BS 1900s|1901|Bollettino Salesiano Luglio 1901

BOLLETTINO SALESIANO.

ANNO XXV - N. 7.   Esce una volta al mese.   LUGLIO 1901

SOMMARIO - TESTO: Diffida    pag. 173

Un dono del Papa    174

Il fondamento dell'Educazione Salesiana .   . 174

Le glorie della Madonna di D. Bosco nella sua prima festa del secolo XX .   . .   . 177

Cronaca del movimento Salesiano : - Zurigo - Nizza Mare - Bologna - Milano - Genova - Cagliari - Chieri - Verona - Piazza Armerina - Ferrara - Ascona - Balerna - Cuorgnè - Betlemme - Catania   182

MISSIONI - La guerra civile in Colombia - Grande miracolo - Appello urgente - PATAGONIA: nella valle del Neuquen -IN FASCIO : Arequipa - Gualaquiza . . . 190

Grazie di Maria Ausiliatrice    196

Il Catechismo illustrato    199

Rivista Bibliografica    201

Cooperatori defunti . . 203

ILLUSTRAZIONI - Quadro dell'Immacolata nella Chiesa di Valsalice pag. 178 - La Missione Salesiana di Zurigo, 182 - Gruppo di Antichi Allievi di Nizza, 183 - Gruppo di invitati, 185 - Collegio Giusto Morgando a Cuorgnè, 188 - Mons. Chapon Vescovo di Nizza, 189. - La visita del Missionario ad una famiglia del deserto, 193 - Tribù di Indi che prepara il pranzo, 194- La remissione dei peccati. Il Battista accenna all era novella, saggio delle illustrazioni del Catechismo, 200-202.

DIFFIDA.

Siamo informati che in diverse città e paesi s'aggirano individui con lettere false, i quali vanno sollecitando udienze e soccorsi presso le famiglie a favore delle Opere di D. Bosco.

Ci facciamo perciò un dovere di avvertire tutti che ne il Successore di D. Bosco, nè i Salesiani in generale non hanno mai affidato simile incarico ad alcuno. Noi riceviamo con riconoscenza ciò che la carità cristiana ci invia, ma raccomandiamo che la buona fede dei nostri Benefattori non si lasci ingannare da qualsiasi racconto o scrittura.

Un dono del Papa.

Il nostro Procuratore Generale a Roma scrive, in data 7 maggio, al Reverendissimo sig. D. Rua : « Il Santo Padre Leone XIII si compiace di dare ai figli di Don Bosco una novella prova del suo paterno affetto. Oggi per mezzo del Revm° Monsignor signor Mazzolini, suo segretario particolare, mi fece sapere che intende di donare al nostro Istituto un magnifico Rilievo plastico delle Alpi Graie, che la diocesi di Aosta offrì a S. S. in occasione del suo Giubileo e figurò fra gli oggetti scientifici più ammirati nella Esposizione Vaticana.

» Mi affretto a partecipare alla S. V. R.ma la bella notizia, che sarà appresa con sentito piacere non solo dai Salesiani, ma anche dai Cooperatori e dalle Cooperatrici Salesiane, i quali sogliono condividere con noi le pene e le gioie.

» Perchè poi il prezioso dono pontificio sia meglio apprezzato e custodito, penserei, quando piaccia alla S. V., di inviarlo a Valsalice, onde trovi posto onorato nel Museo delle nostre Missioni. In attesa dei suoi ordini, la prego di gradire i sensi del mio sincero e figliale ossequio. »

Il nobilissimo dono pontificio verrà esposto a giorni nel Museo delle nostre Missioni, e sarà nostra premura di regalarne ai nostri lettori la fotoincisione in uno dei prossimi numeri.

Intanto, mentre invitiamo tutti ad ammirare una volta più il cuore magnanimo di Leone XIII ed il suo paterno affetto verso la nostra Pia Società, ripetiamo con pienezza di giubilo e di umile riconoscenza: Ad multos annos ancora viva Leone XIII, Pontefice Sommo, magnanimo, sapientissimo, primo Cooperatore, anzi Operatore Salesiano !

IL FONDAMENTO DELL'EDUCAZIONE SALESIANA

OGNI anno il mese di luglio ci regala le simpatiche feste ordinate tutte a rendere testimonianza di lode al merito ed alla virtù degli allievi dei nostri Collegi, e noi cogliamo la propizia occasione - la prima del nuovo secolo - per indirizzare da queste colonne una parola di ringraziamento ed un semplice pensiero sul concetto fondamentale dell'educazione salesiana, ai benevoli nostri Cooperatori e Cooperatrici che da anni affidano l'educazione della loro prole ai nostri Collegi, Istituti ed Educatori. Dobbiamo anzitutto ringraziarli, anche da parte di ciascun Superiore dei vari Istituti dipendenti dalla nostra Pia Società, della benevolenza e della stima di cui nel loro buon cuore ci hanno circondati: è cosa che ci commuove davvero e che noi non potremo dimenticare più mai. E appunto per un senso di gratitudine verso di loro vorremmo mostrare non vane esser riuscite le loro speranze, vorremmo dar loro delle assicurazioni, delle promesse anche per l'avvenire; una qualunque cosa dicessimo in proposito, ci pare che tutto suonerebbe vanagloria e presunzione. Come pel passato, così anche per l'avvenire ci rimettiamo ai fatti. Una sola assicurazione però ci pare di poter dare con tutta sincerità di cuore in questo primo anno del secolo xx ; assicurazione che vale ogni altra, e che, se ben si considera, comprende quanto si può desiderare dal cuore d'un padre e d'una madre.

Moltissimi genitori ci hanno affidato dei figliuoli e delle figliuole, e pare che ancor di più ce ne affideranno in avvenire: ebbene l'assicurazione, la promessa unica che in questo mese, sacro alle solenni distribuzioni dei premi, ci sentiamo di fare loro è, che nulla non sarà mai trascurato perchè questi figliuoli e figliuole abbiano un'educazione schiettamente religiosa. - E non sarà questo, ci obbietterà qualcuno, un tradire le speranze di qualche famiglia? - Ce la siamo sentita ripetere tante volte questa ingiuriosa parola, che cioè un educazione fondata sopra la religione non può che dare dei soggetti superstizìosi, cattivi; e appunto perchè tante volte ce la siamo sentita ripetere, ci ha costretti a meditare la cosa, a considerare i fatti. Mà dopo tutto abbiamo dovuto pur conchiudere quanto già sentivamo per puro principio, che cioè vera educazione non si può dare se non fondata sopra la religione.

I genitori ci danno i loro figliuoli perchè noi li facciamo ubbidienti, costumati, studiosi, e noi non ci sentiamo di poterlo fare se non istillando nel loro cuore un vivo sentimento di fede religiosa. Non è una vana forma di pratiche esteriori e di indigeste teorie, che noi intendiamo sia data alla gioventù, una materia più o meno importante, come può essere o aritmetica o geografia o altro che occupi una qualche ora nell'orario scolastico: no, è qualche cosa di più sostanziale che deve trasfondersi in tutte le loro azioni, informare ogni loro pensiero, essere in sostanza vita della loro vita.

I genitori bramano in primo luogo i loro figliuoli ubbidienti ; ce n'è davvero bisogno a' giorni nostri di un po' più di sommissione ed ubbidienza ne' figliuoli. È una lagnanza generale questa de' poveri padri, delle poveri madri, che i loro figli giunti ad una certa età, più non vogliono saperne di ubbidire. Il principio di autorità è scosso, e in nome di una scuola moderna si parla alla gioventù di dignità umana, di libertà, in modo da sviluppare unicamente in loro la passione già troppo innata della superbia, e quell'amore d'indipendenza si pericoloso ai giovani. Ebbene se si vuole rinfrancata l'autorità paterna si procuri che nel cuore della gioventù sia rinfrancata la credenza in Colui che è fonte di ogni autorità. I figli torneranno ad ubbidire i genitori quando in loro si assueferanno di nuovo a mirare non due persone semplicemente superiori per età o per forza, ma due rappresentanti di Dio. Il sentimento anche della propria dignità e della propria indipendenza sarà ritornato al giusto suo posto, quando sopra ogni loro dignità umana i giovani sentiranno Iddio. E questo sentimento forte e profondo di Dio non si ottiene con un sistema di filosofia o di morale qualunque, che lascierà sempre delle incertezze e dei dubbi, ma allevando con profonde convinzioni i giovani alle indiscutibili verità della religione.

I genitori vogliono i figliuoli morigerati. L'ha pur preteso una scuola lontana dalla religione cristiana di dare alla gioventù una morale senza Dio. Vani sogni, o meglio sciagurato tradimento. I frutti di questa morale civile o sociale che dir si voglia li abbiamo visti noi e li contempliamo tuttodì intorno a noi. Qualunque educazione senza religione non solamente non può bastare, ma sarà il più spesso dannosa, perchè desterà e stimolerà delle brame e accrescerà i mezzi di soddisfarle senza metter loro alcun freno. Infatti questo freno non può venirvi da una filosofia, non può consistere, come dicevamo, in un sistema, poichè malgrado qualunque sforzo, un popolo di fini ragionatori e di filosofi non si potrà mai avere. Ragioni di doveri e di convenienze sociali e d'igiene non si riusciranno a far comprendere a quell'età in cui le passioni cominciano a svilupparsi ; e sarà tardi quando arriveranno a comprenderle. In quell'età sarebbe necessario porre subito un freno ai pensieri, ai primi affetti del cuore ; e questo freno non si trova fuori della religione. Essa ha un'immensa potenza educatrice, perchè ha il segreto di comandare in nome delle speranze più care e dei più indefettibili bisogni umani, che nessuno al mondo è in grado di soddisfare al pari di lei, e parla al giovinetto come all'adulto, in qualunque condizione egli sia di fortuna, un linguaggio pieno di forza, perchè fornito della più grande sanzione.

Del resto diremo a riguardo de' giovani quel che un grande oratore, non è molto, diceva per la questione operaia. L'uomo è formato per la felicità, e un paradiso bisogna che se lo cerchi, e se lo formi. Se noì non procureremo di sollevare le aspirazioni del giovinetto ad un mondo superiore, ad una vita avvenire, egli i suoi affetti li dirigerà a quanto lo circonda ; se gli togliamo il paradiso dalla religione promesso, se lo cercherà nello sfogo di tutte le sue passioni.

E se riusciremo ad avere il giovane morigerato lo avremo anche studioso. Poichè è dote, siam per dire incommunicabile della religione cattolica, questa di svolgere potentemente il sentimento del dovere. E colla pratica di essa noi vediamo dei ragazzetti, che anche senza il timore del bastone adempiono con fedeltà quanto porta il loro stato.

Nella storia dei primi tempi dell'Oratorio Salesiano di Valdocco si legge un fatto molto significante e che merita di esser qui ricordato. Un ministro della Regina d'Inghilterra fu condotto a visitare nell'Oratorio di S. Francesco di Sales il salone dove si. trovavano raccolti ben 500 studenti. Vi era un ordine perfetto. Meravigliato per questo domandò quali castighi si usassero per ottenere tant'ordine. Gli fu risposto che ben difficilmente si doveva ricorrere a mezzi coercitivi. - Ma qual mezzo, ripigliò, usano allora? - La religione. - È un mezzo che non abbiamo noi, rispose - Di poi riprese - Lo voglio ripetere a Londra : o religione o bastone.

Noi non crediamo che tra i genitori si trovi chi sia convinto che un'educazione fondatamente religiosa possa allevare dei figliuoli, che un giorno abbiano a farli piangere. No, noi non temiamo punto, rimanendo fedeli all'insegnamento del nostro Padre, di avere cioè a base sempre di ogni educazione la religione, di tradire le speranze di un padre, di una madre, ma anzi siamo intimamente persuasi esser questa l'unica via per formare loro dei figliuoli che abbiano da consolarli nella vecchiaia, e debbano riuscire l'onore della famiglia; de' cittadini, che sappiano congiungere alla coltura della mente, la fermezza dell'animo e la sommissione al dovere ; gente operosa ed intraprendente, ma tale appunto perchè profondamente convinta nella sua fede. Iddio avvalori le povere forze di tutti i figli di D. Bosco, onde possano per questa via corrispondere all'aspettazione ed alle speranze che innumerevoli genitori hanno riposto in loro, ed inspiri ai nostri ottimi Cooperatori e Cooperatrici uno zelo efficace ed operoso per lo sviluppo maggiore ed una più intensa applicazione dell'educazione salesiana a pro di tanta gioventù abbandonata a se stessa.

Avviso importante.

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LE GLORIE DELLA MADONNA DI D. BOSCO

nella sua prima festa del Secolo XX

Ci è impossibile descrivere adeguatamente le glorie della nostra potente Ausiliatrice nella sua prima festa del nuovo secolo, e questa nostra affermazione non è già una semplice figura rettorica, ma la pretta realtà. La dolcissima visione delle meraviglie mariane, compiutesi durante il mese dell'Ausiliatrice e più particolarmente nella sua novena e festa, rimane indelebile nella nostra mente, ma le parole ci vengono meno per delinearla in qualche modo su queste colonne. Laonde si può esser sicuri che per quanto diciamo, diremo sempre meno del vero. Nei giorni della solennità era sulle bocche di tutti i presenti l'espressione : Le feste della Madonna di D. Bosco bisogna vederle per averne un'idea: le descrizioni del BOLLETTINO non dicono neanche una metà del vero!... E noi con somma compiacenza abbiamo raccolto questa voce popolare, perchè essa ci serve di palladio contro la taccia di esagerati e di umile scusa presso il trono della Vergine benedetta, le cui glorie appena sappiamo balbettare in informe stile.

Ciò posto, incominciamo questa nostra relazione dicendo, con un giornale cittadino, che la Madonna di D. Bosco è decisamente la Signora ed arbitra del nuovo secolo. Questa verità venne trionfalmente dimostrata in Valdocco, durante tutto il mese dell'Ausiliatrice, e sopratutto nella novena e nei giorni della festa. Possiamo dire che dal 23 aprile al 26 maggio fu un ininterrotto pellegrinaggio di fedeli al nostro caro Santuario. Oltre i numerosissimi torinesi che quotidianamente assistevano mattino e sera ai vari esercizi di pietà con cui abbiam cercato di onorare la nostra dolcissima Padrona di casa, non passava giorno senza che pie comitive dei paesi vicini ed eziandio di lontane regioni si recassero a sciogliere i loro voti appiè della taumaturga immagine dell'Ausiliatrice. E questo consolante movimento di figliale pietà crebbe in modo straordinario nei giorni della novena e della festa, a motivo anche delle grandi facilitazioni, concesse sui prezzi ordinari, dalla Direzione delle Ferrovie Italiane, dietro richiesta del benemerito Comitato Promotore dell'Omaggio Internazionale a Gesù Cristo.

La folla che vi trasse in quei dì fu, nel senso letterale della parola, imponente. Dal dì in cui il Santuario venne aperto al culto non vide mai passare sotto le sue volte un numero sì sterminato di fedeli. E voce comune che dal 21 al 26 maggio non furono meno di CENTO MILA le persone che visitarono il Santuario, per ringraziare la Madonna dei favori ricevuti, per invocarla propizia nelle distrette della vita, o per accendersi di santo amore verso di lei e farsi migliore. Di più, in questo periodo di tempo furono circa 500 i sacerdoti che si recarono a celebrare nel Santuario e vennero amministrate ben 50,000 Comunioni. E notare che, per insufficenza di confessori e confessionali, come di tempo, numerosi fedeli dovettero compiere in altre chiese della città le loro divozioni.

Ma per venire a qualche particolare riferiamo quanto scrive l'Italia Reale-Corriere Nazionale del 23 maggio. - Già da giorni a Valdocco è un continuo affluire di pellegrini per venerare e ringraziare la Madonna Ausiliatrice dei favori ottenuti. Ad ogni corsa tutte le linee ferroviarie versano in Torino un numero grande di pellegrini i quali non hanno in bocca altra espressione: - Tutti i treni sono presi d'assalto e la Madonna di D. Bosco opera prodigi. - Sono degni di nota i gruppi provenienti da Balerna, Como, Mortara, Novara, Vercelli, Nizza, Genova, Porto Maurizio, Reggio Emilia ecc., senza contare quelli dei dintorni dei quali registriamo solo a titolo d'encomio l'Istituto S. Teresa di Chieri che pellegrinò in corpo al Santuario dell'Ausiliatrice. Tutte le educande con le loro superiore fecero, alla Messa delle 7,30, la S. Comunione per ringraziare la Madonna di averle preservate dal contagio del vaiuolo, e così sciolsero il loro voto fatto nel momento del timore e del pericolo.

Lo stesso giornale, nel numero del giorno 24, scriveva: - Ieri i pellegrini proseguirono ad affluire da tutte le parti con una continuità mirabile : il Santuario senza interruzione gremito : i confessionali tutti assiepati fino a mezzodì e tosto anche nel pomeriggio : la sacrestia presa d'assalto per offrire gli ex-voti e ricevere la benedizione dell'Ausiliatrice che un apposito sacerdote non cessa di ripetere sui devoti che con insistenza la chieggono : le Sante Messe continuanti a tutti gli altari fino a mezzodì e le Comunioni dei fedeli pure. Tutte queste cose rendono animatissima la città dell'Ausiliatrice. Sì al mattino che nel pomeriggio si notarono numerosi pellegrinaggi di istitutì maschili e femminili della città: degno di speciale menzione quello delle Scuole Apostoliche che recossi processionalmente per la Messa della Comunione Generale alle ore 7,30, terminando col canto solenne del Te Deum e colla benedizione del Santissimo.

Alle ore 15,30 dinanzi all'eletto uditorio di clero, signore e signori che riempiva tutta la chiesa, tenne la prescritta conferenza il valente Missionario D. Felice Guerra, il quale con parola facile ed accalorata parlò dell'opera dei Missionari Salesiani in America, sviluppando sopratutto il lavoro grandissimo dei Salesiani a pro degli emigranti nostri nell'America del Sud. Il volerne dare anche solo un breve sunto sarebbe un guastare la bella conferenza, che lasciò in tutti ottima impressione. Assisteva alla conferenza anche l' Ecc. Mons. Vescovo di Susa il quale poscia impartì la benedizione col Santissimo. Riuscitissimi furono pure i Vespri solenni in musica secondo l'annunziato programma.

Alle stazioni è un continuo affluire di pellegrini provenienti dal Lago Maggiore , dalla Svizzera, dalle valli d'Aosta, di Susa, dalla Lomellina, da Saluzzo, Cuneo, dall'Astigiano, da Pavia, Milano, ecc. Oggi l'Ausiliatrice prenderà solennemente il suo incontrastabile possesso del secolo nuovo con inaudito trionfo. - E questo trionfo era tutta la solennità del giorno e l'imponente prima processione dell'Ausiliatrice. Fin dalla vigilia, così il mentovato giornale, con i vespri solenni, eseguiti dai giovanetti dell'Oratorio in musica e in falsi bordoni classici con precisione e dolcezza ammirevole, e con la solenne anticipata luminaria, che fu splendida per tutta la Via Cottolengo, per i Corsi Principe Oddone e Regina Margherita, nonchè per tutte le vie adiacenti, tutto faceva prevedere un fatto nuovo ed uno splendido inizio dei nuovi trionfi dell'Ausiliatrice di D. Bosco nel secolo XX. La chiesa letteralmente gremita durante tutti i vespri e la predica di chiusura del mese salesiano, detta con affetto e solennità dal R.mo Can. Mons. Capri Gabriele D. Nicola da Tropea,, non permetteva la circolazione in alcun modo. Dopo la Benedizione col SS. Sacramento il Santuario continuò ad essere assiepato di fedeli inneggianti sacri cantici alla loro cara Madonna, mentre i confessionali continuavano ad essere attorniati da quanti nel mattino desideravano fare la loro Comunione.

