BS 1910s|1918|Bollettino Salesiano Gennaio 1918

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO

ANNO XLII - N. 1   1 GENNAIO 1918

SOMMARIO

Il Sac. Paolo Albera ai Cooperatori e alle Cooperatrici di Don Bosco.

Per le adunanze mensili: La gioventù e la Comunione quotidiana.

Foglietti di propaganda.

Al Rev. Clero - A chi spetta l'educazione religiosa della gioventù ?

Non si può educare senza religione.

Lettere dei Missionari: Dalla Cina: La festa dei battesimi nella Missione di Tai Vong Po - Brasile: Un'escursione sull'alto Rio Negro e sul Tiquiè: i bisogni della Missione.

Il Culto di Maria Ausiliatrice: La Sacra Missione - Pel 24 corrente - Grazie e graziati.

Pel tempio votivo in onore di Maria Ausiliatrice a Castelnuovo d'Asti.

Note e Corrispondenze: Per la festa di S. Francesco di Sales - Negli Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice - Notizie varie: Dall'Italia e dall'Estero - In memoria dei nostri.

Necrologio.

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE - VIA COTTOLENGO, 32 - TORINO

IL SAC. PAOLO ALBERA AI COOPERATORI E ALLE COOPERATRICI DI DON BOSCO

Torino, 1° gennaio 1918.

Benemeriti Cooperatori, Benemerite Cooperatrici,

Fin dall'anno in cui il Signore volle affidarmi la direzione dell'Opera Salesiana, ho atteso sempre con desiderio il primo di gennaio, che mi procura il piacere di rivolgere la parola a tutti i buoni Cooperatori e alle zelanti Cooperatrici di Don Bosco. So di non avere le virtù di questo nostro Venerabile Padre, nè quelle del suo immediato Successore Don Rua ; tuttavia sento di aver comune con essi la riconoscenza più profonda verso coloro che per benigna disposizione della Divina Provvidenza sono il sostegno materiale e morale delle Opere nostre.

Quest'anno poi, lo confesso candidamente, attesi il sorgere di questo giorno con desiderio ancora più intenso. E questo l'arino Cinquantenario dalla consacrazione della Basilica di Maria Ausiliatrice, e io sono convinto che così tenera Madre, maggiormente onorata nel suo divotissimo tempio, sarà per elargire al Successore e ai figli di Don Bosco, e a tutti i Cooperatori Salesiani, grazie e benedizioni segnalate. É pur l'anno in cui lo scrivente, se piacerà al Signore conservarlo in vita, celebrerà all'altare di Maria Ausiliatrice la sua

Messa d'Oro. Perdonate quest'umile accenno, che mi permetto all'unico scopo di assicurare la mia riconoscenza a coloro che mi imploreranno da Dio una preparazione e una gratitudine pari all'immenso favore, e per pregarvi accogliere con benevola deferenza quanto sono per dirvi.

" Grazie, o Signore!"

Ma prima di esporre ciò che mi sta vivamente a cuore, permettete, o cari Cooperatori e zelanti Cooperatrici, che dall'intimo del cuore sciolga un inno di ringraziamento a Dio per la specialissima assistenza, onde a Lui piacque, anche nell'anno decorso, benedire le Opere di Don Bosco. Non fa d'uopo che accenni le molteplici difficoltà, che inceppano - in questi anni - non solo il fiorire, ma la vita stessa di un'opera di beneficenza così estesa come la nostra; ben le vedete. Eppure, anche nelle circostanze anormali in cui ci troviamo, tanto gli Oratori festivi, quanto gli Ospizi, i Collegi e gli altri Istituti Salesiani, fioriscono e rigurgitano di giovanetti. Se ciò potrebbe dirsi mirabile in paesi neutrali, deve dirsi addirittura prodigioso in paesi dove si combatte. Oh! Don Bosco, come ci promise sul letto di morte, continua sempre ad assistere le Opere da lui fondate. Sia nostro impegno comune il conservare in esse tutto intero il suo spirito, e le vedremo prosperare anche in mezzo a difficoltà maggiori.

A un tratto così amorevole della divina Provvidenza, è da accoppiare la stima in cui sono universalmente tenute la memoria del Ven. Don Bosco e il suo apostolato.

Sento ancor viva nell'animo la dolcezza ineffabile che provai nel leggere il prezioso autografo, che il Santo Padre Benedetto XV si compiacque inviarmi in data i marzo u. s., in lode e approvazione dell'opera della Pia Società Salesiana. Sento ancora la commozione che provai nell'apprendere i particolari dell'imponente cerimonia con la quale sua maestà il Re don Alfonso XIII, in unione con la sua Augusta Consorte e gli altri membri della sua Reale Famiglia, volle collocare la prima pietra di un nuovo istituto Salesiano nella capitale di Spagna. Similmente ho ognor presenti le dolci consolazioni che mi procurarono cento altre prove di speciale benevolenza, con le quali, e la Santa Sede, e Capi di Nazioni, ed altre eminenti personalità civili ed ecclesiastiche, mi fecero toccar con mano l'interessamento che hanno per le Opere Salesiane.

A questi motivi di conforto altri ne vorrei aggiungere, di carattere intimo e pur tanto consolanti. Alla metà del mese di ottobre il Tribunale Ecclesiastico istituito nella veneranda Curia Arcivescovile di Torino per il processo Apostolico super virtutibus et miraculis in specie del nostro amato Fondatore, procedeva alla ricognizione della salma del Venerabile. Insieme coll'Eminentissimo Card. Cagliero ebbi anch'io il conforto di assistere alla semplice e austera cerimonia, e non trovo parole per dirvi la profonda commozione che provai nel vedere perfettamente inalterati tutti i lineamenti della cara immagine paterna e nel baciare ancora una volta quella mano che negli anni più belli del viver mio avevo baciata tante volte e che tante volte s'era levata sul mio capo in benedizione

Alla perenne benedizione di Don Bosco confesso di dover ascrivere in modo speciale anche il conforto del gran bene che compiono dappertutto i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice. I consolanti ragguagli, che ricevo da tutti gli Istituti, mi muovono a raddoppiare la riconoscenza verso Dio, che per mezzo di Don Bosco assiste così vibilmente l'Opera Salesiana.

Opere compiute nel 1917.

Nei limiti del possibile e talvolta, oso dire, in proporzioni anche troppo vaste per l'esiguo numero delle braccia dei lavoratori, i Figli di Don Bosco hanno proseguito quelle forme di apostolato benefico, che sono imperiosamente richieste dalle presenti circostanze. Non v'è casa dell'Opera di D. Bosco, che non abbia aperto le sue porte ai figli o alle figlie dei richiamati, o dei morti in guerra, o dei profughi, o agli stessi soldati. Tra gli alunni dell'Oratorio di Torino sommano circa a cento i piccoli profughi del Veneto, caritatevolmente accolti con un numero assai maggiore di altri giovanetti, orfani o abbandonati.

Con la vostra carità abbiamo anche ampliato parecchi istituti, aperti unicamente a questo pietosissimo scopo come l'Istituto Don Bosco per orfani di guerra di Monte Oliveto a Pinerolo; la Scuola pratica di agricoltura per i figli dei contadini morti in guerra, che ha già in costruzione un nuovo edifizio, in . Ronza; il Collegio per i figli dei richiamati di Cavaglià ; e gli Asili, diretti dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, per bambini e bambine orfani di guerra, ad Alessandria, Chieri, Sassi e Grugliasco presso Torino.

Oltre questa beneficenza, suggerita e sostenuta dalla più pura carità cristiana per le piccole vittime della guerra, molte opere dovrei ricordare sorte a vantaggio degli stessi soldati, case del soldato e sale di corrispondenza e lettura, corsi di brevi scuole serali, e attraenti ritrovi di onesto sollievo. Nè si creda che a così intenso lavorio sian rimaste estranee le Case Salesiane d'America: anch'esse hanno tutte un posto nobilissimo nella provvida gara di assistenza alle famiglie dei richiamati, specie ai loro teneri figli; e per quella natural simpatia che il nome di Don Bosco e dell'Opera sua ispira per l'Italia, i giovanetti più largamente beneficati, debbo dirlo con duplice riconoscenza, sono figli d'italiani.

In mezzo a questo fervore di urgente carità non mancarono altre fondazioni, tra le quali mi è caro enumerare in primo luogo l' Istituto Salesiano di Lugano, affidatoci dal zelantissimo Ammistratore Apostolico del Canton Ticino, Mons. Bacciarini, Superiore Generale dei Servi della Carità, - e l'Istituto Salesiano di Santiago di Cuba, dove c'è tanto bisogno di chi si occupi dell'educazione cristiana dei figli del popolo.

Due altre fondazioni, particolarmente care al mio cuore, si ebbero in America: una ad Ayagualo, presso la città di S. Tecla nel Salvador, con un nuovo istituto per le vocazioni degli adulti allo stato ecclesiastico ; - l'altra a Port Chester negli Stati Uniti, dove in un quartiere senza chiesa si costrusse una cappella e s'aperse un Oratorio festivo per i figli della colonia italiana.

Animati dai copiosi frutti spirituali che maturano nelle parrocchie, assistite secondo lo spirito di D. Bosco, e fidenti nell'aiuto di Dio, abbiamo anche accettato il governo di sette nuove parrocchie: - la prima a Biella, per il vivo interessamento di Mons. Natale Serafino, tanto affezionato all'Opera di Don Bosco; - due nel Brasile, ad Ascurra e Luis Alves, nella diocesi di Florianopolis, Stato di S. Caterina, a favore di numerosi immigrati; - tre nel Cile, a Santiago, Valparaiso e Talca, per l'assistenza diretta degli Italiani residenti in quelle cìttà ; - e la settima a Caño de Loro in Colombia, interamente consacrata, come quelle di Agua de Dios e Contratación, all'assistenza spirituale di infelici colpiti dalla lebbra !

Anche le Figlie di Maria Ausiliatrice videro benedetto coll'apertura di altre case il loro pio Istituto. Tra esse hanno il primo posto cinque Convitti per giovanette operaie, accettati a Milano, Ponte di Nossa, Mathi Torinese, presso la ditta De Angeli, a Varallo Sesia presso la ditta Rotondi, e a Casino Boario (Brescia) presso la ditta Turati; la casa aperta ad Aosta per molteplici opere di carità a pro' degli operai « Ferrieri Giovanni Ansaldo » ; e in Roma l'Asilo « Savoia » per l'infanzia abbandonata, destìnato ad accogliere 30o bimbi.

In Italia apersero anche sette giardini d'infanzia -- aventi tutti accanto Oratorio, scuole e laboratorio: - a Bosio di Parodi Ligure, Riomaggiore presso Spezia, a Remondò Lomellina, Biumo (Varese), Castelgrande (Potenza), Bova Marina e a Ponte di Nossa.

All'Estero fondarono due Collegi: uno a Linares nel Messico, un altro a S. José di Costa Rica; più due Case di missione: l'una nella valle di Chauchamayo nell'oriente del Perù, nel Vicariato Apostolico dei PP. Francescani, ad istanza del Ministro di Agricoltura del Governo Peruano ; l'altra a Registro do Araguaya, per desiderio del nostro carissimo Mons. MALAN.

Come vedete, o cari Cooperatori, l'Opera di Don Bosco anche nell'anno scorso ebbe un notevole sviluppo, tanto più da ammirarsi, in quanto si svolse di pari passo con numerosi ampliamenti alle Case precedentemente fondate, che

qui dovrei enumerare, per mostrare in un sol quadro ciò che ha fatto la Divina Provvidenza a favore dell'Opera Salesiana nell'anno 1917. Voglio almeno accennare che in parecchi istituti, come in quello di Valencia nella Spagna, si videro sorgere dalle fondamenta edifizi di gran mole, richiesti dallo sviluppo delle opere locali; che altrove si continuò la costruzione di nuove chiese, di cui alcune, ad es. quella di Lima, furono parzialmente aperte al divin culto; e che le Figlie di Maria Ausiliatrice non solo proseguirono la loro caritatevole assistenza in molti ospedali militari, ma l'estesero ad altri, e in vari di essi duplicarono e triplicarono il personale, essendo aumentato il numero dei ricoverati. Vedete quante benedizioni ha accumulato sull'Opera di Don Bosco Maria SS.ma Ausiliatrice Abbiamo tutti il dovere di ringraziarnela fervidamente.

Proposte per l'anno nuovo.

