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ANNO IX . N. 1 .
Esce una volta al mese.
GENNAIO 1886
BOLLETTIN O SALESIANO
Direzione nell' Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo, N. 32, TORINO
Sommario - Il Sacerdote Giovanni Bosco ai Coopera- diante il divino favore e la vostra coopera-
to-LraiCenslczpEtrioale
di Mons. Giovanni Cagliero - Storia dell'Oratorio di S .
Francesco di Sales - Lettera Argentina - Teresa Ca-
gliero - Bibliografia Salesiana - Elenco dei Coope-
ratori defunti nel 1884 .
zione la pia Società Salesiana nell'anno pas-
sato fu in grado non solamente di sostenere
e sviluppare le opere sue per lo addietro già
incominciate, ma di dare la vita a non poche
altre con grande profitto della povera gio-
ventù e della civile società . Fra le altre cose
IfLaStAtCeER,DOTaEbGbIiOVaAmNoNI
tBOeSrCOminavatnnoì
l' Ospizio di S
Evangelista in Torino, già oramai
. Gio-
pieno
Ai Cooperatori e alle Cooperatrici .
di giovani ; abbiamo inaugurato al divin culto
una parte considerevole della Chiesa del Sacro
BENEMERITI COOPERATORI
E BENEMERITE COOPERATRICI,
L'anno che è poc'anzi spirato mi porge
Cuore di Gesù a Roma, e dato principio all'an-
nesso Ospizio accettandovi dei giovani ab-
bandonati ; abbiamo fatto acquisto di un fab-
bricato con vasto cortile in Faenza allo scopo
occasione d' invitarvi a ringraziare per varie di rassodare vieppìù l' Oratorio festivo e le
ragioni il Signore . Vi è noto che per alcuni scuole colà esistenti ; in memoria del III cen-
mesi molte città e borgate d' Italia e di Fran- tenario della morte di S . Carlo Borromeo
cia furono infestate dal terribile morbo asia- abbiamo cominciata una chiesa nel collegio
tico, il cholera, e migliaia e migliaia di vite di Borgo S. Martino che ne porta il nome ;
furono mietute dalla morte . Ma Iddio bene- abbiamo provveduta una grperfabiclrta,quemlaandiosa macchina
detto per sua bontà volle preservare dal te-
muto flagello tutte le Case Salesiane e le per- nostra cartiera di Mathi al livello di ogni
sone che le abitavano ; anzi mi è dolce il altra d' italia, e procura alle nostre tipografie
credere che abbia usata la stessa misericordia carta a modico prezzo, e ci facilita la diffu-
a voi ed ai vostri cari .Col'animoadunque
sione della buona stampa in mezzo al popolo,
compreso dalla più profonda gratitudine rin- con molto vantaggio della religione e del buon
graziamo l' Arbitro della vita e della morte costume ; abbiamo preso la direzione di un
per averci concesso un cosi ambito favore . orfanotrofio a Lille, grandiosa città al Nord
Altro motivo di sciogliere la lingua in vivi della Francia, ed acquistato un edifizio in
ringraziamenti lo abbìamo negli aiuti, che Parigi ad uso di Oratorio festivo, già fre-
Iddio ci ha prestato di fare un poco di bene quentato da molti giovanetti ; abbiamo aperta
ad onor suo e a vantaggio del prossimo. Qui una nuova Casa di arti e mestieri nella Spa-
mi è caro di ricordarvi in succinto che me- gna a Sarrià presso Barcellona .

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Non meno provvida e generosa mostrossi
la mano di Dio verso le nostre Case ameri-
ca.neEgliosautòmnersi
vigore , ma le protesse contro alle violenze
di forti nemici, che ne avevano giurato lo
sterminio . Passo sotto silenzio lo sviluppo
delle Missioni della Patagonia, i ripetuti viaggi
apostolici e le scoperte di tribù selvagge sin
ora ignorate, le molte centìnaia di battesimi
amministrati, le migliaia di adulti e di fan-
ciulli istruiti, molti dei quali pur ricoverati
ed educati negli Ospizi già fondati negli anni
decorsi, e via dicendo .
La stessa celeste protezione esperimenta-
rono le Suore di Marìa Ausiliatrice, le quali
non solamente conservarono aperte le loro
45 e più Case , ma ne aprirono parecchie
altre , tra le quali una a Candia in diocesi
d'Ivrea, una seconda a Lingotto alle porte
di Torino, una terza a Marsiglia, una quarta
a Carmen di Patagonia, oltre l'impianto di
nuove scuole, asili d' infanzia, laboratorii ed
Oratorii festivi presso a varii loro istituti già
prima esistenti .
Ora se in questo mondo nulla vi ha di più
importante e sublime che il cooperare con Dio
ad estendere il suo regno tra gli uomini, a
strappare anime all' inferno ed avviarle al
Cielo, noì abbiamo ragione di rallegrarci di
aver potuto compiere tutte le mentovate opere
ed altre, e siamo in dovere di darne lode a
Dio , il quale si degnò di farci in tal guisa
suoi Cooperatori e sue Cooperatrici .
Ma noi non dobbiamo desistere dalle opere
nostre ; che anzi, a misura che il Signore si
compiace di ricavare frutti così preziosi dalla
nostra carità e farci strumenti della sua glo-
ria e della salute delle anime , ci conviene
crescere di ardore nel bene operare, onde ot-
tenere da Lui nuovi favori, e procacciarci
più splendide corone . A quest' uopo io vi
prego di continuarmi la vostra benevolenza e
il vostro appoggio per due opere principali,
che dovremo avere particolarmente di mira
nell' anno corrente .
La Lotteria
Or fa un anno io vi diceva che ad otte-
nere i mezzi necessarii per proseguire e com-
piere i lavori, che avevamo in corso a Roma,
avrei fatto ricorso ad una lotteria, e fin d'al-
lora mi raccomandava a voi per due atti di
carità . L' uno si era che cercaste e m'inviaste
dei doni, e questo voi avete fatto con lodevole
premura, e perciò potemmo ottenere l' auto-
rizzazione e dar principio alla lotteria divisata;
l'atroediuamposcditrbue
biglietti della lotteria medesima, ritirarne e
spedirmene il prezzo . Questo secondo atto di
carità voi lo state ora praticando . A molti e
molte di voi furono già spedite varie decine
di biglietti, e mi consola davvero il vedere
come in generale i Cooperatori e le Coope-
ratrici si diedero e si danno amorevole sol-
lecitudine o di tenere per se i biglietti loro
inviati, o di smaltirli presso i loro conoscenti,
invitando cosi altre persone a compire con
essi un' opera. di così squisita. beneficenza .
Ad onor del vero e a comune edificazione
debbo aggiungere che i Cooperatori e le Coo-
peratrici praticano questo atto di carità con
disinteresse, vale a dire non già per la spe -
ranza di essere a suo tempo favoriti dalla
sorte e cogliere un premio della lotteria, ma
bensì pel piacere di cooperare coi Salesiani
a fare del bene su questa terra, e in vista
del premio preziosìssimo a loro assicurato da
Dio colle sue benedizioni in questa vita e colla
sua gloria in Cielo . Moltissimi infatti, non
paghi di ritenere e smerciare i primi biglietti
ricevuti, ne dimandarono ancora . ; non pochi
mi fecero tenere il prezzo ed insieme i bi-
glietmdsi,afnchelidstrìbuiad
altre persone, riscuotendone nuovamente l'im-
porto . Questo disinteresse e questo slancio di
tante persone nel porgermi la mano ad ope-
rare il bene mi è di grande conforto, e mi
fa scorgere l' intervento di Dio ; imperocchè
stante la critica annata questo sentìmento
e questa sincerissima prova di carità non
può spiegarsi, senza ricorrere col pensiero
a quel Dio , che è padrone dei cuori, li
tocca, li muove e li dirige come gli pare
e piace, rendendo loro facili le opere stesse,
che naturalmente tornerebbero ardue e diffi-
c. ilissime
Ma la distribuzione dei biglietti quantunque
molto bene avviata non è tuttavia ancora fi-
nita . Io vi prego pertanto, o Benemeriti Coo-
peratori e Benemerite Cooperatrici, che non
vogliate venirmi meno nell'opera incominciata,
ma vi degniate di continuarmi il vostro con-
corso , onde possiamo condurla a termine
colla maggiore prestezza possibile . Quellì, che
non ebbero ancora dei biglietti , ne riceve-
ranno tra poco ; ed avutili abbiano la pazienza
e la carità o di tenerli per sé, oppure di dis-
tribuirli tra il popolo inviandomene l'importo ;
coloro poi, i quali fossero in grado di pren-
derne od esitarne in maggior quantità , ne
facciano dimanda e ne sarà loro fatta una
nuova spedizione . Convengo che questo possa
a taluno riuscire di qualche aggravio, ma il
pensiero che l' aggravio si soffre per amor
di Dio, ad onore del Sacro Cuore di Gesù,

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ed a benefizio di tanti poveri giovanetti, sono
sicuro che vi sarà pure di grande conforto
e di dolce consolazione .
Il Vicariato Apostolico dalla Patagonia .
La seconda opera, che ho da raccoman-
dare, merita altresi la vostra considerazione
e la vostra. carità . Già tutti conoscete l' atto
di alta benevolenza usatoci, non è guari, dal
Santo Padre Leone XIII . L'augusto e zelan-
tissimo Pontefice , dopo di avere nell' anno
1883 eretto il primo Vicariato apostolico nella
Patagonia, ed essersi degnato di affidarlo ai
Salesiani nella persona del Sac . D . Giovanni
Cagliero, aggiunse nell'anno or ora trascorso
un nuovo atto di sovrana bontà . Nel pubblico
Concistoro del giorno 13 del passato novem-
bre il Vicario di Gesù Cristo aveva la degna-
zione di preconizzare Vescovo titolare di Ma-
gida il prelodato sacerdote Giovanni Cag liero,
primo Vicario apostolico della Patagonia , e
di concedere che egli ricevesse la consacra-
zione episcopale in Torino nella chiesa di
Maria Ausiliatrice, ciò che avvenne il 7 dello
scorso dicembre . Il nuovo Vescovo partirà
tra poco dall'Europa e andrà a prendere cura
delle anime, che gli furono affidate dal Rap-
presentante di Dio. Insieme con lui faranno
pur vela per l'America parecchi sacerdoti e
catechisti ed alcune Suore di Maria Ausilia-
trice, destinate alla istruzione religiosa e alla
civile coltura delle fanciulle dei poveri sel-
vaggi . La comitiva sarà composta di circa 25
persone .
Da questo breve cenno voi avrete già com-
preso quello che ci rimane a fare , o miei
buoni Cooperatori e pie Cooperatrici . Lascio
a parte le spese di corredo e di viaggio oc-
correnti al nuovo drappello di operai evan-
gelici , e vi prego a considerare anche solo
che Mons . Cagliero in Patagonia non troverà
nulla di quanto abbisogna all' esercizio del
pastorale ministero e alla formazione di una
cristianità ; non chiese nè cappelle, non col-
legi nè seminarii, e il suo episcopio e la sua
cattedrale non saranno che misere capanne,
agitate dal vento del deserto e spesso tra-
sportate via e disperse . Egli non troverà che
numerose tribù selvagge abbandonate alla i-
nerzia ed allo squallore, perché prive del be-
nefizio della religione, delle scienze, delle arti,
dell'agricoltura, del commercio, e di tutto ciò
che spetta alla vita civile . Dovrà pertanto
fabbricare, se non delle chiese, almeno delle
cappelle in varii punti del suo Vicariato e
fornirle di sacri arredi ; dovrà nei luoghi più
popolati e centrali erigere ospizi per ricove-
rare giovanetti, onde poterli più facilmente
ammaestrare ed incivilire, e per mezzo loro
gettare solide fondamenta di una popolazione
cristiana, e ridurre alla fede i padri coll' a-
iuto dei figli ; dovrà crearsi almeno un se-
minario, per formarsi dei sacerdoti indigeni,
che a suo tempo prendano la direzione delle
nuove parrocchie, o tengano dietro alle tribù
nomadi, quando in cerca di cibo trasportano
le loro tende da un capo all' altro di quella
terra ; dovrà insomma ordinare il suo Vica-
riato in modo, che si celebrino con decoro i
santi misteri, si cantino con devozione le lodi
di Dio, si salvino le anime .
Per effettuare le opere accennate e conse-
guire il fine bramato richiedonsi, come ognun
vede, molti mezzi materiali, e Mons . Cagliero
ed i Salesiani non possedono che la buona
volontà e la propria vita . Per la qual cosa
perdonatemi, se io vi dico che per tutto il
resto noi confidiamo nella vostra carità, e
facciamo appello al vostro buon cuore . E voi
se lungo l'anno sarete in grado di disporre
di qualche limosina , o se potrete indurre
qualche buona persona a dare una qualsiasi
offerta in vantaggio delle nostre Missioni della
Patagonia, non vi rincresca di farlo, affinchè
coll' opera di tutti possiamo riuscire a con-
durre presto un buon numero di selvaggi
alla fede ed alla civiltà, presentare alla Chiesa
nuovi figli, offrire a Dio veraci adoratori, e
fare che dove finora sorgeva la cattedra di
Satana s'innalzi il trono di Gesù Cristo e ri-
suoni applaudito il suo santissimo Nome .
Ricompense promesse alla carità.
Prima di mettere fine a questa mia lettera
io non debbo tralasciare di porvi sott'occhio
alcune ricompense da Dio promesse alla ca-
rità . Per non dilungarmi di troppo mi limito
a ricordarvi alcune sentenze uscite dalla bocca
di Nostro Signore Gesù Cristo e registra e
nel santo Vangelo . - Date, Egli dice, e sarà
dato a voi : Date et dabitur vobis . - Misura
giusta, e pigiata, e scossa, e colma sarà
versala in seno a voi : M ensuram bonam,
et con fertam, et coagitatam, et superfluen-
tem dabunt in sinum vestrum . - In altro
luogo Egli dice : Beati i misericordliosi, per
chè questi troveranno misericordia : Beati
misericordes, quoniam ipsi misericordiam
consequentur . E dunque parola di Dio che
coloro, i quali fanno la carità agli altri, e
mostrano viscere di compassione nel solle-
vare , aiutare e consolare gli afflitti e mìse-
rabili, troveranno essi pure carìtà e miseri-
cordia . E promessa di Dio e non falla . Non

