BS 1930s|1931|Bollettino Salesiano Maggio 1931

Anno LV.   1° MAGGIO 1931 (IX) .   Numero 5.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

SOMMARIO: Pel Mese di Maria Ausiliatrice. --- Il "voto" di un Padre Benedettino. - L'incomparabile fascino del volto di Gesù nella Santa Sindone. - Un ricordo personale. - S. Em, il Card. Pietro Maffi. - La Crociata Missionaria. - Dalle nostre Missioni: Lettera di cinque Vescovi cinesi al Cardinale Van Rossum. - Da Shiu Chow a Lin Chow. - Speranze e delusioni nel Krishnagar. - I Salesiani a Bombay. -Grazie del B. D. Bosco. - Culto e Grazie di Maria Ausiliatrice. - Notizie di Famiglia. - Necrologio.

Pel Mese di Maria Ausiliatrice

Il mese che dal 23 aprile al 24 maggio suole essere dedicato a Maria Ausiliatrice, è incominciato nel Santuario-Basilica di Torino con la massima solennità. La festa del Beato Don Bosco (26 Aprile) va rivelandosi sempre più una propizia occasione per infervorare gli animi; fedeli e disporli ad un più fervido slancio di amore per la Madre celeste. Mattino e sera (1) è sempre consolante il numero di devoti che intervengono alle sacre funzioni, com'è consolante il numero considerevolmente elevato di sante Comunioni rispettivamente agli altri mesi.

Sia dunque benedetta la Madonna che attraverso vigorosi risvegli di fede dispone le anime alle attrattive delle sue misericordie per avviarle ai trionfi di grazia che sono nei suoi disegni. Perchè questa consolante devozione raggiunga il suo scopo e frutti le desiderate benedizioni a quanti la coltivano, ci sembrano essenzialissime le disposizioni tanto raccomandate dal Beato D. Bosco.

Tutti i Cooperatori Salesiani conoscono ormai la famosa Novena a Maria Ausiliatrice che il Beato a prezzo di meravigliosi prodigi diffuse nel mondo, come mezzo assai facile per avere le grazie desiderate dalla Madonna. Riflettiamo alle brevi e sapienti norme che egli ha tracciato in quest'atto di devozione verso Maria Ausiliatrice.

Accanto alle preghiera rivolta alla Madonna, vi troviamo la preghiera a Gesù Sacramentato, quasi a ricordarci che ogni grazia, che noi chiediamo all'intercessione di Maria, ci vien concessa da Gesù; e che è sommamente utile, nel momento in cui s'invoca la Madonna, dimostrarle la fede e l'amore che noi abbiamo nel suo Figliuolo divino. Fede e amore che il Beato Don Bosco non limitava solo alla breve espressione di una fugace preghiera, ma incarnava nell'atto augusto di religione, inculcando di accostarsi ai Ss. Sacramenti.

Meditiamo su questa norma del Beato e ci parrà ovvio pensare che in un'anima veramente devota di Maria non deve dominare già la schiavitù del peccato, ma la disposizione di grazia; e ciò perchè l'anima si renda accetta alla Madre di purezza e conferisca alle proprie preghiere la più alta efficacia.

Il primo prezioso suggerimento adunque che il Beato dava per ottenere grazie da Maria SS.ma ci mette innanzi la più essenziale disposizione per avere su tutti noi la protezione della Vergine in questo suo mese: essere lontani da ogni peccato e serbare in noi gelosamente la grazia divina

Ma un secondo suggerimento dà pure il Beato in unione col primo: ed è di renderci propizia la Madonna con un'opera di carità: « fare un'offerta - egli dice - secondo le proprie forze », preferibilmente per le opere che Maria Ausiliatrice ha suscitate. Se alcuno a primo aspetto giudicasse che vogliamo sfruttare un'occasione per far dell'interesse, sbaglierebbe. I lettori del Bollettino possono trovare nella rubrica delle « Grazie » la conferma alle parole del Beato: tanti devoti confessano di aver visto seguire alle loro preghiere la grazia desiderata appena formulata la promessa di un'offerta o pel Santuario, o per le Missioni, o per altra opera buona. La carità obbliga anche i Santi: un'opera di carità congiunta alla preghiera agisce sempre efficacemente sul cuore di Maria.

Il Beato Don Bosco indicava giustamente nelle opere di carità un mezzo sicuro per ottenere le grazie della Madonna: e ci piace aggiungere che è pure questa l'ispirazione più comune che Maria SS. dà in questo mese alle anime devote perché, accogliendola e traducendola in atto, si facciano un merito che le renda degne delle sue benedizioni. D'altra parte è anche un bisogno del cuore umano provare l'amore con fatti ed opere che tornino di gradimento. Nella scelta pertanto di ciò che si può compiere per onorare la Madre di Dio non si ha da essere imbrogliati, poiché tutte le opere di fiorita carità, oltreché un aspetto simpaticissimo, hanno uno special valore presso Dio e la sua Madre.

Per non essere prolissi accenneremo, per esempio, alle contribuzioni ai restauri, al rifornimento di suppellettili sacre pel Santuario di M. A., allo sviluppo sempre più splendido dette pie funzioni e alle opere svariate che sono a carico del Santuario stesso (l'assistenza delle famiglie bisognose, dei malati, ecc.), all'educazione degli orfanelli nell'attiguo Oratorio, alle vocazioni ecclesiastiche, religiose e missionarie, alle missioni, ecc. Queste sono tutte opere veramente salesiane, ispirate a Don Bosco dalla Vergine Ausiliatrice, e seguono ormai una rotta costante: nascono nella povertà, si svolgono e si mantengono con la carità dei buoni: e questi pensa a suscitarli dappertutto la Celeste Protettrice. Chi dei nostri Cooperatori e devoti di M. A. non si sentirebbe onorato di essere nelle mani, della Madonna uno strumento adatto   per aiutare e propagare le opere sue? E l'onore diventa fortuna. perché, secondo l'affermazione di Don Bosco, è caparra di benedizioni assai più generose che Maria Ausiliatrice darà in premio

(1) Il Mese ha una triplice predicazione quotidiana, egregiamente tenuta col seguente orario: Ore 6,30: Prof. DON LUIGI NANO, Salesiano Ore 17: Padre RAIMONDO, Cappuccino Ore 2o: Teol. FINO Comm. GIOCONDO.

Il " voto " di un Padre Benedettino.

D. Fausto M. Mezza ha pubblicato sull'importantissima Rivista Mariana Mater Dei (1), udita dalla Libreria Emiliana di Venezia, un dotto articolo su L'Azione Cattolica nella luce di Maria: doto aver esposto in lucida forma quanto sia efficace l'educazione mariana all'Azione Cattolica, viene a formulare il voto che qui riproduciamo, sicuro che esso tornerà assai gradito a tutti i devoti di Maria Ausiliatrice.

Auxilium Christianorum.

Penso ai fasti di questo bel titolo di Maria. Dalle vittorie che la Vergine SS. impetrò alle armi cristiane contro i Turchi, nel XVII e XVIII secolo, sino alla visibile protezione che Ella largì al Pontificato Romano ed a tutta la Chiesa nelle sacrileghe gesta napoleoniche, è tutta una serie di portentosi interventi di Maria nella storia della cristianità, che meritamente l'ha salutata col titolo di Aiuto dei Cristiani. Anzi Pio VII, liberato appena dalla lunga prigionia francese, istituì appunto sotto tal titolo una festa mariana. Nè a caso il Beato D. Bosco scelse proprio questo titolo per la chiesa madre salesiana. D. Bosco non era già l'uomo di agire a casaccio: meno che mai in cosa che riguardava la Madonna. E dovè vincere non poche difficoltà al riguardo, da parte degli stessi protettori e benefattori delle sue opere; ai quali quel titolo di Ausiliatrice sembrava troppo pietista e grettamente chiesastico. Ma D. Bosco tenne duro, perchè sapeva bene ciò che faceva. L 'Istituto Salesiano nasceva in tempi di funesti dissidii politico-religiosi, di apostasie clamorose dei pubblici poteri, e di avanzata massonica in grande stile. Il santo fondatore volle che la sua Madonna, la Madre e Protettrice dei suoi figli e delle sue opere, avesse un titolo epico, anzi battagliero, e scelse Auxilium Christianorum.

A me sembra che questo bel titolo, che col prodigioso sviluppo delle opere salesiane, è già divenuto così popolare in tutto il mondo, potrebbe essere assunto dall'Azione Cattolica come espressione specifica della sua devozione a Maria. È un voto il mio, che mi sta a cuore da molto tempo, e che mi piace di esporre qui, in fine di questi miei pochi pensieri sui particolari legami che stringono l'Azione Cattolica alla SS. Vergine. Oggi non è più il tempo delle crociate e delle lotte cruenti contro l'islamismo, che in altri secoli fu la spada di Damocle per la civiltà cristiana. Oggi il nemico non è più la barbarie saracena o il fanatismo arabo; ma è un nemico raffinato, seducente, socievole; è lo spirito del mondo, oggi più che mai impregnato di miasmi di tutte le umane perversioni; é la dilagante e imperante corruzione dei costumi, che rende pensierosi ed inquieti i reggitori della pubblica cosa; è la cultura anticristiana, che, attraverso il giornale, il libro, il teatro, il cinematografo e cento altri mezzi di diffusione, penetra dovunque, come il pulviscolo atmosferico. In somma la guerra c'è ed è implacabile; il nemico c'è ed è terribile; il campo di battaglia c'è ed è vasto quanto il mondo.

Ed ecco l'Azione Cattolica, la bella armata della Chiesa, con le sue varie articolazioni ed i suoi specializzati reparti, con i suoi programmi dettati dalla suprema Autorità della terra, con le sue sezioni minori, pulsanti di vita e di speranze, ecco l'esercito di Dio pronto a tutte le audacie ed a tutti gli eroismi. Non viene spontanea l'idea di dare a quest'armata di Cristo Re, votata a tanti rischi, circondata da tante insidie, combattuta in fondo non dal mondo soltanto e dagli uomini, ma da Satana e dalle potestà delle tenebre, la stessa celeste Patrona che ebbero già le antiche armate cristiane, e con lo stesso titolo che quelle la invocarono? Sì, parta da queste pagine per la prima volta il supplice grido, che vorremmo presto sentir echeggiare dovunque tra le file dei cattolici militanti: O Maria, Aiuto dei cristiani, proteggi l'Azione Cattolica!

D. FAUSTo M. MEZZA

O. S. B.

(1) La simpatica rivista bimestrale Mater Dei, che si è fatta sprone ed eco del movimento per la celebrazione del XV centenario di Efeso, è entrata nel suo terzo anno di vita, che coincide con l'anno commemorativo.
Di grande formato, ricca di notevoli scritti, corredata di bellissime illustrazioni e di tavole a colori, stampata su ottima carta, reca in ogni fascicolo una interessante Cronaca Mariana e specialmente l'eco della stampa cattolica riguardante la celebrazione efesina.
La rivista è anche indicatissima come lettura per le famiglie cristiane. Edita dalla « Piccola Opera della Divina Provvidenza » (D. Orione), i profitti ne saranno interamente devoluti a favore dell'Istituto per le Missioni Estere.
Amministrazione: Libreria « Emiliana » Editrice Venezia, Abbonamento: L. 35 - Estero: L. 70. Un fascicolo separato: L. 7.

L'incomparabile fascino del volto di Gesù nella Santa Sindone.

Rimpiangiamo la morte del nostro dotto confratello D. Natale Noguier De Malijay, avvenuta il 21 dicembre scorso. Da vent'anni si era fatto ardente apostolo dell'autenticità della Sindone, che aveva potuto di soppiatto fotografare nell'ultima ostensione del 1898, ottenendone un modesto cliche, riuscito a perfezione, gli servì di punto di partenza per una lunga serie di studi. Aveva desiderato tanto l'occasione nella speranza di poter stabilire su basi scientifiche la sua tesi favorita, e nell'imminenza dell'avvenimento già si era accaparrato a Parigi i migliori fotografi e aveva scambiato corrispondenza con la Casa Reale per ottenere le necessarie autorizzazioni. Anzi passando anni fa per Torino, aveva sollecitato direttamente l'alto favore di S. A. il Principe Ereditario e attendeva con ansia la nomina del novello Arcivescovo... La morte lo colpì, a due passi dal raggiungimento del suo grande sogno.

Mentre auguriamo miglior fortuna agli studiosi che raccoglieranno la sua fatica e perseguiranno il suo nobile intento, ci piace offrire ai Cooperatori, che verranno in pio pellegrinaggio alla preziosa reliquia, alcuni interessanti rilievi (1), or ora pubblicati dal nostro D. TONELLI del Liceo Valsalice, che sono un esame oggettivo della Sindone nei documenti fotografici, fatti nel 1898 dal Comm. Pia, durante l'ultima ostensione.

Le macchie della Sindone.

La Sindone di Torino è un lenzuolo di lino, di un sol pezzo, lungo in. 4,36 e largo m. 1,1o che presenta delle macchie di diversa origine e di diverso significato. Su due linee nere, formate da lino semicarbonizzato e decorrenti parallelamente ai lati, vi sono otto bruciature nere, disposte simmetricamente.

Sono i segni che lasciò l'incendio che si sviluppò nel coro e nella sacristia della Santa Cappella di Chambéry la notte su Santa Barbara - 4 dicembre - del 1532. Una goccia d'argento fuso, proveniente da un fianco della cassa d'argento, cadde in un punto del lenzuolo che era là piegato due volte a doppio per il lungo: di traverso poi era piegato due volte a doppio e una terza in tre parti. La goccia diede le otto bruciature più gravi, simmetricamente disposte in due linee parallele, e i quattro fori simmetrici che si trovano a metà del lenzuolo: l'irradiazione dell'argento incandescente produsse pure le due righe carboniose.

In ogni macchia nera spiccano due triangoli di lino bianco: sono le rappezzature che le Clarisse di Chambéry eseguirono dal 16 aprile a maggio del 1534 usando tele di corporali. Queste macchie nere sono le più visibili e distraggono dall'osservazione di due deboli immagini, una ventrale, l'altra dorsale, d'un corpo umano in grandezza naturale allineate nel mezzi del lenzuolo. Sono appaiate per il capo. Rappresentano il capo di Gesù morto e deposto nel sepolcro.

Vi sono inoltre cinque macchie lineari forma di losanga disposte sull'asse delle immagini. Esse furono causate dall'acqua usata nell'incendio del 1532 per raffreddare la cassa d'argento incandescente e per poter estrarre la reliquia che rimase tutta inzuppata d'acqua tranne che in un angolo, in cui si formarono le macchie.

L'azione dell'acqua sul colore delle immagini - osserva l'autore dello studio - dimostra che non si tratta di colore a tempera chè coll'acqua sarebbe andato distrutto; che una parte del colore è assolutamente insolubile perchè le immagini bagnate s! conservano inalterabili, anzi vivificate; che una parte però è solubile in acqua e se ne ha la prova nella tinta più intensa al limite di separazione fra la parte asciutta e bagnata, che, ripetuta simmetricamente dalle piegature, ha prodotto le losanghe. E avanza l'ipotesi che il colore sia prodotto dall'aloe. L'aloe ha appunto queste due proprietà.

E formato da due materie coloranti, l'aloetina e l'aloina che sono nell'aloe largamente usato dagli Ebrei e dagli orientali per la conservazione delle salme. L'aloetina reagisce con l'ammoniaca gassosa e forma una materia colorante insolubile in acqua, che colora quindi indelebilmente il tessuto, a cui fortemente aderisce con la forma di macchiette circolari. Il colore - quando il tessuto è asciutto - è rosso bruno scuro, quasi di sangue coagulato; ma, quando il tessuto viene bagnato, le macchiette circolari si vivificano fortemente e divengono di un colore rosso scuro, assai intenso; perciò l'acqua, su di una tela, tinta col composto d'aloe e ammoniaca, non ha l'effetto di cancellare il colore, ma di vivificarlo notevolmente. È quindi probabile che l'intensità delle immagini della Sindone possa subire delle variazioni a seconda dello stato igrometrico del lenzuolo.

L'aloina, invece, rimane solubile nell'acqua. Quindi, se il tessuto viene bagnato in una parte, resta anche tinto uniformemente in giallo bruno dall'aloina, trasportata in soluzione dall'acqua: così si forma una linea più intensamente colorita al margine di separazione fra la parte bagnata e la parte asciutta del tessuto.

Il modo con cui ora è conservata la Sindone (arrotolata con l'immagine all'interno su di un cilindro) ha prodotto alcune pieghe trasversali o leggermente inclinate che la tensione di un telaio di legno non fece scomparire. Le ombre che esse produssero per la violenta illuminazione di due fari elettrici, sono riprodotte da righe nere, appuntite alle estremità e più o meno trasversali al lenzuolo. Alcune macchie bianche sono sparse qua e là. Hanno la forma di granelli e di frammenti di cordoncino e di setole. Queste macchie non si possono spiegare come un'opera pittorica, ma solo come impurità commiste all'aloe usato nella sepoltura.

I caratteri delle immagini.

Ecco come si deve supporre avvenuta la sepoltura di Gesù per ottenere delle impronte come quelle della Sindone. Il lenzuolo venne steso sul suolo del Sepolcro. Su di esso venne disteso il corpo con i piedi vicini ad un'estremità: l'altra metà del lenzuolo fu ripiegata sopra.

