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ANNO VI . N . 9 .
Esce una volta al mese .
SETTEMBRE 1882 .
Direzione nell'Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo . N . 32. TORINO
SOMMARIO - I Salesiani chiamati al Parà, e appello
ai cuori generosi - Grazia di Maria Ausiliatrice -
Pietà e studio - Esami annuali nei Collegi Salesiani
e lettera di un padre riconoscente - Accademia in o-
nore del Sacro Cuore di Gesù nel Collegio di Alassio
- Collegi Salesiani raccomandati ai Cooperatori e Coo-
peratrici - La Rosa del Carmelo - Giocondo spetta-
per trattare di presenza coli lui . Il Missio-
nario vi si recò di fatto nello scorso giugno,
e fu il Sac . D . Luigi Lasagna, Direttore del
Collegio di Villa Colon . Quello che egli ab-
bia concertato con Mons . De Macedo, e che
colo di amor figliale e di bontà paterna - Visita pa- sarà da farsi, il pubblicheremo a suo tempo
nel storale a S . Benigno Canavese Morte di una novella
Tabita - Collocamento della prima pietra angolare
Bollettino Salesiano .
della Cappella di Maria SS . Ausiliatrice in Almagro
(Buenos Aires) - Risposta ad un professore-Esito
degli Esercizi spirituali a Nizza Monferrato - Pel VII
centenario di S . Francesco d'Assisi - Indulgenze spe-
ciali pei Cooperatori e Cooperatrici Salesiani .
Intanto per la retta intelligenza delle cose
riferiremo più sotto due lettere dell'esimio
Prelato del Parà ; l'una scritta a D . Bosco
fin dal mese di luglio dell' anno passato ;
l'altra nel giugno dell'anno corrente , di-
retta a Sua Eminenza reverendissima, il sig .
I SALESIANI CHIAMATI AL PARÀ
Cardinale Luigi Iacobini, Segretario di Stato
di Sua Santità, Leone XIII . A queste due
E APPELLO AI CUORI GENEROSI . un'altra ne faremo seguire della prelodata
Nell'America Meridionale, al Nord del-
l'immenso impero del Brasile , vi ha una
provincia, che, dal fiume Parà che in parte
la bagna, dicesi del Parà . La città dello
stesso nome è Sede Vescovile, e la Diocesi
ha una superficie uguale a dodici volte tutta
la Francia !
L'anno scorso l'illustre e zelantissimo Ve-
scovo di così sterminata Diocesi , Antonio
De Macedo Costa, scrisse una commovente
lettera a D . Bosco, in cui dipingendogli i
bisogni della sua greggia lo pregava che
volesse inviargli alcuni Salesiani in aiuto .
D. Bosco, ringraziando l' egregio Pastore
della fiducia riposta nell' umile Società di
S. Francesco di Sales , lo assicurava che
avrebbe incaricato uno dei nostri Missionarii
di Montevideo a portarsi in persona al Parà,
Eminenza a D . Bosco, colla quale a nome
del Santo Padre lo sollecita a soddisfare ai
santi desiderii dello zelantissimo Vescovo
Brasiliano .
Questi tre documenti , se sono di forte
stimolo ai Salesiani , devono in pari tempo
tornare di efficace eccitamento ai nostri Coo-
peratori e alle nostre Cooperatrici a pregare
Iddio che ci assista colla sua grazia, che ci
conservi e ci fornisca a dovizia persone se-
condo il cuor suo, che ci renda abili stru-
menti della sua gloria, e della salute di tante
anime , che da tutte parti aspettano la di-
vina misericordia .
Noi siamo veramente confusi delle prove
di speciale benevolenza , che ci dà quoti-
dianamente il Signore, e mentre risolviamo
di fare quanto è in poter nostro per non
venir meno alle grandi opere, che Egli ci

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prepara nel vecchio e nel nuovo mondo ,
imploriamo il soccorso dei nostri benefat-
tori . Noi facciamo assegnamento sulla loro
generosità .
Padri e madri, conoscenti ed amici, laici
ed ecclesiastici, siate generosi, soprattutto
col promuovere, o almeno col non impedire
le vocazioni al sacro apostolato . Ricordatevi
che la conservazione e la propagazione della
fede è affidata ai Sacerdoti, particolarmente
agli intrepidi Missionarii . Ricordatevi che
la Chiesa di Gesù Cristo non abbraccia solo
le anime di una famiglia, di una Parocchia,
di una Diocesi, ma di tutto il mondo . Ri-
cordatevi che di continuo risuona la divina
Voce di Gesù Cristo : Euntes in mundum u-
niversum praedicate evangelium omni crea-
turae:A,p ndatepruoilmnd redi-
cate il Vangelo a tutti gli uomini . Siate adun-
que generosi, e quando avete un figlio, un
parente, un amico, che mostra attitudine
alla carriera ecclesiastica, soprattutto quando
aspira alle sacre Missioni, a battere le orme
gloriose dei Zaverii, dei Solani , dei Ber-
trandi, dei De Las Casas, di cento, di mille
altri apostoli passati e presenti, non dissua-
detelo, infondetegli anzi coraggio e lena a
correre il nobile arringo .
Certo che il privarsi di un soggetto, il quale
sarebbe utile tra di noi, è cosa che costa ;
ma l'apostolato costò sempre, e costerà fin-
chè vi sia una tribù da evangelizzare in
sulla terra . All'Eterno Padre ha costato il
sacrifizio dell'Unigenito Figlio, sua delizia,
sua compiacenza ; a Gesù Cristo ha costata
la vita sopra un tronco di croce ; a Maria
ha costato lo strazio del proprio cuore . E
se costasse anche qualche pena a noi, non
sarebbe ella una gloria il rassomigliare in
questo a Dio, alla Vergine, al Salvatore del
inondo?
Il partire di un Missionario dai nostri
paesi, per recarsi tra popoli pagani e bar-
bari, è un atto di virtù eroica, e a fronte
del bisogno troppo pochi sono quelli, che
lo compiono ; ma se noi ne distogliamo an-
cora questi pochi, mancheranno affatto gli
eroi . Ed allora dovrà forse per colpa nostra
essere una vana parola quella del Figliuol
di Dio : Euntes in mundum universum?
Dovranno forse estinguersi le estere Missioni?
E potremo noi presentarci ancora tranquilli
al tribunale di Dio? E gli Angeli tutelari
delle barbare nazioni non chiamerebbero
forse sopra di noi le divine vendette, perchè
abbiamo sottratto qualche apostolo a quelle
genti infelici, alla loro custodia affidate?
Sì, siamo generosi, siamo veramente cat-
tolici, vale a dire universali ; siamo degni
imitatori di tanti padri e di tante madri ,
che ancora in questi ultimi anni seppero
soffocare la voce della carne e del sangue,
e regalarono a Dio ed alla Chiesa i figli
loro, anche per le lontane Missioni ; spec-
chiamoci in tanti Sacerdoti, Parrochi e Ve-
scovi, che per distendere maggiormente il
regno di Cristo offrono sostanze, persone e
vita . Di questi generosi abbisogna oggi la
Chiesa e la Società ; di questi generosi ab-
bisognano i Salesiani, per correre e colti-
vare il vastissimo campo, che viene loro of-
ferto dal Padrone evangelico .
Ma ecco le tre mentovate lettere .
Lettera del Vescovo di Parà a Don Bosco .
Parà, 11 luglio 1881 .
ONORATISSIMO PADRE IN GESÙ CRISTO,
Io non ho l'onore di conoscerla personalmente,
ma la rinomanza delle opere sue ha traversato
l'Oceano, ed è giunta in questo nostro paese . Ecco
perchè nelle angoscie, in cui mi trovo, mi è nato
il pensiero di ricorrere a lei , Padre onoratis-
simo, per pregarla di venire in mio soccorso . La
provincia del Parà e delle Amazzoni , che com-
prende la immensa e ricca valle irrigata da que-
sto gran fiume e da suoi affluenti, è una contrada
che, crescendo ogni giorno più d'importanza, vie
maggiormente attira il commercio del mondo .
la fede che fu piantata dai primi nostri Mis-
sionarii ora è quasi morta . Questo vasto campo
è il teatro delle mie fatiche dappoi vent'anni .
Ma che cosa ho io ottenuto? Pur troppo ben
poco . Il Clero che ho riuscito a formare è assai
scarso . Conto più di 40 parocchie vacanti, e centi-
naia di tribù selvagge da convertire (1) . Le voca-
zioni si fanno sempre più rare, sia a causa dei
tempi disgraziati che corrono, sia per l'organa-
mento ancor difettoso dei miei Seminarii . Non vi
ha che una Congregazione Religiosa, la quale possa
introdurvi uno spirito profondo di pietà .
Qualche tempo fa ho scritto al Santo Padre,
esponendogli la gravità della nostra situazione .
Gli diceva che tosto o tardi saremo per soccom-
bere, se non avremo l'aiuto di buoni Preti, e di
zelanti Religiosi d'Europa . La fede cattolica non
si potrà sostenere in queste regioni, se ci man-
cherà questo cotanto necessario rinforzo . Abbiamo
bisogno di rinvigorirci con nuovo sangue . Gli e-
lementi bastevoli per la grande ristorazione cat-
tolica di queste contrade ci mancano assolutamente .
Non passa giorno che io nel S . Sacrifizio della
Messa non chieda con lagrime al Signore, di
mandare operai in questa sua vigna . O Padre
mio carissimo in Gesù Cristo, voglia consolarmi
(1) Con una Diocesi così vasta, con 40 parrocchie va-
canti, con immense tribù selvagge da convertire, il buon
Vescovo presentemente non può disporre che di 8 Sacer-
doti ! Ed ora che dire di certuni, i quali vorrebbero farci
un rimprovero, perchè promuoviamo le Missioni dell'Ame-
rica? Bisogna dire per lo meno che non conoscano le cose .

