BS 1910s|1910|Bollettino Salesiano Agosto 1910

ANNO XXXIV N. 8.   Torino, Via Cottolengo 32.   AGOSTO 1910.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI DI D. BOSCO

SOMMARIO: Omaggio al S. Padre .   . 233

La 3a Esposizione Generale delle Scuole Professionali e Colonie Agricole Salesiane - L'inaugurazione - Visite illustri   . . .   234

+ IN MEMORIA DI D. RUA: Commemorazioni civili - Onoranze funebri: IV) nel Piemonte- v) in Lombardia - vi) nel Veneto - vii) in Liguria - VIII) Emilia e Romagna    240

Una preghiera   249

DALLE MISSIONI: Patagonia Settentrionale: Alle sorgenti del Neuquén - In fascio: Rawson, Junin de los Andes   250

LETTERE DI FAMIGLIA: Da Costa Rica: Tra le rovine di Cartago . . .

Tesoro spirituale .   . . .   . 253

IL CULTO DI MARIA SS. AUSILIATRICE La Consacrazione del nuovo tempio di Almagro in Buenos Aires - Echi della festa titolare - Pellegrinaggio spirituale - Grazie e graziati   . 254

NOTE E CORRISPONDENZE: Mons. Cagliero in Guatemala - A Valdocco - Tra i figli del popolo - Gli Ex-allievi - Notizie varie - Necrologio . . 258

AUGURALE E SOLENNE

NEL SETTIMO ANNIVERSARIO DELLA INCORONAZIONE DI SUA SANTITÀ PAPA PIO X

IN NOI PUR SI DESTA DALL'INTIMO DEL CUORE MEMORE DEGLI ESTREMI RICORDI DEL COMPIANTO D. RUA L'OMAGGIO DI INALTERABILE DEVOZIONE ALLA CATTEDRA APOSTOLICA

IIIa Esposizione generale dello Scuole Professionali

e Colonie agricole Salesiane

UN fenomeno proprio dell' età nostra è quello delle Esposizioni regionali , nazionali , universali , che si ripetono con molta frequenza; si vuol mettere in vista i prodotti della scienza e dell'industria, constatarne i progressi , farsene scala ad ulteriori avanzamenti , poichè oggi con vertiginosa rapidità tutto si muta, tutto si trasforma e nei meccanismi del lavoro e negli ordinamenti del consorzio ungano.

Se non sono sempre veraci i vantati progressi, in quanto che molte cose vecchie si ripudiano che dovrebbero essere conservate, molte se ne esaltano di nuove che non meriterebbero lode, non può tuttavia dubitarsi che utili invenzioni si vanno facendo nelle applicazioni delle forze naturali e nelle forme stesse del vivere sociale, e che in mezzo al fermento ed al brulichio di aspirazioni assurde , di progetti impossìbìli , di pazzi tentativi, molte buone novità si vanno introducendo.

In tali condizioni di cose, quale è la via che noi figli di D. Bosco dobbiamo tenere? Non v'ha dubbio, che volendo lavorare proficuamente a vantaggio dei figli del popolo, dobbiamo anche noi muoverci e camminare col secolo, appropriandoci quello che in esso v'ha di buono, anzi precedendolo , se ci è possibile, sulla strada dei veraci progressi, per potere autorevolmente ed efficacemente compiere la nostra missione.

Tali furono le massime e tali gli esempi del nostro Fondatore, il quale dopo d'aver gettato nel 1841 le basi dell'Opera sua - cui dava stabile sede nel 1846 in questi prati di Valdocco, ove fe' sorgere dal nulla uno dei più grandiosi istituti di carità dell'Italia e del mondo - fin dal 1853 a meglio provvedere alla formazione dei giovani operai cominciò ad aprire alcune scuole professionali nell'interno del suo Ospizio. Egli aveva intuito l'indirizzo minaccioso e le proporzioni che avrebbe assunto la questione operaia ; e dalla carità e dalla fede, che sole in ogni tempo diedero pace e conforto all'umanità agitata e sofferente, attinse l'ispirazione e i mezzi di apportarvi rimedio.

Ma, istituendo le sue Scuole Professionali, Don Bosco volle che esse fossero non solo palestre di coscienza e di carattere, ma altresì scuole fornite di quanto le moderne invenzioni hanno di meglio negli utensili e nei meccanismi, perchè ai giovani alunni nulla manchi di quella coltura, di cui vantasi giustamente la moderna industria.

Nè lasciò il nostro buon Padre di destare efficacemente in mezzo ai suoi, piccoli artigiani anche il sentimento dello studio e dell'emulazione.

« In ogni casa professionale - così si stabiliva nell'ultima Assemblea Generale della Pia Società Salesiana presieduta da D. Bosco - si faccia annualmente una Esposizione dei lavori compiuti dai nostri alunni, ed ogni tre anni si faccia un'Esposizione generale , a cui prendano parte tutte le nostre case di artigiani ». Il voto non tardò a mettersi in pratica nelle singole case , e, superata ogni difficoltà, fu realizzato anche collettivamente.

La 1a Esposizione generale si tenne dal 1° al 26 settembre 19o1 nel Seminario delle Missioni Estere a TorinoValsalice.

La 2a Esposizione generale, assai più solenne della prima, si svolse dal 21 agosto al 16 ottobre 1904 nell'Oratorìo di Valdocco, e fu onorata dalle visite di eminenti ed auguste persone, fra cui è vanto il ricordare Sua Maestà la Regina Margherita di Savoia, S. A. I. e R. la Principessa Maria Laetitia, Duchessa d'Aosta, e S. A. R. il Principe Emanuele Filiberto, Duca d'Aosta, che si degnò di presiedere la festa di chiusura.

La 3a Esposizione generale, inauguravasi il 3 luglio u. s. con nobili parole del Sen. Barone Antonio Manno, presenti i rappresentanti di quasi tutte le Autorità giudiziarie, cittadine e governative di Torino. Come le precedenti, essa venne indetta allo scopo di trarne lumi ed impulso dal confronto e dal molteplice e vario contributo di studi e di esperienze, dalla censura e dai consigli di persone sagge e competenti. Non si vuole far pompa di operosità e di spirito d'intraprendenza, ma bramiamo sapere se le nostre scuole, se l'ordìnamento dei laboratori , se la coltura dei campi non lascino delle lacune a riempire. Vogliamo confrontare l'una casa coll'altra, l'una coll' altra nazione, per pigliare dovunque quello che è buono e fare così quasi una scuola internazionale di mutuo e fraterno insegnamento.

Vogliamo anche uscire al di fuori coi nostri pensieri, e colle nostre indagini vedere e confrontare quello che fanno altri istituti. In ogni parte - sulle orme di D. Bosco che nel 1845 ne porse il primo esempio all'Italia - si aprono, e non sempre con spirito cristiano, scuole serali e festive per operai e per contadini, dove s'insegnano ai figli del popolo, oltre l'italiano e le principali lingue moderne, gli elementi di aritmetica, della contabilità, di fisica, di chimica, di meccanica, di agronomia, di economia, d'igiene, ed anche il disegno geometrico ed ornamentale colle sue applicazioni alle varie arti ; e già vanno sorgendo qua e là le così dette Università popolari.

Sentiamo quindi il bisogno di fare studi e confronti , nel fermo proposito di sempre meglio effettuare i disegni di D. Bosco e del suo degno Successore D. Rua, che erano di far sì che le arti, le scienze, le industrie e la beneficenza cooperassero efficacemente al conseguimento del benessere sociale, a conforto della Patria ed a gloria della Religione.

L'INAUGURAZIONE.

Si compì, come abbiamo accennato, la prima domenica di luglio.

Alle ore 10,45, accolti al suono della marcia reale ed ossequiati dal sig. D. Rinaldi e dagli altri membri del Consiglio Superiore della nostra Pia Società, dal Presidente senatore Barone Antonio Manno e dai membri del Comitato Esecutivo dell'Esposizione, fra i più entusiastici applausi dei nostri giovanetti, entravano nel teatrino il comm. Muttoni sost. procuratore generale di Cassazione, il comm. Bacchialoni procuratore generale di Corte d'Appello, il comm. Costanzo Rinaudo in rappresentanza del Sindaco, il cav. Boggio consigliere di Prefettura in rappresentanza del Prefetto, il conte Milano d'Aragona consigliere di Corte di Cassazione, il cav. Martinelli consigliere di Corte di Cassazione, l'assessore comunale cav. Cauvin, l'avv. Cav. Jodice vice-questore, l'avv. Bobba pel Tribunale, l'ing. cav. Effrem Magrini ispettore capo dell'Ufficio del lavoro, l'avv. Garelli vicepresidente del Comizio Agrario in rappresentanza dell'on. Rebaudengo, il cav. uff. Pasquale Negri per la Camera di Commercio, i consiglieri comunali marchese Alessandro Corsi ed avv. Saverio Fino, il prof. Castellano, il cav. G. I. Arneudo in rappresentanza della Scuola tipografica e Arti affini, il Cav. Raffignone, e molti altri illustri signori, tra cui ricordiamo mons. Domenico Muriana curato di S. Teresa, il comm. prof. Reycend, il pittore cav. Enrico Reffo, il sig. Quirino pel Collegio degli Artigianelli, il prof. cav. Michele Ferrua, il prof. Chiej Gamacchio direttore della Cattedra ambulante di agricoltura, il conte Cesare Balbo, il cav. Enrico Balbo, il conte Callori di Vignale, l'avv. Maggiorino Cappello, il prof. Voglino, l'avv. Sertorio, il rag. Milanesio, il cav. Pacchiotti.

Tutte le autorità salgono sul palco, mentre la platea e le gallerie del teatro sono gremite di signore; notansi fra i primi posti la baronessa Manno di Vonzo, la contessa Amalia Capello, la baronessa Casana-Conelli, la baronessa Casana-Borromeo, ecc. ecc.

Dopo un inno eseguito dalla schola cantorum, con accompagnamento di banda, prende per primo la parola il senatore Barone D. Antonio Manno, presidente del Comitato Esecutivo, il quale dopo aver ringraziato singolarmente tutte le autorità intervenite, legge questo nobilissimo telegramma inviato dall'on. Paolo Boselli, presidente del Comitato d'onore:

« Immenso cordoglio affranto animo mio privami assistere inaugurazione Esposizione salesiana, discorso esimio collega. Pregola esprimere plauso, ammirazione, voti per opere che sono testimonianza benefica Fede educatrice nel progresso del lavoro, nella propagazione della civiltà

- BOSELLI ».

Quindi a nome della Pia Società Salesiana manda un ringraziamento all'on. Carlo Montù, deputato di Crescentino al Parlamento Nazionale e Vice-Presidente della Commissione incaricata del coordinamento delle Scuole Professionali del Regno, che doveva tenere il discorso inaugurale, dimostrandosi spiacente che la seduta ed il voto della Camera che si protrasse fino ad ora tardissima la sera antecedente gli abbia impedito di partire in tempo per giungere all'inaugurazione.

Con frase dotta e ornata volge poi uno sguardo al cammino percorso dall'Opera Salesiana, e per queste risorse di entusiasmo e di iniziative giovanili inneggia alla Provvidenza che ha concesso all'umanità cotanto progresso di idee e d'istituzioni, e conchiude constatando i brillanti risultati ottenuti dalle scuole professionali salesiane ed augurando ad esse ogni successo e le migliori soddisfazioni. (Vivissimi applausi).

Come tacque il nobile Senatore, la schola cantorum intonò un coro a quattro voci, composizione del M.° Dogliani ; quindi prese la parola il Direttore generale delle nostre Scuole Professionali, dott. D. Giuseppe Bertello.

Poche parole - egli disse - per dichiarare quale fu lo scopo della nostra Esposizione e l'intento che ci proponemmo nell'organizzarla, affinchè non si aspetti di trovare in essa più di quello che fu oggetto delle nostre sollecitudini ed aspirazioni.

Non è la nostra propriamente una mostra industriale, ove debbano rivelarsi al pubblico gli ultimi trovati della meccanica e dell'arte, e dove i più celebrati artisti e scienziati faccian prova d'ingegno e di buon gusto. Come li potremmo noi avere a nostra disposizione tali uomini? Con quale scopo dovremmo noi lanciarci ad imprese colossali non rispondenti alla nostra missione ed ai mezzi, di cui possiamo disporre?

Più modesto assai è il nostro compito, ed a più ristretti orizzonti conviene che i visitatori della nostra Esposizione limitino i loro pensieri e la loro aspettazione.

Ci sarà (almeno tale è il nostro giudizio, se l'amor proprio non c'inganna), ci sarà qualche

buon lavoro, frutto degli sforzi collettivi dei maestri e degli allievi, e rappresentante la massima potenzialità delle nostre scuole, ma il complesso delle opere esposte non può avere che un valore relativo, tenuto conto dell'età e della coltura di coloro che le hanno eseguite.

Ed è sopra di questo che io intendo particolarmente di richiamare l'attenzione.

Non senza ragione abbiamo intitolata l'Esposizione dalle Scuole Professionali; perchè sono le scuole come tali, che vi debbono figurare e figurarvi sotto il duplice aspetto dell'arte e della coltura generale, quale può richiedersi ai nostri tempi in un operaio abile ed intelligente.

Conviene perciò sapere che i nostri giovani sono istruiti secondo un duplice programma, comprendente ciascuno cinque corsi e svolgentesi nel periodo di cinque anni. Secondo il programma dell'arte essi debbono gradatamente e progressivamente imparare e rendersi abili ad eseguire tutti i lavori che sono proprii dell'arte medesima.

E così questi lavori sono distribuiti in serie distinte, assegnate ad ogni anno e ad ogni semestre, ed il giovane deve in ciascun anno ed in ciascun semestre rendersi abile ad eseguire con sufficiente perfezione e destrezza i lavori, che le sono proprií; senza di che non gli è concesso di passare ad un corso superiore.

Parallelo al programma d'arti e mestieri si svolge quello della coltura generale, comprendente, oltre l'istruzione morale e religiosa e gli esercizi di lingua nazionale, nozioni di storia, di geografia, di aritmetica,, di geometria, di disegno, di fisica, di meccanica, di elettrotecnica, di computisteria.

Nell'esposizione debbono figurare anche queste scuole e le case saranno degne di maggior lode, in cui le scuole siano meglio organizzate ed abbiano dato migliori risultati.

Di qui apparisce il criterio, secondo il quale dovrà essere giudicata la nostra Esposizione.

È un criterio strettamente scolastico - per cui, se meriterà lode un allievo ebanista dei corsi superiori, che abbia eseguito con perfezione una tavola da pranzo, o un canterano, o una credenza, non meno lodevole dovrà dichiararsi un ragazzo del primo corso, che abbia fatto con sufficiente prestezza e proprietà di forma e precisione di commessure uno sgabellino od una pattumiera.

Ed un sarto principiante che presenti come saggio una buona rimendatura potrà dare miglior prova di profitto che un suo compagno già inoltrato nel tirocinio, che abbia saputo eseguire un pastrano sport, od un abito a coda di rondine.

Ed alla stessa guisa l'allievo di disegno, che da pochi mesi ha cominciato ad usare la matita, potrà dare maggiore speranza di sè con alcune figure geometriche delineate a mano libera o con qualche foglia abbozzata, che un altro, il quale, dopo parecchi anni di esercizio, appena riesca a rappresentare con forme goffe e sproporzionate un mascherone, od una testa di putto.

Ecco, o signori, il disegno, secondo il quale fu ordinata la nostra Esposizione e con quali norme deve procedere, chi la voglia saggiamente ed equamente giudicare

Aggiungerò che, figurando insieme coi singoli allievi le scuole nel loro complesso, si è voluto che non solo dessero prova della loro saggia organizzazione e del loro regolare funzionamento; ma dimostrassero di esser fornite di un sufficiente materiale scolastico, e di tutti quei sussidi, che posson agevolare il profitto degli allievi. E perciò anche sotto questo aspetto dovranno essere giudicate.

Quanto alle scuole e colonie agricole, oltre ai programmi e metodi coi quali si adoperano a formare dei coltivatori abili secondo i moderni progressi della scienza agraria, si è voluto che facessero conoscere quali terreni abbiano bonificati o migliorati, a quali culture abbiano particolarmente rivolte le loro sollecitudini, quali esperimenti abbiano fatti e quali risultati ottenuti, coi vari sistemi di lavorazione e di concimazione.

Tale, in breve, il concetto dell'Esposizione.

La quale, benché messa a parte di quel grande programma di festeggiamenti, elle tutti ci lusingavamo di poter compiere in omaggio al Giubileo sacerdotale del venerato sig. D. Rua, non doveva tuttavia omettersi dopo che venne a mancare quella solenne e desiderata occasione.

Poichè l'Esposizione, secondo un provvido ordinamento della nostra Pia Società, è un fatto destinato a ripetersi periodicamente ad ammaestramento e stintolo della nostre scuole professionali, e quest'anno appunto si compieva un tale periodo.

Non può tuttavia negarsi che qualche danno sia derivato all'Esposizione dalla sventura che ci ha colpiti. Parecchie case, tenendo forse troppo conto del carattere di omaggio al sig. D. Rua, col quale fu presentata l'Esposizione, si rallentarono rei preparativi o desistettero affatto, quando l'aggravarsi del padre venerato fece temere che, o non si farebbero i festeggiamenti, o sarebbero rinviati. E così è avvenuto che queste case non prendano più parte all'Esposizione, o siano in ritardo nell'inviare i loro oggetti.

È questa la causa principale ed è bene che si sappia, per cui dovrà notarsi qualche lacuna.

Ma quale che essa sia, o possa riuscire la nostra piccola Mostra, noi la raccomandiamo alla saggia benevolenza dei nostri amici e cooperatori, perchè osservino quanto si studia di fare a benefizio della povera gioventù, e col consiglio e coll'opera ci aiutino a far meglio in avvenire.

E non avendo potuto farne omaggio al Padre vivo e festante in mezzo a noi, l'offriamo, come pegno d'immenso affetto e d'imperitura gratitudine a Lui, che crediamo sorriderci dalla gloria del cielo, sicuri che, come ci amò in terra, più intensamente verrà amarci nel regno dei santi; e più efficacemente cooperare a nostra difesa ed all'attuazione di quegli ideali, che illuminarono lui durante la sua carriera mortale e saranno sempre guida e aspirazione a' suoi confratelli e figliuoli.

Il pubblico applaude con soddisfazione; e senz'altre, tra i lieti battimani dei giovanetti, le autorità e gli invitati lasciano il teatro e si dirigono all'Esposizione, disposta sotto la direzione degli egregi signori ingegneri Molli, Migliore e Bairati, nel nuovo fabbricato delle Scuole Ginnasiali e in due gallerie improvvisate lungo il muro di cinta, dalla parte opposta all'ingresso dell'Oratorio.

L'accesso è dato da un giardino chiuso da un cancelletto ornato di antenne e festoni : nell'atrio spicca il ritratto del venerato D. Rua, sotto cui è deposta una corona funerea recante queste parole:

« Mille figli del popolo di cento terre e di cento lingue diverse - vagheggiato avevano di dirgli commossi un grazie - qui il giorno della sua Messa d'oro nell'idioma d'Italia - oggi più commossi ancora dicono a tutti - quale serbino a lui viva riconoscenza. »

L'Esposizione nelle sue singole sale e gallerie fece la più bell'impressione agli illustri visitatori; e noi facciam conto d'intrattenerne alquanto i nostri lettori nei prossimi numeri.

