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ANNO VIII . N . 5 .
Esce una volta al mese .
MAGGIO 1884
BOLLETT INO SALESIANO
Direzione_nell' Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
S.OMARI In preparazione alla festa di Maria Ausi-
liatrice - Novena di Maria Ausiliatrice - Grazia per
intercessione di Maria Ausiliatrice - Parte della chiesa
del Sacro Cuore inaugurata al divin culto - « La Voce
della Verità »e.lachisnuovlCatrPeoi
- Enciclica di Leone XIII contro la Società Massonica
- Ragionam ento sul Patriarchìo Lateranense ed una
lettera del Card . Alimonda - Conferenza a Spezia e
D. Bosco a Roma - Fiasco dei così detti Evangelici
- La propagazione della fede e mezzi per ottenerla
- L'Amazzonia - Emilia Margotti-Tomatis .
IN PREPARAZIONE ALLA FESTA
DI MARIA AUSILIATRICE .
Si avvicina il giorno 24 di maggio, de-
dicato alla solennità di Maria SS . Ausilia-
trice . L'avvicinarsi di questo giorno è per
noi come l'appressarsi della stessa Regina
del cielo e della terra in persona . Chi altre
volte fu presente a tale solennità nella
chiesa di Valdocco può far fede del senso
arcno,isutecldaquesintì
preoccupato , senso inesplicabile ma che
attira i cuori verso la santa immagine,
chiama da lontane regioni folle di divoti,
produce un generoso slancio per le opere
virtuose, commuove a penitenza i peccatori,
consola gli afflitti, ristora coloro, che sof-
frono le miserie della vita .
Non è solo la bellezza del tempio, la
maestà delle sacre cerimonie, la stupenda
armonia di centinaia di giovanetti cantori,
che produce sì mirabili effetti . È la stessa
mano benedetta della Madonna, stesa su co-
loro, che accorrono per onorarla . Questa
mano benefica si travede nelle molte grazie,
di cui i nostri occhi già mirarono e le nostre
orecchie già udirono favoriti in quel giorno
coloro, che fervorosamente la pregavano ;
ciechi, che ricuperarono la vista, storpi e
paralitici , che riacquistarono l'integrità
delle membra , moribondi che invocandola
da lontano ritornarono in un istante dalla
morte alla vita .
Si avvicina dunque il gran giorno, cari
Cooperatori e Cooperatrici , e noi facendo
nostre le parole della Santa Scrittura pre-
ghiamo Maria SS . a visitarci col suo poten-
tissimo patrocinio : Surge, propera, amica
mea, et veni . Vieni, o la più bella, la più
pura, la più santa, la più grande, la più
gloriosa di tutte quante le creature . Vieni,
o Maria SS . Ausiliatrice ; noi ti attendiamo
esultanti nel gran giorno della tua festa !
É pur gradita cosa il pensare che essa è

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Madre nostra pietosa, e noi figli di Colei,
che è Madre di Dio, Regina degli Angioli,
padrona dell' universo , onnipotente per
grazia, cuore tenerissimo per noi, tale for-
mato da Dio stesso, affinchè fosse il canale
di tutte le sue misericordie, grazie, miracoli,
trionfi d'amore ! O cari Cooperatori ! I figli
partecipano sempre di tutto ciò, che pos-
siede la madre loro .
È pur gradita cosa il riflettere come Maria
SS . sia stata sempre in ogni secolo la pro-
tettrice della Chiesa e dei singoli fedeli, ed
oggigiorno in modo specialissimo sia bene-
fattrice ed ausiliatrice benigna dei Coope-
ratori e delle opere Salesiane . E chi non
vede in queste opere la sua visibile pro-
tezione? La si scorge in Italia, in Francia,
nella Spagna, nell'America ; la si scorge tra
i popoli civili e tra i barbari ; la si scorge
tra i giovanetti cattolici e tra i figli dei Pa-
tagoni . Oh ! se non ci renderemo indegni
dell'amor suo, noi scorgeremo sempre questa
sua mano materna a tergere le nostre la-
grime in vita ed in morte, a difenderci da
ogni nemico assalto, a benedirci pel tempo e
per la eternità .
E pur gradita cosa il vedere come Maria
SS . sia pronta a concedere grazie e bene-
dizioni a quanti la invocano sotto il titolo
di Ausiliatrice, e cooperano al sostegno ed
all'incremento delle opere Salesiane, che
sono opera sua . Noi abbiam già stampato
alcuni fascicoli di queste grazie negli anni
scorsi, e potremmo pubblicarne grossi vo-
lumi, se avessimo da raccogliere tutte quelle,
che ci son note .
Prepariamoci adunque a celebrare degna-
mente la festa del 24 maggio, e le nostre
preghiere, e gli atti di speciali virtù Le
sieno quali graziosi inviti a scendere in quel
giorno tra noi colle mani piene di celesti
favori : Surge, propera, amica mea, et veni .
Ma non sia la nostra una divozione sterile,
ma ricca di efficaci proponimenti, che come
fiori debbano tramutarsi in frutti copiosi . E
diciamo alla Madonna il motivo che ha di
venire con noi : Flores apparuerunt in terra
nostra . Celebriamo la novena della gran
festa, rendendo bella la nostra anima col
santo lavacro della sacramentale Penitenza .
Celebriamo questa festa coll'accostarci a ri-
cevere degnamente Gesù benedetto nella SS .
Comunione . Celebriamo questa festa col fare
in questi giorni eziandio la solita Conferenza
in onore e gloria della celeste Regina, tanto
più che il Sommo Pontefice concede ai ra-
dunati la Indulgenza plenaria . Per questa
Radunanza noi ci raccomandiamo partico-
larmente ai Capi e ai Decurioni, al cui zelo
e pietà spetta l'intimarla .
Mettiamo in questi giorni, alla prova la
bontà e la potenza di Maria Ausiliatrice .
Noi siam sicuri che avremo la consolazione
di raccogliere i particolari ragguagli delle-
grazie, che la potentissima Vergine ci avrà
ottenute dal divino suo Figlio Gesù . Surge,
propera, amica mea, et veni . Flores appa-
ruerunt in terra nostra .
NOVENA DI MARIA AUSILIATRICE .
Diamo qui l'orario delle sacre funzioni durante
la Novena e del giorno della solennità, e intanto
invitiamo i Cooperatori e le Cooperatrici della di-
vota città a prendervi parte, ad onore dell'Augusta
Regina del Cielo .
A quelli poi, che non possono intervenirvi, rac-
comandiamo che vogliano celebrarla privatamente,
recitando per nove giorni qualche speciale pre-
ghiera, o compiendo qualche altra ;pratica di cri-
stiana pietà . A questo scopo giova, un apposito
libretto intitolato : Nove giorni consacrati all'Au-
gusta Madre di Dio . Contiene una considerazione,
un esempio ed una pratica per ogni giorno, ed è
molto acconcio alla circostanza, (1) .
ORARIO DELLE SACRE FUNZIONI
La Novena comincia il 15 maggio, e vi predi-
cherà ogni sera il M . Rev . canonico Bernardino
Quattrini, rinomato professore di sacra eloquenza
nel Seminario Arcivescovile di Perugia .
In ciascun giorno lungo il mattino sino alle ore
undici vi sarà celebrazione di Messe e comodità di
accostarsi ai santi Sacramenti della ., Confessione e
Comunione .
Nel mattino dei giorni feriali alle 5 1/2 ed
alle 7 1/2 Messa e Comunione con particolari eser-
cizi di pietà ; e nella sera alle 7 . canto di una
lode sacra, Predica e Benedizione col SS . Sacra-
mento .
Nei dì festivi , come sono il quarto e l'ottavo
della Novena, l'ordine delle funzioni cangia come
segue : Al mattino alle ore 7, Messa e Comunione
generale ; alle 10 1/2 Messa solenne ; alla sera
verso le 3 1/2 Vespri, Predica e Benedizione col
SS . Sacramento .
Tutte le pratiche religiose, compresa la Messa
delle ore 7, le comunioni e le preghiere dei due
giorni festivi, che occorrono durante la Novena ,
sonooferteaDiosecondolapiaintenzionedei
Benefattori e delle Benefattrici della Chiesa e del-
l'Ospizio del Sacro Cuore di Gesù in Roma, e delle
altre Opere Salesiane .
Nel venerdì, 23 maggio . vigilia della festa, si
farà la Conferenza pei Cooperatori e per le Coo
peratrici Salesiane nella Chiesa di Maria Ausilia--
trice, alle ore 3 1/2 pomeridiane .
(1) Si vende nella Libreria Salesiana di Torino, al
prezzo di cent . 20 la copia .

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Il prodotto della questua della Conferenza sarà volta le scrissi, fu dalla possente Ausiliatrice dei
a totale benefizio della Chiesa e dell'Ospizio del
Sacro Cuore di Gesù in Roma .
VENERDl' 23 MAGGIO .
Cristiani graziata della salute, e liberata da una
polmonite sì fiera, che forte facea temere anche i
pratici dell'arte sanitaria . Si fu appunto in quello
stato tanto pericoloso ch' ella fè ricorso a Maria
Sera .
Alle ore 6 1/4 Primi Vespri, Predica e Bene-
dizione col SS . Sacramento .
Ausiliatrice, e promise di donare al suo Santuario
di Torino tutto l'oro del suo sposalizio .LaSn-
tissima Vergine, madre ognor benigna, accettò la
tenue offerta, le fece la grazia e la serbò ancora
SABATO 24 MAGGIO .
Solennità di Maria Auto dei Cristiani.
all' amore del suo compagno e dei suoi cinque
figliuoli .
Parte del suo voto l'adempì quando fu costì in
Mattino .
Alle ore 7 Messa e Comunìone generale .
Alle ore 10 Messa solenne .
Sera .
Alle ore 6 Vespri solenni, Panegirico detto dal
M . Rev . Can . QUATTRINI, Tantum Ergo, e Bene-
dizione col Santissimo Sacramento .
La solennità sarà resa più splendida per l'intervento
di sua Em. Rev.MmoansilCrdeAmona,di
Bertagna suo Vescovo Ausiliare . In questo giorno verrà
eseguita dai giovani dell'Oratorio Salesiano, coadiuvati
da distinti professori di canto della città, la grandiosa
Messa in Re del CHERUBINI (detta Missa solemnis N°
2) . - Nei Vespri, il Domine, Dixit e Magnificat sono
del MERCADANTE, tutti gli altri Salmi l'inno Saepe
dum Christi (ipotipòsi musicale della battaglia di Le-
panto) ed il Tantum Ergo del M° Giovanni CAGLIERO.
Torino e parte deve ancora adempierlo . Ora ella
brama sapere da V . S . M . R . se le tornerà più
gradito l' oro stesso, oppure l' equivalente, in
danaro : Ell'è disposta a far quello che da V . S .
le verrà suggerito . Abbia pertanto la gentilezza
di rispondermi qualche cosa su tal proposito, poi-
ché a mia sorella sta molto a cuore l' adempi-
mento della fatta promessa .
Io pure dopo che feci ricorso a Maria Ausilia-
trice sto assai meglio, ed anche il dottore fida di
vedermi presto perfettamente risanata . Sarà que-
sto un debito di più ch'io avrò con la Vergine
SS . ed un favore di più ch' Ella aggiungerà a
quei tanti che già mi fece . Sia Ella sempre amata
e benedetta da tutte le genti .
Mi faccia la carità di una speciale preghiera
per me a Maria, mentre con tutta stima ed osse-
DOMENICA 25 MAGGIO .
Mattino .
Alle ore 7 Messa, Comunione ed altre pratiche
quio mi professo
Um .a ed Ubb . ma Serva
ANGELA SOTTANI
di pietà ín suffragio delle anime dei defunti Coope- NB . - Da una persona anonima e pur favo-
ratori e Cooperatrici, e dei Confratelli e delle Con- rita da Maria abbiamo ricevuto la limosina di
sorelle dell'Arciconfraternita di Maria Ausiliatrice . L . 50 . Non potendo ringraziarla per ignorarne il
Alle 10 Messa solenne .
nome, preghiamo la Beatissima Vergine a span-
Sera .
dere sopra di lei favori ognor più segnalati .
Alle ore 3 1/2 Vespri in musica , Predica e
Benedizione col SS . Sacramento .
Tanto, al mattino quanto alla sera si eseguirà la
musica del giorno innanzi .
PARTE DELLA CHIESA DEL SACRO CUORE
inaugurata al divin culto.
NB . - Chi desidera farsi iscrivere nell'Arciconfra-
ternita di Maria Ausiliatrice, troverà persona appo-
sitamente incaricata nella sacrestia della Chiesa .
Abbiamo la consolazione di rendere consapevoli
i Cooperatori e le Cooperatrici che la carità fat-
taci per la erezione della Chiesa del Sacro Cuore di
Gesù in Roma ricevette già il principio di quella
GRAZIA
splendida corona, la quale tra non molto sarà ter-
m inata e riuscirà loro di soavissima gioia in questa
terra, e caparra di gran premio in Cielo .
Stante il grave bisogno di un locale più ampio
che non fosse la cappella provvisoria, onde racco-
per in tercessione di Maria Ausiliatrice .
gliere per la istruzione religiosa e per le sacre
funzioni le più migliaia di fedeli, che formano la
Ad o nore di Maria e per edificazione dei fedeli
pubblichiamo una delle moltissime grazie, che si ot-
tengono quotidianamente per sua potente interces-
sione .
Torpiana, 15 aprile 1884 .
MOLTO REVERENDO SIGNORE,
Rivolgo a Lei queste mie linee per incarico
datomi da una mia sorella, la quale, come già altra
nuova parrochia del Sacro Cuore, si giudicò d'i-
naugurare al divin culto il Coro e il Presbitero
della Chiesa in costruzione , fortunatamente già
condotti a termine . Questa parte principalissima
del sacro edifizio, il 23 dello scorso marzo, venne
perciò solennemente benedetta dall'Eminentissimo
Cardinale Lucido Maria Parocchi , n uovo Vicario
Generale di Roma, con gran festa della numerosa
popolazione e con alta soddisfazione del Santissimo
Padre Leone XIII .