L'impronta riproduce alla sinistra ciò che nel corpo è alla destra, perchè l'impronta e corpo sono fra loro simmetrici.

Le due figure della Sindone:

Sono monocrome, cioè d'un sol colore. Le parti più chiare sono senza colore; le parti scure sono forniate da macchiette circolari scure più o meno stipate a seconda dell'intensità. Dunque l'unico colore ha una distribuzione granulare.

sono così granulari tutte le parti delle figure, anche le ferite e le macchie di sangue. La tinta della granulazione è rosso-scuro simile al colore del sangue coagulato; perciò la maggior parte di coloro che descrissero la Sindone parlarono di figure fatte dal sangue. Ma non si scorge traccia di un colpo di pennello o di tratteggio o d'altra tecnica pittorica.

Le immagini riproducono l'anatomia umana con mirabile esattezza. Le proporzioni delle due immagini, anteriore e posteriore, e delle loro parti sono le proporzioni naturali.

Le due immagini portano impressi, con la sincerità e la verità usate dalla natura, tutti i segni della Passione e della morte di Gesù: gli insulti e le percosse della sbirraglia (tumefazione del naso, enfiagione della gota destra, contusione dello zigomo sinistro), le macchie di sangue sulla fronte e sulla nuca, prodotte dalla corona di spine, la ferita della mano sinistra, quelle dei piedi e del costato, nonchè la larga contusione sulla spalla destra della figura posteriore prodotta dal peso della croce e le lividure della flagellazione. Queste sono sparse su tutto il corpo, più numerose e più distinte nella regione dorsale. Esse risultano prodotte dal flagrum, lo strumento di supplizio usato dai Romani, formato da un manico con parecchie funicelle alle cui estremità erano legati dei noduli di legno o di metallo.

Dopo aver considerato con compassione il dolore fisico di questa tortura, osserviamo la verità delle vestige del flagrum. Nel susseguirsi dei colpi, solo il caso stabiliva la direzione secondo cui i noduli giungevano sul corpo di Gesù: di piatto, di sbieco, perpendicolarmente: di qui la varietà delle forme delle lividure e nello stesso tempo l'uguaglianza delle dimensioni corrispondenti. Abbiamo la sensazione d'essere in presenza di una vera flagellazione; non di una riproduzione artefatta! Quando i nodi colpivano di piatto le carni divine, v'impressero la loro forma, che è quella dei manubrii usati nella ginnastica e corrisponde perfettamente alla forma del flagrum romano. La distribuzione delle lividure permette di stabilire la posizione dei due flagellatori (o le due posizioni successive del flagellatore). Il numero (circa 80) e la disposizione (spesso a due a due) ci fa arguire che furono inflitti a Gesù i 4o colpi legali e che il flagrum era a due funicelle.

La ferita della mano sinistra, dalla parte del dorso, è nettamente sul pugnetto contro tutte le tradizioni pittoriche, eccetto i crocifissi del Van Dyck del palazzo reale di Genova e della R. Accademia di Venezia, che hanno il chiodo infisso nel pugnetto, forse perche il pittore n'ebbe l'idea da qualche copia della Sindone. I carnefici romani, assai pratici del loro mestiere, che avevano crocifisso chi sa quanta gente, sapevano che questo era il modo di crocifiggere « a regola d'arte »: il chiodo infisso nel palmo poteva lacerare i tessuti.

Sulla regione toracica e ventrale si intravedono le ondulazioni che faceva il lenzuolo abbandonato al peso e alla rigidità della Salma. Le parti rappresentate sono tanto più intense e di tinta più scura quanto più sono sporgenti nel corpo: il naso, gli zigomi, le arcate orbitarie, il labbro inferiore, le braccia, le scapole, le coscie, le masse glutee, i polpacci. I capelli e la barba sono in tinta oscura, non per il loro colore, ma per la loro vicinanza al lenzuolo. L'immagine della Sindone è un negativo esatto.

Dopo una spiegazione pratico-scientifica delle caratteristiche delle immagini positive e negative, il valente autore osserva che, scientificamente parlando, anche quelle della Sindone hanno le due inversioni dei negativi: hanno l'inversione di posizione perchè sono impronte ed hanno anche inversioni delle tonalità e delle luci.

Come tutte le immagini negative anche quelle della Sindone sono irreali e grottesche; ciò appare specialmente nel volto. Le immagini non sono limitate da un contorno netto - che noi siamo soliti a vedere e a richiedere in tutte le figure - ma sfumano ai margini e lasciano il corpo indefinito; questo carattere stranissimo influisce notevolmente a rendere poco distinte le figure della Sindone. Si distinguono meglio, perchè più intense, le impronte delle ferite del costato, della mano sinistra, dei piedi e tutte le macchie di sangue: s'intravedono ad occhio nudo le lividure della flagellazione. A una vista commovente! Ma l'occhio, dopo uno sguardo sommario e generale d'orientazione, corre subito al volto di Gesù. Quale delusione! L'occhio trova bensì gli elementi di una faccia umana incorniciata dai lunghi capelli spioventi sulle spalle e irrigiditi dal sudore; distingue la barba, i baffi, il naso, gli occhi, la fronte rigata da un rivolo di sangue; ma tutto ciò è espresso in un modo strano, indecifrabile, irreale

Anche il P. Segneri notò questo elemento di bruttezza nella preziosa reliquia nel Panegirico XX in onore della Santa Sindone, detto a Torino nel 1663 e da lui con enfasi efficace intitolato La difformità che innamora. La prova più rassicurante che le immagini della Sindone sono negative fu data dalla fotografia che fu fatta nel 1898 dal Comm. Pia: nel suo negativo si manifestò un'inattesa figura positiva.

Il fascino del volto di Gesù.

Se si tiene conto solo del modellamento e del rilievo del corpo l'immagine della Sindone non è soltanto un negativo, ma un negativo di meravigliosa esattezza, senza sproporzioni, senza deformazioni e con giuste mezzetinte, per modo che - rovesciato dal processo fotografico - dà sul lenzuolo nero (negativo) una figura d'uomo positiva, esatta, proporzionata, dotata d'un mirabile rilievo, artisticamente bella e potentemente espressiva, benchè la mancanza di contorni la lasci indecisa, dandole un po' di flou ed un po' di misterioso, che al certo non nuocciono all'effetto artistico se si contempla a lungo, attentamente, ad occhi socchiusi, con l'animo raccolto ed all'unisono con il Soggetto raffigurato. Questo volto proviene da un negativo, è adunque un ritratto. I suoi lineamenti fisici sono chiari eppure molto impressionanti; le bianche macchie di sangue sulla fronte attestano la coronazione di spine; il lungo naso semita, in prossimità delle orbite, presenta una tumefazione causata da un colpo violento; la gota destra è enfiata, lo zigomo sinistro contuso, il labbro inferiore leggermente sporgente, i capelli, irrigiditi dal sudore, sono qua e là intrisi di sangue.

Ma assai più commovente è la fisonomia morale di questo volto misterioso. Su di esso sono suffusi i sentimenti di dolore calmo e rassegnato, di tristezza dolce e mite, uniti mirabilmente ad un atteggiamento di serenità e di sovranità. Ha gli occhi chiusi, ma non sembra un morto; sembra un dormiente che s'abbia a risvegliare da un momento all'altro. Un volto simile, così espressivo - benchè abbia gli occhi chiusi non l'ho visto mai su nessuna tela; nessun pittore mai giunse ad una così potente espressione artistica, neppure ispirandosi ad esso. Da questo volto maestoso traspare la Divinità e provo la sensazione che questo è il vero ritratto di Gesù morto, un'incomparabile iconografia del Cristo.

(1) Pubblichiamo quasi nella sua integrità l'articolo del Tonelli comparso su Rivista dei giovani (Aprile u. s.).

Un ricordo personale.

Del Beato D. Giovanni Bosco, posso rievocare un ricordo personale.

Avevo già veduto ed udito Don Bosco tenere una conferenza a Faenza, nella chiesa dei Servi, nei primi anni - dopo il 188o -- da che i suoi figli avevano ivi aperta una casa, che poi si è sempre maggiormente sviluppata, tanto da essere ora ritenuta tra le prime, in Italia, per ampiezza e rigoglio di vita.

Pochi anni dopo, mi trovavo a Roma, studente di teologia, e, come allora era consentito abitavo in una casa privata, e precisamente, in via Ripetta, in vicinanza della Piazza del Popolo.

Correva l'anno 1887, ed era imminente la solennità dell'Ascensione di Nostro Signore.

Seppi che Don Bosco era venuto a Roma per assistere alla inaugurazione dell'ampia chiesa dedicata al Sacro Cuore, presso l'Istituto Salesiano al Castro Pretorio.

Andai la sera stessa, ch'ebbi la notizia, ma fui consigliato a tornare la mattina seguente e mi sarebbe stato concesso assistere alla Messa, celebrata da Don Bosco, in una cappelletta attigua alla camera di sua abitazione.

Poichè il cammino dalla casa mia di via Ripetta alla casa dell'Istituto Salesiano era molto lungo, mi mossi per tempo al mattino; ma, giunto per il Corso in Piazza Venezia, ebbi la sgradita sorpresa di non trovare il tranwai, che, a cavalli, a quel tempo, portava al Castro Pretorio e feci tutto il percorso a piedi.

Giunsi che già Don Bosco stava celebrando la S. Messa. La piccola cappella era piena di persone di ogni età e condizione, attratte dall'ammirazione per D. Bosco e le sue opere straordinarie.

Ho sott'occhio, come fosse adesso, la figura di Don Bosco. Era affranto per le troppe fatiche, e impedito quasi a muoversi per il gonfiore delle gambe. Si moveva sull'altare, a stento, sorretto ai lati da due Sacerdoti.

Nulla di straordinario si notava nella celebrazione della S. Messa; eppure in tutti gli astanti c'era un senso di visibile commozione e come di sospensione di animi davanti ad avvenimento di eccezionale importanza.

Appena finita la S. Messa, Don Bosco fu condotto a sedere presso un tavolo, assiepato dalla folla dei convenuti a venerarlo, più che a vederlo ed ossequiarlo.

Tutti fecero a gara per appressarsi a Lui e baciargli le mani, ed anche - questa cosa mi fece ammirare la umiltà ben sicura di Don Bosco - per mettergli a contatto rosari ed altri oggetti di devozione, come ad un santo canonizzato.

Don Bosco, pieno di pazienza e amabilità, si faceva veramente tutto a tutti, sorridendo, rispondendo alle brevi interrogazioni, dimentico affatto di sè, dei proprii incomodi, ed anche - benche io restassi oltre a mezz'ora ad osservare il commovente spettacolo - dimentico di sorbirsi il caffè, che gli era stato portato sul tavolo.

Più di tutto ammirai il trasporto - proprio come qualche cosa di istintivo - di Don Bosco, per i giovinetti. Il Beato si diede a vedere più volte quasi confuso, stordito e senza parola, quando si vide innanzi personaggi, e non furono pochi, altolocati e, fra questi, ricordo qualche Cardinale. Al contrario, il volto di Don Bosco riprendeva la sua vivezza, il suo sorriso e tutta la persona era come rianimata da nuovo spirito, appena veniva a lui un fanciullo. Se l'appressava, gli parlava all'orecchio e lo provocava a rispondergli. E così tosto una corrente di viva simpatia e mutua attrazione, come tra persone di vecchia amicizia, che si rivedono dopo molto tempo, si impadroniva dei due, il vecchio cadente ed il fanciullo, l'uno all'altro vicino, per la prima volta!

Senza fretta, per il desiderio di essere tra gli ultimi ad uscire dalla camera, mi chinai a baciargli le mani e ricevere, come gli altri, una medaglia di Maria Santissima Ausiliatrice. Ricordo che mi feci conoscere allievo del Seminario di Faenza e di Don Taroni, grande ammiratore e divulgatore della grande persona e delle opere di Don Bosco.

Il Beato gradì moltissimo quanto potei dirgli, in fretta, perche fui sollecitato a non stancarlo soverchiamente e a dare luogo ad altri, che incessantemente erano ammessi a visitare e venerare il grande uomo, sempre umile e come inconscio delle glorificazioni che ovunque gli erano tributate come a grande Santo.

Don Bosco tornato poi alla sua Torino, visse ancora pochi mesi. Morì, come è noto, nel gennaio del 1888.

Viva il Beato Don Bosco colla sua memoria, collo splendore veramente grande delle sue sante virtù; viva nei suoi figli, che lavorano ormai da venticinque anni a Ravenna, per il bene dei nostri giovani; viva nelle sue sante istituzioni ed opere di cristiana educazione,

E lo spirito di Dio, lo spirito della santa umiltà, lo spirito della carità eroica a bene del prossimo, lo spirito dello zelo e della laboriosità veramente instancabile, in una parola, le spirito di S. Francesco di Sales, Patrono delle Opere Salesiane, che è lo spirito di Gesù Cristo stesso, sarà vivo e operoso in noi. Sì, sì, il Beato Bosco ora dal Cielo fa risuonare al nostro orecchio le parole di S. Paolo: Siate imitatori di me, conte io lo sono di Gesù Cristo. E questo è il mio voto, questa è la mia preghiera per tutti i miei figli. E che il Beato Don Bosco ci benedica e ci protegga.

Mons. ANTONIO LEGA

Arciv. di Ravenna e Vescovo di Cervia.

Le Opere, che col vostro appoggio io ho cominciato, non hanno più bisogno di me, ma continuano ad avere bisogno di voi e di tutti quelli che come voi amano di promuovere il bene su questa terra. A tutti pertanto io le affido e le raccomando.   Sac. Gio. Bosco.

La particolare compiacenza del Papa per la ristampa della Vita di Gesù Cristo del Fornari.

Siamo certi di far cosa utile e grata portando a conoscenza dei nostri lettori e amici le parole che a questo riguardo abbiam letto in una lettera di S. Em. il Card. Pacelli, Segretario di Stato di S. S.

Sua Eminenza dopo aver accennato « alla sincera soddisfazione del Santo Padre per il nuovo omaggio di nuove pubblicazioni venutoGli dalla benemerita Società Editrice Internazionale di Torino », soggiunge:

« Ma se l'encomio della Santità Sua è, in genere, per tutte coteste utili e opportune opere, ha meritato la Sua augusta attenzione e la Sua particolare compiacenza la ristampa della bella ''Vita di Gesù Cristo" di Vito Fornari, la cui notorietà è ancora troppo inferiore al merito e la cui diffusione è tra le più desiderabili ».

Questa particolare compiacenza di S. S. Papa Pio XI suonerà anche conce parola di invito e di paterna raccomandazione a tutti i buoni perchè vogliano cooperare con zelo illuminato e fervida operosità alla larga diffusione dei libri che ci insegnano a conoscere e amare l'opera e la persona del Divino Maestro e ad estendere il regno di Dio sopra la terra.

S. Em. il Card. Pietro Maffi

Dopo una malattia, che aveva avuto alternative di timori e di speranze, si è spento serenamente in Pisa il 17 marzo, tra il più vivo compianto della sua Archidiocesi, che molto l'amava, e dell'intera Nazione. E ben meritava tanto affettuoso e riverente tributo: il Card. Pietro Maffi era tra i membri del Sacro Collegio uno dei più stimati per le doti d'intelligenza e per l'attivissimo e illuminato ministero pastorale.

« L'intima bontà, la risolutezza del carattere, con parlar franco e onesto, furono il segreto del fascino che che ha sempre suscitato intorno a sè, cui s' aggiungeva il prestigio dello scrittore e dello scienziato e l'alto e austero concetto del suo carattere sacro di sacerdote e di vescovo » (1).

Non è facile condensare in pochi cenni le benemerenze di questo illustre Porporato nel campo della religione e della scienza, dell'arte e della letteratura, della politica e dell'azione sociale; le hanno rilevate nei giorni della sua morte con espressive parole tutti i giornali d'Italia per additare all'ammirazione degli Italiani la figura del grande prelato, ugualmente caro al Papa e alla Famiglia Reale, al popolo e al Governo, per le molteplici opere che la sua feconda iniziativa seppe intraprendere e portare a felice compimento.

Non staremo dunque a ripetere sul Bollettino ciò che tutti conoscono ed esaltano del compianto Cardinale; vogliamo invece che queste parole siano un modesto tributo del nostro cordoglio e della nostra riconoscenza verso il Pastore che ebbe per l'Opera di Don Bosco il più sincero e fervido metto.

Le istituzioni salesiane, che fioriscono nell'Archidiocesi Pisana, ebbero nel Card. Maffi un padre amorevole, un protettore pieno di benevolenza e di zelo. Esse che sentirono più vivamente il palpito del suo gran cuore, manifestarono anche per noi i sentimenti della propria riconoscenza in un pubblico manifesto, nel quale era detto:

« L'Unione ex allievi, il circolo D. Bosco, il circolo S. Luigi, il Pensionato, le Dame patronesse, le Suore di Maria Ausiliatrice abbrunano i loro vessilli e prendono il più stretto ed angoscioso lutto per la morte del loro venerato Arcivescovo, Card. Pietro Maffi.

» Il lutto dei Salesiani di Pisa, di Marina e Collesalvetii è lutto dell'intera famiglia salesiana i cui figli sparsi in ogni parte del mondo sanno e sentono di perdere, nella persona illustre del Cardinale Pietro Maffi un devoto del loro Beato Fondatore, un ammiratore de!l'Opera Salesiana, che sempre sostenne e confortò con la parola e con l'azione » (1).