Visite illustri.

La prima fu quella di S. E. l'On. avv. prof. Paolo Boselli, 1° Segretario di Sua Maestà pel Gran Magistero dell'Ordine Mauriziano. Sua Eccellenza venne all'indomani dell'inaugurazione, riaffermando cosi, anche in mezzo al grave lutto di famiglia che l'ha colpito con la perdita della sua degna, pia e caritatevole consorte, tutto quel sincero affetto e quella cordiale simpatia all'Opera Salesiana che gli avevano fatto accettare la Presidenza del Comitato di Onore dell'Esposizione medesima. L'illustre Visitatore s'intrattenne fra noi circa due ore, partendone altamente soddisfatto.

Pochi giorni dopo, il 12 luglio, l'Esposizione ebbe l'onore della preziosa visita di S. E. il Senatore Teofilo Rossi, Sindaco di Torino. Accompagnato dall'avv. Saverio Fino, Consigliere Comunale, ed accolto dagli ossequi dei nostri Superiori, dagli applausi degli alunni e dalle note della marcia reale, s'indugiò Egli pure per circa due ore nell'Oratorio, visitando prima l'Esposizione e poi le Scuole Professionali. Fu tanto il giubilo dei nostri giovanetti e la squisita amabilità di Sua Eccellenza, che non sappiamo come meglio dirne ai lettori, che riportando la sostanza almeno dell'affettuoso discorso clie il Senatore Rossi ebbe la bontà d'indirizzare a tutti i giovani ed ai Superiori raccolti per brevi istanti nel teatrino.

Benemeriti Signori e giovani carissimi,

In questa breve visita che ho fatto all'Oratorio ho provato un triplice sentimento: di commozione, di ammirazione e di meraviglia.

La commozione l'ho provata per la gentile e festosa accoglienza che voi, cari giovani, ispirati dai vostri Superiori, mi avete fatto coi vostri applausi, applausi che a me furono tanto più cari, perchè sapeva che venivano da inani innocenti.

Il sentimento di ammirazione l'ho provato nel vedere tante cose belle in questa casa che è il nucleo di quell'immensa Opera Salesiana che oggi ha per base il mondo, dove ha recato un così valido tributo di civiltà ed ha diffuso, ovunque, un senso di viva simpatia per la nostra cara Italia.

La vostra Esposizione poi, o ragazzi miei, mi ha fatto vedere cose meravigliose, che bisogna vedere per credere, il risultato cioè di queste vostre scuole professionali e di quelle altre scuole salesiane diffuse all'estero, da me in parte visitate. E questo non è che un saggio del bene che fanno i Salesiani.

Me ne allieto quindi non solo come Sindaco di Torino, ma anche come cittadino torinese e come italiano, convinto che l'Opera Salesiana, come già sotto la prudente e saggia direzione di D. Bosco, e poi sotto quella di D. Rua, interprete fedele del suo spirito, e presentemente sotto quella di D. Rinaldi, abbia ad ottenere eguali risultati anche sotto i loro successori.

Faccio quindi un augurio. Auguro che questa benefica Istituzione continui trionfalmente quella via ascensionale che ha battuto fin qui, di modo che abbia a crescere e a diffondersi sempre più il prestigio di quest'Opera grande, salita, meravigliosa !

AVVISO

L'Esposizione rimane aperta tutto Agosto e Settembre, e Può essere visitata ogni giorno dalle ore 9 alle 11.3o e dalle 15 alle 18.

Ai benemeriti Cooperatori ed alle benemerite Cooperatrici, specialmente di Torino e dintorni, è fatto invito di condurvi o d'indirizzarvi quante altre persone giudicassero bene.

All'entrata dell'Oratorio, - via Cottolengo, n. 32 - apposito incaricato dal Comitato Esecutivo porgerà gratuitamente ai visitatori il biglietto d'ingresso.

IN MEMORIA DI D. RUA

Commemorazioni civili.

NAPOLI. - Mercè lo zelo di alcuni ecclesiastici dopo la morte del nostro amato Superiore si è costituita a Napoli un'associazione di studenti cattolici, col nome di « Circolo Don Rua ».

E la domenica 29 maggio - così La Libertà del 2 giugno - « in questo fiorentissimo Circolo di studenti secondari cattolici, vi fu una tornata numerosissima. Il circolo che ha voluto pigliare il suo nome da un illustre contèmporaneo, gran benefattore della società umana e che non è guari mancava ai vivi, volle commemorare l'estinto e non poteva non farlo, poichè non è un personaggio comune o un uomo la cui fama si estingue e si perde col suono delle campane e col rasciugarsi delle lagrime di quanti presero parte alla mesta cerimonia del funebre accompagnamento! La figura di Don Rua non scomparirà, non si dileguerà affatto, ed i giovani delle scuole secondarie, volendo a lui intitolare il loro circolo ebbero di mira la virtù e lo zelo che guidò l'Uomo di Dio in mezzo all'umana famiglia. L'oratore destinato a parlare era un giovane liceista; ma seppe parlar molto bene di D. Rua, seppe entusiasmare quanti ebbero la fortuna di ascoltare. Il sig. Ramires con parola franca, con eloquenza non pari alla sua età, mostrò qual fu Don Rua, l'uomo di Dio cioè, il gran benefattore dell'umanità; e durante la bella commemorazione fu replicate volte applaudito ».

La domenica poi 12 giugno, alla presenza del rappresentante dell'Em.mo Card. Arcivescovo S. E. Mons. Tomasuolo, del Vicario generale Mons. Can. Ferrari e di altre spiccate personalità del clero e del laicato, il Circolo « D. Rua » inauguravisi solennemente. L'adunanza s'incominciò con il canto dell'inno il Garofano bianco e poi ebbero principio i discorsi. Il primo oratore, presentato dall'Assistente Ecclesiastico Sac. Giovanni Cimmino, fu il signor Ludovico de Simone, a cui seguirono il Sac. prof. Modesto Catalano, il prof. Raffaele Ciavarella, lo studente Mario Ramires, il Dr. Francesco Morgera, il signor Paolo Stancanelli, l'avv. Angelo delle Femmine, il prof. Aristide Lillo, il signor Giulio Valente e tutti si distinsero per la loro parola eloquente entusiasmando i convenuti, in modo speciale i giovani ascritti alla nuova società, i quali - al dir dell'ottimo settimanale

La Croce - respirarono « un po' quella vita cattolico-sociale destinata anche a Napoli a dare buoni frutti nel campo dell'organizzazione delle nostre forze ».

ONORANZE FUNEBRI IV) NEL PIEMONTE.'

LU MONFERRATO. - Il 28 aprile nella chiesa collegiata di S. Maria Nuova. - Riuscì uno splendido e cordiale omaggio « alla fama di santità del defunto-come dicevano le lettere d'invito - ed alle ben note e speciali benemerenze di Don Rua, a favore del paese di Lu », che fu sempre affezionato all'opera di D. Bosco.

MIRABELLO MONFERRATO. - Il 12 aprile, per iniziativa dell'Oratorio femminile « D. Rua », nella chiesa parrocchiale. - Vi prese parte tutto il paese, con a capo il Clero, la Giunta Municipale e numerosi Consiglieri, le confraternite di S. Michele e di S. Sebastiano in divisa, la Società Operaia Cattolica con vessillo, il Circolo Democratico Cristiano, nonchè le Figlie di Maria Ausiliatrice locali con rappresentanze delle Case di S. Salvatore, Lu e Casale, le giovani dell'Oratorio con le ex-Allieve, i bambini dell'Asilo e numerosi cooperatori e cooperatrici. Fu Mirabello intero, che unito in uno slancio di riconoscenza volle dire il suo amore a Don Rua rievocando i due anni che questi colà passò, quale direttore del 1° Collegio aperto da Don Bosco. La Schola Cantorum locale fu lieta di prestare l'opera sua, accompagnata all'organo dal M° Angelo Manfredi.

MONCRIVELLO. - Il 15 aprile nella chiesa parrocchiale, per iniziativa del Parroco, e nel giorno di trigesima per iniziativa delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Al primo, tra largo concorso di popolo, presero parte i cooperatori, le autorità del paese, le scuole e il Piccolo Seminario.

NIZZA MONFERRATO. - Il 12 maggio, nella Chiesa Parrocchiale di S. Giovanni. - Tra la folla che vi prese parte, erano le rappresentanze degli Oratorii maschile di Sant'Antonio e femminile del Sacro Cuore, dei Comitati antichi allievi ed antiche allieve, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, dell'Educandato N. S. delle Grazie, delle Suore di S. Anna e di N. S. della Neve; numerosi coopera tori e cooperatrici; tutte le maestre e parecchi maestri, un buon numero di consiglieri comunali, tutto il Clero cittadino, i Salesiani della Casa di S. Guido, il conte e la contessa Balbo di Vinadio, il conte e la contessina Roberti di Castelvero, ecc. Celebrò il rev.mo Vicario Teol. Don Annibale Bobba. Prima delle esequie il prof. D. Luigi Bonavia disse l'orazione funebre.

OMEGNA. - Il 17 aprile nella parrocchiale, per iniziativa dei cooperatori. All'appello risposero moltissimi cittadini, e parlò dell'estinto il Salesiano D. Felice Cane, che ne tratteggiò la figura rappresentandolo come padre dei poveri e degli oppressi, e come cittadino esemplare e sacerdote santo.

OULX. - Il 14 aprile nella chiesa abbaziale del S. Cuore di Gesù. - Celebrò il rev.mo sig. Arciprete, attorniato dai canonici Sibille e Manzon e da quasi tutti i Parroci dell'alta valle di Susa. Alla mesta funzione assistevano il Sindaco cav. Bermond, parecchi consiglieri comunali, il notaio cav. Molina, il sig. Audibert, Segretario Comunale, una rappresentanza del corpo insegnante del ginnasio e delle scuole elementari ed altre notabilità e numerosi cittadini dell'Abbazia e dei due borghi. Eran pure largamente rappresentate le RR. Suore Trinitarie e Giuseppine. Disse in fine affettuose parole il Direttore dell'Istituto Salesiano locale.

PERNATE. - Il 9 aprile in parrocchia, ad iniziativa del Prevosto D. Andrea Bairate. La messa solenne fu preceduta dal canto dei tre notturni dell'ufficio dei morti. Finita la messa lo stesso zelante Pastore tenne il discorso svolgendo, dopo un cenno biografico generale, questi punti: D. Rua successore di D. Bosco ; D. Rua prete santo ; D. Rua amico del popolo, specie della povera gioventù.

PEROSA ARGENTINA. - Il 15 aprile nella chiesa del Collegio S. Filippo Apostolo, parata a lutto. V'intervennero le autorità, la rappresentanza della ditta Jenny, impiegati e distinte signore, e numerosa popolazione.

RE OSSOLA. - Il 9 aprile, nel Santuario di N. S. del Sangue, per iniziativa del rev. Arciprete D. Giovanni Antonio Peretti, Vicario Foraneo e Rettore del Santuario. Celebrò il coadiutore Don G. B. Giacoletti, ex-allievo dei Salesiani, assistito dai revv. Arcipreti, Parroci e Coadiutori del Vicariato, i quali cantarono tutto l'ufficio dei morti. Il catafalco era imponentissimo. Assistevano con numerosi fedeli gli alunni delle Scuole maschili e femminili di Re, Folsogno e Villette, il Sindaco di Villette, e le cooperatrici del lontano paese di Dissimo.

- A Villette, mercè lo zelo del parroco D. Pasquale Coppi, vennero applicate numerosissime comunioni in suffragio dell'anima dell'indimenticabile estinto.

S. BENIGNO CANAVESE - Il 28 aprile in quell'insigne Chiesa Abbaziale. - Sulla porta leggevasi l'epigrafe:

Pregano la gloria dei santi - all'anima grande - di Don Michele Rua - Successore del Ven. D. Bosco - che amore di Dio - carità del prossimo -

decoro di patria - resero - insigne benefattore dell'umanità i confratelli gli alunni delle Scuole Salesiane - i paesi dell'inclita Abbazia di S. Benigno.

Il vastissimo tempio era affollato dagli alunni delle scuole maschili e femminili, dalle pie associazioni e da gente divota di ogni condizione, accorsa anche dai vicini paesi. Assistevano il Sindaco col Consiglio Comunale quasi al completo, il Pretore, e tutte le notabilità e le più distinte famiglie del luogo, il Sindaco di Volpiano, il Prevosto di Agliè, il Prevosto di Chivasso e quasi tutti i Parroci della Vicaria con a capo il venerando Mons. Ciocchetti. Celebrò il Can. Vaschetti, Vicario Foraneo di Volpiano ed antico condiscepolo di D. Rua, il quale - come rilevò l'oratore nel discorso commemorativo letto prima delle esequie - nel 186o aveva pubblicamente predetto al compianto discepolo di Don Bosco la gloria che un dì ne sarebbe stato il degno Successore (1).

- Il 24 aprile il comm. Miaglia commemorava D. Rua al Consiglio Comunale con nobilissime parole ed il Consiglio incaricava il Sindaco di esprimere al Direttore dell'Oratorio Salesiano locale le condoglianze del Comune di S. Benigno per la dolorosa perdita.

S. GIUSTO CANAVESE. - Il 7 maggio nella chiesa parrocchiale, con l'intervento delle autorità locali, delle scuole e del corpo insegnante. Celebrò il prevosto don Scotti assistito da numerosi chierici del nostro Seminario di Foglizzo. Eseguì scelta musica la scuola di canto del medesimo istituto.

S. MARZANO OLIVETO (Alessandria). - Il 7 maggio nella Chiesa Parrocchiale, con intervento di tutta la popolazione. Occupavano i posti d'onore il sindaco sig. Domenico Pesce con tutto il Consiglio Comunale, una rappresentanza del Circolo Pio X con bandiera, tutti i giovinetti della Colonia Agricola Faravelli di Canelli; e facevano ala al catafalco tutte le classi delle Scuole Elementari maschili e femminili coi rispettivi insegnanti; l'Asilo Infantile, e una rappresentanza di ragazze dell'Oratorio festivo. Cantò messa solenne il rev. Arciprete Don Zerbino Alfredo, e disse l'orazione funebre il rev. Don Carlo Benasso, Vicario di Canelli. In fine i bambini dell'Asilo cantarono con voce argentina il De profundis, e il Clero attorniando il catafalco compì le esequie.

S. AMBROGIO DI SUSA. - Il 19 aprile nella chiesa parrocchiale, per cura del Prevosto D. Stefano Croce, coadiuvato dal maestro di musica e dall'intera orchestra. Celebrò lo stesso Prevosto, assistito dal Can. D. Giuseppe Calabrese di Susa, dai Parroci di Exilles e di Follatone e dai vice-parroci di S. Ambrogio, della Chiusa di S. Michele e di S. Antonino; tenne un commoventissimo discorso il Teol. avv. D. Flaviano Viancini. Le Oratoriane, le antiche allieve e molti della popolazione fecero la S. Comunione infra missam, essendo la memoria di D. Rua scolpita in ogni mente e in ogni cuore.

SCANDELUZZA. - Il 13 aprile nella parrocchiale. -- Fu un tributo solenne ed imponente per l'intervento numeroso di popolo, dell'Oratorio femminile, Laboratorio ed Asilo, diretti dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. Il venerando Prevosto e Vicario Foraneo Mons. Rigazzi rilevò mirabilmente nel Successore del Ven. Don Bosco l'uomo di Dio che alla sua scomparsa commove tutto il mondo. L'impronta famigliare ad un tempo ed imponente delle onoranze va ricercata nella venerazione profonda per D. Rua, resa più intima dal vanto che il paese ha d'aver dato i natali al padre dell'illustre Estinto.

TORINO. - Nella cappella di Maria Ausiliatrice, annessa all'Oratorio femminile di S. Angela Merici, il 17 aprile. - Celebrò il prefetto generale della Pia Società, D. Filippo Rinaldi, mentre la schola cantorum dello stesso Oratorio eseguiva la messa ed alcuni mottetti. Assistevano in gruppo tutte le Suore e numerosissime oratoriane, le quali, in numero di oltre 400, si accostarono alla S. Comunione.

- Il 1 maggio nella stessa cappella, a cura dell'Associazione « Ex-allieve », che v'intervennero assai numerose con il consiglio Direttivo, si rinnovarono devoti suffragi.

- Il 22 maggio si tenne nello stesso Oratorio un'affettuosa commemorazione. Sul palco del teatrino campeggiava l'immagine paterna di D. Rua, la cui opera benefica e multiforme per la gioventù e pei doloranti venne rievocata in urla elegante composizione, seguita da un profilo poetico e da un grazioso dialogo detto con amabile ingenuità da alcune bambine dell'Oratorio. La cara commemorazione venne abbellita da scelti pezzi di musica e da due splendidi quadri allegorici illustrati da alcune strofe in musica.

- Il 27 giugno nella chiesa di S. Francesco di Sales a Valsalice, per cura della Commissione degli antichi allievi dell'Oratorio Salesiano. Celebrò solennemente Mons. Domenico Muriana, Curato di S. Teresa, la cui affettuosa riconoscenza per D. Bosco e per D. Rua è ben nota anche ai nostri lettori. Dopo le esequie lesse una bella orazione funebre il rev.mo D. Montefameglio, rievocando i più dolci ricordi, e mostrando diffusamente in D. Rua il discepolo diligente e fedele che seppe ricopiare in modo perfetto tutte le virtù del suo maestro D. Bosco.

In fine dell'agape fraterna, alla quale furono convitati gli accorsi - erano oltre un'ottantina - parlarono il Can. Berrone e il sig. D. Rinaldi, rilevando l'interessamento che ebbe il compianto D. Rua per le associazioni degli ex-allievi fin negli ultimi suoi giorni. A tutti venne distribuita in ricordo l'orazione funebre dell'Eminentissimo Card. Richelmy.

TRINO VERCELLESE. - Il 14 aprile nella chiesa del S. Cuore. - V'intervennero il Sindaco, il Pretore, il rev.mo can. Prevosto col Capitolo della Collegiata, i Padri Domenicani e Francescani, il Presidente della Congregazione di Carità, i Maestri comunali con rappresentanza di alunni, ed altre spiccate personalità e numeroso popolo. Il canto fu eseguito dalla Schola Cantorum dell'annesso istituto. Disse l'elogio funebre il Superiore dei PP. Francescani P. Valosio, che scolpì profonda nei cuori la figura « del lavoratore instancabile e geniale, dell'asceta e dell'apostolo della gioventù ».

TROFARELLO. - Il 14 aprile in parrocchia. Benchè l'ora fosse alquanto mattutina, la chiesa era affollata e tutti gli astanti mostrarono col raccoglimento la viva partecipazione che prendevano al lutto per la perdita del Superiore dei Salesiani. Celebrò il rev. Prevosto comm. Teol. Marietta. Le alunne dell'Oratorio femminile, numerosissime, si accostarono con edificante contegno alla S. Mensa.

