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ANNO XVI - N . 10.
Esce una volta al mese .
OTTOBRE 1892
BOLLETTINO SALESIANO
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano -Via Cottolengo, N. 32, TORINO
Sommario .
I libri per le scuole.
Fiori di Paradiso, ossia tratti brevissimi della nuova
Enciclica sul Rosario di S . S . Leone XIII.
Grazie di Maria Ausiliatrice .
All'Esposizione delle Missioni Cattoliche Americane
di Genova .
Per l'accettazione di studenti e di artigiani nelle Case
Salesiane .
SPAGNA . - Nuova Chiesa di Maria Ausiliatrice a
Sarrià-Barcellona .
INGHILTERRA . - La nostra missione di Londra e la
nuova Chiesa del S . Cuore di Gesù .
Notizie dei nostri Missionari . - Lettera di S. E. Rev .ma
Mons . Giov . Cagliero . - Una visita al Paraguay . -
Le Suore di Maria Ausiliatrice al Brasile .
Notizie varie.
BETLEMME - Dall'Orfanotrofio della S . Famiglia .
Cooperatori defunti .
Incisione sulla Storia dell'Oratorio .
I LIBRI PER LE SCUOLE
Sono ormai trent'anni che la nostra
Libreria di Torino s'occupa, con assiduo
lavoro, non solamente della diffusione in
generale della buona stampa, ma anche
in particolare e con intelligente studio
attende alla diffusione di tutti i libri per
le scuole .
Ad ogni comparire di nuovi programmi
risponde con scelta copia di libri di te-
sto, di propria o di altrui edizione, com-
mendevoli non solo per meriti intrinseci
del lavoro, ma anche per non comuni
pregi di stampa e per mitezza di prezzi .
Concorrono in quest'impresa il consi-
glio e l'opera di egregi professori, l'atti-
vità di tante altre librerie del Regno, la
diretta corrispondenza che abbiamo con
le migliori Ditte librarie, ed infine la fi-
ducia di rispettabile clientela che, grazie
a Dio, contiamo numerosa, specialmente
in seminari, collegi ed altri istituti catto-
lici ed in molte tra le pubbliche scuole
dello Stato.
Affinchè tanto lavoro sortisca effetti
sempre più copiosi e salutari, lo racco-
mandiamo allo zelo dei nostri lettori . Ci
mettano essi in relazione con quegli isti-
tuti e con quelle scuole, presso le quali
non fosse ancor conosciuta quest'opera no-
stra, e sarà còmpito nostro studiosissimo
di rispondere appieno alla fiducia che ot-
terranno a favor nostro .
PS. Si è preparato testè il nostro cata-
logo scolastico pel 1892-93 e se ne spedirà
copia a quanti ce ne faranno richiesta .

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FIORI DI PARADISO
ossia tratti brevissimi della nuova
Enciclica sul Rosario di S . S . Leone XIII
L A missione del Bollettino si è di dare
ai nostri Cooperatori e Cooperatrici
le notizie riguardanti le Opere Salesiane.
Questo còmpito è sovente per noi un pro-
blema, grazie alle benedizioni che seguono
dovunque i figli di D . Bosco . Non ci è
quindi possibile riprodurre regolarmente
le Encicliche del Papa, il cui testo in-
tegrale d'altronde arriva ai fedeli per tante
altre vie . Per altro siam ben fortunati di
poter in questo numero offrire ai nostri
lettori alcuni tratti, benchè brevissimi,
della nuova stupenda Enciclica sul Rosario,
che il S . Padre Leone XIII mandava lo
scorso mese a tutto l'Episcopato cattolico.
In essa Egli raccomanda nuovamente
ai Cristiani la pia pratica del S . Rosario .
Parla della divozione alla Vergine , da
Lui professata fin da fanciullo ; deplora
i tristi tempi che corrono ; fa voti per
l'incremento della pia Associazione della
Sacra Famiglia, e finisce accennando al
prossimo suo Giubileo Episcopale, nella
quale occasione consiglia i fedeli, più che
a tributare a Lui omaggi e rallegramenti,
di volgere a Dio incessanti preci, perchè
ciò che gli rimane di vita e di forze, tutto
volga in vantaggio della società cristiana,
e primi, di tutto a richiamare sul retto
sentiero i traviati e riconciliar colla Chiesa
i suoi offensori . Siamo davvero dolenti di
non poter riprodurre tutto intero il pre-
ziosissimo documento.
Potenza del Rosario .
. . Quanto il Rosario Mariano sia vale-
vole lo dice chiaro la sua ben nota origine
che è sì bella pagina della storia, da Noi
stessi ricordata più volte . Mentre appunto
la setta degli Albigesi, pur affettando zelo
della fede e della morale, ne faceva misera-
bile scempio, e dava il guasto ai fedeli in
molte contrade , la Chiesa tolse a combat-
terla in tutte le sue bruttissime forme non
con altre forze ed armi che quelle del santo
Rosario, la cui istituzione e predicazione fu
insinuata al patriarca s . Domenico dalla Ver-
gine benedetta. Per tal modo la Chiesa riuscì
gloriosamente vittoriosa, e, come in quella
tempesta, così nelle altre suscitate dipoi, con
sempre splendidi successi potè provvedere
alla salvezza comune . - Che però nel pre-
sente corso di cose, che tutti i buoni lamen-
tano, sì luttuoso alla religione e di sì gran
pregiudizio alla società , conviene che tutti
di una mente e di un cuore ci facciamo a
pregare e scongiurare la santa Madre di Dio
mercè la divozione medesima del Rosario,
affine di goderne pur noi i potentissimi ef-
fetti .
Ricorso a Maria .
Rivolgersi infatti a Maria è un rivolgersi
alla Madre della Misericordia, così disposta
verso di noi, che ad ogni bisogno, special-
mente dell'anima, tosto Ella volenterosa, pre-
correndo pure le nostre dimande, ne soccorre
mai sempre, ed effonde in noi i tesori di quella
grazia onde Iddio sin dal principio l' ebbe
pienamente ricolma, perchè divenisse sua
degna madre . Ed è questa, fra le molte altre,
specialissima prerogativa, che pone la San-
tissima Vergine tanto di sopra degli uomini
e degli angeli tutti e la ravvicina a Gesù
Cristo : E gran cosa in qualunque Santo,
quando egli abbia tanta grazia, che basti a sa-
lute di molti ; ma quando ne avesse tanta, che
bastasse a salute di tutti quanti gli uomini
questo sarebbe massimo pregio ; come si avverò
in Cristo e nella Beata Vergine (1) .
Primo pregio del S . Rosario .
Qualvolta dunque salutiamo Maria con la
lode dell'Angelo, e, ripetendo la stessa lode,
le intrecciamo divote corone, non si può dir
veramente quanto le torni gradito l'ossequio
nostro . Imperocchè con quel saluto veniamo
ricordando il suo esaltamento sublime e gli
esordii della nostra salute nell' incarnazione
del Verbo, e sì anche com' ella sia divina-
mente e indissolubilmente legata ai gaudi e
ai dolori, alle umiliazioni e ai trionfi del Fi-
gliuol suo Gesù nel governo e nella santifi-
cazione delle anime
Noi quindi presentiamoci a Maria alacri e
confidenti, supplicandola per quei materni
vincoli che sì la stringono a Gesù ed a noi,
in atto umile e pio invochiamo il suo soc-
corso col modo di preghiera che ne ha in-
segnato Ella stessa e le è tanto accetto ; poi
a cuore sicuro e contento abbandoniamoci
pure nelle braccia della nostra ottima Madre .
Sublime ammaestramento .
A questo pregio che trae il Rosario dalla
orazione stessa ond' è composto, se ne ag-
giunge un altro ben nobile, cioè che esso
contiene una maniera facile d'ammaestra-
mento nelle principali verità di nostra santa
fede
(1) S . Th. op . VIII, super salut . angelica.

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Perocchè in esso, alla bellissima e frut- al certo di ritrarre almeno i principali linea-
tuosa preghiera ordinatamente ripetuta, va menti di tanta virtù e perfezione, e ricopiando
congiunta la enunciazione e considerazione più che altro quella piena e ammirabile sua
dei principali misteri di nostra religione . rassegnazione alla volontà divina , potremo
Quelli dapprima che ne rammentano il Verbo bene seguirla per la via del cielo .
fatto uomo per noi, e Maria, vergine intatta
e madre, che santamente gaudiosa gli presta
i materni uffici:poiqueldrsiGeù,
Invochiamo tutti Maria.
le agonie, i tormenti, la morte, infinito prezzo
del nostro riscatto : quindi i suoi misteri di
gloria, il trionfo della morte l'ascensione al
cielo e la missione dello Spirito Santo, e più
innanzi la glorificazione mirabile di Maria,,
e da ultimo con la Madre ed il Figlio la
gloria eterna di tutti i Santi . - E questo
complesso di misteri ineffabili è richiamato
giornalmente alla memoria de' fedeli e quasi
spiegato dinanzi ai loro sguardi : di modo
che a recitar bene il Rosario sentesi come
infusa nell'anima una soavissima unzione,
quale appunto se si udisse la voce stessa
della buona Madre celeste, intesa amorevol-
mente a istruirci nei divini misteri e ad in-
dirizzarci per le vie della salute .
Al cielo noi andiamo pellegrinando ; e per
quanto ardito e seminato di triboli ne sia il
cammino, duriamo pure saldi e animosi, nè
cessiamo tra le molestie e le fatiche di ten-
der supplichevoli le mani a Maria, con le
voci di Santa Chiesa : A Voi sospiriamo ge-
menti e piangenti per questa valle di lagrime . . .
deh! a noi volgete quel vostri occhi pietosi ...
Donateci Voi una vita pura, apritene una si-
cura via, acciocchè nella vista di Gesù ci ral-
legriamo per sempre (1) . E Maria, la quale,
tuttochè non le abbia provato mai, tutte ben
conosce le debolezze della nostra corrotta
natura, e che è la migliore e più sollecita
di tutte le madri, come si moverà presta e
benigna al nostro soccorso, ristorandoci e
Altra utilità .
rinfrancandoci della sua virtù ! Se terremo
costanti la via che fu consacrata dal sangue
Nè men commendevole e preziosa è un'altra
utilità che la Chiesa intende studiosamente
procurare a' suoi figli nel Rosario ; quella .
cioè d'impegnarli a maggior cura nel con-
formare i costumi della loro vita alle norme
tracciate dal santo Evangelo . . .
Al riandare memorie sì tenere (quali si
contemplano nei misteri del santo Rosario)
non è possibile che un Cristiano non si senta
vivamente commosso di gratitudine verso il
suo amatissimo Redentore . Che anzi il vigor
della fede, se questa è quale dev'essere, il-
divino di Gesù e dalle lagrime di Maria, per
essa arriveremo senza fallo e senza gran pena
a partecipare altresì della loro beatissima
gloria .
Poichè adunque nel Rosario mariano si
contengono tanto acconciamente e fruttuo-
samente congiunti e un eccellente modo di
preghiera e un mezzo opportuno a conservar
la fede e una bella serìe di esempi ad ogni
virtù, gli è ben giusto che tutti i veri Cri-
stiani se lo abbiano di frequente fra le mani
e sulle labbra e nel cuore .. . .
lustrata avendo l' intelligenza dell' uomo e
toccatogli il cuore, gli sarà di forte incentivo
a calcare le vestigia di Lui, fino a prorompere
Spirituali favori .
in quella protesta ben degna d'un Paolo
Chi ci dividerà dunque dalla carità di Cristo?
forse la tribolazione ? forse l' angustia ? forse
la fame ? forse la nudità, il pericolo, la per-
secuzione, la spada? (1) . . . E vivo non già io,
ma vive in me Cristo (2) .
Ma perchè la fiacchezza della nostra na-
Quanto è da Noi, confermiamo tutti i fa-
vori spirituali concessi ne' decorsi anni giusta
le prescritte condizioni , per la pia pratica
del mese d'ottobre ; assai confidando nell'au-
torità e nello zelo vostro, Venerabili Fra-
telli, che parimente quest'anno i cattolici di
tutto l' orbe s' accendano in santa gara di
tura non si smarrisca dinanzi agli altissimi e- onorar col Rosario quella Vergine benedetta
sempi dell' Uomo-Dio, in un coi misteri del che viene invocata Soccorritrice de' Cristiani . . .
Figlio ci si offrono a contemplare quelli della Ci sta sommamente a cuore che il popolo
santissima sua Madre ... .
cristiano si prostri devoto ai suoi altari e
In Maria la bontà e provvidenza divina innalzi calde preghiere : preghiere per la
ci ha proposto un modello d' ogni virtù, santa Chiesa, agitata, combattuta da tanta
tutto fatto per noi : chè nel contemplar Lei e le
sue azioni, non restiamo già come abbagliati
dai fulgori della maestà divina, sì bene rinco-
rati dalla congiunzione della comune natura,
ci sentiamo portati meglio all'imitazione . Sor-
retti da' suoi conforti, se ci daremo alacre-
furia ostile, preghiere per Noi, ché stanchi
dagli anni e dalle fatiche, inceppati e stretti
da mille difficoltà, spogli d'ogni umano pre-
sidio, siamo al governo della Chiesa stessa .
Sì appunto in Maria, dolce e possente Ma-
dre, riposa la Nostra speranza, e ogni dì più
mente allo studio di tal esemplare, ne riuscirà vigoreggia e più gioconda Ne arride.
(1) ROM. VIII .9
(2) Gal . II, 20 .
(1) Ex sacr . liturg.

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Il Giubileo episcopale del Papa.
All'intercessione di Lei ascriviamo i bene-
ficii moltissimi ed insigni ricevuti da Dio, e
ne riconosciamo fra gli altri con gratitudine
più effusa, se ornai Ci è dato di entrare nel-
l'anno giubilare della Nostra episcopale con-
secrazione . Gran che in vero Ci apparisce,
riportando la memoria a spazio sì lungo di
ministero pastorale, soprattutto a quella parte
che finora abbiamo trascorsa nella quotidiana
sollecitudine dell'universo gregge cristiano .
In tale spazio, come sen va l'umana vita, e
come sono i misteri di Gesù e di Maria,
non Ci mancarono occasioni di gaudio, fram-
miste a ben più ed acerbe di dolore, pur con
lieti frutti di gloria in Cristo : e Noi in tutto
adorando con eguaglianza di animo i disegni
di Dio e ringraziandone la benefica mano,
Ci studiammo di rivolgere tutto, gaudi, do-
lori, glorie, al maggior bene e decoro della
sua Chiesa . E dacchè la rimanente vita Ci
correrà non dissimile, se Ci spuntino nuovi
gaudi o si apprestino nuovi dolori, e se per
avventura qualche splendore Ci si possa ag-
giunger di gloria, Noi egualmente con gli
occhi e il cuore in Dio , da lui unicamente
attendendo i premi della gloria celeste , sa-
remo lieti di ripetere quelle davidiche voci
Sia benedetto il nome del Signore : non a noi,
oSignore, non a noi, ma al nome tuo dà glo-
ria (1) . A dir vero, da' Nostri figli, la cui
benevolenza e pietà Ci è ben conta, più che
lodi e festeggiamenti, soprammodo aspettiamo
solenni azioni di grazie alla sovrana bontà
di Dio, con preghiere e voti per Noi : nè vi
sarà cosa che Ci possa rallegrar maggior-
mente di questa, impetrare cioè per le loro
preghiere, che quanto tuttavia Ne resti di
vita e di forze, di autorità e di favore, tutto
ridondi in salute alla Chiesa, principal-
mente a ricondurle in seno e riconciliarle gli
avversari e gli erranti, a cui da gran tempo
volgiamo amorevoli inviti . Tutti poi i Nostri
dilettissimi figli, dalla prossima Nostra giu-
bilare letizia, se a Dio piaccia donarcela,
possano raccogliere copiosi frutti di giusti-
zia, di pace, di prosperità, di santificazione,
d'ogni bene ; tanto Noi con cuore di padre
preghiamo ad essi da Dio, soggiungendo
questi suoi divini ammonimenti : Datemi a-
scolto . . . e germogliate come un rosaio piantato
lungo la corrente delle acque : spandete soave
odore come l' albero dell'incenso . Mettete fiori
simili al giglio, spirate odori, gettate amene
frondi, e date cantici di laude e benedite il
Signore nelle opere sue. Magnificate il suo nome
e date lode a lui colle parole della vostra bocca
ec.oiCnatulsodectr
il cuore e a piena bocca lodate insieme e be-
nedite il nome del Signore (2) .
(1) Ps . cxii, 2, exni, 1 .
(2) Eccli . xxxix, 17-20, 41 .
L'Apostolica benedizione .
Iddio, propizio alla mediazione della Re-
gina del Sacratissimo Rosario, tutti assecondi
cotesti consigli e desiderii, e se mai gli empi
i quali bestemmiano quello che ignorano , ar-
diranno dileggiarli, perdoni ad essi pietoso .
Voi intanto, Venerabili Fratelli, ad auspicio
del favore divino e a segno della Nostra par-
ticolare benevolenza, abbiatevi l' Apostolica
benedizione, che a voi e al clero e popolo
vostro con tutto l'affetto v' impartiamo nel
Signore .
Dato a Roma presso S . Pietro l' VIII set-
tembre dell'anno MDCCCXCII, decimoquinto
del Nostro pontificato.
LEONE PP . XIII.
Prodigiosa conversione di un
medico miscredente . - Chi può ap-
pieno comprendere la bontà e la potenza
della Gran Madre di Dio?
Eran più anni che nell' animo mio faceva
penosa impressione lo stato miserando in fatto
di religione di un mio parente . Egli, medico
di professione, sebbene avesse ricevuto in
gioventù un'ottima educazione cristiana, cre-
scendo negli anni s'era allontanato assai da
Dio . Erano ormai cinquant'anni che ei vi-
veva lungi dalla vera fede ed era giunto a
tal punto, che tornava impossibile, a chiun-
que ogni tentativo per convertirlo . Venne
finalmente anche per lui l'ultima infermìtà,
e la morte gli si avvicinava a grandi passi" .
Dovrà egli morire impenitente? Giammai !
La Vergine Santissima nol permetterà .
Appena io seppi di tale malattia, che alla
sua tarda età poteva tornargli fatale, mi ri-
volsi fidente alla Celeste Ausiliatrice dei
Cristiani . Le ricordai la piena offerta che io
aveva fatto della mia vita per la salute eterna
della mia famiglia, invitai alcuni miei com-
pagni ad unirsi méco nel fare una novena
di preghiere e di comunioni, e mandai all'in-
fermo una medaglia di Maria Ausiliatrice .
Il mio animo era agitato dal timore e dalla
speranza, quando mi giunse una lettera che
mi recava consolanti notizie, insieme con
quella assai dolorosa della morte di quel mio
amatissimo parente .
La grazia di Dio aveva trionfato nel suo
cuore . Tre giorni prima della morte il suo
animo si era mutato come per incanto . Ed
il mutamento era stato così grande e prodi .
gioso, che il suo ritorno alla fede, dopo cin-

