BS 1910s|1914|Bollettino Salesiano Novembre 1914

ANNO XXXVIII - N. 11   PERIODICO MENSILE   I NOVEMBRE 1914

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI DI D. BOSCO

SOMMARIO: Tristi e liete notizie . . 317 Alcuni fatti ascritti all'intercessione di Don Bosco . 320 L'Oratorio Festivo: brevi riflessioni dedicate agli amanti della gioventù    323 Pel Servo di Dio Domenico Savio . . 324 Perchè i Salesiani e i Cooperatori debbono festeggiare il Centenario di Maria Ausiliatrice . . . . 325 Gli Italiani emigrati a New York    327 Tra gli emigrati : New York, Londra . . . 334 DALLE MISSIONI: Rep. Argentina: La messe biondeggia; mancano gli operai - Equatore: Una nuova residenza - Matto Grosso: Nuovi battesimi e matrimoni al Sangradouro - Per la S. Memoria di Pio X    335

IL CULTO Di MARIA SS. AusILIATRICE: Nel Santuario: IIa funzione solenne per la pace e pel S. Padre - Grazie e graziati

NOTE E CoRRIspoNDENZE: La consacrazione episcopale di Mons. Malan - La biblioteca agraria solariana - Cooperatori zelanti - Negli Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice - Tra i figli del popolo - Necrologio e Cooperatori defunti . . . 343

TRISTI E LIETE NOTIZIE

IN una famiglia dove tutti i membri formano un cuor solo ed un'anima sola, la gioia o la mestizia di uno è letizia e dolore di tutti. Così ogni cuore ben fatto, come accoglie il riflesso delle vicende della sua esistenza , sente pur l'eco sincera di ogni evento che turbi od allieti altri cuori, cui è strettamente unito da vincoli di sangue, di benevolenza o di gratitudine.

Anche noi, amati Cooperatori, sappiamo e sentiamo di essere e formare con voi una sola famiglia: abbiam tutti per padre Don Bosco, e tutti ci proponiamo di calcare le sante orme di lui, chè gli ideali suoi son pure il sospiro più ardente della nostra vita. Ebbene, questa volta noi veniamo a voi nella più schietta espansione famigliare del nostro pensiero, proprio come si usa tra fratelli. Da qualche mese ne sentivamo il bisogno; se abbiam tardato, non fu per mancanza di fiducia, ma perchè ci parve conveniente l'attendere.

Tutti sanno in quali condizioni si trovi l'Europa; e in mezzo alla trepidazione in cui vivono tante famiglie, in mezzo al dolore in cui son piombate e piombano tuttodì tante altre per la perdita di chi era il centro dei loro affetti e l'unico loro sostegno, voi pure, cari Cooperatori, avete spesso d'innanzi tali scene dolorose, e, da buoni cristiani che vedono in tutti gli uomini altrettanti fratelli, certo voi pure vi sentite presi da viva compassione e non mancate d'innalzare incessantemente a Dio le suppliche più ferventi per la pace. Così abbiam fatto e proseguiamo a far noi.

Senonchè altri vincoli, oltre i naturali, ci legano più strettamente, a vari di coloro che si trovano tra l'orrendo fuoco della guerra. Alludiamo a molti dei nostri diletti Cooperatori coi quali, per gravi difficoltà, non ci è più dato pel momento di tenerci in relazione come vorremmo; e, con essi, a molti dilettissimi nostri Confratelli.

Di questi, i più giovani furono costretti a prendere le armi e, mentre pochi giorni prima erano uniti nelle stesse case, intenti a raggiungere il medesimo scopo, la perfezione propria e l'altrui, or si trovano schierati di fronte, dolorosamente costretti a reciproco assalto...

E purtroppo noi Salesiani abbiamo già a lamentare alcune vittime! Sacerdoti pieni di zelo, chierici e giovani coadiutori, cui sorrideva una lunga vita piena di opere sante sotto la bandiera di Don Bosco, caddero nel furor della mischia... splendidi fiori, infranti improvvisamente dal turbine più tremendo

Oh! come ci accora questo pensiero, e come ci sta fisso nell'animo, specie in questi giorni, in cui i mesti rintocchi dei sacri bronzi c'invitano a suffragi pei trapassati. Preghiamo per loro, Cooperatori carissimi, e per tutti quelli che in una maniera così tragica passano in gran numero all'eternità. Si prega ovunque per la pace! Fin dal Brasile, dall'Argentina, dal Chilì e da altre nazioni ci vengon notizie di funzioni propiziatorie per la pace europea, poichè grave è il contraccolpo che riceve tutto il mondo dal tremendo flagello che infuria nel vecchio continente; ma se preghiamo fervidamente per la pace, non invocheremo in pari tempo pace eterna agli estinti?

Al dolore che ci strazia il cuore al pensiero delle vittime, se n'aggiunge un altro acutissimo che nasce dal dubbio della sorte di altri confratelli, dei quali da più mesi non abbiamo notizia alcuna. E questa tremenda ansietà ci opprime non solo riguardo a molti Salesiani d'Europa, ma anche per altri che si trovano in terra americana, travagliata dal vortice della rivoluzione, dei quali sappiamo appena che vari furono costretti a riparare negli Stati Uniti, ove, solo in mezzo ad indicibili stenti, riuscirono a porsi in salvo.

Ci angustia anche il pensiero che non poche Case non echeggiano più delle liete voci degli amatissimi alunni, ma d'improvvisi squilli di guerra e di lamenti di feriti e di moribondi.., che opere nuove, condotte da poco a compimento, corrono rischio di andar distrutte... che ad altre, splendide per arte e per l'impulso di religiosa pietà che le suscitava, prima ancora di esser compiute, è minacciata la stessa rovina.

Tranne qualche parte, in cui si son ristretti i pochi dei nostri non obbligati al servizio militare, insieme con i giovanetti che neppur all'annunzio delle ostilità poteron trovarsi un asilo più tranquillo e più caro perchè orfani e totalmente abbandonati, i locali dei nostri collegi, al pari di ogni altro istituto di educazione, vennero adibiti a pubblico servizio dai rispettivi Governi.

E non è tutto qui il danno che il presente stato di cose reca e recherà all'Opera di Don Bosco. Non possiamo tacerlo. Anche dall'Estero a noi venivano copiose offerte per continuare le opere di carità e di religione avviate in Italia e nelle lontane Missioni, ed adesso non arriva più nulla!... Che la Divina Provvidenza susciti fra i nostri diletti connazionali migliaia di cuori generosi a favore di quelle imprese che Essa stessa ci ha affidate e che ora versano in dolorose condizioni.

E nessuno ci chiami temerari, se intendiamo - anche in questi tempi - proseguir la nostra Missione. Potevam noi, massime quest'anno che è l'anno Centenario dell'istituzione della Festa di Maria Ausiliatrice e della nascita di

Don Bosco, chiudere i nostri Ospizi, i nostri Istituti educativi, le nostre Scuole Professìonali e i nostri Oratorii, disperdendo al vento i frutti raccolti da più anni con tanti stenti e tanti sudori? Abbiam sospesa ogni opera che si poteva sospendere senza danno, ma sarebbe stato crudele ìl chiudere le porte delle nostre case a quei poveri giovani, che in questi mesi di generali strettezze avrebbero provato ancor più i disagevoli effetti dell'abbandono. Essi, o cari Cooperatori, sperano al par di noi, nella vostra bontà; aiutateli, accorrete in loro e in nostro aiuto, ed in ricambio avrete le benedizioni di Dio, invocate per voi ogni giorno dalle nostre e dalle loro ferventi preghiere.

*

Coroniamo queste tristi notizie, con una dolcissima: l'affettuosa udienza privata, concessa dal Santo Padre Benedetto XV al rev.mo sig. D. Albera la mattina del 14 settembre u. s., e che resterà memoranda neglì annali della nostra Pia Società. Il lungo colloquio, che durò più di mezz'ora, non poteva essere improntato a maggior benevolenza.

Non appena il nostro Superiore fu ammesso alla presenza del Vicario di Gesù Cristo, si prostrò umilmente per baciargli il piede. A stento potè farlo. Il S. Padre non voleva a nìun costo permetterglielo e glielo concesse solo per quella volta, e subito lo invitò a sedere accanto a se.

Per prima cosa gli ricordò con molta affabilità come il giorno stesso della sua elezione, a mezzo dell'Em.mo sig. Card. Maffi, aveva concesso con particolare affetto al Successore di Don Bosco e a tutta la Pia Società Salesiana una delle sue prime Benedizioni.

Manifestò la compiacenza provata nell'accogliere, nel primo Concistoro da lui tenuto, la prima postulazione di rito per la Causa di Beatificazione e Canonizzazione del nostro Venerabile Fondatore. Si congratulò del bene che l'Opera di Don Bosco compie, mercé la grazia di Dio, in ogni parte. Aggiunse che da più Vescovi che hanno nelle loro diocesi Case Salesiane, ne aveva già ricevuto notìzie consolantì.

Disse che aveva letto nell'Osservatore Romano la funzione celebratasi per la pace e secondo l'intenzione del S. Padre, il 24 settembre nalla Basilica di Maria Ausiliatrice in Torino, e se ne mostrò assai contento. E avendo il sig. D. Albera soggiunto che s'intendeva ripeterla il 24 d'ogni mese per tutto l'anno centenario

- Sì, sì, lo interruppe, fate ! Sono funzionì che fanno del bene; stimolano alla frequenza dei Sacramenti. V'incarico ad impartire a mio nome la Benedizione Apostolica tutti i mesi.

In seguito concesse altri speciali favori per il buon governo della nostra Pia Società e incaricava Don Albera dì una sua benedizione particolare a tutti i Salesiani, alle Figlie di Maria Ausiliatrice, ai Cooperatori e Cooperatrici salesiane e a tutti i nostri allievi.

Infine permise che fossero introdotti alla sua augusta presenza il Segretario Generale della nostra Pia Società, Don Calogero Gusmano, e il nostro Procuratore Generale Dott. D. Dante Munerati, con i quali proseguì alquanto la più affettuosa conversazione.

Suonando quindi il mezzodì, il Santo Padre aveva la bontà di recitare insieme col sig. D. Albera e cogli accennati Confratelli l'Angelus, dopo di che, nel congedarli, affettuosamente li benedisse.

Che la benedizione del Vicario di Gesù Cristo apporti a tutta la Famiglia Salesiana e a tutte le Opere di Don Bosco ogni bramata consolazione!

Alcuni fatti ascrìtti all'intercessione dì Don Bosco (1)

« Don Bosco, grazie! »

Quanto è grande la bontà di D. Bosco! Senza la sua intercessione ora io sarei priva del braccio sinistro e ridotta ad una dolorosa impotenza. Già da circa dieci anni soffriva di male ai nervi localizzato in un braccio; quelli, ritirandosi, avevano già costretto l'anulare a ripiegarsi ed in seguito si erano raccolti al polso come in un grosso nodo. Siccome il dolore incominciava ad impedirmi il lavoro mi sottoposi ad una visita medica; e mi fu detto con mio grande sgomento, essere la mia malattia senza rimedio, progressiva, che mi avrebbe col tempo rattrappite le membra. Mi feci nuovamente visitare da uno specialista e questi disse di tentare un'operazione, che forse con lo stiramento dei nervi ammalati si sarebbe impedito un male maggiore.

Il 22 aprile 1913 fui sottoposta alla dolorosa ed incerta operazione, la quale al momento pareva avere un buon esito; in seguito però, per uno straordinario gonfiore e per un male sconosciuto ai medici, la mia mano perdette totalmente la sua forma ed io mi vidi ridotta in tale stato che mi prepararava al taglio dell'avambraccio. Ma quando venne meno l'umana potenza, cominciò la tua, o D. Bosco! Mi recai a Valsalice; con molta fatica, ma piena di fiducia, accostai il mio povero braccio alla tua tomba e dissi: « Oh D. Bosco, devono tagliarmi l'avambraccio. Ma di suore senza mano io non ne ho viste e non mi sento il coraggio di ritornare a casa in così miserabile stato! D. Bosco aiutatemi ». La debolezza e la febbre mi tormentavano, le forze mi mancavano e ritornai subito a casa, piena però di viva fiducia. Il giorno dopo mi recai all'ospedale e sentii dirmi dai dottori altamente meravigliati: « Suora, la sua mano sta meglio ed è scongiurato il pericolo dell'amputazione ». - Oh! D. Bosco, grazie! Quanto sei buono e clemente! Da quel giorno il miglioramento fu rapido, le ferite si chiusero, la mano riprese la forma primitiva: cominciai a servirmene gradatamente ed ora, dopo tredici mesi, non avendo sentito più alcun disturbo, tenendo come assolutamente scomparso ogni pericolo, pubblico la grazia.

Possa la voce della mia riconoscenza cantare a Don Bosco un eterno inno di grazie e risvegliare in tutti i cuori una grande confidenza nella sua bontà!

Lu Monferrato, 24 maggio 1914.

Suor DOMENICA VILLANIS.

La preghiera di una madre.

Il giorno 12 dicembre 1913 la mia bambina Anna, di 4 anni e mezzo, si ammalò di difterite, malattia molto triste e pericolosa per i bambini, sicchè la piccina peggiorava di giorno in giorno. S'immagini la nostra angoscia, il nostro dolore! Nei momenti di calma la bambina si ricreava a vedere qualche libro illustrato, quando mi capita fra le mani un libro del Ven. D. Bosco col suo ritratto in atteggiamento di pregare Maria Ausiliatrice. In quell'istante mi balenò un'idea e dissi alla bambina:

- Nina, guarda D. Bosco, come prega bene, la Madonna! Prega anche tu così e di' a questo santo: « Caro D. Bosco, pregate voi Maria Ausiliatrice che mi faccia guarire! ».

La bambina col fil di voce che le rimaneva ripetè, parola per parola, la detta preghiera. E Don Bosco esaudì questa mia innocente e cara figlia. Ella, con meraviglia di tutti, ora è completamente guarita. Grazie infinite a Voi, Vergine SS. Ausiliatrice, ed al Ven. Vostro Servo D. Giovanni Bosco!

Genova, 19 gennaio 1914.

MARIA ZOCCOLA IN FRASSINETTI.

Salva da meningite.

La mia casa, che proprio nella solennità del S. Natale doveva essere rattristata dal più gran lutto, fu invece rallegrata dalla più inaspettata consolazione.

La mia figlia maggiore, colta da terribile polmonite il 19 dicembre, andava sempre peggioranrando e, giudicata in pericolo anche dai medici, le si amministrarono tutti i conforti della religione, che ella ricevette con grande pietà. Il 23, come già si temeva, si sviluppò la meningite e ormai non rimaneva più nulla a sperare. E io piansi, piansi sulla mia figliuola, già priva di sensi e sull'orlo della tomba, e l'abbracciai e baciai per l'ultima volta tra le lagrime di molte persone presenti, le quali mentre davano a me ogni conforto, piene di fiducia in Maria Aiuto dei Cristiani. Invocandola fervorosamente, posero la sua immagine sul capo della morente, interponendo la mediazione del Ven. D. Bosco, col voto di pubblicare la grazia e di mandare una qualche offerta al Santuario di Torino! O Maria, o D. Bosco, voi ci avete tosto esauditi: mia figlia loco dopo si destò, come da un sonno, col sorriso sulle labbra, e migliorò così presto che in pochi giorni si ristabilì perfettamente.

Pie' del Poggio, 10 gennaio 1914.

LUCIA COIANTE Ved. PIETROLUCCI.

Una famiglia riconoscente.

Dopo aver passati vari giorni in penosissima trepidazione a causa di un male dubbioso, conosciuto dal dottore come una specie di difterite che colpì il nostro caro bimbo di anni 2, unico nostro conforto, ci rivolgemmo con ardore alla Vergine SS. Ausiliatrice e al Venerabile D. Bosco che ben altre volte ci aiutò, fiduciosi e sicuri che ci avrebbero guarito il nostro caro figlioletto. Non fummo delusi; dopo soli 3 giorni il bimbo era fuori pericolo.

Compiendo la promessa fatta di magnificare la bontà di questa Madre di Misericordia e l'intercessione del Venerabile Don Bosco che ce lo ridonò guarito, offriamo un'elemosina per una messa di ringraziamento nel bel Santuario di Valdocco.

Alassio, 27 ottobre 1913.

La famiglia GARIGLIO.

Due guarigioni.

Il 9 luglio dello scorso anno fui colpita da un attacco di appendicite. Essendosi in seguito manifestata una peritonite locale e non sopportando più il dolore, malgrado il laudano e la morfina somministratami, la sera del 18 luglio ricorsi all'intercessione del Ven. D. Bosco, promettendo un'offerta se mi otteneva la grazia di un Miglioramento e se fosse riuscita bene l'operazione, a cui più tardi avrei dovuto sottopormi. Applicai alla parte ammalata una fotografia ed tiri brano d'abito del Venerabile, recitando in pari tempo 7 Gloria Patri per ottenere la grazia. Dopo la mezzanotte della stessa sera mi scomparvero la febbre e i dolori e potei essere in grado, dopo 4o giorni, di trasportarmi a Firenze per sopportare con grande serenità d'animo l'operazione che non fu di sola appendicite, ma assai più seria e tuttavia riuscì nel miglior modo sotto ogni rapporto.

Nel gennaio del corrente anno il mio bambino fu colpito da una forte scarlattina. Promisi al Venerabile D. Bosco un'offerta di L. 1o per le Opere Salesiane e di pubblicare la grazia se il bambino guariva, senza che sopravvenissero complicazioni. Non ricorsi invano ed ora adempio la mia promessa. L' « Eco di Bonaria » del 24 gennaio p. p. riferisce il fatto maraviglioso e la cospicua offerta del padre di mia nuora a quel miracoloso Santuario, in adempimento del suo voto.

Sia lode, e grazie sian rese al Ven. D. Bosco, al quale pur non posso a meno che attribuire la grazia.

Rufina (Firenze), 26 febbraio 1914.

GABRIELLA MUssO DE MAGISTRIS.

Altre guarigioni prodigiose.

La mia unica figlia, di dodici anni, fu colpita da forti febbri tifoidee, con complicazione di emorragia intestinale. L'aveva votata a varii Santuarii, ma la vedevo peggiorare sempre più. Un giorno, quasi disperata, entrai in camera e trovai una fotografia di Don Bosco. « Don Bosco, gli dissi, vi prometto un'offerta per l'Oratorio Mers-el-Kebir e un'altra per il Santuario di Torino, ma, piena di fiducia, vi prego di salvarmi la figliuola. Se però dovesse divenire cattiva, ve ne faccio il sacrificio... »

Verso sera fu notato un sensibile miglioramento, ora è perfettamente guarita, e sana e robusta continua a frequentare l'Oratorio. Grazie, o potente intercessore!

Mers-el-Kebir, 24 marzo 1914.

LETIZIA LUBIANO.

