BS 1930s|1935|Bollettino Salesiano Aprile 1935

1° APRILE 1935-XIII-N.4 ANNO LIX

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

Sommario: La solenne chiusura dell'Anno Santo alla Grotta di Lourdes. - La Causa di Beatificazione di Maria Mazzarello. - Il Venticinquesimo Anniversario della morte del Servo di Dio Don Michele Rua. - Don Bosco sullo schermo. - Echi delle feste per la Canonizzazione di Don Bosco. - Dalle nostre Missioni: Giappone. - Dal vecchio al nuovo anno. - Crociata Missionaria. - Per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice e di S. Giovanni Bosco. - Lettera di Don Giulivo ai Giovani. - Necrologio.

LA SOLENNE CHIUSURA DELL'ANNO SANTO ALLA GROTTA DI LOURDES

Il 10 gennaio u. s. il Santo Padre Pio XI, con una lettera indirizzata al Vescovo di Lourdes e di Tarbes, S. E. Mons. Gerlier, aderendo benevolmente alla domanda presentatagli dallo stesso Ecc.mo Vescovo, dietro suggerimento del compianto Em.mo Card. Bourne, arcivescovo di Westminster, e raccomandata dall'Em.mo Card. Verdier, arcivescovo di Parigi, ha stabilito che l'Anno Santo XIX Centenario della Redenzione, celebrato in Roma dalla Pasqua del 1933 a quella del 1934, e quindi esteso a tutto il mondo fino alla prossima Pasqua, si chiuda solennemente ai piedi della Vergine Immacolata, Corredentrice del genere umano, alla Grotta di Lourdes, per impetrare da Maria SS. la salvezza delle anime e la pace del mondo. Siccome il mezzo più efficace per ottenere grazie da Dio è la celebrazione della S. Messa, in cui N. S. Gesù Cristo si offre personalmente, misticamente, ma realmente, come vittima di espiazione e di propiziazione, di adorazione e di ringraziamento all'Eterno Padre, nell'adorabile Sacrificio, lo stesso Sommo Pontefice ha concesso, in via eccezionalissima, che nei giorni del triduo, 25-28 aprile p. v., all'altare della Grotta, si possa celebrare la Santa Messa ininterrottamente giorno e notte, mattino, pomeriggio e sera, senza un istante di tregua, per ottenere dal Signore coll'intercessione di Maria SS, specialmente questa grazia: che, estinte le serpeggianti animosità, conciliate felicemente le cagioni di discordia e ristabilita ovunque la tranquillità, arrida ai cuori, ai popoli e alle nazioni la vera pace; quella pace, vogliam dire, che Cristo fra angelici concenti arrecò nascendo, che risuscitando da morte largì ai suoi discepoli, e che salendo al Padre lasciò in pegno a lutti.

Il Vescovo di Lourdes ha già trasmesso il programma del Triduo che qui riportiamo:

Giovedì, 25 aprile, ore 15: Solenne apertura del Triduo alla Basilica del Rosario -- Processione alla Grotta.

Ore 16: Alla Grotta, prima Messa celebrata pontificalmente.

Dalle ore 17 dello stesso giorno, fino alle ore e6 della domenica 28 aprile: celebrazione continua di ss. Messe da Vescovi e Sacerdoti di tutto il mondo, in tutti i riti, secondo le intenzioni dell'Anno Santo.

Venerdì e Sabato, alle ore 15, Messa pontificale, per commemorare l'ora della morte di Gesù in Croce.

Domenica 28 aprile, alle ore 15, Messa pontificale di chiusura del Triduo.

Tutti i fedeli che possono sono invitati a pellegrinare a Lourdes, in quei giorni. Per quelli che non possono, i Vescovi delle singole diocesi ed i Superiori di Ordini e Congregazioni religiose, indiranno tridui speciali contemporaneamente nelle singole diocesi e comunità religiose. Così tutto il mondo cattolico farà un cuor solo ed un'anima sola, in quei giorni, col Cuore immacolato di Maria SS. per ottenere le grazie tanto sospirate, intese dal Vicario di Gesù Cristo colla promulgazione dell'Anno Santo.

Ed il mondo distratto dalla ricerca delle cose terrene e agitato da fante discordie, vedrà, come dice il S. Padre nelle Lettere Apostoliche, tutta la famiglia cristiana, unita di mente, di fede e di preghiera, implorare perdono ai peccatori, pace agli angustiati, conforto agli infelici, pane per chi ha fame, e finalmente luce di verità e porlo di salvezza a tutti i traviati.

Noi saremo rappresentati ufficialmente a Lourdes dal nostro Rettor Maggiore, il quale, celebrando alla Grotta, avrà presenti tutti i nostri Cooperatori e le nostre Cooperatrici. Molti Cooperatori però potranno partecipare ai pellegrinaggi diocesani che si stanno organizzando dappertutto, ed avere la gioia di unirsi, in una forma anche più intima, in quel luogo benedetto, colla Madre del Salvatore.

LA CAUSA DI BEATIFICAZIONE DI MARIA MAZZARELLO

Un bel passo innanzi.

Il 26 febbraio u. s. presso l'Em.no e Rev.mo Signor Cardinale Alessandro Verde, Ponente della Causa, si è tenuta la Congregazione Antipreparatoria nella quale i Rev.mi Prelati, Officiali e Consultori teologi della Sacra Congregazione dei Riti hanno espresso il loro parere sull'eroismo delle virtù esercitate dalla Serva di Dio Madre Maria Domenica Mazzarello, Prima Superiora Generale dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. La Causa ha fatto così un passo importantissimo verso la proclamazione dell'eroismo delle virtù che avverrà dopo la Congregazione Preparatoria e la Generale. Esaurito Il processo sulle virtù, si inizierà quello sui miracoli elle decideranno della Beatificazione. La strada è ancor lunga, ma la Causa è bene avviata. Affrettiamone le tappe con le nostre preghiere per ottenere dal Signore la glorificazione di Colei che S. Giovanni Bosco scelse a pietra fondamentale dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e che ha saputo dare all'edificio tanta consistenza, tanta potenza di espansione ed efficacia di apostolato.

Il Venticinquesimo Anniversario della morte del Servo di Dio Don Michele Rua

1910 - 5 aprile - 1935

Il 6 di questo mese si compiono 25 anni dacchè il primo Successore di S. Giovanni Bosco lasciava questa terra per l'eternità. Dopo ventidue anni di governo della Società Salesiana che aveva ereditato dal Santo con 700 Confratelli, sparsi in 64 Case, in 6 Nazioni, la consegnava al successore, fiorente di 341 Case, sparse in 30 Nazioni dell'Antico e del Nuovo Continente, con 4000 Confratelli. I suoi talenti li aveva ben trafficati. Poteva quindi presentarsi serenamente al tribunale di Dio. E veramente il suo transito fu dolcissimo. Il mattino della vigilia, fatta l'ultima Comunione, chiamò a sè Don Rinaldi e gli chiese: - Dimmi, come sto io?

- Molto male, caro Don Rua - rispose colui che 12 anni dopo doveva raccogliere la grande eredità per consegnarla a sua volta all'attuale Rettor Maggiore nel 1932.

È proprio grave il mio stato?

Purtroppo non c'è più speranza.

- Ma avete fatto tutto quello che potevate?

Ci pare, sig. Don Rua, di non aver trascurato nè medici, nè medicine, nè preghiere.

- Dunque non vi resta più nulla?

- Ci resta la speranza di un miracolo. Vuol pregare anche lei con noi?

- Volentieri.

Si raccolse un istante a pregare, poi riprese: - Ed ora che cosa debbo fare?

- Aspettare che il Signore ascolti le nostre preghiere.

- E allora, quando morrò?

- Forse stasera, dicono i medici, forse fra poche ore... noi l'avviseremo...

- Bene, ora lasciatemi tranquillo; non introducetemi più nessuno; riceverò solo Monsignor Morganti che attendo, e intanto mi disporrò a compiere la volontà del Signore.

La giornata passò nel raccoglimento. L'accoglienza di Mons. Morganti fu tenerissima. Ma appena ricevuta la sua benedizione, lo mandò a riposare.

- Non parlatemi più di affari, nè di altro; lasciate che pensi unicamente all'anima mia e che mi prepari al gran passo...

Verso la mezzanotte D. Francesia, suo confessore vedendo precipitare la catastrofe, gli mosse lamento che non avesse pregato per la stia guarigione.

- Sì - rispose -- ho pregato con voi, ma non come voi. Voi volevate secondo il vostro desiderio; ed io voleva che si compisse la volontà di Dio.

Poi tosto gli soggiunse: - Adesso ho bisogno dell'opera tua. Non abbandonarmi. Dimmi fino all'ultimo dei buoni pensieri ed io li ripeterò con la mia mente, quando non potrò più colla bocca; così morirò proprio con Dio.

L'ultima giaculatoria che gli fu suggerita fu questa: « Dolce Cuore di Maria, fa' ch'io salvi l'anima mia ». La ripetè mentalmente, poi con uno sforzo supremo esclamò: - Sì, salvar l'anima... è tutto... è tutto... salvar l'anima...

E spirò (1). I funerali furono un trionfo. La fama della sua santità si diffuse rapidamente. Ed ora la Chiesa sta per prenderla in esame. Mentre noi attendiamo il suo giudizio, ci piace ricordare in questa data memoranda tre preziose testimonianze.

Un altro servo di Dio di cui è già in corso la Causa di Beatificazione presso il Tribunale di Tolosa, il Padre Antonio Maria, Cappuccino, il grande Apostolo della regione tolosana, dall'ultimo scorcio del sec. XIX al principio del XX, incontratosi con Don Rua a Nizza nel 1889, ne riportò questa impressione.

« Ho visto un miracolo: Don Bosco redivivo. Don Rua non è soltanto il successore di Don Bosco; è un altro Don Bosco. Ne possiede la dolcezza, l'umiltà, la semplicità, la grandezza d'animo, la radiosa giovialità. Tutto è prodigioso nella vita e nelle opere di Don Bosco; ma la continuazione di Don Bosco in Don Rua mi sembra il più grande dei prodigi.

» Quali sono i grandi uomini, i grandi santi, che hanno potuto avere un successore simile a sè?

» Quando la madre di Don Bosco, Mamma Margherita, morì, la madre di Don Rua prese il suo posto, e divenne, a sua volta, la mamma di tanti poveri infelici. Don Bosco muore, ed ecco che Don Rua prende il suo posto in mezzo ai suoi figli.

» Io ho udito predicare Don Rua: predica con la stessa sublime semplicità. L'ho osservato nelle riunioni private: parla con lo stesso incanto fascinatore. Mi son trovato al suo fianco, nell'occasione di una festa data in suo onore al Circolo Cattolico Operaio di Nizza: ebbene, è Don Bosco che ho visto e ascoltato. Don Bosco era una copia vivente di Gesù Cristo; quando Don Rua parlava, conversava, ascoltava, avevo dinanzi a me una nuova immagine del Redentore ».

L'Arcivescovo di Torino Card. Richelmy, che fu in stretta relazione e in intimità d'amicizia con Don Rua per più di dieci anni, fece di lui, subito dopo la sua morte, questo elogio:

« Nulla v'ha di più facile e nulla v'ha di più difficile dell'elogio di Don Rua. I giorni di lui, tutti furono l'un simile all'altro; dire di uno è dire di tutti; ma qui sta l'opera malagevole, dire convenientemente della umiltà profonda e dello zelo ardente di un tanto sacerdote; quella attirava sovra di lui tutta l'abbondanza delle divine grazie e le benedizioni; questo faceva sì che non cadesse in terra pur un briciolo dei favori del cielo...

» Egli non amava lo splendore delle alte concioni, e forse raramente saliva il pergamo delle chiese pubbliche; ma nelle dolci riunioni dei suoi confratelli, nelle cappelle private dei molteplici istituti, quanto volentieri, quanto spesso e con quanto frutto non predicava egli la divina parola! Nell'amministrazione dei Sacramenti, nelle intime conferenze, negli individuali colloqui come sapeva egli, forte e dolce al tempo stesso, porre delicatamente il dito su quella piaga, cui voleva guarire, insinuare quei rimedi che più tornavano opportuni, e insieme spingere le anime su su fino alla più alta perfezione.

» Maestro incomparabile così nel discorrere come nello scrivere (e sono invero mirabili la mole e il fascino della sua corrispondenza epistolare), egli fu anche più valente nella scuola dell'esempio; pure fuggendo con cura ogni singolarità che potesse attirare sopra di lui uno sguardo indiscreto. Nella pietà più tenera, nell'osservanza più esatta d'ogni regola, nell'attenzione continua ad evitare ogni menomo difetto, nella distribuzione più scrupolosa delle ore e dei singoli istanti, nello studio incessate di progredire nelle vie del bene, egli riuscì oggetto di ammirazione e di dolce ammonimento a quanti furono testimoni del suo vivere, e in modo speciale a quelli, che nella sua Congregazione più ebbero il bene di rimanere al suo fianco; pur esse facevano per lui quelle parole di Paolo che mai non usciroro dalle sue labbra, ma cui inconsciamente pronunziava in ogni suo fatto: Imitatores mei estote, sicut et ego Christi.

» La messa di Don Rua, la meditazione di Don Rua, la lettura spirituale, la visita al SS. Sacramento, e insieme il conversare di Don Rua, il breve suo riposo, quell'abbraccio tenero, ch'egli dava specialmente a' figli partenti per le regioni remote; le correzioni stesse di Don Rua, i suoi rimproveri, tutto era scuola di virtù, e l'insegnamento era desiderato, era amato, era ricordato pur ne' luoghi lontani, e non rimaneva senza frutto. Oh! Perchè quella scuola fu chiusa per sempre? ».

Ma ascoltiamo un Papa, ed un Papa che speriamo di venerare un giorno nella gloria degli altari, l'angelico Pio X.

Alcuni giorni prima di morire, il 20 luglio 1914, ricevendo Mons. Salotti, postulatore e difensore di diverse cause celebri di Beatificazione, gli diceva:

- Badate bene alla qualità dei clienti che voi scegliete.

- Ma Santo Padre, io li scelgo sempre eccellenti. Vostra Santità approva certamente la mia opinione, poichè ne scorgo due sul suo tavolo, Giovanna d'Arco e il Curato d'Ars.

- - Ah! Voi difendete anche la causa della mia cara guerriera e del mio buon curato. Bravo! Ottima scelta. Dite ai vostri amici di Francia che il mio desiderio più ardente è di poter cingere la fronte di tutti e due dell'aureola della santità.

E dai santi francesi, il Sommo Pontefice e il suo interlocutore, passarono a parlare dei santi italiani: di Contardo Ferrini, professore all'Università di Pavia, emulo in carità di Federico Ozanam, di Don Cafasso, confessore di Don Bosco, e di Don Bosco stesso.

- Spero bene, disse allora Pio X, che voi non dimenticherete Don Rua. Vedo in lui quel complesso di virtù eroiche che fanno il santo. Che cosa aspettano i Salesiani ad iniziare la causa? Che grande Servo di Dio! La Chiesa un giorno se ne occuperà certamente.

Questa parola faceva eco a un'altra che egli aveva pronunziata poco tempo prima, discorrendo col Cardinale La Fontaine, Prefetto allcra della S. Congregazione dei Riti:

--- Se la causa di Don Rua fosse introdotta davanti alla vostra Congregazione, la sua beatificazione potrebbe andare avanti a quella di Don Bosco (1).

Preghiamo il Signore che la segua almeno rapidamente.

(1) V. AMADEI, Il Servo di Dio Michele Rua, vol. III, pag. 604 e seg.

(1) V. A. AuFFRAY, Don Michele Rua, cap. XV - S. E. I. - L. 8.

DON BOSCO SULLO SCHERMO

Per l'anniversario della Canonizzazione di Don Bosco ecco desideratissimo un omaggio che contribuirà efficacemente a diffondere la fama del Santo e delle sue opere in mezzo al mondo. Una delle migliori compagnie cinematografiche italiane, la Lux Film ha ritratto le scene più interessanti della vita di Don Bosco fondendole in un film parlato-sonoro che promette un ottimo successo per la perfezione tecnica raggiunta e per la serietà dei criteri che l'hanno ispirato. Di questi giorni se ne inizierà la proiezione nei principali cinematografi d'Italia e dell'Estero. Lieti che l'arte cinematografica sia stata chiamata a servigio d'una causa così nobile qual è quella di far meglio conoscere il nostro Santo, mentre riproduciamo qualche scena del grande soggetto pei nostri Cooperatori, ci auguriamo di gran cuore ch'esso raggiunga tutta l'efficacia di un vero apostolato.

Echi delle feste per la Canonizzazione di Don Bosco.

Questa rubrica continuerà anche nei mesi venturi, ridotta a Poche pagine, per documentare l'universale corrispondenza di autorità e popolo d'ogni Paese alla proclamazione pontificia; ma sarà riservata alle feste celebrative della Canonizzazione, non a quelle che annualmente si rinnoveranno alla data liturgica.

ARQUATA SCRIVIA, che ospita due case delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ha onorato solennemente Don Bosco con un triduo ed una grandiosa festa dal 14 al 17 giugno 1934. Predicò con molta efficacia il salesiano Don Fasulo. Alla chiusa, Comunione generale, Messa solenne egregiamente eseguita dalla scuola locale e processione imponente coll'intervento di tutte le autorità, personalità distinte e popolo immenso, al suono della banda cittadina e fra il più vivo entusiasmo. A sera Don Fasulo tenne ancora una conferenza con proiezioni luminose nel salone dell'Oratorio Festivo che lo zelante parroco Don Rolandino volle inaugurare in quel giorno e dedicare a S. Giovanni Bosco.

ASSORO (ENNA). - Un gruppo di ex-allievi furono l'anima dei solennissimi festeggiamenti e la città corrispose con grande entusiasmo. Precedette un triduo predicato dal nostro confratello Don Gnolfo nell'artistica collegiata di S. Leone.

La domenica 30 settembre fu una vera apoteosi. Alla messa cantata del rev. P. Romano, cappellano della milizia, intervennero tutte le autorità cittadine, attorno al gonfalone del municipio, circondato da tutti i vessilli e gagliardetti delle varie organizzazioni.

La monumentale chiesa era gremita di pubblico. Prestavan servizio le forze armate; tutte le organizzazioni patriottiche in divisa.

Nel pomeriggio, nel teatro civico, si svolse una breve, ma graziosa accademia durante la quale l'ex-allievo Riccioli parlò di Don Bosco educatore e l'Avv. Cordio, pure ex-allievo, dell'italianità del Santo. Dopo la Commemorazione civile, si snodò la solenne processione. Associazioni religiose, forze armate in alta tenuta, tutte le autorità, clero e popolo immenso fecero un magnifico trionfo a Don Bosco Santo, il cui quadro, circondato dai vessilli, fu portato a braccia dagli ex-allievi fra il canto dei giovani, mentre dai balconi, sfarzosamente illuminati e adorni di mille bandierine tricolori, si pregava e si plaudiva entusiasticamente. A ricordo di questa festa gli Assorini hanno voluto il quadro di Don Bosco in permanenza su un altare della monumentale Matrice.