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quant'anni che se ne viveva lontano, fu com-
pleto ed animato da segni del più profondo
pentimento e della più fervorosa e sincera
convinzione .
Chiese e ricevette con edificante pietà i
Sacramenti e spese quegli ultimi giorni in
una santa preparazione alla morte .
Era un miracolo di Maria Ausiliatrice, un
novello trionfo di questa clementissima Ma-
dre, che esaudisce la preghiera anche dei
suoi più umili figli .
Quanti leggono questa relazione, si uni-
scano con me a lodare e benedire il cuore
di una sì grande Benefattrice .
Foglizzo, 23 Giugno 1892 .
Chierico C . P .
Una buona madre avendo l'unica sua bam-
bina gravemente inferma, e vedendo che di
giorno in giorno peggiorava, perduta ogni
speranza nei mezzi umani, si rivolse fidu-
ciosa a Maria Ausiliatrice, pregandola per
la guarigione della pargoletta. Non era tra-
scorsa ancora mezz'ora dacchè la buona ge-
nitrice avea fatto la sua preghiera, che già
la bambina cominciava a migliorare, e dopo
tre giorni era pienamente guarita . Tanto per
la pura e semplice verità e ad onore e gloria
di Maria Ausiliatrice .
Maron, 13 Luglio 1892 .
D . G . BATTISTA PUIATTI .
W . Maria Ausiliatrice ! - Rev .mo
Sig . D . Rua . - Coi sentimenti della più viva
riconoscenza devo mandarle relazione di una
grazia di Maria Ausiliatrice, che prego d'in-
serire nel Bollettino Salesiano a comune edi-
ficazione .
Il mio fratello da quindici giorni era trava-
gliatissimo per ripetute eruzioni di migliare .
Più notti ebbe a passare in un assopimento
così profondo, che a grave stento gl'infermieri
potevano ridestarlo per qualche breve inter-
vallo :
Nell'ultima notte, dal 18 al 19 corrente, lo
si avrebbe detto precisamente un arido tronco
e affatto insensibile a qualsiasi cura, tanto
che a detta del medico la morte gli era im-
minente . Visto pertanto che tutti gli umani
rimedi tornavano vani, alla mattina mi venne
il pensiero di ricorrere a Maria Ausiliatrice,
la vera salute degli infermi . Disposi a ciò
il sofferente, e per maggiormente impegnare
l'aiuto celeste, gli feci ricevere il SS . Viatico .
Cosa mirabile! Dopo il telegramma che io
spedii alla S . V. per raccomandazione di
preghiere l'infermo subì un gran migliora-
mento, passò una notte tranquillissima e su-
bito s'incamminò a perfetta guarigione .
Rendo le più vive grazie delle preghiere
fatte a tale scopo, ed invio una tenue offerta
a cotesto celebratissimo Santuario .
Felice chi prega Maria! - Con
animo riconoscentissimo accludo nella pre-
sente la somma di lire cento, che offro come
adempimento di una promessa fatta alla Ma-
donna di D . Bosco, se mi avesse concesso
una grazia . La B . V . Ausiliatrice mi consolò
per sua misericordia , ed io faccio la mia
offerta .
Chieggo preghiere, perchè la grazia sia
fonte di beni spirituali ed eterni .
Piacenza, 25 Luglio 1892 .
PAOLINA FALCONI .
La Celeste Benefattrice dei par-
goli . - Un mio figlio, bambino di quattro
anni, giaceva a letto oppresso da cruda e
disperata infermità . I medici non trovavano
più argomento alcuno di speranza, l'infermo
aveva inoltre perduto la loquela e pareva
affetto anche da paralisi parziale . In tale
occasione ricorsi con fiducia alla materna
bontà della Celeste Ausiliatrice, e la mia pre-
ghiera fu esaudita così ampiamente, che ot-
tenni la completa guarigione del mio caro
figliuoletto .
Mando di gran cuore perciò questa rela-
zione, alla quale unisco un'offerta in pegno
della mia riconoscenza .
Gargagnago, 25 Luglio 1892 .
ACHILLE FOSSATI .
S . Ulderico di Fretto, 28 Giugno 1892 .
Obbed . Servitore
D . GIOVANNI FEDERLE .
La preghiera di una madre . -
--Spedisco lire quaranta, trenta delle quali
sono elemosina per la celebrazione di una
santa Messa all'altare di Maria Ausiliatrice,
secondo l'intenzione dell' offerente, e dieci
quale piccolo segno di riconoscenza per una
grazia ricevuta da Maria Ausiliatrice .
Monticello (Alba) . - Le preghiere dei gio-
vanetti dell'Oratorio di D. Bosco mi ottennero da
Maria Ausiliatrice una sospirata grazia . Mando
perciò riconoscentissimo una tenue offerta a so-
stegno delle Opere Salesiane .
26 Giugno 1892 .
Sac . ANTONINO RUvINALE Parroco.
S . Giorgio Scarampi . - Una pia persona
mia parrocchiana manda al santuario di M . A .
un'offerta in segno della sua riconoscenza per
grazia ricevuta .
27 Luglio 1892.
Sac . GIovANNI FERRARI, Prevosto .

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Brescia. - Riconoscente verso Maria Ausi-
liatrice, per segnalata grazia ottenuta mediante la
sua intercessione, mando tenue offerta al suo san-
tuario .
25 Giugno 1892 .
Avv . GIUSEPPE TOVINI .
ALL'ESPOSIZIONE
DELLE MISSIONI CATTOLICHE AMERICANE
DI GENOVA
Pombia (Novara) . - Rendo sincere grazie a
Maria Ausiliatrice, alla cui potentissima interces-
sione non ricorsi invano . Unisco offerta in segno
della mia riconoscenza .
Sac . ANTONIO SILVESTRI, Parroco
Veruno (Novara) . - Spedisco offerta al san-
tuario di Maria Ausiliatrice in riconoscenza di
grazia ricevuta.
Sac . PAOLO MORTAROTTI, ParrOCO .
Bicocca (Novara) - L'anno scorso spedii al
Santuario di Maria Ausiliatrice l'offerta di L . 100
in segno di riconoscenza vivissima per grazia ri-
cevuta, e quest'anno godo di poter fare altrettanto
per altro segnalatissimo favore celeste ottenuto
per l'intercessione di Maria SS . Ausiliatrice .
17 Agosto 1892
Sac . SaLVETTI, Parroco .
Riferiscono altri celesti favori e ne rendono
grazie infinite a Maria Ausiliatrice i seguenti
Fassio Giuseppe, Castelrosso - Davi Teresa - Mar-
chiaro Pelagia - Peretti D . Giuseppe - Scotti Di-
duo - Data Vittoria, S. Giorgio - Bagnasco Pietro,
Torino - Molino Luigi - Marescotti Teresa, S . Mar-
tino Tanaro - Benotti Maria - Berretti Ida - D . Gio-
vanni Ramella Arciprete . - Calliano Giuseppe, Cor-
negliano d'Alba - Lubbia Giovanni, Torino - Berta
Teresa, - Bergadano, Vezza d'Alba - Boot Rosina , Ar-
mento - Tesio Biagio, - Tanelli Maria, Para Nova-
rese - Leoni Saverio, Porto ferraio - D . Pietro Bar-
tolini, - Gardano Ausilia, - Bruera Teresa, Bur-
garo - Geure Domenica~ Barge - Acusato Maria, Fe-
nero d' Asti - Sac. Benedetto Malaspina Arciprete,
Gremiasco - Ghiotto Bortolo, Longa - Banterle Giu-
seppina, Negrar - Anna Zinglianda - Dapra Pie-
tro, Castelletto Po - Luigi Bettina, S. Vito al Taglia-
mento - Galeazzo Caterina, Castellantonte - D . B .
Busa Parroco, Campodarasgo - Adele Cenci, Palan-
zano - Failla Guarino Francesca, Vizzini - Zorzi
Raimondo, Udine - D . Merlo Michele Parroco, Briche-
rasio- Una cooperatrice salesiana, Gabiano - Ma-
rietta Usellini, Arona - Fiorini Giuseppe, íM1lontec-
chio - Anna D'Amico, Catania - Riccardi Sac . Fran-
cesco, Castelceriolo -Mariano Tozzi Payo presso Monte-
reale - Nicola Can.co Luciani, Valmontone - Gori
Raffaele, P aperi no (Prato) - Rota Teresina, Chiari
(Brescia) - A. F . , Cornuda - Pasero Elisabetta, Scar-
nafigi - Antonio Cappa - Ossola Rosalia - Eusebio
Maria, S . Giorgio Cixnavese- Pietro Paolo Paoluzzi .
S. Stefano - Braga Maddalena, Fornaci (Brescia) -
Sac. Luigi Saggiorato Missionario Salesiano, Paysandù
- C . Barbieri E ., Genova. - Contessa Angelica Salv-
Torino .
Inaugurazione del villaggio Fueghino.
La mattina del 21 agosto nell' Esposizione
delle Missioni cattoliche Americane di Ge-
nova ebbe luogo l'inaugurazione del villag-
gio fueghino, costrutto sotto la direzione del
Missionario Salesiano D . Beauvoir nel giar-
dino annesso alla galleria della Mostra . Il
villaggio è un pittoresco aggregato di ca-
panne , fatte di rami d'alberi e coperte di
cannuccie o di pelli, e di un laghetto popo-
lato di pesci, ove gli Indii esercitano il loro
mestiere di pescatori . Penetrando là entro,
si prova come l'illusione di trovarsi addirit-
tura trasportati nella Terra del Fuoco . Una
capanna, rustica come le altre, ma con un
bell'altarino, tutto in legno noce, con intagli
e qualche doratura tra i fregi, .è la cappella
del villaggio, la quale con la sua semplicità
richiama al pensiero la terra Americana ,
dove tanti nostri fratelli vanno compiendo
la loro opera cristiana e civilizzatrice . Presso
la cappella venne fabbricato l'episcopio, il
quale consiste in una stanzetta contenente un
letto ed una sedia formati di semplici rami
d'albero . È la riproduzione dell' episcopio
di Mons . Cagliero in quelle terre selvaggie .
Condotti da D . Beauvoir e da due Suore
di Maria Ausiliatrice i fueghini ed i pata-
goni, arrivati dall'America sul principio del
mese coi nostri Missionari, partivano da Sam-
pierdarena, ov'erano stati albergati fin allora
nell'ospizio Salesiano, e poco dopo le ore
otto venivano ricevuti nel recinto dell'Espo-
sizione dai signori del Comitato delle Mis-
sioni . Al loro ingresso il presidente avv . Cap-
pellini rivolse loro le seguenti parole
« Saluto con animo riverente i Missionari
e le Suore della Terra del Fuoco e della Pa-
tagonia che vengono a prendere stanza nel-
la nostra Esposizione colle famiglie degli
indigeni di quelle regioni .
« Bacio le mani dei gloriosi campioni del-
la fede e della civiltà . Abbraccio i fratelli
che ci recano il saluto della loro patria lon-
ta.nGiàlrvofudet,oram
piace il ripetere a voi . Non vi chiamammo per-
chè foste spettacolo all'altrui vana curiosità .
« Questo mercato sarebbe stato indegno
di noi e di voi . Ma volemmo che qui veniste
per rendere viva testimonianza di quell'opera
grandemente cristiana e civilizzatrice che l'im-
mortale Colombo inaugurò, e che per il non
interrotto corso di quattro secoli la Chiesa
Cattolica prosegue nelle regioni da lui sco-
perte .
« Entrate adunque con animo tranquillo
nelle capanne che vi abbiamo preparate .

