BS 1910s|1910|Bollettino Salesiano Aprile 1910

ANNO XXXIV N. 4.   Torino, Via Cottolengo 32.   APRILE 1910.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO ALLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI DI D. BOSCO

SOMMARIO: Preghiamo    97 Nozze d'oro sacerdotali . . . . 98 Chi è D. Rua ? - ii. Dal 186o al 1888 . . . . 99 D. Giuseppe Lazzero . 103 Il VI Congresso dei Cooperatori Salesiani : III. Le solennità religiose. IV. Voti e raccomandazioni.

V. Il ricordo del Congresso    1o5 Tesoro spirituale . . 1o6 Lettere di famiglia: Dal Sud-Africa: L'Istituto Salesiano di Cape Town - II. Il presente   . . . 107

DALLE MISSIONI: Patagonia Sett.: Una missione di dieci mesi - Indie Orientali: Le Missioni cattoliche nell'India

IL CULTO DI MARIA SS. AUSILIATRICE: Pellegrinaggio spirituale - Grazie e graziati , . . . . 114 NOTE E CORRISPONDENZE: La malattia del Sig.

D. Rua - La 1ª adunanza dei Direttori Diocesani di Sicilia - Tra i figli del popolo - Gli Ex-Allievi - Notizie varie : Italia, all'Estero . 118 Necrologio e Cooperatori defunti    126

PREGHIAMO!

Il 23 aprile nel Santuario di Valdocco e in tante altre chiese e cappelle comincerà il mese dolcissimo in preparazione alla solennità di Maria SS. Ausiliatrice. Venga quel giorno ! noi l'affrettiamo quest'anno con ardentissimi voti.

Le condizioni del sig. D. Rua pur troppo non sono migliorate e noi non possiamo illuderci; la sua guarigione, più' che dalle risorse della scienza, dobbiamo aspettarla dalle mani di Dio. Riconoscenti perciò a Lui che stornò il pericolo quando sembrava imminente, vorremmo che tutti i nostri Cooperatori e le pie Cooperatrici continuassero a pregare pel venerato Successore di D. Bosco.

«.Dite ai Cooperatori, ci diceva egli di questi giorni, che li ringrazio ! so che pregano molto per me, ed io pure prego per tutti, Cooperatori, Cooperatrici e rispettive famiglie. Quanto alla mia salute, sono nelle mani di Dio; se piacerà al Signore di farmi guarire, dichiaro fin d'ora di voler consacrare quella vita, che Egli mi darà, a bene di tanta gioventù, come ho procurato di far sempre fin qui, e per tutte quelle opere di carità che i Salesiani hanno comuni coi Cooperatori. E se piacerà al Signore di chiamarmi a Se, prometto che continuerò a pregare egualmente per tutti, anche dall'altro mondo! »

Il Giovedì Santo desiderò che gli fosse recata solennemente la S. Comunione Pasquale. Attesa la persistente gravità del suo stato, , volle riceverla in forma di viatico; ma in quella stessa circostanza rivolse ai Salesiani presenti un'affettuosa allocuzione, con tale fermezza di voce e fluidità di pensieri, che fece meravigliare.

Preghiamo adunque, e speriamo, o Cooperatori carissimi.... Il prossimo mese dell'Ausiliatrice ci apporti la segnalatissima grazia.

27 marzo 191o.

NOZZE D'ORO SACERDOTALI

L'opera del Sacerdozio Cattolico.

VOLTAIRE, a cui le bestemmie non costan nulla, dice che Dio ha visitata la terra ma non l'ha mutata. Discolpiamo la Chiesa da questa accusa, constatiamo la sua influenza. Senza esagerazione, senza ciarlataneria si può asserire che l'azione moralizzatrice e benefica della Chiesa non soltanto è ammirabile, ma incomparabile.

Quando apparve nel mondo, i quattro quinti degli uomini vegetavano nell'abbiezione della schiavitù. Essa ha fatto dello schiavo un uomo, un libero lavoratore, un cittadino. E questa trasformazione è stata tanto più efficace in quanto che s'è venuta compiendo senza chiasso, senza scosse, con un progresso sicurissimo perchè non era violento.

Dal IV al XIII secolo essa ha formato il suolo dell'Europa, abbattendo foreste, asciugando paludi, aprendo strade, scavando canali, facendo de' suoi monasteri altrettanti semenzai non solo di religione ma d'attività fisica e di prosperità materiale.

Essa ha fondato la cavalleria, salvaguardia della nobiltà; le corporazioni, salvaguardia degli artigiani; le università, salvaguardia della scienza; gli ospedali, salvaguardia della miseria. Noi siamo debitori a lei di tutto quanto c'è di buono e di generoso nella società moderna. L'eguaglianza di fronte alla legge, l'accessibilità a tutti gli impieghi, il sentimento della dignità umana, la simpatia per quelli che soffrono, la tendenza irresistibile e generale a render migliore la sorte degli umili e dei poveri, che son mai tutte queste conquiste e queste aspirazioni se non diamanti caduti dallo scrigno della Chiesa, se non l'emanazione diretta del cristianesimo, se non (dopo tanti secoli di resistenza) la fioritura sociale del Vangelo?

E sotto l'aspetto morale? Ha mutato le idee, i costumi, le leggi ; ha rifatto l'anima umana, la famiglia, lo stato.

Nell'anima umana, ha sostituito la coscienza all'istinto, l'impero del dovere e della virtù al regime del piacere e dell'egoismo. Nell'ordine famigliare, ha rialzato la donna ed il fanciullo dal decadimento antico, e protetto il matrimonio contro le cupidigie dei principi e dei popoli. Nella sfera politica e sociale, ha salvata la libertà delle coscienze, la dìstinzione fondamentale de' poteri, il civile ed il religioso; ha fatto penetrare lo spirito cristiano della giustizia, della carità, del pudore, nella legislazione, nell'amministrazione, nel governo delle nuove società.

E non si creda che questo miglioramento delle idee, dei costumi, delle leggi, si debba ascrivere al progredire della ragione e della filosofia. « Nessun filosofo, dice anche Voltaire, ha influito su i costumi neppure della strada dove stava di casa ». Per altro, dopo il paganesimo dei Greci e dei Romani, la ragione ha progredito; ma ha progredito perchè Gesù Cristo è venuto al mondo, ha parlato, ha agito ed ha lasciato quaggiù la sua dottrina, la sua morale, i suoi sacramenti, la sua Chiesa (1).

Chi non vede negli esposti meravigliosi risultati un'altra ragione che ci muove a riverenza ed ammirazione pel Sacerdozio Cattolico? E possibile misconoscere, in questo materiale e morale miglioramento della società, l'opera pazìente, attiva ed eroica del Sacerdote di Gesù Cristo, che è appunto il continuatore dell'opera sua?

Pur troppo, oggi, anche in persone che si vantano religiose e persino cristiane cattoliche, che usano alla Chiesa, che ascoltano la parola di Dio, e, se volete, che si accostano anche ai Sacramenti, si è infiltrata una freddezza, un'apatia, per non dire un'avversione inconcepibile pel prete. Quanti, insieme con quel colto ingegno di cui narra Mons. Bonomelli (1), convinti della necessità del principio religioso per avvivare in tutti il sentimento morale, scattano a dire

- Religione, sì, Chiesa, no! oppure Gesù Cristo, sì ; il Prete, no!

Ma come accettare la religione in genere e in particolare il cristianesimo, senza accettare gli uomini mandati da Gesù Cristo, e investiti di un potere, che da lui deriva? Chi è che non vede come una Religione senza Chiesa, (cioè senza Sacerdozio, senza simbolo e senza leggi, senza culto e senza pratiche comuni) si riduce inevitabilmente ad un pretto razionalismo, ad un sentimentalismo vago, indeterminato, a quella, che alcuni chiamano senza capir troppo il valore dei vocaboli «la Religione del cuore», ad un idealismo fantastico insomma?

Noi quindi riconoscendo con intima gioia l'azione molteplice e meravigliosa del Sacerdozio Cattolico, c'inchiniamo riverenti a chi da mezzo secolo compie con zelo instancabile un tal sublime ministero: e a questo indefesso e pio lavoratore, che l'opera sua avvalorò ad ogni istante colla parola, coll'esempio e colle opere di carità, invochiamo l'augurio concorde di quanti l'amano o l'ammirano, che Egli possa con una festa - che sarà una nuova apoteosi del carattere sacerdotale - celebrare la sua Messa d'Oro

(1) Cfr. GIBIER : Le obbiezioni contemporanee contro la Chiesa; serie II, p. II, L'impotenza della Chiesa.

(1) Questioni religiose, morali e sociali del giorno, Vol. II.

CHI È DON RUA ?

DALLA sua consacrazione sacerdotale al giorno in cui, morto D. Bosco assunse la direzione suprema delle Opere Salesiane, egli passò 28 anni di lavoro vorremmo dir nascosto, ma immenso, continuo e meraviglioso, e insieme di uno studio incessante dello spirito, delle idee e degli esempi di D. Bosco, per cui potè felicemente ritrarlo, divenuto suo Successore (1).

Il diploma di professore.

Per D. Rua ogni desiderio di D. Bosco fu sempre un comando.

Nel 1863 questo Apostolo della gioventù si accingeva ad aprire il suo primo istituto fuori di Torino, il Collegio di Mirabello che poi fu trasportato per maggior comodità a Borgo S. Martino presso Casal Monferrato; ma non aveva professori diplomati. Con Mons. di Calabiana aveva deciso che l'Istituto si sarebbe detto Piccolo Seminario e perciò di esclusiva dipendenza del Vescovo di Casale, ma si temeva che ciò a nulla approdasse.

Come fare? di quell'anno appena, aveva ottenuto che tre de' suoi chierici ed un prete subissero all'Università di Torino l'esame di ammissione alla facoltà di lettere. L'esito era stato brillante: i quattro candidati avevano riportato i pieni voti assoluti, e i chierici Francesia e Cerruti anche la lode. Tuttavia attendere che questi avessero compiuto i loro studi voleva dire ritardare l'apertura del nuovo istituto per quattro anni, e in quattro anni quante altre cose voleva fare D. Bosco!

Ma ecco, nel mese di luglio, vien annunziata una straordinaria sessione di esami pel mese di settembre, appunto per chi voleva conseguire il diploma di professore di ginnasio! Eran più anni che non si tenevano più tali sessioni e D. Bosco, benedicendo alla Divina Provvidenza, esortò alcuni de' suoi a prepararvisi. Il tempo stringeva, non vi erano neppur due mesi; ma due chierici e tre sacerdoti, i quali avevano a suo tempo felicemente subito l'esame di filosofia in seminario (giudicato equipollente all'esame di licenza liceale) coraggiosamente vi si presentarono.

Fra questi, nonostante le sue mille occupazioni, primeggiò D. Rua. Gli esami si tennero dal 15 al 2o settembre ed i cinque candidati dell'Oratorio ebbero tutti il diploma di professori per le prime tre classi ginnasiali. Don Rua tenne così brillantemente la sua lezione pratica, che l'illustre pedagogista Abate Rayneri ne andò entusiasmato e, finito l'esame, subito l'avvicinò e gli propose una cattedra di un ginnasio governativo.

Ma ben altre erano le mansioni che gli destinava la Divina Provvidenza.

Per noi è doveroso aggiungere, com'egli, il quale essendo l'intimo confidente ed il braccio destro di D. Bosco non aveva più briciolo di tempo per darsi con tranquillità agli studi, per essere più utile al suo padre adottivo nel 1870 si presentò ad un'altra sessione straordinaria di esami, conseguendo il diploma di professore di ginnasio superiore.

Direttore a Mirabello.

Don Bosco adunque aveva deciso di aprire il collegio di Mirabello. Non appena nell'Oratorio se ne diffuse la notizia, subito si cominciò a parlare di chi vi sarebbe stato inviato, e fu voce comune che il prescelto a direttore sarebbe stato D. Rua, perchè fin d'allora nessun'altro era creduto più idoneo a riprodurre la mente e la volontà di Don Bosco, in modo di essere un altro D. Bosco nella prima colonia dell'Oratorio.

Il concorde giudizio di tutti non fallì.

« Poichè la Divina Provvidenza dispose di poter aprire una casa destinata a promuovere il bene della gioventù in Mirabello - gli scriveva D. Bosco in un prezioso autografo che D. Rua gelosamente conserva inquadrato accanto il suo povero letto - ho pensato tornar a maggior gloria di Dio il fidarne a te la direzione.

» Ma siccome non posso trovarmi sempre al tuo fianco per darti o meglio ripeterti quelle cose che tu forse avrai già veduto praticarsi, così stimo farti cosa grata scrivendoti qui alcuni avvisi che potranno servirti di norma nell'operare.

» Ti parlo colla voce di un tenero padre che apre il cuore ad uno de' più cari suoi figliuoli.

» Ricevili adunque scritti di mia mano come pegno dell'affetto che io ti porto, e come atto esterno del mio vivo desiderio che tu guadagni molte anime al Signore. »

E dopo avergli date sagge norme da seguire con se stesso, coi maestri, cogli assistenti, colle persone di servizio, coi giovani e cogli esterni, conchiudeva:

« La carità e la cortesia siano le note caratteristiche di un dìrettore.

» In caso di questioni intorno a cose materiali accondiscendi in tutto quello che è possibile anche con qualche danno, purché si conservi la carità.

Se poi trattasi di cose spirituali o semplicemente morali, allora le dissenzioni devono sempre

risolversi nel senso che tornano a maggior glorìa di Dio e bene delle anime. Impegni, puntigli, spirito di vendetta, amor proprio, ragione, pretensioni ed anche l'onore, tutto deve sacrificarsi in questo caso!... ».

A un tal programma D. Rua conformò invariabilmente la sua condotta.

"È come D. Bosco I„

« Don Rua a Mirabello - narra la cronaca di Don Ruffino - si diporta come Don Bosco a Torino. E sempre attorniato dai giovani, attratti dalla sua amabilità e anche perchè loro racconta sempre cose nuove. Sul principio dell'anno scolastico raccomandò ai maestri che non fossero per allora troppo esigenti, che non pigliassero a sgridare gli alunni per qualche loro negligenza o vivacità, ma che tollerassero molto. Al dopo pranzo fa anch'egli ricreazione sempre in mezzo ai giovani, giuocando o cantando... Gli alunni vanno alla passeggiata tutti insieme a due a due: sono circa novanta.

» Ei nelle feste predica due volte... È da notare che allorquando alla sera parla ai giovani si esprime in modo sempre faceto ed ilare »

E i giovani l'amavano come i giovani dell'Oratorio amavano D. Bosco, il quale in una lettera indirizzata agli amati suoi figliuoli del piccolo Seminario di S. Carlo in Mirabello, potè scrivere queste parole:

« ... Vi ringrazio dell'affetto che portate a D. Rua e agli altri Superiori di questo Seminario!»

Era una conferma della bontà del sistema educativo inculcato da D. Bosco, e della scelta del nuovo Direttore.

Così passarono due anni.

La madre.

A Mirabello, per delicato sentire di Don Bosco, lo seguì la madre.

Giovanna Maria Rua, che fin dall'entrata di Michele all'Oratorio aveva cominciato ad aiutare la madre di Don Bosco e dalla morte di Mamma Margherita, cioè dal 1856, aveva, per invito di D. Bosco e del figlio, preso il posto di questa donna incomparabile, era anch'essa un angelo di bontà.

Nel veder partire il figlio, la virtuosa genitrice andava pensando

- Oh! se potessi seguirlo!

E Don Bosco, con quella tenerezza che gli era propria, le lesse in cuore e dispose che seguisse il suo D. Michele nella nuova mansione.

Alquanto inoltrata negli anni, era però di complessione robustissima; e virile di senno, di pazienza ammirabile, amante della mortificazione cristiana, di coscienza delicatissima ma senza ombra di scrupoli, era pronta ad ogni lavoro.

Tornata nel 187o all'Oratorio, dopo il trasporto del collegio a Borgo S. Martino, continuò a lavorare pei giovanetti, preferendo la classe dei più poveri e dei più ignoranti, fino al 21 giugno 1876 in cui volò al Paradiso.

Avendo stabilito un pio legato per un'annua messa nel suo anniversario, Don Michele non ha mai mancato, trovandosi all'Oratorio, di compiere egli stesso, senza pompa alcuna ma con edificante pietà filiale, la mesta cerimonia.

Di nuovo al fianco di D. Bosco.

Nell'ottobre del 1865, morto il sac. Vittorio Alasonatti, primo prefetto dell'Oratorio, Don Bosco richiamò al suo fianco Don Rua. Dopo il collegio di Mirabello si era aperto quello di Lanzo, anzi n'era già morto il primo direttore D. Ruffino ; l'esser quindi preposto a questo o a quel collegio non era più la difficile impresa, Don Rua ne aveva insegnato agli altri la via.

Occorreva invece chi ad ogni istante sapesse comprendere ed aiutare Don Bosco all'Oratorio ed occuparne serenamente il posto, allorquando egli doveva allontanarsene; e le occasioni divenivano ognor più frequenti, sia per le visite che doveva compiere alle altre case, sia per i lunghi viaggi che doveva intraprendere allo scopo di cercar mezzi per la costruzione del maestoso Santuario di Maria Ausiliatrice ed anche per la causa della Chiesa in Italia.

Occorreva chi imponendosi agli altri per l'esemplarità sua, specialmente per una rigidezza singolare con se stesso ed una giustizia ammirabile con tutti in tutte le cose, personificasse in sè l'osservanza del regolamento, e nel crescente sviluppo che assumeva l'Opera Salesiana completasse, oseremmo dire, per la parte disciplinare, l'incomparabile amorevolezza del Fondatore.

Occorreva chi nel moltiplicarsi delle fondazioni desse loro un indirizzo organico di pratica amministrazione, sicché, fin da principio, ogni casa avesse anche in questa parte un ordinamento eguale e preciso.

L'uomo, che rispondeva a queste necessità, era D. Rua.

Nel 1865 adunque egli tornò a fianco di Don Bosco e non se ne distaccò più, coadiuvandolo in tutte le sue sante imprese, e partecipando a tutte le sue gioie e a tutti i suoi dolori.

"Nulla senza il permesso di D. Bosco!"

Nel 1868 cadde ammalato e, che è che non è? si credette che fosse in fin di vita. E veramente il caso era grave; Don Bosco era assente.

L'infermo pregò D. Lazzero che volesse amministrargli l'Olio Santo; questi gli rispose che non gli pareva necessario e d'altra parte era bene aspettare Don Bosco.