BORGOTARO. - Prima di chiudere il periodo estivo delle vacanze i seminaristi hanno festeggiato con particolare solennità San Giovanni Bosco al quale s'intitola la camerata dei filosofi e teologi, alunni del Seminario Regionale. Preparati spiritualmente con un triduo efficace dal salesiano D. Oliva, il giovedì 27 settembre ascoltarono la S. Messa celebrata da S. E. Mons. Vescovo, il quale rivolse pure opportune parole prima della Comunione generale. Quindi Mons. Rettore cantò la Messa solenne con assistenza di Mons. Vescovo e di alcuni Canonici e Parroci viciniori.

Chiuse la festa, dopo i vespri solenni, una pittoresca processione colla reliquia del Santo per i corridoi del Seminario fra splendore di fiaccole e lampionicini, a sera inoltrata. Durante una breve sosta in cortile il predicatore tenne un ultimo fervorino e poi l'ex-allievo Can. Valpondi impartì in chiesa la Benedizione Eucaristica.

A BRISIGHELLA, la festa di Don Bosco fu preceduta da un corso di Esercizi Spirituali diretti a preparare il popolo anche all'acquisto del Giubileo. Li predicò il salesiano Don Giacomo Oliva nella Collegiata di San Michele Arcangelo, sempre affollatissima. Riuscitissima la funzione religiosa per l'apertura dell'anno scolastico celebrata il venerdì 21 settembre, che raccolse tutte le scolaresche, coi rispettivi insegnanti ai piedi del Santo educatore. I più illustri cittadini hanno decorato la solennità. S. Eminenza il sig. Card. Michele Lega, prefetto della S. Congregazione dei Sacramenti, Vescovo della diocesi suburbicaria di Frascati, ha celebrato la Messa della Comunione generale alla presenza del Capitolo, del clero secolare e regolare, autorità e personalità cittadine e di una folla fittissima.

Molto pubblico ha assistito ancora alla Messa piana di S. E. Rev.ma Mons. Antonio Lega, Arcivescovo di Ravenna. Un altro concittadino S. E. Mons. Gaetano Cicognani, Arcivescovo Titolare di Ancyra, Nunzio Apostolico a Lima (Perù) ha tenuto poi il solenne Pontificale. Sull'altar maggiore spiccava bellamente in una ricchissima cornice un magnifico quadro raffigurante la soave ed angelica figura di Don Bosco, opera pregevole del Crida, donato dall'Arciv. Mons. Lega alla sua città natale.

Assistettero al sacro rito le autorità locali col gonfalone municipale, personalità cittadine e forestiere.

Alla fine del Pontificale S. E. Mons. Cicognani ha impartito al popolo la Benedizione Apostolica.

Nelle prime ore del pomeriggio i devoti hanno cominciato ad affluire nella Collegiata sostando in fervorosa preghiera davanti al quadro di Don Bosco Santo, finché, dopo i Vespri in canto gregoriano, si è formata la processione, che ha percorso le principali vie cittadine, con la Reliquia ed il quadro di S. Giovanni Bosco. Precedeva gli Ecc.mi Arcivescovi il Vescovo di Conversano S. E. Mons. Argnani.

Al Palazzo Lega attendeva S. Em. il Cardinale che si è unito alla processione fino alla Piazza Maggiore. Dopo un dotto discorso dell'Arcivescovo Mons. Cicognani, che ha esaltato con nobili ed eleganti espressioni l'opera prodigiosa di bene compiuta da San Giovanni Bosco nel campo religioso e civile, Sua Eminenza ha impartito al popolo che gremiva la vasta piazza la benedizione con la S. Reliquia. Ricompostasi quindi la processione nell'ordine dell'arrivo, rientrava nel Tempio al suono delle note dell'organo e dell'orchestra.

S. E. il Card. Lega si sedeva sul, trono, poi in abiti pontificali si portava all'altare maggiore per la Benedizione Eucaristica. La Filarmonica locale del « Dopolavoro » e la banda dell'Istituto salesiano di Faenza che avevano accompagnato i sacri canti durante il percorso, rallegrarono ancora la folla dopo la funzione e a tarda sera.

BUONALBERGO. - Preceduti da un triduo, il 23 settembre 1934 si svolsero nella chiesa arcipretale i solenni festeggiamenti in onore di San Giovanni Bosco. Tenne Pontificale con Omelia S. Ecc. Rev.ma Mons. Felice Guerra, Arcivescovo tit. di Verissa, con assistenza di S. Ecc. Rev.ma Mons. Giuseppe Lojacono, Vescovo Diocesano, di tutte le Autorità e di numerosissimo popolo. Nel pomeriggio pel cattivo tempo non si potè effettuare la processione. Si supplì con una magnifica commemorazione civile tenuta dall'Avv. Angelo De-Stefano dell'A. C. di Napoli. La Benedizione Eucaristica ed una fantastica illuminazione chiusero l'indimenticabile giornata.

CANNARA (Umbria). - Cannara, che nel 1891, per interessamento del Vescovo di Assisi Mons. Priori e dell'Arciprete Cofanelli, aveva la gioia d'accogliere le Figlie di Maria Ausiliatrice per attendere alle opere di educazione della gioventù femminile, che oggi abbracciano, oltre alle Scuole, l'Asilo infantile, le varie Associazioni di A. C., ed anche la cura degli infermi nell'Ospedale Civile, diede alle feste di Don Bosco la massima solennità.

Nella chiesa di S. Matteo, riccamente addobbata, predicò il triduo e tenne poi il panegirico del Santo il salesiano D. Paolo Giua, direttore del Convitto di Terni, ed ogni mattina fu un succedersi di giovinezze all'altare del Santo dei giovani. Per la gioventù maschile e femminile celebrò l'Arciprete D. Racani, che tenne pure un opportuno fervorino prima della Comunione.

Il giorno della festa, Comunione generale e pontificale di S. E. Mons. Nicolini, Vescovo diocesano. La cappella dei Padri Conventuali di Assisi eseguì magistralmente la Messa « Regina Martyrum » del M° Refice, sotto la direzione di P. Capponi.

Assistettero tutte le autorità civili e politiche. La processione del pomeriggio fu un trionfo. Assai ammirata la sfilata degli stendardi rappresentanti le nazioni in cui si svolge l'Opera salesiana, bene organizzata dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. Prima che rientrasse in chiesa, sulla vasta piazza San Matteo, l'Arciprete ed il predicatore rivolsero ancora infiammate parole di fede all'immensa folla, che si riversò poscia in chiesa ad udire Mons. Vescovo ed a ricevere la Benedizione eucaristica. La Banda cittadina svolse infine un applaudito programma musicale, seguito dall'accensione di fuochi artificiali.

CASTELNUOVO DEI SABBIONI (Arezzo). - Anche Castelnuovo dei Sabbioni, nei giorni 24-2526-27 maggio 1934, volle onorare degnamente San Giovanni Bosco. Iniziò il triduo all'aperto, per il gran concorso di popolo, il Priore Don Bagiardi Ferrante e lo continuò il salesiano D. G. Peri.

La mattina del sabato, resero omaggio al novello Santo i fanciulli delle scuole, accompagnati dai loro insegnanti, i quali ascoltarono dal celebrante efficaci parole d'incoraggiamento al bene. La domenica alle varie Messe vi furono numerosissime Comunioni. Dopo l'ultima Messa cantata, ad accrescere la gioia e l'entusiasmo della popolazione che aveva addobbato le vie del paese ed era tutta in festa, la banda del Collegio salesiano di Firenze, intervenuto con 230 giovani, tenne concerto.

Magnifica la processione del pomeriggio cui partecipò tutto il paese. Fra canti e suoni la Reliquia del Santo fu accompagnata fino al piazzale delle Suore di Maria Ausiliatrice, ove, dopo brevi parole del salesiano D. Nervi, fu impartita la benedizione Eucaristica. A sera, illuminazione generale.

CERRETO GUIDI (Firenze). -- Preceduta da un triduo predicato dal salesiano D. Novasio, la festa si svolse il 15 ottobre 1934 cominciando con una Comunione generale edificantissima per il gran numero di fedeli che, dopo le consuete processioni di penitenza e dopo aver compiuto le altre pratiche prescritte, si accostava alla Sacra Mensa per l'acquisto del Santo Giubileo. Solennissima la Messa cantata con accompagnamento di scelta musica Perosiana eseguita inappuntabilmente dalla locale Società Corale. Intervennero tutte le autorità, civili, politiche e militari e gli alunni delle scuole.

Nel pomeriggio, nel Teatro Comunale (g. c.) letteralmente gremito, lo stesso oratore tenne la Commemorazione civile alla presenza delle autorità civili politiche e militari convenute per la circostanza.

La festa si chiuse, in chiesa, col panegirico del Santo e la Benedizione eucaristica.

CHIVASSO (Borgata Mosche). - Seguendo l'esempio di parecchi altri paesi del Canavese, la buona popolazione rurale della Borgata Mosche (Chivasso), per iniziativa del Cappellano locale D. Francesco Bracco, ex-allievo dell'Oratorio, volle festeggiare solennemente S. Giovanni Bosco nell'anno della Canonizzazione.

Il triduo preparatorio, predicato dal salesiano Don Tiburzio Lupo, fu una vera Missione.

Il giorno della festa, 19 novembre 1934, rallegrato dal più bel sole dopo l'insistente pioggia di tutta la settimana, raccolse, al mattino, i borghigiani al completo attorno al Parroco Don Dublino, che con parola paterna spiegò, infra Missam, i Ricordi della Missione tratti dalle Opere di D. Bosco; e al pomeriggio attrasse anche moltissimi delle vicine borgate a rendere omaggio alla Reliquia del Santo portata processionalmente per le strade campestri, attraverso alle case e ai cascinali graziosamente addobbati. Era la prima volta che la borgata vedeva sfilare una processione per le sue strade, e il primo trionfatore fu S. Giovanni Bosco, che passò benedicendo.

La festa si chiuse col panegirico del Santo e la Benedizione col SS. Sacramento, durante la quale la gioventù maschile, con apposita preghiera dedicatoria, si pose sotto lo speciale patrocinio di Don Bosco, promettendo di celebrarne la festa ogni anno.

CIVIDALE (Udine). - Preceduta da un triduo predicato in duomo dal Rev.mo Mons. Arciprete Decano dell'Insigne Collegiata cav. uff. Valentino Liva, le solenni cerimonie in onore di S. Giovanni Bosco ebbero il loro epilogo la domenica 30 settembre 1934.

Mons. De Monte celebrò la Messa della Comunione generale cui seguì il Pontificale di Mons. Liva. La cantoria del Duomo eseguì molto bene scelta musica. Dopo il Vangelo Don Giovanni Tagliapietra, Rettore dell'Ospedale Civile, tenne un elevato discorso sull'Apostolato del Santo. I fanciulli e le fanciulle dei due oratori, maschile e femminile, cantarono l'inno ufficiale ad onore del Santo.

La festa si chiuse nell'ampio cortile dell'Oratorio maschile del S. Cuore, adobbato a festa dai Giovani Cattolici e dagli Aspiranti. Da un altare eretto su un grande palco sorrideva la statua di Don Bosco bendetta da Monsignore, alla presenza di tutte le autorità, personalità, associazioni, giovani e popolo in massa.

L'on. Tiziano Tessitori tenne la Commemorazione ufficiale del Santo e quindi Monsignore impartì la Benedizione eucaristica.

La giornata si chiuse con la rappresentazione del dramma: « La gloria di Don Bosco » eseguita con successo dai bravi giovani cattolici.

In fine una quarantina di Giovani Cattolici e Aspiranti, accompagnati da un'orchestrina, composta dei migliori elementi cittadini, eseguì con entusiasmo l'inno composto dal concittadino M.° Don Antonio Foraboschi su versi di Mons. Firmo.

COLLEGNO. - Il 25 ottobre 1934 l'illustre famiglia Richelmy, legata da antica venerazione a Don Bosco, ha inaugurato nella sua villa di Collegno un quadro del Santo, benedetto dal direttore dell'Istituto Internazionale Don Bosco di Torino, Don Zolin, alla presenza di tutti gli studenti di Teologia, di distinte personalità e di gran parte della popolazione, con solenni funzioni.

Un'apposita lapide ricorda ai posteri l'amicizia del Santo.

FORLÌ. - La domenica 18 nov. 1934 con la partecipazione di numeroso pubblico e di molti ascritti alle Associazioni Cattoliche, si svolse nella chiesa parrocchiale dei Cappuccinini artisticamente apparata, la festa di S. Giovanni Bosco, preceduta da un triduo predicato da D. Giuseppe Strocchi, durante il quale si sono compiute anche le pie pratiche per l'acquisto del Giubileo.

La giornata di venerdì fu caratterizzata da una speciale riunione della Gioventù Femminile di A. C., ed il sabato fu tutta una giornata eucaristica anche in preparazione al prossimo Congresso Eucaristico Diocesano.

Affollatissime la S. Messa della Comunione generale celebrata dal Vicario Mons. Pistocchi e quella solenne con ben riuscita esecuzione di scelta musica.

Al pomeriggio, il salesiano Don Oliva ha detto il panegirico del Santo, e la festa si chiuse con la Benedizione eucaristica.

S. E. Mons. Vescovo ha voluto portare al popolo la sua paterna parola, a glorificazione del Santo.

MIGLIARINA A MARE (La Spezia). - Preparata dai Salesiani che reggono la promettente parrocchia, la festa fu decorata dalla presenza di S. E. Rev.ma Monsignor Felice A. Guerra, salesiano, che predicò il triduo nei giorni 14-15-16 giugno, attirando alle funzioni e ai Sacramenti gran folla di popolo. Nei giorni del triduo e della festa (17 giugno) portarono i loro devoti omaggi al novello Santo le diverse famiglie religiose della città: Francescani, Domenicani e Gesuiti, le scuole rionali, le tre scuole di di canto parrocchiali, la Banda ex-allievi salesiani della Spezia e i diversi Istituti femminili della città. La sera del 16 giugno, vigilia della festa, lo stesso Ecc.mo Mons. Guerra benediceva la nuova statua del Santo, la quale, offerta da una insigne Benefattrice, veniva portata nel tempio a braccia dagli Uomini Cattolici, e accolta da un subisso di applausi. Terminato il rito della benedizione veniva scoperta una lapide collocata per ricordare che l'artistico altare custodito nella chiesa è quello sul quale celebrò più volte il Santo nei suoi soggiorni a La Spezia.

La domenica, S. E. Mons. Giovanni Costantini, Vescovo diocesano, celebrò la Messa della Comunione generale, rivolgendo ai fedeli la sua paterna parola. Alla Messa cantata da Mons. Danè, Prevosto di Migliarina-Monte, ex-allievo salesiano, assistette pontificalmente S. E. Mons. Guerra. La funzione vespertina si dovette fare nell'ampio cortile della chiesa per la straordinaria affluenza di popolo. Un'entusiastica processione, entrata in programma all'ultimo momento, portò la statua del Santo preceduta dalla Reliquia attraverso le vie della parrocchia, poi Mons. Guerra esaltò ancora una volta le glorie di Don Bosco ed impartì la Benedizione eucaristica. A notte illuminazione generale.

LUGAGNANO di Piacenza che gode da anni il beneficio della educazione salesiana impartita dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, ha tributato solenni festeggiamenti a S. Giovanni Bosco dal 20 al 23 settembre 1934. Un sacerdote salesiano del nostro Ginnasio di Pordenone, per tre giorni, sera e mattino, parlò al popolo di S. Giovanni Bosco e del suo apostolato. La popolazione accorse numerosissima, affluendo poscia ai confessionali, sicchè la Comunione del giorno della festività fu davvero generale. Pose il colmo alla gioia del popolo l'intervento di S. E. Mons. Ersilio Menzani, Vescovo di Piacenza, che parlò più volte affettuosamente, auspicando il giorno in cui anche la sua Piacenza possa avere un'Opera salesiana.

S. E. assistette pontificalmente alla Messa solenne e disse l'Omelia ad onore del Santo, alla presenza di tutte le autorità civili, politiche e militari.

Alla sera per le vie pavesate a festa si snodò una solenne processione formata dai cittadini e da una folla di popolo accorso dai paesi vicini, portando in trionfo la statua del Santo. Infine S. E. Mons. Vescovo, dal pronao dell'Arcipretale, impartì la benedizione colla Reliquia del Santo, poi, in chiesa, quella del SS. Sacramento. Dopo le funzioni, nel corso di un'accademia molto accurata l'ex-alunno Ing. Bonazzi, tenne la Commemorazione civile e Mons. Vescovo chiuse il simpatico trattenimento colla sua calda parola.

Alla sera, sulla piazza principale della città, grandiosi fuochi pirotecnici.

MEDE LOMELLINA. - Preceduta da un triduo, predicato, nella chiesa parrocchiale, dal salesiano D. Boccassino, missionario in Cina, la festa si svolse il 29 aprile 1934, con pieno successo, cominciando dalla Comunione generale. Un vero spettacolo di pietà e di fede fu la Messa delle 8, celebrata per le Associazioni religiose e patriottiche, che si accostarono in massa alla sacra Mensa. Alla messa solenne intervennero tutte le autorità, le quali decorarono pure la grandiosa processione del pomeriggio. Dopo la Benedizione eucaristica, la folla si riversò nel cortile dell'Asilo-Oratorio delle Figlie di Maria Ausiliatrice per l'inaugurazione d'un grandioso monumento a S. Giovanni Bosco. Sotto la pioggia dirotta, il podestà tagliò il nastro simbolico ed il Prevosto improvvisò una fervida allocuzione, poi la banda cittadina accompagnò ancora una volta l'inno a D. Bosco a voce di popolo. A notte D. Boccassino tenne ancora una conferenza con proiezioni sulle Missioni salesiane.

MERCATELLO (Pesaro). - La divozione della popolazione che conta parecchi ex-allievi, a San Giovanni Bosco, non ha tardato a manifestarsi.

All'indomani della Canonizzazione, si è iniziato nella insigne Pieve Collegiata un corso di predicazione, tenuto da Mons. A. Aleandri Vicario Generale di S. Angelo in Vado, in preparazione alla festa del novello Santo, che si è svolta in un'atmosfera di pio ed unanime consenso affermatosi specialmente nell'affluenza alla Mensa Eucaristica. La soave figura dell'Apostolo dei giovani sorrideva dall'altare in una gloria di ornati e di luci, mentre una vera folla di fedeli udiva rievocare i tratti più salienti della sua vita.

Un'ora solenne di adorazione chiuse la festa, resa più gradita da buona esecuzione di musica religiosa della locale Schola Cantorum.

Opuscoli, immagini, medaglie, foglietti andarono a ruba, aumentando la conoscenza e l'amore verso l'insigne Apostolo dei nostri tempi.

MONZA, devota al Santo che vi fu nel 1850 a predicare un corso di Ss. Spirituali Esercizi, volle dimostrargli la sua riconoscenza ed il suo amore con feste solenni come aveva già fatto per la Beatificazione.

Promosse dai Cooperatori ed Ex-allievi in unione colla Federazione degli Oratori e colla Direzione Cittadina delle Opere Cattoliche, durarono tutta una settimana, dal 7 al 14 ottobre 1934.

