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ANNO VIII . N . 9 .
Esco una volta al mese .
SETTEMBRE 1884
BOLLETTINO SALESIANO
Direzione nell'Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo, N. 32, TORINO
SOMMARIO - La Donna e il serpente . - L'oratorio di
Marsiglia ed il cholera . - Le missioni della Patagonia .
- Relazione della novena e festa solenne della Madonna
della Neve alla Spezia . - Una morte spaventosa . -
L'Ospizio del gran S. Bernardo . - Relazione di col-
laudo d'organo. - Istituto Salesiano dell' Immacolata
in Firenze . - Collegio convitto Valsalice presso Torino .
La DONNA e il Serpente .
Il secolo XIX è uno fra i secoli più glo-
riosi per la Vergine Benedetta . La defini-
zione dogmatica dell'Immacolata Concezione
fu uno splendidissimo diadema posto in capo
a Maria che di luce immensa rallegrò tutto
il mondo e fu presagio che a Lei il Signore
riserbava, come sempre, la vittoria contro le
sétte e le eresie, che muovono guerra a
morte alla sua Chiesa . Quindi sembrò rin-
novarsi la visione ammirabile contemplata
da S . Giovanni Evangelista nell' isola di
Patmos . « Un gran prodigio fu veduto nel
cielo . Una Donna vestita di sole e la luna
sotto i piedi di Lei, e sulla testa di Lei una
corona di dodici stelle . E un altro pro-
digio fu veduto nel cielo . Era un gran
dragone rosso, che aveva sette teste, dieci
corna, e sette diademi sulle sue teste . E la
coda di lui traeva la terza parte delle stelle
del cielo , le quali egli precipita in terra .
Questo dragone si pose davanti alla donna
in atto di assalitore . E seguì una gran
battaglia . E il dragone e gli angeli di lui
combatterono, ma non prevalsero, nè vi fu
luogo per essi nel cielo : E fu gettato per
terra e con lui furon gettati i suoi angeli . »
E la vittoria rimase alla Donna .
Questa visione si riferisce verso la fine
dei secoli, ma noi la vediamo fin dai giorni
nostri avverata . Appena il gran dogma del-
l' Immacolata fu pronunciato dall' autorità
infallibile dall' angelico Pontefice Pio IX
subito si udirono le urla e i sibili del
dragone, che è Satana, e di coloro che esso
trae colla sua coda, cioè i suoi seguaci .
Giornalisti, romanzieri e un nugolo di al-
tri corifei d'empietà coi loro seguaci, inco-
minciarono e continuano a vomitare le
più orrende bestemmie e ad abbandonarsi
ad azioni le più sacrilighe contro l'Imma-
colata Madre di Dio . Infelici, non sono stelle,
non sono angeli decaduti, sono figli snatu-
rati che l'odio alla Chiesa Cattolica accende
ad un forsennato delirio . Sono disgraziati
cui le passioni fan velo all'intelletto e di-
menticano che le prime profezie dicono
Essa schiaccerà il tuo capo . E le ultime
Fu gettato per terra quel gran dragone,
quell'antico serpente che diavolo appellasi
e Satana , il quale seduce tutta la terra e
con lui furono gettati i suoi angeli .
Ma cosa mirabile ! Benchè omai da tren-
t'anni il demonio faccia ogni sforzo per of-
fuscare la gloria di Maria e l'infernale suo
coro faccia risuonare la terra colle grida
incomposte, questa gloria invece di scemare
va crescendo ognor più . Ad ogni insulto ,

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ad ogni bestemmia i figli di Maria oppon-
gono nuove opere sante , nuovi cantici ,
nuove industrie amorose per onorare la
celeste Madre . E prevalgono sempre . Chi
può numerare i templi e santuarii magni-
fici , i nuovi numerosissimi sodalizi , le
divieto accompagnato da giustificazioni ,
chè tornano a disonore di coloro i quali
non hanno coraggio di opporsi aperta-
mente alle follie degli empii . Imperoc-
chè invece di confessare che l' epigrafe
era un' empietà ed un' insulto ai Cristiani
feste solenni quali mai si videro , i pelle- di tutto il mondo, si sono appellati al basso
grinaggi di moltitudini immense , protesta istinto del guadagno materiale, asserendo
continuata, coraggiosa d'amore e fedeltà a che se quella sacrilega e indecente epi-
Maria ?
grafe fosse stata messa a posto, sarebbero
Ed oggigiorno con nuovi scandali a cessati i proventi maggiori della città . Nes-
Loreto, ed a Roma cercò l' infernale ser- sun oltraggio maggiore si potrebbe fare a
pente di sfogar la sua bile . Ed ecco le- Loreto di quello che, con tanta sfacciatag-
varsi il Sommo Pontefice, levarsi l'Episco- gine, le fecero i giornali governativi, soste-
pato , levarsi tutti i fedeli e il cantico a nendo la necessità di impedire quell' epi-
Maria di milioni di voci soffocare il grido grafe, come quella che nuocerebbe agli
di poche centinaia di traviati . Il Sapien- interessi materiali della città .
tissimo Leone XIII indice un triduo solenne
di riparazione che preceda la festa della
Natività di Maria . Il popolo cristiano ac-
coglie con entusiasmo quella proposta e
noi vedremo nel mese di settembre tutto
il mondo con purissima gioia inneggiare
Non era ancor cessato il rumore di questo
attentato sacrilego che a nuovi oltraggi era
fatta segno, nella stessa capitale del mondo
cattolico, l'amabilissima Madre del Redentore.
Il giorno 31 del trascorso maggio Roma
fu spettatrice di uno di quegli slanci cattolici,
a Maria .
quali non s'erano da parecchio tempo più
Noi perciò in questo mese abbiam pen- visti . La città, rispondendo con vero entu-
sato di concorrere in qualche modo al fau- siasmo all' invito della Gioventù Cattolica,
stissimo triduo . E in primo luogo narreremo fu illuminata ad onore di Maria Santissima
brevemente i fatti dolorosi che cagionarono così splendidamente, da parere avvolta in
questa riparazione d'onore a Maria, poichè un nembo di luce . Tutte le case, riferisce il
una parte dei nostri lettori facilmente non corrispondente dell'Unità Cattolica, dai più
ne ebbe notizia . Quindi col ristampare in suntuosi palazzi ai più umili abituri, porta-
gran parte la Lettera Pastorale dell' Em° vano in numerose faci la testimonianza della
Cardinale Alimonda inviteremo tutti i no- fede viva e della divozione sincera del po-
stri Cooperatori a secondare i vivi desiderii polo Romano. Si trattava di riparare gl'in-
del Supremo Pastore .
sulti che si mossero dall' empio giornale
la Capitale contro la Vergine Immacolata,
e la riparazione si fece solenne e fu conso-
I.
lantissima . Fu questa per altro come il .
FATTI DOLOROSI .
preludio di più splendida manifestazione ;
perchè il 7 di giugno davasi principio in
La città di Loreto si reca a grande onore Santa Maria sopra Minerva a un triduo con
e ventura di possedere la Casa che fu pa- un concorso di popolo immenso . Tanto bastò
radiso in terra , e dove la Vergine Bene- perchè i piazzaiuoli e chi li mena si sentissero
detta si ebbe l'angelico saluto di piena di provocati , epperò licenziati a commettere
ogni grazia . Perciò da una sconsigliata con- le più svergognate ribalderie . E per tale
sorteria voleasi apporre, nientemeno nella deve considerarsi il ributtante e satanico
santa Casa medesima, un epigrafe quanto baccanale che costoro fecero in quella sera,
empia altrettanto offensiva alla fede dei e che noi ora racconteremo quanto più si
Cristiani . L'epigrafe dettata dal Cavalotti , potrà sommariamente .
per rammentare le gesta di Garibaldi, di- É da sapere innanzi tutto che il Governo
ceva : Loreto noto ai due mondi per i mira- non ignorava i biechi intendimenti della
coli della superstizione . Monsignor Ve- canaglia, e quindi avea pensato ad impedire
scovo di Loreto protestò . Si trattava di l'esecuzione dei loro infami propositi : non
cosa che feriva gravemente il sentimento mancavano infatti carabinieri e guardie in
religioso non pur dei Cattolici italiani, ma Chiesa e nella Piazza , e , come si dice ,
dei Cattolici di tutto il mondo . Alle ener- qualche compagnia di fanti consegnati in
giche e legittime proteste di Monsignor Ve- quartiere, pronta ad uscire per sedare un
sc,ovtendirlvetodPrf
possibile tumulto. Predicava il P . Bausa ,

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come nei giorni precedenti , e fu tale il
riserbo e la moderazione dell'egregio ora-
tore, che niuno potè cogliere sul suo labro
una parola che potesse porgere pretesto
alla minima rappresaglia da parte dei fre-
netici anticlericali . Questi per altro sparsi,
qua e colà per la chiesa, non aspettavano
che il momento propizio per dare il segnale
a quelli che erano fuori d'irrompere dentro
il tempio e cominciare il tumulto . E il segnale
venne di fatto : in quella che l' E.mo Cardi-
nale Parocchi dava la benedizione del SS .
Sacramento, e l'immensa folla che stipava
la chiesa, stava profondamente contrita, dal
fondo partì un grido di Viva Garibaldi ! e
qualche altra esclamazione contro preti e
gesuiti . I cattolici non si tennero dal ri-
spondere alla provocazione con un evviva
a Maria ripetuto con grande entusiasmo
per tutta la chiesa ; indi, poichè la funzione
era terminata, uscirono ; ma in quel mentre
gli anticlericali della piazza si spinsero
sulle porte per impacciare gli uscenti, acco-
gliendoli con urli e fischi e oltraggi .
Naturalmente, tra per la ressa di quelli
che uscivano, e l'opposizione di quelli che
entravano, nonché per l' ingombro della
Piazza, piena di popolo e di carrozze del-
l' aristocrazia , intervenuta al triduo , il
tafferuglio fu grande, e poco giovò a sedarlo
l' intromettersi delle guardie e dei cara-
binieri, che colle buone maniere cercavano
di far largo e gridavano ai dimostranti che
tacessero : le voci andavano alle stelle
Viva Garibaldi ! Abasso i preti! Abbasso il
Papa Re! - e i Cattolici di rimando :
Evviva Maria! Evviva il Papa! Evviva la
religione! - Nella confusione si distribui-
rono pugni a dritta e a manca ; i cattolici si di-
fesero bravamente, e ne menarono anch'essi
per togliersi i provocatori da' piedi e sgom-
brare il passo . Le busse erano forse più
efficaci che le intimazioni dei delegati e gli
squilli ripetuti delle trombe . Il tumulto durava
da circa un'ora, quando accorse una compa-
gnia di linea dalla vicina caserma di San
Stefano, che in breve, con una carica ben
diretta, spazzò la piazza ; mentre le guardie
arrestarono i più riottosi, conducendone un-
dici in questura.
II .
LETTERA PASTORALE .
Sono questi i fatti che destarono uno slancio
di divozione riparatrice in tutti i cuori dei
credenti. In questa occasione l' Em° Cardi-
nale Alimonda con quel suo cuore tutto
fuoco per Maria non potea tacersi e facendosi
eco di tutta la Cristianità scriveva un am-
mirabile lettera pastorale al Clero e al popolo
della sua diletta Archidiocesi Torinese . In
essa parla eziandio del morbo asiatico
che minaccia l'Italia, esortando i fedeli di
mettere alla prova la bontà della celeste
loro Madre . Noi per la maggior intelligenza
de' nostri lettori poniamo alcuni titoli ai varii
punti dello stupendo lavoro .
Chi è Maria .
« VENERABILI FRATELLI
E DILETISSIMI FIGLIUOLI,
» Argomento antico e sempre nuovo di
allegrezza è il favellare della Santa Ver-
gine .
» Chi ama di contemplare la moral per-
fezione al tutto fiorente nella creatura u-
mana , alzi lo sguardo a Maria : vi trova
purezza di spirito , grandiosità di mente ,
santità di cuore, pensieri, affetti, portamenti
illuminati dalla luce di Dio , accesi nella
fiamma del celeste amore ; un'intelligenza
vi trova vestita di forme pudiche leggia-
drissime, una creatura insomma che dove
comparisce, pare che si faccia paradiso ; e
quell' anima, in cui ella porta il lume de'
suoi benigni occhi ed esercita la potenza
della sua virtù, un reale paradiso se lo gode
veramente lei, gioconda del gaudio, avva-
lorata del valore della Nazarena .
» E chi, molestato dalle riottose passioni,
chi, sbattuto dalla colpa, sente quanto gli
pesa indosso il corrompimento dell'umana
natura , e non ha pace il meschinello e
sembra che si disperi, guardi similmente a
Maria : riconosce di tratto che se Ella fu
creata da Dio santa e perfetta, se fu arric-
chita di smisurata virtù, la cagione fu questa
che la era destinata ad un ministero altis-
simo ed unico, fatta adorna come un tempio
per ricevere in sè, e poi comunicare agli
uomini, dall'ara immacolata del suo cuore,
il Santo dei Santi . Onde al salutare Maria
che ci dona Gesù Cristo , Signor nostro e
Redentore delle anime, il cuore affannato
del peccatore si disacerba, cessa lo sbigot-
timento, piglia speranza del perdono, in-
voca il rimedio, detestando il peccato ; ed
in questa dolce fiducia, in questa penitente
preghiera si salva .
» Noi peniamo a credere che da chi con-
sidera la Santissima Vergine qual ce la
presenta il vangelo, quale ce la fa gustare

