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ANNO VII . N . 5 .
Esce una volta al mese .
MAGGIO 1883 .
BOLLETTINO SALESIANO
Direzione nell' Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo, N . 82, TORINO
SOMMARIO - Trasferimento della festa di Maria SS .
Ausiliatrice - Novena di Maria Ausiliatrice - Invito a
ben celebrare la festa di Maria Ausiliatrice - Altro
mezzo per onorare Maria Ausiliatrice ossia la Confe-
renza dei Cooperatori - Per la Chiesa del S . Cuore
- Buon effetto di una lettera - Dalla Brianza al Sa-
cro Cuore di Gesù - Discorso del Santo Padre -
Festa e Conferenza dei Cooperatori nell' Oratorio di
San Leone in Marsiglia - Estratto da una lettera
della Patagonia - Lettera Argentina - Grave scia-
gura toccata alla Missione della Nigrizia - Storia
dell'Oratorio di S . Francesco di Sales - Bibliografia
- Il timore salutare dell' Inferno - Nuovo Manuale
pei Terziarii .
TRASFERIMENTO DELLA FESTA
DI MARIA SS . AUSILIATRICE .
É noto che nel giorno 24 di Maggio,
stabilito dalla Chiesa per la festa di Maria
Auxilium Christianorum, quest'anno coin-
cide la solennità del Corpus Domini, e per-
ciò la festa della Beatissima Vergine viene
trasferita in altro dì .
Nel Bollettino del mese scorso manife-
stammo la speranza di anticiparla, fissan-
dola pel 22 di Maggio ; ma dopo maturo
consiglio si è stabilito di posticiparla .
Pertanto essa verrà celebrata il 5 di
Giugno, giorno, nel quale è pure fissata
dal Calendario liturgico dell'Arcidiocesi di
Torino .
Per concessione della Santa Sede è al-
tresì trasferita a quel giorno, 5 di Giugno,
la Indulgenza plenaria , elargita ai sin-
goli fedeli, che confessati e comunicati vi-
sitano il Santuario di Maria Ausiliatrice in
Torino nel giorno di sua festa, pregandovi
secondo l'intenzione del Sommo Pontefice .
Preghiamo quindi i Cooperatori e le Coope-
ratrici che vogliano diffondere questa notizia
tra i loro parenti, conoscenti ed amici .
Come negli altri anni, così pure nel cor-
rente può essere che molti fedeli, massime
dei paesi vicini, intendano di recarsi a To-
rino in occasione della festa di Maria Au-
siliatrice, gli uni per ringraziare la Vergine
dei benefizi loro impartiti , gli altri per
implorarne , e taluni per isciogliere voti
fatti, od anche solo per soddisfare alla loro
divozione . Per la qual cosa noi sapremmo
sommamente grado a quei signori Parrochi,
nostri benemeriti Cooperatori, i quali in una
delle domeniche , che precedono il 24 di
Maggio, avessero la bontà di dare alla loro
popolazione un apposito avviso sul trasfe-
rimento di detta Solennità , affinché non
avvenga ad alcuno di sbagliare il giorno ,
nè di vedersi deluso nella sua aspettazione .
NOVENA DI MARIA AUSILIATRICE,
Il mese Mariano nel Santuario di Maria
Ausiliatrice in Torino, invece del 21 Aprile,
come avevamo annunziato nel N° precedente,
comincierà la sera del 3 del corrente Mag-
gio, festa dell'Ascensione di N . S . G . C . ; e
sino al giorno 26 vi predicherà ogni sera,

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verso le 7 1/2 il Sac . D. Giovanni Elena da
Brescia, valente oratore (1) .
Avendo già pubblicato l'orario delle sacre
funzioni nei giorni feriali e festivi del mese,
aggiungiamo ora quello della Novena, ed in-
vitiamo i Cooperatori e le Cooperatrici della
divota città a prendervi parte, ad onore del-
l'Augusta Regina del Cielo .
A quelli poi , che non possono interve-
nirvi, raccomandiamo che vogliano cele-
brarla privatamente, recitando per nove
giorni qualche speciale preghiera, o com-
piendo qualche altra pratica di cristiana
pietà . A questo scopo giova un apposito
libretto intitolato : Nove giorni consacrati
all'Augusta Madre di Dío . Contiene una
considerazione, un esempio ed una pratica
per ogni giorno, ed è molto acconcio alla
circostanza (2) .
della Novena, si farà la Conferenza pei si-
gnori Cooperatori Salesiani nella Chiesa in-
terna dell' Istituto, alle ore 3 pomeridiane .
Il 4 Giugno , vigilia della Solennità, si
terrà, nel medesimo luogo ed ora, la Con-
ferenza per le signore Cooperatrici .
Il prodotto della questua delle due Confe-
renze sarà a totale benefizio della Chiesa e del-
l'Ospizio del Sacro Cuore di Gesù in Roma .
LUNEDI' 4 GIUGNO .
Sera.
Alle ore 6 1/2 Primi Vespri, Predica e Be-
nedizione col SS . Sacramento.
ORAIODELESACREFUNZIONI .
La Novena comincia il 27 Maggio, e vi pre-
dicherà ogni sera il M . Rev . Teol. Prospero
Venk, Canonico di S . Lorenzo in Torino .
In ciascun giorno lungo il mattino sino
alle ore undici vi sarà celebrazione di Messe
e comodità di accostarsi ai santi Sacra-
menti della Confessione e Comunione .
Nel mattino dei giorni feriali alle 5 1/2 ed
alle 7 1/2 Messa e Comunione con partico-
lari esercizi di pietà ; e nella sera alle 7
canto di una lode sacra, Predica e Bene-
dizione col SS . Sacramento.
Nei di festivi, come sono il primo e l'ot-
tavo della Novena, l'ordine delle funzioni can-
gia come segue : Al mattino alle ore 7, Messa
e Comunione generale ; alle 10 1/2Messa so-
lenne ; alla sera verso le ore 3 1/2Vespri,
Predica e Benedizione col SS . Sacramento .
Tutte le pratiche religiose , compresa la
Messa delle ore 7, le Comunioni e le pre-
ghiere dei due giorni festivi, che occorrono
durante la Novena, sono offerte a Dio se-
condo la pia intenzione dei Benefattori e
delle Benefattrici della Chiesa e dell'Ospizio
del Sacro Cuore di Gesù in Roma, e delle
altre opere Salesiane .
Chi interverrà in qualsiasi giorno del-
l'anno ad alcuni di questi divoti esercizi,
per ogni volta lucrerà Indulgenza di 3 anni
(Breve della Santa Memoria di Pio Papa IX,
26 Febbraio 1875) .
Nel giovedi, 31 Maggio, quinto giorno
(1)Ilmedsimopredicapurenlcorentmagionela
Chiesa di S . Giovanni Evangelista, alle ore 81/2.d, el mat-
tino nei giorni feriali, e allo 10 1/2 nei giorni festivi .
(2) Si vende nella Libreria Salesiana di Torino, al
prezzo di cent . 20 la copia .
MARTEDI' 5 .
SOLENNITÀ DI MARIA AIUTO DEI CRISTIANI .
Mattino.
Alle ore 7 Messa e Comunione generale .
» 10 Messa solenne, che speriamo
anche pontificale per l'inter-
vento di qualche Vescovo.
Sera .
Alle ore 6, Vespri solenni, Panegirico detto
dal M . Rev . Can . Venk, Tantum Ergo,
e Benedizione col Santissimo Sacramento .
In questo giorno verrà eseguita dai giovani dell'Orato-
rio Salesiano, coadiuvati da distinti professori di canto
della Città, la grandiosa Messa a quattro parti del
Maestro Salvatore CHERUBINI . - Nei Vespri, il Domi-
ne, Dixit e Magnificat sono del Maestro Cav . Fortu-
nato MONINA ; il Laetatus sum, Nisi Dominus, Lauda
Ierusalem ed Inno sono nuove produzioni del Teol .
Giov . CAGLIERO . - Prima della predica si eseguirà
la grandiosa Antifona Sancta Maria, succurre mi-
seris, concerto a tre cori divisi, rinnovato dall'Au-
tore . - Il Tantum Ergo è pure opera del Teol .
Giov . CAGLIERO .
MERCOLEDI' 6 .
Mattino .
Alle ore 7 1/2 Messa, Comunione ed altre
pratiche di pietà in suffragio delle anime
dei defunti Cooperatori e Cooperatrici,
e dei Confratelli e Consorelle dell'Arci-
confraternita di Maria Ausiliatrice .
NB. - Chi desidera farsi iscrivere nell' Arcicon-
fraternita di Maria Ausiliatrice, troverà persona ap-
positamente incaricata nella sacrestia della Chiesa .

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INVITO
a ben celebrare la festa di Maria Ausiliatrice .