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Tale notizia deve tornare certamente gradita a oratore, debbono aver inteso, grazie all'armoniosità
quanti con limosine ed altri sacrifizi concorsero a del luogo .
quest'opera religiosissima, e in pari tempo deve sti- » Il Cardinale Parocchi, con quella lucidezza di
molare vieppiù la loro carità a prestarci genero- dire che tanto gli è propria e risponde addirittura
samente la mano, affinché possiamo ben presto con- al nome ch'egli porta, e con quella efficacia di ra-
durre a fine l'intiero Santuario alla gloria dei gionamento che non mai si scompagna da' suoi elevati
Sacratissimo Cuore di Gesù .
sermoni, salutò anzitutto la nuova opera surta lì
Intanto ringraziamo di tutto cuore quelle bene- dove , pochi anni or sono , non erano che orti e
vole persone, che ci aiutarono a compiere già sì gran
vigne ; salutò il nuovo Santuario diventato una ne-
parte del sacro monumento, e preghiamo il Cuore cessità per l'esteso e popolato rione che è succe-
amorosissimo di Gesù a ricompensarnele fin d'ora duto alle terre , non ha guari , quasi disabitate ,
con ogni squisitezza dei suoi divini favori , e ad presagendo ei poscia i grandi vantaggi morali e
inspirar loro a non venirci meno nella nobilissima spirituali, i frutti preziosi d'ogni maniera che de-
impresa .
riveranno dal medesimo, e in tempo non lontano .
Ebbe quindi nobili, vibrate parole all'indirizzo di
quell' u omo di Dio che è il venerando Sacerdote
LA VOCE DELLA VERITÀ
torinese Don Giovanni Bosco , al quale è dovuta
l' erezione del Santuario, nonchè all'indirizzo dei
la Chiesa nuova al Castro Pretorio . benemeriti Salesiani che , imitatori e seguaci di
quel fondatore della loro Congregazione, attende-
L' egregio giornale romano « La Voce della ranno all' ufficiatura del Santuario stesso . Final-
Verità » nel suo numero 70 riferiva col seguente
articolo il fatto da noi sopra enunciato
mente, siccome ancora dell'altro c'è da fare prima
che la chiesa sia compiuta, eccitò e calorosamente
« Secondo che preannunziammo, Domenica ultima i fedeli ad aiutare il compimento dell'edificio, ad
precorsa furono aperti al pubblico il Coro ed il affrettarlo col loro generoso concorso . « La Chiesa
Presbiterio della nuova Chiesa parocchiale dedicata spirituale (sembraci abbia detto l' Eminentissimo
al Sacro Cuore di Gesù , che da qualche anno si Principe), che sta nel cuore dei cattolici, dev'essa
sta costruendo lassù al Castro Pretorio, sopra le farsi ausiliatrice del tempio materiale : quando la fede
vie Porta S . Lorenzo e Vicenza .
e lo zelo interno pel culto cattolico verranno estrin-
Mantenendo la riserva che facemmo nel nu- secati col fatto dai parocchiani, allora essi potranno
mero antecedente, di non iscrivere con dettaglio appellarsi degni del Santuario e del Sacro Cuore
di tale grandiosa fabbrica, la quale, fin d' ora lo di Gesù, a cui è consacrato .
notiamo,, è stata disegnata dall'architetto romano » La bella e prima funzione antimeridiana fu
signor conte Francesco Vespignani, ci occuperemo resa completa dall'intervento degli alunni della ri-
oggi invece e solamente del rendiconto della grande nomata Scuola Gregoriana , che , accompagnati
giornata che la Fede registrava ieri nel libro aureo dall'Harmonium, cantarono con la ben nota loro
delle sue glorie .
valentìa, pie ed affettuose canzoni durante la Messa
» Cominciamo dalla sacra cerimonia, onde si è del Cardinal Vicario .
inaugurata la festa d'apertura della suddetta parte
» Alla Messa letta dal Parroco Don Dalmazzo,
del novello tempio .
cui ascoltava pure l' Eminentissimo Parocchi, la-
» Intorno alle ore sette e mezzo antimeridiane, sciando questi dippoi la chiesa, ne faceva seguito,
Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Lucido verso le ore dieci e mezzo antimeridiane , altra
Maria Parocchi, Vicario Generale del Sommo Pon- cantata dal reverendo Sacerdote prof . Bielli, dei
tefice Leone XIlI , procedette in forma solenne Salesiani .
alla benedizione del Coro e del Presbiterio, e delle
» La musica di questa Messa, composta dal Rmo
località adiacenti a questi, e, in modo più o meno Mons . Giovanni Cagliero, egli pure Salesiano, in
diretto, inservienti anch'esse al culto .
oggi Vicario Apostolico di Patagonia, venne feli-
» Compiuta l' augusta cerimonia alla presenza cemente eseguita dagli allievi della Scuola musi-
di numeroso popolo, che aveva persino invaso le
cantorie, nostaelvasteprozindelsacro
ambiente, l'Eminentissimo Principe di S . M . C .,
assistito sempre dai suoi cerimonieri e dal Revmo
Procuratore Generale dei Salesiani e Parroco della
cale della Parocchia .
» Questi cenni valgano per le due funzioni an-
timeridiane .
» Nel pomeriggio , avuto che ebbe termine la
consueta quotidiana predica quaresimale, fatta dal
Chiesa stessa, Don Francesco Dalmazzo, e facendo
ala ad esso gli altri Sacerdoti Salesiani ed i pic-
coli chierici della Parocchia, prostratosi dinanzi
all'altare di mezzo (oggi gli altari sono tre), par-
zelantissimo Missionario Apostolico e Sacerdote Sa-
lesiano Don Giuseppe Maria Persi, che trattò l'argo-
mento del Purgatorio, al cospetto di un'affollata u-
dienza, l' Illmo e Rev mo Vice Gerente di Roma, Mons .
tecipò al canto delle Litanie dei Santi, e dopo di Giulio Lenti, previo il canto delle Litanie Laure-
questo celebrò al prefato altare l'incruento Sacri- tane e del Tantum Ergo, le une e l'altro in mu-
ficio, distribuendo il Pane eucaristico a molti divoti sica, eseguito dagli alunni della Scuola suindicata
d'ambo i sessi .
della Parocchia, impartiva la trina benedizione
» Sul finire della santa Messa, precisamente dap- coll'Augustissimo Sacramento .
presso al B enedictio Dei Omnipotentis, Sua Emi- » E così si chiuse la splendida giornata che, con-
nenza Reverendissima rivolse al popolo un breve siderando l'affluenza di gente nel corso della me-
discorso. che tutti, anco i più lontani dall'illustre desima al tempio, e quella raffrontando all'indif-

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ferentismo dei nostri giorni in materia di religio-
ne, convien concludere abbia aggiunto un altro
trionfo agl'innumeri ai quali è avvezza la Fede . »
RAGIONAMENTO SUL PATRIARCHIO LATERANENSE
ed una lettera del Card . Alimonda .
Fin qui La Voce della Verità del 25 e del 26 Il sac . D . Francesco Cerruti, direttore del no-
marzo .
stro Collegio di Alassio e autore della Storia della
Pedagogia in Italia, colta l'occasione dell'alto con-
cetto, esternato dal sapientissimo Pontefice Leone
Decimoterzo , quello cioè di ricostituire l' antico
ENCICLICA DI LEONE XIII
Patriarchío Lateranense e porre colà gli studi di
quanto si attiene all'alta teologia, scrisse testé e
Contro la Società Massonica .
pubblicò un apposito ragionamento . In questo egli
dice che cosa fosse l'antico Patriarchío Lateranense,
Come dal sole procede la luce ed il calore a
diffondere da per tutto la vita , così dal palazzo
del Vaticano, o per meglio dire dal Papa, si man-
dano splendidi raggi di alta sapienza e di celeste
carità, che diradano le tenebre di errori più mi-
cidiali, e recano ad un tempo il rimedio a malori,
minaccianti di morte l'umano consorzio .
Uno sprazzo di vivissima luce, un nuovo lampo
di divina carità per illuminare e salvare il mondo
odierno è uscito testè dal Sommo Pontefice Leo-
ne XIII , ed è una sua Lettera Enciclica in data
del 20 scorso aprile, diretta a far conoscere le i-
niquità, i biechi intendimenti e le male arti della
società dei Frammassoni , e a impedire e a sce-
mare almeno le rovine morali, religiose e sociali,
che va menando tra i popoli cristiani .
Il sapiente ed invitto Pontefice colla sua solita
lucidezza di mente, con sodi argomenti di celeste
qual posto occupi nella storia della pedagogia ita-
liana e mondiale, e quali saranno nell'ordine in-
tellettuale , morale e civile le conseguenze della
sua ricostituzione . È un lavoro molto opportuno
ai giorni nostri, e degno di essere letto da quanti
desiderano di conoscere quello, che in tutti i tempi
fecero i Romani Pontefici per tenere accesa nel
mondo la face della scienza , e come Roma per
opera loro sia sempre stata e sia della vera scienza
il faro più luminoso .
Il sac . D . Cerruti avendo dedicato il suo lavoro
all'Eminentissimo signor Cardinale Alimonda Ar-
civescovo di Torino, questi degnavasi di scrivergli
la seguente lettera , la quale , mentre fa meglio
conoscere l'importanza e il pregio dell'operetta an-
nunziata, svela ad un tempo il bel cuore del dotto
ed eloquente Porporato e l'animo suo benevolo
verso dei Salesiani
dottrina , con perizia di abile ed infallibile mae-
« Molto illustre e carissimo signore,
stro svela che cosa sia e che cosa intenda la so-
cietà Massonica, ne dimostra la monstruosità degli
errori perniciosi alla società ed alla famiglia, con-
trarii non solo alla fede, ma alla stessa ragione e
all' onestà naturale , segnala le arti maligne che
usa la diabolica setta per accalappiare la gente, e
infine addita ai Vescovi del mondo cattolico cin-
que mezzi da adottare, per opporre un argine effi-
cace al suo devastatore progresso .
Lasciando ai reverendissimi Vescovi il cómpito
di segnalare ai fedeli i mezzi suggeriti dal Su-
premo Gerarca, noi proponiamo ai nostri Coope-
ratori e alle nostre Cooperatrici che si provve-
dano questa stupenda Enciclica del Santo Padre,
e poi la leggano e la facciano leggere alle per-
sone di loro famiglia , specialmente ai giovani , i
quali nei giorni nostri sono in modo particolare
insidiati dalla frammassoneria, invitati ed eccitati
ad ascriversi nelle sue orde infernali .
Per facilitare a tutti questa lettura la nostra
Tipografia Salesiana di Torino ristampò la lettera
pontificia in libretto a parte, e la nostra Libreria la
vende al modico prezzo di 10 centesimi la copia .
Cooperatori, in questa Enciclica il Papa eser-
cita il ministero del supremo suo apostolato , e
parla alla Chiesa a nome di Gesù Cristo ; quindi
la sua parola , il suo insegnamento è infallibile
quale un oracolo dello Spirito Santo . Leggiamola
adunque con fede come una lettera mandataci da
Dio, ed impariamo a vegliare su noi e sui nostri
cari, affinché non cadiamo nelle trame di Sata-
Le stringo di cuore la mano, e benedico la
sua penna , affinché continui a tramandare splen-
dori tanto belli! Bravo il mio signor D . Cerruti!
Ella ha scritto stupendamente su gli alti concetti
pedagogici di Leone XIII, ha svelato al mondo un
grande concetto, una grande idea dell'attuale Pon-
tefice e lo ha fatto con penna forbita e col cuore
di un'anima credente .
» La ricostituzione dell'antico Patriarchío La-
teranense, mentre formerà una pagina d'oro nella
storia di Leone XIII, sarà una benedizione per la
Chiesa . I nuovi discepoli emuleranno la maschiezza
degli antichi : usciranno di colà agguerriti e forti,
belli e potenti come il genio del bene : saranno
salvatori della società .
» Nel suo Ragionamento però ho trovato una
cosa, che m'ha dispiaciuto . . . ho trovato una cosa,
che non doveva essere stampata . . . Parlo delle lodi,
che ella fa di me poverello . Oh ! a vece di lodi,
mi dia preghiere, levi le mani al cielo per invo-
care sopra della mia persona la misericordia del
Signore ! Preghiamo, mio carissimo, preghiamo a
vicenda : Oremus ad invicem ut salvemur .
» Le rinnovo i miei ringraziamenti , Le prego
da Dio salute e forza da per continuare nell'o-
norabile palestra, e nel benedire a Lei e a tutti
i buoni Salesiani che trovansi costì, godo raffer-
marmi con vera stima
» Della S . V . Carma
a Torino, 3 aprile 1884 .
nasso, e non ci rendiamo infelici in questa e nell'al-
» Devotissimo servitore
tra vita .
+ GAETANO, Card . Arcivescovo . »

