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ANNO V . N . 3 .
Esce una volta al mese.
MARZO 1881.
INO BOLLETT SALESIANO
Direzione nell' Oratorio Salesiano. - Via Cottolengo. N. 32, TORINO
SOMMARIO - Se uno scrittore cattolico possa tagliare
i panni addosso - Un abito bell'e fatto - Chiesa al
Sacro Cuore di Gesù in Roma - Biografia di Suor Vir-
ginia Magone - Date la caccia all'eresia - Storia
Non è nostro scopo di passare a rassegna
certi fatti , che si ripetono ancora oggidì ,
e che rivoltano il cuore . Vogliamo invece
dell' Oratorio di S . Francesco di Sales - Lodevole con-
fessione di un incredulo - La Direzione del Bollettino
Salesiano ai signori Parrochi, Decurioni e Capi di Co-
segnalare come i libertini , i quali fanno
orrendo strazio, di cose e di persone vene-
munità, - Indulgenze speciali pei Cooperatori Salesiani . rande, abbiano poscia l'ardimento di atteg-
giarsi a vittime, e lamentarsi degli scrittori
SE UNO SCRITTORE CATTOLICO
cattolici, perchè taglino loro, come si dice,
i panni addosso .
POSSA TAGLIARE I PANNI ADDOSSO .
Per la qual cosa domandiamo : Può egli uno
scrittore cattolico tagliare i panni addosso,
E molto antica , ma pur sempre nuova ossia sparlare del prossimo, senza mancare
la favola del lupo e dell'agnello . Agognava alla legge della carità e della mansuetudine?
un lupo di mangiarsi un agnello ; ma vo- Senza pretendere di sciogliere da maestri
lendo salvare le apparenze , e un tantino la questione , e portare qui un autentico
di onoratezza, andava mendicando un pre- giudizio, noi ci crediamo di poter rispondere
testo, onde legittimare la sua crudele vora- che, ove si tratti di un fallo notorio, presente o
cità . Pertanto trovandosi ambidue a bere passato, soprattutto se pernicioso alle anime,
allo stesso rivo, disse il lupo all' agnello non si viola punto la carità nè la mansue-
- Tu mi hai intorbidata l'acqua .-- Ciò non tudine, disapprovando pubblicamente, a voce
può essere , rispose l'innocente, perchè tu o per iscritto, chi lo ha commesso, purché
bevevi più da presso alla fonte e io più ciò si faccia per amore della verità e della
da basso , sicchè l'acqua da te scorreva a giustizia, ed osservando temperanza di modi .
me . -Se non mi hai intorbidata l'acqua , É da tutti ammesso l'adagio della giuris-
riprese la mala bestia, tu mi facesti ingiuria prudenza : Si palam res est, repetitio iniu-
sei mesi fa . - Scusami, soggiunse l'agnel- ria non est : se la cosa è palese, non è in-
lino, ma sei mesi fa io non era ancor nato . giuria il ripeterla . Anzi il ciò fare può giovare
- Comunque sia, se non m'ingiuriasti tu, assaissimo al pubblico bene ; imperocchè col
m' ingiuriò tuo padre, conchiuse il lupo ; dare il dovuto biasimo a chi sel merita si
e in così dicendo gli si avventa contro e se prevengono più altri errori, danni ed insi-
lo divora .
die ; si ammaestrano i presenti e i futuri ;
Esopo, che compose questa favoletta, fu e col timore dell' infamia talora si distol-
un gran genio . Egli conosceva a fondo gli gono molti dal commettere il male .
uomini e tesse la storia di tutti i tempi
Che poi in casi siffatti sia lecito sparlare

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dei cattivi ce lo dimostra la condotta tenuta il dettato dello Spirito Santo , e intingeva
dal nostro Signor Gesù Cristo verso degli la penna come nel sangue preziosissimo
Scribi e Farisei . Finché costoro peccavano del divìno Agnello, scrivendo al suo disce-
in segreto, o se la prendevano contro di Lui polo Tito intorno agli abitanti dell' isola di
solo, Egli come mansueto agnello tacque, . Creta (oggidì Candia), non esitò punto di to-
pianse, sofferse e morì ; ma quando quella gliere ad imprestìto da Epimenide loro poeta
mala genia, facendo strazio della Religione una poco lusinghiera definizione, e di chia-
e della morale, diveniva ad un tempo pie- marli : Cretesi sempre bugiardi, cattive be-
tra d'inciampo alle anime, allora anche il stie, ventri infingardi, perchè gran man-
mansuetissimo Gesù parve cangiar natura, giatori ed oziosi : Cretenses semper men-
e da mite agnello diventare terribile leone . daces, malae bestiae, ventres pigri (1) .
Di qui i suoi Vae vobis, guai a voi, sca- Potremmo inoltre corroborare la nostra
gliati quali fulmini contro di loro, perchè, tesi con infiniti esempi, tolti dalle opere dei
come Egli diceva, chiudevano in faccia agli ss. Padri della Chiesa, dei Dottori ed Apo-
uomini il regno dei Cielì ; non vi entra- logisti cattolici;potremaduns
vano essi, e intanto coi loro mali esempi Bernardo, Dottore mellifluo, che non ostante
non vi lasciavano entrare gli altri . Di qui il miele dolcissimo di sua carità manda ad
quei tremendi epiteti loro rivolti di ciechi, Arnaldo da Brescia il titolo di seduttore, vaso
d'ipocriti, di sepolcri imbiancati e persino di contumelie , scorpione, fiero lupo ; po-
di vipere, progenies viperarum (1) . Di quì tremmo addurre un s . Tommaso d'Aquino,
ancora quel suo dare di piglio alla frusta, e Dottore angelico, che rappresenta Guglielmo
aggiustare addosso ben misurati colpi ai di Sant'Amore e i seguaci suoi siccome ne-
profanatori del luogo santo . E nonostante mici di Dio, ministri del diavolo, membri
questi detti e questi fatti il divino Maestro dell'anticristo, ignoranti, perversi e repro-
soggiunse : Imparate da me, che sono mite bi ; potremmo addurre un s . Bonaventura,
discite a me quia mitis sum . Da ciò si può Dottore serafico, il quale non dubita di chia-
adunque legittimamente inferire che carità mare Giraldo protervo, calunnioso, insano,
e mansuetudine possono andare fraterna- empio , impudico , ignorante , bugiardo ,
mente d'accordo con una ragionevole fie- malvagio, insensato e perfido ; ma con simili
rezza o vivacità di parole e di atti contro citazioni andremmo troppo per le lunghe .
di coloro, che fanno pubblicamente il male Non possiamo per altro passare sotto sìlen-
a scandalo dei loro prossimi .
zio il Santo, dal quale i Salesiani prendono
Nè diversamente adoperarono tutti i Santi . il nome . S . Francesco di Sales per la sua ca-
Mosè, gran duce del popolo ebreo, era, al rità e dolcezza fu meritamente chiamato una
dire del Sacro Testo, il più mite degli uo- viva imagine del divin Salvatore . Egli non
mini : Erat Moyses vir mitissimus super prese mai vendetta dei suoi nemici ; condonò
omnes homines , qui morabantur in ter- inauditi affronti ; domandò ed ottenne per-
ra (2) . Egli non faceva niun caso degli ol- sino grazia della vita a chi aveva tentato di
traggi diretti alla sua persona ; perdonava rapirgli la sua ; ad un cotale, che gli vomitava
e pregava pei suoi nemici ; ma quando, sceso sul viso un diluvio d'insolenze, villanie e
dal monte Sinai colle tavole della legge in ingiurie, diede per unica risposta : Se voi
mano, udì intorno al vitello d'oro l'osceno mi cavaste ben anche un occhio, io vi guar-
tripudio, e vide le sacrileghe empietà del derei amorevolmente coll'altro . Ma ciò non-
popol suo , che non fece quel mitissimo dimeno egli non confuse mai la mitezza
uomo? Gettò sdegnosamente a terra le sacre colla debolezza, nè la soavità di cuore colla
tavole scritte dal dito di Dio, e le mise a indifferenza ed apatia di animo . Quindi a
pezzi ; e poi? E poi si legga il resto al tempo debito, in pubblico ed in privato, di-
capo 32 dell'Esodo, e si vedrà che della man- ceva e scriveva le verità anche più disgu-
suetudine non è punto nemico il più alto stose , e ciò faceva con tanta energia, da
risentimento, concepito per nobile causa . tirarsi addosso l'ira delle anime vili e scel-
Niuno vorrà certamente dire che l'Apo- lerate . Che cosa non diss' egli . dal pulpito
stolo Paolo mancasse di carità, egli, che di contro una spudorata cortigiana, che all'om-
questa virtù tesse i più alti elogi, antepo- bra di persone potenti menava scandali in
nendola persino alla fede ed alla speranza . Annecy ? Che non fece contro gli abitanti
Or bene, per tacere di tanti altri fatti, que- di Seissel, che avevano oltraggiato un suo
sto grande Apostolo, il quale scriveva sotto Sacerdote ? Domandò al Senato che fossero
(1) Matth. XII e XXIII .
(2) Num. XII, 13 .
(1) I . 12 .

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giustamente puniti, e scriveva : L' insolenza
fu troppo pubblica per essere dissimulata,
troppo grave per non essere punita, troppo
pericolosa per non essere repressa . Così la
,dolcezza aveva in lui i suoi limiti , riflette
qui il pio Canonico Giacinto Gallizia, scrit-
tore di sua vita , e S . Francesco di Sales,
quantunque nelle turbolenze non perdesse
mai la tranquillità di spirito , nè dimenti-
casse la misericordia, tuttavia servivasi a
tempo e luogo anche della collera, e la-
sciava alla giustizia inviolate le sue parti .
Di più : Interpellato da una pia persona, se
potesse lamentarsi e sparlare di un colpe-
vole, rispose che sì, purchè il facesse co-
scienziosamente e secondo verità . Ecco le
sue parole : « Dell'uomo, di cui pensate che
sia la colpa, non assicurate cosa veruna, se
non a misura della cognizione e conghiet-
tura della colpa, parlando con dubbio delle
cose dubbie, e più o meno, secondo che lo
saranno . » Altrove scrive : « No , non bi-
sogna secondare gli altrui vizi , pensando
di schivare quello della maldicenza ; ma chia-
ramente e schiettamente si deve dire male
del male, e biasimare le cose che sono bia-
simevoli . » Di coloro poi , che seminano
errori nel campo intellettuale o morale, e-
gli aggiunge : I nemici dichiarati di Dio
e della Chiesa debbonsi diffamare quanto
si può; e conchiude : È carità gridare al
lupo quando é tra le pecore, anzi in qua-
lunque luogo egli sia (1) . Così faceva e par-
lava un Santo, il più mite forse tra tutti
quelli, che fiorirono nella legge di grazia.
Essendocene stata offerta propizia occa-
sione, abbiamo voluto trattare, o, per me-
glio dire, sfiorare questo punto, perchè ci
accadde , non è guari, di udire persone,
che si piccano di fare le sapute, a tacciare di
poca carità uno dei più intrepidi giornali-
sti cattolici dei tempi nostri . E perchè ?
Perché, a fine di mettere in sull'avviso gli
incauti, egli, quando occorre, rivede le buc-
ce, e dice il fatto suo a chi tocca . Quella
censura, come tante altre consimili, ci parve
irragionevole ed ingiusta . In questa biso-
gna non si deve già prendere a criterio la
pena ed il danno che reca questo o quell'ap-
prezzamento sfavorevole, ma bensì se questa
pena o danno sia ragionevole, giusto o no .
Una regola della carità viene espressa in
questi termini : Non fare agli altri quello che
ragionevolmente non vogliamo che altri
faccia con noi . Si badi a questo ragione-
volmente . Ora, a quella guisa che io, espo-
nendo in pubblico un detto od un fatto bia-
simevole, pretenderei contro ragione che
niuno me ne dicesse male, e chiunque po-
trebbe in quella vece disapprovarlo, quan-
tunque me ne dovesse avvenire pregiudizio
e noia ; tal è parimenti per ogni altra per-
sona . Se così non fosse, allora si dovrebbe
cessare di gridare al ladro , perchè questi
ne sente dispetto e ne prova detrimento .
Ma e la fama altrui ? si domanda . -- Ri-
spondiamo : Perde il diritto alla propria fama
chi da se stesso s' infama . Voi vi siete in-
famati colle vostre azioni , diceva un cele-
bre storico, e io vi infamo co' miei scritti ;
e diceva bene .
Tuttavia qui potrebbesi fare una difficoltà
e domandare : Quando un uomo censurabile
fosse costituito in autorità, sarebbe egli an-
cor lecito ad un privato, qual è uno scrit-
tore, l'appuntarlo pubblicamente? In questo
caso non ispetterebbe siffatto cómpito a chi
gli è Superiore? - Rispondiamo : Posta la
notorietà del fatto , è lecito a chiunque, e
quindi anche ad uno scrittore, l'emetterne il
suo giudizio, certo o dubbio, secondo i sani
principii di Religione e di giustizia, che
furono più o meno chiaramente violati o
contraddetti . In questo caso il privato o sud-
dito non pretende già di farlo da Superiore,
o dare una sentenza autorevole ; ma sola-
mente di avvisare al pericolo, certo o pro-
babile, d'inganno e pervertimento, che si
potrebbe incorrere dalla gente . Egli allora,
avendone il mezzo, altro non fa che mettere
in pratica il divino precetto : Deus man-
davit unicuique de proximo suo : a ciascuno
Iddio raccomandò di aver pensiero del
prossimo suo (1) ; precetto, il quale tra le
altre cose prescrive eziandio che si avverta
il nostro simile di una disgrazia, che lo può
incogliere nel corpo o nell'anima . Ecchè ?
Dato il caso, che un uomo investito di qualche
dignità, sedotto o seduttore, spanda, a viva
voce o per iscritto, falsità e calunnie contro
persone innocenti, oppure propaghi ma-
dornali errori contro la Religione ed il
buon costume, dovrà serbarne lo scrittore
cattolico un rispettoso silenzio , finchè il
tribunale, il Vescovo od il Papa ne abbia
istituito minuto esame, e pronunziata for-
malo, sentenza ? E allora che sarà della
buona fama di quelle persone intemerate ?
Che sarà di tante menti e di tanti cuori,
che in quel frattempo, molte fiate lunghis-
simo, verranno imbevuti di false idee e
perverse massime , forse con irreparabile
(1) V. Filotea, part . iii, c . 29 .
(1) Eccl . XVII, 12 .

