BS 1930s|1935|Bollettino Salesiano Febbraio 1935

1° FEBBRAIO 1935 - XIII - N. 2 ANNO LIX

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

Sommario: S. Em. Rev.mo il Sig. Card. Eugenio Pacelli. - Crociata Missionaria. - Il cruento olocausto dei nostri Missionari, D. Fuchs e D. Sacilotti, fra gli Indi Chavantes. - Per le nostre Parrocchie. - Echi delle feste per la Canonizzazione di D. Bosco. - Dalle nostre Missioni., Siam. - S. E. Rev.ma Mons. Méderlet. - Per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice e di S. Giovanni Bosco. - Lettera di Don Giulivo ai Giovani. - Necrologio.

IL NUOVO CARDINAL PROTETTORE

S. EM. REV.MA IL SIG. CARD. EUGENIO PACELLI

SEGRETARIO DI STATO DI SUA SANTITÀ

L'augusta nomina ha ricolmato di gioia il cuore di tutta la Famiglia Salesiana che ha subito riconosciuto nella scelta dell'Em.mo Card. Segretario di Stato un nuovo tratto della paterna predilezione del Vicario di Cristo. Ed anche una di quelle che il S. Padre si compiacerebbe di chiamare « eleganze divine » della Provvidenza. Poichè l'ufficio di Protettore dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice fa parte di quella grande eredità che l'Em.mo Card. Pacelli ha raccolto gradatamente dal compianto Em.mo Card. Pietro Gasparri.

Nato a Roma il 2 marzo 1876 dal Comm. Filippo, Decano degli Avvocati Concistoriali e dalla Nobildonna Virginia Graziosi, il nostro novello Card. Protettore era giovane sacerdote quando l'allora Mons. Pietro Gasparri lo induceva a rinunziare alla Cattedra di Diritto Canonico nel Seminario Romano per collaborare più largamente con lui nella S. Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari. Trascorso rapidamente pei diversi gradi di minutante, vice segretario e pro-segretario, fu dal S. Padre Pio X chiamato a succedere al Card. Gasparri come Segretario della stessa Congregazione. Collaboratore nell'attività diplomatica, fu contemporaneamente collaboratore del grande Canonista nella Codificazione del Diritto Canonico. Benedetto XV lo nominò nel 1917 Nunzio Apostolico a Monaco di Baviera e lo volle consacrare egli stesso nella Cappella Sistina conferendogli il titolo di Arcivescovo di Sardi. Nel 192o lo stesso augusto Pontefice lo promosse a primo Nunzio a Berlino per tutta la Confederazione Germanica, e tutti sanno quale preziosa attività diplomatica Mons. Pacelli abbia svolto nei 9 anni di Nunziatura a vantaggio della Chiesa e di quella Nazione.

Creato Cardinale nel Concistoro del 16 dicembre 1929, Sua Eminenza raccolse allora da S. Eminenza il Card. Pietro Gasparri la grave eredità di Segretario di Stato. Era l'anno della Beatificazione di Don Bosco. Nell'anno della Canonizzazione egli raccoglie benevolmente quella di nostro Protettore! Adorando i disegni della Provvidenza divina, noi, coll'animo profondamente commosso, umiliamo a Sua Eminenza i sensi della più viva gratitudine per aver aggiunto anche questo nuovo onere ai tanti che già lo affaticano; gli assicuriamo le nostre più fervide preghiere e, protestandogli il più devoto ossequio, facciamo voti che il Signore lo conservi a lungo al bene della Chiesa universale ed alla paterna assistenza degli Istituti e delle Opere di S. Giovanni Bosco.

Crociata Missionaria

BORSE COMPLETE

Borsa M. F. offerta da pii genitori in memoria del loro figliuolo.

BORSE DA COMPLETARE

Borsa ANIME DEL PURGATORIO (3a) - Somma prec.: 3953 - Becca Maria, 100 - Vorgnano Francesca, 5 - Gratarola Giulia, 10 - Rigotti Gioconda, 20 - Maria Ramondetto, 25 - Seneghini Damaso, io - Angelina Odorizzi, 5 - Gioia Virginia, Villanterio, 1000 - M. G. R., 100 - Tot. L. 5.221.

Borsa BOSSI COMM. GIOVANNI, a cura di Ida Maria Bossi - Somma prec.: 10000 -- Nuove offerte, 5000 - Tot. L. 15.000.

Borsa BRONDA MATTEO, a cura dell'Unione ex allievi interni dell'Oratorio Salesiano di Torino - Somma prec.: 18731 - R. D. G., 200 - Varie persone a mezzo Labati, tot - Tot. L. 19032.

Borsa CARAVARIO DON CALLISTO - Somma prec.: 1294 - Chiara Francesco, 10 - Tot. L. 1304.

Borsa DIVINA PROVVIDENZA - Somma prec.: 6107,50 - Caprile Luigi, 15 - Roella Agnese, io - Tot. L. 6132,50. Borsa DOGLIANI CAV. GIUSEPPE - Raccolte dal Sig.

Pozzi Francesco, L. 100.

Borsa DON BOSCO EDUCATORE (4a) - Somma prec.: 2047,40 - Maria Rosa, 5o - Gratarola Giulia, 10 - Ester D'Agostino, io - Coniugi Motta, 5o - Rag. Guido Betta, 10- Tot. L. 2177, 40.

Borsa DON BOSCO PROTETTORE DEI GIOVANI - Somma prec.: 3076 - Maria Ferrari, 1o - Ghellini Carolina, io - Tot. L. 3096

Borsa DON BOSCO SALVATE I NOSTRI FIGLI (2a) - Somma prec.: 1870,50 - Erminia Spriano, 100 - Assunta Maria Nori, 1 - Ghellini Carolina, io -- Ricchiardi Giuseppe, 1o - Tot. L. 1991,50.

Borsa ETERNO PADRE - Somma prec.: 18o5,05 - Ghirardi Anna, 5o - Tot. L. 1855,05.

Borsa EUCARISTICA DEL PICCOLO SERAFINO G. BRUNI, a cura del Sac. Anzini Abbondio - Somma prec.: 9619,75 - Elettra Terra, 15 - Tot. L. 9634,75.

Borsa GENTILI ANDREA, a cura di Ernesto Gentili - Somma prec.: 6oo - 2a offerta, 100 - Tot. L. 700.

Borsa GESU', MARIA AUSILIATRICE, DON BOSCO (2a) - Somma prec.: 14048 - Falcetti Maria, 93 - De Felice Pietro, 5 - Donna Margherita, io - S. Eisenegger, 30 - Bussi Giuseppina, 20 - Ghellini Carolina, io - Governali Don Salvatore, 10 - Tot. L. 14226.

Borsa GIRAUDI DON FEDELE (2a) - Somma prec.: 8450,25 - S, Roma, 364 - Tot. L. 8814,25.

Borsa GLI EDUCATORI AL LORO SANTO, a cura dell'Ing. Comm. A. Bianchi, presidente Unione Don Bosco fra gli insegnanti - Somma prec.: 3064 - Ida Galaverni, 20 - Tot. L. 3084.

Borsa IMMACOLATA (3a) - Somma prec.: 4287 -- Scavino Margherita, 100 - Tot. L. 4387.

Borsa MADONNA DELLE GRAZIE, Pinerolo - Somma prec.: 4518 - N. N., 5o - Tot. L. 4568.

Borsa MAMMA MARGHERITA (3a) - Somma prec.: 1310 - Una madre, 10 - Conterini Francesca, 5 - Pentevero Maria, 5 - Una mamma riconoscente per grazia ricevuta, 1o - Tot. L. 1340.

Borsa MARENCO Mons. GIOVANNI, a cura del Sig. Canali Luigi - Somma prec.: 1o668,5o - Offerte raccolte, 500 - Tot. L. 11168,5o.

Borsa MARIA AUSILIATRICE (26a) - Somma prec. 3904,30 - Della Bina Carolina, 15 - Pallavicini Quarto, 5o - Don Francesco Zanelli, 5 - Manusardi Ilia, 30 - Cav. Chiapussi Benvenuto, 5 - Floriani Maria, 5 -- Zagni Filomena e Leonella, 6o - Tot. L. 4074,30.

Borsa MARIA AUSILIATRICE E S. GIOV. BOSCO (4a) - Somma prec.: 5793 - Fea Ernesta, 200 - Ghellini Carolina, io - Gamberetti Barbara, 5o - Sapio Rag. Giuseppe, io - Tot. L. 6063.

Borsa MAZZARELLO MADRE MARIA - Somma prec.: 798 - Gratarola Giulia, io -- Tot. L. 8o8.

Borsa NOGARA Mons. GIUSEPPE, Arcivescovo di Udine, a cura dell'Unione Fx-allievi - Somma prec.: 119o2,65 - N. N., io - Elena Sostero, 10 - Saro Angelo, 5 - N. N., 3 - N. N., 1o - Montico Maria, 20 - Cipponi Assuero, Belgio, 27,10 - Di Gaspero Dott. Francesco, so - Battaglia Ottavio, io - Scagnetti Eugenio, 1o - Avv. Botto Annibale io - Scagnetti Gasparinetti Maria, 5 - Tot. L. 12032,75•

Borsa PARROCCHIALE MARIA AUSILIATRICE (2a) - Somma prec.: 18194,45 - Dalle cassette del Santuario, 493 - Tot. L. 18687,45.

Borsa PICCOLI AMICI DI DON BOSCO - Somma prec.: 2384 - Arcangela Fabbris, insegnante, invocando la protezione del Santo sopra i suoi piccoli alunni, 100- Tot. L. 2484.

Borsa PIO X - Somma prec.: 19245 - Fagiuoli Carola, 5 - Napoli Giovanni, 5o - Emma De Mercanti, 50 - Tot. L. 19350.

Borsa PISCETTA DON LUIGI (2a)-Somma prec.: 340-Maria ed Edoardo Peirauh, 5o - Tot. L. 390.

Borsa REGINA DI MONDOVI' - Somma prec.: 3049,70 - Margherita Calleri, 15 - Beccaria Tonino, 5 - Tot. L. 3069,70.

Borsa RICALDONE DON PIETRO (3a) - Somma prec.: 2927,50 - Cesare Romanelli, 75 - Tot. L. 3002,50.

Borse RICCARDI DON ROBERTO - Somma prec.: 18373,20 - Famiglia Bianco, 15 - Tot. L. 18388,20.

Borsa SACRO CUORE DI GESU' CONFIDO IN VOI (2a) - Somma prec.: I8735,6o - Cavagnera Gaetano, 780 - Botto Teresa, 6o - Andreis Giuseppe, 5o - Culasso Pietro, 2 - Casari Giuseppe, 10 - Trifari Guglielmo, 15 - Rosa D'Angelo, 12 - Tot. L. 19664,6o.

Borsa SAVIO DOMENICO (4a) - Somma prec.: 5610,70 - Sac. Ernesto Goroni, 1000 - Sargenti Ermelinda, io - Tot. L. 6620,70.

Borsa S. FRANCESCO SAVERIO (3a) - Somma prec.: 5169,65 - Ignazio Arias, Puebla, 3190,40 - Tot. L. 8360,05.

Borsa S. GIOVANNI BOSCO - Somma prec.: 16525,60 - Delfino Enrico, 25 - Galifi La Lamia, 6o - M. U., riconoscente a Don Bosco, 40 - D. D. E., 30 - Rosa Cuniberti, 20 - Isolini Porrini, 100 - Trifari Guglielmo, 15 - Ing. Giovanni Landini, 10 - Negri Giuseppe, 5o - Sorelle Papa, 5o - Meani Luigia, 15 - Romagnoli Emilia, io - Maria Panizzari, 200 - Scarione Giuseppe, 10 - Maria Pentenero, io - Morei Angela, io - Baldi Luigi, 20 - Barberis Maria, 100 - Tot. L. 17300,60.

Borsa S. GIUSEPPE (3a) - Somma prec.: 5557 - Bocca Luisa, 100 - Tot. L. 5657.

Borsa S. MARCO, a cura della Casa salesiana di Venezia (Istituto Coletti) - Somma prec.: 9550 - Sac. Giovanni Segala, 700 - Dal salvadanaio dell'Istituto, 52 - Tot. L. 10302.

Borsa S. RITA DA CASCIA - Somma prec.: 2851 - Maria Benini, 1o - Zabro Carolina, 10 - Coniugi Pasquini, 15 - Tot: L. 2886.

Borsa S. ROBOAMO, a cura del Sac. Pasquini Roboamo - Somma prec.: 1o.ooo - Nuove offerte, 4000 - Tot. L. 14.000.

Borsa S. TERESA DEL BAMBINO GESU' (11a) - Somma prec.: 4331,60 - Bignotti Giacomo, 10 - Serrato Emilia, 5 - Q. R., 5o - Tot. L. 4396,60.

Borsa UBALDI DON PAOLO - Somma prec.: 18o - Raccolte dal Sig. Pozzi Francesco, 100 - Tot. L. 280.

Borsa VIOLA ANGELA - Somma prec.: 5005 - Varie persone a mezzo Sig. Guastelli, 350 - G. M. D., 100 -N. N., Torino, 50 - C. Pia, 33 - Valentino Olga, 5 - Cavarotto, 15 - P. L. P., 5o - N. N., 5o - R. V., 70 - S. B., 100 - N. N., a mezzo Rev.mo Don Zappa, 5o - V. R., 100 - N. N., 5o - Impiegate Sei, Torino, 3o - Tot. L. 6o58.

N.B. Nel Bollettino di Novembre 1934 fra le borse complete fu erroneamente stampato Borsa S. Pietro da Quinto invece di Borsa Padre Pietro Albino da Quinto.

Mandate la vostra offerta per l'ampliamento del Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino e per l'Altare a S. Giovanni Bosco

Ecco quanto il Sig. Don Ricaldone, Successore di Don Bosco, nella lettera di gennaio ai Cooperatori e alle Cooperatrici ha vivamente raccomandato:

« Vorrei che gli sforzi di tutti i nostri benemeriti Cooperatori e delle nostre buone Cooperatrici, dei nostri cari Ex-allievi e delle nostre zelanti Ex-allieve convergessero ad un solo scopo: far sorgere quanto prima, nel Santuario di Maria Ausiliatrice, che si sta per ampliare, un trono degno del nostro amatissimo Padre.

Fervono i lavori di preparazione; l'entusiasmo è grande; ed io spero che, colla vostra efficace cooperazione, possa divenir presto una magnifica realtà quello che oggi costituisce la più ardente aspirazione dei nostri cuori.

Frattanto in tutte le nostre Case e Missioni noi raddoppieremo le preghiere per voi, o anime generose, per le vostre famiglie, pei vostri interessi e per tutte le vostre intenzioni.

Voi poi sapete di poter contare sulla grande promessa del Divin Redentore che disse: "Tutto ciò che voi farete anche al più piccolo fra questi miei figliuoli, lo riterrò come fatto a me stesso" e "ve ne darò il cento per uno - con grazie spirituali e temporali quaggiù sulla terra - ed infine la vita eterna"; e questo sia il maggior conforto e lo stimolo più efficace alla vostra generosa carità.

Il nostro santo Fondatore avvalori colla sua potente intercessione le nostre preghiere e vi ottenga dal Cielo le grazie più elette e le più copiose benedizioni ».

Il cruento olocausto dei nostri Missionari, D. Fuchs e D. Sacilotti, fra gli Indi Chavantes.

L'anno della Beatificazione, fu l'Oriente ad offrire due palme gloriose pel trionfo di Don Bosco, coll'eccidio del Vicario Apostolico di Shiu-Chow (Cina) Mons. Luigi Versiglia, e del giovane confratello Don Callisto Caravario, barbaramente massacrati il 25 febbraio 1930. L'anno della Canonizzazione, è l'estremo Occidente, una foresta inesplorata dell'immenso Stato di Mato Grosso (Brasile), inviolato regno dell'irriducibile tribù dei Chavantes, che intreccia due nuove palme alla gloria del Padre Santo. L'11 novembre u. s., LIX anniversario della prima spedizione di missionari salesiani, i terribili selvaggi hanno trucidato i due intrepidi apostoli che andavano a loro nel nome del Signore, recando la vita della fede, la luce della civiltà, il palpito sacro della carità di Cristo: Don Giovanni Fuchs e Don Pietro Sacilotti. Il primo, lui veterano delle missioni, era nato a Pfaffnau, cantone di Lucerna, in Svizzera, l'8 maggio 188o. A vent'anni, nel 1900, sentita la vocazione alla vita religiosa, era passato in Italia e nel nostro Istituto di Penango Monferrato si era preparato a seguire decisamente la voce del Signore. Vestito l'abito ecclesiastico l'anno seguente per le mani del Servo di Dio Don Michele Rua, era partito nel 1906 pel Brasile, ove, compiuti gli studi nei nostri Istituti di Lorena e di Nictheroy, riceveva, in quest'ultimo collegio, l'ordinazione sacerdotale il 4 febbraio 1912. Sacerdote, continuò ad insegnare, per quasi due anni, fisica e matematica nello stesso Istituto, finchè sorpreso da malattia, dovette tornare in Europa per chiedere alla terra natia un po' di ristoro. Grazie a Dio si rimise in salute e, ritornato, dopo la guerra, in Brasile, il 15 agosto 1920 raggiungeva la nostra « Colonia Sacro Cuore » (Mato Grosso) per dedicarsi tutto all'evangelizzazione degli Indi Bororos con ammirabile abnegazione e spirito di sacrificio. Il territorio missionario affidato alla Società Salesiana ed elevato a Prelatura nullius nel 1914, col titolo di Registro di Araguaya, si estende per una superficie di 246.800 kmq. e conta appena 40.000 abitanti di cui oggi 35.000 cattolici.

