BS 1900s|1901|Bollettino Salesiano Settembre 1901

BOLLETTINO SALESIANO

ANNO XXV - N. 9.   Esce una volta al mese.   SETTEMBRE 1901

SOMMARIO - Il Cardinale Richelmy al Bollettino Salesiano .. pag. 237

Nel XXV anniversario dalla fondazione del Bollettino . 238 Salviamo la fede nelle scuole . . . . 242 Il Rappresentante del Successore di D. Bosco in America . 245 Cronaca del movimento Salesiano - Repubblica Argentina: (Buenos Aires, Bernal)- Brasile: (Nictheroy, Cachoeira do Campo) - Venezuela: (Valencia) - Egitto: Alessandria)- Palestina: (Betlemme, Nazaret)- Spagna: Sarrià-Barcellona)- Equatore: (Cuenca) - Italia: (Sassi Torinese, Torino, Castelnuovo d'Asti, Possano, Gualdo Tadino, Messina, Vizzini) - Svizzera: (Muri, Briga) . 248 Cronaca spicciola importantissima pei genitori: - AlesS. e. il cardinal Richelmy, Arcivescovo dì Torino Alessandria d'Egitto - Conegliano Veneto - Orvieto - Ferrara - Loreto - Castelnuovo d'Asti - Chieri - Sondrio - Cicagna - Mogliano Veneto - Cuorgnè - Verona - Catania - Rapallo - Tigliole d'Asti - Falicetto di Verzuolo - Castellamare - Torino - Faenza 258

Missioni - Nella valle del Neuquen - IN FASCIO: Rawson - Cachoeira do Campo - Repubblica S. Salvador - Puntarenas    261

Grazie di Maria Ausiliatrice    265

Rivista bibliografica    267

Cooperatori defunti .   . 268

Illustrazioni. pag. 239, 241, 244, 249, 251,253, 255,262,263, 264

Il Cardinale Richelmy al Bollettino Salesiano

NELLA lieta ricorrenza del 25° anniversario dalla fondazione del nostro Bollettino, S. E. il Card. Richelmy, nostro veneratissimo Arcivescovo, degnossi onorarci e confortarci di preziosissima sua lettera autografa che, commossi, pubblichiamo, umiliando a S. E. i nostri meschini ringraziamenti ed ossequi per sì grande favore.

Torino, 20 agosto 1901.

M .° Reverendo Signore,

Tra i molti giubilei, che la generazione presente va moltiplicando con molta facilità e con tanto slancio, ben degno di essere ricordato con plauso è il Giubileo della pubblicazione, cui, da 25 anni appunto, cotesta Pia Società intende con sapienza e con affetto.

Il Bollettino Salesiano occupa senza fallo un posto cospicuo fra le scritture periodiche non del 50 Piemonte soltanto o dell'Italia, ma del mondo intero. Il Bollettino Salesiano è opera degna dei figli del grande don Bosco; e nello zelare la sua diffusione i discepoli di un tanto maestro rispondono nobilmente alla santità della loro vocazione, e si rendono altamente benemeriti della letteratura, dell'arte, della civiltà, dell'istruzione, e, quello che più è, della educazione religiosa del popolo.

Siano adunque benedetti i buoni Salesiani, e fra essi in modo speciale i cari Missionari, che tanto ne confortano e ne allietano colle loro accurate relazioni, colle edificanti loro lettere. Alla P. S. ed a tutti i suoi Cooperatori doni il Sommo ,iridio bella e copiosa mercede.

E il presente Giubileo sia arra di nuovi favori, e come preludio di quella gioia più viva e più perfetta, che gusteranno i Cattolici nei giorni, che speriamo vicini, del pieno trionfo della Causa di Gesù Cristo. Vostra Signoria mi tenga ricordato nelle sue orazioni, e mi creda

Suo devotissimo in G. C.

+ AGOSTINO, Card. Arcivescovo.

Nel XXV Anniversario dalla fondazione del Bollettino Salesiano

Coi sensi più giocondi del nostro cuore salutiamo questo mese di settembre che ci ricorda come 25 anni fa la nostra Pia Società giovane ancora di esperienza e debole più ancora di forze, metteva mano ad una nuova impresa. Avevamo in quei tempi ancora D. Bosco con noi che, con i suoi savi consigli e con i lumi a lui inspirati dal cielo, ci guidava nell'arduo e faticoso, arringo e ci spingeva a lavorare con lena, augurandoci i frutti più lieti ed abbondanti.

Ci par ieri, eppure sono passati 25 anni ! Ci par ieri che noi timidi ed incerti guardavamo pauroso l'avvenire... Ma D. Bosco, tranquillo e sereno, dopo aver meditato con Dio, ci raccolse d'attorno a sè e con quelle parole che il Signore gli soleva mettere sul labbro nelle più solenni occasioni, ci diceva : - I nostri Cooperatori sono già molti, ma cresceranno ancora più in avvenire ; perchè Dio ha benedetto l'opera sua che ci volle affidare. Ho pensato e ripensato al modo di unire meglio a noi queste varie forze disperse pel mondo : ho pregato Maria Ausiliatrice che volesse Ella medesima suggerirci i mezzi perchè l'opera delle sue mani riportasse i benefizi ch'Ella desiderava, e credo che una pubblicazione periodica indirizzata ai nostri Cooperatori, sarà quel filo d'oro che terrà uniti tutti i cuori a sostenere la santa causa della gloria di Dio e della salute delle anime, ed a moltiplicarne sempre meglio i salutari effetti - Noi ascoltavamo, però senza molta confidenza, queste parole del Padre perchè ci parevano troppo promettenti e superiori alle nostre umili previsioni. Allora egli riprese con quella parola che vinceva ogni cuore più restio : - Vedrete, miei figli, anche qui l'opera del Signore - Il più resistere ci parve opposizione alla volontà di Dio e ci siamo sobbarcati con animo a questa nuova fatica, dicendo a Lui, come al Signore disse un giorno S. Pietro : - Nella vostra parola non tralasceremo di dar mano all'impresa.

Fin dalle prime non si intendeva di fare un gran che, ma solo di pubblicare le cose che i soci ed i loro direttori giudicassero di proporre per il bene generale e particolare degli associati cui sarebbero seguite le norme pratiche pei Cooperatori. Si aveva in quei tempi in mano la pubblicazione del Bibliofilo Cattolico, che usciva da qualche anno in servigio della nostra tipografia e libreria di Torino, e questo nel settembre del 1877, comparve coll'aggiunta di Bollettino Salesiano. Dapprima fu ben piccola cosa. Erano quattro paginette che dopo aver dato alcune relazioni di nuove pubblicazioni, portavano notizie di nostri Missionari d'America... E D. Bosco continuava a dirci : - Voi non sapete ancora come quest'opera è voluta da Dio, e quanto bene deve produrre in mezzo alle nostre popolazioni... - Ed ora che noi vediamo come obbediente l'avvenir rispose alle sue previsioni e che scomparso il Bibliofilo restò solo il Bollettino, e rapidamente diffondendosi per tutta l'Italia, penetrando in ogni piccola parte della nostra penisola, dalle Alpi a Sicilia, e poi tradotto in francese prima e quindi nello spagnuolo, poi in inglese, tedesco, polacco ed ungherese, e ne constatiamo i salutari effetti, dobbiamo dire che il buon Padre nell'incominciare questa pubblicazione era stato fuor di dubbio inspirato da lumi superiori.

Scopo primitivo di questa pubblicazione era di occuparci puramente delle cose della nostra società ma, dopo aver narrata nel primo e secondo anno le notizie del nostro Oratorio e fatta la presentazione di quanto si proponeva la Pia Unione dei Cooperatori, il nostro Bollettino, come esperto ed abile stratega, volse anche l'occhio alle cose che riguardavano il bene della civile società.

In quell'anno stesso era venuto a Torino da Buenos Aires l'Arcivescovo e vari altri Prelati a fine di parlare con D. Bosco e stabilire con lui i necessari accordi sui mezzi necessari onde effetuare più presto ed efficacemente la grandiosa opera di far penetrare, cioè, ed inoltrare i Salesiani nelle regioni dei Pampas e della Patagonia. Il Papa Pio IX, allora gloriosamente regnante e nostro insigue benefattore, encomiò l'opera e la benedisse augurandosene i migliori vantaggi. E veramente da quel giorno il nostro Bollettino entrò coraggiosamente nel campo a combattere per la santa causa della religione e della civiltà. Ma prima tra noi ove la lotta si faceva più e più grave, ostinata e feroce. Erano giorni assai gravi ; la religione era presa ferocemente di mira dai settari che non la perdonavano a nessun mezzo pur di farle onta e danno. Ed il nostro Bollettino, umile in tanta gloria, alla scuola di D. Bosco, pubblicava con piacere la parola veneranda del Papa, ne difendeva la causa presso il popolo attorniato dai malevoli, che lo rappresentavano come il nemico del nostro Paese, e diceva a tutti: - salviamo la religione, ascoltiamo il Papa ! Miriamo a far regnare nel mondo l'equità e la giustizia, la concordia e la pace. Se incontrassimo qualche nemico sul nostro cammino, non ci sgomenteremo. Stiamo uniti di mente, di cuore e di operazioni, e tiriamo avanti impavidi, imperocchè si Deus pro nobis, quis contra nos ? Chi potrà impedire che l'opera nostra non sia coronata da un esito felice ?

Per motivi a noi indipendenti e dannosi all'opera nostra abbiamo dovuto per i primi anni stampare il Bollettino a Sampierdarena. Siccome incontrava favore presso i numerosi nostri Cooperatori, così se ne dovette raddoppiare il numero degli esemplari. E man mano che si avanzava ed era conosciuto per opera dei nostri amici, andava sempre aumentando nel formato e nella diffusione. Quel parlare alla buona, quel trattare dei mezzi importanti per salvare la civile società, articoli quasi tuttti inspirati, se non dettati da Don Bosco, si faceva strada nel cuore delle nostre popolazioni, che se ne mostravano sempre più desiderose.

Allora subito una piccola nube

- Voi, Salesiani, parlate troppo di voi. Per un poco che fate date fiato alle trombe e ne riempite il mondo ! Quanto prima di voi fecero assai di più e non lo si strombazzava ai quattro venti

Queste osservazioni più che accuse noi le abbiamo sentite a dire ed a ripetere molte volte fin dal primo sorgere del Bollettino, ai tempi fortunati in cui viveva il nostro venerando D. Bosco... Ed egli che rispondeva? Col suo amorevole sorriso, che mai gli mancava anche quando il suo cuore era messo alla tortura, richiamava i suoi critici a quanto si legge nel santo Vangelo, quando gli apostoli e discepoli tornavano dalle loro Missioni e ne davano conto al loro divin Maestro, raccontando le meraviglie che erano succedute per loro opera. Come alla loro parola si erano allontanati i demoni, erano state guarite le febbri e che molti e diversi miracoli erano succeduti con loro grande vantaggio. Mentre però Gesù portava ad umiltà i suoi discepoli stupiti di quanto avevano fatto, permetteva loro questo sfogo naturale per il buon esito della missione. - E poi, soggiungeva l'umile servo di Dio, le nostre Missioni sono l'opera della carità altrui, ed è per noi un sacro dovere esporre ai nostri benefattori in qual modo ci siamo serviti della loro carità. Anzi vi posso dire, che come un debitore ha da lasciar quietanza di quanto ha ricevuto, così noi si suol fare per la molteplice carità che da tante parti ci vien fatta per le Missioni.

Con questa nobile dichiarazione il buon Padre ci raccomandò di continuare il cominciato sistema che aveva già portato e doveva portare così vantaggiosi effetti alle nostre sacre imprese. E che veramente si tendesse a quest'unico fine, e che non dispiacesse a Dio, noi ne abbiamo avuto fin da quei lontanissimi giorni le prove più rassicuranti. La parte più importante, diremmo quasi il mezzo principale della divina Provvidenza erano le lettere dei Missionari. Più volte noi medesimi abbiamo sentito da venerandi sacerdoti e religiosi - Noi leggiamo sempre con affetto ogni pagina del loro Bollettino, ma non tralasciamo mai una lettera dei missionari. Come sono interessanti ! Come spirano riverenza, amore a D. Bosco! C'è da imparare, creda a me, quanto costa a salvare un'anima. - Si aggiungano insieme le elargizioni che si riricevevano da varie parti, ed i soccorsi che si mandavano ogni volta che si faceva qualche nuova spedizione di Missionari. Sovente si riceveva un dono con la raccomandazione che fosse per la Patagonia, per la Terra del Fuoco. Chi pensava per il primo altare, e chi voleva provvedere per la prima Chiesa. Era una gara che il buon Dio suscitava in mezzo ai nostri Cooperatori perchè nulla avesse a mancare per i buoni servi del Signore.

Inoltre il Signore parlava in altra maniera ed attirava delle anime generose a sacrificarsi per la sua gloria e per la salute delle anime. Quanto era aspettato il Bollettino in certi seminari ! Era la sua lettura il piatto più ghiotto che si portasse a mensa. Si stimava fortunato chi era scelto a leggere, e gli si raccomandava di farlo con affetto e con intelligenza. Quindi la storia dell'Oratorio, le prime avventure di D. Bosco, le vicende dei Missionari, erano un tutto che teneva desta l'ammirazione e sollevava gli animi a Dio. Sovente alla lettura di quelle pagine la voce di Dio scorreva tacitamente a farsi sentire ora a questo ora a quel cuore. Molti perciò si sentivano invitati a correre in quelle lontanissime terre, a lasciar patria, parenti, amici, fortune e quanto ha il mondo di lusinghiero, ed arruolarsi alle nostre schiere. In qualche luogo per ismorzare il troppo ardore, si credette persino necessario di tralasciare la lettura del Bollettino. I superiori ce lo scrivevano per farci notare quanto erano preziosi quegli scritti, per congratularsi con noi : e noi invece pensavamo mesti come anche certe madri nei tempi antichi nascondevano ai loro figli le vesti perchè non corressero al martirio, e furon causa dell'incertezza della loro salute ! Questo ci fa ricordare come un figlio, deciso di andar missionario, ne aveva parlato con D. Bosco, che gli assicurò la via diritta del Paradiso. Ma intervenne la madre... Crudele! Lo volle in Seminario, e, malgrado che Don Bosco dicesse: - voi avrete da piangere sopra la sua infelice sorte ! - fu inesorabile nel volerlo con sè. Diventò prete e l'anno scorso morì di morte spaventosa, terribile esempio a chi strappa i suoi Missionari al Signore.

L'opera quindi del nostro Bollettino in questi 25 anni, se l'amore non ci fa velo, non fu intieramente inutile ; anzi possiamo dire sia stata vantaggiosa a molti, se la sua rapida diffusione si può credere un segno del comune aggradimento. Fu pure un mezzo per la buona stampa. Pensavamo come Filippo, re di Macedonia, solesse dire che per avere in mano una fortezza per quanto munita, fosse bastato il farvi entrare un asino carico d'oro ; e noi con maggior ragione, ci dicevamo che bastasse introdurre e far leggere un foglio, un cattivo libro in una famiglia per guastarla tutta intiera, rapirle la fede, pervertirne i costumi e darla in preda al demonio. Invece il nostro Bollettino era un amico sicuro che vi compariva dinanzi con savi consigli, amene relazioni, fatti edificanti, nobili esempi.

E noi continueremo a dare un poco di queste buone letture, che vorremmo fossero come il buon seme nella mente e nel cuore delle gioventù, oggetto particolare delle nostre cure e sollecitudini. Di certo nascerà e produrrà il suo frutto a tempo opportuno. Così facendo noi continueremo con la Chiesa a preparare un popolo pio e morigerato, e perciò prosperoso e felice : un popolo onesto e fedele, che dopo aver amato e servito il Signore si rinnoverà nell'unità dell'amore per isciogliere una lode eterna nel cielo et populus qui creabitur laudabit hominum. Dio lo voglia ! Egli inspiri i nostri Cooperatori a non abbandonarci , a soccorrerci con le preghiere e con le beneficenze nelle nostre missioni, e quanto più i tempi si fanno minacciosi, noi, ricordando ciò che D. Bosco ci diceva, andremo avanti tranquilli, perchè la causa nostra è la causa di Dio, e niuna forza nè di questo mondo o d'inferno può vantarsi di poterla abbattere.

SALVIAMO LA FEDE NELLE SCUOLE

Si apre a Taranto in questi giorni (2-6 settembre) il XVIII Congresso Cattolico Italiano. Noi ci affrettiamo a mandar fin d'ora dalle modeste colonne del nostro Bollettino un affettuoso e riverente saluto a quei valorosi campioni della religione e della civiltà, che da ogni parte d'Italia converranno nella vetusta e nobilissima città di S. Cataldo a quelle che meritamente furono chiamate le Assise della cattolicità, insieme coi più fervidi augurii che da esse abbia a derivare un novello fuoco di azione, di vita cattolìca, un impulso ogni dì più vigoroso a quella rigenerazione individuale e sociale, che solo alle fonti del Vangelo si attinge e nella sola fede di G. C. ha la sua ragion di essere, come da essa sola trae la sua forza, la sua energia. Questo riverente saluto, questi fervidi augurii noi indirizziamo sopratutto a quella gemma dell'Episcopato italiano, che è Mons. Jorio, Arcivescovo di Taranto, che tanto bene vuole ai figli di D. Bosco e alla cui maravigliosa operosità e profonda dottrina è in ispecial modo dovuto l'alto onore che la perla del Jonio sia ora sede di un Congresso Cattolico Nazionale.

Ma saluti ed augurii non bastano ; bisogna aggiungervi azione e preghiera. Sì, preghiera anzitutto, o benemeriti Cooperatori e Cooperatrici ; è a Dio che noi dobbiamo domandare incessantemente, è da Dio che noi dobbiamo attendere con fede la benedizione, l'incremento; il felice risultato delle opere nostre, dei nostri lavori, delle nostre fatiche. Uniamo dunque concordi le nostre preghiere a quelle degli altri nostri fratelli d'Italia; rinnoviamo più vive, più accese le nostre istanze al Sacro Cuor di Gesù, perchè il novello Congresso, al pari dei diciassette che lo precedettero, abbia a produrre frutti salutari, larghi ed abbondanti al bene della religione, delle famìglie e della patria. Fu detto, e con ragione, che i popoli tanto possono, in quanto sanno pensare ed operare, e che il processo scientifico più perfetto consiste nell'avvicinar il pensiero all'azione. Ma è anche vero che pensìero ed azione diventano cadavere, ove non li scaldi la preghiera, non li animi la religione. Gli antropologi accettano ormai tutti la definizione di Quatrefages: l'uomo è un essere organizzato, dotato di morale e di religione. Preghiera adunque innanzi tutto.

Ma la preghiera sola non basta ; la vera pietà è inseparabile dall'azione ; il trionfo di una buona causa non può essere che il risultato dell'operosità, sorretta come di dovere dalla fede, avvivata dalla preghiera. E perchè la conservazione della fede nelle scuole d'Italia costituisce uno dei principali oggetti del Congresso di Taranto, noi vogliamo su questo punto fondamentale dell'educazione intellettuale e morale della nostra gioventù richiamar oggi in modo speciale la vostra attenzione, o cari Cooperatori e benemerite Cooperatrici. E cìò tanto più, in quanto che ad ottobre si riapriranno le scuole, e perciò urge il pensar fin d'ora che i nostri giovani trovino nella scuola e fuori della scuola quell'alimento della vita nel suo più elevato concetto, che solo dall'insegnamento religioso si attinge, trovino nella religione l'aroma che li salvi dalla corruzione.