Difatti, alla sera, D. Bosco rientra in casa e i giovani che eran già fuori di refettorio gli si affollano d'attorno per baciargli la mano e gli dicono che Don Rua è malato, anzi in fin di vita! Anche alcuni Superiori avvicinano il Servo di Dio, pregandolo a salire dall'infermo, ma scherzevolmente Don Bosco risponde:

- Don Rua non parte senza il mio permesso! lasciatemi andare a cena... e scende in refettorio.

Dopo cena va a trovarlo.

- Oh! Don Bosco! gli fa Don Rua con un fil di voce; mi dia la sua benedizione e l'Olio Santo, perchè mi sento morire.

- Sta tranquillo, gli risponde il Venerabile; tu non partirai senza il permesso di Don Bosco, tu non sai quante cose devi ancor fare!

E poichè Don Rua insisteva, Don Bosco ripetè:

- Sta tranquillo! sta tranquillo ! Lo sai tu pure che Don Rua non fa nulla senza il permesso di Don Bosco

Difatti Don Rua si acquetò, guarì e riprese alacremente il suo posto di lavoro (1).

Uno splendido eloqio.

Approvata la Pia Società Salesiana nel 1869 e sanciti definitivamente i suoi statuti nel 1874, Don Rua ne restò sempre il Prefetto Generale, che è quanto dire ne tenne sempre la prima carica dopo quella del Rettor Maggiore.

Chi lo conobbe in quegli anni, non può far a meno di ricordare com'egli, mentre era un altro Don Bosco allorchè Don Bosco era lontano, ecclissavasi poi talmente allorchè Don Bosco era in casa, pur continuando nell'improbo suo lavoro non solo di giorno, ma eziandio gran parte della notte, che il suo esempio era a tutti di stimolo a lavorare indefessamente per Don Bosco, cioè pel Signore.

E Don Bosco?

Egli pure n'era tanto ammirato che non potè trattenersi dal farne più volte quest'elogio

-Se Dio mi avesse detto: «Immagina un giovane adorno di tutte quelle virtù ed abilità maggiori che tu potresti desiderare, chiedimilo ed io te lo darò» io non mi sarei giammai immaginato un Don Rua!

Il Vicario Generale.

Nel 1884, travagliato da varii incommodi, D. Bosco pensava di eleggersi un Vicario che lo rappresentasse e fosse come un altro se stesso, poichè era suo desiderio vivissimo che, venuta l'ora della sua morte, per nulla affatto venisse a turbarsi o a mutarsi l'indirizzo delle sue opere.

Mentre egli andava meditando su questo disegno, di moto proprio Leone XIII gli faceva chiedere a mezzo di Monsignor Domenico Jacobini chi gli sembrasse atto a far le sue veci nella direzione suprema della Pia Società Salesiana.

« Io - scrisse Don Bosco - ringraziando il Santo Padre della sua benevolenza risposi proponendo a mio Vicario D. Michele Rua, perchè in ordine di tempo è uno dei primi della Società, perchè da molti anni esercita in gran parte questo Uffizio, e perchè in fine questa nomina avrebbe incontrato il pieno gradimento di tutti i confratelli ».

Ed avendogli il Santo Padre, a mezzo dell'Em.mo Card. Alimonda, significato che siffatta proposta era di tutto suo gradimento, valendosi della facoltà concessagli dal Supremo

(1) Poiché se n'è parlato, teniamo a dichiarare esser vero che un giorno il Venerabile disse scherzevolmente al chierico Rua : - Tu arriverai a 75 anni!

- Ma D. Bosco, dice D. Rua sorridendo all'antica rimembranza, lo disse scherzando; e se io non ho mai dimenticato quelle parole, è perchè le tenni come un lieto augurio!

Che il lieto augurio si compia !

Pastore della Chiesa, in data 8 dicembre 1885 nominò suo Vicario Generale Don Michele Rua:

« Da, qui innanzi... egli farà le mie veci nel pieno ed intero governo della nostra Pia Società; e tutto ciò che posso far io, potrà farlo anch'egli con pieni poteri ».

Se pare che il nuovo ufficio dovesse indicare un maggior contatto dell'eletto con Don Bosco e la necessità di un più intimo scambio di idee e di una più stretta comunione di sentimenti, in realtà nulla poté innovare nel nuovo Vicario, se si eccettua il pieno potere legalmente conferitogli; perchè Don Rua, fino a quel punto, aveva interamente vissuto per Don Bosco.

Col buon Padre, sfinito e omai cadente, in quegli ultimi anni egli fu in Francia, nella Spagna, in Lombardia, a Genova e a Roma, spettatore de' suoi spettacolosi trionfi. Ed era girato, che chi umilmente e nel silenzio aveva tanto lavorato per l'incremento dell'Opera salesiana, ne vedesse pure l'apoteosi negli spontanei onori resi da intere moltitudini al Fondatore.

L'ultima benedizione di D. Bosco.

Dopo una vita interamente spesa a maggior gloria di Dio, a salvezza della gioventù ed a vantaggio della civile società, nel dicembre del 1887 Don Bosco cade gravemente infermo e, tra la trepidazione del mondo cattolico, in poche settimane è agli estremi.

La notte del 3o al 31 gennaio del 1888 entrò in agonia. In un attimo la sua cameretta si riempie di sacerdoti, chierici e laici.

Tutti sono in ginocchio... Accanto a Monsignor Cagliero che gli raccomanda l'anima, è Don Rua, il quale si china all'orecchio del Padre morente, e

- Don Bosco, gli dice con voce soffocata dal dolore, siamo qui noi, i suoi figli. Le domandiamo perdono di tutti i dispiaceri che per causa nostra ha dovuto soffrire, e per segno di perdono e di paterna benevolenza ci dia ancora una volta la sua benedizione. Io le condurrò la mano e pronuncierò la formula!

Scena commovente e straziante ad un tempo! Tutte le fronti si curvano a terra e Don Rua, facendo forza all'animo trambasciato, pronunciando le parole di benedizione, alza la destra paralizzata di Don Bosco e invoca la protezione di Maria Ausiliatrice sui Salesiani presenti e su gli altri assenti o sparsi nelle varie regioni della terra.

Don Bosco volava in Paradiso quella mattina

alle 4.45... Anche morendo mantenne la promessa

fatta all'antico scolaretto di Porta Palatina, facendo con lui a metà nel dar a' suoi figli l'ultima benedizione!

(Continua).

Don Giuseppe Lazzero

UN'amabile figura di sacerdote salesiano, che, attratto dalle virtù di Don Bosco, si venne formando sotto gli occhi del Venerabile e, rimasto al suo fianco, diffuse tesori di carità nell'educazione dei giovani dell'Oratorio di Valdocco, assistito dal venerando D. Giovanni Battista Lemoyne che per più mesi non l'abbandonò un istante, si spense dopo una lunga malattia, la sera del 6 marzo u. s. in Mathi presso Torino. I funerali, celebratisi la sera del 9 con largo concorso di Clero dei dintorni, di Salesiani e di ammiratori, riuscirono imponenti.

Nato a Pino Torinese il 10 maggio 1837, Giuseppe Lazzero era l'ultimo di cinque fratelli e quattro sorelle, i quali essendo anche troppi, com'ei diceva, per mandare innanzi le poche loro terre, giunto all'età di quattordici anni, chiese ed ottenne dai genitori di scendere a Torino per impararvi un mestiere. E già, lavorando da falegname guadagnava da vivere agiatamente, quando, nel fiore dei suoi vent'anni - precisamente il maggio del 1857 - avendo inteso con meraviglia che un suo patriota ed amico, il quale aveva due anni più di lui, era andato da Don Bosco per studiare da prete, sentì vivo desiderio di parlargli.

Egli ci narrava di poi, non astiava allora i preti, ma non amava neppure di avvicinarli: eran tempi in cui massime fra il ceto operaio già si spargeva a piene mani il ridicolo contro la Religione. Ma il pensiero dell'amico che si era incamminato al Sacerdozio più non lo abbandonò nè di giorno nè di notte; ed egli fu costretto a scendere a Valdocco. La grazia di Dio segnava una bella vittoria. L'impressione che il giovane Lazzero ne riportò, fu incancellabile; ne parlò in famiglia, domandò consiglio al suo parroco D. Aubert e fu presto affar conchiuso: il 2 agosto di quell'anno medesimo D. Bosco lo accoglieva nell'Oratorio.

Nei primi mesi attese con amore allo studio della grammatica italiana; e in ottobre egli, giovane ventenne, non si vergognò di sedere a scuola coi giovanetti di prima ginnasiale. Il professore, che era il chierico Giovanni Battista Francesca, coadiuvò l'alacrità del maggiore dei suoi alunni in modo che in due anni gli fe' compiere i primi quattro corsi di ginnasio, sì da subire felicemente l'esame richiesto per la vestizione chiericale. Difatti il 1° novembre 1859, insieme con Francesco Provera, ricevette dalle mani di Don Bosco l'abito ecclesiastico, e il 18 dicembre di quell'anno medesimo comparve egli pure nella prima memoranda adunanza della Pia Società Salesiana.

Ordinato sacerdote nel giugno del 1865, cantò la prima messa nella sua parrocchia ed ebbe - unico fra i Salesiani - Don Bosco a tessere il discorso di circostanza.

Da quel giorno l'amor singolare che aveva già dimostrato per la gioventù, prese ad accendersi. Nel 1868, per la morte del virtuoso D. Giuseppe Bongioanni, venuto a mancare chi facesse scuola di catechismo nelle classi ginnasiali ed avesse l'alta sorveglianza della condotta degli artigiani, Don Bosco volle affidati quegli uffici a Don Lazzero. Nella primavera del 1874 cessò di vivere anche D. Francesco Provera, e Don Bosco volle che Don Lazzero lo surrogasse, sia come membro del Consiglio Superiore della Pia Società, sia come Prefetto dell'Oratorio, nel quale ufficio restò sino al termine dell'anno 1874-1875, in cui fu nominato Direttore.

Catechista, prefetto e direttore, in ogni carica Don Lazzero ebbe un'impronta sua propria.

Catechista ebbe sempre in mira di migliorare il carattere dei giovani, specie de' più cattivelli; e la sua carità, le sue buone parole, le sue sante industrie ottennero quasi sempre il desiderato successo; i giovani stessi n'erano meravigliati.

Prefetto, a cui Don Bosco volle affidata la disciplina generale nei suoi istituti, pareva che egli, attesa la squisita bontà del cuore, non avrebbe potuto compiere tutto il suo dovere; invece, ricco di quell'amabilità e fermezza, che può mostrarsi ancor più inflessibile, quando si vede procedere da un animo buono che vieta o comanda solo per sentimento d'impreteribile dovere, egli fu egualmente venerato da tutti. Quando non poteva concedere una cosa, prima di dir di no, ne studiava ordinariamente un'altra di cui abbisognasse chi aveva fatto a lui ricorso e spontaneamente la concedeva, con estrema riconoscenza di chi si vedeva oggetto di tanta delicatezza.

Direttore, crediamo di non esagerare dicendo che fu realmente da tutti, giovani e superiori, interni ed esterni, oseremmo dire adorato. Tanto poterono nell'anima sua gentile e buona gli esempi e gli insegnamenti di Don Bosco!

Nè dobbiam tacere delle sue esimie virtù sacerdotali, del tenerissimo suo culto per S. Giuseppe, del suo amore al confessionale che si vedeva assiepato come quello di Don Bosco, della sua predicazione facile e desiderata, dell'acceso suo zelo per lo splendore delle sacre funzioni. Dotato di una bellissima voce, avrebbe potuto, restando borghese, raccogliere gran messe di allori, ma fu ben più lieto di far echeggiare delle sue note dolcissime le vòlte del Santuario di Maria Ausiliatrice elevando tante anime a pensieri di paradiso.

Nel 1884 lasciò in parte la direzione dell'Oratorio, ma ritenne ancora per due anni la direzione dei suoi artigiani, per cui ebbe un affetto speciale. Incaricato nel 1887 della corrispondenza diretta colle case salesiane dell'Equatore, della Colombia, del Messico, del Venezuela e poi degli Stati Uniti del Nord-America, ritenne sempre la direzione generale delle Scuole Professionali Salesiane fino al 1898.

Logoro dalle fatiche, l'anno prima veniva assalito da una terribile malattia viscerale che lo costrinse a smettere il lavoro e a cercar riposo a Mathi Torinese, ove per 13 anni fu esempio ammirabile di pazienza e non tralasciò di fare a tutti quel bene che poteva, ed eran molti quelli che gli scrivevano o si recavano a lui per riconoscenza o per consiglio.

Com'ebbe notizia dell'aggravarsi della malattia di Don Rua, egli pure cominciò con D. Lemoyne una fervorosa novena e fu contento di udire un accenno a miglioramento alla fine di quella. Che il carissima D. Lazzero, che non sapeva mai dir di no a nessuno e rimandava tutti contenti, ci ottenga da Maria SS. Ausiliatrice e da Don Bosco la grazia che tutti imploriamo!

Noi abbiam pregato e continueremo a pregare per l'anima cara di questo vecchio figlio di Don Bosco. Quanti lo hanno conosciuto, al leggere la mesta notizia, certo non mancheranno di unirsi fervidamente a noi nell'implorargli il premio di tante opere buone. Si uniscano affettuosamente a noi nel riverente tributo anche quelli che non lo conobbero e faranno cosa cara a tutti i suoi amici e ammiratori!

Il VI° Congresso. dei Cooperatori Salesiani

Le Solennità religiose.

Nei giorni del Congresso, ebbero luogo anche solenni funzioni religiose nel tempio della Gratitud Nacional.

Il 1° giorno (21 novembre) pontificò il mattino Sua Ecc. Rev.ma Mons. Ramón Angel Jara, e la sera disse il discorso Mons. Costamagna.

L'indomani (22 novembre) pontificò Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giacomo Costamagna e la sera impartì la benedizione Mons. Fagnano.

L'ultimo giorno (23 novembre) tenne solennissimo pontificale S. E. Rev.ma Mons. Enrico Sibilia, Internunzio Apostolico, che dopo messa impartì la benedizione papale.

Finalmente, a corona del Congresso, la mattina del giorno 24, S. E. Rev.ma Mons. Miguel Claro, l'infaticabile direttore del Comitato promotore, celebrò messa pontificale da requiem per tutti i Cooperatori defunti.

Le Scholae Cantorum del Patrocinio de S. José e del Colegio S. Familia di Macul, coadiuvate da vari artisti della capitale, eseguirono in modo correttissimo la messa Mater castissima del M° Cupani, Kyrie fons bonitatis in canto gregoriano, e la Missa Quinta del M° Haller, nonchè il Dies irae e il Libera me, Domine del M° Ravanello.

IV.

Voti e raccomandazioni.

I VOTI.

Diamo il testo originale.

I Cooperatori Salesiani riuniti in VI Congresso Salesiano, invocando la protezione di Dio Onnipotente e di Maria, Aiuto dei Cristiani:

fanno voti perchè le Opere Salesiane contribuiscano efficacemente al trionfo del regno di Gesù Cristo negli individui, nelle famiglie e nelle nazioni; manifestano il loro inalterabile attaccamento, la loro profonda venerazione e la loro obbedienza figliale alla S. Sede, Centro della Chiesa e depositaria delle verità rivelate; e il loro animo riconoscente per l'Augusta Persona di S. S. Papa Pio X, il Pontefice dell'Eucarestia,fan pubblica adesione di sudditanza, rispetto ed obbedienza ai Sacri Pastori posti da Dio a reggere la sua Chiesa, lieti della loro ambita cooperazione e presidenza; riconoscono come speciale favore celeste di essere stati -chiamati a cooperare in opere di carità cristiana e di vera democrazia, alle quali consacra il suo zelo infaticabile la Pia Società Salesiana, cotanto benemerita anche nel Chile, non meno che in tutta l'America e nel mondo intero, della Religione e della patria; inviano le loro affettuose felicitazioni al rev.mo D. Michele Rua, Rettor Maggiore della Pia Società Salesiana, pel suo Giubileo Sacerdotale; fanno voti che sorga presto il giorno glorioso in cui il Ven. D. Bosco ed il suo ammirabile discepolo Domenico Savio sieno onorati sugli altari.

LE RACCOMANDAZIONI. I) - SPIRITO DEL COOPERATORE.

1) Il Cooperatore Salesiano cerchi in tutte le opere il proprio perfezionamento;

2) si penetri profondamente dello spirito di carità che animava S. Francesco di Sales e il Venerabile D. Bosco;

3) porti questo medesimo spirito in seno alla sua famiglia e in tutte le sue opere;

4) propaghi in essa e al di fuori di essa la devozione a Maria SS. sotto il titolo di Ausiliatrice, essendo essa la celeste Patrona di tutte le Opere Salesiane ;

5) promuova la frequenza alla S. Comunione, ricordando che il Venerabile D. Bosco, come oggi Papa Pio X, desiderava ardentemente che tutti i cristiani si comunicassero ogni giorno ;

6) abbia spirito di preghiera, ed offra le sue orazioni e le sue opere buone per ottenere le celesti benedizioni sulle opere salesiane.

II) - ORGANIZZAZIONE.

Il VI° Congresso raccomanda ai Cooperatori: 1) lo studio attento del Regolamento della Pia Unione;

2) l'esatta osservanza del medesimo;

3) una volontà generosa di aiutare le opere proposte;

4) l'unità d'azione mediante il vincolo di una carità paziente, benigna. ed umile;

5) l'aggregazione di lavi ascritti alla Pia Unione; 6) l'assistenza alle due conferenze annuali prescritte dal Regolamento ;

7) la lettura del « Bollettino Salesiano ».

III) - AZIONE DELLA PIA UNIONE,

Il VI° Congresso caldamente raccomanda a a tutti gli ascritti alla Pia Unione

1) la preghiera per le Opere Salesiane, essendo questa l'elemosina migliore che possono dare tutti ;

2) l'attività personale in benefizio delle medesime, secondo la capacità di ciascuno;

3) la cura di qualche alunno delle case salesiane, Procurando di fargli da padre o da madre nelle varie necessità, tanto spirituali che materiali;

4) l'amore agli oratori festivi, disimpegnando in essi l'ufficio di catechisti, e provvedendo i mezzi per allettarvi i fanciulli e per soccorrerne i più bisognosi;

5) il vegliare sugli ex-alunni delle Scuole Salesiane, considerandoli come figli raccomandati dal Ven. D. Bosco alla loro carità, per incamminarli sul buon sentiero, appartarli dai pericoli ed assisterli nelle varie vicende della vita ;

6) la fondazione di posti gratuiti nei collegi salesiani ;

7) l'elemosina a favore delle Opere Salesiane;

8) la propaganda a favore delle medesime con conversazioni, discorsi, scritti, specialmente nei giornali cattolici;

9) la diffusione delle pubblicazioni salesiane di propaganda cattolica;

10) tutte quelle industrie che la carità cristiana suggerisce in favore delle opere di salvezza sociale.