Sento il bisogno vivissimo di deporre ai piedi della grande Ausiliatrice dei Cristiani e del suo gran Servo, il Venerabile D. Bosco, il fiore della gratitudine e della riconoscenza.

Mio padre fu preso da forte polmonite nel mese di agosto e ogni cura dell'arte fu inutile tanto che nel mese di dicembre da un valente professore fu dichiarato inguaribile. Si può immaginare lo strazio della famiglia e del mio cuore al pensiero di perdere l'amato padre! Consigliata da un'amica a fare una novena alla Vergine Ausiliatrice e a Don Bosco, non indugiai, e... miracolo!... di subito si vide un gran miglioramento e tosto con meraviglia di tutti l'infermo riacquistò sanità perfetta.

Accetta, o gran Madre, l'umile offerta che mando per Messe di ringraziamento. Desidero che la relazione di questa grazia sia pubblicata, conte da fatta promessa, e invito tutti a proclamare al mondo intero: - Ricorrete a Maria ed all'intercessione del Ven. D. Bosco e sarete esauditi. - Grazie, o Maria, grazie, o Don Bosco!

Cossano Belbo, 19 gennaio 1914.

ENRICHETTA FARINETTI.

Con quanta riconoscenza io vengo a Te, o Santa Vergine Ausiliatrice e insieme con qual gratitudine al Tuo Venerabile Servo Don Bosco, se mercè la sua intercessione ottenni la guarigione del mio caro bambino, che da quindici giorni minacciava soffocare da bronchite catarrale! Temendo per una terza volta di veder vuota la culla dei miei cari angioletti, ricorsi con fede al Ven. Don Bosco, promettendogli che se mi otteneva dalla Madonna la guarigione del mio caro bambino, avrei fatto pubblicare la grazia sul Bollettino Salesiano ed inviato una offerta al Santuario della Vergine Ausiliatrice.

Fui subito esaudita ed ora con grande mio contento adempio la mìa promessa colla fiducia che Don Bosco e Maria SS. Ausiliatrice continueranno a proteggerci e favorirci delle loro grazie.

Quartiano, 14 marzo 1913.

MORONI MARTA.

All'intercessione di Maria SS. Ausiliatrice e del Ven. Don Bosco debbo se mi è stata risparmiata ancor una volta la suprema sventura di di perdere la povera mamma mia, che è l'unico mio conforto. A loro debbo tutto, perchè il miglioramento verificatosi in mia madre ha proprio del prodigioso!

S. Severino (Marche), 9 marzo 1914.

Sac. Can. ANGELO MARIANI, Cancelliere Vescovile.

Era la sera del 30 novembre 1912 quando mi giunse la triste notizia che un caro congiunto, colpito da male improvviso, malgrado le più sollecite ed energiche cure, era ormai agli estremi, e si disperava di salvarlo. Costernata mi rivolsi fiduciosa al Ven. D. Bosco affinchè colla sua potentissima intercessione presso Maria SS. Ausiliatrice salvasse il morente. E non fu vana la mia preghiera, perchè quegli a poco a poco si riebbe e dopo pochi giorni potè tornare alle sue occupazioni, godendo maggior salute di prima.

Adempio ora alla promessa di pubblicare la grazia e di inviare un'offerta in ringraziamento.

S. Pier d'Arena, 26 gennaio 1914,

MARIA CHIESA.

Mi trovavo da più giorni gravemente tormentato da acutissimi dolori reumatici, ribelli ad ogni cura medica, quando mi sovvenni del Ven. D. Bosco. Ricorsi con piena confidenza alla sua potente intercessione, promettendo di fare una piccola offerta per le sue Opere e di pubblicare la grazia, se me l'avesse ottenuta. Che cosa ne avvenne? In sull'istante i miei dolori del tutto scomparvero, come foglia in balia del vento, lasciandomi sano e lieto come prima. Invio l'obolo della riconoscenza e in adempimento di fatta promessa.

Torre Bairo, 30 ottobre 1913.

GIovANNI ANTONINO.

Anime consolate.

Parecchi mesi or sono una mia amica si trovava in gravi angustie per dispiaceri di famiglia e non sapeva a chi rivolgersi, disperata ormai sul miserando suo stato. Allora cercai io per lei il rimedio rivolgendomi al Ven. D. Bosco, che pregai a voler intercedere per quell'infelice presso la potente Ausiliatrice dei Cristiani, promettendo di inviare un'offerta se otteneva la grazia. La grazia l'ottenni e ora mantengo la mia promessa.

Genova, 10 ottobre 1913.

CELESTINA IVALDI.

Son troppo felice di poter narrare la grazia ricevuta dal Ven. D. Bosco e di contribuire ad accrescere la fiducia di tante persone verso questo Ven. Servo di Dio.

Una mia figlia quindicenne era stata operata nella gola per una fistola e dopo 5 mesi era sempre nel medesimo stato; e non si parlava più di guarigione. Il marito era disoccupato per sospensione di lavoro, e nella nostra casa regnava la miseria.

Mi venne fra le mani il « Bollettino Salesiano » e viste le grandi grazie che la Vergine SS. Ausiliatrice e il suo fedel Servo D. Giovanni Bosco ogni giorno ottengono ai devoti, subito pensai di fare una novena, chiedendo io pure la valida mediazione del Ven. D. Bosco e promettendo di pubblicare la grazia, qualora mi fosse concessa. Non erano passati i nove giorni che la figlia guarì completamente, e il marito riebbe il suo impiego. Grazie infinite sieno rese a voi, o SS. Vergine e Ven. D. Bosco, che subito mi esaudiste. Deh! continuate a proteggere i miei figli tutti.... allontanatemeli dal peccato che è il peggiore di tutti i mali!

Carmagnola, 22 gennaio 1914.

A. m.

Mi trovava con la famiglia in indicibile ed indescrivibili angustie, e non sapendo quale via prendere per liberarcene, senza aggravare maggiormente i nostri interessi, ci sentivamo come impazzire!... In uno di quei terribili angosciosi giorni, ci fu dato a leggere, come sempre, da un sacerdote di questo paese, il Bollettino Salesiano, e lessi le tante grazie che il Venerabile Don Bosco ottiene a chi a Lui ricorre. Incominciai subito una novena in suo onore, supplicandolo e lagrimando che avesse riguardato anche me e la mia famiglia con la sua benigna carità come già aveva guardato altri suoi devoti, i quali non ricorsero invano alla sua potente intercessione!

Terminata la novena i miei desideri furon subito appagati, ed ora non mi resta che adempiere con il cuore ricolmo di gratitudine le promesse, rendendo pubblica la grazia e inviando un'offerta, parte perle opere di D. Bosco, parte per una messa da cantarsi all'altare di Maria Ausiliatrice. Oh! tutti quelli che versano in tribolazioni ricorrano con piena fiducia a Don Bosco che tutto ottiene da Colei che è chiamata aiuto dei Cristiani! Sì, o Venerabile D. Bosco, siate la consolazione di chi fiducioso vi prega, e concedete a me ed alla mia famiglia, altre grazie che bramiamo ardentemente.

Mercato S. Severino, 17 marzo 1914.

LUCIA D'AMBRosIo.

Il conforto ineffabile e l'aiuto infallibile del cielo illuminano come raggi di sole il nostro cuore, e lo sollevano attraverso le più terribili angoscie e le tristezze che tanto sovente s'incontrano nella vita.

A questo conforto e a quest'aiuto io debbo oggi ogni mia gioia ed ogni felicità: alla Vergine Maria, Pietosa e Potente Ausiliatrice di chi in Lei confida ed al Suo glorioso Servo, il Ven. Don Giovanni Bosco, io renderò per tutta la mia vita grazie infinite, come invito chiunque soffra a ricorrere al loro valido patrocinio. Col cuore straziato dal dolore, cogli occhi stanchi da tante lacrime, mi recai a Valdocco, ove Maria Ausiliatrice regna venerata accanto alla Sede dei Suoi Figli diletti, e là, dopo essermi accostata alla Celeste Mensa dei Forti, parlai fiduciosa alla Vergine cara dicendole tutto il mio dolore, e Le promisi che se m'avesse accordata la grazia speciale che da Lei imploravo, l'avrei fatta pubblicare sul Bollettino Salesiano, inviando una offerta al Suo Santuario, ove avrei fatto una Comunione, e sarei stata sempre buona.

Poscia mi rivolsi all'intercessione del Venerabile Don Bosco, ed al suo valido aiuto mi affidai fiduciosa; incominciai a Maria Ausiliatrice la novena da Lui suggerita, e la ripetei tre volte senza interruzione, indi cominciai con fiducia una novena di ringraziamento. O potenza grande di così santa intercessione ! O bontà infinita di Maria Ausiliatrice! Il secondo giorno della novena di ringraziamento, solennità dell'Immacolata Concezione, cominciò a manifestarsi l'aiuto validissimo del glorioso mio Protettore e man mano che seguitavo nelle tre novene di grazie, andava compiendosi la segnalatissima grazia implorata.

Grazie adunque, o Gran Madre Pietosa, grazie della vostra valida intercessione, o Venerabile

Don Bosco: a Voi la riconoscenza più fervida dell'anima mia! accorrano tutti a Voi! tutti Vi invochino fidenti!

Torino, 2 gennaio 1914.

G. C. Cooperatrice Salesiana.

Adempio al dovere di una promessa fatta col pubblicare la grazia ricevuta per intercessione del Venerabile D. Bosco. Molestata da un acuto ed insistente dolore, promisi al Venerabile una offerta, se, colla solita novena da Esso raccomandata, fossi guarita. Terminata questa, mi trovai esaudita; offro perciò quanto promisi, riconoscente; e prego di pubblicare sul Bollettino Salesiano la grazia ottenuta.

Novara, novembre 1913.

Una cooperatrice.

(1) Nello svolgere questa rubrica, torniamo a protestare solennemente che non intendiamo contravvenire in nessun modo alle Disposizioni Pontificie in proposito, non volendo dare ad alcun fatto un'autorità superiore a quella che merita qualsiasi testimonianza umana, nè prevenire il giudizio della Chiesa, della quale - sull'esempio di Don Bosco - ci gloriamo di essere ubbidientissimi figli.

L'ORATORIO FESTIVO.

Brevi riflessioni dedicate agli amanti della gioventù.

Dal Monitore Ufficiale dell'Episcopato Sardo (Anno VI, n. 6) spigoliamo questi pensieri del Direttore dell'Oratorio nostro di Cagliari, e li dedichiamo a coloro che vagheggiano l'idea di fondare un Oratorio Festivo nelle loro città o nei loro paesi. Ove abbisognino di altri schiarimenti, tali zelanti Cooperatori non manchino di chiederli direttamente a noi, che ci faremo un dovere di soddisfarli nel miglior modo possibile.

1) - Che cosa si fa all'Oratorio?

S'impara a conoscere, a stimare, a praticare a fronte alta la nostra Santa Religione, e a gloriarsene dinanzi a tutti: come è giusto, essendo essa la Religione vera; come è dovere, avendo N. S. Gesù Cristo promesso di glorificare dinanzi al Padre suo e dinanzi a tutto il mondo, quanti avrebbero dinanzi al mondo professato la sua fede e praticato i suoi insegnamenti.

2) - Chi può frequentare l'Oratorio?

Tutti i giovani, tutti i fanciulli di qualunque grado o condizione, di età non inferiore ai 7 anni; si dà tuttavia la preferenza ai più abbandonati ed ai più ignoranti, avendo essi maggior bisogno di assistenza.

3) - Che cosa si richiede per frequentare l'Oratorio?

Nient'altro che la buona volontà di star sottomessi agli ordini dei superiori, di serbare un lodevole contegno in cappella, in ricreazione, dentro e fuori dell'Oratorio, e di profittare degli insegnamenti che vi si dànno.

4) - Vi sono altri vantaggi, oltre i già detti, che si possono godere nell'Oratorio?

Quando l'Oratorio, a cagione dei locali che fossero ancor lungi dall'esser compiuti, non può iniziarsi che a Programma minimo, esso starà aperto solo nel pomeriggio di ogni sabato e di ogni vigilia delle feste di precetto e tutte le domeniche e le feste suddette. Ma darà tutta la comodità d'assistere alle sacre funzioni di quei giorni, di frequentare SS. Sacramenti e di praticare le opere di cristiana pietà; e vi saranno oneste ricreazioni ed allegre compagnie, esercitazioni drammatiche e di ginnastica; scuola di canto.

A titolo di premio poi i giovani più assidui e docili potranno partecipare a gite sportive, ad estrazioni di oggetti di vestiario, di libri, di cancelleria.

Ma il primo e massimo vantaggio sarà sempre quello di poter colla frequenza dell'Oratorio, più facilmente crescere buoni cristiani, onesti cittadini, cari a tutti, utili insieme alla famiglia, alla Religione ed alla Patria.

5) - A quanto pare una tal opera richiede non poche spese : donde si piglieranno siffatti mezzi in tanta penuria nella quale attualmente da tutti si vive?

È un fatto che a condurre un Oratorio secondo le debite norme si richiedono spese non indifferenti: lo sanno bene i Salesiani, che ne fanno una quotidiana espezienza in tutti i paesi. È dunque qui pure necessaria la carità cittadina...

E questa carità si mostrerà tanto più generosa, se si pensi che ogni beneficenza è bensì sempre gradita a Dio e si attira le benedizioni del cielo e della terra, ma nessuna è più necessaria, nè più urgente, nè più lodevole di quella che si indirizza alla salute di ciò che vi ha di più prezioso sulla terra ed insieme di più insidiato dai malvagi coli tutte le arti più sottili e potenti, com'è la cristiana educazione delle crescenti generazioni.

6) - Vi sono persone che hanno un obbligo speciale di venir in soccorso all'Oratorio?

Vi sono; ed anzi tutti quei padri e quelle madri che, qualunque ne sia la ragione, non potendo quanto è necessario attendere all'educazione della figliuolanza, si debbono giovare dell'opera altrui.

Ma è troppo naturale che a tal opera debbano concorrere anche tutti gli altri cittadini, abbiano o no figli da educare; perchè facendo essi parte dell'umana società e godendo i vantaggi inestimabili di siffatte convivenze, debbono concorrer quanto possono al benessere della società stessa; amor di patria, dovere di giustizia li invita a ciò e li stringe. Ora il benessere della società ha suo principio e suo incremento sopratutto nella buona educazione delle generazioni novelle.

Devono concorrere non solo come buoni cittadini, ma come veri cristiani: è Dio che lo comanda, come i Libri santi ce ne ammoniscono:

(Deus) unicuique mandavit de proximo suo : Il Signore raccomanda a ciascuno d'aver cura del proprio prossimo (Eccli. 17, 12).

Nè molto giova lo scusarsi colla infelicità dei tempi, nè colla scarsità dei mezzi, perchè a nessuno è detto di dare più di quel che può: se hai molto, da' molto, se poco, poco; sii misericordioso in quella misura che potrai (Tobia 4, 8). Ma ciò che non si deve temere, si è che l'elemosina impoverisca alcuno, quando è certo che chi dà al bisognoso, impresta a Dio che certo non si lascia vincere in larghezza dalle sue creature: Il Signore a suo tempo se ne ricorderà.

Animo, cari Cooperatori ! Quanti ne sentono la vocazione, si adoperino perchè si moltiplichino ovunque - e nelle città e nei piccoli centri - gli Oratori Festivi ! Ecco il più bell'omaggio che molti possono rendere a Don Bosco nel 1° Centenario della sua nascita !

PER LA BEATIFICAZIONE del Servo di Dio DOMENICO SAVIO. Il trasporto dei suoi resti mortali.

Si è iniziato nella Curia Arcivescovile di Torino il Processo Apostolico per la Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dìo Domenico Savio. Imploriamo dai nostri lettori una calda preghiera, perchè proceda alacremente e felicemente colla grazia di Dio.

Sul finir dello scorso mese in virtù di apposito Decreto della Santa Sede e colla debita autorizzazione delle competenti autorità civili, i resti mortali dell'angelico giovane, già esemplarissimo alunno dell'Oratorio Salesìano, vennero privatamente trasferiti dal camposanto di Mondonio d'Astì nella Basilica di Maria Ausiliatrice in Torino.

Dal più profondo del cuore ne ringraziamo ìl Signore.

TESORO SPIRITUALE

Indulgenza plenaria dal 10 novembre al 10 dicembre:

1) il 21 novembre, Presentazione della B. Vergine al Tempio.

2) il 22 novembre, festa di S. Cecilia Vergine e Martire.

3) l'8 dicembre, Solennità dell'Immacolata Concezione.

Perchè i Salesiani ed i Cooperatori debbono festeggiare il Centenario di Maria Ausiliatrice

UN sogno misterioso si narra nei libri Santi.

Piccola fontana zampilla fuori della rupe, e manda verso la valle un filo di povere acque che formano un ruscello, il quale man mano raccogliendo in suo corso altre acque, altri ruscelli, cresce, si gonfia, diventa un fiume. Ouand'ecco una luce celeste riflettendosi sulle onde, lo trasforma, lo cambia come in un sole che sfavilla in pien meriggio. Allora la fiumana, convertita in sole, sorpassa le dighe e traboccando scende ad irrigare come una benedizione le adiacenti campagne. Io non so se, come il vecchio Mardocheo vide in sogno la potenza e la beneficenza della diletta nipote Ester che dalle umili ed oscure pareti domestiche sarebbe stata elevata alla gloria del trono di Susa, così la povera contadina dei Becchi, Margherita Occhiena, abbia potuto presagire quanto bene avrebbe fatto il suo Giovannino e quanto amore avrebbe suscitato verso la Madonna sua Ausiliatrice.

Questo però noi sappiamo, che come il piccolo ruscello divenne un fiume di acque provvidenziali, grazie a quella luce misteriosa che lo trasfigurò, così il povero pastorello di Castelnuovo divenne il padre di molte genti, beneficate in grazia della divozione sua tenerissima alla Madonna, divozione attinta alla scuola materna. Quella donna, che par volgare ed è sublime, perche sente che il ministero della maternità è cosa di anima, di cielo, parla sempre ai suoi figli di Dio, della Madonna, narrandone le glorie e i trionfi.