Quando D. Fuchs raggiunse la sua residenza, parecchie fibre di valorosi missionari già si erano logorate non tanto nella cura dei civilizzati, dispersi nella vasta zona, quanto nella ricerca delle tribù di Indi internati nelle immense foreste vergini, con discreta corrispondenza da parte dei Bororos. Ogni fatica era invece stata scaltramente frustrata dalla tribù dei Chavantes, indii di straordinaria ferocia, annidati nelle foreste che si stendono verso la Serra Azul, tra il Rio das Mortes, il Rio Araguaya e gli affluenti di destra del Rio Xingù, specialmente il Coluene.

Non era mai stato possibile avvicinarli. Più d'una volta essi avevano raggiunto i confini della missione dei Bororos sorprendendo all'improvviso intere famiglie dislocate dal centro e facendone strage. Ma erano sempre riusciti a fuggire senza lasciare altra traccia che quella del sangue proditoriamente versato. Trascorsi 9 anni nella Colonia Sacro Cuore, salvo la breve permanenza di un anno a Registro di Araguaya, Don Fuchs, che nel 1929 era venuto in Italia per le feste della Beatificazione e poi era tornato a fianco dell'Amm. Ap. Mons. Coutouron, si risolse un bel giorno di tentare l'ardua impresa della conversione dei terribili Indii, penetrando nel mistero delle loro foreste. Pertanto, sul finire del 1932, accompagnato dal coadiutore salesiano Pellegrino Giuseppe († il 21 giugno 1934) e da alcuni « camaradas » (civili a servizio delle missioni), organizzata una prima spedizione, si era inoltrato lungo il Rio das Mortes ad 8o leghe da Registro di Araguaya, piantando provvisoriamente le tende in una capanna allestita alla meglio e battezzata col nome di « rancho Santa Teresina », attorno alla quale non tardarono a raggrupparsi alcuni Indii appartenenti a tribù minori « Sujas » e « Carajas » terrorizzati più volte da funeste sorprese dei Chavantes.

Dalla residenza di Santa Teresina, come i Cooperatori hanno già appreso dal Bollettino, egli condusse poi parecchie esplorazioni nella zona da essi abitata, ma sempre con esito negativo. Nel luglio 1933 gli corse in aiuto un giovane e pio sacerdote, di 35 anni, nato a Lorena (Brasile) da genitori italiani l'11 maggio 1898, Don Pietro Sacilotti. Cresciuto ed educato nell'Istituto salesiano della sua città natale, aveva risposto con slancio alla voce del Signore e, vestito l'abito religioso a Lavrinhas, aveva percorso gli studi filosofici con brillante successo. Tanto che i Superiori pensarono di premiare la sua virtù ed il suo amore allo studio, mandandolo in Italia a compier gli studi teologici nello Studentato Internazionale Don Bosco di Torino. Quivi, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, ricevette l'ordinazione sacerdotale il 12 luglio 1925 dal compianto Card. Gamba; poi ritornò in patria, addetto all'assistenza ed all'insegnamento negli Istituti della sua Ispettoria. Nel 1928 fu fatto Direttore del Collegio di Registro di Araguaya. Ma non era questa la vita che egli sognava. La sua anima ardente anelava all'apostolato missionario e fu pago soltanto quando i Superiori gli assegnarono l'ardua missione dei Chavantes. L'ultima lettera, pubblicata dal Bollettino di dicembre, è un documento magnifico del suo zelo apostolico, del suo coraggio e del suo spirito di sacrificio.

Tuttavia anche l'escursione ch'egli ci descriveva ebbe esito negativo. E noi attendevamo con ansia nuove notizie quando un laconico telegramma dell'Ispettore D. Carletti ce ne annunziava la morte: « Chavantes distrussero missione, uccidendo Sacilotti, Fuchs ». Pochi furono i particolari che si poterono avere in seguito e risultarono più tardi inesatti. L'ultima lettera di Don Carletti, giunta alla fine di dicembre, portava una versione assai diversa e che crediamo omai definitiva perchè è il rapporto ufficiale della Polizia di Araguayana alla Presidenza della «Protezione degli Indi » in Rio, comunicato personalmente dall'Arcivescovo di Cujabà, Mons. D'Aquino, accorso in aeroplano ad informarne l'Ispettore.

La tragedia si sarebbe svolta così: Il 1° novembre i due missionari si portavano da Santa Teresina al Mato Verde, dove avevano aperto una nuova catechési fra gli Indi Carajàs, allorchè scopersero alla destra del fiume un gruppo di Indii, dalle forme atletiche, completamente nudi ed affatto sconosciuti. Approdarono, e quelli fuggirono. Ma i Missionari corsero loro dietro mostrando vari oggetti di regalo e facendo capire che intendevano proprio di offrirli a loro. Ad un certo punto gli Indi si fermarono e tornarono indietro, stendendo le mani e mostrando di gradire i doni. Come d'incanto, altri Indi sbucarono subito da ogni parte, protendendo le mani per avere qualche cosa. Erano della stessa statura, nudi completamente. Non c'era più dubbio: i due cari confratelli avevano finalmente raggiunto quelli che da tanto tempo cercavano: i Chavantes. Avendo esaurito i regali, mandarono i cinque « camaradas », che li avevano seguiti nella rincorsa degli Indi, a prendere altri doni sulla barca. E fu la mossa sbagliata, che provocò la catastrofe. Gli Indi, diffidenti all'eccesso, devono aver creduto che quelli andassero a prendere delle armi per ucciderli e che i regali non fossero stati che l'esca per attirarli, come purtroppo usano fare nelle loro escursioni i « garimpeiros », o cercatori di diamanti. I « camaradas » non avevano ancora raggiunto la barca, che udirono il terribile grido di guerra degli Indi, seguito dal grido di soccorso delle vittime. Accorsero immediatamente, ma trovarono i poveri missionari a terra, col cranio spaccato, morti... Gli Indi eran tutti fuggiti. Il Comando militare di Araguayana ha organizzato una spedizione di 20 soldati con Don Brivio per ricuperarne le salme.

Nella Cattedrale di Rio, presente il Card. Arcivescovo, il Nunzio Pontificio e il Presidente della Repubblica si è celebrato un solenne funerale in suffragio dei due eroici pionieri della civiltà di Cristo.

L'orribile massacro ha scosso la coscienza del mondo civile. In tanta nostalgia di neopaganesimo esso assume l'eloquenza di un monito assai severo.

Noi che sappiamo per fede quanto valga il sacrificio della vita nell'apostolato della redenzione, mentre raccogliamo con venerazione il sangue sparso dai nostri eroici confratelli, apriamo il cuore alle migliori speranze: chissà che quelle tracce di sangue non segnino finalmente ai barbari feroci la via del Vangelo! Questo preghiamo, mentre innalziamo copiosi suffragi per le anime elette degli eroici pionieri della civiltà di Cristo.

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori che, confessati e comunicati, visiteranno una chiesa o pubblica cappella pregando secondo l'intenzione del Sommo Pontefice (i Religiosi e le Religiose, la loro cappella privata) possono acquistare l'indulgenza plenaria:

Ogni mese:

1) In un giorno del mese a loro scelta.

2) Il giorno in cui fanno l'Esercizio di Buona Morte. 3) Il giorno in cui partecipano alla Conferenza mensile salesiana.

Nel mese di Febbraio anche nei seguenti giorni:

2) Purificazione di Maria Vergine. 25) Conversione di S. Paolo.

PER LE NOSTRE PARROCCHIE

San Gaetano (Genova-Sampierdarena).

Il 27 luglio 1884 l'Arcivescovo di Genova Mons. Magnasco, grande amico di Don Bosco, erigeva in parrocchia la chiesa di San Gaetano, fondata nel 1597 e già ufficiata, dopo varie vicende, dai Salesiani, che nel 1872 l'avevano acquistata insieme coll'annesso convento, ove Don Bosco aveva trasportato l'Istituto di Marassi. In cinquant'anni i figli del Santo vi hanno organizzato e sviluppato tutta una fioritura di opere che hanno dato alla vita religiosa il massimo fervore. La vetusta chiesa poi, quasi cadente, fu consolidata e rimessa a nuovo con una magnifica decorazione condotta a termine dall'attuale prevosto Don Raschio. Fiorentissimi i due Oratorii parrocchiali maschile e femminile con le varie Associazioni di Azione Cattolica, diretti dai Salesiani e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice; per non dire dell'Istituto Salesiano ove oltre 400 giovani artigiani e studenti si vanno magnificamente attrezzando secondo lo spirito di Don Bosco. Le feste giubilari furono ritardate al novembre scorso e riuscirono solennissime. Sacre Missioni predicate dai RR. Missionari Rurali ed una serie di conferenze a dialogo sulla vita parrocchiale prepararono spiritualmente i fedeli. S. Eminenza Rev.ma il Card. Minoretti, Arcivescovo di Genova, accolto con indescrivibile entusiasmo dai superiori, parrocchiani e giovani dell'Istituto, celebrò la Messa della Comunione generale ed assistette alla Messa solenne, illustrando dal pulpito, con quell'efficacia di parola che gli è propria, il grande tema della parrocchia. Nel pomeriggio, nei rispettivi locali dei due Oratori, due riuscitissimi convegni ispirarono le Associazioni maschili e femminili di Azione Cattolica a trarre dalle feste i propositi più efficaci di nuovo slancio nell'apostolato; quindi la folla dei fedeli si raccolse sul piazzale della parrocchia ove l'Arciprete della Cella Don Raffetto benedisse una lapide-ricordo del primo Prevosto Don Luigi Bussi, che venne degnamente commemorato dal prof. Paratoner. Contemporaneamente venne scoperta un'altra lapide che ricorda l'aggregazione della chiesa parrocchiale alla Basilica Vaticana. Le funzioni si chiusero con devoto omaggio ai parrocchiani defunti, particolarmente al viceparroco D. Macciò di cui ricorreva l'anniversario.

S. Marco (Littoria).

Il 19 dicembre u. s. quando Littoria assurgeva a dignità di Provincia, inaugurata dal Capo del Governo e benedetta dall'Em.mo

Cardinale Vescovo di Velletri, Enrico Gasparri, la chiesa parrocchiale, retta dai Salesiani, godeva uno spettacolo di fede che forse nessun'altra parrocchia potè mai vantare. Centocinquantaquattro coppie di sposi, fin dalle prime ore dell'alba, si succedevano devotamente davanti all'altare a ricevere la benedizione nuziale.

Il parroco salesiano Don Torello ed i confratelli le avevano accuratamente preparate al grande atto.

Tutti con edificante pietà vollero accostarsi ai Santi Sacramenti, fecondando così le loro nozze cristiane con la grazia del Signore. Una coppia, l'ultima, era giunta stanca a mezzogiorno, dopo avere percorso a piedi venti chilometri, ma volle anch'essa ricevere la S. Comunione prima della benedizione nuziale.

Quasi tutti gli sposi erano figli di coloni della parrocchia di Littoria, ma non mancavano le rappresentanze delle parrocchie limitrofe.

Consolazione ineffabile al cuore dei Salesiani che da un anno appena reggono la vasta parrocchia. Sono appena 4 preti e 2 coadiutori laici e si prodigano con encomiabile zelo alla cura delle anime loro affidate.

Nei giorni festivi, oltre la chiesa del centro, ufficiano altre cinque chiese sparse nei sobborghi: Grappa, S. Michele, Carso, Sabotino, Podgora. Durante la settimana fanno il catechismo giornaliero a Littoria e vanno a catechizzare la gioventù nei borghi, visitando gli ammalati della Croce Rossa e nelle case private.

Sono in formazione tutte le branche dell'Azione Cattolica. Il Gruppo uomini di Azione Cattolica «S. Maria » conta 100 soci ed ha già inaugurato il vessillo sociale. L'associazione giovanile «Don Bosco » ne conta una cinquantina. Le giovani dell'Associazione «Maria Immacolata » sono circa 70. Gli Oratorii, maschile e femminile, hanno rispettivamente oltre 150 assidui.

Furono preparati ed ammessi alla prima Comunione e S. Cresima 6ooo tra fanciulli e fanciulle. L'ultima schiera di qualche centinaio fu preparata per le feste dell'Immacolata e del Natale.

Prima della fausta data ricordata si erano già celebrati 250 matrimoni, legittimati 55 bambini, e battezzati 550.

La parrocchia ha un incremento demografico, quale forse nessun'altra in Italia. Ha un diametro di km. 20 circa con 13.000 coloni. Altri due sacerdoti accorrono in aiuto pel ministero ogni domenica dal nostro Istituto «Sacro Cuore » di Roma.

Ha un avvenire meraviglioso su cui noi invochiamo di cuore le benedizioni di Dio.

Sacro Cuore (Bologna).

È risorta come per incanto in appena cinque anni, tra la Beatificazione e la Canonizzazione di Don Bosco. Non sarà consacrata ed aperta al culto che nel prossimo mese di maggio in occasione delle feste solenni che Bologna dedicherà a Don Bosco Santo.

Ma già tutta la città pregusta la gioia di quel giorno, mentre cadono pezzo per pezzo le impalcature, e le masse, le linee, gli elementi statici ed estetici, in piena luce, rivelano il lavoro colossale che l'abilità dei tecnici e la carità dei buoni, sollecitata con particolare insistenza dal parroco Don Gavinelli, hanno saputo condurre così rapidamente a termine. Gli ardui problemi che l'instabilità del suolo e le rovine del grazioso tempio imponevano furono genialmente risolti. Compiuta l'opera di sgombero delle parti lesionate e mal sicure, fu gettato nel sottosuolo un poderoso anello massiccio in cemento armato che sostiene tutto l'edificio fornendo una base sicura come una roccia. I muri perimetrali furono consolidati e collegati con un complesso sistema di catene nella linea longitudinale e trasversale. Quattro grandi piloni in cemento armato sostengono la cupola, mentre altri elementi ancora in cemento armato portano, con il collegamento in alto dei quattro poderosi archi, quattro grandi masse monolitiche di stabilità sicura.

Altre gettate orizzontali collegano gli elementi dei lati con il nucleo centrale. Gettata in un unico organismo è poi l'intera cupola. Sicchè l'edificio resta unito, nell'alto, con un poderoso anello che fa riscontro all'anello della sottomurazione, a cui è unito con tutta sicurezza per mezzo delle gettate delle parti montanti. Tutta la costruzione resta quindi solidamente incatenata in una robusta ossatura di cemento e di ferro.

Le parti gettate furono poi rivestite in cotto, affinchè l'edificio conservi tutti i suoi elementi estetici; sicchè la disposizione stessa del materiale da costruzione, in un accordo di linee e di tinte, dà anche il primo elemento decorativo.

La fronte austera, a fastigio monocuspidato, con la graziosa galleria sotto la cornice, con il mattone che vi crea inaspettati motivi, con le grandi finestre, che dominano l'insieme, e dove l'ornato si unisce ai trilli luminosi delle vetrate, con le grandi croci d'oro, motivo ornamentale e simbolico, che ricorre sempre all'esterno, nei pinnacoli tra finestra e finestra e nei piccoli pannelli quadrati.

E in basso la festa policroma del mosaico della lunetta, fra le cordonature dell'archivolto, che scendono a formare le colonnette dagli sguanci profondi.

Il motivo cambia nelle fiancate bellissime, più belle ancora della stessa facciata. Sopra i portali gli ampi pannelli con le iscrizioni dedicatorie, e poi la teoria di bifore, con le simboliche croci entro i pennacchi e la galleria orizzontale.

In alto, gli speroni di rinforzo del nucleo centrale; più in alto il traforato giro delle esedre, il sostegno poligonale e il giro della cupola, e poi, ultimo slancio, la lanterna graziosa, che regge la croce.

Nell'interno lo snodarsi del nucleo centrale nei bracci della croce, nelle arcate delle cappelle, e le masse che salgono alleggerite dalla prevalenza delle verticali, e si soffermano nelle trifore dei matronei e fra i ricami delle gallerie e, in alto, le crociere delle campate, gli arconi che abbracciano robustamente le piliere, gli spicchi delle esedre e della cupola, e trafori, e luce nei contrasti più fantastici.

Nello sfondo sotto la conca absidale, dove attende pensosa la immagine di Cristo, vi è trapunto fra le agili bifore, tutto un affascinante sorriso mattinale.

Maria SS. Ausiliatrice (Roma, Via Tusculana).

I nostri Cooperatori ricorderanno che il 4 giugno 1929, come omaggio a Don Bosco Beato, si poneva solennemente la prima pietra del magnifico Tempio a Maria Ausiliatrice in Roma. Subito dopo si gettavano le laboriose e dispendiose fondamenta sopra le quali ben presto si vedeva sorgere in tutta la sua ampiezza e robustezza, tutto il circuito della muratura. I lavori procedettero alacremente e già si era arrivati sino al primo cornicione della Chiesa, a dieci metri dal suolo, quando sopraggiunse la malaugurata crisi economica e tutto venne improvvisamente e bruscamente sospeso. Ma mentre il cantiere per due anni restava chiuso nel suo triste angoscioso silenzio, D. Bosco, il grande Apostolo di Maria SS.ma Ausiliatrice, che vegliava dall'alto, proprio nell'imminenza della sua elevazione al massimo splendore degli Altari, rianimava i suoi Figli alla speranza e li spronava al santo ardimento di riprendere gli interrotti lavori con l'animo risoluto di condurli fino al termine.