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CONFERENZA A SPEZIA
E D . BOSCO A ROMA .
Dal Segretario, che accompagnò D . Bosco a
Roma, riceviamo lettera, in cui vien data notizia
della sua salute e fatta relazione di una Conferenza
da lui tenuta nella nostra chiesa di Spezia, il giorno
di Pasqua, nel suo passaggio per quella città .
Roma, .17 Aprile 1884 ..
CARISSIMO D . BONETTI,
S iamo giunti in Roma, e D . Bosco continua a
stare abbastanza bene in sanità . Si vede che il buon
Dio e Maria Ausiliatrice si degnano di esaudire le
preghiere, che si fanno per lui . Proseguiamo a pre-
gare e speriamo in quel Dio, qui sanat omnes in-
freimdtanqsu,lVrgieptosa,ch
giusto titolo è appellata Salus i nfirmorum.In
quanto a me, non ostante la occupazione dello scri-
vere lettere e dell'assistere il nostro caro Padre,
non mi resto dallo scrivere le mie impressioni al-
l'uno ed all' altro de' miei confratelli . A te oggi
scrivo specialmente per darti relazione di una specie
di Conferenza, che D . Bosco ha tenuto nella chiesa
del nostro Oratorio di S . Paolo della Spezia, la
Domenica di Pasqua . Nel mattino alle ore 7 1 / 2 egli
celebrò la Messa della comunità ed amministrò la
santa Comunione ai giovanetti del Collegio e ai
fedeli accorsi in gran numero ; e nella sera verso
le ore 7, essendo la chiesa stipata di gente pre-
cedentemente avvertita, D . Bosco sebbene stanco
salì sul pulpito, e tenne in sostanza il seguente
discorso .
« Mi presento a voi, o cari uditori, col cuore
veramente commosso dalla riconoscenza pel bene
che voi avete fatto e fate tuttora a questo Ora-
torio Salesiano . Quanti giovanetti il dovranno a
voi, se hanno conservata la fede, se vissero da
buoni cristiani, se giunsero all'eterna felicità . Per
questo fine io vengo per fare nuovo appello alla
vostra carità, vengo per raccomandarvi una questua
per sostenere opere che non sono mie, ma appar-
tengono al Sommo Pontefice, e gli stanno somma-
mente a cuore . Esso l'immortale Pontefice Leone
XIIl vi dà pel primo uno splendido esempio . Se
esiste alla Spezia questo Oratorio, dove tanti gio-
vanetti trovano il pane della vita, dobbiamo a Lui
esserne riconoscenti . Sì, il Santo Padre è povero,
vive di elemosina, perchè fu privato di tutto, ep-
pure per la Spezia il povero Pontefice trova modo
di mandare mensilmente soccorsi, coi quali si rende
più povero ancora a vantaggio dei giovanetti delle
vostre famiglie, della vostra città . Imitate adunque
questo splendido esempio di generosità .
Voi mi direte : E fino a quando dovremo conti-
nuare a prestarci in queste opere di beneficenza?
- Fino a quando? Cari miei! Finchè vi saranno
anime da salvare , finchè i poveri giovanetti non
siano più circondati da insidie e da inganni, sino
a che siano giunti alle porte dell'eternità, ed en-
trati in paradiso, ove solamente potranno trovarsi
al sicuro dagli agguati, che loro tende il nemico .
Io potrei oggi ragionarvi delle missioni dei nostri
Salesiani sparsi nelle varie parti del mondo e spe-
cialmente in America, parlarvi delle loro fatiche,
dei loro bisogni, del bene che operano ; ma mi
limito invece a parlarvi della Chiesa e, dell'Ospizio
del Sacro Cuore di Gesù in Roma, I protestanti
hanno aperto in Roma scuole e templi per sedurre
i Cristiani e specialmente la povera gioventù . Il
Papa Leone XIII addolorato per tanto disastro fece
dire a D . Bosco essere necessario salvar l' onore
della Religione Cattolica, e porre un argine alla
propagazione dell'eresia, e al peryertimento della
gioventù . E in qual modo? Coll'erigere la Chiesa
già designata al Sacro Cuore di Gesù, ed un grande
Ospizio per raccogliere i giovanetti peric olanti . -
Santo Padre , io ho risposto , di buon grado io
mi accingo a quest' opera, ma non ho danari . -
E questo io pure non ho, disse il S ommo Ponte-
fice . Rivolgetevi dunque ai fedeli,editchl
Santo Padre raccomanda a tutti la Chiesa del Sacro
Cuore , e che il Signore benedirà temporalmente
e spiritualmente chiunque presterà mano ad opera
così bella . Ecco o cari Cristiani,
ho cercato e cerco sussidii altrove e qui , ecco
perchè ora si farà una questua in questa Chiesa .
Si tratta di onorare l' amoroso Cuore del nostro
dolcissimo Salvatore . Il Sacro Cuore di Gesù è la
sorgente di tutte le benedizioni, di tutte le grazie .
Tutti abbiamo bisogno di queste grazie . Facendo
quindi un'obblazione in onore del Sacro Cuore chie-
diamo nello stesso tempo quella grazia di cui ab-
biamo speciale bisogno o per l'anima o pel corpo,
o per i genitori, o per la figliuolanza o per i nostri
interessi materiali, o per il conseguimento di qualche
bene intellettuale o morale, e state certi che ot-
terrete quanto sarete per chiedere , perchè Dio
non si lascia vincere in generosità quando la
vostra domanda non sia d' impediment o al vostro
bene spirituale .
Altra ragione per contribuire si è Colui , che
chiede la vostra elemosina in nome del Sacro Cuore .
Chi chiede la vostra limosina è lo stesso Sommo
Pontefice, il nostro Padre, il Vicario di Gesù Cristo .
Il Santo Padre domanda che procur iate favorire
due cose in modo particolare : qu esta opera del-
l'Oratorio nella Spezia, e l'opera del Sacro Cuore
di Gesù in Roma . Il Santo Padre dal canto suo
che cosa fa , che cosa promette? `Sta colle mani
levate al cielo, prega per voi, vi benedice, ed ogni
giorno si ricorda di voi nella Santa Messa. La sua
intercessione è potentissima per l' autorità della
quale è rivestito, per l'amore col quale è predi-
letto dal Sacro Cuore di Gesù . Esso parla in nome
del Sangue del Salvatore, e noi non ascolteremo?
Esso ci invita in nome della salvezza di tante a-
nime immortali, e noi saremo restii? Esso chiede
soccorso ai figli per i fratelli e noi rifiuteremo ?
Ah no ! Voi non farete certamente questo torto
al Vicario di Gesù Cristo, e al vostro carattere
di Cristiani cattolici .
Qualcuno forse dirà : E dove dovró io prendere
danari? Le mie entrate non sono grandi i tempi sono
difficili, i negozi non prosperano - La sciate che
io vi parli con libertà . Se vogliamo soddisfare un
capriccio, prenderci un divertimento, fare in certe
circostanze una bella figura in società, oh allora

1.7 Page 7

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sappiamo trovar danaro ; e poi non troveremo
noi un obolo da donare a Gesù Cristo , mentre
tutto quello che possediamo l'abbiamo da Lui, che
può renderci centuplicato anche in questo mondo
il nostro dono?
Altri dirann : Sono tanti che domandano l'ele-
mo!sinaperbuocsìvaritemolpc
Ce ne sono troppe ! - Questa risposta , o cari
miei, non è da Cristiano . Voi dite : Non posso so-
stenerle tutte queste opere buone ; ed io vi do-
mando in confidenza : ne sostenete almeno qual-
cuna ? Io credo che quelli, i quali gridano che ce
ne sono troppe , non ne sostengano nessuna . Ah!
ricordatevi che il far carità è un obbligo . Se non
si hanno danari si può dare oggetti di vestiario,
si può dar commestibile, si può cercare e incorag-
giare altri che lo facciano . Se assolutamente pos-
sediamo nulla, vi è l'opera delle opere : La pre-
ghiera . Pregare perchè il Santo Padre sia conso-
lato e confortato nel grande uffizio di reggere la
Chiesa ; pregare per gli operai evangelici, accioc-
chè il Signore dia loro sanità, forze, virtù, mezzi,
corrispondenza, trionfo nelle loro missioni ; pregare
per le anime de'travi,fnchésoverta,di
giusti, affinchè perseverino ; ecco una limosina, che
non tutti fanno .
Qualcun altro per esimersi dal fare elemosina dice :
Io potrei fare limosina , ma desidero riservarmi
qualche cosa per i miei bisogni futuri ; potrebbero
succedere anni nei quali le campagne renderanno
poco, ristagno d'aff are, fallimento, e simili disgrazie .
Quindi bisogna c he io pensi all'avvenire e mi metta
in serbo una qualche fortuna . - Pur troppo ciò, che
vien chiamato previdenza, è cagionato da mancanza
di fiducia nella divina Provvidenza ; pur troppo
si risparmia oggi, si risparmia domani, agli avanzi
degli anni addietro si aggiungono gli avanzi del-
l' anno seguente, cresce nell' animo l' amor al
danaro, e lo spirito dell'avarizia ; pur troppo che
coll'accrescersi della fortuna il cuore si fa sempre
più duro verso i poverelli , e a poco a poco dal
suo stesso denaro un Cristiano è tirato all'inferno .
I Cristiani furbi non accumulano danaro per un
tempo che passa come un lampo, danaro che in
buona sostanza si può chiamare denaro di morte ;
i Cristiani furbi con opere buone portano all'eter-
nità il danaro della vita . S . Lorenzo era il depo-
sitario dei tesori della Chiesa Romana . Il Preside
pagano avido di queste ricchezze, chiamato a sè
il S . Diacono gl'intima di consegnargli quanto oro,
argento, pietre preziose avea in deposito . S . Lo-
renzo promise che avrebbe ciò fatto, chiedendo il
tempo di pochi giorni per radunarle . Il Preside ac-
consentì, sicuro di aver tra poco la preda agognata ;
ma Lorenzo distribuita ai poveri la somma di da-
naro ritratto dal tesoro venduto, di costoro radunò
una folla grandissima nell' atrio del Preside . En-
trato quindi al suo cospetto, lo pregò a voler di-
scendere nell'atrio, poichè avrebbe visto il man-
tenimento della sua promessa . Il Preside al primo
vedere tanta foll a di miserabili, meravigliato chiese
a Lorenzo, perchè avesse condotta colà tutta quella
gente . ;-Son,diselatosridelaCh
questi poveri ed io te li ho presentati, come ti
aveva promesso . - Il Preside credendosi schernito
sali sulle furie : L'oro e l'argento io ti ho chiesto ;
ove l' hai tu nascosto ? - Ed il Santo rispose
Facultates Ecclesiae, quas requiris , in caelestes
thesauros manus pauperum deportaverunt . - Le
ricchezze della Chiesa che tu agogni furono por-
tate nei tesori celesti dalle mani dei poveri . Sì,
cari miei . Le mani dei poveri portano le nostre
elemosine in paradiso . Dare ai poveri il nostro
obolo è come darlo nelle mani di Gesù Cristo . Il
Divin Salvatore protestò che nell'ultimo giudizio
pronuncierà la sua sentenza principalmente secondo
che avremo o non avremo avuto viscere di mise-
ricordia per i meschini, e dirà apertamente innanzi
a tutto il mondo : - Ciò che avete fatto al più
piccolo di costoro lo avete fatto a me . - Volete
portare con voi il vostro danaro non nella tomba,
non nella perdizione, non nell'eternità dell'inferno,
ma nell'eternità del paradiso ? Fate elemosina ai
poveri, specialmente quando si tratta di coadiuvare
la salute delle loro anime . Il Salvatore ha fati-
cato, ha sudato, ha vissuto povero, ha patito , è
morto per le anime . E voi guardate quanti po-
veri giovanetti vi sono mai nel mondo , che tra-
diti, che ingannati, che senza educazione religiosa
cadono nel vizio e si perdono! E potete voi resi-
stere impassibili a così straziante spettacolo? Ba-
date che ai cuori duri dice Gesù Cristo : - Tu
non ti adoperi a salvare le anime coi mezzi che
io stesso ti ho dato, perciò il tuo danaro sia teco
in perdizione . - Procuriamo adunque di promuo-
vere i nostri veri interessi.DiamoGesùCrt,
e quanto daremo ci sarà restituito con usura nel
tempo e nell'eternità, perchè la banca del Signore
non fa fallimento .
Ho parlato come a fratelli, quindi perdonatemi
la libertà e la confidenza del mio dire . Vado a
Roma e porterò l'offerta che voi farete, perchè
sia impiegata nello edificare la Chiesa e l'Ospizio
del Sacro Cuore . Parlerò di voi al Sommo Pon-
tefice, che tanto tiene a cuore la popolazione della
Spezia, come lo dimostra questo Oratorio mede-
simo, soccorso da lui più di quello che le sue forze
gli permettano . Io gli chiederò la benedizione per
voi, per le vostre famiglie, e pei vostri interessi .
lo poi dal canto mio non mancherò di fare ogni
mattina una preghiera speciale per voi, e voi ab-
biate la bontà di pregare per me . Così coll'eser-
cizio della carità operosa e colla preghiera avremo
fondata speranza di trovarci tutti insieme in Pa-
radiso . »
Così finiva il nostro amatissimo D . Bosco . L'u-
ditoreacmpsnlaimprtedoai,
poichè per i signori era quella l' ora del pranzo .
Eppure la colletta fu abbastanza cospicua, ed un
anello d'oro colla sua stessa semplicità di ornato
palesava che il donatore sconosciuto avea certa-
mente fatto un non indifferente sacrifizio in onore
di Gesù Cristo . Terminavasi la funzione col Tan-
tum Ergo in musica e colla benedizione del SS . Sa-
cramento .
D . Bosco rientrava in camera continuando le
udienze . Verso le 10 ritiravasi a prendere un poco
di riposo . Alle 2 antimeridiane era già in piedi,
e alle 2 e 40 partivamo di Spezia per alla volta
di Roma .