Rimarranno sempre memorande nella storia della civiltà le parole, che Guglielmo I, illustre fondatore del novello Impero Germanico, diresse un giorno ad una brigata di seminaristi cattolici. Ricordatevi, disse loro il grande Imperatore, « che il partito rivoluzionario attenta prima alla religione, poi ai costumi, e finirà, se non si reagisce a tempo ed efficacemente, per rovesciare tutta quanta la società. Non vi è che la religione, che possa resistere. » Sante verità, nobilissimi concetti, che udimmo or ora ripetersi dall'augusto suo nipote, Guglielmo II, allorchè il 2 aprile di quest'anno assicurava i Benedettini di Marialach che tutti gli sforzi tendenti a conservar la religione nel popolo potevano contar sul suo appoggio; e ai dotti di Berlino proclamava apertamente e senza umani rispetti « Compito dell'Accademia delle Scienze dover esser quello di condurre gli uomini alla conoscenza più profonda della verità divina. » Mano adunque all'opera, o Cooperatori e Cooperatrici ; laboremus, lavoriamo , adoperiamoci con tutto le forze perchè la religione nostra SS. sia ben conosciuta, compresa fin dai primi anni della vita, sia guida, lume del fanciullo e del giovane, se vogliamo che abbia poi ad essere il sostegno della virilità e la consolazione della vecchiaia. Non avvenga mai (che Dio ce ne liberi) fra di noi in Italia quel che Thiers lamentava un giorno nel Parlamento francese, che cioè i 40 mila maestri elementari laici della Francia erano diventati 40 mila Curati della irreligione, dell'ateismo e dell'anarchia.

E per discendere senz'altro alla pratica, ecco alcune proposte che ci permettiamo di sottoporre a quanti amano il ritorno della religione e la conservazione della fede nelle scuole:

1° Guardiamoci dal pessimismo. I tempi, è vero, sono difficili, dure le prove a cui per far il bene dobbiamo spesso sottostare, grandi e talvolta formidabili gli ostacoli da superare. Ma, ciò malgrado, è molto, moltissimo anzi il bene che tuttora, anche fra tanti ostacoli, si può fare. Che sarebbe dell'opera del nostro caro D. Bosco, se di fronte alle difficoltà dei tempi e alle opposizioni dei malvagi, o meglio degli avversari , il nostro buon padre si fosse smarrito, avesse ceduto a pusillanimità? Animo adunque, e avanti nel nome di Dio ;

2° I genitori e quei che ne fan le veci, non dimentichìno, nell'atto dell'iscrizione dei loro figli alla scuola, di chiedere che sia ad essi impartito l'insegnamento religioso, come ne dà loro diritto l'art. 3° del Regolamento per l'istruzione elementare. Se trovano opposizioni, si appellino senza paura al Consiglio Scolastico Provvinciale. Se i maestri non vogliono, o non sanno insegnare religione, o, peggio, la travisano, o magari la bestemmiano, esigano dal Comune che l'insegnamento religioso, sempre in forza del detto articolo, sia affidato a persone estranee, capaci di darlo. E le persone volonterose e capaci non mancano. Il Ministro dichiara nella relazione al Re, che precede il Regolamento sopra citato, di voler assolutamente che sia assicurata l'efficacia e la sincerità dell'insegnamento religioso e rispettata l'opinione (che per noi è verità inconcussa) di tutti coloro i quali tengono nessuna morale essere possibile, quando non tragga la sua forza da un ordine di credenze sovrasensibili. Dìrete che nei vostri paesi quest'insegnamento si dà senza bisogno di chiederlo appositamente. Tanto meglio. Ma... attentì che dal vostro silenzio qualche malevolo non tragga argomento contro di voi. - Non chiedeste, fu risposto anni sono ai padri di famiglia di un certo Comune, quando era tempo e ne avevate il diritto; dunque per quest'anno l'insegnamento religioso non si darà. È doloroso, ma vero, vero pur troppo.

3. Quanto abbiam detto fin qui, riguarda, è purtroppo vero, le sole scuole elementari. Bisogna adunque adoperarci perchè gli alunni dei tre grandi rami del Corso medio, cioè Ginnasio e Liceo, Scuola Tecnica e Istituto tecnico, Scuole Complementari e Normali, frequentino le scuole di religione, che in tanti luoghi sono già appositamente istituite, scuole che non saranno mai abbastanza incoraggiate, promosse, e che dovrebbero esistere ovunque sono corsi di studi superiori alle elementari. Si può fare anzi di pìù. Noi conosciamo un rinomato Istituto pubblico, il cui direttore, di pieno accordo col Consiglio dei professori, presentò in principio d'anno nell'orario, che deve essere approvato dall'Autorità provinciale, fra le materie scolastiche anche l'insegnamento religioso, ma facoltativo ed in ore fuori delle obbligatorie ; indicò, per abbondanza, il cognome e nome del prete insegnante, il testo che si adottava, che è uno dei più sodamente cattolici, ed infine il programma di religione, ordinato e ripartito in tal modo nei singoli anni del Corso, che gli allievi possano al termine di esso aver una piena e completa conoscenza della religione nelle sue tre grandi parti, dogmatica, morale e sacramentaria. L'orario ritornò col Visto, in perfetta regola, dell'Autorità scolastica. Allora il superiore convocò gli allievi, espose il fatto coll'approvazione avuta e li esortò, come cattolici essi ed appartenenti a famiglie cattoliche, a frequentar anche la scuola dì religione, dichiarando però di non volerveli punto obbligare. Tutti s'inserissero volonterosi, frequentarono e diedero in fin d'anno con vera soddisfazione il loro esame dì religione al pari degli altri esami. Oh! perchè quest'esempio non potrebbe essere seguito? Siamo anzi di parere che così praticato, cioè con coraggio cristiano e con forma perfettamente legale, potrebbe a poco a poco aprir la via al ritorno dell'insegnamento religioso anche nelle scuole secondarie e normali. Sia pure facoltativo... ad ore particolarì... con circospezione; pazienza. Lo scopo è sostanzialmente raggiunto, i nostri giovani avranno nelle scuole la necessaria ìstruzione religiosa : ecco quello che sopprattutto ìmporta. Lamenti, querimonie, invettive approdano a nulla. L'ottìmo è nemico del bene, il niente è molto meno del poco, e i fatti valgono assai più e assai meglio dei lamenti, delle querimonie, delle invettive, che lasciano il tempo che trovano quando pur non lo peggiorano.

4° Studiare leggi, regolamentì e programmi scolastici e far valere quel che hanno di buono (e ve n'è talvolta più di quel che non sembri) tenendoci costantemente e interamente sul terreno legale. Il cattolico non aggredisce, ma si difende, non insulta, ma rispetta, non si vendica, ma prega e perdona, non parla solo di rivendicazione di diritti, ma ancora e soprattutto di adempimento di doveri, va al popolo col balsamo della carità, non già col coltello dell'anatomista, non calpesta le leggi, ma le vuol conoscere ed osservare fedelmente e senza secondi fini in tutto quello che non è contrario alla legge di Dio; calmo e sereno mira al bene del prossimo, in ispecie della gioventù, senza acrimonia e senza bile, sapendo bene che la carità va osservata sempre, dappertutto e verso tutti. Hic est, dìceva già fin dal 2° secolo Tertulliano parlando del metodo di vita tenuto dai crìstiani di fronte ai loro persecutori, hic est habitus victoriae nostrae, haec palmata vestis, tali curru triumphamus (1).

Ecco, o cari Cooperatori e benemerite Cooperatrici, il sentimento nostro su di un punto di tanta importanza, qual è la salvezza della fede nelle scuole, sentimento che qui manifestiamo presso al cominciar del nuovo anno scolastico, indotti unicamente dal desiderio di portar anche noi il nostro piccolo contrìbuto all'opera grande, sovrana dell'educazione cristiana della gioventù. Lo ripetiamo ancora una volta: Salviamo la fede nelle nostre scuole, salviamola a prezzo di qualsiasi fatica, di qualsiasi sacrificio.

(1) Apolog. C. L.

IL RAPPRESENTANTE DEL SUCCESSORE DI DON BOSCO IN AMERICA

(Dalle corrispondenze del Sac. Calogero Gusmano *)

Terra del Fuoco, 10 marzo 1901.

METTA un po' da parte, signor direttore, le sue cognizioni geografiche e mi dica in confidenza: al nome di Terra del Fuoco non le si è mai distesa dinanzi alla fantasia una vasta pianura, sabbiosa, infuocata, dove le poche piante ìntristìscono per i raggi troppo cocenti del sole e l'uomo nero in tutto il corpo coi capelli crespi, le labbra turgide erra abbrutito per il deserto e disputa il cibo alle fiere? Ebbene, io credo che nessuna di tali immagini susciterebbe in noi il nome di questo paese, se un carneade guastamestiere non avesse avuto la poco felice idea di cambiare in singolare il plurale con cui Magellano battezzò nel 1520 questa terra, sulle coste della quale aveva scorto numerose fiammate, chiamandola Tierra de los fuegos. Quisquiglie e scherzi a parte, le so dire io che nella Terra dl Fuoco s'irrigidisce dal freddo; e noi son 14 giorni che si è tappati in una casa di legno, privi d'ogni comunicazione, incerti del quando potremo ripìgliare il viaggio e nella quasi impossibilità di visitare l'isola come noi vorremmo.

Prima però ch'io parli di questa Missione convien tornare alquanto indietro coi fatti e riallacciarli coll'ultima mia lettera del 23 dicembre 1900. Mi rifaccio da Buenos Aires perchè questa città è stata finora il punto di partenza e il punto di ritorno per ogni nostra visìta. Come il ragno, se mi permette la similitudine, scelto un luogo per centro, di là allunga i raggi principali della sua tela prendendovi le mosse per ciascun di essi, così noi in questa prima parte del nostro viaggio.

Una nuova Chiesa e Collegio a Montevideo per i nostri emigrati.

Il 19 dicembre dunque eravamo a Buenos Aires, e il giorno 20 ci avevano già accolto col solito entusiasmo i confratelli di Montevideo. Di questa città non dico nulla perchè ne feci un cenno nella prima relazione quando al giungere in America la vidi quale la descrive un poeta di qua, Vasquez Coces, come una bianchissima colomba guazzante deliziosamente nell'acqua dirò piuttosto di un nuovo edificio di 100 e più metri di fronte che i nostri confratelli hanno in costruzione ; ma ohimè come i lavori procedono a rilento ! Quanto poco progresso nei tre mesi che passarono tra la prima e la seconda nostra visita! Quella fabbrica richiede squadre di operai; ma gli operai alla lor volta richiedono somme di danaro, e queste mancano. E chi ne soffre sono centìnaia di giovani che da noi han cercato inutilmente col pane materiale un soccorso alle anime loro e che, privi di sorveglianza, aguzzano in monellerie e peggio il loro ingegno svegliato e si preparano un triste avvenire. davvero il caso di ripetere: petierunt panem et non erat qui frangeret eis. La generosità degli Orientali è grande, questo è certo; grande è pure ed operosa la fede del nostro Ispettore, e ciò fa sperare che presto vedremo abitabile, e colla sua Chiesa accanto, questo nuovo Istituto. Di Chiesa per ora fan le veci buona parte di portici ; e i fedeli vi accorrono numerosissimi, specialmente i nostri connazionali che qui rivivono alla vita della grazia. Operai, commercianti, assorbiti di continuo nei lavori materiali, in mezzo ad una folla che spesso non può e non suoi partecipare ai loro ideali, questa nostra gente soffre la solitudine dell'anima, ed ha bisogno della voce di un compatriota che parli loro di Dio e che ridesti i buoni sentimentì sopiti e i desideri verso una patria lontana. così caro incontrare in terra straniera un uomo qualsiasi che abbia la fisonomia e l'accento dei nostri compaesani ! si festeggia, si invita a casa ce lo teniamo amicissimo... quanto più un sacerdote, al quale si scoprono le piaghe dell'anima perche egli vi sparge sopra il balsamo e le sani! E di questo beneficio son grati i nostri buoni connazionali: più d'uno piangeva di consolazione al riconciliarsi con Dio dopo anni ed anni ch'era stato lontano dai sacramenti per il timore di non incontrare chi lo intendesse nel suo dialetto. Il Signore le consoli queste anime buone s sventurate!

Nel percorrere le Repubblìche del Rio della Plata vado sempre più convincendomi del bene grande che operano i Salesiani in favore dei nostri emigrati. Per non dire dei piccoli paesi che si contano a decine, vi sono qui città intere e molto importanti, dove gli Italiani abbondano, affidati unicamente ai figli di D. Bosco, i quali vi san creare un' atmosfera veramente Salesiana. A Montevideo per dirne una, il 24 di ciascun mese, quasi a ricordo della festa di Maria Ausiliatrice, i numerosi devoti della Vergine si radunano , e dopo essersi confessati, ascoltano la Messa che per loro vien celebrata e il fervorino che tien dietro. E quì noto una particolarità che al signor D. Albera piacque tanto, l'usanza cioè che han le donne di accostarsi a ricevere Gesù Sacramentato coll'abitino della nostra buona Madre al collo, in modo visibile, senza ombra alcuna di rispetto umano.

Due monumenti ricordanti i due Congressi Salesiani.

Nell'Istituto D. Bosco, a Montevideo, hanno già voluto perpetuare il ricordo del 20 congresso Salesiano: nel mezzo del cortile sorge maestosa. una bella immagine ai Maria Ausiliatrice scolpita in marmo a Lavagno, di cui le ho mandato fotografia. Fu inaugurata l'8 dicembre, data che la Madonna volle rendere a noi più che agli altri sacra per i molteplici benefici verso la nostra Pia Società. Doveva benedirla il sig. Don Albera; impedito poi da affari imprevisti si fece rappresentare da Monsignor Fagnano. Nel piedestallo, su cui posa la statua della Vergine sta una piastra in ottone colla scritta: « A Maria in rendimento di grazie pel felice esito dei 2° Congresso dei Cooperatori Salesiani. » Il pensiero si porta facilmente da quella ad un'altra statua innalzata per ricordare l'assemblea di Bologna e rimane accasciato sotto il peso d'una sventura di cui il tempo non ha ancora diminuita l'impressione e il danno. A Villa Colòn nel Collegio Pio, sopra una roccia da cui zampillano tutto all'intorno getti d'acqua, vigila Maria Ausiliatrice; ma l'ideatore di quel monumento, colui che, entusiasta per quanto vi era di bello e vantaggioso per le anime, subito dopo il Congresso di Bologna aveva trattato perchè uno simile se ne tenesse in America, non è più - Caro Mons. Lasagna! come se ne parlò a Buenos Aires; quanto si sentì e lamentò la mancanza della sua parola e del suo, senno ! Il sig. D. Albera col presentare vivo il ritratto nelle memorie biografiche e a voce anzichè smorzare acuì il desiderio di Lui! Ed aveva tante imprese per le mani, tanti progetti a favore dei selvaggi del Matto Grosso ! Dio certo saprà suscitare chi riafferri le fila della larga trama intorno a cui lavorava Monsignore, ma umanamente parlando confessiamo che l'opera sua era necessaria alla nostra Pia Società.

L'impronta di D. Bosco.

Furono circa tre settimane quelle passate nella Repubblica Orientale ; raramente però ho visto D. Albera così oppresso dal lavoro: terminato di dettare un corso di esercizii spirituali alle Suore di Maria Ausiliatrice ne cominciò un secondo ai cento e più Salesiani delle nove Case dell'Uruguay, radunatì in Villa Colòn. Predicare, confessare, ascoltare coloro che vogliono parlargli privatamente, e son tutti, ecco il lavoro non interrotto dal mattino per tempo fino a tarda notte. Dal 30 dicembre al 26 gennaio dettò gli esercizi a Montevideo, a Villa Colòn, a Bernal ed a Buenos Aires, e dopo all'isola Dawson ed ora qui nella Terra del Fuoco. In tutte le parti ho udito dirmi dai confratelli, specie da coloro che han conosciuto D. Bosco, che sembrava loro di sentire quel buon Padre. Sarà la distanza dei Superiori maggiori; sarà la stima grande in cui tutti tengono D. Albera; sarà probabilmente lo spirito ch'egli così bene seppe attingere dal nostro Fondatore, che produce simile effetto, ma è certo che me l'ho sentito ripetere più e più volte. Son cose queste intime, ma io scrivo a confratelli, a cooperatori che con noi formano una sola famiglia e che certo godranno nel sapere il buono spirito che regna tra i Salesiani d'America. Il nostro sacerdote D. Pittini mi pare abbia compendiato il pensiero di tutti. Ecco quanto egli diceva in pubblico alla fine degli esercizii di Villa Colòn, durante il pranzo: « amatissimi fratelli, il sig. Ispettore m'incaricò prima di pranzo di alcune strofe per D. Albera; io le strofe non le ho fatte perchè avevo paura delle rime; perciò il mio pensiero ve lo dirò in due parole alla buona, ma scaturite dal fondo del cuore. Quella bella espressione che il dottor Zorilla di S. Martin disse di lui: E Don Bosco che passa, mi pare incompleta almeno in questi giorni; D. Albera non fu per noi il D. Bosco che passò, sibbene il D. Bosco che venne, si presentò, si stampò, si sprofondò nelle anime nostre, non per passarvi come un'ombra ma per restarvi eternamente. Si, Padre, il miracolo che tu ci ricordasti questa mattina si è riprodotto in questi giorni: là sul corporale si stampò al forma di un'ostia che non si vedeva: in questi giorni il tuo volto, il tuo sorriso, la tua benedetta parola, la tua bocca applicata alle nostre anime nel sacramento della confessione, ha lasciato in essa l'impronta di un padre che pur non si vedeva coll'occhio materiale, ma che tutto palpitava in te, l'impronta di D. Bosco. Ci perdonerai, Padre, questa specie d'ingiuria che facciamo alla tua persona dicendo che non Don Albera, ma D. Bosco si è stampato nei nostri cuori : se tale è l'effetto, la colpa non è nostra, ma è tutta ed esclusivamente tua - Tu ci dicesti che esperimentavi una ineffabile consolazione al vedere i buoni frutti di questi esercizii, quella tua confessione è per noi più preziosa di qualunque tesoro, e sia benedetto mille volte il Signore che ci ha aiutati a versare gioia nel cuore di un padre ! Ci parlasti di D. Rua e dei nostri fratelli di Europa che ci vogliono tanto bene, che pregano tanto per noi; io credo, Padre, di non mentire assicurandoti che tutti i presenti, che tutti i confratelli d'America fanno altrettanto. È una preghiera unanime che ti facciamo quella di partecipare a D. Rua questa nostra asserzione. - Non ci stendiamo, o Padre, in inutili ringraziamenti per il bene che ci hai fatto : Come dissi prima, tu non passi, ma resti . con noi anche quando sarai partito, e varcherai le Ande, e visiterai i fratelli del Messico e risolcherai l'Oceano : il ringraziamento e la pro- • messa sola che ti facciamo si è, che sempre e dovunque procureremo di non renderci indegni del ritratto e del modello che ci hai donato. » .

Il 1° Capitolo Salesiano Sud-Americano.

