188808


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IJIBRERIA SAS_~ESSANA - TORINO
FIGLIALI
S . Pier d'Arena - Via S . Martino, 19 .
Boma - Via Porta s . Lorenzo, 42 .
Torino -Ospizio S . Gio . ìivang .,,ia madama Cristina,1 .
S. Benigno Canavese - presso l'Oratorio Salesiano .
Spezia - ospizio S . Paolo . Corso Garibaldi, 8 .
Lucca - Piazza S. Pietro Somaldi .
-tJI TIM]M
NOVITÀ
CARDINALE GAETANO ALIMONDA
Arcivescovo di Torino
LL 111 E RT 0 E L'ITALIA
CONFERENZE
Un elegante volume in-8° di pagine XLIV-756 (B) L . 5,00
(Vedi interno del Bollettino)

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TORINO, S. Benigno Can ., Lucca - TIPOGRAFIA E LU3RIUA SALESIANI - Sp zia, San Pier d'Arena, ROMA
ULTIME NOVITÀ
Aspirazioni alla Vergine Maria Madre di Dio tolte da tutti i Padri e scrittori
della Chiesa Greca e recate per la prima volta in Italiano dal
Padre FRANCESCO NELLI-RECANATESI della Congregazione dell'Ora-
torio di Osimo . - Un eleg . vol. in-8° di circa 450 pag . (E) L. 2 50
Forni e Sepolcri . Saggio contro la cremazione, dell'Avv . CARLO BIANCHETTI .
- Un vol. in-16° grande di pagine 124
» 1 50
Fra le molte novità, che la Massoneria cerca di introdurre nelle consuetudini e negli usi
della moderna società, va senza dubbio annoverata la Cremazione, la quale mira a combat-
tere il Cristianesimo in una delle sue più sacre consuetudini - ed a sradicare dall'animo delle
popolazioni il dogma della risurrezione dei morti, come quello che costituisce uno dei cardini
delle credenze religiose.
Lo scopo che ebbe l'illustre scrittore, quanto valente giureconsulto Avv . CARLO BIANCHETTI
nel dar testè alla luce tal opera, è nobilissimo e cristiano, cioè di svelare gli intenti della Masso-
neria nel propugnare la nuova istituzione che, come giustamente dice l'autore, 'è l'apoteosi dell'a-
nimale laico .
Per questo crediamo opera doverosa raccomandare il nuovo libro deli'Avv . BIANCHETTI, il quale
trattando ampiamente la Cremazione con una forma spigliata ed elegante istruisce e convince.
nello stesso tempo che colla leggiadria della esposizione, può servire di utile diletto ai lettori .
Repertoriuui Biblicum seu totius Saerae Seripturae Concordantiae iuxta vul--
gatae editionis exemplar Sixti V pontif . lnaxi zi iussu recognitum
et Clementis VIII auctoritate editum, praeter alpha eticum ordinem
in grammaticalem redactum a Sac . MICHAELE BECI:IIS, et infallibili Ec-
clesiae magistro Sanctissimo D . Nostro Leoni Papae XIII dicatae . -
Due - grossi vol . in-4° di pag . 2300 due colonne (B) » 30 00
Per unione postale :
(B) » 36 00
Il pregio maggiore di questa Concordanza consiste nell'aver agevolato oltremodo il ritrova-
mento di un testo scritturale, che si brami di consultare . Il mezzo adoperato per riuscirvi è stato
quello di combinare insieme l'ordine alfabetico con l'ordine grammaticale . Tale metodo fa sì che
basti ricordare una semplice parola del testo che si cerca, per trovare a prima vista il testo
intero, senza bisogno di scorrere, come generalmente nelle altre Concordanze, un lungo tratte
di colonna ed anche più colonne per rinvenirlo . È un'opera come ognun vede, di sommr2 uti-
lità per gli studiosi delle Sacre Scritture e per gli scrittori di cose sacre ed i predicattori .
(Dalla Civiltà Cattolica di Roma, 21 aprile 1888 ;

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ANNO XII - N . S .
Esce una volta al mese .
BOLLETTINO SALESIANO
AGOSTO 1888
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
Sommario : Onomastico di S . Santità e del Cardinale Alimonda
- Alla cara memoria
lesiano - Conferenza
di
dei
D . Bosco -
Cooperatori
Un Prefetto Apostolico Sa-
Salesiani a Faenza - Grazia
di Maria Ausiliatrice - Pellegrinaggio del Clero italiano a Roma
- VIAGGIO DEI MISSIONARI SALESIANI A Quito;LetraIdbo
del vapore "La France" ; Lettera II da Quito - Lutero e l'Italia
e un nuovo lavoro del Cardinale Alimonda - I funerali per la morte
di D . Bosco .
A
S . S. LEONE XIII
NEL SUO GIORNO ONOMASTICO
OMAGGIO ED AUGURII DEI SALESIANI
E DEI LORO COOPERATORI .
Viva Leone XIII! Viva il sapiente e
vigilante Successore di s . Pietro! Questo
grido che arriva al Vostro Trono da
ogni parte della terra, sono contenti .
di ripetervi, o Beatissimo Padre, anche
in quest'anno, prostrati al Vostro piede
i Cooperatori e Cooperatrici Salesiane,
per augurarvi ogni prosperità nel bel
giorno Vostro onomastico, nella festa
di s. Gioachino . Come sono pronti i fi-
gliamorevngicasoeh
loro si presenta di mostrare la rico-
noscenza al loro Padre, così noi per
dirvi i sentimenti di ammirazione e di
gratitudine che per Voi nutriamo . Se
i nostri desideri piacessero al Signore,
lunghi e felici saranno i Vostri giorni,
o Beatissimo Padre, e le vostre conso-
lazioni saranno immense come le arene
del mare . Ma quali giorni dolorosi at-
traversa il mondo
Come un dì S . Giovanni Grisostomo
salutava un glorioso Vostro antecessore
Innocenzo I, vi possiamo oggi ripetere
con esultanza, alla vista delle prodi-
giose opere di cui ponete mano fra
tante difficoltà e pericoli : -- « Voi siete
quel pilota che tanto più sta vigilante
quanto più scura è la notte e procelloso
il mare . Su Voi appoggia il carico del
mondo intiero, poichè avete a combat-
tere in uno e per le Chiese desolate,
e per i popoli dispersi, per i sacerdoti
circondati dai nemici, e per i vescovi
messi in fuga , e per le costituzioni
dei nostri padri oltraggiosamente cal-
pestate ». - Tutto ciò voi fate con
una prodigiosa attività e sapienza.

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Beatissimo Padre, quanti sono i Sa-
lesiani in questo emisfero e nell'altro,
ammirando in Voi ed ossequiando il
Vicario di Gesù, ripetono oggi una sola
parola : - Tutto per Voi, o Beatissimo
Padre ! che dovete essere per il mondo
la preparazione di Dio, come fu a suo
tempo il glorioso vostro Patrono San
Gioachino .
VivaLeonXI!
ED A S . E . IL CARDINALE ALIMONDA.
Anche a Voi, o Eminentissimo Cardinale
ed Amatissimo nostro Arcivescovo, man-
diamonstrviedomagnl'csioe
de.lGNgaéotrinsvpaonS
ciparvedsochinguerl
nome Vostro venerando con quello dell'im-
mo.rtAanlzeiPsfcprhe
a Leone XIII torneranno più accetti i no-
strivoìnemcgiutonqelch
fc.aiImoperlhVéstona
seitpurVocheat,onspie
opera vi adoperate, perché nella nostra pa-
trialPonfctRma«vigorenl
spirt,eanoivrdsclaupint
dsilnaotvecfr,piùe
di.agustrefidlavt(1)»
Epperciò gridiamo con esultanza : Viva
Leone XIII! Viva il Cardinale Alimonda!
D . Bosco!
Negli anni scorsi il Bollettino del mese
diAgostnarvpedistocòhegli
anticheovlaide'ort
gl.iGamovcndBDsfeaopr
fse teggiare l'onomastico del loro benefat-
tr.oeNlpadsmorifeva
quelle parlate così semplici, così affet-
tsueo,cipraveolquiEgn
tlaiocsnragivsuofla
proseguinlavdeirtù,ase
ognrasteicl'obdnzaecl'mor
(1) I voti degli Italiani per la pace religiosa . Intro-
duzione.
alla cattedra di S . Pietro, a confidare senza
esitanza nell'aiuto della Divina Provvidenza,
a vivere con pieno abbandono sotto la ma-
terna protezione di Maria SS . Ausiliatrice.
E quest'anno quali sono le onoranze colle
quali si ricordò dai Salesiani il nome di
D. Bosco ? con quali sue parole renderemo
vivo il suo cuore?
Di vario genere furono gli attestati della
nostra riconoscenza, e prime le comunioni
e le preghiere fatte in suffragio di quel-
l'anima benedetta il giorno 24 giugno . Quindi
una deputazione scelta tra i preti, gli stu-
denti, e gli artigiani dell'Oratorio recavasi
a Valsalice per pregare alla sua tomba .
Nello stesso giorno una rappresentanza del
Circolo della Gioventù Cattolica portava
una corona e l'appendeva a quella lapide
che colla eloquente semplicità della sua i-
scrizione, fa singolare contrasto colla gran-
dezza d'animo di colui del quale ivi dorme
la spoglia mortale . Ma gli studenti dell'O-
ralorio di S . Francesco di Sales vollero il
giorno 5 di Luglio di propria iniziativa ri-
cordare le feste passate e le virtù del caro
padre con una bella accademia . Collocato
in luogo onorevole il quadro del valente
pittore Pollini che seppe estrarne così al
vero e col suo sguardo e col suo sorriso
le venerande sembianze di D . Bosco, i vispi
giovanetti per circa due ore lessero poesie,
molte e bellissime per l'armonia del verso e
la nobiltà dei sentimenti, tutte calde di af-
fetto . Canti antichi, scelti pezzi di musica sul-
l'ha rmoniem e sul pianoforte, ed una par-
lata in conclusione di D . Michele Rua, che
rammentava quanto D . Bosco avesse fatto e
patito pei giovani, rendeva più solenne la
cara radunanza alla quale avevano preso
parte i Superiori dell'Oratorio .
Ah! D . Bosco è ben degno di queste di-
mostrazioni, Egli che sapeva amare tutti
arMEORIA dentementeALCR in Gesù Cristo, ed era ria-
mato come pochi uomini lo furono sulla
terra. Le parole che lasciò scritte sul suo ta-
volino con incarico al suo successore di farne
avere una copia a ciascuno dei suoi figli
dopo la sua morte, sono una prova del-
l'una e dell'altra cosa . Ecco alcuni brani di
quella lettera.
« Prima di partire per la mia eternità io
debbo compiere verso di voi alcuni doveri
e così appagare un vivo desiderio del mio
cuore .
« Anzitutto io vi ringrazio col più vivo af-
fetto dell'animo per la ubbidienza che mi
avete prestata, e di quanto avete lavorato .
« Io vi lascio qui in terra, ma solo per