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possiamo sapere come, dove, in quale materia
Iddio manterrà questa sua promessa ; ma è
di fede che Egli la manterrà . Talora Iddio
la mantiene col risparmiare un fallimento
alle persone caritatevoli, o coll'allontanare un
disastro dalle loro campagne o dal loro be-
stiame ; altre volte Egli la mantiene coll'im-
pedire o col troncare una lite dispendiosa ;
tal altra la mantiene col conservare o ri-
durre nel sentiero della virtù una persona
cara ; non di rado la mantiene col dare la
grazia di vincere una forte passione e supe-
rare una grave tentazione ; spesso la man-
tiene colla sanità o col liberare da una pe-
nosa malattia, e in mille altre guise . E se
l'anno scorso il cholera-morbus, che infierì
orribilmente in varie parti, risparmiò nondi-
meno tante case dei Cooperatori e delle Coo-
peratrici, io credo di poter asserire essere ciò
avvenuto in premio eziandio della loro ca-
rità .
Prendiamo dunque le nostre misure, o miei
buoni Cooperatori e virtuose Cooperatrici ; e
siccome ad ogni istante e per casi imprevisti
possiamo avere urgente bisogno della carità
e della misericordia di Dio, cosi colle opere
nostre di carità e di misericordia verso il
prossimo rendiamoci debitore e mettiamo que-
sto ricco ed onnipotente Signore nella dolce
necessità di serbare la sua promessa con noi,
pel corpo e per l'anima, in vita ed in morte,
nel tempo e nella eternità . Oh ! no di certo
Iddio non si lascia mai vincere in ancore e
in generosità ; e se noi daremo per Lui come
uno, Egli darà a noi come cento . Darà a noi
come cento anche in questo mondo, e infine
ci darà la grande ricompensa che tutte le
comprende, cioè la stessa sua gloria nella
vita eterna : Centuplum accipietis et vitam
aeternam possidebitis .
Preghiere pei defunti .
Io conchiudo col darvi il tristo annunzio
che, stante il considerevole numero di Coo-
peratori e di Cooperatrici, nell'anno 1884 la
morte ce ne rapi più di settecento! Quan-
tunque siansi già fatte preghiere in suffragio
delle anime loro, ciò nondimeno nuovamente
io le raccomando alla vostra pietà . Intanto
non ci passi mai dalla mente che tardi o to-
sto ancor noi saremo colti dalla morte ; anzi
parecchie centinaia di coloro stessi, che leg-
geranno questa lettera, di qui ad un anno
non vi saranno più, e forse non vi sarà più
colui medesimo, che ora la scrive . Stiamo
adunque preparati, affinchè in qualunque
mese, giorno ed ora Iddio ci chiami a sé,
noi possiamo rispondergli con tranquillità di
coscienza e con piena fiducia : Ecce venio ;
eccomi pronto, o Signore .
Dal canto mio pregherò ogni giorno e farò
pregare i nostri giovanetti che Dio benedica
voi e le vostre famiglie, e a tutti conceda la
grazia delle grazie, che è la perseveranza fi-
nale, onde un giorno tutti insieme raccolti in
Cielo possiamo godere e lodare Iddio per
tutta la eternità .
Colla più profonda gratitudine e con pie--
nezza di stima mi professo
Di Voi benemeriti Cooperatori e bene
merite Cooperatrici
Torino, 1 gennaio 1885 .
Obbl .mo Servitore
Sac . GIOVANNI Bosco .
LA CONSACRAZIONE EPISCOPALE
di Mons . GIOVANNI CAGLIERO .
In sull'alba della Domenica 7 dicembre un al .
legro ed armonioso scampanio levavasi dalle torri
della Chiesa di Maria Ausiliatrice in Valdocco .
Molta gente traeva a quel grandioso tempio di
D . Bosco , ove dovea compirsi una nuova solenne
funzione, la Consacrazione di un Vescovo, il primo
Vescovo che D . Bosco manda in quelle vaste mis-
sioni da lui aperte per ordine del Vicario di Gesù
Cristo nella Patagonia .
Gli allievi dell'Oratorio Salesiano in numerosa
folla assistevano col più vivo interesse alla sacra
cerimonia , parecchi Cooperatori Salesiani erano
venuti da lontano, tratti dall'affetto e dalla vene-
razione per Mons . Cagliero ; la folla dei fedeli
partecipava alla gioia ed alla divozione dell'O-
ratorio Salesiano occupando tutta la vastissima
Chiesa .
in luogo appositamente preparato, alla sinistra
della Cattedra, stava D . Giovanni Bosco e al suo
fianco S . E . Mons . De Macedo Costa Vescovo del Para
nel Brasile, giunto a Torino pochi giorni prima per
pregare D. Bosco a mandare missionari Salesiani

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in aiuto della sua Chiesa . La presenza di un Ve-
scovo Americano a simile funzione non era certo
senza un fine della Provvidenza . In faccia a Don
Bosco nello sfondo di una delle porte aperte della
sagrestia spiccava , circondata dalla sua famiglia,
la veneranda madre di Monsignor Cagliero, curva
sotto il peso dei suoi 88 anni e piangente per la
consolazione che provava in un giorno si bello .
Magnifico era l' adobbo dell' altare maggiore e
delle pareti . Nel Sancta Sanctorum di fronte alla
cattedra si ergeva un piccolo altare destinato per
l'eletto, secondo le prescrizioni del Pontificale Ro-
mano . Il pavimento era coperto dai tappeti, su
cui l'eletto doveva prostrarsi e gli altri Vescovi
genuflettere .
Alle ore 8 antimeridiane precise entrava in
Chiesa l'Eminentissimo Cardinale Arcivescovo Gae-
tano Alimonda e accompagnato dai due prelati as-
sistenti il Vescovo di Cafarnao ed il Vescovo di
Fossano, procedeva all'altare Monsignor Cagliero .
I giovanetti cantori intuonarono allora il mot-
tetto Sacerdos et Pontifex, composto per questa
occasione dall'egregio maestro Salesiano Giuseppe
Dogliani, che riuscì di magnifico effetto .
Non descriveremo la funzione che fu solenne
quanto si potè,perlosfazdgiprt,e
la gravità ed imponenza delle sacre Cerimonie ,
per il numeroso clero che assisteva all'altare . No-
teremo soltanto alcune circostanze che maggior-
mente ci colpirono .
La prima si fu al principio della funzione, quando
Mons . di Fossano rivolse all' Arcivescovo consa-
crante le seguenti parole . - Reverendissimo Pa-
dre, la Santa Madre Chiesa Cattolica dimanda che
voi innalziate questo prete alla dignità di Vescovo
- Il Cardinale Alimonda interrogò - Avete il
mandato Apostolico? - E il Vescovo assistente
rispose -Lo abbiamo . -Ed il Cardinale Arcive-
scovo ordinò che ne fosse data lettura dal suo no-
taio e poiché lo ebbe udito leggere soggiunse : Deo
gratias.
L'autorità del Papa che è quella di Gesù Cristo
compariva imponente per mezzo del rescritto Apo-
stolico . Il nuovo Pastore entra nell'Ovile per di-
rigerlo , ma condotto da Pietro . Non sono gli
uomini da per sè che si assumono questo onore ,
ma coloro che sono chiamati da Dio per mezzo
del suo Vicario . Così Gesù Cristo in persona in-
segnava ai suoi Apostoli : « In verità , in verità
vi dico : chi non entra nell'ovile per la porta, ma
vi sale per altra parte è ladrone ed assassino . Ma
quegli che entra per la porta è pastore delle pe-
corelle . A lui apre il Portinaio, e le pecorelle a-
scoltano la sua voce, ed egli chiama per nome le sue
pecorelle e le mena fuori . E quando ha messo fuori
le sue pecorelle, cammina innanzi ad esse ; e le pe-
corelle lo seguono, perché conoscono la sua voce .
In verità in verità vi dico che io sono porta alle
pecorelle . . . Io sono porta . Chi per me passerà sarà
salvo . . . » (1)
Dopo la lettura del mandato Mons . Cagliero
prestò il giuramento, fece solenne professione della
sua Fede, e il popolo invocò la corte celeste col
canto delle litanie dei Santi, mentre il Consacrando
prostrato per terra implorava l'aiuto del Signore .
Spettacolo stupendo l'imposizione delle mani fatta
dai tre Vescovi, bellissime le orazioni che recitò
il Vescovo consecrante nell'ungere col santo cri-
sma il capo e le mani del nuovo Vescovo, com-
movente l' atto del consegnare il pastorale , l' a-
nello , il Vangelo, al Consacrato ; mistero ineffa-
bile di unità il vedere il Consacratore ed il Con-
sacrato celebrare la santa Messa allo stesso altare,
comunicarsi colla stessa ostia spezzata, e bere allo
stesso calice . Noi eravamo trasportati con questi
riti ai secoli primitivi della Chiesa, tanto più che
qui si trattava dell'ordinazione di un Vescovo desti-
nato a portare la fede nei paesi che ancora si trovano
fra le tenebre dell' errore . Erano in Antiochia ,
scrive S . Luca negli atti degli Apostoli, Simone
chiamato il Nero , Lucio di Cirene, e Manahen
fratello di latte di Erode . Erano tre Vescovi .
« Or mentre essi offerivano al Signore i sacri mi-
steri e digiunavano , disse loro lo Spirito Santo
Mettetemi a parte Saulo e Barnaba per un'opera
alla quale gli ho destinati . Allora dopo aver di-
giunato e orato, imposte loro le mani, li licenzia-
rono . Eglino adunque mandati dallo Spirito Santo
andarono a Seleucia ; e di lì navigarono a Cipro,
e giunti a Salamina annunziavano la parola di
Dio » (1) . Il Consacrante e l' eletto aveano pur
digiunato nel giorno precedente alla funzione , e
Monsignor Cagliero dovrà esso pure recarsi in riva
al mare, di là navigare oltre l'oceano e giunto ai
popoli che gli sono destinati annunziare la parola
di Dio .
Sul finir del sacro rito vi fu una particolarità
che dolcemente ci sorprese . Monsignor Cagliero
aveva già indossati gli abiti Pontificali . Monsignor
Arcivescovo gli poneva in capo la mitra simbolo
della scienza dei due testamenti , e adattava alle
sue mani i guanti , figura della cautela che dee
avere il Vescovo nell'operare, quindi sorgeva dal
seggio posto sulla predella dell' altare , prendeva
il consecrato per la mano destra, mentre uno dei
Vescovi lo prendeva per la mano sinistra , e lo
conduceva a sedere sul faldistorio dal quale esso
era sorto , ponendogli il pastorale nella mano si-
nistra . Il nuovo principe della Chiesa era collo-
cato sul suo trono . Qualcuno avrebbe potuto cre-
dere che il clero ed i fedeli dovessero venire ai
suoi piedi per rendergli omaggio . Ma no . Il Ves-
covo consacratore intuona il Te Deum , il popolo
prosegue il canto, il nuovo Vescovo si alza, scende
dall'altare , accompagnato dai Vescovi assistenti ,
s'innoltra benedicendo fino alla porta della chiesa
e ritorna quindi all'altare mentre tutta la molti-
tudine si inchina al suo passaggio . Noi pure in-
chinandoci pensammo inteneriti : Come la carità
impronta e sigilla tutte le parole , tutti gli atti
della Chiesa Cattolica ! Il Vescovo che scende dal-
l'altare , è il padre che si pone in mezzo ai suoi
figli, è il buon pastore che va in cerca della pe-
corella smarrita , è Gesù Cristo che scende , che
(1) Joarr . cap . X .
(I) Act . Apost . X111, 2.

