BS 1930s|1931|Bollettino Salesiano Dicembre 1931

Anno LV.   1° DICEMBRE 1931 (X)   Numero 12.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

SOMMARIO: Per la Messa d'Oro del Sig. Don Rinaldi. - Crociata d'amore. - L'Opera Salesiana a Bologna. - Festa del Beato Don Bosco. - La Marchesa Lavinia Scafi Grimaldi. - Dalle nostre Missioni. - Grazie ricevute per intercessione del Beato. - Lettera di Don Giulivo ai giovani. - Notizie di Famiglia. - Culto e grazie di Maria Ausiliatrice. - Necrologio. - Indice annata 1931.

Per la Messa d'Oro del Sig. Don Rinaldi.

La data del 23 dicembre, in cui il nostro venerato Rettor Maggiore entrerà nell'anno del suo Giubileo Sacerdotale, è prossima: salutiamola con esultanza ed apprestiamoci coll'affetto più vivo a festeggiare la Messa d'Oro che, a Dio piacendo, il Sig. Don Rinaldi celebrerà il 23 dicembre 1932.

I cinquant'anni di sacerdozio di Don Rinaldi furono cinquant'anni di intenso apostolato nella Congregazione Salesiana: come maestro, come Direttore e Ispettore, come Prefetto Generale e Rettor Maggiore della Congregazione nostra, Don Rinaldi, in Italia e all'Estero, tra le giovinezze fiorenti di Oratorii e di Collegi, nel ministero sacerdotale e nelle private relazioni con le persone che l'avvicinarono, svolse un apostolato ampio, fruttuoso, ben degno di un discepolo e successore di Don Bosco.

Se ci sfugge il controllo del bene da Lui operato in cinquant'anni, un dato di fatto è sott'occhio e nel cuore di tutti; ed è, quanto Egli, per la bontà generosamente sparsa nel suo solco, raccolga oggi in amore dai Figli e dalle Figlie che la Provvidenza affidò al suo governo, dai Cooperatori, dagli ex-Allievi ed Alunni. La risonanza del suo fausto Giubileo ha percorso i Continenti destandovi indicibile gioia, e l'amore che oggi converge verso la sua umile persona ben esprime quale febbrile impazienza e quale compressione di entusiasmo sia in tutti per l'auspicata ricorrenza.

Che si farà dunque per solennizzare la Messa d'Oro del Sig. Don Rinaldi?

Premettiamo che, per aderire a un espresso desiderio del nostro Rettor Maggiore, le feste in suo onore non avranno carattere profano, ma consisteranno tutte in manifestazioni intime e religiose, mirando soprattutto a implorare grazie divine sul festeggiato e a glorificare il Beato Don Bosco, al quale, dopo Dio, il Sig. Don Rinaldi si sente debitore di tutto.

Posta così in chiaro l'indole dei festeggiamenti dell'Anno Giubilare, veniamo ad esporre le linee generali di alcune manifestazioni fissate in programma, sicuri che incontreranno il gradimento di tutti e da tutti saranno praticate col più fervido slancio.

I. - La Giornata di preghiere.

Vogliamo anzitutto aprire l'anno con una « GIORNATA DI PREGHIERE ». Per tutte le Case e Chiese dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice è stabilita a tale scopo la giornata di MERCOLEDI', 23 DICEMBRE (dove tornasse più comoda, la DOMENICA, 20 DICEMBRE). Non si prescrivono preghiere determinate, ma nella piena libertà l'entusiasmo e l'affetto pel venerato Rettor Maggiore troveranno modo di esplicarsi in suggestive e devote funzioni e in fervorose preghiere, perchè il Signore lo conservi in ottima salute, lo benedica e volga a comune bene spirituale l'anno aperto con sentimenti di pietà cristiana.

I Cooperatori e le Cooperatrici, gli ex-Allievi ed ex-Allieve si associno, dov'è possibile, alle manifestazioni delle Case Salesiane e delle Figlie di Maria Ausiliatrice; per le altre località i Direttori Diocesani, Decurioni, Zelatori e Zelatrici siano compiacenti di organizzare identica funzione, nel modo che crederanno più conveniente.

Ma la «GIORNATA DI PREGHIERE » dev'essere il primo segno di compattezza spirituale intorno a Colui che si vuole onorare.

II. - L'offerta per la Messa d'Oro.

Un altro segno di tangibile adesione alle feste giubilari del Rettor Maggiore desideriamo sia dato con l'offerta individuale per la Messa d'Oro. Non è chi non veda il significato profondo e simpatico di questo contributo di tutti alla Messa Giubilare del Sig. Don Rinaldi: siamo certi che Cooperatori e Cooperatrici, ex-Allievi ed ex-Allieve, Alunni ed Alunne daranno con generosità nella misura delle proprie forze la loro offerta, per partecipare più direttamente ai benefizi spirituali della specialissima ricorrenza.

III. - Riunione dei Cooperatori e delle Cooperatrici.

Per la circostanza della Festa del Patrono S. Francesco di Sales (29 GENNAIO) o per l'anniversario della morte del Beato D. Bosco (31 GENNAIO) i Centri della Pia Unione e le Case Salesiane organizzino una grande adunata dei Cooperatori e delle Cooperatrici, nella quale, oltre alle funzioni proprie di tali adunanze, abbia luogo una conferenza opportuna per richiamare il ricordo del fausto avvenimento e invitare i benemeriti Cooperatori ad una adesione di omaggio e ad offrire la loro elemosina per la Messa d'Oro,

IV. - Convegni di ex-Allievi ed ex-Allieve.

Si può scegliere per cotesti convegni la data del 12 APRILE, il «natale dell'Oratorio », od altro giorno del mese.

Gli ex-Allievi e le ex-Allieve sanno che dal Sig. Don Rinaldi è venuto l'impulso organizzativo alle singole loro associazioni; saranno quindi orgogliosi di questa occasione per testimoniare al venerato Superiore tutta l'esultanza del loro grato animo e partecipare alla festa del Padre con rinnovato affetto.

Anch'essi dunque nei convegni si proporranno il duplice scopo: esprimere la loro adesione e raccogliere l'offerta per la Messa d'Oro.

V. - Riunioni degli Alunni e delle Alunne.

Anche gli alunni delle Case Salesiane e delle Figlie di Maria Ausiliatrice si riuniranno sotto la guida dei loro superiori, come gli ex-Allievi e i Cooperatori. Ad essi, che venerano nel Sig. Don Rinaldi il padre buono, erede dello spirito del Beato D. Bosco, sono riservati due giorni indicatissimi per le loro riunioni: o il 26 MAGGIO, giorno onomastico del Sig. D. Rinaldi, o il 9 GIUGNO, giorno nel quale all'Oratorio Salesiano di Torino si suole celebrare ufficialmente l'onomastico del Rettor Maggiore.

VI. - Altre date ed altre manifestazioni.

Altre manifestazioni sono ancora in programma per l'Anno Giubilare: riservandoci di parlarne diffusamente quando saranno meglio concretate, non indugiamo ad accennarne due che riusciranno particolarmente significative: il 29 MAGGIO, in cui sarà ufficialmente inaugurato l'Istituto Missionario Conti Rebaudengo di Torino, donato dalla munifica generosità del Sen. Conte Eugenio Rebaudengo e il 15 AGOSTO, anniversario della nascita del Beato D. Bosco, nel qual giorno si svolgeranno solenni funzioni speciali nel Santuario di Maria Ausiliatrice, mentre ai Becchi presso la casetta del Beato verrà inaugurato lo stesso giorno, per iniziativa di zelanti Cooperatrici, un bel medaglione di Mamma Margherita.

Di queste e di altre manifestazioni, che sono in progetto, informeremo a tempo i nostri ottimi Cooperatori. Oggi rivolgiamo a tutti il caldo invito di voler dare alle singole cerimonie l'adesione più cordiale e sollecita.

Ricordiamo in fine quanto già abbiamo detto nel Bollettino dei mesi scorsi, ripetendo le parole stesse del Sig. Don Rinaldi : « Il Beato D. Bosco dovrà avere (nella Casa Madre dell'Opera Salesiana) non solo un altare bello e decoroso, ma anche un posto capace di accogliere i suoi Figli e i numerosi devoti che accorreranno ad invocarlo ». Confidiamo che l'impulso alla grandiosa impresa verrà dato dalla generosità dei Cooperatori. Attendiamo adunque la risposta a questo appello!

Il Sac. FILIPPO RINALDI

Rettor Maggiore della Pia Società Salesiana commosso dalla generosità costante con la quale, anche in tempi così difficili, i Cooperatori e le Cooperatrici gli vengono in aiuto nei bisogni sempre crescenti delle Opere affidategli dalla Divina Provvidenza, presenta loro i più devoti e riconoscenti auguri di

BUONE FESTE NATALIZIE e di BUON CAPO D'ANNO,

e prega Maria Ausiliatrice e il Beato Don Bosco di proteggerli con le loro famiglie.

CROCIATA D'AMORE

La crociata che il S. Padre Pio XI ha bandito il 2 ottobre con la lettera-enciclica Nova impendet merita proprio di essere battezzata col titolo che sopra abbiamo posto: è un documento di tenerezza e di carità. Egli vede la minaccia che sale da tante parti dell'orizzonte e cerca di rimediarvi col destare nel cuore degli uomini il senso della carità cristiana verso i fanciulli, i poveri, gli infelici.

La parola del Papa sarà ascoltata dal mondo cattolico: ma è pure un richiamo salutare per tutti gli altri alla solidarietà umana in questi momenti scabrosi, in cui tutti soffrono dello stesso male, e le stesse difficoltà turbano la tranquillità delle famiglie e preoccupano al pensiero del domani. E confortante vedere che Governo e Enti sociali già si adoperano con ammirabile zelo a predisporre efficaci previdenze per fronteggiare il periodo di crisi acuta nel prossimo inverno.

Ma le leggi di Governi e le filantropie di Associazioni, per quanto vaste, non possono provvedere a tutti i bisogni in casi come questi: è d'uopo che la carità individuale si schieri accanto e soccorra con generosità il prossimo nelle graduazioni infinite delle sue sofferenze. Questo il dovere che il Papa ha ribadito con la sua opportunissima enciclica. I nostri ottimi Cooperatori si adopreranno per accogliere l'augusta parola del Pontefice con senso di filiale adesione e attuarla con zelo, tanto più che essa rammenta loro un punto fondamentale del programma della Pia Unione. È detto infatti che i Cooperatori Salesiani si propongono « l'esercizio e pratica di svariate opere di carità e di zelo a pro della civile società » (Manuale, pag. 12) e «specialmente di assumersi cura dei giovinetti poveri ed abbandonati » (Breve di erezione). La parola augusta del Vicario di Gesù Cristo sia dunque nel momento attuale uno stimolo a tutti i nostri Cooperatori e alle zelanti Cooperatrici per ravvivare la fiamma della carità e partecipare con slancio alla crociata d'amore.

Il nuovo flagello.

Un nuovo flagello minaccia, anzi già in gran parte colpisce il gregge a noi affidato e più duramente la porzione più teneramente amata, l'infanzia, gli umili e meno abbienti dei lavoratori, dei proletari. Diciamo la grave angustia e crisi finanziaria che incombe sui popoli e porta tutti i paesi ad un pauroso incremento della disoccupazione. Vediamo quindi forzati alla inerzia i popoli, ridotti alla indigenza, anche estrema, con le loro famiglie, tante moltitudini di onesti e di volonterosi operai di null'altro desiderosi che di guadagnare onoratamente col sudore della fronte, giusta il mandato divino, il pane quotidiano che invocano ogni giorno dal Signore. I loro gemiti colpiscono il nostro cuore paterno e ci fanno ripetere, con la medesima tenerezza di commiserazione, la parola uscita già dal Cuore amatissimo del Divino Maestro sopra la folla languente di fame: Misereor super turbam. Ma più appassionata si rivolge la nostra commiserazione alla immensa moltitudine dei bambini, vittime le più innocenti di queste tristissime condizioni di cose. Imploranti panem dum non erat qui frangeret eis e nello squallore della miseria condannati a vedere sfiorire quella gioia e quel sorriso che la loro anima ingenua cinge inconsciamente intorno a sè. Ed ora si avvicina l'inverno e con esso tutto il seguito delle sofferenze e privazioni che la gelida stagione porta ai poverelli e alla tenera infanzia specialmente, per cui è a temersi che venga aggravandosi la piaga della disoccupazione che sopra abbiamo deprecato; di maniera che non provvedendo alla indigenza di tante già misere famiglie e dei loro bimbi abbandonati, esse siano - che Dio non voglia! -- sospinte all'esasperazione.

Crociata d'amore.

A tutto ciò pensa con trepidazione il nostro cuore di Padre e pertanto, come già fecero in simili occasioni i nostri predecessori e ancora ultimamente il nostro immediato predecessore, Benedetto XV di s. m., alziamo la nostra voce e indirizziamo il nostro appello a quanti hanno sensi di fede e di amore cristiano: l'appello ad una quasi crociata di carità e di soccorsi, la quale, mentre provvederà a sfamare i corpi, darà insieme conforto e aiuto alle anime; farà in esse rinascere la serena fiducia sgombrandone quei tristi pensieri che la miseria suole infondere nelle anime, spegnerà le fiamme degli odi e delle passioni per suscitarvi e mantenervi quelle dell'amore e della concordia e il più stretto e il più nobile vincolo della pace e prosperità individuale e sociale.

È dunque una crociata di pietà e senza dubbio anche di sacrificio, quella a cui tutti richiamiamo quali figli dello stesso Padre, membri di una medesima grande famiglia che è quella di Dio, tutti partecipi quindi, come fratelli di una famiglia stessa, sia della prosperità e della gioia come dell'avversità e del dolore che colpisce i nostri fratelli.

Il S. Padre richiama tutti al precetto della carità per la salvezza dei fratelli e segnatamente dei bambini e dei più bisognosi e dopo aver ricordato che la rivalità dei popoli e le enormi spese di armamenti sono un coefficiente non ultimo della straordinaria crisi presente, il Papa chiude l'appello invitando i Vescovi a mettersi a capo di quest'opera di carità ed esortando tutti a pregare.

L'Opera Salesiana a Bologna.

Il 17 ottobre si compivano 35 anni dalla fondazione dell'Opera Salesiana in Bologna. Sorta come un frutto squisito dell'indimenticabile Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani (aprile 1895), iniziò la sua vita nella povertà più assoluta; ma le speranze nella tradizionale generosità dei bolognesi erano così salde da non lasciare il minimo dubbio sulla buona riuscita, con l'aiuto di Dio.

Per opera del compianto Cardinale Svampa, Arcivescovo di Bologna, il Comitato Promotore del Congresso Internazionale dei Cooperatori si era il 1° gennaio 1896 trasformato in Comitato per la fondazione di un Istituto Salesiano in Bologna, e con l'appoggio di un largo stuolo di ammiratori e Cooperatori aveva acquistato il terreno fuori Porta Galliera, e il valente architetto Collamarini già aveva tracciato le linee sapienti e maestose dell'edificio e del tempio grandioso.