Oggi il Tempio è completamente ultimato nella sua costruzione rustica. I tetti sono già coperti dalle tegole; ed apparisce, smantellato dalle impalcature e in tutta la sua eleganza architettonica, l'ampio ottagono che racchiude la maestosa calotta interna. Ora si procede alla rifinitura dei graziosi e svelti pinnacoli delle due torri campanarie, per quindi discendere giù collo smantellamento dei ponti tanto all'esterno che nell'interno della chiesa, man mano che verranno sistemate le pareti. E se il ritmo dei lavori continua col passo intrapreso, c'è tutto a sperare che nel prossimo maggio le campane della nuova chiesa abbiano a dare il loro primo armonioso squillo per annunziare a tutta Roma, il grande avvenimento della sua solennissima consacrazione.

Echi delle feste per la Canonizzazione di Don Bosco.

NB. -- Questa rubrica è riservata esclusivamente alla cronaca delle feste celebrative della Canonizzazione, non a quella delle leste annuali ad onore del Santo. Le relazioni, sobrie di descrizione e precise invece nei dati, devono essere inviate personalmente al Direttore responsabile del Bollettino. Tutte verranno pubblicate, ma ridotte naturalmente a cenni sommarii, e man mano che lo spazio ce lo consentirà.

ITALIA - ARGENTERA (Cuneo). D. Bosco sentinella d'Italia. - D. Bosco nel 1864 scriveva la storia del prodigioso crocifisso di Argentera, come appendice alla Vita di Francesco Besucco, dello stesso paese alpestre, allievo dell'Oratorio, morto in concetto di santità.

Il Canonico Mons. Riberi di Cuneo, zelante cooperatore, volle rievocare e valorizzare lo scritto di Don Bosco nell'anno della sua Canonizzazione.

A questo fine lanciò un appello per adornare il benedetto Crocifisso di un altare di marmo e per un quadro di Don Bosco con accanto l'angelico giovane Francesco Besucco, da porre a lato dello stesso altare. L'appello trovò eco in tutta la diocesi e l'altare ed il quadro sono ormai realtà.

Parecchi pellegrinaggi sono già saliti per venerare il prodigioso Crocifisso e per pregare San Giovanni Bosco che campeggia coree sentinella vigile sull'alto paese montano, l'ultimo ai confini d'Italia.

L'onore di portare ad Argentera il quadro di Don Bosco l'ebbe il pellegrinaggio del 13 settembre u. s. Numerosi Parroci e Sacerdoti con a capo Mons. Brizio, Vicario Capitolare, e una grande folla di popolo, dopo aver acquistato il Giubileo, assistette alla benedizione del quadro ed alla rievocazione che il salesiano D. Lajolo fece del giovane Besucco, immortalato col suo Maestro di santità, Don Bosco, nella pregiata tela, cui fu apposta la seguente scritta: a San GIOVANNI Bosco, maestro di santità a FRANCESCO BESucco di Argentera, lo assisteva nella beata morte il 9 gennaio e ne scriveva la storia con quella del benedetto Crocifisso nel giugno 1864 ».

BARCELLONA DI SICILIA ha celebrato la festa di S. Gio. Bosco nella chiesa-madre dell'Assunta, sfarzosamente addobbata ed illuminata. Solenni funzioni, promosse dall'Arciprete D. A. Maggio e dai Salesiani che vi dirigono un fiorente Istituto, hanno raccolto autorità e popolo ad un grandioso omaggio culminato nel pontificale di S. E. Mons. Cognata, salesiano, vescovo di Bova, la domenica 6 maggio.

BIZZOZERO ha celebrato il triduo a S. Gio. Bosco dal 9 all'11 agosto, con predicazione del salesiano Don Oliva e funzioni speciali per le Donne Cattoliche e Gioventù Femminile, Gioventù Maschile e Uomini Cattolici. Il giorno della festa, 12 agosto, il Parroco ebbe la consolazione di distribuire numerosissime Comunioni. Prima del Pontificale, Mons. Asti, del Duonio di Milano, ha benedetto il vessillo dell'Ass. Uomini di A. C.. Splendide le esecuzioni della Schola puerorum e della Schola cantorum che interpretarono impeccabilmente le parti liturgiche. Magnificamente organizzata, la processione del pomeriggio ha segnato l'apoteosi del Santo. Associazioni e fedeli dei paesi vicini accrebbero l'entusiasmo dei buoni parrocchiani sui quali discese infine copiosa la benedizione eucaristica. A sera la folla riempì il cortile dell'Oratorio maschile ove un coro di 9o cantori e la Banda parrocchiale svolsero un bellissimo programma incorniciando di armonie la commemorazione civile tenuta dal dott. Angelo Degradi.

BONAVICINA (Verona).-Preparata dal triduo predicato dal salesiano D. Montecchio, celebrò la festa il 9 settembre con solenni funzioni e con una grandiosa processione. La gioventù del paese, entusiasmata di S. Giovanni Bosco, gettò la stessa domenica le basi di un'« Unione giovanile » intitolata al Santo. Celebrarono le principali funzioni il parroco locale, tanto zelante, ed il salesiano D. Lorenzoni.

BORGOMASINO. - D. Bosco è proprio tornato alla graziosa borgata canavesana dopo cinquantaquattro anni dacchè c'era stato la prima volta a condurvi le sue Figlie di Maria Ausiliatrice. Le quali non ebbero che ad accennare alla festa del ritorno di D. Bosco salito, per sentirsi attorno tutto l'entusiasmo e il fervore.

Il neoprevosto-vicario D. Barbero, devoto ex-allievo, il Podestà, un bel gruppo di Ex-allievi furono i primi ad accogliere l'idea e ebbero il conforto dell'adesione di tutta la popolazione.

Fu chiamato a predicare il triduo il salesiano D. Bruno. Ed il Santo fin dal primo giorno mostrò di gradire l'omaggio dei fedeli, salvando prodigiosamente un fanciullo settenne, che, travolto da un grosso carro carico di pannocchie del peso di oltre quindici quintali, era ricorso con fede all'Apostolo della gioventù mentre le ruote gli passavano successivamente attraverso le gambe. Il giorno della festa, sul carro trionfale che trasportava la statua del Santo in processione, il piccino sorrideva al suo celeste benefattore tra l'emozione di tutti.

La processione fu una gloria di fiori: ogni contrada aveva il suo pergolato fitto fitto e la sua caratteristica: la contrada delle rose, quella delle glicine, quella dei gigli, l'altra dei gelsomini e così via. E da terra si levava un'altra flora vivacissima, di mille colori, di altrettante varietà. Tra questa galleria di fiori sfilò la devotissima processione composta specialmente di giovani e di uomini per oltre due ore tra canti entusiastici, preghiere devote e calde invocazioni.

La sera, grande luminaria in tutte le case.

CAMOGLI. - Il Santuario del Boschetto, che nel 1882 accolse Don Bosco vivente a venerare la SS. Vergine, ha voluto celebrare solennemente la Canonizzazione dal 26 al 29 aprile con predicazione mattino e sera del salesiano Don Montaldo. Per la festa intervenne anche la banda dell'Istituto salesiano di Sampierdarena e la Schola cantorum. Commovente l'omaggio dei fanciulli delle scuole elementari pei quali celebrò il Rettore del Santuario. La festa si chiuse col convegno degli Ex-allievi, funzioni vespertine, panegirico, benedizione, bacio della Reliquia e consacrazione dei bambini alla SS. Vergine.

CANDIDE DI CADORE, che ha dato alla Società salesiana quattro preziose vocazioni, ha chiamato a dettare il triduo il salesiano Don Demartin. La festa, il 3 settembre, riuscì un trionfo tanto alla Comunione generale, distribuita dal venerando Pievano, come alle solenni funzioni e soprattutto alla imponente processione in cui autorità e popolo, in prima fila gli Ex-allievi, resero al Santo l'omaggio più vivo della loro entusiastica divozione.

CAPODIMONTE (Napoli). Parrocchia S. Maria del Soccorso alla Via Nuova. - La devozione a Don Bosco promossa dall'ex-allievo Antonio Squillane fin dal 1929, ha avuto quest'anno un vero trionfo colle feste al nuovo Santo.

Fu preceduta da una solenne commemorazione civile tenuta il 1° luglio dal Prof. Nello Palmieri della R. Università di Napoli, e presidente della locale Unione Ex-allievi, alla presenza di eletto pubblico e di una larga rappresentanza di Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice ed Ex-allievi.

Il triduo, nei giorni 19-20-21 luglio, fu predicato da Mons. Pasquale Balsamo, Protonotario Apostolico. La vigilia celebrò basso Pontificale Mons. Vincenzo Cesa, Canonico della Cattedrale, che distribuì la Comunione generale agli Istituti religiosi e alle Associazioni femminili della circoscrizione parrocchiale. Alla funzione della sera officiò il Direttore dell'Istituto salesiano.

Il giorno 22, basso Pontificale di S. E. Rev.ma Mons. Luigi Noviello, Vescovo di Alife, con Comunione generale di tutte le organizzazioni cattoliche. Poscia solenne Pontificale di S. E. Rev.ma Mons. Salvatore Meo, Vescovo titolare di Metone, che amministrò anche la S. Cresima. A sera Vespri Pontificali di Mons. Tommaso Alessi, Canonico della Cattedrale, ed ex-allievo della Casa Madre di Torino; panegirico del Santo, Te Deum e benedizione Pontificale impartita dal Vescovo di Alife.

Le feste si chiusero con una bella decisione da parte degli « Uomini Cattolici », quasi tutti cooperatori, che si impegnarono a festeggiare ogni anno solennemente il caro Santo e a dedicargli una funzioncina mensile con coroncina, predica, e benedizione. La pietà del Parroco ha suscitato tanto entusiasmo che Don Bosco fu proclamato protettore della Parrocchia.

A conforto di tanto culto e tanta devozione il relatore ha dichiarato che il Santo negli scorsi mesi ha elargito un'infinità di grazie, alcune delle quali hanno del miracoloso.

CARBONARA TICINO (Pavia) ha celebrato la festa il 13 maggio con solenni funzioni, Comunione generale e concorso di tutto il popolo alla processione.

CARDOSO DI STAZZEMA coordinò la festa di San Giovanni Bosco alla presa di possesso del suo nuovo Pastore, il quale, dopo il triduo predicato dal Pievano di Pruno, fece l'ingresso nell'ora di un vero trionfo eucaristico e celebrò le solenni funzioni, chiuse da una splendida processione colla Reliquia del Santo, decorata dalla presenza di tutte le autorità. Una graziosa illuminazione protrasse nella notte la gioia di tanta festa.

CARPEONA, assecondando il desiderio della famiglia del Principe di Carpegna, accorse in folla alla Chiesa di S. Nicolò dei Minori Conventuali per assistere al triduo ed alle solenni funzioni della festa il 6 maggio u. s. Intervenne l'Ecc.mo Vescovo Mons. Raffaele Santi il quale disse la messa della Comunione generale, assistette a quella solenne cantata dal can. Falciani e, la sera, dopo i Vespri, tenne il panegirico del Santo, chiudendo la festa colla benedizione eucaristica. Assistettero alle funzioni il Capitolo e tutte le autorità.

CARONNO GHIRINGHELLO ha celebrato la festa di Don Bosco Santo il 15 luglio, dopo un triduo efficacissimo predicato da Don Macchi. Il fervore dei fedeli ha commosso anche la pioggia, che, dopo aver imperversato durante le funzioni del mattino ed il pontificale di Mons. Andreoni, permise nel pomeriggio la solenne processione cui parteciparono i Parroci viciniori colle rispettive popolazioni. Il panegirico fu detto dal parroco di Albizzate, Don Viscardi. Una riuscitissima accademia, rallegrata dalla banda di Bizzozero, chiuse nell'Oratorio parrocchiale la cara giornata.

CASALNUOVO MONTEROTARO, ha dedicato il 2 settembre alla festa di S. Gio. Bosco, con funzioni celebrate dall'Arciprete D. Parente e dal novello salesiano D. Stanziano. Disse il panegirico il salesiano D. Piacente che tenne anche una conferenza con proiezioni luminose nella vasta piazza principale gremita di popolo.

CASANOVA DI VARAZZE. - Triduo predicato dal salesiano D. Bandiera dal 16 al 19 agosto. Festa solennissima con comunioni numerose, pontificale di Mons. Bobbi, Prevosto del Capitolo di Bobbio, esecuzioni della Schola cantorum dell'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane di Piacenza, e devota funzione vespertina, chiusa colla benedizione eucaristica.

CASERTA cominciò il Triduo solenne nel Santuario salesiano, il 26 aprile, con pontificale di S. E. Mons. Giorgis, Vescovo di Trivento, il quale impartì pure la benedizione alla sera dopo i Vespri ufficiati dal Can. Guerriero e il panegirico detto da S. E. Mons. Cognata, Vescovo di Bova.

Il secondo giorno pontificò S. E. Mons. Cognata e disse il panegirico S. E. Mons. Giorgis. La vigilia pontificò S. E. Mons. Carmine Cesarano, Arcivescovo di Aversa il quale disse pure il panegirico, la sera, dopo i vespri ufficiati da Mons. Pannone.

Il giorno della festa tenne i solenni pontificali S. E. Mons. Moriondo, Vescovo diocesano, il quale illustrò la figura del Santo in una fervida Omelia alla presenza di tutte le Autorità e rappresentanze ed immensa folla. Magnifica l'illuminazione generale della città che a sera riflesse ancora l'entusiasmo di migliaia di anime.

CASSANO MAGNAGO, preparato dalla predicazione del salesiano D. Zappa, ha celebrato la festa di San Giovanni Bosco con straordinario fervore il 17 giugno. La vigilia, 70o alunni delle scuole, guidati dai rispettivi insegnanti, assistettero alla commemorazione del grande Educatore, svolta con brio giovanile, nel salone della Palestra ginnastica, dal rev. D. Robbiani. S. E. Mons. Comin, che si trovava contemporaneamente a Varese pei pontificali, volle almeno intervenire a distribuire la Comunione generale. Pontificò poi Mons. Sala della Metropolitana di Milano, alla presenza delle autorità e di tutto il popolo. Prima della funzione, gli Ex-allievi, con delicato pensiero, vollero rendere omaggio alla memoria di un loro compagno caduto in guerra. Tenne il panegirico D. Zappa, il quale, a sera, al rientrare della imponente processione, che fu un vero trionfo, disse alla popolazione ben meritate parole di plauso e di ringraziamento. La benedizione, impartita da Mons. Sala in piazza e in chiesa chiuse le funzioni religiose; ma la grande giornata ebbe splendido epilogo nella conferenza dell'avv. comm. Cavazzana nel salone della Palestra. Il Podestà prese l'occasione per assicurare la dedicazione di una via al nome di San Giovanni Bosco e la folla rispose coll'eloquenza insuperabile di applausi scroscianti.

CASTELLANZA. - La festa di S. Giovanni Bosco ha avuto il suo trionfo a Castellanza il 24 giugno. Si è iniziata con una Comunione generale delle Associazioni Cattoliche e della gioventù, distribuita dal Parroco. La S. Messa in canto è stata celebrata con tutta solennità nella Chiesa Parrocchiale dal Superiore dell'Istituto della Madonna del Grappa di Sestri Levante.

Al Vangelo il salesiano Don Landoni ha concluso la predicazione del triduo con un ispirato panegirico.

Nel pomeriggio la processione è stata una vera apoteosi.

Lo stendardo del Santo, seguito dalla Reliquia, è passato fra incessanti acclamazioni.

La festa si chiuse alla sera, nell'Oratorio maschile, con una riuscitissima accademia curata dai giovani.

CERIGNOLA. - I festeggiamenti a Don Bosco Santo, promossi dallo zelante cooperatore D. Tufariello, si svolsero dal 26 al 29 aprile con straordinario successo. Anima di tutto il fervore fu lo stesso Vescovo diocesano S. E. Mons. Consigliere che aperse il ciclo benedicendo la statua del Santo, nella chiesa dell'Assunta, celebrò la S. Messa, e predicò il triduo con zelo instancabile.

Il giorno della festa poi S. E. tenne ancora solenne pontificale e disse il panegirico del Santo. Intervennero tutte le autorità e folla immensa che aumentò nel pomeriggio per la processione trionfale. Associazioni, Istituti religiosi, Clero, Capitolo, Autorità civili, politiche, militari e scolastiche precedevano o seguivano la statua del Santo cui facevano corona gli Ex-allievi e i bimbi dell'asilo delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

CERRETO D'ASTI, che conta un buon numero di Cooperatori salesiani e che ebbe l'onore di dare i natali alla mamma dell'angelico Domenico Savio, ha tributato solenni onoranze al nostro Santo, nei giorni 6, 7, 8 settembre. Il Prof.

Don Marocco del Seminario di Asti tenne un triduo di preparazione assai frequentato nonostante i lavori agricoli della stagione. Domenica 9, giorno della festa, tutta la popolazione si raccolse attorno al quadro di D: Bosco che sorrideva dall'alto dell'altar maggiore in un trionfo di luci e di fiori. Comunione generale e funzioni solenni, rallegrate da scelta musica, diretta dal Can. Nebbia, che tenne anche il panegirico.

CERTALDO DI MACERATA FELTRIA (Pesaro). - Ben preparata, la popolazione di Certalto salutò con gioia l'alba radiosa del 16 settembre quando le campane annunziarono l'arrivo della statua di San Gio. Bosco.

Le Associazioni di A. C., dopo la S. Comunione, guidate dal Parroco, scesero col popolo nella vicina Macerata Feltria per il solenne trasporto. Quivi l'Arciprete del Capoluogo cantò la Messa solenne e disse il panegirico del Santo. Poscia, in un trionfo di gloria ed un fervore di entusiasmo, accompagnati pure dalla banda cittadina, raggiunsero l'altura di Certalto dove venne eseguita la Messa degli Angeli dalla Gioventù di A. C. maschile e femminile. Al Vangelo, il Parroco porse il saluto al Santo, e si rallegrò coi giovani, per la dimostrazione di fede che avevano dato. Nel pomeriggio un'altra entusiastica riunione attorno al Santo fece echeggiare in uno slancio di fede e di amore e nella Chiesa e per le vie, l'inno a D. Bosco « D. Bosco, rimani tra i giovani ognor! ».

