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ANNO IX . N . 4 .
Esce una volta al mese .
APRILE 1885
BOLLETTINO SALESIANO
Direzione nell' Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo, N . 32 . TORINO
SOMMARIO - Avviso - Lettera di Mons. Giovanni
Cagliero ai Cooperatori e Cooperatrici Salesiane -
Viaggio dei nostri Missionarii - Barcellona - San Vin-
cenzo - In mezzo all' Oceano - Montevideo - Storia
dell'Oratorio di san Francesco di Sales - Bibliografia
- Elenco dei Cooperatori defunti nel 1884.
LETTERA DI MONS, GIOVANNI CAGLIERO
ai Cooperatori e Cooperatrici Salesiane ..
Avviso-
CARISSIMI E BENEMERITI
SIGNORI COOPERATORI E COOPERATRICI,
Diamo notizia ai Signori Cooperatori e alle
Signore Cooperatrici che in quest'anno la festa
oli Maria SS . Ausiliatrice, cadendo nel giorno
di Pentecoste, sarà trasportata per concessione
pontificia al giorno 2 di giugno . Intanto per
secondare le intenzioni del sommo Pontefice
invitiamo i nostri benefattori e conoscenti a
consacrare a Maria SS . il mese di maggio con
ispeciali pratiche di pietà in Chiesa ed in casa
e colla frequenza de' Sacramenti .
Nello stesso tempo ci raccomandiamo cal-
damente a coloro che hanno biglietti di lotteria
che ci usino la carità di procurarne lo spaccio .
L'estrazione dovrebbe aver luogo al fine di a-
prile ; tuttavia, stante la ristrettezza del tempo
e il gran numero di biglietti rimasti da collo-
care, abbiamo speranza di potere ottenere una
proroga dalla competente autorità . Il Sacro
Cuor di Gesù ricompenserà i sacrifizi che si
fanno in suo onore .
Sul punto di lasciare l'Europa e di avven-
turarmi sulle onde dell'immenso Oceano, che
m i debbono portare insieme con i miei com
p agni di Missione alle lontane terre della
Patagonia, sento il bisogno di aprirvi il mio
cuore, o Signori Cooperatori e Signore Coo--
peratrici . Anzitutto compio un dovere di gra-
titudine , e a nome mio e a nome de' miei
Confratelli Salesiani vi ringrazio cordialmente
di quanto fino ad ora con sì squisita carità
avete fatto per me, per le nostre Case e spe-
cialmente per le nostre Missioni .
In pari tempo vi manifesto con mio sommo
conforto che la passata vostra benevolenza
mi e arra sicura che voi non ci verrete meno
in avvenire, che anzi continuerete ad essere
e colla preghiera e colla carità il nostro va-
lido sostegno nell'ardua impresa di evange-
lizzare e civilizzare le selvagge tribù, sparse
negli immensi deserti della Patagonia .
È per mezzo vostro che io ho la viva fi-
ducia di veder avverarsi in quella regione
il vaticinio del profeta Isaia : Laetabitur de-
serta et invia et exultabit solitudo et flo-

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rebit quasi lilium . Germinans germinabit
et exultabit laetabunda et laudans . Ipsi
videbuntgloramDietdcormDi
nostri . Et habitabit in solitudine iudicium .
Allegrerassi la regione deserta e non bat-
tuta e tripudierà la solitudine, e fiorirà
come giglio . Ella germoglierà grandemente
ed esulterà piena di contentezza e can-
terà laude . Quei popoli vedranno la gloria
del Signore e la grandezza del Dio no-
stro . Ogni virtù avrà sua stanza nella so-
litudine (1) .
A conforto pertanto della vostra carità mi è
caro di darvi un rapido cenno delle nostre Mis-
sion,afchèpitequlochsièfatn
qui, e quel di più che ci rimane a compiere
coll'aiuto di Dio e della vostra cooperazione .
Sul cadere dell'anno 1875 io partiva dal
Santuario di Maria SS . Ausiliatrice e col
primo stuolo di Salesiani mi avviava verso
la capitale della Repubblica Argentina, onde
aprire la nostra prima casa in San Nicolas
de Los Arroyos ; ma col proposito deliberato
e col fine prestabilito di volgere di colà tutte le
nostre attenzioni verso i poveri selvaggi della
Patagonia, privi della luce evangelica e dei
benefizi della civiltà cristiana .
Noi eravamo inviati e benedetti dal Ro-
mano Pontefice, al quale nella Persona
di San Pietro Gesù Cristo diede il man--
dato di chiamare alla luce di verità, e
condurre ai pascoli di eterna vita tutte le
ge.ntNild'sarczoquetmi
nistero di supremo Maestro e Pastore della
Chiesa , essendo il Papa illuminato ed assi-
stito in modo speciale dallo Spirito Santo,
noi avevamo ragione di ritenere di essere
colà spediti da Dio medesimo, e di sperare
confdamethlnosrepvfatich
sarebbero state coronate di frutti salutari . Nè
fu delusa la nostra aspettazione . Ai primi Mis-
sionari se ne aggiunsero altri negli anni con-
se;cuativSlniropscale
Suore di Maria Ausiliatrice ; onde nel giro
di pochi anni le nostre Case si moltiplica-
rono e prosperarono in modo meraviglioso
sulle sponde del Plata . Si aprirono scuole,
collegi, orfanotrofii e laboratorii ; molti ora-
torii festivi si popolarono di giovanetti diretti
dai Salesiani, mentre altri consimili istituti si
riempirono di giovanette guidate ed istruite
dalle prelodate Religiose .
Le popolazioni di S. Nicolas, di Ramallo,
diColn,iLasPedrlBoca,diSn
Carlos, della Misericordia, di Paysandù, di
Moron, di S . Isidoro e di altre colonie cor -
(1) ISAIA, XXXV, XXXII .
risposero alle nostre sollecitudini, sia coll'in-
tervenire alle sacre funzioni, sia coll'ascoltare
la divina parola e sia specialmente colla fre-
quenza dei santi Sacramenti .
Ma rimaneva a compiersi il voto del Santo
Padre Pio IX di gloriosa memoria, del no-
stro superiore D . Bosco e dei Salesiani suoi
figli ; e il voto era l'evangelizzazione della
Patagonia . E quindi a questa meta volgemmo
le nostre mire e i nostri passi .
Fallita la prima prova nel 1878 , si tentò
la seconda e la terza, ed i Salesiani poterono
finalmente penetrare in quegli sconfinati de-
serti e farsi vedere tra quelle tribù abban-
donate. Ed or son quattro anni dacchè le
onde del Rio Negro videro i nostri Missio-
nari, e strumenti della misericordia di Dio
già li portarono dall'Atlantico alle Cordi-
gliere, da Carmen a Nahuel Huapi per il tratto
di 250 leghe. A destra ed a sinistra di quel
fiume e de' suoi confluenti il Limay ed il
Nauquen ricevettero già con la religione la
civiltà, e con la fede il santo Battesimo molti
cacichi colle loro dipendenti numerose tribù ;
e si richiamarono al buon costume ed alle
pratiche di cristiana pietà molte colonie di
Cristiani, che erano abbandonati a se stessi
senza guida e senza pastore .
Ma se al grande Pio IX era concesso di
dare incominciamento e il primo impulso alla
evangelizzazione della Patagonia, al sapiente
e zelantissìmo suo Successore era dovuto il
darle sviluppo e rassodamento . Il gloriosa-
mente regnante Leone XIII ripeté ancor egli
agli umili figli di S . Francesco di Sales
« Euntes, docete. Penetrate più addentro alla
Patagonia, fatevi risuonare da un capo al-
l'altro il nome di Gesù Cristo, e conducete
appiedi del suo trono e al seno della Chiesa
sua sposa quelle innumerevoli anime, sepolte
tuttora nell'ombra di morte . » Affinché poi
riuscisse più facile la esecuzione di questa im-
presa, il Vicario di Dio colla sua apostolica
autorità instituiva un Vicariato ed una Pre-
fettura Apostolica in quelle vaste regioni, af-
fidandole , come già sapete, alla Pia nostra
Società . Questo è in breve il già fatto . Ed
ora veniamo al da farsi .
Sull'incominciare dell'anno corrente, par-
tita dal tempio della Vergine Ausiliatrice di
Torino, benedetta dall'Em .mo nostro Arcive-
scovo il Cardinale Gaetano Alimonda e dal
nostro caro Padre D . Bosco, affidata già alle
acque del mare, sta per far vela da questo
grandioso porto di Marsiglia un'altra schiera
di Salesiani e di Suore. Ed io nella mia po-
chezza, con essi e a capo di essi, ritorno a
quelle remote spiagge non solo più come

