Bollettino_Salesiano_190404


Bollettino_Salesiano_190404

1 Pages 1-10

▲back to top

1.1 Page 1

▲back to top
Anno XXVIII
APRILE
N. 4 - 1904
Oratorio S. Francesco di SaJes

1.2 Page 2

▲back to top
Uri iorie
dei Cooperatorj Salesiani di Don Bosco
ANNO xxvm • N. 4
.. .. ~ ~ ,..,,..,,..,
Esce una volta al mese
APlllLE 1904.
. . . ~ ......
SOJHMARIO- I documenti poutificì si1lfa restaura-
zione della musica S(\\Cffi • , • , , , , , , 97
Per l'ereiione di un busto a $. S. Pio X . . . . .100
Pagina intima . . • . . . . . . . . . . . rot
Per gli emigrati italiani • . . . . . . • . . 102
Della Visita del R.m,, Don Albera alle nostre Case
d'America . . . • . . . . . . , . . . . 104
:.Iissioni: M.1tto Grosso: La Mi~sit111e degli ludi Co-
roados BorOrì>s . . . . . . . . . . . . . t Il
Culto -e grAZie di Maria Aus!llatrice . . . . . rr6
Notiziecompendiate: Torino, ilolot!'na, Firenze, Mi-
lano, Pisa, Rap:ùlo . . . . . . . . . . . 121
Necrolo~itl: Mons. Vincenzo Molo - Sig. Enrico Dnr-
bei; o - Anna Pm1izw11i - Luigi Cnsliglià -Gio•
vanni B0nctto . . . . . . . . . . • , . 125
Cooperatori defunti . . . . . . . . . . . 126
lllu5trazioni: Porto di G\\layaqnil, pag. 107 - Vistadell:t
città di Gaayaqull, t12 - Pelle~ri,ù che sc;endono dal
Monumento cli lllaria Ausiliatrice, JOi- Nelle foreste
equatm·i,me, 122 - Ricordo della funzione ciel primo
ge1111nlo in Nictheroy, 124.
I documenti pontifici
SULLA RESTA URA,ZIONE DELLA MUSICA SACRA
C5
D
·1ra nostra intenzione di pubbli-
care nella loro interezza gli
importantissimi documenti pon-
tifici sulla restaurazione della musica
sacra; ma trovandoci di mese in mese
più sopraffatti da soverchia materia,
siamo costretti, con vivo rincrescimento,
a limitarci di rilevare la singolare gra-
vità e la somma importanza delle
accennate sanzioni pontificie.
« Non è certo più il caso, scriveva
or è un anno il nostro D. Baratta (r),
(r) Jlftesica /ilurgia1, e m11Sica religiosa - Parma,
Lib. Fiaccadori, 1903.
di trattenersi a descrivere gli abusi e
g li sconci che erano penetrati nel luogo
santo, sconci ed abusi che raggiunsero
talora i! grottesco, per la qualità delle
composizioni e delle esecuzioni troppo
spesso degne di una bettola o di una
piazza, per gli strumenti usati nell'ac-
compagnare i canti o nei pezzi concer-
tati, per le innovazioni introdotte negli
organi di cui venne svisato il primitivo
carattere, per il contegno e per la qua-
lità delle persone che prendevano parte
alle esecuzioni chiesastiche. Si converrà,
che per qualsiasi esecuzione teatrale,

1.3 Page 3

▲back to top
- 98 -
anche di una compagnia di operette,
si suol mettere più impegno di quel
che spesso non si ponesse nelle esecu-
zioni non solo delle chiese di campagna,
ma ben anche di molte basiliche cat-
tedrali >.
E se stavano cosl le cose, è facile
il rilevare senz'altro la gravità straor-
dinaria e l'importanza somma che nella
storia della Chiesa hanno il Jvlotu proprio
22 novembre 1903 di S. S. Papa Pio X,
la Letura 8 dicembre della medesima
Santità Sua all'Ero.mo Cardinal Vicario
di Roma, e il Decreto « Urbis et Orbis >
della Sacra Congregazione dei Riti, spe-
dito per ordine diretto del S. Padre
l'8 gennaio r904.
Col Motle proprio del 2 2 novembre
1903, « il Santissimo Signor Nostro Pio
Papa X, cosl il citato Decreto, sotto
forma d'lstruzùme sulla musica sa.era,
restitul felicemente al primiero uso delle
chiese il venerabile Canto Gregoriano
secondo l'autorità dei codici; e nello
stesso tempo le principali prescrizioni,
destinate o<l a promuovere od a rista-
bilire nei templi la santità e la dignità
dei sacri concenti, raccolse in un corpo,
al quale, come a Codice gi'uridico della
musica sac-ra, da.ila pienezza della Sua
Apostolica Autorità volle dar forza di
legge per la Chiesa universa. >
Il lvlotu proprio non è che un primo
atto, una prima applicazione pratica di
quel sublime proposito concepito dal
Papa come costante programma della
sua missione pontificia: Ristaurare ogni
cosa 1,11, G. Cristo. « Abbiamo stimato
espediente, dice il Papa, additare con
brevità quei principi che regolano la
musica sacra nelle funzioni del culto e
raccogliere insieme in un quadro gene-
rale le principali prescrizioni della Chiesa
contro gli abusi più comuni in tale ma-
teria. >
Noi ci terremo paghi a rilevare, come
sebbene il Motu proprio ammetta in
chiesa anche la musica più moderna,
« offrendo anch'essa composizioni di
tale bontà, serietà e gravità, che non
sono per nulla indegne delle funzioni
liturgiche », insiste nondimeno che sia
più largamente restituito nelle funzioni
ecclesiastiche il Canto Gregoriano; e~
specialmente nelle più insigni basiliche,
nelle chiese cattedrali, in quelle dei
seminari e degli altri istituti ecclesiastici,-
dove i mezzi necessari non sogliono fare
difetto, anche la classica polifonia, la
quale nel secolo xvr ottenne il massimo
della sua perfezione per opera di Pierluigi
da Palestrina e continuò poi a produrre
anche in seguito composizioni di eccel-
lente bontà liturgica e musicale.
Nella Lettera 8 dicembre, dopo di
aver dichiarato com'Egli si aspetti che
il Clero e il popolo di Roma, appunto
perchè più dappresso alla Cattedra Apo-
stolica, abbiano da precedere ogni altro
nel tradurre in pratica la sancita restau-
razione, il Sommo Pontefice insiste vi-
vamente perchè si venga risolutamente
all'opera. « Col difierire, la difficoltà
non isminuisce, anzi aumenta; e poichè
il taglio è da fare, si faccia immedia-
tamente, risolutamente. " E, con I a-
terna dolcezza, continua : « Abbiano
tutti fiducia in Noi e nella Nostra pa-
rola, con la quale va congiunta la grazia
e la benedizione celeste. Sulle pi-ime la
novità produn-à in alcuni qualche me-
raviglia ; si troverà forse impreparato
qualcuno tra' maestri di cappella e tra'
direttori del coro ; ma a poco a poco

1.4 Page 4

▲back to top
- 99 -
la cosa riprenderà da se medesima, e
nella perfetta rispondenza della musica
alle norme liturgiche ed alla natura della
salmodia tutti ravviseranno una bellezza
e bontà, forse non mai prima avver-
tite.)) E conchiude: «Vogliamo a<lunque
che in tutti i collegi e seminari di que-
st'alma Città s'introduca di nuovo l'an-
tichissimo canto romano, che già riso-
nava nelle nostre chiese e basiliche e
formò le delizie delle passate generazioni
nei pi~ bei tempi della pietà cristiana. »
Finalmente, col Decretu 8 gennaio,
la medesima Santità Sua, per mezzo
della Sacra Congregazione dei Riti
« comanda ed ordina che la predetta
Istruzione sia ricevuta da tutte le chiese
(s'intende, di tutto il ml)')tdo), e col mas-
simo scrupolo osservata, nonostante i
privilegi e le esenzioni di qualsiasi sorta,
ancorchè degni di speciale menzione,
quali sono i privilegi concessi dal1'Apo-
stolica Sede alle Basiliche Maggiori cli
Roma, particolarmente poi alla Sacro-
santa Chiesa Lateranense. Parimenti,
rivocati, sia i privilegi, sia le raccoman-
dazioni, con le quali dall'Apostolica Sede
o da questa Sacra Congregazione dei
Riti, avuto riguardo alle circostanze
delle cose e dei tempi, si andarono
introducendo altre forme quali si vo-
gliano di canto liturgico, la medesima
Santità Sua si è degnata di benigna-
mente concedere, che le predette forme
più recenti di canto liturgico si possano
lecitamente ritenere e cantare, finchè
quanto più presto torni possibile sia
sostituito in loro luogo il venerabile
Canto Gregoriano, secondo l'autorità
dei Codici. > Da ciò è manifesto, che
il canto, che il S. Padre vuole restituito
largamente nelle funzioni del culto, è
< l'antico Canto Gregoriano tradizio-
nale, » cioè « il canto proprio de11a
Chiesa Romana, il solo canto eh'essa
ha ereditato dagli antichi padri, che ha
custodito gelosamente lungo i secoli nei
suoi codici liturgici, che come suo di-
rettamente propone ai fedeli, che in
alcune parti della liturgia esclusivamente::
prescrive e che gli studi jn1't recenh
hanno feli'cemente restituito alla sua
integrità e purezza. >
Ciò posto, noi non ci fermeremo ad
inculcare ai nostri zelanti Cooperatori.
specialmente sacerdoti, quale sia anche
il loro dovere innanzi a queste nuove
ed esplicite prescrizioni pontificie, es-
sendo ben convinti della sudditanza illi-
mitata, che essi professano al Vicario
di Gesù Cristo.
Quanto a noi, siamo lieti di poter
dichiarare che se, oltre la scuola di
Religione, vi è un'altra scuola comune
a tutti 1 nostri alunni, questa è preci-
samente quella del Canto Gregoriano,
mercè le reiterate e calde raccomanda-
zioni del venerato Successore di Don
Bosco. Era infatti vivissimo desiderio
di quel nostro buon Padre, che noi, per
mezzo dei giovani alunni, ci adoperas-
simo a provvedere alle parocchie, che
ne sentono sempre più la deficienza e
il bisogno, cantori abili e divoti, i quali
conoscendo bene il Canto Gregoriano,
crescessero colle loro armonie decoro
al culto e destassero nel tempio pen-
sieri e sentimenti degni della casa di
Dio. Ad assecondare questo vivo dLsi-
derio di D. Bosco, costantemente in-
culcato dal suo degno Successore, sor-
sero in ogni nostro istituto scuole di
Cantu Gregoriano; molti nostri confra-
telli ne attinsero la forma genuina e le

1.5 Page 5

▲back to top
- reo -
norme natìe alle più rinomate scuole
di Francia e di Germania; ne]le case
destinate alla formazione del personale
s'introdussero già da tempo le preziose
edizioni presentemente cotanto enco-
miate dal Santo Padre; e con vero slancio
si attese da tutti ad instillare nei gio-
vani l'amore e lo studio del canto della
Chiesa. Le esecuzioni in Canto Grego-
riano, che si son ripetute alla liturgia
della messa solenne nel Santuario di
Valdocco dag li ottocento alunni dell' 0-
rato,rio, ne sono una prova consolante.
Quindi conchiudiamo facendo arden-
tissinù voti, che sia restittùto il Canto
Gregoriano <!. nell'oso del popolo, af-
finchè i fedeli pre ndano di nuovo parte
più attiva ali' officiatura ecclesiastica,
come anticamente solevasi »; e a questo
fin e deponiamo ai piedi <lei S. Padre
l'umilè promessa dell'attiva nostra coo-
perazione.
Appena pubblicati i tre sullodati documenti
pootifo 1, le Librerie salesiane ebbero ordine dai
no~tri superiori e.li meLtersi in grado di poter
diffondere la musica voluta dalla S. Sede. A
q u -sto fine /a Libreria Salesiana di Roma ha
già largamente diffuso un catalogo speciale di
libri liturgici, pienamente risponde11ti ai desi-
der'i del S. Padre. Tra quelli ci è caro notare
il Piccolo Manuale deL Cantore del nostro Don
Carlo M. Baratta, edito dai Benedettini di So-
lesmes e le Piccole 1V0zioni di Canto G,ego-
riano dello stesso autore.
***
A Buenos-Ayres dovevasi tenere sul prin-
cipio di febbraio u. s. un Cong resso di .1/usica
Sacra, il cui programma era pienamente con-
forme alle prescrizioni del Moht prQprio 22 no-
vembre. Fu poi tramandato a questi giorni,
non solo per aver pii1 agio di maggiori pre-
parativi, richiesti dal singolase interesse di-
mostrato da molti illustri Prelati alla nobile
iniziativa, ma perchè l'annunzio della pubblica-
zione degli accennati documenti pontific1 fe'
sorgere in tutti la brama di a-vedi a guida si-
cura delle shtbilite adunanze. Queste infatti,
dopo il Codice papale, non potranno fallire al
loro scopo e riusciranno -indubbiamente a fa-
cilitare in tutta l'America latina la restaura-
zione della musica sacra. È questo il voto e
l'augurio di molti Eccellentissimi Vescovi Ame-
ricani e specialmente di Mons. Mariano Espi-
nosa, Arcivescovo di Buenos-Ayres. L'annun-
ziato Congresso fu promosso dai nostri Con-
fratelli dell'Argentina e largamente appoggialo
dalla loro rivista musicale << Santa Cecilia » che
da cinque anni si pubblica mensilmente in
Bernal.
Per l'erszione di un busto in marmo a S. Santità PIO X
nel suo paese natale
I n Vimc::ia, ove tani.o vz·vo e l'affetto verso S. S. Pio X, si è costituz'to un
Co1,l'Ml1i sotto !a Presi'denza di S. E. Jl,fons. Patriarca Aristide Cavallarz· pe1' rac-
coglù, · '-'./lc.rte anclze minime allo scopo di tradurre ùt marmo un busto del Sommo
Po11tejìcc modellato dal valente scultore S(g. Guido Giusti.
l i /,, ·sto di dimensioni magg-iori del vero, riuscito somigliantissimo e 1,mani-
mamcnlc .,';/lldicato opera d'arte assai pregùvole, verrà collocato su degna base i'n
R h·si' dn·mdi rt!la casa ove nacque Pio ,',(_
L a àdla iniziativa fu molto favorevolmente accolta tanto in Italia e/te all'Estero
•e 11wlk sr"t(> la oj/erte clte giungono a S. E. Mons, Patriarca Cavallari res,:dente in
Pal,,::::::o Patriarcale di· Vene21·a ed alla Direzi·one dfl Giornale "L a Difesa" pure di
quella eilà rlze prossùnamente pubbticlterà l'elenco degli offerenti.

1.6 Page 6

▲back to top
- IOI -
u o o o o o o o o o o ol'i'?"
Parole d'o.ro.
lanlis~imo nostro Direttore Dioce~ano, il Teoln~o
Facciamo nostra la raccomandazione con cui il Mario Piu di Ca~liari: « Pmf' t hl! sia arrivata la mia
S. Padre c1,11chimle il Jl/oh, proprio 18 dicembre ora. Alieno per naturale inclinazione e per intima
sul1'Azi.o11e popol11r, rrislia11a:
convinzione della mia pochezza. 11:\\I farmi avanti e
Siccome a nulla valgono parole e vigoria <l'a- mettere in pubblico il mio nome, mi stuùiai finora
zione. se non siano precedute, accompagnate e se- di espandere nella preghiera e nell'attètco pei miei
guite costantement, dal!' esempio; la nece.--saria Luigini, tutto il trasporto che ~l!nth-.1 ardente n.el·
caratteristk-J, che deve rifulgere in tutti i membri l'anima per il btne, è per ciò che debbo chi;,mare
di qualunque Opcrn Cattolica, è quella di rnanife- il mio proprio grande ideale: L'OJ'l1/orit> Sai, sù.mo
stare apertamentl' la fodti colla santit.-\\ dellu vita, di Cagliari.. Giorno per giorno aspt·ttavo che qual-
colla illibateizu del costume e ~ . , @ cuno dei nostri ~a111pioni ne pren-
colla scrupulosa osscrvan.1.a delle <(l1)i
leggi di Dio e drlh Chiesa. Eque-
Exultemus .I
des~e l'iniziaLiva 11,: l",tc6se almeno
parola... Arrivì> rnsl la sera .del
sto, perchc è il dovere di ogni
cristiano, e poi :rnche perchè ,,,,
ci sta di co11f,-o, ,,Mia rossore, no11
a1,endo 11111/a, 011de dir male di noi.
(Tit. n, 8). ,,
' f'!-l'pri·o·nto j( cuoi~e olio pi,:c-
gl?ici,:a ed all'esullonzo !...
Ontoi, appeno UJl mej\\e
29 gennaio u. s. in cni ricorrendo
la festa di S. Francesco di Sales,
doveva tenere la Conferenza ai
Cooperatori. Giorni prima, una JP.t•
tc:ira di D. h·anccsia mi aveva
Preghiamo caldamente i nostri c1 cscpnro dalla solennità dì tutto commosso " ripieno non so
Cooperatori a meditare su queste
parole, memori cli quelle di Don
Bosco: Verrll 1111 tm,po in cui U
,umie di CooP"R,\\TORE vorrà dire
.n2nrio Jfosiliafrice .e dal
prinlo anniveri50.rio delta iit-
dimcr~ico6ilc Incoro1to,ionc
di quale curai-::.;io. Era un sacer-
dote di Torino, che- uditolo parlare
dt:!Ja Sardegna e della necessità di
aprirvi un'altra casa, gli aveva dato
nro cristia110!
Per le prime Comunioni.
'...uaPonfilIìmciomadgeill\\l_oe.'5;a,S,u.am6ootfou,rg2:o1
il suo obolo in 25 lire. Proposi ai
Cooperatori di sci:uirne l'esempio
e, posto che un tem:no in media
Fra le pratiche proposte ad ono-
rar~ la VerKinc Immacolata
~orr. nel $01\\_fuoirio di \\7al-
docto ii aoni priq_cipio al
si possa p.tgare s lire al mq., sot-
loscr:iversi ciascuno, per acqui-
nell'occasione dt!l presente suo
Giubileo, ci pnrve molto oppor-
tuna quella suggeritn dalla Com-
missione Centrale, rhe le pri11~
Com1111umi ahhia110 a farsi c011
solcn nissimo mese ùcll'!n-
coronala nqs:I~ jllodrc e
·.Reni no, e insieme ?i roddop-
.::>
piC~l1nno le prcgljiere pe~ luffi
starne quanti più metri gli sarit
possibile. Parlai confidando in Ma
ria, la nostra potenic Ausiliatrice
e la mia pi-oposta non solo fu accol-
ta, ma suscitò un vero entusiasmo.
Appe°na fini la Conferenza si pre-
mi~lior prcpar11::Ì01Jt' e mag-giorc• i nostri 6encJallori.
sentarooo tanti. d., poter avere
solem1ilà. Certi, che anche di que-
sto vorrà interess,lrsi lo zelo dei
già assicurati .10 mq. »
·\\~ctlansi allrc I\\_Ofilie in! Possa il degno sacerdote colla
benemeriti no~tri Cooperatori, Ze- propoailo a pag. 116.
sottoscrizioueapcrta nellaSardeg-,.ia
~... latori , Condirettori e Direttori
Diocesani, ricordiamo con sentita
cattolica realizzar quanto prima il
•• • ~ ........, ,vwv-,@ suo « proprio ~ramie ideale ».
si compiacenza come l'anno scorso si scds~ in molt'
luoghi la solennità di ~laria Ausiliatrice per pro-
Un pensiero di Don Bosco.
/e11ga louJa,w com4 la pesi,: l'opiui,m,: di lalu1w cht!
muovere schiere di fanciulli e di fanciulle all'atto
vorr,/Jlu: differire la prima ru1111miu11r ad u,:'ef,i
troppo iuolJrala, q1uuuw per lo pn, il ,k111011io ha preso
sublime. E 11011 si potrebbe rendere quest'omaggio poss,:sso dt'I ruor, di rm lf'UX'cJ11d/n ,1 da11110 ùualco/ahi/e
alla nostra Incoronata R{:gina, anche nelle ~ue fe-
della sua i11,ior,m~a. Seromw la t.liscip(i,111 della Cl:iesa
primitiva. si solev,wo tiare ,ii /Ja111bi11i /,• r1slie ro11sarrafe
ste imminenti?
elle supra11a111:aua110 11dla cl!m1111it111r p,:squa/e. Quesh,
serve a fi1rci co11,oscerc qu.an/11 lu C:ht",~.r,, ami eh,· i /1111-
Per un Oratorio Salesiano.
C'iulli sùi1t0 a,muessi per lèmj>o a/ltt .itmla Comtmionv.
Quando 1m giova,u,tto sa distingw>r,· Ira pa,.e e pa,M,
come è industrios:1 lri carità I Nell'ottima « Sar-
e patesa suffici.e-11/e. istn1zume, ,,,,,, ,·i badi f,lù all'età e
ve1,g-a il S07Jt"ano Celeste a regnan ÌII tftldl'anima bt!1Te-
deg-,1a Càttolica » leggiamo queste linetl del ze- detJa. (Dal Regolamento per le C(tsc salc,iari.:).

