BS 1900s|1909|Bollettino Salesiano Agosto 1909

ANNO XXXIII - N. 8.   Torino, Via Cottolengo 32.   AGOSTO 1909.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI DI D. BOSCO

SOMMARIO: A Sua Santità P. P. Pio X . . . . 225 Crescan cogli anni le cure    226

Pel Giubileo di D. Rua    227 Per una nuova Chiesa . . 228 Lettere di famiglia: Dalle rovine di Messina: Mons. Arcivescovo fra le macerie dell'Istituto Salesiano 231 TRA I FIGLI DEL POPOLO: Cronaca degli Oratori Festivi: Il IV Congresso degli Oratori - Torino-Valsalice, Novara, Roma, Modica, SliemaMalta - Altre notizie    234 DOMENICO SAVIO: Documenti varii . . . 239 DALLE MISSIONI: Patagonia Meridionale: Inaugurazione della nuova Chiesa di S. Cruz - Terre Magellaniche : Il battesimo di ,54 Onas - In fascio 241 Tesoro spirituale

IL CULTO DI MARIA SS. AUSILIATRICE: Pellegrinaggio spirituale - Echi della Festa Titolare - Grazie e graziati   .   246

NOTIZIE VARIE: Cordiali rallegramenti - A Valdocco - Vivi ringraziamenti - In Italia: Este, Ferrara, Parma, Milano, Roma, S. Pier d'Arena, S. Benigno Canavese - All'Estero: Alessandria d'Egitto, Betlemme, S. Tecla . . . . 251

Necrologio e Cooperatori defunti    254

NEL SESTO ANNIVERSARIO DELLA VOSTRA ESALTAZIONE AL PONTIFICATO VOLI O PADRE SANTO MITE E MAGNANIMO PIO FERVIDO AI VOSTRI PIEDI L'OMAGGIO DELLA FAMIGLIA SALESIANA LIETA DI AVER A FONDATORE IL VENERABILE GIOVANNI BOSCO I CUI PRECLARI ESEMPI STRETTI OGNOR TERRANNO I FIGLI ALLA CATTEDRA APOSTOLICA

Crescan cogli anni le cure

LA gioventù è continuamente fra mille pericoli e il primo nemico l'ha dentro di sè. Fosse ella persuasa di di questa verità ! starebbe in guardia ed ascolterebbe docilmente gli avvisi e le ammonizioni di coloro che avendo fatto la stessa via ne han veduto e fors'anco ne han provato gli scogli. Ma pur troppo non è così! I giovani, ordinariamente, credono di trovare la felicità là ove si sentono spinti da impeto di natura o da fatuo allettamento di fantasia, per cui guardano con avido occhìo quelli che vi corrono incauti o spensierati, e provano dispiacere allorchè se ne vedono distolti. Che avviene? Ne avviene che, mentre essi raddoppiano gli sforzi per scuotere l'indispensabile giogo della vigilanza e della disciplina e scapricciarsi, chi ha il dovere di vegliare e tenerli a freno, troppo spesso si stanca o crede di poter allentare le briglie.

Ma come? allentare il freno alla gioventù allorchè cresce negli anni? Codesto è un errore disastroso e fatale ; e il cielo ve ne scampi! - esclama S. Giovanni Grisostomo - poichè codesta è l'età nella quale i flutti delle passioni insorgono più violenti che mai. Ah non si slanciano così impetuosi i venti contro la tranquilla superficie del mare, sconvolgendolo e rimescolandolo fin nel fondo, come gli appetiti e le inclinazioni perverse, quasi nemici stretti in lega, piombano sui cuori bollenti dei giovani, sicchè la natura che ferve, il sangue che arde, l'età che fiorisce, la fantasia che lusinga, il mondo che incanta e il demonio che insidia vanno a gara per gettarvi nuova esca affinchè ne avvampi più viva la fiamma. Giovano allora senza dubbio la vigilanza e la custodia compiuta, e guai se tanti e tali nemici trovassero un cuore impreparato alla lotta; la conquista sarebbe inevitabile!

Ma ciò non basta: bisogna che la vigilanza continui, che divenga anzi più assidua, più amorevole, più presente. Che direste di chi, dopo aver tenuto in custodia una fiera finchè era piccina ed incapace di offendere, la lasciasse libera di sè allorchè ha armate le zampe di unghie terribili e la bocca di zanne taglienti?... « Ci son tre cose che poco capisco - diceva lo Spirito Santo per bocca di Salomone (Prov XXX, 19) - ma ce n'è una quarta che non comprendo per nulla. Le cose che poco capisco son queste: la via che ha battuto l'aquila volando pel cielo, la via che ha tenuto il serpente strisciando fra gli scogli, la via che ha segnato la nave in alto mare: ma la quarta, che non comprendo affatto, è la via che batte l'uomo nella sua gioventù! » Perchè? perchè non c'è occhio così acuto e perspicace che possa spingersi dentro al cuore dei giovani e vedere quali cose ne insidiano la innocenza: spesso basta un motto, un gesto, uno sguardo! massime oggi che non v'è madre cristiana, nè uomo virtuoso, che non debbano piangere la sfacciata impudenza con cui è portato in pubblica mostra il vizio ; oggi che impunemente si fa turpe mercato di libri e stampe immorali ; oggi che fin l'aria - e pur bisogna respirare - è satura di grida invereconde, di laide canzoni, e di osceni discorsì.

Ma c'è peggio ancora. Anche in altri tempi la gioventù si pervertiva, è vero, ma raramente era pervertita a segno che non lasciasse speranza di ravvedimento. Erano allora colpi di scure che facevan cadere la pianta, ma sotterra rimanevan le radici, che, sbollendo le passioni col volger degli anni e coll'aiuto della grazia, ripullulavano ancora. Oggi invece si tenta di scalzar le stesse radici e di togliere ogni germe di vita. In vero, un tempo ciò che ordinariamente era combattuto, era solo il costume, ma oggi è anche la Fede. E quando l'idea di Dio, che è la sorgente di ogni diritto e la sanzione di tutti i doveri, viene ad essere bandita dalla società ; quando le masse operaie ignorano il proprio destino e volgono le spalle al prete che parla di Croce e di sacrifizio per correr dietro al gìornalista che predica il diritto alla felicità e la morale del godimento; quando i così detti dotti e scienziati si fanno beffe dell'immortalità dell'anima, dei premi e delle pene di un'altra vita, come di sciocchi pregiudizî, l'anima di un giovane che si apre ingenua all'esperienza della vita, abbandonata a se, in siffatto ambiente non può non concepire una specie di orrore alla verità, alla virtù ed alla Religione. E allora? Spenta la divina fiaccola della Fede, la mente è avvolta da un buio immenso e non arriva più a comprendere nè il perchè, nè le lotte, nè i doveri della vita.

Urge, pertanto, o, padri e madri cristiane, assistere e sorvegliare i figliuoli fin quando non sono divenuti uomini, ed assisterli e sorvegliarli con maggior cura e maggior affetto allorchè, fatti giovanotti, vengono naturalmente a contatto colla realtà della vita; poichè, come dice il P. Lacordaire, « non si veglia se non su ciò che si ama » e la sorveglianza non è altro che « il controllo esercitato dall'amore e la preservazione procurata dalla tenerezza. »

Pel Giubileo di Torino, le Feste giubilavi s'inizieranno nella prima quindicina del maggio 1910, con la inaugurazione della Esposizione delle Scuole Professionali e Agricole Salesiane, che si terrà a Valdocco sotto gli auspici del Comitato Promotore Torinese dei Cooperatori Salesiani.

La ricorrenza giubilare verrà festeggiata il 24 Giugno 1910. Tutte le case salesiane sono state invitate a parteciparvi:

a) con l'invio di una rappresentanza;

b) col promuovere una sottoscrizione per l'Obolo della Messa Giubilare, che verrà presentato al sig. D. RUA, unitamente ad apposito Album, il quale conterrà le firme dei Salesiani e dei loro alunni;

e) coll'inviare le proprie squadre, e fanfare ai Convegni sportivi e musicali indetti pei giorni 24, 25 e 26 giugno p. v.

Il fausto avvenimento sarà pure commemorato in ogni casa con una Solenne Accademia MusicoLetteraria nel giorno che parrà più opportuno.

Una delle dimostrazioni che riuscirà pure assai gradita al nostro Venerando Superiore sarà quella che gli si sta preparando dal Consiglio direttivo della Federazione delle Unioni, Circoli e Società fra gli Ex-Allievi dei Salesiani, cioè un Convegno degli Antichi Allievi che si terrà in Torino nel Settembre del 1910.

Ma il principale omaggio che l'intera Famiglia Salesiana presenterà al suo venerato Superiore sarà quello di fervide ed abbondanti preghiere al trono dell'Altissimo e di Maria Ausiliatrice per la conservazione sua e secondo i suoi santi desideri, come fece l'Oratorio di Valdocco il 29 luglio u. s. e di cui diremo nel prossimo numero.

L'esempio dei benemeriti Cooperatori di Torino è accolto e seguito con giubilo in altre città.

A Bologna il 9 giugno, ad iniziativa di Mons. Giacomo Carpanelli, un'eletta di illustri Cooperatori, con a capo S. E. Rev.ma Mons. Giacomo dei Marchesi Della Chiesa, si costituì in Comitato allo stesso fine, e ne dava comunicazione a D. Rua col seguente telegramma:

« Cooperatori bolognesi, radunati con veneratissimo Arcivescovo, solennizzare Maria Ausiliatrice, mandano degno Successore Venerabile D. Bosco, suo genetliaco, auguri, voti e costituisconsi in Comitato per celebrare anno venturo suo Giubileo Sacerdotale ».

(1) Ved l'articolo di luglio u. s.: La gioventù ha bisogno di cura.

PER UNA NUOVA CHIESA

MARINA DI PISA è una cittadina in formazione che non conta nemmeno venti anni di vita. Bianca, linda, quieta, pulitissima, erge sulla spiaggia del Tirreno una triplice fila di eleganti villini e di casette modeste che spiccano nel loro nitido candore sullo sfondo cupo della pineta. Ha a due passi la foce dell'Arno e sorge a dieci chilometri da Pisa, al cui comune tuttora appartiene, mentre ecclesiasticamente dipende direttamente dalla parrocchia di S. Piero a Grado, la quale trovasi a metà strada tra Pisa e Marina e di cui è parroco l'Arcivescovo di Pisa pro tempore. Marina d'inverno non conta i mille abitanti, ma d'estate supera i settemila, e non ha una chiesa!

Il 18 luglio u. s. l'Eminentissimo sig. Card. Pietro Maffi, Arcivescovo, benedisse a Marina una parte degli edifici delle future Opere parrocchiali - poichè, fra poco, Marina sarà eretta in Parrocchia ed affidata ai Salesiani. La parte benedetta è un salone che sarà il teatrino dei giovani dell'Oratorio e delle Scuole che sorgeranno accanto la parrocchia; ma esso fu presentemente adibito a chiesa provvisoria, che venne inaugurata il giorno suddetto, terza domenica del mese, colla solenne ordinazione di alcuni nuovi sacerdoti, ivi tenuta dall'Em.mo Arcivescovo.

Anche la casa parrocchiale è già oltre un metro fuori dalle fondamenta, e quanto prima si spera di benedire con memoranda funzione la prima pietra della chiesa.

Apposito Comitato, presieduto dall'infaticabile Card. Maffi, se n'è assunto l'impegno; e a noi piace offrire ai lettori il commovente appello che l'Eminentissimo Card. Arcivescovo ha rivolto in proposito ai fedeli della sua Archidiocesi.

Possa la sua dolce parola commuovere il cuore di molti! e nello stesso tempo accenda anche nei nostri lettori una santa gara per cooperare all'erezione e al compimento dei vari templi che la nostra Pia Società ha per le mani.

La prima chiesetta di Marina.

« ... Io non posso - così l'Eminentissimo alludendo alla cappella dell'Istituto di P. Agostino da Montefeltro - io non posso schiudere il labbro a voce di preghiera, nè stendere la mano all'elemosina se prima non manifesto dal profondo del cuore, non dico la riconoscenza, ma la mia ammirazione per l'opera di pietà e di fede, che, in assistenza dei fratelli, con generosità e sacrificio, da lunghi anni sul caro lido compie un Religioso, che, più ancora che colla parola, che fu sì grande, tiene ammirati i popoli colla carità. Da lui laggiù il primo altare - da lui il primo Ciborio, sul quale, come sulla cuna di Betlemme, vigila Maria e pregano gli angeli - da lui Gesù, velato nei candori eucaristici a immolazione nella S. Messa, a cibo delle anime nelle Sante Comunioni. Niuno scende al nostro mare che alla devota chiesina, inspiratrice a un tempo e mèta della vera e d'una grande carità, non si rechi quasi come pellegrino: quell'edificio che guarda il mare e sotto le sue ali protegge dalle tempeste e difende tante innocenti e deboli bambine che un giorno parvero abbandonate, quanto fascino dispiega, in quanti pensieri travolge l'anima, quanto fa meditare! Di fronte il mare, senza confini, col sole che vi muore, colla Gorgona, che, come ogni cosa di terra, par nebbia che sfumi, colle onde che succedono alle onde, col vento che anela alla pineta quasi a gemervi in un pianto espressione del dolore immenso ed incessante che a( compagna l'uomo quaggiù e gli dà le lacrime - e sul lido, dall'arena, che parrebbe sterile e deserta, sicuro, candido, odoroso il fiore della carità, che, colle linee grandi e maestose della casa, fa sorgere spontanea l'immagine di una madre, che le braccia protende in salute ai figli suoi! Tale e tanta una carità! Ma basta?

Settemila anime senza chiesa.

« Dalla riva dell'Arno, e con una larghezza media di un quarto di chilometro, la seducente borgata di Marina, nell'estate popolata da quasi settemila abitanti, va nascendo distendendosi lungo il littorale con uno sviluppo, che passa già i due e presto l'avvicinerà ai tre chilometri. - Dove la Chiesa? Mire e vicende umane, o, con più esatta e dolce verità, disposizioni materne di Provvidenza - nelle quali possiamo intravvedere ora un silenzio di pace amorosamente voluto intorno ad un asilo di educazione pietosa, per il futuro una benedizione assicurata a case e famiglie che sorgeranno - han dato vita ad una prima chiesa, alla chiesa della carità, lontano lontano, quasi al lembo estremo, sicchè le anime. pie, che là cercano Gesù, per ritrovarlo son co strette a risolvere coi pastori del Natale: Transeamus usque Bethlehem!... Transeamus! Ma non sono i pastori robusti che han da battere la strada, sì bambini gracili o poveri malati, che al mare esigono a mendicar vigore e sanità, o, se non malati, sono uomini affaticati e stanchi che all'aure pure chiedono un ristoro ed un riposo: - nè già nella frescura della notte, che inviterebbe pure ad affrettare il passo, nè sotto ombre d'alberi amici, ma quando la canicola è più fervida e roventi son le sabbie - allora appunto - a tali fedeli - tale cammino verso Gesù! Che meraviglia così se molti cedono - se le tiepidezze invadenti, troppo giovate (non dico giustificate) dalle circostanze esterne, fan rari quei che cercano il Salvatore - se sulle loro domeniche non tutti laggiù spargono le grazie di una santa Messa - nè tutti all'anima procurano il conforto della divina parola o d'una visita alla SS. Eucaristia! - Queste le condizioni di Marina, rese più sensibili dai casi, nei quali una S. Messa che si potè celebrare altrove, intorno ad un effimero altare addensò turbe tanto fameliche di culto e di pietà! E tale con aperta parola non si rivelò a me l'animo vostro, o figli, fin dal gennaio del 1904, quando nei primi saluti subito intrecciaste una preghiera perchè, dove il nostro Arno s'insala, avessi fatto nascere una Chiesa? E tale, o forse più ardente, non è il sospiro anche dei fratelli nostri che abitano il lido, sul volto dei quali, quante volte li incontrai, parvemi (nè m'ingannai) di leggere un invito e una speranza di veder presto tra le loro case una casa a Gesù?

» Nè fummo soli, e quanti, che non erano della diocesi nostra, mi ripeterono pure il lamento e la preghiera! Quanti, che per bere aure di mare sognavano le nostre rive, ad altre rive declinarono come intesero che qui non era facile nè breve la via al Salvatore!

» Allorchè una bufera d'incredulità dalle aule dei consigli di Milano respinse e portò fuori il Crocifisso, un grande si vide arrestarsi sulla soglia e poi ritrarsi protestando: - Dove non sta il cittadino Cristo, non entrerà il cittadino Parini! - Le cento e cento volte l'episodio (grazie a Dio non nella sua causa, però nell'applicazione delle sue conseguenze) più o meno apertamente s'è ripetuto per Marina... E senza Gesù non sorgono, non stanno, non hanno vita prospera i paesi; nè si edificano le case e le città se a edificarle non s'invita e non discende il Signore... Si abbia o non si abbia fede, è questa una realtà che non si nega - che la storia dei popoli, quella d'Italia in particolare proclama: - la vita rigogliosa delle nostre borgate esce dalle chiese: dove pulsa il cuore di un popolo è nella chiesa: togliete la chiesa ad un popolo ed eccolo un volgo disperso che nome non ha.

Il problema detta popolazione e le chiese.

« E penso alla narrazione evangelica di Gesù che entra nel tempio e ne allontana i profanatori. A tutti insegna e riconferma la grave pagina quale e quanto rispetto si debba alle cose sante; ma sotto un punto di vista, che vorrei dir profano, anche a chi non avesse fede non dà quella pagina da meditare? Erano profanatori, ma viveano - sedentes et vendentes - viveano della Chiesa: male l'averlo portato dentro, ma fuori e intorno alla Chiesa prosperava il commercio! O voi che amo, ma non ho il gaudio di sentir fratelli in religione, riflettete: se amate Marina, datele una Chiesa! Se fede non vi anima, se non vi agita pietà, vi muovano gli interessi, sia pure materiali d'una borgata che sorge e che da un altare sentirà rifluirle nelle vene più abbondante, più vigorosa la vita!

» Il problema della popolazione è legato assai più che non si creda alle umili pareti delle nostre chiese.

» La Francia si dibatte ora in prostrazioni umilianti, ed anche le recentissime statistiche - che le prevedono la mancanza da 25 a 30 mila nascite all'anno e forse più (Boll. Soc. Geogr. Ital., dicembre 19o8, pag. 1311) - lo dimostrano deplorandola sulla via dell'esaurimento. Come provvedere? Poveri ed insufficienti i rimedi che si suggeriscono e i consigli che si dànno! Una cosa basterebbe a ripopolare di gioventù florida quella nazione - l'aria di chiesa, respirata da tutti i suoi sudditi a larghi polmoni! Ma finchè questo non avvenga, leggi e premi e provvedimenti umani, come già sotto gli imperatori di Roma,. saranno deboli e vani, e la caduta fatale, e irreparabile la rovina! Ripopolate di chiese la Francia, di francesi le chiese: le famiglie rifioriranno, rifiorirà la vita!

