BS 1930s|1935|Bollettino Salesiano Marzo 1935

1° MARZO 1935-XIII-N. 3 ANNO LIX

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

Sommario: Sull'esempio di Don Bosco. - In famiglia. - Le funzioni della Chiesa. - Echi delle feste per la Canonizzazione di D. Bosco. - Dalle nostre Missioni: Assam. - Kishnagar ha accolto solennemente il suo primo Vescovo salesiano. - Per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice e di S. Giovanni Bosco. - Crociata Missionaria. - Lettera di Don Giulivo ai Giovani. - Necrologio.

Sull'esempio di Don Bosco

L'inizio dei lavori per l'ampliamento del Santuario dell'Ausiliatrice e per l'altare a Don Bosco Santo.

La prima volta che don Bosco parlò della chiesa dell'Ausiliatrice, disse che la voleva grande, bella, magnifica, e tosto aggiunse: Io non ho un soldo, non so dove prenderò il danaro, ma ciò non importa. Se Dio la vuole, si farà!

E tanta era la sua fiducia nella Provvidenza, che pose mano alle prime disposizioni relative alla nuova e costosissima costruzione, quando ancora non possedeva né il disegno della futura chiesa, né... il terreno su cui fabbricarla!

Comprato il terreno ed avuto il disegno, diede ordine al suo Economo di cominciare i lavori. Questi fece osservare che in quel giorno in casa non c'era il necessario per affrancare le lettere da spedire alla posta. E don Bosco replicò: Comincia a fare gli scavi: quando mai abbiamo cominciato un'opera avendo già i danari pronti? Bisogna pure lasciar fare qualche cosa alla Divina Provvidenza!   (Memorie Biogr. Vol. VII pag. 333 e 470).

Entro il corrente mese di marzo si darà principio ai lavori per il desiderato e tanto atteso ampliamento del Santuario dell'Ausiliatrice.

Sull'esempio di don Bosco non attendiamo per cominciare che prima ci giungano le offerte invocate con l'appello a tutti i devoti dell'Ausiliatrice e di San Giovanni Bosco. Anche noi, come don Bosco, vogliamo il santuario bello, magnifico e soprattutto più grande: anche noi, come don Bosco, siamo privi dei mezzi necessari per compiere la bella e santa impresa: anche noi, come don Bosco, questi mezzi li attendiamo fiduciosi da chi vorrà certamente avere l'onore e il merito di essere elencato tra i Ministri della Divina Provvidenza.

Benemeriti Cooperatori e benemerite Cooperatrici, mandate la vostra offerta.

IN FAMIGLIA

La nostra Missione di Miyazaki elevata a Prefettura Apostolica. - Mons. Cimatti prefetto apostolico.

Con decreto in data 28 gennaio 1935, la S. Congregazione «de Propaganda Fide» ha elevato a Prefettura Apostolica la Missione sui Juris di Miyazaki (Giappone) affidata alla Società Salesiana nel 1925, nominandone Prefetto Apostolico l'attuale Superiore sig. Don Vincenzo Cimatti.

La notizia, diffusa rapidamente dai giornali ha suscitato la più viva gioia nelle nostre Case e fra i nostri Cooperatori che hanno seguito con tanto interesse i progressi della cara Missione e l'attività personale di Mons. Cimatti. Ma gioia anche maggiore devono aver provato Confratelli, Fedeli e Catecumeni della nuova Prefettura Apostolica, vedendo così autorevolmente apprezzato ed incoraggiato dalla Santa Sede quel rigoglio di vita cristiana e di fervore ch'essi si studiano di intensificare e di diffondere con tanto amore.

Mons. Cimatti conta 56 anni, essendo nato a Borgo di Urbecco, comune di Faenza (Ravenna) il 15-vII-1879. Fu ordinato sacerdote a Valsalice da Mons. Cagliero il 18 marzo 1905. Nel 1925 era direttore dell'Istituto di Valsalice, quando i Superiori lo preposero alla nuova missione di Miyazaki (Giappone) che la S. Sede affidava alla Società Salesiana.

Ad multos annos!

La festa di San Francesco di Sales e l'inaugurazione dei nuovi locali del primo Oratorio Festivo di Valdocco.

La festa di S. Francesco di Sales ha richiamato ovunque i nostri Cooperatori attorno ai Salesiani ed alle Figlie di Maria Ausiliatrice, non solo per rendere omaggio al Santo Patrono, ma per animarsi a nuovo slancio di apostolato attraverso alle annuali conferenze prescritte dal Regolamento della Pia Unione.

Dalle notizie pervenute potemmo rilevare un consolante risveglio di attività in tutti i centri di azione salesiana. Frutto certo della canonizzazione di Don Bosco. Non potendo evidentemente far posto alle relazioni delle singole case, ci limitiamo alla cronaca schematica della festa celebrata nella Casa-Madre.

La Basilica di Maria Ausiliatrice ha visto il pubblico delle maggiori solennità, grazie specialmente all'efficacia oratoria del predicatore del triduo il M. R. P. Favero, barnabita, che ci ha fatto gustare quattro prediche veramente salesiane. Il nostro D. Rufìllo Uguccioni tenne pure ogni mattina un opportuno fervorino alla comunità degli artigiani. Il 29, S. E. Mons. Ernesto Coppo celebrò la messa per la sezione artigiani ed il Rettor Maggiore quella per la sezione studenti. Tenne i solenni pontificali S. E. Rev.ma Mons. Francesco Imberti, Vescovo di Aosta, e la « Schola cantorum » dell'Oratorio fu egregiamente coadiuvata da quella dell'Istituto Teologico Internazionale « Don Bosco » nella esecuzione della musica liturgica.

La Conferenza tradizionale ai Cooperatori nella Chiesa di S. Giovanni Evangelista, il 2 febbraio, fu tenuta dal salesiano D. Eusebio M. Vismara; ma tutti gli Istituti ed Oratori salesiani cittadini provvidero nei giorni seguenti ad una Conferenza speciale pei Cooperatori più vicini.

Il ciclo delle feste si chiuse con una cerimonia lungamente attesa, la benedizione ed inaugurazione dei nuovi locali dei primo Oratorio festivo di Valdocco. La prima pietra delle nuove costruzioni l'aveva collocata l'Em.mo Card. Hlond durante le feste della Canonizzazione, lo scorso anno. Il 10 febbraio, il magnifico edificio che risponde finalmente alle più moderne esigenze, offriva al pubblico ed alla folla dei giovani uno dei migliori teatri, ed ampie sale per le numerose associazioni.

E fu una gran festa per tutto l'Oratorio. Preparati da un apposito triduo predicato da S. E. Mons. Coppo, i giovani Oratoriani gremirono l'antica Cappella di San Francesco di Sales tanto alla messa celebrata dal Rettor Maggiore alle 7,30 per le Associazioni, quanto a quella elebrata subito dopo dall'Ispettore Don Persiani per la massa dei fanciulli. Alle 9,30 il Sig. D. Fascie, Dir. gen. degli studi, celebrò per le Patronesse, Padrini e Madrine; quindi il sig. Don Ricaldone procedette alla benedizione dei nuovi locali fra l'entusiasmo comune ed il suono della fanfara « Auxilium ».

Nel pomeriggio, dopo le funzioni religiose, una graziosa accademia, presieduta dallo stesso Rettor Maggiore, inaugurò lo splendido teatro. Faceva servizio la banda « Cagliero ». La domenica seguente, la « Compagnia filodrammatica » ha dato con meraviglioso successo la prima rappresentazione interpretando il dramma di Don Lemoyne Le Pistrine, che proprio 5o anni or sono, nel 1885, usciva, primo numero, ad inaugurare la Collana di Letture Drammatiche, che Don Bosco benediceva e che quest'anno, gloriosamente risorge.

Adunanza del comitato centrale DamePatronesse.

Convocate dalla Presidente effettiva, Marchesa Carmen Compans di Brichanteau Challant, la quale, colla tradizionale circolare aveva antecedentemente proposto il programma speciale di attività per questo nuovo anno, il 6 gennaio u. s., convennero all'Oratorio le Dame-Patronesse del Comitato Centrale per sentire la parola del nostro venerato Rettor Maggiore ed invocarne la benedizione sull'intenso lavoro annuale a vantaggio delle nostre Missioni.

Dopo la preghiera, la Segretaria generale, Contessa Maria Teresa Camerana, ha letto un indirizzo di omaggio al IV Successore di San Giovanni Bosco, rievocando la straordinaria attività svolta dal Comitato nello scorso anno e segnalando i propositi pel nuovo anno, non solo a vantaggio delle Missioni, ma anche per la grande impresa dell'ampliamento del Santuario dell'Ausiliatrice e per l'erezione dell'altare a Don Bosco Santo. In seguito, il sig. Don Trione diede interessantissime informazioni sul corso delle cause dei nostri Servi di Dio, soffermandosi in modo particolare su quella del ven. Domenico Savio e del Servo di Dio Don Michele Rua, morto 25 anni or sono in concetto di santità. Prese quindi la parola il rev.mo sig. Don Ricaldone ringraziando le Dame-Patronesse di tanta attività e di tanto affetto per le Opere Salesiane. In un rapido bilancio dell'anno della Canonizzazione, mise in rilievo le particolari benedizioni di Dio, con tanta prosperità nelle Missioni e tante vocazioni missionarie, e la bontà del Santo Padre e della Santa Sede Apostolica che hanno onorato la Società Salesiana colla scelta dell'Arcivescovo di Salta (Argentina), dei Vescovi di Viedma (Argentina), Shillong (Assam), Krishnagar (Bengala), e dei Prefetti Apostolici di Rajaburi (Siam) e Miyazaki (Giappone) tra i figli di Don Bosco. Ricordò con accenti di profonda commozione e venerazione i nostri due eroici missionari D. Fuchs e D. Sacilotti, massacrati dai Chavantes; assicurò l'inizio imminente dei lavori per l'ampliamento della basilica dell'Ausiliatrice e per la costruzione dell'altare a D. Bosco Santo, ed impartì infine la benedizione chiesta con speciale intenzione al Santo Padre nell'udienza del 21 gennaio. Confortate dalla benedizione del Vicario di Cristo e dalle paterne parole del successore di Don Bosco ed ossequiate dal Prefetto generale sig. Don Berruti, le Dame-Patronesse lasciarono l'Oratorio, fissando un prossimo convegno per una funzione all'altare del Santo.

Pellegrinaggi.

Il rigore della stagione ha ridotto naturalmente il numero dei pellegrinaggi anche alla Basilica di Maria Ausiliatrice ed all'altare di S. Giovanni Bosco. Ma la prossima primavera promette già una notevole affluenza di pellegrini dall'Italia e dall'Estero, sicchè si è dovuto pensare ad un apposito Ufficio Pellegrinaggi che è sin d'ora a disposizione degli organizzatori qui in Via Cottolengo, 32 - Torino, 1o9 I lavori per l'ampliamento della Basilica saranno condotti in modo da permettere a tutti i pellegrini di fare con agio le loro divozioni.

Carissimo, fra quelli che hanno affrontato il rigore dell'inverno, ci è tornato il pellegrinaggio dell'Associazione "Vico Necchi" fra professori, laureati e studenti della Università Cattolica del Sacro Cuore in Milano. Una ventina di laureati, già allievi del nostro compianto prof. D. Paolo Ubaldi, accompagnati dai professori Ballini, Caldaroli, Callegari, Cessi e Rotta, giunsero a Torino la mattina del 20 gennaio ed ascoltarono la Messa celebrata, nelle camerette di Don Bosco, dai proff. Mons. Pellegrino e Don Forni, e nella cappella delle Reliquie dal prof. P. Marano o. f. m. Quindi si recarono al cimitero a rievocare la cara figura del loro amato collega e professore D. Paolo Ubaldi e a pregare sulla sua tomba. Al ritorno visitarono la Casa-Madre. Prima di lasciare Valdocco, il Presidente dell'Associazione, prof. Ballini volle interpretare i sentimenti comuni di ammirazione con nobili parole, e tutti sottoscrissero un indirizzo di ossequio al Rettor Maggiore. A nome anche del sig. D. Ricaldone, assente da Torino, rispose il Direttore gen. degli Studi della società salesiana dott. Don Bartolomeo Fascie, offrendo ai convenuti alcune reliquie di S. Giovanni Bosco.

Nella luce di S. Giovanni Bosco.

A Faenza, il 16 gennaio u. s., è stata esumata dal cimitero comune per essere traslata e tumulata nella vetusta Cattedrale, la salma venerata di Mons. Paolo Taroni, per tanti anni direttore spirituale nel Seminario diocesano, morto in concetto di santità il 10 aprile 1902. Il corteo che l'ha trasportata lo stesso giorno in Cattedrale, presieduto da S. E. Mons. Scafante, vescovo di Faenza e dagli Ecc.mi Arcivescovi di Ravenna e di Ferrara, non aveva di funebre che il colore dei paramenti liturgici e le gravi note della banda dell'Istituto salesiano. Il concorso di tutto il popolo, l'intervento ufficiale delle autorità col gonfalone municipale, e, più che la serenità, la letizia del volto dell'immensa folla ne fece infatti un trionfo che, in altri tempi, sarebbe stato interpretato come una canonizzazione popolare. Fra nell'animo di tutti, col concetto della santità del pio sacerdote, che ha dato al clero faentino il tesoro d'una formazione secondo il cuore di Dio, ed al popolo esempi sublimi di straordinaria virtù, quasi il senso che quello fosse un preludio alla canonizzazione della Chiesa che è il gran voto della diocesi e di quanti hanno conosciuto Mons. Paolo Taroni. Coll'Istituto salesiano di Faenza, al completo, era presente anche l'Ispettore salesiano D. Luigi Colombo, e non per un omaggio personale, ma per rappresentare ufficialmente il nostro Rettor Maggiore. Poichè Mons. Paolo Taroni appartiene alla nostra famiglia, non solo come cooperatore salesiano, ala per lo spirito salesiano cui egli ha informato tutta la sua vita. Fu infatti un perfetto salesiano nell'animo, e se non lo fu anche coi voti religiosi, si fu perchè San Giovanni Bosco lo persuase a rimanere in diocesi. Il Santo gli aveva detto ch'egli avrebbe fatto assai più per la Società salesiana rimanendo in diocesi. E fu profeta. Mons. Taroni divenne il modello dei cooperatori salesiani. Faenza deve a lui la fondazione ed il primo sviluppo dell'Opera salesiana; tutte le iniziative di San Giovanni Bosco trovarono in lui il più fervido Zelatore; della buona stampa e della diffusione della Letture Cattoliche, che stavano tanto a cuore al Santo, fu un vero apostolo.

In Seminario e tra il Clero faentino le Letture Cattoliche, entravano a centinaia per lo zelo di Mons. Taroni.

Di più, Mons. Taroni portò lo spirito di Don Bosco in Seminario nella direzione e formazione del giovane Clero; e quella direzione, colla benedizione di Don Bosco, non solo ha fatto rifiorire le vocazioni, ma le ha condotte ad alta perfezione.

Le caratteristiche di Mons. Taroni furono sintetizzate nell'epigrafe che si leggeva sulla sua tomba al cimitero:

Asceta mite, discreto -poeta soavissimo dell'amore a Gesù ed alla Vergine - indefesso propagatore della buona stampa - delle opere di Don Bosco cooperatore zelantissimo - morto in concetto di santità.

Ma « L'Osservatore Romano » facendo la cronaca della traslazione, dopo aver in precedenza riprodotto un bell'articolo del can. Mazzotti, lo chiamava amico di S. Giovanni Bosco. Ed è il titolo a noi più caro. L'amicizia di Mons. Taroni con Don Bosco crebbe dalla comune aspirazione ad una stessa forma di santità e di apostolato e si sviluppò nella forma più intima e più santa, favorita da mutuo concetto di venerazione. Di Mons. Taroni Don Bosco diceva già il 4 maggio 1881 ad un alunno del Collegio Pio, in Roma: «D. Taroni è un santo prete ».

D. Bosco poi per Mons. Taroni era « Evangelium loquens » il Vangelo parlante.

Vivere e diffondere il suo spirito, far proprie le sue iniziative, seguire le sue direttive, le sue opere, i suoi consigli, imitarlo in tutto che gli fosse possibile: ecco il proposito costante di Mons. Taroni dal giorno che conobbe il Santo, Dell'amicizia di Mons. Taroni con Don Bosco si potrebbe dire lo stesso che dell'amicizia biblica di Davide e Gionata: le loro anime avevan fatta la più intima e la più santa lega: « anima Jonathae conglutinata est animae David » (I Re, XVIII, 1). E noi non sapremmo desiderare di meglio che la continuazione di questa preziosa amicizia anche per la via della suprema glorificazione. Lo preghiamo di gran cuore.

Le funzioni della Chiesa. (1)

Con questo titolo è uscito ultimamente alla S. E. I. il primo dei tre volumi del «Manuale di Sacre Cerimonie» che il salesiano dott. Don Eusebio M. Vismara, Ordinario di Dogmatica e Liturgia all'Istituto Teologico Internazionale Don Bosco di Torino, ha compilato, con criteri eminentemente pratici, per addestrare non solo il clero costituito nei vari ordini, ma anche i giovinetti e gli adulti, che si prestano a servire all'altare, a compiere con spirito di pietà e con esattezza le cerimonie che la Chiesa ha adottato per la manifestazione del culto esterno ufficiale nelle sacre funzioni. La competenza dell'Autore in materia è ben nota anche fuori del mondo salesiano, perchè n'abbiamo a fare la presentazione. Diremo soltanto che questo primo volume costituisce una opportunissima introduzione agli altri due che attendiamo, perchè, dopo le prime sobrie e chiare nozioni di nomenclatura liturgica, di funzioni liturgiche, sul personale, sul ministero, intorno agli uffici ed ai libri liturgici, sulla legislazione liturgica e le sacre funzioni e cerimonie, dà tutte le norme generali che regolano l'apparato liturgico, la celebrazione delle sacre funzioni e il modo di compiere le varie cerimonie; quindi fa un'accurata analisi delle principali azioni liturgiche spiegandone l'origine, il significato, il fine inteso dalla Chiesa, sì da farle apprezzare convenientemente anche nei minimi particolari; infine imparte le necessarie istruzioni sull'uso degli indumenti e vasi sacri adibiti al culto. Seguendo il testo ci si forma un'idea adeguata della genialità e sapienza della Chiesa nell'organizzazione del culto esterno e l'animo si dispone alla massima divozione nel compiere le varie parti che incombono ai singoli ministri.

Dal lato liturgico pertanto l'opera raggiunge un altissimo pregio per l'ottimo concetto generale cui s'informa, per la cultura che sviluppa, pel sistema scolastico che segue senza sforzo, evitandone l'aridità, e per la fedelissima interpretazione delle leggi che disciplinano il culto.

Maturato nella scuola e nella pratica di parecchi lustri, fra studenti di Teologia, il « Manuale » ha già avuto, nella prima edizione, il collaudo di un'esperienza che gli ha meritato i più ampii elogi; ma questo primo volume è nuovo affatto e di utilità anche più generale in quanto interessa non solo i ministri delle varie funzioni, ma parroci, rettori di chiesa, prefetti di sagrestia, sagrestani, cantori e maestri di cappella e quanti devono direttamente o indirettamente cooperare al culto.

E noi, lasciando ai competenti il giudizio tecnico dell'opera, ce ne rallegriamo di cuore perchè ci pare che essa porti un contributo molto efficace non solo al movimento liturgico generale che riprende tanto fervore ai giorni nostri, ma anche al sistema educativo di Don Bosco. Osserva infatti molto bene S. Em. il Card. Bertram, Arcivescovo di Breslavia, in un prezioso volume apparso recentemente, tradotto in italiano, pei tipi della S. E. I. « Sempre più e sempre meglio nella vita sacerdotale » che: «L'esattezza nel servizio divino ha un valore pedagogico: essa educa gli officianti alla stessa virtù » (p. 54). E chi non sa che il sistema di Don Bosco, poggiando tutto sulla ragione, la religione e l'amorevolezza, deve saturare di soda pietà l'atmosfera in cui si applica, per ottenere i suoi frutti? Ma la pietà si sviluppa colle funzioni di Chiesa, assai meglio che con aride lezioni di religione in classe o in sede di conferenze; e le funzioni di Chiesa raggiungono la loro efficacia in proporzione del decoro e della divozione con cui si celebrano. Per questo Don Bosco, educatore santo, ha curato con zelo di apostolo e cuore di sacerdote, l'efficacia pedagogica delle sacre funzioni, valendosene, secondo lo spirito della Chiesa, per la formazione delle anime alla vera pietà cristiana.