1.7 Page 7

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« Iniziate i divini misteri in quella Cap-
pella che raffigura le vostre Basiliche, i vo-
stri Episcopi . Il Missionario Cattolico e la
Suora nel teatro delle loro conquiste, appresso
al selvaggio o già riacquistato alla luce della
fede, e che ne reca le vive e caste impronte
nell' animo verginale, o già iniziato alla a-
spettata rigenerazione! l'unico spettacolo su-
blime che noi ci proponiamo di contemplare .
Sarà questa la lieta visione e l'utile ammae-
stramento che ne ritrarranno i visitatori della
nostra Mostra .
« Se nel campo economico la Esposizione
Italo-Americana non è certo destinata a ri-
manere infeconda, questa delle Missioni Cat-
toliche, io mi auguro che oltre all'avere ar-
ricchito il nostro patrimonio scientifico, sor-
tirà, grazie a voi, un risultato di ben mag-
giore rilevanza, quello cioè d'avere ravvivato
il sentimento cristiano della fratellanza dei
popoli e mostrato a tutti, potenti ed umili,
che madre di civiltà, vera amica delle nazioni,
è, fu, e sarà sempre la Chiesa Cattolica » .
Dopo ciò D . Beauvoir celebrò nella cap-
pella del villaggio la S . Messa che fu servita da
uno degli indigeni . Una Suora Marcellina
suonò scelte melodie su un harmonium gen-
tilmente imprestato da un espositore della
vicina mostra di strumenti musicali .
Finita la Messa i fueghini presero possesso
del loro villaggio dove furono e sono l'am-
mirazione di tutti i visitatori .
I quattro Fueghini .
Uno di questi visitatori, scrittore nel gior-
nale Genovese La Rivista, ecco come parla
a proposito di questi indigeni nel suo nu-
mero del 19 Settembre
I fueghini, abitanti delle regioni australi
dette Terra del Fuoco e Arcipelago Fueghino,
composto di migliaia di isole sparse tra gli
Oceani Atlantico e Pacifico, al sud della Pa-
tagonia Meridionale, da cui lo stretto di Ma-
gellano le divide, sono quattro . Essi vennero
accompagnati in Italia dal M . R. D . Giuseppe
Beauvoir, Missionario Salesiano, il quale tutto
giorno nell'Esposizione delle Missioni, colla
maggior cortesia, si presta a dare ai visita-
tori le più ampie spiegazioni sugli usi ed i
costumi di quei popoli selvaggi .
La Terra del Fuoco, che è l'isola maggiore,
ed è appunto quella che dà il nome all'Arci-
pelago Fueghino, venne così chiamata , a
quanto pare, da Magellano e dai suoi com-
pagni, i quali scopertala, la videro lumeg-
giare da ogni parte e credettero eruttasse
fuoco . E non era invece che il fumo dei nu-
merosi fuochi accesi dagli abitanti, che ave-
vano prodotto quella illusione .
Uno dei fueghini, che si ammirano appunto
all'Esposizione delle Missioni, appartiene alla
tribù degli Onas, composta di valenti e forti
tiratori di freccia . Tanto per fare qualche
cosa lo abbiamo voluto intervistare. Ed ab-
biamo incominciato così :
- Come ti chiami ?
Ci guardò in faccia e si mise a ridere . Non
aveva capito un acca delle parole del suo il-
lustre intervistatore.
Ci rivolgemmo alla cortesia di D . Beau-
voir, ed egli si prestò volentieri a farci da
interprete e da cicerone nell'importante in-
tervista .
- Como te nombras ? cioè : Come ti chiami?
ripetè il benemerito salesiano .
- Josè Fueguino servidor de usted . -- Giu-
seppe Fueghino, servo di lei .
Avevamo già fatto troppo e lasciammo li-
bero il caro Josè : però ci permettemmo di
chiedere a D . Beauvoir qualche notizia su
questo ragazzo .
Iosè Fueghino da due anni vive coi bene-
meriti Salesiani di quella Missione, dai quali
venne ricevuto e paternamente mantenuto ed
educato al principio del 1890. Iosè, orfano di
ambi i genitori, fu con altri dieci suoi con-
terranei, probabilmente suoi parenti, rapito
proditoriamente dalla sua terra e portato ed
esposto, come sembra, in una gabbia, nel-
l' Esposizione universale di Parigi (nell'89),
e venne esposto quale cannibale antropofago .
Dacchè sta coi Missionari imparò a parlare,
a leggere e a scrivere in Ispagnuolo . Ha 9
anni, ben fatto della persona, torace promi-
nente, larghe spalle, occhi piccoli e alquanto
obliqui che sembrano essere una caratteri-
stica della sua tribù, fronte e zigomi spor-
genti, naso schiacciato, labbra rosse, denti
bianchi e la faccia paffutella, il che indica
che i Salesiani pensano abbastanza a sod-
disfargli l'appetito .
Porta sulla fronte una cicatrice prodottagli
da una morsicatura di cane .
L'altro fueghino, Silvestro Canale, è nativo
di una delle tante isole dell'Arcipelago . Venne
raccolto nell' isola di Dawson or sono due
anni insieme a vari altri dei suoi contribuni
Acalufes . È orfano di ambi i genitori, che
pare abbia nemmeno conosciuto .
Ha undici anni . È bene sviluppato . Dei bei
capegli neri-castagni gli coprono la testa e
gli scendono sulla fronte . Ha gli occhi rego-
lari , naso schiacciato , bocca grande , denti
bianchi e grossi, labbra regolari, carnagione
abbronzata .
È abbastanza simpatico, e diremo anche
che è un bel ragazzo ; dalle sue fattezze si
può con molta certezza argomentare che la
sua razza già andò soggetta a qualche in-
crociamento .
Dacchè sta coi Salesiani apprese a parlare
Spagnuolo, a leggere, a scrivere e a far conti
e tutti possono osservare i suoi saggi nell'E-
sposizione delle Missioni . Ha una speciale
attitudine per la musica, e ha buon orecchio,
talchè imparò con facilìtà tutte le laudi e
canzoni che usano cantare i Salesiani . E di

1.8 Page 8

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queste laudi ve ne sono anche di quelle in
latino ed in italiano .
Terzo ci si presentò il piccolo Marcos, un
vispo ragazzino dallo sguardo penetrante, con
due occhietti intelligenti, con due labbruzzi su
cui posereste volentieri una coroncina di baci .
Non può star fermo un momento : tutto giorno
fa dei salti acrobatici che sembra un capriolo .
Non è possibile intervistare questo caro bam-
bino . Non è ancora giunto dinanzi a voi che
è già scappato via . L'abbiamo visto scorrere
dall'uno all' altro lato del villaggio, correre
alla caccia di una farfalla o di una cavalletta,
ora battere con una cannuccia il suolo ed ora
servendosi di un' assicella come di un remo
sbattere le acque del laghetto, facendola da
rematore . Con tuttociò appena D . Beau-
voir lo chiama : M arcos-kua o celis-kua, egli
corre a lui colla sua testolina che non sta
ferma e sorridente con degli occhietti che
sembrano impastati di mercurio, gli prende
la mano e a volte la bacia con quell' af-
fezione colla quale un figlioletto bacierebbe
il suo buon papà . D . Beauvoir è per lui, come
per gli altri, un padre affettuosissimo .
Miarcos ha la fronte regolare, orecchie grandi,
naso ben profilato sopra una bocca ben con-
formata in mezzo a due guancie rotonde sor-
montate da un grazioso mentino . Specialmente
quando ride sembra un angioletto : dategli
un baciuzzo ed egli vi risponde con due baci
affettuosi .
Marcos è il primogenito di una famiglia
giunta alla missione di S . Raffaele dell'isola
di Dawson nei primi del Maggio p . p . Sua
madre Margarita, che con un entusiasmo più
che virile avea risposto all' invito fattole di
venire ad un paseo largo y lejos con vapor
puf-puf, non potè reggere al clima di Mon-
tevideo e morì lasciando Marquitos ed una
vezzosissima bimba, Lucia, al compagno che
natura le dava Daniele Acaluf .
Daniele, che è appunto il quarto dei sel-
vaggi che abitano il villaggio fueghino, mo-
stra, almeno apparentemente, di sentire assai
poco la perdita della consorte . Egli non inu-
midì il suo ciglio mentre aiutava a vestire
ed incassare la salma della consorte . L'accom-
pagnò al Cimitero e non ne parlò mai più .
Daniel ha poco più di 35 anni .
Ha testa regolare, capelli nero-castagni,
fronte bassa, occhi piccoli, orecchie regolari,
naso mediocre, bocca ben conformata, zigomi
sporgenti. Porta sul ciglio una cicatrice pro-
dotta da una ferita per una pietra che lo
colpì in una delle continue lotte che hanno
i suoi contribuni cogli Onas della vicina Terra
del Fuoco . Con tuttociò non è brutto . Sembra
ed è un po' pigro e questa e caratteristica
del tipo fueghino, ma costretto dalla necessità
mette a prova l' ingegno, come lo dimostra
la canoa (che si ammira nel villaggio) da lui
fatta con arte discreta, sebbene primitiva, e
colla quale naviga negli stretti burrascosi
dell'Arcipelago colla famiglia e compagni, non
esclusi alcuni cani inseparabili ed altri suoi
attrezzi ed utensili . È grosso di corpo, di
spalle ben tarchiate, con torace pronunziato
e braccia nerborute. Non soffre affatto il sol-
letico .
Gli Acalufes, ai quali appartiene Daniel,
sono generalmente mansueti, ma sospettosi .
Si famigliarizzano poco cogli stranieri . Vivono
nomadi ed isolati . Neghittosi per natura e
quindi poverissimi, poco si curano del loro
avvenire . Essi hanno solo di che saziare la
rabbiosa fame, e questo provvidenzialmente
lo hanno nell'abbondanza di pesci che il cre-
scere e decrescere diurno della marea lascia
quasi a secco negli infiniti seni del mare, e
nei molluschi che in numero straordinario
popolano le numerose scogliere di quelle isole .
I fueghini fanno a meno del vestito , degli
stivalini e del cappellino . Solo i Missionari
li vestono di una maglia e d'una pelle di
guanaco o di gatto . Per la loro ignavia e per
la loro vita nomade fanno a meno delle case .
O dormono sotto rozze capanne fatte di rami
di legno o meglio sotto l'ampia cappa del cielo .
Essi vanno dall'una all'altra isola per mezzo
delle loro canoe, lunghe da 4 a 6 metri e
larghe poco più di un metro, formate di cor-
teccia d'albero cucite con tendini di foca,
calafatate con paglia o impastate di creta e
di grasso di pesce .
Ecco chi sono i Fueghini che i buoni Sa-
lesiani dalla lontana Terra del Fuoco hanno
recato in mezzo a noi, non per una venale
ostentazione, ma per aderire all'insistente de-
siderio del Comitato dell' Esposizione delle
M issioni, onde mostrare a Genova e a tutti
i forastieri in essa convenuti quali siano i
frutti della scoperta dell'America, frutti che
si raccolgono sotto l' egida dell'augusta Re-
ligione Cattolica, là tra le terre inospitali e
selvaggie, per opera specialmente dei beneme-
riti Salesiani, che accoppiando la scienza al
sacrificio hanno più che altro diritto alla be-
nemerenza di tutti i buoni .
Il nostro soccorso, la nostra stima all'opera
santa dei figliuoli di D . Bosco!
Dei tre patagoni avremo occasione di riparlare
altre volte . Per ora vogliamo far correggere un er-
rore che ci è sfuggito nel numero precedente a pro-
posito dell'intelligente Santiago .
Là ove si dice che Mons . Cagliero condusse un
giovane patagone sui 17 anni, di nome Santiago
Melipan, bisogna aggiungere : e cugino del Cacico
Yancuche, il quale si battè gloriosamente, ecc .

1.9 Page 9

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PER L'ACCETTAZIONE
di artigiani e studenti nelle Case Salesiane .
Ogni anno, specialmente al riaprirsì delle scuole,
ci troviamo nella dura necessita di rìspondere nega-
tivamente a tanti tra i nostri benefattori, che vor-
rebbero fossero accolti nei nostri Collegi ed Ospizi
giovanetti da loro raccomandati . Per appagar tutti,
dovremmo ampliare specialmente gli Oratorii e gli
Ospizi, a proporzioni favolose . Pel solo nostro Ora-
ratorio di Torino, a mo' d'esempio, sono ogni anno
da tre a quattro mila le nuove domande d'accet-
tazione che ci sono dirette, ed in tutta la casa
non vi possiamo ricoverare che un migliaio d'indi-
vidui . Che cosa ci rimane a fare? Moltiplicare gli
Ospizi e gli Oratorii, cosa che abbiam già fatta da
molti anni e tuttora, coll'aiuto di Dìo e dei nostri
Cooperatori, continuiamo a fare : e per parte dei no-
stri benefattori, ci vorrà un po' di pazienza .
Riguardo poi ai nostri Collegi, che sono tuttavia
la minor parte delle nostre Case, osserviamo che la
pensione prescritta dai rispettivi programmi è ri-
dotta a tale da bastare appena per le spese di
vitto e dì alloggio, dandosi anche in questi gra-
tuitamente l'istruzione .
Perciò trattandosi di raccomandare giovani pei
detti Collegi, sarebbe a desiderare che non si chie-
dessero eccezioni ai prescritti programmi .
Osserviamo in ultimo, che per l'accettazione de-
gli artigiani, il tempo stabilito è il mese di Marzo,
e meritano di essere preferiti i più bisognosi e de-
relitti.
La spinta poi a incominciarne la fabbrica è
partìta da vari ottimi Cooperatori Salesiani di
colà, che vorremmo qui tutti nominatamente
ricordare se non difettassimo di spazio . Non
passeremo sotto silenzio per altro quella no-
bile ed indimenticabile signora che fu la com-
pianta Donna Dorotea Chopitea de Serra .
Ecco come a questo riguardo ne scrisse un
suo biografo . - Negli ultimi anni di sua
vita quest' ottima signora ebbe una grande
idea, quella di lasciar solidamente fondata
l'Opera Salesiana coll'erezione di una chiesa
aperta anche al pubblico . E dopo di aver
stabilite in questo paese le Suore di Maria
Ausiliatrice, l' illustre matrona volle vedere
le fondamenta del nuovo tempio dedicato alla
Ausiliatrice del popolo cristiano . Mancavano
i mezzi per incominciare, ma essa ideò una
gran lotteria, alla quale ottenne che prendes-
sero parte e la proteggessero le primarie Au-
torità di Barcellona, Sua Maestà la Regina
Reggente e perfino il S . Pontefice Leone XIII .
Si esposero gli oggetti nei saloni di un pa-
lazzo della città , che a tal effetto ottenne
dall'Alcalde di Barcellona, che allora era il
Marchese di Olèrdola, Sig . Francesco Rius
y Taulet . Col prodotto di questa lotteria e
colle limosine di altri signori si pose mano
alla fabbrica collocandovi la prima pietra
S E R .ma il Vescovo della Diocesi il 26
maggio del 1889 . Il piacere che provò in
quel giorno la signora Dorotea fu straordi-
nario, e già fin da quell'occasione era suo
ardente desiderio di vedere questa Chiesa
condotta a termine . «Sì, diceva, Maria è l'A-
iuto dei Cristiani ; e la Spagna, che tanto
devo a Maria, non sarà l' ultima nel tribu-
tarle l'onore dovuto . »
SPAGNA
Nuova Chiesa di Maria Ausiliatrice
in Sarrià-Barcellona .
Il 28 maggio u . S ., come un'eco delle gran-
diose feste che si celebravano a Torino in
onor di Maria Santissima Ausiliatrice, i figli
di D . Bosco di Sarrià-Barcellona inaugura-
vano colla solenne benedizione il coro o parte
posteriore di una nuova Chiesa dedicata alla
nostra Grande Ausiliatrice .
Il pensiero di questo nuovo tempio venne
suggerito dal bisogno di accogliere i trecento
e quarantotto alunni dei Laboratorii Salesiani
(di cui cento e quindici orfani), i quali più non
potevano capire nell'antica cappelletta prov-
visoria, più i duecento circa giovanetti esterni,
che là si raccolgono nei giorni festivi, ed
ancora per dar comodità al popolo di quel
vasto borgo di assistere alle sacre funzioni
che già si debbono celebrare per la Comu-
nità Salesiana .
Il disegno di questa Chiesa è opera di un
distinto architetto Barcellonese, sig . Enrico
Sagnier, e misura venticinque metri di lun-
ghezza per sedici di larghezza . Consta di una
sola nave in stile gotico, quantunque non
ben definito, i pilastri ed il tetto avendo del
rinascimento . Il tetto a soffitto in legno in-
tagliato ed in forma poligona poggia su sei
pilastri semirotondí, lisci, terminanti con un
angelo di mezzo corpo, grandezza naturale .
Sotto il tetto corre una cornice riccamente
fregiata e dipinta, nella quale si leggono
le parole dell'antifona di Maria Aiuto dei Cri-
stiani : Sancta Maria, succurre miseris etc .
Le pareti sono liscie, senza fregi o pitture di
sorta, e tagliate da 10 finestroni, 5 per parte,
di 4 metri di altezza ed uno di larghezza
ciascuno , in forma ogivale . Queste finestre
di forma semplice e nello stesso tempo gra-
ziosa ed elegante , ed in cristalli artistica-
mente dipinti, producono il più bell'effetto .
Sotto le finestre corre tutto intorno un zoc-
colo di legno con sedili ed inginocchiatoi .
Sopra l' altare s' innalza un grandioso arco
pure di forma ogivale, e su questo si am-