» Grazie a Dio non per le cause molteplici e, le più, non punto belle, che alle cune di Francia tolgono i vagiti, ma invece per un dolce motivo di fede e di pietà, che in Italia vigoreggia ancora, dico altamente anche a chi non ha fede: « Se Religione non vi move, l'interesse vi mova: al nostro lido diamo una Chiesa e sarà albero che germoglierà: vi accorrerà, vi prospererà intorno più copiosa la schiera dei fratelli, che, come gli Apostoli anelanti e stanchi, a Gesù sul lido correranno a domandar salute! »

L' esempio dei padri.

« Ma io ho fatto un torto a me e a voi, o figli, anche solo toccando l'argomento. Pisa, ricca di fede e di glorie, a ben altri argomenti, che non a quelli d'un materiale vantaggio, lieta e generosa piegherà l'animo e la mano.

» Risaliamo ai padri nostri. Se grandezze di monumenti noi possediamo, per le quali andiamo celebrati tra i popoli - se, di lontano ancora, il forestiero discerne e addita la città nostra - tutto dobbiamo alle Chiese, che gli avi hanno erette e ci hanno tramandate, tesori inestimabili e preziosi d'arte vera e di ineffabile pietà. Vidi un'isola, bella e cara, che di Pisa ha una storia e canta un'epopea: ma là pure, da Terranova a Cagliari, sono le Chiese che ricordano i nostri nomi, i nomi d'un Patriziato e di Famiglie grandi, ed a cento là son gli altari che ci benedicono negli antenati! Seguite il fiume che ci bagna e nel quale han specchio gli storici palazzi della città: seguitelo nei meandri che ora lo avvolgono e nelle curve, che già in antico per canali vari lo portavano al mare: da quell'intarsio incantevole che è la Spina fino alla maestosa monumentale di San Piero a Grado, su quelle rive quante chiese, alle quali fidenti si rivolgevano i padri nostri nel partire, nel ritornare dalle gloriose imprese! E figli ed eredi di quegli eroi, che nelle Chiese scrissero le loro vittorie e di Chiese sparsero ogni terra, noi lasceremo che senza Chiesa sia il nostro lido, che gli estrani ci invidiano ed al quale scendono, e che di là si tragga argomento a crederci degeneri, dov'è maggiore l'incanto e più dolce l'alito e il tepore della nostra terra? Solcan le navi il bel Tirreno e di lontano il pilota ha un saluto alla Pia di Montenero, e cima non v'è, che specchiasi nel mare, che di Maria non regga un trono e con dolce squilla nel suo nome non conforti a sera - e sarà solo veleggiando innanzi alle bocche d'Arno che l'uomo di mare dovrà crollare il capo e dire mesto: «È lido Pisano, degenere lido! non ha croce, non campana, non la Chiesa? »

» Oh padri nostri, che ritornando dalle memorande imprese, primo e prezioso bottino numeravate le colonne onde sorse ed è superba la Primaziale: - oh padri nostri, che sulle sponde d'Arno, e specie là ove s'aprian nel mare quasi amiche a stendervi le braccia, voleste basiliche mirabili e devoti religiosi a ristorarvi subito di religione al primo risalire il patrio fiume: - oh Cavalieri, che ai vostri invidiati trofei e alle bandiere, a prezzo di sangue conquistate in lotte epiche sulla mezzaluna, i maggiori e più veraci onor rendeste col donarle alle pareti di una Chiesa - voi alzatevi e dite ai figli vostri quale e come debbano custodire e continuare la preziosa eredità! Se laggiù senza Chiesa ancora rimanessero i fratelli, le Chiese nostre - S. Sisto, la Spina, S. Paolo, i Cavalieri, la Primaziale e quante altre - quale incessante rimprovero direbbero per noi! Verrebbe il forestiero ad ammirare tanti prodigi d'antica fede e di indomita pietà, tante superbe creazioni d'un'arte che la religione nutrì; ma scendendo il fiume piangerebbe: « E spento il fuoco sacro e i monumenti dicono una città che fu! »

La voce della Madre.

« Ma non è appena la voce dei padri, è la voce ancora della Madre che io voglio ripetere, e sono sicuro che in ogni cuore avrà un'eco e sarà raccolta.

» Portatevi a Marina e vedete. Il pino si ritira e sul lido cede pure l'arbusto e scompare - e case si aggiungono a case, e vie s'apron nelle vie, e fra le due piazze delle Baleari e della Gorgona un nuovo popolo s'addensa. Parmi fra quelle vie aggirarsi Maria, madre tenera ed ansiosa del bene di tutti i figli suoi, e battere di porta in porta, come a Betlemme un dì, e chiedere una stanza per il suo Gesù. Ma nessuna porta si apre per lei e si ripete l'assai mesta verità: Non erat eis locus in diversorio! - E tra tante case una casa non avrà Gesù? E la preghiera « Protege Virgo Pisas » che sui padri nostri ha raccolto tanta gloria - che noi vogliamo ripetere in augurio e speranza di benedizioni a fratelli nostri che nel nome di Pisa andran sul mare - quella preghiera solo dirà quanto da Maria abbiamo sperato, ma nulla esprimerà d'un rendimento di riconoscenza nostra a Lei? Ah Pisa a Maria non fu, non sarà mai ingrata, e ricordando i materni gaudi, a Maria dirà: « Oh vieni, o Madre, tra i fratelli nostri! Non saremo noi i Betlemiti crudi, e una casa, e di Te degna, innalzeremo a Te! »

La chiesa sorgerà l...

« E nascerà la Chiesa e la dedicheremo a Lei, a Lei Immacolata! - Il lido, sul quale sorge, fa sentire che ogni cosa è instabile quaggiù - chè, o per impeto di correnti o per nascosti cedimenti, par discenda e si ritiri. Passi pure e si dissolva la terra: più viva s'infiammerà l'anima, che sentirà di non dover confidare che nella Madre, alla quale ha confidato Iddio la nostra salute. Sul mare instabile un turbinar di venti, un incalzarsi d'onde, un trepidar di cuori, e, secondo l'ira del poeta, un minaccioso invito a muoversi persino all'isole ad annegare in Pisa ogni Persona. Oh via la negra parola, dov'Arno scende per aver pace coi seguaci suoi! Sovrana e sicura davanti alle bufere s'alzi Maria: ai naviganti ridonerà la vita e ripeterà: « Non temete, ch'io vi salverò! » - E quanti, stanchi e oppressi dall'agitarsi affannoso della città, coll'anima in tempesta più del mare, delusi della vita, delle passioni, della società, quanti discenderanno alla terra nostra a cercarvi una pace! Oh sorga la Chiesa nostra, e, come nel presepio, stiavi Maria con Gesù: oh fratelli, siate voi o gli artigiani dalle mani incallite e dalla vita dura o i sapienti dalle indagini profonde a scrutar natura - pastori o magi, tutti venite: v'attenderà Maria per darv pace dandovi Gesù! Che se prostrandoci potremo dire che a preparar la stanza una pietra avran portato le nostre mani, quali grazie ci pregherà la Madre! E non saranno onnipotenti le voci nostre intorno a Lei?

Le benedizioni promesse agli oblatori.

« Dio non ha bisogno di noi, Egli che si fa sgabello della terra e con un grido rimuta i cieli come l'arabo la tenda nel deserto. Non ha bisogno di noi Maria, Lei che tiene sotto i piedi la luna, che si veste di sole, e di stelle s'incorona: - ma è degnazione di Dio il discendere ad abitare fra noi - è carità di Maria il chiederci una stanza in mezzo a noi. Beato colui, a cui la Provvidenza largirà di prestarsi all'opera sua!

» Davide fu grande e la sua voce non s'è peranco affievolita, e a lui die' il Signore un canto, che salmodiando la Chiesa tuttavia ripete e ripeterà nei secoli: - fu secondo il cuor di Dio, che lo elesse a prostrare i nemici d'Israele e a sollevare il popolo eletto: - fu prediletto, e dalla sua discendenza l'umanità avrebbe un dì veduto svolgersi la redenzione: - ma pure una cosa negò a Davide il Signore, che per bocca del profeta gli fe' intimare: « Non sarai tu che mi innalzerai il tempio (II Reg. VII, 5) » - E tanta grazia di innalzargli il tempio, tanto gaudio di predilezione il Signore concesse invece a Salomone - ipse aedificabit domum nomini meo! - E per Salomone non fu grazia solo l'opera del tempio; ma il Signore, che non si lascia vincere in generosità, di quant'altre grazie corrispose a lui! - Tu, disse il Signore, hai dato casa a me, ed io farò stabile la casa tua, ed il tuo trono farò grande per l'eternità. - M'hai condotto, dice il Signore, nella casa tua? Ebbene, io ti sarò padre, nè mai che come padre, anche nei falli, ti castigherò - ed il mio volto e la misericordia mia sempre saran con te! (Ibid. 12-16.).

» Tale la gloria, tali le benedizioni del Signore col re d'Israele - tale la gloria, tali le benedizioni che il Signore ci ha preparato e propone - non risponderemo, non le raccoglieremo noi? »

IMPORTANTE, - Ad evitare una grande perdita di tempo e la dispersione di molti bollettini, preghiamo i signori Cóoperatori e le signore Cooperatrici, che, quando hanno da modificare o correggere l'indirizzo col quale ricevono il periodico, accompagnino sempre la commissione con una delle ultime fascette col quale l'hanno ricevuto.

Lettere di famiglia.

DALLE ROVINE DI MESSINA

Mons. Arcivescovo fra le macerie dell'istituto Salesiano (Lettera del Sac. Livio Farina).

Messina, Ex-Istituto S. Luigi, 15 giugno 19o9.

REV.MO ED AMATISSIMO PADRE,

IL vivo desiderio ch'Ella ha di ricevere notizie dai suoi figli che lavorano a Messina, m'induce ad inviarle questa mia che penso tornerà gratissima a Lei ed a quanti hanno a cuore la risurrezione di questa città.

Non può immaginare, amato Padre, quanto si aspettò ansiosamente il mese di Maria SS.ma. Mai come quest'anno si sentì il bisogno di espandere il cuore ai piedi della pietosa Ausiliatrice. E Maggio sorse adorno di fiori e ricco della pietà più sentita. Ogni sera una folla di popolo accorse alla recita del Santo Rosario ed a cantare le lodi della Vergine; ed ogni sera da noi si fece anche catechismo, e, coadiuvati dall'opera dell'instancabile Signorina Versaci Concetta, andammo preparando un bel gruppo di ragazzi e ragazze alla prima Comunione. I primi gigli sbocciati fra le macerie erano stati consecrati a Gesù risorto; conveniva che altri gigli, non meno bellì dei primi, fossero offerti a Maria.

Preceduta da una solenne novena, spuntò la festa desiderata. La vigilia aveva piovuto ostinatamente e qualche scossa di terremoto ci aveva stretti maggiormente ai piedi del Celeste Rifugio dei tribolati.

Nella notte non si chiuse occhio. Il vento fischiava attraverso le tegole della ex-carbonaia, producendo un rumore assordante simile a quello di frana che precipita a valle. L'acqua, fitta fitta, crepitava con tanta veemenza che di rimbalzo cadeva sui nostri petti facendoci rincantucciare sotto le coltri. Erano le tre ed invano sospiravamo il sereno.

Alle quattro ci alzammo. Ad oriente si andava rischiarando, ma l'acqua continuava a cadere a catinelle. Tuttavia demmo mano alla corda delle campanelle sospese agli eucalyptus; e verso le cinque cominciarono ad arrivare i giovanetti e le ragazze della prima comunione. Poverini, sfidando il mal tempo, s'erano trascinati quassù a quell'ora, scavalcando monti di fangose macerie, alcuni da soli, altri a gruppi ; tutti davvero mi parvero tanti piccoli eroi !

Alle 7 la cappella era zeppa zeppa, e pigiata era pure la folla che, riparandosi alla meglio dalla pioggia, gremiva la piazzetta.

Annunziai come l'Arcivescovo Mons. D'Arrigo benediceva con tutta l'effusione del cuore i giovanetti della prima Comunione e concendeva ai presenti alla funzione cento giorni d'indulgenza, quindi indossata la splendida pianeta che Sua Eccellenza mi aveva fatto pervenire per la cerimonia la sera innanzi, diedi principio al Santo Sacrifizio.

Nella cappella regnava il più religioso silenzio; si udiva solo la pioggia, noiosa, persistente. Arrivato il momento della Comunione, animai i cari giovanetti a ricevere Gesù con sentimenti di fede e di carità coronando ogni sospiro del cuore col grido di Savio Domenico: La morte ma non peccati! E dissi anche: « Pregate! chiedete a Gesù grazie per voi, pei vostri parenti, per coloro che vi prepararono meno indegnamente alla pura gioia di questo dì! Pregate pel Santo Padre; per il nostro pastore, Monsignor Arcivescovo, che Dio conservi a lungo all'affetto dei figli superstiti ; per la patria vostra affinchè risorga, se non più bella di prima nella ricchezza de' suoi palazzi, più pura, più santa nel cuore dei suoi figli. Pregate pei vostri cari defunti, affrettando ad essi l'eterno riposo   » I poveri bimbi piangevano tutti colle loro madri. Mi accorsi d'aver toccato un tasto troppo doloroso, ma non seppi trattenere un pensiero che omai si è immedesimato colla nostra vita. Molti altri cuori pii si accostarono alla sacra mensa insieme coi fanciulli della prima comunione, sicchè ben 130 furono le comunioni che allietarono la festa di Maria Ausiliatrice.

Finita la funzione, la pioggia, ch'era caduta fino allora senza posa, cessò; il vento spinse i nuvoloni al mare e comparve fulgido il sole, e col sole rinacque l'argento vivo nei giovanetti, che furono al colino della gioia quando videro che per tutti era stata preparata un pò di colazione. Impossibile descrivere il loro gaudio: non la finivano più di gridare: « Evviva Maria! evviva Don Bosco! »

Un grazie di cuore alle signorine Mantineo e sorelle Versaci che tanto si adoperarono per rendere più bello il mese di Maggio e così commovente la festa di chiusura!

La sera, il cortile si ripopolò di gente ansiosa di ossequiare Sua Ecc. Rev.ma Mons. D'Arrigo, lo zelante pastore che aveva accettato di recarsi all'ex-collegio per amministrare la Santa Cresima ad una settantina di superstiti Messinesi. Ma il cielo verso le 16 si rannuvolò, e poco dopo una fitta pioggia fè rincasare frettolosamente la folla che invano cercava riparo sotto la nostra baracca. Anche il venerando Arcivescovo, sorpreso dal mal tempo, dovette rifugiarsi in una scuderia ed aspettare che il cielo si rasserenasse, il che avvenne troppo tardi, per cui si fu costretti a rimandare la funzione alla domenica seguente.

E la domenica sorse in un mare di sole. I giovanetti, all'albeggiare, trovavansi già nel cortile donde passarono alla cappelletta nascosta fra gli eucalyptus, ove ascoltarono la S. Messa e ricevettero per la seconda volta la Santa Comunione. Ripopolarono quindi il cortile, che echeggiò come un tempo di voci e grida giulive ed alle 15 si affollò anche di gente accorsa per la funzione della cresima. Erano non meno di quattrocento persone. Ed ecco giungere Sua Eccellenza. Un applauso uscì dal cuore di tutti e tutte le ginocchia si curvarono al suo passaggio. Il venerando Prelato si assise su di una rozza poltrona, l'unica rimasta quasi incolume, là all'ombra degli eucalyptus, donde pendevano i quadri di Maria Ausiliatrice, di Don Bosco, del Papa, fra rossi festoni sbocconcellati dalle macerie, ed ascoltò commosso il canto di un armonioso Sacerdos et Pontifex, e brevi componimenti in prosa ed in poesia ad onore suo, di D. Bosco e della Madonna. In fine, facendomi interprete del comune pensiero presi la parola io, porgendo a Sua Ecc. il saluto dei superstiti di Messina ed i sensi della profonda ammirazione della Famiglia Salesiana per tanta abnegazione ed eroismo dimostrato del venerando Pastore nella comune disgrazia.

E il buon Padre rispose:

« Qual contrasto, figli miei, qual contrasto fra ieri ed oggi. Un anno fa, forse alla medesima ora, siedevo pure qui fra gli eucalyptus. Anche allora si festeggiava Maria Ausiliatrice, anche allora si inneggiava a Don Bosco. Erano vispi fanciulli che mi baciavano la mano, forti tempre di educatori che mi chiedevano la benedizione. Oggi ove sono? Parlano troppo dolorosamente al cuor mio le macerie che mi circondano e che mi straziano il cuore. Tutto è dolorosamente scomparso; e i figli che mi vociavano intorno allegri, istruiti, e i padri che con me si erano votati ad instaurare omnia in Christo, non son più ! Requiem aeternam dona eis, Domine! e la mia benedizione piova copiosa a refrigerio dei loro dolori.

» E noi superstiti che faremo?... Ci lascieremo vincere dall'ambascia del cuore? No, miei cari figliuoli, giammai. Se Dio ci ha lasciati in vita per soffrire. certo l'ha fatto per nostro bene, ed Egli sia lodato nei suoi imperscrutabili decreti. Via però da noi qualsiasi abbattimento che infiacchisce; ciascuno ha una missione da compiere. Ieri, prima del terremoto, erano sacerdoti solo gli unti del Signore; oggi ciascuno di voi dev'essere un altro missionario, un altro Cristo. Il sangue dei figli purificò l'aria pestilenziale che infettava la città, furono dolorosamente falciate le zizzanie, tronchi i rami inutili; noi ne soffrimmo, spettatori di tante sciagure. Ma Dio è con noi, Maria SS. Ausiliatrice saprà consolarci, tergere le nostre lacrime. Seminiamo da capo, e voi, o padri e madri, che avete in mano le future generazioni di Messina, siate santi ed apostoli: santi nel cuore, affinchè i figli vostri crescano puri, innocenti, buoni cattolici e cittadini dabbene; apostoli nella mente, istillate cioè nei figli principii di dottrina soda e puramente cristiana.

» E voi, o teneri virgulti, carissimi fanciulli, crescete obbedienti, timorati di Dio. Accorrete volentieri ad attingere nella chiesa la parola che conforta e pregate affinchè risorga presto in Messina un asilo, un ricreatorio che vi raccolga e vi educhi nella mente e nel cuore

» Scendano ora i doni dello Spirito Santo a rafforzarvi, e la benedizione ch'io vi imparto sia pegno di quella che dal Cielo vi mandano Maria Ausiliatrice e l'apostolo della sua devozione, il venerabile Don Giovanni Bosco ».

Tutti piegarono il ginocchio e Sua Eccellenza benedisse fra le lacrime. Amministrò quindi la Santa Cresima a circa settanta messinesi e infine imparti a tutti l'Eucaristica benedizione. Il venerando Arcivescovo restò fra noi ancor per lungo tratto di tempo, ascoltando e consolando tutti.

Amatissimo Padre, avrei finito; ma prima di deporre la penna mi permetta di ritrarle alla meglio ciò che il mio cuore provò il giorno 10, solennità del Corpus Domini.

All'albeggiare uno scampanìo insolito ruppe il silenzio funereo della città. Erano i padri cappuccini, i minori conventuali, e i suoi figli, amato padre, che chiamavano i fedeli alla Santa Messa. Ed oh!.... quanti risposero all'appello!... Io binai e dopo aver dispensato il Cibo Eucaristico al popolo accorso, verso le 10 presi la via del colle, ove mi attendevano i Minori Conventuali per cantar messa nella splendida loro cappella.