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il cristianesimo , si possa non professarle
venerazione ; si possa non amarla, non chia-
marla in . nostro aiuto, non benedirla . Maria
è come uno specchiamento della divina
bontà : oh chi non ama l' amore? É bella
di tutta la bellezza dell' angelo : chi non
ama l' angelo? E casta come la colomba:
chi non ama la colomba? É la Madre che
ci fa trovare il padre delle anime : chi non
ama il padre e la madre? »
Peccato orrendo di chi insulta a Maria
» Eppure , venerabili fratelli e cari fi-
gliuoli, vi sono uomini che insultano alla
Nazarena . Con profondo dolore e con ver-
gogna lo d: iciamo uomini, usciti dalla ge-
nerazione battezzata, nati nelle nostre terre,
favellanti di progresso e di civiltà , ardi-
scono far quello che i malfattori di Geru-
salemme non fecero : quei vecchi malfattori
si resero carnefici di Gesù, ma rispettarono
la sua Madre , non osarono con le insan-
guinate mani alzarle il velo della verginità,
di che ella si ricopriva : gl' insultatori nuovi
con le loro penne impure , con le parole
esecrabili fanno questo . L'hanno vituperata
e maledetta per l' Italia, togliendo ad ar-
gomento la Santa Casa di Loreto , in cui
ebbe luogo l'Incarnazione del Verbo : l'hanno
vituperata e maledetta in Roma, centro del
cristianesimo ; pigliarono del fango delle
strade di Roma, quelle che calpestano essi,
per gettarlo in faccia a Lei . E da forsennati
lo gettarono . Lo vide il Santo Padre, e ne
fu straziato all'anima ; lo videro i romani,
ed inorridirono ; lo intese il mondo cattolico,
e ne fu scosso . Ed essi, con la penna tut-
tora stillante, con le mani ancora imbrattate,
risero .
» Che male vi ha fatto questa nostra
Vergine perchè dobbiate esserle tanto av-
versi? Che reale vi ha fatto questa Donzella,
santa fra tutte le donzelle ebree, umilissima
di cuore, grave nelle parole , prudente di
animo, corde umilis, verbis gravis, animo
prudens (1), perchè voi abbiate a riguar-
darla come indegna dell' estimazione pub-
blica, come meritevole dei vostri sarcasmi,
dei vostri veleni e dei vostri odii? Che
malevihftoqusaFncilequsta
ineffabil Donna, che niente ebbe di appun-
tatile nella sua vita, niente di torvo negli
occhi, niente di procace nei discorsi, niente
d'inverecondo negli atti suoi, nihil tor vum
in oculis, nihil in verbis procax, nihil in
actu inverecundum (1), perchè voi, al solo
pensare a lei, al solo sentirvela nominare,
dobbiate rivoltarvi dell'anima, sfuriare, in-
serpentire e rendervi bestemmiatori? Che
male vi ha fatto questa Madre saggia e
gloriosa . che assiste senza debolezze alle
agonie della croce, e tanta spiritual vigoria,
tanta costanza, tanta eroica rassegnazione
seppe ingenerare alle madri cristiane e
reggerle nei lor dolori, nell'abbandono dei
loro figli, nello sperpero delle lor case, che
male vi ha fatto , perchè voi dobbiate alle
madri, ai figliuoli, alle sorelle ed ai fratelli
dinunziarla come una creatura detestabile?
Che male vi ha fatto questo modello di su-
pernal bellezza, a cui s'inspirarono poeti,
letterati, pittori e scultori, tutti gli amanti
delle leggiadre arti , perchè voi dobbiate
nella rabbia del cuore disdire questo so-
lenne tipo del bello , e parte delle vostre
maledizioni lanciare pur in viso a' suoi am-
miratori, a Dante, a Petrarca, a Michelan-
gelo , a Raffaele , ai nostri artisti meravi-
gliosi? Che male vi ha fatto questa celestial
Regina delle genti, questo sacro entusiasmo
degli italiani, perchè voi, cancellar volen-
done la memoria già tante volte secolare,
saltati in mezzo al popolo , cerchiate di
spezzar la cetra dei sonatori che a Lei in-
neggiano, spegnere i lumi degli altari che
ardono al suo nome , soffocar le voci dei
figliuoli della plebe che la invocano , cal-
pestare i fiori dei giardini d'Italia che
vanno, raccolti in mazzi, à mandar la fra-
granza al suo simulacro ; maledire anche
alle stelle del nostro cielo, non potendo svel-
lerle di colassù, perchè non formino la più
bella delle sue corone nazionali? »
La gloria di Maria non può essere offuscata .
« E nonostante l' iracondo fischiare del
serpente , il tuo terren paradiso , il tuo
novello Eden andrà sempre splendido d'im-
perturbata luce, sempre lieto d'immanchevol
pace , o Santissima Vergine . Il tuo Eden,
che nel mondo moderno è la Chiesa catto-
lica, avrà sempre lo spirare delle soavi e
tranquille aure ; cioè i devoti sospiri dei
fanciulli innocenti, delle pie donne, dei fer-
venti sacerdoti, delle verginelle e delle a-
nime pudiche . che a te si raccomandano e
si coprono del tuo bel velo . Avrà sempre
il mormorio delle correnti e limpide acque ;
cioè il lamento degli umili peccatori , le
lacrime dei penitenti, i quali intendono per
(1) SANT'AMBROGIO, De V irginit . lib . 2.
(1) Libro cit.

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i tuoi pietosi Uffizi riacquistare il perduto
tesoro di Gesù Cristo . Avrà sempre lo sboc-
ciare dei giovani fiori ; cioè le opere nuove
di giustizia , di fortezza , di misericordia e
di carità , onde nel sangue di Gesù si fe-
conda la Chiesa . Avrà sempre sfavillante il
sole ; cioè non mai interrotta , non mac-
chiata mai , posta nelle mani del Papa e
dell' Episcopato, la face della divina rive-
lazione. Se i tuoi insultatori sono mossi dal
serpente , tu il serpente schiaccerai del
piede con l'andare dei secoli . »
Come riparare alle ingiurie fatte a Maria .
« Venerabili fratelli e figliuoli dilettissimi,
affinchè si adempia di continuo il trionfo
di Maria e duri alla Chiesa l'allegrezza nel
celebrarla , il Santo Padre Leone XIII si
deliberò a saggi provvedimenti . Ponderati
i recenti insulti fatti alla gran Madre di
Gesù e bramoso di opporre un rimedio
al disonesto scandalo, prescrisse a tutto il
mondo cattolico un solenne triduo per rav-
vivare in questo anno 1884 la cara festa
della Natività di Maria . E largheggiò a tal
uopo d'indulgenze, come manifesteremo
appresso .
» Noi pertanto, seguendo le prescrizioni
del Vicario di Gesù Cristo, ordiniamo che
nei giorni 6, 7, 8 del prossimo mese di
settembre , in tutte le parrocchie dell' ar-
chidiocesi e in tutte le chiese ove il Sa-
cramento si conserva, abbia luogo il sud-
detto triduo, nel quale si farà la recita del
Rosario, si canteranno le Litanie lauretane,
si pregherà per i bisogni della Chiesa , e
si porrà termine con la benedizione del
Santissimo Sacramento nelle forme consuete .
Ai fedeli è conceduta l'indulgenza di sette
anni e sette quarantene per ciascuna volta
che vi assisteranno ; a coloro poi che vi
prenderanno parte tutti i tre giorni, e du-
rante il triduo si confesseranno e comuni-
cheranno, supplicando Iddio secondo l'in-
tenzione del Sommo Pontefice, è conceduta
l'indulgenza plenaria da lucrarsi una volta
sola, applicabile anche alle anime del Pur-
gatorio . È nostro desiderio che , special-
me,snitglaquprchoie
sacro sermone per far meglio comprendere
al popolo la rilevanza della festa ed ecci-
tarlo a maggiore pietà e divozione verso la
Vergine benedetta .
» Le nostre vendette contro ai nemici
di Dio le prendiamo di tal tenore . Eglino
insultano , noi onoriamo i Santi : essi be-
stemmiano, noi veneriamo : essi vorrebbero
il serpente rialzato a divorare la Do nna ,
e noi diciamo alla Donna immortale :
pesta e regna . É la lotta dei secoli, e
questa lotta per la Chiesa di Gesù Cristo è
vittoria . »
Ricorso a Maria .
« Una nuova cagione di dolore ci risveglia,
ci spinge, e come in folla ci aduna intorno
agli altari di Maria per implorare il suo
patrocinio .
» Guardate all'orizzonte : liste nere lo co-
lorano e lo perturbano . Osservate i pensieri
della genti : sono in trepidazione e sgo-
mento : Il cholera dalla vicina Francia si
è gittato alle porte d'Italia e già in qualche
nostro paesello si travasò per mietere vit-
time . Deh basti la minaccia!
» Noi lodiamo generalmente gli ordina-
menti dell' Autorità politica e civile posti
ad impedire la diffusione della pestilenza ;
lodiamo le provvidenze igieniche prese ai
confini per far cordone di difesa alle nostre
terre . Ma intanto che questo ha luogo ed
è utile che si continui, le provvidenze re
ligiose non si debbono tralasciare . L'ordine
sovrannaturale e divino, giustamente rico--
nosciuto da noi , viene in aiuto degli or-
dini terreni e li riconforta de' suoi favori .
» Raccomandiamo il ricorso alla Beata
Vergine , affinchè a pro nostro interceda
la grazia presso al trono di Gesù Cristo e
ci liberi dal flagello .
» Quanto c' incuorano queste parole di
san Bernardo, che dobbiamo render nostre!
Se i venti delle tentazioni insorgono, se tu
incorra fra gli scogli delle tribulazioni ,
guarda la Stella del mare, chiama Maria
Si insurgant venti tentationum, si incurras
scopulos tribulationum , respice Stellam ,
voca Mariam . Quanto ci piacciono questi
ammonimenti e questi consigli! Nei peri-
coli , nelle angustie , nelle dubitazioni , a
Maria ti rivolgi, Maria chiama ed invoca
In periculis, in angustiis, in rebus dubiis,
Mariam cogita, Mariam invoca . E non si
parta ella dalla tua bocca, non si diparta
dal cuore ; ed acciocchè tu possa bene im-
petrare il suffragio della sua preghiera, non
abbandonare l'opera della celeste conver-
sazione con lei : Non recedat ab ore, non
recedat a corde ; et ut impetres eius ora-
tionis suffragium, non deseras conversa-
tionis exemplum (1) .
(1) S . BERNARDO, .Hom . 2, 4 .