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un po' di tempo . Spero che la infinita Mi-
sericordia di Dio farà che ci possiamo tutti
trovare un di nella beata eternità
« Vi raccomando di non piangere la mia
morte . Questo è un debito che tutti dob-
biamo pagare, ma dopo sarà largamente
ricompensata ogni fatica sostenuta per a-
more del nostro Maestro, il nostro buon
Gesù
« Il vostro primo Rettore è morto . Ma il
nostro vero Superiore, Cristo Gesù non
morrà . Egli sarà sempre nostro Maestro,
nostra Guida, nostro Modello . Ma ritenete
che a suo tempo Egli stesso sarà nostro
Giudice e Rimuneratore della nostra fedeltà
nel suo servizio .
« Il vostro Rettore è morto, ma ne sarà
eletto un altro che avrà cura di voi e della
vostra eterna salvezza . Ascoltatelo, amatelo,
ubbiditelo, pregate per lui, come avete fatto
per me .
« Addio, cari figliuoli, addio . Io vi attendo
al Cielo
« Sit nomen Domini benedictum ex hoc
nunc et usque in saeculum . In te, Domine,
speravi, non confundar in aeternum . »
« Sac . Gio . Bosco . »
UN PREFETTO APOSTOLICO SALESIANO .
Il valoroso giornale cattolico di Genova L'Eco
d'Italia, il quale per la sodezza dei suoi prin-
cipii, per la ricchezza delle notizie, per la va-
rietà delle sue vignette illustrative e per la
bellezza dei suoi racconti, riscuote merìtamente
l'applauso di tutti i buoni Italiani, nel suo nu-
mero 147 del 27 giugno pubblicava la seguente
notizia .
« Ieri sera assistemmo per caso ad una conso-
lante e commoventissima festa nella Casa Sale-
siana di S . Pier d'Arena .
Reduce dall'America Meridionale vi è giunto
il Rev .mo Don Fagnano Prefetto Apostolico
della Patagonia meridionale e della Terra del
Fuoco .
Il zelantissimo e coraggiosissimo Missionario,
tanto noto per le sue gloriose fatiche in quella
vergine terra, chiamata ora da poco tempo a
godere i benefizi della redenzione cristiana, manca
dalla sua patria da ben 13 anni . Egli fu il primo
tra i missionari mandati ad evangelizzare quei
buoni ma infelici abitanti, e vi ha colto frutti co-
piosissimi e veramente consolanti .
E facile immaginare quali accoglienze entu-
siastiche fossero fatte iersera all'illustre banditor
del Vangelo . Egli fu accolto a festa dai suoi an-
tichi colleghi ed amici alla cui testa trovavasi l'e-
gregio signor D . Marenco direttore di quel
fiorente istituto, non che dalle allegre suonate
della banda dell'Ospizio e dalle entusiastiche o-
vazioni dei trecento e più giovanetti colà rico-
verati .
Bisognava vedere con quale avidità quei cari
fanciulli facevano ressa intorno al degno Sacerdote
per baciargli la mano e riceverne la benedi-
zione .
Era una scena veramente toccante e affettuo-
sissima !
L'illustre Don Fagnano si è degnato intratte-
nersi con noi e darci interessantissimi ragguagli
sull'andamento delle Missioni, e sulle mille dif-
ficoltà contro alle quali egli e i suoi pochi sa-
cerdoti devono lottare .
Egli ebbe a trovarsi molte e molte volte in
condizioni veramente critiche, e fu fatto persino
prigioniero dai selvaggi .
Ma coll'aiuto di Dio e di Maria Ausiliatrice
riuscì sempre a vincere ogni ostacolo e possiede
ora in paese un'autorevolezza veramente ecce-
zionale . Egli del resto, e si vede al solo parlar-
gli, non è un uomo da arrestarsi al primo in-
toppo, nè da lasciarsi intimorire .
L'illustre Salesiano è venuto tra noi per re-
carsi a Roma e Torino . Andrà a vedere il Su-
periore Generale della Congregazione, l'illustre
D . Rua, degno successore del non mai abbastanza
compianto D . Bosco, indi si recherà a Roma per
far conoscere al S . Padre i progressi e i grandi
bisogni della sua cara Missione .
Noi, ben fortunati di aver potuto conoscere e
avvicinare un tanto uomo, gli rinnoviamo anche
a nome dei nostri lettori l'omaggio del nostro
profondo rispetto ed un cordiale benvenuto » !
Noi a questo aggiungeremo che D . Fagnano
a Torino era aspettatissimo dai confratelli, dai
giovani e dalla vecchia sua madre . Egli vi giunse
il giorno dopo, alle 7 di sera, e venne subito
cantato un solenne Te Deum nella chiesa di Maria
Ausiliatrice, dando egli stesso la benedizione col
SS . Sacramento . Il cortile illuminato, l'entusiasmo
degli applausi, il suono delle trombe , lo strin-
gersi intorno a lui dei confratelli e dei giovani,
faceva testimonianza di un dolce passato e della
gioia del presente ritorno . Egli ritorna in Eu-
ropa per fare appello a nuovi missionarii e con-
durre con sé generosi compagni nelle lontane re-
gioni della Terra del Fuoco.
CONFERENZA
Dei Cooperatori Salesiani a Faenza .
Mons . Cagliero, reduce dal fare visita a tutte
le case Salesiane della Sicilia, giungeva a Faenza
il giorno 16 di maggio . Grande era l'aspettazione
dei cittadini e dei Cooperatori dei paesi all'in-
torno . Perciò essendo insufficiente la cappella
dell'Ospizio Salesiano a contenere la gente che
sarebbe accorsa, il molto Rev . Parroco D . Ari-
stide Botti aveva messo a disposizione dei Coo-
peratori la sua grandiosa chiesa dei Servi bel-
lamente addobbata.SERMCoanstigl
Vescovo della diocesi aveva benignamente accet-
tato di presiedere la conferenza .

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Il giorno 17 alle ore 10 antimeridiane Mons .
Cantagalli e Mons . Cagliero entravano nella chiesa
stipata di gente, mentre i giovanetti dell'Ospizio
coadiuvati da valenti musici della città esegui-
vano l'antifona Sacerdos et pontifex . Due catte-
dre erano state preparate in presbitero vicino
alla balaustra, l'una in cornu epistolae e l'altra
in corno evangelii. I due Vescovi si assisero .
Primo sorse a parlare Mons Cagliero , dopo i
canti e la lettura di uso . Egli parlò per più di
un'ora che parve di pochi minuti . Rammentò come
nel 1882 D . Bosco fosse stato presente in quella
stessa chiesa alla conferenza , e come morendo
avesse raccomandato caldamente ai Salesiani che
continuassero il suo lavoro di cinquant'anni per
salvare la gioventù e la società e nell'aiutare la
chiesa coll'obbedire fedelmente ai suoi precetti
spiegò che cosa dovessero fare i Cooperatori per
aiutare le opere di D . Bosco, cioè preghiera ed
azione, e finì con narrare le sue avventure di
Missionario, descrivendo quanto fecero i Salesiani
nelle terre Americane a vantaggio dei selvaggi
e degli emigranti Italiani .
L'uditorio commosso stava immobile ad ascol--
tare la sua parola viva, penetrante, infuocata .
Come Mons . Cagliero ebbe finito, prese a par-
lare S . E . R . Mons . Cantagalli . Noi riportiamo
a memoria alcune frasi del suo Magnifico discorso .
« Amatissimi figli, Amatissimo e Rev .mo Mon
signore :
Se vi è al mondo un amore che sia santo in
sé, si è l'amore e della Religione e della Patria .
Chi ama la Patria non può far a meno di non
sentir amore verso coloro, che colla Carità si a-
doprano pel bene presente ed avvenire-della me-
desima . Io, amati figli, non potrò aprirvi il mio
pensiero con quell'enfasi che anima e distingue
questo R .e mv o Vescovo che in sé ricopia tutte le
virtù del gran Padre D . Bosco, ma vi parlerò
col solito linguaggio di Padre .
Non posso fare a meno di non sentir gratitu-
dine per voi, o cari apostoli, cari Salesiani, e per
l'opera vostra . Voi amate i fanciulli ! E che cosa
sono i fanciulli? Sono il mondo avvenire, la pa-
tria, la società, la famiglia . Vedete qui questi
giovani che par che dicano a noi già maturi : A-
vanti, cedete il campo, noi ce ne impossesseremo e
voi dormirete nella tomba . Quaranta anni e poi
la faccia della società cambierà . E questa nuova
generazione che succederà alla presente come
sarà? Sarà essa cattolica, costumata, santa? Se
tale la desideriamo, come fare per averla ? Tutto
dipenderà dalla educazione della gioventù . Ma
questa educazione oggi vien contrastata ai nostri
giovani . Tristi tempi per la gioventù ! Si vuole
educare senza Dio . Ma senza di Gesù Cristo la
società non si regge . Oh! la società andrà in
rovina, e queste anime andranno esse perdute,?
Appena ti presenti in un' officina senti un libero
sparlare di Dio, dei Sacerdoti . Dio, inferno non
c'è, si misconosce il merito del prete, del sacer-
dote , a lui si dà la taccia di menzognero . . . E che
ne sarà di questi figli? Andate nei giorni festivi
e vedrete il disprezzo del giorno santo, sentirete
tutto ciò che vi ha di più santo . Si passa il
giorno là tra i banchi d'un' osteria tracannando
col vino ogni vizio . Amatissimi figli, la società
come può mantenersi? Chi sarà ripa all'onda im-
petuosa di tanto disordine?
La sapienza umana? No, perché senza Dio che
ne' è il principio, é impotente ; e solo Cristo è
la Vita, la Verità .
E non vi sarà adunque una mano che si stenda
alla società pericolante? Non un riparo? Voi
Cooperatori unendovi ai Salesiani sarete il sal-
vamento della gioventù, della società . Come son
belle le vostre opere! sono opere di carità e di
salute . Continuate nell'opera incominciata e rinno-
verete verete la famiglia . Voi, che veggo pieni di fede
e di carità, soccorrete l'opera santa, e santi avremo
il cittadino nobile, come il figlio del lavoro .
Ai giovani bene allevati é dolce il lavoro . Ma
a chi non ha religione, tutte le perfezioni e tutte
le macchine dell'arte non daranno felicità : ago-
gnerà sempre ad aver maggiori mezzi per sod-
disfare alla brama ardente di piaceri che lo bru-
cia : dirà non lavoro, perché non viene pagata la
mia fatica come si merita . Ed ecco gli scioperi .
Ma l'artista religioso, va rassegnato, e se anche
del tutto non vien ricompensata la sua fatica,
alza gli occhi al Cielo e di là aspetta la mercede .
Voi, Cooperatori aiutate D . Bosco, D . Bosco nei
suoi figli, D . Bosco che evangelizza il mondo,
D . Bosco che traversa i mari, e là sulle rive del
Magellano converte interi popoli ; e così avremo
santo l'operaio.
E Voi, Monsignore, andate a convertire il nuovo
mondo, Voi, che al suono della parola unite le
dolci armonie ispirate nel Cielo, radunate al Si-
gnore quei selvaggi : noi vi seguiremo col pen-
siero, colla preghiera, cogli aiuti . E voi, Sale-
siani, siate i benedetti, io sarò con voi, continuate
nell'opera santa .
Ed ora l'ultima parola si è per voi figli fortu-
nati raccolti in sì caro Ospizio : siate docili, ubbi-
dienti, amate i vostri Superiori e vi alleverete
degni e della Religione e della Patria , e quando
rientrerete nelle famiglie, ivi seminerete i frutti
raccolti, e così avremo la pace ne' cuori, la pace
nella famiglia, avremo salva la società . »
L'impressione che tutti riportarono da sì brevi
ma succose parole, fu grandissima, e l'elemosina
raccolta a pro dell'Ospizio e delle Missioni mo-
strò bene quanto abbia contribuito l'uno e l'altro
discorso al bene delle opere Salesiane .
Il Te Deum e la benedizione col SS . Sacra-
mento data da Mons . Cagliero pose termine alla
funzione - Che bella, che tenera funzione, escla-
mava il popolo ; non la dimenticheremo mai!
GRAZIA DIMARTA AU SILIATRICE
Saluzzo, li 29 giugno 1888.
REVERENDO SIG . DIRETTORE,
Compio un mio dovere che mi stava molto a
cuore . Erano circa, venti giorni che io allontanato da casami per attendere a' mieieaffarir, a