E per poco vien sospeso questo sacro entusiasmo, perchè alle tre del mattino seguente il Santuario comincia ad affollarsi di fedeli desiderosi di potere compiere in tempo le loro divozioni. Alla stessa ora comincia pure la celebrazione delle Sante Messe a tutti gli altari e non viene interrotta fino a mezzodì. La distribuzione della Comunione, amministrata da più sacerdoti contemporaneamente, viene continuata senza interruzione dalle ore quattro alle ore dieci, distribuendo nella mattinata più di venti mila sacre particole ai fedeli.

Alle ore 7 celebra la Messa l'Em° Cardinale Arcivescovo, durante la quale vengono eseguiti vari mottetti sacri. Il Santuario è completamente gremito, mentre si annunzia l'arrivo di un numeroso pellegrinaggio da Ciriè, Lanzo e paesi circonvicini.

Alle 10,15 incomincia il solenne pontificale celebrato da S. E. Mons. Rosaz, Vescovo di Susa. Inutile ripetere che la chiesa non solo, ma tutte le adiacenze, le sacrestie, le tribune ed i coretti sono stipati da impedire qualsiasi circolazione. In presbitero, in appositi scanni, assistono al Santo Sacrifizio il Priore della festa, Verra Cav. Uff. Antonio e la Priora, Margherita Verra Martino di Carmagnola. Ottima l'esecuzione della Messa del M° Cav. Luigi Bottazzo, che per la sua armoniosa finezza viene gustata assai, mentre l'onda armonica sale, quasi eco di voci piamente supplicanti, al trono di Maria, la cui soave immagine dalle nubi d'incenso, tra lo scintillio delle migliaia di cuori d'argento, nel trionfo graduato delle faci, sorride ai devoti pellegrini. Sono momenti di sacro entusiasmo che commuovono.

Finita la Messa, viene rimossa la mitra che campeggiava sul pergamo, corre una voce sommessa : il Cardinale ! ed eccolo il nostro Veneratissimo Arcivescovo che appare nello splendore della porpora con un dolce sorriso sul labbro, con la fronte irradiata di letizia. Il suo dire è quello di un cuore amantissimo dell'Ausiliatrice e di un padre tutto amore per i suoi figli. E noi, dolenti di non poterne riportare che qualche pallida idea, ricordiamo che fin dal bel principio fermò il suo pensiero nel titolo : la Madonna di Don Bosco, consacrando così con l'augusta sua autorità il titolo popolare che acquistossi presso tutti i popoli l'Ausiliatrice del popolo cristiano per la mirabile protezione da Lei accordata al pastorello di Castelnuovo d'Asti ed alle Opere sue.

« Oggi, dice l'Em° Porporato, tutta la Chiesa celebra la festa di Maria Ausiliatrice, ma qui in Torino, nel suo Santuario di Valdocco, Essa viene distinta col nome di Madonna di Don Bosco, perchè è la Pia Società Salesiana che in questi ultimi tempi suscitata da Maria per mezzo di D. Bosco, ne zela la divozione, ne spande il nome, ne glorifica la potenza, ne esalta le grazie.

» E per Pia Società Salesiana io intendo non solo quei fortunati campioni che, lasciato il mondo, a Dio votarono tutto il loro essere, ma sì ancora quelli, e sono infiniti, che cooperano alla diffusione, all'incremento, al sostegno delle Opere Salesiane : intendo dire di voi, o cari Cooperatori, che oggi cori uno slancio tutto nuovo di fede e di amore siete qui da lontane e vicine terre convenuti a deporre i vostri omaggi ai piedi della Madonna cui sì provvidenzialmente si unisce il nome del Padre vostro, del grande Don Bosco.

» E questo spettacolo di fede e di amore mi fa fiorire spontaneamente sul labbro quelle profetiche parole del Sacro Testo : in omnibus requiem quaesivi, et in haereditate Domini morabor. I membri tutti della gran famiglia di D. Bosco - Salesiani, Suore di Maria Ausiliatrice, giovinetti e fanciulle affidati alle loro cure, Cooperatori e Cooperatrici - costituiscono l'eletto campo in cui la Regina del Paradiso si compiace riposare, e l'eredità del Signore, cui Essa, la Vergine Ausiliatrice, predilige. Ed i Salesiani e le Suore con tutti i loro Cooperatori e Cooperatrici, chiamati a sostenere nel mondo questa nobilissima missione, devono a tutto potere mirare ai modelli che loro si rappresentano.

» Maria è come il prototipo della virtù angelica e D. Bosco predilesse i fanciulli perchè innocenti : ecco il primo compito dei Cooperatori Salesiani: amare, onorare, rivestirsi di questa sì bella virtù e mantenerla nelle anime dei fanciulli.

» Non dimenticate l'umiltà, fondamento di tutte le virtù e la mansuetudine che ci rende così cari a Dio. Innocenza, umiltà mansuetudine, virtù risplendenti in D. Bosco, che egli cercò diffondere sempre e dovunque, e per cui caro a Dio ed agli uomini fece opere giganti.

» Il pensiero che Maria Ausiliatrice abbia scelto questo luogo come centro della sua gloria, mi fa sovvenire della grotta di Betlemme ove la Vergine preparò la comparsa di Gesù nel mondo. Ecco la seconda missione dei Cooperatori Salesiani : preparare i cuori per ricevere Gesti nella Comunione. Zelate la frequente Comunione, essa che è il connubio divino della creatura col suo Creatore, apporterà quei frutti delle cristiane virtù di cui si sente tanto bisogno.

» Ma là in quella grotta, accanto a Maria, vi era pure il casto suo sposo S. Giuseppe, egli che difese, sostenne e lavorò per Gesù e per Maria. Cooperatori Salesiani, ecco il terzo compito vostro : difendere , sostenere , lavorare per Gesù. I tempi reclamano da noi questo compito, l'onore di Dio lo esige, il nostro dovere di cristiani cattolici ce lo impone : dobbiamo operare stretti intorno ai nostri Pastori, forti delle promesse del Signore, confidenti nell'aiuto di Maria - la cara Madonna di D. Bosco - teniamo alta la bandiera della fede, e le opere nostre siano il suggello delle nostre credenze, i nostri fatti l'affermazione dei nostri sentimenti. »

Finì col lasciare a ricordo della solennità la frequenza alla santa Comunione, perchè tutto avremo, tutto potremo, tutto faremo uniti con Dio. Fu un discorso splendido, e quanto noi abbiamo riferito non è che una traccia per metà abbozzata. Così passava il mattino della festa, divoto, soave, riboccante di emozioni.

Nel pomeriggio si attendeva la solenne processione. Bisogna confessarlo : tutti trepidavano, temevano che la pioggia, come al solito degli altri anni, venisse a sperdere la comune aspirazione ; e già densi nuvoloni cominciavano la loro ridda nel cielo, qualche goccia cadeva, tirava un'aria fresca, a sbalzi, foriera di pioggia.

Alle ore 18,15 cominciano i vespri solenni pontificali, e intanto nei posti assegnati si radunano i collegi, gli ospizi, le rappresentanze, le confraternite, e si schierano per la processione. Quando s'intuona il Magnificat, cominciala sfilata della processione così ordinata : Ragazze dell'Oratorio femminile di S. Angela ; Cooperatrici Salesiane e Signore ; Banda musicale delle Scuola Apostoliche ; rappresentanze degli Oratori Festivi di Balerna (Svizzera), di Fossano, di St. Agostino, S. Giuseppe, S. Luigi , S. Francesco di Sales, nonchè quelle di vari altri Collegi ed ospizi. Seguono poscia gli artigiani e studenti dell'Oratorio di Valdocco; la banda dell'Oratorio festivo di S. Francesco di Sales ; le Figlie di Maria delle Parrocchie di Torino, le Dame di Maria Ausiliatrice ; la banda interna dell'Oratorio, il clero in cotta, i ministri parati e il Vescovo, la statua della Madonna di D. Bosco, le guardie d'onore dei soci di S. Gioachino e Signori con torce. Tien dietro infine un nobile corteo di rappresentanze delle seguenti Società, Circoli, Unioni e Comitati Cattolici con le rispettive bandiere Unione Operaia Cattolica con rappresentanza delle diverse sezioni ; Classi aspiranti, Sezione S. Secondo ; Unione del Coraggio Cattolico ; Comitato Regionale, Gioventù Cattolica ; Comitato Parrocchiale e Sezione giovani S. Donato ; Comitato Parrocchiale Ss. Angeli Custodi , Ss. Martiri, S. Maria, S. Carlo, S, Alfonso ; Comitato Parrocchiale e sezioni giovani della Crocetta ; Circolo Perseveranza S. G. B. de la Salle ; Circolo Gioventù, Cattolica Beato Sebastiano Valfrè, la banda dell'Oratorio S. Luigi e numerosissimo popolo inneggiante a Maria.

Quando la statua di Maria Ausiliatrice, nel suo colossale e magnifico trono, compare sulla porta del Santuario è un momento di commozione indescrivibile. Sembra una visione ! Le campane le danno l'estremo saluto, le bande intuonano inni di gioia e da cento cori si sprigiona il canto dell'Ave maris Stella, mentre il clero f a echeggiare all'intorno un solenne Magnificat.. -Venite, o Madonna di D. Bosco, a visitare le contrade del vostro Borgo, venite in mezzo ai vostri figli, essi vi accompagneranno in trionfo. - E la Madonna di D. Bosco esce dalla sua Chiesa, è in mezzo a noi, ci sembra che omai essa debba vivere della nostra vita e più da vicino udire le nostre preghiere e consolarci del suo sorriso e del suo amore. Il corteo procede con ordine, devoto, senza impacci fra le due ali fitte di devoti per un lungo interminabile percorso. Volta sul Corso Principe Oddone, percorre quello di Regina Margherita, la piazza Emanuele Filiberto e via Cottolengo. E una festa, il colpo d'occhio stupendo, l'ordine ammirevole. Nel mezzo una fioritura di colori ; sono le bandiere dei vari sodalizi e delle rappresentanze sopra nominate. Piccoli bimbi spargono fiori, mentre altri figurano personaggi allegorici del Signore, della Madonna e dei Santi.

Il popolo riverente assiepato ai fianchi fa ala a quella vivente fiumana che con diversi canti precede l'Ausiliatrice che giù al fondo, alta sublime, si avanza risplendente : è un incanto. Di quando in quando al suo avvicinarsi scoppiano applausi fragorosi. È il popolo, quello che aveva tanto pregato perchè la processione si facesse, che grida : Viva la Madonna di D. Bosco ! Viva Maria Ausiliatrice ! Le case sono pavesate a festa, i tetti, le finestre, i poggiuoli gremiti di spettatori ; in tutti si vede rispetto, devozione, entusiasmo.

Alle ore 20,45 la processione rientra in Chiesa scoppia un ultimo interminabile applauso del popolo impedito, per ragioni d'ordine, di entrare nel Santuario, e la cantoria intuona le litanie lauretane. La Statua è rimessa al suo posto, entrano le bandiere delle rappresentanze, e si schierano intorno all'altare. La Chiesa è piena delle rappresentanze, la piazza un mare di gente, una testa sola fin oltre il Corso Principe Oddone. Data la Benedizione in Chiesa, vien portato il SS. Sacramento alla porta per benedire l'immensa moltitudine che sta devota sulla piazza e nelle vie. Il momento è solenne : squilla un campanello, e come per incanto si fa un silenzio profondo. Monsignor Vescovo alza l'Ostensorio, tutti si inginocchiano come sotto l'impulso di forza sovrumana e la Benedizione scende solenne sul popolo che adora il suo Dio. La Chiesa offre uno sfondo magnifico, il grande altare dell'Ausiliatrice sembra avvolto in un mar di luce ; è un riverbero di ori e di argenti abbagliante. Data l'ultima Benedizione, un grido immenso risuona Viva Gesù Cristo Redentore! cui tien dietro un formidabile battimano.

La processione, che fu solenne corona alla festività, sorta per iniziativa e sottoscrizione popolare, ebbe un esito splendido. Va data qui lode al Comitato promotore composto di bravi operai cattolici che riaffermarono l'affetto e la divozione di Valdocco e Borgo Dora alla Madonna di D. Bosco.

Frattanto al meraviglioso scintillio dello stellato firmamento risponde quellon on meno ammirabile del nostro pianeta che, già quasi totalmente avvolta dalle notturne tenebre, nella regione di Valdocco, su tutta la superficie della città dell'Ausiliatrice s'ingemma di mille faci, si costella di variopinti lumi, s'inghirlanda di bizzarri lampioncini i quali, sì dalla cupola del Santuario come dalle finestre delle vie, mandano in lor muto linguaggio un ultimo saluto ai pellegrini e, quasi palpitanti emblemi delle anime anelanti all'unione celeste colla loro Madre Maria, ricantano, nel cadenzato tremolio delle loro luci, un ultimo inno di gloria immortale alla dolcissima Madonna di D. Bosco. E sulla piazza del Santuario la banda dell'Oratorio festivo di S. Francesco di Sales risponde a quest'ammirabile concerto di stelle, faci, lumi e lampioncini con scelto concerto dei suoi musicali e ben affiatati strumenti.

Questo è il pallido resoconto delle nostre feste, ma ben sappiamo di essere al disotto del vero e che simili feste di pura divozione, nelle quali il popolo è l'anima, non si possono descrivere. Ripetiamo ancor noi col popolo, che ha un gusto assai fino nell'intuizione di ciò che penetra il cuore : tali feste per averne un'idea bisogna vederle! E noi chiudiamo la nostra relazione invitando tutti a benedire la nostra celeste Signora e Regina che degnossi largire anche quest'anno alle anime nostre tante consolazioni e conforti. Sì, salutiamo, onoriamo la Vergine Ausiliatrice, perchè dessa è la più cara nostra eredità, dessa è come un luogo santo di ricovero dove possono esser accolti tutti gli infermi dell'anima, tutti coloro che sono destituiti d'ogni altro soccorso; e quando un cuore ha ricevuto dal cielo il dono prezioso di ricorrere a Maria Ausiliatrice nelle sue pene, ne' suoi pericoli, ne' suoi bisogni, quel cuore sarà sempre puro, tranquillo, benedetto ! Viva adunque nel tempo e nell'eternità la Madonna di D. Bosco, il nostro rifugio sicuro, la nostra provvida benefattrice ; quella che continuamente con la superna luce illumina la nostra strada mortale; quella che ognora ci protegge e ci salva colla sua mano amorosa, sospesa sopra la nostra testa ; quella che ci apre i tesori infiniti delle consolazioni sopranaturali nelle terribili vicende di questo nostro mortal pellegrinaggio !

Viva Maria Ausiliatrice ! Avviso importante.

Avvertiamo tutti i nostri Benemeriti Cooperatori e Benemeriti Cooperatrici che la Libreria Salesiana Editrice di S. Giovanni Evangelista, Via Madama Cristina 1, Torino, ha pubblicato il primo numero del suo Bollettino Librario Trimestrale, ricco d'annunzi d'opere d'ogni genere e di combinazioni vantagiosissime per tutti quanti vorranno approffittarsene.

Chi lo desidera ne faccia domanda alla detta Libreria e gli sarà subito spedito gratis detto 1° numero ed in seguito tutti gli altri che saranno pubblicati.

Siamo certi che i nostri cortesi lettori ci saranno grati di aver fatto conoscere detto nuovo Bollettino Librario, per mezzo del quale tutti avranno una guida sicura per diffondere maggiormente la buona stampa.

CRONACA DEL MOVIMENTO SALESIANO

ZURIGO (SVIZZERA). - Appello agli uomini di buona volontà in favore degli emigrati italiani. - La Missione Cattolica di Zurigo ha preso un nuovo grande sviluppo che promette copiosi frutti. La Pia Società Salesiana, rappresentata colà da D. Branda, ba preso in affitto una casa abbastanza ampia, nella quale ha aperto una cappella, un segretariato del popolo ed una scuola serale di disegno a beneficio morale e religioso dei nostri operai emigrati colà. La chiesa è frequentatissima nei giorni festivi. I nostri buoni operai corrono ad ascoltare le S. Messa, la predica, i catechismi, in gran numero, di modo che per quanto sembrasse ampia la cappella, ora sembra insufficiente al bisogno. Bisognava vedere come si riempiva di uomini, anche nei giorni feriali nel mese scorso di maggio per onorare la B. Vergine ! Era ben necessario che si aprisse questa Chiesa per gli Italiani! Lo scrisse perfino il Tages Anzeiger, giornale protestante di Zurigo, che era omai tempo che i cattolici italiani avessero una Chiesa propria pel loro culto, mentre gli evangelici l'hanno da più anni, ed aggiunge che per questa Chiesa si avrà a sperimentare un miglioramento morale, una condotta più ordinata in famiglia ed una diminuzione di delitti fra i nostri emigrati.

I Sacerdoti Salesiani si sono posti a disposizione degli operai per tutto ciò che riguarda l'assistenza spirituale, con piena dipendenza dai due parroci della città, e prestano la loro opera con ammirabile sollecitudine. Oltre la predicazione e la celebrazione dei divini nffici nelle feste, durante la settimana fanno il catechismo ai fanciulli, amministrano i SS Sacramenti, visitano regolarmente gli infermi negli ospedali e a domicilio, preparano gli adulti al matrimonio cristiano con una speciale istruzione catechistica. Tutto ciò per la cura spirituale. Di più organizzano associazioni cattoliche, ed in quest'anno di crisi hanno anche aperte cucine gratuite.

Il Missionario Salesiano riceve spesso alla sua mensa poveri operai ; in cucina ogni giorno distribuisce minestre e dispensa buoni di pane, riso, paste ecc..., e visitando gli infermi lascia loro qualche cosa, se vede il bisogno. Egli ha aperto il segretariato del popolo i cui uffici disimpegna con amore a sollievo degli operai italiani, ed ancora una scuola serale di disegno.

Ma come si regge così bella Missione? L'Opera di Assistenza per gli Operai emigrati all'estero ed in oriente ha assunto l'impegno di provvedere i mezzi per mantenere il segretariato del popolo e la scuola serale ; e già per questo ha dato L. 1000 in oro ed in seguito farà il resto per mantenere l'impegno. Sian rese somme grazie alla benemerita Opera.

Per rendersi stabile e quindi seriamente efficace la Missione ha bisogno di liberarsi dal fitto di L. 4100 annue, acquistando l'area ed il locale ove risiede, per una somma di circa L. 60.000.

Orbene per questo la Missione fa affidamento sul Comitato popolare per gli operai italiani nella Svizzera appositamente istituito e presieduto in Genova dal Can.° Giovanni Medicina, Direttore Spirituale nel Collegio S. Giuseppe in Prà (Liguria). Auguriamo che il Signore benedica l'opera del Comitato popolare, perchè possa presto realizzare il suo scopo.

Ma chi pensa al fitto che ascende a ben 4100 lire? Chi alle spese incontrate per l'adattamento del locale, per convertire in cappella una grande sala, spese che ascendono a più di 3000 lire? Chi all'occorrente pel mantenimento dei missionarii, del culto ecc.? Preghiamo il Signore che susciti dei cuori generosi, che aiutino la Missione a compiere il suo mandato sublime. Senza carità si fa nulla, e carità squisitissima è quella che si esercita verso i nostri poveri operai all'estero, più abbandonati che cattivi, più disgraziati che malvagi.

