forzani G.; Fossati G.; Fosson L. fu M.; Fracchia C-; Fracchia AL; F,ancescati V..; Frauceschini L.; Fratelli Moutaldo ed F.; Fratelli Viass,nie; Frigo M,; Friolotto M-; Frola A.; Frumento I.; Fugazzi G.; Fumagalli A. di Alhiate; Fumagalli A. di Oriano; Fumagalli I. in Belloni; Fumagalli L.; Fumagalli D.

G) G, A. C. d'Ivrea; G. B. di Torino; G. R. C. di Nervi; G. S. di Conzano Monferrato; G. 'P. di Monabaruzzo; G. Z. di Linone Piemonte; Gabetti Al.; Gairone N. in Busatto; Galantina R.; Galli P.; Gallo E.; Gallo G.; Galvagni P.; Garbarino ch. A.; Gardetti T.; Garelli C.; Garlatti M.; Gastaldi A.; Gastaldi G.; Gasparolo C.; Gatti M.; Gattoni C.; Gavinelli A.; Gazza 0.; Gemma M,; Gentile G.; Gentili G.; Gentilini; Germi C. in Alippi; Gherardi G. in Catelani; Ghione G.; Giacone-Griva: Giani E. in Rossi; Giarigia L.; Giacila I .; Giazzi M.-; Gieri D.; Gilardi F.; Guardi G.; Gilardi M.; Gioberti A.; Giorcelli D.; Giraudo E.; Girini G.; Gironi P.; Giudice B.; Giudice C.; Giudice T.; Goisis G. in Ratti; Golgi A.; Gonino M.; Gori c.° U.; Gramaglia G.; Graniero E. in Seueca; Grassi D.; Grassi E.; Grassi L; Grassi M.; Grasso L.; Gravier E.: Graziani d. C.; Graziato d. G.; Greppi A.; Grilli M.; Grosso G.; Grozza V.; Grumi E.; Guarienti L. in de' Bersi; Guenzani G.; Guerrero A.; Guglieri B.; Gugliucci T.; Guidicini A. in Bendini; Gull no M. in Parussa,

I) Ibba B.; Interoni F.; Indica-Conti V.; Invernizzi G.; Invernizzi M.; Invernizzi S.; Ivaldi E. J) Jans L. e G.; Jans G.

L) L. B. di Giaveno; Laboranti M.; Lagasi I. in Silva; Lagorio A. E.; La Licata Ai.; Lambrizio N.; La Rosa F. ed M.; Lavagno C.; Lazzaretti M.; Lazzati G., Legè M.; Leidi C. e C.; Lemasson L.; Leopoldo d. A.; Lepri N.; Lerda V.; Limongi D ; Lindiri rag. R.: Livatino F.; Lodcìo M.; Loggeri O.; Lolli M. in Prati; Lombardi M.; Lomeo G.; Lossoni R.; Lovazzano E.; Luccheri R.; Luc. chesi R.; Lucchini C.; Luis A.; Lunello A.; Lusso M,

M) M. A. di ... ; AI. B. di Borgo d'Ale; M. C. di Beilusco; M, AI. di Bologna; Al. M. di Pralormo; M, AL di Torino; M. P. di Cassine; M. R. di Frugarolo; M. R. Cooperatrice Salesiana di Casalborgone; M. T. di Casale Monferrato; Maestroni D.; Maffei B.; Magnaghi A.; Magrini C,; Mainas A.; Malugani C.; Mangano M.; Mangialucco P.; Manvino E. in Giambanco ; Mantero A.; Manzetti cav. V.; Manzini F.; Marangoni A.; Marchesini L.; Marchisio C.; Marconi T.; Margarita G.; Mar vedi cav. L.; Martinetti E.; Martinetti M.; Martinetto L.; Martinetto P ; Martini; Martinini A.; Mascherpa L.; Masera E.; Massa FL; Masini F.; Masolni cav. G.; Maspero G-; Massara C.; Massidda N.; Masserano C.; Masso G.; Massucco A.; Mastalli M.; Mastelloni di Salza avv. N.; Batta C. in Bertorello; Matta N. in Landis; Mattia A. in Gervasi; Mazzoni G.; Mazzucco G.; Meardi C. ed A.; Modana C.; Medea R.; Melis Al. in Lenzu; Mellana d. F.; Meneo F.; Messina G.; Messina R. v. Isaja; Mezzano D.; Miletto M.; Millieres A.; Minoletto A.; Missio M.; Moggio Lo Presti e.a F.; Montani M.; Montante M.; Montemartini NI.; Monti A.; Morandini E.; Moretti G.; Morivi E.; Morlini M-; Moscardini R.; Mozzanica E.; Mularoni A.; Mularoni V.; Murari C.; Muratore E.; Murcarà C.; Murgia M.; Musso G. in Brignone.

N) N. N. dal Fronte.; N. S. di Casale Monferr.; Nardone G.; Negro G.; Negro sr. D.; Neri M. coadiutore salesiano; Nicoletti N.; Nicolis D.; Nigra M. in Passini; Nizza F. G.; Nobili C.

0) Occhetti d. V.; Occhionegro V.; Olivieri L.; Orbelli P.; Orecchia G.; Orru M. in Petzanti; Osella V.

P) P. F. di Locava; P. G. di Ferrara; P, F. F. A, di Ferrara; P. L. di Livenza ; P. R. L. di Torino; Pagani C. in Fomiozzi ; Pagani C. in Risicati; Paganotto G. B.; Pagliarino L. in Rizzo; Palma M.; Panebianco d. M-; Passa C. e B.; Panzeri G.; Paris F.; Pascucci C.; Pasino C.; Passuello A.; Pastori A.; Pastori G.; Pastori NL; Pastori R.; Patui L. v.a Bosco; Pecetto G.; Pedrotti A.; Penoncelli A.; Pepe prof. S ; Peradotto N.; Peradotto FI,; Peralto R.; Perasso E. in Carraro; Perazzini A.; in Righetti; Pericoli G.; Pericoli AI.; Perotti L.; Terrone M.; Perruchon G.; Perruchon M.; Perucca C.; Perusi F ; Pespani C.; Pessione G.; Petrini D.; Petrini I,; l'hilips G.; Piacente d. G. salesiano; Piacentini A.; Piasco C.; Piazzi d. G.; Piccione V.; Piccoli C.; Piccoli Serena; Piantanida G.; Piantanida S.; Pie persone di *...; Pie persone di Abbiategrasso, Asti, Bologna, Borgomanero, Borgomasino, Brescia, Brisighella, Cannara, Capelli, Camandona, Canicatti, Casabianca, Casinalbo, Casola, Castelcerino, Casteilanza, Civitavecchia, Coassolo Torinese, Corbetta, Ierago, Ivrea, Macerata, Milano, Modena, Mombasilio, FIontanaro, Novara, Olate Castello, Rivoli, Robecco Pavese, Rubi ano, Saluzzo, S. Antonio di Al agli ano Alpi, Torre Pellice, Verrès; Piffari P.; Pinalli A. in-Beccherie; l'iras V.; Pirovauo A,; Pirovano G.; Pisano A.; I'isotti C ; Pitocco A.; Piunia E ; Pogliani d. P.; Polesel S.; Poletti G.; Poletti P.; Poletti T.; Pulutti ch. L.; Pomi C.; Pondrelli coniugi; Pontano C.; Ponteprino G,; Ponzano P.; Pozzi B.; Presazzi A.; Promis A.; Pronzato M.

Q) Quaglia P.; Quartana F.

R) R. O. di Bellano; R. B. di Trino Vercellese; R. R. di Pinerolo; R. S. di Rabotti A.; Rantezzana C.; Rangoni R.; Ravino G.; Raviola A ; Re A., P., ed A.; Re D.; Reforgiato C. C.; Regozzi G.; Rembado A.; Renzi R.; Renzi T.; Renzi V.; Revel A.; Ricca C.; Ricaldoue V.: Riccardi C.; Ricossa T.; Righetti G.; Righini A.; Rigotti G ; Rino E.; Rio R.; Ripamonti R.; Ripamonti U.; Riva L.; Rizzi R.; Rizzo F. in Massa; Rizzo FI.; Rizzo S.; Rizzolo D. G.; Rosa G.; Rosi A.; Roselli E. in Del Turco; Rossi C.; Rossi I. in Morel; Rossi U.; Rovagnan E. in Cavallarin ; Rovero F.; Rovera L-; Rozzi P.; Robbiani C.; Robbiano A.; Rocca d. E.; Roda A,; Rolandi A ; Romelli G.; Rondano M,; Rubini R.; Ruga D.; Ruga M.; Ruggeri G. in Candessio; Ruschena A. in Bouome; Ruspa G.; Russo R.