1.7 Page 7

▲back to top
- I02 -
~-P-;:e=r=g=li=em=::::;i~g:;;::::ra=t=i=it=a=lia=n:--i-~..;;:::.
r
Aè)Giii-¾
u
A Zurigo.
Progetto di una nuova chiesa per gl'ltaliani - L'edi-
fizio della nostra Missione Cattolica Italiana --
Pel culto religioso - Segretariato del popol~ -
Ufficio di collocamento - Miserie e conforti -
Scuole d'italiano - Sfera d'az.lom: - Un punto
interrogativo.
o svilnp:,o recente della nostra Mis-
sio1~e Cattolica Italiana di Zurigo
non potrebbe essere maggiore, nè
.[},.:;..), più ridenti le future speranze.
È omai un anno, che venne compiuto il
nuovo e bell'edinrio, a tre piani, e già si
r,rensa di mettere mano alla costruzione di una
artistica chiesa, di stile bizantino-lombardo, che
!llisurerà 44 m. per 22 compreso l'atrio d'in•
gresso e l'abside, ed avrà uno svelto ed ele-
~te campanile.
Si comporrà d'una navata centrale e di due
minori. Il volto della navata di mezzo sarà
io:rmato da tre grandi croci.ere, l'abside da una
mezza calotta sostenuta da colonne con ele-
~ti basamenti e capitelli. Le navi laterali
.:onsteranno di sei crociere ciascuna. La deco-
razione nello stesso stile sarà policroma. Avrà
ere altari, il maggiore nell'abside e due a capo
delle navate laterali. Il frontone della Chiesa
,;arà sorm,ontato da una statua colossale di
marmo di Carrara, rappresentante Maria Ausi-
liatrice.
***
L'edifizio, compiuto or è appunto un anno,
costò la bagatella di più di 60 mila lire. Al
pian terreno troviamo una sala a colonne con
un'abside, che servirà di cappella sino a che
non sarà costrutta la chiesa ideata: e allora la
sala sarà. adibita come scuola, sala di riunioru
e di conferenze.
Intanto, ogni giornoqui si celebrano tre messe
ad ora detetminata, ogni sabbato vi si compie
una funzione serale ad onore della B. Vergine,
ogni festa vi si fanno due spiegazioni del Van-
·.'.·elo al mattino, e nel pomeriggio vi è rosario,
canto, istruzione e benedizione. Nel primo ve-
nerdì di ogni mese vi si festeggia il S. Cuore,
ed il Mese Mariano vi si celebra con predi-
cczione quotidiana. 1 nostri Missionar7, con
intelligenza dei due parroci di Zurigo ed auto-
rizzati dal Vescovo, visitano gl'italianl nei di-
versi ospedali della città, amministrano loro,
occorrendo, gli ultimi Sacramenti, e ne bene-
dicono il tumolo al campo santo. Visitano gli
infenni, provvedon loro soccorsj se ne abbiso-
gnano, e nei casi necessari battezzano in casa
non solo i neonati ma anche i grandicelli, cui
fu d:u parenti trascurato sino allora il batte-
simo, come accolgono e battezzano nella loro
cappella, mediante la presentazione della carta
civile di nascita, quelli che son presentati.
Al primo piano superiore è stabilito il Se-
gretariato del Popolo. Vi si incontrano anzi-
tutto due sale, l'una ufficio del Segretario,
l'altra del direttore. Ne segue un'altra assai
spaziosa che provvisoriamente serve per sala
di conferenze e di gabinetto di lettura per gli
emigrati. Il Segretariato ha per iscopo il di-
simpegno degli affari degli emigrati, sia in
rapporto alle famiglie, sia in rapporto alle auto-
rità civili ed ecclesiastiche. Si scrivono lettere
ai parenti, si spediscono i denari che mandano
loro in soccorso, si procurano loro i docu-
menti occorrenti dagli uffici civili ed il passa-
porto. Per casi di matrimonio, da quest'ufficio
si provvedono i certificati e le fedi di nascita,
battesimo, stato libero e di povertà, se ne pro-
curano le pubblicazioni nei municipii e nelle
parrocchie, e si ha cura di unirli religiosamente
nello stesso giorno, che compiono l'atto civile.
Nello stesso piano è stabilito l' U.ffic-ù; di col-
locamento per tutti gli emigrati che parlano
l'Italiano, provenienti cioè, dall'Italia, Ticino e
Tirolo, allo scopo di cercar loro un impiego
in qualche industria o lavoro , presso le di-
verse imprese. A questo fine il Segretariato s1
pone in rapporto cogli industriali ed impresari

1.8 Page 8

▲back to top
- 103 -
e si provvede i vari giornali, affine di indiriz-
zare e raccomandare gli emigrati disoccupati
perchè abbiano lavoro. Nei casi d'infortunio
<:onsiglio e scrive ai cointeressati, per la solu-
zione delle difficoltà e riconoscimento dei di-
ritu, che dà la legge in proposito. Sorgendo
contestazioni implicate tra padrone cd operai,
appoggia gli emigrati presso le autorità con-
solari, ed occorrendo , li mette in comunica-
zione cogli avvocati pel patrocinio della loro
causa. Il Se,rn:l(lriato trovasi in buonissimi
rapporti col Consolato ([mera/e; e pos,iìamo dire
che si aiutano a vicenda , sia pei casi conten-
ziosi, sia per l'accettazione degli emigrati negli
ospedali, sia pel rimpatrio, in tutti i casi pre-
visti dalla legge.
Oltre alle due opere accennale i nostri
Confratelli (cui è riservato il piano dell'edi-
fizio), attendono ad una terza opera che per
gli emigrati carichi di famiglia, e per i molti
che capitano a Zurigo, disoccupati, sprovvisti
di danaro, e molte volte anche di scarpe e di
\\'estiti, è senza dubbio la più importante.
« Gli episodi compassionevoli , ci scrivono
quei Confratelli, che succedono spesso tra il
mese di novembre e di marzo in molte famiglie
povere qui residenti , il cui scarso guadagno
è appena sufficiente per mantenerle nella buona
stagione, ci cavano piil volte le Jagrime. Molti
vengono espulsi dal loro ricovero perchè non
pagarono il fitto di casa; altri non trovarono
credito presso i negozi alimentari perchè già
troppo alto il loro debito; altri in egual con-
dizione, informano e non sono raccolti all'ospe-
dale perchè non hanno un anno di residenza
o per allre cause; e tutti ricorrono alla Mis-
sione come a loro rifugio , esponendo il loro
stato deplorevole e le loro necessità. Chi avrà
cuore di lasciarli partire senz'aiuto? Vivono in
mezzo a gente, che parla il tedesco e non sono
intesi; di più l'Italiano è cattolico, e la gene-
ralità, che lo circonda è protestante, gente di
altra nazione, di altra lingua, di altra religione,
che sovente viene a lusingarlo all'apostasia od
al mal costume. La Missione ad ovviare ad
un tanto male ed a lenire tante sofferenze, ta
ogni sforzo, e agli uni paga il fitto di casa,
ad altri il conto presso il negozio alimentare,
ed i più provvede del pane quotidiano. Ai
trnnseunti poi, ed ai nuovi arrivati nelle tristi
condizioni sopradette apre una sala destinata
alla lettura nei giorni festivi, ed improvvisa
loro un refettorio, dando pane e minestra, ed
ai più delicati od infermicci quello che è del
caso. Non sono rari i giorni, in cui capitano
intere famiglie, padre, madre e figliuoli, e si
deve pensare a tutti; come pure sovente capi-
tano giovani operaie disoccupate, a cui si som-
ministra nella Missione il vitto, cd in posti
sicuri si paga l'alloggio, e tutto questo non
per un giorno o due, ma per molti, per più
settimane. Non è poi raro il caso, che bisogni
dar denaro anche a chi non ha mezzi per
proseguire il viaggio fin dove lo attende il la-
voro! ~
La Missione tiene anche scuole pci figli e
figliuole degli emigrati, e con questo provve-
dimento, risolve la grave difficoltà che sorge
tra genitori e figliuoli , ai quali, obbligati sin
dall'infanzia agli asili e alle scuole dello stato,
la cui istruzione è in lingua tedesca, riusciva
difficile l'intendere i genitori, che parlano solo
il loro dialetto. Colla scuola quotidiana d'ita-
liano, si risolve in massima parte questa diffi-
coltà, e si fa vivere la lingua italiana in quelle
famiglie, che non potranno mai avere la na-
zionalità svizzera.
Da quanto si è detto, si rileva un doppio
vantaggio : primo quello di istruirli nel Cate-
chismo, il quale s'impartisce in quattro nume-
rose classi, quattro volte per settimana; se-
condo, che dovendo la famiglia rimpatriare, i
figli già conoscono la lingua patria.
Vi è pure una scuola di canto, la quale
rende gli alunni della Missione non ignari in
questo punto che è tanto coltivato nella Sviz.
zera.
***
L'opera poi dei nosLri non si limita alla ca-
pitale e sobborghi, ma si estende, per quanto
è possibile, a tutti quei paesi, dove gli Italiani
si trovano alquanto numerosi, e di stabile re-
sidenza, come sono Uster, Dubendorf; Begens-
dorf, Thalweil, Adliswill, Dietikon, del Canton
Zurigo; Spreitenbach, KillwangenGeb bcnsforf,

1.9 Page 9

▲back to top
- 104- -
Turgi, Pirchdorf, Zufnigen nel Canton di Ar-
govia; Ruti, Linthful, Schwanden nel c::antone
Glarus. A queste piccole colonie, coli'intelli-
genza del parroco cattolico, recasi il missio-
nario, dove ogni quattro settimane, dove ogni
mese, e dove ogni tre mesi ecc. il sabato e
la domenica, per confessare, celebrare, predi-
care, tener conferenze agli operai , fondare o
sviluppare i pii sodalizi tra i fedeli italiani della
parrocchia. I parroci dei luoghi ricordati sono
assai riconoscenti dell'aiuto che loro si presta
a vantaggio dei nostri connazionali , special-
mente per ciò che riguarda la celebrazione dei
matrimon"ì. Ma se i nostri possono compiere
si gran bene, si è massimamente in riguardo
delle facoltà straordinarie loro concesse dagli
Eccellentissimi Vescovi di Coira, Basilea e
Lugano e dalla stessa S. Sede.
Ora i missionar1 vorrebbero dar principio
alla costruzione della nuova Chiesa, chè urge
ridurre l'attuale cappella in un vasto locale di
convegno per lettura e conferenze e cosi or-
ganizzare una cassa di risparmio cd una so-
cietà di mutuo soccorso ad impedire che gli
emigrati entrino in lega con rivoltosi, o in
altre società irreligiose. Se il Signore affretterà
l'esecuzione di questo pio disegno, quanto bene:
maggiore non si potrebbe la.re a tanti fan-
ciulli ! I nostri confratelli ci assicurano che po-
trebbero avere con tutta facilità alla scuola
d'italiano e di catechismo da 700 ad 800 tra
figli e figlie d'italiani.
Ma come accingersi cosi presto ad una
nuova spesa e cosi rilevante?... La risposta ai
cuori generosi.
* DE L L A V I S I T A ~ ~ t~..~..-.J..;..~...,~..~_~..-.~.-.~.....~~'~-i!i!l4~J:.t:·:-i.!..!.'.~~..!.4.!.,..L.~.1.-l.1!.J.,!;:'10"~1:.~.~.11~..:,..!.!,~ .!.!..!.,•./~...i}._.1!,1~•-' .:.t~...~..:~ ~.4~i2. ~w,.!~,.:~~."'-'"~..,..4~-.t~ ~~~..•1',}~~~.!..~~ .:...~-.~.-~,, .J_ .!~_ .µ.~ ~
del Rev~~ig2 B2tlhera allenostre ©ase d~!1nerlca
------------------- (Relazione del Sac. CaloKero Gusma110 *)
V e r so l'u ltimo porto peruano.
Il rumore assordante delle catene era cessato,
l'ancora stava sospesa, le acque rumoreggiando
e mandando spuma facevano doppia ala al no-
stro bastimento che moveva verso l'Equatore.
Portava il nome di Aco11,cag11a, una delle più alti:
montagne delle Cordigliere, ed era anche uno dei
migliori vapori che avevamo incontrato nel Pa-
cifico. Costeggiò ancora per tre giorni le nude
spiaggie del Perù e noi a solhwar l'animo e ari-
posar l'occhio, stanco e.laquell'aride e secche mon-
tagne , ci anelavamo npetcndo gli ultimi ricordi
della Repubblica che dileguavasi dal nostro
sguardo.
Perù un tempo fu sinonimo cli ricchezza, e fa-
volosi invero furono i tesori consegnati ai primi
conquistatori spagnuoli per liberare l'Inca Ata-
lmalpa, proditoriamente catlurato. Nella lusin-
ga cli essere lasciato libero offerse al conquista-
tore P1zzarro tanto oro massiccio che riempisse
la stanza, ov'era prigioniero, fino all'altezza della
•) Vedi BollctJino di mnrzo.
persona e iJ doppiod'argento. Perliberare adunque
questo creduto discendente del sole furon spogliati
i templi, cd il popolo in ciò cominciò a vedere
la sua decadenza, esempio le mille volte ricon-
fermato d~ùla storiai Guai alle nazioni che si mac-
chiano cli sacrilegio! quanto più credono d'innal-
zarsi verso l'apogeo deUagloria, tanto più forse son
vicine a sprofondare nell'abisso: triste e ad un
tempo salutare esempio della giustizia divina!
Il 29 maggio, solennità del Ca:,Pus Domini, noi
eravamo ancora in mare: verso le 9, per benigna
concessione del Capitano, si celebròMessanel vasto
ed elegante salone di prima, a comodità dei passeg-
gieri ed intanto il pensiero volava alle nostre città
dove Gesù esce solennemente a be11edire il po-
polo fedele. «È penoso, mi diceva D. Albera, pas-
sare questa dolcissima tra le solennità cristiane
senza prendervi parte! t Son le rr e scendiamo a
Payta per telegrafare ai nostri confratelli di Gua-
yaquil che l'indomani saremmo stati con loro, ed
ecco che incontriamo il Divin Sacramento, por-
tato in processione; ci uniamo al conco, e ci of-
frono gentilmente due torcic: accompagniamo
Gesù e ricevuta la sua benedizione, frcltulosi ri-

1.10 Page 10

▲back to top
- ro5 -
torniamo a.I nostro vapore che fischia. Quanto è
amabile la Provvidenza!
Payta è l'ultimo porto peruano e ce ne accor-
gemmo: la natura tutto d'un tratto, cambiò il
suo brnllo e desolante aspetto in un manto reale
e mae~toso di w1a vegetazione lussureggiante: e-
ravamo innanzi alle coste Equatorianc!
In vista dell'Equatore!
Equatore! ecco qui un nome cbeha tanta poesia
per gli Americam, e che racchiude in sè quanto
di grandioso, cli bello e di sublime hacreatol'on-
nipotenza di Dio; sembrerebbe che tutto in que-
sto paese privil~gialo abbia voluto accumulare
la divina Provvidenza. Qui il Chimborazo, il re
delle Ande, erge sovrana la testa sopra le più alte
cime; il Cotcpaxi vomita torrenti di Iuoco involti
in dense nubi, che s'innalzano fino a J.lt!rdersi nel-
lo spazio; qui le interminate selve coronate di
liori fragranti e varii: qui il fiume Gmzyas che pel
primo viene incontro al visitatore che approda a
Guayaquil. spiegando tutta la sua incantevole
b.-llezza e sorprendente maestà. Quanto motivo
cli amrniraz10ne, di gaudio e di speranza non of-
frono mai qm.-stc maraviglic alfr anime credenli
per 1, ciuali la natura non è altro che una voce so-
nora che canta le glone dcli'Altissimo!
Per noi tuttavia l'Equatore, lo ripeto, nveva
11n non so che d'111ddinibile, vorrei dire, e di mi-
sterioso. D.I3osco, cadente e pressocbè vicino alla
morte, vuol di~cendere per l'ultima volta nt:l
Santuario di Maria Ausiliatrice e benedire i mis-
sionarii che parlivano per fondare le case. e le
missioni dell'Equatore, mormorando parole di
cui aprwna ora s1 comincia a capire l'arcano signi-
ficato. Sapevamo che Vescovi e sacerdoti del
paese, dopo lunghi an111 di esilio solo da pochi
m~i, mutato governo, alia chetichella, comincia-
vano a far capolmo nella patria amata. Ci ave-
vano consigliato di scrivere al nuovo presidente,
awi:.andolo dell'imminente arrivo del Visitatore
dei Sal1.:Siani; ma non sapevamo l'esito della no-
stra comunicazione. Che il Signore volesse ancora
ciualche sacrificio da noi? A111m! purchè però non
ne avessero a soffrire nocumento te anime ai con-
fratelli dell'Equatore affidate.
Avevamo sentito a raccontarci dalla viva voce
degli es1liati, che a\\'evamo incontrato in maggior
parte passando per Je case salesiane clel Chill e del
Perù, IL' ostiliLà loro usate, 1 patimenti sofferti;
avevamo letl<' le interessanti memorie scritte dal
Francesaa, nel lìbro che ha per titolo I ,iostri Mis-
sio11arii di Q1,ito, e primn ancora, stando in Eu-
ropa, a,·evamo udito da D. Calcagno, supenon:
ùella missione nell'Equatore, i commovcnli epi-
sc,dii dei quaranta giorni di marcia forzata attra-
verso la foresta per l'esilio. D. Cnkagno stesso
scampò allora da mevilabile catastrofe, ma soc-
combette ben presto, in conseguenza delle fatiche
cli quel viaggio, nella vicina Repubblica di S. Sal-
vador, dove s'era recato nella lusinga di rientrare
nel sospirato Equato1·e. Non potevamo dimenti-
carecl1eGuayaquil rncd1i11deva i resti mortali del
nostro D. Milano, costretto ad esulare da Cuenca
quantunque gnwemc1,tc informo; 11 poverino
potè valicare le alte montagne ddl'Azuay, ma
non riusci a<l ollrepa<.,;a.rc i con.lini diquella per lui
gccontla patriaclàrcn<lcvalospiritoaDio, vittima
volenterosa e propiziatoria, mentre i compagni di
esilio, col cuore straz_iato e pieno d'ambasci"
salpavano alla volta <lel Perù... Tutto, tutto J
sava innanzi alla oost.ra mente come in un trTht
quadro: il passato, l'mcertezza del presente ed ti
timore dell'avvenire.
Per D. Albera non fu piccolo sacrificio l'atten-
dere un mese a Lima per poter entrare nell'Equa-
tore; egli a tutto era disposto pur di compiere la
sua missione e arrecare qualche sollievo a quei
nostri confratelli. Con questi pensieri, il 30 mag-
gio, nt:1 piò stretto incognito e nel nome di Maria
Ausiliatrice. noi entravamo a Guayaquil. Quello
che meno ci preoccupava erano le epidemie che
infestavano la città, e le fatiche, in vero nè poche
ml scevre di gravi pcricolt per D. Albera, che ci
attendevano nell'internarci nella Repubblica.
A Guayaquil.
Guayaquil è bellamente disposta sulla sponda
del fiume G11ayas, da cw. prende nome; ed offre
un magtùflco panorama. E città unportantissima
per l'Equatore, e conta più di 60,000 abitant1.
Tutto ciò che deve andare a Quito o all'interno
della Repubblica lrovaquilasuanaturale entrata:
il commercio quindi vi è fiorente; e l'int1uenza
che esercita è mai;sima, tale che ha <leci~o più
volte della sorte dell'Equatore: e le sommosse
hanno sempre principio nel suo seno. La città.
fatte poche eccezioni, è tutta costrutta in legno,
financo le chiese e chiese vaste coi loro alti campa-
nili. Xe abbiamo viste varie. Abbiamo anche am-
mirati vari palazzi, che benchè privi di valore ar-
chitettonico non manoano, a mio parere, di un
certo qual guslo e l'Europa appena può persua-
dersi che quelle grandiose facciate delle chiese,
quei balconi delle case siano opera di falegnami
che poco conoscono teoncamente l'arclùtettura.
Ammirammo soprattut.t.o l'immenso edificio <leJ
collegio Rocafuert~. da poco costrutto e che ter-
minava appena allora cli ricevere da Pm·igi il 11e-
cessario per l'impianto di un costoso gabinetto
di fisica e chimica; ma non ebbero neanco il pia-
cere di togliere i_ varii pezzi dalle casse: un mese
e mezzo dopo, facendo noi visita al Presidente
della Repubblica, generai Plaza, che c1 accolse
con ogrù genlilezza, ci fu comunicata la notizia
ch\\:ra scompa.n;o, incem:nto dal luoco che :i.vl'.va