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nella mia desolazione . Le chieggo una sola parola
,che mi rialzi, una parola che m'infonda coraggio .
Voglia spedirmi qualcuno dei suoi Preti , qual-
cuno di quegli apostoli zelanti, ch'ella invia nelle
varie parti del mondo. Qui vi hanno a compiere
opere magnifiche . I mezzi materiali non le man-
cheranno . Le do fin d'ora il mio Seminario . Que-
sto è già in possesso di un piccolo patrimonio ;
le prometto . che sarà aumentato . Deli! voglia in-
dicarmi ciò che si avrà da fare , che io voglio
oltrepassare i suoi desiderii ; mi basta solo che
ella voglia consolarmi con questa parola che at-
tendo da lei : Noi andremo al Parà .
In attesa di sua risposta, caro ed onorato Pa-
dre in G . C ., gradisca l'attestato della mia ammi-
razione e devozione più sincera in nostro Signore .
Suo Umilissimo Servo
ANTONIO DE MACEDO Vescovo ri Parà .
Lettera del medesima all'Eminentissimo Cardinale
LODOVICO IACOBINI .
EMINENZA,
Il Rev . D . Bosco inviò poc' anzi al Parà uno
dei suoi Sacerdoti più distinti, il Rev . D . Lasa-
gna, per trattare con me dell' impiantamento di
una grande scuola di agricoltura, d'arti e mestieri,
per la istruzione e la educazione dei fanciulli po-
veri ed abbandonati del Parà .
Il bene immenso, che i venerandi Sacerdoti Sa-
lesiani possono fare alla mia Diocesi, Vostra E-
minenza nell'alta sua saggezza è in grado di
apprezzarlo assai meglio di me . Il Brasile più che
ogni altro paese dell'America del Sud ha bisogno
di un rinnovellamento religioso . Io l'ho detto alla
Santa Sede : bisogna soccorrerlo, e soccorrerlo pron-
tamente ed efficacemente, sotto pena di vedervi
spegnersi la fede cattolica . Eminenza, Voi aveste
la degnazione di dirmi che il Santo Padre aveva
udito con dolorosa impressione e con vivo inte-
resse la voce d'angoscia, che era sfuggita dal mio
cuore di Vescovo, e che nella sua benignità apo-
stolica il degno Vicario di Nostro Signor Gesù
Cristo prometteva di aiutarci in mezzo alle gravi
difficoltà , che ci suscita la setta diabolica , che
s'impadronì del povero Brasile . Ebbene, Eminenza,
io Vi supplico di volgere in questo momento una
parola a D . Bosco, affinchè si decida a fondare
un Istituto Salesiano in questa Diocesi . Io so che
un desiderio del Santo Padre è una legge per
quel Sacerdote . Io mi confesso indegno di otte-
nere questa grazia ; ma io Ve la dimando a nome
delle migliaia di poveri orfanelli , e a nome di
una moltitudine di anime, che dimandano di es-
sere istruite e salvate .
La mia riconoscenza, la mia devozione per la
Vostra Eminenza e per la Santa Sede Apostolica
saranno eterne .
Ricevete, Eminenza, l'omaggio sincerissimo di
questi sentimenti, coi quali mi onoro di essere
Di Vostra Eminenza
Parà, il 27 giugno 1882 .
Umilissimo Servitore
ANTONIO Vescovo di Parà .
Lettera dell'Em m° Cardinale Iacobini a D. Bosco .
REV . PADRE,
Avendo ricevuto dall'egregio Vescovo del Parà
una lettera, nella quale mostra il più vivo desi-
derio che V . P . Rev . ma porti a compimento il
progetto, pel quale ha inviato in quella Diocesi
un suo Religioso, m'affretto a farle tenere qui u-
nita copia della lettera medesima, eccitandola a
secondare, nel miglior modo che le sarà possi-
bile, una dimanda , alla quale quel Prelato an-
nette sì grande importanza a vantaggio della Re-
ligione nel Brasile .
Reputo superfluo di aggiungerle che il S . Pa-
dre vedrebbe con molta soddisfazione che Ella
corrispondesse pienamente e sollecitamente ai voti
espressi dallo zelante Monsignor De Macedo Costa .
Nella fiducia ch'Ella potrà disporre del perso-
nale all' uopo richiesto, passo a dichiararmi con
sensi di ben distinta stima
Di V . P . Rev .m a
Roma, il 22 luglio 1882 .
A ff. nel Signore
L . Cardinale IaCOBINi .
GRAZIA DI MARIA AUSILIATRICE .
Per tenere ognor viva la fiducia nella efficace
intercessione di Maria Ausiliatrice diamo rag-
guaglio di una grazia riferitaci e ricevuta da
uno dei nostri Missionari dell'Uruguay .
Las Piedras, 25 giugno 1882 .
REV mo ED AMATmO PADRE IN G . C .
Il giorno 22 del mese corrente la nostra cara
Madre , Maria Ausiliatrice, mi fece una grazia
così segnalata , che mi credo in dovere di rife-
rirla alla S . V ., affinchè si unisca con me per
ringraziarla di vivo cuore .
Verso le ore due pomeridiane di quel giorno
memorando D . Scavini venne chiamato per re-
carsi a confessare e dare la Estrema Unzione ad
un malato, alla distanza di circa 10 miglia , e
m'invitò ad accompagnarvelo . Quale Catechista
accettai di buon grado e salii io pure il mio ca-
vallo . Siccome le disgrazie sono molto facili ad
accadere a chi va a cavallo, come il povero Mis-
sionario, così mi raccomandai di cuore a Maria
Ausiliatrice, che mi volesse concedere un viaggio
felice , dicendole : Iter para tutum . Il tragitto
fu prospero assai e senza alcuno inconveniente ;
ma quando meno io vi pensava , eccomi addosso
un pericolo di morte .
Giunti sul luogo trovammo da dieci a dodici
persone, che ci attendevano ansiosamente . Don
Scavini discendeva dal suo cavallo, ed io pure stava
per discendere dal mio , quando esso incomincia
ad inquietarsi e a girare ; io mi confondo e lascio
andare le briglie . Allora il cavallo si spaventa ,
s'impenna, lancia calci e mi getta a terra ; ma
nel cadere mi rimane il piede sinistro imbro-

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gliato nella staffa . Momento terribile ! Il solo ri-
cordarlo mi fa venire i brividi . A quella vista
D . Scavini e tutta quella gente diventarono pal-
lidi come la morte ; ma niuno osando avvicinarsi
al cavallo per timore di spaventarlo maggior-
mente, io stava o per ricevere un calcio mortale
o per essere trascinato alla ventura dall'indomita
bestia .
Ma vegliava sopra di me quella Madre potente
e pietosa, alla quale fin da principio io mi era
ra;ceodmEnstivocrsin
modo , che nessuno si aspettava . La staffa seb-
bene fortissima si rompe ad un tratto ; il cavallo
si dà a precipitosa fuga ; ed io rimasto libero e
fuor di pericolo mi alzo da terra senza aver ri-
cevuto alcun male, eccetto lo spavento .
Il pericolo fu così grave, che mentre io mi
trovava come sotto i piedi del cavallo quella buona
gente mi teneva ormai come morto, e D . Scavini
stava già per alzare la mano e darmi l'assoluzione .
Quindi, vedendomi sciolto così maravigliosamente,
tutti allargarono il cuore, mi si avvicinarono fe-
stosi e l'uno mi diceva : Padre, Usted con razon
puede decir que hoy empieza vivir : Padre, V.
S . può dire con ragione che oggi incomincia
a vivere ; un altro soggiungeva : Si, muy bien
puede Usted decir que nació hoy : Sì davvero,
ella può dire che oggi è nata ; un terzo assicu-
rava : Si la estribera no se rompia Usted estaba
perdido : Se la staffa non si rompeva V . S . era
perduta . Insomma più non rifinivano dal congra-
tularsi con me per essere scampato dalla morte .
E così fu veramente per intercessione di Maria
Ausiliatrice .
Oh ! come è dolce il pensare che abbiamo in
Cielo una persona, che può tutto presso Dio, che
ci ama, che tiene i suoi occhi materni sopra di
noi, per correre in nostro aiuto non appena ci
vede in bisogno! E questo uno dei più grandi
conforti che possiamo avere su questa terra . Ah !
se tutti amassero Maria, se confidassero in Lei,
se la invocassero di cuore, quante grazie, quanti
favori di più non riceverebbero dalla sua inesau-
ribile bontà! Inculchi , o amatissimo Padre, in-
culchi a tutti di volerle bene, di affidarsi a Lei,
e d'invocarla sovente .
Intanto si degni, Revmo Padre, di ringraziarla
ancor Lei dell'insigne favore che mi ha fatto , e
colle sue preghiere mi ottenga anche la grazia
che questa vita , la quale Ella mi conservò il
22 di giugno, io la spenda intieramente per la
maggior gloria del suo divin Figliuolo Gesù , e
per la salute di un più gran numero di anime .
Ch . CARLO PERETTO .
STUDIO E PIETÀ .
La pietà è utile a tutto, scrive s . Paolo, pietas
ad omnia utilis est, utile in particolar modo ai
giovanetti per l'acquisto della scienza, a cui sono
avviati . Non è questo il luogo, dove si abbia a
spiegare tutte e singole le ragioni, per cui la
pietà favorisca gli studii, e porga valido aiuto a
progredire nella scienza ; ma basta il riflettere
che la pietà verso Dio importa tra le altre cose
la fuga del peccato ; importa il tenere la mente
ed il cuore scevri da pensieri e da affetti disor-
dinati, i quali distraggono dall'amore e dalla ri-
cerca della verità ; importa il buon impiego del
tempo ; importa l'esatto adempimento dei doveri
scolastici . Quindi ognun vede come la ben intesa
pietà conduca naturalmente al progresso nello
studio, e come un giovanetto pio debba avanzare
nella carriera letteraria assai più di un altro, il
quale, o per propria colpa, o per colpa dei parenti,
o del maestro, o del direttore poco o nulla si
curi del suo Creatore e delle sante sue leggi ;
imperocché chi non ha cuore pel suo Dio, e per
le cose che gli appartengono, ben sovente spreca
il tempo in futilità, si abbandona all'ozio, a di-
vertimenti, a dissipazioni, trascura i suoi doveri
di scuola o li compie senza impegno e senza e-
nergia, e per conseguenza fa poco o niun profitto .
Di ciò non ci lascia alcun dubbio la stessa e-
sperienza . Questa in vero ci ammaestra che nelle
scuole, nei Collegi, negli Istituti, nei quali gli
alunni praticano a tempo e luogo e da buoni cri-
stiani le opere di religiosa pietà, fiorisce in pari
tempo una lodevole emulazione per lo studio ; in
quei luoghi invece, dove di religione non si parla
o non si pratica, regnano generalmente la pigrizia,
il dissipamento, l'ignoranza, e il più delle volte
dominano certi altri malanni, che è bello il ta-
cere, i quali, mentre corrompono il cuore, oscu-
rano la mente, e sono la morte dello studio e
della scienza . Gli esami di prova, che hanno
luogo alla fine dell' anno, sono ancor essi un
argomento ineluttabile della verità delle divine
sentenze , che cioè : Il principio della sa-
pienza è il timor di Dio : La sapienza non
entrerà in un'anima malevola, nè fisserà il suo
onorato seggio in un corpo schiavo del pec-
cato .
Sappiamo che in un certo Collegio, di cui per
degni riguardi tacciamo il nome, sopra 105 allievi
presentatisi agli esami non ne furono promossi
che 18 . Di un altro sopra 15, che ne mandò a su-
bire gli esami, ne fu approvato un solo . Ma no-
tiamo che in detti Collegi la pietà vi era così
sconosciuta, che nelle scuole non si vedeva nep-
pure l' immagine del Crocifisso . Colà nel corso
dell'anno non si celebrarono feste nè di Dio nè
di Santi ; le sole celebrate furono quelle di Ga-
ribaldi .
Molti genitori deplorano spesso di aver gettato
il loro danaro in mantenere alle scuole i proprii
figliuoli, riusciti stupidi ed ignoranti, e il più delle
volte viziosi . Se li avessero coltivati anche nella
pietà e nella religione, o collocati in Collegi dai
quali questa non fosse sbandita, forse una tale
disgrazia non sarebbe loro accaduta .
Un padre, che aveva quest'anno un figlio alla
Università di Torino, ci diceva poc'anzi addolo-
rato : - Sono ben due mila lire, che mi ha fatto
spendere ; io credeva che le somme, che di tratto
in tratto mi domandava, fossero richieste pii suoi
studii, ed invece quel miserabile le spendeva al