A quante peripezie , a quanti rischi , a quante
sciagure non andrebbe mai incontro la vita di un
pargoletto, qualora la madre non lo tenesse con-
tinuamente d'occhio e non gli usasse la più solle-
cita cura! Nella vita del corpo e specialmente del-
l' anima noi tutti , grandi e piccoli , Sacerdoti e
semplici fedeli , siamo come altrettanti fanciulli
deboli ed inesperti . Quindi abbiamo ancor noi bi-
sogno di una madre , abbiamo bisogno di Maria ,
che dal Cielo ci assista, ci allontani dal male, ci
difenda dai nemici, ci fortifichi nelle tentazioni ,
ci renda saldi nella fede , costanti nella virtù , e
come per mano ci conduca alla Patria Celeste . Gesù
morente in croce la diedepermadl'Aost
S . Giovanni, dicendogli : Ecce mater tua . A que-
sto proposito i sacri espositori osservano che per
la vita corporale ed umanamente parlando S . Gio-
vanni non abbisognava punto dell'uffizio di una se-
conda madre, sia perché già adulto, sia perché gli
rimaneva tuttavia la propria genitrice, ancor essa
presente colle pie donne alla dolorosa scena del
Calvario ; ma saviamente soggiungono che egli ben
ne abbisognava per la vita spirituale, per la sal-
vezza dell'anima, e per tutti quegli incontri, nei
quali indarno s'invoca aiuto o da chi non vuole o
da chi non può darlo . E se di una tal madre ebbe
bisogno il Discepolo prediletto, quanto più ne ab-
bisogniamo noi ! Ond' é che i Santi Padri si accor-
dano nel dire, che, nella persona di S . Giovanni,
il divin Redentore lasciò Maria per madre a tutti
ed a ciascuno dei suoi fedeli .,
Per altra parte, se al presente non ci troviamo
né afflitti, né minacciati da veruna disgrazia, non
si può tuttavia negare che andiamo pur troppo sog-
getti a molti pericoli ed ognuno sa quali . Per il
che è cosa prudente l'accaparrarsi la benevolenza
e la protezione di una persona, la quale all'uopo
possa e voglia soccorrerci ; possa, perché potente ;
voglia, perché piena di bontà per noi . Or qual per-
sona è più potente, quale è più disposta ad aiu-
tarci ed a proteggerci che Maria, proclamata dalla
santa Chiesa, Vergine potente, Vergine clemente
e pia? Ella può aiutarci in tutte le nostre neces-
sità, perchè fatta partecipe della onnipotenza del
suo divin Figliuolo Gesù ; Ella vuole pur anche a-
iutarci , perché buona , perchè compassionevole ,
perché Madre nostra amorosa . Questa sua potenza
e bontà Maria fa dolcemente esperimentare a quanti
la invocano e Le sono devoti . Prova eloquente ne
sono le molte grazie spirituali e temporali, di cui
noi medesimi andiamo ogni giorno ricevendo rela-
zione da svariatissimi luoghi . Le pubblicate finora
nelle Letture Cattoliche e nel Bollettino Salesiano
non ne sono che una minima parte ed un lievis-
simo saggio .
Sebbene la Beatissima Vergine soccorra tutti co-
loro, che ne implorano con fiducia la intercessione,
e meritamente sia chiamata Aiuto dei Cristiani,
non di meno la esperienza ne ammaestra eziandio
che più facilmente ricevono favori da Lei quei fe-
deli, i quali e Le si mostrano riconoscenti dei già
ricevuti, e sono più solleciti ad onorarla nei giorni,,
in particolar modo consacrati alle sue glorie .
Per la qual cosa noi invitiamo caldamente i Coo-
peratori e le Cooperatrici a meritarsi la speciale
benevolenza e protezione di Maria Ausiliatrice, col
celebrare con molta divozione la sua festa il 5 del
prossimo giugno . Quelli, che possono, vengano a
celebrarla con noi in Torino ; gli altri poi la ce-
lebrino nel proprio paese o il giorno medesimo, o
la Domenica innanzi .
Facciamo in quel giorno qualche particolare pre-
ghiera ed ascoltiamo la Santa Messa in onore di
Lei ; procuriamo soprattutto di accostarci alla Con-
fessione ed alla Comunione, e potendo attiriamovi
altresì qualche persona con noi .
Negli anni scorsi in molti siti si fece cantare
la Messa, ed ebbe luogo un apposito Discorso, colla
Benedizione del SS . Sacramento .
Noi ricordiamo ed esponiamo semplicemente que-
ste cose ; ed abbiamo tanta fiducia nella pietà e nello
zelo dei nostri Cooperatori, massime dei Sacerdoti
e dei Parrochi, da rimanere sicuri che non avremo
scritte queste parole invano . Anzi fin d'ora apriamo
il cuore a dolce speranza che tutti i membri della
Pia Unione, congiunti in spirito coi Salesiani, coi
loro giovanetti e coi Cattolici Torinesi, offriranno
in quel giorno a Maria un sì ricco serto di buone
opere, e Le scioglieranno un inno di sì caldo amore,
che non sia indegno degli alti suoi meriti e della
materna sua bontà, e torni di dolce spettacolo a
Dio, agli Angeli ed agli uomini .
ALTRO MEZZO PER ONORARE MARIA AUS .
ossia la Conferenza dei Cooperatori .
All'approssimarsi della festa di un insigne per-
sonaggio, sogliono i suoi aderenti raccogliersi per
deliberare di comune accordo sui mezzi più acconci
a celebrarla in modo, che abbia a tornargli meglio-
gradita .
Per questo motivo noi raccomandiamo ai nostri
Direttori e ai benemeriti Decurioni che vogliano
avere la bontà di tenere la Conferenza dei Coope-
ratori e delle Cooperatrici , che il Regolamento
prescrive nell' occasione della festa di Maria Au-
siliatrice , e di eccitarli a speciali opere di cri-
stiana pietà . Per radunare e radunarsi occorrerà
qualche sacrifizio e di tempo e di comodità ; ma
questo sacrifizio è ricompensato dall' Indulgenza
plenaria, che per quest'opera pia il Santo Padre
concede ai Cooperatori e alle Cooperatrici che si tro-
vano in grazia di Dio ; è ricompensato dalla con-
solazione che si prova nel vedersi molti insieme,
animati dal medesimo desiderio di fare del bene ;
è ricompensato eziandio dal vantaggio grande, che
si arrcca al benessere dell'intiera nostra Associa-
zione .
Del resto ricordiamo che questo è il mese di
Maria ; e perciò se per detta Conferenza vi è qual-
che noia e disturbo a soffrire, soffriamolo ad onore
e per amore di questa nostra dolcissima Madre ed
augusta Regina , ed Essa saprà ricompensarcene .
Confidiamo poi a tutti che i mezzi per la ere-
zione della Chiesa e dell' Ospizio del Sacro Cuore

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a Roma sono insufficienti alla gravezza delle spese
che occorrono giornalmente, onde ci tocca sovente
di rallentare i lavori, che pur tanto premono . Quindi
preghiamo umilmente i Capi e Decurioni, che vo-
gliano esporre la cosa ai Cooperatori e alle Coo-
peratrici, ed esortarli a fare per amor di Maria
una qualche limosina ad onore del Cuore adorabile
del suo Gesti, ed inviarcela al più presto possibile .
PER LA CHIESA DEL SACRO CUORE .
Siccome possiamo ritenere per certo essere il Si-
gnore che per mezzo del suo Vicario in terra ab-
bia affidato alla carità ed allo zelo dei Coopera-
tori Salesiani la erezione della Chiesa e dell'Ospizio
del Sacro Cuore di Gesù in Roma, così noi spe-
riamo che la Divina Provvidenza non ci lascierà
mancare i mezzi per portare a termine la impor-
tantissima impresa . Ci confermano in questa spe-
ranza le offerte, che molti Cooperatori e molte Coo-
peratrici inviarono già e vanno mandando di mano
in mano che si trovano in grado ; cì conforta l'im-
pegno, che varii Collettori e Collettrici, muniti di
apposito diploma, spiegarono nel far conoscere que-
st'opera e nel promuovere limosine e spedircele ;
ci confortano soprattutto le grazie , che in Italia
e in Francia ricevettero quelle persone , le quali
si mostrarono generose a vantaggio di un' opera,
destinata alle glorie del divin Cuore nel centro
istesso della Chiesa cattolica .
Ma questa nostra speranza e questi conforti, lungi
dal farci restare nell' inerzia , ci spronano anzi a
sollecitare i soccorsi opportuni dalla pietà di tutti,
perché è giusta la sentenza che dice : Aiutati clie
ti aiuto . Iddio ci benedice bensì , ma vuole che
facciamo la parte nostra .
I lavori alla Chiesa del Sacro Cuore progredi-
scono , é vero ; ma dobbiamo pur dirlo che non
progrediscono con quella celerità che è necessaria ;
perchè talvolta mancano i danari per soddisfare gli
operai e per affrontare le spese dei materiali .
Per la qual cosa noi facciamo caldo appello ai
Cooperatori e alle Cooperatrici, e li preghiamo che
vogliano essere istrumenti di carità nelle mani di
Dio , e ci porgano quell' aiuto che le forze loro
permettono .
Al nobile scopo ciascuno veda di fare qualche
sacrifizio, e per meglio animarvisi ricordi il vivo
desiderio, che ha il Santo Padre Leone XIII, di ve-
dere presto innalzata la detta Chiesa e l' annesso
Ospizio nella sua Roma ; ricordi le grandi pro-
messe di grazie e benedizioni spirituali e tempo-
rali, fatte dal nostro Signor Gesù Cristo a pro di
coloro, che avessero promosso onore e divozione
al suo divin Cuore ; ricordi ancora che promuo-
vendo quest'opera, oltre ad un distinto premio in
Cielo, egli può aspettarsi da Dio molti favori in
terra, durante la vita, ed una specialissima con-
solazione al punto di morte .
BUON EFFETTO DI UNA LETTERA.
Nel mese di marzo noi pubblicammo la lettcra
di un insigne Prelato, che da una confidente fa-
cezia di uno dei nostri era stato mosso ad inviare
a D . Bosco una graziosa somma per la Chiesa del
Sacro Cuore . Ora siamo lieti di far sapere che la
lettura di quella lettera produsse dei buonissimi
effetti . Varie persone seguirono l'esempio di quel
venerando personaggio, e c' inviarono le loro of-
ferte pel medesimo fine .