E torniamo a Buenos Aires dove ci attende dal 20 al 29 gennaio il 1° Capitolo Sud-Americano dei direttori Salesiani. Eran 44, i 2 Vescovi, 4 ispettori e il rappresentante del signor D. Rua : adunanza plenaria insomma. Lingua ufficiale l'italiano così ben parlato anche dai confratelli naturali d'America : in principio d'ogni seduta lettura di un capitolo dei ricordi confidenziali di D. Bosco, e poi alacrità somma nelle discussioni per communicarsi a vicenda le esperienze di 25 anni di Missione a fine di promuovere sempre meglio la gloria di Dio, difendere i diritti della Chiesa, educare cristianamente la gioventù, estendere il regno di Gesù Cristo.

Questo il midollo del Capitolo. Inizio e fine poi splendido per circostanze particolari ; difatti all'apertura del ritiro di preparazione la divina provvidenza dispose che capitasse fra noi Monsignor Sabatucci Internuncio presso il Governo Argentino, il quale, dopo il canto del Veni, Creator, disse che si chiamava fortunato di incontrare radunato il corpo dirigente dell'opera salesiana in America e che volentieri approfittava dell'occasione per dir loro come il santo Padre, apprezzi molto la Pia Società di D. Bosco ; che è informato del gran bene che fanno anche nel nuovo mondo e come stia tranquillo quando può affidare una Missione ai Salesiani. « In nome adunque suo, che io rappresento in questa Repubblica, continuò Monsignore, benedico tutti coloro che prenderanno parte a questo esercizio ed al Capitolo che avrà luogo in seguito. » La sera stessa giunse anche telegramma dal Reverendissimo sig. D. Rua che diceva : presente spirito, benedico lavori Capitolo.

Al termine del Capitolo vi fu l'ordinazione di 15 nuovi sacerdoti Salesiani, quasi segni visibili delle benedizioni di Dio sulle opere nostre. Altri 6 avevano celebrato per la prima volta il Santo Sacrificio nella notte dal 31 dicembre 1900 al 1° gennaio 1901. - Ventun sacerdoti novelli ! Io li immagino volentieri questi nostri cari missionari spiegare il loro zelo dal pulpito, nel confessionale, attraverso le Pampas, nella capanna del povero selvaggio ; ed ho fiducia grande nell'eficaccia della loro azione. Nè mi pare mal fondata, se penso alle modificazioni salutari già avvenute dove il Salesiano ha potuto far sentire la sua parola e mostrare il suo esempio. L'Indio prima nemico della civiltà, distruttore inesorabile delle più fiorenti colonie, assassino efferrato che non risparmiava alcuno ed eccitava grida di spavento ovunque si presentasse coi suoi malori, ora è mansueto nelle mani del prete che cerca dirozzare e volgere al bene gli istinti di quella natura selvaggia. Mutamenti siffatti certo richiedono l'intervento divino, ma Dio non manca quando l'uomo offre con generosità e disinteressatamente la propria collaborazione. E per mezzo di questa collaborazione nostra e di tanti altri che lavorano allo stesso scopo possa l'America selvaggia divenire un ricordo lontano, le orgie una barbarie, le feste campestri una volgarità ; possa la civiltà santa della Croce trasformare quei popoli in nazioni potenti, numerose e buone.

Intanto sia benedetto il Signore per la fecondità grande concessa alle nostre opere d'America : i 10 Salesiani partiti da Torino l'11 novembre 1875, sono ora 1100 e dalla prima povera Casa ne sorsero vigorose 115 altre !

(Continua.)

CRONACA del Movimento Salesiano

Repubblica Argentina

BUENOS AIRES. - All'Oratorio festivo di Almagro. - Scrive il Cristoforo Colombo di Rosario S. Fè del 2 maggio passato : « Accanto al Collegio Pio IX di Arti e Mestieri a Buenos Aires vi è uno spazioso e comodo locale destinato all'Oratorio festivo ed alle scuole per ragazzi esterni, sotto la direzione dello zelante sacerdote salesiano D. Giovanni G. Gherra. Il numero dei giovani che frequentano le scuole sorpassa i 400. L'Oratorio festivo poi giunge persino a raccogliere oltre un migliaio di giovanetti che colà accorrono da ogni parte dell'immensa città di Buenos Aires. È una vera e squisita opera di carità spirituale, la prima che praticò il venerando fondatore D. Bosco ed a cui questi dava la maggior importanza.

» Orbene la domenica scorsa, festa del Patrocinio di S. Giuseppe, si faceva la solenne funzione della benedizione della facciata della Chiesa di S. Francesco di Sales che appartiene a detto Oratorio e che le dà il proprio nome. Questa era di recente abbellita ed arricchita con quattro statue di cui una del Santissimo Redentore collocata nel bel mezzo quale omaggio secolare a Nostro Signor Gesù Cristo. Il degnissimo Arcivescovo di Buenos Aires fece il solenne rito della benedizione circondato dai sacerdoti salesiani e da migliaia di ragazzi festosi. Dopo le sacre funzioni vi fu una splendida rappresentazione teatrale che lasciò in tutti i cuori una gioia piena, pura ed indescrivibile. Ci rallegriamo di cuore col R. D. Gherra pel sempre maggior incremento che la sua attività prodiga all'Oratorio festivo di Almagro. »

BERNAL. -Tre simpatiche feste. - Riceviamo in data 30 maggio scorso e pubblichiamo con piacere queste belle notizie. -Mi pare che l'amabile sembiante del Fondatore del Bollettino Salesiano si compiacerà nel mirare impresso nelle sue pagine il dolce ricordo di tre simpatiche feste, che saranno come un fiorellino grazioso in un bel libro. Per un intero mese abbiamo lavorato per disporci alla bella festa della nostra cara Madonna Ausiliatrice. Peccato che non era il mese dei fiori! Fu però mese di fiori spirituali che spuntarono nel mistico giardino dei nostri cuori. Gli omaggi tributati alla Regina del Cielo hanno uguagliato quelli del poetico mese di novembre. Al mattino le orazioni recitate meglio, la Messa con qualche particolarità e la Comunione più numerosa. Durante il giorno il cuore doveva ardere alla presenza di Maria come lumicino che non si spegne mai: alla sera canti, sermoncino sopra alcuni punti del Catechismo con applicazioni ed esempi di Maria, la Benedizione solenne ed infine il canto dell'invocazione : Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobis.

Nel giorno 24, volle spontaneamente accrescere il nostro giubilo e godere della nostra allegria, S. Ecc. Rev.ma Monsignor Francesco Alberti, Vescovo Ausiliare della Diocesi della Plata e già tanto benemerito della nostra Pia Società. Egli celebrò la Messa della Comunione generale con commovente fervorino. Si cantò alle 9 1/2 una solenne Messa con tutta la maestria che la voce comune dice di questa schola cantorum. Al Vangelo il nostro direttore ci parlò di Maria e di D. Bosco. Nel pomeriggio vespri solenni e rappresentazione drammatica. Possiamo dire che è la prima volta che abbiamo celebrato tanto solennemente la festa ed il mese di Maria Ausiliatrice, soddisfacendo così i desideri espressi in una lettera circolare dal nostro amatissimo sig. Ispettore.

Il 25 maggio è il giorno glorioso della patria, ed è pure il giorno in cui celebriamo l'inclito martire S. Fausto, che da Roma venne a stabilire la sua dimora fra di noi. La importanza che si dà nella nostra Repubblica a questa data è grandissima; ed i Superiori del Collegio Pio IX, desiderando che gli alunni vedano brillare questo giorno luminoso e sorridente come il sole nel creato, danno tradizionalmente una paseggiata generale. Quest'anno perciò i 600 abitatori di quel Collegio vennero da noi con la banda istrumentale a divertirci e rallegrarci. Non voglio specificare il programma che abbracciava ricreazioni, passeggiate, refezioni, musica, teatro, funzioni religiose ecc. In sulla sera dopo il canto della grandiosa antifona a 5 voci del M.° Pedrolini Iste Sanctus e la Benedizione di Gesù Sacramentato demmo l'addio a quei buoni giovani: i quali, ritornando al loro Collegio, passarono per la piazza Vittoria ad osservare l'orgoglio con cui gli Argentini celebrano la loro indipendenza. Il 26, solennità di Pentecoste venne a completar le feste. Si celebrò con gran concorso di gente, svolgendosi il programma delle feste più solenni. Pareva che lo Spirito Santo avesse desiderato confermare i desiderii ed i propositi fatti durante il mese di Maria, e novena della medesima; SS. Vergine e di S. Fausto, con farci regalo della sua festa e con essa, dobbiamo supporlo, dei suoi sette doni. Giorni tanto belli come vennero così pure passarono; però desidero che il ricordo di essi rimanga nel Bollettino.

Brasile

NICTHEROY. - Omaggio a Gesù Redentore. - Abbiamo già parlato in altro numero del monumento che i nostri confratelli del Brasile eressero l'anno scorso a Maria Ausiliatrice quale omaggio a Gesù Redentore e ne abbiamo pure data la fotoincisione. Ora siamo in grado, e ci pare pregio dell'Opera, dare più esatta descrizione del monumento e dire brevemente delle feste celebratesi in occasione dell'innaugurazione compiutasi l'8 scorso dicembre, servendoci all'uopo delle relazioni inviateci.

- Descrizione del monumento. - All'altezza di 100 metri sopra il livello del mare, sulla vetta di una collina di Nictheroy sul dolce pendio della quale è situato il Collegio di S. Rosa, elevasi una grande colonna , sormontata da una magnifica statua di rame dorato, rappesentante la Vergine Ausiliatrice. L'altezza totale del monumento è di 38 metri corrispondendo a 32 m. la colonna, e 6 la statua. Posa sopra la roccia viva: dove molto a proposito furono scolpite le parole : In petra exaltasti me.

Tutto il monumento si può considerare diviso in tre parti : base, colonna, capitello. La base della colonna occupa uno spazio di circa sessanta metri quadrati, giacche ciascun lato è quasi di otto metri fino all'altezza di dieci ; questa è la prima parte del monumento e dà luogo nella parte anteriore ad una elegante cappella che guarda ad occidente dominando la valle di Santa Rosa e Icarahv, buona parte di Rio di Janeiro e della sua immensa Baia, dai principali punti della quale si può contemplare la statua della Vergine risplendente come il sole. Il restante della grande base è occupato da nicchie entro le quali i Salesiani del Brasile desiderano collocarvi le venerande ossa del compianto Mons. Lasagna, in un con quelle delle altre vittime dell'orribile disastro di Juiz de Fora.

Sembra che fino dal cielo si rallegrerà lo spirito dell'infaticabile Apostolo, il quale nella prima lettera che da Nictherov scriveva a D. Bosco. così si esprimeva: Noi nel nostro entusiasmo osammo concepire l'alta idea e la speranza d'innalzare in questo luogo una grande Chiesa in onore di Maria SS. affinchè stenda la sua ombra benefica su tutto il Brasile. La stessa Vergine si prenderà cura di dimostrare che riesce gradita al cielo questa nostra speranza. La speranza di Mons. Lasagna sta per realizzarsi, poichè nel giorno 24 di maggio di questo stesso anno, si collocò la prima pietra di un grande tempio a Maria Ausiliatrice, e, dall'alto della sua colonna, la Vergine SS. benedirà e dirigerà l'opera.

Ma ritorniamo alla nostra descrizione: sopra questa base, enorme massa di seicento (600) metri cubi, sorge l'elegante colonna di 16 metri d'altezza e questa forma il secondo corpo del monumento, avendo in ciascuno dei suoi lati una piccola finestra con corrispondente balcone e nella parte che guarda il mare la simbolica stella che sarà illuminata a luce elettrica con le parole: Ave, Maris Stella. Questa colonna, che ha 25 metri quadrati di superficie, va restringendosi fino a non contarne che tre di lato. È qui che termina la bella scala a chiocciola e dove la vista del visitatore ha agio di godere un panorama il più attraente ed incantevole, mentre il coraggioso può ancora salire per altra scala esteriore, alta 6 metri, fin sopra il capitello sormontato dalla meravigliosa statua. Il piano di tutto il monumento fu tracciato dall'abile ingegnere Domenico Delpiano, Salesiano, la cui fama s'è tanto estesa in grazia delle molte fabbriche eseguitesi sotto la sua direzione nel Brasile e nell'Uruguay. Lo stile è eclettico, confondendosi in gradita armonia il bizantino, il moresco e l'ogivale.

La statua di rame dorato esce dalla tanto rinomata fabbrica.di Luigi Del-Bò di Milano. Quando si pensò ad illuminare il monumento a luce elettrica, un insigne benefattore volle a donare il materiale necessario a tal fine. Esso consiste in tre grandi fuochi di arco voltaies ai piedi della maestosa statua, sostenuti da tre enormi candelabri del peso di 600 chilogrammi caduno ; in dodici lampade incandescenti per le dodici stelle del diadema ed in un potente proiettore automatico. L'insieme è combinato in modo che l'intiero monumento viene vestito da torrenti di luce. Alla munificenza dello stesso benefattore si deve pure l'impianto della luce elettrica in tutto il Collegio.

- Solenne Inaugurazione. - Alle 10 antimeridiane del giorno 8 dicembre, festa dell' Immacolata Concezione, una straordinaria moltitudine di gente saliva la collina del monumento, per assistere alla solenne benedizione e inaugurazione del medesimo. L'Ecc.mo Presidente della Repubblica, Dott. Manoel Ferraz de Campos Salles, si fece rappresentare dal capo dello Stato Maggiore della sua casa militare, l'Ill.mo Capitano di mare e guerra Joaquim Pedro Alves de Barros, il quale si portò al Collegio nella stessa carrozza presidenziale. L'Ecc,mo Vescovo Diocesano Mons. Francesco do Rego Maia, assistì personalmente alla festa, venendo il giorno innanzi per questo fine da Petropolis. Tutte le autorità ecclesiastiche, civili e militari, erano rappresentate e il giorno seguente tutti i giornali della città pubblicarono cronache entusiaste, calcolando essere 5,000 le persone assistenti, cifra enorme se si considera la distanza del luogo e il tempo minaccioso.

A mezzodì l'Eccm° Vescovo diede principio all'atto con la solenne rituale benedizione; subito dopo la banda del Collegio suonò l'inno nazio nate del Brasile e all'ultimo squillo, caddero le cortine che occultavano la bella statua agli occhi impazienti della moltitudine. Descrivere gli evviva entusiastici del pubblico e dei 420 alunni del Collegio che rivaleggiavano con lo scoppio delle bombe e colle note armoniche della banda, è cosa assolutamente impossibile. Intanto il cielo si era rasserenato, il sole splendeva in tutto il suo fulgore ed i suoi raggi cadevano perpendicolari sul maestoso capo della Vergine.

Preso da santo entusiasmo il Vescovo pronunziò un breve, ma ardente discorso : in seguito furono celebrate due Messe : una campale su d'un balcone nella parte orientale del monumento e l'altra nella cappellina del medesimo, dai RR. D. Michele Borghino e D. Pietro Rota, i due primi direttori del Collegio S. Rosa, i quali eransi espressamente recati colà per assistere a sì solenne festa. Durante la funzione, 37 alunni, collocati a poca distanza dalla statua, simboleggiavano colle rispettive bandiere i ventun stati del Brasile e il Distretto Federale e le quindici Nazioni di America dove vi sono Case Salesiane ; queste bandiere, unitamente ad altre minori, che si agitavano in tutte le direzioni, offrivano alla vista degli assistenti lo spettocolo di un vero trionfo.

Terminata la Messa, accompagnata da bei motetti eseguiti dai giovani del Collegio, il Rev.mo D. Carlo Peretto, Ispettore del Brasile, lesse le principali adesioni giunte da tutti i punti del Brasile e da vari altri paesi. Il telegramma proveniente da Roma e che annunziava la benedizione del Sommo Pontefice fu ascoltato tra le acclamazioni dellà moltitudine. Pronunziò poscia un breve discorso ringraziando tutti quelli che in qualche modo avevano cooperato all'erezione del monumento. Infine, il giornalista Gioacchino Lacerda, rappesentante del «Jornal do Commercio» innalzò entusiastici evviva a G. C. Redentore, a S. S. Leone XIII, all'Immacolata Concezione, Protettrice del Brasile, e a Maria SS. Ausiliatrice, Patrona dei salesiani.

Alle 2 pomeridiane la folla scendeva la collina seco portando le più belle impressioni di sì commovente festa. Nel giorno seguente fu un continuo pellegrinaggio di persone di ogni condizioni che andavano ad ammirare ed a vedere da vicino il grande monumento che i Salesiani, aiutati dai loro benefattori ed amici innalzarono come Omaggio a Gesù Cristo Redentore e alla Sua Madre SS. sul finire del secolo XIX, alla commemorazione del iv Centenario della scoperta del Brasile e delle Nozze d'Argento dell'Opera di D. Bosco in America.

CACHOEIRA DO CAMPO. - Anche i cento alunni del Collegio di Cachoeira do Campo, nello Stato di Minas, vollero tributare il loro solenne omaggio a Gesù Redentore, assistendo all'inaugurazione di un monumento eretto per offerte spontanee dei medesimi. Consiste questo monumento in una croce in pietra di forma esagonale di due metri di altezza, appoggiantesi su di un piedestallo alto cinque metri, ed opera di D. Andrea Colli, salesiano, aiutato dalla buona volontà di alcuni ragazzi che diedero a conoscere la loro propensione per la scoltura. Sorge maestoso sul colle S. Domenico a 1360 metri sul livello del mare e a 260 su quel del Collegio. Fregiano i lati del monumento varie sentenze ricavate dagli scritti di Santi Padri come ad esempio, tra le altre : Crux meum refugium, crux mihi, certa salus, crux Domini mei, crux, quam semper adoro, ecc. , a testimonianza perenne di questa manifestazione di fede e d'amore. E poichè l'ossequio che si deve al simbolo di nostra salute, non deve andare disgiunto dall'affetto per Maria, come Colei che prese viva parte alla scena dolorosa del Calvario, s'ebbe pure il felice pensiero di fare costrurre ai piedi della croce una semplice ma bella nicchia coll'iscrizione : Sacro Cuore di Maria pregate per noi, e con la statua della Vergine che pare sorrida ai viandanti e li animi ad avvicinarsi a lei per colmarli di novelli favori. Nella parte anteriore del monumento si legge: Omaggio a Gesù Cristo Redentore.

Il 19 maggio scorso i giovani salirono l'erta montagna accompagnati dai rispettivi superiori e rallegrati dai concerti della banda musicale. Li seguiva il clero con numeroso seguito di autorità civili e militari e varie rappresentanze di non pochi municipii dello Stato di Minas. Dopo la cerimonia della benedizione data dal direttore del Collegio, si principiò la messa campale e all'Elevazione la macchina fotografica ritrasse tutto quel popolo che nel più divoto atteggiamento, adorava il Re dell'universo, disceso fra le mani del Sacerdote per impartire nella solitudine di quella vallata, una benedizione speciale a tutti gli abitanti di Minas, che nella loro maggioranza sono eminentemente cattolici. Poscia fra lo sparo di mortaretti e il suono di parecchie marcie, una modesta agape venne a rifocillare alquanto le forze che ne sentivano prepotente bisogno, e così ebbe termine sì toccante festicciola che lasciò in tutti imperituro ricordo.

