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ANNO VII . N . 3 .
Esce una volta al mese .
MARZO 1883 .
BOLLETTINO SALESIANO
Direzione nell' Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
SOMMARIO - Motivi di promuovere la gloria di Dio
e la salute delle anime - L' Articolo del Bollettino
di febbraio : Gesù Cristo nostro Dio e nostro Re - Bi-
glietto Pasquale - Soppressione di una virgoletta od
una bella offerta per la Chiesa del S . Cuore . - Rela-
zione intorno la Festa di S . Francesco e le Conferenze
dei Cooperatori Salesiani - Anniversario della morte
di Pio IX celebrato nella Chiesa di S . Giovanni Evan-
gelista - Le Maraviglie del SS . Sacramento - Miniera
d'oro ossia aurei mezzi per divenire ricchi e felici in
questo mondo e nell' altro - Morte di un Benefattore
insigne - Storia dell'Oratorio di S . Francesco di Sa-
les - Il Conte D . Carlo Cays di Giletta - Indulgenze
speciali pei Cooperatori Salesiani .
MOTIVI DI PROMUOVERE LA GLORIA DI DIO
E LA SALUTE DELLE ANIME .
Vi ha di taluni , ai quali sembra che noi
attendiamo con troppo ardore ad ampliare
ed aprire Case pei giovanetti abbandonati,
ad inviare Missionarii tra le tribù lontane,
a scrivere, pubblicare, diffondere buoni li-
bri tra il popolo , a sobbarcarci a sempre
nuove spese ed ingolfarci in difficili affari
e penose cure. Laonde a viva voce e per
iscritto eglino ci vanno dicendo : - A che
tanta smania di nuove opere ? Fermatevi ,
sospendete, non caricatevi di cosi enorme
fardello di debiti e di noie . Questi ed
altri consimili suggerimenti noi riceviamo
or da questo ed or da quello ; e se molti ci
spronano a tirare innanzi, non pochi, forse
in buona fede, tentano pure di arrestarci .
Davvero, se lavorassimo per un fine mon-
dano, se guardassimo le cose dai tetti in
giù, noi dovremmo accogliere i costoro con-
sigli, almeno per noi, siccome convenienti
ed utili ; imperocchè di triboli e spine è pur
troppo cosparsa la via, che ora ci tocca di
percorrere . Quantunque i 150 istituti Sale-
siani , aperti fin qui , siano governati da
persone capaci , e godano la benevolenza
dei buoni, tuttavia ci dànno ogni giorno di
molte sollecitudini . Ora mancano i mezzi
per affrontare le spese del mantenimento
dei giovanetti ricoverati , e bisogna prov-
vederli , per non rigettare sulla pubblica
via tanti miseri orfanelli . Ora si difetta di
un maestro di scuola o di un capo di la-
boratorio, e per trovarlo in questa o in quel-
l'altra Casa si mette alla tortura il cervello .
Ora insorge un inconveniente, a cui si deve
porre un rimedio, e non si sa in qual modo .
Tutti questi ed altri consimili affari fanno
passare sopra pensiero la maggior parte
dei giorni e pur delle notti dell'anno . Lad-
dove, se restringessimo le opere nostre, se
chiudessimo Ospizi, se non ne aprissimo più,
se dessimo il bando-a tante altre imprese,
se lasciassimo correre, come si dice, l'ac-
qua per la sua china, noi potremmo vivere
molto più tranquilli e sicuri .
Ma viva Dio ! Noi non la penseremo né
opereremo in tal modo giammai . Ce lo vieta
il Signore e colle parole e coll' esempio.
Iddio comandò a ciascuno di aver cura del
suo prossimo : Deus mandavit unicuique de
proximo suo . Anzi dal suo canto Egli ci
porse un esempio efficacissimo . Infatti il Si-

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gnore ebbe tanta pietà delle miserie del
mondo e tanto amò gli uomini, che per sal-
varli diede lo stesso Unigenito Figliuol suo,
e non solo lo diede, ma lo sacrificò sopra
il legno della croce tra mezzo a tormenti e
a spasimi indicibili : Sic Deus dilexit mun-
dum, ci assicurò lo stesso Gesù nel suo di-
scorso a Nicodemo, sic Deus dilexit mun-
dum, ut Filium suum Unigenitum daret . E
al suono di queste parole , e alla vista di
questo spettacolo, chi potrebbe in coscienza
rimanersi freddo e indifferente al benessere
spirituale e temporale de' suoi simili ?
E poi, oltre il dovere che come uomini
e come Cristiani ci stringe in tutti i tempi
a fare il bene, noi dobbiamo procurare la
gloria di Dio, il decoro della Religione, il
vantaggio della società, la salute del pros-
simo, con molto maggiore abnegazione, co-
stanza ed energia, in questi giorni, nei quali
i nemici fanno incredibili sforzi per com-
battere la Chiesa, sconvolgere la famiglia,
pervertire nella mente e nel cuore tanta
povera ed inesperta gioventù, e perdere
innumerevoli anime .
Nei paesi cattolici , anzi in mezzo agli
stessi infedeli delle più remote parti della
terra, si veggono insediarsi ogni anno i mi-
nistri protestanti . Ben pagati e provvisti di
pingui stipendii eglino insieme colle mogli
e coi figli si recano ora tra noi, ora tra i
pagani dell'Asia, dell'America, dell' Ocea-
nia, a fare non già dei veri seguaci di Gesù
Cristo, ma degli eretici . E noi Cattolici do-
vremmo lasciarli fare senza alcun contrasto?
E dovranno i figli della luce permettere ai
figli delle tenebre di seminare la zizzania
dell' errore nel campo del Signore, e non
cercare d' impedirneli , e di spargervi in
quella vece la verità?
Mirate ancora i guasti, che cagiona nel
popolo cristiano la cattiva stampa ; mirate
le perverse massime , che si diffondono a
sconvolgere le famiglie e la società ; mirate
la irreligione, l'ignoranza delle cose di fede,
la corruttela, l' insubordinazione, in cui si
alleva la odierna gioventù . E al contemplare
tanta colluvie di mali, che va ogni giorno
crescendo, potrà egli un buon Cattolico star-
sene neghittoso? No di certo . Che diremmo
noi di un figlio, che vedesse il padre e la
madre sua oltraggiati da una turba di mo-
nelli, e se ne stesse mirando quell' empia
scena senza muoversi a farla cessare ? Che
diremmo di un cotale , che vedesse i suoi
fratelli e le sue sorelle in pericolo di essere
ingannati da un cattivo soggetto , ed egli
non aprisse bocca per avvertirneli e li la-
sciasse tradire ? Che diremmo di uno, che
vedesse appiccarsi il fuoco alla casa del suo
vicino, ed essere in pericolo di bruciar vivi
sani e malati, bambini e bambine, ed egli
potendo salvarli, almeno col gridare, se ne
fuggisse invece o se ne stesse nascosto in
silenzio ? Diremmo che tutti costoro sono
persone per, lo meno senza pietà e senza
cuore . Or bene, potremo noi vedere i cat-
tivi a fare tanti insulti a Dio ed alla Chiesa,
e non opporvici, e non industriarci per sce-
marli almeno e ripararli in qualche ma-
niera ? Potremo noi vedere scorrere torrenti
di cattivi libri a pervertire le menti e a
corrompere i cuori, e non aprire almeno
un ruscello di stampe buone ad istruire i
fedeli nelle verità della Religione, e a cor-
roborarli nella pratica della virtù? Potremo
noi vedere tante migliaia di poveri giova-
netti crescere nella ignoranza e nel mal co-
stume, vivere tuttodi esposti al pericolo di
cadere nella prigione e nell'inferno, e non
adoperarci a strapparneli secondo le nostre
forze? Potremo noi vedere tante tribù sel-
vagge, che ancora non conoscono Iddio, e
non cercar modo di inviare qualche Mis-
sionario, che porti loro la luce del Vangelo
e i ritrovati della vera civiltà? Davvero, se
in questo tempo noi ci rimanessimo pigri e
colle mani in mano, avremmo ragione di
temere gravi castighi da Dio , e al punto
della morte non potremmo presentarci con
piena fiducia al tribunale del Giudice Su-
premo, che per le anime è venuto dal Cielo
in terra, ha faticato , ha sudato, ha tolle-
rati strapazzi, insulti , villanìe, e infine la
morte e morte di croce .
Ecco, o buoni Cooperatori e buone Coo-
peratrici, i motivi principali , per cui ab-
biamo impiantate varie opere di carità e
di religione, e ci adoperiamo per fondarne
delle altre ancora . Compatiteci, se invece di
arrestarci su questa via noi andiamo ognora
avanti, e cerchiamo di tirare voi pure in-
sieme con noi . Al progresso del male, che
non possiamo infrenare, vada almeno di pari
passo il progresso nel bene , che dipende
da noi .
Del resto poi ricordiamoci che siamo Cri-
stiani e come tali siamo tutti soldati . Oggi più
che mai ferve la battaglia tra il bene ed il
male, tra Gesù Cristo e l'anticristo , tra i
Cattolici e gli eretici, tra i figli della luce e i
figli delle tenebre . Or quando la pugna è
ingaggiata, è vile e traditore non solo quel
soldato, che fugge alla parte nemica, ma
quello altresì, che si nasconde nella tenda
o ricusa come che sia di brandire le armi

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in aiuto de' suoi commilitoni . Deh ! imitiamo
la condotta di quel prode Uria , di cui ci
parla lo Spirito Santo nel secondo libro dei
Re . Invitato in tempo di guerra alle gioie
ed al riposo di casa sua egli disse : « L'arca
di Dio e Israele e Giuda abitano sotto le
tende, e il generale mio Gioabbo, e i servi
del mio Sovrano dormono sulla nuda terra,
e io andrò a casa mia tra le comodità e le
delizie? Per la vita e per la salute del mio
Re non farò io tal cosa . » Sì, all' esempio
di questo eroe dell'antica legge diciamo an-
cor noi : - La Chiesa di Dio, il popolo catto-
lico, il nostro generale in capo, il Pontefice di
Roma, i servi del nostro Principe G . Cristo,
i Vescovi, i Sacerdoti, si trovano in aspra
tenzone contro i seguaci di Satana . Schiere
di novelli apostoli vanno errando per de-
serti e per foreste, dormono o sulla terra ag-
ghiacciata, o sulle sabbie ardenti, ed espon-
gono la vita ai più gravi disagi, per estendere
il regno di Dio tra le barbare nazioni . Mi-
gliaia di persone caritatevoli e pie prodigano
sostanze, tranquillità e pace a difesa della
Religione, a salute delle anime, e noi? E
noi tra il fervore della battaglia, tra il ci-
mento dei combattenti nostri padri e fra-
telli, tra lo spettacolo dei loro ardui sacri-
fizi, ci resteremo indifferenti e neghittosi?
No, che questo non sarà . Se per salute,
se per età, se per condizione non possiamo
impugnare la penna a difendere Gesù Cri-
sto e il suo Vicario in terra, se non . pos-
siamo salire una cattedra per insegnare la
verità e sfolgorare l' errore , se non pos-
siamo valicare i monti e salpare i mari in
traccia di anime smarrite, se non possiamo
raccogliere in casa nostra giovanetti orfani
e derelitti, noi pregheremo con ardore pei
nostri fratelli, che si trovano in campo di
battaglia ; con limosine ed elargizioni prov-
vederemo loro le armi necessarie ; procac-
ceremo nuovi soldati in loro aiuto e so-
stegno, promuovendo vocazioni ecclesiasti-
che e religiose ; provvederemo il pane e
il vestito a chi ne abbisogna, specialmente
ai poveri fanciulli ; diffonderemo libri edi-
f;iciannsttiruiremo più efficacemente i nostri
figli ; ci adopreremo a mantenere salda la
fede, ardente l' amore al Nostro Signor
Gesù Cristo tra noi ; saremo intrepidi soste-
nitori de' suoi divini diritti, e fedeli osser-
vatori delle sacrosante sue leggi .
Sì, questo appunto é il da farsi, o nostri
Cooperatori ; e se per riuscirvi dovremo
sopportare molestie e fatiche, ed affrontare
disagi e pene, non ismarriamoci d'animo,
perché Dio sarà con noi . Ci risuonino sempre
all'orecchio le calde parole del sapiente ed
invitto Pontefice, che ci governa : « Nelle
quali cose tutte, Egli dice, se ai nostri
si presenta alcun che di disagio, osino con
tutto ciò di affrontarlo, non avendo il Cri-
stiano niuna causa più giusta di andare in-
contro a molestie e fatiche che questa , di
non sopportare che venga malmenata dagli
empi la Religione . Ché certamente la Chiesa
e generò ed allevò i figli non a condizione,
che, quando il tempo o la necessità lo ri-
chiedesse , ella non dovesse aspettarsi da
loro alcun aiuto, ma perché ognuno alla
propria tranquillità e ai privati interessi
anteponesse la salute delle anime e la in-
columità degli interessi religiosi (1) . »
L'ARTICOLO DEL BOLLETTINO DI FEBBRAIO
GESU' CRISTO NOSTRO DIO E NOSTRO RE .
Per consiglio di alcuni Cooperatori abbiamo ri-
dotto a libretto il primo articolo del Bollettino
Salesiano dello scorso febbraio , e ne abbiamo di-
stribuite gratuitamente in Torino 100 mila co-
pie . Questo atto ci costò la spesa di mille lire ;
ma non importa . Nostro scopo fu di porgere an-
cor noi una qualche riparazione agli oltraggi, che
alcune penne sacrileghe , sotto la protezione di
una malintesa libertà, scagliano da qualche mese
in Torino contro l'adorata Persona del nostro di-
vin Redentore e la sua Chiesa, con iscandalo dei
pusilli e con immenso cordoglio di tutti i Cattolici .
L'opuscoletto, nella sua brevità, fu trovato molto
acconcio a rassodare la fede dei Cristiani nella
divinità di Gesù Cristo, ed eccitarli a dargli, in
questi tristissimi giorni, prove di più caldo amore
e di più esimia pietà . Molte persone se ne prov-
videro centinaia e migliaia di copie , per rega-
larle e distribuirle ai loro soggetti . Quindi è che
esaurita già la prima edizione di 100 mila copie,
se ne intraprese una seconda di altre 100 mila .
Oggi ad un buon Cattolico più non basta il de-
plorare il male, ma è d'uopo che ciascuno gli si
opponga, secondo le proprie forze . Laonde esor-
tiamo i Cooperatori , le Cooperatrici, i maestri,
le maestre, i catechisti , i capi di fabbrica, ma
sopra tutti i molto reverendi Parroci, e quelli che
hanno anime in cura , a procacciarsi questo li-
bretto in quantità e a spanderlo gratuitamente
nelle campagne , nelle borgate , nelle città, nelle
botteghe, nelle officine, nelle scuole, in ogni fa-
miglia . In questo modo essi coopereranno coi To-
rinesi a dare al nostro divin Salvatore un più
largo e più degno contraccambio degli insulti, che
gli si fanno nella stessa città del SS . Sacramento
e della Santissima Sindone . Leggendo quelle pa-
gine è impossibile che la mente del fedele non
concepisca qualche buon pensiero, e che il cuore
non isprigioni un atto di amore verso Gesù Cri-
(1) Encicl . Etsi Nos, 15 febbraio 1882 .