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danno? Se occorre, si domandi pure una
parola autorevole ed anche infallibile, chè
a suo tempo verrà ; ma intanto chi ama la
giustizia e predilige l' innocenza ne prenda
tosto le difese, prima che ne vengano inde-
gnamente oppresse ; chi ha lingua in bocca
e buona penna in mano cominci a dare l'al-
larme , perchè la gente si guardi dai ser-
peggianti errori . Questa, se non c'ingan-
niamo, ci sembra la pratica tenuta dagli stessi
semplici fedeli in quei tempi, in cui le ere-
sie mettevano fuori per la prima volta le
corna, non fulminate, se non dopo lunghe di-
spute tra Prelati e Prelati , dai Concilii or
provinciali, ora ecumenici .
Del resto, lasciando questa grave que-
stione a sciogliersi meglio da persone saggie
ed illuminate , noi conchiudiamo : Sebbene
l'indole del nostro periodico non sia batta-
gliera, tuttavia, se mai ci occorresse di ta-
gliare i panni addosso, ossia di scrivere cosa
disgradevole a persone pubbliche o private,
cattoliche od eretiche, noi col divino aiuto
non dimenticheremo il gran detto dell'illu-
stre dottore d'Ippona sant'Agostino : Interfi-
cite errores, diligite homines : date addosso e
distruggete gli errori, ma mostrate viscere di
carità verso gli erranti . Soprattutto daremo
per norma alla nostra penna le parole della
divina Sapienza : Fortiter et suaviter ; e ad
esempio del nostro Santo, dalla veneranda
memoria di Pio IX assegnato a speciale pa-
trono ai giornalisti cattolici, noi colla fortezza
e costanza nel sostenere i sani principii ve-
dremo di contemperare la soavità dei modi,
inspirata dall'amor di Dio e del prossimo .
UN ABITO BELL'E FATTO,
Da una relazione poi' anzi avuta stavamo ri-
cavando pel Bollettino un apposito articolo sulla
festa di S . Francesco di Sales e sulla Conferenza
tenuta ai Cooperatori in Marsiglia , quand' ecco
uscire nelle colonne della benemerita Unità Cat-
tolica un articolo sullo stesso argomento . Appena
lettolo, abbiamo esclamato : Ecco un abito beli' e
fatto. Crediamo bene di dargli la preferenza ,
perché un migliore noi non sapremmo farne .
Marsiglia, 19 Febbraio 1881 .
« Il nostro Consiglio municipale , non volendo
mostrarsi meno empio di quello di Parigi, in una
delle sue ultime sedute approvò la proposta di
togliere da tutte le scuole i crocifissi ed ogni al-
tra immagine religiosa . Ma non crediate già che
questo Consiglio rappresenti la città di Marsiglia .
Qui, come nelle altre grandi città della Francia,
ora signoreggiano i cattivi a sfregio dei moltissimi
buoni, i quali non cessano di contrapporre agli
atti di empietà le più sincere prove di Religione,
e colla frequenza alle chiese e con opere insigni
di cristiana carità e beneficenza .
» Per assicurarsi che i religiosi sentimenti dei
nostri Padri non sono ancora spenti tra noi, ba-
sterebbe l' essersi trovato in questa settimana nella
via Beaujour . Già sapete come in questa parte
più elevata della nostra città esiste un Istituto
del provvidenziale vostro D . Bosco . Aperta , non
sono ancora tre anni , questa Casa ha già preso
tale sviluppo da ricoverare oggidì poco meno di
200 giovanetti dei più abbandonati della città, e
dare l'istruzione religiosa e letteraria ad un gran
numero di alunni esterni .
» Nella nuova cappella di questo Istituto , che
in omaggio al regnante Sommo Pontefice é detto
Oratorio di S . Leone, si celebrarono solenni fe-
ste nei giorni 16 e 17 di questo mese, le quali
più non si dimenticheranno dai buoni Marsigliesi .
D . Bosco trovavasi qui da qualche giorno, venu-
tovi per vedere ancora una volta i suoi Missio-
narii, che nel loro viaggio per l'America tocca-
vano Marsiglia, ed anche per visitare questa sua
Casa, che riesce una delle più importanti ed utili
per la gioventù abbandonata . Si colse pertanto
questa propizia occasione per solennizzare la festa
di S . Francesco di Sales .
» Nel mattino di mercoledì (16) Sua Eccellenza
reverendissima Monsignor Robert, nostro amatis-
simo Vescovo, celebrò la Messa, distribuì la Co-
munione non solo ai giovanetti, ma ad un numero
grandissimo di signori e signore, e con un breve
ed affettuoso discorso animò i molti suoi uditori
alla divozione verso S . Francesco . Tutti i cuori
ne rimasero profondamente commossi ed infervo-
rati . La Messa solenne fu cantata dal prof. Ce-
lestino Durando, qua recatosi con D . Bosco . Alla
sera il reverendo Abate dei Benedettini cantò la
Compieta e diede la benedizione col SS . Sacra-
mento . Le lodi del Santo furono dette magnifica-
mente da un valente oratore, l'Abate Guérin . A
tutte le sacre funzioni il concorso dei divoti fu
grandissimo, edificante .
» Al domani, giovedì 17, nuova festa e novella
prova di religione e di carità . Si tenne in quel
giorno la Conferenza ai Cooperatori ed alle Coo-
peratrici Salesiane, che in questa città sono in
gran numero . Parecchi erano venuti eziandio dai
paesi vicini, ed alcuni fin da Tolone e da Lione .
Si degnò presiedere a questa religiosa adunanza
S . E . R .ma Monsignor Forcade, Arcivescovo di
Aix, qua portatosi appositamente . La cappella,
quantunque assai vasta, si trovò così stipata dal
fiore della marsigliese cittadinanza, che si dovet-
tero occupare eziandio l' orchestra, i coretti ed i
corridoi vicini . L'Abate Mendre, dotto e pio ec-
clesiastico di Marsiglia, ed uno dei più validi so-
stegni dell' Oratorio di S . Leone, lesse un' accu-
rata e minuta relazione sulle condizioni dell'Istituto ;
disse delle grandi spese sostenute ; raccontò in
breve il bene che si era fatto a tanti poveri gio-
vanetti, e quello che si farebbe in avvenire, se
non veniva a mancare l'appoggio e la carità del

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numeroso suo uditorio ; e con calde parole eccitò
tutti a farsi il sostegno dell'utilissimo Istituto .
» Dopo l'Ab . Mendre ascese il pulpito il Reve-
rendo D . Bosco . Tutti gli occhi erano a lui ri-
volti, e la sua parola semplice e soave fu ascol-
tata con grande avidità . A certi suoi racconti
furono viste varie persone a versare lagrime, tanto
n' erano state intenerite . Cominciò dal chiedere
scusa se egli, Italiano e poco esercitato, aveva
l' ardire di parlare in lingua francese a sì colta
udienza . - Ringraziò tutti di quanto avevano fatto
per l'Oratorio di San Leone, il quale , mercè la
generosità di tanti e così insigni Benefattori, tro-
vavasi in prospero stato . Passò poscia a dire bre-
vemente delle Opere Salesiane nei diversi paesi,
e si fermò più particolarmente sulle Case della
Francia, Nizza, Navarre, S . Cyr e Marsiglia . Ter-
minò assicurando tutti delle preghiere dei giova-
netti non solo dell'Oratorio di San Leone, ma di
ogni altra Casa Salesiana .
» Discesone D . Bosco, montò la cattedra Mon-
signor Arcivescovo di Aix, oratore facondo ed af-
fettuosissimo . Troppo lungo io sarei se volessi
anche solo per sommi capi riportarvi quanto egli
disse in lode delle Opere Salesiane e di D . Bosco,
e le congratulazioni e incoraggiamenti rivolti ai
Benefattori dell'Istituto . Ma un detto di quell'il-
lustre Prelato resterà fra tutti memorando . Dopo
di aver parlato dei Missionari Salesiani e delle
Suore di Maria Ausiliatrice, inviati da D . Bosco
fino nella Patagonia, e del guadagno di anime da
loro fatto, Monsignor Forcade disse con enfasi
Per tal modo Don Bosco estese le sue conquiste
ben più gloriosamente ed ampiamente, che non
Napoleone I ed Alessandro Magno . La sacra
funzione terminò colla benedizione del Santissimo
Sacramento, impartita da Monsignor Arcivescovo
medesimo . Affinché abbiate un' idea della carità
dei buoni Marsigliesi a pro di questo Istituto, vi
aggiungo che la limosina, raccoltasi solamente al-
l'uscir di chiesa, montò a duemila lire .
» Non posso terminare senza dirvi che anima
e vita di tanto zelo ed operosità, per sostenere
quest'Opera benefica di Don Bosco con altre molte,
è l'ottimo canonico Guiol, curato di San Giuseppe,
ed un Comitato di beneficenza, presieduto dall'e-
gregio signor Jules Rostand, del quale fanno parte
nobili signori ed illustri matrone . Voi dunque ve-
dete che nella nostra Marsiglia, benché una mano di
tristi si adoperi per istrappare dai cuori ogni senti-
mento religioso, tuttavia questo ancora regna pro-
fondo e con lui le cristiane virtù, tra le quali la cari-
tà . Per la qual cosa nutriamo fiducia che, nonostante
certe aberrazioni e sociali sconvolgimenti, il buon
Dio avrà pietà di noi e salverà la Francia . »
CHIESA AL SACRO CUORE DI GESÙ
IN ROMA-
Nel febbraio ultimo scorso abbiamo incomin-
ciato ad inviare la seguente circolare , tradotta
nelle rispettive lingue, ai Vescovi e Giornalisti
Cattolici di varie parti di Europa, e ne conti-
nueremo la spedizione in tutte le altre nazioni
del mondo incivilito . Ad ogni circolare va unita
una delle due lettere, che si troveranno più sotto .
Fatta conoscere per siffatto modo la cosa , noi
speriamo che non verrà a mancarci l' implorato
soccorso ; imperocché l'Opera che raccomandiamo
è per una parte altamente religiosa, e per altra
parte è eminentemente umanitaria e filantropica,
trattandosi di preparare un sicuro asilo a mezzo
migliaio di poveri giovanetti di tutte le nazioni .
Del resto noi faremo quello che suggerisce la
prudenza, e Iddio benedirà i nostri sforzi col
muovere il cuore e la mano delle persone e
caritatevoli . Così Egli ha sempre fatto in ogni
altra opera ad onor suo incominciata, e nutriamo
piena fiducia che il suo braccio non si accorcierà
in questa, che tra tutte quelle da noi finora in-
traprese è certamente la più colossale .
I primi a cui abbiamo recati i nostri disturbi
furono i Rev .mi Arcivescovi e Vescovi dell'Italia .
Essi ci vorranno compatire ; anzi siamo sicuri
che saranno eziandio i primi a farci provare gli
effetti della loro carità e zelo . Non tocca alla no-
stra pochezza il suggerire loro quello che abbiano
da fare in questa circostanza ; poiché la illuminata
loro pietà, l'amore inestinguibile al grande Pio
IX e alla gioventù abbandonata, saranno loro
consiglieri e maestri .
Circolare spedita a tutti i Vescovi
e ai Giornalisti Cattolici .
Tutte le opere, che tornano a decoro di nostra
Santa Religione, devono certamente interessare i
Cristiani di tutto il mondo, ed in ispecial modo
allorché sono destinate a vantaggio ed ornamento
dell'alma città di Roma, centro del Cristianesimo,
e promosse dal medesimo Supremo Gerarca della
Chiesa . Di questo genere sono le opere più sotto
descritte da compiersi nella Capitale dell'Orbe
Cattolico, giudicate di somma utilità alla Religione
ed alla civile Società, e perciò proposte dalla mente
illuminata dello zelante Pontefice LEONE XIII
gloriosamente regnante . Esse sono le seguenti :
I ° Una Chiesa al Castro Pretorio sul Monte
Esquilino da consacrarsi al Sacro Cuore di Gesù,
che debba pur servire di Parrocchia ad una po-
polazione di dodici mila anime, e di monumento
all'immortale PIO IX . L' ente giuridico parroc-
chiale è già costituito e riconosciuto dall'Autorità
Ecclesiastica e Civile ;
2° Un giardino di ricreazione, dove si possano
raccogliere fanciulli specialmente nei giorni fe-
stivi, trattenerli con piacevoli trastulli, dopo che
abbiano adempiuti i loro religiosi doveri ;
3° Scuole serali pegli Operai più adulti . Que-
sta classe di giovani, occupata lungo il giorno in
faticosi lavori, spesso manca di mezzi per pro-
cacciarsi la conveniente istruzione, di cui avrebbe
gran bisogno ;
4 ° Scuole diurne per que' fanciulli, i quali, a
motivo della loro povertà o del loro abbandono, non
sono in grado di frequentare le pubbliche scuole ;