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giuoco, al caffè, in divertimenti, e alla fine non
si presentò neppure agli esami . - Aggiungiamo
che quel cotale studente non si vide mai in Chiesa .
Una volta sola comparve sulla porta di una per
gridare abbasso e morte .
I nostri Cooperatori e le Cooperatrici, che hanno
figliuoli alle scuole, abbiano cura che diano il
primo posto a Dio, e, se occorre di collocarli in
Collegio, vedano di affidarli in qualcuno di que-
gli Istituti, in cui non si ha vergogna di far co-
noscere ed amare quel Signore, che è chiamato Dio
delle scienze, Deus scientiarum Dominus . Ecco
la più sicura guarentigia della buona riuscita dei
loro figliuoli . Se il profitto nello studio è la meta,
la pietà ne è la via .
Dalle prove avutene mi sono convinto che l'i-
struzione ricevuta dal mio Carlo è buona, infor-
mata ai principii della più solida e sana dottrina,
la quale , nel raddrizzare le torte vedute della
fanciullezza, ha influito ad un tempo nel suo cuore,
conducendolo e raffermandolo nella virtù per una
via seminata di rose, trattovi dall' amorevolezza
di sapienti precettori, che le spine della educa-
zione sanno spuntare, sanno rimuovere a tempo
quegli ostacoli, che potrebbero rallentare i pro-
gressi dell' alunno , sanno rendere soave quanto
potrebbe tornar ingrato alla mente, vaga di no-
vità e di bellezza .
Io la prego di partecipare ai Sigg . Professori
e Superiori, che contribuirono alla istruzione ed
educazione di mio figlio, i sentimenti che le ho
espressi, e coi quali mi professo di tutti e della
S . V . M . R . in particolare
ESAMI ANNUALI NEI COLLEGI SALESIANI
Torino, 21 luglio 1882 .
e lettera di un padre riconoscente .
Nel mese di agosto ebbero luogo gli esami del-
l'anno scolastico 1881-82 in tutti i Collegi Sa-
lesiani di Europa ; e le notizie sono che riusci-
rono in modo splendido e consolante . Di 97 alunni
poi, che in Italia subirono gli esami per la li-
cenza ginnasiale e liceale in Collegi governativi,
78 furono promossi fin dalla prima prova ; gli altri
diciannove mancanti solo in qualche materia furono
rimandati alla seconda prova, che avrà luogo nel
prossimo ottobre .
Di qui si vede che la istruzione religiosa , la
pietà , la persuasione , l' amorevolezza non sono
punto nocivi, ma molto giovevoli allo studio .
Che questo metodo conduca all'intento, e non tra-
disca, ma consoli le famiglie, potremmo qui pro-
varlo in molte guise ; ma valga per tutte le prove la
lettera seguente scelta tra cento . Chi scrive è il pa-
dre di un giovane, uscito poc'anzi da uno dei nostri
Collegi , dopo di avere subito felicemente in To-
rino gli esami per la licenza ginnasiale in un
istituto regio .
AL REV . SIG . DIRETTORE,
Poichè impedito dalle mie attribuzioni d'ufficio
non potei io stesso venire in Collegio per accom-
pagnare a Torino il mio Carlo, il quale ha ora
(grazie a Dio) con felice successo sostenuto gli
esami di licenza ginnasiale ; profondamente com-
preso dai sentimenti di riconoscenza e di altissima
stima che la buona riuscita del figlio mi ha fatto
concepire per la S . V . M . R ., sento vivissimo il
bisogno di esternarglieli per lettera almeno .
Nel marzo del 1879 io le consegnavo uno sca-
patello, disamorato dello studio e ritroso alla voce,
che lo chiamava al dovere, e, ad onta dei miei
sforzi indefessi, avviato sullo sdrucciolo del pre-
cipizio .
Colle cure amorevoli, colla vigilanza, collo stu-
dio assiduo Ella ha saputo ricuperarlo e farne un
giovane, che per le sue doti di mente e di cuore
fa ora sperare che possa un giorno essere un
uomo quale a buon diritto lo desiderano i geni-
tori, la religione e la società colta e saggia .
Obblig .m° ed Ossequent .mo Servitore
(Segue la firma)
ACCADEMIA IN ONORE DEL SACRO CUORE DI GESÙ
NEL COLLEGIO DI ALASSIO .
Tempo fa abbiamo ricevuto relazione di un'ac-
cademia, celebrata- dai giovani del nostro Collegio
di Alassio nel mese di luglio ad onore del Sacro
Cuore di Gesù . Non avendone potuto far parola
in allora, crediamo pregio dell'opera il dirne in
questo numero, quasi a conferma di ciò, che ab-
biamo di sopra provato, che cioè la pietà non
tarpa le ali all'ingegno, ma le accresce, fortifica,
e giova potentemente allo studio .
Alassio, 12 luglio 1882 .
M . R . SIG . DIRETTORE,
I nostri giovani del Collegio di Alassio hanno
santificati i mesi di maggio e giugno, l'uno sacro
a Maria SS ., l'altro al divin Cuore di Gesù, in
modo così edificante, che mi par degno di parti-
colare menzione . Il mese di maggio fu aperto con
un'accademia sacro-letteraria, con canti maestre-
volmente eseguiti, e venne chiuso con un'altra .
Una corona di Comunioni quotidiane, frequenti e
numerose visite in Chiesa a Gesù e a Maria, un
aumento sensibile di fervore nel compimento dei
proprii doveri lo contraddistinsero .
La pietà si accrebbe nel mese di giugno . La
divozione al Sacro Cuore di Gesù è antica e ra-
dicata in questo Collegio . Il signor Direttore ne
esperimentò in diverse occasioni la grande effi-
cacia pel bene spirituale de' giovani a lui affi-
dati, e non pochi di questi ottennero aiuti spe-
ciali nei loro esami e in altri difficili casi della
vita . Le più sante industrie furono poste in opera
dai Superiori per infervorare tutti i cuori, già
per sè ben disposti, e vi riuscirono mirabilmente .
Si sparse fra tutti la divozione della coroncina al
Cuore di Gesù, e l'altra divota pratica dei 9 cori,
semplice in se stessa, ma tutta spirito di vera

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pietà, ripartita in nove differenti uffizi, che sono
tratti in gran parte dai lumi celesti comunicati alla B .
M . Alacoque . A tal fine si distribuì un librettino
nuovamente ristampato in Monza col titolo : il Sa-
cratissimo Cuore di Gesù onorato da nove per-
sone mediante nove diversi uffici . Le Comunioni
si accrebbero di numero e fervore, la visita al
SS . Sacramento ed a Maria SS . si fece quasi
generale, ed ognora più lodevole la condotta sco-
lastica dei giovanetti .
Tutti intanto si preparavano a solennizzarne con
pompa e grandiosità la festa, che per più ragioni
si dovette trasferire ai 9 del corrente luglio . Un
comitato composto di giovani più grandicelli pro-
mosse un' accademia in onore del Sacro Cuore ,
a cui tutti dovessero parteciparvi e Superiori ed
alunni di ogni classe per mezzo di un loro rappresen-
tante . Alla vigilia della festa tutto era già moto
e vita insolita nel Collegio . I giovanetti delle classi
elementari ci recarono sorpresa graditissima con
una loro piccola accademia, ordinata all'insaputa
di tutti, quasi in preparazione della maggiore e
più solenne, che si sarebbe fatta il giorno dopo .
La vivacità e l'espressione, con cui declamarono
le loro prose e poesie, ci resterà lungamente im-
pressa . Oh! il Cuore di Gesù mantenga nelle
menti e ne' cuori di que' cari e piccoli nostri
allievi i sentimenti e gli affetti, manifestati con tanta
sincerità e divoto entusiasmo ! Il melodramma,
Giovanni il fabbro, musicato dal maestro De-
Vecchi, ed eseguito con precisione grande e spi-
gliatezza di provetti artisti, pose fine alla gior-
nata, che era come l'aurora della cara ed aspettata
Solennità del Sacro Cuore di Gesù .
Qui dovrei innalzare il mio dire, se lo stile sem-
plice d'una lettera me lo permettesse . Al mattino
una Comunione veramente generale chiamò sul capo
di tutti noi le benedizioni celesti . La Messa ed i
Vespri solenni in musica, ed il discorso pieno d'un-
zione del P . Giacomo della Pieve, eguagliarono non
sol,masuperaon lacomuneaspetazione .Vifun
momento di profonda commozione religiosa, quando,
a mezzo della Benedizione col Venerabile, si fece
avanti al SS . Sacramento la solenne consacra-
zione delle nostre persone al Sacratissimo Cuore
di Gesù . molte ciglia erano inumidite dalle la-
grime e tutti i cuori inteneriti .
Coronò la cara solennità la sovraccennata acca-
demia preparata da lunga mano, tenuta in mezzo
alla generale illuminazione del Collegio . Si diede
principio col canto di un inno musicato per la
singolare circostanza ; indi il signor Direttore in
una prosa pura ed elegante parlò del sentimento
d'amore nobilitato dal Cristianesimo, e facendosi
strada al Sacro Cuore di Gesù ne spiegò i sim-
boli, che lo accompagnano, con sì nobili ed accese
parole, che i presenti tutti scoppiarono in fra-
gorosi e prolungati applausi . Dopo lui, giovani di
tutte le classi lessero graziosi componimenti in
più lingue : in latino, italiano, francese, ed in
greco . Per circa due ore vi fu un'animosa gara
di musici e poeti, prosatori e letterati a cele-
brare amorosamente il Sacro Cuore di Gesù, in
mezzo ad una splendida illuminazione, che accre-
sceva gli affetti del cuore nello stesso tempo, che
eccitava a nobili voli la fantasia . Il grido di Ev-
viva al Sacro Cuore di Gesù, erompente da due-
cento petti giubilanti mise termine alla festa ed alla
giornata . Io faccio voti che la memoria di questa
festa rimanga costantemente impressa nella mente
e nell'animo de' nostri giovani ; poichè non è pos-
sibile che al rammemorarla non ritorni ne' loro
cuori parte almeno di quel fervore, da cui erano
per certo in quel giorno animati .
Il mio compito, sig . D . Bonetti, è finito . Io
le ho accennati i tratti più salienti, che possono
meritar menzione : a lei ora sta il disporli ed espri-
mere il tutto in modo degno del Bollettino . Mi
ricordi qualche volta al Signore , e mi creda
Suo dev .mo Confratello
SaC . CAGLIERO CESARE .
COLLEGI SALESIANI
raccomandati ai Cooperatori e alle Cooperatrici.
Le famiglie, le quali hanno figli da mettere in
educazione, bramano di conoscere gli Istituti, che
porgono loro comodità e sicurezza per collocar-
veli a suo tempo . Per la qual cosa noi diamo qui
breve cenno di alcuni Collegi Salesiani in Italia,
nei quali si fa quanto occorre per garantire agli
allievi moralità, scienza e sanità, e ai quali i no-
stri Cooperatori e Cooperatrici possono indiriz-
zare con tranquillità di coscienza quei giovanetti,
che intendessero di percorrere la carriera degli
studi .
Oltre l'Oratorio di S . Francesco di Sales in
Torino, l'Ospizio di S . Vincenzo de' Paoli in Sam-
pierdarena, l' Ospizio di S . Pietro in Nizza Ma-
rittima, l'Ospizio di S . Croce in Lucca e quello
di S . Benigno Canavese , la Colonia agricola di
Mogliano (Veneto), vi sono i Collegi di Borgo
S . Martino, di Penango, di Lanzo Torinese , di
Varazze, di Alassio, di Este, di Magliano-Sabino,
di Spezia, di Randazzo in Sicilia e di Valsalice .
In questi Collegi l'insegnamento comprende il
Corso Elementare e Ginnasiale, ed è impartito da
maestri e professori patentati, e secondo i pro-
grammi governativi . Nel Collegio di Alassio e in
quello di Valsalice vi è pure il Corso Liceale .
In quello di Spezia per quest' anno vi saranno
solamente le 4 Elementari , e la prima Classe
Ginnasiale.
Borgo S. . Martino è un paesello della Diocesi
di Casale Monferrato, sulla linea di Alessandria-
Vercelli, con stazione a pochi passi dal Collegio .
Penango è pur esso della Diocesi Casalese ,
posto sopra amena collina presso Moncalvo, colla
stazione propria sulla linea Asti-Mortara .
Lanzo dista dodici miglia da Torino a piè
delle Alpi, e vi si va per ferrovia con più corse
al giorno .
Varazze, Diocesi di Savona, trovasi sulla linea
Genova-Ventimiglia , e si arriva da Genova in
un'ora e mezza di ferrovia .
Alassio, Diocesi di Albenga, trovasi sulla stessa
linea Genova-Ventimiglia .