CHERASCO, che ebbe l'onore di ospitare il terzo Collegio aperto da S. Giovanni Bosco, ha celebrato la Canonizzazione con solenni festeggiamenti dal 2o al 24 settembre. Predicò il triduo nella chiesa di San Martino, - che il Parroco, Don Calorio, Decurione dei Cooperatori, ha costituito centro di vita e pietà salesiana - il salesiano D. Luigi Ricaldone. Alle varie funzioni, allietate da straordinario concorso di popolo, si succedettero i Parroci della città ed i RR. PP. Somaschi, che ora reggono il Collegio. Significativo l'omaggio delle Sezioni Aspiranti della G. C. I. convenuti numerosi da tutta la plaga, e quello delle scolaresche della città al « Santo dei Giovani ». Alla festa intervennero S. E. Mons. Coppo, vescovo salesiano e il rev.mo Mons. Molino di Alba, che celebrarono le solenni funzioni e accrebbero splendore all'imponente processione del pomeriggio cui presero parte ufficialmente tutte le autorità civili, politiche e religiose.

A CINGOLI la festa è stata celebrata il 26 agosto per iniziativa dell'Oratorio festivo S. Filippo Neri, alla presenza del Vescovo diocesano S. E. Mons. Leopordi conte Monalduzio.

Tutto è riuscito ottimamente: triduo, conferenza a proiezioni luminose, Comunione generale, Messa solenne, e accademia commemorativa, alla quale assistettero anche numerosi allievi ed Ex-allievi. Tenne il discorso ufficiale il Cav. Avv. M. Romanelli di Cingoli, alla presenza di autorità e di folla di popolo.

CITTADELLA. - L'Ass. giovanile maschile di A. C. s'è fatta promotrice di una solenne commemorazione del nostro Santo, che fu affidata all'eloquenza del Prof. Ezio Franceschini, libero docente alla R. Università di Padova. La grande sala teatrale « Edelweiss » del Patronato S. Antonio presentava, la sera del 18 agosto, un magnifico aspetto.

Erano presenti tutte le Autorità religiose, politiche civili e utilitari ed enorme folla.

La domenica seguente Mons. Arciprete celebrò all'altare del Santo la Messa pei giovani ai quali rivolse opportune parole prima della Comunione. Seguì la Messa solenne cantata dall'Assistente Ecclesiastico D. Panozzo. Nel pomeriggio, Vespri solenni e panegirico del prof. D. Antonio Tessari. Dopo le funzioni i giovani si riversarono nella sala Pio X per udire nuovamente il prof. Franceschini. Chiuse Mons. Arciprete, indi i giovani intonarono il bellissimo inno a S. Giovanni Bosco.

COMO. - Colla benedizione dell'Ecc.mo Mons. Vescovo, per iniziativa del Direttore diocesano dei Cooperatori, can. Casarico e dei RR. PP. Barnabiti, nella chiesa di San Filippo, cuore del movimento giovanile, si è celebrato un solenne triduo ad onore del Santo dal i 5 al 17 giugno. Alla prima funzione fu invitato il Rettore del Seminario, Mons. Ambrosini.

Dissero i panegirici del Santo successivamente il can. Casarico, il dott. D. Carlo Castelli, del Seminario, e Don Ezio Gilardoni. Una funzione speciale fu dedicata al suffragio dei Cooperatori defunti. Concorso straordinario e grande frequenza ai Sacramenti. Le feste si chiusero con un'ora di adorazione, il canto del Te Deum e la benedizione eucaristica.

CONEGLIANO VENETO, dal 25 al 29 aprile ha affollato il Duomo per onorare S. Giovanni Bosco la cui figura fu degnamente illustrata dall'eloquenza di Mons. Annibale Giordani. II ciclo delle sacre funzioni fu aperto da una processione di 1500 fanciulli che, la sera del 25, trasportarono solennemente la Reliquia del Santo dalla Chiesa dell'Immacolata dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, al Duomo. Grazie allo zelo di tutti i parroci della città e paesi vicini, distinti oratori coordinarono altri corsi di predicazione nelle varie chiese, assicurando così la partecipazione di tutte le popolazioni alle grandi feste. Il Duomo divenne centro di pellegrinaggi ininterrotti alla statua del Santo. Caro soprattutto l'omaggio della gioventù delle scuole medie ed elementari, e delle Associazioni Giovanili di A. C., che vollero funzioni speciali per dire al « Santo dei giovani » la loro venerazione.

Le funzioni della domenica riuscirono imponenti. Celebrò la Messa della Comunione generale l'Arciprete Mons. Antoniazzi il quale mise in rilievo la fede di S. Giovanni Bosco nella Provvidenza divina. Quindi S. E. Mons. Beccegato, vescovo diocesano, tenne il solenne Pontificale e disse l'Omelia. Al termine del Pontificale le autorità politiche, civili e militari passarono al trono ad ossequiare e ringraziare il venerando Pastore. Nel pomeriggio oltre 10.ooo persone parteciparono alla processione, con autorità, associazioni, vessilli e bande e folla di giovani raccolti dalla Giunta diocesana da tutta la sottofederazione. Portava la Reliquia Mons. Pizzinato e l'Ecc.mo Vescovo incedeva benedicente in cappa magna. Caratteristico lo stuolo di 300 bambini dell'Asilo, inghirlandati di fiori che facevano corona allo stendardo del Santo. La processione andò a sboccare all'Istituto a Immacolata » delle Figlie di Maria Aus. dove Mons. Vescovo rivolse ancora una commossa allocuzione al suo popolo e lo benedisse colla Reliquia. A sera, illuminazione del Duomo e dell'Istituto delle F. di M. A.; concerto della Banda del 15° Artiglieria.

A CUNARDO i fanciulli ebbero l'onore di aprire il ciclo delle funzioni, il 5 luglio, con Messa e fervorino di P. Cantoni degli Oblati, e di attrarre, alla sera, tutto il popolo alla Chiesa per la predica di Mons. Pecora, con una pittoresca processione, chiusa dalla benedizione impartita dal Prevosto colla Reliquia del Santo. Il secondo giorno del triduo convennero dalle valli numerosi sacerdoti per consacrare, sotto gli auspici di Don Bosco, tutta la giornata ad un fecondo ritiro spirituale. La presiedette lo stesso Ecc.mo Vescovo diocesano Mons. Macchi che, accolto festosamente da autorità e popolo, celebrò per essi la S. Messa e tenne la meditazione e il fervorino di chiusura ispirandosi agli esempi del Santo. La vigilia fu giornata di intenso fervore per preparare il trionfo finale al caro Santo. Intervenne il Vescovo missionario Mons. Stoppani che celebrò la Messa della Comunione ed assistette pontificalmente a quella solenne cantata da Mons. Ercole di Milano. Un concorso straordinario di fedeli da tutti i paesi vicini coi loro parroci ed Associazioni, il convegno di plaga della Gioventù Cattolica, organizzato appositamente, accrebbe l'imponenza della magnifica processione del pomeriggio che si sciolse colla benedizione eucaristica. A sera Mons. Pecora, nel teatro dell'Oratorio, illustrò ancora la vita del Santo con interessanti proiezioni luminose.

LURAGO D'ERBA. - Preceduta da un triduo predicato dal nostro D. Fochesato, Missionario in Cina e da una conferenza con proiezioni luminose sulla vita di D. Bosco, la domenica 16 settembre, si celebrò nella Prepositurale la festa di S. Giovanni Bosco. Cominciò colla Comunione generale, cui seguì la Messa cantata e la processione eucaristica.

Nel pomeriggio, dopo il canto della Compieta ed il panegirico detto dal salesiano prof. G. B. Calvi si svolse la processione collo stendardo e colla Reliquia del Santo. Fu un trionfo di pietà e di fede.

Terminate le funzioni, il popolo accorse all'Oratorio maschile ove i giovani dedicarono al Santo una riuscitissima accademia musico-letteraria, durante la quale D. Calvi rivolse al vivace uditorio la sua fervida parola.

A sera Don Fochesato tenne ancora una interessante Conferenza con proiezioni luminose sulla sua Missione di Ho-si Shiuchow in Cina.

Parteciparono alla festa tutte le autorità civili, politiche e militari.

QUINTO VICENTINO. - La solennità fu preceduta da un triduo predicato dal Salesiano Don Vittorio Bortolaso il I3-I4-I5 settembre. L'efficacia si sentì, la vigilia, alle numerose confessioni ed alla Comunione generale del mattino della festa. Il canto della Messa e dei Vespri solenni, le armonie della Schola cantorum, il concerto della banda, la gioia che vibrava in tutto il paese parato a festa, diceva abbastanza l'entusiasmo della popolazione; ma questo raggiunse il colmo nella processione trionfale del pomeriggio.

RIVALTA ha celebrato la festa della Canonizzazione di S. Giovanni Bosco, la domenica 5 settembre coll'intervento di S. E. Mons. Coppo, Vescovo Salesiano, incastonandola nella trentunesima festa di Maria SS. Ausiliatrice, omai tradizionale. Numerosissime le Comunioni, e consolante il concorso del paese alle sacre funzioni.

Tenne il panegirico il salesiano D. Provera, predicatore del triduo.

Le solenni feste si conchiusero con una bella processione ed un devoto pellegrinaggio ai Becchi di Castelnuovo Don Bosco, guidato dall'ex-allievo prof. Bernocco.

TORRE ANNUNZIATA (Napoli). -- Le solenni feste, organizzate da un ottimo comitato di Cooperatori e Cooperatrici Salesiane, presieduto dal direttore dell'Istituto Salesiano, iniziatesi il 21 giugno, nella Parrocchia dello Spirito Santo, con l'intervento di S. Ecc. Mons. Tesauri, vescovo di Isernia e Venafro, di S. Ecc. Mons. Di Girolamo, vescovo di Caiazzo, di S. Ecc. Mons. Egisto Melchiori, vescovo di Nola, di S. Ecc. Mons. Celli, vescovo di Tapso, e la partecipazione viva delle autorità, ebbero un imponentissimo epilogo, il giorno 24, col solenne pontificale di S. Em. il cardinale Alessio Ascalesi, Arcivescovo di Napoli, e con la trionfale processione. Entusiasmo indicibile!

La statua dello scultore Arrighini, rappresentante D. Bosco in atto di preghiera, col sorriso dell'anima sulle labbra, avvinceva tutti i cuori. Per tutta la città era una fantasmagoria di luci. Su ogni edificio, sulle ciminiere, sugli alti palazzi, nelle piazze, nelle vie, si leggevano le scritte luminose: « Viva D. Bosco Santo! Viva Maria Ausiliatrice! D. Bosco benedici i caduti! Proteggi Torre! ». Le balconate gareggiarono nel modo più fantastico a far luce al passaggio del Santo. La presenza poi dell'Em.mo Porporato accrebbe al sommo lo splendore al trionfo di D. Bosco! La processione ebbe termine nel cortile dell'Istituto Salesiano tra una marea di popolo, che D. Bosco stesso aveva attirato, al suo passaggio, per far scendere su essa, vivificatrice, la Benedizione di Gesù Eucaristico!

TRENTO. Omaggio dell'Archidiocesi Tridentina a S. Giovanni Bosco. - Il Triduo di preparazione predicato da S. E. Mons. Gio. Battista Rosa, Arcivescovo di Perugia, ha disposto mirabilmente le anime alla grande festa del 27 maggio.

Frutto eloquente l'afflusso straordinario al confessionale ed alla mensa eucaristica. La domenica mattina il Duomo vide affollarsi la balaustra per parecchie ore.

Alle ore 7 S. E. Mons. Arcivescovo di Perugia, circondato dal bianco stuolo del Piccolo Clero dell'Istituto Salesiano, celebrò la Messa dei Giovani presenti tutti gli allievi. Prima di distribuire la S. Comunione rivolse ai giovani opportune parole raccomandando loro le due grandi divozioni salesiane a Gesù Sacramentato ed all'Ausiliatrice.

Alle 10 si iniziò il solenne Pontificale. La vetusta Cattedrale di S. Vigilio aveva temperata la sua abituale austerità con una nota di gioia espressa dal verde profuso intorno all'altare maggiore e dalla luce dei suoi grandi lampadari, ma soprattutto dallo splendore della sacra liturgia.

La figura del Santo campeggiava nell'abside, illuminata da riflettori, in un dipinto di don Giuseppe Ballarin di Chioggia, rappresentante D. Bosco nella gloria, fra un nugolo di angioletti, in atto di reggere la scritta: « Da mihi animas ». A contatto dei fedeli era invece la statua che venne poi portata in processione. Assistettero al Pontificale tutte le Autorità civili, politiche e militari con a capo S. Ecc. il Prefetto. Una folla imponente gremiva al completo il vasto tempio. Largamente rappresentata l'Azione Cattolica cittadina e diocesana, col vessillo della Giunta Diocesana ed i vessilli delle varie Associazioni.

Pontificò S. Altezza Rev.ma l'Arcivescovo Principe di Trento, Mons. Endrici assistito dal Capitolo. La Schola Cantorum dell'Istituto Salesiano insieme ai cori di S. Maria, di S. Pietro e del Duomo, eseguì la messa del Rinck, e le parti mobili in gregoriano. Al Vangelo S. Altezza tenne l'Omelia esaltando il prestigio del Santo ed il fascino irresistibile esercitato sulle anime. Ricordando la benedizione inviata a Trento da D. Bosco morente, l'invocò commosso ancora una volta sulla città e sulla diocesi, particolarmente sulla cara gioventù. Il Pontificale si chiuse con il canto dell'inno a D. Bosco del M°. Angelini. All'uscita dal tempio S. Altezza si trattenne affabilmente con le Associazioni presenti e specialmente con gli Ex-allievi.

La Gioventù Femminile di A. C. aveva indetto quello stesso giorno un'adunanza generale nel salone Pio XI. La Gioventù Maschile convenuta da tutta la diocesi si raccolse invece nel cortile dell'Istituto Salesiano. Dopo efficaci e pratiche esortazioni del vicepresidente diocesano dott. Calliari e dell'Assistente ecclesiastico Don Delugan prese la parola S. E. Mons. Rosa, che salutando nei giovani di A. C. le speranze della Chiesa terminò col dire: - Siate figli di Don Bosco. Fate vostre le sublimi idealità del Santo, che si riassumono nel motto: « Da mihi animas ». La via regia per giungere all'autore vero ed efficace delle anime è stata additata dallo stesso Don Bosco: frequenza alla Santa Comunione e divozione filiale a Maria Ausiliatrice. Don Bosco fu l'Apostolo dell'Eucaristia contro il giansenismo; egli fu ancora l'Apostolo dell'Ausiliatrice. Se serberete nelle vostre anime questi due grandi amori e li farete fruttificare, le vostre fronti saranno sempre raggianti di purezza. - I giovani coronarono con un lungo entusiastico applauso il discorso di S. E.

Alle ore 16 cominciò la magnifica sfilata della trionfale processione. Sole sfolgorante, entusiasmo delirante! Immensa folla; fedeli anche da vari paesi della diocesi, Associazioni e rappresentanze, Autorità e popolo e giovinezza, giovinezza balda, Istituti, Religiosi e Clero, distinti dagli stendardi, dai vessilli, dai gagliardetti, disposano alle bande gli inni di D. Bosco Santo, che passa sorridendo dalla statua graziosa. Avanti alla statua un gruppo di alunni salesiani in costume di paggi spagnuoli, desta la curiosità di tutti: portano e scortano una gabbia con le tortorelle della Canonizzazione. La statua invece è portata a spalla da Ex-allievi salesiani e scortata da Carabinieri, Guardie municipali e Pompieri in alta tenuta.

Seguono la statua Mons. Baldassarre Delugan, Decano del Capitolo, che reca la Reliquia, S. A. il Principe Arcivescovo in cappa magna, S. Ecc. Mons. G. B. Rosa, Arcivescovo di Perugia, il gruppo delle Autorità e personalità.

Sotto una pioggia di fiori e di foglietti multicolori inneggianti al Santo, tra due fittissime ale di popolo che dànno l'impressione di una partecipazione veramente plebiscitaria, la processione raggiunge il cortile dell'Istituto Salesiano ove è improvvisato l'altare per la Benedizione. Ai lati dell'altare due gruppi d'angioletti reggono immobili i lembi d'un candido nastro sul quale spiccano in caratteri d'oro le parole: A Don Bosco Santo i bimbi di Trento.

Prima di impartire ia benedizione S. Altezza volle farsi interprete dei sentimenti che in quel momento commuovevano ogni cuore; e, rievocando un incontro personale avuto col Santo nel 1887 a Roma, esortò tutti a coltivare nel cuore i supremi amori di Don Bosco: Maria Ausiliatrice, l'Eucaristia e il Papa.

A tarda sera il missionario salesiano Don Stefenelli tenne ancora nel cortile dell'Istituto una Conferenza con proiezioni luminose sulla vita del Santo.

TREVI. - Dal 19 al 22 aprile Trevi rese a S. Gio. Bosco le più solenni onoranze. Sede dei festeggiamenti fu la Collegiata di S. Emiliano, sfolgorante di luci e ornata di fiori.