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5° Un Ospizio in cui siano istruiti nella
scienza , nelle arti e ne' mestieri quei fanciulli,
che vagano per le vie e per le piazze, a qualun-
que paese, città o nazione appartengano . Imper-
ciocché molti di costoro si recano in Roma colla
fiducia di trovare lavoro e danaro, ma delusi nelle
loro speranze cadono nella miseria, esposti al pe-
ricolo di mal fare , e per conseguenza di essere
condotti a popolare le prigioni dello Stato .
Questo Ospizio dovrà essere capace di accogliere
circa cinquecento poveri orfanelli , sul modello
dell'Oratorio di S . Francesco di Sales già esi-
stente in Torino .
Stato delle cose .
Fin dal 1878, per iniziativa del regnante Pon-
tefice, veniva stabilita un' apposita Commissione
di ragguardevoli Personaggi, sotto la presidenza
dell'Eminentissimo suo Vicario, allo scopo di in-
nalzare il mentovato sacro Edifizio . Comperata
l'area corrispondente , furono tosto cominciati i
lavori, sopra un disegno del Sig . Ingegnere Conte
VESPIGNANI, i quali progredivano alacremente .
Ma essendo venuti a mancare affatto i mezzi per
la continuazione della fabbrica, e per altra parte
desiderando di provvedere 'più efficacemente ai
bisogni della gioventù pericolante, il SANTO PA-
DRE giudicò di affidare allo scrivente la costru-
zione, la cura ed amministrazione dell'Opera (1) .
In pari tempo e in tale deficienza di mezzi la pre-
lodata SANTITÀ SUA lo autorizzò a ricorrere
alla carità di tutti i fedeli Cristiani .
Modo di concorrere .
1° Si può concorrere con mezzi pecuniarii o
con materiali per fabbricazione ;
2° Ciascuno può venire in aiuto colla pre-
ghiera, e consigliando persone agiate a rendersi
Benefattori ;
3° Tutti i Cooperatori sono pregati di far
pervenire le loro oblazioni in Roma a Sua Emi-
nenza Rev .ma il Signor Cardinale Raffaele Mo-
naco la Valletta Vicario Generale di SUA SAN-
TITÀ, o al Sac . Dott . Francesco Dalmazzo - Torre
de' Specchi, n° 36, Roma ; oppure al Sac . Gio .
Bosco, Torino ;
4° Saranno inviati ed autorizzati a raccogliere
oblazioni alcuni sotto il nome di Collettori. Ma
essi non dovranno recarsi a questuare come che
sia senza essere muniti di uno scritto, in cui sia
notato l'oggetto della questua, nome, cognome e
qualità del Collettore , la firma del Sacerdote
Gio . Bosco, col timbro portante le parole : So-
cietas Salesiana. Discite a me qui mitis sum .
5° Senza questa formalità sono rispettosa-
mente pregati gli Eccellentissimi e Reverendis-
simi Arcivescovi e Vescovi delle varie Diocesi,
e i molto Reverendi Signori Parroci , Curati e
Rettori di Chiese a volersi fare Collettori tra i
fedeli Cristiani dimoranti nel distretto di loro ri-
spettiva giurisdizione, d'inviare a qualcuno dei
tre soprannominati quel danaro che avessero potuto
raccogliere, e di favorire i così detti Collettori
muniti del richiesto attestato .
Vantaggi per gli Oblatori
e Collettori .
1 ° Una speciale Benedizione del SANTO PA-
DRE, che approva e raccomanda la pia impresa,
a tutti quelli che amano l'incremento della nostra
Santa Religione, il buon costume, il bene della
gioventù e di tutta la civile Società ;
2° Terminato il sacro Edifizio, e consacrato
al divin Culto, nel venerdì di ogni settimana sarà
celebrata una Messa all'Altar Maggiore, colla re-
cita della Corona del Sacro Cuore di Gesù e con
altre particolari preghiere pei Benefattori ;
3 ° Il medesimo pio esercizio avrà luogo nella
Festa del Sacro Cuore di Gesù e di Maria, del
SS . Natale, del SS . Sacramento e in ciascuna Fe-
sta de' ss . Apostoli ;
4° A fine di prestare speciale ossequio all'Au-
gusta Madre di Dio ed invocare la potente sua
protezione sopra tutti i nostri Benefattori, la sera
di ciascun giorno si reciterà la terza parte del
S . Rosario, si canteranno le Litanie Lauretane o
l'Ave Maris Stella, cui seguirà la Benedizione
col SS . Sacramento . La funzione sarà terminata
col De Profundis ed Oremus analogo, o con un
Pater , Ave e Requiem , in suffragio dei Bene-
fattori defunti ;
5° Queste celebrazioni di Messe , preghiere
ed esercizi di cristiana pietà avranno luogo in
perpetuo .
Sac . GIOVANNI BOSCO .
Lettera agli Arcivescovi e Vescovi .
ECCELLENZA REVERENDISSIMa,
Colla massima venerazione mi fo animo di sup-
plicare la Eccellenza Vostra a venirmi in appog-
gio per condurre a termine una pia impresa, co-
minciata e caldamente raccomandata dallo zelo e
dalla carità di SUA SANTITÀ LEONE XIII .
Dal foglio unito la Eccellenza Vostra potrà di
leggieri comprendere l'oggetto della mia preghiera
e dei pensieri di SUA SANTITÀ .
Voglia intanto gradire la Benedizione del
SANTO PADRE, e permettere che con profonda
gratitudine io abbia l'onore di professarmi
Di V . E . Reverendissima .
Sac . GIOVANNI BOSCO .
Lettera ai Giornalisti .
EGREGIO SIG . DIRETTORE,
(1) In seguito a questa benevola disposizione del SANTO
PADRE, fu d'uopo acquistare altro terreno per ampliare
la Chiesa, e per innalzare il progettato Ospizio, scuole e
laboratorii .
La stima grande che meritamente gode il suo
Giornale e lo zelo con cui la S . V . lo dirige mi
fanno sperare il suo appoggio in una impresa, che
si riferisce direttamente al bene della Religione

1.7 Page 7

▲back to top
e della civile Società . Dal foglio unito Ella potrà
conoscere di che si tratta .
A tale uopo mi raccomando alla ben nota sua
benevolenza, con preghiera di dare pubblicità al
progetto ivi esposto con quelle parole, che nella
illuminata sua prudenza giudicherà opportune .
Dal canto mio gliene professo profonda grati-
tudine , innalzando preghiere a Dio che la con-
servi in buona salute, mentre ho l'alto onore di
potermi professare
Di V . S . Illustrissima .
Sac . GIOVANNI BOSCO .
BIOGRAFIA
di Suor VIRGINIA MAGONE
SECONDO PERIODO
Sua vita passata in America .
Nel porto di Genova verso le ore quattro e mezzo
pomeridiane del primo gennaio 1879 si udiva un
colpo di cannone . Era il segnale della partenza del
bastimento Sud America, che trasportava dal vec-
chio al nuovo mondo con altre nove anche la no-
stra Suor Virginia Magone ed alcuni Sacerdoti
Salesiani . Levata l' àncora , il vapore diede un
acuto fischio , e la gran nave prese a muoversi
sulle placide onde . Dal molo alcune persone ami-
che agitando i fazzoletti salutarono le coraggiose
vergini del Signore, che facendo altrettanto ri-
sposero a quell'ultimo saluto coll'animo profonda-
mente commosso . Quando il rapido allontanarsi
del piroscafo tolse dallo sguardo quei cari, Suor
Virginia colle sue consorelle si raccolse un istante,
e colla fiducia di affettuosissima figlia tutta si
abbandonò nelle braccia di Maria, appellata dalla
Chiesa Stella del mare . Dopo quest'atto ella si
trovò coll' animo così quieto e sicuro , da far
presagire che la pericolosa navigazione sarebbe
stata felicissima ; e non andarono fallite le sue
speranze .
Buona parte di quanto occorse in quel lungo
viaggio di mare fu descritto in una lettera, com-
posta dal Missionario D . Beauvoir a modo di diario,
e speditaci dall'isola di S . Vincenzo . Noi l'abbiamo
pubblicata nel mese di marzo di guell' anno me-
desimo . Non istimando conveniente il produrre due
volte in questo periodico gli stessi documenti, ri-
mandiamo il lettore al numero citato . In quella
vece qui cominciamo a riportare la prima delle
tre lettere, da noi possedute, che Suor Virginia da
Villa Colon, luogo di, sua residenza, inviava alla
Superiora generale in Nizza Monferrato . Esse sono
scritte senza studio veruno, e con tanta sempli-
cità, che vi manca persino la data ; ma spirano
tutte un sì bel candore ed una così esimia pietà,
da svelarci appieno quanto fosse bella e virtuosa
quell'anima .
Lettera 1a
REVERENDISSimA MADRE SUPERIORA,
Sono proprio in America ? Sì, ci sono davvero .
Non è un sogno ? No, non é un sogno, ma una
realtà . Sono nella Repubblica dell'Uruguay, a Villa
Colon , con le Suore che partirono l' anno scorso
da Mornese . Non mi par vero di essere così lon-
tana dalla mia cara Madre Superiora . Oh! quanto
tempo è che non l'ho più veduta ! Quando la ri-
vedrò? Quando verrà a vederci ? Si ricordi di met-
tere in pratica quel punto della regola, che dice
La Superiora deve almeno una volta all' anno
visitare tutte le sue figlie in ogni casa . Oh !
Madre, io non credeva di volerle tanto bene ! Solo
adesso lo provo , che non sono più in tempo di
dimostrarglielo . La sua persona mi si presenta
dinanzi ogni momento , e pare che mi dica : Sii
buona, Suor Virginia, obbediente, umile, sincera .
Io le prometto di sì, e lei continua a dirmi
Prometti sempre, e non attendi mai . Madre, lei
ha ragione di dire così ; ma ora mi metto dav-
vero e vedrà che coll' aiuto di Dio mi farò mol-
to più buona . - Altre volte mi vengono avanti
i molti fastidii e disgusti che le ho dati . Oh ! sì,
di tutto cuore la ringrazio del bene che mi ha
fatto, e la prego a perdonarmi la mia ingra-
titudine .
Che cosa le racconterò adesso ? Del viaggio non
le dirò nulla , perché credo che la Madre Suor
Maddalena avrà già scritto tutto ; ma non posso
fare a meno di dire che fu buonissimo . Lo stesso
signor Comandante diceva che dei suoi moltissimi
viaggi il migliore era stato questo . Diceva ancora
che non aveva mai provate tante consolazioni in
tutto il tempo di sua passata navigazione . Dopo
tanti anni che non aveva più ascoltata la Messa,
egli non solamente veniva ad ascoltarla con noi ,
ma faceva ancora da sacrestano ; preparava la cap-
pella in coperta, accendeva le candele, e a suo tempo
le spegneva (1) . Ogni sera poi era sempre egli il
primo ad invitarci a cantare le lodi della Madonna .
Tutti i passeggieri di prima classe impararono quel-
la che incomincia : Io voglio amar Maria, ed il
signor Commissario del bastimento la suonava
sull'harmonium così bene, che non ci sembrava
più di essere in mare, ma in casa nostra .
Ancora una cosa . Stiano bene attente anche tutte
le Suore ; allarghino gli occhi, spalanchino ed al-
larghino le orecchie, e lei, Madre Assistente, legga
ad alta voce , e si faccia sentire da tutte . Inco-
minciamo adunque . Sappia che il giorno che ab-
biamo passata la linea dell'Equatore abbiamo fatto
una bellissima festa . Da prima si spararono 101
colpo di cannone ; poscia si ascoltò da tutti i pas-
seggierì di prima e seconda classe la santa Messa,
e noi tutte dopo di aver cantato : Anima mia che
fai, facemmo la santa Comunione . Dopo ciò, co-
lazione e ricreazione sino alle 11 del mattino . Poi
(attente ; fate tutte silenzio ; ché il bello è qui)
(1) Per coperta s' intende il palco o il ponte superiore
della nave ; onde andare o stare in o sotto coperta vuol
dire stare nella parte interna della nave ; e all' oppo-
sto essere sopra coperta significa trovarsi nel luogo su-
periore ; è come dire a cielo scoperto, o all'aria aperta .