Solenne, nel pomeriggio, riuscì la processione attraverso la città. Certo che non avrei resistito alla commozione del cuore, in sulle prime recisamente mi rifiutai di portar il Divinissimo, ma alla fine dovetti cedere alle gentili insistenze del P. Gaetano Leotta e sobbarcarmi al dolce peso del mio Gesù. Il corteo mosse al suono dei sacri bronzi ed allo sparo dei mortaretti, verso le cinque e mezzo, aperto dai nostri giovanetti dell'Oratorio vestiti da chierichetti, preceduti dall'azzurro stendardo di S. Luigi. Seguiva il « Circolo Don Bosco » formato dagli allievi superstiti dell'ex-Oratorio. Sostammo al monte dei Cappuccini all'altare preparato. La folla, aumentata a vista d'occhio, gremiva la piazza e la sottostante via, ed attendeva che Gesù la benedicesse, quando all'improvviso un orribile boato si fè sentire fra il religioso silenzio dell'aspettativa. La terra tremò e una prolungata scossa di terremoto terrorizzò la folla. Un urlo disperato echeggiò sul colle: « Non temete, gridai; Gesù è con noi! » e quel popolo ondeggiante si fermò, chinò il ginocchio, e piangendo affannosamente ricevette la benedizione. Con calma più o meno relativa il corteo prese la via di S. Giovanni Decollato. Allo Scialè lungo la marina si fermò al Campo militare, ov'è attendato l'84° fanteria. Colà era stato innalzato un altare e quattro mila persone attendevano la benedizione del loro Dio.

Appena comparve il Santissimo, il reggimento rese il saluto, la banda militare intonò la marcia reale, il popolo s'inginocchiò in profonda adorazione, ed io colle lacrime benedissi il popolo piangente e pregai per la sua rassegnazione; benedissi l'esercito consacrandolo a Dio pel trionfo della patria ; benedissi il mare, scongiurandolo a nome di Gesù, affinchè cessasse dal fremere e rattenesse i suoi vortici senza incutere più oltre lo spavento nel cuore....

Amato Padre, mi benedica e benedica pure i carissimi coadiutori Guastella Biagio e Costanzo Pietro. Siamo pochi, come vede; pure ci facciamo coraggio e cerchiamo di non venir meno al programma del nostro Venerabile Fondatore: Da mini animas, caetera tolle! Il

suo umil.mo Figlio in G. C.

Sac. Livio FARINA.

TRA I FIGLI DEL POPOLO

Cronaca degli Oratori festivi.

IL IV CONGRESSO DEGLI ORATORII. SI terrà in Milano dal 5 all'8 settembre prossimo venturo, per iniziativa dell'Episcopato Lombardo e con rappresentanze di tutte le Diocesi d'Italia. Numerose associazioni hanno già assicurato la loro partecipazione al Concorso Internazionale di Ginnastica e Sport, bandito dalla Federazione Ginnastica Lombarda sotto l'alto Patronato di S. A. R. il Principe Tommaso, Duca di Genova. Il S. Padre encomiando l'iniziativa dell'Episcopato Lombardo, ha inviato una lettera autografa all'Em.mo Card. Arcivescovo di Milano, che è la sanzione più autorevole che finora abbia avuto l'opera degli Oratori. - Per adesioni, informazioni e qualsiasi comunicazione rivolgersi al rev.mo Mons. Antonio Merisi, Canonico del Duomo, Palazzo Arcivescovile, Milano.

Ecco la preziosissima lettera del S. Padre

Eminentissimo Sig. Cardinale.

Ho appreso colla massima compiacenza la notizia datami da Lei, Signor Cardinale, che all'approssimarsi del III Centenario della Istituzione degli Oratori festivi in codesta Archidiocesi, si è stabilito di festeggiare la fausta ricorrenza con un Congresso nazionale. Unisco pertanto la mia voce a quella dei venerandi miei Fratelli e Vescovi di cotesta ecclesiastica provincia, per applaudire al felice pensiero e far voti con loro, perchè la riunione influisca alla prosperità degli Oratorii esistenti, e alla istituzione di essi in tutte le città e i paesi d'Italia. Se tutto il bene che si può fare a vantaggio della religione e della società, si fonda in gran parte nella sana educazione della gioventù, a tutti è manifesto quanto a questo influiscono gli Oratori, pei quali si tolgono i giovani nei giorni festivi dai pericoli della dissipazione, dall'ozio e dai cattivi compagni, e dove si continuano le istruzioni della cristiana dottrina, si richiamano alla loro memoria le esortazioni alle pratiche di pietà, alla frequenza dei Sacramenti, all'adempimento degli altri doveri cristiani, e si ricreano pure con onesti sollievi, compiendo mirabilmente la loro educazione religiosa e civile.

Ella quindi, Signor Cardinale, parteciperà ai diletti sacerdoti uniti in Comitato per preparare questo Congresso, le mie congratulazioni pel merito, che si procurano di concorrere ad un'opera così santa, qual'è quella del benessere della cristiana famiglia, aiutando i genitori a custodire, a difendere il caro deposito dei figli, che hanno da Dio ricevuti ; e auguro a loro e a tutti gli altri, che concorreranno al buon esito degli Oratori festivi, il premio promesso dallo Spirito Santo. « Qui ad iustitiam erudiunt multos (fulgebunt) quasi stellae in perpetuas aeternitates » del qual premio sia caparra l'Apostolica Benedizione, che impartisco a tutti con effusione di cuore, mentre mi confermo a Lei, signor Cardinale,

Dal Vaticano, li 24 Giugno 1909.

obbl.mo aff.mo

PIUS P.P. X.

All'E.mo Signor Cardinale Arcivescovo di Milano.

TORINO=VALSALICE. - Oratorio « Ven. D. Bosco ».

La Venerabilità di D. Bosco, che segnò il più consolante risveglio di alacrità ovunque si estende l'Opera Salesiana, doveva provocare qualche novità anche attorno la sua Tomba.

Difatti colla primavera dell'anno decorso due gentili fioriture rallegrarono quel tumulo venerato; un giardinetto, iniziato e coltivato con affetto filiale dagli allievi del Seminario delle Missioni Estere, che diede un aspetto ilare e sereno a quel luogo, ed una piccola schiera di giovanetti che formò un nuovo Oratorio Festivo.

Come tutte le Opere Salesiane anche questa ebbe umili principii. Per la festa di Maria Ausiliatrice del 19o8 i giovanetti erano una decina, in agosto salivano a 70, e per la festa dell'Immacolata e l'Albero di Natale toccarono i 1oo; D. Bosco largiva evidentemente le sue benedizioni al nascente Oratorio, chiamato fin dal principio col suo nome. Nel corrente anno il numero degli assidui andò crescendo in modo consolante: in giugno giunsero a 130, e per la festa di S. Luigi toccarono la bella cifra di 200. Il gruppo che si riproduce dà un'idea di quella giovanile famiglia piena di speranza e di vita; e questi brevi cenni statistici sono più eloquenti di qualunque parola.

Tuttavia non vo' tacere come non mancarono al giovane Oratorio le cure più amorose. A poco a poco, mercè l'aiuto di buone persone, si acquistarono due superbi « passo-volanti », un'altalena, cerchi, palette, foot-ball, salti ecc. ecc.; e s'iniziarono con risultati molto lusinghieri anche la scuola di musica, la Compagnia Drammatica, e il Circolo « Savio Domenico » che omai conta 40 soci, pieni di buona volontà.

Nè mancarono liete feste. La 1a domenica di febbraio di quest'anno, l'Oratorio prendeva parte alla solenne Accademia tenutasi dagli alunni del Seminario delle Missioni in commemorazione del Ven. D. Bosco; e il rev.mo D. Rua, che la presiedeva, rivolse parole di soddisfazione ai giovanetti e regalò loro una bella Immagine del Venerabile. Altre feste si ebbero la domenica dopo Pasqua per la prima comunione di 15 giovanetti e il giorno dell'Ascensione, quando il rev. Parroco della Gran Madre Dio fu a visitare quel nascente Oratorio rivolgendo belle parole di lode e distribuendo a tutti i giovani squisite caramelle. Il lieto drappello ha pur fatto la sua comparsa in pubblico ; la domenica 4 luglio, in numero di 130, prese parte alla passeggiata annuale compiuta dai giovani dell'Oratorio di Valdocco.

Altre belle novità sono vicine ad essere attuate: novità che faranno di quell'Oratorio il miglior ornamento della Tomba di D. Bosco.

O bravi giovanetti, che ripetete ogni festa presso l'urna del Padre la affettuosa protesta : Di Don

Bosco il sacro avello - Circondiamo con amor; - Di Val-Salice il drappello - Sarà guardia a lui d'onor!- Su, cantiam concordi e fieri: - « Siam Cristiani per la fè: - E vogliam che Cristo imperi, - Nostro Padre e nostro Re!» continuate ad essere i degni rappresentanti delle migliaia e migliaia di giovanetti che accorrono volenterosi sotto la bandiera di D. Bosco, e chiedete con fervore che fedeli agli insegnamenti che ricevono sappiano conservarsi e mostrarsi cristiani!

NOVARA. - Inaugurazione della « Voluntas ».

La domenica 27 giugno s'inaugurò nell'Oratorio S. Giuseppe la nuova società drammatico-sportiva Voluntas. La squadra entrò nel cortile, magistralmente addobbato e trasformato, eseguendo con abilità e precisione molte evoluzioni al suono di una marcia festiva, riscuotendo fragorosi applausi e destando la più viva simpatia negli esercizi che seguirono. Il pubblico accompagnò con frequenti battimani i momenti migliori dell'esecuzione.

Quindi, presentato dal signor Balossini, l'avv. March. Malaspina esordì dicendo e che tutta la storia dei popoli antichi che hanno lasciato traccia di sè nella civiltà era basata sulla palestra che formava vigorosi cittadini capaci di forti idealità: che allo sviluppo e preparazione fisica tennero dietro lo sviluppo e la preparazione morale. Quando i popoli abbandonarono la preparazione fisica, che era la base dell'educazione generale, le fibre s'infiacchirono, si rammollirono i caratteri stemperati nel piacere, e le potenze loro tramontarono. Per l'educazione fisica gli antichi ebbero un culto tale che il sommo poeta della lirica greca, nei suoi superbi voli d'aquila, immortalò i vincitori dei giuochi olimpici, i cui nomi sorvivono alle ruine della Grecia ». Disse infine delle idealità che si propone la Società Voluntas, e raccomandò vivamente agli intervenuti di appoggiare moralmente e materialmente la società alla quale Novara deve esser larga di appoggio.

Seguirono, applauditi, tutti gli altri numeri del programma, e a notte anche il sig. Balossini tenne nel teatrino dell'istituto un acconcio discorso sullo sport cattolico. Seguì la rappresentazione della commedia « Scacco matto » e di una farsa assai divertente. Il teatrino era zeppo.

ROMA. - Festa ginnastica.

Una ben riuscita festa ginnastica si svolse la domenica 27 giugno nel cortile dell'Ospizio del S. Cuore al Castro Pretorio, data dalla Sezione Ignis del locale Oratorio Festivo, col concorso delle squadre Ardens degli studenti dell'Ospizio, Excelsior dell'Oratorio Salesiano di S: Maria Liberatrice al Testaccio e S. Giorgio dell'Oratorio omonimo del Velabro: in tutto circa un centinaio di ginnasti sotto la direzione del prof. Ernesto Montiroli. Il cortile ridotto ad anfiteatro rigurgitava di persone ed ai posti distinti, oltre molte dame patronesse colle rispettive famiglie, notavansi il conte Mario di Carpegna, presidente della F. A. S. C. I. e il segretario ing. Parisi.

S. E. il Cardinale Agliardi, il quale si era degnato di accettare la presidenza della festa, giungeva alle ore cinque salutato dalla banda dell'Ospizio e da una calda dimostrazione di entusiasmo. Dopo un elegante discorso pronunciato dal Direttore della palestra del S. Cuore, che mise bellamente in luce le idealità dello sport cristianamente inteso, si svolse il bellissimo programma durante il quale i baldi giovani nelle loro eleganti divise riscossero beli meritati applausi. Di magnifico effetto gli esercizi collettivi e le progressioni agli appoggi e veramente ammirevole il salto in alto al saltometro Baumann.

L'egregio prof. Montiroli si ebbe dall'Em.mo Aglìardi belle parole di encomio per lo zelo intelligente con cui seppe preparare il riuscitissimo saggio.

MODICA. - All'Oratorio « Ven. D. Bosco ».

Il 13 giugno si benedisse ed inaugurò solennemente la nuova cappella dell'Oratorio « Ven. Don Bosco ». Compì la funzione il rev.mo Can. Decano Papa Carmelo. Alla cerimonia assistevano gli abitanti del nuovo quartiere Milano-Palermo ed i ragazzi dell'Oratorio, che alla messa si accostarono alla S. Comunione. Seguì la messa cantata in onore Nella Vergine Ausiliatrice; la Cappella era stipata di cooperatori e cooperatrici e di giovanetti ; un gruppo di questi eseguì la messa degli Angeli in canto gregoriano. Alla sera, dopo la consueta ora di catechismo, si chiuse la festa col canto delle Litanie lauretane in musica e colla Benedizione del SS. Sacramento impartita dal benemerito ex-Arciprete Romano Vincenzo, che finalmente vede realizzati i suoi ideali che per tanto tempo vagheggiò riguardo all'Opera di Don Bosco in Modica. Un bravo di cuore a tutti que' generosi che concorsero al rifacimento della Cappella.

Il S. Padre si degnò inviare alla nuova Cappella una bella pianeta, un camice e vari capi di biancheria. La pianeta venne usata per la prima volta il 24 giugno.

Annessa all'Oratorio è una scuola serale, la quale quest'anno si chiuse il 3o aprile. Gli alunni (84) subirono regolarmente i loro esami ed i migliori ebbero in premio medaglie di onore. La distribuzione venne compiuta dal Can. Papa che incoraggiò i giovani operai a trar profitto degli insegnamenti ricevuti.

SLIEMA=MALTA. - Il 1° Anniversario della « .luventatis Domus ».

Alla bella, intima commemorazione celebrata l'8 maggio per ricordare la fondazione della Domus, pose degna corona la festa celebratasi il 2,5 corrente, resa più splendida dall'amata presenza del veneratissimo Mons. Paolo Pace, Arcivescovo-Vescovo di Malta.

Dopo la marcia d'introduzione, il Direttore della Domus rivolse brevi parole di saluto a S. E. che onorava la festa del suo intervento, assicurandolo che pei giovani ciò costituiva il più grande regalo, ed auspicando dalla sua invocata benedizione il maggior incremento dell'Opera, la quale intende sempre essere sotto l'egida amorosa del Venerando Presule di Malta. Fragorosi evviva all'eccellentissimo Pastore coronarono quel breve omaggio, dopo di che l'esimio Prof. Bartoli, meritamente lodando il fondatore della Domus, sig. A. M. Galea, e rievocando con affettuose e meste parole il compianto Don Urso che ne fu l'ispiratore, seppe a vivi colori tratteggiare la grande missione dell'opera.

Elettrizzati dalle nobili parole i giovani eseguirono con entusiasmo l'inno: La Bandiera di D. Bosco, accompagnati dall'orchestra costituita esclusivamente tra i Soci della Domus; e quindi cominciò un delicatissimo trattenimento drammatico-musicale.

Terminato lo spettacolo, S. E. Monsignor Pace, che, con tratto di squisita bontà, si era degnato assistervi fino al termine, volle rivolgere alla folla di distinti ecclesiastici, signori, signore e giovani la sua autorevole parola che fu tutta improntata al più vivo affetto pei Salesiani, per il sig. A. M. Galea e per la Domus, la quale con le sue nobili e cristiane idealità deve formare una gioventù còlta, buona e sinceramente cattolica. Chiuse le sue indimenticabili parole impartendo la benedizione ai Soci ed a tutti gl'intervenuti, che gli mostrarono la loro riconoscenza con un caldo, interminabile applauso.

Altre notizie.

- A Faenza, la prima domenica, di luglio, si tenne la premiazione dei circa 40o alunni dell'oratorio festivo e si fece la consegna delle onorificenze conseguite dalla società sportiva Fert durante il 19o8-19o9. Assisteva un pubblico numerosissimo e scelto. Il conte dott. Tommaso Zucchini disse un magnifico discorso su l'educazione dei giovani e il direttore don Finco fece il resoconto morale dell'Oratorio. Notevoli i premi in denaro su libretti della Banca P. C. R. per educare i giovani alla previdenza. La brava banda eseguì scelti pezzi. A notte vennero incendiati varii fuochi artificiali, innalzati globi aereostatici ed eseguite scelte proiezioni cinematografiche.

- A Salamanca, nella Spagna, il 2 maggio, festa del Patrocinio di S. Giuseppe, titolare dell'Oratorio Salesiano locale, si benedissero i vessilli della Compagnia del SS. Sacramento e della Società Ginnastica « Virtus » sorta in seno all'Oratorio, la quale fece la sua prima comparsa in una solennissima accademia.

- In occasione della festa di S. Luigi, il fiorente Oratorio d'Alassio indisse una corsa di mezzo fondo cioè Alassio-Laigueglia e ritorno (km. 6) libera a tutti i giovanetti delle scuole, di età non superiore ai 15 anni. Era per Alassio una novità: tuttavia raccolse numerosissime iscrizioni. Divisi in due squadre (anni 12-15 ed anni 9-11) ebbero il via alle ore 18 e 18,5o. Lungo tutto il percorso due fitte ale di popolo assiepavano la bella strada, dimostrando con entusiastici battimani, quanto quella iniziativa avesse raccolto le simpatie di tutti.

- Il 20 maggio nella chiesa del S. Cuore di Gesù a Trino Vercellese si svolse una funzione commoventissima. Trecento e venti bambini e bambine della città, accompagnati dalle loro mamme, dopo lunga processione svoltasi negli ampi cortili dell'Oratorio e in Via Giolitto-Ferrari, fra suoni e canti, entrarono in chiesa e passando davanti alla statua di Maria Ausiliatrice le umiliavano tutti un cuore d'argento. Dopo breve'discorso la benedizione solenne pose fine alla funzione, la quale, benchè si ripeta ogni anno, è sempre simpatica e lascia in tutti un grato ricordo.

Quante care industrie non sanno trovare le anime che amano la gioventù!

DON SIMPLICIO.

DOMENICO SAVIO

Con dolce soddisfazione torniamo ad additare ai lettori le care sembianze di Domenico Savio. Pochi mesi or sono, annunziammo il decreto della S. Congregazione dei Riti col quale s'intimava la

perquisizione degli scritti del giovane Servo di Dio; ed ora siam lieti, pur ossequenti ad ogni disposizione pontificia in proposito, di comunicare ai lettori vari Passi di alcune delle splendide lettere inviate da Eminentissimi Cardinali ed Eccellentissimi Arcivescovi e Vescovi al nostro Superiore D. Rua; il quale, essendosi ristampata con altre memorie la biografia del Servo di Dio scritta dallo stesso Venerabile D. Bosco, si era fatto un dovere di farne pervenir copia di omaggio a parecchi Membri del S. Collegio ed a tutto l'Episcopato Italiano.

