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Direzione nell'Oratorio Salesiano. - Via Cottolengo, N . 32, TORINO -
SOMMARIO - Motivi di conforto -Avviso - La Mis-
sione Salesiana della Patagonia - Lettera americana
- Il Cardinale Gaetano Alimonda e la cooperazione
dei laici - I Cooperatori Sales ani nell'isola di Malta
- Conferenza ai Cooperatori Salesiani di Torino -
Conferenza alle Cooperatrici Salesiane di Torino - Fun-
zioni edificanti nell'Oratorio di S . Teresa - Onorevole
ritrattazione - Memoria sull'abbazia di Fruttuaria in
S . Benigno Canavese - Conferenza dei Cooperatoii Sa-
lesiani tenuta in S . Benigno Canavese - Bibliografia
- Storia dell'Oratorio di S . Francesco di Sales - No-
tizie religiose - Indulgenze speciali pei Cooperatori Sa-
lesiani .
MOTIVI DI CONFORTO .
Stava nell'orto degli Olivi in preda ad
ineffabili angustie e pene il Divin Salvatore,
quando il Padre suo Celeste, mossone a pietà,
gli manda un angelo dal Cielo a confor-
tarlo : Apparuit illi Angelus de coelo con-
fortans eum (1) . Or, -se di sollievo e con-
forto ebbe mestieri la stessa umanità di
Gesù Cristo, quanto maggiormente ne ab-
bisognerà la fralezza dei suoi seguaci! Quindi
è che, se il Signore ne' sùoi imperscrutabili
disegni permette che i suoi servi bevano
come il Figlio suo al calice delle amarezze,
Egli per altro nella sua misericordia li viene
pur confortando tratto tratto di consolazioni
celesti .
Ed oh ! quanti motivi di conforto non
hanno oggidì gli stessi Salesiani ! Noi vo-
(1) Luc. xxu . 43 .
gliamo qui accennarne alcuni di volo ai
nostri Cooperatori e Cooperatrici, e perchè
ne partecipino ancor essi, e perchè con
noi uniti ne ringrazino il Signore .
Motivo di conforto sono le preziose parole,
colle quali ben di spesso Vescovi, Cardinali,
e lo stesso Sommo Pontefice approvano,
benedicono, encomiano gli sforzi dei Sale-
siani e dei loro Cooperatori pel benessere
di tanta povera gioventù . Motivo di conforto
le mille e più domande di aprire o dirigere
nuove Missioni, Case, Ospizi, Collegi, Or-
fanotrofii, pervenute non solo dalla nostra
Italia, ma dalla Francia, dalla Spagna, dal
Portogallo, dall' Inghilterra , dall' Austria,
dall' Egitto , dalle Indie , dall' America ,
dall' Oceania , da tutte insomma le cin-
que parti del mondo . Motivo di conforto
è il vedere le case di Francia, come quelle
di Nizza e di Marsiglia, pel favore di ca-
ritatevoli persone, rapidamente allargarsi,
riempirsi a centinaia di poveri giovinetti,
che già in pericolo di percorrere la via del
disonore e del delitto, vi sono invece educati
saviamente , e ridonati così alla società
buoni cristiani e cittadini onorati . Motivo
di conforto si è la felice riuscita di tanti
giovani stati istruiti nelle case Salesiane .
Motivo di conforto la viva riconoscenza ,
la profonda gratitudine, che migliaia di
loro nutrono verso di colui, che li raccolse
nei suoi Ospizi, ve li mantenne accattando
per essi, li ammaestrò in un' arte o me-
stiere, li avviò per la carriera degli studi,
li collocò all'onor del mondo . Essi ne die-

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dero poc' anzi una splendida prova il 24 cipale . I lavori a compiersi per la sua in-
Giugno, nell' occasione della festa di San terna decorazione sono ancor molti, è vero ;
Giovanni, giorno onomastico di D . Bosco . tua non passa giorno che non giungano li-
Molti sebbene già pubblici impiegati , o mosine a tale uopo ; anzi varie persone
padri di famiglia , od ecclesiastici illustri, desiderose di lasciarvi un segno di esimia
pur nondimeno, nella detta circostanza, o pietà verso Dio, e di alta stima ed ammi-
per iscritto, o a viva voce , o con regali, razione verso il grande Pontefice, si as-
non mancarono di esternare la piena dei sunsero generosamente la spesa di alcune
loro affetti verso l' amico di loro giovi- opere importanti, come sono l'altar mag-
nezza, promettendo di mostrarsi sempre ed giore a doppia mensa, i due altari laterali,
in ogni luogo suoi figli affettuosi (f) .
la porta maggiore con emblemi spettanti
Motivo di conforto sono la Chiesa e le all'angelico Pio IX, e di altre più o meno
scuole di Maria Ausiliatrice in Valle Crosia, costose . Questi esempi noi speriamo che
il cui innalzamento, per le offerte dei fedeli, saranno da altri imitati, e che nel prossimo
progredisce con tanta celerità, che da prin- anno, inaugurando al divin culto questo sa-
cipio non avremmo osato riprometterci noi cro edilizio , noi metteremo il colmo alla
medesimi . Motivo di conforto è il tempio nostra consolazione, che sarà partecipata
di S . Giovanni Evangelista , giudicato fin da tutti coloro, che ci saranno stati bene-
d'ora uno dei primi Monumenti sacri di voli del loro soccorso .
Torino, e ben acconcio a perpetuare tra i Motivo di conforto si è il continuo affluire
posteri la memoria dell'immortale Pio IX, di ragazzi agli Oratorii festivi . Per non dire
che ancor vivente ne fu il promotore prin- di tutti, in quello di S . Francesco di Sales in
I Torino, non sono meno di 500 giovani dai 10
(1) Noi vorremmo come l'anno scorso descrivere la cor- ai 20 anni, i quali invece di andare a scorraz-
dialissima dimostrazione di stima e di affetto data a D .
Bosco nella suddetta occasione del suo onomastico ; dire
zare per le vie, pei prati, pei viali della città,
dei graziosi componimenti lettigli in varie lingue e forme ; o a dare il disonesto spettacolo dei pubblici
dei sublimi canti, sposati agli armoniosi concerti della
banda musicale, coi quali centinaia di voci espressero i
bagni nei vicini fiumi della Dora e del Po,
sentimenti di più migliaia di cuori riconoscenti e grati ; vi si portano a divertirsi cogli innocenti
dei preziosi doni offerti dai giovanetti educati nei varii
Collegi Salesiani, non che dai primi giovani dell'Oratorio
giuochi della ginnastica , ad assistere alla
di S. Francesco, a D . Bosco sempre affezionatissimi ; del re- santa Messa, accostarsi ai Sacramenti , i-
galo di un magnifico quadro in calcografia rappresen- struirsi nel Catechismo, ascoltare la predica,
tante la Madonna della reggia di Napoli di Raffaello, in-
viato dall'ottimo prevosto di Penango D . Giuseppe Gara-
a ricevere lezioni di declamazione e di canto .
velli ; dei vani sacri indumenti, lavorati gli uni dalle Il giorno 4 del corrente Luglio vi si cele-
Suore di Maria Ausiliatrice, gli altri dalle Religiose del
Buon Pastore di Torino ; vorremmo eziandio riferire le
brò il terzo centenario della prima Comu-
due parlate fatte da D . Bosco in quella circostanza, e più nione di S . Luigi Gonzaga compatrono del-
altre cose ; ma per tutto questo ci manca il tempo e lo
spazio . Ci limitiamo quindi a riprodurre parte di un ar-
l'Oratorio, e la Chiesa interna di S . Fran-
ticoletto, che ne pubblicava il Corriere di Torino nel suo cesco, capace di 800 e più persone, era piena
N° del 27 del passato Giugno .
zeppa di giovanetti della città, la gran parte
« . . . . Contrapponiamo, così l'ottimo Corriere, un breve
cenno sui festeggiamenti fatti a D . Bosco dai suoi gio-
poveri artigiani (1) . Fu uno spettacolo con-
vani nella sera della vigilia e nel giorno della festa di
S . Giovanni Battista suo onomastico . Mercoledì a sera,
23 , si convocarono tutti i giovani nel cortile della casa .
Sopra un palco elegantemente addobbato stava il Rev . D .
Bosco circondato da un'eletta di signori e signore, e dalle
principali persone dell'istituto . La banda musicale suonò
varii pezzi egregiamente, alcuni giovani lessero svariati
e briosi componimenti in lingue diverse, e negl'intervalli
le masse corali dell'Oratorio eseguirono stupende compo-
sizioni di celebrati maestri. Alla fine, commosso di così
belle testimonianze, D . Bosco si alzò e prese la parola
non per magnificare le sue opere veramente grandi al
cospetto di Dio e degli uomini, ma per confessarsi debole
strumento della misericordia del Signore, e finì per para-
gonarsi alla cicala, che non fa che stormire e adunare
solantissimo, che riscosse la più alta mera-
viglia del sig . Luigi Bettina nostro zelante
Cooperatore da Buttrio d'Udine, venuto tra
noi fin dai confini dell' Austria per assi-
stere alla centenaria solennità, e farvi da
Priore . E ciò, che avviene in quello di San
Francesco , succede in tutti gli altri Ora-
torii d'Italia, di Francia, d'America, tanto
maschili quanto femminili .
Or chi può calcolare i giovanetti e le
d'attorno a sè altre cicale e dar fiato alle loro garrule
grida . E non si appose male, chè la sera seguente, re-
plicatasi la festicciuola, il paragone della cicala fu sog-
getto ad un bel discorso di un ottimo sacerdote e di un
grazioso dialogo fra tre fanciulli . In questa sera si ag-
giunsero le vedute, illuminate a fuoco di bengala, di
ben 38 case di D . Bosco (e non vi erano tutte), ove fiorisce
il suo istituto, locchè suscitò grandi applausi . Vennero
pure eseguiti varii cori, tra cui una stupenda cantata parte
in italiano, parte in francese e parte in spagnuolo .
Fu una festa di famiglia ordinata e stupenda, fu una
(1) Sulla porta della Chiesa si leggeva questa iscri-
zione
O ANGELICO S . LUIGI
CELESTE NOSTRO PATRONO
ACCOGLI SOTTO IL TUO MANTO
. I GIOVANI DI QUEST ORATORIO
CHE OGGI FESTEGGIANO
I L TERZO CENTENARIO
cordiale ed affettuosa dimostrazione di rispetto e di ri-
conoscenza . »
DELLA
TUA PRIMA COMUNIONE .