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quando stando per ritornare mi venne dato no-
tizia che mio nipote, unico in famiglia, erasi gra-
vemente infermato di idropisia , e che più me-
dici lo aveano dichiarato per ispedito . Subito fui
preso da gran pena, ma ricordandomi di Maria
Ausiliatrice, ricorsi a Lei pregandola di volere
allontanare da noi tanta disgrazia ; di concedere
la salute al nipote, se gli era necessaria, oppure
nella città di Roma, capitale del Cattolicismo ;
deve aver luogo nella Chiesa del S . Cuore di
Gesù; con un triduo di riparazione, di consecra--
zione e di cooperazione ; deve rendersi dai Sa-
cerdoti d'Italia, di questa nazione, che ha la sorta
di possedere nel suo seno la Cattedra del Mae
stro infallibile, che ancor quest'anno è stato te,
stimonio oculare della stima e dell'amore, che
di ottenere a noi tanta forza di rassegnarci in
caso contrario . Promisi di mandare una piccola
somma pel decoro del tempio a Lei dedicato
tutti i popoli portano a Colui, il quale presente
mente la onora con tanta sapienza, da rendere
attoniti i più grandi e i più autorevoli uomini del
in Torino, e fiducioso incominciai una novena di mondo .
preghiere a questa augusta Madre.
Giunto a casa e visto il nipote in si misero
stato, non mi potei trattenere dal piangere . Gli
procurai tutti i rimedii suggeriti dall'arte ; ma
questi già erano stati adoperati prima e con nes-
sun profitto dell'infermo, il quale, a giudizio dei
medici, non poteva più vivere che pochi giorni.
Ma viva Maria, che nell'estremo della desola-
zione venne a consolarci . Quanto è buona e be-
nigna questa Nostra Signora, che ci ascolta, seb-
bene indegnissimi! Prima ancora che fosse ter-
minata la novena, il male già si era mitigato di
molto, ed in breve tempo il caro fanciulletto si
rimise del tutto in salute .
Aveva promesso di far pubblicare questa grazia,
se fosse possibile ; ora pertanto prego Lei, Sig .
Direttore, a volerle dare un posticino nel Bollet-
tino, quando ne venga l'opportunità . La prego an-
cora di una benedizione sopra di me e della fa-
A fine d'innalzare a Dio siffatto ringraziamento
fu proposto, e si sta ora promovendo, un Pelle-
grinaggio del clero italiano a Roma pel mese
di Settembre . L'Em.mo Card . Rampolla, segretario
di stato di Sua Santità, interpellato in proposito
dal Sig . Card . Alimonda Arcivescovo di Torino,
aveva la soddisfazione di rispondere con queste
parole : Piacque al S. Padre di prendere piena
contezza del foglio indirizzatomi di V. Em . ;
e ripromettendosi dal Pellegrinaggio del clero
italiano copiosi e salutari frutti, ne approva il
progetto da attuarsi nel futuro settembre : e
fin d'ora dispone che la pontificia udienza ab-
bia luogo entro quel mese .
Il progetto avendo l'approvazione del Papa,
non può non aver quella di Dio . Dunque mano
all'opera .
Un apposito Comitato Centrale in Torino ,
altri Comitati Particolari in ciascuna Diocesi sono
miglia ; e raccomandandomi alle sue preghiere mi
dico suo
Devot .mo Servo
RENALDO ANTONIO .
incaricati di raccogliere il nome dei Sacerdoti,
e di dare, mediante fogli a stampa, quelle ulteriori
informazioni, che sono relative al tempo, al viaggio,
all'alloggio, al vitto e simili . Per ogni evento
ciascuno si rivolga al Comitato Centrale del
Pellegrinaggio Ecclesiastico in Torino, Via Prin-
cipe Amedeo N° 16 .
PELLEGRINAGGIO DEL CLERO ITALIANO
A ROMA .
Giudichiamo pregio dell'opera riferire alcune
parole del manifesto e programma, che sta ora di-
ramando il Comitato centrale : « L'avere il Santo
É fuori d'ogni dubbio che il Giubileo Sacerdo- Padre concesso lo straordinario favore di una
tale dell' incomparabile Pontefice Leone XIII udienza pontificia per gli ecclesiastici pellegrini,
gloriosamente regnante è riuscito splendidissimo . siamo persuasi che ecciterà moltissimi a fare
Esso costituì uno spettacolo di fede cattolica e quanto possono per prendere essi medesimi parte
di venerazione al Successore di Pietro più unico al pellegrinaggio e a, procurare che tutti i loro
che raro, avendovi preso parte con ricchissimi conoscenti e amici facciano altrettanto . Né questo
doni, con proteste d'incrollabile devozione, con è l'unico favore ; noi possiamo anzi assicurare che
numerosi pellegrinaggi, tutti i popoli della terra
S. S. in tale circostanza sarà veramente largo
co' proprii capi ecclesiastici e civili, Primati, di spirituali grazie e privilegi coi pellegrini . I
Patriarchi, Arcivescovi, Vescovi, Parrochi, Im- reverendi Sacerdoti che non potessero, come pure
peratori ed Imperatrici, Re e Regine, Principi
e Principesse, Presidenti , Moderatori e ministri
di Stato .
Stante la tristizia dei tempi e dei numerosi e
vorrebbero, prender parte a questo pellegrinaggio,
tutto a onore e gloria del SS . Cuore di Gesù,
procurino almeno in compenso di eccitare quanti,
potranno a farsi pellegrini, e in particolare sY
potenti nemici della Chiesa , un tal fatto deve me- assicurino che un qualche loro confratello si rechi
ritamente attribuirsi ad una speciale provvidenza come loro rappresentante a Roma in questa so-
e protezione del Cielo, e riputarsi un grandis- lenne dimostrazione di ossequio e di amore
simo e straordinario beneficio di Dio . Or ad un
Dal canto nostro per ora soggiungiamo una
beneficio tale ragion vuole che corrisponda un sola riflessione, ed è che i sacerdoti nostri Co-
condegno ringraziamento .
operatori, prendendo parte al divisato pellegri-
Questo ringraziamento per altro affinché riesca naggio, si troveranno ben lieti di assistere ad
più solenne, più gradito a Dio ed al suo Vicario, una funzione così straordinaria in quella chiesa
e più fecondo di ubertosi frutti, deve avere tra del S . Cuore di Gesù, per la cui erezione con-
gli altri tre speciali caratteri : esso deve farsi corsero con molta generosità coadiuvando lo zelo