1.8 Page 8

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poi si è preparata una tavola in coperta, e tutti
i passeggieri, e gli stessi uffiziali, posero sopra
di essa qualche oggetto , per fare un incanto a
vantaggio dell'ospedale di Buenos-Ayres . Perciò
ancor noi siccome passeggiere dovemmo mettere
qualche cosa ; e infatti chi mise medaglie , chi
corone, chi immagini, e la Madre pose una cro-
cetta di carta bristol . Poscia incominciò il lotto,
che durò circa 4 ore . Qui non istò a raccontarle
il tutto come e' accaduto, perchè sarebbe cosa troppo
lunga . Dico solo che dopo di aver fatto passare
tutti gli oggetti si venne alla crocetta . Qualcuna
di voi indovini un poco a quanto fu messa fin da
principio . Nessuna risponde ? Risponderò io : Uno
disse : 5 franchi ; l'altro, 10 ; un terzo , 15 ; un
quarto , 20 . Sul fine si arrivò a fare 45 franchi
di una crocetta, che a 20 soldi sarebbe stata pa-
gata cara e salata . Fortunati gli infermi dell'o-
spedale di Buenos-Ayres , i quali dovranno dire
grazie alla croce di Suor Maddalena Martini .
Avrei ancora molte cose a dirle, ma mi accorgo
che tosto mi manca la carta , e perciò mi con-
viene abbreviare . Dopo di aver fatto un viaggio
di 24 giorni si sentì uno sparo di cannone . Che
c'è ? Siamo a Montevideo . Alle ore nove del mat-
tino vedemmo venire verso di noi una barchetta,
nella quale stavano il sig . D . Agostino Mazzarello
con un secolare . Calate nella barca ed entrate in
città salimmo in una vettura , ansiose di vedere
presto le nostre sorelle . Alle 12 i cavalli si ferma-
no . Dove siamo? Siamo alla casa delle Suore, ci
dicono ; ed infatti scorgiamo una casetta in mezzo ad
un boschetto, e poi le Suore che correndo veni-
vano ad incontrarci . Ci fecero tutti i complimenti
possibili alla moda italiana ed americana , e se-
guirono due giorni di festa . E di questo basta .
Non so se sappia già che la Madre Suor Mad-
dalena non si è fermata qui, ma è andata del me-
desimo giorno a Buenos-Ayres . Qua siamo Suor
Filomena, Suor Giuseppina, Suor Vittoria ed io .
Madre, ho ancora ùn sacco di cose da dirle, ma
non ho più carta . Pazienza ! Le scriverò un' altra
volta . Intanto mi raccomando alle sue fervorose
preghiere, e riverendola mi dico nel Cuor di Gesù
Sua U.ma ed Obb .ma figlia
Suor VIRGINIa .
I mondani o per ignoranza o per mala fede vanno
dicendo che le persone religiose hanno spento nel-
l'animo ogni affetto, e le coprono di vituperevoli
epiteti, chiamandole gente senza cuore, ingrate ,
misantrope e peggio . Noi non dobbiamo stupirci
che così parli il mondo, il quale, al dire del di-
vin Salvatore, ha in conto di stoltezza la vera sa-
pienza, e, secondo la sentenza dell'Apostolo Paolo,
non è giudice competente delle cose di Dio, per-
ché animalis homo non percipit, quae sunt spi-
ritus Dei . Ma qui vogliamo dire che la nostra
Suor Virginia senza pensarvi diede ai seguaci del
mondo la più solenne delle mentite . Religiosa fin
dai verdi suoi anni ella nutrì sempre in cuore la
più grande tenerezza verso i suoi parenti, e, non
potendo altro, mandava loro buoni consigli, e pre-
gava per la loro felicità temporale ed eterna . Il
suo animo , ben lungi dal chiudersi ai dolci ed
onesti sentimenti, fu sempre ripieno di gratitu-
dine e di amorevolezza verso la sua Superiora ,
verso le Consorelle e verso il suo prossimo . La
sua vita di obbedienza e di sacrifizio non le tolse
punto l'allegrezza dello spirito, non le cangiò punto
in misantropia la sua giovialissima natura , ma
gliela accrebbe , e perfezionò mirabilmente . Tale
ella fu in Europa . e tale si mantenne in Ame-
rica . Di tanto noi andiamo convinti e dalle rela-
zioni ricevute dalle sue compagne , e soprattutto
dai suoi scritti , uscitile dalla penna in momenti
e in circostanze, nelle quali ella apriva il suo cuore
con una confidenza ed un' ingenuità puerile . La
Superiora generale, alcun tempo dopo che ella si
trovava in America, le scrisse un biglietto, dan-
dole consigli da madre, e ricordandole quelli avuti
nell'ultimo addio . Al ricevere questo segno di af-
fetto dalla Madre generale la tenera Suor Virgi-
nia si sentì inondare il cuore di una gioia inef-
fabile . Quindi colta la prima occasione essa le
inviava una seconda lettera così affettuosa, e ricca
di sì bei sentimenti , che noi faremmo un torto
alla memoria di quell'anima, se non la mettessimo
sotto gli occhi dei nostri lettori .
Lettera 2a
Viva Jesus y Maria .
MI MUY QUERIDA MADRE SUPERIORA,
Ricevetti la carissima sua lettera . Oh ! il gran
piacere che provai , quando la Rev .da Direttrice
mi disse : La cara Madre Superiora vi ha scritto .
Io trasalii, e poi le lagrime mi spuntarono sugli
occhi per consolazione . Che bontà di Madre ! Non
dimentica le sue figlie anche le più cattive . Sì ,
mi consola tanto il pensare che dopo una madre
in Cielo ho pure una madre in terra, che pensa
a me, prega per me, e per me s'incomoda fino
a scrivermi tante belle cose e tanti bei ricordi .
Mi vedo obbligata di ringraziarla di tutto il bene,
che mi ha fatto col prendermi con sè fin da pic-
cina, e coll'avermi insegnate tante belle cose . Se
non fosse per la sua grande bontà , chi sa dove
sarei io . . . forse perduta per tutta la eternità . E
in vece la sua carità tanto grande mi tolse dai pe-
ricoli e m'insegnò la strada del Cielo . Ora tocca
a me il camminare per essa . Purtroppo devo con-
fessare che finora ho fatto poco cammino ; però
non mi perdo di coraggio . Il Signore é molto buono,
e spero che farà buona anche me , che lo desi-
dero tanto. Non è vero, Madre ? Mi metto adesso
di proposito , e con l'aiuto del Signore spero di
farmi un po' di bene .
Intanto la prego, mia Rev .ma Madre, a volermi
perdonare tutti i dispiaceri che le ho dato , che
per certo sono molti e grandi . Sì, lo conosco a-
desso . . . . adesso che non posso più rimediare ...
Voglio sperare che la sua grande bontà avrà già
tirato un velo sopra di tutti , e che più non vi
penserà . Vuoi credere, o Madre, che mi sovviene
ancora il primo dispiacere, che le ho dato, quando
stavamo ancora alla parrocchia di Mornese ? E poi
tutti gli altri, che le ho dato in seguito, di tratto
in tratto mi vengono davanti . Me li perdoni adun-

1.9 Page 9

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que, affinché li possa dimenticare anch'io, e possa
vivere tranquilla .
Mia Rev .ma Madre , avrò ancora la fortuna di
vederla un'altra volta? Senta questo . Una notte ho
sognato che lei era venuta in America . S'immagini
la consolazione che provai . Io era talmente con-
tenta, che non trovava parole bastanti per espri-
mere la gioia del mio povero cuore . Ma nel più
bello del sogno, il suono d'una campana mi sve-
gliò , e io rimasi mortificata come un cane ba-
stonato . Con tutto ciò non voglia mica credere che
io non sia contenta di trovarmi in America ; no,
tutt'altro . Io sono contentissima, anzi questa sorte
la desidererei alla Rev .m a Madre Superiora, poscia
a tutte le Figlie di Maria Ausiliatrice, e l'auguro a
quelle specialmente, che hanno presto da venirci .
O Madre Assistente, si faccia coraggio, faccia
compagnia alla Madre Superiora, e vengano pre-
sto ambedue . Non abbiano paura del mare . E vero
che talvolta bisogna fare qualche brutta figura ,
ma non importa ; terminato questo , si sta be-
nissimo . Diletta molto il vedere montagne d'ac-
qua cadere da una parte e sorgere dall'altra . Que-
sto ricrea assai, e nel tempo stesso fa vedere la
grandezza di Dio . Non si vede che cielo ed acqua,
e pare che tutti i momenti il bastimento si debba
rompere, e noi andare tutte perdute nelle onde ;
ma no, perché Iddio, che è il padrone del mare,
lo comanda, ed esso ci lascia arrivare felicemente
al porto . Così fece con noi, e così farà sicuramente
anche con loro . Vengano e ne faranno la prova .
Madre Economa, come sta? Ah! se venisse in Ame-
rica non avrebbe più da rompersi la testa per com-
perare la carne . Qui ve n'è tanta, e costa così poco,
che la danno persino ai cani . O Madre Economa,
giacché le ho dato tanti fastidii, la prego a non vo-
lersi dimenticare di me nelle fervide sue preghiere .
Suore tutte, che mi conoscete, vi ricordate an-
cora di Suor Virginia? Sì, care sorelle, ricorda-
tevi di me nelle vostre preghiere, e io mi ricor-
derò pure di voi davanti al Signore . Pregate Gesù,
affinché mi dia la virtù necessaria per tirare a-
nime a Lui , ed io pregherò affinché conceda a voi
tutte la grazia di venire in America . Siete con-
tente ? Sì, lo é per me e lo sarebbe anche per voi
una bella grazia , e più grande Iddio non la po-
trebbe fare alle Figlie di Maria Ausiliatrice .
Carissima Madre Superiora, ora ritorno a lei,
e la prego a perdonarmi della libertà che mi son
presa nel dire qualche cosa alle Suore, senza di-
mandarle il permesso . Con tutto ciò non intendo
di lasciare lei da una parte , no , questo non lo
farò mai . Ora, se me lo permette , le racconterò
qualche meraviglia dell'America . Primieramente
le dirò che qui soffia un vento talmente forte, che
la nostra casa fa quasi come il bastimento in mare,
e un po' si volta alla destra e un po' alla sini-
stra, dimodochè pare che tutti i momenti voglia
cadere . Ma fin qui un braccio la sostenne , e ci
pare quasi un miracolo . Se non fosse perché te-
niamo il SS . Sacramento in casa, a quest'ora chi
sa come la sarebbe andata . Però ci consola il pen-
sare che, se la casa cade, noi resteremo di sotto
insieme con Gesù , e insieme con Gesù staremo
molto bene, e andremo in Paradiso .
Pochi giorni sono siamo andate a fare una pas-
seggiata nelle campagne . Vi abbiamo trovate mol-
tissime case fatte con fango, che qui si chiamano
rancios, e dentro abita della gente, la quale di-
sgraziatamente vive come le bestie . Vorrei rac-
contarle qualche cosa di più ; ma mi fa troppo
ribrezzo, e dico solo che ne abbiamo sentita una
grande compassione .
Le tre Mornesine unite, abbìamo, col permesso
della Madre Direttrice, spedita una lettera al no-
stro buon Parroco, dandogli notizia del nostro viag-
gio, e del come ci troviamo in America . Suor De-
negri e Suor Teresina scrissero pure ai loro
parenti . Anch' io scrissi una volta alla mia cara
mamma, ma non ricevetti alcuna risposta .
Mia Reverenda e cara Madre Superiora , ora
conchiudo ; ma prima la ringrazio nuovamente di
tutto ciò che fece per me, ed anche della sua cara
lettera . Con l' aiuto del Signore farò il possibile
per mettere in pratica tutti i suoi consigli . Non
mi voglia mai dimenticare nelle sue fervide preci,
e mi raccomandi eziandio a quelle di Madre Eco-
noma, di Madre Assistente, di Madre Enrichetta,
e di tutte le Suore . Voglia accettare mille saluti
da tutte queste buone sorelle, le quali m'incari-
cano di dirle tante belle cose , che la mancanza
di tempo e di carta non mi permette più di scri-
vere . Quando abbia occasione di scrivere a Borgo
S . Martino, abbia la bontà di unire colla sua an-
che questa mia a sua sorella, Madre Felicina . Nel
Cuore adorabile di Gesù mi dico
Sua U .ma ed Obb .ma figlia
Suor VIRGINIa MAGONE .
Giunto che fu a Villa Colon l' aiuto delle Suore ,
il Direttore del Collegio Pio, D . Luigi Lasagna,
non tardò ad usufruirne a benefizio delle ragazze
del paese, e poscia della non lontana parrocchia di
Las Piedras . Furono tosto aperte scuole, labora-
torii ed Oratorio festivo . La nostra Suor Virgi-
nia, che bruciava di desiderio di guadagnare a-
nime a Dio, si trovò così nel suo ambito centro .
Si videro allora da lei rinnovarsi in America le
sante industrie di carità , che sì gran bene ave-
vano già fatto a tante giovinette in Europa . La
sua attitudine, la sua esperienza, il suo zelo ser-
virono efficacemente ad incominciare e a far pro-
gredire quelle opere novelle, con grandissimo van-
taggio morale e religioso di un buon numero di
fanciulle . Nella scuola essa nulla ommetteva di
quanto potesse contribuire alla conveniente istru-
zione delle scolare, che le erano affidate ; ma non
mai le sfuggiva dalla mente che una buona mae-
stra, più che alla coltura della mente e all'eser-
cizio delle mani, deve mirare alla educazione del
cuore . Quindi tu l'avresti veduta e nelle lezioni,
e nell'assegnamento dei lavori, e nella ricreazione,
e nei colloquii privati cogliere tutte le occasioni
per instillare nelle sue allieve massime, regole ,
e precetti più adattati per migliorarle e renderle
virtuose ; e vi riesciva mirabilmente . Quanto bene
in quell'importante uffizio non avrebbe ella ope-
rato se avesse potuto continuare ! ma Iddio nei
suoi adorabili consigli altrimenti aveva disposto .