1.7 Page 7

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Este, città del Veneto, si trova sulla linea fer-
roviaria di Padova-Bologna .
Magliano-Sabino è sulla ferrovia Roma-Firenze,
colla stazione a Borghetto , a due ore dalla Ca-
pitale del mondo cattolico .
Spezia, è città notissima della Liguria, sulla
linea Genova-Pisa . Il nuovo Collegio Salesiano
porta il nome di S . Paolo .
Randazzo, posta sopra un ameno altipiano del
monte Etna, è come un centro della rete delle vie
provinciali di Messina, Catania, Nicosia, Mistretta .
La stazione ferroviaria più vicina a Randazzo è
quella di Piedimonte sulla linea Messina-Catania .
Valsalice . Per le persone di signorile condizione
v'è pure il Collegio di Valsalice in Torino, distante
un quarto d'ora dal ponte di ferro .
In quasi tutti questi Collegi vi sono due gradi
di pensione . La prima varia da L . 35 a 40 men-
sili ; la seconda da L . 24 a 30 ; ma nel Colle-
gio di Valsalice la pensione è di L . 80 pei Corso
Liceale, 60 pel Ginnasiale, 40 per l'Elementare .
Per avere i relativi programmi e per le do-
mande di accettazione bisogna dirigersi ai Diret-
tori dei singoli Collegi, oppure al Sac . Giovanni
Bosco, via Cottolengo n . 32, Torino .
EDUCATORII PER LE FANCIULLE .
Oltre ai mentovati Collegi pei giovanetti , vi
sono pure 5 Educatorii per le fanciulle, il primo
nella città di Chieri sotto il titolo di Santa Te-
resa, il secondo in Nizza Monferrato sotto il nome
della Madonna delle Grazie , il terzo a Bronte
in Sicilia, il quarto a Trecastagne presso Ca-
tania, il quinto a Mascali, diretti dalle Suore di
Maria Ausiliatrice .
Scopo di queste case di educazione si è di dare
l'insegnamento scientifico e morale in modo, che
lasci nulla a desiderare per una giovanetta di
onesta e cristiana famiglia, cioè arricchirne la
mente di utili cognizioni , educarne il cuore a
sode e cristiane virtù, addestrarla ai lavori fem-
minili , e informarla a quei principii di civiltà ,
che sono richiesti dalla sua condizione .
L'insegnamento è dato da maestre legalmente
approvate . Esso abbraccia le 4 Classi .Elementari,
vale a dire : Corso di Lingua Italiana, Calligrafia,
Aritmetica, Sistema metrico, e Tenuta dei libri per
uso domestico . La Declamazione, ed uno speciale
esercizio nello stile epistolare fanno eziandio parte
dell'insegnamento . Si danno pure lezioni di dise-
gno, di lingua francese e di piano forte ; ma a
richiesta e a carico dei parenti delle allieve .
I lavori femminili consistono nel fare gli abiti
proprii, secondo la condizione delle allieve, lavori
a maglia, calze, camicie, rappezzare, soppressare,
far merletto e tutti i lavori più ordinarii di una
onesta famiglia .
La pensione mensile è di lire 24, e si paga a
trimestri anticipati .
Le domande di accettazione e dei programmi
si possono fare alla rispettiva Direttrice, od an-
che al Sacerdote D . Gio . Bosco, Superiore del-
l'Oratorio di S . Francesco di Sales, Torino .
La città di Nizza Monferrato è una delle prin-
cipali stazioni della ferrovia tra Alessandria e
Cavallermaggiore .
Quella di Chieri ha comunicazione diretta colla
ferrovia Torino-Chieri, e con le linee Torino-A-
lessandria, Torino-Cuneo, Torino-Savona con fer-
mata a Trofarello .
I Siciliani, ai quali comoda d'inviare le proprie
figlie ai due accennati Educatorii, conoscono le belle
posizioni di Bronte, di Trecastagne e di Mascali .
RACCOMANDAZIONE .
Se la cristiana educazione dei ragazzi è ai giorni
nostri di massima importanza, non di minor mo-
mento si è la buona istituzione delle fanciulle .
Una figlia saggiamente istruita, e cristianamente
educata riesce una benedizione, un angelo, un so-
stegno, una sorgente di prosperità e di pace per
una famiglia . Guai invece se la giovanetta cre-
scerà incolta ed ignorante , peggio poi se verrà
guasta nelle idee e corrotta nel cuore ! Non vi è
male peggiore che una donna cattiva .
Lo scopo precipuo dei Salesiani essendo quello
della cristiana educazione della gioventù, noi ver-
remmo meno ad una parte del nostro dovere, se
non inculcassimo ai nostri Cooperatori e Coope-
ratrici di aver massima cura delle fanciulle delle
proprie famiglie, e di quante altre sono in loro
potere .
Perciò cogliamo di buon grado questa propizia
occasione per raccomandar loro i soppraddetti In-
stituti di Chieri e di Nizza, e ai Siciliani quello
di Bronte, di Trecastagne e di Mascali . Se qualcuno
avesse giovanette da collocare in Casa di educazione,
oppure gli venisse il destro di porgere a qualche
famiglia un opportuno consiglio, veda di appro-
fittare di questi Educatorii , e farà un'opera da
vero Cooperatore Salesiano .
LA ROSA DEL CARMELO .
Nel prossimo mese di ottobre occorre il III Cen-
tenario della preziosa morte di una gran Santa,
cioè di S . Teresa di Gesù, nata in Avila il 28
di marzo del 1515, e morta in Alba di Tormes
il 4 di ottobre del 1582 . In molte città non solo
della Spagna sua patria, ma eziandio dell'Italia,
che ne è pure divotissima , si preparano gran-
diose feste, e si fa di tutto per eccitare ed aiu-
tare i fedeli a celebrare degnamente il fausto av-
venimento ad onore di una sì illustre figlia della
Chiesa cattolica, la quale colla sua mirabile vita,
colle sue opere stupende, co' suoi scritti pieni di
celeste dottrina, fece e fa tuttora alle anime un
grandissimo bene .
La Tipografia Salesiana volle ancor essa con-
correre a rendere più splendida la centenaria
Solennità . A questo fine essa diede alla luce una
Vita popolare della Santa col titolo : La Rosa
del Carmelo, molto acconcia a farla meglio co-
noscere, amare ed imitare . L' autore che è uno
dei nostri Sacerdoti, già noto per altre consimili
operette, ti presenta la Santa modello della fan-
ciullezza e della gioventù , modello delle anime

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cristiane e pie, modello degli stessi Ministri del
Santuario .
L' operetta è ricca di bei tratti scelti dagli
scritti di S . Teresa ; è infiorata di fatti edificanti
ed appropriate osservazioni ; è cospersa di nobili
pensieri ed utili insegnamenti ; onde la lettura
mentre t'innamora della Serafica Vergine e te ne
fa concepire un'altissima idea, t'infiamma a se-
guirla nella virtù, e te ne spiana la via .
Un capo dell'operetta è consacrato alle mara-
viglie, che Dio già operò e va tuttora operando
nel Cuore della Santa, il quale si conserva in
Alba di Tormes separato dal suo corpo . Le ma-
raviglie antiche e nuove sono di fatto cotanto
singolari e straordinarie, che il conoscerle torna
edificante e giocondo .
Pertanto noi raccomandiamo caldamente la let-
tura e la diffusione di questo libretto ai nostri
Cooperatori e Cooperatrici, assicurandoli che men-
tre in tal guisa concorreranno efficacemente al
felice riuscimento delle feste Centenarie ad o-
nore di Santa Teresa, faranno cosa utilissima a
sé stessi ed al loro prossimo .
Si vende nella Libreria Salesiana di S . Pier
d'Arena, di Lucca, e di Torino, al prezzo di Cent .
50 la copia , di L . 5 per ogni undici copie, e di
L . 40 per ogni cento .
Stampata su carta fina, L . 2 ; legata, L . 3 .
Rassomiglianza tra il Cuore di Gesti
e il Cuore di S . Teresa .
Se tutti i Santi qual più qual meno ebbero un
cuore simile al Cuor di Gesù, crediamo tuttavia
che da 300 anni in qua niun altro cuore mostri
una somiglianza più spiccata con quello del divin
Salvatore quanto il cuore di Santa Teresa . E per
vero, il Cuor di Gesù fu sì avido di patimenti ,
che ancor sulla croce gridava di averne sete
Sitio ; e il cuor di Teresa tanto bramava di sof-
frire travagli e pene, che dessa andava ripetendo
O patire o morire : aut patì aut mori . -- Il Cuor
di Gesù colpito da una lancia ne mostra la ferita
ancor dopo la sua risurrezione ; e il cuor di Te-
resa piagato pur esso da un angelico dardo ma-
nifesta tuttavia dopo tre secoli e più la sua fe-
rita d'amore . - Il Cuor di Gesù venne straziato
da un cumulo di dolori in vita ed in morte come
da un mazzo di spine ; e il cuor di Teresa fu
non solo amareggiato in sua mortale carriera, ma
oggidì è cinto da ben 15 spine, che ne germo-
gliano prodigiosamente . - Il Cuor di Gesù è o-
norato ogni anno con una festa particolare in tutta
la Chiesa ; ed il cuor di Teresa è ancor esso ce-
lebrato, ai 27 di agosto, in memoria della sua mi-
racolosa ferita, in tutte le Chiese Carmelitane .
Lasciandone a parte più altre, osserviamo che
queste rassomiglianze dimostrano che tra il Cuore
di Gesù e quello di S . Teresa vi furono sempre
delle intime relazioni e specialissime corrispon-
denze . Laonde non crediamo punto fuori di luogo
fare qui una proposta, la quale per una parte
concorra ad onorare maggiormente la Santa nel
prossimo Centenario della preziosa sua morte, e
serva per altro lato a promuovere efficacemente la
divozione al Sacratissimo Cuore di Gesù, suo Sposo
celeste .
Proposta .
I nostri Cooperatori e Cooperatrici sanno che
D . Bosco sta erigendo in Roma una Chiesa al
Sacro Cuore di Gesù, affidatagli dallo stesso Santo
Padre, Leone XIII . I lavori vanno progredendo di
mese in mese ; ma, dobbiamo pur dirlo, di tratto
in tratto ci occorre rallentarli, perché scarseg-
giando le limosine e le offerte ci manca il danaro
a sopperire le ingenti spese . Or bene, ecco la no-
stra proposta .
Ciascun Cooperatore e ciascuna Cooperatrice,
nell'occasione del III Centenario di Santa Teresa .
si assuma l'impegno di spargere almeno due co-
pie della Vita della Santa di sopra annunziata, ri-
tirandone il prezzo per la costruzione della sud-
detta Chiesa del Sacro Cuore in Roma . E qual
mai dei Cooperatori, quale delle Cooperatrici tro-
verà difficile smerciare tra i suoi conoscenti ed
amici due copie di un libretto , che in fin dei
conti non costa che 50 centesimi ? Chi di loro
non troverà sufficienti parole di consiglio e di e-
sortazione per indurre una o più persone a pro-
cacciarsi un libretto, che può recare un grandis-
simo bene in tutta la famiglia ? Gli stessi fanciulli
e le fanciulle di pochi anni sono capaci a spar-
gere due libretti per sì poco costo . Se ne lasci
a loro l'incarico, e si vedrà se non diciamo il
vero .
La cosa adunque ci pare cotanto facile che noi
punto non dubitiamo che i nostri Cooperatori
e le nostre Cooperatrici accoglieranno di buon
grado questa nostra proposta . Quindi diamo or-
dine che si stampino molte migliaia di copie della
suddetta Vita di Santa Teresa, persuasi che essi
ci aiuteranno a diffonderle per tutta l'Italia .
Mettiamoci dunque all'opera . Appena ricevuto
il Bollettino, i Cooperatori considerino i vantaggi
morali della nostra proposta, ed abbiano la bontà
di far tosto dimanda di quel numero di copie, che
desiderano di spargere, inviandocene il prezzo o
per vaglia postale o per lettera raccomandata .
Beni di questa proposta .
Gli esecutori dell' accennata proposta produr-
ranno i seguenti beni .
I° Diffonderanno la buona educazione e la ri-
forma dei costumi ; imperocchè un buon libro
sviluppa l'intelligenza di chi lo legge, ne ingen-
tilisce il cuore, e lo indirizza alla virtù .
2° Propagheranno la cognizione e l'amore di
Dio ; poiché la considerazione delle maraviglie,
operate in S . Teresa dalla onnipotenza e bontà
divina, ridesta il sentimento della venerazione
e dell'amore verso Colui, che è mirabile nei suoi
Santi .
3° Glorificheranno il Cuor di Gesù , coope-
rando alla erezione del suo tempio in Roma, cen-
tro della Cristianità e Sede del suo Vicario in