Il 17 ottobre 1896 giungeva a Bologna Don Carlo Maria Viglietti con un confratello per dar principio; ma non essendovi ancora nulla di concreto, mentre venivano generosamente ospitati da Mons. Carpanelli, si diedero attorno per cercare un ricovero e un campo qualsiasi di azione.

L'Oratorio di S. Carlino.

Il Cardinale pose gli occhi sulla antica chiesetta dei Ss. Carlo e Ambrogio, chiamata di S. Carlino, che dipendeva dalla Congregazione dei Poveri Artisti, ed era amministrata dall'Opera Daria-Bargellini. Si ottennero in affitto quattro modestissime camerette ed una cucina, un cortiletto adiacente ed un praticello attiguo per iniziarvi l'Oratorio festivo: la Marchesa Zambeccari si incaricò di fornire il mobilio e lo fece da mamma e da signora, altri pensarono ai primi aiuti, alle prime spese, ed il giorno dell'Immacolata, 8 dicembre, la data fatidica delle più solenni azioni del Beato Don Bosco, il S. Carlino apriva le sue porte a ricevere i figli del popolo.

Quel giorno ne furono accolti 300, ma ben presto si raddoppiarono, attirati dalla carità di quei primi apostoli.

L'Istituto.

Quando il 2o dicembre dello stesso anno D. Viglietti, nella basilica di S. Domenico, lanciò a tutti i buoni un caloroso appello per l'erigendo Istituto, un'ondata di simpatia e di generosità pervase tutta la città: tutti diedero secondo le loro forze, perchè tutti volevano essere partecipi del bene immenso che Iddio avrebbe compiuto a favore di tanta gioventù povera ed abbandonata, a mezzo dei figli di D. Bosco.

La posa della prima pietra avvenne il 22 febbraio 1897, coll'intervento di tutte le autorità cittadine: tenne il discorso di circostanza lo stesso Cardinale Arcivescovo. Il disegno era grandioso e la spesa prevista rilevante e perciò si decise di condurne a termine poco più di metà, per una lunghezza di 87 metri, rimandando ad altra epoca il rimanente. In poco più di un anno tutto fu compiuto, dimodochè nell'ottobre del 1898 l'Istituto cominciò a funzionare accogliendo 130 giovanetti, di cui parte alunni del ginnasio e delle elementàri, e parte artigiani. Un'ottantina erano orfani e bisognosi di tutto, ma la Divina Provvidenza non lasciò mai mancare il necessario.

Il Santuario.

Il 1900 fu l'anno Santo. Il Cardinale Arcivescovo annunciò ai fedeli di voler innalzare, quale omaggio della Diocesi a Cristo Redentore, la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, disegnata con l'Istituto Salesiano, ed il 14 giugno del 1901 poneva la prima pietra. Due anni dopo, mentre i lavori proseguivano, inaugurava la Cripta, affidandone il funzionamento ai Salesiani dell'Istituto. Essi tennero l'incarico, senza badare a sacrifici, fino al settembre 1912, quando ne furono esonerati dall'Autorità Diocesana.

Spine e perdite dolorose.

Ma non mancarono le spine: nell'aprile 1902, dopo cinque anni di vita luminosa ed intensissima, l'Oratorio S. Carlino, per intimazione dell'amministrazione, veniva chiuso. Con nuove spese e nuovi sacrifici esso però risorse a fianco dell'Istituto, a continuare la sua benefica missione fra i figli del popolo.

A D. Viglietti successe nel 1904 D. Roberto Riccardi che diresse l'Istituto fino al 1909. Questo sessennio fu contristato da dolorose perdite, la nobildonna Irene Borghi Masetti (1904) e la March. Marianna Zambeccari (1905), insigni e affezionate benefattrici, e, il 10 agosto 1907, il Card. Domenico Svampa. I Salesiani perdettero in lui un vero padre, e lo piansero amaramente.

La guerra.

Dal 1913 al 1919, le Scuole professionali ricevettero un nuovo impulso ed incremento; dopo aver istituita la Scuola Tipografica, già si pensava alla istituzione delle Scuole di fabbri-meccanici, quando scoppiò la guerra.

Nuovi bisogni sorsero allora, ed i Salesiani, benchè stremati di numero, rivolsero nell'Istituto e nell'Oratorio le loro cure ai figli dei militari richiamati, ed agli orfani di guerra. Quella carità era così sentita e visibile ad ognuno che quando le Autorità, costrette dalle necessità di guerra, posero gli occhi sull'Istituto, vista l'opera veramente provvidenziale che vi si svolgeva e la impossibilità di trasferirlo altrove con tutto l'occorrente per la sua esistenza, desistettero dall'acquistarlo.

Terminata la guerra, fu finalmente aperta la desiderata Scuola di meccanici con le varie sezioni di tirocinio, è con attrezzatura moderna.

Nuove iniziative.

Superate le difficoltà dell'immediato dopoguerra, l'attività dell'Istituto riprese maggior incremento. Gli alunni crebbero a 300, di cui 15o artigiani; l'Unione ex-Allievi sotto la presidenza dell'Avv. Brazioli, intensificò la sua attività e nello scalone presso l'atrio d'entrata volle inaugurare un ricordo marmoreo a D. Carlo M. Viglietti ed una lapide ai 50 ex-allievi, caduti in guerra, mentre l'Istituto poneva un ricordo marmoreo al Card. Domenico Svampa.

Il Comitato Femminile d'azione salesiana, sotto la presidenza onoraria della Cont. Carmelita Zucchini e la presidenza effettiva della March. Claudia Rusconi Rizzi, cui in seguito succedettero la Cont. Anna Germini Zavagli e più tardi la Nobildonna Tecla Barrilis, promossero l'annuale Festa primaverile con banco di beneficenza per far conoscere l'Opera e procurarle i mezzi.

Anche i Cooperatori, sempre devoti all'Opera Salesiana, per lo zelo infaticabile del Direttore Diocesano Mons. Luigi Pedrelli, succeduto fin dal 1912 all'indimenticabile Mons. Carpinelli, intensificarono il loro appoggio morale e materiale ai Figli di Don Bosco, che per mezzo loro poterono spingere lo sguardo ad un più vasto campo d'azione.

La nuova costruzione.

Infatti il 17 giugno 1926, per le offerte generose venute dai benefattori, e specialmente dalla Contessa Zavagli, si potè procedere alla posa della prima pietra della nuova grandiosa costruzione che doveva completare il disegno primitivo del Collamarini. Intervennero alla solenne cerimonia S. A. R. Umberto di Savoia, S. Em. Nasalli Rocca, Arcivescovo della città, che, sulle orme dei suoi eminentissimi predecessori, continuò ad onorare del suo più valido appoggio l'Opera Salesiana, e tutte le Autorità cittadine. Nel 1929 la costruzione era ultimata ed i nuovi locali potevano essere occupati.

Crollo della cupola del Santuario.

Nell'aprile dello stesso anno venne a mancare il M. R. Dott. Zucchi Riccardo, Arciprete del Santuario del Sacro Cuore di Gesù, e S. Em. il Cardinale Arcivescovo volle dare una nuova prova di fiducia ai Salesiani affidando loro quella numerosa e importante parrocchia. Ma pochi mesi dopo, il 21 novembre successivo, la maestosa cupola del tempio, capolavoro dell'insigne architetto Collamarini, improvvisamente si sfasciava e crollava fra un mucchio di macerie. I Salesiani allora aprirono la cappella interna dell'Istituto ai parrocchiani rimasti senza chiesa, e non badando a disagi, con spirito di vera abnegazione, continuano tuttora ad attendere ai bisogni spirituali di quella numerosa popolazione, mentre si apprestano alla ricostruzione del tempio.

Conclusione.

Difficoltà non sono mancate e non mancano: rimangono ancora ingenti somme da pagare per la costruzione della parte nuova dell'Istituto, i laboratori richiedono innovazioni urgenti di locali e macchinari, perchè possano rispondere alle moderne esigenze; ma i Salesiani hanno piena fiducia che la Divina Provvidenza, come in passato, susciterà anime buone e generose a venire in loro aiuto, per la ricostruzione del tempio e per i numerosi ed impellenti bisogni dell'Istituto.

Festa del Beato Don Bosco

RIVALTA TORINESE. - Riuscitissime e piene di abbondanti frutti spirituali, a favore delle Opere Salesiane, furono le feste celebratesi in agosto in onore del Beato e di Maria Ausiliatrice, Patrona particolare dei Rivaltesi. Il Signor Professor D. Nano, Salesiano, predicò con grande fervore il triduo in preparazione e seppe infiammare talmente i cuori, che tutta la popolazione, in funzioni separate per gli uomini e per le donne, si accostò in massa ai SS. Sacramenti. Le due processioni solenni, i concerti musicali, le accademie, le illuminazioni, gli apparati esteriori, unitamente alla inaugurazione del nuovo Salone Parrocchiale ed ai festeggiamenti pel giubileo sacerdotale del Sig. Arciprete, il Rev. Can. Teol. Candido Balma, tutto servì ad accrescere la divozione a M. Ausiliatrice, che qui si festeggia da 27 anni, ed al nuovo Beato.

CHERASCO. - Le feste dello scorso settembre, in onore del Beato Don Bosco e di Maria Ausiliatrice, rimarranno memorande sia per l'entusiasmo che suscitarono, come pel bene che apportarono ai numerosi intervenuti alle sacre funzioni ed alle altre svariate dimostrazioni popolari religiose. A Cherasco le feste rivestono annualmente il carattere salesiano di popolarità, con illuminazioni, canti, apparati esteriori, recite, accademie, e coll'intervento di tutti i Cooperatori Salesiani locali e dei giovani cattolici dei dintorni. Anche quest'anno Iddio volle che, appunto per l'occasione, fosse composto il dissidio che aveva disorganizzato alquanto i Circoli giovanili. Fu oratore efficace e forbito del triduo e della festa il Rev. Can. Teol. Mario Bessone, Priore del Duomo di Cuneo, che da buon ex-allievo salesiano, tratteggiò luminosamente la figura del Beato Don Bosco educatore impareggiabile, gran santo e apostolo della divozione a Maria Ausiliatrice; il cui artistico altare - ideato dall'Ing. Cav. Vallotti - fu per giorni interi la meta delle folle devote ed oranti. Ai giovani ed agli uomini, cui si erano aggiunti i militari del nostro Presidio, parlarono a più riprese applauditissimi, il predetto oratore, il Rev. zelante Arc. di S. Martino D. Calorio, il Teol. Virano Ass. Eccles. ed il Prof. Gino Bernocco, Presidente del Comitato dei festeggiamenti. Questi, durati quattro giorni, si chiusero con la benedizione e col bacio della reliquia del Beato « ex ossibus ».

MORBELLO (Acqui). - La festa celebrata bella parrocchia di S. Sisto fu un avvenimento solenne e devoto. Cooperatori, Cooperatrici ed ex-allievi con nobile gara si fecero promotori dell'acquisto del prezioso reliquiario destinato ad accogliere la reliquia del Beato, e della splendida festa. E tutto il paese rispose concorde al loro invito. Per la festa intervenne il missionario salesiano D. Umberto Dalmasso, che con la sua fervida parola suscitò molto entusiasmo: la processione, alla quale presero parte le popolazioni dei vicini paesi, riuscì uno spettacolo imponentissimo e commovente. La giornata fu chiusa da una brillante conferenza di D. Dalmasso sulle missioni della Cina accompagnata da proiezioni luminose. Di questa festa, di cui la popolazione avrà indelebile ricordo e frutti duraturi, va data lode al benemerito Arciprete, al parroco D. Lazzarino e alle Autorità, che si prodigarono con zelo per la buona riuscita.

UDINE. - Solenni celebrazioni religiose si sono svolte in onore del Beato nella chiesa di S. Giorgio, dove il triduo solenne predicato dal Prof. D. Rossitti fu chiuso da S. E. Mons. Arcivescovo con la messa della Comunione generale. Seguì la festa durante la quale venne inaugurato il coro affrescato e decorato dal pittore G. B. Blasuttig di Cividale. Gran folla presenziò alle sacre funzioni, devota davanti all'affascinante figura del Beato dipinta dal Prof. Sgobafo e troneggiante sull'altare, e ascoltò con spirituale diletto lo smagliante profilo che Don Rossitti diede del grande educatore. Dopo la benedizione impartita da Mons. Margreth, la folla si riversò nei cortili del ricreatorio per assistere all'inaugurazione del monumento di Don Bosco. Benedetto da Mons. Margreth ed eseguito l'inno corale, lo stesso Monsignore tenne il discorso ufficiale esprimendo, oltre il suo compiacimento per la festa ben riuscita, l'augurio che, sotto la protezione di D. Bosco e nell'amore al Beato, la gioventù della parrocchia avesse a crescere educata ai sentimenti della religione, del dovere e dell'osservanza delle leggi. All'oratore ufficiale seguirono altri oratori, gioì-ani e maturi, recando in omaggio al Beato D. Bosco i sentimenti di entusiastica adesione delle rispettive associazioni da essi rappresentate, auspicando il rifiorire della vita cristiana sull'esempio e sotto la protezione del Beato Don Bosco.

Anche nella chiesa di S. Marco venivano celebrate funzioni in onore del Beato è benedetto il labaro dei fanciulli cattolici e il gagliardetto dell'Unione Don Bosco degli Uomini Cattolici, artisticamente dipinti dalla maestra sig.na Borletti.

La Marchesa Lavinia Scati Grimaldi.

Il giorno 9 settembre 1931 cristianamente spirava all'ospedale di Cuneo, vittima d'una disgrazia automobilistica, la Marchesa Lavinia Scati Grimaldi nata Cattaneo Adorno, Dama di Palazzo di S. M. la Regina, Presidente del Comitato Centrale Patronesse Salesiane.

Da queste pagine che mensilmente ci espongono l'intensa operosa vita dei figli del Beato Don Bosco, è doveroso rivolgere un pensiero di profondo compianto alla nostra Presidente, che con tanto zelo e salesianamente dava alle loro opere la sua riverente ammirazione, il suo valido prezioso aiuto.

La Marchesa Lavinia Scati discendeva da un'antichissima famiglia patrizia genovese, che vanta fra i suoi antenati Santa Caterina Adorno Fieschi; era consorte al Marchese Stanislao Scati Grimaldi, discendente egli pure da un'antica famiglia del nostro vecchio Piemonte, la quale ebbe alcuni rapporti col Beato Don Bosco all'inizio dell'opera sua. La Marchesa Scati era succeduta quale Presidente del nostro Comitato alla veneranda Contessa Edmea di Robilant-Clary, che ne era stata la fondatrice. Il suo portamento diceva la gentildonna d'antico stampo, la vera dama cristiana. Dotata di fine intelligenza, energica, ordinatissima, tenace nella sua attività, infaticabile, rivolse tutte queste doti alle opere di bene e trovava tempo ad ogni cosa, senza trascurarne alcuna nei doveri che la sua posizione sociale le imponeva.

