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Direzione nell' Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo, N . 32, TORINO ~-
SOMMARIO - Un mistico fonte e l' Ordine Domeni-
cano - Lettera del Maestro del Sacro Palazzo Apo-
stolico - Il mese di Maggio e i divoti di Maria - Tre
mezzi di preparazione alla festa di Maria Ausiliatrice
- Invito sacro - La Città di rifugio ovvero Maria Au-
siliatrice - Furto ed incendio - Le insidie dei pro-
testanti svelate - I Salesiani e le Suore di Maria Au-
siliatrice tra gli Indi Pampas e Patagoni - Arrivo
dei Salesiani e delle Suore di Maria Ausiliatrice nella
Patagonia - Partenza di Missionarii - La Patagonia
e le Terre Australi del Continente Americano - Sto-
ria dell'Oratorio di S . Francesco di Sales - Biblio-
grafia - Indulgenze speciali pei Cooperatori Sale-
siani .
UN MISTICO FONTE
E
L'ORDINE DOMENICANO .
Una delle anime che prescelse Iddio, per
mostrarsi sovranamente maraviglioso, fu la
Beata Catterina Mattei del Terz'Ordine Do-
menicano , nata in Racconigi nel 1486, e
morta in Caramagna nel 1547, la quale fu
sì ricolma di celesti carismi, ed operò in
Italia, sopratutto in Piemonte , cotali pro-
digi, che un celebre letterato di quel tempo,
il Principe Francesco Pico della Mirandola,
stimò di tramandarli ai posteri con uno
scritto immortale (1) . La sua vita fu in vero
una serie non interrotta di superni favori,
che in quel secolo fecondo di eresiarchi
(1) Compendio delle cose mirabili della venerabil Serva
di Dio Catterina da Racconigi .
e di eretici servirono efficacemente a con-
servare nella fede i nostri Maggiori, e fe-
cero scrivere che le contrade subalpine,
che le diedero i natali , non hanno punto
da invidiare né le Rose al Perù, né le Te-
rese alle Spagne , né alla stessa Toscana
quella Serafina d'amore, che in questi giorni,
nella ricorrenza del V centenario dalla glo-
riosa sua morte, ha messo in movimento
Siena sua patria , anzi il cattolico mondo .
Or bene , la Vergine Racconisia in sua
mortale carriera ebbe un giorno la seguente
visione . Rapita in mirabile estasi le fu mo-
strato un limpidissimo fonte a guisa di pozzo,
intorno al quale spandevano una soave fra-
granza varii e bellissimi fiori . Di entro ,
l'acqua scaturiva così chiara, che vi si scor-
gevano i più piccoli oggetti . Le galleggia-
vano sopra alcune foglie e pagliuzze , ma
miravansi in 'fondo preziosissime gemme di
grandezza e colore diverso . Dall' alto del
Cielo poi , dallo stesso trono di Dio, scen-
deva nel fonte un maraviglioso splendore,
e dava luogo ad uno spettacolo così stu-
pendo, che era giocondissimo il contem-
plare .
Bramosa di conoscere che volesse ciò in-
dicare, la fortunata Verginella ode una voce
celeste, che le dice : - Sappi, o figliuola
mia, che questo fonte significa l' Ordine
Domenicano, al quale tu appartieni . Siccome
dal fonte zampilla limpida acqua , così da
quest' Ordine si produce una vera e santa
dottrina , nella quale , perchè da luce su-
perna illustrata, ognuno vede la propria co-

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scienza, ed i popoli, come in tersissimo spec-
chio, conoscono quello che hanno da pra-
ticare e fuggire per loro salvezza . Le foglie
poi e leggiere pagliuzze rappresentano i
comuni difetti , da cui va inseparabile la
vita dell' uomo, i quali però non sono di
tal natura da oscurare la chiarezza del fonte,
poichè per la vigilanza e lo studio dei buoni
Prelati le immondezze sono presto purgate,
o messe al di fuori . Le pietre preziose
infine che stanno al fondo sono i Santi, dei
quali quest' Ordine fu gran padre e mae-
stro ; sono i virtuosi soggetti, di che abbonda
tuttora e abbonderà sempre (1) .
Questa visione fece concepire alla Beata
Catterina una sì grande stima dell' Ordine
Domenicano, che se fosse nata cento volte,
cento volte gli si sarebbe aggregata .
Or, se lo spazio e il tempo cel permet-
tessero, non sarebbe difficile coi fasti della
storia alla mano provare quanto veracemente
venisse dinotato il rinomatissimo Ordine
dalla ricordata visione . Imperocchè comin-
ciando da s . Domenico, suo illustre fon-
datore , il quale col Rosario ricevuto per
man di Maria, co' suoi miracoli e virtù so-
vrumane , colla sua predicazione sapiente
ed efficace, debellò più eretici Albigesi, che
non Simon di Monforte col valor delle armi,
di quale risplendente corona di Santi e di
Sante non adornò la Chiesa quest' inclito
Ordine? - Vuoi dei Santi eruditi e sa-
pienti ? Ed ecco il più grande dei dotti,
che abbiano fiorito nel mondo , ecco un San
Tommaso d'Aquino, appellato giustamente
il Sole dei teologi, il Principe dei filosofi,
il Dottore Angelico , ed ultimamente da
Leone XIII, nella sua mirabile Lettera En-
ciclica Aeterni Patris, chiamato dei dottori
scolastici Duce e Maestro , e della Chiesa
Cattolica singolare presidio ed onore : In-
ter scholasticos Doctores, omnium princeps
et magister : Catholicae Ecclesiae singolare
praesidium et decus . Or questo dottissimo
tra' Santi e Santissimo tra' dotti è appunto
un Domenica o (2) . Domenicano fu un beato
(1) V . Opera cit ., lib . III, cap. XI .
(2) I ben meritati elogi, che il Maestro infallibile del
Vaticano tributa alla dottrina del Dottore Angelico, ol-
tre al riflettersi sopra tutta la Domenicana famiglia, a
cui egli ap parteneva, sono ancora una conferma del quanto
sulla medesima dottrina giustamente si esprimesse 300
anni prima una semplice Verginella, che non sapeva nep-
pure a leggere, ma che da Dio illuminata era nondimeno
l' oracolo dei suoi tempi. E qui ci piace riferire alcuni
periodi del memorando Documento Pontificio, che riguar-
dano la stima, in che fu sempre tenuta la dottrina di
e . Tommaso d'Aquino, il quale anche di per sè solo a-
vrebbe bastato a rendere perenne d'acque la mistica fonte
dell'Ordine suo, colle quali irrigare, in ogni tempo e luogo,
e campi e giardini della Chiesa Cattolica .
« Gli stessi Ecumenici Concilii , così il Santo Padre
Leone XIII, gli stessi Ecumenici Concilii, in cui risplende
Alberto Magno suo maestro , personaggio
che nell'umano scibile non fu superato che
dal suo discepolo incomparabile . Domeni-
cano un s . . Raimondo da Pegnafort, scrit-
tore e maestro insigne di civile e sacro di-
ritto . Domenicano fu un sant' Antonino
Arcivescovo di Firenze, detto ai tempi suoi
l'uomo dei consigli . Domenicani furono tanti
e tanti altri sapientissimi uomini, i quali
in ogni regno e provincia levarono di sè
altissimo grido , non meno per la loro in-
signe dottrina, che per le loro virtù precla-
rissime , e che più non finiremmo, se li
avessimo anche solo a nominare .
E tra i banditori della Fede, quale serie
di zelantissimi Apostoli non venne formata
dai figli di s . Domenico ? Figlio di s . Do-
menico un s . Giacinto, che in Asia ed Eu-
ropa condusse a Cristo innumerevoli infe-
deli, Tartari e Russi, insieme coi Principi
loro ; figlio di s . Domenico un s . Vincenzo
Ferreri, che percorse la Spagna, la Fran-
cia, l' Inghilterra, l' Irlanda , la Scozia, la
Savoia, il Piemonte, il Monferrato, la Lom-
bardia, la Toscana, la Liguria ed altre con-
trade immense, colla sua parola potente e
sonora, quale un' angelica tromba, riscuo-
tendo dal sonno di morte milioni e milioni
di anime ; figlio di s . Domenico un s . Luigi
Bertrando, che, come s . Francesco Zaverio
le Indie e il Giappone , diede alla Chiesa
molte tribù e nazioni del nuovo mondo ;
figlio di s . Domenico un s . Pio V, che dal
soglio di Pietro eccitò i Principi cristiani
a collegarsi alla comune difesa, e sommerse
nelle acque di Lepanto la potenza della
Mezzaluna ; figli di s . Domenico migliaia e
migliaia di altri coraggiosi e santi Missio-
narii, che sparsi per tutta la terra compo-
sero tale una dolce e lunga catena, che
il fiore della sapienza raccoltovi da tutto l' universo, si
studiarono di onorare in modo singolare Tommaso d'A-
quino . Nei Concilii di Lione, di Vienna, di Firenze e del
Vaticano si direbbe che Tommaso abbia assistito e quasi
presieduto alle deliberazioni ed ai decreti dei Padri, com-
battendo con invincibile valore e con lietissimo successo
contro gli errori dei greci, degli eretici e dei raziona-
listi .
» Ma somma lode e tutta propria di Tommaso, a niun
altro dei Dottori Cattolici concessa, si è l' aver voluto i
Padri del Tridentino Concilio che nel mezzo dell' aula
delle adunanze, insieme coi codici della sacra Scrittura
e coi decreti dei Romani Pontefici, stesse aperta in sul-
l'altare anche la Somma di Tommaso d'Aquino per de-
rivarne consigli, ragioni e sentenze .
» Finalmente parve riserbata a uomo sì incomparabile
la palma di strappare di bocca agli stessi nemici del
nome Cattolico ossequii, elogi ed ammirazione . Imperoc-
chè è cosa nota, che fra i capi delle fazioni eretiche non
mancarono di quelli, i quali confessassero pubblicamente
che tolta una volta di mezzo la dottrina di Tommaso
d' Aquino , essi potrebbero facilmente affrontare tutti i
Dottori Cattolici, e vincerli ed annientare la Chiesa . -
Vana speranza senza dubbio ; ma non vana testimonianza » .