Le vittorie di Maria sopra il prepotente Napoleone sono fatti pubblici, recenti, noti a tutti come oggi a tutti sono note le tristi e liete vicende della nostra guerra Italo-Turca. Tutti sanno, anche i poveri contadini, la prigionia, le lagrime del Vicario di Cristo rinchiuso a Savona, trascinato a Fontainebleau... e sanno pure che improvvisamente la scena si è cambiata; che nello stesso castello, nella stessa camera dove il Papa ha versato lagrime, Napoleone è stato costretto ad abdicare, ed egli, carceriere del Papa, è divenuto il prigioniero dell'Inghilterra e lo zimbello delle nazioni. L'istinto della libertà è così innato come il sentimento di reazione contro la forza brutale di chi ce ne vuol privare! Questi fatti corrono di bocca in bocca, le. madri li raccontano con vivaci colori ai figli, e quanto più in esse è radicato il principio cristiano, tanto meglio fanno risaltare il mirabile intervento di Maria, cui il medesimo Papa Pio VII vuole solennemente onorata il 24 maggio di ogni anno col titolo di Maria Ausiliatrice, a perpetua memoria e riconoscenza per il suo ritorno in Roma e per la libertà della Chiesa. A questa scuola eloquente, che è la giustificazione della Provvidenza, il pastorello dei Becchi si imprime nella mente e nel cuore i trionfi dell'Ausiliatrice, in modo che la sua fede nella potenza di Maria sarà la luce della sua vita, il conforto nelle sue lotte, il segreto del suo apostolato. Infatti quando, all'età di nove anni circa, egli fa il primo sogno misterioso in cui viene adombrata la sua missione, il suo immenso apostolato per la gioventù, colla turba di capretti, di cani, di gatti, di orsi tramutata in agnelli mansueti, chi lo conforta a tanta impresa è «una Donna di maestoso aspetto, vestita di un manto che risplende come trapuntato di fulgidissime stelle». « Ecco il tuo campo, gli dice l'augusta Signora, ecco dove devi lavorare. Io sarò la tua maestra e protettrice ». E mentre i suoi fratelli lo deridono, come un giorno i figli di Giacobbe deridevano il piccolo Giuseppe, Giovanni che nel sogno misterioso crede aver ricevuto non solo l'annunzio, ma il comando di iniziare subito la sua missione, pensa tosto al modo di effettuarla. E come? in un modo che ha dello strano, che parrà un giorno quasi disdicevole alla gravità dell'abito talare, eppure è tanto opportuno; e i suoi discepoli impareranno a farsi, così, piccoli coi piccoli per affezionarseli, per condurli al bene. Per attirare la gioventù, per fare del bene il piccolo Giovanni si fa giocoliere, saltimbanco, intercalando a questi curiosi divertimenti un tratto di predica sentita dal Parroco, il canto delle litanie o la Recita del Rosario. Così egli, sin dall'età di nove o dieci anni, cominciava nella nativa sua borgata dei Becchi una specie di Oratorio Festivo preludiando alla grandiosa fioritura dei suoi Oratorii, maschili e femminili, ormai noti e benedetti in tutto il mondo.

In questi vivai di fede e di virtù, che colla educazione di tanta gioventù dànno la spiegazione del suo sogno misterioso, noi vediamo che il segreto della riuscita sta ancora e sempre nella augusta Signora da lui veduta e da noi invocata col dolce titolo di Ausiliatrice.

« Sii divoto della Madonna - gli diceva la pia sua Madre, quando lo conduceva a Castelnuovo d'Asti per incominciare le scuole - e la Madonna ti aiuterà ». Quindi nessuna meraviglia che egli tra i suoi condiscepoli di Castelnuovo e poi in mezzo ai Seminaristi di Chieri abbia a continuare il suo efficace apostolato cercando sempre per mezzo della divozione a Maria di condurre le anime a Gesù. La salvezza delle anime! ecco la legge ed il programma che un giorno egli lascierà ai suoi discepoli e cooperatori ....

Le anime e non le ricchezze! - gli disse un giorno mamma Margherita con la maestà di una matrona e l'unzione di una santa, persuasa quella donna di fede che, come la Redenzione si è iniziata e continuata colla più squallida povertà di Maria, così i continuatori della medesima devono trovare nel disinteresse e nella consacrazione al bene delle anime tutta la ragione del Ministero Sacerdotale.

Con queste sante lezioni materne Don Bosco, dopo di essere stato un Chierico modello, eccolo finalmente Sacerdote! L'umile pastorello dei Becchi ha raggiunto la mèta sospirata, l'ideale della sua vita: essere prete per radunare, istruire, salvare la gioventù.

Certamente a lui, primo tra i suoi compagni per studio e per pietà, non mancano le migliorì proposte di una carriera onorata e brillante; ma nulla lo distrae dal suo ideale vagheggiato sin da fanciullo. Ed egli è felice allorquando l'8 dicembre 1841, nella sacrestia di S. Francesco d'Assisi, può catechizzare il primo dei suoi piccoli birichini che chiama suoi amici. Pusillus grex! piccolo gregge che cresce ogni giorno in modo straordinario. Ci pensa la Madonna ad aumentarlo ed a provvederlo di tetto e di pane, malgrado le contraddizioni degli amici, e le persecuzioni dei nemici. E sempre l'augusta Signora, che in una nuova misteriosa apparizione gli addita - l'avvenire dell'Oratorio - la prima Chiesa in Valdocco in onore di S. Francesco di Sales e la Basilica grandiosa che oggi tutti ammirano. - Chi l'avrebbe detto? quando ostacoli di ogni genere si opponevano alla realizzazione di questi sogni, e gli stesti suoi ammiratori lo reputavano impazzito per la sua fede incrollabile nell'avvenire dell'opera da lui incominciata, la Divina Provvidenza confuse la sapienza degli uomini coronando la fede di Don Bosco. E nel sito remoto e sospetto di Torino, ove trionfava il disordine, il vizio, il canto inverecondo dell'orgia, fu vista sorgere la casa dell'educazione, della virtù, l'Oratorio attuale, colla Chiesa di San Francesco di Sales e, più tardi, il tempio augusto della Madonna Ausiliatrice.

Oh! non era un povero illuso Don Bosco quando nelle sue luminose visioni contemplava un vasto edifizio gremito di fanciulli, e, in olezzo, come angelo tutelare una chiesa gigantesca dedicata alla Madonna con queste parole profetiche - Haec est domus mea, inde exibit gloria mea. - Questa è la casa della Vergine Ausiliatrice e da questo cenacolo usciranno le anime apostoliche che ne porteranno il nome e la gloria in ogni angolo della terra...

E il tempio bello, grande, magnifico, quale Don Bosco lo aveva vagheggiato, predetto, è sorto; ed è in Torino, monumento parlante dei trionfi di Maria. Tutti sappiamo che la Madonna lo ha voluto, ed ella ha pensato a pagarlo, perchè è costato oltre un milione, e, quando fu incominciato, il povero Don Bosco non aveva che otto soldi. Di quel tempio, in cui molti di noi hanno pregato e pianto, ogni pietra ha una storia. Le pareti, gli archi, le colonne, le migliaia di voti e quadri, tutto parla delle grazie e delle glorie della Madonna, che il popolo, con intuizione di fede riconoscente, ha chiamato e chiama di Don Bosco.

In quel Santuario è sorta e fu realizzata l'ispirazione dell'Associazione dei Divotí di Maria Ausiliatrice che ormai conta centinaia di migliaia di ascritti - in quel Santuario fu maturata e benedetta l'ispirazione di fondare l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, queste fedeli e zelanti interpreti della attività e della dolcezza di Don Bosco - in quel Santuario, ai piedi di Maria fu ideata la grande famiglia dei Cooperatori Salesiani , che porge i mezzi per la propaganda del bene - in quel Santuario ancora un'altra opera memoranda e benedetta, quella delle Vocazioni allo stato ecclesiastico, che, allorquando la Rivoluzione aveva giurato di far il deserto intorno agli altari, ha dato tanti buoni preti al Piemonte, all'Italia, al mondo.

Ma fra tutte le opere di Don Bosco che in quel Santuario ebbero il loro Cenacolo, una mi è rimasta impressa più profondamente - quella delle Missioni. - Ricordo sempre con trepidanza la commovente funzione di addio ai Missionarii, quando D. Bosco benediceva ed abbracciava ad uno ad uno i suoi cari figli che partivano per la Patagonia... per portare a quei popoli selvaggi, colla luce del Vangelo, i benefizi della civiltà. Oli! allora specialmente ci venivano in mente le fatidiche parole - inde exibit gloria mea! - Dal Santuario di Torino partiva nuova luce per tante anime, sedenti ancora nelle ombre della barbarie, nuova gloria per il nome italiano, per la Madonna...

È Maria Ausiliatrice che ha fondato e che sostiene la gigantesca e multiforme opera salesiana a vantaggio del popolo cristiano.

È Don Bosco, il suo fedele apostolo, che fu docile strumento nelle mani di lei per operare tante meraviglie.

Quindi sta bene l'iniziativa degli antichi Allievi di erigere a Don Bosco un Monumento degno della riconoscenza di tutto il mondo civile, perchè se i benefattori dell'umanità devono essere ricordati ed onorati, Don Bosco, io credo, è stato il più grande benefattore dell'umanità al suo secolo XIX, e continua ad esserlo ai secoli venturi.

Sta bene l'iniziativa geniale del Marchese Crispolti di ristorare il tempio di Maria Ausiliatrice. Così nel giorno dell'apoteosi del suo evangelista la Vergine Incoronata avrà una sede più degna delle sue grazie, dei suoi trionfi

In quel giorno il dolce e venerabile Padre e Maestro, dalla tranquilla pace di Valsalice, scenderà come angelo di luce verso Valdocco a rivedere ancora i suoi Figli -- le sue Figlie - viventi del suo spirito, continuatori dell'opera sua... A quello spettacolo che sarà la festa della Fede e della civiltà, il suo cuore grande di Sacerdote e di italiano esulterà, e additandoci l'augusta Signora che sta come Regina e Madre sulla gran cupola della Basilica ci inviterà ed esclamare con un fremito di esultanza:

Bella, immortal, benefica Fede, ai trionfi avvezza, Scrivi ancor questo....

cioè: il trionfo di Maria SS. Ausiliatrice nell'epopea salesiana!

(Da un'affettuosa conferenza, tenuta dal rev.mo D. Carlo Cùttica, Arciprete di Frugarolo ed ex allievo dell'Oratorio di Torino, alle ex-allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Alessandria il 24 maggio 1914).

Gli Italiani emigrati a New York

(Relazione del Salesiano Eugenio Tedeschi).

New York, Transfiguration Church, 29 Mott Street, 24 settembre 1914.

REV.MO SIG. D. ALBERA,

ARRIVO su di un piroscafo di carico, non si lamenti se sono in ritardo colla mia promessa relazione sul lavoro che si fa in questo Segretariato federato all'Italica Gens. I lettori del Bollettino sono d'altronde avvezzi al mio silenzio e quindi nessuna meraviglia se mi attengo all'abitudine di romperlo, quando posso, almeno una volta all'anno. Che vuole? Con questo po' po' di roba che ogni giorno ci passa sotto mano, colla mente sempre distratta da circostanze nuove e da casi difficili, mi trovo assai imbarazzato a delinearmi un corso da seguire nella mia narrazione e non farò che abborracciare.

Miserie morali e materiali - Quali ne sono le cause.

Ritornava da Brooklyn; la notte cadeva, la neve mulinava nelle vie e su dall'Hudson e dal mare tiravano raffiche ghiacciate di vento. Aveva compito un'opera di carità: una giovane madre ed i suoi due piccoli bambini erano in salvo...

Questi casi di abbandono dal tetto domestico sono una piaga che si va allargando nelle Colonie Italiane e che lascia dietro a sè striscie di sangue e rovine morali senza rimedio. I bambini ne son generalmente le prime vittime, che raccolte dalla carità pubblica riempiono gli orfanotrofi e le istituzioni di beneficenza. L'anno scorso io ne ebbi a collocare 36o negli stabilimenti della città e di essi una buona metà erano le vittime innocenti della diserzione domestica.

Causa principale, se non unica, di questo disordine morale è il « bordante » cioè l'uomo o la donna, che venuti d'Italia senza famiglia si mettono a dozzina presso conoscenti od amici. Gli italiani lo sanno, eppure, per la miseria di pochi dollari che il bordante contribuisce all'affitto di casa, continuano a tenerne.

Poche sere fa mi dovei recare in una casa per impedire che si compisse un fatto di disastrose conseguenze morali e materiali. Proprio di fronte abitava una famiglia a cui aveva potuto fare un grande favore. Quando sentirono la mia voce, m'invitarono ad entrare. Erano due sole stanze, ma pulite e tenute con un certo decoro. Io faceva le mie congratulazioni, quando mi accorsi che vi erano tre letti a branda addossati al muro dell'altra stanza.

- Che è ciò? chiesi al marito. Voi tenete in casa tre bordanti, è vero? Voi sapete ciò che è accaduto alla famiglia qui di fronte e non fate ancora giudizio? Sentite me: mangiate pane e cipolla piuttosto; se vi manca anche questo, andate a cercare l'elemosina o ritornate in Italia, ma bordanti no, assolutamente no. Ricordatevi ciò che vi dice il Segretario per vostro bene!

- È vero, rispose; vedrò di fare quello che Lei dice.

Lo farà? Può essere, ma ne dubito ora specialmente che siamo in una spaventosa crisi di lavoro, in cui ogni piccolo aiuto è riguardate come una fortuna.

Un'altra causa è la perdita del senso morale. Molti italiani non frequentano più la Chiesa: ed è veramente doloroso constatare come buone famiglie non si diano pensiero affatto dei loro doveri religiosi; così i figli crescono su senza nessun sentimento morale, e la delinquenza cresce spaventosa e questa terza generazione è peggiore delle due precedenti...

Era uno spilungone, ossuto, magro, col bavero della giubba rialzato per nascondere la vergogna di non aver camicia. Venne in ufficio e dovette aspettare bene a lungo, ma non si mosse. Venuto il suo turno, lo chiamai. Mi raccontò che, ingannato da un tale che gli prometteva lavoro, era venuto a New York con due figliuoli. Cercò il compare, ma non lo trovò. Ora si trovava assolutamente senza risorse e non sapeva a qual uscio battere per aver ricovero:

- Fosse per me, diceva, io mi accomoderei ovunque, ma i figli a chi li lascio? dove li metto? Se Lei mi facesse la carità di rimandarci a Boston, io gliene sarei eternamente riconoscente; là c'è ancora mia moglie.

Il racconto era un po' strano e lasciava campo a dubitare della veracità delle circostanze.

- Ho capito, risposi. I vostri figli parlano inglese, è vero? Andate, a prenderli e conduceteli a me.

Dieci minuti dopo era in ufficio con un ragazzo di 12 anni ed una giovanetta di 15; due creature piene di vita, dai grandi occhi cerulei, profondi, intelligentissimi e, manco a dirlo, ambedue parlavano inglese a meraviglia.

- Come ti chiami tu? - Giovanni.

- E tu?

- Silvia.

Chi è quest'uomo?

- Nostro papà.

- Perchè siete venuti a New York?

Qui la ragazza si confuse un poco, ma in sostanza ripetè la storia raccontatami dal padre.

Hai fatto la prima Comunione?

No.

Andate in Chiesa?

Mai...

Perchè?

Non ci hanno mai condotti. Chi?

Papà e mamma...

Però vai al passeggio, al cinematografo, é vero?

- Sì, signore.

- Con chi?

- Ecco noi abitiamo nel quartiere ebreo e le mie amiche sono tutte ragazze ebree...

Ne aveva già abbastanza. La mancanza totale di religione e l'elemento al quale i ragazzi erano associati, mi diceva chiaro che in famiglia ci doveva essere tutt'altro...

- Come mai, dissi, la mamma vostra vi lasciò partire col babbo ed egli potè lasciare la madre sola? A me pare che essa pure doveva venire con voi; non ti sembra ragionevole?

- Well, sir, it is horrible to say. I can not tell it.... (Signor mio! è orribile dirlo: non posso parlare).

- Oh! lo so io il mistero; in famiglia non vi era più pace, le lotte erano continue e tuo padre, per finirla, se ne venne con voi a New York. Questa è la verità! E voi, dissi al padre, non raccogliete altro che quello che avete seminato. Una famiglia senza Dio, senza religione, non può essere felice e voi siete qui povero, ramingo con due figli che avrebbero potuto essere la vostra consolazione.

- È vero, signor Segretario; io prometto di far bene, ma per amor di Dio mi rimandi a Boston; abbia pietà di queste due povere creature.

Dissi altre cose, ottenni altre promesse dal padre e dai ragazzi. Indi telefonai all'Ufficio Centrale ed ottenni dal rev. Dr. Grivetti di pagare le spese di viaggio. Li feci condurre al piroscafo e la sera stessa erano a Boston. Due giorni dopo Silvia mi scriveva una bellissima lettera, ringraziandomi del bene loro fatto, e promettendo che sarebbe stata una buona figliuola.

Un'altra causa di queste diserzioni famigliari sono i matrimonii contratti senza previa reci proca conoscenza dello sposo e della sposa. In moltissimi casi si fa così. Si invita dall'Italia una ragazza che si è conosciuta anni addietro o che venne indicata da persone che la conobbero; si manda una fotografia del presunto futuro sposo col biglietto di viaggio, e la giovine adescata dalla visione di felicità che godrebbe in America, viene o scappa.

Allo sbarco è incontrata da chi è o si fa passare per fratello, zio, zia o cugino e condotta a casa. Nove volte su dieci, la giovine non è contenta della scelta del fidanzato che incomincia a conoscere per tutt'altro da quello che credeva; ma capisce anche che è inutile protestare ed accetta il partito.

I guai incominciano subito, il disgusto della situazione cresce e si progetta la fuga, la separazione o il divorzio. Siccome il divorzio costa danaro, si sceglie generalmente la fuga con uomini che di frequente hanno famiglia in Italia od in America.

Avviene pure spesso che le ragazze così adescate a venire in America, trovino allo sbarco l'agente della schiavitù bianca e senz'altro sian condotte a destinazione senza che esse osino a reagire. E come lo potrebbero col pugnale alla gola? Ho voluto toccare questo punto perchè dato il caso che questa relazione abbia a cadere sotto gli occhi dei Rev. Parroci, mettano sull'avviso il loro popolo.

Una domenica mattina io ebbi nel mio ufficio i membri di due famiglie che volevo riconciliare. Tutta la mia eloquenza persuasiva valse a a nulla e finii col dire:

- Pensate che voi due siete sorelle e voi siete uomini: pensate che c'è di mezzo una creatura innocente; andate, e domani tornate per dirmi la vostra ultima decisione.

Come Dio volle convennero di tirar un velo sul passato e di perdonarsi a vicenda

Esempi di virtù - L'azione dei protestanti - Casi pietosi.

Talvolta gli atti di virtù sublime non mancano, ma sono rari assai; e qui mi piace accennare a quello di una giovane madre catanese, che al suo arrivo in America mi venne raccomandata dal marito, condannato a nove anni di prigione a Sing-Sing (1). Essa con l'unica bambina e con la madre venne in America per dare al prigioniero un po' di conforto e di aiuto. Io andarono a vedere, chiesero a me d'inoltrare supplica al Governatore per il suo perdono, ma nulla si poteva fare perchè non aveva ancora scontata metà della pena.

Intanto la crisi del lavoro si acuì sempre più. Le fattorie si chiusero a centinaia ed i disoccupati formicolavano a migliaia per le vie e le due povere donne si trovarono senza un tozzo di pane. Si sa, la miseria è la più terribile tentazione, almeno qui a New York e guai a chi si trova alla fine del mese e non può pagare il fitto di casa ed il bottegaio; allora incomincia la via dolorosa del chiedere l'elemosina di porta in porta, o quella di darsi alla malavita.