Fanciullo, egli aveva appreso dalle labbra del Beato Cafasso quanto fascino esse possano esercitare sull'anima nostra, quando, la seconda domenica di ottobre del 1827, scorgendo il pio chierico in attesa presso la porta della cappella di Morialdo, che non si sarebbe aperta tanto presto, s'era profferto di guidarlo a vedere qualche spettacolo della sagra nei dintorni. Il Cafasso, che era già stoffa di santo, gli aveva risposto: «Gli spettacoli dei preti sono le funzioni di Chiesa; quanto più esse sono devotamante celebrate, tanto più grati ci riescono i nostri spettacoli».

E la sua formazione sacerdotale fu chiaramente distinta da un amore speciale per la sacra liturgia e dalla più scrupolosa osservanza delle leggi liturgiche. Tanto che divenne un modello di celebrante. La gente s'accalcava all'altare ov'egli celebrava perchè aveva l'impressione di vedere celebrare un santo.

E questo non solo nei primi anni di vita sacerdotale, ma fino agli ultimi suoi giorni, con un crescendo di fervore che valeva tante prediche. E noto l'episodio di. Parigi. Nel 1883, il Santo celebrava, il 28 aprile, nella chiesa di N. Signora delle Vittorie, la messa settimanale per la conversione dei peccatori. Una povera donna che vi assisteva non potè tenersi dall'esclamare: « Questa è la messa dei peccatori, ed oggi è celebrata da un santo! ».

Compagno inseparabile, anche nei suoi viaggi, Don Bosco portava sempre con sè il volumetto delle Rubricae missalis ch'egli riandava abitualmente per conformarsi con la massima esattezza nel compimento delle sacre cerimonie. Quando potè fondare la Società salesiana, non s'accontentò di inculcare a tutti i soci la cura delle sacre funzioni, ma ai suoi sacerdoti fece obbligo speciale di distinguersi per la devota celebrazione. Certo egli non potè subito dare alle funzioni, nelle modeste primitive cappelle del suo Oratorio, tutto lo sfarzo della solennità, perchè privo di tanti mezzi e soprattutto di personale. Ma, se attese l'ora della Provvidenza per formarsi il personale adatto alla manutenzione delle chiese ed alla cura delle grandi funzioni, cominciò invece fin dai primordi dell'opera sua ad educare i giovani al senso liturgico, curando, nel suo piccolo, la massima edificazione nel servizio dell'altare. Il capo XII del volume III delle Memorie biografiche ci fa una bellissima descrizione delle pie industrie cui ricorreva per dare alle festicciole tutta la solennità possibile.

Sono pagine che potrebbero incoraggiare il più modesto parroco a valorizzare le scarse risorse dei piccoli centri per rendere più belle e più care le sacre funzioni. Epperò, se lo spazio ci impedisce di riportarle, non vogliamo rinunziare a segnalare due iniziative che hanno permesso al nostro Santo di provvedere anche alla massima solennità del culto liturgico. Vogliamo dire la Compagnia del piccolo clero e la Scuola di canto pei giovinetti.

La Compagnia del piccolo clero. - D. Bosco non la potè organizzare definitivamente che nel 1858, quando la Provvidenza gli mise a fianco un chierico, che non solo era capace di comprenderlo e di aiutarlo, ma aveva, diremmo, una passione speciale per la sacra liturgia, il ch. Giuseppe Bongiovanni. All'inizio dell'opera degli Oratori, il Santo si era accontentato di addestrare alla spicciolata i giovani più intelligenti e più inclini alla pietà, al servizio minore dell'altare, accrescendone man mano il numero e moltiplicando le piccole incombenze per interessarne più che fosse possibile. Ma, appena ebbe sistemato l'Oratorio di San Francesco di Sales, quasi a corona di tutto il movimento spirituale suscitato colle Compagnie di S. Luigi (1847), dell'Immacolata (1856), del SS. Sacramento (1857), e delle Conferenze di S. Vincenzo (1855), benedisse la Compagnia del piccolo clero dandole un proprio statuto ed affidandola allo zelo del ch. Bongiovanni, che seppe trionfare di ogni difficoltà e portarla ad una fioritura meravigliosa. Da quell'anno la cappella di San Francesco di Sales, poi la basilica di Maria Ausiliatrice, e, quindi, tutte le chiese e cappelle salesiane ebbero assicurato un personale spiritualmente e liturgicamente preparato per dare alle sacre funzioni tutta la solennità consentita dalla Chiesa. Diciamo spiritualmente e liturgicamente preparato, perchè qui sta la caratteristica della « Compagnia del piccolo clero » istituita da Don Bosco, che la distingue essenzialmente da tutte le precedenti organizzazioni di nuclei di chierichetti pel servizio divino: che Don Bosco non l'intese solo come un'accolta di buoni bambini o ragazzetti per il servizio dell'altare, ma la costituì sotto forma di vera e propria associazione, con tanto di consiglio direttivo e di assistenza ecclesiastica, con scuola regolare di sacre cerimonie e lezioni appropriate di elementi di liturgia, scegliendone i soci fra i giovani migliori provenienti dalla Compagnia del SS. Sacramento. Preparati spiritualmente, colle pie pratiche stabilite dal regolamento, nella Compagnia del SS. Sacramento, era un premio pei giovani migliori l'essere accettati nella «Compagnia del piccolo clero» quando erano già abbastanza maturi per dare alle sacre funzioni tutta l'edificazione richiesta. E questo spiega il grande successo. Perchè poi fosse possibile l'iscrizione a tutte le categorie dei suoi giovinetti, il Santo diffuse la Compagnia del SS. Sacramento non solo fra gli studenti, ma fra gli artigiani e gli oratoriani (cfr. Memorie biografiche, vol. V, pag. 788-89). Sicchè noi vediamo ancor oggi nelle chiese salesiane fior di giovanotti, tanto artigiani, come studenti delle classi superiori, far da clero attorno all'altare e servire egregiamente nelle sacre funzioni. Con quali frutti è facile immaginare. E il programma massimo raggiunto da Don Bosco, ma anche il minimo sviluppo basta a dare consolanti risultati. Come ne fan fede ex-allievi sacerdoti che si son provati ad organizzare la Compagnia nelle loro chiese.

La Scuola di canto. - L'altra iniziativa, che costò a Don Bosco immensa pazienza ed innumerevoli sacrifici, ma che portò un valido contributo allo splendore delle sacre funzioni, ed ha trovato ormai larghissima imitazione, fu la Scuola di canto che educò schiere di giovani alle esecuzioni della musica liturgica.

Fin dall'inizio dell'opera degli Oratori, egli vagheggiò l'idea di una corale di giovinetti che accrescesse il fascino delle sacre funzioni. E mentre alla massa dei suoi birichini faceva ripetere, durante la Messa e la Benedizione, gli inni comuni che si solevano cantare nelle varie parrocchie, cominciò ad insegnare qualche lode e qualche inno speciale, su facili melodie, ad un nucleo dei più volonterosi, che commossero colle loro voci argentine i fedeli della Consolata, del Corpus Domini, di San Domenico e di altre chiese della città, ove allora non s'udivano che voci virili e non sempre educate. Stabilito poi l'Oratorio nella casa Pinardi, si pose con tutta l'anima all'organizzazione di una vera e propria scuola di canto. Don Lemoyne ci descrive questa fatica del Santo in una pagina del III volume delle Memorie biografiche al capo XIII:

« Egli era appassionatissimo - così il biografo del Santo - per le funzioni di Chiesa, perciò continuava la sua scuola di canto, alla quale sul finire del 1847 e nel 1848 dava una nuova e gagliarda spinta, aumentando il numero degli allievi. Ma quanto grandi difficoltà dovette superare. Egli senza maestro aveva imparato da sè a suonare il pianoforte, e non potendo permettersi in casa sua il lusso di un così costoso strumento, talora si esercitava su quello di qualche amico sacerdote. Per ritenere in tono i suoi discepoli ed anche per accompagnare le lodi alla Madonna col suono, nel luglio del 1847, comprava per 12 lire una fisarmonica. Per la sua cappella-tettoia provvedeva il 5 novembre 1847 eziandio un organuccio, die gli era costato la somma favolosa di 35 lire. Pensate quali note armoniose doveva emettere! Suonavasi col manubrio e i pezzi del suo cilindro portavano l'« Ave maris stella », le « Litanie » della Madonna, il « Magnificat » con qualche altro inno della Chiesa. Forse per anni ed anni era stato trasferito da una cappella campestre all'altra nei giorni di solennità. Ma se poteva servire per le feste ordinarie, diveniva inutile allorché era conveniente variare musica. Quindi la necessità che Don Bosco trovasse un piano-forte per la sua scuola di canto. Il teol. Giovanni Vola fu quegli che provvide a quel bisogno donando un cembalo, o meglio una vecchia spinetta che aveva in casa. «Mi costa 30 lire, sapete! », aveva detto mentre la consegnava ai giovani venuti per trasportarla all'Oratorio. Don Bosco raccolse allora una cinquantina di ragazzi che avevano voce più bella, intelligenza più aperta, e orecchio più fino. Ad alcuni aveva fatto imparare gli esercizi degli intervalli e delle scale; pochi altri, i quali appartenevano a quella antica scuola della quale altrove abbiamo discorso (vol. II, c. XIII, pag. 129 e segg.), si erano già avvezzati per la molta pratica a certo suo nuovo metodo, adattato unicamente ad essi ed allo stile musicale di Don Bosco; la massima parte però non aveva mai cantato ed era al tutto ignara dei primi elementi di questa nobilissima arte. Perciò Don Bosco, che voleva a qualunque costo celebrare le feste coi canti dei suoi giovinetti, non si scoraggiò alla vista del lungo tempo che occorreva perché essi imparassero ad orecchio e ritenessero a memoria i motivi musicali. Conformandosi alla loro ignoranza ed al bisogno, e non trovando facili musiche, a quelle da lui composte negli anni trascorsi, aggiunse una nuova Messa, un « Tantum ergo » ed altri salmi pel vespro. Ricavava sovente le sue armonie, con qualche modificazione, dalle varie laudi sacre che i giovani conoscevano perfettamente, aggiungendo qualche nota per l'introduzione e pel finale. V'introduceva tratti di canto gregoriano, tolti ora dall'antifonario ed ora dal graduale, che reputasse più maestosi e divoti, facendovi talora leggere variazioni ed accordi. Qualche semplice motivo era eziandio trovato dal suo genio, specie negli « assolo ». Questo suo lavoro - aggiunge il Lemoyne - benchè sembri così esiguo da non doverne tener conto, pure, lo diciamo con franchezza, era il principio lontano di riforme nella musica sacra da lui ardentemente desiderato. Infatti un gran numero di maestri poco istruiti e poco amanti dello studio, seguendo l'andazzo dei tempi, abborracciavano i « Kirie », i « Gloria », i « Credo », le altre parti cantabili della messa, unendo insieme cori e assoli di opere teatrali. Così facevano per i vespri; e si udiva sul motivo della «Stella confidente » cantare il « Tantum ergo » e il « Genitori ». Parole sacre e musica profana. Don Bosco non poteva soffrire questa specie di sacrilegio. (Op. cit., pag. 144 e seg.).

Umile inizio, come si vede, e faticoso; ma benedetto da Dio fino ai più grandi trionfi. E di ieri la cronaca degli allori riportati dalla Scuola di canto dell'Oratorio di Valdocco - per tacere di tutte le altre scuole degli Istituti ed Oratori salesiani - in Italia ed all'Estero, sotto la guida dell'indimenticabile M.o Dogliani.

Poichè la Provvidenza divina, che mandò a Don Bosco fin dai primi tempi dei buoni cooperatori anche per la sua modesta scuola di canto, gli suscitò più tardi fra gli stessi allievi quelli che avrebbero appreso coll'arte anche il suo spirito ed avrebbero assicurato alla geniale iniziativa il pieno successo. E Dogliani fu indubbiamente uno di quelli che meglio comprese lo spirito del santo Fondatore, il quale voleva la scuola per la Chiesa, ed il canto per l'edificazione e l'incremento della pietà nei fedeli. Proprio secondo lo spirito di santa madre Chiesa, la quale ha introdotto molto saggiamente il canto nella liturgia per commuovere le anime ai nobili slanci della pietà cristiana. E per questo altissimo fine sopranaturale lo ha anche più saggiamente disciplinato con leggi tassative onde impedire ogni traviamento dell'arte nella casa di Dio.

Così Don Bosco è riuscito a dare alle sacre funzioni, anche nelle più modeste cappelle dei suoi Oratori, tutto quel fascino che ha guadagnato tante anime a Dio e che ha suscitato tante preziose vocazioni nei suoi giovinetti. E se la basilica di Maria Ausiliatrice si è resa così presto insufficiente, oltre al fascino della sua Madonna, si è perchè Don Bosco le ha saputo procurare il fascino incantevole delle sacre funzioni eseguite col massimo sfarzo della liturgia. Epperò è trasparente il suo genio di santo educatore che ha raggiunto questi grandi e sublimi effetti coi suoi birichini. Valga adunque il suo esempio ad incoraggiare anche chi dispone delle più modeste risorse. La Chiesa combatte oggi una grande battaglia per richiamare i fedeli, sviati dal nuovo senso pagano della vita e dello sport moderno, alla santificazione della festa. Ma uno dei mezzi più efficaci a raggiungere la vittoria sarà quello di curare con tutta l'anima le sacre funzioni ed il decoro della casa di Dio. Poichè quando la chiesa è tenuta convenientemente, quando le funzioni si svolgono con vero spirito liturgico, quando il canto è veramente sacro e solleva le anime ed i cuori a Dio, il popolo vi accorre spontaneamente. Mentre ci sta a disagio in una chiesa mal tenuta, e rifugge naturalmente da funzioni strapazzate in cui non coglie il senso della fede, e si rivolta al canto sguaiato e leggero che dissipa o stordisce con volgarità profane. L'Azione Cattolica offre oggi degli aiuti meravigliosi al nostro clero, sicchè non v'è parrocchia che non possa imitare l'esempio di S. Giovanni Bosco nella cura delle sacre funzioni. Il Manuale di Don Vismara, cha abbiamo segnalato, offre tutte le norme e le direttive pratiche per ottenere i massimi effetti anche coi mezzi più modesti, anche con una semplice schiera di fanciulli cattolici. Che se il II e III volume serviranno quasi esclusivamente ai ministri dell'altare, il I serve a tutti, perchè contiene le norme generali per la cura e la manutenzione delle chiese e degli arredi sacri, per l'esecuzione delle sacre cerimonie e per il canto sacro. Utilissimo ai parroci, rettori di chiese e prefetti di sagrestia, istruirà anche i più umili sagrestani a compiere con coscienza il loro ufficio, e darà ai maestri delle scuole di canto ed ai cantori il senso liturgico necessario ad interpretare la musica sacra secondo lo spirito della Chiesa.

Il II e III volume sono in corso di stampa presso la S.E.I. e saran pronti fra breve.

(1) D. E. M. VISMARA, salesiano. Le funzioni della Chiesa - S. E. I. - L. 15.

L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Morale con Regio Decreto 13 gennaio 1924, n. 22, può legalmente ricevere Legati ed Eredità. Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule: Se trattasi d'un Legato: « ... lascio all'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino a titolo di legato la somma di Lire... (oppure) l'immobile sito in... ».

Se trattasi invece di nominare erede di ogni sostanza l'Istituto, la formula potrebbe esser questa: « Nomino mio erede universale l'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino, lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo ».

(Luogo e data).   (Firma per esteso).

- Alcuni nostri Cooperatori ci hanno comunicato di aver ricevuto lettere o circolari dall'Italia e dall'Estero con preghiera di mandare offerte ad Istituti, Opere e Missioni Salesiane. Ad evitare che si ripetano spiacevoli sorprese, preghiamo i nostri Cooperatori e le nostre Cooperatrici ad inviare soltanto al RETTOR MAGGIORE DEI SALESIANI - VIA COTTOLENGO, 52 - TORINO (109) qualsiasi offerta, sia che si tratti delle Opere o Missioni Salesiane in generale, sia che si tratti di Opere, Istituti o Missioni Salesiane in particolare. Il Rettor Maggiore provvederà a recapitare le offerte particolari secondo il desiderio dei Cooperatori, purchè essi indichino chiaramente a chi intendono di farle pervenire. Notiamo ancora che noi non autorizziamo mai persone sconosciute a raccogliere offerte per le Opere e Missioni Salesiane. - Ringraziamo di cuore i Direttori e Decurioni che già hanno aggiornato l'elenco dei Cooperatori e preghiamo tutti caldamente a notificarci con sollecitudine i cambi di indirizzo ed i decessi pei fraterni suffragi.

Echi delle feste per la Canonizzazione di Don Bosco.

ITALIA - ALAGNA LOMELLINA. - Preparata da un triduo, predicato dal Salesiano D. Giov. Arese, si iniziò colla Comunione generale diretta anche all'acquisto del santo Giubileo cui partecipò una massa imponente di parrocchiani. Seguì la Messa solenne cantata dall'Ispettore Don Colombo alla presenza di autorità, ex-allievi, cooperatori e parrocchiani al completo. Nel pomeriggio Mons. Vicario Gen. di Vigevano benedisse le bandiere degli Uomini e delle Giovani di Azione Cattolica, presenti i consigli diocesani; quindi si ordinò la Processione colla Reliquia ed effigie del Padre, portate in trionfo al suono della banda, al garrire di gagliardetti e bandiere, fra un'onda di popolo, autorità, clero e rappresentanze di paesi limitrofi.

Una graziosa accademia chiuse la cara festa che lasciò, ricordo imperituro, per volontà del parroco teol. Martinetti, ex-allievo, il magnifico locale dell'Azione Cattolica parrocchiale intitolato al Santo. La sua preziosa reliquia rimane sempre in venerazione in un artistico reliquiario d'argento e oro massiccio, provvisto colle offerte di tutto il paese.

ALBA. - La città di Alba, che ha dato alla Pia Società Salesiana e all'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice numerose vocazioni, tributò solenni festeggiamenti al Santo educatore della gioventù dal 2 al 4 novembre. Durante il triduo la Cattedrale fu sempre affollata davanti al quadro della gloria del Santo, a sentire la parola vibrata e calda di un degno figlio di D. Bosco, Don Trione. Nel giorno di chiusa, alla Comunione generale, distribuita da Sua Ecc. Mons. Vescovo, si accostarono in modo degno d'ogni encomio specialmente gli uomini e i giovani. Lo stesso Vescovo diocesano Mons. Grassi tenne i solenni pontificali alla presenza delle autorità, associazioni e popolo immenso. Il discorso di chiusura, dopo i vespri pontificali, fermò l'attenzione al bisogno sempre più crescente di educazione cristiana della gioventù, a cui attese il Santo e personalmente e coll'opera da lui fondata e diffusa nel mondo.

ASCREA ha celebrato la festa solennemente il 30 settembre 1934, coll'intervento di tutte le autorità e il concorso di numerosi ex-allievi salesiani. Celebrarono le principali funzioni due concittadini, i fratelli salesiani Don Simonetti Giovanni, Ispettore dell'Ispettoria napoletana, e D. Simonetti Aristide, direttore del collegio di Gualdo Tadino. Fece il panegirico il direttore dell'Istituto salesiano di Terni, Don Paolo Giua. La processione riuscì un trionfo decorata dalla banda di Paganico Sabino.