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terra, e porgendo la mano ad innalzargli tempii
vivi e parlanti ; essendochè un libro edificante
non può a meno di formare dei Santi .
4° Faranno ancora un gran bene a sé stessi,
meritandosi le compiacenze del divin Cuore . La
Beata Margherita Alacoque , la prediletta del
Cuor di Gesù, rimirava tra le anime predestinate
all'eterno amore un buon Libraio di Lione, che
si era sobbarcato alle spese di un libretto sul
divin Cuore, e scriveva : Con ciò egli si e me-
ritato un posto in quell'adorabile Cuore, il quale
sarà suo rifugio nell' ora della morte , e per
fermo egli non ha mai fatta cosa , che possa
essergli meglio pagata . Essendo così, ognun vede
che potrà a sua volta attendersi specialissime gra-
zie dal Cuor di Gesù , diffondendo un libro, che
deve pure riuscire a suo onore e gloria ; giacché
nella Chiesa, a cui benefizio si vende la Vita di
Santa Teresa, il divin Cuore sarà nel corso dei
secoli fatto conoscere, amare e lodare da molte
generazioni di fedeli .
5° Finalmente gli esecutori della nostra pro-
posta onoreranno Santa Teresa, facendola meglio
conoscere , amare , ed imitare tra il popolo . In
questo modo eglino se la renderanno propizia ed
avvocata presso a quel Dio, il quale, mentre Ella
viveva ancora su questa terra, nulla sapeva ne-
garle, e giunse persino a dirle : Io ti voglio si
bene, che se avessi ancora da creare il Cielo,
?o creerei per te . Questa illustre ed amabile Santa
era riconoscentissima verso di quelli, i quali le
prestavano qualche servizio . Essa continuò per
molti anni a pregare per una persona , che in
uno de' suoi viaggi l'aveva favorita di un bicchier
d'acqua . Or quali preghiere non farà, e quali
grazie non otterrà Ella a coloro, che le procu-
reranno oggi gloria ed onore?
Modo da tenere per risparmio di spesa,
Per meglio facilitare e le richieste e le spe-
dizioni, sarebbe bene che più Cooperatori o Coo-
peratrici di un medesimo luogo si concertassero
insieme, ed invece di fare domande individuali e
di spedire ciascuno la sua piccola somma, vi sia
uno od una, che raccolga le offerte di più, e po-
scia ci spedisca la somma collettiva secondo il
numero di copie che abbisognano . Noi spediremo
il pacco a chi ci diede la commissione , ed egli
ricevutolo distribuirà poscia i libretti a ciascuno
dei committenti . In questo modo si risparmiano
molti disturbi e spese di posta . Tuttavia chi vuol
fare di per sè, scriva pure, e noi ci daremo pre-
mura di soddisfarlo anche individualmente . Av-
vertiamo che chi ci manda L . 5, che è il prezzo
di copie 10, ne avrà una gratis .
Pel buon esito di questo affare noi ci racco-
mandiamo soprattutto ai signori Parroci , ai be-
nemeriti Decurioni , e in modo particolare alle
zelanti Cooperatrici, trattandosi di procacciare
maggior gloria ad una Santa, che è l' onore del
loro sesso, e della quale non poche portano il
nome .
GIOCONDO SPETTACOLO DI AMOR FIGLIALE
e di bontà paterna .
Sullo scorcio del passato luglio centinaia di anti-
chi alunni dell'Oratorio di S . Francesco di Sales
diedero, come già in altri anni, un giocondo spet-
tacolo di amor figliale . Quantunque dispersi per
varie città e paesi, quantunque molti già uomini
fatti e taluni colla barba grigia e col capo calvo,
quantunque preoccupati da gravi affari o della fa-
miglia o della parrocchia, tuttavia essi non po-
terono resistere al desiderio di riunirsi nell'an-
tico luogo di loro educazione, per rivedere Don
Bosco loro amico, benefattore e padre, e atte-
stargli colla parola e col fatto riconoscenza ed
amore . Memori delle affettuose cure che egli pro-
digò loro negli anni della inesperienza ; memori
dei sani principii di religione e di morale, di cui
imbevette il loro animo nei giorni del pericolo ;
memori che dopo Dio debbono a lui pure l'onesta
posizione sociale , per cui oggidì campano non
solo onoratamente la vita, ma possono altresì gio-
vare al loro prossimo, eglino dopo avergli a più
riprese date prove non dubbie di loro profonda
gratitudine, convennero insieme per esprimergli
nuovamente che sono e saranno sempre suoi figli
amantissimi . I laici scelsero il giorno 23, perché
di Domenica ; i Sacerdoti il 27, giorno feriale,
perché meno occupati nel sacro Ministero . Sopra
il volto di ognuno traspariva la gioia, di cui era
inondato il cuore ; taluni guardavano D . Bosco
e poi si mettevano a piangere ; tutti nel ritornare
a fargli corona, come allorquando erano fanciulli,
parevano ringiovanire . Era uno spettacolo di una
giocondità ineffabile ; quindi spontanee ricorre-
vano alla mente le parole della divina Scrittura :
« Quanto è dolce il trovarsi molti fratelli insieme :
Quam bonum habitare fratres in unum . »
Ma se mostravansi lieti e soavemente inteneriti
quegli affettuosi nel ritrovarsi sotto gli occhi del-
l'angelo tutelare di loro giovinezza, non meno
contento e commosso si appalesò D . Bosco . Per
godere più a lungo di loro compagnia, e per me-
glio assecondare gli impulsi di sua paterna bontà,
egli in quel giorno, come in passato, li tenne a pranzo
con sé . Il refettorio nella sua semplicità era parato
a festa, e qua e colà sui muri leggevansi iscrizioni
esprimenti l'amorevole gara di D . Bosco nel di-
chiarare gli ospiti suoi quali figli riconoscenti e
pii, e di questi nel proclamare lui pel migliore
dei padri, e protestando ad un tempo : Noi ti a-
miamo, o Don Bosco, e saremo sempre degni
di te . Il piacere poi, il gusto squisito di assidersi
a pranzo con lui, e mangiare nuovamente il suo
pane, non lasciava loro badare nè alla scarsità
delle portate, nè al vino che veniva più volte
battezzato con buoni` pezzi di ghiaccio ; onde ciò
non ostante alla fine ognuno si trovò così soddi-
sfatto da non desiderare di meglio .
In ambidue i giorni al levare delle mense la
banda musicale venne a sposare le sue armonie
alla gioia comune, e alla fine di ogni suonata
cordiali evviva erompevano da ogni petto, e
fragorosi applausi risuonavano per tutta la sala .

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Non mancarono poesie e prose, poeti ed oratori cosa io v'invito a farvi inscrivere a qualcuna di
ad esternare i sentimenti proprii e di tutti . dette Società ; e sono persuaso che ne ricave-
Il dì 23 , il Cavaliere Raimondo Cugia Delitala rete grande vantaggio spirituale ed anche mate-
declamò belle sestine, ricordando la bontà del pa- riale . - La seconda cosa che vi raccomando si
dre e lodando la gratitudine dei figli . Il Prof. è che vi manteniate sempre amanti della nostra
Alessandro Fabre, venuto da Susa, lesse due ma- santa Religione, e che la pratichiate da buoni e
gnifici discorsi applauditissimi , l'uno de' quali coraggiosi Cristiani . Come vedete, il mondo va
intitolato : La politica di Don Bosco, meri- peggiorando di giorno in giorno . Si sperava che
tava ben giustamente di veder in questi giorni la si sarebbe posto pubblicamente un argine alla ir-
pubblica luce a perpetua memoria del fatto (1) . religione ed al mal costume ; ma finora nulla
Lessero a loro volta il sig . Alasia Matteo, segre- si fece, e il male giganteggia . Bisogna che cia-
tario della Società, e il sig . Fabre Nicolao, gio- scheduno di voi faccia da sè . Custodite adunque
vani di ottimo cuore . Sorse per ultimo il sem- gelosamente il prezioso tesoro della vostra fede ;
pre caro e sospirato poeta Carlo Gastini ad esi- i non fatene getto per qualsiasi cosa della terra .
larare la brigata coi suoi versi piemontesi . Esordì Senza la fede, senza la religione, senza la virtù
col narrare come poco mancasse che egli non po- che cosa valgono i piaceri, gli onori, le ricchezze?
tesse più ritrovarsi all'ambito convegno, perchè Un giorno o l'altro di qui bisogna sloggiare, e
la morte lo aveva sbirciato e minacciato . Ma al di là nulla ci serve, fuorchè la grazia di Dio,
Nostro Signore le disse
e gli atti di virtù, che avremo praticati durante la
Laslou vivi ancora un poc
A fe rii i so amis d' Valdoc .
nostra vita . Lavorate con fedeltà, e la divina Prov-
videnza non vi lascierà mancare il necessario alla
vita ; cercate, come dice il Signore, prima il regno
Passò indi ad inneggiare al comun Benefattore, di Dio e la sua giustizia, ed Egli vi darà il resto
interpretando fedelmente e da pari suo il cuore per giunta ; dalle materiali vostre occupazioni sol-
di tutti i compagni . In fine mutando lingua ed levate di quando in quando la vostra mente, i
accento cantò al Sommo Pontefice Leone XIII, vostri sguardi a quel luogo di delizie, dove tante
declamando alcuni bellissimi versi .
volte ci siamo data la parola di trovarci, a quell'ul-
A tutto mise la corona un breve discorso di timo convegno, che non si scioglierà mai più .
D . Bosco, la cui sostanza é questa : - Voi non
Qui D . Bosco sentì intenerirsi il cuore, gon-
potete immaginarvi, o miei cari figliuoli, il con- fiarsi di lagrime gli occhi, onde a stento e tra
tento che io provo nel rivedervi oggi intorno a la generale commozione terminò il suo dire con
me . Mi è sempre dolce il trovarmi in mezzo dei queste ultime parole : - Io mi vo avvicinando
fanciulli, perchè sono la speranza della religione alla morte ; ma spero che nelle ultime ore della
e della società ; ma è una grande ed inesprimi- mia vita potrò dire : Signore, io ho fatto quanto
bile consolazione per me il trovarmi circondato ho potuto per istruire, educare, indirizzare a Voi
de' miei figliuoli adulti, perché non sono più sola- tanti figliuoli ; ora io li lascio, ma confido che
mente la speranza, ma il frutto delle mie fatiche e essi continueranno anche dopo di me a battere la
delle mie sollecitudini . So che vi siete mantenuti via della virtù ; confido che quelli, i quali hanno
e vi mantenete fedeli alle buone massime, le formato la mia delizia in terra, verranno ad es-
quali vi furono instillate in questo Oratorio ; so sere la mia consolazione in Cielo, che mi aspetto
che vi diportate bene nelle vostre famiglie e nei dalla infinita vostra misericordia .
vostri impieghi ; so che vi adoperate a giovare
Fu quello un momento solenne ; tutti gli occhi
altresì al vostro prossimo secondo le vostre forze ; erano umidi di lagrime ; ed ognuno singhioz-
so che vi regolate da buoni Cristiani, da savi cit- zando diceva : Che amor di padre! Come ci vuol
tadini ; so in una parola che avete corrisposto bene ! Sì, D . Bosco, le saremo fedeli ; saremo buoni,
alle mie speranze . Ho dunque ragione di essere saremo il suo onore, la sua consolazione .
contento di rivedervi, di rallegrarmi con voi, e
con voi ringraziare il Signore che vi abbia così
benedetti . - Intanto io prendo di buon grado questa
occasione per esprimervi due pensieri . Alcuni
hanno suggerito di risuscitare in mezzo di voi la
nostra antica Società di mutuo soecorso, la quale
aveva per iscopo di porgere un facile mezzo ai suoi
Non meno consolante fu l'adunanza del giorno
27 , composta quasi tutta di Sacerdoti , tra cui
varii Parroci della Diocesi di Torino e di altre
circonvicine . Erano ancor essi tutti allievi di Don
Bosco, i quali nei tempi andati avevano ricevuto
membri di praticare la religione concordi e senza la loro educazione ed istruzione nell'Oratorio Sa-
rispetto umano, e di aiutarli in caso di malattia . lesiano, ed erano stati avviati alla carriera ec-
Io sarei ben lieto se si facesse rivivere detta clesiastica . Prima della levata di tavola furono
Società , che fece così bene nei primi anni del- recitati discorsi di opportunità, fatti applausi, de-
l'Oratorio . Ma da quel tempo in poi si sono fon- clamate poesie, tra cui una assai spiritosa in versi
date in quasi tutte le città e paesi le così dette martelliani dal prof . D . Francesia, un bel madri-
Società degli operai cattolici, le quali sono per gale dal Sac . Pavia, ed un concettoso sonetto dal
questi tempi una vera benedizione . Per la qual Cav . Cugia . Tra gli altri dissero pure parole di
(1) Chi ne desidera copie rivolga domanda a G . BE-
RUTTi, Piazza della Consolata, n . 5, Torino . Il prezzo
è di Cent. 20 la copia, e per agevolarne l' acquisto
si accettano anche francobolli postali in pagamento .
caldo affetto il M . Rev . Curato di S . Agostino ,
e quello della Gran Madre di Dio . Don Bosco
prendeva poscia la parola e teneva un cordiale e
molto acconcio discorso a quella eletta di Sacer-