Aperse il ciclo il Salesiano Don Bussoletti con un fervido discorso.

Seguì, nei giorni 8-9-10, un congressino di Cooperatori Salesiani e di Cooperatori degli Oratori festivi, per studiare i mezzi pratici alla loro benefica azione. Vi portò la sua parola, ascoltatissimo, il venerando Don Trione.

Giovedì 11 nel pomeriggio si tenne, nel Salone del Littorio, la Commemorazione civile.

Il pubblico scelto e composto in gran parte da insegnanti, proprio come si voleva, presenti tutte le autorità, ascoltò con viva attenzione la conferenza dall'avv. Comm. Masera. Ebbe parole di ringraziamento l'Arciprete Mons. Rossi.

La sera cominciò il triduo solenne predicato nella maestosa Basilica addobbata di ricchi drappeggi e colla gloria del Santo tra luci e fiori, dal salesiano missionario Prof. Don Guido Borra.

Nei tre giorni si susseguirono le Parrocchie cittadine e gli Istituti a portare l'omaggio della loro devozione al Santo della gioventù.

La domenica, giorno 14, si iniziò con una numerosissima S. Comunione generale distribuita durante la S. Messa celebrata dall'Ispettore salesiano Don Colombo; di poi celebrò il solenne pontificale Mons. Rossi e la Cappella del Duomo eseguì scelta musica liturgica.

La processione Eucaristica del pomeriggio superò ogni aspettativa. Vi parteciparono con un gruppo di Balilla ed Avanguardisti, tutti i giovani degli Oratori della plaga, con parecchi Corpi musicali.

Clero numeroso; Mons. Longoni reggeva il SS. Sacramento, e un folto gruppo di autorità seguiva in divoto contegno. Pel lunghissimo percorso, nelle vie sontuosamente addobbate, era una fiumana di popolo entusiasta e riverente.

Le feste si chiusero con un riuscitissimo concerto tenuto alla sera nella piazza del Duomo straordinariamente illuminata e col canto dell'inno di Don Bosco, a voce di giovani.

NEPI. - Un solerte Comitato seppe organizzare dal 15 al 18 novembre 1934, solenni festeggiamenti in onore di S. Giovanni Bosco.

Predicò, il triduo nella Cattedrale, sfarzosamente addobbata ed illuminata, il salesiano Don Gaggino.

Il giorno 17, i bambini e le bambine delle Scuole Elementari, guidati dai loro insegnanti, vollero rendere omaggio al grande Educatore della gioventù ascoltando la Messa celebrata all'Altare del Santo dall'Ecc.mo Mons. Vescovo proprio per loro. Grande il concorso (lei fedeli al Triduo; ma straordinario, il giorno della festa. Numerose le Comunioni specialmente alla Messa della Comunione generale.

Tenne il solenne Pontificale S. Ecc. Rev.ma Mons. Olivares, Vescovo diocesano, salesiano. La Cappella del Duomo eseguì scelta musica liturgica. Nel pomeriggio si svolse una solennissima processione cui parteciparono autorità e popolo, tutte le associazioni religiose e patriottiche, Scuole e Comunità religiose, Seminario, Capitolo, ecc.

Dalle finestre di tutte le abitazioni sventolavano vistosi arazzi, e la Processione passò sotto una vera pioggia di fiori.

Le sacre funzioni si chiusero col canto del Te Deum e con la Trina Benedizione impartita dallo stesso Ecc.mo Mons. Vescovo.

A tarda ora, nel cortile del nuovo edificio scolastico, splendidamente illuminato e gremito di popolo, l'On. Egilberto Martire, tenne un magnifico discorso sulla vita e sulle opere del Santo.

S. Ecc. Mons. Olivares, vivamente commosso, disse a tutti paterne parole di ringraziamento.

Il Concerto Comunale rallegrò la serata con un ottimo programma.

NOVE (Vicenza). -- La Parrocchia di Nove che ha attualmente una ventina di figli nella Congregazione Salesiana, volle celebrare una gran festa in onore del novello Santo D. Giovanni Bosco.

E la festa sentitissima da tutta la popolazione, comprese le autorità politiche e civili, preparata con grande entusiasmo dai giovani, il 23 settembre u. s., fu degna corona del triduo frequentatissimo.

Innumerevoli le sante Comunioni; Messa solenne; funzioni vespertine con partecipazione di una folla straordinaria convenuta anche da Parrocchie limitrofe, panegirico detto dal Rev.mo Mons. Dottor Giuseppe Stocchiero; trionfale processione con Reliquia ed immagine del Santo, fra il canto devoto dei giovani e le note della Banda locale.

ORANI. - Per iniziativa di una pia famiglia, nella chiesa dell'ex-convento dei Minori, che supplisce la parrocchiale in costruzione, la festa di S. Giovanni Bosco si celebrò il 26 maggio 1934 con solenni funzioni. Vi prese parte tutta la popolazione che s'accostò numerosa alla S. Comunione. Il quadro del Santo campeggiava sull'altar maggiore fra luci e fiori e la sua reliquia raccolse i baci della folla devota. A tutti furono distribuite immagini e medaglie a stimolo della divozione che ha preso subito notevole incremento.

OSPITALETTO BRESCIANO. - La festa di Don Bosco santo organizzata dal Clero, mirabilmente coadiuvato dalla sezione missionaria della G. di A. C. assunse un carattere schiettamente missionario, perchè coincideva colla giornata missionaria. Fu preceduta da un triduo predicato dal salesiano Don Ravasi.

Ad ogni Messa, un fervorino, intonato alla solennità. Imponente la Comunione generale degli adulti alla prima Messa; come pure quella dei fanciulli che si accostarono a centinaia al Banchetto Eucaristico. Durante l'ultima Messa il salesiano D. Bazzicchi tenne una solenne Ora di adorazione per le Missioni, cui seguì la Benedizione Eucaristica. Dopo i Vespri, un magnifico corteo, formato da circa un migliaio di fanciulli dei due Oratori, al canto di inni missionarie dell'inno a Don Bosco, raggiunse la chiesa parrocchiale, per udire il panegirico del Santo. La festa sì chiuse all'Oratorio maschile colla recita del dramma missionario « Sul fiume azzurro ».

PALAGONIA, che da 28 anni ospita le Figlie di Maria Ausiliatrice, ha risposto con entusiasmo all'invito di celebrare solennemente la festa di Don Bosco santo, affollando la chiesa di Sant'Antonio, sfarzosamente addobbata, fin dal primo giorno del triduo, il 14 giugno 1934. Associazioni religiose e patriottiche si successero nelle varie funzioni a rendere particolari omaggi al Santo dei giovani. Il giorno della festa poi, intervenne il Vescovo diocesano S. E. Mons. Bargiggia, che, aiutato da vari sacerdoti, distribuì la S. Comunione a centinaia e centinaia di fedeli, assistette alla Messa cantata e tenne l'Omelia. La processione si svolse tra continue acclamazioni e vi partecipò tutta la popolazione colle autorità civili e politiche. S. E. chiuse la festa con una fervida allocuzione, il canto del « Te Deum » e la trina Benedizione.

PALLANZA. - La festa in onore di S. Giovanni Bosco preparata da un triduo di predicazione tenuto dal salesiano Prof. Don A. Giraudi, promossa da un Comitato di ex-allievi salesiani, coadiuvato dai Fabbriceri e dai Presidenti delle Associazioni Parrocchiali, è riuscita splendida e devota. Al mattino affollata la Sacra Mensa, come nelle più grandi occasioni. Durante la Messa solenne, la Scuola Parrocchiale di canto eseguì a perfezione la poderosa Messa « Virgo potens » del M° Amatucci. Nel pomeriggio si svolse per le vie cittadine, decorate e drappeggiate, un'imponente processione cui parteciparono autorità e popolo, clero e associazioni della città e dei dintorni. Al ritorno della processione Don Giraudi commentò dal pulpito la epigrafe collocata sulla porta della chiesa:

« A S. Giovanni Bosco - gloria d'Italia e della Chiesa Cattolica - grande amatore delle anime - radioso apostolo della cristiana educazione dei giovani - fautore della pace fra la Chiesa e l'Italia - onori e preghiere.

» Nella benedizione di S. Giovanni Bosco Pallanza - da Lui visitata nel 1849 - cresca fiorente di vita e di fede cristiana ». -,

A notte, la facciata della chiesa di S. Leonardo proiettava un mare di luce attorno al quadro di S. Giovanni Bosco.

PASSOPISCIARO (Catania). - Una pia signora ha regalato alla parrocchia un bel quadro di Don Bosco e tutta la popolazione è accorsa al triduo, predicato dal salesiano D. Balestrin, disponendosi divotamente alla festa che, cominciò colla Comunione generale e, dopo solenni funzioni, mattino e sera, si chiuse in teatro con un'ottima rappresentazione data dagli attori dell'Ass. Giov. di A. C.

PIANICO (Bergamo), che si vanta di avere la sua nuova chiesa parrocchiale dedicata a Maria Ausiliatrice, ha tributato solenni festeggiamenti a Don Bosco Santo dal 12 al 19 agosto 1934.

Preparati da una missione, i fedeli corrisposero con entusiasmo. Generale la Comunione, ed egregiamente cantata la Messa solenne celebrata dal Can. Bugna. Tenne il panegirico P. Alessandro da Presezzo, Cappuccino. Dopo i Vespri, si svolse imponente la processione che fu un vero trionfo tra archi di fronde, sventolìo di bandiere, canti e suoni entusiastici. Parteciparono autorità, associazioni e popolo che poi si affollarono in chiesa al bacio della Reliquia.

VERCELLI. - La parrocchia salesiana del Sacro Cuore ha destato il fervore e l'entusiasmo di tutta la città per i solenni festeggiamenti ad onore di Don Bosco Santo, che, preceduti da un'intera novena di predicazione e di sacre funzioni, culminarono in una vera apoteosi, la domenica 3 giugno 1934. Sul pulpito si alternarono i RR. Mons. Marinone, Mons. Garione, Mons. Roveda, Mons. Franzioni, S. E. Mons. Felice Guerra, arciv. tit. di Verissa, salesiano, ed il nostro Don Vismara. Particolarmente cari al cuore del Santo l'omaggio delle Figlie di Maria Ausiliatrice colle giovinette dei loro Istituti, delle Patronesse e dei vari Istituti religiosi femminili della città pei quali celebrò la Messa, il venerdì, Mons. Orsenigo; e quello dei fanciulli che gremirono la chiesa sabato mattino alla Messa di Mons. Pastè. Alla festa intervenne S. E. Mons. Montanelli, Arcivescovo di Vercelli, gli Arcivescovi salesiani Mons. Guerra e Mons. Méderlet, e l'Abate Montebelli di Sant'Andrea. S. E. Mons. Guerra celebrò la prima Messa della Comunione generale. Il venerando Pastore dell'Archidiocesi celebrò invece quella delle Associazioni di Azione Cattolica ed assistette, in porpora, al pontificale di S. E. Mons. Méderlet, durante il quale Don Vismara tenne un magnifico panegirico del Santo. Col Prefetto, Podestà e Segretario Federale erano le altre autorità civili, politiche, militari e scolastiche ed una folla di popolo che gremiva letteralmente il sacro tempio. Numerosi ex-allievi si eran dato convegno da varie parti, offrendo a Don Bosco un fervido omaggio di pietà eucaristica. Ma il trionfo del Santo assunse proporzioni anche più solenni nel pomeriggio, quando il vetusto Duomo accolse la sua statua e la sua reliquia per la grandiosa processione. In ordine perfetto, la lunga teoria di associazioni, organizzazioni e popolo trascorse per le principali vie della città inneggiando al Santo, al suono delle bande di Palestro, del Collegio salesiano di Novara e del Dopolavoro di Vercelli.

Il clero secolare e regolare coll'Abate Montebelli ed i due Arcivescovi salesiani precedevano la statua, mentre S. E. Mons. Arcivescovo di Vercelli seguiva, in porpora, benedicente, fra le massime autorità cittadine e provinciali. Fra un crescendo di entusiasmo e continuo getto di fiori, la processione raggiunse il tempio del Sacro Cuore, ove l'Ecc.mo Arcivescovo rivolse la sua paterna parola alla folla innumerevole e, dopo il canto del Te Deum, impartì l'Eucaristica Benedizione.

BRASILE. - Anche nei vari Stati del Brasile, ove le Opere salesiane si sono così sviluppate da contare ornai 4 Arcivescovi, due Vescovi e due Amministratori Apostolici, tre Ispettorie e tre Prelature Nullius, con 55 tra Istituti e Residenze missionarie, oltre le Case delle Figlie di Maria Ausiliatrice che fioriscono meravigliosamente, si sono celebrati solenni festeggiamenti per la Canonizzazione di Don Bosco. Si possono leggere le ampie relazioni che ne ha fatto il Bollettino in lingua portoghese. Noi, per la storia della Canonizzazione, ci accontentiamo di cenni sommari delle principali.

NICTHEROY-RIO JANEIRO: LA SETTIMANA DI DON BOSCO. - 12-19 agosto 1934. Aperse il ciclo S. E. il Nunzio Apostolico Mons. Aloisi Masella con la Messa campale nell'ampio cortile del nostro Collegio di Nictheroy alla presenza di oltre 2500 fanciulli i quali vollero essere i primi ad onorare il «Santo dei giovani ». Terminata la s. Messa i fanciulli, sventolando delle bandierine con l'effigie del Santo, sfilarono davanti al Nunzio ad offrirgli un magnifico omaggio con lancio ininterrotto di fiori. La simpatica improvvisata voleva dire al Rappresentante del Papa la riconoscenza dei Salesiani e dei giovani pel Vicario di Cristo. Riconoscenza che espressero ancor più esplicitamente nel pomeriggio con una grandiosa accademia tutta dedicata al « Papa di D. Bosco », nel vasto Teatro dell'Istituto. Alle ore 20 nel Santuario Nazionale Mariano che domina il primo Istituto fondato dai Salesiani in Brasile cominciò la sacra predicazione di un triduo preparatorio affidato all'eloquenza del cari. dott. Henrique de Magalhàes. Nello stesso Santuario continuarono mattino e sera con speciali intenzioni le sacre funzioni, i giorni successivi, assurgendo a particolare solennità il giorno dell'Assunta, con una imponente Comunione generale dei fanciulli e colla Messa cantata in rito maronita dal Superiore della Missione Libanese Maronita di Rio Janeiro, P. Elias. Nel pomeriggio un devoto pellegrinaggio al Santuario, colla recita del Rosario, discorso e Benedizione, fu tutto dedicato alla Vergine Assunta. Alla funzione serale si inaugurò ufficialmente la Congregazione Mariana « Maria Aus. e S. Gio. Bosco » colla accettazione rituale dei primi soci. Ma la massima pompa fu riservata alla celebrazione del CXIX anniversario dalla nascita del Santo il 16 agosto, che trionfò nella Capitale di Rio Janeiro, decorata dalla partecipazione delle Autorità religiose, politiche e civili e dalla partecipazione ufficiale del R. Ambasciatore d'Italia. Dopo la consacrazione dell'artistico altare del Santo nel Santuario Nazionale di Nictheroy, compiuta dal Vescovo di Oriza S. E. Mons. De Souza, i 500 alunni dell'Istituto, nella loro candida divisa, su veloci vaporetti, al suono della banda, raggiungevano l'opposta sponda della baia Guanabara e scendevano alla Capitale. Il primo omaggio fu alla Madonna, al Santuario della Madonna della Gloria, ove ascoltarono la s. Messa celebrata da Mons. Massa, salesiano, Amm. Ap. delle Prelature di Rio Negro e Rio Madeira. Quindi, salutati da un allegro scampanìo, con una superba sfilata fino a Piazza Del Prete, sostarono al palazzo del R. Ambasciatore d'Italia per dire a S. E. la universale gratitudine dei Salesiani e dei loro alunni per l'onore del trionfo romano decretato al Santo dal Capo del nostro Governo. Accolti dal personale nel giardino della R. Ambasciata ov'erano convenute distinte personalità, i giovani si schierarono nell'attesa del Rappresentante del Governo Italiano. Appena apparve S. R. Roberto Cantalupo accompagnato dalla gentile Signora Cantalupo Zerbinati, la banda intonò la Marcia Reale e Giovinezza. Poi cessati gli applausi, uno degli alunni lesse in perfetto italiano un vibrante indirizzo e l'Ambasciatore rispose con nobilissime parole felicitandosi dell'ottima educazione che impartono i figli di Don Bosco ed inneggiando al patriottismo del Santo. Il ricevimento si chiuse coll'Inno Brasiliano. Dalla R. Ambasciata, i giovani con delicato pensiero, si portarono al Monumento dei Caduti ricordando gli eroi della grande guerra. Di là raggiunsero lo Stadium Fluminense ove era preparato il pranzo.

Nel pomeriggio le squadre si ricomposero per far visita al Presidente della Repubblica. Preavvertita dai giornali, una folla numerosa già li attendeva all'ingresso del Palazzo presidenziale. S. E. il Presidente dott. Getulio Vargas, volle scendere ad incontrarli fino alla grandiosa scalinata ove i superiori salirono a presentare i primi ossequi mentre la banda eseguiva l'Inno Nazionale. Uno dei giovinetti si fece quindi interprete dei sentimenti di tutti in un caldo indirizzo vibrante d'amor patrio e di riconoscenza all'Ecc.mo Presidente per la partecipazione ufficiale alle feste di Don Bosco. Il piccolo oratore chiuse con una rapida esposizione dell'attività salesiana negli Stati della Repubblica che commosse profondamente il Presidente: S. E. abbracciò affettuosamente il giovinetto dichiarando di voler abbracciare in lui tutti i Salesiani egli alunni cui rivolse altissime parole di felicitazione e di plauso. Coll'inno Brasile Unito i 500 giovani salutarono la suprema Autorità della Repubblica, che nel congedarli promise una prossima visita al Collegio Santa Rosa, il primo aperto dai Salesiani in Brasile. Tornati allo Stadium Fluminense, i giovani furono raggiunti dal camion di una delle più rinomate confetterie della Capitale che recava loro, d'ordine del Presidente, una merenda... presidenziale. L'augusta improvvisata fu accolta con indescrivibile entusiasmo di cui il Maggiordomo del Palazzo presidenziale portò la prima eco a S. E.

Ma ormai s'avvicinava l'ora della solenne funzione di ringraziamento per la Canonizzazione di Don Bosco.

Un apposito servizio tranviario li trasportò rapidamente alla Cattedrale ove, con una folla immensa, già attendevano S. E. l'Ambasciatore d'Italia coll'Ambasciatrice ed il R. Console, col personale dell'Ambasciata e del Consolato; i rappresentanti delle Ambasciate del Portogallo, dell'Argentina e del Cile, con altri membri del Corpo Diplomatico e Deputati dei vari Stati in cui fiorisce l'Opera salesiana; rappresentanti delle massime Autorità della Repubblica e del Distretto Federale, del Ministero dell'Educazione e della Sopraintendenza delle Scuole secondarie; Clero secolare e regolare; rappresentanze dei Collegi, Istituti, Congregazioni religiose della Capitale, Ex-allievi, Cooperatori ecc.