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sto . Volesse il Cielo che per tal guisa una nuvola
di sante aspirazioni si sollevasse dalla terra e sa-
lisse sino al trono di Dio, per risarcirlo in parte
delle quotidiane bestemmie, che dall'inferno e dai
suoi satelliti si scagliano contro di Lui . Oh ! sì,
volesse il Cielo che in questo modo si avveras-
sero anche le parole di S . Paolo : « Dove ab-
bondò il peccato , soprabbondò la grazia : So-
prabbondò la grazia del Signor Nostro colla fede
e coll'amore, che è in Cristo Gesù : Ubi abun-
davit delictum superabundavit gratia : Supera-
bundavit gratia Domini nostri cum fide et
dilectione, quae est in Christo Jesu . (1) »
In Torino, coll'assenso dell'Autorità Ecclesia-
stica, il libretto venne distribuito alla porta delle
chiese, quando i fedeli ne uscivano dalla princi-
pale funzione . In questa maniera ogni famiglia ebbe
il suo, o il potè leggere presso il conoscente od
amico .
Per facilitarne la diffusione per tutta l' Italia,
la Libreria Salesiana di Torino lo vende al mitis-
simo prezzo di L . 2,50 per ogni cento copie, e di
L . 20 per ogni mille .
BIGLIETTO PASQUALE .
Molti Parroci, avendo letto sui giornali
l'annunzio dell' accennato librettino, ce ne
diedero tosto commissione di molte copie per
distribuirle ai fedeli come biglietto pasquale .
Ci sembra questo un felice pensiero, poiché,
oltre a ricordo dell'adempiuto precetto, l' o-
puscolo in questo caso farà nelle famiglie
ancora da ottimo maestro .
In vista di ciò, ne abbiamo fatto tirare pa-
recchie migliaia con questa scritta sul fron-
tispizio : Segno della Comunione Pasquale .
Il prezzo è il medesimo : L . 20 per ogni ,
mille copie . - E vero che costa un tantino
di più che non il solito bigliettino ; ma il
bene religioso e morale che verrebbe a pro-
durre è tale, che un Parroco non avrà a
dolersi di aver fatto un piccolo sacrifizio per
le anime, affidate alla sua cura . -
una confidenza più che figliale . Laonde il Sacer-
dote Giovanni Cagliero, incaricato di risponder-
gli , nell' unire il conto alla lettera . gli notava
facetamente che nella cifra di L . 14,00 vedevasi
bensì una virgoletta, ma che questa nel totale po-
tevasi pur riguardare come inutile e fuor di po-
sto . Con ciò voleva dire che, soppressa la virgola,
la nota avrebbe portato non più la somma di quat-
tordici lire, ma di mille e quattrocento . Or bene,
la lettera seguente dirà quello che ne sia avvenuto .
C... 21 del 1883 .
ILL mo Sig . TEOL . D . CAGLIERO,
Accetto come una voce del Cielo l'osservazione
di V . S . sulla virgoletta inutile e fuori posto
nel totale . Perciò spedisco 14 lire in estinzione
del mio debito verso la Libreria Salesiana, con-
forme risulta dalla lista che rimando ; ed aggiungo
1400 lire senza virgoletta, da servire a D . Bosco
per la fabbrica della nuova Chiesa del Sacro Cuore
di Gesù in Roma :
Quest'ultima somma io aveva raccolto a spil-
luzzico, risparmiando qua e là, coll'intendimento
d' impiegarla in un' opera pia, che ho intrapresa,
e non ancora compiuta . Ma la virgoletta fuori po-
sto mi ha fatto mutare avviso, perchè mi ha ri-
condotto alla memoria la nota sentenza : Qui cito
dat, bis dat . Don Bosco adunque riceva con buon
viso l'umile mia offerta, e me ne ricambi con una
fervorosa preghiera a quell'adorabile Cuore, che
tanto ci amò e ci ama . Rispetto a Lei, Ella si
contenti del 14,00 colla virgola, la quale resterà
celebre negli annali delle finanze Salesiane . In-
chiudo per conseguente un vaglia di L . 1414, e
Le bacio con affetto le mani .
Mi-raccomando alle sue orazioni e sono
Di Lei
Devmo in G . C.
N. N.
RELAZIONE
intorno la Festa di S . Francesco e le Conferenze
dei Cooperatori Salesiani .
Visto : Nulla osta alla stampa .
Luigi Rossi Pro-Vic. Generale .
Genova, 1 marzo 1883 .
SOPPRESSIONE DI UNA VIRGOLETTA
od una bella offerta per la Chiesa del S . Cuore .
Uno dei Prelati più insigni e Per dottrina e per pie-
tà, del quale ci duole di dover qui tacere il nome, es-
sendosi fatto inviare dei libri dalla nostra Libreria
di Torino, domandava la nota del suo debito per
soddisfarlo . La spesa fatta era di lire 14,00 . Verso
di noi benevolo e amorevole come un padre, egli in-
spira, in quanti hanno la bella sorte di trattare con lui,
(1) Ad Rom . V, 20 e Ad Tim . 1, 14 .
Sì belle e consolanti sono le notizie avute in-
torno la Festa di S . Francesco di Sales e le Con-
ferenze tenute in tale occasione , che ci riescono
di grande conforto . Le relazioni poi, che ci furono
spedite , sono in tanto numero , che per dire di
ciascuna dovremmo occupare tutte le colonne del
Bollettino . Quindi noi conserveremo gelosamente
le lettere pervenuteci su tale proposito ; ringra-
ziamo i benevoli che con bontà veramente fra-
terna ce le hanno inviate , e intanto faremo
cenno di alcune a comune edificazione .
Festa di S . Francesco in Roma .
Diamo la precedenza alla Festa celebratasi nella
Chiesa provvisoria del Sacro Cuore di Gesù in
Roma . Di essa scrissero varii giornali di quella

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città, come Le Moniteur de Rome, La Voce della ratrici di quel Comune ci diedero già e ci danno
Verità, e L'Osservatore Romano nel suo numero non dubbie prove di loro carità e benevolenza .
24 . Trascriviamo da quest' ultimo : - « Ieri, 29, Essi ci confortano colle loro preghiere , essi ci
nella Chiesa parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù, mandano oggetti di vestiario e di biancheria pei
al Castro Pretorio, si celebrò con pompa solenne nostri poveri giovanetti, essi ci spediscono soc-
e con l' intervento di popolo numerosissimo , la corsi pei Missionarii, essi si adoprano alla sana
Festa di S . Francesco di Sales, a cura precipua educazione della loro figliuolanza, essi, lungi dal-
del M . R . Parroco signor Francesco Dalmazzo e l'impedire le vocazioni, si gloriano anzi di avere
degli altri Sacerdoti della Società Salesiana , ivi dei figli , fratelli , nipoti , parenti nelle schiere
presso raccolti in un Ospizio fondato dal beneme- dei Salesiani, e delle figliuole e sorelle tra le
rito Don Bosco di Torino, e che, siccome è noto, Suore, e nelle terre stesse dell' America e nella
s' interessano amorevolmente a trasfondere negli Patagonia .
altri la dottrina e gli insegnamenti dell' illustre A loro istanza il giorno 1° dello scorso feb-
Dottore di Santa Madre Chiesa .
braio ebbe luogo la prescritta Conferenza, la quale
» Nel mattino fuvvi copioso numero di Messe sì pel numero dei socii, e sì all'intento di far co-
lette, tra cui quella di Sua Eminenza Rev ma il noscere ad altri lo scopo della pia Associazione,
Cardinale Alimonda, il quale, alla Comunione ge- fu tenuta nella chiesa parrocchiale di S . Maria
nerale, pronunziava uno splendido discorso (1) . Nuova . Il degnissimo sig . Prevosto, D . Alessan-
» La Messa solenne veniva cantata , sulle ore dro Ganora , aveva la bontà di darne pubblico
10, dal M . R . Don Cesare Boccanera, Parroco di avviso dal pulpito la domenica innanzi ; onde alle
S . Maria Maggiore, con musica scelta, eseguita sette del mattino del giorno fissato più centinaia
ad harmonium e col concorso dei cantanti di San di persone, udita la santa Messa in onore di san
Pietro in Vaticano .
Francesco di Sales, ascoltarono con divota atten-
» Questo nel mattino .
zione parole analoghe alla circostanza . Il Sacer-
» Nelle ore pomeridiane poi e prima della Be- dote incaricato di loro favellare , dopo di aver
nedizione coll'Augustissimo Sacramento, data da ricordato l'indulgenza plenaria, che per conces-
Sua Eminenza Revm a il Cardinale Nina , Pro- sione del Sommo Pontefice potevano lucrare i Coo-
tettore della Società dei Salesiani, ebbe luogo un peratori e le Cooperatrici presenti alla Confe-
bellissimo discorso panegirico, detto dal Reveren- renza ; dopo di averli salutati a nome di D . Bosco
dissimo Mons . Marini, Cameriere segreto parteci- e loro significato la sua riconoscenza e gratitu-
pante di Sua Santità Papa Leone XIII (2) ; al quale dine, passò a mostrare il gran bene che in qua-
discorso facevano seguito le tanto celebrate Li- lità di Cooperatori e di Cooperatrici dei Salesiani
tanie del maestro Capocci, cantate, come il bel- eglino potevano fare a se stessi, alla famiglia, al
lissimo Tantum ergo, dai sullodati artisti di San paese ed alla civile società, e poscia accennò al-
Pietro .
cuni dei mezzi principali che dovevano usare, onde
» E stata, insomma, una Festa assai devota e dal seno di loro famiglie riuscire efficacemente a
benissimo riuscita . »
propagare la gloria di Dio e a salvare delle a-
nime .
Conferenza in Lu .
Disceso che ei fu dalla cattedra, si fece innanzi
nel presbitero il M . R . D . Luigi Coggiola, arciprete
Uno dei paesi, in cui si contano assai nume- della parrocchia di S . Nazzaro , e con poche ,
rosi e zelanti i Cooperatori e le Cooperatrici, si è il ma fervide parole raccomandò la limosina a be-
paese di Lu, diocesi di Casalmonferrato, di cui nefizio delle opere nostre . La sua parlata produsse
ci cadde già di parlare parecchie altre volte . La- un ottimo effetto , e la carità fatta superò la
sciando a parte la stima e l'aiuto, che il rispet- comune aspettazione .
tabile clero e le famiglie portano alle Suore di
Sono moltissimi anni che le belle colline e i
Maria Ausiliatrice, le quali vi tengono asilo in- ricchi vigneti di quel Comune non furono più de-
fantile, scuole elementari, laboratorio ed Oratorio vastati dalla grandine , come pur troppo il sono
festivo per le fanciulle e giovanette delle tre par- tutti gli anni molti paesi del Monferrato . Quel
rocchie, noi, ad onor della verità, dobbiamo con- popolo riconosce in questo un favore del Cielo .
fessare che soprattutto i Cooperatori e le Coope- Voglia il Signore continuargli la sua valida pro-
tezione, e benedirlo nel corpo e nell' anima , pel
(1) L' argomento trattato dall' Emmo oratore fu : L' a-
more che S . Francesco di Sales portava a Dio, e l'amore
che il gran Dottore della Chiesa voleva che gli uomini
portassero a Dio, facendo risaltare avere in ciò consistito
principalmente la dottrina di lui .
(2) Mons . Nicolò Marini nel citato discorso non venne
meno alla bella fama che gode di valentissimo oratore,
e di cui ci diede prova luminosa l'anno scorso nella no-
stra Chiesa di Maria Ausiliatrice in Torino . « La sua ma-
gnifica orazione, così La Voce della verità, aggirossi at-
torno allo zelo apostolico di S . Francesco, alle vie leg-
giadre e pacifiche che egli seguì nelle sue azioni e nei
suoi scritti, ed alle cure incessanti dei Salesiani, perchè
la dottrina del loro celeste Protettore abbia sulla terra
salutare e pratico svolgimento (Vedi La Voce della Ve-
rità, mercoledì 31 gennaio 1883) .
tempo e per la eternità .
Conferenza in S . Vittoria d'Alba.
Non ostante la brevità che ci è imposta, cre-
diamo bene di accennare eziandio la Conferenza,
che il 25 gennaio si celebrò in S . Vittoria, dio-
cesi d'Alba . Tenuta pubblicamente, essa suscitò
nella popolazione un vero entusiasmo . Il M . R .
signor D . Tommaso Surra, vice-Curato del paese,
fece conoscere le opere principali della Pia So-
cietà Salesiana, e in modo particolare il bene, che
già fece e fa tuttora a tanta povera gioventù in