VILLADOSSOLA. - Il 17 aprile in parrocchia. - Fu una bella e commovente dimostrazione di fede e di riconoscenza. Con molti fedeli vi assistettero i bimbi dell'Asilo, le giovani del Jutificio e molte oratoriane, che si accostarono alla S. Comunione.

Si fecero pure devoti e solenni suffragi ad Avigliana nel Santuario della Madonna dei Laghi, a Bessolo, Borgo Cornalense, Boschetto, Cannobio, Gassolnovo, Finero, Ceppomorelli, Giaveno, Grignasco, Lingotto, Mathi Torinese, Orbassano, Premosello, Riva di Chiesi e Sassi.,

V) - IN LOMBARDIA.

MILANO. - Il 12 maggio nella Chiesa di S. Agostino. - Sulla porta maggiore si leggeva:

All'anima grande benefica - di Don Michele Rua - mite conquistatore dei cuori - porgono suffragi di fervide preci - i figli, i cooperatori, gli amici - da lui uniti nella carità di Cristo - a salvezza dei popoli rigenerati a Dio.

L'interno del tempio parato interamente a lutto, presentava un aspetto imponente. Il Capitolo del Duomo era rappresentato da un'eletta di Monsignori in abito paonazzo, schierati a destra del magnifico catafalco, in posti distinti; vicino ad essi, imponente nella sua cappa magna, era la numerosa delegazione dei parroci urbani, il cui presidente rev.mo D. Rodolfo Dossi in apposita circolare aveva fatto emergere l'alto significato d'ammirazione, di gratitudine e di pietà della funzione; seguiva la rappresentanza dei Parroci diocesani, degli antichi allievi, dell'Associazioni Cattoliche con una trentina fra bandiere e vessilli, il Comitato salesiano dei Signori e delle Signore, col Principe Gonzaga, il conte Lodovico Melzi d'Eril, il Dott. Mauri, l'ing. Fioretti, il dott. Fezzi, che prestavano il servizio d'onore. Dal lato sinistro erano le rappresentanze delle Autorità civili: pel prefetto il cons. Cav. Sironi, pel sindaco l'assessore Moiana, il cav. Bertani ed il consigliere comunale Alfieri; poi il conte Febo Borromeo presidente della Congregazione di Carità, il conte Luigi Parravicini, il nobile Carlo Bassi, presidente dell'Associazione Nazionale per la protezione all'estero dei Missionari Cattolici Italiani, il comm. Erminio Bozzotti, presidente dell'Associazione per l'infanzia abbandonata. Seguivano le deputazioni degli ordini religiosi; gesuiti, carmelitani, domenicani, barnabiti, cappuccini, minori osservanti, camilliani , stimmatini, fratelli delle Scuole Cristiane.

Nelle navate laterali erano le rappresentanze del Collegio S. Carlo, degli Istituti della Divina Provvidenza, dei Deficienti, dei Sordomuti, delle Sordomute, della Fanciullezza abbandonata, delle Consolatrici, delle Pie Signore di Nazareth, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, dei Collegi Salesiani di Lombardia, di molti Oratorii, ecc.

In presbiterio dirimpetto alle sedi dei sacri ministri stavano il rev. D. Paolo Albera, direttore spirituale della Pia Società Salesiana, in rappresentanza del Capitolo Superiore, e Don Angelo Rigoli, prevosto di Somma Lombardo, primo, fra i sacerdoti Milanesi, uscito dalle scuole dell'Oratorio Salesiano di Torino.

Pontificò la messa Mons. Dott. Francesco Balconi, e la schola cantorum dell'Istituto S. Ambrogio, diretta dal M. Scarzanella coadiuvato dal Can. Andreoni e dal M. Ramella, eseguì scelte armonie di Anerio, di Palestrina e del Mapelli. L'elogio fu detto dal chiarissimo dottor D. Francesco Cerruti, il quale così e ordiva:

«.... Don Rua, il nostro Padre, non è morto; egli vive nei nostri cuori, vive nelle opere da lui compiute, vive e si perenna nelle virtù di cui ci lasciò così splendido prezioso retaggio. Oh! io lo riveggo il mio amatissimo Don Rua, lo riveggo con gli occhi della fede e co' palpiti del cuore ; lo contemplo sereno lo sguardo, ilare la fronte, dolce l'accento, sorridere ancora a noi come già una volta, e a noi benedire con quella mano, con cui le tante volte ci benedisse. Oh! su questa tomba, che lui sta innanzi, veggo fiorir la speranza cristiana che non abbandona mai i sepolcri ; veggo l'Angelo della vita che la guarda dall'impero del tempo che tutto suol travolgere nel vorticoso suo corso; veggo alitar sovr'essa l'alito consolatore della pace, dell'amore, dell'immortalità. - Signori, sulla tomba dei giusti non si piange; si esulta.

» E poichè Dio benedetto non ci diede solo gli occhi per piangere, ma cuore, niente e fantasia per sostituire al pianto la facoltà maravigliosa e soave di ripresentarci innanzi le persone care che non sono più, di ricostruirne l'immagine nella nostra niente, di risuscitarne il sembiante nel nostro cuore, io approfitterò oggi di questo dono, che Dio misericordioso ci diede; voglio che lo rivevediamo il nostro Don Rua vivo vivo come era poc'anzi nella sua spoglia mortale, voglio che lo contempliamo ne' tre grandi stadii della sua vita, di studente cioè, sacerdote e superiore.

» Ed oh! come mi si allieta il pensiero al compier qui, qui anzitutto, questo mesto e pur soave ufficio, qui in questa Casa ove tutto ancora parla di D. Rua, in questa Chiesa di S. Agostino che era così cara al suo cuore e il cui compimento formava uno dei suoi più santi ideali; qui a Milano, dove di tanto affetto circondaste e di tanta generosità consolaste il Padre mio; qui dinanzi a Voi, o benemeriti benefattori e benemerite benefattrici, a cui si volse il riconoscente saluto, la paterna benedizione di lui morente ; qui dinanzi a Voi, o Cooperatori Milanesi, che una corona di bronzo voleste deposta ai piedi della sua cassa mortuaria, come a testimoniare che egli vive perenne ne' vostri cuori, buoni e generosi. »

BELLANO (Como). - Il 19 aprile nella Chiesa Parrocchiale. - All'ufficio dei defunti seguì la messa cantata con comunione generale, e quindi la benedizione col SS. Sacramento. Parteciparono alla mesta cerimonia numerose antiche allieve di quell'Oratorio, i Cooperatori e le Convittrici del Cotonificio Cantoni.

CAMPIONE SUL GARDA (Brescia). - Anche all'estremo confine dell'Italia, sull'incantevole riviera del Garda, per iniziativa del rev.mo Parroco D. Andrea Cipani, si relebrarono solenni funerali con Ufficio, Messa e Comunione generale. Alla messa pontificò l'ill.mo e rev.mo Mons. Giulio Baronio, Prelato mitrato della Reale Basilica di S. Barbara in Mantova, e disse commoventi parole di elogio il rev.mo Parroco suddetto. Assistevano in corpo le giovani del Convitto Femminile annesso al Cotonificio Feltrinelli.

CASTEGGIO (Pavia). - Il 12 maggio nella Chiesa Parrocchiale, per iniziativa dell'Arciprete Teol. D. Carlo Testone, con largo concorso di Clero e di popolo e di ex-allievi di vari Istituti Salesiani. La schola cantorum del Collegio S. Carlo di Borgo S. Martino eseguì scelta musica. Il rev. D. Bernini, il più anziano fra gli ex-allievi presenti, disse il discorso.

CASTELLANZA (Milano). - Il 21 aprile per iniziativa del parroco D. Bettinelii nella Chiesa Parrocchiale, elegantemente parata a lutto. Erano presenti oltre i Rev. Sacerdoti del luogo altri sacerdoti forestieri, circa 400 Oratoriane, 100 alunne delle Scuole Private annesse all'Oratorio Femminile, un centinaio di fanciulli dell'Oratorio Maschile, una rappresentanza dell'Asilo Infantile e del Convitto-Operaio, parecchie ex-allieve e Cooperatrici Salesiane e buon numero di distinte Signore.

SOMMA-LOMBARDO. - Il 12 e il 21 aprile nella Parrocchiale. - Con figliale affetto il rev.mo D. Angelo Rigoli, proposto-parroco, la domenica 12 aprile rievocava la figura del caro D. Rua, additandolo quale apostolo della gioventù; e il 21 aprile, presente tutto il clero della Pieve, volle che ai giovanetti ed alle fanciulle che si accostavano per la prima volta alla S. Comunione si associassero tutti i parrocchiani nel pregar pace al Successore di D. Bosco.

VARESE (Como). - Il 15 aprile nella Chiesa di S. Vittore, per iniziativa della direzione di quell'Asilo Infantile. Celebrò il rev.mo preposto Don Giosuè Barzaghi, circondato da tutto il Clero della città. Erano rappresentate tutte le associazioni cattoliche della città e sobborghi coi loro vessilli; le Orfanelle delle Pie Signore, le Visitatrici e i Membri del Consiglio Amministrativo dell'Asilo con una rappresentanza di bimbi e le Maestre, altra rappresentanza delle giovanette della Casa Famiglia, alcuni antichi allievi di Collegi Salesiani e molti ammiratori.

Non meno solenni furono i funerali celebratisi ad Angera (Brescia), a Bellagio (Como) per iniziativa di quel rev.mo Mons. Arciprete, e a Buscate, Busto Arsizio, Castano Primo, Iseo, Lomello, Mede, Ottobiano, Pavia, Paullo, Renato, S. Giorgio Lomellina.

VI) - NEL VENETO.

CHIOGGIA. - Il 14 aprile, nella Cattedrale, per iniziativa del rev.mo Capitolo e dell'Istituto Salesiano. Era presente quasi tutto. il Clero della città e del suburbio, con numerose rappresentanze d'associazioni e d'Istituti cittadini. S. E. Rev.ma Mons. Bassani assistè pontificalmente ed impartì l'assoluzione al tumulo. La messa, eseguita in gregoriano dalla schola cantorum del Seminario, venne celebrata dal Can. dott. Carlo Voltolina, decano del Capitolo, che prima dell'assoluzione tenne il discorso.

CONEGLIANO. - Il 9 maggio, nella Chiesa Parrocchiale di S. Martino, il zelantissimo can. Andrea Carpenè Vicario Generale e Direttore dei Cooperatori della Diocesi di Ceneda, cantò messa, presente Sua Ecc. Rev.ma Mons. Andrea Caron, assistito dal Decano di Oderzo e da Mons. Pozzobon di Cordignano e da oltre trenta Parroci. Presenziavano la mesta cerimonia anche i cappati della Scuola dei Morti di S. Rocco e del S. Rosario di S. Martino, le figlie di Maria; le Suore, le postulanti e le alunne del Collegio Immacolata; le Suore e le convittrici del Cotonificio Collalto, le Suore ed i ricoverati della casa Fenzi, una rappresentanza delle Suore del Civico Ospitale, e dell'Istituto Salesiano Astori di Mogliano, ed un gran numero di cooperatori e cooperatrici, accorsi anche dalle vicine parrocchie.

Prima delle esequie, Mons. Vescovo salì il pulpito e tessè l'elogio, esponendo le virtù, le opere ed i meriti del successore di D. Bosco, traendone per i sacerdoti e per il popolo utili e pratiche lezioni di fede e di pietà cristiana.

MOGLIANO. - Il 12 maggio nella Chiesa Parrocchiale, parata a lutto e gremita di popolo, con a capo il Clero della Forania e dei dintorni, e numerosi sacerdoti e cooperatori salesiani di Venezia e di Treviso, e Sua Eccellenza il Vescovo di Treviso Mons. Andrea Longhin. Celebrò il rev.mo Arciprete di Mogliano

Mons. Busan, e Mons. Vescovo disse uno splendido elogio funebre. « La figura luminosa di Don Rua - conchiuse l'Ecc.mo Prelato - ci renda sempre più convinti che impulso e sostegno alle grandi imprese non è sempre l'ingegno, non sono sempre le risorse dell'umana prudenza, ma quella pietà che è buona per ogni cosa, avente le promesse della vita di adesso e della futura: Pietas ad omnia utilis est, pormissionem habens vitae, quae nunc est, et futurae. »

Eseguì la missa pro defuntis a tre voci dispari del Renner la schola cantorum del fiorente Istituto Astori, che assistè in corpo alla solenne cerimonia.

VENEZIA. - Il 14 aprile, nella Chiesa del SS. Salvatore. - Insieme con Sua Eminenza il Card. Patriarca, erano presenti distintissimi membri del Clero e del Laicato, tra cui il conte Paganuzzi, il conte Giuseppe Nicolò Bianchini, il sig. Giuseppe Giocondo Bianchini, il conte L. Donà dalle Rose, il dott. Angelini, il dott. Candiani e molti altri signori e signore, e cooperatori e cooperatrici; una rappresentanza del Seminario Patriarcale col prof. D. Hoenning, e quelle del Patronato di Castello col direttore, dell'Istituto Cavanis, dei Patronati Pio IX, Leone XIII, Divina Provvidenza, e dell'Istituto Astori di Mogliano.

La cerimonia cominciò col canto dell'ufficio; quindi Mons. Previtali, zelantissimo direttore diocesano dei Cooperatori, cantò messa, che fu accompagnata da musica del M.° Thermignon, egregiamente eseguita dai chierici del Seminario. In fine S. E. il Cardinale Patriarca, assistito dai Monsignori Pantaleo e Cisco, impartì l'assoluzione.

VERONA. - Il 12 maggio, nella Chiesa di S. Nicolò. - La funzione cominciò alle 9.15, col canto del notturno e delle litanie, presenti le rappresentanze di tutti gli Istituti religiosi esistenti in città; molti sacerdoti, tra cui vari Prelati ed arcipreti urbani e professori del Seminario; moltissimi signori e signore delle più cospicue famiglie; e presso il catafalco i membri del Comitato Salesiano, i Superiori e gli alunni dell'Istituto D. Bosco, una rappresentanza del nuovo Istituto « I buoni fanciulli » e di quello delle Pericolanti, ecc. ecc. La chiesa era severamente parata a lutto: sulla porta maggiore leggevasi l'iscrizione di Mons. Grancelli:

Per la grande anima - del sac. Michele Rua - che - del ven. D. Bosco - ereditò la mente e il cuore - esequie solenni.

La messa fu celebrata dal rev.mo Mons. G. B. Peloso, Vicario Vescovile dell'Em.mo Card. Bacilieri e Prelato domestico di Sua Santità; e, dopo messa, salì il pergamo Mons. Grancelli.

Il suo discorso, detto con rara abilità oratoria e con singolare esuberanza di cuore ammirato e commosso, tenne per quasi cinquanta minuti l'affollato uditorio in un'attenzione religiosissima. Egli prese le mosse dal testo dell'Ecclesiastico, ove è fatto l'elogio collettivo dei patriarchi, e, intrecciando i momenti più notevoli della vita operosa del grande estinto, citando quello che di lui scrissero amici ed avversari nella dolorosa occasione della sua morte, ne fece giganteggiar la figura, apprezzar le virtù, conoscere le opere insigni di carità.

VICENZA. - Il 14 aprile, per iniziativa del rev.mo Mons. Giorgio De Lucchi, direttore diocesano. - « Anche questi buoni cooperatori - cosi lo stesso Monsignore - vollero onorare la venerata memoria del compianto sig. Don Rua con una messa solenne di suffragio per la sua anima cara e benedetta e con una raccolta straordinaria per le Opere Salesiane, a cui il primo e degno successore del Venerabile Don Bosco ha consacrato tutta la sua vita e che in morte ha raccomandato alla carità dei suoi benefattori ed amici. Acchiudo in un buono di Banca il ricavato della colletta in L. 1092 (mille e novantadue) ». - Al zelante Direttore ed ai generosi oblatori la nostra riconoscenza.

- La Società Cattolica Operaia della stessa città il 7 giugno deliberava in assemblea generale d'inviare ai salesiani, come fece con lettera diretta al prefetto generale D. Rinaldi, « le più vive e rispettose condoglianze per la grave perdita del benemeritissimo Don Michele Rua, loro capo e padre venerato, la cui morte tanto compianto destò nel mondo cattolico e civile, da lui edificato colle più eccelse virtù e beneficato colle opere più insigni, nella sua missione di cristiana educazione ed istruzione. »

ESTE. - Il 12 maggio, nel Duomo, per iniziativa del Comitato Salesiano. Ai lati del tumulo assistevano tutti gli alunni dei due collegi diretti dai Salesiani, le cui scholae cantorum eseguirono una messa del M.o Thermignon. Lesse il discorso Mons. Giuseppe Lancillotto Dal Mutto, parroco di Santa Maria delle Grazie.

S. VITO AL TAGLIAMENTO. - Il 23 maggio nel Santuario di N. S. di Rosa, con gran concorso di clero e di rappresentanze. Celebrò Mons. Raimondo Bertolo, Arcidiacono di S. Vito, e disse l'elogio il sac. Maggiorino Bonzo.

SCHIO. - Il 9 maggio nell'Oratorio S. Luigi. - Cantò messa il rev. Don Menegazzo, Economo Spirituale. Assistevano Monsignor Francesco Panciera, Mons. Francesco Saccardo e tutto il Clero della città, l'educandato delle Canossiane, l'Istituto di Nazaret e moltissime signore e signori. Il rev. D. Ronconi lesse l'elogio:

« Pare ancora - egli disse - che il vicino Istituto dei Salesiani risuoni dei suoi effusi ringraziamenti, delle sue paterne raccomandazioni, dei preziosissimi ricordi suoi. E, manco a dirlo, voi avete ben esaminato quell'occhio suo grande, aperto, calmo, intelligente, profondo, rispecchiante tutta l'anima di sacerdote e di angelo, voi l'avete compreso quel suo abituale sorriso tutt'altro che artificiale e studiato ; voi avete ammirato sull'altare degli elocausti quell'anima tutta assorta nell'atmosfera della fede; l'avete seguito con lagrime furtive agli occhi; e quando si volse a voi per parlarvi con quella voce soave, penetrante, con quel gesto, largo, sicuro, che rivelazioni, o Signori, che slanci di fede e di carità, che ideali immensi di zelo mai stanco, indomabile! Si sentiva Dio parlar per bocca di lui; nessuna umana oratoria, per quanto smagliante, potea penetrare così luminosa e serenamente seducente nei cuori. »

VIGONOVO (Udine). - Il 12 aprile, nella Chiesa parrocchiale, per iniziativa di quel rev.mo Arciprete. Con molto popolo vi presero parte i Cooperatori e tutte le Oratori alle e Figlie di Maria nella loro candida divisa, le quali si accostarono pure alla Santa Comunione.

ZERMAN (Treviso). - Il 9 giugno, anche questa parrocchia volle dare un attestato di affetto a D. Rua. Assistevano alla mesta cerimonia, insieme con la popolazione e con la rappresentanza delle Scuole locali, tutti gli alunni del Collegio Astori di Mogliano, i quali col loro raccoglimento nella preghiera e col devoto commovente atteggiamento nell'accostarsi numerosi alla S. Comunione e colla loro valentia nell'eseguire il canto, ripeterono il più bell'attestato di memore affetto all'amato Superiore.