NIZZA MARITTIMA - Il 25° anniversario della 1a fondazione salesiana in Francia. - Come abbiamo annunziato, a Nizza Mare si celebrò, lo scorso febbraio, il 25° anniversario della 1a fondazione salesiana in Francia, e noi, conforme alla promessa fatta, ne diamo ora un breve cenno. Il 3 febbraio la casa di Nizza presentava un aspetto imponente. Nelle sue sale, nei suoi corridoi si agita un numero influito di benefattori, confratelli, direttori, giovani ed antichi allievi in attesa del R.m° Don Michele Rua che deve aprire le feste. Arriva infatti alle 19.30 di quel dì, accompagnato dal sig. D. Bertello, Consigliere Professionale della nostra Pia Società, ed è ricevuto al suono d'una marcia trionfale e da unanimi applausi. La solenne apertura delle feste si fa nel salone del teatrino. Siedono alla presidenza Monsignor Christiaens, Vescovo di Colephon e Monsignor Chapon, Vescovo della Diocesi. Un nostro confratello con forbito, delicato discorso, dato il benvenuto al sig. Don Rua, si rende interprete dei sentimenti d'affetto e di riconoscenza da cui tutti i cuori sono animati; traccia con frasi scultorie i progressi dell'Opera Salesiana in Francia e termina esprimendo la speranza che D. Rua più di spesso apporterà ai suoi figli di Francia l'incoraggiamento della sua dolce presenza.

Il giorno appresso è consacrato agli Antichi Allievi i quali gioiscono di quell'ora felice in cui si rivedono ancora amici e figli di D. Bosco, in dolce compagnia dei loro maestri e superiori. Alle 9,30 si canta un solenne Te Deum ed era bello sentire quelle voci virili dei maggiori fratelli fondersi insieme alle note argentine dei giovanetti che si potevano considerare come fratelli minori. A mezzodì ha luogo la tradizionale agape fraterna in cui i brindisi ed i discorsi fioriti rallegrano e confortano tutti nella via del bene, nell'entusiasmo per la religione, nell'amore a Don Bosco. In seguito i giovanetti recitano una bella commedia tutta sale e brio in cui mostrano un vero talento artistico. Riunitisi poscia nuovamente in Chiesa, Monsignor Fabre con un magistrale discorso riassume gli insegnamenti della giornata che finisce con la benedizione del SS. Sacramento. Il martedì a sera riunione dei due Comitati Promotori delle feste e sono invitati i più intimi amici. D. Luigi Roussin, con brio ed eloquenza, fa una rassegna splendida di ciò che i Salesiani hanno fatto in Francia. Poi prende la parola Don Rua che rammenta i modesti principii dell'Opera, gli amici, i benefattori della prima ora ai quali soli sorvivono il Barone Herand ed il conte Micheaud. Porta i saluti del S. Padre e la sua speciale benedizione che tutti ricevono ginocchioni. Nel programma delle feste era notato il concerto musicale nella elegante sala del Circolo Massena, gentilmente concessa per la circostanza. Prima dell'ora fissata essa rigurgita di quanto vi ha di più eletto ed elegante in Nizza. Il programma vario, artistico, sceltissimo viene svolto con ammirabile disinvoltura e precisione dai giovani della Casa di Marsiglia sono rievocate le più bello arie e le più sublimi inspirazioni dei grandi maestri moderni Rameau, Berlioz, Mendelsohn, Verdi, Rossini ecc. Monsignor Vescovo aveva mandato a rappresentarlo il canonico Fauch . il quale, felice sempre nelle sue improvvisazioni, ringrazia tutti gli artisti ed i maestri del concerto musicale splendidamente riuscito pari a quelli, come racconta la leggenda di S. Patrizio, che attira gli angeli alla proda del cielo per meglio udirli.

Era conveniente che la Chiesa Cattedrale come la rappresentante di tutte le altre, si prestasse alle manifestazioni di riconoscenza verso l'Opera che tanti sacerdoti aveva dato al clero di Nizza e delle Alpi Marittime. Perciò, il dì stabilito, un imponente corteo, formato dai chierichetti dei Patronato, dagli alunni tutti del grande Seminario, da moltissimi direttori delle case salesiane e gran numero di Canonici, recasi alla chiesa di S. Reparato, ove Monsignor Christiaens celebra la Mossa pontificale. La pompa religiosa della cerimonia ha un lustro impareggiabile per le sacre melodie cantate dalla scuola di Marsiglia che rapisce i cuori dietro al fascino dello divino composizioni del Palestrina e dei grandi musici cristiani. Alla sera conferenza ai Cooperatori Salesiani tenuta da D. Carlo Bellamy, direttore delle Case d'Africa. Il venerdì mattina solenne uffizio funebre per tutti i Cooperatori defunti e nella sera divota processione per i cortili con la statua di Maria SS. cui segue poscia la consacrazione al S. Cuore e la benedizione col SS. Sacramento.

Le feste così bene incominciate e così ben proseguite erano giunte al termine. I cantori di Marsiglia prendono l'ultima refezione e quindi addio. Tutti si affollano intorno a loro e sembra che in quegli ultimi istanti l'affetto non trovi parole per esprimere la riconoscenza, l'amore, i ringraziamenti del cuore per l'opera così egregiamente prestata dagli amici e confratelli Marsigliesi. Il sig. D. Saby, D. Cartier, D. Matha, D. Bellamy evocano ricordi, esprimono voti e decantano le glorie immortali dell'Opere Salesiane e delle feste venticinquenarie. A tutto pone termine la parola inspirata di D. Rua che è un canto di ringraziamento a Dio per il bene operato, ed una efficace esortazione a tutti di confermarsi sempre più nei buoni propositi così consolanti per il suo cuore di padre. La musica istrumentale prende allora il suo posto e di sotto alle grandi arcate dei portici alza l'onda armonica di grandioso concerto, mentre tutti scambiano strette di mano coi partenti e benedicono Dio di sì memorande feste.

BOLOGNA. - La proposta di un grandioso monumento-ricordo dell'Omaggio a Cristo Redentore. - Rileviamo dall'Avvenire che il 24 maggio, alla presenza dell'Emmo Card. Arcivescovo, sotto la presidenza di S. E. Rma Mons. Conte Zoccoli, Vicario Generale, si riunì in una sala dell'Episcopio il Comitato Diocesano per l'Omaggio a Cristo Redentore, per riferire sulle opere compiute e per deliberare il compimento di alcuni progetti che facevano parte del programma fissato dal Comitato in precedenti adunanze. Noi non intendiamo, perchè fuori del nostro scopo, di rendere conto delle cose trattate, ma con animo lieto e pieno di gratitudine riferiamo la splendida proposta con cui l'Emo Card. Svampa coronava l'adunanza. Detta proposta, cui l'E.mo aveva già accennato in altra adunanza, ebbe il 24 maggio in Lui l'interprete caldo ed efficace, come ne riconosce in Lui il generoso ed ardente iniziatore.

Un nuovo tempio, scrive l'Avvenire, sorgerà in Bologna nel sobborgo fuori di Porta Galliera presso l'Istituto Salesiano. Esso sarà dedicato al Sacro Cuore di Gesù, come a quel Cuore SS. è stato consacrato tutto il mondo cattolico, per ricordo dell'Omaggio a Cristo al congiungersi dei due secoli XIX e xx ; non poteva scegliersi opera permanente più adatta, più bella, più santa.

Il Cardinale annunziava l'area per la Chiesa erigenda essere stata acquistata ed essergli già pervenute offerte cospicue che permettono iniziare la costruzione sopra disegno e progetto che esibisce all'ammirazione degli astanti ed è dovuto al valentissimo architetto prof. Edoardo Collamarini. Sua Eminenza intravede i pensieri e le obbiezioni degli intervenuti, che egli ha fatto a se stesso sulla entità dell'intrapresa, ma fidente nella Provvidenza nulla risparmierà per eccitare gli animi dei suoi buoni diocesani, affinchè, ripetendo le belle prove date tante volte, gareggino di generosità nel concorrere all'opera, e concorrano grandi e piccoli, classi maggiori e popolo, ciascuno secondo il suo potere, e fa assegnamento sul Comitato che lo secondi nella presa iniziativa. Annunzia ancora che l'opera avrà il proprio periodico dal titolo Il secolo del Sacro Cuore di Gesù, e ne raccomanda caldamente la più larga diffusione. Dice che la solenne posa della prima pietra del nuovo tempio l'ha fissata pel 14 giugno, giorno dedicato al Sacro Cuore, e desidera che la funzione riesca imponente per concorso di popolo e di associazioni cittadine e diocesane.

Gli adunati fecero vivi applausi alla proposta, e i più caldi auguri all'Eminentissimo proponente, e seduta stante vengono elette tre distinte commissioni tra le quali sia razionalmente divisa l'apparecchio per la più conveniente e felice riuscita della solenne funzione.

A noi, che assistemmo alla bella adunanza e ne riportammo le più liete impressioni e le migliori speranze, il còmpito è tracciato meno assai dal dovere, che dal desiderio di contribuire del nostro meglio a propagare la stupenda proposta, a raccomandarla, a caldeggiarla, ed a tener aperte le nostre colonne per tutte le comunicazioni e notizie che riguardino la nuova opera ricordo, iniziata dallo zelo instancabile del nostro Padre e Pastore. L'Avvenire ascrive a sua gloria d'essere l'organo e la voce del Comitato e dell'Eminentissimo, duce supremo della santa impresa.

MILANO. - Scuola di ceramica artistica - L'ottimo e valoroso Osservatore Cattolico di Milano faceva tempo fa questa nobile raccomandazione: I nostri lettori, pronti sempre alla più larga e generosa beneficenza, accoglieranno volentieri la raccomandazione che loro facciamo caldissima di aiutare sempre più l'Istituto Salesiano della nostra città. Sono quasi trecento i poveri giovanetti ivi cresciuti onesti e saggi operai, timorati di Dio, e quindi conforto e consolazione sicura per la civile società, specie in questi momenti di tristissimo presagio alla medesima. Forse mai come ora deve sorgere in tutti il dovere di sostenere e propagare quelle opere di carità, che, educando santamente la gioventù povera operaia, mirano ad una vera ristaurazione sociale.

A questo tendono gli infaticabili figli di Don Bosco sparsi nell'uno e nell'altro mondo, l'opera dei quali è dovunque riconosciuta altamente benemerita della civile società e della religione. La nostra Milano ha veduto in poco tempo i Salesiani farsi educatori e padri amorosi di tante centinaia dei suoi poveri giovanetti abbandonati, raccolti parte in dite Oratori Festivi, parte nell'Istituto di S. Ambrogio. Qui è dove la mirabile attività dei Salesiani si moltiplica ogni giorno tra la scuola e l'officina, istruendo ed educando colla pazienza e colla carità, per la quale, simili al Padre loro, si fanno tutto a tutti, non perdonando ai più duri sacrifizi per riuscire nella loro nobile ed elevata missione. Alle fiorenti scuole dei sarti, calzolai, falegnami, scultori, fabbri, meccanici, tipografi e legatori, aggiunsero di recente una scuola di ceramica artistica sotto la direzione del, cavaliere G. B. Minghetti di Vicenza, i cui squisiti ed eccellenti lavori sono ricercatissimi in Italia e all'estero. Questo ramo d'industria, reso cristiano dai figli di Don Bosco, costituisce per loro un nuovo titolo di benemerenza, mentre offre loro il mezzo di allargare ed effondere sempre più il loro spirito di religione e civile educazione. I benefattori di quest'Opera devono esserne santamente orgogliosi. Il bene che i figli di Don Bosco compiono mercè la loro carità, è bene loro, accetto a Dio, e perciò arra sicura delle sue benedizioni in questa e tanto più nell'altra vita.

Ma è necessario che l'opera possa maggiormente crescere e svilupparsi : è necessario che le anime caritatevoli non cessino dal soccorrerla con generosità. Sappiamo che l'Istituto salesiano ha non pochi nè leggeri debiti impóstigli continuamente dal mantenimento dei 300 giovanetti , la maggior parte mantenuti , istruiti ed educati gratuitamente. Quel buon direttore, intento notte e giorno a provvedere ai bisogni dei suoi figli adottivi, che egli atea più che la pupilla dei suoi occhi, è sempre dolentissimo di non poter accogliere, o per mancanza di posto, o per scarsità di mezzi, tanti poveri fanciulli abbandonati.

Noi facciam voti che i facoltosi e ricchi della nostra città largheggino maggiormente dei loro soccorsi a quest'opera di vera carità cittadina e l'abbiano pure a ricordare nelle loro disposizioni testamentarie, certi di ricevere copiosissima la mercede che Gesù Cristo ha promesso a chi si prenderà cura dei poveri fanciulli per amor suo.

- Pesca di beneficenza e festa di Maria Ausiliatrice. - Se lo spazio, così l'Osservatore Cattolico del 12 giugno, fosse disponibile in proporzione alla volontà, avremmo da empiere almeno due colonne per descrivere la festa che avendo il suo punto di base, se possiamo dir così, Maria SS. Ausiliatrice, la Madonna di Don Bosco, si svolse a Santa Maria Segreta e a quell'Istituto di Sant'Ambrogio in via Galvani che pareva una utopia quando ne fu posta la prima pietra, ed ora, tuttochè non ancora compiuto, riesce splendido monumento della generosità dei cattolici milanesi, poiche ospita oltre trecento fanciulli avviati agli studi ed alle arti. All'uopo, con lo scopo di sovvenire alle strettezze dell'Istituto e per raccogliere i mezzi occorrenti al compimento della chiesa, venne disposta in una sala dell'Istituto una pesca di beneficenza in certo qual modo collegata ad una modesta fiera precedente, fiera e pesca comprendenti, anzichè ninnoli e bagatelle inconcludenti, pregevoli prodotti della scuola di ceramica artistica esistente nell'Istituto e diretta dal prof. cav. G. B. Minghetti di Vicenza. Discreto fu, la domenica 9 giugno, il numero dei pescatori, i quali è da augurare diffondano la voce e facciano conoscere una scuola che fin d'ora torna ad onore dell'Istituto.

La funzione del 10 giugno a Santa Maria Segreta, per la pompa del sacro rito e per edificante concorso di fedeli, superò la generale aspettativa; con felice pensiero si volle coincidesse con la ricorrenza giubilare dell'ottimo proposto parroco D. Rodolfo Dossi, e lasciò negli affollati Cooperatori gioconde impressioni. Recitò il panegirico, con l'eloquenza che gli è propria, il Prevosto di S. Lorenzo, D. Luigi Bignami.

Ma ritorniamo all'Istituto. Al mattino Messa della Comunione generale celebrata con somma edificazione. Inseguito, prima delle 15 convenivano nell'Istituto le signore patronesse formanti il Comitato che si propose di zelare l'Opera Salesiana in Milano, alcuni signori noti per la loro munificenza, i prevosti di San Simpliciano, di Santa Maria Segreta, di S. Gioachino, di Somma Lombarda, il can. D. Andrea Trombini ed altri sacerdoti, l'ing. Arpesani, il maestro Galli, il P. Beccaro. Ma fra tutti spiccava la figura del venerando Don Rua, tempra di asceta la cui austerità è contemperata da tratti piacevolmente amabili quali si addicono a quei sacerdoti che sanno applicare con tanta modesta operosità il Sinite parvulos di Gesù Cristo. L'eletto drappello si compiacque di ammirare i prodotti della scuola di ceramica artistica, lodandone l'eleganza e la diligente esecuzione.

Ma ecco si desta un sordo rumore, la banda dell'Istituto dà fiato negli strumenti : entra l'Eminentissimo Cardinale Arcivescovo, il quale, seguito, circondato dai fanciulli e dagli invitati, si avvia nell'ampia cappella per ascoltare la conferenza di D. Trione. Questi con frase temprata a sobria eleganza si compiace di quanto s'è fatto a Milano per le Opere Salesiane: tocca delle imprese cui dedicansi i figli di Don Bosco in ispecie nelle missioni, dei risultati conseguiti colà, e accenna ai mezzi molteplici coi quali la carità può venire loro in aiuto. Poscia Don Michele Rua con accento riboccante di affetto a Maria Ausiliatrice, ringrazia degli aiuti efficaci che l'Opera di Don Bosco ebbe dai Cooperatori e dalle Cooperatrici a Milano; e si augura che l'anno venturo la Chiesa erigenda sia progredita al punto da consentire che nella parte sotterranea si possano celebrare le sacre funzioni. D. Pasquale Morganti dà interessanti nozioni sull'Opera di Sant'Agostino, la quale ha per iscopo di preservare dalla rovina spirituale la gioventù d'ambo i sessi ancora innocente, che tuttavia trovasi in mezzo ai pericoli della scuola laica o dell'officina corrotta, e di richiamare sul buon sentiero quella, che già avesse traviato, valendosi della preghiera.

Da ultimo Sua Eminenza ricorda, poichè siamo nel mese del Sacro Cuore, che Gesù Cristo amava avere intorno i fanciulli : Sinite parvulos venire ad me. Quindi è vero divoto del Sacro Cuore colui che ne segue gl'impulsi della carità operativa. Raccomanda perciò l'Istituto di Sant'Ambrogio ; dice provare sommo conforto tutte le volte che vi si reca, amare vedersi intorno il formicaio di giovinetti che vi sono educati; aggiunge che prova sempre una grande consolazione quando è chiamato a porre la prima pietra, a benedire, a consacrare Chiese, e ne inferisce l'augurio di vedere presto compita la Chiesa dell'Istituto, che, dedicata a Sant'Agostino, dovrà riuscire un sontuoso monumento d'arte religiosa. Il venerato Pastore com'ebbe impartita la benedizione, saliva nelle sale superiori ove ammirava i prodotti della scuola di ceramica artistica; e poco dopo lasciava l'Istituto fra le acclamazioni festanti dei vivaci ricoverati e dei numerosi invitati. La festa venne coronata da gaia luminaria bellamente disposta nel cortile dell'Istituto. Il giorno seguente venne celebrata Messa solenne in suffragio dei benefattori defunti.

GENOVA. - La festa di Maria Ausiliatrice, - Con molto concorso di Cooperatori e Cooperatrici il 24 maggio ha avuto luogo a San Siro la solennità di Maria Ausiliatrice. È stata eseguita in modo inappuntabile la Messa del Capocci, durante la quale disse il panegirico il M. R. D. Pentore. Vennero pure eseguite, durante lo svolgimento della divota funzione, la Salve Regina del Gallonio, l'Ave Maria del Puccini, il Regina coeli del Noceti, il Tantum ergo del Remondi e il Laudate Dominum del Gounod. A questa funzione prese parte il Comitato degli Antichi Allievi dell'Ospizio di Sampierdarena, i quali si prestarono a raccogliere in chiesa le offerte dei buoni Genovesi, che anche in questa circostanza appalesarono la loro generosità. Dopo le funzioni con gentil pensiero gli Antichi Allievi inviarono al nostro Superiore il seguente telegramma: - Antichi Alunni Sampierdarena inneggianti Ausiliatrice Basilica S. Siro Genova mandano riverente saluto D. Rua e tutti Superiori - Presidente Olivieri.