Pubblicando questo Florilegio, in primo luogo protestiamo formalmente di non voler dare a nessuna parola altra autorità all'infuori di quella che permette la Chiesa, e ciò finchè Essa non abbia manifestato il suo giudizio in proposito; - in secondo luogo dichiariamo che nella scelta dei brani non abbiam seguito altro criterio che quello di recare una certa varietà nel medesimo argomento; - e, in fine, a nome del sig. D. Rua rinnoviamo pubblicamente le più umili e sentite azioni di grazie agli Em.mi Principi di S. Chiesa e all'imponentissimo numero di Sacri Pastori, che ebbero la singolare bontà di ringraziare con amabili espressioni il nostro Superiore.

I.

Chi fu Domenico Savio.

Nella vita del giovanetto Domenico Savio, quale fu scritta dal Ven. D. Bosco trovo la spiegazione della propagazione dell'Istituto Salesiano e dell'immenso bene ch'esso arreca alla gioventù. Quando si ha un fondatore ed allievi di questa tempra, bisogna essere accompagnati da speciale benedizione di Dio. E di questi allievi il Savio è una figura cosi simpatica di candore e di bontà che innamora e fa pensare alle parole del Salmista: « Minuisti eum paullo minus ab Angelis! » Noi vecchi, ed io mi avvio agli ottant'anni, ci sentiamo umiliati dinanzi ad una virtù gigante, in un giovane quindicenne; ma chi è ancora nel fiore dell'adolescenza, verrà stimolato dal profumo di tanta innocenza a fare i primi passi della vita sul sentiero della pietà cristiana. Felice fu il Savio nell'aver trovato in D. Bosco il suo biografo; così la vita di un santo fu scritta da un santo e quello che più è singolare da quel santo che gli fu maestro nella via della perfezione. Per il che faccio voti, ardenti voti, che anche la S. Madre Chiesa possa elevare all'onore degli altari entrambi, mentre all'uno ed all'altro abbiamo già preparato il culto nel nostro cuore.

Roma, 25 ottobre 19o8.

A. Card. AGLIARDI.

La compagnia di Gesù, s'irradiò, subito surta, della luce di tre santi giovanetti, Luigi Gonzaga, Stanislao Kostka, e Giovanni Berckmans. In età a noi più vicina, le Congregazioni de' Passionisti e de' Liguorini ebbero il Beato Francesco Possenti ed il taumaturgo del mezzogiorno d'Italia, Gerardo Maiella; e non dico di altri giovani angelici. Ora io, pensandovi su e meditando, in questi che diconsi, dopo la riforma, tempi moderni, ho compreso che Dio vuol trarre a sè la gioventù per mezzo della gioventù santa.

Già, non predilesse i bambini Gesù, sempre ? e in questa età nostra la Vergine non si manifesta, alla Salette e poi a Lourdes, ad anime giovinette?...

Tutti pare vogliamo, oggidì, cercare nelle piccole anime, una giovinezza novella per l'invecchiata società nostra!

Guardate che legioni di bambini, di fanciulli e di giovanetti s'è attirata la Chiesa con gli Asili d'Infanzia, gli Orfanotrofi, i Collegi, i Ricreatori festivi!... Guardate quanti Luigini fra noi, quanti Gerardini, quante Figlie di Maria!...

Che significa questo, tutto questo?

Lo dirò subito : « L'avvenire sarà della Chiesa ». Ov'è gioventù, lì è vita, lì è virtù di Dio che è giovane sempre.

Godo, perciò, che l'Istituto del Ven. D. Bosco anch'esso, dopo i Figli di S. Ignazio, di S. Paolo della Croce, di S. Alfonso, possa oggi mostrare ai bambini, ai fanciulli ed ai giovanetti una celestiale figura di angioletto suo, quella del Servo di Dio Domenico Savio: un angioletto, a quindici anni, che vedremo, un giorno - il cuore me lo dice - sugli altari, per chiamare a Gesù altri giovanetti. La « Vita » di Domenico Savio ha pagine splendide di santità, splendide di poesia. Lo direi il più bel suggello che Dio ha posto su l'Opera restauratrice del Ven. D. Bosco.

Ma noto qualche cosa di più meraviglioso. I Gesuiti, i Passionisti e Liguorini, additano dei giovani santissimi tolti al mondo, dall'abito mortificato del loro istituto. Invece, i Salesiani oggi possono più direttamente parlare a' bambini e alla tenera gioventù laica, mostrando loro un laico giovinetto: laico come loro, quasi a dire: Santi si può essere anche nel laicato: siate santi anche voi!

Qui è Provvidenza di Dio: qui è il dito di Dio.

Io mi prostro e adoro.

+ CARMELO PUJIA

Arcivescovo di Santa Severina.

La virtù ha sempre le più belle attrattive, ma quando essa risplende con luce vivissima in un giovanetto, viemaggiormente rapisce ed innamora. Ho letto la vita del giovane Domenico Savio, scritta dall'immortale Ven. D. Bosco. Erano due anime che s'intendevano a maraviglia. Sotto la guida del Venerabile non poteva il buon Savio non ascendere de virtute in virtutem. Che grato olezzo non si diffonde da quelle pagine! Come bene si ravvisa l'orditura misteriosa della Provvidenza nel guidare, nel reggere, nel custodire quell'anima privilegiata di fanciullo e di giovinetto, nel farlo camminare a grandi passi nella via della perfezione! Lui fortunato! e fortunati quei figliuoli che correvano in odorem unguentorum eius. Farò leggere quella vita ai numerosi alunni del mio Seminario, poi la depositerò presso la casa del Circolo della Gioventù Cattolica Reatina, collocando in pari tempo entro apposita cornice, nella sala maggiore di detta casa, il ritratto del caro giovanetto, affinché si ispirino i soci ad imitarne gli splendidi esempi, ed egli, che vive beato in Cielo, li protegga per mantenersi fedeli e puri.

29 febbraio 19o9.

+ BONAVENTURA QUINTARELLI Vescovo di Rieti.

Il giovanetto servo di Dio Domenico Savio è una dolce figura di Paradiso, modellata secondo il cuore del Venerando Fondatore, o meglio secondo il Cuore di Gesù Cristo, di cui il Venerabile D. Bosco fu imitatore fedelissimo, potendo egli ben ripetere ai suoi discepoli ed alunni le parole dette dall'Apostolo : Imitatores mei estote, sicut et ego Christi.

Alla cara gioventù tanto bisognosa d'essere educata più con la eloquenza dell'esempio che delle parole, il giovinetto Savio sarà di conforto, di scuola, di ammonimento continuo ed io vorrei che i giovani specialmente ai nostri tempi, imparassero da lui il desiderio, il bisogno assoluto di preservarsi dalle corrotture del mondo e nutrirsi quotidianamente dello spirito di pietà, di purezza e di rettitudine cristiana.

17 marzo 1909.

+ DOMENICO AMBROSI Vescovo di Terracina, Sezze e Piperno.

Il gran servo di Dio, figlio prediletto del Ven. Fondatore e Padre D. Bosco, che tanto nel nome quanto nel cognome, simboleggiò la sua futura santità, essendo stato tutto del Signore ed avendo, fino dai suoi primissimi anni, da vero sapiente edificato sopra le fermezze della pietra, è un'anima bella e privilegiata, è un alunno carissimo dell'incomparabile D. Bosco. Alla felicità dell'ingegno congiunse una precoce e mirabile santità; è un candido giglio per la sua purezza; nel suo piccolo corpo, debole ed affievolito, alberga un'anima grande, generosa e veramente apostolica; vi è uno spirito eletto, fornito di non comune penitenza, che lo rende oggetto di stima, di venerazione e di amore dei suoi condiscepoli, dei suoi Superiori e Maestri. Iddio... ha voluto offrire alla gioventù un nuovo e splendido modello di virtù cristiane.

12 febbraio 19o9.

+ MASSIMILIANO NOVELLI Vescovo di Colle di Val d'Elsa.

II. Il modello dei giovani nell'età presente.

... Il soggetto è degno di essere proposto come modello di virtù ai giovani di qualunque classe essi siano.

8 dicembre 19o8.

SEBASTIANO Card. MARTINELLT.

... Mi auguro che gli esempi edificanti del giovane Savio siano davvero di stimolo e di conforto ai giovanetti nei giorni nostri, e che fra le fitte tenebre nelle quali va brancolando l'odierna società, l'apparire di questo raggio luminoso guidi molti di loro su più sicuro cammino.

6 novembre 19o8.

MARIANO Card. RAMPOLLA DEL TINDARO.

Le virtù non comuni di quel giovanetto meritano di essere additate all'esempio dell'odierna gioventù tanto insidiata... Faccia il Signore che l'esempio di lui abbia imitatori non pochi!

19 dicembre 19o9.

O. Card. CAGIANO DE AZEVEDO.

Il Savio è senza dubbio un modello sommamente acconcio pei giovanetti cristiani in ispecie nell'attuale epoca, in cui la gioventù s'incontra disgraziatamente esposta ai più gravi pericoli.

12 marzo 19o9.

GIULIO TONTI

Arcivescovo di Ancyra e Nunzio Apostolico in Portogallo.

Ho letta con molto piacere e con mia edificazione la vita del giovane Servo di Dio, Domenico Savio. Due sentimenti son nati nel mio animo durante tal lettura: il primo di umile ammirazione verso di Dio, che con la sua grazia sa infondere virtù eroiche « etiam in tenera aetate »; il secondo di un vivo desiderio che di savi, come il Savio, Dio se ne formi molti nell'odierna gioventù. Forse nei disegni della Provvidenza a questo è ordinato quanto si sta facendo per la Beatificazione del caro alunno dell'Oratorio Salesiano. Ed io così auguro di tutto cuore.

21 febbraio 19o9.

+ VINCENZO SARDI

Arcivescovo di Cesarea, Delegato Apostolico a Costantinopoli.

É un S. Luigi redivivo in pieno secolo XIX; è il più caro e perfetto modello di quelle virtù che devono ornare un giovane ai nostri tempi, semplicità di costume, affabilità di modi, gentilezza di tratto, religione, santità e fede viva, che gli acquistarono il cuore dei compagni in mezzo ai quali operò gran bene, innamorandoli della devozione a Gesù in Sacramento ed a Maria SS.

17 marzo 19o9.

+ ANGELO MICHELE JANNACHINO

Vescovo di Telese o Cerreto Sannita.

Domenico Savio, l'Angelico giovanetto, è stato veramente un fiore che nel giardino della Chiesa, specialmente nell'Oratorio Salesiano, ha tramandato un odore di Paradiso per le sue elette virtù.

Oh se le azioni del novello S. Luigi fossero apprese ed attuate nella vita dei nostri giovanetti: quale educazione acquisterebbero essi, e quale consolazione proveremmo noi!

8 febbraio 19o9.

+ GIULIO TOMMASI

Vescovo di S. Angelo de' Lombardi e Bisaccia.

Ecco un esemplare veramente bello e da proporsi a tutta la tenera gioventù dei tempi nostri; la quale, se volesse imitarlo, potrebbe riportare i più preziosi ed abbondanti frutti di cultura morale e civile a suo vantaggio e della società tutta... La vita del pio e caro giovinetto sarà letta dagli alunni di questo Seminario, affinchè animati dall'esempio delle sue sublimi virtù, e seguendo la sua prediletta massima di volersi far santi, possano divenire un giorno degni e santi ministri del Signore.

16 febbraio 19o9.

VINCENZO ILDEFONSO PISANI

Vescovo di Anglona e Tursi.

Se questo piccolo ma fedelissimo servo del Signore andrà sugli altari sarà il vero modello dei giovani studiosi come il ven. Nunzio Sulprizio lo sarà dei giovani operai. Il Gonzaga, il Kotska, il ven. Gabriele dell'Addolorata si sono santificati, ma nel chiostro, dove maggiori sono i mezzi e minorile occasioni; mentre il Savio è giunto a tanta altezza di perfezione in seno alla famiglia ed in mezzo a numerosa scolaresca. Genitori buoni, degni sacerdoti e sopratutto l'opera sagace e santa di D Bosco che, santo anche lui - e fra santi si conoscono e si intendono - scoprì subito quali tesori di grazia Dio aveva versato nel cuore di Domenico Savio, concorsero a formarne lo spirito, guidandolo nella via del bene fino alla mèta felice, la visione beatifica di Dio.

La gioventù oggi tanto scapata, frivola, libertina e spinta in braccio al turpe materialismo, si rispecchi nel Savio e lo prenda a modello.

7 marzo 1909.

Fr. ALESSANDRO BENIAMINO dei C. S. Vescovo Principe di Teramo.

Nell'angelico giovane mi ha colpito in ispecial modo la semplicità della condotta, la disinvoltura del tratto, la naturalezza della pietà, l'ardore dello zelo. Chi sa che Dio non abbia suscitato il Savio, per dare un modello di virtù ed un patrono alla gioventù studiosa dei tempi nostri? I giovani troppo hanno da ammirare in S. Luigi Gonzaga, in S. Stanislao Kostka e nel beato Gabriele dell'Addolorata. Ma possono sempre mettere innanzi le difficoltà, tanto scoraggianti a' dì nostri: - Costoro sono Santi del chiostro...

Ora Domenico Savio non è del chiostro, è del mondo... Eppure egli, con una naturalezza ammirabile, sempre e dappertutto comparisce ed è santo. Qual incoraggiamento per la gioventù studiosa!

5 marzo 19o9.

+ MICHELE CARDELLA dei Passionisti, Vescovo di Sovana e Pitigliano.

*

Giacchè l'argomento ce lo consente, accenniamo alcuni omaggi resi affettuosamente alla memoria del Servo di Dio.

Il rev.mo Vicario di Cavour, Mons. Bernardo Arato, che ebbe i natali in Buttigliera d'Asti come il Servo di Dio, l'ultima domenica di febbraio comunicando l'annunziato Decreto riguardante la perquisizione degli scritti di Domenico Savio, con delicato pensiero volle interrompere il corso delle sue istruzioni parrocchiali per trattenere la popolazione sulla vita del piissimo giovane suo compatriota. I numerosi episodi di quella breve vita, piena di lezioni e di meriti, furono di grande edificazione ai buoni parrocchiani suscitando nei loro cuori il desiderio di veder presto il pio alunno di D. Bosco elevato all'onore degli altari.

Similmente il rev.mo Mons. Edoardo Bosia, Rettore della SS. Sindone di Torino, invitato da S. E. Mons. Vescovo di Biella a predicare gli Esercizi Spirituali in quel piccolo Seminario diocesano, coronava il suo compito tenendo nella sala di studio del venerando istituto una splendida conferenza sull'indimenticabile alunno dell'Oratorio di Valdocco. I santi proponimenti, presi da Savio settenne il giorno della prima Comunione, fornirono al zelante oratore acconci ricordi per la chiusura di quegli Esercizi.

L'Oratorio femminile di Riva di Chieri, l'ultimo giorno di maggio, pellegrinava alla Tomba del Servo di Dio, ricevuto festosamente da tutta la popolazione, con a capo quell'ottimo sindaco.

Finalmente la domenica 13 giugno, nel Pio Istituto Negrone di Vigevano, si tenne una bell'accademia in memoria di Domenico Savio, rallegrata, mediante l'opera indefessa delle signore Patronesse dell'Istituto, da un pubblico numeroso e scelto. I piccoli alunni eseguirono con uno splendido successo il loro programma Musicale e letterario. Per la circostanza il sig. D. Rua indirizzò loro una lettera affettuosa, incoraggiandoli ad imitare le angeliche virtù del piissimo e prediletto allievo di D. Bosco, e il dott. D. Francesco Cerruti e S. E. Rev.ma Mons. Vescovo Diocesano chiusero con opportune parole il grazioso trattenimento.

DALLE MISSIONI

Patagonia Meridionale L'inaugurazione della parrocchia di S. Cruz

(Lettera del Sac. D. Maggiorino Borgatello).

Punta Arenas, 8 maggio 19o9.

REVERENDISSIMO SIG. D. RUA,

Scopo della presente è di augurarle buon giorno onomastico che ricorre oggi e si protrae e festeggia il 24 giugno, insieme con quello del nostro veneratissimo Padre Don Bosco, pel qual tempo spero le giungerà questa mia. Il Cielo la conservi ancora moltissimi anni al bene della nostra Pia Società ed all'affetto de' suoi figli che tanto l'amano e l'ameranno sempre. Questo è il voto ardente che innalzo a Dio tutti i giorni, ma in particolare in questa solenne circostanza. Voglia il Signore esaudirlo per la potente intercessione di San Michele Arcangelo, suo glorioso Patrono.

Intanto son lieto di darle una consolante notizia, benchè può essere che le sia comunicata più diffusamente da altra penna migliore della mia. Ritorno or ora da Santa Cruz di Patagonia, dove sono stato in compagnia dell'amato nostro Superiore Mons. Fagnano per la benedizione ed inaugurazione della chiesa colà eretta.

La cerimonia.

La solenne cerimonia ebbe luogo il giorno 3 corrente, festa dell'Invenzione di Santa Croce, titolare della nuova chiesa e del paese omonimo. Fu una solennità veramente magnifica che rimarrà imperitura in quanti vi presero parte. Anche il Cielo parve si sia voluto associare ai festeggiamenti, poichè il giorno non poteva essere migliore, con un bellissimo sole, senza vento e senza freddo, cosa rarissima in quelle parti.

Si può dire, senza esagerazione, che tutto ilpaese vi prese parte senza eccezione di sorta, ricchi e poveri, autorità civili militari ed ecclesiastiche, tutti uniti e compatti, animati tutti dal più grande entusiasmo. Il sig. Sotto-Prefetto mandò parecchi marinai ad imbandierare la facciata della chiesa e il campanile; e verso le 10 del mattino Mons. Fagnano incominciò le cerimonie di rito, prescritte prima all'esterno e poi all'interno del tempio, fungendo da diacono il sottoscritto e da suddiacono D. Crema, Direttore del Collegio e Parroco di S. Cruz. La gente, schierata in bell'ordine dinnanzi la facciata, non appena finita la benedizione entrò a gara nella chiesa dove seguì la messa solenne celebrata dallo stesso Mons. Fagnano, accompagnata da note gregoriane eseguite da varii nostri confratelli, sedendo all'armonium il caro D. Fortunato Griffa, Parroco di Gallegos. Finita la Messa, Monsignore diresse ai circostanti un breve discorso felicitandosi col paese di S. Cruz perla bella sorte di avere finalmente una bella chiesa nella quale avrebbe tutta la comodità di ricevere i Santi Sacramenti e di assistere ai divini misteri tanto nei giorni feriali che festivi. Nel pomeriggio si cantò un solenne Te Deum e s'impartì la benedizione col SS. Sacramento.

Festa popolare.

Terminate le funzioni religiose, il paese volle commemorare la festa con una merenda campestre di vera fratellanza. In un momento si improvvisò un gran fuoco nel cortile della chiesa stessa, ove si fecero arrostire allo spiedo sei agnelli, regalati da due signori, mentre altri regalarono vino, pane, insalata, ecc. in abbondanza. Tutti ne ebbero a sazietà in mezzo alla più grande allegria.