Viveva nel mondo, senza averne lo spirito, essa mirava sempre più alto, e quante volte negli stessi ritrovi di società, sapeva intelligentemente ricavare aiuti preziosi per le opere alle quali dava mente, anima e cuore!

Per tutti aveva sempre una parola buona e gentile e sorvolava nel suo dire quando s'accorgeva che il discorso s'avvicinava a critica o a maldicenza, trovava sempre un pensiero di scusa.

Agli afflitti, ai poveri, ai sofferenti con tenerezza materna apriva i tesori del suo caritatevole cuore, li seguiva e non li lasciava sino a che non aveva ottenuto per essi quanto abbisognavano e con infinita bontà li accoglieva ed ascoltava nelle stesse sale della sua casa, prodigando ad essi il suo affetto e parole di conforto.

Profondamente pia, praticava con fede esemplare i suoi doveri religiosi, direi quasi sino allo scrupolo; e quante volte l'abbiam vista indugiarsi in edificante raccoglimento all'altare dell'Ausiliatrice e all'urna del Beato, perchè e alla Madonna di Don Bosco e alle sue opere si era data con tutta la tenerezza e pietà del suo nobile cuore.

Conscia che quando ci si consacra al bene bisogna adempirlo, solo quando fu libera da altri caritatevoli impegni diede tutta se stessa al nostro Comitato, e nella sua carica di Presidente ne seppe altamente e saggiamente disimpegnare gli obblighi, pur chiedendo sempre con squisita cortesia la cooperazione di tutte.

Devotamente ossequiente ai Superiori non moveva atto senza averne il consenso e tale era la sua deferenza, direi più confidenza, che lo stesso Signor Don Rinaldi ebbe a dire di lei: «Era con noi filiale». E poichè il Comitato nostro rivolge principalmente la sua attività per le Missioni del Beato Don Bosco, ella aveva rivolto ad esse tutto il suo interesse e le sue premure. Non contava la fatica, i passi, le difficoltà pur di aiutarle. Con il suo fare dignitoso e gentile ad un tempo sapeva far cadere gli ostacoli e tutti attrarre allo scopo benefico al quale ella mirava. Non paga di ciò voleva essa stessa confezionare i sacri arredi per le Missioni e quasi con insistenza richiedeva lavoro e ad esso s'interessava nei più minuti particolari. Oh quanti altarini portatili, quante cassette di pronto soccorso per le nostre Missioni sono dovuti alla sua caritatevole industria nell'ottenerli; e come godeva quando il numero di essi saliva alto, pregustando nell'infinita carità del suo cuore l'aiuto che ne veniva ai poveri Missionari lontani.

Ed essi ormai sapevano il suo nome, avevano compreso il prezioso suo aiuto e con tanta semplicità e confidenza a lei si rivolgevano, esponendole i diversi bisogni delle Missioni a loro affidate.

Ed oggi che la nostra amata Presidente non è più, siam quasi presi da un senso di sgomento... Ma no, il suo sorriso buono, maternamente fiducioso, che dava tanto coraggio, ce lo rivolge ora dal Cielo, assicurandoci che di lassù farà ancora del bene sulla terra, sarà sempre la zelatrice delle nostre Missioni. E noi, che già per lei abbiamo a Dio buono e misericordioso offerta la nostra preghiera, incideremo su un piccolo altare il nome caro della Presidente nostra e così ancora lontano lontano sarà detto nel Memento dei morti, durante il sacrificio divino, perchè il ricordo di quelli che abbiamo amato non si cancella più.

Al consorte Marchese Stanislao Scati Grimaldi, alla dolce sua figliuola, ai venerandi genitori Marchese e Marchesa Cattaneo, dei quali tutti abbiamo diviso e compreso lo strazio nella terribile sventura, offriamo i sensi del nostro più sentito compianto, implorando quella forza e pace che Dio solo può dare in sì grandi dolori.

DALLE NOSTRE MISSIONI

Progressi nella Prefettura dell'Assam.

Shillong, 29 luglio 1931 Amatissimo Sig. Don Rinaldi,

Mentre invio alla Sacra Congregazione di Propaganda Fide il resoconto annuale del nostro lavoro mi è caro scriverle e darle l'elenco del progresso spirituale e materiale che, coll'aiuto del Signore e della Ausiliatrice nostra, poterono effettuare i suoi cari figliuoli d'Assam. Lo schematico « prospetto » le dirà già a sufficienza; ma credo opportuno rilevare alcune cose che non possono apparire nel detto prospetto. Ecco in breve quanto dal luglio 1930 alla fine di giugno 1931 hanno compiuto i Missionari Salesiani in Assam.

1) Quando ebbi il piacere di scriverle per il suo giorno onomastico le offersi 2500 battesimi; il numero vero però salì a 2966. Come è consolante constatare un progresso continuo... Alla fine del 1922 eravamo già orgogliosi di presentargliene un po' più di 400 e oggi ben sette volte tanto. Eravamo già felici di trovare al nostro arrivo 4500 cattolici; oggi il nostro cuore tripudia nel rilevare che il loro numero raggiunge i 16.555, senza computare i catecumeni. Oh venga presto l'ora che l'Assam tutta sia ai piedi di Cristo Re.

2) Molti villaggi eressero piccole cappelle scuole, sì da portarne il numero a ben 123. Alcune di queste cappelle poi, erette dai Missionari col contributo dell'Ordinario, sono veramente degne dei villaggetti.

3) In Gauhati, dove il terremoto del 1930 fece gravi danni, è in corso di costruzione un Orfanotrofio e Laboratorio femminile sotto la direzione delle Figlie di Maria Ausiliatrice. La costruzione sarà, per quanto possibile, antisismica e richiede somme non indifferenti.

4) Nella stessa località si è terminato un grande Laboratorio per falegnami, annesso alla Scuola professionale di quel nostro Orfanotrofio. Il Laboratorio in parola era stato principiato fin dall'anno precedente.

5) Il Ministro della Pubblica Istruzione ha fatto aggregare all'Università di Calcutta le scuole della nostra Casa Salesiana di formazione di Shillong, cosicchè i chierici potranno d'ora innanzi presentarsi agli esami pei Titoli Accademici Indiani, il conseguimento dei quali sarà di grande vantaggio al nostro lavoro edu cativo e missionario, e ci faciliterà l'avvicinamento delle classi e caste superiori.

6) Si ebbero nell'anno testè decorso le ordinazioni di 6 novelli sacerdoti, il che portò a tredici il numero dei sacerdoti ordinati in Assam dal 1928 a tutt'oggi. Otto altri si vanno preparando pel prossimo anno.

7) Il 24 maggio u. s. si diede principio al Seminario per il Clero indigeno, in locali presi ad imprestito temporaneamente, aspettando dall'Opera di San Pietro Apostolo aiuti per l'erezione di un vero e proprio Seminario. I primi frutti sono già raccolti nei locali provvisori e presto ne vedremo i promettenti risultati,

8) Tre Orfanotrofi e Scuole dirette dai Salesiani hanno annessa una Scuola Apostolica, dove più di 36 ragazzi complessivamente si preparano allo stato sacerdotale o religioso, aspettando il tempo prefisso per passare al Seminario o al Noviziato.

9) Si sono aperte due nuove Residenze: a Cherrapoonjee sulle Khasi Hills e a Dibrugarh, importante centro ai confini della Cina e della Birmania coll'Assam. Si progetta l'apertura di altre due Residenze per l'anno venturo.

10) Tra le conversioni degne di menzione, è da notarsi quella del Sotto Ispettore Scolastico delle Garos Hills: un nativo che, abbandonando la setta dei Battisti, fu ricevuto nella nostra Chiesa la festa di S. Giuseppe.

11) La difficoltà delle lingue tanto numerose in Assam, ci obbliga ad avere una letteratura in molti idiomi, e ciò ci ha fatto lavorare quest'anno per compilare libri in khasi, assamese, indù e garos. Per la propaganda poi, abbiamo iniziato la pubblicazione di due riviste: una in inglese, Don Bosco in India, e l'altra in indù, Il Bollettino, il che porta a tre il numero delle nostre pubblicazioni periodiche assamesi.

12) Si aumentarono gli Oratori festivi; i chierici della nostra Casa di Shillong si recano ogni domenica in sette villaggetti nei dintorni della città per farvi il catechismo, attirandovi un gran numero di ragazzi.

Ecco, amato Padre, il breve e schematico elenco del lavoro dei suoi cari figliuoli dell'Assam; Ella voglia benedirlo, affinchè colla benedizione del Padre amato raddoppi presto e aumenti così la gloria di Colui, cui consacrammo ogni nostro pensiero e ogni nostra azione.

Non vorrei toccare in questa mia un punto che mi preoccupa, ma mi è doveroso farle noto quanto critica è da alcuni mesi a questa parte la nostra situazione finanziaria. La crisi mondiale e la instabilità della situazione politica ed economica dell'India ci rende dura l'esistenza e mi obbligò già a chiedere prestiti onde far fronte ad impegni per opere avviate. Le elemosine ed offerte che ricevevamo dai vari paesi sono diminuite dell'8o% e ci piange davvero il cuore nel vedere che questo campo, così maturo e pronto alla mietitura, non potrà forse realizzare quanto potrebbe, perche nelle circostanze attuali mi sarà giocoforza diminuire maestri e catechisti ed imporre ai buoni e zelanti Missionari un freno al loro zelo, non avendo come sostenerli nelle loro numerose intraprese.

Voglia, amatissimo Padre, chiedere alle anime buone di venirci in aiuto, onde condividere con noi i frutti di bene e di conversione in questa regione che sembra ormai scelta dal Divin Maestro per far parte del suo gregge.

Mons. LUIGI MATHIAS. Prefetto Apostolico dell'Assam.

Resoconto della Missione dell'Assam

(dal 1° luglio 1930 al 1° luglio 1931). Personale della Missione:

Sacerdoti 21 Chierici e Novizi 64 Coadiutori 15 Figlie di Maria Ausiliatrice 7 Suore di N. S. della Missione 15 Suore di N. S. di Loreto 9 Fratelli delle Scuole Cristiane   10

Totale 141

Popolazione:

Popolazione globale dell'Assam 5.375.800 Popolazione cattolica 16.555 Catecumeni 1.232 Catechisti 16o Cristianità   298

Opere varie:

Chiese 16 Cappelle 123 Cimiteri 156 Oratori Festivi 9 Orfanotrofi 7 Orfani ricoverati 421 Scuole Industriali 5 Collegi e Convitti 3 Scuole Maschili   92

» Femminili   78

» Parrocchiali 16o Allievi 3047 Maestri e Maestre 122 Asili per vecchi 2 Associazioni 24 Catecumenati 3 Dispensari farmaceutici   6

Lavoro compiuto:

Battesimi a infanti   1.296

»   ad adulti   1.508

Incremento per altre cause   508

Totale 3.312

Defunti   225

Aumento netto annuo   3.087

Cresime 498 Confessioni 67.043 Comunioni 166.400 Estreme Unzioni 87 Matrimoni 214 Catechismi ai fanciulli   1.151

» agli adulti 1.0o6 Catechismo fatto da Catechisti 17.784 Prediche 1.406 Esercizi Spirituali 14 Tridui e Novene 3 5 Visite alle Carceri e Ospedali 146 Visite a domicilio di infermi 2.302 Consultazioni sanitarie   17.534

Nell'Assam e nell'India.

5 maggio 1931.

Amatissimo Padre,

Le scrivo col cuore ripieno della più soave gioia per comunicarle alcune notizie che torneranno assai gradite al suo cuore paterno. La festa di Pasqua, come quella del Corpus Christi, riveste sempre il carattere di una rivista spirituale delle nostre forze ed è un indice visibile del progresso della nostra Religione in questo Distretto di Shillong. Quest'anno le Comunioni distribuite in quel santo giorno raggiunsero circa le 3.000. I numerosi battesimi amministrati, i catecumeni ed i pagani che intervennero alle funzioni religiose, dicono chiaramente conte il popolo khasi sia ormai propenso ad abbracciare la vera fede. Alla fine del mese di aprile celebrammo pure, e con la massima solennità, la festa del nostro Beato Padre. Don Bosco è sempre più conosciuto ed amato in India. Tre periodici mensili: il Ka Jing Khristan in khasi, il Bollettino Salesiano in indù e il Don Bosco in India in inglese, ne diffondono il nome e la conoscenza.

Quest'anno la festa fu presenziata da Mons. Vanni, Vescovo Cappuccino di Agra, che venne a Shillong per ordinare 6 novelli sacerdoti. L'ordinazione ebbe luogo il 26 aprile, e come dovette gioire il nostro Beato Padre dal Cielo nel contemplare l'esultanza e la venerazione del popolo khasi per i nuovi sacerdoti, che al termine della cerimonia, volle baciare loro le mani e riceverne la benedizione. Fu il più bel regalo che potemmo offrire al Padre nel giorno suo, in questa lontana terra di missione. Voglia Egli dal Cielo benedire e proteggere gli altri 6o chierici e novizi, che nella Casa di Shillong salgono il Monte del Signore. Cinque dei novelli sacerdoti provengono dall'Italia e uno dal Sud dell'India. Quest'ultimo si chiama Joseph Sandana; era assistito dal fratello, pure sacerdote indiano e salesiano. Don Bosco ha già trovato i suoi figli nell'immensa India. Abbiamo pure un bel gruppetto di vocazioni native tanto care al suo cuore paterno.

Nel pomeriggio del medesimo giorno portammo in solenne processione la Reliquia e la soave Immagine paterna. Il corteo si snodò lungo i viali della Missione e il suo nome risuonò nei canti entusiasti di centinaia e centinaia di giovani in lingua italiana, inglese e khasi, e noi gioimmo nel vedere quale fascino potente Don Bosco sa esercitare ovunque, attraendo a sè i cuori.

Anche da una delle più lontane Missioni della Prefettura era accorsa una nutrita rappresentanza ad onorare il Padre. Erano una trentina dei nostri orfani di Raliang, che avevano percorso a piedi i 9o chilometri che li separavano da Shillong. E com'erano contenti quei buoni figli della jungla... Sembrava loro d'essere capitati in un nuovo mondo!