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fanciulle, che con questo mezzo si allonta-
nano dalla via di perdizione ? E non è que-
sto per noi un motivo del più dolce con-
forto, che fa dimenticare affatto ogni dis-
gusto ed ogni pena cagionataci, non tanto
dalla fatica, quanto dalla umana malevo-
lenza , e dalla satanica invidia ?
Motivo di conforto sono eziandio le quoti-
diane relazioni di grazie ottenute da innume-
revoli persone, in ogni città e paese, per inter-
cessione di Maria Ausiliatrice, venerata nel
suo Santuario di Valdocco in Torino, capo
e centro delle case Salesiane . Motivo di
conforto le preziose notizie che ci giungono
dai nostri Confratelli dell' America , e so-
pratutto dai missionari della Patagonia, che
offerse finalmente a Dio e alla Chiesa le sue
primizie, mercè la conversione e il batte-
simo di più migliaia dei suoi abitanti . Nè
va taciuta la consolazione , che ci arrecò
sullo scorcio del passato Giugno l'annunzio
che in Buenos-Ayres fu posto fine alla
guerra civile insorta tra le truppe del Go-
verno provinciale , e quelle del Governo
nazionale a causa della elezione del Presi-
dente della Repubblica Argentina ; guerra
che poneva a cimento la esistenza delle
molte nostre case di colà, e sopratutto es-
poneva ad evidente pericolo la vita degli
amati nostri fratelli e figli, che trovavansi
tra due fuochi, e in sul campo delle bat-
taglie .
Ecco accennati per sommi capi alcuni
degli innumerevoli motivi di conforto, che
ci sono presagio di ben altri ancora, che
attendiamo dalla divina misericordia .
Or ritornando al tratto del Vangelo, d'on-
de prendemmo le mosse per iscrivere questo
articolo, ricordiamo che il divin Redentore,
dopo il conforto dell'angelico messaggero,
diede bando ad ogni timore, e rivolto ai
discepoli disse : Surgite, eamus ; sorgete e
andiamo ; ecco che si avvicinano i nostri ne-
mici . Se prima Egli mostrò affanno, tristezza
e paura, dopo esternò un coraggio ed una
fortezza sovrumana sino agli estremi aneliti .
Valgano i segni di benevolenza, che ci va
prodigando il pietoso Iddio , valgano ad
infonderci in petto un indicibile coraggio
nel lavorare per Lui, sicchè non mai ci
sgomentino , nè ci arrestino nell' arduo
cammino, nè la malevolenza, nè la ingra-
titudine, nè le accuse, nè le calunnie, nè
le minaccie, nè le fatiche, nè la fame, nè
la sete, nè la spada, nè la croce, nè la morte
medesima .
Intanto vogliate , o diletti Cooperatori
e Cooperatrici , vogliate unire le vostre
preghiere , e le vostre voci, alle pre-
ghiere e alle voci nostre, e sciogliere con
noi un rendimento di grazie degno di Colui,
che si compiace di farsi chiamare : Deus
totius consolationis : il Dio «di ogni conso-
lazione . Il cuore nostro ci dice che questa
gratitudine ci aprirà ben presto la vena di
altre consolazioni dolcissime, di cui vi da-
remo contezza a tempo opportuno . .
AVVISO .
Per secondare il desiderio di molte zitelle ma-
estre di scuola, nonchè di pie signore, le quali a-
merebbero passare alcuni giorni di sacro ritiro
spirituale per attendere al bene dell' anima loro,
annunziamo con premura che in quest'anno, come
nell'anno passato, sarà data una speciale muta di
Esercizi spirituali per tali persone nel Conserva-
torio della Madonna delle Grazie , diretto dalle
Suore di Maria SS . Ausiliatrice in Nizza Mon-
ferrato .
Gli Esercizi comincieranno la sera del 13 del
prossimo Agosto e termineranno la mattina del 22 .
La pensione é fissata in L . 20, (si fa una ec-
cezione per le Maestre, la cui quota sarà di L . 15) .
L'aria salubre e di campagna, il sito amenissimo
e solitario sono nello stesso tempo un sollievo per
lo spirito affaticato e bisognevole di riposo .
Si prega di farne pervenire la domanda con sol-
lecitudine, e non più tardi dell' otto Agosto, alla
Superiora dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausi-
liatrice in Nizza Monferrato, o al Sacerdote Gio-
vanni Bosco, via Cottolengo, N . 32, Torino.
NB . Nizza Monferrato è Stazione della Ferrovia Alessan-
dria-Cavallermaggiore .
LA MISSIONE SALESIANA
DELLA PATAGONI A .
I nostri lettori già conobbero per mezzo di ui
nostro articolo estratto dal cattolico giornale L'A-
merica del Sud , che si stampa in Buenos-Ay-
res Capitale della Repubblica Argentina, il viag-
gio dei Missionarii Salesiani per la lontana e sel-
vaggia Patagonia . Ora dallo stesso giornale rica-
viamo una compiuta corrispondenza, che parla dei
primi frutti delle loro apostoliche escursioni sulle
sponde del Rio Negro .
Guardia Mitre, 14 Febbraio, 1880 .
ILL . MO SIGNOR DIRETTORE,
Come le aveva promesso partendo da Buenos-
Ayres , eccomi a darle ragguaglio della nostra
Missione . Giunti a Carmen di Patagonia nostro
rimo pensiero fu di preparare i grandi ed i pie-

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coli a ricevere il Sacramento della S . Cresima ,
amministrata per la prima volta in queste terre
Australi, per delegazione straordinaria di Leone
XIII, da Monsignor Antonio Espinoza, Vicario Ge-
nerale dell' Arcidiocesi di Buenos-Ayres .
Il concorso alla Missione nelle due colonie, uni-
che che si possano chiamare paesi, di Carmen e
di Mercedes o Viedma, che siedono una di fronte
all' altra sulle sponde del maestoso Rio Negro,
fu tale che superò di molto la nostra aspettazione .
Più di un migliaio ricevettero i SS . Sacramenti
della Confessione e Comunione, ed ottocento quello
della Confermazione . E vi sarebbe stato un con-
corso maggiore ancora, se il vaiuolo ed il morbo
Boa non avesse decimata la popolazione, ed obbli-
gato molti a rifugiarsi nelle isole o ad internarsi
nel Campo .
Il Direttore della Missione Salesiana D . Giu-
seppe Fagnano eletto or ora Parroco di questo pa-
ese e di tutte le colonie e tribù indiane situato
tra il Rio Colorado e Rio Negro, nell'atto che ri-
ceveva il nuovo Iuez de Paz nella Cappella prov-
visoria, recitò alla presenza di molto popolo un
discorso di occasione, conchiudendo che i Missio-
narii Salesiani non avrebbero avuto altro fine che
di far loro del bene, e che vi erano venuti con il
mandato e l'Apostolica Benedizione dell'immortale
Pio IX e del glorioso regnante Leone XIII .
Le Suore di Maria Ausiliatrico, gloria del loro
sesso e della Religione, hanno pur esse aperto il
loro Colegio de las Indias, e fanno già scuola a
un buon numero di fanciulle indigene ed indiane .
Il 4 del corrente Monsignor Espinoza, accom-
pagnato dal signor D . Antonio Espillo e dal si-
gnor D . Rizzo ed altri di scorta, tra cui un Indio,
per trasportare alcune provvigioni e l'altare por-
tatile, fece una escursione apostolica sino alla co-
lonia Conesa . Di lì al Potrero Grande e poi al
Campo Grande, e finalmente a Guardia Mitre!
Fu un cammino di 120 leghe lungo il fiume pata-
gonico tra stenti, disagi di cavalcatura, con piogge
torrenziali e colpi di sole tropicale . Le nostre fa-
tiche furono però abbondantemente ricompensate,
imperocché ricevettero la S . Cresima circa due
mila persone, tra quali molti Indii battezzati l'anno
scorso nel viaggio di esplorazione, che fecero Mon-
signor Espinoza con D . Costamagna e D . Luigi
Botta Salesiani . Si benedirono moltissimi oratri-
monii, e si battezzarono circa 350 Indii la mag-
gior parte adulti .
Mancando la Chiesa, ci servimmo di un grande
capannone, il cui tappeto formavano buon numero
di quillangos composti di pelle di guanaco o
cervo patagonico .
Con nostro giubilo e sorpresa trovammo quivi
il capitano Rodolfo Kratzenstein con 30 soldati ,
i quali ritornavano dal dare la caccia ad una In-
diata, però senza alcun risultato per essersi ripa-
rata verso il Rio Colorado .
Ebbimo parimenti la grande consolazione di
avere tra noi il Capitanejo Payleman , venuto e-
spressamente dalla sua Chacra per istruirsi nella
fede cristiana e ricevere il Santo Battesimo -
Tanta fortuna la deve alla sua moglie per nome
Rosario Pilla cristiana del Chilì e già sua schiava .
- Dopo vennero i figli a seguire il bel esem-
pio del padre, e quindi tutto il resto della sita
numerosa servitù insieme a sei altre famiglie in-
digene .
Poveri Indii ! Quale commovente spettacolo il
vederli venire da molte leghe lontano per istru-
irsi , ricevere il Santo Battesimo , la Conferma-
zione , la Santa Comunione , e finalmente volere
benedette le loro famiglie con il vincolo assoluto
della unione Sacramentale
La loro docilità e semplicità fanno presagire
che saranno buoni cristiani .
Da Guarria Mitre continuammo il disastroso
cammino per una ventina di leghe ancora verso
alle Cordigliere, e dove si incontrano i grandi fiumi
Limay e Neuquen , che formano appunto il fa-
moso Rio Negro .
Visitammo le ancor selvagge colonie di Choe-
le-Choel y Fiscomenocò amministrando il Santo
Battesimo a molti, ed a molti altri la S . Confer-
inazione . Tra il Limay ed il Neuquen sonosi ri-
fugiati moltissime tribù indiane, ed oh! potessimoo
avere aiuto per tentarne la conversione e sal-
vezza ! Ma dobbiamo arrestarci per ora e ritor-
nare indietro dall'altra parte della sponda del Rio
Negro , fermarci alquanto alla colonia Conesa ,
dove sonovi circa 800 Indii dell' antica tribù del
Cacicco Catriel, visitare gli Indiì Linares della co-
lonia San lavier, per quindi raggiungere i nostri
cari compagni di missione, che hanno stabile di-
mora in Carmen di Patagones . Il clima di que-
sta parte della Patagonia è salubre assai ; l'acqua
del fiume é saporita e ricca di salsapariglia ; ma
il calore é soffocante e a migliaia di milioni sono
le zanzare (mosquitos), che hanno tutte un'arden-
tissima sete di sangue selvaggio e cristiano , e
guai ai mal capitati che sono assaliti a piedi ed
a cavallo, di giorno e di notte! Ma tutto è niente
quando si spera di portare alla fede e alla civiltà
cristiana questi poveri Patagoni , selvaggi sì, ma
pur sempre cari a Gesù Cristo , per la cui sal-
vezza soffrì ben più crude prove e martirii
Raccomandi, Ill. R . signor Direttore, alle pre-
ghiere dei suoi molti lettori la Salesiana Missione,
questi numerosissimi neofiti, e specialmente
l'ossequentissimo ed aff'ez .mo suo ,
CORRISPONDENTE .
LETTERA AMERICANA .
Ricevemmo nel mese di maggio da Villa Colon
la lettera seguente, che la mancanza di spazio
c' impedì di far prima conoscere ai nostri Coo-
peratori e Cooperatrici .
Collegio Pio, 3 aprile, 1880 .
Mio veneratissimo Padre,
Ho differito finora a scriverle colla speranza di
avere qualche giorno più libero, a fine di poterla
ragguagliare a mio bell' agio di quanto riguarda