1.10 Page 10

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mira la gloriosa statua della Madonna in
mezzo ad una selva di ceri e di fiori .
Il tutto insieme è devoto, elegante e grave .
L' area della Chiesa è abbastanza spaziosa :
vi potranno stare più di 1000 persone . Gli
artigianelli di quei nostri laboratorii tutti
concorrono per la loro parte a preparare il
tempio alla loro Madre Maria . La bella statua
della Vergine è opera del laboratorio di scul-
tura ; tutti i lavori in legno sono affidati ai
nostri falegnami, le belle finestre di ferro
battuto ai fabbri-ferrai, e le pitture ad un
buon confratello, maestro di disegno nella
Casa .
Benché non fosse terminato che il coro,
quei nostri confratelli non vollero lasciar pas-
sare un'epoca memoranda per noi tutti, l'anno
giubilare delle opere di D . Bosco, senza farne
la solenne inaugurazione . Pertanto, verso
le cinque pom . del 28 maggio, aprivano le
porte dello Stabilimento di Sarrià ad un
numero grandissimo di nobili signori e si-
gnore che venivano da Barcellona per assi-
stere alla sacra funzione . Tra gli altri spic-
cavano il Sindaco ed il Municipio Sarrianese,
intervenuti ad onorar la festa colla loro pre-
senza . Mentre la musica salutava l'arrivo di
questi, uno scoppio fragorosissimo di evviva
e battimani annunziava la venuta di S . E .
R .ma il Vescovo Diocesano, il quale, accom-
pagnato dalle primarie dignità ecclesiastiche
di Barcellona e Sarrià, dovea farne la bene-
dizione di rito . Salutato colla marcia reale
venne introdotto nella nuova chiesa, dove
procedette alla sacra cerimonia . Finita la
quale, passò nella vecchia cappella e solen-
nemente trasportò nella Chiesa testè bene-
detta il santissimo Sacramento , col quale
impartì a tutti la trina benedizione .
fuoco di carità, col quale Egli accende i Coope-
ratori e Benefattori Salesiani . - Il giorno d'oggi
segna un'epoca, - esclama, - la Vergine di
D . Bosco pone fra noi il suo trono, la sua reggia,
viene di presenza col suo sguardo ad animare lo
zelo di quanti appartengono alla milizia di D . Bosco,
viene a dire a tutti di sua voce : Avanti nel santo
lavoro dell' opera di D. Bosco, che è opera mia ;
da me avrete il premio, chè per Maria non si lavora
invano !
Finite le feste per la Regina del cielo, é ben giusto
consolare le anime del Purgatorio . Il Regolamento
dei Cooperatori lo prescrive . Ed in quella nuova
Chiesa si celebrò un solenne funerale pei bene-
fattori defunti delle opere Salesiane . - Le preghiere
e le sante comunioni di quegli orfanelli debbono
certamente essere riuscite gradite al cielo per
quelli che loro fornirono ostello e pane all'anima
ed al corpo. - Nessuna prece sale piú gradita
all'Eterno di quella della riconoscenza, nessuna
voce suona piú cara a Dio di quella del povero . -
La Madonna di Don Bosco è pure l'Aiuto delle
Anime del purgatorio . - È pietosa credenza che
il giorno della sua Assunzione al Cielo abbia ot-
tenuto dal suo divin Figlio la liberazione di tutte
le anime allora prigioniere nel Purgatorio . - In
quel giorno di festa per Lei, perchè un nuovo al-
tare, un nuovo tempio sorse eretto al suo patro-
cinio, al suo gran nome di Aiuto dei Cristiani,
avrà certamente esaudita la prece dei figli, degli
orfani di Don Bosco in pro dei Benefattori del-
l'Opera Salesiana, che è opera sua, della Vergine
Ausiliatrice !
INGHILTERRA
LA NOSTRA MISSIONE DI LONDRA
e la nuova Chiesa al S . Cuore di Gesù.
I giorni susseguenti 29, 30 e 31 furono feste so-
lennissime per Sarrià . I fedeli tutti andavano
a gara nel visitare il nuovo tempio, nell'assistere
alle sacre funzioni e nell'accostarsi ivi ai SS . Sa-
cramenti . Le dignità ecclesiastiche di Barcellona
e Sarrià si succedevano nel presiedere alle funzioni,
e distinti oratori Barcellonesi nel tessere le lodi
della Vergine Ausiliatrice.
La sera del 29 si doveva tenere la conferenza
ai Cooperatori Salesiani . Verso le 4 pom . la Chiesa
è già stipata di gente . Sale in cattedra D . Filippo Ri-
naldi, direttore di quel collegio . La sua parola è
dolce, chiara, affettuosa ; la voce alquanto tremola
per commozione, e la sua commozione di gioia e di
riconoscenza si svela coll'esclamazione di D . Bosco
« Quanto buona è Maria ! » Saluta i Cooperatori
intervenuti, li ringrazia tutti per il loro aiuto al-
l'opera di D . Bosco . È opera di Dio, esso dice,
da Dio ne riceverete la mercede . Fece la storia
di quella Casa, che ora conta otto anni, e ne an-
novera gl'immensi risultati ottenutisi . Con le la-
grime sul ciglio commemora la esimia signora,
l'angelo di carità, che fu la mano di Dio nella
fondazione di quella Casa . L' esempio suo ora
anima altri . - Dio non lascia le cose imperfette
ed è visibile l' aiuto di Dio , è sorprendente il
Di questa nuova Chiesa che si sta co-
struendo per la nostra Missione di Londra
già abbiam parlato lo scorso mese ; ma vo-
gliamo subito tornare sull' argomento per
aver comodità di porgere ai nostri lettori un
esatto ragguaglio sì dei lavori come delle spese
richieste dal preventivo ; affinchè ciascuno,
che si interessa delle opere Salesiane, meglio
conosca la natura di quest'altra che propo-
nemmo al loro zelo, alla loro carità, e possa
più facilmente darsi conto del fin dove abbia
da estendere la sua cooperazione.
E qui ci piace mandare avanti un tratto
d'una lunga corrispondenza che a questo ri-
guardo ha la Lega Lombarda di Milano nel
suo numero del 15-16 Settembre da un tal
G . Senes di Manchester .
Dopo aver narrato un lepido episodio della
vita di D . Bosco, il gentile corrispondente
s'introduce a parlare della funzione, che noi
riferimmo lo scorso mese, a cui egli si trovò
presente, e delle impressioni che là ha provato .

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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« H o avuto la consolazione di assistere alla
benedizione della prima pietra della chiesa dei
figli di D . Bosco dedicata al Sacro Cuore e che
sorgerà fra dite anni nei quartieri di Battersea
poco discosto da Clapham Junction.La cerimo-
nia si celebrò in tutta la pompa del culto catto-
lico, e tuttochè giorno feriale ed in quar-
tiere che fa parte dei sobborghi, nè sia dei
più ricchi di Londra, anzi dei più poveri,
pure vi assistevano all'incirca 2000 persone .
» E fu là ed allora che mi balenò l'idea
della Conversione dell'Inghilterra per mezzo
dei Salesiani. Circondatemi Londra di case
di operosi Salesiani ed io vi darò Londra
convertita in 50 anni . (?)
» L'opera di Don Bosco mira a formare una
nuova generazione, e per ottenere ciò bi-
sogna rivolgersi alla gioventù ed in essa
gettare ed innestare i germi salutari della
sana educazione ed istruzione .
» I progressi che in sì poco tempo ha fatto
la Missione di Battersea dovrebbero servire
di esempio e di sprone .
» Oltre infatti gli alunni interni, molti dei
quali si preparano al sacerdozio , le scuole
dei Salesiani sono frequentate da circa cin-
quecento giovanetti d'ambo i sessi, ed alle
sacre funzioni assiste sempre un numero
grandissimo di fedeli e vi assiste con un
raccoglimento ed una devozione esemplare .
Chi ha senno pensi che voglia dire cinque-
cento giovanetti e che siano per diventare in
una metà di secolo .
» I Salesiani di più si aggirano tra i figli
del popolo, in cui si preparano sempre le
future generazioni e vi si conserva il germe
di popoli e civiltà novelle . Il nostro Divin
Salvatore ce ne diede luminoso ed eloquente
esempio . Fu al popolo che egli impartì il
pane della Buona Novella ed i suoi Disce-
poli si aggiravano per un considerevole tratto
di tempo tra il popolo , siccome quello che
in mezzo alla sua stesso corruzione conserva
sempre elementi di vìtalità tali, da poterne
formare novelle e sempre vigorose gene-
razioni se sapute istruire .
» Il protestantesimo, oppresso dalla sua
stessa vanità e dal suo peso, precipita ad una
rovina certa . Le divisioni e suddivisioni si
succedono, e ciò fa sì che a poco a poco si
è spento, nel popolo almeno, quell'astio che
si aveva un tempo per il cattolicismo, e solo chi
ha materiale interesse lo nutre, e, forse senza
sentirlo, cerca inutilmente insinuarlo, giacchè
il popolo, sebbene a tentoni, comincia a vedere
che tante suddivisioni sono indizio di non
secura guida, di fiacchezza, d'incertezza,
d'errore, giacchè la verità fu, è e sarà sem-
pre una, immutabile come Colui da cui emana .
Se non di meglio, il cattolicismo è già per
loro una suddivisione come le altre lecite .
Senza pertanto rallentare il corso a tutti gli
altri, che da S . Carlo Borromeo e S . Filippo
Neri fino ai numerosi Missionari sotto va-
rii nomi cooperano in questo o col desiderio
o coll'opera, si aiuti e s'incoraggi l'elemento
Salesiano, siccome quello che è più adatto allo
spirito dei tempi ed all'ordine attuale delle
cose . La Religione cattolica, siccome quella
che abbraccia tutti i tempi e tutti i luoghi,
deve ancora informare ogni grado di civiltà
e vivere appunto la vita che vive un popolo
in tutto ciò che è vera civiltà od incentivo
di essa . Se il secolo nostro è travagliato
dalla questione operaia e dal socialismo , i
Salesiani appunto danno alla società esempi
pratici di operai onesti e contenti senza
esser socialisti : uno di tali operai può col
suo esempio disarmare cento dei più arrab-
biati : sciolgono praticamente la questione
sociale . Coloro pertanto, ai quali sta a cuore
la propagazione della Fede, prendano in conto
queste povere mie considerazioni, ed i frutti
ne saranno copiosi . L'Inghilterra oggi, su per
giù, rappresenta l'antico impero romano ; la
sua conversione sarà appunto per arrecare alla
Chiesa tutti i vantaggi che le arrecò la conver-
sione di questo ai tempi di Costantino .
» Non vi sia dunque cuore di cattolico che
non palpiti a questa idea e non faccia plauso
ai figli di Don Bosco, che vanno a guada-
gnare figli alla Chiesa nell'elemento appunto
il più acconcio, quale si è la gioventù ed il
popolo . Chi può con la penna , operi con la
penna ; chi può coi mezzi, colla parola, col-
l'esempio, non lasci d'incoraggiare uno dei
più grandi ideali che renderà meno acerba
la morte di questo secolo che è sullo spirare .
Le grandi cose si devono volere grande-
mente e costantemente, ed allora coi mezzi
umani non lascierà di cooperare la Grazia
Divina, che, scendendo copiosa e trovando i
cuori preparati, produrrà frutti copiosi e sa-
lutari, ed ai figli di Don Bosco si aggiun-
gerà il titolo glorioso di neo-apostoli dell'In-
ghilterra .»
Riconoscenti dell' ammirazione di questo corri-
spondente per la nostra missione di Londra, non sap-
piamo meglio compiere la sua esortazione, che facen-
dole seguire la lista delle principali spese necessa-
rio per quella nostra nuova Chiesa del S . Cuore .
(V. disegno nel numero precedente) .
1° Sei colonne di pietra per le due parti della na-
vata principale, a L . 500 l'una . . L. 3000
2° Quattro grandi pilastri, a lire 375
l'uno . .
.n 1500
3° Due grandi pilastri pel presbitero, a
lire 625 l'uno
n 1250
4° Otto finestre (parte superiore), a lire
750 l'una
.
. . n 6000
5° Otto finestre (parte inferiore), a lire
625 l'una
. » 5000
6° Due grandi rosoni (navate laterali),
a lire 2500 l'uno
.
. » 5000
7° Tre rosoni pel battistero, a lire 950
l'uno
n 2850
A riportare L . 24600 ;

2.2 Page 12

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Riporto L .
8 ° Tre rosoni al disopra della tribuna,
a lire, 950
»
9 ° Un pulpito . circa
.n
10 0 I due altari dell' abside , circa lire
5000 l'uno
»
11° Via Crucis
12° Banchi per tutta la chiesa . »
13 ° Campanile .
»
24600
2850
2500
10000
3000
7500
32500
L . 82950
A questa cifra ed a quella del gro sso dell'opera
si deve aggiungere l'ammontare della quantità degli
altri oggetti, la cui semplice enumerazione non man-
cherà di eccitare presso i nostri buoni Cooperatori
una caritatevole iniziativa . Noi intendiamo parlare
dell'organo, delle campane, dei lampadarii, dei
candelabri ; e poi come non preoccuparci delle di-
verse statue che dovranno adornare la futura chiesa?
Si tratta del S . Cuore, di Maria Ausiliatrice, di
S. Giuseppe, di S. Francesco di Sales, di S.Luigi
Gonzaga, ecc . ecc .
Però a noi preme di far ora un caldo appello alle
persone, a cui sta a cuore l'essere generose verso
la persona medesima di Nostro Signore . La Chiesa
del S . Cuore di Londra avrà bisogno di vasi sacri,
di paramenti e di tovaglie per l'altare ; le nostre
pie Cooperatrici ci saranno grate di averle avvertite
per tempo ; esse avranno così agio di provvedere de-
corosamente al Divino Ospite e di preparargli una
dimora che dia alle popolazioni protestanti di Londra
un'idea conveniente della nostra pietà verso la San-
tissima Eucaristia (1) .
Noi terremo i nostri lettori al corrente dei pro-
gressi di questa nuova impresa salesiana ; essa già
riceve gli incoraggiamenti e le benedizioni che la Ma-
donna di D . Bosco si compiace sempre di spargere
sulle opere del suo servo fedele .
NOTIZIE DEI NOSTRI MISSIONARII
Lettera di S . E . R .ma Mon . Giov.
Cagliero Vicario Apostolico
della Patagonia .
REv .m° Sig . D . MICHELE RUA,
MENTRE compio un sacro dovere, soddisfo
in pari tempo al desiderio d'informare la
Signoria Vostra sull'andamento delle Missioni
della Patagonia e della Terra del Fuoco af-
fidate allo zelo ed alle cure della nostra Pia
Società di S . Francesco di Sales .
Sono con me nella Patagonia 20 Sacerdoti
(1) Le offerte in natura, come le limosine o domande
d'informazione, si possono indirizzare al Superiore della Mis-
sione : - Rer . Father Macey,64. Orbel Street (Battersea),
S . W . Londra, - oppure al Sac . Michele Rua, via Cot-
tolengo, 32, Torino.
(10 nella Terra del Fuoco ed isole Malvine),
6 chierici, 30 coadiutori catechisti e 68 Suore
di Maria Ausiliatrice addette ai Collegi delle
missioni, scuole, ospizi, ospedale ed assistenza
a domicilio .
I nostri Missionarii hanno percorso durante
il corso dell'anno passato e per molte centi-
naia di leghe i Distretti o Provincie del Rio
Colorado, del Rio Negro, Limay, Chubut,
Neuquen e Malbarco fino alla sua sorgente
nelle lontane Cordigliere istruendo, catechiz-
zando e battezzando nelle loro escursioni apo-
stoliche molte centinaia d'indigeni ancora in-
fedeli e confortando nella fede ricevuta mol-
tissimi neofiti .
Accompagnato da alcuni sacerdoti fui a
visitare la Missione della Patagonia Meri-
dionale e della Terra del Fuoco ; e con vera
soddisfazione ho potuto constatare il pro-
gresso che il Tehuelche, l'Ona e l'Alcalúf
vanno facendo nel cammino della civiltà cri-
stiana, alla quale parvero fino ad ora re-
frattarii .
Rimasi veramente stupefatto del progresso
fatto da loro nella dottrina cristiana , nel
canto, nell'idioma, nella lettura, scrittura e
calcolo aritmetico .
L'arco e la freccia cedono il loro posto al
libro ed alla penna ; il rozzo dialetto e la
selvaggia loro articolazione si cambia in
dolce e melodioso accento spagnuolo, la tana
in modesta capanna, la pelle di foca e del
guanaco in povero, ma pulito indumento da
uomo, e la pianta silvestre ed il mollusco in-
digesto in saporito pane, carne e latte che
danno gli armenti di vacche, buoi e pecore
introdotti e mantenuti a spese della missione
nell'Isola Dawson.
Questa trasformazione l'hanno con me con-
statata le Autorità della Repubblica Argen-
tina e quelle del Chili in ambedue le coste
dello Stretto di Magellano .
Ultimamente alcuni dei nostri missionarii
percorsero il distretto della Governazione del
Rio Gallegos e Santa Cruz, mentre altri na-
vigavano per gli immensi canali di quell'Ar-
cipelago onde cercarvi i selvaggi nomadi e
condurli, alla nuova riduzione di S . Raffaele,
dove già esistono casa e chiesa per la Mis-
sione, due collegi per ragazzi e ragazze ed
alquante casette formanti una piccola bor-
gata per le famiglie degli Indii Fueghini .
In questi momenti uno dei nostri missio-
narii accompagna una spedizione scientifica
nella Patagonia Centrale per conoscere i bi-
sogni della Missione del Chubut e per ten-
tare la conversione degli Indii Tehuelches,
ossia i giganti della Patagonia .
Frutti della Missione .
Tutte queste missioni, escursioni aposto-
liche e riduzione di Indii senza dubbio co-
starono spese ingenti, fatiche, privazioni e
sacrifizi di tutte sorta ; ma furono sacrifizi e