VII) - IN LIGURIA.

ALASSIO. - Il 7 maggio, nella Chiesa del Collegio Civico. - Celebrò il ch.mo prof. Don Francesco Cerruti. Assistevano in posti distinti Mons. Preve, Vicario Generale in rappresentanza di Mons. Vescovo di Albenga, il can. Arciprete D. Giacomo Durante in rappresentanza del Capitolo della Cattedrale, il rev.mo Prevosto e l'intero Capitolo della città, i PP. Cappuccini e revv. Parroci e Sacerdoti in gran numero ; il Sindaco, la Giunta e la maggioranza del Consiglio ufficialmente con bandiera; la Fabbriceria Parrocchiale, l'avv. Andrea Quartino consigliere provinciale, il tenente colonn. in ritiro cav. Francesco Preve, Giudice conciliatore, il Conte Federico della Lingueglia per la Congregazione di Carità, il Delegato di pubblica sicurezza, altre autorità cittadine, le rappresentanze di tutti gli istituti religiosi, gli. alunni del Collegio e numerosi fedeli accorsi anche dai vicini paesi. Prima delle esequie salì il pergamo il direttore D. Alessandro Luchelli, il quale lumeggiò magistralmente la nobile figura dell'estinto.

Esegui scelta musica la schola cantorum del Collegio stesso.

SAVONA. - L'11 maggio, nella Chiesa Parrocchiale di S. Giovanni Battista, parata a lutto, a cura del Comitato delle Signore Zelatrici dell'Oratorio Salesiano. - Presenziavano la cerimonia Sua Ecc. Rev.ma Mons. Scatti Vescovo Diocesano, l'assessore anziano cav. uff. Scotti in rappresentanza del Sindaco, vari assessori e consiglieri comunali, il rappresentante del Sottoprefetto e del. Presidente del Tribunale, il Procuratore del Re, le rappresentanze degli istituti, delle opere pie e delle associazioni cattoliche, i giovani ed i superiori dell'Oratorio Salesiano, e numerosi sacerdoti, cooperatori e cooperatrici ed una folla di popolo. La messa venne celebrata dal Teol. D. Giulio Barberis; e il direttore del collegio salesiano di Alassio, dott. D. Alessandro Luchelli, tessè l'elogio funebre.

« Savona - egli esordiva -- come non ha smentito mai nel passato, così non ismentisce oggi la fama di benevolenza e di attaccamento all'Opera Salesiana. All'invito del Direttore dell'Oratorio Salesiano e del solerte Comitato delle Dame Zelatrici, i Savonesi sono accorsi più che mai alla mesta funzione. Io veggo qui personalmente intervenute le Autorità ecclesiastiche, civili e militari e giudiziarie: veggo i rappresentanti di tutte le Comunità religiose, di tutti i pii Istituti, e di moltissime altre Associazioni: veggo insomma adunati intorno al funebre catafalco, quanto di più illustre e di più venerando accoglie entro le sue mura questa nobile città. Dinanzi ad un sì eletto uditorio ben sarebbe pregio dell'opera presentare in tutta la sua interezza la imponente figura del grand'uomo scomparso; ma è così complessa nelle sue attitudini l'anima di D. Rua, e sono perciò così molteplici gli aspetti sotto i quali la si può considerare, che un elogio abbracciante in modo adeguato tutta la vasta materia.... esigerebbe un tempo ben lungo. Mi limiterò adunque a considerare D. Rua sotto un solo aspetto, o per dir più chiaro parlerò di una sola delle sue virtù: una virtù poco apprezzata dal mondo, era appunto per questo più degna di essere rilevata, tanto più che fu dessa, senza alcun dubbio, il solido fondamento su cui l'Uomo di Dio eresse l'edifizio della sua santità e della sua grandezza.

E conchiudeva:

« Date pure a D. Rua tutte le qualità del così detto uomo superiore: dategli, ciò che d'altronde egli ebbe, l'acutezza della rasente, la bontà del cuore, l'energia della volontà, la generosità del carattere, la resistenza della fibra, la indefessità del lavoro: ma tutte queste qualità ed altre ancora, potranno esse mai fornire una spiegazione sufficiente della vastità dell'opera da lui compiuta? No! le forze semplicemente umane non reggono a tanto: è d'uopo pensare a qualche cosa di più e di meglio: ad un soccorso, cioè, che viene dall'alto e che D. Rua sollecitò e attirò sopra di sè con una incessante preghiera.

» Si chiami adunque il Successore di Don Bosco con quanti titoli si vuole; lo si dica, come fu detto, l'apostolo della religione , l'angelo della carità, il padre degli orfani, un sovrano della bontà, l'eroe del lavoro, il benefattore dell'umanità: ma se si vuole dargli un titolo che in sè contenga e spieghi tutti gli altri, lo si dica l'uomo della preghiera! »

SPEZIA. - Il 22 aprile, nel Santuario di N. Signora della Neve, con assistenza pontificale del Vescovo di Sarzana Mons. Carli. Cantò la messa il nuovo abate di S. Maria rev.mo G. B. d'Isengard, presenti il Vicario Generale della Diocesi Mons. Bernardino Raganti in rappresentanza del Capitolo della Cattedrale di Sarzana, il Capitolo della Chiesa Abbaziale in corpo, il P. Rettore dei Passionisti di Brugnato, tutto il Clero secolare e regolare, i vari istituti femminili della città, alcune società cattoliche con bandiera, e più di cinquanta Parroci e sacerdoti della Diocesi. Dopo messa, disse l'elogio il prof. D. G. B. Sammory, e Mons. Vescovo impartì l'assoluzione. « Si sarebbe detta - scrisse il Cittadino di Genova - una manifestazione di lutto cittadino; tanta era la folla che gremiva il tempio ».

SAN PIER D'ARENA (Genova). - Il 15 aprile, nella Chiesa Parrocchiale di S. Gaetano. - Sulla porta maggiore si leggeva l'epigrafe:

Entrate, o fedeli - in questo sacro tempio - ove all'anima grande - di Don Michele Rua - rendono tributo di ferventi suffragi - i Salesiani, i Cooperatori, le Cooperatrici; - con le loro unite le vostre preci - imploranti all'Estinto - delle opere grandi, delle esimie virtù, eterna ricompensa.

Il tempio era severamente addobbato a lutto: nel mezzo sorgeva il tumulo sormontato dalla croce e dalle insegne sacerdotali; ai quattro lati ardevano gruppi di ceri. Tutt'intorno facevano corona, sacerdoti, antichi allievi e gli allievi presenti dell'annesso Ospizio. Dietro il tumulo erano le rappresentanze, con bandiera, delle Società Operaie cattoliche di San Maurizio e di San Pietro di S. Pier d'Arena, del Circolo Giovanile D. Bosco, della Federazione delle Opere Cattoliche Liguri, della Direzione Diocesana, del Capitolo della Metropolitana e delle Collegiate di N. Signora delle Vigne, di N. S. del Rimedio e di Carignano, delle Conferenze di S. Vincenzo de' Paoli, delle Dame della Misericordia, della Direzione Diocesana dei Cooperatori Salesiani, del Collegio delle Scuole Pie di Cornigliano, e degli Istituti della Provvidenza, delle Suore di S. Anna, delle Pietrine, delle Madri Cristiane, delle Figlie di Maria e dell'Ora torio femminile di San Gaetano e di altri pii sodalizi ; e molti illustri membri del Clero e del Laicato, tra cui l'ing. Giacomardi, Consigliere comunale di S. Pier d'Arena, l'ing. Gustavo Dufour, Consigliere comunale di Genova, l'ing. Camillo Galliano; i Parroci di S. Pietro alla Foce, di S. Pietro in Banchi e di S. Sisto; gli Abati di S. Stefano e di Montesignano; il Can. Gioachino Lemoyne; il rev.mo D. Paolo Albera in rappresentanza del Consiglio Superiore della Pia Società Salesiana; gli Arcipreti di S. Quirico, Crevalona, Borzoli, Pontedecimo, Bolzaneto, Certosa, Rivarolo, Teglia e Busalla; i Parroci delle Grazie, di Coronata, Cornigliano e Cremeno; il Rettore di Belvedere, ecc. ecc.

Dopo l'ufficio dei defunti, cantò messa Mons. Francesco Olcese, Protonotario Apostolico, con assistenza pontificale di Sua Ecc. Rev.ma Mons. Edoardo Pulciano, Arcivescovo di Genova, che diè l'assoluzione al tumulo.

PIANI DI VALLECROSIA. - Il 21 aprile, nella Chiesa Parrocchiale. - Cantò messa, con assistenza del venerando Mons. Abati, Vescovo tit. di Dioclezianopoli, il Can. Luigi Gamaleri, Prevosto della Cattedrale di Ventimiglia. Molti distinti ecclesiastici, con a capo le rappresentanze del Capitolo della Cattedrale, del Seminario Vescovile, dei PP. Cappuccini di Villa Palma, dei Frati Minori di Terrasanta, dei Padri di S. Pietro, dei Fratelli delle Scuole Cristiane, dei Fratelli Maristi, nonchè le rev. Suore di Sant'Anna, le Trinitarie di S. Tommaso, e di S. Maria, le Suore della Presentazione e di Maria Ausiliatrice con le loro educande, e tutti gli alunni delle nostre scuole elementari presenziarono l'imponente cerimonia. Attorno il tumulo notavansi anche il Sindaco di Vallecrosia, dott. Covelli, il cav. Luigi Giribaldi, presidente della locale Società Cattolica, con numerosi membri della medesima e rispettiva bandiera: l'avv. Lorenzo Ricci Presidente delle Società Sportive Cattoliche Liguri: il Presidente della società ginnastica Fortitudo, ed altre distinte persone. Prima delle esequie disse un bell'elogio funebre il can. D. Giuseppe Goggioso, che ventidue anni or sono avea tessuto nella stessa chiesa anche l'elogio di D. Bosco.

S. STEFANO DI MAGRA. - Il 7 maggio, nella Chiesa Parrocchiale, parata a lutto, per iniziativa dell'arciprete D. Michele Boeri. V'intervennero i Parroci di Ponzano al piano, di Capriglio e di Albano; e con le più distinte famiglie del paese, tutti i bimbi dell'Asilo e le alunne e gli alunni delle Scuole Comunali con i loro insegnanti.

VARAZZE. - Il 6 giugno, nella Chiesa Collegiata di S. Ambrogio interamente parata a lutto, e letteralmente gremita. Notavansi, in posti riservati, il rev.mo Capitolo e tutti i Parroci del Comune; la Fabbriceria della Parrocchia; la Giunta Municipale con il Sindaco avv. Visca, il prof. Don Francesco Cerruti in rappresentanza del Consiglio Superiore, della Pia Società Salesiana; il pretore avv. Lodi; i Membri della Congregazione di Carità, dell'Asilo, della Conferenza di S. Vincenzo ; l'ufficiale delle RR. Poste sig. Vallino; le Comunità Religiose dei RR. PP. Domenicani e Cappuccini; al completo il Collegio Civico e gli alunni delle Scuole, le educande e le alunne dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice; la Società Cattolica, il Circolo « Virtù e Lavoro », le Società dei Carpentieri e Calafati coi rispettivi vessilli; le RR. Suore della Misericordia e dell'Immacolata; le Figlie di Maria, la Compagnia del Sacramento, le Orfanelle della Divina Provvidenza, la Compagnia del Sacro Cuore di Gesù della Parrocchia di S. Nazaro.

Cantò messa il rev.mo Prevosto Luigi Astengo; la schola cantorum del Collegio Civico, coadiuvata dalle cantorie cittadine, accompagnò con scelte note la mesta liturgia ; il prof. D. Santino Andreoletti disse il discorso.

VIII) - EMILIA E ROMAGNA.

BOLOGNA. - Il 13 aprile, nella Chiesa del Corpus, detta della Santa, affollata di Cooperatori, Sacerdoti, signore e signori dell'aristocrazia e di popolo. Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giacomo della Chiesa vi assistè pontificalmente. Vi assistè pure S. E. R. Mons. Bacchi, vescovo titolare di Mindo, vicario generale. La messa venne celebrata da Mons. Canetoli e gli alunni dell'Istituto Salesiano, insieme con la schola cantorum del Seminario, eseguirono scelta musica sotto la direzione del maestro Tassi. Il Direttore Diocesano Mons. Carpanelli tenne l'orazione funebre, che destò viva commozione.

« Noi non lo vedremo più! - disse - ma chi partecipò al primo Congresso internazionale dei Cooperatori Salesiani, tenuto in questo Santuario, dove anch'io sedetti al suo fianco come Segretario Generale, non può avere dimenticato don Michele Rua, il Presidente effettivo, che sopra il volto stremato e consunto, recava la espressione viva di un'abitudine antica e famigliare ai pensieri santi, all'orazione, alla penitenza. Quanti gli parlarono rimasero colpiti dalla parola buona, sincera, raggiante di fede, di sapienza, e anche di letizia: quanti gli si rivolsero per otre ed affari lo ammirarono superiore valente, conoscitore memore e mirabile di uomini e di cose, sempre umile nelle glorie, calmo nelle tempeste, sempre con le pupille al Cielo ».

BORGO S. DONNINO. - Il 7 maggio, nella Cattedrale, per iniziativa di quel rev.mo Capitolo, in suffragio anche di D. Carlo M. Baratta, che aveva efficacemente cooperato alla fondazione di un Oratorio Salesiano in quella città. Sua Ecc. Rev.ma Mons. Leonida Mapelli Vescovo Diocesano, fece assistenza pontificale e disse il discorso commemorativo.

FAENZA. - Il 4 maggio, nella Chiesa dell'Istituto Salesiano, con assistenza di quel venerando Pastore Mons. G. Cantagalli. Celebrò il Vicario Generale Mons. Botti. Oltre il rev.mo Capitolo della Cattedrale che faceva corona a Mons. Vescovo, assisteva pure in apposite pancate il Collegio dei Parroci. Prima delle esequie Mons. Luigi Ferretti di Ferrara tessè l'elogio funebre con forma splendidissima, elevandosi, nella descrizione delle benemerenze del defunto e dell'omaggio universale reso alla sua morte, ad un lirismo superiore e commoventissimo.

FERRARA. - Il 13 aprile, nella Chiesa dei Teatini. - Pontificò S. E. Rev.ma Mons. Adamo Borghini, Vescovo Ausiliare, con assistenza dell'Arcivescovo, l'Em.mo Card. Boschi. Assistevano, tra un'onda di popolo, il cav. Bisi per il Prefetto, l'assessore M.° Melchiorri per il sindaco, il cav. Valeriani presidente del Tribunale, l'avv. Salviati sostituto procuratore del Re, l'avv. Lauratti giudice istruttore; dieci Ufficiali del 14.° artiglieria, dei lancieri «Aosta », del battaglione di fanteria e del Distretto; il prof. Bigoni ispettore scolastico comunale, il direttore delle poste, il prof. Tognini del Collegio « Manzoni », il sig. Leo Felloni per la Congregazione di Carità, l'ing. Scabbia per le associazioni cattoliche di Ferrara; il sig. G. Maffei per il C. U. C., il cav. Tibertelli per la Conferenza di S. Vincenzo e per il Consiglio del P. C. R., il rag. Rovigatti per il personale del P. C. R., il comm. Callisto Patrignani, le rappresentanze degli ordini religiosi, del rev.mo Capitolo Metropolitano, delle associazioni cattoliche maschili e femminili, numerosissimi giovani della « Società ex-alunni dei Salesiani », l'orfanotrofio Umberto I, il Collegio Manzoni, i convittori del Collegio Salesiano e numerosissime signore. Il rev.mo Mons. Luigi Ferretti pronunciò il discorso, rilevando le virtù dell'estinto e sintetizzando l'opera sua.

LUGO. - Il Z2 maggio, nella Chiesa Collegiata parata a lutto. Ai lati del tumulo stavano gli alunni dell'Istituto salesiano e le alunne del l'Educatorio delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ed in posti speciali le autorità e gli invitati. Molte le rappresentanze di istituti di educazione e di associazioni cattoliche, le quali con un nobile manifesto avevano invitato la cittadinanza alla mesta cerimonia. Assistè pontificalmente Sua Ecc. Rev.ma Mons. Baldassari, Vescovo d'Imola. A tutti gli invitati ed al popolo affollato fu distribuita una memoria dell'illustre estinto, e Monsignor Ferretti di Ferrara lesse l'elogio funebre.

Vi convenne, in mezza divisa, anche la Vita di Granarolo.

MODENA. - Il 9 maggio, nella Chiesa di S. Francesco. - Solennissime furono le funebri onoranze rese da Modena a D. Rua. Un grande manifesto era stato fisso ad ogni svolto della città; la chiesa era stata per intero apparata a lutto. Maestoso il catafalco. a torre, ornato di cinque statue, rappresentanti, al vertice, la fede, ai lati le virtù cardinali : numerose torcie lo illuminavano in giro e lo ornavano le seguenti iscrizioni:

I) - In fide et lenitale ipsius sanctum fecit illum.

II) - Accipe puerum et nutri mihi; Ego dabo tibi mercedem tuam.

III) -Filioli mei, non diligamus verbo neque lingua, sed opere et veritate.

IV) - Domine, tu omnia nosti, Tu scis quia amo te.

E sulla porta:

La prece pia - ravvalorata dai sacrifici espiatori - salga all'Altissimo in odor soave - per l'anima del sacerdote Michele Rua.

Figlio di predilezione - al venerabile Giovanni Bosco - della grande anima paterna - ritrasse le virtù tranquille serene - esalanti profumo di celestiale bontà - ebbe gli slanci generosi, i forti ardimenti.

Migliaia di giovinetti il salutarono padre - i popoli delle lontane Americhe - le estreme infuocate lande Patagóne - gl'infelici reietti lebbrosi - acclamaronlo Apostolo - veramente Egli passò in mezzo agli uomini facendo sempre del bene.

Cittadini - all'inclita memoria - date plauso e corone.

Non poche messe celebraronsi durante la mattinata, affluendovi ad ogni ora i devoti. Sulle dieci il sacro tempio si trovò gremito. Notavansi fra gl'intervenuti le Autorità Prefettizia, Municipale, Militare, Giudiziaria, Finanziaria, Scolastica; il rev.mo Capitolo ed il Seminario Metropolitano; il Collegio dei Parroci Urbani; l'Istituto Salesiano, con bandiera; le rappresentanze di tutti gli Ordini Religiosi, degli Istituti S. Carlo, S. Filippo Neri, Patronato, S. Cuore, S. Paolo, Sordomuti, Orfanelle ; degli Oratori Filippiano e S. Lazzaro, ed erano pur presenti le Signore Cooperatrici Salesiane e le deputazioni di tutte le Società Cattoliche femminili.

Sopraggiunte le LL. EE. RR.me Mons. Natale Bruni, Arcivescovo di Modena ed Abate di Nonantola, Mons. Andrea Righetti, Vescovo di Carpi, Mons. Guido Conforti, ArcivescovoVescovo di Parma, Mons. Pellizzari, Vescovo di Piacenza, Mons. Leonida Mappelli, Vescovo di Borgo S. Donnino, alle dieci e mezzo ebbe principio il solenne Pontificale, celebrato dal prelodato Mons. Arcivescovo, con accompagnamento di musica liturgica, eseguita dagli alunni dell'Istituto Salesiano.