IV. AZIONE RELIGIOSO-SOCIALE.

Più numerose furono le raccomandazioni in merito all'azione religioso-sociale. Ci dispensiamo dal tradurle integralmente, poichè rispecchiano anche bisogni locali, ma non possiamo far a meno dal riassumerle nelle seguenti

1) I Cooperatori Salesiani agiscano sempre per principio di fede;

2) prendano parte attiva, come meglio possono, all'azione religioso-sociale, appoggiando la fondazione e il funzionamento di scuole cattoliche, oratori festivi, segretariati del popolo, uffici di collocamento, ecc., ecc., insomma ogni opera rivolta a vantaggio della gioventù e del ceto operaio;

3) appoggino, con ogni mezzo possibile, le opere dirette all'assistenza religioso-sociale degli immigranti ;

4) sostengano la buona stampa, soprattutto diffondendo i giornali cattolici a meglio paralizzare l'influenza della stampa malvagia;

5) ritengano sempre qual mezzo principale della ristorazione cristiana della società e di preservazione giovanile l'insegnamento del catechismo ;

6) incoraggino ed aiutino generosamente le vocazioni al sacerdozio.

LE ADESIONI.

Fra le numerose adesioni, inviate al Comitato Promotore del Congresso, le quali verranno inserite negli Atti, ci piace far menzione di quella del celebre poeta uruguayano, il sig. Giovanni Zorilla di San Martin, il quale, dolente di non poter recarsi al Congresso per la malattia di un amatissimo figlio e pel cumulo di antecedenti impegni, scriveva al Presidente Mons. Jara:

« Tengo però a far sapere all'Eccellenza Vostra che io aderisco pienamente al Congresso, al quale sarò presente in ispirito, poichè l'amore all'adorabile persona di Nostro Signor Gesù Cristo e il vivo desiderio di vederlo regnare sulla società furono e sono, come dice Vostra Eccellenza riempiendomi di santo orgoglio, l'unico scopo di ogni atto della mia vita !... »

V.

Il ricordo del Congresso.

A richiesta dei Cooperatori Salesiani della città di Concepción (ove il 28 novembre si tenne un'imponente assemblea di adesione al Congresso di Santiago) venne accettata la proposta di erigere, come ricordo, un Santuario a Maria Ausiliatrice, Patrona delle Opere Salesiane, a Concepción, ove l'anno 1887 si aperse nel Chile la prima Casa Salesiana.

Il voto si è già incamminato a divenire realtà. Il 1° gennaio u. S. Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Luigi Enrico Izquierdo, Vescovo diocesano, benedisse con memoranda cerimonia la prima pietra del nuovo Santuario.

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella o se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare

l'indulgenza Plenaria: ogni mese:

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno ; 2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte;

3) nel giorno in cui si radunino in conferenza.

dal 10 aprile al 10 maggio

1) il 3 maggio, festa dell'invenzione della S. Croce; 2) il 5 maggio, Ascensione di N. S. G. C.;

3) l'3 maggio, festa dell'Apparizione di S. Michele Arcangelo sul Monte Gargano.

Lettere di famiglia.

DAL SUD-AFRICA.

L'istituto Salesiano di Cape Town.

II (1).

Il presente.

(Lettera del Sac. Enea Tozzi).

Cape Town, 2 gennaio 1910. REV.MO SIG. D. RUA,

NEL frastuono del movimento commerciale ed industriale che agita la città, molte e svariate sono le fasi di vita e di azione pacifica che sfuggono alla considerazione del pubblico. Il passeggiere che vien su dal mare per la via di Buitenkant St. forse osserverà la scritta « Istituto Salesiano » sulla facciata di una delle vecchie case a mano sinistra; ma anche in Cape Town, come altrove, molti non sanno darsi ragione che cosa sia un Istituto Salesiano, se non dopo che ne hanno varcato la soglia e sotto i loro occhi vedono svolgersi uno spettacolo nuovo di vita e di carità.

Membri del Parlamento e del Senato e del Governo hanno onorato di loro presenza gli umili locali e giardini d'affitto, ove finora qui si svolge l'Opera Salesiana, che dà ricetto ad un centinaio di persone; e tutti, ammirati, soddisfatti, lodarono l'istituzione eminentemente utile, augurandole un grande sviluppo a pro' dei figli del popolo.

Noi abbiamo scuole per tipografi, legatori, ebanisti, sarti e calzolai; i quali, mentre apprendono il loro mestiere, percorrono i corsi elementari ottenendo la licenza dopo la settima classe. Tanto i mestieri come le scuole sono approvate dal Governo, che per mezzo dell'Ispettore Scolastico presiede agli esami.

I giovani che hanno raggiunta la quarta classe elementare son tenuti alla scuola per cinque ore al giorno e per altre tre ore imparano i rudimenti di un mestiere, venendo così iniziati al lavoro. Passata la quarta classe, gli allievi hanno tre ore di scuola, una al mattino dedicata invariabilmente all'aritmetica, due alla sera divise fra diverse materie, quali l'inglese, la geografia, il disegno ed il canto. Nelle altre ore attendono all'apprendimento teorico e pratico del loro mestiere.

I nostri tipografi compositori ed impressori sono continuamente occupati: lo stile del loro lavoro ha un carattere più pratico, ma meno artistico e vario di quello generalmente richiesto in Italia. La logica distribuzione delle parti, il risalto dato agli elementi principali ed una ornamentazione sobria e giudiziosa formano qua i criteri di un buon compositore.

Fra i lavori cui attendono v'ha la Guida dei Cattolici del Sud Africa, edita e pubblicata dal nostro Istituto in gennaio. Essa dà cenni storici delle diverse missioni, gl'indirizzi dei sacerdoti, delle comunità e delle scuole religiose, il tempo delle sacre funzioni, ecc. ecc.; in una cronaca registra i fatti più importanti, mentre con illustrazioni riproduce lo sviluppo delle principali opere cattoliche. Lo specchietto sinnotico del 1910 fa un consolante contrasto collo stato della Chiesa Cattolica al Sud Africa sessant'anni fa. Allora dal Capo al Zambesi v'era un solo Vescovo coadiuvato da due sacerdoti, oggi invece vi son sette Vescovi ed un Prefetto Apostolico, con 286 sacerdoti, 2022 religiosi, che funzionano 298 chiese o cappelle e dirigono 300 scuole.

Altra pubblicazione periodica della nostra tipografia è il Catholic Magazine, cioè una rivista mensile cattolica pel Sud Africa, già nel ventesimo anno di vita, ove lo storico troverà preziosi dati per ritrarre il movimento cattolico di questi paesi, dai primi coraggiosi navigatori Portoghesi che inalberarono la croce a tutti i luoghi di loro approdo, sino al dominio definitivo degl'Inglesi che han dato piena libertà al Missionario Cattolico di proseguire l'opera sua.

Anche il nome Italiano occupa un posto distinto negli Annali del Sud-Africa. Nel 1872, quando l'Inghilterra concedette un governo rappresentativo colle due Camere dei Senatori e Deputati alla Colonia del Capo, fu un Italiano, Giovanni Carlo Molteno (1814-1886) oriundo milanese, che ebbe la gloria e la capacità di formare il primo Gabinetto, essendo Primo Ministro per più anni e poi Ministro degli Interni, onorato del titolo di Cavaliere dalla Regina d'Inghilterra per i molti servigi resi alla società, specialmente per aver allacciate con tronchi ferroviari le parti principali del Sud-Africa. Oggi una provincia e il suo capoluogo portano il nome di Molteno, mentre molte strade ed altri monumenti ricordano questo grande italiano. Due dei suoi figli sono membri del Parlamento: il primogenito Giacomo Jennant Molteno, distinto avvocato, è Presidente della Camera dei Deputati. Similmente Antonio Chiappini, per molti anni Deputato al Parlamento, ha lasciato quattro figli che eredi delle virtù e dell'ingegno del padre sono conosciuti per tutta l'Africa del Sud. Il secondo Carlo da Plessis Chiappini, Commissario Governativo, incaricato di espandere l'esportatazione dei prodotti agricoli all'estero, ha in quest'ufficio reso importanti servizi in Inghilterra ed ora sta lavorando con novella vigoria negli Stati Uniti. Fra il Clero abbiamo Mons. Pietro Strobino, Vescovo del Vicariato Orientale (1891-1896), antico allievo dell'Oratorio Salesiano di Torino, valente oratore, che mori, vittima del suo zelo, per malattia contratta nel guadare un fiume in gran piena per portare i soccorsi della Religione ai fedeli. Molti altri nomi d'italiani potrei ricordare, che si son resi benemeriti in diverse professioni in guerra ed in pace, che basterebbero a tessere una storia gloriosa del popolo Italiano nel Sud Africa.

Mi perdoni questa lunga digressione, che torno subito ai nostri laboratori.

I legatori, che si vantano di avere molti volumi da loro legati in biblioteche private e governative, ottennero una distinzione tutta speciale nell'ultima esposizione internazionale al Capo.

Gli ebanisti si son fatto anch'essi un buon nome; alcuni anni fa (19o5) conseguirono il secondo premio offerto dal Governo ad una gara di mobili, ed ultimamente (19o9) in occasione di una mostra di lavori in legno compiuti da varie scuole, la Gazzetta della Pubblica Istruzione lodava in primo luogo il lavoro dei nostri alunni. Essi poi mi vennero in aiuto in modo tutto speciale. Il loro Capo o maestro un giorno viene ad avvertirmi che doveva uscire per misure e diversi acquisti, ed io, che stava scrivendo una lettera, non avendo un assistente disponibile, gli dissi che andasse pure, che appena finita la lettera sarei disceso io in laboratorio. Eran passati pochi istanti quando un giovane entra frettoloso in mia camera e mi dice che il sig. Dottor Muir, Sopraintendente Generale della Pubblica Istruzione nella Colonia, entrato dal cancello dei carri, stava appunto nel laboratorio dei falegnami. Era la prima volta che l'alto funzionario si recava all'Istituto. Discendo immediatamente, gli do il benvenuto e gli spiego senz'altro l'assenza del maestro.

- Oh! è ciò che mi ha fatto la più cara sorpresa, mi rispose sorridendo, perchè ho trovato tutti questi giovani intenti al loro lavoro ed in perfetto silenzio!.... E il Governo, soggiunse, le dà qualche sussidio per l'insegnamento dei falegnami?

- Non abbiamo ancora il piacere di avere un tale aiuto, che sarebbe tanto opportuno, risposi!

- Ebbene, domani le manderò l'avviso ufficiale di tale sovvenzione.

Non ebbi parole per ringraziarlo, e ne trassi motivo per lodare ed incoraggiare quei nostri orfanelli.

Anche i sarti imparano il mestiere con amore e lavorano con nitidezza. Se non possono vantare di aver lavorato, come i falegnami, per la casa del Governatore, non dimenticano però che in due occasioni han servito il Duca di Norfolk, quando visitò la Colonia durante l'ultima guerra.

Abbiamo pure una quindicina di calzolai, i cui lavori si raccomandano per finitezza e solidità. All'ultima Esposizione Internazionale essi ottennero la medaglia d'oro ed uno dei lavori più ammirati fu un loro paio di scarpe, finite ognuna con un sol pezzo di cuoio.

Son queste le sezioni del nostro Istituto, che è una vera benedizione per molti orfanelli. Al presente, come accennai, affittiamo tre vecchie case, ma col consenso suo, amato Padre, ora mettiamo mano all'erezione di apposito fabbricato su terreno che il Governo ci ha ceduto.

Senonchè il paese è popolato nella maggior parte di protestanti, ed i nostri benefattori cattolici non sono nè molti, nè molto ricchi, e, sebbene di cuore molto buono, possono appena aiutarci a tener in piedi l'istituzione. Si è quindi con qualche motivo che, a mezzo suo, ho pensato di presentare e raccomandare a tutti i caritatevoli Cooperatori un'opera che ha bisogno di svolgersi in questo estremo lembo del SudAfrica.

Ella intanto, amatissimo Padre, accolga i nostri auguri di un anno felice e ci benedica. Di Lei, rev.mo Sig. D. Rua,

Um.mo e dev.mo Figlio in C. J Sac. ENEA Tozzi.

Congresso Mariano.

Dal 17 al 22 luglio si terrà a Salisburgo in Austria un Congresso Internazionale Mariano, che si inaugurerà con l'apertura di una grande Esposizione

Mariana. Al Congresso prenderà parte anche un gruppo di italiani. Chiunque, anche non intervenendo, può prendere parte diretta alle sedute del Congresso, nella Sezione Italiana, inviando buoni lavori di studio, scritti in lingua italiana, intorno a questi argomenti:

1. Maria nel dogma cattolico;

2. Maria e gli errori del modernismo;

3. Maria nella storia della Liturgia e della Chiesa; 4. Maria nella divozione pratica dei cristiani.

I lavori devono essere presentati almeno per la fine di maggio al Comm. Prof. Burri Presidente del Comitato Nazionale Italiano (Via Torre Argentina, 76) Roma.

DALLE MISSIONI

PATAGONIA SETT. Una missione di dieci mesi.

(Lettera del Missionario D. Andrea Pestarino).

Viedma, 2o novembre 19o9.

REV.MO ED AMAT.MJ SIG. D. RUA, OGNI volta che le scrivo, so di far cosa gradita al suo cuore di padre e per questo mi propongo di stenderle alcune note dell'ultima mia escursione, la quale incominciò il 6 novembre del 19o8 e finì il 4 settembre p. p. Mi perdoni, amatissimo Padre, la semplicità del dire, ed io le prometto di non farle perdere un tempo prezioso, perchè mi contenterò di qualche rapido accenno.

Al Nord e al Sud del Rio Negro. - Ricordi consolanti.

Nel recarci da La Salina del Algarobo a El Copete, provvidenzialmente sbagliammo la direzione, andando a finire alla casa del sig. Manuel Ibañez, antico alunno del nostro Collegio di Patagones. Al pari della sua buona consorte egli era fuori di sè per la gioia alla visita inaspettata. Ci disse che in una tolderia là presso trovavansi quattro indietti non ancor battezzati ed un indio malato che aveva passato assai male la notte precedente; ed ebbi il conforto di battezzare i quattro piccoli indii, ed il mio zelante non men che attivo catechista Giuseppe Caranta somministrò le prime cure all'infermo, il quale, col regime prescrittogli e le medicine che gli lasciammo, in breve tornò in salute.

Nella fattoria del signor Alvarez trovammo un indio cileno, che vi si era recato da pochi giorni, assai desideroso di divenire cristiano. Ci disse che ci aveva conosciuto tre anni prima, e che fin d'allora aveva avuto fatto il proposito di istruirsi nella nostra S. Religione e di ricevere il S. Battesimo, ma non aveva potuto farlo a causa del molto lavoro. A questa dichiarazione i sigg. Alvarez non solo gli diedero il tempo necessario per prepararsi a ricevere i sacramenti del Battesimo e della Cresima, ma gli si offerssero a far anche da padrini, e così furono soddisfatti i suoi desideri.

Nella popolazione di Pringles, in occasione della festa patronale dell'8 dicembre, il parroco D. Maranzana insieme col mio catechista andò in cerca di fanciulli da promuovere alla prima comunione. Girando in quei dintorni ne trovarono più di una ventina, ma quattro o cinque appena in possibilità di recarsi al catechismo nella chiesa parrocchiale. Che fare? Fu necessario che il sullodato catechista andasse ad istruirli nelle loro case in tempo di riposo, all'ombra di un chañar o di un salice, mentre erano al pascolo; e così, non senza grandi sacrifizi, si ottenne che ben 18 potessero per la prima volta accostarsi alla S. Comunione. Deo gratias!

Anche la nostra missione in Cubanea, che gli altri anni dava sempre scarsi risultati, questa volta ebbe un esito molto consolante, poichè avemmo la fortuna di preparare ed ammettere alla prima comunione 14 giovanetti, e ciò grazie alla saggia ed attiva cooperazione della direttrice della Scuola Governativa, Giuseppina S. Viuda de Souza; la quale volle che celebrassi una messa in suffragio del compianto suo consorte. Ella si accostò alla santa comunione in presenza dei suoi alunni e di altri fedeli, e il suo esempio lasciò in tutti buone impressioni e forti stimoli ad imitarla; ed io a quanti si accostarono alla Sacra Mensa feci distribuire un ricordo.

Gli altri anni ci recavamo a Sierra Grande passando per la Bombilla, con un cammino di 70 chilometri. Questa volta vi andammo costeggiando l'Oceano, poichè alcuni indii ci avevan detto che era un buon cammino, lungo il quale avremmo potuto visitare varie famiglie. Il primo giorno percorremmo circa 15 chilometri fra sabbie continue ed affinchè i poveri cavalli potessero trascinar il sulki, dovemmo scender più volte e fare a piedi lunghi tratti di via. Ma il Signore ci compensò ad usura le molestie del viaggio, perchè in El fuerte amministrai il S. Battesimo a due piccoli indii e ad un altro di trent'anni; a La Barrancosa trovammo due famiglie con molti figli ed avemmo la soddisfazione di disporne 5 alle prima comunione, e a

La Entrada battezzai due creaturine e benedissi un matrimonio, da tre anni contratto civilmente.

Da La Entrada, lasciando alle spalle la costa del mare, ci dirigemmo all'Arroyo Salado de Sierra Grande, per un sentiero poco battuto e, in parte, assai malagevole. Al cader del sole giungemmo all'Arroyo, in un punto dove due giovani di Viedma, a noi noti, stavano fabbricando una casa. Essendo i cavalli stanchi pel cammino, sostammo ivi stesso, cenando all'aperto e dormendo sotto la splendida volta del cielo.

Un vecchio centenario - Nel Territorio del Chubut.

Durante la cena, venimmo a conoscere che trovavasi poco lungi di là una famiglia indigena, che aveva finito di fabbricare una casetta.

- Là, mi dissero, potrebbe andare a celebrar la S. Messa, tanto più che v'è un bambino da battezzare, e il capo di casa, vecchio e gravemente infermo di paralisi da circa 10 anni, non ha, neppur lui, ancor ricevuto il Battesimo.

- Ecco! esclamai, che la Divina Provvidenza ci viene a compensare abbondantemente le fatiche e le privazioni durate quest'oggi.