S) S. A, di Campobasso; S. F. di Bagnacavallo; S. L. di Pisa; S. O. di Romagnano Sesia; S. T. di Bricherasio; Sale-Demoz d. G.; Salvetti A.; Salvetti G.; Saudii M.; Sant'Ambrogio P.; Santi L.; Santi S ; Santini G. in Resati; Santorelli c.' Dott. A.; Sarchi F.; Sarteur M,; Sartoriegi C.; Sassella M. in Ronconi ; Sasso S ; Saurgnani T.; Savino C.; Savio 1.; Savoie B. in Bois; Savoini C.; Savoini M.; Savoini S„ Scaglione D.; Scalzotto V ; Scarpari A.; Schiaguo A.; Schierano R.; Scocco C.; Segala T.; Segale M. in Osata; Seghezzi C.; Scluari C.; Sciupi(> G. in Mantegazza; Serena E.; Serra G.; Sforzini L. in Pierotti; Sibilla A.; Siccarchi S ; Simili d. M. Simondi eh. G.; Sola M.; Solavagione 13.; Sorelle Ferracolo, Franco, Giletta, Penna, Rosi, Scardini ; Sosso E.; Spinelli G.; Spinoglio G ; Splendori M.; Stancheris M.; Suor A. D. di Perugia; Suor Vivcenzina.

T) T. I. di Susa; T. L. di Stio; S. S. di Champorcher; Tabacchini P.; Tambini V.; Tamburino G.; Temporell; C,; Temporelli L.; Tencari A.; Teucari T. in Maroccoi -feritori A.; Tessari O ; Tessari P. Testanera D.; Théodule` D,; Tiebat P.; Tognarelli E.; Togni T ; Tognini E.; Tomasone G.; Torchio N,; Tornaviti M.; Toschi avv. O.; Travostino T.; Trevisan E.; Tronche E.; Troya V.; Tuninetti T.; Turco L.

U) Ughetti G.; Ugolini L.; Urbani F.

V) V- P. di Alvito; Vagina M.; Valente c.° d. B.; Valenti M ; Valgonio A.; Valle C.; Vallona T.; Valsecchi C., Valsesia R.; Vannini T.; Vasario A.; Vassalin- A.; Vella D.; Vendeìntnia F., Venturozio D ; Verttta G ; Vezzulli N.; Vicario F.; Vicario S.; Viganotti V.; Villa C.; Villa G.; Villate A.; Vincenti A.; Viola E. in Aiazzoli; Visconte B.; Vistarini L.; Vitali M ; Vola R.; Volta vedova A.

Z) Zadra E.; Zambonin E. in Sandri; Zanetti F.; Zanon E.; Zanoni P.; Zaretti A. in Giuggioli; Zenon M.; Zerbino M. in Campo; Zignone C.; Zingaro G.; Zirotti L.; Zoppetti M.; Zoppis L. v. Del Bosco; Zumino A.

PEL TEMPIO VOTIVO IN ONORE DI MARIA AUSILIATRICE A CASTELNUOVO D'ASTI

Rose e gigli.

Albertina Bellotti porge il suo granellino di sabbia al nuovo Tempio di M. Ausiliatrice ai Becchi, implorando la salvezza del babbo e degli zii combattenti al fronte.

I bimbi Trisoglio di Lu Monferrato offrono L. 5 al Santuario di Maria Ausiliatrice ai Becchi, invocando materna protezione sul babbo soldato.

Boschetto Guardalben Pulcheria di Vigo di Legnano offre L. 1o pel nuovo tempio di Maria Ausiliatrice ai Becchi per grazie ricevute e invocandone altre.

Guardalben Domenico Pietro di Vigo di Legnano, offre L. 15 pel nuovo Santuario di Maria Ausiliatrice dei Becchi, per grazia ricevuta.

Luigino e Marianna Corino di Alba offrono L. 2 perchè. Maria Ausiliatrice e Don Bosco proteggano il caro babbo e conservino loro buoni e sani.

Luigia Ferri, nel giorno della sua Prima Comunione, manda L 1 alla cara Ausiliatrice per ottenere, protezione sulla sua famiglia.

Battista Cassa di Buttigliera d'Asti offre L. 2 per la Chiesa dei Becchi, affinche Maria Ausiliatrice protegga il babbo e lo faccia ritornare sano e salvo dalla Zona di guerra.

Quagliotto Alice di Pontestura invia L. 0,50 perchè Maria Ausiliatrice la faccia crescere buona.

Anna, Maria e Filippo Tosi di Formigine (Modena) mandano L. 7 alla nuova Chiesa dei Becchi, perchè Maria Ausiliatrice protegga il loro babbo soldato, consoli la loro mamma e li faccia crescere virtuosi.

Gino e Ludovico Milanò di Cartosio (Alessandria) inviano L. 5 per l'erigendo santuario dei Becchi, affinchè la Vergine Ausiliatrice li benedica, li protegga e li assista in tutta la vita.

Alberghi Toníno e Maria di Faenza offrono L. 5 pel Santuario dei Becchi, in ringraziamento alla Vergine Ausiliatrice per l'ottenuta guarigione della marasma.

Lina ed Ida De-Paoli di Cervesina (Voghera) offrono L. 3 per la Chiesa dei Becchi ed invocano da. Maria Ausiliatrice protezione per il papà soldato.

Lucia e Giovannino Mazzurri offrono L. 5 grati, a Maria Ausiliatrice per la guarigione della loro sorellina Maria, e invocano benedizioni alla mammina e protezione al caro babbo, soldato in Francia.

Piccoli amici di Don Bosco e di Maria Ausiliatrice.

Giudice Antonietta di Molino del Conte (Pavia) offre L. 5 per grazia ricevuta dalla Vergine Ausiliatrice e perchè non venga meno la sua celeste protezione sulla mamma.

Nello e Ivo Tolu offrono a Maria Ausiliatrice L. 1,5o per la Chiesa dei Becchi, riconoscenti alla Vergine che ha loro restituito il babbo adorato.

Carlotta Memunza, grata a Maria Ausiliatrice offre L. 5 per la Chiesa votiva dei Becchi con la speranza che la dolcissima Madre vorrà continuarle la celeste assistenza.

Cadeddu Serra Luigina ringrazia la Vergine SS. Auusiliatrice per una grazia ottenuta molto desiderata e la prega di benedire ancora la sua cara famiglia, specialmente la mamma da lungo tempo inferma.

Gaino Maria e il fratellino Giovanni -offrono all'Ausiliatrice dei Becchi L. 2, chiedendole di crescere molto buoni, per consolare il babbo quando tornerà dalla guerra.

Mamme e Insegnanti devote.

Carmela De Benedetti M. Achino offre L. 5 a Maria Ausiliatrice per la buona riuscita dei suoi figli.

Una pia persona di Intra, grata a Maria Ausiliatrice, offre pel nuovo tempio votivo dei Becchi L. 5 allo scopo di ottener altre grazie.

Turin Maria di Moncrivello offre L. 2 per la Chiesa dei Becchi, affidando a Maria Ausiliatrice tutti i suoi cari figli e il marito lontano.

Imerio Caterina di Pontestura, manda L. 1 per la Chiesa dei Becchi, perchè Maria Ausilatrice le salvi il figlio in Zona di guerra.

Rovatti Elvira di Mongiardino Ligure, invia L. 5 per il Santuario dei Becchi in memoria del caro figlio Pietro, caduto sul campo della gloria.

Ciacci Elisa in Mugari offre L. 10 al Santuario dei Becchi, raccomandando a Maria SS. Ausiliatrice i suoi figliiuoli Mimmo e Cesarino, perchè crescano buoni e sani.

Benedetta Besta Radicali di Primeglio, o a Maria SS. Ausiliatrice L. 10 per la Chiesa votiva dei Becchi in ringraziamento dell'ottenuta guarigione da grave malattia per intecessione del Ven. Don Bosco.

Caterina Prandi di Alba offre L. 3 per il tempio votivo dei Becchi affine di ottenete protezione sui cinque figli militari e il buon esito negli studi alla figlia.

F. E. di Arignano manda L. 10 al Santuario dei Becchi, perché Maria SS. Ausiliatrice le ottenga una grazia tanto desiderata.

Stura Onorina, maestra di Buttigliera d'Asti, offre L. 10 per la Chiesa votiva dei Becchi per grazia ricevuta e perchè la Vergine santa Le continui la sua protezione.

I coniugi Manello offrono L. 1 alla Chiesa dei Becchi per ottenere de Maria SS. Ausiliatrice le sue benedizioni sulla famiglia; specialmente sul figlio Enrico soldate.

Demichelis Maddalena di Trofarello offre L. 3 al nuovo Tempio di Maria Ausiliatrice ai Becchi per l'ottenuta grazia, supplicando la celeste Regina a continuare la sua materna protezione su tutti i suoi figli.

Preci e Ringraziamenti.

Un sergente all'Ospedale di riserva in Acqui, ammiratore delle Opere di Don Bosco, offre per il Tabernacolo dei Becchi L. 5, chiedendo l'ampia protezione del Venerabile nella sua vita di armi.