2.3 Page 13

▲back to top
privazioni generosamente ricompensate dalla
bontà e misericordia divina, poichè molte fu-
rono le conversioni di selvaggi, molti i neo-
fiti fortificati nella fede , molti i sacramenti
amministrati, e molte le anime salvate dalla
morte del peccato, dall'incredulità e dall'er-
rore! Infatti nelle sole missioni delle Cordi-
gliere a 200 leghe di distanza dalla mia re-
sidenza , i battesimi passano il migliaio, la
maggior parte d'infedeli, le comunioni poi
furono 3000.
La popolazione ivi è di circa 20000 anime
molto sparsa e disseminata tra le molteplici
gole delle montagne de los Andes ; i nostri
missionarii risiedono nella capitale del di-
stretto governativo del Neuquen che è Ch-
smalal .
Nelle residenze di Roca , di Conesa e di
Pringles, sopra una popolazione di 5000 anime
si ottennero 1900 comunioni, ed in quelle di
Bahia Bianca, Viedma e Patagones, che pas-
sano di 30000 abitanti, si ottennero più di
12000 comunioni, senza calcolare le molte
altre raccolte dai nostri missionarii nelle loro
escursioni apostoliche in varii punti di pic-
cole colonie e nascenti villaggi .
In essi lavorano circa cinquanta fanciulli, la
maggior parte orfani e figli di indigeni .
I capi d' arte o maestri sono salesiani, i
quali fanno pure da catechisti .
Mediante qualche sacrificio abbiamo acqui-
stato alquante ettare di terreno per una scuola
agricola che già funziona e di dove già si
ricava legittimo il vino della Messa per tutta
la Missione.
I nostri alunni poi, mentre imparano un me-
stiere, rallegrano coi loro canti e con la banda
istrumentale le feste religiose ed anche le feste
patrie con immenso giubilo e riconoscenza
delle stesse Autorità governative .
Aggiungo parimenti che in quest'anno, per
secondare l'invito del compianto Arcivescovo
di Genova, le nostre missioni concorreranno al-
l'Esposizione Colombiana di Genova .
Saranno presenti alcuni selvaggi della Terra
de Fuoco ed altri della Patagonia e forme-
ranno bel contrasto gli usi, utensili e vesti
dell'antichità selvaggia con l'educazione, in-
dustria e prodotti della civiltà cristiana .
Asilo di orfanelle.
Educazione ed istruzione .
Sono poi consolanti i risultati delle nostre
scuole maschili e femminili . Ripartite nei
varii centri di missioni sono frequentate da
più di 1500 alunni .
Noto alla Signoria Vostra che lottiamo in-
defessamente per neutralizzare l'azione delle
scuole atee del Governo . E grazie a Dio,
siamo riusciti ad ottenere dalle Autorità lo-
cali di potere almeno dare un'ora di scuola
di Catechismo per settimana nelle scuole
dello Stato, meno frequentate però delle
nostre .
Le chiese, le cappelle e le scuole nella
missione vanno aumentando a proporzione
dell'aumento delle famiglie, dei gruppi di co-
lonie, di villaggi e di paeselli ; la maggior
parte di queste però sono ancora di legno,
di mattoni crudi, di pali intonacati di fango,
oppure capanne convertite in cappelle nelle
stazioni provvisorio .
Soddisfano nondimeno le necessità del culto
dovuto all' Onnipotente che riceve con so-
vrana ed uguale rimunerazione gli omaggi
del credente tanto nelle Cattedrali delle
grandi città, come nelle umili chiesette del
contado .
Scuole di Arti e Mestieri .
Al lato della mia residenza in Viedma,
piccola capitale del Territorio del Rio Negro,
abbiamo edificato un collegio di arti e me-
stieri .
Sono cinque i laboratorii in attività ; fale-
gnami, calzolai, sarti, fabbri-ferrai e lattai .
Le Suore Figlie di Maria Ausiliatrice ten-
gono aperte le loro scuole nelle residenze di
Roca, Conesa, Pringles, Patagones e Bahia
Blanca .
Qui in Viedma sostenuto dalla missione
mantengono un Orfanotrofio per le fanciulle
povere, orfane e figlie di indigeni . Sono una
cinquantina di interne e più di 150 esterne .
Negli ultimi esami le stesse Autorità sco-
lastiche amanirarono il loro progresso scien-
tifico, intellettuale e morale . Ma i lavori di
mano delle indigene e la musica vocale delle
bianche hanno veramente riscosso i loro ap-
plausi .
Le figlie degli aborigeni vi sono ricevute
con preferenza ed ultimamente siamo riusciti
a salvare una povera ragazza india di 12 anni
venduta ad altro indio per otto cavalli .
Alle nostre rimostranze il selvaggio com-
pratore pentito consegnò alle Suore la ra-
gazza insieme ad un'altra sua figliuola, perchè
si istruissero e si battezzassero nella nostra
S. Religione .
Ospedale e Farmacia .
La necessità di aprire un ospedale e soste-
nere una farmacia onde provvedere ai bisogni
dei poveri infermi, che se ne morivano abban-
donati e negletti nel deserto senza assi-
stenza medica, e quel che è peggio, senza
i conforti religiosi, ci spinse a fare tutti i
sacrifizi possibili per ovviare a tali inconve-
nienti . Ed è perciò che gl' infermi di tutto
questo vasto territorio, indigeni, créoli e
stranieri sono cercati e ricevuti gratuitamente
nel nostro umile sì, ma igienico ospedale .
Le Suore di Maria Ausiliatrice ne sono

2.4 Page 14

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alla direzione e vi fanno prodigi di carità
al letto di questi infelici, i quali, guadagnati
dalle loro cure amorevoli e dalle religiose
conversazioni dei missionarii, guariscono, si
convertono, o se muoiono, muoiono nella pace
del Signore.
Molti sono gli indigeni che ricevettero nel-
l'ora della morte il santo Battesimo, molti i
Cristiani che ritornarono in grazia di Dio, e
non pochi eretici, ammirati della carità con
la quale si vedevano trattati, abiurarono i
loro errori, come accadde ultimamente ad
un protestante svizzero e ad un altro ale-
manno e ad una giovane di 23 anni danese,
la quale entrò nell' istituto delle Suore .
I poveri poi del paese sono pure assistiti
da tre conferenze di signore di S . Vincenzo
de' Paoli stabilite l'anno ora scorso, e mentre
li sollevano dalla miseria corporale, ottengono
pure molti frutti di cristiana pietà .
Sono pure in fiore nelle diverse residenze
della missione sei Associazioni del S . Cuore,
sette Pie Unioni delle Figlie di Maria, le
Compagnie di S . Luigi e di S . Giuseppe per
i ragazzi ed un Circolo di operai cattolici
per gli adulti .
Lo spirito religioso va aumentando in queste
contrade, che ieri soltanto erano teatro delle
scorrerie dei selvaggi, i quali poco a poco
vanno entrando tutti nel cammino della ci-
civiltà e nel seco di nostra Santa Religione .
Chiudo questa mia relazione col pregare
la S. V. R .ma a volerci continuare la sua
benevolenza ed a raccomandarci alle fervorose
preghiere dei Benemeriti Cooperatori e Be-
nemerite Cooperatrici, affinchè poi possiamo,
lavorando con zelo, ardore e carità, salvare
questi poveri figli del deserto e compiere
presto la conversione di tutta la Patagonia .
Col più sentito affetto, riconoscenza e ve-
nerazione mi dìco
Della S . V . R .m
Viedma, 3 Luglio 1892 .
+GIO. VESCOVDIMAGIDA
e Vic. Ap . della Patagonia.
Una visita al Paraguay .
Il nostro Missionario D . Angelo Savio,
trovandosi da qualche tempo a Buenos Ai-
res, soleva andare or qua or là a dar missio-
ni nei punti più abbandonati della Repubblica
Argentina. Nel mese di giugno ora scorso
volle fare un passo un po' più lungo, spin-
gersi fino nel Paraguay, come apprendiamo
dalle lettere seguenti
Baia Negra o Porto Pacheco,
25 giugno 1892 .
CARISSIMO D . COSTAMAGNA,
SoNo da una settimana tra gli Indii Cha-
macccos, alla destra del Paraguay, a 172
leghe al nord dell' Assunzione, capitale della
Repubblica Paragnaya, e a 65 al nord del Rio
Apen, affluente del Paraguay, il qual affluente
è attuale confine tra la provincia o Stato di
Matto Grosso collo Stato Paraguayo . Sono
paesi assolutamente abbandonati in quanto
a religione e anello pochissimo attesi dal-
l'Autorità civile . Da Concezione a Coimbra,
cioè per la bagattella di 126 leghe, non v'è
nè prete nè frate di nessun colore, e mai
nessuno vi passa per catechizzare i poveri
indigeni molto numerosi . Verso est nel Bra-
sile e verso ovest in Bolivia il medesimo
abbandono, coll'aggiunta di distanze enormi
per selve vergini, dove è necessaria la scure
per aprirsi il passo . Visitai e catechizzai
un poco due tolderie o accampamenti di
Chamacocos, un 300 abitantì circa tra pic-
coli e grandi. Nei dintorni, alla destra del
Rio Paraguay, vi sono altre otto tolderie,
ciascuna governata da un capitano ; essendo
venuto il maggiore di -questi capitani o cachique
a farmi visita, vistolo quasi nudo, gli regalai
una camicia, un paio di mutande , un faz-
zoletto, tabacco, mandioca e qualche altra
bagattella . Ne fu molto contento, e m'invitò
a ritornare altre volte con simili oggetti per
i suoi dipendenti, i quali pure son davvero
pochissimo vestiti : tutt' al più un pezzo di
tela ai lombi, e questo non per tutti !
Alla sinistra del fiume, in territorio bra-
siliano, visitai una quarantina di Indii ve-
nuti a raccogliere mandioca e cacciare tigri,
pantere, maialetti silvestri, ecc. ; le loro tol-
derie mi dissero che sono un po' distanti, per
cui rinuncio di visitarle, ma spero che altri
verrà per istruirli e farli buoni cristiani . Mi
dissero pure che più lontano vi sono Indii che
coltivano campi, hanno vacche e cavalli, e
sono ben armati, non solo con archi e freccie,
ma con fucili .
Anche i Chamacocos sono armati di fucile
e sono buoni tiratori, ma da quel che ho
veduto non si allontanano molto dalle loro
capanne e pare abbiano paura della tigre .
Ora che mi trovo tanto alto nella zona
torrida, se avessi i mezzi ed il permesso ,
sarei tentato di inoltrarmi di più, cioè an-
dare a Curombà, Cujaba, e poi a Matto Grosso
e discendere pel Madeira nell'altro versante
fino all'Amazzone ed imbarcarmi a Parà ,
ma per ora è un sogno da non parlarne .
Invece aspetto il vaporino Santa Fé che
venga da Curombà per trasportarmi alla
colonia Speranza, dove mi attendono, e vo-
gliono fare una cappella, se v'è probabilità
di aver un prete .
Finora ho fatto poco . Battezzai due giova-
netti Indii e tre giovani paraguaye, benedissi
un matrimonio, confessai sei persone e di-
stribuii due comunioni . Per fare qualche
cosa ci vorrebbe tempo e molta pazienza .
Mi raccomando alle preghiere vostre, da cui
aspetto molto . Credetemi sempre il vostro
Aff.mo in G . C.
Sac . ANGELO SAVIO .

2.5 Page 15

▲back to top
Villa Concepción, 16 luglio 1892 .
CARISSIMO D . COSTAMAGNA,
Già ritornai dall' alto Paraguay mal con-
tento per essermi potuto fermare poco .
Queste son terre abbandonate peggio che la
Patagonia . Assai più popolate di Indii di
vario tipo, costume ed idioma . Le tolderie
non sono come quelle dei Pampas e Te-
huelches : non usano cavi pel toldo, ma
stuoie di canne e di caraguatá. Mi dicono
che ho corso non pochi pericoli, ma non fu
nulla : ho ancora la testa sul collo e qualche
pezzo di carta per pagare il vapore . Quando
sarò a S . Carlos , vi dirò le belle cose
viste ed il bel campo preparato pei futuri
buoni missionarii che non temono i 45 gradi
di calore nell'estate . In pieno inverno ed in
giorni di freddo vento ho notato 18 gradi
di calore ; è una primavera con molti fiori
e frutti . Non dico niente delle zanzare e di
una infinità d'altri moscherini che ti fanno
gonfiare e mani e faccia . Di notte mi avvi-
luppo nell'amàca e dormo quanto posso ; di
giorno vo girovagando senza bussola, perchè
non ho direzione fissa . Ora però credo d'aver
compiuto la mia gita, e giunto ad Assun-
zione, forse non andrò in missione, ma tor-
nerò a Buenos Aires .
Un po' di bene si è fatto, e forse si è get-
tato una semente che a suo tempo frutterà
In una parte del Ciaco ed in S . Salvador
vi sono protestanti che tentano introdurre i
loro errori . I corvi svolazzano dove c'è del
marcio ! L'antica chiesa di S . Salvador è
rovinata . Una parte ora è occupata da pro-
testanti . Che disgrazia!
Le Autorità e le popolazioni desiderano
grandemente operai evangelici . Il Signore
spero li manderà .
Mi raccomando alle preghiere e mi pro-
fesso sempre
Aff.mo in G . C .
Sac . ANGELO SAVIO .
Villa Concezione, 16 luglio 1892 .
REV .MO E AMAT .M O D . RUA,
sono : Baia Negra, terra sfruttata tra Bo-
livia ed il Paraguay, Porto Speranza, Olim-
pia, Apen, Porto Casado, Colonia Fisso,
S. Giuseppe, S . Salvador e parecchi altri
punti intermedii di minor importanza . Viag-
giai parte in navi a vapore, parte a vela, a
remi ed in cacineo, cioè in piccole barchette
indie fatte di tronchi d'alberi scavati in
modo da contenere due , tre ed anche più
persone . Gli Indii sono eccellenti rematori,
ma non usano remi, sibbene pale fatte a
proposito .
Ho visitato tribù d'Indii di differenti idiomi
e costumi : Chamacocos, Caineos, Sanapanes,
Angaités, Senguas, Tobas, ecc . La maggior
parte son nudi, altri poco vestiti . Alcuni
hanno idea di Dio : Taita Dios - Padre de
todos .
Nessun sa dire quanti individui vi sono
nemmeno approssimativamente . Si hanno
solo poche relazioni con coloro che vivono
alla riva destra del fiume, e tutti dicono
che sono più migliaia sparsi in tolderias,
tanto nel Gran Ciaco, quanto sulla sinistra
del fiume. Nessun sacerdote passò per que-
sti paraggi, a memoria degli attuali abi-
tanti, per dar missione, ad eccezione di Apen,
ove quattr'anni or sono passò un prete per po-
chi giorni . Come sarebbe utile per la reli-
gione e per la civiltà una missione perma-
nente! Certo che vi sono molte difficoltà : il
clima , le zanzare , le vipere, le tigri, ecc . ;
ma charitas omnia suffert, omnia sustinet, e
vincerà anche maggiori ostacoli . Se fossi più
giovane ed atto a tal missione, mi offrirci,
dicendo : Ecce ego, mitte me ; peccato esser
nato troppo presto e non esser venuto prima
quaggiù! Dio inspiri ad altri di venire
presto, chè la messe è grande .
Ora vado all'Assunzione per dar conto dei
battesimi . e matrimonii, confessioni e comu-
nioni, e poi discenderò a Buenos Aires .
Conchiudo questa lettera, perchè il vapore
Humaitá vuol partire e già diede il segnale
per imbarcarsi .
Domando la benedizione del mio buon Su-
periore generale e mi raccomando alle pre-
ghiere dei confratelli .
Umil . m o ed affez .m° in G . C.
Sac . ANGELO SAVIO .
SoN di ritorno dall'alto Paraguay, dove
ho dato una missione abbastanza faticosa,
munito di ampie facoltà dall'Autorità eccle-
siastica, e con visibile soddisfazione delle
Autorità civili e militari . Percorsi gran parte
del Ciaco, del Paraguay e della vasta zona
Brasiliana, formante lo Stato di Matto Grosso .
Per essere questo Stato in rivoluzione, non
mi fu possibile andare nè a Cujabà nè a
Curombà, chè non lasciavano passare nes-
suna imbarcazione pel Rio, unico mezzo di
comunicazione .
I punti dove mi son fermato in missione
Le Suore di Maria Ausiliatrice
al Brasile .
In una lettera proveniente dal Brasile e
che noi pubblicammo nel nostro numero di
Agosto u . s . ci si annunziava l'andata per
la prima volta di alcune Suore di Maria Au--
siliatrice nello Stato di S . Paolo per istabi
lirvi tre Case per le figlie povere ed abban-