Le cordiali relazioni di affettuosa amicizia che il compianto Cardinale ebbe coi Rettori Maggiori della Congregazione Salesiana (Don Rua, D. Albera, D. Rinaldi); l'ammirazione, che egli sempre nutrì per il nostro Beato Fondatore, spiegano la vivissima partecipazione presa dal Card. Maffi a tanti eventi della nostra Congregazione dividendo con noi gioie e dolori.

Così l'abbiamo ospitato all'Oratorio il 30 gennaio 19o8 nel ventennio della morte di Don Bosco ed egli ci regalò il magnifico discorso sul « Venerabile Padre » che intitolò dal detto scritturale: Ut palma fiorebit e che fu una delle più stupende rievocazioni della vita e delle opere di Don Bosco. Poi ritornò nel maggio 1926 per la commemorazione del Cinquantenario delle Missioni Salesiane; e, benchè stanco e spossato, alla solenne traslazione della salma di Don Bosco, nel giugno 1929.

Un particolare, quanto mai simpatico e per noi sommamente caro, che ci ha rivelato la delicatezza dell'affetto del Card. Maffi, fu quando dopo il conclave che portò al Pontificato Benedetto XV, il Cardinale pensò ad inviare una benedizione speciale del Pontefice eletto alla nostra Congregazione: il gentile pensiero è stato per tutti un motivo di conforto e di vivissima gioia.

La notizia perciò della malattia prima e poi della morte, è stata per la Congregazione Salesiana notizia di pena e di lutto. Il nostro Rettor Maggiore telegrafò condoglianze e dispose che un membro del Capitolo Superiore - il Sig. D. Giraudi, economo generale - insieme con S. E. Mons. Felice Guerra e Mons. Munerati, vescovo di Volterra, rappresentasse la Congregazione ai funerali imponentissimi del Card. Maffi.

La volontà e il desiderio dell'illustre defunto, che non gli si tributassero onori eccessivi, fu da lui manifestato in modo chiarissimo nelle disposizioni che premise al suo testamento spirituale « Non posso proibire tutto - egli scriveva il 9 febbraio 1929: - ma posso e voglio desiderare che tutto sia fatto, al sommo, con modestia, secondo le più severe regole della convenienza... Partecipazioni, epigrafi, annunci e frasi modestissime: tutto con invito a suffragi. Particolari partecipazioni, con offerte convenienti, agli Istituti religiosi e Monasteri della città e diocesi, esprimendo il desiderio di tante comunioni e di preghiere ». Questo suo desiderio per noi, come per i Cooperatori nostri, sia invito a suffragare l'anima del pio Porporato con generosità cristiana

(1) Cfr. L'Osservatore Romano del 19 marzo.

ATTENTI TUTTI

Da varie parti ci viene segnalato che persone, le quali si dicono incaricate di riscuotere l'abbonamento al Bollettino Salesiano o raccogliere offerte per le nostre Missioni, continuano a visitare le famiglie dei nostri Cooperatori. Mettiamo tutti sull'avviso e ancora una volta dichiariamo di non aver dato, nè di essere disposti di dare, simile incarico a nessuno. Ricordiamo pure che il Bollettino non ha abbonamento: le offerte che i Cooperatori intendono inviarci quale compenso alle spese di stampa, siano perciò spedite direttamente col Conto Corrente Postale (che non importa nessuna spesa), com'è indicato in seconda pagina della copertina.

LA CROCIATA MISSIONARIA

BORSE COMPLETE.

50. Borsa DOMENICO SAVIO (5a).

La pia persona che l'offre scrive queste belle parole: « Desidero che questa borsa sia intitolata a Savio Domenico, il santo giovinetto che, formato alla scuola del B. D. Bosco, accolse in sè, l'angelica purezza e l'ardore dell'apostolato missionario, per ottenere mediante la sua intercessione e quella del B. D. Bosco stesso, la purezza di un'anima e la conversione di una terra che mi sta molto a cuore. Confido che il buon Dio e la Vergine Ausiliatrice vogliano, per l'intercessione dei loro servi devoti, concedermi le grazie indicate, e prego tutte le anime buone che vogliano unirsi a me a pregare per lo stesso scopo,,.

BORSE DA COMPLETARE.

Borsa ALBERT MONS. FEDERICO - Somma precedente: L. 5200 - Un ex allievo di Lanzo, 1 - Totale L. 5215.

Borsa ALIQUO' GR. UFF. LUIGI Somma precedente: L. 10.ooo Versate il 6 marzo, 1000, ii 2 aprile, 1000 -- Totale L. 12.000

Borsa. ANIME DEL PURGATORIO - Somme precedente: L. 10.296 - 5. P. D., 12 -- Oddo Ernesta, 45 -Michele Scarano, io - Domenico Bellomo, 15 - Bertonano Natalina, 1o- Ber tonano Delîma, 10 - Carina Giacinta, 1o - Viglino Erminia, S - Pugnale Emma, 5 - Ondina Galdi, 100   Totale L. 1o.518.

Borsa BEATO DON BOSCO (13a) - Somma precedente: L. 8140 - Garelli Elena, 5 - Augusta Pol, io - Caterina Falagario, 5 - Francesco Munizzi, 25 - Rovati Francesca, 50 - Tagliarini Umberto, 20 - Giuseppe Mecacci, 5 - Pavia Angiolina, 20 - Tina Fabris, 30 - Atzeni Anna Francesca, 5 Elisa Scribante per Paolcarlo, 25 - Polesel Giovanni a nome Comitato festeggiamenti parroco D. C. Zanella, 25 -Sali- ti D. Cirio, arciprete, 40 - Ledda Angela, io - Coniugi Bargero, 30 - Dott. Filippo Gan dirsi, 5o - :Marchesa Pierina Sopranis, So - Erminia Chiaratti, io - Martina Bersaglio, 40 - N. N. per riconoscenza di grazie ottenute in momenti difficili, 5o - Pagliassotti Domenica, 60 - N. N. (sacrestia), 25 - Tomasin Teresa, 5 - Rigoletti Rina, 10 - Totale L. 8745.

Borsa BENEDETTO XV - Somma precedente: L. 215 - D. Oreste Gambini, 20— Totale L. 235.

Borsa BORGATELLO D. MAGGIORINO - Somma Precedente: L. 1846,65-- Sorelle C., io - Totale L. 1856,65.

Borsa COPPA M. MARINA (2a) - Somma precedente: L. 1074 - Celestino Rosina, 25 - Totale L. 1099.

Borsa MONS. COSTAMAGNA (2a) - Somma precedente: L. 470 - M. G. (Caramagna), o - Totale L 520.

Borsa CRISTO RE (3a) -- Somma prec.: L. 1085 - Giuseppina Li Gotti, 1o -- Totale L. 1095.

Borsa DECURIONI D'ITALIA Somma precedente: L. 1485 - Can. Sabino Titomanlio (12a rata). 25 -- Totale L. 151o.

Borsa DIVINA PROVVIDENZA Somma precedente: L. 1760,50 Irene Bertola, io Can Giuseppe De Simone, 40 - Giuseppina Borri Cialdini, 5o - Boglione Francesco, 40 - N. N. (sacrestia), 100   Totale L. 2000,50.

Borsa DON BOSCO EDUCATORI: (2a) Somma precedente: L. 17.522,50 - Sem. Teodoro Galanti, 7 Betta rag. Guido, io - Callerio Giuseppina, 1o - Cap. Salerno Emanuele, 15Croce Caterina, 20 - Totale L. 17.584,50.

Borsa D. BOSCO PROTETTORE DEI GIOVANI - Somma precedente: L. 175 - Giovani Cattolici di Valfenera, 30 - Luparia Adele, So -

Totale L. 255.

Borsa D. BOSCO, SALVATE I NOSTRI FIGLI

-- Somma prec.: L. 4242   Maria Duliman Peretti, 20 -- Civalleri lattea, 20 - Totale L. 4282. Borsa ETERNO PADRE - Somma prec.: L. 270

Giuseppina Li Gotti, io -- Totale L. 280. Borsa EUCARISTIA IN PERPETUO - Somma precedente: L. 2175 - Giovanni Noi, 1 - Carla

Bandini, 300 -- B. E... So   Totale L. 2526. Borsa EUCARISTICA DEL PICCOLO SERAFINO GUSTAVO BRUNI (4a) - Somma pre

L. 11.403 - Giovanni Noi, i - Totale L. 11.406.

Bors EX ALLIEVI SICILIANI Somma precedente: L. 3200 - D. Gius. Ravetti, Zoo - Totale L. 3300.

Borsa FRASSATI P. G. (2a) - Somara precedente: - L. 2575 - N. N., 35 Sansonetti Vito, 5 --- Totale L. 2615.

Borsa FRIULANA - Somma precedente: L. 4350 -- Armellini Sac. Antonio, 100 - Totale L. 4450.

Borsa GAMBA CARD. GIUSEPPE - Somma

L. 1125 - Magnaghi Bozzini, 25 - Totale L. 115o.

Borsa GARNERO CESARE - Somma precedente: L. 1416. - Gruppo Fanciulli Cattolici (S. Antonino di Susa), 9,65 La piccola Vanda Olivero, 10,15 - L'amico Orazio Rosetto, io - Totale L. 1445,80.

Borsa GIRAUDI D. FEDELE - Somma precedente: L. 8819 - Brandelli, 10 - Palazzini, 5

Audibert Emma, io - Prof. Colonnetti, 25 - Fino Dellino, io - N. N. (porteria), io - Casali Maria, 25 Teresa Alberto, 1oo - Totale L. 9014.

Borsa GUIDAZIO D. PIETRO (2a) - Somma precedente: L. 985 - Un ex allievo di Lanzo, 15 --Totale L. 1000.

Borsa MADONNA DELLE GRAZIE (Pinerolo)

- Somma precedente: L. 2678,50 - Coop. Angela

Brunel, 20 - Sac. Ferdinando Barral, 30 -

Totale L. 2728350.

Borsa MADONNA DI LORETO - Somma precedente: L. 1581,05 - Ch. Wandregisilo Carbonetti (Isimo), 30 - Coop. Umberto Berrè (Osimo), 10 - Totale L. 1621,05.

Borsa MAMMA MARGHERITA (2a) Somma

precedente: L. 16o - Matilde Avunti, io - Maso

Giovannina, 15 - Totale L. 185.

Borsa MAMME DEI MISSIONARI - Somma

precedente: L. 105o - Natalina Palotti ricordando

il figlio missionario, 25 - Totale L. 1075.

Borsa MARENCO MONS. GIOV. - Somma precedente. L. 4723,50 - A mezzo Sig. Canali,

500   Totale L. 5223,50

Borsa MARIA ADDOLORATA - Somma precedente: L. 275 - Francesco Munizzi, 25 -idem, 25.   Totale L. 350.

Borsa MARIA AUSILIATRICE (24a) - Somma precedente: L. 5278,50 - Garelli Elena, 5 - G. Fusarini, 15 - Maria Duliman Peretti, 20 - Caterina Falagario, 5 - Francesco Munizzi, 25 - Giovanni e Ida Garello, 200 - Isabella Martini Cecchetini, 5o - Pia Pandini, Angela Ricotti, 40 - Gino Giuseppina, 5 - Toinasin Te resa, 5 - Totale L. 5648,50.

Borsa MARTIRI GIAPPONESI -- Somma precedente: L. 9284,60 - Bonomelli Teresa, 5 - D. C. Prandi, 50. - Totale L. 9339,60.

Borsa M. M. MAZZARELLO - Somma precedente: L. 420 - Ferrero Colomba, io - Totale L. 430.

Borsa AVV. PIO MINELLI - L'd'ttima figliuola Sig.ra Giuseppina inizia una seconda borsa in memoria del padre Avv. Pio coli L. iooo.

Borsa NOGARA MONS. GIUS. ARCIVESCOVO DI UDINE -- Somma precedente: L. 490935 - N. N ., 5   Elisa Politoli, 2   N. N., 15

-

N. N., 2o - Famiglia Battaglia in morte Conuzzi Giuseppe, 20 - Gruppo ex allievi D. Bosco in morte Conuzzi Giuseppe, 2o - N. N., io -

Totale L. 5001,35

Borsa PARROCCHIALE M. AUS. - Somma precedente: L. 585,65 -Nella cassetta del Santuario, 991,75 - Totale L. 1577,40.

Borsa PERAGALLO MARIA - Somma precedente: L. 577,35 - A mezzo Sig. D. Andrighetti, 690 - Totale L. 1267,35.

Borsa PICCOLI AMICI DI D. BOSCO - Somma precedente: L. 1335 Perucca Cesarina, ioo - M.a Baglieri Rosaria a nome delle sue care venti alunne di IV Elem., 1oo - Totale L. 1535.

Borsa PIO X - Somma precedente: L, 10.087 - Carola Faginoli, 2o - Maria, Oliveto, 5 - Totale L. 10.112

Borsa DISCETTA D. LUIGI - Somma precedente: L. io.o6o - Achille Peirault, 50 - Teol. S. Vergnano, 25 - N. N., 100 - Monticone A., 2 - Cavallq M., 2 - Pilota A., 4 - Basso Laura, 2 - Costa N., 2 - Gervasone M., 2 - Sorelline Lano, 2 - Boeria A., 2 - Berruti A., 2 Barberis I., 4 - Forneris Maria, 2 - B. A., 2 - Cravero Lucia, 2 -- P. A., 2 - Scaglione Pepita, 4 - Alemanni P., 2 - N. N.,,2 - Monticone A., 2 - Cavallo Domenica, 2 - Gualtieri' --- N. N., i - N. B., 2 - Ramonola V., 2 - Lano, 2 - F. M., 2 C. N., 2 -Bosso Lucia, 2 - C. C., 5 - C. M., 5 -- N. N., 1 - Totale L. 10.310.

Borsa RICCARDI D. ROBERTO - Somma precedente: L. 11.873,30 - N. N. (sacrestia), 30 - Capello Angiolina, 30 - Bello Anna, 5 -Totale L. 11.9,38,30.

Borsa RUA D. MICHELE (4a) -- Somma precedente: L. 725 - D. G. Morbi, 1oo - Pietro Nai, 5ó - Totale L. 875.

Borsa SACRA FAMIGLIA - Somma precedente. L. Si o - Ester e Francesco Callierotti, 30 - Barbini Nazarena, io - Totale L. 8:o.

Borsa SACRO CUORE DI G. CONFIDO IN VOI!

Somma precedente: L. 15.965 - Giovanni Noi, 1

Adele Vadi, io Bianca Scauri Bertolnzzi, 25. - Costanza Sassili Rossi, 25 - Grazia Argentiero,. 25 - Santamaria Santa, 5 - Totale L. 16.o56.

Borsa S. CUORE DI GESU, SALVATECI (2a) - Somma precedente: L. 5876,60 - Garelli Elena, 5 - Caterina Falagario, 5 - Giovanni Noi, i - M. Vitt. Chiora, io -- Effe Teresa, io - Giuseppe Boscarelli, 75 - 'Homo Teresa, 5 Bruno Ines, io - Totale L. 5997,6o

Borsa SA VIO DOMENICO (4') - Somma precedente: L. 4481,10 - N. N. (sacrestia), io - Totale L. 4491,10.

Borsa SCAPARONE D. GIOVANNI -- Somma

precedente: L. 14-604,50 -- Versamento del 18 febbraio, 2000 - Totale L. 16.604,50.

Borsa SCUOLA CRISTIANA - Somma precedente: L. 5o - G. Patrizi, 50 - Totale L. 100.

Borsa S. ANNA - Somma precedente: L. 10.070 - Aida Riccardi, 5 - Totale L. 10.075.

Borsa. S. ANTONIO DI PADOVA - Somma precedente: L. 2545 - Bianca Martelli, 30 - M. G. C., 30 - M. D., 40 - Bruno Antonio, 25 - Totale L. 2670.

Borsa S. BENEDETTO - Somma precedente: L. 220 - Ferrero Colomba, 10 - Totale L. 230.

Borsa S. COLOMBANO - Somma precedente: L. 101o - Erminia Balma, io - Totale L. Io20.

Borsa S. EMERICO - Somma precedente: L. 9600 - Dai Cooperatori dell'Ispettoria Ungherese. 2500 - Totale L. 12.100.

Borsa S. FILOMENA - Somma precedente: L. 1610 - Tulipano Maria, io - Longo Maria, 5 - Ascensio Mauceri, 2 - Melchiorre Rosano, io -Filomena Dobrowolny, So - Totale L. 1687.

Borsa S. GAETANO - Somma precedente: L. 4150 - Giovanni Voi, i -- Totale L. 4151.

Borsa S. GIUSEPPE (3a) - Somma precedente: L. 4896 - Giuseppe Fusarini, 15 - D. Giuseppe Neri implorando la salute dell'anima sua, 60 - Un ex allievo di Lanzo, 15 - Totale L. 4985.

Borsa S. LINO - Somma precedente: L. 7714,55 - Alberto Benucci, 25 - Totale L. 7739;55.

Borsa S. MARGHERITA DA CORTONA -Somma precedente: L. 4622,80 - Lina Lami, 25

Totale L. 4647,80.

Borsa S. MICHELE - Somma prec.: L. 1305 - Michael e Victoria Garbero, 1000 - Totale L. 2305.