E il modo migliore di mostrare al Signore e alla Vergine Benedetta la nostra riconoscenza, sarà quello di raddoppiare lo zelo per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime. Il Ven. Don Bosco non ebbe altro ideale in tutta la vita; a questo consacrò tutti i suoi pensieri, le sue parole, le sue opere; unicamente per questo salì al sacerdozio, fondò l'Oratorio, istituì la Pia Società Salesiana, l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e la Pia Unìone dei Cooperatori Salesiani. Lo zelo eroico di Don Bosco produrrà ognora frutti salutari in quanti lo studieranno e cercheranno d'imitarlo. Rinnoviamolo noi pure questo proposito, o zelanti Cooperatori, nel nuovo anno, proponendo di ricopiare lo zelo di Don Bosco in tre manifestazioni caratteristiche:

I) Nella divozione a Maria Ausiliatrice. E l'anno del Cinquantenario del Tempio di Valdocco ! Chi fu presente, al par di me, alle feste della dedicazione, ricorda con quanta pietà Don Bosco celebrò all'altare di Maria Ausiliatrice non appena ebbe termine il rito della consacrazione; e ricorda altresì la santa allegrezza che in quei giorni gli traspariva dal volto e da tutta la persona, specie quando ci ripeteva: « Vedrete, vedrete, quante grazie dispenserà la Madonna da questa nuova chiesa ai suoi devoti! ». Se vi fu un tempo, in cui da tutti si siano domandate alla Madonna grazie e favori particolari, è proprio questo in cui noi ci troviamo. Tutti desiderano grazie per sè, per i loro cari, per la patria, per la Chiesa, per tutta quanta la società civile. Ebbene, apriamo il cuore alla speranza! Se in quest'anno del Cinquantenario della nostra cara Ausiliatrice, memori che essa è l'Aiuto dei cristiani noi faremo del nostro meglio per onorarla e farla onorare anche da altri come Ella maggiormente desidera, cioè colla frequenza ai SS. Sacramenti e con una vita veramente cristiana, quante grazie non discenderanno sopra di noi! Gioverà all'uopo la devota celebrazione del giorno 24 di ogni mese, per cui il S. Padre ha concesso una speciale indulgenza plenarìa, e che tanto favore incontra presso le popolazioni, ove è stata opportunamente introdotta. Tocca a noi, o cari Cooperatori, il renderla sempre più frequentata.

1I) Nella divozione a Gesù Sacramentato. L'anno del Cinquantenario della Basilica di Maria Ausiliatrice è pur l'anno della Messa d'oro dell'umile scrivente, che non per altro motivo, se non per essere il Successore di Don Bosco, nella lieta ricorrenza sarà accompagnato all'altare dai voti e dalle preghiere di tutta la Famiglia Salesiana, di numerose schiere di giovanetti e giovanette, e di voi tutti, o cari Cooperatori. Ebbene, lasciate che appunto come Successore di Don Bosco egli vi faccia una raccomandazione.

Il nostro Venerabile Padre, che ben conosceva quali frutti di santità produca in ogni anima la divozione benintesa verso Gesù Sacramentato, non cessò mai d'inculcarla coll'esempio e colle parole più. efficaci. Così la S. Messa ascoltata devotamente ogni giorno, la comunione frequente secondo il consiglio del confessore, e la visita quotidiana a Gesù Sacramentato, divennero il segreto di tutti i suoi successi, particolarmente dei mirabili frutti del suo sistema educativo. Per Don Bosco la divozione stessa alla Madonna doveva avere per espressione finale e per corona la divozione a Gesù Sacramentato mercè la frequenza alla S. Comunione. Voi pertanto, o buoni Cooperatori e pie Cooperatrici, non potrete far cosa migliore per voi, o più vantaggiosa per i vostri amici e conoscenti, se cercherete d'imitare la pietà illuminata e lo zelo ardente di Don Bosco nel propagare la divozione a Gesù Sacramentato.

III) Un'altra caratteristica, tutta propria dello zelo apostolico di Don Bosco, fu lo studio di ogni mezzo per far fiorire quelle opere che la Divina Provvidenza gli aveva affidate. Chi non avesse intimamente conosciuto lo spirito da cui era animato, forse talora avrebbe potuto ritener troppo vive e insistenti le sue sante raccomandazioni in proposito. Ma egli che sentiva intimamente, com'ebbe più volte a dichiarare colle lagrime agli occhi, che le opere da lui iniziate non erano Opere di Don Bosco, ma del Signore e della Madonna che glie le avevano ispirate, tracciate, comandate, non poteva non aver per esse tutte quelle cure che gli suggerivano la sua mente eletta e il suo generosissimo cuore; e perciò voleva che l'appoggio e la cooperazione altrui colmassero, come diceva, le deficienze sue, ritenendosi egli un povero e rozzo strumento in mano di Dio. Se tutti i Cooperatori si vestissero di questo spirito di Don Bosco, quali sicuri vantaggi ne verrebbero alle

Opere, che noi diciamo sue. Aumenterebbero tosto in loro favore la generosità dei facoltosi, la cooperazione diretta dei più zelanti, e le preghiere di tutti. A questo proposito mi sta a cuore una raccomandazione.

Nell'ora che passa una grande verità che si fa strada nella mente di tutti è la necessità dell'educazione cristiana della gioventù. La guerra parla, e ha già eloquentemente dimostrato colla prova dei fatti, che solo la Fede, coscientemente vissuta, rende l'uomo forte e sereno, capace di affrontare con edificante eroismo anche il massimo dei sacrifizi. Quindi se si vuole una sana rinnovazione della società, senza cui non sarà mai assicurata la pace nè la prosperità delle nazioni, è necessario lavorare attorno la gioventù.

L'Opera Salesiana è tutta rivolta a così santo scopo; e il suo successo, come notava D. Bosco, sta appunto in questo. Esso torna benviso a tutti, perchè, senza far della politica, mira unicamente a far del bene alla gioventù.

Fedeli agli insegnamenti e agli esempi di Don Bosco, noi lasceremo sempre i pensieri della politica a chi governa; e, dovunque siamo e saremo, ci occuperemo unicamente dell'educazione cristiana della gioventù.

Ma purtroppo, se da un lato la morte va facendo frequenti vuoti nelle nostre file, dall'altro son poche, sopratutto in confronto della messe biondeggiante, le vocazioni che attualmente fioriscono in mezzo a noi. Questo pensiero mi è sempre fisso in mente ed è la spina più dolorosa pel mio cuore di salesiano e sacerdote. Non so quindi trattenermi dal dirvi: - Buoni Cooperatori, se volete far cosa veramente cara a Dio, utile alle vostre anime e vitale per l'Opera di Don Bosco, aiutateci a moltiplicare il numero delle vocazioni. E questo il voto che ripeterò con maggior insistenza anche al Signore, finchè io viva.

Dopo la guerra saranno infinite le nuove opere cui bisognerà por mano opere di restaurazione, di carità e di previdenza sociale. Ma la restaurazìone pìù urgente, la carità più necessaria, la previdenza più saggia e illuminata sarà sempre quella reclamata dalle crescenti generazioni. Chi non scorge fin d'ora il bisogno di aprire dappertutto oratori festivi e scuole di religione, e di moltiplicare scuole professionali e collegi cristiani ? Bisogna dare alla gioventù, insieme colla coltura professionale e letteraria, quella soda formazione cristiana, la quale - giova rilevarlo - non si limita a mostrare ad essa la via del cielo, ma l'ammaestra anche nei mezzi necessari per condurre una vita tranquilla nella patria terrena, coll'educarla alla nozione chiara di tutti i doveri, individuali, famigliari e collettivi, all'osservanza delle leggì e di tutti gli ordinamenti sociali, e al pieno ossequio a ogni autorità costituita, abituandola praticamente allo spirito d'ordine, all'unione, e all'amore e all'aiuto scambievole.

Ma per aprire nuovi Oratori e nuove Scuole e Collegi, e in essi educare i figli del popolo col paterno sistema preventivo di Don Bosco, bisogna aumentare il numero dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. E voi, o cari Cooperatori, potete darci un grande aiuto. Ecco un vastissimo campo - esclama il veneratissimo Mons. Morganti nel prezioso Manuale dei Cooperatori Salesiani - ecco un vastissimo campo per lo zelo e la generosità del Cooperatore Egli può esplicar l'opera sua:

1) Indirizzando fanciulli e fanciulle che mostrassero inclinazione alla vita religiosa, a sacerdoti od altre persone in grado d'occuparsene

2) permettendo ai loro figli, che l'avessero, di seguire la propria vocazione, non solo non osteggiandola, ma favorendola con un generoso distacco, che Dio premierà largamente

3) prestandosi volentieri a sostenere tutta o in parte la spesa d'ingresso e noviziato ai giovani poveri ma chiamati da Dio a vita religiosa

4) cercando anche presso altri soccorsi per essi, allorchè possano realizzare il loro sublime disegno.

Non basta certo ad un fervoroso Cooperatore rallegrarsi quando legge o sente che i Salesiani aprono nuove Case, nuove Missioni pel nuovo personale arruolato; ma egli vuol poter dìre che alcuni di quei Sacerdoti o Catechìsti, parecchie di quelle Suore sono frutto delle sue sante industrie. Qual gloria! quale consolazione per aver fornito alla causa di G. Cristo e delle anime altri eroi, campioni nuovi!

Conclusione.

Col proposito di adoperarci - perchè le nostre fatiche siano rallegrate da frutti sempre più copiosi - pongo termine a questa mia. Quel po' di bene, o cari Cooperatori e pie Cooperatrici, che i Salesiani sì studiano di promuovere in ogni parte, sia il miglior premio alla vostra carità passata e stimolo alla futura, di cui sentiamo ognor vivo il bisogno, e insieme sia pegno e ricordo del gran premio che vi darà il Signore. Egli, ricco con tutti in bontà e misericordia, ascolti le comuni preghiere, e ci conceda la grazia di poter salvare un maggior numero di anime. .Ah! se quest'anno si potesse compiere una nuova spedizione di Missionari Sarebbe una grazia insigne di Maria Ausiliatrice.

Pregate voi pure a questo fine, e pregate anche per me, che mi professo colla più viva gratitudine,

Di Voi, Benemeriti Cooperatori e Benemerite Cooperatrici, obbligatissimo servitore

Per le adunanze mensili.

La gioventù e la Comunione quotidiana.

III (1).

Essendo di capitale importanza che N. S. G. C. entri nell'anima del fanciullo e ne prenda possesso prima che vi entri il peccato - avendo presenti i divini e mirabili effetti della frequente Comunione nell'educazione della gioventù; - e considerando che oggi, più che mai, poiché sono cresciuti i pericoli contro la fede e i costumi della gioventù, questa non ne uscirà vittoriosi, se non protetta da più frequenti aiuti sovrannaturali ;

I Cooperatori Salesiani:

1° Zelino che i fanciulli sian fatti accostare per tempo alla prima Comunione;

2° Abbiano cura di confermarli con opportune parole ed esortazioni alla frequente Confessione possibilmente settimanale, e alla Comunione frequente e quotidiana.

* *

Cooperatori Salesiani, volete dare alla gioventù una vera educazione cristiana? Dovete educarla a vivere di quella vita soprannaturale, cui ci ha elevati Gesù Cristo.

Chi pensasse ed agisse altrimenti, non riuscirebbe mai a destare e porre le vergini facoltà del fanciullo sulla vera via, ma le travierebbe disgraziatamente nel periodo più importante della vita. Quindi quanto più sagge ed efficaci saranno le vostre industrie per educare le tenere anime alla vita soprannaturale, tanto migliore sarà il vostro sistema d'educazione.

In questo, e principalmente in questo, Don Bosco fu e resterà maestro impareggiabile. Unicamente a questo fine egli fece convergere le sue sollecitudini più amorevoli e tutte preventive, che con mirabile fecondità e continuità gli suggerivano la religione e la ragione. Fate anche voi conoscere al fanciullo il fine per cui Dio lo ha creato, fategli conoscere i mezzi e gli aiuti che la nostra Santa Religione gli offre per crescerlo caio a Dio, utile alla famiglia ed alla Società; in una parola innamoratelo alla frequenza dei Sacramenti e avrete compiuto il massimo dei vostri doveri.

Udite, a questo proposito, il pensiero di Don Bosco nella Vita di Domenico Savio

« Egli è sempre comprovato dell'esperienza, che i più validi sostegni della gioventù sono il sacramento della confessione e della comunione. Datemi un giovanetto che frequenti questi sacramenti, voi lo vedrete crescere nella giovanile, giungere alla virile età, e arrivare, se così piace a Dio, fino alla Più tarda vecchiaia con una condotta, che è l'esempio di tutti quelli che lo conoscono.

» Questa massima la comprendano i giovanetti Per praticarla; la comprendano tutti quelli che si occupano dell'educazione dei medesimi Per insinuarla ».

Voi direte: - Quando dovranno i fanciulli essere avviati a frequentare la S. Comunione?

Risponde lo stesso nostro Venerabile Padre:

« Si tenga lontano come la Peste l'opinione di taluno che vorrebbe differire la Prima Comunione ad una età troppo inoltrala, quando per lo Più il demonio ha preso Possesso del cuore di un giovanetto, a danno incalcolabile della sua innocenza. Secondo la disciplina della Chiesa Primitiva si solevano dare ai bambini le ostie consacrate che sopravvanzavano alla Comunione Pasquale. Questo serve a farci conoscere quanto la Chiesa ami che i fanciulli siano ammessi Per tempo alla Santa Comunione. Quando un giovanetto sa distinguere tra Pane e Pane, e Palesa sufficiente istruzione, non si badi Più all'età e venga il Sovrano Celeste a regnare in quell'anima benedetta ».

Volete, o zelanti Cooperatori, conoscer meglio l'importanza che dava Don Bosco a questa vita soprannaturale nell'educazione della gioventù? In quelle mirabili pagine, nelle quali brevemente ma esaurientemente espose il suo sistema educativo - dalle quali noi abbiamo trascritte le parole surriferite - egli sentenziò pure così:

« La frequente Confessione, la frequente Comunione, la messa quotidiana sono le colonne che devono reggere un edifizio educativo, da cui si vuole tener lontano la minaccia e la sferza. Non mai obbligare i giovanetti alla frequenza dei santi Sacramenti, ma soltanto incoraggiarli e Porgere loro comodità di approfittarne... »

Su, dunque, o cari Cooperatori, ricopiate lo zelo di Don Bosco.