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semplice missionario, ma per consiglio ed Gesù Cristo ha detto : Qui recipit vos me
opera del Vicario di Gesù Cristo, ritorno ri- recipit : et qui me recipit, recipit eum qui
vestito del carattere episcopale , e costituito me misit . Qui recipit prophetam in nomine
Provicario Apostolico della Patagonia Set- prophetae, mercedem prophetae accipiet
tentrionale e Centrale. Colà io ritorno col et qui recipit iustum in nomine iusti ,
mandato del Santo Padre Leone XIII, per mercedem iusti accipiet . Et quicumque
tutelare quella nascente cristianità composta potum dederit uni ex minimis istis cali-
già di trenta e più mila fedeli ; ritorno per cem aquae frigidae tantum in nomine
fortificare i neofiti nella fede e preservarli discipuli,amendicovobisnonperdet
dalle insidie dell'eresia protestante, che do- mercedem suam . - Chi riceve voi riceve
lorosamente ci ha preceduti ; ritorno per pre- me ; e chi mi riceve, riceve Colui che mi
dicare Gesù Cristo alle tribù erranti in que' ha mandato. Chi riceve un profeta come
vasti e sterminati deserti della Patagonia profeta, riceverà la mercede del profeta ;
Australe ; ritorno con nuovo rinforzo di sa- e chi riceverà un giusto a titolo di giusto,
cerdoti, di catechisti e di Suore di Maria avrà la mercede del giusto . E chiunque
Ausiliatrice, onde sollevare i troppo pochi ed avrà dato da bere un sol bicchiere d'acqua
affranti compagni di missione ; ritorno perchè fresca a uno di questi più piccoli, purchè
dalle rive del Rio Negro parta presto il drap- a titolo di discepolo, in verità io vi dico
pello dei valorosi che devono fondare la Pre- non perderà la sua ricompensa (1) . Chi
fettura Apostolica nelle Terre del Fuoco . Si, dunque aiuta, soccorre, assiste un mini-
o cari Cooperatori e Cooperatrici, noi par- stro , un predicatore , un apostolo del Van-
tiamo, lasciando Torino, l'Italia, la Francia, gelo, come tale, coopera al bene, che fa il
la Spagna, l' Europa e quanto eravi di più predicatore, e avrà da Dio la stessa mercede .
caro e dolce al nostro cuore, perchè più di E noi dal canto nostro andiamo lieti, anzi
tutto ci è cara e preziosa la religione , che gloriosi, di potere, dopo la grazia di Dio ,
andiamo a predicare agli infedeli ! Noi par- attribuire alle vostre preghiere e alle vostre
tiamo pel Nuovo Mondo, coll'intento di farvi limosine il frutto delle nostre fatiche aposto-
conoscere e regnare Gesù Cristo fino agli liche , lieti e gloriosi di partecipare a voi
estremi confini della terra . Partiamo lieti di tutti la corona che, nella sua bontà, ci vorrà
poter continuare la gloriosa catena degli Apo- dare il Signore . Di voi ci ricorderemo nei
stoli, a cui Gesù Cristo disse : Andate per nostri viaggi, nelle nostre privazioni, nei
tutto il mondo, predicate il Vangelo a tutti travagli della fame e della sete, nei pericoli
gli uomini : Euntes in mundum universum e nei timori della morte . Voi ricorderemo ,
praedicate Evangelium omni creaturae . di voi parleremo volentieri ai selvaggi con-
Partiamo in fine spinti dal desiderio di mu- vertiti e diremo : « Cari figliuoli, se ora siete
tare i deserti della Patagonia e le isole a- illuminati nella fede, se eredi del Cielo , se
diacenti in floridi giardini della Chiesa cat- coperti di una veste, se istruiti in un'arte,
tolica e della cristiana civiltà , a gloria di se avete cessato di essere selvaggi e siete
Dio, a salute delle anime e a sollievo ancora divenuti uomini onorati e donne dabbene, lo
temporale di tanti figli e figlie di Adamo, dovete anzitutto a Dio che vi usò misericor-
immersi tuttora nella più squallida miseria , dia, di poi al Papa e a D . Bosco, che ci
perchè stati fin qui privi della religione e
hanno mandati qui a voi come a nostri fra-
delle benefiche arti . -
telli ; ma ne dovete pure essere riconoscenti
Ma per raggiungere sì nobile meta più a tanti cristiani e a tante cristiane di Eu-
cose saranno necessarie a farsi . In Patagonia ropa, nostri amici, che ci hanno fornito e ci
dovremo erigere chiese, fondare e mantenere forniscono i mezzi necessarii all'uopo . » Noi li
orfanotrofii , aprire scuole di agricoltura, inviteremo a pregare per voi, per le vostra
provvedere strumenti acconci a lavorare la famiglie, pei vostri interessi, e le preghiere
terra, e noi non possediamo che la buona di quei novelli battezzati, siccome innocenti,
volontà . Per amore di Gesù Cristo e per la saranno ascoltate .
salute delle anime da lui redente, noi siamo Sì, o miei cari, io ripeterò a voi coll'Apo-
disposti a prodigare anche la vita se occorre ; stolo Paolo : Chi coll'elemosina semina con
ma voi , o miei buoni Cooperatori e Coope- parsimonia, mieterà parcamente nella vita
ratrici, non lasciateci soli in così vasta im- presente e nell'eterna ; e chi copiosamente
presa. Le vostre condizioni non vi permet- semina, copiosamente mieterà. E Dio è po-
tono di venire a mescolare coi nostri i vostri tente per fare che abbondiate voi di ogni
sudori , ma voi potete nondimeno renderli
fecondi e partecipare alla nostra missione . (1) MATTH . x, 40 .

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bene : talmente che, contenti d'avere in ogni
cosa tutto il sufficiente , abbondiate in ogni
buona opera . Dio che ha dato a voi quello
che generosamente versate in mano ai suoi
ministri per l'opera dell'Apostolato, moltipli-
cherà quei beni che voi seminate , affinché
non vi manchi il mezzo di essere elemosi
nieri ; ed Egli pure farà che la vostra mi-
sericordia produca per voi frutti immensi di
vita eterna . Le vostre oblazioni saran grate
a Dio non solo perché consoleranno i mis-
sionari nei loro urgenti bisogni, ma perché
produrranno un'abbondante messe di rendi-
menti di grazie al Signore da parte di co-
lorchepmitovsreanl
fede . Gesù Cristo, che ama immensamente le
anime redente dal suo sangue, verserà tesori
di benedizioni sulle vostra carità, le preghiere
che per voi innalzeranno i popoli convertiti
per mezzo vostro accresceranno la vostra fe-
licità, e sarete da essi grandemente amati a
motivo dell'eminente grazia di Dio che è
in voi .
Vorrei dirvi ancora altro, ma il bastimento
spiega le vele, leva l'àncora e sta per prender
le mosse . Ed io depongo la penna e coll'a-
nimo commosso, vi ringrazio, vi saluto e vi
benedico .
Marsiglia, a bordo della Bourgogne, 14 febbraio
1885 .
+ GIOVANNI, Vescovo tit. di Magida
e Provic. Apostolico della Patagonia.
VIAGGIO DEI NOSTRI MISSIONARII .
Ci facciamo un dovere di pubblicare alcune let-
tere e alcuni dispacci che segnano i varii periodi
e circostanze del viaggio di Monsignor Cagliero e
dei suoi compagni .
BARCELLONA .
Talleres Salesianos, Barcellona, Sarrià .
M . R . Sig . e Amatiss . Padre D . Bosco,
Le scrivo questo foglio sicuro di cagionarle viva
consolazione . La nostra casa del Niño Jesus se-
guita a svilupparsi in modo normale e progressivo .
I giovani sono vispi , intelligenti , attivissimi e
danno saggio di insperato avanzamento nelle let-
tere e nelle arti . La pietà fiorisce ed aumenta
tutti i giorni nelle loro anime ardenti e il desi-
derio di vedere la S . V . R . giungere finalmente
a Barcellona, li stimola potentemente a progredire
nella virtù . Essi infatti sperano che una volta o
l'altra D . Bosco verrà a visitare questa sua casa .
Dicono : da Marsiglia a Barcellona non c' è poi
una gran distanza e noi pregheremo il Signore
perché D . Bosco possa fare questo viaggio senza
risentirne nella sanità . Se D . Bosco venisse, ve-
drebbe quante liete feste e come, senza conoscerlo
personalmente, lo amino questi buoni giovanetti .
Frattanto il nostro lavoro è tale che solo D . Bosco
può immaginarselo, perché pratico delle difficoltà
che presenta una nuova Fondazione in mezzo ad un
popolo pretendente per istinto e al quale eravamo
stranieri . Ma colla grazia del Signore e colle ora-
zioni nostre, degli amici, e specialmente del nostro
amato padre D . Bosco, tutto si vince e si esce da
ogni difficoltà superandola .
In mezzo però ai travagli ed alle spine si pro-
vano altresì consolazioni e soddisfazioni indicibili .
L'unione di cuore con tutti coloro che mi circon-
dano, fratelli e non confratelli, vale ogni maggior
ricchezza e felicità . Il materiale di questo istituto
crebbe tanto, in soli dieci mesi di vita, che tutti
i nostri conoscenti sono presi da meraviglia . Gli
stessi Vescovi e i governatori di queste contrade
si fanno un pregio di venirci a visitare, per ve-
dere coi loro stessi occhi quanto la Divina Prov-
videnza abbia favorita l'opera nostra .
In questi giorni poi la visita di Monsig . Cagliero
fu per noi una di quelle fauste circostanze della
vita, che infondono nuovo coraggio e nuova fiducia
per l'esito delle nostre intraprese .
Avendo avuto notizia che Monsignore sarebbe
giunto ieri mattina a questo porto sul Bourgogne,
alcuni di noi col Sig . D . Narciso Pasqual, fummo
ad aspettarlo al molo d'entrata. Infatti alle ore 7
compariva il piroscafo in fondo all' orizzonte ed
alle 8 entrava in porto . Noi ci spingemmo sotto
il bastimento aspettando il passo libero e dopo le
solite formalità, potei ascendere la scala, baciare
l' anello a Monsignore e abbracciare i cari mis-
sionarii . Prese quindi le debite disposizioni col
Comandante scendemmo nelle barche già preparate
e fummo a terra ove ci attendevano le vetture .
Monsignore, il suo segretario ed io fummo alla
casa di quella nostra insigne benefattrice che
è la signora Dorotea , mentre le suore di Maria
Ausiliatrice accompagnate dal Sig . Narciso ivi ci
avevano preceduti . Tutti gli altri si erano recati
direttamente al nostro Ospizio di Sarrià . Celebrata
la S . Messa in casa di quella illustre signora tutti
e tutte raggiungemmo i compagni a Sarrià . Mon-
signore visitò minutamente la Chiesa, i laboratorii,
i dormitorii, le scuole interne ed esterne, l'orto, e
la sala della ricreazione e del teatro . La signora
accompagnava le nostre suore che non avrebbe più
voluto lasciar partire per l'America, ma ritenerle
presso di sé . Monsignore si mostrò soddisfattis-
simo e molto meravigliato di quello che si è fatto
in questa nuova casa e dopo il pranzo, indirizzate
alcune parole ai nostri giovanetti, li benedisse e
con essi benedisse quei cooperatori che si erano
potuti radunare in quelle strette di tempo .
Prima di sera i missionarii furono di ritorno a
bordo e, il Bourgogne non tardò a spingersi in alto
mare, È un legno buono , sottile , veloce . Tutti