CODOGNO sente la divozione a S. Giovanni Bosco con particolare affetto. Centri di irradiazione sono l'Oratorio maschile e la Chiesa di Nostra Signora delle Grazie. Le feste celebrate lo scorso ottobre furono un vero trionfo. I giovani ne apersero il ciclo e portarono la nota del massimo entusiasmo anche alla chiusa. Preparati nell'Oratorio da un triduo predicato da Mons. Pandini, tutti i fanciulli delle scuole convennero nella Prepositurale, giovedì, 18 ottobre, per l'inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico che Superiori ed Insegnanti vollero benedetta dal santo Educatore. Celebrò la Messa S. E. Mons. Giordani, Ordinario dell'O. N. B. il quale tenne pure alla sera un magnifico discorso sul Santo. Proseguì il triduo il Prevosto di Spino d'Adda, Don Quaini. La domenica 21, giunse da Lodi S. E. il Vescovo diocesano Mons. Calchi Novati che celebrò la Messa della Comunione generale, assistette al pontificale del Prevosto Mons. Grossi, e disse una splendida omelia. Colle dignità del Clero e del laicato cattolico erano tutte le autorità cittadine e popolo immenso. Una geniale iniziativa della Federazione fece affluire in mattinata la gioventù cattolica di tutto il Basso Lodigiano attorno a Mons. Sargolini, Ass. Eccl. gen. ed al dott. Luigi Gedda, oggi Presidente gen. della G. C. I. per sin convegno di plaga. Nel salone dell'Oratorio, durante la Messa pontificale furono raccolti i dirigenti, nel pomeriggio gli aspiranti. Gli effettivi affollarono la Chiesa delle Grazie. Mons. Vescovo portò la sua buona porola a tutti e fece anche la premiazione dei vincitori della gara catechistica diocesana. I giovani convenuti superavano il migliaio e portarono un'onda di entusiasmo indescrivibile alla solenne processione che accompagnò la statua del Santo dalla Prepositurale all'Oratorio. Nel vasto cortile, da un palco improvvisato, S. E. disse a ragione paterne parole di plauso alla folla ed ai giovani, ed impartì infine la benedizione colla Reliquia. Sul palco erano tutte le autorità ed in quel mare di folla garrivano le bandiere e i gagliardetti delle varie associazioni, religiose e patriottiche fra cui 5o della G. C. A sera, illuminazione e concerto della banda di Seregno. L'indomani, nel Teatro Sociale S. E. il sen. Stefano Cavazzoni tenne la commemorazione civile alla presenza delle autorità e di eletto pubblico, illustrando brillantemente la figura del Santo.

COGNO (Brescia). - La festa a Don Bosco Santo ha avuto esito felicissino. Al triduo, predicato da Don Giovanni Ercole, curato di Pontasio, prese parte quasi tutta la popolazione, che si preparò alla fausta ricorrenza, accostandosi in massa alla S. Comunione. Tutto il paese venne addobbato a festa, pel passaggio trionfale del quadro e della Reliquia del Santo nella divota processione cui parteciparono autorità ed associazioni, con bandiere, la banda del Cotonificio e tutto il popolo. A sera, nel salone del Convitto si proiettò il film «Don Bosco fanciullo» e la festa si chiuse col concerto, illuminazione e fuochi artificiali.

COSTANZANA. - L'iniziativa del Parroco D. Giuseppe Zeglio di celebrare il 29 luglio 1934 la festa di S. Giovanni Bosco, trovò nella popolazione la più entusiastica accoglienza. Un triduo tenuto dal Salesiano D. Giovanni Branda preparò gli animi non solo alla esteriorità della festa, ma sopratutto alla frequenza dei S. Sacramenti, cosicchè durante le prime Messe la Comunione fu veramente generale. Solenne poi si svolse il Pontificale di S. E. Mons. Domenico Comin, Vicario Apostolico di Mendez e Gualaquiza. Era la prima volta che nella Parrocchia un Vescovo cantava Messa pontificale e la popolazione si dimostrò oltremodo grata a S. E. Nel pomeriggio la grandiosa processione per le vie del paese, adorne di numerosi archi trionfali, di ricchi addobbi ed emblemi religiosi, favorita da tempo splendido, assurse ad un vero trionfo. Mons. Comin portava la Reliquia del Santo, preceduto e seguito da tutte le Compagnie religiose ed Associazioni giovanili e da una folla di popolo che alternava i canti e le preghiere alle melodie della Banda parrocchiale. L'onore di portare la statua del Padre glorioso vollero riservarselo gli Ex-allievi salesiani. L'entusiasmo e la commozione indescrivibili culminarono nella Chiesa con la Benedizione Eucaristica e il bacio della Reliquia.

Dopo le funzioni religiose, le Autorità del paese, con a capo il Podestà Sig. Martino Prando, ex-allievo, il quale ebbe la fortuna di vedere ed ascoltare più volte D. Bosco a Borgo S. Martino, organizzarono un'altra simpatica dimostrazione di stima all'opera salesiana. Nel salone dell'Asilo, tenuto dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, una breve accademia con componimenti di bimbi ed oratoriane, e canti, contribuì anch'essa alla glorificazione di D. Bosco Santo.

L'indimenticabile giornata si chiudeva con la proiezione, nel salone-cinema parrocchiale, dell'interessante film sulle Missioni Salesiane nell'Equatore. Mons. Comin, infaticabile, che più volte aveva rivolto la sua calda parola in chiesa e durante l'accademia, illustrò l'opera che i Missionari Salesiani e la Figlie di Maria Ausiliatrice svolgono, in nome di D. Bosco, in quella difficile missione, nella quale egli lavora da ben 35 anni, e in cui D. Bosco trionfa per mezzo dei suoi figli.

CREMA fece al Santo dei giovani una festa di giovinezza, la domenica 20 maggio, convocando al centro diocesano tutta la gioventù cattolica della plaga. I giovani risposero con mirabile entusiasmo. Oltre un migliaio, alle 8 del mattino ascoltavano la Messa di S. E. Mons. Franco, vescovo diocesano nella Chiesa di S. Bernardino e facevano quasi tutti la S. Comunione. Dopo uno spuntino nell'Oratorio, si ordinavano in processione e trasportavano, fra inni e canti, la statua e la reliquia di S. Gio. Bosco alla Cattedrale ove Mons. Vescovo, col clero, la riceveva solennemente e incominciava subito il solenne pontificale di Pentecoste tenendo egli stesso una calda omelia a gloria del Santo. Ai seminaristi s'erano aggiunti i chierici salesiani della casa di Montodine ospitati con paterna bontà dall'Arciprete del Duomo Mons. Bossi. Non pago di aver binato il mattino, Mons. Vescovo volle presiedere subito dopo pranzo il convegno giovanile nella chiesa di S. Bernardino che si gremì di giovani. Parlarono il Presidente e l'Ass. Eccl. diocesano, il dott. Nosenzo ed il nostro D. Favini. Chiuse l'adunanza il Vescovo che poi passò subito in cattedrale ad assumere gli abiti pontificali per la processione eucaristica, riservata ai giovani che percorsero tutta la città, fra fitte ale di popolo, portando in trionfo Gesù Sacramentato, al suono delle bande ed al canto degli inni eucaristici. Tornati in Duomo, Mons. Vescovo tenne ancora un'affettuosa allocuzione, poi impartì le trina benedizione. I giovani attesero S. E. all'uscita dal sacro tempio e l'accompagnarono trionfalmente in Episcopio, indugiandosi ad acclamare il loro Pastore che dovette ripetutamente affacciarsi a benedire. Al canto dell'inno a Don Bosco si sciolscero poscia e raggiunsero i vari paesi pieni di gioia e di santo fervore.

CIRUSINALLO, che da un quarantennio ospita le Figlie di Maria Ausiliatrice, ha voluto stringersi attorno ad esse per onorare degnamente la memoria di S. Giovanni Bosco.

Tutti hanno concorso alla riuscita delle onoranze e tutti hanno voluto portare il loro obolo tanto che il comitato spera di poter soddisfare il desiderio della popolazione con l'apertura di un laboratorio femminile che sarà affidato alle stesse Suore.

Il giorno 7 novembre 1934 l'avv. Martinoli tenne nel salone del teatro Vittoria la commemorazione civile del Santo alla quale, con numeroso pubblico, intervennero tutte le autorità civili e politiche.

Assai ammirato un quadro plastico raffigurante le opere Salesiane.

Nei giorni seguenti, solenne Triduo nella Chiesa Parrocchiale predicato dal salesiano Don Branda.

Domenica, 11 novembre, a tutte le S. Messe gran folla per le S. Comunioni. La Messa solenne del MO Tassi a tre voci venne mirabilmente cantata dalla Schola Cantorum di Crusinallo. Ma il gran frionfo si ebbe alla processione con la bella statua del Santo che Crusinallo ha voluto donare alle Suore, e che passò, scortata da graziosi paggetti in costume e fiancheggiata da un manipolo di M. V. S. N., e seguita da tutte le autorità, tra il più vivo entusiasmo della folla e i canti dei giovani. Si sciolse presso il monumento ai caduti colla santa benedizione. A sera illuminazione generale.

DOLO. - Organizzata dall'Arciprete e preceduta da solenne triduo predicato dal salesiano D. Cavoli, missionario in Giappone, la festa del 9 settembre 1934 ebbe splendido successo. Intervenne anche S. E. Mons. Domenico Comin, Vic. Apost. di Mendez e Gualaquiza (Equatore), che fin dalla vigilia rivolse la sua calda parola ai fedeli. All'alba della festa apparve tutto un trionfo di fiori, di arazzi e di bandiere. La chiesa, a tutte le Messe, fu affollatissima. Comunioni numerose. Poi S. E. ossequiato da tutte le autorità, benedisse una nuova statua del Santo e tenne solenne Pontificale, con Omelia. Nel pomeriggio, S. E. presiedette un Congressino Catechistico-Mariano per i giovani della plaga, poi assistette ai Vespri ed al panegirico tenuto da Don Bellato Vice A. E. Diocesano dei giovani di A. C. e partecipò alla processione, portando la reliquia del Santo. L'indimenticabile festa si chiuse con una interessantissima ed applauditissima conferenza sul Giappone, tenuta da D. Cavoli, nella sala D. Bosco. Nelle brevi ore di sosta a Dolo S. E. s'intrattenne paternamente fra gli orfanelli e poveri figli del popolo dell'Istituto «Piccola opera di Redenzione» festeggiatissimo.

DOMODOSSOLA. - Organizzata da Monsignor Prevosto, ex-allievo salesiano, col Consiglio parrocchiale, e preparata egregiamente dal triduo di predicazione tenuto dal salesiano D. Spriano, la festa, il 21 ottobre, riuscì un trionfo. Comunione generale alle prime Messe; affluenza di autorità, personalità e popolo numerosissimo a quella solenne. La Collegiata era magnificamente addobbata, e tutto il paese graziosamente pavesato pel passaggio della statua e della reliquia del Santo, portate in processione, nel pomeriggio, fra l'entusiasmo del popolo, in una lunga teoria di associazioni religiose e politiche, di fedeli, di autorità e di clero, dalla Collegiata all'Oratorio Sacro Cuore, ove Mons. Arciprete ebbe commosse parole di plauso e di ringraziamento per tutti ed impartì infine l'eucaristica benedizione. A sera, Don Spriano chiuse il suo intenso programma con una brillante conferenza a proiezioni luminose sulla vita, opere e missioni di Don Bosco nel teatro dell'Oratorio, presenti le autorità e folla straordinaria.

POIRINO. - Anche Poirino, che ha avuto la fortuna di ospitare D. Bosco e di sentire la sua viva parola nella chiesa parrocchiale di S. Maria Maggiore, per lo zelo del suo Vicario Teol. Ughetto, ha voluto testimoniare al novello Santo la sua profonda ammirazione. Dopo un triduo di predicazione in cui il salesiano Teol. D. Borra Guido ha destato il più grande entusiasmo, la festa si svolse solennissima il 23 settembre. Alla mattina frequenza straordinaria alla S. Comunione, specialmente di giovani. Poi Messa solenne celebrata dal salesiano Prof. Marocco Melchiorre, con esecuzione di sceltissima musica. Alla sera dopo i Vespri, grandiosa processione, alla quale prese parte non solo la popolazione di Poirino ma anche quella dei paesi limitrofi. Autorità e popolo venerarono con sentita fede la reliquia di Don Bosco. Canti e suoni alternati dalle due bande locali rallegrarono il lungo percorso. Il panegirico del Santo e la benedizione eucaristica chiusero il ciclo delle sacre funzioni. A sera i giovani esaltarono ancora la virtù di Don Bosco in una riuscitissima rappresentazione teatrale.

PONTE DELLE ARCHE (Trento) si è preparato fervorosamente a ricevere la reliquia di San Giovanni Bosco, che, portata da Trento, il 9 settembre, dal missionario salesiano D. Stefenelli, fu accolta in trionfo da clero, autorità e popolo e collocata, dopo una solenne processione, in venerazione nella nuova parrocchiale.

Il panegirico fu tenuto dal missionario e il curato D. Gigli aggiunse la sua parola per animare il popolo a confidare nella protezione di D. Bosco e ad adoperarsi per condurre a termine i lavori della chiesa che è dedicata alla Vergine Ausiliatrice ed al suo santo Apostolo. La funzione si chiuse colla benedizione e il bacio della reliquia. Più tardi D. Stefenelli illustrò ancora la vita del Santo con belle proiezioni luminose.

RANCIO DI LECCO, per iniziativa del Parroco e di altri Ex-allievi e Cooperatori, ha abbinato la festa di Maria Ausiliatrice con quella di Don Bosco il 27 maggio 1934. La novena, predicata da D. Guido Conti, ha procurato una Comunione veramente generale. Cantò la Messa solenne Mons. Borsieri, Prevosto di Lecco, e tenne il panegirico un Padre Francescano. Ottima, la musica eseguita dalla locale schola cantorum. La grande giornata si chiuse colla processione e la benedizione eucaristica; ed, a sera, colla proiezione di un film delle opere di D. Bosco. Aderendo alla domanda di un comitato di Ex-allievi e Cooperatori, il Podestà, ing. comm. Pizzomo, ottenne di poter dedicare una via al nuovo Santo e ne compì personalmente la cerimonia il 14 luglio seguente.

REGGIO EMILIA. - Voluta da S. E. Rev.ma Mons. Vescovo e Principe Edoardo Brettoni e preparata da D. Dino Toreggiani, direttore del locale Oratorio interparrocchiale « D. Bosco », la festa del Santo si celebrò solennemente in Cattedrale la domenica 11 novembre. Fu preceduta da un triduo con funzioni speciali per i giovani e per il popolo, che accorsero numerosi.

Il giorno della solennità cominciò con una Comunione veramente generale; poi S. E. Mons. Vescovo tenne pontificale ed esaltò il Santo in una fervida omelia, ascoltato con divozione dai fedeli che gremivano il sacro tempio. Ai Vespri pontificali la vasta cattedrale fu insufficiente a contenere la folla accorsa ad onorare il Santo educatore.

La festa si chiuse nella Basilica di S. Prospero gremita di popolo, presenti le più alte autorità cittadine, numerosissimo clero e cospicue personalità dell'Azione Cattolica, colla commemorazione civile tenuta dell'avv. comm. Felice Masera.

A ricordo di tante feste rimane l'altare dedicato al Santo, ed inaugurato nella cappella dell'Oratorio festivo, che raccoglie ogni domenica tanti fanciulli.

ROSASCO (Pavia). - Preparata da un ciclo di conferenze tenute dall'ex-allievo dott. Lupo, il quale regalò pure alla parrocchia due grandi quadri di D. Bosco e di M. Ausiliatrice, la festa del Santo fu preceduta da un triduo di predicazione, con speciale funzione ogni mattina pei fanciulli. La popolazione ha risposto allo zelo del venerando Arciprete e alla propaganda di parecchi ex-allievi con grande fervore. Primi ad accostarsi al banchetto eucaristico il giorno della festa, 19 agosto, furono gli uomini, cui seguirono fino ad ora inoltrata le mamme e i fanciulli con funzioni particolari. Cantò la Messa il teol. Don Gallaverna e la corale parrocchiale, curata dal M° Santià e dal salesiano D. Bisagno, fece gustare delle ottime esecuzioni. Nel pomeriggio, dopo i Vespri solenni, coll'intervento di diversi parroci, fedeli, Figlie di Maria Ausiliatrice dei dintorni e il corpo musicale di sant'Angelo, si svolse una grandiosa processione cui prese parte tutto il popolo portando in trionfo la reliquia del Santo e i due quadri della Madonna e di Don Bosco. Rientrati in chiesa, il predicatore D. Favini rivolse ancora una buona parola, poi la Benedizione eucaristica chiuse la festa indimenticabile.

RUVO DI PUGLIA. -- In onore del nostro Santo s'è tenuto nei giorni 17, 18, 19 maggio un solenne triduo in Cattedrale con Comunione generale degli ascritti all'A. C., di tutti gli alunni delle scuole elementari e d'avviamento, nonché delle organizzazioni religiose e politiche.

Lo stesso Ecc.mo Vescovo diocesano Mons. Taccone ha celebrato il solenne Pontificale dopo avere al mattino distribuito la Santa Comunione alle Autorità politiche, civili e militari della città. Al Vangelo l'oratore Don Maglione ha detto il panegirico del Santo.

Solennissima la processione del pomeriggio cui parteciparono tutte le autorità, capitolo, parroci, clero, associazioni religiose e politiche e popolo immenso. Prima d'impartire la Benedizione S. E. Mons. Vescovo ha rivolto ancora la sua parola alla folla eccitandola alla divozione verso il nostro Santo. L'indomani lo stesso Ecc.mo Pastore, accompagnato dalle autorità scolastiche, ha intronizzato nei tre edifici scolastici magnifiche riproduzioni su tela dell'immagine del Santo, dono del comitato organizzatore delle feste, rivolgendo ad insegnanti ed alunni paterne parole di plauso e di benedizione.

A nome dei 4000 alunni e dei 15o professori insegnanti risposero ringraziando il direttore didattico, prof. Gaetano Errico ed il preside delle Scuole d'avviamento architetto Vincenzo Rago.

Un'ultima funzione compì infine Mons. Taccone benedicendo nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice un artistico altare di marmo ad onore del Santo, dono munifico delle famiglie Noce.

SABBIONCELLO S. PIETRO (Ferrara) ha tributato solenni festeggiamenti a S. Giovanni Bosco nei giorni 21-24 maggio 1934. Predicò il triduo Mons. Giov. Stegani, Arciprete di Francolino, attirando tutto il popolo. Riuscitissimi gli omaggi delle madri, della gioventù d'ambo i sessi e delle scolaresche non solo della parrocchia, ma delle scuole di tutti i paesi vicini. Il giorno di chiusura, numerose le Sante Comunioni; stipatissima la chiesa all'ultima Messa solenne, presenti tutte le autorità civili e militari. La processione della sera riuscì oltremodo imponente; vi parteciparono autorità e popolo, associazioni religiose e patriottiche.

SALERNO. - Il programma della celebrazione si è effettuato nei precisi dettagli in cui era stato annunziato. Esso prevedeva lo svolgimento delle manifestazioni in due parti: una prettamente religiosa con funzioni da svolgersi in Duomo, l'altra civile con la commemorazione del Santo da effettuarsi nel maggior teatro della città.

Per la circostanza, sull'altare maggiore della Cattedrale era stato disposto un grande quadro del nuovo Santo, mentre nelle arcate della navata centrale quattro arazzi rappresentavano i miracoli riconosciuti per la sua beatificazione e santificazione.

Il triduo di preparazione alla festa è stato predicato da D. Roberto Fanara, direttore del Collegio Salesiano di Caserta.

La domenica mattina alle ore 8, S. E. Monsignor Giuseppe Cognata, salesiano, Vescovo di Bova, ha celebrato la S. Messa, e prima di distribuire il Pane divino ha parlato alla massa giovanile presente, cui ha raccomandato in modo speciale di pregare per la salute del venerato Arcivescovo.

Seguì la Messa Pontificale del Capitolo Metropolitano.

Alle ore 11,30 nel Teatro Verdi, gentilmente concesso dall'Autorità Comunale, ha tenuto la commemorazione del Santo l'On. Egilberto Martire, deputato al Parlamento.

Vi assistette S. E. il Prefetto, il Sen. Farina,

Preside della Provincia e l'On. Podestà di Salerno con tutte le altre autorità civili, politiche e militari.

Dopo i secondi vespri, in Duomo, il venerando Don Stefano Trione, ha tenuto, ascoltatissimo, il panegirico del Santo.

Le solenni manifestazioni salernitane per Don Bosco si sono poi chiuse col canto del Te Deum e la solenne Benedizione eucaristica. Animatori l'exallievo dott. Rinaldi ed il Can. Vocca.