Che cosa non ha fatto Don Bosco per promuovere la frequenza della Comunione in mezzo ai suoi giovanetti ! Nessuno potrà mai descriver e la gioia quando potè riuscire ad aver tutti i giorni un bel numero di giovani, che per turno si accostavano alla S. Comunione, nè il suo zelo per raccomandare a tutti di conservarsi in tale stato di coscienza da potersi, con il consiglio del confessore, accostare alla santa mensa anche tutti i giorni. Siffatta larghezza, che doveva ricevere ai dì nostri la più solenne sanzione della Chiesa, parve allora a taluni ecces siva e D. Bosco ne ebbe non poche recriminazioni; eppure, calmo e fiducioso, egli continuò nella sua via... la via che dovete seguire anche voi, perchè è l'unica per salvare la gioventù e con essa la società.

Ma a voi mamme, a voi, o mamme cristiane, spetta in modo particolare l'avviare i figliuoli alla frequenza della Comunione. A voi quindi ci rivolgiamo e ripetiamo con... un vecchio galantuomo

« Dalla Comunione frequente deve derivare la forza alle anime dei vostri figli.

» Dopo che il Papa Pio X, di santa memoria, ricordando l'antico insegnamento della Chiesa, ha esortato i genitori a mandare molto presto i bambini a ricevere la SS. Eucarestia, è una consolazione vedere tanti fanciulli e tante fanciulle fare la Prima Comunione, mentre sono ancora candidi d'innocenza; ma non basta, non basta. Il Santo Padre (quello defunto - Pio X - e quello vivente, Benedetto XV) ha fatto un'altra esortazione, di riceverlo frequentissimamente il Signore, in tutte le età. Io credo che la società sarà un'altra, cioè sarà molto virtuosa e - quant'è possibile su questa terra - felice, quando le famiglie intere andranno a comunicai si tutte le feste, e, potendo, anche più sovente. Verrà quel tempo? Lo spero; lo voglio sperare. Anzi, quel tempo verrà certamente; se voi, mamme carissime, comincerete a condurre alla Santa Comunione i vostri bambini, tutti i giorni festivi, e - perchè no ? - anche nei giorni di lavoro, possibilmente.

» Attente, però a una cosa (è il consiglio di don Bosco); non costringeteli mai, i vostri figli, neanche i più piccoli, a comunicarsi. Invece, cercate di far nascere e crescere nel loro cuore il desiderio dell'Eucarestia. In che modo? Raccontando la vita di Gesù. Uno dei ricordi più c tri che io conservo, è quello della mia mamma occupata a narrare, a me ragazzetto, la passione del Signore. Sia benedetta mia madre per quella sua istruzione religiosa così semplice, eppure così calda d'amor di Dio!

» Raccontate ai vostri bambini gli esempi dei giovinetti martiri della Fede, dei giovinetti santi, dei giovinetti buoni; e poi insegnate loro che, per avere la sicurezza di vincere i nemici dell'anima, come quei giovanetti gloriosi, bisogna aggiungere alla nostra, che è molto poca, la forza di Dio, appunto per mezzo della santa Comunione. Vedrete, vedrete, i risultati maravigliosi delle vostre istruzioni pratiche e delle vostre esortazioni piene d'affetto! (1). »

Pei fanciulli sarà sempre di meravigliosa efficacia educativa la lettura delle biografie di Domenico Savio, Francesco Besucco, Michele Magone; dei racconti: Severino, Angelina, Pietro o la forza della buona educazione; e di altre auree operette del Ven. Don Bosco.

Agli adolescenti, non solo nell'ora che volge, tornerà di edificazione profonda la lettura delle biografie dei molti valorosi giovani cattolici, che seppero, nei giorni delle prove più ardue e nel momento del sacrificio supremo, compiere tutto il loro dovere fino alla morte.

I singoli volumetti della collezione Pro avis et focis, e le raccolte di profili biografici intitolate: Uomini di carattere e Gioventù sana, editi a cura della S. A. I. D. « Buona Stampa » o Libreria Editrice Internazionale di Torino, (1) dicono ai giovani coll'eloquenza dei fatti molte verità, e ripetono sopratutto

« Nutritevi di Dio; ma non basta comunicarvi presto, da bimbi; è necessario dopo, nell'adolescenza, nella giovinezza, nella virilità sempre, ricevere il Signore frequentemente. Di qui la vittoria sull'egoismo; di qui perciò la purezza rifulgente; di qui la fortezza umile; di qui l'amor fraterno che si abbassa alle infermità morali del popolino, per guarirle, di qui tutte le virtù cristiane, necessarie a far grandi le nazioni, l'Italia (2). »

Buoni Cooperatori e pie Cooperatrici, innamoriamo la gioventù alla frequenza della Santa Comunione; e un'onda di sangue nuovo tornerà a fluire nelle vene della società, che solo per questa via sarà restaurata in Cristo.

(1) Ved. Boll. di nov. e dic. u. s.

(1) Da Il Galantuomo: Almanacco popolare pel 1918. - E una lettura sana, gradevolissima, che farà tanto bene nelle famiglie. Il bel volumetto, di oltre 10o pagine, costa cent. 40.

(1) Per la Collezione Pro aris el focis - Uomini di carattere - Gioventù sana - ved. in copertina. Anche il periodico mensile « Associazione Giovani Studenti S. Stanislao - Milano » (Palazzo Arcivescovile, ivi), ha in ogni numero cari profili di giovani eroi.

(2) Dalla prefazione a « Gioventù sana ».

FOGLIETTI DI PROPAGANDA.

Il diffondere ogni settimana una pagina buona, attraente, originale, scritta da educatori che sanno le vie del cuore dei giovanetti, è un'opera buona. Volete compierla, o cari Cooperatori? Diffondete i Foglietti settimanali „Per la Gioventù" editi dalla Libreria della Buona Stampa di Torino.

Abbonamento annuo - 5 copie L. 2,50 - 1o L. 4,50 25 L. 10 - 5o L. 18 - 75 L. 26- 1oo L. 32,50 - 15o L. 46 - 20o L. 57,50 - 300 L. 80 - 40o L. 1oo - 50o L. 120 - 1ooo L. 215.

Al Rev. Clero (1).

A chi spetta l'educazione religiosa e morale della gioventù?

Ogni parroco ha il dovere di attendere con sollecitudine nella educazione religiosa e morale della gioventù alle sue cure affidata. È un punto questo di capitale importanza; giacchè non è vero che tutto il peso della educazione dei figli gravi solo le spalle dei genitori, come non è vero che tutto il peso gravi solo le spalle dei sacerdoti. Nondimeno la pratica conclusione è la seguente

- Se non tutta, la massima parte della educazione dei giovani d'ogni parrocchia pesa, specie a' dì nostri, sulle spalle del parroco anche riguardo all'educazione morale.

Conviene chiarir bene la soluzione di una questione estremamente importante, giacche, se per disgrazia durasse insoluta e nebulosa, si perpetuerebbe l'equivoco, fecondo di danni enormi e spesso d'irreparabile rovina temporale ed eterna dei figli e dei genitori.

* *

E il funestissimo equivoco esiste pur troppo perchè, come vediamo largamente, i figli non sono in realtà bene educati, nè religiosamente nè moralmente: e perciò riescono cattivi cristiani e cattivi genitori, mox datori progeniem vitiosiorem.

- Tocca al Parroco istruire nei doveri religiosi e morali i nostri figliuoli, van ripetendo i genitori: il catechismo festivo ne è la prova, e noi di fatti ve li mandiamo!

- No, riflettono i Parrochi, tocca in realtà ai genitori istruire i propri figliuoli anche nella religione, e impartir loro accuratamente colla parola, e ancor più con l'esempio, l'educazione morale. Noi non li abbiamo con noi i loro figli se non un'ora scarsa per settimana; essi li hanno sempre con sè. Tutt'al più noi potremo dare una mano, o meglio l'ultima mano al lavoro dei genitori.

Chi ha torto ? chi ha ragione ? Forse... nessuna delle due parti ha tutto il torto, e nessuna tutta la ragione. Ciascuna deve fare a dovere e interamente la parte sua; solo così l'educazione religiosa e morale della figliuolanza fiorirà ovunque e frutterà a meraviglia, con gaudio ineffabile di tutto il paradiso e col massimo tornaconto temporale ed eterno dei figli, dei genitori, della Chiesa e della Patria.

***

Ma viviamo pur troppo in così fatta condizione di tempi, di pregiudizi e falsi principi, che i genitori non s'indurranno mai a fare la parte loro, se prima il sacerdote non avrà fatto a dovere e interamente la parte sua. Importa dunque moltissimo di determinare quale sia questa massima parte dell'educazione dei figli, che pesa, specie ai dì nostri, sulle spalle dei sacerdoti. Sembra, che essi

devono lavorare sapientemente e costantemente, in chiesa e fuori

1° per l'Istruzione Religiosa dei genitori - maestri nati dei loro figli - ma ignorantissimi della dottrina, che pur devono insegnare, dottrina o mai o molto male da essi imparata, o quasi affatto o del tutto dimenticata ;

2° per l'Istruzione morale dei genitori - educatori nati dei loro figli - ma ignorantissimi della difficile arte, che pur devono esercitare; arte che nessuno loro ha mai insegnata, e guai se non l'apprenderanno, o se male l'eserciteranno!

Oh ! non è forse necessaria l'istruzione dei fanciulli per la prima Comunione? Certo, nessun parroco se ne può o vuole dispensare; anzi l'ha in conto di ufficio propriamente e interamente suo. E non è per lo meno altrettanto necessaria l'istruzione dei fidanzati e dei genitori per l'educazione cristiana dei loro figliuoli? Chi mai avrà il coraggio di sentenziare : - Chiunque può dire, in buona-coscienza, d'aver fatto tutto il suo dovere parlandone nel Catechismo degli adulti per mezz'ora scarsa, appena una volta ogni tre o quattro anni, cioè quando gli avverrà di trattare del Sacramento del Matrimonio, o di spiegare il Quarto Comandamento della legge di Dio, a quei pochi giovani o fidanzati o coniugati, che per un vero caso si troveranno presenti quella volta ad ascoltarlo ; - chi mai, diciamo, avrà il coraggio di sentenziare così?

Eppure, ahimè, bisogna confessarlo: questo è il metodo che quasi generalmente si è tenuto fino ad oggi in un affare di così grave importanza, pieno di conseguenze paurose e bene spesso irreparabili! Nessuna istruzione preparatoria metodica agli sposi e ai genitori ; nessun indirizzo ad aiuto pratico dato a loro, neppure nel tempo del massimo bisogno.

Si dirà: - L'osservazione è ottima teoricamente, ma non attuabile a fatti ; giacchè ci corre gran tratto da fanciulli ad adulti. Avrete, sì, docili e alla mano i primi, ma, senza dubbio, disobbedienti, insofferenti, contumaci i secondi. Provatevi a radunar questi per l'istruzione religiosa ed educativa dei loro figli, e tosto vi accorgerete che fate un buco nell'acqua ; non accoglieranno il vostro invito, accamperanno cento scuse e pretesti per non venire; senza poi dire che molti di loro non potranno farlo, pur avendone il desiderio.

Cotesta maniera di sentenziare è quella... che ha rovinato il mondo! Non la pensava così l'Apostolo, quando dava ai Tessalonicesi il sapientissimo documento: Omnia probate, quod bonum est tenete. Chi avesse detto così anche delle Leghe dei padri di famiglia e dei Sodalizi delle madri cristiane, avrebbe colto nel segno? Oibò! Eppure quanti si lasciarono trarre in inganno nello stesso modo, e così in moltissimi luoghi non se ne fece nulla. Diciamo la verità, in vari c'è troppa antipatia per ogni novità, in altri c'è forse anche troppo desiderio del quieto vivere.

Del resto, se è molto più facile avere alla mano i fanciulli, non son rare neppure le occasioni di avere anche gli adulti. E questione, sopra tutto, di abitudine e di buon volere. Non ci sono, tutte le domeniche dell'anno, la messa del Vangelo e il Catechismo degli adulti ; e ogni anno il mese di maggio e di ottobre, la predicazione quaresimale, e in molte parrocchie anche quella d'Avvento? E perchè non trarne profitto per un corso annuale d'istruzioni, coordinate al fine d'illuminare i genitori ?

Questi saranno sempre restii all'invito di correre ad istruirsi, finchè vivranno abitualmente ignari di ciò ch'è un loro bisogno urgentissimo e uno stretto dovere da un lato, e l'interesse proprio dei loro figli dall'altro. Illuminati che fossero, conce conviene su due questi puliti, sarebbero essi i primi a provocare l'invito.

Urge dunque che si muti strada una volta. Come riuscirvi? Ai fanciulli noi diamo in mano il Catechismo che, insieme con l'istruzione, li aiuta a prepararli alla Prima Comunione, ecc. Perchè non è messo o comunque fatto giungere nelle mani degli sposi e genitori un libro opportuno, che li disponga in modo facile a intendere e ricordare le istruzioni che devono essere loro impartite nel corso di ogni anno, per l'educazione religiosa e morale dei loro figli? Il libro renderà più facile il compito del parroco a questo importantissimo fine, e più presto e con maggior frutto saranno accolti gl'insegnamenti e le esortazioni di lui.