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viene per salvare coloro che perìvano della casa
de.'lIsra Quanto siamo fortunati noi d'essere catto-
lici , di essere figli di questa Sposa immacolata
del Salvatore, di questa Madre amorosissima .
Finita la recita del Vangelo di san Giovanni ,
deposte le sacre vesti, i cinque Vescovi preceduti
dal Clero entravano in Sagrestia . Un popolo fitto
si era schierato in due ale dalla balaustra dell'al-
tare maggiore, ingombrando eziandio le due grandi
sale che servono di sagrestia . Monsignor Cagliero
guintoelaprmsciòlortegsi
volse a quella parte ove sapeva trovarsi la madre
sua . Il popolo indovinò la sua intenzione e fece
largo ed ecco comparire la buona vecchia che sor-
retta da un figlio e da un nipote gli veniva in-
contro . Essa già facea come atto di inginocchiarsi,
ma il nuovo Vescovo la prevenne , strinse quel
venerando capo sul suo cuore , le disse una som-
messa parola, e la condusse a sedere sulla sua se-
dia . Fra gli spettatori non vi era uno che non
lacrimasse per commossione . Quindi Monsignor Ca-
gliero si avviò alla seconda sagrestia e sulla so-
glia di quella s'incontrò in D . Bosco il quale col
berretto in mano lo attendeva . Fu una nuova
scena che nessuno fra coloro che erano presenti
dimenticherà giammai . D. Bosco non potè frenare
le lagrime e tentò baciar la mano di quel suo caro
figliuolo, ma Monsignor Cagliero gettate le brac-
cia al collo di chi gli avea fatto per tanti anni
da padre , lo abbracciò amorosamente . Solo dopo
sfogata la prima piena degli affetti Monsignor Ca-
glieco cedette all'istanza di D . Bosco e permise che
gli baciasse il sacro anello . D . Bosco fu il primo
ceM.hopnstimrequstobaci,phè
Cagliero ciò prevedendo , avea fino a quel punto
tenuta la mano nascosta tra le pieghe dell'abito .
Noiaquestpcold'amrefiglbam
ripetuto al nuovo Vescovo quell'augurio che esso
per tre volte avea cantato all'Arcivescovo conse-
crante.AS,adìmultosn!
il Signore ti conservi a D . Bosco , agli amici ,
ai fratelli, ai figli tuoi sicché tu possa veder coro-
nata la tua missione da una messe abbondantissima
di anime, e possa per la tua parola di vita e per
le tue fatiche trionfare la Religione e la civiltà
ove adesso regna la superstizione e la barbarie .
Questo giorno fu di grande allegrezza per l'o-
ratorio di San Francesco di Sales ed ecco come
narra il proseguimento della festa l'egregio gior-
nale il corriere di Torino
« Alle 10 1/2 terminava la funzione religiosa e
circa due ore dopo gli invitati e molti de' più ri-
guardevoli della Congregazione Salesiana, da ogni
luogo convenuti, si radunarono a banchetto, pre-
parato dalla carità di alcuni Cooperatori , costi-
tuendo questo la seconda parte della festa .
« Sedevano a mensa il Cardinale, i 4 Vescovi,
Don Bosco, oltre una sessantina fra pregiati eccle-
siastici e laici della città . Terminato il banchetto,
lauto per il servizio e animato dalla conversazione
che tutta e affettuosamente pigliava ad argomento
il Cardinale, Don Bosco, il nuovo Vescovo, s'alzò
primo a parlare il Rev .mo Teologo Reviglio. Que-
sti, che fu dei primi Salesiani che vestissero l'a-
bito ecclesiastico , tessè le glorie del padre Don
Bosco in cui è manifestamente visibile l'assistenza
di Dio, indi considerò il riflesso delle glorie del
padre nel figlio Monsignor Cagliero .
« Con pensiero gentile ricordò come molti anni
addietro cinque giovani chierici trovandosi una sera
adunati attorno a Don Bosco questi avesse loro
detto : uno di voi sarà vescovo . Tra questi cin-
que era il sacerdote Cagliero ora Pastore di Ma-
gida . Predizione questa che svolse in rima anche
il deg nissimo Salesiano e poeta Don Francesia u-
nitamente a mille altri concetti che rivelano il
gusto della poesia creatrice, il cuore ben fatto di
chi si congratula altamente dell' onore conferito
ad un fratello e gli raccomanda anche dall'altezza
dell' episcopato di serbar memoria non solo del
vate, che gli parla ma altresì di tutta la solenne
festa di quei giorno . Si alzò quindi a parlare, con
quel brio che gli è proprio, l'illustre Padre Denza,
e disse avergli parso d'essere stato lungo il pranzo
all' osservazione del Cielo sulla sua terrazza . Egli
in cielo avrebbe visto una delle più belle costel-
lazioni, quella del Toro e vicino a questa le Pleiadi
e al disotto la costellazione Argo . Ebbene la stella
principale del Toro la vedeva dinnanzi nella per-
sonad,el'EmintsoArcvediTon
le 4 stelle che le fanno corona nei quattro Eccel-
lentissimi Vescovi presenti : la stella che ad oc-
chio nudo per la distanza appena si vede ma che
pure è grandissima raffigura D . Bosco .
« Le Pleiadi gli rappresentano i collegi di Don
Bosco , il numero infinito degli alunni e coopera-
torisalesiani,e qua e là tra le nebulosa spic-
cando alcune fulgide stelle in queste ravvisa gli
egregi direttori dei collegi , convenuti alla festa .
« In fine l'Argo, così c hi muta dalla spedizione
degli Argonauti, attribuita da nostri padri a mitica
impresa, era rappresentata da Monsignor Cagliero
che conquistatore ad un tempo come Giasone e
musico come Orfeo, muove intrepido ad una con-
quista di cui un vello d'oro non potea essere che
un pallido simbolo .
« Rispondeva agli egregi oratori il protagonista
della festa Monsignor Cagliero e con commossi ac-
centi ringraziava i presenti dell'amorevolezza di-
mostratagli e narrava questo episodio : Venti anni
fa Don Bosco in compagnia di alcuni giovani tra
i quali era l'oratore stesso che parlava, dopo fa-
ticosa marcia attraverso alla Liguria giungeva al
paese di Gavi . Qui in numero di 90. D . Bosco
ed i suoi giovani prendevano parte ad un sontuoso
banchetto che lor veniva offerto da un pio cano-
nico di Genova che a Gavi passava alcun tempo
dell'anno . Sull' imbrunire congedatosi Don Bosco
co' suoi si allontanò dal paese . Il pio canonico
desiderava ancora una volta vederlo ed accompa-
gnarsi un tratto di via con lui , ma di tanto già
D . Bosco si era innoltrato nelle vallate che me-
nano all' Orba che inutilmente accompagnato da
D . Giovanni Cagliero tentò rintracciarlo .
« Allora il pio canonico esclamò che ben lo a-
vrebbe ancor visto il provvidenziale Don Bosco
perchè solo le montagne in questo mondo non si
incontrano . Ebbene quel pio canonico è ora il Car-
dinale Alimonda che dopo vent'anni si trova nuo-
vamente a fianco il sacerdote D . Bosco .

1.7 Page 7

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« Terminava il suo dire coll'assicurare che mai
non avrebbe dimenticato così grande festa anche
nelle lontane spiaggie dell' America meridionale .
« Aveano parlato Ecclesiastici e doveroso era
fosse presentato un saluto, un plauso, un ringra--
ziamento all' Eminentissimo Cardinale, al novello
Vescovo e a Don Bosco per parte dal laicato ; e
ciò fu fatto dall'avv . Scala che terminò le sue
brevi parole con un evviva a Leone XIII in cui
s' incontrano come in luminoso presente le glorie
del passato e le speranze dell'avvenire .
« I numerosi convitati ripeterono con entusia
smo l'evviva al S . Padre .
«A. lecaorspindel'av Scala si u-
ni il conte Cesare Balbo il quale a nome degli
insegnanti laici negli istituti Salesiani porse un
tributo di plauso e di affetto al sacerdote innal-
zato al grado dell' episcopato . Poi aggiunse un
nuovo affetto agli evviva per Leone XIII, impe-
rocchè il Sommo Pontefice nell'eleggere vescovo
un Salesiano metteva uno splendido suggello alla
Congregazione salesiana .
« Alle 3 cominciavano i Vespri Pontificali . Poi
il molto reverendo canonico Wenck colla genti-
lezza della sua parola e la potenza del suo dire ,
prendendo l'ispirazione dall'omelia pronunciata al
popolo di Albenga dall'Emin . Cardinale Alimonda
allora Vescovo di quella città, svolse il tema : il
Ve,ascovlargine rgomento il più oppor-
tuno per l'occasione, dimostrando i grandi benefizi
che il Vescovo può largire al popolo e l' ispira-
zione e l' aiuto che dove prendere dalla Vergine
Immacolata ; opportuno perchè per la prima volta
funzionava il nuovo Pastore e perché ricorreva la
vigilia dell'Immacolata Concezione .
« Indi fu data la benedizione col SS . Sacra-
mento . La Chiesa risuonava di sacre armonie, si
devote , sì inspirate al sentimento religioso , si
belle e di tanto affetto da far pensare che venis-
sero da grandiosi cori di Angeli .
«Nella sera il cortile fu rallegrato da fanta-
stica illuminazione . Bellissima riusci l'illuminazione
della gran cupola che splendente di tanti lumicini
a gaz racchiusi in variopinti cristalli aveva un vago
contrasto nell'oscurità della notte e involgeva in
una luce soave la dorata statua di Maria che do-
mina da quell'altezza .
«F.inCatgelrof,uzdlaChies,Mon
Mo.ensBacd-tCrgliDva
il suono della banda musicale, unitamente ai gio-
vani dell'Oratorio e ad egregi Salesiani e Signori,
si recarono in un' ampia sala ove si tenne un'ac-
cademia . Furono letti pregiati lavori in poesia ed
in prosa, intercalati con pezzi di musica e saggi
di canto , scritti appositamente dal maestro Do-
gliani e dal maestro De-Vecchi, ed eseguiti mira-
bilmente dai giovani alunni ; e al nuovo pastore
furono rivolti indirizzi, e offerti sontuosi doni di
arredi di Chiesa pel Pontificale, croci vescovili,
anelli, libri e componimenti musicali .
« Di quattro parti si componeva la solennità e cia-
scuna di queste riuscì tanto solenne che avrebbe ba-
stato a darle il nome di sontuosissima festa . Ma tanto
era dovuto a Monsignor Cagliero del quale, come
di questo giornon.oitermpuaeori
STORIA DELL'ORATORIO DI S . FRANCESCO DI SALES
PARTE SECONDA .
CAPO XIII.
Maligne instigazioni - Udienze negate - Don Bosco
e il segretario Silvio Spaventa - Conferenza im-
portante coi ministri Farini e Cavour - Promesse
e speranze di pace.
In tempi normali era da sperarsi che la riferita
esposizione di D . Bosco avrebbe potuto assicurare
il Governo, e indurlo a cessare dalle molestie contro
del nostro Oratorio ; ma tale speranza svaniva in
quei tempi, e per le quotidiane instigazioni della
stampa malvagia, che inventando e spargendo li-
beramente le più strane accuse cercava di traviare
l'opinoepublicaedcitarelcivliAutorità
contro di noi, e pel carattere degli uomini sedenti
al timone dello Stato, che non troppo sicuri sul-
l'esito della causa, che avevano a trattare in I -
talia, si lasciavano facilmente ingannare dai loro
agenti, e vedevano sovente nemici e pericoli dove
non erano, oppure pieni di paura tentavano d'im-
paurire coloro, che avrebbero potuto incagliarli .
Violenti erano gli assalti della disonesta stampa .
Nella casa di D . Bosco, scriveva un giornale , e-
sistono colpevoli relazioni ; si cerchino a dovere e
si troveranno - Il Governo mandi colà uomini
accorti e spregiudicati e verrà a scoprire le fila
dalla trama ordita, scriveva un altro . Fra i pe-
riodici la Gazzetta del Popolomostravilpù
inviperita . - L'Oratorio di S . Francesco di Sales,
essa scriveva, è il centro della reazione ; il Mini-
stero non riuscirà mai ad allontanare ìl pericolo
che gli sovrasta, finché lascia sussistere il coviglio
di Valdocco (1) . - Sullo stesso tono cantavano piú
altri giornali della setta . Non mancavano gli scrit-
tori assennati di segnalare il ridicolo di simili
accuse, e l'ingiustizia e viltà di cotali assalti , e
varii periodici presero pure a difenderci trionfal-
mente ; ma i perversi seguendo come una parola
d'ordine dissimulavano le ragioni e le difese, e an-
davano ripetendo le loro calunnie, stimolando il
Governo a farla finita con noi . Era quindi a te-
mersi che un giorno o l' altro questo prendesse
un'estrema misura, ed ordinasse la chiusura del
nostro Ospizio e la nostra dispersione .
A scongiurare siffatta tempesta D . Bosco pensò
di presentarsi al Ministro Farini, convinto che di
presenza avrebbe potuto assai di leggieri fargli ri-
(1) Ecco un piccolo saggio della gentilezza ed onestà,
con cui questa Gazzetta, che si dice del popolo, trattava
i benefattori del popolo . - Il fisco ha proceduto ad una
perquisizione al noto D. Bosco . direttor e di una nidiata
di baciapile in Valdocco ; si dice nulla siasi trovato di
compromettente . E che? non basta al fisco la Storia d'I-
talia di questo moderno Padre Loriquet per convincerlo
quanto possa essere pericoloso un tal precettore? - (N. 151,
31 maggio 1860) . Non meno plateali erano le espressioni,
i cui infarciva più altri suoi articoli, per aizzane contro
d
di noi il Governo ed i suoi agenti .