L'inno Pontificio annunziò l'arrivo di S. Em. Rev.ma il sig. Card. Leme, Arcivescovo di Rio Janeiro, accolto dall'Ambasciatore d'Italia, dal Capitolo Metropolitano e dai Salesiani, mentre un coro di 300 voci eseguiva il Sacerdos et Pontifex del Perosi. Salito al Trono, S. Eminenza ascoltò il magnifico discorso del can. Magalhâes, quindi intonò il Te Deum, e impartì l'Eucaristica Benedizione. All'uscita dal Tempio S. Em. fu fatto oggetto di una affettuosa dimostrazione di gratitudine e di venerazione. Poi i giovani, muniti di una lanterna ciascuno, ripresero la via del ritorno al Collegio di Nictheroy, rallegrando di una pittoresca luminaria l'incantevole baia Dall'alto del Corcovado sorrideva benedicente la statua colossale di N. S. Gesù Cristo.

Il triduo liturgico al Santuario di Nictheroy procedette con crescente splendore. Il giorno 17 celebrarono le LL. RE. Mons. Nery e Mons. Mamede e vi assistettero i vari gruppi dell'Apostolato della preghiera. Il giorno 18 celebrò l'Ecc.mo Vescovo diocesano Mons. José Pereira Alves per tutti i collegi femminili e le Figlie di Maria. Spuntò finalmente il gran giorno, 19 agosto, radioso di luce spirituale, malgrado la pioggia intermittente. Si succedettero alle principali funzioni le LL. EE. Mons. De Souza, vescovo di Oriza, e Mons. Hostim, vescovo di Lages, con Mons. Vicario Gen. della diocesi e l'Abate del Monastero di S. Benedetto D. Tomaso Keller, che celebrò la Messa per gli alunni dell'Oratorio. S. E. Mons. Vescovo diocesano tenne quindi il solenne pontificale e la schola cantorum del Collegio salesiano eseguì la musica liturgica. Nelle prime ore del pomeriggio cominciarono ad affluire gli ex-allievi dei vari Istituti salesiani del Brasile, che si raccolsero subito in cordiale convegno per ispirarsi sempre, meglio agli insegnamenti del santo Maestro. Si organizzò quindi la solenne processione che, sfidando i capricci del maltempo, trasportò la statua del Santo attraverso alle vie principali, fra l'entusiasmo d'una folla immensa plaudente, commossa e devota. Vi parteciparono tutte le più autorevoli personalità del clero e del laicato, associazioni ed istituti, bande militari, cittadine e salesiane, e schiere di giovani frementi di entusiasmo. La pioggia interruppe il discorso del Vescovo diocesano nel cortile dell'Istituto; ma la folla si pigiò nel Santuario e nelle adiacenze per la Benedizione Eucaristica che pose termine a tanta festa.

A BATURITE, il 29 luglio, intervenne S. E. Mons. Pires, vescovo di Crato, rappresentando ufficialmente S. E. Mons. Arcivescovo di Fortaleza. S. E. celebrò la messa della Comunione generale pei due Collegi salesiani della città rivolgendo affettuose parole di esortazione per eccitare la divozione al Santo, ed assistette a quella solenne cantata nella cappella dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice da P. Sà Leitão. Disse il panegirico il P. Costa, Gesuita. Lo stesso Vescovo onorò la processione, nel pomeriggio, portando la reliquia del Santo ed impartì la Benedizione eucaristica dopo il Te Deum.

A RECIFE assunse la massima solennità. Il Collegio « Sacro Cuore » è il più antico dei collegi salesiani fondati in Brasile, dopo quello di Nictheroy, e tiene bene la sua posizione nella capitale dello stato di Pernambuco. Si volle dedicare tutta la settimana dal 13 al 20 maggio e fu un trionfo spirituale meraviglioso. Numerosa la Comunione generale fin dal primo giorno. L'Ecc.mo Arcivescovo Mons. De Lima Valverde assistette pontificalmente alla Messa cantata dal Provinciale dei Carmelitani, P. Casanova. Nel pomeriggio autorità e popolo convennero per l'inaugurazione di una via dedicata dal Municipio a S. Giovanni Bosco. Scoperta la targa che recava il nome del Santo, al suono della banda parrocchiale di Jaboatão, il Direttore dell'Istituto D. Alencar espresse la gratitudine dei Salesiani e dei loro 400 allievi alle autorità che avevano voluto rendere tanto omaggio a Don Bosco; poi l'ex-allievo dott. Bezerra Leite improvvisò un magnifico discorso ricordando le glorie del collegio locale e protestando al Padre l'attaccamento e la devozione più fervida di tutti gli ex-allievi. I giorni seguenti furono distinti da funzioni speciali riservate rispettivamente: ai collegi femminili della capitale, alle scuole pubbliche, ai collegi maschili, ai Terziari e alle Congregazioni mariane insieme alla Gioventù Cattolica, agli exallievi salesiani ed alle associazioni religiose maschili, alle varie istituzioni ed associazioni femminili; la vigilia alle Figlie di Maria. Tutte le sere poi il Radio Club di Pernambuco trasmetteva un discorso sul Santo, tenuto successivamente dal dott. Bezerra, direttore della Facoltà di Diritto: dal dott. Freidas, direttore della Facoltà di Medicina; dal dott. Pereira, presidente del Supremo Tribunale di Giustizia; dal sig. Guimaraes, presidente dell'Ass. Commerciale; dai dottori Delgrado, Melo Peresira e Costa Rego junior, membro quest'ultimo dell'Accademia Pernambucana di Lettere. Infine parlò ancora il dott. Bezerra anche per ringraziare il Presidente del Radio Club e le LL. EE. l'Interventore Federale dello Stato, il Gen. Rabélo, le altre autorità e quanti avevano cooperato alla organizzazione dei festeggiamenti.

Il giorno della festa, tenne solenne pontificale S. E. Mons. Arcivescovo e disse il panegirico il Priore di San Benedetto P. Beltrao. La processione partì dalla via Don Bosco e, percorso un lungo itinerario fra l'entusiasmo della folla, si raccolse nel sacro tempio per udire il discorso di chiusura del P. Gualberto De Lima e pel canto del Te Deum cui seguì l'Eucaristica Benedizione.

A BELEM DO PARA il 12 settembre S. E. Mons. Lustosa, arcivescovo diocesano, salesiano, benedisse il primo quadro di Don Bosco arrivato al Nord del Brasile, alla presenza di autorità e personalità, degli alunni. di tutte le scuole cittadine, associazioni e popolo, che tosto si ordinarono in devota processione, al suono delle bande cittadine e salesiane, per trasportarlo e collocarlo trionfalmente nel bellissimo Santuario di N. S. del Carmine, retto dai figli di Don Bosco. La processione sostò sull'annottare, alla via che, per decreto dell'Ecc.mo Prefetto Municipale, veniva intitolata ufficialmente al nome di Don Bosco Santo. Tenne il discorso di circostanza il dott. Cardoso. Raggiunto il Santuario, fu cantato il Te Deum e S. E. impartì la Benedizione eucaristica. Il giorno dopo, cominciò il triduo solenne. Le tre giornate furono rispettivamente dedicate al SS. Sacramento, al Santo Padre ed a Maria Ausiliatrice. Tre distinti oratori svolsero i tre temi nella luce della divozione del Santo. Assistette sempre S. E. Mons. Arcivescovo ed il popolo accorse numerosissimo alle funzioni del mattino e della sera. Solennissima la funzione dell'ultima sera del triduo in cui S. E. incoronò la statala della Vergine Ausiliatrice. Il giorno della festa, 16 settembre, Mons. Arcivescovo celebrò la Messa della Comunione generale, poi assistette alla Messa cantata e disse una splendida omelia del Santo. La parte musicale fu affidata alla celebre corale della Basilica di Nazaret. Nel pomeriggio S. E. amministrò la s. Cresima e chiuse il programma religioso colla Benedizione eucaristica. Riuscitissima una kermesse, organizzata dai Cooperatori a favore delle Opere salesiane, ed una graziosa accademia musico letteraria che coronò a notte, nel teatrino del Collegio tutte le feste. Presiedette S. E. con illustri personalità, e fece il discorso ufficiale l'Ecc.mo Ispettore della Dogana sig. Felizardo Leite.

A LAVRINHAS, dove fiorisce la casa di formazione del personale dell'Ispettoria di San Paulo, dopo l'entusiasmo del giorno della Canonizzazione, si preparò subito la gran festa, pel 29 aprile facendola precedere da triduo predicato dal nostro D. Costa, e dal P. Brandão. Triduo di solenni funzioni mattino e sera con speciale intervento degli alunni delle scuole primarie della città e dei collegi viciniori. Parlò ai giovani il nostro D. Lazzari. La vigilia giunse desideratissimo S. E. Mons. Mourào, salesiano, vescovo di Campos, che l'indomani celebrò la Messa della Comunione generale ed assistette pontificalmente a quella cantata dal parroco di Pinheiros. Disse il panegirico il P. Brandào. Dopo la Messa, lo stesso Vescovo benedisse la statua di Don Bosco, . quindi colla reliquia del Santo seguì la processione che raccolse tutta la popolazione e fedeli anche di paesi vicini al trionfo di Don Bosco Santo. La festa si chiuse, la sera, col Te Deum e la Benedizione eucaristica, con fuochi pirotecnici ed una graziosa accademia, presieduta dallo stesso Ecc.mo Vescovo salesiano.

A SAN PAULO la celebrazione della festa per la Canonizzazione di Don Bosco si svolse attraverso un ciclo ben distinto di funzioni e di manifestazioni. I giovani del fiorente Istituto Sacro Cuore, preparati da apposito triduo, dedicarono subito al loro Santo il primo aprile, invitando a cantarne le glorie Mons. Leite e chiudendo la storica giornata col Te Deum, accademia e fuochi artificiali. Lo stesso fecero quelli dell'Istituto Pio XI infervorandosi così opportunamente alla festa cittadina che fu assegnata al 13 di maggio. Larghe rappresentanze degli Istituti salesiani di Nictheroy, di Rio Janeiro, Lorena, Campinas, ecc. accrebbero l'entusiasmo della città che visse giornate di intensa fede e di profonda divozione al Santo. Predicò il triduo S. E. Mons. Sant'Ana e partecipò alla festa il Vescovo di Campos, S. E. Mons. Mourào, salesiano, il quale, la vigilia, consacrò l'altare del Santo nella chiesa del Sacro Cuore, poi tenne i solenni pontificali della festa, decorando con autorità e personalità civili e religiose del clero secolare e regolare, l'imponente processione che fu un vero trionfo di Don Bosco Santo, ed impartendo la Benedizione eucaristica. A sera nel teatro dell'Istituto salesiano ci fu la commemorazione civile con una splendida accademia.

Ma le feste non finirono. Il programma comprendeva infatti ancora l'omaggio degli Oratori festivi maschili e femminili della città, e quello degli ex-allievi. L'Istituto Pio XI aperse i suoi battenti, il 1° luglio, a 2000 fanciulli che affluirono nell'ampio cortile ad ascoltare la Santa Messa e ad udire dalla bocca di Don Marcigaglia e di Don Chaves le glorie di Don Bosco. Contemporaneamente, gli ex-allievi affollarono l'Istituto Sacro Cuore, ove si erano preparati nelle sere precedenti, con un triduo predicato da D. Chaves, a dare a Don Bosco Santo un magnifico saggio dei frutti della loro cristiana educazione. La Messa della Comunione generale fu celebrata all'aperto dal Direttore D. Marcigaglia e tutti si accostarono alla sacra Mensa con edificante fervore. Il pomeriggio fu allietato da un accurato programma ginnicosportivo cui assistettero altissime autorità civili e militari, riportandone magnifica impressione.

L'8 luglio fu la giornata degli Oratori femminili che offersero a Don Bosco Santo l'omaggio di oltre 2000 alunne degli Oratori delle Figlie di Maria Ausiliatrice con nuovi palpiti di fervida divozione. Cenni sommarii, a volo d'uccello, che però ci fanno sentire l'eco profonda e dolcissima suscitata ovunque dalla Canonizzazione di Don Bosco.

DALLE NOSTRE MISSIONI

Giappone.

Dal vecchio al nuovo anno.

La nuova Scuola Professionale Don Bosco a Tokio.

Rev.mo ed Amat.mo Sig. D. Ricaldone.

La giocondità di Natale ha risuonato a festa anche nella nostra povera Missione. Gesù ci ha regalato 22 Battesimi; affluenza dei cristiani che accorsero da ogni parte alla festa familiare della carità; enorme concorso dei ragazzi pagani degli Oratorii (oh, l'enorme attrattiva del benefico albero di Natale!). A Mikawajima (Tokyo) i ragazzi intervenuti superavano i 1500, però solo 1300 hanno ricevuto i doni e i dolci natalizi, perchè muniti dei biglietti di presenza. Con gentil pensiero si volle, il giorno di S. Stefano, far godere la festa di Gesù anche ai fratellini degli Oratoriani. Giocondo spettacolo che avrà certo allietato Gesù! Accompagnati dai loro fratelli Oratoriani, i settecento angioletti ricevettero tutti contenti e felici un sacchettino di dolci. Generosi benefattori, le Suore di varie Congregazioni religiose colle loro allieve, gli allievi e confratelli della Scuola tipografica Don Bosco si prodigarono per venire in aiuto alla povertà dei Salesiani e dei giovani del rione più povero di Tokyo.

Ma, primizia del nuovo anno, per noi «anno santo » eccole la nostra Scuola Professionale Don Bosco: rido giocondo che sprigiona dai nostri cuori. E inno di ringraziamento al Signore; inno di riconoscenza ai generosi benefattori, inno di speranza per il bene che si potrà fare.

UMILI INIZI. - Giunti in Giappone l'8 febbraio 1926, in silentio et in spe ci siamo venuti preparando con questa precisa direttiva: « tentiamo di fare del bene sulle orme di Don Bosco »; e già fin d'allora, ricordo, sognammo una tipografia... Pur ignari della lingua cominciammo ad abbozzare traduzioni... e apparve la piccola vita di Don Bosco, la biografia di Savio Domenico... Nel 1927, iniziato in pieno il nostro lavoro missionario nelle tre residenze di Miyazaki, Oita, Nakatsu, sentimmo il bisogno di coordinare le forze dei cristiani in sede e di portare la parola buona ai cristiani dispersi, che ancor non conoscevamo; ed ecco sorgere il piccolo foglio mensile « Don Bosco », che ora è divenuto l'organo dell'Opera Salesiana in Giappone. Ma pur essendo solo agli inizi, volevamo far giungere la buona parola anche ai nostri poveri pagani, ed ecco foglietti, prima pubblicati secondo l'occasione, poi mensili, poi bimensili - intitolati « Foglie sparse » - perfino un tentativo di giornale per pagani: « Il granello di senapa ». Quando nel programma minimo d'azione, coordinato con lei nella sua visita in Giappone nel 1927, ci fu la fondazione di una Tipografia; quando finalmente per la munifica donazione del nostro Confratello Rev. Don Torquinst si potè acquistare una striscia di terreno a Oita su cui comparve il primo nostro modesto edificio tipografico, il cuore s'andò dilatando di gioia nel pensare che la realtà del sogno primitivo si avvicinava. Ed anche in questo stadio continuò il lavoro precedente di propaganda; comparvero le Letture Cattoliche; la prima traduzione in giapponese popolare del Vangelo unificato del nostro Don Anzini; l'inizio di una « Collana di letture amene » per la gioventù ed altre pubblicazioni di vario genere, che cominciarono a far conoscere anche fuori della Missione la nostra minuscola Scuola tipografica Don Bosco.

NEL I° DECENNALE. - Ed ecco che agli albori del primo decennio della nostra venuta in Giappone, coll'aiuto di Dio, colla generosità di esimii benefattori e benefattrici e colla tenace propaganda del nostro Don Margiaria, la Scuola Professionale Don Bosco, limitata per ora alla sezione tipografica, è un fatto compiuto.

Il Signore sa le ansie, le trepidazioni provate, le richieste incessanti di aiuto, le peregrinazioni del nostro Don Margiaria nell'America del Nord, il generoso disinteresse di quei Confratelli per aiutarlo e facilitargli l'impresa; il Signore sa tutto quello che ha condotto a compimento l'opera. Ma non è esatto dire compimento d'opera. Lei sa, amato Padre, che questo non è che il principio della Scuola professionale completa, che sorgerà forse più rapidamente della parte iniziale, se non verrà meno l'aiuto dei nostri buoni Cooperatori e ottime Cooperatrici.

LA STAMPA IN GIAPPONE. - È noto che anche in questo campo il Giappone è alla testa delle nazioni. Il desiderio dell'istruzione, la tenacia e la costanza di questo popolo nel realizzarla, ne è indice significativo. Il desiderio della lettura, che investe un po' tutti i Giapponesi, oltre che privatamente, trova soddisfazione in 4609 biblioteche pubbliche che registrano 26 milioni di lettori all'anno. Per dare un'idea del solo movimento giornali e riviste, i quotidiani sono 1200 con oltre 2o milioni di sottoscrittori, di cui il più importante, l'« Asahi », esce in due milioni di esemplari. Sono a suo servizio 36 rotative ed, oltre gli ordinari servizi, telefoto, radio, colombi viaggiatori e aeroplani. Le pubblicazioni settimanali-mensili sono 6300 su ogni genere di argomenti. Le Università pubblicano 51 diari e 782 riviste al mese sui rispettivi insegnamenti, ricchissime di splendide illustrazioni.

La capitale ha 194 giornali e 1194 periodici; Osaka, rispettivamente 86 e 508. La città di Oita (70.000 abitanti) nella nostra Missione, 28 e 43.

Chi può dire la massa delle pubblicazioni-libro di insegnamento, cultura, erudizione? Si tratta di cifre sbalorditive.

Il Giappone ha assimilato anche in questo campo quanto di meglio e di perfetto dal punto di vista tecnico e quantitativo vede nelle altre nazioni. Purtroppo non scevera troppo, e molto del non buono pubblicato all'estero si è introdotto e non viene certo educando al bene le giovani generazioni. La vigilanza assidua dell'Autorità responsabile ha dato per l'anno decorso la soppressione di 217 pubblicazioni di idee comuniste e 46 immorali, e di 247 riviste comuniste e 18 immorali... Ma che cosa può rappresentare questo lodevolissimo sforzo nella colluvie di tante pubblicazioni?

La Stampa cattolica si sforza di lavorare colla pubblicazione del settimanale cattolico, e di numerose pubblicazioni che lumeggino il pensiero e lo spirito cattolico. Una commissione pro stampa, che ha scelto per protettore Don Bosco, e formata degli elementi più eletti di ogni Missione, cerca di coordinare, ampliare, divulgare il santo apostolato dalla capitale a tutte le province dell'Impero, Presso l'Università cattolica di Tokyo si tiene un corso annuale speciale per la formazione di buoni scrittori. Ma qui più che altrove si va a sbattere contro le inevitabili difficoltà finanziarie; per i pagani poi la natura delle idee cattoliche non è sempre tale da attirare alla lettura; la massa dei cristiani (specie dei discendenti dei vecchi cristiani) non legge molto. Al momento dunque la stampa cattolica, che pur ha già realizzato consolanti progressi, sta cercando ancora la sua via definitiva, il suo orientamento ed assestamento.