1.10 Page 10

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Dopo alcuni mesi , dacché si trovava a lavorare
sul suolo americano, Suor Virginia fu incolta da
un indomabile malore, che lentamente consuman-
dola cominciò a toglierle quella gradita occupa-
zione , e poscia la vita .
Il suo male già le dava qualche travaglio, quando
ella scriveva la seguente lettera, che è l'ultima
delle tre che ci sono rimaste . Deve essere stata
scritta nel mese di ottobre o di novembre del
1879 . Questa lettera insieme colla sua figliale
amorevolezza ci rivela l' alta perfezione , a cui
era giunta questa nostra Suora . Con quanta
umiltà rimira e confessa i suoi difetti , e pro-
clama le virtù di sue consorelle ! E questo il
più sicuro indizio di una santità non comune . Poi-
chè di mano in mano che un' anima procede in-
nanzi nella via del Signore, e riceve da Lui più
segnalati favori, scorge in se medesima le più
leggiere imperfezioni, che prima non vedeva . Al-
lora succede a lei quello che accade ad una per-
sona, che si trovi in una camera . A misura che
i raggi del sole penetrano in essa più vividi e ri-
splendenti ella scopre le più piccole macchie, e
gli stessi atomi di finissima polvere . La serafica
s . Teresa giunta a sublime grado di santità, e ad
intima comunicazione con Dio, riputavasi così di-
fettosa, che avrebbe voluto andarsi a nascondere
sotto terra per non lasciarsi più vedere . Ma ecco
lo scritto accennato .
Lettera 3a
Viva Gesù Bambino !
REVERENDISSIMA MADRE SUPERIORa,
Tutte le Suore d'Italia e della Francia ebbero
la sorte di vederla una o più volte in quest'anno ;
non è vero? E le poverette dell' America furono
dimenticate! Come può Lei resistere ancora senza
far loro una visita ? Abbia sì, abbia compassione
delle sue più lontane figliuole ; lasci le 99 pecore,
e venga in cerca di quelle, che già da molto tempo
si allontanarono dall'amato ovile . . . Io son certa
mia Reverenda Madre, che se Ella vedesse quanto
i nostri cuori si rallegrano, allorquando di lei par-
liamo e a lei pensiamo . . . oh ! sì, certamente non
mancherebbe di accrescerci questa consolazione con
una sua visita . Ella dirà : (mi pare di sentirla )
Verrei ben volentieri, ma come posso lasciarne tante
per così poche? Reverenda Madre, non le dico già
di venire a stare sempre qui, no ; questo sarebbe
impossibile ; ma il farci solo una visita è cosa
molto facile e ragionevole . E che? Non le viene
voglia di rivederci ? di vedere dove stiamo, il
luogo , la casa e tante altre cose? Venga dun-
que, neh ! Venga a consolare le sue figliuole ame-
ricane . L'anno scorso a Natale mi diede i con-
fetti, affinché li conservassi sino a che lei venisse
qua . Finora li ho conservati , ma se non viene
presto andranno in malora . E poi, vuole che gliene
dica una ? Io ho nella testa che morirò molto pre-
sto, perché ho una tosse che mi tormenta e non
vuol lasciarmi . Quindi se lei non viene presto temo
di non vederla più . Se vado in Paradiso prima
che ella venga a vedermi in America, andrò poi
io a trovarla a Nizza, neh ! Però non é ancor tempo
che io muoia
Ho fatto tanti peccati, e debbo
prima farne la penitenza .
Mia Reverenda Madre, voglia avere la bontà di
pregare per me, affinché io mi converta una volta .
Sono venuta nell'America per salvare l'anima mia
ed altre, e poi non faccio nulla di bene . Le altre
Suore sono umili, ubbidienti, piene di carità e di
dolcezza, e io sono l'opposto . Ah ! se vedesse Suor
T . . . . M . . . . quanto é buona , ed esatta alla santa
regola ; é un piacere il vederla ; mi fa proprio in-
vidia . Anche tutte le altre sono molto buone ; so-
lamente io, che sono sempre cattiva . Sono un'in-
grata ai benefizi che mi fece il Signore . Ah! mia
Reverenda Madre , si degni di dire a Gesù, che
mi cangi il cuore . Ci avviciniamo al Santo Na-
tale ; e perciò la pregherei a farmi un piacere ,
qual è di dare un bacio al Bambino Gesù per me .
e nello stesso tempo dirgli una parolina in segreto ;
quello che gli deve dire lascio a lei il pensarlo .
Mi perdoni, mia Rev .ma Madre, se oso man-
darle un foglio tanto male scritto . Che farci ! oggi
ho la febbre, e perciò non potendo scrivere da al-
zata bisogna o non scrivere , o scrivere come si
può dal letto . Mi rincresce un poco, che non posso
dirle tutto ciò che vorrei ; ma non importa . Ciò
che non posso dirle ora , se il Signore vorrà lo
dirò un'altra volta .
Se mai non potessi più scriverle , incomincio
ora ad augurare buone feste , buon fine e capo
d'anno a Lei, a tutte le Madri, a tutte le Suore,
a tutte le Figlie di Maria Ausiliatrice, e in par-
ticolare a quelle, che hanno buona volontà di ve-
nire in America, principalmente alle Mornesine ,
cominciando dalla Madre Superiora . Madre Vica-
ria , Madre Economa , Madre Felicina di Borgo
S . Martino, Madre Rosalia, Suor Rosina di Biella,
Suor Carlotta Pestarino, Suor Bodrato, Suor Te-
resina Mazzarello, Suor Arecco, e tutte quelle che
adesso non ricordo più . Della Reverenda Madre
Assistente, benché non sia di Mornese, mi ricordo
assai, e ancor mi sovviene del patto che abbiamo
fatto alla sera della festa di s . Pietro . E Lei si
ricorda anche? Voglia avere la bontà di dire a
Gesù una parola per questa poveretta .
Mia Reverenda Madre Superiora, la prego che
voglia avere la bontà di raccomandarmi alle fer-
vorose preghiere di tutte le Suore e specialmente
di Suor E ... Adesso in tutti i modi bisogna che
finisca , poiché la Direttrice vuole scrivere essa
dall'altra parte . Adunque, Madre, mi perdoni e si
degni di benedirmi .
Sua povera figlia
SUOr VIRGINIA .
Diremo in altro numero della sua malattia e
preziosa morte .
DATE LA CACCIA ALL'ERESIA .
Nel Bollettino di aprile dell' anno scorso, es-
sendo venuti a parlare dei Protestanti, insediatisi
nei piani di Vallecrosia presso Ventimiglia, tra