Un Comitato cittadino, presieduto da S. E. R.ma Mons. Giovanni Capobianco, Amministratore Apostolico di Spoleto e dal Priore di Trevi D. Peticchi, curò la preparazione nei più minuti particolari. Predicò il triduo il salesiano D. Gaggino. Funzioni speciali furono riservate, il secondo giorno, ai Cooperatori e alle Cooperatrici, che tennero poscia convegno all'Istituto Salesiano, ed il terzo giorno, a tutti gli studenti delle scuole pubbliche e agli ascritti alle Associazioni giovanili che si accostarono numerosissimi ai Santi Sacramenti e sfilarono infine davanti alla statua del Santo ad offrire un omaggio floreale.

La domenica, fu un vero trionfo! Fin dalle prime ore del mattino fu un accorrere di fedeli ai SS. Sacramenti: Sull'altare maggiore, in mezzo a mille luci, spiccava il magnifico stendardo che il Comitato aveva commesso al pittore Angelelli al fine di dare a Trevi un ricordo della grande festa. Celebrò la Messa della Comunione generale l'Ispettore D. Festini. Alle ore 9,30, nel cortile del Collegio, alla presenza di tutte le autorità e di una folla di popolo, fu inaugurato un busto di S. Giovanni Bosco, donato dagli Ex-allievi, ed il Provveditore agli Studi, Comm. Crocioni, tenne una splendida orazione commemorativa. Poscia Mons. Capobianco celebrò la Messa Pontificale.

Nel pomeriggio, per le vie della città, nonostante che il tempo si mantenesse minaccioso, si svolse una processione che fu una vera apoteosi. Tutte le Parrocchie della plaga intervennero con Confraternite ed Associazioni. Della città si poteva dire che non mancava nessuno. Reggeva la Reliquia S. E. e seguivano tutte le autorità.

Dopo la benedizione eucaristica, impartita da Mons. Capobianco, la giornata si chiuse con l'accensione di grandiosi fuochi artificiali. A notte una imponente illuminazione voluta dal Podestà offerse a Don Bosco l'ultimo omaggio di migliaia di luci multicolori.

CINA - MACAU. - La più antica fondazione salesiana nell'Estremo Oriente doveva essere la prima ad onorare D. Bosco Santo.

I cinque salesiani sbarcati a Macau il 13 febbraio del 1906 son divenuti oggi 114. Il minuscolo Orfanotrofio è la prima Scuola professionale in Cina, coi suoi 200 alunni attrezzati secondo i moderni programmi, nelle diverse arti e con corso d'istruzione tecnica. Il piccolo ramoscello è omai albero robusto che estende i suoi rami a Shiu Chow, Hong Kong, Shanghai, Hai Men e dà vita al Vicariato Apostolico di Shiu Chow benedetto dal sacrificio eroico del suo primo vescovo Mons. Luigi Versiglia.

Non tutti poterono tornare alla Casa Madre per tributare il filiale omaggio al Padre Santo; ma accorsero in gran numero illustri rappresentanti e quasi al completo la Scuola professionale di S. Luigi di Hong Kong e lo Studentato salesiano di San Ki Wan.

Conferenze con proiezioni luminose nelle scuole, nei collegi ed al popolo prepararono l'ambiente; il triduo pei Portoghesi predicato in S. Lorenzo dal P. Marçal S. I., ed uno speciale per la comunità cinese nella parrocchiale di S. Lazzaro, essendo oratore lo stesso Mons. Ignazio Canazei, successore di Mons. Versiglia, accesero gli animi di fiducia ed ammirazione pel nuovo Santo. Anche i pagani, desiosi di prestare il loro tributo a questo Santo, da cui la Cina molto attende, - come disse lo stesso Delegato Apostolico Mons. Zanin - furono accontentati.

La Camera di Commercio, in unione con la commissione cattolica, prese l'iniziativa di una solenne commemorazione per la Comunità Cinese. E si vide lo spettacolo significativo di venti scuole con circa 3.000 alunni e rappresentanti raccogliersi nel vasto cortile dell'Istituto salesiano, trasformato in piccolo stadium, con grandi palchi per ospitare la caratteristica assemblea, che certo non fu la meno cara al Santo dei giovani.

Il presidente dell'Azione Cattolica, Joel Choi, aprì la seduta con brevi cenni sulla vita di D. Bosco. Fan Kit Pan, presidente della Camera di Commercio e Leung Hin Men, ispettore delle scuole, tratteggiarono l'azione sociale ed educativa del nuovo Santo; ma l'oratore più ascoltato ed applaudito fu Mons. Canazei, che con voce stentorea e calore insolito, fece conoscere D. Bosco a quel vario ed immenso uditorio insistendo più specialmente sulla bellezza, verità e superiorità della religione cattolica, ancora sconosciuta alla maggior parte degli uditori. Musica e ginnastica rallegrarono gli intermezzi lasciando in tutti soavi ricordi e grande ammirazione per la Chiesa Cattolica.

Non mancò la Comunione generale per la gioventù cattolica intervenuta da ogni punto della città, dalle scuole e dai collegi nella Cattedrale, già sontuosamente parata per la gran. festa. I pompieri vollero l'onore dell'ornamentazione del vetusto tempio, trasformato completamente e come ringiovanito dallo sfarzo di festoni, fiori e ghirlande, che davano uno speciale risalto al quadro del Santo artisticamente riprodotto dalla signora Catela.

La commemorazione ufficiale fu tenuta nel teatro nobile D. Pedro V°.

Il caldo eccessivo non impedì ad una folla strabocchevole di intervenire; e colle autorità religiose civili e militari al completo si vide tutta la miglior società di Macau.

Parlarono S. E. il Ten. Col. Antonio Bernardes Miranda, governatore della colonia; il Comm. A. Bianconi console generale d'Italia; il Dr. Luigi Nolasco presidente del Leal Senado e, per ultimo, Sua Ecc. Mons. José da Costa Nunes, vescovo diocesano, frequentemente applaudito e seguito attentamente nel suo dire brillante, originale e saporitissimo intorno al sistema preventivo di D. Bosco, illustrato da caratteristici ed appropriati esempi.

La Schola cantorum del Seminario diocesano e specialmente i chierici dello studentato salesiano con un coro di voci bianche dell'orfanotrofio di Hong Kong, strapparono l'ammirazione del pubblico con produzioni dei maestri Dogliani, Pagella e Caudana.

L'apoteosi si ebbe il 9 giugno: Comunioni generali in tutte le chiese; Pontificale di S. E. Mons. José da Costa Nunes in cattedrale, con assistenza delle LL. EE. Mons. Enrico Valtorta di Hong Kong, Mons. James Walsh di Kong Moon e Mons. Ignazio Canazei Vic. Ap. di Shiu Chow.

Mai si vide tanta gente in cattedrale. Il panegirico fu tenuto dal Can. Climaco do Rosario.

Grandi iscrizioni nelle vie principali, migliaia di foglietti sparsi nelle famiglie, la parata dei giovani collegiali con due bande, e gli aulici di Hong Kong accrebbero ancora l'ammirazione e l'entusiasmo nella imponente processione del pomeriggio, che percorse le vie principali fastosamente imbandierate a cura dei generosi pompieri.

Nessun invito speciale. Il concorso fu spontaneo ed universale. Tutte le associazioni al completo od in folti gruppi. Collegi, confraternite e popolo gareggiarono nella partecipazione e cooperazione. Alle 17,30 si organizzava il corteo in lunga teoria variatissima nei costumi cinesi ed europei con le diverse insegne e divise. Alle 18,30 usciva il clero, e, per la prima volta, incedevano solennemente per le vie di Macau i Vescovi in piviale e mitra, attirando l'ammirazione non solo dei pagani numerosissimi, ma, anche dei cattolici non assuefatti a simile spettacolo.

Su un carro trionfale fra bianche nuvole ed angioletti D. Bosco sorrideva e lentamente avanzava, tratto da un'altra schiera di angioletti scortati dagli ex-allievi. Un popolo enorme fiancheggiava ed accompagnava il Santo fra preci, canti e melodie religiose eseguite da tre bande poderose che pure non si intralciavano l'una coll'altra per la distanza che le separava.

Nel grande cortile dell'Istituto, trasformato in tempio, ad un'altare improvvisato, si raccolse la processione pel Te Deum. Centinaia di giovani con slancio indicibile ripetevano l'inno di D. Bosco fino all'arrivo dei Prelati.

Quando già le ultime battute del Tantum Ergo si perdevano smorzandosi lontane, il popolo continuava ancora ad affluire. Uno squillo di tromba annunciò la trina benedizione. Un istante di silenzio religioso e poscia di nuovo i canti e lo sfollare lento, faticoso, d'una massa di popolo che si allontanava, mentre i fortunati che avevano potuto entrare nell'Orfanotrofio si sbandavano in visita per la casa.

«Che meraviglia! Che splendore! Che mondo! Abbiamo visto un po' di paradiso! » erano le espressioni spontanee che correvano per le labbra di tutti.

Fino a notte alta, musica, ginnastica, fuochi artificiali, banco di beneficenza intrattennero la grande folla nell'ampio recinta dell'Istituto, che solo a mezzanotte potè chiudere la porta.

Scrisse il quotidiano « A Voz de Macau »: « Si chiusero le porte dell'Orfanotrofio, ma là dentro rimase il testimonio sincero della profonda simpatia ed ammirazione di una grande parte della popolazione di Macau, per l'opera benemerita, sociale ed educativa, del Santo della gioventù... dell'amato Santo degli orfanelli ».

MALTA - GOZO. - Nella chiesa dell'Adorazione Perpetua di Santa Sabina, di Città Vittoria, per iniziativa dei Cooperatori Salesiani, si è tenuto un solenne triduo dal 18 al 20 giugno. Gran concorso di popolo a tutte le funzioni e specialmente alla sacra predicazione ed alla mensa eucaristica.

Illuminazione generale tutte le sere. Chiuse le feste lo stesso Ecc.mo Vescovo diocesano col canto del Te Deum e la trina benedizione eucaristica.

POLONIA - CRACOVIA. - Un Comitato presieduto da S. E. Mons. Sapieha, Arcivescovo-Principe di Cracovia, ha preparato grandiosi festeggiamenti che culminarono nelle funzioni svolte nella Basilica di Santa Maria, splendidamente addobbata ed illuminata, dal 19 al 22 aprile. Tutta la città, preparata accuratamente attraverso la sacra predicazione in varie chiese, vi ha partecipato con grande fervore. Il giorno della festa lo stesso Metropolita ha tenuto il solenne pontificale e S. E. Mons. Raspond, vescovo ausiliare, ha tessuto il panegirico del Santo. Il programma si esaurì, la sera, nella « Sala d'oro » della « Casa del Cattolico » con una solennissima accademia ad onore del Santo, alla quale parteciparono gli Ecc.mi Vescovi, prelati ed autorità del mondo politico, scientifico e culturale della città, che ospita così cordialmente le Opere salesiane.

DALLE NOSTRE MISSIONI

Siam.

Bang Nok Khuek. - La festa di Don Bosco Santo.

Amatissimo Padre,

Eccomi a darle qualche notizia della festa di Don Bosco.

L'abbiamo fatta precedere da una grande missione a tutto il popolo per disporlo ad acquistare anche il S. Giubileo. Alcune settimane furono dedicate alla preparazione prossima: i Missionari, efficacemente coadiuvati da uomini e donne di Azione Cattolica, si sparsero in cerca di pecorelle smarrite. Agli Angeli Custodi fare il bilancio a gloria di Dio; a noi il conforto di aver veduto tornare all'ovile anime che da 10, 30 e persino 6o anni, l'avevano lasciato.

Il 1° ottobre, inizio delle visite giubilari processionalmente per gli alunni delle scuole coi loro maestri e i soci delle Associazioni di Azione Cattolica. Il giorno 7 ottobre apertura della missione al popolo: ogni giorno alle ore 9, dialogo di D. Bosso e D. Carpini tra la più viva attenzione; nel pomeriggio altra predica; alle 20 conferenza per soli uomini, preceduta da proiezioni su San Giovanni Bosco.

Due volte al giorno visita giubilare in processione: il Sacerdote portava la Croce; sindaci, notabili, maestri e soci delle organizzazioni cattoliche reggevano le torce con mirabile esempio di Fede. Il « Credo » cantato nel ritmo siamese da più di 8oo fedeli aveva vibrazioni commoventi.

Giovedì, circa 150 barche, stracariche di fedeli, seguirono la grande barca su cui, da un trono di fiori, Cristo crocifisso tendeva le sue Braccia ansioso di pacifica conquista e, cantando o pregando, si raggiunse la chiesa di Vatphleng - distante due ore - per la visita giubilare. Quasi ogni casa cristiana aveva preparato all'esterno un bell'altarino; i pagani osservavano stupiti e commentavano la fede e la serietà dei fedeli.

Venerdì: tutti digiuno. Sabato, la giornata « senza fumo » devolvendo i risparmi per un omaggio al Papa. Chi conosce quanto sia inveterato l'uso del tabacco in Oriente, può apprezzare il valore di questa astensione che fu totale.

Ed eccoci alla gran festa: 14 ottobre. La festa di Don Bosco coronò il Giubileo, seguendo l'esempio dato da Roma. Tutte le residenze della Missione erano rappresentate ed anche la Capitale aveva inviato un buon contingente. La giornata era destinata anche ad una manifestazione di filiale devozione al novello Prefetto Apostolico Monsignor Gaetano Pasotti che, in questa terra, fa rivivere la tradizione e gli esempi di Don Bosco.

Il Padre Carton, Superiore del Seminario delle Missioni Estere di Parigi, portando l'entusiastica ed apprezzata adesione dei Missionari della benemerita Società, celebrò la Messa della Comunione: 1092 partecipanti al Banchetto Eucaristico! Cifra che, dato il numero dei cristiani, rappresenta un insperato trionfo della Grazia. Alle 9, Pontificale di Mons. Pasotti. Chierici e giovani cantarono la Messa Pontificalis II del Perosi: l'Altare era tutto un trionfo di fiori e di luci; da settimane confratelli e giovani avevano dedicato a preparar la gloria di Don Bosco tutte le loro cure.

Prima della Messa, Monsignore offerse a San Giovanni Bosco, apostolo delle vocazioni, i primi fiori della nostra Missione, indossando l'abito chiericale ad otto giovani siamesi; i giovani presenti poterono seguire la funzione per mezzo di uno stampato distribuito a tutti, che recava in Siamese la traduzione delle preghiere liturgiche. Una commozione intensa pervase la folla - che si estendeva a molti metri fuori della chiesa - quando i neovestiti entrarono in chiesa, mentre i giovani cantavano un inno alla Regina del Cielo suscitatrice delle vocazioni.

Dopo la funzione, i cristiani si affollarono attorno a Monsignore per manifestargli la loro gioia e presentare i doni: era l'ora della intimità familiare, frutto di intesa cordiale e pegno di future conquiste.

A pranzo abbiamo avuto il Governatore con tutte le Autorità entusiaste dell'opera del Missionario.

Nel pomeriggio, la processione. La reliquia di San Giovanni Bosco passò su un alto trono di fiori, ammirato omaggio delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Fu un magnifico trionfo del nostro Santo Fondatore.

A notte, mentre maestri ed alunni della nostra fiorentissima Scuola di Banpong attiravano centinaia di pagani con caratteristiche scene, s'iniziò lo spettacolo pirotecnico preparato dai nostri Chierici. Quando nell'ultimo quadro rifulse la figura di Don Bosco, ecco un altro omaggio.

Su invito dei predicatori, i soci dell'Associazione Giovanile di Azione Cattolica avevano allestito un « padiglione tipografia » stampando, vendendo e regalando libri buoni, ritirandone altri cattivi. E là, ai piedi della figura di Don Bosco, grande apostolo della Stampa, dopo opportune parole, il Presidente dell'Associazione Giovanile faceva un falò di libri cattivi.

La festa si chiuse verso le 21,30. Appena partita l'ultima barca, pioggia dirotta. Aveva piovuto fino a Domenica 7 ottobre, cessando per la prima funzione. Poi, bel tempo. Solo giovedì, tornati i fedeli dalla processione, un nubifragio.

Oggi, lunedì, partiti gli ospiti, è tornato il silenzio. Ma non tace la voce della Grazia. Stamane un giovane di 23 anni ha bussato alla camera di Monsignore, ed è stato accettato come primo aspirante coadiutore salesiano in Siam. E se difficoltà da parte di genitori non lo vietassero, questa non sarebbe la sola conquista.

Noi abbiamo nel cuore la certezza che il 14 ottobre più che segnare un punto di arrivo, abbia dato il via per ben altri trionfi della bontà di Dio in questa cara terra siamese.

Voglia, amato Padre, dire ai nostri amici e Benefattori di pregare, di aiutarci, di non lasciar passare invano l'ora della grazia!

Con affetto di figlio,

15 dicembre 1934.   dev.mo

Sac. GIOVANNI CASETTA Missionario Salesiano.

La nuova Missione di Bang Tan.

Amatissimo Padre,

Quando il treno della linea del sud varca appena i confini del Vicariato Apostolico di Bangkok, la stazione missionaria che prima si affaccia è quella di Bang Tan (villaggio delle palme). Possiamo così quasi stringere la mano agli zelanti missionari delle Missioni Estere di Parigi. La residenza è piccola ma ha già una scuola fiorente, e, opera delle opere, l'Oratorio quotidiano. Si allungò anche la cappella, si costruì un non disprezzabile campanile, con tre belle campane della Ditta Barigozzi di Milano. Tutto sorse in poco tempo, grazie alla generosità di un esimio Benefattore indigeno il quale, in circostanze particolarmente critiche, l'aveva promesso con voto al Signore. Proprio vero che quando è sonata l'ora di Dio, sorgono dal nulla le opere Sue.