Difatti l'indomani mattina fummo ricevuti con grande esultanza da quella famiglia indigena ed io benedissi la nuova casetta, vi celebrai il santo sacrifizio e battezzai il figliuolino del capo di famiglia, sig. Atanasio Piñaldo. Quindi ci recammo a visitare il vecchio paralitico inchiodato nel povero giaciglio ed incapace, non pur di muoversi, ma fin anche di nutrirsi. Acconsentì molto volentieri a prepararsi ai SS. Sacramenti del Battesimo e della Cresima, e li ricevette piangendo di consolazione. Volle esser chiamato col nome dell'Apostolo S. Andrea, Deo gratias! Secondo i calcoli che potemmo fare, ei deve aver superato i cent'anni, perchè combattè contro il Governo, molti anni or sono, in difesa degli indigeni, e vide la città di Buenos Aires quand'era molto piccola e le altre popolose città della provincia quando non erano che piccole tolderie.

A La Salina Grande (Territorio del Chubut) noi giungemmo in casa del signor Martiniano Hernandez, in un momento triste, quando cioè stava disponendosi a condurre una sua figlia, gravemente ammalata, fino a Madryn ove si trova un medico, senza badare alla distanza di circa 15o chilometri. Lo consigliammo a protrarre la partenza d'uno o due giorni, affin di vedere se era possibile risparmiarle un viaggìo così lungo e penoso e spese non indifferenti; e, grazie a Dio, l'intelligente e bravo catechista ottenne che la poverina migliorasse tanto, che il terzo giorno cominciò a lasciare il letto. Tutti di famiglia e i vicini che venivano a far battezzare i loro figli furono ammirati di così rapida guarigione.

Durante il tempo che ivi passammo, ci fu dato di preparare varie persone adulte alla prima Comunione ed al sacramento della Cresima.

Da Salina Grande fino a El Hunco il viaggio fu piuttosto penoso, tanto per noi che per i poveri cavalli, poichè l'ultimo giorno di cammino questi ebbero molto a soffrire a causa dell'acqua cattiva e noi dovemmo passare una notte allo scoperto con una temperatura di vari gradi sotto zero e un'aria di neve. Avemmo però il conforto di battezzare sette fanciulli e benedire quattro matrimoni, contratti civilmente già da un anno.

In viaggio di ritorno - L'albero di « Gualichu ».

Il 21 giugno ci ponemmo in viaggio di ritorno alla volta dell'Arroyo Verde (Territorio del Rio Negro) con intenzione di fermarci alcuni giorni in Sierra Colorada del Sud nella fattoria del signor Gonzalorma.

Giunti ad un punto di quella tenuta, vedendo che i cavalli non volevano proseguire, scendemmo dal sulki per chiedere ospitalità fino; al dì seguente, e i due lavoranti che vi si trovavano ce la concessero volentieri. Ambedue erano ancora infedeli, ed avendoci manifestato vivo desiderio di abbracciar la nostra Santa Religione, ci fermammo con loro il tempo necessario per prepararli a ricevere degnamente i sacramenti del Battesimo, della Cresima e della Eucaristia.

All'Arroyo Verde ospitammo nella fattoria del sig. Francesco Rial, vecchio amico dei Missionari, presso il quale abbiam trascorso una settimana, anche per concedere un poco di riposo ai poveri animali, che da un mese battevano sentieri assai faticosi, ed erano stati costretti a bere nere acque stagnanti, che finirono per prostrarli all'estremo. Intanto visitammo più di 40 famiglie e con frutto; ma la missione, a causa dell'intenso freddo, fu poco frequentata ; pazienza.

La sera del nostro arrivo ai ruscelli La Ventana e Los Berros, il giovane Paulino Bell, dopo d'aver cenato e conversato allegramente con la famiglia e con noi, si ritirò insieme con un figlio del padron di casa per andare a dormire. Dopo pochi minuti s'odono alte grida del fanciullo. Che era successo? Era caduto al suolo come morto e lo trovammo senza parola, con le membra irrigidite. Il buon catechista lo fece porre a letto, gli allargò i panni, gli pose una mano sul cuore e sentendo che batteva appena, prese a fargli delle frizioni sul petto ed alle estremità. Dopo un'ora il giovane cominciò a staccare i denti e a mandare alcuni sospiri, finchè, prese alcune medicine, a poco a poco riebbe il suo colore naturale, e in capo a poche ore cominciò a parlare, e in fine tornò pienamente in sè. Il bravo Caranta gli diede in ultimo una tazza di camomilla, che gli procurò un placido sonno fino alla mattina seguente, in cui si levò perfettamente sano. Come ci abbiano ringraziato il giovane e i parenti, non saprei descriverlo.

Quando giungemmo al ruscello La Ventana, trovammo che era morto il signor Cornelio Tella.

Invitato dai cugini fui a benedirne la sepoltura accompagnato da vari del vicinato, e il dì seguente celebrai per lui una messa da requiem alla quale assistettero varie famiglie recitando il S. Rosario con divozione edificante, ed io tenni una predìchetta di circostanza.

Egual cerimonia si ripetè con numerosa e devota assistenza, ad El Salado de Sierra Grande, a El Chara, a Los Focitos, a Chanquin, a Valcheta, ecc. ecc. lasciando ovunque molto buona e salutare impressione.

Viaggiando per queste terre, le quali senza dubbio ora abbisognano più che mai della forza civilizzatrice della religione per salire a quel grado di benessere al quale si sono incamminate, il pensiero vola continuamente a D. Bosco, che fin dai primi anni del suo sacerdozio, contemplando le regioni sepolte nelle tenebre dell'ido latria, si sentì preso di speciale compassione per la Patagonia.

- È la regione più abbandonata, diceva, e per questo merita maggior compassione.

Grazie a Dio, i Missionari inviati dal cuore magnanimo di un tanto Apostolo, omai l'hanno percorsa e continuano a percorrerla in tutti i sensi, guadagnando ogni volta nuove anime al Cielo. Qua e là s'incontra ancora qualche traccia delle superstizioni antiche; ma assai più frequenti sono i segni della redenzione. Gli alberi sacri a Gualichu, a' cui rami gl'indii legavano con forti nodi i miseri pezzi di tela o gli stracci di stoffa appartenenti a qualche indio malato persuasi che il genio del male fosse perciò costretto ad allontanarsi dal corpo del povero paziente, son quasi del tutto scomparsi, mentre nelle stesse umili tolderie sta appeso alla parete il segno della Redenzione o qualche immagine della Vergine Benedetta!

A titolo di curiosità, le rimetto una piccola fotografia di uno di questi alberi, oggetto di superstizione.

Resoconto generale.

Prima che dia termine a questa mia, mi permetta, amato Padre, che le ponga sott'occhio anche il resoconto riassuntivo delle Missioni date, come le ho detto, dal 6 novembre del 1908 al 4 settembre di quest'anno 1909.

1) Punti visitati:

a) al nord del Rio Negro:

Salina del Algarrobo, El Copete, Tres Lagunas, Monte Conuelo, La Piedra, Salitral Grande, Monte Alegre, Bajo Honda, Ciudad Rio Negro, Cerro Bichador, Pringles, La Pava, Seis de Febrero, La Criolla, El Chingolo, El Cacique, El Pepe, Laguna Grande, Laguna del Algarrobo, Cinco Lagunas, La Comercial, Bajo San Pedro, Boca de la Travesia del Turco, Isla Madera, Isla Balel, Cerro Francisco Pringles.

b) al Sud del Rio Negro:

La Cuchilla, San Javier, Potrero Cerrado, Cubenea, La Piedra, Pozo Moro, Laguna Coronado, Segunda Angustura, Colonia Frias, Conesa Sur, Las Maquinas, San Antonio Oesle, Los Jaguelitos El Fuerte, La Barrancosa, La Entrada, El Salado de Sierra Grande, Rincon del Salado, La Palma, La Aguadita, El Chara, Los pocitos.

c) Punti visitati al sud del « Arroyo Verde » Territorio del Chubut:

Oficina Telegrafica « Arroyo Verde », Aguada Amarga, Salina Grande, Aguada Grande, El Hunco, Aguada Bianca, Sierra Colorado del Sur, Puesto de Piedra.

d) Punti visitati al nord del grado 42° e al sud del Rio Negro:

A"royo Verde, Arroyos de la Veniana, e de

Los Berros, Aguada del Capitan, Sierra Colorada del Este, Aguada del Chingolo, Aguada Cecilio, Changuin, Pueblo de Valcheta, Aguada Amarga, Cinco Chanares, San Antonio Oeste y Este, Laguna del Barro, La Esperanza, La Primavera, La Invernada, Las Aguadas, La Cuchilla.

2) Leghe percorse: n. 700 (pari a 3500 chilometri.

3) Famiglie visitate: 470.

4) Persone che presero parte a queste missioni: 3860.

5) Medicine dispensate gratuitamente : pel valore di cinquanta pesos.

6) Libretti e periodici di propaganda, catechismi, libri di lettura, corone del S. Rosario, quadri Religiosi, medaglie con cordoncino ecc.: n.° 3386 (tra cui 65 immagini ricordo di prima comunione e 25 di cresime);

7) Battesimi amministrati ad indii inferiori ai 5 anni, 73; - dai 7 ai 1oo anni 1o; - a bianchi 135 - Totale 218.

8) Cresime: n° 225.

9) Comunioni: n.° 485.

10) Matrimoni benedetti: n.° 18.

Da quest'esposizione, Ella può dedurre, amatissimo Padre, come l'ultima nostra escursione annuale abbia dato copiosi frutti spirituali e prometta assai bene per l'avvenire. Certo ciò è dovuto particolarmente a tante anime buone, le quali non cessano di pregare per le nostre Missioni: anche ad esse vada la nostra più viva riconoscenza.

Ella però, amatissimo Padre, si abbia i più cordiali ringraziamenti, e continui a pregare per noi, e cogli ossequi miei riceva pur quelli del mio catechista e compagno di viaggio.

Di Lei, Veneratissimo Sig. D. Rua,

Aff.mo ed Obbl.mo in G. e M.

Sac. ANDREA PESTARINO

Missionario Salesiano.

INDIE ORIENTALI

Le Missioni Cattoliche nell'India.

(Lettera dell'Ispettore D. Pietro Cogliolo al rev.mo sig. D. Rua).

A bordo del Yorck, il 26 gennaio 1910.

AMATISSIMO PADRE,

DOMANI arriverò ad Hong-Kong, ed in poche ore, su di un battello, sarò a Macao, nella culla dell'Opera Salesiana in Cina.

Prevedendo che non avrò così presto comodità di scrivere a V. S. Rev.ma, compio ouesto dovere prima di por piede a terra, nonostante il continuo movimento della nave pel vento impetuoso di nord-est, che da tre giorni soffia ed ingrossa questi mari.

Mi son fermato un mese nell'India. Una regione, così vasta, ove tutto è novità per l'europeo, ove il campo d'azione pel missionario è sterminato, richiedeva più tempo per uno studio meno superficiale e più proficuo; ma a me non era possibile. Colà l'opera nostra è ancor bambina, ma il padre e fondatore non potrebbe essere più premuroso e più zelante: Mons. Teotonio Vieira de Castro, Vescovo di Meliapor, è un prelato incomparabile. La sua dolcezza, i suoi modi affabili e dignitosi, la sua scienza, la sua fermezza ed il suo zelo veramente apostolico ritraggono molto al vivo il nostro S. Francesco di Sales. Egli, ancor giovane sacerdote, di passaggio per Torino visitò il nostro Ven. Don Bosco, e n'ebbe la benedizione per sè e per tutte le sue imprese. E da questa benedizione che si ripromette molto lo zelante Pastore a pro' delle Missioni Salesiane, sua mercè iniziate nell'India.

E cosa nota che le Missioni Cattoliche dell'India sono tra le più difficili. Umanamente parlando non si vede in qual modo si possa strappare quei popoli da un paganesimo inveterato e da tutto un sistema d'incredibili superstizioni, a cui dàn forza e strenua difesa gli uomini ritenuti come altrettanti oracoli, dico, i Brahamini.

Le conversioni di adulti sono rarissime, sì da far dire che l'opera dell'evangelizzazione dell'India s'arrestò di botto poco tempo dopo la morte di S. Francesco Zaverio.

Ma frattanto resta aperto il campo dell'educazione della gioventù. Questa senza distinzione di caste e di religione accorre alle scuole tenute dai Missionarii, e impara ad apprezzare la carità e quelle altre virtù che solo il Vangelo di Gesù Cristo sa infondere nel cuore umano. É un seme che forse più tardi, con l'aiuto di Dio, potrà apportare copiosi frutti. In questo campo d'azione entrano gli Orfanotrofii, e sopratutto l'Opera della S. Infanzia.

Da parte mia ho potuto ammirare con quale slancio e spirito di sacrificio lavorano i Missionarii cattolici in un paese dal clima caldissimo ove non si conosce non dico l'inverno, ma neppur la primavera, e dove la vita è soggetta a pene e patimenti innumerevoli. Oh qual soave ricordo sarà sempre per me l'aver veduto in una missione dei PP. Gesuiti un santo vegliardo, che, partito circa 45 anni fa dall'Europa senza esservi più ritornato, affabile e semplice come un fanciullo, se ne stava assiso appiè di un albero col crocifisso in mano, insegnando il catechismo ad un gruppo di piccoli Indiani! Quanto meritoria è la carità cristiana a favore delle Missioni cattoliche!....

Da Tanjore, città tutta indiana, poichè su 75.000 abitanti non conta che circa 5 mila cristiani, salutati i confratelli e i carissimi giovanetti, mi recai a Tuticorin; donde con una notte di viaggio giunsi a Colombo, capitale dell'isola di Ceylan. Quivi hanno prospere missioni i PP. Oblati di Maria Immacolata, che mi ospitaronocaritatevolmente e mi colmarono di gentilezze. La città è grande, popolatissima. Nel porto approdano in gran numero le navi di ogni nazione; per cui anche i costumi e le lingue ivi in uso sono assai svariate.

Di là il 16 corr. su questo piroscafo del Norddeutscher Lloyd si partiva alla volta della Cina. Dopo cinque giorni approdammo a Penang all'entrata dello stretto di Malacca, e ripartiti lo stesso dì, dopo circa 24 ore si gettava l'ancora nel porto di Singapore, che per la sua posizione è, per gl'Inglesi, quello che è Gibilterra in Europa. La città ha più di 200.000 abitanti, malesi, indiani e cinesi. Il suo commercio è attivissimo: il clima sommamente caldo, ma sano in generale; la vegetazione lussureggiante e quanto mai svariata. La missione cattolica è affidata a sacerdoti delle Missioni estere di Parigi, ed a sacerdoti portoghesi, questi sotto la giurisdizione del Vescovo di Macao. Goa nell'India, Macao in Cina e Timor nell'Oceania sono gli avanzi dell'antico e vasto dominio portoghese in questi lidi lontani. Il Portogallo, nazione di eroi navigatori, portò per il primo la luce della fede a questi popoli, ed i discendenti di quelle genti fatte cristiane dai missionarii mandati dal gran Re D. Emmanuele I (15oo) e poi da D. Giovanni III e successori, formano quasi la totalità de' fedeli di queste contrade. Gloria al piccolo Portogallo! che il ricordo de' suoi tempi di gloria lo aiuti ad uscire dalla difficile condizione presente!

Finisco... Sento annunciare che domattina alle 7 si arriverà a Hong-Kong, il porto più importante dell'estremo Oriente, così spesso devastato dai cicloni, il flagello di questi mari. Forse sono appunto indizi del terribile tifone, oppure un avanzo di recenti burrasche questo brutto mare e questo vento che potentemente investe la nostra nave! Quanto a me non ho che da render grazie a Dio ed a Maria Ausiliatrice. Anche in questo viaggio ho potuto celebrare ogni giorno la Santa Messa.

Accetti, veneratissimo Padre, i miei affettuosi saluti, mi benedica e mi creda quale ho il bene di professarmi

Di V. S. Rev.ma

Obbl.mo Figlio

Sac. PIETRO COGLIOLO.

IL CULTO di Maria Ausiliatrice

Pellegrinaggio spirituale pel 24 corrente.

Invitiamo i devoti di Maria SS. Ausiliatrice a pellegrinare in ispirito al Santuario di Valdocco il 24 corrente e ad unirsi alle nostre preghiere.

Oltre le intenzioni particolari dei nostri benefattori, nelle speciali funzioni che si celebreranno nel Santuario avremo quest'intenzione generale

Implorare con i più fervidi voti la guarigione del nostro veneralo Superiore Don Rua.

GRAZIE E FAVORI

Salvo prodigiosamente *).

É già trascorso un anno, dacchè la Vergine Santa ed il Patriarca S. Giuseppe si son degnati di fare un miracolo che resterà eternamente scolpito nei nostri cuori, e vorrei servisse a ravvivare la fede in tutti i cristiani. Un mio bambino di sei anni fu attaccato di tifo e dopo sette giorni di febbre altissima, livido e freddo moriva di collasso... Caffeina, digitale, olio canforato, poveri mezzi suggeriti dalla scienza, non valsero a sollevarlo.

Si ricorse con fiducia a Maria Santissima Ausiliatrice ed al Patriarca S. Giuseppe; ed a loro si abbandonò, mentre il dottore Scriffignani, pronunciava queste precise parole: « Siamo tutti credenti, se questo bambino avrà vita, attesterò pel primo trattarsi di un miracolo ».

Ed il miracolo si avverò. Superata la crisi tremenda, il bimbo ebbe ancora febbre alta, i dottori volevano ritentare un'altra iniezione di siero fisiologico, che poi non si praticò perchè la Vergine Santa ed il suo celeste Sposo tenevano a provare che a loro soli era dovuta la miracolosa guarigione. La seconda settima cominciò male, ma nonostante le previsioni dei dottori, che credevano dovesse ancora seguitare un mese o due, il giorno dell'Immacolata sfebbrò, tornò a vivere ed a farci rivivere collo sguardo dei suoi occhi, che credevo non dovessero mai più riaprirsi!

Agira (Catania), 4 marzo 1910.

PIETRO CIANCIO DI ANTONIO.

Mompos (Colombia). - Il nostro bambino Giacinto Angelo Maria, non appena compiuti i due anni (il 4 dello scorso novembre) fu colpito da epatite. Accorso il medico lo trovò assai grave e nel ritirarsi aggiunse che se non s'abbassava la temperatura del piccolo infermo, questi soccomberebbe. Con sollecitudine gli si amministrarono tutti i medicamenti ordinati, ma la temperatura era sempre alta. Incominciammo una novena alla nostra unica speranza, all'Ausiliatrice dei Cristiani, promettendole di pubblicare la grazia nel Bollettino, inviare una limosina alle Missioni Salesiane e far celebrare una Santa Messa. Oh bontà della celeste Madre! Come per incanto il piccolo infermo incominciò a sudare e disparve quasi per completo la febbre. Prima dell'ultimo dì della novena il nostro Giacinto era in convalescenza. Viva quindi la grande Ausiliatrice dei Cristiani, viva e viva mille volte!