1.8 Page 8

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levare la propria innocenza -A quest'uopo domandò
un'udienza . Egli sperava di tosto ottenerla, ma
s'ingannò ; ripeté la domanda due e più volte, ma
indarno. Pareva che il giudice temesse la presenza
del reo ; o meglio pareva che in alto consiglio
fosse partito preso la distruzione dell' Oratorio .
Buon per noi che Iddio in quei critici tempi ci a-
veva dato a visibile custode, ad avvocato, a pa-
dre un uomo, il quale avrebbe spesa non solo la
vita, ma messo sossopra il cielo e la terra, prima
di permettere che con mano violenta noi gli fos-
simo strappati dal fianco . Senza di lui ed umana-
mente parlando tutto sarebbe stato perduto .
Pertanto non potendo riuscire di presentarsi al
Farini, D . Bosco si rivolse al Cav . Silvio Spa-
venta, segretario generale del Ministero dell' in-
terno ; ma anche costui ricusava di riceverlo, e a
fine di stancarlo ed evitarne l'incontro rimandavalo,
per mezzo degli uscieri , da un giorno all' altro,
dal mattino alla sera e dalla sera al mattino . Alla
perfine lo ricevette ed eccone il modo .
Era il 14 Luglio, e per le ore undici antime-
ridiane il segretario avevagli fatto sperare di ri-
ceverlo in udienza . Per l'ora fissata D . Bosco ac-
ompagnato dal chierico Giovanni Cagliero, oggidì
Vescovo titolare di Magida in Panfilia e Vi-
cario apostolico della Patagonia Settentrionale, si
recò al palazzo del Ministero . Cammin facendo disse
tra le altre cose al prelodato chierico nostro com-
pagno : - Quei signori del Ministero hanno una
gran voglia di distruggere l'Oratorio ; ma non ci
riusciranno , perché hanno da fare con chi è più
potente di loro, hanno da fare colla Beata Vergine,
anzi con Dio medesimo, che disperderà i loro con-
sigli . -
Giunto nella sala di aspetto D . Bosco si fa an-
nunziare ; ma lo Spaventa o dimentico o pentito
della parola data gli fa dire essere difficile che lo
possa ammettere, stanti gravissimi affari, che aveva
tra mano . A questo annunzio, - aspetterò, rispose
D . Bosco, finché il signor Segretario possa rice-
vermi ; - e intanto con impareggiabile calma, non
badando nè al caldo, nè alla fame, nè alla sete, ri-
mase in aspettazione sino alle ore sei della sera!
In quelle 7 ore d'intervallo passarono all'udienza
moltissime persone di ogni ordine e condizione e
finacogliutmarivt,mailtorndiD .
Bo-
sco non veniva mai . La cosa parve cotanto amara
che perfino gli uscieri sentivano compassione di lui .
Finalmente il Cav . Spaventa preso forse dal ros-
sore di trattare in quel modo un cittadino, che
quantunque prete era almeno uguale agli altri in
faccia alla legge, si decise di lasciarsi almeno ve-
dere . Laonde fattosi alla porta del suo gabinetto
- D . Bosco . . . Che cosa c'è per tanta insistenza
di parlarmi? - disse con voce ed aspetto vera-
mente spaventevole . A quella vista e a tali parole
tutti gli spettatori, domestici ed uscieri presenti
nella sala, rivolsero gli occhi al povero prete,
che così rispose
- Ho bisogno di conferire un momento colla V . S .
- Che vuole?
- Vorrei parlarle in confidenza .
- Parli pure anche qui : questa che ci ascolta
è tutta gente di confidenza .
Allora D . Bosco, per nulla contando quell'atto,
scortese, disse con alta ed intelligibile voce
- Signor Cavaliere, ho 500 ragazzi abbando-
nati da mantenere ; e da questo momento li rimetto
nelesuemani,elapregodiprovedreal or
avvenire .
- Chi sono questi ragazzi
- Sono fanciulli poveri, od orfani o pericolanti,
che il Governo mi ha da prima indirizzati, ed ora
vuol ricacciati in mezzo allo strade .
- Dove sono presentemente?
- Sono ricoverati in casa mia .
- Chi li mantiene?
- La carità di alcuni benefattori .
- Il Governo non paga pensione per essi?
- Nemmeno un soldo .
A questo dialogo fatto a domande e risposte
così brevi, vivaci ed interessanti, tutti i circostanti
si fecero più da vicino ed attorno a D . Bosco, ma
ravigliati ed ansiosi di vedere come andava a fi--
nire la cosa . Allora lo Spaventa accortosi che non
faceva la più bella figura nel condursi in tal modo
con un uomo, che teneva gratuitamente in casa
sua 500 figli del povero popolo, si ridusse a più
savio consiglio e risolse di dargli privata udienza .
Invitatolo pertanto ad entrare nel suo gabinetto,
lo fece sedere presso di sè, e poscia con vece be-
nigna ed amorevole disse :
- So che lei fa del bene ; mi dica dunque in
che cosa la posso servire, che per quanto dipen-
derà da me il farò volontieri .
- Domando rispettosamente, rispose D . Bosco,
la ragione delle perquisizioni, anzi delle persecu-
zioni, che mi fa il Governo .
- Ma lei segue una politica . . . . ha uno spirito . . .
Del resto io non sono in grado di dirle tutto . Vi
sono più cose riservate al signor Ministro . Sarebbe
mestieri parlare con lui . Posso per altro dirle che
ogni molestia sarebbe immediatamente finita , se
ella volesse parlare chiaro e svelare i segreti .
- Non so quali segreti ella intenda, signor Ca-
valiere .
- I segreti gesuitici, per iscoprire i quali le
furono fatte le perquisizioni, di cui si lagna .
- Ignoroafatocotalisegreti,esonoansioso
di conoscerli, per dare gli opportuni schiarimenti,
se ciò è in poter mio . La S . V . mi parli pare con
tutta schiettezza, ed io le risponderò con eguale
sincerità .
- In questo io non posso immischiarmi ; ne in-
terroghi il signor Ministro, che le dirà tutto .
- Se la S . V . giudica di non potermi dire le
cose che dimando, mi faccia almeno un' insigne o-
pera di carità .
- Sarebbe?
- Ottenermi udienza dal signor Ministro .
- Sì, vedrò di ottenergliela ; ma a quest'ora
è assai difficile.Vadonimefarchiest
Lei rimanga qui un istante, ma non parli con al-
tri di questo affare, perché potrebbe essere mala-
mente inteso e peggio interpretato con maggior
suo danno .
Ciò detto, il signor Spaventa uscì dal gabinetto,
si recò dal Commendatore Farini, e dopo mezz'ora
ritornò dicendo a D . Bosco : - Il Ministro è oc-