Masera Teresa in Ramello di Trofarello fa l'offerta di L. 5 al nuovo tempio dei Becchi per ricuperata salute ad intercessione della Vergine Ausiliatrice.

Aimino Maria in Bellardi di Borgomasino offre a Maria Ausiliatrice L. 5 pel nuovo tempio dei Becchi in riconoscenza di protezione accordata al suo figlio Battista, prigioniero in Austria.

Colomba Provera in Rota di Mirabello offre alla cara Madonna dei Becchi L. 5o, perchè le contini la sua materna protezione.

Maddalena Baldi, ex allieva di Mirabello Monferrato, manda L. 2 al nuovo Santuario dei Becchi Per grazia ricevuta da Maria SS. Ausiliatrice.

Un'ex allieva dell'Oratorio D. Rua di Mirabello Monferrato offre L. 4 al tempio votivo dei Becchi pecchi la Vergine Ausiliatrice le conceda una grazia cotanto desiderata.

Una pia signora di Parma per ottenere dalla Vergine Ausiliatrice rassegnazione e conforto manda. L. 25 pel Santuario votivo dei Becchi.

Giulia N., maestra a Perosa Canavese, offre L. 5 con devoto affetto.

Un'insegnante di Perosa Canavese L. 1 per sè e i suoi cari.

Cavazzutti Leonillo di Casinalbo (Modena) , offre L. 5 per la Chiesa dei Becchi e ringrazia Maria SS. Ausiliatrice per avere ricevuto una grazia speciale pel suo caro babbo.

Bevilacqua Carlotta V. Chierici offre L. 5 in ringraziamento di grazia ottenuta dalla Vergine Ausiliatrice.

Due pie persone, di Bessolo L. 11 con viva fiducia d'essere benedette da Maria Ausiliatrice.

Carolina Bessolo di Bessolo L. 6, pregando- e sperando.

M. V. di Torino L. 1 devotamente.

Una pia persona di Acqui invocando una grazia L. 2 e ferventi preghiere.

Maria Fissore da Trino per grazia otteniate offre L. 5 cosa vive grazie.

Strenda Natalina di S. Ambrogio di Susa per grazia ricevuta manda. L. 10 al Santuario votivo dei Becchi.

Mariannina Tosi di Formigine (Modena) offre L. 10 per l'erigendo Santuario dei Becchi in onore di Maria SS. Ausiliatrice, implorando da questa buona Madre una grazia speciale.

Vittorina Chapellu di Veraye (Aosta) L. 5 Santuario di Maria Ausiliatrice ai Becchi per grazia ottenuta.

Due persone di Villardora L 7 con pari fiducia.

Baruffaldl Alessandro di Buttigliera d'Asti offre L. 5 alla chiesa votiva dei Becchi per grazia ricevuta e per ottenere dalla Vergine Ausiliatrice protezione sulla sua famiglia,

Elvira Morselli di Formigine (Modena) offre L. 10 per grazia ricevuta.

Bai Lucrezia di Riva di Chieri, riconoscente alla Vergine Ausiliatrice, L. 2.

Una famiglia di Perosa Argentina per grazia ricevuta da Maria Ausiliatrice L. 5.

Marini Giuseppina di Formigine (Modena), devota a Maria Ausiliatrice, riconoscentissima offre L. 1o pel Santuario dei Becchi.

Maria Salmoria in Roncallio, desiderando una grazia particolare da Maria SS. Ausiliatrice per mezzo del Ven. Don Bosco, invia L. 5 pel Santuario dei Becchi.

Angera Rosalia di Borgomasino invia L. 5 per l'erigenda Chiesa dei Becchi in ringraziamento di una desideratissima grazia ottenuta dalla Vergine SS. Ausiliatrice.

Due pie persone offrono L. 5 in ringraziamento di favori ottenuti dalla Vergine Ausiliatrice.

Collegi, Convitti, Oratori festivi.

Un'ex allieva del Collegio Convitto di Nizza Monferrato invia L. 10 pel tempio votivo di Maria Ausiliatrice ai Becchi per grazia ottenuta ad intercessione dei Ven. Don Bosco.

Le Alunne Esterne dell'Istituto dello Spirito Santo di Acireale (Catania) offrono L. 6 pel Santuario dei Becchi, affinché Maria Ausiliatrice stenda su loro il pietoso manto di Madre.

Le Oratoriane di S. Colombano al Lambro inviano una seconda offerta L. 17 a Maria Ausiliatrice perchè la Celeste Regina voglia benedire loro, le proprie famiglie e i loro soldati.

L'Oratoriana Segalini Maria, riconoscentissima alla Vergine Ausiliatrice per tanti segnalati favori, invia l'umile offerta di L. 8 nella lieta riccorrenza dei festeggiamenti di M. A., supplicando la Celeste Madre a continuare la valida protezione a lei e ai suoi parenti soldati.

Riconoscente di un favore ottenuto da Maria SS. Ausiliatrice, la signora P. L., Oratoriana d' Arignano offre L. 5 pel Santuario dei Becchi fiduciosa che la Vergine Santa Ausiliatrice continuerà a proteggerla in critiche circostanze.

Dall'Estero.

Suor Promis, da Almagro (Buenos Aires), invia L. 38,75 quale offerta delle sue educande pel Santuario dei Becchi affinchè il Ven. Don Bosco mandi loro buone e numerose compagne per il nuova anno scolastico.

Chi fa bene in vita, troverà bene in morte.

Ven. Giovanni Bosco.

RICONOSCENZA AL VEN. DON BOSCO

Nel parlare del Ven. D. Bosco, torniamo a protestare solennemente che non intendiamo contravvenire in nessun nodo alle disposizioni pontificie in proposito, noti volendo dare ad alcun fatto un'autorità superiore a quella che merita una semplice testimonianza umana, nè prevenire il giudizio della Chiesa, della quale - sull'esempio di D. Bosco - ci gloriamo di essere ubbidientissimi figli.

Adempio la promessa di rendere pubbliche grazie al Ven. D. Bosco, che mi ha salvato il mio unico figlio, diciottenne. Questi il 25 dicembre u. s. entrò nell'Ospedale militare di Intra per congelazioni di 3° grado ad ambi i piedi con susseguente cancrena, che faceva rapidi progressi.

Urgeva quindi l'amputazione. Ma i medici esitavano per la generale prostrazione e debolezza cardiaca del mio povero ragazzo. Avendoci il cappellano ispirato grande fiducia nel Ven. D. Bosco, di cui donò una reliquia al mio caro Davide, ci raccomandammo tutti con viva fede a quel grande Amico dei giovani. L'operazione riuscì a meraviglia. Cessata però l'azione del cloroformio, il paziente prese a gemere e spasimare per dolori atroci agli arti amputati. Allora egli si rivolse di nuovo fervidamente a D. Bosco chiedendogli la grazia di poter dormire almeno qualche ora. I dolori cessano sull'istante, cosicchè il mio povero figliuolo riposa tutta la notte con suo grande sollievo. Indi la guarigione proseguì a gonfie vele; ed egli potrà benchè mutilato essere ugualmente di aiuto alla vecchia sua mamma e guadagnarsi un pane onorato nella società.

24 maggio 1918.

CORBELLINI IRENE ved. VIOLA.

Il giorno sei gennaio ultimo scorso fui chiamato d'urgenza al capezzale della mamma, ammalata gravemente di polmonite al polmone sinistro. Partii subito, e alle nove di sera già mi trovava presso di lei.

La carissima inferma era grave ed in continuo delirio, e il suo fisico, già debolissimo prima della malattia, era ridotto in uno stato da far veramente pietà.

In tale angoscioso caso, col cuore pieno di fiducia mi rivolsi al Ven. D. Bosco, perchè per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice mi ottenesse la guarigione dell'amatissima mamma, e a tal fine misi vicino al polmone ammalato una medaglia della Celeste Vergine, che ha toccato la salma del Venerabile Don Bosco, con la promessa di pubblicare la grazia sul Bollettino Salesiano.

Intanto, fatte le pratiche opportune, il giorno sette si mandarono immediatamente a chiamare i due carissimi fratelli, che si trovavano alla fronte.

Contemporaneamente mandai un'offerta alla parrocchia vicina per un triduo (S. Messa e Benedizione) e scrissi anche altrove per sollecitare preghiere allo stesso scopo.

Ma la carissima mamma, entrando nella seconda settima, sempre peggiorava, anzi temendosi prossima la catastrofe, le si amministrarono i Sacramenti e l'Olio Santo. Giunsero un dopo l'altro i carissimi fratelli e' anch'essi la trovarono grave, anzi il secondo figlio non fu riconosciuto dalla morente. E impossibile dire le ore angosciose passate in famiglia; finchè nuovamente ravvivata la fede nel Ven. Don Bosco in unione con la povera sofferente, con voce interrotta dal pianto lo supplicammo di non essere meno generoso con noi di quanto lo era stato con tanti altri graziati mercè la Sua intercessione. Avvicinai all'inferma dalla parte del polmone malato una reliquia del Ven. Don Bosco, e sperammo contro ogni speranza.