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del compianto nostro D . Bosco, e questi dall'alto
dei cieli, dove fondatamente lo speriamo già ac-
colto, esulterà al vedere in detta chiesa come
posta la corona al Giubileo Sacerdotale del Papa,
il cui felice incominciamento gli arrecava in sul
letto di morte inesprimibile gaudio.
VIAGGIO DEI MISSIONARI SALESIANI A QUITO
LETTERA I .
A bordo del vapore la «France »
21 Dicembre 1887
MOLTO REVdo SIGNOR D . RUA,
Ancora vive nella memoria e nel cuore sen-
tiamo le dolci emozioni provate in quei benedetti
momenti della sera del 6 corrente ! Ancora ci
risuonano all'orecchio le vibranti e dolci parole
di Monsignor Leto, l'Addio del caro D . Bonetti,
le espressioni di tenero amore di tutti i Superiori
e Confratelli . Ancora ci par di vedere il caris-
simo papà D . Bosco ; ci pare ancora di sentire
scorrere sul nostro volto quelle calde lagrime che
il suo paterno cuore non potè trattenere in quel
solenne istante.
Caro Padre ! Oltre tre mila miglia ci separano
già da Torino , è vero ; ma il nostro cuore
è lì vicino a D. Bosco, ai piedi di Maria SS .
Ausiliatrice, davanti a quel S . Tabernacolo! . . . . Ah
sì! lo dica, Rmo D . Rua, a quelle sante Matrone,
a quei nobili Signori, che, mentre noi attraver-
savamo la Chiesa, confondendo le loro lagrime con
le nostre, si accalcavano attorno a noi, ci strin-
gevano fortemente la mano, ci facevano coraggio,
ci davano limosine, e si raccomandavano alle nostre
orazioni : dica loro che benchè non li conoscessimo
personalmente, noi abbiamo pregato e continue-
remo a pregare ed a far pregare per loro .
Il nostro viaggio è stato finora oltre ogni dire
felice . Tempo buono ; vento, in generale, favore-
vole ; mare tranquillo . Ne siano ringraziati i Sacri
Cuori di Gesù e di Maria ! E vero che qualcuno
di noi ebbe a soffrire non poco il mal di mare ;
ma ora stiamo tutti bene, e ciascuno non lascia
di fare le sue parti a tavola . Io poi più che ogni
altro, devo dare questa publica testimonianza di
mia riconoscenza al S . Cuor di Gesù . La mia
mal ferma salute, non solo non ebbe a peggiorare
sul mare, ma anzi credo che abbia guadagnato non
poco, e che potrò resistere bene al viaggio a ca-
vallo da Guayaquil a Quito .
Nei primi due giorni non si potè dire la Santa
Messa ; ma dopo io celebrai tutti i giorni, D . Fu-
sarini e D . Santinelli si alternavano, gli altri
ricevevano la santa Comunione . Da Domenica poi
18 corrente, anche D . Mattana e gli altri Sacerdoti,
ebbero la consolazione di offrire quotidianamente
l'Agnello Immacolato .
Nulla di straordinario ci capitò in questo tratto
di viaggio : sciami di pesci volanti, gruppi di
delfini e di tonni rompevano di tanto in tanto
la monotonia di bordo : anche due balenotti ci
salutarono da lontano, gittando dalle colossali na-
rici torrenti di spumosa acqua.
La « France », uno dei 25 vapori della Com-
pagnia, scorre maestoso sull'onde azzurre, senza
scosse, senza tremiti dell'elíce, così comuni in altri
piroscafi . E lungo circa 130 metri ; porta 4700
tonnellate, e la sua macchina ha la forza dì 3300
cavalli .
Due lunghi corridoi l'attraversano internamente
in quasi tutta la sua estensione, e dànno adito
alle cabine di 1' e 2' classe, che sono proprio
belle, pulite e comode .
Verso poppa vi è il salone da pranzo capace
di circa 200 persone ; ne ho visti pochi così grandi
e con tanto lusso . Vi sono poi altre tre sale più
piccole, cioè quella di conversazione, quella dei
fumatori e la sala delle Signore . Il trattamento-a
bordo è eccellente ; cibi freschi, pulizia, buon ser-
vizio etc. Avremmo desiderato poter anche noi
dar buon trattamento alle anime dei passeggieri
la domenica almeno ; poter cioè, celebrare la Santa
Messa in coperta o nel salone . Ma non ci fu con-
cesso ; perchè la sala delle Signore era troppo
piccola pel numero dei passeggierì che desidera-
vano assistere al S . Sacrifizio . Questa negativa
ci ha rattristati non poco, pensando che in tutti
i viaggi dei nostri Confratelli fu sempre loro con-
cesso di celebrare la S . Messa publicamente nei
giorni festivi, e specialmente pensando che non
potremmo celebrare la prossima solennità del Santo
Natale con quello sfarzo che desidereremmo e po-
tremmo, avendo a bordo con noi altri 7 Sacerdoti
francesi, varie Suore della Carità, ed altri reli-
giosi laici . Questi religiosi, figli del Beato Gio-
vanni Eudes, ne rimasero anch'essi dispiacenti .
Domani alle 10 antim . speriamo toccare terra
nell'Isola Guadalupe : ci fermeremo poche ore,
seguitando il viaggio verso l'altra isola francese
Martinique ; quivi sarà più lunga la dimora, do-
vendo scaricare e caricare merci, passeggieri,
etc . Toccheremo Savanilla, porto di Cartagena,
ed il 29 speriamo trovarci in Colon (istmo di
Panamà ) .
Termino per ora, pregando V . S . Rma a presen-
tare al caro D . Bosco, a tutti i Superiori . Coope-
ratori e Cooperatrici e Confratelli, i nostri più
affettuosi augurii di felicitazioni per le feste Na-
talizie, pel fine e principio d'anno .
Preghi e faccia pregare per noi, e specialmente
pel
Suo aff.mo figlio in G . e M.
D . LUIGI CALCAGNO.
LETTERA II.
Quito, 1 febbraio 1888 .
REV.MO SIG . D . RUA,
Eccoci finalmente, dopo un pericoloso e lungo
viaggio, che durò 53 giorni, giunti felicemente
al luogo tanto sospirato dal nostro cuore, al
luogo del nostro lavoro . Siamo giunti finalmente
alla regina delle Ande, alla bella, alla deliziosa
Quito . Deo gratias . . . e lo diciamo proprio di
cuore e con ragione . . .

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Ma non voglio anticipare notizie . Scrivo però
in fretta, perché le continue occupazioni, che di
già ci assediano, non ci permettono fare una pro-
lissa descrizione dello innumerevoli novità ve-
dute . Abbia dunque pazienza ed ascolti ciò che,
correnti calamo, mi detta la memoria .
Nell'ultima mia avrà visto come il buon Dio
volle favorirci fino all' isola Guadalupe con un
felicissimo viaggio : ebbene , altrettanto possiamo
dire di tutto il rimanente lungo e pericoloso
tragitto : fu oltre ogni dire per noi felice.Ne
sia ringraziato infinitamente il Divin Cuore !
Arrivammo dunque a Guadalupe il 22 dicem-
bre alle 8 antim . Questa terra, colonia francese,
è una delle più belle del gruppo delle Piccole-
Antille ; si compone di due isole quasi uguali,
separate da un braccio di mare molto stretto,
chiamato Rio Salado . L'isola orientale contiene
un porto spazioso , nel quale si entra passando
tra amene e verdeggianti isolette, tutte coperte
di bananos, cocoteros, cacaos e di mille altre
piante indigene . Pochi porti ho visto così belli,
deliziosi e comodi : quel di Rio Janeiro e di Co-
stantinopoli solamente - a mio pensare - pos-
sono fargli competenza .
La terra occidentale (impropriamente chiamata
Bassa-Terra), poichè è coronata da alte montagne
(la cui sommità è il maestoso vulcano attivo Sou-
frdm.hi)aè,1pe59ctlbacità
dello stesso nome, alla quale giungemmo alle 4
di sera dello stesso giorno . Sbarcata quivi la
corrispondenza e poca mercanzia si fece vela
tosto verso l'isola Martinique . Martinica o Ma-
diana è una stupenda isola, abbastanza grande e
ben popolata : ha una superficie di circa mille
chilometri quadrati e 167,000 abitanti quasi tutti
negri, schiavi-liberti . Non abbiamo potuto fer-
marci nel porto Fort-de-France, capitale dell'isola,
per non avere patente limpia : avevamo a bordo
un marinaio colpito dal vaiuolo e perciò ci
ordinarono la quarantena! Forza fu allontanarsi
dal posto, cercare un altro punto comodo dell'i-
sola per far provvista di carbone e sbarcare le mer-
canzie . Quivi ci sorprese uno spettacolo al tutto
nuovo per noi : sulla spiaggia formicolavano torme
di negri d' ogni specie ; c'era materia da fare un
vero studio antropologico! Povera gente! Uomini,
donne, fanciulli sporchi, sucidi, sdrusciti, aspet-
tavano con febbrile ansietà che s'avvicinasse il
nostro piroscafo, ed appena gittò l'àncora ed a-
perse i depositi di carbone, incominciarono tosto
con uno slancio indescrivibile il loro lavoro . Chi
ha già visto, nei giorni d'estate, dopo qualche
tempo di pioggia uscire le formiche dalle loro
tane per far provviste ; chi presenziò l'affaccen-
darsi delle moltitudini in un disastroso incendio,
può avere un'idea esatta del lavoro di quei po-
veri negri ; era un' andare e venire , caricare e
scaricare, un correre disperatamente per ogni
lato del piroscafo , con ceste , casse, botti sulla
testa e tutto questo in mezzo a canti, liti, fischi,
urli da far ridere l' uomo più serio di questo
mondo . Tuttavia ci addolorava la vista di quella
povera gente così abbandonata ed avremmo
voluto incominciare in quell'isola la nostra mis-
sione, metterci in mezzo a loro e far loro inten-
dere che anch'essi avevano un'anima redenta col
preziosissimo Sangue di N . S ., che anch'essi e-
rano uomini, che anch' essi avevano diritto al
Paradiso .
Partimmo il 24 alle 7 di sera, vigilia del
S . Natale . Nostro vivo desiderio era di celebrare
la s . Messa a mezzanotte nel salone grande, ma
il signor Comandante non ci permise che di
servirsi d'una stanzuccia chiamata salon de
señoras. Non so darmi ragione di questo di-
vieto ; non ho mai viaggiato con tante raccoman-
dazioni e non ho avuto mai così poche conces-
sioni come in questo viaggio . Pazienza! Alle
11 1/2 di notte, con un mare abbastanza tran-
quillo io ho potuto celebrare la s . Messa ed i
confratelli fecero la s . Comunione. Oh quanti
dolci pensieri s'affollarono nella nostra mente in
quei felici istanti ! Pensavamo al nostro carissimo
D . Bosco, ai nostri cari giovani, ai nostri con-
fratelli che in quell' ora istessa avrebbero unite
alle nostre le loro preghiere ; pensavamo ai no-
stri generosi Benefattori, a quelle buone matrone
che tanto ci hanno aiutati e dal nostro cuore
intenerito partivano infuocate preghiere al Bam-
bino Gesù , afinchèvolescolmartuiquesti
cari di mille benedizioni . Ad ora fissa, comoda
pei passeggieri, celebrarono gli altri tre sacer-
doti salesiani, e la mattina la passammo compa-
rando la nostra posizione a quella dei nostri del
vecchio continente .
In Torino , in Genova , in tutte le città , che
moltitudine per le strade, che concorso nelle
chiese, che bei presepi avranno preparato... e
noi ? Siamo qui rinchiusi in un pezzo di legno, in
balla delle onde. . . Essi saranno là in mezzo alla
neve, con un freddo siberiano, e noi bagnati di
sudore, soffocati dal caldo .
Stavamo ancora con la mente in Italia, quando
si ode una voce amica che ci dice : Là si vede
terra . Era terra davvero, era il continente a-
mericano, la costa di Venezuela : la salutammo
con vero entusiasmo . Il nostro piroscafo intanto
continuava solcando maestoso le onde azzurre,
ma non metteva mai prora verso il lido . Passa-
rono due, tre, quattro ore ed i passeggieri pra-
tici di quei mari incominciarono a maravigliarsi
di questo nuovo itinerario . Eravamo tutti in co-
perta - armati gli occhi di binoccolo - ansiosi
di scoprire il porto della Guayra , quando il pi-
roscafo gira di prora e cambia completamente di
direzione! Sorpresi dalla novità, ci dimandavamo
l'un l'altro la ragione di questa manovra di nuovo
genere e . . . si venne poi a sapere che l'ufficiale
di guardia si lasciò sfuggire la Guayra e che
eravamo già vicini a Puerto-Cabello ! Questo
madornale sbaglio fu causa di molti altri contra-
tempi che le conterò dopo .
Abbiam dovuto dunque indietreggiare per ben
due ore in cerca di quel benedetto porto ! Fi-
nalmente si trovò e, verso mezzo giorno , get-
tammo l'àncora nella rada .
La Guayra è porto di Caràcas, capitale di Ve-
nezuela, alla quale si va dal lido per ferrovia
che monta su per la montagna fino all'altezza di