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a' suoi figli che lavorano nell'Uruguai ; ma questo
benedetto giorno non arriverebbe mai . Il lavoro
ci cresce tra le mani, e ci affoga ogni giorno più ;
quindi, se non voglio che il mio silenzio diventi
colpevole, devo fare come posso e comunicarle in
fretta, a più riprese, e con disordine, ciò che il
cuore suo paterno tanto desidera .
Anzitutto per soddisfare alla paterna tenerezza
con cui ci ama , le dirò che tutti i suoi diletti
figli e tutte le sue buone figlie , che ha inviato
alle lontane spiaggie dell' Uruguai per estendere
il regno di Nostro Signor Gesù Cristo , godono
di buona salute , tranne la povera Suor Virginia
Magone, che da cinque mesi va lentamente con-
sumando, e si avvicina a grandi passi al termine
di sue fatiche . Io non vidi mai in mia vita un'a-
nima, che guardasse di fronte la morte con tanta
serenità e con tanta allegrezza . Ho visto co' miei
occhi che non é punto un'esagerazione, figlia del-
l'entusiasmo religioso, quella del Profeta che es-
clamava : Laetatus sum in his quae dicta sunt
mihi ; in domum Domini ibimus . Questa bell'a-
nima è sempre allegra, sempre tranquilla, parla
a tutti ridendo di sua sicurissima morte , chiede
e si incarica per tutte di fare poi in Paradiso
tante commissioni a S . Giuseppe, a Maria Ausilia-
trice , a Gesù Cristo . Tutte le volte che vengo
accompagnato in quella benedetta stanza ne esco
trasecolato . Un giorno vedendo che colle sue
scarne mani lavorava attorno a candidissimi gi-
gli - che fate, mia figlia? le dimandai - Oh bella !
rispose : vedo che il male si fa minaccioso , ed
io mi affretto a fare alcuni fiori, che ella avrà la
bontà di farmi mettere sul feretro, quando mi
portino a seppellire . - Io dovetti torcere altrove
la faccia per nascondere le lacrime, che avrebbero
potuto scandolezzare quella bell' anima, che pur
mel diceva ridendo e scherzando, coll' espansione
di una sposa , che si lavorasse colle sue mani il
serto nuziale . Mi trattengo un poco su queste
circostanze, perché il saperle farà del bene a molti
irresoluti, come adesso ne fa a me . Poiché , mi
perdoni se oso dirglielo, quando ricevetti l'invito
di partire per le Missioni , io infermiccio come
era, dissi subito tra me, ch ! perché me n'andrò
io a morire solo e sconsolato, lungi mille leghe
dal mio venerato padre D . Bosco, e dal santua-
rio della mia dilettissima Madre Maria Ausilia-
trice ? Or bene, non solamente non sono an-
cor morto , ma ad onta de' miei incomodi spero
di lavorare ancor molto a maggior gloria di Dio ;
e di più ho visto che Maria Ausiliatrice ci ac-
compagna dovunque , Madre premurosa in vita,
sollecita e affettuosissima in punto di mor-
te, quasi voglia compensarci così del sacrifizio
che abbiamo fatto di lasciare l' Italia, per ve-
nire a far conoscere e a far amare suo figlio
Gesù in questi lontanissimi paesi . Oh ! chi non
invidierebbe la sorte di Suor Virginia ? Io la in-
vidio e la spero . Anch'io son figlio di Maria Au-
siliatrice e di D . Bosco, e quando venga la mia
ora anch'io ho diritto di sperare una morte tran-
quilla nelle braccia di Gesù e di Maria .
Ma non é questo il momento di parlare d'ago-
n ia e di morte, mentre abbiamo bisogno di vita
e di vigore per lavorare nell'immenso campo che
Iddio ci ha aperto . Sono tanti i bisogni spiri-
tuali di questo paese, che per quanto ci sforziamo
di stendere la mano e di abbraceiare più di quel
che possiamo, tuttavia ci trafigge l'animo di do-
lore il dovere ancor lasciare tanto campo al de-
monio, che fa impunemente stragi spaventose in
tutti e dappertutto . Ma ciò che più mi stringe
il cuore é il vedere la povera gioventù caduta
nelle mani di tanti , che ne sono la rovina e la
perdizione . Poiché le sette massoniche , essendo
riuscite ad impadronirsi dell'Istruzione, vi hanno
importato sistemi così spudoratamente materia-
listi, che fa rabbrividire il vedere innocenti bam-
bini iniziati dai loro maestri medesimi nei più
vergognosi misteri della degradata natura, e que-
sto sotto l' aspetto di promuovere la scienza ed
il progresso ! ! Neppur le fanciulle si risparmiano,
cosicché in omaggio ai programmi dissennati e
diabolici anch'esse debbono sacrificare sui banchi
delle scuole la verecondia ed il pudore , questi
cari fiori dell'innocenza che fanno della terra un
Paradiso . Son sicuro che il Cuor di Gesù ne san-
guina di angoscia infinita, e non potrà che mi-
rare con gioia lo zelo e l'affanno del povero Don
Bosco , che a forza di sacrifizii e di stenti spe-
disce a bei drappelli i suoi figli e le sue figlie
per disputare a Satanasso tante belle anime, che
pur son fatte pel Paradiso .
Le ho parlato a preferenza della misera con-
dizione della gioventù, perché essa fu e sarà sem-
pre l' oggetto di nostra predilezione e di nostre
più care fatiche ; ma con questo non vorrei che
credesse molto migliore la condizione degli adulti .
La mancanza di pastori, di buona istruzione, e di
buona stampa ha fatto sì, che le sette invadessero
ogni angolo ed ogni famiglia . Di modo che biso-
gna ora riconquistare il terreno palmo a palmo ,
e se il Signore non ci pone visibilmente la mano,
la conversione dell'intero paese sarà cosa di molti
anni . Nondimeno le assicuro che le speranze sono
assai belle . Da quattro anni in qua ci e un gran
risveglio pel bene . Giunsero i Salesiani di D . Bo-
sco, si aumentarono i Cappuccini, il Clero nazio-
nale pigliò vigore e notevole accrescimento . I Ge-
suiti, sempre intrepidi e sempre fermi al fuoco,
accorsero da pochi mesi ; hanno aperto un Se-
minario e lavorano indefessamente alla testa del
movimento cristiano . Sventuratamente sono molto
pochi, e non possono estendersi, perché hanno con-
tro di loro la trista barriera dei vecchi pregiu-
dizii di un mondo insano, che potrebbero scoppiar
da un giorno all' altro e sepellirli in una cata-
strofe . Le sette si avvidero dell' attitudine ri-
soluta de' servi di Dio in questo paese , e con
tutte le armi che posseggono hanno ingaggiato
battaglia . Il Collegio Pio é un' opera troppo im-
portante per non meritare pel primo i colpi più
gagliardi d'un nemico così feroce e sleale qual'è
il demonio . Il giornalismo nella sua maggioranza
ci buttò fango e sozzure sul capo , i settarii ci
tesero insidie da ogni parte ; ma tutto fin ora fu
indarno . Il Collegio prospera a dispetto di tutti
i demonii , ed il regno di G . C . si estende . In
tre anni abbiamo impiantato cinque case, cinque

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centri, dove Gesù Cristo si vede ogni dì attor-
niato da nuovi adoratori, che aumentano a vista
d' occhio .
La parrocchia di Las Piedras ha due Sacerdoti
dei nostri, che lavorano e sudano in pro delle a-
nime . Il popolo accorre da ogni parte alla pre-
dicazione, od il frutto che se ne coglie è più che
lusinghiero . Per dargliene una prova le dirò che
la mattina del 19 di marzo vi fu una Comunione
generale di oltre a 500 persone adulte, che vollero
così onorare la festa della Vergine Addolorata e
di S . Giuseppe . Di più ancora ve n' ebbero la
mattina del Giovedì Santo, tra cui molti uomini .
Così pure il collegio femminile di Las Piedras,
diretto dalle nostre Suore di Maria Ausilia-
trice , aumenta e fiorisce . Si eresse la Cappella
interna dove si adora Gesù Sacramentato ; e si
dovette già pensare a nuove costruzioni per poter
soddisfare al crescente numero di allieve . Attigua
alla Parrocchia vi é un'antica Cappella che era già
passata in mano del fisco, e potei ottenerla dal
governo per mutare l' edifizio in scuole parroc-
chiali, reclamate da molte famiglie e da un indi-
cibile bisogno .
Ancho le Suore di Villa Colon, trovandosi a
disagio nella prima casa d'affitto, si trasloca-
rono poco fa in una bella casettina in mezzo
ad un vasto terreno comprato per loro . Ma adesso
bisogna edificarvi scuole e Cappella per ricevere
allieve o farvi maggior bene ; e qui pure nuove
costruzioni e nuove spese! In Montevideo poi,
sostenuti dalle conferenze di S . Vincenzo de' Pa-
oli abbiam le scuole esterne, frequentate da circa
300 allievi, che aumenterebbero a mille se il lo-
cale lo permettesse . Quindi vi sono già progetti
in aria d'impiantare uno stabilimento di maggiore
importanza e capacità, a fine di poter raccogliero
i fanciulli più esposti ai pericoli, e più abbando-
nati , gittare cioé i principii di uno stabilimento
di carità, che possa essere un giorno quello che
sono l' Ospizio di Sampierdarena, quel di Nizza,
quel di Marsiglia, quel di Buenos-Ayres, fratelli
minori di quel gigante, che è l'Oratorio di S . Fran-
cesco in Torino . Ma le assicuro che, dinanzi al-
l' idea di tante spese, di tanti fastidii, dopo tanti
sudori per le opere impiantate e non finite di
pagare , la mente retrocede spaventata ! Eppure
come si può essere spettatori indifferenti di tante
stragi , di tante depravazioni nella gioventù ab-
bandonata di questo paese? Vi sono i buoni che
da ogni parte mi stimolano ; ho visto anime pie
a piangere persino su tante miserie della patria
loro ; non mancano anche alcuni cuori generosi,
che ci sostengono con grosse largizioni, ma le
opere che abbiamo tra mano ci opprimono e temo
di avventurarmi ad altre imprese . Ci vorrebbe
l' ardire e la fede incrollabile di D . Bosco , ed
allora le difficoltà sparirebbero , ma per noi in-
degni suoi figli
Oh caro padre, ci aiuti, ci
consigli , ci sostenga nell' ardua missione che ci
ha affidata .
Più di ogni altra cosa la supplico che ci mandi
nuovi fratelli in aiuto . So che queste spedizioni
le costano care , ma i Cooperatori Salesiani, che
le sostennero finora , quando sappiano e quando
veggano l' immenso frutto della loro carità, non
esiteranno un momento a raddoppiare le loro of-
ferte . É merito loro tutto quello che si fa e che
si farà ancora in questi lontanissimi paesi . Gesù
Cristo così guerreggiato in Europa, acquistando un
compenso di fedeli adoratori in queste lontane
spiaggie , con occhio benigno guarderà i nostri
generosi benefattori, con cuore amorosissimo ve-
glierà su di loro e sulle loro famiglie ! Oh lo
dica a tutti i Cooperatori Salesiani, i loro sacri-
fizii finora hanno fruttato un' immensa gloria a
Cristo ed alla sua Chiesa . E necessario che non si
estingua né si diminuisca la carità loro . Ora più
che mai é tempo di portare oltre il labaro, il ves-
sillo della Croce, che deve guidare i nostri passi
a nuove conquiste e a maggiori trionfi .
Ho scarabocchiato in più volte queste notizie
nei ritagli di tempo, che mi rimanevano liberi
dalle giornaliere occupazioni . Mi condoni perciò
la pessima calligrafia ; chiami a suo interprete il
carissimo D . Cagliero , e veda di capire almeno
che di qui l'amiamo tutti, tutti la salutiamo con
immenso affetto e riverenza , chiedendole la pa-
terna benedizione .
Tanti saluti a D . Rua, D . Cagliero, D . Du-
rando, D . Bonetti, D . Lazzero, D . Berto ecc . e
Lei non si dimentichi mai del
Suo affez.r^o figlio
D . LUIGI LASAGNA .
IL CARDINALE GAETANO ALIMONDA
e la cooperazione dei laici.
Tempo fa in occasione di una radunanza dei
cattolici genovesi, l'Eminentissimo Cardinale Gae-
tano Alimonda mandava da Roma un affettuoso
saluto alla sua Genova in una lettera, indirizzata
a cotesti valorosi giovani cattolici . Crediamo utile
ai nostri Cooperatori il mettere sott'occhio le belle
parole, colle quali il degnissimo Porporato eccita
i laici alla difesa della nostra SS . Religione .
« Ho sentito, egli scrive, ho sentito nel mondo
una voce , ho sentito ripeterla anche dai buoni ,
e questa è che i giovani cattolici vogliono farla
da preti, parlare e insegnare al popolo come se
preti fossero . Io vi conosco, o giovani, e so quanto
nel vostro fervore religioso andate ossequenti al-
l'autorità ecclesiastica, sicchè volete in ogni grave
cosa attendere agli ordini suoi . Soldati fedeli alla
santa bandiera siete e sarete , non è vero? Del
resto, io mi scandolezzai di quello scandalo, che
nel mondo si levò . Io dissi rispondendo : Nil sub
sole novum . I laici, sieno vecchi o giovani, non
tardarono nella Chiesa ad occuparsi rispettosa-
mente delle appartenenze religiose, e fu una grande
misericordia di Dio . Ermas, leroteo , Atenagora,
Giustino, Clemente di Alessandria, Arnobio, Lat-
tanzio, Taziano , Enea di Gaza, Boezio, Marcel-
lino, i due Procopii, Cassiodoro, Eginardo, Ste-