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condusse e strinse a Gesù Cristo popoli per
numero incalcolabili .
E tra il debil sesso, vivente o nei sacri re-
cinti, o tra le pareti domestiche, quali e quanti
soavissimi fiori non isbucciarono e crebbero
presso alla Domenicana mistica fonte, per-
chè inaffiati dalle sue freschissime onde ?
Un eletto fiore Domenicano , il cui gratis-
simo olezzo di virtù si spande ancora og-
gidi per tutto il mondo, si fu una santa Cat-
terina da Siena , consigliera di Principi e
di Papi, onore d'Italia, vanto della Catto-
lica Chiesa ; fiori Domenicani non meno
graziosi una santa Catterina de' Ricci, una
sant' Agnese da Montepulciano , una beata
Margherita di Savoia, una beata Luigia di
Albertone, una beata Stefania Quinzani, e
più altre da farne come un lungo marti-
rologio .
Nè punto mancarono i Martiri Domeni-
cani, che imporporati del proprio sangue,
versato per amor di Cristo e in difesa di
sua Religione, si fecero del loro santissimo
Ordine quali fiammeggianti rubini . Un mar-
tire illustre di cotal Ordine fu un s . Pietro
da Verona, che trafitto dai Manichei di Lom-
bardia spirava col simbolo della fede in sul
labbro ; martiri Domenicani un beato Barto-
lomeo, un b . Antonio Pavonio da Savigliano,
un beato Pietro da Ruffia, vittime de' Val-
desi ; martire Domenicano un Sadoc, che in
Polonia per amore della Fede cristiana la-
sciossi mettere a crudel morte dai barbari ;
martiri Domenicani i suoi quaranta compa-
gni, che nel luogo stesso ne seguirono lie-
tamente l'esempio ; martire Domenicano un
beato Antonio Neyrot, che per la medesima
causa mostrò in Tunisi la fortezza di santo
Stefano, ricevendo nel petto un nembo di
sassi ; martiri Domenicani cento e cento
drappelli di apostoli intrepidi, che in odio
alla Religione Cattolica furono o da pagani,
o da eretici, o da altri selvaggi, or nell'an-
tico, or nel nuovo mondo, scannati, bruciati,
tagliati a pezzi . E quando porremo fine a
questo articolo, se degli eroi ed eroine, se
dei Martiri, se dei Confessori, se delle Ver-
gini , se di tante anime , che nel volgere
di oltre a seicento anni fiorirono nell' Or-
dine di S . Domenico, dovessimo tessere un
compiuto elenco (1) ?
La precitata visione , e quanto abbiamo
(1) Dalla nostra tipografia di Torino in questi ultimi
anni uscirono tre opuscoletti sopra tre Santi dell'Ordine
domenicano . Il primo sopra s . Tommaso d' Aquino ; il
secondo sopra santa Catterina da Siena , il terzo so p ra
la beata Catterina da Racconigi ; scritti eziandio da due
Sacerdoti Salesiani . Si vendono presso la Libreria Sale-
siana . : il primo a Cent . 30, il secondo a Cent . 40, ed il
terzo a L . 1 per ogni copia .
accennato in prova di sua veracità ci fu
chiamato a memoria da una importantis-
sima lettera, che un Padre Domenicano, no-
stro Cooperatore, ha scritto poc'anzi a Don
Bosco ; lettera, la quale e pei nobili pen-
sieri, di cui è ripiena, e per l'alta dignità
di cui è rivestito il suo autore , e soprat-
tutto per la profonda umiltà che ne traspira,
è argomento irrefragabile , che il mistico
fonte della Domenicana Famiglia continua
a scaturire limpide acque di celeste dot-
trina, continua a mostrarsi adorno di bei
fiori di pellegrine virtù ; continua a risplen-
dere nella Chiesa colle preziose gemme
dei cospicui suoi membri .
Il Personaggio, che scrisse la prelodata
lettera, è nientemeno che il Reverendissimo
Padre Vincenzo Maria Gatti, Maestro del Sa-
cro Palazzo Vaticano, che è quanto dire Co-
lui al quale il Papa confidò la cura spirituale
di sua Pontificia famiglia, e gli uffizi più
importanti e delicati, come a suo intimo fa-
migliare (1) . In essa, dopo aver definiti i
(1) L' origine di questo importantissimo uffizio risale
al 1218 . La sua erezione ebbe motivo dal fatto seguente .
S . Domenico aveva in Roma ottenuta dal Papa Onorio III
il convento e chiesa di Santa Sabina sul monte Aventino,
con una parte del palazzo pontificale per abitazione dei
suoi religiosi . Or mal soffrendo il suo zelo che, mentre i
Cardinali, i Prelati e i Ministri della Santa Sede si trat-
tenevano col Papa nel Palazzo Apostolico o per affari o
per le sacre funzioni, i domestici e segretarii se ne stes-
sero disoccu p ati, consigliò Onorio III che deputasse qual-
cuno a far loro morali e cristiane istruzioni . Gradi il
Papa il savio consiglio , e a Domenico stesso ne affidò
l'incarico e l'esecuzione . Il Santo prese allora a compiere
quell'uffizio, e ne riportò frutti cosa copiosi, che Onorio III
non solamente volle che egli continuasse, ma decretò che
dopo di lui altri e poi altri religiosi dello stesso suo Or-
dine gli succedessero nella medesima carica , col . titolo di
Maestro del Sacro Palazzo ; e così avviene tuttora .
In processo di tempo molte altre rilevanti attribuzioni
furono aggiunte dai Sommi Pontefici, ed oggidì il Mae-
stro del Sacro Palazzo tiene uno dei primi posti della
Pontificia famiglia . Egli è considerato poi suo uffizio quale
teologo del Papa . Esamina i sermoni che hanno da reci-
tarsi nelle cappelle pontificie ; esercita speciale giurisdi-
zione sulla stampa in Roma ; ed ogni libro , litografia ,
incisione e simili, per potersi lecitamente pubblicare nel-
l'Alma Città, oltre la permissione o del Cardinal Vicario,
o di Mons . Vicegerente, deve ancora ottenere l'approva-
zione e la licenza dal Maestro del Sacro Palazzo. E sem-
pre Consultore delle Cardinalizie Congregazioni dell' In-
quisizione, dell'Indice . delle Indulgenze e Sacre Reliquie,
dei Riti , della correzione dei libri della Chiesa Orien-
tale, dell'esame dei Vescovi in sacra Teologia, ed ancora
esaminatore dei Parrochi di Roma pei concorsi, che si
tengono avanti al Cardinal Vicario . E presidente altresì
del Collegio Teologico dell'Università Romana, che con-
ferisce la laurea dottorale di teologia e di filosofie . . Ha
moltissime altre prerogative e facoltà : le quali cose tutte
dimostrano di quanto merito e dottrina debba essere for-
nito tale personaggio, che viene ogni volta nominato dal
Papa .
Questo insigne magisterio, senza interruzione da Ono-
rio III, viene, come sopra dicemmo, esercitato da un Do-
menicano . Da san Domenico sino all'attuale Rev .mo Padre
Vincenzo Gatti si annoverano circa 80 Maestri del Sacro
Palazzo, tutti segnalati per santità di vita , per cultura
di mente e per dignità ecclesiastiche e vescovili . Sedici
furono sublimati al Cardinalato . (V . Dizionario ecc . di
Gaetano Moroni, art . Maestro ecc . ) .

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caratteri e prenotati i segni della divina
Missione, l'esimio Padre ne mostra fregiata
l' umile nostra Società Salesiana, toccando
della sua origine, del suo scopo, delle sue
opere . Ciò fatto, Egli con un'umiltà altret-
tanto profonda quanto è sublime il posto che
occupa, passa a ringraziare Don Bosco, e
perchè lo annoverò tra i Cooperatori del
suo novello Istituto, e perchè gli porse cosi
il mezzo di corrispondere più ampiamente
allo scopo dell' Ordine suo ; imperocchè ,
come Egli sapientemente riflette , le genti
da convertire sono più numerose che le con-
vertite, e in queste i peccatori sorpassano
di gran lunga il numero dei giusti . Sen-
tenza dolorosa, ma pur troppo vera , la quale
dovrebbe accendere in ogni cuor cattolico
la fiamma di un ardentissimo zelo per la
salute di tante anime, che battono i sentieri
della perdizione .
Crediamo di fare cosa gradita e pur van-
taggiosa ai nostri Cooperatori e alle nostre
Cooperatrici il mettere loro sott'occhio que-
sto prezioso documento . Eccolo in tutta la
sua bellezza .
Reverendissimo Sig . D . Bosco,
Ringrazio la Signoria Vostra Reverendissima
dell'onore che si degnò farmi, coll'annoverare il
mio umile nome tra i Cooperatori del benefico I-
stituto, di cui Ella è fondatore . So che esso, av-
vegnachè recente , é già moltissimo diffuso e va
di giorno in giorno viemmaggiormente diffonden-
dosi non in Europa solamente, ma eziandio in A-
merica . Questa rapida propagazione di gente, che
edifica case ed ospizi ove mette piede, vi ferma
stabile dimora, e si guadagna la benevolenza e
l'amore de' popoli, è certamente argomento del-
l' utilità religiosa e civile che loro ne viene , e
della benedizione che Dio misericordioso largisce
abbondantemente sovra l' Istituto e sovra coloro,
cui tocca la buona ventura d' averlo nel proprio
seno . La Storia c'insegna che la benignità del
Signor Nostro Gesù Cristo invia gli uomini se-
condo il cuor suo e a seconda de' bisogni, ne' quali
in diversi tempi versa la Società . E dessa c'in-
segna pure, che Egli, per quanto grandi sieno i
bisogni e calamitosi i tempi, li trasceglie sem-
pre nella sua Chiesa , e non mai fuori di Lei
dona Missione straordinaria ad alcuno, come pre-
tesero Lutero e Calvino, i quali anzi di ridurre le
popolazioni nell'ubbidienza ai legittimi Pastori,
specialmente al Sommo Pontefice Romano , ne le
sottrassero . La Misericordia Divina suscita tali
personaggi, e gli arricchisce delle qualità necessa-
rie per essere riconosciuti dall'Autorità Suprema
idonei Ministri ad esercitare l' Apostolico Mini-
stero, e a formare innumerevoli altri dello stesso
spirito da trasmettersi come in eredità ai posteri .
Allora veramente comincia in essi la Missione le-
gittima e regolare, fornita di tutto quel potere e
di quella giurisdizione, che al mittente nel nome
di Gesù Cristo piacque conferire . Di qui nasce la
fecondità prodigiosa della Chiesà Cattolica, e dal
difetto di tal Missione deriva la sorprendente ste-
rilità del protestantesimo e di tutte le sétte . Esse
ponno bensì pervertire, convertire no . La loro
origine é da superbia, il loro mandato è dal dia-
volo : per costui lavorano, non per Cristo : sviano
dal sentiero della verità e dell' eterna salute ; e
mettono nel sentiero dell' errore e dell' eternale
perdizione .
Ella , Rev .mo Padre , fu dal Divino Salvatore
eletto a moralizzare la Società Cristiana, togliendo
la giovinezza all'ozio e all'ignoranza delle cose di
Dio e di sua religione santissima, e a recare la
fede tra gli infedeli . Il Sommo Pontefice Romano
Vicario di Lui in terra riconobbe questo supremo
consiglio , e colla Suprema sua Autorità divina-
mente conferitagli l'approvò, e die' a V . S . i po-
teri necessarii ad attuarlo, e la Missione di lavorare
nella vigna del Padre Celeste per trarne copiosi
frutti di sempiterna vita . Tutti in mano di Dio
possono servire al nobilissimo e umanitario scopo
della propagazione della fede e della pratica delle
buone opere, senza di cui la fede é, non che ste-
rile, morta . Onde V . S . date , secondo la divina
ordinazione , le prime parti al Sacerdozio, volle
mercè l' opera de' Cooperatori chiamare in aiuto
eziandio il laicato, come quello che, stando tuttodì
in mezzo alla società, è in grado di conoscerne as-
sai intimamente i mali e i bisogni, dal più alto
al più basso, in tutta l' estensione . La messe é
molta, gli operai Sacerdoti pochi, e vengono sem-
pre più diminuendo . L' opera dunque del laicato
può tornare utilissima sì direttamente facendo esso
quanto è in se e la sua condizione comporta, e sì:
indirettamente preparando e disponendo gli animi
a ricevere docilmente l'azione sacerdotale, che deve
santificare quella del laicato, e colla sua benedi-
zione renderla feconda ed efficace . Imperocchè ai
Sacerdoti Gesù Cristo disse : Chi voi ascolta, a-
scolta me : Chi voi spregia, spregia me : « Qui
vos audit, me audit : Qui vos spernit, me sper-
nit. » Per lo che Ella con savio intendimento volle
chiamare eziandio Sacerdoti esterni a cooperare
all'altissimo fine di moralizzare, cominciando so-
vra tutto dall'adolescenza , perché dice lo Spirito
Santo : « Adolescens juxta viam suam, etiam
cum senuerit, non recedet ab ea ; » i semi buoni
gettati in terra vergine fruttificano di più . Ma
l' azione benefica e vivificatrice non si limita a
ciò : Essa sradica vizi ove li trova, toglie mise-
rie ove le scorge, provvede secondo sue forze riu-
nite e moltiplicate ad ogni sorta di necessità : Essa
attende alla purità della fede e del costume tra
i credenti, e a portare il nome di Cristo dove non
ancora fu udito, o adulterata ne fu per gli eretici
la dottrina . Missione pertanto universale quanto
alle opere e quanto alle persone .
Io sebbene appartenga ad un Ordine avente co-
tale Missione che da'suoi primordii fino adesso va
esercitando con frutto e con zelo , veggo che più
ampiamente puossi corrispondere al fine di esso
in aiutando eziandio altri Istituti,che Iddio a quando
a quando fa sorgere mediante i suoi Servi a ciò