Venezuela

VALENCIA. - Un Salesiano decorato. - Il Governo della Repubblica di Venezuela ha, con apposito decreto de 18 giugno, conferito l'onorificenza del Busto Libertador di 3° grado al sacerdote D. Andrea Bergeretti, direttore della nostra Casa di Valencia. Gli conferì questo onore per i servigi da lui resi durante la grave epidemia del vaiuolo che infierì, come ricorderanno i nostri lettori, negli anni 1898 e 1899 in quella città. La decorazione è una delle maggiori che il Governo conferisce ai forastieri. Il 1° grado del Libertador si conferisce solo ai presidenti delle repubbliche e ai principi ; il 2° grado si dà ai ministri, agli ambasciatori, ecc. ; ed il 3° grado alle altre persone più benemerite, discendendo fino al 7° grado. La decorazione conferita al nostro direttore fu pure conferita alla Superiora delle Suore di Carità di S. G. di Tarbes. Ecco il decreto col quale si conferisce l'onorificenza

STATI UNITI DI VENEZUELA.   N. 90-43. Ministero dell'Interno.

Caracas, 18 giugno 1901. DECRETO.

Per ordine del cittadino presidente della Repubblica si conferisce alla R.da Suora di Carità Maria Coustié e al R.do D. Andrea Bergeretti l'Ordine del Libertador di 3a classe, come testimonianza di pubblica riconoscenza per la generosa abnegazione che essi spiegarono nell'esercizio dei loro nobili doveri durante l'epidemia del vaiuolo, che invase ultimamente la città di Valencia.

Si comunichi e si pubblichi.

Pel potere esecutivo I. A. VELUTINI.

Egitto

ALESSANDRIA. - Festa di Maria Ausiliatrice. - La domenica 26 maggio, solennità di Pentecoste , celebrammo la festa di Maria SS. Ausiliatrice con vero trasporto. Dopo un mese di preparazione, con letture e fioretti quotidiani, vedevamo con gioia spuntare il giorno in cui potemmo deporre ai piedi della celeste nostra Regina il mazzettino dei fiori raccolti e l'offerta dei nostri cuori. Alle 7 1/2 Messa della Comunione generale, resa più solenne dal canto di scelti mottetti. Alle 10 Messa solenne ; il processo della funzione, l'esecuzione della musica ed il contegno degli alunni furono veramente edificanti. Nel pomeriggio, radunati nella nostra Cappella dinanzi al SS. Sacramento, offrimmo il nostro cuore a Maria colla formola prescritta dal nostro Rettor Maggiore. Poscia ci recammo nella sala del teatrino, dove, alla presenza di S. E. Mons. Gaudenzio Buonfigli, nostro veneratissimo Arcivescovo, il quale con affetto più che paterno s' interessa del nostro Istituto, alla presenza pure dei rappresentanti dei vari Ordini religiosi, dei benefattori della città e dei parenti dei nostri allievi , intessemmo una ghirlanda di scelti fiori musico-letterari ed ascetici alla Vergine Ausiliatrice, il cui simulacro maestosamente campeggiava su apposito trono dinanzi all' assemblea. Il trattenimento riuscì egregiamente, e. la soddisfazione manifestata dai signori intervenuti ci è prova d'aver raggiunto il nostro scopo. Voglia la nostra buona madre Maria ripagarci quanto abbiamo fatto per Lei coll'abbondanza delle sue celesti benedizioni sul nostro Istituto e sui suoi benefattori, sulla nostra Pia Società e su quanti con essa o come essa lavorano a diffonderne il culto, ed a salvare dagli odierni pericoli la gioventù.

Palestina

BETLEMME. - Stato dell'Orfanotrofio di Gesù Bambino. - Il venerando D. Belloni inviava lo scorso maggio al direttore generale dell'Opera delle Scuole d'Oriente, Mons. Charmetant queste notizie che raccomandiamo all'attenzione dei nostri lettori e lettrici. - In causa della miseria che aumenta in Oriente e specialmente in Palestina, siamo assediati, ogni anno da un gran numero di fanciulli poverissimi, abbandonati e in pericolo di perdersi. Siamo inoltre minacciati da una grande miseria, poichè durante quest'inverno abbiamo avuto pochissima acqua. Il mese di febbraio è stato caldo come i mesi d'estate, ed i mesi di marzo e di aprile, invece di avere, come al solito, abbondanti pioggie, sono rimasti completamente asciutti. Ne avviene che il raccolto dei grani, dell'uva, delle olive, ecc. è molto compremesso ; i viveri sono molto più cari, come anche l'acqua da bere. Non si potrà fabbricare quest'anno e gli operai mancheranno di lavoro e di pane.

Le nostre tre case si trovano dunque in sofferenza in causa della diminuzione di mezzi. Per conseguenza vi sarei molto riconoscente se poteste ottenermi un soccorso eccezionale pel nostro orfanotrofio di Betlemme, pel nostro seminario minore di Cremisan e per la scuola agricola di Beitgemal. Solo nell'orfanotrofio di Betlemme abbiamo 124 alunni interni e 185 esterni. Gl'interni imparano tutti un mestiere, per potere più tardi guadagnare convenevolmente il loro pane. I nostri fanciulli in generale sono pii, sottomessi, affezionati e laborosi. Una ventina di loro, essendo di famiglie scismatiche, dopo la loro istruzione religiosa, col consenso dei loro genitori, e colla loro massima gioia furono ammessi nel seno del cattolicismo. L'esperienza ci prova che tutti gli alunni che escono dalla nostra scuola si mantengono nel dovere e riescono. È la nostra grande consolazione.

Disgraziatamente, per causa dei brutti tempi che passiano e della morte di parecchi benefattori insigni, i nostri mezzi diminuiscono considerevolmente, di modo che mi trovo di giorno in giorno più imbarazzato a procurare il necessario alla vita della mia numerosa famiglia di 170 persone. La siccità di quest'anno, lo ripeto, ha messo il colmo alla nostra miseria, e il nostro orfanotrofio manca fino di acqua da bere.

Nella mia ansietà, per non essere obbligato di rimettere sulla strada almeno una parte dei nostri poveri orfani, mi sono deciso a fare un viaggio in Europa nella speranza di trovare alcuni soccorsi e di ottenere dalla vostra bontà un aiuto straordinario.

Domanderei ugualmente un sussidio in favore della nostra scuola agricola di Beitgemal. Questo istituto conta circa 40 alunni interni e possiede 600 ettari di terreno coltivabile; vi sono circa 2000 alberi d'olivi, belle colline con vigneti, pianure e valli pel grano, e terreno fertile con una sorgente per ortaglia. Ma disgraziatamente i nostri fanciulli , per la maggior parte sono ancora troppo giovani e bastano appena a coltivare un piccolo angolo di terra, e non abbiamo mezzi per prendere operai, di modo che la più gran parte del nostro vasto terreno è in gran parte negletto e abbandonato. Fa veramente pena a pagare, ogni anno, le imposte di una grande proprietà che frutta ben poco e che pure potrebbe nutrire molti fanciulli, se avessimo i mezzi necessarii per farla coltivare. Questa scuola si trova tra Giaffa e Gerusalemme, presso la tomba di Sansone e in prossimità della stazione ferroviaria.

NAZARET.- L'Orfanotrofio di Gesù Adolescente. - Il direttore di questo orfanotrofio scrive al sullodato Mons. Charmetant, queste notizie. - Dalla Francia ritornando qui alla fine di settembre scorso, ho ritrovato la mia piccola famiglia in buona salute, ma arricchita di 4.370 lire di debito che dovetti pagare subito, cosa che mi ridusse di nuovo alla mendicità. Eppure ho dovuto accettare fra gli orfanelli quattro fanciulli, tanto erano infelici, malgrado l'impossibilità nella quale siamo di ammetterne di più, sia per la ristrettezza di locale, sia per mancanza di mezzi. Ecco in due parole la storia di questi fanciulli. Due sono di Cesarea, villaggio mussulmano, dove il loro padre, greco cattolico, si era stabilito da alcuni anni. Egli morì, lasciando la vedova senza mezzi di sussistenza, con cinque bambini ! Essa non sapendo più come vivere coi suoi cinque orfanelli, di cui tre ragazze, fece conoscenza con un mussulmano che la sposò, e al quale essa promise di far circoncidere i due ragazzi perchè divenissero mussulmani. Un curato greco-scismatico delle vicinanze, avendo saputo questo, ci condusse i due bambini, pregandoci di accettarli per salvarli. Da parte loro i bambini protestavano piangendo che erano cristiani, che volevano rimanere cristiani, che a qualunque costo non volevano più ritornare dalla loro madre.

Gli altri due sono di Tiberiade, dove, non vi sono che ebrei , turchi e protestanti, con poche famiglie cattoliche. Questi due poveri ragazzi, ugualmente fratelli, perdettero in otto giorni il padre e la madre, morti tutti e due di tifo; e poichè i protestanti volevano mandarli all'orfanotrofio inglese di Gerusalemme, i RR. PP. Francescani protestarono e ce li condussero. P così che al mio ritorno dalla Francia, trovai la mia povera camera occupata da quattro piccoli compagni che si coricano la sera su piccoli materassi messi per terra, e che vengono tolti la mattina, e così finchè non posso procurare loro un letto e un posto cogli altri. .

Per ora dovremo ancora continuare a fare penitenza nelle nostre povere capanne; ma farò in modo di poter alloggiare un po' meglio Iddio che, malgrado la nostra povertà, vuol star con noi. Una buona persona ha voluto aiutarmi a pagare una cappella in ferro e legno che metterò in opera, malgrado tutti i diavoli che si mettono di mezzo. Provvisoriamente questa cappella risponderà almeno ai bisogni delle famiglie cristiane del vicinato, poichè tutte le domeniche abbiamo almeno da cinquanta a sessanta persone che vengono da noi agli Offici. Disgraziatamente la dogana a Caiffa ed il trasporto di questa cappella, col mezzo dei camelli fino a Nazareth, mi hanno costato molto, e non so più come cavarmela. Per montarla devo aspettarmi molte difficoltà, ma che farci? Bisogna ben arrischiare qualche cosa, se no, non avremo mai niente.

Spagna

SARRIÀ (BARCELLONA). - La Pasqua dei poveri nell'Istituto S. Dorotea. - Il lunedì santo nella Casa di S. Dorotea delle Suore di Maria Ausiliatrice 40 povere vecchie fecero la loro santa pasqua. All'indomani, martedì santo, nella Chiesa di Maria Ausiliatrice fecero pure, sotto la direzione dei nostri confratelli, la loro pasqua 95 poveri vecchi. È pure un bel spettacolo il vedere ogni anno questi poveri vecchi compiere con pietà i loro doveri religiosi e poi ricevere ancora il pane materiale che rinfranca i i loro corpi affranti. Qual lezione sopratutto per i giovani che sono tesstimoni di questo fatto ! È non solo una lezione di carità, perchè a questa scuola s'impara a soccorrere i membri sofferenti di Gesù; ma anche di economia e previdenza per i giovani i quali non pensando punto che un dì invechieranno, se non si assicurano il pane per la vecchiaia, possono forse ripromettersi di trovare un'anima buona che glielo somministri ?

Equatore

CUENCA. - La festa dell'Ausiliatrice.

La divozione alla nostra cara Madonna si propaga mirabilmente. In quella nostra Casa dedicata al Sacro Cuor di Maria venne fatto con grande divozione e fervore il mese dell'Ausiliatrice e la festa, il 24 maggio, fu una vera rivelazione. Essendo quel dì, giorno feriale, i nostri confratelli si pensavano che pochi divoti sarebbero venuti ad onorare la Vergine Ausiliatrice, ma ebbero, con sommo loro gaudio, a ricredersi, perche la Madonna, invocata sotto questo attraente titolo, attirò a se gran numero di divoti. Infatti ci si scrive : «in quel giorno pare che l'Ausiliatrice comandasse alle nuvole di non piovere e al cielo di rasserenarsi, poiché il 24 maggio, a differenza degli altri dì sempre piovigginosi, fu così bello che sembrava invitasse tutti i Quencani a visitare la nostra chiesetta per onorarvi la Madonna di D. Bosco. Alla vigilia, vespri solenni con musica non mai udita in Cuenca e poi illuminazione notturna. Il giovo della festa disse la messa della Comunione Generale il Can. D. Leone Piedra con appropriato fervorino ai giovanetti della 1° Comunione. Poscia benedisse un bel quadro di Maria Ausiliatrice, fatto espressamente da un nostro buon Cooperatore, il sig. Filoromo Idroles ; essendo padrino il dott. Alberto Muñoz, ex-deputato, invece del sig. Adolfo Muñoz, infermo. Compiuto il sacro rito tutti, vollero baciare la divota effigie ed il padrino distribuì a ciascuno immagini e medaglie. Numerosissime furono le Comunioni e quel che più consola si è che molti erano venuti da lontano. Cantò la Messa solenne D. Clodoveo Rasqueri, direttore del Seminario e fece il panegirico D. Vincenzo Aguilar. Nella giornata fu numeroso il concorso dei fedeli per onorar Maria SS., adorando Gesù Sacramentato, esposto alla pubblica adorazione, come si usa fare in questi paesi nelle feste solenni. Alla sera, vespri solenni con la consacrazione a Maria Ausiliatrice, con la benedizione del SS. Sacramento e col bacio della reliquia. Questa festa lasciò in tutti soave ricordo e servì mirabilmente a diffondere il culto della Madonna di D. Bosco.»

Italia

SASSI TORINESE. - Pensionato per Signore. - Il desiderio del veneratissimo nostro Padre D. Bosco di venire in aiuto anche delle signore di civil condizione sole, o limitate di fortuna e amanti del quieto vivere, è divenuto un fatto compiuto sotto D. Rua il quale, per questo scopo, da circa un anno, affidò alle Suore di Maria Ausiliatrice la direzione di un Pensionato in Sassi Torinese, vicino alla stazione di Superga. L'aria è salubre, il locale comodo, giardino ampio, il trattamento eccellente sotto ogni rapporto; più servizio religioso nella cappella annessa al Pensionato. La retta è di lire Sessanta mensili. Per schiarimenti e trattative rivolgersi alla Direttrice del Pensionato Sùor FELICITA BALBO DI VINADIO, Sassi Torinese.

TORINO. - La nostra scuola di canto all'anniversario della morte di Re Umberto.- Il 28 dello scorso luglio, ebbe luogo in Torino, per cura di un Comitato del Municipio, una grande funzione religiosa in suffragio dell'anima del compianto Re Umberto. La mesta funzione si compì sul piazzale della Chiesa della Gran Madre di Dio, compresavi la Piazza Vittorio Emmanuele; e la nostra scuola di canto ebbe l'onore di essere invitata per questa circostanza, eseguendo il seguente programma, a voci sole senza accompagnamento: 1° Asperges me, ecc. in Gregoriano. - 2° PALESTRINA : Peccavimus a cinque voci. - 3° VITTORIA : O vos omnes, a 4 voci. - 4° PALESTRINA : Ave Maria, a 4 voci.

L'esito di tutta la funzione riuscì imponentissimo e divoto, come ebbero a dire tutti i giornali della città. Riguardo alla parte sostenuta della nostra scuola, ci piace riprodurre qui la lettera che l'Ill. sig. Senatore Casana, Sindaco di Torino, indirizzava al Revm° Sig. D. Rua il giorno stesso della funzione. « La mesta funzione di stamane in suffragio dell'anima del Re buono e leale, ripete gran parte della sua solennità dalla perfetta esecuzione di musica sacra della Schola Cantorum di codesto Pio Istituto, che Vostra Riverenza autorizzava a prestar l'opera sua. È unanime la lode per la scelta dei classici mottetti, per la squisita, finissima esecuzione, per la rara valentia dell'egregio direttore, cav. M°. Giuseppe Dogliani, in cui soltanto la modestia supera l'artistico valore. Mentre io prego Vostra Riverenza di porgere alla Schola Cantorum ed all'egregio suo direttore i vivissimi ringraziamenti del Comitato e dell'Amministrazione Municipale, mi è gradita l'occasione per esternarle la mia personale riconoscenza per l'efficacissima cooperazione, che piacque alla Rive renza Vostra di accordare alle onoranze che Torino ha reso al compianto Sovrano. »

- Nel primo Oratorio festivo di D. Bosco. - Tra le moltissime feste succedutesi in questi ultimi mesi nell'Oratorio festivo di S. Francesco di Sales in Valdocco, il 1° di D. Bosco e la pietra angolare di tutti gli altri, merita di esser ricordata quella svoltasi la domenica 6 giugno scorso, perchè non ritorna più, mentre le altre si ripetono tutti gli anni e furono più volte descritte od accennate nel Bollettino. In quel giorno memorando i biricchini di Valdocco vollero festeggiare il 25° anniversario della prima Messa del loro buon direttore, di lui, che 25 anni di sacerdozio aveva consacrato intieramente per loro in vari Oratori festivi, e che nel suo nome ha, per così esprimerci, incarnato quello di Oratorio festivo... Basta pronunziare D. Pavia perche alla mente di quanti leggono il Bollettino ricorra subito subito quello dell'Oratorio festivo... Ben se la meritava quindi un po' di festa, dopo 25 anni di sacrifizi compiuti per i poveri figli del popolo ; e la festa delle sue nozze sacerdotali d'argento fu solenne, degna del festeggiato, promossa dai beneficati stessi e perciò espressione sincera della comune gratitudine dei figli del popolo. Fu una festa di luce, di colori e d'allegria.

Nell'ampio cortile sotto la gloria fulgida del sole, alla blanda carezza d'un aria fresca, profumata degli ultimi fiori di maggio, sventolano festoni, orifiammi crociati e migliaia di bandierine di tutti i colori e di tutte le gradazioni tese ed incrociantesi per ogni verso che rendono l'effetto di una fantasmagoria orientale che abbarbaglia ed affascina... La chiesa è parata sontuosamente e tra mezzo alle luci dell'altar maggiore spiccano grandiosi i busti in argento dorato dei quattro vescovi patroni dell'Archidiocesi Torinese, rimessi a nuovo per la fausta circostanza in omaggio dell'amato direttore. Alle ore 8 egli, umile nella gloria dei suoi biricchini che stipavano la chiesa in numero di 800 almeno, sale l'altare ad offrire l'Ostia di pace e di ringraziamento: numerosissime sono le Comunioni e la funzione è resa più imponente dal cauto di devoti mottetti. Alla sera, dopo le funzioni religiose, ha luogo la festa della gratitudine e si svolge nel teatrino dell'Oratorio interno tutto messo a fiori, arazzi e zendadi. I benefattori dell'Oratorio festivo coi parenti dei giovani riempono la platea mentre i giovani dell'Oratorio, che superano il migliaio, prendono d'assalto le ampie gallerie le quali sono trasformate in un mare vivente tutto festa ed allegria. La premiata banda dell'Oratorio dà fiato agli strumenti : tutti si alzano e scoppiano in un evviva fragoroso a Don Pavia che, circondato dai suoi parenti ed amici, è condotto ad assidersi al posto d'onore. In armonioso ritmo si succedono discorsi, canti, suoni e poesie : degno di menzione il bozzetto intitolato la Madonna di D. Bosco dei fratelli Michelotti (gli autori del libro le reti d'amore, pubblicato per l'occasione delle nozze d'argento di D. Pavia nelle nostre letture amene ed educative, e nel quale vengono mirabilmente descritti i vantaggi degli Oratori festivi informati a quelli di Valdocco.)

Nel cortile intanto mille variopinti palloncini interpolati alle bandierine riempiono l'ambiente di fantastica luce. Non mancano nè i fuochi pirotecnici, mentre la banda eseguisce un scelto programma, nè gli imponenti evviva della moltitudine a D. Bosco e al festeggiato, finchè, essendo la notte gia assai avanzata, tutti i parenti e giovani fanno ritorno alle loro case. Così finì la festa lasciando nei giovani imperituro ricordo di sè e nel direttore festeggiato la soave memoria del bene operato del quale egli avrà premio adeguato nella perenne festa del paradiso.