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stanno bene . Monsignore soffrì nella prima notte
dopo la partenza da Marsiglia, ma giunto a Bar-
cellona gli erano passati i dolori di stomaco .
Preghiamo Maria Ausiliatrice acciocchè aiuti i
nostri confratelli nel sostenere i disagi di così
lungo viaggio .
Ecco, o mio caro padre, ciò che io posso dirle
intorno alla nostra casa ed ai missionarii . Lo
vedrò presto ? Posso sperare che saranno esauditi
i voti dei nostri giovani e dei Cooperatori di ve-
derlo a Barcellona ? Il Signore nella sua bontà ci
conceda un favore così segnalato .
Intanto ci raccomandi al Signore e con tutti i
confratelli ed i giovanetti benedica il suo
Devot .mo e aff.mo figlio
Sarrià, 16 Febbraio 1885
Sac . G . BRANDA .
SAN VINCENZO.
La Madonna SS . assisteva i nostri cari viag-
giatori i quali, proseguendo il loro viaggio, giun-
gevano all'isola S . Vincenzo . La Società generale
dei trasporti marittimi a vapore, con quella cor-
tesia che tanto contraddistingue tutti quei Signori
e della quale noi ci professeremo sempre ricono-
scenti, il 23 Febbraio trasmetteva al Sig . D . Al-
bera Direttore della Casa S . Leone di Marsiglia
la notizia di quell'arrivo in questi termini . -
Abbiam l'onore di annunziarvi che il piroscafo
Bourgogne é arrivato ieri mattina a S. Vincenzo
(isola del Capo Verde) . Ha lasciato questo porto
nello stesso giorno a mezzanotte, dirigendosi di-
rettamente verso Montevideo .
A bordo della nostra nave ogni cosa va bene .
Vogliate aggradire, Rev. Padre, l' assicura-
zione della nostra distinta stima .
Per il Comitato della Direzione
L'Amministratore Direttore .
In mezzo all' Oceano.
Lieti di questa comunicazione desideravamo tut-
tavia avere notizie più specificate dei nostri amici,
ed ecco il 10 Marzo giungere la seguente lettera :
Oceano Atlantico, Zona Torrida 27 Febbr . 1885 .
Reverendissimo e Carissimo mio Direttore,
Se ho da scriverle secondo il convenuto biso-
gna che mi permetta di scrivere breve, sconnesso,
e con calligrafia barocca, altrimenti dovrò rinun-
ziarvi . Chi non è accostumato al mare, se si mette a
riflettere un poco e vuole cavare dal suo cervello
idee chiare, belle, connesse, trova che la testa gli
scappa o almeno non gli serve . Nulla dico del su-
dore che gronda dalla fronte in quest'atmosfera di
fuoco, nè della mano che trema a seconda del muo-
versi del bastimento, come quella di un vecchio ot-
tuagenario . Ma devo compiere una promessa fattale
e scrivo . Dirò dunque che le nostre cose vanno
assai bene, ma dopo d'esser andate assai male per
cinque o sei giorni consecutivi . Belli furono i due
primi giorni del nostro viaggio ; eravamo sem-
pre tra confratelli, amici e conoscenti ; avevamo
appena lasciati quelli di Marsiglia e all' indomani
ci trovavamo già tra le braccia di quelli di Bar-
cellona, rallegrati dalle gentilezze e cortesie dei
nostri Cooperatori e Cooperatrici di Barcellona .
Noi poi sulla nave, eravamo uniti 1a e 2a classe
insieme, a mensa, a passeggio, in sala di ricrea-
zione e di riposo, senza la compagnia di altri pas-
seggieri, essendo noi in numero per occupare tutti
i posti riservatici dalla Società dei trasporti ma-
rittimi . Fu una vera provvidenza . Le pratiche di
pietà si può dire che si osservavano come in una
delle nostre case . Ogni cosa procedeva felicemente,
quando nello stesso Mediterraneo ed a poche leghe
dallo stretto di Gibilterra cominciò il brutto tempo .
Le onde s'incresparono d'improvviso, i venti ven-
nero a battere furiosi nella prora della nostra
nave ; il cielo si fece buio e per più ore del giorno
e per tutta la notte piovette a dirotto, obbligan-
doci a ritirarci tutti nelle nostre cabine . Incomin-
ciavamo male, si andava molto adagio, perchè il
vento ci era contrario, si soffriva dai più e da
qualcuno orribilmente ; e poi era vicino il passo
dello stretto dove è facile dar di cozzo in un ba-
stimento dei molti che arrivano dall'Oceano, spe-
cialmente se il tempo fosse oscuro, come lo era
allora . Il maggior pericolo era qui , e si superò
felicemente mediante l' abilità e prudenza del
Comandante, ed alla mattina del giorno 17 era-
vamo in pieno oceano ; non temevamo più gli
scogli nè le secche, né gl'incontri dello stretto
di Gibilterra , ma avevamo in prospettiva un brut-
tissimo tempo , forse una burrasca . Molti infatti
vogliono proprio che sia stata una burrasca e la
chiamano realmente così ; ma io che ho visto ben
di peggio e che mi son trovato in un piccolo va-
pore, il famoso S . Rosa di sette anni fa, in balia
delle onde e dei venti, rotto il timone, strappate
le vele, bucata in più parti la chiglia, e questo
per tre giorni e tre notti, io non oso di chiamare
burrasca quest'ultima . Comunque sia, si ballò bene
e per dritto e per traverso ; v' ebbe in grande
quantità fuochi d' artifizio eseguiti da chi non fu
mai pirotecnico . Tutto questo tramestio incomin-
ciava proprio il primo giorno di Quaresima e
come ho già detto, durava per più giorni . Alcuni
compagni mettevano proprio pietà, e li avrebbe
detti altrettanti cadaveri da sotterrarsi ; vi fu chi
si recitò il Miserere, il De profundis e poi finì
coll'atto di contrizione detto di gran cuore, cre-
dendosi realmente agli estremi . Chi non ebbe af-
fatto a patire fra i nostri fu D . Savio Angelo e
fu una vera provvidenza . Moltissimi dei 700 pas-
seggieri di 3a classe soffrivano molto ; gettati là
sui loro poveri giacigli , rifiutavano di prender
cibo, perchè diceano, che non l'avrebbero tenuto
sullo stomaco . D . Savio ne trovò di quelli che in
quattro giorni continui non avevano preso neppure