2 Pages 11-20

▲back to top

2.1 Page 11

▲back to top
- -ro-6 -- - - - - - - ~ - - - --
distrutto 26 isolati, più vart(; rhiese, ospcrlah
ed altri pubblici ufficii. Noi ritornali pochi
giorni dopo a Guayaquil aùbiamo vislo ch'era
scomparsa quasi per un terzo. Cbe triste spetta-
colo! il fumo si spri!;ionava ancora da a1cuni am-
ma<:<.Ì, che co,•a\\'ano tuttavia ,·i,·o il fuoco sotto
le lnc;!r(> di ferro. Cuc;e in parte; e percorrendo
qt1C1!1c vie ricordavnmo che In vie-ino sorgeva il
Seminario con annrc;c;e scuole esterne, c:()n tutti
gli criificii della curia con carte ùclla masc;imn im-
portanla ed una ricra biblioleca...e nulla, pro-
prio nulla s'era potuto salvare. Più in qua sor-
geva ln <·hiec;a cli S. Agostino, non tmcom ultimnla,
e già per la seconda volta clivora.ta dal fuoco.
Ognuno può immaginare le scene strazianti
quando il fuoco s'appiccò all'ospedale, ed io mi
dispenso dal df'SCriverlc perchè troppo affiiggono
ogni animo ben nato Si parlava, come al solito,
dei pericoli cui si esposero i pompieri; degli sforzi
fatti per salvare la cattedrale, al cui campanile
già s'erano appiccate l"' fiamme, e cli tanti altri
atti di eroismo; ma, diciamolo, son magri
conforti; e Guayaguil presentava lo straziante
aspettodi unaciUà saccheggiata cd incenerita dal
furore di barbaro nemico. Ammirai però il corag-
gio cli quei cittadini; non si perdettero in inutili
lai, ma costituite varie commissioni, si diedero
attorno per la ciltà raccogliendo sottoscrizioni :
Guayaquil è città generosa e la carità per ogni o-
pera buona si esercita in grande scala, specie per
opera delle signore.
Al nostro Collegio detto La fikwtrofrlca, c1 at-
tendevano 750 giovanetti in bell'ordine schierali;
600 appartengono alla sezione studenti e 150 a
quella artigiani. A capo dell'amministrazione vi
è una società c111 non mancano i fondi e ne sono
una prova quei laboratori.i forniti abbondante-
mente di ogni utile istrumento: soltanto noi labo-
ratorio di meccanica si spesero ultimamente più
di 40,000 lire; ma 11 macchinario minaccia rug-
gine pd difetto cli... maestri da mettervi alla te-
sta. Si fece la prova di chiamare diversi intelli-
genti capi europei; ma non poterono resistere al
clima. Il Pres1ùcnte dell'Amministrazione l'e-
gregio Sig. Francesco Gargia-Av1lés, cugino al
celebre Garda Moreno, Presttfonte della Repu-
blica, di cui dovrò dire nel corso di questi ap-
punti sulla visita cli D. Albera, è superiore ad
ogni elogio per l'interesse che prende per <letta
Istituzione. A Guayaquil tutti sanno che la
prosperità di quella benefica opera stà 1.11 cima
ad ogni suo pensiero. anche a scapito dei pri-
vati interessi: eglt ama quell'Istituzione o tanto
basta. Ora lafiltmlropica èstata da pocoaffidataai
Salesiani; un confratello è già partito per Torino
per ottenere dai Superiori il necessario personale
ed allora il numero dei giovani si potrà facilmen-
te far ascendere a mille e pili ed estendere cosi
maggiormente i hcne:ìcii d'un:1 ist;-uzione reli-
giosa. Attualmente lutli ·qtw.nl1 gl'im01nanli "-O·
no csl0rni: bravi si;nori, che tanto aff"lfO cstcr-
narcmo a D. Alhera. cd il cui ticorJo vivrà caro
nella n<r:tra mente. Il dima di r.uayaquil è a"-"-3.Ì
pesante e debilitante, specie nei mesi di pioggia,
l'inverno di questi paesi; ma i nostri pare comin-
cino ad acclimatarsi, aiutati dalla generosità con
cui si sottopongono ai sacrificii pur cli aiutare
quella gioventù, quant'altra mai btsognosa d'una
educazione cristiana.
V erso l'Oriente.
A Guavaquil siamo fem1ali due giorni. Il
primo giorno, domenica, si celebrò la nostra festa
di Maria Ausiliatrice senza proc~one e priva
d1 <,lucila sontuosità con cui, senza dubbio, una
sell1muna prima si sarà cclchrnta a Torino nel
suo maggior Santuario, tulhlvia abbiamo fatto
del nostro meglio e la cappelletta era rigurgitan-
te di gio··ani
Il 2 giugno, <li buon mattino, c'incamminam-
mo verso l'Orien.tc; dapprim,a u11 vaporino ci con-
duce alla sponda opposta del Guay,L": ove era
pronto il treno che doveva portarci ad otto ore
di dìstanza ad Huigra; percorrendo così tuUa
quaula la rete ferroviaria dull'Equatore.
Hiiigral non ò altro che un centro d1 riunione .
la gola di due monti OVI! scorre un torrente. alle
cui sponde sorgono alcune capanne, un po· più
grandi di quelle dei nostri soldati in wmpo cli
cc1mpo: rnamalcostrntte e d1ppiù di tela, che una
,·e- volta poteva essere bianca edora non permette al
viaggiatore, che voglia conservare pulito il suo
stito, di fregarlo impunemente contro quelle mobili
pareti. Il nostro treno giunse in ritardo: a quattro
ore di distanza, a Guatagsi, ci attende\\'a in una
màsseria un buon cooperatore. (i sconsigliarono
per l'ora tarda di continuare la marcia; tuttavia
avremmo voluto tentare: per cui ci appellammo
all'autorità legislativa, giudiziaria, esecutiva ed
amministrativa ad un tempo, un giovanotto sui
25 nnni, e mentre i messi lo cercavano, D. Albera
volentieri approfittò della sedia offerta. Eravamo
nel principal caffè; fu un andirivieni di negri che
compra,ano uno e due e tre e più bicclùcrini di
forti liquori;e ci guardavano con un ceffo che non
avremmo voluto incontrarli da soli. Il nostro ca-
pitano fu compitissimo; ci fece però capire che
smettessimo pure per quella sera l'idea ili prose•
guire oltre.
- Sono Europei loro'
- Sissignore.
- La prima volta che approdanoaqueslc lerre?
- Eh! precisamente..
- Eh! si capisce: non conoscono le nostre strade,
ultnmenti non insisterebbero t:mto per avventu-
rarsi così..... E continuò:

2.2 Page 12

▲back to top
=-=- -
rn7 -
- Son Salesiani?
Questo nome che tante volte ci aveva riempito
di gioia c santamente inorgogliti. esco.: ora dalle
nostre labbra con titubanza; questo titolo così
caro, no non l'abbiamo ripudiato, la Dio mercè.
però tremanti lo pronunziarono le nostre labbra.
I lettori del Bolletli110 non debbono dimenticare
che nel 1896 un d<!crcto esiliava i Salesiani dal-
l'Equatore; è vero che da pochi mesi un altro
presidente reggeva lt> sorti della Repubblica, ma-
gistrato animato (lt'11<1 migliori intenzioni per far
progredire per mezzo della pace, dell'unione e drl
ta gioventù; aJ buon Florcs sembrava di r»sere
di nuovo ritornato all'amato collegio. Più tardi
augurandoci la buona notte, ci raccom:u1dava d1
pregare per un povero nei;ro ucciso a pochi metri
di distanza sul pendio della collina che ci sta ad-
dosso; il movente si crede sia stato il sospetto che
avesse danaro addosso. << Poveri negri! aggiungP-
va. da tre mesi gl'impresa1ii non li pagano e lf·
conseguenze di tal ritardo è facile pn-vederlr: chi
ha un poco di danaro qui non è sicuro.• Un 11()('.o
di élcqua cakla. che c;i disse• brodo, un bicchierl'
di birra. più <:.ostanzio:.a che tn!to il resto, ru l,l
P orto di Guayaquil - Equatore.
concorso dj lntti i vohmtero<.;i l'amata patria... a
noi tuttavia era stato consighato di ,'iaggiare nel
più stretto incognito; e si capirà da ciò il motivo
del nostro turbamento, specie se s1 rifletta chl' chi
ti scopriva era un capitano di polizia. li nostro in-
terlocutore s'avvide del turbamento e s'affretlò
.i sog~iungere: - Anch'io conosco bene I Sales1anj,
.;ono un loro antico alunno; e qui una fiLrn. di clo-
mandl' del come stava Don Luigi. Don Ciriaco
Don Ginseppe, D()n Fclix ecc., ecc., antichi supe-
riori della Casa eh Quito, chiamata Proiaumul-0,
,. cb'egH ricordava con tanto piacere. Qna nto
rammarico s1;ntiva per quella famosa notte in
1:ui furono strappati per l'esilio all'affetto di tan-
nostra magra cena. Durante la notte pur troppo
ci accorgemmo ckll'actaduto, accanto alle nostre
tende una ventina di negri, tutti di Ginmmaica,
facendo corona al cad,tvere del loro compagno e
fors'anche parente, bevevano, piangevano e can-
tavano; era nn canto annonioso, ma tristemente
cadenzoso e spiacevole quanto mai per l'ora e pel
ricordo. Al sonno si dovette rinunziart'. nono-
stante le huone ragioni che avessimo d1 n·rla-
marlo tranquillo e prnhmgato. A D. Albern per
dippiù toccò una tenda con un buco che dava
sulla testa e l'aria lresca della notte gli rese ri&rido
il collo per tutto l'indomani, non piccola mole-
stia p<·r ch1 <leve andare a cavallo.

2.3 Page 13

▲back to top
roS -
In marcia forzata e in nuovo abbiglia-
mento!
Noi adunque ci avventurammo ad un nuovo
mezzo di trasporto che doveva durare cinque 1un-
:ghi mesi, quasi continui, a marcie forzate, sempre
di IO, molte volte di I4 e anche più ore gior-
naliere; trasporto pericoloso per la nostra inespe-
rienza, per la natma degli animali e per i cam-
mini sommamente difficili; per cui, prima d'infor-
-care i nostri destrieri, era necessaria una meta-
morfosi. Il missionario cbe s'avventura in viaggio
-verso l'Oriente ordinariamente si vede costretto
ad abbandonare la veste talare che troppi pe-
tìcoli correrebbe nell'attraversare cespugli, nel-
!' arrampicarsi per erte montagne e guadare
impehwsi torrenti, e a noi rincresceva troppo
deporla; quindi la raccogliemmo ai tì~nchi, strin-
gendovela con forte cintura di cuoio, indispensa-
sabile in questi lunghi viaggi a cavallo, se non si
vuole riportare qualche rothtra interna. Infatti
s'è costretti a sbalzi violenti, a corse precipi-
tate, a sforlj per arrampicarsi, per saltare, per
mantenersi in equilibrio e se l'addome e le reTli
non fossero strettamente e solidamente protetti
difficilmente si eviterebbe qualche lesione. Sul
capo non avevamo un panamà ad ,::npie falde:
ma un largo cappello di paglia, coperto dJ
tela incerata; un ampio fazzoletto bianco ci
ravvolgeva il collo e scendeva nelle spalle; un ab-
bondante po,icho (una specie di sciallo con un
foro nel mezzo per cui si fa passare la testa) ci
pendeva dagli omeri sui lati del cavallo coprendo
tutto e lasciando vedere appena i nostri panta-
loni ùi pelle cli capra, non ancora abbastanza fles-
-sibile e che pur troppo ci dava frequentemente
delle fitture nelle gambe. La moda, per quanto
capricciosa e bizzarra, credo non vorrà mai adot-
tare il nostro stranissimo vestire, indispensabile
per altro in simili viaggi. M'ero provvisto di una
bussola ed accanto il crocifisso pendeva... un re-
volver! Nessuno si spaventi: in questi paesi è ne-
cessario -per difendersi dagli animali feroci, che
si potreboero incontrare e, talora, forse ~che
da altri, cui solo torna l'uso della ragione
quando s'accorgano che il cavaliere possiede una
-simile arma.....
Altre incertezze.
Così vestiti, montammo su due cavalli . guidati
<la varii inclii e alle IO I[2 eravamo a r 1,1tagsi,
alla (attoria di un nostro cooperatore. Lc-:;,brata
rnessn, ci si anl!lun1..ia che il Superiore Lìe:le Case
dell'Equatore, D. Fusarini, da Riobamba aveva
telegrafato che alla sera si sarebbe troYato con
noi, che l'aspettassimo. Ciò ritardava la nostra
marcia; ma non ci abbiamo Jleanco pensnto. t:m-
ta era la brama di rivedere D. Fusarini, che da
due giorni viaggiava sul dorso di una mula per
venir a riverire il rappresentante del Rettor
Maggiore.
·
Giunse e con gioia l'abbracciammo, ed egli ci
descrisse i pericoli ed i bisogni dell'oriente, e della
nostra missione di Gualaquiza. Su Don Albera
però questi la vinsero su quelli e fidati nella di-
vina Provvidenza e forti dell'ubbidienza che ci
mandava ci siamo messi in cammino. Altri ci
cbiamò temerarii e D. Albera lo fu e doveva es-
serlo per compiere la sua missione; poveri confra-
telli! se la sola prudenza umana l'avesse guidato;
non l'avrebbero mai più visto; avrebbero ancora
da ricevere il conforto della sua paterna visita!
Per un tralto ci accompagnò D. Fusarini; po~
scia ci dividemmo per lati opposti: egli riprese il
cammino dell'occidente, noi continuammo per
l'oriente.
Sempre verso l'Oriente.
L'Equatore neJla sua massima lunghezza è di-
viso in due dalla Cordigliera delle Ande, altissima
catena di montagne che si estende da Nord a Sud
formando come una gigantesca muraglia, un
bastione insormontabile, che separa l'Est dall'O-
vest e per indole e per costumi e per tutto, tanto
che forse mai le due parti si potranno unire, così
profonda è la differenza. All'occidente vi -sono le
I'7 provincie che formano la Repubblica, collo-
cate in fertili valli e sui piani inclinati che scen-
dono al Pacifico; all'oriente l'arte è ignota; lana-
tura e la barbarie regnano. Noi seguitiamo vers.,
l'oriente. Dalla cima di quelle montagne, molte
delle quali si innalzano~ più di sei mila metri,
si può d'un colpo d'occhio abbracciare tutto l'o-
riente, che si distende ai piedi di quei colossi co-
me un immenso oceano di verde, simile alle acque
azzurre del Pacifico, che si allargano dall'allm
versante ed arriva fino a confinare colla Colom-
bia, col Brasile e col più grande fiume del mondo.
l'Amazzone. Varie ramificazioni di montagne si
partono dalla Cordigliera; infiniti sono i fiumi che
vi hanno origin·\\ gli affluenti che vi si uniscono,
i torrenti che I ingrossano, scavandosi un letto
anche in mezzo aJJa viva roccia.
Magnificenze della natura.
Oltrepasserei i limiti del mio compito se vo-
lessi dare anche solo un'idea della ricchezza, e
magnificenza di questa terra d'incanto_ Avevo
già attraversato lutto l'immenso Brasile dmante
il mio viaggio ed ero 1imasto ammirato dei pn:·-
digi ùi vegetaziòne specialmente quando c'i11ter-
nammo nel Matto Grosso; ma qui la maraviglia
cresce, La vegetazione più lussureggiante si e-
stende P.er centinaia e centinaia di chilometri, in-

2.4 Page 14

▲back to top
- 109 -
tcrrotta solo dallo scorrervi di ricchi fiumi, le cui
acque contengono spesso argento ed oro. Nell'o-
riente dell'Equatore han vita migliaia di esseri
di specie diversi, svariatissimi in grandezza, for-
ma ed aspetto; dalla formichetta al superbo leone
dall'insetto più impercettibile al serpente di gran-
dezza direi esagerata, dall'umile violetta alla rosa
più fragrante. Qui flora e fauna ricchissuna e sva-
riata; qui i giardini si allargano per estensioni
smisurate ed in mezzo vi striscia il terribile ser-
pente quasi a difcncll'me J'entrata ed impedirne
la violazione. Boschi ammantati maestosamente,
valli tappezzate d1 un verde dorato, dove scher-
zano graziosamente gli animali; incantevoli col-
line adorne di regie palme che ergono superba la
testa tra le piante che le circonJano; foltissime
selve ove cresce rigoglioso l'albero del cacao e
dànno vita nella solitudine alla gomma, alla re-
sina, al balsamo, all'olio,al pepe e a tante erbe e
radici medicinali; qui ancora estese lagune lim-
pide e tranquille come immensi quadri di terso
cristallo. Tutto bello, incantevole, contemplato
però al sicuro da. alta cima. Come per altro
cambia nella pratica, quando si è obbligai i inol-
trarvisi a giornate forzate! F.iccia bel tempo
o no; portino o si facciano trascmare lc- cavalca-
ture, hruci il sole o q1da pioggia dirollu, come
toccò a noi che a dispetto dell'incerata, cra\\'amo
inzuppati e compenetrati d'umidità le mani lll·
tirizzitc abbandonano incapaci le redini cd in-
tanto l'acqua gocciola dal cappello e scola fredda
per b. YÌta, quando pur da un molesto \\'cnto
coutrario no11 ,-. lanciata sul volt<'; la. pelle è bru-
ci:tta dal sol~ o dal freddo e screpolnndosi cade
cont i n uamcnte.
Si continua la marcia.
Nessuno che con◊scaD Alhera si maraviglierà
se un uomo della sua età, di c;a!ntt' precaria, deli-
catissimo, alcune volte giu:1ti al /ambo, doveva
esser tolto di pcs:, e collocato su una !11Jdia o su
ciò che ne faceva le veci1 perchè le gambe si rifìu.
lavano a reggerlo cd il corpo inerte s'abbando-
nava a se stesso. E che cosa è questo /(lmbo? è il
luogo di riposo del missionario, dov'egli dovrà
passare la notte dopo una faticosa giornata; sito
prestabilito che dovrà raggiungersi a qualunque
costo; il ferman.1 sulla vetta della montagna è pe-
ricoloso, si va incontro a certa polmonite. Questo
spauracchio, anche estremamente spossati, dà
lena; anche quando l'astro del giorno si ccclissa
coraggio p1.:r andare avanti è fa capaci cli
atti di cui a mente serena non si sa rendere ra-
gione.
Al tambo, !;e l'indio che ne ha la custodia è av-
visalo, i-i troverà qualche cosa di caldo, unico con-
fortante che lo stomaco imperiosamente reclama,
sia semplice acqua con sale, oppure l'abbia intor-
bidata un poco di farina di mcliga, di patate o rli
yuca, non monta: tutto è buono purchè caldo.
Quante volte l'unico saporitissimo piatto era un
poco di granturco, non sempre abbastanza con-
dilo col sale! Se si giunge inaspettati, bisogna at-
tendere ore ed ore quel magro ristoro. li vino è
bevanda sconosciuta; per quei del paese supplisce
l'alcool, estratto dalla canna di zucchero; ma a
noi non avv<.zzi brucia la gola!
Entriamo nel rrmcho e prendia.mo conoscenza
della casa che dovrà ospitarci; è un vano di tre o
quallro metri quadrati, coperto di un tetto di fo.
glie di palma, sostenuto da pali piantati nel suolo
ed uniti tm cli loro per meno di altri pali; il pavL
mento, ordinariamente sospeso alcuni metri dal.
i'umido suolo, anch'esso è coperto di foglie secche
di palma o di stuoie, formalè di <~I.Ilne divise
per mttà i fianchi del nostro lt jte[ sono scoperti;
accovacciati tutti e due su stretto spazio, alle
volte ad un piccolo movimento mi svegliavo di
soprassalto guardandoansiosamenteD. Albera pei
tema clie rivoltolandosi sul duro e non rare volte
anche pungente giacigbo. non andas~c troppo in
là, oltrepassando l'indifesa sponda con pericolo
evidente della vita. 11 ra11cl10 ripara dall'acqua,
ma non dall'aria e dall'acqua stessa non sempre,
po1chè se il vento soffia da c1u,tlunquc parte te la
caccia addosso, quando non siasi già infiltrata tra
le foglie del letto e non ti cada n,s-occiolc sul capo a
distnrhare q uc-1 sonno che non t'è meno nccessano
del vitto. Solo la fede e l'amore che da essa sgorga
può far intraprendere simili viaggi. Nelle eterne
e monotone giornate pas.c;ate sul dorso di quei po-
veri animali, stando dietro D. Albera, sovente lo
nuravo agitalo, incapace di trovare una posizione
comoda sul cavallo; vedevo che mal si reggeva
sulla vitae pur s'eracostrelti ad attraversa.re pre-
cipizii, che da un momento all'altro ne potevano
mettere a rischio la preziosa esistenza. Confesso
che ripetutamente mi sentii tentato di consigliar-
gliene il ritorno; ru tosto scacciavo il triste pen-
siero, fidente nelle continue e numerose preghiere
che sapevo innalzarsi da tutte le nostre case.
L e difficoltà aumentano.
Eravamo al Sf.':cond'.> giorno tlel nostro viaggio
a ca, .ùlo; da orè ed ore ascendevamo e la cima