CAGLIARI (SARDEGNA). - Il 24 maggio, scrive la Sardegna Cattolica, nella Chiesa di Sant'Antonio Abate la Madonna di Don Bosco ricevette solennissimo, edificantissimo culto dai buoni cattolici, primi i Cooperatori e le Cooperatrici salesiani. Di mattina molto Messe lette; notevole quella della Comunione generale, che fu distribuita ad un grande numero di persone dal Reverendissimo Mons. Can. Luca Canepa, Vicario Capitolare. Dopo le dieci ebbe luogo la Messa cantata che celebrò il Teologo Mario Piu. Tessè. lo lodi di Maria il Teol. Coll. Giuseppe Miglior con uno splendido e smagliante discorso, che ci rinnovò nell'animo lo stesso spirituale godimento altre volte provato nell'ascoltare la divina parola di colui che fu suo zio, il Canonico Miglior, di fama imperitura.

Di sera funzionò Mons. Efisio Serra, Decano del Capitolo. L'altare della Vergine, Aiuto dei Cristiani, era sfolgorante di lumi e fiori a profusione l'adornavano. A' piedi della statua bella per l'espressione, tutta bella nell'insieme, si leggeva il Nomo di Maria, formato da una miriade di fiori delicatissimi e ben disposti. Considerevole durante la giornata si mantenne il concorso dei divoti, sul tardi la Chiesa era gremita.

Come sono consolanti le feste dei cattolici, sopratutto se mirano in guisa speciale a tributare onore e gloria a Maria Santissima, che dappertutto dispensa le sue grazie, confermando ogni dì vie più quanto Le sia ben dovuto il dolce titolo di potente Ausiliatrice !

CHIERI. - Riferiamo dall'ottima Crociata della Domenica, che si stampa in Torino, la seguente bella relazione, omettendo, con venia dell'egregio corrispondente, quanto non fa allo scopo nostro. - La festa della Madonna di Don Bosco, celebratasi solennemente domenica scorsa (2 giugno) nella Chiesa annessa all'Istituto S. Teresa, ebbe tale un esito che farà epoca nella storia della divozione all'Ausiliatrice di Don Bosco. Durante tutti i giorni del triduo la Chiesa aperta al pubblico, venne frequentata da numerosi divoti, specialmente alle funzioni della sera, nelle quali la parola viva ed efficacissima del direttore del fiorente Oratorio Festivo femminile di Santa Teresa, suscitava in tutti un sacro entusiasmo per la cara Madonna di D. Bosco. L'ultima sera, invece della solita predica, egli tenne, come era stato annunziato , la prescritta conferenza salesiana, nè meglio avrebbe potuto chiudere il mese dell'Ausiliatrice da lui predicato alle giovani affidate alle sue cure.

Il mattino della festa celebrò la Messa della Comunione generale il Rev.mo Canonico Cav. Pompeo Unia, preside del nostro Liceo, il quale prima di distribuire il Pane Eucaristico rivolse breve ma cordiale fervorino d' occasione. La Comunione durò oltre mezz'ora, e fu, nel vero senso della parola, generale: circa 600 Comunioni, quasi tutte di Figlie di Maria e giovinette, delle quali sei si accostarono per la prima volta al Banchetto Eucaristico. Questa cara funzione della prima Comunione diede insolito splendore alla solennità dell'Ausiliatrice, e tutti rimanevano commossi nel vedere il fervore con cui quelle fortunate bambine si univano a Gesù.

Dopo la colazione., data a tutte le oratoriane dalle Figlie di Maria, che si erano costituite in corpo promotore della festa, la Chiesa continuò ad esser frequentata da divoti e divote per ascoltare la Santa Messa e per pregare dinanzi alla statua dell'Ausiliatrice esposta su apposito altarino tutto luci, cuori d'argento e fiori naturali che impregnavano l'atmosfera di delicati profumi.

Nel pomeriggio crebbe il concorso, e quando, dopo il Magnificat, il predicatore salì il pulpito per il panegirico, la chiesa era gremita. Impossibile riprodurre l'enfatica parola dell'oratore che con l'accento della più profonda convinzione, dopo aver parlato dell'Ausiliatrice nostra, commosso, commosse l'uditorio con la descrizione delle glorie riportate dalla Madonna di Don Bosco in Valdocco il 24 del passato maggio nello sterminato numero di pellegrini e nell'imponente processione compiutasi per le vie di Torino in quel giorno memorando. Fatta poscia l'offerta dei cuori a Maria, terminò col grido di « Viva Maria Ausiliatrice! Viva la Madonna di Don Bosco! » che venne ripetuto con riverente ossequio dalla moltitudine.

Seguì poscia la benedizione col SS. Sacramento, impartita con tutta solennità di rito dal Rmo Can. Revellino della Cattedrale di Chieri. Prima del Tantum ergo in musica il direttore fece fare ad alta voce la rinnovazione dei voti battesimali alle bambine della prima Comunione. Le funzioni religiose ebbero termine con l'atto di consacrazione a Maria delle stesse bambine e con l'impartizione della benedizione papale.

Sul far della notte riuscitissima accademia musico-letteraria preparata con arte gentile dalle educande dell'Istituto nel vasto loro cortile. In fondo torreggiava, sotto artistica cappella, la statua della Madonna di Don Bosco, ed ai piedi di Lei si svolgeva un magnifico quadro vivente dodici angioletti dalle ali d'oro e d'argento, recanti in mano gigli e fiori di paradiso, e tenenti lo sguardo fisso in Maria erano vagamente disposti in varia gradazione, sì che pareva di avere un'idea di quel soggiorno beato in cui la Vergine è perennemente incoronata e circondata dagli angeli celesti. Il cortile era gremito di gente: di bellissimo effetto la musica ed il canto, specie l'inno e la cantata finale; ben declamati i vari componimenti.

Durò solo un'ora, ma si avrebbe voluto che non finisse sì presto. Intanto, scesa la notte, una bella illuminazione rimetteva in pieno giorno l'azzimato cortile, mentre da tutti i cuori e da tutte le bocche si innalzavano evviva alla Madonna. Svariati e graziosissimi fuochi pirotecnici coronarono la splendida giornata, che rimarrà indelebile nella mente di tutti. Sia gloria eterna alla Madonna di Don Bosco!

VERONA. - Scrive il Verona fedele del 31 maggio: -Ieri nel Collegio D. Bosco si celebrò l'annunziata festa di Maria SS. Ausiliatrice. Al mattino vi fu la Comunione generale dei giovanetti. La Messa solenne fu cantata dal prof. cav. Pietro Scapini, e i giovani eseguirono con inappuntabile maestria la Messa del Reuner. Dopo la Messa salì il pulpito il Rev.mo Arciprete di S. Stefano e tessè un inno glorioso e trionfale alla Madonna di D. Bosco, all'Ausiliatrice Vergine benedetta, ascoltato religiosamente dai giovani e dai devoti accorsi alla festa.

Dopo la festa religiosa si ebbe il concerto musicale nel maggior cortile dell'Istituto; e, quindi, alla mensa ospitale dei Salesiani sedette un gruppo di intimi, secondo il tradizionale costume del benemerito fondatore dei Salesiani che si voleva nelle feste più solenni circondato dagli amici e benefattori. Non ci diffondiamo maggiormente perchè sarebbe un ripeterci; piuttosto diamo una lieta notizia; che il Comitato Salesiano si prepara a festeggiare (probabilmente in gennaio) il decennio della venuta dei figli di Don Bosco in Verona. Sta bene intanto che l'idea sia lanciata.

PIAZZA ARMERINA. - Per iniziativa del benemerito nostro Direttore Diocesano Can. G. Alessi Batù, che diresse ai Cooperatori e Cooperatrici Salesiane una bella circolare d'invito, in piazza Armerina si celebrò con solennità, il 24 maggio, la festa della Madonna di D. Bosco, della quale il giornale locale ci dà queste informazioni. Riuscì solenne il triduo predicato dal Rettore della Chiesa Can. D.r Minacapelli e dal Rev.mo Mons. Palermo. I Cooperatori e le Cooperatrici v'intervennero in buon numero. Al giorno della festa i sacerdoti Cooperatori pigliarono parte, altri celebrando la Messa all'altar della Vergine, altri assistendo alla Messa solenne celebrata dal Rev.mo D. Luigi La Pergola, Cantore della nostra insigne Collegiata, altri alla conferenza. Questa non poteva riuscire migliore : la radunanza fu presieduta dal Rev.mo Mons. Vicario Generale Don Pietro Crea; la Chiesa letteralmente piena; l'oratore, il Rmo Can. D. Luigi Prof. Scelfo, si attirò il plauso e l'ammirazione di tutti, perché svolse con maestria il tema: Il sovrannaturale, il prete, l'Opera di D. Bosco sotto gli auspicii di Maria Ausiliatrice. La raccolta fu soddisfacente: L. 15,80 furono offerte dai Cooperatori e dalle Cooperatrici presenti, altre L. 13 da alcuni che, legittimamente impediti, non poterono trovarsi in chiesa.

Speriamo che questo risveglio religioso per la Madonna Ausiliatrice e le Opere di D. Bosco vada sempre più crescendo; speriamo che da Piazza si diffonda in tutta la Diocesi tale risveglio; speriamo che le file dei Cooperatori e delle Cooperatrici s'ingrossino tanto da avvenire davvero che il nome di Cooperatore Salesiano sia sinonimo di cattolico.

FERRARA. - Fiera di beneficenza. - Togliamo da una relazione inviataci da un nostro egregio amico ferrarese alcuni cenni intorno alla riuscitissima fiera, promossa, lo scorso aprile, da un nucleo di gentili signore. Queste, costituitesi il 22 marzo in Comitato Promotore, sotto la presidenza della gentil signora Elena Pareschi Jeworas, - che durante un mese lo accoglieva nelle sue sale coll'ottimo consorte con quell'innata bontà e squisitissimo tatto, di cui vivo rimarrà il ricordo fra quanti parteciparono ad ospitalità sì cordiale - con febbrile attività degna del miglior encomio non risparmiarono cure, fatiche, noie, repulse più o meno larvate per raccogliere da ogni parte della cittadinanza doni o denari per raggiungere il nobile intento. Al caldo appello rispose ogni classe sociale dalla nobil donna Duchessa Maria Waldmann-Massari alla più oscura popolana, di cui l'offerta era accetta del pari, come l'obolo a Dio della povera vedova. Il Card. Pietro Respighi, già nostro benamato pastore, il novello Card. Giulio Boschi, suo immediato successore,la Presidentessa del Comitato, la contessa Revedin, il Conte Grosoli, e molti altri porsero splendidi doni. A coadiuvare le Signore si formava più tardi un Comitato maschile, il quale prese a cuore la progettata Fiera di beneficenza coll'opera e con il consiglio. Sua Eminenza concedeva senza difficoltà il permesso di tenerla nell'ampia corte del Palazzo arcivescovile, ove nel giorno 28 dello scorso aprile dalle ore 9.30 antimeridiane sino a sera accorse, malgrado il tempo incostante, numerosa folla che agglomerata dinanzi al Comitato delle Signore, raggianti di gioia al pensiero di compiere un'opera buona, non curanti di se stesse, prodigavano tutta la loro attività per attirare concorso, quali attendendo alle estrazioni dalle urne, quali alla vendita di fiori, che superò ogni aspettazione. Altre signore e signorine con altri del Comitato maschile eransi aggregate per facilitare il lavoro, che piccolo non era, per soddisfare tante richieste. Basti l'affermare che diecimila erano i premii, di cui molti assai belli, e la maggior parte furono venduti. Il risultato finanziario fu conforme alle speranze, e se la stagione avesse meglio favorito o protratta si fosse la Fiera, come era desiderio di altri, al dì successivo, sarebbe stato l'introito di L. 2600, forse maggiore. Altre 500 lire erano state precedentemente raccolte in contanti. Così l'incasso fu superiore, non detratto però le inevitabili spese, a tremila lire. Di questo risultato è assai lieto il direttore dell'Istituto il quale è oltremodo riconoscente al Comitato delle Signore di tanto successo, dovuto alla loro attività indefessa, al loro zelo disinteressato, alla ]or aspirazione intensa del bene che dinanzi alle impreviste difficoltà non si arresta, ma si infiamma, verace sentimento della carità, per cui l'anima della donna, nell'amor sublime del prossimo, si immedesima in Dio.

- Festa di Maria Ausiliatrice ed accademia. - Rileviamo dalla Domenica dell'Operaio le seguenti notizie. Il giorno 24 maggio ad iniziativa del Comitato Salesiano venne festeggiata solennemente nella Chiesa dei Teatini la SS. Vergine venerata sotto il titolo di Auxilium Christianorum. Al mattino la Messa con Comunione generale : il celebrante Mons. Andrea Baldi, rivolse ai fedeli un'elevato fervorino: alla sera Rosario, con un bel discorso del Carmelitano P. Giuseppe Tabacchi. S. E. il Card. Arcivescovo impartì poi la benedizione col SS. Sacramento.

» Il giorno 30 maggio venne particolarmente festeggiato, con una Messa solenne celebrata da S. E. e con una accademia che ebbe luogo la sera alle ore 16.30 alla quale pure si compiacque intervenire il Card. Arcivescovo. Tutto il scelto programma venne apprezzato ed applaudito dal numeroso uditorio, specie il ringraziamento finale di cui venne chiesto il bis. Il direttore del Collegio annunziò poi che la sig.a Elena Pareschi, per le speciali benemerenze verso l'Opera Salesiana, fu nominata dal sig. Don Rua, Superiore Generale dei Salesiani, Dama d'onore di Maria Ausiliatrice. Il relativo diploma le venne consegnato dal Cardinale. Alla benemerita signora i nostri rallegramenti più vivi per la meritata onorificenza che la lega maggiormente all'Istituto, a beneficio del quale anche di recente concorse coll'intelligente opera sua, e al direttore prof. Giuseppe Allavena il nostro plauso per la sua instancabile ed efficace operosità.

ASCONA (CANTON TICINO). - Due care e solenni funzioni. - La prima ebbe luogo il 2 giugno nella vasta chiesa del Collegio Pontificio. Si celebrava la festa della Madonna di D. Bosco e questa cara solennità fu resa più splendida dalla 1a Messa del nostro confratello D. Alessandro Pons. I giornali ci recarono minuti particolari, ma noi li riassumiamo con dire che fu eseguita ottima musica, che bello e denso di pensieri fu il discorso sul sacerdozio recitato da Don Simone Wisintainer infra Missam, che nel pomeriggio splendido fu pure il discorso di D. Mellano inneggiante a Maria Ausiliatrice e D. Bosco, come infine fu bellissima la famigliare accademia serale. - La seconda funzione aveva luogo nella Chiesa Parrocchiale il giorno del Corpus Domini. Era la cerimonia sempre bella, cara e commovente della la Comunione. Un gruppo di ragazzi e di fanciulle bianco vestite, dopo tre giorni di spirituali esercizi, ricevevano per la prima volta il pane degli Angeli. Durante la Messa celebrata dal M. R. Rettore del Collegio, i giovani del Collegio eseguirono bellissimi mottetti adatti alla circostanza e immediatamente prima della Comunione, il celebrante rivolgeva un discorso pieno di soavità e affetto paterno ai novelli comunicandi, ai quali aveva già rivolto parole paterne il M. R. Arciprete Don Riccardo Pedrazzini. La pia funzione trasse lagrime dagli occhi di molti e lascierà certo un ricordo indimenticabile nell'animo dei giovinetti che si comunicarono per la prima volta e in quello dei molti devoti che assistevano alla funzione.

BALERNA (CANTON TICINO). - Conferenza Salesiana e festa dell'Ausiliatrice - Il 16 viaggio nella Collegiata Plebana di Balerna tenevasi la conferenza salesiana. prescritta per la festa di Maria Ausiliatrice. Invitati da apposita circolare, molti furono i Cooperatori e le Cooperatrici accorsi a tributare il loro omaggio di divozione all'Opera di Don Bosco. Fu conferenziere il Sacerdote Sigismondo Pochini il quale con slancio parlò di D. Bosco a pro della umanità tutta quanta e specialmente quel che fecero e vorrebbero fare i figli suoi nel Canton Ticino. I giornali locali ne diedero ampio riassunto, ma noi, per non ripeterci e più per la tirannia dello spazio, siamo costretti a far solo questo brevissimo accenno. Col canto di un bellissimo mottetto, eseguito dai giovani del Collegio, e con la benedizione di Gesù Sacramentato, ebbe termine quella cara e simpatica adunanza.

Sempre per lo spazio tiranno accenniamo solo alla festa della Madonna di D. Bosco celebrata il 2 giugno nel Collegio D. Bosco. Essa fu resa più solenne dalla la Messa del nostro confratello D. Gennio Ponte. Le funzioni religiose commoventi, con discorso magistrale del R.mo Canonico Airoldi della Cattedrale di Lugano: allegra l'agape fraterna e piena di soavi ricordi la famigliare accademia serale.

CUORGNÈ. - Ricordo dell'Anno Santo. - Quel nostro Collegio eresse un grazioso Monumento a perenne ricordo dell'Anno Santo e quale omaggio a Cristo Redentore. Consiste esso in un artistico campanile con un concerto di cinque nuove campane e con sulla cuspide una grandiosa statua di Maria Ausiliatrice, ai cui piedi leggesi a grandi caratteri : Ad Jesum per Mariana. Il campanile fu inoltre arricchito d'un orologio a gran soneria e presso il campanile stesso s'impiantò, col concorso del R. Ministero d'Agricoltura e Commercio, un opportunissimo Osservatorio Meteorologico. Siano con viva riconoscenza ringraziati quanti degnaronsi cooperare alla felice riuscita di queste commendevoli opere.

BETLEMME. - La partenza di D. Belloni per l'Europa. - Lo scorso maggio partì per l'Europa il padre degli orfani della Palestina, D. Antonio Belloni, il fondatore e Superiore delle nostre Case di Betlemme, Beitgemal, Cremisan e Nazaret. Egli si reca in Europa in cerca di soccorsi per il sostentamento della sua numerosa famiglia e speriamo che, guidato dall'angelo della carità, troverà dovunque numerosi benefattori.

Erano ad ossequiarlo alla stazione di Gerusalemme gli alunni di Betlemme e parecchio notabilità della Palestina tra le quali un rappresentante del Console di Francia, grande ammiratore delle opere di D. Belloni. La commozione si leggeva visibilmente sui volti di quei cari ragazzi che non sapevano rassegnarsi a lasciar partire il loro amato Padre. Né minore fu il distacco di questo santo vegliardo nel separarsi dai suoi diletti figli e speriamo cho il non lieve sacrificio che fa nell'allontanarsi per alcuni mesi da noi, specialmente ora che la sua salute, per le lunghe e penose fatiche e per l'età avanzata, va declinando, venga coronato da felice successo e che i benefattori da lui visitati in Francia, Belgio, Italia gli siano larghi di soccorsi ed aiuti.

Alla stazione di Bettu si trovavano ad attenderlo i ragazzi dello studentato di Cremisan ed a quella di Der-Abun la Scuola Agricola di Beitgemal e così in tutto il tragitto da Gerusalemme a Giaffa fu una continua ovazione all'Apostolo della Palestina. Il buon Dio lo accompagni durante tutto il viaggio e ce lo riconduca presto, rimesso in salute e consolato dalla generosità dei tanti nobili cuori alle cui porte andrà a bussare.