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cupato e per ora non può darle udienza, ma di
domani le farà tenere avviso, quando potrà accor-
dargliela .
D . Bosco gli rese le dovute grazie e fece ri-
torno all'Oratorio . Erano le 8 di sera ed aveva
ancora da pranzare!
All'indomani infatti D . Bosco ricevette lettera
dal conte G . Borromeo, addetto al Ministero, colla
quale lo informava che nel giorno seguente verso
le ore 11 antimeridiane il Ministro Farini gli a-
vrebbe accordata udienza .
Dopo le orazioni, nel breve sermoncino solito a
farsi D . Bosco raccomandò che al domani tutti pre-
gassimo per un affare di alta importanza . ascoltas-
simo la Messa, e potendo ci accostassimo eziandio
alla santa Comunione secondo la sua intenzione ;
el.asuproncadeivo
L'indomani 10 luglio era festa della Madonna del
Monte Carmelo, e D . Bosco pieno di fiducia nella
protezione della Beata Vergine si trovò per tempo
al palazzo del Ministero, dove poco prima dell'ora
fissata giunse pure il Signor Farini . Da persona,
che fin d'allora fu a parte della cosa, abbiamo
saputo che il signor Ministro appena vedutolo gli
strinse la mano con parole improntate di cortesia, lo
condusse in sala, e colà ebbe luogo una conferenza
delle più importanti, perché doveva decidere della
vita o della morte del nostro Oratorio .
- Lei è adunque l'abate Bosco, cominciò Fa-
rini . Noi ci siamo già visti una volta a Stresa in
casa dell'abate Rosmini, e godo rinnovare sua co-
noscenza . Mi è noto il bene che ella fa alla povera
gioventù, ed il Governo le è molto tenuto pel
servizio, che gli presta con quest'opera filantropica
e sociale . Ora mi dica pure quello che desidera
da me .
- Desidero sapere la ragione delle reiterate
perquisizioni, che mi furono fatte in questi ul-
timi mesi .
- Sì, gliela dico e con quella schiettezza, colla
quale desidero che ancor lei mi risponda . Fino a tanto
che la S . V . si è occupata di poveri fanciulli fu
sempre l'idolo delle Autorità governative ; ma da
che lasciò il campo della carità per entrare in
quello della politica, noi dobbiamo stare sulle ve-
dette, anzi adocchiare i suoi andamenti .
- Questo appunto mi sta a cuore di sapere, sog-
giunse D . Bosco . Fu sempre mio vivo desiderio
tenermi estraneo alla politica, e perciò bramo di
conoscere quali fatti mi possano su tale materia
compromettere .
- Gli articoli che lei scrive pel giornale l'Ar-
monia, i convegni reazionarii che tiene in casa
sua, le corrispondenze coi nemici della patria, ecco
i fatti che rendono inquieto il Governo sul conto
suo .
- Se Vostra Eccellenza mel permette farò al-
cune osservazioni sopra quanto si compiace confi-
darmi, e parlerò colla schiettezza che mi domanda .
Premetto anzitutto che niuna legge , che io mi
sappia, proibisce di scrivere articoli nè sull'Ar-
monia nè sopra qualsiasi altro giornale ; ciò non
di meno posso assicurare la E . V . che io non i-
scrivo sopra giornale alcuno, e non vi sono nep-
pure associato.
- Lei può negare finché vuole, ma il fatto sta
ed è che una buona parte degli articoli inseriti in
quel diario escono dalla penna di D . Bosco . Ciò è
confermato da tali argomenti, che niuno può met-
tere in dubbio .
- Argomenti che io non temo, signor Ministro,
ed asserisco francamente che non esistono .
- Vuole forse dire che io imputi fatti non e-
sistenti, e che sia un mentitore e calunniatore?
- Non dico questo , perché V . E . relata refert,
asserisce quanto le fu deferito ; ma se la relazione,
che le fu fatta, non è veridica, sono di lor natura
non veri i fatti che si deferirono . In questo caso
la calunnia cade a vergogna di chi la fece e non
di chi in buona fede la ricevette .
- Ma così parlando lei, signor abate, censura
i miei subalterni, censura i pubblici e privati fun-
zionarii, censura lo stesso Governo, e io la invito
a correggere le sue espressioni .
- Mi ricrederò e correggerò di tutto, se V . E .
mi prova non aver io detto la verità .
- Non è da buon cittadino il censurare le pub-
bliche Autorità .
- Mi scusi, sig . Commendatore, ché io non in-
tendo di censurare Autorità alcuna, ma dire solo
la verità colla schiettezza dell'uomo onesto , che
si difende da false imputazioni, e col coraggio del
buon cittadino, che mette in sull'avviso il Governo,
affinché non si lasci menare a giudizi e ad atti ingiusti
contro a sudditi fedeli, coprendoli d'infamia presso
le genti civili . Or bene per essere uomo onesto e
buon cittadino debbo dire, come dirò sempre, che
il tradurmi quale autore di articoli di giornali ,
che non ho immaginato, il chiamare la mia casa
di beneficenza luogo di convegno rivoluzionario, il
farmicospndetimcdeloSta,qus
è un calunniarmi . Cotali accuse sono prette inven-
zioni di uomini maligni deferite allo scopo d'in-
gannare le Autorità , e spingerle a commettere
falli madornali a sfregio della giustizia e della li-
bertà.
Questa franchezza di parlare di D . Bosco non
potè non colpire il Farini, il quale stupefatto ed
insieme rammaricato giudicò d' intimorirlo pren-
dendo un tono autocratico e un cipiglio minacce-
vole, e continuò :
- Lei, sig . abate Bosco, si lascia trasportare,
da troppo calore e da indiscreto zelo, e non bada
che parla al Ministro, da cui dipende il farla chiu-
dere in una prigione .
- Io non temo punto, riprese D . Bosco, quello
che mi possano fare gli uomini per aver detta la
verità, temo solo quello che mi può fare Iddio,
se pronunciassi la menzogna . Del resto poi la E . V .
è troppo amante della giustizia e dell' onore ,
e non sarà mai per commettere l' infamia di far
mettere in carcere un cittadino innocente, che da
20 anni consacra vita e sostanze a vantaggio del
suo simile .
- E, se io facessi appunto una tal cosa?
- Non credo possibile che l'onestà del Com-
mendator Farini si muti in viltà ; ma se contraria-
mente alla mia opinione ciò avvenisse, saprei an-
cor io imitare il suo esempio .
- Varrebbe a dire?

1.10 Page 10

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- La E . V . ha scritto di storia e segnò alla
pubblica riprovazione certi personaggi, che giudi-
cava colpevoli . Or bene se il signor Ministro mi
facesse violenza lo prenderei, come dissi , a mo-
dello, manderei cotale infamia alla stampa, invo-
cherei la storia in mio testimonio, e chiamerei la
presente e le future generazioni ad essere giudici
tra lui e me, e a pronunziare sentenza sopra l'i-
niquità di un tale abuso di potere, mentre Iddio
giusto ed onnipotente vendicherebbe a suo tempo
l'innocente oppresso .
- Ma Lei è pazzo, signor abate, lei è pazzo (1) .
E se io la fo mettere in prigione , come potrà
ella scrivere e tramandare queste cose alla stampa?
- Ancorchè in prigione crederei che la E . V .
mi lascierebbe per mio conforto almeno una penna,
un po' di carta con inchiostro ; e ove poi fossi
privato anche di tali oggetti e financo della vita,
sorgerebbero ben altri scrittori a fare in tempo
opportuno le veci mie .
- E lei avrebbe forse il coraggio di traman-
dare fatti alla storia , che potessero infamare un
Ministro ed un Governo ?
- Chi non vuole essere infamato non ha che
da regolarsi onestamente . Per altro io credo che
lo scrivere e pubblicare la verità sia un diritto
ed un dovere che spetta ad ogni cittadino, non che
un servizio che si rende alla civile società ; e tale
cómpito lungi dall' essere biasimevole è anzi com-
mendevolissimo . Dal canto mio sono lieto di pen-
sarechinopuqestlconidraz,he
indussero la E . V . a scrivere varie sue opere,
massimamente Lo Stato Romano .
Qui il Farini pare che si sovvenisse che Don
Bosco aveva di corto mandato alle stampe una
Storia d'Italia, lodatissima da uomini competenti,
e forse temendo che a suo tempo le facesse un'ag-
giunta a suo riguardo, giudicò miglior partito ri-
pigliare il tono primiero ; onde cessando dalle mi-
nacce ritornò sulla sostanza della questione e
domandò
- Ma lei, signor abate, potrebbe in coscienza
affermare che in casa sua non si tengono radu-
nante reazionarie, e non mantiene carteggio coi
Gesuiti, coll'Arcivescovo Fransoni e colla Corte
Romana a scopo politico?
- Eccellenza, se Lei ama la verità e la schiet-
tezza mi permetta che le dica che io mi sento
mosso a sdegno, non contro di lei , che rispetto
quale Autorità, ma contro a quei cotali, che le de-
ferirono siffatte menzogne a mio carico ; contro
a quei miserabili, che per un turpe guadagno cal-
pestano ogni principio di onestà e di coscienza, e
fanno mercato dell' onore e della tranquillità di
pacifici cittadini . Sì , le ripeto in tutta coscienza,
che io non ho fatto nulla di quanto le fu deferito
contro di me e del mio Istituto, e attendo da lei
anche solo una prova, che smentisca questa mia
affermazion.e
(1) Il povero Carlo Luigi Farini, che in quel momento
dava del pazzo a D . Bosco e minacciavalo di prigione,
non si sarebbe mai aspettato che appena tre anni dopo
sarebbe realmente impazzito egli stesso, e sarebbe stato
rinchiuso nel Convento della Novalesa convertito in m a-
nicomio. Eppure fu così . Dio gli abbia usato misericordial
- Ma le lettere . . . .
- Che non esistono .
- E le relazioni politiche coi Gesuiti e con
Fransoni e col Cardinale Antonelli ._ . .
- Che non vi sono e non vi furono mai . Dei
Gesuiti in Torino ignoro persino la dimora;econ
Mons . Fransoni e colla Santa Sede non ho mai
avuto altre relazioni fuori di quelle, che un sacer-
dote deve mantenere co' suoi superiori ecclesia-
stici per quelle cose, che spettano al sacro Ministero .
- Ma pure abbiamo lettere, abbiamo testimo-
nianze (1) .
- Ma se vi sono lettere, se vi sono testimo-
nianze contro di me, e perchè dunque la E . V .
non me ne produce alcuna? A questo punto, signor
Ministro, io non dimando grazia, ma dimando giu-
stizia . A lei e al Governo domando giustizia, non
per me, che temo di nulla : ma per tanti poveri
fanciulli, che sono costernati dalle ripetute per-
quisizioni e dalle comparse di poliziotti nel loro
pacifico ospizio , e piangono e tremano pel loro
avvenire . A me più non regge il cuore di vederli
in tale stato, segnati dalla stampa persino alla
pubblica riprovazione . Per essi adunque ripeto
giustizia e riparazione di onore, affinchè loro non
venga a mancare il pane della vita .
A queste ultime parole il Farini apparve turbato
e quasi commosso . Laonde alzatosi in piedi si pose
a passeggiare silenzioso per la sala . Dopo alcuni
minuti, ecco che si apre una porta e compare il
conte Camillo Cavour, allora Ministro degli Esteri
e Presidente del Ministero . Con aria sorridente e
fregandosi le mani - Che cosa c'è? domandò egli,
come se fosse ignaro di tutto . - Oh! si usi un
po' di riguardo a questo povero D . Bosco, - pro-
seguì poscia con tutta bonarietà - e aggiustiamo
le cose amichevolmente . Ho sempre voluto bene
(1) A schiarimento di questo insistere del Farini sulla
esistenza di lettere compromettenti abbiamo voluto inter-
pellare D . Bosco se ne sapeva qualche cosa, e siamo ve-
nuti a conoscere un fatto sinora da noi ignorato . Mons .
Luigi Fransoni esiliato in Lione aveva in quei giorni
divisato di spedire ai Parrochi una Circolare, e temendo
che alla posta venisse intercettata pensava di farla avere
a mano per mezzo di persone confidenti . A quest' effetto
ne scrisse pure a D . Bosco, domandando che gli volesse
in ciò prestare aiuto e lo favorisse di risposta ; ma la
lettera dell'Arcivescovo a D . Bosco venne aperta e seque-
strata per ordine del Ministero . Di una tal cosa D . Bosco
non seppe nulla, fino a che passate già le riferite perqui-
sizioni ed avvenuto il presente colloquio col Farini, ri-
cevette altra lettera da Mons . Fransoni, nella quale gli
diceva che non avendo da lui avuta alcuna risposta erasi
pe.lAchiorsatDnvzoltadrepson
Bosco venne a scoprire uno dei motivi, per cui il Governo
avealopresocotantoinsopetoperunfato,incuiegli
non entrava per niente . Il Farini che possedeva la lettera
sequestrata avrebbe potuto presentarla a D . Bosco ; ma
forseilatenlavergonadiverptalmodvilato
il segreto postale . Per altra parte quel foglio non provava
nulla, perchè non scritto da D . Bosco, ma dall'Arcive-
scovo . - Il sequestrare poi lettere alla posta era in quel
tempo molto in voga, come lo ebbero a provare parecchi
fatti ; anzi in ogni dipartimento postale era persino sta-
bilito un uffizio apposito detto di verificazione, fra le at-
tribuzioni del quale la più importante era quella appunto
di verificare, se partivano o arrivavano lettere dirette a
persone tenute, come si diceva, per nemiche del nuovo
ordine di cose . E tutto ciò si faceva in barba dello Sta-
tueoa,donrglideabrtà!