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tanti parole li consolava, animandoli a soffrire con
pazienza e a cibarsi alcun poco, per non indebo-
lirsi di troppo ; finiva sempre con dire che presto
cessato il mal tempo , ritornerebbe la bonaccia .
In questo modo ne consolò e confortò molti . An-
che due dei nostri chierici non patirono affatto, e
si fecero nostri infermieri . Le Suore resistettero
più o meno e alcune con vero coraggio . Nes-
suno però di noi perdè nulla di quell' ilarità
e contentezza che avevamo portato da Torino in
gran quantità . Molte sono le gentilezze che ci
vengono prodigate non solo dal comandante Alle-
mand, ma da tutta l' uffizialità in generale ; spe-
cialmente per Monsignore si hanno tutti i ri-
guardi possibili . Il comandante è il vero tipo del-
l'uomo di mare : tutto attenzione, ordine, disciplina,
ma eziandio tutta affabilità, condiscendenza, affe-
zione . Noi non potremmo mai dimostrargli abba-
stanza la nostra gratitudine . Monsignore sapeva già
per esperienza che avrebbe sofferto, ma i suoi pas-
sati viaggi lo fecero più atto a resistere al mal
di mare, e patì assai meno di quello che mi era
immaginato e che egli stesso temeva . Adesso però
tutto è cambiato ; non v' è più nessuno in letto ;
quasi tutti sono obbedienti al suono della campana
che c' invita al déjeuner e al diner ; la gioia è
ricomparsa sulla fronte di tutti i passeggieri ; in-
somma adesso si vive e speriamo che questa calma
vorrà continuare così fino a Buenos Aires .
Nei giorni della burrasca, non si potè celebrare
la S . Messa, come si era fatto nei giorni antece-
denti, e come da tutti si desiderava . Fu questo
l'unico dolore nostro e di Monsignore ; non poter
nutrirci del cibo de' forti, della SS . Eucaristia .
L'altro ieri però, Domenica, si celebrò sul ponte
e vi assisteva l'uffizialità di bordo in grande uni-
forme con tutti i passeggieri . Il mare era relati-
vamente calmo e il tempo bellissimo . Eravamo
entrati nella zona torrida ma senza accorgercene,
spirando un'auretta fresca che ravvivava le forze .
Celebrò lo stesso Monsignor Cagliero, assistito
da' suoi cinque preti, e servito dai chierici . Le
Suore occupavano i primi posti . Il sottoscritto si
sforzava in un angolo di cavare armonie più o
meno armoniose da un piccolo armonium, tanto
come lo permetteva il muovere continuo della no-
stra piccola isola fluttuante . Basti il dire che an-
ch'io aveva 4 assistenti nella mia funzione musi-
cale ; uno per ogni lato che mi teneva perchè non
cadessi ; un terzo che teneva l'armonium perchè
non scivolasse , sebbene fosse legato ; un quarto
che mi teneva il libro, perchè il vento non lo por-
tasse via . Tutto finì con ordine perfetto e con piena
soddisfazione nostra e dei moltissimi passeggeri .
Era bello e commovente vedere tutta quella
moltitudine di credenti in ginocchio adorare Gesù,
disceso tra le mani del suo ministro ; e le pre-
ghiere uscite da quei cuori sinceri e cristiani an-
cora, debbono essere state ben ferventi, special-
mente dopo il passato pericolo, di cui ho parlato
pii! sopra . E poi in questi giorni come si medita
bene, anche senza mettersi di proposito! Per ciò
naturalmente si prova il bisogno di pregare . Non
occorrono libri . Cielo ; mare ; grandezza, onnipo-
tenza di Dio ; nullità dell' uomo . Ecco i pensieri
che preoccupano tutta l'anima . Si erano incomin-
ciati i catechismi, ma furono subito interrotti dal
cattivo tempo ; oggi però furono ripresi, e mentre
scrivo odo voci infantili che balbettano il Pater
Noster, l'Ave Maria, il Credo, ecc . e così si con-
tinuerà fino al termine del viaggio , perché Mon-
signore , prima di prender terra , desidererebbe
fare a bordo una piccola funzione che sarà di
grande importanza , e consiste in una prima Co-
munione generale dei fanciulli e fanciulle che non
l' avessero fatta ancora ; e poi dare anche il Sa-
cramentodlCfrmazionetuqliche
non ebbero ancora comodità di riceverlo . Speriamo
di poterla fare, ed a suo tempo lo scriverò ogni
cosa quando saremo giunti a Buenos Aires, ove a
Dio piacendo, arriveremo fra 12o 13 giorni . Ma
ho detto di voler esser breve e finisco, tanto più
che siamo in vista doll'isola S . Vincenzo e dì quelle
orride bellezze descritte da Mons . Cagliero nel
1875 .
Ringrazii a nome di Monsignore, dei Missionarii
tutti e delle Suore, il carissimo Papà D . Bosco ;
i Superiori, i giovani dell'Oratorio, i Cooperatori
e le Cooperatrici per le preghiere che fecero per
noi e raccomandi a tutti di continuare ancora, af-
finché dopo d'aver incominciato il nostro viaggio più
o meno bene, possiamo terminarlo ottimamente .
Noi preghiamo sempre per i nostri amici d' Eu-
ropa . Ogni giorno se non parliamo dell'Oratorio è
certo che pensiamo all'Oratorio e di ciò che ab-
biamo volentieri lasciato per conquistare anime a
Gesù Cristo. Divisi di corpo ma uniti nello spirito,
lontani e vicini, di giorno e di notte e sempre in-
sieme, sentiamo crescere ogni dì più la nostra al-
legrezza e l'ardore che ci spinge a trovarci presto
in mezzo al campo dello nostre missioni .
Addio, addio . Mi ricordi sempre nelle sue pre-
ghiere e mi creda tutto suo e sempre aff .m o nel
Signore
D . EVASIO RABAGLIATI .
MONTEVIDEO .
Fìnalmente dopo alcuni altri giorni di aspetta-
zione , il 14 Marzo , un dispaccio telegrafico re-
cava la novella desiderata .
Torino, Montevideo 13 Marzo ore 10,35 sera.
Giunsi felice .
CAGLIERO .
Che il Signore sia benedetto e ringraziato!

1.7 Page 7

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STORIA DELL'ORATORIO DI S. FRANCESCO DI SALES
Parte seconda .
CAPO XIV .
Il bene dal male - Il piccolo Semìnario di Giaveno
- Buona condotta dei giovani - Sante ìndustrie
- Cacciatori e pescatori di anime - Il mese di Ma-
ria - L'età dell'oro - Caduta del fulmine - Pro-
tezione del Cielo - Una celia - Ringraziamento
- Insulti e menzogne della Gazzetta del Popolo
Il parafulmine.
Non ogni male viene per nuocere , dice il pro-
verbio ; e l' apostolo s . Paolo ci assicura che le
cose tutte tornano a vantaggio per coloro, che amano
Dio : Diligentibus Deum omnia cooperantur in
bonum . Anche il nostro Oratorio ebbe ad esperi-
mentare la verità di queste parole ; imperocchè le
riferite perquisizioni del Governo e i codardi as-
salti della malvagia stampa finirono per farci del
bene . Infatti questi atti odiosi e clamorosi ad un
tempo fecero meglio conoscere D . Bosco e l'opera
sua, gli guadagnarono le simpatie della gente dab-
bene, porsero alle stesse pubbliche autorità occa-
sione o modo di convincersi che nulla avevano a
temere della sua politica , anzi gli fecero indiriz-
zare da molte parti un sì gran numero di fanciulli,
che in breve da 500 giunsero a 600 e poscia a
700, e il nostro Oratorio divenne come un popolo
di giovinetti di bellissime speranze per la Chiesa
e per la civile società . Non solo i Parrochi, i Sin-
daci, i Prefetti o Intendenti, ma gli stessi Mini-
stri del Re presero ad inviare tra noi in gran co-
pia i figliuoli dei loro impiegati defunti, e di altri
che facevano ricorso al Governo, per essere rico-
verati in qualche pio Istituto . In vero abbiamo di
quel tempo molte lettere dello stesso Ministro
Farini e dei suoi Segretarii, colle quali si raccoman-
dano a D . Bosco giovanetti orfani ed abbandonati
con espressioni di alto encomio e con promessa di
sussidio all'opera sua . Così quello stesso Ministro
che pochi mesi innanzi avea spiccato ordine di se-
vere perquisizioni contro Don Bosco e il nostro
Oratorio, dopo queste ne concepì tanta stima, che
pareva non trovasse in tutto lo Stato nè persona
nè luogo più sicuro, cui affidare i suoi raccoman-
dati . E questo fu per noi di valido appoggio in quei
tempi, in cui bastava che una qualsiasi anche buona
instituzione non fosse benevisa o venisse in sospetto
al Governo, per trovarsi subito esposta a guerre
atroci, e al pericolo di soccombere alle violenze di
chi brandiva la spada od impugnava la penna . Per
tal modo la divina Bontà traeva per noi il bene
dal male, e ci ricompensava delle tribolazioni di-
nanzi sofferte .
Altra ragione di conforto noi avevamo pure in
quel torno, e fu il risorgere del piccolo Semina-
rio di Giaveno, per cura di D . Bosco e del perso-
nale inviatovi dal nostro Oratorio . Detto Semi-
nario,fdtpcoilCndTretoa
norma dei suoi savii decreti, era stato per quasi
tre secoli il vivaio del clero, primieramente del-
l'Abbazia di S . Michele della Chiusa , cui appar-
teneva, indi dell'Archidiocesi di Torino, alla quale
sul principio del corrente secolo veniva incorpo-
rato ; ma in questi ultimi anni aveva scemato co-
tanto di allievi, che ridotto ad un solo, stava per
essere chiuso ed ingoiato dal Governo . Doleva
grandemente all'Arcivescovo Fransoni un tal fatto ;
ond'è che venne in pensiero di affidarne la cura a
D . Bosco, nella fiducia che questi colla fàma del
suo nome e coll'opera de' suoi figli lo avrebbe ri-
chiamato a florida vita, e perciò conservatolo alla
Chiesa . Dal luogo del suo esiglio ne scrisse per-
tanto al signor Canonico Celestino Fissore, allora
suo Vicario generale ed ora Arcivescovo di Ver-
celli, e glielo feco offrire a nome suo con pre-
ghiera di accettarlo . Don Bosco, al quale son legge
non solo i comandi, ma fin anco i desiderii del suo
Superiore ecclesiastico, accettò di gran cuore l'of-
ferta, lietissimo di poter in quel modo cooperare
viemeglio al bene dell'Archidiocesi . Né le conce-
pite speranze andarono deluse ; poiché appena si
seppe che egli assumeva la cura del Seminario di
Giaveno le dimande per collocarvi giovani allo
studio piovvero da tutte parti ; e molti vi anda-
rono pure indirizzati dal nostro Oratorio .
Avvicinandosi poi il tempo di dare incomincia-
mento all'anno scolastico 1860-61, Don Bosco vi
spediva il personale prescelto . Non avendo ancora
in quel tempo alcun sacerdote a sua disposizione,
fuorchè D . Vittorio Alasonatti, la cui presenza era
indispensabile tra noi, egli col consenso della Cu-
ria vi stabilì Direttore il Sac . D . Giovanni Gras-
sino, oggidì parroco di Scalenghe, dandogli in aiuto
alcuni chierici di specchiata virtù . Sotto questa
direzione ed amministrazione, e colla disciplina e
metodo di educazione usato nell' Oratorio, il pic-
colo Seminario di Giaveno prese tosto si buon av-
viamento, che nel corso e alla fine del primo anno,
e pel numero degli alunni, e per la morale con-
dotta da loro tenuta, e per la felice riuscita negli
esami , D . Bosco ne riceveva notizie consolantis-
sime .
Fra quelli , che di cotale risultato ebbe a go-
dere, fu il teologo Arduino Canonico prevosto di
Giaveno, il quale negli anni decorsi deplorava al-
tamente il deperimento di quell'Istituto, stato già
la gloria e la delizia della sua popolazione . Quando
conobbe che Don Bosco ne prendeva la cura disse
che se questi riusciva a portare sino a 50 il nu-
mero degli alunni gli avrebbe fatto collocare il ri-
tratto tra quello dei più insigni benefattori del Se-
minario e del paese . Ma l'evento superò la sua e
l'altrui aspettazione, poiché il numero dei giova-
netti giunse da prima sino a 100, sorpassando in
appresso i 200 . Testimonio oculare di questo fatto
il prelodato Canonico esclamò : Non solo un ri-
trattò, ma una statua si deve a D . Bosco . Ma
Don Bosco non ambiva nè l' uno nè l'altra ; che
anzi, pago di aver potuto conservare all'Archidio-
cesi un Istituto di tante speranze, due anni dopo