Nel frattempo il sottoscritto, aiutato da altri confratelli, fece una piccola lotteria, gratuita, di oggetti sacri, immagini, medaglie, libretti, rosarii, ecc. Si scrisse il nome di tutti i presenti in altrettanti biglietti, e, messili in una borsa, si presero a sorteggiare man mano che si presentava il premio. Ogni vincitore era acclamato con frenesia. Scorsero così due ore di santa letizia, senza che si avesse a lamentare il minimo spiacevole incidente. Trovavansi in quel giorno ancorati nel porto due battelli a vapore: il Santa Croce e l'Araucania e i due equipaggi, compresi i capitani, anch'essi allegramente presero parte alla festa.

Forma del nuovo tempio.

La chiesa inaugurata è tutta in mattoni e cemento con fondamenta in pietre. I mattoni nella maggior parte vennero fabbricati dai nostri confratelli di S. Cruz con alla testa lo stesso parroco D. Crema; come anche i capitelli delle colonne interne che son di cemento e di stucco, vennero eseguiti dal nostro D. Giovanni Bernabè, il quale fece pure il disegno della chiesa e ne diresse i lavori. Il bel tempio, di stile romanico, ha una sola ma ampia nave interna con bell'abside, il soffitto a cassettoni, e tre altari. Il maggiore di questi è dedicato alla Santa Croce, l' altro al Sacro Cuore di Gesù, il terzo a Maria Ausiliatrice. I vetri delle finestre sono istoriati e rappresentano i principali nostri patroni. Al lato sinistro della facciata della chiesa s'innalza un bel campanile, con orologio e campane. L'interno del tempio misura più di 30 metri di lunghezza e circa 10 in larghezza. Sopra la porta havvi un'orchestra o cantoria, capace di 20o persone. L'insieme si presenta bene e fa onore al paese, ed all'architetto che lo ideò. Se n'era benedetta la prima pietra il 14 settembre del 19o8, festa dell'esaltazione di S. Croce, e il 3 maggio di quest'anno si è potuto inaugurare. Quei nostri confratelli hanno fatto veri prodigi di attività, e speriamo che il Signore verrà loro in aiuto per finire di pagare il residuo del debito, contratto per la costruzione della sua Santa Casa.

Mons. Fagnano è rimasto in Santa Cruz per gli esami finali dei nostri alunni ed alunne, per poi presiedere alla distribuzione dei premi; quindi passerà a Gallegos, dove farà altrettanto, e sarà di ritorno a Punta Arenas verso la fine del mese.

Qui noi ci prepariamo a celebrare nel miglior modo possibile la festa della nostra Celeste Patrona Maria Ausiliatrice, che sarà preceduta da una novena predicata. Il giorno 23, domenica, si celebrerà solennemente in Parrocchia, ed il 24 nella chiesina delle suore, essendo dedicata a Maria Ausiliatrice.

Finisco, rev.mo sig. D. Rua, raccomandandomi vivamente alle sue sante preghiere e domandandole una speciale benedizione per me e per tutte queste nostre missioni. Baciandole con affettuosa riconoscenza le mani, mi è grato ripetermi di V. S. Rev.ma

Umil.mo e obb.mo figlio in G. C.

Sac. MAGGIORINO BORGATELLO,

Missionario Salesiano.

Terre Magellaniche

Il battesimo di 54 Onas.

(Relazione del Missionario D. Giovanni Zenone al Prefetto Apostolico Mons. Gius. Fagnano).

Rio Grande (Terra del Fuoco), 31 dicembre 1908. REV.MO ED AMATISSIMO MONSIGNORE,

IL dolore che provammo nel veder le stragi fatte dalla morte fra i poveri Onas della Missione della Candelara al Capo Peña, venne alquanto mitigato dalle liete speranze concepite nell'escursione compiuta l'anno scorso a Rio del Fuoco e a Capo S. Agnese, giacché venticinque battesimi di fanciulli Onas coronarono le nostre fatiche, e quest'anno cinquantaquattro battesimi di Onas piccoli e grandicelli furono il consolante risultato di altre apostoliche escursioni. Apriamo dunque il cuore alla speranza e faccia il Signore che presto possa rifiorire la Missione della Candelara, o al Capo S. Paolo, o presso il Lago Fagnano, o in qualche altro punto conveniente.

Alla volta del Capo S. Paolo - Al Rio del Fuoco - Cordialità e buone disposizioni.

L'escursione spinta quest'anno fino al Capo S. Paolo durò 44 giorni. Partii il giorno 17 marzo, sacro a S. Patrizio, in compagnia del confratello Giacomo Dalmasso, con quattro cavalli, due da sella, due da soma. Passato il Rio Grande, prendemmo alloggio nella fattoria del sig. Menendez, donde il giorno dopo muovemmo alla volta del Rio del Fuoco, arrivandovi dopo una cavalcata di tre ore. Saluto le famiglie Bridges che mi concedono subito di alzare la nostra tenda nella loro campagna. Ed ecco gli indii accorrere e farcisi d'attorno in gran quantità domandando dolci e vestiti.

- Pazienza, pazienza! rispondo loro, per oggi accontentatevi di alcuni dolci, e poi avrete anche dei vestiti, quando battezzerò i piccoli ed avrò istruito allo stesso fine anche alcuni grandicelli.

La tenda sospesa a due alberi si stese a proteggere i bagagli; e mentre i cavalli tranquilli brucavano l'erba, un bel fuoco acceso davanti la tenda ci cosse la cena che ci parve più saporita del solito.

Le famiglie Bridges, composte di dieci persone, che da cinque mesi dimorano anch'esse sotto le tende, erano tuttora occupate nella fabbrica d'una nuova fattoria in Rio del Fuoco, che non sarà meno importante di quella che hanno in Habertón. Il capo di famiglia, sig. Leonard Bridges, invitommi a mensa per tutto il tempo della mia dimora e lo fece con tanta cordiale insistenza che accettai quantunque avrei preferito starmene nella tenda col confratello: perchè melior est buccella sicca cum gaudio, quam domus piena victimis cum jurgio. Come è buono il Signore che muove il cuore anche di questa gente protestante a ricevere con tanta carità il missionario cattolico, a fornirgli il nutrimento e a dargli agio di fare tutto il bene possibile a quegli indii, ai quali essa dà lavoro quando han voglia di lavorare!

Il sig. Lucas un giorno mi disse:

- Abbiam pensato di costrurre al più presto una bella cappelletta con un'acconcia dimora pel missionario, affinché possa più convenientemente celebrar messa, insegnare, battezzare e far scuola ai ragazzi. Io poi la condurrò anche ad

Habertón dove trovansi altri bambini da battezzare.

Come fu consolante per me questa notizia !

Rimanemmo in Rio del Fuoco tredici giorni. Al mattino di buon'ora celebrava la S. Messa nella tenda, alla quale più volte assistettero gli indii; alla festa cercava un luogo più acconcio e, radunati al suono della campanella indii e non indii, sotto l'azzurra vólta celeste incominciava il S. Sacrificio. La domenica 22 marzo celebrai nella casa in costruzione dei signori Bridges.

- Non potevasi meglio inaugurare la nostra fattoria - diceva uno di loro; nè mai avremmo sperato tanta fortuna!

Gesù, che abitò pel primo in quella casa, voglia regnare quanto prima anche nei cuori di quella buona gente.

Dopo colazione m'informai se ci fossero bambini da battezzare, e presto le acque redentrici caddero sopra dodici testoline. Ma v'eran pure nove grandicelli, dagli otto ai quindici anni e bisognava istruirli. Come fare? Radunatili attorno al fuoco che qua è sempre acceso, li faccio sedere sopra alcuni tronchi d'alberi, offro loro una tazza di mate e comincio la scuola, un po' in lingua ona, un po' in lingua spagnuola, nè solo ai nove catecumeni, ma anche ad altri che eran sempre presenti. Così feci tutti i giorni. Finita la scuola, andava a diporto coi ragazzi fino alla spiaggia o a visitare le tende; e talvolta mi recava a visitare ed assistere qualche ammalato.

Il giorno stabilito pel battesimo fu la domenica 29 marzo. Celebrata la S. Messa ecco i nove catecumeni, vestiti a festa, allineati con gioia davanti la nostra tenda. Gli altri indii, attentissimi, contemplavano ogni cerimonia quasi volessero scolpirsela in mente. Non le so descrivere, amato Monsignore, la gioia provata nel versare sopra quelle fronti l'acqua salutare, e nel vedere la santa allegria che traspariva dal volto di tutti quei nuovi figli di Dio e della Chiesa; non dimenticherò facilmente quel bel giorno! Distribuisco a tutti qualche regalo e tutti, contenti, mi chiedono quando li visiterò un'altra volta. Erano diciannove uomini, ventissette donne, ventun ragazzo e quindici fanciulle. Accomiatatomi e salutate le famiglie Bridges, il 30 marzo partimmo da Rio del Fuoco alla volta di Capo S. Agnese.

Stupendo panorama - Al Capo S. Agnese - Usi e costumi.

In due ore giungemmo a Viamonte. Di là ci si offerse un panorama stupendo. A levante l'Oceano Atlantico, interminabile, gettante verso noi le sue onde che si infrangevano spumeggianti fra innumerabili scogli dalle forme più varie; a sud-est il Capo S. Agnese protendentesi in mare, simile ad immane gigante ripiegato su se stesso ; a nord, lontan lontano, il capo Pena, dorato dai raggi solari; ad ovest le alte montagne frontali del Lago Fagnano; e accanto a noi molti spessi boschi, abitati da innumerabili uccelli e volpi fueghine, intersecati da sentieri coperti di erba verdeggiante. Scesi dal colle, trovammo una casupola abbandonata, costrutta in legno e zinco, con due stanze; quivi prendemmo dimora. Eravamo al sicuro dall'acqua, ma il vento mugolava per le fessure e pel pavimento e qualche volta fischiava così rabbioso che pareva volesse schiantar la casa e gettarci con essa in mare. Eppure sieno grazie a Dio che ci fe' trovare quella casupola, ove rimanemmo tranquilli per dieci giorni.

Al nostro arrivo gli indii uscirono dal bosco, attorniandoci e fissandoci con faccia curiosa. Erano 26 uomini, 17 donne, ì:7 ragazzi e 10 fanciulle. Battezzati otto bambini, principiai subito a preparare altri cinque grandicelli al S. Battesimo, che ricevettero la domenica di Passione, 5 aprile, dopo la S. Messa, presenti tutti gli altri indii e colla stessa solennità con cui si compì la cerimonia in Rio del Fuoco. Quel giorno i nuovi neofiti s'assisero a mensa con noi e fu una festa per tutti, giacchè a tutti si distribuirono dolci e vestiti.

Nei tre giorni seguenti, non potendo proseguire alla volta del Capo S. Paolo, perchè volevamo parlare al sig. Lucas Bridges che doveva arrivare, approfittai di quel tempo per continuare le istruzioni catechistiche ai neofiti ed anche agli altri indii.

Povera gente! vive di pesca e di caccia, in capanne fatte di pali infissi nel suolo in forma circolare ed uniti al disopra a foggia di cono. In mezzo ad esse arde sempre il fuoco ed il fumo non ha nessuna difficoltà per uscire, sia per la porta, che per le pareti, e per un'apertura del tetto. E attorno al fuoco c'è tutto: parlatorio, refettorio e dormitorio; cosicchè in fatto di pulizia lasciano molto a desiderare, nè conoscono utensili di sorta, perchè le dita sono le migliori forchette e le bragie scusano per loro le padelle e le pentole. Preso un pezzo di carne, lo gettano sopra qualche tizzone, e non appena è un po' abbrustolita all'esterno, lo levano dal fuoco e se ne cibano. Il pesce da essi vien posto nella cenere, e non appena è un po' riscaldato, è trangugiato con egual piacere, conce se fosse un manicaretto dei più prelibati. Si figuri, Monsignore, dopo tali pranzi, che belle mani e che belle bocche!... Alcuni lavorano pel sig. Bridges e questi scendono il sabato o la domenica alla fattoria di Rio del Fuoco per comprare col loro guadagno ciò che preferiscono.

L'8 aprile giunse il sig. Luca, il quale, appena preso assieme un po' di ristoro, dovette ripartir subito con alcuni indii a tagliar alberi nel bosco..

Al Capo S. Paolo - Scuola di catechismo Pasqua solenne !

Il 9 aprile partimmo noi pure da Viamonte alla volta del Capo S. Paolo, dove giungemmo dopo sei ore di galoppo. Là il panorama è ancor più incantevole che a S. Agnese. La spiaggia pur troppo è seminata di tavole, cassoni, botti infante ed altri rottami di bastimenti naufragati. Vedesi tuttora sporgere dalle onde l'albero d'un bastimento proveniente dall'Inghilterra e diretto a Valparaiso, carico di cemento, che naufragò lo scorso inverno. Erano 26 marinai, fortunatamente ne perirono solo due e gli altri giunsero alla Missione dove li ricoverammo, regalando a tutti una coperta di lana, fabbricata dalle indie. Il capitano, in una lettera che ci scrisse, non finiva di ringraziarcene cordialmente.

In S. Paolo trovammo 6 indii, 9 indie, 8 ragazzi e 10 fanciulle, che non stanno nelle possessioni del sig. Bridges. L'indomani, 10 aprile, celebrai alla loro presenza la S. Messa. Era la prima volta che celebrava al Capo S. Paolo. Che emozioni si provano in queste circostanze! Come vengono spontaneamente alla memoria le parole di Gesù: - Vi son altre pecorelle che appartengono al mio ovile e bisogna condurvele, affinchè esse formino un solo ovile sotto la guida dello stesso Pastore!... - Con qual tenerezza si alza la mano per benedire quelle povere anime!

Dimorammo in S. Paolo, sotto la tenda, tredici giorni; e battezzai nove bambini e ne preparai sei grandicelli istruendoli accanto il fuoco. Quando domandavo loro: - Chi è Gesù Cristo? - e essi in coro e con franchezza mi rispondevano -E il figlio di Dio fatto uomo! - oh mi pareva di provare una scossa elettrica in tutto il corpo; e volgendo lo sguardo a que' monti, a quelle valli, a quei boschi, a quei prati che forse non avevano mai udito proclamare questa grande e sublime verità, esclamavo con gioia: - Venga, venga presto anche in questo luogo il regno di Dio! Adveniat regnum tuum! - L'immagine del Sacro Cuore di Gesù sospesa ad un albero ci guardava e pareva ci benedicesse! Al fine della scuola insegnavo qualche lode che piaceva moltissimo, essendo per essi un canto tutto nuovo. Ovunque catechizzare e battezzare furono le mie occupazioni, mentre il confratello Dalmasso mi serviva la S. Messa, faceva da padrino, custodiva i cavalli e preparava un po' di pranzo e di cena.

Il 19 aprile, festa di Pasqua, si compì il battesimo dei sei catecumeni, che accorsi assieme cogli altri al suono della campanella, vestiti a nuovo, non capivano in sè per la gioia. Che bella pasqua fu quella!... Qual gioia è sempre pel missionario il poter dare nuovi figli alla Chiesa!

Anche a quegli indii distribuimmo vestiti, biancheria e tutte le provviste che ci rimanevano, cosicchè ne rimasero oltremodo contenti. Promettendo di tornare l'anno prossimo ci accomiatammo anche da loro il 21 aprile, ed arrivati a Viamonte vi rimanemmo fino al giorno 24 per ripetere a quegli indii gli insegnamenti appresi, e facemmo altrettanto in Rio del Fuoco ne' giorni 25, 26 e 27. Qui la mattina del 28, portando il numero dei battesimi a cinquanta, versai l'acqua salutare sopra la fronte d'un indio gravemente infermo, chiamato Giovanni Andarin; finchè rimessici in cammino, il 29 giungemmo alla fattoria Menendez ed il 3o alla nostra casa della Candelara.

Un'altra escursione - Occorrono vesti pei poveri Fueghini.

Questo è il racconto del viaggio di 44 giorni; ma non posso fare a meno di accennarle un'altra breve escursione fatta a Rio del Fuoco dal 21 al 24 novembre u. s., la quale non fu senza frutto, avendo potuto battezzare tre bambini. Inoltre avendo udito che ve n'era un altro, lontano di là circa tre ore di galoppo, ci mettemmo in marcia a quella volta arrivando verso l'una pomeridiana al toldo dell'indio Sikiol. Aspettammo fino alle 6 quando apparve finalmente un'india, la moglie del Sikiol che ritornava dalla spiaggia, dov'era andata a pescare e portava con sè una bambina di pochi mesi. Con gioia della madre tosto la battezzai.

Ma il sole tramontava e non v'era più tempo per ritornare a Rio del Fuoco: essendo gli stessi cavalli molto stanchi pel cammino faticoso, il confratello Dalmasso, improvvisò con rami, tende e corteccie, una poetica casupola, ove, dopo una cena non troppo sontuosa, ci coricammo. E presto incominciò a piovere, e noi dovemmo levarci e far fuoco aspettando il buon tempo. Grazie a Dio, verso le 8 il cielo si rassenerò, cosicchè potemmo porci in cammino ed arrivare di quello stesso giorno alla fattoria Menendez, ed il dì seguente alla Candelara.

Son dunque 54 i battezzati e 189 gli altri indii veduti in queste escursioni.

Gli oggetti e i vestiti distribuiti in gran parte erano stati comprati, ma in parte erano anche lavori delle indie della nostra Missione della Candelara.

Se i Cooperatori e le benemerite Cooperatrici ci mandassero biancheria e vestiti di qualunque genere, che bell'opera di carità essi farebbero per tanti poveri Fueghini !

Ecco, rev.mo Monsignore, il breve ragguaglio delle escursioni da me compiute quest'anno. Il Signore ci aiuti a ripeterle, affinchè i frutti abbiano ad aumentare e a divenir duraturi.

Preghi ella pure a questo fine e ci benedica.

Di V. S. Rev.ma, dev.mo Figlio in G. C.

Sac. GIOVANNI ZENONE.

In fascio.

GUALAQUIZA (Equatore). - Il missionario D. Gioacchino Spinelli scrive al sig. D. Rua: - « Abbiamo avuto la visita di molti fanciulli jivaros, pieni di buona volontà d'istruirsi vieppiù nella nostra Santa Religione che si fermarono con noi per più giorni. Giunsero anche fino al numero di quindici contemporaneamente. Son anche venuti a visitarci molti jivaros di Mendez e Macas, che ritornarono alle loro capanne pieni di soddisfazione e di gratitudine pel Missionario, facendo voti che stabiliamo al più presto una casa-missione fra loro. Ci aiuti, amatissimo Padre, ad aprire il più presto possibile almeno la residenza d'Indanza, donde facilmente potremo andare a Macas, centro di varie tribù selvagge....»

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella o se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'indulgenza Plenaria:

ogni mese:

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno ; 2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona morte ;

3) nel giorno in cui si radunino in conferenza;

dal 10 agosto al 12 settembre

1) il 15 agosto, Assunzione di Maria SS. ;

2) il 16 agosto, S. Rocco Confessore;

3) il 29 agosto, festa del S. Cuore di Maria; 4) l'8 settembre, Natività di Maria SS.;

5) il 12 settembre, festa del Nome di Maria.

Inoltre : ogni volta che essendo in grazia di Dio (senza bisogno di accostarsi ai SS. Sacramenti o di visita a qualche chiesa) reciteranno 5 Pater, Ave e Gloria Patri per il benessere della cristianità ed un altro Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, lucreranno tutte le indulgenze delle Stazioni di Roma, della Porziuncola, di Gerusalemme e di S. Giacomo di Compostella.