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eletti per conseguirlo più largamente e più abbon-
devolmente . Imperocche le genti a convertire sono
più numerose delle convertite, e in queste i pec-
catori sorpassano di gran lunga il numero dei
giusti . V'é adunque materia per tutti a lavorare .
Ve n'ha pei Missionarii erranti ; ve n'ha pei per-
manenti ; ve n' ha pei predicatori e pei confes-
sori nelle nazioni Cattoliche ; ve n'ha pei dotti, cui
incombe propugnare la sana dottrina e combattere
l'errore ; ve ne ha per gl'indotti, cui é dato con
le preghiere e con l'esempio cooperare al trionfo
della causa di Gesù Cristo, che é la causa nostra,
la causa della divina gloria, e della nostra tem-
poranea ed eterna felicità . Io pertanto le rendo di
bel nuovo grazie per avermi porto un mezzo di
concorrere al nobilissimo scopo del suo Istituto, e
datomi impulso a chiedere a Dio maggiori forze
per potere effettuare il mio buon desiderio, e cor-
rispondere con quella migliore e più proficua ma-
niera, che per me si potrà, agli intendimenti di
Dio .
La prego di raccomandarmi al Signore e alla
Immacolata Vergine Augustissima Madre di Lui,
affinché consegua quando che sia il fine supremo
dell'eterna beatitudine .
Mi creda quale con distinta stima e profondo
ossequio mì protesto
Di Vostra Signoria Reverendissima
Roma, 5 Aprile 1880 .
Umil .'' ° e dev .mO Servo
P . F . VINCeNZO MARIA GATTI
Maestro del S. P. A .
Cooperatore dell'Istituto Salesiano .
IL MESE DI MAGGIO
E I DIVOTI DI MARIA .
Tra i mesi dell' anno il Maggio é il più bello,
il più caro , il più amabile . Egli è il mese dei
fiori, il mese delle speranze . E per questo ap -
punto la Chiesa l'ha consacrato a Maria , come
la creatura più santa, più nobile , più sublime ,
la prima nostra speranza dopo Dio . Quindi é che
in questo mese il nome di Maria suona con giu-
bilo per tutto l'universo cristiano . Là, dove il bel-
l'astro del giorno cade a recare ad altre genti
lo splendore ed il caldo benefico de' suoi raggi,
si canta in cento lingue e cento il nome venerato,
e là dove egli sorge si ripete ancora con enfatica
gioia . Così questo nome dolcissimo eccita la piè
tenera confidenza, l'amore il più soave, il giubilo
più puro , ed accende negli animi il fervore di
spirito, il santo entusiasmo, che consola e santi-
fica i veri credenti in tutto il mondo .
Nel Maggio i fiori i più olezzanti e vaghi ven-
gono deposti ai piedi di Maria, e gli altari su
cui brilla la santa sua immagine si mutano come
in giardini di delizie . Allora le anime dei fedeli,
tra quel soave profumo levano al Cielo gli in-
fuocati loro sospiri, e si fanno migliori , span-
dendo nelle famiglie il profumo di preziose virtù .
Nel Maggio tutto invita alla divozione a Ma-
ria . Il sorriso del cielo sereno, il lieto cinguettio
degli uccelletti, il variopinto ammanto, di cui si
ricoprono i prati ed i campi, insomma la natura
tutta, lasciata la sconfortante monotonia dell'in-
verno, e rivestita degli abiti festosi di primavera,
c invita a rendere gloria a Dio ed all'augusta sua
Madre .
E questo adunque il tempo opportuno per ri-
volgere i nostri pensieri ed affetti alla gran Donna,
e mostrarsi di Lei affettuosissimi figli .
Fin dal 23 dello scorso Aprile, nel Santuario di
Maria Ausiliatrice in Valdocco, si diede principio
al mese di Maria , che andrà a terminare colla
sua festa del 21 corrente . Schiere di giovanetti
dell' Oratorio di S . Francesco di Sales, abitanti
di quel quartiere della città, ed altri buoni fedeli
si accostano ogni mattina alla Mensa Eucaristica .
Lungo il giorno drappelli di fedeli divoti si por-
tano ad ossequiarla al suo altare ; altri dai paesi
vicini ed anche lontani vi si recano come in pel-
legrinaggio a deporre un fiore di virtù, ed un voto,
ad effondere una cordiale preghiera per sé e pei
loro cari . Alla sera, soprattutto dei giorni fe-
stivi, é commovente il vedere il concorso dei fe-
deli, pendenti dal labbro del predicatore , la cui
parola scuote gli animi, gli infiamma nella fede,
e nella pietà . Ripieno quindi il cuore di nobili
affetti si gettano ginocchioni avanti all'Adorabile
Sacramento, pregano con un fervore che rapisce,
e ne ricevono la Benedizione . E Maria ? Maria
è là sopra un trono di nubi che campeggia in un
mare di luce e di maestà, con una schiera di
ani oli e di santi che le fanno corona , e men-
tre accoglie le preghiere de' suoi devoti par che
dica, essere dolce lo sperare in Lei , Madre di
Misericordia .
Cooperatori e Cooperatrici, ad esempio di tanti
divoti prepariamo ancor noi con tutto l' affetto
mistiche ghirlande di preghiere e di buone opere
da porre sul capo di Maria ; stringiamoci tutti
in santa unione ; ciascuno faccia quanto può se-
condo il proprio stato e la propria condizione, chi
nelle parrocchie, chi nell' Istituto, chi nella pro-
pria camera , ed adoperiamoci così, che pel 24
Maggio, festa solenne di Maria Ausiliatrice, si
levi dalla terra come una nube di preghiere, che,
andandosi a posare ai piedi dell' augusta Regina,
là si converta per noi in una pioggia di grazie
e di benedizioni .
TRE MEZZI DI PREPARAZIONE
ALLA
FESTA DI MARIA AUSILIATRICE .
Il primo mezzo quello si é di celebrare la sua
novena con qualche pratica di divozione . Comin-
ciando dal 15 corrente nel Santuario di Maria Au

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siliatrice in Torino ha luogo ogni sera verso le
ore 7 una predica analoga, il canto delle Litanie
e la Benedizione col SS . Sacramento . Noi speriamo
che i Cooperatori e Cooperatrici della città non man-
cheranno di prendervi parte numerosi e divoti ; anzi
ne facciamo loro caldo invito . Agli altri tutti poi
raccomandiamo che vogliano supplirvi col celebrarla
privatamente o in chiesa, o nelle proprie case, reci-
tando per nove giorni qualche preghiera speciale .
Per venire loro in aiuto in questa divozione si
è pubblicato dalla Tipografia Salesiana un appo-
sito libretto intitolato : Nove giorni consacrati
all'Augusta Madre . Contiene una considerazione,
un esempio ed una pratica per ogni giorno ; ed é
molto adattato alla circostanza . (Cent . 20 la copia) .
Il secondo mezzo viene indicato dal Regolamento
dei Cooperatori . Esso prescrive di tenere nell'oc-
casione della festa del 2 ,1 Maggio una Conferenza per
animarsi vicendevolmente alla divozione verso Ma-
ria SS ., e per invocare il valido suo aiuto sopra
di ciascuno e sopra tutte le opere Salesiane . Noi
ricordiamo questa prescrizione ai Direttori delle
nostre Case , non che a tutti i nostri benemeriti
Confratelli , Capi e Decurioni , pregandoli ad un
tempo che vogliano pensarvi qualche giorno prima,
e dare gli avvisi opportuni . In Torino detta Con-
ferenza sarà tenuta il 22 Maggio per le Coope-
ratrici , e il 23 pei Cooperatori ; qualche giorno
innanzi si darà avviso a ciascuno per l'ora e pel
luogo .
La limosina che ognuno potrà fare in quella
circostanza sarà destinata per la costruzione della
Chiesa e Scuole di Vallecrosia , delle quali ab-
biamo parlato nel numero precedente, non che per
ultimare i lavori di S . Giovanni Evangelista in
Torino , Monumento dei Cooperatori Salesiani al
Grande Pio IX .
Finalmente il migliore di tutti i mezzi per ce-
lebrare degnamente la solennità di Maria Ausi-
liatrice è quello di accostarsi divotamente ai santi
Sacramenti della Confessione e della Comunione .
Non si può meglio onorare Maria, scrive il dot-
tore sant' Alfonso , che col ricevere in cuore il
sito diletto Figliuolo Gesù . Pertanto quelli, che
possono, vadano a fare le loro divozioni nella Chiesa
di Maria Ausiliatrice in Torino, e così vedranno
gli splendori della festa, udiranno le melodiose voci
di 200 e più giovanetti musicanti nella Messa ,
nei Vespri e Tantum Ergo , e quello che più
importa si arricchiranno di celesti tesori delle
Sacre Indulgenze . Gli altri, che sono i più, ve-
dano di compiere queste pratiche di pietà nelle
loro Chiese e Parrocchie ; e qualora si accorges-
sero di non poter ciò fare il -24, perchè giorno
di lavoro, procurino di eseguirlo alla vigilia, che
é la Domenica della SS . Trinità .
Cari confratelli e consorelle, noi abbiamo biso-
gno che Maria Ausiliatrice stenda il suo valido
manto sopra di noi e sopra delle nostre famiglie,
ci protegga, ci benedica nell' anima e nel corpo .
Ebbene, mostriamoci sue figlie e suoi figli affet-
tuosi e divoti ; onoriamola il meglio che sappiamo,
ed Ella non mancherà di farci gustare le dolcezze
del suo materno amore, e farci provare gli effetti
del suo possente Aiuto .
INVITO
SACRO
NOVENA E SOLENNITÀ
IN ONORE DI
MARIA SS . AUSILIATRICE
NELLA CHIESA DELL'ARCICONFRATERNITA
A LEI DEDICATA IN VALDOCCO - TORINO
INDULGENZA PLENARIA
a chi Confessato e Comunicato visiterà questa Chiesa in un
giorno dell'anno ad arbitrio e nel dì della Festa .
ORARIO DELLE SACRE FUNZIONI .
La Novena comincia Sabato 15 Maggio .
In ciascun giorno lungo il mattino sino a
mezzodì celebrazione di Messe lette, e co-
modità di accostarsi ai SS . Sacramenti della
Confessione e Comunione . Ogni mattino
alle 5'/2 ed alle 7'/2 Messa e Comunione
con particolari esercizi di pietà . Tutte le
sere alle 7 canto di una lode sacra, Pre-
dica e Benedizione col SS . Sacramento .
Chi interverrà in qualunque giorno dell'anno
ad alcuni di questi divoti esercizi, per ogni
volta lucrerà Indulgenza di 3 anni (Breve
di Pio PAPA IX, 26 febbraio 1875) .
DOMENICA 16
SOLENNITÀ DI PENTECOSTE,
MATTINO .
Alle ore 7 Messa e Comunione generale .
» 10 Messa solenne .
SERA .
Alle ore 3'f2 Vespri, Predica e Benedizione
col Santissimo Sacramento .
DOMENICA 23
FESTA DELLA SS . TRINITÀ .
L'Orario delle sacre funzioni tutto come nella
Domenica precedente .