In questo ambiente sorge la nostra modesta Scuola. Il passato lavoro è già stato buona esperienza d'ambiente; speriamo che il modesto inizio attuale della Scuola nella Capitale segni un progresso in estensione e in profondità tale da poter fare del gran bene anche nell'opera importantissima della buona stampa. Ce n'è tanto bisogno!

Ho sott'occhio la statistica ufficiale della Chiesa cattolica nell'Impero Giapponese dell'anno testè decorso.

In Giappone, su 63.306.329 abitanti (censimento 1930) i cattolici sono 103.271 (contro 100.491 del 1933): un aumento assoluto dunque di 2780 anime, cui fu data la grazia. La nostra cara Missione, sui suoi 2 milioni di abitanti, conta 1224 cattolici, con un aumento assoluto in quest'anno di 182. Goccioline nel gran mare pagano.

Corea e Formosa, su 25.932.712 abitanti, contano 147.476 cattolici con un aumento assoluto in quest'anno di 6452 anime, rigenerate alla grazia.

Concludendo, su oltre 89 milioni di pagani, 250.747 cristiani.

Amato Padre, amici e cooperatori nostri, quanto resta ancor da fare! Quanta bella possibilità a tutti di cooperare in quest'opera di redenzione di anime; opera necessaria, data l'importanza del Paese che viene evangelizzato; opera evidentemente lenta, date le difficoltà che s'incontrano; indispensabile, perchè si viene così realizzando il massimo degli interessi, la gloria di Dio.

L'APOSTOLATO PIÙ PRATICO per ora, ed al quale ci dedichiamo quindi maggiormente è l'apostolato missionario vagante. Sono più pochi i centri importanti della Missione, in cui il Missionario non abbia posto piede. Dove non può penetrare in persona, vi penetra col giornale cattolico, col foglietto volante, col libro, colla circolare, colla lettera, con tutti i mezzi possibili insomma. Opera di penetrazione diretta, opera di penetrazione indiretta, costante, metodica per quanto è possibile, instancabile. Si riesce come si può e fin dove si può: cuori che si spalancano, cuori che si rinchiudono; cuori che si donano, cuori che ci disprezzano... Credo che il libro più interessante che potrebbero scrivere i nuovi cristiani sarebbe intitolato: « Come mi sono convertito». Mirabili le vie di Dio! Una funzione religiosa, un funerale solenne, una predica, un divertimento alla Missione; un concerto musicale udito, un libro letto, un consiglio di amico; un'elemosina ricevuta, una guarigione, un dissesto finanziario; un'insistenza da parte di contrari al cattolicismo a non farsi cattolico: questi e motivi consimili inducono anime ad abbracciare la nostra santa Religione. Sul nostro Don Bosco scrive rudemente un brav'uomo: « Finora ho fatto la scimmia, facendo coi-ne facevano gli altri... Ora ho capito che Jizo (divinità protettrice dei bambini) è un idolo di pietra; che le Tavolette, in cui mi dicevano essere rinchiusi gli spiriti dei morti, sono pezzi di legno, e che Inari (altra divinità) è la volpe... e tante altre ridicole superstizioni cui scimmiescamente ho creduto e cooperato. Qualcuno si meraviglierà come io sia divenuto cattolico; ma io, se professo la verità della Fede, è perchè sono stato salvato dall'amore di Cristo ed ora desidero ardentemente di trasmettere a tanti altri che non la conoscono la felicità del mio cuore ». E potrei continuare per un pezzo, perchè tutti casi capitati fra noi e all'ordine del giorno. Non mancano persone che alla lontana e per lungo tempo osservano la vita del Missionario, e ne studiano le parole e le opere. Grazie poi allo spirito salesiano di serena giocondità, di schietto interessamento per la gioventù, si riesce ad attirare aderenze e simpatie. E finalmente è irresistibile il fascino della carità: le opere di misericordia non possono lasciare indifferente il pagano. Ed eccole una nuova iniziativa, coronata di splendido successo, ideata a Miyazaki dal nostro Don Liviabella. Lei sa che l'Ospizio della Missione, che già conta 75 ricoverati, va sempre più incontrando le simpatie del pubblico e delle autorità. Per far vedere in pratica i frutti della carità, fu fatta una bella Film illustratrice dell'opera. Proiettata davanti ai giornalisti della città che ne fecero i più ampli elogi sui quotidiani, davanti ai capi delle opere di beneficenza della Provincia di Miyazaki riuniti per l'adunanza annuale, davanti a numeroso pubblico grande e piccino. proiettata qua e là nelle Scuole, servì di ottima propaganda di carità e di religione. E già si inizia la beneficenza pagana a pro' dei nostri vecchi e dei nostri cari orfanelli. È anche questa opera di penetrazione cattolica, sui generis se vuole; ma Iddio si serve di tutto per farsi conoscere e amare.

AL CIRCOLO DELLE RELIGIONI. -- Che vuole? In questa oscurità di idee sulla Religione cattolica, in queste sbagliatissime idee e prevenzioni sulla medesima, nel guazzabuglio di sétte in cui è diviso e il Shintoismo e il Buddismo e il Protestantesimo ed altre manifestazioni a tinta più o meno religiosa (mi diceva un bel tipo: « la mia religione sono gli elettroni!!! »), bisogna pure con tutti i mezzi buoni possibili tentare di far luce... Senta quanto succede in un paese della zona battuta dal nostro Don Lucioni. Tsuno, cittadina di un 10.ooo abitanti, ha la scuola elementare più grande della Provincia di Miyazaki, 2500 allievi con oltre 6o maestri. Il Direttore, senza religione, è convinto che l'educazione senza la religione è una pianta morta; ne parla ai maestri (tutta gente cresciuta in scuola atea!...), ma non riesce a concludere; cerca fra la gioventù della città, e trova che molti, nauseati della civiltà attuale materialista, vorrebbero trovare un pane spirituale. Dove però? Certo nella religione. Ma, in quale? Qui è il guaio. In città vi sono 13 religioni differenti con relativo tempio, e tutte addormentate, ad eccezione di una sètta protestante, che gira di tanto in tanto per le vie battendo la gran cassa, e della cattolica, la quale è senza chiesa ed è predicata da un piccolo europeo, sempre in giro con la bicicletta tanto da non poterlo mai trovare fermo, che distribuisce giornali, libri, foglietti a tutti, non chiede mai nulla in compenso, desideroso solo di far del bene.

« Qual è, la religione che fa per noi? » si chiede il buon Direttore. « Bella idea! Invitiamole tutte ad esporre la loro dottrina (non questioni, non propaganda; esporre la propria fede e lasciare ad ognuno la scelta) ». Domanda a tutti gli interessati e... solo i bonzi lasciano intravvedere di voler esser pagati per parlare...; inoltre il piccolo prete europeo è irreperibile!

Alla sera stabilita, la sala si riempie: spaccando il minuto il pretino è là, in prima fila; la ressa è tale che non c'entra più gente nella sala. Nessuno si aspettava un simile concorso per sentir parlare di religione... E pensare che era a pagamento:

Fu una serata felice. Una sètta protestante espose la sua fede e rispose alle domande; cinque ore di discussione senza una parola irriverente o stonata. Quanti errori ha sentito il Missionario! Le sue richieste di spiegazioni rimasero senza risposta. Questo fatto decise nettamente verso di lui alcuni catecumeni che erano ancora incerti. Meno male!

Tutti furono soddisfatti, anzi meravigliati, e ad una voce consigliarono di fare le adunanze più spesso di una volta al mese. Così è sorto a Tsuno il circolo delle Religioni! Certo darà frutti copiosi ed attirerà su quella cittadina le benedizioni del Signore, facendo sì che molti trovino la via della verità. Anche il Missionario, pur non avendo nè chiesa nè cristiani in città, fu quella sera stessa invitato a mettersi in turno per esporre la dottrina cattolica e, sia durante l'adunanza, sia nei discorsi privati, sentì parlare con deferenza di noi e della Chiesa cattolica.

BILANCIO CONFORTANTE - Chi può contare i chilometri fatti nell'anno dai nostri Missionari e catechisti vaganti, fatti con tutti i mezzi possibili di trasporto per terra e per acqua (ah! nella nostra Missione non abbiamo ancora a disposizione l'aeroplano!) per portare fin dove si può il nome di Gesù e i suoi insegnamenti a tanti che non lo conoscono, per portare a tanti cristiani lontani dai centri i conforti della Religione? Chi può dire le ansie, le delusioni, le lotte di parola e di penna del Missionario? Bilancio consuntivo incalcolabile: bilancio preventivo chiaramente visibile, che bisognerebbe moltiplicare sulla base del moltiplicarsi necessario del personale e dei mezzi. Ma intanto guardandosi attorno qualche cosa si vede. Si sente in tutti i Missionari della nostra Missione il desiderio e la necessità di dilatare la sfera di attività e quindi dei locali ormai insufficienti: lo vuole la frequenza degli oratoriani in tutte le residenze, il rassodarsi delle istituzioni iniziate (Seminario indigeno e Ospizio a Miyazaki, Asili a Miyazaki e a Oita, Collegetto di Nakatsu, ecc.), il sorgere di nuove.

A chiusa dei conti dunque, poche passività, qualche attivo, desiderio e volontà intensa di attività crescente di bene per la gloria di Dio e delle anime. Penso che sia Don Bosco che dal Paradiso incita e attiva i suoi figli anche in Estremo Oriente, e non solo i suoi figli, ma anche gli altri Missionari e cattolici di buona volontà. Ne vuole una prova? Recentemente sotto gli auspici di S. E. Mons. Marella, Delegato Apostolico e sotto la Presidenza del nostro grande benefattore S. E. Mons. Chambon, Arcivescovo di Tokyo, si è costituita in Giappone la Commissione Nazionale della Stampa cattolica per l'Azione Cattolica. Il primo articolo dello Statuto di detta Commissione dice: « La Commissione venera San Giovanni Bosco celeste Patrono zelatore della Stampa cattolica e dell'Azione Cattolica ».

Oh amato Padre, benedica i suoi figli lontani, preghi per loro, affinchè la resa dei conti del prossimo anno, che chiuderà il primo decennio del loro lavoro in Giappone, sia attiva sotto tutti gli aspetti.

Come figlio, per tutti,

Miyazaki, febbraio 1935.

Mons. VINCENZO CIMATTI Prefetto Apostolico.

Crociata Missionaria

BORSE COMPLETE

Borsa Anno Santo

a cura di S. E. Mons. Ernesto Coppo. -Somma prec.: 16.485 - N. N. Benevagienna, a compimento 3515 - Tot. L. 20.000.

Borsa Don Bosco (15a)

omaggio di M. D. C. invocando la benedizione e la protezione di Don Bosco Santo sopra di sè e di tutti i suoi cari.

Borsa San Roboamo

a cura del Sac. Pasquini Roboamo. - Somma prec.: 14.000 A compimento, 6ooo - Tot. L. 20.000.

Borsa Sacro Cuore di Gesù confido in voi (2a).

Somma prec.: 19694,60 - C. D. G. Biella, 250 - Cassis Elisa, 5o - Trifari Guglielmo, 5,40 - Tot. L. 20.000.

Borsa San Giovanni Bosco (1a).

Somma prec.: 18.765,6o - Omaggio dei decurioni salesiani d'Italia a mezzo Mons. Sabino Can. Prim. Titomanlio, nell'anniversario della Canonizzazione, 1234,40 - Tot. L. 20.000.

BORSE DA COMPLETARE

Borsa ANIME DEL PURGATORIO (3a) - Somma prec.: 5378 - Bessone Teresa, 1000 - Giorgianni Balaia, 5 - Raffone Antonino, 1o - Scotto Stefano, 5 - Lamagni Giuseppe, 5o - Maria Rasini, 5o - Teresa Prato,. 25 - Desideri Italo, 10 - N. N. 10 - Tot. L. 6563.

Borsa BELTRAMI DON ANDREA, a cura della casa salesiana di Borgomanero - Somma prec.: 12.405,50 - N. N., 50 - N. N., 196 - Sig. Crola, 1o - Tot. L. 12.661,50.

Borsa BERRUTI DON PIETRO - Somma prec.: 345 - Camusso Teresa, 10o - Tot. L. 445.

Borsa BORGATELLO DON MAGGIORINO (2a) - Somma prec.: 84,65 - N. N., 5o - Tot. L. 134,65.

Borsa BRONDA MATTEO, a cura dell'Unione ex-allievi fintemi dell'oratorio salesiano di Torino - Somma prec.: 19.262 - N. N. Nizza Monf., 25 - F. C., 200 - M. F., 100 - Casalegno Anna, 5 - Rampone Benilde, 5o - Tot. L. x9.642.

Borsa BRETTO DON CLEMENTE, a cura del Sac. G. B. Calvi - Somma prec.: 62o - Offerte raccolte, 35 - Tot. L. 655.

Borsa BUSSI DON LUIGI, a cura della casa salesiana di Sampierdarena - Somma prec.: 9121,85 - N. N., 25 - Tot. L. 9146,85.

Borsa CARAVARIO DON CALLISTO - Somma prec.: 1304 - Chiara M., 15 - Rovero Camilla, 1o - Tot. L. 1329.

Borsa DIVINA PROVVIDENZA - Somma prec.: 6167,50 - Garofalo Giuseppe e Luigi, 200 - Boglione Francesco, 20 - F. T., 500 - Tot. L. 6887,50.

Borsa DON BOSCO E LA CONCILIAZIONE, a cura di S. E. Mons. Ernesto Coppo - Somma prec.: 1572-Carmelo Morasco, 25 - Parrocchiani di Sestri Levante e di Sampierdarena in occasione delle feste di S. Giovanni Bosco, 500 - Offerte varie, 3175 - Tot. L. 5272.

Borsa DON BOSCO EDUCATORE (4a) - Somma prec.: 2,97,40 - Un operaio di Minusio p. g. r., 25 - Rag. Guido Betta, 1o - Tot. L. 2232,40.

Borsa DON BOSCO PROTETTORE DEI GIOVANI -

Somma prec.: 3156 - Teresina Massera, 1o - Prof. Adele Garbuggino, 30 - Marconcini Carmela, 10 - Tot. L. 3206.

Borsa DON BOSCO SALVATE I NOSTRI FIGLI (2a) - Somma prec.: 2016,50 - M. Marocco, 15 - Raimandi Maria, 5 - Boffano Domenica, 10 - Tot. L. 2046,5o,

Borsa DOGLIANI CAV. GIUSEPPE, a cura del Sig. Pozzi Francesco - Somma prec.: 100 - Offerte varie, 100 - Tot. L. 200.

Borsa FRASSATI PIER GIORGIO (2a) - Somma prec.: 4142 - N. N., 10o - Tot. L. 4242.

Borsa GESU' NEL PRESEPIO - Somma prec.: 302,30 - Gelli Guidotti Viola, 11 - Tot. L. 323,30.

Borsa GESU' - MARIA AUSILIATRICE- DON BOSCO (2a)

- Somma prec.: 14.570 - S. Eisenegger, Trento, 30 -

Tot. L. 14.600.

Borsa GIRA UDI DON FEDELE (2a) - Somma prec.: 8834,25 - N. N., 500 - Tot. L. 9334,25.

Borsa MADONNA DI CASTELMONTE ,Udine - Somma prec.: 2097 - N. N., 5o - Tot. L. 2147.

Borsa MADONNA DI LOURDES -- Can. Raffaele Abbatangelo, 200.

Borsa MAMMA MARGHERITA (3a) - Somma prec.: 1360 - Una mamma riconoscente, 15 - Naso Giovannina, 10 - Tot. L. 1385.

Borsa MARIA AUSILIATRICE (26a) - Somma prec.: 6099,30 - Maria Floriani, 5 - Lina Pedrazzini, 25 - Trifari Guglielmo, io - Pugni Cristina, 20 - Mottura Giuseppe, 12 - Tot. L. 617,,30.

Borsa MARIA AUSILIATRICE E S. GIOV. BOSCO (4') - Somma prec.: 6128 - Nobili Virginia, 100 - Modica Nunziatina, 5 - C. Mario, 1o - Tot. L. 6243.

Borsa MORGANTI MONS. PASQUALE (2a) - Somma prec. 250 - Facchini Giannina, 4 -- Bagnoli Geltrude, ,o - Tot. L. 264.

Borsa MOSCATI DOTT. GIUSEPPE - Somma prec.: soo - N. N., 30 - Tot. L. 130.

Borsa NAI DON LUIGI (3a) - Somma prec.: 550 - N N., 6ooo - Tot. L. 6550.

Borsa NOGARA MONS. GIUSEPPE, Arcivescovo di Udine, a cura dell'Unione ex-allievi - Somma prec.: 12.11975 - Avv. Botto Annibale, 15 - Iolen, 15 - Italia Chiaruttini, so - N. N., 1o - Meroi Arrigo, 10 - Saro Angelo, 10 - Marchesini Giuseppina, 1o - N. N., 10 - Mauro Teresa, io - Maria Fiascharis, 1o - Benedetti e Amerini, 20 - Bertoni Sante, 1o - N. N., so - Don Giulio Pascoli, 25 - Ottavio Battaglia, 1o - Tot. L. 12.304,75.

Borsa PATROCINIO S. GIUSEPPE (2a) - Somma prec.: 3232 - Osvaldo Cairo, 1o - G. Bianchi, 6o - Tot. L. 3302.

Borsa PIO X (2a) - Somma prec.: 105 - C. Fagiuoli, 10 - Giulio Buffa, 25 - S. M. Padova, 1o - Maria Rasini, 5o - Tot. L. 200.

Borsa REGINA DI MONDOVI' - Somma prec.: 3069,70 - Manfredi Dellacasa, 5o - Tot. L. 3119,70.

Borsa RICALDONE DON PIETRO (4a), a cura dell'Unione ex-allievi interni dell'Oratorio di Torino - Somma prec.: 11.000 - Dottor Saverio Riccardelli, 100 - Vignotti Michele, 5o - Barberis Ida, 25 - Don Gagliardi Giovanni, s 1 - Tot. L. 11.186.

Borsa RICCARDI DON ROBERTO - Somma prec.: 18.388,20 - Famiglia Bianco, 15 - Tot. L. 18.403,20.

Borsa S. CUORE DI GESU' CONFIDO IN VOI (3a) - Trifari Guglielmo, 4,60 - Giuffrè Alberta, 20 - Vanzo Assunta, 5o - Maddalena Rescigno, 5 - Felice Rescigno, 2 - Todeschini Maria, 5 - Famiglia Lazzero, 20 - Tot. L. 1o6,6o.

Borsa S. ANTONIO DA PADOVA - Somma prec.: 3417 - Maddalena Rescigno, 3 - Tot. L. 3420.

Borsa S. GAETANO, PREGATE PER NOI, a cura di N. N. - 1a offerta, L. 10.ooo.

Borsa S. GIOVANNI BOSCO (2a) - Fulcheris Maddalena, 5 - Laura Donato, 15o - Trifari Guglielmo, 10 - Geom. Benedetto, 2 - Omaggio dei Decurioni salesiani d'Italia a mezzo di Mons. Sabino Can. Prim. Titomanlio nell'anniversario della Canonizzazione, 500,60 - Tot. L. 667,60.