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» Il vostro Pastore è consolato, venera-
bili fratelli e figliuoli amatissimi, scorgendo
per tutta la vasta archidiocesi mantenuto
in fiore il culto di Maria ; scorgendo lei
amata, riverita e benedetta ; cosicché può
affermarsi che la stella Nazarena riluce così
vivacemente su i clivi, su i monti e fra le
creste delle Alpi, come lungo il corso dei
fiumi e nei campi della pianura . Ebbene ,
da per tutto si guardi con amore alla Stella,
con umile voce di preghiera si chiami
Maria : Respice Stellam, voca Mariam .
» Io vostro Pastore , sono contento , e ,
vorrei dire, superbo della mia Torino, la
quale, oltre alle innumerevoli are dedicate
alla Vergine, tiene nel suo centro il San-
tuario della Consolata, nido di devozione ,
trono di grazie, reggia di splendide bene-
ficenze, convivio di anime santamente in-
namorate , coro sempre echeggiante di
orazioni , di laudi e di cantici , onde alla
Vergine il titolo di Consolata si affà vera-
mente, perchè ella giubila e rimane satis-
fatta alla grata e perenne concorrenza dei
suoi diletti . Qui rifulge la grande Stella
della città . Ebbene, Torino guardi con af-
fetto ricrescente alla Stella, chiami Maria .
Già sulla piazza della Consolata sorge una
bella colonna piantatavi il 1835 dai citta-
dini a gloria di Lei che liberavali dal morbo
asiatico : ai piedi di cotale statua scriveremo
con caratteri nuovi e rutilanti (ce lo accordi
la Pietosa!) la presente liberazione . Respice
stellam, voca Mariam .
» Ordiniamo che i nostri sacerdoti nel
celebrare la Santa Messa, tralasciata la col-
letta Pro Papa, recitino fino a contrario
avviso l'orazione Pro vitanda mortalitate.
E teniamo certo che invitando essi i fedeli
ad accompagnarsi con loro nella pia sup-
plicazione a purificarsi dei peccati , prima
od unica sorgente di calamità, debbano fare
al cuore di Gesù e di Maria tanto dolce
violenza, da involare alle mani della divina
giustizia la folgore del castigo che ora per-
cuote i popoli .
Preghiera a Maria.
Il Venerando Pastore dopo aver messo
in guardia i fedeli contro le eresie e contro
le sétte cosi conclude
« Abbiamo composto e vi trasmettiamo
una formula di preghiera alla gran Madre
di Dio . É popolare, semplice, addatta alla
condizione di tutti . Vorremmo che entrasse
nell'uso comune delle preghiere cotidiane,
e che prime le madri la insegnassero ai
loro fanciulli . Ripetendola essi tutti i giorni
ne prenderebbero sentimenti casti , pii e
salutari ; si avvezzerebbero ad amare per
tempo la Chiesa, a star congiunti di cuore
alla celeste Madre dei redenti e ad abborrire
le sétte, le quali odia Iddio . Sentitela .
» O Maria, Vergine immacolata, Sposa
purissima di san Giuseppe e benedetta
Madre di Gesti Cristo ; o Maria , colonna
spirituale della Chiesa e Soccorritrice dei
cristiani, vi prego di mantenermi stabile
nella divina fede e di conservare in me
la libertà dei figliuoli di Dio . Quanto a
me vi prometto di non macchiare nè vin-
colare la mia anima col peccato , di non
prender parte ad alcuna società segreta,
di non aggregarmi mai alla setta dei Mas-
soni condannata dalla Santa Sede ; vi pro-
metto di ubbidire al Sommo Pontefice ed
ai Vescovi che stanno in comunione con
lui, volendo vivere e morire nel seno della
religione cattolica, in cui solo posso sperare
con certezza ed ottenere la mia salute e-
terna .
» Intanto che i nostri venerabili sacerdoti
preparano le dolci e sante feste agli altari
di Maria e le divote schiere dei fedeli
s'introducono nel tempio a pregare, noi
invochiamo il divino Spirito ed impartiamo
a tutti la pastorale benedizione .
NOTIFICAZIONE .
» Per concessione di Papa Benedetto XIII
i fedeli che in ciascun giorno al suono della
campana della mattina , del mezzogiorno
e della sera avessero recitato la nota pre-
ghiera Angelus Domini con le tre Ave Maria,
versetto e orazione , potevano conseguire ,
confessandosi e comunicandosi in un giorno
d'ogni mese ad arbitrio, indulgenza plenaria,
oltre alla parziale di giorni cento per ogni
volta .
» Papa Benedelto XIV confermando le
stesse indulgenze , ordinò che nel tempo
pasquale in luogo dell'Angelus si recitasse
l'antifona Regina Coeli col versetto ed ora-
zione relativa .
» Ora il Regnante Sommo Pontefice Le-
one XIII, desiderando di animare vieppiù
i fedeli a non trascurare questo affettuoso
saluto alla Vergine nei tre indicati tratti
della giornata, e di facilitare ad un tempo
l'acquisto delle sante Indulgenze, con Re-
scritto apostolico del 3 aprile 1884 , ha
benignamente concesso che i fedeli legitti-
mamente impediti a sentire il suono della
campana, o a recitare le dette pie preghiere

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in ginocchio, possano conseguire gli stessi
favori spirituali recitandole in qualsivoglia
posizione, e circa l'ora in cui suole darsi
il segno della campana . Ha pure esteso le
stesse indulgenze a coloro che, non sapendo
a memoria l' Angelus e l'antifona Regina
Coeli, reciteranno divotamente cinque volte
i parenti non possono ritirarli . Anche di quelli
che partirono per le case loro, lo stato di sanità
è ottimo e nessuno fu ancora colpito dal terribile
morbo . Ciascun giovane ha la medaglia di Maria
Ausiliatrice al collo, e fa quanto può per mettere
in pratica il rimedio che lei ha suggerito . I no-
stri giovani sono anche ragionevoli assai , si di-
vertono allegramente, ma non bevono e non man-
l' Ave Maria . »
giano che alle ore fissate dall' orario . Dio ne
sia ringraziato .
Debbo darle un' altra consolante notizia . Nes-
L'ORATORIO DI MARSIGLIA
suno dei nostri amici e benefattori finora cadde
ammalato .
ed il cholera.
Frattanto colle debite precauzioni si incominciò
ad accettare in casa varii giovanetti che il cho-
Il Direttore dell'Oratorio Salesiano di Marsiglia
aveva scritto una lettera al signor Don Bosco ,
mentre incominciava ad infierire il morbo asia-
tico in quella città , raccomandando alle sue pre-
ghiere e a quelle degli alunni dell'Oratorio tori-
nese , i giovanetti del proprio Ospizio . Il signor
D . Bosco aveagli risposto promettendo preghiere
lera rese orfani di padre e di madre .
Ella poi, signor D . Bosco , che pensa tanto a
noi , procuri di aver cura della sua sanità . Che
Dio la conservi per molti anni ancora ai suoi figli .
Ci benedica tutti e preghi per noi, specialmente
pel suo
Umilissimo affezionatissimo figlio
e assicurandolo che Maria SS . Ausiliatrice avrebbe
D . P . ALBERA .
preso sotto la sua protezione chi avesse portato
in collo la sua medaglia, pronunciando la giacu-
latoria « Maria, Auxilium Christianorum ora pro
nobis, » e mettendosi o mantenendosi nello stesso
tempo in grazia di Dio colla frequenza de' Sacra-
menti .
Ed ecco come il sopraddetto Direttore mandava
notizie del suo Oratorio poche settimane fa
LE MISSIONI NELLA PATAGONIA .
Certi di fare cosa grata ai nostri lettori, pub-
blichiamo la importante relazione che il Vicario ge-
nerale, dottor Espinosa, ha diretto all'Eccm° signor
Arcivescovo di Buenos-Ayres, mons . Aneiros, dan-
CARISSIMO PADRE IN G . C .,
dogli conto de' suoi lavori apostolici nella Pata-
La sua lettera ha prodotto i più salutari effetti gonia .
nel povero scrivente e negli altri suoi figli di
Buenos-Aires, 21 giugno 1884 .
Marsiglia . Ella manifesta quanto sia grande il
cuore del nostro buon Padre ! A nome di tutti la
ringrazio della sollecitudine che si prende di noi,
All'Bcc . Sig. Dr D . Federico Aneiros
Arcivescovo di Buenos-Aires .
e della consolazione procurataci .
Eccole ora alcuni ragguagli sullo stato di Mar-
Ecc .mo SIGNORE,
siglia e della nostra casa . La città è quasi spo- Ho l'onore di informare V . E . Rma sopra il ri-
polata . Oltre 100 mila abitanti fuggirono : molte sultato della recente missione che, per ordine di
strade sono affatto deserte . Malgrado questa di- V . E . R ma abbiamo dato nel Territorio Nazionale
minuzione, i morti sono sempre in media da 90 a di Patagonia, e territori nazionali al sud-ovest di
100 al giorno . Si dice bene che, di questi, due questa Archidiocesi .
terzi solamente sono morti di cholera, ma è sem- Il 9 marzo partimmo dalla Boca del Riachuelo
pre un gran flagello , una grande mortalità in (pronunziasi Riaciuelo) nel piroscafo Villarino (pro-
Marsiglia, ove la media dei morti, quando vi sono
tutti gli abitanti, è appena di 33 o di 35
I cholerosi muoiono alcuni in poche ore , altri
durano un po' più . Si riuscì a salvarne varii .
Nella nostra casa però , in grazia della prote-
nunziasi Vigliarino) con i RR . sacerdoti salesiani
D . Raimondo Daniele , D . Bartolomeo Panaro ,
D . Andrea Pestarino ed il sig . can . D . Francesco
Vivaldi .
Arrivati a Patagónes il 15 marzo, demmo una
zione della Madonna Ausiliatrice, che V . S . ci ha missione in questa località, ed in seguito in Viedma,
promesso, in grazia delle precauzioni che si pre- capitale della Patagonia, situata in fronte di Pa-
sero, non abbiamo ancor avuto neppure un caso . tagónes, e divisa da questa solo dal Rio Negro ;
Dirò meglio : quattro volte vedemmo in qualche di qui mandai al Chubut (pronunziasi Ciubút)
povero giovane tutti i sintomi del cholera , ma il cappellano D . Francesco Vivaldi, e prima di prose-
poi abbiamo avuta la consolazione di vederli in guire la marcia per la campagna, ebbi la fortuna
poche ore intieramente spariti . È un miracolo della di benedire il nuovo collegio delle Suore Salesiane .
Madonna !
La Domenica di Passione benedii in Pringles la
In casa abbiamo ancora oltre a 150 giovani, nuova cappella, che ha metri 20,80 di lunghezza
che da quanto pare non saranno ritirati nemmeno per 7,80 di larghezza , ed accompagnato dai sa-
se il cholera infierisse maggiormente, sia perchè cerdoti salesiani , celebrammo colà la Settimana
sono della città stessa di Marsiglia , sia perché Santa, che per la prima volta veniva solennizzata in