Lascia ido a ciascuno lo stabilire il tempo più accorcio e il numero delle istruzioni da farsi annualmente in proposito, noi domandiamo

- C'è il libro accennato?

Sì, ed è tale che ha riscosso molte ed autorevolissime lodi e approvazioni di Porporati, Vescovi, e pubblicisti. Noi stessi l'abbiamo raccomandato altra volta ai nostri Cooperatori e torniamo a raccomandarlo con calore. E il libro scritto dal Can. Uberto Cattaneo di Rovigo, intitolato « Vademecum dei Genitori per l'educazione religiosa e morale dei loro figli e, un vero catechismo, chiaro, pratico, attraente, tascabile e di piccola mole, e pur compiuto, di prezzo accessibile ad ogni più povera borsa.

Diffondano largamente questo libro tutti i Cooperatori Salesiani, sacerdoti e laici, e faranno opera santa (1).

(1) Dolenti di non poter pubblicare in questo mese il consueto "SUPPLEMENTO" per i secerdoti, vi suppliremo coll'accennare, in ogni numero dell'edizione comune - fino a maggio - qualche punto che interessi direttamente anche il rev.mo Clero.

(1) Si può avere a soli 6o cent. da tutte le Librerie della S.A.I.D. « Buona Stampa ».

Non si può educare senza religione.

Il 7 dicembre u. s., moriva in Firenze il sen. Pasquale Villari, storico insigne.

Uomo d'idee liberali, ma scrupoloso assertore della verità, scrisse parole che meritano di essere sottolineate, perchè hanno valore di documento.

In una conferenza il Villari scriveva:

Una società civile senza religione, noi non la conosciamo; un modo di educare moralmente il Popolo senza religione, nessuno l'ha finora trovato. La religione nella società esiste, è un fatto che nessuno può negare. Si tratta di renderla amica o nemica: la scelta non mi pare che dovrebbe esser dubbia

Più avanti candidamente confessa:

Noi abbiamo dall'insegnamento delle scuole elementari esclusa ogni istruzione religiosa, non dirò confessionale, ma cristiana, sino ad un punto ch'è qualche volta veramente assurdo. Ricordo d'essermi trovato insieme col povero Gabelli (Aristide) in una commissione, che doveva formulare i programmi. Noi dicevamo: - Ma perchè si deve parlare di Maometto e del Corano, non di Cristo e del Vangelo? - Non di meno bisognò cedere : - Il Vangelo, si disse, è religione, e spetta al prete insegnarlo col catechismo, che dev'esser fatto dal vescovo. Essi non accetterebbero le nostre idee; e, se li lasciassimo fare, verrebbero a combattere lo Stato. Meglio non occuparsene. - Ci può essere un labirinto più inestricabile di questo? Ma un altro aneddoto mio personale spiega anche meglio questo pensiero. In una pubblica conferenza fatta a Roma io sostenevo che la scienza non basta alla vita. - Scendendo fra la folla le scale, io sentii dinanzi a me due insegnanti che parlavano della conferenza. E un d'essi, ch'è giovane valoroso e d'animo gentile, diceva all'altro: - Pare impossibile che il Villari non veda il pericolo a cui si va incontro con questi suoi discorsi ! - E quale? - Come! non vedi? si corre il rischio d'arrivare fino al Padre Eterno ! - Pareva che dicesse : Si corre il rischio di andare in galera. Tale è assai spesso lo stato del nostro spirito.

Lo stesso, quando fu Ministro della P. I., asseriva:

« Se si vuole che i delitti diminuiscano e crescano le virtù e il benessere sociale, si pensi a ravvivare nel popolo il sentimento del dovere e quello spirito religioso che è il mezzo più potente (e per alcuni reati l'unico) per infrenare le tendenze proterve, ed ottenere quanto è possibile la diminuzione della delinquenza. »

Parole preziose, che non vanno dimenticate.

LETTERE DEI MISSIONARI

CINA.

La festa dei battesimi nella Missione di "Tai Vong Po" (Lettera del sac. Gio. Pedrazzini, Miss. Salesiano)

REV.MO SIG. D. ALBERA,

Le scrivo dalla Missione di Tai Vong Po, mentre i petardi sparano, ed i cristiani, raggianti in viso, si riversano nel giardino di fronte alla casa della Missione.

Voglio tentare d'esprimere meglio che posso la gioia che mi riempie l'anima.

L'anno scorso furono 3o i battezzati; questo anno 15 soli ebbero la felicità di essere scelti tra i numerosi catecumeni, per essere rigenerati al sacro fonte. Questi se la sono proprio meritata questa grazia; e tra essi vanno annoverati, per virtù non comune, tre.

Uno aveva un gran negozio d'idoli e oggetti superstiziosi. Ebbene, ebbe il coraggio di lasciare simile commercio, bruciar tutto e mettersi a negoziare in altro. Fui a visitarlo e mi cadevano dagli occhi lacrime di consolazione a veder tanta fede. Al posto dei Budda e delle false vergini e di tutta la famiglia dei diavoli, erano disposte in bell'ordine, nelle scansie, stuoie e cesti di tutte le forme e grandezze, cappelli di paglia, ecc., ecc.

- Ma dunque il Cinese non è così interessato come si pensa? anch'esso ha slanci d'una generosità meditata? - mi domandava... e, mentre sbalordito guardava quello spettacolo che mi sconvolgeva le idee finora avute sulla mentalità del Cinese, ecco sbucare dalla porta laterale una donnetta con quattro lindi marmocchi e tutti insieme prostrarsi e domandarmi la benedizione. Il papà in piedi, con la tazzetta del thè in mano, gustava di quella scena!... Finalmente, pur con perdita di denaro, avrebbe potuto ricevere il battesimo e far parte di quella grande società che abbraccia la terra e sola fa felici le anime in questa vita, la Chiesa cattolica. Benedissi con effusione tutta la famiglia e il nuovo negozio, augurando fortuna, e uscii di là così felice che, non badando al cammino, mi misi in un labirinto tale di strade e vicoli, che non mi sarei tirato d'imbroglio senza la guida d'un vispo frugolo, che per due soldi mi condusse fino alla porta della Missione.

Un altro dei battezzati era un incorreggibile fumatore d'oppio. Per meritarsi il battesimo ruppe la pipa, decise di non più fumare, e mantenne la promessa.

Un terzo sospirava già da tre anni il battesimo, ma gli era sempre negato perchè bigamo. Quanti in Cina restano sulla soglia della Chiesa per causa di questo ostacolo! Orbene, tre mesi or sono raccolse un gruzzolo di denaro, lo regalò alla novella Agar perchè si sostentasse e la mandò a spasso. Da quel momento fu assiduo al Catechismo ed alle orazioni in comune e il Signore lo benedì. Questa mattina ricevette il S. Battesimo, la moglie studia il catechismo, ed anche Agar è già nel numero delle catecumene.

Questi tre catecumeni, come gli altri dodici, furono tutti esaminati, e, ne sia lode al zelante catechista Pietro Ho, non solo recitarono tutta la dottrina, ma sanno anche spiegarla assai bene.

Ora veniamo alla festa.

Alla vigilia. le confessioni degli uomini e la mattina seguente delle donne. Nessuno mancò. Dopo questa prima sudata a 340 gradi, si cominciò il battesimo solenne. Prima si presentarono gli uomini che si disposero in semicerchio coi padrini alle spalle. Dopo gli uomini battezzai le donne. I ragazzi e le bambine avranno la stessa fortuna al più presto.

Come dipingere, amato Padre, l'umiltà, la compunzione, la pietà che trasparivan da tutti i volti? Il momento più solenne fu quando l'acqua discese su quelle teste, curve riverentemente. Quei volti già pallidi per l'emozione delle cerimonie antecedenti, presero un atteggiamento angelico.

« Ego te baptizo... Accipe vestem candidam Accipe lampadem ardentem... « In quei momenti solenni par che la cappella si rischiari, sembra di sentire un fremito d'angeli e fruscìo d'ali di cherubini... spira un'aria di paradiso. E in queste cerimonie che il missionario trova la ricompensa di tutte le fatiche dell'apostolato; e i pericoli dei pirati, delle onde, delle epidemie, delle corse apostoliche sotto il sollione d'estate, e il riso mal cotto, i cibi senza condimento, le insonnie su letti duri e sporchi, tutto sparisce, tutto è nulla, in paragone di quella gioia ultraterrena.

É finito il battesimo. Suona il campanello e tutti si prostrano sul pavimento. Nelle prime file si notano i novelli battezzati, dietro i vecchi cristiani, poi i catecumeni. La cappella prov visoria è oramai insufficiente; si riempie l'andito, poi la saletta, la cucina, la camera. Ed io, in un bagno di sudore, contemplo il gregge che aumenta e che non ha più posto nell'ovile. Niente paura! I cristiani ci sono e il Signore manderà la cappella.

Cominciano le preghiere. È un unisono imponente! Oso dire, con orgoglio di padre e pastore, che sono poche le missioni ove si recitino le orazioni così bene.

Al Rosario mi vesto per la S. Messa, e per mancanza di spazio devo rassegnarmi a vestirmi sulla predella dell'altare, proprio come un vescovo. Due vispi ragazzi del nostro Orfanotrofio di Macao, che sono in vacanza, mi aiutano a vestirmi, e mi servono la S. Messa. Sono inappuntabili nelle cerimonie e nelle parole. Alla S. Comunione dico due parole e poi distribuisco le Sacre Particole. Nessuno degli ammessi manca. Sono le dieci e mezzo e nessuno ha rotto il digiuno. La messa è al termine ed un bel pezzo di cristiano, che passa per un cantore di professione, comincia a intonare le litanie della Madonna. Le litanie sono già di per sè poetiche ed armoniche, ma nell'idioma cinese e cantate da Pietro Ho, hanno un'espressione sublime. Le orazioni sono finite. Un istante di muta preghiera; poi i cristiani si riversano nel giardino.

E un'allegria piena. I petardi sparano; tra padrini e figliocci si scambiano auguri e saluti; i bimbi strillano; i ragazzi in mezzo al fulvo, gridano e corrono ; le fanciulle, tutte attillate nei vestiti pittoreschi, si coprono il viso colle penne del ventaglio.

I petardi sono finiti e lui grido unanime s'alza: - Tin Chu Po Yan! Dio ci aiuti!

Il Catechista mi presenta l'orario pel resto del giorno: ore 12, pranzo. -Ore 2, Benedizione. - Ore 3, visita alle case dei cristiani. - Ore 7, cena ed illuminazione.

Una nota dice che il pranzo è offerto dai catecumeni, mentre la cena e l'illuminazione sono offerte dai cristiani. L'orario è affisso alle porte della chiesa fra un gran battimani.

Mi ecco voci insistenti... che mi chiamano. Non posso scriver più oltre. Rimando a un'altra mia ciò che volevo dirle, perchè bisogna che discenda un po' tra i miei cristiani. Scusi la fretta con cui tracciai queste righe; è un'istantanea, dalla quale può avere un'idea delle consolazioni che si provano anche qui nelle feste religiose. Oh! se potessimo, buco Padre, aver Lei una volta a presiederle!

Col massimo rispetto, di Lei, amatissimo sig. Don Albera,

Tai Vong Po, 15 agosto 1917.

Affino figlio in G. C.

DON GIovANNI PEDRAZZINI.

BRASILE

Un'escursione sull'Alto Rio Negro e sul Tiquiè. - I bisogni della Missione.

(Lettera del Pref. Ap. don R. Giordano) (1).

San Gabriel, 1 marzo 1917

REV.MO ED AMAT.MO SIG. D. ALBERA,

Sono di ritorno dalla mia missione nell'Alto Rio Negro e nel Tiquié. Dopo di aver ringraziato Iddio e Maria Ausiliatrice della visibile protezione concessami, compio il grato dovere di venire a ringraziare pur Lei e, per mezzo suo, tutti i Superiori e confratelli delle loro preghiere per me.

Vorrei in questa mia, poter ripetere per intero il celebre motto di Cesare: « Veni, vidi, vici », venni, vidi, vinsi! Ma, disgraziatamente, posso dire solamente che venni!... Vidi anche, è vero, ma solo una minima parte di quello che dovrò vedere. E il vinsi lo diranno appena i nostri remoti successori, quando si sarà esteso il regno di Dio in questi immensi paesi, collo zelo e la perseveranza severanza di anni ed anni.

Senonchè, poco o molto il percorso, il visto, il fatto, io gliene presento una succinta relazione secondo gli appunti giornalieri. Le manifesterò in pari tempo le impressioni avute, i timori, le speranze, la mia umile opinione circa i mezzi giudicati più acconci per avviarci a compiere l'opera nostra. Per maggior chiarezza, premetto alcune osservazioni.

Osservazioni preliminari.

Ella sa che la nostra Missione abbraccia due classi ben distinte di persone: i civilizzati ed i selvaggi. I civilizzati occupano la linea centrale della Prefettura, abitando generalmente le sponde del Rio Negro e le sue vicinanze. I selvaggi vivono fuori del centro, lungò gli affluenti ed i confluenti dello stesso Rio, o scorazzano nomadi nelle foreste. Orbene, nel mio viaggio dello scorso anno, salendo da Manaos a San Gabriel, potei formarmi un'idea abbastanza esatta del centro civilizzato in comunicazione colle persone di autorità e di miglior posizione sociale.