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circa 2,000 metri . E un meschino paesello di
circa 7,000 abitanti e tutto il suo commercio lo
ha con la capitale .
Il giorno 27 di sera si partiva e giungevamo
a Puerto-Cabello, altro porto di Venezuela, verso
mezzanotte .
Essendosi il piroscafo avvicinato al molo , po-
temmo discendere e, con una gioia indescrivi-
bile, i compagni toc arono ,perlaimvot,
terra americana .
Nostro primo pensiero fu andare in cerca della
chiesa e sfogare il nostro cuore ai piedi di N . S .
in Sacramento . Oh come è dolce al cuore d'un
cristiano poter entrare nella casa del Signore
dopo tanti giorni che non vede più nessun tem-
pio ! Pregato e ringraziato Nostro Signore e la
Vergine SS ., visitammo la città e l'abbiamo tro-
vata abbastanza graziosa . Avremmo voluto fare
una bella collezione di madrepore, che ve n'e-
rano delle magnifiche e di specie differenti ; ma
urgeva ritornare a bordo .
Alle 4 1/2 pom.delostgirnalpvmo
e abbandonammo le coste di Venezuela . Tutta la
notte del 28 al 29 si passò tranquillamente e
continuò così nel resto della giornata .
Notammo che le acque avevano cambiato co-
lore ; erano biancastre e con striscie giallognole ;
ci si disse che quel cambiamento proveniva dalle
fangose correnti del fiume Magdalena .
Il giorno 30 alle 7 1/4 antim .entravmol
porto di Savanilla, piccolo e miserabile paesello
di Colombia ; quivi discesero alcuni personaggi,
tra i quali i nostri carissimi Padri Eudisti . Que-
sti buoni religiosi, diretti a Cartagena, ci aveano
già preso molta affezione e soffrirono al distac-
carsi da noi . Abbiamo promesso di mandar loro
nostre notizie , ed eglino s'incaricarono di pre-
sentare i nostri ossequi al R .mo Monsignor Biffi,
Vescovo di Cartagena . Poca mercanzia si scaricò
a Savanilla e perciò si poté partire alle 5 pom .
dello stesso giorno .
Il sole ci sferzava co' suoi raggi ardenti ogni
dì più, ed avremmo dovuto soffrire molto caldo,
se una brezza del nord non li avesse temperati
alquanto . Il nostro piroscafo continuava fendendo
con forza l'onda oceanica e si mantenne sempre
sulle 12 o 13 miglia all'ora . Attraversammo fe-
licemente il golfo di Darien indirizzando la prora
all'istmo . Nel pomeriggio del 31 dovevamo ap-
prodare a Colon .
Eravamo in ritardo di due giorni, e temevamo
fortemente di perdere la coincidenza del vapore
del Pacifico, il quale doveva partire la notte del-
l'ultimo giorno dell'87 . Passeggieri pratici e spe-
cialmente un tal signor Gabriel, nostro grande
amico, che attraversava per la quindicesima volta
quei mari, ci assicurarono che giungendo a Colon
prima di notte il vapore della Steam Pacific
Navigation avrebbe aspettato un giorno di più
per riceverci . Con questa bella speranza appro-
dammo al molo alle 4 1/2 .pAomenatròbdo
il capitano del porto per la visita . eravamo per
domG:abrielconustzamlrepasidc ndargli, se il piroscafo del Pacifico aspet-
tava, quando ci vien incontro il nostro signor
- Padre ! Siamo delusi . il vapore per Gua-
yaquil è già partito. - Pazienza! Ci rasse-
gnammo e prendendo la cosa in celia, abbiam
determinato di passar la notte a bordo e pre-
pararci per partire il domani con la prima
corsa . Non possiamo dir nulla della città di
Colon perché l' abbiamo veduta fuggendo ; dico
fuggendo , perchè il caldo , l'aria pestifera ,
la febbre gialla e mille altri malanni sarebbero
micidiali pel forestiere che curioso volesse pas-
seggiare di troppo per le sue vie .
Salutammo, adunque, la statua del gran geno-
vese Cristoforo Colombo, che si eleva da un
giardinetto fiancheggiante il porto, ed aggiustati
i nostri bagagli, ci recammo per tempo alla sta-
zione ferroviaria .
La ferrovia da Colon a Panamà, attraverso
l'istmo, è un lavoro poco solido e frequentemente
guastato dallo pioggie torrenziali ; tuttavia è co-
stato molto denaro ed innumerevoli vittime, spe-
cialmente dei nostri italiani . E voce comune che
vi lasciarono sul luogo la vita tanti uomini,
quanti sono i pali traversali (durmientes) che
sostengono i binari! Lungo il viaggio abbiamo
potuto osservare i lavori pel taglio dell'istmo . Il
signor Lesseps avrebbe l' intenzione di dare il
Canale finito pel 1890, ma gli impresarii parti-
colari dicono ciò essere impossibile . Non si trovano
più uomini in numero sufficiente che vogliano
assoggettarsi a quel clima ardente e pestifero, e,
per pochi soldi, perdere e salute e vita . Nem-
meno i negri della Giammaica, né i Chinesi, che
sono gli uomini più adatti a quel clima ed a
quella specie di lavoro, nemmeno essi vogliono
più lavorare .
Per avere una certa idea di ciò che s'abbiso-
gnerebbe adesso per la continuazione del taglio,
voglio riprodurre i dati che ci dà un giornale
americano .
« Mesi fa, v' erano a lavorare nel Canale di
Panamà 20,000 uomini ; s' erano costrutte 415
miglia di ferrovia speciale ; v'erano al servizio
14,000 carri, 29 bastimenti a vapore, 200 a vela,
304 officine da fabbro, 48 draghe, 96 colossali
macchine scavatrici, 35 macchine perforatrici di
gran potenza e 486 pompe a vapore . Per illu-
minare i lavori si fecero di notte risplendere
7090 lampade elettriche e 175 dinamiche » .
Credo sia esagerata un po' la cosa . Tuttavia
è quella un' opera degna del genio del gran
Lesseps, ed egli è determinato di condurla a
termine, ancorchè non pochi ingegneri assicurino
che il lavoro é pieno di difficoltà , che essi sti--
mano insuperabili .
La ferrovia passa in mezzo a foreste folte di
ogni sorta di alberi ed erbe arborescenti proprie
dei climi tropicali, e lungh'esav'hnomlti
paeselli formati di miserabili capanne, nella mag
gior parte abitate da negri, Indii e molti chi
nesi . Dopo due ore e mezza di corsa quasi di-
rg.erCshiamunboegr,lidsea- etta, siamo giunti alla stazione di Panamà . Cre-
devamo di trovare alla stazione qualche faccia
amica, ma c' ingannammo . Soli, isolati in una
città a noi sconosciuta, non sapevamo ove diri

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2.1 Page 11

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peva dove stava di casa il Console dell' Equa-
tore . Rispose sì e no . Domandai se v'erano nella
città case di religiosi : - Oh si molti . - E per
esempio? - I Francescani , mi rispose, e i
Padri Gesuiti . -Bene, andiamo dunque dai Padri
Francescani. Salimmo in tre malconcie vetture .
Cammin facendo, ci siamo accorti che la carrozza
che conduceva Don Fusarini, Don Mattana ed il
Ch . Rostoni era scomparsa! Pensammo che sa-
rebbero passati per altra strada . Intanto il coc-
chiere si ferma e ci dice : - Qui abita il Console del-
l'Equatore . - E il console o sono i Francescani?
chiesi . - E il Console, Padre . - Era proprio la
casa del Consolato . Entrammo e fummo ricevuti
con festa dal signor generale Orfila, Console
dell' Equatore . Egli ci avea tenuto pronto una
casa ove alloggiarci fin dal principio del mese ;
ma vedendo che noi non giungevamo mai , la
lasciò occupare da altri . Tuttavia si diede pre-
mura di procurarci presto alloggio presso una
buona famiglia e là ci recammo immediatamente .
Intanto D . Fusarini ed i compagni non compa-
rivano . Mandai il vetturino a vedere se li tro-
vava in casa dei Francescani, . e ritornò dicendo
che di là non erano passati . Misi la cosa nelle
m ani del Signore e ci sedemmo a tavola, che
eravamo ancora quasi digiuni .
La casa ove alloggiavamo era una locanda di
famiglia e pensavamo già cercarci un posto più
ritirato, ove potessimo compiere in qualche modo
i nostri doveri religiosi , durante gli 8 giorni di
fermata . Mentre stavamo ragionando sul da farsi,
entra nella stanza D . Fusarini che, tutto trafe-
lato e ridendo, cominciò a raccontarci la bella
sorpresa che ci volle fare il Signore . Ci disse
come, mentre ci seguivano in carrozza, giunti ad
un certo punto, il cavallo s'impennò e non volle
più andar avanti, e voltosi indietro, cominciò a
correre disperatamente : fu forza lasciarlo cor-
rere a suo piacere, fintantoché stanco, si fermò .
Discesero e dimandando dei Padri Francescani,
loro fu risposto che non Francescani, ma Lazza-
risti erano i religiosi del convento che si vedea
lì vicino . D . Fusarini fu ben ricevuto dal reve-
rendo Padre Gougnon ; gli raccontò l'accaduto
ed il buon Padre offrì la casa tutta, dicendo che
sarebbe stato onorato, se i Salesiani avessero vo-
luto fermarsi con lui . Udita la cosa, ringra-
ziammo noi tutti ad una voce il Signore , e ci
recammo tosto presso il benemerito missionario .
Trattati con isquisitezza di modi ed avendo tutte le
comodità per compiere le nostre pratiche reli-
giose, dovemmo permanere in quella casa per ben
10 giorni.
L'aria qui è malsana e puzzolente e il genere
d'alimentazione quasi nuovo per noi . Non pote-
vamo uscire di casa che alla mattina fino alle 9,
alla sera dalle 5 sino al cader del sole . Tut-
tavia non ci arrischiammo ad uscire neppure in
questo poco tempo, perché questo clima è troppo
pericoloso per gli europei .
Solo una volta uscimmo per recarci a far visita
e Mons . Giuseppe Alessandro Peralla vescovo .di
Pa.nmà,cheirvtconeusiamo
Volle renderci la visita il giorno stesso e trat-
tenersi con noi alla famigliare . Ci parlò di Don
Bosco, della Congregazione e disse voler assolu-
tamente che i Salesiani prendessero a loro ca-
rico le Missioni del Chiriquì . Questa terra si
trova sull'istmo di Panamà, ma nell'ultimo estremo
della Colombia, vicino ai confini di Costarica .
Il clima sarebbe eccellente, il terreno produttivo
e popolato da molti indigeni e colombiani di
colore, che vivono lontani d'ogni pratica reli-
giosa, perché privi affatto di sacerdoti.Iodiea
Monsignore speranza che il nostro Don Bosco
ascolterebbe la sua voce e che anche nel Chiri-
qui manderebbe i suoi figli .
Avendo saputo che non avevamo vino, e per
noi era pericoloso bere acqua cattiva, ci mandò
una buona damigiana di vino : ce ne diede anche
per le Messe e si offerse di aiutarci in tutto
ciò che abbisognassimo . Monsignore ci trattò con
un affetto veramente paterno .
Vennero eziandio a farci visita il Console ita-
liano e i Rev . Padri della Compagnia di Gesù .
Il giorno 9 gennaio il sig . Console venne ad
avvisarci che alla sera dovevamo partire pel
Pacifico . Verso le 11 del mattino c'imbarcammo,
dunque sul vaporino Morro, che ci condusse fino al
piroscafo Colombia che già stava sulla partenza .
Si alzarono tosto le ancore , si fece il saluto di
costume e per la prima volta viaggiavamo sulle
acque del Pacifico . Il nome di Pacifico dato a
questo Oceano è veramente esatto ; senza vento,
senza onde , senza grandi movimenti, in quattro
giorni di viaggio potemmo giungere alle foci del
Guayaquil , e poi alla città dello stesso nome .
All'imboccatura del Rio si scorge l'isola di Punà,
luogo incantevole e già importante fortezza spa-
gnuola .
(Continua) .
LUTERO E L'ITALIA,
e un nuovo lavoro del Cardinale G . Alimonda .
Era il 1° novembre 1885, e Leone XIII dira-
mava a tutto il mondo quello splendido capola-
voro di dottrina, prudenza e bellezza , .che è
l'Enciclica Immortale Dei sulla cristiana costi-
tuzione degli Stati . E perché a questa cristiana
costituzione due potenti nemici si oppongono, ai
giorni nostri soprattutto, cioè il Razionalismo e il
Naturalismo , contro di essi levava alta la voce il
vigilante Pontefice , come quelli che l'uno nella
filosofia, l'altro nello lettere e nelle arti, mirano
direttamente a rovesciare, se potessero, nelle sue
basi e nella sua essenza il Cristianesimo catto-
lico . No, dichiarava egli apertamente, no, la fede
cattolica non è e non sarà mai compatibile con
le opinioni inclinanti a quei due falsi sistemi.
No, non è e non sarà mai cattolico chi parteg-
gia per essi .
Le parolé del Vicario di G . C . trovarono un'eco
potente ne' cattolici di tutto il mondo ; alla sua
voce, al suo invito sorsero poderosi ingegni alla
difesa della verità, alla salvezza della società