1.7 Page 7

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Tutte le pratiche religiose, compresa la
Messa delle ore 7, le Comunioni e le pre-
ghiere di questa giornata sono offerte a
Dio, secondo la pia intenzione dei Bene-
fattori e delle Benefattrici delle Missioni
e delle altre opere e Case Salesiane, sia
di Europa che di America .
di Maria Ausiliatrice una copiosa raccolta di gra-
zie, ricevute per sua intercessione dai fedeli Cri-
stiani . Sappiamo che il fascicolo fu letto con avi-
dità, e servì ad accendere nel cuore di molti un
amore, ed una confidenza speciale verso la SS .
Vergine .
Quest'anno la stessa Direzione é lieta di poter
ripetere a Maria la figliale offerta colla pubbli-
LUNEDI' 24
SOLENNITÀ DI MARIA AIUTO DEI CRISTIANI .
MATTINO .
Alle ore 7 Messa e Comunione generale .
» 10 Messa solenne .
SERA .
Alle ore 6 Vespri solenni , Panegirico,
Tantum ergo e Benedizione col Santissimo
Sacramento .
In questo giorno verrà eseguita dai Giovani
dell'Oratorio Salesiano e da distinti Pro-
fessori di canto l'antica e grandiosa Messa
a quattro parti del Maestro BENEDETTO
MARCELLO, che si bel posto tiene tra i più
grandi musici Italiani . Nato Egli in Ve-
nezia nel 1687 si inspirò al grande Ri-
cazione di una nuova corona di altri celesti fa-
vori , attestati dalla riconoscenza dei suoi di-
voti . Il libretto porta per titolo : La Città di Ri-
fugio , colla Revisione ecclesiastica di Genova ,
essendo stampato a Sampierdarena . Speriamo che
esso incontrerà la stessa sorte, ed egualmente che
gli altri fascicoletti di simil natura servirà alla
maggior gloria di Dio e dell'Augusta sua Madre,
non che di giovamento alla pietà, di consolazione
e di conforto ai fedeli Cristiani (1) .
Noi dovremmo qui dimostrare come questa pub-
blicazione sia pienamente conforme alle savie di-
sposizioni emanate dai Romani Pontefici ; ma sic-
come abbiamo svolto questo argomento nel primo
articolo del Bollettino di Aprile dell'anno scorso,
così rimandiamo a quel numero del periodico i
nostri lettori, e ci limitiamo a pubblicare per ora
il giudizio di un dotto e rispettabile parroco, no-
stro Cooperatore, il quale letto il mentovato ar-
ticolo ci scriveva in data 18 dello stesso mese
storatore della musica sacra , il PALE-
STRINA, imitandone la solennità e severità
dello stile insieme colle sue caste e su-
blimi bellezze armoniche .E'laprimvot
che questa Messa, dedicata dall' Autore a
PAPA CLEMENTE XI, si eseguisce nella
Città di Torino .
Nei Vespri si eseguiranno i Salmi Dixit
e Magnificat (inediti) del Maestro SAVE-
RIO MERCADANTE ; gli altri salmi e l'Inno
Saepe Dum Christi rappresentante la bat-
taglia di Lepanto del Sac . Teol . GIOVANNI
CAGLIERO ; Il Tantum ergo a 4 voci del
celebre Maestro FELICE FRASI .
in questi termini
« Ho letto nel Bollettino Salesiano che alcuni
poco amici dell' onore della Madonna, e poco in-
telligenti nelle cose ecclesiastiche , hanno mossa
opposizione alla stampa dei miracoli di Maria
Ausiliatrice. A confondere questi tali bastano le
risposte che ivi si leggono ; ma per coprirli di
rossore si potrebbe presentar loro la lettera di
Pio IX allo scrittore della Storia della !Madonna
di Lourdes, il signor Lasserre , che tanto viene
encomiato dal grande Pontefice , e da lui bene-
detto per tale lavoro . Ora é certo che i miracoli,
i quali si trovano registrati in quell' opera, non
sono ancora esaminati dalla Santa Sede, molti di
essi nemmeno riconosciuti dall'autorità diocesana,
ma solo lasciati pubblicare col Nihil obstat della
MARTEDI' 25 .
MATTINO .
Revisione ecclesiastica . » E di ciò basti per que-
sta volta .
Alle ore 7 1/2 Messa , Comunione ed altre
pratiche di pietà in suffragio delle anime
dei defunti Cooperatori Salesiani, e dei
defunti Confratelli dell' Arciconfraternita
di Maria Ausiliatrice .
FURTO ED INCENDIO.
NB. - Chi desidera farsi iscrivere nell' Arciconfra-
ternita di Maria Ausiliatrice, troverà persona ap-
positamente incaricata nella sacrestia della Chiesa .
Nell'ultima pagina del Bollettino del mese scorso
noi pubblicammo una lettera che scriveva da Roma
il segretario di D . Bosco, nella quale si accen-
nava ad un infortunio . Siccome alcuni giornali del
trivio hanno narrato il fatto sinistramente, e a danno
LA CITTÀ DI RIFUGIO
ovvero
MARIA AUSILIATRICE
L'anno scorso pel mese di Maggio la Direzione
delle nostre Letture Cattoliche depose _ai piedi
di persone innocenti, così crediamo bene di rife-
rire un articolo dall'ottimo Osservatore Romano,
(1) Gli altri fascicoletti sono : Meraviglie della Madr
di Dio ; Maria Ausiliatrice col racconto di alcune gra-
z ie ; Rimembranza di una solennità ; La Nuvoletta del
Carmelo ; l'Arca dell'Alleanza ; e si vendono tutti nella
Libreria Salesiana di Torino e di Sampierdarena .

1.8 Page 8

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il quale nel suo numero del 9 Aprile narrava la
cosa con quella gravità e precisione , che è dote
precipua di quel benemerito ed accreditato giornale .
« Alcuni giornali della città hanno parlato di un
fatto avvenuto in Via Tor de' Specchi, travisan-
dolo malignamente per denigrare la fama di per-
sone intemerate, contro le quali lanciano calunnie
inqualificabili . Desiderosi di dare esattamente conto
dell'avvenuto abbiamo raccolto le seguenti notizie
che, per la verità, ci crediamo in dovere di pub-
blicare . E da premettersi che una pia signora di
Marsiglia a mezzo della ferrovia aveva fatto per-
venire al R . D . Bosco una somma di danaro da
deporsi nelle venerate mani del Santo Padre . Per
esigere questo danaro si dovettero fare dei passi,
sia per farsi conoscere, sia per scegliere il giorno
e l'ora opportuna pel Cassiere . E questo ha fatto
sì che trapelasse nel pubblico l'entità della somma
di cui é parola . Attesa la gran folla di gente, che
ne' giorni passati accorse al Vaticano, non avendo
ottenuto ancora Don Bosco l'udienza del S . Padre,
il danaro venne chiuso in una borsa da viaggio e
collocato nella camera più sicura di quella casa ,
alla quale non si poteva accedere se non passando
per tutte le altre camere . Ma Don Bosco dovea
recarsi a Napoli per fondare una Colonia agricola
ed un Ospizio di arti e mestieri pei fanciulli po-
veri ed abbandonati . Egli partiva il giorno 29
Marzo per ritornare il 1° Aprile . Fu nei pochi
giorni di sua assenza, e precisamente verso le sette
ore del mattino 31 detto mese, che il Dottor Dal-
mazzo Procuratore Generale dei Salesiani si ac-
corse del fumo e poi dell'incendio che minacciava
tutto l'edilizio .
« Si cercò tosto di salvare la valigia che comin-
ciava ad ardere, e ad esportare il letto che andava
in fiamme, e fu quindi chiamata gente perché
accorresse in aiuto . Spento l'incendio e assicurati
d' aver allontanato ogni pericolo si esaminò ogni
cosa per constatare il danno, e fu allora solamente
che si conobbe essere stato scassinato il secondo
compartimento della borsa ove stava il denaro, e
si dovette pure con dolore verificare che questo
era scomparso . Datane querela, come era dovere, i
carabinieri e le guardie di P . S . invece di cercare
il colpevole si posero a minacciare le persone di
casa, quasi che fossero altrettanti stupidi a deru-
bare se stessi . Dalla visita che abbiamo fatto sul
luogo noi ci siamo convinti che il malandrino potè
con molta facilità arrampicarsi alla colonna di una
vicina chiesa, e dal cornicione della porta della
medesima entrare comodamente per una finestra
nella camera dove fu perpetrato il delitto .
« Alcuni malignamente dissero che D . Bosco a-
veva già preparata la vettura a fine di portare il
danaro al S . Padre, e che accortosi del furto so-
spettasse su certe persone . Ridicole sciocchezze !
Egli era assente, ed é ben lungi dal sospettare
sopra coloro che erano in casa, conoscendoli di fe-
deltà a tutta prova, e tanto meno sul suo segre-
tario che era con lui a Napoli . Noi siamo per-
suasi che se la polizia avesse promosse indagini
immediate, forse in quel momento avrebbe potuto
trovar traccia del delitto .
« I giornali, che hanno pubblicate notizie erronee
e dannose alla fama altrui, dovrebbero riprodurre
quanto sopra abbiamo narrato e della cui verità
ci rendiamo mallevadori . »
LE INSIDIE DEI PROTESTANTI
svelate da un Vescovo e da un Soldato .
Uno scopo, a cui mirano i nostri deboli sforzi,
quello si è di conservare nella vera fede le popo-
lazioni Cattoliche, e preservarle dagli errori dei
protestanti, i quali oggi più che mai si arrabat-
tano per togliere all'Italia nostra il bel vanto di
figlia prediletta della Chiesa . Questo noi ci ado-
periamo di ottenere e colla predicazione , e colla
diffusione di buoni libri , e coll' erigere scuole ,
Collegi, Ospizi e Chiese in quei luoghi sopratutto,
dove gli eretici hanno piantate le loro cattedre di
pestilenza . Colla grazia di Dio e mediante il con-
corso dei Cooperatori noi abbiamo potuto finora
preservare moltissimi Cattolici dal cadere nelle
zanne dei lupi rapaci, coperti dalla mentita pelle
dell'agnello ; ed altri, che già vi erano caduti, li
abbiamo fortunatamente strappati, e restituiti in
braccia al buon Pastore .
Ora per viemeglio stimolare i nostri Cooperatori
ad aiutarci nel conseguimento di questo nobile fine
noi vogliamo qui riferire alcune parole di un ze-
lante Vescovo italiano, il quale con apposita circo-
lare svela le insidie di questi nemici della cat-
tolica Fede, e suggerisce i mezzi opportuni da
preservarne gli incauti . Faremo seguire una bella
lettera di un soldato italiano sullo stesso argomento .
I.
Parole dell' Arcivescovo di Palermo .
« Non sono ancora due mesi da che alla chiesa
protestante in contrada Carella, rimasta da parecchi
anni pressoché deserta, una seconda se ne é di-
sgraziatamente aggiunta , e questa in centro più
frequentato - nella estremità della via Macqueda .
- Comunque persuasi che la frequenza di taluni,
sebbene pochissimi in confronto al numero di du-
gento mila abitanti della città nostra, sia causata
piuttosto da malinteso spirito di curiosità, che da
animo depravato e vacillante nella fede, pure non
possiamo su di ciò tacere . Il nostro silenzio infatti,
mentre dall'una parte potrebbe interpretarsi quale
noncuranza del pericolo, dall' altra confermerebbe
nello stesso pericolo gli incauti, che lasciansi per
qualsivoglia ragione trascinare ad una pratica, che
è per se stessa peccaminosa, quando anco di fatto
non ne segua guasto nella fede . Ma chi assicurerà
intanto gli incauti da questo pericolo , quando lo
Spirito Santo ci ammonisce che chi ama il peri-
colo ne resterà vittima ?
Per il bene quindi vivissimo che vi vogliamo
in Gesù Cristo , carissimi Palermitani , porzione
più eletta del nostro gregge , noi vi esortiamo a
ricordarvi degli esempii nobilissimi di costanza
nella fede dei Padri nostri, e, secondo l'ammae-
stramento dell'Apostolo ai Tessalonicesi, vi incul-
chiamo a stare fermi, ed a tenervi alle tradizioni,
che apprendeste sia per la istruzione, sia per le