Borsa S. MARGHERITA DA CORTONA - Somma prec.: 6192,30 - Lami Lina, 30 - Varie pie persone a mezzo Valeri Angelo, 87 - Tot. L. 6309,30.

Borsa S. MICHELE ARCANGELO E MADONNA DEI LAGHI, a cura della casa salesiana di Avigliana - Somma prec.: 2315 - Dal salvadanaio della Direzione, 33 - Dal salvadanaio delle signorine Blando, 87 - F. G., 15 - Allais Valeria, 20 - Offerte varie, 85 - Tot. L. 2555.

Borsa S. RITA DA CASCIA - Somma prec.: 2911 - Marchetti Francesco e Bianca, 10 - Tot. L. 2921.

Borsa S. TERESA DEL BAMBINO GESU' (11a) - Somma prec.: 4521,60 - Anna Cappa, 10 - Conto Francesca, 1 - Tot. L. 4532,60.

Borsa UBALDI DON PAOLO - Somma prec.: 1490 - A. M., Milano, 70 - Maria Bersano, 1o - N. B., 10 - E. C., 5o - L. F., con animo grato, 5o - Vari a mezzo Sig. Pozzi Francesco, ,oo - Tot. L. 1780.

Borsa VIOLA ANGELA LINA - Somma prec.: 7078 - N. N., 50 - N. N., 70 - G. Canal, 5 - Viola C., 20 - N. N. Bellinzago, 50 - N. N. Cremona, 5o - N. N. Napoli, 5o - D. G. F., 365 - N. N. Como, 50 - M. Beatrice a mezzo Don Zappa, 50 - N. N. Pinerolo, 125 - N. N., Cagliari. 400 - Vari a mezzo Sig. Guastelli, 11oo - M. Fiorini, 17 - B. L., 300 - P. Monigatti, 20 - M. Beretta, 20 - N. N. Udine, 20 - D. M., 100 - N. N. Busto Arsizio, 10o - Crosazza R., 10 - Tot. L. 10.050.

Per intercessione di Maria Santissima Ausiliatrice e di San Giovanni Bosco.

NB. - Raccomandiamo ai graziati che nei casi di guarigione specifichino sempre bene la qualità della malattia e le circostanze più importanti. Preghiamo pure di indicare, sempre, cognome, nome e data. Non si pubblicano integralmente le relazioni di grazie anonime.

Guarigione straordinaria. - Da più di due anni continuamente soffrivo acuto dolore al dito mignolo del piede sinistro ed ero costretto ad andare più volte la settimana all'Ospedale Naldini per farmelo medicare. Spesso il dolore si faceva così acuto che mi impediva di prender sonno. Dovendo, pel sacro Ministero, star molto in piedi, e camminare per vie scomode, era talmente forte lo spasimo che provavo che, se appena mi era possibile, ero costretto a fermarmi alquanto per tener sospeso il piede qualche minuto, non cessando però giammai il dolore.

Così andò la mia infermità fino allo scorso maggio; ecco come Iddio mi concesse l'istantanea completa guarigione. La mattina del giorno 12, circa le ore 10 antim. andai all'Ospedale per farmi curare, come al solito, e mi ricordo che il dito mi doleva molto. Siccome mi fu detto che fino alle 5 pom. non mi si sarebbe potuto medicare, tornai a casa. Circa le ore 16 andai in chiesa e prima delle 17 venne qualche persona a confessarsi e fui occupato lì fino all'ora di far la funzione del mese mariano a ore 19,45.

Debbo avvertire che in precedenza di una quindicina di giorni avevo fervidamente pregato San Giovanni Bosco con un triduo ed una novena, ed avevo riposta la mia fiducia in lui, col quale era stato in relazione di amicizia negli ultimi anni di sua vita. Nel 1881, mi mandò il diploma di Cooperatore salesiano da lui stesso firmato.

Orbene la sera del 12 maggio u. s. mi cessò affatto lo spasimo al dito, malato d'artrite acuta, e la mattina del 13 mi sentii perfettamente guarito. Col timore che il dolore al piede mi ricominciasse, ho indugiato alcuni giorni a far noto al pubblico quanto sopra ho accennato: ma ora sento il dovere di palesare il miracolo ricevuto a titolo di riconoscenza verso il Santo mio speciale protettore Giovanni Bosco ed a maggior gloria di Dio.

2 Giugno 1934.

Sac. PAOLINO MAGGINI. Parroco di S. Lucia al Borghetto - Tavernelle Val di Pesa (Firenze).

Guarigione miracolosa. - - Dopo inutili cure, un primo medico aveva da due giorni abbandonata la nostra piccola Tilli, ed un secondo medico, chiamato d'urgenza, aveva dovuto dichiarare ch'era ormai troppo tardi. Trasportata in tutta fretta all'Ospedale Egiziano, venne confermata la difterite, e fu quindi assegnata al reparto infettivi. Al colmo dell'angoscia seguimmo la cara bimba all'Ospedale per addolcirle almeno un poco le ore dell'atroce agonia e perchè non ci sentivamo il cuore di affidare il nostro angioletto in mano di medici e di infermieri musulmani.

Il primario dell'Ospedale tentò ripetutamente l'iniezione antidifterica, ma invano! Verso le 6 di sera cominciò l'affanno mortale, senza poterlo allievare coll'ossigeno che continuamente si somministra, perchè alle nove, la scorta di ossigeno di Suez era esaurita. Ad un certo punto la Tilli fece un supremo sforzo e disse: « datemi Gesù: voglio far la Comunione! » Povera bimba! Mandammo tosto a chiamare il Direttore dei Salesiani ed egli non solo venne, ma ci portò anche una reliquia di Don Bosco, che subito applicammo al collo della piccola sofferente, Non era passata mezz'ora che il rantolo cessò. La spira mortale era rotta, distrutta, scomparsa. Don Bosco aveva compiuto il prodigio. La bimba prese a respirare liberamente e poi si assopì in un riposo salutare. Il mattino seguente, il medico capo, musulmano, che credeva la bimba morta, dovette constatare il miracolo avvenuto e non esitò ad affermarlo. Oh Don Bosco! Quanto sei stato buono con noi! Ora la Tilli è sana e vigorosa e lo deve a Te! Papà e Mamma non trovano parole per ringraziarti. Accetta la piccola offerta che t'inviamo per gl'innumerevoli bimbi tuoi, sparsi pel mondo. Ma no! Questo è poco! Anche la nostra Tilli è tua! Noi te la offriamo; sia essa un apostolo di quella immensa, divina carità, che tu hai sparso pel mondo intero e che hai versato anche qui a Suez.

Suez, 1-10-1934.

ENRICO ed INES MENESTRINA.

Don Bosco ci ha esaudite!. - Abbiamo pregato tanto! Tutto l'Istituto era interessato: umanamente parlando era impossibile avere quanto si desiderava, ma a Don Bosco, al nostro Padre amato, in cui la fiducia non ebbe limiti, non fu impossibile, e noi fummo esaudite oltre ogni nostra aspettazione.

Grazie, o Padre buono, o Don Bosco santo! Dal Ciclo, continuaci il tuo aiuto e la tua protezione.

Carrara 10-X-1934.

Sr. PIA GALLI F. M. A. Direttrice Istituto S. Cuore.

Parecchie grazie. - Nel febbraio del 1932 mio marito si ammalò gravemente di appendicite. Trasportato d'urgenza in una casa di cura e sottoposto ad atto operatorio, fu dichiarato inoperabile trattandosi di appendicite ormai purulenta. Il caso era disperato e i medici dichiaravano che guarigioni di tale forma ne possono avvenire una su cento. Nella dolorosa necessità di fare assegnamento su tentativi umani, mi rivolsi con vivissima fede, insieme con la mia mamma che con me assisteva l'ammalato, a D. Bosco, del quale già tante volte avevo esperimentato l'efficace intercessione. Promisi di propagarle la divozione, di fare un'offerta per le Opere salesiane e di pubblicare la grazia. Appena incominciata la novena, mio marito si avviò al miglioramento. Dopo un mese potè lasciare la casa di cura e in poco tempo si ristabilì completamente, senza più bisogno di intervento chirurgico, mentre i Dottori avevano dichiarato che se fosse sopravvissuto avrebbe poi dovuto subire l'operazione di appendicite, a forze riacquistate. A tutt'oggi egli non risente più alcun disturbo.

Altre grazie straordinarie S. Giovanni Bosco ha pure ottenuto alla mia famiglia, che lo riconosce

Come speciale Patrono; fra queste la guarigione di una mia sorella colpita ancor giovanissima da paralisi alla gamba, per cui soffriva dolori indicibili ed era costretta a tenere il letto. Fece varie novene a S. Giovanni Bosco e guarì bene. Più tardi si ammalò ancora graveolente per altri disturbi organici e fu sottoposta a due difficilissime operazioni; ma guarì completamente per intercessione di S. Giovanni Bosco che non ha mai cessato di invocare.

S. Paolo (Brasile), 24-II-1934.

ANGIOLINA VERCELLOTTI BELTRASIO.

Guarigione insperata. - La nostra suora infermiera Suor Giulietta del Preziosissimo Sangue colta da febbre altissima, era assai sofferente! Sottoposta a visita medica il valente chirurgo del nostro ospedale 5. Maria la dichiarò affetta da mastoidite. Essendo necessario l'intervento chirurgico l'inferma venne trasportata in mia compagnia a Palermo in una clinica delle nostre suore per essere operata. Ma mentre si attendeva il giorno opportuno noi incominciammo delle fervorose preghiere invocando la protezione di S. Giovanni Bosco che non tardò a venire in nostro soccorso. In poco tempo la febbre ed il pus incominciarono a sparire e la speranza della guarigione parve rinascere nei nostri cuori. Giunte a Palermo i medici specialisti dissero che sarebbe guarita senza bisogno di operazione chirurgica. Difatti le prescrissero una cura che fece a Siacca e la nostra suora si ristabilì completamente e radicalmente.

Siacca, 29-4-1934.

Suor CATERINA DE LEVA. Superiora Ospedali riuniti di Siacca.

Sono certa che Don Bosco mi guarirà. - Nella Moscardo, affetta da pleura e da malattia di fegato, giaceva da nove mesi in letto, fra spasimi angosciosi, pregando con viva fede D. Bosco. Per 11 volte si rinnovò con essa la novena al Santo, mentre ci si sollevava un po' il cuore colla lettura dei due volumi della sua vita.

Don Bosco non fu sordo a tanto spasimo e a tanta fede e proprio quando Verona tributava a D. Bosco grandiose feste per la Canonizzazione, la bimba si alzava, incominciando il corso della guarigione.

Borgo 5. Pancrazio, maggio 1934.

In fede D. FORTUNATO ZARDIN, Vic.

Guarito da atonia intestinale. - Come conseguenza di un forte attacco di grippe alquanto trascurata, caddi in tale stato di debolezza da potermi appena reggere in piedi. Non potevo quasi prendere cibo, dimagrivo a vista d'occhio destando pietà ed inquietudine.

I medici mi dissero affetto da atonia intestinale e giudicarono il mio stato assai grave con poca speranza di guarigione. In tanto frangente, svanita ogni speranza umana, mi volsi con fiducia al nostro buon Padre Don Bosco e incominciai una fervorosa novena implorando la sanità e promettendo di rendere pubblica la grazia. Subito notai un vero miglioramento ed oggi, a distanza di più di un anno, in perfette condizioni di salute, sciolgo la mia promessa persuaso di dover la mia seconda vita all'intercessione del nostro Santo Fondatore.

Fortin Mercedes (Argentina), Agosto 1934.

POMPERMAYER ATTILIO Chierico salesiano.

Guarito da tosse maligna. - Bigatti Giovanni era da tempo travagliato da una tosse ostinata che lo faceva deperire a vista d'occhio. Il dottore giudicò il caso assai grave perchè ne riconobbe la causa nell'assorbimento di gaz tossici aspirati lavorando nelle miniere d'America. Il paziente era quanto mai demoralizzato ed i parenti preoccupatissimi.

Un giorno lo incontrai e lo consigliai di ricorrere fiduciosamente al taumaturgo San Giovanni Bosco. Accettò il mio consiglio e, dopo qualche tempo, ritornato dal dottore ebbe il conforto di sentirsi dire: «che il suo stato di salute era migliorato di molto e che l'inconveniente accennava a risolversi ».

Il miracolato ha fatto un'offerta in segno di riconoscenza e promette di affidarsi sempre al nostro Santo in tutte le circostanze dolorose della vita.

Revò, 28-8-1934.   LORI RENATO.

San Giovanni Bosco ci ha consolati. - Aspettavano ansiosi che il buon Dio volesse rallegrare la nostra famigliuola anche con un fior di bimba e i nostri desideri ebbero finalmente soddisfazione. Come dire la gioia, la felicità nostra? Ma presto, troppo presto, anche per noi doveva avverarsi il proverbio: « non v'è rosa senza spine ».

Il 18 gennaio 1934, la nostra piccola Maria stava per uscire da una grave polmonite. Noi nutrivamo le migliori speranze di vedercela tosto risanata e vispa come prima, quando invece peggiorò tanto da gettarci nella più terribile costernazione. La piccina era divenuta cieca, sorda e muta. Era sopravvenuta una meningite acuta ed il medico dichiarò il caso disperato. Chi può immaginare il nostro spasimo? Nel parossismo del dolore ricorremmo con somma fiducia alla potente intercessione di Don Bosco. Iniziammo una novena in suo onore colla promessa di un'offerta per le Opere salesiane e della pubblicazione della grazia. Il caro Santo non tardò ad esaudirci. Al terzo giorno della novena la bimba diede segni di miglioramento e ci aprì il cuore a fiduciosa speranza. Brevissimo tempo ancora e la nostra piccola Maria si riebbe completamente. A San Giovanni Bosco che ce la ridonò, sana e più vispa di prima, dopo il buon Dio, il nostro grazie commosso, la nostra eterna riconoscenza.

Cappella di Scorzè, 4-10-1934.

PEZZATO SERAFINO e TERESA.

San Giovanni Bosco mi ridona la salute. - Fui colpito improvvisamente da febbre fortissima alla quale fece seguito una infiammazione al fegato complicata da itterizia catarrale acuta. Dopo 33 giorni di letto un'ottima Cooperatrice del paese mi porse una imagine-reliquia del caro nostro Santo.

Unitamente ai miei cari iniziai una novena promettendo a Don Bosco - qualora mi avesse guarito - un'offerta per le sue Opere e Comunioni e preghiere perchè il Signore si degnasse concedere anche al mio paese tante sante vocazioni salesiane. Il terzo giorno della novena cominciò un consolante miglioramento e al termine di essa il dottore - con sua meraviglia - mi trovò perfettamente guarito. D'allora in poi ho sempre goduto perfetta salute.

Col cuore inondato di gioia e di riconoscenza

Albaro, 10-10-1934.   obbl.mo ANDREETTI ALESSANDRO.

Salva da certa morte un bimbo. - Il mio piccolo Pasqualino era ridotto in fili di vita da gravissimo tifo addominale. Per venti giorni il malatino si trovò tra la vita e la morte, ma, affidatici al novello Santo protettore della gioventù, ottenemmo da Lui, un miglioramento seguito da guarigione perfetta.

S. Pietro a Patierno, 10-10-1934.

SERPIco RAFFAELE e GIUSEPPINA e figlio PASQUALINO.

Guarita da otite acuta. - La signorina Angela Martini, ammalatasi di otite acuta diede non pochi pensieri alla sua famiglia, la quale, essendo pia e devotissima di S. Giovanni Bosco, senza indugio volle ricorrere a Lui con una fervida novena. Don Bosco ci esaudì. Il venerdì santo il dottore curante aveva dichiarato necessaria l'operazione; dolori acuti tormentavano l'ammalata, mentre la famiglia pregava e confidava. Il sabato si notò un lieve miglioramento. La domenica di Pasqua, giorno della Canonizzazione di Don Bosco, scomparve ogni dolore e si constatò la guarigione perfetta.

Vignole Borbera, 16-10-1934.

Suor RAVIOLA IDA F. di M. A.

Trova un impiego a un povero disoccupato. - Da tre anni mio marito era senza lavoro ed io mi rivolsi con fiducia a San Giovanni Bosco perchè mi ottenesse la grazia di trovargli una qualche occupazione. Il novello Santo non fu sordo alle mie preghiere: mio marito ha trovato quanto desiderava, e si spera ancora in meglio.

Desidero che si pubblichi questa grazia perchè la divozione verso Don Bosco Santo si propaghi sempre più.

Alzano Lombardo, 28-10-1934. HINTERMANN SANGIORGIO EMILIA.

Guarisce mia sorella e ridona la pace a me. - Una mia sorella doveva subire l'operazione per mastoidite e i medici non garantivano l'esito. Le diedi una reliquia di S. Giovanni Bosco consigliandola di tenerla presso di sè durante l'atto operatorio e, con sopresa dei professori operanti, tutto riuscì benissimo e la malata guarì rapidamente. La graziata non ha parole per ringraziare il novello Santo di tanto favore. Io poi avevo perduto la pace con una persona cara: lui sono raccomandata a Maria Ausiliatrice ed Essa, per intercessione di San Giovanni Bosco, mi ha prontamente esaudita e consolata.

San Giovanni in Persicelo, 6-11-1934. TONINA MONERI.

Mi guarisce la mamma. - Il giorno primo novembre scorso la mia povera mamma fu colta da coliche epatiche con tanta violenza che credevo di perderla. Mi rivolsi fiduciosa al nostro caro Santo ed egli prontamente mi consolò. L'inferma superò la crisi e in pochi giorni entrò in piena convalescenza.

Crocefieschi, 11-II-1934.   MALATTE RINA.

Ali guarisce il marito. - L'anno passato, proprio in questi giorni, avevo ammalato gravemente mio marito, tanto che temevo di perderlo.

Mi raccomandai fervorosamente all'intercessione dell'allora Beato Giovanni Bosco, promettendo, un'offerta per l'Opera salesiana da lui fondata e proponendomi pure di fare pubblicare l'avvenuta guarigione, qualora avessi ricevuta la grazia tanto sospirata. Fui esaudita e ben di cuore mantengo la mia promessa. Ringrazio S. Giovanni Bosco e lo prego a voler continuare a benedire e proteggere la mia famiglia tutta, che in lui riconosce un suo celeste, grande benefattore.

Parma, Dicembre 1934. ZAIRA TOMASINELLI.

Guarisce senza operazione. - Verso la fine di Luglio di quest'anno, il medico condotto di Monreale Cav. Dott. Giuseppe Tagliavia, mi scoperse un tumore, e mi consigliò di recarmi a Palermo per sottopormi all'operazione. Ma io non sentivo il coraggio di sottopormi e incominciai a pregare con tutte le forze del mio povero cuore S. Giovanni Bosco, perchè intercedesse per me presso il Signore e mi consolasse liberandomi dal male senza operazione. Continuai in questo stato più di lui mese, senza stancarmi di pregare e facendo quasi ogni giorno la S. Comunione, Anche il mio bambino Giovanni ha fatto parecchie novene a S. Giovanni Bosco, e nella sua ingenuità si diceva sicuro che S. Giovanni Bosco mi avrebbe fatto guarire senza bisogno di operazione. In realtà il male è scomparso ed il medico ha constatato con sorpresa l'avvenuta inesplicabile guarigione.