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contro il Razionalismo e il Naturalismo . Primo
fra questi il Card . Alimonda, il quale non rat-
tenuto né dall'età, che s'inoltra, né dalle angu-
stie di un laborioso ministero, ci offre nell' an-
nunziato volume un nuovo saggio, giovanile per
vigore, non solo della potenza del suo ingegno,
ma ancora di quel profondo e affettuoso attacca-
mento alla Chiesa di Cristo e al suo Vicario ,
che forma la vita della sua vita . Veramente l'il-
lustre Porporato è tutt'altro che nuovo in questa
tenzone;lasuvitènloacestonr
il Razionalismo e il Naturalismo . Nato polemista,
le sue conferenze, cominciate a Genova fin dal
1864, mirano costantemente a combattere questi
mostruosi sistemi, che fanno ai tempi nostri or-
ribile strage delle intelligenze e dei cuori . Pio IX
di s . m . non solo encomiava ripetutamente l'il-
lustre Genovese , ma lo esortava vivamente a
compiere con pari avvedutezza, dottrina ed elo-
quenza la grand'opera incominciata. Ed ei la
compì nobilmente e salutarmente . La ragione non
è autonoma , pose egli per base . L'uomo è sog-
getto a Dio, fonte di tutto il sovrannaturale ;
soggetto a G . C ., sorgente e mezzo principale
della sua immediata comunicazione ; soggetto alla
Chiesa , depositaria e ragione del sovrannatu-
rale ; soggetto al culto cattolico, nobile strumento
ed esercizio vitale del sovrannaturale .Edeco
perciò uscirne quattro volumi, trattanti appunto
sotto questi quattro rapporti, dell'uomo sotto la
legge del sovrannaturale . Ma il sovrannaturale,
in quella che tiene a sè soggetta la ragione ,
l'uomo , lo ricolma di beni sovrumani, di bene-
fizi inenarrabili, beni e benefizi che si spandono
copiosamente sull'uomo individuo, sulla famiglia,
sulla società politica e sulla società civile . Ed
ecco quindi ai primi quattro volumi seguirne al-
trettanti, che considerano appunto l'uomo nelle
sue relazioni con se stesso, con la famiglia, con
lo Stato e colla società civile .
Ma bisognava procedere innanzi ; bisognava
assalir il nemico direttamente, assalirlo nella sua
rocca stessa, creduta inespugnabile . Ed ecco an-
cora la ragione del presente volume , dove tu
vedi Lutero, questa personificazione viva e vera
della ragione prima abbrutita , poi ribelle, stu-
diato nella sua vita e nelle sue opere, e studiato
colà in quella nazione vigorosa e potente , che
egli trascinò nell'errore e nel fango, studiato di
rincontro all' Italia cattolica , la cui luce riesce
da' contrapposti più bella e potente . L' Em .mo
Alimonda ci pone innanzi nella prefazione , che
è come la ragion dell' opera, l'apostata di Vit-
temberga ne' suoi viaggi da libertino , nel suo
ingegno vacuo e mattoide, ne' suoi furori tribu-
nizi e nelle sue impertinenze oratorie, nella sua
filantropia carnale, nella sua filosofia liberticida
in quella che si atteggia a paladino della ragione
indipendente, nella sua riforma spasimante pel
diavolo , e ne trae quindi la conseguenza che
l'Italia non può, non deve, non vorrà mai amar
Lutero .
Vengono poscia le conferenze , che son quat-
tordici, la prima delle quali è che l'Italia non deve
servilmente imitar alcuno , meno poi la Germa-
nia protestante . Passa in seguito a trattar di
essa Germania, ma di essa protestante, nelle sue
varie parti, dogmatica, morale, politica, scienti-
fica, artistica e civile, di fronte al cattolicismo,
e lo fa seguendo costantemente il suo metodo,
che è ad un tempo dottrinale e storico .
Ma dunque donde viene questo entusiasmo per
la Germania? E, o non è vero che è dessa un
popolo di pensatori e di artisti? Che nella con-
trada dell'eresia grandeggiano meglio che altrove
le scienze, le lettere e le arti? A questa domanda
risponde l'Alimonda con una similitudine, che
nella vasta sua erudizione gli offre l'astronomia .
Gravitano, egli dice, e luccicano di ardenti ba-
gliori in quella parte del cielo, che è fra le or-
bite dei due pianeti Marte e Giove, gli aste-
roidi, frantumi alla lor volta di un fulgidissimo
ed immenso pianeta disfatto. Gli astronomi mo-
derni vi fecero indagini e studi profondi, e an-
darono tant'oltre, che uno di essi, il Kirkwood,
americano, crede possibile la riedificazione ideale
del pianeta demolito. Così è della Germania pro-
testante . Essa è ricca di scienze e di arti ; ma
queste scienze e queste arti gravitano e lucci-
cano nel suo cielo nazionale a modo degli aste-
roidi, staccatesi come furono dalla Chiesa cat-
tolica, spezzata cioè quella soave armonia pree-
sistente fra la fede e la ragione, fra la grazia e
la natura, fra l'infinito ed il finito . Bisogna riu-
nire questi sparsi frantumi , bisogna riedificare
il demolito pianeta. Ma dove si compirà questa
grand' opera? Nel cielo del Cattolicismo . E chi
ne sarà il fattore, chi il Kirkwood di questo
lavoro immortale? Il Papa, il Vicario di Gesù
Cristo . Ed ecco perciò venir ultime tre confe-
renze, nelle quali l'Alimonda ci presenta il Papa
davanti alla Germania . Si direbbe , a leg-
gerle, che l'illustre conferenzista abbia in queste
superato se stesso ; tanto son belle di sovrana
bellezza. Vi si vede, vi si sente , per così dire ,
quell'immenso benefizio, che col ritorno al Cat-
tolicismo riceverebbe la Germania dal Papa, non
solo nell'ordine religioso e morale, non solo nei
suoi bisogni civili e sociali, ma nelle aspirazioni
nazionali medesime , frenate convenientemente
nei trasmodamenti, cinte di novella aureola nelle
loro giuste manifestazioni. Come vi grandeggia
il cuore di Leone XIII, mirante passionatamente
ne' suoi pensieri, ne' suoi scritti, nelle sue dure
prove alla Germania, a quel modo che l'ago ca-
lamitato usa rivolgersi costantemente al nord!
Di qual maravigliosa luce rifulge la tenerezza,
la predilezione del S . Padre per questo popolo
maschio e generoso, ma tradito dall'errore, de-
stinato un giorno (e Dio voglia presto) a ri-
splendere glorioso con gli altri popoli fratelli
nell'ovile di G. C .! E come pure se ne ralle-
grerà la patria nostra, come n'andrà immortale
l'Italia, se asseconderà gli sforzi del magnanimo
Pontefice in questa pura e gloriosa conquista!
Oh! Dio conservi ad multos annos l'Em .mo
Alimonda, sì che possa regalarci ancora altri la-
vori, che al par di questo ci consolino e ci rin-
franchino, vere oasi nel deserto della vita .