CASTELNUOVO D'ASTI. - Una nuova corona sul monumento di D. Bosco. - La Scintilla Chierese, nel suo numero del 20 luglio, pubblicava la seguente relazione da Castelnuovo, che riportiamo integralmente, perche vorremmo che il bell'esempio venisse imitato da molti altri Istituti ed Oratorii, inviando frequenti e numerose rappresentanze a deporre corone, ma più di tatto ad attingere il sacro fuoco dell'operosità peI bene nella terra natale di D. Bosco, ai piedi del monumento erettogli dalla patria.

« Domenica scorsa, 14 luglio (così il corrispondente Castelnovese della Scintilla) giungeva da Chieri fra noi in sulle prime ore del mattino un bel nucleo di 60 giovanette, accompagnate da alcune Suore di Maria Ausiliatrice. Esse venivano quali rappresentanti del fiorente Oratorio festivo Chierese di S. Teresa a deporre sul monumento del grande apostolo della gioventù una corona votiva in attestato della loro gratitudine verso il fondatore degli Oratorii festivi Salesiani. Nella divota cappella dell'Istituto Paterno D. Bosco, Madonna del Castello, ascoltarono la santa Messa facendo tutto la loro Comunione, prima della quale il gentilissimo direttore dell'Istituto, Don Giovanni Segala, celebrante, rivolse un bel fervorino d'occasione.

» Più tardi, dopo la colazione preparata in una bella sala dell'Istituto, ascoltarono un'altra Messa e verso le ore 10, arrivato il direttore dell'Oratorio di S. Teresa col prof. D. Aureli, presa la corona, si avviarono processionalmente al monumento. Quantunque non si fosse dato alcun preavviso, i nostri Castelnovesi accorsero in buon numero alla pia cerimonia della deposizione della nuova corona, e tra essi ci piace noverare l'illustre sig. Sindaco, che mai si rifiuta di presenziare le pubbliche manifestazioni che servono ad onorare D. Bosco. Il direttore dell'Oratorio di S. Teresa depose ai piedi del monumento la splendida corona e spiegato con appropriate parole il significato dell'atto compiuto in quell'istante dalle Oratoriane di Chieri, invitò il prof. Aureli a tenere il discorso commemorativo. Questa, con parola chiara, vivace e persuasiva, parlò di D. Bosco e dei suoi Oratorii festivi, eccitando le ragazze ad amare il loro Oratorio e a frequentarlo, mostrandosene in pari tempo degne colla ritiratezza, colla preghiera, coll'operosità e colla modestia. Il suo dire lasciò in tutti ottima impressione. Nel pomeriggio, quantunque il tempo minacciasse un acquazzone, si recarono tutte fino ai Becchi a visitare la casa ove nacque D. Bosco ed in sul far della notte fecero ritorno a Chieri, lasciando in Castelnuovo ottimo ricordo di loro ».

FOSSANO. - Per il Convitto Civico. Le difficoltà di far conseguire agli alunni delle scuole private le licenze in fine dei corsi elementari, ginnasiali e tecnici vanno facendosi sempre più gravi, stante le esigenze ognora crescenti dei programmi governativi. Ciò è causa per cui tante e tante famiglie si vedono nella necessità di far frequentare ai loro figliuoli le scuole pubbliche. Bene spesso poi, o la lontananza da dette scuole, o le molteplici occupazioni non consentono loro di esercitare sulla figliuolanza quella vigilanza che dovrebbero e vorrebbero; ed in questo caso vedonsi costretti ad affidare alle cure altrui l'avvenire di ciò che hanno di più caro e prezioso. Sventuratamente però è ben raro che loro sia dato trovare Convitti, Pensionati, famiglie ove possano con sicurezza collocare i loro figliuoli, dove questi possano non solo attendere collo studio a fornirsi della istruzione letteraria e scientifica, ma crescere insieme - che è quello che più sta loro a cuore - informati a sani principii di religione e di morale.

A provvedere a questo bisogno, già da alcuni anni abbiamo pensato pure di aprire in varie città, sedi di accreditate scuole pubbliche, dei convitti per quelle famiglie che, pur volendo affidare a noi l'educazione dei loro cari, intendono però che questi abbiano a frequentare le pubbliche scuole. In questi convitti i giovanetti, insieme con una educazione tutta informata ai principii della religione e della più severa moralità, trovano ancora una vigile e paterna assistenza ed aiuti continui pel disimpegno dei proprii doveri scolastici.

Uno di questi Convitti è quello che or sono due anni dall'onorevolo Municipio di Fossano ci fu affidato, e posto sotto l'alto patronato e la sorveglianza della Giunta municipale. I risultati ottenuti in un solo biennio vengono rilevati da un giornale locale, non sospetto di favoritismo, in questi termini « Esaminata la statistica degli esami, non potevasi aver esito più lusinghiero sotto tutti i rapporti; il Convitto Civico può dirsi ritornato a quei desiderati tempi di studiosa operosità giovanile, che furon sempre il vanto e l'orgoglio della nostra città. I RR.mi Sacerdoti Salesiani, e specialmente il direttore del Convitto, dott. prof. Finco, meritano quindi di ricevere il nostro vivo e schietto elogio per l'ammirabile andamento morale e disciplinare del Collegio Convitto locale. Noi sappiamo infatti che tre professori, uno di lettere, un secondo di scienze, un terzo di francese, impartivano gratuitamente lezioni collettive agli alunni convittori ; sappiamo che ogni sera si procedeva alla revisione di ogni singolo lavoro ; che si obbligavano i giovani a terminar sempre i proprii compiti , accordando loro un orario straordinario, sempre coadiuvati con instancabile zelo e con amorosa sollecitudine; sappiamo che ogni mattina si obbligavano gli alunni a dar saggio della lezione studiata; sappiamo infine che fu impartita una rigorosa educazione ispirata ai più santi principii, espellendosi immediatamente gli individui pericolosi, in modo da fare del nostro Convitto un convitto modello, a differenza di tanti altri che non rispondono in nessun modo ai desiderii dei genitori. »

GUALDO TADINO (UMBRIA). - Una bella festa all'Istituto S. Roberto. - Il 30 scorso giugno venne celebrata la festa del Sacro Cuore di Gesù. La mattina numerosi Cooperatori e Cooperatrici intervennero nella Cappella dell'Istituto per la Messa della Comunione generale, e furono più di 150 le sacre particole distribuite. Più tardi vi fu Messa cantata, celebrata da Mons. Arcidiacono Antonio Ribacchi che dopo portò processionalmente il SS. Sacramento su per li ameni viali dell'Istituto. Con grande fervore ed in devoto contegno seguirono Gesù parecchi signori e signore, nonchè i giovanetti convittori e quelli dell'Oratorio festivo. Fatto ritorno in Cappella, il prelodato Monsignore impartì ai numerosi presenti la benedizione col Santissimo.

La sera alle 17 1/2 nella Chiesa parrocchiale di S. Donato ebbe luogo un trattenimento accademico con la solenne distribuzione dei premi ai giovanetti dell'Oratorio festivo ed a quelli della Gara Catechistica che si era tenuta con particolare solennità la domenica precedente con assistenza di numeroso clero e persone ragguardevoli. I premi, specialmente quelli per la Gara, grazie alla generosità di Mons. Calai e di parecchi altri signori e signore della città, furono numerosi e di non piccola entità. Il vasto ambiente della Parrocchia era gremito di persone, e da quei mille cuori partirono ad onore del Sacro Cuore di Gesù inni di lode ed applausi calorosi. Mons. Roberto Calai-Marioni tenne un discorso commovente, tratteggiando con sublimità di pensiero ed eleganza e chiarezza di stile i punti più salienti della vita di Nostro Signore manifestanti il suo amore accesissimo verso gli uomini.

I giovanetti dell'Istituto e dell'Oratorio eseguirono diversi pezzi di musica tutti diretti a lodare il Sacro Cuore, come a questo fine pure erano intesi i lavori di poesia che in questa circostanza si lessero. Ma l'istante solenne fu quando S. E. R.ma Mons. Rocco Anselmini che, insieme al Rev.mo Capitolo della Collegiata di S. Benedetto onorava di sua presenza il trattenimento, presentò a Mons. Calai, ad insaputa di tutti, il titolo onorifico di Protonotario ad instar di cui Sua Santità Leone XIII lo ha insignito in riguardo ai meriti grandi di lui e della sua benefica operosità. Un tuono d'applausi incessanti, accogliendo la lieta novella, fece eco alle parole di ringraziamento di Mons. Calai, ed all'amplesso con cui si strinsero tra loro Mons. Vescovo ed il nuovo Protonotario.

Così ebbe termine questa giornata, lasciando in tutti sentimenti e pensieri d'affetto verso il Sacro Cuore di Gesù, che ornai colla forza del suo amore onnipotente a sè vuol trarre le menti ed i cuori di tutti gli uomini ; ed in Gualdo la festività descritta è una prova di ciò. Il Sacro Cuore in tal modo renderà paghi i voti di Mons. Calai e di tutte quelle persone che non badando a sacrifizi lavorano risoluti per la causa del Signore, per ritornare al seno del Divin Pastore le anime traviate. Gesù benedetto farà sì che si realizzi il sospiro di tanti cuori !

MESSINA. - Festa di Maria Ausiliatrice. - Ai primi vespri solenni di sabato (8 giugno) per la festa della Madonna di Don Bosco,, in questo Istituto Salesiano, oltre ad un gran numero di giovanetti dell'Oratorio festivo S. Luigi, intervennero anche molti Cooperatori e Cooperatrici della città. Assai delicato e commovente il panegirico di Maria Ausiliatrice, fatto recitare dal giovanetto Caselli Giuseppe, alunno della 2a ginnasiale. Di bellissimo effetto il canto dell'inno Saepe dum Christi di Mons. Cagliero.

Domenica mattina poi alle ore 7 1/2 un numeroso stuolo di giovanetti dell'Oratorio festivo S. Luigi, il Circolo D. Bosco, la Compagnia di S. Luigi, i giovani esterni delle scuole dell'Istituto, i convittori vestiti in uniforme ed i Cooperatori e le Cooperatrici Salesiani erano in chiesa ad aspettare l'arrivo di Mons. Letterio D'Arrigo, Arcivescovo ed Archimandrita di Messina , il quale alle ore 8 circa arrivò accompagnato dai Canonici e ricevuto al portone dal piccolo clero e dal Reverendo Direttore dell'Istituto. Dopo breve orazione al SS. Sacramento, Monsignore, che è così buono, così affabile con tutti, ma che nutre un affetto particolare per i figli di D. Bosco, conferì gli Ordini Minori al sig. Pepe Corrado della nostra Pia Società e nella Messa da lui stesso celebrata conferì la prima Comunione a una ventina di giovanetti dei due sessi. Quindi, accompagnato in refettorio, dove i giovani convittori lo attendevano, un inno d'occasione lo accolse ed una accademia si svolse in suo onore, accoppiando la festa dei Salesiani a quella dell'onomastico del degno Arcivescovo. Alla sera, dopo i vespri, fu recitato in chiesa il solenne panegirico dal prof. Francesco Fisichella della R. Università di Messina. La solennità venne coronata da un bellissimo trattenimento drammatico di grande effetto.

- I nostri confratelli di Messina ebbero in questi ultimi mesi, a patire gravi vessazioni da parte dei malevoli dell'opera loro salutare, ma di queste parleremo diffusamente in un prossimo numero. Intanto siamo lieti di poter dire, come i giornali quotidiani hanno già pubblicato, che ad essi fu resa giustizia dal buon senso dei reggitori della cosa pubblica.

VIZZINI (SICILIA). - Il buon pastore in mezzo alle sue pecorelle. - Il giorno 21 giugno scorso, dedicato all'amico dei pargoli, S. Luigi Gonzaga, nell'Asilo Infantile Regina Margherita, diretto dalle Suore di Maria Ausiliatrice, ebbe luogo un solenne saggio dato dai bimbi e dalle fanciulle che frequentano la scuola privata. S. E. R.ma Mons. Damaso Pio De Bono, Vescovo di Caltagirone, trovandosi in Vizzini per la visita pastorale, si degnò presiedere alla festa in un coi RR. Canonici, col clero e le autorità civili, fra le quali primeggiava l'illustrissimo signor Barone Gaudioso, presidente dell' Asilo. S'incominciò verso le 18, e dopo circa due ore di nobile gara da ambo le parti, ebbe termine la riuscitissima rappresentazione e il venerato Pastore chiuse la simpatica festa con parole dettate da un cuore tutto affetto pei bambini e tutto zelo per la gioventù. Inneggiò a D. Bosco, chiamandolo il Padre dei pargoli, il Vincenzo del secolo xix, il Protettore e Custode dalla gioventù. Ebbe parole di elogio per le Suore di Maria Ausiliatrice; incoraggiò le fanciulle ed i bambini a frequentar con amore la scuola e l'Asilo, ed a saper trar profitto dell'educazione ed istruzione che qui s'impartisce. Esortò i cittadini vizzinesi a tener cara e preziosa questa istituzione propria dei tempi presenti, in cui la gioventù corre grave pericolo di perdere, ancor prima di conoscerla, la preziosa gemma dell'innocenza. La pastoral benedizione pose termine alla festa che lasciò in tutti i cuori una cara impressione.

La domenica seguente Mons. Vescovo alla mattina amministrò le Cresima nella Chiesa del Rosario, ove sono addette le Suore, appositamente per le allieve della scuola privata e pei bambini dell'Asilo, e nel pomeriggio visitò anche l'Oratorio festivo. Quivi Monsignore fu fatto segno di riuscitissima dimostrazione figliale da parte delle ragazze, alle quali tutte egli infine degnossi regalare un bel ricordo. Otto giorni dopo il buon Pastore di Caltagirone volle dare ancor un'altra prova del suo paterno affetto verso le Suore di Maria Ausiliatrice, consacrando parte della giornata per loro.

Svizzera

MURI. - Per lo studio delle lingue straniere. - Per secondare un vivissimo desiderio da lungo tempo espresso dai nostri Cooperatori. noi abbiamo finalmente aperto nel nostro Istituto di Arti e mestieri di Muri (SVIZZERA) un corso d'insegnamento di lingue straniere e contabilità. L'insegnamento delle lingue abbraccia: il tedesco, il francese e l'italiano. Alla conoscenza teorica delle lingue, gli studenti avranno modo d'impa rare a ben parlare il francese ed il tedesco, perchè sono le lingue parlate giornalmente nell'Istituto.

Muri è una piccola città del Cantone di Argovia, situata sulla linea ferroviaria Arth-Goldau e Aarau. Oltre alla bellezza che rende gai tutti i paesi della Svizzera tedesca, segnalandoli all'ammirazione degli stranieri, Muri è favorita di una stupenda posizione, perchè poggiata sopra di un'amena collina, donde si gode il magnifico panorama delle Alpi. Il clima eccellente, l'aria saluberrima, non possono che far godere un'ottima salute agli alunni. Noi speriamo che gli amici delle nostre Opere non mancheranno di fornire alla nostra scuola numerosi allievi. Per ulteriori informazioni rivolgersi alla Direzione dell'Istituto D. Bosco in Muri (SVIZZERA).

BRIGA. - In favore degli operai Italiani addetti al traforo del Sempione. - Sono omai tre anni da che noi abbiamo assunto la cura dell'assistenza spirituale degli Italiani addetti al traforo del Sempione sul versante svizzero, ed il bene fatto finora mercè il concorso di caritativo persone è assai consolante, come altre volte abbiamo accennato su queste colonne. La Chiesa Italiana è uffiziata regolarmente ed anche i Santi Sacramenti sono frequentati (specie durante il tempo pasquale) da operai, donne, ragazzi e ragazze. Nelle domeniche l'intervento ed il contegno durante le sacre funzioni edifica, come molti signori italiani, di passaggio, ebbero a dichiarare formalmente al nostro D. Oddone che tutto si sacrifica per il bene di quei nostri operai. Don Ruggeri, pure addetto a questa nostra missione, va ad ufficiare nella chiesa parrocchiale di Naters - paesello vicino a Briga - dove la colonia italiana essendo molto numerosa, ha campo di far assai bene agli operai, alle loro famiglie e specialmente ai ragazzi della prima Comunione.

Una cosa però mancava ancora perchè l'opera nostra potesse produrre tutti quei frutti di restaurazione e preservazione morale che ci eravamo ripromesso in mezzo a quei nostri connazionali : l'assistenza dei bambini e delle ragazze italiane : mancava cioè un Asilo infantile e l'Oratorio festivo femminile. Superando mille difficoltà, il nostro Superiore stabilì di provvedere eziandio a questo bisogno inviando nello scorso aprile a Briga tre Suore di Maria Ausiliatrice. L'arrivo di queste buone religiose fu accolto da tutta la colonia italiana con trasporto della più viva e lieta gioia e con segni di sincera simpatia, Improvvisarono tosto un Oratorio festivo dove accorsero tutte le fanciulle italiane dimoranti in Briga e Naters. Subito se ne sperimentarono i vantaggi, e le famiglie dei nostri operai benedicevano alle Suore di Maria Ausiliatrice, le quali già si preparavano a, compiere l'opera loro con l'apertura dell'Asilo infantile, quando furono visitate dalla mano di Dio che domandava una vittima immacolata in olocausto propiziatorio e fecondatore di quella Missione Suor Martina Bernasconi da Roncate nel Canton Ticino, ventiduenne, robustissima e di salute esuberante, inviata lassù in qualità di maestra dell'Asilo con patente di grado superiore per le scuole elementari, venne improvvisamente assalita da dolori alle giunture, indi da paralisi e da fiera menengite che in breve la ridussero agli estremi... Era la vittima accetta a Dio, e l'anima di lei, confortata dai Sacramenti e dalla dolce visione dell'eterno soggiorno, volava ad inabissarsi nell'oceano infinito della divinità, facendo scaturire una inesausta sorgente di benedizioni e grazie a pro della Missione di Briga. La sua dipartita gettò nel lutto non solo la famiglia Salesiana del Sempione, ma tutti quanti gli abitanti del paese. Per opera delle signorine del Barone Ferdinando Stokalper, nostro esimio benefattore, venne preparata una bella camera ardente, dove in mezzo a piante, fiori e lumi fu esposta per due giorni la salma della defunta nel suo abito religioso. I visitatori di Briga e di Naters, sì svizzeri che italiani, furono tanto numerosi da superare qualsiasi più ottimista aspettazione. I funerali riuscirono in una solenne attestazione del generale intenso cordoglio provato in questa perdita ed in una patetica manifestazione della grande simpatia verso l'Opera nostra.

Questa perdita ritardò alquanto l'apertura dell'Asilo, il quale (essendo state inviate colà due altre Suore) venne aperto il nove maggio, e conta presentemente 130 bambini e procede così bene che tutti i genitori vorrebbero affidare alle Suore i loro tesori. Le Suore vorrebbero accontentare tutti, ma pur troppo al momento si trovano assai limitate di mezzi. La benemerita Società di assistenza per gli emigranti, della quale è presidente Mons. Bonomelli, mandò il denaro per pagare il fitto dell'Asilo, della casa delle Suore e del giardino per la ricreazione ; di più un'ottima signora offerse una somma per provvedere le cose più urgenti. Noi speriamo che l'esempio bello venga imitato da tante altre e così si potrà ricevere un maggior numero di bimbi, dar loro la minestra e provvedere di vestiti chi non ne ha e che perciò non può ancor frequentare l'Asilo.