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io a D . Bosco e gliene voglio ancora . Che cosa tolico sino alla morte ; ma ciò non m' impedisce
c'è dunque, ripetè egli, prendendolo per mano e punto di essere pure buon cittadino ; imperocchè
invitandolo a sedere .
non essendo mio uffizio il trattare di politica io
Alla vista di Cavour e a queste sue benevole e- non me ne immischio, e nulla fo contro il Governo .
spressioni D . Bosco previde che l'affare sarebbe Sono vent'anni che vivo in Torino, ho scritto, par-
andato a finir bene, non già perchè Cavour in po- lato, operato pubblicamente, e sfido chiunque a re-
litica fosse migliora di Farini, poiché l'uno valeva care in mezzo una mia linea, una parola, un fatto,
l'altro, ma perche era con D . Bosco in amichevole che possa meritare censura dalle Autorità gover-
relazione, conosceva la natura e lo scopo del nostro native . Se la cosa è altrimenti si provi ; se sono
Oratorio, ed eravi stato più volte, prendendo parte colpevole mi si punisca pure ; ma se non lo sono
financo alle sacre funzioni . E perciò con grand'a- mi lascino attendere in pace all'opera mia .
nimo rispose
- H a bel dire, signor abate, uscì fuori Farini,
- Signor conte , quella casa di Valdocco, che ma lei non mi darà mai ad intendere che divida
fu tante volte da lei visitata, lodata e beneficata, le nostre idee, le idee dei Governo .
la vogliono distruggere ; quei poveri fanciulli rac-
- Ecchè? signor Ministro ; in tempo di tanta
coltidaevlpiazedvtcolàa
libertà di opinione vorrebbesi persino dare aggra-
una vita laboriosa ed onesta , e che furono già vio ad un cittadino, se in privato la pensa come
l'oggetto delle sue compiacenze , me li vogliono gli pare e piace? Vorrebbesi portare la tirannia
rigettare nell'abbandono o al pericolo del mal fare ; sino ad imporgli o ad incatenargli le idee? E poi
quel sacerdote, che V . E . ha sovente portato a non potrà egli un uomo qualunque ritenere nel suo
coielsudqanteimr,lo
interno che quel cotale opera malamente, e intanto
si traduce ora come un reazionario, anzi come un non dire nè fare cosa alcuna contro di lui, o perche
capo di ribelli . E ciò che più di ogni altro mi l'opporglisi riesce inutile od anche dannoso, o per-
addolora si è che senza addurmi ragione alcuna fui chè un siffatto uffizio non è di sua spettanza? Or
perquisito, molestato, pubblicamente disonorato bene qualunque sia la mia privata opinione intorno
con grave danno della mia instituzio ne, sostenuta alla condotta del Governo su certi affari del giorno,
sinora dalla carità pel suo buon nome . Di più : la io ripeto che nè fuori né dentro di casa mia non
moralità, la religione, i sacramenti furono dagli ho mai detto nè fatto cosa veruna, che possa dare
agenti del Governo fatti segni alla derisione in casa appiglio a trattarmi quale nemico della patria, e
mia e in presenza dei giovanetti, che ne rimasero , questo deve bastare alle Autorità . Ma io fo di
scandolizzati . Tacio più altre cose gravissime, più, Eccellenza ; poichè raccogliendo in casa mia
cehmiparosblertaodine
centinaia di fanciulli poveri ed abbandonati, ed av-
consenso colla Eccellenza Vostra . Io non so che viandoli ad una carriera onorata, vo cooperando
sarà di me ; ma questi fatti non possono durare col Governo al benessere di molte famiglie e del-
a lungo nascosti agli uomini, e presto o tardi sa- intera società, diminuendo i vagabondi e i fannul-
ranno pur vendicati da Dio .
loni, ed accrescendo i cittadini laboriosi, istruiti e
- Si dia pace, soggiunse Cavour, si dia pace, morigerati . Questa è la mia politica e non ne ho
caro D . Bosco, e si persuada che niuno di noi le altra .
vuol male . Noi due poi siamo sempre stati a- I due Ministri non poterono non trovar buona:
mici, e voglio che continuiamo ad esserlo per la risposta di D . Bosco, tanto più che era corro-
l'avvenne . Lei per altro è stato ingannato, caro borata con fatti ; ma il Cavour piccandosi di re- -
D.Bosc,etalunibsdoeuncor
ligione e di Vangelo gli fece da buon sofista que-
l'hanno tratto a seguire una politica, che conduce st'altro sillogismo
a triste conseguenze .
- Senza dubbio D . Bosco crede al Vangelo ;
- Che politica e che conseguenze ! Il prete catto- ma il Vangelo dice che colui, il quale è con Cri-
lico non ha altra politica, che quella del santo Van- sto, non può essere col mondo : dunque se lei è
gelo e non temo conseguenze di sorta . I Ministri col Papa e perciò con Cristo non può essere col
intanto mi suppongono colpevole e come tale mi Governo . Sit sermo vester est est, non non . Siamo
proclamano ai quattro venti, senza portare innanzi schietti : o con Dio o col diavolo .
nè anche una prova delle accuse , che si vanno
- Con questo ragionamento, rispose D . Bosco,
spacciando contro di me e del mio Istituto .
sembra che il signor conte voglia far credere che
- Giacchè vuole obbligarmi a parlare, riprese il Governo sia non solo contro il Papa, ma con-
Cavour, io parlerò e dico nettamente che lo spi- tro il Vangelo, contro Gesù Cristo medesimo . In
rito da alcun tempo dominante in lei e nella sua quanto a me stento a persuadermi che il conte
instituzione è incompatibile colla politica seguita dal Cavour e il comm . Farini siano giunti a tale ec-
go;:-LveirndècalPpsì
cesso di empietà da rinunziare persino a quella
ma il Governo è contro del Papa ; dunque Lei è Religione, in cui son nati e furono educati, e verso
contro il Governo . Di qui non si scappa .
la quale colle parole e cogli scritti si mostrarono
- Eppure io scapperò dal suo sillogismo, signor più volte pieni di rispetto e di ammirazione . Ma
conte . Anzitutto osservo che, se io sto col Papa comunque sia, il Vangelo cha, la E . V . mi cita
ed il Governo sta contro del Papa, non ne segue risponde appuntino alla difficoltà là dove Gesù
già che io stia contro il Governo, ma piuttosto che Cristo dice : Date a Cesare quel che è di Cesare,
il Governo sta anche contro di me ; ma lascio questo e a Dio quel che è di Dio . Perciò secondo il Van-
a parte e dico : - In fatto di religione io sto col gelo un suddito di qualsiasi Stato può essere buon
Papa e col Papa intendo di rimanere da buon cat cattolico, stare con Gesù Cristo, sentirla col Papa,

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fare del bene al suo simile , e nel tempo stesso
stare con Cesare, vale a dire osservare le leggi del
Governo, eccettuato il caso che si abbia a fare
con persecutori della Religione, o con tiranni della
coscienza e della libertà .
- Ma l'est est, non non, non obbliga egli forse
un cattolico a dichiarare sinceramente per qual
partito tiene, se per Cristo o contro di Lui .
- L'est est, non non è una sentenza del Van-
gelo, che come sacerdote sono in grado di spie-
gare alle loro Eccellenze . Queste parole non hanno
nulla da fare colla politica ; ma significano che seb-
bene in conferma della verità il giuramento sia le-
cito, non lo si deve tuttavia usare, se non quando
la necessità lo richiede ; significano che ad una per-
sona dabbene per essere creduta basta l' asserire
semplicemente se la cosa sia o non sia, senza aver
punto bisogno di ricorrere al giuramento ; signifi-
cano in fine che le persone oneste e civili devono
credere a chi afferma così, senza pretendere che
giuri . Il fare altrimenti è indizio o di diffidenza
degli uni, o di mala fede degli altri, e di poco e
niun rispetto di tutti al Nome santo di Dio, che
non va mai invocato vanamente . Ora stando al caso
nostro, e non ostanti le mie asserzioni, crede forse
il signor conte che D . Bosco sia un cospiratore,
un nemico della patria, un mentitore?
- Non mai, non mai . lo ho anzi sempre rav-
visato in lei il tipo del galantuomo ; e perciò in-
tendo fin d'ora che tutti i guai siano finiti, e lei
sia lasciato in pace .
- Sì, ripetè Farini, tutto sia finito, e D . Bo-
sco vada a casa, si occupi tranquillo de' suoi fan-
ciulli ; chè così facendo non solo non avrà più mo-
lestie, ma la riconoscenza e la protezione del
Governo e del Re . Ma prudenza, caro abate, pru-
denza, poichè siamo in tempi difficili, ed un mo-
scherino può apparire un camello .
- Posso dunque stare sicuro di non essere più
molestato per parte del Governo? domandò Don
Bosco . Posso credere che il Governo sia disingan-
nato sul conto mio, e persuaso che nel mio Isti-
tuto non vi fu , né vi è cosa alcuna , che possa
interessare le viste fiscali ?
-- Si, l'assicuriamo, rispose Farini, che niuno
più le recherà molestia, e tutti siamo convinti
della sua onestà personale e della natura benefica
della sua istituzione ; ma l'avverto che si guardi
da taluni , che le si danno come amici, e intanto
sono i suoi traditori .
- Dunque - alzatisi e strettagli ambidue la
mano, - noi siamo intesi, couchiuse Cavour, e sa-
remo amici ancora per l'avvenire ; e lei preghi
per noi .
- Sì, pregherò Dio che li aiuti in vita ed in
morte, - terminò D . Bosco , e se ne ritornò in
Valdocco pieno il cuore di gratitudine al Signore
per averlo assistito in quel cimento, che avrebbe
potuto riuscire funestissimo non tanto a lui, quanto
a noi tutti, raccolti all'ombra della sua carità .
LETTERA ARGENTINA .
Boca del Riachuelo
(Buenos-Aires) 24 sett . 1884,
Mio VEN. E AMAT. PADRE D. Bosco,
Le scrivo dalla nostra casa di legno della Boca,
dove essendo venuto per visitare i fratelli, fui messo
in prigione dalle acque che occuparono tutta la
casa e perfino la chiesa, nella quale non lasciando
intatto che il solo altar maggiore , misero tutto
il resto a soqquadro .
Oh se vedesse, D . Bosco, quanta acqua ! quanta
acqua! Son ben quattro giorni che il cielo versa
torrenti di pioggia , cioè dal sabbato a sera , 20
settembre, a quest'oggi mercoledì mattina, ed ap-
pena adesso pare che voglia cessare il terribile
castigo di Dio . Il Rio della Plata straripò e le
acque devastatrici occupano forse più di diciotto
leghe quadrate . Tutta la provincia di Buenos-Ai-
res fu ed è ancora vittima della terribile inonda-
zione . Vi debbono essere molti morti, e le notizie,
che incominciano a sapersi accennano a un numero
straordinario di vite spente . Moltissimi son rima-
sti privi di tetti . Grano e bestiame fu strascinato
via, e sotto i miei occhi di quando in quando si
vedono cavalli e carri travolti dalle onde . Ed il po-
vero cocchiere ? ... L'acqua in certi luoghi arriva a
più di tre metri di altezza . I danni ascendono a ot-
tanta milioni . Tutte le ferrovie sono intercettate .
Poveri abitanti ! La massima parte di essi sono
Italiani, e in un punto solo veggono sparire i frutti
di più anni di fatiche .
Le sventure degli altri sono pure sventure no-
stre, poiché è impossibile mirare ad occhi asciutti
i dolori e le privazioni dei nostri fratelli , tanto
più che queste son di non lieve incaglio alle no-
stre missioni . Chi non ha non può dare, e tanto
anime generose ora si trovano impedite nel soc-
correrci, benché ne abbiano vivo desiderio . Nello
stesso tempo difficoltà dolorose d'altro genere ha
fatte sorgere il demonio, che pare voglia assalirci
di fronte con tutto il suo furore, per impedire il
frutto delle nostre missioni ; e disgrazia non pic-
cola fu l' incendio che pochi mesi sono distrusse
tutta intera la nostra chiesa di Viedma . Tuttavia,
non temiamo . Dio è dalla nostra parte .ICoperati
e le Cooperatrici Salesiane d'Europa non lasceranno
senza soccorsi materiali e senza preghiere coloro
che essi stessi nella loro carità hanno tante volte
confortati a procedere verso le regioni e i popoli
ignoti della Patagonia . Abbiamo avuto notizia delle
strettezze finanziarie nelle quali si trovano oggi-
giorno la Francia e l'Italia, sia per i numerosi fal-
limenti, come per la scarsezza dei raccolti . Sembra
che noi non dovremmo aver coraggio di rivolgerci
ai nostri benefattori per nuovi soccorsi indispen-
sabili a far progredire l'opera delle missioni . Ma
pure . . . pure.iosncurheolapsnt
miseria, ma la munifica generosità del buon Dio
deve essere la norma della loro carità . Dio è co-
lui che toglie , Dio è colui che dà . Esso è il pa-
drone di tutti i tesori della terra e gli dona a
chi vuole e come vuole . Tobia era povero e in