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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le altre noi scrivevamo queste parole : « L'igno- qual suo Patrono principale ; nel secolo xxv un
ranza religiosa é già un gran male, ma l'eresia B . Gerardo Cagnoli, gloria dell'Ordine Serafico ;
é un male maggiore e più esiziale ancora ; impe- ed in ogni epoca molti altri personaggi distinti
rocché per salvare l'ignorante basta seminare nel per santità, dottrina e valore nel difendere col-
suo cuore le verità da Dio rivelate ; ma per sal- l'ingegno e coll'opera la cattolica fede . Le inva-
vare l'eretico è d' uopo estirpare prima le male sioni barbariche , le fazioni Guelfe e Ghibelline,
erbe, gli sterpi e la gramigna degli errori, che gli assedii di eserciti stranieri misero più d'una
é uno dei cómpiti più difficili . Il Cattolico igno- volta a duro cimento l'avita sua fede . Ebbe essa
rante ed anche cattivo, per quanto disgraziato egli a provare i più orribili effetti del bellico furore
sia, mantiene pur sempre un principio di vita . e delle intestine guerre civili ; fu spogliata col
Egli é come un ramo infruttifero , ma attaccato saccheggio, col ferro e col fuoco da sfrenate sol-
all'albero ; é un tralcio senz'uva, ma tuttavia unito datesche, de' suoi più preziosi averi ; ma sempre
alla vite . Almeno nell' ultima sua malattia, agli si conservò cattolica , sempre nelle sue capitola-
estremi aneliti, col mezzo dei Sacramenti, si ha zioni militari volle salvi i suoi religiosi monu-
speranza di richiamarlo alla vita della grazia ed menti, le preziose Reliquie de' santi Patroni ; sem-
alla gloria . Per l' opposto l' eretico, al riflettere pre si mantenne attaccata alla Sede Apostolica, e
dei santi Padri, è quale un ramo, quale un tralcio ne sostenne le parti anche a costo di gravissimi
tagliato dalla pianta ; egli é perció senza sugo e sacrifici . In Valenza quindi non mai attecchirono
senza umore di vita spirituale ; egli è non sola- sétte eterodosse ; e fino al presente potè gloriarsi
mente sterile, ma inetto a fruttificare, perché con cristiana fierezza di essere Cattolica Aposto-
arido e secco . Egli, al dire di san Cipriano, è lica Romana .
un figlio bandito, e cacciato di casa , un figlio » Ignari di queste gloriose di lei tradizioni, i
che ha rotto ogni relazione, ogni commercio col Protestanti, a mezzo gennaio u . s ., tentarono di
Padre suo , perché, non riconoscendo più per introdursi in essa per corrompervi la Religione
madre la Chiesa, non é più alla stia volta ri- Cattolica, e quivi installarsi, come già fecero in
conosciuto per figlio da Dio : H abere jam non terre vicine, a somma loro sventura . Coll' opera
potest Deum patrem, qui Ecclesiam non habet di un giovinastro di perduta fama, e comprato a
matrem . L'infelice neppure in morte domanderà contanti, essi presero a pigione due camere, senza
i conforti della Religione, e quindi senza un mi- punto informare il padrone dello scopo diabolico,
racolo egli si morrà riprovato . Laonde per una a cui volevansi destinare, di ereticali conferenze .
diocesi, per una parrocchia, per una città, per Si diffusero inviti a stampa per le serali adu-
una popolazione non vi ha disgrazia più tremenda, nanze, nelle pubbliche officine, nelle case private
che l'impianto di una cattedra, di una scuola di e nelle veglie dei contadini . Si sparsero a piene
eresia nel suo seno . » Così noi nel 1 ° articolo mani libercoli infarciti di eresie, Bibbie, Evan-
del citato numero intitolato : Nuova chiesa e scuole geli adulterati, e che so io ; si insidiava con vio-
di Maria Ausiliatrice .
lazione della patria podestà alla semplicità dei
Or bene, con infinito giubilo del nostro cuore fanciulli lungo le vie : in una parola, Valenza era
siamo testé venuti a conoscere che l'illustre città veramente assediata di giorno e di notte da questi
di Valenza sul Po, per non essere colpita da co- sciagurati Novatori . Al vedere le loro congreghe
tanta sventura, da cui era poc'anzi minacciata, notturne, frequentate da incauti giovinastri della
diede un mirabile esempio, degno di essere tra- feccia popolare e da pochi uomini , tutti attratti
mandato alla più tarda posterità . Solamente nel per lo più da curiosità, già andavano attorno gli
passato gennaio i Protestanti si erano accovac- Evangelici tronfi e superbi quasi di riportato
ciati tra quella cattolica popolazione, e già pren- trionfo ; promettevano mari e monti ai loro se-
devano a fare quello che sogliono i lupi nel mezzo guaci, come di aprire scuole serali per istruire
di un gregge . Ma che avvenne? Lo diremo ai gli ignoranti, ed innalzare fra breve un tempio . Il
nostri Cooperatori e Cooperatrici col qui ripro- credereste? osavano perfino di penetrare nelle ve-
durre un bellissimo articolo, che vide la luce sul- glie serali dei contadini, e là, coprendosi colla
l'egregio periodico settimanale di Alessandria, in- pelle dell' agnello , studiavansi di fare proseliti,
titolato : Verità e Fede . Anzitutto siamo lieti di ingannando la loro buona fede . La costoro auda-
notare che il Parroco, il Clero e più altre persone cia giunse al punto di minacciare, sotto voce, col
che concorsero potentemente ad inseguire l'idra tempo l'espulsione dalla città dei Preti e delle
ereticale, e cacciarla da Valenza , sono Coopera- Suore, che attendono all'educazione della gioventù .
tori Salesiani ; e Cooperatore Salesiano si é pure » Il Teologo C . Rossi Domenico, da ben tren-
Mons . Omodei-Zorini , che colla sua fervida pa- t'anni Parroco di Valenza, fu giustamente impen-
rola la fulminava dalla Cattedra di verità, alla sierito del gravissimo pericolo, che minacciava la
presenza di un popolo immenso, che pendeva esta- sua amatissima greggia . Eranvi persone anche
tico dal suo labbro eloquente . Ed ecco il prefato assennate che gli dicevano l'eresia non potere at-
articolo, vergato certamente da egregia penna . tecchire, e non doversene curare ; ma egli non
I Protestanti in Valenza .
tardò punto a levare la voce in pubblico ed in
privato contro il lupo rapace, ed a cercare tutti
« La città di Valenza, evangelizzata da s . Siro i mezzi per ismascherare il nemico . Conscio della
discepolo di s . Pietro, non venne mai meno alla divozione antichissima dei Valenzani a Maria SS .
fede di Gesù Cristo . Essa diede nel v secolo un Immacolata, cui per ben tre volte nel 1572, 1630,
s . Massimo glorioso Vescovo di Pavia, e lo onora 1719 fecero voto solenne di onorare e difendere

2.2 Page 12

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anche a costo del proprio sangue per essere li-
berati da peste micidiale, il buon Pastore invitò
i suoi figli a ricorrere con solenne triduo alla po-
tentissima loro Protettrice, per essere liberati dalla
peste spirituale, molto più terribile della corpo-
rale, l'eresia .
» Il 31 gennaio si die' principio al triduo con
apposito discorso del zelantissimo Miss . Apostolico
Priore D . Giovanni Chinazzi, ed i Valenzani ac-
corsero in gran numero ad ascoltare la divina pa-
rola, ed invocare l'aiuto di Colei, che fu sempre
la vincitrice di tutte le eresie . Ed oh prodigio
quasi incredibile! il triduo era appena cominciato,
e già le ereticali conferenze erano sospese, perché
il padrone di casa, conosciuto l' inganno, e mal
comportando di farsi, suo malgrado, cooperatore
di danno gravissimo a' suoi concittadini, chiuse
da forte la porta in faccia ai seduttori .
» Ma perché il nemico non si perdé d' animo
a questo ostacolo , e raddoppiava gli sforzi per
riavere le camere pigionate, o prenderne altre in
affitto, il vigile Pastore fece continuare pubbliche
preghiere a Dio ; e moltiplicò gli intercessori, fa-
cendo ricorso con altro solenne triduo a san Giu-
seppe, ai ss . Patroni e Titolari della chiesa mag-
giore e della città : si esposero alla pubblica
venerazione le reliquie de' Santi, e per meglio
riuscire nell'intento chiamò in aiuto uno dei più
valenti e zelanti oratori moderni, Mons . Omodei-
Z orini . Alla voce veramente apostolica dei due
evangelici banditori, che non la perdonarono a fa-
tiche per ismascherare mattina e sera in tutta la
sua bruttezza il Protestantesimo, mostrando la sua
origine, la sua natura, quali ne siano stati gli
autori, e di quali iniqui mezzi si valsero per pro-
pagarlo, corrisposero in modo veramente straor-
dinario i buoni Valenzani . La città mutò affatto
di aspetto, cessarono i rumori e i divertimenti
carnevaleschi, e tu non vedevi che la chiesa gre-
mita di popolo in tutte le ore del giorno, assie-
pati di, fedeli i tribunali di penitenza, per ottenere
dal Cielo la liberazione dal più terribile dei fla-
gelli, l'eresia .
» Lo spettacolo però più imponente, e la dimo-
strazione di fede Cattolica più ammiranda era ri-
servata alla domenica 6 febbraio . La bella e vasta
chiesa, apparata come nelle principali solennità,
dalle cinque del mattino a sera fu sempre vista
piena di popolo divoto e compunto . Alle otto co-
minciava la s . Messa della Comunione generale,
a cui si accostavano colla più esemplare edifica-
zione da ben 1200 persone, in gran parte giovani
d'ambo i sessi, non tenuto conto delle molte co-
munioni nei giorni precedenti . Si esponeva quindi
il SS . Sacramento ; dopo la Messa solenne le Ve-
nerande Confraternite traevano per turno in gran
numero all'adorazione di Gesù Sacramentato, can-
tando inni e salmi di penitenza . Alle 3 pomerid .,
cantati i vespri solenni, saliva per ancora una
volta la cattedra di verità Mons . Zorini a sfolgo-
rare la eresia, a mostrarne le funestissime con-
seguenze, e proporre i mezzi di bandirla per sem-
pre da Valenza . Un immenso uditorio, di cui
nessuno ricorda di aver visto maggiore, pendeva
commosso dal labbro instancabile del cristiano De-
mostene ; rinnovava la professione più solenne di
sua cattolica fede, e riceveva con grande conten-
tezza il consolante conforto della Benedizione Pa-
pale, che Monsignor Zorini infine gli compartiva .
Cantatosi quindi un solenne Te Deum di ringra-
ziamento all'Altissimo per tanti segnalati favori,
si chiudeva la sempre memoranda Solennità colla
benedizione del Venerabile .
» Ma gli eretici che facevano intanto? . . . Erano
ancora in Valenza? . . . Sì : eranvi tornati appunto
nella mattina stessa di domenica quasi per assi-
stere al trionfo della fede Cattolica dei Valenzani .
Tentarono ancora, per mezzo del compro giovina-
stro, di riavere le prime camere per lo scopo
diabolico, o di trovarne altre : offersero somme
favolose e ricorsero persino alle minaccie ; ma
tutto invano . I Valenzani fermi nell'avita Reli-
gione risposero al tentatore col zelantissimo Ora-
tore : Vade retro satana : pecunia tua tecum sit
in perditionem . Non vogliamo tra noi eretici . . .
Viva la nostra fede Cattolica, viva la nostra santa
Religione . . . E la dimane gli Evangelici scornati
e confusi se ne sono partiti : Dio voglia per sempre .
» E noi manderemo alla nostra volta un cor-
dialissimo mi rallegro ai Cattolici Valenzani, e
grideremo : Viva la città di Valenza, vero mo-
dello di cristiana virtù ; viva Valenza col suo Clero,
con tutti i suoi figli ; e possa il suo esempio imi-
tarsi da tutte le terre, da tutte le città italiane
minacciate o già infestate dall'impudente, baldan-
zosa eresia, che oggidì, sotto l'usbergo di malin-
tesa libertà, cerca trarre a rovina tanti nostri
fratelli, e menar strage nell'Ovile di Gesù Cristo . »
STORIA DELL' ORATORIO DI S . FRANCESCO DI SALES
CAPO XXVII .
Semi di disunione - Invito respinto - Disgustoso
incidente - Nuovo abbandono - Due celebri
catechisti - Chierici dell'Archidiocesi -- Ma-
novre militari - L'orto della mamma .
I segni di stima e di benevolenza, che andava
ricevendo il nostro Oratorio dallo Stato e dalla
Chiesa, spiacquero al gran nemico di ogni bene,
il quale non tardò a dargli nuove prove del suo
astio e del suo furore . Sa il demonio che un re-
gno , una società, una famiglia in discordia non
può a lungo durare e si scioglie ; e perciò dopo
di aver fin da principio cercato invano di distrug-
gere l'opera di D . Bosco, colla malevolenza degli
illusi, colle calunnie e pur colle minaccie, egli si
appigliò in ultimo al mezzo della disunione . Semi
di divisione erano stati, con poco buon esito, get-
tati tra i giovani fin dagli anni addietro ; ma in
appresso questi si svilupparono disgustosamente
tra parecchi degli aiutanti di D . Bosco, che dalla
città venivano a farci il catechismo e scuola, ed in-
trattenersi in ricreazione con noi . Da prima alcuni
laici ed ecclesiastici pretesero che i giovani pren-
dessero parte in corpo a' pubblici spettacoli e feste