Quest'anno desideravo prendere un po' di conoscenza della parte civilizzata nell'Alto Rio Negro, rimontando da San Gabriel ai confini del Brasile; indi, senza perdita di tempo, intraprendere la visita ai selvaggi, cominciando dal Tiquié, centro dei Tucani.

Le faccio anche notare che ben sapeva come il tempo di siccità (da settembre a febbraio) non eia il più propizio per la riuscita di tale missione, sia per la difficoltà della navigazione, sia perchè la popolazione è occupata nell'estrazione della gomma elastica, sia anche per la deficienza di danaro, pur necessario per riunioni e feste. Ma la promessa fatta, fin da due anni fa, dal nostro zelante don Balzola di discendere in missione nel Basso Rio Negro nel tempo favorevole delle pioggie, non mi lasciarono incerto nella scelta (1). Presi al balzo l'occasione di tre feste che dovevano celebrarsi nella settimana del Santo Natale in Marabitana, ultimo villaggio sulla frontiera del Brasile, accettai cioè l'invito del sig. Alcide Castro Rocha, ispettore di quella regione, di andare a presiederle.

Un'ultima osservazione.

Pare che il Signore abbia approvato il mio disegno, perchè, oltre la buona salute, mi concesse pur la grazia di poter ogni giorno, con una sola eccezione, celebrare la Santa Messa, o in umili cappelle, o in case, o in aperta campagna, o a bordo, o sulle spiagge, o nelle maloche, cioè nelle capanne degli indigeni. Potei, e volli ogni giorno dirigere la parola di Dio, al Vangelo o dopo Messa, ai pochi o ai molti, in portoghese o in spagnuolo: e non solo al mattino ma anche alla sera, dove mi fu possibile di riunire qualche persona per la recita del Santo Rosario, memore dell'ordine dato a viva voce dal Divino Maestro ai primi Missionarii: « Ite et docete »: andate ed insegnate. - Approfittai pure di varie occasioni per fare brevi catechismi ai ragazzi: e, ad onore del vero, debbo aggiungere che sempre e dappertutto fui accolto con manifesta cordialità, essendo trattato da tutti con rispetto e da non pochi con venerazione.

Ciò premesso, vengo alla narrazione.

Da San Gabriel a Marabitana. -- Il programma delle feste. - Il « Batuque ». - Il bisogno d'istruzione religiosa. - Un po' di missione.

Celebrata la festa dell'Immacolata colla maggior solennità possibile e ventidue prime Comunioni, stava ansiosamente aspettando la canoa (barca di penultima classe in uso nelle Amazzoni ) gentilmente promessa dal signor Salvatore Garrido, Sotto-Delegato del Distretto, che arrivò il 13 mattino. Preso con me, a compagno, il signor Mosè Felicio de Braga, giovane ventenne, che conserva molto bene i frutti dell'educazione ricevuta dai RR. Padri dello Spirito Santo in Tefté, e congedatomi dai cari Confratelli e dai principali signori di S. Gabriel, che mi vollero accompagnare fino all'imbarco, partii alle io in punto. L'equipaggio era composto di cinque indii dell'Issana, che ora coi remi ed ora colle funi vincevano la corrente dell'acqua assai pericolosa nelle cascate. Sull'imbrunire approdammo a Caranguejo presso il signor Antonio Fernandez, Portoghese, che ci trattò da vero amico, qual egli è, dei Salesiani.

La notte fu piovosa e potemmo rimetterci in viaggio solo verso le nove del mattino, arrivando a Yupaty-capoamo, di fronte alle foci del Cayary, il maggior tributario del Rio Negro, dopo il Rio Branco; e proseguimmo il viaggio fino a Umirycapoamo.

Il giorno dopo ci perseguitò la pioggia concedendoci appena una breve tregua, della quale ci approfittammo per visitare la cappella di Sant'Anna ancor assai ben conservata tra casupole in rovina. Gli abitanti erano scesi al Basso Rio Negro pei lavori della gomma elastica. Rimessici in viaggio, ecco rannuvolarsi il cielo e cader una pioggia dirottissima che ci accompagnò fino a San Filippo.

Era nel mio programma che nel risalire il fiume ci saremmo fermati solo la notte pel riposo e di giorno il tempo necessario per un po' di colazione. In pari tempo avvisammo e facemmo avvertire tutti perche si preparassero a ricevere la visita al nostro ritorno.

Ma il dover sostituire l'equipaggio dei cinque Indii con altri sette indii nuovi, ci obbligò alla fermata del giorno seguente, e lo utilizzai amministrando il battesimo a cinque bambini e approfittando della conversazione amena ed istruttiva del signor Germano Garrido y Ottero, che ci ospitò, buon conoscitore del Nheengatù, la lingua qua più in uso, e della geografia e storia di questi paesi.

Il 17, rimessici in viaggio, visitammo la cappella di Nostra Signora della Guida, che s'incontra dopo la cascata omonima, indi Pira poca, e sostammo a Amium presso il signor Giuseppe Gregorio Peinado, un ottimo venezuelano, che mi presentò uno a uno i numerosi figli e nipoti.

All'indomani tardai la partenza, a sua richiesta, per amministrare il battesimo a due suoi nipotini ed a quattro figli dei suoi lavoratori, Indii civilizzati.

Il 18, giunti a Camixà, il signor Giuseppe Lino Padrao, venezuelano, ci cedette caritatevolmente una canoa più spaziosa, sulla quale il di seguente giungemmo alla mèta.

A Marabitana fumino ricevuti, al suono festivo delle campane e allo sparo di colpi a salve, dal signor Alcide C. Rocha, promotore delle feste, dal signor Ermenegildo Melgueiro, che ci ospitò in casa sua, e dal popolo che si trovava riunito fin dalla vigilia per la festa di San Giuseppe, celebrata in quel giorno.

Visitata la chiesa, antica e cadente, che, speriamo, sarà presto sostituita da una nuova su più solide basi; dato uno sguardo alle gloriose rovine della fortezza, che formava di Marabitana il primo baluardo contro l'invasione straniera, subito si combinò l'orario delle feste. Alle 7 Messa con predica; - alle 15 amministrazione dei sacramenti: Battesimo, Cresima, e Matrimonio; - alle 16 Catechismo pei ragazzi e per ragazze; - alle 20 Rosario e canto delle Litanie seguito dall'istruzione e benedizione col Crocifisso. - Per le Confessioni, di giorno le donne, la sera gli uomini.

A lato di questo programma religioso, che venne eseguito puntualmente con soddisfacente frequenza e spirito di fede, se ne svolse un altro che dirò decorativo, consistente in varie processioni di gruppi di persone che, portando bandiere e sta-

tuette di santi e cantando al suono di tamburi, andavano dalla chiesa alle case dei festeiros (gli incaricati delle feste) e per le vie, e poi ritornavano in chiesa, ove seguivano preghiere e cantici.

Nè mancò il programma civile, con danze al suono di un grafofono e di un batuque, cioè di tre tamburi stonati e disperatamente scossi con accompagnamento di voci. Perchè non si raffreddasse l'ardore delle danze, nè venisse meno il batuque, veniva offerta sovente la cachassa (si legge caciassa), bevanda alcoolica estratta dalla canna di zucchero. E la danza al suono del batuque durò tutta la notte e tutto il giorno, per oltre una settimana.

Immagini Lei, rev.mo sig. D. Albera, se io, poco amante di tal musica notturna e diurna, negazione dell'armonia, e che non potei trangugiare una goccia sola dell'accennata cachassa, capace di far dormire allo scoppio delle stesse mitragliatrici, non fossi costretto a una veglia continua! Il terzo giorno, sentendomi mezzo morto e incapace a qualunque cosa, mi diressi al sig. Alcide, e protestando che rispettava i gusti di quella buona gente perchè « de gustibus non est disputandum », e che non voleva punto oppormi agli usi del paese quando non fossero contrarii alla fede ed alla morale, pur tuttavia chiedeva, in grazia, che mi cambiasse di alloggio, permettendomi di andare a dormire in una casa vicina alla chiesa. L'ottimo amico rise, e io con lui, quando seppi che nella casa suddetta vi era un secondo batuque più disperato del primo, e perciò... sarei caduto dalla padella nella brace! Mise per altro a mia disposizione una casipola lontana da ambedue i punti, dove mi potevano accadere tutte le disgrazie, meno quella di morire asfissiato, essendo aperta ai quattro venti. L'accettai con piacere, preferendo le intemperie della stagione alle tempeste del batuque.

Amatissimo Padre, in questo popolo cosmopolita c'è un gran fondo di bontà ed il sacerdote è trattato da tutti col massimo rispetto. L'ignoranza (in gran parte finora invincibile) è la grande colpevole di questa mistura di sacro e profano. Non trovando soddisfazione nelle feste religiose, belle per la maestà del culto, per le armonie della musica e del canto, per la sublimità delle cerimonie, e consolanti per le verità della Fede bene esposte (il che tutto qui manca per adesso), questa gente lo cerca nel chiasso e nelle bibite.

Del popolo molti vennero alla chiesa al mattino, e la sera il concorso fu maggiore. Argomenti delle prediche furono: La bellezza della Fede nel panegirico di San Tommaso, la Bontà di Dio Creatore e Redentore, l'Ingratitudine dell'uomo disubbidiente ai Comandamenti della legge di Dio, la Preziosità dell'anima, la Preghiera, i Sacramenti, Gesù Bambino, il Paradiso. I ragazzi furono assai perseveranti al Catechismo, sicche potei ammetterne alcuni alla Prima Comunione nella messa di mezzanotte. Amministrai anche molti Battesimi, alcuni Matrimoni e poche Cresime. I Sacramenti della Confessione e Comunione sono cose quasi sconosciute, cioè non frequentate. Che il Santo Natale lasci un caro ricordo in tutti i Marabitani!

A Cucuhy. - Ai confini del Brasile, della Colombia e della Venezuela.

La mattina del 26, accompagnato dai principali signori del villaggio, m'imbarcava per Cucuhy, mentre, col suono festoso delle campane squillanti l'ultimo addio al missionario, mi arrivavano all'orecchio le conosciute note del batuque che presto si confusero col rumore dei remi e più presto ancora si dileguarono del tutto... Tutto passa in questo mondo!.... anche il batuque!

S'imbarcarono con noi il signor Domizio Marques, del presidio militare di Cucuhy, ed il signor Gaudenzio Bueno, come nostra guida. E alle 10 e mezzo arrivavamo a Bateria, così detta perche un tempo era ivi un forte avanzato sul fiume. Il signor Manuele Melgueiro l'aveva scelta per sua casa di campo per la posizione stupenda e per l'abbondanza dei cabeçudos, anfibii del genere delle tartarughe, di forme però minori. Questi innocenti animali furor per lui causa di disgrazie. Sommergendosi egli un giorno per inseguirne uno e prenderlo a forza di mano, perdette l'udito, diventando completamente sordo. Gli è che quella dimora si riconobbe insalubre per infezioni palustri. Mi aveva pregato di visitarla per darle una benedizione, e lo accontentai: ma prima volli percorrere i dintorni, per assicurarmi che non vi fossero pozzanghere. E presto scorsi un pozzo d'acqua stagnata, che lo stesso Ermenegildo aveva fatto aprire per depositare e conservare vivi i cabeçudos. Poveretto! Desiderava di provvedere la mensa di ottimi pesci e aveva fatto acquisto di pessimi microbi che gl'impestarono la casa! Diedi a questa la benedizione richiesta, ed egli mi promise di riempir di terra quel pozzo.

A Cucuhy fummo ricevuti dal signor Comandante Otello Braz da Cunha, che ci colmò d'attenzioni delicate. Ci condusse egli stesso a visitare la casa della Direzione colle sue dipendenze ed il piccolo cimitero.

Cucuhy, malgrado i suoi nove cannoni, non ha l'aspetto di fortezza, ma piuttosto di una villegggiatura, per l'amenità del sito e l'ubertosità del terreno in pianura, con leggere ondulazioni, che si presta a piantagioni di alberi, ortaglie e giardini. L'unica nota discordante è quella dei moscherini, detti piun, che dal nascere del sole al tramonto, per dirla con esattezza istorica, assaltano accanitamente senza distinzione chi abita quei luoghi e chi vi capita di passaggio.

In compagnia del Comandante fui pure ai confini del Brasile colla Colombia sulla riva destra e colla Venezuela alla sinistra del fiume.

All'indomani, celebrata la Santa Messa e dette poche parole d'incoraggiamento ai soldati del Presidio e alle altre persone che vi assistettero, ci accomiatammo da tutti, non però dal signor Comandante, che ci volle accompagnare fino a Floresta.

(Continua).

(1) Questa lunga relazione, alla quale allude il carissimo don Giordano nella sua lettera pubblicata nell'ottobre u. s., giunse a destinazione con molto ritardo, e necessariamente con ritardo vien pubblicata.

(1) Abbiamo ricevuto anche la relazione della visita di don Balzola al Basso Rio Negro: e la pubblicheremo appena ci sarà possibile.