La nostra fede non fu vana! Alla carissima inferma cominciò a diminuire la terribile febbre, e noi con più slancio incominciammo una seconda novena con l'accostarci alla Sacra Mensa Eucaristica. La novena non era ancor finita e la febbre aveva abbandonato del tutto la diletta ammalata.

Ora la mamma carissima è convalescente e s'unisce di cuore a me e a tutta la famiglia per rendere vive azioni di grazie al Venerabile, cui supplichiamo a volerci continuare la sua efficacissima protezione.

Alessandria, 24 giugno 1918.

Suor QUARTERO LEONILDE Figlia di Maria Ausiliatrice.

Da mesi durava alla mia famiglia l'angustia d'una controversia, a dirimere la quale tutte le vie erano state invano tentate.

Decisi di ricorrere con fede all'intercessione del nostro Venerabile Don Bosco perchè ottenesse da Maria Ausiliatrice la grazia singolarissima. Oh potenza e carità di Don Bosco! Non era. ancor terminata la novena seconda che la grazia venne, e grande, piena, superiore alla mia aspettativa.

Coll'animo pieno di esultanza e di gratitudine Gli rendo pubbliche grazie ed in attestato di riconoscenza, invio l'offerta di lire 5o per le Opere Salesiane pregando il Venerabile di voler sempre degnare me e la mia cara famiglia della sua protezione presso la potentissima Ausiliatrice dei Cristiani.

Alessandria, 24 aprile 1918.

Una Cooperatrice Salesiana.

Pubblicazioni di omaggio e di circostanza.

Per la duplice ricorrenza giubilare vennero alla luce varie pubblicazioni che direttamente o indirettamente la illustrarono, e meritano di essere ricordate.

I) - Prima fra tutte fu l'opuscolo « IL 9 GIUGNO 1918 » (che la Direzione del Bollettino Salesiano mandò a tutti i Cooperatori) contenente un caro articolo del rev.mo Don Albera pel cinquantenario della Basilica di Maria Ausiliatrice, ampii cenni biografici del rev.mo nostro Superiore, e, in poche pagine, tutta la storia del Santuario.

II) IL PIU' BEL RICORDO DEL SANTUARIO DI MARIA AUSILIATRICE: un elegante fascicoletto con splendida copertina in cromo.

In fronte reca le parole di Don Bosco: « In questi tempi, è forza il proclamarlo, Dio vuole con molti celesti favori glorificare l'augusta sua Genitrice, invocata sotto il titolo di AUSILIATRICE ».

L'autore dichiara nella prefazione:

« Il titolo che ho posto in fronte a questo libriccino - vivamente desiderato - può sembrare a prima vista un po' presuntuoso; ma se hai la bontà di leggerlo, vedrai che non è così.

s Vuoi avere un'idea del culto tributato a Maria SS, sotto il titolo di Ausiliatrice, o Aiuto dei Cristiani, prima dell'erezione del Santuario a Lei dedicato in Torino-Valdocco?

» Desideri conoscere le singolari meraviglie che accompagnarono la costruzione di questo augustissimo Tempio?

» Brami far tuo lo spirito che il Venerabile Don Bosco si studiò d'infondere in quanti vogliono essere divoti di Maria Ausiliatrice?

e Vuoi consultare l'elenco dei privilegi e dei favori spirituali concessi dai SS. Pontefici al Santuario, e saper le date più memorande dacchè fu aperto al divin culto?

» Leggi questo libricino e, in poche pagine, sarai pienamente soddisfatto. Ecco perche non esitai un istante a intitolarlo: « Il più bel ricordo del Santuario di Maria Ausiliatrice ».

L'elegante libretto reca, in fine, anche la formola della Benedizione in onore e con l'invocazione di Maria SS. Ausiliatrice.

III) MANUALE DI PIETÀ PER I DEVOTI DI MARIA AUSILIATRICE.

È la terza edizione del manuale tanto caro ai devoti di Maria Ausiliatrice, arricchito di molte pagine; ad es. di un regolamento o norme pratiche di vita cristiana in conformità al Regolamento dell'Associazione dei divoti di Maria Ausiliatrice; di varie meditazioni e pratiche devote pe il Ritiro Mensile, tratte dal Cattolico Provveduto per gli esercizi di cristiana pietà, che venne pubblicato a cura del Ven. Don Bosco cinquant'anni fa, nel 1868; ecc.,

Attesa l'importanza speciale che annettiamo a questa pubblicazione, ne parleremo di proposito nel prossimo numero.

IV) SOAVE RICORDO DEL GIUBILEO D'ORO DEL SANTUARIO DI MARIA AUSILIATRICE: Un opuScoletto di 70 pagine, che in 19 capitoli parla dell'origine e della consacrazione del Santuario, e della vita di fede e di cristiano fervore che si esplica sotto le sue vòlte auguste. - Viene inviato in dono a chi fa un'offerta per le Opere Salesiane.

V) Crediamo di dover, in questa serie, far menzione di un'altra operetta, uscita alla luce il 9 giugno e dedicata e al rev.mo sig. D. Paolo Albera Secondo Successore del Ven. D. Bosco, nel suo Giubileo Sacerdotale».

Alludiamo all'ESERCIZIO DI BUONA MORTE MANUALE PEL RITIRO MENSILE, a cura del SAC. PIETRO RICALDONE, Direttore Generale delle Scuole Professionali e Colonie Agricole Salesiane.

Il zelantissimo sacerdote, in mezzo alle cure molteplici del suo ufficio, - e, aggiungiamo noi, a ricordo dell'anno XXV° della propria ordinazione sacerdotale, che si compiva il 26 maggio u.s. - ha trovato tempo di scrivere questo caro Manuale per i Cooperatori Salesiani in particolare e per tutti i fedeli in generale.

Il volumetto di 382 pagine - dopo aver accennato all'importanza dell'Esercizio di Buona Morte e al modo di compierlo; premesse utilissime norme sul modo di meditare e far l'esame di coscienza, nonchè gli atti di preparazione e ringraziamento alla S. Confessione e Comunione, e le preghiere per la Buona Morte - presenta una serie di meditazioni, quanto mai opportune per il giorno del ritiro mensile. I temi svolti sono i seguenti: Il mio fine; - la salvezza dell'anima; - il peccato mortale; - quel che non sappiamo della morte; - quel che sappiamo della morte; - la morte del peccatore; -- la morte del giusto; - dinanzi alle spoglie della morte (il cadavere, la sepoltura, la tomba); - il giudizio particolare; - il giudizio universale; - l'inferno; -- il Paradiso.

Sono dodici meditazioni, o meglio dodici serie di meditazioni, perché ognuna è così densa di pensieri e di affetti, che può servire per tre meditazioni distinte, ciascuna delle quali, assai opportunamente, è già segnalata dal proprio sottotitolo. Quindi questo Manuale, oltrechè per ritiro mensile, può servire come testo di me tazione per oltre un mese a chi vuol trascorrere di proposito cinque o sei settimane nella meditazione salutare dei Novissimi.

VI) A. ANZINI. - LA CITTADELLA DI MARIA AUSILIATRICE.

Anche le Letture Cattoliche, fondate dal Ven. Don Bosco nel 1853 e che continuano alacremente la loro missione di bene, rendevano omaggio alla data giubilare con la pubblicazione di questo libretto contenente la storia popolare delle meraviglie compiute da Maria SS. Ausiliatrice in Valdocco, dove Ella ha veramente stabilito la sua cittadella santa, la fortezza graziosa del suo regno, che custodisce le schiere giovanili destinate a far rifiorire lo spirito cristiano nelle famiglie e nelle società. Oh! le meraviglie qui compiute da Maria SS. per venire in aiuto dei Cristiani, in questi tempi difficili per la religione e per la patria, sono veramente grandiose e sommente confortevoli per ogni cuore cristiano.

Ha fatto perciò opera buona l'autore a raccoglierle con genialità in questo suo nuovo libretto mariano; nel quale, dopo aver accennato, in breve sintesi, al regno mondiale dell'Ausiliatrice e come ogni regno abbia cittadelle o fortezze sia per la difesa come per la conservazione delle cose più preziose, viene a dimostrare - nella luce dei fatti soprannaturali che accompagnarono lo stabilimento dell'Opera del nostro Venerabile Padre in Valdocco - l'azione maternamente sensibile di Maria SS, per la salvezza della società presente, mediante la cristiana educazione della gioventù.

La tesi di tutto il lavoro è di far toccare con mano l'aiuto di Maria SS. eminentemente sociale e affatto consono ai bisogni presenti, con la fondazione dell'Opera Salesiana, che sarebbesi diffusa per tutta la terra dal suo Santuario di Valdocco. Quindi la storia dei primi tempi della cittadella contornata dalle cose principali e più strepitose, man mano che si vede sorgere dal nulla l'opera colossale dell'Apostolo dell'Ausiliatrice e della gioventù - poi la narrazione viva del come sorse il grandioso Santuario - la vera gemma della cittadella - nelle sue particolarità degne di maggior rilievo; ed infine la descrizione dei principali tesori di cui è ricca questa singolare cittadella mariana.