Tutte le indulgenze concesse ai Cooperatori sono applicabili alle Anime sante del Purgatorio; ma pel loro acquisto è richiesta la recita quotidiana di un Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice coll'invocazione: Sancte Francisce Salesi, ora pro nobis.

IL CULTO di Maria Ausiliatrice

Pellegrinaggio spirituale pel 24 corrente.

INVITIAMO i devoti di Maria SS. Ausiliatrice a pellegrinare in ispirito al Santuario di Valdocco il 24 corrente e ad unirsi alle nostre preghiere.

Oltre le intenzioni particolari dei nostri benefattori, nelle speciali funzioni che si celebreranno nel Santuario avremo anche quest'intenzione generale

Supplicheremo Maria SS. Ausiliatrice a tener lontani da ogni pericolo corporale e spirituale, durante il Periodo delle vacanze, i giovanetti dei nostri Istituti.

Echi della festa titolare

BALESTRATE (Palermo). - Il 30 maggio e il 6 giugno. - Il 30 maggio grande frequenza ai sacramenti, e numerose prime comunioni di fanciulle, che vennero infervorate all'atto sublime dalla parola calda ed efficace di quel rev.mo Arciprete. Il 7 giugno la festa venne incoronata con un'indovinata accademia musico-letteraria ad onore di Maria e con una bella gara catechistica.

BOLOGNA. - Il 9 giugno all'Istituto Salesiano. - Celebrò la messa della Comunione generale Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Giacomo Della Chiesa, veneratissimo Arcivescovo, il quale conferiva a nove giovanetti il Sacramento della Cresima, ed altri quindici ammetteva alla Prima Comunione, rivolgendo agli uni ed agli altri un affettuoso fervorino di circostanza.

Alle 10.30 messa solenne celebrata dal rev.mo dott. don Domenico Nardi, Parroco ai SS. Gregorio e Siro. La Schola Cantorum, eseguì magistralmente la premiata messa a due voci uguali del maestro Tassi. Dopo i vespri, il dott. D. Francesco Comastri, Parroco di S. Isaia, disse con facondia il panegirico su e Maria regina e Madre; » quindi si svolse pel cortile la processione con la statua della Vergine Ausiliatrice, in fine della quale Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Bacchi impartì la benedizione solenne.

BOVA MARINA. - Il 6 giugno nella Parrocchiale. - Tra olezzanti fiori e ceri copiosi nell'altare maggiore campeggiava il bel quadro della Vergine Taumaturga. Preparati già dai giorni antecedenti moltissimi si accostarono alla S. Comunione. Alla messa cantata eseguì scelta musica la Schola cantorum del Seminario. Verso sera, alle ore 18 vi fu una solenne processione, nella quale il simulacro della Vergine Ausiliatrice fu portato in trionfo per le vie della città accompagnato da un numero straordinario di fedeli. Tenne la prescritta conferenza ai Cooperatori ed alle Cooperatrici un nostro confratello, il quale seppe destare negli uditori vivo entusiasmo per le opere di D. Bosco.

CASTELLAMARE DI STABIA. - Il 23 maggio all'Istituto Salesiano. - Sincera pietà a tutte le sacre funzioni del giorno; a sera un riuscitissimo saggio ginnastico, dato dai convittori alla presenza dell'ecc.mo Vescovo diocesano, cui facevan corona i superiori dell'istituto, ed un'eletta schiera d'invitati.

CAVAGLIA' - Il 3 giugno nell'Istituto Ungherese. - Le sacre funzioni furono onorate dalla partecipazione del nostro venerato Superiore D., Rua. Egli stesso celebrò solennemente la santa messa, durante la quale il rev. D. Giacomo Chiarodo, Prevosto di Albiano, tessè ad un buon numero di cooperatori e cooperatrici salesiane, presenti coi giovani dell'istituto, un forbito discorso sulla materna protezione di Maria SS. Aiuto dei Cristiani. La sera, dopo i vespri solenni e la benedizione col SS. Sacramento impartita dal sig. Don Rua, si tenne un'accademia musico-letteraria, alla quale presero parte, insieme col venerato successore di D. Bosco, molti sacerdoti e cooperatori e cooperatrici salesiane, con a capo il sig. Conte Deodato Olivieri di Vernier che v'intervenne con una buona rappresentanza della sua Società Agricola cattolica con bandiera.

MILANO. - Il 9 giugno nella Chiesa di S. Maria Segreta. - V'intervennero tutti i giovanetti dell'Istituto Salesiano di Via Copernico e numerosi benefattori e benefattrici. Celebrò pontificalmente Monsignor Ronchetti, e la nostra Schola Cantorum eseguì una bellissima messa a 4 voci del Maestro Pagella. Infra Missam l'ottimo Direttore del Comitato Salesiano Milanese Mons. Balconi intrattenne l'uditorio sulla festa che con tanto solennità si celebrava: e « perchè il Venerabile D. Bosco, diceva egli, volle che la Vergine Ausiliatrice fosse la protettrice dei Salesiani e dei loro cooperatori? La Chiesa riconosce in Maria la protettrice, l'aiuto... e da essa, ripete la sua libertà contro ogni prepotenza. Quest'idea fu altamente fissa nel cuore di D. Bosco, che la volle fissa parimenti nel cuore de' figli e de' suoi benefattori. Egli vuole si preghi Maria per la libertà della Chiesa di Dio ». La solenne benedizione col SS. Sacramento pose fine alla simpatica festa, lasciando nel cuore di tutti le più soavi consolazioni.

PORTICI. - Il 3o maggio e il 13 giugno. - Il 30 maggio fu scelto per la chiusura del mese, durante il quale nel devoto popolo di quella contrada brillò la pietà e amore entusiasta che lo caratterizza, cosicché furono frequenti le SS. Comunioni, e numerosi fedeli si affollarono ogni sera attorno l'altare per ascoltare le salutari verità della fede e rendere a Maria, con l'abbondanza dei ceri e dei fiori materiali, celesti fiori di ossequi e di amore.

Il 13 giugno, in conformità al regolamento si tenne a S. Giorgio a Cremano, nella Chiesa Ottaiano, la conferenza ai Cooperatori. Il rev.mo Mons. Marano, Direttore Diocesano dei Cooperatori di Napoli, e tanto benemerito dell'azione Salesiana, tratteggiò la missione e la figura del Ven. D. Gio. Bosco e il bene che egli continua a fare in mezzo alla società colle sue istituzioni.

ROMA. - Il 24 maggio e il 6 giugno all'Istituto Maria Ausiliatrice. - Il 24 celebrò la messa della comunione, alla quale si accostarono le fanciulle interne ed esterne, Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giovanni Marenco, che più tardi compiva in quella mattinata anche la cerimonia della vestizione religiosa di quattro aspiranti dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Nel pomeriggio si svolse una splendida processione attraverso il vago giardinetto e attorno il cortile dell'Oratorio. La lunga sfilata delle Figlie di Maria bianco vestite, delle aspiranti e degli angioletti, coi proprii distintivi e stendardi, era preceduta dai bimbi dell'Asilo nel loro candido uniforme, e seguita dai giovanetti del piccolo Clero, da rev. Sacerdoti e da Sua Ecc. Mons. Marenco, che precedeva immediatamente il trono della Vergine. Dopo la benedizione, un delicato omaggio accademico a Monsignore e a sera l'accensione di alcuni fuochi artificiali raddoppiarono la santa letizia.

Il 6 giugno si tenne una solennissima accademia in onore di Maria SS.ma Ausiliatrice, presieduta da Sua Eminenza Rev.ma il Cardinal Vicario, da Sua Ecc. Mons. Valbonesi, dai rev.mi Mons. Vatasso e Mons. Zonghi, nonchè da un distinto e colto pubblico, fra cui si notavano le ecc.me Sorelle del S. Padre. Le oratoriane e le alunne inneggiarono alla Vergine con note d'autori classici e moderni e con la recita dì belle poesie, dialogi e componimenti d'occasione, Al termine Sua Eminenza si degnò rivolgere efficaci parole alle fanciulle, e a tutti i presenti benedisse in nome del Santo Padre.

SCHIO. - Il 24 maggio nell'Istituto Salesiano. - Fin dalla prima messa numerosi operai ed operaie gremirono letteralmente la Chiesa e si accostarono tutti al banchetto Eucaristico. La Conferenza fu detta dal prof. D. Francesco D. Agostini, con molta unzione ed efficacia. Alla sera, dopo il S. Rosario e il panegirico, impartì la benedizione il rev.mo Mons. Panciera: Anche durante il concerto, che si tenne dopo le funzioni tra immensa folla di popolo, la Chiesa fu sempre piena di devoti.

SIRACUSA. - Il 24 maggio nella Basilica di Santa Lucia fuori le mura. - Son omai 10 anni che per divozione della signorina Carmelina Gionfrida Mascari, quivi si festeggia la celeste Ausiliatrice. Anche quest'anno il giorno solenne fu preceduto da novena e grande fu il concorso dei devoti e la frequenza ai santi sacramenti. La messa solenne fu cantata dal Rettore della Chiesa, all'altare maggiore; donde il giorno dell'ottava la statua dell'Ausiliatrice venne riposta al suo altare ove il 24 di ogni mese riceve solenne tributo di preci.

SUSA. - Il 29 giugno, nell'antichissima chiesa di S. Francesco, recentemente restaurata e nuovamente officiata dai benemeriti PP. Conventuali, ebbe luogo, presieduta da Sua-Ecc. Rev.ma Mons. Carlo Marozio, la prescritta conferenza. Un coro di seminaristi eseguì con grazia alcuni mottetti liturgici e Mons. Vescovo impartì ai Cooperatori ed alle numerose Cooperatrici presenti la Trina Benedizione.

TRINO VERCELLESE. - Il 23 maggio nella chiesa del S. Cuore. - Da qualche tempo la divozione a Maria SS. Ausiliatrice va ognor più estendendosi fra i buoni Trinesi, i quali anche quest'anno diedero una bella dimostrazione di fede e di amore alla Vergine accorrendo per tutto il mese ad ascoltare la divina parola, e più numerosi ancora intervenendo alla festa.

In questa moltissime le sante comunioni; bella la messa cantata con vera maestria dai piccoli alunni dell'annesso istituto; imponente nel pomeriggio la splendida processione alla quale parteciparono le alunne dell'Oratorio femminile e tutte le Compagnie e Pie Associazioni e il Clero della città.

Quaranta Dame di Maria Ausiliatrice seguivano la statua, con numerose rappresentanze di Associazioni Cattoliche ed una folla sterminata di popolo devoto. La cerimonia ebbe termine coll'eucaristica benedizione impartita dal Prevosto Teol. D. Francesco Rosso.

- Delle feste celebratesi all'estero nel Prossimo numero.

GRAZIE E FAVORI

Viva Maria SS. Ausiliatrice *).

Erano appena pochi giorni che mi era levata da letto dopo non lieve infermità, che aveva esaurito il mio organismo già abbattuto da forti dolori morali, quando fui colpita da auto-intossicazione acuta, e bronco-polmonite doppia e con febbre altissima e costante da ridurmi in pochi giorni nella più deplorevole condizione, tanto che gli stessi medici curanti disperavano della mia guarigione. Fu allora che io, conscia della gravezza del mio stato, chiesi ed ottenni i conforti religiosi, e che lo zio Parroco, Cooperatore Salesiano, mi consigliò a rivolgermi alla Vergine SS. dal bel titolo di Aiuto dei Cristiani, che si venera in Torino, e all'uopo mi rimetteva uno dei Bollettini, da cui avrei appreso le continue guarigioni ottenute per la intercessione di così tenera Madre. Difatti infervorata e scossa nell'intimo del cuore, mi provai, benchè sfinita, a leggere quelle pagine. Finita la lettura, fui presa da un sonno profondo, che invano da moltissimo tempo invocava e dormii tranquillamente per più ore con grande sorpresa di tutti. Svegliatami, mi sentii molto sollevata fisicamente e moralmente. Incominciai allora una prima novena alla SS. Vergine Ausiliatrice, poi una seconda; ed ora con mia grande soddisfazione e quella ancora dei medici curanti, che non sanno persuadersene, non ho più febbre,, ho riacquistato le forze, ho appetito; in somma sono perfettamente guarita. Sieno rese pubbliche grazie alla potentissima Ausiliatrice. Invio un'offerta promessa pel culto del Santuario e per la celebrazione di una messa di ringraziamento all'altare della Vergine Benedetta.

Salerno, 20 maggio 1909.

CONCETTINA PETRONE.

Nelle foreste del Matto Grosso.

La bontà di Maria Ausiliatrice si manifesta anche nelle foreste del Matto Grosso ! Ai primi di marzo arrivò nella nostra colonia di Palmeiras Antonio Giuseppe Cardoso giovane di 21 anno, abitante in Monte Alegre fra le vicine foreste, dicendo che veniva per compiere una promessa a Maria Ausiliatrice per essere stato liberato da morte sicura. Erano sei mesi che stava ammalato di febbre: e in dicembre la febbre si era tanto ingagliardita, che per venti giorni non lo lasciò nè giorno nè notte ed egli passò tutto quel tempo quasi fuori dei sensi. Non potendo avere nessun soccorso medico, ed essendo la sua povera madre immersa nel dolore nel vedere il figlio con la morte vicina, ricorsero entrambi a Maria Ausiliatrice promettendo che, se fosse guarito, ci si sarebbe recato a lavorare alcuni giorni per la Missione ed avrebbe fatto celebrare tre messe, offerendo per elemosina altre giornate di lavoro, e in fine avrebbe fatto la sua prima comunione e pubblicato la grazia. Fu subito esaudito; e il sottoscritto attesta di aver veduto il giovane a Palmeiras allegro e contento compiere le sue promesse!

Cuyabà, 12 marzo 1909.

Sac. GIOVANNI BALZOLA

Missionario Salesiano.

Bra. - Il giorno 25 maggio u. s. mio figlio di dieci anni e mezzo, mentre si divertiva a salire sopra di un cancello ornato di ferri acuminati, si feriva in modo così grave, da far temere al dottore, che ne fosse rimasto offeso il polmone o la pleura. Oltre a ciò, essendo quel ferro irruginito ed impolverato, vi era pure a temere l'infezione. In quelle ore d'angoscia mi rivolsi a Maria Ausiliatrice e la pregai con tutto il fervore di cui il mio cuore era capace. Ed essa mi esaudì.

Quarantotto ore dopo, ogni pericolo era scomparso, e otto giorni dopo il fanciullo lasciava il letto, fasciato ancora ma in piena convalescenza. Ora è trascorso quasi un mese ; la ferita è completamente cicatrizzata ed io, piena di riconoscenza in Colei che mi fu sempre madre tanto potente, adempio il voto.

21 giugno 1909.

CESIRA BURDESE-BURDESE.

S. Giovanni Bianco. - Da tempo soffriva di forti nevralgie allo stomaco ; e le cure e i rimedi usati non mi giovavano a nulla, quando nel maggio scorso mi venne l'idea di apparecchiarmi alla festa di Maria Ausiliatrice con una fervorosa novena, pregandola della grazia di guarire dalla forte nevralgia che mi travagliava tutti i giorni, promettendo, a grazia ricevuta, di farla inserire nel Bollettino Salesiano. Durante la novena i dolori si fecero ancor più forti ; ma dal mattino 24 maggio io non sentii più nulla, ed ora sto.benissimo e rendo le più vive grazie e lodi a Maria SS. Ausiliatrice.

3 luglio 1909.

SONZOGNI ERMINIA ved. LAZZARINI.

Torino. - Mio marito cadde tanto gravemente malato da essere in fin di vita ; i dottori che l'avevano visitato, tutti lo dichiararono perduto. In tale triste frangente, disperata, non mi perdei di coraggio e di fede, feci voto alla Vergine Ausiliatrice, e la Madre santissima mi esaudì. In due o tre giorni mio marito fece tale repentino miglioramento che il dottor curante rimase stupito, ed ora sta benissimo, anzi meglio di prima. Sieno grazie a Maria.

Luglio 1909.

CASTAGNERI MARIA.

Sassari. - Salga ai piedi della gran Vergine l'inno della riconoscenza di una madre consolata!

Un giorno del luglio 1907 era occupata in faccende domestiche, e stavano intorno a me divertendosi allegramente i miei due carissimi bimbi ; quando non so come, Nino di 5 anni s'accosta alla finestra. e sportosi di troppo, perde l'equilibrio e precipita al basso, dall'altezza di sette metri. Che momento fu quello per me... Nell'angoscia suprema l'anima mia non ebbe che un'invocazione « Maria Ausiliatrice, salvatelo! » mentre esterefatta dal dolore, piangeva sul mio povero bimbo , trasportato sul letto quasi cadavere. Ventiquattro ore durò l'angosciosa alternativa di speranze e di timori , ma nella lotta tra la vita e la morte, trionfò la Madonna Ausiliatrice col ridonarmi il bimbo sano e salvo. Avrei avuto uno scrupolo se avessi taciuto più oltre la grazia di Maria Aiuto dei Cristiani.

24 maggio 1909.

MADDALENA CILLOCO PERRA.

Borgosesia (Novara). - Mia madre era rimasta muta in seguito ad insulto apoplettico. Disperata dalla scienza, la raccomandai di gran cuore alla Madonna di D. Bosco, perchè mi concedesse di riudire ancora la cara voce della mamma mia. La Vergine santissima non tardò ad esaudire le mie povere suppliche; ed ora la mia buona mamma con meraviglia di tutti, in particolare del medico curante, perfettamente guarita, si unisce a me, nel ringraziare colei che ben a ragione vien invocata col titolo benedetto di Ausiliatrice del popolo cristiano.

Anche per un altro favore rendo pubbliche grazie a Maria SS. Ausiliatrice.

31 maggio 1909.

BIANCHI GIUSEPPINA.

Pralormo (Torino) - Sii benedetta ora e sempre, o Vergine SS. Ausiliatrice, che ti degnasti di accogliere la preghiera d'una povera figliuola, che, perduta ogni umana speranza, si rivolse piena di fiducia a te, implorando la guarigione dalla madre sua! I medici ormai presagivano che una grave malattia d' orecchi m'avrebbe portata in breve alla tomba; ma la tua mano benefica si posò sopra di me e fui risanata. La tenue offerta votiva, che reco io stessa al tuo santuario in Torino, ti dica, o Vergine, la mia immensa gratitudine.

2o maggio 19o9.

BURZIO PAOLINA.

Milano. - Aveva la mamma aggravatissima; la mattina del 21 corrente scrissi a Valdocco, implorando preghiere, e cominciai una novena colle mie amiche. Chi il crederebbe? Fin da quella sera io era esaudita. La mamma subito prese a migliorare, uscendo di pericolo, e giunse in breve a perfetta guarigione. Immensamente straordinaria è la grazia concessami da Maria Ausiliatrice.

27 aprile 19o9.

M. M.

Quinzano d'Oglio. - Vedendomi costretta per un maligno tumore a subire un'operazione, cominciai una novena a Maria Ausiliatrice che terminai il 17 maggio, anniversario della sua incoronazione. La santa Vergine ascoltò le mie preghiere, poichè di quella sera , senza provare alcun ferro chirurgico, io era guarita. Mando un'offerta per una messa di ringraziamento.