Quando la giovine donna e la madre si vi dero in pericolo, vennero a domandarmi di raccomandarle al Console per il rimpatrio gratuito. Io lo feci, ma per molte ragioni non poterono partire e dovettero ritardare. Dopo due settimane la figlia sfinita dall'inedia non potè più uscire di casa ed una volta che si trascinò al mio ufficio io credetti di sognare. Essa era divenuta il suo spettro, irriconoscibile. Le aiutai, e come si usa, feci una investigazione delle loro condizioni. Povere donne! Si erano ridotte in uno stanzino di un metro e mezzo di larghezza per circa due e mezzo di lunghezza, dove a mezzo giorno faceva buio pesto, senza aria, senza una sedia, con una sola branda che serviva loro a tutto. Stavano là entro, come tre condannate ai Piombi: non si potevano quasi più reggere in piedi, inebetite dallo squallore e dalla paura del domani che ai loro occhi si parava innanzi come continuazione o principio di nuove e più acute sofferenze. In un canto ardeva un fornelletto da 25 soldi; la bambina sudicia razzolava per terra; l'aria era mefitica, soffocante; io mi sentii serrar la gola e stringere i polmoni; diedi un sussidio ed uscii a rivedere il giorno pensando: « Quanta virtù in queste due infelici!

I casi di miseria squallida, ributtante, sono a migliaia e a migliaia; ed è difficile formarsene un'idea. Vidi madri divenire forsennate, e maledire e palleggiare i bambini in alto, in atto di scaraventarli contro il muro, quindi scoppiare in lagrime e singhiozzare:

- Mi perdoni, signor Segretario; siamo tutti morti di fame e la disperazione mi fa quasi impazzire!

E quanti vengono all'ufficio, io faccio ciò che posso e raccomando alla carità pubblica od alle varie parrocchie senza intermissione. Sono già vari anni che faccio questo lavoro e posso dire di saperne qualche cosa.

Ma alziamo la vela e corriamo miglior acqua, almeno per un poco.

Nella Colonia Italiana dell'East Side (1) c'era un piccolo Paganini che si chiamava Belfiore. La vedova madre gli cresceva una capigliatura lunga da artista, nera come l'ala del corvo. Aveva due occhi pur neri, profondi, che tradivano la sua nascita da parenti siciliani. Non rideva mai ed ai concerti cui veniva invitato era d'uopo assegnargli sempre i primi numeri perchè nessun spettacolo lo attraeva e, non sapendo che fare, si abbandonava dolcemente in braccio a Morfeo e non voleva più suonare.

Aveva sei anni e toccava il violino, ma aveva già suonato il mandolino nei concerti al cinematografo, quando aveva appena tre anni e mezzo, suscitando un mondo di applausi. Il padre sul letto di morte si lamentava della vita che gli fuggiva solamente perchè non avrebbe potuto assistere ai trionfi del suo Luigi.

Alla morte del padre, la madre cadde in miseria, e come sia stato, non lo so, cadde nelle reti dei protestanti i quali, conosciuto il genio del ragazzo, lo circondarono di cure e procurarono alla madre alloggio e vitto, ben inteso, s'intende, che frequentassero chiesa e scuola protestante. Un signore mi raccontò il caso, pregandomi d'interessarmene. Feci intervistare la madre e, trovatala ragionevole, le proposi di lasciarmi prender cura del ragazzo e dei suoi materiali bisogni, ed essa acconsentì; ruppe ogni rapporto con i Protestanti e tornò in seno alla Chiesa Cattolica. Io riuscii a collocare il piccolo artista nel più sontuoso Istituto di New York dove continuò a studiare musica ed a meravigliare tutti col suo precoce genio musicale. Poi la madre sposò nuovamente e si riprese in casa il figlio.

Racconto questo fatto per accennare alla intensificata e deleteria azione protestante nei quartieri poveri dei nostri connazionali. Si interessano del loro benessere, curano gli ammalati, vestono i bambini, assistono la famiglia con provviste e quando vedono che il momento è propizio, li obbligano ad andare alla loro chiesa ed in molti casi a ribattezzare i bambini. Gl'italiani, molti cascano nella pania e non c'è più mezzo di liberarneli.

Un giorno venni chiamato dal Superintendent del Children's Bureau (o Comitaio di difesa pei minorenni) per servire da interprete in un caso di una madre che voleva a qualunque costo mandare i tre suoi bambini in una Istituzione protestante, quantunque essi fossero cattolici.

È di legge che i bambini cattolici, mandati alle istituzioni a carico della città, non possono venir accolti da nessuna istituzione protestante, e viceversa. Tutti gli argomenti miei riuscirono vani. Essa asseriva che i protestanti avevano tutti i diritti di educare i suoi figli, perchè essi l'avevano assistita, quando non aveva un tozzo di pane per isfamarli ed alla fine cavò di tasca un atto notarile nel quale essa giurava quale era la sua volontà.

Il Superintendent me lo lesse; era il colpo di grazia; la questione era finita ed ora quei bambini, nati e battezzati cattolici, cresceranno protestanti.

Una riabilitazione - La „Mano nera" - Una minaccia - Un innocente liberato dalla condanna.

Ebbi un bel caso di riforma morale in un giovanotto graziato, dietro mia istanza, di due anni e mezzo di carcere.

Era stato accusato di « Mano nera » e condannato a cinque anni di prigione. Si era sposato da pochi mesi e la sua giovine moglie mi supplicò di vedere se si poteva liberarlo. Lo andai a trovare alle Tombs (1) e gli promisi la mia assistenza quando avesse compito metà della pena. Vidi qualche cosa in lui che diceva che era innocente e mantenni la mia promessa. Quando venne a ringraziarmi io lo presi in confidenza e gli dissi:

- Ora senti, Luigi, favore domanda favore. Tu me ne farai uno, se io te lo domando?

- Mi comandi pure; che cosa?

- Sei giovine, hai un bell'avvenire innanzi a te perchè sei intelligente e son certo che tu ti farai voler bene da tutti quelli che ti daranno impiego. Promettimi una cosa sola: di vivere da buon cristiano.

- Signor Segretario, mi rispose, Lei non sa che la prigione fu per me la mia conversione? Io era innocente del delitto per cui fui condannato, ma non era però un buon cristiano, tutt'altro. Arrivato a Sing-Sing, pensando a mia moglie, a mia figlia ed alla infamia che mi pesava sul capo, diventai come forsennato e pensai di finirla con la vita. Furono giorni cupi, tenebrosi, di odio e di rivolta contro Dio e gli uomini. Una notte, solo nella mia cella, mi sovvenni di mia madre e piansi come mai aveva pianto in vita mia; e allora una voce, come una ispirazione, mi salì lenta dal cuore e diceva: - Perchè non ricorri a Gesù Cristo? - E la voce crebbe, s'impossessò di me ed io mi gettai in ginocchio e domandai a Dio misericordia. Mi addormentai; la mia mente volò lontano, lontano ai miei monti, al mio paese natio e si arrestò dinnanzi ad una cappelletta dove aveva pregato tante volte bambino; rividi il grande e vecchio Crocifisso che pende alla parete di fondo e mi parve che egli mi parlasse e mi dicesse che aveva accolto il mio pentimento, ed il mio cuore era mutato in un altro. Al mattino mi svegliai tranquillo al suono della sveglia ed incominciai una vita nuova...

Bravo giovanotto!... come sfavillava tutto di speranza ! Gli trovai lavoro e, com'era certo, fece e fa onore alla mia raccomandazione...

Ma la Mano Nera quanto disonore ha gettato sul nome italiano! È la maledizione delle nostre Colonie. Si dice che non esista come associazione, ma che sia solo un complesso di fatti sporadici, dovuti ad individui degenerati che corbellano i gonzi...

La verità è che questa associazione a delinquere esiste e si divide in molteplici rami; che non tutti i fatti tenebrosi vengono alla luce; che gli italiani ne hanno una paura tremenda e non osano fiatare su ciò che loro accade. Individui e famiglie versano il danaro che la Mano Nera loro comanda di versare, si rovinano e tacciono. Solamente quando un ragazzo scompare e la madre pazza di dolore urla nella casa e nella via, allora la Mano Nera corre i giornali e nelle bocche di tutti.

Io ebbi a interessarmene in diverse occasioni. Aveva già fatto i miei piani per seguirli, ma, che è e non è, le persone interessate si squagliarono chetamente... capii che erano venute a patti colla Mano Nera.

Un sarto venne a me perchè facessi le pratiche per collocare la sua unica bambina in una Istituzione.

- Perchè? gli chiesi. Ne avete una sola ed è meglio che essa rimanga con voi.

- A che prò? replicò l'altro. Essa mi verrebbe ammazzata dalla Mano Nera... Guardi questa lettera, e non è la prima che ricevo...

La lettera era un guazzabuglio d'italiano, di dialetto e bestemmie che non ne avevano nè babbo nè mamma. Parlava di visioni in cui lo scrivente aveva visto la bambina decapitata, fatta a pezzi, ed il suo sangue leccato dai cani ; e si sottoscriveva La Mano Nera, in mezzo ad una grottesca profusione di pugnali, di teschi e di ossa da morto. Ce n'era abbastanza da far ghiacciare le vene e i polsi...

Io presi la cosa in ridicolo e lo confortai di ricorrere alla Polizia senza alcuna paura. Se ne andò, e tornò il giorno dopo con la moglie e la bambina, unico loro tesoro. Difficilmente mi capiterà di vedere una scena così compassionevole. La piccina, inconscia dell'atmosfera di dolore che la circondava, girava qua e là per l'ufficio, e la madre e il padre la seguivano coll'occhio smarrito, rosso dal pianto, quasi temessero che si allontanasse, scomparisse o venisse rapita. Era una pietà ! chi poteva ragionare con loro? Non capivano più nulla e balbettavano soltanto tre parole: Collegio... istituto... Mano Nera!! Scrissi una lettera dando un ragguaglio dello stato morale dei genitori e la bambina venne accolta in un istituto...

Un altro giorno mi vedo inaspettatamente davanti un tale, che pieno di gioia e di riconoscenza mi dice:

Signor Segretario, io sono...

- Come già fuori?

- Appunto! e son venuto a ringraziarla del bene che mi ha fatto. Lei mi cavò dalla tomba ed ha ridonata la vita a me ed ai miei figliuoli.

Pover'uomo! aveva ancor sulla fronte le tracce del dolore e dell'angoscia, ma i suoi occhi brillavano di vita... Era libero finalmente; era ancora in seno alla sua famiglia ; il marchio d'infamia era stato cancellato dalla sua fronte poteva ancora affrontare la società e dire:

- Sono un galantuomo!

Per una combinazione fortuita, di buon mattino, quando l'aria era ancora oscura, si era trovato nei pressi di una casa, dove pochi minuti prima era stato rubato un bambino dalla Mano Nera. Fu arrestato per sospetto e trattenuto sotto la deposizione fatta da una bambina.

Processato e trovato colpevole, fu condannato a 49 anni e dieci mesi di carcere duro.

Ricorse in appello e la moglie venne a pregarmi di raccomandarlo alla clemenza del Giudice. Presi le più ampie e sicure informazioni, estesi una lunga relazione confortandola di tutte quelle circostanze che lo sgravavano del delitto di Mano Nera e di ogni cooperazione nel rapimento del bambino. Quindici giorni dopo era libero!...

Poveri italiani ! - Mancano di unione - Gravi soprusi - Una prima emancipazione - La "Christian Labor Union" - Il lavoro del Segretariato.

Questo stato di cose che avvilisce il nome italiano, questo disordine, questa schiavitù morale potrebbe cessare quasi a un tratto quando gli italiani si decidessero una volta ad aprire la bocca ed a denunziare senza misericordia le associazioni di delinquenti, i Manoneristi, i maffiosi e tutta l'altra pleiade di camorristi che come vampiri succhiano indisturbati il sangue del nostro popolo e commettono atrocità ributtanti, restando quasi sempre impuniti perchè la popolazione tace o li protegge per paura. Sembra impossibile, eppure è così!... Le bombe scoppiano rovinando le proprietà; in pieno giorno si accoltella o si ammazza a revolverate, si ruba, si spogliano le case; si conoscono i delinquenti, ma non si denunziano che assai raramente e non sempre si sostiene l'accusa.

Anche l'altra sera una povera donna venne a me per raccontarmi le indegnità a cui la faceva sottostare il marito. Ha tre figli, tutti piccoli. Quante volte si sentì spinta al suicidio per tòrsi ad una vita che aveva tutte le amarezze e tutti i dolori che una madre possa soffrire. Son circa quattro mesi che è a New York; e ebbi il marito più volte nel mio ufficio; lo pregai, lo minacciai, ma non volle mai capir ragione. L'ultima volta gli dissi di ricordarsi che egli giuocava con uno, che alfine avrebbe vinta la partita, e peggio per lui. Mi rise in faccia stolidamente e se ne andò. Ora la moglie non ne può più e farà come le ho detto di fare tante volte. Ma perchè non lo fece prima? Perchè era stata minacciata... Paura sciocca; perchè dopo cinque anni di carcere duro ed altrettanti di sorveglianza, il marito avrà tutt'altra voglia di buscarsene altri dieci.

Quello che maggiormente sconforta è il vedere come la Colonia italiana di New York e Brooklin, che conta almeno seicentomila nostri connazionali, non abbia alcuna unità, alcun indirizzo, nessuna coesione morale; è propria l'Italia raminga in mezzo alle altre colonie che si affermano ogni giorno più in questa immensa metropoli, per cultura, per commercio e per un sempre crescente svolgimento di energie individuali e collettive.

Agli italiani si riconoscono virtù, meriti, energie superiori a quelle di molte altre collettività immigrate; si spera che essi le facciano presto valere, ma è sempre una speranza.

Una sera ebbi a scambiare alcune vedute intorno agli italiani con un eminente personaggio della Colonia Irlandese. Egli ama l'Italia e stima assai gl'italiani e conchiudeva le sue osservazioni dicendomi:

- Gl'italiani non sanno farsi valere ; non sono uniti; non c'è in loro quello spirito di patriottismo che sa dimenticare i privati interessi e sacrifica le ambizioni individuali per il bene comune e la gloria del nome italiano. Se noi fossimo italiani, a quest'ora il tricolore sventolerebbe rispettato a tutti i punti cardinali della città e dell'Unione.

Si direbbe che, almeno nel campo operaio, dove gl'italiani hanno un'incontestata preminenza, essi dovessero avere le loro Unioni Professionali, le quali li garantissero dai soprusi, assicurassero la loro indipendenza e li facessero rimunerare a seconda del merito. Eppure non c'è neppur l'ombra di tutto questo. Essi sono rimorchiati dall'elemento ebreo, che spadroneggia nelle Unioni Professionali di New York perchè più numerose e tiene gl'italiani come la zavorra di sicurezza, quando vuole uno sciopero o boicottare un manifatturiere e farlo fallire. Questa manovra di boicottare e causare fallimenti in principio riuscì a meraviglia ed i manifatturieri si inchinarono alle Unioni e l'operaio ebbe il salario rialzato, benchè il contratto di perequazione retributiva, senza fare distinzione di merito e di abilità professionale, abbia causato un danno immenso agli italiani.

La reazione però dei manifatturieri non si fece molto aspettare. Moltissimi di loro non vollero firmare alcun contratto con le Unioni e quelli che lo avevano firmato; per non sottostare alle imposizioni ed ai boicottaggi aprirono succursali nei centri limitrofi od ebbero il lavoro fatto in Europa, spostando così la base della mano d'opera e del guadagno dell'operaio. Le fattorie si chiusero a centinaia in New York, il popolo non trovava lavoro, languiva inoperoso nella miseria, mentre i capi unionisti con un cinismo che aveva del grottesco e dello scellerato pensavano ancora a spingere il popolo allo sciopero per fargli credere che ad essi stava a cuore il suo bene. Il manifatturiere invocava la protezione dei suoi interessi dalla Polizia; la lotta tra operai unionisti e non unionìsti si accendeva nelle vie ed i poliziotti randellavano a destra ed a sinistra, conducendo in prigione i più riottosi.

Alla fine chi aveva perduto? L'operaio, come sempre; mentre i capi unionisti cantavano vittoria e continuavano a papparsi venticinque o cinquanta dollari alla settimana pagati dalle quote dell'operaio che in causa dello sciopero aveva dovuto patire la fame, le randellate dei poliziotti ed anche la prigione. La lotta tra capitale e lavoro, non essendo condotta su una base scientifica e di giustizia, deve necessariamente avvilirsi nell'odio di classe, nel disprezzo di ogni principio morale, nella mistificazione dei doveri e dei diritti sociali e nell'eccitamento delle più basse passioni, in una parola, nella demoralizzazione dell'operaio.

Ciò fecero le Unioni Professionali ed i loro giornali, che sono gli esponenti delle loro aspirazioni. Questi giornali a cui gli operai sono abbonati, pure sfiorando la questione del lavoro, perchè essi li pagano, aggrediscono sempre con violenza da trivio la religione e la morale. Dio è una chimera, Cristo un sognatore, l'anima e ciò che è al di là della tomba non esistono; la donna deve emanciparsi dall'uomo, seguire la legge del libero amore, lavorare per guadagnare di più e divertirsi di più; ecco l'unico intento! e guerra a morte al capitalista che è il nemico eterno dell'operaio; mentre inneggiano all'avvicinarsi della rivoluzione sociale e dicono al popolo di tenersi pronto colla mannaia e la fiaccola incendiaria.

Ognuno può immaginarsi l'effetto deleterio di questi giornali, che passano ogni settimana per le mani degli operai, uomini e donne che non sanno distinguere cosa da cosa e son così impressionabili e facili ad esaltarsi. Basta: questo stato di cose era andato fin troppo oltre; aveva fatto troppe vittime perchè dovesse continuare senza che nessuno sventolasse la bandiera della reazione. Ed il giorno auspicale venne, quando la signorina Gina Giordano di Valguarnera Caropepe (Sicilia) iniziò un colossale movimento di rivolta nel ramo « Sartine » e tentò di emancipare l'elemento italiano dalla camorra che lo sfruttava a suo uso e consumo, per formare una locale Indipendenza Italiana che sarebbe stata controllata e retta interamente da italiani, su principii d'ordine e di giustizia. Essa formò un Comitato di protesta che la coadiuvò a costo di immensi sacrifizi materiali ed in pochi mesi distaccò dall'Unione più di seimila sartine italiane. D'indomito coraggio, diresse per otto mesi una lotta epica, degna di storia. Era la reazione, la riscossa ed il primo sforzo per l'emancipazione dell'elemento italiano dalla plutocrazia ebraica. Ella capì subito che il movimento reazionario dalle sartine doveva necessariamente espandersi agli altri rami professionali, dove gli italiani sono un'entità numericamente cospicua, e in questo caso ella e il suo Comitato di protesta si sarebbero trovati impari al bisogno. Pensò allora d'interessare chi poteva e doveva prendere in considerazione il movimento operaio da essa iniziato e condurlo alla vittoria con un programma sociale che salvaguardasse i sacri diritti dell'operaio, ne migliorasse i costumi e ne custodisse la morale.