1.8 Page 8

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Perdona se fui troppo lungo . Ho pensato di
scriverti questa relazione, nel caso che potesse ser-
virti pel Bollettino .
Fino ad oggi D . Bosco non ha ancor fatto nes-
suna visita, ma i visitatori non mancano . Vi ha
tutto a sperare che sotto la sua guida si potrà
mettere in moto la disegnata lotteria, della quale
ei parla con tutti e per la quale cerca promotori
ep.roImntsicbuCoperatizln
Cooperatrici a suo tempo smercieranno i biglietti
in. ogpaesd'Itli,ofaràilest
Sa-
lutami D . Rua, D . Cagliero, D . Lazzero, D . Du-
rando, D . Sala, D . Berto, ecc . ecc . e credimi
Tuo aff.mo in Gesù Cristo
Sac . LEMOYNE GIOVANNI BATTISTA
FIASCO DEI COSÌ DETTI EVANGELICI
Prima che D . Bosco passasse alla Spezia e vi
tenesse la riferita Conferenza ricevemmo da un
Cooperatore di quella città la consolante notizia ,
contenuta nella seguente lettera, che presentiamo
ai nostri lettori, affinché ne godano e ne ringra-
zino con noi Iddio .
« È già da qualche tempo che mi trovo nella
città di Spezia, famosa pel suo golfo e per le o-
pere militari, che si vanno costruendo a difesa dal
grande arsenale . La setta , detta per antifrasi e-
vangelica, aveva piantato qui le sue tende . Pro-
tetta e sicura d'impunità non se ne stava oziosa,
e disseminava largamente in modo proteiforme gli
errori dei protestantesimo , cotalchè nel 1880 le
sue scuole erano frequentate da oltre cinquecento
alunni : ma il buon senso de' cittadini si riscosse
mirabilmente, e il numero di coloro, che essa a-
veva guadagnato alla miscredenza con mezzi che
è bello il tacere , andò sensibilmente diminuendo
ogni anno, ed oggi è ridotto a soli 17 .
» Qual fu la causa di questa catastrofe ? Fu
l'ottimo Istituto Salesiano di D . Bosco, e lo con-
fessano gli stessi protestanti . I savi maestri, che
studiano e posseggono lo spirito di S . Francesco
di Sales, non risparmiano tempo e fatica nello im-
partire una soda istruzione e cristiana educazione
ai numerosi giovanetti interni ed esterni, che ac-
corrono alle scuole dell' Istituto , dove si trova
pure un giardino ricreativo, e si dispensano premii,
e si provvedono libri, scarpe, abiti ed anche vitto
a chi ne manca . Il loro zelo e perizia, ecco i fat-
tori di tale consolante risultato . » Così il benevolo
Spezzino .
A questa grata notizia aggiungiamo che le dette
scuole furono nel mese di marzo diligentemente
visitate dal Regio Ispettore locale, il cav . Bonino,
il quale ne fu soddisfattissimo . In prova del che
diamo qui la lettera, che egli ne scriveva al Di-
rettore di quella nostra Casa , sac . D . Giuseppe
Leveratto . Vi premettiamo solo, che il bene ope-
rato dalle scuole e dall' Oratorio Salesiano della
Spezia, noi lo attribuiamo anzitutto a Dio, il quale
si è degnato di benedire i nostri deboli sforzi ;
poi ai cittadini, che ci mandarono numerosi i loro
figli ; indi ai benefattori di quell'Opera, e soprat-
tutto al promotore di tutte le opere buone del
mondo, che è il Pontefice Leone X. III
Ecco ora la lettera del Regio Ispettore
a Spezia, li 31 Marzo 1884.
» Ill .mo signor Rettore,
» Compio, per la seconda volta, al gradito de-
vere di segnalare a V . S . Ill.ma la mia viva sod-
disfazione per l'ottimo andamento di tutte le scuole
elementari e complementari di codesto Collegio ,
alla cui direzione Ella degnamente presiede .
» E lo fa anche più volentieri in questo secondo
anno , in cui la lodata S . V ., bene accogliendo i
miei suggerimenti , al corso elementare già com-
pleto, aggiunse una prima intermedia tra la prima
superiore e la prima inferiore, nella quale gli a-
lunni, che lasciati in una correano rischio di per-
dere un tempo utile, ed ammessi nell'altra poteano
essere d' inciampo, allo sviluppo del programma,
ed in fine d'anno non potea la prima classe dare
un contingente abbastanza numeroso alla seconda,
ora profittano, e la prima può dare il suo conti-
gente alla seconda, come questa alla terza, e la
terza alla quarta, con risultati soddisfacentissimi .
» Fo adunque con lei le mie sincere congratula-
zioni pel nuovo ordinamento dato alle scuole ele-
mentari inferiori e superiori , nelle quali il gra-
duato insegnamento dato con buon metodo, la di-
sciplina educativa, ed il profitto degli alunni non
lasciano proprio nulla a desiderare .
» E queste mie congratulazioni voglia V . S .
Ill .ma ripeterle a tutti e singoli i suoi bravi mae-
stri ed aiuto-maestri, non che agli alunni di tutte
le classi, mentr' io con perfetta stima e particolare
affezione pregio dirmi
» Di lei
» Devotissimo
» C . ALVANO BONINO R . Ispettore . »
LA PROPAGAZIONE DELLA FEDE
E MEZZI PER OTTENERLA.
Da Orvieto ci venne comunicato tempo fa un
breve lavoro intorno alla Propagazione della Fede,
opera di un illustre Canonico di quella città ,
e fervido Cooperatore Salesiano . Crediamo cosa
utile il pubblicarlo in questo nostro periodo, e il
faciamo tanto più volentieri, in quanto che speriamo
di poter eccitare così i cuori cattolici a dilatare
con uno zelo vie maggiore il regno di Gesù Cristo,
e a diminuire in qualche poco i danni recati alla
Congregazione di Propaganda dalla famosa sentenza
della Corte di Cassazione di Roma, che la obbligò a
convertire i suoi beni in cartelle, incagliando grave-
mento la sua amministrazione e i pronti e validi
soccorsi alle estere Missioni .
1.
L'umanità decaduta in Adamo .
Eravi tra Gerusalemme e Gerico un deserto
famoso per le aggressioni e le stragi, che vi fa-
cevano gli assassini , dei viandanti , che per colà