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doti, cui egli chiamava suoi cari figliuoli . Dopo
di averli ringraziati della prova dì riconoscenza
e gratitudine, che gli avevano già dato e gli ri-
petevano in quel giorno, egli li esortò a mostrarsi
sempre ed in ogni luogo Sacerdoti esemplari, sale
e luce del popolo ; segnalò la benedizione che ap-
porta un Sacerdote pio, caritatevole e zelante ; e
il disastro invece che arreca un Sacerdote di mala
o sospetta condotta, od anche solo poco curante del
bere delle anime ; e notò che appunto per questa
ragione il mondo e il demonio tripudiano, quando
ne possono guadagnare taluno e trascinarlo dalla
loro parte . Ad evitare una tanta sciagura propose
loro di tenere ognora l'occhio al Capo dei Sa-
cerdoti, a Gesù Cristo, e ad esempio suo avere
per unico oggetto dei loro pensieri, dei loro af-
fetti, delle loro azioni la gloria di Dio, la distru-
zione del peccato, la salute delle anime . Conti-
nuando ei disse : - « In così facendo incontrerete
delle traversie, degli ostacoli, delle contraddizioni,
e fors'anche delle persecuzioni ; ma queste non
devono né abbattervi, né scoraggiarvi, né farvi de-
sistere dal bene operare ; anzi spronarvi a tirare
innanzi con maggior lena ; imperocchè, se le opere
vostre hanno per oggetto Iddio e la salute delle
anime , eppure sono mal viste e combattute dal
mondo, è segno che sono buone e non si devono
tralasciare, altrimenti si dovrebbe abbandonare il
campo, cedere le armi e permettere che il nemico
meni rovina e strage . Che cosa avrebbero fatto
gli apostoli, so avessero desistito dal predicare la
religione di Gesù Cristo, perchè contraddetti? Noi
saremmo ancora pagani come i padri nostri . E
per non salire tant'alto , ricordate quello che si
disse e si fece contro quello stesso Oratorio, dove
siete stati educati . Fu contrariato fin da princi-
pio, fu combattuto in appresso, né le contrarietà
eb;?Eapturglisonftegidì
Dio lo benedisse, ed esso tirò e tira innanzi . Sono
pochi anni, e voi stessi eravate qui dentro come
una piccola nidiata di lapin (1), ed ora vedete
meraviglia! Questa nidiata si accrebbe già di tanto,
che dai calcoli fatti sono oggidì 150 mila i gio-
vani raccolti, istruiti, educati nelle varie Case Sale-
siane, aperte nel vecchio e nel nuovo mondo . Questo
fatto con molti altri, che taccio, ci deve inspirare
una grande fiducia in Dio, ed animarci a lavorare
per la sua gloria senza indietreggiare giammai .
Il mondo ci copre di villanie ed anche d'ingiu-
rie ? E noi copriamolo di benefizi, lavorando al suo
benessere religioso, morale, e, potendo, anche fi-
sico e materiale . Mettiamo in pratica il consiglio
di S . Paolo : Noli vinci a malo , sed vince in
bono malum : Non voler essere vinto dal male ,
ma vinci col bene il male ; vale a dire colla vo-
stra bontà vincete la malizia e perversità dei vo-
tri avversarii , e cercate di guadagnarli a Dio
colle vostre opere buone . Sopra tutto attendete a
far del bene ai fanciulli, ai poveri, agli infermi,
come il divin Maestro, e in tal modo chiuderete
la bocca ai tristi, e quel che val meglio attirerete
la protezione di Dio sopra di voi e sulle opere del
(1) Lapin, parola piemontese, che indica una specie
di piccolo e graziosissimo coniglio .
vostro sacro Ministero, e chi è protetto e benedetta
da Dio sarà invincibile . Conchiudo, ricordandovi
quella sentenza dei Libri Santi , che dice : Et
cognovi quod non esset melius nisi laetari , et
facere bene in vita .sua ; che è quanto dire :
Lcetare et benefacere e lasciar cantar le pas-
sere . Facciamo così e ci troveremo contenti in
vita ed in morte, e ci procacceremo quella im-
marcescibile corona, che Gesù Cristo ha promesso,
e darà a chi avrà combattuto legittimamente sino
alla fine . » Fin qui D . Bosco .
La festa aveva termine con una colletta in o-
maggio del Santo Padre Leone XIII, proposta dal
Teol . Andrea Alasia, Arciprete di Aglié, ed ac-
colta con vivissimi applausi (1) .
VISITA PASTORALE
A S. BENIGNO CANAVESE.
Sul principio dello scorso agosto Sua Eccellenza
Revma Mons . Davide Riccardi, Vescovo d'Ivrea,
faceva la visita pastorale in S . Benigno Canavese .
Non è facile descrivere con quali segni di gioia
e di riverenza sia stato egli ricevuto dalla buona
popolazione . Splendide furono veramente le feste ;
cordiale l'accoglienza che gli fece il Clero ed il
Municipio ; edificante la frequenza ai santi Sacra-
menti ; solenni e divote le religiose funzioni, ral-
legrate dalla musica . Fu una dimostrazione fer-
vida e generale . La domenica 6 agosto la Chiesa
Parrocchiale, una delle più vaste e più belle Chiese
del Piemonte, era affollata di fedeli non solo del
paese, ma ancora dei dintorni . Era un amoroso
gregge, che giubilava di contemplare ed onorare
il suo amato Pastore, il quale per gentilezza di
modi, per bontà di cuore, per alta dottrina, per
apostolico zelo è una fulgida gemma dell'Episco-
pato Piemontese . Chi più di ogni altro ebbe a
godere in quell' occasione fu il buon Parroco, il
Teol . Antonio Benone, venerando vegliardo di 88
anni, il quale vegeto ancora e forte della persona
nulla risparmiò per dare al suo degnissimo Su-
periore ecclesiastico prove di alta stima, di pro-
fonda venerazione e di caldissimo affetto .
Sua Eccellenza Revma passava in S . Benigno
ben tre giorni ; ed aveva l'alta degnazione e l'in-
signe bontà di consacrarne uno all'Ospizio, aperto
da D . Bosco nel già palazzo abaziale di quel co-
spicuo Comune . Fin dalla sera del giorno 7, Mon-
signore pregatone vi assisteva ad un' accademia
musico-letteraria, che i giovani e i Chierici loro
(1) L'offerta veniva spedita al Direttore dell' Unità Cat-
tolica, che la pubblicava nel suo n . 178 del 2 agosto con
queste parole : « Il Teologo Felice Reviglio, parroco di
sant'Agostino in Torino, il Teologo Giov . Battista Piano,
parroco della Gran Madre di Dio, e il Teologo Andrea
Alasia, parroco di Agliò, con un drappello di loro com-
pagni , antichi allievi dell'Oratorio di San Francesco di
Sales, da varie città e paesi raccolti per alcune ore presso
il loro sempre amatissimo Direttore Don Giovanni Bosco,
presentano all'Augusto Vicario di Gesù Cristo il loro
povero obolo in L . 102,05, implorando l'apostolica bene-
dizione sopra se stessi, e sopra il provvidenziale loro a-
mico, benefattore e padre .

2.2 Page 12

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assistenti diedero ad onor suo . La banda suonò
varii pezzi di scelta musica ; prosatori e poeti
lessero diversi componimenti, encomiando in più
lingue l'egregio Pastore ; il quale in fine rivol-
geva a tutti affettuose parole di ringraziamento,
improntate di una bontà ineffabile verso D . Bosco
ed i figli suoi .
Al mattino seguente Monsignore celebrava la
Messa nella Cappella del Collegio, vi ammini-
strava la s . Comunione a circa 300 giovani, e più
tardi assisteva pontificalmente alla Messa solenne .
Dopo i Vespri tesseva un eloquente discorso in
onore di S . Luigi Gonzaga, che per maggior so-
lennità si festeggiò appunto in quella occasione ;
e finalmente impartiva la benedizione col SS . Sa-
cramento . La Chiesetta presentava un aspetto im-
ponente .
Mettendo il colmo alla sua gentilezza, Monsi-
gnore Riccardi gradiva di rimanere in quel giorno
a pranzo in Collegio ; e dopo le sacre funzioni
della sera onorava di sua presenza la rappresen-
tazione della commedia intitolata : La Patagonia,
composta poc' anzi dal nostro Sac . D . Giovanni
Lemoyne . La recita riuscì felicemente, e Mon-
signore ne fu soddisfattissimo .
Una grandiosa luminaria bellamente disposta
sul frontone del palazzo e nel giardino, partenza
di razzi, sollevazione di globi areostatici, e fuochi
d'artifizio furono la corona di quel giorno solenne .
Nelle ultime ore quasi tutto il paese erasi versato
in Collegio a bearsi nel dolce spettacolo, ed ognúno
ne ripartiva edificato e pieno di entusiasmo .
Gli abitanti di S . Benigno e i giovani dell'O-
spizio ricorderanno per tutta la vita la visita
dell'esimio loro Pastore . Essi, giova sperarlo, trar-
ranno profitto degli insegnamenti , che ha loro
impartiti, e si mostreranno in ogni tempo por-
zione eletta del suo amatissimo gregge .
MORTE DI UNA NOVELLA TABITA,
Soleva il Pontefice Pio IX, di s . memoria,
chiamare con questo bel titolo la signora Su-
sanna Prato vedova Saettone, nata a Celle Ligure,
e morta testè in Albissola Marina . La notizia
della sua morte, ancorchè da aspettarsi per la
sua tarda età di 82 anni, non poteva che arre-
care gran dolore al nostro cuore , poiché era
un'insigne benefattrice dei poveri giovanetti .
Noi l'abbiamo potuta conoscere direttamente,
quando nel 1871 si apriva a Varazze il nostro
Collegio-Convitto . Ella, già associata alle Let-
ture Cattoliche fin dal loro nascere (1), era bra-
mosa di conoscerne il fondatore e direttore .
Era la sera del sei di dicembre di quell'anno,
quando D . Bosco, noto a Lei solo per lettera ,
capitava ad Albissola . E impossibile esprimere a
parole quanto la buona vecchierella ne andasse
lieta , e come considerasse quel giorno come uno
(1) Ne aveva ben da 40 a 45 copie, che poi diffondeva
tra il popolo .
de' più belli della sua vita . Quando poi seppe che
pochi giorni dopo D . Bosco era caduto amma-
lato in Varazze, non si tenne dal venire più volte
a visitarlo, malgrado la stagione cruda e la sua
età, e a dirgli che pregava e faceva pregare per
la sua preziosa salute . Le visite della buona Si-
gnora furono assai utili a tutti noi, in quei giorni
dolorosi , e fin da quel tempo la considerammo
come nostra madre amorosa, ed Ella aveva la
bontà di chiamarci suoi figli . Ed era gran ven-
tura tura l'essere stimati ed onorati da questa intelli-
gente e virtuosa Signora, la quale ebbe una vita,
che non fu se non una catena continua di opere
buone . Non vi era infelice, che non trovasse nel
suo cuore, e nella sua generosità un pronto ri-
medio . A tutto Ella arrivava colla sua gran mente
ed operosità .
Passata in seconde nozze col signor Saettone,
agiato commerciante di Albissola Marina , Ella
lo considerò sempre più che suo compagno un suo
benefattore . Ne parlava con rispetto e con parole
di lode, ed ogni volta che recitava l' Angelus ,
con chiunque si fosse in casa, aveva sempre la
premura di soggiungere : « Ancora un De profun-
dis per il Padrone di casa . » E con queste pa-
role intendeva il suo marito defunto . Per esso
Ella ebbe comodità e mezzi per secondare gli im-
pulsi del suo cuore, veramente caritatevole e fatto
tutto per tutti . La sua casa era sempre aperta
ai poverelli, i quali trovavano quanto loro abbi-
sognava .
Aveva poi una speciale affezione per la povera
gioventù abbandonata, e non della sola Albissola,
ma di assai terre vicine . Se qualche figlia rima-
neva orfana, Ella non si dava più pace, finché
non fosse allogata sicuramente o presso alcuni
buoni parenti o presso qualche Istituto . In ciò era
mirabilmente secondata dalla virtuosa fondatrice
delle Figlie della Misericordia di Savona, che do-
veva sovente aprire le porte delle sue case, per
ricoverare di tal sorta infelici . Ella poi, diven-
tata madre all'orfanella, pensava al corredo, alle
prime spese d'entrata, e ad altri bisogni che sem-
pre nascevano . Morendo qualche poveretto, che
colla vedova lasciasse figli da mantenere e da e-
ducare, era pur sempre alla pia Signora Susanna
che si ricorreva per aiuto e per consiglio . Per
Lei alcuni giovanetti poterono essere accolti in
varii ospizi, dove, oltre all'essere tolti al vizio,
erano avviati ad un'arte, con cui guadagnarsi o-
nestamente il pane ; ed altri anche in Seminarii,
per coltivare la loro vocazione e dedicarsi al ser-
vizio di Dio . Come poi si legge negli Atti degli
Apostoli di quella Tabita di Joppe, risuscitata
un giorno per le preghiere di s . Pietro, che quei
cittadini mostravano i segni della sua carità, così
quanti potrebbero ripetere i favori di questa no-
vella Tabita , che per tanti anni non viveva più
per sé, ma solamente per i suoi poveri, ai quali
provvedeva pane, vestito, alloggio, e, quel che è
ben più, insegnava il santo timore di Dio ! Questo
sapeva fare così sapientemente, condirlo con sì bei
modi, che non pareva fare ma ricevere il bene-
fizio . Ora erano forastieri di passaggio, ora po-
veretti di paesi vicini, ora altri infelici, che ri-