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Italia, in Francia e in America . Discorse indi fondò il non mai abbastanza lodato Terz'Ordine .
delle grazie, che la Beata Vergine Ausiliatrice Fece indi il confronto di questo Santo con Don
concede a quelli, i quali aiutano queste opere di Bosco, che, mutati i tempi, stabilì pure una pia
carità e di religione ; e siccome il degno Sacer- Società di operai per faticare nella Vigna di Gesù
dote, zelante ed affezionato Cooperatore, aveva in Cristo ; ma con questa non potendo provvedere
pronto molti fatti luminosi e, come si dice, pal- ancora al gran bisogno, egli chiama tutti gli uo-
pitanti di attualità , così seppe svolgere il suo mini ad aiutarlo nel bene, coll'istituzione dei Coo-
tema in modo da lasciare in tutti i cuori le più peratori Salesiani . Parlò di quanto già si operò e
favorevoli impressioni . Sappiamo che si desidera di quel tanto di più che si farebbe, se maggiori
una Casa Salesiana in quel luogo . Mancandoci il fossero i mezzi . Invitò ognuno ad essere Coope-
personale, Don Bosco ringrazia fin d'ora quelle ratore fervente e a non istancarsi di venire in soc-
benevole persone della fiducia, che gli mostrano, corso ai Salesiani colle opere, colle parole, colla
ed augurandosi di poter un giorno o l'altro sod- preghiera . Egli finì dimostrando i grandi vantaggi,
disfare ai comuni desiderii, invocherà tutti i giorni che i Cooperatori possono procurare ai selvaggi
le benedizioni di Dio sui Cooperatori di S . Vit- dell'America, ai Cristiani sviati, ai giovanetti pe-
toria, e sopra tutti i benefattori dei suoi poveri ricolanti e perciò alla rovinante società, di cui la
giovanetti (1) .
gioventù omai resta la sola speranza .
« Terminata la Conferenza, si diede la Benedi-
Conferenza in Este .
zione col Venerabile, allietata dal canto in musica
Dalla città di Este, dove teniamo un Collegio-
Convitto pei giovanetti, ci scrivono quanto segue :
« Il giorno 20 gennaio i Cooperatori Salesiani di
Este si radunarono alla Conferenza prescritta dal
loro Regolamento . Il luogo della Radunanza fu
del Tantum ergo, eseguito dai giovanetti del Col-
legio Manfredini.»Finqularezo
Mandiamo un cordiale applauso ai Cooperatori
di Este, e vivi ringraziamenti a quei buoni Sa-
cerdoti, che volsero loro parole così opportune .
una comoda cappella appartenente alla chiesa del
Conferenza in Vicenza .
Duomo, e che cortesemente fu per questa occa-
Di questa Conferenza così parla Il Berico, ot-
sione lasciata e ordinata bellamente dal Reverendo timo giornale di Vicenza, nel suo n ° del 4 feb-
Amministratore ecclesiastico , D . Domenico Sal- braio prossimo passato
viati . All'ora stabilita convennero in numero co-
pioso e veramente consolante i sigg. Cooperatori
e le sigg . Cooperatrici . In buon numero erano
pure i RR . Sacerdoti Cooperatori sia di Este, sia
dei confinanti paesi . Pareva di trovarsi come in
famiglia e tra tratelli, tanta era la carità, l'affa-
bilità e la contentezza di ognuno . In tutti eravi
« Come abbiamo già annunziato, nel giorno 30
gennaio all' Oratorio della Cattedrale ebbe luogo
la Riunione dei Cooperatori Salesiani, in onore di
S . Francesco di Sales .
» Questa Radunanza riesci edificantissima, e fu
onorata dalla presenza di alcuni Revmi Canonici ;
ed anzi la presidenza d'onore fu tenuta dal Re-
lo stesso pensiero, lo stesso desiderio, la gloria verendm Monsig . Gio . Batt . Cavedon .
cioè di Dio e il bene del prossimo . Consimili do- » L'egregio Sacerdote Don Nazzario Zorzi prese
vevano essere le fratellevoli adunanze dei primi quindi a svolgere il tema della necessità che in
Cristiani .
Vicenza sorga un Patronato, il quale abbia cura
« Aprì la Conferenza il Direttore del Collegio Sa- dell' educazione e dell'istruzione dei figli del po-
lesiano, il dottore D . Giovanni Tamietti, il quale vero . Ci è impossibile dare un sunto esatto delle
ricordò lo scopo dei Cooperatori Salesiani , e quanto eloquenti parole pronunziate dall'esimio Sacerdote ;
grande sia il bene che essi fanno all'anima pro- ma sappiamo che per desiderio di tutti i soci pre-
pria, col procurare la gloria di Dio in aiuto dei senti , questo bellissimo discorso sarà dato alle
Salesiani in pro della gioventù .
stampe .
« Presiedeva alla Conferenza il M . R . D . Lan-
celotto Dal-Motto, Parroco di S . M . delle Grazie,
che intrattenne i convenuti con forbito e fecondo
discorso . Pigliò egli le mosse dalla parabola del
» Quindi Don Antonio Giorgio recitava una sua
poesia indirizzata a Don Bosco, piena d'affetto e
di carità cristiana . I Cooperatori firmarono in fine
un indirizzo al Sacerdote D . Giovanni Bosco, di-
Padrone della Vigna, e mostrando in essa adom- retto ad ottenere che quell' uomo di Dio abbia
brata la vigna benedetta di Santa Chiesa, e nei quanto prima a soddisfare la promessa, data già
vignaiuoli gli Apostoli , i Dottori, e quanti ope-
rarono ed operano a vantaggio della Religione,
passò a dire di s . Francesco d'Assisi , il quale,
per trarre un maggior numero di anime al Cielo,
da qualche tempo, di fondare anche nella nostra
città un Patronato per i figli del popolo .
» L'Adunanza si sciolse dopo raccolta un'abbon-
dante colletta . per le opere di D . Bosco . » Così
Il Berico .
(1) Per norma e quiete della pia Cooperatrice P . I . T .
facciamo noto che abbiamo ricevuto a suo tempo le of-
ferte dei Cooperatosi Salesiani di S . Vittoria . In quanto
alem dicer alcuniesaoniafnputoI
piccoli disgusti che si soffrono per un buon fine, rendono
le n ostre opere più gradite a Dio e più meritorie . Gesù
Cristo fece del bene a tutti, eppure lo hanno messo in
croce . E questo serva di conforto a lei e a tutti quelli,
che incontrano dispiaceri e contraddizioni per una buona
causa,
Iddio benedica quegli amatissimi nostri Con-
fratelli, e ci conceda di corrispondere presto ai
loro desiderii .
Festa di S . Francesco alla Spezia .
Nella città di Spezia la Festa di s . Francesco
di Sales venne celebrata con grande pompa nella
chiesa dell'Oratorio delle Scuole Salesiane, e col-