SANLURI (Sardegna). - Grazie al vivo interessamento delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che da trentadue anni lavorano nella città, la prima prediletta da Don Bosco in Sardegna ad accogliere le sue Figlie, e grazie alla iniziativa del Parroco D. Celestino Fois, le feste celebrate dal 2 al 9 settembre ebbero splendido successo. Nel pomeriggio del giorno 2, nel vasto piazzale dell'Asilo si svolse la solenne benedizione del simulacro del Santo fra un indescrivibile entusiasmo. Parlarono applauditissimi Mons. Mario Pin Presidente della Collegiata di S. Anna di Cagliari, ed in ultimo l'egregio Avv. Paolo Pinna, Presidente Regionale dell'A. C. Il 6, trasporto della reliquia del Santo dall'Asilo alla Parrocchia fra i canti dei piccoli e Santa Messa della Comunione generale celebrata dal Direttore del Collegio Salesiano di Cagliari, con discorso di circostanza. Nel pomeriggio, convegno nel salone dell'Asilo per la discussione del tema « Don Bosco e i fanciulli ». A sera dopo il rosario inizio del Triduo predicato dal can. Mons. Casu.

Nei giorni 7-8 S. Messa con Comunione generale rispettivamente per gli Ex-allievi e Cooperatori Salesiani coi rispettivi convegni e prediche al pomeriggio.

La festa fu degna corona di tanto fervore. Celebrò la Messa della Comunione generale S. E. Mons. Piovella, Arcivescovo di Cagliari. Poi tenne solenne Pontificale S. E. Mons. Emanuelli Vescovo di Ales, con Panegirico di Mons. Casu. Nel pomeriggio una processione che Sanluri non ha mai visto sfilare per le sue vie. Lungo tutto il percorso era una pioggia continua di fiori, un quadro meraviglioso di festoni e di luci. Reggevano sulle braccia la statua del Santo gli ex-allievi salesiani. Alle 20 Don Bosco, fra i canti dei giovani, le acclamazioni dei fedeli rientrava sorridente nel maggior tempio cittadino, illuminato e sfarzosamente addobbato, e la Trina Benedizione impartita da S. E. Mons. Piovella chiudeva le giornate trionfali.

SCHIO. - Colla benedizione e l'incitamento di S. E. Mons. Vescovo, due attivi comitati nei quali figuravano le più cospicue autorità cittadine e della Provincia organizzarono una splendida festa ad onore di S. Giovanni Bosco il 10 giugno 1934, preceduta da un triduo predicato contemporaneamente da tre salesiani in tre diverse chiese della città: in Duomo, per i genitori, dal dott. Don Lorenzo Gaggino; in S. Antonio per la gioventù femminile, dal dott. D. Giovanni Battista Calvi, e all'Oratorio per la gioventù maschile, dal dott. Don Ernesto Carletti, Ispettore Salesiano nel Matto Grosso.

Due congressi di fanciulli e di fanciulle riunirono inoltre a Schio la numerosa Gioventù di A. C. della zona per una giornata di studio riuscitissima. Negli Ospedali, negli Istituti ed in tutte le Scuole parlarono del Santo Sacerdoti e Insegnanti. Solenne soprattutto la commemorazione civile del Santo tenuta da S. R. l'On. Sen. Stefano Cavazzoni al Teatro Civico, la sera del sabato 9 giugno, presenti le massime autorità civili, religiose, militari, politiche della città e provincia. Favorita poi da una splendida e luminosa giornata la gran festa si iniziò con migliaia di S. Comunioni. Tenne solenne pontificale in Duomo S. E. Mons. Rodolfi, Vescovo diocesano, il quale disse una magnifica omelia. Ma dove più rifulse l'amore del popolo e della gioventù per Don Bosco fu nel pomeriggio, alla processione, che possiamo davvero chiamare trionfale per concorso ed entusiasmo.

L'Oratorio al completo, 9o Associazioni Giovanili di A. C., 36 Associazioni di uomini e donne di A. C., 4 Corpi musicali, tutte le Autorità e una fiumana di popolo mai visto, in un percorso di oltre un'ora, trasportarono dal Duomo all'Istituto Salesiano fino al vasto cortile dell'Oratorio, ove era stato eretto un grandioso palco con altare, una imponente statua di D. Bosco, opera d'un artista scledense. Quivi potenti altoparlanti diffusero una calda improvvisazione di un oratore salesiano, poi S. E. Mons. Vescovo impartì la benedizione con la Reliquia del Santo.

A sera, tutto l'Oratorio era un mare di luci. Canti, suoni, giuochi, fuochi d'artificio; una folla allegra sostò fino a tarda ora nella casa di D. Bosco che è sempre stata ed è un po' la casa di tutti.

TORINO - Oratorio S. Luigi Gonzaga, il secondo fondato dal Santo. - Quest'Oratorio, sorto a breve distanza dal primo, nel 1847, e che ormai resta l'ultimo fondato direttamente da Don Bosco, volle presentarsi ben preparato alla massima glorificazione del Padre Santo.

D. Bosco aveva sete di anime; perciò i Superiori dell'Istituto S. Giovanni Evangelista, che lo tengono in fiore, provvidero anzitutto a che il piccolo Oratorio riuscisse ad ospitare il massimo numero di anime e che queste fossero disposte a formare una delle corone più intonate e gradite al Padre per la sua santificazione. Fin dal giorno della beatificazione era sorta l'idea di trasformare i più essenziali locali dell'Oratorio, non più restaurati da decine di anni e orinai troppo inadatti: per la canonizzazione, il problema, reso difficile dalla ristrettezza e dalla non felice distribuzione dello spazio e dalla spesa non indifferente, fu magnificamente risolto. Con amoroso senso di reale opportunità e signorile larghezza, fu quadruplicato il preventivo timidamente presentato, e furono creati dei locali decorosi e di notevole capacità, per una disposizione più razionale e per la creazione di una larga loggia coperta che ne aumenta lo spazio di oltre 15o mq.

E i giovani accorsero quasi raddoppiati, e Don Bosco stesso ne fu il Padre e gradì il loro omaggio, tanto che, poco dopo la sua beatificazione, cominciò a trapiantare ogni anno un fiore dal cortile chiassoso di questo suo secondo Oratorio alla serra del Noviziato salesiano, mentre ora altri si preparano in attesa del loro turno.

Ma coll'adattamento e l'ampliamento dei locali gli Oratoriani sentirono il dovere di moltiplicare e specializzare le loro attività. E sorse tra gli Exallievi e Padri di famiglia la Sezione culturale Don Bosco, a base di istruzione, con una conferenza settimanale religioso-sociale, e a base caritativa, con un'opera caratteristica di assistenza, non dimenticando, in questi tempi che hanno dei punti di rassomiglianza con quelli del 1847-48, che D. Bosco volle l'Oratorio di S. Luigi come baluardo al lavoro di disgregamento dei nostri fratelli separati. E, tra alcuni valorosi ex-allievi finora dispersi, nacque la nostalgia dell'Oratorio che li riunì in un ardente Gruppo Missionario. Si iniziò pure L'Unione Padri ai famiglia, che, per la ristrettezza e la fisionomia particolare dell'ambiente, ha meno il carattere ricreativo e popolare e più quello di convegno familiare ed educativo e più ancora di collaborazione specifica per l'Oratorio.

Ma ciò che rese più concreta l'attività di tutti furono due fatti: uno per sè transitorio, e l'altro che resta come un monumento: un'esposizione e il restauro della cappella.

I più attivi tra i giovani effettivi dell'Associazione e tra i più anziani ex-allievi si divisero in agili e competenti commissioni particolari (storica, artistico-letteraria, filodrammatica, artigiana, missionaria, ricreativa, finanziatrice, di maestranza, ecc.) controllate e coordinate da una valorosa commissione generale e sostenute da un Comitato che non era di puro e semplice onore.

Con un lavoro entusiastico e metodico di oltre cinque mesi, allestirono un'esposizione, che restò aperta per tutto maggio e fu visitata da ben oltre diecimila ammiratori, che unanimemente la trovarono efficace e di buon gusto. Tra i visitatori più illustri, particolarmente graditi quattro Ecc.mi Vescovi Salesiani e il Sig. Don Ricaldone, Rettor Maggiore.

Nella provvidenziale nuova loggia la... maestranza costruì locali provvisori che si potevano dire eleganti. Al centro, in una raccolta camera ottagonale, erano esposte fotografie, documenti, grafici, plastici, bandiere, ecc. che illustravano la storia passata e le attività recenti dell'Oratorio. Precedeva una imponente esposizione di quasi tutti gli articoli di pubblicazioni periodiche italiane in occasione della canonizzazione di Don Bosco e di sue biografie, e una geniale indicazione della stampa periodica e di lettura amena cattolica. Seguivano eleganti mostre: fotografica, artistica, artigiana di lavori di ex-allievi, e insieme di ingenui disegni e componimenti su Don Bosco, e altri manufatti di piccoli allievi. Completava una piccola ma suggestiva illustrazione di alcune nostre Missioni, con fotografie, carte, diagrammi, e oggetti, insieme a ricco e abbondante materiale - in parte rinnovantesi - destinato alle Missioni.

Le cinque feste del mese di maggio si rivestirono di speciale significato e solennità: la prima domenica, festa di S. Giovanni Bosco; il Corpus Domini, festa della Mamma, con commemorazione di Mamma Margherita, tenuta dalla Prof. Castellino; la seconda domenica, giornata degli ex-allievi; la terza, giornata delle Missioni con riuscito Congressino tra i gruppi relativi degli Oratori Salesiani di Torino, presieduto da due Ecc.mi Vescovi Missionari; la quarta, festa del Direttore dell'Oratorio. Nei mercoledì intermedi, illustri e competenti oratori (Comm. Avv. Masera, Avv. Trabucco, Dott. Prof. Luigi Gedda) trattarono di D. Bosco Santo sotto vari aspetti, davanti a un pubblico numeroso ed entusiasta.

Restava però in uno stato meno decoroso, e quindi doppiamente stridente col resto, la cappella. Fu costruita da Don Bosco stesso cinquantadue anni fa, da lui più volte ufficiata e da lui fatta decorare con splendidi stucchi, che però avevano perduto il loro valore per l'annerimento delle volte e un impianto di luce primitivo. In pochi mesi fu tutto trasformato. Ripulita e riordinata l'intera navata, fu rinnovato l'impianto elettrico, e quasi interamente rifatto il presbiterio, con opere di muratura e di stucco, che lo resero un vero gioiello, incondizionatamente ammirato da tutti.

Vi collaborarono specialisti di noto valore artistico e profondo sentimento cristiano. Ma chi fece il regalo più caro fu il Professor Mario Caffaro Rore, che dipinse un riuscitissimo D. Bosco, che pare si stacchi dalla parete per parlare e benedire calmo e paterno, con quel suo sguardo penetrante che guadagna i cuori. Quantunque il quadro sia di proposito a tinte tranquille e senza particolari vistosi e distraenti (per non disturbare il resto non chiassoso, anzi signorile) pure lo sguardo di tutti è involontariamente attratto verso quella cara figura che pare inviti con tanta suasività.

Lo stesso pittore ha ultimato in questi giorni anche un bel San Luigi che agguaglia il Don Bosco.

La cappella fu inaugurata la festa dell'Immacolata; trasportata al giorno dopo, domenica 9 dicembre, per chiudere così il ciclo delle manifestazioni per la canonizzazione di D. Bosco. Non potevasi incontrare data più felice, perché già scelta dallo stesso santo Fondatore 87 anni prima per inaugurare questa sua seconda opera, sotto gli auspici della nostra Mamma celeste considerata nel suo aspetto più caro e significativo.

Che tumulto di sentimenti e fervore di propositi! A molti parve che nello splendore della rinnovata cappella l'Immacolata, D. Bosco, l'Oratorio assumessero nuova luce e moltiplicassero i vicendevoli rapporti in modo impensatamente lieto ed elevante.

Presiedette il sig. D. Serié, che rappresentò ufficialmente il Rettor Maggiore.

Dopo aver benedetto il devoto e solenne Crocifisso e le altre statue e il nuovo quadro, celebrò la S. Messa e infine disse toccanti parole. La cappella era stipata e la Comunione fu proprio generale. Erano presenti anche quasi tutti gli artisti, che poi si raccolsero in teatro attorno al sig. D. Serié, il quale, alla presenza di numerosi ex-allievi, dei giovani più grandicelli e di una bella rappresentanza di amici e benefattori e dame patronesse, dopo opportune parole di gratitudine e di plauso, consegnò loro una breve vita e un bel quadretto di D. Bosco con dedica personale.

La giornata trascorse col programma ormai tradizionale delle solennità oratoriane, ma con un carattere più accentuato di intima soddisfazione, tantochè, ripassandola alla sera, si sentiva quanto fosse vera e quanto si desiderava che diventasse sempre più viva realtà nel suo ultimo capoverso la bella epigrafe posta in fondo alla cappella e dettata dal nostro Dr. D. A. Caviglia:

S. Giovanni Bosco - Che qui nel 1847 iniziava umilmente - L'oratorio di S. Luigi Gonzaga - Volle che nel luogo della povera cappella - Si aprisse la presente - Dove Egli fu spesso coi suoi figli diletti E ancora con lo spirito aleggia.

PALESTINA - CREMISAN. - Il 26-29 luglio, anche il Noviziato di Cremisan, nonostante la sua lontananza dall'abitato, ha tributato onori solenni al Santo Fondatore.

Le feste con il consiglio e l'aiuto del Parroco si sono svolte parte nella Parrocchia della vicina Beitgiala, ridente paesello poco distante da Betlemme, e parte alla casa salesiana.

Predicò il triduo, con affetto di figlio, il M. R. Don Srur, del Patriarcato Latino.

Il giorno della festa, alla prima Messa celebrata da S. E. Mons. Smets, Arcivescovo di Gangra, si ebbe un bel numero di S. Comunioni.

Quindi nella chiesa, fitta di Cattolici ed Ortodossi, con rappresentanze di Betlemme e Gerusalemme, si svolse solennissimo il Pontificale celebrato dal Vicario, Mons. Fellinger, con il panegirico « infra Missam » detto dal nostro Don Calis.

Il pomeriggio, nel teatrino della Casa, seguì la Commemorazione civile del Santo, cui intervennero, non ostante le distanze dall'abitato, la difficoltà della strada e il caldo della giornata, rappresentanze del Patriarcato Latino, il Seminario Patriarcale col Rettore, i Salesiani di Betlemme, il Sindaco con vari notabili e molto popolo della vicina Beitgiala.

Dopo il discorso del sig. Mussa Sghebre, si recitò il bozzetto: « Vieni e seguimi » e la commedia del nostro Fondatore « La casa della Fortuna », ridotta e tradotta in arabo per l'occasione, e interpretata dai giovani del nostro Oratorio festivo.

La banda del nostro Orfanotrofio di Betlemme, eseguì un applaudito programma musicale.

A casa, Novizi e Confratelli Studenti avevan già detto al Padre Santo, in un'accademia, fatta la vigilia della festa, tutta la loro devozione.

Qualche settimana dopo, a chiusura delle feste, ci fu la premiazione dell'Oratorio festivo S. Giovanni Bosco, e i bravi giovinetti cattolici ed ortodossi, tra declamazioni e canti, si ebbero per la loro assiduità premi svariati.

TURCHIA - ISTAMBUL - Costantinopoli. - Costantinopoli ha vissuto giorni di fede e di entusiasmo in occasione delle feste per la Canonizzazione di Don Bosco. La stampa locale italiana, francese, greca e turca aveva illustrato l'alta figura del Santo Educatore con più di cinquanta articoli apparsi per l'occasione nei quotidiani politici e nei settimanali cattolici.

Le manifestazioni d'Istambul ebbero la caratteristica della più schietta popolarità ed universalità. Il grandioso plebiscito prima di tradursi in appassionata e commossa esultanza di popolo ha trovato accenti di ammirazione e di plauso negli alti gerarchi della Colonia italiana e di quelle straniere come nella gerarchia cattolica di ogni rito. Degno di particolare ricordo il nome di S. E. Rev.ma Mons. C. Margotti allora Delegato apostolico in Turchia e Grecia, vero animatore e benefattore delle feste salesiane.

L'adesione di S. E. il Cav. di Gran Croce Vincenzo Loiacono, Ambasciatore di S. M. il Re d'Italia, del Console generale, Grand'Uff. Salerno Mele e del Commendator Campaner, Segretario del Fascio, nonchè di molti Consoli di nazioni estere - anche non cattoliche - diede notevole risalto alla celebrazione.

Il ciclo dei festeggiamenti era stato aperto da un triduo predicato in italiano, francese e greco nella cappella delle « Piccole Suore dei Poveri » seguito da una solenne processione nell'immenso parco; da altro triduo in lingua italiana predicato da un nostro confratello nella cappella delle Scuole femminili italiane dirette dalle «Suore d'Ivrea » e da varie conferenze tenute dal Professor Cerrone e dalla Dott. Prof. Marcengo ex-allieva, insegnanti nei nostri Istituti Medi. All'organizzazione attese un Comitato di Dame Patronesse sorto sotto l'alto Patronato di Donna Maria Loiacono e un altro di ex-allievi salesiani sotto la presidenza del Cav. Leonardi della R. Ambasciata d'Italia. Durante il Triduo solenne dal 21 al 24 giugno, Domenicani, Cappuccini, Lazzaristi francesi ed austriaci, Assunzionisti, Georgiani, Conventuali e dignitari di rito armeno e greco si susseguirono nelle varie cerimonie religiose; tesserono le lodi del Santo: Mons. Dell'Acqua, segretario della Delegazione apostolica, in italiano; P. Spigre S. J. e S. E. Rev.ma Mons. Varuhas, rappresentante dell'antica Bisanzio.

Movimentata in modo speciale la giornata di venerdì (giorno festivo in Turchia). Dopo l'osanna delle moltitudini, l'apoteosi del candore. Indimenticabile visione d'innocenza, l'omaggio della gioventù di tutte le scuole cattoliche. Più di mille giovani si accostarono al Banchetto Eucaristico! Mai si era vista tanta gioventù cristiana riunita insieme nella capitale dei Sultani! Mentre tanta giovinezza si cibava del Pane dei forti, gli alunni della scuola salesiana, e le Piccole Italiane delle «Suore d'Ivrea intonavano i versi d'occasione:

« Don Bosco ritorna fra i giovani ancor Ti chiaman frementi di gioia e d'amor ».

Il Delegato apostolico rivolse a quella moltitudine giovanile paterne parole in italiano, francese, greco, tedesco.

Alle 10 dello stesso giorno, l'omaggio degli Insegnanti e degli Uomini cattolici, ai quali S. E. Rev.ma Mons. Margotti rivolse in italiano e francese un appropriato discorso sulla pedagogia « preventiva » di Don Bosco.

Alle 16, l'omaggio delle Religiose. La chiesa era affollata di suore di tutti i riti, di tutte le nazioni e di tutte le congregazioni; con ardore giovanile il cappellano dell'ambasciata francese, P. Bruno cappuccino, tratteggiò « Don Bosco con Dio».

Altra funzione degna di nota quella in rito armeno il giorno successivo: presenti tutte le scuole armene e la colonia armeno-cattolica. Discorso in lingua armena del P. Papasian.

Domenica 24, apoteosi! Dopo la santa Messa con Comunione generale, tenne solenne pontificale S. E. l'Arcivescovo, Delegato Ap. Mons. Margotti.

Intervenne espressamente da Ankara, attuale capitale della Turchia, S. E. l'Ambasciatore colla Signora, accompagnati dal Console generale e consorte, e dal corpo diplomatico italiano, autorità politiche e notabilità della colonia. Presenti pure i Consoli di Germania, Francia, Polonia, Olanda. Parecchi altri avevan mandato la loro adesione dispiacenti di non poter intervenire. Assistettero in presbiterio il Vescovo dei greci cattolici e i capi degli altri riti e di tutte le comunità religiose.

Nel pomeriggio - dopo un solenne Te Deum che chiudeva il ciclo dei festeggiamenti religiosi - si ebbe nel magnifico salone della « Casa d'Italia » la Commemorazione civile, presenti le più alte rappresentanze civili e religiose. Per l'occasione la locale « Società Operaia Italiana » aveva messo a disposizione l'eccellente corale diretta dal giovane e intraprendente M° Capocelli che fece eseguire l'Inno a Don Bosco del maestro Pagella.

Dopo gl'inni del Papa, del Re, del Duce, e della Repubblica Turca - eseguiti dalla banda salesiana - fu aperto il velario. Tre bandiere, l'italiana la pontificia e la turca, facevano da sfondo a un magnifico quadro del Santo. Dopo brevi parole di circostanza d'un salesiano, gli alunni del nostro Istituto eseguirono riuscitissimi esercizi ginnastici; quindi il Preside delle RR. Scuole Medie, Prof. Cav. Ferraris, tenne la Commemorazione civile facendo risplendere le eroiche virtù di San Giovanni Bosco.