1.9 Page 9

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passavano . Sventuratamente un cotale, che da Geru-
salemme andava in Gerico pel disbrigo de'suoi affari,
incappò tra i loro artigli . Non paghi d'averlo dispo-
gliato di ciò, che portava seco, crudelmente avven-
tano più colpi contro di lui, e coperto di ferite lo ab-
bandonano in un lago di sangue . Intanto un Sacerdote
giudeo, in passando per quella via, gitta uno sguardo
sull'infelice, ma non punto commosso per tal vista
prosiegue il suo cammino . Poco stante, passa un
Levita, e sebbene più da vicino vegga le ferite ,
ne oda i lamenti , non però è più sensibile del
primo : ancora questi passa oltre senza apprestar-
gli un aiuto . Gran ventura fu per quell' infelice,
che sopravvenendo un cittadino di Samaria , e
vedutolo in quello stato sì deplorevole , discende
tosto dal suo giumento, a lui s'appressa, si curva
a lavare con vino i grumi di sangue delle ferite,
le unge con olio per lenirne l' acerbità , stringe
quelle piaghe ; le fascia ; e , sollevatolo amorosa-
mente dal suolo , lo adagia sul suo giumento , e
lo conduce al vicino albergo per proseguirvi le
cure ed ottenerne la perfetta guarigione . Al qual
fine consegna all'albergatore due preziose monete .
La carità del Samaritano conseguì mirabilmente il
desiderato effetto .
soddisfazione di merito infinito:solperquta
era a sperarsi il perdono dei peccati , la riconci-
liazione con Dio, la sua grazia e figliuolanza , la
riabilitazione al diritto della gloria , il ritorno
alla perduta grandezza . E tutto questo fu amoro-
samente compiuto dal celeste Samaritano G . C .
Ancor Egli disceso di cielo , venne nell' assunta
carne sulla terra, e nel vedervi la misera Umanità
spogliata, ferita, prostrata, anzi morta e dannata :
all'eterna perdizione, n'ebbe pietà . Accorse Gesù
a lavare quelle ulcerose piaghe col vino del pre-
zioso suo Sangue, che versò per la sua salute fino
all'ultima goccia ; ad alleviarne il dolore col sa-
cro Crisma , santificandola colla grazia, mediante
i santi Sacramenti, per la quale l'anima ed è pu-
rificata dalla bruttura del peccato ed è corrobo-
rata per resistere all' ardore della rea concupi-
scenza . Ma affinchè questa misera Umanità dalla
sua degradazione ora innalzata alla primiera di-
gnità ; spoglia d' ogni bene, ora rivestita d' ogni
ricchezza ; giacente sul suolo per morte ed ora ri-
chiamata a novella vita, possa ottenere piena sa-
lute e conservarla perfetta, il celeste Samaritana
la conduce al suo Albergo . Ah ne sia Egli lodato
ed in eterno glorificato
2.
L'umanità rialzata per Gesù Cristo .
Chi è mai quello sventurato viandante che da
Gerusalemme sen va a Gerico? È Adamo (e in
lui e per lui tutto l' uman genere) , che pel suo
peccato decade dalla vera Gerusalemme, ossia dallo
stato d' innocenza della giustizia originale, ed in-
comincia a vivere una vita terrena, varia , inco-
stante (significata da Gerico) . Pur egli cadde nelle
mani di spietati assassini, cioè degli angioli delle
tenebre, che lo spogliarono di tutto il più pre-
zioso, cioè della grazia santificante, della giustizia
originale e con essa di tutti gli altri doni gra-
tuiti, di che avevalo Dio generosamente ricolmo ;
e lo copersero di mortali ferite . L'intelletto fu otte-
nebrato dall' ignoranza , la volontà riluttante al
bene, il cuore proclive al male, il libero arbitrio
in continua lotta tra il male ed il bene, gli appe-
titi inferiori in ribellione colla ragione, la ragione
con Dio . Misero Adamo, come fu profonda la tua
caduta ! Ambisti di farti simile a Dio, e ne incor-
resti lo sdegno ; eri ammantato di gloria ed ora
sei coperto d'ignominia ; eri figlio di Dio, ed ora
schiavo del diavolo ; eri destinato pel cielo e ti
scegliesti l' inferno . Deplorabile sventura! Come
riparare le ruine della sorte di Adamo e della sua
posterità , accresciute da tanti peccati personali ?
Da chi sperare tale riparazione? Dalla virtù del
ministero levitico per l'osservanza dei riti e delle
ceremonie prescritte da Dio nella legge data a
Mosè, o dalle moltiplicate vittime offerte a Dio dal
Sacerdozio ebraico, l'uno e l'altro figurato nel Le-
vita e nel Sacerdote, che non si mossero a pietà
alla vista dell'infelice? Mai no : questi additavano,
proclamavano le piaghe della decaduta Umanità ,
manonpotevanopuntoguarirle . A placare la Mae-
stà infinita per l'offesa recatale dal peccato di o-
rigine e dai peccati nostri , faceva uopo di una
Gli Apostoli .
Quale è mai questo mistico Albergo? È la Chiesa
di Gesù Cristo , la Chiesa Cattolica , la quale è
stata da Lui aperta a tutti gli uomini riscattati e
conquistadLprezoasi .QuaEgli
invita tutti e ciascuno , e ci consegna al Capo di
essa, a S . Pietro, e in questo a tutti i suoi succes-
sori , legittimi Pastori e Sacerdoti : a lui racco-
manda caldamente ciascun di noi, come il Samari-
tano il suo infermo, curasti ipsius habe ; gli affida
due monete più preziose assai di quelle, che quegli
pose nelle mani del padrone dell'Albergo, per ispen-
derle a vantaggio di quel ferito a lui affidato
; es:loanverità,chgulasezi
illuminando la mente ; la grazia, che, santificando
il cuore , lo risana e fortifica ; la verità nel de-
posito della dottrina, che a lui s'affida ; la grazia,
che si riceve nei santi Sacramenti . Oltre a ciò in-
veste Pietro, come suo Rappresentante sulla terra,
dell' alta autorità di assoggettargli tutti i popoli
divenuti suoi per titolo di donazione e di riscatto,
euntes docete omnes gentes, baptizantes eos in no-
mine Patris et Filii et Spiritus Sancti :ePitro
per sè e per i suoi successori di buon grado
accetta le due monete, e le pone a traffico, a van-
taggio della inferma Umanità . Ecco là i dodici
Apostoli, che accesi dal fuoco dello Spirito Santo
pendono dal cenno di Pietro, costituito da G . C
loro Capo ; di concerto si dividono il mondo, e quali
altrettanti conquistatori lo percorrono per assog-
gettarlo, coll'efficacia della loro parola e dei mi-
racoli, alla Croce di Gesù Cristo, e condurlo alla
sua Chiesa . Pietro pel primo vola in Antiochia e
vi fonda la sua Cattedra di verità , percorre il
Ponto, la Galazia, la Cappadocia, l'Asia, la Biti-
nia , poi risiede in Roma . Mattia percorre la Col-

1.10 Page 10

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l'Egitto : Matteo l'Etiopia : Bartolomeo l' Arme-
nia ; Tommaso le regioni dei Parti : Filippo l'A-
sia : Andrea la Scizia di Europa, l'Epiro, la Tracia :
Giacomo figlio di Alfeo Gerusalemme : l'altro Gia-
como fratello di Giovanni, la Giudea, la Samaria,
la Spagna : Giovanni l' Asia minore : Barnaba in
compagnia di Paolo, Antiochia , Seleucia , Cipro .
E la dottrina predicata da questi prodi e c- onfer-
mata col proprio sangue, quale un raggio solare
pervase tutta la terra, passò di contrada in con
trad,igenzoerain,dscol
secolo : sicchè potè dirsi che il suono della loro
voce fu udito su tutta la terra . Con quale effica-
cia lo dicono i popoli abbrutiti nel vizio, sollevati
alla dignità umana ; barbari per costumi, amman-
siti ; selvaggi di condizione, inciviliti ; superstiziosi
per religione, rifiutanti i crudeli riti e le ridicole
osservanze ; pagani per abominevole culto, condotti
alla cognizione ed adorazione del vero Dio . Lo di-
cono i Filosofi, i Cesari, i Re, i Potenti, i Magi-
strati, che conquisi dalla forza della verità china-
rono la superba loro cervice e con docile sommis-
sione credettero dommi sebbene superiori all'umano
intelletto, ed abbracciarono una dottrina in oppo-
sizione alle male tendenze dell'uman cuore:sichè
s é nel mondo intero aveva piantato e dilatato il
suo regno il demonio, mercè la dottrina predicata
e l o zelo degli Apostoli, fu esso distrutto, e sulle
sue ruine venne fondato quello di Gesù Cristo .
Tant'è vero, che la parola di Dio è sì potente da
spezzare i cedri del Libano !
4.
Le Missioni.
Per la predicazione degli Apostoli è cangiata la
faccia della terra ; ma questo universale rinnovel-
lamento sarà duraturo? Ahi fatale incostanza del
cuore umano ! Molti di questi popoli richiamati
già dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita,
sia per inclinazione alle passate abitudini, sia per
eff etto d'invidia del comune nemico, sia per insi-
diauomnscelrati,modquestipolng
i secoli ricaddero nell'abisso dell'ignoranza, della
barbarie, della scostumatezza, dell'idolatria . Ed oh
come è mai doloroso vedere stupidi popoli adorare
per Dio tutto, fuori che il vero Dio, prostrarsi
innanzi ai più malefici animali e alle più invere-
co:ndefritàvmuane,ocsmt
dal fuoco, o trucidate dal ferro! Vedere i genitori
gittare intrepidamente i bambini sulle pubbliche
st,o radepcolimastn affogarli nelle ac-
qu,o:vesdcarnlipoamrc
salita al trono del re la più nobile donzella della
città, inghirlandata di fiori, offrirsi a pascolo dei
coccodrilliimn ezzo all' esultante moltitudine ac-
orsa : e alla morte del re vedere col cadavere di
questo chiusi nella tomba stessa tutti i suoi schiavi :
vedere i vincitori crudelmente trattare i vinti ,
di;avnorelciuomne
pascersi delle carni della preda umana ; uccidere
impunemente i propri genitori divenuti vecchi e
inabili al lavoro ; vedere prostrati a centinaia gio-
vanetti e donzelle , per essere stritolati dal pas-
saggio di un carro trionfale per atto di culto su-
perstizioso alle loro divinità ! Deh, cali una tela,
che ci nasconda sì umiliante degradazione , alla
quale giunge l'Umanità fuori del mistico Albergo
del celeste Samaritano !
Pertanto alla vista di cotanti mali, si rimasero
forse mai inerti spettatori i successori di Pietro, i
Romani Pontefici? No per certo : poichè tutti e
ciascuno di essi, ascoltando sempre la voce di quel
divino comando, curam ipsius habe, furono sempre
solleciti ad adoperare ogni industria per iscuotere
e rialzare l' inferma Umanità, e invitandola alla
Chiesa di G . C ., operare la sua guarigione e
salute . Perciò eglino in ogni tempo hanno mandati
dei novelli Apostoli su tutte le spiagge dell' uni-
verso a spargervi la vera luce , per dissiparne
le tenebre , a portare il portentoso balsamo del
divin Salvatore per risanarne le ferite . Sono essi
questi sublimi personaggi, che, abbandonato il pa-
trio tetto, i cari parenti, gli amici del cuore, gli
agi della vita, in mezzo a travagli e a stenti va-
licano immensi mari, s'inoltrano senza spavento,
ora tra i ghiacci polari ,orastl'ude
sole , non in cerca di ricchezze o di rinomanza ,
ma in cerca d'anime derelitte, abbrutite, in cerca
dell' Esquimale , del Groenlandese, dell' Irocchese,
del Zulù, dell' Atabo, del Cafro , del Cinese , del
Giapponese, del Patagone . O vivano queste crea-
ture ragionevoli in società , o s' ascondano nelle
caverne , o scorrazzino pe' monti, o abitino nella
solitudine , o s' inselvino nelle foreste, il Missio-
nario cattolico non risparmia sudori . e stenti per
apportare loro colla verità e colla Fede ogni bene
temporale ed eterno , per far tutti partecipi dei
frutti della copiosa Redenzione di Gesù Cristo .
Ma chi sono mai questi prodi , che generosa-
mente si espongono a mille cimenti a pro dell'U-
manità ? Sono quelli appunto che voi, o libertini,
con sogghigno beffardo appellate col titolo di gente
oziosa , di gravame per la società ; sono quelli ,
che certi Governi deprimono, spogliano, mandano
in esilio, imprigionano quali facinorosi . Tant'è trista
l'empietà, tant'è crudele l'ingiustizia !E tra que-
sta falange di eroi , non è forse spettacolo stu-
pendo vedervi stuoli di intemerate donzelle , che
con coraggio superiore al loro sesso, superati i
più fieri contrasti opposti dalla carne e dal san-
gue, si spingono colà in quelle remote contrade,
ove a raccogliere bambini, ove a catechizzare fan -
ciulle, ove a reggere scuole, ove a dirigere con-
servatorii, ove a servire negli ospizi e negli ospe-
dali? Quale eroismo mancò mai alla donna cattolica!
Onta e vergogna per tante invereconde e degradate
donzelle dei nostri tempi, che lungi dall' imitare
cotesti esempi di carità vivono tra il popolo cri-
stiano scandalizzando i buoni e perdendo se stesse
e gli altri! Deh, buon Dio, ricevi quelle siccome ostie
pure, sante a te piacenti, in ricambio e in ripa-
razione di queste frivole e spudorate figlie di Eva .
5.
La Carità Cristiana.
A conseguire i salutari effetti di cotali aposto-
liche spedizioni , chi non vede la necessità di so