2.5 Page 15

▲back to top
- !IO -
della montagna che dovevamo guadagnare, sem-
brava si allontanasse c:empre più. L'ascenc;ione
in qualche pm1to è quasi perpenc.licolare, il viot-
tolo è angusto e con capricciosa direzione; i gra-
dìm mal fermi , formati da pali rotondi o appena
appianati più dal piec.le dell'uomo col passarvi so-
pra che dalla mano che ve li ha collocati; bisogna
con frequenza ùisccndere e camminare a piedi.
Stando a cavallo troppo si soffre; il cuore si stringe
e quando si giunge all'agogn:1.lo altipiano o nella
sottostante valle si respira, si allargano i polmoni,
il sangue: ricomincia la sua regolare circolazione;
tale è l'agonia che vi si soffre.
Spesso i piedi han bisogno dell'aiuto delle mani
per barcollarsi,.saltare e, direi quasi, volare di
dirupo in dirupo, abbandonandosi da un albero
ad un altro ed allora si canunina a quattro piedi
per quelle discese o ascensioni irte. Descriverle
non è possibile: vi sono pendii pronum:iati l'
tortuosi, al cui termmc non trovi altro che un
sentiero di un mezzo meb"o e subito dopo un
torr~nle impetuoso che guai se la c;pinta ualu-
nle non rattienc il piede. sei irremissibilmente
perduto. Quanti imprudenti animali, abbando-
nali all'impeto ilella discesa, non hanno mai
mgoìate quelle acque! Non di rado la lussureg-
giante vegetazione ne occulta il pericolo e se le•
piante non sono robuste oppure vicine si preci-
pita per dirupi di cut è difficile misurare l'alteu:i.
L'micntc è detto il paese dell'acqua; dapper-
eu tutto se ne incontra in abbondanza; elemento
indispensabile, ma anche pericoloso. ~oi per
giunta, come dissi, c'incontrammo a viaggiare
nella stagione delle pioggie. Il passaggio continuo
delle bestie sempre nello stesso cammino aveva
scavato dei solchi assai profondi che ripieni d'ac-
qua facevano si che l'animale vi_ s'immergesse
fino alla pancia, producendo contmuarnente un
rumoresµiacevoleed mzaccherantloci tutti quanti.
Quante volte quell'acqua f~tida dalla '.n.ula che
mi precedeva giungeva ad 1mbrattarm1 11 volto!
Allora la pioggia lanc1atam1 m faccia non era
sprecala.
I torrenti s'ingrossavano; i nostn ind1i per-
tanto alleggeritisi <lei pochi ,ibiti che avevano
addosso si gettavano nell'acqua per guadagnare
la riva opposta, portando attortigliata alla vita
il capo c.lella corda che aveva termine alla briglia
dell'aninmle, alt..ra corda partiva dalla coda. e
co~ kigato l'animale, col cavaliere era spinto
dentro le impetuose acque, tiralo davanti o di
dietro a seconda del caso, mentre le no.:;tre
gambe complelamcnlc unmcrsc nell'acqua, tcn-
tavano supplire I remi, agevolando lo sposta-
mento delle acque. Se J'animale sdrucciola un
bagno almeno è inevitabile! In alcuni punti le
acque cadevano da tale altezza e con tanto
impeto da formare un arco sotto il quale no _
comodamente potevamo pas_'¼lfe. Il peggio si
è quando l'erba occulta qualche terribile pan-
tano; mi capitò una sola volta; ma la mia
mula scomparì totalmente eccetto il capo, cd io mi_
sprofondai in quella bellettc1 negra e per liberarmi
dovetti rimmciare ad uno stivale ed intanto aiu-
tato dagli Indii abbiamo poLuto dopo mezz'ora1J
cavare fuori il povero animale, tirandolo con una
corda e gridando, minacciando ed emettendo
suoni d'incoraggiamento. 1\\ti lavo le mani e la
faccia, che non era rimasta immune, e lasrio alla
pioggia che faccia il resto di pulfaia ai miei abiti.
Sull'Azuay - Pericoloso incidente.
Eravamo giunti sull'Azuay, un mnsso informe
di montagna, tutto roccie, su cui bisogna cammi-
nare. In alcuni punti si aprivano burroni spaven-
tevoli, quasi a picco ed era necessario rivolgere
altrove lo sguardo per non lasciarsi imprec;c;inna-
re. D. Albera monta a cavallo, ma lamenta irri-
gidite Je gambe, eppure bi~ognava continuare in
quella posizione e per quelle roccie altre sci o
sette ore. Non erano che le 12. Quand'ecco il ca-
vallo scivola! ma con ripetuti sforzi s'arrampica
e riesce a mettersì in piedi, D. Albera invece im-
preparato, cade, gettato, per buona sorte, sulla
roccia, rimanendo per l'inerzia delle gambe e la
poca pratica di cavalcare col piede destro ndla
staffo. Guai se fosse caduto dal lato opposto, il
il pesoslesso del corpo l'avrebbe trascinato giù per
quel precipizio, profondooltre i 500 metri! Guai se
ìl cavallo, spaventalo, si fo,.se mosso per quelle
roccie! l'avrebbe fatto cadavere. Io mi trovava
immcctialamenle dietro D. Albera, l'indio che ci
guidavaavanti;gridai spaventato; la nostra guida
si fermò, sbalzai a terra e menlre quegli teneva
fem10 per le briglie il cavallo, riuscii a svincolare il
piede dalla staffa; la Vergine Ausiliatrice che ave-
vamo invocala poco prima coll'A11gelus, vegliava
su noi e le molte preghiere innalzate a Lei in
tante parti ce l'avevano res::i. propuia.
(Co11tù111a)

2.6 Page 16

▲back to top
ltr -
0,
-r sS IO N I
matto Oros50
catczza che non permette che una giovane
promessa., che già aveva in casa, venga edu-
cata insieme alle sue figlie. Il figlio mostra
La Mìssione degli lndii Coroados Bororos.
Fatiche e sudori dei Missionari,
vita e costumi degli In<iii.
una cicatrice di una gloriosa ferita, ricevuta
nell' ultimo attacco dei Coyapòs, che vivono
sulla sponda sinistra del rio Das Mortcs.
Abita al n." 2 il capitano MicJie!,e R11a, uno dei
(Re/a.ziq11e lkl Sàc. D. A,n.brog-io Turricd.a*},
loro principali sacerdoti o Bari. Ha varii :figli,
avuti dalle due mogli, che come Bari gli erano
concesse. Insieme con lui dimora il capitano
Un'idea del villaggio - In giro per tutte Lul1ì, forse il più vecchio, uomo assai lepido
le capanne.
e grazioso. Per lui tant'è comparire in panta-
loni, come in camicia o col solo gite-t o con
A destra della casa dei Missionari, in fonna un cappellaccio, quando non si mette ìn parata!
di quadrilatero sono schierati i ra11clt-0s, ove di- Per farmi festa si offerse a cantanni il Bacurzm't.
morano i primi indii, che in numero di r40 si av- Accettai. Egli allora mi ·si avvicinò, mi pose la
v1cmarono alla colorua. Si volevano dividere per dc:.tra sotto il capo, mi abbracciò con la sinistra
famiglie, ma finora non si è potuto ottenere in- e incominciò il canto. Che musica ! Ma le sue
teramente: mancano ancora varie capanne. Cia- smorfie erano assai più curiose. Per farmi più
scun ra11clw misura 8 m. per 4, e nel mezzo della contento, di quando in quando, andava toccaii-
piazza ve n'ha uno assai più grande, centro di domi in faceta colla bocca, senza lasciar di
riunione per gli uomini, ove ordinariamente non cantare, ed io pe1 poco non ebbi paura! Se non
vanno le donne, e vi hanno invece libera entrata v'era presente Don Balzola, clu sa come <;arebbc
i fanciulli, i quali, dopo scuola, amano quasi sem- andata la cosa !...
pre di recarvis1 a giuocare. È dunque un luogo Nel n.q 3 trovammo il capitano Toto Pais
di riunione dove si chiacchiera. si canta e s1 con la moglie, la suocera e i figli. Anche questi è
giuoca, ed è chiamato Baita o Bryito.
ban, ma di ordine inferiore : e la differenza sta
Le capanne degli indii sono numerate ; e se che egli non può parlare con Marcbba (il Dio
ella, amatissimo Padre, ne ha piacere, potrà buono) ma solo col figlio di lui. Questa famiglia
.. visitarle ad una ad una. Quelle che tralascie- era in lutto per la morte del suocero ; e, poveretti!
remo erano allora disabitate.
avevano tutto il corpo disegnato cli tagli. La ve- ,
Al numero I abita il capitano Joaq11ilt, il dova si era recisi i capelli per farne una treccia,
primo che si avvicinò alla Colonia, colui che con che in segno di lutto portava pendente dalla
la sua parola influeni.e seppe persuadere_gli u.ltri cintw·a. Abita con loro anche un povero cieco
a recarsi ad abitare coi :Missionari. E uomo con la moglie; il quale, quando canta, copre tutti
coraggioso, vedovo e con tre figli, due bambìne con la sua voce assai stiidula. Ma benchè cieco,
che egli conduce tutti i giorni dalle suore perchè lavora: e noi lo trovammo che stava facendo
vi sieno educate ed un giovanetto, cui pensa <lelle frecce con un coltello.
ègli stesso. Nella sua casa regna il silenzio : ri- Appena ponemmo il piede al n.0 4, ci si pre-
nunziò alle seconde nozze cui aveva diritto e sentò un indio, alto, ben formato, coperto di un
tiene ornata la sua dimora con una 1~lle cli 1igre gran giubbone nero e con un cappello di paglia
da lui uccisa. Avendo stabilito di vivere ad imi- Si chiama il Capitano lf1aggfors. La moglie,
tazione dei Missionari, è giunto a tanto di deli- cui dintorno si aggirava un bambinello, stava
presso il fuoco preparando il mingabo, una specie
-J Cfr. Dollçttfoo di marzo. - ti 16 del mese scorso,
giungev11 al Sig. D. Rtta una nuova leLLum di D. llal-
1.ola, rt"Cnnte ln ditta 27 dicembn, e piena di belle t:d
imPQrton11 nut1zu:. hl dan,mo nel pro,,,,imo numero.
di polenta che si ottiene pesta.odo il mais in un
mortaio di legno e cuocendolo subito nell'acqua.
Qui abila anch~ un bel giovane, alto, e robusto,

2.7 Page 17

▲back to top
- Il:! -
sordomuto fin dalla nascita: sorridendo mi mo-
strò una freccia rotta e un'altra insanguinata,
con cm in quella matlìna, aveva ucciso un'1111la
o tapiro.
Al n.0 6 vive l'indiano Gioaccliìno, ammogliato
ad una .figlia del Capitano L1il1ì. Con essi abita
un orfano, mezzo scemo in seguito ad uno spa-
vento che riparlò nel histe caso occorso due
anni or sono e già riferilo nel Bollettino da Dou
Malan : fu in quell'occasione che rimase orfano.
Son poche settimane, che venendo cogli uomini a
dcrio di avere il bai tesimo, per cui s1 cercò di
completare alla meglio Ja sua istruzione e morì
cristiana. Uno dei figli di Pietro è Giacomo Co-
st(lmagna, uno dei migliori ai11tanti dei nostri
confratelli. Qui vidi tessere un nastro a quattro
colori, in un modo sorprendc:nte.
Passiamo al n.0 9 e troviamo Emanuele M ur-
tinho che per otlo giorni andò cercando nel ,n(l/to,
cioè nel bosco, l'orfano smarnto, la cui scompar,-a
aveva gettata la costernazione in tutto il vil-
laggio. In questo rane/lo richiamò la mia attea-
Vista della citta di Guayaquil - Equatore. - (Vi1d. pag. ro5).
casa si smarrì, e rimase perduto per otto giorni.
Al n. 7 \\'ive !"indio Pietro. infermiccio t d1
poche forze, per l'abitudine ch'egli ha di man-
gia.r terra. Disteso al suolo trovammo pure un
giovane per nome llfi'cl1elc, il quale accettò con
piacere un rimedio portogli da D. Balzola : e
notammo pure una vecchia occupata neUa fab-
bricazione di certe stuoie molto resistenti, falle
di foglie di palma. Con queste sanno far anche
dei bei canestri.
Un altro Pietro abita al n.0 8. Era in lutto,
avendo perduta la moglie pochi giorni prima.
La povc:rctta m punto di morte mostrò il dcsi-
zione una gran rete da pesca, fatta da loro con
fibre di palme. pazient~rnente intrecciate.
Nel ranc/10 n.0 IO vedemmo Emma11ude Dz.z
ancor indisposto per una frecciata ricevuta al
fianco nell'ultimo scontro con i Coyap6.~. sette
mesi prima: egli ha due figli molto stimati da
tutti per la loro forza meravigliosa. Vidi là, ap-
pes.;t al1a capanna, una piccola provvista di me-
liga e d'altri prodotti agricoli, che mi riempì di
speranze, mostrandomi come questi indii siano
più previdenti che i Tobas de.I Paraguay, 1 quali
non serbano nulla pel domani.
li n.0 I2 appartiene ad Andrea, che lrovammo

2.8 Page 18

▲back to top
- II3 -
assente, perchè erasi recato a visitare certi suoi
amici in un altro villaggio, anche collo scopo di
attrarne alcuni alla Colonia.
Al n.0 13 c'incontrammo con un altro bari
minore. Si chiama Antonio Mattm. Vidi colà una
vecchia india adornata di piume appi1xicate
alle tempia, alle gote ed alle braccia. Era impa-
gabile, la vecchia ! e mi sorprese pel suo ordine e
per la sua nettezza.
Il n.0 14 è la dimora di Luigi Carlo e della sua
numerosa famiglia. Come fu conte~1to degli elogi
che Don Balzola eci io gli facemmo per la
sua pulizia ! Fu tra i primi che giunsero nella
colonia ed è uno di quelli che persuasero gli altr,
a venire. In un angolo stava rincantucciato un
ragazzetto, attento ad imbeccare un pappagallo
con somma dimestichezza; prima ch'egli avesse
masticato iJ cibo, 1'1,1ccello glie l'aveva tolto di
bocca!
Passati al n.0 15 , ove vive Paolo col suo bam-
bino Pio, cosl chiamato in omaggio al nuovo
Sommo Pontefice, ammirammo alcuni arartis,
che rssi allevano per trar profitto delle loro penne
con le quali compongono i loro più 1icchi orna-
menti. Vive fra loro una povero. vecchia, che
sta sempre aspettando il consorte , che ella
crede dimori in un altro villaggio.
Al n.0 17 abita il capitan Bari, indio valoroso
e di indole mitissima e pieno di affetto per i mis-
sionari. Conta 4 figli. In questo rancho notai che
avevano alcuni polli e galline: ignoro se per
venderli o per mangiarli, ma, comunque sia, si
vede che pensano già pel domani, cosa poco co-
mm1e fra gl'indii.
Col n.0 I8 è segnata Ja casa del Capitan Matteo
che è forse il Bari principale, ma non può figu-
rare nelle baldorie sacre o profane, perchè es-
sendo infermo dì litpus non gli è consentito di
gridare. Lo trovammo che faceva esorcismi sopra
la testa di un alce che gli avevan portato poco
prima... Questi indiani non prendono un boccone,
se prima il Bari non l'ha benedetto. Insieme al
Capitan Matteo coabita l'indio Tommaso e fa:
miglia.
Nel rane/io n•. 19 trovammo Ginho che ha in
tsposa una figlia di Luca. La sua casa era ir1
bell'ordine. Per maggior comodità ba costruito
una specie di credenza ove serba alcuni oggetti:
ed egli parla un po' di portoghese essendo stato
alcun tempo a servizio ; tuttavia è buono e molto
amico dei Missionari : i suoi lo tengono per un
sapiente.
Entrando nel n.0 20 non trovammo Paolo,
rna la suocera che era in casa, s'incaricò di nar-
rarci le cose sue. I vi potei ammirare un prezioso
parico, ornamento che sogliono portare sul capo
a mo' di corona. Lo fanno di penne grandi, bel-
lissime. Ivi pure ammirai un fanciullo con la
faccia dipinta con un nero lucido come vernice,
il che, a quanto intesi, usano come rimedio.
Ma la scena più comica ci si presentò al n.0 21
ove trovammo Paolo, gia ricordato, che stava
dipingendo la sua :fidanzata. Quando entrammo,
era intento a dipingerle il volto : e bisognava
vedere con quale posa di artista attendeva al
suo lavoro. Tracciata attentamente una lineà,
femavasi alquanto in contemplazione, come per
ispirarsi. Dal canto suo, l'altra pareva che non
volesse esser causa di una minima imperfezione :
poichè se ne stava immobile senza batter pal-
pebra, sì da sembrare una statua. Seppi che
quest'atto di dipingere è per loro la maggior
dimostrazione di simpatia.
Al n.0 21 dimorano altre tre famiglii.:, tra cui
quella di Manel N •is1ìez, un indio abbastanza
attempato, che ci fo' assistere ad un'altra scena
gustosa. D. Balzola aveva portato un unguento
per un ragazzetto malato di petto e quindi si
pose a fargli alcune Ctizioni. Ma non appena se
n'avvide Manttel, senz'altro si pose fra D. Bal-
zola e il fanciullo, e presentando le spalle co-
minciò a supplicare D. Balzola, che ungesse lui
pure, perchè un-a volta quelle spalle lo avevano
fatto soffrire. Gli indii sono altrettanti fanciulli!
tutto ciò che vedono, lo chiedono tosto per sè.
Finalmente entrammo nella capanna n.0 22
di Giorgio Bodestein il quale era ru1cor sofferente
per Ulla palla che ebbe or son due 4-fillÌ nel ri-
cordato massacro. Qui vidi pure il primo bam-
bino nato nella colonia è a cui fu posto .i l nome
di Leone Pecci in memoria del grande Pontefice !
Amatissimo padre, ora che son arrivato alla
fine di questa. lunga e fastidiosa enumerazione,
passo, se me lo permette, a nanarle qualche
cosa dei costumi e delle sl.lperstizioni di questi
sventurati selvaggi. Le prometto, che farò di
tutto per non abusa.re nuovamente della sua pa-
zienza.
R egime dei Bor5r 5s - Come sogliono im-
pa rtir e gli ordini - Bari , M arebba e
P ope.
Gli indii Coroados- Bororos si reggono con usi
che von-ei dire, patriarcali. Gl'Indii del P araguay
e di altre regioni, di cui ebbi notizia, sono divisi
in tribù le quali non hanno alcuna relazione arrù-
chevole fra loro, maanzi ocliansi e perseguitansi a.
morte. Non è così dei Coroados. Essi, quantunque
ripartiti in villaggi, si amano come fratelli, nè
sono soggetti ad un solo cacico, nè in ogni villaggio
comanda ordinariamente un solo. Secondo che
potei intendere vi sono in tutti i villaggi tre o
quattro che portano il litolo di capitani, nè tutti
obbediscono a ciascuno di loro, ma sole certe fa-
miglie, cioè, se ho ben accertato, quelle che son
legate al capital'IO da vincoli di parentela.

2.9 Page 19

▲back to top
- 114- -
Stranissimo è poi il modo con cui impartiscono
ordini. Durante la notte si riuniscono gli uomini
fuori del B4ilo ed uno dei capitani indifferente-
mente è scelto a fare l'arringa. Tutti gli uditori
tutta la voce che ha, con tutta ln. forza de'suoi
pohnoni. Possono parlare con lui solt;mto i Bari
principali, poich<'! i minori non arrivano a lui,
ma soltanto fino al figlio. Ammettono inoltre il
s tendono allora al suolo, e il solo capitano ora-
tore rimane in piedi con un sigaro stretto fra i
deuti. Ciò posto, comincia l'arringa. Parla a scat-
ti e sempre con la stessa cadenza. Dice anzitutto
ciò ch'è avvenuto durante il glomo; rimprovera
se è occorso qualche inconveniente, e, poi, sem-
Dio cattivo che chi~inano Bope, il quale, ha. di•
mora specinlmente nei monti e sopra. gli alberi
ed anche in uno dei cieli: il colorado. Sono molti
i Bope uomini e donne; e gl'indil sono persuasi
che tutto il male e le avversità che accadono sia-
no cagionate dai Bope. Ebbi occasione parlare
pre ad altà voce, impartisce gli ordini opportuni per mezzo di Don Balzola, col Bari Michele, il
pel cU seguente. Ora hanno preso l'abitudine di quale sosteneva che egli vedeva realmente Ma-
andar sempre da D. Balzola prima dell'arringa rebba e Bope. Di Marebba seppe dirci che è grande
per chiedergli se ha qualche cosa di speciale da e bello, ricco e ben vestito. Gli mostrammo alcu-
raccomandare, e il Missionario si vale di sl bel- ne immagini di Gesù perché istituisse un para-
l'occasione per dar loro opportune istruzioni, e gone e ripetè che Marebba è molto più grande e
li conduce persino a restituire gli oggetti tolti a più bello. Gli mostrai allora un'immagine di San
prestito durante la giornata. Infatti, sciolta l'a• Michele e additandogli Lucifero incatenato ai
<lunanza si presentano al capitano oratore quelli suoi piedi gli chiesi se era cosi brutto il Bope, ed
che han da consegnare qualcosa, foss'anche un egli mi rispose: Assai pi,ù orri&t:le! Lo invitai a
ago, come accade certe volte. Che se talora l'o- darmi un'idea della bruttezza cli Bope ed egli,
ratore dimentica qualcosa, sorgono due o tre ad molto compiacente, mi soddisfece modellandomi
un tempo a suggerirla ed egli non s'irrita per que- due pupazzi, un uomo e una donna raffiguranti,
sto, ma urlando ripete _gli avvisi ricordati percM secondo lui, due Bope, dei quali son ben contento
quantunque tutti li conoscano se non li procla- di poterle inviare una fotografia. (r). »
ma il capitano, non hanno valore: ciò è di pram-
matica. Nè mancano, se loro paiono meritati, di
(Continua).
tributare i dovuti applausi all'oratore, però non
battendo le palme, ma con alti fischi stridenti,
generali o parziali, secondo l'opinione dell'udi-
torio.
Due lettere
del figlio di nomuncurò.
Una notte, dopo il sennone di rubrica, si alzò
un altro oratore e pronunciò anch'egli un lungo
ed eloguente discorso. Seppi che era uno d'altro
villaggio, una specie di touriste selvaggio, ch'era
stato invitato a parlare per palesare d'onde ve-
niva e comunicare le notizie dei suoi.
Un altro moti:vo che m'induce a credere che
i Coroados hanno regime patriarcale si è l'avere
osservato che non tutti vanno al lavoro od alla
~IAMO ben lieti di offrire ai nostri lettori due
~ • care lettere, che il figlio tredicenne del gran
Cacico o re degli Indil della Patagonia scriveva al
Segretario di Mons. Cagliero durante l'ultima sua
dimora in Italia. Questo caro giovinetto fu bat-
tezzato dai nostri missionari ed ebbe il nome di
Zeffirino. E siccome il piccolo neofito dimostrava
un'intelligenza non comune congiuntà ad una
grande illibatezza di costumi e bontà di cuore,
<:accia, ma che malgrado ciò, tutti mangia.o.o e
gli uomini mangiano nel Baito, ove da tutti i ran-
chos portano cibo, salutando l'arrivo d'ogni piatto
-con un grido entusiastico e mangiandone tutti
venne d'accordo con Namuncurà avviato agli
studi nel Collegio Pio IX di Buenos Aires. Colà
egli si trovava il 2 novembre .rgor, quando cele-
brandosi le nozze d'oro dell'entrata all'Oratorio
indistintamente.
di Mons. Cagliero, nella solenne accademia ivi
In materia di religione prestano cieca fede tenuta a solennizzare quella data memoranda,
ne'loro Bari o sacerdoti cl1e sino a quando non ebbe anch'egli la sua parte e riscosse applausi di
si riuscirà a distruggere la loro autorità non si commozione. Ricordando le relazioni della sua
potrà redimerli. Essi credono nella esistenza di famiglia coll'operoso Prelato e i benefizi da lui
un ente supremo o Dio buono che chiamano Ma-
rebba e che occupa il 5° cielo, poichè essi ammet-
ricevuti, pianse e fece piangere. << Che sarebbe di
me, gli diceva, se tu non fossi passato per la mia
tono cinque cieli, benchè taluni me ne abbiano . casa? Chi m'avrebbe insegnato il cammino del
ricordati 4 solamente. Questo Marebba non ebbe cielo? Dopo Dio, a te son debitore di si grande
principio, ma ha una madre, quantunque non ne benefizi.o~. Alla stessa riconoscenza sono impron-
:eonoscano il pad:e, ha inoltre un .figlio anch'esso tate le due lettere che presentiamo ai nostri let-
molto potente. E M arebba che si occupa degli
uomini ed ha tanto lavoro che, quando il Bari
vuole parlargli, per farsi udire deve emettere
(1) L'abbiamo riproùolta néll'ultimo numero, Cfr, Bo/•
lettino di marzo, pag. 82.