Ed ora mi permetta, amatissimo Padre, di accennarle un fatto che testimonia la considerazione che il nostro Sistema va raccogliendo anche nelle sfere governative. Quindici giorni fa, l'Ispettore Scolastico, Prof. S. C. Roy, venne a visitare la nostra Scuola (10 corsi) di S. Antonio. Davanti a tutti i nostri allievi ed al corpo insegnante egli, maomettano, si espresse esattamente così: « Miei cari ragazzi, io sono veramente contento ogni qualvolta mi si porge l'occasione di venire a visitare questa vostra scuola, perche vi osservo sempre volti sorridenti di ragazzi felici. Ciò è una prova dell'amore e del tatto con cui siete trattati e del perfetto affiatamento che qui regna fra superiori e allievi. Così si realizzano qui le parole che Gesù ebbe a dire: - Beati i piccoli, perche di loro sarà il regno dei cieli. - Ed è veramente un paradiso questa vostra scuola dove tutto respira affetto e purità. E innocenza e puro amore noi possiamo leggere sui vostri volti. Voi siete come angeli, continuate ad essere così! Voi qui vivete come in una grande famiglia dove i maestri sono i fratelli maggiori che vi amano e non desiderano altra ricompensa che il vedervi migliorare in bontà e scienza. Il vostro progresso è grande, ma ciò non mi reca meraviglia, perchè io so che i vostri insegnanti seguono il Sistema di Don Bosco, ed io conosco

Don Bosco. Egli è stato un grande amico della gioventù ed io credo che Egli abbia compiuto molti miracoli. Uno di questi è sotto i nostri occhi, ed è l'espansione fatta e il gran bene compiuto qui in Assam dai suoi seguaci, sotto la sua guida.

» Miei cari ragazzi, fate tesoro di virtù e di sapere mentre siete qui; quando sarete uomini, voi ricorderete con grande soddisfazione gli anni passati in questa scuola, in questa felice famiglia, dove non solo la vostra mente, ma anche il vostro cuore e la vostra anima sono esercitati per le future battaglie della vita! ».

Le parole di questo personaggio, uno delle prime autorità scolastiche cittadine, sono così eloquenti da non richiedere commenti di sorta. Inoltre alcuni giorni fa Sua Eccellenza il Governatore dell'Assam, che passava in auto accanto il recinto dove un centinaio di persone, in maggioranza ragazzi dell'Oratorio di Laikor (alla periferia di Shillong), stavano cantando dopo aver ascoltata un po' d'istruzione religiosa, si compiacque fermarsi, e meravigliato del forte numero di intervenuti e della rispettosa e cordiale accoglienza ricevuta, ebbe simpatiche parole di approvazione per l'opera nostra in generale e per questa di educazione festiva in particolare. Si intrattenne colà per alcuni minuti, e, dopo aver udito i ragazzi cantare ancora una volta, s'allontanò col seguito, salutando sorridente.

Ci prepariamo a festeggiare con entusiasmo nel prossimo anno il decennio dell'arrivo in India dei primi Missionari Salesiani sotto la guida del nostro Prefetto Apostolico Mgr. Mathias.

Se qualche cosa di buono si è fatto, moltissimo resta ancora da compiere e i mezzi sono scarsi; pure confidiamo sempre nella benedizione di Maria SS. Ausiliatrice, e nell'aiuto del Beato Don Bosco.

Sac. STEFANO FERRANDO. Missionario Salesiano.

* *

Facciamo seguire alla lettera di D. Ferrando quest'altro documento pervenutoci da Madras. Anche là un Ispettore Scolastico « bramino » ha voluto consacrare in un rapporto scritto le sue impressioni sull'andamento della Scuola diretta dalle benemerite Figlie di Maria Ausiliatrice. Comunicandolo ai nostri ottimi Cooperatori, vogliamo semplicemente dar rilievo ad un fatto evidente; ed è, a parte l'abnegazione delle buone Suore, l'ammirazione che, come in Assam, riscuote in India il metodo che Don Bosco ci ha dato. - Ed ecco il documento.

Relazione dell'Ispettore al Direttore della Pubblica Istruz. riguardante il funzionamento della Scuola di Madras, tenuta dalle Figlie di M. A

Tutte le classi sono adeguatamente fornite di banchi.

Il fabbricato è vecchio e il livello del pavimento è piuttosto basso, le verande sono certamente bagnate nella stagione delle piogge. Sarebbe bene costruire un piano sopra l'altro fabbricato, ma questo quando la Scuola si espanda e i fondi permettano.

Le classi infantili sono provvedute di tavolini e di piccole sedie.

Un'eccellente fisionomia di questa Istituzione è che a ciascun alunno s'insegna a lavorare individualmente e indipendentemente.

Lettura, numerazione, storia, conversazioni, lezioni di storia naturale e di cose, canto, recitazione, giochi e fisici esercizi formano la principale occupazione delle classi infantili, ed in queste lezioni i bambini sono incoraggiati a parlare liberamente e ad esprimersi correttamente. S'insegna molto bene il canto e fin dalle prime classi s'incoraggia un tono soffice. Si dà grande importanza alla propria produzione della voce, e alla chiara, distinta enunciazione.

Si dà molta importanza alla pulizia. Mi sono compiaciuto di aver notato l'ispezione della pulizia delle mani in una classe. I locali sono puliti e ordinati. S'insegna agli alunni tenere le cose al proprio posto, e alle necessità si provvede con intervalli a tempi determinati.

La composizione riceve speciale attenzione, e i cómpiti delle diverse materie sono corretti con cura.

I libri di testo sono ben scelti. L'orario è ben adattato.

L'insegnamento in tutte le classi è soddisfacente.

Nell'entrare nel recinto della scuola si rimane colpiti dall'atmosfera di felicità e di libertà che pervade il tutto e che ricorda una grande e felice famiglia; e si rimane sorpresi nel sentire gli alunni chiamare inconsciamente le loro maestre « Madre » o «Sorella ».

Le Insegnanti sanno che i bambini richiedono felicità per il loro sviluppo così come le piante richiedono il sole.

Un'altra cosa che colpisce il visitatore è l'apparenza di salute degli alunni e la loro statura, pulitezza, l'ordinata uniforme e i capelli ben pettinati.

Non tutti gli alunni provengono da buone famiglie, infatti molti vengono da famiglie così povere che hanno bisogno di essere provveduti gratis di cibo, vestito e libri. A questi si dà a mezzogiorno cibo sano e in misura conveniente, e una Suora sorveglia la distribuzione del cibo. Quando gli alunni si recano nelle diverse classi camminano bene e in silenzio. Il libero e grazioso portamento sono il risultato di un buon sistema di educazione.

Per mettere in relazione la famiglia con la Scuola, tutti gli anni si fa un'esposizione dei migliori cómpiti, dei lavori femminili e manuali fatti dagli alunni durante l'anno e s'invitano i parenti. L'influenza educativa di ciò è efficace. Dacchè le Suore hanno presa la direzione della Scuola le condizioni sono di molto migliorate.

In generale gli alunni sono poveri, come sl può supporre, dato che la Scuola è situata nei centro di un rione popolatissimo e povero.

L'insegnamento dato da Religiosi, sia uomini che donne, non è da paragonarsi a qualsiasi altro metodo, per quanto perfetto. Le Suore trattano con affabilità e dolcezza i bambini e intuiscono i loro bisogni. La loro presenza è potere. Dio stabilisce a ciascuna creatura una missione definita.

Le Suore la compiono fedelmente seguendo la luce in loro, compiendo i loro doveri costantemente e santamente.

Questa Istituzione veramente soddisfa al suo còmpito e merita aiuto e incoraggiamento.

I bisogni immediati sono: un Globo, alcuni libri per la biblioteca e attrezzi per un piccolo orto botanico.

Madras, 27-7-1931. firmato:

SUNDARAM AYYAR.

Cinquant'anni fa!

1881-1931.

Miyazaki, 15-7-31.

Amatissimo Padre,

È colla gioia più profonda che abbiamo letto sul Bollettino Salesiano la notizia del suo 50° di Messa, proprio mentre mi accingevo a darle l'annuncio di un altro cinquantennio, di cui le parlerò tra breve. Permetta che prima le dia le nostre notizie di famiglia, che so tanto gradite al suo cuore, ai nostri cari Cooperatori ed agli amici tutti della nostra Missione.

Prospetto del lavoro dell'annata.

Non per ostentazione o valli compiacimenti, ma per elevare a Dio l'inno della riconoscenza, per offrire alla Chiesa il frutto dei nostri lavori, per incoraggiamento dei missionari, e più specialmente per ringraziare dal più profondo del cuore quanti ci diedero i mezzi per concretare i frutti dell'apostolato, eccole il prospetto-resoconto del lavoro dell'annata (giugno 1930-1931).

Le cifre non possono dire tutto, ma leggendo, paragonando, deducendo, non possiamo non esclamare: « Sia benedetto il Signore!, siano ringraziati quanti in forme molteplici ci hanno generosamente aiutato ».

Prospetto generale del lavoro spirituale della Missione indipendente di Miyazaki (Giappone).

La Missione indipendente di Miyazaki, eretta con breve apostolico del giorno 26 marzo 1928, ed affidata ai Salesiani di D. Bosco, comprende le due Prefetture civili di Miyazaki e Oita. (Superfice kmq. 14.072,175. -- Popol. ab. 1.702.023 (Censimento 1930).

Inizio e sviluppò di opere.

La carità dei buoni ha reso possibile l'inizio o lo sviluppo di opere necessarie o da tempo desiderate, di cui già le parlai e che qui brevemente riassumo.

1) L'ampliamento della residenza di Nakatzu, attuale provvisorio Seminario indigeno della nostra Missione.

2) Il definitivo assestamento della residenza di Tano presso la chiesa, intitolata a Maria Stella del Mare e a S. Teresa del Bambino Gesù con la costruzione della casetta pel missionario e una sala per riunioni. Il bravo pittore giapponese Kimura dipinse pure per la chiesa un suggestivo quadro raffigurante Maria Stella del Mare, riproduzione di un bel quadro fatto da una pittrice italiana.

3) A Miyazaki l'asilo d'infanzia Stella Mattutina, affidato alle solerti cure delle Figlie di M. A., che ci darà modo di intensificare l'opera di penetrazione tra famiglie pagane.

4) A Oita l'inizio della scuola tipografica D. Bosco, che ci permetterà di moltiplicare l'attività di propaganda della buona stampa.

5) L'inizio della nuova residenza di Beppu, una delle città più rinomate nel Giappone per le sue acque termali. Le Figlie di M. A. hanno pure aperto in questa città l'aspirandato per la loro Congregazione.

6) Apertura di due nuovi oratori (Uwae, Saiwaki) nella zona di Takanabe.

7) Una notizia poi che certo farà piacere a Lei e ai nostri amici è l'inizio dell'organizzazione dei Cooperatori Salesiani in Giappone e del Bollettino (è la trasformazione del Periodico D. Bosco, che pubblichiamo da quattro anni), dell'Associazione dei Devoti di M. A. e della pubblicazione periodica delle Letture Cattoliche, apertasi colla traduzione dei « Fondamenti della Religione Cattolica » del nostro D. Bosco.

Veniteci in aiuto.

Tutte queste opere od iniziative ci hanno costretto a sforzi ed oneri finanziari, che non possono essere riparati colle nostre povere risorse, che esigono un abbondante ed efficace aiuto da parte degli amici nostri. È per questo che oso stendere fiducioso la mano a Lei, ai nostri buoni Cooperatori e alle nostre buone mamme le Cooperatrici e dire a tutti: « Eccovi il risultato dei nostri poveri lavori. Sono eseguiti, ma sono in massima parte da pagare, e la missione non è nelle condizioni di poter assolvere a questo grave còmpito. Domando, per amor di Dio, la vostra carità pronta e generosa».

Cinquantennio di lavoro.

Proprio cinquant'anni fa (1881) il P. Sauret delle Missioni Estere di Parigi inviava persone nella zona a Nord della Missione (attuale provincia di Oita) per la ricerca di antichi cristiani, e da allora iniziava il nuovo dissodamento di questa vasta zona, un tempo sì fiorente di cristiani e di opere di beneficenza e di scuole.

Oltre una trentina di missionari si susseguirono nel faticoso lavoro e l'opera dell'apostolato si estese in provincia di Miyazaki. Come sarebbe interessante seguire le fasi del successivo sviluppo, che condussero alla definitiva costituzione dell'attuale Missione indipendente di Miyazaki! Come è pieno d'ammaestramento pel missionario il modo che tiene la Provvidenza nel guidare le anime alla fede! Come gloriosi e meritori al cospetto di Dio le sofferenze, i disagi di questi missionari che ci precedettero, e che fra gli stenti, le privazioni, i sospetti, le minuziose ed esose sorveglianze del periodo delle persecuzioni iniziarono il duro lavoro! Dopo le persecuzioni non rimangono in genere che sterpi, arido terreno, pietrame informe nelle opere e nelle anime... E questi eroi della fede, generalmente da soli, senza mezzi proporzionati, con umiltà, con sacrificio, fra difficoltà inaudite incominciarono a ricostruire, a seminare... e molta parte dei frutti ora da noi raccolti sono opera degli evangelizzatori che ci hanno preceduto.

Questo cinquantennio di lavoro missionario, che coincide colla data, che susciterà palpiti di affetto e di giubilo filiale in migliaia e migliaia di cuori, per Lei che tanto ama la nostra Missione, non tornerà meno gradito. Il ricordo dei suoi 5o anni di fecondo apostolato sacerdotale sarà unito specie per noi ai 5o anni di lavoro missionario in queste terre e servirà certo ad avvincere sempre più saldamente le nostre anime alla sua, e ad animarci all'apostolato.

Padre amatissimo, preghi per noi, ci venga in aiuto. Ed il Signore faccia discendere le benedizioni sue più belle su quanti caritatevolmente ci soccorreranno.

D. VINCENZO CIMATTI Missionario Salesiano.

Altre notizie riassunte.

Siam.

Le notizie dal Siam giungono sempre più confortanti. Il superiore D. Pasotti annunzia che il Ch. Giov. Batt. Kimthai è diventato il primo salesiano siamese con la professione del 19 gennaio; e che ha avuto subito un imitatore nel giovane Giovanni Gabriele Tomaso Praxum che fece la vestizione l'8 febbraio entrando in noviziato. Inoltre si è costituito il primo Circolo Giovanile Cattolico (S. Francesco Saverio), e per l'occasione il Delegato Apostolico S. E. Mons. Dreyer inviò un caloroso telegramma di congratulazione.

Dall'India. Seminario Pio XI e Scuola Apostolica.

Mons. Mederlet, invia alcune notizie ed un caldo appello per un seminario onde coltivare le vocazioni degli indigeni dell'archidiocesi di Madras. Già un piccolo seminario egli l'aveva iniziato nel giugno 1929, in ricordo della beatificazione di Don Bosco: lo intitolò « Seminario Pio XI » e nell'ottobre dello stesso anno essendo Mons. Mederlet ricevuto dal Santo Padre, ne ebbe una speciale benedizione e molto incoraggiamento. Appena aperto il seminario accolse 18 giovinetti indigeni da avviare al sacerdozio, ma ora gli aspiranti di cui si nota la certa vocazione sono una quarantina e perciò il primo seminario è divenuto insufficiente, sicchè Mons. Mederlet ha pensato di costruire una nuova casa apposita nella città di Vellore, chiamata « Scuola apostolica per la formazione del clero indigeno ».