Non è qui il luogo di segnalare né il nome de-
gli oblatori, né le somme da essi offerte ad onore
del Sacro Cuore ; imperocchè i medesimi non ce
lo permettono, e poi sarebbe cosa troppo lunga .
Tuttavia sotto certe condizioni ci crediamo licen-
ziati a farne conoscere una, accompagnata dalla let-
tera seguente
... Lago Maggiore, 3 aprile 1883.
REV . D . Bosco,
Lessi sull' ultimo Bollettino Salesiano la bella e
faceta storiella della Soppressione di una virgoletta .
Questa mi ha invaghita ad imitare quel degno Pre-
lato, e come Lui mutare avviso, persuasa io pure
che qui cito dat bis dat : chi dà presto dà il doppio .
Penso dunque di mandare a Lei, ottimo e Rev .
D . Bosco , lire duecento per la Chiesa del Sacro
Cuore, le quali aveva io destinate per altra opera
pia da compiersi però fra qualche anno .
Le chiedo per altro il favore di non rendere di
pubblica ragione questa mia offerta ; ma quando
volesse farlo per animare altri ad imitare quel ca-
ritatevole Prelato , lo consento , purché non ma-
nifesti il mio nome, né quello della mia città .
Le accludo pertanto in questa mia un bono di
200 lire, e Le sarò tenuta se vorrà con qualche
mezzo farmi conoscere di averle ricevute .
Di questi giorni fui a Torino . Sperava di poter
finalmente avere la consolazione di fare la di Lei
personale conoscenza ; ma rimasi anche questa volta
delusa . Mi si disse che non si trovava in Torino (1) .
Mi faccia la carità di raccomandarmi nelle sue
orazioni , specie dinanzi alla divota immagine di
Maria Ausiliatrice . Io non dimentico Lei , Rev .
Padre, e la sua benemerita Congregazione, a cui
fo parte come Cooperatrice .
Le dimando la sua benedizione e con tutta stima
mi ripeto e Le sono
Devma nel Signore
V . P.
DALLA BRIANZA AL SACRO CUORE DI GESU' .
Non possiamo più oltre nascondere un nobile atto
di carità di due persone della Brianza, che mostra
al mondo quanto possa nei cuori ben fatti l'amore
di Dio e della Religione . Ecco ciò che si scriveva
a D . Bosco sin dal 20 del passato febbraio .
AMATissimoo E M . R . D . Bosco,
Col suo appello del 2 p . p . gennaio, pubblicato
sul Bollettino Salesiano , la S . V . si rivolse ai
Cooperatori e alle Cooperatrici , e mettendo loro
sott'occhio varii bisogni, fra cui i bisogni relativi
alla Chiesa ed Ospizio del Sacro Cuore di Gesù in
(1) Don Bosco si trova in visita delle Case di Francia
sin dal principio di marzo, e non sarà di ritorno a To-
rino che presso la festa di Maria Ausiliatrice .

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Roma, li pregava a voler essere i canali della di-
vina Provvidenza e a venirle in soccorso .
Or bene , a siffatto appello tanto io quanto la
mia buona zia non vogliamo restare indifferenti ;
epperò in questa mia lettera raccomandata troverà
lire due mila, che offriamo a V . S . per la sud-
detta Chiesa ed Ospizio di Roma .
. Nella lusinga che tale offerta sarà da Lei ag-
gradita, la pregherei a darmi un segno di ricevuta
per mia norma .
Nel caso poi che di cotesta offerta Ella facesse
cenno sul Bollettino , per eccitamento ad altri di
buon volere, favorisca tacere i nostri nomi . Circa
la provenienza basterà notare che l'offerta Le per-
venne da un paese della Brianza .
La prego a raccomandare ed a fare raccoman-
dare a Maria Ausiliatrico me e le anime da me
dirette, non che la mia zia , onde tutti possiamo
avere le grazie, che ci occorrono pel tempo e per
la eternità .
Implorando la sua paterna benedizione ed augu-
rando ogni miglior bene a Lei, alla sua Congrega-
zione e a tutte le opere sue, Le presento a nome
anche di mia zia i più cordiali ed ossequiosi ri-
spetti, e mi dico
Di V . R .
Af mo e DevmoServo
Sac . P . O .
DISCORSO DEL SANTO PADRE .
Ricco di utili ammaestramenti è il Discorso ,
che il nostro Santo Padre Leone XIlI tenne in
Vaticano alla Società primaria romana per gli In-
teressi Cattolici, il giorno 8 del passato Aprile ,
Domenica, detta del Buon Pastore .
Tre opere soprattutto raccomandò di promuo-
vere ìl Vicario di Gesù Cristo : La religiosa edu-
cazione della gioventù , la diffusione della buona
stampa, e la santificazione dei giorni festivi .
A queste tre opere mirano eziandio e devono
continuamente mirare gli sforzi dei Salesiani e dei
loro Cooperatori ; onde a comune eccitamento cre-
diamo bene di presentare loro per intiero il mi-
rabile Discorso . Da questo Discorso si scorge an-
cora quanto al Santo Padre stia a cuore il benessere
religioso e morale di Roma ; e quindi ognuno può
di leggieri comprendere come gli debba tornare gra-
dito il soccorso, che i Cooperatori e le Cooperatrici
prestano alla erezione della Chiesa e dell'Ospizio del
Sacro Cuore di Gesù, affinché vie meglio si estenda
il bene tra le anime in Roma, e s'impedisca il gua-
sto, che vi menano i nemicì di Dio e della Religione .
Nella sala Clementina, circondato dalla sua nobile .
Corte e da illustri ed eminenti personaggi, il Santo
Padre così parlava ai membri della prefata Società .
« Il desiderio che abbiamo sempre manifestato
di veder prosperare le Società, intese a promuo-
vere in Italia gli interessi cattolici, Ci ha fatto
accogliere di buon grado la domanda di ammettere
oggi la intera vostra Società alla Nostra presenza .
Ora partitamente vedremo le diverse sezioni che
la compongono , desiderosi di animarle tutte al
bene e di benedirle .
» Prima però Ci piace di rivolgere a voi, figli
carissimi, alcune brevi parole, per esprimervi in-
nanzi tutto la Nostra compiacenza e il Nostro gra-
dimento per quello che fate in servigio della causa
cattolica ed a vantaggio di Roma . - Se ardente-
mente bramiamo che la vita cattolica dappertutto
si manifesti, conforme richiedono i gravissimi bi-
sogni dei tempi presenti, questa Nostra brama è
anche più intensa e più viva, quando trattasi di
Roma, centro del cattolicismo e sede del Supremo
Pastore della Chiesa ; Roma, che sempre si è fatta
ammirare per la sua fede sincera e feconda di
grandi opere ; Roma, dove accorrono del continuo
i Cattolici d' ogni parte del mondo per trovarvi
conforto alla loro fede ed impulso a ben fare ; Roma
deve dare dell' azione cattolica alle altre città e
agli altri popoli l'esempio .
» Ma ohimè ! questa nostra diletta città è oggi
fatta segno di nemici assalti e nella più speciale
maniera presa di mira per parte degli empi . Qui
infatti si vagheggiano oggi idee pagane , e con
un'educazione senza base religiosa, con una stampa
quotidiana rotta ad ogni licenza e con altri mezzi
di morale pervertimento si fa di tutto per inde-
bolire nel popolo il sentimento cristiano, per sot-
trarlo alle benefiche influenze della Chiesa , per -
iscuotere la sua fedeltà e la sua devozione al Ro-
mano Pontefice . Per questi motivi caldamente rac-
comandiamo al vostro zelo e a quello di tutti i
membri della vostra Società che mai non abbia a
venir meno nelle vostre file l' ardore del bene ,
che abbia anzi a raddoppiarsi ; che si moltiplichino
i soci, che ciascuno nel miglior modo concorra ef-
ficacemente al conseguimento dello scopo prefisso
alla Società .
» V'è tra voi una parte che ha cura delle di-
verse scuole cattoliche, fondate con lodevolissimo
pensiero dalla Società stessa, e si studia di man-
tenerle prospere e fiorenti . Perseverate , diremo
loro, in questa utilissima intrapresa, e raddoppiate
gli sforzi e i sacrifici . Noi facciamo quanto Ci è
possibile ; ma non si farà mai abbastanza su que-
sto campo sì vasto, sì disputato, e dove tanti o-
stacoli s'incontrano .
» V'è pur tra voi una parte, che si occupa della
buona stampa e generosamente concorre a dare
sviluppo e diffusione ad un periodico, che si pub-
blica in Roma, molto benemerito della causa cat-
tolica . Non possiamo non encomiare ed incoraggiare
queste lodevoli cure, e ci auguriamo che abbiano
queste a riuscire sempre più efficaci e feconde .
» V'è tra voi anche chi si adopera ad impedire
con santo coraggio e con mille industrie la pro-
fanazione dei giorni festivi . Abbiamo più volte
pubblicamente attestato quanto Ci stia a cuore
quest'opera, alla quale è strettamente legato l'onor
di Dio , il bene delle anime , la stessa materiale
prosperità dei popoli . Intendiamo di ripetere e con-
fermare gl' incoraggiamenti e le esortazioni già
date, colla speranza di vedervi cogliere frutti sem-
pre più abbondanti dalle vostre fatiche .