1.8 Page 8

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si ritirava dalla sua cura ed amministrazione , e
richiamava nell'Oratorio il personale, che prefe-
riva di esservi occupato in altre opere di religione
e di carità, sotto il vessillo di san Francesco di
Sales .
Intanto l' anno 1860 finiva e spuntava il 1861
sotto buoni auspizi . Frequentatissimi erano gli O-
ratorii festivi nei tre punti principali della città,
gremito di giovani il nostro Ospizio in Val-
docco, e la pietà e moralità fiorente . Eranvi poi
dei giovanetti, artigiani e studenti, cotanto vir-
tuosi, che ritraevano la vita di Domenico Savio, e
rinnovavano presso di noi le opere meravigliose
ed anche soprannaturali di quell' angelico nostro
compagno ed amico . I giovani si amavano come
altrettanti fratelli ; non risse erano tra loro, non
discordie, non dissapori ; ma tutti formavano come
un cuor solo ed un' anima sola , per amare Iddio
e consolare Don Bosco . Era si grande in tutti l'im-
pegno di tenere una buona condotta morale e reli-
giosa chi alla fine della settimana, quando legge-
vansi pubblicamente i voti da ognuno riportati dai
proprii maestri ed assistenti, accadeva raramente
di udire un nove , poichè tutti meritavano dieci,
vale a dire niuno dava motivo al più lieve la-
mento nè per la pietà, nè per lo studio, nè per
la scuola, nè per l'officina, nè pel dormitorio, nè
per la ricreazione e via dicendo . Il nòve, ossia il
suffragio indicante una condotta solamente quasi
ottima, era in tanta disistima, che quando un gio-
vane allievo, più per leggerezza che per cattive-
ria, lo aveva ottenuto, ne piangeva dirottamente,
e per ordinario nol riceveva più in tutto l'anno .
A questa emulazione e a questo invidiabile stato
di cose influirono, è vero, vari fatti straordinarii,
dei quali non ci è permesso di parlare in questo
luogo, ma vi ebbero pure gran parte lo zelo e le
sante industrie del nostro Direttore e de' suoi aiu-
tanti . Generalmente dopo pranzo e dopo cena Don
Bosco trovavasi in ricreazione tra noi . Ora in piedi
ed ora seduto sopra una tavola od anche sul nudo
terreno, circondato sempre da larga corona di gio-
vani, egli ci deliziava raccontandoci fatti ameni ed
esempi edificanti . Talvolta volgeva una parola di
incoraggiamento a questo , che ne sapeva abbiso-
gnare , tal altra ne diceva in confidenza una nel-
l'orecchio a quello ; onde mutandosi ogni ora in-
torno a lui i giovani, e succedendosi gli uni agli
altri nel piacere di stargli vicini , avveniva che
tutti o quasi tutti in pochi giorni ricevevano, come
pulcini dall'amorevole chioccia, una imbeccata, che
loro dava o conservava la vita . Altre fiate faceva
chiamare a sè o andava egli stesso in cerca di ta-
luno , che conosceva più o meno bisognoso di es-
sere scosso al bene o allontanato dal male , e a
quattr' occhi e con una bontà inarrivabile dice-
vagli alcune parole, che nel ' animo suo facevano
più effetto che non una muta di spirituali esercizi .
E siccome dopo le orazioni della sera e finito il
breve sermoncino, del quale abbiamo a suo luogo
parlato, i giovani si pressavano a lui d'intorno
per augurargli la buona notte od esporgli un dub-
bio e chiedergli un consiglio , così egli coglieva
premurosamente il destro e diceva a questo e a quel-
l'altro una parola confidenziale, che veniva custodita
come un tesoro e praticata con molta fedeltà . Que-
ste ed altre consimili industrie Don Bosco ave-
vale introdotte fin dai primi anni dell' Oratorio,
ma esperimentando i salutari effetti che produce-
vano prese ad usarle in quell' anno con più fre-
quenza, e perciò con immenso nostro vantaggio .
Don Alasonatti prefetto della casa e nostro se-
condo padre, non avendo come Don Bosco il dono
della parola , attendeva in altra guisa al nostro
benessere . Egli invigilava che non s'introducessero
abusi tra noi, toglieva sopra di sè l'uffizio di fare
rimproveri o minacce ed anche d'imporre lievi ca
stighi, e con ciò suppliva alla efficacia dei mezzi
più blandi e di persuasione, quando questi con al--
cuni indocili e caparbii non riuscivano ad ottenere
l' intento . Egli per altro esercitava questa parte
di disciplina con tanta carità, calma e discrezione,
da farsi temere, ma non odiare, perchè all'amaro
mesceva il dolce , alla fortezza univa la mansue-
tudine, al giudizio ed al castigo sposava la mise-
ricordia e la benevolenza . Anzitutto esaminava at-
tentamente e prudentemente la cosa , faceva di-
scorrere il colpevole , e dove occorreva l' avviso
non usava il rimprovero, e quando questo bastava
non veniva nè alla minaccia nè al castigo, seguendo
fedelmente la regola data da Dio medesimo con
queste parole : Pro mensura peccati erit et pla-
garum modus : « La quantità del castigo sarà se-
condo la misura della colpa . » In tutti i casi poi
egli dava sempre a divedere che non operava per
astio, ma per amore, non per capriccio e risenti-
mento, ma per dovere e pel desiderio di giovare
al colpevole.
Ma alla nostra condotta e savia educazione la-
voravano pure in ricreazione altri ausiliari di Don
Bosco ; e questi erano i chierici, i maestri, i capi
d'arte, gli assistenti, e non pochi giovani che bat-
tevano le orme di Domenico Savio, facendosi come
lui cacciatori e pescatori di anime . Divisi qua e
colà essi prendevano parte e facevansi l'anima di
tutti i divertimenti , e ciò con tanta premura e
attività da disgradarne i più avidi di trastulli .
Chi non conosceva la pia intenzione e la nobile
mira di quei giovani e chierici li avrebbe detti
dissipati ed ignari del proprio decoro ; ma era ben
altrimenti . Essi promuovevano la ricreazione e
l' accaloravano per darle importanza e allettarvi
anche gli inerti, a fine di scuoterli dalla pigrizia
e dalla malinconia, e per tal modo svilupparne la
vita fisica e morale ; si facevano capi dei giuochi
per dominarli ed esserne come gli arbitri , onde
nei casi di contestazione accordarsi vicendevolmente
per impedire tra i giovani contese, diverbii e risse,
e perciò l'offesa di Dio ; passavano poi ore ed ore
in questo esercizio e spesso con loro grande sa-
crifizio ed abnegazione, ma lieti di potere in quel
mezzo conoscere meglio i giovani, la loro indole,
i loro difetti, e cogliere l'opportunità di volgere
loro uno parola di salute .
Mentre gli uni attendevano in questo modo ai
divertimenti comuni, altri sparpagliavansi nel cor-
tile, adocchiavano questo o quell'altro giovane che
stava da solo, lo invitavano a trastullarsi o a pas-
seggiare con essi , e questo sempre col lodevole
intento di promuovere la onesta allegria, e per