1.7 Page 7

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fano di Colonia, Nitardo ed altri infiniti di questa
schiera erano semplici laici ; ma, come se appunto
sacerdoti fossero, parlavano , scrivevano volumi,
operavano apertamente in pro della Religione ; essi
combattevano la gran battaglia de' primi secoli, che
era di far trionfare la croce contro agli assalti
del paganesimo ; essi dei loro petti facevano scudo
all'osteggiato santuario ; essi, benedetti dal clero
e sorretti miracolosamente dalla Provvidenza, tor-
navano illustri campioni della fede . Oh , volesse
il cielo, miei diletti giovani, che nelle vostre file
si ripristinasse la virtù di quei prodi ! Volesse il
cielo che in molti di voi io potessi salutar redi-
vivi gli Atenagora con le loro Apologie del cri-
stianesimo, i Clementi di Alessandria con le loro
Esortazioni ai pagani, i Lattanzi con le loro
Istituzioni divine! Potessi in voi rivedere i loro
generosi sudori versati per Gesù Cristo! Bacerei
anche, se le vedessi, le piaghe dei Giustini, fi-
losofi e martiri, affinchè mi fosse pur concesso di
mirare vinto dalla Chiesa l'osceno conflitto datole
dalla nostra età, il quale tende a sostituire l' a-
teismo alla fede, le sette alla Chiesa , Satana
a Dio .
« E ci é bisogno di questo intrepido e vivo in-
tervento dei laici cattolici nelle pubbliche occor-
renze della Chiesa : Nihil sub sole novum . La
Chiesa nel suo nascere difettava di preti , e Dio
suscitava i valorosi laici per sopperire al bisogno .
Ed ora ? I preti novellamente scarseggiano : l' e-
ducazione femminiera e scredente spegne le voca-
zioni ecclesiastiche ; ed i pochi , incamminati al
sacerdozio, s'intoppano in barriere crudeli che li
trattengono : Dio chiama costoro al santuario, e i
Governi li spingono nella caserma . Ecco che la
Chiesa, già depauperata de' suoi ministri, da in-
consolabile vedova si lamenta . Venite, o laici, a-
scendete sin dove vi è permesso di entrare, sup-
plite al vuoto dei leviti , consolate la vedovanza
della nostra comune Madre . La necessità del la-
voro é stringente, e voi adoperatevi di gran lena .
La Provvidenza vi manda ; e noi Sacerdoti, noi
Vescovi, noi fratelli maggiori, stendiamo la de-
stra a voi, che siete i nostri minori fratelli, vi
rivolgiamo il saluto di re Alessandro a Gionata,
chiamando ciascuno dei vostri col nome di amico :
Aptus es ut sis amicus poster . »
Queste preziose parole che l' Eminentissimo
Alimonda volgeva ai giovani cattolici di Genova,
noi le indirizziamo ai nostri Cooperatori . Sì, ve-
nite, o fratelli, in nostro aiuto . A petto del gran
lavoro, noi Salesiani siamo pochissimi . La nostra
voce, la nostra mano non può giungere dapper-
tutto, ove si trova un fanciullo, od una fanciulla
da istruire, da ricoverare, da salvare nell'anima
e nel corpo . Sì, venite in nestro aiuto, e fate voi
nelle famiglie, nelle parrocchie, nelle scuole quello
che noi non possiamo . Noi abbiamo chiese da fab-
bricare, ospizii di carità da erigere, missioni da
provvedere . Ci mancano mezzi materiali, ci man-
cano persone . Venite, o Cooperatori e Coopera-
trici, venite in nostro soccorso secondo il vostro
potere ; e allora malgrado la nostra pochezza noi
faremo del bene assai, tergeremo molte lagrime
nel mondo , consoleremo la Chiesa , salveremo
anime innumerevoli, e così ci procaccieremo da Dio
il centuplo in questa vita , una morte tranquilla,
una corona immarcescibile .
I COOPERATORI SALESIANI
nell'isola di Malta .
Da sette anni si pubblica in Malta, isola del
Mediterraneo soggetta all' Inghilterra, un eccel-
lente periodico bimensile intitolato : L' Eco di
Nazareth, sacro all'amore della Regina del Cie-
lo . Venutoci poc'anzi tra mano il N ° 6 del 20
marzo dell'anno corrente, vi abbiamo letto con
piacere un articolo sui Cooperatori Salesiani . Sti-
miamo bene di riferirlo, sia per conservarlo come
tesoro nelle colonne del nostro Bollettino, sia
per fare conoscere di quanta utilità sia giudicata
anche nelle altre nazioni la Pia Unione dei Coo-
peratori e delle Cooperatrici .
« Ci gode l'animo, così il citato periodico, di essere
oggi in grado di intrattenere brevemente i nostri
lettori di un'Opera eccellente sorta nel nostro secolo
e, come tutte le opere benedette da Dio, già diffusa
pel mondo, già vivente vita rigogliosa, e producente
frutti non indifferenti per la gloria del Signore,
e il vero bene della società . Alludiamo all'Opera
degli Oratorii Salesiani, fondata nel 1841 dal Sa-
cerdote Giovanni Bosco, e approvata dalla Chiesa
come Congregazione Religiosa . Dell' utilità di
quest'Opera, delle sue fatiche apostoliche, e dello
zelo dei suoi membri qui non intendiamo par-
lare, avendo in mente di attirare l'attenzione di
chi legge sopra un aiuto pratico che le pie per-
sone possono, volendo, recare a tale santa Opera .
Solo ci basterà notare, che la giovane Congre-
gazione, non contenta di operare il bene in Italia
ove nacque, e nel rimanente d' Europa , varcò
l'Occano e si propagò perfino in America , spe-
cialmente nella Repubblica Argentina e nell' U-
ruguay .
« Si fu nel 1875 che il primo drappello di
Missionarii Salesiani partì pel Nuovo Mondo : un
altro drappello ve lo segui l'anno seguente , ed
un terzo nel 1877 . Dipoi lasciarono l' Italia per
evangelizzare la Patagonia altri Religiosi , con
Suore di Maria Ausiliatrice . Se non che lo spa-
zio ci vieta di pur accennare alle fatiche apo-
stoliche di questi banditori del Vangelo, dei loro
sforzi coronati da felice successo per incivilire
la Patagonia, finora barbara e ribelle ad ogni
civiltà, e di tutto ciò che con edificazione degli
abitanti delle città americane hanno operato i
figli e le figlie di D . Bosco . Forse di ciò po-
tremo occuparci altra volta .
« Qui solo vogliamo richiamare l' attenzione
sull'aiuto efficace che si può dare a questa santa
Opera, col divenire, come dicono, Cooperatore
Salesiano . Con questo titolo si designano quelle
persone, anche secolari, che formanti come un
Terz' Ordine della Congregazione Salesiana, pur
rimanendo nelle loro famiglie , e nulla trala-
sciando di loro occupazioni, cooperano, come me-

1.8 Page 8

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glio possono, a quanto fa la Congregazione a
vantaggio dei prossimi, non omettendo di far
bene a se stesse col menare una vita, per
quanto si può, simile a quella di chi vive in co-
munità religiosa .
« L' Istituzione di questi Cooperatori fu ap-
provata dal Sommo Pontefice Pio IX, con Breve
del 9 maggio 1876, nel quale loro accorda molti
privilegi ed Indulgenze, fra le quali tutte quelle
che possono lucrare i Terziarii di S . Francesco
d'Assisi . Dopo il quale Breve pontificio i Coo-
peratori si sono aumentati d'assai presso che da-
pertutto specialmente perché, per essere annove-
rato fra essi, oltre l' età di 16 anni compiuti,
si richiede ben poco, tranne la buona volontà di
cooperare alla meglio allo scopo della Congrega-
zione Salesiana . E questa cooperazione si può
fare col promuovere catechismi, esercizi spiri-
tuali, scuole cattoliche, buona stampa, vocazioni
allo stato ecclesiastico , coltura spirituale della
gioventù e specialmente dei ragazzi del popolo,
più esposti ai pericoli dell' anima . Né é ultima
cooperazione quella della preghiera, così efficace
presso Dio, e l'altra di somministrare mezzi ma-
teriali, indispensabili pur troppo in questo mondo
per operare il bene nella maggior parte dei casi .
« Noi qui facciamo punto , invitando chi ha
zelo per la gloria di Dio, e premura pel bene
spirituale dei proprii fratelli , a volersi asso-
ciare all'Opera della Congregazione Salesiana,
divenendone Cooperatore . Chi desidera tale uffi-
cio, o maggiori schiarimenti su quanto abbiamo
appena accennato, si rivolga al Direttore delle
Figlie di Maria nella chiesa di Santa Barbara in
questa città, il quale é anche Cooperatore Sale-
siano . Presso lo stesso si può pure abbonarsi al
Bollettino Salesiano, eccellente periodico men-
sile, che si occupa quasii esclusivamente dell' O-
pera dei Salesiani . Siamo persuasi , che si fa
cosa ottima aiutando quest' Opera eccellente , e
perciò vivamente raccomandiamo a tutti di farlo . »
CONFERENZA
ai Cooperatori Salesiani di Torino .
Secondo la fatta promessa, diamo un breve rag-
guaglio delle due Conferenze tenute ai Coopera-
tori e alle Cooperatrici di Torino durante la no-
vena di Maria Ausiliatrice, cominciando da quella
dei Cooperatori .
Dopo la solita introduzione di lettura e di canto,
D . Bosco, salito in pulpito, esordì col dare un'ap-
propriata spiegazione dei vocaboli operatore e co-
operatore, dicendo che operatore é quegli che di-
rige un'opera, un'impresa qualunque, e cooperatore
colui che lavora nella stessa impresa, ma sotto la
direzione del capo . Mostrò che per quanta atti-
vità , forza di mente e buon volere possegga un
capo qualunque , a pochissimo riesce , se non é
coadiuvato da altre persone, le quali disimpegnino
con lui questa e quell' altra parte dell' impresa .
Chiarì la sua asserzione colla similitudine di un
oratorio festivo, frequentato da tre o quattro cento
ragazzi . Chi lo dirige ne é il capo, ne é l' ope-
ratore ; ma che potrebbe fare da solo, sebbene
intelligente e pieno di zelo pei giovanetti ? Ro-
vinerebbe la sua salute e non otterrebbe ordine
né in chiesa né fuori . Ben altrimenti avverrà se
egli è aiutato e rinforzato da altre persone . Di
queste, secondo le varie attitudini, alcune inse-
gnano ai giovani il catechismo, altre dirigono le
sacre funzioni, questi danno lezioni di canto, que-
glino fanno da sorveglianti nella ricreazione , chi
ammaestra nella declamazione di utili e piacevoli
commediole , chi dirige i giuochi di ginnastica ,
chi insomma disimpegna un altro uffizio dietro
l' indirizzo del capo ; e per questo modo l'opera,
che sarebbe mal riuscita fin dal nascere, così ordi-
nata prospera invece , si rinforza e produce con-
solantissimi frutti . Avviene come in una mac-
china : quando tutte le ruote secondarie seguono
il movimento della ruota maestra, questa tira in-
nanzi e fa molto lavoro . Da ciò conchiuse che
D . Bosco da sé solo nulla avrebbe fatto, ma col
soccorso dei Cooperatori molte opere poterono in-
cominciarsi e condursi avanti alla maggior gloria
di Dio e al bene delle anime . E non senza ragione, e
certamente scorto da lume celeste, il grande pon-
tefice Pio IX approvò ampiamente ed arricchì di
straordinarie indulgenze la pia unione dei Coope-
ratori Salesiani . Questa nuovamente benedetta dal
sapientissimo suo successore Leone XIII aumentò
nei suoi membri e nelle sue opere .
Ciò premesso, cominciò ad esporre le opere in-
traprese dallo scorso anno a questi giorni . Le rie-
pilogò in tre capi principali : istituti d'educazione
aperti a bene della gioventù ; fabbriche di chiese
per opporre un argine alla propaganda protestante ;
e missioni già iniziate fra gli Indi della Patago-
nia, oltre all' incremento delle opere già avviate .
Fra i nuovi Istituti annoverò il Collegio di Ran-
dazzo nella provincia di Catania in Sicilia , fre-
quentato da più centinaia di giovanetti interni ed
esterni , che vi hanno l' istruzione elementare e
ginnasiale insieme con una civile e cristiana edu-
cazione . - In Cremona vennero aperte al pubblico le
quattro classi elementari che sono al presente fre-
quentate da trecento scolari esterni , oltre ad un
Oratorio festivo fioritissimo . - In una parte del
palazzo vescovile della città di Brindisi nella terra
d'Otranto, punto importantissimo e porto di mare,
s'iniziò un' Oratorio festivo colle scuole serali e
festive, e si spera d'aprire fra non molto un O-
spizio pei giovani abbandonati con laboratorii di
arti e mestieri . - Alcune Suore di Maria Ausi-
liatrice assunsero la direzione e l' istruzione dì
un Orfanotrofio femminile nella città di Catania .
Non potendo l'Oratorio di S . Francesco di Sa-
les in Torino contenere tutti i poveri giovanetti
raccomandati, s'aperse in S . Benigno Canavese nella
diocesi d' Ivrea un Ospizio succursale, già abitato
da un centinaio di artigianelli coi loro assistenti .
Venne poi a parlare delle fabbriche o incomin-
ciate o alacremente continuate pel culto di Dio .
Parlando della Chiesa di S . Giovanni Evangelista
in Torino, disse delle difficoltà gravissime che fe-
cero sorgere i protestanti per opporsi alla sua