CATANIA. - Accademia e passeggiata. - Rileviamo da vari numeri del brillante Sole del Mezzogiorno varie notizie intorno alla Scuola di Religione fondata nel nostro Oratorio Festivo di S. Filippo Neri. - Il 28 aprile si festeggiò il terzo anniversario di detta Scuola. Alle 8 celebrò la Messa S. E. il Card. Arcivescovo di Catania, che impartì la Comunione a circa quattrocento giovani delle scuole secondarie e a parecchi dell'Università. Dopo ebbe luogo una riuscitissima accademia commemorativa. La nostra Scuola di Religione in Catania conta quasi cinquecento soci studenti, dei quali 85 sono del Liceo, 37 dell'Istituto tecnico e 26 dell'Università. - Il 19 maggio poi, 180 di questi giovani fecero la loro passeggiata scolastica fino ad Acireale. Furono a riceverli, scrive il corrispondente acese del Sole del Mezzogiorno, alla stazione i Superiori ed una rappresentanza di ragazzi dell'Oratorio Festivo San Luigi, nonchè la Banda S. Cecilia, dalla quale furono accompagnati fino alla Porta Cosmana, da dove la detta Banda faceva ritorno all'Oratorio, mentre quei giovani, guidati dai loro esperti moderatori, andavano innanzi fino al Santuario di N. S. di Loreto, dove, ascoltata la Messa ed un sermone di circostanza, facevano colazione e indi ritornavano in città. Qui giunti furono ad ossequiare S. E. Monsignor Vescovo, che li ricevette affettuosamente, ed in seguito visitavano i Collegi Pennisi e S. Michele, nonche l'Oratorio Festivo dei PP. Filippini, sempre in bell'ordine e preceduti dal proprio stendardo.

Al Grand Hotel veniva loro offerto un lauto pranzo dal nobile e pio Don Pasquale Pennisi, fondatore e proprietario dell'Oratorio S. Luigi; e la sera, nell'istesso Oratorio, ponevasi fine alla splendida gita di quei baldi e carissimi giovani con la rappresentazione (dai medesimi eseguita) di una bellissima farsa e d'un bozzetto proprio stupendo che fece tanto bene rilevare come sappiano i Salesiani ben educare la gioventù.

Nell'intermezzo fu applaudito un breve ma caldo ed espansivo discorso dello studente in legge Domenico Santacroce con cui ringraziavasi S. E. Monsignor Vescovo, il Rev. D. Pasquale Pennisi, i Superiori dell'Oratorio e i cittadini Acesi. Prima e dopo il graziosissimo trattenimento non fecero difetto i fragorosi battimani ed i Viva Acireale.

Ed ora, nel mandare un caldo saluto alla balda gioventù cattolica catanese, esprimiamo il voto che anco in Aci giungasi a concretare l'idea tante volte vagheggiata d'una Scuola di Religione per gli studenti, per la quale certo non mancherebbero persone generose che potrebbero dedicarvi la loro attività ed i loro mezzi.

ESERCIZI SPIRITUALI PER LE SIGNORE.

Nell'Istituto delle Figlie di MARIA AUSILIATRICE in NIZZA MONFERRATO si detterà un corso di Esercizi Spirituali per le Maestre e per altre pie Signore dal 3 prossimo Agosto alla sera dell'11. Le Maestre e Signore che intendono prendervi parte sono pregate a significarlo non più tardi del 1°. Agosto Alla Superiora delle Figlie di Maria Ausiliatrice - Nizza Monferrato.

MISSIONI

La guerra civile in Colombia - Grande miracolo - Appello urgente

VENERATISSIMO E CARISSIMO PADRE, Bogotà, 12 aprile 1901.

TRovo in alcune lettere che ci ha portato la posta di aprile, che costi si crede generalmente, che la rivoluzione colombiana è finita. I giornali lo dicono e l'assicurano , ma pur troppo la rivoluzione non è finita ancora; se il telegrafo ha voluto dare una notizia di sensazione ai suoi corrispondenti d'Europa, si è sbagliato.

Vicende della guerra civile.

Era giusto sì che la guerra finisse davvero un anno fa, dopo la battaglia di Palonegro che durò 16 giorni consecutivi colle relative notti, spargendo rivi di sangue e facendo monti di cadaveri; allora distrutto ed annichilito il più grosso esercito che la fazione contraria al Governo aveva radunato con mille stenti e con un lavoro febbrile di più mesi, era giusto che il vinto si dichiarasse impotente a sostenere ormai quella lotta; ma si salvarono quasi tutti i capi della rivoluzione, e furono questi che, raggranellato un altro esercito, credettero sorprendere le poche forze del Governo nei dipartamenti della Costa del Mar Caube; e così l'incendio spento in Santander, si riaccese in Bolivar ed in altre parti.

In dicembre però il nuovo esercito rivoluzionario era pure distrutto dopo una trentina di combattimenti tutti avversi, ed i capì a mala pena poterono imbarcarsi e salpare per altri lidi. Allora sì, si credette davvero che tutto fosse terminato ; ma il 1° gennaio del nuovo anno moriva qui in Bogotà di febbre gialla il Generale in capo degli eserciti del Governo, Prospero Pinzer, il fortunato vincitore in Palonegro, Cucuta ecc. ecc; l'uomo provvidenziale, il più temuto dalla rivoluzione. Questo fatto mise le ali alle speranze dei vinti, i quali, scomparso l'uomo che li aveva battuti in cento battaglie, credettero possibile una rivincita, e subito riapparvero piene di audacia le guerriglie in tutte le parti. A questo punto ci troviamo ancora alla metà i aprile. Non è gran cosa se si vuole; la rivoluzione così come si trova, divisa in cento guerriglie, con poche armi e pochissime munizioni, senza i capi principali, in una repubblica vasta come la metà dell'Europa, sfinita e sfiduciata per le perdite sofferte, non potrà mai trionfare, contro le forze numerose e disciplinate del Governo; ma frattanto questo impedisce che si promulghi la pace; le braccia di migliaia d'uomini, invece di maneggiare la zappa e l'aratro, s'affaticano nel maneggiare il fucile od il machete (specie di grossa scure che serve in tempo di pace a tagliare gli alberi del bosco, e in tempo di guerra per tagliare le teste, quando finite le munizioni gli squadroni vengono ad arma bianca). I campi sono sempre abbandonati, le arti ed i mestieri negletti, le scuole chiuse, non si parla che di politica e di stragi. Le squadriglie che non hanno mezzi di sussistenza, li prendono dove possono. D'improvviso cadono su di una popolazione inerme, o con piccola guarnigione, e saccheggiano senza compassione i magazzini e le case, portando via tutto quello che trovano. Resistere in questi casi è impossibile ; fortunati si stimano quelli che possono salvare la pelle o scappando in tempo, o consegnando senza resistenza quel poco che hanno, e certe volte anche quello che non hanno, dovendo chiedere in prestito quello che i capi guerilleros esigono da loro come tributo di guerra. Nessuno ha coraggio per lavorare i campi, perchè il giorno che meno si pensa, arriva il nemico che tutto distrugge. Viaggiare pure non si può se non con grande difficoltà per la stessa ragione; il pericolo di essere colto all'improvviso, privato della propria cavalcatura, svaligiato, ed obbligato a rifare la via a piedi, se pure non succede di peggio, come sovente è accaduto a tanti e tanti. Il Governo, che non ha altra entrata, che quello che producono le dogane, chiuse adesso, per poter far fronte alle enormi spese che la guerra richiede, e sostenere migliaia e migliaia d'uomini, deve procurarsi i mezzi necessarii. Come fa? Con alcune macchine litografiche che fabbricano moneta (carta straccia di tutte le forme e colori e valori) lavorano febbrilmente giorno e notte; di qui la depressione graduale di questa moneta. Il cambio sull'estero che prima della guerra era al 100 per % adesso è giunto al mille ottocento per cento ! di qui che le transazioni commerciali abbiano prezzi veramente favolosi. Industrie nazionali quasi non ve ne sono ; tutto viene dall'Europa o dagli Stati Uniti ; tutta roba che bisogna pagare in oro. Questo spiega perchè ogni cosa abbia prezzi fenomenali. Per esempio una bottiglia di vino da Messa costa già L. 60; un paio di scarpe ordinarie L. 150, le fine fino a L. 500, e di più ancora. Un capello da prete costa già L. 500 o 600; un sacco di farina di grano L. 450. La carne, che è il principale alimento del povero costa già L. 20 il chilogramma, e molti non la vedono più da mesi; ed è veramente un problema difficilissimo adesso il poter vivere anche contentandosi di quello che è assolutamente necessario per non morire.

Naturalmente poi la guerra ha la sua corte qui la formano la fame, la miseria e molte malattie, come la febbre gialla nei paesi caldi, il vaiuolo, il tifo nero e di tutti i colori, la dissenteria nei clima temperati ecc. ecc. Si aggiunga una siccità tale, quale non si ha ricordo in questi paesi, e si avrà una idea della spaventosa situazione di questa povera Repubblica, che senza di queste guerre intestine, potrebbe essere un eden per le sue grandi ricchezze naturali. Ma qui ci sono di quelli che hanno un gusto matto nell'ammazzarsi vicendevolmente ; per questo ogni tanti anni, come se il calendario lo notasse, ogni cinque generalmente, hanno la loro guerra civile, nella quale prendono parte tutti, chi più chi meno, lo vogliano o no ; guerra che dura più o meno secondo le circostanze, gli eventi prosperi od avversi, la tenacità dei capi, il numero degli eserciti; guerra che in pochi mesi distrugge gran parte delle ricchezze accumulate con immensi sacrifizi durante gli anni di lavoro, che miete migliaia di vittime, le migliori di una nazione, come lo sono i giovani robusti, che fanno migliaia di orfani di vedove, che accende odii nelle famiglie, nella società intiera che più non si spengono... Oh che flagello è mai la guerra civile ! Eppure in queste povere Repubbliche Sud-Americane, è sempre all'ordìne del giorno; la Venezuela per esempio, ha la sua brava guerra civile ogni anno, quando non ne ha due. Non à ancora finita una, che già se ne comincia un'altra, e così per anni ed anni con una costanza degna di miglior causa. Sarà questo quello che dicono i Libri santi che propter peccata veniunt adversa ? Chi lo sa? Ad altri la soluzione dell'ardua sentenza.

Un grande miracolo.

E dei lebbrosi non ho nulla a dire? Saranno tutti morti in questo frattempo? .I lebbrosi vivono ancora; quelli di Agua de Dioa hanno avuto sempre i loro tre reali (un franco e mezzo) ogni giorno che da Bogotà manda loro la Società di Beneficenza, coi proventi delle mortuorie. Non è certo gran cosa, ma almeno si vive. In quanto ai lebbrosi di Contratación, la carità veramente inesauribile di questa capitale Bogotà, come già dissi in altra mia, li ha sostenuti fino ad oggi. Sono ben SEICENTO MILA LIRE (600.000) che già passarono per le mie mani a quelle del Vescovo del Socorro, che le trapassò a quelle piagate dei miseri lebbrosi. Lire SEICENTO MILA tutto frutto della carità di questa città, che non mi disse mai di no, sempre che feci ricorso alla sua proverbiale generosità. Mi diedero i ricchi, ed anche i poveri moltiplicando le loro piccole limosine; tutti hanno concorso a sostenere quest'opera di religione, di carità, di patriottismo e di umanità; mi aiutarono i Colombiani, non si rifiutarono gli stranieri, ed io sono proprio meravigliato di vedere tanta generosità in un'epoca di tanta miseria. Qui dicono che quello che passa coi lebbrosi di Santander, è il più gran miracolo di Don Bosco, che dal cielo lavora ancora nel beneficare i derelitti, toccando i cuori e vuotando le borse in loro favore. Se D. Bosco ha parte in questo io non lo so ; non sarebbe però strano che chì ha passato tutta intiera la sua vita nel sacrificarsi per i poveri, facendo loro il maggior bene possibile, pensi a loro adesso dal cielo una qualche volta, e rinnovi quei prodigi di carità che erano usuali per lui in vita; non sono di certo esaurite le misericordie di quella Vergine Ausiliatrice, che tanto ha protetto D. Bosco mentre era in vita. Ad ogni modo, al miracolo di D. Bosco, io debbo aggiungerne un secondo, quello della carità cristiana di questa generosissi ma Bogotà ! Ad essa in nome di D. Bosco e dei suoi figli Salesiani, i miei più sinceri ringraziamenti.

Ma dice il proverbio : aiutati che il Signore ti aiuta. Finora non feci altro che mandare il necessario per l'alimentazione; tre reali per giorno sono appena sufficienti perchè uno non muoia di fame : prima della guerra erano già scarsi ; adesso sono proprio insufficienti, e non si muore è vero, ma si stenta, si ha fame, si agonizza ; e poi le limosine diminuiscono ogni dì più, ed è naturale ; tutti sono stanchi di dare ; molti, anche volendolo non possono più, la miseria ha fatto capolino anche nelle caso delle famiglie benestanti, e presto mi mancherà anche il necessario per quei meschini.

Appello urgente.

Trovo nella sua lettera di gennaio, carissimo Padre, in quella lettera diretta a tutti i Cooperatori del mondo, che lei fa un appello delicatissimo a tutti essi in favore di questi lebbrosi anche figli suoi di Colombia. Mille grazie in nome loro : io VOGLIO PROVARE AD UNIRE LA MIA DEBOLE VOCE ALLA SUA POTENTISSIMA E CHIEDERE ANCH'IO, IN NOME DI Dio, DELLA RELIGIONE DELL'UMANITÀ, UN OBOLO IN BENEFIZIO DEGLI ESSERI Più DISGRAZIATI DELLA TERRA. Se D. Bosco ha incominciato a fare il miracolo aiutalelo voi, buoni Cooperatori e gentili_ Cooperatrici, a compirlo intiero. Per adesso, fra le opere di carità che sostengono i figli di D. Bosco in tutto il mondo. io credo che nessuna è più urgente e allo stesso tempo più bella e più accetta agli occhi di Dio e della religione, come l'opera dei lebbrosi di Colombia, minacciati di morire di fame per causa della rivoluzione.

Per dir tutto, aggiungerò che più del pane che finora noli è mancato a quei lebbrosi, abbisognano di roba per cambiarsi e per vestirsi. Nell'ultima mia visita in maggio del 1899, già era deplorevole il loro stato ; molti facevano pietà e mettevano ribrezzo; da anni non avevano potuto comprarsi un vestito ; adesso dopo due anni, moltissimi non solamente non poterono comprarsi un vestito, ma neppure cambiarsi la biancheria. Or sono pochi giorni, mi scriveva quella Superiora delle Figlie di Maria Ausiliatrice in questi termini : molte delle nostre Figlie di Maria, non possono più venire all'Oratorio, nè entrare in chiesa perchè il pudore loro vieta mostrarsi in pubblico in quello stato di quasi nudità tanto contrario alla decenza cristiana. Quelle che ancor escono fanno compassione.

Tutti poi uomini, donne, ragazzi, fanciulle, sono l'immagine di quel Lazzaro del Vangelo, coperti di piaghe, senza neppur poterle coprire. Oh quanta miseria in quella miserrima popolazione 1 Poco più poco meno, si trovano nello stesso stato i mille duecento lazzarini di Agua de Dios. Sono quindi due mila i lebbrosi che io vorrei vestire. Avrei quindi bisogno di tele anche grossolane per camicie, mutande; di stoffe, anche di ultima qualità, per vestiti da donna e da uomo. Oh! se questo mio grido di dolore giungesse fino all'orecchio e più al cuore di tanti che, facendo un piccolo sacrifizio, potrebbero rimediare a questa enorme necessità in cui si trovano due mila figli di Dio cotanto sofferenti!

A voi in particolare mi dirigo, o fabbricanti di tele, di stoffe, padroni di cotonifici e delle grandi fabbriche di tessuti d'ogni genere: METTETE A PARTE QUELLE PEZZE CHE POCO VI SERVONO; MANDATELE AL R.mo SIG. D. RUA SUPERIORE DEI SALESIANI, VIA COTTOLENGO N. 32 ToRiNo E FARETE UN'OPERA SQUISITA DI CARITÀ, ED IL SIGNORE SEMPRE RICCO IN MUNIFICENZA, SEMPRE FEDELE ALLE SUE PROMESSE, VI DARÀ IL CENTO DI TUTTO QUELLO CHE GLI DARETE NELLA PERSONA DEI SUOI POVERI, BENEDICENDO LE VOSTRE FAMIGLIE, PROSPERANDO I VOSTRI NEGOZI, E PIÙ ANCORA DANDOVI A SUO TEMPO UNA PARTE DEL SUO PARADISO. È UN BEL NEGOZIO CHE VI PROPONGO ; FATELO, FATELO PRESTO E NE SARETE CONTENTI ; È PROMESSA DIVINA CHE MAI NON FALLA.

Per tutti gli oggetti che si raccolgono ho promessa dal Governo di qui, di non far pagar nulla di dogana. Le Compagnie dei vapori fluviali me li porteranno gratis fino a Monda, e confido che anche la Veloce, di sicuro, ci farà qualche ribasso.

Mi benedica , carissimo Padre , benedica tutti i suoi figli di Colombia, e mi creda tutto suo

Ubbm° figlio in Corde Jesu,

D. EVASIO RABAGLIATI.

PATAGONIA

Nella valle del Neuqun

(Relazione di D. Giovanni Beraldi)

Rmo SIGNOR D. RUA,

Bahia Bianca, 3 giugno 1900.

Cosi fra gli aridi deserti, come tra le fertili pianure ricoperte di fiori ed esalanti balsamici profumi, nelle immense valli di maestosi fiumi e sopra le amene collinette di queste lontane terre Patagoniche, sempre mi ricordo di colui che mi è Padre carissimo, e giorno e notte lo raccomando al Signore. Ed ora che la Provvidenza ha voluto accompagnassi l'amatissimo Monsignor Cagliero in una delle sue apostoliche escursioni, m'è grato darle alcune notizie in proposito.

In buona salute - Alla volta di Pringles Bene operato - Una notte in un negozio - A Conesa - Feste e missioni.

Anzi tutto Monsignore gode ottima salute, è sempre allegro e contento e qual esperto capitano vince ogni difficoltà ed allontana da noi ogni pericolo.

Al principio dello scorso maggio le Missioni Salesiane di Pringles e di Conesa, popolazioni poste l'una alla sinistra e l'altra alla destra del Rio Negro, ebbero la fortuna di essere da lui visitate. La sera del 30 aprile partiva da Viedma e passava all'altra sponda del fiume, dormendo nella nostra Casa di Carmen di Patagones. Il nostro bravo Bacis aveva pure passati i cavalli a nuoto ed il brek sopra di una barchetta per poter prendere il cammino del Nord, essendo quello del Sud impraticabile per le ultime inonda zioni avvenute. Al mattino seguente, celebrata per tempo la santa Messa, Mons. Cagliero si mise in viaggio per Pringles, distante 100 chilometri. Ivi si fermò tre giorni predicando mattino e sera. I confratelli prepararono i fanciulli, e le Suore di Maria Ausiliatrice le fanciulle per la Santa Cresima. La frequenza ai SS. Sacramenti fu soddisfacente e si riorganizzarono la Compagnia di S. Luigi pei fanciulli, la Pia Unione delle Figlie di Maria per le fanciulle e quella del Sacro Cuore di Gesù per le madri cristiane. Le autorità locali visitarono Monsignore e le guardie di Polizia, messe a sua disposizione dal Governatore, gli facevano scorta ovunque andasse.