I lavori di costruzione sono abbastanza avanzati, ma ora si sono dovuti rallentare per mancanza di mezzi finanziari. Momentaneamente i giovani aspiranti sono alloggiati nell'orfanotrofio salesiano in attesa dei nuovi locali La spesa per condurre a termine i lavori è appena di ottantamila lire italiane: e non è possibile pensare che la generosità di qualche mecenate non concorra alla santa opera di rendere fruttuose le enormi spese fatte finora.

Difatti il piccolo seminario ha già dato dei buoni frutti: quattro dei giovani studenti indiani hanno già vestito l'abito chiericale ed attendono allo studio della filosofia.

Dal Giappone.

Scrive il Sig. D. Cimatti, in data 1° maggio, che le sue speranze cominciano a realizzarsi.

A Nakatsu ha potuto ampliare la residenza e accettare subito undici nuove reclute indigene: con queste sommano a 22 le vocazioni che allietano ora quel piccolo seminario. Ma anche l'ampliamento è già insufficiente ed egli deve pensare a costruirne uno nuovo.

Ad Gita per la a propaganda stampa » si è aperta una piccola scuola tipografica che servirà egregiamente a diffondere Gesù nelle anime.

A Tano, presso la chiesa di Maria Stella del Mare, oltre una sala di riunione indispensabile per gli abitanti di quella zona, il caritatevole D. Tornquist ha donato il quadro di Maria Stella del Mare, ricopiato da un pittore giapponese sulla copia italiana.

A Miyazaki, centro della Missione, è stato aperto l'Asilo, e affidato alle solerti cure delle Figlie di Maria Ausiliatrice, le quali sapranno spargere copiosamente il buon seme tra i figli delle famiglie pagane. «Da poco tempo la via prospiciente la casa della Missione - continua D. Cimatti - ha subìto un ampliamento considerevole, che darà luogo all'attuarsi del piano regolarizzatone della città, alla via più bella (Via Imperiale). Era doveroso che la Missione decorasse un po' il suo recinto esterno: la città ne fu assai bene impressionata e molti visitatori vennero ad ammirare e a congratularsi ». Ma la più bella decorazione, rileva il missionario, sono le anime buone degli amici che aiutano la Missione a progredire, e soprattutto i cari fanciulli pagani che frequentano con amore la residenza. I giovani e le famiglie vogliono bene alla Missione. Ne diedero una prova la sera di Pasqua, quando, sviluppatosi un incendio nelle vicinanze ed essendovi pericolo che la residenza fosse investita, cristiani e pagani corsero a lavorare e a testimoniare in qualche modo il loro affetto riconoscente per chi lavora per loro.

Grazie ricevute per intercessione del Beato

La piccola Nora B. di un anno, alla mia padrona ed a me affezionatissima, l'estate scorsa, mentre si era al mare, fu colpita da gastro-enterite e per una sopravvenuta bronchite e per la dentizione si aggravò tanto che si dovette trasportarla immediatamente in città.

Una signora che ha tanta fiducia nel Beato Don Bosco, mi diede la novena in suo onore e mi consigliò di cominciarla immediatamente. Io con gran fede la incominciai ed al terzo giorno la bambina, che era ridotta quasi in fine di vita, migliorò ed in pochi giorni guarì completamente.

Spezia.   MARIA VIANELLI.

Guarito dal tifo. -- D. Bosco, l'apostolo della fanciullezza, continua nel Cielo la sua protezione sui bimbi suoi.

Il mio Sasà, negli ultimi di agosto, si ammalò di tifo e, nonostante le sapienti cure del valente medico, il male persisteva violento e implacabile. Mio figlio era sull'orlo della tomba e in famiglia si gemeva per l'imminente sciagura. Una sola speranza ci sorreggeva: l'intercessione del Beato Don Bosco. Ne iniziammo la novena e provvedemmo il malatino della sua reliquia. Miracolo! La notte dell'ultimo giorno della novena, nel momento in cui lottava tra la vita e la morte, lo stesso bimbo preannunzia che la febbre sarebbe scemata. E scemò difatti gradatamente e la guarigione venne prodigiosa a portare il sereno e la gioia.

Alimena, ottobre 1931.   SALVATORE Russo.

Un'ulcera scomparsa. - Da più di cinque anni soffrivo di un'ulcera allo stomaco e non potevo alimentarmi che con un po' di semolino e pastina. Ma anche questo poco di cibo cominciò a non essere più tollerato dal mio stomaco e il male crebbe tanto da far temere di essere giunta alla fine della vita. Il 5 novembre 1930 una suora mi consegnò una piccola reliquia del Beato D. Bosco e subito cominciammo fervorosamente la novena. Da quel giorno ogni dolore sparì e potei mangiare liberamente qualunque cibo.

Ho aspettato quasi un anno ad inviare la relazione della grazia per esser certa della mia perfetta guarigione. Oggi però ringrazio pubblicamente il mio grande Protettore.

Alcamo.   Sr. MARIA BUTERA.

Un'esistenza assicurata. - L'esistenza del nostro piccolo Giancarlo era minata da malattia che i medici non sapevano ben definire e curare: essi si sono pronunziati per tifo e meningite con la perdita della vista e della favella, anzi il medico curante ebbe a dire per vari giorni visitando il bambino, che era persuaso di trovarlo morto. Il bimbo infatti perdeva ora per ora cognizione di tutto aggravandosi sempre più.

Confidate le nostre ansie alle R.de Suore di Maria Ausiliatrice, queste ci esortarono di applicare al malato la reliquia di D. Bosco e cominciare una novena, assieme a loro, in onore del Beato. Allo scadere del nono giorno si riscontrò un consolante miglioramento che andò accentuandosi ogni giorno, tanto che in breve il bimbo si è completamente ristabilito.

Montebelluna.   Coniugi DELLA PAPPA

Vocazione salvata. - Per un insieme di circostanze, mi trovavo in condizioni difficili, anche perchè la mia salute fisica e la mia virtù erano troppo inferiori agli incarichi che i Superiori mi avevano assegnato. D'altra parte vi erano molte difficoltà per ottenere la liberazione dai gravi pesi che erano venuti gravando sulle mie povere spalle: la croce era così pesante che mi pareva impossibile rimanere fedele alla mia vocazione.

Mi rivolsi al Beato Don Bosco, di cui sono ammiratore e devoto fin dalla mia prima giovinezza, promettendogli, se mi aiutava, di eseguire certe opere di pietà. Per riconoscere da lui la grazia che chiedevo, gli domandai che proprio per un giorno fisso mi liberasse dai miei pesi e dalle mie angustie. Don Bosco mi ha esaudito perfettamente e proprio entro il giorno da me stabilito, dandomi anche nuove energie e nuove grazie nel cammino della mia vita religiosa.   UN RELIGioso.

Il Beato Padre D. Bosco ci ha esaudite! - Nell'ottobre dell'anno scorso fu colpita repentinamente da complicati mali la nostra missionaria Suor Cristina Castellani, appella giunta nel nostro caro Asilo, e in meno di tre giorni si trovò in fin di vita nonostante i pronti soccorsi del medico e dell'infermiera. Alla mia domanda di volermi dire senza sotterfugi le condizioni della cara sorella, il medico mi confidò che soltanto poche ore di vita rimanevano se l'ultima esperienza, che stava per fare, non avesse dato un buon risultato.

Fu in questa apprensione che, con la Comunità intiera, ci rivolgemmo al nostro Beato Padre Don Bosco: e il miracolo non si fece attendere, poichè nello stesso giorno, con grande soddisfazione di tutte, Sr. Cristina si trovava fuori di pericolo. La convalescenza fu lunga, è vero; ma oggi la Suora è completamente ristabilita.

Cuyabà.   Suor GIUSEPPINA De-LUCA F. M. A.

Fa ravvedere una morente. - Don Bosco anche ora dal Cielo è sempre zelante della salute delle anime.

In paese era moribonda una povera donna. Conoscendola, una Suora l'avvicina e tenta prepararla prudentemente agli ultimi passi. Ne è ricacciata in modo si violento che lo stesso Parroco si persuade non esservi nulla a fare. Si ritenta dalla sottoscritta, due giorni dopo, la prova. Uguale disastrosa accoglienza.

Torno all'asilo, raccolgo i bambini in preghiera dinanzi all'immagine di Don Bosco, e tutti con fervore imploriamo la grazia. Poco dopo, seguendo un'interna ispirazione, torno dall'ammalata. Portento! Mi accoglie, ascolta le mie povere parole, ed in seguito riceve con fede e rassegnazione il sacerdote che le amministra gli ultimi Sacramenti.   Suor E.

Direttrice asilo.

Guarita da gastrite intestinale - Nei primi mesi del 1928 mi ammalai di disturbi gastro intestinali, che andarono sempre più aggravandosi, finché nell'agosto fui obbligata a lasciare il mio impiego. Provai tutte le cure, consultai tutti gli specialisti più rinomati, ma purtroppo anziche ottenere risultati soddisfacenti andavo sempre più peggiorando.

Mia mamma, molto devota del Beato Don Bosco, noi consigliò allora di rivolgermi a lui e domandargli la tanto desiderata guarigione; e dal mio letto di dolore con viva fede invocai il Beato perché mi esaudisse e mi ridonasse sana ai miei cari.

Egli mi ascoltò; appena incominciata la novena, il male si fermò, e sempre più vedemmo palese il miglioramento. Nel giugno del 1929, e precisamente la notte dell'11, io feci un sogno rivelatore: mi pareva di essere a Torino, in devoto pellegrinaggio davanti alla salma benedetta, e tutto ad un tratto vidi il Beato vivo dinanzi a me, che alle mie ardenti suppliche di ridonarmi completa salute, assentiva due volte col capo.

Egli ha mantenuto la sua promessa, ed io, qui a Torino davanti alla sue venerate spoglie per adempiere ad un voto fatto, desidero rendere pubblica la grazia, ed innalzo a lui che mi guarì fervide preghiere, invocando benedizione e aiuto per me e per i miei cari.

Genova, maggio del 1931.   LUCIA CARBONE.

Guarita da gravi mali e liberata da atroci dolori. - Da circa dodici anni ero tormentata da gravi dolori, nè le forze mi reggevano per sottopormi agli atti operatori che andavano sempre più imponendosi.

Nel mese di maggio u. s. il male si aggravò in una maniera impressionante, tanto che sembrava prossima la mia fine. Fu allora che intensificai la mia devozione al Beato D. Bosco e riposi in lui tutta la mia fiducia pel buon esito dell'operazione che non poteva più esser differita.

Durante l'operazione strinsi fra le mani una reliquia del Beato D. Bosco.

Appena il dottore addetto mi mise la maschera, la lingua mi rotolò nella gola e diventai quasi nera pel soffocamento; con molti sforzi i professori poterono estrarla a tempo, liberandomi dalla morte.

Anche l'operazione, complicatissima e durata 2 ore e mezzo, riuscì benissimo grazie all'aiuto del Beato, nel quale tanto avevo sperato.

Ed ora alla distanza di tre mesi, essendo completamente ristabilita anche dalle gravi conseguenti infezioni ed enfiagioni, mantengo la promessa inviando l'offerta per le Missioni, mentre esprimo al Beato tutta la mia viva riconoscenza.

Lu Monf.   RIBALDONE ANGIOLINA,

Esprimono pure riconoscenza al Beato Don Bosco i seguenti

Carla Scaraffia ringrazia il Beato e offre pei suoi diletti piccini.

Una sorella B. S. M. A. trovandosi in pena per una persona di famiglia, la raccomandò al Beato ottenendo la riuscita desiderata.

G. P. (Casentino) per essere stato palesemente protetto dal Beato in critiche circostanze, e per aver lo stesso Beato liberata una sua sorella da grave ed incresciosa operazione.

Tita Elisa raccomandò all'intercessione del Beato la figlia ridotta in fin di vita e ne ottenne subito la guarigione.

L. Porta (Ales) è riconoscente al Beato per avergli prodigiosamente ottenuta la guarigione del figlio Romano, ridotto agli estremi.

Una famiglia devotissima dell'Ausiliatrice e del Beato ci scrive da Vercelli:

« Nel mese di giugno del 1931 mio figlio si ammalò di bronchite e di esaurimento preoccupante, e, per essere prossimo agli esami di fine d'anno, in famiglia si era molto inquieti. Una notte, sentendolo tossire, mi svegliai; ma essendosi la tosse poco dopo calmata, egli si riaddormentò. Non potendo più prendere sonno, rivolsi la mente a Dio pregandolo di aiutare il mio figliuolo. Improvvisamente m'apparve, circondato di luce celestiale, il beato Don Bosco che sempre ho venerato e venero, e rivolgendomi la parola e guardandomi con occhio benevolo disse: - Non temere, veglio io su tuo figlio. - Difatti mio figlio acquistò forze bastanti per superare il male e in seguito gli esami ».

Scarpa Isabella per grazia ricevuta.

Marchese Lina per una grazia particolare.

Luigia Colossi (Casarsa) riconoscente per la nascita del bimbo, unico tra sette nato vivo, gli impose il nome di Giovanni in omaggio al Beato, dal quale riconosce la grazia eccezionale.

Chiatellino E. per felice esito negli esami.

Coniugi Garzone per aver D. Bosco esaudito prontamente il loro desiderio con la nascita di un bambino.

N. N. avendo una persona cara colpita da infezione intestinale con una minaccia di tifo e lungi da casa, la raccomandò al Beato ponendo sotto il guanciale una reliquia di Don Bosco: l'ammalata, migliorò subito e potè essere trasportata a casa, dove guarì.

Famiglia Cerati Elisio (Johannesburg) ringrazia il Beato per aver ridonato la salute alla loro figliuoletta.

Sr. T. V. (Santiago) ammalatasi gravemente e confortata con tutti i Sacramenti, per intercessione del Beato al quale si raccomandò con fede, ottenne l'insperata guarigione.

Callegari Anna Maria (S. Sebast. Cur.) porge un grazie riconoscente al B. Don Bosco a nome dell'amata sua mamma, che pochi giorni prima di morire aveva desiderio vivissimo di recarsi in persona a porgere la sua riconoscenza per grazia ottenuta e versare lagrime di fede sull'urna del Beato, verso il quale nutriva vero amore e venerazione.

Antonio Brandao Resende (Ponte Nova, Brasile) ridotto agli estremi in un disastro automobilistico, per intercessione del Beato potè ristabilirsi completamente.

Maria Martins da Costa (Ponte Nova) colpita da febbri malariche e ridotta in fin di vita, ottenne miglioramento e guarigione raccomandandosi al Beato con una novena.

Maria Alvez Xavier (St. Pietro dos Ferros, Brasile) ottenne, coll'intercessione del Beato, la guarigione del nipotino Josè Torres colpito da gravissimi eccessi nervosi.

Maria Stropeni (Como) raccomandò al Beato la nipotina di otto anni che, morsicata al naso da un cane lupo, correva pericolo di perdere la vista; e in breve la riebbe guarita con meraviglia dei dottori curanti.

N. N. (Buriasco) offre L. 200 per grazia ricevuta.

Angelo Ferrillo (Calvizzano) raccomandò al Beato la sorellina colpita da bronco-polmonite doppia e ridotta agli estremi, e ottenne nel corso di una novena di vederla fuori pericolo, migliorare e guarire perfettamente.