1.9 Page 9

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avere la propizia occasione di porgere un buon
consiglio ed invogliare allo studio, al lavoro, alla
pietà . Dopo di essersi ricreato alquanto con quel
dato fanciullo o studente od artigiano , dopo di
aver discorso con lui, come si dice , del vento e
della pioggia, il buon chierico usciva in bel modo
a fargli una interrogazione, che lo riguardasse più
da vicino, e gli dimandava per esempio : - Hai
tu ancora i tuoi genitori , e procuri tu di conso-
larli colla tua buona condotta e di pregare per
loro?-Che voto hai riportato la settimana scorsa?
- Da quanto tempo è che non sei più andato a
confessarti ? - Avrei bisogno di ottenere una gra-
zia dal Signore ; vorresti tu venire domani con
me a confessarti e a fare la santa Comunione, se-
condo la mia intenzione ? - Vuoi tu che andiamo
a trovare D . Bosco? Vieni e ci faremo dire una
parola nell'orecchio ; e così via dicendo .
Alla stessa meta avevano l'occhio i maestri nelle
scuole e gli assistenti e capi di dormitorio e la-
boratorio . Ognuno procurava di guidare i proprii
allievi al compimento dei doveri, al buon ordine,
al lavoro, allo studio , alla virtù più coll' amore
che col timore, più per provvedere all'anima che
non al corpo, più in vista del Cielo che non della
terra . Inspirati all' esempio e alle parole di Don
Bosco, desiderio e sollecitudine di tutti si era di
cercare , promuovere e cogliere tutte le possibili
occasioni per conservare o condurre a Dio i gio-
vani dell' Oratorio e salvare le loro anime . Una
delle massime più fedelmente praticate era di f ar
passare Iddio nel cuore dei giovani non solo per
la porta della chiesa, ma della scuola o dell'offi-
cina . E questo essi s'industriavano di conseguire,
ma con tanta prudenza e moderazione che i gio-
vani quasi non se ne avvedevano, ma ben senti-
vano e provavano che era cosa molto più soave
essere pii e virtuosi, che non indevoti e malvagi .
Riguardavano poi l'Oratorio come la loro casa di-
letta, ed amavano i superiori come gli amici del-
l'anima .
Questo lavorìo apostolico, o, se vogliamo così
chiamarla , questa caccia e pescagione di anime,
venne nell'anno 1861 esercitata in modo specialis-
simo durante il mese di maggio in ossequio a Ma-
ria SS ., verso della quale D . Bosco studiavasi d'in-
fonderci una divozione tenera e soda, ed insegnavaci
ad amarla qual Madre amorevole, ed onorarla ed
invocarla quale Regina potente . Ci piace di accen-
nare qui le pratiche principali , pubbliche e pri-
vate , che avevano luogo tra noi in detto mese ,
tanto caro ai divoti di Maria . Ogni sera, radunati
nella chiesa di san Francesco di Sales, cantavasi
una lode alla Vergine ; indi facevasi la lettura del
giorno in libretto appositamente composto e stam-
pato da Don Bosco ; poscia impartivasi la benedi-
zione col SS . Sacramento (1) . Al mattino poi il
tribunale di penitenza era assiepato da giovani an-
siosi di riconciliarsi con Dio, e la Mensa degli An-
geli così frequentata , che la Comunione pareva
quotidianamente generale . Nel corso delle varie
ricreazioni del giorno tu vedevi un continuo affollarsi
(1) Il libretto è intitolato : Il Mese di Magg io pel
sac . Giovanni Bosco . Libreria Salesiana . Torino .
di giovanetti in chiesa dinanzi all'altare della Ma-
donna ; e non pochi di essi sacrificavano buona
parte dei loro trastulli, stando a pregare o a leg-
gere qualche libro, che trattava delle glorie di Lei .
I chierici poi ed i giovani più abili, fattasi una rac-
colta di belli esempi, ne andavano raccontando al-
meno uno per giorno ora a questo, ora a quell'altro
crocchio di compagni, ingegnandosi di far conoscere
le prerogative, le virtù e le misericordie della gran
Madre di Dio, accrescere il numero dei suoi figli, e
accenderli del suo celeste amore .
Dopo cena e prima delle orazioni, raccolti nel
cortile o sotto il porticato , molti si ricreavano
cantando lodi a Maria, gareggiando così nell' in-
neggiare a Colei , che dopo Dio occupava in quel
mese la nostra mente e il nostro cuore . In tutti
poi e studenti e artigiani era una mirabile gara
di tenere una condotta ottima in ogni punto, per
vere la consolazione ed il vanto di presentare
all'Augusta Regina del Cielo, nella fine del mese,
una corona intrecciata di dieci .
Come se queste pratiche ancor non bastassero a
dare pieno sfogo alla pietà dei giovani verso la
dolcissima lor Madre , ogni dormitorio aveva an-
cora un altarino , sopra cui campeggiava una sua
graziosa immagine, circondata di fiori, di lampade
e candele . I giovinetti si assumevano l'incarico di
sopperire alle spese occorrenti , se artigiani , do-
nando una parte della mancia , che loro toccava
alla fine di ogni settimana , se studenti , ofrendo
danaro od altri oggetti, di cui potevano disporre .
Alla sera poi, e dopo le orazioni comuni, in ogni
dormitorio , prima che i giovani si mettessero a
letto, il chierico assistente li raccoglieva dinanzi
all'altarino , e alternativamente con essi recitava
7 Ave Maria in memoria delle sette allegrezze
o dei sette dolori della Vergine ; dopo ciò ognuno,
come se avesse dato un figliale saluto e chiesta
la benedizione alla propria Madre , se ne andava
lietamente a riposo . Nei giorni festivi e nella chiu-
sura del mese un chierico precedentemente inca-
ricato vi teneva eziandio un discorsetto ad onore
di Maria , facendo così in una camera le prime
prove di predicatore , sotto gli auspici di Colei ,
che è chiamata meritamente Regina degli Apo-
stoli, Regina Apostolorum .
Il Signore benedisse queste industrie e questi
mezzi di carità e di religione, e li coronò di frutti
salutari . Per vero dire non ci ricorda che la pietà
e la moralità fiorisse tra di noi meglio che in al-
lora ; che i giovani artigiani fossero più attivi e
più amanti del lavoro, gli studenti più affezionati
ai loro doveri scolastici , e che i maestri ed as-
sistenti fossero più amorevolmente assecondati nelle
loro fatiche . Ond' è che avemmo una prova luci-
dissima che la Religione è fondamento e mezzo ef-
ficacissimo di savia educazione : che la carità, lo
zelo e le belle maniere di chi dirige ed ammae-
stra riescono sempre a guadagnare la mente ed il
cuore dei giovanetti, ad allontanarli dal vizio, ad
innamorarli della virtù, a renderli buoni cristiani
e savii cittadini ; e che nel formare gli animi al
bene il metodo preventivo è da preferirsi al re-
pressivo . Quell'anno fu per così dire l'età dell'oro
pel nostro Oratorio, e meritamente D . Bosco può