2.3 Page 13

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di quei tempi e in luoghi, dove risuonavano certi
evviva, che non tardarono a mutarsi in grida di
morte, altri, a fine di scaldarci la testa, esterna-
vano idee e propugnavano alla nostra presenza opi-
nioni bizzarre in fatto di religione, e di politica .
Ma Don Bosco, che la vedeva altrimenti, n è si im-
mischiava in cose politiche, non lasciava di far loro
notare che la politica da insegnarsi ai giovani del-
l' Oratorio doveva consistere nell' allontanarli dal
mal fare, renderli buoni cristiani, docili figliuoli
di famiglia , affinché divenissero un giorno utili
ed onorati cittadini . Quindi in corpo non ci lasciò
mai pigliar parte a certe pericolose manifesta-
zioni, e raccomandava ai suoi colleghi di ben guar-
darsi dall' insinuarci nell' animo opinioni e idee
per lo meno inopportune, le quali altro non avreb-
bero fatto che distrarci dai nostri doveri .
A questo proposito ricorderemo qui alcuni fatti .
Un giorno si presentò a Don Bosco il Marchese
Roberto D'Azeglio, e lo invitò con insistenza che
alla testa de' suoi giovanetti volesse partecipare
con tutti gli altri Istituti di Torino ad una festa
spettacolosa in pubblica piazza .
- Signor Marchese, rispose D . Bosco, questo
Ospizio ed Oratorio non forma un ente morale ;
esso non é che una povera famiglia, la quale vive
della carità cittadina ; e noi ci faremmo burlare,
se facessimo di simili comparse .
- Per lo appunto, riprese il nobile Patrizio ;
sappia la carità cittadina che quest'Opera nascente
non é contraria alle moderne instituzioni . Ciò le
farà del bene ; aumenteranno le offerte, ed io stesso
ed il Municipio largheggieremo in sua favore .
- Io la ringrazio del suo buon volere ; ma è
mio fermo proposito di attenermi all'unico scopo
di fare del bene morale ai poveri giovanetti per
mezzo della istruzione e del lavoro, senza ingom-
brare loro il capo d'idee, che non sono da essi .
Col raccogliere giovanetti abbandonati, e coll'ado-
perarmi di renderli alla famiglia ed alla società
buoni figli ed istruiti cittadini, io fo vedere ab-
bastanza chiaramente che l'Opera mia, lungi dal-
l'essere contraria alle moderne istituzioni, é anzi
tutta affatto conforme ed utile alle medesime .
- Capisco tutto , soggiunse il D'Azeglio, ma
lei si sbaglia , e se persiste in questo sistema,
l'Opera sua sarà da tutti abbandonata e si ren-
derà impossibile . Bisogna studiare il mondo, mio
caro D . Bosco, bisogna conoscerlo, e portare gli
antichi e moderni instituti all'altezza dei tempi .
- Le sono riconoscente dei consigli che mi dà,
ottimo signor Marchese, e saprò trarne profitto ;
ma lei mi perdoni, se io non posso coi miei gio-
vanetti fare atto di presenza alla prossima festa .
La S . V . m' inviti a qualche luogo , a qualche
opera, in cui il Sacerdote possa esercitare la sua
carità, e mi troverà pronto a sacrificare sostanze
e vita ; ma io non voglio turbare la mente dei
miei giovani col farli assistere a spettacoli, dei
quali non sono in grado di apprezzare il vero si-
gnificato .
Trovato D . Bosco irremovibile nel suo princi-
pio, il nobile uomo se ne partì, e da quel giorno
non ebbe più alcuna relazione con noi . Ma la cosa
non andò così liscia con alcuni ecclesiastici, che
poco accorti si lasciavano andare a seconda della
corrente . Basteranno pochi cenni .
Un giorno uno di quei signori, adducendo il pa-
rere degli altri, lo invitò che mettesse i calzoni
lunghi . A questa proposta D . Bosco si pose a ri-
dere, e poi rispose : - Cominciate a indurre a
portare i calzoni lunghi il Canonico Anglesio, Don
Cafasso e il T . Borelli . Quando si vedranno questi
tre modelli di Sacerdoti andare vestiti a questa
foggia, chi sa che non ne venga la voglia anche
a me . - Una domenica verso le due pomeridiane
uno dei giovani più fidi ed assennati stavasi in
un angolo del nostro cortile leggendo l'Armonia,
giornale che in quel tempo difendeva la causa della
Religione e della giustizia con una dottrina e for-
tezza, degne del più alto encomio . In quel punto
ecco entrare nell' Oratorio alcuni di quei cotali,
col petto fregiato della coccarda , ed uno di essi
colla bandiera tricolore in mano . Quest' ultimo,
persona per altro di dottrina e di zelo, si accosta
a chi leggeva l'Armonia, e, Vitupero, prese a
gridare ; è tempo di finirla con questi rugia-
dosi . Così dicendo strappa di mano a colui il fo-
glio cattolico, lo fa in pezzi, lo getta per terra,
e sputandogli sopra lo pesta e calpesta furiosa-
mente . Dato questo primo sfogo, si avvicina a
D . Bosco, e tratto fuori di tasca un' altra gaz-
zetta, chiamata l'Opinione, Questo si, che è un
buon giornale, disse ; questo e non altro si do-
vrebbe leggere da tutti gli onesti cittadini . A
quell'atto e a queste parole D . Bosco rimase sbalor-
dito, e, non volendo che si facessero ulteriori scan-
dali in mezzo di noi, lo pregò a riserbare quelle
dispute in privato . No, signore, ripigliò colui ;
oramai non vi deve più essere nè privato né
segreto, ma tutto va posto in chiara luce .
In quel momento il campanello ci chiamò tutti
in chiesa, e D . Bosco sperò che appié dell'altare
gli spiriti si sarebbero calmati ; ma per mala sorte
non fu così . Quel Sacerdote era incaricato di fare la
predica in quella sera, e salito sulla piccola bi-
goncia tirò fuori una diceria deplorabile . Per circa
mezz'ora altre parole non rimbombarono alle nostre
orecchie che emancipazione, indipendenza, li-
bertà ; argomenti, se vuolsi, belli e buoni, ma non da
trattarsi in chiesa . Molti giovani fremevano, altri
ridevano, e taluni alla parola libertà, libertà, face-
vano la rima ripetendo sotto voce in dialetto pie-
montese : torototéla, torototà . Chi di più ne ebbe a
soffrire fu il povero D . Bosco, che in cuor suo ama-
ramente ne pianse . « Questa non me l'aspettava,
andava dicendo in sacristia ; il diavolo me l'ha
fatta troppo grossa . Dio mio, disperdete gl'insani
consigli, e fate che i miei cari giovani non ne
ricevano scandalo . » Terminate le sacre funzioni,
egli intendeva di chiamare a sè il povero traviato,
e in bel modo fargli conoscere il suo fallo ; ma
non ebbe tempo, ché l'altro, appena uscito di cap-
pella, invitò colleghi e giovani ad associarsi con
lui, intonò a squarcia gola un inno popolare, e
con un centinaio di persone uscì dall' Oratorio,
facendo sventolare farneticamente la sua bandiera .
La squadra ribellatasi andò a far sosta presso al
monte dei Cappuccini . Colà fu fatta ed accettata
la proposta di non più intervenire all' Oratorio,

2.4 Page 14

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se non invitati e ricevuti in forma solenne, vale
a dire colle bandiere in mano e colle medaglie e
coccarde al petto . D . Bosco , quantunque afflitto
da questo disordine, non si smarrì d'animo, e ben
lontano dal cedere alle pretese di coloro, fece dire
ai capi che d'allora in poi all'Oratorio egli avrebbe
fatto senza di essi, e li proibì di porvi ancor piede .
Ai giovani poi, che sconsigliatamente li avevano
seguiti, impose che, volendo ritornare all'Orato-
rio, si presentassero prima uno per uno a lui me-
desimo per udirne una parola . La cosa riuscì me-
glio di quello che si sarebbe aspettato ; poiché quei
signori per alcun tempo non si lasciarono più
vedere, e così cessarono i motivi di dissensione ;
e la maggior parte dei giovani sedotti ritornarono,
domandando scusa e promettendo ubbidienza e di-
sciplina . Alcune decine continuarono ancora per
qualche mese a tener dietro a coloro . Alla festa
udivano la Messa in questa o in quell'altra chiesa,
e poi si recavano or qua or colà nelle vicinanze
di Torino . Buone colazioni, deliziose merenduccie,
allegre passeggiate, assistenze a spettacoli o a ma-
novre militari, erano per lo più gli allettamenti,
coi quali venivano tenuti lontani da noi .
Ma che scopo avevano quei signori? - Pare che
fosse di tirare a sé tutti od in parte i giovani degli
Oratorii, prenderne essi la direzione, e guidarli
secondo le loro viste . Abbiamo anche motivo a
credere che in questo disgustoso affare operasse
di sottomano qualche furbo demagogo . Comunque
sia, stante il nome e l'abilità dei caporioni, quelle
mene avrebbero potuto tornare fatali al nostro
Oratorio . Se ciò non fu, lo dobbiamo a Dio e alla
Vergine Immacolata, che per mezzo di Don Bosco
sempre ci hanno protetti e difesi contro tutte le
insidie dei nostri nemici .
Alcuni di quei giovani, che si allontanarono da
noi in quel modo e più non vollero ritornare, fe-
cero poscia una pessima fine ; ed il principale fau-
tore di quella rivolta si ebbe a trovare in così
critiche circostanze della vita, da dover implorare
l'appoggio di Don Bosco per uscirne ancora con
discreta fama .
Per questo scisma bisogna pur dire che D . Bo-
sco ebbe a trovarsi per qualche tempo pressoché
solo sotto il peso dell'Oratorio . Nei giorni festivi
di buon mattino ei si metteva a confessare ; in-
torno alle nove celebrava la Messa ; dopo faceva
la predica o il racconto della Storia Sacra od Ec-
clesiastica ; quindi scuola di canto e di lettera-
tura sino a mezzogiorno . All'una pomeridiana co-
minciava l' assistenza alla ricreazione, di poi il
catechismo, il vespro, la istruzione, la benedizione,
indi nuovamente assistenza ai trastulli, e in fine
la scuola serale per più di un' ora . In tutto que-
sto spazio di tempo, e in sì varie occupazioni,
altro Sacerdote non si vedeva tra noi, fuorché il
povero D . Bosco, ed uno o due altri, i quali, per-
che altrove nel sacro ministero già occupatissimi,
non facevano nell'Oratorio che una breve appari-
zione . Ma, ad onore del vero, uno tra pochi altri
proseguiva ad essere il braccio destro di D . Bo-
sco, ed era il Teol . Borelli . Occupato nell' Isti-
tuto del Rifugio, nelle prigioni dello Stato e in
cento altri luoghi della città, quell' uomo piccolo
di statura, ma grande di animo , trovava ancor
tempo per venire a lavorare presso di noi . Non
di rado egli rubava le ore al sonno per recarvisi
a confessare ; sovente negava al corpo stanco il
necessario riposo, e vi si portava a predicare nella
sera delle feste, onde sollevare l'amico almeno da
questa fatica . Sia eterna lode a quel Sacerdote
incomparabile !
Durante quel tempo d'isolamento, e nel pomerig-
gio di un giorno festivo, abbiamo avuto la visita di
due rinomatissimi Sacerdoti forestieri . Trovandosi
in Torino, e tratti dalla fama delle cose nostre,
eglino si presentarono all'Oratorio per fare cono-
scenza con D . Bosco, e sapere da lui l' origine,
lo scopo e l'andamento dell'Opera sua . Erano circa
le ore due . Noi stavamo disponendoci pel cate-
chismo, e Don Bosco, vedendosi a mancare varii
catechisti, si martellava il capo per improvvisarne
di mezzo a noi e disporre le classi, quando i due
ecclesiastici, accostatisi a lui, mostrarono vaghez-
za di parlargli . Senza domandare chi fossero : -
Dio li ha mandati , D . Bosco rispose tosto : -
Abbiano la bontà di aiutarmi a fare il catechismo,
e dopo parleremo a nostro bell' agio . Ella, sog-
giunse poi ad uno di essi, farà il catechismo in
coro ai più grandicelli ; e Lei , disse all' altro,
avrà in presbitero la classe dei più dissipati . E
quei due religiosi aderirono all' invito colla mi-
glior voglia del mondo . Don Bosco, essendosi ac-
corto che facevano il catechismo a maraviglia, prese
animo, e pregò l'uno a regalarci poscia un ser-
moncino, e l' altro a volere impartire la benedi-
zione col Venerabile ; ed ambidue accettarono senza
difficoltà . Terminate le sacre funzioni, egli era
impaziente di abboccarsi con loro per sapere chi
fossero ; e restò altamente sorpreso , quando udì
che l'uno era l'Abate Antonio Rosmini, fondatore
dell' Istituto della Carità , personaggio di alto
grido ; e l' altro, il Canonico Arciprete D . Giu-
seppe Degaudenzi di Vercelli, uomo insigne per
carità e zelo, oggidì Vescovo di Vigevano , e
splendido luminare dell'Episcopato Cattolico . Essi
s'intrattennero poscia a discorrere lungamente
con D . Bosco, e fin d'allora divennero due be-
nefattori della nostra Casa .
Ma se il demonio tentava di suscitare discordie
nell' Oratorio, e rapiva a D . Bosco quasi tutti i
suoi antichi aiutanti, il Signore per altro lato por-
gevagli il destro di allontanare la cagione di un
altro ben grave disordine, e intanto andavagli pre-
parando rinforzi novelli . Per causa della guerra
degli anni innanzi era stato chiuso il Seminario
di Torino, ed occupato dai militari . In conse-
guenza di ciò, i varii Chierici rimasti fedeli ai pro-
prii doveri furono costretti o a restare in casa
loro, oppure a mettersi in pensione quale in una,
e quale in un' altra famiglia privata, non senza
pericolo di perdere la celeste vocazione . Ora, per
mitigare alquanto la trista condizione, che i tempi
andavano preparando alla Chiesa, Don Bosco, ap-
poggiato alla divina Provvidenza, venne nella ri-
soluzione di aprire nella sua casa un asilo pei
Chierici della Diocesi . A questo scopo egli con
un sensibile aumento di pigione, e quindi con
grave sacrificio di danaro, ottenne che il signor