Terminato il Pontificale, S. E. R. Mons. Righetti salì alla tribuna ed a voce alta, vibrata, talora commossa, pronunciò l'elogio del defunto. L'illustre Prelato prese le mosse dal chiedersi, con accento rivelante la profonda amarezza dell'animo, se eran proprio quelle le onoranze a cui da lunga mano si preparavano le schiere innumerabili dei figli e degli ammiratori di D. Rua, e se le rete gioconde feste giubilari del sacerdozio di Lui dovevan proprio essere prevenute dalla mestizia infinita d'una irreparabile perdita. Modena, che spontanea e tutta si raccoglie nel tempio ad onorare il sacerdote scomparso, non soltanto scioglie a lui un debito di riconoscenza per la benefica Istituzione che le fece sorgere in seno, ma proclama la grandezza morale di Lui, le cui virtù bene riassume l'elogio ispirato « Homo Dei ». Egli fu l'Uomo di Dio e fu tale non solo pei pregi di santità onde rifulse, ma altresì perchè uomo della Provvidenza, suscitato giusta i bisogni del suo tempo a redenzione del popolo, dell'operaio, a salvezza della gioventù.

PARMA. - Il 14 aprile, nella Chiesa dell'Istituto S. Benedetto. - Anche la città di Parma non fu seconda ad altre, nell'onorare la memoria del 1° Successore di D. Bosco. Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Guido Conforti, Arcivescovo-Vescovo, assistito da Mons. Pietro del Soldato e da altri rev.mi Canonici, ebbe la bontà di celebrare la messa pontificale. Enumerare tutti i membri del Clero presenti all'imponente cerimonia, da Mons. Aicardi Vicario Generale e dal Rettore del Seminario, alla rappresentanza dell'Almo Collegio Teologico, ai parroci della città e dei dintorni, ai Benedittini, ai Carmelitani, ai Francescani, ai Cappuccini, agli Stimmatini ed ai Fratelli delle Scuole Cristiane, non è possibile. Eran pur presenti quasi tutte le autorità governative, giudiziarie, militari e cittadine, nonchè l'on. Peppino Micheli, deputato di Langhirano, il dott. cav. Mandolesi, medico provinciale, l'avv. Maestri consigliere provinciale, il cav. Scaccaglia, Sindaco di Fontanellato, il Giudice avv. Giuseppe Severi, il Giudice Mazzola, il cap. nob. Mario Luigi Gravosio, il conte Boselli, il conte Magawly, il cav. Fontana, il novello Direttore del R. Riformatorio della Certosa e un'eletta schiera di signore e signori del patriziato e della borghesia cittadina, nonchè del ceto operaio; più le rappresentanze delle rev.me Suore di S. Anna, della Carità, delle Dame Orsoline, delle Suore di Maria Consolatrice ed altre istituzioni religiose; il benemerito Comitato delle Dame patronesse degli Oratori Festivi quasi al completo; il Circolo Giovanile Cattolico Domenico Villa e quello Niccolò Marchese con bandiera, e la Vescovile Scuola di Religione. Prima delle esequie salì il pulpito il dott. D. Paolo Lingueglia direttore del Collegio Salesiano che con parola adorna e commossa tessè un discorso, degna omaggio di figlio affettuoso al padre lacrimato e indimenticabile, mostrando l'intreccio delle benemerenze civili e patriottiche e sociali dell'Estinto colle sue sode ed eroiche virtù religiose, che di quelle furono la sorgente.

* *

CADIGNANO (Modena). - L'11 aprile, nella Chiesa Parrocchiale, per iniziativa del parroco Don Anselmo Vecchi; vi accorsero non solo i Coperatori ma anche molti fedeli, ammiratori delle virtù di. D. Rua.

REGGIO EMILIA. - Il 22 aprile, nella Chiesa di S. Zenone, per cura del parroco D. Andrea Meloni, decurione, e di alcuni cooperatori. - Molti sacerdoti vi si recarono a celebrare la S. Messa: alle 8 cominciò il canto del notturno colle Lodi, cui seguì la messa solenne con musica del Perosi. Prima del Libera salì il pergamo il Can. Penitenziere D. Giovanni Saccani, il quale tessè l'elogio funebre dell'amato Superiore, alla presenza di un numeroso stuolo di Cooperatori e Cooperatrici.

Il pissimo Successore di D. Bosco venne pure suffragato solennemente a Lugagnano, a Formigine e a Berceto.

(Continuazione e fine al prossimo numero).

UNA PREGHIERA.

È desiderio di tutti che la cara memoria del primo Successore di D. Bosco possa giungere ai posteri, quale oggi è in noi, viva e parlante.

Per questo i Salesiani, i parenti, gli amici e gli ammiratori dell'indimenticabile estinto sono pregati di annotare quanto stimano degno di memoria intorno la sua vita, le sue parole, le sue opere ; e d'inviare i loro appunti, redatti in qualsiasi lingua, in fogli liberi da corrispondenza e firmati al sig. D. Filippo Rinaldi, via Cottolengo, 32 - Torino.

Saranno ricevute con la più viva riconoscenza anche poche linee, contenenti un fatto o un motto degno di essere rilevato, e riusciranno particolarmente preziose le memorie degli antichi suoi condiscepoli od ex-allievi, ed i giudizi di chi l'abbia frequentato ed esaminato durante la vita.

Facciamo pubblicamente questa preghiera, perchè contiamo assai sull'affetto di molti egregi cooperatori e di molte zelanti cooperatrici per una raccolta di memorie, la quale, ove non si compie ora, non potrà più riuscire veramente completa.

DALLE MISSIONI

PATAGONIA SETT.

Alle sorgenti del Neuquén. (Lettera del Sac. D. Matteo Gavotto).

Chos-Malal, 10 febbraio 1910. REV.MO SIG. D. RUA,

È molto tempo che Ella non ha più notizie di questa Missione, e pensando allo zelo che nutre per gli interessi spirituali e, materiali di queste terre, mi proverò ad inviarle un breve resoconto dei frutti da noi raccolti l'anno passato.

Prima però, mi premetta di darle un cenno dell'ultima escursione apostolica, compiuta dal sottoscritto e dal sac. Giovanni Franchini al Nord-est di Chos-Malal nel punto detto comunemente las Veranadas del Rio Malbarco, presso le sorgenti del Neuquén e del Neueve.

Accompagnati da una guida, intraprendemmo il viaggio per Malbarco il 4 gennaio, risalendo il Curileo in direzione del Paso de la Cordillera del Viento, per esser la via più breve. Alle due pomeridiane giungemmo ai piedi della Cordigliera di fronte al detto piccolo passo, ove ci riposammo in casa dell'amico nostro il sig. Belisario Chandia. In quel mentre ecco rannuvolarsi il cielo, minacciando un forte temporale. Non sapevamo se dovevamo seguir il viaggio o tramandarlo al dì seguente, non tanto pel timore di un bagno, quanto per paura del vento, il quale in quel punto soffia talmente impetuoso, che non è più possibile viaggiare nè a cavallo nè a piedi. Ma alla fine ci decidemmo a continuare, abbandonandoci nelle braccia nella Divina Provvidenza; e lo stesso padron di casa ci accompagnò fin su un altro sentiero che metteva più direttamente al passo suddetto. Non avevamo ancor percorso una lega e il cielo si era fatto più oscuro, il che ci mise in apprensione sapendo che non avremmo trovato nelle vicinanze nè una casa, nè una capanna, ove ripararci. Lampi e tuoni si succedevano senza posa, e il temporale si avvicinava minaccioso da ogni parte. Ma, grazie a Dio, alle 5 giungemmo alla cima, cioè a circa 2200 metri e, mentre a basso cadeva tutt'intorno una pioggia torrenziale, noi eravamo tranquilli in una calma perfetta! Non potemmo resistere al fascino di contemplare un istante quel magnifico panorama; quindi cominciammo a scendere l'opposto versante ed alle 6 ci trovammo un centinaio di metri più abbasso, nella vallicella del Butalon, che scende quasi a picco fra aspri macigni colle acque spumanti, che paiono ansiose di gettarsi in seno del grande e lontano Neuquén. Lassù, al riparo di una solitaria capanna, contemplammo meglio la tormenta che avevamo sfuggito, e dopo aver preso un po' di cibo ci coricammo.

Il domani sorse splendidissimo, e noi, rimessici in cammino, giungemmo alle tre pomeridiane a Pichiñires, piccola borgata sulla sponda del Malbarco, mèta della nostra prima missione. Postici all'opera fin dalla prima sera, continuammo a lavorare per cinque giorni interi, restando consolati pel numero di quelli che intervenivano alla messa ed alle nostre prediche e conferenze.

L'11 passammo al Roblecillo nella valle del Neuquén, ove demmo missione in una grande capanna fatta di rami e coperta di paglia, che il buon Ignazio Cerda aveva improvvisato a quello scopo, essendo caduta la casa dove già solevamo predicare. Avvisati del nostro arrivo, gli abitanti ebbero l'affettuoso pensiero d'inalberare sulla facciata della futura basilica le bandiere argentina e chilena, adornarne l'interno con un arco di fiori naturali e artificiali, e farci un cordiale ricevimento. Di tutto va data lode principale al signor Giulio Tagle, chileno, ivi villeggiante, il quale ci riserbava un'altra grata sorpresa, il regalo di un servizio completo di paramenta per celebrare la S. Messa che egli aveva portato dal Chili e che, sebbene non fosse nuovo, ci fu carissimo e ci servì a maraviglia in quella stessa missione.

Il 15, dopo aver celebrato, proseguimmo il viaggio fino a Cullincó, fiumicello che scorre nelle vicinanze del Neueve, per dare un'altra missione in casa del nostro caro e buon amico Dionisio Guzmàn, ma con vivo dispiacere sentimmo che egli si trovava nel Chilì con quasi tutta la famiglia, per curare la sua degna sposa, inferma da qualche tempo. Noi però fummo ricevuti egualmente con le più delicate attenzioni dal figlio Isidoro, l'unico che fosse rimasto in casa; e là pure la missione ebbe frutti consolanti.

Il giorno 18 D. Franchini scendeva fino al Chilì per alcune provviste necessarie, ed io continuai a dar missione fino al 23, in cui mi posi in viaggio di ritorno, fermandomi alla distanza di quattro leghe nel punto detto Ovejas, dove avea mandato a preavvisare che per comodità dei vicini i quali non avessero potuto recarsi a Cullincó, mi sarei fermato un giorno intero. Ed il concorso fu tanto, che dovetti fermarmi colà per ben tre giorni.

Il 27 era in procinto di proseguire il ritorno fino a Chos Malal e mi disponeva a celebrare la S. Messa, quando giunse uno con un cavallo e m'invitò a seguirlo per andare a confessare il padre suo infermo, alla distanza di circa quattro leghe. Celebrai riponendo nella teca un'Ostia consacrata e salito a cavallo mi recai presso l'infermo, al quale amministrai tutti i Sacramenti, compreso il Viatico, che ricevette con la più grande divozione. Il pover'uomo non finiva di ringraziare il Signore pel singolare favore ricevuto, singolare in vero in regioni così lontane - come quella - dalla parrocchia, e a me pure non sapeva come mostrare la sua gratitudine.

Alle due pomeridiane era già di ritorno alla casa di missione, ma mi sentii così stanco che decisi differire la partenza pel dì seguente, in cui partii assai per tempo con animo di giungere in giornata a Chos-Malal per prender parte alla festa di S. Francesco di Sales.

Giunto invece ad Andacollo, piccolo villaggio sorto per le vicine miniere aurifere, una famiglia mi supplicò di fermarmi un giorno per benedire una coppia di sposi che dovea arrivare. E di fatto colà benedissi una coppia di sposi che capitarono non aspettati; ma non essendosi presentati nel termine fisso i promessi a me annunziati, il 30 mi posi in marcia fino a Chos-Malal, dove due giorni dopo giungevano anche gli sposi suddetti per celebrare il matrimonio ecclesiasticamente, avendolo celebrato civilmente in Andacollo.

In questa escursione, durata dal 4 al 30 gennaio, amministrammo, amatissimo Padre, 414 Comunioni, 107 Cresime, 75 battesimi e si benedissero 10 matrimoni.

Venendo ora al resoconto generale di quel po' di bene che abbiam fatto nell'anno scorso 1909, le dirò che abbiam dato missioni nei luoghi seguenti:

Los Tres-Chorros - Taquimilan - Trauncura - Quintuco - Pilmatue - Las Lajas - Couneó - Carreus - Llamucos - Las Lajtas - Haychal - Codigue - Yumugumu - Loncopué - Ranquilon - Norquín - Guecú - Cholor - Villu - Mallin - Nireco - Guañaco - Pichiñires - La Fragua - Cullincó - Las Ovejas

- Andacollo - Chacaymelehue - Cura-Mallin - Los Menucos - Curileo-arriba - Tricau Malal - Chapua Barranca - Bularanquil - Tril e Chacayco.

Ed i frutti raccolti coll'aiuto di Dio e della nostra cara Madre Maria SS.ma, furono i seguenti

Comunioni   n°. 1915

Cresime   »   634

Battesimi   »   442

Matrimoni   »   36

Facendo votì che il Signore le conceda, amato Padre, lunghi anni di vita, e raccomandandomi alle sue preghiere, pongo fine a questa lettera dicendomi

Della S. V. Ill.ma

Dev.mo ed Aff.mo Figlio in G. C. Sac. MATTEO GAVOTTO Missionario Salesiano.

In fascio.

RAWSON (Chubut) Fanno pietà le lettere che ci arrivano da quel povero centro di missione così terribilmente provato coll'incendio, cui accennammo nel mese u. s. Urge infatti il bisogno di provvedere non solo al risarcimento dei danni recentemente sofferti, ma anche allo sviluppo dell'azione del Missionario in quelle terre, ove l'immigrazione, anche di famìglie di protestanti, va di anno in anno aumentando. L'invio quindi di un rinforzo di personale sarebbe indispensabile.

JUNIN DE LOS ANDES. - Il Missionario Don Domenico Milanesio, con lettera del 15 maggio 1910 ci dà brevi notizie di una lunga escursione apostolica da lui compiuta nel 1909 nel Territorio del Neuquén percorrendo circa 1ooo chilometri. Stette in viaggio di missione tre mesi e fece 220 istruzioni e catechismi, raccogliendo 230 battesimi, un numero ancor maggiore di cresime ed ascoltando più di trecento confessioni.

« Nella colonia di Sant'Ignazio, ebbi la soddisfazione di catechizzare - egli scrive - venticinque indigeni, tutti parenti e sudditi dell'estinto Cacico Namuncurà. Ed era cosa edificante il vedere quei novelli cristiani ai piedi dell'altare in devoto atteggiamento, ascoltare la parola di Dio e ripetere le preghiere che loro suggeriva un buon catechista durante la Santa Messa. Per cinque giorni continui li radunai tre o quattro volte al giorno.

» Ogni mattina, dopo una breve spiegazione della dottrina cristiana, diceva la santa messa, quindi faceva loro una predica e si terminava la funzione con il canto di una lode di facile esecuzione. Verso le dieci si faceva un'altra volta la dottrina, il che si ripeteva alle tre pomeridiane, consacrando il resto della giornata per la amministrazione dei sacramenti.

» Ogni sera poi si recitava il Santo Rosario, quindi si dicevano le preghiere e si chiudeva la giornata con una mezz'ora o magari tre quarti d'ora d'istruzione.

» In questo modo ebbi la soddisfazione di dare all'ultimo giorno la Santa Comunione a venticinque persone, tra cui ventiquattro indigeni. L'unico civilizzato presente, uno spagnuolo, al vedersi solo in quel modesto circolo di Patagoni che ricevevano la santa Comunione con tanta pietà, commosso esclamava: - Sembra che gl'indigeni vogliano prendere il nostro posto, e che noi cattolici, seguendo la massime d'un secolo senza fede, passiamo a rappresentarli nel proscenio dei deserti o delle foreste!

» Oh voglia il Cielo, che simiglianti funzioni si ripetano spesso a vantaggio dei novelli convertiti ed a riflesso salutare di tanto cristiani indifferenti che, benché nati nel seno della chiesa, vivono senza religione ».

Lettere di famiglia.

DA COSTA RICA

Tra le rovine di Cartago. (Lettera dell'Ispettore D. Giuseppe Misieri).

Panama, 24 giuno, 1910.

REV.MO SIG. D. RINALDI,

sua veneratissima mi raggiunse in Panama, dove mi trovo appena da due giorni. Partii da S. Tecla il 3 maggio e passai a visitare la casa di Honduras, già incominciata nella capitale : la casa di Granada nella Rep. di Nicaragna, offerta e già accettata dal compianto D. Rua : e la casa, che fu, di Cartago nella Rep. di Costa Rica.

Non so esprimere l'angoscia che provai all'arrivare a quella Cartago, così fiorente, così gentile, così popolata ed ospitale, da essere il centro più commerciale della repubblica, dove accorrevano a villeggiare i capitalisti e le principali famiglie di Panama! Quando la vidi rasa al suolo e ridotta a un cumulo di rovine senza nome e senza precedenti, mi caddero calde lagrime senza neppur che mi accorgessi. Ero accompagnato dal nostro D. Guerra e dal direttore.

Passando sopra rovine di ogni genere, traversammo quelle che poco prima erano vie pulitissime, viali incantevoli, corsi ameni, ritrovi di vita e di gioia, divenuti cumuli di macerie, e finalmente giungemmo al luogo dove sorgeva il collegio. Qualche parete, che contro ogni legge d'equilibrio si manteneva ancora in piedi, ce lo fece riconoscere. La grande facciata della chiesa si vede divisa come in due parti da cima a fondo; e la torre che svelta si elevava verso il cielo nel centro della medesima, precipitata in frantumi nel sottostante viale. Le pareti laterali di tutta la chiesa, come due immensi fogli di un libro gigantesco, giacciono rovesciate al suolo , l'una verso l'interno e l'altra verso l'esterno dell'edificio, divelte fin dalle fondamenta. L'arco che divideva il sancta sanctorum dal corpo della chiesa si vede confitto al suolo rotto in due parti, avendo trascinato nella sua caduta il tetto e l'altar maggiore e le pareti laterali del medesimo presbiterio e parte della sacrestia.

La Madonna, solo la Madonna, nella sua bella nicchia rimase intatta ed in piedi come a benedire per l'ultima volta quei suoi figli che fra spasimi immensi esalavano l'ultimo respiro ! A me parve un'apparizione di cielo.

Nell'ora del disastro, tutta la comunità (15o individui all'incirca) si trovavano radunati nella chiesa pel bel mese di maggio. Già scintillavano le cento lampadine elettriche ; già s'erano accesi i cerei dell'altare, pronti a circondar di luce Gesù sacramentato al suo apparire sul trono ; già i sacri ministri stavano per indossare le paramenta, quando un fragore di cento tuoni, un boato di mille cannoni accompagnato da giganteschi crolli, convertiva in due secondi quel piccolo paradiso di luce e di armonia, in un caos orrendo di confusione, di oscurità e di morte ! Fu provvidenza che si sieno potuti salvar tanti ! Molti furono quelli che rimasero sepolti sotto quei rottami, ma dovemmo lamentare solo la morte dei due confratelli Stanga Francesco e Gioachino Vega. del famiglio Riccardo Solano, e di quattro giovanetti. Gli altri, più o meno feriti, poterono essere estratti a tempo e curati nelle loro contusioni.