1.9 Page 9

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parole scritte : Fratres, state, et tenete traditio-
nes, quas didicistis, sive per sermones, sive per
epistolam nostram .
Perché intanto tutti quanti tengano nel meritato
orrore il peccato del solo intervenire a tali pro-
testantici convegni, dichiariamo a noi riservato il
peccato in parola, ordinando che nessun confessore
assolva senza nostra previa facoltà chiunque, sia
in Palermo, sia in qualunque altro luogo dell'ar-
chidiocesi, intervenga a chiese o scuole protestanti .»
II .
Lettera di un soldato sulla propaganda protestante .
Pochi dì or sono, in un quartiere di
ven-
nero gratis distribuìti a ciascun soldato dei pic-
coli libretti della propaganda protestante , e ciò
con consenso, si dice, dei comandanti dei Corpi o
almeno dei singoli pelotoni . Ed ho argomento
di credere che ciò sia seguito in tutti i reggimenti
dell' esercito italiano (salvo in quelli nei quali il
sentimento religioso dei comandanti siasi opposto) .
Come mai in un paese che ha per primo articolo
dello Statuto che la Religione cattolica é la Reli-
gione dello Stato , e che gli altri culti sono sol-
tanto tollerati, si permettono tali abusi ? Vi sono
nell'esercito ebrei e protestanti , ma dell'esercito
unica Religione riconosciuta é la cattolica . Invero
sono prescritti onori sovrani al SS . Sacramento,
e tutti , checché ne pensino nel loro cuore , sono
tenuti a renderglieli . Come può dunque ciò stare
colla concessione di distribuire ai soldati libri
condannati dalla Chiesa, libri di protestanti? Chi
interrogasse un ministro del perché siasi tolto e
voglia togliersi dalle scuole il catechismo cristiano,
si udirebbe rispondere che ciò fu fatto e si fa per
non violentare i molti ebrei, e protestanti che vi
concorrono, ad imparare una religione opposta a
quella che professano ; ma si permette intanto d'in-
segnare ai soldati del Regno, che sono le speranze
delle famiglie e della patria , una religione con-
traria a quella che professarono i loro Avi, e che
professano essi stessi? Taluno potrà dire che la
lettura di tai libri non reca alcun male . Certo che
non parlerà così chi riconosce la Chiesa cattolica .
Questi libri, che hanno per iscopo di minare il
Cattolicismo, non fanno quel male, grazia al cielo,
di cui sono capaci, poiché alla maggior parte di
loro fu assegnato dal buon senso dei soldati quel-
l' ufficio di che erano meritevoli : ma ciò nulla
osta che a molti non riescano, non solo di scan-
dalo, ma di danno, diminuendo in essi quella fede,
che ci solleva nelle miserie e sofferenze della vita .
Un soldato, poco istrutto in materia di religione,
come sono in maggior parte , legge questi libri
vinto dalla naturale curiosità, se non altro perché li
sa proibiti, e perché non vuole parere di coscienza
troppo meticolosa, e così si ribella all'autorità della
Chiesa, che ha proibiti tali libri . Non avendo suf-
ficiente istruzione per conoscere quelle minute par-
ticelle di veleno qua e là sparse, dice che v' é
nulla di male , a suo giudizio , e comincia a do-
mandare perché la Chiesa osi proibire libri in-
nocenti : che se vi scorge qualche parola di dis-
prezzo o qualche sarcasmo (che sono le sole armi
di cui si servono i vili e gli ignoranti per com-
battere la verità e la virtù), lanciato contro Roma
e contro la Chiesa, invece di gettare il libro alle
fiamme, lo scusa con dire che la Chiesa pur troppo
commise dei gravi abusi . Ed ecco come costui,
convinto della reità, per dir così, della Chiesa, non
la possa più considerare come madre e maestra ,
e , ponendo la sua ragione sopra l' autorità della
Chiesa stessa, sia già vero protestante .
Non son forse gli scismi religiosi che tal fiata
rovinano le nazioni ? Qual calamità non sovrasta
all' Italia per simili abusi ? Questo male crescerà
ognor più se verranno distribuite certe bibbie ,
che , dicesi , si tengono in serbo per tale scopo .
Non sono questi segni evidenti della guerra che
si muove contro il cattolicismo ?
Un soldato di buon senso .
I SALESIANI E LE SUORE DI MARIA AUSILIATRICE
tra gli Indi Pampas e Patagoni.
Nello scorso anno abbiamo pubblicato lettere e
relazioni sul viaggio di esplorazione nei deserti
dei Pampas e sulle sponde del Rio Negro in Pa-
tagonia, del nostro D . Giacomo Costamagna e com-
pagni di missione . Ora a comune soddisfazione
dei nostri Cooperatori e Cooperatrici, diamo qui
la notizia della missione definitivamente stabi-
lita in Carmen de Patagones , dove già sono a-
perti due Collegi ed Ospizi per gli Indii e per le
Indie, diretti il primo dai Salesiani, il secondo
dalle Suore di Maria SS . Ausiliatrice .
Ed ecco come ne parla lo stesso giornale l'A-
merica del Sud di Buenos-Ayres in un suo ar-
ticolo del 13 del Gennajo scorso, intitolato
I veri Eroi del deserto .
« Noi non intendiamo con questo titolo così glo-
rioso inneggiare a quelli , che con le armi alla
mano penetrarono lo scorso anno nel deserto dei
nostri Pampas e lo conquistarono con la morte e
con l' esiglio delle infelici tribù selvagge i Que-
sto illustre titolo crediamo convenga con più ra-
gione ai Missionarii Salesiani, che con le sole
armi del Crocifisso e del Breviario penetrarono
nel deserto con la incruenta vittoria della Religione,
convertendo i suoi abitatori alla civiltà cristiana
ed al vero progresso .
Questi eroi della nostra Santa Religione, gui-
dati dall' intrepido Monsignor Antonio Espinoza,
Vicario generale di Buenos-Ayres, sono partiti per
stabilire definitivamente il centre della Missione
in Carmen de Patagones , posto sulle sponde del
Rio Negro . - Non li spaventa il ricordo dei
passati patimenti nella difficile impresa, né la me-
moria della spaventosa burrasca sofferta due anni
or sono, per cui fu gioco forza retrocedere ; non
li arresta il timore della fame, del freddo e delle
infermità, alle quali furono esposti attraversando
il deserto nel loro viaggio di esplorazione or fa
un anno .
Avvalorati dalle promesse (li Gesù Cristo vanno
a dar compimento alla divina parola, che disse ;
In omnem terram exivit sonus eorum et in fenes
orbis terrae verba eorum ; in tutta la terra ri-

1.10 Page 10

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suonò la loro voce e le loro parole furono udite
fino agli ultimi confini dell' orbe .
Ai Missionarii Salesiani si unirono questa volta
le degne figlie di D. Bosco, vere eroine della ca-
rità sotto il titolo di Suore di Maria SS. Au-
siliatrice .
Con tanto insigni Cooperatrici la missione non
può a meno di dare copiosi frutti di eterna sal-
vezza per quelle infelici tribù selvagge . È la prima
volta dacché il mondo esiste che si vedono Suore
in quelle remote terre australi, ed esse con le
loro dolci maniere e con la loro carità prover-
biale contribuiranno moltissimo alla conversione
delle Indiane .
L'andata di Monsignor Espinoza ha questo spe-
ciale oggetto, per concessione straordinaria del
Santo Padre Leone XIII, di amministrare la Cre-
sima in quelle regioni dove non si vide mai al-
cun Vescovo, che è il ministro ordinario di questo
Sacramento .
I Missionarii, cui toccò la sorte di aprire questa
gloriosa campagna, sono il signor D . Giuseppe Fa-
gnano , D . Chiara Luigi e D . Emilio Rizzo con
alcuni catechisti e coadiutori . Le Suore di Maria
Ausiliatrice sono : Suor Angela Vallese, Giovanna
Borgo , Angiolina Cassolo e Laura Rodriguez
(americana) .
Riuniti nella Chiesa parocchiale di S . Giovanni
Evangelista ed esposto il SS . Sacramento, Sua E .
Reverendissima Monsignor D . Federico Aney-
ros Arcivescovo di Buenos-Ayres, assistito da
molto clero e popolo recitava l'Itinerarium Cleri-
corum, e loro impartiva la benedizione col SS . Sa-
cramento . Dopo con una unzione tutta propria, con
fervorose e commoventi parole faceva presenti ai
campioni del Vangelo le molte difficoltà ed i grandi
ostacoli a cui andavano incontro, ma che nulla li
doveva intimorire, stando con loro quel Gesù, al
quale il Padre aveva dato ogni potestà nel cielo
e nella terra .
Terminò augurando ai Missionarii frutti i più
copiosi nelle loro escursioni apostoliche, e facendo
voti di potersi rivedere di nuovo, onde ammirare
le loro gloriose conquiste, e stimolare altri a sé-
guirli nella loro nobile intrapresa .
E questi sono anche i voti nostri e quolli di
quanti desiderano vedere trasformata la nostra
Pampas solitaria e sterile in un popolo civilizzato
ed eminentemente cristiano .
(Fin qui il detto giornale) .
ARRIVO
dei Salesiani e delle Suore di Maria Ausiliatrice
nella Patagonia.
In attesa di altri ragguagli cominciamo dal qui
pubblicare la lettera, che il Sac . Giuseppe Fa-
gnano, capo della missione di Patagonia, scriveva
al Sac . Francesco Bodrato Superiore delle Case
Americane, che ce ne spediva copia, invitandoci
a ringraziarne il Signore.
Carmen di Patagones, 22 Gennaio 1880.
CARissmo D . BODRATO,
Eccoci al nostro destino da Martedì alle ore sei
pomeridiane, sani e salvi, fratelli e sorelle, con-
tenti sempre per aver fatto l'ubbidienza .
Dopoché Ella ci lasciò sul molo della Bocca del
Riachuelo tutti ci ritirammo nel nostro Camarote,
e pensammo ad aggiustar le nostre valigie , i
nostri letti, ed a tenerci pronti pel viaggio .
Mi parve meglio dormire a bordo per non di-
sturbare i confratelli della Bocca, ed anche per
far conoscenza dei passeggieri, che con noi si e-
rano imbarcati sul vapore Santa Rosa per venire
a Patagones .
Passammo bene la sera con tutta la comitiva,
e tutti ci auguravamo un felice viaggio , aspet-
tando la crescente, prodotta dalla marea, onde po-
ter uscire dal fiume (Plata) .
Al mattino alle quattro svegliai i confratelli e
li invitai a celebrare la Santa Messa , perché il
Capitano ci assicurava che non vi era ancora acqua
abbastanza da poter salpare . Don Rizzo e D . Chiara
andarono a celebrare nella Parrocchia, ed io nella
Cappella delle nostre Suore, raccomandando al Si-
gnore il nostro viaggio, diretto a salvare anime nelle
Colonie e Tribù degli Indi Patagoni (sulle sponde
del Rio Negro) . Alle otto il Capitano del vapore
ci avvisò di andare a bordo . Mandai subito ad avvi-
sare Monsignor Antonio Espinosa, ed io coi Fra-
telli e colle Suore m'incamminai tosto, dopo aver
salutato Don Bourlot, D . Scagliola e D . Milanesio .
Sopra una barchetta eranvi le quattro Suore , e
sopra altra Mons . Espinosa ed io . Don Rizzo e
D . Chiara vennero sopra una terza con D . Bourlot .
Dopo mezz'ora d'aspetto il vapore dava un fi-
schio e s'innoltrava alla volta dell'Oceano . Il va-
pore ad elice Santa Rosa é della lunghezza di
cinquantacinque metri circa, e sette di larghezza,
della forza di 75 cavalli, molto marino, come lo
chiamano i Genovesi, cioè che sta bene sulle onde ;
però a nostro parere troppo piccolo per l'Oceano
Atlantico . Alle undici pranzammo tutti insieme .
Il Capitano era alla testa della tavola . Dopo pranzo
facemmo la nostra ricreazione sul ponte fino alle
due, ora in cui le Suore si ritirarono per la pre-
ghiera, e noi per recitare Vespro e Compieta ed
anche Mattutino . La giornata passò bene ; ma
verso sera cominciò un po' di malessere . A cena
eravamo ancor tutti, ma alcuni senza voglia di
mangiare, perché già facevano lor prova i sin-
tomi del mareo, mal di mare . Infatti Sabato le
Suore non poterono uscire dalla Cabina . Dei no-
stri, D . Rizzo soffriva molto . Mons . Espinosa più
forte di tutti si alzò come gli altri dì , ma
sul cader del giorno dovette pur egli pagare il
tributo al mare . D . Chiara ed il catechista Lu-
ciani non si mossero dal letto, ed io, che avevo
nel 1875 attraversato il Mediterraneo e quasi tutto
l'Oceano senza imposta di sorta, questa volta sulle
coste Patagoniche ho dovuto pagare a Nettuno
fino all'ultimo quattrino .
La Domenica mattina il mare era alquanto più