IL CULTO DI MARIA AUSILIATRICE

NEL SANTUARIO La Sacra Missione.

La SACRA MISSIONE, predicatasi nel Santuario dal 13 al 23 dicembre dai sacerdoti salesiani don Lucchelli, don Trione, don Valle e dal P. P. Righini S. J., ha destato il fervore di una stabi e vita cristiana in numerosi fedeli. L'affluenza alle singole funzioni non poteva essere migliore. Nei primi tre giorni l'instancabile don Trione tenne anche un apposito corso di brevi istruzioni per gli alunni e le alunne delle pubbliche scuole, ed ebbe, in tre ore distinte, oltre un migliaio di piccoli uditori. Imponente e cara la cerimonia della benedizione dei bambini, impartita da Sua Eminenza il veneratissimo Card. Arcivescovo, che non si trattenne dal rivolgere loro semplici e ispirate parole. Anche la S. Comunioni, distribuite si l'ultimo giorno, furono numerosissime.

La sacra missione ebbe termine colla benedizione eucaristica impartita dall'Em.mo Card. Richelmy, e lasciò la più grata impressione in quanti vi presero parte. Alla porta fu distribuita a tutti un'immagine con opportuni ricordi. Un'immagine più grande, col quadro di Maria Ausiliatrice e gli stessi ricordi, fu recata alle singole famiglie della parrocchia.

Il 24 di ogni mese, si ripetono, mattino e sera, devote funzioni in onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino, ha luogo la messa della Comunione Generale, seguita dalla Benedizione col SS. Sacramento. Alla sera poi, memori del grande insegnamento di Don Bosco, di unire sempre nelle nostre suppliche la preghiera a Gesù Sacramentato e alla Beata Vergine, ha luogo in forma solenne e all'altare stesso di Maria Ausiliatrice l'adorazione pubblica al SS. Sacramento.

Ed è il buon popolo di Valdocco, con tutte le associazioni della Parrocchia, che accorre con lede vivissima a questa funzione; come alle 16,15 sono i Cooperatori e le Cooperatrìci Torinesi che si adunano a conferenza ai piedi di Maria Ausiliatrice per l'Esercizio della Buona Morte.

Vogliano tutti ì nostri Cooperatori e le pie Cooperatrici unirsi sempre in ispirìto a queste sacre funzioni mensili, le quali hanno due fini principali: pregare secondo le intenzioni del Santo Padre e affrettare il ristabilimento della pace fra le nazioni.

Ogni sera alla benedizione col SS. Sacramento si continua sempre a far pubbliche preghiere per la pace. Il Signore nella sua infinita clemenza, per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, le esaudisca a sollievo di tutti i popoli della terra.

GRAZIE E FAVORI (*)

La medaglia di Maria Ausiliatrice.

È con animo pieno di santa letizia che porto a conoscenza di tutti, due belle grazie che la mia medaglia di Figlia di Maria Ausiliatrice ha operato nelle vacanze autunnali.

Appena andata a casa dal Collegio di Nizza Monferrato, trovai una mia compagna d'infanzia, giovanetta di circa 18 anni, gravemente malata. Polmonite e pleurite minacciavano la sua esistenza. La sua povera mamma era in preda alla disperazione e non faceva che piangere, vedendo la sua unica figlia in tante sofferenze. Le posi al collo la mia medaglietta e subito è incominciato il miglioramento. Il i5 agosto ella usci di casa per andare alla chiesa a ringraziare Maria Ausiliatrice per la grazia ottenuta. Mi restitui la mia medaglietta, e pochi giorni dopo si ammalò la moglie di un mio cugino, madre di tre teneri piccini. La poveretta era prostrata, il dottore disperava salvarla: aveva polmonite, bronchite cronaca diffusa, e di più si era aggiunta l'itterizia con grave debolezza al cuore. La mia mamma, che andava spesso a trovarla, le portò la mia medaglietta e l'esortava a sperare nella Vergine Ausiliatrice, dicendole che aveva operati tanti miracoli, e certamente era questo il momento di mostrare agl'increduli, che non invano si ricorre a Maria.

La consigliò a cibarsi con santa fede ed amore della medicina dei languenti e con Gesù nel cuore ebbe tanta forza da superare il male. Sperò ed ottenne la guarigione. La sua gratitudine sarà eterna per la cara Mamma Celeste.

Ancona, Ottobre 1917.

ANITA PERUZZINI.

MILANO. - 11-VIII-1917. - Ero angustiatissima per una vertenza dolorosa che minacciava di prendere proporzioni disperate, con grave danno alla debole salute della mamma. Mi capitò sott'occhio un'immagine di Maria SS. Ausiliatrice ed ebbi l'ispirazione di farle una novena, per impetrare mediante la sua intercessione che i cuori di chi penosamente ci contrastava venissero a migliori consigli ed a sensi di equanimità e di giustizia. Pregai fiduciosa: al nono giorno ebbi la prova che le cose si mutavano, e il giorno seguente la grazia era completamente concessa.

Col cuore pieno di amore e di gratitudine verso la potente nostra Avvocata del Cielo, desidero sia resa di pubblica ragione la segnalatissima grazia, perche s'accresca maggiormente la divozione verso Maria SS. Ausiliatrice, e ringraziandola vivamente ed a scioglimento della uria promessa invio la presente a favore delle Opere Salesiane.

CATERINA DoMPÈ.

ZoPPi DI S. VENDEMMIANO. - 5-VIII-1917. - Mi trovava in gravissime angustie per la malattia della manina mia, colpita da seria bronchite. Ricorsi con viva fiducia a Maria Ausiliatrice per la sua guarigione, promettendo di pubblicare la grazia, e di fare un'offerta di L. 5.

Adempio ora la promessa essendo stata esaudita, e ne rendo le più vive grazie alla potente Vergine Ausiliatrice.

ANGELINA ALLEGRANZI.

FoLZANO (Brescia). - 19-VII-1917. - Il mio caro fratello Enrico, giovanotto di 25 anni, da sei mesi soffriva d'una malattia incurabile. Il dottore che lo curava non ci lasciava ormai nessuna speranza di guarigione. Con fede feci ricorso a Maria Ausiliatrice, ed ecco che il mio caro ammalato subito incominciò a migliorare, tanto che oggi posso dire che è perfettamente guarito. Grazie dunque sieno rese a te, o Maria Ausiliatrice, che mai indarno ti si invoca.

MARIA VOLPINI.

ZEVIO. - 12-vII-917. - Mia sorella era colpita da lunga malattia. Dopo aver sofferto parecchi mesi e sperimentato invano tutti i soccorsi dell'arte medica, la poveretta era ridotta in fin di vita. Quando una pia persona ci consigliò di rivolgermi alla potente intercessione di Maria Ausiliatrice con una novena, che tosto incominciammo con fede. Oh grazia veramente meravigliosa! Mentre io temeva da un momento all'altro la catastrofe, mia sorella cominciò a migliorare, ed a novena compiuta era completamente guarita.

Pieno di gratitudine a sì buona Madre, sciolgo il mio voto con un'offerta, rendendo pubblico il favore ottenuto.

PIETRO MALE.

ScoRZÈ. - 9-VIII-1917. - Sia il fatto a conoscenza di tutti ed a maggior gloria di Dio! Non cesseremo mai di pregare e ringraziare la B. V. Ausiliatrice per la grazia ottenuta, mercè la sua santa intercessione, della guarigione della nostra diletta nipotina Antonia, la quale, tre mesi fa, fu graveolente ammalata di febbri maligne. Il mio cuore era afflitto dal dolore al vederla così ammalata.

Mi rivolsi a te, o Maria, che mi hai più volte

consolata, perche me l'avessi da guarire. Ora che mi hai esaudita, adempio la promessa di pubblicare la grazia certa che m'aiuterai sempre.

Una divota di Maria Ausiliatrice.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, per l'erigendo Santuario dei Becchi, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti.

A) Adorna A., Agosti A., Agosto V , Aguanno F., Aimone A., Alberghini V. in Barbieri, Albertauo G. ed L., Albuttone L. in Saracco, Aldini L. in Niccoli, Alessandri A., Alexandre M., Allievo Salesiano della Zona di Gueria, Alliney F., Alto d. A., Amato G. in Barresi, Ambrosoli G., Amautea M., Angelini d. B., Anichini Z., Arin P. A. e C., Arlandi A., Armas G., Arrigoni M., Arseni L. in Fanti, Arti V., Aschieri L. in Moriondo' Asquini c. D., Astolfi E., Avesani S., Azzolini d, k.

D) B. F. di Nunziata, B. I. di Terzo d'Acqui, B. P. di Caresana, Bacigalupo G., Baffa E., Bais L., Balestra M. in Dagna, Balestrero C., Balestro G., Balla G. B., Balletto d. V., Balossino O., Baratta M. in Mannucci, Bar beri A., Barbero C., Battaglia C., Bazini L., Bedoni T., Beilis d. N., Bellesi A., Belorii G., Bellotti E., Benedetto d. A., Benzi D., Beone A., Beretta M., Beretta O. in Sualdi, Bergamaschino T., Bcrger d. A., Bertoletti A. in Pesenti, Bertoloni E., Bertone A., Bertoni C., Berzero B., Berzero Delfina in Rinaschi, Bertali p. E., Besana E., Bianchetti E. in Luini, Bianca, Biava E., Bichi c.ssa V. in Borghesi, Bignardi C., Bigoni M., Binaschi G., Birolo G., Biscio L., Bizzi M., Becchi M., Boggero L.,, Boi A., Boi G., Bollo A. ed M., Bollo M. in Bruccio, Bolco L. e P., Bolla D., Bonadsi P., Bonatti M., Bondano M., Bondioli A., Bonifacio d. G., Bonino N., Bonvicini I., Bonzano C. in Boccalatte d. Bordone, Borelli A v. Berlino, Borgogno D.', Bosio A. in Alloisio, Bosisio T., Box F. in Peruchon, Bottacco E., Botti A., Botti F., Bovetti L., Bracchi C., Bracco M., Brambilla F. in Tranquillo, Brandellero L. Bressi R., Brigatti E. in Repetti, Brovia P., Brugnoli M., Brunelli in Kobbell, Brunetti M. in Baldini, Bruzzone M. B. C., Biccelletti M., Bugnola D., Buriani A., Busello C. in Bettili, Busnelli R. in Colombo.

C) C. C. di Torino, C. G. di Oristano, Cainer C., Calcaterra A , Calcagnoli d. P., Calalato L. in Ferro, Colloraffi L., Galzana C., Camagni C. in Turconi, Camos M., Campagnolo P., Camprini L., Candeli F., Canepa D. in Mocagatta, Canestrini A., Capitani M., Capitanio M., Capra d A. C., Carbone F., Carbone d.r. R., Carbone T. in Piotti, Carboneris D., Cardone A., Carlino G., Carnelutti I., Carozzi P. Carozzi C. e C., Carraro E , Carrera R., Cartosso d. A., Caruso G., Casali E., Casanova E., Cascina P., Casetta G., Cassano L., Cassina sr. A., Casu P., Castagnola A.. Castagnero M., Castellari I., Castelli C., Cattabiano G. in Finocchiaro, Cattaneo L. va Faravello, Cattaneo L. in Vagnozzi, Cattaneo M. in Fornara, Cavagnet S., Cavallaro M., Cavanna F., Caviezel V., Cazzaniga G., Celasco G., Celle P , Celli G., Ceretti M., Ceriana S., Cernuto F., Cerruti M. G., Cevoli L., Chiappino C., Chiappone sr. M., Chiari M., Chiesa C., Chiesa P., Chiriaci G., Chougner A., Cimolin M in Valente, Civallero M. e sorella, Clere M., Coccia d. M., Cocco M., Coi R. in Migliardi, Colombina E., Colombo F , Colussi A., Comba M. in Martina, Comi M. ed E., Corvino M. G., Corvino G. in Ferraro, Conti G. in Fresia, Cooperatore Salesiano militare di Roma, Cooperatrici salesiane di Incisa Belbo, Modica Alta e Termini Imerese, Coppola C., Corbetta L., Corsivo N., Corsini D., Costa G., Costa S., Coussier F., Covino C., Cravino I., Cremona A., Crepuz M. ed L.. Crepuz O., Crozza A., Caccia d. L., Cusimano c.co R.,

D) D'Onofrio C., D'Orsola L. e C., Dagna R., Dagnez P., Danese G., Darbaz M. in Bonin, Da Tos I, De Bettin M., De Carlo E., De Cossi C. L., De Filippi N., De Giorgis A., Del Campo E., Deleso N., Della Chiesa dr. A., Del Prete F., Demattei M. De Pascalis A., De Ricci A., De Toni A., De Villa C., De Villa M. A., De Villa R., De Virgiliis T., Dezani C., Diano E., Di Falco A., Digiuni D., Direttrice Asilo d'Infanzia di Fubine Monferrato, Donadi A. in Ferrero, Donà I. in Tommasini, Donati F.. Doria G. e G., Dorigo R., Due persone divote di Solarolo Romagne, Durando V. va. Forno.