Ultimamente, fra gli operai del Sempione , vi furono dieci giorni di sciopero : i giornali ne hanno parlato diffusamente, e noi non intendiamo punto di rifare la storia di questo disastroso avvenimento. Diciamo solo che esso recò gravi danni all'Impresa del traforo per la sospensione dei lavori ; gravi danni al Canton Vallese, avendo dovuto inviare a Briga circa trecento tra soldati e gendarmi per il buon ordine, e danni gravissimi agli operai, non esclusi gli esercenti. Peccato che molti furono danneggiati benchè innocenti ! In quei tristi dì l'Asilo destò la più grande meraviglia: le Suore recavansi giornalmente da Briga a Naters e viceversa, passando in mezzo ai soldati ed agli scioperanti non solo senza mai soffrir la benchè minima molestia, ma ancora molto rispettate e riverite. I bimbi dell'Asilo poi non solo non fecero sciopero, ma nessuno mancò mai all'appello, anzi crebbe ancor più il numero Essendo di passaggio per Briga Mons. Vescovo di Sion, D. Oddone lo pregò di una sua visita all'Asilo aperto in Naters, ed egli annuendo cortesemente alla preghiera, recavasi all'Asilo in compagnia del P. Cathrein, Gesuita, del Parroco di Naters, decano del territorio brighese, e dei nostri confratelli.

I cento trenta tra bimbi e bimbe improvvisarono un bel saggio sul canto, sul catechismo, sulla storia sacra, sulla poesia e finalmente sulla ginnastica. Monsignor Vescovo, nel vedere tutte quelle creaturine così vispe e così intelligenti, rimase oltremodo soddisfatto e meravigliato, come pure gli altri spettatori. Anche le Suore provarono molta consolazione per questa bella visita. I bimbi poi in contentezza ed in giubilo superarono tutti. Fecero grande accoglienza e grandissima festa a Monsignore, il quale li regalò di bomboni, rendendoli così pienamente felici.

Cronaca spicciola importantissima pei genitori

PARTE essenziale del movimento salesiano si è l'educazione della gioventù alle nostre cure affidata ed i nostri Cooperatori, sopratutto i genitori, hanno diritto di essere informati dei progressi che fanno i giovani nei nostri Collegi. Per questo noi vorremmo poter dare loro dettagliate notizie dell'esito consolante che ogni anno si constata negli esami finali in tutti i nostri Collegi ed Educatorii e delle solenni premiazioni che sono, per così esprimerci, la prova pubblica del progresso degli alunni, mentre sono pure in pari tempo la molla più potente dell'emulazione fra i giovani d'ambo i sessi. Ma, proibendoci lo spazio di far ciò per disteso, aggiungiamo qui una cronaca spicciola, importantissima pei genitori, nella quale, diamo con stile telegrafico un cenno delle principali premiazioni compiutesi solennemente gli scorsi mesi nei principali nostri Istituti, servendoci all'uopo delle relazioni pubblicate sui giornali locali o di nostre speciali informazioni. Sarà come un indice che additerà ai genitori dove possano collocare i loro figliuoli con sicurezza di felice esito. Quei nostri istituti che desiderassero di essere qui menzionati abbiano la compiacenza di inviarci dati ed informazioni brevissime che ci faremo un dovere di accontentarli.

Alessandria d'Egitto. - Nell'Istituto professionale di arti e mestieri « D. Bosco » e nel nuovo locale non. ancor terminato, il 27 luglio ebbe luogo la solenne distribuzione dei premi. Siedeva al posto d'onore S. E. Monsignor Bonfigli, Arcivescovo e Delegato Apostolico per l'Egitto, ed assistevano l'Ill.mo sig. cav. Cesare Romano, Regio Console di Sua Maestà il Re, il Vice-console cav. Burdese colla sua signora, S. E. il Governatore d'Alessandria, S. E. Chakour bey, direttore generale della Municipalità, il sig. avv. Schiarabati, capo del contenzioso dello Stato, il sig. cav. Felicioli, direttore delle Regie Scuole Italiane, il cav. avv. G. Verità e molte altre notabilità delle varie Colonie. Il programma interessantissimo fu assai ben compreso. Il risultato degli esami, come ebbero a notare unanimi i giornali locali, è stato splendido e favorevole per ogni modo a questo nuovo nostro Istituto, che raccomandiamo vivamente ai nostri connazionali colà residenti.

Conegliano Veneto. - Il 17 luglio ebbe luogo nell'Educatorio diretto dalle Suore di Maria Ausiliatrice l'accademia per la distribuzione dei premi alle alunne. Non avendo potuto recarsi Mons. Vescovo a presiedere la festa, come era suo desiderio, vi mandò telegraficamente la sua benedizione. Erano presenti l'onorevole Sindaco cav. Antonio avv. Aliprandi, il presidente del Regio Tribunale, il Procuratore del Re, i genitori delle educande e moltissime persone, specialmente della classe signorile. L'accademia ebbe esito felicissimo, e le Suore possono andarne liete vedendo il bene che produce la loro abnegazione e pazienza.

- In questo Collegio vi sono le cinque classi elementari con tre corsi complimentari. L'insegnamento è dato dalle Suore maestre patentate secondo i programmi governativi. Tanto le interne come le esterne oltre l'insegnamento scolastico apprendono i lavori di cucito, di ricamo e di pianoforte.

Orvieto (Umbria). - Riuscitissima la festa scolastica del 22 luglio in cui venne proclamato l'esito degli esami finali e furono assegnati splendidi premi ai più meritevoli fra gli alunni del Collegio Leonino. Questo dimostra quant'è la serietà, l'ardore e la regolarità con cui vi si compiono gli studi, e nello stesso tempo quali sieno i sodi principii educativi con cui si allevano i giovani. I giovani, ai nostri giorni specialmente, hanno bisogno di un ambiente dove continuo aleggi lo spirito di religione onde la loro anima riesca sinceramente e fortemente cristiana. Ecco ciò che si trova nel Collegio Leonino dove una bella schiera di giovani s'educa a questo spirito, forte e costante, mentre fa ottima riuscita negli studii. Di undici alunni che si presentarono alla licenza ginnasiale nel R. Ginnasio di Gubbio, ben otto conseguirono il diploma con bellissime votazioni ed ampie lodi della stessa commissione esaminatrice. Siamo sicuri che questi splendidi successi non potranno non invogliare quanti genitori o raccomandatari debbono saviamente collocare i loro figliuoli o raccomandati, ad affidarli ad educatori così dotti e coscienziosi, per formarne ottimi cittadini.

Ferrara. - La sera del 22 luglio, la distribuzione dei premi ai giovanetti del nostro Collegio S. Carlo, fu onorata dalla presenza dell' E mo Card. Arcivescovo, dell'egregio sig. Sindaco dott. Niccolini e di molte autorità scolastiche ed altri distinti personaggi. Dopo un breve ed applaudito discorso del direttore, si svolse un attraente programma di poesia e di musica, elle procurò abbondanti gli applausi ai giovani per la grazia e spigliatezza della recitazione e la sicurezza del canto. Molti e ricchi premi furono distribuiti in medaglie e diplomi agli alunni che più si distinsero nello studio delle varie materie. Le sole medaglie, eleganti, di argento dorato, furono 36; e se si considera che i premi furono aggiudicati in base all'esito degli esami, ai quali assistette una Commissione scolastica cittadina, dobbiamo assai consolarci dei frutti della istruzione che nel collegio s'imparte.

Loreto. - Per l'occasione della distribuzione dei premi agli alunni dei corsi ginnasiali ed elementari nel nostro Collegio fu fatta una riuscitissima accademia in un locale riccamente adornato con bandiere e graziosi festoncini. Presiedevano Mons. Ridolfi Vescovo di Todi, generoso benefattore dell'Istituto, e l'ill.mo sig. cav. D. Santori, Sindaco di Loreto. Preludiò il sig. direttore dott. D. Angelo Bordone, con un discorso grave di concetto. Fu svolto un ricco programma di musica strumentale e vocale. Spigliata e corretta la recita delle belle poesie, ed opportuni dialoghetti. Furono festeggiati i premiati che dai loro parenti, con viva loro commozione, venivano fregiati sul petto della medaglia d'onore. - Fu proclamato il risultato degli alunni della 5.a ginnasiale che si presentarono all'esame di licenza nel R. Ginnasio Rinaldini di Ancona. L'esito fu davvero splendido. Di dieci candidati solo uno cadde in una prova scritta, tutti gli altri furono ammessi agli orali.

Castelnuovo d'Asti. - Il 25 luglio nell'Istituto Paterno D. Bosco si teneva una bella accademia per la premiazione degli studenti dell'Istituto e per quelli che lo frequentarono durante l'anno scolastico. Presiedeva il R.mo Don Cerruti, cui facevano corona le autorità civili ed ecclesiastiche del paese fra le quali il Rev.mo Vicario e gli ill.mi signor cav. Musso Spirito Tenente Colonnello, Sindaco, e l'avv. Pangella Lorenzo, deputato provinciale, nonchè moltissimi altri egregi. signori e signore di Castelnuovo e dei paesi circonvicini che riempivano totalmente il vasto salone capace di oltre 400 persone. Il programma fu svolto a meraviglia e l'avvenire di questo giovane istituto, nella patria di D. Bosco è molto promettente come ebbero a dichiarare dinanzi a tutti l'ill.mo signor Sindaco nella sua parlata cordialissima per l'Istituto, e l'avvocato Pangella il quale, nella sua eloquenza, sempre faconda, seppe trovare espressioni nuove e piene di ammirazione per l'istituzione salesiana.

Chieri. - Nell'Istituto femminile di S. Teresa, diretto dalle Suore di Maria Ausiliatrice, il 25 luglio un numeroso concorso di colte persone, tra le quali il prof. D. Cerruti, il Comm. Rossi Cesare colla gentilissima consorte, il Curato di S. Giorgio ecc., presenziava il saggio finale della distribuzione dei premi alle educande dei corsi elementari e di perfezionamento. Il programma era attraentissimo ed il trattenimento, essendo ancor privo l'Istituto di apposito salone, si doveva svolgere nel cortile dove era stato preparato per le attrici con gusto e con molta eleganza un palco a padiglione, facendo affidamento pel resto sulla clemenza del tempo, che però stavolta non fu propizio. La pioggia che prese a cadere durante l'allocuzione di D. Cerruti, impedì, divenendo sempre più fitta, l'intero svolgimento del programma, ma i molti invitati non perciò sminuirono l'ammirazione per l'opera vigile, laboriosa delle Suore di Maria Ausiliatrice, che educano le giovanette loro affidato nella mente colla letteratura e colla musica, nel corpo cogli esercizi ginnastici e col lavoro delle mani, nel cuore coll'amore alla famiglia e col profondo sentimento religioso. Nei giorni 25, 26 e 27 dello stesso mese in un salone dell'Istituto si tenne anche l'esposizione, ricca ed ammiratissima, dei lavori femminili compiuti dalle ragazze nel corso dell'anno. Le famiglie chieresi possono con molta facilità educare nobilmente le loro figliuole, ascrivendole come esterne o semiconvittrici a quest'Istituto che fa tanto onore a Chieri.

Ci piace eziandio richiamare l'attenzione delle famiglie Torinesi, sopra questo Istituto che, essendo quasi alle porte di Torino, si avantaggia sugli altri della città di Torino per la saluberrima posizione, per la modicità della retta e per la bontà dell'educazione intellettuale che abbraccia le classi elementari ed i corsi di perfezionamento. L'istruzione viene impartita secondo i programmi scolastici in vigore nello Stato.

Sondrio (Valtellina). - La chiusura dell'anno scolastico in questo nostro Istituto si fece il 25 luglio coll'intervento di un pubblico scelto e sotto la presidenza dell'ill.mo sig. Prefetto e del R.mo Sig. Arciprete i quali infine coadiuvati da altri signori, distribuirono gli attestati ed i premi agli scolari ed operai più diligenti.

Cicagna (Liguria). - Pure il 25 luglio si chiuse l'anno scolastico nelle scuole private delle Suore di Maria Ausiliatrice, aperte l'anno scorso in Monleone di Cicagna. L'accademia e la distribuzione dei premi, presieduta dal R.mo Arciprete di Cicagna, dal Sindaco e dal Rettore del Seminario di Chiavari, riuscì splendidamente per l'attenzione o gli applausi degli intervenuti. Il Rev. D. Sorbone parlò dell'educazione che viene impartita dalle Suore dell'Ausiliatrice, facendo un appello ai capi di famiglia perchè cooperino con tutte le forze all'opera loro. La parola calda e vibrata dell'esimio oratore trovò eco nel cuore di tutti gli ascoltatori, strappando unanimi ovazioni. Infine, distribuiti i premi, il pubblico passò ad osservare i lavori di ricamo, ammirando la solerte ed intelligente cura con cui sono istruite le giovinette.

Mogliano Veneto. - Il 4 agosto sotto la presidenza del Vicario foraneo D. Felice Busan, si tenne la solenne distribuzione dei premi agli alunni del Collegio Astori. - Graziosa ed imponente l'accademia musico letteraria. Numerosissima la premiarione per i giovanetti di V elementare, i quali in numero di 28 tutti furono promossi con nove decimi e più dalla commissione destinata dal R. Governo per la licenza elementare. Il preside dottor Luigi Donati del ginnasio Canova ed il maestro Tommasini delle scuole elementari di Treviso, ne fecero i più ampi elogi per la splendida riuscita. Non meno felice fu l'esito del ginnasio, dove dei 70 allievi, in una sola materia facilmente riparabile, tre soltanto furono ritenuti. Onore al merito!

Cuorgnè Canavese. - Pure il 4 agosto si fece la distribuzione dei premi nel Collegio Morgando, della quale un eporodiese, padre di famiglia, così scrisse al giornale locale: « Presenziavano l'on. Bagnasco, l'egregio Sindaco, il Presidente e amministratore del Comitato, consiglieri comunali, una eletta schiera di signori e moltissimi invitati. I discorsi del Sindaco, del Presidente, le poesie recitate ottimamente, il canto e la musica riscossero universali applausi. Riuscitissime le artistiche medaglie ed i diplomi che i premiati raggianti di gioia ricevevano dai parenti o superiori. Merita poi un bravo di cuore D. Trione, che collo schietto suo dire ringraziò affabilmente gl'intervenuti. Auguro sinceramente che il fiorente Istituto possa ben meritamente continuare nel lodevole compito, cattivandosi così l' universale simpatia. »

Verona. - La chiusura dell'anno scolastico con l'accademia per la relativa premiazione venne fatta in forma privata, per il che non vi parteciparono che pochissimi invitati ed alcuni parenti dei convittori. Tutto però riuscì egregiamente come era da aspettarsi da un sì fiorente Istituto.

Catania. - Genialissima fu la festa scolastica della premiazione nel nostro Istituto di Villa Piccione in via Cibali. L'ampio salone delle ricreazioni, bellamente adornato e gremito di scelto pubblico, presentava un aspetto imponente. Al posto d'onore sedevano il nostro Ispettore, il Parroco di Aragona ed il direttore del Seminario di S. Gregorio. Il programma eseguito con inappuntabile precisione e bravura dai giovanetti destò in tutti un altissimo senso d'ammirazione e d'entusiasmo per lo splendido esito.

L'Istituto fiorentissimo che è capace di accogliere,' ora che è compiuto l'altro braccio di fabbricato, oltre a 200 convittori, è una provvidenza per le famiglie cristiane. In esso nulla si risparmia, perchè ai giovanetti sia data quella soda istruzione che, mettendo a capo il timore di Dio sarà il principio della vera sapienza.

Rapallo (Liguria). - L'11 agosto nel teatrino del nostro Oratorio festivo ebbe luogo un simpatico trattenimento per festeggiare l'onomastico di un grande benefattore dell'Oratorio stesso , l'avv. Lorenzo Ricci, e per la distribuzione dei premi. Ottimo l'esito delle singole parti ed all'Avv. Ricci venne offerto un album con apposito discorsetto di presentazione dell'avv. Delle-Piane. Il dott. Buffa trattò poi di D. Bosco considerato come pedagogo e democratico cristiano. Chiuse l'accademia una applauditissima conferenza dell' avv. Ricci e la distribuzione dei premi.

Tigliole d'Asti. - Il piccolo trattenimento di chiusura dell'anno scolastico nell'Asilo infantile e ad onore della sig.a Ispettrice Maria Ferrero, che gentilmente recava magnifici e adattati premi alle ragazze più distinte , riuscì con una varietà insuperabile di argomento, di canti, di ginnastica e sopratutto di dialogi. - Per due domeniche consecutive poi si fece l'esposizione dei lavori eseguiti dalle ragazze al laboratorio delle Suore, e quest'esposizione superò l'aspettazione di tutti, sia per l'originalità, come per la finezza ed il gusto squisito con cui furono eseguiti gran parte dei lavori.

Falicetto dl Verzuolo. - Il 29 luglio ebbe luogo il saggio dell'Asilo Infantile diretto dalle Suore di Maria Auriliatrice, che riuscì fecondo di ottimi risultati. Presenziavano la simpatica festa, oltre il maggiore cav. Galfrè, Sindaco di Verzuolo, il cav. C. Reynaudi Parroco, il cav. Nasi, Presidente del Pio Istituto, i Membri dell'Amministrazione, le Patronesse e numeroso pubblico. Siedeva all'harmonium l'Assessore signor Riberi Giacomo, distinto dilettante nell'arte d'Euterpe, e parlarono applauditi il Sindaco ed il Presidente dell'Asilo infantile. Alla sera vi fu la benedizione di un simulacro raffigurante Maria Ausiliatrice e tenne la concione il Missionario Don Ghiotti. Un plauso di cuore alle Rev.me Suore di Maria Ausiliatrice che con vero intelletto d'amore attendono all'educazione dei bambini alle loro cure affidati ed a quanti cooperano pel buon andamento del Pio Istituto.

Castellamare di Stabbia. - Il 4 agosto si celebrò a conclusione dell'anno scolastico la festa votiva del Sacro Cuore. Devota e solenne la parte religiosa e ricchissima nel suo programma e nel suo svolgimento l'accademia per la distribuzione dei premi, presieduta da Mons. Monterisi, Vescovo di Marsico e Potenza, cui facevano bella corona altre moltissime nobili persone.

Torino. - Alle Scuole Apostoliche del Martinetto fu pure solenne la distribuzione dei premi ai figli di Maria, il 4 agosto. I signori e parenti erano numerosissimi; le mamme in quantità. Il programma splendido e fu svolto con precisione matematica. Il direttore disse parole di incoraggiamento e d'addio, di. chiarandosi pienamente soddisfatto dell'esito dell'anno scolastico, perchè quei giovanotti studiarono davvero. È questa la più bella raccomandazione per quei RR. Parroci che avendo giovanotti da avviare allo stato ecclesiastico, desiderano collocarli in luogo dove abbiano a fare sicura riuscita.