Tutte queste cose passano dinnanzi all'occhio di chi legge in modo assai attraente, e fanno esclamare ogni tratto: « Quanto grande e potente è l'Ausiliatrice di Don Bosco e come mirabile, efficace ed universale, l'aiuto ch'Ella porge alla cristianità! »

Il libro, di circa 300 fitte pagine di stampa, è insieme una guida sicura per visitare coscienziosamente il Santuario di Valdocco e l'annesso stabilimento educativo professionale, mentre è un prezioso vade-mecum per chiunque ami conoscere a fondo l'istituzione salesiana. Con felice pensiero l'autore ha dedicato le sue belle pagine a ai fortunati giovani che furono sono e saranno educati in questa cittadella privilegiata, perchè apprendano le meraviglie in essa compiute e contenute; » come pure - « a tutti i divoti dell'eccelsa Ausiliatrice di Don Bosco, perchè nell'accrescimento di filiale divozione siano stimolati zelare con costanza le opere ivi iniziate e promosse dalla potente Signora e Regina ». E noi aggiungiamo il voto che il caro libretto entri per opera di numerosissimi ex-allievi di Valdocco e di nostri zelanti Cooperatori e Cooperatrici in tutte le famiglie per stimolarle a una più viva divozione verso la potente Ausiliatrice e a suscitare nuovi numerosi apostoli dell'educazione giovanile salesiana (1).

(1) L'Autore scrisse già tre altri libretti sul Culto di Maria SS. Ausiliatrice, che si completano a vicenda.

Il 1°: « Maria SS. Ausiliatrice nella vita del Ven. Don Bosco » .

Il 2°: « Il Pontefice dell'Ausiliatrice » intorno al quale

VII) IL CULTO DI MARIA AuSILIATRICE IN SICILIA E CALABRIA. Appunti. - È un elegantissimo fascicolo di grosso formato, di 140 pagine, edito dalla scuola Tipografica di Catania, a cura dell'Ispettore di Sicilia e Calabria, SAC. GIOVANNI MINGUZZI.

La paziente monografia, in tre parti distinte, illustra il culto di Maria Ausiliatrice fiorente a) nelle Parrocchie o in altre chiese pubbliche; b) negli Istituti Salesiani; c) negli Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Ci proponiamo di spigolarne in un prossimo numero le notizie più edificanti.

VIII) In data 8 giugno 1918 «nel Cinquantenario della Consacrazione del Santuario di Maria Ausiliatrice » il prof. Antonio Cojazzi ha pubblicato un caro libriccino (il 13° della Collana Pro avis et focis, edita dalla S. A. S. B. Buona Stampa di Torino), un bel profilo biografico di Adolfo Ferrero, caduto sull'Ortigara il 19 giugno 1917. Di questo caro ex allievo del Collegio Salesiano di Cuorgnè, salesiano di desiderio e quindi appartenente all'anima della nostra Pia Società, vorremmo poter parlare diffusamente.

L'autore dedica il suo libretto di 50 pagine ai cinquanta amici, soci del « Circolo Studenti di D. Bosco in Valsalice: » con queste parole:

« Adolfo Ferrero, figlio, come voi, di madre cristiana, giovane ardente come voi, allievo d'un Collegio Salesiano come voi, tentato e combattuto più di voi, vi dice coll'esempio di soldato, morto per la patria: « la vita è una cosa seria; bisogna saperla vivere alla luce della fede, della purezza e del lavoro, se la si desidera sinceramente lieta ed eroica in terra ed eternamente felice e gloriosa in Cielo ».

E un libretto che, messo nelle mani dei giovani degli Oratori e degli alunni di ogni Collegio cristiano, è destinato a fare un gran bene. Diffondiamolo !

IX) Anche il SAC. TEoL. GIuLIo BARBERIS ha consegnato alle stampe un grosso volume sul CULTO

DI MARIA AUSILIATRIcE, prima e dopo il Ven. Don Bosco. Oltre la storia del Santuario di Valdocco quest'opera contiene larghe monografie del Culto di Maria Ausiliatrice in ogni parte della terra : e sarà il più bel ricordo della data cinquantenaria. Per difficoltà di corrispondenza in questi anni, il libro può avere qualche lacuna, ma è certo la più diffusa raccolta di notizie storiche intorno il Culto di Maria Ausiliatrice.

l'eminente storico, l'on. Paolo Boselli, inviava all'autore questo lusinghiero giudizio: « ...Veggo che ella ha riassunto con valore la storia tanto trattata ed estesa di Pio VII che appartiene anche ai ricordi savonesi, e che mio padre conobbe: e tanto me ne parlava. Fu un sublime esempio di fede e di forza morale, solo, in mezzo ai potenti curvati ai piedi del vincitore: questi traditori: Pio VII oppugnatone palese: che ebbe ragione il babbo di tanto esaltare. La forza morale è la più eccelsa, e perchè la violenza troppo spesso la supera, si rinnovano gli ecclissi della civiltà, del resto sempre progressiva delle nazioni cristiane. »

Il 3°: « La benedizione di Maria SS. Ausiliatrice »

(esaurito).

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NOTE E CORRISPONDENZE

Una cara udienza pontificia.

500 ORATORIANE RICEVUTE DAL S. PADRE.

Singolarissima, indimenticabile, per tanta soavità d'impressioni e di commozione, per lo spettacolo d'una mirabile e pur armonica sintesi di magnificenza e di semplicità, fu la festa svoltasi il 5 maggio corr. all'Augustissima presenza di Sua Santità Papa Benedetto XV.

Circa 500 fanciulle dei vari Oratori delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Roma s'accoglievano nell'ampia Sala del Concistoro. Il Santo Padre, con alta degnazione, s'intrattenne per quasi due ore colle umili figlie del popolo ascoltando, con manifesta compiacenza, le parole di venerazione profonda e di gratitudine sincera che Gli vennero rivolte, insieme col fervido ringraziamento per il Salone-Laboratorio, che la sosovrana munificenza del Papa fece erigere nell'Istituto di Via Appia Nuova.

Si esordì con la lettura di un indirizzo al Padre e Pastor Supremo e con l'offerta di una artistica pergamena, in cui erano rappresentate le 6 Case e le relative Opere dirette dalle Figlie di Maria Ausiliatrice in Roma.

Seguì un magnifico inno a 4 voci, opera egregia del M° Ciocci, un dialogo, una facile poesia, in cui s' illustravano semplicemente i tre ricordi lasciati come eredità dal Ven. Don Bosco ai suoi Figli: « Devozione a Gesù Sacramentato - Devozione a Maria SS. Ausiliatrice - Devozione tenera e costante al Vicario di Gesù Cristo ».

Seguì l'offerta della fotografia del Salone Benedetto XV e di uno zucchetto, che il S. Padre si compiacque cambiare col Suo, raccolto come memoria preziosa dalla Direttrice dell'Istituto di Via Appia. Questo atto di degnazione, tutta evangelica e benevolmente paterna, fu accolto con generale battimano.

Quindi due bimbette offrivano al Santo Padre con graziosa ingenuità due splendidi mazzi di fiori. Fece corona al singolarissimo trattenimento una gara di religione, in cui furono ripetute a memoria, con intreccio di dialogo, le risposte sui « Fondamenti della. Cattolica Religione », contenute nella « Figlia Cristiana », il libro di pietà del Ven. Don Bosco.

Il S. Padre mostrò fin dal suo primo apparire un'espressione di compiacimento e di benevolenza tutta speciale per quel fortunato stuolo giovanile ed ebbe un sorriso di congratulazione per ogni attrice. Espresse anche in privato, all'Eminentissimo Card. Giov. Cagliero, il Suo paterno gradimento per la filiale dimostrazione; e la Corte Pontificia, ricordandola qualche giorno dopo alla sullodata Eminenza, affermava come la geniale Accademia fosse riuscita una cara sorpresa, un dolce sollievo per il Papa.

L'Augustissimo Pontefice ne fece la chiusa solenne, stampando incancellabili nell'animo delle felici e commosse giovanette parole di lode, di esortazione, di augurio, che vorremmo poter riprodurre fedelmente.

«Ci è stato detto, esordiva il S. Padre, che erano qui radunate molte fanciulle degli Oratori delle Figlie di Maria Ausiliatrice, desiderose di ricevere la Nostra Benedizione e d'attestarci la loro riconoscenza per il Salone che abbiamo fatto costruire nel loro Istituto di Via Appia.

» Orbene anche Noi vi siamo riconòscenti per la prova di devoto affetto che Ci avete dato. Voi avete portato qui un soffio di vita primaverile: entrando in questa sala Ci parve di entrare in un bel giardino fiorito e Ci allieta il poter argomentare, dall'abbondanza e freschezza di questi fiori, la preziosità e la squisitezza di frutti copiosi.