(Continua).

NB. - Questa rubrica è riservata esclusivamente alla cronaca delle feste celebrative della Canonizzazione, non a quella delle feste annuali ad onore del Santo. Le relazioni, sobrie di descrizione e precise invece nei dati, verranno tutte pubblicate, ma ridotte naturalmente a cenni sommarii, e man mano che lo spazio lo consentirà.

Dalle nostre Missioni

Assam.

Le grandiose feste della nuova diocesi di Shillong.

L'Assam ha vissuto le giornate più grandiose e più care della sua vita; giornate piene d'entusiasmo e di fervore, che lasciarono nel cuore dei cristiani e dei pagani un ricordo ed una gioia indimenticabile.

Da agosto a novembre non fu che un succedersi, da un capo all'altro della Missione, di feste salesiane che culminarono con quella solennissima di Shillong superando le migliori aspettative per concorso di popolo e per splendore di riti.

« Dopo Roma e Torino, doveva venire Shillong! » era la parola d'ordine e il desiderio ardente di tutti i cuori. Al conseguimento di questa fulgida mèta, tutte le forze della Missione vennero mobilitate. Nulla spaventò i nostri ardenti neofiti, nè i disagi, nè le privazioni, nè le distanze. Tutti vollero essere presenti per cantare l'inno di amore e di riconoscenza al novello Santo. Da Krishnagar, nel Bengala, sino a Dibrugarh verso la frontiera cinese, da Tezpur, ai piedi del Bhutan, alle colline dei Garos, giù giù, sino alle lande selvagge della « Bhoi Country » comitive e comitive di pellegrini e salesiani, con il canto sulle labbra ed una grande aspettativa nel cuore, affluirono alla capitale convertendo la collina e le adiacenze in un vero campo di concentramento.

La città poi, compresa la zona pagana e protestante, era stata preparata con ogni cura alla settimana cattolica e salesiana. Giganteschi cartelloni ad ogni porta e ad ogni crocicchio ripetevano il programma in varie lingue. Un giornale pagano pubblicava un'edizione speciale riccamente illustrata su Don Bosco e l'opera sua nell'India. Tutti parlavano dell'imminente arrivo di due Arcivescovi, di ben dieci Vescovi, di centinaia di «Padri» e di una folla immensa di Cristiani. Alla vigilia la collina della Missione offriva uno spettacolo incantevole.

Graziosi archi trionfali eran sorti come per incanto dal suolo, mentre un'infinità di bandierine multicolori palpitavano di un'immensa festa. Ai piedi della collina si innalzava, elegante e maestoso, il padiglione sacro sullo sfondo impareggiabile di una ridente pineta....

Possenti altoparlanti, vera sorpresa per Shillong, cominciavano a lanciare i primi ordini e le prime disposizioni. Finivano gli ultimi preparativi quando arrivarono, tra ondate di entusiasmo travolgente, i primi gruppi di pellegrini, al suono dei cembali e dei tamburi e allo sventolio di bandiere e di stendardi. « Khublei! ».. « Yesu Ki Ki barai! » ... « Jesuna Rasing! »... « Don Bosco Ki Jay! »... Dalle varianti dei saluti si potevano contare una quindicina di tribù convenute «dal monte e dal piano». Unica la mèta, unico il fine. Commovente fu l'arrivo dei Garos. Avevano dovuto camminare per ben otto giorni attraversando fiumi e foreste, e quando giunsero caddero sfiniti dinnanzi alla Chiesa senza aver la forza d'articolar una parola. Ma nei loro occhi brillava tutta la gioia d'aver finalmente raggiunto la mèta e d'esser arrivati in tempo.

Ma il folto gruppo di Tezpur faceva baccano per tutti coi suoi trenta grossi tamburi che riempivano l'aria e si ripercuotevano a valle, e le sue trecento voci che facevano echeggiare ad ogni tratto il grido di gioia: Jay! Jay! Jay!... In breve il grande campo sportivo della scuola superiore fu tutto un brulichio di persone, una fantasia di colori, una   ... babele di lingue. Cento cucine economiche preparavano il riso per tutta la folla. Ed era bello vederli seduti per terra ad affondare le dita nei piatti di riso che scomparivano fra la più schietta allegria. Tutti si sentivano fratelli e membri di una stessa famiglia, la grande famiglia cristiana.

Il parroco D. Vendrame, i Confratelli e i Chierici che si erano trasformati in elettricisti, muratori, falegnami, architetti, aiutati validamente dai « Samla Katholic » (i giovani cattolici) cominciavano a respirare.

Primo a giungere, fra le autorità, nel pomeriggio, accolto da fragorosi applausi, fu il Conte Giusti del Giardino, vice-Console a Calcutta, espressamente inviato dal Governo Italiano a partecipare al trionfo di Don Bosco Santo nell'Impero delle Indie Inglesi. Egli rimase coi nostri per un'intera settimana e visse della loro vita e godette della loro gioia in una fraternità che li commosse profondamente.

I due Vescovi eletti, Mons. Luigi Mathias e Mons. Stefano Ferrando, giunsero a notte accompagnati dal nostro compianto Arcivescovo di Madras, S. E. Mons. Eugenio Méderlet, dall'Arcivescovo di Calcutta e dai Vescovi di Ranci, Dacca, Dinajpur, Cittagong, Patna, Sikkim....

L'accoglienza assurse ad una bellezza e grandiosità incomparabile, tra lo scoppio dei mortaretti, il suono festivo di tre corpi musicali, le grida di gioia di tutto un popolo in una fantasmagoria di luci e di colori che affascinava ed abbagliava. Sullo sfondo buio del cielo in un intreccio meraviglioso di lampadine elettriche brillava un nome a tutti caro « San Giovanni Bosco ».

Nel silenzio religioso che segui la prolungata ed immensa esplosione di affetto, si senti la voce dell'Arcivescovo Mons. Perrier: « Adoramus te Christe et benedicimus tibi »: il drappo bianco cadde e al cospetto di tutti apparve il grandioso Calvario di bronzo che l'Assam volle erigere in memoria del XIX centenario della Redenzione Cristiana. Tutti s'inginocchiarono in profonda adorazione, mentre Gesù dall'alto della Croce stendeva le mani in un abbraccio immenso, ed un coro possente rispose: « Quia per Sanctam Crucem et mortem Tuam redemisti mundum ». 500 lampadine elettriche e potenti riflettori illuminavano quello spettacolo di fede.

Il 9 novembre fu « la giornata salesiana» per eccellenza. Sin dalle prime ore, un affluire straordinario di gioventù e di popolo animava la collina e la faceva risuonare di canti e di evviva. Il nome di Don Bosco correva sul labbro di tutti.

Alle nove la piazza che il Municipio pagano volle dedicata a Don Bosco era tutta trasformata in un magnifico salone, cinto da grandi archi trionfali, così cari all'anima indiana.

Nel mezzo un drappo bianco leggermente mosso dal vento lasciava intravedere la tonaca di un prete. Un birichino scavalcò il cancello e cercò di scoprire il mistero; poi battè le mani e gridò agli amici «Ve l'ho detto io!... È proprio lui ... Don Bosco!» Non tardarono a giungere tutte le autorità civili e militari della città che presero posto sul palco d'onore. Accanto ai nostri Vescovi era un ministro anglicano, un professore musulmano, vari personaggi hindù e persino un monaco buddista nel suo ampio manto giallo.

Un saluto romano e grida di gioia accolsero il Conte Giusti del Giardino, vice-Console a Calcutta, col quale i nostri ragazzi avevano già preso a familiarizzare.

La piazza presentava un aspetto imponente. I nostri cristiani si erano riversati in massa, cantando in varie lingue lo stesso canto: « Don Bosco! Don Bosco! È un canto infinito che udranno del mondo le mille città ». Uno squillo di tromba annunziò l'arrivo di S. E. il Governatore dell'Assam Sir Michael Keane. Tutti si levarono in piedi acclamando entusiasticamente. Com'ebbe preso posto, Mons. Mathias pronunciò un magnifico discorso rievocando la grande figura dell'umile prete piemontese che seppe conquistarsi il cuore di tutti i popoli. Poi, dietro suo invito, il Governatore scoperse il monumento, ed alla vista di tutti apparve sorridente la cara immagine paterna. Gli stendardi si abbassarono riverenti, da mille e mille petti proruppe un grido solo: « Viva Don Bosco» in tante lingue diverse, mentre le tre bande risuonavano festanti. Spettacolo commovente! Parecchi dei presenti avevano gli occhi umidi di lacrime. Il Governatore volle esprimere tutta la sua compiacenza per l'alto onore avuto di scoprire il primo monumento pubblico a Don Bosco nell'Assam richiamando tutti, non solo a festeggiare il Santo, ma a seguirne il sublime ideale ch'egli rappresenta. Nobilissime parole aggiunse il Conte Giusti, come rappresentante dell'Italia e del Governo, salutato da vivissimi applausi.

Poi le autorità si avviarono ad inaugurare la grande esposizione preparata dalla Scuola Industriale Salesiana, mentre i giovani improvvisavano un'entusiastica manifestazione ai piedi del monumento. L'esposizione di arti e mestieri fu illustrata dall'Ispettore Don Vincenzo Scuderi in un vibrante discorso, e destò l'ammirazione delle autorità che si indugiarono commosse nei vari reparti tributando gran copia di lodi ai piccoli artigiani.

Nel pomeriggio le autorità procedettero all'inaugurazione del « Salone Don Bosco », in cui tenne subito la commemorazione ufficiale S. E. Mons. Mathias.

Consacrazione dei nuovi Vescovi e festa di Don Bosco. - Ma la funzione più attesa e più commovente si svolse il mattino del 10 novembre. Il Santo Padre nell'ultima udienza accordata al Vescovo di Shillong, Mons. Mathias, gli aveva benignamente concesso di farsi consacrare insieme al Vescovo di Krishnagar, Mons. Ferrando, quel giorno stesso per poter poi celebrare colla massima solennità, il giorno dopo, domenica, la festa di S. Giovanni Bosco. Compì il sacro rito l'Arcivescovo di Calcutta, Mons. Perrier, assistito dagli altri Vescovi, all'aperto, su altari graziosamente improvvisati, sicchè tutta la folla potè seguire e godere la magnifica funzione. Quando i novelli Vescovi poterono alzar la mano a benedire, fu un istante di suprema commozione e di gioia indicibile. E il primo omaggio della maestà pontificale i figli di D. Bosco vollero offrirlo al loro Padre Santo, con una processione meravigliosa che occupò tutto il pomeriggio.

Al suono delle campane tutta la folla si era riversata nel grande campo sportivo che la città aveva messo gentilmente a disposizione di... Don Bosco. Quivi si svolse dapprima una serie di brillanti esercizi ginnastici dalle differenti associazioni giovanili in onore del grande amico della gioventù. Su di un carro trionfale, quasi sepolto tra grandi mazzi di fiori (Shillong è la città dei fiori) Don Bosco osservava e sorrideva a tutta quella fiorente giovinezza che formava un magnifico quadro coreografico. Un numero fuori programma fu improvvisato dai cristiani della missione di Tezpur. Circondato il carro, incominciarono una delle loro caratteristiche danze battendo i grossi tamburi e agitando in alto le braccia in segno di gioia. Così danzavano una volta nel cuore della foresta attorno agli idoli mostruosi!... L'omaggio fu una eloquente dimostrazione di una conversione di spiriti radicale. Superbo il saggio finale collettivo: cinquecento tra fanciulli e fanciulle, dalle variopinte uniformi, riscossero un subisso di applausi. Poi si ordinò la processione. I gruppi e le associazioni si incolonnarono dietro ai proprii stendardi e tutta la città si schierò ad assistere alla grande sfilata di ben diecimila persone che passarono dinnanzi al grande Capitano in una rivista di gloria, e poi levarono la sua statua in trionfo, fra preghiere e canti, seguiti da cattolici, protestanti, musulmani ed hindù, tutti trascinati da quella marea di entusiasmo incontenibile. I giovani, in gran parte pagani, dei dieci Oratori della città e dintorni, avevano imparato i nostri canti e riempivano l'aria delle loro voci argentine: «Don Bosco ritorna... » « O buon Padre... » «Campane suonate!... ». Le piccole « Agnesine » ed i paggetti nei loro caratteristici costumi gettavano fiori a piene mapi. Gli Esploratori facevano guardia d'onore. I dieci Ecc.mi Vescovi incedevano nei sacri paramenti gravi e maestosi. Fu il gran trionfo, l'apoteosi incantevole dell'umile Pastorello dei Becchi, in quell'angolo remoto dell'India.

La processione si raccolse nella piazza del monumento che fu subito circondato dai giovani agitanti mille fiaccole in un tripudio di gioia. Alla balda schiera del « Samla Katholic » (Giovani Cattolici) seguivano i collegi maschili e femminili inglesi, gli orfanelli khasi, gli oratoriani, le associazioni femminili nei loro manti azzurri, i piccoli bengalesi, le varie cristianità della vallata del Bramaputra, quella dei Garos, dei Sinteng, degli War... una teoria meravigliosa... Quando comparve il carro trionfale fu un delirio di entusiasmo, un subisso di evviva: « Don Bosco ki jay, jay, jay!!! ». Poi, silenzio; e vari Missionari, in differenti lingue, pronunciarono la formula di consacrazione della gioventù dell'Assam al Padre buono. La trina benedizione eucaristica parve assicurare quei figli della paternità di Don Bosco Santo!

La chiusa delle feste. - Ma Don Bosco desiderava le anime unicamente per portarle a Dio. E così fu che la domenica mattina tutti i cattolici affollarono la Mensa Eucaristica ricevendo il Pane dei forti dai Vescovi presenti. Il Vescovo di Krishnagar, Mons. Ferrando, celebrò per le Associazioni di Azione Cattolica. S. E. Mons. Mathias, primo Vescovo della diocesi di Shillong, tenne invece il suo primo solenne pontificale, assistito dagli Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi, da autorità e popolo all'altare improv visato all'aperto. I suoi diocesani erano fuor di sè dalla gioia.

Nel pomeriggio un'altra processione, tra il massimo entusiasmo ed il massimo sfarzo, la processione eucaristica, trionfo di Gesù Sacramentato, acclamato Re di quei cuori freschi di santo amore! A sera i cristiani delle due diocesi di Assam e di Krishnagar si strinsero attorno ai loro Vescovi Mons. Mathias e Mons. Ferrando per un omaggio di affettuosa gratitudine che commosse profondamente Pastori e fedeli...

Consolante la statistica del lavoro compiuto nel recente anno santo e salesiano 1933-34.

Le cifre date dal parroco D. Vendrame hanno una eloquenza insuperabile. Battesimi amministrati nell'anno: 5.878; mentre nel 1922 in cui Mons. Mathias assunse il governo della missione toccavano appena il numero di 448. Le chiese e cappelle da 42 salirono a 314. Il numero poi dei cattolici è salito a 37.244, da 5.844 che erano nel 1922. E questo numero significa altrettante anime redente, che vivono una vita veramente cristiana, educata e formata secondo lo spirito di Don Bosco eminentemente eucaristico. Il numero di Comunioni distribuite quest'anno ha raggiunto infatti la consolante cifra di 249.766.

C'è proprio da benedire il Signore! Ora la nuova diocesi apre nuove pagine della sua storia e noi auguriamo che esse abbiano a registrare fasti sempre più grandiosi di gloria cristiana.

Krishnagar ha accolto solennemente il suo primo Vescovo salesiano.

Il 24 novembre u. s. S. E. Mons. Stefano Ferrando, salesiano, ha fatto l'ingresso solenne nella sua diocesi, accolto nella capitale da fedeli, autorità e popolo con entusiasmo indescrivibile. Da tre mesi i cattolici della residenza, sotto la guida dei missionari e delle suore, si preparavano ad accogliere meno indegnamente il loro Pastore, aguzzando l'ingegno e moltiplicando le industrie per adornare la cittadina e la cattedrale e provvedere all'ospitalità dei forestieri che accorsero numerosi da vari centri. Sicchè pel giorno fissato Krishnagar non si riconosceva più, trasformata com'era da trofei di bandiere, archi trionfali ed una riuscitissima illuminazione a luce elettrica che aveva disposto 6oo lampadine alla sola cattedrale.

All'ora convenuta i 15oo cattolici della missione si portarono in corteo, guidati dalla banda della nostra missione di Shillong, al Municipio ove il Chairman (podestà) aveva raccolto il Consiglio municipale e le autorità del luogo ancor tutte pagane. Alcune macchine messe gentilmente a disposizione da distinte famiglie avevano frattanto raggiunto la sta zione, ove con S. E. Mons. Ferrando giunsero l'Arcivescovo di Calcutta S. E. Mons. Perrier, che l'aveva consacrato, e le LL. EE. il Vescovo di Dinajpur, Mons. Giovanni Anselmo, ed il Vescovo di Shillong, il salesiano Mons. Mathias, recando una magnifica statua di S. Giovanni Bosco che doveva essere inaugurata il giorno. della festa. Le macchine trasportarono subito i Vescovi al Municipio, ove furono accolti trionfalmente fra lo sparo dei petardi, grida di evviva, acclamazioni e una festa di colori, mentre le note della banda suonavano l'Inno Pontificio e la Marcia Reale. Schiere di bimbi agitavano minuscole bandierine gridando allegramente i loro « Ioè ». Dopo l'ossequio e la presentazione personale delle autorità, il Chairman pronunciò un bellissimo discorso dando il benvenuto al Pastore della Diocesi ed elogiando ampiamente l'opera di educazione e di carità che i missionari avevano già svolto a beneficio della sua popolazione. Servito un vermouth d'onore, Mons. Ferrando rispose con paterne parole all'omaggio del Chairman, e quindi l'Arcivescovo di Calcutta ringraziò pubblicamente le autorità convenute per la cordiale accoglienza del nuovo Pastore. Con brevi parole d'occasione quattro bambine offersero al Vescovo graziosi mazzi di fiori; poi i cristiani, che a stento avevano tenuto il silenzio durante la cerimonia ufficiale, si riordinarono in festoso corteo e condussero il Vescovo alla Cattedrale mentre la folla dei pagani faceva ala riverente. Dalla gradinata della Cattedrale, il Vicario, Don Righetto, lesse in latino e tradusse in bengalese la « bolla » pontificia con commosse parole di omaggio, poi Mons. Ferrando, circondato dagli altri Vescovi, fece l'ingresso, benedicendo, pel canto del « Te Deum », l'omaggio del clero, e la trina eucaristica benedizione. All'uscita dal tempio, la facciata era tutta illuminata, ed una festa di canti e di danze, al suono della banda e dei tamburi si protrasse fino a notte a dire al Vescovo tutta la gioia del suo gregge. L'indomani, 25 novembre, l'Arcivescovo di Calcutta celebrò la Messa della Comunione generale contemporaneamente agli altri due Vescovi. Poi Mons. Ferrando tenne il suo primo pontificale ed al Vangelo disse la sua prima omelia in bengalese rivolgendo ai suoi figli spirituali il suo saluto di pace e votandosi pubblicamente al bene delle loro anime. I cristiani cantarono egregiamente, fra la sorpresa di tutti la « Missa cum jubilo ». Al termine del pontificale i cantori intonarono la preghiera per il Vescovo ed il popolo rispose al colmo dell'entusiasmo, col «Christus vincit». Nel pomeriggio, fu il trionfo di Gesù Sacramentato in una pittoresca processione eucaristica, che sostò benedicente fra i malati dell'Ospedale. Portava il SS. l'Arcivevescovo Mons. Perrier che impartì la benedizione da un palco improvvisato sulla gradinata dell'Ospedale e poi in Cattedrale. A sera i cristiani tenneru una bellissima accademia per presentare al Vescovo i loro omaggi e i loro doni. Il pastorale l'aveva portato dall'Italia Mons. Mathias, l'anello e la croce pettorale venivano dalla casa salesiana di Shillong di cui Mons. Ferrando era Direttore, ma le mitre, i paramenti ed i calzari li avevano preparati le buone Suore di Maria Bambina che lavorano con tanto zelo nella nostra missione.