E in tempo relativamente breve, colle fondazioni materiali, un immenso lavoro spirituale; anzi questo s'era già cominciato con ritmo regolare e con tenace sforzo di penetrazione, quando tutto l'abitato del povero missionario erano quattro metri di sacrestia, dove solo un grande amore alle anime poteva tenerlo incatenato fino ad averne la testa più che indolenzita e l'organismo fiaccato dal caldo soffocante e penoso. Quando arrivammo al Siam abbiamo trovato una scuoletta di poche decine di ragazzi; ora i nostri alunni sono 15o. La statistica del 1927 dà 171 cristiani, quella del 1934 ne dà 354. Rammento che la scuola era circondata da una siepe e che di là non si doveva uscire; oggi vi è uno spazioso cortile dove echeggiano liete grida e dove si svolgono le belle tradizionali partite delle case nostre. Vi sono le Compagnie religiose, il Piccolo Clero, il Circolo Domenico Savio fra i paganetti (buoni figliuoli anch'essi), la compagnia drammatica, gli esploratori, i primi, anzi, inaugurati nella nostra Missione.

Anche qui si è celebrata la festa di Don Bosco Santo. Preparazione intensa; propaganda straordinaria a fogli manoscritti: il nome caro di Don Bosco volò per ogni dove, in ogni famiglia, dalle labbra dei nostri giovani; anzi, non avendo neppure un umile poligrafo, sacrificarono parte delle ricreazioni, per scrivere lettere e programmi d'invito. Tutti risposero. Numerosi giovani, col permesso dei genitori e vestiti degli abiti più belli, assistettero, con contegno edificante, alle funzioni di chiesa. E dire che in maggioranza sono cari buddisti.

Vi furono nove battesimi di adulti in quella mattina, ventinove prime Comunioni, un mondo di gente specie al teatro della sera, sano ed educativo. Altre notizie ad altra volta.

Ci benedica, amato Padre, e preghi per noi.

Suo aff.mo figlio in C. J . Mons. G. PASOTTI, Prefetto Apostolico.

S. E. Rev.ma Mons. Eugenio Méderlet

Arcivescovo di Madras (India).

Dolorosa sorpresa per tutti l'improvvisa scomparsa di S. E. Rev.ma Mons. Eugenio Méderlet, arcivescovo di Madras, avvenuta a Pallikonda il 12 dicembre u. sc. L'avevamo avuto tra noi fino alla metà di ottobre a decorare le feste della canonizzazione di Don Bosco a Roma, a Torino ed in tante città d'Italia e dell'estero e per quanto lo sapessimo un po' sofferente di cuore non avremmo mai pensato che la sua dipartita potesse essere così imminente. Aveva compiuto anche la funzione di addio all'ultima spedizione missionaria di 226 salesiani e 125 Figlie di Maria Ausiliatrice, nella Basilica di Valdocco, e fu proprio l'ultimo addio... Giunto in India, si era prima recato a Shillong per assistere alla consacrazione episcopale dei nuovi vescovi salesiani, Mons. Mathias e Mons. Ferrando, poi aveva subito ripreso, nonostante i suoi 67 anni, la visita pastorale pei distretti del North Arcot.

Dalle residenze di Ranipet e di Vellore aveva raggiunto il giorno 12 a sera, dopo un viaggio di 8o miglia, la residenza di Pallikonda ove le Figlie di Maria Ausiliatrice dirigono anche un Orfanotrofio. Assistette ad uria graziosa accademia in suo onore, poi disse l'Ufficio in compagnia dell'Ispettore e di un missionario di Mill Hill che l'accompagnava, e dopo cena s'intrattenne familiarmente cogli orfanelli finché non fu pregato di confessare due giovani che dovevano fare la prima Comunione l'indomani e le tre suore. Confessati i giovani, stava ormai colla mano alzata per impartire l'assoluzione alla prima suora, quando lo sorprese la sincope cardiaca che, in pochi minuti, lo rese cadavere. Erano le 20,15. L'Ispettore fece appena a tempo ad amministrargli l'Estrema Unzione.

Impossibile descrivere il cordoglio del clero e del popolo di tutta l'Archidiocesi che l'amava come un padre.

La sua salma, trasportata l'indomani con un'autoambulanza a Madras, fu esposta in cattedrale fino all'ora dei solenni funerali pontificati dall'Arcivescovo di Mylapore, assistito dai Vescovi di Salem e Nellore. Tra le autorità era il Governatore, coi Consoli di Francia, Spagna e Portogallo. Fu tumulata nel presbiterio della Cattedrale il giorno 14 dicembre. Giornali cattolici e non cattolici hanno dedicato articoli commoventi ad illustrarne la veneranda figura.

Nato ad Erstrorf diocesi di Metz, il 15 novembre 1867, da Nicola e da Blaire Celestina, aveva compiuto gli studi ginnasiali nel seminario di Metz. Ma sentendo la vocazione alla vita salesiana, nel novembre del 1890 scendeva in Italia e riceveva l'abito ecclesiastico dal Servo di Dio Don Michele Rua, a Valsalice, poi passava a Foglizzo pel noviziato, coronandolo colla professione perpetua all'Oratorio di Torino l'11 dicembre 1891. In Italia fece ancora gli studi filosofici, poi passò nel Belgio ove attese alla Teologia e ricevette gli ordini sacri.

Sacerdote in Liegi l'8 luglio 1894, fu proposto nel 1897 alla direzione della nostra casa di Muri (Svizzera) finchè nel 1904 ritornò a Liegi come Direttore del nostro Istituto di Rue des Wallons.

Ma egli sognava l'apostolato missionario in Cina e nel 1907 ottenne dai Superiori di poter partire per quella nostra missione, appena iniziata. Se nonchè passando per Tanjore a salutare il confratello Don Vigneron che aveva raggiunto quel paese due anni prima e vi aveva fondato un orfanotrofio per indigeni, lo trovò ammalato e in condizioni assai gravi. Si trattenne pertanto ad assisterlo colla speranza che si sarebbe preso ripreso; ma otto giorni dopo Don Vigneron moriva, ed il Servo di Dio Don Michele Rua, successore di Don Bosco rispondendo alla domanda di D. Méderlet se dovesse partire per la Cina o trattenersi in India, rispondeva: « Resta a Tanjore: è la volontà della divina Provvidenza! ». E Don Méderlet rimase consacrandosi generosamente all'Opera salesiana di Tanjore, specialmente alla scuola professionale, cui diede mirabile incremento. Nel 1915 un nuovo campo s'aperse al suo zelo: il Vescovo Mons. Castro affidava ai Salesiani la cura delle anime della città di Tanjore, ed egli veniva nominato parroco della vasta parrocchia che comprendeva, oltre Tanjore, altri 30 villaggi dispersi su una zona di più di 2o km. Applicandosi al nuovo ministero D. Méderlet non trascurò le scuole professionali e nel 192o iniziava la costruzione di una Scuola secondaria che in due anni veniva ultimata ed inaugurata. Nel 1922, preoccupato di provvedere anche alle fanciulle, egli chiamava in aiuto le Figlie di Maria Ausiliatrice che si stanziarono dapprima a Tanjore, poi a Madras, nell'Assam, quindi al North Arcot. Le sue benemerenze furono riconosciute dal Governo che nel 1925 gli conferiva la medaglia Kaiser-Hind. Nel 1926, durante un breve soggiorno in Europa, ebbe la gioia di veder consacrato dal Card. Pompili in Roma il primo prete indigeno da lui preparato. Tornato a Tanjore iniziò la costruzione della magnifica Scuola Industriale; ma ebbe appena il tempo di inaugurarla che la Santa Sede il 3 luglio 1928 lo nominava Arcivescovo di Madras affidando l'Archidiocesi alla Società Salesiana.

Arcivescovo, Mons. Méderlet fu tutto per la sua Archidiocesi prodigandosi indefessamente per la gloria di Dio ed il bene delle anime. Tra le opere principali del suo sessennio di episcopato meritano speciale menzione la fondazione di un piccolo seminario in Madras, di una scuola apostolica a Vellore, di un noviziato per le Figlie di Maria Aus. a Colur e di un altro pei salesiani a Tirapattur Ultimamente aveva sistemato altre residenze per le suore a Pallikonda e ad Arakonam, e stava adoperandosi per la costruzione di una scuola professionale in Madras e per l'erezione di una chiesa a Santa Teresa del Bambin Gesù. Mirabile lo sviluppo dell'Azione Cattolica e l'incremento dato agli istituti per la cura e l'educazione della gioventù. Degno figlio di Don Bosco è morto sulla breccia lasciando, colle opere compiute, la preziosa eredità di esimie virtù religiose e pastorali.

Per intercessione di Maria Santissima Ausiliatrice e di San Giovanni Bosco.

N. B. - Raccomandiamo ai graziati che nei casi di guarigione specifichino sempre bene la qualità della malattia e le circostanze più importanti. Preghiamo pure di indicare, sempre, cognome, nome e data. Non si pubblicano integralmente le relazioni di grazie anonime.

Il giorno della Canonizzazione. - Nel gennaio 1934 dovetti subire un'operazione all'addome, che, non riuscita come si sperava, mi obbligò ad una degenza di tre mesi e mezzo nell'ospedale sempre colla ferita aperta e dolorante.

Avevo posta ogni mia fiducia nell'allora Beato Don Bosco, di cui si attendeva con ansia la Canonizzazione, e lo continuai ad invocare per parecchie novene, affinché si degnasse intercedere presso Maria Aus. la grazia della guarigione. Tardando il miglioramento, aumentai ancora la mia fiducia nella potenza di Don Bosco e... precisamente il giorno della sua esaltazione sugli altari cominciai a sentirmi esaudita. La convalescenza durò tre mesi, ma la guarigione fu perfetta.

Treviglio, 24-9-1934.   MOLTENI TERESINA.

Ridona la salute ad una bambina. - La mia piccola Rita fu colpita nell'inverno scorso da una fiera polmonite che si risolse in una lunga malattia. Da un mese all'altro la malatina deperiva in modo spaventoso. Un giorno fui inspirata ad applicare sul cuore della bambina l'immagine di Don Bosco incominciando una novena per ottenere almeno un miglioramento. Il novello Santo, protettore della gioventù, ascoltò le suppliche di una povera madre: dopo poche ore l'inferma era quasi sfebbrata e accennava a riprendere le forze. Ma ecco sopraggiungere il morbillo. Che fare? Ricorro di nuovo a Don Bosco e inizio un'altra novena. Oh bontà del nostro Santo! La febbre cominciò a diminuire e in pochi giorni la malatina risorse a nuova vita.

Montrone, 12-7-1934. ELEONORA MANGIONNA.

Mi guarisce da una grave infezione. - Un'infezione maligna mi fece subire tre dolorosissime operazioni inchiodandomi in una clinica novanta giorni.

Le cure prestatemi non valsero ad arrestare la cancrena gassosa che prendeva ogni giorno maggiore sviluppo sì da allarmare anche i professori.

Ricorsi allora, con tutta confidenza, al mio protettore San Giovanni Bosco e subito ne provai un grande ed insperato sollievo. Il Prof. Pizzagalli quando notò il miglioramento avvenuto non potè a meno di esclamare: Qui c'è l'intervento di Dio!

Commosso e riconoscente per sì segnalata grazia desidero sia pubblicata affìnchè tutti gli infermi e tribolati pongano la loro fiducia in Don Bosco Santo.

Milano, 24-6-1934.   VEGLIA GIUSEPPE.

Gli debbo la salute. - Da molti anni ero affetta da penosi disturbi che spesso mi obbligavano per lunghi periodi al letto, ed essendo i medici discordi sulla natura della mia malattia e conseguentemente sulle cure da adottarsi, decisi di ricorrere al patrocinio di San Giovanni Bosco e feci fiduciosamente e fervidamente pregare il nuovo Santo dalle buone Suore dell'Asilo di Casinalbo, ove risiedo.

Sempre, con parere discorde dei medici, mi sottoposi ad un atto chirurgico, che date le mie condizioni di debolezza, era pericolosissimo.

Contrariamente a tutte le previsioni umane, che ritenevamo l'atto operatorio come il decollo della mia vita, l'operazione riuscì benissimo e in breve riacquistai la salute. Ora mi sento completamente in forze, e, riconoscente al caro Santo, rendo pubblica la grazia perchè il caso che mi riguarda valga a renderlo maggiormente noto e ad accrescere in Lui la divozione.

Casinalbo (Modena), Dicembre 1934.

BRUNA CAVAZZUTI MALETTI.

Ridona la salute e la favella ad una bambina. -Col cuore pieno di riconoscenza compio un atto di sincera gratitudine pubblicando una grazia ottenuta per intercessione di S. Giovanni Bosco. La mia sorella Speranza, di anni 8, era caduta gravemente malata di meningo-tifo il 25 gennaio 1934. Dopo dieci giorni di malattia, aveva anche perduto completamente la favella. Il male intanto andava tanto progredendo che il medico giudicò la bambina in fin di vita; perciò le fu amministrata l'Estrema Unzione, e da un momento all'altro si aspettava la catastrofe.

Non confidando ornai più nel medico, si fecero delle preghiere e una novena al Santo. Si era già al quarantesimo giorno di malattia e mia sorella, pur rimanendo muta, cominciò a sentirsi meglio e a guarire dal fatale morbo. La sera poi del 12 marzo, al suono dell'Ave cominciò improvvisamente anche a parlare, formulando per prima una preghiera. Subito la mamma, sorpresa per l'inaspettato fatto, si avvicinò alla bambina e le chiese come mai fosse riuscita a parlare; ed ella senza nessun suggeritore disse spontaneamente che Don Bosco le aveva concesso la grazia di parlare. Chiedendole nuovamente la mamma da chi l'avesse saputo, rispose con tutta semplicità che le era apparso l'angelo custode e le aveva detto tutto. La mia famiglia a sentir parlare in tal modo la nostra innocente Speranza rimase meravigliata, e riconoscendo in quella guarigione la divina intercessione, sente l'obbligo di ringraziare S. Giovanni Bosco con preghiere e coli una piccola offerta, secondo le nostre forze. Ora la bambina è completamente guarita. Il medico dott. Pioletti conferma la guarigione.

Sassari, 7-8-1934.   MAURIZIO CASU.

Salva da certa morte un povero giovane. - Un mio figlio ridotto in fin di vita da un'affezione renale fu trasportato all'ospedale colla speranza di poterlo salvare. Ma, tormentato per quattro mesi da una temperatura costante di 40 gradi, deperiva in modo allarmante. I professori curanti non sapevano decidersi all'operazione... Le Suore dell'ospedale consigliarono di fare una novena a San Giovanni Bosco perchè illuminasse i dottori. Oh bontà e potenza del novello Santo! Al mattino del nono giorno, contro il parere di altri 3 professori il medico primario si impose e decise di operare l'infermo senza indugio. L'operazione ebbe felicissimo esito ed i professori stessi, che prima erano contrari, dovettero dichiarare che se si fosse atteso altri due giorni sarebbe stato intaccato il peritoneo e non ci sarebbe più stata speranza di salvezza.

Siano rese grazie a Don Bosco Santo che ci ha così salvati da una catastrofe.

Genova, 25-8-1934.

TOMMASI ADA ved. TURIO.

Guarisce di ulcera gastrica. - Da molti anni soffrivo senza che i vari medici consultati scoprissero mai la causa delle mie sofferenze.

Ricoverato in una clinica, in osservazione, dopo vari esami si scoperse un'ulcera gastrica, di vecchia data. Non mi nascosero la gravità del caso e la circostanza del grave deperimento frutto di ben 15 anni di sofferenze.

Si decise l'operazione, rimasi otto giorni tra la vita e la morte. Però prima di sottopormi all'atto operatorio avevo provveduto a far celebrare una novena a Maria Aus. e a S. Giovanni Bosco nel Santuario di Valdocco e tutta la mia famiglia si unì alle preghiere dei figli del novello Santo. La guarigione fu completa ed io ringrazio di cuore Maria Aus. e S. Giovanni Bosco, inviando l'offerta promessa.

Torino, 30-10-1934.   NERVO PIETRO.

Guarito da tubercolosi. - Colpito improvvisamente dal male che non perdona, fui ricoverato d'urgenza in una clinica di Milano dove quei dottori mi diedero poche speranze di guarigione. Allora riposi ogni mia fiducia in Maria Aus. e in D. Bosco Santo. Il 28 aprile subii una prima difficile operazione che ebbe esito buono, ma non mi guarì. L' 11 giugno subii un'altra operazione assai delicata e questa ebbe invece esito ottimo. Don Bosco aveva guidato la mano dei professori operanti. Con imperitura riconoscenza.

Novi Ligure, 7-7-1934.   SERRA EMANUELE.

Guarita da mal di cuore. - Da parecchi mesi pativo di un gravissimo e complicato mal di cuore, che non solo mi faceva soffrire tremendamente, ma mi portava delle frequenti e lunghe crisi spasmodiche, per cui sembrava che dovessi mancare da un momento all'altro.

Viste inutili tutte le cure, mi raccomandai caldamente e con ripetute novene a Maria Aus. e a S. Giovanni Bosco, perchè intercedessero presso il S. Cuore di Gesù per me; e con sorpresa di tutti quelli che conoscevano il mio stato, andai man mano riprendendomi, tanto che, pur senza essere guarita del tutto, ora sono cessate le crisi, e posso anche occuparmi in varie cose.

Mantengo la promessa fatta, di far conoscere la grazia ricevuta, in riconoscenza alla cara Mamma Ausiliatrice e al , suo gran devoto e Santo Giovanni Bosco.

Asti, Ospizio S. Chiara, 13 ottobre 1934. STROCCO LUCIA.