2.6 Page 16

▲back to top
donate . Ora siamo contenti di dare ai nostri
Cooperatorii relazione dell'apertura di quelle
tre nuove Case, a Lorena, Guaratinguetà e
Pindamonhangaba, quale la apprendemmo da
alcuni giornali Brasiliani .
Il « Lidador » di San Paolo dell'apertura
di Lorena ha un lungo articolo, dal quale noi
togliamo i brani seguenti :
« In questi tempi di guerra e d' infernal
odio contro la Chiesa di Cristo, è pur cosa
consolante e cara al cuore del Cristiano il
sentir narrare o leggere gli splendidi ed
ognor più gloriosi trionfi, a cui va incontro
ogni dì questa buona nostra madre la Chiesa
per l' incessante zelo e carità dei suoi affe-
zionati figli . Intendiamo dire di un fatto rea-
lizzatosi in questa città il 14 marzo .,
» Già da alcun tempo erasi sparsa la no-
tizia che le Suore di Maria Ausiliatrice sa-
rebbero venute ad aprire un collegio in Lo-
rena e nelle città vicine, Guaratinguetà e
Pindamonhangaba, per l' educazione delle
ragazze povere . . . Finalmente il 14 marzo ab-
biamo avuto la consolazione di vederle sbar-
care in Rio, e dopo breve dimora in Nictheroy
partire per Lorena .
» Quivi andarono loro incontro molte fa-
miglie della nobiltà Lorenese : i Salesiani di
questa città coi giovani e colla banda musi-
cale del Collegio S . Gioachino, che all'arrivo
della locomotiva suonò scelti pezzi. . .
» Fra gli applausi di una immensa molti-
tudine di cittadini d'ogni classe, che riempi-
vano la sottostante piazza, discesero quelle
Figlie di Maria, ed in bell'ordine s'incammi-
narono , seguite dalla immensa folla, alla
Chiesa di S . Benedetto annessa al collegio
dei Salesiani, donde dopo breve adorazione
a Gesù in Sacramento si diressero alla casa
del Barone di Castro Sig . Moreira Lima, il
quale generosamente la cedette loro fornita
di tutti i mobili necessarii per lo stabilimento
del nuovo collegio, finchè non sia terminato
l'edificio che per tal fine fu iniziato . Si
assisero quindi ad un modesto banchetto
loro preparato dalle più distinte signore Lo-
renesi .. .
» Verso sera ebbe luogo nella chiesa di
San Benedetto una solenne funzione in rin-
graziamento del grande benefizio che la Ver-
gine SS . in quel dì largiva ai pii Lorenesi .
Prese la parola l'amato e Rev .mo Vicario della
parrocchia, caldamente invitando i parroc-
chiani a lodare e benedire il Signore del nuovo
favore che loro concedeva colla venuta delle
Figlie di Maria Ausiliatrice . Passò quindi
a dire che cosa sono venute a fare queste
Suore di Don Bosco . - Perchè l'istruzione
religiosa sia proficua e scenda nelle anime
qual celestiale manna, è necessario prima di
tutto formare le madri ad una vita tutta cri-
stiana ; la religione succhiata col latte ma-
terno quella è che più profonde getta le ra-
dici nel cuore . Inutili sarebbero le istruzioni
religiose, le prediche, i catechismi, quando
la loro teoria fosse combattuta dagli esempi
dei padri e delle madri . Verba docent, exempla
trahunt! Ora ecco le Figlie di Maria Ausi-
liatrice sono venute appunto per questo . -
Esortò quindi tutti a condurre sollecite le
loro figlie alla scuola delle Suore di D . Bosco,
se desideravano vederle un dì giovani obbe-
dienti e sottomesse, pure e caste donzelle,
spose esemplari, sante madri .
» All' indomani partirono quelle destinate
per Guaratinguetà e Pindamonhangaba ,
dove pure sento che furono accolte con splen-
didissimo trionfo . »
Il « Commercio » di Rio Janeiro poi ag-
giunge quanto segue
« Sempre ansiosi di vedere ognor più dif-
fusa tra il popolo cristiano l' istruzione e
l' educazione, non senza religione e senza
morale, ma quella che scaturisce dai prin-
cipii della morale cattolica , nobilitando gli
animi e rischiarando la tenebrosa umana in-
telligenza, con gran giubilo riferiamo qui,
quanto si potè realizzare in questi giorni
nello Stato di S . Paolo .
» Il 9 aprile si aprì in Lorena il collegio
di Maria SS . Ausiliatrice diretto dalle Suore
Salesiane per l'educandato delle giovani po-
vere ed abbandonate . Non essendo ancora
terminata la casa donata per tal fine dal
benemerito Conte Moreira Lima , il Barone
di Castro Lima generosamente mise a dispo-
sizione delle degne figlie di D . Bosco il suo
ampio e magnifico palazzo, affinché potessero
aver comodità di cappella, di scuole e di dor-
mitorii .
» Celebrò la Messa d'inaugurazione il di-
stinto P . Giovanni Filippo, prestando il ser-
vizio da Diacono il degno vicario della città
Padre Antonio Raymon e da Suddiacono il
dotto filosofo P . Emanuele delle Olive . Al-
l'Evangelo tenne breve ma sugoso sermone il
Rev. D . G . Giordano, direttore del Liceo del
S . Cuore di Gesù in S . Paolo, il quale colle
eloquenti sue parole narrò l'istoria dei col-
legi Salesiani, dell' immortale D . Bosco, e
dimostrò come e quanto si fece sotto l'assidua
ed amorosa protezione di Maria SS . Aiuto
dei Cristiani . E disse infine che il buon Gesù
aggradisce tanto e copìosamente rimunera il
poco e il molto fatto pel povero, per l'orfa-
nello abbandonato .
» Sulla sera si cantò un solenne Te Deum .
Ed allora parlò il Rev . Don Carlo Peretto,
Direttore del Collegio di San Gioachino, in
quella città, dimostrando il fiorente stato
di quel collegio, alla prosperità del quale con-
corsero vani distinti signori, cui ringraziò,
in nome di Maria, di quanto avevano fatto
e li esortò a voler continuare ad aiutarlo
nella santa intrapresa . »
Sull' apertura di Pindamonhangaba il Li-
dador ha il seguente articoletto

2.7 Page 17

▲back to top
» Nel giorno 26 aprile arrivarono da Gua -
ratinguetà le Suore di Maria Ausiliatrice,
accompagnate dal Rev . D . Carlo Peretto, Di-
rettore del Collegio di S . Gioachino in Lo-
rena, e dal Rev .mo P. Giovanni Filippo, fon-
datore del Collegio di N . Signora del Carmine
in Guaratinguetà .
» Furono ad incontrarle alla stazione
il P . Francesco Reale, istitutore del Collegio
di questa città, con altri distinti cittadini ed
immensa folla di popolo, nonostante che il sul-
lodato P . Francesco Reale, ad istanza delle
Suore, avesse proibito ogni dimostrazione
pubblica .
Per la prima volta offerì l'augusto Sacri-
fizio nella cappella di detto Istituto il Rev .mo
P. Giovanni Filippo, degnandosi di prestare
il loro servizio da Diacono il Rev . P . Vicario
di questa Parrocchia e da Suddiacono il Rev .
P. Reale . All'Evangelo tenne breve ma fer-
voroso sermone Don Peretto, nel quale di-
mostrò i grandi benefizii che le Suore Sale-
siane apportano all' odierna società, cristia-
namente e santamente educando quelle ra-
gazze, che un dì madri di famiglia dovranno
gettare i primi semi della religione cristiana
nel cuore dei loro figli, futuri ristoratori della
corrotta società .
» Un bravo di cuore merita il Rev . Padre
Reale che protetto dalla Divina Provvidenza
sì gloriosamente condusse a termine un' im-
presa intralciata da sì aspre difficoltà .»
Storia dell'Oratorio
CAPO XXXVI .
STORIA DI UN CANE (1) .
Nella sacra Bibbia e nella Storia ecclesiastica si
legge che talora Iddio in modo afflitto straordinario
si servì delle bestie a difesa ed a benefizio dei suoi
servì . Il profeta Eliseo è schernito da una brigata
di giovani irreligiosi ed insolenti, ed ecco due orsi
uscir fuori dalla vicina foresta e farne orribil scempio .
Per settant'anni un corvo portò ogni giorno nel de-
serto il necessario cibo a S . Paolo, primo istitutore
della vita solitaria . Sant'Antonio ha da seppellire il
cadavere di questo abitator del deserto, e gli mancano
ili strumenti per iscavar la fossa ; ed ecco che due
fleoni corrono alla sua volta, scavano colle loro zampe
la terra a giusta misura, e benedetti dal santo se ne
partono quali mansueti agnelli .
(1) Vedi Cinque lustri di Storia dell' Oratorio di San Francesco di
Sales. - Vendibile a prezzo di L. 3 la copia.
Or bene nel tempo, che fu pel nostro D . Bosco così
pericoloso, la divina Provvidenza si compiacque di
dargli una guardia ed una difesa affatto singolare ;
gli diede un grosso e bellissimo cane di color grigio,
il quale fu già e sarà ancora il tema di molte dicerie
e supposizioni . Parecchi dei giovani lo videro, lo pal--
parono, lo accarezzarono e ne seppero cose degne di
particolare memoria .
Qui le racconto sulla relazione di alcuni di essi,
tra cui Giuseppe Buzzetti, uno dei primi alunni
dell'istituto . Aggiungo che su parecchie circostanze
interrogatone lo stesso D . Bosco, me le confermò di
viva voce .
Adunque il cane grigio nella grossezza e nella
forma assomigliava ad un cane da gregge o mastino
da guardia . Primieramente debbo notare che nessuno
e neppure D . Bosco, seppe mai donde venisse, o chi
ne fosse il padrone. Ma se non posso fargli la fede di
nascita, ben posso dargli il ben servito, imperocchè
per alcuni anni esso prestò a D. Bosco, e perciò all'
Oratorio un vantaggio incalcolabile . . . .
Più volte questo cane, detto poi il Grigio, salvò la
vita a D . Bosco . Una sera molto oscura e nebbiosa;
egli veniva a casa dal centro della città, e per non

2.8 Page 18

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camminare troppo lontano dall' abitato scendeva per
la via, che dal Santuario della Consolata mette al-
t' Istituto del Cottolengo . Ad un certo punto della
strada D . Bosco si accorge che due uomini lo prece-
devano a poca distanza, ed acceleravano o rallentavano
il passo a misura che lo accelerava o rallentava egli
pure ; anzi quando ei tentava di portarsi dalla parte
opposta per evitarli, eglino destramente facevano lo
stesso per trovarglisi innanzi . Non rimaneva più alcun
dubbio che fossero due male intenzionati ; quindi
cercò di rifare la via per mettersi in salvo in qualche
casa vicina, ma non fu più in tempo ; poichè quel
due, voltisi improvvisamente indietro, e conservando
cupo silenzio, gli furono addosso e gli gettarono un
mantello sulla faccia . Il povero D . Bosco si sforza per
non lasciarsi avviluppare, e tenta di chiamare aiuto ;
ma nel può, perchè uno di quegli assassini gli tura
con un fazzoletto la bocca . Ma che? In quel cimento
terribile di inevitabile morte compare il Grigio, il
quale si diede ad abbaiare sì forte e con tal voce,
che il suo pareva non il latrar di un cane e neppur
di un lupo, ma l'urlare di un orso arrabbiato, sicchè
atterriva e assordava ad un tempo. Nè pago di ciò,
si slancia colle zampe contro uno di quei ribaldi, e lo
costringe ad abbandonare il mantello sul capo di
D . Bosco per difendere se stesso, poi si getta sopra
dell'altro, e in men che non si dice, lo addenta e lo
atterra. Il primo, visto così, cerca di fuggire, ma il
Grigio nel permette ; perchè saltandogli alle spalle
getta lui pure nel fango . Ciò fatto, si ferma colà im-
mobile continuando ad urlare, e guardando quei due
galantuomini, quasi dicesse loro : Guai se vi movete.
A questo improvviso mutamento di scena :
- Chiami questo cane, si posero a gridare quei due
furfanti .
- Lo chiamerò, rispose D . Bosco, ma voi lasciatemi
andare pe' fatti miei .
- Sì, sì, vada pure, ma lo chiami tosto, gridarono
nuovamente .
- Grigio, disse allora Don Bosco, vien qua ; - ed
esso obbediente si fa presso di lui, lasciando liberi
quei malfattori, che se la diedero a gambe a più non
posso . Non ostante questa inaspettata difesa, D . Bosco
non sentissi di proseguire il cammino sino a casa .
Egli entrò in quella vece nel vicino Istituto del Cot-
tolengo. Ivi riavutosi alquanto dallo spavento, e ca-
ritatevolmente ristorato con una opportuna bibita,
riprese la via dell' Oratorio accompagnato da una
buona scorta .
NOTIZIE VARIE
LA PRIMA CONFERENZA AI COOPERATORI SALESIANI
IN CASTELLAMARE DI STABIA .
Merita certamente di essere riferita nel nostro
Bollettino la Conferenza tenutasi per la prima
volta ai Cooperatori Salesiani di Castellamare di
Stabia il 30 agosto 1892 . Perciò ne diamo qui la
relazione stessa che ci venne di là trasmessa
« Il 30 agosto, alle 5 pom ., il suono festivo
delle campane della cattedrale dava il segno agli
abitanti di Castellamare della prima Conferenza
Salesiana . Al sacro invito interveniva alla Con-
ferenza il venerando Capitolo dei Canonici, un
numeroso clero, tutti i seminaristi e chierici della
città e buon numero di signori e signore .
» Alle 5 3/4 ebbe principio la funzione colla let-
tura di un tratto della vita di S . Francesco di
Sales, che in Castellamare è pure particolarmente
onorato dai chierici come loro special protettore,
e la cui bella statua, vagamente illuminata per
la circostanza, venne esposta presso un pilastro
della chiesa. Dopo la lettura, S . E . R.ma Mons
gnor Vincenzo Maria Sarnelli degnavasi ancor
esso di scendere dall'Episcopio e venire a presie-
dere personalmente la Conferenza. All'entrata di
Monsignore in cattedrale, i chierici dall'orchestra
intonarono un bell'inno in musica ad onor di
S . Francesco di Sales . Quindi il Rev . D . Carma-
gnola Albino, sacerdote salesiano, mandato qui a
bella posta da Roma, salito sul pulpito, dava
principio alla Conferenza ., rendendo così ragione del
perchè si facesse : - Chi si presenta stasera tra
di voi per parlarvi è un umile Salesiano, allievo
e figlio del grande Don Bosco, fondatore della
Società di S . Francesco di Sales . Alla sua vista
voi direte : Perchè mai qui tra di noi questo Sa-
lesiano ? È ben giusto che la vostra dimanda si
abbia una risposta . Ed eccovela. Voi non ignore-
rete come il Rev . sac . D . Raffaele Starace, or
sono parecchi anni, commosso alla vista di tanti
orfani abbandonati sulla pubblica via senza vitto
e senza tetto, e per conseguenza senza educazione
civile, morale e religiosa, iniziava in questa vo-
stra amena e simpatica città un Orfanotrofio ma-
schile . L'opera caritatevole coll'aiuto dei buoni
progredì e già una trentina di orfani sono rac-
colti in quel pio Istituto nel villaggio di Scan-
zano . Ma le esigenze essendo ognor più crescenti
e l'attuale abitazione non essendo capacediun
numero maggiore di orfani, il sullodato D . Raf-
faele, mercè le industrie della carità e del suo
indefesso zelo, acquistato un gaio e spazioso suolo
sul poggio detto di Salaro, ivi pose mano a co-
struire un grandioso edifizio,dicunaprte
già si leva assai in alto e l'altra si sta ora in-
nalzando, e che tutto insieme dovrà servire a
raccogliervi il maggior numero possibile di orfani .
Ora, pensando egli di dare maggiore stabilità al-
losr.'pievDRua,cg
di D . Bosco nel governo della Società Salesiana,
affinchè volesse anche qui mandare i suoi figli a
prendere la direzione e cura del nuovo Orfano-
trofio appena sia terminato . Il sig . D . Rua non
potè rifiutarsi di accettare un'opera così conforme
allo spirito di D . Bosco . Epperò i Salesiani stanno,
per così dire, in procinto di avviarsi anche alla
volta di questa vostra bella città . Era perciò assai
conveniente che venisse qui prima un Salesiano
stesso a darvi conoscenza di questi figli di Don
Bosco che avranno la fortuna di venire a coabi-
tare con voi . Ecco adunque il perchè io mi trovo
in mezzo a voi, ed ecco il primo scopo che mi
prefiggo in questa conferenza : Dirvi chi siano i
Salesiani . Ma siccome compiono sempre le loro
opere coll'aiuto di tante caritatevoli persone, che
sono perciò chiamate col titolo di Cooperatori
Salesiani, così era pur necessario che voi veniste
a speciale conoscenza della Pia Unione dei Coo-
peratori ; ed ecco il secondo scopo di questa mia
venuta in Castellamare e di questa mia confe-
renza : dirvi chi siano i Cooperatori salesiani . -
Premessa questa introduzione e ringraziato spe-
cialmente da parte del sig . D . Rua S . E .R .ma
Monsignor Vescovo e tutti gli altri intervenuti
alla conferenza, entrò a trattare l'argomento pro-
postosi . Svolse il primo punto col narrare per
sommi capi il principio ed il progresso delle opere
di D . Bosco, sia negli oratorii festivi, sia negli
ospizi e collegi, sia nelle missioni estere, ferman-
dosi specialmente a parlare di queste ultime .
Svolse il secondo punto col dire l'origine, lo
scopo dei Cooperatori salesiani, e i vantaggi spi-
rituali e temporali che loro ne provengono . Con-
chiuse esortando calorosamente i suoi uditori a