1.9 Page 9

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erezione, vinte però col divino aiuto dopo quattor-
dici anni di dispiaceri, litigi, e dispendii assai gra-
vi . La Chiesa si trova già a bel punto ; tra poco il
pittore porrà mano a decorarla, e a Dio piacendo
nel prossimo anno sarà inaugurata al divino servi-
zio . Anche la Chiesa di Valle-Crosia progredisce
rapidamente . Toccò poi di volo varie altre fab-
briche di collegi , istituti e chiese di Francia e
di America, e si fermò a discorrere più a lungo
delle Missioni della Patagonia . Le notizie più im-
portanti vengono date da varie lettere, che vedono
la luce in questo medesimo foglio , e quindi a
scanso di ripetizioni le passiamo qui sotto silenzio .
Raccomandando infine queste Opere alle pre-
ghiere e alla carità dei Cooperatori, D .Bosco ricordò
loro le divine promesse, l'acquisto delle sante In-
dulgenze, e terminò colle parole di S . Agostino :
Animam salvasti, animam tuam predestinasti ;
facendo rilevare che adoperandoci a salvare le a-
nime altrui, mettiamo al sicuro l'anima nostra .
CONFERENZA
alle Cooperatrici Salesiane di Torino.
Il giorno 22 Maggio all' ora stabilita s' era
raccolto nella chiesetta dell' Oratorio esterno di
S . Francesco di Sales un numero considerevole
di Cooperatrici Salesiane . Erano circa trecento ac-
corse da ogni punto della città di Torino, ed an-
che dai dintorni .
Premessa la lettura di un tratto di vita del
Santo , D . Bosco diede principio alla conferenza
coll' esprimere la sua consolazione alla vista del
bel numero di Cooperatrici presenti : quindi fece
noto che come ai Cooperatori avea parlato delle
opere intraprese nel corso dell'anno dai Salesiani,
così alle Cooperatrici terrebbe parola di quanto
avevano fatto le Suore di Maria Ausiliatrice a pro
delle giovanette . Accennò di passaggio come in
quest'anno Iddio benedisse così largamente le fa-
tiche dei Salesiani e delle Suore, che il numero
dei giovani e delle ragazze, che ricevono oggidì
l' educazione nei vani collegi ed ospizi, non che
l'istruzione religiosa negli Oratorii festivi e scuole
serali, da 40 mila era asceso alla confortante cifra
di circa 60 mila . Fatto poi un brevissimo rias-
sunto storico degli Oratorii maschili in Torino e
del bene che recano alla gioventù, passò a par-
lare dell' origine degli Oratorii femminili . Se da
un lato recava indicibile consolazione il vedere il
miglioramento nei costumi di tanti giovanetti per
mezzo degli Oratorii , dall'altra parte ogni cuore
ben nato rimanea oltremodo dolente nel vedere un
numero considerevole di ragazze d' ogni età, che
dissipate ed irreligiose facevano temere assai sul
loro avvenire . Ma come rimediarvi? Molti genitori
non ci pensavano punto , l'azione caritatevole di
qualche buona persona isolata a poco giovava, e
il sacerdote per molte ragioni non poteva prestare
in tutta la sua estensione l'opera sua .
Si pregò, si pensò e si trovò necessaria l'isti-
tuzione di una pia società di donne, le quali conse-
crandosi a Dio avessero per iscopo di farsi maestre,
sorelle e madri a tante povere fanciulle . D . Bo-
sco, preso consiglio dall'immortale Pio IX, istituì
una Congregazione di pie zitelle, che ponendo sotto
il valido patrocinio della Vergine, la quale si ve-
nera nel Santuario di Valdocco in Torino, chiamò
col nome di Suore di Maria Ausiliatrice . Nel 1873
un buon sacerdote, per nome D . Pestarino , donò
a questo scopo un suo stabile a Mornese nella diocesi
d' Acqui, e là si die' principio al novello Istituto,
che in poco tempo annoverò più centinaia di Suore .
Allora col loro mezzo si cominciò nel luogo stesso
l' Oratorio festivo col metodo de' Salesiani, e la
prova riuscì egregiamente . Dopo quella di Mor-
nese s' apersero altre case ed altri Oratorii, che
in breve tempo divennero fiorenti .
Ma ancora non s'era tentata la prova in Torino,
dove maggiore e più imperioso si sentiva il bisogno .
Di fronte all'Oratorio di S . Francesco di Sales eravi
una casa, divenuta uno spaventoso trabocchetto al-
l'incauta gioventù . D . Bosco pensava al modo di
poterla distruggere, convertendo in casa di Dio ciò
che pria era la sede del diavolo . Diede forte im-
pulso a mettere in opera questo progetto una viva
istanza di alcune povere figlie abbandonate, che
presentatesi a lui lo richiesero di aiuto per uscire
dal loro misero stato ; molte madri insistevano
colle lagrime agli occhi . D . Bosco le consolò con
buone promesse . Si pregò molto Iddio, s'interpose
l' intercessione di Maria Ausiliatrice, ed infine si
poté comperare da una terza persona la detta casa
dal padrone venuto in bisogno di venderla . Quando
si venne a conoscere si scatenò una guerra atroce
contro D . Bosco, si soffersero dispiaceri d' ogni
genere ; ma tutto passò . La casa si riattò ad abi-
tazione delle Suore, si eresse una cappella, e fi-
nalmente nel 1876 si aperse il tanto desiderato
Oratorio festivo . Esso fu ben tosto frequentato da
molte ragazze, ed al presente chi lo visitasse nella
domenica ve ne scorgerebbe un 400 vispe ed al-
legre, che si trastullano e divertono onestamente
nel cortile colle Suore, attendendo nel tempo pre-
scritto alle pratiche di religiono con piena soddi-
sfazione delle loro famiglie . Quello che si fece e
si fa a Torino, si praticò e pratica a Chieri in una
casa lasciataci da un caritatevole signore . Colà si
apersero scuole gratuite per le fanciulle che amano
di frequentarle ; si aperse eziandio un educatorio pel-
le figlie di civile condizione, e, quello che mag-
giormente importa, si diede incremento ad un O-
ratorio festivo, frequentato oggidì da oltre a set-
tecento giovinette della città .
Quanto si fece a Mornese, a Torino, a Chieri,
si esegui in molti altri luoghi , e presentemente
per grazia di Dio 27 case hanno dischiuse le porte
della virtù , dello studio e del lavoro , alla gio-
ventù femminile, e circa 300 sono le Suore di Maria
Ausiliatrice, che o già vi lavorano assiduamente o
vi si stanno preparando . Ma le Suore di Maria
Ausiliatrice non si limitarono all'Italia, ma pene-
trarono anche in Francia, dove fondarono una
colonia agricola allo scopo di raccogliere le gio-
vani contadine più abbandonate, di istruirle nel-
l'arte campestre, e metterle per questa guisa in
grado di proseguire quello stato di vita più con-

1.10 Page 10

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facente alla loro condizione, affinché non siano co- Chieri, perché occupato nella casa di Torino, e
strette a cercare servizio in città con tanto pericolo 1 dovendo perciò andare e venire ogni giorno, si
dell'anima loro e con danno eziandio della campagna . sarebbe dovuto fare pel viaggio una spesa rile-
Nella colonia agricola esse hanno qualche ora d'i- vante . Ma elleno risposero che alla spesa avreb-
struzione letteraria, imparano i lavori di famiglia, bero provveduto esse medesime, pur di avere la
e il resto del giorno sono occupate nei prati e nei comodità di onorare degnamente la lor Madre ce-
campi . Le Suore insegnano ed assistono . Né qui j leste . La pia domanda fu quindi esaudita, non
ristette l' opera loro . Esse si recarono in America, senza grande sacrifizio di tempo e di persona per
ed in Buenos-Ayres e in Montevideo apersero scuo- parte nostra .
le ed Oratorii festivi con grande vantaggio delle
Siccome nelle chiese della città si celebrava il
giovanette americane .
mese di maggio in sulla sera, così giudicossi ben
Ma non basta ancora . Le medesime Suore en- fatto di celebrarlo all' Oratorio in sul mattino ,
trarono coi Salesiani nella barbara Patagonia, af- prima che le giovinette avessero a recarsi al la-
frontando con un coraggio e una intrepidezza supe- voro nelle fabbriche, a cui sono addette .
riore al loro sesso molti pericoli e disagi, ed ora
Pertanto ogni mattina verso le 4 112 un 400
hanno aperte scuolo ed ospizi a Carmen de Patago- giovinette si trovavano nella cappella di Santa Te-
nes per le fanciulle indiane . Più altre cose, disse resa ; vi ascoltavano la Messa, udivano la predica
ancora D . Bosco, che per brevità taciamo .
per loro adattata , e quelle , a cui il tempo lo
Ma come mai D . Bosco potrà provvedere a spese permetteva, assistevano eziandio alla Benedizione
così ingenti e condurre avanti imprese cotanto va- del SS . Sacramento . Nelle prediche si prese a spie-
ste ed importanti? Se la cosa si guarda umana- gare qual fosse la vera divozione secondo la Fi-
mente, è assolutamente impossibile ; ma appog- lotea di san Francesco di Sales ; e se ne ottennero
giato alla divina e inesauribile Provvidenza di Dio, frutti consolantissimi . Ognuno può immaginarsi
e veggendo il bisogno immenso di strappare dalle il sacrifizio che far dovevano tante povère fan-
unghie infernali, tante anime, va egli innanzi fi- ciulle nell'alzarsi così per tempo al mattino ; ep-
dento e sicuro . Egli confida nell' aiuto dei Coo- pure il fecero con una perseveranza ammirabile ;
peratori e delle Cooperatrici . E qui D . Bosco con anzi inoltrandosi il mese, il numero delle accor-
efficaci parole eccitò tutte le pie uditrici ad as- renti, invece di scemare, accrebbe sino a 500 . Quello
sisterlo colle loro elemosine, richiamando alla mente che più edificava era il vedere come dopo la pre-
i beni promessi dal Signore in questa vita , e dica molte domandavano di confessarsi , ed ogni
la eterna ricompensa nell'altra . Ringraziò della ca- mattino un 100 e talvolta anche un 200 si acco-
rità che gli avevano usata pel passato, e a tutte si stavano alla mensa degli Angeli con tale racco-
raccomandò di non venirgli meno in avvenire .
glimento, che maggiore non si sarebbe potuto de-
Finito il discorso, che fu udito con una profonda siderare da giovanette di una vivacità straordi-
attenzione, si fece la colletta prescritta, e cantato naria .
il Tantum Ergo dagli alunni dell'Oratorio, si dié
Ma la cosa più consolante fu la chiusura del
la benedizione col SS . Sacramento . Le signore Mese Mariano . Per alcune ragioni si credette bene
Cooperatrici partirono piamente commosse e al- di trasportarla alla prima domenica di giugno, ed
tamente infervorate nel bene .
unirvi-ad un tempo la solennità di Maria Ausi-
liatrice . Perché la festa riuscisse più onorifica
alla Madre Celeste, e più vantaggiosa alle sue fi-
glie, si fece precedere da una novena con acconcia
FUNZIONI EDIFICANTI
predicazione in stilla sera dopo le giornaliere fa-
tiche . Le prediche ebbero per iscopo d'istruire
nell' Oratorio di S . Teresa.
convenientemente le giovinette sulla Confessione
e Comunione, e intorno ai mezzi da usarsi a fine
Una Cooperatrice Salesiana di Chieri ci mandò di perseverare nella via della virtù . Mediante que-
tempo fa una lunga relazione intorno al mese sta preparazione la festa ebbe per isplendida co-
di Maria, celebratosi nel nostro Oratorio festivo rona la Comunione di oltre a 700 zitelle . Fu
di Santa Teresa , frequentato come dicemmo da uno spettacolo commoventissimo, che trasse le la-
oltre a 700 giovinette di quella città . Non potendola grime a parecchie madri di famiglia, le quali eb-
pubblicare per intiero, ne diamo qui un riassunto .
bero a dire : « Questo Oratorio é per noi e per
E da premettersi che quasi tutte le giovinette le nostre figlie una benedizione del Cielo . »
Chieresi sono attaccatissime a quell'Oratorio . So-
La Messa solenne fu musicata da un drappello
prattutto nel giorno festivo appena sono in libertà di cantori venuti dall' Oratorio Salesiano di To-
vi accorrono tosto, sia per assistere al Catechi- rino . Musicati furono eziandio alla sera il Magni-
smo, all'istruzione, alla predica ed altre funzioni, ficat, le Litanie e il Tantum Ergo, prima della
sia per divertirsi tra di loro insieme colle Suore Benedizione col Venerabile .
di Maria Ausiliatrice loro maestre, lungi dai pe-
Dopo le sacre funzioni ebbe luogo la rappro-
ricoli del mondo e dallo sguardo dei profani .
sentazione di una graziosa commediola . Si trova-
Ora avvicinandosi il Mese di Maria, le più a- vano presenti non solamente le giovanette dell'O-
dulte di esse domandarono che questo si celebrasse I ratorio, ma molte madri di famiglia e signore della
eziandio nella loro cappella , con apposita predi- città, invitate appositamente . Le savie alunne del-
cazione e pratiche di pietà . D . Bosco fece osser- l' annesso Educatorio , addestrate dalle Suore di
vare che il Direttore non potendosi fermare in Maria Ausiliatrice, declamarono egregiamente la