1.8 Page 8

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quella borgata . Predicammo allo stesso tempo una
missione che diede splendidi risultati tanto pel nu-
mero di uomini che si accostò alla S . Comunione,
quanto per quelli che legittimarono , col Sacra-
mento del Matrimonio, le loro illegittime unioni .
TerminaÑta la Settimana Santa continuammo il
cammino costeggiando il Rio Negro, il Nauquen
(pronunziasi Nauchen) e l' Agrio , con D . Mila-
nesio , amministrando i sacramenti nei fortini e
borgate di questa estesa linea di frontiera , arri-
vando fino a Malbarco o sia « Colonia Irigoyen »
che confina con il Chile (pronunziasi Cile) . Qui
vivono in territorio argentino 1200 famiglie ci-
lene, completamente private di ogni soccorso re-
ligioso, e desiderose di ottenerlo , come lo dimo-
stravano, venendo da grandi distanze a ricevere i
Sacramenti e ad assistere alla S . Messa . Basta
dire che stanno a circa 1300 chilometri dalla
chiesa parrocchiale di Patagones , per far com-
prendere le necessità di un cappellano fisso in tal
punto ; giacche la visita che vi fece l'anno passato
il R . Missionario salesiano che mi accompagnava,
e quelle che può fare di quando in quando, sono
insufficienti a soddisfare alle loro necessità reli-
giose, per le quali sono obbligati a ricorrere con-
tinuamente in Chile .
I rigidi freddi della catena delle Ande e la neve,
che alle volte fu quasi di un metro di altezza sul
nostro passaggio e minacciava di chiuderci il passo,
ci obbligò a discendore le Ande, dopo aver dimo-
rato colà solo otto giorni . Al nostro ritorno
visitammo con più accuratezza ed amministrammo
i Sacramenti nelle borgate di Ñorquin (pronun-
ziasi Gnorchin), Codihué, La Huerta, Boca, Cho-
lechoel (pron . Ciolecioél),S.J,Cauvbienr
Pringles, Viedma, Patagónes, Conesa al Nord del
Rio Negro . A Conesa al Sud dello stesso, si
collocò la pietra fondamentale della cappella , di
metri 15 per 6, che si sta costruendo, e benedissi
il nuovo cimitero .
In questo lungo tragitto, nel quale abbiamo im-
piegato tre mesi, percorrendo 2600 chilometri a
cavallo , dormendo alle volte sul nudo suolo , e
soffrendo le privazioni conseguenti a chi va pel
deserto, avemmo la bella sorte di poter ammini-
strare 354 battesimi, 1180 cresime, 33 matrimonii,
coi quali si sono legittimati 72 figli, e di vedere
accostarsi alla S . Comunione circa 200 persone ,
le quali si dovettero istruir prima, perché o non
l'avevano mai fatta, od era da molto tempo che
non la facevano .
Se in questa missione si è fatto di più che nelle
anteriori date in quelle regioni, lo si deve all'in-
stancabile zelo dei Salesiani, che, non contenti del
bene che fanno nelle borgate di Patagònes e
Viedma , stendono la loro azione benefattrice a
quelle lontane contrade, percorrendole di quando
in quando . Il R . D . Giuseppe Fagnano arrivò fino a
Junin de los Andes nel 1881 a quasi 1000 chilo-
metri da Patagónes . Il R . D . Giuseppe Maria
Beauvoir arrivò nel 1883 fino al lago Nahuel-
Huapi,dstnecra120hilometr,so
anno il R . D . Domenico Milanesio arrivò fino a
Malbarco, dove mi accompagnò al presente .
Il numero di indigeni (indios) che si sono cate-
chizatnquesmioègrande,lcuih
pel passato non avevano voluto farsi cristiani si
sono fatti ora, come per esempio il cacique Ville-
main (pronuziato casiche Vigliemain), la tribù
del quale resta tutta cristiana nei dintorni di
orquin ; e si potrebbe fare molto più se invece
di essere uno solo il cappellano di una divisione,
che occupa circa 1550 chilom . di lunghezza, ogni
brigata avesse il suo cappellano .
Se i Cristiani hanno approfittato del nostro mi-
nisterio, anche gli indigeni , ci hanno sempre
ricevuto bene , ed abbiamo amministrati i Sacra-
menti nelle tribù di Reuquecura (pr . Reuchecura),
Manquel (pr . Manchel), Cañuhuel (pr . Cagnuhuél),
Villamain e ad altri indigeni sottomessi, i quali,
come quelli di Namuncurà, già non formano più
tribù ; ed oltre i conforti spirituali abbiano
loro dato una limosina in danaro ed oggetti di
vestiario, donati in parte dalla Sociedad de S. José
ed in parte da noi .
A questa benemerita Società ed a quella delle
missioni permanenti di S. Francesco Solano, che
ho l'onore di presiedere, dobbiamo gli aiuti pe-
cuniari coi quali si fece fronte a quasi tutta la
spesa di questa missione ; ed al signor Presidente
della Repubblica ed al signor Governatore della
Patagonia dobbiamo le efficaci raccomandazioni
colle quali si sono degnati favorirei per facilitarci
la marcia per quei deserti .
Se un giorno queste linee saranno lette in quelle
regioni, desidereremmo sapessero come ricordiamo
con gratitudine tanti superiori e subalterni, tanta
buone famiglie di cristiani e di indios, che senza
conoscerci ci hanno ricevuti e generosamente alber-
gati . Senza dubbio , nelle nostre umili persone
ricevevano i ministri del Signore, la cui veste ,
sebbene indegni, portiamo .Vogliailnostrobuon
Dio ricompensar tutti per tanta carità .
Le cinque pagine qui unite completeranno i dati
che mancano in questa breve relazione , ed indi-
cheranno alla V . E . Revma lo stato di quelle
missioni .
Frattanto V . E . Rma che ci mandò , voglia al
nostro ritorno impartirci la sua benedizione, che
tanto agogniamo, quale ricompensa dei nostri u-
mili lavori, mentre che, baciando le sue mani,
preghiamo Iddio Nostro Signore che conservi per
molti anni i suoi preziosi giorni .
Dio guardi V . E . Rev ma
ANTONIO ESPINOSA .
RELAZIONE DELLA NOVENA
o festa solenne della Madonna della Neve alla Spezia .
Col cuore pieno della più dolce commozione
prendo la penna per narrare brevemente alla
S V . M . R . la festa che ebbe luogo alla Spezia
in onore della Vergine Santissima sotto il titolo,
della Neve . Ammirai e mi fu di grande edifica-
zione lo slancio di questi buoni cittadini per la
celeste Madre . Antica è alla Spezia la divozione
ad una antica immagine dedicata a nostra Signora

1.9 Page 9

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della Neve . Questa veneravasi prima in una cappella
posta poco lungi dalla riva del mare, ed era meta
alle passeggiate vespertine di un grandissimo nu-
mero di fedeli i quali non credevano finir bene la
giornata, se non andavano a recitar un'Ave Maria
innanzi alla loro cara Madonna .
Ma le costruzioni del nuovo arsenale compren-
dendo nel largo cerchio delle loro mura eziandio
la cappella, questa doveva cadere sotto il martello
demolitore .
Tolta perciò dall' antica sua sede l' immagine
miracolosa, fu collocata nella cappella detta di
S . Maria nella chiesa parrocchiale . Il concorso
dei fedeli si rivolse allora a questa chiesa abba-
ziale . Rincresceva però a molti il sito mutato, la
situazione nel centro della città , e il vedere che
all'antica augusta immagine si era ceduta, come per
grazia e con istento, una cappella, dove era se-
condario il suo titolo ed il culto . Si sarebbe vo-
luto vedere la Madonna della Neve in una casa
propria, che portasse il suo titolo, e che questa
casa sorridesse come prima tra il verde dei campi
ed un largo orizzonte . Non si volea rinunziare alla
passeggiata della sera coronata dall'Ave Maria .
Ed ecco la Provvidenza dispose che venissero
qui i Salesiani a fondare il loro Oratorio in
un estremo punto della città nuova dalla parte
dell' arsenale , ed erigere una bella chiesa . La
santa immagine non tardò ad essere quivi tras-
porta rionfalmentdal polazionesultane,
e Maria SS . prese possesso della sua nuova chiesa
col darle il proprio nome .
Quivi il suo culto prese nuovo lustro, la divo-
zione nuovo slancio ; le grazie ottenute accesero
più ardente fiducia e le turbe divote accorrenti fecero
conoscere essere troppo ristretta la cappella dei
Salesiani . Perciò in questo anno, per accondiscen-
dere ai voti della cittadinanza, si deliberò di ce-
lebrare con speciale solennità la festa del cinque
agosto . A questo fine si fece precedere alla festa
una novena nella quale mattina e sera un sacerdote
salesiano predicò, come in tempo di esercizi spiri-
tuali, per incitare i fedeli a vivere sempre nella
grazia del Signore , fonte di ogni felicità tempo-
rale ed eterna . Opportunamente egli rifletteva
che di ogni sventura così temporale come eterna
è sempre causa il peccato : Miseros facit po-
pulos peccatum. Tolto da noi il peccato colla S .
Confessione, Iddio sospenderà i suoi castighi, ovvero
almeno ne preserverà gl' innocenti . E se è vero
che il coraggio e la tranquillità sono il miglior ri-
medio contro il cholera che sembra minacciare l'Ita-
lia, di qual coraggio può armarsi, qual tranquillità
può godere chi fosse in peccato mortale , mentre
conosce che se la giustizia di Dio lo colpisce, il
castigo durerà eternamente? Quindi la confessione
ben fatta mentre dà essa sola il coraggio e la
tranquillità, è anche buona difesa dai mali che
che ci minacciano .
Ogni giorno della novena la chiesa riempivasi
di fedeli che vi accorrevano al primo spuntar del-
l'alba per ascoltare la S . Messa, udire la parola, di
Dio ed accostarsi ai Ss . Sacramenti . Le funzioni pro-
cedevano con ordine perfetto, quando l'autorità ci-
vile, preoccupata per l'igiene pubblica, credette cosa
conveniente far sospendere la predicazione negli
ultimi giorni , stimando con ciò di far diminuire
la folla . Ma non fu così, perchè questa andò sem-
pre più crescendo . Fu pure impedita l' illumina-
zione , tenendo per inopportuna quella manifesta-
zione d'allegrezza, mentre gli animi erano preoc-
cupati dalle notizie di probabile invasione di cholera .
I Salesiani si asten ero dal farlaperno darcausa
a malintesi, ma non si poté impedire che fossero
illuminati palazzi intieri ed eziandio case di per-
sone tutt'altro che clericali ; alle quali però, è im-
possibile toglier dal cuore la divozione che sempre
i Liguri dimostrarono alla loro cara Madre .
Spuntò l'alba della festa desiderata . I sacri
bronzi dell' Oratorio e della parrocchia di Santa
Maria fecero echeggiare del loro festivo suono i
monti e le valli intorno . Alle ore quattro incominciò
la celebrazione delle Messe e continuò fino a mez-
zodì . Numerosissime furono le comunioni . Il si-
gnor Isingardi , sacerdote della Missione , fece al
mattino un discorso di occasione , perchè alla
sera per il calore e per la strettezza della chiesa
sarebbe stata imprudenza protrarre di troppo le
funzioni . La Messa fu cantata solennemente dal
Rev .mo Mons . Podestà . Il canto fu eseguito dai
giovanetti del collegio . Si aspettava S . E . Revm a
il nostro amatissimo Vescovo ; ma non venne
per tema che il troppo entusiasmo radunasse nu-
mero ancor maggiore di persone;cosadevitr
in tempo di minacciante epidemia .
I Vespri solenni accompagnati da canto con
l'accompagnamento di strumenti musicali corona-
rono la bella funzione che finì colla benedizione del
Santissimo Sacramento . Vi fu tanta calca, che il
collegio e la chiesuola si trovava letteralmente
assediato . Tutti erano pieni di gioia e di entusiasmo .
Si può dire senza esagerazione che in questo bel
giorno dal mattino alle nove di sera rinnovavasi
almeno ad ogni ora tutta quanta la gente che in nu-
mero di mille e più riempiva la chiesuola e
tutti gli anditi di essa . Quindi vi furono a visitare
la miracolosa immagine non meno di diciassette
mila divoti . E si osservi che, quantunque la festa
cadesse questo anno in giorno di lavoro, pure la
gente venne dalla distanza di più miglia portando le
sue elemosine di migliaia di candele, di voti d'ar-
gento, di olio per le lampadi e di danaro per il
maggior lustro del culto di Maria .
Non essendo tuttavia bastato un giorno solo di
festa per soddisfare alla divozione di tutti e spe-
cialmente di chi non poté accostarsi ai SS . Sa
cramenti, per mancanza di tempo o per la distanza
dei luoghi, si rinnovò ancora il giorno dopo quasi
la stessa funzione, in suffragio delle anime sante
del purgatorio che in vita furono più divote della
Madonna .
Di tutto ciò sia lodato Gesù benedetto e la
sua Santa Madre sotto il titolo di Maria Vergine
della Neve . Un evviva si mandi eziando alla no-
bile città della Spezia . Essa sospira il momento
di poter cominciare la costruzione di una nuova
chiesa, ove collocare con maggior onore la sua
cara immagine della Madonna della Neve e nella
quale possa essere contenuto tutto il popolo della
Spezia, che va sempre crescendo ed ora già conta