E) E. C., E. P.,

F) F. V. di Torino, Famiglie Bianco, Piasco, Rosso, Uggetti, Fanara G., Fardin G. in Pamio, Farina G., Fattori A., Eabian E., Fabre Sofia, Fabris V., Felotti G. in Balzaretti, Fenati A., Fenoglio G., Fenu coniugì, Ferrari d. C., Ferrari G., Ferrari L., Ferrari V. Ferraris S. Ferraro I., Ferrero A., Ferrero L., Ferri A., Ferru C., Figlia di Maria in Torino, Filippetti L., Filippi R., Filippini C., Filippucci A. M., Fin sr. I., Fochi S., Fontana V., Formoni ch. F., Forneri F. va. Bianchi. Forni Fam., Forzani T. in volta, Foresti M , Fracca L., Fracasso C., Franceschini L., Franchini A , Franco G., Fratelli S., Fratus E., Frecero C., va. Debenedetti, Fredda F., Frigerio O., Frongia G., Furnari eh. E., Fumagaili D., Fuga A.

G) G. B. di G. M. di Crotte di Strambino, G. M. M. di Torino, Gaffuri N., Gagliardi I., Galanti L., Galvagni P., Gamalero M., Gainbino A., Gancia R., Gandino L., Garbarino A., Garbarino B., Garbarino C., Garberi G., Gardin A. in Cojazzi, Garelli C., Garello D., Garessìo G., Garré L., va. Rugo, Garsetti C., Gasparini A., Gasparolo C., Gataldi A e c , Gattone M. in Marchetti, Gattoni E., Gaudio A., Gavina d. G., Gelli A., Genestroni C., Gentili E. in Solucci, Gerletti M.. Ghetti A. in Masolini, Ghetti M. ed F., Ghilardi d. M., Giaccheri M. in Cannuneri, Giaccone M., Giambusso G., Gianotti A., Gianotti D., Gilardoni M., Ginocchio E., Giardelli M., Gioncardi Occhipinti B., Giorgetti M., Giovanetti M., Girelli D., Giromini P., Giudice C., Giudice G., Giugiaro M., Guistetto D., Giustiniani G., Gobbo R., Goglio M. in Regazzoni, Golsig G. in Ratti, Goletta T., Gonella V.. Gozzerino T., Graglia E. in Canova, Grassi I., Grassi eh. M., Gravier C , Grazzini R., Grigoletto R., Guarinoni L. in Bergomi, Guasti F. in Grosetti, Guerrini R., Guglielmetti T., Guglielmotti M., Gugliucci A., Gusmani G., Guzzoni P.

I) Iacood F., Increta prof. G , Innocenti P., Invernizzi M. in Mungerci, Invernizzi G. in Schenone, Isacchi M. in Valsecchi, Isnardi A., Isola G., Isola R., Ivaldi C., Ivaldi V.

L) Lamperti F., Lanaro d- G B., Lanteri A., Lasini R., Lattanzio d. A., Lazzari L., Legé M., Leone A., Leoni M., Levreri G., Lissoni R., Lodetto G., Lo Giudice G., Lombardi V., Lombardi L., Lomnardi A1.. Lombardi T., Longa L., Lorello T. in Dongarrà, Lotti V. va Alberici, Luvolini A., L. A. di Charvensod, L. D. I. di Avas.

M) M. G. F. di Viadana, M. N. di Manerbio, Maestri P., Maggi A., Maggio-Lo Presti e. F., Maggioni rag. A., Magnano M., Maio A., Malesani D., Malpeli G., Manca d. F., Manca P., Mandolari G., Manias d. G., Alanzini E., Marcazan F. in Lovatin, Marcenti d. G., Marcuzzi A., Marchisio E., Marenghi L., Margherita M., Marini A. e C., Marini E., Marongiu T. in Cao, Martinelìi T. in Fraschetti, Martinet M., Maruzzi, L., Marzanini A., Mascanzoni G., Masiu G., Massara F., Massari d. A , Massironi L., Mastalli M., Mazza A., Mazzolini D. F., Mecenero E., Melano G , Mele L. in Guido, Melis Medda S., Mellano F., Meneguzzo A., Mereu L., Merlino E., Mezzullo C., Milanese E , AIilani dr. G., Milano sr. A., Minassn R., Mocci V., Moggio A., Molino B., Molli G., Monbelli L., Monicchia V., Moncada C. in Ferranti, Montemartini A., Monti E., Monzoni AI., Morandi d. L., Morassi T. in Ferlosio, Morchio T., Moretti A., Mori M., Moriconi A. in Bruni, Morivi M. in Bozzi, Morino dr. G., Mosca A. e C., Moschini d. C., Mosconi G., Mucci D., Muccio L., Mularoni V., Murano d D., Musmeci d. G., Muzio B.

N) Nardottin M., Natoli G., Navone M., Negretti L. in Zonini, Norci E. in Locatelli, Novelli M.

O) Obert. G., Occhiena P. in Valenza, d. Odone Arcipr., Oddone V. in Orsi, Olezza M., Olivero C., Omodei M. in Zanotti, Onnis va. Concas, Orlandi C., Orlandi F., Orsi L., Ortana R., Ottin E., d. Ottolini.

P) P. G. di S. Giorgio Lomellina, P. S. di Caluso, Pagliano S., Paglicci A., Paita S. in Luchessa, Palazzi M. va. Montecchi, Pallavicini R., Palù L. e T., Pannuti F., Panzarasa G., Pasquale R., Passuello A., Patri E., Patella G., Pautassi M., Pavaziliti d. S., Pavese G., l'avesi R., Pazzini M., Pedrana C., Pedretti G., Pellanda S., Pellegrin A., Pellizzetti A., Penso M., Perazzola G., Peri A., Pericoli M., Peron A. ed A., Peroni A., Peroni O., Perono P., Perron V., Perruchod L., Perrucca M. Perruchon d. P., Perruchon R., Perruquet M-, Perusi G., Peruzzini A., Peruzzini O., Pess essa. F., Pessina L., Petrucci S., Peverelli E., Pezzati C., Pie persone di Alba, Biella, Brisighella, Calasca, Caluso, Capo di Ponte, Carmagnola, Castelnuovo Calcea, Cefalù, Challand St. Anselme, Chatillon, Cologne, Confienza, Cordignano, Crotte Strambino, Genova, Guarerne, Lanzo Torinese, Lu Motiferrato, Oggtono, Parma, Piacenza, Pratrivero, Rivanazzano, Sanremo, Senago, Stellanello, Torino, Veruno, Villata, Piccoli M., Pietroforte can. G., Pietropoll eh. C., Pignatelli T. Pinna T., Pipassi C. in Bassopi, Piras M., Pirovano A., Pistacchi G., Poggi V. in Crozza, Pollara d. G., Pollini L. ed M., Polo G., Ponzano D., Porlezza O., Porliod A., Pozzali A., Pozzi M , Pozzi A. in Trogella, Prato E., Prato F., Prevosto M in Zacchetti, Priandraca M , Primatesta C., (ronzato A., Protto M., Protto N., Puglisi P., Pulo G. e G., Pulo L. e G.

Q) Quagliotti S., Quagliotti L., Quaranta G.

R) Rabino G., Raeli M. in S mondi, Raffaglio L. ed R., Raimondi F., Rancan C., Raspini R. Cancia, Razzoli D., Reforgiato R., Regis AI., Regno A., Renzi A., Renzi B., Revino L., Ridella d. A., Rigazzi M., Righetti A., Righetti F., Righetti P., Rigosi T. in Sani, Rivara A. in Maragliano, Rivelli F., Rizzi d. L., Rizzo F., Rizzo d. M., Rizzo M., Robba G., Robbiano L., Rocca A. va. Filippi, Rocco G, in Filippi, Rodighiero A., Romani L., Romano G., Ronchi A. in Rizzi, Ronchini A., Rondano G , Ronzoni d. P , Rossi A., Rossi C., Rossi l. in Morene, Rossi M , Rossi NI. in Bulgarelli, Rosso A. e C., Rossotti E., Ruberti A., Ruffino L., Ruggi B., Ruggia E., Rusticoni D.

S) Salussoglia V., Sangiorgi dr. V., Sampteri P., Sanna S., Santanchè A , Sartoria Delpiano, Savioz E., Sbardolini M., Scagliotti AI , Scarnuzzi M., Scapino C. e G., Scarantino A., Scotti B., Segagni C., Senis F., Seravalli d. L., Sereno (l. M., Sereno C., Serra d A., Serra B., Sfondrini M., Sicuro M , Sidoli E. in Cugini; Silvagno M. in Cantù, Silvestro F., Sola R., Solci G., Soldato di Firenze, Soldato G. G., Soldato Sanneris G., Sorelle Assetto, Barberis, Boccalatte, Ceresetti, Damasco, Dubois, Graziani, Orlandini, Penna, Vigliano, Vugliano, Spreafico P., Spreafico R. in Beltrami, Stella M., Stradella R., Studente di Rubecco Pavese.

T) Talamonti G., Tam O., Taormina M., Teresi M., Termanini A., Terranova S., Tescani T., Testa B., Testa M , Testa M. in Zanola, T hiebal G., T itta G., Tiniercati A., Timossi AI , Tita E., Todescan G., Togni M., Toigo M., Tomellini E., Tomaselli M , Tomassone G., Tomasoni A., Tommasi G., Tondo A., Torretti M., Tosi M. in Mucci, Tosi P., Treversi F. M., Tredici A., Tricarico V., Trincucci A., Trivero M. va. Ciarle, Tropea T., Troya dr. A., Tucci A., Turinetto C.

V) V. M. B. di Arenzano, Vaira G., Valenti F., Valfrè L., Vallenzasca G., Vandoni C. in Bovio, Vaninetti C., Vanni L., Yaone E., Vecchietti P. in Veronesi, Veglia M., Velardita ch. G., Veneziani d. P.. Ventura M. in Giannone, Venturi A., Venzo E., Vercelotti A., Vercellotti D., Vergani C. in Caffi, Verey A., Vezzoli A., Viale N., Vieceli M., Vicario di Aramengo, Vigano C., Viga notti G., Vigevano A., Vigliano M., Vignolo S., Vilotti F., Vicchioni V., Vinci C., Viola C., Visini P., Vitali A., Vitione, A. in Capellino, Viviano M., Volta G.

W) Wilkelm M. in Barteraghi.

Z) Zai M., Zambetti A., Rampeni-Morceputti A., Zampieri d. P., Zanandrea M., Zandegiacomi G., Zandigiaconio F., Zanini A , Zanini M., Zanneli S., Zanta A., Zenia A. in Licini, Zola R., Zucchiatti ch. M.

PEL TEMPIO VOTIVO IN ONORE DI MARIA AUSILIATRICE A CASTELNUOVO D'ASTI

Rose e Gigli.

Pasquale, Angelo e Clementina Arin di Mogoro mandano L. 5 per ottenere la grazia desiderata per il fratello soldato.

Irma, Aldo, Rosalia, Lina Da Tos di S. Maria delle Grazie di Belluno offrono L. 4 supplicando la guarigione della cara mamma.

Mario e Francesco Ghetti di Faenza inviano riconoscenti L. 2, per grazia ottenuta.

Nel terzo anniversario del matrimonio de' miei genitori, pregando Maria Ausiliatrice a proteggere il mio buon papà che trovasi al fronte, invio l'offerta di L. 2. - Ninetta Viale di Triora.

Piccoli amici.

Remigio Pasteris offre una piccola moneta pel tempio votivo ai Becchi, per la guarigione della nonna; e Giannetti Nino supplica la Vergine Ausiliatrice perchè gli faccia trovare il caro papà, che da date mesi non manda notizie. L. 2.

I soldati Rua Giuseppe e Rua Giovanni L. 2, implorando la protezione di Maria Ausiliatrice per sè e famiglia.

Alcune bimbe, L. o,4o.

Elisa Patri di Stradella, L. 3, ringraziando la cara Ausiliatrice e pregandola d Ila sua protezione.

Gigino Malpeli di Giovanni, da Berceto, offre L. 3 pel Santuario dei Becchi, perchè la cara Madonna di Don Bosco gli protegga il papà che trovasi al fronte e lo riconduca sano e salvo.

Giuseppino e Luisa Albertani, affinchè Maria SS. Ausiliatrice li conservi sempre buoni e benedica e protegga la loro famiglia.

Mamme e insegnanti devote.

Angela Onorata di Polbia, pregando la Celeste Ausiliatrice, perchè voglia concederle la grazia della guarigione del babbo offre L. 3.

Un'ex allieva di Mirabello Monferrato L. 2, per ottenere la protezione sui suoi cari. M. V. di Torino, L. 1.

La maestra Giuseppina Cordier di Nizza Monferrato L. 5, in ringraziamento di grazia ottenuta, promettendo maggiore offerta per altra grazia.

G. C. di Moncrivello L. 3 e una pia persona di Torino L. 5, implorando le benedizioni da Maria SS. Ausiliatrice.

Modesta Poggio Morino di Nizza Monferrato, L. 10, per ottenere dalla Celeste Madre una speciale protezione sul figlio soldato e su quello che a giorni dovrà seguirlo.

Antonietta Ronchi in Rizzi, da Milano, riconoscente alla Vergine Ausiliatrice, offre L. 3, implorando protezione pei suoi cari, che tanto le stanno a cuore.

La famiglia Bottacco di Netro invia l'obolo di L. 2 per la chiesa votiva dei Becchi e porge sinceri ringraziamenti a Maria SS. Ausiliatrice ed al Ven. D. Bosco per la guarigione del diletto figlio soldato.