1.7 Page 7

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l'intervento di Sua Eccellenza Revma Monsignor » Al domani, 29, Sua Eccellenza conferiva il
Giacinto Rossi, Vescovo di Luni, Sarzana e Pru- Sacramento della Cresima a 130 fra ragazzi e
gnato . Quell' egregio Prelato ebbe l' alta degna- ragazze . Sebbene giorno feriale , la chiesa era
zione di prendere alloggio presso i nostri Confra- nuovamente affollata di gente, accorsa colla spe-
telli e di fermarsi con essi ben 4 giorni, dando ranza di riudire la voce dell'amato Pastore . Com-
loro segni di una bontà e di una benevolenza ve- piuta la sacra cerimonia, Monsignore, prendendo
ramente da padre . Dolenti che ci vada mancando ad argomento lo scopo del Sacramento ammini-
lo spazio, daremo solo una parte della relazione, che strato, parlò degli obblighi e dei doveri di coloro,
di quella festa memoranda ci venne spedita da che lo avevano ricevuto . Le sue parole fecero del
un Cooperatore di quella città .
bene non solo alla gioventù cresimata in quel
« Il 28 e 29 gennaio furono per la Spezia giorni mattino, ma a tutti gli altri ancora .
di gioia e di lieta ricordanza per la Festa di san » In breve la Festa di S . Francesco di Sales è
Francesco di Sales, celebrata con grande solennità I stata un giorno di giubilo pei Salesiani e per le
nella chiesa dei Salesiani .
più centinaia di giovanetti affidati alla loro dire-
» Alcun tempo innanzi il Sacerdote Leveratto zione ; è stata una consolazione pel popolo di Spe-
Giuseppe, Direttore delle scuole dell'Oratorio, do- zia, che ha ammirato funzioni commoventi e rare ;
mandò rispettosamente a Sua E . Rev m a , il no- è stata soprattutto di grande conforto al cuore di
stro veneratissimo Vescovo, che volesse onorarla Monsignore Vescovo, che in mezzo alle spine della
di sua presenza ; e l'ottimo Monsignore, ben conscio vita pastorale trova pure le sue rose, tra le quali
del bene che si è operato e si opera in que- annovera con vera compiacenza le Scuole e l' O-
sta città dagli alunni di D . Bosco , accondiscese ratorio piantati da Don Bosco in questa città , e
alla preghiera e attenne la parola .
sovvenuti dall'augusta carità dello stesso Sommo
» Fin dal mattino della vigilia, il giorno 28, Pontefice Leone XIII . »
molti fedeli si accostarono alla sacra Mensa , e A queste notizie aggiungiamo un recente tratto
tra questi furono oltre 250 giovanetti . La loro di benevolenza del Santo Padre . Il 20 dell'ultimo
divozione e la compostezza dimostrarono chiara- scorso, V . anniversario di sua esaltazione al trono
mente che all'opera della grazia era andata unita Pontificio, il Direttore dell'Oratorio di Spezia gli
la mano di un industre agricoltore .
spediva il seguente telegramma : « Sua Santità
» Alle 10 1/2 Monsignor Vescovo pontificava,
ed era bello il vedere prestato il servizio da un
drappello di giovani addestrati nelle relative ce-
rimonie, che compierono con disinvoltura e con
grazia ; bello altresì, l'udire sulla tribuna dell'or-
gano eseguiti da altra schiera di giovanetti il
Kyrie, il Credo ed altre parti della Messa, con
voci ed arte, che commuovevano e rapivano in-
sieme .
» Alla sera disse il panegirico del Santo Sua
Roma - Migliaio alunni Oratorio Salesiano
Spezia innalzano voti, fanno preghiere, Comu-
nioni pel loro benefattore Leone XIII- Im-
plorano benedizione » - Ed ecco che poco dopo
giungeva la risposta così concepita - « Revdo
Leveratto Direttore Oratorio Salesiano Spezia .
IL SANTO PADRE RINGRAZIA VIVAMENTE PER L'IN-
VIATO TELEGRAMMA E CON AFFETTO IMPARTE A
LEI ED A TUTTI GLI ALUNNI DI COTESTO ORATORIO
L'APOSTOLICA BENEDIZIONE .
Ecc . Revma . Parlò della preghiera, dello zelo e
dell'umiltà di s . Francesco ; e tale si fu l'atten-
L . Cardinale IACOBINI
zione dell'uditorio, che ben si vedeva che le pa-
role dell'ottimo Pastore scendevano nell'animo di
Conferenza a Penango .
tutti placide e soavi ad illuminare ed accendere .
» Sceso Monsignore dal pulpito, assistito come
il mattino dai Canonici, diede solennemente la
trina benedizione . La chiesa era ripiena da una
gran folla di divoto popolo . Monsignor Vescovo
provò una grande contentezza nel mirare coi pro-
prii occhi quella dimostrazione di religiosa pietà ;
ma oltremodo consolante gli tornò la turba nu-
merosissima dei giovani dell'Oratorio festivo, che
rettamente istruiti ed educati, lungi dai pericoli
delle vie e delle piazze, facevano larga e graziosa
corona al Divin Salvatore , e a lui suo rappre-
sentante .
Lungo il giorno ebbe luogo una lotteria di
300 premii, per cui si distribuirono oltre a mille
biglietti . Era un giocondo spettacolo lo scorgere
Il M . R . Sig . D . Giuseppe Garavelli, Parroco
di Penango, la cui carità e zelo ebbero gran parte
nell'impianto del nostro Collegio in quell' ameno
e saluberrimo luogo del Monferrato, scrive così
sulla Conferenza dei Cooperatori .
« Il 28 gennaio, il giovane Sacerdote D . Enrico
Sarzano vice-Curato di Calliano, tenne in questa chiesa
parrocchiale Conferenza a questi Cooperatori Sa-
lesiani . Egli predicò con unzione e zelo, e nel suo
dire dimostrò assai bene e con grato animo quanto
ami la pia Società di S . Francesco di Sales e in
particolare Don Bosco, da cui ricevette l' educa-
zione . V'intervenne il Collegio e quasi tutta questa
mia popolazione . Le sacre funzioni riuscirono molto
decorose e divote . »
colà raccolto un migliaio di giovanetti, ciascuno
dei quali, colla speranza di essere favorito dalla
La festa di San Francesco di Sales
sorte e di cogliere un oggetto, erasi recato al-
l'Oratorio, dove si apprende ad essere rispettosi
e la Conferenza in Torino .
verso i genitori, amanti dello studio e del lavoro, Avremmo ancora a parlare delle Feste e Confe-
a divenire buoni Cristiani, morigerati e savi cit- renze di Coprese, di Leonforte, di Sequals, di U-
tadini .
trera e di moltissime altre ; ma ci vediamo costretti

1.8 Page 8

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a passarle sotto silenzio, per dire della Festa e
della Conferenza, che ebbero luogo in Torino .
Dell'una e dell'altra scrisse già l'Unità Catto-
lica nel suo n° 26 del 1° febbraio . Crediamo
pregio dell'opera di qui riprodurre l'articolo di
quell'ottimo ed importantissimo giornale .
« Lunedì scorso nella chiesa di Maria Ausi-
liatrice in Torino, venne celebrata con pompa so-
lenne la Festa del Dottore S . Francesco di Sales,
Patrono dell'Istituto Salesiano . Le sacre funzioni,
la scelta e la esecuzione della musica e il di-
scorso in onore del Santo riuscirono splendida-
mente . Quantunque giorno feriale, tuttavia assai
edificante fu l' affluire alla chiesa e la frequenza
ai Santi Sacramenti, non solo dei giovanetti e dei
membri dell'Istituto , ma dei fedeli della città,
stati acconciamente preparati colla novena e con
un triduo di predicazione .
» Giovedì passato abbiamo pure ricevuto una
non meno gioconda impressione , assistendo alla
Conferenza dei Cooperatori e delle Cooperatrici Sale-
siane, tenuta nella bellissima chiesa di S . Giovanni
Evangelista . Ad un semplice invito, fatto per let-
tera da D . Bosco, ben 1500 persone, tra cui molti
membri del clero e della nobiltà torinese, verso
le 3 pomeridiane , eransi colà recate per udire
dalla sua bocca parole d'incoraggiamento, e per
infervorarsi nel bene operare a vantaggio di tanta
povera gioventù .
» Il sant'uomo con un dire semplice descrisse
brevemente lo stato miserando , in cui giacciono
oggidì migliaia di giovanetti ; accennò le continue
richieste, che da tutte parti si fanno alle Case
Salesiane, specialmente a quella di Torino, affin-
chè si ricoverino fanciulli pericolanti e degni della
più alta compassione ; esternò il vivo dolore che
prova nel vedersi costretto di rispondere che non
vi è più posto, e nel dover lasciar nell'abbandono
e nella via della perdizione tanti giovani, i quali,
se fossero tolti dal pericolo ed avviati per tempo
ad una qualche carriera, farebbero la più conso-
lante riuscita .
» Venne quindi a discorrere della necessità, in
cui s'è trovato, di ampliare l'Ospizio di S . Fran-
cesco di Sales, innalzando un nuovo tratto di fab-
brica accanto alla chiesa di Maria Ausiliatrice,
per mettersi in grado di dare ricetto ad un mag-
gior numero di derelitti, insegnar loro un'arte o
mestiere, renderli capaci di guadagnarsi un giorno
onoratamente il pane della vita, istruirli ed edu-
carli nella religione e nella morale, e così im-
pedire che, o spinti dalla miseria o tratti dalle
cattive compagnie, si diano al vizio ed al mal-
fare, e cadano forse nella prigione, ad esservi il
disonore della famiglia e l'obbrobrio della patria .
» Don Bosco passò quindi a trattare di alcuni
mezzi da praticarsi per riuscire al nobile intento
di giovare oggidì alla Religione ed al buon
costume, e recò a quest'uopo alcuni esempi edi-
ficanti e sante industrie di persone caritatevoli di
Torino e di altre parti . Rispose ad alcuni que-
siti fattigli a proposito della Pia Unione dei Coo-
peratori e delle Cooperatrici . Con amabile lepi-
dezza narrò che sovente a voce e per iscritto ri-
ceve congratulazioni, per vistose eredità lasciategli
da chi eg li non sa, eredità fantastiche, inventate
da qualcuno di buono o di cattivo umore per far
parlare il mondo ; disse che due, le quali furono
vere, diedero pretesto a tante questioni che alla
fine riuscì con sensibile perdita ; che una gli venne
lasciata poc'anzi, e finora incontestata, ma con-
sistente nella somma di lire una e sessanta cen-
tesimi . Egli terminò il suo dire esortando i suoi
Cooperatori a fare la carità mentre sono in vita
e non aspettare a farla per dopo la morte . « Fa-
cendola adesso, egli disse, voi cooperate più pre-
sto al bene della Religione e alla salute delle a-
nime ; siete sicuri che le vostre intenzioni non
sono contrariate ; e poi ne riceverete da Dio una
doppia mercede, vale a dire, non solo il premio
in Cielo, ma ancora il centuplo su questa terra,
secondo la promessa del Divin Salvatore : Cen-
tuplum accipiet et vitam aeternam possidebit . »
» Le parole di D . Bosco furono ascoltate con
molta attenzione ed accolte con rispetto e bene-
volenza . Esse ci convinsero vieppiù che D . Bosco
non è solo un vero amico, un amorevole padre,
ma un eloquente avvocato della gioventù ; ci per-
suasero che egli è uno di quegli uomini, i quali
se avessero i mezzi corrispondenti al cuore, allo
zelo, all' energia dell'animo , muterebbero faccia
al mondo ; ci posero fuori d' ogni dubbio che il
prestare aiuto alle istituzioni di questo ecclesia-
stico è fare oggidì un'opera non solamente cat-
tolica, ma filantropica e sociale . No, l'Italia e la
Francia , che posseggono molte Case Salesiane ,
non hanno nulla a temere da D . Bosco ; anzi se
esse lo assecondano ne'suoi mirabili disegni a van-
taggio della gioventù, la prima vedrà a poco a
poco scemare di malfattori le sue prigioni, e la
seconda non avrà più cotanto a temere la dina-
mite degli anarchisti . Don Bosco, salvando la gio-
ventù, salva ad un tempo la società . » Così il
principe dei giornali .
E basti questo per le Feste e per le Conferenze
in onore del nostro Santo Patrono .
ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI PIO IX
celebrato nella chiesa di S . Gio . Evangel.
Il giorno 7 dello scorso febbraio occorreva il
quinto anniversario della morte di Pio IX . Es-
sendo il 1° anno che è aperta al divin culto la
Chiesa di San Giovanni Evangelista , per cura
dei Cooperatori Salesiani eretta in Torino quale
monumento a ricordare i benefizi fattici da quel
grande Pontefice, vi si celebrarono più Messe in
memoria di Lui . Con vero piacere poi del nostro
cuore un buon numero di fedeli vi assistette ad ogni .
ora, e molti si accostarono eziandio alla santa Co-
munione . Essi diedero così un sincero attestato
di venerazione e di amore a quell'angelico Papa,
che in Torino ed in qualsiasi luogo civile non
può essere dimenticato e tanto meno oltrag-
giato, fuorchè dagli ignoranti o da coloro, i quali
in fatto di educazione e di civiltà sono lasciati
indietro le cento miglia dai Gallas dell' Africa e