Aspettato con ansia a Conesa, distante altre venti leghe, vi giungeva sul mezzo giorno del quattro maggio, dopo avere pernottato sulle sponde del fiume in una casa di negozio, tra sacchi di farina, scope, barili ed altri arnesi. Passato il fiume s'incontra nelle autorità. Le strade sono imbandierate, si sparano salve, le campane suonano a festa e la gente si raduna in Chiesa, di dove in bell'ordine sfila la processione. Vanno avanti lo Suore colle loro schiere di giovanette e Figlie di Maria, segue la Compagnia del Sacro Cuore di. Gesù, il piccolo clero ed il pallio portato dalle autorità e dai principali signori del paese. Lo spettacolo è imponente specialmente quando l'amato Pastore discende dal modesto birroccino di campagna ed è circondato dai suoi figli. La Chiesa è addobbata come nelle maggiori solennità, e l'altare coperto di leggiadri fiori e candelabri. Monsignore saluta e ringrazia le autorità ed il popolo devoto ed ancorchè si trovasse stanco pel lungo e penoso viaggio, vuole nondimeno dare la benedizione col SS. Sacramento. Uscito di Chiesa, il popolo con indicibile allegrezza lo accompagna alla residenza della Missione e gli offrono rinfreschi, che Monsignore divide coi ragazzi.

Che dirò del bene grande fatto da Monsignore in Conesa ? La domenica terza dopo Pasqua, festa del Patrocinio di S. Giuseppe, ha la consolazione di dare la S. Comunione ai numerosi fedeli ed ai ragazzi e ragazze della Parrocchia, non pochi dei quali la ricevevano per la prima volta. La sera è destinata all'amministrazione della S. Cresima ed alla predicazione, terminandosi le sacre funzioni colla benedizione del SS. Sacramento.

Il lunedì fin dalle prime ore del mattino il tribunale della Penitenza è come assediato dalla pietà delle buone Figlie di Maria, le quali vogliono pure ricevere il Pane degli Angeli dalle mani del loro Pastore. Altri stuoli di fanciulli e fanciulle ricevono la S. Cresima. Povero Monsignore, quanto lavoro !... Non lo lasciano un momento in pace. In quel medesimo giorno assiste pure ad una bella e ben preparata accademia. Erano le Figlie di Maria che in verso e in prosa e in musica onoravano Colui che visitava Conessa nel nome del Signore.

Il giorno dopo, il lavoro si moltiplica Tutte le madri di famiglia imitando l'esempio delle loro figlie purificano le anime loro nel Sacramento della Penitenza e le fortificano colle carni dell'Agnello Immacolato. Io credeva che alla sera Monsignore avrebbe potuto riposare alquanto, ma non fu così. Come per incanto la gente arriva dalla campagna per far cresimare i loro figliuoletti.

Si amministrò a tutti solennemente la S. Cresima, e dopo fece ancora una bella conferenza alla Compagnia del Sacro Cuore di Gesù; e giova sperare che questa progredirà assai promovendo la maggior gloria di Dio ed il bene delle anime. Conviene aggìungere che una messe così abbondante fra le ragazze, giovanette e madri di famiglia, la si deve allo zelo delle Suore di Maria Ausilìatrice.

All' estancia dell'amico - Casa patriarcale -Vicende del viaggio - Sorpresi dalla notte - Negro muerto - Alla porta d'una casa - Come cenare 7 - In un cassone - una notte lunghissima.

Ma il giorno della separazione era giunto ed il 9 maggio, dopo di aver celebrata la Santa Messa e dati al popolo gli ultimi ricordi, Monsignore abbandonava Conesa per mettersi in viaggio alla volta di Choele-Choel capitale provvisoria del Territorio del RioNegro e distante quaranta leghe. Io poi al lasciar Conesa, centro dei miei lavori ed affetti, sentii stringermisi il cuore, ma ripetei rassegnato il fiat voluntas tua del Pater noster. Ripassato il fiume, trovammo all'altra sponda il nostro Bacis coi cavalli pronti ed il breck preparato alla prima tappa di sei leghe presso una buona famiglia benefattrice della Missione. Grazie alla prudenza ed esperienza di Monsignore potemmo arrivare in sul far della notte alla casa del Signor Vincenzo Larregui nostro buon Cooperatore che è padrone della bagatella di 50 chilometri quadrati di terreno a pascoli, ed il suo bestiame tra pecore, vacche e cavalli, è poco inferiore a quello degli antichi patriarchi Esaù e Giacobbe.

La mattina dopo, celebrata la S. Messa, ringraziato l'ospite e data la benedizione a lui e alla sua famiglia, si ricominciò la marcia. Una guida a cavallo ci indicava il nuovo cammino, essendo l'antico stato distrutto dalle acque. Quel giorno si arrivò ai piedi della travesía (altipiano deserto senza vegetazione e senz'acqua) detta del Negro muerto, dal luogo ove fu trovato morto un negro. Quivi il nostro Bacis, il quale da molti anni serve di esperto condottiere alle spedizioni dei missionarii che viaggiano pei deserti Patagonici, avvisò Monsignore che bisognava fermarci per passare la notte in una casa che la Provvidenza ci aveva fatto scoprire. Si fermano subito i cavalli, si discende dal birroccino ed il nostro buon confratello si avvicina al povero casolare incominciando col padrone un curioso dialogo.

- Buona sera, caro amico, arriviamo stanchi morti, è fin da questa mattina che viaggiamo. È qui il Vescovo della Patagonia ed avrebbe sommo bisogno di ristoro e di riposo.

- Oh quanto mi rincresce! rispose colui, ancorchè la mia casa sia casa di negozio e provvista in altri tempi di ogni ben di Dio, adesso mi trovo proprio con niente.

= Non avete almeno un poco di thé?

- No, signore.

- Un poco di caffè?

- Molto meno.

- Non avete proprio niente?

- Qui ho proprio niente; nè thè, nè caffè, nè zucchero e neppure un pezzo di pane.

- E pei nostri cavalli non avreste voi un poco di fieno o di grano turco? Sono due giorni che quasi non mangiano ed in questo stato non potranno reggere alle fatiche del viaggio.

- Già ho detto che non ho niente!

- Scusate, signore, almeno non avreste una stanza per dormire?

- Veramente comodità non vi sono, ma in qualche modo ci aggiusteremo. Quindi ci condusse all'unica abitazione disponibile, ed era la cucina; fatta di tronchi di alberi e di ramoscelli ed intonacata di fango. In quel momento viene Monsignore e colla sua solita ilarità essendosi guadagnato il cuore di quell'uomo

- Non avreste, gli disse, qualche pezzo di carne da arrostire sulla bragia i

- Sì, signore, ed anche delle patate e qualche pezzo di zucca.

- Oh molto bene, mio caro amico, fateci cuocere tutto questo e ve ne saremo sommamente grati. - Detto, fatto... con gran prontezza la cena fu preparata, ed in quella critica circostanza ci sembrò molto saporita; ed inoltre sopraggiunto un merciaiuolo ambulante e sedutosi con noi, regalava a ciascuno un pezzo di pane secco ed un bicchiere di una cosa rossa che chiamava vino tinto. Recitate poi le orazioni della sera, si pensò come aggiustarci per la notte, tanto più che negri nuvoloni coprivano il cielo e la pesante atmosfera ci facea presagire qualche grosso temporale. In mezzo agli utensili di cucina, alla legna, ai cassoni ed ai piatti preparammo nel miglior modo possibile un misero letto pel povero Monsignore. Ben presto si videro i lampi e si udirono i tuoni di un forte acquazzone che stava per imperversare sopra la nostra poetica abitazione, il cui tetto non era per nulla rassicurante. Il padrone, impensierito per la nostra triste situazione, ci avvisò che in quel tugurio vi sarebbe piovuto come di fuori, ed inoltre essendo il tetto di fango ci saremmo inbrattati dalla testa ai piedi. In quel momento Monsignore, poco curandosi della sua persona, pensò subito alla sua roba. Domandò un cassone e vi mettemmo dentro le sue vestimenta, coprendole con una tela incerata tolta dalla tavola, su cui serviva di mantile : quindi ci siam messi in aspettativa per essere bagnati da un momento all'altro come pulcini. Ma il cielo ebbe compassione di. noi ed il temporale prese un'altra direzione, preservandoci così da un bagno forzato e pericoloso. Quella notte tenebrosa ci sembrò lunga come un secolo e non appena l'aurora incominciò ad apparire prendemmo un poco di mate (decotto di erba paraguaya) e poi in nomine Domini si ricominciò a viaggiare. La Provvidenza divina avea fatto trovare il necessario alimento anche pei cavalli e si trovavano in forza per superare i 100 e più chilometri di cammino che ci restavano a fare fino a Choele-Choel.

(Continua.)

IN FASCIO

Arequipa (PERù). - Visite illustri e notizie varie. - Ci scrivono : « Nel mese di settembre del 1900 venne a visitarci Mons. G. Costamagna. Non solo i Salesiani, ma la città di Arequipa lo ricevette anche stavolta con la considerazione e la stima dovutagli. Mentre Mons. Costamagna stava fra noi, giunse, diretto per Bolivia, il Delegato Apostolico Mons. Gasparri. Lo ricevettero alla stazione le Autorità, la nostra banda e una moltitudine di popolo di un 20,000 persone. Non ai può descrivere la commozione e l'entusiasmo col quale questi semplici popoli ricevettero il rappresentante del Papa! Tutti gli Istituti gli fecero accademie, ed accoglienze degne di lui : i Salesiani pure lo invitarono ad una accademia. Lo accompagnavano Mons. Vescovo, Mons. Costamagna e le autorità tutte. S. E. il Delegato mostrò speciale benevolenza verso di noi : si degnò di assidersi ad una modesta nostra refezione ed ebbe parole d'incoraggiamento e di lode per l'opera nostra.

» In occasione del 25° anniversario delle nostre Missioni d'America, anche in Arequipa si solennizzò questa data, e, per renderla più solenne, in quel giorno si fece la premiazione dei giovanetti, circa 200 fra esterni ed interni. Tutto le autorità erano presenti, si lessero vari bellissimi discorsi, poesie, ecc. In mezzo al Collegio che si sta a poco a poco fabbricando, sorge, quale monumento a Gesù Cristo Redentore, il tempio dedicato a Maria SS. Ausiliatrice, il quale, finito che sia, sarà il più bel attestato della fede di Arequipa.

» La Colonia Agricola già è in azione, i lavori procedono con alacrità. Ultimamente la Giunta del Dipartimento incaricò i Salesiani di formare un Gabinetto di chimica e meteorologia agricola, a sue spese, e ad uso dell'educazione dei giovani agricoltori. L'insegnamento al quale si dedicano i Salesiani in Arequipa comprende il corso elementare, tecnico-commerciale , professionale ed agricolo. Quest'ultimo comincia dopo il corso elementare e comprende tre anni, nei quali il giovane unisce allo studio delle scienze necessarie la pratica del lavoro nel terreno designato. Al fine di questo triennio il giovane agricoltore riceve il suo diploma, essendo ben istruito nell'arte di giardiniere, orticoltore ; in quella delle industrie varie dell'agricoltura, della zootecnica e nel buon maneggio di una estesa proprietà. Queste cognizioni e la pratica necessaria lo renderanno atto ad essere utile alla sua patria. »

Gualaquiza (EQUATORE). - La guerra fra i Jivaros. - Le ultime notizie spediteci dal centro delle foreste dell'Azuay nell'Equatore Orientale ci annunziano che da alcuni mesi a questa parte si è goduto un po' di tregua per parte dei Jivaros, per cui si è potuto con più facilità far loro un po' di bene. « Essi vengono continuamente a visitarci (così scrive il missionario D. Giaccardi) e noi pure ci rechiamo di frequente in mezzo a loro per amministrare il santo Battesimo. Ma ora pare che questa calma stia per cessare di bel nuovo ed ecco il perchè. L'anno passato molti Jivaros furono assassinati notte tempo dai Mendeños : per la qual cosa il partito superstite del capitan Ramon si vide costretto, per salvarsi, a riparare altrove, abbandonando le sue antiche stazioni. I Jivaros, vendicativi qual sono, stabilirono di terribilmente vendicarsi e dal luogo del loro esilio andarono reclutando gente in modo da costituire un grosso nucleo, ed adesso sembrano forti abbastanza perchè otto giorni fa ci mandarono tre Jivaros a darci la desolante notizia. Tre giorni dopo vennero altri da Mendez a confermarci la notizia, dicendo : - i nemici essere moltissimi : il loro Capitano chiamarsi Chupì (Ciupí) ed avere giurato in primo luogo di abbruciare la Missione, uccidere i cristiani e tutti i Jivaros di Gualaquiza. Fra i selvaggi essere spaventoso il grido d'allarme. - Queste più o meno le notizie che gettarono tutta Gualaquiza nella costernazione. Giorno e notte i nostri Jivaros vengono alla Missione per essere difesi. Essendo assente il direttore, ho dato gli ordini opportuni per la difesa. L'arrivo dei nemici sarà verso la fine di questo mese (la lettera ha la data del 10 novembre 1900), ed intanto noi stiamo pregando la nostra Potente Ausiliatrice ed ho ferma fiducia che non ci vorrà abbandonare neppur in questo frangente. In dicembre, se sarò ancor vivo, scriverò l'esito di questo pericolo. »

Lo stesso D. Giaccardi in dicembre scrive : « È scongiurato il pericolo per la visibile protezione di Maria SS., alla quale si era fatto ricorso con solenne novena. Questa non era ancor terminata che alcuni selvaggi di Mendez vennero ad annunciarci come essi erano riusciti con le minaccie a far ritornare indietro la banda di Chupì, persuadendo il Capitano a desistere dal muover guerra a Gualaquiza. Infatti pochi giorni dopo molti di quei nemici inviarono ambasciatori per la pace e a domandare il permesso di poter venire a stabilirsi in Gualaquiza per vivere vicino alla Missione. Lor si rispose che venissero pure: a difenderci dalle loro insidie ci penserà la nostra buona Madre Maria SS. »

GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE

SCOSSE le ali le aprono e sopra i cieli spiccano veloci il volo i Nunzi celesti, mossi ai cenni dell'augustissima Madre di Dio. Ed è una festa nella celeste Sionne, nei momenti delle più care solennità che quaggiù si celebrano ad onore della Vergine Santa, nei quali, agitato dal soffio della divina misericordia si staccano dagli ornamenti degli aurei e gemmati padiglioni i preziosi tesori di grazie che cadono per rallegrare tanti infelici tendenti supplici le palme verso l'Altissimo: frecce d'oro slanciate ad aprire il cuore del peccatore al pentimento ed alla grazia, soccorsi all'indigenza, e poi pace, soavità, amore, rassegnazione a conforto d'ogni sciagura. E se il cielo esulta nel profondere le sue magnificenze a noi, la terra si commuove, e un fremito si ripercuote fino a quel soggiorno della pace in rendimento di grazie.

E tutti, animati a nuova confidenza, inneggiamo all'Ausiliatrice potente dei cristiani, e fiduciosi ricorriamo a lei la cui

.... benignità non pur soccorre a chi dimanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre.

La Madonna di Don Bosco preserva i vigneti dalla peronospera.

In ogni tempo, e in molte circostanze della vita, ho potuto esperimentare quanto sia potente l'aiuto e la protezione di Maria Vergine ; ma vieppiù da che arriva a mio marito il Bollettino Salesiano. In verità da quando appresi ad invocare la Madonna col titolo di Ausiliatrice, sono state tante le grazie ed i favori concessi a me ed alla mia famiglia che mi riuscirebbe impossibile enumerarli. Però solo una grazia segnalata voglio menzionare, perchè promisi, qualora l'avessi ottenuta, di farla palese per mezzo del Bollettino Salesiano.

Sta per compiere un anno da che pregai fervorosamente la Regina dell'Universo, la Madonna Ausiliatrice, perchè i nostri vigneti fossero preservati dalla peronospera, promettendo pel suo Santuario di Valdocco, qualora mi concedesse tale grazia, la tenue offerta che oggi invio. Oh ! potenza divina di quella Madre tutt'amore, tutta carità verso noi suoi miseri figli ! Benche nei dintorni ci fosse la terribile peronospora, i nostri vigneti furono salvi e si ebbe un discreto raccolto. Però io non potei ancora compiere la promessa e il mio ardente desiderio di rendere pubblico il fatto, sia perchè da molto tempo sono travagliata da malattia, sia per le molte esigenze della mia numerosa famiglia. Intanto la Madonna ch'è misericordiosa oltre ogni dire e che legge nell'intimo dei nostri cuori, vorrà certamente perdonare la mia negligenza ed esaudire le mie preghiere perche mi vengano concesse altre dire grazie che ardentemente desidero. Invoco fiduciosa l'aiuto della Madonna Ausiliatrice, e spero d'essere esaudita.

Donori, 17 maggio 1901.

DONNA GIORGINA SERPI.

Guarito da un polipo nasale.

All'ultimo dei miei bambini era comparsa una piccola prominenza nell'interno del naso, da impedirgli quasi totalmente la respirazione dalle narici. Fattolo visitare dal sanitario della famiglia, mi disse essere un polipo nasale, e richiedersi inevitabilmente l'operazione. Se ne fece la prova, ma la vivacità del bimbo non lo permise. Allora il medico mi consigliò di portarlo a Torino in un ospedale, dove si sarebbe potuto operare anche contro la volontà del vispo fanciullo. Prima però di prendere tale risoluzione, concordemente con mio marito, si fece una novena a Maria Ausiliatrice, con promessa di fare un'offerta per le Missioni Salesiane, e fare celebrare una Messa al suo altare in Valdocco, se il mio bambino fosse guarito senza operazione. La Vergine SS. ascoltò le nostre preghiere, e terminata appena la novena si trovò che il polipo era scomparso, ed il bambino perfettamente guarito. Fedele alla promessa fatta ed in ringraziamento della grazia ottenuta offro L. 15 in favore delle Missioni Salesiane, e faccio celebrare la Messa nel giorno 21 maggio consacrato a Maria Ausiliatrice.

Montanaro, 21 maggio 1901.

BRETTO MARGHERITA.

La Madonna di D. Bosco m'ha guarito la figlia.

Lo scorso settembre mia figlia Carolina, d'anni 16, venne colpita da terribile peritonite. Il medico curante ed altri distinti dottori, chiamati a consulto, dichiararono il caso disperato. Chiamai perciò il Parroco e di comune accordo le si amministrarono i Santi Sacramenti. Lasciò immaginare lo strazio ed il dolore di tutta la famiglia in quegli angosciosi istanti... solo dirò che nella notte, mentre tutti pregavamo, mi accostai all'inferma e le dissi : - Carolina, nel tuo cuore raccomandati a Maria Ausiliatrice affinché ti faccia guarire, promettendo di far pubblica la grazia e di dare un'offerta per le Missioni Salesiano. - Col capo mi accennò di sì, ed io, presa un immagine della Madonna di Don Bosco. gliela posi sotto il guanciale dicendo - Maria Ausiliatrice, salvala... Non aveva ancor compiuto tutto questo che l'inferma si tranquillizzò, il male diminuì sensibilmente e poco alla volta, in un mese circa, lasciò il letto ed oggi ai piedi dell'altare di Maria, nel caro Santuario di Valdocco, adempie le sue promesse. Grazie infinite, Vergine Potente, per avermi salvato la figlia da certa morte ! Dessa ora Ti appartiene doppiamente e Tu continuale la tua valida materna protezione.

Nizza Monferrato, 21 maggio 1901.

CARLO BROVIA.