» Saranno frutti di bene, di virtù, di operosità, di sacrificio, che voi spargerete nel mondo, voi che avete avuto la fortuna di frequentare gli Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice e di ricevere nell'anima i germi di una sana educazione. I fiori che voi Ci avete offerto, bianchi e gialli, Noi li terremo come pegno della vostra riconoscenza e del vostro amore. I fiori bianchi indicano la purezza delle vostre anime, e i gialli tutta la forza del vostro affettuoso attaccamento alla Nostra Persona. E siccome tra i fiori c'è anche l'erbetta verde, essa è per Noi un simbolo di speranza che questa purezza dell'anima e questa tenera divozione al Vicario di Gesù Cristo abbiano ad essere in voi eterne. Ci avete fatto l'offerta gentile d'uno zucchetto, che Ci fu gradito: lo terremo come vostro ricordo e penseremo a voi ogni volta che lo metteremo. Continuate dunque per la via intrapresa che è la sicura; non dimenticate mai gli ammaestramenti del Ven. D. Bosco.

» Come ben disse una di voi, in espressioni che Ci colpirono sopra ogni altra, il Ven. Don Bosco vi lasciò per testamento tre preziosi ricordi: «Devozione a Gesù Sacramentato- Amore a Maria SS. - Attaccamento filiale alla Santa Sede ». Custoditeli gelosamente e traduceteli in atto, ed avrete le benedizioni del Cielo.

» Nella nostra Roma il bene che fanno le Figlie di Maria Ausiliatrice a vantaggio della gioventù è immenso. L'augurio Nostro è che nuovi Istituti delle medesime Suore s'aprano in Roma. A quello di Via Appia abbiamo voluto dar un attestato della Nostra benevolenza; è il principio di altri favori che Noi vogliamo elargire agli Oratori delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

» Sappiate apprezzare, o giovanette, la singolare fortuna che avete di appartenere agli Oratori delle Suore di D. Bosco; ma ricordatevi che a nulla vi gioverebbero il buon esempio delle Maestre, e i loro ammaestramenti e consigli, se non vi sforzate costantemente di metterli in pratica.

» A vostra volta voi dovete essere di edificazione agli altri. Nel Vangelo di stamane Noi abbiamo letto un profondo insegnamento « Siate fattori, e non solo uditori della buona parola »: ricordatevi dunque che avete anche voi le vostre responsabilità.

» Qui con voi, alla Nostra presenza, si trova l'Eminentissimo Cardinal Cagliero; Egli è l'anello di congiunzione tra voi e la Nostra Persona; Egli vi porta la Nostra Benedizione e l'attestazione della Nostra benevolenza e a Noi reca le notizie vostre, come Ci parla dei giovanetti degli Oratori maschili, diretti con egual zelo dai Salesiani. Il Card. Cagliero non sa parlarci che di voi!... Fate che possa darci sempre notizie consolanti.

» Ed ora ricevete la Benedizione che di tutto cuore vi impartiamo! » ..

E la mite e soave figura di Benedetto XV alzò la destra sulle cinquecento fanciulle genuflesse rappresentando al vivo l'immagine bella di Gesù in mezzo ai pargoli.

A questa una pagina d'oro che le Figlie di Maria Ausiliatrice scriveranno nella storia della loro Congregazione, e l'Opera degli Oratori ricorderà con santa compiacenza.

NOTIZIE VARIE

ROMA. - ALL'OSPIZIO S. CUORE Di GESÙ. - Il 15 luglio, sotto la presidenza dell'Em.mo Card. Lega, circondato da insigni Prelati e da altri distinti personaggi, ebbe luogo l'annuale distribuzione dei premi nell'ampio cortile. Nè si poteva dire che il magnifico anfiteatro, coronato dalle svelte colonne di granito, fosse troppo ampio per accogliere tanta ressa d'intervenuti, tra benefattori, cooperatori e parenti degli alunni, i cinquecento alunni interni nelle loro divise nere, i duecento esterni dai colori policromi dei loro vestitini festivi, i venti primi ricoverati nella nuova scuola pratica d'agricoltura.

Il Direttore spiegò il significato particolare di questa premiazione di guerra presentando per la prima volta ai benefattori dell'Opera Salesiana il primo nucleo di orfanelli ricoverati nella nuova scuola pratica di agricoltura, nella loro severa divisa grigio-scuro. E in questo piccolo gruppo di figli di contadini morti in guerra s'affissavano, per il nuovo spettacolo di carità e di gentilezza, gli occhi degli astanti. Domani, quando cioè il nuovo locale potrà essere adibito, ai venti cari orfanelli, retaggio d'una eroica immolazione, altri ed altri si uniranno, sotto le ali d'una medesima, carità.

A proposito di questa Scuola di Agricoltura dipendente dall'Ospizio del S. Cuore, il Giornale d'Italia scriveva: « Apprendiamo che ieri l'altro un autorevole membro della Croce Rossa Americana fu a visitare la tenuta. Dopo un accurato esame dell'ambiente e degli alunni, che volle vedere durante i loro molteplici lavori, espresse all'ispettore e al direttore la sua viva ammirazione per quanto si è saputo creare quasi alle porte di Roma, assicurando che la Croce Rossa d'America sarà lieta di poter a sue spese concorrere al completo arredamento del vasto fabbricato, che si può dire omai quasi compiuto, destinato a raccogliere un centinaio di orfanelli agricoltori morti in guerra. Il nuovo atto munifico dei nostri alleati americani meritava di essere segnalato e noi lo facciamo col più sincero compiacimento, mentre al tempo stesso notiamo questa novella attività dei figli di Don Bosco per un'opera altamente civile, pietosa e patriottica ».

Esercizi Spirituali per i Cooperatori Salesiani.

Il rev.mo sig. Don Albera, nel desiderio di mantenere in fiore una delle più sante sollecitudini di D. Bosco, ha deciso di tener anche quest'anno, nonostante le gravi difficoltà, un Corso d'Esercizi Spirituali per Cooperatori ed altri secolari che bramano passare alcuni giorni in quiete e in pio raccoglimento. L'invito è rivolto in modo speciale agli ex-allievi.

Il Corso avrà luogo - dalla sera dell'11 al mattino del 15 settembre - nel Seminario delle Missioni Estere in Valsalice, presso le venerate tombe di Don Bosco e di Don Rua. La retta è fissata in L. 30.

Le domande siano inviate - non più tardi del 1 settembre - allo stesso remo sig. Don Paolo Albera, Via Cottolengo, 32, Torino.

NECROLOGIO

S. E. R. Mons. Giuseppe Capecci

Vescovo di Alessandria.

Spirò, ottuagenario, ricco di meriti e di opere buone. Nativo di Castelfidardo, entrò giovanissimo nell'Ordine Romitano di S. Agostino, fu per molti anni parroco esemplare di N. S. della Consolazione di Genova, indi da Papa Leone XIII era promosso alla Sede Vescovile di Alessandria. Di animo mite e piissimo, . di mente colta e sagace, promosse indefessamente l'azione cattolica; ed anche per l'Opera nostra nutrì sempre una benevolenza veramente paterna. Memori e riconoscenti, come abbiamo pregato per l'anima sua, chiediamo ora un suffragio ai Cooperatori.

Adelaide Argelli ved. Brandolini.

Si addormentò serenamente nel Signore, dopo lunga malattia, nell'età veneranda di 82 anni.

Donna di fede profonda, rimasta in ancor giovane età priva del compagno della sua vita, rapitole in assai troppo tragico modo, attinse dai suoi principi la forza della rassegnazione e si dedicò alla beneficenza, esplicata sempre in forma munifica. A Ravenna tutte le opere cattoliche ebbero da lei aiuto ed incremento, e a lei è dovuta la fondazione in quella città dell'Istituto dei figli di Don Bosco. I poveri trovarono sempre in lei la pietosa soccorritrice, larga di conforto e di aiuto. Per le sue benemerenze era anche insignita di un'alta onorificenza pontificia.

I funerali furono una degna manifestazione di affetto per la illustre estinta, che realmente può dirsi passò nella vita facendo il bene, e lasciando perciò vivo e sentito rimpianto.

Le preghiere dei buoni suffraghino l'anima benedetta, onde Le arrida presto il possesso della eterna luce del cielo.

Vittadini Teresa ved. Prando.

Madre a un carissimo nostro confratello, spirava in Costanzana nel bacio del Signore il 6 febbraio. Donna di fede e carità inesauribile, umile, esemplare in tutto, fu - come scrive quel rev.mo Parroco - «una di quelle creature che il buon Dio suscita nelle parrocchie per essere le vere coopeperatrici nel bene, sotto tutte le sue forme. Basti dire di lei che i poveri han perduta una madre, la nostra Chiesa la sua insigne benefattrice. A soli 53 anni era già matura pel cielo. Di là voglia continuar ancora, e con maggior efficacia, la sua dolce e benigna influenza sulla famiglia diletta e sul popolo che la piange ».