2.10 Page 20

▲back to top
- rr5 -
tori. Ora Zeffirino trovasi a Viedma e <;ta com-
piendo il qu~o anno di latino. Egli si viene pre-
parando all'apostolato dei suoi fratelli! Iddio lo
benedica nei suoi desiderii e susciti nuove voca-
ziont nell'ornai civilizzata Patagonia.
Lettera I.•
Viva Ct's-ù, Maria e Gilts,.ppe!
Viedrna, 30 aprile 190.1.
Mio rA1usc;"'• D. G10VANN1,
Con sommo piacere le scrivo questa letterina
per manifestarle la riconoscenza del mio povero
cuore.
Lu rendo le più sentile grazie per i benefizi spi-
rituali che mi ha fatto nella stta pemianenza in
questo CoUegio di Viedma. Fino al presente, gra-
zie a Dio, sono molto contento e mi trovo mollo
hene spiritualmente e corporalmente. La ringra-
zio moltissimo per i preziosi regalucci che mi ba
mandato. Perdoni, amatissimo Don Giovanni.
se non le manifestai prima la mia nconoscenza.
Le prometto che 110n passerà giorno senza che io
mi ncordi di Lei nelle mie povere orazioni, e prin-
cipalmente nella santa Comunione.
Siccome Lei mi avc\\'a promesso di mandarmi
le immagini di Maria SS. Ausiliatrice e di S. Giu-
seppe, adesso che le scrivo, le ricordo questa pro-
messa. Grazie di tutto; io sono convinto che Lei
mi vuole molto bene e ama anche la mia famiglia.
Non avendo altro da dirle per ora, mi racco-
mando alle sue ora.ziom e mi dichiaro indegno fi-
glio m Gesù Cristo
ZI::I'flRINO )TAMUNCUIÙ.
Lettera Il.•
Vie<lma, 18 luglio 1903.
A\\I AT!SS."'" l). GLOVAliN l,
Con grande piacere le scrivo queste poche li-
nee, pcrchè è una grande consolazione per me po-
terle manifestare I miei desideri.
Io penso sempre a Lei e a Mons. Caglicro, e
trovo sempre di che consolarmi quando m1 vient:
a tentare la malinronia, col ricordo dei santi con-
sigli che mi davano quando si trovavano a
Vicdma. E sprci.1lmenlc adesso che i miei cari
compagni, gli Aspiranti, partirono per Patago-
ncs e mi la!'-Ciarono solo! Quanto ho dovuto
,-ofln.rcl
Non ho mai tralasciato di pregare per Lei e per
Mons. Cagliero nella Santa Comunione, e non ces-
serò di supphcare Gesù che c1 riunisca una sccon-
cl volta. e non permetta che Lei si fermi in Ita-
lia, perchè Lei è stato mandato da Dio pt. r con-
vertire noi poveri indii della Patagonia.
Le porgo mille grazie per le tre belle immagini
che mi ha regalato; che il Signore Ja ricompen.:;1
di tanli sacdfizi, dandole il cento per uno; e cer-
tamente la rimunererà Lui che non lascia senza
ricompensa un bicclùer d'acqua dato per amor
suo.
Oh! quanto le sarei obbligato se pregasse pcl
suo povero amico Zeffirino avanti l'immagine di
Maria Ausiliatrice di Torino! perchè ne ho grande
bisogno, amatissimo Don Giovanni. Tra pochi
giorni dovrò recanm alla mia casa (presso il nume
Aluminè) e chlssà quanti assalti mi darà il demo-
nio per farmi cadere nelle sue mani e precipitar-
mi poi di precipizio in precipizio. Ma se Lei pre-
gherà per me la cara .Madre Maria, Ella certa-
mente mi salverà, e non pem1elterà che io, es-
sendo figlio suo, passi ad essere schiavo di Sata-
na, che è il più acerrimo nemico.
Ancora mio fratello Giulia.no 110n venne a pren-
dermi, e non so quando arriverà. Ma prima di
partire, le scriverò un'altra letterina.
Io vado migliorando a poco a poco, e spero che
il Signore e la Vergine SS. mi restituiranno presto
la sa.Iute, se questo ò di maggior gloria di Dio e di
bene all'anima mia, come Lei mi diceva.
Qui inViedma mi hanno dato il dolce ufficio di
piccolo sagrestano nel Collegio, ufficio veramente
invidiabile, perchè ~ cosi bello stare vicino a Gesù
chiuso per nostro amore nel Santo Tabernacolo!
Se non le l! discaro presenti i miei um1H osscquii a
Mons. Cagliero che io considero come mio secondo
padre e al quale domando umilmente la benedi-
zi,,ne e anche al Rev.mo D. Michele Rua che seb-
bene non conosca personalmente, amo assai come
degnissimo Successore di Don Bosco.
A nome di tutto il Collegio il Rev. D. Bernardo
Vacchina manda moltissimi saluti a ~fonsignore
e a Lei; le tomi anchegradito il saluto del suo in-
degno figlio e amico in Gesù e Maria
ZAFFElUNO NAMU!IICUR,\\.
Se mi potesse mandare qualche rega.Iuccio mi
tornerebbe molto gradito, forse Lei desidera che
io lo domandi; e viva Gesù e Maria nei nostri cuo-
ri. Am,m. .\\ddio! (1).
(1) Que,;lc lettere furono in\\'late :il Slg-. D. Rua dal
Missionario Don Giovanni Bernldi che le aveva ricevute
sòlo Il tJ diceml>re u. s. dal porto di Genovn. T:111to a
spiegazione del nostro ritllrdo (:"l. d. R.)

3 Pages 21-30

▲back to top

3.1 Page 21

▲back to top
116
IL CULTO
DI
Maria Ausiliatrice
Noi siamo persuasi, che nelle vicende dolorose dei tempi
che corrono non ci restano altri conforti che quelli del cielo,
e tra questi l'intercessione potente di quella benedetta che fu
in ogni tempo l'Aiuto dei Cristiani.
Pro PP. X.
~ALUTU~10 con santo entusiasmo, o
divoti, il sorgere tlel dolcissimo mese
della nostra incoronata Reg-ina !... .:'-Jel
caro Santuario di Valdocco esso avrà
princ1p10 con grande solennità il :? 3
corrente, cioè il sabato avanti la f<..:sta
del Patrocinio di S. Giuseppe.
Ne' giorni feriali al mattino, <lopo la
messa delle 5. 30, ed alla sera alle 1 9, 1 5
dopo il canto d'una lo<lç, si terrà un
bn.:Vl' discorso e si darà la benedixionc
col SS. Sacramento. Nei giorni festivi,
questi discorsi avranno luogo dopo i
Vespri delle r4,30 e delle r6,30. Ogni
domenica poi, alle 1 o, vi sarà messa
cantata per cura delle singole Scliofae
ca,ttorum dei varii Istituti Salesiani di
Torino. Assistendo devotamente alle
dette funzioni del mattino si può acc.1ui-
stare per conce!>sione po11tificia l'indul-
genza speciale di tre anni, e facendo
la Santa Comunione l'indulgenza ple-
naria quotidiana per i defunti.
I lontani non tuanchino di associarsi
in ispmto a queste manifestazioni di
profonda pietà; e più copiose scende-
ranno sul mondo intero le grazie e i
favori ddJ'invocata _-\\.usiliatricc.
Rei Santuario di Valdocco.
1~01,r,::,;:,;rssnm e piene di nmni!'est_n pieta _rie-
r--9' scono sempre le dcvolc fumnom del pnmo
vencrdl del mese ìn onore del Sacratissimo Cuore
di Gcsu, e le altre indeue per quest'anno a ri-
cordo del faustissimo Giubileo dell Immacolaca
Concezione. Ma chi potrà descrivere quell'aiTct
tuoso slancio per parle del popolo e quella 1,rran-
<liosilà e gravità solenne con cui il 24 febbraio
si compi la seconda Commemorin:looe men~ile di
Maria SS. Allfillialrice? ()hl noi inculchiamo c.:at-
damemc a tutti i nostri lett0ri che non manchino
<li rendersi famigliare questa dolcissima pr:uica,
se voglirmo toccar con mano, (Jttanto sia gradiu
atla l'aumaturga R1 c:-ina di Valclocco I1).
- Giunsero poi, sospirati con ardenli voti. ì
giorni 2, 3 e .( Marzo, destinati alla Corte di .liana.
Chiamasi cosi a T<>rino la devota usanza di ono-
rare co,i tridui co11/ùwi, per tutto l'anno, le rm -
magini di Maria SS. venerate nella città. E qucslo
primo lriduo stabililo pet nostro Santuario a\\·e,·a
pur questo fine speciale, di ringraziare la i\\fn-
donna di aver dato nel 1846 un luogo stabile al
11osLro Oratorio, a,ppu,,to nci prati di Valdocco,
ove Ella siede ora Mndre e Regina. È noto che
D. Bosco fissava qui le sue tende il u aprile 1846.
solennità della Pasqua di Risurrezione, proprio
in quei giorni, in cui, umanamente parlando,
sembrava che l'opera sua cominciata nel mc-
moranrlo 8 dicembre r841 avesse a perirci E
l'omaggio ùel solenne ringraziamento non poteva
riuscire più imponente. Frequenza ai SS. Sacra-
(1) Nel .l',fam,alc del Divoto di i~faria Aus;/iaf,,;cl' ~i
trovano tre cure preghiere scritte dallo stesso D. Bosco,
e desthmtc oppu nto per h.1 della soltm11c c<1mmcmorii,:w11r
meruile Il .,ra1111all' trnvn,;i pre~,n la Libreria Sal~ì.ma
al prez.rv ùi .;u cent. ln brossura, e di c:em. So le1:,1to
lo te.la..

3.2 Page 22

▲back to top
- ll7 -
menti, edificante pietà, maestà di funzioni incom-
,para.bile, ceco le note speciali di quei giorni.
La sera poi del 4 mario, c:oè l'u ltimo giorno
del lriduo, intervenni;- a Llllte le funzioni con
somma edificazione dei fedeli anche l'Eminen-
tissimo nostro Arcivescovo, il Signor Canlmalt:
Agostino Richelmy. S'inaugurarono in qucsrn
occasione due nuovi candelabri ai piedi del quarlro
prodigio,;o, di 26 candele elettriche caduno.
- li 7 marzo uno stuolo di signori frànccsi,
di ritorno da Roma, pellegrina.va divotamente
al Santuario, ed assisteva alla funzione ser:1lc.:
cogli occhi estatici nell 'lmmagine prodigiosa.
••
Alcum c/1it•dono a q11rw1it; a qurmdo, se
e come si possa far arrendere 1111a lam-
pada ed u11a ca11dda innanzi all'altare di
.\\faria Ausiliatrice. Lieti che alla 11oslra
cara M ado1ma si renda ancor piit freqwmli"
questa bella 111amfesla:::io1re di amore r di
confidenza, forniamo a -ripetere che g-li
addetti alla sagrestia d1!l Santuario sog-liono
lfià prestarsi a questo fine (r).
Indin;;zare la corrispondcn::a al Ret-
tore del Santuario Maria Ausiliatrice
- Torino.
- Al 11udtJsimo indin::zo si rivol1ra,10
quanti /JramaM di ordinare tridui o 110-
vme di pre!flliere o di benedizioni rot
SS. Sacramento, all'ollare di Mario SS.
A11silia/,-1ce.
giosi Francescani, gli alunni del Collegio 1\\,1
zionnle e del Seminario, lu Società Arti e M,•
sticri, la Con~i·cg-uzione delle Figlie di Maria
coi loro ricchi emblemi e una grande moltitu-
dine di popolo, mossero alh1 volta della c-.tSa
campagna del sig. Agostino Carriòn, dove aveva
sostato la sacra Immagine. Quando i sacerdoti,
vestiti dei sacri paramenti , si avvicinnrc:io al-
l'effigie e nt tolsero il velo che la copriva,
tutto il popolo cadde in ginocch..io, alzando un
grido unanime di « Viva ~lnria !> Si recitarono
quindi alcune orazioni, si cai1tarono diverse laudi
con entusiasmo indescrivibile, indi si formò il
corteo. li percorso tra lt1lLo seminato ùi fiori ;
nelle altre parti del mondo.
~r giorno in giorno, cresce la nostra
)r1 :;J,1 meraviglia nel vedere il rapido in-
crememo del culto alla nostra Ausiliatrice.
Dobbiamo soggiungere che non ulti-
ma causa di que!ltO raddoppiato fer-
vore è la ricorrenza speciale del! 'anno
cinquantesimo dalla dommatica defini-
1,ione dcli'Immacolato Concepimento cli
Maria: ma noi tocchiam con mano che dal
memorando r7 magl{io r903 l'amore e
la divozione alla Vergine Ausiliatrice
Nlalheroy (Ortislle)
J>ellcgrlnl che scendono dal ~lnnumcnto
di Murln Austiiairicc.
,,rese a dilatarsi ovunque con un cre-
scendo costante.
sorgc.,,ano di tratto in tratto archi di trionfo,
- Loia, città dell'Equatore, hruma da molto cento e cent<> bandiere sventolavano ai lati. La
tempo i figli di D. Bosco. Per paHsarc dai voli sacra Immagine ft1 collocata in un l.,ull'altare
all'azione fondò un Comitato, il quale non seppe della chiesa e.li S. F!"ancesco, ove gin si atfollano
iniziar meglio i suoi l8vori che facendo eseguire i fedeli, in richiestn di grazie !
a Torino una magnifica statua dcli 'Ausiliatrice.
- Venendo or,l a par ,Ire dei ~randiosi fe-
E il vago simulacro salpò i mari e la prima ste1,tg-ia1m:nti che si svolgono mensilmente , du
domenica di dicembre fece il suo ingresso so- ralllc quest'a11n,, giubilare, ai piedi del maestoso
le11ne in Loia. Fu un vero avvenimento. I reli monumento di '\\!aria SS Ausiliatrit:e, inaugurato
in Nictberoy I'!! dicembre r900, dovrc1111110 po-
(1) L'offerta per far anl<"re una lamp."ldn un sol giorno
è di L. 0,50; per un triduo l.. 1,80; per una novena L. 51, <>;
Volendo ncce11<1.-re invece una, due, tre, quattro od on
che cinque e sci lampade, l'offerta cre.'l<;e in proporzitonl·.
Le candele 1101 ijOOO di varie dimensioni : ve ne sono da
L. 0.50, t, l,,50, 2, '2,50.
ler disporre uon di poche ri~he di cronac:.i, ina
di ,,arie colonne del Bolle/11110. I lettori riconle-
ran 110 come questo monumento, in11al1.tllo qu..ùe
om::ig~io a Gesu Redentore e al RIIO augusto
Vicario in terra. nel 4• centc1mrio della scoperta

3.3 Page 23

▲back to top
del Brasile e nel 25• anniversario delle missioni
salesiane in America, ha per base una viva
roccia di grn.nilo, posta alla cima di una collina
dl considerevole altezza, e di là s1 slancia a
forma di torre, per 1,en trentotto metri ! La
statua di ~!aria Ausiliatrice misura più di 6 metri
di altezza! Ora, fu una stupendn idea quella di
convenire l'otto di ogni mese o la seguente do-
menica ai piedi di quel monumento e ripe
tcre l'inno della di\\'ozwnc a ~taria. ~tcmoranda
fu la giornata dcli'~ dicembre. Celebrò me/isa
campale lo stesso Eccellentissimo N UW.lio Apo•
stolico, Mons. Giulio Tonti, il qu;1lc ebbe a dire
che la perla più fulgida per la corona dei fe -
steggiamenti che il mondo intero inm.-cccra al-
1'lmmacolata prutir:i cbl monumento di ~laria
Ausiliatrice di Kictheroy. - Il I tlell' anno ~i
ripetè lo stesso entusiusmo. Celcluò ai piedi del
momunenw Mons. \\\\•scovo dioce:;ano. alln pre-
senza dell'Ecc.mo Sìg. Dott. ~ilo Pc:çanha, Pre
sideme dello Stato, e fu commovente il ,·edere
al momento dell'elevazione: migliaia di pellegrini
curvare rivc.:rt'nli la fronte e piegate le ginocchin
a terra, mc otre due l>ande musico.li intonavano
l'inno nazionale, e la statua dcli'Am1iliatrice sotto
i vividi raggi d'uno splendido sole in pieno
zenit, pare:va :trdcsse di luce. Ohi come era bello
l' lucente lo scettro chC' Ella stringe pietosa! -
E co~l ogni mese si ripcterann11 li!li stessi cn
tusiasmi ; illU!.tri prelati !'i succ<"dcranno per
lurno a celebrare la messa campale o a canlaH
le lodi della Vergine, l- nuovi pellegrinaggi vo
lcrnnno a t'Ìpctere l' inn,1 del cuore ai piedi della
Madoniw. di D. Bosco.
- Solenne e raccolta fu pure la lesta del
l'Immacolata a Punta Arenas. Venticinque fan
eiulli e cinquanta fanciulle che avevano fatto in
quel di la prima comunione, fecero a LuLLc le
funzioni corona di onor,· alla statuu della Ver
gioe Ausiliatrice, che, ,t cau.sa <l'un vento osti
nato. non pOlt: uscire, come gli altri anni, a
licnedirc le vie tli quell;1 piccola capitale.
•••
Orario delle sacre iunzioni nel Santuario
di Torio()-Valdocco.
11 Santuario sla aperto tntto il giorno dalle 4 q:
del mattino a lle 8 112 della sera - Indulgenza plc-
1111ria quolidia11a j>erpdua - Messe dalle 4 112 del
n:iattino nei giorni feriali (a cominciare dal 23 aprile)
smo nl le 10; dalle 4 112 alle 11 112 nei giorni festivi.
Vi sarà comodilà di confessarsi anche nelle lingue
estere, francese, spagnuola, portoghese , u:desc.,,
inglcsL, polacca cd ungh,·rcsc.
l maggio - 2''. Dom. dei me•sr di ~v11ritr Ausili,r-
h iet:: ln :\\lessa c:-tntata sar,1 esc.,guita dalla Sc/101,t
Ca11tun1111 dell'Urntorio festivo cli Valtlocco - Con-
linua ln pre.dic:uinne del Sac. Luigi Rillieni, Sale-
siano.
6 moggio- De.:ot.r pralir,1 dc'/ 1• venenll dd me,)·,·.
8 maggio - 3''. Dom. del ,,,,·se di ,J/ada Ausilia•
lrir1·: Jlies!;a cantata dalla Scluila Can!omm del Se-
minario delle Missioni Estere cli Valsalice.
IZ ma,iiglo - A~censlone di N. S. O. C. - Com,· 11e/h
Sol,·lii/ilà.
15 m11gglo - -✓•. Dom. del mru di il/aria A11silia-
li!1lrit'I'. Comincia la Novena - :\\lessa cantntn dalln
Scliola Ca11toru111 dell'lstituto S. Giovanni Evanire-
lista.
~
17 maggio - Annl\\•ersario della Pontilkia lncoromulone
di ,\\t. SS. Ausllilltrlce - Solcn111 funzioni, e partico-
lare indulgen1.a plenaria a chi visita il Snntuarin
dai pri111i vespri ud giorno 16 nlln sera del 17 -
alfo ;',TS ;\\lessa della Comunioni.: generale cclehrata
da un Ecc."" \\'escovo: alle: ro,30 mc,-sa cantata:
alle 19.10 predica e benedizione col SS. Sacra-
mento ìmpartita da un Ecc. Vescovo.
22 mugglo - Domenica di Pcnlccosfo (5°. dl'I t111·se di
,Jllrùr .~S. r/11s.1 Carie di ,l/iwia - Alk 10 mess,1
con """istenza pontificale e musica delta Sdwla
1..1111/01 um delle Scuole Ap<1stuliche del .\\lnrtinelto:
alle 1~.30 vespn solcami, discorso e trina bc:nedi-
,.iunc Cùl SS. S,1crnmento.
23 m11gglo - Cì.1rl,• di 1lfaric1 - Alle ore :; pom.
Conferenza ai Cooper-atori ed nllc Cooperatrici Sale
siane. - alle 18,31> Primi ve-1pri pontilicnli, di-
scorso e trina benedizione col SS. Sacramento.
2" mngglo - Solcnnlt/t di Mnrla SS, Auslllalrlcc -
Corti: di J/aria - speciale indu lgenza plcnnria -
alle 7, messa celebrata da S. gm. Rev. il Cirdinnl
An;h·,·scovo; alle 10 messa pontificale di S. Ecc.
Rev. \\tons. G. Gamba, VesCO\\'O di Biella; alle
18 vespri, solenne processione <: trina bent:dizione
col S':5, Sacramento impartiln dal!' E111.mo Card.
!\\reivescovo.
Z5 maggio - Alle 7, messa e preghiere ln suffragio
degli ascritti ali'Ardro1ifrata11il,1 d.-i divoN di M<rria
A11silial,-ia· e di tutti i bencfat•ori defunti ck-1 San-
tt1ario.
29 mAgglo - Pesta della SS. Trinita:: A lle ore 10,
messa sulenne.
GRAZIE DI MAR.IA AUSILIATI{ICE
.._•• ....,., _,,_,_,,,.,..,,,.,._~,...,,....,......... ,.,,
B ontà di Maria Ausiliatrice I
Dal del suo matrimonio, era ~c:mpre vis-
suto nella lx.Ila e infelice: Ginevra, ove è co::.i
in fiore la dottrina protestante. Egli, il mio
povero babbo, forse no11 11c segni, a diretta-
1mmte le nwss11nc:, 1na he11 si sapcv:, che: nou
rla\\'asi alcun pensiero dei doveri cristiani. L.1
sua vita era quella d'un po.,,ero dissipato, che
pur sentendo l'amor di famiglia non ne: segue
i nobili impulsi; sicchè rnoi·tagli la moglie, se•
parato clai figli, trascorreva una vita infelicis-
sima. Povero papi•! era tanto che non dava
più sut; notizie I Ma ecco che dopo c:;sermi
quasi rassegnata a q uel silenzio, ricevetti una
lettera di firma sconosciuta chl: mi ùicl',·a: -