I. N. (Bassano del Gr.) è riconoscente per la riuscita dell'operazione che la liberò dall'appendicite, di cui soffriva da 13 anni.

Sibilano Matilde (Bari) per una scossa di terremoto spaventata, ebbe forti attacchi al sistema nervoso da allarmare la famiglia. Si raccomandò in quei momenti al Beato, e ne fu liberata in pochi giorni.

M. T. (Treviso) si rivolse al Beato con la promessa di essere fervente Cooperatrice e di inviare un'offerta, perchè il Beato sciogliesse l'intricatissima matassa di interessi che la teneva in penosa sospensione. E da quello stesso giorno Don Bosco svolse la trama di una impensata soluzione.

Sac. Mario Freddi (Pavia) è riconoscente a Don Bosco per la guarigione della sorella, assai sofferente di reumatismo e artritismo muscolare.

Famiglia Pusiol ringrazia il Beato per la guarigione della piccola Antonietta colpita da grave influenza.

C. Maria è riconoscente al Beato di averle ottenuta la guarigione della cuginetta che era in condizioni disperate per polmonite e pleurite, e di aver fatto trovare un impiego al marito.

Maria Sedeccio (Borgomanero) esprime la sua viva riconoscenza al Beato D. Bosco per averla protetta in una difficile operazione chirurgica che dovette sostenere.

C. Anna ringrazia il Beato per varie grazie ottenutele con la sua potente intercessione, specialmente la liberazione del figliuolo da un fortissimo mal di gola.

E. C. S. (Alessandria) colpita nello scorso inverno da anemia generale grave, pregò il Beato con fiducia ottenendo subito un miglioramento seguito dalla desiderata guarigione.

Sac. Paride Mosconi (Brizzolara) ricoverato all'ospedale di Varazze causa esaurimento nervoso, ivi peggiorò per successive perdite di sangue. Anche il rimedio delle iniezioni del caso non giovando, la sera del terzo giorno diede principio a una novena al Beato: e da quella notte in poi cessò la perdita di sangue e con essa il dolore acuto della ferita interna.

Bordignon Antonia avendo la figlia Anna colpita da otite alle due orecchie, la raccomandò al Beato con la promessa di una offerta, e il male scomparve presto senza bisogno di operazione. Inoltre avendo incoraggiato la cognata Girolemetto Maria - dichiarata affetta da appendicite con calcoli al fegato - a fare una novena a Don Bosco, in poco più di 10 giorni la vide guarita con stupore del chirurgo che doveva operarla.

Salvi Giuseppe (Mazzoleni) suggerì di raccomandare al Beato D. Bosco il nipotino di due anni colto da improvviso e grave malore, e lo riebbe completamente guarito due giorni dopo.

Mons. Raffaele Raele (Lagonegro) esprime viva riconoscenza per grazia ricevuta durante la sua ultima malattia.

Giacchino Maria (Ivrea) ringrazia per la guarigione dell'amata sorella.

Stornone Paola (Ivrea) ringrazia per favore ottenuto coll'intercessione di D. Bosco.

Pignata Olimpia (Caramagna) da sette anni ammalata si rivolse con fiducia al Beato e con un'operazione, felicemente riuscita, riebbe la salute.

Galli Maria (Pianazzo) con la promessa di un'offerta per le Opere Salesiane e della recita quotidiana del S. Rosario, chiese con fiducia la guarigione del figlio Pierino colpito da febbre tifoidea: e, come desiderava, lo vide presto risanato.

P. A. (Racconigi), deperendo nella salute al principio dei lavori estivi agricoli, si raccomandò al Beato perchè la sostenesse colla sua protezione onde aiutare la famiglia; e potè disimpegnare i suoi doveri senza inconvenienti.

Montini Osvaldo (Torino) riconoscente per grazia ricevuta.

Rivalta Celestina (S. Silvestro) colpita da pleurite prolungatasi nelle conseguenze di tosse e febbre dall'ottobre al marzo, ne fu libera appena si raccomandò al Beato e fece promessa di aiutare le Opere Salesiane.

N. N. (C...) per il felice esito degli esami al suo figliuolo.

Caffaratti Amalia (Torino) per aver ottenuto quanto desiderava in momenti tristi.

Girelli Maria per una grazia importante riguardante suo .marito.

Maria M. Bruno offre L. 1oo per grazia ricevuta. N. N. per la grazia di una guarigione insperata.

Lucia Baudino (Rivalta) per grazia ricevuta invia offerta per le Missioni.

R. B. (La Morra) peli miglioramento notevole già ottenuto in un caso che poteva dirsi disperato.

N. N. (Genova) esprime riconoscenza per due grazie ricevute; prima per aver veduto risolversi bene un affare che si delineava a danno di alcuni suoi nipoti, poi per l'annullamento del decreto di trasloco di un parente che sarebbe stato dannoso per la famiglia.

Marmina Aceto (Turi) dopo un'operazione alla bocca, non cicatrizzandosi la ferita, correva rischio di dover sottostare a una seconda operazione; si raccomandò al Beato con una novena, al termine della quale il dottore riscontrò la causa, e in pochi giorni con una nuova cura rimediò all'inconveniente.

Maria P. (Macerata) malata gravemente di ascesso polmonare cronico datante da più di un anno e provocante spaventosi e ripetute emottisi, per intercessione del B. Don Bosco fu miracolosamente guarita.

Lettera di Don Giulivo ai giovani.

Come una cucina diventa Cappella. Carissimi,

Vi scrivo da Castelnuovo d'Asti, ora ufficialmente detto Castelnuovo Don Bosco, anzi vi scrivo dalla Borgata Becchi luogo nativo del Beato Don Bosco, ove mi trovo pel triduo e festa della Madonna del S. Rosario, nel magnifico tempio votivo di Maria Ausiliatrice eretto qui presso la casella nativa del Beato e presso l'antica Cappella della Madonna del S. Rosario un tempo eretta dal Beato stesso.

Nel 1929, due anni fa, quando avvenne la beatificazione del Venerabile Fondatore dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, si voleva dedicare qui una Cappella al benemerito Apostolo della Gioventù. Ed ecco balenare la geniale idea di improvvisare tale Cappella nè più nè meno che nella piccola cucina della suddetta casetta nativa di Don Bosco, ove ora si legge la seguente iscrizione: La cucina della famiglia Bosco, dove la mamma Margherita alimentava i tre figli, e con l'insegnamento della religione e con le pie esortazioni li guidava nel santo timore e all'amore di Dio, diveniva Cappella dedicata al Beato Don Bosco il 16 giugno 1929.

Si suol dire dagli agiografi che i Servi di Dio sogliono nascere in luoghi deliziosi e incantevoli. Per il Beato Don Bosco fu veramente così. La Borgata Becchi, e specialmente il ridente colle sulla cui cima si conserva religiosamente la casetta nativa del Beato, sono veramente così e per giunta vi si ammirano dei panorami ameni attraentissimi.

Ora qui accorrono devotamente ogni giorno pellegrini da tutte parti. Il Tempio Votivo, ricco monumento d'arte, è divenuto Santuario cui attendono assiduamente tutto l'anno alcuni sacerdoti Salesiani, e vi si fa un gran bene.

L'attuale festa della Madonna del S. Rosario inoltre è sempre una ricorrenza celebrata con somma pompa e con gran concorso di popolo. Anzi vi accorrono già i pellegrini la vigilia per la Santa veglia durante tutta la notte. Tra le sacre funzioni solenni riesce sempre attraentissima la Processione Eucaristica del pomeriggio tra gli ubertosi vigneti che fan corona a questa località. A rendere più gaia la festa vi accorrono ogni anno da Torino la Scuola di canto e la Banda musicale dell'Oratorio Salesiano di Valdocco, come già ai tempi del Beato presso l'antica piccola Cappella del S. Rosario. Sempre così: il Beato Don Bosco amava grandemente le feste religiose celebrate con molto sfarzo e solennità e con belle musiche. Niente di meglio specialmente per la gioventù e per il popolo; sistema stupendo che i Salesiani hanno portato trionfalmente in tutte le parti del mondo fin nelle loro Missioni tra gl'infedeli e tra i selvaggi.

Addio.   Aff.mo Don Giulivo.

Le "Letture Cattoliche" del Beato Don Bosco.

Entrano ormai nell'ottantesimo anno della loro vita tanto feconda di bene, e contano al loro attivo 948 volumi divulgati in migliaia di esemplari. Concepite dalla mente provvida del Beato e da lui curate con intelletto d'amore, a costo di innumerevoli sacrifici, fino al suo ultimo respiro, vennero raccolte dai suoi figli con venerazione come una delle eredità più care e delle opere più necessarie ai tempi nostri, in cui la stampa ha raggiunto una potenza universale troppe volte rovinosa. I Salesiani ne continuarono pertanto la pubblicazione, con incalcolabile beneficio delle famiglie e della gioventù. In questi ultimi anni poi, grazie alla generosa collaborazione di ottimi scrittori, le Letture Cattoliche hanno destato tanto interesse che meriterebbero una maggior diffusione. Ad argomenti di palpitante attualità si alternano edificanti biografie ed ameni racconti che ricreano la mente ed educano il cuore ai più nobili sentimenti. La S. E. I. ne ha migliorato notevolmente l'edizione che si presenta quanto mai graziosa. Il successore del Beato Don Bosco, Rev. Sig. Don Filippo Rinaldi, le ha onorate di un suo prezioso autografo, pubblicato dal Galantuomo (Almanacco popolare pel 1932, in vendita presso la S. E. I. a L. 2), in cui implora una speciale benedizione dal Beato sui Collaboratori, sugli Abbonati e su tutti i Lettori e Lettrici.

Noi aggiungendo i nostri auguri, le raccomandiamo caldamente a tutti i Cooperatori ed a tutte le Cooperatrici perchè non soltanto si abbonino essi stessi, ma ne curino, con tutto il loro zelo, la maggior diffusione possibile. Se ogni paese avesse un'anima buona che se ne occupasse, noi potremmo vedere una vera e salutare propaganda di buona stampa che rinnoverebbe tante famiglie ed offrirebbe alla nostra gioventù letture sane ed educative.

Abbonamenti: Annuo: Italia L. 12,50 - Estero L. 15. Vitalizio: una volta per sempre L. 250.

Per rivendita e diffusione rivolgersi alla Direzione che farà condizioni speciali.

Amministrazione: S. E. I., Corso Regina Margherita, 176 - Torino (109).

Direzione: Via Cottolengo, 32 - Torino (109).

NOTIZIE DI FAMIGLIA

Omaggi gentili al S. Padre.

Una rappresentanza di 23 giovani operai dell'Oratorio salesiano «Pio X » di Capocroce fu ricevuta sulla fine di settembre dal S. Padre, al quale ha offerto una grande gabbia riproducente la Mole Antonelliana di Torino - lavoro di traforo eseguito su legno compensato - una riproduzione della Torre Eiffel di Parigi e un grande stemma della Gioventù Cattolica Italiana. Il S. Padre ha ammirato i singolari doni con interesse ed ha ringraziato e benedetto i cari giovani con effusione veramente paterna.

Nella festa dell'uva.

Il 27 settembre si è celebrata in Italia la festa dell'uva. Nella parrocchia salesiana del S. Cuore di Gesù a Grottaferrata la festa ha avuto una simpatica funzione religiosa, nella quale bambini e bambine offrirono grappoli in dono a Gesù. In mezzo alla chiesa su un gran tavolo fu deposta l'uva offerta dai piccoli; indi il parroco la benedisse e, dopo Messa, la fece trasportare su un carrettino addobbato presso le Suore Missionarie Francescane, le quali prepareranno con essa il vino da servire pel sacrificio della Messa.

La bella iniziativa merita di essere segnalata... e diffusa: essa eleva il significato della festa al massimo livello, cui possano aspirare le fatiche umane, benedette dal Datore di ogni bene, che ha voluto chiamarsi il Padrone della mistica vigna: Pater meus agricola est.

Partenza dei missionari.

Conforme all'annunzio dato sui precedenti numeri del Bollettino, l'11 ottobre si è svolta con gran solennità nel Santuario di Maria Ausiliatrice la commovente cerimonia della benedizione dei missionari salesiani partenti.

Migliaia di fedeli e di Cooperatori hanno gremito il Santuario e recato ai missionari il loro generoso tributo di preghiere e di affettuosa carità. Dal pergamo diede il saluto il nostro missionario D. Umberto Dalmasso, il quale esordì ricordando l'invito di Gesù: Venite dietro di me; vi farò pescatori di uomini, e in un rapido quadro grandioso lumeggiò gli innumerevoli popoli - un miliardo - che sono ancora infedeli. Accennò alla Cina dove circa 50o milioni di anime attendono di essere evangelizzate; e tracciò un quadro delle difficoltà in cui si dibatte la giovanissima repubblica che, lasciata la sua millenaria civiltà, ricerca ora una nuova via; accennò pure ai magnifici risultati spirituali che in essa ha ottenuto la Chiesa Cattolica, per es., la gerarchia indigena di 14 vescovi cinesi con 1369 sacerdoti cinesi e oltre 2000 suore missionarie cinesi.

S'indugiò specialmente sui pericoli e difficoltà enormi dell'evangelizzazione, e per parte della lingua, e per le vie di comunicazione, primitive dovunque, e per le grandi differenze di usi e costumi. All'uopo raccontò interessanti aneddoti ed episodi accaduti ai vari missionari. Ricordò che la sola Cina, in un anno solo, vide 2 vescovi ed 11 sacerdoti uccisi sul campo del lavoro, martiri del loro dovere; descrisse la fine dei nostri indimenticabili Mons. Versiglia e P. Caravario, uccisi il 25 febbraio 1930, e accennò al pericolo, da lui stesso corso, di venir decapitato allorchè fu catturato da parte dei bolscevichi cinesi, che lo trattennero prigioniero per circa 15 giorni.

« Tali cose, disse il missionario, è bene dirle agli amanti delle missioni perche sappiano i sacrifizi dei missionari; e vanno dette anche a voi, giovani missionari, perchè vi prepariate alla vita di sacrifizio, come il soldato che si prepara a partire per la trincea, non s'illude e non sogna una vita di gioia o di mollezze ».

Una parentesi delicata aprì l'oratore, accennando alla partenza delle 6o Figlie di M. A., e tratteggiò il lavoro dell'eroine di carità, nelle scuole, ospedali ed ambulatori, la cui opera colpisce e soggioga anche il pagano più brutale e incredulo.