» Queste poche parole avevamo a dirvi , figli
carissimi, a vostro conforto ; aggiungendo solo che
molto Noi Ci ripromettiamo dall' incremento di
queste e delle altre opere della vostra Società ;

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molto dalla vostra ben nota pietà e dal vostro ar-
dente amore per la Chiesa . Dal Cielo imploriamo
su voi la divina assistenza ; ed a pegno delle di-
vine grazie impartiamo con paterno affetto a voi,
a tutti i membri della Società, e a tutte le vostre
e loro famiglie l'Apostolica Benedizione . »
FESTA E CONFERENZA DEI COOPERATORI
nell' Oratorio di San Leone in Marsiglia .
Lo scorso mese ci scrivevano da Marsiglia quanto
segue :
Viva Maria Ausiliatrice ! Viva oggi e sempre!
Ecco il grìdo di chi giovedì scorso, 20 Marzo, si
trovò il mattino ad assistere, nella Cappella del-
l'Oratorio di S . Leone, alla solenne benedizione di
una bellissima statua , rappresentante la Vergine
Ausiliatrice ; dono fatto all' Oratorio da una pia
famiglia marsigliese , in attestato di riconoscenza
per grazia ottenuta, ed egregio lavoro dell' arti-
sta Galard . - La funzione non poteva riuscire nè
più commovente nè più consolante . D . Bosco ce-
lebrava la s . Messa e benediceva la statua . Ben
trecento e più tra Cooperatori e Cooperatrici vi
assistevano con particolare raccoglimento e devo-
zione, e presso che tutti si accostarono alla s . Co-
munione insieme coi giovani della Casa .
Finita la Messa, al levarsi d'un velo che ne to-
glieva la vista, apparve la Vergine in una bellis-
sima nicchia, circondata da bianche nubi, illuminata
da centinaia di fiammelle in bell'ordine disposte .
L'effetto fu sorprendente . La statua è dell'altezza
di circa 2 metri e di rara bellezza . La delicatezza
dei colori, la proporzione delle parti, la soave espres-
sione in modo particolare del Bambino Gesù ne for-
mano i principali pregi ; tutti l'ammirano e ne sono
entusiasmati .
Benedetta secondo il rito la sacra immagine ,
D . Bosco rivolse commosso brevi parole ai divoti
uditori . Si rallegrò di tanta fede in Marsiglia ,
non solo tra poveri, ma fra la nobiltà, non solo
di donne , ma in modo particolare di uomini ; ne
lodò la frequenza ai santi Sacramenti ; li animò a
perseverare ed- a ricorrere per questo fine alla Ver-
gìne Ausiliatrice, di cui in breve dimostrò il po-
tente patrocinio , le grazie ottenute specialmente
in seguito a promesse di compiere qualche opera,
che torni alla maggior gloria di Dio e alla salute
delle anime . E tra queste opere, quale è più santa,
quale è più accetta a Dio ed alla sua amorosa Ma-
dre , che il promuovere l' educazione della gio-
ventù ?
Conferenza .
Vorrei scrivere per disteso quanto Don Bosco
disse quel mattino ; ma per non dilungarmi di troppo
passo alla Conferenza.
Si era stampato sull'invito pei Cooperatori e per le
Cooperatricì della città e del di fuori che alle ore
3 di quel giorno stesso D . Bosco avrebbe fatta la
sua esposizione ; e che Sua Eccellenza Revma Mons .
Robert, avrebbe presieduto alla pia radunanza, e
indirizzato qualche parola ai convenuti . La pia adu-
nanza non doveva aver principio che alle ore 3 ; ma
ad un' ora dopo mezzodì buon numero di persone
erano già venute per prendersi un posto, e non la
sbagliarono ; poiché alle due e mezzo chi voleva stare
in Cappella doveva contentarsi di rimanere in piedi,
ed alle 3 non v'era più luogo nè a sedere nè a stare
diritti . Piena la Chiesa, la tribuna, il coretto, onde
gli ultimi arrivati dovettero ritornarsene via con
molto rincrescimento .
Mentre alla Cappella- si attendeva Don Bosco, i
Sacerdoti e Chierici della Casa ed altri benemeriti
Cooperatori si erano schierati nel cortile per rice-
vere Sua Eccellenza . Tra gli altri vi prendevano
parte il degnissimo Parroco di San Giuseppe , il
fratel suo Mons . Guiol, e parecchi insigni eccle-
siastici della città .
L'allegro suono della banda del Collegio accolse
al suo entrare Sua Eccellenza Rev m a Monsignor
Vescovo . D . Bosco si avanzò ad incontrarlo allo
sportello della carrozza ; quindi insieme si discese
alla Cappella ; non però i giovani, perchè non vi
aveva luogo per essi . Qui D . Bosco ricevuta la
benedizione dal Revmo Prelato, prese la parola e
su per giù espresse in francese questi sentimenti
Discorso di D . Bosco .
Una delle prime e più necessarie cose a farsi,
quando per favore della Provvidenza divina i Coo-
peratori e le Cooperatrici Salesiane si radunano
a Conferenza, si è quella di esporre lo stato delle
opere , che noi ci siamo proposto di sostenere a
vantaggio della religione e della civile società, di
vedere cioè se vi sia in esse un progresso e quale .
- Or bene, grazie a Dio e alla vostra generosa
carità , io godo di assicurarvi che le nostre spe-
ranze non furono deluso, e che quel bene, il quale
colla vostra cooperazione venne incominciato , va
ampiamente dilatandosi e prendendo uno sviluppo,
che supera di molto la nostra aspettazione .
Lasciando a parte le Case d'Italia, di Spagna,
del Brasile, dell' Uruguay, della Repubblica Ar-
gentina, della Patagonia , le quali furono in que-
st'anno o cominciate od aperte od ingrandite ; tra-
lasciando pure di parlare di altre, che tra breve
si avrà occasione d' impiantare nel Portogallo ed
altrove , mi tratterrò di preferenza delle Case di
Francia, come quelle che ci stanno molto a cuore,
e che dalla divina Provvidenza furono in modo par-
ticolare a voi affidate .
E per seguire l'ordine stesso ch'io tenni nella
visita che feci a ciascuna di esse , comincierò da
quella di Nizza . Colà io trovai fatta di nuovo una
casa per le Suore addette al servizio dell'Istituto,
un locale acconcio ad impiantarvi alcuni laboratorii
di più , una Cappella pel culto religioso . Cotali
fabbriche permisero di portare il numero dei gio-
vani ivi raccolti da 100 a 200 . Cento giovani di
più, che apprendono un mestiere, ricevono i principii
delle lettere e delle scienze, ed imparano a cono-
scere ed amare Iddio è cosa molto consolante .
Da Nizza passai alla Navarra vicin di Tolone .
Quivi , come vi è già noto , abbiamo raccolto gli
orfanelli abbandonati della campagna ; è una colo-
nia agricola che ha già dati dei buoni frutti, e che
si prepara a darne dei migliori . L'anno scorso e-

1.7 Page 7

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sisteva ancora una vecchia casupola minacciante
rovina . Occorreva un pronto riparo ; mancavano i
mezzi ; tuttavia si pose confidenza in Dio e si be-
nedisse la primi pietra di un nuovo ed ampio fab-
bricato, capace di oltre centocinquanta giovani . Oggi
è finito, e chi al par di me, conoscendo le condi-
zioni di quella Casa, abbia visto nel passato anno
quello che vi era, e veda al presente quello che
vi è, non può non esserne meravigliato e mostrare
viva gratitudine al Signore , che ci ha in modo
così visibile protetti .
Tra le Case fuori di Marsiglia mi resta a par-
lare di St . Cyr . I pericoli e le seduzioni, alle quali
vanno soggetti i giovani delle campagne, sono di
certo molto maggiori per le povere ragazze orfane . Il
più delle volte per guadagnarsi da vivere esse sono
obbligate a condursi nelle città, adattarsi ad ogni
mestiere, ad ogni servizio . La mancanza di edu-
cazione e di religione, per una parte, lo scandalo,
la corruzione , la malizia per l'altra, fanno stragi
immense . Chi può contare tutte le vittime? Chi può
dire quante di queste creature ritornano ancora alle
loro case quali erano partite ? Voi vedete che urge
il bisogno di opporsi a tanto pericolo di perver-
timento . - Era necessario pensare alle orfanelle
della campagna , ed anche a questo si è provve-
duto . Ed eccovi la Casa di St . Cyr impiantata a
questo scopo . Una quarantina di giovani figlie là
vi sono già mantenute, istruite, educate ; lavorano
la terra, ricevono l' istruzione intellettuale, reli-
giosa e morale ; attendono ad apprendere ciò che
è conforme al loro sesso ed alla loro condizione ; si
studiano di formare il cuore a sode virtù e a pre-
pararsi all'avvenire .
Ma questa Casa, lo dico con rincrescimento, per
essere troppo discosta dai centri popolati, è poco
conosciuta , e non gode di quella carità, che so-
stiene e fa fiorire quelle di Nizza, di Navarra e di
Marsiglia . - Si vorrebbe raddoppiare il numero
delle ricoverate, da 40 farlo ascendere ad 80 a 120,
ed avere così un centinaio di anime candide, che
pregano per noi e danno gloria a Dio ; ma i mezzi
ci mancano al presente . Malgrado ciò non ci manca
la speranza di cominciare tra poco un nuovo edi-
fizio anche in quel luogo ; imperocchè, avendo ban-
dita la guerra all'inferno, non patiremo d'essere
vinti in operosità dai figli delle tenebre .
Del nostro Oratorio di Marsiglia non occorrono
tante parole ; voi stessi vedete quanto si è fatto .