Borsa S. TERESA DEL B. G. (10a) - Somma precedente: L. 10.872,50 -- Caterina Falagario, 5 - Francesco Munizzi, 25 -- Montini Teresa, 5 -Pergolesi Ferruccio, 25 Elisa Riva Bergamo, So -- Momo Teresa, 5 -- Totale L. 10.987,50.

Borsa MONS. L. VERSIGLIA - Somma precedente: L. 10.291 - Flora Queirolo, 30 - Maria Galbusera Albisetti (raccolte), 56 - Giuseppina Olmo-Barbera a suffragio dei genitori, 500 - Anna Masala, 500 - Postal Teresa, 5 - Burzio Marco, io - N. N. (Palermo), 5o - N. N. (Alessandria), So - Sac. Bovo Luigi Arciprete, 350 - Presidentessa Dame Patronesse del Comitato di Torino, 500 - Totale L. 12.342.

Borsa VERSIGLIA e CARAVARIO - Somma precedente: L. 681 - Dott. Angelo Carù, 5o - Parr. Michele Maresca, 5o -- Totale L. 781.

DALLE NOSTRE MISSIONI

Dal Vicariato di Shiu Chow.

Una lettera di cinque Vescovi Cinesi al Cardinale Van Rossum.

L'Osservatore Romano ha pubblicato il 13 scorso marzo questo prezioso documento che riportiamo per gli accenni riguardanti gli avvenimenti svoltisi in quest'ultimo anno nel nostro Vicariato:

Eminenza Reverendissima

Trovandoci felicemente riuniti a Shiu Chow cinque Vescovi, in occasione della consacrazione del Rev.mo Mons. Canazei, le nostre menti si sono portate in modo particolare a Colui che ha la sollecitudine di tutte le chiese ed a coloro che più direttamente e più intimamente, in posti direttivi, coadiuvano il nostro Capo Supremo, e ad essi dal profondo del cuore offriamo i sensi del nostro amore e della nostra devozione.

Nella casa da cui scriviamo, tutti e tutto ci richiamano la memoria del dilettissimo fratello nostro Mons. Versiglia, in onore del quale già ci siamo qui riuniti al principio di questo anno per celebrare la sua pia morte.

E poichè gli eventi si sono svolti in modo che l'immane delitto perpetrato si volgesse a gloria della Chiesa, allontanando da noi l'umana tristezza apriamo tutto il nostro animo al gaudio soprannaturale. Sperimentiamo in questo caso la verità delle parole di San Paolo: Scire autem vos volo, fratres, quia quae circa me sunt, magis ad profectum venerunt Evangelii. Ita ut vincula mea manifesta fierent in Christo -in omni praetorio, et in coeteris omnibus (Philipp., 1, 12, 13).

Non vogliamo perciò, a causa del nefando crimine di alcuni dei quali giustamente si può ripetere nesciebant quid faciebant, diminuire l'amore e la fiducia che abbiano votato a questa lodatissima gente cinese.

I magistrati che presiedono a questa provincia del Kwantung, ricordando il massacro perpetrato nel mese di febbraio, si sentono addolorati. Per quanto dipese da loro cercarono di risarcire il danno arrecato, sia perseguendo i colpevoli, sia, ciò che per noi ha molto maggior valore, dando alla nostra Chiesa cattolica maggiori testimonianze di affetto.

Così quando l'Eccellentissimo Delegato Apostolico giunse a Canton, diretto a Schiu Chow per l'odierna consacrazione, il commissario provinciale per gli affari esteri mandò alla stazione i suoi dipendenti per riceverlo con onore; mise a sua completa disposizione un'automobile; fece preparare un'altra automobile, disposta e decorata in modo particolare perchè servisse al Delegato, ai Vescovi ed ai missionari per il viaggio da Canton a Shiu Chow; assicurò la protezione del Delegato Apostolico mettendogli a fianco una scorta di una settantina di soldati; infine già lo ha invitato, assieme ai Vescovi qui presenti, ad una cena nel Palazzo del Governo, quando saremo di ritorno a Canton.

Oueste cose, Eminenza Reverendissima, le scrivemmo per rallegrare il suo cuore, mossi da quella carità cristiana, che dalle tenebre fa splendere la luce, che è fondamento dell'apostolato e senza della quale tutte le nostre fatiche sarebbero spese invano. I Cinesi infatti ben sanno distinguere quelli che amano da quelli che disprezzarlo i Cinesi.

In questa repubblica si sta instaurando un ordine completamente nuovo: crediamo essere nostro assoluto dovere dissipare i pregiudizi ed i sospetti contro le missioni e cooperare colle autorità affinchè il nuovo ordine si consolidi sui principii cristiani.

Il Prefetto della città di Shiu Chow, che fu presente alla consacrazione del Rev.mo Monsignor Canazei, in uno splendido discorso disse le lodi della Religione cattolica, come quella che indirizza gli animi al bene privato e pubblico.

È di somma importanza che i Cinesi conoscano le nostre rette ed amichevoli intenzioni, onde possano equamente giudicare i principii cristiani ed accoglierci con animo benevolo.

Prostrati al bacio della S. Porpora, presentando all'Eminenza Vostra Rev.ma i sensi della nostra perfetta devozione, restiamo umilissim. in Xto servi. - F.ti: Mons. Fourquet, V. A; di Canton; Mons. Valtorta, V. A. di Hong Kong. Mons. Walsh.V.A. di Kongmoon; Mons. Tsu, V.A. di Haimen; Mons. Canazei, V. A. di Shiu Chow.

Da Shiu Chow a Lin Chow.

Lin Chow, 9 dicembre 1930 Rev.mo Padre,

Il 14 novembre, subito dopo la consacrazione di Mons. Canazei; ci siamo messi in viaggio per Lin Chow in quattro: D. Parisi, D. Geder, un sacerdote cinese e il sottoscritto. Ci fu facile trovare a Lin Kow Hon una barca con barcaiuoli ben disposti e si cominciò a risalire il famoso fiume Sian Pet Kon, lo stesso che un anno fa avevano percorso Mons. Versiglia e Don Caravario quando incontrarono il loro martirio.

Viaggiando si pensava ad essi non solo per il ricordo che essi hanno impresso nei nostri cuori, ma anche per la circostanza che il fiume è pur sempre infestato da briganti, offrendo questa località un facile nascondiglio per le rive rivestite da boscaglie di bambù quasi continue.

Il nostro viaggio, fatto parte in barca e parte a piedi, non ebbe nessuna avventura drammatica pur essendo durato undici giorni, attraverso una regione non scevra di pericoli. Solo quando fummo sul luogo dove vennero uccisi Monsignore e D. Caravario avemmo una grande sorpresa nel vedere a pochi passi da noi, sdraiati sotto una grossa pianta, una dozzina di giovinastri armati fino ai denti. Senza dubbio erano pirati; ma li oltrepassammo quasi inosservati, arrivando felicemente ad An Kuon.

Là abbiamo una piccola residenza; in essa ci fu possibile riposarci e celebrare la S. Messa prima di ripartire pel mercato di Tai Van. Ad un'ora di distanza da Tai Van abbiamo un'altra residenza, che trovammo in uno stato deplorevole a causa delle formiche bianche: esse hanno distrutto le travature del tetto provocando il crollo di due stanze e ridotto il resto del fabbricato ad una prossima rovina. La nostra visita fu assai breve non essendo possibile trattenerci in quel sito.

La regione è completamente in mano dei pirati che dominano da padroni incontrastati. Uno di essi, che tiene anche all'amicizia dei missionari per avere un suo parente nel collegio Don Bosco di Shiu Chow, appena saputo del nostro arrivo, venne a farci visita e ad offrirci i suoi servigi. Gli facemmo intendere che si desiderava il mattino seguente trovare una casa per celebrare la Messa...

- Ma sì... c'è una pagoda qua vicino, ci disse colla maggior naturalezza.

La proposta ci fece ridere ed egli, accorgendosi forse di averla detta grossa, promise di trovarci un'altra abitazione più adatta... e si allontanò. Verso sera lo vedemmo ritornare tutto contento alla nostra imbarcaziore e dirci:

- Venite, c'è una casa a vostra disposizione. È la casa del mio capo il quale è fuori per una missione molto importante e non tornerà che fra qualche giorno.

Veramente non ci lasciava troppo tranquilli quella proposta di prendere alloggio in casa di un capo-brigante, ma finimmo per accettarla avendo vivissimo desiderio di celebrare al mattino seguente. Prese le nostre coperte e l'altarino, accompagnati dal nostro amico, ci avviammo verso il luogo indicatoci.

La casa era un piccolo ambiente, con le pareti rivestite di giornali vecchi: tutti i mobili si riducevano a un letto per fumar l'oppio, due sedie a sdraio di bambù, e un quadro a pittura non troppo modesto, e null'altro! Internamente, dietro la porta, un pirata armato faceva da guardia alla reggia del suo capo. Il nostro amico si trattenne alquanto con noi, poi salutatici cordialmente se ne andò: ma poco dopo altri colleghi suoi, da lui informati del nostro caso, vennero a visitarci per soddisfare la curiosità, e non riuscivano a nascondere il loro stupore di veder la casa occupata da inquilini della nostra specie.

La notte passò senza sorprese e al mattino prestissimo, celebrata la Messa, facemmo ritorno alla nostra imbarcazione per proseguire il viaggio. Mentre eravano sulle mosse, comparve ancora l'amico desideroso di informarci che aveva impegnata la sua influenza per la protezione nostra fino a Cen Lin. Qui si arrivò a notte inoltrata e raggiungemmo la piccola residenza, meravigliosa per la sua estrema povertà - una casetta alla cinese con due stanzette, un tavolo e qualche sedia -- ricca di un bel quadro del Beato D. Bosco, dallo sguardo penetrante e dal sorriso perenne sulle labbra.

Vennero subito a salutarci una ventina di giovinetti molto affezionati, benchè ancora pagani.

L'ultima parte del viaggio non presentò difficoltà di sorta; la popolazione è quieta ma ben armata e risoluta a difendersi dai turbolenti pirati, i quali sapendo che in quella zona non spira aria per loro se ne tengono lontani.

A Lin Chow gli alunni del collegio e i cristiani vollero festeggiarci con un'accademia alla buona, e con partecipare al nostro pranzo, per manifestarci in modo tangibile il loro affetto e la loro venerazione.

Sac. DE AMicis ANTONIO Missionario Salesiano.

DAL KRISHNAGAR

Speranze e Delusioni.

Peripezie di un viaggio.

Una capatina a due paesi, distanti dalla residenza una quindicina di chilometri circa. Armato di bicicletta, giungo alla strada maestra e là, sotto i viali ombrosi, avanti avanti fino alla stazione di Nabharan, dove c'è l'autobus che mi porterà più in là, e poi, con la bicicletta e col cavallo di S. Francesco, faremo il resto.

I portatori mi hanno preceduto fin dal mattino; il Catechista è un poco avanti a me. Ci ritroviamo alla stazione, e là, giunta l'ora, su in motocar e via. Due ore dopo si smonta e si prende la modesta via di campagna. Un fiume ci impedisce di avanzare; lo passiamo su di una barca e poi, ogni tanto nascosti dalla giungla, andiamo avanti.

Arriviamo al primo paese, Deuli, dove contiamo di far la prima tappa, un'ora dopo. Compare per la prima la capanna-chiesa-casa del Missionario, costruita quattro o cinque anni fa circa da P. Costa, dei Missionari di Milano, che faceva continue visite a quella cristianità.

Tiriamo un velo, per ora, su questo paese, di cui parleremo più avanti.

Il giorno seguente, dopo Messa, di nuovo in cammino. Il cielo, che il giorno prima si era conservato coperto, oggi è piuttosto minaccioso. E infatti, dopo un mezzo miglio, rumoreggia il tuono e scroscia la pioggia. Fortunatamente mi trovo vicino a un villaggio, e mi salvo così da un bagno. Anche l'impermeabile mi ha salvato un poco; dico un poco, perche ciò che non fece l'acqua del cielo fece il sudore di sotto al pesante fardello. In queste regioni tutto è pesante, anche ora che si dovrebbe essere in inverno. Salvo dal primo scroscio, non lo sono dal secondo sopravvenuto poco dopo: non trovando riparo, devo fare di necessità virtù... L'impermeabile, mentre io m'industrio di calcare sentieri indescrivibili di campagna, fa ora lo stesso servizio di prima, con proporzioni debitamente accresciute.

E fin qui niente di male. Si sa: piova o tiri vento, faccia sole o cada la neve: un solo pensiero sta davanti alla mente in questi casi, e tutte le difficoltà diventano leggiere.

Ma il più importante è che più vado avanti e più il tempo passa e... dei portatori nessuna traccia. A causa della pioggia, non trovo pei campi anima viva. Riesco finalmente, dopo aver errato per un pezzo, a trovare un'anima buona, alla quale rivolgo la domanda: Jhogodonondokati. M'accorgo allora di essere davvero fuori di strada, perche, mentre io credo di essere alle porte del paese desiderato, mi sento rispondere:

- He, saheb, onek dur... (È molto lontano). Di lì... E mi si indica, con un segno molto ambiguo l'orizzonte.

Pazienza! La bicicletta mi risparmia la stanchezza, eccetto quando la strada è tutt'altro che buona. Più tardi un mio collega -- intendo dire un ciclista -- camminando al mio fianco, mi rimette completamente in carreggiata. E quantunque ci voglia del tempo prima di arrivare al porto, tuttavia sono salvo. Dopo molto pedalare e camminare, entro trionfante in Jhogodonondokati, sotto la pioggia diventata insistente e continua.

-- Finalmente ci siamo - penso io. E mi aspetto di vedere qualche segno di chiesa o casa in mattoni piuttosto grande e diversa dalle altre abitazioni.

- Eccola - dico a un certo punto, e tento ficcare dentro lo sguardo dalle finestre aperte. Sembra una chiesa: stuoie per terra, qualche quadro alle pareti, una piccola veranda davanti. Mi avanzo e guardo meglio: un orologio a pendolo che cammina (segno di vita) e un quadro di... Visnu! O Signore, una chiesa Hindù.

Scappo via, o meglio...:

- Ohè, dico a un uomo che proprio in quel momento mi si para davanti, sai dirmi dov'è la chiesa cristiana?

- La chiesa?... Ki jane... (forse) Saheb bari? (la casa dei signori?).

Sì, rispondo, quella.

Oh, da quella parte.

Vicino?

- Sì, Saheb...

Salam . E via sempre da quella parte. Camminando, sì moltiplicano le strade, e perciò devo rivolgere la stessa domanda per lo meno una dozzina di volte. Le donne è impossibile farle parlare. Se vedono il Saheb voltano le spalle; se si rivolge loro la parola scappano. Coi ragazzi si può anche intavolare conversazione, siano Hindu o Maomettani; si mostrano tutti rispettosi e deferenti. Gli ultimi a cui mi rivolsi erano appunto due ragazzi, i quali mi dicono subito:

- La casa è là, vede?

- Sì vedo, dico io, senza vedere niente. Alti alberi e bosco fitto mi nascondevano tutto. Essi, un po' curiosi, vengono con me, e proprio quando stavo per... batterci il muso, vedo la casa e... gli abitanti (i portatori, il servo, il catechista e altri cristiani) già dentro.

Sono passate quasi tre ore dalla partenza da Deuli, e mi sento soddisfatto di... aver sudato un po' e di aver visto tanta gente. Dopo tutto, girando il mondo s'impara qualche cosa, anche a... star più attenti quando si vaga per contrade ignote...

Le rovine di un paese cristiano.

Ma una spina mi stava fitta in cuore quel giorno: Deuli, il villaggio lasciato la mattina, dove c'è una chiesetta cristiana e dove era andato coll'idea di raccogliere, chi sa, frutti e frutti copiosi...

Apollo est qui seminat et rigat, sed qui incrementum dat Deus mi ero detto la mattina prima di partire da casa. Oh, se almeno il piccolo seme « tentato » di gettare producesse, anche tardi, molto tardi, qualche frutto!

Deuli, il paese cristiano, tutto cristiano, non è ora che un castello in rovina, intendo dire rovina spirituale, cupa, deserta, desolata, come abitato da pipistrelli e gufi; più, da spiriti maligni,

O Signore, come ho sentito una stretta al cuore mirando quelle rovine, osservando le macerie di quella che fu una promettente comunità cristiana!

In Deuli non resta, ora, più nessuno, o quasi. Apòstati! ecco la parola dura, che si verrebbe fosse sepolta e dimenticata nell'oblio dei secoli.

Arrivato in paese, mi sono visto circondato da tanta gente, specialmente ragazzi e ragazzette, fatto oggetto di curiosità. Io osservo contento, e perchè no? Non vedersi fuggiti, come capita spesso, è già una consolazione. Ma quale delusione!

Rivolgo la parola a molti:

- Sei cristiano?

- No, è l'implacabile risposta.

- E che, allora? Maomettano?

-- No, Hindu.

Solo due, fratello e sorella, non hanno paura di affermare: - Sì, Padre, siamo cristiani.