1.10 Page 10

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ventiquattro e più mila abitanti . Certo questi voti
e questi desiderii diverranno realtà, poiché nulla è
impossibile ad un popolo amante della religione
dei suoi padri .
Spezia, 10 agosto 1884 .
N. N .
UNA MORTE SPAVENTOSA .
Fonte d' immoralità ed irreligione pur troppo
son addivenute oggigiorno le rappresentazioni tea-
trali . In esse il povero popolo vi si accalca come
un giorno i cittadini romani gremivano i loro an-
fiteatri e ne escono invasati dalle stesse ree pas-
sioni . Gli stessi giornali, tutt'altro che teneri per
le cose di religione, più di una volta levarono la
voce contro certe infamie, perchè non tutti coloro
che si appellano e formano il quarto potere dello
Stato han fatto getto del buon senso e del pudore .
E Dio stesso parve palesare il suo giudizio col pu-
nire quei luoghi di scostumatezza e d'irreligione,
come punì Sodoma e Gomorra . Il fuoco ha distrutto
in questi ultimi anni più di 60 teatri, in alcuni
de' quali centinaia di persone perdettero spaven-
tosamente la vita . Gli spiriti forti non vogliono
vedervi la mano di Dio e dicono che sono casi
ma noi preghiamo Iddio di non averci a trovare
involti in casi di simil fatta e non esponiamoci al
rischio di presentarci al giudizio di Dio nell'is-
tante che assistiamo al trionfo del peccato .
Se Iddio è buono, è pur anche giusto ; e a
questi giorni nell' avvenimento luttuoso di Ve-
rona noi non possiamo non riconoscere una gra-
vissima lezione data dalla Divina Giustizia agli
impresari , alla compagnia Verardini , ed al pub-
blico veronese . Il 25 maggio di quest' anno ,
nelle ore pomeridiane, la compagnia Verardini re-
citava nel teatro diurno . Faceva le parti di bril-
lante un certo Sabattini . Si rappresentava uno di
quei drammi scellerati e sacrileghi che concul-
cano in faccia ad un popolo cristiano le maggiori
dignità gerarchiche della Chiesa cattolica , e ol-
traggiano le istituzioni divine della Chiesa di
Gesù Cristo .
L'autorità ecclesiastica avea fatto di tutto presso
l'autorità civile affine di impedirlo . Le si rispose
che non si poteva . Il dramma avea per titolo
« L' Arcivescovo Fénelon e le vittime del chio-
stro . » Il nome era questo di un vescovo fra i
più umili , più amorevoli , più amanti della Ro-
mana Sede . A parte lo scandalo e la sconvenienza
di trarre sulla scena un prelato , un arcivescovo
e profanare così il carattere, le vesti e le insegne sa-
cre, (sconvenienze che non sarebbero permesse in
ordine alla persona del Sovrano secolare, e nem-
meno per le uniformi e le divise militari) quale
era la parte che si facea compiere in quel dramma
ad un arcivescovo ? Quella di sciogliere una mo-
naca da giuramento irresolubile ; quello di scon-
secrare una persona votata a Dio e di congiun-
gerla in matrimonio . Abbominazione e delitti che
rovesciano da capo a fondo tutte le credenze cat-
toliche, e si inventano precisamente per iscanda-
lizzare i popoli ed ingerire nei loro cuori l' odio
contro gli ordini claustrali , falsando di pianta
il concetto d' un pastore della Chiesa , e tra-
mutandolo in lupo .
Il brillante Sabbatini nel dramma faceva da sug-
geritore .
Al dramma succedeva la farsa . La farsa avea
per titolo : « I misteri dell'inferno . » Essa pure
un'empietà, dove si conculcavano i comandamenti
della Chiesa ; dove, fingendo un giorno di venerdì,
si imbandiva la mensa con cibi vietati appunto
perché vietati ; dove si faceva un'infame parodia del
dogma cristiano sull'esistenza dell'inferno .
L'una e l'altra rappresentazione era stata scelta
in giorno festivo, per aver maggior concorso col-
l'allettamento del dileggio irreligioso , e col pa-
scere quelle funeste inclinazioni, che pur troppo
si fomentano anche in tante altre maniere nel
basso popolo . Infatti, benché la farsa portasse un
altro titolo, le venne cangiato in quello di « Mi-
steri dell'inferno » appunto perché più attraente
e più clamoroso .
Ora il Sabbatini facea nella farsa la parte di
brillante . Il popolo rideva per i suoi lazzi . Quando
all'improvviso un silenzio di terrore regna nell'a-
rena e nei palchi . Il Sabbatini nell'atto che sol-
levando un pollo simulava deliziarsi nell'odore
dell'arrosto , impallidisce , barcolla e stramazza
come corpo morto . Corrono i compagni , cercano
di farlo rinvenire . Ogni cura è inutile . La sua
morte era stata d'apoplessia fulminante . Così re-
stava interrotta l'empia rappresentazione . L'infe-
lice madre di questo disgraziato era presente, fa-
cendo parte anch'essa della comica compagnia.
L'orrore fu grande in mezzo al popolo, non
essendo possibile che da questo non si traessero le
logiche conseguenze ; ma il giornalismo , altret-
tanto ignorante quanto perverso , trasse da ciò
argomento per inviperire contro la Superiore Au-
torità Ecclesiastica, la quale aveva vietate le ese-
quie religiose alla salma dell' infelice defunto .
Questa non avea fatto che dare esecuzione alla
legge canonica , la quale interdice l'ecclesiastica
sepoltura a chi muore in pubblico e flagrante pec-
cato mortale . Chi è cattolico non può dubitare
che non incorrano in si fatta colpa i rappresen-
tanti di produzioni teatrali che sono un tessuto
d'oltraggi contro la religione , contro le dignità
gerarchichedelaChiesaecontroiprecetidilei.
E come dovea condursi l'Autorità ecclesiastica in
presenza di tanti scandali così manifesti , in pre-
senza di questa guerra diabolicamente organizzata
contro la fede , contro Dio, contro l'onestà e le
coscienze , e di cui le rappresentazioni teatrali
non sono che un abbominevole episodio ? Essa do-
veva agire né più né meno che come agì , non
tanto a punizione del disgraziato defunto, quanto
a sgomento salutare degli impresari e degli at-
tori, ed anche degli spettatori di così fatte malva-
gità .
Un vescovo è responsabile della salute eterna
del suo gregge ; né in questa lugubre occasione
poteva dissimulare senza tradire la sua coscienza
e il suo Pastorale Ministero . E pure una stampa
scellerata colse al volo questa occasione per lan-