Profondamente cattolica, essa si rivolse ai cattolici e venne al mio ufficio per concertare il da farsi. Io portai il progetto innanzi alle Autorità Ecclesiastiche della Diocesi e fu accolto; l'Em.mo Card. Arcivescovo lo benedisse, i Parroci lo presero a cuore e dopo alcune Conferenze si venne alla decisione di incominciare un lavoro preparatorio per la formazione della grande Organizzazione Cattolica che venne battezzata: Christian Labor Union (1). Il primo Ufficio venne aperto alla Casa Salesiana delle 12 strade. Sarà un lavoro lungo e paziente, ma non potrà fallire a glorioso porto, perchè il popolo è disgustato delle Unioni e sarà con noi. Il lavoro sociale della Chiesa Cattolica nelle masse operaie è di una necessità assoluta. Ora il dado è gettato, fu lanciato il primo grido di allarme; se non riusciremo noi a far giganteggiare la Christian Labor Union, lo faranno altri dopo di noi ed il nostro tentativo rimarrà sempre il preludio della vittoria finale.

Finisco con un breve prospetto del lavoro compiuto in un anno dal Segretariato.

Bambini fatti collocare nelle Istituzioni Cattoliche, 360.

Raccomandazioni per lavoro, 210.

Rimpatrii, 194.

Famiglie raccomandate per assistenza, 250.

Raccomandazioni per Ospedali, 42.

Istanze alla clemenza dei Giudici 34.

Istanze al Governatore per clemenza esecutiva 6.

Istanze di perdono alla Corte dei ragazzi, 30.

Ricerche di aiuto legale, 15.

Compensi ottenuti per disgrazie sul lavoro, 3. Raccomandazioni di sbarco a persone trattenute ad Ellis-Island (il luogo dove approdano i piroscafi degli emigranti), 44. Raccomandazioni alle diverse Homes for

Aged People (Ricoveri per i vecchi), 24.

Casi di adozione di orfanelli, 12.

Relazioni di 21 casi alla Società Protettrice dei fanciulli.

Aiuti ad ottenere la carta di lavoro a ragazzi e ragazze, 10.

Licenze ottenute per esercitare il piccolo commercio, 16.

Pratiche con la Corte delle Relazioni Domestiche, 12.

Più un cumulo di 1441 casi registrati che con i non registrati ammontano certo a più di due mila!...

Iddio ci conforti colla sua grazia a proseguire nel grave lavoro, e Lei pure, sig. Don Albera, ci accompagni colle sue preghiere.

Di Lei, Dev.mo Figlio in G. C.

EUGENIO TEDESCHI.

(1) La prigione principale dello Stato, di cui è affidato il servizio religioso ai nostri Confratelli, per i detenuti che parlano italiano o spagnuolo. È qui che si compiono le esecuzioni capitali sull'electric chair, la sedia elettrica.

(1) La parte orientale della città. New York è divisa in due parti: est ed ovest, separate dalla nota via Broadway,

(1) Il gran carcere per quelli che sono sotto processo, unito dal famoso Bridge of Sighs (o ponte dei sospiri) al Palazzo dei Tribunali.

(1) Unione operaia cristiana.

Tra gli Emigrati.

NEW YORK - Il Segretariato della Parrocchia di Maria SS. Ausiliatrice alle 12 strade. - Spigoliamo da una relazione del Sacerdote addetto a quel Segretariato:

...Il nostro popolo Italiano, e specialmente meridionale, crede che il prete possa fare tutto, possa con una sua lettera far anche rompere le leggi, statali o federali, per accontentarlo. Perciò si rivolge al prete per tutto quanto gli occorre, incominciando dalla lettera di raccomandazione al Governatore dello Stato per salvare qualche parente o compaesano dalla sedia elettrica, fino alla lettera di raccomandazione al Board of Health, per la denuncia delle nascite dei figli, per risparmiare qualche scudo, dovuto alla levatrice, incaricata dalla legge di queste pratiche.

In tutte queste contingenze il sacerdote cattolico deve porre in pratica le massime evangeliche della mansuetudine e della pazienza, e compatire alla ignoranza che talora non è colpevole.

Il lavoro di assistenza agli italiani residenti nella giurisdizione di questa Parrocchia, compiuto da questo Segretariato federato alla

Italica Gens » è stato assai più grave e difficile in questi ultimi tempi, specialmente per ciò che concerne il collocamento a lavoro, a motivo delle condizioni di crisi che travagliano gli Stati Uniti.

La crisi, come è noto, è dovuta principlamente a due cause: alla riduzione delle tariffe doganali d'importazione che ha determinato il languire di molte industrie ed in secondo luogo alla lotta impegnata dal Governo contro i trusts, lotta che ha ridotto molte grandi Compagnie a cessare il lavoro ed a chiudere le officine.

La disoccupazione negli Stati Uniti da oltre un anno è generale è grave; quindi è pur grave la miseria, ne vi è per ora speranza di una prossima ripresa di grandi lavori.

Diamo qui un sommario di pratiche in favore dì connazionali, sbrigate da questo Segretariato nel 1913 e nel 1° semestre del 1914.

Famiglie soccorse o direttamente, o per mezzo della Congregazione di Carità (la spesa sostenuta per tali soccorsi dal Segretariato ammonta a varie migliaia di lire) N. 188.

Orfani collocati in Istituti, 133.

Malati fatti ammettere in ricoveri ed ospedali, 32.

Aiutati e raccomandati al R. Console per il rimpatrio gratuito, 289.

Raccomandazioni alla Children's Court (Tribunale per i fanciulli) per liberazione di fanciulli arrestati, ecc., 40.

Delle pratiche di collocamento a lavoro, che furono numerosissime, non si è tenuto conto esatto.

LONDRA. - Per gli Emigrati Polacchi. - A Londra, nell'archidiocesi di Westminster, i Salesiani hanno una Missione per gli Emigrati polacchi, che ha cura di tutti i polacchi - di qualunque stirpe essi siano - purchè parlino la lingua polacca.

La Missione si occupa dei polacchi sparsi nella città di Londra e nei dintorni. Non è una parrocchia propriamente detta, ma il Rettore di essa gode la giurisdizione d'un parroco e solamente i polacchi sono sotto la sua giurisdizione.

Nella chiesa della Missione si predica tutte le domeniche e feste dell'anno, si fanno le istruzioni catechistiche, e si ascoltano le confessioni nella lingua degli emigrati.

La Missione ha cura anche degli ammalati ricoverati negli ospedali di Londra.

Lungo l'anno si visitano anche di tanto in tanto tutte le famiglie polacche per tener viva in esse la fede e per incoraggiarle ed assisterle nelle loro difficoltà.

Si fanno altresì scuole serali ai fanciulli e alle fanciulle degli emigrati.

Nella Missione esistono quattro associazioni religiose: di San Giuseppe per gli uomini adulti, di San Casimiro per i giovani, del S. Rosario per le donne e le giovani, e del SS. Sacramento per ambo i sessi. Tutte queste associazioni si radunano separatamente una volta al mese e compiono un bene rilevante.

DALLE MISSIONI

REPUBBLICA ARG.

La messe biondeggia; mancano gli operai. (Lettera dell'Ispettore D. Pedemonte)

Viedma, 27 giugno 1914.

REV.MO ED AMATO SIG. D. ALBERA, TRALASCIO, per altre mie, tante note di viaggio che certamente interesserebbero i lettori del Bollettino, per dire alla S. V. Rev.ma dello sforzo che fanno i suoi figli della Patagonia nel senso di ridurre alla pratica i preziosi suoi insegnamenti intorno alla coltura delle vocazioni ecclesiastiche e religiose.

Prima di tutto io posso assicurarla che l'impegno nostro si è di renderci modelli di vita cristiana a tutti i nostri allievi ed a quanti ci avvicinano. Fin dal 1885, il Ven. nostro Padre D. Bosco scriveva all'apostolo della Patagonia, Mons. Giovanni Cagliero, queste precise parole che trascrivo dal prezioso autografo che ho sott'occhio e porta la data del 6 agosto: « Fate quanto potete per avere vocazioni;... procurate di aiutarci in questo senso ».

I Confratelli nostri che ci precedettero ebbero già la bella fortuna di preparare per queste missioni validissimo aiuto di giovani, che sorretti dalla grazia divina esercitano ora il loro ministero nel paese natio con lodevole impegno.

Il latino si studia in tutti i Collegi ed i nostri aspiranti in bel numero fanno gare promettenti di lieto avvenire pii loro studii.

Il canto gregoriano si ama, si studia e si eseguisce con tale buon gusto che ebbi la grande soddisfazione di udire da taluno, dopo una delle funzioni di chiesa: «Veramente sembrava di essere in una cattedrale d'Italia ».

L'esattezza delle cerimonie colpisce assai e muove tanto alla pietà che le lunghe ore diventano brevi anche per i piccini del nostro asilo infantile.

Io provai, dopo una lunga assenza, tale confortante impressione che non potei frenare le lagrime di consolazione pensando ad una predizione di D. Bosco.

Egli, descritto un suo misterioso e lungo viaggio fatto al piede delle Ande, dìceva ai suoi figliuoli di Torino una sera del 1883: « Colla dolcezza di S. Francesco di Sales, i Salesiani attireranno a Gesù Cristo molti popoli di America. I primi selvaggi sarà difficile moralizzarli ; i loro figliuoli però si presteranno docilmente e per essi si fonderanno colonie e la civilizzazione si estenderà ovunque ».

Eguali furono i sospiri di coloro che ci furono maestri zelantissimi! Ora come godrebbero (altri sono morti, altri lontani di qui) vedendo svanite le tante difficoltà dei primordi della missione! come gusterebbero dei dolci frutti di tante fatiche!

Forse è giunta l'ora predetta dal nostro Ven. Padre una sera del 1885, come ricavo da un manoscritto di un mio caro maestro partito poco dopo da Torino verso queste terre. Don Bosco disse

« Vidi che i Salesiani ora seminano, ma coloro che li seguiranno raccoglieranno. Uomini e donne si fortificheranno e si convertiranno in predicatori. I loro figliuoli, quelli stessi che ci sembra impossibile di guadagnare alla Redenzione, si cambieranno in Evangelizzatori dei loro parenti ed amici ».

Ed un po' più oltre egli aggiungeva: « Tutto quanto vidi, si riferiva ai Salesiani, al loro regolare stabilimento in quei lontani paesi, al loro aumento meraviglioso e alla conversione di tanti indigeni e di tanti Europei là dimoranti. L'Europa si riverserà nell'America... ».

Vengano dunque molti baldi giovani Europei, i a preparare i nuovi apostoli che quali teneri fiori sbocciano in queste immense campagne sciogliendo un inno di benedizione a Dio misericordioso ed ai pionieri di progresso e cristiana civiltà, inviati a queste terre dal Ven. Don Bosco! Vengano i saggi e santi maestri che colla umiltà, col lavoro e la temperanza, le virtù indicate da D. Bosco, avranno esito felice in ogni loro impresa!

Benedica, amato Padre, questo

Suo aff.mo figlio

Sac. LUIGI PEDEMONTE.

N. d. R. -A conferma di questi santi propositi riproduciamo alcune linee di una lettera del Missionario D. Ressico, in data 13 luglio, da Patagones

« Quest'anno mercè lo zelo del nostro Ispettore si nota un po' di risveglio tra gli adulti, e, sopratutto, tra i giovanetti. Le domeniche son molti quelli che ricevono Gesù nel loro cuore. Tutte le sere diamo la benedizione con il SS. e le domeniche cantiamo i vespri cogli esterni. Abbiam celebrato con grande slancio il mese del Cuor Sacratissimo di Gesù con una breve lettura tutte le sere e la benedizione.

» La scorsa domenica abbiam fatto una bella festa in adesione al Congresso Eucaristico di Lourdes. Molti furono i giovanetti che si accostarono ai SS. Sacramenti e alla sera vi fu una divota processione con il SS. Sacramento. Gli adulti, com'è noto, sono indifferenti in cose di religione. Noi quindi facciam di tutto per far risplendere in tutta la sua luce la fiaccola della nostra Santa Religione; e i frutti divengono di giorno in giorno più copiosi e più belli... ».

EQUATORE.

La 1a Comunione di due Jivari. Una nuova residenza ad Indanza.

Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giacomo Costamagna, Vicario Apostolico di Mendez e Gualaquiza, il 29 agosto u. s. c'inviava da Cuenca le seguenti notizie.

«...Il giorno di S. Giacomo, accompagnati del fior fiore di questa città, fecero la loro prima Comunione due Jivaretti. Si chiama il primo José Jutzahua, il secondo Ramón Tibi. Son due ragazzi sottratti al furor della mischia, nella quale perirono assassinati da altri feroci Jivari i loro poveri genitori. Ora sanno già leggere in castigliano, far conti e servir benino la S. Messa. Peccato che un feroce mal cutaneo minacci rapir loro l'esistenza! Dio voglia che sanino! Essi ci servono ammodo anche per meglio imparare la difficilissima lingua jivara.

» Abbiamo aperta testè la difficile missione d'Indanza. Vi andarono Don Albino del Curto e Don Bonicatti. Han sofferto e soffrono tanto! Sfido io! aprir, quasi senza mezzi, una missione in piena foresta!... Don Albino ne darà la descrizione al più presto. Orate Pro me et missione mea difficillima »...

Monsignor Costamagna, superando coraggiosamente le varie difficoltà che si frapponevano al suo ingresso nella Missione a lui affidata, l'11 febbraio u. s. partiva da Valparaiso nel Chilì, dove nel tempo della sua permanenza assistè alle feste giubilari della nostra casa di Talca e giungeva al porto di Callao nel Perù.In questa repubblica egli si fermò più di tre mesi, lavorando indefessamente dentro e fuori delle nostre case con ardentissimo zelo, finchè il 4 giugno partì alla volta dell'Equatore. Il 17 di detto mese moveva alla volta di Cuenca. Il suo passaggio per le varie popolazioni di questa diocesi fu un trionfo. L'incontro con S. E. Rev.ma Mons. Polit, Vescovo Diocesano, fu commoventissimo. Questo degno Prelato ha voluto ospite presso di sè il Vicario Apostolico dei poveri Jivaros e l'aiuta efficacemente in ogni guisa, perchè si possa dar impulso alla difficilissima Missione dell'Oriente dell'Equatore. Che il buon Dio lo rimuneri di tanta carità e benedica le apostoliche fatiche dei nostri cari Missìonari.

MATTO GROSSO (Brasile). nuovi battesimi e matrimoni alla colonia S. Giuseppe al Sangradouro.

Spigoliamo da una lettera scritta dal carissimo Don Balzola al rev.mo sig. D. Albera, in data 2o giugno, dalla Colonia S. Giuseppe al Sangradouro.

Dopo lunga attesa il nostro carissimo ispettore Don Malan veniva alle Colonie. Ebbi la fortuna di andarlo ad incontrare insieme con Don Colbacchini e D. Salvetto e di rimanere con lui a dettare gli Esercizi nelle Colonie del S. Cuore e dell'Immacolata.

Là udimmo dalla sua bocca tante belle e interessanti notizie dei nostri venerati Superiori, Cooperatori e Cooperatrici, della cara Italia e della generosa Francia, dove ricevette molte limosine per questa Missione ecc. ecc. e provai anch'io grande consolazione nel vedere il progresso di quelle Colonie, specialmente di quella del Sacro Cuore completamente cristiana. Si stabilirono varie cose a beneficio di questi cari selvaggi ed eravamo pienamente soddisfatti delle loro disposizioni, ma nessuno poteva sognare il giubilo immenso che ci attendeva pochi giorni dopo!

Io partii dalla Colonia del Sacro Cuore per far ritorno al Sangradouro e disporre ogni cosa pel nostro Ritiro spirituale e pei matrimonii e battesimi degli indii, quando il giorno stesso di Maria SS. Ausiliatrice ricevetti un telegramma dal Sacro Cuore in cui mi si comunicava la fausta notizia dell'erezione della Prelatura Apostolica di Registro d'Araguaya e della nomina di D. Malan a Prelato e Vescovo! Immagini che allegrezza e che giubilo per noi tutti!

Arrivò poi Don Malan con D. Colbacchini e Don Salvetto. Don Malan aveva molta premura perchè S. E. Rev.ma il Nunzio Apostolico lo chiamava a Rio de Janeiro per concertare la consecrazione, ed anche qui avevamo molto da fare. Incominciarono gli Esercizi Spirituali e trattammo dei battesimi e matrimonii degli indii. Molti me n'avevano dato parola ed io li aveva accettati; ma poi trovandoci con tanta premura e senza il necessario da distribuir loro per la circostanza e senza le case pronte, si pensava di ritardar la cerimonia. Non fu possibile. Quando fui a parlarne con alcuni per indurli ad aspettare, si fecero tristi e malcontenti. Don Malan aveva già comunicato loro tutte le condizioni che si esigevano e le rinunzie che dovevano fare, ed essi accettarono tutto e chiesero di essere egualmente battezzati. Deo gratias! Era questo anche il nostro vivo desiderio.

Pertanto la vigilia di Pentecoste si battezzarono venti tra ragazzi e ragazze, e la domenica dopo si battezzarono gli adulti e si celebrarono 14 matrimonii, i quali, coi 4 che avevamo già fatti, portarono a 18 il numero delle famiglie cristiane, in questa Colonia. Tra esse è pur quella del vecchio Capitano Lobo (Lupo) e di suo figlio, che vennero nel numero degli 88.

Ora con questo bel gruppo di famiglie cristiane ci è senza dubbio più facile l'aumentarne il numero; tanto più che tutte ci dànno prova di aver compreso il gran passo che hanno fatto fra le più liete speranze.

Il nostro Ispettore Don Malan mi destinò a compagno lo zelantissimo ed infaticabile Don Salvetto, che come direttore fece progredire tanto la Colonia dell'Immacolata, ed ora possedendo già bene la lingua indigena sarà di grande utilità per formare anche di questa Colonia una Cristianità fiorente...

***

Fin qui il zelante Missionario.

Egli, come abbiam detto nello scorso numero, ora si accinge a recarsi in visita di possesso e prima ispezione alla Prefettura Apostolica del Rio Negro nel Brasile, affidata alla nostra Pia Società. Torniamo a raccomandarlo con fraterno affetto alle preghiere dei lettori.

Per la santa memoria di Pio X.