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correvano alla inesauribile sua carità, e tutti se
ne partivano contenti .
Mentre era tutta pei poveri, era non solo fru-
gale, ma alcune volte indiscreta, diremo così, verso
sè stessa . All'età di settant'anni, Ella digiunava
ancora come a trenta e quaranta . Prendeva nei
giorni di Quaresima un po' di caffè con acqua
fresca ed un pezzettino di pane . Questo solo u-
sava da qualche tempo per debolezza di stomaco ;
altrimenti sempre digiuno stretto e rigoroso . A
pranzo minestra grossolana e tale, che non osava
darla a' suoi di casa ; una cosetta sola di compa-.
natico, e poi null'altro . Capitava sovente che a-
veva forastieri invitati ; e mentre s'impegnava di
provvedere largamente a loro, per sè non mutava
regime . Per questa rigidità cadde nel 1875 gra-
vemente ammalata , e si temeva di perderla ; e
riavuta quindi smise la minestra , ma non ag-
giunse gran cosa di altro a suo posto . E questo
era il segreto della sua grande carità .
Religiosa, con mente serena e tranquilla, com-
piva tutte le opere di pietà cristiana . Era sem-
pre la prima alla Chiesa : anche in questi ultimi
giorni il suono dell' Ave Maria la trovava già
alle porte della Chiesa, per aspettare che si apris-
sero . L' ottimo suo domestico , che la riveriva
come madre e benefattrice più che padrona, non
ebbe da Lei mai altro dispiacere che questo, ve-
derla così trascurante della propria sanità .
Se amava i poverelli , pei quali faceva tanto ,
non dimenticava di soccorrere sovente all'Augu-
sta povertà di Pio IX, che leggendone il nome,
sentendo celebrarne le virtù e le opere, la chia-
mava col bel titolo di Novella Tabita . Ella ri-
conoscendosene indegna, perchè veramente umile,
mentre da una parte non poteva nascondere la
sua consolazione nell'essere presente a tanto Pon-
tefice, attribuiva alla bontà del tribolato Pio IX
e la memoria per Lei ed il grazioso appel-
lativo .
Ai nostri Missionarii portava un affetto gran-
dissimo . Quando qualcuno prima di partire andava
a riverirla, non finiva di farne i ringraziamenti
come di un favore straordinario . Ci ricorda, che
dicendo uno dei nostri spedito per la Patagonia,
che avrebbe chiamato col suo nome la prima in-
diana, che avesse dovuto battezzare, la buona Su-
sanna prese la mano del Missionario, e poi :
Grazie, disse baciandola, grazie ! Che ho fatto
io per meritarmi tanta fortuna?
Industriosa nel raccomandarsi alla carità delle
preghiere altrui, Ella non voleva che si pregasse
per altro fine, che per rare una santa morte .
Quando le si diceva che doveva ancor vivere tanto,
I Ella sorridendo , ripeteva : giovani possono
morire, ma i vecchi devono morire . Obbligata
a farsi prendere il ritratto, Ella acconsenti, solo
per non dispiacere a chi tanto stimava ; e nel-
l' inviarlo a questo ed a quello, soleva scrivere
queste belle parole : Susanna Prato Vedova Sa-
ettone, che confida nelle preghiere de' buoni!
E queste preghiere non Le mancarono in vita,
e non Le mancheranno dopo morte ; ed anche a-
desso, sebbene noi speriamo, che sia già in luogo
di salute , tuttavia la raccomandiamo alla carità
de' nostri Cooperatori e Cooperatrici . In Liguria
la sua perdita fu lamentata assai, e sentimmo più
d'uno a dire che era morta una santa ; ed anche il
nostro Oratorio ha perduto in Lei una industriosa
ed instancabile benefattrice . E dal letto di morte
si ricordò de' figli di D . Bosco, lasciando ad essi
una graziosa offerta . - Moriva addì 26 del giu-
gno u . s . in età di 82 anni, confortata da quella
Religione, che aveva sì bene praticata nella lunga
sua vita . Volle essere sepolta da poverella ; ma si
oppose la riconoscenza de' suoi terrazzani, che
vollero accompagnarla alla sepoltura come le per-
sone più stimate ed onorevoli .
Per noi non è morta, ma ci pare di vederla
presso al trono di Dio pregare per il nostro
buon Padre e per tanti suoi figli, che Ella aveva
adottati . Però, siccome potrebbe ancora aver bi-
sogno delle preghiere de' vivi, così non la di-
menticheremo mai presso Dio, certi che Ella ci
guarderà sempre dal Cielo con quella stessa be-
nevolenza che ci usava in vita .
COLLOCAMENTO DELLA PRIMA PIETRA ANGOLARE
della Cappella di Maria SS . Ausiliatrice
IN ALMAGRO (Buenos-Aires) .
Dal Bollettino Salesiano d'America riproduciamo
quanto segue intorno al collocamento della prima
pietra di una nuova Chiesa .
Erano le due pomeridiane ; il cielo velato da
leggiero strato di nubi, l'aria calma e tranquilla,
la terra spoglia da ogni ornamento e imbevuta
d'acqua presentavano uno spettacolo triste e me-
lanconico .
Odonsi d'improvviso i soavi concenti di una
numerosa banda , che si dirigeva verso il locale
della nuova Cappella, che si sta edificando in que-
sto quartiere .
Seguiva la banda il glorioso vessillo della Croce,
al quale teneva dietro una processione di più che
200 fanciulli, allievi della scuola di Arti e Me-
stieri . Ancora non erano essi passati, quando ve-
desi apparire serena e maestosa la persona di
S . E . Rev .ma Monsignor D .or Federico Aneyros,
che, vestito de' sacri paludamenti, ed assistito dai
Rev .di Dottori Antonio Espinosa , e Giov . Nepo-
muceno Terrero, preceduto da numeroso clero in
differenti divise religiose, si dirigeva al luogo,
della Cappella per benedire e collocare a posto la
pietra angolare . Chiudeva la processione un nu-
mero considerevole di fedeli, tra i quali distin-
guevasi la signora Isabella Elostondo, il signor
Isidoro Calderon, padrini della nuova Chiesa, il .
D .or Carranza, Viamont, la signora Anna Larda-
pide , con tutto lo stabilimento a lei affidato , le
Figlie di Maria Ausiliatrice, il sig . Cazon con la
signora sua consorte, Donna M . Antonia, ed altre
signore .
Arrivato Monsignore al luogo del Presbitero ,
il popolo si ordinò lungo le fondamenta, occupando
la parte destra tutti i signori ed i giovanetti, e

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stando alla sinistra le Suore colle fanciulle . - A
questo punto lo spettacolo era veramente gran-
dioso . Quelle numerose file di popolo con a capo
il legittimo Pastore , che insieme supplicavano
l'Eterno a degnarsi di accettare e benedire fin
dai principii il nuovo edifizio destinato a tempio
ove si offrirà l'Ostia immacolata , e a ricoverare
coloro, che raccoglierannosi sotto la sua ombra
per satollare colla morale del Vangelo le brame
ardenti dell'anima, e a ricevere il peccatore che
pentito cadrà ai piedi del Confessore per cercar
un dolce lenitivo ai rimorsi della sua coscienza ,
parlavano molto eloquentemente al cuore .
Quell' umile e divoto atteggiamento ci richia-
mava alla memoria gli Israeliti che, miracolosa-
mente salvati dalla spada di Faraone, divisi in due
cori e capitanati da Mosè loro Duce e Pontefice,
elevarono a Dio il cantico d'amore e gratitudine, che
formerà sempre l'entusiasmo dei cuori nobili e
grati .
Con quella gravità e divozione che lo caratte-
rizzano, assistito dai Dottori Espinoza e Terrero,
compì Mons . Arcivescovo tutte le rubriche per
simili funzioni prescritte dal Rituale Romano .
Mentre che S . E ., con un ramoscello intinto
nell' acqua benedetta , girava attorno alle fonda-
menta, i giovanetti del Collegio Pio IX, con l'ac-
compagnamento della banda, cantarono la devo-
tissima antifona Sancta Maria, succurre miseris,
messa in musica da D . Costamagna, il quale seppe
esprimere con melodiose note le affettuose sup-
pliche della Chiesa a Maria Ausiliatrice .
Terminata l' aspersione e le altre rubriche
prescritte dal Rituale, l'ingegnere Spinedi col-
locò a suo luogo la pietra benedetta , colla se-
guente dichiarazione sc ritta su pergamena .
Verbale.
Al Sud-Ovest della città di Buenos-Aires, nella
borgata di S . Carlos (Almagro) luogo mediocre-
mente abitato, tra la via Arti e Circonvallazione,
si scavarono le fondamenta di una nuova Casa per
le Figlie di Maria Ausiliatrice, con annessa Cap-
pella sotto il titolo di Maria Auxilium Christia-
norum, onde procurare ai fedeli e specialmente
alle fanciulle del borgo la comodità di assistere
alle sacre funzioni della Chiesa, e ricevere l'istru-
zione religiosa adatta all'infantile loro intelligenza .
Previo il consenso dell'Autorità Ecclesiastica,
col beneplacito dell'Autorità locale, si incominciò
l'edifizio sotto la direzione dell'Ing . Spinedi . Ter-
minate le fondamenta e bene assicurata la loro
solidezza, si fissò il giorno 18 di giugno pel col-
locamento della prima pietra angolare .
Nell'anno 1382 dell'Era Cristiana , occupando
il trono Pontificio Sua Santità Leone XIII, te-
nendo la Presidenza della Repubblica il Generale
D . Giulio Roca, e reggendo da 9 anni quest'ar-
chidiocesi l'Ecc .m° Mons . Dottor D . Federico A-
neyros, facendo da padrino il sig . D . Isidoro Cal-
deron e da madrina Donna Isabella Elostondo ;
contando il Rev .m ° D . Giovanni Bosco Fondatore
e Superiore generale della Congregazione Sale-
siana 67 anni di vita, ed essendo Ispettore dei
Salesiani di questa Repubblica il M . R . D . Gia-
como Costamagna, essendo Superiora generale delle
Figlie di Maria Ausiliatrice Suor Catterina Da-
ghero, e Superiora provinciale Suor Maria Mad-
dalena Martini, ebbe luogo sulle fondamenta del
nuovo tempio la religiosa funzione, con cui, a norma
delle prescrizioni del Rituale Romano, Sua Eccel-
lenza Rev . ma Mons . Federico Aneyros collocò la
prima pietra angolare del sacro edifizio .
Termine della Funzione e Ringraziamenti .
Ad un cenno del Maestro di Cerimonie, i gio-
vanetti ed i fedeli seguiti dal clero e dall'esimio
Prelato si diressero alla Chiesa Parrocchiale di
San Carlos, onde colla benedizione del SS . Sa-
cramento coronare la simpatica ed imponente ce-
rimonia .
Sua Eccellenza, assistita sempre dai RR . Dot-
tori Espinoza e Terrero, portossi ai piedi del sa-
cro altare, mentre i cantori e musici si dispone-
vano nel coro pel canto del Tantum ergo .
La di nozione dei fedeli , la gravità dei sacri
Ministri, l'armonia della musica formarono grata
corona al Sacramentato Signore .
Finita la benedizione , i giovani del Collegio
Pio IX cantarono un simpatico Addio al Sacro
Cuore di Gesù . Questa composizione di D, Co-
stamagna tanto espressiva e sentimentale, eseguita
da una voce brillante e sonora, toccava veramente
il cuore .
La signora Isabella Elostondo, già ben nota per
la sua sincera pietà e generosa carità, in tutta la
Repubblica, aveva disposto per i convitati uno squi-
sito rinfresco, che servì di riunione e di saluto
ai benemeriti Signori, i quali colla loro presenza
ed offerte tanto favoriscono la Congregazione Sale-
siana .
Grazie pertanto siano a Sua Ecc . Rev .ma Mon-
signor Arcivescovo per l'esimia bontà, con cui tanti
favori ci dispensa, e ci dà non meritate prove di
suo affetto e confidenza . Grazie al signor Padrino
ed alla signora Madrina; grazie a Mons . Espinoza
ed al Dott . Terrero ; grazie ai Cooperatori tutti,
che benevoli si sono degnati di visitare la nostra
Casa, solennizzare la nostra festa, ed onorarci della
loro presenza .
I Salesiani non si scorderanno giammai di questi
atti di loro bontà, scolpiranno nel cuore i loro
nomi benemeriti, e non cesseranno di invocare sopra
delle loro famiglie le benedizioni del Cielo . E le
Figlie di Maria Ausiliatrice mostrando alle fan-
ciulle, che la divina Provvidenza loro confiderà,
la cupola di questa Chiesa, nel mentre che in-
segneranno loro la via del Cielo, le inviteranno
una e mille volte a domandare al Dio delle mi-
sericordie e Dispensatore d'ogni bene, che sparga
sulle loro persone e sopra quanti proteggono i
nostri Istituti le più copiose benedizioni .
RISPOSTA AD UN PROFESSORE .
Riceviamo or ora un discorso tenuto da un
giovane professore in Castellazzo-Bormida, dio-
cesi di Alessandria, e da lui fatto pubblicare per