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2.1 Page 11

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ciare il suo sasso contro la Chiesa cattolica ,
per ribadire con nuovo accanimento un odio an-
tico e inestinguibile, e per esautorare sempre più
in faccia al popolo l'Episcopato ed il Clero .
Sciagurati! Mentre credono combattere la re-
ligione, essi stessi sono una prova della sua divi-
nità, facendo che si avveri la gran profezia che
Gesù Cristo fece agli Apostoli : Il mondo vi o-
dierà : ha odiato me , odierà anche voi ; ma non
temete, io ho vinto il mondo . Che cosa credono
costoro di essere, mentre muovono guerra a Dio?
Chi come Dio? Loro grideremo in faccia colle
parole che l'Arcangelo fulminava contro Lucifero .
Che cosa pretendono? dettare leggi alla Chiesa?
Insensati!, Gesù Cristo ha pur detto agli Apo-
stoli : « È data a me ogni potestà in cielo ed in
terra : andate adunque, ammaestrate tutte le genti,
insegnando loro ad osservare quanto io vi ho co-
mandato . Ed ecco che io sono con voi tutti i
giorni, fino alla consumazione del secolo . » Solo alla
Chiesa spetta il dirci ciò che Iddio le ha comandato
di far osservare dai popoli . In virtù della sua po-
testà il Salvatore conferì ai suoi ministri il di-
ritto assoluto, incondizionato, indipendente da tutti
i poteri della terra, di ammaestrare, battezzare ,
reggere, governare tutte le nazioni senza bisogno
di avere il permesso di alcuno , fosse pure a di-
spetto di tutti i despoti ed anche giornalisti del
mondo . Far guerra alle leggi della Chiesa è far
guerra a Dio stesso . E credete sul serio d'esserne
vincitori? Poveri vermiciattoli, abitatori di un pic-
colo globo chiamato Terra, che vagola come un
granellino di sabbia in mezzo a sterminati spazi,
siete voi capaci di uscir fuori dal confine della vostra
atmosfera? Credete voi che sfuggirete a quella
giustizia di potenza infinita che ha protestato di
maledire chi maledirà la sua Chiesa ? Il fango
delle passioni che ora vi involge, al giungere della
morte diverrà polvere, nella quale sarete sepolti
e per sempre, mentre la Chiesa procederà trion-
fante nel suo cammino . Sta scritto che le porte
dell'inferno non prevarranno .
Dicano quindi quel che vogliono i giornalisti
dell'empietà ; ma il fatto del Sabbatini serva di
lezione alle compagnie comiche ed agli spettatori .
Quelle dovrebbero imparare di non cercare i loro
guadagni fomentando l'incredulità e il disprezzo
della Chiesa con produzioni malvagie ; questi do-
vrebbero apprendere a non andare ai teatri, quando
vi si calpesta ciò che vi ha di più sacro al mondo .
L'OSPIZIO DEL GRAN S . BERNARDO .
Carissimo e Molto Reverendo
Signor D . Bonetti,
Nella lusinga di farle cosa gradita , penso di
scriverle da questa solitaria montagna del Gran
S . Bernardo, dove sono giunto ieri verso sera
molto stanco per la faticosa salita .
Le scrivo per darle nuove di me e del mio
stato di salute e per alleggerirle alquanto, se po-
tessi , con questa mia narrazione , la noia che ,
penso, le tocca soffrire nella sua lunga convalescenza .
Non si meravigli se vede impresso in questo
foglio lo stemma dell' Ospizio del Gran S . Ber-
nardo . Mi sono prefisso per meta della brevissima
gita autunnale questi alpestri luoghi e ciò anche
per seguire il consiglio del medico , che mi sug-
geriva di portarmi a respirare l'aria della mon-
tagna e coll'intento insieme di spacciare biglietti
della lotteria di Roma .
Visitai, com'ella saprà, il celeberrimo Santua-
rio di Nostra Signora d'Oropa, fabbricato in ame-
nissima altura, a cui si arriva da Biella in men
di tre ore o a piedi o in vettura . Restai sorpreso
nel trovarvi tanta gente che là accorre o per
espandere il proprio cuore a Maria, o per godere
in quella saluberrima aria di un po' di riposo e
di sollievo . Un amplissimo fabbricato di tre piani
in forma di quadrato contenente oltre un migliaio
di camere ammobiliate , dà alloggio gratuito per
tre giorni ad ogni persona . Era imponente lo spet-
tacolo che potei domenica contemplare, osservando
cinque processioni di persone d' ogni ceto e con-
dizione, che venivano in devoto contegno da più
o men lontani paesì, accompagnate da' loro par-
rochi, cantando inni e lodi a Maria . E questi
commoventi pellegrinaggi si vanno rinnovando in
ogni festa per qualche mese dell'anno .
Ritornato a Biella, mi feci un dovere di osse-
quiare, accompagnato dall'ottimo sacerdote Don
Bocca, Sua Eccellenza Reverendissima M .gr Ve-
scovo Leto, il quale mi esternava il suo vivissimo
desiderio di fondare e stabilire un Oratorio fe-
stivo pei giovanetti della città ; disposto a qua-
lunque spesa e sacrifizio , persino di ceder parte
del suo episcopio, pur di ottenerne l'intento . Vo-
glia il Signore assecondare in breve tempo le sue
piissime intenzioni , ché a Biella si avrebbe un
campo molto vasto da coltivare .
Preso commiato , per Occhieppo e Mongrande
mi diressi ad Ivrea . Fatta una gita fino a Set-
timo Vittone, attesi la diligenza , che , tirata da
quattro cavalli, si dirigeva ad Aosta . Per circa
sette ore continue costeggiai la Dora Baltea sopra
una vallata fertilissima che qua e là si restringe
alquanto, ma che del resto è molto aperta e ben
coltivata, fiancheggiata da lunghe catene di monti
che vanno a congiungersi colle Alpi .
A Bard ammirai quella formidabile fortezza co-
strutta con fortissimi muraglioni sopra uno sco-
glio , e tutto all' intorno torrazzi e spaldi sor-
montati da batterie di cannoni, che difendono
minacciosì la sola via a cui tutti fan capo gli
sbocchi delle Alpi Graie e Pennine . Attraversai
St .-Vincent, luogo di cura per le sue acque mi-
nerali, Chatillion e gli altri paesi, e giunsi dopo
otto ore e mezzo da Ivrea in Aosta . Ma non pas-
seranno due anni che questo tratto di strada si
potrà percorrere in poco più di due ore, poiché i
lavori della nuova ferrovia sono molto avanzati .
Le numerose gallerie, i diversi ponti sulla Dora, e
molti tratti di via sono in gran parte ultimati,
e da tutti si aspetta cori impazienza quel giorno,
in cui questa importantissima valle del Piemonte
sarà unita ad Ivrea coll'apertura del nuovo tronco
ferroviario valdostano .
Aosta, com'ella benissimo si ricorderà, siede ai

2.2 Page 12

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piedi dell'Alpi Pennine e Graie fra il Balteo e la
Dora, antica sede dei Salassi, e forse fra tutte le
città la più fortunata conservatrice dei monumenti
di Augusto . Io non mi trattengo a descriverle nè
il famoso Arco trionfale di Valerio Messala e di
Terenzio Varrone , nè le due porte Pretoriane ,
nè le mura di Augusto che ancora la cingono, nè
le antichissime basiliche di S . Orso e della Cat-
tedrale,nélabelisimapiazamagiore,perché
tutto ella avrà veduto e minutamente osservato
tre anni or sono, quando venne a tenere le sue
religiose conferenze nella Cattedrale a vantaggio
degli operai piemontesi .
Recatomi ad ossequiare Mons . Vescovo, egli mi
accolse assai umanamente, trattenendosi meco in
famigliare colloquio con molta bontà . Mi chiese
notizie di D . Bosco , delle Missioni , delle opere
salesiane e anche di lei, che la ricordava con molto
piacere e deferenza pel bene che avea a pro di
tante anime operato .
Prese le dovute informazioni , fissai di partire
al mattino per tempo verso l'Ospizio del Gran
S . Bernardo . La stanchezza e il bisogno di riposo
mi fecero svegliare alle sei, e poco dopo, col ca-
vallo di S . Francesco, m'avviai per la strada di
S . Remis, villaggio che si incontra prima di sa-
lire la montagna . Il cielo era sereno ; non una
nuvoletta velava l'azzurra e tranquilla volta del
cielo ; le montagne, che tutto all'intorno circondano
la pianura di Aosta, veniano indorate dai primi
raggi del sole nascente, e le altissime cime del
monte Bianco ricoperte di candide nevi perpetue,
cogli immensi ghiacciai che d'ogni parte riflette-
vano la luce del sole, mi riempivano l' anima di
maraviglia .
Una buona ventura mi fece incontrare per com-
pagno di viaggio un geometra di Aosta , che si
recava a S . Remis, nel quale ritrovai un'ottima
guida e un'intelligente e compitissima persona .
Insieme con lui per due ore e mezzo andai sem-
pre salendo la ripida strada carrozzabile di San
Remis, confabulando seco lui di quella gente mon-
tanara , della fertilità di quelle vallate pittore-
sche , delle montagne,dd egliarmnt ei pro-
dotti agrari e di mille altre cose , sicchè breve
mi parve la via fino ad Etroubles . Quivi presi dal
mio gentil compagno commiato per offrire a Dio il
divin Sacrificio nella divota e solitaria chiesa par-
rocchiale, quindi, accompagnato dal buon cappellano,
mi recai alla Ferme, o cascina appartenente all'O-
spizio , condotaconmoltainteligenzadaunodi
quei religiosi . Con quanto piacere mi vedesse quel
buon Padre, che è Cooperatore Salesiano, non le
posso esprimere a parole : egli mi volle ristorare
e poi accompagnarmi per un tratto di via a fare
una visita ad una delle primarie famiglie di Saint-
Oyen . Una semplice vecchierella sui 75 anni, essa
pure piissima Cooperatrice salesiana, mi diede il
benvenuto in francese , e , saputomi sacerdote di
D . Bosco, si mise a versar lagrime di commozione .
Dicevasi felice per vedere in casa sua uno dei figli di
D . Bosco . Quella santa vecchietta mi dava l'idea
delle donne semplici e tutte piene di Dio dell'an-
tico Testamento.
In breve oltrepasso quel paese ; il giorno si con-
servava limpidissimo ; spirava un'aura fresca e
leggera , soprastavano da per tutto immense bo-
scaglie di larici e di pini, fra cui muggiano tem-
pestosi i venti dei ghiacciai sempiterni . Giunsi fi-
nalmente a S . Remis, piccolo paesello di circa 200
persone , dove presi un po' di riposo .
Dopo un' ora di fermata , franco e risoluto mi
accinsi a salire l'erto sentiero del monte S . Ber-
nardo . L'aria era freschissima, un sole mite dar-
deggiava i suoi raggi, e mano mano che ascendeva
sempre più stupendo e sorprendente mi si offriva
alla vista il panorama delle circostanti montagne.
Un ridicolo avvenimento mi richiamò dall' estasi
delle mie contemplazioni . Scorreva serpeggiando
nella valle un rivo di acqua, che già scendeva dai
ghiacciai delle più alte vette, quando un soffio di
vento impetuoso, che s'era allora allora scatenato
dalle gole vicine, si portò via il mio povero cap-
pello . Corro, per afferrarlo, ma il cappello a salti, a
sbalzi e a tomboli volle a tutti i costi fare un
bagno nell'acqua . Buon per me che un lesto mon-
tanaro gli si precipitò dietro, e tutto contento me
lo portò molle di acqua . Ringraziatolo, continuai
la mia marcia su per l'erta china ma dopo un'ora e
mezzo cominciai a reggermi male in piedi . Ar-
rivo finalmente alla cantina , piccolo fabbricato
dove si prende un po' di riposo e di ristoro . Mi do
in nota ai soldati italiani per non subire nel ri-
torno la quarantena ; quindi ripiglio la salita, che
ormai mi riusciva insopportabile . Finalmente veggo
la croce, che maestosa giganteggia in quel punto
dove mille anni or sono stava costrutto un tempio
dedicato a Giove Pennino . In pochi minuti mi ri-
trovo sopra uno spianato , ove stendevasi un la-
ghetto di acqua limpidissima, della lunghezza di 180
metri per 90 di larghezza, nel quale si vede~
van guizzare dei piccoli pesci . Giunsi all' O-
spizio , fabbricato robusto che sembra una pic-
cola fortezza dalle anguste finestre . E di antichis-
sima costruzione, poichè ascende al 900 circa, fon-
dato da S . Bernardo di Menton ; ed è la più alta
dimora del mondo che sia continuamente abitata.
La sola carità cristiana , che attinge la sua forza
dall' amore di Dio e dal desiderio di soccor-
rere i proprii simili , potè spingere giovani
delicati e uomini dotti e gentili a sacrificare
se stessi per salvare tanti fratelli . La Provvidenza
venne in soccorso di questi generosi coi famosi
cani, che si chiamano del Gran S . Bernardo . Ne
vidi alcuni che , quali padroni di casa , stavano
alla porta dell' Ospizio . Il loro colore è biondo ,
la loro grandezza è come di un bel vitelluccio, ed
hanno testa leonina ed occhio intelligente ; il muso
è improntato di tanta umanità e bontà, che t'invi-
tano a far loro una carezza . Entro nell'Ospizio, e
suonata la campanella, mi si presenta un religioso
Agostiniano che qui si chiama il padre clavandier,
Saputomi di Don Bosco, mi accoglie con isquisita
cortesia, mi assegna la stessa camera del Padre
Generale assente e mi reca tosto da rifocillarmi
lo stomaco . Dopo un breve riposo, mi reco a vi-
sitare l' istituto coll' attiguo fabbricato , capace
di alloggiare oltre cinquecento persone . Per tre
giorni e anche più , se il tempo è cattivo , ogni
forestiere riceve vitto ed alloggio gratuito , e