Guarisce da erisipela. - Colta da erisipela, dovetti mettermi a letto con febbre alta. Preoccupata del mio stato anche perchè mi trovavo fuori di casa, ebbi l'ispirazione d'invocare Don Bosco perchè intercedesse per me presso Maria SS. Ausiliatrice affinché mi ottenesse da Dio la grazia della guarigione. Iniziai una fervorosa novena e mi applicai la reliquia del Santo. Subito presi sonno, cosa che non facevo da tre notti, e al mattino svegliatami sentii con sorpresa che il dolore era calmato, se non del tutto cessato. Ancor più mi commossi quando mi accorsi che era scomparso ogni gonfiore. Ero guarita!

Dopo qualche giorno ripresi il mio abituale lavoro con sorpresa del medico e di tutti. Ringrazio di cuore S. Giovanni Bosco e pubblico la grazia perchè sempre maggiormente si estenda la devozione a questo grande Santo e a Maria SS. Ausiliatrice.

Arezzo, 24 ottobre 1934.

RENATA MARAGHINI, Ex-allieva.

Guarisce mio fratello. - Da parecchi anni mio fratello era costretto ad una noiosa ingessatura per un grave male alla spina dorsale. Mentre si trovava in cura a Fiume fu consigliato a bere dell'acqua di Lourdes e subito sentì scomparire i dolori e vide chiudersi la ferita sempre purulenta. Nonostante questo, nessuno voleva prendersi la responsabilità di liberarlo dalla ingessatura. Chiedemmo consiglio ed aiuto a Don Bosco e, nel corso di una novena, potè liberarsene completamente e riprendere la sua vita normale.

Gravellona Toce, 21 agosto 1934.

Suor I. VILLA, F. di Maria Ausiliatrice.

Ringraziano ancora Maria SS. Ausiliatrice e S. Giovanni Bosco:

Marchisio Maria sofferente da mesi per grave malanno allo stomaco, per la completa guarigione.

G. C. B. (Saluzzo) per l'ottenuta guarigione di persona cara: e attende altra grazia straordinaria con ogni sua fiducia in San Giovanni Bosco.

Grassi Dolores (Aradeo) per l'ottenuta guarigione del figlio.

Vercesi (Pavia) per ottenuta guarigione. Invia un'offerta pel nuovo altare di S. Giovami Bosco.

A. P. (Treviso) pel felicissimo esito di una grave operazione chirurgica e per il pronto ristabilimento in salute.

Reffi Emma (Alessandria) per la guarigione del suo figliuolo. Invia offerta per le Opere Salesiane confidando nella sua paterna e costante protezione.

Cerutti G. (Invorio) per la guarigione da grave malore allo stomaco.

Croppi Celestina (Tirano) per aver ottenuto la guarigione del nipotino Luigi che aveva inghiottito uno spillo.

Peraldo Giuseppe Adi-Ugri (Eritrea) per varie segnalatissime grazie ricevute.

Ivaldi Suor M. Ester per parecchie grazie ottenute.

Rossi Rosa (Ovada) per l'assistenza ricevuta e le grazie speciali ottenute negli anni decorsi.

N. N. (Garbana) per varie grazie ricevute.

Un Cooperatore salesiano di Salerno per un favore ricevuto.

Gherardi Clara (Pisa) pel felice esito degli esami del fratello.

Briani Maria (S. Michele Extra) per la ricuperata salute della figlia affetta da grave esaurimento nervoso.

N. N. di Cassano Spinola per una grazia ricevuta e per altre che spera di ricevere.

Fiorini Margherita (Cuneo) per la speciale protezione ottenuta in penose circostanze della vita.

Sarteur Eufrosina (Challant) pel felicissimo esito di due operazioni.

M. P. per l'ottenuta guarigione da un patereccio ad un dito.

Casali Fernanda Marini (Mantova) per la salvezza della sua Francesca da pericolo di vita.

Ricco Domenica (Torino) perchè fu riconosciuta la sua innocenza coll'assoluzione da grave imputazione.

Costantini Lucia (Pescara) per ottenuta guarigione della figlia che i medici disperavano di salvare.

C. A. M. (Genova) per l'ottenuta guarigione di persona cara.

Una divota di S. Giovanni Bosco (Torino) per una specialissima grazia ottenuta e per il miglioramento in salute di persona cara.

Bertotto Vera (Valle Mosso) per aver ottenuto quanto desiderava.

Casiello Capasso Immacolata (Piedimonte d'Alife) per l'ottenuta guarigione dell'unico bimbo di dieci mesi.

Gavazza Aventina (Grana M.) per la guarigione di un nipotino che, colpito da gastro-enterite, era ridotto in fin di vita.

Parotto Sr. Carmela (Bosto di Varese) per aver ottenuta una grazia segnalatissima.

Grattarola Giuseppe (Nizza Monf.) per l'ottenuta guarigione del piccolo Gilberto.

Roberto A. (Torino) per la guarigione della sorella affetta da nefrite acuta complicata con altre malattie.

Ascari Egidio (Casinalbo Modena) per il buon esito di grave operazione chirurgica e per l'ottenuta completa guarigione.

Famiglia Ferrarini (Casinalbo-Modena) per l'ottenuta guarigione della loro piccola Gabriella, colpita da bronco-polmonite doppia.

Debottini Carmela (Casinalbo-Modena) per essere stata guarita da grave malessere.

Maestra Matilde Ferrero (Strambino) per grazia ricevuta.

N. N. (Guadalajara-Messico) per l'ottenuta riscossione d'una forte somma che non c'era verso di avere.

Una Cooperatrice per aver ottenuto un decisivo miglioramento da preoccupanti condizioni di salute.

La famiglia Barone (Foglizzo) per avere prontamente ricevuto da Maria Ausiliatrice e da S. Giovanni Bosco una grazia tanto desiderata.

Lettera di Don Giulivo ai Giovani.

« Don Giulivo in idroplano! » Ecco la sorpresa che non vi sareste mai aspettata. E nemmanco io, sapete, l'avrei mai sognata. Ma tant'è la Provvidenza ha disposto ch'io avessi anche questa bella sorpresa. Terminate le grandi feste che la Sardegna ha dedicato a Don Bosco Santo e che si sono svolte con solennità eccezionale sotto la presidenza di tutto l'Ecc.mo Episcopato Sardo, fra l'omaggio delle più alte autorità e l'entusiasmo di un popolo immenso, gli amici di Cagliari mi vollero offrire il mezzo più celere per tornare a Roma e mi fecero salire su un magnifico idroplano che in due ore mi ha trasportato con felicissimo viaggio da Cagliari ad Ostia. Fu una vera delizia, ai miei settantotto anni! Mentre l'apparecchio stendeva il suo placido volo attraverso al mare, io pensava a Don Bosco che un giorno aveva sognato un viaggio, a volo, per le Missioni salesiane della Patagonia, e, dopo aver percorso un territorio di quasi un milione di kmq., aveva avuto l'impressione di tornare a Torino su un velocissimo aereo che lo depose proprio all'Oratorio. Egli l'aveva soltanto sognato, ma quanti dei suoi figli, missionari, potranno un giorno percorrere le sterminate regioni ancora selvagge, per cui oggi si esigono mesi e mesi di viaggio, in pochi giorni, per provvedere all'evangelizzazione di tante povere anime? Alcuni l'hanno già fatto: ma in avvenire le aviolinee prenderanno certo tale sviluppo da renderlo facile a molti. E, come per l'addietro sorsero generosi cooperatori che regalarono barche e battelli ai missionari pei loro viaggi apostolici, così io penso sorgeranno domani altri non meno generosi che regaleranno loro qualche idroplano o qualche aeroplano. C'è anzi da augurarsi che lo facciano presto per accelerare l'opera di civilizzazione e di rendenzione di tanti poveri selvaggi.

E chissà che voi stessi un bel giorno non vi prendiate la nobile soddisfazione di fare una visita alle nostre missioni per via aerea?!... Oh, quante cose vedrete allora coi vostri occhi, che commoveranno profondamente il vostro cuore e vi faranno comprendere il grande servizio che i più moderni mezzi di trasporto possono rendere alle più sante e più eroiche imprese. Frattanto accontentatevi di seguire le fatiche apostoliche dei nostri intrepidi missionari attraverso la lettura del Bollettino Salesiano e di Gioventù Missionaria, il bel periodico mensile che è scritto proprio per voi e che costa appena L. 6,20 all'anno. Basta inviare l'importo alla Direzione, Via Cottolengo 32 Torino 1o9.

Dio vi benedica e vi conservi sempre allegri.

vostro aff.mo D. Giulivo.

L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Morale con Regio Decreto 13 gennaio 1924, n. 22, può legalmente ricevere Legati ed Eredità. Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule:

Se trattasi d'un Legato:

« ...lascio all'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino a titolo di legato la somma di Lire... (oppure) l'immobile sito in... ».

Se trattasi invece di nominare erede di ogni sostanza l'Istituto, la formula potrebbe esser questa. « Nomino mio erede universale l'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino, lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo ».

(Luogo e data).

(Firma per esteso).

NECROLOGIO

Salesiani defunti.

MASERA D. TOMMASO, sac. da Trofarello. morto a Roma il 19-11-1934 a 59 anni di età. Tempra di lavoratore intelligente ed indefesso, aveva acquistato una competenza eccezionale nel campo della amministrazione e della edilizia che rifulse negli Istituti di Faenza e di Parma e che trionfò delle più gravi difficoltà nella magnifica realizzazione della grandiosa Opera salesiana di Livorno Toscana. Ove nel 1915, all'inizio della grande guerra, non era che un modesto Oratorio, nell'anno della Beatificazione di Don Bosco, fiorivano tutte le attività proprie della famiglia salesiana attorno al maestoso Tempio della Vittoria, negli Istituti ed Oratori maschili e femminili, retti dai Salesiani e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. Le sue ultime preziose energie furono spese nell'Opera salesiana di Gaeta e nell'alma città di Roma, alla Scuola del Mandrione ed attorno al Tempio di Maria Ausiliatrice presso l'Istituto Pio XI. Ripetuti attacchi cardiaci fiaccarono in pochi mesi la sua robusta fibra, strappandolo violentemente all'intensa attività prodigata fino al sacrificio per la gloria di Dio ed il bene delle anime, nell'esercizio del sacro ministero, nell'educazione della gioventù, nella propaganda salesiana, collo spirito genuino del Santo Fondatore che l'aveva accolto fanciullo nell'Oratorio di Valdocco. Il largo rimpianto di confratelli, di amici, di autorità e popolo e giovani allievi ed ex-allievi ha testimoniato ampiamente dell'efficacia del suo generoso apostolato.

PICCABLOTTO D. PIETRO, sac. da Casalborgone (Torino) † a Torino il 22-11-1934 a 59 anni di età. Ebbe la fortuna di compiere il ginnasio all'Oratorio sotto lo sguardo di S. Giovanni Bosco che lo guadagnò alla vita salesiana. Conseguita la laurea in fisica e matematica e raggiunto il sacerdozio, fu destinato all'Istituto di Valsalice ove per 25 anni tenne la cattedra di fisica in Liceo e per circa tre lustri anche quella di matematica nella Scuola Normale pareggiata, prodigando ai nostri chierici ed agli altri alunni i tesori del suo ingegno, del suo cuore e della sua instancabile attività. Nè questa si limitò alla scuola, ma si svolse generosa ed efficace nel sacro ministero alla direzione degli Oratori festivi di Valsalice e di Saluggia che per parecchi anni gli assorbirono tutte le ore libere dall'insegnamento. Dal 1930 si trovava a Foglizzo conte professore nello Studentato filosofico salesiano. Un male insidioso, che ne minava segretamente la preziosa esistenza, ribelle ad ogni cura e ad ogni intervento chirurgico, fiaccò d'un tratto la sua robusta fibra. Sereno, come sempre, accettò con edificante rassegnazione il sacrificio supremo, sopravvivendo nel cuore di generazioni di allievi ed ex-allievi che ricordano il maestro buono, il religioso esemplare, il salesiano umile, laborioso e pio, zelante della gloria di Dio e del bene delle anime.

BARON D. GIOVANNI, sac. da Ramon di Loria (Treviso) † a New York, N. Y. il 16 ottobre 1934 a 41 anno di età. Conobbe i Salesiani in California leggendo il Bollettino e fece dodicimila km. per venire a Torino a chiedere di essere accettato come Figlio di -Maria. Superate felicemente le prove ed ordinato sacerdote nel 1930, raggiunse di nuovo gli Stati Uniti ove svolse apprezzatissimo il sacro ministero.

SALA D. AGOSTINO, sac. da Velate Milanese † a Montodine (Cremona) a 44 anni di età. Da dieci anni era Maestro dei Novizi dell'Ispettoria Lombarda, e si prodigava generosamente, senza riguardo neppure alla sua precaria salute, nella formazione di tante giovinezze chiamate da Dio alla vita salesiana. Sostenuto da soda virtù, animato dallo spirito genuino del Santo Fondatore, raggiunse un'efficacia di direzione spirituale che ha confortato l'Ispettoria di ottimi frutti. Logorato anzi tempo, è passato al premio, lasciando preziosi esempi di virtù preclare.

ZAMORA GIUSEPPE, ch. da Bibliàn (Equatore), † a Guayaquil il 25-5-1934 a 24 anni di età.

GAYOL ANTONIO, ch. da Rosario (Rep. Argentina), † a Córdoba il 14-8-1934 a 29 anni di età.

REINEKE ENRICO, ch., da Rietberg (Westfalia) † a Marienhausen (Germania) il 21-10-1934 a 3o anni di età.

DIMT RODOLFO, coad. da Mähhrisch Rotwasser (Ceco-Slov.), † a Bingen il 25-10-1934 a 37 anni di età.

BERGAMINI GIUSEPPE, coad. da Pasturo (Como), † a Piossasco (Torino), il 10-11-1934 a 21 anni di età.

Cooperatori defunti.

S. B. MONS. LUIGI FERRETTI, Vescovo di Macerata e Tolentino, † il 16-11-1934. Ammiratore sincero e devotissimo di S. Giovanni Bosco, nutriva pei suoi figli e per le Opere salesiane un affetto paterno. Nel ministero pastorale si ispirava costantemente al grande Apostolo della gioventù e ne parlava con trasporto in ogni occasione. Uno dei suoi ultimi scritti fu un appassionato richiamo delle Associazioni di Azione Cattolica ai criteri educativi di Don Bosco nella produzione e nella rappresentazione di azioni drammatiche. Pel suo clero e pel suo popolo si prodigò senza riserva fino all'ultimo. Al medico che gli rimproverava l'ultima fatica alla cerimonia dì inaugurazione dell'anno scolastico in Seminario, rispose con slancio apostolico: « Il Sacerdote deve morire sulla breccia lavorando pel belle del suo gregge ». Ricopiava la dolcezza e l'amabilità di S. Francesco di Sales e ne imitava lo zelo pastorale. La Diocesi piange in lui la perdita di uno dei suoi Vescovi più cari, e noi quella di uno dei più affezionati Cooperatori.

MONS. CAN. FRANCESCO BRUNO. Fu per molti anni Direttore Diocesano dei Cooperatori di Messina finchè, colpito da un improvviso malore, fu costretto ad interrompere la sua instancabile attività sacerdotale.

Passò l'ultimo periodo di vita in S. Pier Niceto, sua patria, resistendo per quasi 6 anni ai violenti assalti del male che lo trasse alla tomba.

La sua morte ebbe largo e meritato rimpianto, perchè Mons. Bruno era popolarissimo sia per le sue elette doti di cultura e di pietà, che per la magnifica operosità sacerdotale svolta in Messina e Diocesi e in molte città d'Italia come oratore sacro ricercatissimo, Rettore di Seminari, e pubblicista.

Fondò e diresse brillantemente vari Periodici Cattolici e fu attivissimo Rettore del Santuario Messinese della Madonna di Montalto.

Amò l'Opera salesiana sin da giovane chierico. Assunto alla Direzione Diocesana dei Cooperatori, vi spiegò grande zelo, specialmente nella organizzazione dei medesimi e nelle periodiche Conferenze salesiane.

MONS. BALDASSARRE DELUGAN, † a Trento il 23-11-1934 a 72 anni, nel giorno e nell'ora precisa in cui 5o anni prima aveva celebrata la sua Prima Messa.

Era Decano del Capitolo della Cattedrale, Prelato domestico di S. Santità e per molti anni, fino alla fine della grande guerra, era stato Deputato al Parlamento di Vienna e alla Dieta di Innsbruch.

Amava grandemente la Società Salesiana e aiutava coll'opera e col consiglio il nostro Istituto per allievi missionari, in quella città. Da molti anni era Direttore dei Decurioni Salesiani della Diocesi.

CAN. DOTT. LORENZO GENTILE, Arcidiacono della Cattedrale di Asti, † il 6-11-1934 a 68 anni di età. Oltre al ministero sacerdotale cui consacrò la sua vita preziosa in città e diocesi, attese per molti anni all'insegnamento ed alla cura di studi storici e letterari che gli acquistarono notevole fama in Italia ed all'estero. Fu collaboratore delle Letture Cattoliche in cui videro la luce vari suoi opuscoletti di divulgazione e di vite di Santi. Amico cordiale dei Salesiani, sostenne sempre generosamente le Opere di Don Bosco.

MONS. GIUSEPPE VILLA, Prot. Ap. ed Arcidiacono della Cattedrale di Alessandria, † il 27-11-1934. Virtù preclare rifulsero nella sua vita sacerdotale e bei doni di mente e di cuore nel sacro ministero; un affetto speciale legò sempre il compianto Monsignore alle Opere salesiane.

SUOR MARIA BENEDETTA, Superiora delle Suore di Notre Dame di Gorizia. Volava al Cielo il 24-11-1934, nel giorno dedicato alla commemorazione di Maria Ausiliatrice, lasciando nel dolore la numerosa Comunità delle sue Figlie spirituali.