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le stampe, coll'intento d'impedire l'impianto di
un Collegio di D . Bosco in quel Comune .
A vero dire, per sì poca cosa . non valeva la pena
che quel signore menasse tanto rumore ; non fa-
ceva mestieri che egli si desse pubblico vanto di
eresia e di empietà presso i suoi compaesani ;
non occorreva che rompesse una lancia contro
quella Religione SS ., nella quale lo hanno alle-
vato i suoi genitori, ed a cui s'inchinarono osse-
quiosi e s'inchinano maestri e dottori di assai più
alto grido nel mondo, che egli non goda in Ca-
stellazzo sua patria ; non era d'uopo che egli
disonorasse la bandiera del liberalismo, dimostran-
dosi liberale solo a parole, in quanto che vor-
rebbe sequestrare la libertà per suo conto o per
conto di un partito, vituperando e gridando la croce
addosso a chi pensa ed opera altrimenti da lui ;
neppure conveniva che desse malaugurato saggio
di inurbanità verso Mons . Vescovo di Alessan-
dria, Prelato di tanta pietà, mitezza e cortesia,
amatissimo perciò e riverito da ogni persona, che
conosca anche solo e pratichi le norme elementari
della convivenza sociale ; infine avrebbe almeno
potuto risparmiare ai torchi i loro gemiti, e non
costringerli a mettere alla luce un discorso in-
farcito di sofismi, di periodoni altisonanti ma vuoti
di sostanza, pieno di contraddizioni e giudizi fal-
sati, perchè fatti sopra di cose, che per lo meno
ei non conosce . Ma via ! La botte dà di quel che
ha ; e qual non contiene che vinello non può dare
né il Falerno nè il Marsala .
Noi non ci prenderemo la briga di qui rilevare
tutti gli errori , nè a confutare per singolo le
gratuite asserzioni del sig . professore , perchè
non lo riputiamo ancora di tal fama, che possa
sulla bilancia della pubblica opinione pesare così,
da dare il tracollo alla verità , od anche solo al
buon senso della popolazione di Castellazzo . E
poi, per quanta autorità si abbia nel mondo, non
basta asserire una cosa per avere l'adesione de-
gli esseri intelligenti : l'asserire è comune anche
ai cerretani ; il dimostrare è proprio dei filosofi ;
e filosofo non si mostra certamente nel suo spro-
loquio il sig . professore .
Tuttavia, seguendo il consiglio di quei Libri
Santi, che il signor dottore bestemmia da incredulo,
noi non lo lascieremo affatto senza risposta, affinchè
egli per avventura non si creda sapiente : Re-
sponde stulto, dice lo Spirito Santo, juxta stul-
titiam suam, ne sibi sapiens esse videatur .
Siccome per ottenere il suo fine , il signor
Ricagni si fe' lecito di denigrare l'istruzione, che
s impartisce nei Collegi di D . Bosco, così per a-
mor di brevità gli rispondiamo con due sole os-
servazioni .
I . Da 20 e più anni i Collegi di D . Bosco
sono ogni anno pieni di alunni , mandativi dai
loro parenti da ogni parte d'Italia . Or bene, se
l'istruzione e la educazione , che vi s' imparte ,
non è secondo il bisogno della famiglia e della
società, come spiegate voi questa non mai inter-
rotta affluenza di allievi ? E forse possibile che
tanti genitori, di sì varie città e paesi, e per sì
lungo tratto di tempo, non siansi ancora avve-
duti dell' inganno, oppure accortisi continuino a
gettare il proprio danaro e a tradire le loro spe-
ranze ? Signor professore, l' una delle due : O
tanti padri e tante madri sono citrulli o snatu-
rati traditori del loro sangue ; oppure voi siete
un ingannato od un ingannatore . Di queste due
ipotesi, quale vi sembra più naturale e ragione-
vole? Se per modestia non osate rispondere voi,
risponderanno senza difficoltà tutti quelli, che sono
di buon conto e di mente sana .
II . Il sig . professore scrive ancora che gli
alunni dei Collegi di D . Bosco fanno cattiva
prova, quando hanno da subire esami negli Isti-
tuti Governativi . - Ed ecco fresca fresca la ri-
sposta : Lasciando a parte il fatto degli anni ad-
dietro, sappiate, sig . professore, che sopra 97 al-
lievi di 5a ginnasiale e di liceo, appartenenti a varii
Collegi, che D . Bosco ha in Italia, e che nel mese
di luglio u . s . si presentarono agli esami nei
Collegi del Governo , e perciò presso a giudici,
secondo voi , competenti ed imparziali , ben 78
uscirono promossi fin dalla prima prova ; degli altri
diciannove, se avrete pazienza, vi diremo l'esito
finale nel prossimo ottobre . Anzi vi aggiungiamo
che ad Albenga erano 63 esaminandi del Circon-
dario, e quegli che riuscì il primo tra tutti ,
compresi gli stessi degli Istituti Governativi, fu
appunto un allievo dei Collegi di D.;eBsoc
volete saperne il nome vi diremo che egli si chiama
Giuseppe Palazzo . Questi sono fatti, egregio sig . pro-
fessore, e contro i fatti cadono spente le grosse
bombe di paroloni, che avete lanciato contro dei
Collegi di D . Bosco, meno fortunate che non quelle
degli Inglesi contro le mura di Alessandria d'E-
gitto .
Del resto, sig . professore di Castellazzo-Bor-
mida, concludiamo col darvi un consiglio da buoni
amici, e col fare una proposta ben degna dei vo
stri sentimenti patriottici ed umanitarii . Il con-
siglio è questo : Quando volete vendere al pub-
blico mercato qualche derrata , procurate anzi
tutto di conoscerne bene la natura, per non met-
tervi al pericolo di corbellare il prossimo spac-
ciando delle carote .
E finalmente eccovi la proposta : Da certe frasi
del vostro discorso pare che voi siate un grande
amicone della patria, un sincero umanitario, un
insigne filantropo . Ebbene ascoltate : Oltre i molti
Collegi , D . Bosco tiene aperti altresì parecchi
Ospizi di carità non pure nel regno, ma fin oltre
all' Oceano, a benefizio soprattutto delle colonie
Italiane . Ivi sono raccolti, mantenuti, ed avviati
ad una professione onorata oltre a 100 mila po-
veri giovanetti od orfani od abbandonati, i quali
senza la sua mano benefica sarebbero cresciuti
all'ozio, al vizio, al disonore della famiglia, della
patria e della società, sarebbero forse caduti nelle
mani della giustizia , indi nella prigione . Tutti
questi merlotti mangiano molto, sapete, sig . pro-
fessore, e D . Bosco quantunque danaroso, come
voi dite in un luogo, tuttavia ha le finanze pic-
cole e scarse, come voi stesso con aperta con-
traddizione scrivete in un' altra pagina ; quindi
non reggendogli il cuore di far patire la fame, o
intirizzire dal freddo , o rigettare nuovamente
sulla pubblica via tanti piccoli deseredati della

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fortuna, va sovente a battere alla porta dei ric-
chi, dei benestanti, ed anche dei professori, doman-
dando la carità . Or su dunque, sig . professore di
Castellazzo, eccovi una propizia occasione di dar
prova del vostro amor di patria, e della vostra
tenerezza per la misera umanità . Noi vi propo-
niamo che vi prendiate l'incarico di mantenere,
calzare e vestire per un anno un migliaio di que-
sti orfanelli di D . Bosco . Vi pare troppo un mi-
gliaio? Mantenetene anche solo un centinaio . E
ancor superiore alle vostre forze ? E mantenetene
solamente una dozzina . E ancor troppo così ? Or
bene, mantenetene anche un solo, facendogli parte
del vostro stipendio . Come vedete, siamo molto
discreti, noi ; onde, se voi ricusate di dare questa
prova di filantropia, avremo il diritto di dirvi che,
se non volete e non sapete voi fare del bene ai
vostri simili, siate almeno tanto umano e patriota
da non incagliare quelli che lo fanno .
alla gran festa è mestieri far precedere alla solen-
nità una novena di preghiere ed opere buone . Rac
comandiamo quindi con piacere un libretto che sup--
plisce a questo bisogno . Esso porta per titolo : Solenne
novena di preghiere, suppliche, invocazioni ed o-
pere buone secondo i bisogni dei tempi in prepara-
zione al VII Centenario della nascita del grande
Patriarca S . Francesco d' Assisi .
Non solo le Congregazioni e Sodalizii Francescani,
ma tutti gli Istituti ed Associazioni cattoliche e le
persone facoltose andranno senza dubbio a gara nello
spargere quanto più possono questo libretto, per concor-
rere anche a diffondere in mezzo al popolo lo spirito del
Serafino d' Assisi, dal quale il gloriosamente regnante
Leone XIII si ripromette la ristorazione sociale . li
prezzo è tenuissimo ed alla portata di tutti . Una co-
pia cent . 5, cinquanta copie L 2, 25, cento copie L 4, 00 .
Rivolgersi alla Libreria Salesiana a Torino .
ESITO DEGLI ESERCIZI SPIRITUALI
A NIZZA-MONFERRATO .
Come avevamo annunziato nel Bollettino di lu-
glio, nella_ Casa delle Suore di Maria Ausiliatrice
in Nizza Monferrato, ebbero luogo nei primi
giorni del passato agosto gli Esercizi spirituali
per le signore e per le maestre secolari ; e ve ne
convennero ben oltre a 140 . Vi predicarono il
M . R . Sig . D . Olivieri Raimondo, Canonico Ar-
ciprete di Acqui, e il Sac . D . Giovanni Cagliero,
Direttore Generale delle Figlie di Maria Ausilia-
trice . Anche D . Bosco vi tenne discorso un
giorno, mostrando il modo pratico di fare del
bene in mezzo al mondo, cominciando dalla pro-
pria famiglia e dalla scuola . I Santi Esercizi ter-
minarono il giorno di S . Lorenzo con piena sod-
disfazione di tutte .
Prima di separarsi dal luogo del loro racco-
glimento quelle buone cristiane diedero una prova
della loro devozione al Vicario di Gesù Cristo,
mandando un obolo per sopperire ai bisogni del-
l'augusta sua povertà . Difatto nell' Unità Catto-
lica del 15 agosto si leggevano queste parole
« Le maestre di scuola ed altre signore , che
sotto alla direzione delle Suore di Maria Ausi-
liatrice fecero gli esercizi spirituali nel Santua-
rio della Madonna delle Grazie in Nizza Mon-
ferrato, chiedono una speciale benedizione dal
Supremo Gerarca della Chiesa, Leone XIII, sup-
plicandolo di gradire la tenue loro offerta di L . 131 .»
PEL VII CENTENARIO DI S . FRANCESCO .
Tutto il mondo cattolico si appresta a celebrare
con solennità il VII Centenario della nascita di quel
grande, che fu S . Francesco d' Assisi, decoro della
Chiesa e gloria dell' Italia nostra. Svariatissime sono
le proposte per il fausto avvenimento : predicazioni ,
messe, comunioni, pellegrinaggi, agapi ai poveri, ac-
cademie, ecc . Ma per preparare gli animi e disporli
INDULGENZE SPECIALI
pei Cooperatori Salesiani .
Per concessione pontificia, in data del 9 di mag-
gio 1876, ogni Cooperatore ed ogni Cooperatrice
può guadagnare tutte le Indulgenze dei Terziarii
di S . Francesco di Assisi, tanto plenarie, quanto
parziali .
Fra le altre può acquistare Indulgenza plena-
ria una volta al giorno, da applicarsi alle anime
del Purgatorio, recitando la terza parte del Ro-
sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,
e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-
tandola innanzi al Crocefisso .
Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta
alla santa Comunione .
Può altresì lucrare moltissime Indulgenze nel
corso del giorno , mediante la recita di sei Pa-
ter, Ave e Gloria, secondo la mente del Sommo
Pontefice . E queste indulgenze , applicabili alle
anime purganti , le può acquistare toties quo-
ties, ossia tutte le volte che recita i suddetti P a-
ter, Ave e Gloria in qualunque luogo, senza bi-
sogno di Confessione e Comunione, purché sia in
grazia di Dio .
Oltre a queste, un'altra Plenaria ne può gua-
dagnare ogni Domenica, e nei giorni qui sotto
notati, purché confessato negli otto giorni, e co-
municato visiti una qualche Chiesa o pubblico
Oratorio, pregandovi secondo la mente del Som-
mo Pontefice .
Mese di Ottobre .
1. Solennità del SS . Rosario di Maria Vergine .
2 . Santi Angeli Custodi .
4 . S . Francesco d'Assisi .
8 . Maternità di Maria Vergine .
15 . Purità di Maria SS .
19. S . Pietro d'Alcantara .
23 . S . Giovanni da Capistrano .
28 . Santi Apostoli Simone e Giuda .