La casa è tutta in rovina: nessuna parete rimase al suo posto ; quella che non è spaccata, è precipitata al suolo, di modo che non si potrà utilizzare nulla dell'antica costruzione. Le macchine dei laboratori, i mobili delle scuole, del refettorio e dei dormitori, gli utensili di cucina e quanto si trovava nel collegio tutto fu sepellito e rovinato.

Il panico rimasto nei confratelli e ragazzi superstiti non si può immaginare. Le sofferenze che dovettero soffrire, sono indescrivibili. Passarono la notte a cielo aperto sotto una pioggia torrenziale, dolenti per le contusioni ricevute, ma più ancora straziati dalle grida pietose di quelli rimasti sepolti sotto le macerie, non potendo recar loro nessun aiuto a causa delle molte scosse che si succedevano senza interruzione, dell'acqua torrenziale, che cadeva e dell'oscurità profonda in cui erano involti. Non è poco provvidenziale se qualcuno dei confratelli, specie il direttore, non sia diventato pazzo !

Ed ora, che fare ? Per adesso sono ricoverati nella città di Heredia in una casa offerta da mons. Vescovo. Era mio desiderio indurre la Commissione dell'Ospizio a fondarlo altrove ; ma l'attuale

Presidente della Repubblica, nipote della signora che lasciò il capitale per l'opera pia, è deciso di far risorgere la città di Cartago, e non permette che i Salesiani se ne allontanino. Anzi egli ha promesso di aiutare efficacemente la ricostruzione dell'ospizio e la sullodata Commissione ci ha assicurato di darcelo terminato in pochi mesi.

Mi parve prudente il non contraddire e già si sta attendendo a razionale e prudente riedificazione, cosicché fra breve anche là si tornerà a vivere la vita di prima.

E di Panama che dirò ? Qui D. Bosco ha fatto veri prodigi, muovendo anche il cuore dei più riottosi, di maniera che in meno di sei mesi si vide sorgere uno splendido edificio capace di contenere cento e più giovani. Costò cinquantamila scudi e si è terminato senza un centesimo di debito. I cooperatori, specialmente il papà dei Salesiani, il sig. Nicanore Obarrio, riguardano l'opera nostra come opera loro, e provvedono quanto è necessario per il suo sviluppo. Quanto bene potremo fare se i RR.mi Superiori ci daranno il personale necessario ! Qui , in questi paesi, è proprio il caso di dire: Parvuli petierunt panem et non erat qui frangeret eis.

Presentemente Mons. Cagliero si trova in Guatemala ; quando lo lasciai nel Salvador due mesi fa, soffriva ancora per febbri palustri; presentemente, secondo ultime notizie, gode buona salute.

Riceva, rev.mo Padre, i più schietti sentimenti di stima e venerazione dal Suo Obbl.mo

SAC. GIUSEPPE MISIERI.

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella o se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'Indulgenza Plenaria:

ogni mese:

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno ;

2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona morte;

3) nel giorno in cui si radunino in conferenza;

Dal 10 agosto al 15 settembre:

1) il 15 agosto, Assunzione di Maria SS. ; 2) il 16 agosto, S. Rocco confessore ;

3) il 26 agosto, festa del S. Cuor di Maria; 4) l'8 settembre, Natività di Maria SS. ;

5) l' 11 settembre, festa del Nome di Maria ;

6) il 14 settembre, festa dell'esaltazione di santa Croce.

Inoltre : ogni volta che essendo in grazia di Dio (senza bisogno di accostarsi ai SS. Sacramenti o di visita a qualche chiesa) reciteranno 5 Pater, Ave e Gloria Patri per il benessere della cristianità ed un altro Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, lucreranno tutte le indulgenze delle Stazioni di Roma, della Porziuncola, di Gerusalemme e di S. Giacomo di Compostella.

IL CULTO di Maria Ausiliatrice

LA CONSACRAZIONE DEL NUOVO TEMPIO DI ALMAGRO A BUENOS AIRES

DEGNO e memorando contributo alle Feste Centenarie dell'indipendenza della Repubblica Argentina fu dato dai Salesiani di Buenos Aires coll'inaugurazione dell'artistico Tempio della Parrocchia di S. Carlo in Almagro, dedicato al S. Cuor, di Gesù ed a Maria SS. Ausiliatrice.

Il 21 maggio, Sua Ecc. Mons. Giacomo Costamagna, per delegazione dell'ecc.mo Mons. Arcivescovo, compì la cerimonia solenne della consacrazione del nuovo Tempio e dell'altar maggiore, celebrando in seguito messa pontificale, in cui tenne pure sacra ordinazione, promovendo un chierico al suddiaconato e tre diaconi al sacerdozio.

Il giorno 24, festa di Maria SS. Ausiliatrice, celebrò la messa dellà Comunione Generale all'altar del S. Cuore S. E. Rev.ma Mons. Achille Locatelli, Arcivescovo tit. di Tessalonica ed Internunzio Apostolico, il quale ammise per la prima volta un ampio stuolo di fanciulli e fanciulle al Banchetto Eucaristico.

Nello stesso dì Mons. Giacomo Costamagna consacrava l'altare del Camarín di Maria Ausiliatrice, poichè, come ricorderanno i lettori, il nuovo Tempio consta di tre chiese: la cripta che fu inaugurata al divin Culto fin dal 1904, e il duplice tempio superiore, l'uno al livello della porta d'ingresso dedicato al S. Cuore di Gesù, l'altro in comunione col primo ma soprastante tutt'intorno alle navi laterali ed all'abside, ove, elegantissimo e maestoso e visibile dal piano inferiore, sorge l'altare dedicato a Maria Ausiliatrice. Terminata la consacrazione di detto altare, ivi stesso cominciò il solennissimo pontificale, con musica delle scholae cantorum di Collegi di Almagro, di Bernal, e della Boca, accompagnate dal poderoso organo liturgico, sebbene non ancora ultimato. Il salesiano D. Edoardo Dufrechou, della Repubblica Orientale, disse il panegirico.

Ma la più bella ed entusiastica dimostrazione di pietà fu la processione compiutasi nel pomeriggio, alla quale presero parte tutti i Collegi dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice della capitale, con un totale di oltre tremila alunni ed alunne: il Circolo O. C., l'Associazione di S. Giuseppe, una numerosa rappresentanza di Ex-alunni di D. Bosco delle varie Unioni di Buenos Aires, l'Apostolato della preghiera, le Figlie di Maria e gli ascritti all'Associazione dei divoti di Maria Ausiliatrice. L'interminabile falange alternava i canti sacri agli armoniosi accordi di quattro bande musicali ed al concerto festoso di dieci campane. Questo religioso trionfo ai vespri del l'atrio Centenario fu quanto mai suggestionante, e certo dovette infondere nel cuore dell'immenso popolo, accorso e spettatore, un senso di viva riconoscenza per Colei, che fu in ogni età l'aiuto dei popoli cristiani.

Le splendide Solennità dell'Ottavario si chiusero con un Triduo di Quarant'Ore, predicato da tre esimi oratori - il rev.mo P. Marzo, Rettore del Collegio delle Scuole Pie, il rev.mo D. Francesco Reverter, Rettore-Parroco di S. Cristoforo, il rev.mo P. Grote, dei Redentoristi - e furono coronate da una indimenticabile processione col SS. Sacramento, che si svolse il giorno 29 per le vie di Almagro.

Echi della Festa Titolare.

Se lo spazio ce l'avesse permesso, avremmo dato fin dallo scorso mese molte care notizie sull'esito splendidissimo degli onori resi a Maria Ausiliatrice nelle feste titolari. Ora, assecondando il desiderio di alcuni corrispondenti, accenneremo di volo pochi particolari.

A Chieri, nell'Oratorio di S. Teresa, preceduta dal mese predicato dal rev.mo P. Taverna d. C. d. G., festa solennissima il 15 giugno. Ben 6oo furono le S. Comunioni distribuite ; brillante oltre ogni dire il Saggio Catechistico che ebbe luogo la sera dopo le sacre funzioni; edificante l'accettazione di 64 nuove ascritte alle Compagnie dell'Immacolata e di Sant'Agnese.

A Riva di Chieri festa memoranda il 29 maggio, con affettuosa partecipazione di tutta la popolazione.

A Giaveno, la domenica 19 giugno, nella cappella del Pensionato delle Figlie di Maria Ausiliatrice si benedisse un'artistica statua della nostra Regina, tra la viva esultanza delle giovani e delle fanciulle dell'annesso Oratorio. Una divota processione, una spigliata accademia e più tardi una bella illuminazione furono la corona della festa.

A Borgia, in Calabria, si benedisse una nuova statua della Celeste Patrona, con entusiastici festeggiamenti, organizzati da apposito Comitato, coronati da una bella processione ed illuminazione.

A Bova Marina, festa solenne il 12 giugno nella Chiesa Parrocchiale. Alla messa cantata il Sac. Giuseppe Iacopino, Parroco Dittereo di S. Lorenzo, tenne dinanzi a numeroso uditorio l'orazione panegirica svolgendo con frase calda e smagliante la nota invocazione: Maria, Auxilium Christianorurn, ora pro no bis. Alla sera tenne la Conferenza Salesiana il rev.mo P. Francesco Coppola Parroco di Gallico. L'indimenticabile solennità si chiuse con la processione. La statua della Vergine Ausiliatrice fu portata a spalle da robusti giovinotti popolani che si disputarono quell'onore.

Anche dall'Estero ci pervennero entusiastiche relazioni da ogni parte, ed egualmente dobbiamo limitarci ad accennarne alcune.

A Santander, nella Spagna, vi fu una processione imponente per le vie principali della città con una splendida Statua, collocata su d'un nuovo artistico soglio recante impressi i più gloriosi trionfi dell'Ausiliatrice. Seguiva il simulacro il Vescovo Diocesano.

A Braga, in Portogallo, festa memorabile per entusiasmo, pietà e maestà di sacre cerimonie, che là pure ebbero la più bell'affermazione nella processione.

A Messico, numerosissime comunioni alla messa celebrata dall'Arcivescovo Mons. Giuseppe M. Mora y del Rio e gran concorso di divoti alla messa solenne pontificata dall'Ecc.mo Mons. Enrico Reed Da Silva, Vescovo tit. di Traianopoli, ed alla solenne processione col SS. Sacramento.

A Bogotà, in Colombia, messa pontificale di S. E. R. Mons. Delegato Apostolico, nella Chiesa Metropolitana. Alla messa, della Comunione generale si accostarono alla Sacra Mensa, fra un'onda di popolo e la parte più eletta dell'aristocrazia, anche S. E. il Gen. Gonzàlez Valencia, Presidente della Repubblica, accompagnato dal Ministro della Pubblica Istruzione.

A Santiago, nel Chilì, solennissimo pontificale di S. E. R.ma Mons. Enrico Sibilia, Delegato Apostolico, nel tempio della Gratitud Nacional.

Pellegrinaggio spirituale pel 24 corrente.

Invitiamo i devoti di Maria SS. Ausiliatrice a pellegrinare in ispirito al Santuario di Valdocco il 24 corrente e ad unirsi alle nostre preghiere.

Oltre le intenzioni particolari dei nostri benefattori, nelle speciali funzioni che si celebreranno nel Santuario avremo quest'intenzione generale

Supplicheremo Maria SS. Ausiliatrice a benedire il Processo Apostolico per la Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Venerabile nostro Fondatore D. Bosco, di cui il 16 corrente ricorre il 95° anniversario della nascita.

GRAZIE E FAVORI

La processione di Maria Ausiliatrice. (*)

Da più d'un mese mi trovavo in letto colpita da una pericolosissima malattia, ed avevo le mani inferme per sinovite. Era il giorno 24 maggio 19o9 e siccome giorni prima aveva subito un'operazione alle mani, il dottore venne a medicarmele e mi disse che avrei dovuto rimanere per sempre colle mani storpie. Com'egli se ne partì, mi rammentai che in quell'ora si faceva la processione della Vergine Ausiliatrice, e la pregai che allorquando dal Corso Regina Margherita spuntasse in Piazza Emanuele Filiberto, volgesse gli occhi a me e mi facesse la grazia di poter guarire; in segno di gratitudine Le avrei fatto l'offerta di un quadro con due mani d'argento.

Quale fu la mia gioia! Appena formulato questo voto, la SS. Vergine Ausiliatrice mi fece la grazia. Le mie mani incominciarono a migliorare, ed ora sono perfettamente guarite.

Maggio 191o.

R. M. nata ENRICI.

Cozzo Lomellina. - Fin da bambino soffrivo di anuresi: inutili riuscirono tutte le cure suggerite dai medici. Mi rivolsi a Maria SS. Ausiliatrice promettendo di far pubblicare la grazia qualora ottenessi la guarigione. A poco a poco cessò il disturbo ed ora posso dirmi completamente guarito. Riconoscente ringrazio la Vergine Ausiliatrice impetrando ogni benedizione.

2 giugno 1910.

Teol. D. B. N.

Vinchio d'Asti. - Come da un profluvio di fiori s'innalzi e giunga a Voi, o cara Ausiliatrice, un grazie cordialissimo che, circonfuso dalla più soave gratitudine, parte dal mio cuore a Voi tanto riconoscente per aver appagato un mio vivo desiderio.

22 maggio 1910.

BENILDE RAMPONE Maestra.

Torino. - Quanto sei buona, Maria Ausiliatrice ! Tu mi consolasti con una grazia ben prodigiosa. Ero malata ed i dottori volevano mandarmi all'Ospedale. T'invocai di tutto cuore promettendoti, se guarivo, di far pubblicare la grazia. Oh! bontà! Tre giorni dopo il dottore, tornatomi a visitare, non mi trovò più male alcuno. Ti ringrazio, o Madre mia dolcissima i e ti prego a concedermi altre grazie, che desidero tanto!

Suor Musso TERESA.

Torino. - Dopo tredici anni di acuto malore agli occhi, grazie a Maria SS. Ausiliatrice, io sono guarita ! Si uniscano tutti a me nel rendere le dovute grazie a così tenera Madre.

2 maggio 1910.

Ved. A. GIOVANNA.

Schio. - Sella Giovanni tornava tranquillamente a casa col suo carro, quando i bambini impazienti di abbracciarlo gli corrono incontro , ed in quel mentre il carro, perdendo l'equilibrio, si rovescia verso il muro di fianco dove si trovava la figlia ottenne. Il brav'uomo visto il pericolo grida a voce alta levando le mani al cielo : Maria Ausiliatrice, salvatela! Ed il carro che avrebbe dovuto schiacciare la bambina si appoggia lievemente sul tenero corpicciuolo ; levata da quelle strette, la piccina non sente il minimo dolore, ed il padre sta per svenire dalla gioia. Questo fervente cooperatore promette di venire a Torino a ringraziare la Madonna ed invia un'offerta.

Maggio 1910.

Sac. LUIGI TERRONE.

Loreto (Marche). - Era da parecchio tempo che soffriva di gastricismo cronico ed era assalita da vertigini fortissime che aveva prodotto nella mia persona uno squilibrio ed un deperimento spaventevoli. Senza trascurare i rimedi umani, feci ricorso, con gran fiducia, a Maria SS. Ausiliatrice. Quelli però a nulla giovavano; ma giunta in mia casa una venerata immagine di questa potente Signora, le vertigini così frequenti e così durature cessarono come per incanto, e gradatamente venni acquistando forza e vigore, sicchè ora son quasi del tutto ristabilita. Sciolgo quindi un inno di lode e di ringraziamento alla Vergine SS. Ausiliatrice, pregandola a volermi concedere ora un'altra grazia, che tanto desidero.

2 giugno 1910.

ENRICHETTA PESPANI.

Canale d'Alba. - Quante volte già esperimentai la tua protezione, o Vergine Ausiliatrice! Con fervide preci T'invocai nell'ora del dolore, e tu mi consolasti. Non ho parole atte ad esprimerti tutta la mia riconoscenza ! Senonchè quando avrei voluto recarmi al Tuo Santuario a compiere la mia promessa, caddi di nuovo ammalata, e di nuovo, allorchè i miei cari temevano di perdermi, io T'invocai stringendo la tua medaglia e Tu mi salvasti. Grazie, o Maria, e grazie pure con me ti ripete la mia famiglia. Oggi completamente guarita sciolgo il mio voto ai piè del tuo Altare facendo l'offerta promessa, ed implorando la Tua Benedizione su tutti i miei cari e su di me, che narrerò in eterno la tua bontà.

12 aprile 1910.

ROSINA VERGNANO nata PASQUINA.

Torino. - Maria SS. Ausiliatrice mi ha favorita in particolar modo coll'ottenermi, per ben quattro volte, la guarigione da grave malattia che sempre m'incolse nel decorso della stagione primaverile. E per quattro volte provai l'ineffabile gioia di poter ringraziare la Vergine Ausiliatrice, ai piedi della sua Statua, nella ricorrenza della Sua festa titolare e prima ancora. Sia Ella da tutti benedetta.

Maggio 1910.

M. DELLACA.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti

A*) - Airasca: Laura Bandini - Alassio: Marassi Felicina, 2 - Aldena : Maistri Marianna, 5 - Alfiano Natta: Scagliotti Teresa, 5 - Almisano di Lonigo: Mistranzo Giuseppina, 15 - Antibo Pietro Isnardi - Aosta: Can. Nicco a nome di M. Angela Chantel, 4 - Arsiero: Angelica Vecelli, 5 - Artogne: Vielmi Caterina, 20 - Arzignano: Faedo Caterina, 2 - Avigliana: Gotti Marianua, 2 - Ayas: Maria Fosson, 1oo.

B) - Bassano Veneto: Maladorno Amelia, 25 - id.: Rebesco Antonio, 2 - Ballano. Galli Carolina, Andrea Della Mano, 10 - Bellinzago: Brusati Francesco, 5 - id.: Vandoni Carolina, 5 - Bertassi: Maritano Caterina, 3 - Brianzè: Costanzo Giovanni, io - id.: Capellino Maggiorina, 5 - Bibiana: Ra niello Maria, 2.50 - id.: Trombetta Maria, 2 - Biella: V. G., 10 - Ristagno: Sorelle Zola, 6o - Bologna: Brazioli Enrico, 5 - id.: Cesari Fosca, 5 - Borgonzanero. Mora Cerotti Marianna, 10 - Borgo S. Donnino: Scaglia Rosa, 6 - Borgo San Martino: Per la guarigione dei suoi due nipotini N. N., 20 - Brescia : Gaburi Domenica, 5 - Brienza: Melina Paternoster, 5 - Broni: Fornaris Pierina, 2 - Brusasco: A. E. - Bussoleno: Pinali Amabile, Elisa, Maria, 5.