Luigi Pellissone.

Si addormentò nel Signore la mattina di San Pietro, munito di tutti i conforti religiosi, e in età di 72 anni. Ex-allievo dell'Oratorio, nutriva per il Ven. Don Bosco e per Don Rua, che l'ebbero sempre carissimo, un amore veramente filiale, che dimostrò con la costante professione dei buoni principi appresi e sopratutto con l'educazione cristiana della figliuolanza. Il buon Dio moltiplichi il numero di siffatti ex-allievi esemplari.

Avv. Luigi Mameli.

A Lanusei, compianto da tutta la cittadinanza il giorno 2o marzo 1918 scese nel sepolcro il Com. Avv. Luigi Mameli. Fu Sindaco di detto Capoluogo di Circondario per 27 anni. Grande ammiratore dell'Opera Salesiana, contribuì efficacemente perchè a Lanusei venisse aperto un Collegio con annesso Oratorio festivo. Cattolico praticante, scompare da questo mondo lasciando larga eredità di affetti.

Dromo Lucia.

Dopo breve malattia, sopportata con cristiana rassegnazione, spirava in Rodello d'Alba il 19 febbraio, dopo 75 anni spesi nel bene.

Tutti sentirono la perdita di quest'angelo di donna, che sapeva farsi tutta a tutti, e praticando il consiglio evangelico «Date e vi sara dato », dava con generosità di cuore la buona parola, il pane, il soldo, operando così da non far sapere alla mano sinistra ciò che faceva la destra.

Preghiamo anche per i seguenti. Cooperatori defunti

Alessio Antonio - Racconigi.

Allasia Carico Don Cesare - Prevosto Venaria Reale. Amico Prof. Cav. Antonino - S. Cataldo.

Ansaldi Don Bernardino - Vicario di S. Anna (Collarea) Montaldo di Mondovì.

Arnaldi Clementina V.a Rossi - Torino. Barwitz Virginia - Torino.

Battaglia Margherita V.a Botto - Cornegliano d'Alba. Bernasconi Antonio - Mendrisio (Svizzera Ticino). Bertani Don Bartalomeo - Milano. Bettoja Col. Cav. Uff. Giovanni - Caluso. Boscolo Tommaso - Tolle (Porto Toile). Bosso Catterina - Cavour.

Botti Angela - Terno d'Isola. Brembilla Maria - Terno d'Isola. Bravi Filomena - Sarnano. Canedi Cesare - Bologna. Carbonatto V.a Maria - Cuorgnè. Carrara Michelangelo - Creonio. Celoria Manzi Donna Rosa - Milano. Cerruti Filomena Solaro - Varazze. Contessa Luigia Cicogna - Milano. Crespi Francesco -- Busto Arsizio. Drocco Lucia - Rodello.

Ferro Giuseppe fu Giacomo - Varazze. Ferro Teresa V.a Guastavino - Varazze. Galli Leopoldo - Cameri. Gambrisio Artemisia - Terno d'Isola. Genna Don Giorgio - Bagnolo Piemonte. Giorda Teol. Don Luigi - Avigliana.

Giuffrè Rosina tu Pasquale - Termini Imerese. Glena Teresa - Castello d'Annane. Gnavi Don Guglielmo - Caluso. Grenoville Tommaso - Varazze.

Appendice al "Bollettino Salesiano„

Agli alunni degli Oratori e Collegi Salesiani d'Europa e d'oltre mare.

UN BATTESIMO AL FRONTE

- (Relazione di un Salesiano)

"....Ma che religione d'Egitto!"

Il 10 marzo 1917 fui nominato sergente e destinato a una compagnia di mitraglieri. Stavo prendendo i nomi e le generalità di 42 uomini che mi erano stati affidati; e alla domanda: - Religione? - quasi tutti rispondevano:

- Cattolica.

Ma un soldato, d'alta statura e nobile aspetto, con un pizzo elegante, che dimostrava una trentina d'anni, alla mia domanda - Religione? - sorrise cinicamente, crollò le spalle. Lo fissai e, calmo ma risoluto, replicai: - Religione? - Ci fu un momento di gran silenzio in cui ci guardavamo fissi fissi; e siccome dimostravo di voler assolutamente una risposta, egli rispose

- Religione, religione! ma che religione d'Egitto!

- Scusami: a qual religione appartieni ?

- A nessuna! La religione è una stupida invenzione per cavar danaro dai gonzi che credono... Dio, inferno, paradiso, tutte invenzioni, tutte fandonie per ispaventare i bambini e le donnicciuole...

Credetti prudente non insistere e balbettai: Bene, bene! - Ma poi, avvicinandomi, gli dissi con tutta serietà: - E se fosse vero?

- Che cosa?

- Che Dio esiste: che esiste l'altra vita; e perciò esiste il paradiso e l'inferno?

Non rispose e io continuai:

- A giorni andremo al fronte, ove la morte forse colpirà me, forse te... Pensaci e studia e rifletti; e quando conoscerai bene le cose, potrai parlarne cori cognizione di causa e tu potrai prendere un partito con prudenza.

E lo lasciai.

Una promessa a Maria Ausiliatrice.

Chi era quel soldato?

Seppi di poi che era un pittore, ammogliato con una donna protestante, e padre di tre bambini. La condizione dell'anima sua mi fece compassione e mi sentii portato verso di lui da un affetto cordiale, più che fraterno, e promisi in cuor mio di far qualche cosa per illuminarlo sulle verità della fede. Pregai di cuore Dio a scegliermi strumento della sua misericordia; mi raccomandai fervorosamente a Maria Ausiliatrice e feci voto che, se mi otteneva la grazia della conversione di quel soldato (Alberto G... ) per tutta la vita, in ogni favorevole occasione, avrei propagato il culto e la devozione a così tenera Madre.

Fatta questa promessa, provai qualche cosa in me che non saprei spiegare e mi parve di essere sicuro di essere esaudito.

La sera disposi che egli fosse vicino a me per aver occasione di dirgli qualche buona parola, e la notte pregai per lui.

Il mattino seguente egli si avvicina e mi dice con gran calma:

- Sig. sergente, mi scusi; ieri forse parlai male, perche agitato... Le sue parole m'han fatto pensare un po'. Vorrei discutere con lei di religione, perchè ho studiato qualche cosa... Veda, mio padre non volle mai essere battezzato, nè sentire parlar di religione: e come lui, fui allevato io, e allo stesso modo allevo i miei figli. I parenti di mia moglie vorrebbero che mi facessi protestante ed io mi risi di tutto e di tutti.

Gli offersi il Vangelo di N. S. G. C. e un piccolo catechismo, dicendogli: - Leggi nelle ore di libertà il Vangelo e studia il Catechismo, e poi discuteremo.

Pensò, indi rispose:

- Accetto il Vangelo; il Catechismo, se lo desidererò, glielo domanderò più tardi.

E si allontanò.

Ogni giorno pregavo per il mio caro Alberto, l'osservavo, e lo vedevo più tranquillo; e, incontrandolo, gli dicevo:

- Studia, studia, mio caro; poi verrai e discuteremo... Abbiamo tante cose da dirci, nevvero?

Dopo una ventina di giorni vien l'ordine di partire per il fronte; dopo altri quindici giorni, tra il viaggio e i cambiamenti, eccoci a... sul Trentino, in un luogo incantevole, fuor di pericolo e quindi il più adatto perchè Alberto potesse leggere cose di religione. Io pregavo per lui, ma egli non veniva mai da lire. Dopo un tre mesi giunge l'ordine di andare all'Hermada... Rimasi impressionato, pensando al mio amico. Egli non mi si era ancor presentato ed io rinnovai le mie promesse a Maria Ausiliatrice e col massimo fervore recitavo sovente la preghiera di S. Bernardo:

- Ricordatevi, o piissima Vergine Maria, ecc.

Fuor di trincea durante un bombardamento.

Tuttavia, anche là disposi che se qualche disgrazia lo colpisse, potesse, se lo desiderava, ricevere il Battesimo. A due porta-feriti (chierici) diedi le necessarie istruzioni, e raccomandai loro di portar al collo la borraccia dell'acqua per ogni buona necessità.

Il secondo giorno che eravamo entrati in trin cea, alcuni de' miei furono uccisi; il terzo dì altri furor feriti; tutti i giorni qualcuno era ferito o ucciso sicche il 12° giorno di 42 non eravamo rimasti più di 13. Si faceva prodigi, ma il posto era pericolosissimo.