3.4 Page 24

▲back to top
- Il9
Vostro padre gravemente ammalato, probabile
perdita. - Oh I che momento I perchè non
aver l'ali e volare presso di lui? Chiamai
l'Ausiliatrice! Pochi giorni appresso, ecco una
notizia peggiore: il babbo era stato trasportato
in un ospedale protestante. << Oh I Maria,
esclamai, scendi dal Cielo e salva il padre
mio; ritornalo in pace col Signore I che io
possa rivederlo in cielo I » Ci voleva un mi-
racolo. Per mia padre isolato da' parenti cat-
tolici, circondato da ·protestanti, assalito dal
ricordo d'una vita dimentica di Dio, come po-
teva sperarsi un conforto cattolico ? Si capiva
ch'egli doveva essere al colmo dell'agitazione,
poichè da Ginevra mi si scriveva che gli man-
dassi con sollecitudine una lettera di qualche
sollievo... ma due g iorni dopo mi giun!le un
giornale protestante ove nella colonna dei morti
si leggeva: Mie/tele Suoc/1 1 morto nell'ospedale
nostro. Chi poteva consolare i1 mio cuore? Ma
eçco una lettera del R. Don Giacomo Missa,
Missionario Italiano a Ginevra, che mi dava
il desideratissimo annunzio: papà era stato
visitato a tempo da un sacerdote cattolico, e
mu11ito dei conforti religiosi , era morto nella
pace del Signore. Non ho dunque ragione di
pubblicare con animo commosso questa grazia
segnalata? Oh! colla più viva riconoscenza io
prometto di diffondere ovunque il culto della
Madonna di D. Bosco.
Con~gliano, Ottobre 1903.
CLOTILDE SuocH.
Due parrocchie liberate dalla grandine.
Fino dal p. p. aprìle notificava a cotesto
Santuario che i miei parrocchiani, penieguitati
in questi ultimi diciotto anni dalla grandine,
avevano fatto voto di fare un'offerta pel mag-
gior culto di cotesta Taumaturga Immagine,
qualora andassero immuni dal suddetto flagello.
Ebbene, oggi sono felice di poter annunzia.re
che Maria SS. Ausiliatrice ci ha pienamente
esauditi I Due giorni dopo la solennità di questa
amorosissima Madre, cioè il 26 maggio, cadde,
è vero, fitta la tempesta; ma non fece il mi-
nimo danno I Per cui i miei parrocchiani si
credono in dovere di compiere la promessa,
ed inviano per mezzo mio lire 300, ricono-
scentissimi alla Madonna di D. Bosco ·e dispo-
stissimi a rinnovare la promessa nell'anno ven-
turo. Le famiglie che fecero il voto sono 85;
le tenga ognora sotto il suo manto la Vergine
Ausiliatrice !
Pian.zana (Treviso), 18 novembre 1903.
PASSAMAI D. GOTTARDO
P,irroco.
Anche il Parroco di S. Pier -:l'. Sotto in
quel cii Pianzano (Treviso), sig. D. Marini
Pietro, con lettera 9 dicembre 1903, ci notifi-
cava come 55 famiglie della sua parrocchia fe-
cero lo stesso voto e, riconoscend pel favore
ottenuto, inviavano al Santuario, per mezzo suo,
lire r8 I ,50.
Noi pregheremo volentieri la pietosissima
nostra Ausiliatrice a benedir sempre l'una e
l'altra parrocchia, e a volerle preservare anche
quest'anno dal temuto flagello.
LA D1REZION'.E DEL Bollettino.
Oristano - Nell'ottobre del 1902 cnddi grave-
mente ammalata con sintomi di pleurite e fortissima
irritazion~ allo stomaco che non tollerava neppure
l'acqua ed il brodo. Tutti i rimedi riuscivano vani.
Allora mi fu consigliato di ricorrere a Maria SS.
Ausiliatrice. Prega.i e pregarono per me persone
caritatevoli e quasi subito si calmò l'irritazione dello
stomaco e man mano tutti i mali disparvero. Ma
fui poco riconoscente alla Madonna e quest'anno,
alla stessa data foi nuovamente assalita dalla stessa
irritazione di stomaco: ogni rimedio suggerito dal
medico riusciva vano. Mi fu nuovamente consigliato
di ricorrere all'Ausiliatrice dei Cristiani promet-
tendo di pubblicare la grazia e nello stesso giorno
cessò l'intolleranza di qualunque cibo e mi sono
ristabilitc"l. Riconoscente mando il presente cen11n
per il .BollelLi110.
31 <lìcembre 1903.
Ct,SU M.ARIA LUI ~iA.
Bergamo - Un mio bimbo, di circa due anni,
ammalato gravemente faceva temere della sua esi-
stenza. - Ricorsi a Maria Ausiliatrice promt::ttendole,
che se prima di finire la novena il mio bambino si
fosse rimesso, entrando iu convalescenza, avrei
mandata questa modesta offerta e avrei fatto nota
la grazia ricevuta. Nell'ottavo giorno della novena,
cessò per incanto l'altissima febbre, ne più ritornò.
Ora il mio bimbo sta bene; ed io riconoscente rin-
grazio la potente no;;tra patrona Mçiria Ausiliatrice.
prego fame un cenno nel JJolletlù,o.
19 gerurnio 1904.
ANNA BENASSI CoRVL
Torino. - La Signora ~- A. ci scrive: - Già
da parecchi anni mio marito si erll messo in una
lite nell;,t quale spendeva tult.i i nostri risparmi e
tutte le nostre risorse. I nostri avversari erano in-
fluentissimi e uscivano sempre bene in ogni loro
impresa. Per il giorno della discussione della causa
il nostro difensore era impedito, ed io vedevo con
terrore avvicinarsi la rovina della mia famiglia,
quando pensai di ricorrere a Maria Ausiliatrice, e
questa te11erissima Madre non fu sorda alle mie
preghiere. Proprio alla vigilia rese libero il no-
stro avvocato, e lìnalmente usci la sentenza a noi
pienamente favorevole. Non ho parole bastanti per
ringraziare degnamente sì buona Madre.
27 dicembre r903.
LA DlREZIONE DEC.. Boltetti1to.

3.5 Page 25

▲back to top
- 120
Casalbuttano (CREMONA). - Essendo stata di-
chiarata etica, fui consigliata a cominciare una no-
vena a Maria Ausiliatrice. Accettai con fede il con-
siglio e fin dal teno giorno mi sentii migl iorare.
Spero che la Madonna di Don Bosco vorrà ct-nti-
nuarmi la sua benedizione.
<2 dicembre 1903.
MARCH!Nl ALBORIA.
Carpeneto d'Acqui. Paolina Ottria, affetta da
bronco-polmonite che degenerò in menengite, tu
ridotta agli estremi. I medici la diedero spedita,
cosicchè le furono amministrati gli ultimi Sacra-
menti, che ella ricevette con edificante pietà, unico
sollievo al nostro dolore. Mentre citconùavamo il
suo letto colle lagrime agli occhi, ci venne l'ispi-
razione di ricorrere a Maria Ausiliatrice. La pre-
ghiera fu tosto esaudita; e noi, in pegno di rico-
noscenza, inviamo una tenue offerta al Santuario
-di Valdocco.
LE FIGLIE Dl MARLA,
d1 Carpeneto 11'Acqµi.
Ottennero pure gra/1/ie da Maria SS. Ausilia-
trice, e alcuni pieni di riconoscenza inviàrono o(ferte
al Santuari.a di Valdocc() per la celebrazione di
S. Messe di ringra;:ir1,111enlo, o per le Miss:ioni
Salesiane, o per te altre Opere di Don Bosco, i
seguenti:
A*) - Acqui: Don Guglielmo Folco, vice par-
roco 5, per una pia persona. - Agliano d'Asti:
D. Franco Francesco 25, per una pia persona. -
Alassio: Antonietta Vieraldo in Nattero, Madda-
lena Airaldi Nattero, Ignazio Nattero. - Alba:
Giuseppe Destefanis 1 - Albcrobe(lò: Felicetta
Turi 5, per due grazie. - Alessandria: Goretta
Francesca 6. - Alpignano: Pacchiardi Lucia. -
ArlrrtlS (Fazenda San Giuseppe) Brasile: Graziali
Abramo. - Asti: Pietro Garrone, C. M. 5,
B) - Bar.zitJ (Como): D. Fortunato Rizzi 10, per
una pia Cooperatrice. - Barzesto: Aug-elina Bo-
nomi 5 - Baz:wno: Bianca Giongo 1 - Bellinzona:
'.\\1. B. s - Berceto: V irgolesi A. 3. - Bt"llilacqua:
X. N. 2. - Biogno: Va noni Pietro. - .Bog-tiasc-o:
MeY.zano Teresa 25. - Boltiere (Bergamo): Oma-
rini Catterina r. - Bargù) Verez;:i (Albenga): Fi-
nocchi D. Pietro. - Borgofranco d'Ivrea: Ardis-
sone Angela, invia un paio d'orecchini da sposa. -
1101-go S. .JJ/twco di ])J/)J/tllg1Jo11a: N. N. 2. - Bo-
sconero: De-Zutti Maria. - Bra: i coniugi I.. B. 5.
- Bresda .- Bontarelli Rachele 5.
C) - Caltagirone: Nicastro Mariannina Clementi 5.
- Camag11a 111011/errato: Mazz.aza Albina, pel figlio
J?ra.ncesco. - Camj,iglia Cervo: Elinda Vanni io,
pel suo primogenito; la stessa ro, per pia persona.
- Can11.ara: Emira Marchetti, per la sua 1:ia. -
Gzpodimo11te: L. Malaguz-zi 5. - Carmag11ola: Ca-
nalis Pietro s, per varie grazie. - Casalborgone:
Casale Pietro r. - Casalmo11.ferrato: Enrico Giam-
bruno, chierico, 1 ; Adelina De Antonis 25. - Cà-
sl,tlb1tglio1111; Carelli ~aria. - Castel.franco Ve-neto:
E . P. - Casfio1ts di Shwia (Udine): Codarini Don
Giacomo 5. - Cavaglio d'•.J.go1;11a: Mandelli Mad-
dalena 5. - Cavatlirio (Novara): Candida Sartorio
ro. - Dtsa1·ò (Sicilia): D. Giuseppe C{lputo 6. -
Celli110 A.tta11asio (Ternmo): Rosina d'lnnocenzo 4.
"') L'ordine alfabeUco •iui \\""!l"na10 è quello rlelle città. è dei
p.-.esl cui app.«rteugono I J:TI!Zu'lli. da Maria Ausiliatrice.
- Coglio: B. M. 5 - Como: Lucia F. 25. - Co-
1zeglia110: A . M, - Corsico: Pozzi Angela 5. -
Cravanzana: Ravina Albino 10. - Cremona: Angela
Scatti 3. - Omeo: Bergìa Rosa.
D) - Divignano ('.'Jovara): Paracchini Antonio 3.
- Dorno: Perotti Giuseppe.
E) - Envie: Cravino Clemente 10.
F) - Faenza: D. Antonio Argnani 2, per una
Cooperatrice. - Ferrara: Melannelli Cesare n. -
Firenze: Amelia Martinetti 3. - Fossano: Giacinta
Banducco.
G) - Genova; M. R. tenente. - GrlW!ellona (Lo-
mellina): D. Antonio Fonio 10. per Maria Rizzotti
Pranzini di Vespolate Nov<,Lra.
I) - Isola Rizza (Verona): Emilia Bruni Masi-
nielli II, pel figlio militare.
L) - La11:::o Torinese: Gindro Carlo.- Lomazzo:
Bianchi Cairoli Livia 5. - Lo11dra: De Maria Pru-
dente 30.
M ) - flfaglirmo à'Alba: Bria Felicita 7 - JJfa-
g-01'0: Atzenf Luigi 5. - .lJfalito (Cosenza) : Dott.
Gesualdo Gagliardi 2. - llfarsala: Don Giuseppe
Cavazza, pel Dott. Gio. Galfano. - J1là,ssalubre11se:
Isabella Vallaro. - JJIIa;:zam del Valli) (Trapani):
Fiorentino Luigi 25. - 11fezza110: Giuseppe Gra-
ziani 10. - Jllfig1mnego (Genova): Sac. Carlo Risso 1.
- J11ilano: N. N. 2. - 11:li11eo (Catania} : Sidati
Luigi Cagnana r. - Jltfirabello: A. A. - Jllolille
di JJ/IQnteregg-io (Piacenz,i): Bru11i Giulia in Maz-
zocchi 10, pcl suo figlio AntoniQ. - Nattedo: Gaz-
zano Gio. Batta e Gazzano Giovannina 10, per va.rie
grazie. - .JJ:loncrivello (Novara): Ferraris Teresa. -
JJI01irealt:: Giuseppina Gusto 1 150. - 1Jlonte1m1g110:
Ferraris Enrichetta ro. - 1)1,,t,mg·o (Treviso}: Don
Edoardo Lanzar i11i, parroco, 9,50 per preservazione
~alla tempesta.
N) - Novara: Simonetta Angela 5. - Niscemi:
Artesi Alfonso 5. - Novi Liptre: Baiardi faabella 5.
O) - Olmeneta (Cremona): Giuseppina Bcllotti
Cervi -YO. - Oratto (Algeria): Fernan<lez Giuseppe 1.
- Orl)assa110 (Torino): A nlonio Marocco; un padre
di famiglia. - Osso11a: P. Nardi, parroco, 5.
P) - Paler,,w: Cottone suctd. Francesco. -
Parco (Palermo): Rosaria La Barbera :2. - Pavia:
Ernesta Oliva 2. - Piacenza: Adele Ferrari r,50.
- Pinerolo: S. D. - Plobesi Torinese: Rrancesca
Giaciglio. - .Pistoia: Emilia Cornetto nata Fir:u1i 5.
- P()!llestura: D. Luigi Bannone, Vicario, a nome
di Corrado Gioconda 2. - Ponzano: .N'. N. ro. -
Porto.fino: Adele Bernero 5. - Prezza (Aquila) :
Giuseppe Giovannucci, segretario comunale.
R) - Retorto: Ranwne Clotilde. - Riva di C/lien·:
Bosco Tommaso e Bai Lucia, coniugi, ro, pc! loro
Mkhelangelo. - Roc&llo: Carbone Amedeo 2. -
Roma: Italia Conti e famiglia 2. - Ronco: Mos-
setti Marianna 2. - /?()Sale: D . Eliseo della Beffa,
Prevosto, :,, per una pia persona. - Rossig-LioJie:
Pesce Benedeuo ro, per 1a moglie Angela.
S) - Sambonifacio: Maria Duliman Perotti ro,
pel consorte. - S. Carlo Peuia (Svizzera) : Giovan-
11t;:tlina Lucia nata Rossi. - S. Gavino (Modena):
Ianna Filomena. - Sanko d'Alfiano (:\\lonfcrrato):
Meda Giuseppina 2; Aletto Pletro 5; Meda Angela
to. - S. Leo (Pesaro): Turci D. Giuseppe 5. -
San LtMsurgiu (Cagliali): Anna !\\!aria Dlc'i:ma. -
S. Jllidu:le d'Asti: R. A. 3. - S. Vincenzo di Bo1·-
g-ot11ro: Ermelinda. Fuguccia in Baruffati. - .San
Salvatore 1':fonf.: La R. Direttrice dell'Ospedale 2.