5 dicembre 1910.

GIACINTO E FEDELINA MACCHI.

S. Giorgio di Lomellina. - Il 22 novembre u. s. il mio bimbo Antonio se ne stava trastullandosi vicino a me con un cuscinetto ov'erano infissi alcuni aghi. Ad un tratto egli getta in alto il cuscino e il colpo che questo ha ricadendo fa uscire e balzare un ago che va a conficcarsi nella cornea dell'occhio destro del povero figlio. Misi un grido, e tanto io come il piccino invocammo il soccorso di Maria Ausiliatrice. In preda a uno spasimo crudele mi affrettai a condurre il bambino dal dottore, che assicurando non aver mai visto un caso simile gli tolse l'ago ; e il giorno dopo fu chiamato uno specialista oculista che trovò il caso gravissimo. L'ago aveva prodotto la ferita a una distanza quasi impercettibile dal nervo ottico, per cui si temeva la perdita dell'occhio. Ognuno può immaginare l'ansia che m'opprimeva l'anima; ma neppure fra tanta desolazione mi venne meno la fiducia nella nostra potente Avvocata. Incominciai una novena promettendo di pubblicare la grazia e mandare un' offerta in ringraziamento. Passarono alcuni giorni fra la speranza e il timore ; e chi può ripetere la felicità che provò l'animo mio, quando i dottori mi dissero che era scomparso ogni pericolo?

O Maria, tu me l'hai salvato ! a te dunque tutta la riconoscenza del mio cuore 31 gennaio 1910.

IDA TOSA P.

Valle di Fiemme. - Oh! Maria SS., quante volte Ti ho invocata, col cuore stretto dall'angoscia, oppressa dallo sconforto, nei momenti che mi sentivo sola, immensamente sola! E Tu, o Vergine Ausiliatrice, hai asciugate le mie lagrime. Grazie, o Maria, d'esserti ancora una volta dimostrata veramente Madre!

Vorrei dire a tutti quanta è grande la riconoscenza che Ti devo, vorrei che l'eco della mia voce si ripetesse in ogni angolo della terra, affinché tutte le anime che dolorano ricorressero a Te che sei la speranza, il conforto e l'aiuto dei cristiani.

Adempio la mia promessa e depongo ai tuoi piedi la mia umile offerta, ripetendoti ancora e sempre: « Grazie, o Maria! ».

15 dicembre 1909.

N. N.

Montevideo. - Mi sentivo assai preoccupata ed afflitta a causa di certi affari alquanto intricati che pareva impossibile avessero a riuscire in mio bene; e per ciò dovetti passare otto lunghi anni di continue ambascie, lontana dal caro cielo d'Italia e quindi anche lontana dai miei.

Dopo fiduciose ed incessanti preghiere alla mia dolce Madre Maria Ausiliatrice ed al glorioso Patriarca S. Giuseppe, tutto rimase terminato ed aggiustato in mio favore, ed ora col cuore inondato di felicità e di gioia torno alla dolce e cara patria, rendendo pubblica la mia filiale riconoscenza.

1° dicembre 19o9.

GIULIA BALZARETTI.

Verolavecchia. - Dal mese di giugno fui colto da grave malattia al polmone destro. Il medico curante mi aveva già dichiarato affetto da tisi. Non si può descrivere il mio rincrescimento al pensiero di abbandonare cinque teneri bambini! Però non perdetti mai la fede in Maria, Aiuto dei Cristiani ; terminata una novena, ne ho sempre cominciata un'altra, ed ora il mio catarro è sparito. Mi feci visitare da tre medici e mi assicurarono che i miei polmoni sono sani, ed io stesso vedo che posso lavorare e procacciar da vivere ai miei cari bambini.

Sono un povero contadino, e non ho parole per ringraziare la SS. Verginé, Aiuto dei Cristiani, della grazia concessami, ma dico con tutto il cuore: « Grazie, Maria, non dimenticherò mai il favore che mi avete concesso, finché il buon Dio mi darà vita ».

30 dicembre 1909.

BAIGUERA GIROLAMO.

Niquidetto di Colle S. Giovanni. - Da ben quattro mesi una cara bambina si trovava inferma di pleurite. A nulla valendo le prescrizioni dell'arte medica, desolatissimi ci rivolgemmo a Maria Ausiliatrice promettendo la celebrazione di una santa messa e la pubblicazione della grazia. Pieni di riconoscenza ora adempiamo la promessa, perché appieno favoriti dalla potente Vergine di D. Bosco.

26 dicembre 19o9.

I Coniugi ALBANO.

Neocella (Bressanone). - Circa un anno fa pregai all'altare di Maria SS. Ausiliatrice in Torino per ottenere una grazia di cui avevo grande bisogno, fidente di essere esaudito, sebbene umanamente parlando pareva proprio impossibile. Per settimane e mesi ebbi in cuore un acerbo dolore che parca non volesse più lasciarmi. Tuttavia non cessai di assediare con preghiere e suppliche quotidiane il trono dell'alma Ausiliatrice dei Cristiani, perché mi desse forza e volgesse a buon termine un'importante decisione che aveva rimesso nelle sue mani.

Ed oggi posso attestare, che fu proprio Maria Ausiliatrice che guidò tutti i miei passi e tutte le mie imprese, di maniera che fui esaudito sopra ogni credere in tutto quanto aveva affidato alla sua benignissima intercessione.

24 gennaio 1910.

EUSEBIO KEES, O. S. A.

Coop. Salesiano.

Cavagnolo (Torino). - O voi tutti, che non avete più speranza quaggiù, ricorrete a Maria, Ella vi consolerà. Mio marito, da più mesi indisposto, andava sempre deperendo. Invano consultammo parecchi medici, un po' meglio un po' peggio era venuto a tal segno da far perdere ogni speranza anche al nostro valente dottore, che amorevolmente lo curava non solo da medico, ma da padre affettuoso. E già questi aveva incaricato i miei parenti a prepararmi alla fatai perdita, quando io mi rivolsi all'Aiuto dei Cristiani con tutto l'ardore di un'anima addolorata, pregandola a conservare il padre ai miei figli. Ed Ella, benigna, mi ascoltò. Dopo qualche giorno il medico trovò l'infermo in via di guarigione e difatti guarì e potè riprendere il suo lavoro. O Maria, tu che già mi concedesti altre grazie, ora mi salvasti il marito; come potrò io mai ringraziarti degnamente? Oh io non cesserò dal narrare a tutti la tua bontà e tu continua su me e sui miei cari la tua valida protezione.

17 febbraio 1910.

C. L.

S. Giorgio Lomellina. - La malattia, una delle più terribili, aveva compiuto in breve tempo l'opera sua distruggitrice e mi lasciava pochi giorni di vita. Spedita dai medici che avevano tentato ogni mezzo per salvarmi, perduta la speranza, m'era rassegnata a morire. Ma morire giovane! e lasciare il marito e la mamma già vecchia a piangere il tempo che avrebbe vissuto dopo di me!... Costernata, mi rivolsi alla Vergine Ausiliatrice che ho sempre amata, essendo cooperatrice salesiana e, piena di confidenza, le promisi l'offerta per una messa al suo altare e la pubblicazione della grazia nel Bollettino, qualora me l'avesse ottenuta dal suo Figlio. E la grazia venne tosto, compiuta ! Già due altre volte, da che sono guarita, ho implorato e ottenuto il suo favore. Potrò io dimenticarmene per un solo istante di mia vita? Oggi, con gioia riconoscente, sciolgo il mio voto.

11 febbraio 1910.

G. Q.

Genestrerio. - I coniugi sottoscritti inviano la piccola offerta per una santa messa all'altare di Maria SS. Ausiliatrice, in ringraziamento della grazia ottenuta. Sulla fine dello scorso ottobre 19o9, la notte del 23 al 24, il nostro piccolo Cipriano di anni tre fu preso da una febbre violenta che in pochi giorni lo ridusse in fin di vita. Vedendo che nulla valevano le cure e le medicine somministrate da tre valenti medici, col cuore straziato dal dolore ci rivolgemmo con fiducia a Maria Ausiliatrice promettendo di pubblicare la grazia, e cori nostra sorpresa , quando tutto era disposto per il piccolo funerale, la buona Madre esaudì le nostre preghiere e il bimbo in breve riebbe perfetta salute.

9 gennaio 1910.

BALDI ERCOLE e BELLONI MARTINA, Coniugi.

S. Gervasio Bresciano. - Nel passato marzo ammalavasi gravemente di artrite la giovane sposa di uri mio figlio; e la malattia ben presto assunse carattere pericoloso per la insorgenza della endocardite. In quelle strette angosciose ci raccomandammo a Maria Ausiliatrice , nè tardò la misericordiosa Regina a venirci in aiuto ; si notò ben presto nelle condizioni della ammalata un miglioramento che andò progredendo sino a completa e stabile guarigione, ed ella fu serbata al nostro affetto ed alle cure de' suoi teneri bambini. Ne siano grazie perenni a Maria Ausiliatrice.

Gennaio 191o.

Dottor GIOVANNI VOLPI.

Varazze. - Graziata anch'io dalla bontà materna dell'Ausiliatrice, sento il dovere di mostrarle pubblicamente la mia gratitudine.

Mia sorella era in estremo pericolo: una acutissima malattia ne minava fortemente la vita; la scienza non aveva più nulla a dire; i medici l'avevano dichiarata spedita , e contavano i giorni che potevano precedere la catastrofe. Io guardavo con una specie di dolore disperato la povera ammalata, e pensavo con terrore a due bimbe , che sarebbero rimaste orfane e sventurate nell'età in cui più si ha bisogno dell'affetto di una madre. Ala la cara Madonna di D. Bosco, ch'io pregai con la fede che dàuno i grandi dolori, scongiurò ogni pericolo ; e oggi mia sorella, con meraviglia di tutti i dottori curanti, non solo è migliorata , ma gode perfetta salute, e ringrazia con me la SS. Vergine per averla conservata alla sua piccola famiglia.

29 gennaio 1910.

LUIGIA QUARTINO.

Lodivecchio. - Colpito da tifo che dapprima sembrava cosa da poco, invocai Maria SS. Ausiliatrice per la mia guarigione. Il male però aumentò tanto, che il medico dichiarò che aveva ancora poche ore da vivere; ed invece, dopo aver ricevuta l'Estrema Unzione, cominciai a star meglio ed ora mi trovo in perfetta salute. Persuaso che solo la Vergine SS. Ausiliatrice mi ha potuto guarire, la ringrazio di tutto cuore.

29 dicembre 19o9.

PIETRO ACQUISTAPANE.

Pedara. - Siano grazie a Maria SS. Ausiliatrice che ci ha salvato la figlia Melina, colpita da morbillo maligno che la tenne per cinque giorni quasi moribonda con febbre a quaranta gradi e mezzo. La sorella si rivolse alla cara Madonna di D. Bosco mediante una novena. Questa non era ancor terminata, che la bimba si ristabiliva perfettamente ed ora è sana e giuliva più di prima.

Riconoscenti, ringraziamo vivamente sì pietosa Madre, inviando una piccola offerta.

Dicembre 19o9.

I Coniugi LEONARDI e TORRESI.

Calino (Brescia). - O mia Signora Ausiliatrice, dove troverò parole degne per ringraziarvi? A Te non ricorsi invano, poichè hai ridonato la salute ad liti mio figliuolo affetto da tubercolosi. Sciogliendo la promessa, desidero che questa grazia sia pubblicata nel Bollettino Salesiano.

2o gennaio 1910.

M. V.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti:

A*) - Alassio: Parascossa L. 3 - Albissola Superiore: Giacchino Chiara, 2 - Alice Castello: Salussolia Teresa, 5 ed Ocleppo Francesca, 2 - Andria : Alicino Nicoletta, 3 - Arluno : Giovanni Berra, 2o-Ascoli Piceno: Suor Margherita Mosso, 2 - Asiago: Ballo Lina e Caterina, 5 - Asti: Sac. L. G., 2 - Ayas: Oberti j. Pierre - id.: una pia persona, 5.

B) - Barazzetto: Mattiussi Matilde, 5 - Bellinzago: Brusati Adele, 7 - Berwich: Angela Scrivani, 10 - Bistagno: Baldizzone Rina, 2 - Bologna: Bertocchi Ginevra, 2 e Bertocchi Ida, 9 - id.: Rosalia Romagnolo ved. Grognardo, 8 - Bonvicino: Milano Gioachino, 7 - Bosco Marengo: N. N., 5 - Bova Superiore: Cari. Nobili Pasquale, 5 - Briona: Galli Luigia di Cameri, 5 - Bronte: Biuzo Nunzia, 2.

C) - Cagliari: D. Mario Piu pel fanciullo Egle Scasseddu, 2 - Caltanisetta: Ch. Giuseppe Rigatusa - Caluso Canavese : E. C. - Campagna di Maniago: D. Giacomo Brovedari, 5 - Cannobio: Angelina Agosti, 2 - Cardè: Giuseppe Mottura - Casalmonferrato : D. Oreste Ghigo, 7 a nome di Giuseppina Torelli - Casalmorano: Piseroni Giovanni, 5 - Casorate Sempione: Luigi Castano, 5 - Casalnovo: Giovannina Frattini, 5 - Castelnuovo d'Asti: Savio Giovanni di Carlo - Cavagnolo: M. V. - id.: C. L. - Cavallermaggiore: Gallo Caterina e figlio - Cavaria : Cattaneo Angela, 5 - Ceresito Donato: Rosso Giacinta, 10 - Ceresole Reale: Negretti Antonio - id. : Rolando Pietro - Cerrina Monferrato: Mezzano Carlo, 2 - id.: Gallo Ermenegildo, 2 - id.: Gallo Alberto, 5 - Challant-Saint-Anselme : Favre Martino, 5 a nome di una pia persona - Chaux-de-Fonds: DeBernardis Caterina, 5 - Cinzano: Linda Deferrari Garbarino, io - Colonia Jaquarv (Rio Grande do Sul, Brasile) : Minozzo Giovanni, 10 - Cornedo Conti Noemi, maestra, 5 per la guarigione di una sua bambina - Cornegliano d'Alba : Giordano Marianna, 10 - Corsico: Rosti Erminia ed Amalia, 7 - Corteleona : Bernerio Rosa, 5 - Cuneo : Cavallo Angela, 5 - Curnasco : Franco Battista e Giuseppe, 10.

D) - Doglianova: Sau Proto, 10.

F) - Fragarolo (Alessandria): L. C., 1,25.

G) - Gaio (Udine): Cominotto Francesco, 2o a nome dei compaesani, per essere preservati dalla grandine - Gaiarine: Brigida Pasotto, 1 - Galbiate: Angela Fagnani, 2 - Genova: Avv. Ettore Lagorio, 5 -- id.: Ivaldi Maria, 20 - id.: A. B., 2, 5o - Guspini (Cagliari): Ortu Caterina, i. I) - Ivrea: Rossetti Cesare.

L) - Lavis: Nardoni Maria, 2 - Lentini: Giuseppa Arrigo ved. Geronimo, 2 - Loco di Rovegno; Barbieri Marina Poggio, 2,90 - Lugano: Teresa ved. A.ndreotti, 5 - Lugo : D. Sante Zaccaria, i.

M) - Mazzarino : Can. Gaetano Giususa, 3 - Meda: Orsi Fermo, 10 - Merlino: Granata D. Giovanni Battista, parroco, 5 - Milano: Alessandro Grosso, 75 - id.. Riboldi Marianna - id.: Trattini Rachele, 5 - Monasterolo di Savigliano: Rattolino Filippo - Mondovì Piazza : Can. Giuseppe Diverio a nome di G. N., 10 - Montanera-Cuneo: Giulietta Barge, maestra, 2 - Montorso: D. M. Cisco, 5 - Morciano di Romagna: Massari Maria in Gori, 9 - Murello: Gattino Rina, 1,50

N) - Napoli: Giovannina Rossi - Noli: Antognati Maria, 2 - Pagliano Luigia, 2

O) - Orsara Bormida: Viano Maria, 5 - Ovada: Forno Maria Ivaldi, 5.

P) - Panzano (Firenze) : Ugoletti L., 1 - Piobesi Torinese: Carlevaris Margherita - Portomaurizio: Rosetta Traverso - Port Stanley (I. Malvine): Suor R. V. per due segnalatissime grazie - Pralungo Biellese: N. N., 5.

R) - Racconigi: Paschetta Lorenzina, 5 - id.: N. N., 5 - Riccione: Mariannina Kolbel Basigli, 3 - Rivalta Torinese: Ceghillo Carlo - Roana Zovi Egidio, 10 - Rocca di Falco; Mazziotta Giuseppe, 4 - Roma: Coniugi Angelotti, 5 - Rossiglione (Genova): Pizzorni Vincenzo fu Giov. Battista, 5.

S) - Salerno: N. N., 15 - S. Floriano: A. R., 3 - S. Giovanni Bianco: Plevani Giacomo per due grazie - S. Pier d'Arena: Ulderico Adamoli, 5 - S. Rocco di Premia: Tacchini Giuseppe - S. Salvatore Monferrato: Amalia Rola, 2 - S. Alberto: Graziani Teresa in Moroni, 15 - Santena: E. C. D., 10 - Santhià: Molinaro Angela, 5 - Santorso (Schio): Clelia Scortegagna, 5 - Saronno: Virginia Copreni, 16, 50 - Sarzana: Clara Tognoli, 2 - Scalenghe: D. Claris Chiaffredro, cappellano della borgata Viotto, 16 a nome suo e di Marchisio Margherita e Covertino Maria - Scrofano: Camodi Rosa, 10 - Sesto al Reghena: Giovanna Sandrini, 5 - Smirne : Basilio Rescigno - Soave : Busetto B. Carolina, 5 - Spezia: D. Stefano Fantini, 10 a nome della signora Amelia Arnavas ed Antonio Scognamilio - Strambino : Teresa Vaccarono - Strona : D. Quintino Ferrero, parroco, 25 a nome di Clelia Gimma.

T) - Tarcento: Armano Luigi, 2, 30 - Torino: Camilla Giordani, due pizzi pel Santuario - id.: S. C. - id.: Carboni Giuseppina - id.: Felicita Rolando - id.: C. M., 1 - id.: Bosozzi Teresa - id.: N. N., 10 - Torre Annunziata : Rosa e Andrea Izzo, 10 - Tunisi: Lentini Giuseppa, 5.