C) - Cagliari: Loi Efisia, 2 - id.: Leone Antonietta, 2 - Calascibetta: E. Tita Cornaia, 10 - Campomorone: Ghiglione Cecilia, 5 - Caprino Veronese: Maddalena Agosti, 3 - id.: Agosti Francesca, 2 - id.: Sabaini Teresa, i - Carignano Peiretti Luigia - Carma;nola: Casalis Bartolomeo, 5 - id.: N. N., 5 - Casalborgone: Roggero Domenico e Anna, io - Casale Morferrato: Del Signore Margherita, 2 - id.: N. N. -- Casargo: Evelina Malugani - Casella: Rosetta Noli, 3 - id.. Dionisia Reghitto, 30 - Castelferro d'Asti: Maria Graziano, 2 - Castelnuovo Calcea : P. O. G. e Lazzarini Polio Clarina implorando grazie, 20 - Castelrosso. Margherita Giovanni, 6 - id.: Lusso Paolo, 2 - Catania: Sturzo Catterina, 10 - Celle Ligure: Angiolina Cafallo - Cesuna: Alcuni devoti a mezzo del parroco D. Andrea Grandotto - Chdtillon: Besenval Cesarino, 20 - Cherasco: Galateri Ermenegilda, 2 - Chiararzo : Carrer Pietro, io - Chioggia: Ravagnan Agostino, 20 - Chivasso: Isabella Giuseppina - Colzè: Lanaria Carolina, io - Comeno: Carolina Pedotti, io - Con_Jìenza: Gadauzini Baldassare, 2 - Cordignano : Civran Angela, io - Costantinopoli: C. E., 22.55 - Costigliole d'Asti: Morando Carlo, 5 - Cotignola: Clementina Fortunati Mosconi, 2 Cozzo Lomellina: B. 12., 20 - Crescentino: Albera Margherita, 3.

E) - Erbrugg (Svizzera): Aldobrando Zanghellini, 4.

F) - Firenze: A. Weber, 50 - id.: N. N. cooperatrice, 5o - id., N. N., 7 - Erave,-gio.- Don Carlo Marchel, 3.

G) - Galbiate-Brianza: Luigia Meta Spreafico, io per ottenere una grazia importante - Gommostrarnatza : Evelina Maronzia, 5 - Cropello-Cairoli Passini e Vignati, 20- Guarene: Annetta Troya, io.

I) - Intragna: Teresa Cavalli Massetti - Ipplis: Luigia Francesconi, 3 - Ivrea: D. Ignazio Bellono, 5

L) - Lanusei: Caredda-Poli Rosa, 5 - Lonigo: Costantina Leonardi, 5 - id.: Soso G. B., 12 - Lu Monfert-alo: N. N., io.

M) - Magenta: Dameno Ermenegilda, i - Malonno: B. C., 5 - Mandas: Cossu Vincenza, 3 - id.: Polia Giuseppe, 2 - Mazzarino : Giuseppina Celle, 2 - Destre: Manente Rosa - Mestrino Gambazzi Clementina, 10 - Milano : E. Prandini - id.: Gulassini Savina - Moggio: Combi Angiolina, io - id.: D. D. Z., 15 - Mogliano Veneto: Emilio V. Ferrari, 5 - Modica Alta: N. N., 5 e D. Francesco Barone Marino, 5 - Mombarcaro: Ferrero Luigia, 5 - Mondovì: Rossi Romana, 2 - id.: Pensa Giovanni, 5 - Mossano: Passuello Antonio, 2.

N) - Nizza Monferrato: Teresa Terzano - Nole Canavese: N. N., 5.

O) - Occimiano Monferrato: Guaschino Camillo, 2 - Olginate: Giuditta Gadda, 3 - Ormea: Campagno Carolina, 10 - id.: Legno Vincenzo e famiglia - Orsara Bormida : Rizzo Giuseppina ed Enrichetta, 5 - Ovada: D. Luigi Lovera a nome di Santamaria Francesco, 10.

P) - P : Maria M. - Padova : Sormani Gemma, 10 - id.: D. Giovanni M. Pasa, 2 - Padovana: Cogolato Antonietta, 2 -- Paderno: Fortunato Poletti, 10 - Paesana: Bossa G. B. e figlio, 10 - Paterson (S. U. N. A.) : Luciano Zaferana, 10 - Pavia di Udine: Grassi Maria, 5 - Pescantina: Giuseppina More, 2 - Piacenza: Ing. Cesare Trecchi, 5 - Pilastro: Teresina Samba, 2 - Piobesi : Maria Moretti - Piossasco : Celestina Ciravegna Bruno - Polonghera: Renzo Maria, i - Pontecasale: Bettino Turri, 25 - Ponteterra: Vigna Maria, 30- Pordenone: Moscetta Antonio, 15.

Q) - Quartino: Giacomo e Celestina Moschetti, 5, riconoscentissimi.

R) - Rancio Valcuvia : Bonari Susanna, 10 - Rivarolo Canavese: B. M., 10 - Roana: Azzolini Maria e Antonia, 8 - Roccagrimalda : Perfumo Maria, 5 - Racchetta Cairo: Calvi Giuseppe e Giuseppina, 10 - Rovegno: Isola Maria fu Giuseppe, 5.

S) - Saint Pierre: Sac. Erasmo Bozon, 5 —Salerano Canavese: D. Giuseppe Vacchino, 5 - Saluggia: Momo Marcellina, 5 - Saluzzo: Contessa Maria Della Chiesa di Cervignasco, 1oo - Sanzmardernchia: Mazzi Anna, 5 - Sanzpeyre: Trucco Anna - S. Bonifacio; N. N., 20 - S. Giovanni Marignano: Giuseppe Bacchini, 1.5o - S. Maria. Stelle: Fenzi Anna, io -- S. Ambrogio di Susa Favretto Luigi, 5 - S. Stefano d'Aveto : Monteverde Clotilde, 1 - id.: Monteverde Catterina fu. Antonio, 3.90 - Sarnano : Carlo Calcagnoli, 3 - Sarone di Sacile: Rover Flavia, 5 - Sassello: Bartolomeo e Giuseppe Badano, 15 - Savogno: Succetti Luigi, io - Savona: Clotilde Pratis - Scaldatole: Facchini Costante per segnalatissima grazia - Sezzè: B. C. 5 - Solbiate Olona: Saporiti Regina, 2 - Somma Lombardo: Fontana Maddalena,. 10 - Spezia: Biraghi Pietro - id.: Teresa Pagliari, 5 - Strambino: Caterina Dezutti - Susa Famiglia Ughetti, 2.

T) - Todi : Adelaide Francisci, 12 - Torino: Natta Maria - id.: N. N., io - id.: Michi Emilia di Cesare, 5 - id.: Olimpia - id.: Giovanni Minetti - id.: Borello Rosa - id.: Una madre di, famiglia - id.: Giuseppe Garnino, io - id.: E. C. - id.: D. Paolo Scioni, 4.50 - id.: N. N., 20 - id.: Bianchi Giuseppe - id.: Felicita Friandro - id.: Giuseppe Piazza, 5 - id.: Sorelle Bourgeois, i5 - id.: Lodovica Tamagnone, io - id.: Giuseppina Boggio V.a Golzio, 5 - id.: G. G. - id.: Biolchi Oriele, 25 - id.: P. Enrichetta - id.: Coriasso Angela, i - id.: N. N., 0.50 - id.: N.. N., io - id.: Maria Turelli - id.: Albino Comba,, dottore in lettere - id.: Pirone Mario, 3 - Torradello di Battuda : Polli Maria, io - Tortona Giuseppina Cristiani V.a Tedeschi, 20 - Trebecco: Castagnola Carmela, 5 - Tredozzo: Bonaccorsi Paolina, 20 - Trino Vercellese: N. N., 5 - Trofarello: Luigina Resta, 10 - Troia: Vincenza Pappani, 3

U) - Usmate: Zanchi Giuseppina.

V) - Valfenera d'Asti: Lanfranco Domenico, 10. - Varallo: P. Apostolo, Rettore, 5 - Valtournanche: Luigi Perron e Ottin Eulalia, 200 - Vene, ano Superiore: Cattaneo Rosa, 3 - Verolengo : Torrione Agostino, 5 - id.: Famiglia Giovanni, 3 -pezza d'Alba: Gaia Giovanna - Viarigi: Una pia persona, 5 - Vigevano: Cesare Mantegazza, 1o - Vignale: P. M. M. - id.: N. N., 2 - Villadeati: Demarchis Luigi - Villarosa: Scarpulla Rosario, 5 Virle Piemonte: Maletto Carlo, io.

Z) - Zavattarello: Varesi Virginia 5 e Calatroni Enilfa, 2 - Varzi: Adele Castagnola e Demotter Maria, 10.

Santuario di Marìa Ausìlìatrìce

TORINO Ogni giorno, celebrazione di una santa messa esclusivamente secondo l'intenzione di tutti quelli che in qualunque modo e misura hanno concorso o concorreranno a beneficare il Santuario o l'annesso - Oratorio Salesiano. Per qualsiasi corrispondenza in proposito, rivolgersi al Direttore dell'Oratorio S. Francesco di Sales - Via Cottolengo, 32 - Torino.

Dal 10 agosto al 10 settembre.

15 agosto - Assunzione di Maria SS. - Alle ore

10 messa solenne; alle 16 vespro, discorso e benedizione.

24 agosto-- Commemorazione di filaria Ausiliatrice. 2 settembre - Primo venerdì del mese.

8 settembre - Natività di Maria SS. -come il 15 agosto.

NB. - Nei mesi di agosto e settembre, nel pozneriggio dei giorni festivi v'è una sola funziona alle 16..

NOTE E CORRISPONDENZE

Mons. Cagliero in Guatemala.

Mons. Cagliero il 9 giugno sbarcava a S. José di Guatemala, ossequiato da apposita Commissione del Clero, nonchè dal Comandante del porto e dalle altre autorità locali a nome del Presidente della Repubblica, il quale metteva a sua disposizione un treno speciale fino a Guatemala, ove ebbe un'accoglienza di uno splendore incredibile. Facciam conto di farne un cenno nel prossimo numero.

Intanto ringraziamo umilmente il Signore delle visibili benedizioni accordate al zelantissimo Figlio di D. Bosco, che è riuscito a destare un'onda di entusiasmo per l'autorità del Romano Pontefice nelle Repubbliche del Centro America.

A Valdocco.

Proveniente da Mossoul in Mesopotamia, il 3 luglio, giungeva a Valdocco una schiera di orfanelli siri, condotti dal rev.mo Vicario Generale.

Sua Ecc. Rev.ma Mons. Gregorio Pietro Habra Arcivescovo di Mossoul, di rito siro puro, aveva scongiurato ripetutamente Don Rua ad aprire una casa salesiana in Mesopotamia: ed il nostro buon Padre, non avendo apposito personale, concretava col zelante Prelato l'accettazione di una schiera di orfanelli, i quali, dopo aver appreso un mestiere o compiuta la loro istruzione letteraria, tornando in patria vi portino un soffio potente di civiltà italiana.

Tra i figli del popolo.

CALUSO - Nell'Oratorio di S. Andrea, preceduto da un triduo di predicazione il 12 giugno u. s. festeggiavasi con gran pompa il 1° decennio di fondazione del pio istituto. Le sacre funzioni parte si celebrarono nella Cappella dell'Oratorio, parte nella Parrocchiale, ove si benedisse la bandiera attorno alla quale si stringerà con sempre maggior entusiasmo un popolo di giovanetti, e furono tutte allietate dalla musica vocale delle Scuole Professionali di S. Benigno Canavese, di cui v'intervenne pure la Banda col fiorente Circolo Sportivo «Re Arduino » . Questo, nel pomeriggio, die' un saggio ginnico nel cortile dell'Oratorio.

Le riuscitissime feste - alle quali presero tanta parte i buoni Calusiesi, con a capo il loro rev.mo Arciprete, si chiusero con l'accensione di splendidi fuochi pirotecnici sulla piazza comunale, gentilmente regalati dal benemerito Comitato promotore dei festeggiamenti al cav. prof. D. Francesco Gnavi.

Per la circostanza si pubblicò anche un numero unico, dove con piacere abbiam veduto ricordate le origini dell'Oratorio e nobilmente rievocata la memoria del compianto Arciprete Can. Cav. Don Carlo Manfredi Credo, che ne fu il Fondatore; e in prima pagina abbiam letto queste parole di S. Ecc. Rev.ma Mons. Matteo Filippello, Vescovo d'Ivrea, che ci rechiamo ad onore di riportare:

L'Oratorio festivo, massimamente maschile, è una istituzione assai provvida, educatrice, degli abbandonati figli del popolo; oggidi tale istituzione, per mio credere, è una vera necessità. L'Oratorio è simbolo di ristorazione morale della società, la quale deve essere rifatta dalle fondamenta, ossia nell'età giovanile. La società non potrà essere che onesta e virtuosa, finchè poggierà sulla pietra fondamentale di ogni moralità e giustizia, che è Gesù Cristo. Io benedico Dio, perchè ha dotato i Calusiesi di tale istituzione; e, oso dire, più perchè essa venne affidata ai figli di quel grande benefattore dell'umanità, che fa il Venerabile D. Giovanni Bosco. Egli, che nella carità e nello spirito di Gesù Cristo trovò il segreto di formare i giovani alla virtù, dal cielo ottenga che gli eredi del suo esempio e del suo metodo educativo, riescano a produrre frutti salutari nella diletta popolazione di Caluso.

CHIOGGIA.- Bella riuscì la festa della benedizione del vessillo del Circolo San Giusto di Chioggia, che si compì il 12 giugno. Il Patriarca di Venezia, Sua Eminenza il Card. Cavallari, benedisse l'elegante bandiera, dono delle Signore della città e pronunciò uno splendido discorso d'occasione. Quindi si formò il corteo con musiche e bandiere: erano rappresentate le associazioni diocesane di Padova e Venezia. Nel pomeriggio si tenne un imponente comizio all'Istituto Salesiano; erano presenti il Cardinale e le autorità: il prof. Attilio Caldana di Vicenza fu l'oratore della giornata. Il suo entusiastico discorso fu applauditissimo.

Qui pure fu pubblicato un bel numero di circostanza, da cui ricaviamo questi dati consolanti. Era la sera « del 13 Dicembre 19o8. Venti giovani raccolti nella Chiesa dell'Istituto Salesiano ricevevano la benedizione da S. E. Mons. Bassani. Erano i primi soci che, animati da santo entusiasmo, si facevano apostoli della buona propa ganda, adescando ben presto altri compagni. Crebbe la schiera sicchè si sentì il bisogno di formare uno statuto, costituire una presidenza, un comitato di vigilanza, dividere i locali in sala di divertimento con buffet e giuochi, in sala di lettura, in sala di musica, formare la compagnia drammatica e la compagnia filarmonica con regolamento proprio. Ed oggi siete oltre cento, o baldi giovanotti, che davanti alla vostra bandiera ed a quelle delle società consorelle che le fanno corona, davanti alle numerose rispettabili rappresentanze accorse a partecipare alla vostra festa, onorate il benedetto vessillo e lo difendete generosamente ».

Auguri ad maiora!

NAPOLI. - Al Vomero la domenica 26 giugno celebravasi dai giovanetti dell'Oratorio la festa di S. Luigi. Disse la S. Messa il rev.mo Mons. Raimondo Fava, che, dopo un caro fervorino, dispensò a molti dei presenti la S. Comunione. Nello stesso dì ebbe luogo la gara di Catechismo che per la sua novità riuscì di grande interesse. I giovanetti vittoriosi furono il signor Curcio Vincenzo che fu dichiarato principe, ed i signori Reitano Gennaro, Laganà Giacinto, Gargiulo Giuseppe che furono proclamati I', II' e III' console. La festa si chiuse con una marcia libera eseguita dalla squadra Partenope » dell'Oratorio. Il principe ebbe in dono un prezioso orologio d'argento.

Alla bella festa doveva intervenire l'Em.mo Cardinale Arcivescovo, che, impedito all'ultimo momento, si fece rappresentare da mons. Fava ed inviò premi speciali ed una medaglia-ricordo per tutti i gareggianti. Presenziarono il riuscitissimo saggio molti illustri membri del Clero e del laicato cattolico, nonchè una larga rappresentanza del « Circolo Don. Rua ».

PISA. - All'Oratorio di S. Marco ebbe luogo una geniale festicciuola con l'intervento dell'Em.mo Card. Maffi, Arcivescovo. Sua Eminenza giunse all'Oratorio scortato dai ciclisti della « Turris »; accolto festosamente dai giovanetti e da numerosi intervenuti, celebrava la S. Messa nella elegante cappellina, affollata di benefattori e benefattrici dell'opera e di parenti dei 1oo e più giovanetti.

Terminata la funzione, nel salone-teatrino preparato a festa ebbe luogo un breve trattenimento, col quale quei bravi giovinetti vollero dimostrare all'amato Pastore la loro riconoscenza per aver aperto quel caro asilo, dove tra gli onesti divertimenti possono attendere alla pratica dei doveri cristiani. In fine si lessero i nomi dei lodevoli per buona condotta e assiduità all'Oratorio, ai quali furono distribuiti in premio pezzi di stoffa. Chiuse il trattenimento Sua Eminenza che con facile ed ornata parola, rivolgendosi specialmente ai giovanetti, li stimolò alla Religione ed alla pratica della virtù; e facendo rilevare il gran bene che fanno gli oratorii festivi, esortò i genitori ad inviarvi i loro figli se desiderano vederseli crescere buoni cristiani ed onesti cittadini.

- All'Oratorio di S. Eufrasia nello stesso giorno, festeggiandosi Maria Ausiliatrice, celebrava alle 8 il rev.mo Mons. Silvi, Vicario generale, che rivolse ai giovani dei Circoli D. Bosco e S. Luigi, che nu merosi si accostarono alla S. Comunione, belle parole di esortazione ad invocare costantemente la protezione dell'Ausiliatrice; e cantava messa solenne il rev.mo Can. cav. Leopoldo Gambini.

Alla sera Sua Eminenza, sempre accondiscendente, si recava ad impartire la Benedizione, dopo la quale rivolgeva appropriate parole ai numerosi giovani ed alle pie persone che gremivano la Chiesa. Quindi passò nel teatrino, ove assistette alla commemorazione di D. Rua, fatta con sentimento ed elegante parola dal giovane liceista sig. Mariano Pierucci del Circolo Ven. Don Bosco, ed alla proclamazione dei vincitori della Gara Catechistica e ne consegnava i premi. Principe della gara fu il giovane Lenzi Lanzo della seconda classe industriale, che ricevette un elegante diploma e un bellissimo orologio. Segui il bozzetto «Pagina bianca eseguito dai filodrammatici del Circolo Ven. D. Bosco, dal quale Sua Eminenza seppe felicemente trarre argomento di utili ammaestramenti e ricordi. Chiuse la festa un'animata gara al foot-ball fra i soci della « Turris » nella loro elegante montura.

Spigolando

- A Cagliari la sera del 30 giugno si tenne nella Chiesa di S. Michele un grandioso concerto musicale a beneficio dell'Oratorio Salesiano. Classici pezzi, assoli e cori di Mendelssohn, Sgambati, Beethoven, Gounod, Chopin, Diémer, Rossini, e Weber, eseguiti da un elettissimo stuolo di signorine, fecero passare due ore di vero ed alto godimento d'arte ad un pubblico scelto e numeroso. Rallegramenti a tutti, in anodo speciale alla valente pianista ed alla sua gentile coadiutrice.