- All'Oratorio di Valdocco. - Secondo il solito anche quest'anno il giorno dell'Assunta, 15 agosto, ebbe luogo l'Accademia che doveva coronare la virtù, l'ingenio e la laboriosità degli studenti ed artigiani dell'Oratorio di Valdocco. Il teatro addobbato con parsimonia e buon gusto, all'ora stabilita rigurgitava di signori e signore, nonchè dei giovanetti che riempivano le gallerie. Il programma attraente nella sua sobrietà, nulla lasciò desiderare nè per la parte letteraria, nè per la musica, la quale, come sempre, suol esser la signora assoluta di ogni festa salesiana. Entusiasmò soprattutto la serenata del M.° Pedrolini, intitolata: « Un saluto dall'America ». Alzato il sipario apparve in fondo un bosco animato da un coro di voci lontane, dolcissime, deliziantesi nel canto d'amore... e quelle voci a poco a poco si avvicinarono dispiegando sempre più l'onda patetica di una melodia che affascinava come un accordo d'arpe temprate nel silenzio della sera. Ed ecco comparire una turba di giovanetti che dapprima incerti, dubbiosi, poi arditi e spigliati incominciano una serenata quanto mai bella e attraente per sentimento, colorito, espressione, abbondanza e scorrevolezza di motivi, La distribuzione dei premi agli studenti e artigiani si fece tra entusiastiche acclamazioni ai valorosi che nelle virtù, nelle scienze e nelle arti seppero così ben meritare il loro premio. La bella festicciuola finì con i ricordi e l'addio del Successore di D. Bosco.

Faenza. - Per soddisfare il desiderio di tante buone famiglie Romagnole, il nostro Istituto di Faenza unirà in quest'anno alle scuole Elementari e Ginnasiali anche un convitto per le scuole Tecniche. Certi di far cosa gradita ai nostri Cooperatori e Cooperatrici, specie dell'Emilia e delle Romagne, lo annunziamo a quanti ancora non lo conoscono, raccomandandolo anche noi caldamente per il bene di tanta gioventù che ne abbisogna. Chi desidera il programma si rivolga alla Direzione dell'Istituto stesso.

Ringraziamento

La Libreria Salesiana Editrice S. Giovanni Evangelista, Via Madama Cristina, 1 Torino, ringrazia vivamente tutti i Ben. Cooperatori e Ben. Cooperatrici, nonohò tutti i sig. direttori di giornali e periodici, che fecero buon viso ed encomiarono il primo numero del suo Bollettino Librario Trimestrale annunziato a pag. 181 del Bollettino di Luglio u. s., coll'averlo richiesto e d'essersene approffittati col dare subito importanti ordinazioni di libri ecc. Intanto chi non avesse ancora chiesto detto Bollettino Librario lo chiegga alla suddetta Libreria, anche con semplice biglietto di visita mettendo solo le iniziali: P. B. L. T., che manderà loro subito gratis detto primo numero ed in seguito tutti gli altri che saranno pubblicati.

MISSIONI

PATAGONIA

Nella valle del Neuquen (Relazione di D. Giovanni Beraldi )

A Roca - Festose accoglienze - Sempre pioggia - Una colonia agricola - Banchetto officiale - Festa di Maria Ausiliatrice - Di nuovo a Choele-Choel - La preghiera del Padre libera i figli dal carcere- Alla volta di Bahia Blanca - Conclusione.

Alla stazione trovavisi il direttore Don Stefenelli, gli altri confratelli, una numerosa folla, la banda di musica, il Colonnello e l'ufficialità del battaglione di artiglieria di campagna, che vi sta di guarnigione. Fra le armonie della musica e gli evviva del popolo Monsignore rivedeva i suoi figli diletti, e al suono delle due campane della missione, sospese a quattro travi, entrava in Chiesa per dare la benedizione col SS. Sacramento.

Il tempo poco ci favorì ed una pioggia che continuò per tre giorni impedì l'assistenza del popolo alle sacre funzioni. Monsignore approfittò di questa circostanza per dare gli Esercizi spirituali ai Salesiani e poi alle Suore in preparazione alla solennità di Maria Ausiliatrice. Questi Esercizi però non c'impedirono di attendere anche a quei fedeli devoti che venivano per ricevere i SS. Sacramenti e per far cresimare i loro figliuoletti. Non appena il tempo si ristabilì, Monsignore andò a visitare la Colonia Agricola Salesiana, di 84 ettari di terra, ove lavorano una ventina dei nostri giovani assistiti dal catechista Mellano Costanzo, agronomo, e si compiacque in vedere la preparazione di una vigna di 10 e più giornate, le piante fruttifere, ed i prodotti dell'orto che mentre sono un insegnamento io questi deserti, sono pure di grande utilità per la Missione.

Gli abitanti poi del nuovo paese di Roca, edificato a tre chilometri dal vecchio, che fu distrutto dall'innondazione dell'anno scorso, vollero godere almeno per un giorno della presenza del loro Pastore, ed a tale effetto il sig. Colonnello Perez gli offerse un pranzo che fa rallegrato dalla musica militare, assistendovi tutta l'ufficialità della guarnigione, le autorità locali ed altre distinte persone. Terminato il pranzo Monsignore passò alla sala preparata per uso di cappella, la quale si riempì di fedeli ansiosi di udire la parola di Dio e di far cresimare i loro figli, che fra I ragazzi e ragazze erano più di 200. Che giocondo spettacolo di fede in questi remoti paesi!

Monsignore ritornò a casa tanto stanco che non ne poteva più; ma egli, secondo il suo costume, non badando alla stanchezza, predicò ancora ai giovanetti del nostro Ospizio, preparandoli così a celebrare degnamente la festa della nostra cara Madre Celeste, Maria Ausiliatrice.

Questa riuscì, come doveva aspettarsi, bella ed imponente, tanto più che il buon Padre, non solo avea pensato per l'anima, ma anche per il corpo. Nei giorni antecedenti avea fatto aggiustare con buon gusto l'altare e la cappella ed avendo osservato la necessità di un confessionale, egli stesso aiutò il nostro buon Cartella a costruirne uno. Oh che attività ammirabile in un Vescovo di sessantadue anni !

La desiderata aurora del 24 maggio spuntava sull'orizzonte e le campane col loro suono festoso la salutavano riempiendo gli animi nostri d'ineffabile gioia. E mentre in Torino Maria Ausiliatrice era onorata cogli splendori della civiltà, la giovane Patagonia mandava pure il saluto del cuore. Fu in quel giorno che udimmo più eloquente ed infuocata che mai la parola del suo Apostolo, che ci animava a mettere ogni nostra speranza in Colei che è Madre tenerissima e potente Aiuto dei Cristiani.

L'amministrazione della S. Cresima e la benedizione col SS. Sacramento posero termine a quella cara solennità e Monsignore benedicendo il suo popolo s'avviava alla stazione per ritornare, come aveva promesso, a Choele-Choel. Vi giungemmo il venerdì, 25 maggio. verso le 9 di mattino. Il paese tutto imbandierato, lo sparo delle bombe, le armonie della fanfara, il battaglione di guardie in bell'ordine con alla testa il sig. Governatore e le altre Autorità erano tutte cose che fecero una grande impressione sull'animo dei numerosi fedeli. La Cappella della Missione adorna di fiori e di lumi in un momento si empì di popolo, stipando eziandio tutta la sacrestia, il cortile ed il portico adiacente. Monsignore celebrò la S. Messa a cui assistettero, anche per essere giorno di festa civile nella Repubblica Argentina, il Governatore, e altre autorità civili e militari; poi cantato un solenne Te Deum, diede la benedizione col SS. Sacramento.

Alla sera andò a visitare i suoi cari prigionieri e per consolarli domandò telegrafi camente ed ottenne dal Presidente della Repubblica la condonazione della pena e la libertà a molti di essi. Un padre è sempre padre e non può veder patire i suoi figli. Durante i tre giorni della nostra seconda permanenza in Choele-Choel il tempo si fece bellissimo ed il concorso dei fedeli alle sacre funzioni, la frequenza ai SS. Sacramenti, il numero dei cresimandi e dei matrimoni andava ognor più crescendo. Ivi si provò quanto è giusto quel detto del poeta: Regis ad exemplum totus componitur orbis, perchè il sig. Governatore Tello non solo è cattolico di nome, ma lo è di fatti. Egli è di buon esempio a tutti colla sua vita religiosa ed intemerata, confessandosi sovente, ricevendo la S. Comunione e servendo ogni mattina la S. Messa colla fede e il fervore di un vero cristiano.

Quei tre giorni di missione passarono come un baleno e Monsignore dovette suo malgrado lasciare i cari fedeli di Choele-Choel perchè altre terre ed altri figli lo stavano aspettando.

Col treno che parte da quella stazione alle 9,30 pomeridiane ci mettemmo in viaggio per Bahia Blancha, dove si arrivò alle 10 del mattino seguente.

E qui finisco, amatissimo sig. D. Rua, perchè stanco dal viaggio più non mi regge la mano per iscriverlo tante altre cose che sarebbero degne di essere ricordate. La prego di tenermi presente nelle sue orazioni affinchè possa salvare l'anima mia e con essa molte altre, se mi sarà possibile.

Riceva per ultimo i saluti di Monsignore e quelli dei confratelli e alunni di questa Casa di Bahia Blanca e mi creda tutto suo in G. C.

Affmo figlio D. GIOVANNI BERALDI.

IN FASCIO

Rawson (TERRITORIO DEL CHUBUT). - In Missione. - Il confratello Giacomuzzi Fortunato scrive : « Dirò dapprima della Missione che si diede per la prima volta verso il sud di questo vastissimo territorio : a ciò s'accinse Don Nicolò Carrena, accompagnato da un tal Giovanni Esperanza, antico allievo della Casa di Viedma, il 12 settembre, ed il 22 ottobre era di ritorno, dopo aver battezzato assai, benedetti vari matrimoni, effettuandoli eziandio civilmente, avendo all'effetto ottenuta la necessaria delegazione dal Governatore. Le Comunioni pure furono relativamente numerose; ed i luoghi toccati furono Monte Triste, Punta Tombo, Canteras, Arroyo Salado, Cabo Raso, Camarones ed altri di minor importanza, percorrendo oltre 400 chilometri.

Dopo la festa dell'Immacolata, celebrata con tutta solennità, resa più grandiosa dalla 1a Comunione di cinque fanciulletti, Don Carrena, accompagnato dal coadiutore Emiliano Rigazio, ripartì per una Missione fra gli Indi di questo territorio, che finora non furono mai visitati. Questa volta furono le pecore che cercarono il pastore ; vennero essi stessi a pregarci che si mandasse loro il ministro di Dio, giacchè nelle loro case vi sono otto, dieci, dodici o più persone da battezzare, vogliono unirsi in matrimonio, hanno bisogno de' Sacramenti. Pressato da tali suppliche, partì il missionario il 14 dicembre scorso con due sole mule. Per fortuna un nostro buon amico avendo bisogno di inviare alla Cordigliera i suoi cavalli, li affidò a D. Carrena, e così egli potrà con vantaggio servirsene per alcun tempo. Di questa missione riservo dettagliate notizie per altra occasione. »

- Ammirabile esempio di pietà e sacrifizio. - Lo stesso confratello così ci scrive ancora in data 17 scorso marzo : « Un fatto assai consolante, oltre a quelli cho già indicai nella mia del pp. agosto, venne a consolare questa Missione. A venticinque leghe da questa capitale havvi una gran cava di pietre, dove lavorano più di trenta italiani, di professione scalpellini. Essi sono al tutto isolati e non vedono mai la faccia di un prete nè d'un medico: ma sono cristiani ferventi, e ne diedero giorni sono una bella prova. Addì 14 marzo, cadde uno di loro dall'alto, ed in pochi minuti cessava di vivere. Essendo la cava proprietà d'una società inglese, il direttore, protestante, non pensò punto ad una sepoltura cattolica, anzi, voleva seppellirlo, secondo l'uso del luogo, in campo aperto.

» A ciò s'oppose il capo-mastro, il quale tanto disse e tanto fece che ottenne di poter condurre il cadavere in Rawson. Pareva impossibile mandar ad effetto un tal proposito, giacchè i conduttori, poveri lavoranti, avrebbero, per ciò, perso più d'una settimana di lavoro, speso assai denaro negli alberghi durante la loro permanenza, nella sepoltura e ne' funerali ; oltre a ciò si sarebbero trovati esposti eziandio a molti pericoli. Le videro tutte queste difficoltà, ma le disprezzarono pur tutte. Preparato un forte carro vi coricarono il cadavere , quindi tutti que' trenta italiani s'incamminarono dietro di esso e l'accompagnarono a capo scoperto per ben due leghe. Pel resto del cammino seguirono, senza fermarsi nè di giorno nè di notte, i tre principali, che erano il capo-mastro Giuseppe Spallone con suo fratello Giuseppe, del paese di Gambatesa in quel di Campobaso e Lorenzo Botta d'un paesello vicino a Napoli. Percorsero essi così le venticinque leghe, impiegandovi circa ventiquattro ore. Alle due, accompagnati dai lenti rintocchi delle campane, portarono il cadavere alla chiesa e quindi al cimitero, al quale, lo accompagnò, per benedire la tomba, il viceparroco Don Giovanni Muzio. Il giorno appresso vi fu Messa funebre, con catafalco, per la quale offersero la limosina di sedici pesos (circa 32 lire) e dieci n'offersero per altre cinque Messe. I tre scalpellini che compirono questo atto di pietà e sacrifizio approfittarono pure dell'occasione per far la loro Pasqua.

» Dicasi ora se non è ammirabile il sacrifizio di quei tre che vennero sin qui, soffrendo tanto e facendo tante spese per uno, che non aveva per loro altri meriti che quello d'essere cattolico e italiano. Voglia Iddio che poi loro esempio si ravvivi la fede di tanti altri, cui il tempo, le occupazioni e gli interessi materiali fecero cadere nell'indifferentismo religioso, male che predomina tra gli italiani emigrati in queste regioni. »

Cachoeira do Campo (BRASILE). - Pareggiamento governativo delle Scuole D. Bosco. - Il confratello D. Domenico Albanello con sua, in data 27 marzo, ci comunica questa consolante notizia: « Il 20 p. p., il Presidente della Repubblica del Brasile emanava un Decreto, con cui pareggiava il nostro Collegio di Cachoeira al Ginnasio Nazionale, con tutti i privilegi e le prerogative dello stesso. È questa una grazia specialissima che ci ha fatto il Signore, grazia che chiamerà a noi moltissimi giovani di più, procurandoci in pari tempo l'occasione di fare maggior bene alla gioventù d'ogni classe sociale. Aumentando l'entrate, l'agricultura così bene avviata, riceverà un nuovo impulso, e non mancheranno i mezzi per educare nel lavoro e nella virtù maggior contingente di giovani poveri. »

Repubblica S. Salvador (CENTRO AMERICA). - Notizie consolanti. - Il direttore della nostra Casa di Santa Tecla presso S. Salvador in data 1° scorso gennaio, ci inviava le seguenti notizie: « Prima di terminare l'anno abbiamo avuto la consolazione di incominciare qui in S. Tecla la nostra Cappella di Maria Ausiliatrice. Fu padrino alla funzione della posa della la pietra S. E. il Presidente della Repubblica e madrina la sua signora. La fabbrica di questa Cappella la fa andar innanzi generosamente la nostra buona mamma Beatrice de Estaves, la quale si propone di alzar questa Cappella a Maria SS. affinchè la Madonna di D. Bosco le prepari poi un posticcino in Paradiso.

» Di grande consolazione è pure per noi il vedere l'entusiasmo e le simpatie che si attira in questa Repubblica l'Opera Salesiana. I Salesiani li vorrebbero dappertutto e non si accontentano di desideri e parole, ma vengono ai fatti, e chi offre una casa, chi un collegio, chi una chiesa ed altri un vasto terreno per una colonia agricola. Nella stessa capitale ci regalarono due spaziosi terreni per istabilirvi col tempo un collegio. Quivi per ora, ad istanza di Mons. Vescovo, aprirò due Oratori festivi, mandandovi tutte le domeniche il personale necessario.

L'anno scorso la signora del Presidente, abbisognando di una grazia da Maria Ausiliatrice, aveva promesso che , ottenutala, avrebbe fatto innalzare una chiesa ad onore della Madonna di D. Bosco. Ora, ottenuta la grazia, la pia signora si diede attorno per mantenere la sua promessa. Il difficile era trovare un luogo adatto allo scopo: ma un'altra signora offerse spontaneamente una sua villeggiatura nei dintorni della capitale, sopra una bella collina dalla quale si domina la città e si gode un clima di continua primavera. Detto fatto; lassù deve sorgere la Chiesa dell'Ausiliatrice ed un Collegio. Lo stesso Presidente approva il progetto e Mons. Vescovo lo benedice. Il prossimo 29 gennaio è stabilito per la posa della 1a pietra di questo nuovo monumento alla nostra cara Madonna.»

Puntarenas. - Inaugurazione della nuova Chiesa Parrocchiale. - Il primo giugno scorso si è inaugurata la nuova Chiesa parrocchiale riedificata dai nostri Missionari dopo la terribile inondazione del 1899. Mentre siamo lieti di potere regalare ai nostri Cooperatori la fotoincisione della facciata e dell'interno, rileviamo quanto a questo proposito scrive il giornale El Comercio nel suo numero del 25 maggio. - Sono terminati i lavori che si avevano in corso nell'interno e sulla facciata della Chiesa parrocchiale. L'edificio, ritirati i ponti, presenta ora un aspetto abbastanza armonico rispetto a quanto un viaggiatore può pensarsi della Cattedrale di Puntarenas. S'avrà così un nuovo edificio da visitarsi dalle persone che approdono nel nostro porto. D'altra parte con il progresso locale che si va sviluppando, s'imponeva omai il porre termine all'edificio della Chiesa parrocchiale che da qualche tempo mostrava i mattoni greggi e le armature sulla nostra piazza. L'opera muraria esteriore riuscì bene, e più che bene direi, elegante. Il tempio Salesiano con la solida costruzione in mattoni, col suo elevato campanile, con un orologio a quattro quadranti illuminato di notte a luce elettrica per cura del municipio, col sussidio delle sue tre navate col pavimento di legno ecc. ecc. merita proprio il nostro plauso e la nostra ammirazione.

GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE

Maria può tutto. Invochiamola !

Il 25 novembre u. s. cadde ammalata una Suora di questa Casa. Sul principio pareva che non fosse nulla di grave, ma il male prese subitamente tale aspetto che al terzo giorno l'egregio medico curante disse essersi dichiarata una peritonite e per maggior sicurezza nostra chiese di far consulto. Il caso venne dichiarato gravissimo ; solo un miracolo avrebbe salvata la Suora che già stava disposta a fare il sacrifizio della sua vita. Per 18 lunghi giorni si stette ansiose sull'esito della malattia, paventando una difficile e dolorosissima operazione spesso inevitabile in simile caso. Pure, ad onta di tutto ciò e delle diarie allarmanti dichiarazioni del medico, in mezzo al nostro dolore, vedendo soffrire così crudelmente una nostra amata sorella, confidavamo in Maria unica nostra speranza. Unite in un sol cuore, colle nostre ragazze ed altre pie persone, elevavamo a Lei, l'Ausiliatrice Potente , fervorose novene e preghiere, sostenute nella nostra fede dalle parole del Padre nostro D. Bosco. Maria può tutto. Invochiamola! E così fu. Il 16 dicembre, primo giorno della novena del S. Natale, per mano del suo Bambinello la Madre Divina ci concedeva la sospirata grazia. La Suora veniva dichiarata fuori di pericolo ed alla S. Messa della notte di Natale non solo vi potè assistere, ma andare fino alla balaustrata a ricevere la S. Comunione. Noi riconosciamo questa per una grazia veramente stragrande e desideriamo sia pubblicata nel Bollettino affinche tutti e specialmente le nostre sorelle ci aiutino a ringraziare la dolcissima Madre nostra per la sua misericordia e lodarne l'onnipotente imperio sul Cuore del Figlio Suo. Le Suore tutte di questa Casa e specialmente colei che ricevette così insigne favore, riconoscentissime rinnovano alla Mamma Ausiliatrice l'offerta totale di loro stesse promettendole di zelare con maggior ardore alla propagazione del suo culto, invocandola e facendola invocare con sempre più fede ed amore.