Finita questa Cappella, comperato il terreno per
un terzo fabbricato , siamo stati costretti ad eri-
gere un nuovo tratto di casa per toglierci dalla
vista di chi ci sta d' intorno . La fabbrica sarà
quanto prima in istato d'essere abitata, e si potrà
in tal modo portare il numero dei giovani da 300,
quanti sono oggi, a 400 e più . Per tutto questo,
si capisce facilmente, ci son voluti denari, i quali
mancando si dovettero far debiti, e sapete a quanto
monta la nota generale ? A 199,000 lire ! ! Eccovi
il primo ricevimento fattomi dai Superiori della
Casa ! Mi si presenta una nota a saldare, la quale
ne comprende una serie di altre inferiori, di poco
meno di 200,000 lire ! Or si tratta di venire al
concreto , di soddisfare cioè ai creditori , i quali
non si adattano a ricevere parole ; bisogna cercare
i mezzi a questo fine . Qualcuno potrà proporre la
preghiera, ma le preghiere non bastano, e con que-
ste vanno congiunte le opere . E non solo i credi-
torì, ma nemmeno i nostri giovani si contentano
di preghiere . Essi mangiano pane , ne mangiano
molto, e per quanto si faccia e si dica a fine di per-
suaderli a tralasciare quest'abitudine, non ne vo-
gliono sapere , neppure par un giorno solo . Non
pretendono leccornie, no ; ma pane e minestra a
sazietà , ecco il vitto che pretendono , e che noi
dobbiamo somministrare .
Si domanderà : - Dunque come si ha da fare
ad estinguere una così grossa partita ? - A To-
rino non è gran tempo fu condotta a termine una
bellissima Chiesa, la cui erezione ad opera finita
non costò meno di un milione di lire ; or bene,
sapete voi quanti soldi si trovavano in tasca al co-
minciamento dei lavori? - Otto soldi ! - Quella
settimana si era in pena pel come pagare gli ope-
rai, quando il Superiore vien chiamato al letto di
una signora inferma, la quale più non isperando
sollievo dagli umani rimedi intendeva riporre tutta
la sua confidenza in Dio e nella intercessione della
Vergine Ausiliatrice . - Certo, le risponde il Sa-
cerdote, Maria l'aiuterà, ma è necessario che an-
cor lei faccia quanto le è possibile dal canto suo .
In primo luogo preghi e preghi di cuore , reci-
tando, durante una novena, tre volte al giorno un
Pater , Ave e Gloria con una Salve Regina . -
Ah ! questo lo farò ben volentieri e colla maggior
divozione . - Ma non è sufficiente, aggiunse il Su-
periore ;lei deve fare qualche offerta in onore della
Madonna, e mi deve aiutare nell'opera che ho co-
minciata (e le disse quale) . Non so proprio dove
dar di capo per pagare gli operai sabbato pros-
simo, e lei dovrebbe incaricarsi di soddisfarli per
m e . - Anche questo prometto di fare, se la Beata
Vergine mi concede la grazia di potere per sab-
bato muovermi da questo letto . Ma quanto ci vorrà?
- Per questa settimana occorrono mille lire . -
Ebbene, ritorni sabato, ed ella avrà con che pa-
gare i suoi operai .
Il Superiore nel sabato veniente, dopo mezzodì
ritorna alla casa della malata ; bussa là porta, ed
alla servente , che era corsa ad aprire, domanda
notizie della padrona . - Oh ! Padre, risponde la
domestica , ella è bell' e guarita ! Si è alzata di
letto, e, non contenta di passeggiare nella camera,
è uscita di casa per condursi alla Chiesa a ringra-
ziarne il Signore . - Sia lode a Dio ed alla Ver-
gine, esclamò il Sacerdote ; ma tosto soggiunse
Non ha lasciato nulla a consegnarmi? - In quel
mentre entra la signora stessa, racconta della sua
guarigione , offre la somma promessa e continua
ad aiutare la santa impresa sino a che fu mandata
a compimento .
Eccovi, o signori, uno tra i molti fatti, che die-
dero vita al Santuario di Maria Ausiliatrice in To-
rino . Di oltre un milione di lire ben ottocento cin-
quantamila possiamo dirle offerte per grazie rice-
vute ad intercessione della Madre di Dio . Quello
che fu a Torino io spero che si abbia a rinnovare
in Marsiglia, a favore dell' Oratorio di S . Leone .
E qui io ringrazio con tutto l'animo coloro, che
ci porsero fino ad oggi valido sostegno . Ringrazio

1.8 Page 8

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anzitutto Sua Eccellenza RevamaM.Voenscv,
che ci mostra una squisita benevolenza ; ringrazio i
Comitati dei signori e delle signore a questo fine
costituiti, di sostenere cioè ed aiutare l' Oratorio
nelle principali sue necessità ; ringrazio tutti i Coo-
peratori e le Cooperatrici, che ci prestarono finora
caritatevolmente la mano e che non si rifiuteranno
di prestarcela in avvenire . Ricordiamoci tutti delle
parole del Vangelo : Date et dabitur vobis . Date
e vi sarà dato . Riflettiamo che Iddio è un buon
rimuneratore . Chi fa la carità al prossimo, impresta
a Dio ed è sicuro di tirare l'interesse del cento per
uno . Or chi si rifiuterà di mettere il suo denaro a que-
sto banca ? Aiutiamoci vicendevolmente a far del
bene alla gioventù , a questa porzione eletta del-
l' eredità del Signore . Non risparmiamo fatiche ,
stenti, sacrifizi ; imperocchè di tutto saremo lar-
gamente ricompensati un giorno in Cielo, dove spero
cì avremo a ritrovare tutti riuniti a lodare e a
godere il Signore .
Parole di Mons . Vescovo .
Dopo D . Bosco parlò Sua E . Rev ma Monsìgnor
Vescovo . Nel suo mirabile discorsetto Mons . Robert
segnalò anzitutto l' opera della Provvidenza divina
nello straordinario sviluppo delle Case Salesiane nel
mondo ; disse che a compiere tali opere non è suffi-
ciente un uomo solo, ma ci vuole la cooperazione di
molti . Ecco perchè. furono istituiti i Cooperatori e
le Cooperatrici . D . Bosco è l'istrumento della di-
vina Provvidenza , e i Cooperatori e le Coopera-
trici hanno ricevuta dal Cielo la missione di aiu-
tare D . Bosco ed i suoi figli, ad ampliare il regno
di Dio sulla terra . Esortò quanti erano presenti
ad operare il bene coll' esempio e colla limosina,
e rifacendosi sul testo citato da Don Bosco : Date
et dabitur, raccontò un bel fatterello : - « Tra i
molti conventi, disse Monsignore, i quali fiorirono un
tempo nell'Africa settentrionale, uno ve ne fu che
senza nulla possedere aveva trovato modo , colla
carità dei fedeli e coll'abbondanza delle elemosine,
di mantenere i suoi religiosi ed un buon numero
di poveri . Se non che non andò molto che la ca-
rità per l'innanzi così fiorente cominciò a diminuire
cotanto, che in breve quei religiosi si trovarono a
gravi strettezze . Del che non è a dire quanto fosse
impensierito il Superiore di quella Casa, il quale,
non sapendo come porvi rimedio , andò a trovare
un altro suo compagno, anch'egli capo di Comunità
e gli espose la bisogna . Costui, udito come si era
diminuita di molto la elemosina, che in quel con-
vento solevasi dare ai poverelli , e che anzi per
non averne a soffrire l'avevano soppressa intiera-
mente, gli spiegò il fatto dicendogli come in quella
sua Casa avesse avuto due sorelle, l'una di nome
Date e l'altra di nome Dabitur ; or avendo eg lino
un giorno cacciato via suor Date ne avvenne che
anche suor Dabitur se ne andò seguendo la sorella,
e lasciando i religiosi nella miseria . »
Il fatterello destò le risa negli uditori, e ciascuno
ne trasse la morale, inducendosi a beneficare il pros-
simo per ricevere da Dio ogni sorta di benedizioni .
Posto fine al suo dire, Sua Eccell . Revma assi-
stette alla benedizione del SS . Sacramento, che
venne impartita da Mons . Guiol .
Mentre poi la gente usciva di Chiesa, D . Bosco
in umile atteggiamento, con un piattello alla mano,
si pose alla porta domandando l'elemosina pe'suoi
figli . Non è a dire quanto toccasse l'animo il ve-
derlo a quel posto, e quanta generosità inspirasse
in questi Francesi, che pur tanto lo amano e lo
soccorrono .
Quella giornata finì col canto solenne dei Ve-
spri, e colla Benedizione del SS . Sacramento per
quelli di Casa . Tre giorni dopo la Conferenza, Don
Bosco partiva da Marsiglia diretto a Parigi, fer-
mandosi ad Avignone, Valenza e Lione .
ESTRATTO DA UNA LETTERA
DELLA PATAGONIA .
Il Sac . D . Giuseppe Fagnano, Superiore della
nostra Missione di Patagonia, ci scriveva fin dallo
scorso gennaio una lettera, pervenutaci solo il 15
aprile, della quale diamo qui l' estratto seguente
Abbiamo avuto nell' anno passato circa ottanta
giovani nel nostro Collegio . Si aperse anche un
Laboratorio di calzoleria con tre ragazzi, due in-
diani ed un figlio di cristiani, che cominciano a fare
qualche cosa e a prendere amore al lavoro . Ab-
biamo procurato anche sei istrumenti di musica nel-
l'ultimo mese dell'anno, ed il giorno 25 dicembre
suonarono la prima volta nella Chiesa, e diedero
anche prova nella distribuzione dei premii, l'ul-
timo giorno dell' anno . Non possono ancora emu-
lare la banda dell'Oratorio ; ma andiamo avanti poco
per volta .