3.6 Page 26

▲back to top
- [:!f
- S. Stefano di Borgo1nanero .- Teresa Zanetti Ce-
rutti 6. - Savona: Rosso Alessa11dro Davide, per
la consorte 5. - Scaldasole tPavia): Francesca Bo-
rella f>olloni ro. - Serravalte Scrivia: P. Grassi,
chierico, ro. - Sl·iema (~fatta) : San Foumier Pao-
lina. - Spitimberg-o (Udine): N. N. 10. - Susa:
D. G. V. 10.
T) - Tassarolo: Fava Camillo, 10. - Terranova
(Sicilia): C. R. - Terzo: Emilio Badino 3. -
Tonco (Alessandria): D. Enrico Macchi 5. - Torino:
Bosco Catterina; Assoni Giuseppe; Ida Leoni 5:
Anna Moro, pel nipote Maurizio; Bertorero Amedea,
un cuore d'argento; Boccassini Romilda 5 ; Missia
Michele, un cuore d'argento; Cappello Felicita, 2;
Gossa Laura; C. G. 5, per due grazie; G. A.;
Gautero A11gelo; Berra Teresa; Mich. Putch, chie-
rico; Luisa Volva 5; Cappe.lii Serafina ved. Canelli
s; Maria Chiabrera 10. - Trecastagni (Calania) :
Catterina Bottari nata Reitano. - Trinità: Audisio
Marghero r2.
V) - Varano (Massa): Groppi Carolina 5.
Varazze (Genova): Caviglia Delfina; Virginia Lo-
catelli 5. - Vmezia: L. D. B. 5. - Verolengo:
Sandrina Tricerri 5. - Verona: Maria Caliari 2. -
Vigevano: Vaccarino Giuseppe. - Vigliano: Capra
Lucia. - Vigonovo (Udine) : De Cecco Angelina 20.
- Vigo Radena: Gio. Battista Gasperi 25, a nome
di Pietro Balbon, Battista Baldon e Scarazini Bat-
tista. - Vodo: Belfi Maria fu G. B, 2. - Voirè:
G. Noli 2. - Pira Gamb. (Ticino): Angiolina Re-
gazzi 20, a nome di varie Cooperatrici e per la ni-
pote Vitalina. - Volvera: Piario Teresa 20.
U) - Udine: Laurina Canciani 5.
X)- Lanfranco Vincenzo 5; Cerrato Luisa 2; Cog-
giola Orsola I ; Ballasio Luisa 1 ; Lanfranco Dome-
nico 1 ; Maialini Camillo 5 ; lnvernizzi Felice e Mar-
gherita Locatelli 4; una Cooperatrice di Lombar-
dia 25; Paroli Francesco, pel figlio Pasquale.
ç;;;;.,QIC:)-QC:,oc;:.çç_;;;cç:>JCA,C;?;c:...vc..::;.;V<..:>V_...~ ,,,.._ ~
~~~ OTIZIE COMPENDIATE
\\
lo ltnlia.
7(j,!Jncora dellefeste lo onore di S. Francesco di Sntcs. -
,~ Ci son pervenule altre relazioni di feste ce-
lebratesi in onore del nostro Santo Patrono e di
solenni conferenze tenute in tale circostanze. Ad
Alassio p. es. la sera del 30 p. p. gennaio, nonostante
la pioggia, i Cooperatori Salesiani accorsero assai
numerosi nella Chiesa di quel Collegio. 11 conte-
renziere, letta l'ultima circolare del R.mo Sig. Don
Rua ai Cooperatori, prese occasione a dire dei mol-
teplici modi di fare la carità, fermandosi partico-
larmente su quello della preghiera. Il giorno se-
guente si festeggiò S. Francesco di Sales con nu-
merosissime comunioni e canti e suoni, eseguiti
dalla Sclzola Cantorum del Collegio.
A Faenza la stessa festa ebbe luogo il 31 gen-
naio. A rendere pitt numerosa la Comunione ge-
nerale distribuita dal Can. D. Emilio Spada, con-
corsero buon numero di giovani dell'Oratorio Fe-
stivo e di altri divoti faentini. Cantò messa il Par-
roco, D. Domenico Pasi, Direttore Diocesano dei
Cooperatori e nel pomeriggio la funzione si con-
centrò nella Co1t.ferenza detta magistralmente dal
Can. Dott. Francesco Lanzoni, Rettore del Semi-
nario.
Solenni festeggiamenti ebbero luogo anche nel
Civico Collegio di Varazze con intervento cldl' Ecc.ma
Mons. Giuseppe Salvatore Sc;utì, Vescovo Dioce-
sano, il quale si degnò di celebrare la messa della
comunità ed assistere pontificalmente a (]uella so-
lenne. Nella parrocchia del Torrione di Bordighera,
dove prese parte a tutte le sacre funzioni e disse il
panegirico di San Francesco e tenne la prescritta
conferenza lo zelanlissi1110 Mons. Ambrogio Daffra,
Vescovo di Ventimiglia.
Anche a Stella S. Morlioo, vicino a Varazze, il
16 febbraio si tenne pubblica conferenza. L'oratore,
il nostro direttore di Varazze, cercò di far rivivere
l'amabile figura di D. Bosco, la cui anima, ardente
come quella di S. Francesco di Sale~. non ebbe
che una sola sete inestinguibile - le anime. -
Disse che a dissetare quest'arsura apri Collegi,
Ospizii, Oratorii festivi, scuole sçrali, colonie agri-
cole, ove e sacerdoti e laici, già da lui imbevuti
del suo spirito, attendono alla educazione morale e
civile di migliaia e migliaia di giovani, animandoli
ad essere buoni cristiani ed utili cittadini. Aggiunse
che dilatando gli spazi della carità, Don Bosco
levò lo sguardo alla lontana Patagonia, alla Terra
del Fuoco, alle Isole M.alvine e pure mandò i
suoi missionarii, i quali mentre spargono la buona
novella fra quelle tribù, assist.ono i nostri con-
nazionali, che trovano nei figli di Don Bosco i
loro più fidi amici. Fece conoscere la gran bella
cosa che è l'essere Cooperatore Salesiano in quanto
per mezzo di elemosine e di _preghiere si entra a
parte del merito di tanto bene che si fa. Presiedeva
la Conferenza il degno Arciprete D. Marcello Scar-
rone, eh~ volle egli stesso raccogliere l'obolo dei
suoi parrocchiani.
- Anche in America la stessa spontaneità e so-
lennità di festeggiamenti.
A New York ebbero luogo nella Chiesa della
Trasfigurazione. Accanto all'altar maggiore, tra
lumi e fiori si ergeva la nuova statua del Patrono
dei Salesiani, che attirava gli sguardi di tutti.
ln tutte le messe del mattino fu consolante je
stragrande il nmnero dei devoti che si appressarono
al sacro banchetto eucaristico. Dopo il Vangelo
della Messa solenne, il Dott. Ferrante, della Curia
Arcivescovile di New York, si presentava all'a!Tol-
lato uditorio, « e, come scrive l'Italiano in Ame-ricc .

3.7 Page 27

▲back to top
- 122 -
con dottrina soda, Logica striugente, accento di
fuoco, afJOstolica unzione, nobile e parco gestire,
per ben tre quarti d'ora inneggiò al glorioso Ve-
scovo Savoiardo, mettendo in piena luce la sua
missione provvidenziale, la sua santità unita alla
sapienza, la sua quasi inarrivabile mitezza e le sue
-opere imperiture. Con felicissimo e chiaro pensiero
additò D. Bosco quale c-ontinuatore dell'opern del
Santo di Ginevra per mezzo delle sue Missioni,
sparse su tutta la faccia della terra, colla diffusione
,della buona stampa e coll'attirare a Dio tante mi-
gliaia di poveri i;iovanctti, mediante la mi-
tezza e la carità cristiana. Alla sera, dopo
il Vespro, Don Piovano tenne la solita an-
nuale C<:>nferenza ai Cooperatori salesiani,
'<=olà convenuti in gran numero, narrando
delle quasi incredibili difficoltà. che ebbe
a sormontare D. Bosco per addivenire sa-
•cerdote, delle sue fatiche personali, dello
sviluppo straordinario delle sue opere e,
venendo al particolare , parlò del nuovo
-Collegio salesiano di Troy che raccoma11dò
~nsistentemente ai Cooperatori di New-
Vork. »
A Bueoos Ayres tenne la prescritta con-
ferenza il Rev.n,o D. Giuseppe Vespignani,
Ispettore, il quale animò caldamente la ge-
nerosità dei Cooperatori per l'erezione del
·nuovo tempio 5. Carlo.
A Santiago, el Poi.1e11ir pel 3r gennaio
•uscì con varie fotografie istantanee della
festa di San Francesco di Sales celebratasi
nel tempio della «Gratitudine Nacional » e
r.on un bel ritratto del nostro fondatore.
principale. Entrando da. questo si trova il corpo
della chiesa (di metri 52 di lunghezza per 29 di
larghezza) che corrisponde alla grande cupola cen-
trale, alta metri 5r, e alle due mezze cupole che
sono ai lati della medesima, al quale corpo prin-
cipale si perviene anche dai due ingressi late-
rali che sono nei fianchi. A Levante, in corrispon-
denza dell'atrio e del primo ingresso vi è il pre-
sbiterio, sopraelevato di circa due metri dal pavi-
mento della chiesa e che ha ai lati due sagristie e
due cappelle. Altre quattro cappelle trovansi nella
BOLOONA. - Il nuovo templo votivo al Sacro
!Cuore di Oesù. - Spigoliamo dal Secolo del
S. 0,1,()re:
« Sorge questo maestoso ricordo del-
1'Anno Santo in Bologna fuori dell'antica
porta Galliera, in guisa da aver la facciata
'Sul prolungamento della via Inpendenza; e
non a caso ma ad arte si è scelta una tale
1ocalità, poichè, quantunque la nostra città
.abbondi di chiese, in quel sobborgo però
,da tempo se ne rileva il bisogno.
11 Acqui~tata a tal fine da tempo l'area
dal N. U. Conte Comm. Giovanni Acqua-
derni, tanto benemerito della causa papale
non solo in Bologna, ma nel mondo intero, fu
studiato il progetto dal valentissimo architetto prof.
Edoardo Collamarini e venne affidata la direzione
dei lavori all'ollimo e solerte iugegnere Luigi
Reggiani.
» Come si può osservare dai disegni (ben diversi
dai prìmitivi e notevolmente migliorati) il sacro edi-
fizio si atteggia allo stile bizantino: sulla fronte
principale, volta verso ponente come le antiche
chiese, e nel mezzo della medesima, sorgerà la
torre o campanile che per la sua a ltezza di metri
65, gareggerà colle altre numerose torri che ador-
nano l'antica e dotta Bologna. Nella parte mediana
il campanile, in nicchia apposita , conterrà una
grandiosa statua del Sacro Cuore, e nella parte
inferiore avrà un portico che protegge l'ingresso
La vegetazione nelle foreste equatoriano
(Vedi pag. Io9).
parte verso ponente, due ad ogni lato della chiesa.
» Sotto al presbiterio vi è la cripta a cui si ac-
cederà dall'interno del tempio per mezzo di tre
scale. Anche dall1esten10 si potrà accedere alla
cripta per due porte secondarie aperte nel muro
verso levante e vicino all'abside.
» Quanto ai lavori già eseguiti, diciamo che nel
1901, oltre l'impianto del cantiere, e cioè recinto,
tettoie, pozzi, ecc., si fecero le fondazioni e i muri
dei sotterranei e si cominciò il grande basamento
in Arenaria di Gdzzana, che forma uno zoccolo su
cui si erge la chiesa. Nel 1902 si ultimò tale ba-
samento, si costruirono gli archi e le v6lte della
cripta e si alzarono i muri perimetrali, i pilastri e
i muri interni fin.o all'altezza di metri sene dal
marciapiede esterno. Nel I9Q3 si è innalzata l'abside

3.8 Page 28

▲back to top
- 123 -
e la parte verso levante, ultimando tutte le pareti
esterne, e si sono incominciate anche le volte delle
cappelle e dell'abside.
> Nell'interno tutte le colonne e le membrature
sono a mattonl scoperti, mentte i muri di fondo
andrnnno intonacnti. La parte decorativa è tutta
ottenuta con mattoni, parte comuni e parte sngo-
rnati; soltanto i capitelli e le basi delle colonne
sono in ()ietra, e tuuo viene eseguito e ultimato
durante la costruzione per modo che nella parte
già fatt.1 non mancano che le volte e l'intonaco ai
fondi dei muri.
> Quantunque poi tutto il sacro tempio sia un
ricordo del solenne oma~gio tributato dal mondo
inlero a Gesù Cristo Rlldentore e al suo Vicario
alla fine del secolo Xl x e al principio del secolo xx,
pure un avvenimeuto luttuoso, la morte del Papa
Leone XllI, ha suscit.ito l'idea di erigere nella chiesa
votiva un ricordo speciale del grande Pontclicc, e
cioè una cappella dedicata alla Vergine del Rosario,
la ()uale porti scolpite le benemerenze di Leone XIII
per Bologna e per il tempio del Sacro Cuore, per
la costruzione del quale egli elargiva ben 25,000 lire.
ln essa cappella l11tto - come diceva !'E.mo Car-
dinale Svampa in una sua circolare - tutto parlerà
di Leone XUI; dagli stemmi, dalle epìgrnfi, dalle
storiate pareti uscirà una 11ota concorde inneggiante
nlle gesta di Lui, mentre insieme il suo nome sa-
lira nella preghiera del cristiano suffragio, poichè
ivì appunto ogni settimnna si celebrerà una Messa
per l'anima benedctta del Pontefice del Rosario.
Il nuovo Papa Pio X, appena conosciuta la gene-
rosa e nobile iniziativa, volle concorrervi con of-
ferta cospicua, mostraudo il desiderio che il suo
stemma figurasse nel monumento che sarebbe eretto.
Ma insieme con lo slemma pontificio altri t:d altri
molti debbono trovarsi affinchè la monumentaJe
cappelJa riesca un vero plebiscito di amore al gran
Papa defunto, e perciò alle diocesi, ai Vescovi, ai
privati t rivolto un caloroso appello aflinchè col-
l'offerta non minore di JSO lire vogliano apporre
ciHcuno il loro stemma e così attestare la loro
imperitura devor.ione al grande Leoue.
PlRENZE - MS et çharltai;. - Fu buon pensiero
delle illustri Dame del ComitalO dell'Opera Salesiana
in Firenze di fare un'esposizione-vendita di lavori
11rlis1icl, che vollero chiamare felicemente : Ars et
p/1arllas. La vendita organizzata per più mesi con
gral)(!e zelo ed intclligen~a, fu effettunta nei giorni
30, 3l gennaio e J febbraio nella sala terrena del
Palazzo Giuntini. li risultato superò di gran lunga
ogni aspettativa, mercè la signorile larghezza della
presidente del Comitato, che volle gratuit..-imente
olfrirç il locale, l'illuminazione ed il /)li.Ife/, e l'inge-
gnosa carità delle altre dame che, con arte squisita,
seppero atirarrc tutta l'aristocrazia fiorentina nelle
sale dell'esposizione cd in breve tempo esitare i
numeri delhl, lolteria fatt..-i cogli oggetti piL°l Jmpor-
lOHti, quelli del giuoco a premio certo e i quattro-
cento,Jnquan~ e più lavori da loro stesse preparati
e raccolti.
FJ'll pochi giorni si riprenderanno i lavori del
S:rntuario della S. FamiKlia e mercè il risultalo del-
J'e~pozione-vendita (L, 5006100) e la solloscrizione
aperta sul periodico omonimo, si vedranno sorgere
finalmente sopra terra le mura che saranno pareti
della casa di Dio. Alle esimie Signore Patronesse
i nostri migliori ringraziamenti.
- LA Festa dello Socra Pamlgll11 alla provvisoria
chiesina titolare riusci devotissima. Celebrò alle
ore 7 e mezzo il superiore dell'Istituto che rivolse
belle e commoventi parole ai giovanetti dell'Ora-
torio festivo, che insieme :i. buon numero di pie
persone si accostarono alla S. !llensa. Alle ore 10
e meao, fu celebrata la )11:ss:i solenne con musica
del :\\I. Boissière a due voci chiare, eseguita con
scrupolosa attenzione da una eletta schiera cli gio-
vanetti dell'Oratorio festivo'. La sera poi. dopo i
Vespri in falso bordone, il M. R. Padre BellantH di
Santo Spirito espose con squisita delicatez,:a le
cure e i doveri della famiglia cristiana nel ril1csso
della S. Famiglia dj Nazaret, additando i dolori e
le gioie che i padri ,: le madri incontrano nell't.-du-
caziane dei loro figliuoli. Grande il concorso dei
fedeli e unanime il voto di poler quanto prima ce-
lebrare la dolcissima festa nel Santuario in costru-
zione. Ftu~it Densi
MILANO - S. S. Pio X per I S1tleslaol di Mllono. -
Leggiamo nella Verona Fedele: li Comitato Sale-
siano Milanese informò gli scorsi giorni S. S. <lei
progresso continuo delle opere di D. Bosco, e se-
gnatamente dei lavori in corso per la nuova Chiesa
di S. Agostino. li S. Paùre gradi moltissimo di
poter constatare un'altra volta ìl bene, che le opere
di D. Bosco vanno compiendo e degnossi scrivere
di tutto suo pugno sotto la lettern informativa pre-
ziose parole , delle quali riproduciamo qui la tra-
duzione italiana a conforto e incoraggiamento cli
quanti hanno cooperato o coopereranno a queste
opere:
« Lodiamo assai ropera ttlilissima, ,ucessana e
sana, mirabilmente incominriala e co11 costa.11:a co11-
tirmala: ed ai dt'lefti sr,cerdoH ~ fi:deli del Comitato
Sat,esiam,, come a !1ttii gli altri, similmente caris-
simi, che con oblazioni, o con prestazio1ti, o in IJ"a-
bm1J1~ 11wdo co,1corro110 alco111pime11lo di quest'opera,
unpa,·liamo l'Apostolica Bencdi:;io110• QJ,sj>ice delle
/J,mcdi:;io11i uksti e j>eg-110 della 110slra j>arli.colare
/J,:,in,olcu::a.
Dal P,1/a::::o Vaticano,
d.:ll'anno I904
il gioni.o 11 febbraio
PIO PP. X. ,.
PISA. - Mons. Arcivescovo aJl'Orntorio Saleslaoo. -
La domenica 2r febbraio segnerà una data per I
superiori e gli alunni dell'Oratorio Festivo di via
S. Eufrasia, diretto dai nostri confratelli.
Alle ore 15,30 S. E. R.ws Mons. Pietro Maffi,
novello Arcivescovo di Pisa, entrava nella chiesa
annessa all'Oratorio, dove lo attendevano più <Il
200 giovnnclli d'ogni età e condizione. Dopo il canto
di una lode, Mons. Arcivescovo, facendosi piccolo
coi piccolì, rivolse belle ed appropriate pnrolu R
quella numerosa accolta di vispi giovanetti, ieuen-
doli per una mezz'ora pendenti dal suo labl)ro,
Incominciò col rallegrarsi dello slancio religioso
con cui avevano innaliato a Dio il loro can~o i

3.9 Page 29

▲back to top
- 124
presa quindi occasione del Vangelo della Domenica,
delineò le norme che devono tenere pernhè la vita
in cui stanno per entrare sia santa e felice. La sua
parola facile e persuasiva, che dimostrava la piena
dei suoi affetti, sarà per molli uu caro ricordo che
li sosterrà in momenti difficili.
Terminata la funzione, S . E. Rev.01.., accolto dalla
banda dell'Oratorio, si degnava partecipare unita-
mente a buon numero di benefattori dell'Opera Sa-
lesiana ad m1 breve trattenimento drammatico-mu-
sico-letterario, che fu a tutti carissimo.
che lo frequentano og-ni domenica toccano il centi-
naio e fra essi non pochi banno oltrepassato il di-
ciottesimo anno, e nonostante l'età loro, così esposta
aa pericoli, si mostrano zelanti delle pratiche reli-
g iose e de' loro doveri. Fra essi ultimamente venne
istituito il Circolo S. Luigi, con una modesta e com-
movente funzione. Le scuole serali per gli operai
dì111110 pure ottimi risultati sia per il numero dei
frequentatori (circa So), sia per la condotta ed il
profitto. Prncede egualmente beue la scuola di
francese diurna e serale. Ora è sorta l'iùei1 generosa
Nictheroy (Brasile) - Ricordo della funzione del I gennaio - (V. pag. uS).
(Nel nu,zzo vedo11si S. E. Mo11s. VescoYo Diocesano e Il Sig-. Presidenlc dello Slalo),
Alzatosi infine !lfons. Arcivescovo, rivçlse bellis-
sime parole prima ai Salesiani, dichiarandosi caldo
ammiratore della loro Istituzione, poscia ai giov;\\lli
del Circolo e dell'Oratorio, esortandoli a frequeutare
quel luogo di salute ed a ritorrtarvi anche fatti
adulti; quindi, fra le acclamazioni di quei cari gio-
vanetti che gli si stringevano altorno per baciargli
ancora una volta la mano, Monsignore risaliva in
vettura.
Un Oratorio Festivo, conchìude la Croce Pi!;a11a,