S. Martino delle Scale di Palermo 7 Ottobre 1934. CUSIMANO GIUSEPPINA PELLERITO.

Scongiurato pericolo. - Mi trovavo a Vercelli ove assistevo mia figlia degente in quell'ospedale, quando cominciai ad accusare dolore all'indice della mano sinistra, che alla superficie esterna presentava una protuberanza.

Sottoposta a visita medica si diagnosticò un tumore di indole maligna. Il dolore infatti non tardò ad irradiarsi per tutta la lunghezza del braccio, minacciando conseguenze peggiori. Urgeva un'operazione sull'esito della quale il dottore non si allarmava, ma faceva delle riserve, circa una possibile riproduzione del tumore.

Mi rivolsi allora col cuore in lacrime al Santo D. Giovanni Bosco promettendo di rendere pubblica la mia riconoscenza se avessi ottenuta la grazia ed il Santo mi esaudì: ogni pericolo fu scongiurato.

Confienza, 7-12-34.   STANGALINO TERESA.

Ritorna in salute. - Quando la scienza medica ebbe esaurite tutte le sue risorse ricorsi con fiducia alla intercessione potente di S. Giov. Bosco promettendo una offerta ed un pellegrinaggio a Torino, presso la sua Urna, se mi avesse ridonata la primiera salute.

Incominciai quindi una novena, seguita da una seconda, e prima che questa fosse finita sentii il benefico effetto della protezione del caro Santo.

Faenza, 26 Novembre 1934.

AVIERA VENTURELI,I.

Grazia fisica e morale. - Accanito fumatore, fui sorpreso da una tosse così insistente che dovetti ricorrere alle cure di un professore di Genova il quale in un paio di mesi me la fece scomparire. Ma avendo poi io ripreso a fumare, la tosse ritornò più forte di prima. Una mattima confesso, con un po' di mala grazia ma con grande confidenza come se discorressi con un amico, presi un'immagine di D. Bosco, che tenevo e tengo sempre in camera mia e dissi al Santo a D. Bosco! se tu mi vuoi bene, fammi smettere immediatamente di fumare! ».

Da quel momento regalai agli amici i diversi sigari che tenevo, la pipa ed i cerini e non solo non fumai più, ma non sentii più neanche il desiderio di fumare. Ormai son passati quattro anni.

Ovada, 10-10-34.

ENRICO SCORZA Exallievo di Sampierdarena.

Guarisce da nefrite acuta - Fin dal 3 novembre 1933, la signora Yvonne Floris, gravemente ed improvvisamente colpita da nefrite acuta, con gonfiore idrofico all'addome, veniva ricoverata all'ospedale, dove, visitata da parecchi specialisti, fu dichiarata guaribile con la cura dei raggi elettrici e solari a lunghi mesi di pazienza. Ma, peggiorando il male, non ostante le cure, la famiglia rattristata la fece visitare ancora da un bravissimo medico, che la dichiarava probabilmente guaribile in tre mesi. Io allora incoraggiai la sorella a ricorrere a Maria Ausiliatrice e a Don Bosco, e le procurai un'immagine con reliquia del Santo, incitandola ad incominciare la novena al SS. Sacramento apponendo sul gonfiore la reliquia stessa.

Lo fece con fede; perchè il terzo giorno della novena, il gonfiore era completamente sparito e la febbre di molto diminuita.

Gode tuttora ottima salute e, riconoscente a Gesù, a Maria Ausiliatrice ed a Don Bosco Santo, vuole pubblica la straordinaria guarigione.

Patronato Sacro Cuore, Tunisi.

M. CLANDA.

Anime riconoscenti a Maria Ausiliatrice e a San Giovanni Bosco.

La signora Tasso (Torino) per aver avuto, dopo due settimane di pena, notizie del figlio, vittima d'una disgrazia, e la forza della rassegnazione cristiana.

Parolini Masa Maria (Lanzade) per avergli salvato un bimbo di tre anni, rimasto prodigiosamente sospeso al coperchio di un profondo pozzo nero.

Gatti Elisa (La Spezia) per aver ottenuto alla vigilia della Canonizzazione di Don Bosco, senza intervento chirurgico, la liberazione da una ciste ovarica che si ripeteva dopo una prima operazione in cui le erano stati estratti ben 16 litri d'acqua.

Sandrini A. nata Fiorini (Rogno) avendo il marito sofferente di cancro alla bocca si rivolse, con una fervorosa novena di preghiere, a Maria Aus. e a S. Giovanni Bosco e fu confortata colla perfetta guarigione dell'amato consorte.

M. P. (Bordighera) coll'animo pieno di riconoscenza ringrazia Maria Aus. e Don Bosco per averla liberata da un male che poteva portarla a gravi conseguenze.

Un beneficato ingrato perchè in ritardo di quattro anni a compiere questo suo dovere ringrazia l'Aiuto dei Cristiani che si degnò concedergli la guarigione di persona cara e che ora lo chiamò al bene: umilmente chiede la grazia di perseverare.

Sardo Giovanni (Farigliano) avendo la consorte malata di tifo si rivolse, in unione ai cinque figli, al nostro caro Santo con fervorose preghiere. Dopo 40 giorni la malattia si complicò e i medici davano poche speranze di guarigione. Ricorse con maggior fiducia a Don Bosco interponendo l'intercessione di Maria Ausil. e l'ammalata si riebbe in breve tempo.

Capponi Maria (Genova) per la preservazione da grave malore di una sua bambina che, caduta su un pavimento a cera, avrebbe potuto riportare la lussazione dell'anca.

Ringrazia ancora il nostro caro Santo per aver liberato da infezione del sangue un amico di famiglia.

Casalis Elena (Barolo) per l'ottenuta guarigione di una zia, colpita da tre gravi malattie consecutive e pericolose anche per l'età avanzata.

Natale Domenico (Capistrano) per essere stato guarito come per incanto, da enterecolite mucomembranosa e da proctite.

Belli Pietro (Certosa di Genova) avendo la consorte colpita da grave infezione al braccio sinistro, causa una puntura, la feci ricoverare all'ospedale dove i dottori dichiararono il caso disperato e la sottoposero a ripetute operazioni. Provvidenzialmente una sorella dell'inferma applicò al braccio una reliquia di San Gio. Bosco e subito il male si calmò e rinacque la speranza di completa guarigione.

Pelizzoni Riccò Ida (Montecchio) avendo un nipote che dava chiari segni di vocazione sacerdotale desiderava collocarlo in qualche Istituto ove la sua vocazione potesse svilupparsi, ma non disponeva dei mezzi materiali necessari; affidò l'esito delle pratiche a San Giovanni Bosco e subito trovò due brave creature che vennero in suo soccorso sicchè il nipote potè seguire la sua vocazione. Dal novello Santo attende ancora la conversione di persona cara.

Rolfo Andrea e Maria (Vigone) per l'ottenuta guarigione della figlia Pierina da malattia mortale.

Malinverni Cavallini Enrichetta (Vercelli) per varie grazie ricevute. Ne attende altre.

Valle Luigia (Zugliano) per l'ottenuta sistemazione di un affare.

Pagliaroli Salvi Maria (Bergamo) per l'ottenuta conversione di persona cara che da vent'anni non aveva più fatto Pasqua.

Vinelli Dina ved. Armano (Torino) per aver ottenuta una grazia importantissima.

Senziani Luigi e famiglia (Riva di Solto) per aver salvata da certa morte la nipotina Maria di tre anni.

Callori Paolina (Faedo) per la guarigione del nipote Giovannino.

Monacelli Franco (Scàuri) perchè Don Bosco Santo lo assistette paternamente durante un anno concedendogli la grazia della guarigione di un braccio operato di un ascesso maligno.

Mora Bartolomeo (Rivoli) per essere stato salvato due volte da certa morte in incidenti stradali.

Stradella Teol. Pietro (Torino) per tante grazie ricevute e particolarmente per l'ottenuta guarigione da una grave indisposizione d'occhio.

Avogadro Amelia (Bergamo) perchè soffrendo di forti dolori ai piedi e non ricevendo sollievo nè dalle visite mediche nè dai rimedi ottenne dal nostro Santo notevole miglioramento, ed ora può camminare senza troppa fatica.

Paganuzzi Celestino (Salsomaggiore) ringrazia San Gio. Bosco per l'assistenza e protezione ottenuta nella sistemazione di affari e per essere riuscito a vendere a condizioni favorevoli un fondo di sua proprietà.

Lettera di Don Giulivo ai Giovani.

Un trionfo di organizzazione.

Cari amici,

Non s'è ancor spenta l'eco del XXXII Congresso Eucaristico Internazionale di Buenos Aires. Giornali e riviste hanno continuato a trasmetterci rilievi e dettagli sorprendenti e commoventi. Non tutti osano aggiudicargli un primato assoluto sui precedenti, ma lutti son concordi nell'ammettere che una funzione, fra le altre, ha avuto un successo mai prima raggiunto: quella dei fanciulli. E ne dànno giustamente lode al genio organizzatore di un umile figlio di S. Giovanni Bosco. Ho sott'occhio il numero del 5 dicembre di Etudes («Rivista cattolica d'interesse generale » che si pubblica ogni quindici giorni a Parigi) e vi leggo queste precise parole: « La Provvidenza, che sempre benedice in modo speciale i bambini, ha suscitato l'organizzatore ideale nella persona del rev. P. Borgatti, sacerdote salesiano, il quale ha saputo trovarsi a sua volta dei collaboratori d'una devozione e d'una attività singolari ». Segue una documentata descrizione che va fino ai più minuti particolari. E penso bene di sunteggiarvela, a costo di essere un po' più lungo, perchè, in questo periodo di preparazione alla S. Comunione Pasquale, voi abbiate ad apprezzare sempre meglio i grandi sforzi che fa la Chiesa per attirarvi alla SS. Eucaristia che è l'alimento soprannaturale della vita delle nostre anime. Questo di cui vi parlo fu certo il più grande raduno finora compiuto perchè ha raccolto, come sapete, alla Mensa Eucaristica ben 107.000 fanciulli. Gli stessi organizzatori eran ben lungi dal prevedere una cifra così imponente.

Eminenti personaggi del clero e del laicato argentino avevano respinto senz'altro la prima proposta d'una comunione generale di fanciulli al parco Palermo, quando si pensava di raccoglierne al massimo un trentamila. Ma D. Borgatti seppe guadagnarsi la fiducia generale con un criterio organizzativo che assicurò la più splendida riuscita. I quattro grandi viali che, convergendo al monumento centrale, dividono tutto il parco in forma di croce, gli suggerirono subito una prima divisione della massa in quattro categorie: 1) scuole e collegi maschili; 2) scuole e collegi femminili; 3) fanciulli delle parrocchie e dei centri catechistici diocesani; 4) alunni degli orfanatrofi ed istituti di beneficenza. Quattro valenti sacerdoti, che con lui facevano commissione, si assunsero rispettivamente la cura della formazione, suddivisione ed assistenza generale delle quattro grandi sezioni.

E cominciò l'opera di organizzazione: inviti alle parrocchie, associazioni, scuole, istituti, ecc. per la preparazione dei fanciulli; pratiche con autorità, enti e privati per avere i necessari mezzi di trasporto, e tutto il materiale necessario ad ospitare comodamente le migliaia di frugoli durante la funzione; scelta di personale per l'assistenza dei diversi gruppi in cui si sarebbero suddivisi categorie e sezioni, ecc... Alla geniale iniziativa rispose un fervore straordinario: le prenotazioni raggiunsero presto la cifra di 30.000, poi di 40.000, poi di 50.000, poi di 6o.000. Preti. suore, maestri e maestre, soci dell'Azione Cattolica a gara a preparare falangi di fanciulli alla solenne Comunione. Quante scene commoventi e di altissimo significato! Ne ricordiamo una sola.

Una piccina di sette anni e mezzo insisteva invano presso la Suora per aver il permesso di partecipare alla grande funzione; la Suora non la giudicava capace di sopportare il digiuno. Per tre giorni cessano le insistenze; poi la bimba corre dalla Suora con aria di trionfo e: « Madre - le grida - posso venire anch'io: ho fatto la prova ieri e ieri l'altro a star digiuna fino a mezzogiorno ed ho resistito benissimo; vede che non mi sono ammalata? ». Naturalmente l'eroismo venne premiato. Il fervore dalla città si estese ai sobborghi ed oltre. Collegi e pensionati situati a 6o km. dalla capitale chiesero di potervi condurre i loro allievi. Ma quando la Commissione raggiunse la cifra di 85.000 fu presa da un senso di prudenza e decise di chiudere le iscrizioni. Vana decisione! Alla chetichella, con mille raccomandazioni, altre migliaia ottennero l'ammissione; ed ecco la lista a 100.000... a 107.000!...

Una gran preoccupazione era quella del tempo. Tutti i bimbi della Crociata Eucaristica furono mobilitati a pregare per mesi interi, e pochi giorni prima del Congresso cessò la pioggia e apparve un sole di paradiso.

C'era la questione della divisa e dei distintivi, e fu risolta con praticità geniale, senza gravare su alcuno dei piccoli. I comunicandi avrebbero indossato la bianca divisa che nelle scuole di Argentina è obbligatoria per tutti. Pie signore prepararono tante fasce dai colori pontifici, (bianco e giallo pallido) e nazionali (bianco e bleu celeste), larghe circa 4 cm. con scritte in oro queste parole: « XXXII Congreso Eucaristico Internacional, Buenos Ayres, octubre 1934», e la divisa fu bell'e fatta! All'alba dell'11 ottobre tutto era pronto. Quattro grandi altari elevati all'incrocio dei viali per la celebrazione di quattro messe contemporanee; banchi per tutti, allineati e divisi in sezioni e gruppi ben definiti; un'alta torre di comando per Don Borgatti dominava tutto il parco. Enti, industrie e privati avevano messo a disposizione i mezzi di trasporto, sicchè in un'ora - dalle 7 alle 8 - oltre 1700 vetture, (automobili, autobus camions) dai punti più estremi della città e dei sobborghi riversarono al parco Palermo tutta quella massa di fanciulli con ordine perfetto, senza confusione, senza chiasso, senza il più piccolo incidente. Ad un cenno impartito dall'alto della torre attraverso al microfono, e diffuso dagli altoparlanti, ogni vettura raggiunse il punto fissato alla categoria ed al gruppo dei fanciulli che trasportava, ed in pochi minuti questi vennero distribuiti dagli assistenti nei banchi loro assegnati. Ogni 15 fanciulli s'era trovato un adulto per l'assistenza! Alle 8,10 tutti i 107.000 erano al loro posto e cominciò la funzione. Ai quattro altari salirono contemporaneamente gli Em.mi Signori Cardinali: Augusto Hlond, salesiano, Primate di Polonia; Verdier, Arcivescovo di Parigi; Cerejeira, Patriarca di Lisbona; Leme, Arcivescovo di Rio Janeiro, ed incominciarono la celebrazione della Santa Messa. Su ogni altare erano 6o Pissidi con 500 ostie ciascuna da consacrare. Perchè l'assistenza alla Messa fosse efficace e fervorosa, il nostro confratello dall'alto della torre annunciava e spiegava passo passo il succedersi delle cerimonie; la Radio trasmetteva ogni cosa non solo all'immensa moltitudine, ma in tutta la città ed all'estero. In ginocchio, tutti i bambini, nei loro banchi (banchi per 107.000:) seguivano devotamente pregando con fervore, nell'attesa dell'istante sublime. Spettacolo magnifico) Pareva una distesa favolosa di bianche margherite!

Appena compiuta la consacrazione, 250 sacerdoti in cotta e stola salgono ai quattro altari, ne tolgono i ciborii colle Ostie appena consacrate, e ne discendono con movimento simultaneo. A fianco di ogni sacerdote accorre un chierico in cotta sostenendo un drappo bianco ed un piattello dorato. Altri quattro chierichetti in veste rossa e cotta bianca fanno scorta d'onore ad ogni ciborio. Un purificatoio protegge dal vento le sacre particole. Ai piedi di ogni altare sono allineate una trentina di automobili: autista a capo scoperto. Su ogni macchina montano due sacerdoti coi due chierici servienti; i chierichetti di scorta salgono invece sui predellini, due per parte, tenendosi abilmente in piedi in devoto contegno. Ad un cenno, le macchine si muovono e raggiungono i settori più lontani; i sacerdoti discendono a distribuire la S. Comunione passando fra un banco e l'altro. Contemporaneamente un'altra sessantina di sacerdoti, accompagnati dal chierico serviente e scortati ciascuno da quattro chierichetti, si recano a piedi ai settori più vicini. Gli Eminentissimi all'altare distribuirono la Comunione soltanto ai seminaristi e chierici di servizio. La Comunione di quella massa di 107.000 durò 25 minuti! Appena i Cardinali ebbero finito la celebrazione della Santa Messa, dal fondo di ognuno dei quattro grandi viali ecco avanzarsi una processione di 500 fanciulli, 25o bimbi e 25o bambine, che, raggiunti lentamente e solennemente i quattro altari, passarono a deporre ciascuno un panierino contenente due piccoli pani e qualche spiga di frumento, rinnovando così graziosamente la cerimonia liturgica dell'Offerta. Nel frattempo i compagni cantavano, sincronizzati dalla Radio. Nello stesso ordine, in processione ogni fanciullo tornò poi al proprio posto. A questo punto giunse il Legato Pontificio! L'Em.mo Card. Pacelli, in vettura, fece lentamente il giro dei quattro viali benedicendo, fra le acclamazioni deliranti di quelle migliaia di frugoli, spiranti tutto l'incanto della grazia di Cristo.

Ma intanto i bambini erano ancor digiuni. Avrebbero dovuto tornarsene a casa così? Oh, il Comitato provvide anche a questo. Illustri industriali quali i Fratelli Saint offersero gratuitamente il cioccolatte e il sig. Canale i biscotti per tutti. La provvidenza giunse puntuale su due grandi vagoni-serbatoi.

Il cioccolatte, preparato nella notte, venne distribuito su 360 vetturette-thermos che in pochi minuti furono dislocate ai punti fissati per gli ampi viali. Ad ogni vetturetta erano applicati dei fusti di cartone che contenevano, in serie di venti ciascuna, altrettante tazze di carta impermeabile per un complesso di 300 servizi. Ognuna aveva pure una riserva di 300 pacchetti di biscotti, involti in carta solforizzata. Ad un segnale, i servienti vestiti di bianco scopersero i grandi thermos e, servendosi di un mestolo di metallo a due becchi paralleli, passarono a servire uno per uno i bimbi dei singoli gruppi riempiendone man mano le tazze. Colla tazza di cioccolatte ogni fanciullo riceveva un bel pacchetto di biscotti.

Alle dieci tutto era finito: 107.000 fanciulli sfollavano allegri e felici risalendo in ordine perfetto le proprie vetture.