V) - Valfenera: Lanfranco Vincenzo, Coggiola D., Villa Michele, Ferrero Luigi, Lanfranco Maria, Cadona Rosa, Capra Margherita - Valgreghentino: Scaccabarozzi Livia, 5 - Vallemnosso: P. A. - Valtournanche: Machet Giov. Battista, 3 - Varengo: Ch. E. M. per la guarigione del suo carissimo papà -- id.: Aichini Margherita - Varese : Maria Pianezzi - Varzi: Schiavi Teresa, 3 - id.. Schiavi Maria, 2 - Varzo: Caranchini Antonietta, 2,50 - i(l.: Tito Furlan, 5 - Vayes : Penses Silvestro - Venegono Inferiore: Pigionati Agostino, io - Venezia: Un'anima riconoscente per segnalatissima grazia, invocando un'ave dai più fervorosi devoti dell'Ausiliatrice per sciogliere il suo debito di viva riconoscenza - id.: Maria Torres, 5 - id.: N. N. - id.: M. C., i5 - Ventimiglia : Gaggioso in Desaldo, 2 - Vercelli: Maria Rollone Malinverni, 15 - Verona: N. N., 5 - Veronella: Teresa Malesani - Vescovana : Sacchetto Maria, 20 - Vesime: Giordano Emilio, io - Vestenanova: Grasso Giuseppina, 5 - Vicenza: Elisa e Vittoria Fancescato, 4 - Viggiù: P. Fortunato Riffi a nome di Luigia Catella, 50 - Vigliano d'Asti: Giuseppe Graziano - Vignale Monferrato: N. N., 3 - id.: Una cooperatrice a mezzo dì G. Ravizza, 5 - Vigone: Devola I. ved. M., 1, 5o - Villafalletto Marchisio Angela, 5 - Villanova d'Asti : Bianco Tommaso - Villanova di Casale Monferrato: X., 0,50 -- Vinchio d'Asti: Rondoletti Angela - Vinovo: Griffa Asina, 1 - Virle Piemonte: P. E., 5 Volvera: Martinengo Clotilde - id. : Porporato Maria.

Z) - Zelata: Le famiglie Moretti e Castelotti, 8.

X) - G. B., 5 - Annetta Cane Brizio - Emma Marini - N. N., 2 - Bori Camilla, i Dall'America: N. N., 30.

Santuario di Maria Ausìlìatrìce

TORINO

Ogni giorno, celebrazione di una santa messa esclusivamente secondo l'intenzione di tutti quelli che in qualunque modo e misura hanno concorso o concorreranno a beneficare il Santuario o l'annesso Oratorio Salesiano. Per qualsiasi corrispondenza in proposito, rivolgersi al Direttore dell'Oratorio S. Francesco di Sales - Via Cottolengo, 32 - Torino.

Per celebrazione di S. Messe e per novene o tridui di Benedizioni col SS. Sacramento, rivolgersi al Rettore del Santuario.

Ogni sabato, alle 7.30 speciali preghiere per gli associati all'Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice.

Dal 10 aprile al 10 maggio

17 aprile - Festa dei Patrocinio di S. Giuseppe - Ore 6,30 e 7,30 Messa della comunione generale. Ore 10 Messa solenne - Ore 15,30, Vespro, discorso e Benedizione solenne.

23 aprile: Apertura del Mese di Maria Ausiliatrice - L'orario del mese è il seguente:

Giorni feriali: Messe dalle 4,3o alle 10,30 - Ore 5,30 Messa, predica, benedizione - Ore 7,30, Seconda Messa della Comunità - Alle ore 2o: lode, predica, benedizione.

Giorni festivi: Messe dalle 4,3o alle 11,30 - Ore 5,30 e 7,30 Messe delle due Comunità - Ore io Messa solenne - Ore 15 e 16,30, Vespri, predica, litanie e benedizione solenne.

Oratore: SAC. LUIGI BREZZA, Salesiano.

24 aprile: Commemorazione mensile di Maria SS. Ausiliatrice - Indulgenza plenaria - Orario festivo.

5 maggio: - Ascensione di N. S. Gesù Cristo - Orario festivo.

6 maggio: - Primo Venerdì del mese - Ad onore del S. Cuore di Gesù, esposizione del SS. Sacramento per tutto il giorno.

NOTE e CORRISPONDENZE

La malattia di D. Rua.

COME diciamo in capo a questo numero, dal 25 febbraio al 27 marzo fu tutto un periodo di continue speranze, or liete e sorridenti, or quasi dileguantisi. Fonte di speranza è per tutti il morale ognor sollevato del venerato infermo, cui certi giorni è necessario cedere pietosamente e permettergli che s'intrattenga alquanto con l'uno o con l'altro dei Superiori in cose spettanti al suo ufficio. Senonchè ai giorni promettenti una nuova infusione di vita nelle sue membra esauste, se ne alternano altri di una prostrazione desolante.

In tutto questo tempo, sempre calmo e sorridente, egli non ha cessato un sol giorno di ascoltare la S. Messa che il suo condiscepolo D. Giovanni Battista Francesia celebra nell'attigua cappelletta, nè di ricevere la S. Comunione, nè di compiere con edificante pietà le altre sue pratiche devote.

Con riconoscenza profonda accolse fin dal principio della malattia l'Em.mo Card. Richelmy, che si affrettò a portargli la sua benedizione; poi l'Em.mo Card. Mercier, Arcivescovo di Malines, che, accompagnato dal suo Vescovo Ausiliare, dopo di aver visitato Roma e la culla dell'Opera di San Benedetto, volle recarsi alla casa-madre delle Opere Salesiane per impartire a Don Rua una speciale benedizione di Sua Santità, che s'interessa ogni giorno dell'amatissimo nostro Superiore; l'Em.mo Card. Maffi, Arcivescovo di Pisa, che ebbe per lui le più dolci espressioni d'incoraggiamento e di conforto; l'Ecc.mo Arcivescovo di Vercelli; l'Ecc.mo Arcivescovo di Smirne; le EE. Rev.me di Mons. Marenco Vescovo di Massa Carrara, di Mons. Castrale Vescovo titolare di Gaza, di Mons. Tasso Vescovo di Aosta, di Mons. Spandre Vescovo di Asti, di Mons. Ressia Vescovo di Mondovì, di Mons. Gavotti Vescovo di Casale, di Mons. Filipello Vescovo di Ivrea; ed altre numerose personalità del Clero e del laicato cattolico, tornandogli in particolar modo carissime le visite di vari antichi condiscepoli.

I registri, aperti nella portieria e nell'anticamera dell'illustre infermo, continuano a coprirsi dei più cospicui nomi dell'aristocrazia torinese e di fuori, accompagnati da fervide espressioni riboccanti di venerazione. Sua Altezza I. e R. la Principessa Maria Laetitia Savoia Bonaparte, il Sindaco di Torino, Senatori e Deputati, al pari che Eminentissimi Principi di S. Chiesa e venrandi Prelati, chiedono continue informazioni.

Noi vorremmo, a titolo di riconoscenza ed a conforto dei nostri confratelli e di tutti i nostri lettori, riportare le numerose lettere e i numerosissimi telegrammi riboccanti di stima e di alletto, ma non ci è proprio possibile; qui innanzi, a titolo di saggio, riferiremo alcuni brani delle affettuosissime lettere di adesione inviate dall'Episcopato Siculo ad un'adunanza regionale di Direttori diocesani, tenutasi a Catania il 3 marzo.

Nulla diciamo dell'interessamento della stampa d'ogni colore, perchè noto ai lettori: anche dall'America, poco dopo la metà di marzo, presero a giungere ogni giorno giornali da tutte parti con le più deferenti espressioni di singolarissimo interessamento.

LA 1ª ADUNANZA dei Direttori Diocesani di Sicilia.

IL 3 marzo nell'Istituto S. Francesco di Sales di Catania, si tenne la 1ª Adunanza Regionale dei Direttori e Coadiutori

Diocesani di Sicilia. La presiedeva l'Ispettore salesiano dott. Don Bartolomeo Fasce, in sostituzione del rev.mo D. Francesco Cerruti, Direttore Generale degli studi della Pia Società Salesiana, il quale già sulle mosse per proseguire da Napoli in Sicilia, fu richiamato indietro dalle gravi notizie della salute del signor D. Rua. E il primo pensiero degli adunati fu rivolto con vivo interesse a D. Rua, a cui fu spedito un telegramma di omaggio e di augurio.

Dopo un saluto del Presidente si lessero le preziose adesioni di Sua Eminenza il Cardinale Nava Arcivescovo di Catania, di Sua Eminenza il Card. Mariano Rampolla del Tindaro Protettore della Pia Società Salesiana, di Sua Eminenza il Card. Alessandro Lualdi Arcivescovo di Palermo, e degli altri Eccellentissimi Arcivescovi e Vescovi dell'Isola, concordi nel far plauso all'opera provvidenziale del Ven. D. Bosco, e fervidi voti per la salute di D. Rua.

A chiusura delle adesioni si partecipò la nomina di Cameriere segreto di Sua Santità in abito paonazzo, accordata dal Santo Padre al Can. D. Giuseppe Alessi Batù, benemerito Direttore Diocesano di Piazza Armerina, come pegno del suo sovrano gradimento per l'opera compita dai Cooperatori in favore delle Opere Salesiane. La partecipazione dell'onorificenza pontificia, sebbene attesa la viva trepidazione per la salute di D. Rua non si potè festeggiare come si sarebbe voluto, fu accolta con vera soddisfazione da tutti i convenuti che conoscono la bontà 'ed apprezzano i meriti del novello Monsignore.

Il lavoro dell'adunanza.

Quindi ebbero principio i lavori dell'Adunanza.

Precedette una relazione sullo stato della Pia Unione da cui si rilevò con piacere che i Cooperatori di Sicilia sono oltre seimila, e si comunicò la nomina di nuovi Direttori Diocesani nelle persone del rev.mo Abate Dr. Giuseppe Can. Teol. Misuraca per la diocesi di Cefalù; del rev.mo Can. D. Vincenzo Sesta per quella di Trapani; del rev.mo Can. D. Raffaele Acunto per la diocesi di Lipari, e del M. R. Sac. D. Salvatore Diliberto per quella di Monreale.

La discussione procedette con grande praticità. Si studiarono i mezzi più acconti per organizzare la Pia Unione nei luoghi dove ancora i Cooperatori non hanno Decurioni, nè Zelatori, Zelatrici, e si concretarono alcune norme per ottenere l'osservanza del Regolamento della Pia Unione, specialmente in ordine alle conferenze da tenersi nelle feste di S. Francesco di Sales e di Maria Ausiliatrice.

Degne di menzione furono la proposta di diffondere il culto di Maria SS.ma Ausiliatrice colla pratica del 24 di ogni mese, già estesa in molti luoghi della Sicilia, anche qual mezzo acconcio a tenere uniti i Cooperatori, e quella di promuovere e sostenere lo sviluppo degli Oratori festivi. Si fecero anche voti perchè i Direttori Diocesani promuovano, una volta all'anno, un'adunanza diocesana dei Decurioni, Zelatori, e Zelatrici; i quali pure in gran numero, per lettere e per telegrammi, inviarono la loro adesione. Tutti gl'intervenuti, a sera, furono accolti in arcivescovado dall'Em.mo Card. Nava che li confortò con paterni incoraggiamenti e con la benedizione del S. Padre.

La benedizione del S. Padre.

Sua Santità infatti, al telegramma d'omaggio spedito dall'adunanza, a mezzo del Card. Segretario di Stato aveva risposto all'Em.mo Card. Arcivescovo in questi termini:

Card. Arcivescovo Catania. - Direttori Cooperatori Salesiani Sicilia raccolti Catania prima Adunanza Regionale esprimono Santo Padre devoti sensi implorando Apostolica Benedizione. Prego Eminenza Vostra ringraziare e partecipare implorata benedizione - Card. Merry del Vai.

Le adesioni dell'Episcopato. Commovente interesse per la salute di D. Rua.

E qui ci sia permesso, come si è detto, di accennar le adesioni che gli Em.mi Cardinali e gli Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi sullodati, concordi nella stessa stima per le Opere del Ven. D. Bosco e nella stessa alta ammirazione pel suo Successore, inviarono all'Adunanza.

L'Em.mo Card. Rampolla:

.... Fo plauso sincero alla bella iniziativa che ben manifesta l'affetto e la divozione dei Figli di D. Bosco verso il loro santo Fondatore e venerata Superiore. Di gran cuore imploro da Dio le più elette grazie e benedizioni su loro tutti, aderendo con affetto a questa la adunanza Regionale, dalla quale, son certo, la Pia Unione dei Cooperatori in Sicilia trarrà un nuovo impulso di vita. Fo poi voti al Signore, affinchè i Cooperatori tutti, mercè l'intercessione di D. Bosco, si consacrino con spirito di generosità e di abnegazione a coadiuvare efficacemente le opere salesiane a vantaggio delle anime e per la gloria di Dio...

M. Card. Rampolla.

L' Em.mo Card. Nava, Arcivescovo di Catania:

... Tale idea (dell'adunanza) è tanto più commendevole quanto maggior si esperimenta oggidì il bisogno di promuovere e perfezionare le molteplici opere, fondate dall'immortale Ven. D. Bosco a vantaggio della gioventù, la quale corre pericolo di perdere del tutto la fede per l'azione esiziale che esercitano intorno ad essa le numerose sette anticristiane coalizzate a danno della nostra Cattolica Religione. Gli ottimi risultati che di tutto cuore auguro alla Pia Adunanza e le preghiere che in esse si innalzeranno al nostro Dio, apportino efficace sollievo al venerando illustre infermo, degno Successore del Ven. Don Bosco, il rev.mo D. Rua, a cui in questo momento è rivolto il pensiero trepidante di tante migliaia di affezionati figli e ammiratori sparsi in tutte le nazioni dei due emisferi e gli ottengano quella guarigione che gli è necessaria per continuare ad infondere alla benemerita famiglia salesiana quella meravigliosa apostolica attività, per la quale egli si è reso una perfetta copia del santo suo Predecessore. Sarà così anche raddoppiata la gioia che in tutti si pregusta per le prossime solennità delle sue Nozze d'oro Sacerdotali.

+ G. Card. Nava, Arcivescovo.

L'Em.mo Card. Lualdi, Arcivescovo di Palermo:

... Alla 1ª Adunanza dei Direttori Diocesani dei Cooperatori Salesiani in Sicilia mando la mia calda adesione e il voto di una guarigione pronta e completa dell'amato Padre di tante e tante migliaia di giovani!

Alessandro Card. Arcivescovo.

L'Arcivescovo di Monreale:

...Faccio i migliori auguri perchè essa (l'adunanza) sia coronata dall'esito più felice per la gloria di Dio, la salute delle anime e la consolazione di quell'uomo dei sacrifizi, che è il Venerando D. Rua, degno continuatore delle opere nobilissime di D. Bosco.

+ Domenico Gaspare, Arcivescovo.

L'Arcivescovo di Siracusa:

Qual è quel Vescovo che può non applaudire alle iniziative dei figli di D. Bosco?.... Faccio voti ardentissimi per la salute di D. Rua. Preghiamo e speriamo che Dio ce lo conservi, e le affettuose trepidazioni di questi giorni abbiano servito a rendere Lui più venerato e caro, e noi più generosi verso le sue intenzioni e più costanti a tradurle in pratica... Mando un saluto ai Direttori Diocesani, un plauso ai loro lavori, ed una speciale benedizione che dica tutto il mio cuore di Vescovo e di Cooperatore Salesiano.

Luigi, Arcivescovo.

L'Arcivescovo di Messina:

.... Nel prestare di gran cuore la mia adesione all'Adunanza dei Direttori Diocesani dei Cooperatori salesiani, mi dichiaro dolente di non poter partecipare di persona

+ Letterio, Arcivescovo.

Il Vescovo di Lipari:

.... Assisterò all'Adunanza collo spirito e col cuore. Ah! io prego fervidamente perchè il Venerato, degno successore di D. Bosco, non ci venga tolto ancora, chè troppo ne avremmo schianto e troppo sarebbe il vuoto....

Angelo, Vescovo di Lipari.

Il Vescovo di Nicosia:

.,.. Vorrei essere presente per dire a viva voce tutto il bene che meritano, per fare plauso solenne, entusiasta alle Opere Salesiane. Faccio ardentissimi voti al Signore che ci affretti la consolazione di vedere sugli altari D. Bosco, e ci conceda la grazia di vedere a lungo, a lungo ancora, su questa terra il continuatore delle sue opere, la sua vera immagine vivente, D. Rua, per poter celebrare con trasporti di grande gioia le Nozze d'Oro di Lui, che è miracolo vivente di attività. + Ferdinando, Vescovo.

Il Vescovo di Noto:

... Prego il nostro Ven. D. Bosco, che vivente mi onorò di sua benevolenza e che in Paradiso ho fiducia non mi abbia dimenticato, il prego con tutta l'anima di due favori. Uno è eh' Egli accenda una scintilla della grande fiamma viva, onde il suo cuore ardeva quaggiù per salvare i giovani dalle insidie e corruttele del secolo, in petto ai miei sacerdoti. Il secondo che a me, alla benemerita Congregazione da Lui fondata, all'Italia ed al mondo sia conservata la preziosissima esistenza tra noi del suo primo successore, D. Rua, nella cui anima Egli seppe riflettere ed imprimere l'immagine della sua anima santa.

+ Giovanni, Vescovo.

Il Vescovo di Acireale:

...Coi buoni Salesiani divido in quest'ora le ansie e le speranze come sempre ho diviso le idealità della loro nobile missione... Il buon Padre è gravemente infermo!.... Ma non è vero che le preghiere di tanti giovani, di tanti sacerdoti, di tanti missionari, di tante suore, tutti suoi figli, e ancora di tanti Vescovi, di tanti Cardinali, e dello stesso Sommo Pontefice, hanno una forza potente sul cuore di Dio? E la Vergine Ausiliatrice non la farà essa la grazia desideratissima? Oli! al Padre infermo, a D. Rua, chiamato a ragione reliquia vivente del Ven. D. Bosco, vadano i nostri auguri che presto guarisca e poi vivat, vivat ad multos annos!

Giovanni Battista, Vescovo.

Il Vescovo di Caltagirone:

... Faccio voti per la preziosa salute di D. Rua e che il convegno di domani, con la benedizione del Signore, sia fecondo di preziosi frutti per le benemerite Opere del Venerabile D. Bosco.

+ Damaso Pio, Vescovo.

Il Vescovo di Cefalù:

...Mando la mia adesione all'adunanza e l'augurio più fervido che in Sicilia e specialmente nella Diocesi di Cefalù i Cooperatori Salesiani crescano di numero e di attività.

+ Anselmo, Vescovo.

Il Vescovo di Patti:

...Ammiratore profondo del Ven. D. Bosco mi è grato manifestare la mia completa adesione all'imminente adunanza salesiana, confermando i voti per la desiderata guarigione del venerando D. Rua.