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2.1 Page 11

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agitato, e faceva ballare il nostro vapore come un
guscio di noce ; tuttavia ho potuto alzarmi, visi-
tare i nostri, far loro la meditazione ed animarli
a soffrire il tutto per amor del Signore .
Il Capitano ci usava tutte le gentilezze . Ci vi-
sitava tre o quattro volte al giorno, offrendo quanto
aveva per sollevarci .
La notte della Domenica al Lunedì avemmo per
giunta il vento contrario , il che ci fece perdere
circa venti miglia di cammino, sicché non arri-
vammo a tempo per entrare nel fiume Negro, la
cui entrata é molto pericolosa .
Il Capitano fece gettar l'àncora a quattro mi-
glia dalla spiaggia, aspettando di partire al mattino
quando la marea fosse alta ; aspettava pure il Pra-
tico, ma non comparve . Così dovemmo passare la
notte sulle onde dell' Oceano , dondolando senza
poter dormire .
Al mattino alle quattro eravamo già sul ponte
a mirare la spiaggia , l' entrata o la bocca del
fiume, ed in aspettazione che il vapore levasse
l'àncora . In due ore entrammo ; ma quando cre-
devamo di poter continuare il viaggio, siamo ca-
duti d'animo, vedendo che gettavano di nuovo
l'àncora per far sosta . Era poca la profondità del
fiume pel nostro vapore, che pescava circa quat-
tro metri . Dovemmo quindi aspettare fino alle tre
pomeridiane, tempo in cui la marea incominciava
ad innoltrarsi nel fiume .
In quel frattempo fummo molto rallegrati, ve-
dendo alcuni che s'imbarcavano sopra un bastimento
a vele, l'Oscar , che ritornava a Buenos-Ayres .
Vennero tra gli altri a farci visita il Capitano
del Porto di Patagones, il Commissario militare,
ed altri passeggieri, cosiché potei fare conoscenza
con alcuni di Patagones prima d'arrivarvi .
Sulle rive del fiume l'aspetto é veramente pit-
toresco ; arido in certi punti, ed in alcuni abbel-
lito da una o più file d'alti pioppi . Gli abitanti
uscivano dalle case a vedere il vapore, e ci salu-
tavano con fazzoletti bianchi . Alle cinque e mezzo
di sera comparve Patagones sopra la collina col
suo forte e colla sua torre.
Sbarcammo e c' indirizzammo, i Salesiani alla
casa Parrocchiale, e le Figlie di Maria Ausilia-
trice nella casa per loro preparata, quantunque ogni
cosa fosse ancora sossopra , casse , letti , se-
die ecc . ecc . L'indomani del nostro arrivo a Pa-
tagones ci ponemmo tosto a radunare nella nostra
Cappelletta i ragazzi e le ragazze per il Catechismo,
nonché gli adulti per un poco di predicazione a
uso di Missione e preparazione alla S . Cresima ;
per amministrare la quale, Mons . Espinosa, Vic .
Generale di Monsignor Arcivescovo di Buenos-
Ayres, ottenne la straordinaria facoltà dalla San-
tità di Papa Leone . XIII . In un' altra mia le darò
relazione delle escursioni, che pensiamo di fare
presto alla Colonia Conesa, Guardia Mitre e spe-
cialmente alle tribù di Choele-Choel .
Preghi per noi , perché il Signore voglia be-
nedire il principio di questa nuova ed importan-
tissima Missione della Patagonia .
Suo aJfez .+ °
Sac . GIUSEPPE FAGNANO .
PARTENZA DI MISSIONAIIII .
Anche in questo mese noi andiamo consolati di
poter registrare nelle colonne del nostro umile
periodico nuovi campioni della fede che abbando-
nando patria, famiglia e tutto ciò che rende lieta
e comoda la vita, imprendono un lunghissimo viag-
gio per portare la luce del vangelo e della civiltà
a tanti poveri infelici, che giacciono nelle tenebre .
Quattro RR . PP . Missionari oblati di Maria, e
cinque Fratelli appartenenti a varie diocesi di
Francia, d'Irlanda e di Germania, dato un gene-
roso addio a parenti ed amici, fermi in cuore di
farsi nuovi parenti, nuovi amici pel cielo, salpa-
rono all'Hàvre sull'America, il giorno 10 Aprile,
pel Vicariato di Mackenzie nell'America del Nord .
Era in loro compagnia Mons . Clut Vescovo di E-
rindal, ausiliare di Mons . Feraud, Vicario Apo-
stolico di Mackenzie . Fra alcune settimane si tro-
veranno nei loro posti per combattere le battaglie
del Signore . L'esempio di tanti eroi e il numero
grandissimo di anime ancora immerse nella bar-
barie spingano il cuore di altri Sacerdoti a bat-
terne le orme gloriose .
Nei passati mesi di Marzo e di Aprile parti-
rono eziandio alcuni Salesiani, che andarono a riem-
piere i posti, lasciati vuoti in Buenos-Ayres e in
S . Nicolas dai nostri Missionari, recatisi nella
Patagonia .
LA PATAGONIA
e le Terre Australi del Continente Americano
CAPO Il .
I tre regni della Natura.
Le alto montagne delle Ande le quali at-
traversano la Patagonia, sono completamente di
roccia dura . 'Tutta la pianura é cospersa di pie-
tre calcaree : grandi estensioni sono coperte di
sabbia e di sale . Intorno al porto Deseado ,
baja sicura e profonda, le roccie sono composte di
marmi venati di nero, di bianco e di verde, di
pietre focaje e di talco sì lucente, che pare cri-
stallo . Le conchiglie fossili formano in quelle co-
ste banchi considerabili , che sono di rara bel-
lezza .
- Le foreste, che vestono i fianchi delle mon-
tagne per due terzi della loro altezza, gareggiano
per rigoglio con quelle delle regioni tropicali , ed
abbondano di legnami da costruzione ; ma all'Est
delle Ande non sono che vaste pianure saline co-
perte di erbe e di eriche . Una specie di palma
o di felce si diffuse fino allo stretto di Magellano .
Tra i frutti proprii della Patagonia due sonvi
principali : l'algarrove e il pichequino . L'algar-
rove (soè) ha l'apparenza della scorza di fagiuoli,
e racchiude un grano molto duro . Questo frutto
colto a maturanza, pestato fra due pietre, messo

2.2 Page 12

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in un sacchetto di pelle ed immerso nell' acqua
per la fermentazione dà bevanda buona, ma che
facilmente ubbriaca .
Il trulca o pichequino é un piccolo frutto rosso
e nero, di forma ovale, della grossezza d' un pi-
sello, molto aggradevole e dolce . L'arboscello che
lo dà è assai folto di rami ; abbonda di foglie ec-
cessivamente piccole . Tanto i grossi quanto i pic-
coli arboscelli sono zeppi di spine, di grande o-
stacolo per cogliere i frutti . Il mezzo impiegato
dagli Indi per coglierlo è semplice e comodo : depon-
gono ai piedi della pianticella alcune pelli su cui
cadono i frutti , mano mano che con un bastone
scuotono leggermente ogni ramo . Vagliato accu-
ratamente, i Patagoni lo mettono in sacchetti di
cuoio posti sul dorso dei loro cavalli . Alla scossa
del galoppo quei frutti si ammaccano emettendo
un sciroppe di color del vino, che riversato in una
pelle, e fermentato, dà un delizioso liquore, ine-
briante anch' esso se bevuto in abbondanza .
- Se la Patagonia é povera per quanto ri-
guarda il regno minerale e vegetale, é ricca as-
sai pel regno animale . Errano colà torme innu-
merevoli di cavalli, vacche, buoi, che trasportati
dagli Europei in America moltiplicarono straordi-
nariamente , tanto da formare la principale ric-
chezza ancora dì quelle regioni . I buoi specialmente
alimentano un commercio attivissimo specialmente
con Carmen, tra i Patagoni e gli abitanti dei vil-
laggi posti alle loro frontiere .
Tra gli animali indigeni sono degni di osser-
vazione i seguenti :
Il Puma detto anche leone americano . Non
vi sono in America veri leoni ; ma questo ani-
male fu così chiamato, perché la sua vista incute
spavento, ed ha qualche rassomiglianza col leone
d'Africa, sebbene per sé non sia feroce .
Il Couguar detto anche tigre americano, per-
ché molto feroce . Esso si satolla di carne palpi-
tante e di sangue, poi copre di erbe, di foglie e
di arena l'avanzo della preda per ritornarvi al-
l'occorrenza .
La Volpe patagonica differisce poco da quella
d'Europa, ma pare ancor più astuta della nostra,
ed anche dai Patagoni si raccontano come fra noi
mille fatti curiosi . Esce alla sera dalla sua tana
per andare a sorprendere il pollame nei chiusi .
Sovente spinta dalla fame e nulla trovando per ac-
chetarla, si getta sulle correggie di pelle non con-
ciata . di cui gli abitanti fanno uso, le taglia e le
porta via . Così accade che frequentemente be-
stiami o cavalli, rinchiusi in un parco formato di
palicciuoli e di traversi uniti da legami di cuoio,
fuggano notte tempo, messi in libertà da qualche
volpe col divorare i legami dello steccato . I Pa-
tagoni le temono assai e raccontano di esse cose
più o meno stravaganti, fino ad assicurare che ve
ne sono di così ardimentose, che vanno a tagliare,
mentre essi dormono, le correggie a cui sospen-
dono le loro armi poste sul guanciale . Narrano
che una notte una volpe, a fine di mangiarsi como-
damente il guinzaglio di cuoio a cui era legato un
cavallo , trasse il cavallo sin presso la sua tana .
Vi è poi una specie di quadrupedi ben singolare
hanno sotto il petto come una borsa o saccoccia, nella
quale nascondono i loro piccoli nati ad ogni pe-
ricolo che li minacci . Sulle coste poi trovansi va-
rie specie di crostacei, che costituiscono durante
una parte dell'anno il cibo principale degli abi-
tanti . I topi sono a stormi innumerevoli, molti
indigeni e molti condotti dai navigli Europei e
colà moltiplicatisi . Vi sono anche delle Lepri
chiamate Mara, assai somiglianti a quelle d'Eu-
ropa, ma più grosse e notevoli per l'abitudine che
hanno di scavarsi profonde tane . Gli indigeni fanno
loro caccia accanita , e vi si mostrano assai de-
stri . Siccome il Mara ha l' andamento molto ir-
regolare e fa mille giri fuggendo, così i cavalli,
usi a questo genere d'esercizio, fanno uguali evo-
luzioni, di maniera che, chi non è abituato a que-
sto maneggio è in pericolo di cadere di sella . Ma
i Patagoni vi sono così accostumati, che seguono
tutti i movimenti del cavallo, ed arrivano a stan-
care la lepre al punto da poterla afferrare per le
orecchie e portarla via .
Il Guanaco, la cui carne e pelliccia sono assai
preziose, è animale che abbonda forse più d'ogni
altro nella Patagonia , e nella Terra del fuoco .
Quest'animale é considerato da alcuni naturalisti
della famiglia dei lama o dei camosci . Puo essere
paragonato per le sue forme esteriori ad un asino,
con gambe e collo più lunghi, con un po' di gobba
sul dorso . Benché preferisca i luoghi elevati a-
bita nondimeno le paludi della Patagonia meri-
dionale . In generale questi animali camminano a
piccoli stormi , da venti a trenta ; nulladimeno ,
sulle rive settentrionali dello stretto di Magellano
si riuniscono in stormi più numerosi e fitti . Sono
anche buoni nuotatori , e nello stretto mede-
simo se ne vedono talora delle turme a passare
da un'isola all'altra . I loro escrementi servono ad
ardere, ed in alcuni luoghi deserti e paludosi for-
mano l'unico combustibile adoperato dai Patagoni .
Pare constatato a loro riguardo una cosa che ha
del singolare . Sembra che il guanaco prescelga
di morire vicino ai fiumi . Si osserva difatto ge-
neralmente che quando un guanaco é ferito si di-
rige verso un corso d'acqua . Si vide inoltre
sulle spiaggie del Rio Santa Cruz e del Rio Gal-
legos il suolo bianco di ossa di questi animali .
Numerosissimi sono pure i Nandù o struzzi
americani : verso il Nord della Patagonia si tro-
vano in grande quantità : sono più piccoli di quelli
d' Africa con piume grigie in tutta la lunghezza
del corpo . La sua carne é molto ricercata dagli
indigeni , i quali non mangiano che il petto .
Le uova si vendono non solo nel paese , ma an-
cora a Buenos Ayres e a Montevideo . Le penne
del nandù non possono essere paragonate, nella
beltà , a quelle dello struzzo africano ; esse non
servono che a fare delle spazzole . La caccia di
questo uccello si fa a cavallo , e gli abitanti di
Carmen di Patagonia vi si mostrano oltremodo
destri . Lo struzzo non é così facile ad avvicinarsi,
imperocché corre rapidissimamente . Fa duopo ap-
pena che si scorge spronare il cavallo a gran ga-
loppo nella sua direzione, per giungerlo al primo
istante, altrimenti invano si stancherebbe la ca-
valcatura col seguire l' agile nandù nei suoi gi-
roni . Appena il cacciatore é ad una convenevole