La festa di Don Bosco. Il giorno seguente, 26, fu dedicato alla festa di Don Bosco. La magnifica statua apparve al sole con promesse di tutela e di benedizione. Tenne il pontificale ad onore del Santo S. E. l'Arcivescovo di Calcutta coll'assistenza degli altri Vescovi. Nel pomeriggio dopo un modesto ricevimento offerto da Mons. Ferrando al Chairman ed alle autorità hindù e musulmane, queste parteciparono ufficialmente alla commemorazione di Don Bosco nel teatro della Missione. Mons. Anselmo benedisse la statua del Santo e tenne il discorso ufficiale in perfetto bengalese; l'Ispettore Salesiano D. Scuderi, in inglese. Poi fra le alterne armonie di canti e di suoni, i bimbi dell'Asilo interpretarono il primo sogno di Don Bosco attirandosi simpatie universali. La parola e la benedizione del Vescovo chiusero la cara festa.

A corona dell'arida cronaca ecco alcuni cenni sulla missione di Krishnagar favoritici ancora da Mons. Bars prima di lasciar l'Italia lo scorso autunno.

La Missione di Krishnagar prima dell'arrivo dei Salesiani.

Fino al 1855 quella che oggi si chiama Diocesi di Krishnagar formava una parte del Vicariato Apostolico di Bengala.

Il Vicario Apostolico Mons. Carew, irlandese, trasferito a Calcutta da Madras, aveva ottenuto che la parte del Bengala Orientale (attuali Diocesi di Dacca e di Chittagong) formasse un Vicariato a sè, e progettava di fare la stessa cosa con quello che fu in seguito il Bengala Centrale; aveva fatto la proposta a varie Congregazioni Religiose, ma nessuna poteva accettare. Le suppliche di un gruppo di protestanti indigeni di Krishnagar e di Khulna, desiderosi di avere qualche sacerdote per istruirsi, decise però il Vescovo a mandarvi provvisoriamente il Padre Zubiburle, Carmelitano spagnolo, arrivato nel gennaio 1843 da Macao. Questi riuscì a formare in Krishnagar una Cristianità di un centocinquanta Cattolici, fece costruire una Cappella con annesso alloggio per il missionario, e progettava anche di fondarvi un Convento di Loretine (1847). Passato qualche tempo, Propaganda Fide propose di mandare alcuni Padri dell'Istituto di S. Calogero, apertosi pochi anni prima in Milano appunto per le Missioni. Accettò con piacere Mons. Carew, e nell'aprile del 1855 arrivarono tre di quei Padri che, nel giugno del medesimo anno, poterono prendere stabile dimora a Berhampor. Berhampor era un centro importante militarmente già fin dal tempo della battaglia di Plasey (1757). Il Padre Parietti, che era il Superiore, rimase in Berhampor; il Padre Marietti si stabilì in Yessore (settembre 1855), e il Padre Limana fissò la sua dimora a Krishnagar (1857).

Quando nel 1870 si creò la Prefettura Apostolica del Bengala Centrale (Prefetto Apostolico Mons. Marietti), essa comprendeva anche l'Assam, il quale fu nuovamente separato nel 1889, quando cioè venne costituita la Prefettura Apostolica di Assam con Bhutan e Manipur, mentre Krishnagar fu fatta Diocesi (Vescovo Mons. Pozzi, e nel 19o6 Mons. Taveggia).

Fin dai primi anni di questo secolo, il Padre Rocca incominciò, nella parte nord del Gange, la evangelizzazione dei Santali, che è uno dei popoli aborigeni che si estendono dal Bengala Occidentale fino all'Est, menando vita nomade. La loro religione è animista; ed è più facile convertirli che non gli Indi ed i Maomettani che hanno una religione secolare. Inoltre, e questo ha dato sempre la spinta maggiore in tutti i grandi movimenti di conversioni in massa, spesso questi poveri campagnoli si trovano in condizioni disperate, sia a causa degli usurai che pretendono persino il 36% e più - interesse così esoso che i poveretti non riescono usai a pagare e che finisce per aumentare il capitale - sia perchè facilmente i Bengalesi, e in modo speciale i Musulmani, li tiranneggiano ingiustamente davanti ai tribunali, sempre per la ragione del più forte. Il missionario fin da principio si trovò nell'occasione di dover difendere i suoi Cattolici, il che gli servì di propaganda per attirare molto facilmente a sè tanti altri pagani Santali. Cosicchè nel 1928, mentre nella parte sud del Gange si contavano circa seimila Cattolici, nella parte nord se ne contavano invece già circa dodicimila. Pertanto i Padri di Milano, scarsi di mezzi materiali e di personale, vedendo che i popoli del nord corrispondevano di più e davano maggiori speranze di nuove conversioni, proposero e chiesero a Roma la divisione della Diocesi, scegliendo per sè la parte Nord, e come centro, Dinajpur.

Da tutti era riconosciuta la difficoltà della nuova Diocesi di Krishnagar. La Congregazione di Propaganda Fide l'affidò a noi. E il 23 giugno del 1928 giunsero a Krishnagar, provenienti da Shillong (Assam), tre Sacerdoti nostri confratelli per stabilirvisi definitivamente.

Notizie geografiche, politiche ed etnologiche.

La Diocesi di Krishnagar, come rimase costituita nell'ultima divisione del 1927 e secondo i nuovi confini con Chittagong fissati nel 1928, resta limitata al Nord dal Gange che la separa dalla Diocesi di Dinajpur e Dacca; a Est dalla Diocesi di Chittagong e dal golfo del Bengala; a Sud e a Ovest dall'Archidiocesi di Calcutta. Rimane compresa fra i paralleli 21°40' e 24°48' di latitudine Nord e i meridiani 87°52' e 90°6' di longitudine Est (Green wich). Situata al centro del Bengala, forma parte della immensa pianura del Gange, senza notevoli variazioni di livello, tutto terreno di alluvioni, costituito da terra argillosa spesso mescolata con arena finissima: in tutto il territorio della Missione non c'è una pietra, un ciottolo che non sia stato importato.

Politicamente fu costituita da cinque distretti della Provincia del Bengala, comprendendone tre per intero (Murshindabad, Nadia e Yessore), e due (Khulna e Faridpur) nella maggior parte. Sopra una estensione di 27.672 kmq. contava nel 1921 una popolazione di 6.450.755 abitanti. Conta 24 città che variano dai 5.000 ai 28.000 abitanti, e più di 12.500 fra paesi e borgate. La densità di popolazione si aggira sui 268 abitanti per kmq.

Dei sei milioni e mezzo di abitanti che conta, quasi tre milioni e mezzo sono di religione indù, circa tre milioni sono maomettani, un quarantamila animisti, poco più di ottomila protestanti di varie sétte e quasi settemila Cattolici.

Nella nostra Missione si trovano le vestigia delle tre razze o discendenze: dravidica (la primitiva dell'India), mongolica (venuta dal Tibet e dalla Cina), e ariana (venuta dall'invasione del Nord-Ovest). I popoli d'origine dravidica o aborigeni sono popoli nomadi provenienti specialmente dall'Ovest, come i Santali, gli Urli, ecc., in piccoli nuclei. Gli altri sono incroci: il mongolico-dravidico è il tipo bengalese ordinario, comune; l'ario-dravidico è il tipo delle caste elevate. Il linguaggio è unico: il bengali. Il bengali è una lingua derivata dal sanscrito e, meglio di qualunque altra, traduce la lingua classica. Ma si capisce che l'inglese è molto utile per i rapporti con le autorità e con gli uffici e le amministrazioni pubbliche; e si incontrano quindi parecchie migliaia di persone colte che lo parlano.

Stato attuale e risultati ottenuti. - Nella Missione vi sono ora nove Sacerdoti e cinque Chierici (oltre le Figlie della Carità della Beata Capitano e una Comunità incipiente di Religiose indigene chiamate e Religiose Catechiste di Maria Immacolata »). Esistono ancora in parte le tre residenze che c'erano quando si assunse la Missione, vale a dire: Krishnagar, Bhoborpara e Shimulia, che sono i centri dei tre principali distretti ecclesiastici. In Krishnagar vi sono al presente, oltre l'Ordinario, altri due Sacerdoti e due Chierici. C'è la Parrocchia (Cattedrale) con una Comunità di 730 Cattolici, un Orfanotrofio e Scuola per ragazzi, una Scuola di Avviamento Industriale, l'Oratorio Festivo, un Ricovero per vecchi, la Comunità delle Figlie della Carità e le Religiose indigene con Orfanotrofio e Scuola per bambine, un Ricovero per vedove, vecchie inferme, e l'opera della Santa Infanzia. Da Krishnagar si ha cura dei Cattolici occupati nella ferrovia e di quindici Cristianità con varie Associazioni. Da Bhoborpara, oltre alle Opere locali (Parrocchia di 8oo Cattolici, Scuola pei giovanetti, Oratorio Festivo, Banca Agricola, Figlie della Carità con Scuola per bambine, Associazioni varie), si attende pure a 34 Cristianità. Da Shimulia (Opere locali: Parrocchia di 560 Cattolici, Scuole per ragazzi, Figlie della Carità con Orfanotrofio e Scuola per bambine, Associazioni varie) si visitano 61 Cristianità...

Il nuovo Vescovo ha già intrapreso la visita alle varie residenze di cui daremo notizia in altra occasione. Per ora gli auguriamo di cuore un lungo e fecondo ministero pastorale e lo accompagniamo colle nostre preghiere.

Per intercessione di Maria Santissima Ausiliatrice e di San Giovanni Bosco.

NB. - Raccomandiamo ai graziati che nei casi di guarigione specifichino sempre bene la qualità della malattia e le circostanze più importanti. Preghiamo pure di indicare, sempre, cognome, nome e data. Non si pubblicano integralmente le relazioni di grazie anonime.

Grazia prodigiosa. - Il giovinetto Ciccillo Lombardi Comite fu Francesco da S. Costantino Calabro, alunno di prima ginnasiale nell'Istituto Salesiano S. Luigi di Messina, fu colpito il giorno 9 gennaio del 1934 da polmonite lobare sinistra con grave complicanza epatica e renale. Le condizioni del paziente erano gravissime, anche per una spiccata adinamia cardiaca e dispnea. I medici curanti disperavano di salvare il piccolo Ciccillo e la povera madre si struggeva in lacrime per il pauroso profilarsi dell'immane sciagura che l'avrebbe privata dell'unica, gioia della sua vita. Solo un miracolo poteva salvare il piccolo sofferente. Ed il miracolo si verificò per l'intercessione di Don Bosco, al cui ausilio si erano rivolti la mamma, i parenti ed i Superiori e compagni dell'Istituto. Ora che il caro Ciccillo gode d'una salute florida e piena senza neppur la menoma traccia del sofferto malore, la madre ed i parenti tutti sentono vivo il bisogno di rendere pubbliche grazie al «Gigante della carità » S. Giovanni Bosco, che nell'anno della sua canonizzazione si è degnato di rendere più sensibile la sua continua protezione sulla gioventù che vive all'ombra delle sue Case. Ad attestare la propria riconoscenza verso il gran Padre dei giovani che le ha lasciato il figlio, la mamma, in adempimento ad una promessa fatta nel momento più critico della malattia, provvederà al mantenimento stabile d'un figlio di Don Bosco con la fondazione d'una borsa missionaria.

Mileto (Catanzaro) 1934.

Lo zio Cav. NACCARI GIUSEPPE

Medico Chirurgo.

Mi ridona la vista. - A Roma, dove mi trovavo il 16 gennaio 1934 fui operata di appendicite; ma l'inezione lombare, che mi si era praticata mi lasciò un continuo mal di testa con progressiva perdita di vista sicchè distinguevo appena le persone. Dopo 7 mesi fui costretta a ritornare all'Ospedale di S. Spirito dove con una nuova dolorosissima operazione alla spina dorsale mi sollevarono dal mal di testa. Ma la vista andava peggiorando. Ero ancora in cura quando avvertii dei forti mal di stomaco. Ai raggi fu scoperta un'ulcera maligna. Occorreva un'operazione difficilissima e di esito incerto.

Tra la vita e la morte, partii da Roma, malata come ero, e ritornai in famiglia a S. Vito al Tag.to tormentata continuamente da forti dolori, febbre, vomiti fastidiosissimi. Fui consigliata di rivolgermi a Don Bosco, e cominciai una novena, il primo novembre. Fino all'ottavo giorno nessun miglioramento. Con mille stenti mi recavo ogni giorno a Messa e facevo la S. Comunione. Durante la notte dell'ottavo giorno mi sentii quasi morire, passai una notte tremenda, ma sul far del giorno il male di stomaco si calmò ed io, stanca, sfinita, m'assopii un attimo e sognai D. Bosco che mi chiedeva notizie e finiva per dirmi: «Quanto male hai, poveretta! ma ora starai meglio, e alla fine del mese sarai guarita completamente! » Difatti ho ricuparato la vista normale.

S. Vito al Tagliamento (Udine), 4 gennaio 1935.

ERMINIA SIMONAT.

Grazie! o cara Madonna. - Sentiamo vivo il bisogno di far pubblica la nostra gratitudine alla cara Ausiliatrice, che abbiamo invocato con gran fede e confidenza nel momento del pericolo, per averci salvate da certa morte.

Ci trasportavamo da Mèrida a San Cristòbal quando, in una svolta, l'automobile cadde e rotolò per oltre 40 metri, in un precipizio, arrestato a poca distanza dal fiume sottostante da un albero che, nel primo salto era stato sradicato e trasportato dalla macchina.

L'automobile andò in pezzi ma noi avemmo salva la vita per un vero miracolo, come asserivano testimoni oculari, riportandone appena una frattura a un braccio, una; e le altre lievi contusioni.

San Cristòbal, 27-11-34.

Suor Raciti Grazia - Suor Juana Rojas - Suor Nilde Maule - Suor Dècima Rocca.

FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE.

Guarigione bene arrivata. - Una giovane sorella soffriva da 6 mesi per una infezione alla testa; fu operata ben 5 volte e si temeva d'una altra operazione. Abbiamo pregato il Santo e fummo ascoltate. La suora non è ancora completamente guarita ma tengo sicuro il compimento della grazia e perciò prego che si pubblichi sul Bollettino.

7-12-1934.   affez.ma in G.C.

TERESA MARBINOIA, CANOSSIANA.

Grazie, Don Bosco Santo! - L'anno scorso ci rivolgemmo con fiducia alla Vergine Ausiliatrice e a San Giovanni Bosco per chiedere due grazie tanto necessarie: la guarigione di una figlia, colta da grave malattia, e il ritorno alle pratiche della religione di persone carissime.

Abbiamo già ottenuto la guarigione tanto necessaria e desiderata, e confidiamo che anche la grazia spirituale ci sarà concessa.

Obblig.mi e riconoscenti

BosoNiA GIUSEPPE e consorte CONSOLATRICE.

Scongiura la peritonite. - Nel giorno stesso della solenne Canonizzazione di D. Bosco Santo, trovandomi in serio pericolo di dover subire una operazione per gravissimi disturbi intestinali, che minacciavano una peritonite, feci ricorso con grande fiducia al novello Santo ed, applicata la sua reliquia sulla parte più dolente, aiutata dalle preghiere di altre pie persone, quasi d'improvviso superai la gravissima crisi, ed in tempo relativamente breve ne uscii perfettamente ristabilita. La mia famiglia poi avendo ottenuto da S. Giovanni Bosco altre tre importantissime grazie, si unisce a me nel ringraziare di vivo cuore il glorioso Santo, e con Lui Maria Ausiliatrice, nostra tenera Madre.

Cavour, Dicembre 1934.

TURINA MARTA.

Grazia segnalatissima. -- Sciogliamo un voto ed adempiamo insieme un dolce dovere di profonda riconoscenza coi far nota una nuova grazia, testé concessa da S. Giovanni Bosco, in favore della Signora Giuseppina Bailo Stoppini, di Cisano Bergamasco nei pressi di Pontida.

Una paratifite di forma acutissima, giudicata pressoché fatale per annesse complicazioni, colpiva la giovane sposa, riducendola quasi a fin di vita. Vari consulti fatti dai medici più valenti diedero per risultato una sentenza sconfortante; sperare in una guarigione sembrava ormai temerità. Ma nel caso gravissimo, diremmo quasi disperato, sorse più fiduciosa nei famigliari la speranza in Dio e si ricorse a S. Giovanni Bosco di cui si applicarono sull'addome dell'ammalata le Reliquie, appositamente spedite da Torino, mentre nella chiesa di Maria Ausiliatrice venivano fatte speciali preghiere e celebrate all'uopo delle SS. Messe all'Altare privilegiato. Al termine d'una fervorosa novena al gran Santo, scomparvero i pericoli di morte, con istupore dei medici ed indicibile giubilo dei congiunti.

La graziata si è ora alzata da letto ed è in via di completo ristabilimento. Ne siano rese pubbliche lodi e ringraziamenti.

Cisano Bergamasco.

La famiglia BAILo STOPPINI.

Guarita da otite e mastoidite. - La mia bambina di nove anni nel mese di agosto 1931 era stata colpita da otite e mastoidite purulenta all'orecchio sinistro con febbre altissima. Il Dottore curante giudicò urgentissima l'operazione. Ma io, spaventata, mi rivolsi con fede a Don Bosco ed applicai una sua reliquia ex indumentis sulla parte malata della bambina. Questa, quasi subito s'addormentò e quando si ridestò, dopo mezz'ora, la febbre era affatto scomparsa. Il giorno dopo la portai a Torino da un bravo Professore il quale però insistette per l'urgente operazione.

Prima di decidere, mi recai nella Basilica M. A. ed ordinai un triduo a D. Bosco perché ottenesse la guarigione senza operazione. Iniziata intanto una semplice cura, in poco tempo la bimba guarì perfettamente ed ora, trascorsi quasi tre anni, la piccola Nina non ha più risentito alcun sintomo del male. Con animo riconoscente assolvo il mio voto

Altavilla.

CLEMENTINA GATTI.

Tre grazie. - Dopo aver tenuto il letto per vario tempo nel gennaio 1934 fui colta anche da malattia intestinale con febbri che non cessavano più. Medicine ed altri rimedi risultavano inefficaci. Mi rivolsi con fiducia al carissimo Padre Don Bosco e dopo il quarto giorno della novena, e propriamente il 15 febbraio, la febbre mi lasciò all'improvviso, sicché in breve tempo mi rimisi completamente.

SUOR TERESA DEL BAMBINO GESÙ

SUORA DEGLI ANGELI.

Il medico curante dottor Vincenzo de Angelis conferma quanto sopra descritto.

Limosano (P. Campobasso), 18-7-1934.

La stessa suora ringrazia S. Gio. Bosco per il felice esito di difficili esami e per altra sollecita guarigione da un ascesso molare, al semplice contatto di una immagine.

Ringraziano ancora Maria Ausiliatrice e San Giovanni Bosco:

Ida ved. D'Amore (Portici) per averla scampata da grave pericolo in un incidente della ferrovia circumvesuviana; per aver scampato i suoi figliuoli da un altro incidente di strada, dovuto alle bizze dei cavalli; per aver preso sotto la loro protezione l'educazione e gli studi degli stessi suoi figliuoli.

Ottavio Occhiuzzi (Acquappesa) per grazia ricevuta da Maria Ausiliatrice.

Anna Bonora ved. Ambrosio (Luserna) per grazia ricevuta da S. Giovanni Bosco.

M. T. C, (Moncalieri) per notevole sollievo da gravi dolori cerebrali che da due anni la tormentavano impedendole ogni proficua attività.

Filomena Castellana (Piazza Armerina-Enna) per il valido aiuto ottenuto da S. Giovanili Bosco nel subire una difficilissima operazione per pleurite cancrenosa, di esito tanto incerto che i medici declinarono prima ogni responsabilità alla famiglia.

P. Marcello Gardin, parroco di Villa Regina (Argentina) per la guarigione di due bimbi della Colonia, disperati dai medici.

Rita Buri (S. Maurizio Canavese) per grazia ricevuta.

Coniugi Maria e Giuseppe Audisio (Piossasco) per la guarigione di un bambino, sorpreso da polmonite migrante, pleurite bilaterale ed empiema destro, conseguenza di morbillo, con altre complicazioni in seguito ad operazione. I medici giudicarono il caso di gravità eccezionale e la guarigione più unica che rara. Così depose il medico curante dott. Francesco Alfano.

Piazza Giuseppina (Mossomeli) per ottenuta guarigione di persona cara, già ridotta in fin di vita. Era il sostegno e la speranza dei genitori.