Lima (Perù), 22 febbraio 1901.

Suor ERNESTA BRUNO

Maria Ausiliatrice me l'ha guarito !

Grida angosciose, dolorosi lamenti suonavano del continuo nella mia casa ! Era Tonino, il mio secondogenito, che nuovamente sorpreso da un terribile male agli occhi, non aveva requie nè giorno, nè notte. Tutto si usò pure di alleviargli il dolore, ma inutilmente e secondo la comune opinione ei di quel male ne avrebbe portato il più orribile ricordo... la cecità... Bisogna esser madre per capire tutto lo strazio del mio cuore   ed erano cinque mesi che si viveva con questo incubo tremendo sul cuore; io non avevo più lagrime per piangerlo il mio caro Tonino Ma tu, o Madonna di Don Bosco, così dolce e benigna verso i tuoi devoti, mi mandasti nella disperazione un vivido raggio di speranza cioè l'inspirazione di ricorrere alla tua intercessione. D'accordo col mio consorte si cominciò in famiglia una fervorosa novena, colla promessa che se il figliuolo guariva avremmo pubblicata la grazia sul Bollettino e mandato una offerta pei Santuario di Valdocco. La nostra promessa varcò il cielo col suono della preghiera e ne ridiscese portando la grazia di Maria. Tonino incominciò a tranquilizarsi, le sue strida i suoi lamenti a poco a poco cessarono; la novena non era ancora finita ed i suoi occhi completamente risanati si aprivano alla luce belli e sereni come quelli di una colomba... quello a nostro parere era un miracolo, e ci affrettiamo a compiere il nostro voto pubblicando le glorie della Madonna di Don Bosco e mandando l'offerta pel suo Santuario.

Santhià, 16 giugno 1901.

BERGANDI-VALLE BENEDETTA.

Isolabella (LAGO MAGGIORE) - Dapprima fu un piccolo dolore ai piedi ed alle ginocchia quasi inavertito, ma poi si dilatò, crebbe e si acuì con tale spasimo che restai come inchiodata senza poter dare più un passo. È inutile il dire che adoperai tutto che la scienza mi poteva suggerire, ma sempre inutilmente. Il medico curante fu di parere che io venissi trasportata nell'Ospedale S. Giovanni in Torino, ed io mi accontentai perchè a quella proposta un raggio di speranza mi brillò alla mente...; mi avvicinava alla Madonna di D. Bosco alla quale soleva chiedere la grazia della mia guarigione. Con fede viva incominciai una novena, ed ecco che il male stazionò quasi subito: non era guarita, ma la grazia incominciava. A poco a paco i dolori cessavano, le mie gambe si snodavano, si rinforzavano e nel maggio mi sentiva completamente risanata. La grazia di Maria Ausiliatrice io l'aveva ottenuta ed ora piena di riconoscenza ne benedico la portentosa mediatrice.

28 maggio 1901.

DELLA FERRERA MARGHERITA.

Torino. - Da molti anni periodiche perdite di sangue mi avevano condotta gradatamente a tale prostrazione di forze che non potendone assolutamente più, mi decisi di sottopormi ad una prima dolorosa osservazione nell'Ospedale di San Giovanni. Questa diede per risultato che era necessaria una radicale operazione la quale per se e per lo stato mio di eccezionale debolezza presentava seriissime difficoltà. Mi raccomandai in in tanto pericolo alla Vergine Ausiliatrice e confidai tutto nelle sue mani. Subii l'operazione che riuscì talmente bene che i medici curanti conducevano i loro colleghi al mio letto come per constatare un portento. Di tanto favore io vado debitrice alla Madonna di D. Bosco ed è con infinita riconoscenza che mando al suo Santuario la mia tenue offerta di ringraziamento.

2 giugno 1901.

VINCENZA FRANCOLINO.

RIVISTA BIBLIOGRAFICA

CARD. T. GOUSSET. - Teologia morale ad uso dei Parrochi e de' Confessori con note, raffronti ed appendici per cura del Sac. Dante Munerati della Pia Società Salesiana, Dottore Collegiato in S. Teologia, Diritto canonico e civile. - Seconda edizione italiana. Opera in due volumi in-16 gr. di complessive pagine 1264; L. 7,50. Tip. Fiaccadori - Parma.

L'accoglienza fatta al primo volume già pubblicato di questa Morale del Card. Gousset, dà affidamento sulla sorte del secondo volume. Anzi, diciamo subito che questo secondo desti anche maggiore interesse del primo, per ragione dello sviluppo dato alle importanti quistioni che hanno relazione colla dottrina dei Sacramenti contenuta in questo volume. Il lettore vi troverà esposti con larghezza di idee i trattati del Battesimo, dell'Eucaristia, della Penitenza, ed in special modo del, Matrimonio, delle Censure, dell'Irregolarità e delle Indulgenze. Le note che si aggiungono al testo con sobrietà ed in forma chiara e concisa, finiscono di dare quel corredo di erudizione che serve a completare lo studio pratico della Morale, ed a mettere un Parroco od un Confessore al corrente delle controversie più recenti, sì da rispondere con morale certezza a quella molteplicità di casi intricati e nuovi che oggigiorno si presentano.

Il trattato del Matrimonio al quale fan capo in ultima analisi tante delle più vitali quistioni che possono preoccupare un Parroco od un Confessore, vi è corredato di quelle decisioni che attualmente lo riguardano sia dal lato fisiologico, sia dal lato morale e civile. Gli studi fatti in proposito dal dottor Capellmann e da altre celebrità mediche de' giorni nostri, vi si trovano riportate, per quanto il bisogno e l'indole dell'Opera lo richieggono.

Anche il trattato delle Censure in ispecie, vi è esposto in appendice a base dell'Enciclica di Pio IX « Apostolicae Sedis », è sui commenti dei moderni Autori.

Chiude poi un Indice Alfabetico di tutta l'Opera che permette allo studioso di trovare al più presto il punto desiderato.

Nutriamo pertanto fiducia che questo secondo volume, senza la presunzione di dirlo perfetto, ridotto però conforme alle esigenze moderne, avrà pure benigna accoglienza e potrà recare quel po' di bene che il commentatore si è augurato nell'accingersi al modesto lavoro.

SAC. DOTT. CARLO M. BARATTA. - Un fatto importante per gli studiosi del problema sociale. - Tip. Fiaccadori. Parma. - Prezzo L. 0,25.

L'esimio autore in cui si associa splendidamente il culto della musica sacra con quello degli studii agricoli, giusta i fecondi principii del sistema Solari, in questo libro - piccolo di mole, ma pieno di ammaestramenti - analizza egregiamente nelle sue cause e nei suoi effetti il meraviglioso rifiorimento del comune di Remedello Sopra, dovuto all'attività intelligentissima del Sac. Giovanni Bonsignori.

Sterile e ghiaiosa era la campagna dove l'iniziativa del Bonsignori e dei suoi compagni sceglieva il proprio terreno d'azione; ed alla refrattarietà del suolo rispondeva l'inerzia e l'apatia degli abitanti che vedevano con indifferenza e senza far calcolo alcuno di esito favorevole, il tentativo e l'impresa di quei bravi Oggi le cose sono completamente mutate: e chi vide allora e rivede ora il paese non può sottrarsi alla più alta meraviglia innanzi allo spettacolo di quei fecondi campi, di quelle verdi praterie, e più ancora deve trasecolare riguardo al mutato carattere dei contadini, al risveglio della loro attività, della loro fiducia nello spirito d'iniziativa, al completo rinnovamento morale insomma che s'accompagna alla trasformazione materiale di quella regione. Ma seguiamo, passo passo e con ordine, l'inchiesta del Baratta.

La popolazione è cresciuta, in poco più che un quinquennio, da 1500 a 1800 abitanti: lo stato economico è notevolmente migliorato, i lavoratori hanno assicurato lavoro intenso e ben rimunerato per non meno di 9 mesi all'anno, i proprietari ricavano il triplo dai loro fondi, molti artieri e mezzadri sono divenuti piccoli proprietari. Un uguale miglioramento s'è verificato per quanto concerne lo stato igienico, e mentre prima dominavano febbre malarica, tifo e pellagra, oggi, pei lavori di scolo, pei numerosi pozzi artesiani, pel migliorato nutrimento, febbre e pellagra sono scomparse ed il Comune inoltre risparmia quelle 700 lire annuali con cui doveva prima soccorrere gli ammalati, e si capisce che ciò debba essere quando, ad esempio, nel solo consumo della carne da una vendita settimanale di 30 chilogrammi si passò ad uno spaccio - esercito da una macelleria sociale, unita ad una cooperativa di consumo - di due vitelli e di un bue alla settimana.

E dopo lo stato economico e l'igienico passiamo allo stato morale: divisioni accanite e lotte religiose e sociali desolavano Remedello; la chiesa era poco frequentata dalle donne e meno dagli uomini, il socialismo andava crescendo le sue prede coll'istituzione di un circolo e la diffusione di molte copie di giornali del partito; oggi il circolo è sciolto, quei giornali sono scomparsi, la chiesa è frequentatissima e la concordia degli animi è ritornata. Lo stato dell'agricoltura prima che il Bonsignori fondasse la sua colonia era miserrimo: cultura empirica e poco frumento e granoturco, il terreno si pagava da 750 ad 806 lire all'ettaro, se irriguo, e 500 se asciutto, e la produzione media per ettaro era di 4 ettolitri e mezzo di frumento e di 12 ettolitri di granoturco; oggi la coltura da empirica si è fatta razionale, con grande uso di concimi chimici e di macchine agricole e con allevamento di copioso bestiame, il terreno vale da 2000 a 2500 lire all'ettaro, e la produzione media è cresciuta a 18 ettolitri di frumento e 36 di granoturco per ettaro.

L'eloquenza di queste cifre è certo sorprendente: e le medesime consolanti proporzioni si verificano proseguendo nell'indagine, considerando lo stato deglo altri prodotti agricoli, l'allevamento del bestiame, l'uso dei concimi chimici, da un vagone annuo a 3700 quintali e l'impianto di parecchie industrie agricole, prima del tutto ignote, quale l'industria del caseificio e la fabbricazione di conserve. Questo accresciuto e intenso lavoro agricolo, questo nuovo ed igienico lavoro industriale ha impiegato le energie attive del paese, ha fatto sparire il triste fenomeno dell'emigrazione per l'Europa, ha richiamato lavoranti anche dai villaggi vicini, ha prodotto un aumento dei salari, ha distrutto l'accattonaggio, prima molto diffuso, ha fatto cessare il furto campestre, prima assai accentuato, e, diffondendo così per tutta la borgata questa sensazione di benessere economico ha migliorate d'assai le reciproche relazioni tra proprietari e contadini, e ha resa anche possibile una propaganda efficace intesa al miglioramento morale e religioso. E questo non è che l'inizio, la prima mietitura dopo la faticosa seminagione, come ben nota il Baratta: « Tutti questi felici risultati, che pare dovrebbero già costituire un desideratum per ogni paese, nel popolo di Remedello si presentano ora solo come il principio di una nuova vita di benessere, quasi solo promessa di quel tanto di più che ben comprendono potersi realizzare per la nuova via nella quale si sono posti.

» Quale monito dovrebbe essere l'esempio di questa trasformazione, quale stimolo, quale incitamento alle popolazioni agricole di tutto il nostro paese, perchè si riscuotano una volta dalla loro apatica indolenza e facciano tesoro dei progressi della scienza e dei frutti di questa novella esperienza !

» Quest'aumento di lavoro, dice ancora il Baratta, di salari, di benessere generale, di popolazioni con miglioramento perfino nelle condizioni igieniche e morali, è avvenuto a Remedello non in forza di qualche nuova legge, o per l'impianto di qualche straordinaria industria, ovvero per mutata condizione di viabilità. Tutto invece si appalesa come conseguenza dell' essersi quella popolazione rivolta decisamente alla vita dei campi, donde comprese poter venire la vera ricchezza del paese ».

Noi vorremmo, che tutti leggessero la preziosa inchiesta del Baratta, perchè dinanzi alla invicibile eloquenza dei fatti tutte le fisime ed i pregiudizii si veggono costretti ad arrendersi. Da parte nostra non siamo proclivi al semplicismo, e alla soluzione della complessa questione sociale non crediamo del tutto sufficienti certi mezzi molto semplici per quanto efficaci: giova però il riconoscere tutta l'importanza e l'entità che nella sfera dei problemi sociali hanno la crisi rurale e la riforma agraria: non è qui opportuno risollevare le vecchie contese tra agricoltura e industria per affermare se all'una piuttosto che all'altra debba l'Italia richiedere le propria fortuna ; che essa sia un paese eminentemente agricolo niuno può porre in dubbio e che ciò essendo, la questione dei campi debba avere per essa una incontestabile prevalenza è conseguenza logica della premessa posta. Un ritorno savio, razionale, coraggioso all'agricoltura, come a fonte viva di ricchezza, col proposito di giovarsi di tutti i progressi della scienza e dell'arte, e coll'animo deliberato a raccogliere dal proprio lavoro il massimo frutto, guarirebbe la patria nostra d'una delle più brutte piaghe che la deturpano. E però vada il nostro saluto augurale a quei valentuomini che con tanto ardore si sono accinti alla nobile impresa della risurrezione agricola dell'Italia, mentre le nostre speranze si volgono ancora una volta fidenti a questa terra, alma madre, magna parens frugum, saturnia tellus, magna virum...

MENTRE stiamo per deliberare per la stampa questo numero apprendiamo con vivo dolore la morte di S. Ecc. Mons. Vittorio Giuseppe Doutreloux, Vescovo di Liegi nel Belgio, e nostro insigne benefattore. Rimandiamo al prossimo numero alcuni cenni necrologici sul caro estinto, e lo raccomandiamo fin d'ora alle preghiere dei Salesiani tutti e loro Cooperatori.

Cooperatori defunti dal 15 giugno al 15 luglio 1901.

1. Anadoni Margherita di Giuseppe Casalvolone (Novara).

2. Arosio Don Luigi, Prefetto a Santa Maria dei Mirac. pres. S. Celso - Milano,

3. Astengo Emilia fu Matteo - Savona (Genova).

4. Barbagallo Suor Maria Antonia - Nnuziata (Sicilia).

5. Bechis Cav. Felice, Segretario Generale della Soc. Ital. per il gaz, - Torino.

6. Beltrame Pasqua - S. Pietro Incartano (Verona).

7. Beretta Don Antonio, Canonico On. a S. Babila - Milano.

8. Bonafini Maria - S. Pietro Incariano - (Verona)

9. Bongiovanni Guglielmina - Casalborgone (Torino).

10 Bosinelli Marianna - S. Pietro Incariano (Verona).

11 Bussi Giuseppe - Roma.

12 Buttinoni Emilia - Treviglio.

13. Calcagni Sormani, Conte Girolamo - Gorizia.

14. Caminati Don Cristoforo, Rettore di S. Sepolcro - Parma.

15. Cantù Eugenio, Maestro - Lu (Alessandria).

16. Capovilla Don Agostino, Rettore Santuario B- V. dal Cavolo - Crespano Veneto (Treviso).

17. Capretti Don Pietro, Parroco - Cevola di Felino (Parma).

18. Carminati Bartolomeo   Sedrina (Bergamo).

19. Carpeneto Giuseppe - Genova.

20. Casella Maria V.° Massardo - Genova.

21. Celli Ch ° Rutilio - Forlimpopoli (Forli).

22. Cerri Lucia Carminati - Caravaggio. 23. Chiappara Cav. Carlo - S. Pier d'Arena.

24. Cambi Margherita - Barzio (Como). 25. Conti Don Emilio - Busto Arsizio. 26. Coronini Contessa Matilde - Gorizia.

27. Crestetto Giacomo - Butta-Montana U. S. of America).

28. Cumino Mores. Domenica, Vescovo Biella (Novara).

29. Dalloro Teresa - Valmadrera (Como).

30. De Paoli Mons. Gio. Battista - Udine.

31. Dodero Catterina - Genova. 32. Domini Egidio - Gorizia.

33. Dondina Carlo - Veleso (Como). 34. Elgger di Frohberg Carlo, Colonello - Lucerna (Svizzera).

35. Fancon Lucia   Malo (Vicenza). 30. Fantozzi D. Antonio, Can. - Torri Sabina (Perugia).

37. Fattori Arciprete Biagio, Parroco di S. Nicolò al Porto - Rimini. 38. Felloni Francesco - Gaibana (Ferrara).

39 Ferrata Cecilia - Formazza (Novara). 40. Fiorini Giuseppe fu Bortolo - Montecchio (Brescia).

41. Fornelli Maria - Ciriè (Torino). 42 Franceschinr D. Gaetano, Canonico Arciprete - Rovereto (Ferrara). 43 Garbato Regina -S. Pietro Incariano (Verona).

44. Gerbardi Don Lorenzo, Prof. nel Seminario - Bra (Cuneo)

45. Guerra Elvira - Lucca.

46. Limonta Fiorenza Ved. Cazzaniga - Bazzano (Como). 47. Lodino Pietro - Torino. 48. Lombardi Gio Batta - Bussana.

49. Longhi Padre Antonio - Figino (Como)

50. Malvezzi Campeggi Alessandrina - Bologna.

51. Marrocco Don Francesco - Alcamo (Trapani).

52. Massara Pietro - Novara.

53. Milesi Giovannina - Barzio (Como). 54. Menocchio Maddalena Ved. Bernardo Torino.

55. Meroni Felice - Gorizia. 56. iighetti Carlo - Gorizia.

57. Muttoni Lucia - Barzio (Como). 58. Noli Clotilde n. Rebora - S. Pier d'Arena.

59. Oneto Cav. Giuseppe - Genova. 60. Ortolani Francesca - Bassano Veneto.

61. Passuello Rosa - Villabartolomea (Verona).

62. Persico Bortolo - Tio bbio (Bergamo) 63. Piccardo Francesco fu Benedetto - Genova.

64. Plati Calimero - Barzio (Como). 65. Renier Giorgio - Padova.

66. Ricci Carlo fa Matteo - Savona (Genova).

67. Righetti Carlotta - S. Pietro Incariano (Verona).

68. Rocca Anselma in Verando - Savana (Genova).

69. Rognoni Giulia - Parma.

70. Roneallo Nicoletta Ved. - Pedemonte - (Genova).

71. Ronco Antonio, Mugnaio - Venaria Reale (Torino).

72. Rossi Eugenia - Genova.

73. Sassi Giuseppe - Lupazzano (Parma).

74. Selva Lucia - Barzio (Como). 75. Selva Maria - »   »

76 Sfondrini Giovanni - Galvagnano (Milano).

77. Tancredi Oliva - Genova.

78. Volante Don Angelo, Mansionario del Duomo - Alessandria.

79. Zilli Don Gio Batta, Parroco -- Pradamano (Udine).

80. Zunino Angela - Torino.

Pater Ave Requiem