1.9 Page 9

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dai Patagoni dell' America . E meno educati e
meno civili dei Gallas e dei Patagoni si danno
LE MARAVIGLIE DEL SS . SACRAMENTO .
a vedere certuni, che si dicono anticlericali .
Ci facciamo premura di annunziare un libro op-
portunissimo in ogni tempo, ma soprattutto nella
UN FANCIULLO GUARITO DA UNA CROCE
BENEDETTA DA PIO IX .
La Campana del Mezzodì, ottimo periodico
quaresima, intitolato : Le meraviglie del SS . Sa-
cramento, narrate ai fanciulli della prima Co-
munioae . Ne è autore il P . Pietro Laurenti della
Compagnia di Gesù, il quale, lo diciamo senza
settimanale di Napoli, sotto il titolo : Memoriale tema di essere smentiti, ha fatto un'operetta che
delle grazie ottenute per intercessione di Pio IX, tornerà non solo utile e gradita ai fanciulli e alle
pubblica favori ed anche miracoli, che si attestano fanciulle, ma ai catechisti e alle catechiste , ai
ricevuti pei meriti di lui . Nel n . 6 del 10 di Parroci, ai Sacerdoti, ai maestri, alle maestre, e
febbraio ne riferisce uno, riportato già dall'Os- a tutti i buoni genitori . Il libretto contiene 4
servatore Cattolico e dalla Famiglia Cattolica, brevi istruzioni , rivolte ai ragazzi ed alle ra-
e che ci piace di qui presentare ai nostri Coo- gazze, ed acconcissime a ben prepararli al grande
peratori e alle nostre Cooperatrici .
atto della prima Comunione . La prima ne pre-
« Un missionario del Texas, antico allievo della para l'intelletto, la seconda ne prepara l' anima,
Scuola Apostolica di Avignone, racconta il fatto la terza il cuore, e la quarta li conforta ed am-
seguente, avvenuto prima della morte del Santo maestra a serbare per tutta la vita il frutto della
Padre Pio IX .
prima Comunione . A ciascuna istruzione fa se-
» L'inverno scorso venni chiamato in fretta per guito un' assennata raccolta di miracoli autentici
battezzare un ragazzo di otto anni, che era in e di fatti edificanti, di cui è sempre avida la te-
punto di morte . Corro, e vedendo che stava per nera età . Essi giovano a raffermare nei fanciulli
morire, lo battezzo . Finita la cerimonia consolo e a ravvivare la fede nella divina Eucaristia ;
i genitori, e loro dico di offrire il loro sacrifizio giovano a destare nei loro cuori la pietà e la di-
al buon Dio, giacchè prevedevo che dopo poco più di vozione verso Gesù in Sacramento ; giovano al-
due ore avrebbero avuto un angelo in Paradiso . tresì a quelli, che li hanno da istruire e da dis-
» Partii triste, poichè il dolore di questa po- porre ad accogliere convenientemente l' Ospite
vera gente, buoni cattolici, mi faceva pena . Ri- divino . Può servire di ottimo premio e di utile
tornato a casa, mi venne un'idea . . . Mando in fretta
una ragazzina con una croce che il nostro Santo
Padre Pio IX avea benedetta , facendo dire alla
madre di mettere questa croce sul piccolo mo-
rente . La ragazza corse in fretta, la madre, che
piangeva come suo padre, ricevette il mio mes-
saggio con premura, comprese il mio pensiero, e
con una fede da S . Paolo mise la croce sul fan-
ricordo ai giovanetti e alle giovanette delle classi
di catechismo e delle scuole . Per molti pregi il ,
libretto è degno di essere conosciuto ; e noi siamo
sicuri che i RR . Parroci , letto che lo abbiano ,-
sapranno grado all'autore che lo ha composto, o
a noi che lo abbiamo annunziato .
Si vende alla Libr . Sales . di Torino al prezzo
di Cent. 50 per ogni copia . Leg . in tela L . 1,10 .
ciullo che era agli estremi .
» Appena la croce l'ebbe toccato, egli aprì gli
occhi, e fu sanato all'istante, come mi attestò sua
madre in presenza di parecchi testimonia . Mi rin-
MINIERA D' ORO
cresceva di privarmi di quella croce, la richiesi,
ossia aurei mezzi per divenire ricchi e felici
ma la povera madre con aria raggiante di gioia
mi disse : « Signor curato, il nostro Santo Padre
il Papa ha sanato il mio piccolo figlio , perciò
in questo mondo e nell' altro .
Con questo titolo è uscita nella nostra Tipogra-
tengo la croce . » Nello stesso tempo il piccolo
Martino (è questo il nome del fanciullo) sorrideva
con me, come se avesse voluto dirmi : grazie ,
padre, grazie . Ciò produsse in molti dei presenti
lagrime di consolazione, ed ha contribuito assai
nel paese a risvegliare la fede . »
Un altra grazia pur degna di essere conosciuta
ci venne riferita, il 30 del passato gennaio , da
un nostro Cooperatore di Ascoli Satriano, con pre-
fia di Torino la seconda edizione corretta ed ac-
cresciuta di un opuscoletto, che è un brevissima
compendio dell'opera : Direttorio ascetico del P,.
Gio . Scaramelli, ed è per istradare le anime
buone, che tendono alla perfezione, a leggere l'o-
pera in grande, ponendo loro sott'occhio il sugo
della medesima, e in pochissime pagine tutto quelle.
che debbono fare per coltivare la virtù con per
lezione, nella quale vi è la vera felicità in questo,
ghiera di pubblicarla .
mondo e nell'altro .
« Nella città, egli ci scrive, da parecchi mesi
Nelle città e in tutti i paesi, massime di cam-
era inferma una donna, la quale, quantunque a- pagna, vi sono anime semplici che ben istradate
vesse preso tutti i rimedii suggeriti dalla medi- farebbero mirabili progressi nella virtù . Niente di
cina, nulladimeno spesso ricadeva nel medesimo meglio farebbero i MM . RR . Sigg . Parroci e Di-
morbo . Finalmente una pia persona avendo pre-
gata caldamente la SS . Vergine Immacolata, che
ad intercessione dell'angelico Pio IX si benignasse
concedere la sanità all' inferma, questa dopo po-
chi giorni riacquistò la primiera floridezza, e tut-
rettori spirituali, che provvedere queste anime d'
quest'opuscoletto, ove si contiene questo istrada-
mento breve, succinto e adattato alla ca pacità di tutti
Prezzo una copia L . 0,15 - 50 copie L . 6,00
Si vende alla Libreria Salesiana di Torino, di San
tora vive, come se non avesse mai sofferto . » Pier d'Arena e di Lucca .

1.10 Page 10

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MORTE DI UN BENEFATTORE INSIGNE .
Riconoscenza e gratitudine vogliono che fac-
ciamo un cenno particolare di un caritatevole Coo-
peratore, la cui vita altamente benefica si estin-
gueva in Este sullo scorcio del mese di gennaio .
Egli è il Cav . Benedetto Pelà, venerando vegliardo
più che ottuagenario . Il bene che egli fece alla
umanità sofferente, l'aiuto altresi che egli prestò
al nostro Collegio di quella città, il conosce Id-
dio, il quale a quest' ora lo avrà già doviziosa-
mente rimunerato , secondo la sua immancabile
promessa . Dal canto nostro, dopo di aver innal-
zato preghiere al Cielo in sollievo dell' anima sua,
di buon grado riportiamo in queste colonne alcune
notizie su di lui, affinchè si conservi tra i mor-
tati più duratura la sua venerata memoria . Ecco
quanto il Direttore del Collegio di Este scrive ad
uno dei Redattori di questo nostro periodico .
Este, 30 gennaio 1833 .
CARIssm° D . BONETTI,
In questo momento dal Duomo di Este è giunta
accompagnata da' Sacerdoti, dalla banda della città
e da molti fedeli, la salma del defunto Cav . Be-
nedetto Pelà . Qui accanto al Collegio nostro aveva
preparata la sua tomba, e qui ora appunto è de-
posto . Sono andato fin vicino alla sua cappella,
ma non ho petuto resistere allo stringimento di
cuore, e mi sono dovuto ritirare . Quanto amore
aveva per D. Bosco, pei Salesiani e per la po-
vera mia persona ! Quanto sento che lo amava,
ora che Dio ce lo tolse ! Non posso dimenticarlo .
- Amoroso verso dei Salesiani, affettuoso verso
i parenti, caritatevole verso i poverelli , era, da
quanti lo conoscevano, stimato ed amato . La sua
morte è riguardata come una sventura .
Era nato il 2 aprile 1810 . All'età di circa 20
anni perdette il padre, e si trovò povero, senza
istruzione, senza professione , con una madre da
mantenere e cinque fratelli minori di lui . D'al-
lora la sua vita fu un lavoro continuo di meravi-
gliosa attività . A sè non badò più, purchè potesse
aiutare la madre ed i fratelli . Patì la farne, sof-
ferse la mortificazione della più squallida miseria ;
ma Dio benedì l'amore grande ch'egli ebbe verso
la genitrice . A poco a poco riuscì a fare uno
stato comodo a se stesso, ai fratelli ed ai parenti .
Quello poi che è degno di nota si è, che, quando
raccontava questa sua vita piena di travagli e di
fatiche, finiva dicendo : « Dio mi diede ricchezza ;
ma ho la consolazione di avermela procurata
» col suo aiuto senza aver fatto piangere nes-
» suno, anzi soccorrendo sempre gli altri, quanto
» ho potuto .» Ei diceva il vero . Non so quanti ,
fattisi ricchi, po ssano affermare altrettanto .
Non dico quello che fece per noi , dopochè ci
venne Cooperatore . Basti accennare che il nostro
Collegio Manfredini era per lui la sua seconda
casa, e resistette a dure prove e fiorisce pel suo
aiuto : amico più sincero, più Amorevole, più ge-
neroso sarà ben difficile il trovarlo . Ogni giorno
veniva qua, e si deliziava in vedendo il bene, che
si cercava di fare ai giovanetti . Voleva spesso
udir narrare di D . Bosco, delle nostre Case, delle
nostre Missioni . I nostri piaceri erano piaceri
suoi, i nostri dolori erano suoi dolori, i nostri
bisogni sentiva come i bisogni proprii .
Per quanto odo dire , lasciò un legato di 75
mila lire per mantenimento e premii alle povere
scuole femminili del Ricovero di Este . Così as-
sicurò la sussistenza delle Suore che le dirigono,
e impedì che i malevoli le bandiscano . Questa di-
sposizione è altamente commendata da chiunque
conosce le cose .
Morivail27corentegenaioaleore91/2
pomeridiane . Di pochi mesi lo aveva preceduto il
suo confessore Mons . Zanderigo Agostino, arciprete
del Duomo e caro nostro Cooperatore, ed il suo e
nostro carissimo amico Antonio Venturini . In poco
tempo tre preziose esistenze si spensero in Este .
Frattanto voglia la S..V avvisare i Coopera-
tari Salesiani che preghino in suffragio di questa
anima eletta , e la raccomandi in modo speciale
al nostro comun padre D . Bosco ed ai nostri a-
mati confratelli . Nell'istesso tempo abbia presente
dinanzi a Dio anche il povero scrivente , molto
addolorato per la perdita di un tanto benefattore .
Con tutta stima mi dico
Suo affmo in G . C .
Sac . GIOVANNI TAMIETTI .
NB . Il Veneto Cattolico così scrive di Benedetto
Pelà
« Colla serenità del giusto e forte nelle divine
speranze s'addormentava ieri in seno a Dio il si-
gnor Benedetto Pelà, cavaliere dell'Ordine di san
Silvestro Papa . Veramente benedetto per le vir-
tuose e generose sue azioni ! Larghissimo del ricco
censo, prodigò elemosine pei poveri, pel Pio Ri-
covero, contribuì in gran parte alla fondazione del
Collegio-Convitto Manfredini, diretto dai Salesiani
di D . Bosco, ed all'ampliamento ed abbellimento
di questo istituto erogò vistose somme . Zelante e
schietto cattolico , ebbe sommamente a cuore il
decoro del sacro tempio, fu socio benemerito delle
locali società, all' augusta povertà del Sommo Pon-
tefice sovvenne mai sempre con generose obla-
z. ioni Siagli copiosa in Cielo la mercede dei tanti
meriti accumulati in terra .
La Società Promotrice Cattolica
Il Circolo della Gioventù Cattolica . »
STORIA DELL'ORATORIO DI S . FRANCESCO DI SALES
PARTE SECONDA .
CAPO IX .
Nuovo tratto di fabbrica e nuovo rovesciamento -
Prova della protezione di Dio - Altra Lotteria -
Invito alla medesima - Sussidio del Governo -
Decreto del Ministro Rattazzi .
A cagione della guerra nella Crimea e per altre
non meno disastrose si moltiplicavano ogni giorno
le domande a D . Bosco, perchè ricoverasse poveri