è sempre uno spettacolo commovente ed ai nostri
giorni è mezzo atto a salvare i figli del popolo dal
vizio della strada.
RAPALLO (GENOVA). - «L'Oratorio Festivo di Ra-
pallo, così ci scrive l'egregio avv. Lorenzo Ricci,
è in continuo e consolante progresso. I giovani
cli :c1mplfare l'intera casa, ornai divenuta troppo ri-
stretta. A tal uopo, come frutto di u11a bella con-
ferenza detta il giorno 2 r gennaio alla presenza
dell'Ispettore D. Bussi e di un notevole numero di
accorsi, dal Direttore del Collegio di Varazze, si è
costituito un doppio Comitato di signore e di si-
gnori coll'intento di tradurre in fatti la bella ini-•
zfativa. L'oratore mise nel suo dire in bella evidenza
la necessità che l'Opera Salesiana in Rapallo, ora
ci1e ha superato felicemente le prime difficoltà, gitti
più salde radici e più profonde al maggior van-
taggio dei giovani e della popolazione intera. Ed
ora tocca al Comitato a mettersi all'opera ed ai
buoni Rapallesi di coadiuvarlo col loro morale e
matt:riale contributo. »

3.10 Page 30

▲back to top
125 -
mons. vm~e:nzo moco
Amministratore Apostolico del Ticino.
Il 15 di marzo u. s. spegnevasi a
Lugano il secondo Vescovo del Can-
ton Ticino, Mons. Vincenzo Molo.
« Pietre migliari c.'.,Jl'attività da lui
spiegata nei sedici anni della sua am-
ministrazione, quale Vescovo del Ti-
cino, sono tra le altre, a giudizio del
Momento: il riordinamento del Semi-
nario, coronato dall'erezione del ma-
gnifico edifizio nei pressi di Lugano
inaugura_to or fan poche settimane e la
chiamata di Salesiani nel Collegio pon-
tificio di Ascona e l'istituz.ione del Col-
legio di Balerna, precisamente nella
villa episcopale, affidato anch'esso ai fi-
gli di D . Bosco... » Pur tacendo delle
altre particolari benemerenze di cui il
compianto Prelato fu sempre larghis-
simo all'opera nostra, ci pare che que-
ste semplicemente ricordate abbiano da
stimolare ad abbondanti suffragi per
l'anima sua tutti i nostri Cooperatori.
111 Sìg. €nrico Darbeslo fu franctsco
di Torino.
i[~J L giorno di S. Francesco di Sales, munito
~ di tutti i conforti di nostra Santa Religione,
terminava la sua preziosa esistenza, trascorsa
tutta cristianamente nel sacrifizio di se stesso a
favore del prossimo, il Sig. Enrico Darbesio fu
Francesco, zelantissimo Cooperatore Salesiano,
e degno fratello del compianto Comm. Generale
Emilio. La caratteristica di questo preclaro mo-
dello di cattolico sincero, fervente e generoso,
ed insigne benefattore delle Opere Salesiane a
cui mostrò sempre una specialissima benevolenza,
distinguendosi tra i più caritatevoli nostri bene-
fattori della prima ora, fu il silenzio con cui
accompagnava l'esercizio della sua carità; tanto
che avrebbe voluto che le sue belle opere rima-
nessero nascoste anche dopo la sua morte, ordi-
nando nel testamento che modesta fosse la sua
sepoltura. Ma lddio che è solito ad esaltare gli
umili dispose che la Sl.la non fosse u11a sepoltura,
bensì un trionio; poichè si conobbe allora quante
erano le persone e gli istituti che avevano goduto
della sua beneficenza.
Religiosissimo, cibavasi con frequenza e con
edificante pietà del Pane degli Angeli ; e provato
ornai da lunga malattia e da gravi tribolazioni,
che pur sapeva nascondere agli occhi alt,rui, non
desiderava altro che partire da questo misero
mondo per unirsi a Dio. E il Signore lo chia-
mava, come abbiamo detto, nella bella festa di
S. Francesco di Sales. Per dovere di riconoscenza,
noi pure abbiamo pregato per l'eterno riposo di
quell'anima benedetta; ed ora, mentre presen-
tiamo alle sorelle ed ai fratelli e ai nipoti le
nostre sentite condoglianze, ci facciamo un ob-
bligo di raccomandarla vivamente alle comuni
preghiere.
Hnna ll'anìzzonì Ved. folbaccbini.
Quest'egregia Signora, che spese la sua breve
esistenza nel più intenso amore a Dio, alla fa-
miglia, ai poveri e vedova nel fiore degli anni,
si valse del suo spirito cristiano, della sua man-
suetudine, della sua coltura a santamente edu-
cai-e i suoi figliuoli, benchè dopo lunga malattia
spegnevasi quasi d'improvviso la mattina del
19 gennaio u. s. Anche per quest'ottima Coo-
peratrice invochiamo particolari suffragi.
[uigì eastìglia
di Rosario Argentina.
Colla persona del Sig. Luigi Castiglia è scom-
parso un altro grande benefattore dei Salesiani
dell'Argentina.
Modello del Cooperatore Salesiano, secondo
l'idea di Don Bosco, non cessò, dopo che la
conobbe, di proteggere l'Opera Salesiana colla
parola e coll'azione. Sapeva f"llJ"la conoscere dalle
persone che si trovavano in graao di aiutarla,
ed a tempo debito sapeva ancor difenderla contro
i pregiudizi e le dicerie del volgo ignorante.
La morte non lo sorprese. Cattolico praticante,
lo si vedeva con piacere avvicinarsi alla sacra
Comunione con aftetto di vivissima fede, dando
cosi salutevole lezione di buon esempio agli
uomiDi che si dicono cattolici e si vergognano
di ricevere il loro Signore. Altra sua caratteri-
stica fu lo zelo che ebbe sempre per la diffu-
sione della buona sta.mpa. Volava in seno a Dio
il 17 gennaio u. s.
Giovanni Bonetto
di Marcos Juarez (Argentina).
Anche questo Signore, agente del periodico
Cristoforo Colombo che si pubblica dai nostri
Confratelli del Rosario, e sincero ed attivo Coo-
peratore, abbandonava questo misero mondo
vigilia dell'lmmacolata, 7 dicembre u. s. Sia pace
--------- all'anima sua.

4 Pages 31-40

▲back to top

4.1 Page 31

▲back to top
T26 -
f ~ooperatorJ Defunti
dal 15 Settembre al 15 Novembre 1903
216 ladini D. 1,ul&rl, Curato - Aprnto, Udi11e.
2r7 lanora Cav. Generoso - Polenza.
218 Iella D. Domenico, Arciprete - Bellegra, Roma.
219 Lanfranchl Ch.co Luigi - Como.
2:10 LangO!'CO Ale-<,'lndro, Ch.co - S. Salvatore l\\lonfer-
rnro, Alessandrù1.
221 Laterza n. Giovanni - Putignano, Bari.
222 Lazzeri D. Arcangeh> - Cornioln, Firenze.
223 Legnanl Luii;:i - Ferrara.
224 Leòuardl GiuRcppe, Avvòeato - Firenze.
225 Loauni Giuseppe, Professore - Vercelli, _Vo;•nf'a.
2 :ro Lonati Socrate, Chierico - Volta l\\lantovana, ,lfan-
/qr,a.
'n7 Loreru:ai1i D. Remigio, Arciprete - Brescello, Reg-
g·io Emilia.
228 Lucantoni D. Settimio, Canonico - Arcevin, An-
C<ma.
229 Lucarini :'lfons. J...Qrenz<>, Ardprete Cntt.le- Corneto-
Ruma.
230 Mnderna Av,·. Enrico, Causidico - Novara.
231 Malll>lri Fl'lll\\CC!ICO - Castellelo Scazzoso, Alessa11,
drla.
23~ Mngliola Lucia - Chiavnzza, Novara.
233 Menenti D. Iorio, Rettore - Ginepreto, Rl'fTJrio Em.
234 Manglll-Pnrnvicini Enlichetm - Calutzio, Be,gamo,
235 11.fnntovani-Maritlli Matilde - :'ltilano.
236 Marabini D. Vincenzo - Basiago, Jùwm11a,
237 Marati D. l'ellegrino - Pi:morso, ,llodcna.
238 Mnrazzi Corloua, Dam.Jla - Novara.
239 Marcelli D. E Lizlo, Rettore - Gmnarola, Pesaro e
Urbino.
240 ~!arengo Gincomo, Uff. in ritiro - Perosa Argentino,
ToriRo.
241 Marchesi Paolo, Ragioniere - CQdogno, N()tlara.
242 Marchetti Carlo, Avvocato - Codogno, Novara.
243 Marclli C:1milln - Pavia.
244 Marchisio D. Clemente, Prevosto - Rìvalba, Torino.
:145 Mnrcolini Lucia - Gemona, Uditle.
246 Marocco Clara - Valfenera d'Asti, Alessandria
247 Martinelll D. Edrisio, Parroco - Verdellino, Dn-·
g-amo.
248 ManinelU Giuseppe - Sarezzo, Brescia.
249 Martini D, Giacinto - Felet.Le, Vinmza.
250 l\\lnrtlnolo Ter'-'1\\a v.~ Viglianl - Torino.
251 Maschio Gian Domenico - Cuniglie d'Asti, Ales-
Ja11dria.
252 Ma<,ChiO Giovanni - Domlln, A usJna.
25.1 Jllasi ~lom;. Giuseppe - Palermo.
25-i .M3SS.'lroli D. Renato, Prof. Seminario - Assisi, Pe•
r115 ia.
255 Massi D. Pnolo, Economo Seminnrio - Ascoli Pi-
ceno.
256 !llassucco D. Frnncesco, Arciprete - S. Giorgio Ca-
navese, Tonuo.
257 Matteini D. Giuseppe, Parroco - Chiani, Are.:zo.
258 M11Zzella D. Domenico - :.1o11t1: di Procida, Napoli.
::159 !llcnr..'lSti Ferruccio - Treviglio, Bergamo.
260 !vkrighi Cieli\\!- - Ravenna.
261 Merli Pietro, Arnmùiistratore Guerlni - Vtmezln.
262 Mitheletti Angelo fu Pietro, Sarto - Morano sul Po,
Alessandria.
263 Mlello Giacomo, - Molino di Ledro, Austria.
269 Mllani Clelia - Spilimbergo, Udine.
265 Milinni Francesco - Peccioli, Pi.sa.
200 l\\lirri D. Gioachino - Torre S. Clemente, Siena.
267 Mlrone•Rascona Rosaria - Ali Marina, .Messina,
::i(i8 Mocellin D. Erancesco, Parroco - Arlesega, Padwa,
269 Molln11ri D. Bortolo - Roncadelle, Treviso.
270 l\\lonetti D. Domenico - Vìllafranca Piemonte, To-
rt110.
27r Mnntag-nini Contessa Rosa di Mirabello-Trino Ver-
ccllelk:, ,Vo-uara.
272 Momnwni D. Cnrlo - Moiana, C()mo.
273 Morhelli Giuseppe, Giardiniere - Rlvalta Bormida,
Alessandrt'a.
274 Morellin D. Ant0nio, Parroco - Prove2z.'\\, Forll,
275 Mortinì D. Emanuele, Parroco - Anagni, Roma.
276 :'>loi;scrclocti Faustino - Volta, Brescia.
277 '\\lotta Emestn - Turbigo, ,}filano,
iq8 ì\\lotter O. Giacobbe - Teana, Austria.
279 MoucheL Suor Cntmela, Direttrice Mnnicomio - To-
rino.
2So Musolesi D. Giovanni - Trassasso, Bologna.
281 MU!;:il Francesca - Garbagna, Nwara,
282 '\\Iulo Filomena - C:w:rta.
283 Xngarì Pietro - Cilav~,gna, Pavia.
2S4 Naimo D. Vincen~o - Stilo, Reggio Cttla!Jria.
285 Nardi Augusto - Serego di Luni~o. f'ù:r.nza.
286 Neglln D. Giuseppe - Geraci Siculo, Pat~rmo,
287 Nembrlnl-Goniaga Jl,forcl\\esina Mnria - Ancona.
2S8 Nicolai Astolfo - Firenze.
289 Nicolona Francesai, Maestra - Mnnta, Ctmeo.
290 Nicolosi Xicolò, Avvocato - Cat.a.nìa.
291 Ohert Amalo Francesco - Champ ùe Praz, Torill<>.
292 Oberto Sebastiano - Cuorgnè, Torir10.
293 Olivieri Oliviero, Maggiore in rltlro - Trento, A11-
stria.
294 Opicl Maria v.• Gf\\llparinl - BorgollUo, Parma
295 Ozzolo Maria - Gragnano, Pùue,1::a.
296 Pacelli Comm_ Pietro, Consigliere Comunale- Roma.
29i Padre Emilio, Cappuccino - Siena.
298 Padre Manuel Jose Perelra - Braga, hrlogallo.
299 Pngn.nuizi Cav. Luigi, Dottore - Venezin.
JOO Palli11i D. Domizio, Missionario Aposloi. Parroco -
Stl11:nano, Lucca.
301 Panelli Bianchina - S. Salvatore Monferrato, Ales•
sa,,dria.
302 Panuza Paolo - Orsara Bonnjda, Alessandria,
303 Panlzton D. Giusèppc - Monticello, Vicen;:a,
304 Papl Natale, Operaio - Grignano, Fi'nm:e.
305 Paravicini-Brivio Contessa Isabella - Milano
3o6 Pnrct.o Luigia - Sampierdarena, Ge1101m.
307 Pascutti O. Lodovico, Canonico - Cividale, Cdil:e.
308 Pastore Luigi, Chierico - Pior.sasco, To,-f110.
309 P:wesi D. Francesoo, Rettore - Farinnt<,, Cremona.
310 Pedranzini M.addalenn - B0nnio, Sondrio.
311 Pedrettl Giov. Battista - Verona.
312 Pellegrini D. Angelo, .ltetlore S. Lucia - Panna..
313 Pellegrini D. Francesco, Professore - Belluno.
314 Pellerl Giuseppe - Mumuano, Ctmeo.
315 PelO!IO O. Marco Anlonio - Selva di Proguo, 1, .
rrn,a.
316 Perruquel Agostino - Chatìllon, 10,-,·no.
317 Peruni P. Luigi - Fenno, Ascoli Piceno.
318 Peserlco Teresa V." Nob. Palazzi - Longara, Vi-
ce.,.za.
3r9 Petronio Maria - Pirano, Austria.
320 Piant.'\\nida Giovanniua, t\\li,estra - Boca, Novara,
321 Pignolo Ferdinando, Professore - Rol'igo.
322 Piovano Gio-rgio, Torcitore - Cambiano, Tori.-w.
323 Pisani Lorenzo, Precettore - Rnbato, ,1/alla.
324 Pistone Giovanni - Novara.
325 Piuinll D. Angelo, Parroco - Forno, Massa Ct1r-
ral'a.
326 Polverino D. GiU!M:ppe, Curato - Quarto, Napoli.
327 Pono C05tllnte - Campo Fontana., v,r<>11a.
328 Prati D. Faustinlano - Tolè, Bologna.
329 Prato D. Giuseppe - Val della Torre, Tonno.
330 Proccnzauo Raffaele - S. Cipriano Picentino, Sa-
lerno.

4.2 Page 32

▲back to top
127 -
331 Proviero D. Antonio - Trenta, Coumm.
332 Puddu O. Isidoro, V. Parroco - Albasanta, Cag/10.ri,
333 Raggi Rosa - Amborzasco, G41wva.
334 Rnmru:zoni D. Vincenzo - Padcnghe, Brescia.
335 Rnpelli Carolina - Codogno, Milano.
356 Ravettl Mons. Carlo - Casale Monferrato, Al11ssa1~
<tria.
337 Reollni D. L uigi - Tremona, S11i:11:era.
3J8 Rebuffo O. Paolo - S. Antonlo, Cuneo.
339 Robullo Leonilda - Caserta.
340 Regis Felicita \\ ,a Barberis - Sanfront, Cmuo.
341 Reu.1gllaU1 Marino - Rovegno, Pavia.
342 Ricatto l•azien~a - Pov;giano di Riesc, Treviso.
343 Rizzo D. Serafino, Cappellano Bagni Penali - Flnat-
borgo, Gt111011a.
344 Roc:ro Luipa V.• Gerbaldi - . Torino.
345 Roscelli Giu,-eppe fu Giovanni - Bo.rgone, Gn1011a.
346 Rochis C:irlotta V.• Enrico - Torino.
347 ROMni Maria - !lr~cia.
348 Ros.,etti Celestina - Cumiana, Torino.
349 RoS!il Terc:;a - Arll:0, Sviz:ura 'f,'c.
350 Ro~si r.aetnno - C:1gli, Pesaro Urbiuo.
351 Ro,•intlti Giulio - l,uccn.
352 Rlll!l(f:rl Tert,,a - R1vn. A uslria.
353 Sala :\\tons. Fedi,rico, Vescovo AuBlliare - Milano.
354 Snln ti. Virginio, l'n~o :-- Villa R;averio, ,l/ua11u.
355 Snlon\\one Giuseppe, R1cev1tore In rltuo - Villanova
Cu11eo.
. ..
356 Snudrl Giuseppe fu Giovanni - Vm:Lnt, C1111eo.
357 Snndri Giovanninn lionando - Bra, Crmeo. .
3s8 Sangiorgi D. Francesco - Tortona, A lttssa11dna.
359 Sant Founnier Giorgio - Hamrum, JJfalla.
36o Saracco Anna - Cru.-tagnito, Cun110.
361 Snrdi Maddalena - Torino.
362 Sardo Lorenzo - Cnrmagnnla, Torino.
363 Snroldl-Ceppi Cnmilla - Torino.
364 Snrtorl O. Domenico, Prevosto - Brug?eto, I'ia-
cew:a.
.
365 Sasso Ab. D. Antonio, Cerimoniere - Virtono, Tre--
viso.
366 Scardlglia D. Antonio, Rettore - Afarignolle, Fl-
ren::11.
367 Sciolti o. Morra Oomeol~ - Fossano, Omeo.
.;68 Scroccinnti D. Nicola, Arciprete - Apiro, Macerala.
369 Segalla Maria - Riva, A11.slria.
370 Selle Giuseppe, Professore - Verona. .
371 SeflMi Attilio Chierico - Pistoia, Fir1111:re.
372 Silv;t Cristina, lspettrlce Istituto Sacra Famiglia -
Torino
373 Sinl!«:alchi D. Vincenzo, Mnnsionnrio Cattedrale -
Snlcrno.
374 Sinistri '!',larianna - Edolo, lJ1·nria.
375 Sime;na D: Vi~orio; Par~--:- S_ignoress..'l, Trev_is.o.
376 Si;miondim Fehclta - yeot1m1~ha, Awlo .lfar!n:a,o.
377 So:1rdl Giuclittn di Battista - PiRogne, .Brescia.
378 Spada[oru Antonina - Maletto, Catania.
379 Spndori D. Egidio, C11r:i..to - Ancona..
38o Speroni Antonio - Solb1el10 Olonn, flftlatzo.
38r Suor Gnyda S. Croce, Supcriom Domenicane
Ascoli Piceno.
J82 Suor Maria Ott.'lvia, Supe;iorn 0~1). Carità-'.forlno.
383 Suor Santa Pinnaro - P1C\\•e T..-s1110, Auslna.
384 Suppini Bn~olome<) - J\\fary:nhotto,. Oologwz.
385 Tncchini Lm~in v,• Bottellt _- Pav1~. . .
386 Ta1diella.BeV1lnc:ci,1111; Domenica- Cluampo, Vu:ew:a.
387 Tnnari :-lob. An~10!111n, Mnn:J,esa - Boloi:na.
388 Tnrdlti Mnddalenn V.• Testa - Bm, Cwu:o.
389 Tarra Elena - Cremia, Como.
390 T~'tld'1 D. Quirico, Pievnuo - P:idria, SMsar:.
381 Tlwn n. Gio. Bnttìstn, l'revoslo - Quaranti, Ales-
.ramt1·ia.
392 Thesnuro di l\\1eano Conte Carlo - 'l'orino,
393 Tiooul Gio. Antonio - Pasturo, Co:110:
391 Tinello D. Mustolo - Pettoraun, /fo1,1t[o.
395 TimpeUe Mnria-Fntlorl - Ronci1, V11nma.
3s,6 Tonelli D. lkrnnrtli110, Arciprete - Priero,
397 Tonelli D. Frn11cesco - Sarzann, Ge11ova,
398 Tonelli D. Giuseppe - Mumzzano, Cuneo.
399 Tonelli Pietro - Rioveggio, Bologua
400 Tmti n. Bart0lomco - Caprnin. ,Jfas.ra Carrara.
4-0J Toniolli D. Lui11;i, Curato - Cembra Austria.
402 Tononi D. Angelo, Cappellano - Formignano, Fcr-
r11.ra.
403 Tornabene D. Domenico, Rettore - Catania.
404 Torre Giovanni - Alba, Cmuo.
405 Torresnni lfoos. Tommaso - Trento, Austria.
4o6 Torresaoi D. Fr11ncesco - Trento, Austria,
4-Q7 Torresi D. Gaetano - Mcndola, Catania.
4o8 Tosto D. Pietro, Parroco S. Berlllo - Catania.
409 Tracnnzan Girolomo - Breganze, Vicenza.
,po Tmgelln Amtùio - Magenta, "fila1w.
4n Trru.attl P. Emidlo Agostiniano - Acquavivn Picena,
Aseoli Picnw.
4f2 Trombetti-MiueUì Palma - 8n7.r,nno, Bolog11u.
413 Ubert1 Sofia V." Florio - Biella Pi!l%za, Novara
414 Valsecchi D. Gioachino, Parroco - Calusco d'Adda,
IJI!r ga,m>.
.µ5 Vnnella Pietro - Gnttlco, Novara.
416 Varasi Giuseppina n. Cuni - Pavia•
417 Venavo D. Domenico - Fresonara, Alessandrin.
418 Vc:spn Damigella Angelica - Asti, Alessa11dritl.
4.19 Vicentini Geromina - Snmpierdnrena, Gmova.
420 Vicenti D. Vincenzo, Curato - liorgo 5. Piet,u, Ac•
(Jllila.
4-21 Vlrìdia Mons. Giuseppe Aut., Vescovo - Carltui,
Couu::a.
4-22 Vitale cli Torricella Contessa Vlrgmia n. Chin\\'orina
- Torino.
423 Vittuone Giulia v.• Bonelli - Bnrgone, Gem,:,a.
424 Vivalda Vittoria V.• Lnmberti - Torino.
4-25 Vivla11 D. Giuseppe, Mansionnrio Cutted. - Asolo,
T,-roiso.
426 Z.'lmpieri D. Gaeta.no, Segretarlo Vescovile -Temi,
Pen,gia.
4-27 Znmpiron-llloui Teresa - Vicenz,1.
428 Zannino Maworino - Torino.
429 Zenone Rachele v.• Calzoni - Borgo~esia, No'llara.
480 Zcnonl O. Benigno - Sorisole, Dt:rgamo.
431 Znreltl Cado - Mesenzana, Co1111J.
APPENDICE.
Alelll D. Biagio, Cnnotùco - Chieti.
Belli D. Giuseppe, Rettore - Pomino, Firen:e.
Cazznniitn Giovanni - Barzanò, C&mo
Cellinl Cav. D. Cesare, Arciprete - Ripatransone, Ascoli
Pice110.
Ganci Cesare, Diacono - Valletto, ,1ralla.
Gheul Baldassare - J3nrzago, CQmO.
Ghigo D Paolo, Canonico Sind. Capitolare- l,od!, 11:/i-
lauo.
Ghiglione M:a.r:ia - Pouuolo Form., Ali:ssa,uirin
Ghlsl Snc. Prof. Scbnstlnno - Giarre.
Mion Mons. Francesco, Canonico Penitenziere - Vt:oeiia.
Monacò Carmelo - Palermo.
Olivero Contessa Carolina. di Carzello - Dia110 d'Alba~
C.m60.
Orlando O. Antonio - Caronia, ,lf,:ssù,a.
Or.;ini D. Benedetto, Cappellano- Panicate, Perugia.
Ottaviano Domenico n. Rua - Torino.
Ottieri della Ciaia Co11tessa Virginia - Siena.
Poè Margherita- Monticello d'Alba, Cuneo.
Pollini 1-'ortuua.to - C:wagnolo, Toriuo.
Polo I). Frenco, Coofe"-iC>re - S. Vito al Tagliamento,,
Udfat:.
Rinaldl O. Giovanni - Sarripoli. Firt:1'::e
Rlµ:imonti D. Cesare, Parroco - Hnrzanù, Como•
Riva O. Pietro, A1cipw1e - Serintu, lie,gamo.
Rivetti Fortunata - Croce Mosso, Nr,z,11ra.
Roncari T.uigi - Crunpofontnnn, Verone:.
Viglino Giuseppe - Salto Canavc,e, Torir.o.
Hildcbrnnd D. Rodolfo, Parroco - Herriingen-bei,Ulm,.
..-...h..~..,s..s..i.a..._........,,......................................... .
Con perm~sso dell'Autorità Ecclesiastico
Gcn:ute, GlUSEI'J>I:.. GAl\\IIll);O, - Torino, 1903.
Tipo.;mfia Salesiana.