2.3 Page 13

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I FUNERALI
per la morte di D. Bosco
M(f.:Li)aronbesltpmcafile
si apriva appunto in questo paese del Monfer-
rato fin dal 1863 . Molti erano allora e molti
continuano ad essere i nostri benevoli Coopera-
tori . Non fa quindi stupire se nel giorno di
settima dopo la morte di D . Bosco si volle
fare una solenne funzione funebre in suffragio
dell'anima sua . Vi intervenne moltissima po-
polazione, e la società operaia cattolica col
proprio gonfalone vi assistette in corpo .
M:N.soeidlDgamCnhcS
fecero solenni funerali per l'amatissimo e vene-
rato D . Bosco . Celebrò la Messa Mons . Vica-
rio Dott . David Camilli, e ne disse l'elogio il
Sac . Giuseppe Bosi prof. di Fisica e Matematica
nel Seminario-Collegio . Il Cooperatore Salesiano
che promosse la pia e mesta funzione, dopo la
gloria di Dio, cui piacque suscitare D . Bosco, pro-
digio di carità e di umiltà in questi nostri tempi,
più che altri mai tristi e calamitosi, volle con
questo far vedere come anche in quella città si
era amato ed ammirato D . Bosco . Fu grande
il concorso delle persone attirate dal desiderio
di pregare per colui che si sperava già in Cielo
ad intercedere per loro .
M(:foVegSclniazu)dvterl
nella nostra Colonia agricola Astori, con inter-
vento di molti Cooperatori e Cooperatrici . Ne
disse eloquentissimo discorso Mons . Cherubin,
rappresentando Don Bosco umile e generoso
« che non fallì ai disegni della Provvidenza,
che anzi si fece di essa testimonio inconfuti-
bile, ambasciatoro fedele, ministro operosissimo,
angelo quanto può essere un uomo, e solo,
stremato d' ogni aiuto terreno , entra in un
campo sconfinato, dove la messe é inesauribile,
intraprendente come un eroe, pronto come un
martire al sacrifizio, totalmente abbandonandosi
alla Provvidenza . »
Mombaruzzo (Acqui) : Per unirsi ai mille e
mille devoti ed affezionati a quella bell'anima
di D . Bosco, ha cantato una messa da requiem
nella sua parrocchia e col concorso di molta
popolazione il R .do sig . D . Giuseppe Lazzarino,
priore di S . Antonio Abate.
Moncalieri : Solenne funerale nella Collegiata
di S . Maria per iniziativa di quel R .mo par-
roco Can . Teol . Ballesio, antico ed affezionato
allievo dell' Oratorio . Intervennero i canonici,
il clero e molto popolo . Difficilmente si vide
tanto concorso di divoti colà radunati a pre-
gare per D . Bosco, chiamato l' amico dei fan-
ciulli, il zelante apostolo di Dio, il benefattore
dell'umanità .
Moncrivello : Gran funerale per concorso spon-
taneo di tutto il popolo sotto la guida di quel
parroco illustre D . Perotti . Non possiamo trat-
tenerci dal riferire almeno un periodo, di una
fra le molte relazioni che ci mandarono di là
per onorare D . Bosco,
« La commozione era visibile sul volto di
tutti, e tutti erano intenti alla preghiera per
D . Bosco ; e ciò più per invocarne la celeste
sua protezione, che per sollevarlo nel Purga-
torio, certi come sono, che non poté essere un
solo istante allontanato da Dio, chi in vita ne
fu così intimamente unito nell'amore, dimo-
strato colle sue parole, co' suoi scritti, e con
le sue opere che formano il primo ed il più
strepìtoso miracolo della sua vita . »
Mondovì : Per ordine di S . E . R .ma Mons . Ve-
scovo , si fece un gran funerale nella Catte-
drale, a nome della Diocesi . Assistevano Sua
Ecc . Rev .ma, l'intero Capitolo, molti parroci ed
altri sacerdoti ,tuigl'sreiodla
città, maschili e femminili . Ne disse l'elogio
funebre il Teol . Morra di Torino .
M(:GoUnrtuegviady) ran funerale nella cat-
tedrale, come Sua Ecc . Rev .ma il Vescovo di
quella città ebbe la esimia bontà di annunziarci ;
e nello stesso tempo versare molto balsamo
nel nostro cuore afflitto, assicurandoci che a-
vrebbe sempre trattati con paterna carità i
nostri fratelli della Repubblica uruguaiana . In
quella medesima occasione S . E . si degnava di
scrivere un eloquentissimo elogio, che se o-
nora D . Bosco, rivela qual mente elevata egli ha,
e qual tenero affetto egli nutre per Lui .
Mora d'Assisi : Il parroco D . Francesco M . Mec-
coli fece fare un divoto funerale per l' anima
di D . Bosco. Il concorso della popolazione fu
imponente e furono fatte molte altre preghiere
di suffragio .
M:Aonrchaelpiadquelpcoa
terra presso Varallo, nella Vallesesia, si fecero
funerali in suffragio dell'anima di D . Bosco .
Nella messa di settima intervennero co' suoi
allievi il maestro elementare, e poi in quella
di trigesima, cantando il Sig . D . Zanola reg-
gente parrocchiale e nostro zelante cooperatore
l'ufficio e la messa, con il concorso di molti
di quegli abitanti .
Navarra (Francia) : In questa nostra casa di
orfanellì si fece un gran funerale, e Monsignor
Tortel, Vicario Generale, pronunziò l'orazione
funebre « come una grazia il poter parlare
del nostro caro D . Bosco » . Ci fu un gran
concorso di Cooperatori e Cooperatrici, e molti
non potendo intervenirvi ne scrissero le più
affettuose condoglianze a quel Direttore .
Nichelino (Torino) : Gran funerale di settima .
Nictheroy (Brasile) : Sua Ecc . Rev .ma il Ve-
scovo di Rio Janeiro appena seppe dai tele-
grammi che D . Bosco era morto, pieno di do-
lore, ma animato tuttavia ancora dalla speranza
ci mando un telegramma per averne sicure
notizie . Quando ne fu pur troppo assicurato,
andò a consolare i nostri buoni Confratelli di
Nictheroy , e scrisse a noi affettuosissime pa-
role , confermando così di amare quei nostri
fratelli, come suole un tenero padre i suoi fi-
gli affezionati . Nel dì poi delle preghiere mor-
tuarie pronunciò un tenerissimo discorso fu-
nebre, del quale abbiamo fatto parola nell'ultimo
Bollettino.

2.4 Page 14

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Nizza Monferrato : Solenne funerale per opera
della Società operaia cattolica nella chiesa di
S . Giovanni . I tre parroci della città assiste-
vano in mussetta, nel presbiterio alla messa
cantata dal Reverendo Don Bretto Clemente
direttore spirituale delle Figlie di Maria Au-
sìliatrice . Ebbero un posto a parte con le
Figlie di Maria Ausiliatrice le monache di san-
t'Anna, addette all'ospedale civico, e quelle della
Neve all'Asilo d' Infanzia . Concorsero con di-
voto af et o le società operaie cat oliche dei paesi
Castelnuovo Calcea, Cortiglione, Mombaruzzo,
Bergamasco, e ciascuna con le rispettive bandiere
abbrunate . Il popolo di quella città, che tante
volte aveva cortesemente ospitato D . Bosco fra le
sue mura, venne numeroso e raccolto a pregare
per il riposo dell'anima sua . Il socio presidente
diocesane, l'operaio signor Brovia, antico nostro
allievo, volle ringraziare le varie associazioni
che erano venute in quel giorno a . pregare con
loro . Si raccolsero perciò nella sala delle adu-
nanze, e con alcune parole piene di affettuosa
riconoscenza, per essere stato durante nove
anni sotto la paterna direzione di D . Bosco, e
dopo aver ringraziato Dio di tanto favore, ter-
minava col dire
« D . Bosco non è morto, ma vive per sem-
pre nel cuore dell' operaio cattolico, » e addi-
tando quindi una lettera inquadrata e scritta
di proprio pugno dal ven . D . Bosco , ripetè
l'espressione dell' Umità Cattolica : « Che sulla
tomba dei santi non si piange, ma si prega, »
ed invitò l' assemblea a sciogliersi al grido di
altri t: empi Viva D . Bosco!
N:SizaMre i fece un gran funerale nella pic-
cola e divota cappella del nostro istituto . Vi
assisteva Monsignor Vescovo ed una eletta rac-
colta dei più ragguardevoli signori di quella
città e molti benemeriti Cooperatori . Il Rmo
Mons . Fabre I Vicario generale improvvisava
una magnifica orazione funebre dell' estinto .
Non è nel nostro intento riportarne qui il
quadro in piccolo, che per altra parte sarebbe
s; cemarlo solamente ne ricordiamo un'ultima
delicatissima pennellata-Fu quella un'apostrofe
calorosa ai Cooperatori salesiani in gran parte
presenti :
« Miei signori, loro disse, se D . Bosco fece così
grandi cose da lasciarne attonito il mondo, ciò
fu in gran parte perché le enormi intraprese
inspirategli dalla più ardente carità di Dio e
del prossimo, s'incontrarono con l'eco generoso
dei vostri cuori . Or bene, volete voi che le
opere di D . Bosco perdurino sulla terra? miei
dilettissimi, sta da voi . » E qui con un epi-
sodio cavato dagli Atti di S . Vincenzo de' Pa-
oli, ed applìcato felicemente a quelli del nostro
compianto D . Bosco, si fe' a ribadire il chiodo.
L'episodio menava in scena quel fatto assai
noto di S . Vincenzo de' Paoli, quando alle dame
di Parigi, omai esauste dai continui reclami
della sua carità, apparve loro dinanzi con un
bimbo in braccio . « Mie signore ! In presenza
dei mali, onde fu oppressa la Francia, la vostra
ge.nOrosbiatàhfvermntpodig
Io non oso più cimentarla . Solamente vi dico ;
che, centinaia di questi bimbi , aspettano qui
nella sala adiacente la loro sentenza , e come
meglio possono si raccomandano coi loro vagiti .
E ne hanno ben donde . Che già la loro causa
al momento è di vita o di morte . Mie signore !
Che cosa devo loro rispondere ? . . . » La risposta
fu uno scoppio di singhiozzi e di lacrime, ed,
ai prodigi passati, trovaron modo di aggiun-
gerne dei novelli . Qualche cosa di simile, io
vengo a ripetere a voi, Cooperatori genero-
sd.iBVDomcavetgàfoan,
e tante volte risposto . all'appello ; la vostra
cooperazione è visibile, tutto me ne parla già
intorno . Avrò io ancor ad invocarla? E perché
vi farò quest'oltraggio col dubitarne? Orbene,
anch'io vi additerò centinaia d'altri giovani
scioperati, che aspettano da voi la sentenza .
Ancor per essi è questione di vita o di morte .
Ove siano ritirati dalla via dell'ozio, del malco-
stume, del vizio, andran salvi ; ove la durino ia
mezzo a tanti pericoli, che minacciano, an-
dranno in bocca del nemico infernale . Ancor
una volta ripetovi : sta da voi . Che rispondete
La vostra carità, il vostro zelo, il vostro cuore,
il vostro paesato mi è garante bastevole del
futuro . »
Nuoro (Sardegna) : I membri di quell' insigne
Capitolo ed i Cooperatori Salesiani celebraron o
una solenne messa funebre per l'anima di Don
Bosco .
Ossignano (Toscana) : Il nostro Cooperatore
D . Graziani fece un funerale, con discorso di
elogio, in mezzo a gran concorso di popolo, per
suffragio dell'anima di D . Bosco .
Padova : Furono solennissimi i funerali che i
Cooperatori salesiani vollero fare nella chiesa
del Carmine con l' intervento di Mons . Arci-
prete, del Capitolo e Vicario e Provicario della
Diocesi . Disse egregiamente l'elogio funebre il
Rev .mo Can . Rampazzo , prendendo per testo
le parole del capo iv della lettera di s.Paol
agli Efesini : Potè con tutti i santi compren-
dere quale s ia la larghezza e l'altezza e la
profondità . .. ed intendere eziandio quello che
ogni scienza sorpassa, carità di Cristo. Seppe
percorrere magistralmente tutta la lunga, la-
boriosa e non poco profittevole vita di Don
Bosco , ridotta in un programma, principio e
fine ad un tempo - Salvare la gioventù e per
la gioventù il mondo (1) . « Fu questa fun-
zione decorosissima, dice la Specola di Padova,
fatta con ordine, proprietà e decoro, e per cui
ringraziamo parroco, clero, fabbriceria del Car-
mine, i seminaristi e specialmente quei buoni
Cooperatori salesiani che ne furono i promo-
tori sapienti.
(1) Q uesta orazione stampata si vende a favore dei po-
veri chierici della diocesi di Padova.