Il giorno 13 i fidi porta-feriti vengono a dirmi:

- Sergente, il suo protetto è là fuor di trincea, rosso in volto, con l'arme in mano, e non pensa a cercarsi un rifugio

Strisciando per terra, con grande fatica e pericolo, giunsi a quindici metri da lui e vedendolo in volto contraffatto, temetti non fosse colpito da alienazione mentale. Strisciai ancora e giunsi a pochi metri, e afferrai alcune frasi

- « Scappare?... ma perchè?... Perchè scappare? Io sento che ci sei, o Dio, ed ora che ti sento in me, non temo nulla. Se alcuni scappano è perche non ti sentono come ti sento io... O Dio forte, che sento nel mio cuore, sii sempre con me, fino a che abbia abbracciata la religione che ti rende il vero onore ».

I colpi aumentavano. Tutti i superstiti erano in fondo alla galleria ben riparati; io m'ero quasi pentito d'essermi tanto esposto e tirai fuori un'immagine di Maria Ausiliatrice e la posi sopra un sacchetto di sabbia pregando fervorosamente che proteggesse me e il mio povero amico che stava là ritto, impavido, con le mani giunte e gli occhi rivolti al cielo, e continuava a pregare a modo suo proferendo insieme alcune frasi di cui in altre occasioni meno tragiche avrei riso: tanto erano spropositate!

Approfittando d'un momento di sosta, mi ritirai io pure in luogo sicuro e dopo un venti minuti il bombardamento cessò, ogni pericolo era scomparso. I compagni ritrovarono Alberto al suo posto tranquillo e lo guardavano stupefatti; ed egli sorridendo disse loro:

- Come siete paurosi voi!...

E null'altro.

Il Vangelo e il Catechismo.

Due giorni dopo venne l'ordine del cambio e partimmo per un paese del Veneto. Ringraziai Dio d'avermi salvato ancora una volta la vita e intensificai le mie preghiere per il mio amico.

Eran passati tre giorni, quand'egli s'avvicinò a me, e tutto tremante mi disse: - Sig. sergente, dopo pranzo potrebbe venire a passeggiare con me? Avrei da parlarle.

Gli dissi di sì e ringraziai Dio nel mio cuore. Non appena preso il rancio, lo chiamai e lo condussi in un boschetto appartato per parlar liberamente. Erano tante le cose che egli aveva da dirmi, che non poteva aprir bocca. Ruppi io il silenzio domandandogli:

- Hai letto il Vangelo che ti diedi a Brescia?

- Senta, sig. sergente, sono tre giorni che io prego. Ho sentito in me una forza misteriosa, specialmente quando eravamo in trincea, e in particolare nel momento del gran bombardamento (e mi descrisse la scena che riferii più sopra, senza sapere che io l'avevo visto). Io dico sempre: « O forza misteriosa, o Dio, che sei adorato dal mio sergente, fa' che io possa dire a lui tutto quello che sento e che egli possa dire a me ciò che devo fare per essere battezzato. Adesso facciamo un po' di riposo, poi si ritornerà in trincea; ma prima io voglio essere battezzato.

- Sei disposto a studiare il Catechismo?

- Sì, sig. sergente.

Glielo diedi e gli dissi che avrei parlato di lui al Cappellano. Infatti alla sera gliene parlai e questi con tutta carità ed entusiasmo lui disse che si metteva a nostra disposizione. Combinammo che ogni mattino avrei spiegato io il catechismo al mio catecumeno e la sera lui.

E cominciammo subito.

Una dolorosa notizia.

Le cose procedevano bene; ma ecco il terzo giorno una grave notizia a turbarci. Alberto vien da me tutto sconsolato porgendomi una lettera. Leggo. Era la moglie: gli scriveva dalla Svizzera gli parlava della difficoltà della vita per il rincaro dei viveri, che i padroni s'erano ritirati a Berna, che essa si trovava sul lastrico con tre bambini. Attribuiva questo a un castigo di Dio per essere il marito e i figli senza battesimo; e, nelle tristi circostanze in cui si trovava non vedere che due vie: o vivere nella più squallida miseria domandando la carità, o darsi a una vita cattiva ; sapeva benissimo che la sua religione glielo vietava ma esser questa l'unica via di guadagno; e terminava: « Caro marito, prega tu pure quel Dio che non conosci ma che esiste, che egli mi faccia trovare una via onorata di onesto guadagno; altrimenti la tua povera moglie sarà costretta a percorrere la via del disonore ».

Il caso era pietosissimo.

Il poveretto piangeva sconsolato.

Ed io gli dissi:

- Prega il Signore, che ora riconosci, promettigli di far battezzare i figli ed egli non ti abbandonerà. Scrivi alla moglie, dille che ti sei convertito e che preghi perchè possa trovare un posto onorato; e intanto provveda per far battezzare i figli nella Chiesa Cattolica.

Mi rispose che già aveva pensato di fare quanto gli proponevo; già aveva pregato; e mi lasciò dicendo:

- Vado a scriverlo subito a mia moglie.

Divina Provvidenza!,..

Mentre continuava a studiare il catechismo e faceva notevoli progressi, l'ottimo sig. Cappellano, soddisfattissimo, scrisse al Vescovo Castrense per l'autorizzazione del Battesimo. Intanto anche Alberto aspettava una risposta dalla moglie e i giorni gli parevano secoli. Dopo dodici giorni, ecco una lettera dalla Svizzera. Corre da me e me la presenta dicendomi: - Conosco dalla calligrafia che è di mia moglie, ma non ho il coraggio di aprirla.

Io la prendo, ed esito anch'io a tagliare la bu-

sta, pensando: - Qui c'è... o un grande dolore, o un gran conforto per me e per il mio amico! - Alzo gli occhi al cielo, fo col cuore una brevissima preghiera e con mano quasi tremante strappo la busta, spiego il foglio.e d'uno sguardo l'ho letta. Respiro, e sorridendo lo presento all'amico dicendogli:

- Leggi e poi mi dirai se il Signore è con te.

Alberto la legge in un attimo ed esce in esclamazioni di gioia impossibili a descriversi.

La lettera diceva: « Il giorno stesso che ricevetti la tua carissima, si presentò a me un signore e mi domandò se ero la signora... Risposi di sì; ed egli soggiunse: So che avete il marito soldato in Italia e siete disoccupata. Venite a casa mia; vi sono due camere per voi e per i vostri bimbi. Voi mi farete da portinaia... - E v'era andata, si trovava contenta, e terminava benedicendo Dio e raccomandando al marito d'essere fedele alle promesse fatte al Signore.

Il Battesimo.

Era il 10 agosto e raccontai ogni cosa al Cappellano e al Parroco dei paese. Questi voleva invitare per il Battesimo il Vescovo di Vicenza, ma essendo arrivata l'autorizzazione del Vescovo Castrense, si stabilì che l'avrebbe amministrato il Cappellano la vigilia dell'Assunta e il giorno della Madonna Alberto avrebbe fatto la Prima Comunione. Quindi la mattina del giorno fissato, alle ore dieci, nella chiesa parrrocchiale a porte chiuse, ma alla presenza delle principali persone del paese, essendo padrini il Parroco e l'umile scrivente, il mio amico ricevute il Santo Battesimo. Al nome di Alberto volle aggiungere anche quello di Paolo, in mio ricordo. Mentre il sig. Cappellano compì il rito, egli piangeva. Appena finita la, funzione, mi guardò con molta tenerezza, mi abbracciò, -Mi baciò, e in; disse: - Padrino, ti son molto riconoscente d'avermi fatto battezzare.

Risposi commosso: - Inginocchiamoci davanti al SS. Sacramento e ringraziamo il Signore che ci vuol tanto bene...

Tutti gli astanti ci guardavano con religioso rispetto.

L'ottimo sig. Parroco invitò tutti i presenti in canonica per una bicchierata. Tutti si congratulavano con Alberto e con me; io ringraziava Maria Ausiliatrice che aveva accettate le mie promesse.

Al Cielo!....

La sera del giorno stesso del Battesimo venne l'ordine di partire per la prima linea, perchè incominciava la grande offensiva d'agosto; quindi il giorno 15 Alberto non potè fare la Prima Comunione. La fece però il 27, con un contento indicibile. Il giorno dopo gli arrivava una lettera in cui la moglie gli diceva che aveva fatto battezzare i tre bambini e al primo aveva imposto il nome di Paolo.

Alberto mi disse:

- Ora più non desidero altro che morire e andare in Paradiso...

Venne il giorno della separazione, perche io fui trattenuto. Le ultime sue parole a me furono queste: - Se il Signore mi darà occasione di far ad altri quello che tu hai fatto per me, lo farò ben volentieri. - E ci separammo commossi fino alle lagrime.

Il Cappellano militare mi teneva informato della condotta edificante di Alberto, e mi parlava del suo valore nel combattere. Io godevo per lui; ma otto giorni dopo una lettera del cappellano mi annunziò che era volato al cielo!... Piansi, ma insieme ringraziai il buon Dio che s'era servito di me per facilitargliene l'ingresso, e non sarò mai abbastanza riconoscente a Maria Ausiliatrice che si degnò ascoltare la mia preghiera.

Sergente PAOLO R. Salesiano.