Anima eletta, e tutta del Signore, religiosa di perfetta osservanza, non visse che per far del bene a tutti: anche le Opere di Don Bosco furono da lei generosamente aiutate.

COMM. AVV. ENRICO TUCCARI, dei Baroni di San Carlo. A 5 mesi di distanza dalla morte della moglie fu sorpreso da un improvviso malore che lo trasse alla tomba il 5-11-1934. Educato alla scuola di S. Giovanni Bosco, informò l'animo alle virtù più elette che resero preziosa la sua vita di cattolico esemplare, devotissimo della S. Sede e del Vicario di Cristo di cui era Cameriere d'onore di Spada e Cappa.

MYRIAM CORNELIO MASSA, ved. del comm. Cornelio Angelo e sorella di Mons. Massa, Amm. Ap. di Rio Negro e Porto Velho (Brasile), morì a Milano, confortata dalla benedizione del S. Padre e del Card. Schuster, il 15-11-1934. Donna di eletto ingegno, svolse una preziosa attività letteraria collaborando in giornali e riviste cattoliche di Liguria e di Lombardia e riflettendo sempre il pensiero e lo spirito cristiano in pregevoli pubblicazioni di prosa e poesia tradotte anche in altre lingue. Faceva parte dell'Accademia Romana dell'Arcadia ed era insignita delle Palme Accademiche di Francia. Col marito, nipote di Antonio Stoppani, fu una delle più generose cooperatrici dell'Opera salesiana in Milano, ove prodigò soccorsi materiali e morali con affetto materno.

CAV. DOTT. ALESSANDRO PASQUINI di Torino. Esemplare Cooperatore salesiano, zelò ogni opera; di bene, partecipando attivamente all'Azione Cattolica, alle Conferenze di S. Vincenzo de Paoli, e cooperando generosamente alle Opere salesiane. in umiltà e carità, facendo dell'Eucarestia il suo nutrimento e la sua forza.

CAROLINA MOLFINO, da Tortona, † il 16-111934 a 9o anni di età. Mamma del nostro Don Domenico, visse la sua lunga giornata e specialmente gli ultimi anni, travagliati dalla cecità, con urto spirito di fede e di rassegnazione alla santa volontà di Dio che era una continua scuola di pietà cristiana. Nella preghiera trovava il conforto alle sue pene, la gioia del suo spirito semplice e buono.

SCOTTI ANTONIETTA, da Cremona, † il 22-10-1934 a 54 anni di età. Il Signore ha chiesto il sacrificio della sua vita quando cominciava a veder confortati i suoi sacrifici di mamma; ma la sua fede e la sua pietà cristiana, ispirata da tanto affetto a Don Bosco ed all'Opera salesiana, fanno sperare che la sua assistenza sia già più valida dal Cielo.

GIUSEPPINA BENVENUTI da Borghetto sull'Adige, † il 21-11-1934. Madre del nostro

D. Luigi visse tutta per la sua famiglia e per le opere di carità, prodigandosi, donna forte e prudente, nel far del bene. Aveva eletto Don Bosco come protettore della sua casa e l'onorava di una tenera divozione.

ING. CAV. ALESSANDRO BIANCO da Caluso, † a Torino l'11-11-1934 a 76 anni di età. Un incidente ferroviario ha stroncato bruscamente la preziosa esistenza di questo modello di cattolico che ebbe, coli tutta la famiglia, le più cordiali sollecitudini per le Opere salesiane. Fondatore e Direttore della Cassa di risparmio di Ivrea, rifulse per rettitudine ed onestà di coscienza, per spirito di abnegazione e di generosità. Ogni mattina il Duomo lo accoglieva per tempo alla santa Comunione e lo vedeva ancora nel pomeriggio per la sua quotidiana meditazione. All'arte religiosa ed all'Azione Cattolica consacrò le ore libere dall'ufficio, legando il suo nome, tra l'altro, al Tempietto della Vergine sulla vetta del Mombarone. Gli Istituti salesiani della città e dintorni, che godettero in modo particolare della sua carità, frutto di grande sobrietà di vita, mentre ne piangono la morte, ne perpetuano il ricordo delle eminenti virtù colla più viva riconoscenza tributandogli copiosi suffragi.

TULLIA SIMONA VED. FU LUIGI, † a Locarno il 9-12-1934 ad 89 anni di età.

Madre del nostro D. Carlo, ha consacrato al Signore cinque dei suoi 15 figli, educati con saggezza materna ai puri sensi della vita cristiana cui seppe informare tutta la famiglia. Cuore aperto a tutte le opere buone, ricevette il diploma di zelatrice salesiana dal Servo di Dio Don Michele Rua e prodigò anche in questo campo della carità cristiana un'illuminata e generosa attività che Iddio benedisse di frutti copiosi. La sua lunga giornata trascorse così intessuta di opere buone ed impreziosite dal fervido esercizio delle più elette virtù.

Altri Cooperatori defunti:

AGUS VINCENZA, S. Antioco (Cagliari). - ALLIANI GIov. BATTISTA, Genova. - BALDIN BONA, Albaredo d'Adige (Verona). BALZARETTI ANTONIA ved. BELLOTTI, Palestro. -BELLOTTI NELLA, Ancona. - BENNA EMILIA, Montaldo (Torino). - BERRUTI IRMA, Migliarina (Spezia). - BIANCHI GIUSEPPE, S. Severino Marche (Macerata). - BORTOLOTTI MARIA ved. NOCELLI, Camerano (Ancona). - BULSI Don ACHILLE, Casarile (Milano). - CAROSSO ANGELA, Torino. - CASCIONE FELICITA, Cerea (Verona), - CATTANEO VAGNOZZI LUIGINA, Voghera (Pavia). - CODA FERDINANDO, Napoli. - COLOMBO LuIGIA, Trezzano Rosa (Milano). - COLOMBO SERAFINO, Carugo (Como). - CRESSO LUIGIA ved. COMETTO, Cuneo. - DAL CIELO D. NESTORE, Vallera di S. Pancrazio P. - DANIELI MARIA, Villafranca (Verona). - DE DioNIGI ANGELA, Cassina Valsassina (Como). - DE MASSARI MADDALENA, Legnano (Verona). - DENTALI ROSA, Verolengo ('Forino). - Di GIULIO PALMIRA COLAONE, Tricesimo (Udine). - FACCIOLI MARIA, Costa di Rovigo. - FAINI Comm. FEDERICO, Roma. - FENOGLIO MICHELE, Villanova Mondovì (Cuneo). - FERETRO GIOACHINO, Cuneo. - S. Ecc. Mons. FERRETTI LUIGI, Vescovo di Macerata e Tolentino. -- FORNARI BENEDETTO fu Giov., Ardesio (Bergamo). - GADDUCCI ISOLA ved. CEI, Pisa. - GALARSI Don ANGELO, Ravenna. - GALIMBERTI GIULIA, Milano. - GENTILE Can. LORENZO, Asti (Alesa.). - GIONDINI Mons. GIUSEPPE, Campi Bisenzio (Firenze). - GIORCELLI CARLO GioVANNI, Fubine (Aless.). - GIOVINE CATERINA, Nizza Monf. (Aless.). - GUASCO BARBARA. - GUAZZANI FEDELINA, Fidenza (Parma). - IORIS CANDIDA, Nonno (Trento). - LEPRE STEFANO, Villatalla (Imperia). - LITIZETTO PIETRO, Bosconero (Torino). - LUCINI TERESINA, S. Bernardino (Cremona). - LUNARO GUGLIELMINA, Finalmarina (Savona). - MAGENTA Don ENRICO, Vigevano (Pavia). - MALATESTA BACCIO, Settignano (Firenze). - MANDELLI MODESTO, Brivio (Como). - MANZI AGNESE, Caramagna P. (Cuneo). - MARINI COSTANZA, Colombaro (Brescia). - MEDIci GIOVANNA, Calvenzano (Bergamo). - MITTINO TERESA, Trecate (Novara). - MOGLIA MARIA, Moncucco T. (Aless.). - MONGUZZI ALESSANDRO, Monza (Milano). - MAZZETTI GIUSEPPINA ved. SCONFIENZA, Mombercelli (Alesa.). - MUSSO FANNY di VITTORIO, Pontedassio (Imperia), - PAGANO ALESSANDRO, Torino. - PAIETTA GIOVANNI, Taino (Varese). - PANNONE Mons. ANDREA Arcid. Cattedrale, Caiazzo (Benevento). - PANOSSo MARIA, Cologna Veneta (Verona). - PASQUINA OLIMPIA, Riva di Chieri (Torino). - PATERNI ATTILIO, Resina (Napoli). - POLI CESARE, Vertova (Bergamo). - QUADRELLI CAROLINA, Romagnese (Piacenza). RIGHELE PIETRO, S. Tornio (Malo - Vicenza). - ROBALDO GUGLIELMO, Pamparato (Cuneo). - RUA Prof. GIUSEPPE, Torino. - SACCO LORENZO, Rapallo (Genova). - SALMOIRAGHI GIULIO, Castelletto sul Ticino. - SARTORI SELENE, Vescovato (Cremona). - SAVINI ANNUNZIATA, Villafranca Lunigiana. - SEGALA EMILIO, Cittadella (Padova). - SERRATRICE MARIA, Torino. - SIMONOTTI AMBROGIO, Maggiate Super. (Novara). - SPERA FRANCESCA, Roma. - TERRAGNO PIETRO, Villatalla (Imperia). - TORRI MARTINA, Corenno Plinio (Como). - VERANDO MADDALENA, Savona. - VERZELETTI MATILDE, (S. Giuseppe) Rovate (Brescia). - VIDONI GIUSTINA, Sornico d'Artegna (Udine). - VIOLA ELVIRA in MAZZOLI, Verona.

Anime riconoscenti a Maria Ausiliatrice e a San Giovanni Bosco.

Ci hanno segnalato grazie ottenute per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice o di S. G. Bosco, e alcuni hanno anche inviato offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:

Abate Vittoria, Abrate Margherita, A. G. D. di Brescia, Alfarano Maria, Alfieri Amelia, Andero Ludovico, Antico Luigi, Antonino Margherita, Arnoldo Davide, Artuffo fam.a, Asalli Maria.

Balduino Negrotto Maria, Ballario Pina, Bani Argia, Barbarini Brigida, Barella Giovanna, Basso Elvira, Basso Grosso Rosa, B. B., Belfanti Caterina, Beltrame, Bertinelli Letizia, Berruto, Bertorello Traverso Fanny, Bianco Giuseppina, Blandino Elisabetta, Boasso Paolina, Boccalatte Giovanna, Bojetti Imelda, Bonaldi Rosa, Bornino, Bortolani Giovanna, Bovo Germano, Bronzi M., Brosso Antonio, Burzio Tomaso.

Caccioli Agostina, Calzavara Pinton Teresa, Capitano Celada, Caprioglio, Caratozzolo Carmela, Carpanera Caterina, Carpignano Ettore, Carpo Maddalena, Casarin Eugenio, Cassetta Secondo, Castellani Emilia, Castelli Ugolina, Catella Maria e Antonietta, Cavallini Malinverni Enrichetta, Cavallito Luigino, Cavallotti Teresa, Cechino Luigia, Cella Severina, Cerutti A. Chiaberti, Cibrario Maddalena, Cima Certa Antonietta, Citaristi Giuseppe, Civardi, Clerici Carlo, Cogo Teresa, Cometti Elisa, Corignatti Teresa, Cortese-Tagliaferri, Cosulich Ing. Federico, C. P., Cristiani Caterina, Crivello Laura.

D'Alitto Prof. Costantino, Davide Maria, De Giovanni Clara, Del Bono Regina, Della Torre Maria, Delle Piane Sara, Del Negro Sr. Teresa, Del Savio Maria (anello oro), Demonte Agostino, Depetris Giovanni, De Ponti Mella Rosa, Devizzi Angela, Drocco Anna, D. Z.

Fabbri Perassi Margherita, Faga Orsola, Fantozzi Maria, Favi Amabile, Ferrari Edvige, Ferrari Guglielmina, Ferraris Pietro, Fersaris Teresina e Cornelia, Ferrero Cristina, Fiamingo Badalà Peppina, F. M. di Bianzé (catenella oro), Follia coniugi, Fornara Luigi, Forneris S., Frascella Raffaele, Fresia, Friz Luigi.

Gai Giuseppina, Galasso Giacomo, Galizia Domenica, Galli Maria, Gandolfi Paola, Garbarini Cappa Eugenia, Gatti Maria, Gavarino Luisa, Gavioli Francesco Aurelio, G. C. P. di Sale Monf., Gentile Giovanna, Gerretana Martino fu Giuseppe, Gianotti Maria, Giardini Rl ghetto Lucia, Gillia Pierino, Gino Lucia, Giordano Eraldo, Giustetta Rosina, Grasso Laura, Grondona Maria, Grosso, Guerci Maria.

Invernizzi Giuseppe, Ivaldi Mirella.

Ladetto Domenica, Lagomarsino Elisa, Laguzzi Traverso Lina, Lanza Salvatore, Lanzarini Edoardo, L. M., Locatelli Angela.

Maggioni A., Manello Carlo, Marmo Giovanna, Martano Anna, Massa Argiolas Rita, M. B. di Torino, Meinada Teresa, Melotti Lucia, Merlino Stefano, Merlo Lucia, Merlo Palmira, Mezzano Maddalena, Mila Maria, Milio Drago Nunziatina, Mincotto Pietro, M. M., Montani Forni Emilia, Moroni Cesarina, Morra Di Chiara Agata, M. S., Mussa Giuseppina.

Negrini Leonilda (2 anelli e braccialetto), N. N. di Gallarate, Capriata d'Adda, Chivasso, Finalmarina, Terranova Monf., e di Torino.

Occhipinti Concettina Aurea, Opiatti Carolina.

Pace Giuseppina, Pampiglione Anna e Giovanni (oggetti oro), Pane Maria, Panizza, Pasta Clelia, Pautasso Carolina, Pecci Amalia, Pequenino Angela, Pernice Cav. Giuseppe, Perosino Antonio, Perron Cabus Eugenia, Pessina Felicita, Pezzato Elena, Pigino Carlo, Pigino Linda, Pilone Don Giuseppe, Piovano Annunziata (braccialetto oro), Pluvianno Angelica, Ponini Isolina, Pozzoli Luigi, Prato Giuseppina, Prevignano Vittoria, Puccioni Maria, Puerari Ruggeri famiglia.

Raimondi Martorana Vincenzo, Ramondini fam.a, Ranzi Ada, Ranzini Antonio, Rapallini Elisa, Rappis Margherita, Raselli sor.lle, R. C. di Giaveno, Revnaldi Marianna, R. F., Ribaldone Oreste e Maria, Ribet Adele, Rigoni Don Andrea, Rimoldi Antonietta, Rinaldi Caterina, Riva Eugenio, Rolfo Giuseppe, Romina Migone Galdina, Rosio Desiderio, Russo Don Alfio, Ruta Guido.

Sabbatini Can.co Ernesto, Sacco Maria, Salto Maria, Sampietro Maria, Santi Bice, Saracco Maddalena, Saracco Teresa, Sasso Mario, Scaglia Rosa, Scalvini Marianna, Scamuzzi Ernesto, Scavino Margherita, Sciandra, Sciano Maria, Simonetti Marcella, Silvestri Giuseppe, Sola Lucia, Soldi Pia, Sorgesa Vincenzo, Spagnolo Bice, Stantero Maddalena.

Tacchella Teresa (fermaglio oro), Tarsia, Temelin Augusta, Temelin Vittoria, Terzuolo, Todeschini, Tomasoni Giovanni, Tonelli Giulia, Tonon Fiorello, Torretta Francesco, Trapletti Angelo, Tucci Maria.

Ughetto N.

Vaccarino Renato, Vaglienti Isaia, Valli Dott. Edoardo e Rina, Vamillone, Varchi Mario, V. C., Vela Angela, Venosta Lea, Vergnano Rosina, Viale Rita, Vicobono Margherita, Viglianco Tavella, Villa Giuseppina, (anello oro), Villa Maria, Vizziale Antonio, Vuillermin Avv. Renato.

Zagni Leonella e Filomena, Zanetta Primino.

In fiduciosa attesa.

Raccomandiamo caldamente alle preghiere di tutti i nostri Cooperatori, le seguenti persone e le loro particolari intenzioni:

A. G. di Borgovercelli, Arduino Antonia (braccialetto oro e spilla), Astigiano Giannina, Badiali, Ballario Maria, Beldì ved., Bertolotti Maria, Blandino Elisabetta, Bordone Caterina, Bruno Caterina (anello oro), Brussino Luigi, Campora Giovanna, Campos, Caprioglio Severina, C. T. di Casale (anello oro), Da Palosco, Demichelis Carlo fu Luigi, Dessano Rosa, Deyman Maria, Finazzi Elisa ved. Maioli, Frasso Carlo, Gallo Clotilde, Garzoni Carla, Gay, Gerardi Adele, Ghione Clara, Giai Via Enrico, Giorgis Margherita, Grana Rosa, Laperuta Paolo, Lovera Giuseppe, Lovera Letizia, Lupo Caterina, Lusso Luigia e Giovanni, Maccagno Antonio (ciondolo oro), Malinverni, Martin Francesco, Mazzone Natale, Militto, Morello Unia Maria, Musso Giuseppe, Oddone Vittoria, Palma Maria, Pisano Giuseppina Pochini Giuseppe, Poma Maria, Pompei Maria, Rodda Maria, Romeglio, Scognamiglio, Simontachi, Spreafico Maria, Tosti, Trombetta Carmelina, Una pia persona, Valle Luigia, Viano Giuseppina, Vinelli Dina Ved. Armano, Zanone Rosina, Zara Luigi, Z. P. Giuseppina, Zunino Marta.