1.10 Page 10

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fare ardenti voti che essa ritorni e si estenda a
tutti i suoi istituti presenti e futuri .
Ma se questa buona condotta dei giovani e que-
sto zelo dei superiori dovevano riuscire graditi al
Cielo, per la ragione dei contrarii parvero intol-
lerabili all'inferno, il quale perciò, permettendolo
Iddio, tentò di prenderne aspra vendetta nel modo
che siamo per dire.
Era la sera del 15 maggio, e nel dormitorio in-
titolato da S . Luigi, all' ultimo piano del fabbri-
cato volto a nord-est e a mezzogiorno , e corri-
spondente in parte alla camera di D . Bosco, pra--
ticavasi in modo particolare il mese di Maria nella
guisa dinanzi descritta . Era abitato da una sessan
tina di giovani artigiani , e vi assisteva il chie-
rico Giovanni Bonetti . Si rammenta da tutti che
dopo aver recitato secondo il solito 7 Ave Maria
in onore della Santissima Vergine, il prelodato as-
sistente , mosso non si sa come , invitò i giovani
ad aggiungerne tre altre, e disse : Recitiamo an-
cora tre Ave Maria , affinché la Beata Vergine
ci liberi da ogni disgrazia . I giovani come sor-
presi da tale novità le recitarono di gran cuore
con lui ; indi andarono a letto . Poco dopo la mez-
zanotte, e quando tutta la Comunità era immersa
nelprimosono,sisolevaungrantemporalee
prende a guizzare il lampo e a rumoreggiare il
tuono spaventosamente . Circa l'ora una, tutto ad
un tratto il dormitorio appare come in mezzo alle
fiamme e poi ritorna nelle tenebre ; uno scroscio
formidabile si fa udire nel tempo medesimo e scuote
dalle fondamenta la casa ; indi un rovinare di ma-
cerie, e lai e gemiti e grida da agghiacciare il cuore .
Sul dormitorio, per mezzo di un fumaiuolo, era ca-
duto il fulmine, rovesciandone il tetto e il soffitto
con tegole mattoni e calcinaccio sopra i letti, sep-
pellendovi alcuni giovani . Descrivere la comune
costernazione è impossibile . Chi piange, chi geme,
chi invoca la Madonna, chi chiama D . Bosco , chi
fugge , chi cade ; pareva il finimondo . Al fragore
ed allo schiamazzo balza di letto l'assistente come
atterrito, ed acceso il lume porta i primi soccorsi .
Vedendo poi alcuni giovani coperti di macerie ed
uno tra gli altri, per nome Giulio Perroncini, che
pareva morto, inviò tosto ad avvisare Don Bosco
del caso sinistro ed invocarne l' assistenza e l' a-
iuto . Il messo nel primo fervore della colpita im-
maginazione riferì che la maggior parte dei gio-
vani erano morti!
Ma mentre queste cose succedevano al di sopra,
il povero D . Bosco alla sua volta passava al di
sotto un ben brutto momento . È da sapersi che
il camino , per cui penetrò la fulminea saetta ,
faceva capo nella sua camera da letto ; ond'è che
colà precipitata l' elettricità, e non trovando più
sfogo , si appigliò al suo letto di ferro e lo sol-
levò in alto insieme con lui circondandolo di ab-
bagliantissima luce , così che per un istante ei
parve il profeta Elia sopra il suo carro di fuoco .
Dopo alcuni minuti secondi ogni luce si spense, e
il letto, battendo sopra un inginocchiatoio, piombò
con tale impeto , che di rimbalzo D . Bosco ne fu
gettato sul pavimento , seminato di macerie A
bella prima sembrò al povero uomo di essere spro-
fondato col suo letto nel dormitorio sottostante
sopra altri suoi figli . Intanto alzatosi in piedi andò
tentoni tastando qua e là , per conoscere ove si
trovava , con animo trepidante di precipitare o
di rovesciarsi addosso qualche muro cadente . Come
Dio volle, dopo alcuni passi ei toccò un quadretto e
la piletta dell'acqua santa, che pendevano dal muro
in capo del letto . Si accertò allora di essere ancora
in sua camera, e posta la mano alla cordicella, che
scendeva da un lato , diede una forte scampanel-
lata, chiamando a sè i giovani Giuseppe Reano e
Giuseppe Rossi, che dormivano in una stanza at-
tigua , e copertosi alla meglio stette aspettando .
E qui ci piace di riprodurre una parte del rac-
conto , che il Reano stesso ce ne fece in un suo
manoscritto .
- » Un formidabile scroscio, così egli, si fece sen-
tire tra noi ; la camera nostra divenne come ac-
cesa . Poi un silenzio sepolcrale che durò un mi-
nuto ; poi il campanello di D . Bosco suonò . Ahimè !
esclamammo noi due, qualche sventura ! Vestiti in
fretta ed acceso il lume corremmo con ansia e tre-
manti nella camera di D . Bosco . Quando fummo
vicini al suo letto egli ci guardò sorridendo e ci
disse con tutta tranquillità e placidezza : - Guar-
date che cosa vi è in mezzo alla camera ; e ve-
demmo dei mattoni affumicati, caduti giù dal ca-
mino .
» Don Bosco non aveva ancora finito di parlare,
prosegue il Reano , quando si ode a battere alla
porta di nostra stanza . Lascio Don Bosco, apro la
porta, e mi si presenta il giovane artigiano Gia-
como Ballario,cheprl'afnotevpa
parlare - Reano, mi disse, per carità avvisi to-
sto D . Bosco e venga presto nella nostra came-
rata ; è caduto il fulmine ... il soffitto è precipi-
tate sopra i giovani . . . e una buona parte son morti .
- Don Bosco, avendo udito in confuso le riferite
parole, mi chiamò nuovamente e m'interrogò che
cosa fosse successo . Saputa la cosa - Oh mio Dio!
esclamò egli con una espressione che schiantava il
cuore ; ma Voi voleste così , o Signore , e io a-
doro i vostri decreti . - Poi : - Va subito a ve-
dere , mi soggiunse , e rendimi informato . - Io
corro di sopra, e appena metto il piede nella ca-
merata sento un odore di zolfo intollerabile ; avan-
zandomi odo strida di voci , gemiti e pianti . In
quel momento mi sono sentito stringere il cuore,
e gli occhi mi si riempirono di lagrime . La ca-
merata era lunghissima con due file di letti . Or
bene, più di due terzi del soffitto era crollato .
Inoltratomi verso il fondo del domitorio trovai di
peggio : varii letti erano sfondati dal peso delle
macerie ; alcuni giovani mandavano sangue dal
volto ; uno aveva la faccia come abbronzata ; altri
storditi dalla scossa sembravano imbecilli (1) . Un
povero calzolaio, per nome Giovanni Vairolati, fuori
dei sensi era sostenuto sul letto e spruzzato di
acqua da due compagni, che tentavano inutilmente
di farlo rinvenire ; egli pareva moribondo . Altri,
non ostante il gran tafferuglio, non muovevano e
sembravano morti . Allora ritornai a Don Bosco
per renderlo consapevole , ed egli, che in quel
(1) L'abbronzato dalla folgore era il giovane Mode-
sto Davico, oggidì Sacerdote salesiano .