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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parte loro assegnata, rallegrando le numerose spet-
tatrici, e riscuotendone applausi replicati .
In sull'imbrunire tutta la Casa comparve illumi-
nata . In mezzo al balcone si leggevano in grandi
caratteri, formati da lumi di vario colore, le pa-
role : Viva Maria Ausiliatrice! A contemplare
la bella illuminazione ritornarono dopo cena le
giovinette dell' Oratorio, ma accompagnate dalla
madre o da qualche donna assennata . Si fecero
partire globi areostatici ; si cantarono lodi a Ma-
ria ; fu insomma una splendida festa , chiusa da
una serata magnifica .
La pia relatrice conchiude facendo voti che Don
Bosco metta presto mano alla costruzione di una
chiesa, capace di contenere tutte le ragazze che
frequentano l'Oratorio , poiché l'attuale cappella,
che serviva da principio, oggi più non serve, e
si é costretti , durante le sacre funzioni, a trat-
tenere nelle scuole un duecento fanciulle . Noi ab-
biamo la più grande fiducia di poter esaudire que-
sti voti in un tempo non lontano . Spetta alle
giovinette dell'Oratorio l' affrettare questo tempo
colle loro preghiere e colla savia loro condotta ; tocca
eziandio ai Cooperatori e alle Cooperatrici di Chieri
il prepararcene la via col loro concorso materiale e
morale . In quanto a noi siamo di avviso che l'O-
ratorio di Santa Teresa abbia da avere una sorte
consimile a quella dell' Oratorio di S . Francesco
di Sales . Imperciocchè avendo avuto, e avendo tut-
tora comune la guerra, perché non avranno pur
comune la vittoria ?
ONOREVOLE RITRATTAZIONE .
Ai giorni nostri vi sono degli individui, i quali
o per malizia o per ignoranza usano la penna
contro ad istituzioni e a persone innocue , anzi
desiderose, di far del bene a tutti e del male a
nessuno . E cosa deplorabile ; imperocché la ca-
lunnia, come dice lo Spirito Santo , conturba e
scoraggia lo stesso sapiente : calumnia contur-
bat sapientem et perdet robur corris illius (1) .
Quanti lasciarono a mezzo bellissime ed utilissime
imprese, perché oppressi dalle calunnie, e corri-
posti colle ingratitudini ! Solo chi é forte della
fortezza di Dio, e lavora per Lui, non si perde
d'animo per la malevolenza degli uomini, né si
arresta dal ben fare .
Ma se è cosa umana l'errare, è pure onorevole
e nobile il ritrattarsi, e consolare coloro che ab-
biamo ingiustamente amareggiati . E tanto fece
uno di coloro, che l'anno passato pubblicò alcuni
articoli contro il nostro Istituto . Tempo fa egli
per lettera a D . Bosco domandava scusa dì quel-
l'aberrazione, e ritrattava quanto aveva pubblicato
a suo carico . Ragioni, che tutti comprenderanno,
suggerirono di tacere il suo nome ; ma essendoci
venuta tra pano quella lettera, e scorgendo che
l'autore dà licenza di farne un cenno su qualche
giornale cattolico, noi crediamo bene di pubblicare
la lettera stessa che é del seguente tenore
(1) Eccl . VII, 8 .
Abbiategrasso li 21 Dicembre 1879 .
Riveritissimo Sig . D . Bosco,
Sento l'obbligo di indirizzarle queste due righe,
affine di consolare quel suo cuore, cui tanti scon-
sigliatamente amareggiano in questi giorni . Pur
troppo, mesi fa in un giornale di questa sua To-
rino, ho scritto due articoli a carico dell'Istituto,
cui V . S . Rev.ma dirige con tanto zelo e carità .
Ritratto privatamente quanto allora impuden-
temente ho vergato colla mia penna, e qualora lo
credesse, ne dia pure un pubblico cenno su quel
giornale cattolico che meglio penserà .
Colgo l' occasione per baciarle rispettosamente
la mano, e mi dico intanto
Della S . V . R .
Dev .m Servo
P. B.
MEMORIE SULL'ABBAZIA DI FRUTTUARIA
IN S. BENIGNO CANAVESE .
Fra le più vetuste ed insigni Abbazie del Pie-
monte e fra le più rinomate d'Italia per certo an-
noverare si deve quella di Fruttuaria in S . Be-
nigno Canavese . Veniva essa fondata nel 1003
da S . Guglielmo figliuolo di Roberto Conte di Vol-
piano e di Perinzia, sorella d'Arduino, Marchese
d' Ivrea e Re d'Italia, cugino della celobre Ade-
laide di Susa, Contessa di Torino . Detta Abbazia
venne fondata in un podere paterno detto Frut-
tuaria, presso il villaggio chiamato Vigisulfo, non
lungi da una selva detta Gerulfia tra l' Orco ed
il Mallone .
Oltre il re Arduino concorse pure a fondarla
Ottone Guglielmo Conte di Borgogna, che da al-
cuni si crede padre di Umberto I di Savoja, e
parente anche di S . Guglielmo, donando al nuovo
monastero alcuni villaggi, che possedeva tra il Po
e la Dora Baltea .
Guglielmo essendo non solo di santi costumi
fornito, ma d'ingegno svegliato, studioso ed in-
traprendente , venne in fama tra li sommi Ita-
liani di quel tempo , tenuto in gran pregio dai
Pontefici e dai Sovrani . Esso stesso esperto in
architettura diede il disegno di questa reale ba-
silica e dell'ampio monastero annesso, con cortile
circondato da doppio ordine di portici . Si vuole
che S . Carlo Borromeo, visitata la Badia Fruttua-
riense, prendesse norma da questi cortili nell' e-
rigere i seminarii prescritti dal Concilio Triden-
tino . Frutto delle sue molte cognizioni acquistate
ne' suoi viaggi in Francia e in Italia, si fu que-
sto, d'introdurre cioè nei monasteri retti da lui,
scuole per allievi interni ed esterni , scuole di
agricoltura e d'altre arti . Egli instituì in essi so-
cietà di monaci artìsti , che si applicavano alle
arti belle , all' architettura , pittura , scultura e
musica .

2.2 Page 12

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Guglielmo solo ristorò e fabbricò oltre quaranta
Badie in Italia, Francia e Inghilterra, e spedì in
molti luoghi i suoi monaci artisti , onde sorsero
quelle numerose cattedrali di Francia, d'Allema-
gna e d'Italia, che tuttora formano l'ammirazione
di tutti . Da ciò si vede che dal Piemonte partì
la scintilla della moderna civilizzazione , e se ne
deve riconoscere per padre Guglielmo di Volpiano,
fondatore dell'Abbazia di S . Benigno di Fruttuaria .
La santità , la dottrina e la dolcezza dei modi
di Guglielmo attirò presso di lui molti religiosi
di vita esemplare , e le scuole per l' educazione
dei fanciulli , l' esercizio di carità verso i pove-
relli, l'ospitalità verso tutti, fecero si che insigni
personaggi vi si ricoverassero . I Pontefici, gl'im-
peratori , i re , i conti di Savoja , i marchesi di
Monferrato, e molti altri principi ed ecclesiastici
andarono a gara nel dotare ampiamente la Badia
di villaggi, di castelli, di beni e di ricchezze, as-
soggettandole altre Chiese e monasteri .
Questa medesima Abbazia decaduta coll'andar del
tempo venne, colle terre soggette, in dominio della
S . Sede, che le tenne sino alla fine del secolo scorso .
Erano chiamate in Piemonte le terre Papaline . Il
Cardinale poi delle Lanze accanto all'antica Aba-
zia fondò un magnifico palazzo, e al posto dell'an-
tica Chiesa un'altra ne edificò sontuosissima, che
tiene il posto tra le più belle del Piemonte . Quella
Chiesa serve ora di parrocchiale al paese .
E il palazzo ? II palazzo dichiarato monumento
di storia patria venne ceduto l'anno scorso in uso
a D . Bosco, perché vi fondasse qualche opera a
benefizio della gioventù . Secondo questo scopo ivi
stanno già raccolti oltre a 100 giovanetti, che at-
tendono a varii mestieri, come di sarto, calzolaio,
muratore, falegname, fabbro-ferraio , legatore da
libri e via dicendo . Fra non molto vi si aprirà
pure una Tipografia .
CONFERENZA
dei Cooperatori Salesiani tenuta in S . Benigno Canavese .
Nel mentovato Istituto il 4 del passato Giugno
si tenne da D . Bosco una conferenza ai Coopera-
tori e Cooperatrici .
Quantunque il tempo fosse piovoso, pure si rac-
colse un discreto numero di Cooperatori e Coo-
peratrici sì laici che ecclesìastici, a capo dei quali
si distingueva il Parroco di S . Benigno, ancor ve-
geto all'età di 83 anni .
D . Bosco esternato il piacere di trovarsi per
la prima volta in mezzo a loro, ricordò le indul-
genze che acquistavano facendo parte della pia so-
cietà dei Cooperatori . Mostrò come, seguendone
fedelmente le regole, s'ha campo di vivere da re-
ligiosi restando nel secolo . Imperocché questa pia
associazione non è altro in sostanza che un terz'or-
dine alla somiglianza degli antichi, ma adatto ai
bisogni dei tempi che corrono . Ed infatti non si
sente ogni dì ripetere ai quattro venti : Lavoro,
Istru .z ione, Umanità? Ed ecco che, pel concorso
che prestano i Cooperatori e le Cooperatrici , i
Salesiani aprono in molte città laboratorii d'ogni
genere, e colonie agricole nelle campagne per adde-
strare al lavoro giovanetti e fanciulli ; fondano col-
legi maschili e femminili, scuole diurne, serali e
festive,oratorii con ricreazioni domenicali per diroz-
zare le menti giovanili, e arricchirle di utili cogni-
zioni ; dischiudono a centinaia e a migliaia di orfani
ed abbandonati figliuoli ospizi, orfanotrofi e patro-
nati, recando la luce del Vangelo e della civiltà
agli stessi barbari della Patagonia, adoperandosi a
fare in guisa, che l'Umanità non sia soltanto una
parola, ma una realtà .
Ma come potrebbero i Salesiani tirare avanti
queste opere senza il soccorso dei Cooperatori?
Questi colle loro preghiere , colla unanime loro
assistenza, e cogli aiuti pecuniari sono come al-
trettante braccia, che lavorano col Capo e colle
altre membra della Congregazione Salesiana .
In altra epoca bastava riunirsi insieme a sante
pratiche di pietà, e la società ancora piena di fede
seguiva la voce de' suoi pastori . Ora i tempi si
sono cangiati, e quindi oltre al ferventemente pre-
gare , conviene lavorare ed indefessamente lavo-
rare, se non vogliamo assistere alla intera rovina
della presente generazione .
Additò quale opera particolare la istruzione re-
ligiosa della gioventù . Un Cooperatore ed una Co-
operatrice possono fare un gran bene sia coi con-
sigli, sia colle loro limosine, ma più di tutto col
prestarsi al parroco nel mandare giovani al cate-
chismo . Il catechismo cattolico cogli oratorii fe-
stivi è l' unica tavola di salvezza per la povera
gioventù nel pervertimento della società . I Par-
rochi, i Sacerdoti, sebbene zelanti, non possono tro-
varsi dappertutto ; hanno quindi bisogno che altri
li aiuti nell' esercizio di questo santo ministero
del catechizzare i parvoli ; hanno bisogno che al-
tri li facciano venire alla Chiesa ; ne esortino i
genitori,a mandarli ; hanno bisogno che alcuno ne
governi, ne istruisca le varie classi con paterna
carità, affinché il catechismo si faccia con ordine e
con profitto . Ecco adunque un campo fertilissimo,
dove abbondante é la messe , consolanti e sicuri
i frutti . Ricordò a comune esempio come in un
villaggio di 6000 anime, solo 40 erano i fanciulli
che intervenivano alla cristiana dottrina . I Coo-
peratori Salesiani s' animarono di santo zelo per
rimediare a un male sì grande, e, sotto la guida
del parroco, tanto fecero, che in breve ne inter-
vennero più di 400 e alla Pasqua ben 700 s'ac-
costarono alla santa confessione, fra cui 400 d'ambo
i sessi ricevettero per la prima volta la santa Co-
munione . Non é a dire il contento del parroco ,
dei Cooperatori , e la piena consolazione di tutti
i parrocchiani .
Parlò pure di altre opere di carità che possono
facilmente esercitarsi dai Cooperatori , come ri-
mettere in pace qualche famiglia, ricondurre nel
retto cammino qualche traviato fratello, procurare
un appoggio a chi è privo di mezzi ; ma esortò
caldamente a far tutto con quella dolcezza, carità
e prudenza che devono essere le tre virtù prin-
cipali, che caratterizzano il vero Cooperatore Sale-
siano . Finì col raccomandare alla carità di tutti
il nuovo Ospizio , perché possa prosperare pieno