2.3 Page 13

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distanza , gli getta i suoi bolas , colla cui corda
lo attortiglia e lo prende . Talvolta, vedendosi cir-
condato cerca di allontanare i cavalli, punzecchian-
doli con una specie di unghia terminale, di cui
son fornite le ali ; e quando ha perduta ogni spe-
ranza di salvezza si getta tra le gambe dei cor-
sieri , che spaventati sovente sbalzano di sella
sulla sabbia i cacciatori mal fermi . Il cacciatore
che riesce a prenderlo gli taglia le ali, e le ap-
pende in segno di trionfo al collo del suo cavallo .
Questa caccia è uno spettacolo dei più interessanti
per lo straniero , ed anima singolarmente le de-
serte pianure della Patagonia settentrionale .
Il numero degli uccolli di rapina é considere-
vole in Patagonia . Essi radunansi talvolta a cen-
tinaia sui corpi morti, e sono utilissimi ai Pata-
goni in questo, che li sbarazzano dagli avanzi
infettanti, che rimanendo nei luoghi umidi potreb-
bero dar origine a malattie epidemiche . Il formi-
dabile Conror è il principale ; esso é un vero
colosso alato , il più grosso degli uccelli ; le sue
ali nell'impennamento giungono fino a 5 metri .
Tra gli uccelli é ancora da menzionare il Fiam-
mingo che si trova in numero considerevole . E
uccello assai grosso, migratore ; si nutre special-
mente degli insetti , che trova nell' acqua tor-
bida e limacciosa . Fa il suo nido nel mezzo delle
vaste saline naturali, che bianche come la neve si
stendono nel mezzo delle pianure le più aride .
Questi nidi, alle volte in numero di molte centi-
naia, formano come un oasi nerastra, che contrasta
in modo singolare col lustro brillante di quei la-
ghi di cristallo .
Ogni nido é un cono alto un piede, tagliato alla
cima e concavo al disotto per ricevere le uova .
Sono tuttì isolati tra loro dallo spazio d'un piede
circolare , e questa disposizione è perfettamente
regolare . Questa riunione di coni, tutti assoluta-
mente simili e di eguale altezza, somiglia ad una
città con vie tortuose , come quelle delle antiche
nostre piazze di guerra .
STORIA DELL'ORATORIO DI S . FRANCESCO DI SALES
CAPO XVII .
Bisogno di un secondo Oratorio festivo - Ac-
cordo di due amici - Suggerimento di Mon-
signor Fransoni - Il capitano in cerca di una
posizione strategica - Un colpo di fulmine -
Le api e l'annunzio del nuovo Oratorio - Vi-
site - Facoltà - Invito - Felice presagio -
Apertura - Primo sermoncino - Il dono della
madre -- I primi Direttori .
Quanto più D . Bosco e l'incomparabile suo aiu-
tante, il teologo Borelli, davansi sollecitudine nel
promuovere l'istruzione scolastica e religiosa nel-
l'Oratorio di San Francesco di Sales, altrettanto
più cresceva il numero dei giovanetti che lo fre-
quentavano . Nel giorno di festa erano questi in
sì grande folla, che una parte appena poteva rac-
cogliersi nella Cappella ; laonde in tempo delle
sacre funzioni era mestieri trattenerne un ducento
e più nelle scuole , o in un angolo del cortile .
Questo poi sebbene non affatto ristretto era dive-
nuto nondimeno insufficiente al libero divertirsi ;
imperocchè lo ti pareva una piazza d'arme, nella
quale pei troppo fitti soldati torni pressoché im-
possibile fare gli esercizi militari senza pigiarsi,
urtarsi l'un coll'altro, o darsi delle involontarie
sciabolate . Occorreva quindi un provvedimento .
Una festa del mese di Agosto, dopo le funzioni
della sera , D . Bosco prese il teologo Borelli in
disparte e così gli parlò : - Da qualche Dome-
nica in qua ed oggi sopratutto V . S . avrà osser-
vato lo sterminato numero di giovanetti all'Ora-
torio : non sono meno di ottocento . Come vede, in
Chiesa non istanno più tutti, e gli altri si pre-
mono che é una compassione . Nel cortile poi che
ne diciamo ? Ad ogni istante l' uno cade sopra
l'altro ; sembra il giuoco dei mattoni . E più an-
diamo innanzi e peggio sarà . Diminuirne il numero
col metterne fuori una parte non conviene, perchè
sarebbe come un lasciarli, anzi esporli al pericolo
di perdizione . Come fare adunque , signor teo-
logo ? - Ho veduto tutto , rispose questi, e mi
sono convinto che questo sito , il quale da prin-
cipio pareva abbastanza spazioso , si fece ormai
ristrettissimo ; ma dovremo di bel nuovo levare
le tende, ed emigrare altrove come fanno tutti
gli anni le grue e le rondinelle ? - A me pare,
riprese D . Bosco, che potremo rimediare in altro
modo . Da varie domande fatte sono venuto a co-
noscere che un buon terzo di questi ragazzi ven-
gono qui sin da piazza Castello, da piazza San
Carlo, da Borgo Nuovo e da San Salvario, facendo
chi uno e chi due miglia di cammino . Or so noi
aprissimo un secondo Oratorio da quelle parti ,
non le sembra che otterremmo egualmente il no-
stro intento pur rimanendoci qua ? - A questa
uscita di D . Bosco, il savio teologo stette alquanto
a pensare , e poi con un' aria di gioia , optima
propositio, esclamò , ottima proposta . In questa
guisa noi conseguiremo due vantaggi : diminuendo
il numero dei giovani di quest' Oratorio potremo
coltivar meglio i rimanenti ; e intanto ne tireremo
al nuovo Istituto altri molti, i quali ora non si por-
tano a questo, perché troppo lontano . Dunque
mettiamoci all' opera . - Così l' accordo dei due
amici era perfetto .
Anzitutto nell' indomani D . Bosco si presentò
da Monsignor Fransoni , e gli espose il bisogno
ed il progetto di un secondo Oratorio per le adu-
nanze festive, domandando l' appoggio del suo illu-
minato consiglio . Il degnissimo Arcivescovo lodò
ed approvò il nobile divisamento, e conoscendo il
bisogno della popolazione , che gli era affidata ,
suggerì che l' impianto del nuovo Istituto si fa-
cesse al mezzodì della città .
Confortato dalle parole del venerato Pastore ,
D . Bosco si condusse un giorno nelle parti di
Porta Nuova, e visitò parecchi siti di quei din-
torni . Dopo aver bilanciato i motivi di maggiore
o minore opportunità dell' una e dell' altra posi-
zione deliberò di scegliere un sito sul così detto

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Viale del Re , ora Corso Vittorio Emanuele Il ,
nelle vicinanze del Po . Quel luogo è presente-
mente coperto di magnifici palazzi, intersecati da
spaziose vie e deliziosi giardini ; ma in quel tempo
non era che un vasto gerbajo con alcune casupole
sparse qua e colà in disordine e senza disegno,
abitate generalmente da lavandaje . Essendo una
regione libera e come fuori di città, ombreggiata
in oltre nei suoi dintorni, prestavasi molto ai pub-
blici convegni . Sopratutto nei giorni festivi ra-
dunavansi colà nugoli di giovinetti a fare i mo-
nelli, molti dei quali vi duravano nel tempo stesso
del Catechismo e delle funzioni parrocchiali, cre-
scendo nella ignoranza delle cose religiose, e nella
scienza di ogni malizia . Era quindi luogo molto
adattato per lo scopo che si prefiggeva D . Bosco,
che da esperto Capitano lo elesse appunto quale
posizione strategica per mettere i suoi accampa-
menti .
Sorgeva colà presso una casetta, con una misera
tettoia ed un cortile . Domandato di chi fossero ,
seppe che ne era proprietaria una certa signora
Vaglienti . Egli pertanto l'andò a trovare, ed espo-
stole lo scopo di sua visita la pregò che volesse
affittargli quel locale . La buona signora si mostrò
disposta al contratto, ma non potevasi accordare
sull' annuo prezzo della pigione . Dopo un lungo
disputare si correva ormai pericolo di rompere
le trattative , quando un caso singolare venne a
togliere ogni difficoltà . Il Cielo era rannuvolato .
In quell'istante si fa sentire un colpo di fulmine
così gagliardo da mettere in grande turbamento la
pia signora, la quale voltasi a D . Bosco gli disse
- Iddio mi salvi dal fulmine, e io le concedo la
casa per la somma che lei mi esibisce . - Io la
ringrazio, rispose D . Bosco, e prego il Signore
che la benedica ora e per sempre . - Dopo alcuni
momenti cessa il rumoreggiare del tuono, si estin-
guono i lampi, e il contratto viene stipulato a lire
450 . In tal guisa anche il fulmine mostravasi
propizio a D . Bosco , facendogli da mediatore
benevolo .
Licenziati gl'inquilini , furono tosto mandati i
muratori a preparare la Cappella . Intanto D . Bosco
una Domenica raccoltici intorno a sé ci dava l'an-
nunzio, che presto si sarebbe aperto un secondo
Oratorio . Ci ricorda tuttora la bella similitudine
che usò nel comunicarci la grata novella . « Miei
cari figliuoli, egli ci disse, quando le api si sono
moltiplicate di troppo in un alveare, una parte di
loro se ne esce, costituisce un' altra famiglia, e
vola ad abitare altrove . Come vedete, qui siamo
tanti da non sapere più dove rivoltarci . Nella
medesima ricreazione di tratto in tratto or l'uno
or l'altro é sospinto, cacciato a terra, e ne porta
insanguinato il naso . In Cappella poi stiamo pi-
giati come le acciughe . Allargarla a colpi di schiena
e di spalla non ci conviene, ché potrebbe caderci
addosso . Che faremo adunque ? Noi imiteremo le
api : formeremo una seconda famiglia, e andremo
ad aprire un secondo Oratorio . »
Queste parole furono accolte da un grido di gioia .
Lasciato calmare alquanto il giovanile entusiasmo ,
il buon Sacerdote riprese la parola e disse : Ora
voi sarete curiosi di sapere dove si aprirà il nuovo
Oratorio, e quali di voi lo dovranno frequentare ;
vorrete sapere quando si aprirà , se presto, se
tardi ; e qual nome gli sarà dato . Fate silenzio
e risponderò in breve - L' Oratorio sarà impian-
tato verso Porta Nuova, a poca distanza dal ponte
di ferro, sul viale del Re, detto anche viale dei pla-
tani, da cui è fiancheggiato . Quindi dovranno fre-
quentarlo quelli di voi, i quali abitano in quelle
parti, sia perché più vicini , sia perché col loro
esempio vi attirino altri giovani di quei dintorni .
- Quando lo si aprirà? - Presentemente gli
operai già stanno eseguendo i lavori per la Cap-
pella, e io spero che nel giorno otto del prossimo
Dicembre, festa dell' Immacolata Concezione di
Maria, noi potremo benedirla . Così, come questo
primo , noi apriremo il secondo Oratorio in un
giorno consacrato alla gran Madre di Dio , met-
tendolo sotto la valida sua protezione . - E qual
nome gli daremo noi? - Lo chiameremo Ora-
torio di S . Luigi per due ragioni : la prima si è
per dare ai giovanetti un modello d' innocenza e
di ogni virtù da imitare, quale si é appunto San
Luigi Gonzaga , propostoci dalla Chiesa stessa ;
la seconda per riconoscenza e gratitudine al ve-
neratissimo nostro Arcivescovo Monsignor Fran-
soni Luigi, il quale tanto ci ama, ci benefica, ci
protegge . Vi piace ? Siete contenti ? - Una fra-
gorosa salva di Si fu la risposta, seguita da ri-
petuti evviva San Luigi , evviva l' Oratorio di
Porta Nuova, evviva D . Bosco .
La suddetta notizia portata dai giovanetti in
seno alle loro famiglie, scuole e laboratorii, fece
ben tosto il giro del quartiere . Quindi di quando
in quando drappelli di fanciulli si portavano a vi-
sitare il sito del nuovo Oratorio, e vedendo come
fosse bene adattato ai loro graditi trastulli ne
andavano in gioia, e loro pareva ogni giorno mille
che venisse aperto . Per siffatta guisa alcune set-
timane innanzi alla sua inaugurazione l'Istituto
era già per quelle parti conosciutissimo .
Avvicinandosi il tempo prefisso per la sua aper-
tura fu domandata a Monsignor Fransoni la facoltà
di benedire la Cappella del nuovo Oratorio con
quante altre occorressero a pro dei giovanetti ; e
lo zelante e sempre benevolo Arcivescovo le con-
cesse amplissime e senza restrinzione di sorta .
La Domenica precedente D . Bosco diede avviso
che nella festa consecutiva avrebbe avuto luogo
l'inaugurazione dell'annunziato Oratorio, e invitò
i giovani della parte meridionale della città a
trovarsi fin dal mattino per tempo sul luogo già
loro ben noto ; che si sarebbe data comodità di
confessarsi ; poscia benedetta la Cappella ; celebrata
la Messa e distribuita la santa Comunione a chi
vi si fosse preparato . « Sì, portatevi numerosi e
divoti, miei cari figli, ei disse, perché si tratta
di onorare degnamente la Immacolata ed Augusta
Regina del Cielo , e Madre nostra carissima ; si
tratta di pregarla che si degni di volgere i suoi
occhi benigni sopra il nuovo Oratorio, prenderlo
sotto il suo manto, proteggerlo, difenderlo, farlo
prosperare per la salute di tanti giovanetti . Coloro
poi , che sono di queste regioni , facciano altret-
tanto nell' Oratorio di San Francesco di Sales .
Così in quel giorno memorando noi formeremo