22 maggio 1909.

ANGELINA VALOTTI.

Malta. - Nell'aprile dell'anno scorso mi trovava ammalata in conseguenza a febbre puerperale: e il medico curante , temeva che dovessi sottostare ad un'operazione piuttosto seria. Per evitarla, implorai l'aiuto della Madonna Ausiliatrice, e feci voto di donarle un braccialetto qualora mi evitasse l' operazione. Grazie a Dio, ella mi esaudì ed io piena di riconoscenza, trovandomi del tutto ristabilita, compio con somma riconoscenza il voto fatto.

5 maggio 1909.

GIUSEPPINA DE-CESARE nata GARRONI.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti:

A*) - Alassio (Genova): Morteo Geronimo ved. Navone - Alba: B. T. - Albino (Bergamo): Manganelli Cattina 5 - Aosta: N. N. 3, a mezzo del can. N. Nicco - Apecchio (Pesaro): Tocci Caterina 5 - Arcellasco (Como): Bosisio Carlo 5 - Arena Po (Pavia): Maria Beretta ved. Pandini 3 - Arona (Novara): Sartori Giovannina 1 - Arlesega (Padova): Storato Giovanni Maria 10 - Ayas (Torino): Quey Pierre Joseph 8 - id.: F. L. 15.

B) - Bagnatica (Bergamo): Ambrosini Luigi 3 - Bagnolo (Cuneo): Vigliano Lorenzo 2 - Baldissero di Chieri: Vergnano Francesco - Barcellona (Sicilia): Contessa Nicolaci Bonomo - Bellinzago Novarese: Brusati Luigia 10 - Berra Ferrarese: Giulia Pietropolli Bonora - Biauzzo di Codroipo (Udine): D. Pietro Daiussi 9 - Bologna: Giovannina Ferretti 5 - Bondo di Calzate (Bergamo): Poli Luigi fu Biagio per due grazie 5 - Bonorva (Sassari): Sac. Giovanni Pirastru 5 - Bonzino (Udine): Maria Bertolisio 10 - Borgomanero (Novara): Giuseppina Ambrosini 7 - Borgotaro (Parma): Bracchi Carmela 5 - Bossico (Bergamo): Andrea Bombelli - Bra (Cuneo): Cravera Caterina - Brivio (Como): Bonfanti Angela 5 - Buriasco : Bianco Domenico 5.

C) - Caltanisetta: Avv. Felice Cacciatore 5 - Camandana (Biella): B. A. 4.50 - Caneva di Sacile (Udine): Monfè Chiara 5 - Caresana (Vercelli): Rolandi Maria ved. Mascolino 6 - Carmagnola (Torino): Ponzio Margherita - Castagnole Piemonte: Prelato Caterina - id.: Roasio Caterina - Castelrosso: C. C.- id.: Blatto Rinaldo - id.: Lusso Giuseppe - id.: Lusso Antonio - Castiglione d'Ossola (Novara): P. P. 5 - Celle Enemondo (Alessandria): Morando Antonietta 6 - id.: Torchio Carlotta 3 - Cedegolo (Brescia): Bazzano Pietro fu Gerolamo 5 - Chatillon (Torino): Benseval Cesarina 4 - Chiavenna (Sondrio): P. Patrizia - Chioggia (Venezia): Basso Felice 10 - Chivasso: Ghione Clara Cicagna (Genova): Adelina Arata Queirolo 5 - Cinto Caomaggiore (Venezia): Del Rizzo Osvaldo io - Civita Castellana: Olda Celestina - Como: Gario Camilla 2.50 - id.: Sorelle Reina io - Conzano Monferrato (Alessandria): Scagliotti Maria 5 - Cotignola (Ravenna): Melandri Olimpia fu Lodovico - Cusino (Como): Curti D. Samuele.

D) - Dorno (Pavia): Maria Laboranti 5 - Dronero (Cuneo): Ferrero Lucia 3.

F) - Fagnano Olona (Milano): Boretti Giovanni 5 - Feisoglio (Cuneo): Morello Caterina e Natalina 10 - Feletto (Torino): Pagina Marianna 6 - Ferrara: D. Francesco De Agostini io, a nome della cooperatrice Calnilli Braghini - Fiume: Caute Giuseppe 20 - Fossano (Cuneo): Silvestro Caterina 15.

G) - Garbagna (Alessandria): Alvigini Maria Claudia 5 - Genola (Cuneo) Tallone Antonio - Genova: A. B. Giuseppe 5 - id.: N. N. 5 - Gerbo: di Fossano (Cuneo): Calvo Marianna io.

I) - Intra (Lago Maggiore): C. C. 20.

L) - Lanusei (Cagliari): Demuru Annetta 2 - id.: Demuru Caterina 2 - Lovaria (Udine): Doti Raimondo Marello a nome di pia persona - Lu Monferrato (Alessandria): Colli Giuseppina 2 - Lussello-Villadeati (Alessandria): Sac. Vietti Carlo 5 a nome di S. V.

M) - Macomer (Cagliari): Maria Sanna Fabis io - Marostica: Virgilio Chiminello i e a nome di Maria Zen ved. Chiminello 10 - Meda (Milano): N. N. 2 - Milano: F. Santina 2 - Mirabello Monferrato: Sisto Luigi - Modica Alta: Annetta Assenza 2 - Mombello Torinese: Giannasso Francesco ioo - Mombercelli (Alessandria): Vercelli Teresa 5 - Momperone (Alessandria): Figgini Rosina 5 - Moncalvo (Alessandria): Una graziata i - Mongrando (Novara) : Convoli Eulalia 2 - Monlecchio Maggiore (Vicenza) : Gaianigo Teresa 2 - Monteforte d'Alpone (Verona): Marcazzani Luigia S - Montevideo: Famiglia Linardi 5 - Monticello (Como): Carrera Valsecchi Luigia, 5 - Moriago (Treviso): Rassera Davide 5 - Mornese (Alessandria): D. Domenico Pestarino 5 - Mortara: G. A. - Murazzano (Cuneo): Drochi Domenica io, a mezzo di D. Francesco Pelleri.

N) - New York (S. U. N. A.): Giuseppe Ferrara 15 - Nove (Vicenza): Antonietta Paganini 5 - Novi Ligure (Alessandria): Bettini Fiorina 10.

O) - Offanengo (Crema): D. P. G. Parroco, a nome di Angelo Tirelli di Ottajano 5 - Omegna (Novara): T. Gemelli 5 - Ozieri (Sassari): F. Fadda.

P) - Padova: Carolina Palazzi 2 - Parco (Palermo) : Lucia Adele 2 - Pastorello (Parma): Ricciardi Teresa 15 - Pesaro: Anna Sassi 1.50 - Philade!phia: Giovannina Manera 20 - Pieve del Cairo: (Pavia): Corti Clelia 15 - Pinerolo (Torino): Scararda Giuseppe 1.50 - id.: Maria Marnetto - Piobbico (Pesaro): Paioncini Emirene 5 - Pontecasale (Padova): Bettino Turri io -Portici: Scognamiglio Giuseppe i i.5o - Pray (Novara): Felicita Tonella e Figlie 5 - Presezzo (Bergamo): Valsecchi Lucia, a nome di Angelo Rigamonti 2.

Q) - Quartino: Paolo Sargenti.

R) - Rimini: Luigi Ferri 10 - Rivera: D. G. Bera 5.

S) - Sacile (Udine): Raimondo Cao, 5 - Salsomaggiore (Parma): Maria Vallenzasca Sartori 5 - Saluzzo: Gramaglia Giacomo - Sarnano (Macerata): Carlo Calcagnoli 2.50 - Saronno (Milano): Virginia Coprani 14 - Sanfront (Cuneo) : Dolfetto Giacomo fu Enrico e Barra Anna- S. Marzano Oliveto (Alessandria): Pietro Piemonte 3 - S. Quirico (Genova): Maria Dellepiane 10 - id.: Travi Maria io - S. Salvatore Monferrato: Rola Giovanna nata Ottone - S. Anna dei Lavagni (Mondovì): Tealdi Gio. Battista - S. Vittoria d'A lba: Balderino Giacomo - Scaldasole (Pavia): Veneroni Giovanili 3 - Sedegliano (Udine): Brun Giuseppe 10 - Siracusa: L. C.

T) - Terranova di S. Marco Al. (Messina): Liotta Vittoria 29 -- Tigliole d'Asti: Cerrato Massimo e Maria - Tombolo (Padova): Beghetto Brunone io - Torino: Abrate Faustina - id.: Erminia Tarditi - id.: Rolle Maria - id.: Ines Gandolfo - id.: Teresa Nicola - id.: Giovanni Ogliara 2 - id.: L. M. - id.: Maria Perruchon 5 - id. Maria e Antonina Cane - id.: Gaetano Pasotti a nome di pia persona 5 - id.: Modesta Bobba Gianotti - id.: Vittorio Manzetti 5 - id.: Gerbaldo Giuseppe 2 - id.: Sandrone Michele - id.: G: G. - id.: Galetta Lionne Adele 5d - Torre degli Alberi (Pavia): Montagna Carlo 5.

U) - Urbana (Padova): Zanin Agostino 2.

V) - Valgatara di Valpolicella (Verona): Castellani Elisa Cappin 10 - Valsolda S. Mamete (Corno): R. S. 20 - Varallo Sesia (Novara): Massimo Mongini - Varazze (Genova): Francesca C. Pizzorno 2 - Varengo (Alessandria): Leonilda Cabiati in Gualino - Varzo (Novara): Maddalena Allasia 15 - Vezza d'Oglio: D. F. Morandini, Parroco - Vicenza: Una graziata 2 - Villasola di Cisano Bergamasco: D. Bono Imberti, parroco, 40 - Vimercate (Milano): Michelina Gallarati 46 - Voghera (Pavia): Teresa M. e G. 10 - id.: Albani Maria Bucchi 2.

Z) - Zavattarello (Pavia): D. Abramo T. io a nome di Colombo Metilde 5, Calatrone Pietro 1 ed altri di Trebecco.

X) - P. P. 1 - Bignolo Maddalena - F. M. 5 - Caterina Grossi in Guidani 3.

NB. - Delle relazioni anonime o firmate con sole iniziali (ancorchè pregati di pubblicazione per esteso) non facciamo che un semplice cenno nell'elenco del graziati.

Santuarìo dì Marìa Ausìlìatrìce TORINO

Ogni giorno, celebrazione di una santa messa esclusivamente secondo l'intenzione di tutti quelli che in qualunque modo e misura hanno concorso o concorreranno a beneficare il Santuario o l'annesso Oratorio Salesiano. Per qualsiasi corrispondenza in proposito, rivolgersi al Direttore dell'Oratorio S. Francesco di Sales - Via Cottolengo, 32 - Torino.

Per celebrazione di S. Messe e per novene o tridui di Benedizioni col SS. Sacramento, rivolgersi al Rettore del Santuario.

Ogni sabato, alle 7.30 speciali preghiere per gli associati all'Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice.

Dal 10 agosto al 10 settembre.

15 agosto - Assunzione di Maria SS. - Alle ore 6 ed alle 7.30 messa della comunione generale; alle 10 messa solenne; alle 16 vespro, discorso e benedizione.

24 agosto - Solenne commemorazione di Maria SS. Ausiliatrice - La devota funzione si compie alle ore 6, 7.30 e 19.3o.

3 settembre - Primo venerdì del mese, ad onore del SS. Cuore di Gesù : Esposizione del SS. Sacramento per tutto il giorno (dalle 6 del mattino alle 8 di sera).

8 settembre - Natività di Maria SS. - come il 15 agosto.

NB. - Nei mesi di agosto e settembre, nel pomeriggio dei giorni festivi vi è una sola funzione, alle ore 16.

NOTIZIE VARIE

cordiali rallegramenti.

IL Dott. D. Paolo Ubaldi, professore al Liceo Valsalice in Torino ha conseguito -- primo fra i Salesiani - la Libera Docenza in Letteratura Greca alla R. Università di Torino; - e il prof. D. Giacomo Mezzacasa, insegnante nel Corso Teologico di Foglizzo Canavese, ha ottenuto innanzi la Pontificia Commissione Biblica in Roma - primo fra gli Italiani e a pieni voti - la laurea di Dottore in Scienze Bibliche. Ai carissimi confratelli l'espressione sincera della nostra più viva esultanza.

A VAldocco.

La Festa di S. Luigi, tanto nel Santuario di Maria Ausiliatrice come nella chiesa interna di S. Francesco di Sales, rivestì lo splendore più devoto e solenne. Disse il panegirico nel Santuario il Sac. D. Luigi Olivares; e presiedè la processione degli alunni esterni Sua Ecc. Reverendissima Mons. Costanzo Castrale, Vescovo tit. di Gaza e Vicario Generale dell'Archidiocesi.

Quaranta artigiani la sera del 12 luglio u.s. alla presenza del rev.mo prof. D. Paolo Albera, s'impegnavano in una gara catechistica, la quale pel valore dei gareggianti si dovette continuare la sera seguente. Alla fine fu proclamato principe il giovane legatore Norlitre Giovanni, e quindi riuscirono primi nella classificazione i giovani Franza Giovanni calzolaio e Magnoni Antonio, tip. compositore. Tutti i gareggianti ebbero in premio una bella gita al Santuario di Superga.

Numerosi ex-Allievi dell'Oratorio, ecclesiastici e laici, nei giorni 15 e 18 luglio, convenivano a Valdocco per passare alcune ore coi loro antichi Superiori. Ambedue le riunioni furono improntate alla più schietta cordialità ed ebbero per frutto la definitiva costituzione della Federazione delle Società e Circoli di Ex-Allievi degli Istituti Salesiani, promossa dal Circolo « Giovanni Bosco ». Parecchi espressero, anche in cordialissimi versi, il loro perenne ed inalterato affetto al Successore di D. Bosco; il quale, ringraziando, si rallegrò con tutti per la splendida carriera recentemente raggiunta da vari exallievi degli Istituti Salesiani.

Fra le consuetudini introdotte dal venerabile D. Bosco nei suoi istituti v'è pur quella di condurre talvolta gli alunni - a titolo di svago, d'istruzione e di premio - a gite straordinarie, una delle quali annualmente si prolunga tutto un giorno. Si immagini come quest'ultima sia attesa, e se gli alunni pensino di rinunziarvi. È per questo che ci giunsero da molte parti belle relazioni di gite o-passeggiate scolastiche compiute dagli alunni dei nostri Istituti: e se dar conto di tutte non è possibile, non farne alcun cenno potrebbe sembrare scortesia.

Gli alunni del Collegio Civico di Fossano, ad esempio, si recarono a Busca; e a Busca, Tarantasca e Villafalletto, tanto dalle Autorità civili ed ecclesiastiche, quanto da egregi Cooperatori, riscossero indimenticabili prove di generosa benevolenza.

Quelli del Collegio S. Carlo di Borgo S. Martino si recavano ad Arona ove salutavano il loro Santo Patrono, e di là ad Intra, accolti allo sbarco da molti cooperatori e da tutti gli alunni dell'Istituto S. Luigi.

Gli alunni del Collegio Manfredini di Este, su carrozzoni elettrici messi a disposizione dal Municipio andavano a S. Elena e per treno proseguivano fino a Venezia, ove un vaporetto speciale li trasportava a visitare i monumenti principali della città, e quindi facevano una punta fino a Chioggia, ospiti dell'Istituto Salesiano.

Quelli del Collegio della Madonna di Loreto si spingevano a Sant'Elpidio, dove, accolti a festa dalla popolazione con a capo il can. D. Raffaele Moscoloni e tutto il Clero, ebbero anche nelle sale del Municipio, dal Sindaco in unione colla giunta ed alcuni consiglieri, le più gentili accoglienze.

Similmente gli alunni dell'Istituto S. Giuseppe di Macerata scendevano a Porto Recanati e di là salivano a Loreto, per visitare la Santa Casa, ricevuti con giubilo da quasi tutta la cittadinanza. Al pranzo, tenutosi nel Collegio della Madonna imbandierato a festa, prendevan parte molte notabilità del Clero e del Laicato, con a capo lo stesso Ecc.mo Vescovo Mons. Amedeo dei Conti Ranuzzi.

Quelli dell'Istituto dell'Immacolata di Firenze recavansi a Prato, ove da numeroso popolo, vari del Clero e dal Municipio, furono fatti segno a squisite attenzioni.

Gli alunni dell'Istituto di S. Francesco di Sales di Catania accompagnati , per felice incontro, anche dal rev.mo D. Paolo Albera Direttore Spirituale della nostra Pia Società, nonchè da vari illustri ammiratori (come il Prof. Casagrande, Preside della Facoltà di Lettere in quella R. Università, e l'avv. Santacroce) scendevano fino a Siracusa per visitare le memorie storiche di quella classica terra, sacra alla civiltà greco-romana e ai fasti gloriosi della chiesa primitiva.

I nostri alunni di Valdocco, studenti ed artigiani, si recavano al Santuario della Madonna dei Laghi di Avigliana, ove ascoltavano la S. Messa e in gran numero si accostavano alla S. Comunione; quindi salivano a Giaveno, ospiti di quel rev.mo Can. Prevosto nell'Oratorio festivo; e di là scendevano al Santuario della Madonna della Stella di Trana, donde su due treni speciali tornavano a Torino. Anche i giovanetti dell'Oratorio festivo, oltre 700, in unione ad altri 13o dell'Oratorio di Valsalice, si recavano alla tenuta dell'illustre senatore March. Medici, detta La Mandria, presso la Venaria Reale.

Ora in tutte queste gite, come in quelle compiutesi dagli altri nostri istituti, Autorità civili ed ecclesiastiche, nobili famiglie e zelanti Cooperatori e Cooperatrici andarono a gara per dimostrare la loro benevolenza ai nostri cari alunni; per cui a nome di questi e a nome nostro sentiamo il dovere di ripetere a tutti la più viva riconoscenza e i più sentiti e cordiali ringraziamenti.

In Italia.

ESTE - Al Collegio Civico - La domenica 20 giugno la Società Sportiva « In motu vita » inaugurò la sua bandiera. Compì la cerimonia religiosa Monsignor Giov. Battista Dal Ferro, abate mitrato di S. Tecla, che rivolse ai soci calde parole di augurio e d'incitamento all'unione ed all'azione. Seguì il vermouth d'onore, durante il quale parlò applauditissimo il cav. Pietro Tono, padrino della bandiera. Al pranzo sociale brindarono, tra il più vivo entusiasmo, Mons. Dai Ferro, il cav. Tono, il prof. D. Torretti e il Direttore del Convitto, che è pure assistente ecclesiastico della « in moto vita ».