In ogni parte del mondo Salesiani e Cooperatori si distinsero anch'essi nel suffragare l'anima santa di Pio X:

Ci scrivono dalla Patagonia:

« Viedma, 28 agosto. - Stamane alle dieci e mezzo, per iniziativa del Vicario Foraneo di questa capitale D. Luigi Pedemonte, Ispettore delle Case Salesiane della Patagonia settentrionale e centrale, si sono celebrati nella nostra parrocchia solenni esequie in suffragio dell'anima di S. S. Pio X. Alla sacra funzione, svoltasi con pompa e maestà straordinaria, partecipò l'intera cittadinanza con a capo le autorità del Territorio, tra cui l'Ecc.mo Governatore Sig. Pietro Antonio Serrano, che con delicato pensiero volle presenziasse la mesta cerimonia per gli onori militari lo stesso corpo « Guarda Càrceles ». Divotissimo il contegno di tutti. Numerose le sante comunioni dei nostri alunni e dei fedeli, lungo la mattinata. La bontà di Pio X aveva riempito di sua fama il mondo. La sua memoria sarà anche fra noi incancellabile».

IL CULTO di Maria ausiliatrice

NEL SANTUARIO I restauri.

Continuano sempre e quanti ammirano la parte compiuta ne sono veramente soddisfatti. La cupola e i campanili spiccano per semplice proprietà, il tetto interamente rinnovato con lastre di granito ci fa sperare che abbia a rimaner intatto per un lungo corso d'anni, ed è vicino il giorno in cui i ponti costrutti tutt'attorno il Santuario saranno abbassati rapidamente. La facciata però non è stata ancor toccata e nemmeno l'interno: eppure...

Che la Beata Vergine ci aiuti a condurre a compimento quest'impresa, totalmente diretta al decoro del suo culto, per l'anno suo Centenario.

Le offerte.

Mercè l'affettuosa alacrità di molti zelanti cooperatori e cooperatrici, affluiscono ancora... ma troppo poche ripetto ai gravi bisogni. Noi però sentiamo il dovere di ringraziar cordialmente quanti si adoperano per venirci in aiuto, col voto che le sante industrie di alcuni vengano largamente imitate.

Un'egregia cooperatrice di Sassari inviandoci la somma di lire 11,05 ci scrive: « È la mia modesta offerta, unita a una piccola colletta fatta in famiglia pel Santuario di Maria Ausiliatrice ».

Una zelante maestra del Veneto ci spedisce due lire con questa nota: « Piccola offerta della maggior parte dei miei alunni per i restauri della Chiesa di Maria Ausiliatrice. Anche i miei piccoli scolari vogliono parteciparvi, privandosi di qualche frutto o dolce per offrire il loro soldo alla Madonna! »

Un Parroco invìando dieci lire dichiara:

« Perchè la Madonna di Don Bosco renda e conservi buoni cristiani per tutta la vita i fanciulli che ho ammessi alla prima comunione.

Come è delicata ed operosa la carità! come son belle queste espressioni di fede!

II° Funzione solenne per la pace e pel Santo Padre.

Ben più solenne di quella del mese precedente riuscì la funzione celebratasi il 24 ottobre u. s. nella Basilica Pontificia di Maria Ausiliatrice per la pace e secondo le intenzioni del S. Padre. Fin dalla vigilia la statua dorata della Vergine che troneggia sulla cupola restaurata, maestosamente avvolta in un nimbo di luce attirò al Santuario un gran numero di fedeli. Al mattino il sacro tempio era gremito. Nel centro scintillavano le aste di una lunga fila di bandiere, inviate da tutte le associazioni dei Collegi ed Oratori Salesiani della città e della parrocchia di Maria Ausiliatrice.

Celebrò la S. Ecc. Rev.ma Mons. Angelo Bortolomasi, Ausiliare dell'Em.mo Cardinale Arcivescovo e Presidente effettivo del Comitato de' Festeggiamenti Centenari di Maria Ausiliatrice. Durante la santa messa si recitò da tutto il popolo il S. Rosario, alternato da armoniose melodie della Schola cantorum del Santuario e da duecento alunne dell'Opera Pia Barolo.

La distribuzione della Santa Comunione fu lunghissima e si protrasse quasi incessante per più ore durante la mattinata. L'imponente cerimonia si chiuse con un'eloquente allocuzione di Mons. Bortolomasi e la trina benedizione eucaristica.

Pellegrinaggio spirituale.

Invitiamo i devoti di Maria SS. Ausiliatrice a pellegrinare in ispirito al Santuario-Basilica di Valdocco il 24 corrente e ad unirsi alle nostre preghiere.

Oltre le intenzioni particolari dei nostri benefattori, nelle speciali funzioni, che si celebreranno in questo mese nel Santuario, avremo questa intenzione generale

Anche in questo mese pregheremo con le più vive istanze la nostra buona Madre e Regina per LA PACE in tutto il mondo, e secondo l'intenzione del Sommo Pontefice BENEDETTO XV.

GRAZIE E FAVORI

Maria Ausiliatrice mi ha esaudito! (1)

La mia cara nipotina, di circa due anni, andava così dolorosamente deperendo che i medici ed i valenti professori interpellati, che dapprima non sapevano spiegarsi la cagione di tale esaurimento, dichiararono poi che era affetta da meningite è diedero il caso per disperato.

In quei momenti angosciosi mi rivolsi pieno di fiducia alla Madonna di D. Bosco, incominciai una novella in suo onore, e feci celebrare una S. Messa al suo Santuario in Torino.

La cara Ausiliatrice mi ha esaudito. La mia nipotina, uscita incontanente di pericolo, andò migliorando tanto rapidamente che in breve diventò sì florida quale non fu mai prima che il male crudele la colpisse.

Riconoscente invio una piccola offerta in ringraziamento alla Vergine Ausiliatrice, con preghiera di pubblicare la grazia, affinché tutti nelle loro necessità ricorrano a questa buona Madre, certi che saranno esauditi.

Vigonovo, 17 agosto 1914.

SERAFINO NADIN CARLUZ,

Cooperatore Salesiano.

Victoria Gozo (Malta). - La mia piccola figlia Giovanna da varie settimane godeva poca salute; quando una nuova malattia dovuta alla dentigione confinò la bimba nel letto. Un giorno in cui essa ardeva di febbre, ricorsi con fede alla SS.ma Vergine Ausiliatrice ed al suo servo Don Bosco e feci voto di pubblicare la grazia e di mandar una offerta per le Missioni di Don Bosco qualora avessi visto la figlia sana in breve tempo. Dopo pochi giorni, grazie alla SS.ma Vergine ed al Venerabile Don Bosco la bimba era perfettamente guarita. Riconoscente adempio la promessa.

E. D.

Morano Po. - Mio nipote, Giovanni Grignolio, di 22 anni, era stato colpito da fiera peritonite e non lasciava più speranza di salvezza. Si fece ricorso con preghiere speciali alla Vergine Ausiliatrice ed il povero infermo guarì completamente ed ora attende alle consuete occupazioni.

10 agosto 1914.

GIACOMINA GATTI.

Sirolo (Ancona). - Trovandomi da tempo in gravi complicazioni di vario genere a cui non vedevo via di uscita ricorsi, come già altra volta, all'aiuto di Maria SS. Ausiliatrice e alla intercessione presso di lei delle Anime Purganti, per le quali ebbi sempre un culto speciale. Gli effetti non si fecero aspettare e potrei affermare che sarebbero stati anche più solleciti se la mia fede fosse stata più piena e più umile. Grato alla Vergine di avermi fatto giungere ove i soliti mezzi umani non potevano, son lieto di tornare a ringraziarla pubblicamente in questo Bollettino.

9 settembre 1914.

Prof. Dott. STEFANO STEFANI.

S. Stefano Roero. - Nel dicembre scorso, mia madre fu colpita da polmonite, che dapprima leggera, stante la debolezza dell'inferma, minacciava farsi assai grave, forse con pericolo della perdita della mia amata genitrice. In tale frangente, invocai di cuore l'Aiuto dei Cristiani colla promessa di un'offerta a pro' delle Opere Salesiane, se la Vergine Ausiliatrice le avesse ottenuta la tanto sospirata guarigione. Fui esaudito. Fatto il voto unito a ferventi preghiere, l'inferma cominciò a migliorare sensibilmente tanto che il Dottore curante, dopo il quinto giorno di visita, dichiarò essere l'inferma fuori di pericolo ed in via di guarigione. « Deo ,gratias! esclamai ». Viva Maria Ausiliatrice, alla cui intercessione mai inutilmente si ricorre.

S. Stefano Roero, 25 gennaìo 1914.

D. GIACOMO MAJOLO.

Ziano Fiemme (Trentino). - Ai primi di marzo, 1912 mi si manifestò, come constatarono i medici, una peritonite tubercolare, e nonostante le sollecite cure della mia famiglia, ero sempre nel medesimo stato. Medici e medicine... tutto provai! Da ultimo mi si consigliò di sottomettermi all'operazione, benchè fosse seria e pericolosa. Lascio immaginare ad ognuno il dolore che provammo io e tutti di famiglia. Temendo assai per la mia vita, mi rivolsi a chi tutto può, e feci promessa a Maria Ausiliatrice, di cui leggo tante grazie sul Bollettino, che avrei pubblicato la grazia, qualora mi avesse guarito senza dover assoggettarmi all'operazione. Le novene si succedettero unite alle preghiere di tutti di famiglia, ed oggi, con meraviglia di tutti, sono completamente guarito. Sia mille volte ringraziata Maria Ausiliatrice, che con un nuovo prodigio volle manifestare anche a Ziano che Essa è veramente l'aiuto dei cristiani e che non sono mai vane le preghiere di coloro che ricorrono fiduciosi alla sua potente intercessione.

14 gennaio 1914.

GIUSEPPE GIACOMUZZI DI PELLEGRINO.

Padova. - Era appena terminato l'ingresso delle nostre pensionanti quando un caso di scarlattina, in quei giorni tanto diffusa in città, venite a desolare noi pure, recandoci pene non poche col pericolo di dover chiudere il Pensionato qualora il fatto si rinnovasse. Nel duro frangente non trovammo altra via di scampo che impetrare una grazia dalla Vergine Ausiliatrice, promettendo di pubblicarla se più nessuna pensionante fosse incolta da simile malore. E la grazia fu completa. Anche in altre circostanze abbiamo sperimentato la potenza della Vergine Santa, e di tutto le rendo vivissime grazie, lieta che tali tratti di bontà abbiano servito a suscitarle tenera devozione anche fra noi.

24 gennaio 1914.

La Direttrice del Pensionato Normaliste D. Bosco.

Torino. - È coll'animo pieno di riconoscenza che vengo ai tuoi piedi, o Maria Ausiliatrice, ad adempiere la promessa di venirti a ringraziare nel tuo Santuario, portare una messa di ringraziamento e far pubblicare la grazia. Nel mese di settembre un mio carissimo congiunto si lasciava prendere la mano destra nell'ingranaggio d'una macchina, riportandone tre dita gravemente schiacciate, tanto che i dottori ne riputavano necessaria l'amputazione. Data l'avanzata età del ferito, si temeva per tante cose. In quell'affanno invocammo fervorosamente l'Ausiliatrice ed Essa, Madre Misericordiosa, ci esaudì. Il mio congiunto non solo non ebbe a subire nessun'amputazione, ma guarì tanto bene da far stupire gli stessi dottori. Ti sien rese grazie, o Maria Ausiliatrice! Deh ! continuaci la tua protezione che noi mai lascieremo d'invocare.

10 febbraio 1914.

N. N.

S. Pellegrino. - Coi sentimenti della più viva riconoscenza, ti ringrazio, o Maria, della potente tua protezione. Una mia nipotina, causa una grave enterite, era giunta a tal punto che rimaneva ben poca speranza di salvarla. Desolata mi rivolsi con fede a questa gran Madre, invocandola col dolce titolo di Aiuto dei Cristiani. Bontà di Maria! La piccina incominciò a migliorare e finita la novena era fuori di pericolo. Tempo dopo l'altra sorellina venne colpita dal morbillo, che faceva strage di bambini. Vedendola in fin di vita, piena di fiducia e speranza pregai con fervore la Vergine Santa e la bambina superò felicemente la crisi ritornando in pochi giorni alla primiera salute. Nei momenti tristi e dolorosi, sempre mi rivolsi alla cara Madonna di Don Bosco e mai fu invano. Grazie, o Maria, ti prego di concedermi altre grazie di cui abbiamo bisogno.

Aprile 1914

M. G.

Villa Tagliata (Guastalla). - Era appena passata la solennità dell'Epifania di quest'anno, quando mia madre si mise in letto, in seguito a dolore puntorio, che le impediva la respirazione libera. Evidentemente qui si trattava di malattia di carattere acuto: ed infatti era proprio una polmonite, come ebbe a constatare il medico chiamato subito d'urgenza. Naturalmente, il male doveva fare il suo corso. Ma quale sarebbe stato poi l'esito della risoluzione in un'inferma di età molto avanzata, portando sulle spalle ben 78 anni? Certo vi era luogo a temere, come ebbe a dichiarare lo stesso sanitario, il quale c'invitò a un consulto medico. Immagini ognuno come in tali frangenti si rimanesse noi, costernati e abbattuti dal dolore! Visto intanto che, umanamente parlando, poca speranza ci arrideva di poterla salvare, mi son rivolto pieno di fiducia alla cara Madre Celeste, l'Ausiliatrice di D. Bosco, di cui altra volta ebbi a sperimentare il potente aiuto, promettendole, se mi ridonava sana la mamma, rendere di pubblica ragione la grazia, a mezzo del Bollettino. Fatta la promessa, l'inferma, come per incanto, cominciò a star bene, poi meglio, insomma in pochi giorni si trovò fuori di pericolo. Però, non è tutto finito; perchè, mentre la beneficata compiva lentamente la convalescenza, eccoti di nuovo far capolino una recidiva sebbene più leggera di polmonite. Provai nuove ansie e nuovi timori,. Ma tosto feci nuovamente riccorso alla materna bontà dell'Ausiliatrice, ed anche questa volta ella si è degnata esaudirmi, benchè immeritevole, concedendemi così una duplice grazia, per aver scampato da doppio pericolo l'esistenza della mia genitrice.

Oh! sia pur sempre e da tutti amata, benedetta e glorificata l'Ausiliatrice di D. Bosco.

10 marzo 1914.

SAC. SECONDO TASCHINI Parroco.

Trino Vercellese. - Un groviglio di circostanze in un affare commerciale aveva sorpreso la mia buona fede e compromesso il mio buon nome. Una sentenza sfavorevole del tribunale aveva gettato me e la mia famiglia nella più profonda costernazione.

Feci ricorso alla Vergine SS. Ausiliatrice, ed in sede d'appello ottenni con sorprendente facilità completa assolutoria.

Ringrazio colla mia famiglia l'Ausiliatrice del popolo cristiano e invio offerta al suo santuario in Torino.

1o luglio 1914.

ATTILO BRIGNONE, Impresario-Costruttore.

Cuccaro Monferrato. - Nel novembre del 1910 mia figlia cadde ammalata di tiflite, a cui presto s'aggiunse la flebite in una gamba. Data la gravità della malattia iniziale, si temeva che degenerasse in appendicite, per cui sarebbe poi stata inesorabile un'operazione.

Non posso dire lo strazio del mio animo in quei momenti ! Maria Ausiliatrice fu però la stella fulgente che rischiarò le tenebre della disperazione che mi circondava!

A Lei mi rivolsi con fiducia, promettendole che se m'avesse guarita la figlia, avrei fatto pubblicare la grazia sul Bollettino.

La cara Madonna m'esaudì: la malattia infatti ebbe una benigna risoluzione senza intervento del chirurgo, e, nonostante due leggere ricadute, da un anno a questa parte, mia figlia gode buona salute. Essa anche ebbe a sperimentare altre volte la speciale protezione dell'Ausiliatrice da cui ebbe segnalati favori. Salgano perciò gl'infiniti ringraziamenti miei e della mia famiglia, salgano nell'eccelse sfere a dire alla Vergine Ausiliatrice tutta la nostra gratitudine.

7 marzo 1914.

AMALIA VALMACCHINO CARLEVARO.

Grana Monferrato. - Grazie, o Maria Ausiliatrice! quante volte ho innalzato la mia preghiera supplice a Te, e, nei momenti di esasperazione, ho pure unito alle preghiere amarissime lagrime! Tu hai consolato una povera anima, che quasi già sul l'orlo dell'abisso, nutriva pensieri di disperazione. Ora io innalzo il mio fervido ringraziamento a Te, o Madre tenerissima, scongiurandoti a continuarmi la tua materna protezione; e riconoscente invio lire 25 colla promessa che, nel limite della mia possibilità, invierò quanto prima altra offerta.

15 gennaio 1914.

PANE MARIA FU GIOVANNI.

Villagrande di Monte Copiolo (Pesaro). - Da vario tempo mi sentiva oppresso da giramenti di capo e da altri incommodi che mi facevano temere cattive conseguenze; perchè dalle cure di tre valenti professori non poteva ricavare alcun giovamento. Pensai di ricorrere all'efficace aiuto di Maria SS. Ausiliatrice, il cui valevole patrocinio ho esperimentato in altre urgenti necessità; e ordinai urla novena di messe e preghiere a suo onore nel Santuario di Torino. Il 25 novembre si cominciò la novena, come mi fu poi annunziato, e proprio da quel giorno mi sentii meglio e andai sempre migliorando. Sento quindi il dovere di attestare pubblicamente i scusi della mia sincera gratitudine verso la Vergine SS.ma che ancora una volta mi è stata larga delle sue grazie.

26 dicembre 1913.

PAOLO BANGHJARI.

Torino. - L'anno scorso, in un dolorosissimo frangente occorsomi, avevo particolare bisogno dell'aiuto di Dio, ed invocai di cuore il potente patrocinio di Maria SS. Ausiliatrice. Questa buona Madre, che sempre ascolta le preghiere dei suoi figli, si degnò esaudirmi. Perciò, col cuore pieno della più viva riconoscenza, sciolgo, benchè in ritardo, la promessa di far pubblicare sul Bollettino Salesiano, a maggior gloria di Dio e di Maria SS. Ausiliatrice, la grazia singolare.

24 gennaio 1914.

N. N.

Alba. - Sul finire del mese di dicembre dell'anno trascorso, la nostra cara mamma venne colpita da violenta polmonite, e stette parecchi giorni in grave pericolo. Ognuno può immaginare l'angoscia di me e di mio fratello, pensando che pochi giorni prima, per la medesima malattia, il nostro adorato babbo veniva rapito all'affetto nostro.

Con tutta fiducia ricorremmo a Maria SS. Ausiliatrice, promettendole che se ci faceva guarire la nostra cara mamma l'avremmo ringraziata a mezzo del Bollettino Salesiano. Essa ci esaudì, ed ora pieni di riconoscenza adempiamo alla promessa, implorando da Lei la Sua continua protezione.

Gennaio 1914.