Passano alcune ore. Gli uomini, parte sono al lavoro, parte al mercato. Col Catechista facciamo un giro per il paese, e così, un po' per curiosità, un po' per quel senso di deferenza non ancora del tutto scomparso, ci vediamo attorniati da parecchi giovinotti e da qualche uomo: tutta la popolazione maschile in quel momento presente in paese, mi affermano. Allora cogliamo la palla al balzo, e ci fermiamo lì in mezzo a uno spiazzale; io seduto su di uno sgabellino ed essi accoccolati all'indiana, facciamo conversazione. Oh, l'accoramento di quella conversazione!

- Siete cristiani?

- No, rispondono.

- Come? non siete battezzati?

- Sì, tutti.

- Anche i piccoli?

- Tutti.

- Dunque, siete cristiani... e non lo dite... e lo nascondete. Dunque dovete essere cristiani di fatto... Io sono venuto apposta... È la grazia di Dio che viene per voi... Verrete in chiesa? Vi confesserete? Sentirete la S. Messa?

La dura risposta ancora mi martella in cuore:

No! Parola cruda che non c'è stato verso di far cambiare. Due o tre vecchi, induriti (castigo terribile di Dio!) nel loro peccato, hanno tenuto a bada la volontà degli altri, di tutti gli altri, molti dei quali, tutti forse, non avrebbero avuto difficoltà di seguire l'esempio dei grandi...

Quando mi alzai, chè l'ora era già tarda e tutto era evidentemente inutile, come una morsa di ferro mi chiudeva la gola. In silenzio, col Catechista, rifacemmo la stessa strada di prima, come sotto l'incubo di un sogno pauroso... Oh, quante volte, durante le poche ore, anche notturne, di dimora in quel disgraziato paese, ho ripensato alle apostasie dei primi secoli della Chiesa, allorchè la persecuzione impauriva le anime dei pusillanimi! Quanto spesso, anche ora che ci ripenso, mi viene come un nodo alla gola e spontaneamente sale dal cuore al cielo una preghiera: - O Signore, dimentica e non far pesare forte la tua mano su quelle anime infelici. Il Sangue preziosissimo del tuo divin Figliuolo grida mercè per tante anime di poveri innocenti che mi sono sembrati così puri negli occhi tranquilli e sereni: sicuro, la luce del S. Battesimo così chiara e bella!

Le cause? Troppo complesse e delicate. E poi... inutile discorrere di esse. Corriamo ai ripari, al salvataggio di tante povere anime.

Oh, se tra i lettori del Bollettino ci sono anime generose - e non dubito che tutte lo siano - vogliano unirsi a noi, poveri missionari, e ai nostri ferventi cristiani nella preghiera. Oh, di quanta preghiera abbiamo bisogno! Non domandiamo denari: non è il denaro che può far salve queste anime, o almeno che le potrebbe render salde nella Fede. Domandiamo preghiere, preghiere. Queste sole, come incenso odoroso, salgano al trono di Dio e ne ottengano le rugiade misericordiose!

Apollo est qui rigat et seminat sed qui incrementum dat Deus. Che all'opera della nostra umile semina, che dobbiamo ora tentare di fare con costanza e insistenza, si accompagni la preghiera di tante anime buone e generose. Se queste sono anime consacrate a Dio, se sono anime sole, abbandonate, se sono anime sofferenti, che portano le croci di lunghi dolori; queste indubbiamente colle loro preghiere, colla loro pazienza, col loro muto sacrifizio, colla offerta generosa delle loro tribolazioni varranno più che i nostri poveri sudori, a irrorare le zolle ora così sterili e infeconde, così disseccate...

E qui incrementum dat farà sbocciare fiori e frutti anche dalle sterili spine e farà brillare il sole della pace e della gioia in tante anime.

D. E. SANNA Missionario Salesiano.

Altre notizie.

Il missionario Don SIRO RIGHETTO scrive al Rev.mo Sig. D. Rinaldi in data 22 gennaio:

e Oggi si è svolta la bella funzione dell'intronizzazione del S. Cuore di Gesù nella scuola femminile, diretta dalle ottime Suore della B. Capitanio. Le 75 alunne vi si prepararono con alcuni giorni di ritiro: e quante buone disposizioni ci rivelarono ! Attesero nel raccoglimento più devoto l'arrivo di Mons. Bars e del sottoscritto per consacrarsi interamente al Sacro Cuore: nell'umile cappella non vi era lusso di sorta, ma v'erano 75 cuori che palpitavano davvero per il Signore.

» La breve cerimonia riuscì assai commovente: colla mia fantasia vedevo Gesù, seminatore di casti pensieri, già scegliere tra la schiera di queste fanciulle alcune elette, esclusivamente per sè. La mia fantasia però ha una base di realtà: dalle alunne di questa scuola Gesù ne ha già scelto sei che si sono consacrate a Lui, due altre sono ora aspiranti, e altre si risolveranno in seguito ».

I Salesiani a Bombay.

Bombay, 30 ottobre 1930.

Amatissimo Padre,

Da più di due anni i Salesiani si trovano a Bombay, ma finora nessuno le ha parlato dell'opera che svolgono in questa città. Eccole due parole a questo riguardo.

Chiamati dal Vescovo portoghese di Bombay, i primi Salesiani giunsero nèl maggio del 1928, dalle fresche colline dell'Assam, guidati dal Sig. D. Hauber che tuttora lavora indefes samente allo sviluppo dell'opera iniziata. Anche qui Maria Ausiliatrice e il Beato D. Bosco ci vollero precedere.

Ricordo ancora la graditissima sorpresa che provammo nel 1925, sbarcando a Bombay, quando entrati nella casa di un nostro ottimo cooperatore che era venuto a incontrarci al porto, scorgemmo un bel quadro del nostro Fondatore. Pareva ci sorridesse al vedere la nostra meraviglia di trovarlo colà e ad un tempo la nostra gioia di trovarci quasi in casa nostra nella sua compagnia. Egli era davvero il padrone in quella casa per la grande divozione in cui era tenuto. Ma fin da quel giorno a noi parve tanto naturale di dover venire un di stabilmente a Bombay, dal momento che vi era già Don Bosco : egli infatti dispose le cose in modo che, alcun tempo dopo, preparato il locale, noi fummo chiamati a trapiantare in questa città l'opera nostra.

Oggi abbiamo un High School che comprende le classi elementari e ginnasiali, frequentate da oltre 15o ragazzi, in gran parte esterni. Non è gran che, nè possiamo per ora far di più per essere in locali provvisorii e d'affitto, stretti e poco adatti per scuola.

Anche il quartiere è alquanto fuori della, città e gli alunni trovano molto scomodo il venire a scuola da noi. Aggiunga che da giugno a ottobre - l'epoca delle pioggie - proprio nella prima parte dell'anno scolastico, le difficoltà si fanno più complicate: alle volte piove dirottamente per delle settimane e rende impossibile l'uscire di casa.

Le altre scuole hanno dei vantaggi sulle nostre, perche disponendo di autobus s'incaricano di prendere e ricondurre i ragazzi presso le famiglie: noi purtroppo per la ristrettezza dei mezzi non possiamo ancora provvedere a queste necessità. Questo è forse il motivo principale per cui le nostre scuole sono rimaste stazionarie. Fa anche a noi molta pena veder arrivare alla scuola gli alunni, bagnati, scalzi con le scarpe sulle spalle, tremanti pel freddo: spesso siamo costretti a rimandarli a casa perchè non si abbiano a prendere dei malanni.

Ve ne sono di quelli che hanno un'ammirabile costanza e una puntualità che sorprende: piova o tuoni sono sempre alla scuola, e non si preoccupano di buscarsi con questi strapazzi le febbri che di solito infieriscono in quella stagione.

Ho voluto esporle i suaccennati inconvenienti perchè, se potesse aiutarci ad eliminarli, sarebbe una buona spinta a sviluppare rapidamente l'opera nostra in Bombay. Il lavoro missionario non difetta in Bombay: agli Indù, Maomettani e Parsi da convertire s'aggiungono turbe di ragazzi innumerevoli vaganti per le vie, preda del vizio e della miseria: Bombay è un campo vastissimo di lavoro e presenta maggiori difficoltà.

Voglia, amatissimo Padre, raccomandare i nostri bisogni alla carità dei generosi cooperatori perchè ci aiutino a sviluppare un'opera a cui è riserbato indubbiamente un grandioso avvenire.   D. ATTILIo CoLUSSI

Missionario Salesiano.

Grazie del Beato D. Bosco

Una bronco polmonite bilaterale di natura vagante aveva colpito il 10 luglio mio fratello Onorio - lui forte ex alpino - di Villaorba. L'infermo. tormentato da altissima febbre che lo faceva vaneggiare, in sei giorni si era trovato agli estremi: e gli vennero amministrati i conforti della religione. Il medico l'aveva dato per spacciato e difatti l'infermo fu parecchie volte sul punto di soccombere. All'undicesimo giorno, fattesi più critiche le condizioni dell'infermo, una zia mi disse: - Leggo sempre il Bollettino Salesiano che riporta grazie prodigiose del Beato Don Bosco: facciamo un voto a Lui per ottenere la guarigione del nostro caro! Anche il malato volle unirsi a noi nel pregare il Beato, di cui baciò con divozione la medaglia che gli appesi al collo. Al mattino seguente le condizioni si aggravarono e il medico non ebbe più speranza di salvarlo; ma il Beato che pregavamo tutti con fervore stava per dimostrare l'efficacia della sua intercessione. La mattina del 23 il medico notò un leggero miglioramento: da quell'istante, superata la crisi, il malato andò rimettendosi. Il 16 agosto lasciava il letto e in breve era completamente risanato.

Villaorba.   DONATO ISIDORO.

Il sottoscritto Parroco di Vissandone dichiara che quanto Donato Isidoro ha esposto circa la malattia del suo fratello Onorio risponde tutto a pura verità, e ritiene che questa prodigiosa guarigione la si debba attribuire unicamente all'intercessione del Beato Don Bosco.

In fede    Sac. AUGUSTO DE MARCO Parroco di Vissandone e Villaorba,

Una forte meningite colpì, il 16 novembre u. s., la mia bambina Anselmina di tre anni e mezzo. I dottori la giudicarono inguaribile; ma essendomi raccomandata al Beato D. Bosco la guarigione venne, e i professori confermarono che essa ebbe del miracoloso.

Riconoscente invio, secondo la promessa fatta, un paio di orecchini d'oro con diamante. Bergamo.

BENEDETTI GIUSEPPINA.

Oggi non abbiamo di che sfamarci - diceva una mamma alla figlia, in giorno di grandi strettezze. Venne loro l'idea di pregare con fervore il Beato Don Bosco, che avevano scelto come a protettore della famiglia, ed ecco, poco dopo, un uomo bussare alla porta e consegnare un mezzo sacco di farina inviato da una pia persona, a cui nulla avevamo chiesto e da cui nulla certo s'aspettavano. Quella farina prodigiosamente fu il sostentamento di quelle poverette per tre mesi finchè venne l'epoca della mietitura.

Sac. ICILIo INLANTI, arciprete.

Dolori al petto e alla schiena mi assalirono nell'inverno passato, localizzandosi poi allo stomaco. I medici non poterono trovare la causa del male. Diventando però sempre più gravi, mi feci visitare da un professore e da un radiologo, il quale disse a mia moglie trattarsi di un tumore maligno allo stomaco. I familiari mi mandarono subito da un chirurgo rinomatissimo, che confermò purtroppo il giudizio già dato a mio riguardo. Mia moglie, disperata, si rivolse con gran fede al Beato D. Bcsco chiedendo la grazia della mia salvezza.

Il radiologo intanto consegnò al chirurgo le radiografie perchè giudicasse della possibilità di una operazione, o meno: e questi dopo alquanti giorni scrisse, consigliando l'operazione perchè il caso era disperato...

Io non ero al corrente del giudizio dato sul mio male ed avevo la convinzione che l'operazione non era punto necessaria: andai quindi dal chirurgo per intendermi con lui. Esano trascorsi dalla prima visita 17 giorni. Vedendomi, il chirurgo mi disse subito che gli facevo un'impressione diversa dall'altra visita, e mi rimandò dicendomi di ripassare da lui fra 10 giorni. Quando vi andai, egli riscontrò che il male non c'era più; difatti io ho continuato a sentirmi meglio ed ora sono quasi guarito.

C'era veramente il tumore maligno o si sono sbagliati chirurgi e radiologi nel giudicarmi? In ogni caso il Beato mi ha dato un aiuto prezioso, per cui gli sono riconoscentissimo.

Breda Cisoni.   ANGELO SARZI.

Un male strano mi colse all'improvviso ai primi di luglio durante la notte, procurandomi continui vomiti e fortissimi dolori intestinali.

Chiamato il medico d'urgenza, disse trattarsi di gastro-enterite acuta e dichiarò il caso molto grave. I familiari credettero buona cosa avvertire la sorella Suora tra le Figlie di Maria Ausiliatrice, la quale, nel giro di pochi giorni, giunse al mio letto profondamente colpita dal mio stato tanto allarmante.

Richiesto parere al medico, questi disse: - Non c'è più nulla da fare, ormai non c'è più nessuna speranza. - Lei, rispose mia sorella, ha fatto quanto ha potuto, ora io confido nella intercessione del Beato Don Bosco.

Al termine della novena, fui assalita da una nuova crisi violenta, da ridurmi agli estremi. Mia sorella in preda alla più grande emozione, fa pregare i miei figliuoletti attorno al letto, quindi porge a me una reliquia del Beato e me la fa trangugiare. « Abbi fede e guarirai, mi ripeteva, e voi, bambini, pregate ». Verso sera il medico riscontrò un lieve miglioramento che andò accentuandosi nei giorni successivi, e in breve io potei rimettermi e dedicarmi ai miei figli.

Carignano.

LUNGO MARIA Ved. CAVAGLIA.

Tristissime erano le condizioni di salute in cui versava il nostro bambino. Una complicazione di mali (nefrite, pleurite, meningite), ce l'avevano portato in fin di vita, tanto che gli stessi medici noli ci davano più speranza alcuna. Confidai la mia pena alle Suore del Convitto Snia Viscosa, dalle quali il bambino si recava per prepararsi alla S. Comunione; ed esse mi consigliarono d'incominciare, con loro, una novena al Beato Don Bosco e d'applicare al malatino la reliquia.

Eseguimmo con fede il consiglio e notammo subito un consolante miglioramento.

Al bambino, trasportato in clinica in condizioni allarmanti, cessò la febbre immantinente, e andò migliorando sino al completo ristabilimento.

Cesano Maderno.

CARCANO MARIA.

Dall'amputazione della gamba fu preservato prodigiosamente il nostro caro Giuseppino, di trenta mesi. Il 12 giugno 1930 egli si lamentò di un male al piede sinistro; dopo le prime cure da noi prestate, fu chiamato il dott. Delfino che disse trattarsi di cosa leggera. Il giorno 15 lo stesso dottore con la sua auto ce lo portava a Torino, nella clinica del Prof. Giordano, dove furono eseguiti cinque tagli per arrestare l'infezione maligna.

Il 18 si svolse la polmonite che destò serii sospetti. Si fece consulto con il Prof. Giordano e il Prof. Mugga, e ambedue dichiararono purtroppo una prossima fine del nostro unico tesoro. Come rassegnarsi a perderlo? Vennero i nonni e la zia del bambino, angosciati per lo stato del piccolo, mentre noi genitori non riuscivamo a rassegnarci alla volontà di Dio.

Il giorno del Corpus Domini, giunse l'altra zia del bambino, Suor Eugenia, F. M. A., accompagnata da un'altra Suora, e ci consigliò di affidare ogni cosa al Beato D. Bosco, di avere grande fiducia, e ci lasciò pure una reliquia.

Subito portammo un'offerta al Santuario di Maria Ausiliatrice affinchè fossero celebrate delle Messe all'altare del Beato. Nel pomeriggio un'altra zia del piccolo, Suor Marta, F. M. A., giungendo da Pessione, ci assicurava che speciali preghiere al Beato erano incominciate per ottenere la guarigione.

Il giorno 24 il Prof. Giordano lo dichiarò salvo dalla polmonite, ma lo volle far passare ai raggi per l'infezione alla gamba; e disse essere necessaria l'estrazione della caviglia. I professori speravano così di togliere la radice del male; ma dopo la prima medicazione constatarono un peggioramento e ci lasciarono per qualche giorno in angosciosa aspettativa di una più chiara diagnosi del male che lentamente consumava la tenera esistenza del nostro Giuseppino. Chiedemmo allora un secondo consulto e si ebbe il responso che se si voleva in vita il piccolo era non solo necessaria, ma urgente l'amputazione della gamba. Chiedemmo consiglio ai parenti per l'assenso all'operazione, ma tutti si opposero. Le preghiere continuavano sempre più ferventi da parte di tutti, ma nessun miglioramento si notava. Che fare?

Fortunatamente la nostra cara Suor Eugenia Poesio continuava a incoraggiarci ad aver fede nel Beato, a fargli promessa di qualche offerta, e a mettere il caro bimbo sotto la sua protezione. Si ricominciò da tutti la novena, con la promessa di offrire L. 1000 per le opere del B. D. Bosco, di far cantare una Messa all'altare del Beato nella parrocchia di Arignano, con l'offerta di un cuore d'argento. Anche il nonno, affezionatissimo al primo nipotino, promise L. 5oo se il Beato ce lo ridonava guarito, senza l' amputazione.

Il Signore quietava così il nostro povero cuore e un fil di speranza si rifece sentire. Il 4 luglio il bambino ebbe un lieve miglioramento, ma il Professor Giordano non sorrise a questo; ciò nonostante fu deciso di riportarlo a casa.