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come due famiglie, le quali, quantunque separate vi hanno scoraggiati . La divozione alla Madonna,
di corpo, saranno nondimeno unite di spirito nel e l'amore al vostro nuovo Oratorio vi scaldarono
celebrare in due parti opposte di Torino la più il cuore , traendovi qui divoti e numerosi . Pa-
Santa, la più Amabile delle creature, la gran Ma- recchi avete pur fatta la santa Comunione ; tutti
dre di Dio, stata sempre pura ed immacolata . » udiste la Messa con particolare raccoglimento . Io
Usciti di Chiesa una turba di giovani furono ne godo molto, e nel tempo stesso apro il cuore
attorno a D . Bosco e al teologo Borelli , e chi ad una grande speranza . Sì, io spero che voi con-
prometteva di condurre al nuovo Oratorio il pa- tinuerete a portarvi qui con assiduità e buon vo-
rente , chi il vicino , chi il compagno ; laonde i lere . Spero che col vostro esempio e savii consigli vi
due Sacerdoti ebbero un felice presagio che per la condurrete ancora molti altri compagni . Spero che
bontà di Dio l'opera loro non avrebbe fallito .
quest' Oratorio di San Luigi sarà degno fratello
Alla vigilia della festa la Cappella da dedicarsi di quel di San Francesco, e che ambidue guada-
a San Luigi era allestita . Un quadro del Santo, gneranno molte anime a Dio . Oh ! la Vergine Im-
candellieri, candele , tovaglia , camice , pianeta , macolata , nella cui festa abbiamo dato incomin-
piviale, panche, inginocchiatoi, non che un piccolo ciamento a quest'opera, ci aiuti, ci protegga , ci
'armadio con una mensa ad uso di sacrestia, erano difenda . » - E qui fattosi strada, e colta la cir-
stati provveduti dalla carità di parecchi benefat- costanza del giorno, egli esorto i giovani a fuggire
tori e benefattrici, che costituivano in allora i così il peccato, e a praticare sopratutto la virtù della
detti Cooperatori di D . Bosco . Quei pochi oggetti purità, proponendo per modello San Luigi, della
che ancor mancavano per le sacre funzioni vennero cui vita raccontò alcuni fatti edificanti .
portati dall' Oratorio di San Francesco di Sales,
Finito il discorso, si recitarono alcune preghiere,
o pigliati ad imprestito dalla vicina parrocchia . si cantò la giaculatoria : Sia benedetta, e si uscì
L' otto Dicembre 1847 era finalmente spuntato di Chiesa con ordine e silenzio . Alla porta i gio-
in mezzo alla neve, che cadeva turbinosa e fitta . vanetti trovarono persona appositamente incaricata
Compievasi in quel giorno il terzo anniversario di distribuire a ciascuno una pagnottella ed una
dacché D . Bosco presso l' Ospedaletto della Mar- fetta di salame, che tutti ricevettero di buon grado,
chesa Barolo benediceva in onore di San Francesco quale un dono, che loro faceva la Madre celeste,
di Sales la prima Cappella del nostro Oratorio ,
mangiarono con singolare appetito per esser
che da quel tempo prendeva il nome dal dolcis- l'ora già alquanto avanzata . .
simo Santo , e dilatavasi in modo sorprendente .
Crediamo inutile il fermarci a dire dell' anda-
Come a certa prova che questo secondo Oratorio mento festivo di questo Istituto . Basta il notare
avrebbe pure, come il primo , arrecato immenso che vi fu introdotto il regolamento dell' Oratorio
vantaggio alla gioventù ed avuta la stessa felicis- di San Francesco di Sales, ed ogni cosa facevasi
sima sorte, Iddio dispose che gli si desse prin-
si fa collo stesso metodo .
cipio nella medesima circostanza, cioé in un giorno
Siccome poi D . Bosco non poteva assumerne la
sacro alla Vergine Immacolata , vigile custode e direzione immediata, così egli d'accordo col teo-
sostegno potente delle opere più belle . Anche le logo Borelli l'affidò successivamente a varii zelanti
bianche falde , che dal ciel cadevano , ci furono
un lieto augurio . Parve difatto che il Signore
volesse con- ciò indicare che i giovanetti di que-
Sacerdoti di Torino, mandando ogni festa, mattino
e sera, a coadiuvarli varii giovani più adulti ed
assennati . Sovente andava egli stesso o il teologo
st' Oratorio si sarebbero col tempo moltiplicati Borelli . Da prima ne fu eletto a Direttore il teo-
come i fiocchi di neve , il cui candore fosse al- logo Giacinto Carpano . A lui venne dietro il
tresì quale un simbolo di quella innocenza , che Sac . D . Pietro Ponte, che ebbe per successore il
verrebbe nelle anime loro conservata o ricondotta . teol . Felice Rossi uomo di molto zelo , ma di
Il Santo ancora, che si prendeva a titolare ed
esempio, eraci pure alla sua volta un'arra sicura di
un tanto bene . Che le nostre non fossero illusioni
precaria salute . Morto questi ancor giovane in
quell' uffizio, seguì un intervallo di alcuni anni ,
in cui non fuvvi più Direttore fisso . In quel tempo
l'evento lo provò, lo prova, e lo proverà in appresso . D . Bosco avendo già dei Chierici a sua disposi-
Il tempo cattivo non trattenne i giovani dal re- zione ne mandava uno ogni festa, il quale lungo
carsi al nuovo Oratorio in numero grande . Al la settimana industriavasi di cercare ed impegnare
mattino circa le sette parecchi già vi si trova- or questo , or quell' altro ecclesiastico della città
vano per confessarsi, e intorno alle otto la Cap che vi andasse a confessare, dire la Messa e pre-
pella erane piena . Don Bosco dovendo attendere dicare al mattino , e talvolta un secondo per la
all' Oratorio in Valdocco , la funzione venne ese predica e funzione della sera . Fra quelli che si
guita dal teol . Borelli . Ei benedisse la Chiesetta, prestarono più assiduamente in quel frattempo é
celebrò la Messa, dopo la quale voltosi sull'altare degno di speciale menzione il Sac . D . Demonte .
fece un breve e cordiale sermoncino, che in so- Egli per la sua età e difetto di parola non poteva
stanza fu questo .
ne predicare, nè confessare, ma vi suppliva colla
« Io non posso qui contenermi , o giovani ca- celebrazione della santa Messa, col fare il Cate-
rissimi, dal manifestarvi la immensa gioia , che chismo , e col provvedere a sue spese premii e
m'innonda il cuore in questo momento avventurato . » trastulli , non che oggetti di Chiesa , tra cui ci
- Dette queste parole il buon teologo si fermò un
istante , perché la commozione gli tolse la voce
egli piangeva di consolazione . Ripigliato poscia il
rammenta di un intiero paramento di damasco
giallo, il quale, da quanto ci dicono, trovasi og-
gidì nel Collegio di Borgo S . Martino . Questo ca
suo dire continuò : » Il tempo ed il freddo non ritatevole Sacerdote venne già pur chiamato da

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Dio a ricevere il premio delle sue virtù . Dopo
alcun tempo D . Bosco pregò ad accettare la di-
rezione di detto Oratorio il sig . teol . Leonardo
Murialdo, che la tenne con molto frutto dei gio-
vanetti sino a che dovette assumere il governo
del Collegio degli Artigianelli, altro Istituto uti-
lissimo di Torino . Allora ne fu Direttore il signor
Abate Teodoro Scolari, che vi lavorò pure varii
anni con mirabile zelo . Finalmente D . Bosco
avendo ormai dei Sacerdoti usciti dal suo Istituto
prese ad incaricare di quell' Oratorio or l'uno or
l'altro dei medesimi, secondo le circostanze, come
pratica tuttora .
Ora rifacendoci da capo dobbiamo toccare della
guerra atroce , che da principio si mosse contro
l'Oratorio di S . Luigi . Prime ad ingaggiar bat-
taglia furono le lavandaje colla lingua ; loro si
unirono i monellacci colle pietre ; infine alcuni
scellerati colle armi da fuoco . Ma essendo questo
capitolo già lungo abbastanza daremo il resto nel
numero seguente .
Trema, o sleale . - Ascondesi
Per tanto orrore il sole
Scosso vacilla il cardine
Della terraquea mole
Tutta natura un vindice
Supplizio impreca inflitto
Al tuo delitto .
Ne tarderà . - Dall' italo
Cielo d' armati e d' armi
Spunta già un nembo : intonansi
Già bellicosi carmi
Già vibra ultrice folgore
Di Tito il braccio invitto
Sul tuo delitto .
E l' odiato popolo,
Che avanzerà al tuo scompio ,
Più non avrà pei secoli
Ara, non re, non tempio ;
Ma dall' uman consorzio
Attesterà, proscritto,
Il tuo delitto .
INDULGENZE SPECIALI
BIBLIOGRAFIA.
pei Cooperatori Salesiani .
Il Santo Rosario esposto in versi dal Prof.
D . PAOLO Can . ANGELICI . - Capitatoci tra mano il
mentovato libretto, sia per la novità della cosa, sia
per giudicarne del merito, lo scorremmo tosto con
avidità . Viva l'abilissimo autore, il valoroso po-
eta ! Fu questa la esclamazione che ci fiorì sponta-
nea sul labbro, terminata che ne avemmo la lettura .
Eccone un saggio nel V mistero doloroso, dove
ricorda e fulmina il gran delitto di Gerusalemme
coll' aver data la morte al suo Messia .
Ogni Cooperatore può acquistare Indulgenza ple-
naria una volta al giorno, da applicarsi alle anime
del Purgatorio, recitando la terza parte del Ro-
sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,
e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-
tandola innanzi al Crocefisso .
Indulgenza plenaria ogni volta ché si accosta
alla santa Comunione .
Può altresì lucrare moltissime Indulgenze ple-
narie nel corso del giorno mediante la recita di
Esulta, ingrata Solima,
Barbara, esulta, hai vinto
Dell' odio tuo esecrabile
Cadrà l'obbietto estinto ;
Ala sulla fronte, o perfida,
Eterno avrai descritto
Il tuo delitto .
Colui, che sul patibolo
De' rei per te fu appeso,
Ebbe su te benefico .
Sempre il suo braccio steso .
Gli antichi fasti accusano
sei Pater, Ave e Gloria, secondo la mente del
Sommo Pontefice . E queste indulgenze applicabili
Í alle anime purganti, le può acquistare toties quo-
ties, ossia tutte le volte che recita i suddetti
Pater, Ave e Gloria in qualunque luogo senza
bisogno di Confessione e Comunione, purché sia
in grazia di Dio .
Oltre a queste un'altra Plenaria ne può gua-
dagnare ogni domenica, e nei giorni qui sotto
notati, purché confessato negli otto giorni, e co-
f
municato visiti una qualche chiesa, pregandovi
I secondo l'intenzione del Sommo Pontefice .
Fin dal remoto Egitto
Mese di Maggio .
Il tuo delitto .
Là sciolse a te le barbare
Di servitù catene
Scorta ti fu a una patria
Per le deserte arene :
E tu, piagato e lacero
In croce or l' hai confitto? . . . .
Ahi rio delitto! . . .
E qual per te prodigio
Ei non oprò ? D'amore
Ostia pur or consumasi . . . .
E tu tel vedi . ., e in core
Più infellonisci . . . e strazio
1 . Santi Apostoli Filippo e Giacomo .
6 . Ascensione di N . S . G . C .
16 . Domenica di Pentecoste .
17 . S . Pasquale Baylon .
18 . S . Felice da Cantalice .
20 . S . Bernardino da Siena .
23 . Domenica della SS . Trinità .
24 . Festa di Maria SS . Ausiliatrice . Indulgenza
plenaria visitando il suo Santuario in Torino .
27 . Solennità del Corpus Domini .
28 . S . Ferdinando re di Castiglia .
31 . S . Angela Merici .
Accresci al Derelitto
Con permesso dell'Aut. Eccl . - FERRAR I GIUSEPPE gerente respons.
Nel tuo delitto?
Tip, di San Vinceaso de'Paoli . Sampierdareaa 1880 .