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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giovanetti nell'Oratorio od Ospizio di S . Francesco
di Sales . Oltre quelli, che venivano raccomandati
o dai parenti, o dai parroci, o dai municipii, mol-
tissimi si raccomandavano di per se stessi . Quasi
tutte le domeniche tra i giovani, che frequenta-
vano o si recavano per la prima volta all'Oratorio
festivo, D . Bosco ne scorgeva di quelli, i quali
si trovavano in tale abbandono, o in siffatti peri-
coli di corpo e di anima, che se non venivano
presto ritirati si sarebbero messi infallantemente
nella via del male . Nella stessa condizione scorge-
vansi molti dei fanciulli, che si portavano negli O-
ratorii di S . Luigi a Porta Nuova, e dell'Angelo
Custode in Vanchiglia . Ogni settimana or l'uno
or l'altro dei Direttori di quei due Oratorii gliene
consegnava di quelli, che erano veramente degni
della più alta compassione . Anche il Governo molto
di spesso gli raccomandava ora il figlio d'un impie-
gato, ora l'orfanello di un militare, ed ora un
giovanetto, la cui condotta non era ancora così biasi-
mevole da meritare un luogo di correzione, ma
che tuttavia faceva assai temere per l'avvenire, se
non gli si dava una educazione morale . Frequentis-
sime erano le raccomandazioni di simil genere, che
D . Bosco riceveva e dai varii Ministeri, e dalle In-
tendenze o Prefetture dello Stato, alle quali finché
aveva un bugigattolo non rispondeva mai di no .
Con questo metodo di carità sulla fine dell'anno
1855 ogni ripostiglio della casa di Valdocco era oc-
cupatp da un letto ; anzi nella estate qualcuno aveva
dormito niente meno che in un piano del campanile .
In vista dell'accrescersi delle miserie e delle do-
mande, D . Bosco prese la risoluzione d'innalzare
quel tratto di doppia fabbrica, che si estende attual-
mente dal portone di mezzo sino alla chiesa di San
Francesco di Sales . Fece pertanto chiamare un certo
sig . Giovenale Delponte, che faceva da ingegnere e
da impresario, e gli domandò se avesse del danaro
per le prime spese . - No, rispose quegli . - E
nemmeno io, soggiunse D . Bosco . - E come fac-
ciamo? - Cominciamo egualmente, conchiuse D .
Bosco, e prima che sia tempo di pagare gli operai
il Signore qualche soldo ci manderà .
Nel mese di marzo del 1856 si diede principio
ai lavori ; si diroccò la vecchia casuccia, che an-
cora restava in piedi come reliquia delle nostre
primiere grandezze, e si cominciò il nuovo fab-
bricato, che compieva il già concepito disegno .
Nelle ore di ricreazione prestavamo ancor noi la
mano e a rovesciar muri e a portare mattoni, onde
guadagnar tempo e risparmiare spese . Fra gli
altri muratori lavoravano i fratelli Buzzetti, che
da quel tempo più non abbandonarono il servizio
di D . Bosco . Dotati di una intelligenza e fedeltà a
tutta prova, eglino progredirono siffattamente nel-
l'arte edilizia, che godono oggidì una ben meritata
fama tra i primi impresarii di Torino . Siccome ur-
geva di avere il locale a disposizione pel prossimo
autunno, così le opere si accelerarono al punto, che
alla fine di luglio la nuova fabbrica non solo era
coperta, ma, fatte le volte dei 4 piani, lasciava
speranza di essere tra poco abitata . Ma eccoci
addosso un nuovo disastro .
Il giorno 22 di agosto , verso le ore 10 antime-
ridiane, un muratore stava disarmando le volte della
nuova fabbrica nella parte, che guarda a mezzanotte .
Nei giorni precedenti egli aveva tolte le armature
nei piani inferiori, e in quello toglieva i sostegni
nel penultimo . Oramai il suo lavoro era compiuto,
quando, non si sa il perché, la volta di quel piano
si apre e cade sulla volta sottostante ; questa pre-
cipita sulla terza e così di seguito sino alla can-
tina . In un minuto, i tre piani di quella parte
di casa divennero un mucchio di rovine .
Questo rovesciamento fu per l' Oratorio una
grave sciagura per le spese che dovettero ripetersi ;
ma in mezzo alla disgrazia apparve eziandio visibile
la mano proteggitrice della divina Provvidenza .
Accenniamo due fatti molto consolanti . Il piano
terreno, già da qualche giorno libero dalle arma-
ture, siccome luogo comodissimo e di molta fre-
scura, nelle ore di ricreazione era sempre ingombro
di giovani e di assistenti . Alcuni vi s' interte-
nevano giuocando, altri vi stavano leggendo e stu-
diando , taluni discorrendo e sorvegliando . Ma
intanto alle ore 9 1/2 di quel mattino suona il cam-
panello, ed ognuno con esemplare diligenza si ri-
tira, quale nella scuola o di ripetizione o di metodo
d'insegnamento, che si faceva nelle vacanze au-
tunnali, e quale nello studio comune . Or bene,
appena fummo tutti al nostro posto, ecco che u-
diamo un fragore e rovinio, che ci fa trasalire
erano in quell'istante cadute le volte . Se questa ro-
vina succedeva pochi minuti innanzi, avrebbe colto
e schiacciato almeno una quarantina di giovani .
Un fatto non meno mirabile fu quello del mu-
ratore, che si trovava sopra la prima volta caduta .
Appena ei si accorse che questa cedeva cercò tosto
di mettersi al sicuro, correndo verso il muro di
fianco ; ma in quell'atto gli mancarono i mattoni
di sotto ai piedi, ed egli, gettatosi come per i-
stinto sopra un ultimo tratto di volta, vi rimase
colla parte principale del corpo e colle gambe
penzoloni per aria . Aveva nei piedi un paio di
ciabatte, e queste gli caddero eziandio mescolate
coi rottami e col calcinaccio . Era impossibile il
non vedere la mano di Dio a sostenere quel pezzo
di volta isolato, per cui il poverino, a malgrado
che vi poggiasse sopra con tutto il suo peso, ebbe
nondimeno salva la vita . Parimenti di tanti altri
operai, che in quel momento lavoravano attorno
alla fabbrica, neppur uno ebbe a soffrire il mi-
nimo male .
Il nostro D . Bosco era in quel giorno fuori di
casa . Nella sera essendo ritornato all'Oratorio,
come vide il disastro ne fu molto addolorato . Sa-
puto poi che salva era la vita di tutti, ne ringraziò
il Signore, e con aria serena e faceta disse ai gio-
vani, che lo attorniavano : - E tanti, che era-
vate a casa, non foste capaci di andare a mettere
il dito sotto le volte, ed impedire che cadessero? Oh !
buoni a niente ! Ma vi compatisco : è Berlich ,
che ci ha dato una cornata (1) . È già la seconda
volta, che questa mala bestia ci usa la sgarbatezza
di gettarci giù la casa ; ma non importa . Egli l'ha
da fare con Dio e colla Madonna, e non la spun-
terà . Se le volte sono cadute, noi le rialzeremo
e non cadranno più . -
(1) Berlich, voce piemontese, che indica il demonio.

2.2 Page 12

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I nostri benefattori di Torino quando seppero
l'accaduto ne provarono compassione per D . Bosco,
e invece di raffreddarsi nel portargli soccorso si
accesero vieppiù di zelo per l'opera sua . Tuttavia
le spese già fatte e quelle che rimanevano a farsi
ascendendo a più migliaia di lire, egli pensò di
ricorrere alla carità pubblica per mezzo di una
grande Lotteria . D . Bosco fu mosso a ciò da
parecchie ragioni . Egli mirava anzitutto di por-
gere ad un maggior numero di fedeli la propizia
occasione di compiere un atto di carità esimia, o
coll'offrire doni o collo smerciare biglietti, e per
tal guisa procacciare loro più ricca corona di me-
rito e a Dio maggior gloria ed onore ; in secondo
luogo intendeva di risparmiare alquanto la borsa
de' soliti suoi benefattori, affinchè potessero erogare
limosine a sollievo altresì di tante altre miserie
di Torino e del Piemonte ; e infine procurarsi il
fondo necessario per condurre a compimento, e
soddisfare i debiti della incominciata fabbrica, a
dispetto del nemico d'ogni bene, che invece di
guadagnare veniva a perderne e pel moltiplicarsi
delle opere buone, e per l'accrescersi degli atti
di amore verso Dio e verso il prossimo .
Appena D . Bosco manifestò l'intenzione di porre
mano ad una Lotteria, parecchi signori e signore,
ecclesiastici e laici , di Torino e di altre parti,
si fecero un vanto di ascriversi tra i promotori
e le promotrici in aiuto di lui . Ci sarebbe caro
di qui riferire i nomi di tante benemerite persone,
che troviamo registrati in apposito libro ; ma per
amor della brevità notiamo solo che i promotori
e le promotrici furono ben oltre a 340, e gli og-
getti raccolti superarono i due mila e novecento (1) .
Degno di far parte di questa nostra istoria ci
sembra l'invito pubblicato e diffuso all'uopo dalla
Commissione promotrice . Era concepito in questi
termini
(1) Se non possiamo fare menzione di tutte le persone
benevoli che porsero la mano alla prefata Lotteria, non
dobbiamo astenerci dal segnalare almeno i membri della
Commissione creata a tale effetto, pochi dei quali tuttor
viventi, e i più chiamati già al premio eterno . Essi sono
CAYS DI GILETTA Conte CARLO Presidente .
BIANCO DI BARBANIA Barone GIACINTO Vice-Presidente .
GALLEANI D AGLIANO Cavaliere LORENZO Segretario .
SCARAMPI DI PRUNEY Marc . Ludovico Dirett . della Lotteria .
COTTA Cav . GIUSEPPE Senatore del Regno Cassiere .
BELLINGERI Avvocato GAETANO .
Bosco Sacerdote GIOVANNI Direttore degli Oratorii .
Bosco DI RUFFINO Cavaliere ALERAMO .
CERRUTI PAOLO .
DE MAISTRE Conte CARLO .
DUPRE Cavaliere GIUSEPPE Consigliere Municipale .
F ASSATI Marchese DOMENICO .
GALLEANI D'AGLIANO Conte Pio .
,
GALLEANI D'AGLIANO Cavaliere MICHELE .
GONELLA Cavaliere MARCO Direttore della Lotteria.
GROSSO CARLO Direttore della Lotteria .
PREVER ACHILLE .
PROVANA Di COLLEGNO Conte ALESSANDRO .
ROASENDA DI ROASENDA Cavaliere GIUSEPPE .
VIANCINO DI VIANCINO Conte FRANCESCO .
INVITO
Ad una Lotteria d'oggetti a favore degli Oratorii di S . Luigi a
Porta Nuova, di S . Francesco in Valdocco e del S . Angelo
Custode in Vanchiglia .
« La carità del Vangelo che ispira all' uomo
le più belle opere di beneficenza, sebbene rifugga
dal richiamare sopra di sè gli sguardi altrui, tutta-
via, ove la gloria di Dio e il vantaggio del pros-
simo lo richiedano, non esita di superare la sua
ritrosia e stendere la mano alle persone benefiche,
e narrare talvolta il bene operato, onde serva ad
altri d'invito e di eccitamento a venire in aiuto
ai bisognosi . Questo riflesso ha fatto deliberare
la Commissione costituita per questa Lotteria a
dare un cenno delle opere principali, che in questi
Oratorii si fanno, e così fare a tutti conoscere
a che sia destinato il provento, che ne fosse per
derivare .
» Crediamo cosa pubblicamente conosciuta come
il Sac . Bosco Giovanni nel desiderio di promuo-
vere il vantaggio morale della gioventù abbando-
nata , si adoperò che fossero aperti tre Oratorii
maschili ai tre principali lati di questa città, ove
nei giorni festivi sono raccolti, nel maggior nu-
mero che si può , quei giovani pericolanti della
città e de' paesi di provincia, che intervengono a
questa Capitale . In questi Oratorii avvi cappella
per le funzioni religiose , alcune camere per la
scuola ed un giardino per ricreazione . Ivi sono
allettati con premii , e trattenuti con un po' di
ginnastica o con altra onesta ricreazione, dopoché
hanno assistito alle sacre funzioni . Il numero di
quelli che intervengono eccede talvolta i tre mila .
Quando le stagioni dell' anno lo comportano, vi è
scuola di lettura , scrittura , canto e suono . Un
ragguardevole numero di pii signori sono solleciti
a prestare l' opera loro col fare il catechismo, e
coll'adoperarsi che i giovani disoccupati vengano
collocati al lavoro presso ad onesto padrone, con-
tinuando loro quell' amorevole assistenza che ad
un buon padre si conviene .
» Nell'Oratorio poi di Valdocco vi sono anche
le scuole feriali di giorno e di sera specialmente
per quei ragazzi, che o per l'umiltà delle lacere ve-
sti, o per la loro indisciplina non possono essere
accolti nelle pubbliche scuole .
» Le scuole serali sono assai frequentate . Ivi
è parimenti insegnata lettura , scrittura, musica
vocale ed istrumentale , e ciò tutto per allonta-
narli dalle cattive compagnie, ove di certo cor-
rerebbero rischio di perdere lo scarso guadagno
del lavoro, la moralità e la religione .
« Tra questi giovani, siano della città, siano
dei paesi di provincia, se ne incontrano alcuni (per
lo più orfani) i quali sono talmente poveri ed ab-
bandonati , che non si potrebbero avviare ad
un'arte o mestiere senza dar loro alloggio, vitto e
vestito ; e a tal bisogno si è provveduto con una
casa annessa all'Oratorio di Valdocco , ove sono
accolti in numero di oltre centocinquanta (1) : loro
è somministrato quanto occorre per farsi buoni
cristiani ed onesti artigiani.
(1) Oggidì il loro numero si avvicina al mille .