+ Francesco Maria, Vescovo.

Il Vescovo di Trapani Con animo esultante di lieta speranza per l'invocata guarigione del degnissimo Successore di

D. Bosco, l'infaticabile D. Rua, invio i miei voti a cotesto convegno mentre unisco le mie povere preci alle innumerevoli e fervide, che di questi giorni si innalzano al Signore.

+ Francesco Maria, Vescovo.

Il Vescovo di Girgenti:

In questi giorni di dolorosa trepidazione per la infermità del rev.mo D. Rua, mi associo di gran cuore alle preghiere fervide e continue della famiglia salesiana, facendo voti che il buon Dio, per la intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, conservi ancora all'affetto dei suoi figli ed al bene della Chiesa e della Società il degno successore del Ven. D. Bosco.

Bartolomeo M. Vescovo.

Iddio, ricco di bontà ed in misericordia, ascolti tanti voti e conceda a noi e a tutti i Cooperatori di poter presentare al venerando Successore di D. Bosco l'omaggio della più viva esultanza nelle auspicate feste giubilaci!

Tra i figli del popolo.

ROMA - Il Circolo S. Cuore. - Il Patronato beone XIII di Vicenza nella circostanza del 20° anniversario della sua fondazione l'anno scorso bandiva con serietà d'intenti e sotto l'egida di nomi illustri un concorso Filodrammatico Nazionale, e faceva ripetuti e speciali inviti al Circolo della Parrocchia del S. Cuore perchè vi prendesse parte.

Accogliendo le reiterate istanze, il Consiglio direttivo deliberava di inviare la sua filodrammatica, la quale partiva per Vicenza, accompagnata dal direttore, il 31 gennaio n. s. dovendo prodursi nella recita di concorso la sera del 2 febbraio. Accolti festosamente dal Direttore del Patronato stesso e dai principali organizzatori del concorso, furono fatti segno ad ogni più gentile e cordiale cortesia. Grande era nella cittadinanza l'aspettativa per la recita dei nostri. Una folla delle più distinte personalità vicentine gremiva l'ampio teatro colle sue gallerie, accorsa per ammirare - come si diceva - l'arte di Roma ! e grazie a Dio l'aspettativa non fu delusa. I bravi attori nel dramma Nella lotta furono seguiti passo passo con crescente attenzione, che esplodeva, alla fine d'ogni atto specialmente, nel più schietto entusiasmo chiamando all'onore della ribalta autore ed esecutori.

Dopo il dramma vennero eseguiti (fuori concorso) i due bozzetti Vile e Garofano Rosso i quali ebbero la stessa onorifica sorte.

Da Vicenza i giovani filodrammatici passarono a Schio, la ridente ed industre città ai piedi delle Alpi, ove il 3 febbraio ripeterono con egual successo le accennate produzioni in quel fiorente Oratorio.

Da Schio passarono a Venezia. Mons. De Vio accolse giovialmente la giovane troupe, che rapidamente diè quindi uno sguardo alle ammalianti bellezze della città. Uno dei punti che attrasse più l'attenzione dei giovani fu la maestosa Piazza S. Marco coi caratteristici innumerevoli piccioni svolazzanti addosso ai visitatori. Un gruppo fotografico preso sul luogo, rimarrà dolce ricordo della visita alla regina dell'Adriatico.

SCHIO. - Nel 1909 l'Oratorio Salesiano fu, nel complesso, più frequentato che tutti gli anni precedenti. Non sapremmo - scrive il Direttore - a che cosa attribuire questa maggiore consolante frequenza, ma crediamo di non andar lungi dal vero, asserendo che in molte famiglie indifferenti si è verificato un salutare risveglio, dopo la soppressione dell'insegnamento religioso nelle pubbliche scuole. Nel mese di luglio, nelle stesse domeniche più calde, abbiamo avuto immenso piacere di contare oltre 9.50 giovani, mentre negli altri anni, alla stessa epoca, poche volte il numero saliva fino a 300

» Anche la frequenza ai SS. Sacramenti fu non solo grande, ma continua ed edificantissima. Nella prima Messa della domenica si contano sempre molte comunioni; ed alle volte è generale. Alla 1ª domenica di ogni mese si fa la pia pratica dell'Esercizio di buona morte, specialmente per i membri della Società Concordia. Il primo venerdì del mese è la volta dei mezzani, che vi accorrono sempre in gran numero per onorare il Sacro Cuore di Gesù; e in nessun primo Venerdì, anche della stagione più cruda, le Comunioni furono meno di 100. Quelli stessi che hanno già terminata la pia pratica non tralasciano di venire spontaneamente, attratti dalle devote funzioncine, solite a celebrarsi nella nostra chiesetta. Chi non si sarebbe commosso al vedere, come il primo Venerdì di dicembre, una turba di giovanetti (135) sfidare il vento fortissimo, dirigersi all'Oratorio, compiere le loro divozioni, per recarsi poi alle rispettive fabbriche e botteghe od alla scuola? ...».

- Cinematografo e proiezioni luminose. L,a macchina regalata dai Benefattori non deve lamentarsi di essere lasciata in ozio o di dover prendere la ruggine. Ogni domenica, ogni giorno festivo, quasi ogni giovedì ed alle volte anche il sabato, i giovanetti si affollano nel teatrino per assistere, al tanto gradito divertimento. Son piaciute immensamente le conferenze sulle buone e cattive letture, sulle buone compagnie e sulle cattive, i quadri spiegativi della Dottrina Cristiana, l'adolescenza di Gesù, le vedute artistiche, ed ultimamente la vita di Savio Domenico e di Giovanna d'Arco. Gli stessi adulti ed i genitori sono oltremodo soddisfatti della chiarezza delle proiezioni e della bellezza delle diapositive. Un fatto impressionò caramente dopo la conferenzina fatta ai genitori. Quando sullo schermo fu proiettato il nostro Patrono S. Francesco di Sales, gli spettatori scoppiarono in un fragoroso applauso; ma quando apparve la cara immagine del nostro Ven. Don Bosco l'entusiasmo non ebbe più limiti. Pareva che Don Bosco col suo sguardo dolce e penetrante dicesse all'assemblea:

« Eccomi in mezzo a voi col mio spirito, io vi benedico e con voi benedico i vostri figliuoli che amo tanto: continuate a mandarli all'Oratorio e vi troverete contenti ».

TRIESTE- Il 28 febbraio sua Ecc. Rev.ma Mons. Nagl, il munifico protettore dell'Oratorio Salesiano di Trieste, creato Coadiutore con diritto di successione del Card. Arcivescovo di Vienna, partiva per la nuova residenza, salutato alla stazione da .una folla di più migliaia di persone. Erano accorsi ad ossequiarlo Sua Serenità il signor Luogotenente principe Hohenlohe, i Capi di tutti i Dicasteri accompagnati dagli impiegati superiori, il podestà avvocato Dr. Valerio, l'intero Capitolo della Basilica di S. Giusto con il preposto mitrato e Vicario Capitolare cav. Dott. Francesco Petronio, il Concistoro, tutti i parroci delle chiese della città, il clero del territorio, duecento giovani dell'Oratorio Salesiano, i PP. Cappuccini, il Convitto diocesano e larghe rappresentanze di tutti gl'Istituti Religiosi e di tutte le Confraternite, ed un numeroso stuolo di ufficiali di tutte le armi con il brigadiere maggior generale barone de Kirchbach, il comandante del distretto di marina contrammiraglio cavaliere Koben, e le rappresentanze di tutte le società patriottiche e di altri sodalizi.

L'eminente Prelato, commosso ad una tal prova d'affetto, quando passò davanti alle squadre dell'Oratorio che l'avevano preceduto sotto la tettoia e senti acclamare: Viva il Vescovo, provò un senso di tenerezza speciale e volto al Direttore gli disse:

- Mi par di essere ancora all'Oratorio!

Questi non dimenticherà mai il munifico pastore che, anche in sul partire, volle lasciargli una nuova offerta in 1000 corone.

- Il 1° marzo giungeva al Direttore del medesimo Oratorio una busta con questo biglietto: Chi conosce e apprezza il bene che l'Oratorio Salesiano apporta alla gioventù triestina le invia questa tenue offerta. Erano 4000 corone! Vivi ringraziamenti all'anonimo oblatore.

CORDOBA (Rep. Argentina). - Il 28 novembre dinnanzi l'ecc.mo Mons. Bustos e molti membri del Clero e del laicato cattolico si svolse la Gara Catechistica solita a tenersi tutti gli anni. La festa ebbe carattere di omaggio all'Enciclica Acerbo nimis, e venne dedicata al Vescovo Diocesano.

Il direttore esordì coll'annunziare la prossima istituzione di una scuola Superiore di Religione per gli alunni delle scuole Normali.

Seguì la gara animatissima e coronata da splendido esito: i gareggianti, secondo il solito e in conformità al regolamento approvato dell'Episcopato Argentino per le gare catechistiche, avevano preventivamente presentati i loro lavori per iscritto, che rivelarono una bella conoscenza della nostra santa Religione. I sette che ebbero i migliori voti nelle due prove riscossero applausi interminabili.

Spigolando

- A Novara la Società Voluntas e la sezione ginnastica fanno consolanti progressi. Peccato che manchino ancora molti attrezzi indispensabili per la palestra: ma si spera nella benevola generosità di buone persone.

La scuola di religione conta una cinquantina di allievi nella sezione superiore e circa duecento nella sezione inferiore, ripartita in varie classi, dirette da buoni e volenterosi catechisti.

Voglia il Signore fecondare colla sua grazia quel seme di educazione religiosa e civile che si cerca infondere nei cuori di tanta gioventù!

- Il 16 gennaio nel teatrino delle Scuole S. Paolo alla Spezia, davanti ad un numeroso pubblico, furono consegnate ai giovani della Società ginnastica Fulgor le medaglie vinte nel Concorso internazionale ginnastico di Milano del settembre u. s. La festa non poteva aver esito migliore. Il Presidente avv. G. B. Boracchia parlò con eletta frase del concetto ispiratore del concorso di Milano; i ginnasti che parteciparono al Concorso ripeterono i preliminari eseguiti al concorso stesso e la squadra allievi eseguì una bella progressione ai bastoni Jager e una serie di gruppi plastici che riscossero gli unanimi applausi.

La festa si chiuse con una bella rappresentazione drammatica.

Gli Ex-allievi.

BUENOS AIRES - Organizzazione ed azione son le note che caratterizzano le unioni degli Ex-allievi fiorenti nella Capitale ed in altre città dell'Argentina. A cura del Consiglio Generale, costituitosi nel passato agosto, è uscita, e noi l'abbiamo dinanzi, la

Revista Anual de la Asociación de Ex-alumnnos en la República Argentina : un elegante fascicolo il quale, più ancora che per l'elegante edizione, si raccomanda pel contenuto. A vari articoli d'indole patriottico-sociale tien dietro il resoconto del movimento generale dell'Associazione.

Ad esempio, il Centro (o Circolo) Pio IX del Collegio Pio IX in Almagro, abbraccia 5 gruppi:

1) Studi sociali : il quale tiene regolarmente le sue conferenze settimanali. L'anno scorso compì una brillante campagna per la diffusione della buona stampa e coronò l'opera con una gran serata di gala a favore del quotidiano cattolico El Pueblo.

2) Studi letterari. Non si può lodare quanto basti l'iniziativa di questo gruppo. Nell'Argentina, attesa la preponderanza che vi hanno il commercio e le industrie, la lingua nazionale è naturalmente trascurata. Scopo degli ex-allievi è di promuovere lo studio della lingua con concorsi letterari e saggi di declamazione. Le Autorità Nazionali ed il Consiglio Generale di Educazione appoggia con entusiasmo l'opportuna iniziativa, accordandole premi, sussidi ed incoraggiamenti.

3) Mutuo soccorso. Non risparmiando fatiche nè sacrifizi gli ascritti a questo gruppo visitarono i compagni infermi, distribuirono soccorsi a famiglie bisognose, provvidero lavoro ed impiego a disoccupati, s'interessarono del collocamento in convenienti istituti di poveri giovani bisognosi di un asilo, ed ora stanno organizzando un gran Segretariato d'informazioni per dar corso con maggior prontezza e su più larga scala a tutte le rischieste dei soci.

4) Cassa di previdenza; che funziona già regolarmente ed ampiamente.

5) Sezione Sportiva, la cui attività è veramente singolare, poichè abbraccia:

a) Lezioni di tiro e Concorsi al Mauser ed alla carabina, che tengono in movimento centinaia di giovani. Dal 21 al 28 novembre si tenne un gran concorso al Màuser nell'Arsenale di Guerra, per gentil concessione del colonnello Munilla;

b) Sezione Foot-Ball, la quale è federata con tutte le sezioni congeneri delle altre Unioni Ex-Allievi della Repubblica;

c) Società drammatica, diretta dal sig. Vincenzo Menconi e Giacomo Pianta, che rallegra le feste e dà serate di beneficenza a favore di buone istituzioni, mietendo copiosi allori;

d) La « Revista de Tiro y Gimnasia » che è il bollettino delle varie associazioni ginnico-sportive della federazione Ex-allievi.

Questo quinto gruppo prenderà parte ai giuochi atletici che prossimamente, nella « Settimana di Maggio », avran luogo a Buenos Aires in occasione delle Feste Patrie.

La Rivista passa pure in rassegna altri Centri: come quello di Santa Catalina (Brasil 864) che ha un Circolo Catechistico, una Società drammatica, il Gruppo Sportivo, una Biblioteca, ed una fiorente Sezione Giovani; di San Juan Evangelista (La Boca) con un Circolo di Studi letterari, un Gruppo Sportivo ed una Biblioteca Sociale; quello di Centro D. Bosco (Solis 252), ecc.

Rallegramenti vivissimi alle singole Unioni ed al Consiglio Generale, con auguri ad majora i

S. TECLA (Salvador). - Il 21 novembre radunavansi nel Collegio S. Cecilia gli ex-alunni del Centro America ed i più ragguardevoli personaggi della città. I dottori Flamenco e Fortín e il sac. Dott. Giuseppe M. López Peíia pronunziarono eloquenti discorsi ad illustrazione dell'Opera Salesiana; e parlò anche assai applaudito il Vice-presidente dell'Unione Ex-alunni. sig. Pietro Nuila. ,

Nell'adunanza particolare si deliberava: i ° di fondare una cassa di Mutuo Soccorso; 2 ° di partecipare alle Feste Giubilari di Mons. Cagliero; 3 ° di aderire alla proposta della Federazione di tutte le Società e Circoli Ex-allievi; 4 ° di prender parte, nel modo che al Consiglio Direttivo parrà più conveniente, alle Nozze d'Oro Sacerdotali del sig. D. Rua.

Notizie varie.

Italia.

CASALMONFERRATO. -Alla conferenza salesiana tenutasi la domenica 6 marzo nella vasta cattedrale dal quaresimalista prof. D. Albino Carmagnola e « onorata dalla presenza dell'amatissimo nostro Mons. Vescovo - scrive il Corrispondente della valorosa Voce dell'Operaio - assistette un affollato uditorio quale si vede solo nelle più grandi solennità. L'oratore, premesso un dolce ricordo .della vita del Ven. Don Bosco, passò a lumeggiare l'opera salesiana parlando della nobità e del valore altamente sociale e umanitario di essa opera; e dell'immenso bene che i Salesiani vanno compiendo in ogni angolo della terra mercè l'aiuto spirituale, morale e pecuniario dei loro benefattori e ammiratori. Accennando ai mali che travagliano l'odierna gioventù, li disse logiche conseguenze dell'ambiente corrotto in cui questa gioventù vive, dell'ignoranza religiosa in cui si dibatte, dell'aria mefitica che respira, e additò gli Oratori come veri « tisana » di tutti questi mali. Casale ne ha un saggio nel fiorente e grazioso Oratorio del S. Cuore al Valentino; i buoni Casalesi sono quindi in dovere di aiutare quest'opera santa elle torna tutta di benefizio alla gioventù casalese. L'aneddoto singolare del comm. Cotta che più beneficava il ven. D. Bosco e più gli affari suoi prosperavano, chiuse l'impagabile conferenza esposta con brio e chiarezza e dal grandissimo uditorio attentamente ascoltata ».

CHIERI. - Trecento figlie del popolo si sodo iscritte alla scuola popolare serale dell'Oratorio di S. Teresa, iniziata dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. La commendevolissima impresa che riscuote il plauso di quanti s'interessano del bene della gioventù dell'industre città, mentre è una prova di più delle gloriose tradizioni di quell'Oratorio, torna pure a lode di parecchie ex-allieve, che l'appoggiano coll'opera loro.

CHIOGGIA. - Una Lettera pastorale per un Ospizio Salesiano. - Sua Ecc. Rev.ma Mons. Antonio Bassani, Vescovo di Chioggia, cogliendo occasione dell'annunzio della Quaresima, scriveva una lettera pastorale a tutti i diocesani, per animarli ad aprire un Asilo pei fanciulli poveri ed abbandonati con

Scuole d'Arti e mestieri.

« Ciascuno - scriveva Sua Eccellenza - che conosca i bisogni della patria nostra, deve certamente dolersi che mentre per le fanciulle del popolo sia sufficientemente provveduto da vari benemeritissimi Istituti di carità, non sia almeno egualmente provvisto per i fanciulli...

» Quelle turbe di monelli che da mane a sera abbandonati a se stessi ingombrano le nostre vie, passando le intiere giornate nei loro giuochi chiassosi nei quali la bestemmia e il turpiloquio tengono le prime parti, ogni volta ch'io li incontro, mi fanno rammentare che crescendo affatto privi d'ogni morale educazione, tali saranno anche nell'età matura, anzi certo saranno peggiori; e mi spavento al pensiero di questa futura generazione che formerà la parte massima della futura popolazione della nostra città...

» A riparare a tanto danno, mi si presentano i benemeriti figli del Ven. D. Bosco, i quali per opera del Sacerdote nostro concittadino D. Giusto Furlan e della sua degnissima nepote signora Giustina, da vari anni estesero felicemente l'opera provvidenziale del santo loro Fondatore anche nella nostra città. Essi sono disposti ad aprire nel loro Istituto un Asilo per gli abbandonati figli del nostro popolo, affine di avviarli alla istruzione ed impartire ad essi quella morale educazione che fa dell'operaio l'onorato e cristiano galantuomo.

» Di ciò i Salesiani per molteplici splendidissime prove ci dànno sicuro affidamento. Ed è a ciò che noi dobbiamo aspirare: perchè non sarebbe certo compiuta l'opera della nostra beneficenza, se mettendo in mano ai nostri fanciulli gli stromenti d'un mestiere, non li educassimo a quella vita cristianamente virtuosa in cui è riposta la loro futura verace felicità...