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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stenere immense spese? Si tratta di mandare in
diversa direzìone migliaia di Religiosi, di Sacerdoti,
di Suore, poste a parte alla grande impresa, spin-
gerli alle contrade anche più lontane del globo,
a popoli, a nazioni, a tribù varie per clima, per
linguaggio, per costumi, per religione ; si tratta
di percorrere immensi spazi per mare e per terra
con spese incalcolabili di viaggi , di trasporti, di
provviste e di sovvenzioni ; si tratta di erigere nei
luoghi opportuni, od ampliare oratorii, e residenze,
di aprire scuole, raccogliere fanciulli, assistere in-
fermi, sovvenire, accorrere a tutte le umane mi-
serie : si tratta insomma di usare tutte le industrie
che suggerisce la carità , per convertire e con-
durre alla Chiesa di Gesù Cristo tutto il mondo (1) .
Ora donde mai si trassero i mezzi necessari per
interi secoli a sopperire alle immense spese per
iniziare, per mantenere, per ampliare le apostoli-
che spedizioni ? Dalla carità cattolica . Per ef-
fetto di questa stessa carità, coll'attività dei Pon-
tefici e con la cooperazione deì Re e dei po-
poli, in tratto di tempo si giunse a formare, nel
centro della Chiesa Cattolica in Roma, la grande
Istituzione della Congregazione detta De Propa-
g.QaundsoFiechmtgovaneid
tutte le nazioni per educarli e crescerli all'istru-
zione e pietà sacerdotale : di qua partono annual-
mente i generosi apostoli a promulgare la dottrina
di Gesù Cristo , e con ciò a civilizzare e cristia-
nizzare i popoli : di qua si traggono i sussidi e si
diramano alle varie e moltiplicate occorrenze delle
missioni . Opera veramente gigantesca, degna solo
di quei sommi Pontefici che la idearono, la pro-
mossero, la consolidarono ! Onta eterna invece a
chi in pieno secolo XIX, e in nome di una men-
titrice civiltà danneggia questa opera immortale
Sussidiaria a questa grand'Opera si presentò la
Istituzione denominata - La Propagazione della
Fede - canonicamente eretta ai 3 di maggio 1822
in Lione, allo scopo di promuovere le Missioni in
America ; ma benedetta da Dio e dal suo Vicario in
terra , come il grano di senapa , crebbe dipoi in
albero, i cui rami largamente fiorirono, e così ha po-
tuto essa pure alle Missioni sparse per tutta la terra
porgere benefica la sua mano . In lode di questa Isti-
tuzione così scrisse la s . m . di Pio IX « E que-
sta un'Opera veramente grande e santissima, che
con tenui oblazioni e preci quotidiane a Dio innal-
zate da ciascuno dei soci, si sostiene, s'accresce,
s' ingagliardisce , e che ha in mira di soccorrere
agli operai evangelici , di esercitare verso i neo-
fiti le opere di cristiana carità, e di liberare i fe-
deli dall'émpito delle persecuzioni . - Noi la sti-
miamo degnissima dell'ammirazione e dell' amore
di tutti i buoni... Speciale Provvidenza di Dio,
che mentre con ogni specie di macchinazioni si ac-
caneggia la Chiesa, i veri fedeli, accesi dal desi-
derio di propagare la cattolica verìtà, si sforzas-
(1) Al presente la popolazione del mondo si fa ascen-
dere a un bilione quattrocento cinquanta cinque milioni,
novecento ventitre mila ,c1.i495n20Dq3ueto
questi sono cattolici appena la quinta parte, circa un 300
milioni Oh la messe è molta, e pochi gli operai:preghiamo
il Signore della messe, che moltiplichi i raccoglitori, e del
ricolto empia i granai!
sero tutti con concorde zelo e con riuniti sussidi
a guadagnare anime a Gesù Cristo » . Ed oh, chi
potrebbe ridire i copiosi frutti derivati dalle col
lette di tale Associazione !
Se ora si adora il Crocifisso, ove si prestava
culto al demonio : se l'uomo ha acquistata la sua di--
gnità , ove viveva da vile schiavo : se si vive a
principi di onestà , ove regnava la brutalità : se
si appresero arti e scienze e si coltiva il terreno,
ove attristivasi l'ingegno coll'ignoranza, ed abban
donavasi all'inerzia il suolo : se il selvaggio, de
posta la natìa fierezza, ama i suoi simili : se sono
dissipati gli errori, confutate le false dottrine, tutto
ciò nella massima parte si è ottenuto, dopo l'aiuto di
Dio e lo zelo apostolico , per i mezzi pecuniarii
somministrati dai socii ascritti alla Propagazione
della Fede . Ma ahi indicibile sventura ! I tempi ;
che corrono, sono fatali anche a questa Opera pro
videnziale : sia pel raffreddamento della carità in
molti, sia per le angustie delle cose private e ri-
volgimenti delle cose pubbliche, sia pel timore di
tempi peggiori , è avvenuto che ben molti sono
diventati tenaci nel ritenere , e parchi nel dare
con danno immenso delle Apostoliche Missioni . E
noi che la Dio mercè viviamo nel seno della Cat-
tolica Chiesa saremo solo paghi a rimpiangere la
sventura , senza agitarci a ripararla ? Su dunque,
rasciughiamo le sterili lacrime, poniamo solleciti
la mano all'opera .
6.
L'appello ai Cattolici.
Ma come ? in un modo il più facile ed efficace .
In questi ultimi anni l'Associazione della Propaga--
zione della Fede ha mandati alla Congregazione di
Propaganda i suoi sussidii, per le Apostoliche Mis
sioni, più scarsi che negli anni, nei quali fioriva,
per la ragione che moltissimi si sono ritirati dal-
l'appartenere all'Associazione ; e quindi ritirando
il nome, hanno sottratta la tenue settimanale obla-
zione alla Pia Associazione . Or bene chi non porta
invano il nome di cristiano , chi ha in cuore usi
sentimento di compassione al prossimo, di amore
a Gesù, si faccia innanzi . In ogni Impero, Regno,
Repubblica , Provincia , Città o Parrocchia , sor
gano di tali zelatori e zelatrici, ravvivino - l'illana-
guidito fervore nei socii passati , si impegnino
tutto studio per accrescere il catalogo coi nomi
dei nuovi socii . Con ciò sarà riparato il vuoto ca-
gionato dalle cessate oblazioni, e provveduto con
venientemente ai moltiplicati bisogni delle Aposto-
liche Missioni . Adoperarsi con vivo zelo di apportare
la luce, la verità, la consolazione, la vera libertà
a tanti milioni di viventi ; sottrarli dal duro giogo
della schiavitù del demonio ; renderli atti al con-
seguimento della vita eterna ;oh questa sì è l'o-
pera più generosa del cristiano e in pari tempo di
maggior gloria e gradimento a Dio(.1)
(1) Quale sia l'organizzazione dell'Associazione per la
Propagazione della Fede, ed anche della S . Infanzia fi-
glia e sussidiaria di essa, è ben noto ; occorre solo l'at
tività nel porla in pratica più diffusamente che si possa,
Quest'Opera è propria dello zelo di tutti i veri Cattolici

2.2 Page 12

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Su dunque quale un solo uomo, accingiamoci
tutti ad accrescere le file dell' Associazione alla
Propagazione della Fede, a procurarle quelle
offerte, che per tal fine si potessero raccogliere .
E potrà ricusare la sua offerta il ricco ? Nel di-
spendio di cavalli di lusso, di cani da caccia, di
laute mense non rimarrà un tozzo di pane per mi-
lioni di famelici ? Le Signore? Ma in mezzo alle
frivole occupazioni di vesti , di mode , di vanità
non avranno un pensiero per coprire d' un cencio
milioni di poveri nudi ? I mercanti, gli artieri, i
borghesi , i braccianti ? Ma dal frutto delle loro
industrie sarà duro risecare un bricciolino a pro
di tanti infelici ? Qual'onta al nome cattolico ve-
dere la generosità dei protestanti , che per soste-
nere e dilatare l'empie loro dottrine, non la per-
donano a sollecitudini, non risparmiano sacrifizi ,
ep,movurcantdi
operaio gareggiano per ammassare somme immense
colle loro oblazioni, da erogarsi per la spedizione
degli emissari, per stampe e diffusione di libri di
ogni gusto e d'ogni linguaggio a perversione dei
deboli ; e noi Cattolici , che giornalmente chie-
diamo che sia lodato il Nome del Signore, che sia
dilatata la sua gloria, patire di vedere gemere
sotto il peso di gravi sciagure temporali ed eterne
tanti nostri fratelli immagini e fatture di Dio ,
e non porgere generosa la mano, fervida a Dio la
prece, per ritrarneli ! Che più ? Quanti sforzi, sa-
crifici e contribuzioni enormi s'impongono gli empi
e scellerati settari nelle loro notturne congreghe,
per formarsi complici allo scopo di sovvertire l'or-
dine della società, di rovesciare trono ed altare ,
di tenere accesa la guerra tra il cielo e la terra,
di coprire il mondo di ruine , di desolazione e di
stragi ! Ah ! si vegga ormai che i seguaci di Gesù
Cristo non sono da meno di quelli di Satana, e
che è più generoso il cuore e la mano del catto-
lico a sollevare dalla sventura di quello del set-
tario ad aggravarla .
Tu, Erode, fosti un crudel tiranno, che per tru-
cidare un Bambino, che s'involò al tuo sdegno, me-
nasti una strage orribile di 14 mila lattanti . Si
odono ancora quegli acuti vagiti di tanti morienti,
le grida disperate delle madri, fuma ancora quel
sangue innocente, ne sono tinte le cune, le pareti,
il pavimento . . . Ma pure quella morte non fu una
perdita, sì bene un guadagno ; perderono il corpo,
salvarono l'anima . Ah! di cuore più duro di quello
di Erode sono a dirsi coloro, che richiesti di un
soccorso per salvare centinaia di milioni d'infelici,
vi si rifiutano . Nel dipartirsi dalle nostre terre
quei prodi conquistatori di anime avvampante il
ma specialmente dei Cooperatori e Cooperatrici Salesiane,
poiché al frutto delle loro industrie possono anche
partecipare i loro Fratelli e Sorelle in G . C ., che si tro-
vano nelle Missioni . - Anzi aggiungiamo che se i Coo-
peratori e le Cooperatrici amassero inviare le loro offerte
a Torino in vantaggio delle Missioni della Patagonia ,
affidate ai Salesiani , potrebbero farlo senza lasciare di
partecipare al merito ed alla gloria della Propagazione
della Fede. - Quali e quanti sieno i bisogni delle Mis
sioni è da apprendersi dagli Annali bimestrali della Pro--
pagazione della Fede, della S . Infanzia e dal Bollettino
Salesiano . Dio volesse che queste fossero le letture nelle
famiglie cristiane .
petto di cocente carità, ai loro occhi e più al cuore
balenò il raggio della speranza, che, ad onta dei
vasti oceani, degli orridi deserti e delle inospite
spiagge, che ci dividono con immense distanze, noi
li avremmo seguiti colla memoria dei loro stenti,
col soccorso delle nostre oblazioni , col conforto
delle nostre preghiere . Deh , non rimangano per
noi deluse sì dolci speranze !
7.
Il Premio o il castigo.
Il Samaritano vangelico diè promessa al pa-
drone dell'Albergo che di ritorno dal suo viaggio,
lo avrebbe rimborsato delle spese occorse, e ricam-
biato delle cure e sollecitudini sue per la guari-
gione dell'infermo . Parimente il Samaritano celeste
di ritorno dal cielo retribuirà tutti quelli, che si
saranno adoperati con zelo a procurare il bene spi-
rituale e temporale dei prossimi . Ma quando ?
Quando Egli apparirà seduto sopra il trono della
sua Maestà . Allora s' aduneranno dinanzi a Lui
tutte le nazioni , ed Egli separerà gli uni dagli
altri, come il pastore separa le pecorelle dai ca-
pretti . Dirà a quelli posti alla sua destra : Venite
benedetti a prendere il possesso di quel regno ,
che fuvvi già preparato dal Padre mio . - Ma
perché la promessa di un premio sì immenso, sì
perfetto ed eterno ? Perché, dice Egli, ebbi fame,
e mi deste a mangiare : ebbi sete , e mi deste a
bere : fui pellegrino , e mi riceveste : ignudo , e
mi rivestiste : malato, e mi visitaste : carcerato,
e veniste a me . Risponderanno quei fortunati : E
quando fu questo? Quando avete tali cose fatte a
vantaggio di uno dei più piccoli, le avete fatte a
me, dirà il Signore. - Se pertanto sì generosamente
saranno retribuiti quelli, che al prossimo furono
larghi dei beni corporali, che sarà mai di quelli, che
lo avranno soccorso nello spirito? Qual premio! Pos-
sedere, amare, goder Dio in compagnia di quelli
stessi , che colla nostra cooperazione furono illu-
minati, soccorsi, convertiti e salvati in eterno! Al
contrario qual pena è riservata a coloro, che non
curarono, o si rifiutarono a sovvenire il prossimo
nei bisogni corporali e spirituali ? Ciechi mortali,
che non conoscete altro Dio fuorché l'oro ed il ven-
tre, come lo stolto vangelico ; ingordi, che altrettanti
Epuloni avara avete la mano come il cuore a solle-
vare le miserie di tanti mendici Lazzari ; ingrati,
che negate a Dio, negandolo ai suoi poveri ciò ; che
è più suo che vostro, quale sia per essere il vostro
tremendo castigo, uditelo dalla bocca stessa di Gesù
Cristo giudice inesorabile : - Partite da me, ma-
ledetti, al fuoco eterno !
8.
La Preghiera.
Eterno Dio, quant'è mai grande il tesoro delle
vostre misericordie ! Se l'infelice Umanità, perché
macchiata di colpa, addiviene abbominevole oggetto
innanzi a Voi, il vostro divino Unigenito da Voi
mandato , nell' assunta carne si offre alla vostra
giustizia Vittima di espiazione e di pace . Per que-