Il professore stimò imprudente la risoluzione, permanendo nel bimbo la febbre a 40°; ma ci lasciò liberi, aggiungendo: « così avranno la soddisfazione di seppellirlo nella tomba di famiglia ». Il 6 luglio era a casa. Le medicazioni vennero continuate dal dott. Delfino senza però miglioramento alcuno.

Il 15 agosto si fece un nuovo consulto e si trovò necessaria l'estrazione dell'osso del tarso.

Dovemmo sottoporre nuovamente il caro bimbo a dolorosa operazione. Povero angioletto! Soffriva molto, e con lo sguardo languido fissava il quadro del Beato, e diceva: « Oh! D. Bosco, fammi guarire! ».

Dopo questa estrazione incominciò il vero miglioramento e l'ultima medicazione fu fatta il 30 settembre 1930.

Con tanta gioia e riconoscenza portammo il bimbo al Santuario di M. Ausiliatrice, all'urna del Beato che egli non cessava di baciare e a cui ripeteva con la sua semplicità infantile: « Oh D. Bosco che mi hai fatto guarire, alzati e vieni a casa mia! ».

Con nostra consolazione il bimbo ora corre qua e là senza sostegno, con un semplice apparecchio alla scarpa, del quale, speriamo, possa farne presto anche a meno.

Arignano.   I genitori

Poesio GIOVANNI e ROSALIA MATTEIS.

Esprimono pure la loro riconoscenza al Beato Don Bosco

Baudrino Anselmo (Borgosesia) per la soluzione favorevole di un grave affare.

Spina Margherita (Robbio) per la completa guarigione ottenuta dal Beato.

Bordone Martino (Pont S. M.) per la guarigione da angina pectoris ottenuta per l'intercessione della Vergine A. e del Beato.

Casalis Maria (Carmagnola) colpita da bronchite polmonare e pleurite, trasportata all'ospedale di San Vito (Torino) in un mese guarisce perfettamente raccomandandosi al B. e a M. A.

Del Bono Maria (Racconigi) in circostanze difficili si raccomandò al Beato e ebbe prontamente l'aiuto desiderato.

Binello Teresa (Antignano) per la vista ricuperata. Marzari Giuseppe (Lonigo) per guarigione perfetta da meninge encefalite.

Bonetto Teresa (Torre Bormida) per guarigione da ernia dopo aver pregato D. Bosco e averne baciato l'urna benedetta, in Valsalice, il 2 giugno 1929.

Bernardi Maria (Bricherasio) per grazia ricevuta.

Avanzato Anna , (Castelrosso) per grazia ricevuta.

Talpone Alice (Torino) per varie grazie .ottenute col contatto della reliquia.

N. N. offre L. 5o per grazia ricevuta.

P. T, per ottenuta guarigione.

A. G. per scampato pericolo in uno scontro automobilistico.

G. L. per guarigione da mal di reni che le impediva ogni lavoro.

Meotto Maddalena (Rivoli) per grazia ricevuta.

Rosso Annetta (Portacomaro) per grazia ricevuta.

P. E. affetta da flebite, sentì l'ispirazione di invocare il Beato durante una recrudescenza del male e nello stesso momento le parve di vedere ai piedi del letto la figura di un prete. Fattasi portare l'immagine del Beato, nel baciarla si sentì subitamente risanata.

Torelli Albina (Torino) per ottenuta guarigione. Pilato Luigi (Caserta) esprime tutta la sua riconoscenza al Beato per una protezione particolare

sulla sua famiglia in una luttuosa circostanza. Mollo Caterina (Cornegliano d'A.) per grazia ricevuta dal Beato.

N. N. (Torino) offre L. 500 pro Missioni.

M. B. (Torino) per aver ottenuto dal Beato la guarigione da un difetto alla gola senza intervento chirurgico.

N. N. Non trovando impiego pel figlio laureato in legge, ricorse al B. Don Bosco e ottenne più di quanto desiderava.

Carrena Francesca (Torino) raccomandò al Beato una sua bambina affetta da infezione intestinale e l'ebbe prontamente risanata.

Casone Angela (Alessandria) è riconoscente al Beato per la guarigione del figlio ragioniere che, per una caduta, destava gravi apprensioni.

Montagnini Margherita (Quargnento) per grazia ottenuta dal Beato.

N. N. offre L. 5oo per le Missioni in riconoscenza della grazia ottenuta dal B. Don Bosco della guarigione della mamma.

Audi Rina (Corio) colpita da appendicite con minaccia di peritonite ricorse al B. Don Bosco con la promessa di un'offerta per le missioni e con la celebrazione di una S. Messa all'altare in Maria Ausiliatrice. Applicata poi la reliquia del Beato stilla parte dolente, ebbe un miglioramento immediato, tanto da poter essere trasportata a Torino e operata felicemente.

Nilla Mo (Canelli) raccomandò al Beato il figlio gravemente malato di pleuro-polmonite, promettendo un'offerta per le Missioni, e al termine della novella lo ebbe risanato.

N. N. raccomandò al B. una famiglia ove regnava la discordia e vide ritornarvi la pace.

C. F. M. In una questione di interesse tra la sua famiglia e una Società, correva il rischio di dover pagare una discreta somma. Affidato l'affare al B. Don Bosco, la Società rinunciò ben tosto alle sue pretese e non si dovette pagare neppure un centesimo.

Adelina Torelli, assalita da gravissima crisi di asma bronchiale durante la notte, ricorse all'intercessione del Beato e potè riaversi assai presto.

Camoriano Maria (Savona) per l'ottenuta guarigione da grave risipola.

Rina Zappa (Nizza Monf.). Avendo perduto ogni speranza di ottenere una desiderata grazia, si rivolse con fede al Beato con una novena, terminata la quale prodigiosamente ebbe la grazia invocata. Invia riconoscente un'offerta per le Missioni.

Giovannina Losa (La Spezia) travagliata da acutissimi dolori alla spalla e al braccio, dopo aver provato invano tanti rimedi, vi applicò la reliquia del Beato con l'effetto di vedersi immantinente libera da ogni dolore.

Lettera di Don Giulivo ai giovani.

Carissimi,

Nei brevi cenni autobiografici che il B. Don Bosco lasciò ai suoi Salesiani si legge, che dopo la vestizione chiericale, prima di recarsi in Seminario così tra altro udì dalla sua mamma:

« Giovanni mio, quando nascesti, ti consacrai alla Beata Vergine : quando incominciasti i tuoi studi, ti raccomandai la divozione a questa nostra Madre: ora ti raccomando essere tutto suo: ama i compagni divoti di Maria; e, se diverrai sacerdote, raccomanda e propaga sempre la divozione a Maria.

« Nel terminare queste parole mia madre era commossa: io piangeva. - Madre, le risposi, vi ringrazio di tutto quello che avete detto e fatto per me; queste vostre parole non saranno dette invano e ne farò tesoro in tutta la mia vita ».

Il B. Don Bosco così disse e così fece.

Eccovi, o giovani, un bel programma della divozione a Maria anche per voi. Consacratevi a Maria, siate tutti suoi, amate i compagni divoti di Maria, praticate, raccomandate e propagate sempre la divozione a Maria.

Così fece il B. Don Bosco, così fecero Domenico Savio e tutti gli altri suoi buoni allievi, e così fate anche voi, e ne sarete felici.

Addio.   Vostro affezionatissimo

D. GIuLIVo.

NOTIZIE DI FAMIGLIA

Una lettera di lode.

N. 269 - 31.

Dal Vaticano, 12 febbraio 1931

Rev.mo Signore,

Il Santo Padre ha letto con viva soddisfazione la lettera del 5 febbraio corrente, con la quale V. S. Rev.ma Lo informa che ben dieci Figlie di Maria Ausiliatrice compiono i loro studi nell'Istituto Apostolico del Sacro Cuore a Castelnuovo Fogliani e che esse vi ricevono un'ottima formazione spirituale ed una coltura che le rende capaci di superare gli esami di Stato.

Sebbene queste notizie fossero già note all'Augusto Pontefice, tuttavia Egli se ne è compiaciuto, come pure si rallegra di sapere con quanto generosa volontà le ottime Religiose si preparano all'importante e delicata missione di educatrici, alla quale sono dalla Divina Provvidenza chiamate.

E mentre Sua Santità si augura che il lodevole esempio delle Rev.de Figlie di Maria Ausiliatrice sia largamente imitato da altre numerose Congregazioni religiose, ben di cuore imparte alla S. V. e alle Rev.de Suore l'Apostolica Benedizione.

Con sensi di distinta e sincera stima mi confermo di V. S. Rev.ma

aff.mo per servirla E. Card. PACELLI.

Rev.mo Signore

Sac. FRANCESCO ToMASETTI

Procuratore Generale dei Salesiani

Vicolo della Minesva, 51 - Roma.

Besucco Francesco.

Uno dei più olezzanti fiori, che insieme a Savio Domenico e a Magone Michele crebbero sotto le cure amorose del Beato D. Bosco nei primi anni della sua opera grandiosa, di cui lo stesso Beato scrisse la biografia, è Besucco Francesco, nativo di Argentera (Cuneo).

Il profumo delle sue virtù, descritte con tanto candore e con cuore paterno ha indotto la Federazione Giovanile della Diocesi di Cuneo a proporlo come « modello delle Sezioni Aspiranti dei Circoli Cattolici ».

Infatti riferisce il « Giovane Piemonte » che, nell'adunata del 18 gennaio u s., presenti tutti i Presidenti e i Delegati delle Sezioni Aspiranti, quando l'Ass. Eccl. Federale, Teol. Antonio Oggero, Cancelliere Vescovile, fece la proposta di eleggere Besucco Francesco, condiocesano, quale modello dei giovanetti Aspiranti, venne accolta ad unanimità e subito fu distribuita la vita dell'umile Pastorello alle varie Sezioni perchè si specchiassero nei suoi esempi.

Nel Convitto Civico di Cuneo, affidato ai Salesiani, venne pure fondato un Circolo intitolato a « Besucco Francesco », composto di studenti del Liceo e dell'Istituto Superiore.

Sorriderà il Beato dal Cielo nel vedere che il modello da lui proposto s'impone ancora e s'imporrà sempre ad altri giovani per raggiungere l'ideale bello di una vita profondamente cristiana.

Mons. Fossati all'Oratorio.

L' Archidiocesi Torinese, dopo una lunga attesa, ha avuto finalmente il suo Pastore. Torino l'accolse l'8 marzo con una dimostrazione che non si sarebbe potuto desiderare nè più entusiastica, nè più espressiva: Principi Reali, Autorità e Popolo in gara nobilissima porsero all'Eccellentissimo Arcivescovo l'omaggio cordiale e l'augurio d'un fecondo apostolato pastorale. Mons. Fossati, commosso alla grandiosa spontanea dimostrazione, in Duomo ringraziò con un discorso sgorgatogli dal cuore e che tradiva l'interna emozione.

La nostra Schola Cantorum dell'Oratorio ebbe l'onore di essere invitata ad eseguire nella Metropolitana i canti liturgici d'occasione: uniti ai tenori e bassi della Cattedrale i nostri piccoli soprani e contralti furono molto ammirati per l'esecuzione del vigoroso Ecce Sacerdos Magnus composto dal M.° Giuseppe Mosso, del Te Deum assai espressivo del M.° Erminio Piglia e di un bellissimo Tantum Ergo del venerando M.° Gius. Dogliani, sotto la direzione del M.° Salesiano Enrico Scarzanella, accompagnando all'organo il titolare M.° D. G. Marchetti.

Pochi giorni dopo, il 12 marzo, Monsignore onorava della sua visita il nostro Santuario-Basilica di Maria Ausiliatrice, celebrando la Santa Messa all'altare del Beato D. Bosco cui assistevano numerosi divoti e gli alunni: poi nell'interno dell'Istituto riceveva dalle schiere giovanili un caloroso saluto in ringraziamento dell'ambita visita. Monsignore con paterne parole esprimeva la sua soddisfazione e prometteva ai giovinetti altra visita in un'occasione più solenne e cara al loro cuore.

L'atto delicato di Monsignor Arcivescovo è riuscito graditissimo a tutti, e da tutti interpretato come un segno della sua benevolenza costante e apprezzata verso l'Opera del Beato Don Bosco. Il Beato protegga e benedica dal Cielo l'apostolato che il novello Arcivescovo ora intraprende nell'Archidiocesi che il Papa gli ha affidato.

Primo convegno di ex-allievi romani al "Pio XI".

In occasione della festa di S. Francesco di Sales, il 1° febbraio oltre 300 ex allievi romani si raccolsero a convegno nell'Istituto Pio XI, non solo per la gioia di celebrare insieme con i Superiori una festa di famiglia cosse quella del dolcissimo Patrono, sia anche per compiere con la loro imponente riunione quasi opera di collaudo solenne a quel nuovo Istituto che oggi rimirano come un'altra imponente affermazione dell'Opera del nostro Beato Padre, da essi tanto prediletta.

La festa fu onorata dall'intervento di S. E. Monsignor Carlo Salotti, Arcivescovo titolare di Filippopoli di Tracia, Segretario della Sacra Congregazione di Propaganda Fide, che ha celebrato la Messa della Comunione generale rivolgendo ai presenti lui fervorino di circostanza.

All'agape, il Comm. Poesio ebbe l'ambito onore di presentare a Sua Ecc. Rev.ma, a nome dell'Unione, la tessera ad honorem dell'ex allievo, seguito da altre manifestazioni calorose rivolte alla persona di Sua Eccellenza.

Levate le mense, gli ex allievi terriero la loro assemblea generale, tributando unanime ed entusiastica approvazione alla proposta di donare alla nuova scuola « Don Bosco » della Città Giardino un monumento in bronzo del Beato da inaugurarsi il 21 aprile nella festa del Natale di Roma.

Il 2 marzo, nello stesso Istituto Pio XI aveva luogo la mostra dei lavori eseguiti dagli alunni. con intervento del Sig. Don Giraudi, Economo Generale, Don Festini, Ispettore; Comm. Poesio; l'Ingegnere Angella, l'On. Amilcare Preti, il Comm. Alloi, il Conte Locatelli e Don Salvatore Rotolo, direttore dell'Istituto Pio XI.

« Una folla di amici dell'Opera di Don Bosco ha visitato la Mostra dei lavori eseguiti ed i vari padiglioni. E tutti hanno ammirato l'igiene degli ambienti, la loro luminosità ed il perfetto ordine che vi regna. E le migliaia di visitatori che si sono succeduti fino a tarda ora hanno espresso il loro compiacimento ed il loro augurio per quest'opera bella di preparazione di tanti giovani artieri che usciranno dalle Scuole Professionali provetti operai ed ottimi cittadini. L'Opera di don Bosco continua, continuerà nei secoli. Ai buoni - e sono molti -il dovere di aiutarla, nei limiti delle loro possibilità » (1).

(1) La Tribuna del 3 marzo.

Commemorazione di Mons. Versiglia e D. Caravario.

Il 25 febbraio u. s. nella ricorrenza del primo anniversario della tragica scomparsa di Monsignor L. Versiglia e D. C. Caravario, l'Istituto Missionario di Bagnolo, che s'intitola ai loro nonni gloriosi, ha voluto rievocare solennemente il loro sacrificio e l'opera altamente meritoria svolta dai due missionari nella lontana e travagliata Cina. Alla Messa cantata in suffragio intervennero il Rev.mo Sig. Don B. Fascie in rappresentanza del Rettor Maggiore, il Signor D. Ziggiotti, Ispettore, e il Sig. Don Dalmazzo, missionario salesiano in Cina, che tessè con calda parola l'elogio dei nostri indimenticabili martiri. La Scuola Cantorum dell'Istituto eseguì

la Messa dei defunti in canto fermo e interpretò magnificamente il Libera me Domine del Maestro Perosi. Numerosi Cooperatori e amici dell'Opera Salesiana presero parte non solo alla celebrazione religiosa, ma arche alla solenne commemorazione accademica con una folla di ammiratori che vollero testimoniare la loro viva simpatia con generoso contributo di preghiere e offerte per le missioni cinesi.

S. Em. il Card. Sbarretti al Nazareno.

L'opera vastissima che le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno impiantato al Gesù Nazareno ha ricevuto il 4 febbraio la graditissima visita di S. Em. il Card. Sbarretti, il quale restò molto soddisfatto della bella chiesa, ammirandone l'insieme raccolto, le delicate e armoniche decorazioni e le figure dipinte dal Prof. Monti piene di pietà e di movimento. Poi nel grande salone Sua Eminenza ricevette l'omaggio riverente delle Figlie di M. A. e delle loro numerose alunne, ed ebbe parole di altissima lode per le zelanti Suore di D. Bosco.

Mons. Bartolomasi festeggiato negli oratori di Trieste e Fiume.

S. E. Mons. Bartolomasi, Arcivescovo delle Forze Armate, accompagnato dal Sig. Don Rubino, percorrendo ai primi di marzo la Venezia Giulia, volle manifestare la sua benevolenza alle Opere Salesiane visitando gli oratori di Trieste e di Fiume, ricevuto e festeggiato con vivo entusiasmo da parte della gioventù trie stina e fiumana. Ai vari ricevimenti intervennero pure le primarie autorità politiche, civili e militari, e un folto pubblico di nostri amici e cooperatori.