ADELAIDE RUBINO e fratello.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti:

A*) - Acicatena : Agatina Ved. Tropea, 25 - Adro : Teresa Della Torre in Vezzoli, 8 - Affi D. Giacomo Dal Pez, 4 - Alba: Carlotta Gatti, 3 - Alcenago : Vittoria Pereti, 7 - Alessandria Luisa Mignone Cassetti, 25 - id.: N. N., 2 - id.: Dante Bensi, 2 - Aosta: N. N., 15 - Arcade : Antonio Mestrimer, 2 - Arquata Scrivia Carolina e Adele Prati, 20 -Asta: D. G. Cosani, 5.

B) - Bagnacavallo : Emilia Calderoni, 5 - Bagnaria : Caterina Ginocchio, 5 - Baldissero : F. T. Z. C. - Balisio : Giovannina Maroni Ved. Locatelli, 5 - Beaulard : Giacinta Bertana, io - Bellinzona : (Ticino): Anna Cossetta - Belvedere Langhe : Famiglia Manfredi - Belveglio Caterina Martinengo - Bibbiano : Cleonice Taccani, 2 - Bologna : Assunta Cenni, 5 - Bolognano d'Arco (Trentino): Dorotea Bertanimi, 14,40 - Borgomanero : Rosina Dulio, io - id.: Coniugi Torriani, 3 - Bosconero : Maria Pezzutti, 5 - Breme Lomellina : Giulia Regoliosi, 2 - Brescia Antonio D., 15 - id.: Giovanni Mileri, 3 - id. . Maria Almici, 2 - Brisighella : D. Luigi Cantinovi Parroco, io - Brivio Comasco : Adele Tentori, i - Buttigliera d'Asti : Giuseppe Bechis.

C) - Cagliari : G. M., 5 -- Caluso : G. M. F., 3 - id.: Caterina Bianchetti, 5 - Camerata Cornello : Maria Giusepponi fu Francesco, 3 - Candiolo Agostino Ponzo, 5 - Cantavenna : N. N., i - Capo di Ponte : Giacomina Maffea, 3 - Caprino Veronese : Eleonora Zambonini, 15 - Carpineto Luigi Piagni, 2 - Carrara : N. N., i - id.: Elisa. Bottiglioni, 3 - Casabianca : Maria Giovannini, 5 - id.: Bonifacio Giovannini, i - Caserta: G. Monti, 5 - Castellanza di Brianza : Masimilla Sutto in Lodini - Castelgoffredo-Berenzi : Lorenzo Terlera, io - Castelnuovo d'Asti : A. P. - , Castelnuovo Scrivia : Marina Croceo in Stringa, 2 - Cavaglià : T. R. P., 5 - Cellore d'Illasi : D. Alfonso Capra, 3 - Cento : Ada Bagni, 2 - Ceto Giacomina Filippino in Bonomi, 30 - Chieri : Giovanni Battista Gallina, i Chioggia :Maria Ponzo, 8.25 - Civitavecchia : La Direttrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice - Colonia Romano (Argentina): Caterina Baudino, 5 - Comacchio : Anna Maria Zaratini, 5 - Como : Famiglia Ostinelli, 5 - Condove : Anna Maria Cordola, Insegnante - Cor betta : D. Arturo Bullan, 5 - Cordenons : D. A.. Floriani, Parroco, 74 - Cornigliano Ligure : Adalgisa Orsi, 5 - Cremona : Maria Sorregaroli, 5 - Crevalcore : Alfonsa Donini, 2.50.

D) - Desana : N. N., i - Diano d'Alba : Carolina Benevello.

E) - Enego : Antonio Caregnato, 5 - Esine Flaminia Federici, 5.

F) - Faido (C. Ticino): Giuseppina Pedrini in Solari, 5 - Feletto Canavese : Marianna Vagina, 5 Feltre : G. Simoni, 2 - Firenze : Virginia Cavie zel, 3 - Frisanco : Alma Pellegrini, 5.

G) - Gallarate : Regina Forni Ved. Rabitto, 6 - id.: Emilia Crespi Ved. Galdabini, 3 - Gamalero (S. Rocco): Margherita Eiberti, 5 - Gavirale: Una Cooperatrice Salesiana, 1o - Gioia de' Marci : Suor Maria Salmoiraghi, 15 - Gonnostramazza : Evelina Marongiu, 2.50 - Gonzaga Sinibaldo Ferrari, 5 - Gravellona Toce : Annetta Dattrino Direttrice, 20 - id.: Caterina Spadacini in Carlo, 5.

I) - Intra: Rachele Morisetti e Famiglia, I Inzago Milanese : Rosa Brusi, 3 - Isola Bella : Maria Delmastro, 5 - Isola di Rovegno : Luigi Isola, 5. Ivrea : Maria Belloli, io - id.: N. N., so.

L) - Lacchiarella : Maria Sacchi, 5 - Lanciano• Fioriva Paone in Sardella, io - Lanusei : Gra zietta Floris, 2 - Lequio Bercia : Rosalia Castagnotto, 6 - Licata : N. N., i - Locarno (C. Ticino): Suor Maria Carla Martinoia, 15 - Lodi Vecchio : Antonio Acquistapace, 6 - Lu Monferrato: G. M. - Lugo d i Romagna : N. N., 2 - Lungavilla : Matilde Perona, 5 - id.: Angelo Campanini, 5 - Luserna San Giovanni : N. N., 5.

M) - Maniago : Maria e Santina Marcolina di Pietro, 2 - Maranello : C. Carletti, 5 - Margno Brigida A., 2 - Marcali : Carmelina Cambise, 1.50 - Mede Lomellina: D. C. C., 20 - Meldola Giacinta Latini, i - Mers el Kebir: Letizia Lubrano, 5 - Messico (America): Mr. Francesco A., Vescovo di Sinaloa Miazzina: Lucia, 3 - Milano : Luigia Cesta Barani, 5o - Modena Maddalena Zamboni, 3 - id.: Lucia Testi, 5 - id. : Bettina Vandelli - Mombello: Antonio Corno, 5 - Mombello Torinese : Teresa Verone - Monale d'Asti: Giovanni Sigliano, io - Monasterolo Andrea Rattalino, 3 - Mombarcaro : Giacomo Rossi, io - Moncalieri : G. M., 5 - Moncestino Ercolina Cassone, 2 - Mondovi : Mattia Rigassi - id.: Vedova Saracco - Montalenghe : Catterina Bertelli Polliero, 1.50 - Montanaro : A. M. - Montedoro : Giuseppina Piccillo, i - Monte S Giuliano : Caterina Fontana, 25 - Montescudo D. Pasquale M. Paolizzi, io - Monza : Superiora Adoratrici Perpetue, io - Morisengo : S. G. io - Morozzo : Tornoti, 2 - Mosso S. Maria : B. C., io - id.: Maria Teresa Boggio, io - Murano : N. N., 15 - Mussomeli : Carmelo Costante fu Francesco, 2 - Muzzolone : Antonio Collicelli, 5.

N) - Napoli : Anna Solari, 5 - Negrar : Luigia Gaoso, 5 - Niscemi : Vincenzo e Lucia Buscemi, 5 - Nizza Monferrato : Teresa Giovine, 5 - id. Luigia Bensi - Noarno (Trentino): Santina Testi, 9.6o - Novara: Maria Capra - Novi Ligure Margherita Arona, 5.

O) - Ormea : Pietro Cappelli, 24.80 - Orsara Bormida : Maria Farinetti in Bottero, 5 - Ortona a Mare : D. B. io -- id.: T. B., 20 - Orzinuovi : Catina Baronchelli, 5 - Osasio : Tommaso Rossi, 20 - Oulx : N. N., 50.

P) - Palazzone di Sissa : Don Ernesto M. Bonosti, io - Palestro : Angela Mellica, 2.5o - Palmanova : Maria Deotti in Grio-Birinino, 2 - Piana Crixia : Delfina Ferrato, 20 - Pieve del Cairo : S. P., 2 - Pieve di Novi Ligure : Luigia Barbieri Ved. Greggio, 5 - Pinerolo : Coniugi Montons, 5 - id.: Maria Bessone, 200 -- Pontremoli : N. N., 5 - Pordenone : Amabile Moro, io - Prata di Pordenone : N. N., 2 - Preganziol: D. Domenico Bio do Cappellano, 5.

Q) - Quarto di Gossolengo : Francesca Lentati, 2.

R) - Recoaro : Giuseppe Santagiuliana, 5 - Revello : Camilla Dossetto - Ribera : D. Nicolò Licata Parroco, 5 - lei -mini : Prof. Ester Fabbri, 5 - Rivanazzano : N. N., i - Rosario (Rep. Arg.): Sr. Carolina Manfredi - Rossino Bergamasco : N. N., i - Rovere Veronese : Amabile Zumerle, 5 -Rovereto (Trentino): Caterina Filagrana, 5o.

S) - S. Damiano d'Asti: Assunta e Mario Maccagno, 2 - S. Daniele del Friuli : Luigia nob. Bonin Narducci, 25 - Sandigliano : Maria Gariazzo, 3 - S. Gio. Bianco : Angelo Gozzi, io - S. Alberto di Romagna : P. Cavalieri, io - S. Angelo di Castel Raimondo : Domenico D. Conti, Parroco, 5 5 - S. Salvatore Monferrato: Carolina Cancurati, 2 - S. Severino Marche : Corrado Guarir, 3 - S. Stefano del Corno : D. Luigi Filippazzi, 5 - Sarnano : Teresa Calcagnoli, 2 - Segni : Elena Giovanetti, 6 - Settimo S. Pietro : Lazzaro Melis, i - Sirolo : Stefani D. Stefano, 2 - Somma Lombardo : Ginevra Galvanoni, 2 - Sorti : Luisa Assereto, io - Stradella : Rita Gavina, so.

T) - Tonengo Canavese : Domenica Formia, io - Torino : Rita Allemandi, 5 - id.: Suor Pia Vosti, Figlia di Maria Ausiliatrice - id. (Villaretto): F. V. - id.: F. B., 20 - id.: Cecilia Cabiazo, i - id.: Margherita Candelero - id.: Agagliati Caterina - id.: Coniugi Giraudi, io - id.: Gina Vaciago - id.: B. N., 50 -- id.: D. Santi, io - id.: C. C., 2 - id.: Z. C. G., 7 - id.: Rosa Smeriglio, 2 - id.: Dr. Giacinto Folco e Consorte, 5 - id.: Maria Giovanna Grattarolo, 5 - id.: Margherita Rubatto, io - id. : Luigia Marchisio, 20 - id.: G. A., 2 - Torre Pellice Germano Botti, 3 - Trecate : Luigia Peroni, 150 - Treviso : Selene Rizzetti, 2 - id.: Aurelio Angelino, 5 - id.: Silvia Pizzetti.

V) - Varese Lombardo : Giuseppina Lanzotti, 5 - Vargone d'Ossola : Antonietta Botti, 5 - Verona : N. N., 5 - Vigliano Biellese : S. M., 2 - Vigonovo : Giovanna Giol, 2,50 - Villarosa : Rosina Pignato Ved. Fasciana, 7 - Vimercate : Michelina Sironi, 5 - Vinovo : Giulia Griffa - Virle Piemonte : M. C., io.

X) - N. N. - Carlotta Ferrero - Emma Darbesio - Agostino Felice, io - Margherita Sapino, 3 - Giuseppina Schiaffino.

Santuario di Maria Ausiliatrice

TORINO-VALDOCCO

Ogni giorno, celebrazione di una santa messa esclusivamente secondo l'intenzione di tutti quelli che in qualunque modo e misura hanno concorso o concorreranno a beneficare il Santuario o l'annesso Oratorio Salesiano. Per ogni corrispondenza in proposito, come anche per celebrazione di S. Messe e per novene o tridui di Benedizioni col SS. Sacramento, rivolgersi al Rettore del Santuario di Maria SS. Ausiliatrice, Via Cottolengo, 32 - Torino.

Ogni sabato, alle 7.15 speciali preghiere per gli associati all'Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice.

Dal 10 novembre al 10 Dicembre:

24 novembre - Commemorazione mensile di Maria SS. Ausiliatrice. - IIIa Funzione solenne per la pace, secondo le intenzioni del S. Padre.

25, 26, 27 novembre - Solenni Quarant'Ore - Esposizione alle 6 - Vespri, predica e Benedizione solenne alle 17.

29 novembre - Comincia la novena dell'Immacolata.

4 dicembre - Primo venerdì del mese - Ad onore del S. Cuore di Gesù, esposizione del SS. Sacramento dalle 6 alle 17 - Benedizione alle 6,30 e alle 17.

8 dicembre - Solennità di Maria SS. Immacolata - Messe delle due comunità alle 6.30 e 7.30 - Ore 10, messa cantata - Ore 16.30 Vespro, panegirico Benedizione.

NoTe E CORRISPONDENZE

LA CONSACRAZIONE EPISCOPALE di Mons. Malan.

L'augusta cerimonia, anziché il 25 luglio come era stato stabilito e come anche noi avevamo annunziato ai nostri lettori, ebbe luogo con tutta la pompa del Pontificale Romano il 15 agosto u. S., cioè all'apertura dell'anno centenario della nascita di Don Bosco, nel tempio monumentale del S. Cuore di Gesù a S. Paolo del Brasile.

La compì Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giuseppe Aversa, Arcivescovo tit. di Sardi e Nunzio Apostolico, assistito dalle LL. EE. RR. Mons. Marcondes Homen de Mello, Vescovo di e Corrèa Nery, Vescovo di Campinas, presenti altri illustri Prelati ed molti altri ecclesiastici e laici di ogni grado, che gremivano il vasto tempio. La sera, dopo un eloquente discorso di Mons. Nery, il nuovo Vescovo impartì per la prima volta la trina benedizione col SS. Sacramento. A notte, vi fu una solenne accademia musico-letteraria dedicata al Rappresentante del S. Padre, l'Ecc.mo Mons. Nunzio Apostolico.

Per la fausta circostanza gli alunni delle Case Salesiane del Brasile del Sud, in unione colle alunne degli Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice, offersero al nuovo Vescovo una splendida croce pettorale, coperta di pietre preziose, espressamente eseguita per essere inviata dalla Principessa Imperiale del Brasile all'immortale Pontefice Leone XIII in ringraziamento per la Rosa d'Oro che questi le aveva donato in occasione della Legge Aurea che aboliva la schiavitù nella nobile nazione brasiliana.

Nello stesso giorno vennero umiliate a Mons. Malan varie pubblicazioni di omaggio, fra cui un'elegante Polyanthea delle scuole professionali del Collegio Salesiano di Nictheroy, e numerosissime lettere gratulatorie di eminenti personaggi di Stato e Vescovi, Arcivescovi e Principi di S. Chiesa. Trascriviamo, con filiale riconoscenza, La seguente.

Ill.mo e Rev.mo Signore,

Apprendo dai Confratelli Salesiani della S. V. Ill.ma e Rev.ma residenti in Italia ch'Ella il 25 del corrente mese riceverà la consecrazione episcopale per le mani di cotesto Mons. Nunzio Apostolico.

Mi rallegro vivamente con Lei di questo attestato di stima e di benevolenza che riceve della Santa Sede, mentre di tutto cuore Le auguro l'abbondanza dei divini carismi, onde possa ancora lungamente esplicare il suo zelo apostolico in coteste regioni, già testimoni delle sue diuturne fatiche.

E in questo primo incontro godo professarmi con sensi di distinta stima

Della S. V. Ill.ma e Rev.ma

Dev.mo Servo

+ GIACOMO CARD. DELLA CHIESA

Arcivescovo di Bologna.

Ill.mo e Rev.mo Monsignor Antonio Malan.

La Biblìoteca Agraria Solarìana all'Esposizione Coloniale di Genova.

Scriveva il Cittadino di Genova del 14 settembre u. s.

« Pubblichiamo volentieri il testo della relazione alla giuria dell'Esposizione coloniale intorno all'interessantissima Biblioteca Agraria illustrante il celebre sistema del compianto illustre agronomo ed amico nostro comm. Stanislao Solari, che portò una vera rivoluzione nel campo dell'agraria.

- Il risveglio dell'agricoltura, che in questi ultimi anni si ammira nella Spagna, è dovuto in gran parte alla pubblicazione di buone opere ad hoc concise, chiare e alla portata anche delle intelligenze più comuni.

» Questo merito è giocoforza riconoscere nella pubblicazione che porta il nome di « Biblioteca Agraria Solariana » di cui presentiamo i volumi pubblicati dal 1903 sino al presente, in numero di 96. Non è una pubblicazione in lingua italiana, ma è innegabile che lo spirito è italiano, italiano essendo il metodo che espone, italiano il suo fondatore e italiano il suo direttore.

» Fra i competenti di cose agricole non v'è chi ignori le grandi benemerenze del genovese Stanislao Solari, cui si deve la gloria di aver stabilito e diffuso il metodo che porta il suo nome, e che consiste nell'induzione e fissazione dell'azoto atmosferico nel suolo per mezzo delle leguminose, comunicando così all'agricoltura, senza speciali spese, l'elemento di cui essa ha maggior bisogno per elevare la fertilità della terra. Non è nostro scopo esporre i principi scientifici sui quali detto sistema si appoggia e le regole che devono guidare la sua retta applicazione, nè mettere in rilievo con irrefragabili, luminosi ed innumerevoli dati pratici, dimostrativi, le benemerenze agricole, economiche e sociali di detto sistema. Ormai il mondo intellettuale agricolo è unanime nel riconoscere gl'indiscutibili meriti dell'insigne italiano, e noi, a soddisfazione e gloria dell'Italia nostra, siam lieti di affermare che, mediante l'attiva propaganda della « Biblioteca Agraria Solariana », al nobile senso di gratitudine degli agricoltori italiani oggi si unisce pure il coro imponente degli agricoltori della nobile nazione spagnuola. (1)

» Però come tutte le grandi imprese, così il lavoro di propaganda e di penetrazione nella Spagna delle teorie solariane e di quanto aveva rapporto colla scienza agricola, esigeva un uomo che alla pronta visione del vero, unisse volontà ferrea, prudenza e mente preclara. E questi lo si ebbe provvidamente nel sacerdote Pietro Ricaldone, della Società Salesiana, per molti anni direttore dell'Istituto salesiano di Siviglia, ora direttore generale delle Scuole Professionali e Agricole Salesiane, con sede a Torino.

» Il Ricaldone non appena intuì quanto di grande vi era nelle semplici teorie del Solari, da uomo di genio e di cuore, scorgendo colla fortuna dell'agricoltura la sospirata soluzione di alcuni gravi problemi sociali e morali che poteva derivarne, concepì il piano della « Biblioteca Agraria Solariana » ne tracciò le linee, chiamò intorno a sè i migliori elementi atti a coadiuvarlo nell'opera benemerita e ardimentosa e dettò i suoi due primi volumi: El Clero, la Agricultura y la Cuestión Social - El Labrador, la Agricultura y la Cuestión Social.

» Ouesti volumi furono una vera rivelazione; uomini della maggior competenza , ministri di Stato, proprietarii e semplici agricoltori furono avvinti e guadagnati al pensiero dell'italiano Solari, e dell'italiano Ricaldone suo apostolo nella Spagna.