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Frattempo aveva già potuto vestirsi , accorse im- Don Bosco narrando il fatto e attribuendolo
mediatamente al luogo del disastro . » Fin qui il al demonio soleva dire celiando : - Quel gros-
Reano, con parecchi di noi testimoni oculari .
siere non conosce le regole di buona educazione
Entrato che fu D . Bosco nel dormitorio, i gio-
vani respirarono come se entrato vi fosse un An-
gelo consolatore . Quelli che erano già alzati si fe-
cero tosto a lui d' intorno . Essi tremavano come
ed è molto villano : dà dei crolloni da slogar le
ossa . In fatto poi di musica è uno stupido ; non sa
fare la battuta e ignora l'armonia : batte fuor di
tempo e fà un fracasso della malora, da rompere
foglie agitate dal vento, ed avevano la fisionomia le orecchie persino a quei che dormono . - Ma non
così travisata, che D . Bosco più non li riconosceva . solo villano e cattivo musico si mostrò il nostro
Intanto passando per mezzo le macerie e il calci- avversario, bensì omicida ; e se Dio glielo avesse
taccio egli si fece al letto di quelli, che parevano concesso ci avrebbe in quella notte bruciati vivi
più malconci , e tosto si accorse che il male non o schiacciati sotto la casa, come fece un dì coi
era quale da prima si era annunziato, e ne ringraziò figli del santo Giobbe .
in cuor suo il buon Dio . Mandò poi a pigliare acqua
ed aceto, e di propria mano lavò le ferite e livi-
dure dei colpiti . Accostatosi poscia al giovane Vai-
La domenica seguente, solennità di Pentecoste,
dopo il vespro e la predica si cantava poscia un
solenne Te Deum, al quale prendevano parte non
rolati lo chiamò due o tre volte ad alta voce , e
il poveretto, che fino allora non aveva ancora a-
perto gli occhi nè formolata una sillaba, li schiuse,
diede un lungo respiro e con voce stentata sì, ma
solo i giovani interni ed esterni dell'Oratorio, ma
molti nostri benefattori, lieti di vedere ogni dì più
favorita e difesa da Dio un'opera, che eglino pro-
muovevano con tanta carità e sacrifizio .
abbastanza intelligibile, disse : Oh! D . Bosco! Poco In quei dì alcuni giornali malevoli, annunziando
dopo egli rinveniva affatto e si univa ai compagni . la caduta del fulmine sopra la nostra casa, si com-
Don Bosco si fece in fine al giovane Perroncini,
che rimaneva tuttavia immobile nel suo letto . Era
sospetto di tutti che egli fosse fulminato, e niuno
perciò aveva sino allora osato di scuoterlo, forte
temendo di dover constatare che ei fosse cadavere .
Fatto accostare più da presso il lume , D . Bosco
esaminò e vide che il povero giovane era ferito
piacevano di spandere ai quattro venti che vi e-
rano stati dei morti . La Gazzetta del popolo tra
gli altri, mal celando l'astio che nutriva contro il
nostro Oratorio per non averlo potuto far chiudere
l'anno innanzi , col solito suo gergo sconvenevole
ed empio pubblicava queste maligne e menzognere
parole
alla faccia, e che una piccola scheggia di canna ,
mescolata colle macerie del caduto soffitto, eragli
penetrata nella guancia, e spuntavagli fuori presso
la palpebra inferiore dell'occhio destro . Provò di
estrarnela colla punta delle dita, ma non riuscì a
pigliarla ; domandò allora un paio di forbici, e con
queste usate a guisa di pinzette ne la cavò . A
quest'atto il creduto morto si scosse, e immagi-
nando di essere molestato da un compagno diede un
« Nella notte da lunedì a martedì scorso il
fulmine cadeva , indovinate un po' dove? Proprio
su quel vivaio d'infelici, che il teologo Bosco (il
moderno Loriquet famoso per la sua Storia d' I-
talia tutta viscere per l' Austria) raccoglie dalle
campagne ed istruisce secondo i suoi principii per
popolare il paese di baciapile.
» Uno di quelli infelici allievi periva, altri ri-
manevano feriti .
pugno a D . Bosco, gridando in dialetto piemontese
Baloss gram, lasmn e deurmi (1) . La gioia, di cui gli
astnidroclmia'udreqstvoc
questa espressione , è più facile a pensare che a
descrivere : tutti e D . Bosco con loro diedero in uno
scroscio di risa pel piacere che provavano nell'essere
assicurati appieno che in tanto disastro non vi era
vittima alcuna . La protezione di Dio mostrossi vi-
sibilissima .
Accertati che la vita di tutti erano salva, i gio-
vani del dormitorio non vollero più rimettersi in
letto, quantunque non fossero che le ore due an-
timeridiane ; ma scesi con D . Bosco in chiesa si
confessarono tutti, ascoltarono la Messa celebrata
dal Sac . Michele Rua , e fecero la santa Comu-
nione in ringraziamento a Dio e alla Vergine Im-
macolata, per averli in quella notte preservati da
certa morte . Verso le 5 del mattino , al segno
della levata comune, i protetti di Maria avevano
già dato libero sfogo alla piena di loro gratitu-
dinealSgor,ndavcotlevind
di quella notte memoranda ai compagni degli al-
tri dormitorii, esaltando presso tutti la divina mi-
sericordia, e la materna bontà della Vergine .
» Se si fosse trattato di un collegio liberale, i
preti avrebbero esclamato : « Ecco il dito di Dio . »
» Avendo un po' più di rispetto per quel dito ,
noi non gli daremo mai il torto di un omicidio (1) . »
A questo proposito notiamo solo di passaggio
che la liberale Gazzetta pubblicava queste linee
in Torino e sei giorni dopo il fatto accaduto ,
cioè dove e quando aveva avuto cento occasioni
per conoscere appieno la verità . Ma per certi gior-
nali la bugia è loro vita, e la bestemmia e calun-
nia è loro mestiere e guadagno . In quanto poi agli
insulti, onde allora ci coperse , ora colle prove
lampanti dinanzi agli occhi del mondo siamo in
grado di risponderle che quelli infelici e bacia-
pile di Don Bosco, istruiti in un' arte o mestiere
od avviati allo studio , menano oggidì vita ono-
rata in mezzo alla società, e lieti tutti dell'avuta
educazione quali avvocati, quali professori, quali
graduati nell' esercito, quali Sacerdoti esemplari ,
sono utili a se stessi ed ai loro fratelli ; anzi
non pochi di loro, generosi e prodighi dei proprii
agi e persin della vita, penetrarono già nella Pa-
tagonia, portando la luce della religione e i be-
nefizi della civiltà a tribù barbare e selvagge ,
(1) Parole che volte in italiano danno questo senso
Birbon cattivo, lasciami dormire .
(1) N . 139, lunedì 20 maggio 1861 .

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facendosi così veraci benefattori della povera uma-
nità . Abbiamo quindi molte ragioni di credere che il
dito di Dio in quella notte e in appresso sia stato
cGa oanzeti,dvamol d avergli dav-
vero un po' più di rispetto, ammirandone gli alti
portenti . Ma torniamo a bomba .
La caduta del fulmine eccitò in alcuni di noi il
desiderio che D . Bosco facesse mettere sulla casa
un parafulmine , e gliene fecero parola il giorno
stesso . - Sì, rispose egli, e vi collocheremo una
statua della Madonna . Maria questa notte ci parò
così bene dal fulmine, che noi commetteremmo una
ingratitudine , se confidassimo e ricorressimo ad
altri che a Lei . - Procurata pertanto una statua,
il capo mastro muratore Carlo Buzzetti fece prepa-
rare il ponte, e D . Bosco in un giorno festivo, dopo
le sacre funzioni della sera, salitovi sopra e vestito
di cotta e stola, circondato da una schiera di chierici,
la benediceva solennemente ; indi da quel ponte, che
fu certamente il più alto pulpito del mondo, fece ai
giovani raccolti nel sottostante cortile una calda e-
sortazione ad onorare, ad amare, a confidare sem-
pre nella gran Madre di Dio . Cessato di parlare,
egli di là intonava la lode che incomincia : Lo-
date Maria - O lingue fedeli, e i giovanetti la
proseguirono sino alla fine con uno slancio ed af-
fetto indescrivibile, accompagnati dalla banda mu-
sicale, che gareggiava alla sua volta nel riempire
l'aria di armoniosi concenti a gloria e in ringra-
ziamento alla nostra celeste Protettrice . La statua,
collocata in allora sulla vetta della casa e presso
al luogo colpito dal fulmine, vi rimase sino a quando,
prolungata quella parte di fabbricato, venne tra-
sferita sul frontone del medesimo, dove esiste
tuttora, ricordandoci di continuo la materna be-
nevolenza di Colei, nella quale chi confida non ri-
mane confuso .
OTTAVO CENTENARIO E BREVE VITA DI S, GREGORIO VII .
Il 25 del prossimo maggio occorre l'ottavo Cen-
tenario della morte del Sommo Pontefice S . Gre-
gorio VII .
Il S . P . Leone XIII ha stabilito il giorno 4 del
consecutivo mese di giugno, festività del Corpus Do-
mini, per l'Udienza speciale che si degna accordare
alle Deputazioni dei Comitati Diocesani dell'Opera
dei Congressi cattolici e alle Rappresentanze delle
Diocesi italiane, che si porteranno in Roma in tale
occasione .
Il Comitato generale permanente dell'Opera sud-
detta darà, quanto prima, opportune istruzioni sì
pel convegno in Roma delle Deputazioni e delle
Rappresentanze, come per l'ordine e per l'ora della
suindicata Udienza pontificia .
Dal nostro canto noi pubblicheremo prossima-
mente una breve e popolare Vita di questo grande
Pontifice, e fin d'ora ci raccomandiamo ai Coope-
ratori e alle Cooperatrici, perchè ci vogliano dare
la mano, per diffonderla largamente tra il popolo
a gloria del Santo e ad incremento della cristiana
pietà . Ne riparleremo nel prossimo numero .
ELENCO
DI COOPERATORI E COOPERATRICI
DEFUNTI NEL 1884.
BIBLIOGRAFIA
BELLEZZE E GIOIE DELLE FESTE CRISTIANE Pen-
sieri ed affetti pel Pr . Luigi Bottaro - Prezzo
cent . 50.
Raccomandiamo caldamente ai nostri buoni Coo-
peratori la diffusione di questa operetta che può
fare un gran bene alle anime .
Le Feste Cristiane sono un grande e bel tema,
e l'autore ha saputo trattarlo con uno stile che
riunisce insieme meditazione e poesia, alti pensieri
ef.rPvnstipghertai
quasi sempre e in modo felicissimo dai salmi stessi,
dagli inni, dai cantici, di ciascuna solennità .
E quindi, lo ripetiamo, un libro attraente insieme
e sommamente fruttuoso alle anime, che innalza a
Dio ed apre ai più santi affetti .
Rivolgersi alla libreria di S. Vicenzo de' Paoli
in S. Pier d'Arena .
596 Rizzo Anna - Pantelleria (Trapani) .
597 Rizzoli D . Enrico, can . - Camerino (Ma-
c. erata)
598 Boggi Ghirardelli Angela Maia - Ronco nero
(Piacenza)
599 Robert Tommaso - Torino .
600 Rolando D . Antonio, arciprete - Rivarolo
(Ivrea) .
601 Romagnolo Lucia - Casorzo (Alessandria) .
602 Rombi Francesco - Caleseta Cagliari.
603 Rombi Maria - Galeseta (Cagliari) .
604 Romanelli D. Giacobbe - Caderzano (Tirolo).
605 Rosaria Susanna - Bortigait (Cagliari) .
606 Rossetti D . Lodovico, can . parr . cattedrale
- Forlì .
607 Rossi D . Francesco, vic . generale . — M. ilano
608 Rossi D . Carlo, parroco - Poggio di Croce
Perugia .
(continua)