2.9 Page 19

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voler accrescere il numero dei Cooperatori sale-
sianCtelmravosubitfnda
quella sera incominciare ad esercitare l'ufficio
coll'offerta generosa della loro limosina, facendo
osservare che la loro carità ridondava a vantaggio
e ad onore della loro città, che la carità è un
obbligo gravissimo che il Signore ci ha imposto,
e finalmente che il Signore ha sempre premiato
e premia tuttora in modo speciale la carità fatta
per le opere salesiane .
» La conferenza durò un'ora e un quarto : ma
per quanto sia stata lunga parve a tutti brevis-
sima, tanto riuscì interessante, cosicchè fu vivis-
sima l'attenzione prestatale dal principio al fine .
» Dopo la conferenza di D . Carmagnola, sorse
S . E . R .ma Mons . Vescovo, prendendo a rivolgere
brevi, ma nobili ed infuocate parole che posero
una magnifica corona alle cose suesposte . Ci pia-
cerebbe riferirle a verbo, ma il dire di Monsi-
gnore era così animato, che non riuscimmo che
a ritenerne il senso . Egli cominciò dal dire che
in quest'anno tessendo ai chierici della città e
del Seminario le lodi del loro special protettore
S . Francesco di Sales, lo aveva fatto con mag-
gior animo del solito, perchè gli era nata in cuore
una bella speranza, quella cioè di avere nella sua
diocesi i Salesiani, figli di D . Bosco, e che la
conferenza tenutasi in quella sera era il primo
segno manifesto della realizzazione di tale spe-
ranza . Proseguì facendo notare che l'apertura di
un Oratorio salesiano in Castellamare non era già
cosa d'importanza secondaria, ma bensì importan-
tissima, giacchè trattavasi di cosa che sarebbe
riuscita ili grande decoro per la città, di grande
utilità alle famiglie e di sicura salvezza per la
gioventù . Che dai tredici anni dacchè egli trova-
vasi tra gli abitanti di Castellamare aveva sempre
contemplato con sommo dolore lo spettacolo di un
migliaio circa di monelli, i quali, lasciati in abban-
dono per le vie, crescevano su ineducati e senza
alcuna istruzione religiosa, e che ii varai tentativi
messi in opera per attirare questi giovanetti alle
cappelle nei giorni festivi erano sempre riusciti
pressochè inutili . Che, grazie a Dio, sperava che
quanto prima non fosse più così, poichè avendo
il Signore in questo secolo suscitato nella Chiesa
in D . Giovanni Bosco un uomo ripieno di uno
spirito speciale per amicarsi la gioventù, e avendo
egli trasfuso il suo spirito nel cuore de' suoi figli,
venendo questi a Castellamare, sarebbero pur
quivi riusciti a guadagnarsi l'animo dei giova-
netti e ad avviarli per la via del bene . Che perciò
raccomandava assai a' suoi diletti figliuoli di Ca-
stellamare di non voler riguardare l'Istituto Sale-
siano che presto si sarebbe aperto come l'opera di
un solo individuo o di pochi, ma siccome quella
che doveva interessare tutta quanta la città ed
alla quale tutta la città doveva concorrere colla
preghiera e coll'obolo della carità cristiana . Con-
chiuse la stupenda parlata col render grazie prima
a Dio, poi al signor D . Rua e a tutti i Salesiani,
e da ultimo a quello tra di loro che da tanto lon-
tano era venuto tra i suoi figliuoli a far cono-
scere meglio l'opera di D . Bosco .
» La benedizione del SS . Sacramento pose ter-
mine a quella bella funzione che lasciò in tutti
gli intervenuti la più dolce impressione, e che
speriamo sarà il principio di molte altre consi-
mili in questa città di Castellamare. »
Un Missionario dei Patagoni
che dopo 15 anni rivede il paese natio .
Seguitemi : ecco la sacra parola che suona al
cuore di un Cristiano, l'appello a cui risposero
tante anime del Cristianesimo nei 19 secoli della
sua esistenza .
Seguitemi : disse Gesù Cristo, e migliaia di di-
scepoli si slanciarono dietro di Lui, alla gran
conquista delle anime .
Seguitemi : è questa la parola d'ordine di un
povero prete di fama mondiale che, fattosi capi-
tano di prodi, con il motto sulla bandiera : Da
mihi animas, caetera tolle, ripeteva pure ai suoi
figli diletti, che pronti e generosi al pari dei
primi discepoli, con magnanimo ardimento, vola-
rono nelle lontane regioni della Patagonia e della
Terra del Fuoco a redimere tante anime sepolte
nelle tenebre della morte . Ecco D . Bosco ed i
suoi missionarii
Orbene, uno di questi campioni di Gesù Cristo,
di questi esuli volontaria, che colla croce sul petto,
l'amor di Dio nel cuore ed il breviario sotto il
braccio, per asciugare le lagrime ai fratelli e
far loro risplendere quel raggio divino che Iddio
stampava loro sulla fronte, abbandonava nel 1877
quanto avvi quaggiù di più caro al cuore umano,
parenti, amici, patria, dopo 15 anni di aposto-
liche ed intrepide fatiche, ricco di manipoli santi
raccolti in canapi lontanissimi, ritorna a rivedere
i suoi compatrioti, ritorna . . . e la sua venuta, an-
siosamente aspettata , dimostrò quanto Settimo
Torinese amasse chi gli procurava tanta gloria,
chi lo cingeva di sì nobile alloro, l'alloro dell'A-
postolato .
Questo dimostrò Settimo Torinese, ed infatti,
appena si ebbe notizia del suo arrivo, fu voto
unanime di fare al Missionario illustre splendide
accoglienze alla stazione . E così fu . Erano le
6 pom . di sabato 20 agosto, ed il paese intero,
come un corpo solo , destatosi come nei giorni
delle grandi allegrezze religiose, abbandonando
tanti pur anco il lavoro, si precipita verso la
stazione ferroviaria e la via larghissima che la
prospetta viene subito gremita di un popolo en-
tusiasta che faceva udire le sue acclamazioni di
gioia . Il vedere quelle masse viventi, screziate a
più colori, agitate come i flutti del mare in un
giorno di tempesta, come era significante, come
bene questo flusso e riflusso d'uomini d'ogni età,
d'ogni condizione spiegava l'affetto cordiale che
l'ottima popolazione di Settimo Torinese nutre
pel suo nobile terrazzano Don Domenico Mila-
nesio !
Ma il colmo della gioia fu all'arrivo del Missio-
nario . Al giungere della locomotiva un grido fre-
netico, mischiato ad evviva , coprì l'assordante
rumore della macchina, e quando Don Milanesio
comparve sul predellino, con aspetto florido, coi
capegli già brizzolati, gioviale, affabile, commosso
fino alle lagrime per la dimostrazione inaspettata,
i cuori di tutti furono paghi, e gli occhi si con-
centrarono in un solo oggetto, in D . Milanesio .
Complimentato dal Rev . mo prevosto teol . Do-
menico Gobetto, dai reverendi vice-curati e dai
chierici, ringraziò tutti cordialmente . Ad un punto
però D . Milanesio alza gli occhi, ed oh ! qual
giocondo spettacolo gli si para innanzi . . . vede e
riabbiaccia la sua cara madre, che, più che set-

2.10 Page 20

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tantenne, ebbra di gioia, dopo 15 anni di accesi
sospiri, rivede il suo caro figlio, poi vede ed ab-
braccia le sorelle, i parenti ed altre infinite co-
noscenze .
In questo punto la banda musicale del paese,
diretta dal distinto musico Andrea Arduino, dà
fiato alle trombe e l'eroe è portato in trionfo ac-
compagnato da una folla immensa, in mezzo al
clero locale . Si forma come una processione che
si dirige alla chiesa parrocchiale . Le vie, i bal-
coni, le finestre rigurgitano di gente . Le campane
suonano a festa . Nel lungo tragitto il distinta
Missionario rivede or un parente, or un amico,
ed ha per tutti un saluto del cuore .
Come era bello il vedere l'intera popolazione,
come incatenata al cuore di D . Milanesio, seguirlo
a piedi fino alla parrocchia dove si giunse alle
sette pom . ! La chiesa, già magnifica per sé stessa,
sfarzosamente addobbata, presentava uno stupendo
colpo d'occhio . D . Milanesio entra nella chiesa
dove fu battezzato, dove ha ricevuto lumi celesti
per maturare la sua vocazione all'apostolato , ed
.adorato il SS . Sacramento, sale sul pulpito . La
banda musicale termina le sue sinfonie e poi
Don Milanesio incomincia il suo dire ringraziando
dell'onore ricevuto tutta la popolazione ed il
Prevosto ; si congratula coi Settimesi della loro
fede viva, poi passa a parlare delle sue fatiche,
dei costumi dei popoli selvaggi ; dice che dove
vi è religione vi è civiltà, raccomanda di tenersi
stretti alla religione di Gesù Cristo, dice di go-
dere rivedendo quella chiesa dove dalla sua ma-
dre, ancora vivente, ha imparato a pregare Dio,
a onorare Maria, poi termina ringraziando pub-
blicamente la madre sua di avergli instillato per
tempo nel suo cuore l'amore alla virtù ed al sa-
orifizio .
Alla domenica, 21 agosto , il Missionario ralle-
grava di sua presenza la festa di S . Luigi, com-
piendo le solenni funzioni religiose, ed al lunedì
si dirigeva a S . Benigno Canavese .
Così Settimo Torinese onora i suoi veri eroi
torità nostra Diocesana, che rispondeva il 4 set-
tembre 1892
Visto, si approva implorando una particolare be-
nedizione pel benemerito Comitato .
Can . ANGELO M. MANTEGaZZa,
Vic . Gen .
1 . Sac . Pasquale Morganti, Presidente, Via San-
t'Andrea, 10 .
2 . Sac . Achille Motta, Prof . Coll . S . Carlo, Corso
Magenta, 71 .
3 . Sac. Giovanni Gamberoni, San Carlo, Corso
Magenta, 7 .
4 . Sig . Lorenzo Rocca, Viale Umberto, 14 .
5 . Sig . Ettore Brambilla, Via Carlo Tenca, 13 .
6. Sig . Giuseppe Pedraglio, Piazza Mercanti .
7 . Sig . Angelo Mauri della Sezione Giovani, Corso
Porta Romana, 53 .
8 . Sig . Giuseppe Mauri della Sezione Giovani ,
Corso Porta Romana, 53 .
9 . Sig . Lovati rag . Carlo della Sezione Giovani,
Via Pioppette, 9 .
10 . Sig . Vertova Giuseppe della Sezione Giovani,
Via Castelfidardo, 8 .
11 . Sig . De-Silvestri Luciano della Sezione Gio-
vani, Via Unione, 1 .
12 . Sig . Cortelezzi rag . Augusto del Circolo Santi
Ambrogio e Carlo, Corso San Celso, 34 .
13 . Sig . Cappelli Ferruccio del Circolo SS . Am-
brogio e Carlo, Via Signora, 4 .
Sac . P . MORGaNTI, Fr .
Spettacolo di fede e di pietà
(Dal Corriere Nazionale)
verso Maria Santissima .
MILANO .
Per le Opere Salesiane troviamo nei giornali
cattolici di Milano la seguente
Milano, 5 settembre 1892 .
MOLTO REV. SIG DIRETTORE,
Il sottoscritto prega codesta benemerita Dire-
zione a rendere noto nelle colonne del suo gior-
nale che, conformemente ai voti espressi nella
Conferenza Salesiana tenutasi lo scorso giugno in
San Marco , s'è iniziata la costituzione del Comi-
tato Milanese per le Opere di Don Bosco , e pre-
senta nel seguente Elenco i primi tredici membri,
fiducioso di poter presto anche raddoppiarne il
numero, affinchè più facilmente possa trovarsi un
centro, a cui rivolgersi, chi volesse venire in aiuto
dei grandi bisogni dei Salesiani .
Questi nomi furono approvati dal Reverendis-
simo Sig . Don Michele Rua, Superiore Generale
della Congregazione Salesiana, ed anche dall'Au-
« La Domenica, 10 luglio, abbiamo avuto il
piacere di assistere nell' Oratorio di San Filippo
Neri diretto dai Salesiani, ad uno spettacolo di
fede e di pietà verso la Santissima Vergine .
« Dovendosi in quel dì benedire la nuova e bella
immagine di Maria Ausiliatrice, dipinta dal bravo
artista Sac . Tullio Allegra, in una parete dell'O-
ratorio, con felice pensiero si stabilì di far se-
guire questa funzione da un trattenimento acca-
demico musicale ad onor di Maria, per così ini-
ziare con un po' di solennità la divozione ed il
culto verso di questa benedetta Madre celeste .
A tale scopo tutto l'atrio dell'Oratorio era addob-
bato con palloncini e festoni ; campeggiavano in
fondo, circondate da graziosi trofei, le venerate
immagini di D . Bosco e del P . Giuseppe Grasso,
fondatore dell'Oratorio di Catania ; bello pure era
il provvisorio altarino eretto dinanzi alla im-
magine di Maria .
« Numeroso scelto stuolo di giovanetti, posti in
ordine nelle loro panche, e varii signori presero
parte a quel pio e nuovo trattenimento . Final-
mente Don Chiesa, direttore dell' Istituto Sale-
siano, preceduto dal piccolo clero vestito in rosso,
si recò dinanzi alla nuova immagine e la bene-
disse ; fu allora che un fragoroso, spontaneo, ge-
nerale grido di evviva eruppe dal cuore di quel
numeroso stuolo di giovani, esternando così l'i