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un istante le ricchezze di Raguele lo resero il più
ricco dei suoi concittadini . Il popolo Ebreo si tro-
vava in Egitto nella più deplorevole miseria e a
un tratto divenne possessore delle dovizie dei sud-
diti di Faraone . Giobbe fu ridotto a non aver altro
ricovero che un letamaio , e Dio gli restituì du-
plicate tutte le sue immense perdute possessioni .
Ora Dio ha detto ; date e vi sarà dato ; e la elemo-
sina è quella che fa trovare grazia e misericordia
eziandio temporale . Le offerte di mezzi materiali
per cooperare alla salute delle anime è una carità
tanto più splendida quanto più meritoria, quando
costa alcun sacrifizio . Gesù Cristo ebbe una parola
dilodeimortaleperquelapovertachemise
il suo soldo nel gazofilacio del tempio . E poi siam
certi che Dio non si lascia vincere in generosità .
Per l'uno che noi daremo a Lui per la sua gloria
esso saprà restituirci il cento etiam in hoc mundo .
Per queste ragioni io mi rivolgerò ai nostri Coo-
peratori e alle nostre Cooperatrici sicuro che vor-
ranno sempre assisterci , collo stesso zelo col
quale finora costantemente ci confortarono . Dio
messo alla prova , si farà vedere verso di essi
sempre più munifico . Da lui dipendono le stagioni,
da lui le vicende umane . Esso non permetterà che
debba soffrire per causa di carità, chi procura sol-
levare le membra sofferenti di Gesù Cristo nella
persona dei suoi Missionarii, chi non guarda a sa-
crifici per accrescere il numero delle anime nella
via della salute .
E grande, immensamente grande è il campo che
la provvidenza ci apre dinnanzi . Il Vescovo di Salta
ci chiama nella sua diocesi , Monsignor Jabar ci
aspetta a Cuzco (Perù), il Canonico Biagio Cañas
vuole assolutamente che andiamo a Santiago del
Chili a dirigere i suoi cento orfanelli, altri ci vuole
a Jujué , altri a Rosario ecc ., ecc . Che ne dice,
carissimo Padre ? Che devo rispondere loro ? To-
sto apriremo l'Oratorio di S . Caterina : glielo rac-
comando perché lo benedica in nomine Domini .
Con tanto lavoro sulle braccia, con tante altre
fatiche che ci sovrastano noi in questo momento
non abbiamo consolazione più grande che pensare
e parlare dell' arrivo di Monsignor Cagliero . Quando
esso muoverà il suo piede benedetto per venire in
mezzo a noi? Padre ! ce lo mandi presto . . . Ce lo
mandi senza indugio perchè ci aiuti a superare le diffi-
coltà che crescono ogni dì più . . . Gli faccia corag-
gio . . . gli dica da parte nostra che noi non ne pos-
siamo più dall'impazienza di vederlo qui nelle no-
stre case . . . che noi lo aspettiamo in ginocchio come
l'inviato del Signore . . .
Concludo o amatissimo Padre , col pregarlo
di volerci essere prodigo di consigli e di aiuti, e
soprattutto di volerci raccomandare tanto e tanto
al buon Dio .
Le monache Salesiane di Montevideo chiedono a
D . Bosco una benedizione di Maria SS . Ausilia-
trice per due loro sorelle molto inferme . La prego
di compiacere quelle buone Suore perchè furono le
benefattrici esimie delle nostre suore, quando sette
anni or sono , arrivate queste in America e non
avendo un tetto che le ricoverasse , furono dalle
Salesiane ricevute a braccia aperte e tenute per
più mesi in dolce ospitalità .
Il P . Bourlot qui presente , le domanda pure
una benedizione per la sua chiesa nuova, che non
sa come terminare a causa della deficiente pe-
cunia .
Anche tutti gli altri confratelli di questa casa
mandano a Lei i loro cordiali rispetti . Così pure
le suore che ieri potei visitare, portato alle loro
case da una barchetta, perche le strade tutte sono
diventate altrettanti fiumi . Quivi alla Boca esse
fanno un gran bene e come le loro sorelle della
altre case, si mostrano degne figlie di Maria SS .
Ausiliatrice La loro scuola è frequentata da 250
fanciulle, e alla domenica ne radunano circa 400
alla Messa , al Catechismo ed alla benedizione .
Quante anime che non conoscevano ancora il Si-
gnore, ora incominciano ad amarlo! Circa 50 di
queste ora si preparano alla prima comunione con
molto impegno e fervore, e la faranno nel giorno
di Maria SS . Immacolata .
Carissimo padre! Abbia cura della sua salute tanto
preziosa, poiché l'anno 1891, cinquantesimo anniver-
sario della sua prima messa, è ancor lontano, e noi
in qual giorno vogliamo tutti quanti vederlo si Do-
mino placuerit, e ricevere da lei la paterna benedi-
zione . Ci benedica intanto adesso e tenga sempre il
povero scrivente per uno dei suoi più affezionati
figli in Gesù e Maria .
D . GiacoMo COSTaMaGNA .
TERESA CAGLIERO .
Risus dolore miscebitur, et extrema gaudii
luctus occuput .
Il riso sarà mescolato col dolore e il lutto
occupa gli estremi dell'allegrezza.
(Prov. XIV) .
Nell'atto che eravamo per mettere in macchina
questo numero un avvenimento improvviso ci fa-
ceva sospendere la stampa par aggiungere nel Bol-
lettino una dolorosa notizia .Alostilefestivocol
quale abbiamo descritta la gioia dell'Oratorio di
S . Francesco di Sales dobbiamo far succedere una
mesta pagina . La veneranda Madre di Monsignor
Cagliero fu chiamata improvvisamente da Dio agli
eterni riposi . Dalle feste della terra passava alle
feste del Cielo . Dio in premio del generoso sacri-
fizio fatto del suo figliuolo Giovanni per la salute
delle anime, aveala conservata fino a questi giorni .
Vista l'esaltazione di Monsignor Cagliero alla di-
gnità Episcopale , più nulla restava a lei da fare
su questa terra . Essa stessa nella sua longevità
scorgeva un fine speciale della Provvidenza . In
questi giorni fu udita più volte esclamare : « Quanto
è buono il Signore ! Allorchè mio figlio partì per
le Missioni d'America io aveva ottanta anni, e cer-
tamente credeva di non doverlo vedere mai più .
Eppure il buon Dio mi conservò acciocchè potessi
incontrarlo al suo ritorno e godere nel saperlo vi-
cino a me . Sette anni fa di novembre tornando a
casa dalla campagna, mi sdrucciolò il piede in un pro-
fondo serbatoio di acqua marcia, che non avea visto,

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per essere di tarda sera ed io colta da mal d'oc-
chi . In quel burrone stetti svenuta per circa un'ora .
Chi mi tenne a galla su quei tre e più metri di
putrida acqua ? chi in quell'ora fece scegliere alle
persone, che poi mi salvarono, la strada a tra-
verso le erbe dei campi bagnate dalla pioggia,
per abbandonare la via battuta e diritta che
era a pochi passi di distanza ? Chi al fetore
di quell'acqua fece sorgere il sospetto a quei pie-
tcosi he forse qualcuno fosse caduto in quel pro-
fo?Cnd hi con una forza misteriosa li trasse ben-
ché contrastanti su quell'orlo scosceso, essendo già
fiteletenebre,cosichémiscoperseroeastento
mi?Chstraplovnòdcetmr
conseguenze di simile caduta e con un breve sonno
mi ristorò le forze, in modo che potei continuare
robusta come prima ? Ah il Signore sia sempre
benedetto, poiché mi conservava ad essere spetta-
trice di feste così belle ! »
La vigilia del Santo Natale volle andarsi a con-
fesare.SEMonsCagliertnodaRm
la notte precedente le avea recata una speciale
benedizione del Santo Padre . Alla sera tutta piena
di gioia esclamava alle buone figlie dei dintorni
che erano «venute a visitarla . « Stassera vestitevi
pure delle veste più belle, mettetevi gli orna-
nenti più leggiadri . In questa notte non è ambi-
z. ione,èvatàcompriebnvst
Dob-
biamo mostrare esternamente la gioia che ci
innonda l'anima .
« E voi, o madre, dicevano le buone figliuole,
voi pure desiderate che vi mettiamo un bel ve-
stito ?
» Certamente ! E il più bello che vi sia . Ancor io
voglio far la mia figura . Benchè, soggiungeva con
un sorriso, posso assicurarvi che in tutto il tempo
delamivtnobamivutoenzdi
far comparse . »
Si era preparata alla festa del Natale eziandio
col digiuno prescritto dalla chiesa . Le amiche a-
veanle fatto istanza perché temperasse il rigore
di quell'astinenza . Essa però rispose : «In ottanta
anni non ho mai rotto ìl digiuno delle vigilie,
della quaresima e dell'avvento . Per quanto mi
sapessi dispensata per tanti motivi, mi feci sempre
una gloria di osservare con rigore questa legge .
Ed ora in questa solenne vigilia volete indurmi
a violarla per la prima volta? Mai no . »
In quella notte santissima non volle andare a
riposo, non ostante le iterate preghiere delle Suore
di Maria Ausiliatrice e delle brave signore che la
ospitavano, ma discese nella cappella delle mona-
che per assistere alle tre messe che vi si cele-
brarono . In tutto il tempo della funzione delle tre
m,esbntchèivgao
ci fu verso di indurla a sedere . Fatta la santa
Comunione in mezzo a centinaia di ragazze dell'O-
ratorio festivo, non si ristava poi dall'esclamare :
Che fortuna ! che fortuna poter fare la santa Co-
munione in questa notte ! Quanto è buono il Si-
gnore ! Oltre le tante altre consolazioni che mi
ha dato, mi avea riserbata anche questa!»
Al mattino del giorno di Natale si alzò dal ri-
poso tutta contenta e fu trovata dalle amiche col
rosario in mano . Fu interrogata perchè continuasse
così la sua preghiera : « Perché, essa rispose, vi
è gente che aspetta il nostro aiuto . Vi sono le a-
nime del purgatorio che attendono i nostri suffragi
e tocca a noi muovere in loro soccorso . E poi sa-
pete perchè io prego? Prego perché pur troppo
fra i contadini la preghiera è venuta in disuso e
reca noia . Nelle belle stagioni non si prega perché
ora vi é il fieno, ora il grano, ora le vigne, ora
da coltivare, ora da raccogliere . Nell'inverno poi
che bella cosa sarebbe vedere i padri di famiglia
recitare il loro rosario nella stalla al caldo con
tutti i figliuoli intorno ! Per i contadini l'inverno
dovrebbe essere il tempo della preghiera . Ma in-
vece essi preferiscono andare in piazza o negli al-
tri loro ritrovi per passare le lunghe ore in di-
scorsi inutili . Quindi è ben giusto che se gli altri
non pregano, io preghi per essi . »
In quella stessa mattina vi fu chi le disse : « Chi
sa quanti dispiaceri avrete voi sopportati , nella
vostra vita così lunga !
« lo, dispiaceri ? ella rispose ; lavorare sì ; ho
lavorato molto, moltissimo ; a 15 anni morto mia
padre dovetti prendermi sulle spalle tutto il peso
della famiglia ; far lavorare e lavorare io stessa
i campi e una miniera di gesso : dirigere i manuali
o condurre io stessa il gesso nei molti paesi dei
di.ntDoarmsenbimauoent
di respir o ; ma in tutta la mia vita io non ho mai
avuto minimo dispiacere ! » Noi qui osserviamo
- Benedetti e fortunati quei figli la cui madre
può proferire una così preziosa parola!
Alle 10 antimeridiane si apparecchiava per an-
dare ad assistere al Pontificale del figlio poiché
diceva essere una vergogna ascoltare sole tre messe
nella festa del Natale . Si arrese però a stento
alte istanze delle amiche, le quali le facevano os-
servare come il tempo minacciasse neve .
Alle tre e mezza del dopo pranzo però volle as-
solutamente uscire ed andare ai vespri pontificali
del figlio . Fu accompagnata alla chiesa di Maria
Ausiliatrice . Ma nel salire i gradini che mettono nel
grandioso santuario , a un tratto le mancano le
forze . Sorretta dai circostanti siede in sulla so-
gl.iaDoepduntrcameingo
vita così lunga spesa nella preghiera, nel lavoro,
nell'educazione dei suoi figliuoli era giusto che
l'ora del suo riposo eterno la cogliesse all'ombra
dei manto di Maria SS . Un prete salesiano corse
in tutta fretta, e fattala trasportare in una sala
a pian terreno nella casa delle Figlie di Maria
Ausiliatrice, le amministrava il sacramento del-
l'Estrema Unzione . Era appena finita l'ultima un-
zione e la buona Teresa spirava la sua bell'anima .
Erano intorno a lei alcuni sacerdoti e salesiani
secolari, le suore e le figlie dell'Oratorio festivo .
Si spegneva come una lampada cui manca l'olio,
e la sua estrema vecchiezza era la causa della sua
morte .
In chiesa intanto si cantavano i vespri pontifi-
cali e Mons . Cagliero era inconscio di quanto alla
soglia del tempio accadeva ! Fra la moltitudine
però era corsa come una scintilla elettrica la do-
lorosanotizia.Gliochdtueranofisul
Vescovo e tutti i cuori innalzavano una preghiera
per lui e per la defunta madre . Finiti i vespri