Esperimenti numerosi e brillanti, promossi e guidati dallo stesso D. Ricaldone in quasi tutte le regioni della Spagna, vennero a confermare la verità del metodo e dei nuovi principii agronomici, e a diffondere sempre più la pratica e gli indiscutibili vantaggi.

» Non mancarono naturalmente le opposizioni al sistema solariano, opposizioni nate talora da malintesi, da ignoranza e fors'anche da mire interessate. E fu fortuna che così fosse, perchè il Ricaldone da buon difensore della verità ebbe occasione di scrivere l'ottimo volume di polemica e di scienza insieme: Las leguminosas y los cereales, che gli meritò le approvazioni e i più caldi encomii di tutta la stampa seria e indipendente. Tra gli altri periodici El Correo de Andalucía in un articolo magistrale dovuto alla penna di D. Migueî Alvarez Chape, parlando del volume citato dice: El libro de que hablo, es un libro de polémica : y que polémica Dios mío! No sé qué admirar mas, si el razonamiento profundo y lógico del Autor, si la cantidad de ciencia y de erudición derramada en el folleto, o si la caridad, verdaderamente edificante que resplandece en todo él. Poi passa punto per punto a dimostrare la verità della sua affermazione.

» La maggior parte dei volumi della Biblioteca Solariana sono originali: altri furono tradotti dall'italiano, dall'inglese e da altre lingue. Tra le opere dovute alla penna del Ricaldone merita una menzione speciale « El Problema Forragero » opera divisa in diversi volumi, dei quali alcuni sono ancora in corso di stampa. Nella prima parte di detta opera, l'autore in sette densi capitoli dimostra con una serie di dati statistici e di ragionamenti semplici, ma improntati a logica stringente, che il foraggio è il primo anello di ogni agricoltura razionale e progressiva; e a questo anello unisce con bella armonia la soluzione di non pochi importanti problemi agricoli. Quest'opera è stata salutata dalla stampa: « una delle più importanti e più utili produzioni uscite alla luce nella mostra epoca (1). »

» Nel 1911 il Ricaldone chiamato dalla fiducia dei suoi superiori a Torino pel posto di responsalità, che copre con tanta competenza, continuò ad essere anche da lontano la mente direttiva dell'importante pubblicazione, che svolge sempre, e con stima sempre più crescente, l'opera sua illuminata e morale nella Spagna e nell'America Latina....

» Non crediamo di dover riferire qui i giudizi lusinghieri della stampa di ogni colore, nonchè delle più autorevoli persone ed Associazioni della Spagna riguardo all'opera, sommamente proficua, compiuta dalla « Biblioteca Agraria Solariana ».

» Sono più di trecentocinquantamila volumi che si diffusero nella Spagna e nell'America latina, per portarvi i principii di una sana e ragionevole agricoltura e suscitare dovunque un largo plauso di simpatia verso il nome italiano... ».

- In Italia chi continua alacremente e con frutto la propaganda del Sistema Solariano è la nostra Rivista d'Agricoltura di Parma, pubblicazione settimanale di somma praticità che raccomandiamo caldamente agli agricoltori che vogliono migliorare le loro campagne e a tutti i rev.mi Parroci. L'abbonamento annuo costa L. 5. S'inviano gratis numeri di saggio. Le domande vanno rivolte alla direzione della Rivista, Piazzale San Benedetto, 5, Parma.

(1) È degno di menzione il Conte di San Bernardo, allora ministro di Stato di Spagna, il quale non disdegnò di annoverarsi tra i collaboratori della « Biblioteca Solariana » scrivendo il volume: « El problema del pan » che fu poi tradotto e stampato in Italia.

(1) Quest'opera fu dedicata a S. M. il Re Alfonso XIII che se ne mostrò altamente soddisfatto, ed ebbe la più ampia diffusione.

Cooperatori zelanti.

SIANO (Salerno). - Nel Ricreatorio Festivo « Domenico Savio ». - Il sac. S. M. Corvino, nostro ex-allievo, ha fondato in Siano un fiorente ricreatorio festivo, intitolato da « Domenico Savio ». Quali sia lo spirito e l'importanza del Ricreatorio e la stima in cui è tenuto, appare da questa breve relazione.

« La festa di premiazione celebratasi al 29 luglio nel nostro Ricreatorio Festivo « Domenico Savio », fu un vero trionfo della carità cristiana non solo, ma di tutta l'opera Salesiana.

» Ai primi cinque delle cinque squadre onde va diviso il Ricreatorio, distinti per condotta morale e disciplinare, furono conferiti splendidi premi, tra i quali menzioni onorevoli, intere divise, medaglie di bronzo, quadri ecc. L'accademia per la solenne occasione, condotta con grande spigliatezza dagli stessi alunni, sebbene modesta, fu commovente assai. Furono lette e commentate le adesioni che illustri personaggi aveano mandate, specie quella del nostro Arcivescovo e quella del Superiore Generale dei Salesiani. Con apostolica parola il rev.mo Parroco Amabile di Cartel San Giorgio inneggiò all'Opera Salesiana ed alla opportunità del Ricreatorio festivo specie in queste parti, ove la gioventù è assai abbandonata. In ultimo parlò il Direttore stesso del Ricreatorio esortando con le più calde parole tutti i benefattori e numerosi padri di famiglia presenti, a cooperare insieme con lui a un'opera così urgente, così importante, così piena di sacrifici. I cari nomi dei premiati vennero letti dal Sindaco Cav. Uff. Donnarumma, ed i premi furono conferiti dal Sindaco di Cartel San Giorgio Cav. Uff. Cerrato, il quale in ultimo fu tanto commosso che offrì un biglietto di 50 lire a beneficio del Ricreatorio, dicendo che solo quello in allora poteva offrire ma che ben più grande era l'offerta che avrebbe desiderato il suo cuore. Il Cav. Uff. Avv. Pisanti concesse gentilmente la splendida sala del suo cinematografo per la solenne occasione, e ci allietò con splendide vedute cinematografiche. Di tutto sia lode a Dio, a Maria Ausiliatrice ed al caro Padre e Benefattore di tutta la gioventù d'Italia e del mondo intero, il Ven. D. Bosco! »

Negli Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice

TORINO. - Ritiro per giovinette. - Dal 6 al 9 settembre u. s. si tenne nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Torino un breve corso di esercizi spirituali per giovani operaie e casalinghe, coronati da lietissimo esito. Circa 1oo furon quelle che vi presero parte, 5o delle quali ebbero in tal tempo fissa dimora nell'Istituto. La buona volontà, il raccoglimento e il fervore di tutte erano manifesti, e visibili furono anche i frutti salutari. Che il bell'esempio si ripeta ovunque sorgono case delle Figlie di Maria Ausiliatrice!

- Per il Centenario di Don Bosco e di Maria Ausiliatrice. - Il Consiglio Direttivo delle Figlie di Maria, fiorenti nel medesimo Istituto, ha diramato a tutte le Unioni delle Figlie di Maria degli Oratori, Educandati, e di tutte le Case delle Figlie di Maria Ausiliatrice un entusiastico appello con queste belle proposte:

« 1°. Sull'esempio del compianto Pio X, di santa memoria, e del suo successore Benedetto XV, noi dobbiamo prima d'ogni altra cosa innalzare al trono di Dio e dell'Ausiliatrice fervide preghiere per ottenere la pace fra i popoli che da vari mesi si trovano in guerra.

» 2°. Ogni Unione si adoperi perchè le proprie aggregate abbiano una chiara conoscenza di ciò che, nel nome dell'Ausiliatrice, Don Bosco operò per la salvezza delle anime. Serviranno a questo scopo apposite Confrerenze e la lettura della vita di Don Bosco, del Bollettino Salesiano e delle altre pubblicazioni che illustrano il culto di Maria Ausiliatrice nell'Opera Salesiana. La conferenza, in forma di semplice narrazione della vita di Don Bosco (meglio se con proiezioni luminose), può essere tenuta da una qualche Maestra, Figlia di Maria. E facile comprendere come questi mezzi così semplici possono contribuire alla preparazione degli animi alle feste della Madonna, e che il tempo più indicato sono le prossime lunghe serate autunnali e invernali.

» 3°. Nei giorni 20, 21 e 22 maggio 1915 si terrà a Torino il Congresso Internazionale di Maria Ausiliatrice, durante il quale, in apposita Sezione, verranno studiati gli interessi delle Figlie di Maria. Nessuna Unione nostra deve mancare al Congresso. Vi si può partecipare coll'inviare l'Adesione, ma specialmente una propria Rappresentanza di almeno due Figlie di Maria per ogni Unione.

» 4°. Non possiamo fare a meno di raccomandare caldamente alla vostra generosità l'Appello rivolto a tutte le Unioni e Congregazioni di Figlie di Maria dalla insigne zelatrice delle opere di Do Bosco, la pia e nobile signorina contessina Lorenzina Mazé de la Roche, di Torino: appello che ebbe benedizioni e incoraggiamenti dal S. Padre Pio X di santa memoria, dall'Em.mo Cardinale Richelmy, e dal secondo Successore di Don Bosco, Don Paolo Albera».

Che il buon seme, lanciato con santo entusiasmo in un campo così ben preparato, produca frutti elettissimi

NIZZA MONFERRATO. - La terza domenica di settembre, le Ex-Allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice residenti in Nizza Monferrato, quasi a compenso del mancato Convegno Regionale Piemontese che doveva tenersi nello stesso mese, si radunarono numerose nel loro caro Istituto. Al mattino ascoltarono la S. Messa e la parola buona del rev.mo nostro Rettor Maggiore, che le invitò a pregare fervidamente ogni giorno per la pace delle nazioni. Nel pomeriggio, insieme con le rappresentanze delle vicine sezioni d'Incisa, Mongardino, S. Marzano e Fontanile si raccolsero nuovamente insieme per un'opportuna conferenza. Parlò delle prossime Feste Centenarie di Maria Ausiliatrice e del Ven. Don Bosco il rev:mo D. Pietro Ricaldone, direttore delle Scuole Professionali e delle Colonie Agricole della nostra Pia Società; e in fine prese la parola anche il sig. Don Albera elle rilevò come Don Bosco chiamasse le Ex-Allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice, al pari dei suoi Ex-Allievi, « la sua gloria più cara! » e animò tutte le presenti a mantenersi sempre degne del nome che portano.

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Tra i figli del popolo.

VERCELLI. - « Circolo Savio Domenico ». - Tra i giovani assidui e più affezionati all'Oratorio della Parrocchia del S. Cuore di Gesù al Belvedere in Vercelli, si è formata una Associazione che i giovani stessi hanno voluto intitolata dall'Angelico giovane Savio Domenico. Nessun obbligo speciale incombe ai soci: chi frequenta l'Oratorio e prende parte attiva alla sua vita religiosa, è membro nato di quest'associazione. Scopo primo ed essenziale del Circolo è di formare un nucleo di giovani, cristianamente forti, che si incoraggino a vicenda alla pratica dei doveri del buon cristiano e siano quasi l'anima di tutto l'Oratorio.

Come premio agli inscritti venne organizzata una allegra scampagnata alla Madonna della Fontana presso S. Nazzaro Sesia il 12 settembre.

Fu una giornata piena di lieto svago e di pura letizia, per tutti indimenticabile. Il Maestro Comunale di Casalvolone, nel ritorno, volle tutti i gitanti in casa sua, li regalò di caramelle e d'uria generosa bicchierata. Il cav. Arturo Poesio, Presidente dell'Unione dei nostri Ex-allievi in Roma, da buon papà volle prendere parte alla gita, fraternizzando tutto il giorno coi giovani, nei quali la sua compagnia e le sue parole rimarranno a lungo tra le più care rimembranze.

NECROLOGIO

L'Em.mo Card. Domenico Ferrata.

Un primo lutto gravissimo ha colpito il Pontificato di Papa Benedetto XV. Il 10 ottobre u. s. poco dopo il mezzodì spirava in pace il Segretario di Stato di Sua Santità Domenico Ferrata. Quando il Sommo Pontefice ebbe il triste annunzio, scoppiò in lacrime.

L'Em.mo, ammalato da parecchi giorni, improvvisamente si aggravò e la mattina del giorno estremo gli venne recato il S. Viatico. Raccolse allora le sue forze, fece la sua professione di fede, e riaffermando tutto il suo attaccamento alla S. Sede, rimise ogni speranza nella bontà divina. Il Papa gli fece sapere che aveva nella S. Messa pregato per lui e gli inviò una particolare benedizione apostolica.

Il morente rimase in piena conoscenza fino all'ultimo respiro. Distaccato delle cose di quaggiù ed abbandonato nelle braccia della misericordia divina, disse al proprio confessore, stringendogli affettuosamente le mani:

« Così vanno a finire le dignità di questa terra! Ma come conforta la speranza del Cielo! »

Noi chiediamo per lui un'affettuosissima prece. Dopo la morte dell'Em.mo Card. Vives y Tutò egli era il Card. Ponente, o Card. Relatore, della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del nostro Venerabile Padre D. Bosco: e più ebbe a manifestare il suo fermo proposito di volerla coronata quanto prima da felicissimo esito. Riposi e trionfi in Cristo il suo spirito eletto, operoso, zelantissimo!

Comm. Ing. Valentino Grazioli.

Il Comm. Prof. Ing. Valentino Grazioli, Architetto Romano, Cooperatore fra i più anziani, attivi ed affezionati di Don Bosco, merita uno speciale ricordo per le benemerenze sue verso l'Opera Salesiana in genere, e la Chiesa monumentale del S. Cuore di Gesù in Roma e l'annesso Ospizio in ispecie. Fu egli che svolse con singolare amore e perizia il disegno iniziale di questi due insigni monumenti, ideati dall'architetto Conte Francesco Vespignani, e li assistè in tutti i particolari della costruzione e decorazione.

Il Comm. Grazioli, architetto non meno modesto che valente, cittadino e cristiano esemplare, ha lasciato il più largo rimpianto. Era nato in Roma nel 1847; passò serenamente all'eternità nel luglio u. S. Una prece fervente per l'anima sua.

Teol. D. Edoardo Osella.

Pio, prudente, aff abilissimo, ricco d'ingegno e di cuore, era subito stimato ed amato da quanti lo avvicinavano. Addetto alla rev.ma Curia Arcivscovile di Torino e Segretario del Tribunale Ecclesiastico pel Processo Apostolico della Causa di Betificazione e Canonizzazione di D. Bosco, noi avemmo frequente relazione con lui e fumino sempre ammirati della amabile bontà e della diligente attività di questo giovane sacerdote. Maria Ausiliatrice e il Ven. Don Bosco accolgano nella pace dei giusti la cara anima sua.

Francesco Manassero.

Questo caro e zelante cooperatore salesiano passò tranquillamente a miglior vita il 28 settembre, in Bene Vagienna. Colla sua laboriosa onestà riuscì ad allevare una numerosa famiglia, portandola ad un discreto benessere e fornendo a ciascuno dei figli un'ottima educazione. Assecondando in essi i germi della propria vocazione, ebbe il conforto di vederne uno, sacerdote Salesiano, ed una, suora di Maria Ausiliatrice; e il Signore lo premiò disponendo che tutti si trovassero a fargli corona quando festeggiò le sue nozze d'oro, e quando si trovò immobile sul letto della sua agonia.

Uomo di fede profondamente sentita e franca, mantenne fino all'ultimo l'abitudine di recarsi quotidianamente alla chiesa per cominciarvi e chiudere la giornata colle recita delle preghiere del buon cristiano.

Molte volte durante la malattia volle ricevere la S. Comunione, e come l'ebbe ricevuta solennemente in forma di Viatico insieme coll'Estrema Unzione, se ne rallegrò cogli astanti, dicendo di trovarsi omai armato di tutto punto pel gran viaggio!

Poche ore prima di morire chiese al figlio sacerdote la Benedizione Papale, quindi, da lui sorretto, impartì egli stesso la sua ultima benedizione alla vedova ed ai desolati figli cui il dì prima aveva rivolto le ultime raccomandazioni e donato a ciascuno in ricordo una corona del S. Rosario. Dia Iddio alla Chiesa ed alla Società molti padri che lo somiglino ed alla nostra Pia Unione così ferventi cooperatori!

Eligio Fava.

Uomo di carattere adamantino e di principi schiettamente cattolici, non aspettò a fare il bene in. punto di morte, ma fu esempio di rare virtù in tutta la sua vita attivissima. Passò all'eternità il 24 settembre u. s. in Vercelli. Iddio, sempre giusto rimuneratore di ogni opera buona, gli doni un'ampia mercede nella patria dei beati.

Altri defunti dal 1° agosto al 1° ottobre.

Albera Teresa - Torino.

Bandi di Seloc nob. Maurizio - Turino. Barberis Domenico - Bergamasco. Belluzza Giuditta - Crespadoro. Bertolissi Giuseppe fu Sante - Coscano. Bevione Teresa -- Torino. Bianco Giuseppe - Scarnafigi. Bonetti Carlo fu Carlo - Murialdo. Costa Morelli Clotilde - Torino. Cavallotto Margherita - Diano d'Alba. Chiappo D. Antonio - Bedonia. Contessa mons. Filippo - Agira. Dona can. D. Giuseppe -- Chioggia. Dutto Giuseppe fu Giacomo - Beinette. Ferrando :Maurizio - Torino. Ferrari Elena ved. Noelli - Torino: Filippello Domenico - Castelnuovo d'Asti. Fontana D. Gioachino - Canicatti. Formento Luigi - Torino. Franzoni Luigia - Vedegheto Savigno. Ganglio Teresa fu Matteo - La Loggia. Gellusig Giulia ved. Grosseu -- Diano d'Alba. Grassi Carolina -- Vanzaghello. Herin Maurizio - Valtournanche. Maltempi Annetta - Biella. Martini Pasqua - Alvito. Martorelli D. Augusto - Pennabilli. Mazzoleni Maria - Valsecca. Meli Vittoria - Casazza (Melogno). Morelli Antonio - Azzone. Moretti Benzi Rosa - Acqui. Ninola prof. Coviello - Catania. Ogliani Genoveffa - Torino. Padovan Domenico - Montegalda. Padovan Giuseppina - Bibano. Palmaro Luigia Daneo -- Torino. Passera Giuditta - Porto Valtravagna. Pinza Alessandrina - Spezia. Ponzetti D. Giacomo - Coradino. Righetti Massimiliano -- Negarine. Rossi D. Angelo Maria - Rivalta Bormida. Rossi Augusta - Negarine. Scala Luigi - Modica.

Suor Maria Giacinta, Oblata di Tor de Specchi - Roma. Suor Maria Sacchetto - S. Damiano d'Asti. Testa Giovanni - Vanzaghello. Traversa Adelaide di Franco - Torino.   - Vigliero Gabriella - Priero.

Verga baron. Agata n. Passanisi - Vizzini. Zappala Maria n. Pucci -- Torico.

Zanini Vittorio fu Carlo - Raccagna Superiore.