2.3 Page 13

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ciascuno , secondo la sua condizione , viene trat-
tato in tre refettori separati . Dodici cavalli nel
tempo d'estate ogni mattina ritornano al convento
carichi d'ogni sorta di provvigioni per la stagione
invernale, che comincia a settembre e finisce ai
primi di giugno . Tale è la quantità di neve che
vi cade, che si giunse in qualche anno a misu-
rarne in tutte le cadute ben diciassette metri di
altezza . Il freddo d'inverno vi è rigidissimo e
arriva qualche volta perfino ai 29 gradi sotto lo
zero .
Alla sera sono chiamato a cena colla comunità
formata di giovani preti, di chierici e di no-
vizi , forse quindici persone in tutto , ma così
uniti fra loro in carità fraterna da formare un
cuor solo e un'anima sola . Il Padre Carossi ,
priore dell'Ospizio, degnissimo sacerdote sui tren-
tacinque anni, una delle più compite persone che
io mi abbia conosciuto, mi tenne gratissima com-
pagnia . Egli dimora nell'Ospizio da oltre 15 anni
e gode di una salute veramente florida . Eziandio
gli altri religiosi sono tutti sani e ben aitanti
nella persona . Per ordinario rimangono in questa
casa per dieci o dodici anni, dopo dei quali ven-
gono mandati o come curati o cappellani in una
delle otto parrocchie della Svizzera che sono sotto
la loro giurisdizione . Il numero medio dei fore-
stieri che tutti gli anni vengono alloggiati e man-
tenuti nell'Ospizio ascende ad oltre 20 mila .
Tutti i governi che hanno le loro provincie
attigue a questo passaggio dovrebbero generosa-
mente incoraggire con larghi sussidi un' opera così
eminentemente filantropica . Eppure il solo governo
francese dona ogni anno la tenue somma di L . 2000 .
L' Ospizio si mantiene colle proprie rendite e con le
elemosine avventizie, provvedendo tante persone di
vitto ed alloggio in un modo non so dire se più gene-
roso o più squisito . Lascio poi di parlare come ogni
an o si salvino molti infelici, che varcando quel a
sommità, o restano durante il viaggio per inedia e
per freddo assiderati , ovvero sono coperti dalle
inesorabili ed enormi valanghe di neve che giù,
come folgore, precipitano dai fianchi delle sopra-
stanti montagne . In tutti i giorni verso il mat-
tino escono due monaci accompagnati ciascuno da
un cane e da uno o più montanari chiamati
maroniers, e discendono per un'ora nei due ver-
santi svizzero e italiano . I cani sono dotati di un
istinto particolare e di finissimo olfato . Essi diri-
gendosi lungo la linea dei pali d'abete, piantati
per indicare la via da percorrere , si accorgono
tosto se qualche sventurato fosse dalla neve se-
polto ; corrono precipitosi a quella parte, e mu-
golando e guaendo si dànno a scavare colle zampe
verso la testa del disgraziato viaggiatore . Accorre
il religioso coi maroniers e toltolo d'impaccio, se
è ancor vivo, gli ritorna gli spiriti con vino robusto
e con fregaggioni di neve , e portatolo a braccia
all'Ospizio, gli prodiga le cure più amorose e cari-
tatevoli per rimetterlo in forze . Se moribondo e
cattolico, lo si prepara al passaggio per l'eternità
coi conforti della religione . Se già è spirato, lo
si porta nella necropoli dell'Ospizio . È questa una
celletta prossima al fabbricato, in cui si pongono
ritti in piedi tutti coloro che si trevano estinti.
Potei vederne una dozzina , di cui alcuni ancora
conservavano qualche parte del vestito e della
pelle essendo le carni quasi tutte consumate dal
freddo .
Mentre continuava la mia conversazione con quei
buoni religiosi la sera si fece buia e caliginosa e
apertasi l'invetriata , sì fitta si vedea la nebbia ,
e sì frizzante sentivasi il freddo, che mi sembrava
di ritrovarmi a Torino in una delle rigide notti
d'inverno . Ritiratomi per riposare, mi svegliai al
mattino al suono della campana e mi raccolsi nella
cappella domestica . I religiosi cantavano già il
mattutino e la Messa, ed io pure ho celebrato il
divin Sacrificio . Le confesso però che , sebbene
si fosse al 1° di agosto, sentiva sì acuto il freddo
nelle mani, che a stento potea reggere il calice .
Dopo la colazione ho voluto passeggiare al-
quanto su pei dorsi dei monti e visitare qualche
piccolo ghiacciaio poco discosto dall'Ospizio . I fio-
rellini graziosi, le violette mammole, le marghe-
ritine gentili spuntano lungo i rigagnoli che vanno
formandosi dalle scioglimento della neve agghiac-
ciata, e la vista e l'animo restano sollevati dalla
malinconica tristezza che viene prodotta da quella
solitudine imponente, che al cuore ti parla della
onnipotenza di Dio e t'infonde nella mente reli-
giosi e celesti pensieri . Poco dopo il Padre Priore
m'invitò pel dopo pranzo a una gita di piacere
fino alla cascina del convento, che di cammino dis-
tava un'ora nel versante svizzero . Sebbene pensassi
di partire, non ho osato rifiutare un atto di tanta
cortesia, e dopo aver pranzato coll' amabile Supe-
riore, col Padre clavandier e con due miei compa-
trioti, pur essi venuti a visitare l' Ospizio , tutti
insieme discendemmo l'altura .
Giunti alla cascina e gustato fior di latte e burro
finissimo, rimontammo l'erta salita mentre il Padre
ci andava narrando alcuni pietosissimi casi a lui
accaduti in quel versante , e ci additava le croci
che segnavano i luoghi ove erano stati schiacciati
delle valanghe alcuni religiosi mentre andavano in
traccia di viaggiatori smarriti .
Fatto ritorno nella mia cameretta, le finisco
questa narrazione.
Domani ritornerò a piedi ad Aosta e quindi ri-
partirò per Torino , assicurandole che la gita al
Gran S . Bernardo resterà scolpita profondamente
nel mio spirito, specialmente per quanto vidi ope-
rarsi da quei santi monaci Agostiniani che a buon
diritto si possono chiamare veri benefattori del-
l'umanità .
Spero di rivederla al mio ritorno rimessa in
forze, trovandomi io pure di molto ristabilito in sa-
lute e pregandola di ricordarmi a tutti i Superiori,
con particolarissimo affetto e stima sincera me le
professo
Dall'Ospizio del Gran S . Bernardo il 1° agosto 1884.
Devotissimo servitore e confratello
SaC. PIETRO POZZAN .
RELAZIONE DI COLLAUDO D'ORGANO .
Per accondiscendere alle preghiere di molti nostri
amici accogliamo nelle colonne del nostro periodico

2.4 Page 14

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la relazione sul collaudo del nuovo Organo testé
costrutto nella Chiesa Parrocchiale di Volpiano .
E cosa consolante il vedere come in questo secolo
che dicesi così indifferente per la Religione, pure
vada crescendo ogni giorno nel cuore dei fedeli lo
zelo della casa di Dio sicché si possa dire che da
tutte parti ogni Chiesa si vada rivestendo a nuovo
e si veda paratam sicut sponsam ornatam viro suo .
Ma una Chiesa per quanto sia bella e ricca, senza
musica, pare che non raggiunga pienamente il suo
ideale, stantechè il servizio di Dio vuol dire cor-
rispondenzadicuore divolntàcolCreatore
Redentore, vuol dire felicità, riconoscenza, pre-
ghiera, confidenza, allegrezza, espansione, amore,
tripudio ; sentimenti che naturalmente portano al
canto ed al suono, canto e suono che per contrac-
cambio rendono più vivi e sentiti gli affetti del-
l'animo . Il Profeta stesso mosso dallo Spirito
Santo cantava : Laudate Eum in sono tubae ; lau-
date Eúm in psalterio et cithara . Laudate Eum
in tympano et choro : laudate Eum in chordis
et organo . Mentre dunque facciamo plauso al Rev .
Vicario ed alla popolazione di Volpiano esponiamo
la seguente relazione .
« Nella Chiesa Parrocchiale di Volpiano (Torino),
il Sig . Cav . Giuseppe Bernasconi fabbricante d'or-
gani a Varese costrusse testé un nuovo grandioso
organo con eco di N° 72 registri, N° 24 pedali
reali, N° 16 pedalini , il tutto conforme al pro-
getto approvato da competente Commissione .
I sottoscritti per gentile incarico avuto dall'Il.am
Amministrazione Parrochiale degnamente presieduta
dal M . R . Sig . Vicario Prevosto, il più caldo pro-
motore di tal bellissima opera, ivi si trasferivano
nel giorno 21 corrente per esaminare, peritare e
collaudare il detto organo e farne la solenne inau-
gurazione ; e dopo pubblici esperimenti ed in se-
guito ad accurato e conscienzioso esame dichiarano
che l'organo del Cav . Bernasconi è opera che gran-
demente onora l'egregio artefice .
La somma sua abilità già riconosciuta dall'Espo-
sizione Internazionale Musicale di Milano, che lo
premiò con diploma d' onore , e l' alto suo grado
di rinomanza per le molte e pregiate opere co-
strutte , fra le quali il grandioso organo nella
Chiesa di S . Giovanni Evangelista di Torino, aveva
suscitata assai viva l' aspettazione degli abitanti
di Volpiano e d' intorni . Essi attendevano impa-
zienti il giorno della prova per compiacersi del
possesso di un istrumento, il cui valore li persua-
desse di non aver inutilmente fidato nella perizia
e nell'onestà del Sig . fabbricante ; e l'aspettazione
non fu delusa . - L' Istrumento suddetto maneg-
giato da un esperto suonatore, ora dolce e gentile
nelle parti, ora vibrato ed energico nell'insieme,
ora organo, ora banda, ora orchestra, produsse l'ef-
fetto che se ne attendeva, ed è davvero quale o-
gnuno lo desiderava secondo le singole disposizioni
acustiche , il diverso sentire , e i vari gusti . -
L'insieme dei suoni mirabilmente equilibrati e fusi,
la varietà ed imitativa verità dei singoli registri
cogli istrumenti di cui portano il nome (fra cui
sono degni di special menzione il Clarinetto disteso,
Corno Inglese, Violoncello, Violini, Contrafagotto)
la deliziosa soavità e maestà del ripieno , che
sostenuti da sonori contrabassi in pedai piedi reali,
lungi dal dare un suono stridulo, presenta un suono
grave e moderato ; la perfetta accordatura ed ac-
curata intonazione delle canne , il meccanismo
pronto, agevole, solidissimo e preciso ; l'eccellenza
di tutti i materiali , la solidità della costruzione
in ogni singola parte , concorrono a formare un
istrumento mirabile per ricchezza di combinazioni
e per prestigio di effetto ; per cui dobbiamo con-_
statare che il Cav . Bernasconi ha soddisfatto scru-
polosamente alle sue obbligazioni , costruendo un
organo perfetto in ogni singola parte, in cui non
tanto facilmente succederanno sconcerti nei movi-
menti complicati, perché solidissimi e ben collocati .
- Quest'opera del Bernasconi aggiunge certamente
un bel fiore alla corona di meritato plauso, che,
pur conservando sempre nella fabbricazione de' suoi
istrumenti la vera impronta dell'Organo Italiano,
ha saputo ottenere in Congressi Musicali e da
molti insigni Maestri . Essa forma il vanto e la com-
piacenza degli abitanti di Volpiano , che con pri-
vate e spontanee obbligazioni concorsero generosa-
mente in gran parte alla costruzione dell'Organo
in discorso, che costituisce uno dei più bei orna-
menti della bellissima loro Chiesa Parrochiale .
In fede Volpiano 21 Luglio 1884
CAPITANI Cav . GIUSEPPE fu Antonio
già maestro di cappella ed org. alla Cattedrale
di Biella, ora onorario residente a Torino .
PIETRO ANTONIO BERSaNO
Maestro Organista della Metropolit
di Torino.
G . M . PELAZZA
Maestro Organista di S . Agostino a Torino .
Istituto Salesiano dell'Immacolata
IN FIRENZE,
Col vivo desiderio di venire in aiuto alla peri-
colante gioventù mediante una cristiana educazione,
il Sacerdote D . Giovanni Bosco ha aperto un I-
stituto in Firenze fuori Porta la Croce, via Fra
Giovanni Angelico, in una delle più salubri e ma-
gnifiche posizioni .
In esso avvi l'Oratorio e scuole festive pei gio-
vani esterni del vicinato ed un ospizio pei giovanetti
orfani ed abbandonati che vengono avviati ed i-
struiti nelle arti e mestieri , con cui campare o-
noratamente la vita .
Sonvi pure per gl'interni le quattro classi ele-
mentari in cui l'insegnamento viene impartito da
maestri approvati, per quei giovanetti che desi-
dorano percorrere la carriera degli studi . I fanciulli
che hanno compiuta l'età di otto anni vi possono
essere ammessi mediante corrisponsione di una
retta limitatissima .
Chi desiderasse schiarimenti in proposito si ri-
volga alla Direzione dell'Istituto .