2.5 Page 15

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TORINO, S . Benigno Can ., Lucca - TIPOGRAFIA E LIBRERIA SALESIANA - S pezia, San Pier d'Arena, ROMA
Opere di Mons. ANTONIO MARIA BELASIO Missionario Apostolico .
La Madre Chiesa nelle sue relazioni con Dio e coi suoi figliuoli nella Santa Messa, ossia spiegazione storica,
critica e morale della S . ìslessa. - 4a ediz . in-16' grande, pag. XXIV-450
(D) L . 3 00
Ill.mo m. R. Signor Teoi. missionario
Lettera collettizia di 29 Vescovi
Noi lo ravvisiamo conce lavoro veramente utilissimo o richiesto dai nostri tempi . A ravvivare lo spirito nel
cristiano certamente nulla più giova elio l'ispirarsi nella pratica ai sentimenti della Santa Chiesa : e chiunque legga questa opera sua, prova
quale sia la consolazione di trovarci come figli tra le braccia di Dio, quando si è in seno alla nostra Santa Madre . Colla calda eloquenza della
_MA parola, avvalorata dalla sua pietà e dalla non interrotta sua esperienza dei bisogni sempre crescenti delle popolazioni, come Missionario
Apostolico zelantissimo per tanti anni, ella rapisce il lettore, che si sente sollevato a sublimi contemplazioni, e corno per forza tirare alla pratica con
meravigliosa semplicità . La vivacità della elocuzione, la chiarezza dello stile, lo spirito di tenera divozione e l'erudizione rendono l'opera sua
vantaggiosissima, egregia. Essa riesce ad una compiuta e cara difesa della nostra divina Religione, mentre innamora dell'esercizio del Santo
culto esterno .
Desideriamo che il clero ed il popolo se ne faccia pascolo, e che diventi proprio il libro delle Famiglie ; perciò lo raccomandiamo vivamente
ai nostri Diocesani .
(S&gue la ferma dei 29 Vescovi .)
Istruzioni pel popolo sui doveri principali verso Dio ed Esercizi Spirituali pei fanciulli e giovanetti . - In-16°
di p agine 446
(D) » 2 50
Conferenze pei bisogni del popolo dei tempi presenti . - 3' edizione in-16° grande di pag . 392 (D) » 2 50
Le Verità Cattoliche esposte al popolo e ai dotti nella spiegazione del Credo e la moderna incredulità con-
fusa dalle scienze rnodérne, aggiuntovi un Trattatello di geologia in servizio della verità della santa parola
di Dio . Opera offerta al giovine Clero, alla gioventù e alle famiglie . 3a ediz . - Un volume in-16° grande
di pagine 385
(D) » 2 50
Esercizi spirituali per fanciulli del popolo e degli istituti dei due sessi. 2a edizione . - Un volume in-161
grande di pagine XLI-175
(D) » 1 25
Gesù Cristo Dio-Uomo Signore nostro e Salvatore . La Divinità . - 1885, in-16° grande di p . 344 (D) » 2 50
Prediche e Meditazioni ai popoli anche per le Missioni . - In-16°, pag . 316
(D) » 2 50
Della vera Scuola per ravviare la Società . - 4' ediz . in-16° grande, di pag . 62 . . .
Diamo la mano a Maria. Ricordo pel mese Mariano, - In 32°, pag . 52
. (D) » 0 60
(D) » 0 25
Dio ci liberi 1 Che sapienti 1 Ci vorrebbero far perdere la testa ! - In-321 di pag . 129 . . (D) » 0 15
Non abbiamo paura 1 Abbiamo il gran miracolo dell' Apostolato Cattolico di XVIII secoli e le sue sempre
nuove e più belle speranze . - In-32° , di pagine 120
(E) » 0 15
Il Santo Rosario e la maniera di recitarlo . (Spiegazione). Ricordo per le Missioni. - In-32° p . 152 (D) » 0 40
T1 Mese del Santo Rosario dedicato a Maria SS ., al cenno del Sommo Pontefice Leone XIII . - In-32°,
di pagine 136
(D) » ~0 40
D Tesoro della S . Messa, ossia spiegazione ed accompagnamento del S . Sacrificio ecc. Ricordo per le Missioni .
- 13' edizione in-32 °, di pagine 78
(E) » 0 20
Il Tesoro della S. Messa e il Vespro spiegati . Ricordo per le Missioni - 17a ediz . in-64° di p . 368 (D) » 0 40
- Legato in tela o in mezza pelle
(D) » 0 60
Il Vespro delle domeniche e della Madonna SS . spiegati. - In 64° picc ., pag. 352 . . . (D) » 0 30
- Legato in tela o in mezza pelle
(D) » 0 40
L'E9re,qio Giornale l'Unità Cattolica nel suo numero del 17 Giúgno ultimo trascorso,
nell'annunziare la morte di questo zelante MISSIOiiARIo APOSTOLICO così si esprimeva in me-
rito alla sua santa vita e alle sue pubblica ioni :
Riceviamo da Piacenza l'annunzio della morte di quell'Illustre Missionario apostolico che fu mons. Antonio Belasio Cameriere Se-
creto di Sua Santità e Canonico Onorario della Basilica di S . Antonio martire in quella città avvenuta il 13 Giugno dopo una
lunga vita, tutta consecrata alla santificazione delle anime . II Belasio, Sacerdote di santa vita fu un banditore della parola divina fino
lai primi anni di Sacerdozio, e la stia opera non si spegne con lui, avendo pubblicato in massima parte le sue prediche .
Ecco i titoli delle sue opere : Conferenze pei bisogni del popolo nei tempi presenti ; La madre Chiesa nelle suo relazioni con Dio
3 coi suoi figliuoli nella S . Messa, Spiegazione del Sacrifizio dell'Altare che fu raccomandata da 29 Vescovi . - Predicho- per medita-
aioni ai popoli - Istruzioni per esercizi ai giovanetti - Istruzioni parrocchiali o spiegazione del Catechismo . = Fino dal 20
Marzo 1873, 1 'Em .mo Alimonda nostro Arcivescovo, allora preposto della Metropolitana di Genova, così scriveva al pio autore intorno
alle Conferenze poi bisogni del popolo nei tempi presenti . ' Vi trovo tutto che mi piace : Semplicità, sublimità, il far lesto, spigliato, che
non s'impunta nel robbone dell'oratore ; La novità, i pronti partiti, gli ingegnosi rilievi, la conoscenza profonda de' nostri tempi, tanto
che con si vede il predicatore di oggi parlare cogli uditori del Segueri o di fra Giordano . - E quella tintura, messa così a tempo, di
profane cose e di arti, quanto è bella i Come rivela l'abbondanza della mente c 'la sagacia del dotto ! Ma soprattutto il cuore, che dà la
vera eloquenza ; quel cari, potenti e generosi sfoghi del cuore, onde le pagine del suo libro son piene, mi rapiscono, e i rapidi, cal-
zanti racconti . Ma se tutto mi trascina e m'inciela! Scrive, anzi parla un'anima innamorata di Dio un'anima santa! . Fin qui il nostro
Cardinale. E 1 trionfi riportati dal Belasio nella sua predicazione popolare, e le anime guadagnate a Cristo, mentre confermano il giudizio
dell'Arcivescovo di Torino, accelerano al venerato Sacerdote il godimento di Dio suo Signore, per la cui gloria tanto ebbe a faticare .

2.6 Page 16

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TORINO - S . Benigno Can . - LIBRERIA SALESIANA - Rolna - S. PIER d'ARENA
OPPORTUNITA PEL MESE DI AGOSTO
Della Vita di S . Gaetano Thiene Patriarca -dà 1Chiee regofari, del Sacerdote PAOLO CA-
PELLO. Un volume in-32° di pagine XVI-714
(E) L . 2 00
Il grande Sant'Agostino Vescovo d'Ippona Dottore' di S. Chiesa. - Vita popolare scritta nel-
l'occasione del XV Centenario del suo battesimo dal Sac . Tace . GIULIO BARBERIS. Un volume in-32°
pagine XVI-475
(E) n 1 00
L'Apostolo del Secolo XVIII ossia S. Alfonso M . de' Liguori Vescovo di 'S . Agata de' Goti,
Dottore di Santa Chiesa . Vita scritta nell'occasione del 1° Centenario dalla sua morte dal Sac. TEOL . GIULIO
BAPBERIS, dedicata a S . E . il Card . Alfonso Capecelatro . Un vol . in-32° di pag . XV-263 ~E) e 0 60
Il Cuore della Santa Baronessa di Chantal offerto all'imitazione delle madri cristiane
e delle Signore del secolo. Considerazioni trentuna sulle virtù della Santa praticate da lei nel mondo . 2a
edizione. Un volume in-32° di pagine 92
(E) » 0 25
Compendio della vita del Venerabile Servo di Dio GIOVANNI GIOVENALE ANci .NÀ,
Prete dell'Oratorio di S . Filippo Neri, poi Vescovo di Saluzzo, scritto da un Sacerdote Torinese . Un vol .
in-32° di pagine 184
(E) n 0 30
Brevi cenni su S . Gioaehino e sulla Chiesa a Lui dedicata in Torino . Un volume in-32° di
pagine 16
(E) » 0 10
AVVISO AI COOPERATORI SALESIANI
Avevamo pubblicato sul Bollettino Salesiano del Gennaio uL s . che le facilitazioni fatte per l'impianto di una Biblioteca
Circolante in ogni Parrocchia a ricordo del Giubileo Sacerdotale del Santo Padre Leone XIII, avevano termine colla fine del
passato Giugno, Avvertiamo ora i nostri benevoli Cooperatori che il tempo utile per l'acquisto si è protratto sino al 31 di-
cembre p . v ., e ciò per aderire ai desiderii di tanti che lavorano con zelo a promuovere la diffusione della buona stampa,
tanto necessaria ai tempi nostri .
Vogliano perciò i nostri buoni Cooperatori, particolarmente I Sacerdoti e Parroci, rivedere il gi°a pubblicato programma
e tener calcolo di tale prolungamento per impiantare nella loro Parrocchia una Biblioteca, ché difficilmente ritornera occa-
sione di avere a così modiche condizioni, sì l'acquisto in genere di tutte le serie, come di qualcuna di esse ; in particolare
li preghiamo pure di far conoscere la nostra offerta a quelle persone facoltose che potessero occuparsene .
nAbbiamo ferma fiducia di essere anche questa volta corrisposti nella nostra pro osta, 'tanto più avuto riguardo che nel
ostro grave sacrificio, il ricavo va in aiuto all'opera più santa e necessaria, qual' è l'educazione della abbandonata gioventù.