Finì esortando tutti a conoscere, amare, ed aiutare le Missioni, che hanno bisogno dell'aiuto di tutti, nessuno escluso,

Quindi, fra le esecuzioni corali ed organistiche, dirette dai maestri Scarzanella e Pagella, S. E. l'Arcivescovo Monsignor Fossati ha impartita la benedizione ai figli di Don Bosco, cui è serbata la gioia di calcare le sue orme lungo le strade del mondo. Mentre i fedeli levavano preci propiziatorie per i partenti, il Sig. Don Rinaldi, con gli altri Superiori del Capitolo, si portava nel presbiterio e, dinanzi all'altare, salutava ogni singolo missionario, mettendo nelle loro mani il Crocifisso e sussurrando parole di monito, di incitamento e di affetto.

I missionari partenti erano 132, fra sacerdoti, chierici e coadiutori; le Suore, Figlie di Maria Ausiliatrice, oltre 6o. Il loro congedo dalla Casa, in cui hanno vissuto raccoltamente i giorni della preparazione, è riuscito profondamente suggestivo.

Storica e artistica chiesa restaurata.

Dopo venti mesi di attività multiforme e febbrile il solerte Comitato poi restauri della storica e monumentale chiesa di S. Francesco d'Assisi, ha offerto alla città di Torino il bel tempio ringiovanito in ogni sua parte, luccicante di marmi e scintillante d'oro.

È la chiesa che a Torino assomma maggiori ricordi storici, per esser stata sede, prima del 1659, del municipio di Torino e per aver conservata nella quaresima del 158o l'insigne reliquia della SS. Sindone; ed in tempi più prossimi, per essere stata il campo delle quotidiane fatiche apostoliche del Beato Cafasso e del teol. Luigi Guala, fondatori del Convitto Ecclesiastico; ed infine per aver accolto, giovane prete, il Beato Don Bosco, il quale proprio in questa chiesa celebrava la sua prima messa e l'8 dicembre 1851 incontrava il giovane Bartolomeo Garelli, e da questo incontro diede inizio a tutta quell'opera di redenzione giovanile che oggi è sparsa in ogni angolo del mondo.

L'antichissimo tempio, che una pia tradizione asserisce fondato dallo stesso San Francesco o almeno da uno de' suoi primi compagni, e le cui memorie sicure datano dalla seconda metà del secolo XIII, è ritornato un vero gioiello artistico per i bellissimi restauri ora compiuti per merito del rettore Can. Ferdinando Toppino, assecondato dalla direzione delle belle arti. Resta solamente a completare la maestosa facciata corinzia, disegnata dal celebre Bernardo Fittone.

Una serie di grandiosi festeggiamenti si svolsero dal 4 all' 11 ottobre per inaugurare i lavori compiuti; S. E. Monsignor Arcivescovo e S. E. Mons. Casabona Vescovo di Chiavari intervennero per le funzioni religiose, alle quali parteciparono pure il Sig. D. Rinaldi, il Sig. D. Trione e la Schola cantorum dell'Oratorio Salesiano.

... In breve

A Firenze il nostro missionario D. Umberto Dalmasso ha tenuto il 26 settembre una conferenza missionaria sulla Cina nel «salone fiorentino » alla presenza delle più spiccate personalità cattoliche, molti membri della Giunta Diocesana e della Federazione Giovanile, che non gli hanno risparmiato i più calorosi applausi. Lo stesso D. Dalmasso commemorò poi nella chiesa di S. Gaetano l'indimenticabile Mons. Luigi Versiglia.

A Cavaglià il Can. D. Giacomo Miglietti, decano del clero biellese e Direttore dei Cooperatori del Vicariato, nel compiere i suoi fruttuosi 8o anni, veniva festeggiato con riconoscente affetto dai Salesiani ed alunni del locale Istituto Salesiano.

CULTO E GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE

Maria Ausiliatrice sulle Alpi Carniche.

Il bel periodico Maria Ausiliatrice, Torino, pubblica un'interessante cronaca dell'inaugurazione di una cappelletta dedicata a Maria Ausiliatrice sulle Alpi Carniche. Fu inaugurata il 2 agosto nei pressi del Rifugio De Gasperi, in Val Pesarina. L'iniziativa è dovuta ai nostri confratelli di Tolmezzo e al Dott. Corbellini, presidente della Sezione Alpina Carnica. La cappelletta è di stile carnico del '70o con un pronao ad arco-soglio che sostiene una piccola cella campanaria; la parte posteriore compone la cappella. Sull'altar maggiore è dipinta l'Ausiliatrice, e sulla facciata principale sono affrescati due angeli con il motto: Da robur, fer auxilium: Da vigore, porta aiuto. La campana invece porta: Per aspera ad astra.

Concorsero alla costruzione le forti donne di Pesaris, trasportando lassù gran parte del materiale, e la Scuola Professionale di Tolmezzo con l'eseguire i ferri battuti; e l'esimia signora Gropplero Pesenti donò un ricco e artistico Cristo d'argento.

Fin dal giorno precedente il Dott. Corbellini soprannominato dalla popolazione di Pesaris il re del Clap - aveva segnalato la sua presenza accendendo durante la notte grandiosi fuochi di bengala, avvertendo i valligiani che l'indomani erano attesi.

S. E. Mons. Nogara, Arcivescovo di Udine, che ha voluto di presenza benedire il nuovo tempio, è salito a dorso di mulo, scortato da numerose autorità e seguito da una folla di borghigiani. Erano ad ossequiarlo: S. E. l'On. Leicht presidente della Sezione Alpina Friulana, gli On. Pesenti e Gortani, il Gr. Uff. Isacco, Consigliere di Stato, il Dott. Corbellini, la vedova Silvia De Gasperi, con numerosi Cooperatori e sacerdoti salesiani, le Organizzazioni giovanili e tutti i partecipanti al Campeggio del Touring.

Monsignor Arcivescovo, dopo un breve riposo, indossati i paramenti, benedisse il tempietto e celebrò la S. Messa. Al Vangelo, fra la più religiosa attenzione dei fedeli che gremiscono il sagrato della chiesetta, l'Arcivescovo dice:

« Le funzioni religiose che si svolgono in questi luoghi, suscitano nell'animo dei presenti, un'intensa, vivissima commozione; e non è da meravigliarsi, perchè il sentimento religioso ha le sue radici nel profondo dell'anima nostra.

» Se i riti religiosi sono sempre solenni e commoventi, tante più lo sono in alta montagna, dove tutto parla di Dio, dove la bellezza della natura ci fa pensare alla, bellezza del Creatore, dove tanto più facilmente dall'ammirazione del creato si passa all'ammirazione del Creatore, che pare abbia scherzato con la natura, per darci una pallida idea della sua potenza ».

Il pensiero vola quindi al Papa alpinista, che tanto amore ebbe per le montagne.

Ricorda come una guida rozza e ignorante, giunta sull'alta cima Jazzi a 4000 metri d'altezza, abbia esclamato alla vista dello spettacolo imponente, che si presentava al suo sguardo:

Il faut prier: bisogna pregare. Tutti sentono il bisogno di Dio quassù fra le vette baciate dal sole. I presenti lo possono testimoniare.

Mio fratello risanato. - Dal novembre del '30 mio fratello Carlo si pose a letto per leggera indisposizione che si sperava sarebbe passata con un po' di riposo. Invece per complicazioni sopravvenute, in pochi giorni, fu ridotto agli estremi. D'accordo con l'ammalato, si cominciò la novella a Maria Ausiliatrice e al Beato Don Bosco: e il male in poco tempo scomparve. L' ammalato risentì però una grande debolezza; ma anche questa andò scemando con l'aiuto della Madonna e di Don Bosco.

Trino.   BORLA TERESA,

Guarita da asma bronchiale nervosa. - Sin dal 1915 soffrivo di un'asma bronchiale nervosa ; la tosse e la soffocazione mi martoriavano al punto di tenermi per molto tempo inchiodata nel letto e per mesi senza poter uscire di casa,

Mi feci visitare da medici e professori; ma le medicine prescrittemi non mi giovavano ad altro che a darmi un po' di sollievo.

Vedendo vane le cure dell'arte medica pensai di ricorrere alla medicina celeste. Ricevendo da anni mensilmente il Bollettino, vedendo le strepitose grazie che Maria Ausiliatrice e Don Bosco fanno ai loro divoti, anch'io fiduciosa di essere esaudita invocai il loro aiuto promettendo (se non si fosse più verificato alcun attacco del male) di fare una piccola offerta per le Opere Salesiane.

Feci più volte la novella a Maria Ausiliatrice consigliata da D. Bosco, e appena potei nel tempo della novena feci anche la Santa Comunione coll'aggiunta di una preghiera a Don Bosco che intensificai dopo la sua Beatificazione. Ora da due anni sto belle e non soffro più nulla: adempio alla mia promessa implorando da M. A. e dal Beato D. Bosco la loro protezione sopra di me e sopra dei miei cari.

Montezemolo.   MARIA BAGNASCO.

Il sottoscritto conferma l'esposizione del fatto della signorina Maria Bagnasco devota di Maria Ausiliatrice e del Beato Don Bosco.

Montezemolo, 10 luglio 1931

Can. GIUSEPPE ACCANTO, Arciprete di Montezemolo (Cuneo).

Guarita da forte emorragia. -- Nel gennaio dei 1928 mio cognato fu colpito da una forte emorragia e dopo andò molto spesso soggetto a dolori di ventre tanto forti da non poter neppure reggersi in piedi. Verso la fine di aprile del 1929 l'ammalato fu nuovamente assalito da forti dolori e ricominciò a buttar sangue anche dalla bocca, così che si dovette condurlo subito, quantunque di notte, all'ospedale. I medici volevano sottoporlo ad un'operazione, ma l'ammalato non sapeva rassegnarsi. Mia sorella intanto, sotto la preoccupazione di perdere lo sposo, mi scrisse esortandomi a pregare. Subito raccomandai l'ammalato a Maria Ausiliatrice e al Beato D. Bosco. Circa 15 giorni dopo, la vigilia del giorno fissato per l'operazione, il male si risolse favorevolmente rendendo inutile ogni intervento chirurgico; e da quel momento, cessati i dolori e l'emorragia, l'ammalato migliorò fino a guarigione completa.

Foglizzo.   Ch. ETTORE BRUGNOLo.

Esprimono pure la loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice e al Beato Don Bosco i seguenti:

A. R. (Torino) ringrazia la Madonna e il Beato per una segnalata grazia.

Stefenlongo Giuseppina coll'aiuto della Vergine Ausiliatrice e del Beato superò benissimo una difficile e incerta operazione.

Gravano Teresa raccomandò a Maria A. il suo bimbo di due anni e mezzo colpito da vaiuolo e assai grave: dopo pochi giorni lo vide migliorare sensibilmente.

P. F. (Albanova) per grazia ottenuta da M. A. e da D. Bosco.

Noussaz Olimpia per grazia ricevuta offre L. 20.

Ebaneci Maria (Torino) per grazia ricevuta invia l'offerta pro messa.

Anna e Gemma Raineri (Torino) esprimono riconoscenza a M. A. per la grazia ricevuta.

A. L. rende grazie all'Ausiliatrice che si degno di condurre a felice compimento un ideale da tempò accarezzato.

G. B. per il felice esito degli esami subiti dal figliuolo.

M. Chiara per la liberazione dagli scrupoli che torturavano una novizia ringrazia M. A. e il Beato.

Una Cooperatrice della prov. di Roma ci scrive: « Avevo chiesto per motivi personali, un trasferimento il quale fu effettuato, ma ohimè! l'allontanamento dalla mia famiglia apportava gravissime conseguenze, tanto più che si trattava di lasciare soli due ammalati. Mi rivolsi alla S. V. Ausiliatrice e al Beato Don Bosco e loro confidai il mio pentimento e la situazione della famiglia per la quale urgeva senz'altro la revoca del trasferimento. Infatti l'ho ottenuto e sono più tranquilla poichè penso che gli ammalati non subiranno più le tristi conseguenze del mio allontanamento ».

Castagnola Teresa è riconoscente alla Madonna Ausiliatrice per l'ottenuta liberazione da un malanno che l'affliggeva.

Maria Francolini (Croce - Farli) sofferente di calcoli al fegato, per non voler essere operata si ridusse ad un'estrema debolezza, da togliere ai parenti e ai medici la speranza di poterla salvare. Raccomandatasi a M. A. e al Beato, una notte vide in sogno D. Bosco che l'incoraggiava col suo sorriso. Con piena fiducia nella protezione del Beato e della Vergine si adattò all'operazione, che, malgrado l'incertezza dei primi giorni, le permise di ristabilirsi e guarire.

Maria Anastasi (Filadelfia). - Con poche speranze di successo un suo nipotino era stato operato: per quattro giorni fu poi in pericolo imminente di morte. In quei momenti in cui si attendeva la catastrofe, essa cominciò la novena a Maria Ausiliatrice; il mattino seguente il nipote cominciava a migliorare e in breve, guarì.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice o dal Beato D. Bosco, e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, a seguenti:

Airola M., Aitelli C., Antino M. R., Aria T., Arnaud M., A. A.

Bertone T., Belgrano L., Bottazzi Cav. A., Bonelli C., Brambilla E., Bormetti E., Buzzolo M., Bettoni M., Borornio (Seniga), Biasetti R., Buccarini A. per gr. ric., Barbieri P., Buscaglia M., Rettati R., Bosio P., Burdino, Bonomo D., Bononano S., Boero, Bitumi L. (orologio d'oro), Bornia G., Bodo A. e G., Balbis T. e famiglia, Barbetta, Barale A., Buffetti E., Bono G., Bossotti G., Bruno Prof. F., Bonetto L., Burlena A., Borgini A., Borello M., Borri G. (catena d'oro), Brusatore G., Bersani C. (anello d'oro), Baretta A., Bellone M., Baudino L., Buzzi A., Bosi I.

Coltro C., Calzavara P. T., Casalegno P., Cocilovo G., Camurati A., Cappello G., Cali R., Cittadella M., Calvi R. P., Crivelli G., Casalegno C., Coriani C., Consiglio Can. Teol. A., Coriani I., Ciaccio R., Comotto G., Conte L., Cerra L., Cassino M., Coni F., Caffaratti A., Celoria G., Caffaro M., Caneva G., Cugnasco, Comagliotti E., Corsino I,., Chiesa E., Cerruti E. e famiglia, Canonica M.,

Carnaghi R., Cappellaro G., Chiantacetto Caravagna F., Capello M., Campana e famiglia, Clerici e famiglia, Castelli G.

Dell'Alba G., Dell'Alba M., Di Soragno A., De Maria M. offre I,. 100 per la guarigione del figlio, Dall'Oglio E., Delfino A., De Vecchi M., Donatin D. A., Di Gobbo E., Demarchi G., Danna A., Damasio G., Di Saluzzo (anello d'oro), Dainotti G. 1,., De Bernardi M., D. L. B., Dotto M.

Enria T., Ellena R.

Foletti C., Ferro G., Fi!ippi G., Fangazio R., Farace D. R., Ferreri C., Filippa T. per guarigione ottenuta, Famiglia Caretti per gr. ric., Fassardi D., Fasolis L., Fiorino C. e C., Forneris T., Ferrè C., Fasano R., Fietta M., Fogliatto M., Francese M., Frattini, Faracovi R.