2.5 Page 15

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Condizioni per l'accettazione nell'Oratorio Sale-
siano dell'Immacolata in Firenze . Via Fra .
Gio . Angelico n . 8 .
ARTIGIANI-
Affinchè un giovane sia accettato nella Casa detta
Oratorio Salesiano dell'Immacolata in Fi-
renze, come artigiano, sono necessarie le seguenti
condizioni ricavate dal piano di Regolamento della
Casa medesima
1° Che il giovane abbia dodici anni compiuti,
e che non oltrepassi i quindici .
2° Che sia orfano di padre e di madre , nè
abbia fratelli o sorelle, od altri parenti che pos-
sano averne cura .
3° Totalmente povero ed abbandonato . Qua-
lora avverandosi le altre condizioni , il giovane
possedesse qualche cosa, egli dovrà portarla seco
alla Casa, e sarà impiegata a suo favore, perchè
non è giusto che goda la carità altrui chi può
vivere del suo .
4° Che sia sano e robusto, e ben disposto nella
persona .
5° Presenti certificati comprovanti le condi-
zioni suddette unitamente ai certificati di nascita,
battesimo , vaccinazione o sofferto vaiuolo , e di
buona condotta dal Parroco .
STUDENTI.
Affinchè un giovanetto possa essere accettato in
qualità di studente è necessario
1° Abbia compiuto gli anni otto di età .
2 ° Sia in modo speciale commendevole per la
sua morale condotta .
3° Si presentino documenti comprovanti le
due antecedenti condizioni, unitamente ai certificati
di battesimo, vaccinazione o sofferto vaiuolo, e di
sana costituzione fisica .
4° Riguardo alle condizioni di interesse si
tratterà appositamente secondo i casi .
NB . Chi raccomanda un giovane all'Oratorio nel con-
segnarlo deve lasciar dichiarazione di ritirarlo qualora
per qualsiasi causa non potesse continuare a rimanervi .
COLLEGIO CONVIT TO VALSALICE PRESSO TORINO
CORSO ELEMENTARE, GINNASIALE E LICEALE.
Il Collegio Convitto Valsalice, situato sopra un'a-
mena collina a poca distanza dalla città di Torino,
presenta ai giovanetti di nobile e civile condizione
ogni opportunità per una compiuta educazione re-
ligiosa, intellettuale e civile . L'aria pura che si
respira nell'ampio ed elevato edifizio appositamente
costrutto, reso più ameno dai numerosi e lunghi
portici, dai vasti cortili e giardini contorniati da
viali ombrosi, la ricca palestra di ginnastica e le
ampie vasche natatorie per la stagione estiva for-
mano un luogo incantevole ed igienico, e favori-
scono sensibilmente lo sviluppo fisico degli alunni,
mentre la quiete, che vi regna, concilia non poca
lo studio . La vicinanza poi d'una grande città
qual è Torino offre non pochi vantaggi , tra cui
quello notabilissimo di avere all'uopo ottimi e zelanti
Professori , i quali piglino a petto la coltura in-
tellettuale e morale dei giovani alunni .
Numerosi Tramway dal centro della città e dagli
scali ferroviarii conducono in pochi minuti presso
il ponte in ferro sul Po ai piedi della dolce salita
che mena al Collegio .
Istruzione .
L'insegnamento ha per base fondamentale la e-
ducazione religiosa e civile degli allievi . Abbraccia
il corso Elementare, Ginnasiale e Liceale, che viene
impartito a norma dei Programmi Governativi
de professori approvati . Oltre le materie richieste
dai programmi havvi un corso di lingua Francese
in tutte lo classi, la scuola di declamazione e di
buona creanza . Il Collegio possiede un ricco gabi-
netto di Fisica, ed un copiosissimo museo di Storia
Naturale e di Chimica per l'insegnamento pratico
di queste scienze nel Liceo .
Condizioni di Ammissione.
L'età richiesta è dai sei ai dodici anni e non si
ammettono giovanetti espulsi da altro Collegio .
DOCUMENTI RICHIESTI . Ogni allievo nella
sua entrata deve esser munito
1° Della fede di Battesimo ;
2° . »
di vaccinazione o sofferto vaiuolo ;,
3 ° Di un attestato della classe percorsa e di
un certificato di buona condotta per chi u-
scisse da altro Collegio .
Le domande di ammissione si fanno al Sac .
Dottore Gio . BATT . FRANCESIA, Direttore e Pre-
side del Collegio, oppure al Rev . Sac . GIOVANNI
Bosco .
Pensione .
La retta mensile è di Lire 50 pel corso elementare
»
»
»
60 » ginnasiale
»
»
»
80 » liceale .
Ogni convittore deve inoltre pagare per diritto
d'entrata L . 80 (senza rimborso) .
Per due fratelli si fa una riduzione di L . 200
annue
PROGAM
e
di
L.
300
se
saranno
tre.
La pensione comincia dal giorno fissato per l'en-
trata e si paga a trimestri anticipati .
Se prima del termine dell'anno scolastico i Si-
gnori Genitori vorranno ritirare i figliuoli dal Con-
vitto, non avranno diritto al rimborso del trimestre
anticipato, e dovranno darne avviso al Direttore
almeno un mese prima .
VITTO - Gli allievi hanno quattro refezioni al
giorno .
A COLAZIONE : caffè e latte o frutta .
A PRANZO : minestra, due pietanze, vino, frutta
o cacio .
A MERENDA : pane .
A CENA : minestra, pietanza, vino, frutta o cacio .

2.6 Page 16

▲back to top
Mediante la retta suindicata , il Collegio som-
ministra ancora letto elastico, materasso e guan-
ciale, copertina bianca, e gli altri oggetti di ca-
mera, e s'incarica delle piccole rimendature della
biancheria, non che delle spese del parrucchiere .
Sono pure comprese le spese del culto, la mu-
sica vocale e la ginnastica .
Gli oggetti somministrati dal Collegio dovranno
restituirsi tornando l'allievo in famiglia .
Sono a carico de' Genitori le rimendature dei
panni, i libri di testo gli oggetti di cancelleria ed
i corsi liberi .
1° Di disegno a L . 5 mensili .
2° Di musica istrumentale a L . 12 mensili ,
col nolo del Piano altre L . 6 mensili .
3° La scherma e la equitazione a prezzo da
concertarsi secondo il numero delle dimande .
4° Le rotture, i guasti volontarii, le spese
pel dentista, i consulti medici e le cure
straordinarie in caso di gravi malattie .
5° Le spese di bucato e stiratura a L . 5
mensili .
Corredo.
Ogni allievo deve recare con sè il seguepte cor-
redo contrassegnato col numero che verrà dato
in Collegio .
1° Posata e bicchiere di argento, o di Cristo-
phle .
2° Lenzuola paia
.
. . . N. 3
3° Coltre di lana (Catalogna) . . . » 1
4° Coltrone (Trapunta)
»1
Camicie
» 12
6° « da notte
»3
7 ° Stivaletti paia
»9
8 ° Asciugatoi
9° Tovaglioli
»6
»6
10° Tovaglia lunga metri 2,50, larga 1,50
che resta al Collegio
»1
11° Fazzoletti » 12
12° Calzc paia » 12
13 ° Mutande
»6
14 ° Corpetti di lana per l'inverno
»3
1»5'4FlaneoCmicdlan
1°G»6ua4ntip2delian
17° Cravatte, di cui una di seta nera . » 6
18° Mute di abiti per casa
.»3
49° Uniforme che può variare dalle 60 alle
80 Lire .
20 ° Mantello d'uniforme .
21 ° Gli oggetti di toeletta cioè spazzole, pettine,
pettinetta, saponette .
L'uniforme deve essere fatto secondo il modello,
ed il corredo in ottimo stato .
Dichiarazioni .
1 ° I convittori sono tenuti in Collegio tutto
l'anno . A richiesta de' parenti possono tuttavia
passare in famiglia tutto od in parte il mese delle
vacanze autunnali .
2° Gli allievi segnalati in condotta potranno a-
vere l'uscita coi parenti ogni due mesi nel giorno
nell'ora stabilita dal Direttore .
3° Fuori di questo tempo non si permette l'u-
scita dal Collegio, tranne che per motivi di salute .
4 ° I Signori Genitori posseno visitare i loro fi-
gliuoli due volte la settimana, cioè il Giovedì e
e la Domenica nelle ore fissate . In caso di malattia
qualunque ora del giorno .
5° Non si concede ad alcuno di visitare gli al-
lievi senza uno speciale permesso de' Genitori .
6° Le lettere saranno viste dal Direttore .
7° Non è permesso agli allievi il tener denaro
orologi, coltelli od oggetti di valore . Per le pic-
cole occorenze o per minuti piaceri si potrà far
deposito di qualche somma presso il Prefetto .
8° Al termine d' ogni mese i Genitori saranno
ragguagliati dello stato sanitario, della condotta,
del profitto scolastico de' loro figliuoli in ogni
ramo d'insegnamento .
9° Pei Genitori che desiderassero un prezzo
complessivo si è stabilito
Annue 1400 L . pel corso Liceale .
» 1000 » pel corso Ginnasiale .
» 900 » pel corso Elementare .
Questo prezzo comprende le provviste, mante-
nimento e rinnovamento di abiti tanto per uso di
casa quanto per l'uscita, la prima copia dei libri
di testo, carta, penne, bucato e stiratura ed ogni
altra cosa compresa nella pensione mensile, tranne
la calzatura, i corsi liberi e dizionari .
Con permesso dell'Aut . Eccl . - F ERRARI GIUSEPPE gerente respons .
Tip. San Vincenzo de' Paola, Sampierdarena 1884 .
LA LOTTA DI GIACOBBE
Ossia la più grande impresa proposta alle anime buone
a favore dei peccatori . degli eretici ed infedeli di tutto
il mondo del Teol . Bongiovanni Dom . Oblato di M . V.
Opuscolo di 64 pagine in-32 grande con 2 incisioni in
zincotipia.
IDEA DI QUEST'OPUSCOLO
Gli statistici ci dicono che ogni giorno muoiono circa
centomila uomini . Tra queste migliaia quanti saranno
in istato di perdizione ! E avremo noi da lasciar perire
eternamente tante anime? Giammai! Eccovi un nuovo
Opuscolo del T . Bongiovanni (autore di quel gioiello
già conosciutissimo : Il più bello di tutti i Libri ossia
il Crocifisso, di cui usci testè la 4° ediz . aumentata di
16 pagine e con nuove e fine incisioni), che nella sua
piccola mole è a quest' uopo d'importanza immensa .
Estremamente afflitto e desolato al vedere lo stato pre-
sente del mondo e la moltitudine immensa di uomini
che corrono all'eterna perdizione, ha deciso appigliarsi
ad un mezzo energico e sicuro che impedisca la dan-
nazione di molte anime . Dchiara pertato in questo suo
libretto, quale sia questo mezzo , e fa con esso un
appello alle anime buone . che per poco hanno medi-
tato quanto sia terribile l'inferno, a voleri iella loro
carità adoperare costantemente, a ciò animan dosi col
leggere questa sua operetta , ove si spiega la prodi-
digiosa sua efficacia .
Prezzo d'ogni copia : Cent . 15.