Le ragazze fecero anche bene, ed il primo giorno
del corrente si fece loro la distribuzione dei premii,
con molta soddisfazione dei parenti e del paese .
Abbiamo pure battezzato circa cento Indiani , be-
nedetti dieci matrimonii, e date cinque missioni
lungo le rive del Rio Negro . Il primo di novembre
partì per una lunga missione D . Beauvoir, e sino
al 28 che potevamo comunicare col telegrafo aveva
notizie tutti i giorni , ma ora si trova lontano
circa mille chilometri da Patagones .
Si aperse una campagna contro gli Indiani e
ben 1500 caddero nelle mani dell' esercito, parte
prigionieri e parte spontaneamente sottomessi al
Governo , sicchè se gli Indiani verranno condotti
al fiume Negro avremo da fare molto, e sia pure .
Abbiamo stretto bisogno di un Prete di più al-
meno, e d'un secolare per accompagnare nelle mis-
sioni il Sacerdote e servire di Catechista . Qui fi-
nora non vi sono vocazioni, e da Buenos-Avres non
posso sperare aiuto, perchè non ne hanno ; cosi
che ci è forza soffrire e tirare innanzi col poco
personale che abbiamo .
Senta quanto accadde, un giorno dei mese pas-
sato : D . Beauvoir si trovava a mille chilometri
da Patagones , D . Milanesio a dugento, e io fui
chiamato da cinquanta chilometri per una italiana
inferma . Dovetti lasciare due paesi al solo Don
Chiara con tre ammalati e due scuole da fare!
Oh sì, ci mandino gente in aiuto ! Noi preghiamo
di cuore tutti i giorni S . Francesco di Sales, per
ottenere questa grazia . Messis multa ; dunque non
siano più così pochi gli operai .

1.9 Page 9

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LETTERA ARGENTINA .
Riceviamo dal Sac . D . Costamagna la lettera
seguente, che ci dà una consolante notizia .
Buenos Ayres, 12 marzo 1883 .
MIO VENERATISSIMO E CARISSIMO D . Bosco,
Deve sapere, carissimo Don Bosco, che l'opera
sua di edificare Chiese, a fin di estendere il regno
di Dio, è stata si bellamente copiata da' suoi Sa-
lesiani in America, che c'è proprio da ringraziarne
il Signore .
Infatti , per restringermi solo a questa nostra
provincia Argentina, non solamente qui in Alma-
gro si sta terminando un santuarietto in onore di
Maria Ausiliatrice ; non solamente D . Fagnano ha
gettato in Patagones le fondamenta di una vasta
chiesa parrocchiale ; ma ieri il nostro D . Bourlot,
Parroco alla Boca di Buenos Ayres, ha avuto la
consolazione di mettere la prima pietra al primo
Tempio cattolico della sua Parrocchia .
Dico primo Tempio cattolico, perché finora ciò
che servì di Chiesa non è stato che una miserabile
lunga capanna , indecente non dirò per la maestà
di un re, ma per un cristiano qualsiasi .
La erezione di una Chiesa vasta e bellissima in
quella specie di fortezza di Satanasso, che è stata
finora la Boca del Riachuelo (o Bocca del Diavolo)
viene considerata da tutti i buoni come un avve-
nimento fortunatissimo, ed è per questo che mi fo
premura di narrarle in succinto la gran festa, che
si fece in occasione della benedizione della prima
pietra .
Ieri appunto, giorno 11 di marzo, era festeg-
giato da una setta famosa con musiche , discorsi
ecc ., onde è che alcuni dubitavano della buona riu-
scita della nostra festa , temendo non venisse fu-
nestata da qualche brutto incidente, ed altri as-
sicuravano che alle funzioni non vi sarebbero in-
tervenute che cuatro beatas ; ma s' ingannarono
tutti a gran partito .
La folla accorsa fu tanta che, un'ora prima che
si desse principio alla Benedizione, più non si po-
teva passare in mezzo alle strade contigue alla
Chiesa , se non mediante l'aiuto delle guardie di
pubblica sicurezza .
I tristi poi, che non dovevano mancare in que-
st'occasione, perché dovevano servire come di om-
bre per far meglio risaltare i vivi colori di questo
bel quadro , incominciarono sì a mandare qualche
moccolo ; ma non appena comparve tra la folla im-
mensa la carrozza non solo di Sua Eccellenza Revma
Monsig . Arcivescovo Federico Aneiros, ma quella
ancora del Presidente stesso della Repubblica , e
si videro questi due altissimi personaggi inoltrarsi
franchi e sereni per mezzo alla calca di gente ,
i farabutti zittirono e si ritirarono mogi mogi, la-
sciandoci affatto tranquilli .
I nostri musici allora incominciarono tosto l'inno
nazionale, finito il quale, Monsig . Arcivescovo dié
principio alla funzione, assistendo come padrino il
sullodato Presidente e Generale Giulio A . Roca,
nostro amico fin dal tempo della prima nostra mis-
sione alla Patagonia .
Presero pur parte alla sacra funzione Mons . An-
tonio Espinoza, e molti altri distinti Cooperatori
Salesiani, Sacerdoti e secolari, i quali, finita la Be-
nedizione, furono tutti invitati a far compagnia a
Mons . Aneiros ed al sig . Presidente nel prendere
un rinfresco, che Don Bourlot e quei della Com-
missione avevano preparato .
Prima di prendere commiato Mons . Arcivescovo
concesse ottanta giorni d'indulgenza a tutti quelli,
che o col consiglio o con la mano o in qualsiasi
altro modo avessero cooperato alla erezione di que-
sta importantissima Chiesa, la quale deve servire
come di baluardo contro gli innumerevoli nemici,
che la Religione Cattolica ha in questo punto . -
Sua Eccellenza il sig . Presidente pose una somma
di danaro in mano al Parroco, perché la distri-
buisse ai poveri della Parrocchia .
Adesso, caro sig . Don Bosco, preghi tanto che
possiamo condurre presto a termine questa Chiesa ;
preghi eziandio che possiamo trovare onde pagare
i debiti contratti per l'edifizio della Cappella e casa
di M . SS . Ausiliatrice , che cì era necessaria più
del pane per dare alloggio alle nostre Suore, le
quali finora avevano dovuto abitare una casipola
cadente, e dormire molte volte per terra, per man-
canza di locale . Preghi finalmente che portiamo
soprattutto a buon termine l'edificio della santifi-
cazione delle anime nostre . - Oh sì, ce l'ottenga
davvero questa grazia dal Signore .
Nella fiducia di un tanto favore la riverisco ri-
spettosamente a nome di tutti, e mi dichiaro con
tutto l'affetto di un figlio - Tutto suo in Gesù C .,
Sac . GIACOMO COSTAMAGNA .
GRAVE SCIAGURA
toccata alla Missione della Nigrizia .
Una grave sciagura toccò alla Missione della
Nigrizia nell'Africa centrale . Un fanatico Mussul-
mano per nome Mahdi, ribellatosi al Vice-Re d'E-
gitto, raccolse delle bande, suscitò la rivoluzione
e la guerra, e pose a soqquadro il Sudan, dove
esistono le Case o Stazioni avanzate di detta Mis-
sione . Mahdi, che vuol farsi credere un messo di
Dio e un nuovo Maometto, s'impadronì della città
di Nuba e di Obeid, e fece prigionieri 14 tra Mis-
sionarii e Suore con 120 moretti da loro educati .
Una lettera in data del 9 marzo da Kartum,
scritta a Sua Eminenza Revma il signor Cardinale
Luigi di Canossa, Vescovo di Verona e protettore
zelantissimo della Missione, da Mons . Sogaro suc-
cessore di mons . Daniele Comboni , contiene dei
particolari commoventi, e rapisce l'animo alla più
alta ammirazione verso gli illustri prigionieri .
Ci piace di riprodurre il passo seguente, che si ri-
ferisce alla Stazione di Nuba . « Presi dunque il
nominato Reverendo D . Luigi Bonomi, i fratelli
coadiutori Giuseppe Regnotto e Gabriele Mariani
con tre Suore , Suor Amalia Andreis superiora,
Suor Eulalia Pesavento , e, suor Marietta Ca-
prini, furono condotti alla presenza di Mahdi ,
il quale con belle maniere cominciò ad esortarli e
catechizzarli per convincerli che egli era il vero

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messo da Dio, che come tale lo dovevano ascoltare
rinunziando al cristianesimo ed abbracciando l' i-
slamismo . Don Luigi , al quale specialmente egli
indirizzava la parola, rispose francamente : - Non
tante ciarle ; io non credo che tu sia il Messia
se tu lo fossi dovresti provarcelo, saziando con una
capra tutta questa gente (e segnava le orde del
sedicente Messia) ; ma non sei in grado di farlo .
Dunque, se tu vuoi la mia testa, eccola qui ; ma
io non rinnegherò mai la mia religione nè abbrac-
cierò mai l'islamismo . - Gli Arabi circostanti a-
vrebbero fatto in pezzi il Bonomi ed i suoi com-
pagni, ma il Mahdi atteggiandosi a dolcezza ripigliò :
Andate, andate, pregherò Allah! (Iddio) che vi
dia lume . »
Dopo ciò essi dovettero seguire il ribelle alla
città di Obeid, di circa 100 .000 anime, la quale
pure gli si arrese per mancanza di viveri . Colà
i prigionieri di Nuba si unirono coi loro fratelli e
sorelle di quella Stazione, confortandosi vicende-
volmente a patire per amore di Gesù Cristo .