2.3 Page 13

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sta Vittima dì pregio infinito è cancellato il de-
creto di eterna condanna, è vinta la morte, debel-
lato l'inferno, ottenuto il perdono a tutte le ge-
nerazioni passate , presenti e future ; e la vostra
Maestà ha ritratta gloria maggiore di quella, che
ricevesse di oltraggio dall'umana malizia . Eppure,
oimè ! quante popolose nazioni , quanti vasti im-
peri, quante inospiti contrade abbrutite per co-
stumi, degradate per sacrileghi culti, vivono tut-
tora avvolte nelle tenebre e nell'orrore di sempi-
terna morte : non conoscono Voi fonte di verità ,
nè il vostro Unigenito e nostro Redentore . Deh,
per la vostra pietà , volgete lo sguardo benigno
su questa divina Vittima, svenata per l'umana sal-
vezza sull' altare della Croce, e fate che di quel
Sangue, che copioso sgorga da quelle ferite, non
ne cada invano una sola stilla . Esso è prezzo del-
l' umano riscatto : ogni stilla è una lingua , che
alto parla ed implora da Voi che torniate agli an-
tichi portenti . Quali già gli Apostoli ripieni del
vostro spirito tra le persecuzioni, le ignominie e
le spade, si sparsero sulla terra a bandire la vo-
stra legge e assoggettarvi tutte le genti ; tali i
vostri ministri loro successori, non punto atterriti,
o dall'orgoglio dei dominanti, o dalla fierezza dei
popoli, o dall'inclemenza dei climi, o dall'aspetto
dei tormenti e della morte , sì presentino ovunque
colla sola arma del vostro Nome, a predicare Gesù
Crocifisso, e tutto il mondo ne accolga la fede, ne
abbracci la dottrina! Sia franca sul loro labbro la
vostra parola, e la luce rischiari quelle menti ot-
tenebrate, sia spada e col suo taglio trapassi quei
cuori protervi ! Mercè la vostra grazia fate che
il terreno, che annualmente vanno a coltivare coi
loro sudori tanti novelli vostri Missionari e gene-
rose Suore, produca ubertoso frutto di conversione
e di salute . Sì, o Signore , date gloria al vostro
Nome, esaltamento al vostro divin Figlio fattosi
a Voi umiliato fino alla morte di Croce . Su que-
sta innalzato lo rimiri l'infedele e lo creda, il pa-
gano e lo adori, l'eretico e s'illumini, lo scisma-
tico e si ravveda, l'ebreo e si convinca, lo rimiri
il peccatore e si converta . Sì, avvenga , o buon
Dio , che tutti gli uomini , formando una sola
famiglia , vi conoscano , vi servano , vi amino in
terra, per meritare poi di cantare in cielo le vostre
misericordie .
L' AMAZZONIA .
III.
Necessità del mentovato disegno .
Non sarà ora difficile, signori , far risaltare in
modo evidente la necessità ed i v antaggi di que-
sto disegno .
È necessario andare in cerca del popolo .
Se vogliamo rimediare , come tutti vogliamo ,
all'infelice stato in che trovasi questo popolo, no-
stro conterraneo, legittimo brasiliano e tutto no-
stro, il rimedio non abbiamo da sperare che egli
venga a cercarlo in casa nostra, ma siamo noi che
dobbiamo portarglielo in casa sua . Questa mede-
sima universale dispersione di lui ci sta indicando
ed avvertendo che, per istruirlo, fissarlo, mora-
lizzarlo e fargli alcun bene, non c'è altro mezzo,
se non andar a cercarlo nelle sue macchie, ed interne
solitudini ; visitarlo, e visitarlo con frequenza, so-
pratutto nel tempo, che libero de' suoi soliti la-
vori, possa dare seria e non interrotta attenzione
all'insegnamento dei principii e dettami essenziali
ad ogni uomo che deve vivere in società .
Contrariare violentemente il movimento che slan-
cia questo popolo per le industrie estrattive, forzarlo
a concentrarsi di nuovo nelle riduzioni , sarebbe
violentare le leggi economiche, e pretendere l'im-
possibile . Pertanto dobbiamo adattarci noi all'esi-
genza delle circostanze e recargli la morale e la
religione , come sarà mestieri all' autorità civile
portargli la scuola , l' amministrazione della giu-
stizia , la medicina . Dobbiamo aver per forza un
ministerio evangelico ambulante, come avremo ad
imitazione della Svezia professori ambulanti, come
avremo giudici ambulanti , come avremo medici
ambulanti , come già abbiamo ed in grande scala
commercio ambulante . E una necessità premente
a cui tutti dobbiamo arrenderci se vorremo man-
tenere relazioni con questo popolo per aiutarlo ,
proteggerlo , difenderlo , educarlo e inspirargli i
nobili sentimenti dell'onore e del dovere .
È necessario che lo vada a cercare
il sacerdote cattolico .
Per la realizzazione di questo disegno, ripiglie-
remo il filo interrotto delle nostre gloriose tradi-
zioni storiche sopra il Catechismo .
Quando il genio avventuroso del vecchio Porto-
gallo, solcando le onde di mari non mai da altri
navigati, andava a scoprire nuovi mondi e dilatare
per mezzo di essi il suo impero, noi, apostoli del
Crocifisso, andavamo in bande numerose nel seno di
sue caravelle a portar nel medesimo tempo la luce
della fede ai popoli barbari . La fede e l' impero
era la divisa gloriosa di questo eroico popolo, che
perciò aprì un solco così profondo e luminoso nella
storia della civilizzazione .
Vennero al Brasile i Nobrega , gli Anchieta ,
gli Almeida, i Gusmano, gli Azevedo e i Vieira ;
ed all'ombra dei nomi per sempre illustri di co-
desti uomini apostolici una falange di oscuri e ze-
lanti operai del Vangelo , i quali obbedendo alla
voce del Divino Maestro : Andate per l'universo
mondo, predicate il Vangelo ad ogni creatura ,
volarono attraverso l'Oceano abbandonando patria,
famiglia, e muniti appena d'un breviario e d'una
croce si internarono nei nostri nascondigli, pene-
trarono nelle selve, perlustrarono deserti, varca-
rono montagne , navigarono in fragili barchette
fiumi sconosciuti, esposti di continuo al dente delle
fiere, alle intemperie dei climi, alle punture degli
insetti , alle insidie delle tribù antropofaghe , so-
stentandosi le molte volte di frutti selvatici, dor-
m endo la notte un sonno atterrito fra le ombre

2.4 Page 14

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seminate di terrori, e tingendo durante il giorno
la vergine zolla delle foreste col sangue dei piedi
scalzi .
Essi furono dei primi che affrontarono le pre-
cipitose onde delle Amazzoni , e perlustrarono la
rete de' suoi numerosi affluenti per procurare la
conversione dei gentili, riunirli sotto capanne in
diversi punti , affezionarli alla vita sociale e am-
mollirne la fierezza dei costumi all' ombra della
Croce .
Furono essi che per virtù del nome e della gra-
zia di nostro Signor Gesù Cristo andavan riducendo
alla fede ed all' amor del vero Dio le tribù abo-
rigeni, che abitavano questa vallata, lavoro colos-
sale, che durò 214 anni senza che lor venisse meno,
in mezzo a mille difficoltà pericoli, l'indomabile
energia, né si rattiepidisse un istante l'ardore di
uno zelo veramente degno degli Apostoli . Se loro
fosse stato dato di continuare le loro evangeliche
fatiche, oggi, probabilmente non avremmo più un
solo Indiano selvaggio nelle nostre foreste ; go-
dremmo la dolce consolazione di vedere tutte le
tribù camminare animose per un illuminato avve-
nire, incorporate all' unione politica dell' impero,
anche quelle che pei loro istinti feroci incutono
terrore all' uomo civilizzato . L' elemente indiano
sarebbe già tutto trasformato , costituendo nelle
rive dei nostri fiumi popolazioni pacifiche e indu-
striose, come quelle di cui fa menzione il Muratori
nel suo Cristianesimo Felice .
Ma disgraziatamente così non doveva succedere ;
la grand'opera fu interrotta prima che potesse ve-
nir portata a capo Il torvo despotismo del Mar-
chese di Pombal cacciando in bando i nostri mi-
gliori catechisti, quelli che andavano in fronte degli
squadroni apostolici, scaricò il colpo di morte alle
missioni del Brasile, e fece ritardare di 300 anni
la civilizzazione di questo popolo Dopo la deca-
denza e soppressione di tutti gli ordini religiosi
nel Portogallo e il profondo abbattimento, in che
andarono cadendo fin d'allora quelli del Brasile ,
finirono per estinguere il leggiero soffio di vita
che ancora respirava il Catechismo .
Or bene ! Dopo la lunga e per noi sì disgrazìata
interruzione di 114 anni, viene il Cristoforo a ria-
nimare la grand' opera, darle nuova vita, benché
sotto forma diversa, come diverse sono le circo-
stanze .
E pregio, è nobiltà, è credito, è punto d'onore
del nostro patriotismo, ristaurare in alcun modo
codesta opera che sparse sì bella luce nella storia
delle nostre origini , e di cui tanto ha mestieri
questo gran popolo, che quivi giace prostrato e ab-
battuto .
Signori, quel che succedette nelle Amazzoni (le
veggano o non vogliano vederlo quelli cui deve
importare) è ciò che la storia ci mostra da ogni
parte . Senza il prete non si conservano le Chiese .
La pioggia del cielo cade sopra quegli altari in
rovina, e sul pavimento abbandonato E se la pietà
ne conserva alcune, più non le imbalsama l'odore
del sacrifizio più non risuona in esse la predica
evangelica, non v'è più il SS . Sacramento nel ta-
bernacolo, cessano le cerimonie del culto e tutte
le pratiche cristiane . Senza predica, senza sacra-
menti, senza pratiche della vita cristiana, perdesi
a poco a poco ed estinguesi la fede ; perduta ed
estinta la fede si corrompono i costumi, la corru-
zione dei costumi trae con sé la degradazione del
carattere, il vivere grossolano e tutto animalesco,
l'abito di infami orgie, che conduce alla barbarie .
Ecco la scala per cui un popolo scende grado per
grado fino alla selvatichezza . Il selvaggio non è
l'uomo primitivo, é l'uomo degenerato . Per rial-
zarlo dalla decadenza, per sollevarlo di nuovo alle
cime illuminate e sane, in cui si vive la vita dello spi-
rito e del cuore, vada ad abitare con lui il sacer-
dote, il sacerdote secondo il cuor di Dio, il vero
apostlcnarodelVngisuelabr
e l'amor degli uomini nel cuore .
Vada il sacerdote, il ministro di quella Chiesa
che tiene il segreto delle grandi trasformazioni so-
ciali, che degli avanzi dello sfasciato imperio dei
Cesari , e di alcune orde barbare fanno i grandi
popoli inciviliti e prosperi dell' Europa moderna
Vada il sacerdote ! Parli , consigli , esorti in
nome di Dio, riprenda con tutta la pazienza e dot-
trina, sia il consigliero, l'amico, il Padre di quel
popolo, e in breve apparirà agli occhi di tutti la
mutazione che si operò nell' idee e nei costumi .
Un chiarore della luce dall' alto rischiarò quelle
ombre, e un popolo rigenerato sorse alla vita della
storia .
La mancanza dei principii morali, avevalo im-
bastardito e fatto cadere in una mollezza che lo
rendeva vile strumento nella mano de' suoi oppres-
sori .Noilvedrmafontipublceroi,
capace di quelle maschie virtù, che sono il primo
baluardo della libertà , secondo la frase elegante
di Villemain .
Il Cristoforo coopererà efficacemente per questo
grande risultato . È il più facile mezzo di evan-
gelizzazione , e il più adattato alle condizioni at-
tuali della regione Amazzonica
Le Missioni in punti fissi
non sono attualmente possibili ..
L'antico sistema di missioni stabilite in punti
fissi, non è possibile eseguirsi attualmente, se non
in molto piccola scala, e come saggi più o meno
proficui . La ragione si é perchè gli istituti reli-
giosi d'Europa, per le vicende dei tempi e delle
rivoluzioni, trovansi in istato di poter appena an-
dar mantenendo gli stabilimenti che già posseg-
gono nelle varie parti del mondo , e non hanno
personale per fondarne dei nuovi . Oltre a ciò, di-
ciamolo con dolore, tale è stato fra noi il regime
dell'insegnamento religioso, che nulla può imma-
ginarsi di più assurdo . Potremmo applicare il
detto di Thiers, che in questa materia non ci sono
più errori da commettere . Finché durerà questo
stato di cose le missioni tra gli Indiani continue-
ranno a produrre risultati ben poco soddisfacenti,
e per conseguenza nessuna attrattiva potrà eser-
citare sopra lo zelo dei missionarii europei