Busto al Beato D. Bosco.

Nel numero di marzo abbiamo dato relazione delle feste fatte in Cavallermaggiore per l'inaugurazione di un busto al Beato D. Bosco: siamo lieti di offrire il cliché del busto, opera lodata e dono del concittadino Dott. Guglielmo Ballario il quale segue così le orme tradizionali della famiglia nell'ammirazione al Beato e alla sua Istituzione.

Visita del Nunzio Apostolico a Viedma (Patagonia).

S. E. Mons. Filippo Cortesi, Nunzio nella Repubblica Argentina, il 31 dicembre giungeva a Patagones e a Viedma per una breve visita alle due cittadine patagoniche. Accolto dalle supreme autorità, S. E. volle recarsi alla nostra parrocchia per assistere al Te Deum di chiusura dell'anno: di là passò al Collegio S. José dove fu dato in suo onore un pranzo con la partecipazione delle autorità cittadine. Dopo una visita all'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, verso sera, si recò a Viedma, la capitale del Rio Negro. Al collegio salesiano di San Francesco di Sales venne accolto col più vivo entusiasmo. Celebrò la Messa di Capo d'Anno nella parrocchiale distribuendo la Comunione a numerosissimi fedeli; indi visitò i locali del Collegio e quelli delle Figlie di M. A.

Prima che l'illustre ospite lasciasse la capitale del Territorio, il Governatore Sig. Uriburu volle dare in suo onore un sontuoso ricevimento.

Sull'Albo dei visitatori del Collegio S. E. Mons. Cortesi espresse un delicatissimo pensiero a ricordo della sua breve visita:

« Desideriamo esprimere la nostra profonda simpatia e benevolenza a questo Collegio, vera culla e focolare spirituale di questa cristiana Società, che dice con la eloquenza dei fatti le alte benemerenze della Congregazione Salesiana del B. D. Bosco e proclama la verità storica che è la Chiesa Cattolica l'alma mater della civilizzazione dei popoli.

Viedma, 1° gennaio 1931.

F. CORTEsI, Arcivescovo di Sirace.

Conferenze missionarie.

Segnaliamo con vivo piacere il compiacimento che la stampa italiana ha espresso per le Conferenze tenute dal nostro missionario D. Umberto Dalmasso in varie città dell'Italia, e ancora la condiscendente cortesia delle primarie autorità nell'assistervi e nel congratularsi calorosamente col giovane missionario.

Alla conferenza tenuta a Modena erano presenti S. E. il Prefetto e la sua Signora, S. E. il Dott. Guido Corni, Governatore della Somalia, accompagnato dalla Signora, il Podestà, il Segretario Federale, le rappresentanze del Comandante l'Accademia, la Divisione RR. CC., il rappresentante di S. E. Monsignor Arcivescovo e un pubblico sceltissimo.

A S. Remo, Imperia, Ventimiglia, Brescia, Cuneo il successo delle conferenze fu entusiastico del pari, e pari l'elogio lusinghiero della stampa. A Cuneo in particolare, dove D. Dalmasso conta parenti e amici carissimi, l'occasione della conferenza al Teatro Toselli servì per una simpatica dimostrazione al missionario, cui presero parte le più spiccate personalità.

Le esplorazioni di un Salesiano.

I giornali del 27 marzo hanno pubblicato la notizia che a Santiago del Cile è giunto dallo Stretto di Magellano il nostro confratello Don Alberto De Agostini con le guide Evaristo Croux, Leone Bròn e col geologo Prof. Egidio Feroglio. Egli ha compiuto l'esplorazione di ghiacciai della Cordigliera patagone australe verso il Pacifico, ghiacciai fino ad oggi sconosciuti: ha vittoriosamente valicato zone asprissime delle Ande, seguendo una rotta non calcata ancora da piede umano. Dall'estremità nord-ovest del Lago Argentino, la spedizione si è diretta al Lago Viedma, passando poi al gigantesco monolito Fits Roy, che è stato oggetto di particolare studio.

I rilievi topografici della spedizione hanno un'importanza scientifica di alto valore. D. De Agostini ha studiato le condizioni stratigrafiche delle regioni attraversate, ne ha esaminata la morfologia in rapporto alle vicende geologiche passate e alle attuali condizioni climatiche ed ha raccolto esemplari di fauna e flora.

CULTO E GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE

NOVENA consigliata dal Beato Don Bosco per ottenere grazie e favori da Maria SS. Ausiliatrice.

1. Recitare per nove giorni: Tre Pater, Ave, Gloria al SS. Sacramento con la giaculatoria: Sia lodato e ringraziato ogni momento al Santissimo e Divinissimo Sacramento; tre Salve Regina a Maria SS. Ausiliatrice con la giaculatoria: Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobis.

2. Accostarsi ai Ss. Sacramenti.

3. Fare un'offerta secondo le proprie forze per le Opere Salesiane.

4. Aver molta fede in Gesù Sacramentato e in Maria SS. Ausiliatrice.

Una nuova minaccia. - Il mio bambino Guido, appena convalescente da una lunga malattia, parve minacciato da un'altra che i medici giudicarono gravissima. Raccomandatami alla Madonna, nel giorno in cui ricorreva la festa di Lourdes, e al Beato D. Bosco, a distanza di 24 ore vidi scomparso ogni pericolo con mio sommo conforto e con grande stupore dei medici stessi. Ora il bimbo sta bene e, presso l'altare di Maria Ausiliatrice e l'Urna del caro protettore dei giovani, porge il suo ringraziamento con cuore riconoscente e depone l'offerta promessa dalla marasma per l'altare del Beato.

Torino.   GIUSEPPINA GRAZIANO.

Graziato da sei anni. - Sei anni or sono, ossia il 14 febbraio 1923 feci voto alla Madonna di Don Bosco di spedire ogni anno L. 1oo (cento) per le Missioni Estere dei Salesiani e di far palese la grazia pubblicandola sul Bollettino Salesiano se mi liberava da un disturbo che m'impediva di esercitare il mio ministero parrocchiale. Ormai credo che Maria SS. abbia ascoltato la mia povera preghiera ed abbia accettato l'offerta per i suoi Missionari, perchè da quel giorno mi son sempre sentito bene nonostante ch'io abbia faticato più del solito. Vorrei che tutti coloro che abbisognano di grazie si rivolgessero alla cara Madonna Ausiliatrice colla promessa di offrire qualche cosa per le Missioni Salesiane e son certo che saranno pienamente soddisfatti come il sottoscritto.

Arciprete di S. Bartolomeo di Andora.

D'AQUINO D. SANTINO.

La Madonna mi ha sempre aiutata. - Obbligata a sottopormi, per ben quattro volte, a operazioni chirurgiche, nel breve spazio di due anni e, cioè, tra il 1911 e il 1913 , tutte le superai felicemente, grazie alla potente intercessione di Maria Santissima Ausiliatrice e del Beato Giovanni Bosco. Quest'anno un nuovo male mi costrinse purtroppo a ricorrere ancora a un difficile atto operatorio. Con la più viva fede mi raccomandai novamente alla Madonna ed al Beato e l'operazione, subita con buon risultato, mi permise di lasciar l'ospedale dopo ventidue giorni, in convalescenza completa.

Vinchio d'Asti.   LAJoLo MARGHERITA.

Terribile male al piede. - Da quattro mesi il mio nipotino di cinque anni soffriva atrocemente di un terribile male ad un piede, e il dottore aveva detto che occorreva procedere ad una operazione.

Le grida continue, strazianti del bambino mi suggerirono di incominciare una novena a Maria Ausiliatrice per invocare dalla Madonna una tregua agli spasimi del povero bimbo. Questi cominciò subito a star meglio e prima che la novella fosse finita fu perfettamente guarito.

Costigliole d'Asti.   CAGNO NATALINA.

Esprimono pure la loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice e al Beato Don Bosco i seguenti:

B. M. (Torino) colta da influenza prima e poi da bronco-polmonite con pleurite, raccomandatasi a M. A. e al B. vide poco dopo scomparire la febbre e dileguarsi ogni male.

Salassa Rosa per la guarigione del marito.

T. B. A. (Borgo d'Ale) per grazia ricevuta.

Aresio Margherita con la novena a M. A. ebbe la guarigione della figlia Giuseppina da un fastidioso male.

Burzio Maria (Poirino) per guarigione ottenuta coli l'intercessione di M. A. da tubercolosi ossea.

M. F. senza lavoro da molto tempo ottenne facilmente occupazione con una novena a M. A. e al B. cui promise una modesta offerta.

Costa Giuseppina (Caltanissetta) per grazia. Boido Luigia (Costigliole) per grazia ricevuta. Gavioso Riccardo (Torino) per grazia ricevuta per intercessione di M. A. e del Beato.

Pagliassotti Marg. (Bosconero) per rapida guarigione da esaurimento totale, raccomandandosi a M. A. e al B.

Signorino Giuseppina (Castelrosso) per la guarigione ottenuta da febbre intestinale e pleurite per intercessione di M. A. e del B.

O. Gallo. Avendo bisogno di due grazie molto necessarie, ma assai difficili, si rivolse a M. A. e al Beato. Aveva quasi perduto ogni speranza di ottenerle, quando un forte presentimento gli suggerì di insistere ancora; ed ecco, poco tempo dopo, ottenere una dopo l'altra le grazie desiderate.

R. G. riconoscente per molteplici grazie ricevute da Maria A. invia offerta e prega la Madre celeste di vegliare a protezione della sua famiglia.

Carolina Agnello offre una seconda offerta in riconoscenza delle grazie ottenute per l'intercessione del Beato e di M. A.

Gasperini Caterina (Sesto S. G.) riconoscente a Maria per la grazia ricevuta offre L. 100.

M. B. M. (Torino) per particolare grazia ricevuta da M. A. e dal B. Don Bosco.

Due F. M. A. (Catania) per la guarigione di un loro fratello che i medici dissero colpito da tubercolosi polmonare e che disperavano di poter salvare. Con l'aiuto di M. A. e del B. egli è perfettamente guarito.

M. T. B. In giorni in cui era fortemente turbata per affari di famiglia che volgevano a male, ebbe l'ispirazione di cominciare la novena a M. SS. A.: come per incanto le cose ci accomodarono e proprio per parte di quelle persone che prima le avevano causato tante noie.

M. E. per protezione del B. e di M. A. in una pericolosa operazione.

Lucia Cavallero (Torino) in un periodo di forti angustie ricorse a M. A. e al B. Don Bosco e vide appianate momentaneamente le difficoltà: ora attende la grazia completa per sè e per la famiglia.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice o dal Beato D. Bosco, e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:

Arcobelli C., Aghina Sorelle, Averiti Dott. A., Avenia E. ed A., Amerio L., Aguglia Car., Antoniazzi G.

Bosco Car., Balestrazzi N., Biancardi C. e Famiglia, Bove Lucrezia L., Bai M. per gr. ric., Beltini Em., Beretta Famiglia, Besana A., Berlo A., Bolbiani E., Bagnatti R., Bandi G., Buzzetto Fr., Bertoldo L., Bandoglieri M., Brovedani D., Barbone F., Bannone V., Baldrati Erc., Bortolai M., Bergomi M. per gr. ric., Baldini Ang. per gr. ric., Bonomi L.

Chicco Luigina, Coniugi Cena, Chiappo R., Creton C., Colnaghi M., Cavazza A., Ceppi E., Cora Leon., Ceccato V., Cattaneo L., Colucci G., Castoldi E., Castrogiovanni B., Cerrai I., Congiu A. R,, C. B. B.

Direttrice Istituto Coniugi Cane (Chesio), Cavallero L., Da Sacco A., De Giorgi Fr., Denina L., Daverio Famiglia, Damniani Cat., Dorna M., De Gasparis Russo A.

Faccani Vitt. per gr, ric., F. M. (Aosta) per gr. ria., Frattini A., Fischetti C., Falaschi T., Faillari V., Faletti T., Ferretti A., Federici G., Faedo Balestro T., Ferrero S., Ferrero M.

Gazano P., Guaschino M., Famiglia G. (La Loggia) per gr, ric., Giovenzana C., Giusto Fm., Gelmi T., Gianni A., Galdangelo Fr., Gubbo M., Giusto Uni., Giudici R., Grassi L., Gasperiui D., Granata Gr., Gasperi Pianetti M., Girardi T., Giogoli Ali., Giusto Emilia, Grimaldi G., Galleazzi Giac. per gr. ric., Guagneli C. per guarigione della bambina.

Iraldi P. per impiego trovato, Iannarii Gina, Iluggi Baronessa Cat.

Laneri L., Lanza G., L. D. C., Levratto G., Lavarini Sorelle, Legine T.

Morello Maria, Musso Margh. per gr, rie., M. P. e famiglia, Moratti M. per gr. rie., Marsarotto Al., Matthcy M., Marzi Ali., Miorandi P., Mongino T., Mongelli C., Motta Ern., Manichedda A., Mo Eug., Martinotti C., Maridati Sorelle, Mereatur Cat., Moro Ol., Marano Gius., Mortellaro Gius, Marabotti Fr., Menardi G., Modugno L., Marchisio L. ved. Barbero per gr. rie.

Nanni Agn. dona spilla d'oro, N. N. (Vignale), L. 25 per. gr. ric., N. N. (Vignale) L. 1oo per gr. rie., N. N. (Torino) L. 1oo in onore di Savio Domenico per gr. rie. da un congiunto, N. N. (offerta di L. 5), N. N. con terza offerta di L. 1oo e L. 5o per Savio Domenico, N. N. per gr. ric. (L. 5o), Nicolai A.

O. G. per gr. ric. (L. 250), Prato L., Portigliatti M., Pelazza G. per gr. ric., Obertino Ottavio.

Pozzi Mar., Pozzo A., Pandice A., Pietrogrande M., Pomo Em., Piersante M., Predelli G., Pignone C, per guarigione del piccino, Penzo Con., Pessa L., Piano Em., Ponte A., Peyro A., Panza Don A., Pirrello Ar., Pastorini P., Proner Ang., Pedroni An. per grazia ric., Pellissier Fr., Pairazzi M., Pasturo R.

Rotta M., Rua Delf. per gr. ric., Rivarossa Fel., Rosa Cat., Risso Gandolfo F., R. M. per gr. ric. Ruzzon Fr., Riccardi Mar., Rossi Gep., Rovelli A., Ronchi Sorelle, Resta Clem., Ratti Gr. ved. Goisis Ronsecco An., Rissone G., Rebesco Sac. Giov., Rometti L. per gr. rie., Rampini R., Romano Giac., Rosso Chiar.

Strocco Ma., Samaglia M., Santini Margh., Sanito M., S. C. V. (Cortina d'Ampezzo), Scolari Suor M., Saggiano Edv., Serretta T., Scano Gius, Sarti Sand., Sasso Ad.

T. (Albenga) per gr. rie., Taddei Col., Tibiletti M., Turri Martini M., Tavasci Zeff., Tagliapietra L., Trinchero Coniugi per la guarigione della piccola Giuseppina, Tamborini An.

Ulla Maria, Usberti Mario.

Vergnano T. per gr. rie., Vessia Angel. Costa per gr. rie., Vigoni Gius., Verdi M., Villiva Ant., Vesta C. e Cl. per la guarigione della zia Picco Maria, Valisi Rach.

Zanone L. per gr. rie., Zanardi Cor., Zanetti Al., Zucca Erm.,-Zila Gugl., Zuech Cat., Zambernardi Don Ter., Zanetti Don Pietro.

NECROLOGIO

Padre GIOVANNI SEMERIA.

Di questo zelante Barnabita le nostre Case d'Italie e dell'Estero conserveranno la più grata impressione, per l'affetto vivissimo che portava alle Istituzioni di D. Bosco, per l'amicizia che l'univa a tanti nostri Confratelli, e per l'opera di bene che con gentile condiscendenza egli volentieri compiva ai giovani nostri tutte le volte che gli si offriva l'occasione. È morto sulla breccia, logorato dalla diuturna fatica; cadde il 15 marzo in una di quelle povere case del Mezzogiorno (a Sparanise) dove aveva raccolto gli Orfani dei Caduti in guerra. Tutta la sua multiforme attività si era concentrata in questi ultimi anni nel sostenere quest'opera di carità, che dall'ora dell'armistizio era divenuta il palpito più vivo del suo cuore.

Uomo di preghiera, di azione e di sacrificio, mirava costantemente a fare del bene a tutti colle doti eccelse che Dio gli aveva elargito: per questo la sua morte sarà rimpianta da quanti ebbero dalla sua grand'anima incoraggiamenti, consigli e conforti.

D.a NICOLETTA BONCOMPAGNI LODOVISI Principessa di Piombino - Dama di S. M. la Regina.

Consorte degnissima a S. E. il Principe Francesco Boncompagni Ludovisi, Governatore di Roma, spirava santamente in Roma il 2 marzo, munita dei conforti religiosi e di una speciale benedizione del Santo Padre, lasciando esempio mirabile di fortezza d'animo e rassegnazione cristiana. Una crudele malattia la spense a quarant'anni quando la vita pulsava ancora per Lei col suo più fervido ritmo.

Donna di alte virtù s'era acquistata bella fama in Roma per l'opera assidua, premurosa di assistenza e di carità alle classi più povere, all'infanzia derelitta e alle Istituzioni che hanno cura della gioventù più miserevole. Ve la spingeva la perfetta educazione cristiana ricevuta e l'alto sentimento religioso che dominava nell'anima sua.