2.5 Page 15

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Pinardi licenziasse il rimanente dei suoi inqui-
lini, ed affittasse a lui solo tutta la casa colle sue
adiacenze . Per questa guisa si ebbero due spiri-
tuali vantaggi ; si bandì dal nostro vicinato una
turba di gente di mala vita, che per molti anni aveva
fatto di quel sito quale un nido di satana, e a tal
segno, che talvolta comparivano nel nostro cortile
ed anche nella cappella persone , che ci obbliga-
vano a chiudere occhi ed orecchie per non vedere
ed udire, recandoci disturbi gravissimi . L' altro
vantaggio pure assai rilevante si fu che, avute a
sua disposizione più altre camere, D . Bosco potè
raccogliere giovani leviti qua e colà sbandati, e
tenerli presso di sé come in un Seminario . Essi
convivevano e studiavano nel nostro Ospizio, e re-
cavansi mattino e sera a scuola in casa dei pro-
fessori, o in una misera e quasi oscura cameretta
attigua al Seminario , stato occupato dai soldati
sino all'anno 1863 . La stessa opera di carità pei
Chierici praticò il Canonico Luigi Anglesio, Su-
periore della Piccola Casa della divina Provvi-
denza, successore del Venerabile Cottolengo . Laonde
si può dire con tutta ragione che in quegli anni
così disastrosi per la Chiesa Torinese, e così scarsi
di vocazioni ecclesiastiche, le Case del Cottolengo
e del nostro Oratorio tennero le veci del Semi-
nario di Torino, e portarono all'Archidiocesi un
bene immenso , come lo portano ancora og-
gidì a quella ed a molte altre Diocesi d'Italia .
Or bene, varii di quegli aspiranti al Sacerdozio
divennero un potente aiuto per D . Bosco nell'as-
sistere e catechizzare i giovani dell' Oratorio, e
col loro esempio inspirarono eziandio a parecchi
di noi il desiderio di vestire le sacre divise ; ciò
che diremo a suo luogo .
In quel tempo di nuove e dolorose prove un al-
tro soccorso ci venne ancora di non lieve utilità
al nostro Oratorio . Ed ecco di che si tratta .
Dopo la campagna del 1849, essendo ritornato a
casa dalla guerra un nostro antico compagno, con-
tinuò questi a frequentare le nostre adunanze fe-
stive con fedeltà edificante . Oggidì egli é padre
di famiglia, e porta tuttora a D . Bosco un amore
caldissimo . Avendo militato tra i così detti ber-
saglieri, noi lo chiamavamo in allora il Bersagliere .
Adunque pratico di manovre e di battaglie, parecchi
giovani lo pregarono che volesse esercitarveli, ed
egli col consenso di D . Bosco accondiscese di buon
grado, e formò un piccolo reggimento dei giovani
più vivaci e destri . Si domandarono eziandio e si
ottennero dal Governo circa duecento fucili senza
canna ; si provvidero bastoni da esercizio ; il Ber-
sagliere portò la sua trombetta , e dopo alcun
tempo il nostro Oratorio disponeva di una brigata
sì bene istruita, da saper rivaleggiare almeno
colla Guardia Nazionale . I giovani ne andavano
come perduti, e chi dava il proprio nome per
esservi inscritto, e chi si deliziava nel vedere le
manovre, le mosse e le battaglie . In tutte le grandi
solennità la nostra milizia prestava servizio pel
buon ordine nelle funzioni di chiesa e nell'interno
della Casa, e talora eseguiva delle evoluzioni così
maestrevolmente, che servivano di lieto spetta-
colo, riscuotendone altissimi applausi . Or questi
esercizi servirono non poco a far ritornare al-
l' Oratorio parecchi di quei giovani, che amanti
di novità eransene allontanati, e ne fermarono al-
tri che, avidi di giuochi e di trastulli consentanei
all' indole dei tempi, volevano andarne in cerca,
disertando dalle sacre funzioni .
Ma una volta il piccolo esercito recò involon-
tariamente un vivo dispiacere ad una persona, che
dopo Don Bosco ci era carissima, vogliamo dire
alla mamma Margherita . Da buona massaia erasi
ella formato in fondo al cortile un orticello, il
quale, da lei industriosamente seminato e colti-
vato colla più grande sollecitudine , le sommini-
strava insalata, aglio , cipolle, piselli, fagiuoli,
carote, rape, e millanta specie di verdura, non esclu-
se la menta e la salvia . Or bene, era un giorno di
gran festa, che più non ricordiamo quale fosse,
e il Bersagliere, raccolta la sua armata e divi-
sala in due parti, volle divertire i numerosi spet-
tatori con una finta battaglia . Impertanto distribuì
gli ordini opportuni, fissò quale delle due schiere
dovesse alla fine retrocedere, fingendosi vinta . So-
prattutto poi, a difesa del caro orticello, racco-
mandava ai vincitori che arrivatine alla siepe vi
si fermassero . Impartito il comando, si dà il se-
gno della mischia . Le due squadre alzano un
forte grido di urrà, e l'una da una parte del cor-
tile, e l'altra dall'opposto lato cominciano le loro
mosse, puntandosi contro il fucile di legno . Al
grido solenne, alle ben ordinate cariche e scari-
che dell' arme, al lento avanzarsi e retrocedere,
alle esatte evoluzioni ora a destra, ora a sinistra
per sorprendersi a vicenda , ei ti pareva di tro-
varti ad una vera battaglia . Mancava solo il tuo-
nare dei cannoni, lo schioppettio dei fucili, e il
cadere dei morti e feriti . Gli astanti si divoravano
lo spettacolo con tanto di occhi, battevano le mani,
gridavano bene , bravi . Questi applausi accesero
siffattamente gli spiriti bellicosi dei combattenti,
che ad un certo punto la parte vincitrice, incal-
zando la vinta, non osservò più la consegna, e si
spinse tant'oltre, che la pugna fu portata nel-
l'orto della mamma . La siepe è rovesciata e di-
velta ; chi cade, chi sorge ; in breve ogni cosa fu
calpestata e guasta . Il Bersagliere gridava, suo-
nava la tromba, ma le risa e i battimani della
gente non lasciavano udire più nulla . Quando i
due drappelli si riordinarono, non rimanevano del-
l'orto che poche vestigia . A tale vista la signora
Margherita, credendo forse che quell'assalto fosse
stato a bella posta combinato per rendere più bello
lo spettacolo , si volse al figlio e con parole di
giusto risentimento disse : Varda, varda, Gioanin,
lo ca l'a fait l' Bërsalié ; a la guastame tut
l'ort, vale a dire : Guarda, guarda, D . Giovanni,
quello che ha fatto il Bersagliere ; mi ha guastato
tutto l'orto . E D . Bosco col sorriso sulle labbra la
rassicurò dicendo : Mare, cosa veuli feie? A son
giovo . Madre, che cosa volete farci? Sono gio-
vani . Al generale poi, tutto mortificato per quella
disavventura, egli fece animo con graziose parole,
e tratto fuori un cartoccio di caramelle glielo diede,
affinché le distribuisse ai suoi soldati o vincitori
o vinti .

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LODEVOLE CONFESSIONE DI UN INCREDULO .
Ernesto Renan, empio autore della Vie de Je sus,
pubblica nella Revue de deux Mondes una serie
d'articoli, che intitola : Souvenir d'enfance et de
jeunesse . In mezzo a molte falsità e perfidie, dice
l' Eco Cattolica , ha parole di somma lode sulla
integrità di carattere, e sulla bontà d'animo de'
suoi antichi maestri , che furono sacerdoti . Ecco
ciò che dice il Renan
« Ricevetti la mia educazione in un piccolo col-
legio di eccellenti preti, che m'insegnarono il la-
tino all'uso antico, che é il migliore . Quei degni
ecclesiastici erano gli uomini più rispettati di
questo mondo . Senza nulla avere di ciò che ora
chiamasi pedagogia, essi praticavano la prima re-
gola dell'educazione, che consiste nel non rendere
troppo facili gli studii per poi vantarsi d'averne
superato le difficoltà . Essi cercavano anzi tutto di
formare uomini onesti . Le loro lezioni di bontà e
di moralità , che aspiravano il dettato stesso del
cuore e della virtù, erano inseparabili dal dogma
che insegnavano . Il fatto é che il male che si dice
dei costumi dei preti é, secondo la mia esperienza,
privo d'ogni fondamento . Ho passato tredici anni
della mia vita nelle mani dei preti, e non ho mai
veduto l'ombra d' uno scandalo . Io non ho cono-
sciuto che buoni preti . »
Ecco la bella confessione di quell'incredulo . Dis-
graziato lui, che dopo si belli esempi e insegna-
menti dei suoi primi institutori si pose alla scuola
di maestri empi e scellerati, che gli hanno guasta
siffattamente la mente ed il cuore, da farne una
lancia spezzata degli increduli, e un fiero ne-
mico di Gesù Cristo . Quale terribile conto ne do-
vrà rendere a Dio !
LA DIREZIONE
DEL
BOLLETTINO SALESIANO
Ai Sigg. Parrochi, Decurioni e Capi di Comunità.
E nostro vivo desiderio che si spargano fra il
popolo buone letture, onde alle massime e prin-
cipii antireligiosi, che vanno serpeggiando, si op-
pongano i sodi principii e le massime della mo-
rale cattolica .
Tali, se mal non ci apponiamo, sono i principii
e le massime cosparse nell'umile nostro Bollettino
Salesiano, che mensilmente offriamo sì in italiano,
sì in francese, a più di trentamila persone .
Ma desiderosi, che questo modesto periodico si
diffonda il più che sia possibile fra ogni ceto di
persone, siamo venuti nel proposito di mettere a
disposizione dei Parrochi , Decurioni e Capi di
Comunità varii numeri incompleti, che ancora ci
restano disponibili .
Perciò chi desiderasse di approffittarne a bene-
fizio dei proprii parocchiani e sudditi, siano ricchi,
siano poveri, favorisca di avvisarcene per lettera, o
per cartolina postale, e noi cercheremo di soddisfar-
li . Se poi fra i nuovi lettori ve ne fosse alcuno che
si sentisse in grado di fare qualche offerta a van-
taggio delle Opere Salesiane, preghiamo i benevoli
ad aver la bontà di raccoglierla e di spedircela, e loro
ne saremo riconoscenti . Del resto, ci terremo con-
tentissimi, se anche un'anima sola venisse con tal
mezzo conservata o ricondotta sulla strada del bene,
od infervorata nei sentimenti cattolici .
Avvisiamo inoltre che sono ancora disponibili
alcune poche raccolte complete delle quattro prime
annate del Boll . Sal . al prezzo di L . 10, franche
di posta per tutta l' Italia ; e di L . 10, 50 per
l'estero . Legate in mezza tela L . 11 per l' Italia
e L . 11, 50 per l'estero .
Lettere dei Missionarii .
Dalla Spagna e di, mezzo al grande Oceano ab-
biamo ricevuto lettere dei Missionarii e Suore, che
partirono da Genova nel principio di Febbraio .
Le notizie sono buone . Le pubblicheremo nei pros-
simo mese di Aprile .
INDULGENZE SPECIALI
pei Cooperatori Salesiani.
Ogni Cooperatore può acquistare Indulgenza ple-
naria una volta al giorno, da applicarsi alle anime
del Purgatorio, recitando la terza parte del Ro-
sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,
e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-
tandola innanzi al Crocefisso .
Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta
alla santa Comunione .
Può altresì lucrare moltissime Indulgenze ple-
narie nel corso del giorno, mediante la recita di
sei Pater, Ave e Gloria, secondo la mente del
Sommo Pontefice . E queste indulgenze applicabili
alle anime purganti, le può acquistare toties quo-
ties, ossia tutte le volte che recita i suddetti Pa-
ter, Ave e Gloria in qualunque luogo senza bi-
sogno di Confessione e Comunione purché sia in
grazia di Dio .
Oltre a queste, un'altra Plenaria ne può gua-
dagnare ogni domenica , e nei giorni qui sotto
notati, purché confessato negli otto giorni , e co-
municato, visiti una qualche chiesa , pregandovi
secondo l'intenzione del Sommo Pontefice .
Mese di Aprile .
4 . S . Isidoro, Vescovo e dottore della Chiesa .
10 . Tutti i giorni della Settimana Santa dal 10
al 16 .
24 . S . Fedele da Simmaringa .
28 . S . Paolo della Croce .
Con permesso dell'Aut . Eccl . - FERRARI GIUSEPPE gerente respons .
Tip. di San Vincenzo de'Paoli . Sampierdarena 1881 .