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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neffabile amore a Colei che d' ogni più santo af-
fetto è Madre .
« Ancor noi restammo commossi, e lo fummo an-
che più quando le ben ammaestrate voci della
scuola del P . Nicosia fecero echeggiare quel sacro
recinto dei più soavi concenti , ripetendo sopra
melodiche note, belle e commoventi parole in onor
di Maria . Dopo di questi , gli alunni del nuovo
Istituto di S . Francesco di Sales, associatisi in sì
bella gara coi giovani del collegio S . Filippo, con
vera maestria eseguirono un inno ed altri due
graziosi canti .
« Si recitarono dialoghi, poesie in tutti i metri e
in varie lingue, in italiano, in francese, in tede-
sco, spagnuolo, latino, greco ed anche in dia-
letto : in verità fu un' ora di perfetta poesia la
più pura, la più esilarante .
« Anche i piccini delle scuole diurne di San Fi-
lippo si fecero onore, e piacque molto il pensiero
delicato di far declamare dalle innocenti loro
labbra le parole della Salutazione angelica, para-
frasata in brevi e facili sestine .
« Al termine del trattenimento parlò il Direttore
dell' Oratorio, Rev . Don Piccollo . Le sue parole
raccolte da varii giovani presenti furono presso a
poco queste : - Cari giovani, ei disse, questa bella
e graziosa immagine pare che renda più bella ed
attraente la nostra casa, più divoto questo am-
biente, più desiderabile lo intervenirvi per la pra-
tica della cristiana pietà, più delizioso il tratte-
nervisi per l'educazione intellettuale e morale di
ciascheduno di voi . Come già un dì discese Ella
visibilmente a consolare la scolaresca del Cala-
sanzio, così parmi che ora sia tra di noi discesa
come una celeste visione a nostra consolazione e
profitto . Maria è con noi !
« - È come una buona madre in mezzo ai suoi
diletti figli, ed io da voi circondato mi accosto
con più trasporto ai suoi piedi immacolati ripe-
tendole le affettuose parole già tante volte a Lei
ripetute da san Filippo Neri nostro Patrono : Eqo
et pueri mei, quos dedit mihi Dominus, sub umbra
alarum tuarum : io ed i miei cari giovani siamo,
o Maria. , sotto il vostro materno manto! Maria è
con noi, non solamente per amarci e farsi amare,
ma pure per assisterci .
» - Avete letto quello che sta scritto sul suo ver-
ginal capo? Son parole dello Spirito Santo : Po-
suerunt me custodem. Sono qui per custodirvi !
Oh! sì, Maria vi custodisca! . . . Vi custodisca la
niente ed il cuore , custodisca e tenga lontano
dalle vostre persone ogni male temporale, ma so-
pratutto tenga lontana l'anima vostra dal pec-
cato .
» - Il suo occhio sempre vigile sopra di voi, vi
sia di sprone a praticare la virtù ; ed in questo
luogo sacro allo studio, alla pietà, al buon esem-
pio, studiatevi di mostrarvi sempre degni figli di
una sì eletta e santa Madre. - »
» Un ultimo cantico di lode a Maria fece eco alle
brevi, ma ferventi parole del Direttore e pose
termine alla cara festicciuola, che lasciò in tutti
gratissima impressione, e nei cari giovanetti grande
entusiasmo per Maria .
» Fra le cose declamate non potè a meno di non
impressionarci la seguente strofa
E quando l'Etna rimugghiando adira
E vome i vorticosi ardenti fiumi,
Tu gli occhi giri, e 'l monte in sè ritira
Gli orrendi fumi .
» Oh ! sì, Maria accolga la divota prece, ed al
girar dei materni suoi occhi ritiri il minaccioso
vulcano i suoi fumi e le ardenti sue lave ; ma
più di tutto arresti un'altra fiumana di lava ben
più perniciosa e micidiale, quella della corruzione
e della irreligiosità che minaccia rovine e danni
alla nostra cara gioventù; perchè se avremo una
gioventù educata alla scuola della pietà e della
divozione alla Vergine Maria , la società sarà
salva ! »
« Un Cooperatore Salesiano . »
TORINO .
Oratorii festivi - Con viva soddisfazione,
abbiamo assistito alla solenne distribuzione dei pre-
mii nell' Oratorio festivo di S . Francesco di Sales .
Erano oltre 700 giovanetti, appartenenti a tutte
le classi del popolo, che attendevano ansiosi l'ora
d'essere chiamati a ricevere dalle mani dei loro
amati superiori quel premio, che col zelo nello
studio del Catechismo, colla diligenza nella con-
dotta e nella frequenza all'Oratorio si erano me-
ritato . Presiedevano alla gioconda e cara solen--
nità S . E . R.emvaM.onCsaglier,VcoAp
stolico della Patagonia, ed il R.emvoS.igDRua,
Rettor Maggiore della Salesiana Congregazione,
circondati da un'eletta di professori dell'Oratorio
interno . Un pubblico distinto e numeroso gremiva
il più ampio cortile dell' Oratorio, stato, per la
bellissima circostauza, convertito in elegante pa-
d. iglione Prima della distribuzione prendeva la
parola l'Avv . D . . . dimostrando in breve discorso
come nè la libertà nè l'istruzione da sole possano
costituire la felicità dell' operaio, essendo assolu-
tamente necessaria la Religione per illuminare e
dirigere l'una e l'altra, giacchè libertà ed istru-
zione senza Dio, senza Religione, si convertono a
scalzare le basi dell'ordine, creando per la fami-
glia, per la società uomini o privi d' ogni freno,
ovvero intellettualmente e moralmente corrotti .
Dopo si venne alla chiamata dei premiandi .
Troppo a lungo ci porterebbe una minuta de-
scrizione ; diremo solamente che all'entusiasmo
dei giovanetti corrispondevano l' allegrezza, la
gioia dei parenti, molti dei quali vedemmo col
ciglio umido stringersi al seno i figli, che in quel
momento nel dolce bacio dei parenti ricevevano .
il guiderdone della virtù santificata dagli affetti
più candidi e gentili . I premii, oltremodo nume-
rosi, consistevano in medaglie, in abiti, in libri
splendidamente legati, in eleganti diplomi e men-
zioni . Gli abiti erano stati cen atto di squisita
carità regalati dalla patronessa dell'Oratorio, la
signora Bernardina Magliaro .
Accenniamo ancora, ma solo di passaggio, i
saggi di studiò e profitto, le brillanti spigliate
declamazioni, offerte dagli allievi delle scuole del-
l'Oratorio. Nelle varie sinfonie eseguite i giovani
della scuola di musica dimostrarono perizia non
comune ed un lodevole affiatamento ; così pure
venne assai gustata l'interpretazione esatta, cor-
retta di varie romanze per parte di varii giova-
netti della scuola di canto .
Prima di finire S . E . Rev .ma Monsig. Cagliero -
rivolgeva un affettuoso e commovente discorso
all'affollato uditorio, e ricordando l'Amico dei fan-
ciulli, l'Apostolo della gioventù, il glorioso Don
Bosco, il rapido diffondersi dei suoi Oratorii fe--
stivi, l'immenso bene che si opera in ogni luogo
dove trovasi diffusa tale provvida e sapiente isti
tuzione , esortava i ragazzi a non abbandonare

3.2 Page 22

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mai l'Oratorio festivo, dove sventola la santa ban-
diera della preghiera e del lavoro . Il lavoro san-
tificato dalla Religione, così terminava S . E . Rev .ma,
è la virtù più bella che brilla sulla fronte del
vero, del buon operaio, che pensa alla pace della
sua famiglia, che adempie ai doveri verso il
prossimo e verso la patria .Siasocemprl
Religione ai quotidiani sentimenti della vita e
mai non verrà meno l'ora dolce, soave del con-
forto, come la trovò ogni giorno Don Bosco, che
gli anni suoi compendiò in due parole : preghiera
e lavoro .
Quando S . E . Rev .ma terminò la sua amorevole
e sapiente esortazione, un lungo evviva a Monsi-
gnor Cagliero e quindi a D . Rua ed a D . Bosco
si sprigionò dall'assiepato uditorio .
Allo zelante e solerte Direttore di quest' Ora-
torio festivo , M . Rev . Sac . Giuseppe Pavia ,
sono superflui gli encomii ; la splendida riuscita
della festa, la gioia, l'amore dei suoi figli dimo-
strano che all'Oratorio festivo di S . Francesco di
Sales un solo affetto tutti unisce, il santo vincolo
della carità di Cristo, nella quale rifioriscono
ognora i cuori amanti del vero bene , della vera
virtù .
(Dall'Ateneo dell'11 settembre) .
VARAZZE .
Solennità scolastica .
(Corrispondenza della SCUOLa NAZIONaLE di
Torino, N . 73) - Una bella e commovente solen-
nità è stata davvero quella della chiusura del-
l'anno scolastico, che si fece in questa ridente
cittadina il giorno 8 agosto, con la distribu-
zione dei premi agli alunni di queste scuole
elementari e ginnasiali, e con una scelta accade-
mia letteraria e musicale, quasi tutta ad onore
del grande Genovese, di cui ricorre il quarto cen-
tenario .
Mi spiace che gli stretti limiti concessi a questa
corrispondenza non mi permettano di darne una
minuta relazione . Mi restringerò a dire che tutto
riuscì benissimo e furono specialmente e merita-
niente applaudite la bella commemorazione che di
Cristoforo Colombo fece l' egregio Direttore del
Collegio Civico, prof. D . Angelo Bordone, e quasi
tutte le cantate, le poesie, i dialoghi, eseguiti od
esposti a parte a parte da alunni di quasi tutte
le classi .
Il contegno disciplinato e garbatissimo di tutti
que' giovani attestava poi, oltre il saggio dato e
i premi da molti di essi riportati, della buona
educazione ed istruzione che essi ricevono e in
Collegio e fuori, e sono un bel vanto per chi di-
rige queste scuole e per l'Amministrazione comu-
nale che ne cura l'incremento .
TEIRO .
BETLEMME
Dall'Orfanotrofio cattolico della S . Famiglia .
AMaT .mo e REV .mo PADRE,
Il mese di giugno è un mese di feste special-
mente nell'anno di grazia 1892 : Pentecoste, Tri-
nità, Corpus Domini, S . Giov . Battista, S . Pietro
e S . Paolo .
Queste feste, tutte di precetto in Terra Santa,
danno luogo a cerimonie molto commoventi, in
cui la fede delle popolazioni cattoliche si mani-
festa con una certa libertà, che molti paesi d'Eu-
ropa purtroppo potrebbero invidiarci .
A queste feste, che tengono sì onorevole posto
nel mese di giugno, noi dobbiamo aggiungerne
tre altre che ci sono carissime : quella di s . An-
tonio di Padova, patrono del nostro venerato su-
periore D . Antonio Belloni ; quella di san Luigi
Gonzaga, protettore della gioventù, e quella del
S . Cuore di Gesù, che è la festa di tutte le anime
che amano il Divin Redentore e specialmente
delle nostre, dopochè abbiamo una chiesa dedi-
cata a questo Divin Cuore . Ma per non dilun-
garmi troppo mi limiterò a dire la gioia che pro-
vammo nella festa di s . Antonio da Padova .
Chi non conosce s . Antonio da Padova? Chi
nol vide rappresentato col dolce bambinello Gesù
nelle braccia ? Chi non l' invocò nei momenti di
angoscia per averne qualche bene spirituale od
anche solo materiale l
Pertanto noi ci apparecchiammo a festeggiare
questo gran Santo, patrono del nostro amatissimo
Superiore .
L' Orfanotrofio prese un aspetto festivo ; una
pulizia generale da cima a fondo ; si adornò di
ghirlande di varii colori, che discendendo dalle
vòlte formavano graziosissimi disegni .
Nel medesimo tempo ferveva pure un altro la-
vorìo ben più maraviglioso . Si faceva una grande
pulizia alle anime. Il confessionale era assiepato .
Queste anime giovanili ricercavano nella peni-
tenza lo splendore dell'innocenza . Esse si ador-
navano dei fiori del giardino degli eletti : carità,
purità e sante risoluzioni .
Quanto è dolce contemplare l'operazione della
grazia in questi cari fanciulli ! Qual festeggia-
mento, qual testimonianza di riconoscenza può
eccitare maggior letizia nell' anima del nostro
amato padre, che questo abbellimento delle anime,
e soprattutto le numerose comunioni, degna ri-
compensa delle fatiche e delle pene di un padre
amatissimo ? - Ecco le gioie vere delle nostre
feste . Esse lasciano nelle anime una profonda im-
pressione .
Che dire degli altri festeggiamenti ? La sera
innanzi alla festa i giovanetti presentarono i loro
augurii al carissimo Padre . Le manifestazioni di
amore e di riconoscenza furono cordialissime . Si
espressero in italiano, in francese , in arabo, in
latino, in greco, sia in prosa che in versi . Fu
cosa veramente commovente , e noi conserviam

3.3 Page 23

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un pio ricordo di questa serata . Quantunque Don
Belloni non abbia potuto ascoltare questo lungo
concerto di gratitudine senza una qualche fatica,
nondimeno potè vedere quanto sia amato da tutti .
Una brillante farsa italiana pose fine al tratteni-
mento, al quale assistevano pure numerosi amici
di Don Belloni, preti e religiosi, ed anche varii
membri del clero armeno .
Nel giorno, della festa continuarono le nostre
solennità . Vennero alla luce nuove poesie ; dipoi
i nostri giovanetti diedero due rappresentazioni
un dramma L'OrfanelodelaSvizerainlgua
italiana e Le malade imaginaire in francese . Alla
sera musica e brillante illuminazione .
Ma, lo ripeto, il meglio della festa avviene nel
fondo delle anime. Si manifestò in tutta la sua
bellezza nella sacre funzioni . La pietà, il racco-
glimento dei nostri giovanetti ci fecero conoscere
che la festa della terra aveva un'eco nel cielo .
AD . N .
Cooperatori defunti nell'Agosto e Settembre 1892
1 Agnellini D. Giuseppe prof. - De-
senzano sul Lago (Bresciao .
'
2 Alessandrini D . Alessandro - Fron-
tono (Pesaro Urbino) .
3 Allegra prof. Antonio .
4 Amato D . Alessandro Can . - Aci-
reale (Catania) .
5 Amico D . F. G . Can . - Castroreale
(Messina`
6 Andreuzzi Anna - Roma.
7 Aurea D . Clemente - Modica (Sira-
cusa) .
S Azzarini Ch . Gaetano - Bisceglie
(Bari) .
9 Basati Regina nata Tosini - Mezza-
nabigli - (Paviao .
10 Baudini marchesa . Elisa - Treviso .
il Bergamaschi D. Eugenio - Sordia
(Milano) .
12 Bosisio D . Carlo avv . - Borgover-
celti (Novara) .
13 Bracci D. Agostino - Vignancllo
(Roma) .
14 Brunelli D . Giuseppe - Gavardo
(Bresciao .
15 Buderi cav . Serafino - La Morra
(Cuneo) .
16 Camosso D . Giovanni prof. - Torino .
17 Canallotti Barbara voti . Mazzolini -
Roma.
18 Carletti Gio . Angelo - Torino .
19 Ceccherini Padre Romualdo - Badia
di Poppi (Arezzo) .
20 Cigarini D . Ermenegildo - Villa Ca
stellazzo (Reggio Calabria) .
21 Ciocchetti D . Andrea - Baldissero
d'Ivrea ( Torinoo .
22 Coccola Ch . Giacinto fu Giovanni -
Bisegli (Bari) .
23 Colla D . Carlo Prevosto-Montaldo
Bormida (Acqui) .
24 Cominelli D . Andrea - Casalaigone
(Cremona) .
25 Conte Cristina nata Sorzana - Ca-
raglio (Cuneo) .
26 Corti Giuseppe tipografo - Lecco
(Como) .
27 Della Torre D . Francesco - Genova.
28 Di Bari Ch . Matteo di Michele -
Biseglie (Bari) .
29 Ducco Antonio Roccafranca - Bre-
scia.
30 Egger D . Ernesto Decano - Cava-
lese (Austria) .
31 Folli Margherita - Morasina (Bre-
scia).
32 Frate Gesualdo - Matera (Potenza) .
33 Gandolfo Giuseppe di Giovanni -
Olivastri (Porto Maurizio) .
34 Cappello D . Giorgio - Cividale (U-
dine) .
35 Giorgetti D . Giorgio Vice Parroco
Bagnaria (Pavia) .
36 Giuliani Giuseppina nata Dallera -
Mazzanabigli (Pavia) .
37 Imparati Mousig . Francesco Maria
Vescovo - venosa (Potenza) .
38 Imperio D . Raffaele- Pandola (Sa-
l3 ern9 o)
Letizia Francesco - Cavour (Torino) .
40 Locatelli D . Giovanni - Verona .
41 .Lorenzetti Giacomo - Castelfondo
(Austria) .
42 Lucchini - D . Sante - Cavaion (Ve-
rona) .
43 Luccini D . Giuseppe parroco - Driz-
zono (Cremona) .
44 Maccarini D. Litigi Arcipr . - Pa-
sturana (Alessandria) .
45 Malaspina marchese Annibale -Vil-
lafranca di Lunigiana ( Carrara) .
46 Marazzi D . Francesco - Mezzano
Scotti (Piacenza) .
47 Marchetti D . Pietro parroco - Mo-
gne (Bologna).
48 Moriundo Mena. Giuseppe teologo -
Airasca (Torino) .
49 Marnitto Don Paolo - Canizzano
(Treviso) .
50 Martini Giacomo - Saluzzo (Cuneo) .
51 Mazzali D . Francesco-arcipr. -Nu.
volato (Mantova) .
52 Mina Margherita nata Sita - Cardi
(Cuneoo .
53 Montini Rosa nati Dallera - Mez.
zanabigii (Pavia) .
54 Mossano D . Domenico - Rossignano
Monferrato (Alessandria) .
55 Ortelli D . Carlo - Castelnuovo Scri-
via (Alessandria).
56 Panunzio Ch . . Mauro di Nicola-Bi-
sceglie (Bari) .
57 Parodi Carlotta - Genova .
58 Pasquini D . Francesco - Regeilo
(Firenze) .
59 Pierelli D. Costantino parroco - Ca-
stelfiorito Macerata).
60 Poggi Anna ved . Merani - Spezia
(Genova) .
61 Poletti Mons . Vescovo - S. Sepolcro
(Arezzo) .
62 Pretto D . Gio Maria parroco - Val-
dagno ( Vicenza) .
63 Provasi dott. Cesare - Pordenone
(Udine) .
64 Riminucci D . Francesco - Saladeccio
(Forlì) .
65 Ridolfi D . Gaetano arcipr . - Lape-
dona (Ascoli Piceno) .
66 Rolando Filippo impieg . ferroviario
- Torino .
67 Romano D. Marco - Liedolo (Tre-
viso) .
68 Rossi D . Antonio capp . - Castion
dei Marchesi ( Parma) .
69 Rossi Teresa - Roccafranca (Bre-
scia) .
71 Stub D . Paolo - Bergen (Norvegia).
70 Saccarelli comm. avv. Carlo - Ru-
biana (Torino) .
72 Turris D . Luigi maestro - Rubu-
rent (Mondovì) .
73 Varino D . Gio . Battista - S. Ste-
fano Belbo (Cuneo) .
74 Vej]uva Virginia - Torino.
75 Vicentini Mons. Augusto Antonino
Arciv. di Aquila .
76 Vigauò Don Gioacchino - Casate
Nuovo (Comoo .
77 Vlnea geometra Felice Torino.
78 Vezzoli D . Gaspare - Romanengo
(Cremona) .
79 Zuliani D . Gio . Battista - Cavaion
(Vicenza).