Un telegramma in data del 5 aprile, proveniente
dal Cairo, porta la dolorosa notizia che sono già
morti due Missionari e due Suore, e che tutti gli
altri si trovano tuttora in potere di Mahdi .
Queste notizie ci affliggono come se ci venissero
dalla Patagonia ; onde dolenti di non poter cor-
rere in aiuto alla travagliata Missione della povera
Nigrizia , la raccomandiamo di cuore alla carità
ed alle preghiere dei Cooperatori e delle Coopera-
trici, e facciamo voti ardenti che il mondo civile si
scuota una volta e si unisca efficacemente colla Chiesa
Cattolica a liberare dalla barbarie quelle tribù
disgraziate, e dalla schiavitù e fors' anche dalla
morte quei nostri amatissimi fratelli .
STORIA DELL'ORATORIO DI S . FRANCESCO DI SALES
Parte seconda .
CAPO X .
Estrazione e risultato della Lotteria -Uso della nuova
fabbrica - Morte di Margherita Bosco - Origine
e progresso di una nuova famiglia di ricoverati -
Le scuole dei professori Giuseppe Bonzanino e Don
Matteo Picco .
La estrazione dei numeri della predetta Lotteria
ebbe luogo in Torino nel Palazzo di città il 6 luglio
del 1857 . Il prodotto della medesima fu sufficiente
a saldare tutte le spese della nuova fabbrica, e a
togliere D . Bosco da molti altri imbarazzi , onde
avemmo motivo di ringraziare di cuore il Signore .
Intanto la nuova fabbrica veniva messa in ordine
sin dall' anno innanzi . Avvicinandosi l' inverno, ur-
geva il bisogno di averla in pronto per alloggiarvi
un buon numero di giovanetti, già accettati per la
cattiva stagione ; ma la freschezza dei muri ciò non
permetteva . Che fare? Don Bosco non si smarrì .
Troppo dolendogli di lasciare più a lungo esposti
all'abbandono e nella miseria tanti poveri fanciulli,
egli ottenne colla industria ciò, che indarno avrebbe
aspettato dalla natura . Fece pertanto provvedere
grandi bragieri , e diede ordine che si mantenes-
sero accesi nelle nuove camere giorno e notte, af-
finché, uscitane l'umidità, i muri più presto si
asciugassero, e così vi si potesse dormire senza
pericolo della salute . L'operazione riuscì felicemente,
onde fin dal novembre del 1856 la nuova casa fu
in gran parte riempiuta di ricoverati, che salirono
ben tosto al bel numero di 150 .
Don Bosco godeva in cuor suo nel vedere cre-
sciuta la famiglia di tanti giovanetti , tolti dal pe-
ricolo del vizio ed avviati sul cammino della virtù ;
i giovani più antichi, avuti quali primogeniti, go-
devano ancor essi nel vedere ingrossare le file dei
loro fratelli minori ; godevano questi nell'aver tro-
vato un asilo sicuro e il pane della vita e della
intelligenza ; godevano tanti parenti nel sapere bene
istruiti ed educati i loro raccomandati e ne espri-
mevano la più viva riconoscenza ; godevano anche
dal canto loro i nostri benefattori e le nostre be-
nefattrici nel mirare il buon risultato della loro
carità . Ma in mezzo a tanti motivi di gioia non
mancava una forte ragione di pianto . Il 25 di no-
vembre noi perdevamo la buona mamma Margherita
Bosco, la quale ci teneva il posto delle nostre ma-
dri,ecolasubontà,colasuatenzioe,cola
sua sollecitudine ci faceva come dimenticare o di
averle perdute o di averle lontane . La sua malat-
tia, che fu una violenta polmonite, ci fece pregare
molto per la sua guarigione , ci tenne per varii
giorni come sospesi tra la speranza ed il timore,
e ci diede occasione a dimostrare quanto noi ap-
prezzassimo e la sua virtù e l' amore che ci por-
tava . Quasi ad ogni ora questo o quell' altro dei
giovani era alla camera dell'ammalata per averne
notizie . Alla sera poi dopo le orazioni comuni tutti
attendevamo con ansietà o da D . Bosco o da Don
Alasonatti notizie di lei, e niuno si metteva a letto
senza averla prima raccomandata alla Vergine Con-
solatrice . Grande fu l' angustia del nostro cuore,
quando udimmo che era stato a confessarla il teo-
logo Giovanni Borel, suo direttore spirituale ; im-
menso il cordoglio quando le furono amministrati
gli ultimi conforti di nostra santa Religione, per-
ché il male si faceva gigante e si appressava la
morte . E qual penna potrebbe mai descrivere il
dolore, i singhiozzi ed il pianto nostro, quando ri-
cevemmo il ferale annunzio che la madre di Don
Bosco e la madre nostra non era più? Spettacolo
più doloroso e commovente nell' Oratorio, sino a
quel giorno, non si era visto mai . Si trovava an-
che tra noi l'altro de' suoi figliuoli, per nome Giu-
seppe, venuto da Castelnuovo ad assisterla insieme
con D . Bosco, colla zia Maria Anna Occhiena , e
colla signora Giovanna Maria Rua ; onde, spirata
che fu, i due fratelli si guardarono l' un l' altro
senza profferire parola, e poi diedero in un pianto
dirotto, che schiantava il cuore a tutti gli astanti .
La pia donna moriva alle ore 3 antimeridiane ; e
D . Bosco nel mattino stesso , accompagnato dal
giovane Giuseppe Buzzetti , andò a celebrare la
santa Messa nella Cappella sotterranea del San-
tuario della Consolata . Colà egli dopo aver sacri-
ficato il divino Agnello ed offertolo al divin Pa-
dre in suffragio dell' anima della madre sua, si

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fermava a pregare lungamente dinanzi alla imma-
gine di Maria Consolatrice . Tra le altre cose egli
le diceva : - O pietosissima Vergine, io ed i miei
figliuoli siamo ora senza madre quaggiù ; deh !
siate Voi per lo innanzi in particolar modo la
Madre mia e la Madre loro . - I funerali fu-
rono modesti ma cordialissimi .Fucelbratn
Messa solenne nella Chiesa dell'Oratorio, e i gio-
vani fecero come una Comunione generale in sol-
lievo dell' anima della insigne loro benefattrice e
madre . Tutti poscia ne accompagnammo la salma
alla parrocchia, e la nostra banda alternava il canto
del Miserere col mesto suono dei musicali strumenti .
Il lugubre corteo procedette con tanto ordine e
destò in tutti gli spettatori così alta edificazione,
che tra le altre la egregia signora Margherita
Gastaldi, madre del compianto Arcivescovo di To-
rino, ebbe a dire che non aveva mai assistito a
funerali così commoventi . Di Margherita Bosco ,
di questa donna degna di eterna memoria, è no-
stra intenzione di tessere la biografia ; la quale
cosa, per non interrompere il filo di questa nostra
istoria, noi faremo a parte e in altro tempo .
L'anno dopo il nostro Oratorio faceva due altre
sensibili perdite ; il 9 di marzo perdeva il giovane
Domenico Savio, del quale abbiamo già detto di
sopra ; e il 22 giugno perdeva Maria Anna Oc-
chiena, zia di D . Bosco e sorella della madre sua,
di cui occupava assai bene il posto, prestandoci
caritatevolmente i più utili servizi .
Noi avevamo perduto una madre ; ma il buon
Dio ci lasciava ancora D . Bosco a farci da padre .
Sembra poi che Maria SS . abbia esaudita la pre-
ghiera di lui , di proteggerci in modo tutto
particolare . Infatti da quel tempo il nostro Ora-
torio prese uno sviluppo , diremmo quasi, prodi-
gioso ; sviluppo che non ha ancora cessato e che
speriamo continuerà ognora a vantaggio della re-
ligione e della civile società .
Ora ripigliando il corso dei fatti ci cade in ac-
concio di dire anzitutto alcune parole sulla origine
e sul progresso di una seconda classe di ricoverati nel
nostro Oratorio, la quale fin dall'anno 1857 prese
un'alta importanza . Come abbiamo veduto, i primi
giovani raccolti da D . Bosco nell' Oratorio od O-
spizio di S . Francesco di Sales, furono artigianelli,
che egli destinava a questo o a quell' altro me-
stiere, secondo la capacità e le propensioni di cia-
scuno ; ma i bisogni e le varie condizioni dei rac-
comandati fecero sì che a poco a poco agli artigiani
si aggiungessero anche gli studenti . La cosa co-
minciò come insensibilmente, e sin dal 1848 e 1849 .
Nell' occasione della così detta guerra dell' Indi-
pendenza , essendo stati i Seminarii occupati dai
militari, D . Bosco pregato da Monsignor Fransoni
ricevette all'Oratorio quanti Chierici vi poté, affinché
lontani dalle distrazioni delle loro famiglie e dai
pericoli del mondo continuassero la carriera in-
trapresa . Essi vi rimanevano come in pensione, vi
facevano studio ed attendevano in comune agli e-
sercizi di pietà ; ma si recavano mattino e sera a
scuola dai professori del Seminario di Torino, che
davano le loro lezioni gli uni in propria casa, e
gli altri in una camera presso il Seminario mede-
simo , lasciata a questo uso dal Governo .