Buscate. Lo scorso febbraio fui improvvisamente chiamato al letto di mio padre. Prima ch'io entrassi in paese vidi venirmi incontro mio fratello soldato, che cogli occhi gonfi di lagrime si fece a dirmi:- Ah! fratello, nostro padre è in fin di vita ! Una polmonite e altri fieri malori lo consumano d'ora in ora.. - purtroppo era così. Anche il medico, zio dell'ammalato non sapeva più che tentare per salvarlo. Avvicinatomi al padre, che per gli acutissimi dolori non poteva quietarsi, mi riconobbe e mi baciò; quindi restò come assopito per un'intiera settimana. Riavutosi dall'assopimento, ricadde in un'altra polmonite. In quel frangente scongiurai Maria Ausiliatrice di salvarmi il padre, tanto necessario alla famiglia ed a me in particolare e feci far speciali preghiere dai miei superiori, confratelli ed alunni. Mirabile cosa! Dopo tre giorni mio padre incominciò a star meglio, e migliorando sensibilmente in due settimane abbandonò il letto. Tutti lo dicono un morto risuscitato perchè il caso era disperato da tutti. Ora compio la promessa fatta nell'ora della desolazione facendo iscrivere tra i Cooperatori Salesiani lo stesso mio padre e proclamando a tutti quanto sia pronta e potente la Madonna di D. Bosco nel soccorrere chi l'invoca di cuore.

25 marzo 1691.

Ch. CARLO OTTOLINI.

Butera (CALTANISETTA). - Potente Ausiliatrice dei cristiani, a Te lode in eterno, a Te, piena di gratitudine, sacro la vita che mi ridonasti. - Addì 4 febbraio assalito improvvisamente da un colpo di paralisi, mi rimasero inerti, paralizzati, gamba e braccio. L'uso della favella era perduto interamente; a stento balbettava qualche sillaba. I miei cari tutti piangevano attorno al mio letto, temendo di momento in momento una più terribile catastrofe. Volai col pensiero alla Madonna di D. Bosco, promettendo d'inviare una tenue offerta al suo altare e di far pubblicare la grazia sul Bollettino Salesiano, se mi avesse ridonato alla mia famiglia. In quei supremi e terribili istanti anche la figlia Concettina e famiglia si unirono meco nella stessa preghiera. La celeste Madre si degnò accogliere la mia preghiera ed esaudirmi. In men di tre ore mi trovavo interamento guarito. Grazie a Te, o Madre, Tu mi salvasti, a Te sarò grato in eterno !

8 aprile 1891.

Dott. MORTEO FRANCESCO

Farmacista.

Calice al Cornoviglio (MASSA). - Da più di un anno pativa dolori acerbissimi per una sciatica alle reni ed alla gamba sinistra. Fui ai bagni di Cusciana, ma ritornai a casa più che mai sofferente. Mi sottoposi ad una nuova cura e per verità ne ritrassi tale giovamento che mi credeva in via certa di guarigione; però fu solo una breve intermittenza perche di nuovo mi sorpresero i primi acuti dolori. Falliti gli esperimenti umani, mi rivolsi a Maria Ausiliatrice. Incominciai una novena con promessa di far inserire la grazia sul Bollettino e mandare un offerta pel suo Santuario. Dopo la prima, intrapresi una seconda novena, durante la quale i miei dolori cessarono corno per incanto ed al presente mi trovo benissimo. Evviva Maria Ausiliatrice !

2 aprile 1901.

ZANZUCCHI D. FEDELE.

Genova. - Sono circa tre mesi che colto da grave malattia scriveva al Rmo Sig. D. Rua implorando la carità delle sue preghiere e di quelle dei suoi giovanetti, proponendomi di far pubblicare la grazia della guarigione, quando l'avessi ottenuta. Altre preghiere furono fatte in Genova da molte anime pie, e la famiglia votò anche un'offerta alla Chiesa che si sta costruendo in onore del S. Cuore di Gesù sulla nostra collina di Carignano. La cara Madre del paradiso e il Cuore Sacratissimo del suo divino figliuolo accolsero benignamente le suppliche loro dirette, ed io vengo ora a compiere il fatto proponimento di rendere pubblica la grazia ricevuta, a gloria loro e ad incoraggiamento di altri che si trovassero in condizione non dissimile dalla mia. La malattia fu lunga, ricevetti anche il SS. Viatico, ma, dopo alcuni giorni di grave apprensione, lo cose si misero in meglio, e mi trovai fuori di pericolo. Presentemente sono pressoché ristabilito, e, ringraziando la Vergine benedetta, La supplico a volermi esser propizia in vita, ma specialmente in morte.

12 aprile 1901.

Sac. AMBROGIO PICCONE.

Gorzegno. - Il 25 scorso marzo ritornavo da Alba sulla corriera che va a Gorzegno, dove io abito. Giunti a Torre Bormida il cavallo s'inpennò e, datosi a corsa vertiginosa, ribaltò la vettura sicchè fummo sbalzati a distanza di alcuni metri. Il colpo fu si terribile che le mie due compagne di viaggio riportarono lesioni tali che in otto giorni cessarono di vivere. Io che in quel momento tenevo fra mani la corona e recitavo il S. Rosario, invocai Maria SS. Ausiliatrice e mi ritrovai poco dopo piena di spavento sì, ma illesa e senza alcun male. Certamente io debbo la mia salvezza alla protezione di Maria SS. Ausiliatrice, cui sarò riconoscente per tutta la vita, per avermi conservata all'amore dei miei quattro bambini.

25 aprile 1901.

CORNELIA TROYA-GUGLIELMINETTI.

Gozzo Atesino. - Con l'animo riconoscente sento il dovere di deporre ai piedi di Maria SS. Ausiliatrice i miei voti di ringraziamento per segnalata grazia. Avendo un figlio disoccupato, ma di buon volere, e non sapendo più a qual partito appigliarmi onde appoggiarlo, risolsi di votarmi a Maria SS. Ausiliatrice, recitando giornalmente il Rosario, promettendo di far inserire la grazia sul Bollettino Salesiano e di fare una piccola offerta. La grazia non si fece attendere, ed ora adempio alla mia promessa esclamando: Viva Maria SS. Ausiliatrice!

4 aprile 1901.

MARETICI ANGELO.

Trissino. - Ringraziamo di tutto cuore la Vergine Maria Ausiliatrice per la guarigione di una persona a noi carri da lunga e terribile malattia, dichiarata più volte dal medico inguaribile per la serie complicazione di tifo, nefrite, mal di cuore, debolezza estrema. Temendo di momento in momento una, catastrofe le amministrarono i SS. Sacramenti. L'infelice colpita era la moglie d'un Destro collega, madre di sei bambini. - Noi certe che la preghiera dei cuori innocenti viene esaudita, facemmo recitare alle nostre alunne ed alunni sette Ave Maria per nove giorni alla Vergine Ausiliatrice con promessa d'offerta e pubblicazione della grazia. Ed ora che la, grazia l'abbiamo ottenuta per mezzo della preghiera degli innocenti, ringraziamo Maria Vergine di vero cuore ed adempiamo alle promesse fatte. Degnisi la Vergine benedetta esaudire le nostre preghiere anche per l'avvenire.

20 aprile 1901.

BiSAZZA e PERUFFo ANTONIETTA, Maestre.

San Remo. - La scorsa primavera ammalossi di pleurite mia moglie. A tutta prima pareva si trattasse di cosa non tanto seria, e dopo tre giorni di letto l'inferma potò alzarsi per un poco d'ore; ma ohimè! che sopraggiunse dopo un aggravamento del male con copioso essudato acqueo, e, stante lo stato di debolezza della cara malata, i dottori pronosticavano un funesto esito. Temevano sopratutto che il male degenerasse in tubercolosi. La sofferente passava agitatissime le notti, e di giorno era anche tormentata dalla tosse. Temendo una catastrofe si pensò a farla confessare e viaticare. In tali frangenti ricorremmo a Maria SS. scrivendo per una novena in codesto Santuario dell'Ausiliatrice, e l'ammalata si mise attorno al collo la medaglia di tanta buona Madre, raccomandandosele con fervore. Dopo la novena, vi fu sensibile miglioramento, che proseguì fino a che, in un mese, mia moglie poté alzarsi e quindi partire per la campagna, dove finì per ristabilirsi completamente.

10 febbraio 1901.

LUIGI B. ALMERINI.

Valmontone (RoMA). - Nel maggio dello scorso anno cadde improvvisamente ammalata con febbre altissima la nostra piccola Emma. Si chiamò il medico che subito non volle pronunziarsi sul genere e sulla gravità del morbo. Si viveva in terribile angustie; la piccina era il nostro tesoro. Pochi giorni appresso, dopo avere lungamente studiati i sintomi, il medico sentenzio la febbre tifica. Fu un colpo di fulmine: la costernazione, lo sgomento, il pianto ci aveano come annichiliti. Ma come è buona Maria! Il nostro pensiero volò al suo Santuario e promettemmo di mandare una offerta se ancora ci ridonava la nostra piccola Emma. La grazia era ottenuta: come per incanto la bambina migliorò ed in pochi giorni guarì completamente. Riconoscentissimi per tanto favore mandiamo la nostra tenue offerta con preghiera di pubblicare la grazia ad edificazione e conforto di tutti i tribolati.

10 febbraio 1901.

ORAZIO e MARIA BIANCHI.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Torino, o per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di D. Bosco, i seguenti:

A*) - Alassio : Felicina Marassi. - Alcamo (Trapani) : Pugliesi n. D'Angelo Giuseppina. - Alice Belcolle (Alessandria): Tardito Giuseppe, L. 2 per grazia. - Ayas (Torino): Doudeynaz M. Celestine et sa soeur Rose, 5 per grazia. - Argine Po (Pavia) : Bellinzona Angelo, 5 per l'ottenuta guarigione della moglie.

B) - Balerna (Canton Ticino): Can. Galdino Bernasconi fa celebrare S. Messe in ringraziamento di guarigione da malattia pericolosissima ottenuta per persona cara. - Bassano Veneto : Gheller G. B., 5 per esser stato guarito da asma cardiaca. - Bellano: Carolina Galli Dellamano, 10 per strepitosa e subitanea guarigione.- Bellinzago (Novara) : Miglio Francesco, 10.: Frattini Francesco , 5 per l' ottenuta guarigione da pericolosissima malattia. - Bonavicina (Verona): Bruni-Masinielli Emilia, 5. - Borgo franco d'Ivrea : Levis Domenica, 3 per felice esito d'esami. - Bra : Magliano Margherita, 5: Fedele Catterina, 10 per insperato e strepitoso scioglimento della sua famiglia da questioni d'interesse. - Brente (Sicilia) Saita. - Basca (Cuneo) : Bonino Vittoria, 5.

C) - Cagliari : Can. Antonio Pinna, 10 con Messa di ringraziamento per l'ottenuta guarigione : Bonnis Bice - Cambiano -(Torino) : Crosa Francesco, 50. - Calascibetta (Caltanisetta) : Tita Corvaia Elisa, 6. - Carmagnola: Rostagno Andrea. 10: Marenco Margherita, per riottenuta salute. - Cairo Montenotte: Giulio Massarotti, ringrazia la Madonna per l'ottenuta guarigione di sua moglie d'anni 80 e da 45 ammalata. - Casale Monferrato : Maria e Camilla Fasano, 6 per grame ricevute: Quaglia Luigia, 5. - Castagnole Monferrato: Brano Giuseppina, 5. - Castelnuovo d'Asii : F. M. - Castelrosso di Chivasso : Santa Margherita, per la guarigione d'un braccio.- Chatillon (Torino): Besenval Carolina, maestra, 7 per ottenuta patente di grado superiore. - Chiampo (Vicenza) : G. D. M. - Chieri: Vaj Innocenza, 3 por guarigione del figlio Pietro d'anni 21 da tubercolosi : Basino Giovanna, 0,50. - Chivasso, C. B., 4 per Messa di ringraziamento avendo ottenuto, contro ogni speranza, impiego al marito. - Collesano (Palermo) : D. Li-Pirà Tommaso. - renna -(Gallarate) : Angiolina Bianchi Zerboni, 5 a nome di piissima persona che, dopo 7 anni di preghiere ottenne il compimento dei suoi voti venendo ammessa tra le Suore della Piccola Casa di Torino.

(*) L'ordine alfabetico qui segnato è quello delle città e dei paesi, cui appartengono i graziati da Maria Ausiliatrice.

F) - Faenza: Giacomo Pedua e famiglia. -Fare Piemonte: De Gasparis Barbara, 2. - Foglizzo: DeMaria Giovanni, per grazia spirituale. - Fossano : Barolo Annetta, per varie grazie. - Frascondino (Monferrato): Rosso Carlo, 5 per felice esito di dolorosa operazione all'orecchio. - Fusignano (Ravenna): Una famiglia per ottenuta guarigione di una bambina dal tifo.

G) - Gallarate: Sorelle Zerboni, 8 con Messa per grazia. - Giarre: (Sicilia) : Susiana Sebastiano, 5.

M) - Mede (Pavia): Bottigella Maria, 10 - Modica : Sae. Michele Cavallo, 5 per prodigiosa guarigione del giovinetto Giuseppe Cantata disperato dai medici. - Molini (Pania): Negri Antonietta, 10. - Montegridolfo (Forlì) : Grilli Litigi, 5 per Messa. - Mombercelli (Alessandria) : Aresca Agnese, per segnalate grazie. - Monastero Borneida : De Maria Teresa, 10: Damaso Adelaide, 5 per grazia.

N) - Noto (Siracusa) : Tavana Maria. - Nureci (Sardegna) : Litigi Soi, maestro, 5 con Messa di grazie per segnalato favore spirituale.

O) - Orsiero (Vicenza) : Baratto-Zanoni Orsola, 9-,50 per grazia.

P) - Payseudìa (Uruguay): G. M. V. dal Sac. per due segnalati favori spirituali. - Pavia: M. C. 10.Pedaxius (Sardegna): Nicolò Garan-Gua ringrazia la Madonna per l'ottenuta guarigione.- l'eretto (Cuneo): l'eretti Francesca, 5 per grazia.

R) - Reggio Calabria: De-Blasio Nicola fu Felice, 5. - Resella: Sobrà Giuseppe, 5. - Rivignano (Udine): La Contessa Catteriua Ottelio, 10 per miracolosa guarigione d'un bambino dopo infiniti tormenti, due operazioni chirurgiche, febbri e mille malanni. Anche quest'anno prega ricordare alla Madonna di D. Bosco tutti i suoi per esser liberati dalla grandine, come lo sono stati immuni per 15 anni, e ritinova la promessa della solito offerta in fin d'anno.

S) -Salice (Udine): Bertosa Pietro, 3. -Sampeyre (Cuneo) : Einardi Maria n. Gandipardi, 10 per grazia. - S. Abbondio (Canton Ticino) : Bianchi Valeria, 20 per novena di preghiere nel Santuario di Valdocco. - S. Benigno Canavese : T. R. 10 per ottenuta guarigione. - S. Carlo di Val di Feccia (Canton Ticino) Giovanettina Lucia n. Rossi, 5 per ottenuta guarigione da gravissima malattia ed operazione chirurgica. - S. Giorgio Canavese : Rainatti Lorenzo, 2 Ada Domenica, 5: Castelvecchio Rosa, 5 per grazie. S. Martino di Venezze (Padova): Picchiali Francesco, 5. - Sampierdarena: Consani Raineri, 20 per grazia ricevuta: Chiapposi Angela, 2 : Brezzolini Camilla. - S. Vittoria d'Alba : Oriceo Elisabetta, 2. - Savona: Ch. Giulio Musso. - Sesto al Reghena (Udine) : Rosso D. Luigi Arciprete, 10 a nome di pia persona graziata. - Sestri Ponente : Bussi Maria, 8 per ottenuta guarigione della mamma, - Sopracornola (Bergamo): Angelo Bonaiti ringrazia per l'ottenuta guarigione del fratello Costante ed implora la guarigione della madre. - Soriso (Novara) : Vercelli Margherita, 5. - Sornico-Prato (Canton Ticino): Piscioli Rosa, 10 per grazia. - Stronee (Novara) : Foglio Secondina: Alberto Mlarietta. - Svizzera : N. N., 50 con Messa di ringraziamento per grazia speciale.

V) - Valnegra (Bergamo) : Boffetti Domenica, 5 per l'ottenuta guarigione del marito da doppia polmonite. - Venezia: Emilia Morganti Rosnia. - Vercelli: Ha Tavallini Capriti. - Vigevano: (Pavia) Nai Giuseppina, 3. - Vignale: Sac. Andrea Panibianchi, 2 a nome di persona graziata. - Villar Sampeyre: N. N., 5: Girando Antonio, 4. - Villardore: Borgioni Francesco, 5. - Volvera : Martinengo Clotilde, 5.

T) - Tassarolo (Alessandria): Bruno Carlo fu Pietro, 2,50 per grazia. - Tonco Monferrato: Rampone Angiolina, 15 per dite segnalate grazie. - Trezzo Tinella d'Alba: Roberto Sanmartino, 10 a nome di pia persona graziata.

Il Catechismo illustrato

È a deplorarsi (scrive l'ottima Italia Reale in uno degli ultimi suoi numeri) nell'odierno ambiente sociale non solo la perversità, ma bene spesso l'ignoranza; intera delle cose religiose. Urge rimediarvi con larga propaganda di istruzione religiosa ; e questa al certo non si può meglio attingere che da quel libro il quale ne è la quintessenza, la sintesi; il Compendio della Dottrina Cristiana, il Catechismo ; libro che costituisce il più perfetto codice dell'uomo di religione non solo, ma di chiunque si vanti di onestà ; libro che, dando la soluzione vera e pratica dei problemi della vita, è l'indice degli ideali più sereni e sicuri cui aspirare, e forma lo specifico più efficace ed anzi indispensabile all'etica sociale.

Chi non sa ora quale prestigio esercita l'arte in particolare oggi coll'iconografia ? La gioventù, e non solo la gioventù, ne è presa fino alla follia e va perduta dietro quei clichéts, davvero talora tanto cari e graziosi. Ma se tanti libri vengono resi più attraenti e quindi più largamente diffusi, per mezzo dell'illustrazione - ed ahi quanto spesso pur troppo a danno della religione e della morale ! - perche non aggiungere anche tale attrattiva al più eccellente, dei libri, il Catechismo della Dottrina Cristiana? Questo splendido pensiero è stato ora appunto attuato, con autorevolissime approvazioni ed universale plauso, dalla premiata Scuola tipografica e libraria editrice di S. Benigno Canavese.

Opera davvero provvidenziale, che noi salutiamo quale un avvenimento dell'azione cattolica, conto quella che, secondando l'indole della gioventù e la bramosia generale per le rappresentazioni grafiche, attrae bellamente all'amore, allo studio della Religione, sopperendo a quel lamentato aforismo che minus feriunt animos demissa per aures quam quae sunt oculis subjecta fidelibus. Qui più che in altro l'arte si para a Dio quasi nipote, o conte ancor più enfaticamente che il poeta invoca l'Apostolo, si ristaura in Gesù Cristo Redentore, a cui l'opera è dedicata.

Le incisioni assommano a ben sessantadue, e pur non soverchiano la mole del volume. Un cenno sommario almeno reclamerebbero quei magnifici quadri, relativamente al loro merito intrinseco; ma oltreche già ne fecero l'encomio insigni artisti, noi qui li rimettiamo al giudizio degli acquirenti stessi.