2.3 Page 13

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» Accennato così lo stato di questi Oratorii si
può facilmente conoscere ove sia diretto il pro-
vento della Lotteria : le spese dei fitti dei rispettivi
locali, la manutenzione delle scuole e delle chiese,
il dar pane ai centocinquanta ricoverati sono oggetti
di gravi dispendii .
» Inoltre or sono tre anni nella . fatale invasione
del colèra si dovette riattare un locale apposito,
ove in quella congiuntura furono ricoverati in nu-
mero di quaranta orfani, parecchi dei quali sono
tuttora nella casa . In quest'anno poi si è dovuto
ultimare un tratto di fabbrica da alcuni anni messo
in costruzione . Tutti questi lavori, sebbene ese-
guiti colla più studiata economia, resero indispen-
sabile la spesa di oltre quarantamila franchi . La
qual somma coll' aiuto di caritatevoli persone fu
già nella maggior parte pagata, ma rimane an-
cora un debito di dodici mila franchi .
» A soddisfare tali spese , a provvedere alla
possibilità di proseguire nel bene incominciato ,
non abbiamo potuto trovare altro mezzo se non
una Lotteria di oggetti, come quella che apre la
via a qualsiasi condizione di persone di concor-
rere in quel modo e misura, che i mezzi e la ca-
rità di ciascuno suggeriscono .
» A tal uopo fu chiesta la debita autorizzazione
dal Regio Governo, che accolse favorevolmente la
domanda , e con decreto del 2 corrente febbraio
accordò tutte le facoltà, che pel buon esito della
Lotteria sembrano opportune .
» Noi siamo intimamente persuasi che i nostri
concittadini e le persone caritatevoli delle pro-
vincie, alle quali pure si estende il benefizio degli
Oratorii e della casa, vorranno associarsi con noi
e prendere non piccola parte , mandando oggetti
destinati a servire di premio, e facendo acquisto
di biglietti . Un eletto numero di benemerite per-
sone furono cortesi di accettare di farsi promotori
e promotrici, impegnandosi a raccogliere oggetti
e a smerciare biglietti a norma del piano di re-
golamento ivi unito .
» Noi abbiamo soltanto esposto lo scopo degli
Oratorii ed i mezzi principali, che sono posti in
opera onde conseguirlo . L' opera ci pare da se
stessa abbastanza commendevole, senzachè vi ag-
giungiamo parola . Notiamo soltanto che prendendo
parte a quest'opera di beneficenza si provvede alla
pubblica ed alla privata utilità ; e voi sarete be-
nedetti da Dio e dagli uomini . Da Dio presso cui
non vi verrà meno la ricompensa ; dagli -uomini
poi avrete la più sentita riconoscenza, mentre uno
stuolo di giovani benediranno ogni momento la
mano benefica, che li ha tolti dai pericoli delle
strade, avviandoli al buon sentiero, al lavoro, alla
salvezza dell'anima .
LA COMMISSIONE. »
Qui non ci fermeremo a dire per singolo le sol-
lecitudini, le noie, le fatiche, che questa Lotteria
diede a D . Bosco, a D . Alasonatti e a tanti altri
benemeriti signori, tra cui il Cav . Lorenzo d'A-
gliano, l'Avvocato Gaetano Bellingeri, e il com-
pianto Michele Scanagatti, i quali ebbero la co-
stanza di passare più volte con noi le intiere notti, a
fine di, preparare biglietti . Ricordiamo con piacere
che per mezzo di tanti promotori e tante promotrici
i biglietti si distribuirono a migliaia, ed ogni ordine
di cittadini ne comperò in copia , non tanto per
la speranza di guadagnare un premio a sorte, quanto
per la soddisfazione di porgere la mano ad un'o-
pera, che riputavano utilissima alla Religione ed
alla civile società .
Lasciando il resto, ci è dolce di qui segnalare il
lodevole concorso, che ci porse in questa circostanza
anche il Governo del Re . Fin da principio il Mini-
stro Rattazzi ad una richiesta di D . Bosco ebbe
la bontà di assegnargli tosto lire mille, per affron-
tare le prime spese della nuova fabbrica . In data
del 9 maggio del 1856 dal Ministero dell'Interno
in Torino egli scriveva così :
« Il Ministro sottoscritto mentre commenda il di-
visamento del Sacerdote sig . D . Bosco, Direttore
dell'Oratorio maschile in Valdocco, di far ampli-
are l'attuale fabbricato, onde estendere ad un mag-
gior numero il ricovero dei poveri figli abbandonati,
gli partecipa che per coadiuvarlo nella rispettiva
spesa ha determinato di accordargli una sovven-
zione di lire mille sui fondi del Bilancio di questo
Ministero . Spiacente chi scrive che le ristrettezze
in cui versa l'erario non acconsentano ad una mag-
giore elargizione, lo previene intanto che detta
somma gli sarà corrisposta per la concorrente di
L . 500 dal Cassiere di questo Ministero, e che-
gli saranno le restanti L . 500 pagate dal Tesoriere
della Provincia in questa Capitale .
Il Ministro
U . RATTAZZI »
Succeduta poscia la riferita catastrofe, il mede-
simo Ministro volle pure concorrere a ripararla,
e a nome del Governo faceva tenere a 'D . Bosco
un nuovo sussidio di L . mille, notificandoglielo
colla lettera seguente .
Torino, 4 ottobre 1856
ILL m° E REv m° SIGNORE,
Volendo dimostrare in modo particolare l'inte-
resse, che il Regio Governo prende all'incremento
del pio Istituto maschile di Valdocco, iniziato e
ben diretto dal M . R . Sacerdote Giovanni Bosco,
il sottoscritto conscio delle strettezze pecuniarie
del medesimo, e conoscendo come la somma di
L . 1000 testé elargita fosse al disotto degli ingenti
bisogni in cui versa, con suo Decreto d'oggi ha
nuovamente disposto, perchè gli siano fatte cor-
rispondere altre L . mille sui fondi casuali di
questo Ministero .
Facendo seguito alla sua nota di ieri, lo scri-
vente partecipa al M . R . Direttore dell'Oratorio
suddetto la presa determinazione, e gli soggiunge
che ha parimenti già impartite le disposizioni in
proposito pel rilascio in di lui capo dell'analogo
mandato di pagamento della somma anzi citata .
Il ministro
U. RATTAZZI
Finalmente in occasione della mentovata Lot-
teria il Rattazzi, per parte del Ministero, man-
dava in dono un quadro ad olio, rappresentante

2.4 Page 14

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un episodio di Erminia ; indi emanava un Decreto,
degno di essere conosciuto non solo per la sovven-
zione, che vi è ordinata, ma per le considerazioni
sopra cui è appoggiato . Qui lo riproduciamo quale
istorico documento .
IL MINISTRO SEGRETARIO DI STATO
per gli affari dell'Interno
Visto il programma della Lotteria di oggetti
a favore degli Oratorii di S . Luigi a Porta Nuova,
di S . Francesco di Sales in Valdocco, e dell'An-
gelo Custode in Vanchiglia, che si sta eseguendo
per cura del benemerito Sacerdote D .Bosco, sotto
gli auspicii del quale nacquero e si mantengono,
con utile grandissimo dei giovani maschi abban-
donati, li detti tre Oratorii, aperti non ha guari
ai tre principali lati di questa Capitale, per dare
ricovero ed educazione, conforme alla condizione
loro, ai giovani pericolanti di Torino, o che altri-
menti vi giungono dalle provincie ;
Vista la lettera del prefato Sig.DBosc,la
quale fa offerta al Ministero di quattrocento bi-
glietti della Lotteria stessa a centesimi cinquanta
caduno, colla viva preghiera di aggradirli a sollievo
delle strettezze in cui versano le dette pie Case ;
Considerando che senza un possente aiuto, che
il D . Bosco spera dalla carità pubblica, a cui in
gran parte affida l'opera sua filantropica, gli man-
cherebbero i mezzi indispensabili per continuarla con
successo e vantaggio grandissimo della classe povera ;
Ritenuto che il Ministero, conscio delle critiche
condizioni finanziarie in cui trovossi più volte
l'Oratorio di Valdocco, da cui hanno principio e
vita le altre due pie Case di Porta Nuova e Van-
chiglia, prontamente al medesimo soccorse ;
Che è massima consacrata dal Governo di sus-
sidiare per quanto in lui sta ogni Istituto, che
sotto qualsiasi denominazione imprende ad educare
il popolo, e facilitargli la via a quella educazione
morale , che i giovani abbandonati non possono
altrimenti procacciarsi,
DECRETA :
Sui fondi casuali del Bilancio di questo Mi-
nistero pel corrente anno è assegnata al Reverendo
Sig . D . Bosco, Direttore dell'Oratorio maschile in
Valdocco, Presidente della Commissione della Lot-
teria anzi accennata, la somma di L . 200, impor-
tare di N° 400 biglietti a cent . 50 caduno, oltre
il dono de' biglietti stessi, che ad un tal fine sa-
ranno al medesimo restituiti a totale benefizio del-
l'Oratorio di Valdocco, Vanchiglia e Porta Nuova,
a favore de' quali con merito di lode e filantro-
pico zelo venne dal predetto Sig . D . Bosco la Lot-
teria avviata . L' ufficio centrale di Contabilità è
incaricato della spedizione del relativo mandato di
pagamento della somma anzidetta di Lire duecento,
in capo al Signor D . Bosco predetto, sulla Tesoreria
Provinciale di questa Capitale .
Dato a Torino, addì 30 aprile 1857
Il Ministro U . RATTAZZI .
Per copia conforme
Il Direttore Capo della I Divisione
ALASIA .
Abbiamo creduto opportuno di qui riferire questo
documento, affinchè si veda come le stesse Auto-
rità governative apprezzassero l'opera del nostro
Oratorio . Quantunque gli uomini, che sedevano ia
quei giorni al timone dello Stato, professassero
principii ben diversi da quelli di D . Bosco, tut-
tavia dalla esperienza ammaestrati riconoscevano
che la educazione, che egli impartiva a' suoi gio-
vanetti, era un' arra sicura di benessere per la
famiglia e per la società . Quindi desideravano la
prosperità e l' incremento del suo Istituto , e lo
favorivano secondo il loro potere . E meritamente ;
imperciocchè chi impiega i suoi talenti, e sacri-
fica sostanze e vita a vantaggio dei figli del popolo,
ha diritto al plauso non solo, ma al concorso di
qualsiasi Autorità costituita ; e secondo la sentenza
di Urbano Rattazzi dovrebbe essere « massima
consacrata dal Governo di sussidiare per quanto
sta in lui ogni Istituto, che sotto qualsiasi deno-
minazione imprende ad educare il popolo, e faci-
litargli la via a quella educazione morale, che non
potrebbe altrimenti procacciarsi » .
Dal canto suo D . Bosco teneva volentieri re-
lazione colle Autorità civili, e con ciò faceva due
benefizi ; l'uno a' suoi giovanetti, e l'altro al Go-
verno . Mediante siffatta concordia , egli per una
parte riceveva dai Ministri del Re sussidii ed
appoggio a pro del suo Istituto, e per altra parte
dando ricetto a tanta gioventù povera ed abban-
donata ne rendeva loro il contraccambio ; impe-
rocchè avveniva sovente che il Governo avesse da
provvedere al collocamento di fanciulli, non cattivi
da essere ricoverati tra i discoli, e pur tanto bi-
sognosi e pericolanti da meritare di essere messi
al riparo in qualche Istituto ; e niun altro Istituto a
ciò meglio si prestava che quello di D . Bosco .
E qui ci corre alla mente una riflessione pur degna
di nota ed è che, non ostante le molte vicissitudini
di tempi e di persone , pur troppo non sempre
benevole, Don Bosco potè tuttavia tirare innanzi
l'opera sua . Questo si deve certamente alla pro-
tezione del Cielo ; ma . bisogna dire altresì che egli
coll'unico scopo di fare del bene ai figli del po-
polo si studiò anche di praticare il precetto di
Gesù Cristo : Date a Cesare . quello che è di Ce-
sare, e a Dio quello che è di Dio .
IL CONTE D. CARLO CAYS DI GILETTA.
III.
Mentre era ancora nel secolo , ed allora spe-
cialmente quando fungeva l' uffizio di membro e -
poi di presidente della Società di San Vincenzo
de' Paoli, il nobile uomo si adoperava con tanto
zelo a vantaggio corporale e spirituale del pros-
simo, che pareva già un apostolo . Più volte per-
sone autorevoli ebbero a dire : - Il Conte Cays
lavora tanto e parla sì bene, che meglio non po-
trebbe fare un Sacerdote . - Infatti, di un esem-
plare ecclesiastico il nobile Conte aveva tutte le
virtù e l'attitudine . Ora, avendo in oltre per si
lungo tempo sopportato l'onere, il peso del Sacer-