Gioia Don Massimino (Ceglie Messapico) per la grazia concessa a Santoro Anna che, invocando Don Bosco Santo e baciando la sua medaglia, ha riacquistato immediatamente l'uso di un braccio quasi paralizzato.

Buffa Caterina (Cavour) per aver protetto in penose circostanze un nipotino di pochi mesi e ridata la pace alla famiglia.

Laperuta Paolo (Pagani) pel felice esito di operazione subita dal figlio Michele.

Nibra Delia (Asunción-Paraguay) per la ricuperata salute della sorella che, colpita da appendicite, fu paternamente assistita da don Bosco Santo durante una grave crisi felicemente superata.

Clerici Giuseppina (Nole Canavese) per l'ottenuta guarigione da pleurite.

Fabbri Don Luigi (Filetto di Ravenna) perché, venutogli meno improvvisamente un oratore sacro, per un corso di santi spirituali esercizi potè trovare un altro buon predicatore dal quale ottenne ottimi frutti.

Canevaro Maria (Sarezzano di Tortona) per segnalatissima grazia ricevuta dopo cinque mesi di atroci sofferenze.

Orio Pietro e Maria coniugi (Tigliole d'Asti) per la guarigione della figlia Adalgisa, affetta da nefrite acuta.

Una Figlia di Maria Aus. (Alì Marina) per il felice esito di esami del fratello e per la guarigione insperata della sorella.

Tosetti Mariuccia (Como) per la guarigione da ulcera pilorica.

Crociata Missionaria

BORSE COMPLETE

Borsa B. G. fondata da una pia persona.

Borsa MOSÈ DON VERONESI, a cura del Sac. Pentore Giuseppe direttore del Collegio Salesiano di Mogliano Veneto.

Borsa MARIA AUSILIATRICE E S. GIOVANNI BOSCO (5°) a cura di una pia persona che non vuole essere conosciuta.

Borsa PIO X Somma prec.: L. 1935o - L. M. S. a compimento, 650 - Tot. L. 20.000.

BORSE DA COMPLETARE

Borsa ALBERT MONS. FEDERICO - Somma prec.: 14450 - N. N. 200 - Tot. L. 14650.

Borsa ANIME DEL PURGATORIO (3°) - Somma prec.: 5228 - Ponte Santina, 5o - Gaia Eleonora, 5 - Lupano Raselli, 40 - Corilla Fellini, 20 - N. N. Gorlago, io - Sorelle Bruno, 25 - Tot. L. 5378.

Borsa BEL TRA MI DON ANDREA (4°) Somma prec.: 2770 - Orlandi Benedetto, 5o - Tot. L. 282o.

Borsa BELTRAMI DON ANDREA, a cura della casa di Borgomanero - Somma prec.: 12330,50 - Offerte varie, 75 - Tot. L. 12405,50.

Borsa BERRUTI DON PIETRO - Somma prec.: 245 - Camusso Maria, 100 - Tot. L. 345.

Borsa BRONDA MATTEO, a cura dell'Unione ex-allievi interni dell'Oratorio Salesiano di T'orino - Somma prec.: 19032 - L. Bagnati, 10 - L. Angeli, 5o - Policardo Giuseppe, 40 - N. N., 5o - Angelino Carlo, 50 - Giovenale D. 20 - Basano Gemma, 10 - Tot. L. 19262.

Borsa BUON PASTORE - Somma prec.: 1730 - N. N. a mezzo L. Rossi, 100 - Tot. L. 1830.

Borsa COSTAMAGNA MONS. GIACOMO (2°) - Somma prec.: 605 - Sarasio Agnese, 6 - Tot. L. 611.

Borsa DIVINA PROVVIDENZA - Somma prec.: 6132,5o - Laurenzi Ermanno e Maria, 5 - Boglione Francesco, 30 - Tot. L. 6167,50.

Borsa DON BOSCO EDUCATORE (4°) - Somma prec.: 2177,40 - Rag. Guido Betta, 20 - Tot. L. 2197,40.

Borsa DON BOSCO E LA CONCILIAZIONE, a cura di S.E. Mons. Ernesto Coppo - Cav. Baldo Aquilano di New York, 1172 - Offerte varie, 400 - Tot. L. 1572.

Borsa DON BOSCO PROTETTORE DEI GIOVANI - Somma prec.: 3096 - Oradini Pia, 5o - Teresina Crotti, 10 - Tot. L. 3156.

Borsa DON BOSCO, SALVATE I NOSTRI FIGLI (2°) - Somma prec.: 1991,50 - Rina Acquistapace, 10 - Berrino Maria, io - Caputo Giacomo, 5 - Tot. L. 2o16,5o.

Borsa EUCARISTICA DEL PICCOLO SERAFINO G. BRUNI (6°) a cura del Sac. Abbondio Anzini - Somma prec.: 9634,75 - Col. Zavattaro Pietro, 5o - Bertelli Giovanni, 5 - Fanny Bonetti, 5o - Luigi Ascagni, io - Fornera Adele, 34 - Emma l'ellas e varie persone, 70 - Maria Mazzetto, io - Olimpia Severini, 5o - Annetta Costantino, 6o - Fenoglio Pepita, 5o - Sr. Fe, 20 - Sig.ra Giacone, 10 - Felicina Ruspa, 10 - Giacinta Riccadonna, 25 - Leopoldo Zunini, 5o - Carlo Ghiglione, 150 - Balzofiore Maria, io - Ferraro C. 5,90 - Luisita Rossi, 100 - Demichelis Maria, io - Rossi Maria, 1o - N. N. 175 - Vian Maria, 5 - Luisa Crociani, so - N. N. z5 - Cantatore Dalma, 5o - Magda Zavattaro, 5o - Feregutti Amalia, 1o - Serra Ida, 1o - Bertolino Giovanni, 20 - Maria Zavattaro, 20 - Don Valburga, io - Tot. L. 10809, 65.

Borsa FERRANDO DON G. B. - Somma prec.: 225 - Quilico Don Sebastiano, 20 - Tot. L. 245.

Borsa FRANCESIA DON G. B. (2°) - Somma prec.: 1545 - Lovazzano Cristina, 20 - Tot. L. 1565.

Borsa FRASSATI PIER GIORGIO (2°) - Somma prec.: 4112 - Gianolio Luigi, 1o - Gianolio Paola, 10 - Gianolio Giovanni, 5 - Gianolio Giuseppina, 5 - Tot. L. 4142.

Borsa FRIULANA a cura della casa di Tolmezzo - Somma prec.: 7452,75 - Della Stua, io - Castellani Rosina, 15 - Famiglia Tosoni, 2o - Famiglia Corbellini, 5o - Collinassi, 4 - Bosio Lucia, 5o - Offerte allievi, 6 - Tot. L. 7607,75.

Borsa GESU' -.MARLIA AUSILIATRICE - DON BOSCO (2°) - Somma prec.: 14226 - Antonia Toneguzzo, Columbus, 234 -- Tartaglino Ercole e consorte, 6o --- S. Eisenegger, 30 - Angelo Fontanella, 20 -- Tot. L. 14570.

Borsa GIRAUDI DON FEDELE (2°) - Somma prec.: 8814.25 - Cresto Pietro, 20 -- Tot. L. 8834,25.

Borsa GLI EDUCATORI AL LORO SANTO, a cura dell'Ing. Comm. A. Bianchi, presidente dell'Unione Don Bosco fra gli insegnanti -- Somma prec.: 3084 - Prof. Andrea Menroni, Venezia, 10 -- Tot. L. 3094.

Borsa MADONNA DI POMPEI - Somma prec.: 90 - N. N. Io - Tot. L. 100.

Borsa MAMMA MARGHERITA (3°) -- Somma prec.: 1340 - Vallanzi Angela, Cherasco, 20 - Tot. L. 136o.

Borsa MARIA AUSILIATRICE (26°)-Somma prec.: 4074,30 - Garzulano Giuseppe, 2ooo -- Cav. Benvenuto Chiapusso, 5 - L. Rossi, 10 - Teresina Crotti, io - Tot. L. 6099,30.

Borsa MARIA AUSILIATRIC E S. CECILIA - Somma prec.: 2200 - N. N. 5o - Tot. L. 2250.

Borsa MARIA AUSILIATRICE E S. GIOVANNI BOSCO (4") - Somma prec.: 6063 -- Sapio Rag. Giuseppe, 45 - Miroglio Giuseppe, 2o - Tot. L. 6128.

Borsa MARIA AUSILIATRICE, a cura del Cav. D'Urso Sebastiano -- 1° Offerta L. 4.000.

Borsa MARIA SS. DI TRAPANI, a cura del Comitato missionario - Somma prec.: 10.000 -- Ricavo netto dalla festa di Natale, 500 - Tot. I.. 10500.

Borsa MINELLI GIUSEPPINA in GIOVANNINI -- Somma prec.: 3000 - Per rettifica fatta, 2000 - Tot. L. 5000.

Borsa MORGANTI MONS. PASQUALE (2°) - Somma prec.: 245 - Facchini Giannina, 5 - Tot. L. 250.

Borsa NARDI DON VENERIO - Somma prec.: 2661,20 - Maria Faccari, 10 - Tot. L. 2671,20.

Borsa NOGARA MONS. GIUSEPPE, Arcivescovo di Udine, a cura dell'Unione ex allievi - Somma prec.: 12032,75 - N. N., 15 - Giordani Savina, io - G. P. e G. G., per g. r., 7 - N. N., io - N. N., a mezzo Don Riani, io - N. N.,5 - Ottavio Battaglia, io - N. N., 5 - N. N., io - Maria Peruzzi, 5 -- Tot. L. 12119,75.

Borsa PARROCCHIALE MARIA AUSILIATRICE (2°) - Somma prec.: 18687,45 - Dalle cassette del Santuario, 797,35 - Tot. L. 19484,80.

Borsa PICCOLI AMICI DI DON BOSCO - Somma prec.: 2484-- Franceschini Giorgio, 22 - Tot. L. 25o6.

Borsa PIO X (2°) - L. M. S., 1o5

Borsa PEDUSSIA DON LUIGI - Somma prec.: 356o,55 - Giuseppe Pilastri, 10 - Cav. Giulio Bertolini, 25 - Sac. Leonetto Bruni, 25 - Tot. L. 3620,15.

Borsa PISCETTA DON LUIGI (2°) - Somma prec.: 390 - Roasio Prof. Giovanni, 5o - Giuditta Piscetta, 10 - Tot. L. 450.

Borsa PLAZZOTTA ANTONINO - Somma prec.: 5000 - Interessi (1933 e 1934), 300 - Tot. L. 5300.

Borsa ROSINA TURCO SAVODI CASTELNUO VO DON BOSCO, a cura del Sac. Anzini Abbondio - Somma prec.: 3765 - Sorelle Orsolina e Maria nel 60 anniversario, 300 - Tot. L. 4065.

Borsa RUA DON MICHELE - Somma prec.: 2830 -Teol. Domenico Franchetti, Torino, 10o - Tot. L. 2930.

Borsa S. CUORE DI GESU' SALVATECI (2°)- Somma prec.: 19174,60 - Coniugi Luigia e Carlo Cova, 100 - Teresina Crotti, 10 - Tot. L. 19284,60.

Borsa S. CUORE DI GESU' CONFIDO IN VOI (2°) - Somma prec.: 19664,60 - Mazzini Carlo, 15 - T. C. Borgomanero, 5 - Ceretto Emma, io - Tot. L. 19694,60.

Borsa S. ANTONIO DA PADOVA - Somma prec.: 3397 - Gavazzeni Mario, 5 - Tartaglino Ercole e consorte, 15 - Tot. L. 3417.

Borsa S. FRANCESCO DI SALES (2°) - Somma prec.: 2760 - Anita Lami, Zoo - Tot. L. 2860.

Borsa S. FRANCESCO SAVERIO (3°) - Somma prec.: 8360,05 - Tartaglino Ercole e consorte, 1o - Tot. L. 8370,05. Borsa S. GIUSEPPE (3°) - Somma prec.: 5657 - Finocchio Nicola, 25 - N. N. so - Tot. L. 5692.

Borsa S. GIUDA TADDEO - Somma prec.: 2715 --- Manacorda Ernesta, 5 - Avv. Gaetano Ceola, 10 - N. N. 100 - Tot. L. 2830.

Borsa S. GIOVANNI BOSCO - Somma prec.: 17300,60 - N. N. Castro Filippo, 1100 - Avv. Francesco Palazzolo e consorte, Zoo - Avv. Eliseo Seira e Augusto Sella, 100 - N. D. Domitilla, 15 - Bottinelli Antonietta, 5. - P. Gauthier, Morges, 100 - Ida Nave, 9 - Morei Angela e Nilla, 10 - Rina Musso, io - Rigoletti Rina, 10 - C. M., io - Tot. L. 18765,60.

Borsa S. LINO, omaggio della Diocesi di Volterra a S. E. Mons. Munerati - Somma prec.: 12427,55 - Maddalena Vitri, 25 - Can. Mons. Ulderigo Sardi, 20 - Cav. Giulio Bartolini, 25 - Sac. Leonetto Bruni, 25 - Tot. L. 12522,55.

Borsa S. LUCIA (2a) - Somma prec.: 215 - Sorelle Bruno, 1o - Tot. L. 225.

Borsa S. MARCO, a cura della casa salesiana di Venezia (Istituto Coletti) - Somma prec.: 10302 - Sac. G. Segala, 500 - Tot. L. 10802.

Borsa S. RITA DA CASCIA - Somma prec.: 2886 - Tartaglino Ercole e consorte, 15 - Buricchi Rita, 10 - Tot. L. 2911.

Borsa S. TERESA DEL BAMBINO GESU' (11°) -- Somma prec.: 4396,60 - Maria Bernardina, 20 - Borri Emilia, 5 - Q. R. 100 - Tot. L. 4521,60

Borsa UBALDI DON PAOLO - Somma prec.: 280 - Ex allieve R. Università di Torino, 1005 - Paola Soleri, 150 - Roasio Prof. Giovanni, 5o - L. D., 5 -- Tot. L. 1490.

Borsa VANGELO DI GESU' a cura del Sac. Anzini Abbondio -- Somma prec.: 18831,20 - Carlo Ghiglione, 100 - Lucia Viola, 20 - Tot. L. 18951,20.

Borsa VIOLA ANGELA LINA - Somma prec.: 6058 - N. N. Chiaramente, 35 - G. Bortolo, 30 - L. B., so Grassa Margherita, 15 - D. Viola, ioo - N. N. 100 - N. N. 50 - N. N. 1o - N. N. Alessandria, 5o - N. N., 30 - Bertinetti Teresina, 25 - N. F. Firenze, 2oo - N. N. Lugano, zoo - E. B., 100 - Gallo A., 5o - Giovo Teresa, 15 - Tot., L. 7078.

Un Giubileo ne richiama un altro e suscita un'opera buona.

Si è chiusa in questo mese la « Borsa missionaria Anno Santo » e ci pare di doverne svelare l'origine perchè può essere oggetto di larga imitazione. L'ha infatti iniziata il reverendissimo commendator Francesco Grassi, parroco a New York, con 2000 lire consegnate all'uopo a S. E. Mons. Coppo, in occasione del suo giubileo sacerdotale. Al buon sacerdote non parve di poter celebrare più degnamente la cara data della sua vita, che col contribuire al mantenimento di un'altra vocazione sacerdotale e missionaria, e non potendo fondare tutta la borsa a sue spese, le ha dato un titolo più nobile ancora e di tanta attualità che ha trovato subito i continuatori. È un bell'esempio degno di imitazione! Quante volte si sciupa, quando pur non si profana collo sperpero del denaro la gioia delle ore più belle della vita! Ecco invece un modo di consacrarla alla gloria di Dio ed al bene delle anime attirandosi le benedizioni del Signore e la riconoscenza dei futuri apostoli di domani.

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori che, confessati e comunicati, visiteranno una chiesa o pubblica cappella pregando secondo l'intenzione del Sommo Pontefice (i Religiosi e le Religiose, la loro cappella privata) possono acquistare l'indulgenza plenaria:

Ogni mese:

1) In un giorno del mese a loro scelta.

2) Il giorno in cui fanno l'Esercizio di Buona Morte. 3) Il giorno in cui partecipano alla Conferenza mensile salesiana.

Nel mese di Marzo anche:

1) Il giorno 25, festa dell'Annunciazione di Maria SS.

Lettera di Don Giulivo ai Giovani.

Nel LXXVIII anniversario della morte dell'angelico giovinetto Ven. Domenico Savio.

Carissimi, eccovi qualche cenno di tre fra le più recenti grazie attribuite alla sua intercessione e riferite e documentate nell'Archivio della nostra Postulazione Generale. 1° Il marzo del 1934, il nostro Direttore dell'Esternato Salesiano di Campinas (S. Paolo-Brasile) ebbe a benedire il bambino Cespi Alfredo di Angelo, dell'età di 22 mesi, gravemente sofferente fin quasi dalla nascita da entero-colìte di natura ribelle. Attesero a curarlo successivamente otto distinti medici, ma inutilmente. Si ricorse allora all'intercessione del venerabile Domenico Savio con molte preghiere e voti.

Ed ecco che, dopo breve tempo, data al piccolo sofferente la benedizione liturgica dei bambini infermi, ed invocata insieme l'intercessione del venerabile allievo di San Giovanni Bosco, l'ammalato si riscosse come da un torpore e, dopo vomiti salutari, riprese tutte le forme e forze normali del suo corpo entrando tosto in convalescenza fino a piena guarigione.

I medici curanti ne furono altamente meravigliati e uno di loro esclamava: « La nostra scienza qui ha fatto bancarotta ».

2° L'aprile dello scorso anno 1934, a Carini di Palermo, il fanciullo Aspirante dell'Azione Cattolica, Angelo Randazzo per una ferita trascurata riportò una grave infezione nel sangue, cui seguì un caso disperato di tétano molto progredito, con acerbissimi dolori. Il parroco gli diede la prima e l'ultima comunione e fece incominciare subito per lui una novena al venerabile Domenico Savio.

L'infermo, in mezzo ai suoi acerbi dolori, si diceva sicuro che Domenico Savio l'avrebbe guarito; e così fu nella novena stessa.

3° In Castellammare di Stabia la signora Carmela Vollono, da quaranta e più giorni gravemente inferma di broncopolmonite, si trovava in fin di vita senza speranza di guarigione; quand'ecco, in un momento di delirio le comparve il venerabile Domenico Savio, a cui si era raccomandata, il quale le annunziò la guarigione. Difatti dopo alcuni istanti, riavutasi completamente, procedette ad una rapidissima guarigione.

Grazie a Dio, va sempre più diffondendosi la conoscenza e la divozione del venerabile Domenico Savio in tutte le parti del mondo e, cosa eccezionale, anche tra giovani pagani e in alcune loro scuole nelle Indie, Cina, Giappone e Siam.

E continuano a giungerci relazioni di grazie che si attribuiscono alla sua valida intercessione.

Continuate anche voi a imitare e pregare il venerabile Domenico Savio.

A ff.mo DON GIuLIvo.

NECROLOGIO

Salesiani defunti.

MOSSETTO D. GIUSEPPE, sac., da Volpiano (Torino) † a Torino il 27-XII-I934 a 73 anni di età. Era stato accolto nell'Oratorio salesiano da San Giovanni Bosco, il quale, dopo la licenza ginnasiale, lo aveva guadagnato alla vita salesiana, troncando la sua perplessità con queste parole: « Anche nel mondo potrai salvarti, ma con me potrai salvarti molto più facilmente ». Vestito l'abito religioso e raggiunto il sacerdozio, mentre ai prodigava nell'insegnamento rivelando particolare inclinazione agli studi storici come ne fa fede il suo volume di storia romana, ricevette la nomina a direttore dell'Istituto di Intra donde passò, sempre collo stesso ufficio, a Cuorgnè, Lanzo, Alessandria, cattivandosi la stima e l'affetto delle autorità e degli allievi. Dopo 34 anni di direzione, cominciava a godere un relativo riposo fra i nostri studenti di filosofia all'Istituto « Rebaudengo », quando il Signore lo chiamò al premio che Don Bosco, vogliamo sperare, gli avrà affrettato in Paradiso.

TUBARO GIO. BATTISTA, coad., da Codroipo (Udine) † a Verona il 24-XI-I934 a 64 anni di età.

Cooperatori defunti.