» Senonchè, se in quest'opera di salvezza de' nostri figli del popolo i Salesiani sono disposti a mettere tutta la generosa loro operosità, attendono dai cittadini e dai Diocesani quei pecuniari soccorsi che sono necessari alla vastità dell'opera che si vuol iniziare...».

PARMA - Conferenza Salesiana- il 22 febbraio nell'aula magna dell'Episcopio. - Aperse l'adunanza, così l'Avvenire d'Italia, S. E. Mons. Arcivescovo con sentite e nobilissime parole sull'opera dei salesiani in genere e dei salesiani di Parma in specie; e terminò il suo dire con un caldo saluto a Don Rua al quale augurò di ristabilirsi presto in salute. Poi per due ore, che parvero un momento, l'illustre don Trione venne tratteggiando col sussidio di splendide proiezioni l'operosità civile e sociale dell'apostolo della gioventù del secolo XIX, Don Giovanni Bosco.

» Ce lo presentò stringentesi attorno i ragazzi della piazza che, tolti nei suoi oratori festivi all'ozio e alla delinquenza precoce, educa utili cittadini, valenti professionisti, abili operai. Ricorda la benevolenza di Cavour, di Rattazzi e di altri celebri personaggi del mondo liberale, per provare come il concetto cui s'informava don Bosco era altamente moderno e di innegabile utilità civile. Passò poi a tratteggiare l'operosità salesiana nelle lontane missioni d'America, sia a favore dei selvaggi, sia a favore delle tante decine e centinaia di migliaia di nostri connazionali colà emigrati. La parola calda e persuasiva dell'oratore fece impressione profonda nel pubblico che dimostrò il suo compiacimento con ripetuti applausi, coronando alla fine il suo dire con una vera ovazione.

» Negli intervalli suonò egregiamente la banda dell'Istituto. Facevano servizio i giovani della scuola superiore di religione ».

NIZZA MONFERRATO. - Merita lode lo slancio con cui le antiche allieve dell'Istituto di N. S. delle Grazie, residenti in città, celebrarono il 30 gennaio u. s. la la festa sociale, che fu onorata dall'intervento e dalla parola del rev.mo D. Filippo Rinaldi, prefetto generale della Pia Società Salesiana. La conferenza, tenutasi in una sala dell'istituto, si svolse sulla nobilissima missione della donna, che assecondando i disegni di Dio, usufruisce dei doni da lui ricevuti a pro' della famiglia e della società. Seguì alla conferenza l'imposizione del distintivo, preceduta dal canto di alcuni mottetti e coronata dalla benedizione solenne col Venerabile. La cerimonia lasciò in tutte le presenti la più grata impressione. Vennero quindi alla nomina del Consiglio direttivo ed alla compilazione definitiva dello statuto, liete di potere, sotto l'alta direzione delle antiche loro superiore, dilatare coll'esempio e coll'opera il regno di Dio nelle famiglie e così cooperare con tutte le loro forze al miglior avvenire religioso-sociale della città.

All'Estero.

BETLEMME (Palestina). - L'Orfanotrofio Cattolico di Gesù Bambino ha un'immensa missione da compiere. Da poco vi furono ricoverati due fratellini Adanesi, sfuggiti alla carneficina perchè si rifugiarono a tempo nelle scuole dei PP. Gesuiti. I poveretti non sanno che il turco e un po' di francese, ma in mezzo al popolo minuscolo dell'Orfanotrofio, di cui si son già fatti amici, ben presto biascicheranno anche l'italiano e l'arabo. Sono vispi, e loro non par vero di trovarsi ancora in mezzo a tanta esuberanza di vita!

Ma l'Istituto ha estremo bisogno di soccorsi. Il direttore in una lettera, diretta ai benefattori, scrive

« Senza il vostro aiuto, o benemeriti, è vano sperare che tra incessanti ed urgenti bisogni viva e fiorisca l'Orfanotrofio nostro in paese ove non trova risorsa, alcuna; è vano sperare vittoria nella, lotta contro lo scisma e l'eresia, che dilagano queste contrade benedette, ove ebbe principio la nostra fede; è vano sperare di poter metter un argine al male che del continuo vanno facendo i tanti istituti di educazione protestanti, che sorgono, come per incanto, in ogni angolo della Terra Santa, ad intralciare e scemare l'opera benefica e salutare del Missionario cattolico. Ecco che a Betlemme stessa, di fronte all'Istituto nostro, un orfanotrofio protestante dà asilo ad un centinaio di fanciulli armeni, pei quali la fede, ahimè! è perduta.

» Al pensare che nella terra, ove il Divin Salvatore stretti al suo seno accarezzò i fanciulli, vanno a perdersi miseramente le anime di tanti giovanetti, oh! come si bramerebbe che s'allargassero queste nostre pareti, affine di raccogliere in rifugio sicuro tutti quei miseri.

» S'avvenisse questo miracolo, non ci troveremmo più nella dura necessità di chiudere tante volte l'orecchio alle insistenze d'un piccolino che ci chiede pane e ricovero, nè avremmo il dolore di sentirci gittare in faccia dalla vedova madre che se ne sarebbero andati dai protestanti a chiedere il favore che noi cattolici non siamo in quel momento in grado di fare. Se avvenisse il miracolo, oh! allora sì, potremmo ascoltare le voci di dolore, che quasi giornalmente ci giungono non solo dai paesi vicini, ma anche dalle regioni al di là del Giordano, dall'alta Siria, dall'Egitto e dalle ancor fumanti rovine di Adana e tergere le lagrime di tanti infelici..»

GERUSALEMME. - Alla Scuola Italiana. - Dal periodico Al-Kouds che si pubblica in arabo a Gerusalemme traduciamo:

« In occasione del Carnevale la Scuola Italiana diretta dai Salesiani, che si trova fuori di città, ha dato una rappresentazione con recite nelle quattro lingue araba, italiana, inglese e francese davanti ad uno scelto pubblico. Alle 3 pom. arrivò Sua Beatitudine Mons. Filippo Camassei, Patriarca latino di Gerusalemme, il Conte Carlo Senni Console Generale d'Italia, il signor Cav. Ferdinando Nicodemo cancelliere del R. Consolato, il Direttore del Banco Imperiale Ottonano, il Direttore della Posta Italiana e numerosi signori dell'aristocrazia.

La musica li ricevette al suono della marcia di Italia. Appena tutti presero posto, uno degli allievi della Scuola diede il benvenuto al Patriarca, al Console ed a tutti i presenti, al quale risposero tutti con un vivo battimani. Subito dopo s'incominciò la rappresentazione del dramma italiano « il Galeotto ».che incontrò la soddisfazione generale. Negl'intermezzi fu declamata una poesia in arabo sulla caduta dei Fenici, che riscosse gli applausi di tutti, e si recitò un dialogo inglese sopra la scienza, in cui si notò una nitida e spigliata pronunzia. Al dramma seguì una commediola francese molto buffa. La musica tra un atto e l'altro fece echeggiare la sala del teatrino di note melodiose. Chiuse la serata una lotteria a benefizio dell'Oratorio Festivo.

» Gl'intervenuti partirono soddisfatti ringraziando i Superiori del divertimento loro procurato e congratulandosi del buon esito e progresso dei giovani nelle diverse lingue ».

L'articolo termina coli un bell'elogio a tutti i Salesiani addetti alla scuola « i quali non solo spendono la loro vita per l'educazione ed istruzione della gioventù, ma provvedono l'allievo di tutto il necessario gratuitamente .

LONDRA. - Scuole e canto liturgico. - Le scuole annesse alla nostra parrocchia del S. Cuore fanno consolanti progressi. Il concorso dei giovani cattolici ed anche protestanti aumenta continuamente, e la fama di una soda istruzione avvalora sempre più le simpatie delle famiglie per le singole classi. I risultati ottenuti nei diversi esami, tra cui quello di Oxford tiene il primo luogo, sono non solamente soddisfacenti, una possiam dire tali da mettere dette scuole tra le prime della immensa metropoli dell'Impero Britannico. Come in tutte le Scuole cattoliche inglesi, lo studio del Catechismo tiene in esse il primo posto; mentre i giuochi sportivi, oltre tener desto lo spirito di emulazione fra i giovani e servir loro di sano divertimento, vengono largamente promossi al nobile scopo di avvicinare e fraternizzane i giovani delle diverse scuole e circoli cattolici di città. Con pari intensità e successo vi è pur coltivato il canto liturgico, e noi siam lieti della testimonianza che rendono ai nostri confratelli non solo eminenti cittadini, ma anche autorevoli giornali che pubblicano splendidi elogi per l'introduzione del canto liturgico fra il popolo nelle nostre chiese. Le sacre funzioni, cosi grandiose per se stesse, vengono nell'unione del canto a meglio confondere in un solo slancio di amore verso Dio il popolo ed i ministri che sono accanto a Lui all'altare.

BOGOTÀ (Colombia). - Nel Collegio Salesiano il 18 ottobre ebbe luogo una solenne tornata drammatico-musicale in onore di Sua Ecc. il dott. Manuel Dàvila Flores, Ministro della Pubblica Istruzione e della Camera dei Deputati.

I giovani attori produssero, assai applauditi, il dramma: Gli esiliati in Siberia; mentre altri eseguirono con vera abilità vari pezzi musicali. Acconcie parole di circostanza furori dette dal sig. G. A. Rojas, e il sig. E. Borrero declamò una bella poesia a D. Bosco, composta dal dott. Alfredo Ortega.

NECROLOGIO

Baronessa M. Enrichetta Scoppa.

Volò al Cielo, come fermamente speriamo, la mattina del 31 gennaio u. s., ventesimosecondo anniversario della morte del nostro Venerabile Fondatore.

La Baronessa Maria Enrichetta Scoppa di Badolato, nata a S. Andrea sul Ionio il 4 novembre 1831, spese la lunga vita a vantaggio della Chiesa e della società. Ammiratrice del Ven. D. Bosco e del Ven. Padre Lodovico da Casoria, in relazione con Generali di Ordini Religiosi e con Vescovi e Cardinali, da tutti attinse nuove fiamme alla sua carità. Devotissima alla Sede Apostolìca sovvenne generosamente l'augusta povertà dei Pontefici Pio IX, Leone XIII e Pio X; e con quell'ardentissimo zelo, che fu la sua caratteristica, unito costantemente ad un'ammirabile umiltà, educò orfani, dotò orfanelle, provvide ecclesiastici patrimoni a giovani leviti, istituì l'Opera dei Tabernacoli per la diocesi di Squillace, e fondò e dotò vari istituti, come il Collegio dei PP. Liguorini e la Comunità delle Riparatrici del S. Cuore in S. Andrea, la Casa Salesiana in Borgia e il Conservatorio FiorentinoScoppa in Catanzaro. A tanto zelo sposò un'angelica pietà, nutrendo una devozione specialissima pel SS. Sacramento e per la B. Vergine. In somma fu un vero apostolo per la Calabria.

Tante opere buone, compiute per un intimo sentimento di dover dare un nobile scopo alla vita ed un buon impiego ai tesori di cui l'aveva arricchita la Provvidenza, non possono, come abbiamo accennato, non averle dischiuso il Paradiso; tuttavia la raccomandiamo con sentita riconoscenza alle preghiere di tutti i lettori.

Dott. Carlo Lueger.

Il dott. Carlo Lueger, sindaco o borgomastro di Vienna, altamente benemerito della fondazione salesiana in quella capitale, morì, si direbbe, sulla breccia, il 10 marzo u. s. Il suo nome fu un pro gramma e suonò lotta grande, intensa, per la rivendicazione dei diritti delle nazioni, per il benessere sociale secondo le grandi massime del Vangelo, per il trionfo pacifico del popolo lavoratore. Due deputati sacerdoti recitarono al suo letto le preghiere dei moribondi: com'ebbero terminate le parole: Sia lodato Gesù Cristo, Lueger con un filo tenuissimo di voce rispose: In eterno! Furono le sue ultime parole.

Una prece per la grande anima sua.

Lorenzo Montaldo.

Morì il 13 gennaio u. s. in Rivarolo Ligure, nella veneranda età di 87 anni. Pio ed intemerato fu sua delizia l'accorrere ovunque era un'opera buona da compiere; e la Chiesa parrocchiale, l'Oratorio dei Morti, l'Asilo infantile, la conferenza di San Vincenzo de' Paoli, i Salesiani di San Pier d'Arena e tutte le corporazioni religiose della Parrocchia poterono ammirare la sua attività. La sua modestia non volle sulla sua tomba che il nome e « una prece ». Diamogli tutti la « prece » che gli apra le porte del paradiso!

Donna Gina Bonelli.

La sua morte, veramente preziosa nel cospetto del Signore, fu il riflesso della sua vita umile e pia, vissuta nascosta agli occhi degli uomini e tutta intesa ad aiutare secondo le proprie forze i poverelli.

Benchè da più anni malferma in salute, tuttavia si prendeva cura amorosissima della biancheria dei poveri orfanelli dell'Istituto S. Ambrogio di Milano, sempre lieta di poter cucire e rammendare per loro.

Il giorno innanzi alla sua morte, essa si occupava ancora con tenerezza più che materna per quell'Istituto, il quale fin dal suo nascere ebbe a esperimentare la carità umile e costante della pia defunta. Una fervida prece.

FACCIAMo anche particolari suffragi pei seguenti defunti dal 10 luglio al 1° ottobre 1909.

Strumia Generoso - Rivalta Tor.

Ughetto Francesco - Giaveno.

Vandoni Enrichetta Ved. Marchetti - Domodossola. Vassarotti D. Valentino, Pr. V. F. - None. Vecchi D, Nicola, Arcip. - Bagno (Reggio E.). Vermiglio D. Giuseppe - S. Pier Niceto. Viero Giovanni - Breganze.

Zappa Francesco - Maggianico.

Dal 1 ottobre al 31 dicembre.

Agostino Catterina - Brescia. Aimassi Bartolomeo - Torino. Anti D.r Sebastiano - Vicenza. Aprà Giovanna -- Torino.

Archi Giovanuina - Faenza.

Basso Gio. Maria - Thiene, Vicenza. Bazzano Pia in Badano - Sassello, Genova. Bella Carolina - Margavita. Bello Luigi - Rossano Veneto. Bertot Pietro -- S. Giusto Can., Torino. Bertusi Pietro - Torino.

Beverini-Serra Paola - Genova.

Brautbilla Camilla - Milano. Brasco Francesco - Bardolino.

Bruno di Copanio C.ssa Rita - Roma. Buzzi Reschini - Viggiù, Corno. Cabras Riss. n. Corongiù - Mandas. Cagalli Luigi - Vangadizza. Campra Francesca - Cardè.

Canale Catterina - Carsi, Valbrevenna. Carradori D. Giuseppe - Canterino. Carta Angelo - Cagliari.

Cenzi- Giuseppe - Bento Gonçalves, Brasile. Centurione Scotto march. Marianna - Genova. Cher D. Pietro - Cesaris di Luservera. Chiappino Anna - Casalborgone. Collio Rosina - Nave.

Conti Mons. Girolamo   Milano. Conti Giovanni - Farigliano, Cuneo. Curnio Francesco - Pedrengo.

Da Dalto D. Antonio - S. Maria di Feletto. D'Andrea D.a Maria Geltrude - Ronta. Danesi Maddalena - Trento. De Gaudeuzi Maria - Torino. Del Savio Giuseppe - Avigliana. De Meio-vico Pietro - Lozzo Cadore. Demichelis Teresa n. Corro - Torino.

De Salvadori Nob. Giuseppina n. Castegnedi - Soave. Falciola D. Domenico, Rettore - Stropineo. Fascicolo Fabio - Bento Goncalves. Fasoli Giuseppe - S. Pietro Incariano. Franei Nazzareno - Capalbio, Grosselo. Fratti Maria ved. Sottili - Bento Gonçalves. Frattini D. Paolo V. F. - Somaglia. Fravega Maddalena - Chieri. Funiagalli Angelo - Perego. Gagliardone Carolina ved. Ariotti - Torino. Gallo Orsola - Torino.

Giordano D. Giuseppe - Vercelli. Gouella Pietro - Susa. Inverardi D. Marco - Cellatica. Jardini Barbara - Cherasco. Liccíardello-Anteri Angelina - Catania. Lizzi Giovanuina - Troia. Lodi D. Ettore - Vaiano. Luiselli Giovanni - S. Gio. Bianco. Magagnotto Giovanni - Costalunga. Magnani Aderito - S. Vittoria di Gualtieri. Manzane Cristina - S. Vittoria d'Alba. Marenco Giuseppe - Stazzano.

Massignan Angela n. Camera - Caxias, BrasileMattioda Luigia - Caxias, Brasile. Mazzucco Pietro - Fratta di Polesine. Messi Vittorio - Madone. Mioletti Gio. Domenico - Monchiero. Morelli Giovanni - Carmagnola. Nasi D. Carlo - Collegno. Nucci D. Giuseppe, Arciprete - Talacchio. Ottonelli Carlo - Castano I. Paggio Nicoletta - Zoagli. Pagnusat Felice - Caxias, Brasile. Panegrossi Giacomo - Colli di Monte Bove. Panici Mons. Diomede, Arciv. - Roma., Parizia Giuseppe - Falicetto, Cuneo. Passaniti Luigi - Butera. Passera D. Callisto - Moncalieri

Pavesio D. Francesco - S. Maria della Scala, Torino. Pavesio Luigi - Cagliava, Alessandria. Perotti D. Modesto, Priore - Riva di Chieri. Periti Marianna - Barone Canavese. Piccini D. Domenico, Vie. For. - Gamalero. Pignata Agostino - Bra, Cuneo. Pittatore-Celebrini Cristina - Toffano. Pomi Giovanni - Casagalvana, Parma. Ponzi D. Pietro, Prev. -- Parrna. Presti Giulia - Zovere, Bergamo. Priore in Rinaldini Filornena - Piobbico. Quadri Celestina - Lozzo Cadore. Rampon Santacaterina Maria - Schio. Remaggi ing. Angiolo - Posterla. Reycend Ant. Modesto - Torino. Reviglio Carolina - Roma. Rigotti Caterina ved. Corielli - Malo. Roberti Laura ved. Chemin - Pieve di Soligo. Rossi Eugenia - Arma di Taggia. Rossi D. Antonio - Milano. Rossi Marina di Luigi -- Poschíavo. Ruschetti Angela - Caronno Ghiringhello. Salvaggi Virginia Ved. Respighi. Salveraglio Modesto - Camino, Alessandria. Sardi-Oddone Maria - Sezzè.