2.5 Page 15

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dozio . con una vita di tanta carità ed abnegazione,
non è a stupire che Iddio nella sovrana sua bontà
volesse infine premiarlo, col dargliene anche l'o-
nore e la gloria .
Il desiderio di abbracciare lo stato sacerdotale
egli lo ebbe fin dai primi anni di sua vedovanza ;
ed è per questo che si mostrò sempre restìo a
contrarre nuove nozze, a cui lo sollecitavano e pa-
renti ed amici . A questo riguardo soleva raccon-
tare che, stando un giorno per deliberare se do-
vesse acconsentire alla proposta di un nuovo ma-
trimonio molto conveniente, egli si portò al San-
tuario della Consolata in Torino, e tra le altre
cose disse alla SS . Vergine : - Se non entra
nelle viste di Dio che io contragga nuovi legami
col mondo, fate, o Maria, che si rompano le trat-
tative di questo matrimonio , e che la fidanzata
trovi un altro partito . - In quel giorno stesso
la nobile signora venne richiesta da altri, e il
Conte Cays si conservò nella sua vedovanza e non
pensò più mai ad abbandonarla .
Fin d'allora egli sarebbesi posto nella via ec-
clesiastica ; ma ve lo trattenne e la tenera età
del figlio e soprattutto l'umiltà sua, per cui ri-
putavasi indegno di uno stato così alto e glorioso .
Iddio disponeva così per la sua maggior gloria ;
imperocché il bene che fece il Conte Cays nello
stato di laico fu tale, che in quei tempi difficil-
mente avrebbelo potuto operare come uomo di
Chiesa . Comunque fosse, accettato definitivamente
tra i Salesiani, lontano da ogni impaccio del mondo,
e guidato dalla voce dell'ubbidienza, egli rivolse
i suoi pensieri ed affetti alla nobile meta . Per-
tanto, per le mani di D . Bosco e ai piedi dell'al-
tare di Maria Ausiliatrice, il 17 di settembre del-
l'anno medesimo 1877, egli vestiva l'abito da Chie-
rico, e tosto intraprendeva lo studio della Sacra
Teologia . La memoria non servivagli più, come
egli diceva, in quel grado che nella giovanile età ;
tuttavia l'ingegno perspicace, gli studii già fatti,
la vasta erudizione acquistata , il vivo desiderio
d'imparare e di approfondire le questioni, e so-
prattutto una volontà ferma e tenace nel superare
le difficoltà, gli giovarono siffattamente, che in
breve tempo egli poté compire l'intiero corso della
Teologia dommatica e morale, riportando nei sin-
goli esami suffragio favorevolissimo e la ben me-
ritata lode .
L' egregio giornale L' Unità Cattolica , il
giorno 26 di ottobre del 1877, pubblicava un bel-
l'articolo intitolato : Un deputato Chierico Sale-
siano . Tra le altre ivi si leggevano queste pa-
role : « A maggior gloria di Dio e ad edificazione
dei Cattolici, ci sembra giunto il momento oppor-
tuno di annunziare un prezioso acquisto, che ha
fatto il nostro clero nella persona del Conte Carlo
Cays di Giletta e di Casellette . Il quale ha ri-
nunziato al mondo e, ceduto il suo patrimonio al
proprio figlio, entrò nella Congregazione dei Sa-
lesiani di D . Bosco, e vestì, non è molto, l'abito
da Chierico . Ora sta compiendo i suoi studii teo-
logici ; e siccome egli era già uomo di vasta scienza
e di perspicace ingegno, così fa progressi mara-
vigliosi, e non andrà molto che sarà ammesso agli
Ordini Sacri, » E così era di fatto .
Non essendo nostro cómpito di porgere qui una
compiuta biografia , noteremo solo la data degli
Ordini, ricevuti da questo nostro compianto Confra-
tello . Il giorno 22 di dicembre del 1877 ricevette
la tonsura ed i 4 minori da Mons . Lorenzo Ca-
staldi Arcivescovo di Torino ; il giorno 20 di a-
prile del 1878, il soddiaconato da Mons . Giocondo
Salvai Vescovo di Alessandria ; il 15 giugno dello
stesso anno, il diaconato dall'Arcivescovo di To-
rino, e dal medesimo riceveva pure il presbite-
rato il 20 di settembre nella Chiesa cattedrale,
alla presenza di un gran concorso di popolo e di
nobili signori e signore, parenti, conoscenti ed
amici . Per amore di brevità tacciamo parimenti
il divoto preparamento, che egli premetteva ad
ognuna di queste sacre Ordinazioni : diciamo solo
che gli ordinandi andavano lieti di avernelo a com-
pagno, perché la sua preghiera, la sua conversazio-
ne, il suo raccoglimento, la sua divozione era quella
di un santo, e comunicava loro un grande fervore .
Essendo stato insignito dell'Ordine sacerdotale
in Torino, egli avrebbe potuto fermarvisi per ce-
lebrare solennemente la sua prima Messa colle
maggiori feste possibili, come generalmente si
usa ; ma la esimia sua pietà, coll'assenso de' suoi
Superiori, gli fece prendere un'altra risoluzione .
Pertanto temendo di venire distratto anche per
poco dal concorso delle molte persone, che sareb-
bero venute a congratularsi con lui in quel giorno,
egli rinunziò ad ogni festa, si allontanò dalla città,
e portatosi col figlio nella nostra Casa di S . Pier
d'Arena celebrò colà la sua prima Messa, assa-
porando appieno nella quiete dello spirito quella
sovrumana dolcezza , di cui il Signore gli inon-
dava deliziosamente il cuore .
Cinto il capo della sacerdotale corona , il no-
stro D. Carlo gustava ogni mattina all'altare un
saggio di Paradiso anticipato . Quantunque fosse
sempre lieto di recarsi a celebrare la Messa, dove
i Superiori lo inviassero a comodità dei fedeli,
tuttavia prediligeva di celebrarla nel Santuario
di Maria Ausiliatrice, e a quell'ora in cui potesse
meglio raccogliersi e soddisfare la sua pietà . In
questa sacrosanta azione egli abborriva la fretta .
Dopo la Consacrazione e nel momento della Co-
munione spirava poi da tutto il suo contegno tale
un'aria di divozione, di fede e di amore, che in-
teneriva il vederlo e l' udirlo . Vi fu chi predi-
cando a Sacerdoti non dubitò di loro proporre
ad esempio la pietà del nobile Conte . Egli non
tralasciò mai di celebrare fuorché in caso di
malattia, che lo costringesse a letto . - Giacché
non posso far nulla di buono a pro della Chiesa
e delle anime, andava dicendo con grande umiltà,
bisogna almeno che io celebri la santa Messa per
dare la dovuta gloria a Dio, ed implorare le sue
misericordie sopra di me e sopra dei giusti e
dei peccatori .
Tra le persone, che all'altare egli non dimenti-
cava mai di raccomandare al Signore, oltre i parenti,
erano i nostri Missionarii dell'America, dei quali
ammirava ed invidiava lo zelo . Sapendo il molto la-
voro che avevano in quei paesi, e quanto si affati-
cassero per guadagnare anime a Dio, egli fu udito
a dire più volte : - Se avessi 20 anni di meno

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volerei di buon grado ancor io in loro soccorso ;
ma a 66 anni è giuocoforza che mi contenti di es-
sere Missionario col desiderio . - Ogni volta poi
che un drappello di giovani Missionarii prendeva
le mosse per l'America, il Conte li salutava ad
uno ad uno, e raccomandandosi alle loro preghiere
soleva dire : - Almeno essi fanno qualche cosa
pel Signore ; io invece non sono abile a niente ;
- e in così dicendo il sant'uomo talora piangeva .
Non potendo accompagnarli col corpo, egli li ac-
compagnava colla mente e col cuore, pregando ogni
giorno il, Signore che loro fosse propizio, e col-
l'abbondanza delle sue grazie rendesse ubertoso il
sacro loro Apostolato .
Ma se il nostro D . Carlo non potè essere Mis-
sionario in America, esercitò per altro molto frut-
tuosamente il sacro suo Ministero in Italia ed in
Francia .
L'anno 1879 il signor Commendatore Giovanni
Battista Dupraz, che ad una fede sinceramente cat-
tolica congiungeva una carità ed uno zelo ammira-
bile pel bene della gioventù, allestì una casa in Chal-
longes, suo paese natio della Savoja, nella diocesi
di Annecy, e pregò D . Bosco che volesse man-
darvi un Sacerdote con alcuni maestri ed assi-
stenti, per aprirvi scuole elementari ed Oratorio
festivo . D . Bosco soddisfece alle domande del pio
signore, designando a Direttore di quell'Istituto il
Conte D . Carlo Cays .Ilnobieum,snae
meglio di fermarsi a Torino , tuttavia si arrese
al desiderio del Superiore con una docilità edi-
ficante . Per sincera umiltà e per indole inclinato
a temere sempre di se stesso, egli si limitò ad
esporre la supposta sua insufficienza ed inetti-
tudine all' uffizio che gli si voleva affidare ; ma
pienamente si tranquillò quando D . Bosco gli ri-
spose : - In quanto alla incapacità, Lei non si
affanni : quello, che le manca, Iddio glielo aggiunge .
Del resto si ricordi sempre delle parole di S .
Paolo : Omnia possum in eo, qui me confortat . -
Celebrata la festa di s . Carlo, il 4 di novembre,
e dato l'addio a' suoi cari, egli partiva da Torino,
e si dirigeva a Challonges, accompagnatovi dal
Prof . D . Celestino Durando .
Da lettere scritte a D . Bosco veniamo a conoscere
il buon avviamento, che prese tosto il nuovo Isti
tuto , e i sentimenti di profonda umiltà del suo
Direttore - « Pare che il Signore voglia bene-
dire questa nuova colonia Salesiana, scriveva egli
poche settimane dopo il suo arrivo, e fin da questi
primordii si possono trarre ottimi augurii . I gio-
vani che si sono fatti inscrivere ascendono già a
circa 80 . E consolante il vedere come questi buoni
giovanetti stanno raccolti e divoti in Chiesa . Fino
ad ora non la frequentavano , fuorché nei giorni
festivi per udirvi la santa Messa, e adesso v'in--
tervengono in buon numero ogni mattino, e vi
stanno con grande raccoglimento . La casa è ma-
gnifica e le scuole sono delle più belle e comode
che si possano desiderare . Bisogna dire che l'ot-
timo e zelantissimo Commendatore Dupraz ha fatte
le cose con una splendida magnificenza . Egli ci
tratta con indicibile bontà e squisita gentilezza,
occupandosi fin dei più minuti particolari per l'u-
tile della istituzione, ed anche per le nostre co-
modità . Che il Signore lo benedica insieme colla
degnissima sua consorte - Tutto va bene, con-
tinuava il nobile non meno che umile Conte, tutto
va bene , ad eccezione del povero Direttore, il
quale si sente assai lontano dal possedere le doti
necessarie per corrispondere all' importanza della
sua posizione . E vero che vo ripensando ben so-
vente a quello, che Ella mi disse tante volte che
Omnia possum in eo, qui me confortat ; con tutto
ciò avrei bisogno che la debolezza della mia con-
fidenza non fosse pari alla mia incapacità . Le scrivo
sinceramente questa mia ansietà, non già perchè
io voglia rifiutarmi a fare il mio possibile , ma
per ottenere da Lei che preghi assai il Signore
per me . Oh ! se sapesse quanto ne abbisogno.
Mi raccomando adunque alle sue preghiere , e
voglio sperare che Ella mi otterrà dal Signore
quanto mi manca, cioè ogni cosa » .
INDULGENZE SPECIALI
pei Cooperatori Salesiani.
Per concessione pontificia in data del 9 di mag-
gio 1876 ogni Cooperatore ed ogni Cooperatrice
può guadagnare tutte le indulgenze dei Terziarii
di S . Francesco di Assisi, tanto plenarie quanto
parziali .
Fra le altre può acquistare Indulgenza plenaria
una volta al giorno, da applicarsi alle anime del
Purgatorio, recitando la terza parte del Rosario
di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento, e
noti potendo avanti al divin Sacramento , reci-
tandola innanzi al Crocifisso .
Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta alla
santa Comunione .
Può altresì lucrare moltissime Indulgenze ple-
narie nel corso del giorno mediante la recita di
sei Pater Ave e Gloria , secondo la mente del
Sommo Pontefice . E queste Indulgenze applicabili
alle anime purganti, le può acquistare toties quo-
ties, ossia tutte le volte che recita i suddetti Pa-
ter, Ave e Gloria in qualunque luogo, senza biso-
gno di Confessione e Comunione, purché sia in grazia
di Dio .
Oltre a queste, un' altra Plenaria ne può gua-
dagnare ogni domenica, e nei giorni qui sotto no-
tati, purché confessato negli otto giorni, e comunicato
visiti una qualche chiesa, pregandovi secondo l'in-
tenzione del Sommo Pontefice .
Mese di Aprile .
4 . S . Isidoro, Vescovo e Dottore della Chiesa .
15. Patrocinio di S . Giuseppe, Sposo di Maria .
24 . S . Fedele da Simmaringa .
28 . S . Paolo della Croce .