Giovannina Corvino in Ferraro, di Mondovì, invia L. 10 in ringraziamento per la migliorata salute, implorando completa guarigione.

Una Figlia di Maria di Torino bisognosa di grazie dalla Celeste Ausiliatrice, L. 5.

Preci e ringraziamenti.

Abbà Giuseppe di Falicetto in ringraziamento di segnalatissima grazia e per aver sempre la protezione di Maria SS. Ausiliatrice. L. 5.

Il Cav. Bersanino, riconcscente per grazie ricevute, offre L. 5o per concorrere alla provvista dei sacri paramenti pel nuovo Santuario.

Benedetto Rina di Settimo Rottaro, riconoscente alla Vergine Ausiliatrice, L. 10 per l'erigendo Santuario.

F. A. di Torino, riconoscente per grazia ricevuta, invia l'offerta di L. 15 per la nuova chiesa dei Becchi.

Bosco Elisabetta di Ozzano Monferrato, riconoscente a Maria SS. Ausiliatrice, L. 5.

Il Sac. Pietro Cerrutti, arciprete d; Borgomasino, p. g. r., L. 1o.

Bonfanti Maria di Bertolla, p. g. r., L. 2.

Una pia persona di Perosa Argentina, riconoscente per avere ottenuta la primiera salute alla sua madre, offre L. 10 pel Santuario dei Becchi, implorando celeste protezione a tutta la famiglia.

Suor Mellana e Suor Angelina Guerra, avendo in grande pericolo invocato Maria Ausiliatrice, miracolosamente esaudite, inviano L. io per la chiesa dei Becchi.

Porrati Luigina di Mede, non avendo notizie del marito ufficiale, combattente al Fronte, invocò con fiducia il Ven. D. Bosco e l'Ausiliatrice; benignamente esaudita, invia l'offerta di L. 5 per l'erigendo Santuario dei Becchi.

Luigina e Carolina Sala da Cassolnuovo, incerte da più mesi sullo stato dei fratelli combattenti al Fronte, ricorsero fidenti a Maria Ausiliatrice: in ringraziamento offrono L. 5 pel Santuario ai Becchi.

Perchè Don Bosco vigili e conservi la salute del mio figlio maggiore, L. so. - P. Giardelli.

Olga ed Armando ringraziano Maria SS. Ausiliatrice per grazia ottenuta a favore del babbo e, ad impetrare il suo continuo aiuto, inviano a mezzo della nonna, insieme con una novena di messe un'offerta pel suo Santuario, L. 5 pel Santuario erigendo ai Becchi, raccomandando alla protezione del Ven. D. Bosco tutta la famiglia.

Dagli Oratori.

Le squadre delle piccine dell'Oratorio delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Torino, con grande affetto fanno la piccola offerta di L. 2.

NOTE E CORRISPONDENZE

Per la Festa di 5. Francesco di Sales.

Facciamo umile preghiera ai sigg. Direttori, Condirettori e Decurioni, perché nella Festa di S. Francesco di Sales vogliano raccogliere a conferenza i Cooperatori e le Cooperatrici a norma del regolamento, per lucrare l'indulgenza plenaria e per trattare di quegli argomenti che giudicheranno più atti a promuovere la gloria di Dio secondo lo spirito della Pia Unione.

fece richiesta. Ad esempio, si poterono, durante l'anno, occupare 3 maestre, 2 istitutrici, 28 impiegate, 7 cameriere, 10 persone di servizio, 2 sarte, 83 lavoranti in biancheria, 85 aiuto infermiere, 55 operaie (fra le quali alcune profughe), 2 inservienti ai tram, 17 addette alle cucine popolari. Inoltre furono collocate 18 giovani come convittrici ; ritirati presso istituti o bambini fra cui un sordomuto; e fatte accogliere in ospedali 5 ammalate.

L'azione svolta è soddisfacente, ama più grande è quella che rimane a fare. Se tutte le ex-Allieve, animate dallo spirito del Ven. Don Bosco, vi coopereranno, il bene che si potrà fare nell'anno incominciato sarà senza dubbio assai maggiore.

NEGLI ISTITUTI DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

NOTIZIE VARIE

TORINO. - L'UNIONE EX-ALLIEVE, fiorente nell'Istituto Maria Ausiliatrice di Torino, comprende 55o associate, delle quali 25o ascritte alla Sezione d'Assistenza Economico-Sociale. È edificante il conoscere le molteplici forme d'attività, svolte dall'Associazione nell'anno decorso. Coll'aiuto di Dio e colla cooperazione di buone exAllieve, specialmente di coloro che in qualità di consigliere prestarono sempre tutta l'opera loro con alto spirito di sacrificio e disinteresse, l'opera d'assistenza si svolse sempre con piena unione di mente e di cuore, in relazione ai presenti bisogni. Una ragione va ricercata nella consolante frequenza alle funzioni religiose, tra le quali ricordiamo, come particolarmente proprie dell'Associazione, le solennità dell'Epifania, di Pasqua, di Maria Ausiliatrice, le prime domeniche del mese di onore del S. Cuore, e la festa sociale del S. Cuore di Gesù, in cui il rev. sig. Don Albera si compiaceva e si congratulava pel buon numero delle accorse. Anche le adunanze bimensili furono di vero conforto per la frequenza delle ex Allieve.

Trentasei furono le ammalate sussidiate con medicinali e con denaro, o con buoni di pane.

Ma è sopratutto consolante lo sviluppo preso dall'Ufficio di Segretariato e Collocamento, che funziona regolarmente nell'Istituto nei giorni di martedì, giovedì, e domenica dalle ore 17 alle I9, favorevolmente noto a Ditte e a privati, come pure a tutti i Comitati d'assistenza della città, coi quali si tiene in ottimi rapporti per reciproco aiuto. L'opera sua di bene morale e materiale non si può dire esattamente, ma, grazie a Dio, sono molte le miserie sollevate, le amarezze lenite, e gli aiuti prestati nella misura del possibile, a chi ne

MESSINA. - IL XXV DELL'ISTITUTO SALESIANO. - Leggiamo nell'Osservatore Romano del 22 dicembre u. s.: « In questo mese ebbe inizio l'anno 25° dell'opera salesiana a Messina e del Collegio S. Luigi, sorto, per munificenza del pio avv. Marino e consorte, nel mese di dicembre dell'anno 1893. In questi lunghi 25 anni di vita, l'Istituto S. Luigi, benedetto da Dio e dagli uomini, prosperò mirabilmente, affermandosi sempre più come un centro importantissimo di studi e di cristiana educazione.

» Molte migliaia di giovanetti, alcuni dei quali già adulti e che coprono onorevoli cariche nella società civile, accorsero sia nel collegio che nell'Oratorio Festivo, sia al Circolo Don Bosco che in tutte le altre opere salesiane, e vi si succedettero, formandosi ad una vita civile e religiosa.

» Il fatale terremoto del 1908 distrusse il magnifico e splendido edificio, la chiesa e fece tante vittime fra i Salesiani e gli alunni; ma non distrusse l'opera che tuttora vive rigogliosa e feconda d'ogni bene...

» Questa fausta data anniversaria, non è stata celebrata con un grandioso programma di festeggiamenti, a motivo delle attuali circostanze, ma fu una festa di famiglia, festa religiosa, con solennità ed austerità.

» Sabato, al canto del Te Deum intervenne S. E. l'Arcivescovo con i cooperatori salesiani, con gli ex allievi e molte notabilità cittadine. Nel giorno di lunedì, poi, fu celebrato un solenne servizio funebre per tutti i benefattori, superiori ed alunni dell'Istituto e dell'Oratorio, morti in questi 25 anni, e specialmente per le vittime del terremoto e per i caduti in guerra».

Dall'Italia.

Il Circolo Giovanni Bosco di Torino ha celebrato il 16 dicembre la sua festa sociale con una funzione religiosa nella cara cappelletta di Don Bosco all'Oratorio. Il sig. D. Albera fu lieto di distribuire la S. Comunione a quasi tutti i presenti, ai quali raccomandò lo spirito d'apostolato nella famiglia e nella società. La lieta festa ebbe il suo epilogo famigliare nei locali sociali di via Consolata, 2.

Il rev.mo Mons. Domenico Muriana, Curato di S. Teresa a Torino ed ex-allievo dell'Oratorio Salesiano, disse nello scorso mese la sua Messa d'oro. Al venerando Monsignore, altamente benemerito dell'opera dei Catechismi e delle Scuole di Religione, l'omaggio dei più fervidi auguri, ad multos annos!

Il rev.mo D. Angelo Rigoli, affezionato ex-allievo dell'Oratorio Salesiano di Torino, ha celebrato il XXV anno di pastoral ministero nella parrocchia prepositurale di Somma Lombardo. Ci uniamo al degno alunno di Don Bosco nell'inno del ringraziamento al Signore.

L'Amico della Gioventù è un ottimo periodico quindicinale, educativo, edito dai Salesiani di Catania, Via Cibali, 7 (Abbonamento annuo L. 3.75). - Contiene, in pagine candide, buone, spesso commoventi, utili sempre: racconti di fatti lodevoli, novelle graziose, temi svolti per le scuole secondarie, poesie corrette, consigli pratici; offre insomma ogni genere di componimento in azione dentro un seminato di varietà erudite e dilettevoli che riempiono fin l'ultimo lembo della copertina, così da sloggiarne l'invadente rèclame. Va raccomandato anche per combattere tante letture nocive o per lo meno inutili in fatto di lingua e di morale. Non conosciamo miglior periodico per i giovanetti delle Scuole tecniche, ginnasiali, complementari, ed elementari superiori.

Dall'Estero.

Mons. Francesco d'Aquino Corrèa, Vescovo tit. di Prussiade ed Ausiliare dell'Arcivescovo di Cuyabà, essendo stato nominato Presidente dello Stato di Matto Grosso nel Brasile, ha temporaneamente accettato l'alta carica, coll'approvazione del Nunzio Apostolico, nella fiducia d'esser utile alla quiete e alla prosperità della sua patria. Cordiali auguri all'illustre Salesiano.

Sua Ecc. Rev.ma Mons. Francesco Alberti, già Vescovo Ausiliare di La Plata, è stato nominato Ausiliare dell'Arcivescovo di Buenos Aires. Mons. Alberti, ex-allievo dell'Oratorio Salesiano di Almagro, è un ammiratore entusiasta delle opere di Don Bosco.

Ad Agua de Dios in Colombia si è inaugurata una lapide e in pari tempo si è posta la prima pietra di un monumento marmoreo in onore del sacerdote Michele Unia, il primo Salesiano che si consacrò all'assistenza di quei malati. Alla cerimonia presero parte, con tutto il paese, l'ispettore salesiano don Aime, ed eminenti personaggi della Capitale.

IN MEMORIA DEI NOSTRI

Luigi Anversa.

Fra un eccellente ed esemplare salesiano. Nato l'8 maggio del 1877 a Casalbellotto (Cremona), fu accolto a 17 anni come coadiutore nel Collegio di Parma ove si trovava ancora, quando dovette partire per la guerra.

Nel suo umile ma delicato ufficio di guardarobiere si distinse per la scrupolosa diligenza. Vero modello di coadiutore, come lo voleva Don Bosco, era buono, accondiscendente con tutti e pronto a qualunque servizio, convinto che il Signore non suole guardare soltanto alla grandezza dell'opera, ma principalmente alla retta intenzione, con la quale si compie il proprio dovere.

Di gran pietà e desideroso di poter impiegare parte delle sue forze in cose che riguardano più direttamente il servizio di Dio, si offerse spontaneamente a fare da sacrestano nella nostra parrocchia di S. Benedetto. Frequentava con amore i Santi Sacramenti ed aveva una vera passione per servire la S. Messa e per la Comunione quotidiana. Ciò che l'attristava sotto le armi, si era di non averne più la comodità ed essendo stato trasferito in luogo dove ciò gli riusciva più facile, ne esprimeva tutta la sua soddisfazione.

La sua tragica morte ci fa ricordare con maggior ammirazione le sue edificanti virtù. «La notte del 13 aprile di quest'anno (1917), il soldato ANVERSA LUIGI, colpito da uno shrapnel nemico, lasciava la vita nel compiere il suo dovere. Il seppellimento della salma fu eseguita in un cimitero viciniore coll'intervento del Cappellano del Reggimento e sul posto fu collocata una croce a ricordo ». Così scriveva il comandante del 67° Battaglione M. T.

Il buon Anversa si trovava sotto le armi sin dallo scoppio della guerra, e, come poi si seppe dai colleghi venuti dal fronte, fu colpito a morte e il suo corpo letteralmente fatto a brani mentre lavorava alla costruzione d'una trincea. La sua morte, avvenuta in modo così inopinato e miserando, pari a quella di tanti altri soldati, ci stimoli a suffragare ogni giorno i nostri cari morti in guerra !

NECROLOGIO

Cav. Uff. Antonio Carmagnola.

A Torino il 14 u. s. si è spento serenamente, munito di tutti i conforti religiosi, il cav. uff. Antonio Carmagnola. Artista e gioiellere assai reputato, si chiamò felice di allestire le auree corone, delle quali nel 1903, per decreto di Papa Leone XIII, venne fregiata l'immagine di Maria SS. Ausiliatrice. Basti questo ricordo ad invocare una prece per l'anima sua.