Alla sera, alle ore 18, nel cortile del collegio, la bandiera compariva dinanzi a un gran pubblico accorso per una riuscitissima accademia. Disse poche parole d'introduzione il Direttore del Collegio: seguì il discorso riboccante d'entusiasmo del presidente della « In motu vita » : poi declamazioni, tutte inneggianti alla bandiera, intramezzate da canti e suoni che meritarono larghi applausi al maestro Charamel che istruì i cori e sopratutto al sig. C. Cortelazzo che riuscì a comporre un'orchestrina di ottimi artisti cittadini. Ma la parte più brillante e più ammirata furono gli esercizi ginnastici, esercizi di squadra, progressioni alle parallele ed alla sbarra, che raccolsero lunghi applausi. L'accademia ebbe termine con una felicissima improvvisazione del cav. Tono che, anche a nome del sindaco assente, portò il suo saluto pieno d'entusiasmo ai giovani che, all'ombra della bandiera di D. Bosco, vigorosi nel corpo e ardenti nell'anima crescono all'amore della religione e della patria. La giornata memoranda si chiuse coll'illuminazione del cortile e con fuochi d'artificio. A ricordo fu largamente diffusa un'elegante cartolina.

FERRARA - II Santo Padre si è degnato inviare uno stupendo calice d'argento alla cappella del Collegio Salesiano. Commossi di tal pegno di squisita paterna bontà, quei giovanetti, non contenti di aver subito telegrafato i loro più vivi ringraziamenti al Vicario di Gesù Cristo, vollero dedicata completamente alla preghiera per l' Augusto Pontefice la festa del S. Cuore di Gesù, nella quale il rev.mo Can. Mons. Andrea Baldi, nella cappella dell'Istituto, celebrava per la prima volta il S. Sacrificio col nuovo calice. Il prezioso dono sarà un dolce legame, che stringerà indissolubilmente quei giovani cuori al Vicario di Gesù Cristo.

PARMA - Distribuzione dei premi alla Scuola Vescovile di religione. - Il 17 giugno alla presenza di numerosi ecclesiastici, di autorità politiche e civili, di uno stuolo di ammiratori dell'opera e di un gran numero di famiglie di alunni della scuola, ebbe luogo nel salone grande dell'episcopio la solenne distribuzione dei premi, resa quest'anno molto più ricca da una elargizione di Sua Eccellenza Mons. Guido Conforti, cuius nomini nullum par elogium.

Il Direttore D. Lingueglia fece una succinta relazione sull'andamento della scuola, sulla frequenza degli studenti che vanno sempre aumentando, sulle materie svolte durante l'anno nei vari corsi, e infine proclamò l'esito del concorso annuale che la scuola è solita bandire fra gli studenti.

Fu classificatoto primo il sig. Facucci Roberto, il quale si ebbe il primo premio consistente in L. 8o in oro ; 2.° Rossi Cesare col premio di L. 6o in oro; 3.° Vaccari Enzo, Pioli Giovanni e Ghiraldi Gino, a pari merito col premio di L. 30 ciascuno; 4.° Speranza Carlo, Mandolesi Priamo, Raschi Pietro ed altri, tutti a pari merito con premi, per l'importo complessivo di L. 5oo.

L'esito del concorso non poteva essere più soddisfacente, ed il modo brillante ed insieme profondo con cui i premiati seppero svolgere gli argomenti proposti, oltre il loro ingegno, dimostrò anche la sodezza della dottrina appresa. Parlarono per gli universitari gli studenti Corini e Sofia (quest'ultimo premiato con premio fuori concorso), per quelli di liceo lo studente Bottiglieri e per quelli del ginnasio il giovane Barone. Il riuscitissimo trattenimento fu chiuso da Sua Eccellenza Mons. Arcivescovo-Vescovo con elevatissime paterne parole.

MILANO - La solennità della Conversione di S. Agostino fu celebrata con edificante pietà nella nuova chiesa dedicata al Santo d'Ippona. Confortante il numero dei fedeli accostatisi alla mensa eucaristica durante le tre prime messe ; e non meno confortante la folla che si accalcò sotto le vòlte del bel tempio alla messa solenne pontificata da Monsignor Montonati, provicario generale, con musica del Perosi, del Capocci, del Caudana, del Mitterer, eseguita inappuntabilmente dalla Schola cantorum dell'Istituto. Pronunciò il discorso Mons. V. Civati. Nel pomeriggio, prima dei vespri, giungeva all'annesso Istituto, tutto messo ad esultanza, Mons. Viganò, Superiore del Seminario delle Missioni estere ; che recatosi in chiesa rigenerava col santo battesimo il fanciullo israelita Mosè Cavanna, dodicenne, il quale in bianche vesti dava segni di irresistibile esultanza. Il vispo fanciullo fu tenuto al sacro fonte dal conte Antonio Dal Verme e dalla sua nobile consorte contessa Maria Dal Verme nata Cornaggia. Lo stesso Monsignor Viganò amministrò al caro fanciullo anche il sacramento della Cresima, fungendo da padrino uno degli amici più affezionati dei Salesiani di Milano, l'avv. Padovan. La cara funzione si chiuse fra l'esultanza comune colla benedizione del SS. Sacramento impartita dal medesimo Prelato.

- Alla presenza di Mons. Nakic, Vescovo di Spalato, di Mons. Balconi, di Mons. Locatelli e di altri cospicui personaggi, l'11 luglio u. s. ebbe luogo una riuscitissima gara catechistica fra gli alunni arti giani. Venne proclamato vincitore e principe della gara il giovanetto Mario Grassi, stampatore. Mons. Nakic e Mons. Balconi ebbero parole lusinghiere per tutti i gareggianti e fecero voti che con la sicurezza mnemonica del catechismo, i giovanetti conservino profonda la convinzione delle dottrine studiate e constante l'amore al bene che da esse, come da vivida sorgente, deriva.

ROMA - La solennità titolare del Tempio del Sacro Cuore di Gesù al Castro Pretorio, svoltasi il 18 giugno con pompa superiore a quella degli anni scorsi, riuscì assai decorosa per la devota partecipazione del numeroso popolo accorso per lucrare l'indulgenza plenaria toties quoties dai primi vespri al tramonto della festa. La Comunione fu interminabile e ciò fu certo l'omaggio più gradito a quel Cuore, il quale null'altro desidera che l'effusione dei cuori nostri nel suo. Eminentissimi ed eccellentissimi prelati accrebbero spleudore e decoro alle S. Funzioni, cioè le LL. EE. i Cardinali Cassetta, Gennari e Sanminiatelli e gli Eccellentissimi Monsignor Morganti, Arciv. di Ravenna, e Mons. Marenco, Vescovo di Massa Carrara.

S. PIER D'ARENA - In onore di Mons. Marenco - Nel pomeriggio dell'8 luglio, nel teatrino interno dell'Ospizio di S. Vincenzo, si tenne una solenne accademia in devoto omaggio al nuovo Vescovo di Massa Carrara Mons. Giovanni Marenco, già Direttore dell'Istituto. Nel vasto salone addobbato a festa con piante ornamentali e ricchi festoni, facevano corona al nuovo Vescovo molti ecclesiastici e spiccate notabilità di Genova e S. Pier d' Arena.

Il programma, attraentissimo, venne svolto magistralmente. Agli omaggi, agli auguri, rispose con franca e. simpatica parola Mons. Marenco, che ringraziò col cuore perché vedeva che ogni cosa era stata preparata dal cuore. L'Ispettore D. Tommaso Laureri presentò al nuovo Vescovo vari doni preziosi, tra cui un Lavabo d'argento cesellato, dono degli Antichi Allievi; una stupenda Palmatoria pure d'argento cesellato, dono collettivo delle Case Salesiane ciell'Ispettoria Ligure; una stola ricchissima, dono della Casa di Sampierdarena; un rocchetto, dono e opera delle Suore di Maria Ausiliatrice; ed un bel Canone, dono dei due oratori festivi, maschile e femminile, della Parrocchia.

S. BENIGNO CANAVESE - Saggio ginnastico e gara catechistica - La domenica 27 giugno nei cortile delle Scuole Professionali Salesiane il Circolo sportivo « Re Arduino », presente buon numero di signori e signore del paese, eseguì un variato e brillantissimo trattenimento ginnico-musicale. 11 giorno 29 poi, festa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, un bel nucleo di allievi tenne una riuscitissima gara catechistica : presiédeva il rev.mo D. Rinaldi, prefetto generale della nostra Pia Società ; e fu proclamato principe il giovane Franco Sebastiani. E certo degno di elogio l'indirizzo di queste Scuole Professionali, ove, mentre vengono seriamente educati all'apprendimento di un'arte, son pure socialmente preparati alla vita circa trecento giovani.

All' Estero.

ALESSANDRIA D'EGITTO - Da una corrispondenza al Cittadino di Genova, pubblicata nel numero del 6 luglio, rileviamo

« Spesso il locale Istituto Don Bosco è allietato da bellissimi avvenimenti. L'altra domenica i giovani interni, oltre 250, per dimostrare il loro grado di educazione ed istruzione, diedero una rappresentazione drammatica. Il cortile era ridotto ad un delizioso giardino tutto ridente di verde e di fiori. Sul palcoscenico spiccava lo stemma della Pia Società Salesiana sormontato dalla bandiera tricolore nazionale, avente ai lati la bandiera papale e la kediviale. Era un colpo di scena oltremodo attraente e gradito, anche per l'occhio abituato alle fantasie di questo magico oriente. Alle 4,30 lo squillo di tromba dava l'annunzio dell'arrivo del Console generale d'Italia, cav. uff. Camicia, il quale, tra gli evviva ed il concento della marcia reale, seguito da notabilità della colonia, prendeva posto nella prima fila tra il direttore dell'Istituto ed il barone Guerra, direttore del Banco di Roma.

» Dopo un patriottico saluto al Console, i giovani diedero principio alla rappresentazione del dramma: Il Conte di S. Germano. Durante il primo atto sopraggiunse pure S. E. il Vice-governatore del Dipartimento, accolto al suono dell'inno kediviale; ed a lui pure fu letto un devoto indirizzo in arabo. Il dramma, intercalato negli entre-actes da marcie e canti, riscosse meritati applausi per la buona riuscita. In complesso fu una di quelle serate che lasciano nel cuore un desiderio indefinibile di bene e una grande poesia di ricordi. Il Console, il ViceGovernatore ed altri notabili ebbero parole di alto encomio pel direttore e pel corpo insegnante che così saggiamente sanno educare, con moderni sistemi, la nostra gioventù. »

BETLEMME - All'Orfanotrofio Cattolico - Il 5 aprile giunsero a Betlemme i pellegrini tedeschi diretti dal loro Comitato Nazionale « Pro Palestina ». Nell'itinerario avevano segnato una visita anche al nostro Orfanotrofio, ove accolti al suono del loro inno, vi giunsero in corpo verso le undici del mattino. Impressionati dal numero di giovanetti che vi trovarono raccolti, si interessarono vivamente dei lavori degli orfanelli e in ogni laboratorio avrebbero voluto comperare qualche cosa. In quello degli scultori trovarono alcuni piccoli ricordi, come crocette e presepii ; però non ve n'era per tutti. Ma la carità, sempre industre, suggerì il modo di rendere possibile a tutti un'offerta. Con un'idea, non meno geniale, che affettuosa, il presidente radunò quanti oggetti potè e proclamò senz'altro una lotteria, che procurò all'Orfanotrofio una generosa colletta. Benedica Gesù Bambino la vostra generosità, o valorosi e pii cattolici di Germania!

S. TECLA (Salvador) - Nel Collegio Salesiano - Il 23 ebbe luogo un convegno di ex-allievi di quel fiorente Istituto. Quaranta furono gli intervenuti, accorsi dalla capitale e da vari dipartimenti. L'agape fu allietata dall'intervento dei principali signori della città. Al levar delle mense presero la parola fra scroscianti applausi l'avv. Salvatore Flamenco ex-Sindaco della città e il prof. Michele Fortin inneggiando il primo « alla Ispiratrice e Patrona delle Opere Salesiane Maria SS. Ausiliatrice », il secondo « all'Apostolo della gioventù » il nostro Venerabile padre D. Bosco, ripromettendosi entrambi felicissimi frutti alla società da quegli ex-allievi che pochi anni prima avevano essi stessi veduto accorrere alla scuola dei figli di D. Bosco. Risposero gli ex-allievi baccellieri Oliverio Valle e Pietro Nuila, ringraziando. Seguì un'animatissima adunanza nella quale, venendo alla nomina del Consiglio Direttivo della nuova associazione, fu proclamato Presidente Onorario l'Ispettore delle Case Salesiane del Centro America, Don Giuseppe Misieri e Presidente effettivo il sig. Giuseppe A. Prado. Venne pure eletta un' apposita Commissione per la discussione del Regolamento dell'Associazione. Il convegno non poteva essere improntato a maggiore cordialità e ricco di più viva esultanza.

NECROLOGIO

Il Teol. Giov. B. Artuffo.

IL 19 maggio, vigilia della festa dell'Ascensione, si spegneva all'Ospedale Mauriziano di Torino una carissima e preziosa esistenza, il teol. cav. Giovanni Battista Artuffo.

Nato nel 1850 in Torino, fece i primi studi nell'Oratorio in Valdocco, poi entrò in seminario. Ordinato sacerdote si consacrò al ministero e a molteplici operè di beneficenza con zelo di apostolo e cuore di padre. E l'opera principale a cui consacrò tutta la sua meravigliosa attività fu quella dei « Sordomuti poveri » a raccogliere i quali fino in numero di 16o coadiuvò dapprima il venerando don Prinotti, e poi al medesimo successe, dirigendone dopo la morte l'Istituto alla Barriera di Francia. Fu quello il campo più faticoso e insieme più proficuo del suo apostolato, ed è fra quelle mura che resterà maggiormente in benedizione il suo nome.

Ma neppur noi lo dimenticheremo. L'anno scorso il caro teologo leggeva il discorso, a nome dei suoi antichi condiscepoli, nell'Oratorio nostro il 24 giugno; e quest'anno non è più! Iddio ascolti le nostre preghiere e gli conceda il premio dei giusti.

Caterina ved. Bortolotti nata Dallapè.

È spirata in Trento la mattina della vigilia di Maria Ausiliatrice nell'età di 85 anni. Anima eletta, piissima, spese tutta la vita in opere di beneficenza; e anche di quei nostri Confratelli fu tenerissima madre. Non manchino i buoni Cooperatori e le pie Cooperatrici di unirsi a noi nel suffragarne l'anima benedetta.

S. E. Mons. Gius. Aldanesi.

Già Vescovo di Cagli e Pergola, moriva confortato dalla Benedizione Apostolica il 16 maggio u. s. a Corneto Tarquinia, sua patria, ove per malferma salute aveva ottenuto di ritirarsi, col titolo di Vescovo di Dionisiade. Pio, dotto e zelante, pubblicò due bei volani di discorsi nel 1887 dalla nostra Tipografia di Torino. All'antico ed affezionato Cooperatore un devoto suffragio.

Il P. Giuseppe Tassoni dell'Oratorio di Vicenza.

Degno figlio di S. Filippo, volò al cielo l'8 maggio u. s., lasciando il più dolce profumo di virtù. Scrittore facile e popolare pubblicò vari fascicoli nelle Letture Cattoliche; poichè, cooperatore zelante, amò sinceramente il Venerabile D. Bosco, di cui conservava la più cara memoria. Nell'inverno u. s. aveva superato una grave malattia, in modo da riprendere la sua vita di apostolo; ma il male riapparve d'un tratto e lo condusse in pochi giorni al sepolcro. Una prece per l'anima sua benedetta!

Il Con. Giacomo Daniel Arciprete di San Salvatore a Dinan.

passò quasi improvvisamente all'eternità il 2 luglio u. s. Tempra di apostolo, pio, dotto, caritatevole, instancabile, seminò la sua vita di opere buone. Conobbe ed amò D. Bosco e cooperò efficacemente all'apertura della Casa Salesiana di Dinan. I suoi funerali riuscirono un'apoteosi delle sue virtù; e noi pure sentiamo il dovere di manifestare tutta la nostra riconoscenza al virtuoso estinto raccomandandolo a particolari suffragi.

S. E. Mons. Pietro Monti Arcivescovo tit. di Antiochia.

Confortato dai SS. Sacramenti e da una speciale benedizione del S. Padre, si addormentò nel Signore il 23 giugno u. s. in Genzano di Roma. Non contava che 56 anni. Delegato Apostolico al Chilì, dovette tornare in Italia per la scossa salute. Ricordiamo ancora la profonda impressione che ci fece il vederlo già sofferente quando, nella sua viva pietà, l'anno scorso egli pellegrinò al Santuario di Lourdes. Chinando il capo dinanzi ai divini decreti, e ricordando le mille prove di benevolenza date all'Opera Salesiana dall'insigne Prelato, deponiamo commossi sulla sua tomba una prece fervente.

Il Cav. G. B. Conte.

Questo insigne benefattore delle Opere Salesiane rendeva la sua bell'anima a Dio il 2 luglio nella città di Sestri Ponente. S'incontrò con D. Bosco in Sampierdarena nel 1874; il conoscerlo ed affezionarglisi cordialmente fu una cosa sola. Si stimava fortunato, se gli era dato di trattenersi per poco in compagnia del Venerabile Servo di Dio. Spesse volte fece il viaggio fino a Torino per parlargli e riceverne consigli e conforto. Dopo la morte di D. Bosco il Cav. Conte continuò le sue intime relazioni col venerato di lui Successore D. Rua, a cui professava pure la più profonda stima e venerazione.

Uomo di fede antica e di generosi sentimenti comprese subito quanto bene avrebbero fatto i Salesiani a Sampierdarena, perciò cooperò largamente nel 1875 all'ampliazione del loro istituto, ed all'abbellimento della chiesa di San Gaetano, e non cessò di venir loro in aiuto ogni volta che ricorsero alla sua carità. Memori di cosi segnalati benefizi, i Salesiani prendono vivissima parte al lutto della sua famiglia ed innalzano fervide preghiere al trono di Dio pel riposo dell'anima sua. Nè paghi di ciò raccomandano caldamente a tutti i Cooperatori di unirsi con loro nel pregar in suffragio del compianto loro benefattore.

S. E. Mons. Paolo Barone Arcivescovo di Siena.

IL 2o maggio, il di stesso che doveva far l'ingresso solenne nella sua nuova diocesi, passò all'eternità; e i nuovi figli del suo cuore di apostolo, fra i quali manifestò il desiderio di essere sepolto, con pompa commovente ne accompagnarono la salma all'estrema dimora. Pei molteplici pegni di affetto che diede all'opera di D. Bosco il Presule compianto, specie nei dieci anni che fu Vescovo di Casal Monferrato, noi chiediamo per lui, buono, generoso, intraprendente, una prece affettuosa.

Signori Angela Figueroa e Gustavo de Lozano.

A breve distanza, ambedue questi nobilissimi coniugi sono passati all'eternità. A loro, cioè alla loro generosa carità e alla profonda ammirazione che nutrivano per D. Bosco, devesi l'impianto e lo sviluppo della Casa Salesiana nella Capitale del Salvador, nel Centro America.

All'Ecc.mo Presidente di quella Repubblica e a tutti gli altri parenti dei due virtuosi estinti le condoglianze più vive e l'assicurazione di particolari suffragi.

Damigella Carmen Esteves.

UN'ALTRA dolorosa perdita ha fatto la Pia Unione nel Salvador colla morte di questa piissima signora. Presidente del Comitato delle Dame Patronesse dell'Istituto Salesiano di S. Tecla, spiegò costantemente uno zelo ammirabile, congiunto ad una bontà così soave, che parve a tutti un angelo vero di carità. Doni Iddio all'anima elettissima la gloria dei Santi e susciti chi ne segua le orme gloriose!