Ma da cosa nasce cosa . Circa quel tempo mede-
simo Don Bosco sentì vie meglio la necessità di
avere dei maestri e dei collaboratori nell' opera
sua, dei quali potesse liberamente disporre . A fine
di provvedersene, egli, tra i giovani che la divina
Provvidenza gli mandava , cominciò a scegliere
quelli, i quali tenevano miglior condotta e lascia-
vano più fondata speranza di buona riuscita, e que-
sti applicò allo studio . Nel 1850 la loro classe era
composta di 12 ; ma in appresso alcuni di essi si
fecero Oblati, altri cangiarono carriera e pochis-
simi rimasero all' Oratorio . A risultato così poco
lusinghiero Don Bosco non si perdé di coraggio ;
egli se ne fece una nuova cerna , la quale gli fu
più fedele .
Intanto di mano in mano che aumentavano i ri-
coverati, andava pure ingrossando la categoria de-
gli studenti per la ragione, che stiamo per dire .
Tra i giovani, che dal Governo, dai Municipii, dai
Parrochi e dai parenti venivano raccomandati a
D . Bosco, non pochi appartenevano a famiglie già
benestanti o di civile condizione , ma per rovesci
di fortuna cadute nella miseria . A questi giovi-
netti, allevati già nelle agiatezze della vita, l'ap-
prendimento di un'arte faticosa o di un ruvido me-
stiere, non tornava sempre né il più gradito né il
più conveniente . Altri poi mostravansi forniti di
sì raro talento , che pareva un peccato lasciarlo
come sepolto in una officina ; poiché era facile il
comprendere che giovani siffatti , se fossero stati
coltivati nella scienza, avrebbero potuto col tempo
prestare alla civile società servizi assai più impor-
tanti . Ora D . Bosco, che, per quanto poteva, ac-
conciava la carità sua a seconda del bisogno, della
convenienza e della propensione , destinava cotali
ragazzi piuttosto allo studio, che non ad un ma-
nuale lavoro . Per questa guisa la famiglia degli
studenti in capo a pochi anni venne ad eguagliare
quella degli artigiani .
Finché le occupazioni glielo permisero, D . Bosco
a questi giovani faceva da maestro egli mede-
simo ; ma l'anno 1852 non potendo più attendere
a cotale uffizio , cominciò a mandarli alla scuola
privata del signor Cav . Giuseppe Bonzanino, pro--
fS c essore e di ginnr asio infd ea riore,o indi a t quella e del
D . Matteo Picco, professore di rettorica.
Questi due egregi signori si prestarono di buon
cuore a questo atto di carità, apersero gratuita-
mente i loro corsi agli alunni di D . Bosco, e fu-
rono del nostro Oratorio e di molte famiglie al-
tamente benemeriti . Per lunga serie di anni dalle
loro classi uscirono lodevolmente istruiti centi-
naia di giovani, molti dei quali sono oggidì pro-
fessori di grido , direttori di poste , dottori in
medicina, giudici, notai, procuratori, avvocati . Non
pochi, abbracciata la carriera ecclesiastica , lavo-
rano tuttora in molte diocesi da Sacerdoti e da Par-
rochi zelanti , ed un bel numero , divenuti colla-
boratori di D . Bosco, ad esempio suo spendono la
loro vita a vantaggio della gioventù, nei varii suoi
Istituti .
La instituzione di questa classe di ricoverati fu
un'opera ben concepita, e possiamo dirla inspirata
da Dio . Con questa D . Bosco rese il suo Oratorio
benefico ad un maggior numero di povere fami-

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glie ; coltivò bellissimi ingegni , che altrimenti ,
perché privi di mezzi, sarebbero rimasti nella roz-
zezza ; diede alla civile società non solo dei buoni
operai ed abili artisti, ma degli istruiti impiegati ;
e, quello che meglio vale, in quegli anni forse i
più infensi e i più fatali alle vocazioni ecclesiasti-
che, provvide all' archidiocesi di Torino , anzi a
tutte le diocesi del Piemonte, più centinaia di chie-
rìci e di Sacerdoti . Che più? Con questa istitu-
zione medesima D . Bosco inaugurò fin d'allora quel
vivaio di suoi aiutanti, coi quali poté e può esten-
dere il benefizio della civile istruzione e della mo-
rale educazione a migliaia di poveri fanciulli nel-
l'uno e nell'altro emisfero .
BIBLIOGRAFIA .
Il più bello di tutti i Libri ossia Il
Crocifisso . - 2a Edizione migliorata ed
accresciuta di orazioni e di esempi .
Fu veramente meraviglioso lo smercio della 1a
edizìone di quest'opuscoletto . Benchè fosse di 4000
copie in meno di un mese fu esaurita : dimodochè
non potemmo annunziarlo nel Bollettino del mese
passato, mancando fin le copie lorchè doveva uscire . E
però cosa come certa che questa edizione di 16 mila
piglierà ancor maggiore sviluppo . Esso dimostra
con tutta chiarezza che il Crocifisso è veramente
il più bello di tutti i libri, degno di essere messo
nelle mani di ogni classe di persone, facendo tro-
vare nel Crocifisso e fogli e pagine e parole, che
esprimono le migliori di tutte le prediche ed a-
nimano efficacemente a praticare tutte le virtù ,
anzi insegnano la filosofia più sublime e la teo-
logia più profonda . In questi tempi di tant' odio
contro N . S . G . C . certo niente vi ha migliore
di quest'Opuscolo per farlo conoscere ed amare, e
per moralizzare ed educare cristianamente le fa-
miglie e le popolazioni . Potrebbe servire di regalo,
e di premio da dare ai ragazzi che lo portino nel
seno della loro casa .
Si vende presso la nostra Libreria Salesiana al
prezzo di cent . 15 la copia ; 50 copie L . 6,00 .
IL TIMORE SALUTARE DELL'INFERNO .
Nel Belgio si pubblicò, non è molto, un opuscolo
col titolo : Il domma dell' inferno illustrato con
fatti tratti dalla storia sacra e profana . L'ope-
retta è del P . Felice Schouppe, della Compagnia
di Gesti., ed è scritto in francese . La sua lettura
è piena dì attrattive : non vi sono freddi ragio-
namenti o considerazioni astratte, ma racconti va-
rii, commoventi, che vi presentano sott'occhio le
manifestazioni dell'inferno e dei reprobi, l'orrìbile
destarsi del dannato, i supplizi che soffre e la fa-
cilità di perdersi . Crediamo che faranno del bene
le seguenti riflessioni
« Noi dobbiamo temer l'inferno, perché possiamo
cadervi . Ohìmé ! è molto facile dannarsi ; e coloro
che si dannano sono molto numerosi . Santa Teresa
li paragona ai fiocchi di neve, che cadono nelle o-
scure giornate d'inverno . Il servo di Dio Antonio
Pereyra , in una visione oltremodo autentica , di
cui venne favorito , vide le anime dei peccatori
discendere nell'abisso, come il grano sotto la macina,
come pietre gittate in massa in un vasto forno di
calce .
« Dio mostrò un giorno davanti ad una nume-
rosa moltitudine che esse ci cadono, come in au-
tunno le foglie morte cadono dagli alberi per il
soffio del vento . Il venerabile padre Antonio Baldi-
nucci, missionario della Compagnia di Gesù, morto
in odore di santità, nel 1717 predicava all' aria
aperta, non potendo la Chiesa contenere i fedeli ac-
corsi per ascoltarlo .
« Miei fratelli, disse, parlando dell'inferno, vo-
lete voi sapere quanto è grande il numero di coloro
che si dannano? Guardate quest'albero . - Tutti
gli sguardi si rivolsero verso un albero, che era
là carico di foglie . Nello stesso istante un soffio
di vento manifestandosi repentinamente agitò tutti
i rami dell' albero e fece cader le sue foglie in
tale abbondanza, che non ne rimaneva più che un
certo numero sparse e facili a numerarsi . - Ecco,
soggiunse l'uomo di Dio, quali sono le anime che
si perdono e quelle che si salvano . Prendete le
vostre precauzioni per essere del numero di questi
ultimi (1) . »
NUOVO MANUALE PEI TERZIARII .
Il Decreto del 7 di luglio dell'anno scorso, col
quale il Santo Padre Leone XIII prescrisse nuove
Formole per le Assoluzioni e Benedizioni da im-
partirsi ai Terziarii di qualsivoglia Ordine, indica
eziandio che dovrà uscire in Roma un nuovo Ma-
nuale, od elenco d'Indulgenze, a cui dovranno in
appresso tutti appoggiarsi .
Mentre attendiamo la pubblicazione di detto Ma-
nuale, che dovrà servire di norma anche ai Coo-
peratori e alle Cooperatrici , noi sospendiamo la
pubblicazione delle Indulgenze fatta finora .
Questa sospensione per altro non deve tornare
di niun aggravio ai Cooperatori e alle Cooperatrici,
perché da quanto siamo venuti pubblicando fin qui
nel Bollettino, e dal Regolamento o Diploma, che
si dà nell'atto dell'aggregazione, ciascuno è in grado
di sapere quali sieno le Indulgenze plenarie e par-
zialì, che può lucrare ogni anno, ogni mese, ogni
settimana ed ogni giorno . Le cose proseguono come
per lo innanzi sino a che il Santo Padre non abbia
fatto conoscere le ulteriori sue disposizioni, le quali
tutti riceveremo con quel rispetto e sommessione,
che si deve al Vicario di nostro Signor Gesù Cristo .
(1) Ultimamente questo libro è stato tradotto in ita-
liano e si stampa dalla benemerita Tipografia di S . Giu-
seppe a benefizio del Collegio degli Artigianelli di Torino .