Ma all'attrattiva del libro bisognava pur non difettasse un'altra prerogativa, la modicità del prezzo. Chi non sa quanto le vignette, se sono care e desiderate, sono pur dispendiose e quanto ! Ebbene, anche questo imbarazzante problema , venne sciolto, ed in modo incredibile con corrispettivo che si direbbe illusorio : un volume di circa 400 pagine, in bei tipi , carta di grana scelta, con 62 finissime fotoincisioni, per 40 centesimi!

Il libro già elegante per se stesso, può valere per occasioni di premio e dono pure, a titolo di maggior lustro, se ne imprese un'edizione distinta, su carta tipo americano, e d'entrambe le edizioni la legatoria del medesimo Istituto, anch'essa premiata, dispone di legature competenti, dalle più ordinasse a quelle di tutto lusso.

Al Compendio della Dottrina Cristiana detto volgarmente Catechismo Grande, fa seguito il Piccolo, sullo stampo del precedente ed illustrato a sua volta da 25 fotoincisioni pel costo di soli 10 centesimi.

Le richieste si dirigano alla LIBRERIA SALESIANA EDITRICE di S. BENIGNO CANAVESE (che accorda altre agevolezze sul prezzo già così di favore per ordinazioni speciali), ovvero alle altre Librerie Salesiane od alle primarie cattoliche.

*

Perchè da tutti si possa vienimeglio apprezzare questo lavoro riportiamo pure alcuni brani delle lettere commendatizie premesse a questo Catechismo.

Il Ven. Cardinale Richelmy, Arcivescovo di Torino, benedicendo, incoraggiando l'opera, ed esortando tutti i suoi diletti fratelli e figliuoli a voler favorire la diffusione del nuovo lavoro, tra lo altre cose scrive : « Se devesi senz'alcun dubbio dire per sè cosa buona e santa la sollecitudine di adornare colle finezze dell'arte le pagine preziose dell'insegnamento cattolico, cresce il pregio dell'opera ove si consideri quanto possa sull'animo dei fanciulli l'illustrazione di un libro, sia perche la verità venga meglio intesa e meglio s'imprima nella mente, sia perche più facile e più gradito riesca lo studio del libro stesso. »

L'Arcivescovo di Milano, l'E' Card. Ferrari, dopo aver notato che dalle fotoincisioni non solo si rileva la perizia ed il gusto squisito dell'arte, ma ancora lo spirito di fede ed il senso di pietà del valente disegnatore, aggiunge : « Ben volentieri dunque approvo e benedico la nuova edizione, a cui ha così lodevolmente posto mano la Scuola Tipografica Salesiana di San Benigno Canavese, ed auguro che abbia a diffondersi largamente ad incremento ed a maggior sviluppo di un'opera così santa e sopra ogni altra necessaria, come è quella del Catechismo Cristiano. »

Mons. Lorenzo Pampirio, Arcivescovo di Vercelli cosí si esprime : « L'ufficio più nobile dell'arte è quello di essere maestra di religione. Ora l'intendimento della Libreria Salesiana di S. Benigno Canavese essendo appunto quello di fare esercitare dall'arte tale ufficio, non posso a meno che altamente lodarlo.»

Ed infine Mons. Matteo Filipello, Vescovo d'Ivrea, nella cui Diocesi trovasi la Casa di S. Benigno, riassume bellamente lo scopo della pubblicazione con questa splendida pagina: « Plaudo di tutto cuore ai bravi Salesiani di S. Benigno Canavese, i quali, alle molteplici passate benemerenze, ne aggiungono una novella, col porre mano alla splendida edizione illustrata del nostro Catechismo, di cui tengo sott'occhio un esemplare.

» Cotale edizione è perfettamente riuscita, sì quanto all'arte, di cui sarà lavoro di pregio singolare, sì rispetto all'interpretazione ed al gusto religioso ed artistico. Le numerose incisioni, mentre parlano con vivezza all'intelletto ed al cuore del popolo non solo, ma ancora del più severo contemplativo, esprimono con evidenza e forza mirabile le grandi verità ed i divini misteri, che ne formano il soggetto. Il mite prezzo poi, al quale sarà venduto il grazioso libro, induce a sperare, che otterrà una larga diffusione in mezzo alle nostre fedeli popolazioni, anzi nelle stesse scuole.

» In tal maniera, gli egregi figli del grande D. Bosco mostrarsi promotori di quella democrazia cristiana, sotto la cui bandiera ancora recentemente il S. Padre invitava i cattolici a militare. Imperocche negli insegnamenti del Cristianesimo noi possediamo tutto ciò che è d'uopo per socorrere la classe operaia e preservarla dall'esser travolta nelle spire del socialismo, con proprio danno spirituale e temporale.»

RIVISTA BIBLIOGRAFICA

CARDINALE T. GOUSSET - Teologia morale ad uso dei parroci e de' Confessori con note, raffronti ed appendici per cura del sac. Dante Munerati, dottore collegiato in S. Teologia, Diritto canonico e civile. - Seconda edizione italiana. - Parma, Scuola Tip. Salesiana, 1901, Vol. I, pag. 584.

Tutta l'opera consterà di due volumi. Il commentatore ha saputo, in questa edizione della celebre opera del Gousset, recare a tempo e luogo e applicar bene le decisioni della S. Sede in materia ecclesiastica e le citazioni del Codice in materia civile dando saggio di lodevole discernimento nella scelta delle questioni da ammettere e nella eliminazione di quelle non opportune. Le note poi sono mirabili per precisione di dottrina congiunta a brevità e chiarezza di linguaggio.

Al primo apparire della Teologia morale del Gousset, un periodico accreditatissimo, dopo aver discorso dell'alta riputazione dell'A., aveva detto dell'opera sua : « Il Gousset stabilisce la maggior parte delle suo decisioni sopra l'autorità di molti reputati teologi ed in particolare di S. Tommaso e di S. Alfonso de' Liguori, i cui principi aveva già prima vittoriosamente propugnati. Le doti precipue che risplendono nella Teologia Morale del Gousset e che la renderanno libro utilissimo principalmente ai Parroci ed ai Confessori sono: metodo egregiamente ordinato, grande perspicuità di idee, grande precisione di dottrina e di linguaggio, ed una moltitudine di casi pratici, ai quali si ha spesso bisogno di ricorrere per aver lume nell'esercizio del sacro Ministero, e che non si trovano in sì gran numero raccolti in altre opere di Morale Teologia. »

L'Opera del Gousset per i sacerdoti costituisce un vero tesoro di Morale Dottrina. Ma, mentre nel fondo la sua Teologia Morale si mantiene quella che fu, un pregevolissimo lavoro che si raccomanderà in ogni tempo agli studiosi della Morale, nei passi particolari il mutarsi di certe esteriori condizioni civili, l'essere dalle Congregazioni Romane state decise non poche questioni e nato altre di assai importanza, hanno resa necessaria una revisione dell'intera opera, secondo criteri piú recenti e, qualche volta scientificamente più precisi. Il lavoro del Munerati pertanto, rispettando in genere le linee fondamentali e lo spirito dell'opera del Gousset, dovette portarsi ai seguentì fatti

I. Eliminare tutte quelle cose che, opportune forse al tempo dell'A., riuscivano superflue per noi, come ad esempio le questioni sui saltimbanchi, le consuetudini francesi, i vecchi concordati, ecc.

II. Aggiungerne invece altre che per la loro attuale importanza o novità si sono rese indispensabili, come quelle sui libri proibiti, sulle nuove condizioni fatte al matrimonio dalle leggi civili, sull'ipnotismo, censure ecc.

III. Recare già definite quelle questioni che ventilate dall'A. erano da lui lasciate dubbie, o come immature, o come oscure ancora.

IV. Raffermare e dilucidare sui pareri accreditati dei dotti, quelle opinioni che l'A. si peritava appena di esporre.

V. Escluderne altre che non ressero alla critica ed allo studio.

Tra le diverse vie che avrebbe potuto seguire, al commentatore parve più pratico e più conducente al suo scopo:

I. Arricchire l'Edizione di copiose note ricavate da celebri Moralisti e Canonisti moderni, quali il Ballerini-Palmieri, il D'Annibale, il Lehmkühl, il Frassinetti, il Del Vecchio, il Bertagna, il Bucceroni, il Berardi, il Ciolli, il Santi, il Cavagnis, il Tapparelli, ecc. nonchè da altri classici di età più remota.

2. Richiamare a proposito le costituzioni e gli altri atti dei RR. Pontefici, Pio IX e Leone XIII.

3. Introdurre le ultime decisioni delle Congregazioni romane, organo della S. Sede.

4. Confrontare col Codice vigente italiano quei passi che hanno stretta relazione e connessione colle leggi civili ecc,

Noi siamo sicuri che l'esimio commentatore abbia ridotto il lavoro del Gousset conforme alle esigenze moderne e ce ne rallegriamo vivamente con lui.

L'intera opera costerà L. 7,50. Mandando lire 6,50 subito, si ha il primo volume franco di porto e così pure, non appena sarà pubblicato, il secondo, entro il prossimo agosto.

LUIGI MATTEUCCI. - Anime buone - Racconti - pag. 304, Lire 1. - Tip. Salesiana, Torino, Questi racconti del Matteucci, che non è nuovo ai nostri lettori, formano il 1° volume della sesta serie delle Letture Amene ed Educative e sono di un pregio morale indiscutibile. Si leggono volontieri e sempre con nuovo interesse. Ne raccomandiamo la diffusione fra i giovani.

ANGELO E LUIGi MICHELOTTi. - Le reti d'amore - Scene dal vero - La farina del Diavolo. Novella - pag. 304, L. 1,00, Tip. Salesiana, Torino.

Questo splendido volume delle Letture Amene ed Educative è dostinato ad avere somma diffusione, vuoi per lo stile attraente con cui è scritto, vuoi, più di tutto, per l'argomento di piena attualità per i nostri tempi, perché con queste scene dal vero si ha di mira di far conoscere e apprezzare viemmeglio i grandi benefizi morali e materiali che arrecano alla società civile gli Oratori Festivi cattolici, strappando la gioventù alle teorie della piazza per formarne dei cittadini laboriosi , onore della Chiesa e della patria. Questo lo scopo finale cui tende il libro, però se si volesse anche solo darne lo schema di queste Reti d'Amore sarebbe un guastare la bell'opera, e noi preferiamo rivolgere ai lettori la domanda che gli autori posero in capo al libro vorrei sapero da voi, com'ella è fatta questa rete d'amor che tanti ha preso! e siamo sicuri che per risponderci compreranno il grazioso libro e leggeranno tutto d'un fiato e con le lagrime agli occhi queste affettuose pagine.

G. PAGELLA. - Quattro vecchie melodie. - 1a Quiete, per soprano o tenore; 2a Desolazione, per contralto o baritono; 3a L'addio dei naviganti, per mezzo soprano o tenore; 4a Il mendico, canzonetta per contralto o baritono.) Op. 20. - Libreria Salesiana S. Giovanni Evangelista, via Madama Cristina, 1. - Torino.

Dire che annunziamo un nuovo lavoro del Pagella veramente è un po' improprio , giacchè come appare dal titolo le quattro melodie sono vecchie e dovettero dormire lunghi anni prima di prendere un po' di sole e di uscire di tra le carte manoscritte del giovane maestro. Ciò però non vuol dire che esse mostrino le rughe della vecchiaia, e che il loro colore sia quello della cartapecora. Tutt'altro; sono fresche, delicate, fiorito e risplendenti dei bei colori d'una fina miniatura.

In queste melodie, come nelle altre composizioni di genere sacro e profano ed umoristico, l'autore, che ebbe la sorte di perfezionare i suoi studi a Parigi prima, poi a Ratisbona (Regensburg) facendo colà onore a sè ed al nome italiano, rivela sempre una grande originalità. A proposito della quale leggevamo appunto - non è molto - nella « Musica Sacra » di Ratisbona, questo giudizio dell'Habert: « Il Pagella non cammina sin qui battuti sentieri; il suo buon gusto musicale poi lo salva da gravi difetti, certe singolarità di forma o di tecnica vanno spiegate con la grande originalità del musicista di talento, il quale si guarda con molta energia non solo da ogni trivialità, ma anche da certe formole e luoghi comuni, che essendo ottimi e ben noti non potrebbero essere sostituiti da altri migliori.

Anche la Gazzetta Musicale di Milano ed altri autorevoli periodici dissero semplice, chiaro ed originale lo stile del Pagella; e semplice, chiaro ed originale, diciamo noi, è pure lo stile della nuova pubblicazione.

La musica in essa corrispondo perfettamente ai concetti delle singole poesie; nella Quiete provi infatti una vera sensazione di riposo e di canna; nella Desolazione i gravi accordi dell'accompagnamento ti riempiono l'anima di tetra melanconia; nell'Addio dei naviganti s'intenerisce il core, e si pensa alla nota terzina dell'Alighieri , e nel Mendico alla semplicità della melodia fa cornice nn accompagnamento assai fiorito.

Diremo anche che l'A. mostra tale raffinatezza nella tecnica, per cui si richiede una certa cura nell'interpretazione e nella esecuzione della sua musica, senza di cui essa non può produrre quell'effetto che dalla lettura di essa uno si ripromette.

Certo è che se ci piacquero non poco varii pezzi del Pagella da lui stesso eseguiti, ci lasciarono invece freddi eseguiti da altri; e non ci meravigliamo perciò se qualche critico diede giudizi sulla sua musica per nulla corrispondenti alle nostre impressioni.

Questi lavori, speriamo e crediamo, non sono che gli auspizii di una qualche opera di maggior mole, originale anch'essa, che sappiamo di certezza positiva aver egli tra mano e che ci auguriamo abbia presto a vedere la luce.

(Dall'Italia Reale-Corriere Nazionale.)

SAC. RAFFAELE M° ANTOLISEI - Misericos et miserator Dominus ad quatuor voces inaequales - Ex officina Salesiana - Augustae Taurinorum - L. 0,80

L'Autore (così il critico del Verona Fedele) ci porge un lavoro assai ben concepiti e svolto pure assai bene; il che dimostra in lui un'educazione, che quasi si vorrebbe dire famigliarità, colle più belle composizioni del genere. Senza urti ed inceppamenti svolge egli la frase, affidata alle diverse voci cantanti, e dovunque si riscontra una fluidità naturalissima e al tempo stesso elegante, che rende il mottetto grazioso assai e pregevole. L'estensione non esorbita dalle esigenze dei casi che si presentano comunemente. L'accompagnamento altro non è se non un aiuto al canto, cui scrupolosamente riproduce, e tale di cui, come s'affretta a dichiarare, l'Autore stesso, si può benissimo far senza, col vantaggio che il canto risalterà anche meglio.

All'egr. Autore pertanto vive congratulazioni, mentre su di lui a buon diritto si fondono speranze che non vorranno essere certamente deluse; e alla benemerita Tipografia Salesiana, che da qualche tempo regala edizioni nitide e assai commendevoli, e composizioni che possono far da loro bella comparsa tra quelle di carattere seriamente liturgico, ben meritate lodi, e, se il bisogno lo richiede, forti incoraggiamenti.

Cooperatori defunti dal 15 Maggio al 15 Giugno 1901.

1- Accatino Delfino, Chimico Farmacista -- Fubine (Alessandria).

2. Baiocchi Cav. Dott. Enrico - Tavoleto (Pesaro).

3. Barone Gaetano, Fabb, turaccioliGenova.

4. Bertoletti Felice - Fonteno Xino (Bergamo),

5. Boschi Giovanni - Lugo (Ravenna). 6, Bosio Don Pietro, Can. alla Metropolitana - Vercelli.

7. Botteri Don Gio. Ba ta, Cav. Prof. - Chiusa di Pesio (Cuneo).

8. Bufloli Giulia Ved. Zanotti - Iseo (Brescia).

9. Carletti Barbara - Cuneo.

10. Caron Can. Don Luigi - Vic. Generale - Vercelli (Novara,). 11. Cerato Don Bartolomeo, Arciprete - Limena (Padova).

12. Cova Giuseppina n. Adaglio - Casale (Alessandria).

13. Dall'Olio Ch. Alfonso - Bologna. 14. De Caduff Alberto - Venezia.

15. Dingli Adrian - Valletta (Malta) 16. Di Toritto Telesio, Duchessa - Napoli.

17. Doliolo Maria - Castelceriolo (Alessandria).

18. Facciolti Maria - Pescantina (Verona).

19. Farrugia Can. Michelangelo - Gozo (-Malta).

20. Fenoglio Don Agostino, Rettore - S. Cristina (Novara).

21. Ferraro Don Marco Antonio - Circello (Beneventoo.

22. Ferrero Lucia - Isolabella di Poirino (Torino).

23. Fornara Giuseppe, Sindaco - Vergano Novarese.

24. Garrassini-Rade Bernardo, Marohese - Loano (Albenga).

25. Gandolf Don Giovanni, Rettore - Poggialto (P. Maurizio).

26. Gasperini Alfonso - Capalbio (Grosseto).

27. Ghiazza Paolo - Moirano (Alessandria).

28. Giamello Don Bernardino - Cortemiglia (Cuneo).

29. Giovannini Marianna - Casablanca di Verolengo (Torino).

30. Grossi Don Gio, Batta - Sassello (Genova).

31. Ivaldi Pietro - Moirano (Alessandria),

32. Lacroiz Fanny - Milano.

33. Manfredini Don Santo - Pelago S. Anna (Modena)

34. Manghera Don Angelo - Mendrisio (Canton Ticino).

35. Martin-Rostagno Angelica - Asti.

36. Massinello Vittoria - Trino (Novara).

37. Meschini Giuseppina Vedova - GaIlarato (Milano).

38. Monatti Erminia - Capalbio (Grosseto).

39. Oldano Luigi fu Giuseppe - Grana (Alessandria).

40. Olivieri Teresa Ved.Olivieri - Genova.

41. Oneto Cav. Uff. Giuseppe - Genova.

42. Ostellino Anna - Torino.

43. Paravidino Maria Ved. Cassone - Carponedo.

44. Perego Marco - Paderno Milanese.

45. Picardo Francesco fu Benedetto - Genova.

46. Pintus Filippo, Insegnante - Cagliari.

47. Pivano Pietro - Sordevolo (Novara)

48. Ponzo Leone - Acqui (Alessandria)

49. Porzio Teresina n. Conidi - Roma

50. Pozza Bernardo - Sossano (Vicenza).

51. Prando Dellavalle Maria - S. Vittoria d'Alba (Cuneo).

52. Rocca Giuseppina - Torino.

53. Rappuoli Letizia - Capalbio (Grosseto).

54. Riccardi Teresa n. Pastorelli - P. Maurizio.

55. Riva Cav Alessandro - Foglizzo. 56. Rocca Paolo fu Giuseppe - Isola d'Asti (Alessandria).

57. Roero Teol. Salvatore dei Conti di Monticello, Canonico della Metropolitana - Torino.

58, Rudella Diego - Nizza Monf. (Alessandria).

59. Scaravelli Don Giuseppe, Can. - Guastalla (Reggio Em.).

60. Scorrono Giuseppina Ved. Pistamiglio - Torino.

61. Silvano Francesco - Casale (Alessandria).

62. Spantigati-Moretti donna Angelica - Alessandria.

63. Testone Teresa n. Ferraris, Panattiera - Nizza M. (Alessandria). 64. Tiranti Agnese Ved. Di Claudio - Carmagnola (Torino).

65. Valimberti Maria Ved. Gamba - Pessione (Chieri).

66. Vanelli Don Benedetto, Can. Teol. Vic, Gen. - Crema.

67, Zona Giovanna Ved. Salvagnini - Bagnoli (Padova).

Pater, Ave e Requiem.