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Monsignor Cagliero dovea assistere alla predica e
dare la benedizione col SS . Sacramento, ma il ce-
rimoniere , cui era giunta l' inaspettata novella ,
credette prudente cosa rompere quegli indugi, te-
mendo che potesse arrivare agli orecchi di Mon-
signore qualche voce inopportuna . Perciò comandò
che i parati col Vescovo andassero in sagrestia .
Monsignore chiese il motivo di quella novità . -
Una comunicazione importante da dare a V . E . -
rispose il cerimoniere .
In sacrestia Monsignore apprese la perdita che
avea fatta ! Toltisi quindi gli abiti sacri corse
presso la salma della madre , che già era stata
composta sul suo letto . Le scoperse il volto, la
benedisse, pregò per lei, esclamò : - Sia fatta
la volontà di Dio, - e diede il giusto tributo di
lagrime a chi tanto l'avea amato e da lui era stata
riamata sulla terra .
Il giorno 27 dicembre avean luogo i funerali so-
lenni nella chiesa di Maria SS . Ausiliatrice e Sua
Eccellenza Mons. Cagliero riserbava a sè il mesto
uficodel'asouzinedlcaver .Inumerosi
amici di Monsignore che circondavano la bara a
stento frenavano le lagrime . Sopraggiungeva in-
tanto il Rev .mo Parroco e processionalmente tra-
sportava il cadavere alla chiesa parrocchiale di
S . Gioachino .
Non possiamo descrivere l'irresistibile e tenera
commozione che invase la nostra anima in quel mo-
mento, e dal fondo del cuore abbiamo esclamato
Salve, o buona madre . Presso Dio colle tue pre-
ghiere lenisci il dolore del figlio tuo , confortalo
nelle ardue prove che dovrà incontrare , feconda
di ricche messi la sua missione . Quel Dio che ti
ricondusse al fianco il tuo Giovanni dalle lontane
plaghe dell' America , te lo ricondurrà un altro
giorno da questa terra d'esiglio, ed allora con esso
e con tutti gli amici suoi vi sarà un'eterna inse-
parabile unione d'amore e di felicità . Et sic sem-
per cum Domino erimus.
Concludiamo col raccomandare alle preghiere dei
Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane l'anima
della Teresa Cagliero.
BIBLIOGRAFIA SALESIANA
CRISTINA
QSSIA
occasione dal giornaletto, che pubblicavasi l'anno,
scorso col titolo Gesù Cristo, e da varie profanazioni,
che commettavansi allora contro questo adorabile Nome,
e per via di conferenze famigliari, ma dotte ed eru-
dite, intessute di parole della Sacra Bibbia e dei Santi
Padri, sotto la similitudine di un tesoro, viene a sta-
bilire l'eccellenza e le glorie del Nome medesimo, la
storia di esso e del suo culto , la ragionevolezza di
questo stesso culto e i mezzi più efficaci a diffonderlo
maggiormente .
L'Autore, impensierito della decadenza e del depe-
rimento della presente società, avviata inevitabilmente
ad una bancarotta certa, propone il Nome Santissimo
di Gesù Cristo, vero tesoro, come rimedio efficacis-
simmoo ai mali sociali .
Divide il suo libro in due parti : nella prima scava .
e pubblica il Valore di questo Tesoro, nella prima
sezione il Valore intrinseco . - I . Valutazione del
Tesoro . - II. Il vero perno centrale di tutta la sto-
ria - III . Un Profeta che non ha bisogno d'ispira-
zione . - IV . Il Re Universale . - V . Il giro del
mondo in 24 ore . - Nella seconda sezione della me-
desima prima parte scava e pubblica il Valore estrin-
seco del Tesoro . - I . Il vero oro che fa miracoli .
- II . Un miracolo vivente . - III . Largo alla giu-
stizia ? - Nella seconda parte poi I cercatori del
Tesoro dà la storia del Nome Santissimo di Gesù
Cristo e del suo culto . - I. L'universo appiè del
Tesoro . Dimostra la ragionevolezza di questo culto . -
Il . E con ragione! Dà i mezzi per propagare larga-
mente questo culto . - III Chi vuole aver parte al
Tesoro? - Sia negativamente : § 1o Non sprecate it
Tesoro . - Sia positivamente : § 2° Godete e fate go-
dere il Tesoro . - Conchiude con una passeggiati
alla Sagra di S . Michele in Val di Susa in una con-
ferenza intitolata Cristo vince . E finalmente conchiude
il racconto spiegando il perché del titolo del libro .
Ha egli ragione l'Autore? Noi camminiamo verso
l'ignoto . - La bancarotta è inevitabile, sia material-
mente, sia moralmente e religiosamente, qualcuno lo
dice, ognuno lo vede . La società presente va sfascian-
dosi come un mucchio di sabbia . Ebbene? In tali pe-
ricolosi frangenti il primo Papa, S . Pietro, lo diceva-
ai Pontefici dei Giudei e l'ultimo Papa , che gli sia
succeduto finora, il sapientissimo Leone XIII, lo pro-
clama alto ai re e ai popoli : Non havvi sotto del cielo
altro nome dato agli uomini (fuorchè quello di Gesù
Cristo) mercè di cui abbiamo noi ad essere salvati.
Ecco il perché il presente racconto venne intitolato
Un Tesoro all'imminente bancarotta sociale.
Di esso scrive il Revisore ecclesiastico, un dotto e
pio canonico, dottore aggregato alla facoltà di teolo-
gia : Ho letto la Cristina, e, senza adulazioni, la stimo
utile a ricordare la dottrina cristiana nelle prime
verità della fede, ed anche un po' di storia sacra ed
ecclesiastica . Essa farà molto bene e sarà letta con
molto frutto .
un Tesoro all'imminente bancarotta sociale .
Scene contemporanee pel sac . ILARIO MAURIZIO VIGO,
curato di Santa Giulia in Torino . - Un bel volume
di 247 pagine in-16 . Prezzo L . 1 franco di posta .
Rivolgersi alla Tipografia Salesiana in Torino o al-
l'Autore .
Chiamiamo l'attenzione dei Cooperatori sopra la
pubblicazione periodica
Ecco una sorella della M arietta, che ha riportato il
premio ad un concorso ; sorella minore , diciamo ,
perchè nata dono di essa, ma in realtà sorella mag-
giore perchè tratta un soggetto più elevato e in modo
più erudito .
La Cristina, com e lascia capire il titolo medesimo,
parla del Nome Santissimo di Gesù Cristo . Ha preso
LETTURE DRAMMATICHE
indicata nella copertina di questo numero .

2.6 Page 16

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IL LIBRO PER TUTTI .
LA FESTA E LA CONFERENZA
DI S. FRANCESCO DI SALES.
Quest'opera, approvata e raccomandata da parecchi
reverendissimi Vescovi d'Italia, chiamata dalla Civiltà
cattolica una piccola biblioteca contenente
lamteridpchvolumi,deqanov'èclse
di persone che non possa giovarsene, diversifica nota-
bi.lmEesntdraociquedzonatri
distribuite in tre parti : una d'istruzioni corredate di
esempi ; l'altra di esercizi divoti e pratiche di pietà ;
la terza di meditazioni . Questa invece, ommessa la
parte che abbracciava le preghiere e gli esercizi di
divozione, venne ampliata notabilmente nelle istru-
zioni e moltiplicata negli esempi che giovano tanto
a conferma ed illustrazione delle dottrine, e rendono
altresì più varieggiata ed amena la lettura.
L'Autore la dice scritta senza fioritura di stile, ed
artifizio di concetti, ma semplice e liscia, perchè por-
tando il titolo di Libro per tutti, deve essere
di facile intelligenza e alla portata di ognuno, anche
nel basso popolo, poco istruito e colto . La mancanza
Il 29 di questo mese, giorno di giovedì, occorre
la festa del nostro glorioso Patrono S . Francesco
di Sales .
La funzione religiosa nella Chiesa di Maria Au-
siliatrice avrà luogo col solito orario . Con appo-
sita lettera renderemo notaiSig.Coperati
e Cooperatrici il luogo , il giorno , e l' ora della
Conferenza .
Intanto facciamo umile preghiera ai signori Capi
e Decurioni, che nella stessa occasione vogliano
raccogliere a Conferenza i proprii Cooperatori e
le proprie Cooperatrici, a norma del Regolamento,
sia per acquistare il tesoro spirituale della Indul-
genza plenaria , sia per trattare di quegli argo-
menti, che giudicheranno più conducenti al benessere
della religione, e al vantaggio dell'umile Società
però che l'Autore accenna è largamente compensata,
come scrisse la Civiltà Cattolica, dalla dottrina vera-
mente sicura e da quel fervore di pietà che vi stilla
nei lettori e della lucida , vibrata e breve istruzione
che dà alla mente del lettore .
di S . Francesco di Sales.
Fra le opere da raccomandare non si dimentichi
l'Ospizio del Sacro Cuore di Gesù in Roma, e le
nostre missioni della Patagonia .
Sarebbe desiderabile che questo libro diventasse
una piccola biblioteca di famiglia da
legrsincomu,peialntughesrat
in,iveral n cui di sovente si stà in ozio, e si leg-
go.nlibrchefaopnsu
Sono pubblicati il primo il secondo ed il
quarto volume, ì quali verranno spediti franchi di
porto dietro ricevuta dell'importo,
L'Autore con liberalità degna di ammirazione, non
solo si affaticò grandemente in preparare la materia
ELENCO
DI COOPERATORI E COOPERATRICI
DEFUNTI NEL 1884 .
1 Abbene dam . Ifigenia - Torino .
d'un libro che possa illuminare la, mente con istru-
zione lucida, vibrata e breve, ma fece di più ; il frutto
delle sue fatiche offre a benefizio della Chiesa del
SaOcsrpoizCuedGùnRomaedl'so
a costruzione . Il suo libro sarà quindi un vero libro
per tutti, cioè tutti ne godranno gli effetti, i let-
todriechamvnluiatedc
e la gioventù abbandonata, la quale, dal provento del
libro verrà accolta, mantenuta ed educata nell'Ospi-
zio del Sacro Cuore .
Raccomandiamo ai nostri benemeriti Cooperatori
e benemerite Cooperatrici dì voler far conoscere e dif-
fondere questo libro quanto più sarà loro dato, poichè
è questo uno dei migliori mezzi di cooperare all' e-
rezione del monumento salesiano al Sacro Cuore di
Gesù in Roma .
L'opera consta di 4 volumi di circa mille pagine
ciascuna vendibili a L . 3 al volume ed a L . 10 l'o-
pera intiera . Legati L . 4 ciascun volume ; L . 14 l'o-
pera intiera .
2 Abbo Lorenzo - Villatalla (Porto-Maurizio) .
3 Accorsini dottore Giuseppe - Paglianella
(. Lucca)
4 Adami Innocente - S. Floriano (Verona) .
5 Adriani Giovanni - Fossato di Vico (Perugia) .
6 Agostini D . Giuseppe , parr . - Capugnano
(Bologna) .
7 Aiachini D . Giulio, can . - Alessandria.
8 Aina D . Pietro - Cerano (Novara) .
9 Aldrighetti D . Giuseppo -- Nago (Tirolo) .
10 Alessandri Alessandrina - Mornico al Serio
(Bergamo) .
11 Alfarè D . Pietro, vicario - Treviso .
12 Allara Clementina - Casale Monferrato .
13 Allegri D . Erminio, arcipr . - Breda (Man-
tova) .
14 Aloazzi D . Michele, parr . - Coimo (Novara) .
15 Alzoni Maria - Oristano .
Rivolgersi alle Librerie Salesiane .
16 Ambrogi D . Carlo, arcip . - Ziano (Piacenza) .
17 Ambrogio Domenica - Saluzzo .
18 Amigo Michele - Varazze .
19 Andreo cav . D . Martino, can . - Ivrea .
20 Angerilli D . Pacifico - San Ginesio (Ma-
Ringraziamo l'egregio giornale L'Eco d'Italia
cerata) .
della cortese menzione che ha fatto del nostro periodico
(continua)
e lo raccomandiamo ai nostri Cooperatori per i sani
pru inc,lahezdinot,elbincso -
mo.eriLs'tabchnolire18anu
riLPcbeavznAGosilea,
Nuova, 43 .