2.5 Page 15

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EMILIA MARGOTTI-TOMATIS .
Per regola ordinaria noi non pubblichiamo cenni
necrologici dei Cooperatori e delle Cooperatrici
defunte, perché altrimenti, stante il gran numero,
dovremmo occupare in buona parte, se non tutto,
lo spazio del Bollettino d'ogni mese .
Ciò non di meno crediamo bene di fare questa
volta una eccezione per una Cooperatrice, madre
di famiglia esemplarissima,, oltremodo divota di
Maria Ausiliatrice e molto benemerita delle opere
Salesiane . Intendiamo dire di Emilia Margotti-To-
matis, nata in Mondovì Breo il 25 gennaio 1813,
e morta in Torino il 27 marzo ultimo passato .
Figlia di Lorenzo Tomatis e di Angela Lim-
bania Giacone di Oneglia ebbe una soda e cristiana
educazione, prima in seno alla famiglia, poscia in
Collegio a Torino presso le Fedeli Compagne .
Dopo una giovinezza trascorsa nella pratica delle
più belle virtù , il 23 febbraio del 1862 ella an-
dava sposa in Torino al signor Stefano Margotti,
fratello dell'illustre direttore e celebratissimo scrit-
tore dell' Unità Cattolica . I due coniugi erano de-
gni l'uno dell'altro, e sembra che Iddio li riser-
basse come a vicendevole premio di loro virtù .
In quell'occasione essendo la giovane sposa andata
a Roma ebbe la consolazione di prostrarsi ai piedi
del grande Pontefice Pio IX , che l'accolse colla
massima benevolenza . Egli la benedisse, e perchè
avesse un segno sensibile della pontificia benedi-
zione le regalò un Cammeo colla mano del Reden-
tore che benediceva . Anche Leone XIII si degnò
di mandarle in dono un Cammeo col suo ritratto .
Donna di sentimenti profondamente cattolici Emi-
lia Margotti stimava più questa benedizione e que-
sti doni del Vicario di Gesù Cristo, che non tutti
gli onori e tutti gli applausi del mondo .
Se nubile era stata nella casa paterna e nel
luogo di sua educazione un modello di virtù alle
giovani donzelle, maritata si fece vedere vero e-
semplare di madre cristiana . Sebbene colta, ricca
e vivente in una grande città , pur conservò nel
nuovo suo stato l' aurea semplicità di una donna
di modestissima casa. Basti il notare che in 22
anni di matrimonio n
on andò mai al teatro, fuor-
chè una sola volta, quando si rappresentò un dramma
di onesta persona e amica di famiglia . Le sue de-
lizie più soavi, il suo più ambito divertimento era
il vegliare e l'accudire la sua casa . Lavorava colle
sue cameriere ed insegnava loro a lavorare , fa-
cendosi per tal modo loro maestra . Parea di vedere
in essa rappresentata la savia e forte matrona de-
scritta dallo Spirito Santo nei Preverbii : Consi-
deravit semitas domus suae, et panem otiosa non
comedit . Quaesivit lanam et linum , et operata
est consilio manuum suarum . Accinxit fortitudine
lumbos suos, et roboravit brachium suum : Ella
sta attenta agli andamenti di sua gente, e il pane
non mangia nell' ozio . Si procura lana e lino, e
lo mette in opera colla perizia delle sue mani . Si
cinge di fortezza i suoi fianchi, e fa robusto il suo
braccio .
Favorita da Dio di numerosa figliuolanza, ne
ebbe la più sollecita e tenera cura . Piena di fede
non dimenticava che Dio le aveva dato dei figli
allo scopo precipuo che li rendesse figli di Lui,
e che a questo solo mezzo li avrebbe fatti felici in
vita e per tutta la eternità . Per riuscire in questo
nobile intento ella faceva loro da prima e sagace
institutrice ; poscia studiava di collocarli in edu-
cazione presso collegi e maestri di provata virtù ;
nè paga di ciò implorava ogni giorno sopra di loro
le benedizioni di Dio . Per ottenere più facilmente
questa grazia , che più di ogni altra le stava a
cuore, faceva pure di tratto in tratto delle limo-
sinealcsedibnfceza;ed anche i giova-
netti del nostro Oratorio di Torino provarono per-
ciò i frutti della sua carità . Veniva di quando in
quando a visitare il Santuario di Maria Ausilia-
trice, donde non partiva mai senza lasciarvi qualche
buona offerta a pro dei fanciulli ivi ricoverati .
Ella soleva dire a D . Bosco : - Procurando con
qualche limosina la buona educazione a tanti po-
veri figliuoli orfani od abbandonati, io spero che
Maria Ausiliatrice veglierà da buona madre sopra
i figliuoli miei e me li farà crescere savii e vir-
tuosi . - Esempio e pratica bellissima, cui dovreb-
bero imitare tutte le madri cristiane .
Emilia Margotti-Tomatis era nipote di D . Gio-
vanni Tomatis, Oblato di Maria , già Rettore in
Torino del Santuario di Maria Consolatrice e Mis-
sionario apostolico, morto il 3 di febbraio dell'anno
corrente .L'afetuosisimanipoteneiprimgiorni
di marzo aveva assistito ai funerali di trigesima
dello zio, ed udito il suo elogio funebre detto nella
Chiesa di S . Secondo dal Rev .mo Mons . Eula ve-
scovo di Novara . Niuno in quel giorno si sarebbe
mai immaginato che prima che il mese volgesse
alla fine ella avrebbe seguito lo zio all'eternità ;
eppure fu così . Pare che il santo prete giunto al
trono di Dio abbia implorato come grazia l'aver
tosto con sè in quell' eterno gaudio la dolce ni-
pote, la quale aveva così lodevolmente imitato le
sue esimie virtù . Infatti pochi giorni erano pas-
sati da quel funerale , quando la signora Emilia
veniva colta da forte pleuritide o mal di costa,
che ribelle a tutti i rimedii dell'arte tra il com-
pianto generale la menava al sepolcro .
Nel breve corso della malattia ella fece mag-
giormente risplendere le sue rare virtù ; ebbe dai
figliuoli le più sincere prove della savia educazione
loro impartita ; e dal Cielo pur consolanti favori .
Accortasi che si appressava la fine di sua vita,
quantunque amasse svisceratamente la sua ancor
giovane e tenera figliuolanza, pure fece a Dio non
solo da rassegnata ma da forte il duro sacrifizio
di abbandonarla . Ricevette il SS . Viatico con i-
straordinaria divozione ; e sebbene i medici di-
chiarassero che vi era ancora tempo per l'ammi-
nistrazione dell'Olio Santo, tuttavia volle riceverlo
subito . Ordinò poi che fosse preparato un altarino
nella sua camera, gli fece porre in faccia la im-
magine di S . Giuseppe, e allo Sposo di Maria, al
Custode di Gesù e al Protettore dei moribondi
volgeva sovente i suoi sguardi e raccomandava l'a-
nima sua e la sua agonia con una pietà singolare.
Era poi cosa la più commovente il vedere le

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prove di amore, che le davano i figliuoli in quegli
estremi di vita . Tutti, grandi e piccoli, si chiu-
devano in una camera e vi passavano delle ore a
pregare per lei con angelico ardore .
Certo, se il tempo presente, se la vita tempo-
rale valessero qualche cosa a petto della eternità
o della vita celeste, o, per meglio dire, se la santa
donna, sebbene nella ancor buona età di 41 anno,
non fosse già stata matura pel Cielo, i voti di sì
affettuosi figli, e quelli di tante altre persone per
la sua guarigione, sarebbero stati esauditi .
Iddio per altro in quelle supreme angustie le
concesse grazie , che ad una cristiana sono vera-
mente preziosissime . Durante la sua grave malat-
tia ella stava pure per avere un bambino ; onde
nel timore che la creaturina avesse a morire senza
il battesimo ne provava al cuore pena indicibile
Come le altre volte, ella in quel pericoloso fran-
gente si rivolse con fiducia a Maria Ausiliatrice,
a cui professava la più tenera divozione , e ben
presto la sua pena si volse in gaudio ; poiché
poco prima di morire vide una sua angioletta ri-
generata nelle acque battesimali precederla in Pa-
radiso, e andarsi a congiungere con gli altri spi-
riti celesti per riceverla festante e giuliva al e
porte del regno beato .
Altro ambito favore furono gli spirituali con-
fr. otiavuledamort Ebbe ai suoi fian-
chi le Suore Nazzarene , che le fecero da veri
angeli visibili, e poi la frequente e diremmo con-
tinua assistenza del M . Rev . Filippino Padre Car-
pignano, curato della parrocchia di S . Filippo, il
quale si mostrò veramente l'esempio dei sacerdoti
nel visitare ed assistere gli infermi e specialmente
i moribondi .
Poniamo fine a questo cenno necrologico con una
tenerissima circostanza . La vigilia della sua morte
Emilia Margotti chiamò a sè la figlia primogenita
ed i figli maggiori, e li mandò tutti a confessarsi,
afinchèaldomniatfoserpontiafrle
il regalo di una santa Comunione . Al domani ella
spirava nel bacio del Signore, e gli addolorati fi-
gliuoli tra un profluvio di lagrime facevano la santa
Comunione che riusciva in suffragio dell'anima sua .
Donna ben degna d'imperitura memoria .
Quanto fosse ella stimata nella società lo die-
dero a vedere i suoi funerali, che per la sponta-
neità degli accorsi, e per la rappresentanza , che
vi mandarono le principali famiglie di Torino, riu-
scirono uno spettacolo imponente . La sua salma
venne trasferita a S . Remo, patria dei Margotti,
ed accompagnatavi dal Rev . Padre Silvestro Oblato
di Maria, e sepolta presso al loro genitore, uomo
egli pure di grande virtù , e tuttora in benedi-
zione presso i suoi concittadini .
Noi avremmo voluto conoscere altre particola-
rità della sua vita e della sua morte, e soprattutto
possedere una miglior penna per iscrivere degna-
mente di una così esemplare Cooperatrice ; ma per
compimento a quanto abbiamo detto aggiungiamo
l'elogio che ne fece il nostro D . Bosco , quando
ebbe in Francia la funesta notizia di sua morte .
Egli esclamò dolorosamente : - La famiglia Mar-
gohp,etarilndsuz
giovanetti una vera benefattrice . -
Dal canto nostro abbiamo pregato per l' anima
di lei , e non abbiamo dimenticato i suoi addolo-
rati superstiti , ai quali non potendo fare di me-
glio invocammo da Dio quel conforto, onde l'apostolo
Paolo già cercava di lenire le ambascie dei primi
cristiani nella perdita dei loro cari, invitandoli a
riflettere che questa è terra di esiglio , e che i
nostri morti non fanno che precederci di alcun
poco nella vera patria, di dove additandoci le già
possedute corone ci fanno animo a renderci degni
di andarli a raggiungere con Dio e riabbracciarli
in un amplesso eterno . Oh! colà Iddio asciugherà
dagli occhi tutte le lagrime ; colà non saravvi più ne
morte, nè lutto, nè strida, nè dolore ; ma vi sarà
festa e sempiterna gioia .
Con permesso dell'Aut Eccl . - FERRAR! GIUSEPPE gerente respons .
Tip. di San Vincenzo de' Paoli, Sampierdarena . 1884
OPERE PUBBLICATE NEL MESE DI APRILE
dalla TIPOGRAFIA SALESIANA di Torino
MARTINENGO (P. Francesco) . L'igiene dell'anima ; Lettere
-- In-16' picc ., carta orient ., p . VIII-288 L . 1 40
DI PIETRO (Sac . Salvatore) . La Santa Sindone ; Sermone
recitato nella Metropolitana di Torino nella Qua-
resima del MDCCCLXXXIV . - In-8° gr . di pag .
52 ; ediz . elzeviriana
» 0 85
GARINO (Sac. Prof. Giovanni) . Del Verso e Del Dialetto
Omerico . - In-16' gr., pag 32 . . . » 0 40
LETTURE CATTOLICHE
Pubblicazione mensuale-Prezzo annuo L . 2 25 .
DAMIANI (Sac. Siro) . Guglielmo ; Racconto . - Un vol .
in-32', pag . 384 (376-78) . . . .
v 0 60
BIBLIOTECA DELLA GIOVENTU' ITALIANA .
Pubblicazione mensuale -Prezzo annuo L . 6 . 00.
BETTI (Salvatore) . La Illustre Italia ; Dialoghi - In-32°
di pag . 376, vol . 2° (184) . . . . » 0 75
Prezzo dei due volumi
» 1 20
Da pubblicarsi nelle gallerie dell'Esposizione :
LA FABIOLA
DEL CARDINALE WISEMAN
NUOVA EDIZIONE RICCAMENTE ILLUSTRATA
V . Circolare in Copertina.