Memore delle antiche relazioni passate fra il Beato D. Bosco e la patrizia famiglia Boncompagni, la pia Principessa, unitamente al Principe consorte, fu di una benevolenza squisita verso le Opere Salesiane, specialmente quelle fiorenti in Roma.

In questa luttuosa circostanza il nostro venerato Rettor Maggiore, oltre speciali preghiere a suffragio della pia Principessa, per mezzo del nostro Procuratore in Roma faceva pervenire all'illustre famiglia le condoglianze sue e dei Salesiani, a cui S. E. il Governatore di Roma si degnava rispondere con questo nobile telegraumma:

Sac. Francesco Tomasetti - Procuratore Generale Salesiani - Roana.

Al Rev. Don Rinaldi, a lei e Salesiani tutti, espressioni mio animo profondamente riconoscente per tanta viva parte presa mio grande dolore. Ossequii.

- FRANCESCO BONCOMPAGNI LUDOVISI.

Le preghiere dei nostri Cooperatori portino generoso suffragio all'anima della buona Principessa e le ottengano il premio divino che Dio promette a chi, in suo nonne, esercita la carità verso il prossimo.

Ex allievo salesiano irradiò attorno a sè gli splendori di una vita interiore intensamente vissuta, nel culto filiale di Maria, nella pietà eucaristica, nell'abbandono completo alla Divina Provvidenza, nel sacrificio più generoso di sè per il bene della famiglia, nella professione aperta e costante della propria fede e nella larga generosità verso i miseri. « I poveri - scriveva nel suo testamento spirituale - sono e saranno sempre i migliori amici ed i migliori avvocati nostri presso Dio... ». I fulgidi esempi, lasciati ai suoi cari e a quanti lo conobbero, rendono benedetta la memoria del pio e virtuoso Enrico spronando ad incitarlo.

MATILDE Ved. MIZZAN.

Spirava nel bacio del Signore a Fiume il 30 gennaio.

Patronessa insigne dell'Oratorio, largheggiò con le Opere Salesiane i tesori del suo cuore zelante e della sua generosa carità. Ogni buona iniziativa ebbe sempre il suo valido aiuto, la sua instancabile attività.

L' Oratorio Salesiano le tributò cordoglio e gratitudine profonda nel giorno dei funerali e continua ad innalzare a Dio suffragi per la sua antica eletta.

Contessa ALBERTINA SALIMBENI GANDINI.

Lasciò la terra pel Cielo il 22 gennaio, vivamente compianta dalla famiglia che vedeva in lei un angelo di bontà. Di squisita formazione profondamente cristiana, fu sempre sollecita di effondere la sua carità a bene spirituale e materiale del prossimo. Le pie Istituzioni conobbero gli slanci del suo cuore generoso, e non furono certamente ultime le Istituzioni Salesiane della provincia di Modena.

VITTORIO ZOBOLI fu CESARE.

Spirava in Roteglia ai primi di marzo, cristianamente com'era vissuto. Vero cristiano praticante, fu l'edificazione della famiglia e del prossimo colle sue virtù, colla sua rettitudine e colla sua operosità. Fu generoso Cooperatore salesiano.

SOLANO CARLO.

Solerte agricoltore di Buronzo Vercellese trascorse i migliori suoi anni fra i campi nella semplicità e bontà, nella fedeltà alle pratiche religiose e nel lavoro che tanto amava. Ritiratosi nell'ultimo periodo di vita in paese, alquanto logoro dalla fatica e dal dispiacere di vedersi ridotta la numerosa famiglia, e colpito da lenta paralisi, andò preparandosi alla morte con vivo sentimento cristiano. Il 3 marzo si ricongiungeva in cielo al fratello Geometra Francesco, lasciando all'ottima consorte e alla famiglia il ricordo di tanti virtuosi esempi da lui dati. Aveva per le Opere nostre la più affettuosa ammirazione.

Senatore LUIGI LUIGGI.

Gloria dell'ingegneria italiana e patriotta integerrimo era grande ammiratore e valido collaboratore delle Opere di D. Bosco. Nei suoi lunghi e molteplici viaggi visitava volentieri le nostre Case, ricevuto sempre con gioia, per essere stato l'amico del Card. Cagliero.

Colpito da morbo improvviso, ebbe lunga e penosa agonia diffrante la quale fu assistito fraternamente da Sua E cc. Rev.ma Monsignor Felice Guerra Arcivescovo Salesiano, col quale era in rapporti di grande amicizia da moltissimi anni. È morto confortato dai Santi Sacramenti.

I figli ricordando la profonda simpatia che egli aveva per le Opere di Don Bosco, vogliono che il nome dell'illustre Senatore sia legato all'Istituto Pio XI, dotando quella nostra Tipografia di una macchina.

ROCCIA PIETRO.

Ricco di anni e di meriti spirava serenamente a St-Loup (Marsiglia) il 29 gennaio. Tempra di cristiano dell'antico stampo diede alla numerosa famiglia un'educazione cristiana e fu lieto di vedere due dei suoi figli consacrarsi al Signore : D. Giovanni nella Congregazione Salesiana e Irene tra le Madri Pie di Ovada.

Trascorse la vita nell'operosità, vivificata dal più puro sentimento cristiano.

Dott. Cav. MANFREDO BUSSATIS Medico Chirurgo.

Moriva della morte dei giusti il 28 gennaio a 68 anni. Uomo di gran cuore immise a disposizione di molti istituti di beneficenza l'arte sua, che, esercitò con rettitudine e con illuminato senso di carità. La sua vita pia e operosa fu tutta seminata di opere buone suggerite dalla sua carità e dalla sua fede.

Fratello al defunto Mons. Bussatis, antico allievo dell'Oratorio, conservò pel nostro Istituto grande simpatia e fu sempre un ottimo nostro Cooperatore. La preghiera degli amici ci aiuti ad esprimere la riconoscenza nostra verso il defunto.

FRANCESCO LAZZAROTTO.

Quest'ottimo Cooperatore fu un vero apostolo tra i nostri emigrati di Nova Petropolis nel Brasile. Uomo di fede operosa e di carità ardente si adoperò in tutti i modi perche quei nostri connazionali si conservassero sempre fedeli ai loro doveri religiosi. Amantissimo del S. Cuore di Gesù, ne propagò la divozione facendo conoscere e diffondendo le pie pratiche da Gesù medesimo rivelate a S. Margherita Alacoque. Affezionato al Beato Don Bosco, fu Cooperatore esemplare ed indefesso Zelatore delle Opere e Missioni salesiane.

Mons. CARMELO COVAIS.

Spirava santamente in Palermo il 21 febbraio, vivamente da tutti rimpianto. Animo mite, zelante del bene delle anime, di profonde virtù sacerdotali spese la vita a gloria di Dio, lasciando in tutti l'edificazione della sua bontà, e il ricordo delle sue elette virtù. Fu sempre di molta benevolenza per le Opere Salesiane che protesse ed aiutò generosamente.

LIBERATO RUGGIERO.

Uomo profondamente cristiano, virtuoso, munifico, fu molto provato dal dolore, ma trovava conforto nelle piaghe di Gesù, al quale offriva incessantemente i suoi atti di rassegnazione. Dio gli avrà dato merito del bene fatto e delle prove sofferte con costanza esemplare.

Mons. VINCENZO TROTTA Prelato domestico di S. S.

Lo zelo che aveva per la formazione religiosa e morale dei fanciulli gli ispirò sempre una profonda ammirazione e un grande attaccamento alle Opere di D. Bosco: gioiva al sentire le liete nostre vicende e continuamente si adoperava per portarci la valida collaborazione di nuovi Cooperatori. Fu generosissimo coll'Oratorio Salesiano di S. Severo.

ANNA ANFOSSI FORNERIS.

Passava a ricevere il premio delle sue virtù il 18 febbraio u. s. a Cuneo nella bella età di 80 anni.

Il più bell'elogio che si possa fare di lei, è che fu la degna mamma del sacerdote in quanto ella fu la pura sorgente da cui scaturì la vocazione del figlio, Can. Arciprete della Parrocchia di S. Maria di Cuneo, Tutta la sua vita fu intessuta di sacrifizi, di preghiera e lavoro nascosto. Cooperatrice Salesiana amò e soccorse sempre le Opere di Don Bosco, a cui sovente ricorse nei suoi bisogni.

ELISABETTA PRATTICHIZZO.

Era fervente Cooperatrice e dimostrò in molte occasioni la sua benevolenza alle Opere nostre, specialmente all'Oratorio di S. Severo. Zelò lo sviluppo della divozione a Maria A. di cui era ardente devota e volle in punto di morte ricordare le Opere di Don Bosco che tanto amava.

Cav. FRANCESCO FERRARI.

Ex allievo salesiano compì fui vero apostolato di bene da zelante editore cattolico. Si riuniva a Dio il 3 febbraio, purificato da una lunga malattia sopportata con edificante rassegnazione cristiana. Tutta la sua vita di cristiano praticante, olezzante del profumo delle più belle virtù cristiane, è stato magnifico esempio di quella rettitudine appresa alla scuola del B. Don Bosco.

Mons. Gr. Uff. G. BERTOLOTTI.

Chiuse a 9o anni la sua vita ammirabile, operosa, tutta spesa in opere buone. Dotato di vivace ingegno e di grande bontà d'animo, ardente di zelo per la salute delle anime, lasciò dolce ricordo di sè a Serole, e ad Altare dove fu parroco amato fin dal 1868, e profuse le sue più belle energie di pastore con gran frutto spirituale. Fu affezionatissimo all'Opera del B. Don Bosco che esaltò colla sua parola e coi suoi scritti.

Cav. LOMBARDI ATTILIO

nostro affezionato ex Allievo, si spegneva serenamente il 4 gennaio 1931. Fu esempio di vita piena di fede, onesta, laboriosa. Fece del bene a quanti potè; a nessuno negò il suo consiglio e la sua parola buona; ebbe amici tutti coloro che lo avvicinarono, perchè egli sapeva solo amare.

Cooperatori defunti:

AIMo Can. GIUSEPPE, Carassone (Cuneo). AGRIPPA TOsmASO, Belpasso (Catania). ALGERI GIACOMO, Scabzo (Bergamo). ANDRUETTO ANTONIO, Sangano (Torino). ANEDDA BENIAMINO, Cagliari. ARGIOLAS EFIsio, Elmas (Cagliari). BAGNATI GIUSEPPINA, Bellinzago (Novara). BARZAN VITTORIO, Claut (Udine).

BIASI GIusEPPE e MARCELLA (Coniugi), Riva del Garda (Trento).

BIDoLI D. LEONARDO, Parroco, Visinale (Udine). BINDONI Prof. GIUsEPPE, Treviso. BIROLI MORONI ANTONIETTA, Novara. BIsi CHERUBINo, Pieve di Coriano (Mantova). BoDO VICINO IDA, Torino. BONI GIusEPPE. Negrar (Verona). BoNo PROSPERINA, Aosta. BOSETTI ANTONIA, S. Lorenzo Banale (Trento). BosETTi SANTA, S. Lorenzo Banale (Trento). BrUNa FRANCESCO, Aurigo (Imperia). CASTRACANE C.ssa ADELE, Fano (Pesaro)CAVICCHIOLI Mons. GIUSEPPE, Brescia. CATTARuzZA APOLLONIA, Villapiccola (Belluno). CIuLLA LUCIA RUSSO, Pietraperzia (Enna). CoLOMBo DAVIDE, Notaio, Novara. CORNELLA MARIA, S. Lorenzo Banale (Trento). DALZIANI Giov. MICHELE, Laconi (Cagliari).

N. D. DE BELLAT D'ANNA IDa, Borgo Valsugana DEL CARRETTO Marchesa GIUSEPPINA, Torino. DI LENARDA ANGELO, Sedegliano (Udine). ENA GIULIANA, Torpè (Nuoro). FANTIN GIUSEPPE, Vicenza. FERRARIS CLOTILDE, Pont S. Martin (Aosta). FRANCO ROSA, Agneto (Alessandria). GEZZi-GOZZALDI BIANCA, Nave S. Felice (Trento).

GHEzzI GIOVANNA, Roncone (Trento).

GHIRARD GIOVANNI, Orsago (Treviso).

GRANDI Ch. GUIDO, S. Andrea Pelago (Modena). GRAVA CATTERINA, Ampezzo (Udine). LENARDUZZI MARIANNA, Cosa (Udine). LOMBARDI ELEVA, Troia (Foggia). LONGO ENRICO, Cammarata (Agrigento). MACCIONI GIOVANNI, Mogoro (Cagliari). MAGGINI GIUSEPPINA, Biasca (Svizzera). MARZORATI ANGELO, Cisliano (Milano). MATTELONI TERESA, Pavia d'Udine (Udine). MASNADA MARIA, Selino (Bergamo).

MESSAGLIA GIACOMINA GATTI, Morano Po (Aless.). MOLLo GIUSEPPE, Monticello d'Alba (Cuneo). MONTAGNA GIUSEPPE, Maglie (Lecce). MURU DAVIDE, Elmas (Cagliari). NANO CANDIDA, Torino.

NICOLis SILVIA, Verona.

PAPA Dott. ERCULIANO, Desenzano sul Garda. PASERO CARLO, Cuneo.

PELLICANO BADOLATO GIUSEPPINA, Marina Ionica. PINTUS GIUSEPPE, Elmas (Cagliari). POLI CATTERINA, Vertova (Bergamo). POLI GIUSEPPE, Genova.

POZZI PIETRO, Scaldasole (Pavia).

PUXEDDU IGINo, Elmas (Cagliari).

Ricci FERDINANDO, Cottognano (Massa Carrara). RICCI MARCUCCI FILOMENA, Modena.

RISSO D. LEONARDO, Antignano d'Asti (Aless.). Risso LEONARDO, Costigliole d'Asti (Alessandria). ROSA VINCENZO, Fegino (Genova). ROTA TERESA, Allenza (Bergamo). SAMMINIATELLI BARBARA, Pisa. SCAINI PASSERA CATTERINA, Verdello (Bergamo). SORTINO MARIA MONELLI, RaguSa. SOTTOVIA VIRGINIA, S. Lorenzo Banale (Trento). SPALAZZI MARIA CALDERINI, Berceto (Parma). STANGALINI GIOVANNI, Legnano (Milano). TIBALDI GIOVANNA, Pocapaglia (Cuneo). TiBALDI MICHELE, Pocapaglia (Cuneo). TIECHER P. Can. BARTOLOMEO, Suburbi Cristal. TRAVAGLIANTI-SCHIFANI TERESINA, Cesarò (Mess.). TURCOTTI MARTINA CORDONE, Roccapietra (Vercelli). VISCONTI GIUSEPPINA, Intra (Novara). ZORZI TERESINA, Tesero (Trento).

Presentiamo vivissime condoglianze alle famiglie, raccomandando ai suffragi dei nostri Cooperatori gli amici defunti.

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatovi salesiani, i quali, confessati e comunicati, divotamente visiteranno qualche chiesa o pubblica cappella, o se viventi in comunità la propria cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo. Pontefice, possono lucrare l'indulgenza plenaria (come dal Decreto della Sacra Congregazione delle Indulgenze 2 Ottobre 1904).

OGNI MESI;:

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno; 2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte;

3) nel giorno in cui si radunino in conferenza. NELLE FESTIVITÀ.

Maggio

3 Invenzione della S. Croce.

8 Apparizione di S. Michele Arcangelo. 14 Ascensione di Nostro Signore. 17 Anniversario Incoronazione M. A. 24 Maria Ausiliatrice e Pentecoste. 31 SS. Trinità.

Giugno:

4 Corpus Domini.

12 S. Cuore di Gesù.

24 Natività di S. Giov. Battista.

RICORDARE:

che ogni giorno, con la sola condizione d'essere in grazia di Dio, i Cooperatori salesiani, che durante il loro lavoro o in mezzo alle loro occupazioni uniranno il loro cuore a Dio per mezzo d'una breve e pia invocazione, possono acquistare:

1) Per una invocazione qualunque, a loro scelta, un'indulgenza plenaria.

2) Per tutte le altre, 400 giorni d'indulgenza, ogni volta.

NB. - I Cooperatori, impediti per malattia di por tarsi alla chiesa, possono acquistare le indulgenze sopraddette, recitando in casa cinque Pater, Ave e Gloria.

PICCOLE NORME DI GRANDE UTILITÀ.

1) Inviandoci offerte ed indirizzi pel BOLLETTINO favorite sempre specificare se le persone interessate GIA' RICEVONO o NON RICEVONO ANCORA il periodico: si eviterà così uno sciupìo inutile di copie ed un lavoro non indifferente all'Amministrazione.

2) Dovendo fare cambiamenti o sostituzioni di indirizzi è NECESSARIO INVIARE L'INDIRIZZO STAMPATO IN COPERTINA, accompagnato dalle opportune correzioni.

3) Si dia subito notizia dei Cooperatori defunti inviando la targhetta dell'indirizzo con cui viene spedito il "Bollettino" con l'indicazione "defunto" o gli eventuali cambiamenti.

Preghiamo tutti di uniformarsi a queste disposizioni che non importano grave fatica, ma che ci aiutano grandemente a sveltire il lavoro di amministrazione del periodico,