- A S. Benigno Canavese il Circolo Amedeo delle Lanze celebrò in maggio la sua festa sociale; degna di particolar accenno l'inaugurazione della nuova fanfara. Il rev. D. Anzini tenne il discorso di circostanza, additando al pubblico numerosissimo i benefici effetti dell'Oratorio che raccomandò vivamente alla generosità di tutti gli onesti; e i giovani soci diedero un buon saggio drammatico-musicale.

- A Trino Vercellese l'Oratorio « Sacro Cuore » premiava i suoi alunni più assidui e studiosi. Scelta musica e brevi ma concettosi discorsi resero dilettevole il trattenimento, al quale presero parte coi trecento e più alunni molti genitori e molti Cooperatori Salesiani.

Gli Ex-allievi.

CORDOBA (Repubblica Argentina). - Si fecero le elezioni del Consiglio direttivo di quella fiorente Unione di Ex-allievi. Notiamo l'umile fatto di cronaca solo per ripetere, come nell'incessante movimento odierno trovandosi largamente diffusi anche i nostri ex-allievi, l'offrire ad essi nei centri principali un luogo di convegno, non foss'altro che per un semplice scambio d'idee, realmente s'imponga se si vuol proseguire a fare un po' di bene a tanti .cari amici nel nome di D. Bosco e col ricordo degli anni belli della loro educazione. A Cordoba infatti riuscirono eletti: Presidente il prof. Paolo Albertini, alunno dell'oratorio festivo di quella città; vice-presidente il sig. Lorenzo Aguerrogaray, studente di medicina, ex-alunno del Collegio Pio IX di Buenos Aires; tesoriere il rag. contabile Carlo Zanoli, ex-alunno dell'Oratorio di S. Francesco di Sales di Torino; - consiglieri: i signori Luigi Ferrero, impiegato, ex-alunno del Collegio Pio X di Cordoba, ed Antonio Gòmez Tovar, falegname, ex-alunno del Collegio Salesiano di Siviglia di Spagna; e tra i presidenti delle varie sezioni, a quella di propaganda catechistica fu eletto il rev. Pietfo Tantardini, ex-alunno dell'Oratorio di S. Francesco di Sales di Torino.

BUENOS AIRES - In occasione delle Feste centenarie dell'Indipendenza Argentina e della Consacrazione del nuovo tempio di S. Carlo in Almagro, si tenne a Buenos Aires un'adunanza internazionale di ex-allievi degli istituti salesiani d'America. Sperando di poterne dare un'acconcia relazione, per ora rileviamo che fu un caro spettacolo il vedere uomini e giovani delle più disparate classi sociali e di diversi paesi (argentini, brasileni, cileni, uruguaiani e messicani) fraternizzare insieme, uniti da uno stesso intenso affetto all'Opera di D. Bosco e dello stesso desiderio di cooperare nel limite delle loro forze alla cristiana ristorazione della società.

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Convegni e adunanze. -Si tennero adunanze di ex-allievi in Italia: a Colle Salvelti in Toscana la domenica 29 maggio - nel Brasile : a Nictheroy il 1° maggio ed a S. Paolo il 15 maggio, allo scopo di concretare nuove associazioni.

Notizie varie.

In Italia.

FERRARA. - Il Collegio S. Carlo il 2 giugno ebbe la sua bandiera. Tra una folla elegantissima la benedisse l'em.mo sig. Card. Arcivescovo, fungendo da padrino Mons. Baldi fondatore del Collegio, e da madrina la contessa Alma Buosi. Tenne il discorso inaugurale il sac. dott. Pranzini, arciprete di Mirabello, spiegando il significato della bandiera, dei suoi colori bianco ed azzurro, e del motto che porta scritto da un lato « Dio, patria, famiglia », mentre nell'altro lato è lo stemma cittadino. Finita la cerimonia fra gli applausi e le marcie della banda del Collegio, i giovanetti diedero nel cortile mi bel saggio ginnastico e fini la festa con uno splendido spettacolo cinematografico.

PARMA. - Il Consiglio Comunale nella seduta del 18 maggio, commemorava D. Carlo M. Baratta « il salesiano illustre - così la Settimana Sociale di Firenze - che si fece apostolo illuminato, convinto ed efficace del sistema Solari che introdusse in Italia una nuova fisiocrazia e che tanti progressi ha fatto fare all'agricoltura in tutta Italia. Prima di iniziare i lavori l'avv. De Giorgi, fra la più riverente attenzione anche della minoranza, ricordò che D. Baratta andò a Parma e vi risiedette tanti anni, dando tutto il suo zelo, tutte le sue mirabili energie, tutti i palpiti del suo cuore alla città d'elezione ed ai figli del suo popolo. Di quello che fece, è testimonio vivo la risurrezione a civiltà di un angolo di quella città, dove il momento venti anni addietro in verità non pareva ancora essere giunto. E quest'angolo si è trasformato come nel centro di una attività tutta nuova, portando frutti copiosissimi. Attorno a lui si svolse una schiera di giovani, cui fu l'illustre maestro per la vita Stanislao Solari, che ebbe in lui l'illustratore più ardente, il propagatore più attivo. Il Comune deve perciò commemorare il benefattore del popolo, l'ottimo educatore che riguardò Parma come sua seconda patria. Alla nobile iniziativa si associarono il cons. Amoretti ed il Sindaco, e fu approvato che il Comune concorresse alla erezione di un'epigrafe... »

- Corso Complementare di Agraria. - Rammentiamo che a Parma venne fondato fin dal 19o2 dal compianto Sac. Dr. Carlo M. Baratta, coadiuvato dall'illustre Colonnello Stanislao Solari, un Corso Complementare di Agraria.

Scopo di questo corso complementare è di indirizzare allo studio della nuova agricoltura quei giovani; che, giunti al termine del corso elementare, non intendono percorrere la via degli studii classici o commerciali, ma istruirsi per una vita dedicata alle aziende agricole.

L'insegnamento vien completato in tre anni, ne' quali la materia principale è l'Agraria. Nel 1° anno l'alunno viene istruito su quanto riguarda l'Agronomia, nel 2° sulle Colture speciali e nel 3° sulle Industrie Agrarie. Questo insegnamento viene impartito sotto la diretta sorveglianza della Redazione della Rivista di Agricoltura di Parma.

A completare la coltura degli alunni si impartiscono pure lezioni di Computisteria agraria, Italiano, Aritmetica ecc. - L'insegnamento di queste materie è però coordinato in modo da riuscire quasi un complemento dell'insegnamento agrario.

Raccomandiamo ai nostri benemeriti Cooperatori ed alle nostre benemerite Cooperatrici questa istituzione eminentemente pratica, nei casi che abbiano conoscenza di famiglie benestanti, nelle quali qualche figlio non intenda continuare gli studi secondari e ami invece dedicarsi all'agraria.

Per programmi dettagliati rivolgersi alla Direzione del Collegio Convitto S. Benedetto in Parma.

ROMA. - S. M. la Regina Margherita di Savoia all'Ospizio del S. Cuore. - Il 6 giugno, come già annunziammo, Sua Maestà la Regina Madre recavasi a visitare l'Ospizio del S. Cuore. Alle 16,o8 l'automobile reale entrava nel cortile, dove i gio vani, indossanti gli abiti festivi, erano schierati in bell'ordine. La musica intonò subito la marcia reale. Accompagnata dalla marchesa di Villamarina, Sua Maestà venne tosto ossequiata dal Direttore dell'Ospizio, dal Prefetto di Roma comm. Anarratone, dal comm. Tenerani, dal Parroco del Sacro Cuore, dalle altre autorità del Collegio, e da un forte gruppo di gentili signore, patronesse dell'Istituto.

Entrata nella sala di ricevimento adorna di fiori, il Direttore rivolgeva all'Augusta Visitatrice parole di saluto, di ossequio e di ringraziamento, alle quali Sua Maestà rispose con frasi molto gentili. Uscita quindi in cortile un coro di alunni cantavale un madrigale composto appositamente dal maestro Don Antolisei, ed un giovanetto recitavele una poesia; quindi, mentre la musica suonava una lieta marcia e i giovani delle squadre sportive Ignis ed Ardens facevano delle evoluzioni ginnastiche, fra gli applausi di tutti gli alunni saliva al primo piano per visitare l'esposizione professionale dei lavori compiuti dagli artigianelli dell'istituto.

Com'ebbe visitato la piccola ma interessantissima Mostra, Sua Maestà passò nella Chiesa del Sacro Cuore, ove, presente un pubblico affollatissimo, si compì il collaudo del nuovo grande organo, costruito dalla ditta Inzoli di Crema. Per l'occasione era accorso espressamente da Loreto il maestro Matthey, l'artista straordinario che - come scrisse il Corriere d'Italia - « ha ancora una volta destata l'ammirazione per la padronanza di tutti gli effetti di cui poteva disporre il bello e perfezionato istrumento, per l'impeccabile abilità tecnica, per la severità e semplicità classica delle sue interpretazioni magnifiche. »

Al programma organistico era stata aggiunta una parte affidata alla Schola cantorum, diretta dal maestro Antolisei, che eseguì, molto lodevolmente un Kyrie e una Ave Maria a 3 voci, pregevoli composizioni dell'Antolisei stesso, ed una parte affidata ad un allievo del bravo maestro Pelissier, il piccolo violinista Titta Marotti.

Terminato il collaudo, la Regina volle personalmente congratularsi col Matthey, col piccolo Marotti e con i fratelli Inzoli che rappresentavano la Ditta costruttrice. Quindi essendo stato presentato a S. M. il presidente del Circolo Giovanile del S. Cuore sig. Aldo Rosa, l'Augusta Signora espresse il desiderio di visitarne i locali prima di partire. Ricevuta dal Consiglio Direttivo e da un buon numero di soci si trattenne benevolmente nelle sale, interessandosi del numero degli inscritti, dello scopo, e dell'attività dell'associazione nelle varie sezioni di coltura e di divertimento, incoraggiando i presenti coi suoi sovrani rallegramenti per le onorificenze dal Circolo conseguite, nella sua lodevole attività. Un piccolo ginnasta della Ignis offerse a Sua Maestà un bel mazzo di garofani bianchi, e il presidente umiliava una copia del noto bozzetto drammatico del proprio Direttore, Garofano Rosso, legato in pelle bianca con stemma regale, che S. M. gradì come ricordo della cara visita, la quale rimarrà uno dei più bei ricordi del Circolo Sacro Cuore.

La permanenza di S. M. all'Ospizio si protrasse per oltre tre ore. Solo alle 20, dopo di aver voluto ancora una volta salutare i giovanetti nuovamente schierati nel cortile, al suono della marcia reale l'Augusta Signora risaliva nella sua automobile e si allontanava entusiasticamente acclamata dal pubblico degli invitati e dalla folla fittissima che si era accalcata alla porta dell'Ospizio.

All'Estero.

BETLEMME. - I pellegrini italiani la mattina del 2 maggio, dopo aver soddisfatto la loro divozione nella S. Grotta, si recavano a visitare il nostro Orfanotrofio. Erano a riceverli l'Ispettore D. Pietro Cardano, il Direttore D. Mario Rosin e gli altri superiori dell'Istituto. Salutati colla Marcia Reale passano tra le file degli orfanelli schierati nel corridoio. Un caloroso battimani accoglie il Vescovo di Bobbio Mons. Marelli, che dà a tutti i bambini l'anello a baciare, ed entrato in sala con felicissima improvvisazione si dice interprete del sentimento di tutti i pellegrini nel ringraziare i Salesiani dell'accoglienza cordiale e festosa:

« Mi congratulo con voi, disse, dell'opera vostra, altamente democratica secondo il Vangelo, qui in questi luoghi, che furono la culla della Religione - e della civiltà. Mentre non possiamo non associarci al vostro dolore, o Salesiani, per la perdita che avete fatto in questi giorni, con la morte del Veneratissmo D. Rua, facciamo voti e preghiamo il Signore perchè presto faccia sorgere tra di voi, chi ricopiando lo spirito del primo e del secondo Superiore della beneamata Pia Società, continui il grande bene che questa va compiendo ».

Si alza quindi Mons. Cavezzali, presidente del pellegrinaggio, e dice

« Continuo il pensiero di Monsignore e invito voi, o pellegrini italiani, ad aiutare anche materialmente l'opera dei Salesiani. E siate generosi perchè l'opera è grande, e per non venir meno alle nostre tradizioni. Sono felice di metter per primo nel cappello l'offerta di S. Eminenza il Card. di Milano, che mi incaricò di portare il suo obolo ed una sua lettera all'egregio direttore dell'Istituto e voi dietro un tanto esempio, lo ripeto, siate generosi ».

Un orfanello lesse ai graditi ospiti un indirizzo di omaggio, e questi, stimolati nuovamente da Mons. Cavezzali, fecero sì che dal cappello del Presidente del pellegrinaggio piovesse nelle mani del Direttore una generosa offerta. Visitarono quindi la Chiesa e i laboratori, avendo per tutto e per tutti parole d'incoraggiamento.

Tra quei pellegrini - scrive il Betlemme - ve n'era uno « incaricato di una missione tutta speciale. Il Can. Teol. Berrone, Cav. dei S.S. Maurizio e Lazzaro, prima di lasciare Torino e precisamente tre giorni prima della morte di D. Rua si era presentato a D. Rua stesso per accomiatarsi da Lui ed averne la benedizione. Il nostro buon Padre non si lasciò sfuggire l'occasione di dare ai suoi prediletti figli d'Oriente un nuovo attestato della sua bontà ed incaricò il medesimo rev.mo Canonico di portarci la sua benedizione con queste precise parole: - Dica all'Ispettore, a Don Cardano, al Direttore, a tutti i confratelli ed a tutti gli orfanelli di Betlemme, che io li benedico di cuore!

» Benedizione di padre morente non fu mai accolta forse con una commozione eguale a quella che s'impadronì dell'animo nostro! »

SMIRNE. - Una visita alle scuole italiane. - Il secondo giorno dopo il suo arrivo a Smirne, il contrammiraglio Amero d'Aste Stella, comandante la Il Divisione del Mediterraneo, si recò a visitare le istituzioni italiane della città, e, prime fra tutte, le RR. Scuole maschili e femminili. Lo accompagnavano il R. Console generale cav. O. Toscani, i Comandanti delle quattro navi (Regina Elena, Vittorio Emanuele, Roma e Coalit) e il proprio Aiutante di bandiera.

« Si recò prima (così una corrispondenza del 6 giugno al Corriere d'Italia) - alla R. Scuola Popolare maschile alla Punta, diretta dai benemeriti Salesiani, dove fu accolto nell'atrio del cortile , addobbato bellamente con bandiere nazionali, al suono della marcia reale e dalle entusiastiche grida di evviva dei più che centocinquanta allievi. Fu improvvisato in suo onore un piccolo ricevimento, alla fine del quale l'ammiraglio si congratulò vivamente con gl'insegnanti per i progressi che gli allievi facevano nell'apprendimento della lingua italiana e li esortò ad essere assidui alla scuola dove imparavano ad essere buoni italiani ed onesti operai, sotto la guida dei Salesiani, « veri educatori moderni »... che all'estero sanno così bene tener alta ed onorata la bandiera e il nome d'Italia. Finì coll'invitare tutti, professori ed allievi, a recarsi a bordo, nel pomeriggio, per visitare le belle navi. Dopo aver visitato le diverse classi, l'ammiraglio si recò anche alla Regia Scuola Commerciale, diretta anch'essa dai Salesiani, e alle due scuole femminili, tenute con tanto zelo dalle benemerite Suore d'Ivrea.

» Nel pomeriggio, secondo le disposizioni dell'Ammiraglio, tutti gli allievi delle due Regie Scuole Maschili si recarono a visitare le-belle navi. accolti con grande affetto dagli ufficiali e dai marinai. E fu anche qui una commovente dimostrazione di italianità. »

- Alla R. Scuola Elementare alla Punta il 2 luglio ebbe luogo la festa della distribuzione dei premi. Presiedeva il Console generale d'Italia, cav. Toscani, il cav. uff. Pietro Aliotti, presidente del comitato locale dell'Associazione Nazionale, molti membri del clero secolare e regolare, il Colonnello comandante la Guarnigione della Punta e numerosi ufficiali dell'Armata ottomana occupavano i posti d'onore. La fanfara della scuola aperse la seduta colla Marcia Reale, seguita dal novello Inno Imperiale. Il programma fu svolto assai felicemente. Notata in particolar modo la bella pronunzia degli allievi.

LA SERENA (Chili). - L'8 maggio, con solennissime feste organizzate da apposito comitato, i Salesiani entravano nella città di La Serena. Sua Ecc. Rev.ma Mons. Angelo Jara, Vescovo diocesano, ne preannunziò l'arrivo con apposita circolare, e i cittadini e il clero andarono, a gara per far loro la più cordiale accoglienza. Ricevuti alla stazione con cordiali manifestazionidi giubilo, furono accompagnati alla cattedrale dove li attendevano in presbiterio il rev.mo Capitolo con Mons. Vescovo, che tosto saliva il pergamo per dar loro il primo saluto. Terminato il discorso si cantò il Te Deum a voce di popolo, e s'impartì la benedizione.

La nuova fondazione è dovuta alla bontà ed allo zelo di Mons. Jara ed alla munificenza della sig.ra Isabella Varela e del sig. Torribio Correa Albano. Abbraccerà per ora le scuole professionali dei calzolai, sarti, falegnami, legatori, ed avrà trenta posti gratuiti a beneficio dei poveri ragazzi della provincia di Coquimbo.

NECROLOGIO

Mons. Guglielmo Pifferi.

La mattina del 29 aprile si spegneva in Vaticano questo venerando Prelato dell'ordine Eremitano di S. Agostino, Vescovo di Porfirio, Sacrista Pontificio e nostro buon Cooperatore, in età di anni 91. S. S. Papa Pio X si degnò assisterlo negli ultimi estremi, pregando al suo cappezzale ed impartendogli l'Apostolica Benedizione. Vogliano raccomandarlo al Signore anche i nostri lettori.

Albera Giovanni,

Volò al paradiso la mattina del 20 luglio u. s. da None Torinese. Amico di D. Bosco e di D. Rua, zelatore delle opere salesiane, era pur devotissimo di Maria Ausiliatrice, di cui veniva ogni anno a celebrare la festa. La sua morte fu quella dei giusti. Ai funerali, oltre il Clero locale, presero parte tutte le Confraternite, il Municipio in corpo, la banda cittadina, numerosi amici e molta popolazione. A conforto degli addolorati parenti, in particolar modo del figlio D. Giovanni e del fratello D. Paolo, Direttore Spirituale della nostra Pia Società, una fervida prece pel venerato estinto.

Giuseppe Nai.

Vecchio venerando, si addormentò placidamente nel sonno dei giusti lo scorso aprile in Vigevano. Conobbe ed amò D. Bosco, e come fu contento di permettere ad uno dei suoi figliuoli di consacrarsi a Dio nella nostra Pia Società, così nutrì costante affetto per le Opere nostre. Una prece per l'anima sua benedetta.