2.3 Page 13

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di vita e di forza a benefizio di tanti abbandonati
fanciulli .
Noi cogliamo questa propizia occasione per rac-
comandare questa nuova casa di beneficenza alla
carità dei Cooperatori e delle Cooperatrici Cana-
vesi, non che di tutta la diocesi di Ivrea, e nu-
triamo fiducia che essi non mancheranno di so-
stenerla ora soprattutto che è ne' suoi primordii,
e si trova in grandi strettezze .
BIBLIOGRAFIA
testimonianze importanti, atte a far concepire la
più alta stima della Religione Cattolica, ed ab-
borrire le sétte protestanti . La lettura di questo
opuscoletto è un contraveleno potente alle insane
dottrine, che le sétte ereticali si arrabbattano di
spandere oggidì in Italia, specialmente in Roma,
contro la Chiesa Cattolica . Per la qual cosa noi
raccomandiamo vivamente la lettura di questo fa-
scicolo , e preghiamo i nostri Cooperatori e le
Cooperatrici a zelarne la diffusione tra il popolo
cristiano .
Si vende nelle Librerie Salesiane di Torino,
San Pier d'Arena, e Nizza Marittima, al prezzo
di Cent . 30 .
LA FEDE CATTOLICA .
E questo il titolo di un' opera pregevolissima,
uscita recentemente in Roma dalla libreria reli-
giosa di Antonio Saraceni . In essa l'egregio au-
STORIA DELL'ORATORIO DI S, FRANCESCO DI SALES
tore, che è il Canonico Lodovico Schuller, Sacer-
dote Romano, e Segretario di S . E . il Cardinale
Martinelli, dopo una istruzione preliminare sulla
CAPO XIX .
necessità di studiare il Catechismo, vien trattando
della fede, della sua definizione, della sua neces-
sità e delle sue proprietà .
Dimostrando che la fede deve essere ferma, e-
gli in altrettanti paragrafi discorre dei principali
motivi di credibilità, quali sono : le profezie , la
Il 1848 - Effetti della libertà mal concepita -
Vili attentati contro D. Bosco - Compera e
vendita - Aumento dell' Ospizio - Maniera
di vita dei primi ricoverati - Il pranzo di
D. Bosco - I mestieri - Il lepido cuoco - Il
Padre adottivo.
santità della fede, la sapienza della fede, i mira-
coli, i martiri, la propagazione della fede, la du-
rata della fede . Tutti questi punti vi sono svolti
con molta copia di erudizione , e, quello che più
importa, con tanta chiarezza di espressione, e sì
grande dovizia di fatti e di esempi, tratti dal ric-
chissimo erario della storia, che tutta l'opera, ve-
nendo a congiungere in bell' accordo l' utile al
dolce, diventa per ogni verso commendevolissima .
Quindi i Catechisti vi trovano in pronto `tutto il
materiale necessario per formare con poca o niuna
fatica le migliori lezioni di catechismo , e le più
stupende istruzioni parrocchiali ; e gli stessi se-
colari vi possono attingere di per sè gli argo-
menti incrollabili, che mettono fuori di ogni dub-
bio la Divinità di nostra Santissima Religione ,
tanto osteggiata specialmente in questi tristissimi
tempi . All' opera v'ha pure unito un Compendio
utile pei giovani .
Avendo scorso brevemente il mentovato libro,
non ci peritiamo di assicurare che chiunque ne
farà acquisto se ne troverà pienamente soddisfatto .
Il volume di 500 pagine in-16° si spedisce franco
a chi manderà al Sig . Antonio Saraceni un vaglia
di L . 3,50, Via dell'Università, N. 13 . Roma .
Il Compendio si vende anche separatamente a
Cent . 50 .
Narrato l'esordio dell'Oratorio di S . Luigi Gon-
zaga, ritorniamo a quello di S . Francesco di Sa-
les, ed entriamo nell'anno 1848, che diede prin-
cipio a grandi avvenimenti .
Re Carlo Alberto dopo aver date le civili ri-
forme, dopo aver concessa l'emancipazione ai Val-
desi ed agli Israeliti, elargiva il 4 marzo di quel-
l'anno stesso la così detta Costituzione o Statuto,
col quale tutti i regnicoli si dichiarano eguali di-
nanzi alla legge, e tra le altre libertà si proclama
quella della stampa . Di qui molti credendo che la
Costituzione desse la facoltà di far bene o male a
capriccio, o confondendo facilmente la libertà colla
licenza, si facevano lecito quello che non era, so-
prattutto in cose di Religione . Serviva a dar voga
a questo errore la famosa emancipazione , sulla
quale appoggiati moltissimi stoltamente opinavano
che non vi fosse più alcuna distinzione tra Cat-
tolici ed eretici , e che tutte le religioni fossero
egualmente buone e gradite a Dio, come se bianco
e nero, dolce ed amaro, luce e tenebre, verità ed
errore, lode e vitupero fosse una medesima cosa .
Di peggio : I protestanti ed altri settarii abusando
delle concesse libertà presero ben tosto a spac-
ciare favole contro la Chiesa Cattolica, inventare
e pubblicare storielle infamanti contro i Vescovi,
i Sacerdoti ed i Religiosi, nulla risparmiando per
metterli in discredito e in uggia presso il popolo .
DELLA VERA RELIGIONE
ossia
Per queste ed altre cause, che troppo lungo sa-
rebbe l' enumerare , successe che in capo a poco
tempo una buona parte del basso popolo fosse così
spiegazione del IX articolo della Fede . pervertita nelle idee, e sì male impressionata, che
un Ministro di Dio non era più sicuro per le vie
Ecco il fascicolo delle nostre Letture Cattoliche 1 della stessa civilissima Torino .
pei mesi di Giugno e di Luglio . Porta una pre-
Ad insulti, a minaccie, anzi ad esecrandi at-
ziosa appendice intrecciata di bellissimi fatti e di tentati fu fatto segno particolarmente il nostro

2.4 Page 14

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D . Bosco . Molti fatti avremmo in pronto da rac-
contare a questo proposito, ma desiderando di se-
guire, per quanto ci è possibile, l'ordine crono-
logico, ci limitiamo per ora al fatto seguente, che,
fin dall' esordire delle mal concepite libertà, pose
a repentaglio la vita di lui, e quindi la esistenza
del nostro Oratorio .
A pochi metri dalla nostra Cappella, verso mezza
notte , sorgeva in allora un basso muriccio , che
la separava dagli orti e dai prati di Valdocco,
i quali si estendono tuttavia sino alla destra sponda
della Dora , seminati di fabbriche , case e pa-
lazzi . Or bene nella primavera di quell'anno, una
domenica a sera, i giovani dell'Oratorio erano già
tutti raccolti nelle rispettive classi di Catechismo,
e D . Bosco istruiva i più adulti in coro . Egli
stava spiegando loro l' immensa carità di Gesù
Cristo nel farsi uomo, patire e morire per noi ,
quando un furfante , armato di archibugio carico
a palla, spinto non sappiamo da quale spirito ma-
lefico , appostatosi dietro al mentovato muriccio,
appunta l' arma alla finestra del coro , e spara
nello stomaco a D . Bosco ; ma, la Dio mercé, il
colpo andò fallito . Il proiettile veloce come il ba-
leno gli passa tra il braccio e le coste, gli strac-
cia la veste, e va a percuotere nel muro della Cap-
pella, facendovi un largo guasto . Questo fatto sa-
crilego destò uno spavento indescrivibile in tutti
i giovani, eccetto in D . Bosco, il quale sorridendo
disse : Se la Madonna non gli faceva sbagliare
la battuta mi avrebbe colpito ravvero, ma colui è
un cattivo musico . Poi guardandosi la veste forata
soggiunse : Oh ! povera mia veste ! mi rincre-
sce per te, che sei l'unica mia risorsa . Questa
giovialità di D. Bosco, e il vederlo sano e salvo
da quel vile attentato , ci rinfrancò tutti . Molti
stringendoglisi attorno singhiozzavano e piange-
vano di consolazione ; altri gli bagnavano le mani
di caldissime lagrime ; tutti poi colla più grande
espansione del cuore ringraziammo Iddio pietoso
di avercelo così mirabilmente conservato .
Nel corso di questa istoria noi avremo occa-
sione di narrare più altri iniqui attentati contro
la vita di D . Bosco, allora soprattutto quando e-
gli incominciò a scrivere le Letture Cattoliche,
e a confutare gli errori dei protestanti . Noi toc-
cheremo con mano, che se questo amico e padre
della gioventù è tuttora superstite , lo dobbiamo
intieramente a Dio, che ha sempre vegliato sopra
di lui in modo affatto provvidenziale, e lo ha di-
feso e protetto più volte anche maravigliosamente .
Intanto crescendo ogni dì più i pericoli di per-
vertimento tra gli incauti giovanetti, D . Bosco,
il Teol . Borelli e i loro aiutanti crebbero altresì
di ardore e di zelo per loro vantaggio . D . Bosco
vide allora più che mai il bisogno di ricoverarne
un numero maggiore nell'incominciato Ospizio, e
di vie meglio assicurare l'opera dell'Oratorio fe-
stivo . Per tale effetto cercò di comperare tutta
la casa Pinardi ; ma non gli riuscì, perché quel
signore domandava nientemeno che sessanta mila
lire, prezzo davvero esorbitante . In quel frattempo
essendo venuta in vendita la casa Moretta, D . Bo-
sco l'acquistò coll'intenzione di trasportarvi l'O-
ratorio e allargarvi l' Ospizio . Fatto il contratto
e sborsatone il prezzo , si diede mano a riattare
i membri secondo il bisogno . Ma dopo alcuni e-
sperimenti si venne a constatare che i muri, per
materia cattiva e peggiore costruzione, non reg-
gevano ai lavori, e fu giuoco forza di soprassedere .
Poco di poi D . Bosco vendette la casa suddetta
con notabile vantaggio, ricomperandola in questi
ultimi anni per farne l'abitazione delle Suore di
Maria Ausiliatrice e l'Oratorio festivo per le ra-
gazze , e soprattutto per togliere di là peccati e
scandali , come si dirà a suo tempo . Col danaro
ricavatone egli acquistò invece una giornata di
terreno (38 are), che é quel sito medesimo, dove,
dopo altre rivendite e ricompere, sorgono oggidì
la Chiesa di Maria Ausiliatrice e i laboratorii de-
gli artigiani coll'annesso cortile .
Visto di non poter avere sì presto una casa si-
cura, dove meglio rassodare e ingrandire il suo
Istituto, D . Bosco si rassegnò, aspettando tempo
migliore . Intanto di mano in mano che scadevano
gli affitti egli appigionava dal signor Pinardi le
camere e loro adiacenze a prezzo eziandio elevato
per non avere disdette . Per questo mezzo egli
rendeva ognor più tranquilla la vicinanza dell'O-
ratorio , togliendogli le pericolose soggezioni , e
portava sino a 30 i giovanetti ricoverati, scelti
tra i più abbandonati e pericolanti .
Or non sarà discaro che diciamo quale fosse la
maniera di vita dei primi ospitati . Al mattino alzati
di letto più o meno di buon'ora, secondo la stagione,
e fatta pulizia, noi discendevamo in Cappella, ascol-
tavamo la Messa di D . Bosco, recitando durante la
medesima le orazioni e la terza parte del Rosario .
Alcuni di maggior pietà facevano anche la santa
Comunione . Affinché tutti avessero comodità di
compiere questo atto solenne , D . Bosco o alla
sera o al mattino per tempo prestavasi di buon
grado ad ascoltare le confessioni di coloro, che
desiderassero di riconciliarsi . Questo si pratica
tuttora nell'Oratorio, con immenso vantaggio spi-
rituale e conforto dei giovanetti .
Terminata la Messa, ognuno si recava in città
presso il rispettivo padrone , lavorando chi da
sarto, chi da calzolaio, chi da, falegname, legatore,
muratore, e via dicendo, perchè non si ebbero i
laboratorii interni se non nel 1856 . A mezzodì
tornavamo a casa pel pranzo . Allora ciascuno, dato
di piglio ad una scodella o ad un pentolino di terra
cotta, si accostava al pajuolo, e la buona mamma
Margherita, e talora lo stesso D . Bosco colla me-
stola alla mano ci distribuiva la minestra . Questa
era per lo più riso e patate, e più sovente castagne
bianche cotte insieme con farina di meliga , che
formava come una poltiglia, manicaretto per noi
ghiottissimo . Anche la polenta la si metteva nella
scodella : ma in quel caso o la si spruzzava di
cacio gratuggiato, o la si aspergeva con qualche
intingolo, lasciandovi scorrere talvolta un pezzet-
tino di salciccia o di merluzzo cotto, soprattutto
nelle principali solennità . Romantico era poi il
nostro refettorio . Dispersi qua e colà nel cortile,
seduti quale sopra un trave, quale sopra un sasso,
questi sulla scala, quegli sulla nuda terra, davamo
fondo a quel ben di Dio, che ci somministrava la
industriosa carità di D . Bosco . E per bere? Sca-