Che ve ne pare? Un récord di velocità! Un po' diverso da quelli sportivi, ma che vale assai meglio per questa e per l'altra vita. Il fervore dei 107.000 fanciulli vi sproni a far sempre bene le vostre Comunioni ed a dare alla Comunione Pasquale tutta la vostra divozione. Pregate anche per il

vostro aff.mo D. GIuLivo.

NECROLOGIO

Salesiani defunti.

ARATO DON MAURIZIO, sac., da Buttigliera d'Asti (Alessandria), † a Lima (Perù) il 21-XII 1934 a 69 anni di età. Un veterano delle Missioni, accolto dal santo Fondatore nella famiglia salesiana e formato ad un profondo spirito religioso che ne fece un modello d'antico stampo.

BOIDO D. GIUSEPPE, sac., da Alice Bel Colle (Alessandria) † a Buenos Aires (Pio IX) il 24-XII-1934 a 87 anni di età. Anch'egli della prima scuola di San Giovanni Bosco, divenne l'apostolo dello Stato di Ushuaia, all'estremo sud della Repubblica Argentina ove tutto solo trascorse oltre 15 anni curando tante anime, fra infiniti disagi.

GUIDORENI MARIO, ch., da Gaggio Montano (Bologna), † morto a Santiago del Chile il 2-X-1934 a 21 anno di età.

ANGUILARI DAVIDE, coad., da Masone (Genova), † a Bogotà (Colombia), il 21-XI-I934 a 68 anni di età.

ARCUETA D. GIUSEPPE, sac., da Guatemala (Centro America), † a Santa Tecla (Rep. El Salvador) il 6-12-1434 a 68 anni di età.

MELOTTE D. GIUSEPPE, sac., da Walk (Belgio), † a Barranquilla (Colombia), il 6-XII-1934 a 67 anni di età.

POPOWSKI D. GIOVANNI, sac., da Goniadz (Polonia), † a Guayaquil (Equatore) il 2o-XII-1934 a 54 anni di età.

MAZO D. EMMANUELE, sac., da Valencina del Alcor (Spagna), † a Cadice (Spagna) il 24-12-1934 a 71 anno di età.

BUTZ GIOVANNI GIORGIO, ch., da Weinstetten (Germania) † a S. José dos Campos (Brasil), il 28-XII-1934 a 34 anni di età.

CORSO GIUSEPPE FIRMINO, coad., da Valenza (Venezuela) † Caracas (Venezuela) il 4-1-1935 a 35 anni di età.

DELLA BIANCA SILVIO, ch., da Bognanco (Novara) † a Piossasco (Torino) il 4-1-1935 a 23 anni di età.

Cooperatori defunti.

P. Ugo Mioni.

Si è spento improvvisamente l'8 febbraio u. s. mentre attendeva alla compilazione di una dotta « Apologia del Papato » e stava stampando un nuovo «Manuale Biblico» che avrebbero coronato il lungo e prezioso apostolato della penna da lui prediletto. Aveva 65 anni, essendo nato a Trieste il 16 agosto del 1870. Ordinato sacerdote nel 1893, trascorse la sua vita sacerdotale nel ministero e nell'insegnamento, nella sua diocesi ed in quella di Pisa, apprezzatissimo dagli allievi del Santuario e delle scuole di Religione, dal clero e dal popolo. La Chiesa l'onorò colla dignità prelatizia; ma Mons. Mioni preferì le candide lane di San Domenico per presentarsi al cospetto del Signore. E fu così che chiuse la sua vita pia e laboriosa come Terziario nel convento domenicana di Sant'Agnese in Montepulciano (Siena). Se tutto il suo ministero fu fecondo di bene, l'apostolato più provvidenziale ch'egli svolse fu indubbiamente quello della buona stampa cui dedicava, sull'esempio di Don Bosco, tante ore della notte. Diciamo sull'esempio di Don Bosco, perchè fu proprio il nostro Santo che esercitò il fascino più decisivo, in questo campo, sulla sua anima ardente, dal giorno che Ugo Mioni conobbe i Salesiani ed ancor più dal giorno in cui potè averli nella sua Trieste. E per amore di Don Bosco, col più generoso disinteresse, non solo si prodigò con affetto a favore dell'Oratorio salesiano cittadino, ma scrisse tanti preziosi volumetti che diedero alla collana delle Letture Cattoliche meraviglioso incremento. Che dire poi dei volumi di lettura amena ed educativa che uscirono dalla Libreria Salesiana, dalla SEI. e da altre tipografie? Quando i volumi ossessionanti di altri scrittori d'avventure, di spirito sfacciatamente pagano, apparvero ad insidiare la serenità della mente e la purezza del cuore della nostra gioventù, l'unico che tenne fronte, conciliando l'attrattiva dell'avventura colla nobiltà dei sentimenti cristiani, fu proprio Ugo Mioni; e questa sua gloria non si rivendicherà mai abbastanza. Aveva ancora sul tavolo dei manoscritti per le Letture Cattoliche, che i nostri lettori attendevano con ansia, quando lo sorprese la morte. E noi, che ne sentiamo vivamente la perdita, ci confortiamo nel pensiero che S. Giovanni Bosco gli avrà affrettato l'ora del premio, anche per quel senso di gratitudine ch'egli dal Paradiso deve nutrire per questo suo zelantissimo cooperatore e sostenitore di quella buona stampa che fu una delle sue più gravi preoccupazioni e delle sue industrie più geniali. Lo raccomandiamo tuttavia, proprio di gran cuore, ai suffragi dei nostri Cooperatori fra i quali la memoria del caro Padre vivrà a lungo in benedizione. I giovani soprattutto che furono oggetto delle sue cure, delle sue ansie e dei suoi sacrifici, gli dimostrino con fervide preghiere la loro gratitudine pel bene ricevuto con quel centinaio di volumi ch'egli ha scritto per loro.

DON PAOLO MOLINARI. - Da 46 anni parroco di S. Quirico di Albareto (Borgo Val di Taro), è spirato santamente nel giorno natalizio di Don Bosco, 31 gennaio, quasi chiamato dal Santo ch'egli venerava con particolarissima divozione e del quale seguiva lo spirito sacerdotale, prodigandosi a vantaggio delle anime alle sue cure affidate, da vero cooperatore salesiano.

TIZZANI TERESA ved. RIBALDONE. - Da S. Salvatore Monf. † a Torino il 10-XI-1934. Fervente cooperatrice, educò la famiglia all'amore di Don Bosco, lieta di offrire una figliuola all'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

MAGGI MADDALENA ved. MERLO. -† a Biella ad 8o anni di età. Madre del Direttore della nostra casa di Tolentino, passò tutta la sua vita nella cura e nella cristiana educazione della famiglia cui seppe ispirare l'amore a Don Bosco e lo zelo per le Opere salesiane.

DE GODENZ FORTUNATO. - † a Tesero di Fiemme (Trento) ad 83 anni. La sua lunga vita trascorse tutta nella cura della famiglia e nell'esercizio della carità che ebbe predilezioni per le Opere salesiane.

Altri Cooperatori defunti:

ABATE Don GIOVANNI, Marsala (Trapani) - ALBASINI FLORIDO ANGELINA, Verona. - ALLIEVI ANGELA, Milano. - AMBROSi EUGENIA ved. SIGNORINI, Soave (Verona). - ANNONI DEMETRIO, Busseto (Parma). - ANZALLO EPIFANIA, Pietraperzia (Enna). - BARAZZONI Don GIOVANNI, Mia sino (Novara). - BARBAGGINI FEDERICO, Legnango (Verona). - BARUFFALDI GIUSEPPE, Cortabbio (Como). - BASILE FRANCESCO, Locorotondo (Bari). - BASSO PAOLINA, Cuneo. - BENDOTTI MARIA, VilMaggiore Scalve (Bergamo). - BERTOLINI VITTORIO, Roma. - BoCCARDO GIUSEPPINA, Carignano (Torino). - BONILLI Mons. PIETRO, Spoleto (Perugia). - BOTARELLI ANTONIO, Bolsena (Roma) - BRONDOLO ELENA SACCO, Vesime (Aless.). - BURIGANA GIOVANNI, Vigonovo di Udine (Udine). - CALABRIA BERNARDO, Caixias (Brasile). - CALVI C.ssa ANTONIETTA, S. Martino Sinzano (Parma). - CAMPION GIOVANNI, Breda di Piave (Treviso). - CAPPA LUCIA, Torino. - CASTELLETTI CARLO, Solbiate Olona (Milano). - CAVALLERO PIERINA, Cavallermaggiore (Cuneo). - CELLAI EZIO, Greve (Firenze). - CENTOZE FANNY, Perugia. - CICCARELLI Mons. GIUSEPPE, Ca' di David (Verona). - CLAUSER MITRIDATE, Romallo (Trento). - COLOMBO GIUSEPPE, Asso (Como). - CORAZZI GUSTAVO, Firenze. - CORDONATTO ANGELA, Almese (Torino). - CORONA VITTORIO, fu Costantino. - CORRADINI ANGELA, Gazzolo degli Ippoliti (Mantova). - COSTAMAGNA ANTONIETTA, Fossano (Cuneo). - CREMONESE ELISA, Orgiano (Vicenza). - CUCCHI GIUSEPPINA, Legnano (Milano). - CUCCHINI ANTONIA, Cividate Camuno (Brescia). - CUNEO Dott. Prof. Cav. FILIPPO, Savona. - CURTI FEDERICO, Sampierdarena (Genova). - DEFILIPPI MARIA,ved. CAPPO, S. Giusto Canavese (Aosta). - DE GODENZ FORTUNATO, Tesero (Trento). - DE TOMA NICOLA, Udine. - DI GLORIA ROSINA, Pietraperzia (Enna). - DE MARIA GIOCONDA, n. BRENTINI (Londra). - LULA ADELE, Cuneo. - FALDA CATERINA, Albettone (Vicenza). - FESTI BENIAMINO, Fiavè (Trento). - FIORENZO CATTERINA, Castano I. (Milano). - FIORIS ELISA, Isili (Nuoro). - GAMALERO NICOLA, Cassine (Aless.). - GANDOLFO CATERINA, San Cipirello (Palermo). - GARANI ROSA, S. Pietro in Casale (Bologna). - GENS BATTISTA, Brusson (Aosta). - GIANOLA FRANCESCA Bissone (Svizzera-Ticino). - GIBELLo ERMENEGILDA, Pettinengo (Vercelli). - GILARDI GIUSEPPINA, Valgreghentino (Como). - GIOTTO MAURIZIO, Chieri ('l'orino). - GRASSI ADELE, Cerreto Grue (Aless.). - GRISOTTI Don GIUSEPPE, La Morra (Cuneo). - LANZETTI GIOVANNI, Carmagnola (Torino). - LUMINI MOnS. ERNESTO, Orio Litta (Milano). - MARASCHIN TERESA, Albettone (Vicenza) - MARTINO MARGHERITA ved. VERRA, Carmagnola (Torino). - MATTEI ROSA, Mercatino Marecchia (Pesaro Urbino). - MAZZINI ANGELA, Borgo S. Siro (Pavia). - MAZZONZELLI MARGHERITA Oleggio (Novara). - MENCHI RAFFAELE, Greve (Firenze). - MONTEVERDE EUGENIA, Cavi (Genova). - MORELLI Mons. VINCENZO, Taranto. - MOROSINI SABINA, Corubbio (Lucca). - MOROSINI TERESA, Roma. - PAGLIASSOTTI GIUSEPPE, Bosconero (Torino). - PASCOLO FRANCESCO, Colleredo di M. A. (Udine). - PASQUALINI Dott. GIACOMO, Casajon Veronese (Verona). - PATIL MENELE, Brez (Trento). - PENNACCHI MADDALENA, Pieve di Cairo (Pavia). - PIANI CONTI ELVIRA, Lugo (Ravenna). - POGGI MARINA, Novara. - POLACCO Don Gio. BATTA, Isola Vicentina (Vicenza). - POLLINI TERESINA, Lago (Ravenna). - QUARTERO Can. LODOVico, Lu Monf. (Aless.). - RAVOTTI MODESTA, BagnasCO (Cuneo). - RENZI ORESTE, Figline Valdarno (Firenze). - REVELLO BARTOLOMEO, Trucchi (Cuneo). - RIMOLDI BATTISTA, Sacconago (Varese). - RINDONE FRANCESCA, Pietraperzia (Enna). - RIZZINI VALENTINI ROSA, Villa Cogozzo (Brescia). - ROCCA LUCIA, Montescaglioso (Matera). - RUBINI D. ANTONIO, Capaccio (Salerno). - SCHIAVETTA CATERINA E REGINA, Comntessaggio (Mantova). - SELVA GIUSEPPINA, Cortabbio (Come). - SIMONDI TERESA, Fossano (Cuneo). - SISTO SABINA ved. ROGNA, Mirabello Monf. (Aless.). - SUCHET CLELIA, Roma. - TABASSO CAROLINA, Chieri (Torino). - THOUx GIUSEPPINA, Verrès (Aosta). - TRAVAGLIO Cav. GIUSEPPE, Fossano (Cuneo). - VANONI CECILIA, Sesto Calende (Varese). - VANONI GIUSEPPINA, Sesto Calende (Varese). - VANZETTA MARIATTo FRANCESCO, Ziano (Trento). - VIANELLO DIONISIO, Venezia. - VIETTI MARGHERITA Lanzo Torin. (Torino). - VITELLA LUIGIA, SantorSO (Vicenza). - ZORZI GIOACHINO, Ziano (Trento). - ZoTTA LUISA, Pietragalla (Potenza). - ZUNINO ved. MARIA, S. Pietra d'Olba (Savona).

Anime riconoscenti a Maria Ausiliatrice e a San Giovannni Bosco.

Ci hanno segnalato grazie ottenute per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice o di S. G. Bosco, e alcuni hanno anche inviato offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre Opere di D. Bosco, i seguenti:

Abate Daga Gemma, Abba Lucia, Agnetis Appollonia, Aimoboot Rosalia, Allais Costanza, Ambrosiani Antonietta, Andaloro Maria, Angiolini Maria, Antonini Brugnoli Maria, Antonini Teresa, A. R., Audenino Francesco.

Baggio Augusta, Baldi Gaudenzio, Barrino Maria, Barbera. Barbero Lucia, Bassignana Nina, Basso Lucia, Bazzini Nina Benetti Genolini Andina Anna Maria, Berardi Bestelli Ida, Berardis Dott. Giuseppe, Bernardinelli Amelia, Biasoli Emma ved. Pippa, Bindi fama, Bisio Stefano, Boarino Parroco Antonio, Boffano Marianna, Bogani Erminia, Beni Clara, Borelli Letizia, Borgatello Giuseppe, Boschini Primo, Botta Bibiana, Bottino fam.a, Brega Annetta.

Cabras Tarantini Nina, Caccioli Agostina, Capretto Ettore, Casati Lazzaroni Ida, Castagno Caterina, Castello Caterina, Celoria Pierino, Cerrutti Anna, Chionio Trotti Laura, Colombini Carmela, Concari Celestina, Conti Lucia, Conzano Gobbi Emma, Corradi Elvira, Cortona Ramolini Erminia, Cresta Clara Crosetti Ludovica.

Degiorgi Pierina, De Giusti Angela, Demo Conz Elvira, De Orsola Marianna, De Septis Nina, Dogliani, D. P. di Torino.

Faluschi Celene, Ferrero Teresa, Foglizzo Anna, Frola Casabianca Luigina.

G. A. di Torino, Gallino Maria, Garino Lucia, Gattiglia Maurizio, Gavarino Luisa, Gelli Guidotti Viola, Gennaro Ferlandi Concetta, Giachino Annetta, Giannetti Emilia, Giletta Beraldo Margherita, Grisaldi Carlotta, Gritti Gasperoni Eugenia, Grosso Maria, Grosso Teresa e Giovanna, Guidi Virginia, Gullino Angela.

Illengo Olimpia, Ivaldi Luigi.

Lanzi Attilio, Lazier Giustina, Locatelli Giulia, Lonardi Ida.

Maducchi Margherita, Maffi suor Antonietta, Mandato Assunta, Mantelli Fiorenzo, Marchetti Domenica, Margara Luigina, Martina Lorenzo, Mazzucchi Don Matteo, Miccoli Tino, Milanesio Maria, Molino Sergio, Monaco, Mondino, Montefinale Nina, Morando Letizia, Moron? Amelia, Mosca Angelo, Motta, Mottarolo Antonio, Mura Matilde.

N. E. di Chivasso, N. N. di Genova, Nobile Rag. Cosimo, Novarino Giuseppe.

Olivero Domenico, Ortolani Amelia.

Pastore Valentina, Riccinelli Ivo, Pier Ugo e Mamma, Piero e Giustina, Pineider Lina, Porta Carla, Prioris Prassede, Properzi Angelina.

Quetto A.

Rainero Onorina, Regazio Virginia, Rizzetti, Roffinella Teresa, Rosso Giovanni, Rotondi Giovanni, R. T.

Sacco Giovanna Sala, Guido, Sala Rosa, Santi Ida, Santuz Antonio e Maria, Saracco Giuseppe, Scavino Clara (catena oro), Silvestri Augusto, Silvestri Galli Emma Simoncini, Erminia Strona Maria.

Tait Giuseppe, Tamborini Giuseppina, Tavella Renato, Todaro Canonico Salvatore, Tona Rosa, Topini Maria, Trebaldi Giuseppe, Tresoldi Daliani Elisa, Trivero Margherita.

Vaja Sac. Giuseppe, Valmacchino Amalia e Clorinda, V. G., Villa Luigi, Vogt Don Felice.

Zanchetti Gesuina, Zanetti Annunziata, Zanon Cerruti Jolanda Zuina Angiolina ved. Marola.

In fiduciosa attesa.

Raccomandiamo caldamente alle preghiere di tutti i nostri Cooperatori, le seguenti persone e le loro particolari intenzioni:

Alberto Natalina (paio orecchini), Ansaldi, Baccio, Barioglio Angelo, Bava, Bertino Pietro, Boccassino, Boggio Rita, Borga Carla, Borgna Leontina (oggetti oro), Bosio Regina, Della Torre Andrea, Delleani Lorenzo, Demichelis Carlo fu Luigi, Ferraris Felicina, Filippello, Forti Adolfo, Giago, Guastelli F. B., Massa, Mazzola Maria, Miglietti, Negronida, N.N. (oggetti oro), Panizza, Pegoraro Luigia, Pezzotto Ernesta, Prato, Rabotti Cap.no, Riguzzi Carlo, Sammartino Maria, Sansoè Maria, Sciano Francesca e fam., Tori Anna M., Una devota di San Gio. Bosco. Vaselli Maria V. C. di Netro.

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori che, confessati e comunicati, visiteranno una chiesa o pubblica cappella pregando secondo l'intenzione del Sommo Pontefice (i Religiosi e le Religiose, la loro cappella privata) possono acquistare l'indulgenza plenaria:

Ogni mese:

1) In un giorno del mese a loro scelta.

2) Il giorno in cui fanno l'Esercizio di Buona Morte. 3) Il giorno in cui partecipano alla Conferenza mensile salesiana.

Nel mese di Aprile anche:

I) Il giorno 14: Domenica delle Palme. 2) Il giorno 21: Pasqua di Risurrezione.