Conte GIANN'ALFONSO CASTELLI MANDOSI MIGNANELLI patrizio romano, nato a Roma il 3 marzo 1874 ed ivi defunto l'8-V-1934. Dedito alle cure della famiglia, fu largo benefattore di ogni opera di carità, del culto divino, e delle sacre missioni al popolo, seguendo costantemente il monito evangelico e non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra», nè altra ricompensa bramando fuorché quella di Dio.

Le contraddizioni incontrate nel benefico suo cammino superò virilmente, e i lunghi patimenti dell'ultima malattia, sostenuti con esemplare pietà e rassegnazione cristiana, seppe rendere più meritori offrendo volonteroso al Signore la vita e accettando con esemplare rassegnazione la suprema separazione dalla diletta Consorte e dalle amatissime Figlie. Predilesse le opere salesiane cui rese segnalati servigi.

M. C. GIOVANNA FONTANA, v. BARATELLI.

Profondamente buona, vera madre cristiana, ammiratrice sincera e zelatrice delle opere di Don Bosco, veniva chiamata al Signore il 13-XII-1934, confortata dai carismi religiosi e da speciale benedizione del Santo Padre. Quasi due anni di acute sofferenze non riuscirono a scemare neppure un istante la serenità del suo spirito: esempio luminoso di quanta forza e rassegnazione sia capace l'anima che tutto accetta dalle mani di Dio. In uno de' suoi ultimi giorni, quando già la mano stentava a tener la penna, volle provarsi a scrivere, e quelle che furono le ultime parole da essa vergate dissero ancora la sua devozione a D. Bosco e la sua piena dedizione ai voleri del Cielo

GIOVINE CATERINA da Ponzone. Madre del nostro Don Giuseppe, visse i suoi 85 anni nell'esercizio delle più elette virtù religiose e domestiche educando cristianamente i suoi 9 figli di cui due raggiunsero il sacerdozio. Profondamente pia e laboriosa, lascia cara memoria ed efficaci empi di vita cristiana.

Maestra ERMELINDA NORO, † a Settimo Vittorie a 66 anni. Ne spese 4o nell'educazione dei figli del popolo nelle scuole rurali prodigandosi con cuore di mamma e con nobilissimo spirito cristiano. Cuore aperto ad ogni opera buona curò non solo il bene degli allievi, ma quello ancora delle popolazioni fra cui passò, modello di virtù religiose e civili, meritandosi la gratitudine e la stima universale. Fervida Cooperatrice.

Don PASQUALINO DATI da Torre Annunziata † il 3 gennaio u. s. ad 81 anno di età. Anima salesiana, fu l'apostolo della gioventù del suo paese cui consacrò tutto il suo gran cuore ed il suo ammirabile zelo sacerdotale, spendendo per essa anche tutte le sue sostanze. Prevenne l'opera salesiana che, per difficoltà di personale, non potè stabilirsi in Torre che nel 1929, prodigandosi ogni giorno, appena ordinato sacerdote, nell'istruzione religiosa della gioventù che raccoglieva paternamente attorno a sè e preparava personalmente alla prima Comunione, seguendola poi amorevolmente nel progresso della vita cristiana. Tutta la gioventù maschile godette così del suo apostolato e della sua carità generosa che si esaurì nella fondazione dell'opera salesiana sollecitata da D. Rua e realizzata finalmente dal compianto D. Rinaldi. Il Signore ha premiato lo zelo e lo spirito di sacrifizio del pio sacerdote, che s'era fatto povero per arricchire i giovani di una sana educazione, col benedire l'opera nostra e dare all'Oratorio salesiano in questi primi cinque anni di vita una fioritura meravigliosa. La sua sepoltura fu un trionfo, un vero plebiscito di gratitudine, in cui la gioventù ha avuto giustamente la parte maggiore. Ora la città ne serba con venerazione la memoria imperitura, luminosa dei più sublimi esempi di virtù e zelo sacerdotale, e l'opera salesiana, più che aver perso un benefattore insigne, sente d'aver acquistato un protettore in Cielo.

Altri Cooperatori defunti:

ACCHIARDI ANGELO, Torino. - ACTIs DATO GIUSEPPA, Rodallo (Aosta). - ALBRICCI GIOVANNI, Vilminore (Bergamo). - ALLASIA D. Giov. BATTISTA, Montanera (Cuneo). - ARDUINO Cav. PIETRO Torino. - ARMIGNAGO VITTORIO fu ANTONIO, Confienza (Pavia).BADOLATO Dott. GIUSEPPE, S. Caterina Ionio (Catanzaro). - BAGNASACCO ERMELINDA, ved. CORTEVESIO, Torino. - BELLUZZO LUCIA, Altissimo (Vicenza). - BENTIVOGLIO C.ssa GIULIA, Modena - BIANCO MARIA FRAIRE, Sanfront (Cuneo). - BIGLIONE Conte Comm. AGOSTINO, Torino. - BONANNI EUGENIO, Riomaggiore (La Spezia). - BONANNI FILIPPO, Riomaggiore (La Spezia) - BONAMONi ROSA, Longone al Segrino (Como). - BoNETTI LUCIANO, Torri del Benaco (Verona). - BONOME ANTONIA in RUSCHENA, Vignale Monf. (Alesa.). - BORMOLINI BATTISTA fu BATTISTA, Livigno (Sondrio). - BORSOTTI D. NICOMEDE, COMO. - BRACELLI DOMENICA, Caspoggio (Sondrio). - BROCCHI D. GIUSEPPE, Rufina (Firenze). - BRUNI ROSA, Alessandria. - BRUSEGHINI LUIGI, Caspoggio (Sondrio). - Busso MARCO, Bra-Bandito (Cuneo) - CARDINALE MARIA in BATTIATO, Nunziata (Catania). - CARIBONI MARGHERITA in BIANCHI, Durazno (Uruguay). - CARICEVALI PIA, Novi di Modena. - CARONNI GIACOMO, Saronno (Varese) - CARTILLI GIOVANNI, Castelviscardo (Perugia). - CATTANIA PIETRO Correggio (Reggio E.). - CERIDONIO PIETRO, Cigliano (Vercelli). - CIVOLARI CAMILLA ved. BENETTI, Carpi (Modena). - COLLIEUX MARGHERITA, Torino. - COLOMBO CARLO, Barlassina (Milano). - CoRAzzI Cav. GUSTAVO, Firenze. - CORONA VITTORIO fu COSTANTINO, Vignale Monf. (Aless.). - COSTANTINO MARIA, Torino. - CozZANi MARIA Ved. FORNO, La Spezia. - CRIVELLO PAOLO, Torino. - DELLORA LUIGI, Casalbeltrame (Novara). - DE STEFANI LUIGIA DORICO, Verona. - FALCONE RAFFAELE, Girifalco (Catanzaro). - FERRARAZzo GIUSEPPINA LINA, Borghetto Borbera (Aless.). - FONTANA D. AGOSTINO, Vigliano Biellese (Vercelli). - GALLI MARGHERITA ved. BORMOLINI, Livigno (Sondrio). - GALLINI SOFIA, Castelguelfo (Bologna). - GALLIZIOLI ORSOLA, Lovere (Bergamo). - GAZZOLA Can. GIOVANNI, Graffignana (Milano). - GENESIO Cav. DOMENICO, Cherasco (Cuneo). - GIACCHINO ANGELO, Cammarata (Agrigento). - GIORDANA TERESA ved. FEA, Torino. - GIRARDI LUIGIA, Vicenza. - GIUDICI MARIA, Marone (Brescia). - GRAGLIA MICHELE, Pancalieri (Torino). - GREBORI CRISTINA, Torino. - GROTTO MADDALENA in MOLO, Piovene (Vicenza). - GUANA GIUSEPPE fu FRANCESCO, Livigno (Sondrio). - IBBA LEDDA RAIMONDO, Quartu S. Elena (Cagliari). - JANS Gio. BATTISTA, Aosta. - LA GRASSA NOTARO GIUSEPPE, Salemi (Trapani). - LANDI ANGIOLINA, Torino. - LEGA Comm. GIOACHINO, Roma. - LEONI FILIPPO, Milano. - LoCATELLI ROSA, Rovato (Brescia). - LUNARO GUGLIELMINA, Finale Ligure (Savona). - MAFFEI FELICE, Pinzalo (Trento).-MANINI VIRGINIA, Crusinallo (Novara). - MARCHI VITTORIA, Tolmezzo (Udine) - MARPILLERO VILMA, Tolmezzo (Udine). - MARTELENGO RINA, Bedizzole (Brescia). - MATTA MARGHERITA, Passerano (Alesa.). - MENCHINI LEONINA, Tolmezzo (Udine). - MIGLIORE Cav. ANTONINO, Mussomeli (Caltanissetta). - MONTAROLO GIUSEPPE, Trino (Vercelli). - MORI GIACOMO, Lumezzane Pieve (Brescia). - NAVA PIERINO, Manza (Milano). - NEGRINI GIUSEPPE, Caspoggio (Sondrio). - NORD ERMELINDA, Settimo Vittone (Aosta). - OLIVERIO MARIA, S. Giovanni in Fiore (Cosenza). - PAGLIASSOTTI DOMENICA, Bosconero (Torino). - PAGLIASSOTTI FRANCESCO, Bosconero (Torino). - PALEANI Avv. GIUSEPPE, Ancona. - PASQUINI Cav. Dott. ALESSANDRO, Torino. - PIGAGLIO ANGELINA, Aisone (Cuneo). - PONS CAROLINA, Torino. - RAMELLO LUIGI, S. Damiano D'Asti (Aless.). - RAVANI Dott. GUSTAVO, Lucca. - RAVETTO TERESA, Londra (Inghilterra). - RIBAUDO GIUSEPPE CHIELLA, Mistretta (Messina). - RIVA PAOLINA, Torino. - RUSTICONI Comm. GIUSEPPE ANTONIO, Trino (Vercelli). - SALVI VINCENZO, Ovada (Aless.). - SANSOÈ ANTONIO, S. Giusto Canavese (Aosta). - SAVINI BATTISTA, S. Giorgio Lomellina (Pavia). - SAVORANI COLLINA MARIA, Faenza (Ravenna). - SCALVINI FRANCESCO, Ghedi (Brescia). - SOLCI GIUSEPPE, Palidano (Mantova). - SPAZIANI CATERINA, Genazzano (Roma). - STAGNARO Capit. ANTONIO, S. Bartolomeo Ginestra (Genova). - TONI ANGELO, Auzate, (Novara). - TROPINI ANTONIO, Racconigi (Cuneo). - TURANI MARIA, Treviglio (Bergamo). - VACCHINO TERESA in BRUNERO, Settimo Rottaro (Aosta). - VALSECCHI MARIA, Longone Segrino (Como). - VINCENTI AGAPITO fu SANTI, Cardosio di Versilia (Lucca). - VIVONA MARIA, Salemi (Trapani). - ZAVATTARO MARIA, Milano.

Anime riconoscenti a Maria Ausiliatrice e a San Giovanni Bosco.

Ci hanno segnalato grazie ottenute per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, di S. G. Bosco, e alcuni hanno anche inviato offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:

A. A. di Novello, Abbate fam. a, Accozzato Secondo, Agnelli Maria, Agnese Carmen, Aimone Lidia, Alesina Don Cesare, Alessio Carmine, Allegretti Eligio, Amerio Giovanni e Ippolita, Andreis Adelina, A. P., Armand Vincenzo, Armaud Elena, Asaro Iolanda, Astegiano sorelle, Avanzati Marta, A. Z.

Bagnasco Giovanni, Baldizzone Carlo, Bamino Maria, Baravalle Giovanni, Barbano Augusta, Barberis Cesare, Barbero Emilia, Barbero Don Felice, Bariffe Felice, Battezzati Erminia, Bava Dirce, B. B., B. E., Bollo di Varengo Monferrato, Beccuti Luigia, Belgeri Rosetta, Bello Giuseppina, Belloni Carmela e Carlo, Belloro Don Antonio, Benassi Corvi Anna, Bensi Monesiglio Evelina, Benzi Merli Angiolina, Bergonzini Agnese, Berrino Anna, Bertucci Pia, Bettoni Gerolamo, Bianco Secondo, Biglieri Eva, Biozzi Avv. Stefano, Bobbera Anita, Bocci Minaco, Bodrito Guido, Boero Adele, Boggio coniugi, Bondesan Antonio, Bonetti Maria, Bono Mario, Bordone Giuseppe, Boron Leontina, Bosio Teodoro, Bosonin Giuseppe e consorte, Bovio Giuseppe, Bovio Lidia, Bovio Osvaldo, Brambilla Angela, Branca Maria, Brezzi Sr. Maria, Brigato, Brusasco Maria, Burini Teresa, Buscato Maria, Busetto, Buzzetti eredi.

Calcagno Gemma, Calderon, Camera Cristina, Canduna Carmela, Canapa Frascara Ines, Canonico Maddalena, Canuto Fedele, Capuzzo Rosa, Carassi Del Villar M. Teresa, Carbonero Rina, Carie Matilde, Carmeli Clara, Casiraghi Angela, Castelli Canonico Giuseppe, Cattaneo Teresina, Cattani Marconi Maria, Cazzani Prof, Teresa, Celotti Luigia, Cerini Giuseppe, C. G. di Torino, Chiabetti Teresa, Chiabodo Elisa, Chianale Maddallena, Chinnici Cataldo, Chioda Luigona, Ciotti Maria, CippolIoni Prof., Claretto Virginia, Clerici Cav. Erasmo, Clerici Giuseppina, Clerico Teresa, Colella Camilla, Collo Maria, Colombino Rosetta, Coltro Clara, Comba Teresa, Confienza Maria, Corio Baroffio Luigia, Corradini Francesca, Costenaro Giocondo, C. R.., Crivetti Elisa, Crosetti Margherita.

D'Amosso Eugenia, Danieli Maria, De Alessandria Piera, De Carli Giulio, De Carli Mariuccia, De Filippi Domenica, De Giuli Lidia, Dell'Oro Sac. Giuseppe, Del Zotto Cesare, De Pacian, Piero, Destefanis Pina, Di Lecca Giacomo, Direttrice Asilo di S. Colombano, Donalisio Angela Ved. Nicoli, Donna Carmela, Doria Francesca, Druetto Maria.

Fabbrini Giuliana, Fanti Pierina, Fascioli Giuseppe, Favaro, Fedeli sorelle, Ferrari Ernesto, Ferro fam.a, Ferro Isabella Fogliani Maria, Fornelli fam.a, Forno Felice, Forno Maria, Franzini Biagio, Frizziero Luigi, Frola Gioacchino.

G. A. di Torino, Gaffuri Vittorio, Gallina Giuseppe, Gallo Luigi, Galoppo Francesca, Gamalero Margherita, Gambetti Antonio, Gambini Maria, Gambino Giovanni, Garelli Severina, Ganglio Adelina, Garino Pavese Marianna, Gatti Maria, Gavinelli Serafino, G. B., G. B. G., Geremia Gherardi Anna, Gheriazzo Maria, Ghiotti Maurizio, Giacobino Ernesto, Ginocchio Enrichetta, Giovara Angelo, G. M., Gonzato Giuseppe, Grasso Teresa, Grazio Onorina, Grugni Emilia, Grugni Abertario Virginia, Guarienti Maria, Guerrini Alfredo, Guglielmo Maria, G. V.

Hedy Nichon.

Imperiali march.se, Ivaldi Angiolina.

Januarii Carmela, Jemmi Dr. Alberto.

Langhi coniugi, Lazier Giustina, Lo Bianco Nunziata, Locarni Carola, Lorenzetti Maria, Lucchini Luca, Luciano Domenica.

Magnaghi Pracchi Giacinta, Malchiodi Antonietta, Malinverni Cavallini Enrichetta, Manzetti Viola Clementina, Marchello Maria, Marino Luigi, Mariscotti Iolanda, Marra Marcellina, Martinazzi Giuseppe, Martinotti Irene, Martinuzzi Dina, Massa Teresa, Massaro Lucia, Mazzara Previde Elisa, Mazzucco Carolina, M. B., M. C., Mercalli Virginia, Metilde M., Miles Caterina, Milliery Silvano, Miniggio Felice, Morandini Faustino, Moro Stefanini Amabile, Muzzetti, M. V.

Negronida Rosa, N. N. di Champoluc, di Fosio, Navi, Rovescala, S. Potito di Ravenna, Sommariva Bosco, Torino, Nossa Colomba.

Occhiena Erminia, Orsi Sac. Pietro, Osella Caterina, Osella Felicita.

Palma Rosa, Palmas Antonio e Francesca, Pannier G. Torello, Pasquino Pasta Irene, Patrioli Egidia, Pavarino Margherita, P. E., Peretti Maria, Pellegrino Nora, Pergolizzi Oriele, Perone Giuseppina, Perotto Giuseppe, Pescollderungg Eusebio, Pezzini Gina, Piana Antonietta, Picardi Giuseppina, Piccione Italia, Picili Francesca, Pignatelli Teresa, Piolatto, Pirello Franco, Pirello Arosio Maria, Pissardi Teresina, Porcu Mariangela, Porliod Elisa, Ponzone Cristina, Preda Don. Anacleto, Priarone Elisabetta, Provera Luigi, P. C. D. di Torino, Puppo Durillo Bianca.

Rabbino Riccardo, Rappelli Petronilla, Rasero Francesco, Razzano Roberto, Re Varda, Reggio Maddalena, Revello Margherita in Cerato, Riccardi Luigi fu Francesco, Ricchetto Celestino e fam.a, Rizzo Maria, Roberto Maddalena, Roccella Santina di Mario, Rolfo Antonio, Romagnoli Anna, Roncagli a Lucia, Rosengo Lina, Rossi Regina, Rosso Mariuccia, Roth Maria.

Saetta Zaverio, Sairotti Ercolina, Sala Gina, Sanlorenzo Teresa, Sardi Ancilla, Sardino Laura, Sartorio De Giovanni Maria, Sassi Ettore, Sasso Antonio, Sbrocco Palmira, Sendo Giuseppina, Sénès Virginia, Serena Antonia, Serra Giovanna, Sesantoni Maria, Siccardi Vittoria, Silva Emilia, Sivori Raffaele, Smiderle Eugenio, Spinello Don Francesco, Spitale Giuseppe, Strinacacchi Tambelli Egle, Strocco Carolina, Suardi Lucia.

Ta Giacinta, Tacchini Marcella, Tallia Modesta, Tasca Tasinazzo Maria, Tenero R. L. T., Tentorio Francesco e Rina, Tesson Filippi Eufrasia, Testa Mariaelisa, Testa sorelle, Tiraboschi Gaetano, Tolu Tufelia, Tomassone Giovanni, Tasca Rosa, Totaro Annunziata, Tranchina Giuseppina, Trapani Salvatore, Traverso Teresita, Trolli Agnese, Turi Anna, Turio Ada.

Ubaldi Don Silvio.

Vaglienti Lucia, Valisi Teresa, Varvello, Vection Ernestina, Venturini Teresa, Vercellone Michele, Verona Elisa, Verri Don Giuseppe, Vettori Elvira, Viara Maria, Villata Mario, Vinci Angelina, Voli conte E., Volpato Viganoni Teresa, Vuillermin Vincenzo.

Zabert Francesco, Zancanaro Angelo Sebastiano e consorte, Zanotti Pina, Zeppegno Luigia, Zucchi Maria, Zunini Giuseppina, Zunino Virginia.

In fiduciosa attesa.

Raccomandiamo caldamente alle preghiere di tutti i nostri Cooperatori le seguenti persone e le loro particolari intenzioni:

A. G., Avogadro Amelia, Bertolucci Maria, Bettega Olga, Bogliassino, Cavallero Giuseppe, C. E., De Colle Giuseppe, Del Fiorentino Giovanni, Ferla Quintino e Paola, Ferreri, Gaia, Gatti Maria, Ghigliotti A. G., Ghiotti Lucia, Giraudo Maddalena, Givogre, Groppo Clara, Isoardi Domenica, L. G. di Mestrino, Martelli Laura, Martinotti Sergio, Mussano Don Pietro, Massuero Angela, Pastore Tina, Pellegrino, Pineider Tiboni Lina, Provenzale Sergio, Rossi Jolanda, Rovesti, Sala Teresina, Saviolo, Sciano fama, Serra Margherita, Sotgiu Nicolina, Spesso Natale, Tarizzo Margherita, Turini Orsola, Una suora, Vassallo Margherita, Verderone Pietro, Viale Giuseppina.