2.5 Page 15

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turiva presso di noi una sorgente di acqua fre-
schissima, e quella, senza costo di spesa, era la
nostra botte e la nostra cantina .
Pranzato che si aveva, ciascuno lavava la sua
scodella, e la riponeva in luogo sicuro . Ognuno era
poi il custode del suo cucchiajo . Perdutolo, se lo
doveva provvedere a sue spese ; quindi lo si guar-
dava gelosamente . A questo fine , non avendosi
in refettorio cassetto a parte, ciascuno per lo più
se lo metteva in saccoccia . Al qual proposito ac-
cadde una volta un episodio, che riscosse le risa
più saporite . Un certo C . Paolo , nostro compa-
gno, andando a scuola in città, lasciossi tra i suoi
condiscepoli cadere di tasca il celebre arnese . A
quella vista fu unanime l'esclamazione : Oh ! un
cucchiajo! e tutti si diedero a ridere e a celiare
a spese di lui . Il giovane Paolo, come se il por-
tare il cucchiajo fosse la cosa più naturale ed ov-
via del mondo, senza scomporsi rispose : Oh !
bella! Volete che io venga a scuola senza cuc-
chiajo ? Ciò detto, con tutta gravità lo raccoglie
e lo rimette in tasca meglio assicurato .
Ad un' ora e mezza si ritornava al lavoro . La
sera rientrati in casa si cenava da tutti, mangiando
di bel nuovo una scodella od un pentolino di mi-
nestra .
Fin qui non abbiamo parlato del pane . Si ha
da sapere che in quel principio D . Bosco, invece
di somministrarcelo a tavola, distribuiva a ciascuno
25 centesimi , affinché se lo provvedesse giorno
per giorno . Con questa somma quotidiana, ognuno
al mattino uscendo in città si comperava quel
tanto di pane, che gli occorreva . Quei di buona
bocca provvedevansi pane inferigno o biscotto da
soldato ; i più delicati tendevano al pan buffetto .
Chiunque per altro sapeva regolarsi ne aveva non
solamente a sufficienza, ma in quei tempi di cuc-
cagna, essendo le derrate a buonissimo prezzo,
poteva ancora risparmiare un soldo per compe-
rarsi un po' di pietanza . In questa guisa noi im-
paravamo a nostre spese a divenire buoni massai,
e savii economi . E ne avevano bisogno . Si figuri
il lettore che uno di quei nostri compagni era
arrivato al punto da vendere il materasso per
otto soldi . Fortuna volle che D .' Bosco venisse a
saperlo . Egli fece ben tosto rescindere il contratto,
dando al venditore una buona lezione di economia,
e al compratore, di giustizia .
Durante la nostra cena si raccoglievano presso di
noi molti giovanetti, che frequentavano l'Oratorio
festivo,e ad una cert'ora incominciava la scuola se-
rale . Il nostro D . Bosco, come altrove dicemmo, vi-
gilava sulle varie classi, e nel mentre stesso faceva
scuola di musica . Talora, non avendo potuto cenare
prima, assisteva ed insegnava mangiando . Quindi
l'avreste veduto col boccone tra i denti correggere
questo che leggeva male , addestrare a far conti
quell'altro, che ignorava la tavola pittagorica, e
dare il tono ai cantori, che solfeggiando sbaglia-
vano la nota .
La scuola si faceva tutte le sere . Si eccettuava
il sabbato, affinché ognuno avesse comodità di an-
darsi a confessare .
Finita la scuola , che durava circa un' ora , i
giovani esterni recavansi alle rispettive case, e
noi raccolti recitavamo insieme con D . Bosco le
nostre orazioni . Augurata poscia la buona notte
a colui che ci faceva da padre, e ricevutone un
grazioso contraccambio, andavamo in cerca del
nostro letto, che il sonno, la stanchezza e soprat-
tutto la gioia del cuore ci rendevano molto sof-
fice e come sprimacciato , quantunque non fosse
per lo più che un saccone pieno di foglie o di
paglia .
Avendo parlato del nostro vitto, è pregio del-
l'opera che aggiungiamo alcune parole sul pranzo
di D . Bosco . La sua mensa era tanto frugale, che
niuno dei suoi colleghi , i quali fecero la prova
di vivere qualche giorno con lui, vi poté re-
sistere ed assuefarvisi . La minestra nostra era
la minestra sua. Aveva di più una pietanza ; ma
la madre per ordine suo gliela faceva alla Do-
menica, e servivagli per pranzo e cena sino al
giovedì sera . Al venerdì ne confezionava una
seconda di magro, e con questa si terminava la
settimana. La famosa pietanza era generalmente
una torta, e bastava farla riscaldare perché fosse
tosto preparata . Talora d'estate diveniva un po'
rancida ; ma D . Bosco non ci badava, e figuran-
dosi che sua madre l'avesse cospersa con un po'
di aceto , egli se la mangiava collo stesso appe-
tito . Questo fu l'apprestamento di tavola di Don
Bosco sino a quando egli cominciò ad avere con
sè chierici e Sacerdoti , i quali per istudio ed
occupazioni ebbero bisogno di un vitto più adat-
tato e. sostanzioso .
Ci piace altresì di qui accennare i varii me-
stieri cho D . Bosco esercitava in quei tempi . An-
zitutto mentre gli artigiani stavano occupati in
città, egli in casa in date oro del giorno faceva da
maestro ad alcuni giovani di Torino, che mostra-
vano maggior attitudine allo studio, e lo venivano
aiutando nell' Oratorio festivo e nella scuola se-
rale . Con un metodo tutto suo, e con una pazienza
più unica che rara, egli in poco tempo li rese
capaci ad intraprendere onorate carriere, o a con-
durre egregiamente i negozii di loro famiglia .
Non basta : oltre le frequenti visite alle car-
ceri della città e all'ospedale del Cottolengo, ol-
tre le confessioni che lungo la settimana andava
ad ascoltare in varii Istituti di Torino, oltre allo
scrivere libri ad uso della gioventù e del popolo,
egli attendeva in casa a più altre occupazioni . Non
potendosi fidare di prendersi gente di servigio, fa
cevano ogni lavoro domestico egli e sua madre .
Quindi per risparmiare spese di sartoria, e così
provvedere ai molti bisogni dei suoi ricoverati ,
D . Bosco tagliava e cuciva i calzoni, le mutande
e i giubbetti, e ne faceva le richieste riparazioni .
Altre volte per sollevare la madre spaccava le-
gna, accendeva il fuoco, scopava le camere, sgra-
nellava i fagiuoli e pelava le patate .
Quello poi che più ci rapiva all' ammirazione
era il vederlo cinto di un grembiale , e fare da
cuoco . Allora noi mangiavamo con maggior ap-
petito . Ci pareva davvero che la minestra e la
polenta fatta da D . Bosco avesse un sapore squi-
sito, e c' invitava a domandarne più volte . Ser-
vivano di gradita pietanza le amorevoli facezie
che ci rivolgeva . - « To', mio caro, diceva al-

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l'uno, mangia con appetito, perchè l' ho fatta io
- Fa onore al cuoco , e mangiane molto, ripe-
teva all' altro - Ti vorrei anche dare un pezzo
di carne , soggiungeva ad un terzo ; non ne ho ;
ma lascia fare da me
Appena troveremo un
bue senza padrone, voglio che stiamo allegri . Con
queste ed altre simili lepidezze, di cui D . Bosco
era ed é tuttora fecondo, ci condiva così bene il
pranzo e la cena, da farci dimenticare ogni com-
panatico .
D . Bosco s'intratteneva sempre volontieri con
noi, per cogliere il destro d'indirizzarci un con-
siglio , una parola amica , un avviso, un in-
coraggiamento . In questa guisa mentre ci edu-
cava il cuore , e migliorava la nostra condotta,
egli ci faceva passare allegramente la vita . Quindi,
sebbene la maggior parte di noi fossimo poveri
orfanelli, nondimeno pareva a tutti di trovarci tra
le delizie della famiglia . Tanta era la bontà del
nostro padre adottivo !
Qualche settimana fa l' organista denunziatore
è pur morto . Nei suoi ultimi momenti, ha fatto
venire l' autorità giudiziaria e l' autorità comu-
nale e ha confessato che esso aveva assassinato
il fittaiolo per sposarne la vedova . Per deludere
ogni sospetto, s' era servito del fucile del curato,
che aveva rubato e poi messo in sagrestia, perché
vi fosse scoperto dal giudice istruttore . Ha aggiunto
che, per impedire al curato di dare alcuna indi-
cazione alla giustizia , era andato a confessarsi
da lui, raccontandogli quanto aveva fatto . Da quel
momento il curato, tenuto al silenzio dal segreto
della confessione, e fedele al suo dovere, era di-
venuto la vittima di un ipocrita infame .
Dopo la rivelazione dell' organista agonizzante,
l' autorità di Oratow ha telegrafato a Pietroburgo
per domandare che l' abate Kobylowics fosse su-
bito messo in libertà . Fu risposto , esser morto
da parecchi mesi !
L' eroico prete aveva portato nel sepolcro il se-
greto della confessione .
NOTIZIE RELIGIOSE .
La potenza di un Pater Noster . - Federico
Soulié, uno dei celebri romanzieri francesi, stava
sul punto di morire . Educato al di fuori di qua-
lunque principio di religione, senza aver mai im-
parato una parola di orazione, l' infelice scrittore
non pensava all' anima sua . Una Suora di carità
stava inginocchiata a' piè del suo letto, e recitava
il santo Rosario . Alcune lagrime sgorgavano da'
suoi occhi . L'infermo solleva la testa . - Che dite
voi in quel modo, mia Suora ? Padre nostro, che
sei ne' cieli, ecc . Quanto è bella ! ripetetela an-
cora ! - E la Suora cominciò da capo . - E ma-
gnifica ! Voglio impararia con voi . - E come un
fanciullo l' apprende dalle labbra di sua madre,
così Federico . Soulié imparò parola per parola l'o-
razione domenicale dalle labbra di quell'angelo di
carità . Quest' uomo che aveva bestemmiato, che
aveva cercato di attraversare il regno di Dio sulla
terra, ripetè con tenerezza : Sia santificato il tuo
nome
venga il regno tuo
Egli morì nella
pace del pentimento, dopo essersi riconciliato con
Dio, mormorando queste confortanti e soavi pa-
role . - Così nella Scmaine du Fidéle .
Un martire del segreto della confessione .
- La Reichszeitunq di Donn fa il seguente rac-
conto : Un venti anni fa, il sacerdote Kobylowìcs,
curato di Oratow presso Kiew, nella Russia, fu
arrestato sotto l' accusa di assassinio . Un fittaiolo
del luogo era stato ucciso con un colpo di fucile .
Il maestro del comune, organista della parocchia,
denunziò il curato e invitò il giudice d'istruzione
ad operare una perquisizione in sagrestia e in
chiesa : e vi si trovò il fucile del curato di fre-
sco scaricato . Costui dopo essere stato scomuni-
cato da Mons . Borowski, vescovo di Zestomir, fu
condannato ai lavori forzati a vita e morì al ba-
gno . Durante il processo non cessò dal dichiararsi
innocente .
INDULGENZE SPECIALI
poi Cooperatori Salesiani .
Ogni Cooperatore può acquistare Indulgenza ple-
naria una volta al giorno, da applicarsi alle anime
del Purgatorio, recitando la terza parte del Ro-
sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,
e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-
tandola innanzi al Crocefisso .
Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta
alla santa Comunione .
Può altresì lucrare moltissime Indulgenze ple-
narie nel corso del giorno mediante la recita di
sei Pater, Ave e Gloria, secondo la mente del
Sommo Pontefice . E queste indulgenze applicabili
alle anime purganti, le può acquistare toties quo-
ties, ossia tutte le volte che recita i suddetti
Pater, Ave e Gloria in qualunque luogo senza
bisogno di Confessione e Comunione, purché sia
in grazia di Dio .
Oltre a queste un'altra Plenaria ne può gua-
dagnare ogni domenica, e nei giorni qui sotto
notati, purché confessato negli otto giorni, e co-
municato visiti una qualche chiesa, pregandovi
secondo l'intenzione del Sommo Pontefice .
Mese di Luglio .
2 . Visitazione di Maria Vergine .
8 . Santa Elisabetta, regina di Portogallo .
14 . S . Bonaventura vescovo, cardinale e dottore
di Santa Chiesa .
25 . S . Giacomo Apostolo .
26 . Sant'Anna, madre di Maria SS .
Con permesso dell'Aut . Eccl . - PEIIAAEI GIUSEPPE gerente respons .
Tip . di San Vincenzo de' Noli . Sampierdarena 1880 .