Giorcelli V., Gallo M., Giacomin V., Galleni Mons. R., Giani C., Gallo A., Giordano G., Guerneri G., Giardinieri I., Gualco V., Garlatti M., Galizio F., Ghigo Dr. G. e signora, Gianotti T., Gallotti C., Galleano G. B., Gallo M., Geneletti C. e G. (due anelli d'oro), Gutris R., Garetto C., Gonella A., Gallina M., Gallina A., Giraudi M., Gotta A.

Ingasamo Maria.

La Duca D., Lia Fratelli, Lagomarsino E., Lunati V. O. offre L. 100 per la buona riuscita del figlio agli esami, Lanfredi E., Lucianaz S., bozza R., Lanza S. farmacista, Leglio M., Lilli V., Lanzo G.

Montagna G., Manunza M., Marone M., Moro T., Mora P., Montabone I., Merlino M. A., Manolino E. per grazia ricevuta, Mille M. C., Melotto B., Mozzi M., Moglia M., Michelone C., Marone Sorelle, M. F. di B., Montefamiglio, Monticone A., Mantella P., Melano F., Margiaria A. e M., Martino T. (orecchini d'oro), Monaco A., Marchisio, Montanari C., Morselli A., Monaco G., Maroni E., Molino C., Maineri C., Mazza A., Massimino E., Una mamma pei suoi cari, Magni P.

Nalin G., N. N. per insperati aiuti ricevuti dal Beato, N. N. (Cerreto), N. N. (Alice), N. Margherita, N. N. (Borgone Susa) catenella d'oro, Negro G., N. N. (Torino).

Orengo, O. P. (Torino).

Passera, Perinetti M., Pissinis L., Piccot E., Fiasco O., Palò M. e L., Pasquini A., Perletti M. C., Piccaluga V., Pavan G., Penna P., Poggeschi G., Porzia F. D., Parise C., Pioltelli P., PeghinE., Priotto NI., Patono G. (catena d'oro), Palombo, Parussa M., Fitto G., Piana Sorelle, Picco L. (catena d'oro), Perassolo L., Petrini L., Paisio A., Paltronieri D., Pia persona (Castagnole).

Quaglia F., Quarello F.

R. C., Rinaldi A., Rumagalli C., Rollone A., R. F., R. M., Rigotti V., R. L., Rignaud M., Rossi M., Rossi A., Reano A., Razzelli C.

Scala R., Siccardi M., S. L., Serafina E., Sartirana M. (braccialetto d'oro), Scarafiotti N., S. B. (Torino), Scala M., Salmi I., Santhià G.

Totino Sac. V., Traglio M., Tudisco M., Tirone T., Terrier R. (anello d'oro), Trabbia A., Tacchino M., Torrenti, Tessera, Trovati C., Tonelli M. V., Tonola C. (spillone d'oro).

Uran Marianna.

Viotti G. B. per gr. ric., Viotti M. per gr. ric., Violi G., Valdonassi L., Vaula A., Vallauri G., Vercesi M., Vermier E. (anello d'oro), Vittone S., Verra M., Viglietti M., Vico L.

Zilli C.,

NECROLOGIO

Mons. CESARE GAFFURI.

L'11 gennaio del corr. anno a Venegono Inferiore rendeva la sua bell'anima a Dio Mons. Cesare Gaffuri, Professore di Storia Naturale per oltre 5o anni nei Seminarii Arcivescovili di Milano.

Era sacerdote Oblato di gran fede, pio e dotto, entusiasta per la scuola, dove profuse i tesori della sua mente e del suo cuore, lasciando gran desiderio di sè presso colleghi e discepoli.

Tra le sue benemerenze conta l'affezione mantenuta sempre fervida per la Famiglia Salesiana.

Era ammiratore del Beato D. Bosco e dei suoi religiosi; ne stimava assai l'intraprendente attività e lo spirito d'iniziativa.

Cooperatore della prima ora ne leggeva assiduamente il Bollettino, ed annualmente versava la sua generosa offerta. Soleva dire: - Se dài per cinque ai Salesiani li vedi rendere per cento.

Congedando quei suoi chierici, che passavano tra i figli di D. Bosco, ripeteva: - Se fossi giovane, mi farei Salesiano anch'io.

Ed in morte legava una borsa di studio per le Missioni Salesiane a lui particolarmente care, desideroso che un missionario educato a sue spese facesse le sue parti.

Ai Salesiani ed ai loro amici ricordarlo in benedizione ed affrettargli il premio del Cielo.

D. GIOVANNI PEROTTI Pievano e Vicario Foraneo di Settimo Vittone.

Era il decano dei parroci della diocesi di Ivrea. È morto nella veneranda età di 85 anni dopo 62 anni di Messa e 5o di parrocchia. Conobbe D. Bosco con cui ebbe intimità e coadiuvò D. Rua in varie importanti circostanze. Fu tra i primissimi Cooperatori, zelò le opere missionarie che volle pure beneficare in morte. Dei suoi nipoti uno, D. Gregorio, gli fu vicecurato per lunghi anni, un altro, D. Giovanni, è missionario in Cina ed un terzo, Chierico Francesco, è confratello nostro nel Brasile.

Mons. GERI Prevosto di Omegna.

Chiudeva a 6o anni la sua esistenza il 25 settembre, offrendo a Dio la sua vita per il bene di Omegna; e gli omegnesi, grati di questo ricordo, tributarono all'amato prevosto splendidi funerali. Tutti risentivano della gran perdita fatta. Mons. Geri era un zelantissimo ministro di Dio: per le anime nessun sacrifizio gli era grave e lo consumava con un fervore di apostolo. Nei 25 anni dacchè era prevosto di Omegna, compì saggia opera nel restaurare la Collegiata, sistemare l'Oratorio ed altri edifizi sacri; ma dove si rivelò ancor più il suo zelo di pastore fu nel conquistare pienamente le anime dei suoi fedeli con la carità, con la prudenza e con la bontà.

Amicissimo delle Opere Salesiane si adoperò per promuoverle e sostenerle, e molto lavorò per la causa di beatificazione del nostro indimenticabile D. Beltrami, la cui salma preziosa volle amorosamente custodire nella sua Collegiata in attesa del giudizio della Chiesa.

LODOVICA PIOTTI.

Dopo tre anni di indicibili sofferenze, sopportate con edificante rassegnazione, nella speranza del Paradiso, spirava cristianamente in Rodengo, (Brescia) il 28 settembre.

Tutta dedita alle opere di pietà e di carità profuse intorno a sè meravigliosi esempi di virtù cristiane, in una costante umiltà di spirito, che li. rendeva più efficaci. Cooperatrice zelante ebbe una divozione vivissima per Maria A. e pel Beato, a cui tanto si raccomandò nelle sue sofferenze per patire con rassegnazione e merito.

STEFANO CORDANI.

Cristianamente, com'era visuto, volava al Cielo nel marzo u. S. La sua attività ebbe sempre a guida l'idea religiosa, vivissima nel suo cuore retto e pio. Da fervido Cooperatore Salesiano aiutò con generosa carità le opere del Beato D. Bosco e le predilesse con affettuosa ammirazione.

Cav. LUIGI GUSMANO.

Colpito all'improvviso più fortemente dal male che da anni lo travagliava, dopo due giorni - a 68 anni - coi conforti religiosi si spegneva serenamente in Messina il 4 novembre u. S. attorniato da tutta la sua famiglia e da alcuni fratelli. Aveva sperato la guarigione da Maria Ausiliatrice e da D. Bosco di cui era tanto devoto, partecipando alle feste della Beatificazione a Roma e poi a Torino dove tornava volentieri e spesso ai piedi dell'Ausiliatrice. Siano le nostre preghiere di conforto alla desolata famiglia soprattutto al fratello Don Calogero, Segretario del Capitolo Superiore.

Cooperatori defunti:

ALLASIA Teol. D. ToMASO, Priore, Rocca Can. (Tor.). BEGNI ANTONIO, Chiari (Brescia). BESTETTI NATALINA, Monza (Milano). BETTONI SERAFINA, Azzone (Bergamo). BIADENE N. D. ROSA ved. MATTANA, Collabrigo (Tre.) BozIo CLOTILDE, Fervazzo (Vercelli). CALCAGNO AGOSTINO e BENEDETTA, Arenzano (Gen.) CAMBRUZZI GIACOMINA EGLE, Fonzaso (Belluno). CANTERI ROSINA, S. Maria Zevio (Verona).

D'AMBROSIO MAD. M0NDINI, Castions di Strada (Ud. ). FATTORE GIACOMO, Belvedere di Tezze (Trento). FIORE GIOVANNI, S. Giov. Incarico (Frosinone). GARDELIN FRANCESCA ved. CUMAN, Marostica (Vic.). GHIsLETTA ANTONIO, Chironico (Svizzera). GROSSI N. U. SILVIO, Belano (Spezia). LAZZARDO BERNARDO, Nole (Torino). MALUGANI MADDALENA, Tradate (Varese). MARCHESA ANNA, Cervatto (Vercelli). MARTINENGO FRANCESCO, Virle Piemonte (Torino).

MASPES ELISABETTA, Torino.

MASSOLINO MARIA, Felizzano (Alessandria). MINETTO MADDALENA, Martina Orba (Savona). MONTANI UGERIO FELICINA, Novara. MORELLI MARIA, Azzone (Bergamo).

ODDONE AUGUSTA, Pomaro Monf. (Alessandria). PARASCANDOLO MARIA, Napoli.

PEDRAZZOLI ERMINIA SINIGAGLIA, Zavon (Padova). PERAGALLO ANDREA, Camogli (Genova). PIANA ELISABETTA, Torino.

POLENTARUTTI CAT. in GOBITTI, Colloredo di Prato. RIVELLINI MARIO, Salerno.

RuoccHIo GIUSEPPE, Caluso (Aosta).

SAGNORI Mons. GIUSEPPE, Segni (Roma). SALVONI ELISABETTA BRIONI, Chiari (Brescia). SCALA ANTONio, Torino. ToscHI GIALDIFFA, Galliera (Bologna). TosoNoTTo TERESA, Agneto (Alessandria). TRIONE RINA, Cuorgnè (Aosta). VIOLA GIOVANNI, Torino.

Presentiamo vivissime condoglianze alle famiglie, raccomandando ai suffragi dei nostri Cooperatori gli amici defunti.

INDICE ANNATA 1931

Don F. Rinaldi. Lettera ai Cooperatori, 1. Compagnie religiose negli Istituti salesiani, 33. L'Enciclica «Casti Connubii », 65. Festa del Beato Don Bosco, 97. Pel mese di Maria Ausiliatrice, 129.

Le Nozze d'Oro del Rev.mo Sig. Don Rinaldi, 161. Prorompe l'entusiasmo, 193.

Il valore d'un decreto, 225.

Il Servo di Dio Don Michele Rua, 257.

Il nuovo Istituto Missionario Salesiano di Montodine (Crema) per aspiranti a catechisti », 289. Don Bosco e le vocazioni ecclesiastiche, 321. Per la Messa d'Oro del Sig. D. Rinaldi, 353. Crociata d'amore, 356.

Azione Salesiana.

Cooperatori a raccolta, 103. -

Convegni di Decurioni Salesiani in Liguria e Toscana, 197.

Cinquantenari salesiani, 261, 358.

LETTERE Di D. GIuLivo: 13, 64, 93, 125, 150, 222, 251, 270, 296, 327, 377.

NOTIZIE Di FAMIGLIA: 9, 48; 72, 123, 151, 185, 198, 234, 268, 292, 343, 378.

GRAZIE DI D. Bosco: 16, 54, 87, 119, 148, 170, 205, 249, 281, 300, 347, 374.

GRAZIE Di M. AUSILIATRICE: 27, 6o, 91, 121, 155, 188, 219, 252, 285, 316, 349, 380. BIBLIOGRAFIA: 47, 94, 128, 136, 377. NECROLOGIO: 31, 62, 95, 125, 137, 157, 191, 223, 256, 288, 319, 352, 362, 383.

Missioni.

AsSAM: 8o, 211, 311, 363, 365.

CINA: 41, 83, 141, 178, 304, 341.

ECUADOR: 176, 239.

GIAPPONE: 23, 58, 114, 180, 213, 242, 368, 373

INDIA: 111, 143, 278, 306, 372.

MATTO GROSSO: 79, 315. PATAGONIA: 331. RIO NEGRO: 56, 278. SIAM: 25, 174, 276, 372.

CROCIATA MISSIONARIA: 5, 51, 75, 109, 139, 204, 237, 264, 329.

Beato D. Bosco.

Parole di Pio XI, 4.

Omaggi a D. Bosco: 4, 50, 78, 164, 201, 232, 290, 324, 326.

FESTEGGIAMENTI IN ONORE DEL B. DON Bosco.

ITALIA: Alessandria, 248 - Arezzo, 169 - Atripalda, 86 - Assisi, 328.

Barasso, 14   Bovino, 217.

Canelli, :.6 - Carpaneto, 117 - Casalcermelli, 271 - Castelgandolfo, 216 - Cavaglià, 246 - Cavallermaggiore,84 - Cecina, 84 - Cimetta, 169 Crema, 14 - Crusinallo, 84 - Cherasco, 361.

Donnaz, 117 -- Dosso, 299.

Etroubles, 299 - Elmas, 328.

Fabbrico, 117 - Fiume, 217 - Forlì, 84 - Frascati, 272.

Gambassi, 84.

Incisa Scapaccino, 14 - Iutizzo, 217.

Jerago, 117.

Lerma, 14 - Lozzo Atestino, 14.

Magliaro Sabino, 15 - Maratea, 246 - Massa di Carrara, 271 - Milano, 271 - Montabone, 328 - Morbello, 361.

Napoli, 272 - Noci, 246.

Palestrina, 14 - Palmiano, 117 - Parma, 216 - Piazza Armerina, 170 - Pieve di Revigozzo, 247 - Poggio Mirteto, 15 -- Pordenone, 246 -- Puliciano, 216.

Ouargnento, 169.

Ravenna, 85 - Rimini, 247, 271 - Rivalta torinese, 361.

S. Fermo della Battaglia, 246 - S. Leo, 169 - Sanluri, 299 - S. Maurizio, 299 - Scaletta, 271 - Sessant, 84 - Sondrio, 216 - Sutri, 169.

Terni, 271 - Terriciola, 84 - Todi, 246 - Tombeto di Folta,, 118 - Treviglio, 272-Trieste, 271 - Tuguerres, 170 - Udine, 361.

Varese, 271 - Villafalletto, 117 - Villalvernia, 216-Villardora, 247- Volterra, 118, 246.

ESTERO: Argentina, 15, 300 - Australia, 273 - Austria, 248.

Brasile, 15 - Bahia Blanca, 328.

Centro America, 246, 247, 300 - Cile, 248 - Cina, 300 -- Cuba, 15.

Egitto, 274.

Spagna, 15 - Stati Uniti, 15, 86-Svizzera, 274.

Uruguay, 15.